Cutrera - La Mala Vita Di Palermo 1900

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    Cutrera, AntoninoLa mala vita di Palermo

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    Antonino CutreraDelegato di P. S.

    La Mala Vitadi Palermo

    CONTRIBUTO DI SOCIOLOGIA CRIMINALE

    id.* EDIZIONE

    PALERMOALHPiuro m-:ni:n1900

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    LA MALA VITA DI PALERMO

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    Antonino CutreraDelegato di P. S.

    La jYlala Vitadi palepiTio

    CONTRIBUTO DI SOCIOLOGIA CRIMINALE

    2.' EDIZIONE

    */^;^-v-'

    PALERMOALBKRTO HRBEH1900

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    /9oo

    Proprieti rserbata all' Editore

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    ITMIDIGE

    Caj). I. - Introduzione Pa^- >II. Le j)rostitute 17

    III. - Le case di prostituzione ... .14IV. I ricottari 11V. Relazioni tra ricottari e |)rostitute 1*.)

    VI. Le manifestazioni criminose . . ., () >VII. I ricottari e la le1

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    PREFAZIONE

    Frutto (li osservazioni pazienti, iuujhe e (iif/irili, ososperare che (pieslo inodestissimo eoiilril)iit() alia soeio-Itujia criininale, non sar del tutto inutile ayli studiosi,e per senza pretese di lauoro or

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    INTRODUZIONE

    Riassumo in poche pagine, le osservazioni fattesu quel mondo criminoso che costituisce la ludlavita di Palermo, e che in gergo proprio si chia-ma ricotta. La parola ricottaro intraducihile in ita-liano, perch ha un senso speciale che trova simi-litudine, in parte, con la parola francese souteneur,perch generalmente ci indica quegli uomini che,non avvezzi a lavorare, vivono alle spalle delle jiro-stitulc, delle quali si proclamano inianiorati; mentrepoi il ricottaro palermitano (dico palermitano v nonsiciliano, perch questa mala i)ianta, Mille altre citto non esiste, o vi si trova in tali minime |)roi)or-zioni da passare inosservata; oltre ad essere l'iima-moralo della prostituta ed il mantenuto di essa sempre un malioso. Infatti il ricottaro non si limitaa fare solamente il gradasso con la sua ganza , ocon le altre jjrostitute , come fa il ricollaro napoli-Cutrura 1

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    - 10 tano, che una ramificazione dei camorristi, ma e-gli sempre una persona di coraggio, pronta a giuo-car di coltello con chi offende la sua innamorata,dandosi l'aria del cavaliere, che espone la vita o lalibert, per riparare alle offese fatte alla sua bella.

    Ecco qual' stata la necessit di conservare co-me sta, la parola ricottaro a questo lavoro, che ri-tengo sia l'unico del genere, malgrado l'argomentosia importante, perch le manifestazioni criminosedi tal classe di persone formano un largo contributoalla criminalit di Palermo.

    I ricottari si trovano presso tutte le prostitute,di qualunque gradazione esse siano , per finire aquelle del vicolo Stretto. E poich ho nominato que-sto vicolo, tanto conosciuto per la sua triste fama, opportuno j)arlare delle localit ove cresce in Pa-lermo e si vSviluppa la pianta meretricio.

    Le prostitute d'alto bordo, mi si perdoni la frase,vivono isolate, come in tutte le altre citt, con mag-giore o minore lusso, e sono frequentate dai ricchi.Le prostitute di secondo ordine, abitano general-mente in stanze mobigliate, dove esercitano clande-stinamente il loro mestiere, per evitare le visite me-diche, ed il possibile loro invio alla sala dermosi-filopatica, in caso di malattie. Sono precisamente inquesti locali frequentati dalla classe borghese, chela siflide miete pi vittime. Poscia vengono i po-striboli, sparsi per il quartiere dell'Albergheria, e del

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    Il

    Capo, ed hanno nna tarilTa flic varia dalle dno lire,per finire ai 20 centesimi.

    I postriboli di niez/a lira e di venti eenlisiniialbergano sacerdotesse di Venere, i)oco rassomigliantialla dea : esse non sono altro che disgraziati avanzidi donne, le quali hanno pi di 3.') anni di et, conalmeno 20 anni di carriera.

    Questi esseri umani non hanno pi sembianzedi donne, ma di megere, scarne, pallide, il viso co-perto di macchie sifilitiche, i denti orrendi, le oc-chiaie infossate; visi insomma che dimostrano chia-ramente non essere altro che un avanzo del viziopi turpe, e della vita pi abominevole.

    (iuadagnano appena di che comprarsi per vivere,ed abitano locali impossibile a descriversi. General-mente tali i)ostriboli sono costituiti da un cameronea piano terreno, con un lume sosj)eso al centro: condelle panche di legno attorno ai muri, e nulTaltro.Questo il mobilio. Poi alcuni camerini sono for-mati nella stessa cameraccia, con Iranuz/.i di Ugno,in modo che dalla sala di compaijnia , si sente be-nissimo quello ch(> l dentro succede. In ciascunodi quei camerini e' una sedia di |)aglia, un tavo-lino di legno rozzo unto e bisunto d'olio, un |)anlie-riccio di tela ordinaria, schifoso a vedersi, e sudicioin modo indescrivibile, come il resto del locale.Nell'entrare in tali lupanari si resta nauseali, siaper il luogo, che per le abitanti: si prova tale ri-

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    - 12 brezzo, che non si pu fare a meno di domandarsis' possibile vi siano esseri umani tanto depravatida poter vivere in tale sudiciume. Purtroppo cos,e' e gente che non solo non soffre a trovarsi in talicase, ma ci sta anzi addirittura bene, perch la mi-seria r ha completamente abbrutita. Per essa nonesiste il sentimento del bello , ed altro non ha chegli istinti bestiali, cui da sfogo con una femina qual-siasi.

    Quello poi che desta meraviglia, il sapere co-me per simili donnacce, esistano uomini i quali sifanno accoltellare , o se ne vanno tranquillamentealla reclusione , come la cosa pi naturale di que-sto mondo.

    Questi locali immondi sono quasi tutti nel quar-tiere dell' Albergheria , l che essi hanno trovatoterreno propizio. Che cosa sia il quartiere dell'Al-bergheria lo descrive il Chiesi nella sua opera : LaSicilia.

    L'Albergheria la parte di Palermo eterna- mente ammalata, la fungaja che talvolta ammorba l'aria all'intorno; il grande stomaco che inghiotte e rit>etta continuamente tutto ci che la citt ha di malsano moralmente e materialmente. quivi che la maffiaben triste parola di significato tutto locale, ebbe ed ha forse ancora il suo cuore; da quivi che partono le sue infinite ramificazioni, ed quivi che con paziente cura se ne riannodano

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    - IJ - le fila qiianilo per una ragione o i)er l'altra, la- cente sempre capo all'Assise , ed alla Vicaria , in qualche parte si spezzano .Lo stesso Ciiiesi, nella stessa opera cosi parladella popolazione di questo (juartiere : Ci che nel- r Albergheria di Palermo maggiormente accora (ltre la tetraggine dell'ambiente, nel quale tanto dolore si dibatte, senza speranza d'uscita, che non sia per la via del vizio e della colpa, l'aspettogramo, macilento, tristo, di gran i)arte di ([uella popolazione brulicante pei luridi cortili; pei chias- suoli, pei vicoletti, sulle soglie delle case, sui gra- (lini delle chiese, intorno ai pozzi, alle fontane di quella Corte dei Miracoli in pieno secolo XIX. I vecchi non hanno nulla di ci che la vecchiaia ha di au'Uislo. (ili uomini sono pal'idi , smunti, ac-- cigliati, vi guardano con un'espressione tra 1' in-' tontito ed il feroce; le donne pallide, emaciate,- sono vecchie impossibili, sfatte da precoce mater- nit, cogli occhi splendidi detur|)ati dalhi cisi)osit(bile varie olalmie, i ragazzi laci'ri. seminudi, ed

    anche nudi, sudici come solo si pu immaginarlo, scrofolosi, rachitici, linfatici, esseri gi predestinati a tutte quelle morbosit fsiche e morali che po- potano le crociere degli ospedali, e gli andronidelle galere. Povere incoscienti villime di una dop- ])ia labe; eredi di varie genera/ioni di ((Uicrroidi,

    sembra eiie si ;illevino .ipposta nel limo fli piei

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    - 14 rigagnoli per dare lavoro ai futuri clinici ed ai giurati dell'avvenire .

    Spiegato l'ambiente si capisce gi che cosa sianoi lupanari che in esso stanno^ Un quartiere sudicio,schifoso, popolato da gente miserabile, da ladri, damafiosi, da meretrici, da soldati, non pu contenereche i lupanari pi immondi. Ormai constatato cheove l'ambiente sociale miserabile, la criminalit pi sviluppata, la prostituzione pi numerosa ela prostituzione un grande coefficiente della cri-minalit.

    Miseria, delitto e meretricio camminano inevita-bilmente di pari passo , e 1' uno il complementodell'altro.

    Il quartiere dell'Albergheria che paragonato aglialtri il pi povero, contiene pi pregiudicati deglialtri, e pi postriloli, come pu vedersi nel seguentespecchietto statistico.

    In questo quadro statistico da osservare che iquartieri Oreto e Molo non hanno case di prostitu-zione e prostitute riconosciute, siccome la statistica fatta sulle notizie fornite dalla Questura di Palermo;s'intende parlare dei postriboli e prostitute legal-mente riconosciute , escluse le case e le prostituteclandestine, che sono sparse per tutti i quartieri.

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    - 15

    QUARTIERI

    Palazzo Reale( \lbt^rghria)

    Monte riet(Capo)Castollammare

    TribunaliiKalsa)

    Molo(Borgo)SubboK4;hi dil'alurrno

    38383

    34918

    20044

    32929

    18229

    61520

    64719

    = 1 = St3=I='o: 3-O

    126

    25

    3

    94

    22

    13

    2C9 j92 224 80

    150

    60

    80

    30

    3,31/1000 1,10/lOtO

    2,11/1000 0,31/1000 1,71 /looa

    3

    1,93/1000

    0,77 /loco

    3.49/1000

    1,50/1000

    3,iM/lo00

    0.72 / UOO

    0,12/1000

    2,74/11 W0,93/10ii0

    III ((iiesto (iiiadro i)ure da os.scivarc clu' la pcr-ceuliialc del .'5, 19 |)C'r KKM) doIl'Oivlo e la piivcii-luak' ,. )() del Molo dri picj^iii lic-ali non l'salla,])c'rciu' la slalislica di'}j;li aniinoiiili (h'il i (jiirsliira, aciasciiii dei (|iiarlii'ri aii/.idcUi, cIl' sono l'slcnii. n-ni.sce piiir i sobhor^lii o l)oi-^atc' , pi-rc-i rimuMidoo\'\ aliilanli dei due (|iiaili('ri a (|iit'IIi dei sohhor^hi,.si 111 lina jierccnlnaio dell' 1. IN pei- 1(10(1 d aniino-njtj. In lino e pnic da osservali' elie lu-i soliloi-'.lii di

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    16 -Palermo germoglia la mafia, la ({iiale per s stessaconcorre ad aumentare sensibilmente la delinquenza.

    Come in tutti i quartieri popolari delle grandicitt, le vie dell'Albergheria sono popolatissime, an-che sino ad ora inoltrata della notte. In mezzo a tuttoquesto brulicho si aggirano i ricottari, perch questoquartiere, per le sue condizioni speciali, forma l'am-biente necessario alla loro esistenza. Essi fanno vitainsieme, camminano a gruppi pi o meno numerosi,si aggirano per quei vicoli in cerca di compagni, diprostitute, o di avventure lubriche o bellicose.

    Questo il grande campo ove si svolge l'azionecriminosa di questa pianta parassita, che si rami-ficata per tutto il quartiere dell'Albergheria , impo-nendosi sulle disgraziate donne cadute nella corru-zione, destando in fine lo spavento, con i Ipro schia-.maczi e con le loro risse, fra i cittadini pacifici abi-tanti quelle vie.

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    LE PROSTITUTE

    Come lasL' alle mie modeste osserva/ioni (chemi arrischio di lare inloino a questa pi.i^a sociale)ritengo necessario occiiparmi prima un poco dellej)rostitiite e della loro vita.

    11 Lombroso , nella sua opera ; L' uomo clclin-

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    1 - tute che hanno una degenerazione acquistata. Per ora diffcile dire quale sia la classe pi nunie- rosa; ma io ritengo che debba essere la seconda .

    Il Colajanni invece ritiene che la prostituzionein generale il prodotto della miseria, della cattivaeducazione e del contagio morale , che ad essa siconnettono strettamente ').

    Da parte mia credo pi accettal)ile la teoricadel Colajanni, perch si sostiene meglio delle altre.Infatti molte disgraziate, che potevano riuscire ottimedonne, oneste madri, a causa di circostanze indipen-denti dalla propria volont, sono divenute prostitute.Questo precisamente cercher dimostrare alla meglio,cominciando ad osservare le cause per le quali ladonna, nata fisiologicamente normale, possa .liven-tare prostitutii.

    Marro ) nella sua opera / caratleri dei deliii- queliti dice : Il primo coito che subisce la donna ha una influenza singolare sul suo morale ; esso rompe un incanto che salvaguardava la donna nella sua primitiva ingenuit, la difendeva contro i suoi proprii istinti , e le dava forza a non cedere agli, altrui tentativi di seduzione . Quest'osservazione

    1) Coi.Aj\NNi Sociologia criminale. Catania. Filippo Tro-peoa, Editore. 1889 V, II. pag. 303.

    2) Mabho I caratteri dei delinquenti Torino. Fratelli Bocca,Editori 1887, pag. 429.

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    19 -vera, iiiopi)U^nal)ile : molte i)rostilnte da me inlciro-gate sul proposito, mi hanno ris[)oslo senza reticenze,e con la massima franchezza , che non valeva pila pena di fare le schizzinose sull'onore, ([uando

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    - 20 -Corleone, la quale non avendo sorelle da j)reservaredal disonore, dedic il suo affetto ad un Iratellino,che manteneva a proprie spese alla scuola, con in-tenzione di farlo proseguire negli studii, e farlo di-ventare uomo, come essa ingenuamente diceva.

    Il primo coito avviene quasi sempre nell'et ine-sperta : infatti, dalle osservazioni fatte da me su 100prostitute , ben 14 vennero defiorate a 1(5 anni , 12vennero defiorate a 15 anni, 6 vennero defiorate a 14anni, 12 a 13 anni, 6 a 12 anni, 4 a 11 anni Mentresole 7 su 100 vennero defiorate dopo i 21. anno.

    La maggior parte dunque cadono per inesperien-za, per seduzione o per stupro violento. Allora la di-sgraziata aL'bandonata , non pu pi riparare nellacasa paterna, perch la famiglia la respinge; e nonavendo pi mezzi da vivere, lascia il proprio paesee si reca in citt, con F intenzione di darsi al lavorofacendo la serva. Ma per fare la serva bisogna tro-vare i padroni, e questi si hanno mediante le mez-zane, le quali son) le vere ruffiane, perch per guada-gnarsi un premio, che varia dalle cinque alle ventilire, inducono la disgraziata a prostituirsi invece dilavorare, facendole intravedere lucrosi guadagni.

    Alcune resistono alle seduzioni, e trovano da la-vorare onestamente, altre cedono alle lusinghe e di-ventano prostitute clandestine, ma i loro sogni svani-scono , perch appena entrate nelle case infami , sicarica loro un grosso debito , poich per stare de-

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    - 21 -guarnente (nella casa) abbisognano di biancheria edabiti di lusso, e sono costrette a farsi prestare deldenaro dagli usurai, o comprare l'occorrente a rate.Da quel momento le .prostitute sono sempre indebi-tate ; e riescono inutili tutti i loro tentativi per ac-cumulare denaro, essendo circondale da rullaui, a-manti, padrone ed usurai i quali la fanno a gara persucchiare loro tutto quello che guadagnano.

    Quelle che riescono a diventare serve, a poco apoco cedono, o per soddisfare i bisogni fisiologici, operch adescate dai padroni, o pure perch continua-mente sedotte dalle solite lenone, che immancabil-mente le assediano con promesse lusinghiere. Allorapur continuando a lavorare diventano delle vere pro-stitute clandestine, finch poi abbandonano per sem-pre il lavoro , per darsi al meretricio. Ve ne sonopoi alcune, le quali o per libidine, o per vivere nel-l'ozio, o per slimolo di guadagno, passano dalla vitaonesta di serve, in una casa di prostituzione; e vi-ceversa, slancile di quella vita, ritornano al lavoro.Sin qui abbiamo parlato delle disgraziate serve,che gi sono state deflorale. Ora parliamo di ([nelleche sono vergini. Strette dalla miseria vanno a ser-vire in una casa di cill , e per lo pi l'et, lu'llaquale si decidono a fare questo passo dai 11 ai 120anni. Dopo pochi mesi di servizio vengono delio-rate dal padrcMie violentemente o per seduzione , oda (pialche operaio con lusinga di matrimonio. Fatto

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    il primo passo, perduta la forza morale della purez-za, la donna cede per sempre, e presto o tardi di-venta anch'essa meretrice. Il Sergi ') parlando dellecause che producono la prostituzione, cos giusta-mente osserva : Ma non bisogna lasciare inosser- vato il fatto che una delle cause della prostituzione l'uomo, il maschio, che non resiste alle sue ten- denze sessuali , spesso bestiali , e che seduce , in- ganna, violenta la donna e la rende abbietta; l'uo- mo, dico, che non rispetta nulla pur di soddisfare i suoi istinti e le sue voglie insaziabili, e che oggi pi atavico, pi selvaggio della donna prostituta, spesso misera vittima della sua condizione inferiore, vittima della sua minima resistenza alle seduzioni ed allo amore, riproduce sotto il sole della civilt strupri ed incesti che non la cedono all'umanit primitiva.

    Questa l'odissea di tali infelici, le quali appenaentrate nella vita cadono in quell' immondo oceanoche chiamasi meretricio, e dal quale escono ancoragiovani per et , ma sfinite , sciupate , invecchiate ,sfregiate, afflitte da malattie incurabili, disadatte allavoro e disprezzate da tutti finiscono la vita all'o-spedale o in carcere, o da vecchie megere a fare

    1) Sergi Le degenerazioni umane. Milano. Fratelli Dumolard.1889, pag. 132.

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    ~ '/ le riilTiane, di fj[iiisn che da corrofte diventnno cor-ni ttriei.

    La prostiliila, (juasi sempre, non perde mai lasj)eraiiza di riabilitarsi, qualiiiH(iie sia il grado cheessa occupa nella scala del meretricio. La prostitutapi abbietta come la cocotte pi distinta , soj^nanosempre la riabilitazione, sperano semj)rc di diven-tare donne oneste. L'ideale di essere onesta nonle abbandona mai, ed perci che la i)rostitiita s il-lude di avere alcune ore del giorno, nelle (piali essanon dispregevole, e ])recisamentc questo avviene,quando lascia il postribolo, per recarsi in un'altracasa che tiene per suo esclusivo uso personale , eche chiama casa onorala, ove non riceve altro cheil suo innamorato.

    Tua sera trovai ima cella Carolina C sedutainnanzi al tavolino, che ricamava un lenzuolo conun certo gusto artistico. Conoscendo che (piella di-sgraziata si j)rostiluiva per una lira, le domandaij)erch s])endesse tanto denaro |)er un lenzuolo, edessa sorridendo mi rispose : l'Ii, signore, non si samai (|uelIo che ])iio succedere, forse un giorno {|ue-sta biancheria che io slessa lavoro, mi potr ser-vire . Ci diceiulo, mi mostr una cassa j)iena dibiancheria di tela fine e ricamata, e die fnniia\a undiscreto corredo.Un'altra volta visitando una casa di prostituzione,abitata da una sola donna, osservai che la casa era

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    24 bene ammohigliata e il letto di rame ben arredato.Pi una infinit di mobili eleganti e pieni di nin-noli , di cui molti di gusto , tanto che io , ben co-noscendo le sue tristi condizioni economiche , nonpotei fare a meno di domandarle a che le giovas-sero tutte quelle cose. Essa allora con la massimafranchezza mi rispose : Cos spero affascinare qualchecontadino, che per la voglia di possedere questi mo-bili, mi sposi. Il ragionamento sotto un certo puntodi vista era logico.

    La prostituta in questo caso sembra obbediread una forza incosciente di atavismo sociale; ci ri-corda le donne dell' antichit , che si prostituivanoprima del matrimonio per formarsi la dote. Sul pro-posito lo Spencer *) osserva che i Messicani avevanol'usanza di mandare le figlie in giro per prostituirsi,onde potersi formare col guadagno la dote.

    Or qualche volta accade che qualcuna di questedisgraziate prenda marito. Infatti, io nello spazio diquattro anni , ho visto due meretrici , una abitanteun pqstribolo, sposare un uomo benestante; ed un'al-tra, che esercitava il mestiere clandestinamente, spo-sare un onesto operaio.

    Quest'osservazione stata anche fatta dal Reussnella sua opera : La prostitiition , ove dice sul pro-

    J) Spencer Principi di sociologia.

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    posilo: Quullcs soieiit isolces ou (|ii'elles soient en maison, il arrive un nioniciil oii le intier (|ii'el- les font Ics coeiire et les (ly,()le; eles oiit lile de le qiiilter, elles se re])ienneiil Iravailler et une lois ([Ile la police a recoiiiiii (jnelles ne de- niandaient plus la prostitution leiirs nioyens d'exi- stenee, elles les raye dfniliveinent ^ ').A questo proposito per io debbo fare osservareche le nostre prostitute dineilnienle si danno allavita onesta del lavoro: perduta 1 abitudine, non viritornano pi assolutamente; l'amijiente del bordelloagisce fatalmente sul loro organismo; l'ozio continuatoper lunghi anni ha spento i)er semj)re la volont dellavoro. Conobbi una ])rostituta, che da un anno erasidata al meretricio, la quale continuamente pregavame i)er irderpormi verso la sua famiglia allineile laricevessero in casa j)er riajjililarla. Le jromisi chel'avrei accontentata, a condizione per che prima ri-tornasse al lavoro, ed essa accett, j)urch per iole trovassi una famiglia che avesse chiuso gli occhisul suo passato.

    Dopo pochi mesi riuscii a lioxai'e una signorache acconseiiliva pigliarla per serva; ebbene (|iiaiidoglielo partecipai, la disgraziata rilut

    Vi sono j)rostitute poi, le (piali non pensano maialla riabilila/ione. La corni/ione ha spento comple-

    J KEUfcs La iirostitutioiiParis. HaillitTo et tlls. 1H8J), p. 181.CuUera 2

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    26 -tamente qualsiasi germe onesto nel loro animo; edaltro ideale non hanno, se non quello di vestire coneleganza e vivere nell' ozio. Una volta interrogandouna bella e giovane prostituta , sul suo passato , ecomprendendo essa il senso delle mie domande, cosmi disse ad un tratto : Senta, la puttana sono io ; per ben tre volte la mia famiglia mi ha ricondotta a casa , ma io non ho potuto resistere a quella vita Perch Perch a casa mia, non posso indossare gli abiti eleganti che qui porto. E poi come si fa a vivere in quel paesaccio ? conchiusealludendo al suo villaggio.

    I.a vita del postribolo, aveva distrutto in quel-l'animo gli affetti pi belli e pi forti. Ora credoopportuno riportare un altro fatto che sembrerstrano, quasi inverosimile, e lo inserisco qui per di-mostrare con quali tenaci tentacoli, la corruzione av-vinghia queste sventurate nella vita dell' obbrobrio.

    Eleonora G che vivea di meretricio, era dive-nuta l'amante di uno dei soliti ricottali, che, nonoccorre dirlo, in cambio dei favori che riceveva, lamaltrattava continuamente. Volli conoscerla, e conmia sorpresa trovai che era di una bellezza affasci-nante , non solo , ma dimostrava un animo gentile.Allora cominciai a tempestarla di domande, per sta-bilire ([uali cause l'avessero condotta al triste stato.Dopo alcune titubanze, ruppe in pianto, e piena diemozione , mi raccont che sua madre 1' avea fatta

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    - -n deflorare per denaro , e poscia 1' avea prostituitafinch era scappata di casa, per arruolarsi come co-rista in una compagnia d'operette. Poi le era venutala nostalgia ed era ritornata. Avea tentato di fare lastiratrice , ma il lavoro pesante le avea fatto maleal petto.

    Costretta dalla miseria, e spinta dalla madre eraritornata alla prostituzione. Domandatole se amassesul serio il suo ganzo mi guard negli occhi, ed af-ferrandomi una mano, mi disse tra il pianto : Io nonconosco ancora l'amore, l'uomo che io dehbo amarenon nato per me.

    Commosso da tale racconto, le promisi che avreicercato di farla riabilitare : infatti venne ricoveratanella Casa d'Istruzione ed Emenda di Palermo. Coscredetti di averla salvata. Per quale non fu la miasorpresa, quando un giorno venni a sapere che l'E-leonora, dopo quattro mesi di collegio, ne era uscitaingannando le Autorit Aveva preso marito : unuomo pi abietto di essa, erasi prestato, mediantecom])enso in denaro a sposarla, per lasciarla liberaimmediatamente, e per diventare la ganza di un gio-vane avvocato.

    Altro ideale delle prostitute, dopo quello del ma-trimonio, quello di diventare mantenute. Tutta laloro attivit dedicata a questo scopo , indefessa-mente e con ardore. La pi abietta e vecchia nontralascia di sedurre un uomo.

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    28 -Poco tempo fa dovetti constatare che una donna

    affetta da sifilide costituzionale , a 40 anni, bruttacon cinque figli, mentre era nella Sala dermosifilo-patica, ebbe l'ardire di voler -sedurre il dottore cu-rante. Le sue manifestazioni amorose non si limita-rono agli sguardi languidi, ed ai sorrisi procaci, magli indirizz delle lettere, delle quali ne voglio ri-portare un saggio :

    Io non finisco mai di scrivere, parlare in pace non possiamo , dunque la fiamma amorosa mi fa fare altro che questo, poi se lei non mi scrive mai, non possiamo comminare (fare) nulla, io aveva piacere che sentiva il suo risultato o bene o male quei parole che mi dice nella visita non me ne faccio; cosa deve fare vedere alle genti, ve ne sono per taluni pi che mi rimprovera pi l'amore a- vanza ; io voglio che mi dice il risultato cos si quieta la mia testa, sapere le altre non ce pericolo che sono ragazza. Lei si 1' ha fatto sentire alle a- miche sue, ma se io non ottengo una risposta, ci giuro sopra la testa delle mie ragazze che io pas- ser disgrazia allo ospedale, dunque ha capito ? La responsabilit ce l'ha lei .

    In fine dopo avere chiusa la lettera scrive la se-guente poesia :

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    - 'J9 -lo

    Mille volte por te sospirai.Caro bene con .segno d'amore,Una flamma che ardeva al mio cuoi-Che mi bruciava la notte e il di

    20

    Non riposo per te sospirandoVoglio dirle li soirni miei.Ma con duolo io non potreiSospirando a Lei gioir

    30

    Da lei prima intesi il nomeDi quel di che sei nei cieliPer vedervi senza veloII mio ciglio splonde il ver

    e fine

    Non credendo basljiiiU' ([iiesto stb}4() poetico, viag

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    30 -sessuale, restando estranea all'uomo, e ripara a que-sta atrofia del senso, simulando continuamente quelloche non sente, in modo da diventare una vera attrice,che rappresenta con maggiore minore naturalezzala sua parte. Parlando di quest'argomento con unacocotte, mi disse che i suoi sensi non si erano maisvegliati per l'uomo, che era caduta incoscientementenella colpa, e mi soggiunse che amava fortementesino alla follia un giovane, ma che non aveva maidesiato o sentito il suo amplesso.

    Intanto se la prostituta non desidera 1' uomo ,spesso desidera la donna, in braccia alla quale i suoisensi attutiti si svegliano, per assaporare il fruttoproibito subendo un'accoppiamento ibrido.Questa degenerazione dei sensi, che scientifica-mente si chiama tribadismo, ed in gergo sciipittiim(spazzolino) per lo pi adoperato dalle padronequando non hanno innamorato. Stanche di provarela libidine in tutte le sue forme, in cerca sempre dinuove sensazioni, invece dell'uomo, si procurano lainnamorata. Ir tal caso la padrona si accoppia conun'altra prostituta che le ispiri simpatia, ed agisceattivamente su di essa, come se fosse un uomo *)

    1) Le trihadisme est le procde dans lequcl l' accouplement estsimiil par le siniple contact aceompagn de frottements des organesgriitaiix externes D. Chevalior. De l'invorsion sexuelle.

    Archives de l'anthropologie criminolle et des seiences pnalesTom. V, N. 35.

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    - 31 -Conchiuso il connubhio, (|uella the la la jarlc*

    dell'uomo, prova sempre gelosia per la sua imiamo-rata, e le impone di non perdere mollo tempo congli uomini, altrimenti accadono scene violenti , cheterminano in vere risse. Qualcuna nutre i)er l'inna-morata tanta passione, che per evitarle lawicina-mento con uomini, le afftta un ({uarliuo nioliiolialoove la tiene sola, assegnandole una pensione.E sicura cosi di godersela tutta (pianta.

    Ce sont, habituellement, des llles tluii cerlain ge qui sont les propagatrices actives de ce vice. Elle corrompent des fdles plus jeunes, et se les attachent par mille services rendus , mille atlen- tions dlicates. Chose curieuse, une Ibis ([ue l'in- limite est tablie , ce sont ])recisment ces lilles plus jeunes qui tmoigneid leurs sductrices le i)lus dainour el le plus d'aleelion. lilles ne peii- veni j)lus vivre spares et, si j)ar hasar.l 1 une d'elles est oblige d'entrer I' li()j)ilal , ou a vu frciuemment l' autre se Taire des plaies au\ or- gaiies gnitaux pour tre admise d.-uis la lunie salle ([ue son amie. ')

    Il tribadismo alcune volle riesce lat.de. l'isica-mente non |)ro;luce altro clic l'ipeiiidlia della cli-toricje, o |)ine un'erosione alla cliloride ed alla \ ul-va; e sia r ipertrofia die l'erosione, non producano

    ') RU88 -La prostitutioii - l'ari.^. liailliiTc ot tlls. IftHJ). pair. 70.

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    SI

    mai serie conseguenze. Per , sebbene direttamenteil tribadismo non produce altro, pure causa di unindebolimento generale dell'organismo e tale inde-bolimento causa di sviluppo 'di tisi, per quelle chevi hanno una predisposizione, o di malattie cagio-nate dall' indebolimento del midollo cerebro-spinale.

    Oltre alle conseguenze fisiologiche, certo chequesta mostrousa specie d'amore ha la sua importanzaanche dal lato psichico. Il Venturi su questo argo-mento, cos si esprime nella sua opera : Le degene-razioni psico-sessaali :

    Le delinquenze sessuali che sono espressioni di quella che io trovo essere una tendenza conge- nita in taluni individui della specie , alla distru- zione della specie medesima, degenerazione distrut- tiva, sono tutte quelle anomalie della sessualit che son date dall'inversione dell'istinto sessuale, che danno luogo agli lirningi ed alle tribadi istin-'' tivi e da quelle perversioni dell' istinto sessuale medesimo, per le quali lo stimolo pervertito cos da dar luogo a c[uegli amori mostruosi o cru- deli, quali sono gli stupri sui cadaveri o sulle statue e gli sfoghi libidinosi accompagnati da sevizie, uc- cisione, squarciamenh) della vittima, e di cui nella letteratura si ebbero i celebri esempii del Yerzint, del Jack lo Sventratore, e anticamente non ])ochidegl'imperatori romani. Tali oscenit o crudelt agiscono nell'individuo come veri equivalenti del coito.

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    - 33 - Coloro che coiiiiiettorio simili (Idilli scssumI

    il cui evidente risultato non pure la mostruosit detratto sessuale medesimo, ma la mancata conti- nuazione della specie, sono i cam[)i()ni della umana degenerazione, sia pure che non di rado mostrino una capacit intellettuale ordinaria o superiore. Sono i degenerati del sentimento e dell' istinto , e tale degenerazione morale d'onlinario si accom- pagna anche da analoga alterazione fisica, onde gli urningi hanno asjetto fisico femminile, le trihadi hanno caratteri mascolini, ed i nurofili e santini-nari mostrano le pi alte manifestazioni degenera-

    tive del delinquente nato. Il Lombroso ') attribuisce ([uesta degenerazione

    sessuale alle seguenti cause. 1. La prima e j)i im-portante causa la libidine eccessiva delle j)rosliluledie per sfogarsi cercano liille le direzioni, anche le|)iii iniialiirali. 2. Quando le prostitute sono in car-cere, in mancanza dell'uomo, per sfogare la libidinesi acco])|)iano Ira loro. .'?. La riunione di'lle pro-stitute in molle , abitando la medesima casa e fa-cendo vita intima insieme, in maniera da svegliaredesideri nuovi. 1. La nausea (IcH'uonio

    *) L0.MBI10S0 E Fkkiu;ko I.ii iloMiiii (IcIiiiiiiKTiti'. riiruiu. UoiLX,Editore. Ed. 2. IHU pa>f. 411.

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    LE CASE DI PROSTITUZIONE

    Il nostro regolamento sul meritricio non pre-scrive che l'esercente la casa di prostituzione debbaessere uomo o donna, esso parla di esercente in ge-nere, come di tutti gli altri esercizi pubblici, percisia la donna che l'uomo, possono essere autorizzatia tenere case di prostituzione. Invece nel diparti-mento della Senna proibito agli uomini di condur-re case di prostituzione, e ci per evitare, come dice ilCarlier nella sua opera : Les dciLV prosttiitions, che un liomme, ordinairement cupide, brutal et forte, devint l'arbitre des exigences qui peuvent se pro- duire de la parte des fdles sur leurs visiteurs, le pacificateur des querelles dont l' ivresse est sou- vent la cause. Il n'a pas voulu, surtout, qu'un pa- reil homme agt dans sa maison comme un sultan dans son harem. ')

    ^) Cakliek. Les deux prostitutions. Paris, Dentu, Editeur, 18S9.pag. 156.

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    - J -In Sicilia maljfrado la larghezza della le^i^e in

    proposito, pure non abbiamo assolutamente esempioche un uomo siasi mai presentato a chiedere l'auto-rizzazione per condurre una casa di prostituzione.Questo fatto devesi alla dignit che di s stesso senteil Siciliano per abbassarsi, sino a l'are il nilaiio le-galmente riconosciuto.

    Per se non abbiamo uomini che esercitano le-galmente case di prostituzione , ne abbiamo invecealcuni che l'esercitano a mezzo di una prostituta chefa da padrona, la quale presta il suo nome, mediantecompenso pecuniario, e tutto il guadagno conse-gnato al vero padrone. Spesso, quando il guadagno poco, il jadrone monta in bestia, butta il denaroper terra, insulta le prostitute e la padrona, la (pialesovente la sua ganza, e riemjie la casa di gridaoscene, ali iudiri/zo delle prostitute.

    Le meretrici di{)en(l()n() dalla padrona per la par-te discipliuare, ma essa non gode pi degli antichi i)o-teri , che le venivano accordati dall' abolito regola-mento sulla j)()lizia dei costumi. Prima \r padroneerano chiamate dalle jrostituti' col nome di iidiiio di zia, e di iikkIuiiki nelle case di lroslilii/ioiic dilusso. C)r;i (pieste abilndiiii sono cessalo, e l.i padio-na del boidello chiamata /;ar/nj/u/, ti-aiiue che nonsia mollo slimala, allora (jualcuna la chiam.i iuddrina.Nei bordelli di lusso si conserv.i ancora il nome dimadama o sii/iiora.

    Che cosa la padrona .'

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    - 36 -Niente altro che la prostituta, la quale arrivata

    a possedere un gruzzolo fatto con i risparmi delfrutto del proprio mestiere , riesce a mettere unacasa di prostituzione e cos si emancipa, e pu costi-tuirsi una piccola fortuna. Le occupazioni di dirigereun postribolo non fanno rinunciare alla padrona di as-saporare ancora i piaceri dell'amore; giovane o vec-chia la padrona ha sempre 1 innamorato , il qualealtro non che un mantenuto. Esso scelto fra iricottari pi temuti e sanguinarli, come quello che capace di garentire la padrona colla sua malan-drineria '). In compenso l'innamorato della padronavive alle sue spalle, tutto il guadagno del bordello da lui consumato nelle bettole, insieme agli amici.Quando la padrona vecchia tiene pure l'innamo-rato, il quale per lo pi un giovane: e noi vediamoavverarsi il caso del Mantegazza, dell'uomo che ven-de la sua giovinezza , la sua virilit in cambio deldenaro, a una donna che non ha pi il diritto all'a-more, comprarlo come una merce, ed accontentarsidi una volutt datagli da un uomo, che essa per laprima deve sprezzare I Mercato di lascivia e di vilt;oro raccolto nel fango , in un fango, per, che nonsi lava e che insudicia mani e coscienza.

    La padrona non riceve mai l' innamorato nel bor-

    1) In Sicilia per malaiidriiio, s'intende il mafioso, il coraggioso.

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    dello : essa alla nuv/.anollo, (iiiaiulo cliiiule lesiTci-zio, lo lascia in custodia della sottopiulroia, cio li-na delle sue prostitute, la ((uale per senno e per o-nest g,odc la sua fiducia, e si reca nella sua casaj)rivata, o j)er niej^lio dire alla ciisn oiioriild. In (|ue-sta casa, d'una onest sui (jcneris, la padrona passala notte, nelle braccia del suo ganzo, con la sereni-t d'animo, d'una donna onesta, che legittimamentesoddisfa i suoi desideri carnali. Queste case sono vi-cine al postribolo, ma site semi)re in vie vhv nonsono ordinariamente e notoriamente abitale ila me-retrici : esse .sono pulite ed addobbate con una certaricercatezza.

    La padrona, nel postribolo, sta sempre in unastanza che precede quella di riunione, per vigilaresulle prostitute, sulla pidizia, non ciie ai i)i()|)rii in-teressi, altrimenti certa di essere frodata. In alcunipostriboli, cio quelli di minore ini)ortan/.a , neiquali la tariffa va dai 20 centesimi alla lira, il gua-dagno si versa in una cassa s|)eciale, che costituitada un tavolino, con alcuni buchi sulla sua supcrli-cie; a ciascun buco corrisponde imo scomi)artimenl()interno, fatto nel cassetto, che chiuso a chiave. Almattino dopo, la padrona alla i)resenza delle ragaz-ze apre il cassetto, e fa la contabilil. che consistenel dividere il guadagno a met.La prostituta sul suo guadagno deve jagare lapersona di servizio, il bucalo della biancheria pi-r-sonale e la retta alla esalloru.

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    - 38 Chi Yesattora 9 E una donna che disponendo

    di un piccolo capitale, d alziti, biancheria, oreficeriae denari alle prostitute, che in cambio si obbliganodi pagare la somma che hanno presa a rate. Questerate sono pagabili alla giornata, ogni due giorni , acinquine, a settimana, a quindicina al massimo; poi-ch questo credito non ammette rate pi lunghe.L'esattora uno dei tanti vampiri che succhiano leprostitute. Tutto quello che compra la prostituta pro-viene dall' esattora , che naturalmente fa pagare ildoppio ed il triplo quello che vende, sia per compen-sarsi con l'usura il capitale che anticipa, sia per com-pensarsi le possibili mancanze ai pagamenti, ci chenon avviene tanto di rado, perch spesso la prosti-tuta, quando si vede crivellata di debiti tali, che isuoi guadagni non potranno mai arrivare a pagare,scappa dalla citt, lasciando con un palmo di nasole sue creditrici, alle quali non resta altro che espe-rire civilmente pei danni contro la debitrice, ripara-zione questa, alla quale Yesattora non ricorre maiperch non vale a nulla sostenere le spese di un pro-cesso civile, quando la prostituta non pu garentireassolutamente il suo debito.

    Non ostante l'usura gravissima esercitata dall'e-sattora , pure le prostitute sono sempre costrette aricorrervi. Essendo esse vanitose, come tulle le donnedi questo mondo, vogliono portare orecchini ed a-nelli d' oro. Non possedendoli si rivolgono all' esa/-

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    - 39 -tara che d a loro in filto un paio (rorcccliini vd unanello , del valore non superiore alle sette od ottolire, esigendo due soldi al giorno di fitto Cos dopotre mesi l'oggetto pagato, e resta di proijriel del-l'esattora. Se la meretrice ha bisogno di cin([ue lire,l'esattora d il denaro, pretendendo poi dalla credi-trice lire sei, pagabili ad una lira la settimana. Perventi lire di biancheria, si fanno pagare una lira lasettimana per un anno intero, in modo da guadagnareil ()() i)vr cento. Infine ci sono alcune che per ognilira di biancheria che cedono, ne pigliano due, paga-bili in ragione di due soldi al giorno.

    Ancora non terminala la categoria delle per-sone che vivono suMe prostitute isolate; oltre l' in-namoralo e l'esattora abbiamo il padrone d casa, chequasi sempre non altro che uno sfacciato usurarlo,che vive su quelle disgraziate. Egli prende in af-ftto dal proprietario alcune case, che sono soliteessere abitate da prostitute, per lo pi case umide,antigieniche; vi mette un tettuccio, un tavolo di le-gno e (piattro sedie, e nientemeno esige un litio nonminore di una lira al giorno; \)vv bene far sapereche la casa composta di una sola camera a i)ia-terreno , in un vicolo lurido e privo d'aria. Per lecase clandestine di prostituzione freciuentate dallepersone per bene, il furto j)i sfacciato, i}erch unquartino di tre stanze, che ordinariamente si affittatrenta lire al mese, poneiidoN i pochi e cattivi mobili,

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    40 -arriva a fruttare ben sette ed otto lire al giorno IQuesta industria spesso viene esercitata da personeche godono stima in societ.

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    1 RICOTTARI

    (eneialmente la classe dei ricottali costituita(la giovani dell' et dai diciotto anni sino a trentacirca, e si pu dividere in due parli :

    La prima ([uella dei /;co//f//-/ (rinlinia spi-cie,j)er lo pi oj)crai traxiali, che spesso lianno perdutorai)itudine del lavoro, che hanno ri|)ortata (|nalchi'condanna, ai (piali non solo |)iace di |)()sse(lere leprostitute gratuitamente, ma trovano comodo spil-lare loro tutto il denaro possihile. Il ricotldro di cpie-sla specie jrende senij)re l'aria del malioso, in lattiil ricottaro il |)rimo gradino della mala j)ah rmi-lana, la triste carriera si comincia precisanu-iile l'a-cendo il ricottalo. K

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    - 42 -dosso, spesso a molla fssa, che nasconde bene, ondenon gli fosse ritrovato , nel caso , che venisse per-quisito dagli agenti di P. S.Quando egli entra nel bordetlo, si avanza, con aria

    spavalda, si ferma sulla soglia della sala di riunione,volge gli occhi in giro, con fare di sfida, quasi voles-se dire: Chi ha da dirmi cosa si avanzi pure. Se trovala sua ganza nella sala, le d subito un'occhiata, chevuol dire; Entra nella tua camera; e se la disgraziataindugia un momento, sicura di ricevere uno schiaiToe qualche legnata.

    Quindi il ricottaro d un altro sguardo bieco allepersone che sono nella stanza , come per preve-nirle che con lui non si scherza punto. Raggiungeposcia la ganza nella sua camera, ed attacca con leiun dialogo pi o meno animato. Spesso il ricottarole domanda chi era l'uomo che le stava vicino, le diceche in sospetto, perch si mostra troppo tenera conquella persona, le proibisce di avvicinare o parlarecon quell'uomo. La poveretta costretta a scusarsi:giura di non conoscere queir uomo che trattava concortesia, perch quello un suo antico ed assiduocliente, che non solo paga puntualmente la tariffa, male suole lasciare anche qualche mancia, e se le spie-gazioni che d non lo soddisfano, allora, una buonalezione a percosse non le viene risparmiata.

    Ora passiamo all'altra classe di ricettari, a quellapi elevata. Essi non hanno nulla di particolare, sono

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    - 43 -giovani che spesso appartengono a buone famigliedella borghesia, per lo pi ex studenti, i (piali hannoabbandonato le scuole per darsi alla vita allegra delleprostitute , che obbligano a diventar loro amanti.Questa specie di ricottari vestono abbastaza benespesso con ricercata elegnza, e tengono solo il i)or-tamento di rodomonti quando sono vicini alle pro-stitute.

    Onesti ricottari generalmente frequentano casedi i)rostituzione clandestine. Nelle prime ore dellasera non vi si recano mai, si riuniscono in parecchiper andare a giuocare in qualche cafT o birreria,fanno la loro partita al bigliardo; o pure si recanonei teatri ove entrano gratis e vi fanno la cinque.

    Se rimjresario del teatro si rifiuta a farli entrarecomprano il biglietto, masi sicuri elicgli artisti,sono fischiati, e finiscono coll'imporsi all'impresariopi tenace. Dopo la mezzanotte ognuno va a trovarela propria innamorata.

    Al mattino i)igliano il caff, fanno colazione, inta-scano la quota giornaliera stabilita, e vanno via a di-vertirsi per i cafT, o |Mire a frecpientare le pubbli-che i)asseggiale in carrozzella, facendo la figura diveri gentil uomiiu. Fanno un giro per le case di pro-stituzione clandestine, allo scopo di stare al correntedi tutte le novit della giornata, j)igliano conoscenzacon le nuove arrivale, s'intromettono in tutte le (pie-stioni di cui vengono a conoscenza, e la faimo dapacieri.

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    - 44Parecchi tra loro si riuniscono , formando dei

    gruppi che, quando sono numerosi, costituiscono deiveri partiti, nei quali la rivalit ed altre circostanzederivanti dalla mala vita, riescono a produrre ed a-limentare odi tenaci, che alla prima occasione pren-dono fuoco, ed perci che spesso accadono dellevere battaglie , che finiscono con la morte di qual-cuno dei rissanti. Tali questioni si accendono neibordelli o nelle bettole, sia per gelosia di donne, cheper ire reciproche.

    Quando qualche discussione accade per strada^si recano immediatamente in una cantina per ragio-nare; si seggono ad un tavolo, ordinano uno o duelitri di vino, secondo il numero delle persone dellacomitiva, e le due parti contendenti, appoggiate dagliamici personali, discutono animatamente la questio-ne, bevendo di tratto in tratto il vino, che necessa-riamente non calma gli animi, tanto che il novantaper cento di tali discussioni finisce con la sfida. Sequalcuno dei rissanti per non a cavallo (si diceessere a cavallo quando si armati) gli si accordail tempo per armarsi e recarsi ad un dato punto ,questo se si vuole rispettare la cavalleria della ricotta.

    I ricottari tra loro sono eminentemente solidali,sino al punto di farsi ammazzare per gli amici.

    L'uccisore dai suoi amici nascosto, ed aiutatoa fuggire ; e se viene arrestato aiutato durante ilprocesso. Questa solidariet causa di continue risse

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    - 45 sanguinose, clic tanta impressione recano nella cit-tadinanza, sia per le conseguenze fatali, che per il mi-stero nel (juale alcune volle restano avvolte tali sceneselvagge. Il riroltaro non ama la sua innamorata,egli la tiene in conto di un animale che slVulta asuo favore, senza preoccuparsi di essa, che disjrezzasemi)re, sia con gli atti che con parole. Basta osser-vare che egli chiama la sua innamorata, la mia ca-cata, per comi)rendere in (juale disi)regio la tiene, e nel)arla. Disprezzarla, insultarla, sputarla, i)ercuoterla sempre nel suo diritto, e guai per chi gli facesseosservazione, allora Tira sua si rivolgerehhe controla |)crsona che ne volesse pigliare le difese.

    Non da credersi che ([uando il ricotlaro sirissa per riparare l'offesa arrecata alla sua amante,lo faccia per sentimento cavalleresco, egli si la am-ma/.zare ed amma//.a \)v\- spirilo di mala, pci-ch legge dei rio'lari di ritenere i torli fatti alle loroamanti, come se fossero fatti a loro stessi, (iiuii percolui che non facesse cosi, sarehhe ritenuto dai com-pagni come un vile, perderehhe la stima , e (juindisarehhe anche scaccialo dalla societ come indegnod'appartenervi.

    I)un(|nc il rirolliiro mette in risi-hio la vita o lalih( ila i)er la sua innamorata, senza che egli j)rovialleilo alcuno |)er essa, che i)ur leneiulo forlemenleavvinghiata a se. dis|)rez/a sem|)re in (jualsiasi attoe parola; e i)er mostrare in (piale slima la tenga.

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    - 46 -basta osservare la frase ch'egli pronunzia, quandodeve lasciarla libera del vincolo di unione : Ti lassafranca e libila cu riiiali ca pisciazza. ( Ti lasciofranca e libera insieme a l'orinale con l'orina). Que-sta frase in tutta la sua laidezza, denota chiaramentein quale concetto morale tenuta la innamorata dairicottari; mentre la prostituta alcune volte nutre af-fetto vero per lui, e va incontro a qualunque peri-colo, quando trattasi di salvarlo da qualche male.

    Alla disistima dei ricottali verso le prostitute,spesso si unisce la malvagit : per esempio , sannoche la prostituta Tizia non ha innamorato , o chequesto non ricottaro, allora si permettono di ba-stonarla per una scusa qualunque , e solo per sod-disfare il loro istinto malvagio; e se la malcapitatasi ribella, le dicono : Zitto , cacata , mandaci il tuoschifoso, alludendo all'innamorato. Talora le com-pagne e la padrona a quelle scene, pigliano le suedifese; allora nasce un diavolo : le prostitute stril-lano, i ricottari lesi nei loro diritti di prepotenza,per vendicarsi ed alTermarsi maggiormente, picchianotutti di santa ragione, rompono gli specchi, i quadri,ed i lumi volano per aria , insieme ai mobili chevanno in frantumi e qualche prostituta rimane conla testa rotta. Al fracasso accorrono gli agenti dellaforza publica, ma gi nel bordello non vi sono })igli aggressori. Interrogate le prostitute, narrano i fatti,ma si guardano bene dal pronunciare i nomi degli

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    - 47 olTeiisori, protestando di non conoscerli, iiiso^na \)vvnosservare che non tacciono per j^arcntire (piei malvi-venti, ina perch temono la loro vendetta, (inai perquelle che facessero nomi , allora sono chiamateinfami cascittund (spie) e per |)unirle non mancanodi vendicarsi con altre prepotenze non lontane, e pitaravi delle prime.

    Spesso succede che mentre i ricoltari sono nelpostriholo, viene (|iialche pattuglia di algenti di \\ S.Prima che essi arrivano, i ricottari sono avvisati dauna delle prostitute, che fa sempre da vedetta, ii-trati {^li agenti della forza nella sala , la |)adronachiama le donne, le quali si ritirano tulle, j)er la-sciare la sala sgomhra : i ricottari stanno silenziosi,ed ai)i)ena sono a\ vicinati dalle guardie, si alzano inpiedi, stendono le hraccia lateralmente, e rimangonofermi in quella posizione, sino a che non sono pci-guisiti. L'esito di tali percjuisizioni semj)re nega-tivo, perch i coltelli, le rivoltelle, i j)ugnali, le scia-bolettc i rasoi, dei (piali i ricollari vanno armati, nonsi trovano , essi hanno a\ ala la precauzione di na-scondeih' in (pialche buco della \ ia. |)iinia di entrarenel |)ostril)olo, o pure l'hanno lonsegnale all.i pro-pri; innamorala, chi' gin le ha hen nascoste.

    Non si creda per che T inlriNcnto della polizianei postriboli |)assa remi)re Iraiupiillo, alcuni' volteavvengono oiliai^^i , ribi-llioni . /lille magari , d;dlr(piali i licolldii riescono ariesl.ili r le guardie m;d-conce.

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    - 48 -I ricollari raramente invecchiano in questa vita,

    perch qualcuno arrivato a certa et piglia moglie,e si ritira dalla mala vita; per diventare il vero ma-fioso , la maggior parte invec,e finiscono alla reclu-sione o pure alla sala anatomica.

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    RELAZIONI TRA RICOTTARI E PROSTITUTE

    Quando un ricottnro s' ii(j(irz(t con un;i pnisli-tula ravveniiiienlo si soUenuizza con un j)ranz(), of-ferto dalla j)r()sti{uta, a sue sj)ese, alla padrona delbordello, ed a

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    50 - libera di fare quel che vuole. Questa restrizionedi rapporti basata sul principio che vige nella malavita, di essere ritenuto uno sfregio (insulto grave)l'atto della congiunzione carnale tra l' innamorata diun ricottaro ed un di lui parente od amico. L' in-franzione di tale obl)Iigo causa di gravi risse, chespesso diventano vere battaglie, perch oltre ai con-tendenti, scendono in campo gli amici dell'uno e del-l'altro, e l'epilogo di tali tristi fatti sempre qualcheomicidio, il cui autore alcune volte rimane ignoto ,essendo considerato atto di vilt dichiarare il nomedel feritore alla polizia. Ma di ci ne parleremo inun altro capitolo.

    Secondo vincolo imposto alla meretrice l'ora-rio, essendo diritto dell' innamorato, riserbarsi dateore della giornata, nelle quali egli libero di godersila sua bella a suo beneplacito.

    Generalmente le ore prescelte sono dalla mezza-notte in poi, o nelle ore antimeridiane del giorno,cio quando gli avventori sono pi scarsi, o la casa chiusa al pubblico. Ma se per caso l'innamoratoha bisogno di parlare fuori orario con la prostituta,quando lo pu, manda avanti un amico, che le portal'annunzio , affinch possa sbrigarsi subito dell' av-ventore e ritirarsi poscia nella sua camera ed aspet-tarlo.L'innamorato prescrive ([uaH sono le posizioniche non deve usare, quando si prostituisce.

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    - 51 -Sul j)r()j)()sito d' ()sser\arsi che hi causa , per

    la ({ualo tulli g\ alti di schilbsa lihidine, ora in vo^^afra le j)r()slitute del conlineiile , e parlicolannenledi oltre Alj)i, e tulU- \v depravazioni dei sensi chehanno invaso le {grandi citt, non si sono potuti e-stendere in I\aIernio , deve ricercarsi nei ricottariche a tali atti si opj)ongon() assolutamente, e j^uaiper (luella prostituta che si azzardasse rompere ildivieto, prche per lo meno ahhandonata dall' in-namoralo, che la considera come de^na di disprezzo.

    Quest'usanza, forse l'unica huona , in tanta de-pravazione morale, a poco a poco si fatta meno ri-gorosa , vinta dal pro

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    5'2 gi dalo alla padrona, cujme suo diritto, oltre alla pagagiornaliera della serva. Con questo denaro egli lecompra quanto le strettamente necessario per vivere,ed il resto 1' intasca j)er proprio uso e consumo.

    Ci sono altri ricottari che impongono una speciedi tassa all' innamorata, la quale costretta ogni seradare al ricottaro il denaro convenuto, anche quandonon l'ha guadagnato.

    Il ricottaro si riserba un altro mezzo come scroc-care denaro, fnge di rompere la relazione, per qualchepreteso torto fattogli, allora un suo amico si presentaall'innamorata, che anela far la pace con lui, e lepromette di fargliela ottenere, a condizione che glidia cinquanta lire di premio. La prostituta costrettafarseli, prestare di\\Ves:ittora, e paga il compiacenteamico.

    La pace fatta, e il denaro speso in bagordidell'amico insieme all'innamorato

    Il ricottaro esige ancora che la meretrice gli com-pri pare la catena d'oro, la sciarpa di seta, le calze, ivestiti alla moda ed altri oggetti di vestiario. Questonel linguaggio proprio si dice: Bari sticchiii franca equasetli di sita che si traduce: Dare f.... gratis e calzedi seta. Ancora non sono terminati i doveri di questavittima della prepotenza.

    wSe per esempio, il ricottaro ferito e va all'ospe-dale, essa costretta di apprestargli tutti i soccorsij)ossibili, cio denari, dolci, biancheria, insomma tut-

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    - 53to ([nello che pu abbisognare ad un aiiinialalo. Seil ricolluro arrestato la stessa sera, essa deve |)()rtarenella camera di sicurezza della Sezione di V. S. ilcuscino, una pelle di montone, la candela, i si

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    - 54 - Caro Gigi, voglio subito risposta e mi l'arai la

    gentilezza fate sentire le seguenti parole alla mia Ciccia, che ella non deve venire a portare pranzo ma bens consegner al porgitore diversi saponetti d'odore come di pascioli, sigari perch mi fanno di bisogno e se vuole pu mandare qualche amico a pranzo e ritorno portandomi frutta dolci e sigari e senza biancheria la tovaglia e qualche cosa da mangiare ma senza rottame /cio piattiJ ma per non dovr venire Ciccia li mander con qualche amico indirizzando il pranzo a Vincenzo Cartoccio scrivanello del 4 raggio. Dunque biancheria non me ne deve mandare perch ne ho molto

    Dunque non avendo altro a dirti ti abbraccio con tutto il cuore e mi dico

    Tuo affezionatissirao amicoFeppino

    Per ultimo tocca all'innamorata badare al pro-cesso, procurando l'avvocato e pagandolo. Deve in-terporsi con i testimonii, acciocch tacciano la verital magistrato. In questa parte la prostituta aiutatadai compagni di mala vita, che si credono nel do-vere imporsi sui testimonii con i modi persuasivi, edoccorrendo con quelli minacciosi , e pertanto essidicono: // morto morto; pensiamo al vivo. Ed allastregua di questo moralissimo principio fanno tuttoil possibile per aiutare il compagno.

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    - 55 -Fin qui iil)biaino esaminati i doveri ed i vincoli

    della prostituta: ora passiamo a quelli del ricottaro,cio ai suoi obblighi verso l'innamorata.

    Prima di tutto egli deve lare rispettare la suainnamorata: ([ualsiasi ofTesa recata ad essa si reputalatta a lui. Allora egli, se l'innamorata fu offesa dauna sua compagna, si reca a trovare l'innamoratodi lei, e gli chiede conto dell'ofTesa. Quest'atto lochiamano; domandare soddisfazione. Quando le spie-gazioni sono poco esaurienti ; allora si certi chel'offesa si risolve col sangue.

    Se l'offensore persona che non appartiene allasociet ed il maltrattamento consiste nell'averle fattotappo (si dice fare tappo quando dopo di avere go-duto i favori della prostituta, non si paga ) alloral'innamorata, che si reputa offesa per quest'atto, sirivolge pure all'innamorato per farsi dare soddisfazio-ne. In (|uesto caso il ricottaro non va personalmente,ma invece manda uno dei suoi compari. I comparisono i compagni pi intimi della mala vita.Ricevuto il mandato, il compare assumendo arias])avalda si reca dal tappista, e se questi alle sue in-giunzioni paga , tutto liiilo, se invece si ostinadeve prepararsi ad una sfida.

    Lo scopo per il (piale il ricottaro non va lui per-sonalmente, ed invece manda un compare, (piellodi dimostrare che non tiene in gran conto l Offesaricevuta, e che disdegna di risolverla personalmente,

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    - 56 e perci gli basta mandare una ter/a persona i)ercosa di si poco conto .

    Quando l'olTesa arrecata all'innamorata fatta daun compagno dello stesso ricottaro, allora l'alFare grave, perch si capisce che vien fatta precisamenteper provocazione. Infatti alle rimostranze della pro-stituta per essere pagata, quando trattasi di tappo,l'ofTensore suole rispondere cos : Io ti [azza tappapi malantriiiaria, e si voi saddisfazioni mannamiu to' schifiasa, cio a dire: Io ti faccio tappo e sevuoi soddisfazione mandami il tuo schifoso il'inna-morato.

    A questa insultante provocazione, l'innamoratova a trovarlo, il dialogo breve, e fatto a frasi vivacie fiere, infine un paio di schiaffi servono a dare ilsegnale; a battaglia finita si pu essere certi che uncadavere giace al suolo, o per lo meno l'ospedaledeve albergare un ferito.

    Accade qualche volta che la prostituta stanca delsuo innamorato, voglia lasciarlo, ma appena questiviene a saperlo, monta in furia, e non risparmia al-cun mezzo per fare andare a vuoto quel proponi-mento. Il ricottaro tenace nelle sue relazioni conla sua bella, per due motivi principali: uno per nonlasciarsi sfuggire la preda, l' alro per non fare cat-tiva figura in societ, (s'intende la societ dei ricot-tari e delle prostitute) perch un ricottaro che si ri-spetta, lascia la sua innamorata, ma non si fa maida essa licenziare.

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    - 57 -Quik coiiiiicia con ratlcrniaKi* siMiij)re j)iu la

    sua auloiil sulla (.lisi^iaziala . daiidok ima buonadose (li percosse da lasciarla filila contusa. Alle in-terrogazioni j)()i clic a lei si laniio, per sapere il no-me (leirollensorc, rispontle di non conosciilo. perchrammenta le minacce che quegli le ha latte lascian-dola. Se il ricoltaro vede che la prima lezione non giovata, allora seguita nell'opera brutale, tacendoledelle sopercherie.

    Si reca da lei in compagnia d'amici nelle ore incui maggior il liariico, e tutti si danno a scher-zare Ira di loro, senza curarsi della j)overetta, alla'quale viene cosi im])edito tli lare i suoi allari, ])erclile persone che si recano da lei. appena vedono lacombriccola, per evitare provocazioni, sca|)pan() su-bito. Quella sera la jrostiliiln v;i a letto senza a\A ri-guadagnato nulla non solo, ma spesso gli amici nonvanno via, senza non lasciarle un ricordo poco gra-dito, rompendo i lumi, lo specchio e (pialche altromobile. Alcune volte invece i danneggiamenti sonolatti alla cheticella, in (piesta maniera : vanno ah uniamici a l'ar visita alla pi-oslilula, si siedono sui divanie sulle poltrone, stanno un pezzo e poi vanno via,laJciando divani e poltrone tutte tagliate con i rasoi

    Se la prostituta persiste ancora nel suo projx-idmento, il ricotluro non si scoraggia, si vi'iidica anzinel seguente modo : nunlre ella trovasi liioii di eas;i,nella \ ia pubblica, l'apposta, le si avvicina adai^io.

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    - oS adagio e con una carta piena di sterco umano lelorda il viso (quest'atto in gergo dicesi 'nchiapparia facci) Quest'azione schifosa e selvaggia viene ado-perata con la massima disinvgltura quasi fosse undiritto. L'innamorata ribelle costretta anche que-sta volta tacere.

    Non contento di tutto questo , alla fine il rcottaroquando vede che la risoluzione di lasciarlo irremo-vi])ile, accetta la separazione, a condizione ch'essaparta da Palermo e non vi ritorni pi, altrimentiguai per lei.

    Un grave danno alla sua persona l'aspetta sicura-mente; ed costretta partire. Questo succede quandoil rcottaro viene a consigli miti , e si contenta delsuo allontanamento, essendo uno scorno per lui, chela innamorata passi ad un altro. Ma quando inveces'incaponisce a non volerla perdere, allora si vendica,sfregiandola in viso.

    Lo sfregio, questa vigliacca e barbara vendettaadoperata contro la persona che si odia, medianteun taglio di rasoio alla faccia, lasciandola eterna-mente deturpata, molto in uso dai ricottari. Questodelitto certamente una delle manifestazioni crimi-nose pi importanti di questi delinquenti.

    Lo sfregio adoperato dai ricottari di Palermo non da confondersi con Jo sfregio adoperato dai camor-risti di Napoli. Marco Mounier dice che in Napolilo sfregio inflitto per vendetta ad un'offesa pr-

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    ')') pria, o per conio altrui a line di lucro. In Palermoinvece lo sfrc(jiu adoperalo solamente contro la per-sona odiata direttamente. Cosi se non altro c' picoraggio civile.

    Il dottor Domenico Ventra, cosi dice sullo sfregio,nella comunicazione fatta al primo Congresso di an-tropologia criminale tenuto in Roma nel 1880 :

    Faut-il considerer le costume du sfrcyio comme*' l'effet des passions violentes, excessives innes dans le meridional et iiotamment dans le napolitain, on*' bien est-elle la consquence de tendances hrditai- res mal taire ? Dans l'uno ou l'autre hypotlise, doit-on attribuer ce cacliet endmique si accentu des causes bistoriques, ou de certaines inlluen- ces locales '.'

    Ormai questa brutale usanza molto radicala nelbasso popolo, e forse non si estirper mai; a causadelle anzidette circostanze, tanto vero cbe in Palermo molto comune la minaccia : Ti tcKjyliiii a facci. InSicilia, solo Palermo allitta da ([uesta manifesta-zione criminosa, e se ne annovera ([ualclie raro casoa Messina ed a (Catania.

    Sul proposito debbo lare osservare cbe il dot-tore Ventra si ingannato, quando nella sua pre-detta relazione al Congresso di antropologia crimi-nale, cosi dice : Hors de Naples, comme nous l'a- vons dit, le sfrnjio est assez rare. On n'en constate gure de cas (pie dans (|ui'l(pu's villes de la Sicile,

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    - tv) -* et il n v est en usage quo i>arnii les alTilis In' niata _.

    La mafia non si mai servita dello slVegio.essa adopera il furto, la prepotenza, la calunnia, la-bigeato, il sequestro di pei*sona. lassassinio.Come sopra ho detto lo sfregio fatto medianteun colpo di itisoio che si d alla faccia della per-sona che si vuole offendere. Per quando la cica-trice si vuole rendere pi orrenda , si adopera unrasoio con il taglio dentellato, in modo che la feritariesca fatta a strappi, e la faccia venga maggiorinentedeturpata. Cos la vendetta diventa pi feroce ed in-fame. Vi pure un' altra cicostanza importante daosservare, cio le divei'se conseguenze che lo sfregioproduce alla prostituta di Napoli ed a quella di Pa-lermo.

    In Napoli, come dice il dottor Ventra ; La fem-me qui a rec^u un sfregio ne dnonce jamais celui* qui la frappe; au contraire, elle s' attach lui davantage: tonte orgueilleuse d'appartenir l'hom-* me qui la dfigure. A ses yeux le sfregio est une action glorieuse (^un atto guapposo^ quelle admire,* dont elle est fire et dont d autres peul-tre h portent envie.

    Qu'on remarque ([u il uva pas l un senti- ment de gnrosit, mais simplement de vanite .,.In Palermo invece il pervertimento dell'orgoglioumano non arriva sino a questo punto li sentimento

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    - (>1 -fiero (Iella propria dij^nit oltra^iata , si ribella atali atti (li vi{liacclieiia , |)erci la donna slre^^iata,odia mortalmente il suo olVensore , ed alcune voltese tace il suo nome, non (j per generosit o |)er timore,ma invece i)ercli' obbedendo al principio di ourrt,asjetta a farsi (giustizia da s.

    Quando la |)rostituta che decisa a lasciare l'in-namorato, teme che (piesti non accetti senza rasse-

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    - 62 -Francesco S vigilato speciale della P. S., il quale stato sfregiato per ben due volte, sebbene sia ungiovane robusto , d' indole prepotente , e molto te-muto. Necessariamente lo sfregiato non subisce inpace l'onta patita, egli paga l'offensore o con la stessamoneta, o con una buona coltellata che g' immergenel ventre. Le offese sanguinose si scontano col san-gue; questo un postulato della ricotta.Se la prostituta fa un torto al suo innamorato,e questo torto notorio, allora egli, invece di rom-pere la relazione, si vendica dell'offesa, sfregiandola;per lo sfregio in questo caso non consiste nel ta-gliarle la faccia, ma invece nel farle subire un'onta,allo scopo di affermare la sua autorit sidla pro-stituta. Questa specie di sfregio inflitto alla pazientein presenza di altri ricottari che servono da testi-moni.

    La colpevole condotta fuori del bordello, perlo pi in campagna, sotto pretesto di fare una scam-pagnata. Dopo essersi divertiti, l'innamorato mani-festa il suo rancore alla sua amante, e per ripararel'offesa le propone uno sfregio. Allora alla malca-pitata altro non resta che rassegnarsi alla sorte , esceglie essa stessa lo sfregio fra i seguenti :

    Farsi tagliare i capelli.Farsi radere le sopracciglia.Farsi orinare sulla testa.Farsi imbrattare la faccia di sterco.

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    - 63 -Farsi usare cariialmenU' contro natura.La iiioschina, come l)cn si sode lia jk)co da sce-

    gliere, essendo tutti questi atti molto obbrobriosi, maper lo pi preferisce I' ultimo , i)ercli non lasciatracce apparenti, e percli riesce mino disgustoso.Fatta la scelta, subisce, sid)il(). sidlo stesso luogo, lapena divenuta esecutiva.

    La chiusura di ([uesto cai)it()l() la dedico alla di-versa gradazione di amanti che pu avere la |)ro-stituta.

    Nella mala \ita dogma che una prostituta deveavere cinque amanti per stare bene, cio : L L in-namorato, 2. il liccalore, iJ. lo strisciante. 1/' il bal-titacchi, . ). lo sbor.sante.

    l.iiiiiiionilo ho gi sj)iegato cosa sia. Il liccaloreche \ieue dalla |)ar

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    - 64 -Il batlilacclii il terzo amante di cuore, il quale

    (li quando in quando lia diritto di godersi, con moltacircospezione , per non essere scoperto , di ([ualchebricciola d'amore della sua bella. La stessa parola dibattere i tacchi, dice chiaramente, quanta pasienzadeve egli avere, per ottenere il suo intento.

    Lo sborsante in line l'amante della borsa, il l'ortunato che paga per tutti, egli conosciuto datutti gli altri amanti, mentre egli crede di essere solo,ma tollerato, perch paga.

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    LE MANIFESTAZIONI CRIMINOSE

    S' io volessi seni|)licemente accennare alle tristigesta compiute nel solo ultimo decennio dalla malavita palermitana , dovrei farvi assistere ad una lu-gubre, interminabile, spesso monotona sfdata di de-linfjiienti, f^oz/.ovi

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    (li mestiere, avevano fomentato l'odio dei rispettiviloro amanti Giuseppe F e Pasquale M ricottaviemeriti , ed abbastanza noti per le loro tendenzesanguinarie, e per le loro idee risolute.

    Accadde un giorno che Giuseppe insultasse gra-vemente la ganza dell'altro ricottaro , Pasquale; fuquesta la scintilla che doveva divampare l'odio deidue amanti, da tanto tempo represso : fu questa l'oc-casione, il pretesto; Pasquale ritenne suo dovere ri-parare l'otYesa.

    Una sera, mentre Giuseppe F..... con un suo fra-tello ed un suo amico, Domenico B... si trovava inun caff di via Macqueda, venne visto da PasqualeM anche lui in compagnia di un amico VittorioEmanuele C Usciti fuori, quelli che stavano nelcaff, si scambiarono diversi colpi di rivoltella, cheandarono a vuoto ; e poich al rumore era accorsamolta gente , ed alcune guardie , furono costretti asbandarsi.

    Questo primo fatto per inaspr maggiv^rmentel'odio dei due rivali , odio che venne anche condi-viso dai rispettivi amici e che doveva per conseguen-za produrre tristi c^ynseguenze.

    Poche sere dopo inflitti. Pasquale M... coU'amicoVittorio Emanuele G... incontr in piazza Sant'Ono-frio Giuseppe F... con Domenico B... Appena vistisi,tutti e quattro posero mano alle rivoltelle, facendofuoco l'uno sull'altro. Pvimase sul terreno VittorioEmanuele G.

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    - 67 -Il l*as([iiale M. allora ii) cuor suo j^iiir vendi-

    car l'amico ucciso e Toccasionc

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    - 68 -ino gennaio 1890, in via Castro, presso la })iazza S,Agatiizza, si accese rissa tra diversi individui; accorsialle detonazioni delle armi da kioco gli agenti di P. S.i rissanti si sbandarono, lasciando sul terreno tre Fe-riti gravi : Pietro R., Giovanni G. e Vincenzo R.

    Il primo era ferito al petto, da un colpo di ri-voltella, e da una ferita di taglio alla faccia.

    Vincenzo R aveva un colpo di stile al pettoe (iovanni G un colpa di stile al vanire.

    Tutte e tre erano ricottari, e tutti e tre si tenneronel pi assoluto silenzio riguardo ai propri feritori.Ognuno diceva, come al solito, di essere stato feritoper equivoco, da persona e lui sconosciuta e che sirissava con altri. Pietro R.... dopo poche ore mor,e malgrado le esortazioni fattegli per dichiarare chifosse stato il suo feritore, non volle declinarlo, glialtri due, dopo una lunga malattia guarirono. La po-lizia per investigando, pot accertare in qual modoerano veramente andati i fatti. In un postribolo dipiazza delle Vittime , una prostituta innamorata diPietro R era venuta a contatto col ricottaro (rio-vanni G

    Venuto ci a conoscenza di Pietro R questi siritenne offeso e deliber vendicarsi. Una sera infatti,in compagnia di altri compagni incontr Giovanni Gcoi suoi amici, e gli chiese spiegazioni. Come al so-lito, si recarono in una cantina di Via Castro, ovedopo avere bevuto e ragionato a modo loro , ven-nero a sfida.

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    09 Si (livistTo j)er i)()co tcni|)(), \)vv mctlnsi a cii-

    iHillo (per ariiiursi) e tlojx) iiiozz'ora lutti coriVL'mie-ro in j)iazza (kinte Federico dove s'inga^i la l)at-taglia; nella mischia il li ehhe sfregiato il viso daun colj)o di coltello. Egli allora con lo stile colpVincenzo li e poscia si sca}*li su (iovanni (colpendolo j)ure, ma il ferito fu pronto a spararlicontro la sua rivoltella, producendogli la fi'iH.i chedopo poche ore lo rese cadavere.

    (k)si, i)er una prostituta dinlma sj)ecie, di etavanzata, tutt'altro che setlucente, che cede il suocorpo per cinquanta centesimi al primo venuto, siammazza un uomo jiieno di vita e di giovent, e sene feriscono due gravemente.

    \Sn altro dramma giudiziario mostra unallra lu-rida j)agina della vita dei ricollari.

    Nel 1(S88 erasi formala una combriccola, com-posta di (juatlro miseral)ili ricottari, giiidata da l'ran-cesco V. giovane nato per delinciuere, tanto era tristo.Questi ricottari, (piando erano a corto di denaro,commettevano delle trulle a danno dei loro com-pagni di bordello, ed uno dei nii'/zi pi usali , eraquello di farsi i)reslare un oggetto prezioso, che su-bito pegnoravano, e del denaro ricavato se ne ser-vivano per divertirsi nelle bettole. Poi (piando iltrulTato si avvedeva della frode, doveva pagare il di--naro necessario per spegnorare l'oggetto, |)ercli(;'

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    70 -volta si fecero prestare una catena d' oro da certoCatarinicchia Girolamo, che fin per essere posta inpegno per lire quaranta. Il Catarinicchia adiralo del-l'offesa fattagli, proffer delle ijiinacce contro di loronon solo , ma promise di vendicarsi. Allora alcuniamici s'interposero per fare la pace. La riunioneebbe luogo alla piazzetta dei Tedeschi, in una notabettola, frequentata sempre dai pi tristi soggetti delquartiere dell'Albergheria. Dopo avere bevuto, quan-do le cose parevano accomodate, l'offeso, sj)into dalvino , proffer delle parole frizzanti all' indirizzo diFrancesco V, questi allora estrasse la rivoltella, efer due degli avversarli; uno dei quali, cio il Ca-tarinicchia mor.Per un bicchiere di vino abbiamo un interodramma, per debbo sul proposito osservare chequesto non avviene tra i soli ricottali, ma anche traoperai onesti; con questa differenza che se onesti o-perai vengono a questioni per ragione di tocco , esul momento si rappacificano , si quasi certi chetutto finisce l. Invece se la quistione sorge tra ri-cottari lo stesso rappacificamento subito procuratodagli amici, non arriva a soffocare le tendenze bel-licose ed ispirate a senso di prepotenza. Per qui-stioni sul giuoco del tocco si ammazzano con la pigrande facilit di questo mondo.Le autorit di P. S. spesso hanno tentato sop-primere l'usanza del tocco, ma le ordinanze dei Que-

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    - 71 stori, le contravvenzioni prese, non sono mai riuscitenon dico a toglierlo, ma ail attenuarlo.

    Non c' bettola di I^alermo nella (jiiale api)enaconvenuti parecchi individui a bere, non si giuochial tocco, in barba alle guardie ed ai carabinieri. Perloro non possibile |)otere stare in bettola senzafare un tocco.

    Per chi non lo sap|)ia, il giuoco del tocco si fanel seguente modo : un numero indeterminato dipersone, ordinano del vino, che si mette in un soloboccale, allora tutti estraggono a sorte uno di loro,e quello che riesce vincitore chiamasi padrone, (jue-sti ha il diritto di bere il vino che vuole , quandoha bevuto egli stesso nomina il sotto jiadrone fsulta)il quale a sua volta beve, ed indica quindi chi dellacomitiva deve bere, per il padrone iia il dirillo didare il suo velo c[uando vuole lui. Pu succedereperci che uno di loro resti sempre luinii, ciosenza vino , lualgrado le jroposte che gli vengonofatte dal sulla. In conclusione l'individuo che rimanee muso asciutto, fa la figura del minchione, ci chenon piace a lutti, donde liligie risse.

    La sera del . > iu)\eml)re 18'.).'i, sei amici rirollaritra cui un giovane sarto a nome Vincenzo Cd'anni 21, si recarono in una bettola di corso Oli-vuzza, dove trovarono altri sette giovani di mala vita,dai quali furono invitati a bere del vino, e giocareal tocco. Usciti dalla bettola insieme, doi)o fatti alcuni

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    - 11 -passi, certo Giovanni Z) chiam in disparte unaltro della comitiva e gli fece delle lagnanze, perchriteneva che i compagni di quest' ultimo non aves-sero tenuto un contegno corretto, e perch gli aveva-no fatto molte souercliierie '). Invano 1' altro cercdi dissuaderlo , assicurandolo che si era ingannato.Giovanni D non volle affatto calmarsi, rabbonirsi,anzi rivolgendosi agli altri disse : Siete tutti fitusi(fetenti), sono buono a darvi carcagnati (pedate) nelculo. Vincenzo C e un altro amico raccolsero l'of-fesa, perci si dovette venire a spiegazioni. Gli amicidi Giovanni 1) guidati da Enrico M...., rimaseroinsoddisfatti.

    Enrico M punto dal risoluto contegno di Vin-cenzo C stabil vendicarsi.Perci la sera seguente vistolo in uno dei caif

    che sono ai Quattro Canti di citt , insieme ad unamico, si avanz sul limitare della porta del caff,e col dito fecegli cenno che lo seguisse fuori , ciche Vincenzo C fece. Entrambi si avviarono perla piazza Pretoria, l vicino, seguiti a distanza dagliamici, appena arrivati, Enrico M.... die uno schiaffoal Vincenzo C e questi che stava pronto in unbaleno estrasse la rivoltella, e con un colpo lo lascicadavere.

    '') La sovercheria era stata olio (hu-aiite il tocco l'avevano la-sciato wmu, cio senza vino.

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    - 73 -Una delle tanle ed iuline prosliUite clie ahitmio

    nel vieolo Stretto, teneva per amante un Giovanemuratore. Salvatore C ci che non le impediva dimostrarsi tenera verso un altro giovane, elle sjcssoandava a Iroxarla, eliianudo l'raneeseo Napoli, il((uale si attejjgiava a licrulori'. ('.io mal sopportavalamaide titolare, e proib alla sua y;anza (pialun(|uerelazione col Xai)oli. Ma u la innamorala idthidi ,n il Napoli si cur del divieto. Il (^ olleso nelsuo (iiior propiio, decise finirla con la violenza, l'nasera infatti, verso mezzanotte, recatosi dall'innamo-rata, la trov ritirata nel suo camerino col rivale. (l^j*lilo considerava come tale ) Lasci subito il bordellosi rec in una bettola vicina, bevve del vino, e nel-l'uscire s' impossess furtivamente di un lungo col-tellaccio dell Oste.

    Cos ferocemente j)reparalo, asi)ett il Najoli alpassaggio. Questi non tard ii venire. La loll;i Inbrevissima, subitanea, l'n minuto, dopo il makaj) -lato giaceva esanime al suolo, in un l;igo di .sangue,con il petto siiuarlato da una larga e profonda ferita.

    Ciilrpra

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    I RICOTTARI E LA LEGGE

    Come gi si osservato, il ricottaro vuol esserecompletamente libero delle sue azioni , per quantodisoneste siano, per quanto criminose. Egli non tol-lera r ingerenza della polizia, non cura la legge, nonteme i tribunali, sfida la galera.

    Se maltratta o bastona la prostituta , niente distrano; la meritrice dev'essere punita da lui stesso,a suo lalento, quando ritiene che gli abbia mancatodi rispetto, o abbia trasgredito ad un suo ordine. Lescrocca tutto quanto essa guadagna, perch la pro-stituta non ha cosa farne dei denari, mentre lui comeinnamorato, ha bisogno di fai'e buona figura in so-ciet.

    Ora se una prostituta , od anche un ricottarocosa molto diffcile, palesa alla polizia , o al magi-strato il nome dell'offensore, allora chiamata ca-scittuna e sbirra. Con queste parole essi intendono

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    ofremlciia o (iiialilcaiia come cosa vituperevole ,

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    - 76 -loro tutto quello che accade deve passare sotto si-lenzio, guai a chi parla, o chi dice la verit: bisognache ognuno si mangi la castacjna, cio debba starezitto. Se un ricottaro ferite^, egli deve fare l'uomo^cio tacere tutto. Infatti esso muore, ma non declinail nome dell'offensore altrimenti da tutti giudicatoun vigliacco, perch non giusto arrestare e proces-sare un altro. Del resto se il ferito sopravvive neldiritto di vendicarsi; se muore, si salvi il vivo.

    Questa logica stupendamente dimostrata daidue seguenti proverbi siciliani : Si mora mi drivocu,,si campii t'allampu. (Se muoio sar sepolto , se so-pravvivo ti uccider). Qnaiimi ce . hi morta bisognapinsari a la viva (quando c' un morto, bisogna pen-sare al vivo). vietato altres fare testimonianze contrarie adun compagno. Nessun ricottaro deve testimoniare ,tranne che per aiutare l'accusato, altrimenti, .s7)/7tize casciltiini non solo, ma viene giudicato dalla so-ciet, cio dai ricottari, i quali lo traggono innanzi adun tribunale composto dei principali ricottari, e lsi deve discolpare dalle accuse, quindi viene dichia-rato innocente o pure sbirrazzn infami. Sul propo-sito voglio ricordare uno dei recenti giudizii fatto daquesto tribunale.

    In un processo a carico del ricottaro GiavanniA. , certo Vito D. ammonito , aveva testimoniato acarico del primo; perci alcuni compagni l'avevano

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    // dichiarato shirni v non degno di frequentare j)i lasociet. Onesta decisione dispiacque molto al Vito I).il quale ci teneva assai atl essere ritenuto (jiovaned'onore. Invit alcuni suoi amici a recarsi in ima bet-tola fuori porla, ed ivi dopo avere sentito \v sue di-scolpe, Jiudicarlo. Nove ricottari intervennero jx-r di-scutere r imj)ortante aliare; ma il tribunale non potcomjiiere rojera sua, percli uno di essi ajxstrofad un tratto il iudicand() con le parole . CoJla dimerda all'insulto TolVeso gli spar contro un colpo

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    78 plici tentativi di ferimento , ovvero spnri d' arma da fuoco in rissa; in cambio della Corte di Assise il giudizio fu dato ai tribunali correzionali, ([ual- che volta ai pretori; ed ecc'o che i colpevoli se la cavano con pochi mesi o pochi giorni di prigionia, indugiata per solito almeno di un anno dagli ap- pelli e ricorsi I Ci equivale prettamente nella opi- nione pubblica alla impunit completa. E l'etfetto n questo ,iche non vi un solo giorno in cui i' oiornali della citt non abbiano in cronaca il rac- conto di almeno un paio di rivolverate

    Purtroppo cos. Noi oggigiorno ne vediamomolte di queste infelici processure penali. Questi pre-giudicati con li\ massima facilit, spinti dai loro tristiprincipi, e dal carattere impetuoso, proprio dei sici-liani, si sparano a bruciapelo, ed un puro caso quan-do non feriscono il rivale.

    La polizia accorre, cerca, lavora, arresta, trovatestimoni. Ebbene il domani il Procuratore del Rerinvia linijuitato al Pretore per l'istruzione del pro-cesso, per la parte preliminare. Questi interroga l'im-putato e lo mette subito in libert i)rovvisoria. I)o})oun paio di mesi la Camera di Consiglio rinvia l'im-putato al giudizio del Pretore Urbano, che con pochigiorni di pena, quando condanna, ha fatto giustizia.

    La conseguenza quindi tutta a danno della giu-stizia, che per leggi e procedure date ad un popolodi violenti, si rende inefficace ed impotente , e ciper volere essere miti nel punire.

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    - 79 -Certo cIk- udii si jiossoiio iJiclciKk-it.' k- j)t'iio iiu--

    diovali. Non si j)rekMuk' sicurainenk' il Saiil'iinzio,con k^ sue braci, con k' sue teiia

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    80 ^ minosa. Se ciascuno fosse persuaso che il colpire con la i)alma della mano un uomo nel viso, pro- duca immediatamente lo staccarsi di quella mano ed il suo cadere al suolo, verosimile che un mo- vimento di tal sorta non sarebbe ])i irresistibile, e forsanco la parola schiaffo scomparirebbe dal lin- guaggio comune e rimarrebbe confinata come un arcaismo nei vocabolari ad uso degli eruditi.

    Non vale il vispondere a ci che i castighi a- troci del medio evo non riuscirono pi utili dei presenti. In primo luogo, non abbiamo statistiche per potere stabilire un confronto; in secondo luogo, l'incertezza della pena era maggiore a quei tempi, a causa del i)oco f-egolare funzionamento della po- lizia, ed inoltre delle immunit, dei diritti di asilo e delle protezioni di grandi sign )ri .

    Ora ritorniamo nuovamente ai ricottari.Accade clie essi per una ca^sa qualunque, come

    ho gi detto, vengono a lite Ira di loro, allora si re-cano a ragionare, cio vanno in una bettola, o ])urein vie remote, ove non credono che possano esseredisturbati dalle guardie, per discutere sulle diver-genze insorte, e siccome tali ragionamenti si fannoa voce alta , ])er il calore della discussione , spessoqualche i)attuglia che passa per le vicinanze, attiratadallo schiamazzo, -ccorre per evitare qualche reato.

    I ricottari in questo caso appena la scorgono, sicalmano, ed apj)arentemente si rappacificano, ed alle

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    (lomaiiiK' (U'IIc ^iKinliu. rispondono che sono buoniamici che scherzali ) h;i h)ro , e per dimostrare illoro buono accordo, i liliiiantisi abbracciano e sibaciafio alla loro j)resenza. Le (jiiardic, se sono turbefingono di- allontanarsi , e si nascondono nelle vici-nanze i)erch sono certi che do|)o j)()chi niimi'ii i ri-cottari infiammali dal \ ino e dalla discussione, e da-gl' insulti che si scand)iano, vengono a rissa. Allorasaltano loro addosso nel meglio, e se sono in moltine arrestano diversi. Se invece le guardie sono indue. sono sicure che (|uei furlanti, resti a (jualsiasiimpero della l'orza, si uniscono insienc e si slancianocontro le guardie, alk' (piali si ribell.'mo con atti diviolenza, e (jualche volta usando anche le armi.

    Come si gi ()Sser\ato ([uesti delin((uenti tro-vano indisj)ensabile rref|uentare assiduamente la bet-tola doj)o il bordello, i)i'r passare il lem|)o, sia i)ersoddisfare ai loro desideri alcoolici, sia |)i'r trovarenel \ino (pici coraggio e (piella presenza di spiritonecessaiia |)er scendere sul terreno, j)er giuocarsi lavita, e come dice bene il Colajanni '): ' L'i'bbrezza alcoolica non peggiora, u migliora i sentimenti

    dell' uomo ma li sprigiona, li acceuliia. li rivi-la nella loro verit ..

    Or non a crdersi che s'ubbracano solamenteper i)r' adcre coraggio: ma s|)esso |)er accpiislaiv le

    ') C'oi.A.iANNi : l'alfonlismo.

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    82 circostanze attenuanti, (juando nel furore dello statoalcoolico si rendon responsabili di qualche reatograve. Pur troppo cos, sebbene da tutti sia risa-puto che Tizio si ubbriaco per commettere il reato,che a mente serena non avrebbe forse commesso,pure si dice: Poveretto, lui non ci lia colpa; /;/ ilnino che lo rovin e non si pensa che Tizio, preci-samente per commettere quel tale delitto, disse frase : Ora mi 'mhriacii e conni arrinesci si cnnla (orami ubjjriaco e come finisce si racconta^.

    Il Colajanni nella predetta opera, cos dice : La amministrazione della giustizia, informata a larghi criteri , avventi di mira pi le condizioni reali dei delinquenti, che le generalit estratte dal reato, pu invece riuscire a bene , abolendo quella specie di favore , di cui godono i delinquenti ubbriachi , e particolarmente quelli che si ubbriacano di pro- posilo per delinquere , preparandosi il godimento delle circostanze attenuanti.

    Tutti i ricoltari si aiutano fra di loro , quandosono in pericolo di essere colpiti dalla giustizia, nonsolo, ma chiamano in aiuto le loro amiche, e tuttiinsieme si danno a fare sparire le tracce del delitto,rendendo difficile la ricerca dei testimoni. Cos, ap-pena avvenuto un reato, sono pronti a fare sparirele armi con le quali stato consumalo , si cancel-lano le tracce di sangue, si raccolg