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La mala aria

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Poche specie altamente specifiche hanno accompagnato l’uomo

nel corso dell’evoluzione

La maggior parte dei suoi attuali parassiti (oltre 200 specie di cui

almeno 50 si ritrovano con notevole frequenza) sono stati

acquisiti in tempi più recenti da vari animali selvatici e soprattutto

dagli animali domestici con cui l’uomo ha avuto più contatto

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L’ incidenza delle parassitosi nella società umana ha avuto un

notevole incremento 9000 anni fa, a partire dall’epoca neolitica, a

seguito dell’addensarsi delle popolazioni in comunità agricole.

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Questo fatto fu di fondamentale importanza avendo

condizionato ad esempio nei millenni successivi il ruolo

della malaria

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Plasmodium falciparum

è probabilmente il

risultato

dell’adattamento dei

plasmodi degli uccelli ai

primati in Africa, mentre

Pl. vivax si sarebbe

sviluppato più

recentemente in Asia

sud-orientale dove

esso, o suoi precursori,

sono passati dalle

scimmie all’uomo.

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La gestione dei terreni e vicende climatiche concomitanti

hanno evitato per diversi secoli che la malaria agisse da freno

sull’evoluzione delle civiltà classiche nel Mediterraneo e nel

Medio Oriente.

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L’endemia malarica era meno diffusa e sostenuta soprattutto da

specie meno patogene (P. malariae e P. vivax). Con il lento arrivo

dal sud di Anopheles labranchiae e sacharovi si diffonde P.

falciparum di cui queste specie diventano i principali vettori. Il

loro arrivo ebbe un ruolo importante nella caduta dell’Impero

Romano.

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La malaria, come malattia caratterizzata da febbre

intermittente, era conosciuta fin dall’antichità:

Nei testi medici della civiltà sumera, assiro-babilonese,

egiziana, indiana.

Nel V secolo a.C. Ippocrate faceva una descrizione

dettagliata delle febbri e della splenomegalia

Nel periodo romano le febbri venivano attribuite agli

effluvi delle acque stagnanti

Nel 1571 il termine malaria appare per la prima volta sul

Dizionario Etimologico Italiano ad indicare la febbre

procurata da “mal aere”

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L’uso del chinino stabilì la peculiare natura delle febbri malariche: • Nel ‘600 fu portata in Europa la corteccia di un albero peruviano

che Linneo nel 1700 chiamò Cinchona, comprendenti specie

conosciute col nome di china

• Il nome deriva dalla parola originale quechua (Inca) usata per la

corteccia dell'albero cinchona, "Quina" o "Quina-Quina".

• Il chinino (formula chimica C20H24N2O2) è un alcaloide naturale

Il chinino

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• Il chinico fu sperimentato per la prima volta a Roma all’Ospedale

Santo Spirito per la cura delle febbri intermittenti

• Nel ‘700 in Francia fu isolato il principio attivo detto “chinino”

• Nel 1712 il medico Francesco Torti stabilì una ramificazione

indipendente per le febbri intermittenti all’interno del suo “albero

delle febbri”

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La pianta della Cinchona

l nome del genere deriva da Ana de Osorio, contessa di Chinchón e moglie del viceré

del Perù, che secondo la leggenda scoprì su se stessa le virtù della corteccia di

china, guarendo da febbri malariche e decidendo l'importazione in Europa (1639)

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Nel 1880 Laveran identificò per la

prima volta il parassita nelle

cellule del sangue periferico

umano. La scoperta fu confermata

a Roma rinvenendo il parassita nei

pazienti dell’Ospedale Santo

Spirito affetti da febbri intermittenti.

Pr questa scoperta vinse il premio Nobel per la Medicina nel 1907

Il primo medico che intuì il

coinvolgimento delle zanzare fu

Giovanni Maria Lancisi (1710).

Ettore Marchiafava e Angelo Celli, un anno dopo a Roma,

studiarono il parassita e lo chiamarono Plasmodium

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La scuola italiana

La ricerca malariologica ha una importante tradizione in Italia.

La Scuola Italiana di Malariologia (Camillo Golgi, Ettore

Marchiafava, Angelo Celli, Giovanni Battista Grassi, Giuseppe

Bastianelli) ha dato importantissimi contributi alla

identificazione dell'insetto che trasmette il parassita (P.

falciparum e P. vivax erano i più diffusi in Italia).

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I Malariologi italiani hanno descritto

il ciclo biologico del parassita e del

vettore e hanno chiarito aspetti

importanti della malattia.

Hanno anche contribuito a dare al

nostro paese una legislazione

all'avanguardia nella lotta

antimalarica, con l'introduzione del

Chinino di stato.

La scuola italiana

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In questi cento anni il problema “malaria” è stato oggetto

di continua ricerca nei suoi molteplici aspetti eppure la

malattia rappresenta ancora oggi una delle emergenze

sanitarie mondiali

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Clade Alveolata

Phylum Apicomplexa

Classe Aconoidasida

Ordine Haemosporida

Famiglia Plasmodiidae

Genere Plasmodium

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Il Genere Plasmodium comprende circa 150 specie tutte

parassite di Vertebrati con un ciclo di vita dixeno.

Cinque (5) specie di plasmodio rappresentano un rischio per la

salute dell’uomo:

•Plasmodium falciparum: il più importante per mortalità

•P. vivax responsabile della maggior parte dei casi di malaria

•P. ovale (P. ovale curtisi, P. ovale wallikeri)

•P. malariae

•P. knowlesi diffuso localmente nel sud est asiatico, è

recentemente emerso come locale ma importante causa di

malattia (severa). E’ una zoonosi, ad oggi non c’è evidenza di

una trasmissione uomo-uomo.

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Trofozoiti di Plasmodium knowlesi

(striscio di sangue di un paziente

affetto da malaria contratta nelle

Filippine). Fonte: CDC, Atlanta,

- Diffuso in varie aree del Sud Est Asiatico: Cina, Thailandia, Myanmar, Filippine, Singapore e Indonesia.

- la trasmissione del parassita è avvenuta dall'animale all'uomo, e ad oggi non è dimostrata una trasmissione interumana.

- Gli ospiti naturali sono alcune specie di macaco (Macaca fascicularis e M. nemestrina)

MORFOLOGICAMENTE INDISTINGUIBILE DA P. MALARIAE

Plasmodium knowlesi

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Plasmodium knowlesi

Correlato ad attività umane nelle foreste del Borneo e della Malesia

I vettori sono zanzare di foresta del gruppo Anopheles leucosphyrus

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La fase di sviluppo sessuato avviene all’interno di alcune

specie di zanzare. Nel caso della malaria umana le zanzare

possono appartenere solo al genere Anopheles.

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Genus Anopheles

Sottofamiglia:

Anophelinae

24 genera 3000 species

Genus Aedes

Genus Culex

Sottofamiglia:

Culicinae

Sottofamiglia:

Toxorhynchitinae

Fam. Culicidae Classe:

INSECTA

Famiglia:

Culicidae

37 generi >3500 specie

Ordine: Diptera

Malaria

Arbovirus

Filarie

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ARBOVIRUS (Dengue, Febbre gialla, Chikungunya, Encefalite Giapponese, ZIKA)

DENGUE >50 milioni/casi/anno

Metà della pop mondiale a rischio 22.000 decessi/anno

FILARIOSI LINFATICHE 120 milioni persone infette 40 milioni di persone con

elefantiasi

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MALARIA DEATHS ■ In 2017, there were an estimated 435 000 deaths from malaria

globally, compared with 451 000 estimated deaths in 2016, and 607

000 in 2010.

■ Children aged under 5 years are the most vulnerable group affected

by malaria. In 2017, they accounted for 61% (266 000) of all malaria

deaths worldwide

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Ciclo biologico

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Morfologia – forma invasiva

Sporozoiti, merozoiti

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Morfologia – forme endocellulari

trofozoiti, schizonti, gametociti

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ipnozoiti

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Anopheles

Trasmissione

•sporozoiti inoculati con la saliva •Circolazione sanguigna < 1 h •Cellule del fegato (receptor-

ligand): interazione proteina

circumsporozoitica (CS) del parassita e da recettori specifici dell’epatocita

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Schizogonia esoeritrocitaria • Replicazione asessuata • 6-15 giorni • 1000-10,000 merozoiti • no patologia evidente • I merozoiti che raggiungono i capillari

sinusoidali, invadono i globuli rossi riversandosi nel torrente circolatorio

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Ipnozoite • Alcuni sporozoiti mostrano una replicazione lenta

nell’epatocita (dormienti)

• i merozoiti si producono mesi dopo l’infezione iniziale

• SOLO P. ovale e P. vivax (in alcuni ceppi di P.vivax

tutti gli ipnozoiti – adattamento in aree temperate)

RECIDIVA

circolazione epatica

t

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FASE Eritrocitaria

• Contatto e penetrazione dei

merozoiti nei globuli rossi (GR)

regolato da recettori di superficie

che consentono al complesso

apicale di riconoscere il GR

• inizia la fase vegetativa

• I trofozoiti giovani sono dette

‘forme ad anello’

• digestione dell’emoglobina

trasformata in emozoina

(pigmento malarico)

• citostoma

• vacuolo alimentare

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FASE

Eritrocitaria

• Alterazione di colore e volume nei

globuli rossi (GR)

• produzione di granuli nel citoplasma:

- macchie di Maurer in P.falciparum

- granuli di Schuffner in P.vivax e

P.ovale

• protuberanze sulla membrana

cellulare implicate nel processo di

adesione all’endotelio dei vasi

profondi (accesso pernicioso

P.falciparum)

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Schizogonia Eritrocitaria

• Divisione nucleare =

inizia lo stadio di

schizonte

• 4-24 nuclei

• merozoiti = si

dispongono a rosetta

• Rottura dell’eritrocita

e rilascio dei merozoiti

• Fase ematica presenta

sintomatologia clinica

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•L’emozoina e i residui di membrane

eritrocitaria si riversano nel circolo e

vengono fagocitati dai neutrofili

polimorfonucleati, dai monociti e dai

macrofagi del fegato, della milza e

del midollo osseo

• lo sviluppo dei parassiti è

generalmente sincrono

Schizogonia Eritrocitaria

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• dopo vari cicli

schizogonici formazione

delle forme sessuate:

gametociti

• la produzione segue

ritmi circadiani che

coincidono con il periodo

di attività del vettore

Schizogonia eritrocitaria

• 48 hr in Pf, Pv, Po

• 72 hr in Pm

• 12 hr in Pk

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Gametogenesi

• alternativa alla riproduzione

asessuata

• Indotta da fattori non noti • drug treatment #'s

• immune response #'s

• Le forme ad anello gametociti • Pf : ~10 days

• others: ~same as schizogony

• Dimorfismo sessuale • microgametociti

• macrogametociti

• no patologia

• Stadio infettante per le zanzare

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Gametogenesi

• avviene nell’intestino

della zanzara • 3 replicazioni nucleari

• Formazione di 8

microgameti e 1

macrogamete

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Sporogonia • Avviene nella zanzara (9-21 d)

• fusione del micro- e

macrogamete

• zigote oocinete (~24 hr)

• oocinete mobile attraversa

l’epitelio intestinale ('trans-

invasion')

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Sporogonia • oocinete oociste

• tra l’epitelio e la lamina

basale

• Replicazione asessuata

sporozoiti

• Rilascio degli sporozoiti

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Sporogonia

• Gli sporozoiti

migrano attraverso

l’emocele

• Invasione delle

ghiandole salivari

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Source: Greenwood B et al. Parasitology Today. 1991. 7: 277-281

La clinica

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Clinica • Caratterizzata da attacchi febbrili acuti

(parossismo malarico): episodi periodici di febbre

alternati a periodi senza sintomi

• Le manifestazioni e la severità dipendono dalla

specie e dallo stato dell’ospite: immunità, stato

nutrizionale, genetica

• Recrudescenze possono avvenire dopo mesi o

anni: forme ematiche circolanti o terapia non efficace

• Complicazioni severe (P. falciparum

• P. knolewesi)

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• parossismo associato con lo scoppio dell’eritrocita e rilascio sincrono dei merozoiti

• Liberazione di pirogeni endogeni (emoglobina) ed esogeni (emozoina)

• falciparum può non avere sintomi classici - febbre continua - periodicità 24 ore

Parossismo malarico

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• Attivazione SI con liberazione di citochine (febbre, brividi, artromialgie, cefalea)

• La lisi degli eritrocici determina l’anemia

• Piastrinopenia spesso precede l’anemia

Parossismo malarico

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Azione patogena dei plasmodi

P. vivax e P. ovale

Terzana benigna, primaverile (vivax)

Colpiti eritrociti giovani= livello parassitemia basso

Formano ipnozoiti =recidive per lo più stagionali

Deformano eritrociti

P. malariae

Quartana

Colpiti eritrociti maturi

Recrudescenze anche a distanza di anni

Nefriti per deposito immunocomplessi su membrana basale del glomerulo

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Azione patogena dei plasmodi

Monkey malaria

Caratteristiche comuni alle altre malarie → possibili

complicazioni renali, respiratorie ed epatiche gravi

(morte)

Necessità di trattamento rapido

P. knowlesi

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Azione patogena dei plasmodi

Terzana maligna

Fortemente anemizzante

Preferisce eritrociti maturi

Anemia emolitica

Induce distruzione anche eritrociti sani per adsorbimento su questi di antigeni circolanti→aggressione da immunoglobuline e

complemento

Ipertrofia milza (iperfagocitosi emazie, inibizione eritropoiesi)

ANOSSIA

P. falciparum

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Complessità della patogenesi della malaria da falciparum

• Fenomeno di SEQUESTRAZIONE:

Compartimentazione dei GR parassitati nei capillari

periferici (cerebrali, cardiaci, renali, splenici)

Modificazione delle emazie → ridotta velocità del

flusso capillare.

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Complessità della patogenesi della malaria da falciparum

• Fenomeno del ROSETTING:

I GR parassitati esprimono sulla superficie proteine

di membrana eritrocitaria → aggregazione di GR

parassitati e sani; citoaderenza alle cellule

endoteliali con possibile ostruzione del circolo

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Complicazioni Associate alla malaria da falciparum

• malaria cerebrale • anemia • iperpiressia • ipoglicemiacemia • Acidosi metaboliche (più gravi nei bambini) • malaria epatica e intestinale • edema polmonare • blackwater fever • malaria algida (shock)

Solo 1-2% degli attacchi di malaria evolve in forme gravi

L’effetto di tutto ciò:

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Diagnosi di laboratorio

ricerca diretta del parassita nel sangue (gold standard) tramite striscio sottile: permette la diagnosi di specie, può

essere poco sensibile goccia spessa: non sempre permette la diagnosi di

specie, è più sensibile antigeni nel sangue (Tests immunocromatografici) PCR

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Diagnosi microscopica

Emazia

Granulazioni

Parassita

Nucleo

Citoplasma

Vacuolo

Pigmento

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Diagnosi microsopica morfologia eritrocitaria

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Schizonte

Stadi del parassita

Gametocita

Trofozoita

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Stadi del parassita Trofozoita

Pl.falciparum

Pl.ovale Pl.malariae

Pl.vivax

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Stadi del parassita Schizonte

Pl.malariae

Pl.vivax Pl.ovale

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Stadi del parassita Gametocita

Pl.vivax Pl.ovale

Pl.falciparum Pl.falciparum

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•naturale (sporozoiti/Anopheles) •trasfusioni

- periodo di incubazione più corto - rischi di esito infausto (P. falciparum) - non ci sono recidive per vivax/ovale

•siringhe •congenita

- relativamente rara sebbene la placenta sia altamente infettata

Trasmissione della malaria

Pf Pv/Po Pm

Periodo prepatente 6-9 g 8-12g 15-18g

Periodo di

incubazione 6-25 g 8-27g 16g-8s

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La diffusione della malaria è condizionata da 4 fattori

fondamentali:

AMBIENTE

UOMO

ZANZARA

PARASSITA

Ciascun fattore è variabile e la loro combinazione

dà origine a situazioni sempre diverse

EPIDEMIOLOGIA

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P. vivax Il più diffuso, si trova nella maggior parte delle aree endemiche, anche a clima temperato

P. falciparum Tropicale e subtropicale

P. malariae Simile a P. falciparum, ma meno comune, distribuzione più focale

P. ovale Principalmente area tropicale di Africa occidentale

P. knowlesi Diffuso in varie aree del Sud Est Asiatico

nei paesi in cui la malaria è stata debellata aumentano i casi di importazione da aree endemiche a causa dei rapidi e numerosi spostamenti umani

Distribuzione dei parassiti malarici

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Ogni anno ≈10% di popolazione mondiale si ammala di malaria. In Africa: >90% dei casi di malaria e massima parte di morti per malaria. In Africa: uccide un bambino ogni 20 prima dei 5 anni di età

3,3 miliardi di persone in 97 paesi a

rischio

214 milioni di casi/2015

600.000 morti (WHO, 2015).

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LAVORO, TURISMO, IMMIGRAZIONE

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Oggi numerose sono le connessioni e interrelazioni tra

infezioni parassitarie e mobilità umana, amplificate e rese

evidenti dalla riduzione dei tempi di trasporto

VIAGGIATORI DA ZONE NON ENDEMICHE A ZONE

ENDEMICHE (da Nord a Sud)

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Turisti, missionari, lavoratori che si recano dal Nord al Sud del

mondo per periodi brevi (< 3 mesi) o lunghi (> 3 mesi)

Esposti all’infezione con agenti patogeni

nei confronti dei quali non sono provvisti

di immunità.

Questi individui sono soggetti a maggiore

rischio di acquisire infezioni parassitarie

alle quali non sono normalmente esposti

nella loro area di abituale residenza

Malaria, Trypanosoma, Leishmania, Schistosoma, larva migrans cutanea,

Sarcoptes scabiei, Phthyrus pubis, Entamoeba hystolitica, Giardia,

Cryptosporidium….

DA NORD A SUD

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VIAGGIATORI DA ZONE ENDEMICHE A ZONE

NON ENDEMICHE (da Sud a Nord)

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Paradossalmente, può facilitare l’espressività clinica della

forma infettiva.

Es. per l’infezione malarica viene

acquisita in zona endemica una semi

immunità che protegge i residenti adulti

dall’espressione clinica della malaria

grave.

DA SUD A NORD

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Prolungandosi il soggiorno in area non

endemica, in assenza degli stimoli

antigenici specifici indotti dal quotidiano

contatto con il parassita malarico, la

semiimmunità tende progressivamente a

decrescere consentendo il verificarsi di

forme cliniche anche gravi nel migrante

che, dopo lunghi periodi, torni nel proprio

Paese d’origine dove sarà esposto

nuovamente alla puntura infettante

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PREVENZIONE E CONTROLLO

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Principali strategie perseguite per il controllo della

malattia nei primi 50 anni del secolo scorso

Lotta alle zanzare

Approccio farmacologico

Approccio immunologico

Utilizzo del DDT

Alla fine degli anni ’40 le risorse per il trattamento ed il controllo della

malaria sembravano sufficienti per giustificarne l’eradicazione in tutto il

mondo.

Nel 1969 l’ OMS rinunciava all’obiettivo dell’eradicazione globale e

veniva rilanciata la ricerca sui vaccini

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Indenni

Ipoendemiche

Ipo-mesoendemiche

Iperendemiche

Zone di endemia malarica nel 1946

1947-52 Eradicazione

Sporadici casi

di P. vivax in Sicilia fino

al 1962

1970 WHO dichiara

l’Italia malaria free

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LA BONIFICA

DELL'AGRO PONTINO

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febbraio 1928 - Famiglia di contadini ritratta davanti all'ingresso della propria capanna nell'Agro Pontino

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I prodotti chimici

ad attività

larvicida sono

stati ampiamente

utilizzati per il

controllo delle

zanzare fino a che

si è capito che gli

insetticidi ad

attività residua

come il DDT

erano molto più

efficaci.

Distruzione degli ospiti intermedi

e dei vettori

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Tuttavia questo tipo di prodotti, come il DDT, non sono

specifici per cui, dato che la loro utilizzazione non può

sempre essere focalizzata a certe determinate aree

ristrette o a certi periodi, si determina anche la

distruzione di altri organismi che non rappresentano il

bersaglio, il che può causare effetti indesiderati

sull'ambiente.

Distruzione degli ospiti intermedi

e dei vettori

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Inoltre i residui dei pesticidi

possono accumularsi nei

prodotti della catena

alimentare.

Anche la resistenza da parte

degli organismi bersaglio a

questi prodotti costituisce un

problema non trascurabile.

Distruzione degli ospiti intermedi

e dei vettori

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PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

L'installazione di reti alle finestre o intorno ai letti

impedisce le punture delle zanzare. Vi è un grande

interesse nell'uso di reti impregnate con insetticidi.

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PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

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STRATEGIE INTEGRATE DI CONTROLLO

Il concetto di controllo integrato prevede il

ricorso a tattiche diverse impiegate in maniera

strategica e si basa su una conoscenza

approfondita del ciclo biologico e dell'ecologia

del parassita e del vettore.

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STRATEGIE INTEGRATE DI CONTROLLO

Il ricorso a un sistema integrato evita lo sforzo

concentrato su un unico metodo e si fonda sul

concetto che nessun singolo metodo di controllo è

efficace al 100%, mentre la attuazione combinata di

più metodi può permettere di conseguire un controllo

completo della malattia parassitaria.

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Attuali strategie volte alla lotta contro la malaria

Rafforzamento delle strutture sanitarie

Miglioramento della rilevazione e diagnosi dei casi

Sviluppo di tecniche di controllo anti-vettoriale

Nuovi farmaci

Possibili vaccini

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In questi ultimi 30 anni la ricerca malariologica

di base è diventata una ricerca malariologica

biomolecolare

Riconoscimento delle specie vettrici

Caratterizzazione della distribuzione geografica delle zanzare in

relazione a marcatori genetici e comportamentali

Studio dei meccanismi di resistenza delle zanzare

agli insetticidi

Studio delle interazioni tra zanzara e plasmodio

Studio delle caratteristiche genetiche del plasmodio nell’uomo e

nell’insetto

Manipolazione genetica del vettore

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1

sviluppo di

resistenza

dei parassiti

ai farmaci

2

sviluppo di

resistenza

dei vettori

a insetticidi

3

deterioramento

del sistema

sanitario di

alcuni Paesi in

via di sviluppo

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Dopo oltre 30 anni d’intensa ricerca, è stato messo a punto il primo

vaccino contro la malaria, l’RTS,S/AS01, con parziale protezione contro la malaria da P. falciparum nei bambini (previene circa 4 casi su 10 di malaria per un periodo di 4 anni). A causa però di questa protezione solo parziale, l’RTS,S/AS01 potrà affiancare gli altri metodi di lotta contro la malaria ma non sostituirli. Ad aprile 2019 è partito un programma di vaccinazione pilota, coordinato dall’Oms, per l’introduzione graduale del vaccino RTS,S/AS01 nel programma vaccinale di routine in Malawi, Ghana e Kenya.

IL VACCINO

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Recettori di superficie e anomalie genetiche del GR possono determinare una resistenza naturale alla malaria

popolazioni africane Duffy negative resistenti a P.falciparum (solo la presenza di questo recettore permette la

penetrazione del parassita)

Relazione con altre malattie:

favismo, talassemia, anemia falciforme

(vantaggio dell’eterozigote)

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Relazione con altre malattie - FAVISMO

Per carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (abbreviato in G6PD-carenza) si intende un quadro patologico ereditario legato al cromosoma X (X-linked) caratterizzato da un deficit funzionale o quantitativo della glucosio-6-fosfato deidrogenasi (abbreviato in G6PD o G6PDH), un enzima chiave della via dei pentoso fosfati.

La carenza di G6PD è strettamente legata al favismo, una manifestazione clinica caratterizzata da una crisi emolitica in risposta al consumo di fave.

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Relazione con altre malattie Talassemia: alterazione quantitativa della sintesi delle catene globiniche dell’emoglobina - beta (point mutation del cromosoma 11) più comune - alfa (delezione) anemia microcitica

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Relazione con altre malattie

Anemia falciforme - nota anche come anemia mediterranea - e

protezione dall’infezione di malaria:

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In Africa (o aree endemiche di malaria ) circa il 40% della

popolazione è portatrice di un gene per una particolare forma

di emoglobina detta emoglobina S (Hbs); il resto della

popolazione è portatrice di emoglobina normale (Hba).

(Sostituzione di un glutammato con una valina proteina

differente)

Gli individui omozigoti per Hbs sono affetti da una grave

forma di anemia detta "anemia falciforme" dalla particolare

forma a falce dei loro globuli rossi , e normalmente muoiono

durante l' infanzia o, comunque, prima di riprodursi.

Come è, quindi, possibile che questo gene si sia mantenuto

con una così alta percentuale?

VANTAGGIO DELL’ETEROZIGOTE

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E' stato dimostrato che il gene HbS è frequente in aree dove è

diffuso un particolare tipo di malaria che colpisce la maggior

parte degli omozigoti per l' emoglobina normale Hba.

In tali aree, pertanto, gli individui omozigoti portatori di

entrambe le condizioni Hbs (malato) e Hba (sano) o muoiono o

si riproducono con molta difficoltà.

Al contrario, gli eterozigoti risultano molto

resistenti alla malaria

VANTAGGIO DELL’ETEROZIGOTE

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Relazione con altre malattie

correlazione tra l'anemia falciforme e la malaria:

VANTAGGIO DELL’ETEROZIGOTE

Tale situazione determina il mantenimento dell'

allele HbS grazie alla eterozigosi Hba/Hbs, e del perchè

nelle aree malariche siano avvantaggiate quelle popolazioni

in cui è presente il gene Hbs con una elevata frequenza.

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