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CTN anno XXXVIIII 2014/3 – p. 1 Scrivo a voi … p. 3 Per una comunione visibile p. 5 Informazioni del governo generale p. 8 Sollecitate dalla compassione del buon Pastore p. 9 Pienamente conformate a Cristo p. 11 Nella condivisione dei beni p. 13 Nello spirito di Famiglia Paolina p. 15 Chiesa - Mondo p. 16 Approfondiamo insieme p. 17 Dalla connessione alla comunione p. 19 Agenda di famiglia p. 20 Viventi nella casa del Padre p. 20 Suore di Gesù Buon Pastore “Pastorelle” – Roma, Via della Pisana 419/421 Bollettino Informativo anno XXXXI Dicembre 2015 - Aprile 2016

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CTN anno XXXVIIII 2014/3 – p. 1

� Scrivo a voi … p. 3

� Per una comunione visibile p. 5

� Informazioni del governo generale p. 8

� Sollecitate dalla compassione del buon Pastore p. 9

� Pienamente conformate a Cristo p. 11

� Nella condivisione dei beni p. 13

� Nello spirito di Famiglia Paolina p. 15

� Chiesa - Mondo p. 16

� Approfondiamo insieme p. 17

� Dalla connessione alla comunione p. 19

� Agenda di famiglia p. 20

� Viventi nella casa del Padre p. 20

Suore di Gesù Buon Pastore “Pastorelle” – Roma, Via della Pisana 419/421 Bollettino Informativo anno XXXXI

Dicembre 2015 - Aprile 2016

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Carissime Pastorelle,

Dio ci include nella sua Vita!

Questa è la bella notizia che il Buon Pastore ci offre attraverso l’esperienza di Pietro e dei suoi discepoli, alle prese con la vita ordinaria, dopo la sua Risurrezione: “Gettate la

rete dalla parte destra della barca e troverete!” (Gv 21,6). Risvegliamo in noi la fiducia nello Spirito di Pentecoste, che ci guida a vivere nel quotidiano la speranza che la comunione è possibile, quando restiamo fondate sulla Parola del Signore. Ascoltiamo questa Parola con cuore aperto e sincero; lasciamola portare il suo frutto, educhiamo - come ci ricorda il Fondatore - la volontà per servire Gesù. Nella Messa facciamo con lui la rinunzia di noi stessi: sono venuta per fare la volontà tua. Che stiamo a fare a Messa se non si rinuncia alla nostra volontà! «Signore, io ti offro me stessa piccola vittima», (…)” (PrP V, 1952, p. 180).

Sentiamo rivolte anche a noi, oggi, queste parole del Risorto:

«Pastorelle, gettate la rete dalla parte destra e troverete!. Fondate la vostra fiducia in Dio Padre che opera sempre, non lasciatevi prendere dalla paura del futuro; dallo scoraggiamento per la mancanza di vocazioni; dalla preoccupazione per la vecchiaia che avanza o la malattia che arriva improvvisa; dalle delusioni della vita comunitaria e dalle resistenze nel ministero pastorale che vi sprona verso le periferie esistenziali. Io sono con voi sempre!

Pastorelle, gettate la rete dalla parte destra e troverete! Troverete la mia vita donata per voi. Fidatevi di Me, accogliete il dono della comunione e confidate nel Padre che ha cura di voi. Nelle vostre comunità, non accusatevi a vicenda ma incoraggiatevi invece ad accogliere il dono della comunione, lasciando che sia lo Spirito a far confluire e convergere tutte le vostre forze in un’esistenza veramente pasquale, capace di rendere ragione della bella vocazione che vi è stata donata.

Pastorelle, gettate la rete dalla parte destra e troverete! perché ciò che vivete non è opera vostra, non vi appartiene, ma è opera del Padre mio. Con il Battesimo siete già morte e risorte con Me, fate ormai parte del mio Corpo ecclesiale e con l’Eucarestia nutrite ogni giorno questo Corpo, immergendovi sempre più profondamente nella comunione della SS. Trinità. Siate dunque sempre più trasparenti dell’evento pasquale che vi dono!

Pastorelle, gettate la rete dalla parte destra e troverete! Siete ancora in cammino, siete chiamate a vivere come io vivo, perché in Me tutte le promesse di Dio sono diventate “Sì”. Anche se tra voi permangono difficoltà di relazione, incomprensioni, a

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volte anche cattiveria reciproca, ricordate che nell’Eucarestia siete comunque in comunione, perché la comunione non dipende dalla vostra bravura, coerenza e perfezione, ma dall’Amore del Padre riversato in voi (cf. Rm 5,5).

Questa è la vostra verità! Voi siete ciò che siete nell’Eucarestia; ciò che lo Spirito fa di voi quando ricevete il mio Corpo e il mio Sangue: voi siete comunione in Me! Solo in Me potete vivere una umanità nuova, rinunciare al male e vivere nuove relazioni tra voi e con tutti. Non si tratta di sforzarvi, ma solo di rimanere innestate in Me, come tralci alla vite: Chi rimane in me porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla! (cf. Gv 15). Lasciate che lo Spirito sia creativo in ciascuna di voi e vedrete il deserto arretrare e lasciare spazio al giardino fiorito che l’umanità del nostro tempo va cercando.

Se la vostra vita sarà bella e trasparente nella comunione fraterna, io non mancherò di rendere feconda la mia Chiesa con nuove vocazioni, giovani che sapranno vivere il carisma pastorale con totale amore».

Carissime, accogliamo anche l’esortazione del Beato Giacomo Alberione, mentre entriamo sempre più profondamente nell’anno giubilare della Misericordia: stabilitevi nella fiducia, nella preghiera e nella misericordia di Dio. Abbiate una grande intimità con Dio e riceverete una luce particolare sulla sua misericordia. Infatti noi ci salviamo solo per la misericordia di Dio. (cf. PrP II, 1955, p. 32).

In questi giorni papa Francesco ci ha fatto dono della sua esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, sulla gioia dell’amore nella famiglia. Per noi Pastorelle, come per i pastori della Chiesa, è un testo da leggere attentamente, e da fare nostro anche nel metodo sinodale e nel discernimento, in modo da vivere il nostro ministero pastorale nei confronti della famiglia, più illuminate e più gioiose, capaci di accompagnare, accogliere, orientare.

Innestate in Cristo, lasciamoci quindi raggiungere ogni giorno dalla Misericordia del Padre e viviamo al modo di Cristo: donandola! Così la nostra vita diventerà, ogni giorno, un annuncio di Pasqua per chi ci incontrerà. Confidiamo in particolare nell’amore che Gesù ci dimostra. Come per Pietro e per gli Apostoli egli fu il buon Pastore; così lo sarà per noi, giorno per giorno, sempre di più… (PrP IV, 1949, p. 64), fiduciose che gettando la rete dalla parte destra troveremo!

Certe che la Santissima Trinità ci include nella sua Vita, vi auguro un bel cammino verso la Pentecoste e una santa festa di Gesù buon Pastore.

Con affetto,

sr Marta Finotelli superiora generale

Roma, 16 aprile 2016 Vigilia della Solennità di Gesù Buon Pastore

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Dalle sorelle del governo generale …

“Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue, e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza.”1

Eccoci piene di speranza e immerse nella misericordia di Dio, in comunione con tutte voi nel clima di preparazione al nostro 9º Capitolo generale.

Vogliamo condividere con voi alcuni momenti importanti del nostro servizio, insieme alle sorelle della comunità della casa generalizia.

Ricordare questi eventi significa ringraziare per i segni della manifestazione dell'amore misericordioso di Dio, che ci ha aiutate a crescere nella condivisione fraterna e nella comunione.

Una delle nostre priorità è l’accoglienza delle persone, sempre nello stile della semplicità e gioia, caratteristiche della nostra comunità. Rimaniamo aperte alle sorprese di Dio e agli imprevisti che non ci mancano, ma anche non pesano sul clima comunitario.

All'inizio dell'anno, dal 2 al 5 gennaio abbiamo accolto le sorelle "under 50" che vivono in Italia, per l’incontro annuale del gruppo, promosso dalla Provincia ICS. Il tema era: "Insieme per riflettere e contemplare ... Gesù Cristo icona radiante dell’uomo nuovo". E, in questa comunità allargata, abbiamo vissuto giorni pieni di entusiasmo e di gioia, anche testimoni della serietà nello studio formativo e apertura davanti alle sfide della Vita consacrata oggi2.

Noi, sorelle del gruppo del governo generale, abbiamo partecipato dal 7-10 gennaio 2016 presso la Casa Divin Maestro in Ariccia, al XXXIII Incontro dei Governi generali della Famiglia Paolina, riflettendo sul tema: "Evangelii Gaudium sfida la Famiglia Paolina e la vita fraterna". È stato un incontro molto proficuo non solo per il contenuto, ma anche per la condivisione e le prospettive per crescere nello spirito di unità e di comunione come famiglia, camminando con la Chiesa e secondo gli orientamenti di Papa Francesco.

In questo anno giubilare della misericordia, il 14 gennaio abbiamo vissuto, come comunità, il nostro pellegrinaggio, attraversando la Porta Santa della Basilica di San Pietro, ricordando tutte voi sorelle e pregando per tutta la Congregazione. È stato per noi un momento penitenziale molto significativo, in cui abbiamo potuto accogliere la inesauribile gratuità della misericordia di Dio.

1 Laudato Sì: Preghiera Cristiana con il creato.

2 Per rivedere la condivisione della loro esperienza, cf. Sito: www.pastorelle.org, notizia inserita il 07-01-2016.

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Il 1° marzo, sr Puri Tañedo ha condiviso con un gruppo di archivisti e alcuni segretari generali (di lingua inglese) il rapporto tra il Consiglio generale, la segretaria generale e l’archivista generale circa la documentazione e la conservazione nell’archivio. Senza dubbio, questo impegno assunto a nome della nostra Congregazione, è stato una testimonianza di collaborazione a conclusione dell'Anno della Vita Consacrata.

In occasione del convegno Mondiale della Vita Consacrata, dal 28 gennaio al 2 febbraio, è stato entusiasmante vedere il grande movimento di religiosi e religiose, rappresentanti i diversi Istituti e le nuove forme di vita consacrata, provenienti da tutto il mondo per partecipare a questo evento internazionale che ha concluso l'Anno della vita Consacrata: ”Un incontro con l’obiettivo di riflettere insieme sulla vita consacrata in comunione, sul fondamento comune nelle diversità delle forme. Sei giorni di incontri, di veglie di preghiera, tempo per ritrovarsi e approfondire lo specifico di ciascuna forma con uno sguardo profetico verso il futuro”1.

Come rappresentanti della nostra Congregazione, hanno partecipato a questa settimana: sr Rita Ruzzene e sr Cristiane Ribeiro (casa generalizia), sr Magally Marin (comunità di Roma – via Traversari) e sr Maria de Fatima Piai, superiora provinciale di BR-SP. Con noi hanno condiviso, con grande gioia, la loro esperienza internazionale, in particolare alcuni contenuti che hanno contribuito ad ampliare gli orizzonti.

La nostra apertura alle sorprese di Dio, il 2 febbraio a conclusione di quest’anno della VC, ci ha aiutato ad accogliere il ritorno alla casa del Padre della nostra carissima sr Piera Rossetto, che per molti anni ha fatto parte della comunità della casa generalizia. E come ci dice Paolo viviamo in questa certezza che: “né morte né vita, né angeli né principati, né presente né futuro, né potenze (…) nulla può separarci dall’amore di Dio, manifestato in Gesù Cristo nostro Signore”2.

Nella continuità della programmazione generale, dal 7 al 13 febbraio, sr Rita Ruzzene insieme con sr Maria de Fátima Piai, che si trovava in Roma, ha fatto la visita canonica alla comunità delle Pastorelle in Libreville (Gabon). Dal 24 febbraio al 22 marzo, la superiora generale sr Marta Finotelli, e due consigliere: sr Cesarina Pisanelli e sr Marisa Loser, hanno realizzato la visita canonica alle altre comunità della Provincia BR SP - Gabon.

Ringraziamo Gesù Buon Pastore per la missione compiuta in nome dell’Amore, favorendo l’esperienza fraterna, spirituale e apostolica.

Proseguiamo insieme, approfondendo il tema della Comunione per una rinnovata presenza nella Chiesa!

sr Inácia Dos Santos per il gruppo di governo

1 Cf. www.vatican.va (comunicato stampa 31-01-2016)

2 Cf. Rm 8,38-39

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Dal gruppo di governo della Delegazione

Argentina - Bolivia

Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36). Questa pagina non è un semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia, che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo. (NMI 49)

Scoprire il volto di Cristo nei più poveri è l’esperienza di misericordia che vogliamo condividere con voi come equipe di governo della Delegazione Argentina-Bolivia. All’inizio di quest’anno abbiamo fatto una missione nella provincia di Salta, specificamente in Villa Foresta, un quartiere della periferia della città di Salta, facente parte della zona dove si trova una nostra comunità di Pastorelle.

Questa missione è stata voluta da Dio da molto tempo, e in questa occasione tutta l’equipe di governo ha avuto la possibilità di partecipare nella preparazione, coordinamento e animazione. Insieme alle sorelle della comunità, al sacerdote, ai Cooperatori Paolini “Amici di Gesù Buon Pastore” e ad un gruppo di laici impegnati nella pastorale abbiamo visitato le famiglie, messo a disposizione spazi di ascolto per l’accompagnamento spirituale e per la medicina alternativa e per i momenti di incontro con i bambini e gli adulti.

Contemplare il volto di Gesù nei poveri per camminare partendo da Cristo “prendendo il largo con speranza” verso una Chiesa che vive la misericordia è la sfida. Una misericordia di cui è necessario essere testimoni con la propria esperienza. Le notizie buone di cui ha bisogno l’uomo di oggi è riconoscere che “non siamo soli”, che “siamo comunità” che cerca di vivere nell’amore e che è possibile “vedere e toccare Dio nei piccoli, nei sudici, nei malati, nei bisognosi”. Poiché è proprio nel bisogno che sperimentiamo la mano provvidente di Dio che salva e libera da quella condizione. Salvezza che si fa palpabile con i gesti di misericordia del mio fratello, di chi è accanto a me.

Vivere questa esperienza della misericordia infinita di Dio manifestata nella sua provvidenza ci ha fatto sperimentare la gioia di essere una Chiesa in uscita, incidentata ma non inferma, come dice il nostro caro Papa Francesco.

Sono stati molti i volti dei fratelli con cui abbiamo condiviso dieci giorni, possiamo dire che il problema sociale è un problema nella misura in cui usiamo le categorie di “malati, tossicodipendenti, donne maltrattate, ecc.”. Definiamo problemi, ma quando ci avviciniamo alle persone non vediamo questo, vediamo un fratello più prezioso della situazione che sta attraversando. Per questo il problema sociale comincia ad avere soluzione con il gesto di avvicinarci a dare un aiuto perché lo sentiamo nella nostra carne.

Come Pastorelle, questa missione è stata un invito continuo a vivere la misericordia in chiave di speranza, guardare l’orizzonte ampio e fuori da se stessi. Nelle parole del nostro Fondatore “La vostra missione è vasta come il mondo, complessa, ma quanto mai bella e delicata”. (So, 1942, p. 26: ‘La vocazione della Pastorella’)

Quanto è grande e bella la speranza di chi ha lo sguardo negli altri!

sr Adriana Galay, sr Maria de los Angeles Seijo e sr Mariana Basualdo.

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La Superiora generale, sr Marta Finotelli, con il consenso del Consiglio, da gennaio ad aprile 2016 ha svolto i seguenti atti: � Nel mese di gennaio ha avviato il processo di consulta in vista della nomina del nuovo

governo della Provincia Italia Centro Sud - Albania e in aprile ha nominato sr Lina Santantonio, superiora provinciale per il quadriennio 2016-2020.

� Ha preparato la Visita canonica alla Provincia Brasile San Paolo – Gabon che ha

realizzato nei mesi di febbraio-marzo con sr Rita Ruzzene, sr Marisa Loser e sr Cesarina Pisanelli.

� Ha riflettuto sull’esito della visita finalizzata svolta in Uruguay e in Argentina lo scorso

dicembre 2015 e ha considerato l’esito della visita canonica nella Provincia Brasile San Paolo - Gabon, conclusasi il 22 marzo 2016.

� Dopo aver riflettuto sulle modalità di lavoro della Commissione preparatoria del 9°

Capitolo generale, in vista dell’incontro previsto a Roma il 23 - 24 gennaio 2016 ha incontrato sr Teresa Simionato (smsd), che sta accompagnando la preparazione del 9CG. Di seguito, dal 2 al 6 aprile, le sorelle della Commissione preparatoria del 9CG, insieme al governo generale, si sono riunite per l’elaborazione del Tema e dell’itinerario di preparazione verso la celebrazione di questo evento. Sr Marisa Loser, consigliera generale, sta accompagnando il lavoro della Commissione preparatoria in sostituzione di sr Cesarina Pisanelli che si dedicherà invece all’assistenza tecnica del lavoro.

� Ha approvato il trasferimento della sede provinciale della Provincia ICS; dal terzo piano

dell’edificio di Casa Madre al nuovo edificio costruito nello stesso terreno di proprietà della Congregazione, sempre ad Albano Laziale – Via Trilussa.

� Ha emanato il decreto di erezione canonica della comunità di Foggia e la nuova sede

provinciale, dell’Italia Centro Sud-Albania. � Ha approvato l’apertura ad experimentum per tre anni, della comunità di Querência do

Norte nella diocesi di Paranavai in Paraná, della Provincia Brasile Caxias do Sul. � Ha ratificato la Nomina di sr Cynthia Angalot, maestra delle Novizie, della Provincia

PI-AU-SA-TA; nominato sr Elsa Zavaleta, maestra delle postulanti e approvato i Programmi formativi dello Juniorato e del Postulato della Delegazione CI-PE-CU.

� Ha riflettuto sui contenuti e sulle modalità del Convegno per le econome dell’America

Latina che si terrà a San Paolo Brasile, dal 22 al 26 maggio 2016, a cui parteciperanno anche le superiore delle Circoscrizioni.

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DALLE PERIFERIE ESISTENZIALI

CO-VE-ME Esperienza in una casa di cura geriatrica, Caracas – Venezuela

Lo sguardo compassionevole di Gesù buon Pastore mi ricorda il dolore di molte persone abbandonate dai propri familiari, dovuto alla loro anzianità, alla poca salute fisica o mentale e, nella maggioranza dei casi, dovuto alla malattia dell’Alzheimer. Alcune di queste persone abitano nella Casa di cura geriatrica “Signora Rosa” nel quartiere “Santa Monica” a Caracas. In questo luogo, le Pastorelle fanno periodicamente la celebrazione della Parola e incontri di animazione insieme al gruppo della Legione di Maria. Per questi anziani, che abitano una casa circondata da muri, i bei ricordi del passato sono l’unica possibilità per mantenere il buon umore. Nei migliori dei casi, alcuni anziani che hanno buona salute, riescono a guardare fuori dalla finestra, cosa che li aiuta a ricrearsi un po’.

In queste situazioni, spesso si sente raccontare dagli anziani la sofferenza per la lontananza dai familiari oppure per la poca carità di coloro che si prendono cura di loro; ma io vorrei condividere qualcosa di straordinario, l’esperienza con una signora che mentre agonizzava mi ha detto: “Ringrazio Dio per avermi portata in questo luogo, ringrazio tutte le infermiere che si sono prese cura di me”. Come Pastorella, anch’io ringrazio di cuore Dio per quest’esperienza, in cui posso guardare una delle periferie esistenziali del nostro tempo e vedere da vicino il volto sfigurato di Cristo.

sr Mariel Vargas, Junior

ICS-AL

Lamezia Terme: tra sogno e realtà Solo 50 anni fa erano tre Paesi: Nicastro, Sant’Eufemia e Sambiase. Poi qualcuno considerò

ricchezza il territorio, e volle fondare un solo Comune. Per par condicio è stato scelto un nome nuovo: Lamezia, che ricorda antichi fasti della Magna Grecia; Terme, perché ci sono delle Acque termali, salubri ed efficacissime. Così nacque la città che oggi conta più di 70.000 abitanti.

Lo snodo autostradale, la Stazione Ferroviaria e un nuovo Aeroporto, la rendono funzionale. Moderna e aperta per molti aspetti, ma per gli stessi motivi difficile, e appetibile alla criminalità organizzata, ‘ndrangheta’ e corruzioni varie, che deve fare i conti anche con una folta comunità del popolo Rom, di indole nomade e di aspirazione stanziale; e un gran numero di nordafricani, con famiglie numerose. Una città in continuo fermento, tra gruppi sociali onesti che cercano di guidare la Comunità Civile alla giustizia, e ostacoli continui e sempre nuovi.

La piccola Comunità di noi Pastorelle, dal 2005 vive ogni sfumatura di questo fermento: un vivace contatto con le povertà, che trovano apertura incondizionata da uno dei nostri due parroci; e il progetto di costruzione di una Cattedrale in territorio mediano tra i tre antichi comuni, per favorire il Nuovo di questo variegato mondo, curata dall’altro nostro parroco, stretto collaboratore del Vescovo. Il Buon Pastore sa dove condurci, speriamo di assecondarlo e non smentirlo, nel Suo impegno di Misericordia.

Sr Emanuela Ciccomartino

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K

L’Accademia spirituale dell’apostolato parrocchiale Dal 2010 è stato chiesto, alle Pastorelle coreane, di collaborare all’Accademia spirituale

dell’apostolato parrocchiale, fondata dall’Associazione delle Superiore delle Congregazioni femminili presenti in Corea, per le religiose che svolgono l’apostolato parrocchiale. È da evidenziare che nella Chiesa coreana abbiamo uno stile di vita particolare e quasi tutte le religiose si dedicano all’apostolato parrocchiale, abitando in parrocchia. Per queste consacrate è molto difficile vivere il proprio carisma, potersi esprimere nella propria identità, comprendere la ‘pastorale’ e dedicarsi all’apostolato pastorale nella parrocchia.

È questo il motivo per cui abbiamo accolto l’invito a collaborare in questa accademia per prenderci cura delle consacrate di altri Istituti religiosi, con quella sensibilità tipica del nostro carisma pastorale. Per loro è importante conoscere come collaborare con il parroco e i laici, cosa fare nel momento in cui ci sono dei cambiamenti e nuovi orientamenti dei parroci e, come vivere le fatiche e le sofferenze che si possono incontrare.

Questa accademia è stata aperta nel 2010 e l’8 marzo di questo anno è cominciata la scuola con un nuovo gruppo di 15 suore che appartengono a diverse Congregazioni. Il corso, con incontri settimanali, ha la durata di un anno diviso in due semestri.

Vi chiediamo di ricordarci nella preghiera per il buon andamento di questa accademia e per le consacrate che vi partecipano, affinché possano trovare la propria identità pur vivendo nella parrocchia e perché l’accademia diventi un centro capace di promuovere l’apostolato parrocchiale e possa apportare una linfa vitale nella Chiesa coreana.

Sr Benedetta Kim

BR-CdS

Sfide nella missione La nostra comunità è inserita, dal luglio 2015, nel Nord del Brasile, nella diocesi di Boa Vista,

Roraima. È una terra di missione. Com’è la periferia in cui viviamo? Ci sono edifici popolari costruiti da un progetto del governo federale, chiamato: "La mia casa, la mia vita", con 2.992 appartamenti e si trova nella parte della città satellite di Boa Vista, RR. È fra questi che abitiamo. Nel dicembre 2015 il governo ha consegnato le nuove case alle famiglie che piano piano sono state abitate. Queste sono famiglie che provengono da diversi quartieri di città dello stesso stato e di altri stati del Brasile. Di fronte a questa nuova realtà, noi e alcuni laici, abbiamo iniziato la visita alle famiglie per conoscere i cattolici e gli operatori pastorali provenienti da altre comunità, per organizzare insieme la comunità cristiana con i suoi servizi e la pastorale. La grande sfida è quella di visitare le famiglie, perché la stragrande maggioranza delle persone lavora tutto il giorno e si possono trovare in casa solo di sera e/o nel fine settimana. È una sfida, organizzarli in piccole comunità. Un’altra periferia in cui operiamo è un nuovo quartiere chiamato "João de Barro", situato a 3 km dalla città dove ci sarà la futura comunità "Beato Alamanno". In questa zona già risiedono molte famiglie, ma senza le condizioni minime di infrastrutture, mancano acqua, energia, scuola, trasporto pubblico, centro di salute e presenza della nostra Chiesa. Nel mese di dicembre, durante la preparazione al Natale, con un gruppo di laici, abbiamo visitato le famiglie invitandole alla Novena di Natale. Dopo questa visita ogni domenica ci riuniamo per la celebrazione della Parola. In questo luogo abbiamo due lotti di terreno per la costruzione della futura chiesa. A poco a poco e con la grazia di Dio stiamo gettando i semi, confidando nella presenza misericordiosa di Dio che ci invia.

Sr Ester Aiolfi, sr Gloria Cardoso e sr Olma Rotava – Boa Vista – RR

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Sr Gabriella Stellini

una pastorella per gli ultimi

Il territorio su cui sorge Verona, abitato sin dal neolitico, è adagiato lungo il corso del fiume Adige e nei secoli ha conosciuto diversi gruppi etnici che vi si insediarono e si svilupparono sino dall’epoca romana, dove la città, in buoni rapporti con Roma sin dal III secolo a. C. raggiunse, con Cesare Augusto, nel 49 a. C. il rango di “Res publica Veronensium”. E da quel momento il suo sviluppo storico, artistico ed economico non conosce sosta. Le bellezze artistiche e letterarie ne dimostrano la grandezza e la forza. Per cinque anni fu persino sede pontificia, dal 1181 al 1186. Sempre in crescendo la città diviene espressione dell’arte e della civiltà dell’intera pianura padana, specialmente durante la signoria scaligera.

Ma Verona non è solo la città piena di storia e molto laboriosa, la cui bellezza affascina e conquista, ma è lo spazio di una Chiesa aperta alla missione e all’annuncio del Vangelo in ogni parte del mondo e nei confronti di tutte le categorie di persone. Migliaia di missionari da Verona sono partiti per portare Cristo nei posti della terra più lontani e complessi e verso le persone più in difficoltà, bisognose di salvezza e di speranza. Anche oggi molti cristiani, sia laici, che religiosi e presbiteri, generati dal grembo fecondo di questa Chiesa, continuano a partire verso le periferie geografiche ed esistenziali dell’umanità per recarvi la novità di Dio, Gesù il Figlio, che ci ha fatto conoscere il Padre e ci ha donato lo Spirito.

In questo contesto civile ed ecclesiale, nel quartiere di Borgo Milano, il 27 aprile 1940, nasce Gabriella, primogenita di Romualdo e Maria Vittoria Panozzo. Una famiglia, la sua, che più tardi Gabriella definirà, forse esagerando, “atea”. In realtà si tratta di una famiglia di gente onesta e laboriosa che scrupolosamente dona ai suoi figli il meglio che ha: una vita dignitosa e un’educazione sana, ed assicura loro i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Infatti Gabriella viene battezzata, un mese circa dopo la nascita, esattamente il 26 maggio, e riceve la Prima Comunione e la Cresima il 23 maggio 1948.

Gabriella vive un’infanzia e una fanciullezza serena, è dotata di un temperamento volitivo, una intelligenza brillante e creativa, una profondità di sentimenti che esprime con naturalezza. E’ una leader naturale tra i compagni di scuola e di quartiere. Generosa e schietta, la sua mente e il suo cuore sono aperti al fascino del mistero.

In una intervista sul quotidiano Avvenire del 5 marzo 1989, così racconta il suo incontro con Cristo: “Vengo da una famiglia atea e, prima che incontrassi Cristo, vivevo una realtà materialista. Entrai per sbaglio in una chiesa e il discorso che un sacerdote stava facendo ad alcuni giovani fu per me come un cerino acceso lanciato su di un carico di esplosivo. Mi piovvero sul capo come lampi, interrogativi che catapultarono la mia vita”.

E’ proprio vero che quando si incontra veramente Cristo, non si può fare a meno di vivere per Lui, come testimoniano molti convertiti. Così Gabriella, dopo un percorso spirituale ben ponderato, il 5 settembre 1960, entra in Congregazione. Ha vent’anni e un fuoco interiore così acceso che la spinge a prepararsi a vivere per Cristo Pastore a servizio del suo gregge.

Gli anni della formazione scorrono velocemente e Gabriella li vive con lo slancio e la generosità propria dei neofiti, di quelli che hanno scoperto il loro grande amore e i loro occhi non vedono altro. Le valutazioni delle maestre di formazione sono molto positive e sottolineano il suo desiderio di andare in missione in terre lontane. Il suo modo di relazionarsi è autentico e gioioso, si dedica ai compiti che le vengono assegnati con scrupolosa esattezza e la sua preghiera è semplice e profonda, fedele e ardente. Perciò alla fine del noviziato viene ammessa alla professione con la valutazione massima che si usava a quell’epoca: buona!

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Emette la prima professione ad Albano Laziale, il 3 settembre 1962 e le viene dato il nome di sr. Maria Fatima. Nel tempo dello juniorato compie gli studi di teologia di base, consegue il diploma di Scuola Magistrale e nello stesso tempo svolge l’agognata missione pastorale nella comunità di San Martino in Campo (PG), dove tra le tante mansioni è anche la cuoca ufficiale della comunità. Tra la gente umbra, semplice e buona, sr Maria Fatima si trova bene ed è per lei l’occasione propizia per apprendere l’arte della cura pastorale del gregge di Gesù buon Pastore. La gente apprezza il suo bel carattere e la sua gioia nel donarsi.

Così, dopo cinque anni di voti temporanei, viene ammessa alla professione perpetua che celebra il 3 settembre 1967, ad Albano, in Casa Madre. Ormai appartiene totalmente a Gesù buon Pastore e il suo cuore è pronto ad esprimere tutte le sue potenzialità fisiche e spirituali. Viene destinata alla comunità di Saliceto Cuneo in cui si dedica all’educazione dei bimbi della scuola materna, a cui lei, da buona Pastorella, aggiunge la cura dei loro genitori e delle famiglie. Ha un entusiasmo contagioso che trascina e conquista, ma vissuto sempre in comunione con le sorelle, che si trovano bene con lei in comunità.

Per cui nel 1969 viene nominata superiora della comunità, incarico rinnovato anche per un secondo triennio, nel 1972. Sono gli anni dell’immediato post-concilio e lo Spirito che ha soffiato potentemente sulla Chiesa entra con energia anche nella Congregazione. Si avverte una forte esigenza di rinnovamento e di adeguamento alle indicazioni conciliari. In preparazione al 2° capitolo generale si costituiscono delle commissioni di studio che metteranno insieme le istanze di innovazione espresse da tutte le sorelle tramite un questionario, a cui partecipano con impegno e entusiasmo nella quasi totalità.

Anche la nostra sr M. Fatima dà il suo contributo creativo aiutata dalla sua totale immersione nella realtà della gente e nella Chiesa locale. Quando il 2° capitolo celebrato nel 1975, dà la possibilità di ritornare, a chi lo desidera, al nome ricevuto nel Battesimo, ella chiede di poter riprendere il nome di battesimo e sarà sr Gabriella per sempre.

Oltre alle forme più visibili del rinnovamento quali la modifica dell’abito religioso, si dà un nuovo impulso allo studio e sr Gabriella si dedica agli studi superiori di Assistente sociale a cui successivamente aggiungerà la specializzazione sui problemi della tossicodipendenza.

Nel 1974 lascia Saliceto Cuneo per far parte di una nuova comunità che le Pastorelle aprono il 15 ottobre, in un quartiere periferico di Pescara, il rione Rancitelli, nella parrocchia Madonna del Fuoco, dove è parroco da due anni don Giuseppe Comerlati. In quegli anni a Pescara, il movimento neocatecumenale, che era all’inizio della sua esperienza ecclesiale, iniziava le catechesi anche nella parrocchia di don Giuseppe. E’ un’assoluta novità che attrae molta gente. Così pian piano la pastorale parrocchiale viene impostata sulla formazione di comunità neocatecumenali che si vanno strutturando e abbracciano l’intero territorio. Sr Gabriella, insieme alle altre sorelle sente di dover condividere con il parroco questa impostazione, ma senza trascurare quei parrocchiani che, per un qualunque motivo, non vi aderiscono. Nella parrocchia infatti sono presenti anche gruppi di Azione Cattolica e dell’Agesci, oltre a quanti frequentano da semplici fedeli, come parte attiva del popolo santo di Dio.

La sua cura pastorale si rivolge prevalentemente alle famiglie sempre con una intenzione formativa, perché la parrocchia diventi una famiglia di famiglie. E’ forte il suo senso della Chiesa, Corpo di Cristo, che rende i destinatari della sua pastorale consapevoli di tutta la realtà parrocchiale e diocesana. La sua passione ecclesiale è coinvolgente, e la sua presenza ai campi-scuola e alle altre iniziative educative fanno di sr Gabriella il punto di riferimento per molti giovani. La testimonianza delle suore Pastorelle crea un contesto favorevole allo sviluppo delle diverse vocazioni ecclesiali, e in quegli anni, alcune ragazze, conquistate dalla novità di una tale vocazione pastorale, entrano in Congregazione

L’insegnamento della religione nella locale scuola media superiore dà a sr Gabriella la possibilità di spaziare nel mondo giovanile ed adolescenziale, che proprio in quella stagione esprime una particolare effervescenza. Con il suo entusiasmo e il suo intuito stabilisce buoni rapporti con i giovani e si va rendendo conto delle tentazioni a cui sono quotidianamente sottoposti. In particolare rimane colpita da alcuni giovani del quartiere che sono caduti nella tossicodipendenza e, dopo matura riflessione, chiede di poter dare il suo contributo in una comunità terapeutica. Così entra come operatrice nella comunità “Il Faro”, iniziata dal Ceis, Centro

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Italiano di Solidarietà, fondato da don Mario Picchi. Si prepara scrupolosamente al nuovo servizio con un Corso di specializzazione sulla tossicodipendenza.

Dal 1984 la troviamo dedicata a questi giovani da recuperare alla vita, impegnandosi anche nei turni di notte ed è ormai esperta nel coinvolgere le loro famiglie nel percorso di recupero. Si tratta di un lavoro molto faticoso che richiede disponibilità e senso di responsabilità, compito che sr Gabriella è felice di poter svolgere.

Ed è proprio alla fine del suo turno di servizio presso il Ceis, l’11 ottobre del 1989, che sr Gabriella, mentre sta tornando a casa in macchina, e procede ordinatamente nella sua corsia, viene sbalzata fuori corsia da un auto che la sorpassa a tutta velocità. Al pronto soccorso riscontrano una ferita alla testa e fratture multiple in varie parti del corpo, che a un primo esame sembrano di lieve entità. Anche il versamento polmonare viene considerato un fatto normale dopo un simile trauma. Ma purtroppo non era di lieve entità, perché dopo sei giorni sopraggiunge un’embolia che pone fine alla sua vita proprio al momento della massima fecondità pastorale.

Sr Gabriella ha solo 49 anni, e 29 di vita religiosa, ma certamente è già spiritualmente matura per andare incontro al suo Signore, Gesù buon Pastore, che l’ha scelta per essere icona della sua bontà proprio con i fratelli più bisognosi, quegli ultimi tra gli ultimi di cui è così difficile prendersi cura. E’ stata una Pastorella particolarmente sensibile ai problemi degli “ultimi” ai quali ha dedicato le energie migliori della sua vita, sino a donarla totalmente. E lo ha fatto con pienezza di gioia.

Sr Giuseppina Alberghina, sjbp

“Misericordia ed Economia”

Carissime sorelle, vorrei condividere con voi alcune riflessioni che, alla luce dell’Anno della Misericordia e in stretto legame con l’ambito economico, toccano da vicino il nostro vissuto personale e pastorale.

Ognuna di noi è consapevole dei rapidi mutamenti a livello economico, politico e sociale che stanno vivendo i nostri popoli. L’invito ripetuto di Papa Francesco a considerare come un grande male “la globalizzazione dell’indifferenza”, forse è per noi un invito a riflettere su ciò che possiamo vivere e proporre ai nostri contemporanei perché avvenga la “globalizzazione della solidarietà” e quindi vinca la misericordia.

Ci toccano da vicino le sofferenze di tanti migranti che si rivolgono all’Europa per trovare riparo dalle guerre e povertà e le reali difficoltà che affronta l’Europa per trovare la strada migliore per l’accoglienza e anche per la lotta al terrorismo. Se volgiamo lo sguardo all’Oriente, costatiamo anche lì tensioni politiche e grande diversità nel modo con cui gli Stati assicurano una politica sociale di pari opportunità, d’accoglienza e di lotta alla povertà. E in questi ultimi giorni seguiamo con preoccupazione nell’America Latina il clima teso, che scaturisce da realtà nazionali in reale difficoltà e in particolare nel Brasile che si trova in una profonda crisi politica che da qualche tempo grava sull’economia, già in difficoltà; ugualmente seguiamo la realtà del Venezuela che da anni lotta per far riemergere la democrazia e uscire da ciò che oggi si definisce come una crisi umanitaria per carenza di medicine e anche di cibo.

Ognuna di voi nel contatto quotidiano con tante realtà, avrà una visione senz’altro realista su ciò che si sta vivendo e senza dubbio si sente spronata personalmente e come comunità a dare il proprio contributo per lenire le ferite del nostro popolo e accogliere l’invito di Papa Francesco:

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«In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo»1.

Ma cosa dice a noi oggi il mettere a confronto la Misericordia e l’economia? Possono andare insieme? Una risposta la troviamo in un dossier pubblicato dall’Associazione Nazionale dei Commercialisti Italiani, intitolato: ”Misericordia ed Economia: utopia o binomio indispensabile?”. In questo documento essi fanno un’accurata analisi storica delle diverse teorie economiche, le ricadute in diverse Nazioni e fanno anche un’analisi fondata su statistiche. Alla fine però approdano a questa conclusione:

«Per chiudere con le parole che lo stesso Papa Francesco ha rivolto allo World Economic Forum 2016 di Davos, la visione di un capitalismo veramente fruttuoso per l’uomo è quella in cui “l’attività imprenditoriale è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti, soprattutto se comprende che la creazione di posti di lavoro è parte imprescindibile del suo servizio al bene comune. Come tale, essa ha la responsabilità di aiutare a superare la complessa crisi sociale ed ambientale e di combattere la povertà”. Dunque, la Misericordia è componente imprescindibile di un’economia che sappia salvare se stessa tutelando la dignità dell’uomo e salvaguardando la casa comune facendosi carico delle due dimensioni inestricabilmente congiunte della sostenibilità sociale e di quella ambientale»2.

Il 2 marzo, nella Cattedrale di San Giusto martire – Diocesi di Trieste, ha avuto luogo un incontro significativo tenuto dal prof. Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, sul tema “Misericordia e affari: due mondi separati. La proposta cristiana”. In quella sede il prof. Zamagni disse:

«E’ possibile coniugare i due aspetti. Il cristiano deve poter credere ad una tale declinazione perché in caso contrario si troverebbe al cospetto di un dilemma etico» Ma come si coniugano in pratica i due mondi separati? «Mirando intanto ad una nozione di giustizia finalizzata al bene, evitando la trappola del facile giustizialismo e stabilendo all’interno della sfera economica e imprenditoriale forme di relazioni interpersonali, in modo più attivo e umano»3

Concludo con le parole di Mons Enzo Gerardi che, a mio avviso, sono una provocazione per il nostro vivere e propone la povertà evangelica nei diversi ambiti pastorali:

«La beatitudine della povertà si ottiene quando la vita si lascia plasmare dal dono, quando le cose non sono più tiranne, quando il cuore si è liberato dalla passione dell’avarizia e della cupidigia. Il passaggio dalla logica del possesso alla logica del dono ottiene ciò che l’uomo desidera dalla vita, vale a dire la beatitudine»4

Ringraziamo la Divina Provvidenza per tutti i suoi benefici e ci sentiamo unite nell’impegno quotidiano a vivere la povertà secondo il cuore del Pastore misericordioso e con il colore paolino che ci ha trasmesso il nostro Beato Giacomo Alberione.

Vi auguro un fecondo periodo pasquale e vi chiedo una preghiera particolare per gli incontri continentali di economia previsti in questo anno perché siano momenti di grazia per la nostra Famiglia religiosa.

Con gratitudine, sr. Aminta Sarmiento Puentes economa generale

1 Misericordiæ Vultus, Bolla Pontificia di Papa Francesco, Roma 2015, n. 15 2

Giovanni Castellani e Giovanni Ferri, «Misericordia ed economia: utopia o binomio indispensabile?» in Fondazione Nazionale Commercialisti,

Roma 2016. 3 Cardella Francesco, Il “matrimonio cristiano” tra gli affari e la misericordia, in Quotidiano il piccolo, Trieste, 4 marzo 2016. 4 Gerardi Enzo, Le malattie dell’anima, EDB, Bologna 2013,133

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FAMIGLIA PAOLINA IN CAMMINO CON LA CHIESA

A Cebu, Filippine, dal 24 al 31 gennaio 2016 ha avuto luogo il 51° Congresso Eucaristico Internazionale dal tema: “Cristo in voi, speranza della gloria”. Durante questo evento sono intervenuti oltre 15.000 delegati provenienti da 73 paesi del mondo. Il momento più sentito e partecipato è stato quello della processione Eucaristica, dove una folla di circa un milione e mezzo di persone, ha camminato per più di tre chilometri con grande devozione e raccoglimento. Per tutti è stata una forte esperienza di essere e sentirsi Chiesa in cammino.

Alcuni rappresentanti della Famiglia Paolina hanno condiviso questo incontro attorno all’Eucaristia, secondo la particolarità del dono ricevuto da ogni istituto. Le Pie Discepole per un giorno, sono state direttamente coinvolte nella guida della celebrazione delle Lodi con tutta l’assemblea, ed hanno animato anche il Simposio Teologico CEI, che di solito precede il Congresso, al quale hanno partecipato anche alcuni membri dell'Istituto paolino della Sacra Famiglia. Durante il Simposio, Sr. M. Anthony Bassa PDDM e il P. Norman Peña Melchor SSP, insieme ad altri relatori, hanno contribuito con le loro riflessioni sull'Eucaristia e il dialogo della Chiesa con le culture. Inoltre, i nostri fratelli e sacerdoti della Società San Paolo sono stati invitati dalla Conferenza Episcopale delle Filippine a curare l’informazione mediatica. Le Paoline di Cebu hanno partecipato al Congresso proponendo una ricca mostra di libri, sussidi e materiale vario. Erano presenti anche alcune suore Pastorelle inviate dalle loro diocesi.

I PAOLINI IN ASCOLTO DI PAPA FRANCESCO

La comunità religiosa della Società San Paolo di Vicenza, accogliendo l’invito della Chiesa locale e del Sindaco della città, ha cominciato ad ospitare, già dal 2012, alcuni profughi, provenienti da Libia, Nigeria, Etiopia, Siria, Iraq e Ghana. A tutt’oggi sono oltre 40 profughi ospitati dalla comunità paolina. La maggioranza sono giovani con storie molto sofferte, lavoravano in Libia prima dello scoppio della guerra e, a causa del conflitto, sono fuggiti in barca approdando a Lampedusa. I Paolini continuano l’accoglienza di questi fratelli in collaborazione con la cooperativa sociale Cosep di Vicenza. I ragazzi s’impegnano ad imparare la lingua italiana, e sono entrati nei progetti di integrazione sociale nella realtà vicentina per contribuire al miglioramento della città.

TESTIMONIANZA A FAVORE DELLA DIGNITÀ DELLA DONNA

Una Figlia di san Paolo congolese, sr. Pélagie Banze, ha partecipato all’incontro dal tema Lo stupro uccide ma anche il silenzio, organizzato a Roma il 9 di marzo 2016 in occasione della festa della donna, dall’Associazione di donne di origine congolese TAM TAM D’Afrique. Sr. Pélagie ha offerto una testimonianza riguardante le donne vittime di stupro del proprio paese. L’incontro si è svolto presso Palazzo Montecitorio in cui ha sede la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana. Durante l’incontro si è discussa anche la possibilità di creare un tribunale penale che punisca i colpevoli di stupri usati come arma di guerra nella Repubblica Democratica del Congo.

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Vita consacrata in comunione. Il fondamento comune nella diversità delle forme

A Roma, dal 28 gennaio al 2 febbraio 2016, quattro Pastorelle, sr Rita Ruzzene, sr Maria de Fátima Piai, sr Magally Marin e sr Cristiane Ribeiro, hanno partecipato al convegno conclusivo dell’Anno della Vita Consacrata che aveva per tema: “Vita consacrata in comunione. Il fondamento comune nella diversità delle forme”. Un evento internazionale al quale hanno partecipato circa 5.000 consacrati e consacrate, provenienti da diverse parti del mondo. Nel programma si sono alternate giornate di studio e di riflessione, veglie di preghiera, tempi per ritrovarsi e approfondire lo specifico di ciascuna forma di vita consacrata, con uno sguardo profetico verso il futuro. Grazie a questo ritrovarsi insieme abbiamo potuto meglio riconoscere nell’oggi del grande mosaico della Vita consacrata, l’unica chiamata nella diversità delle forme: Ordo Virginum, vita monastica, Istituti apostolici, Istituti secolari, nuovi Istituti e nuove forme di Vita consacrata. In tale occasione abbiamo potuto iniziare, come vita consacrata, un cammino comune nel grande Giubileo della Misericordia che ci spinge soprattutto ad essere volto della misericordia del Padre, nelle nostre comunità religiose ed ecclesiali.

Nelle varie giornate abbiamo avuto diverse modalità d’incontri: alcune vissute insieme nell’aula Paolo VI in Vaticano, altre in diversi luoghi di Roma in base alla forma specifica di vita consacrata e alla lingua d’origine, per approfondire alcuni aspetti specifici della propria vocazione. I vari temi sono stati svolti sempre in rapporto alle nuove sfide del mondo odierno. Il 1° febbraio nell’aula Paolo VI abbiamo incontrato papa Francesco, il quale ci ha parlato dei tre pilastri della Vita consacrata: profezia, prossimità e speranza, vissuti nell’obbedienza del cuore come quella di Gesù. Il Papa ci ha esortato ad una vita ‘in uscita’ che non dimentichi però, le persone più prossime, quelle con cui si vive insieme, poiché esse sono il “prossimo più prossimo”. Inoltre ci ha raccomandato caldamente di evitare le chiacchiere che ‘uccidono’ la vita fraterna e ci fanno diventare “terroriste” dentro le nostre comunità. In fine ci ha invitato a chiedere al Signore di far nascere figli e figlie dalle nostre Congregazioni perché «ne abbiamo bisogno!».

Nella serata di questo stesso giorno abbiamo contemplato la meravigliosa opera di Dio nella storia di salvezza, nella vita dei santi e nella testimonianza dei martiri, attraverso l’Oratorio ‘Sulle tracce della Bellezza’, diretto da Mons. Marco Frisina. È stato un alternarsi di canti e danze, che hanno fatto rinascere in noi la speranza nella vittoria finale del bene sul male, della vita sulla morte.

Consapevoli della continua necessità della misericordia di Dio, mentre camminavamo nel pellegrinaggio giubilare verso la Basilica papale di S. Pietro, con lo sguardo fiducioso proteso verso il futuro, abbiamo concluso il Convegno con la celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre, ed offerto al Signore, in particolare la nostra gratitudine per tutto quello che opera in noi.

Sr Magally Marin e sr Cristiane Ribeiro sjbp

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“IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA” «Dio non è un dogma che mi tiene in chiesa, ma la relazione che mi tiene in vita».

Questa frase del teologo milanese Pierangelo Sequeri può essere la chiave per entrare e interpretare la questione di fondo che soggiace a molte pagine evangeliche. Chi è Dio e chi non è Dio? «Non è un dogma che mi tiene in chiesa, è la relazione che mi tiene in vita». E mi pare l’atteggiamento più calzante per metterci in ascolto di questa autoaffermazione di Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14,6). (…)

Questa affermazione di Gesù - Romano Guardini nel libro L’essenza del cristianesimo, la chiarisce così: «Cristo non dice dunque: io vi mostro la via, ma io sono la Via. Non: io v’insegno la verità, ma io sono la Verità. Non: io vi apporto la vita, ma io sono la Vita. Non: io ho visto il Padre e racconto del Padre, ma chi vede me vede il Padre». La via, la verità e la vita sono cioè scritte per sempre nella carne di Gesù. La via dunque non è un prontuario di precetti, la vita non è un concetto fatto di vaghezze, la verità non è un catalogo di definizioni, nemmeno un catechismo. È una persona viva, in carne e ossa. (...)

«Io sono la Via». È interessante notare che questa Parola “via” è l’unica volta che ricorre nel Vangelo di Giovanni (in 1,23 ricorre “via”, ma è una citazione di Isaia 40,3 (Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore…», presente in tutti i vangeli; verità e vita, invece, ricorrono decine di volte nel quarto Vangelo). Questa parola aveva per gli ebrei una risonanza enorme: ricorre oltre 700 volte nell’Antico Testamento e spesso si riferisce alla legge mosaica pensata abitualmente come la via della salvezza («Insegnami Signore la tua via, perché nella tua verità io cammini», Salmo 86,11; e anche il Salmo 119). Ora è Gesù, la sua persona, la sua parola, il suo comportamento la vera e unica via. Decisiva e non sostituibile.

Io sono – dice Gesù – il sentiero attraverso cui Dio, Colui che nessuno ha mai visto, si fa compagnia. Gesù definisce così il suo ruolo, e noi apprendiamo che viene per noi. Noi non camminiamo da soli, non siamo senza guida. Gesù è la via che ci porta alla dimora dai molti posti. Ecco perché, come sta scritto nel libro degli Atti, i primi cristiani venivano chiamati “i seguaci della via”, “odòs”, la via (Atti 9,2).

Gesù, che si era presentato: «Io sono la porta», oggi ci dice: «Io sono la Via», “sono la strada”. Ci ha detto – lo ricordiamo – che «il pastore cammina davanti al gregge», oggi ci dice «Io vado… quando sarò andato, tornerò…». Siamo quasi un ovile che viaggia. Uomini e donne in esodo, in movimento. Una comunità, una parrocchia, una Chiesa in esodo. (…)

Gesù non porta la verità: è la verità. L’affermazione “Io sono la Verità” dice che Gesù è la rivelazione di Dio, il suo autocomunicarsi per salvare e arricchire l’uomo della sua divinità. La verità, dunque, non una proposizione. È una persona. Rivelando la verità, Gesù rivela il Padre.

Con una avvertenza, che ci suggerisce lo stesso verbo: re-velare, che è anche rafforzamento del velare, un velare nuovamente. Rivelandosi nelle nostre parole, nella nostra stessa carne, l’Eterno non solo si è detto, ma si è anche più altamente taciuto. Rivelandosi Dio si vela. Comunicandosi si nasconde. Parlando si tace, come ama dire don Bruno Forte. (…)

Conosciamo la verità se Dio diventa riconoscibile. E diventa riconoscibile in Gesù di Nazareth. In Lui, sono parole di Papa Benedetto XVI, «Dio è entrato nel mondo, ed ha con ciò

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innalzato il criterio della verità in mezzo alla storia. La verità esternamente è impotente nel mondo; come Cristo, secondo i criteri del mondo, è senza potere: Egli non possiede alcuna legione. Viene crocifisso. Ma proprio così, nella totale mancanza di potere, Egli è potente, e solo così la verità diviene sempre nuovamente una potenza».

La verità di cui parla Gesù è proprio la rivelazione in se stesso del Padre e del suo disegno salvifico. Allora Gesù è venuto verso di noi per mostrarci chi è il Padre, che ci ama infinitamente fino a dare suo Figlio per noi. Anzi, è più corretto usare il singolare: Gesù è venuto per mostrarmi chi è il Padre, che mi ama infinitamente fino a dare suo Figlio per me. Questo mi fa capire la mia dignità infinita. E come me l’ha rivelata questa verità? Facendosi mio fratello.

È per questo che è la Vita. Gesù ci ha donato la vita, la vita di Dio, ci ha donato l’amore di Dio come nostra vita. Gesù non ha fatto altro con le sue parole e con le sue opere che rivelare l’amore del Padre. E dice: «Già da ora lo conoscete e l’avete visto». E dove e quando l’abbiamo visto? L’abbiamo visto in Gesù che lava i piedi, in Gesù che dà il boccone a Giuda e quando lo contempliamo nel suo fianco trafitto. (…)

Gesù manifesta, non solo di essere in tutta la sua vita terrena di Verbo incarnato mediatore (via) e rivelatore (verità), ma salvatore (vita) – nella pienezza – nella sua “ora”: Gesù crocifisso, morto e risorto è pienamente via, verità e vita per i suoi e nessuno va al Padre se non vede il Padre rivelarsi nel Figlio crocifisso, morto e risorto.

«Io sono la resurrezione e la vita…» (Giovanni 11,25), dice Gesù a Marta, in lacrime per la morte del fratello Lazzaro. È questo l’annuncio che cambia. È la grande notizia. Marta, cui Gesù manifesta il suo “essere resurrezione e vita”, non può non comunicarlo alla sorella: «Il Maestro è qui e ti chiama». Ecco: a cambiarci è l’esserci di Dio.

Vorrei a questo punto evocare la sintesi fatta dal Primo Maestro, in una meditazione del settembre 1942 proprio alle Pastorelle:

«Chi è il buon pastore? È colui che si fa per il suo gregge, ad imitazione di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita».

Via - cioè modello. Il Buon Pastore indica al popolo la via più con la sua vita che con la sua parola (...). Egli ci pasce coi suoi santi esempi.

Verità. Gesù insegnò le verità più alte, necessarie a tutti, in maniera facile, pratica. La sua dottrina ci viene trasmessa dalla Chiesa nei catechismi e nelle prediche. Essa riempì i trattati di teologia e le biblioteche. A tutti è necessario possederla in qualche misura. Gesù pasce con la dottrina.

Vita, Gesù Buon Pastore ci fa vivere con la sua propria vita. “La mia vita è Cristo” (Fil 1,21), dice san Paolo. Per riacquistarci questa vita Gesù è morto sulla croce. Il Buon Pastore dà la vita per le sue pecorelle (...). Gesù pasce i nostri cuori». (PrP III, 1942, pp 78-79)

E nel 1939, invitava le postulanti che si preparavano a vestire l’abito delle Pastorelle a rivestirsi delle virtù di Gesù Buon Pastore, il quale può dire di sé: “Io sono la Via, la Verità, la Vita” (cfr PrP I, 1939, pp.43-44) (…)

Gesù autorivelandosi usa il verbo presente. «Io sono la via, la verità e la vita», «Io sono la resurrezione e la vita…». È oggi, fa oggi, segni di resurrezione e di vita. Gesù è accanto a noi quando attualizziamo nell’oggi segni di resurrezione e di vita. (…)

(Stralci di un ritiro spirituale tenuto da don Vincenzo Marras ssp alla comunità generalizia il 20 febbraio 2016)

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I consacrati in Rete: una chiamata alla testimonianza fedele

I religiosi, in gran numero, sono presenti in Rete, non possiamo negarlo. Infatti, è

buono che ci siano, perché, in virtù della loro consacrazione hanno un ruolo ecclesiale molto determinato e la loro presenza diventa proprio un compito apostolico, quindi con una responsabilità raddoppiata. Il grande problema non è esserci, ma come si è presenti.

Perciò è urgente che i religiosi abbiano coscienza della loro chiamata alla testimonianza fedele nel mondo digitale che, come la testimonianza in qualsiasi ambiente cui si trovano, diventa proprio un impegno assunto liberamente con la professione pubblica dei consigli evangelici. Infatti, l'Internet è un luogo di missione in cui servono missionari subito1. È giusto che ci si aspetti dai religiosi una testimonianza eloquente e fedele in un ambiente così ampio, frammentato e povero di punti di riferimento. La solidità della Chiesa e della vita consacrata, fondata nella lunga tradizione dei valori cristiani, potrebbe diventare un riferimento, se i religiosi, con la loro testimonianza, riuscissero a comunicare questi valori nel linguaggio digitale. Certamente molti già lo fanno e con grande fecondità – basta fare un giro in Internet e guardare alcuni siti istituzionali, ma anche dei profili personali nelle reti sociali, di religiosi e religiose che non comunicano sé stessi o una ideologia qualsiasi, ma la gioia della loro consacrazione, della loro appartenenza a Cristo Gesù.

Certamente la presenza dei religiosi in Rete non si può ridurre soltanto ad allestire dei siti per divulgare il proprio istituto – molte volte ridotti al solo scopo vocazionale – e nemmeno a pubblicare dei bei messaggi religiosi nelle reti sociali. Occorre mettersi in gioco con la testimonianza concreta ed efficace che si fa annuncio della Buona Novella. È un modo privilegiato di esprimere il proprio servizio alla Chiesa, custodendo il messaggio evangelico, ma anche di sostenere uno stile di vita consono a questo messaggio. Se la loro vita è autentica traspare anche attraverso il Web.

La vita religiosa è chiamata ad essere un soggetto attivo e qualificato di questo cambiamento antropologico e culturale che stiamo vivendo e come tale bisogna assumerne la responsabilità. «Ciò richiede una riqualificazione del senso dell’essere in Rete. Ma, per far sì che anche in Internet possano essere piantati i semi del Verbo, bisogna ritenere Internet come un ambiente, immateriale ma tangibile, artefatto ma reale»2.

Per pensare: Quando un religioso si inserisce in una Rete sociale lo fa personalmente o come

Congregazione? In caso di mancata testimonianza, quale immagine viene veicolata: soltanto la sua personale oppure quella di tutta la Congregazione e conseguentemente della Chiesa?

Sr Cristiane Ribeiro sjbp

1 Cf. V. COMODO, Cons@crati on line, 69.

2 V. COMODO, Cons@crati on line, 19.

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Arrivi e partenze

sr Magally Marin dal Venezuela 12.01.2016 sr Maria de Fátima Piai da Brasile SP 25.01.2016 sr Maria de Fátima Piai per il Gabon - Brasile SP 06.02.2016

Suore di Gesù Buon Pastore

sr Giuseppa Antonina La Barbera (ICS-AL) 23.12.2015 sr Piera Rossetto (ICN-MZ) 02.02.2016

Familiari

fratello di sr Lina Bragiotto (ICS-AL) 16.01.2016 sorella di sr Giuseppina Alberghina (DGG) 22.01.2016 fratello di sr Emilia Melotto (ICS-AL) 10.02.2016 papà di sr Monica Reda (DGG) 13.02.2016 sorella di sr Nancy Omaña Polentino (CO-VE-ME) 22.02.2016 fratello di sr Rosa e sr Gemma Alfano (ICS-AL) 22.02.2016 sorella di sr Carmen Dore (ICN-MZ) 03.03.2016 mamma di sr Ines Creuza do Prado (BR SP) 13.03.2016 sorella di sr Bianca Maria Ballerini (ICN-MZ) 28.03.2016 sorella di sr Aida Virtudez (PI-AU-SA-TA) 04.04.2016 fratello di sr Teresa Floris (ICN-MZ) 06.04.2016 fratello di sr Bonafe Agawin (PI-AU-SA-TA) 11.04.2016

Figlie di San Paolo

sr M. Lilia Molinati Albano Laziale (RM) 03.01.2016 sr M. Paola Liwag Pasay City (Filippine) 09.01.2016 sr Adele Cordero Alba (CN) 12.01.2016 sr M. Cristina Ochoa Monje Città del Messico 13.02.2016

Page 21: CTN anno XXXXI 2016/1 - p. 2 - pastorelle.org · che avanza o la malattia che arriva improvvisa; dalle delusioni della vita comunitaria e dalle resistenze nel ministero pastorale

CTN anno XXXXI 2016/1 - p. 21

sr M. Tarcisia Pasquale Albano Laziale (RM) 14.02.2016 sr Laurina Profazi Albano Laziale (RM) 25.02.2016 sr Giovanna Val Onorina Isidora Alba (CN) 26.02.2016 sr Maria Rosa Piensi Albano Laziale (RM) 03.03.2016 sr Giacinta de Stefani Nerina Alba (CN) 10.03.2016 sr M. Amalia Grazia Esposito Albano Laziale (RM) 19.03.2016 sr Agnes Maria Motomura Tamiko Hiratsuka (Giappone) 30.03.2016 sr M. Gabriella Martini Alba (CN) 31.03.2016

Pie Discepole del Divin Maestro

sr M. Adele Vitale Bra (CN) 10.12.2015 sr M. M. Carmen Cordoba (Argentina) 04.01.2016 sr M. Egidia Ceclina Maccioni Albano Laziale (RM) 14.02.2016 sr M. Alfonsa Theresa d’Souza Bangalore (India) 02.02.2016 sr M. Egidia Celina Maccioni Albano Laziale (RM) 14.02.2016 sr M. Karla M. Elena Castro Valenzuela Città del Messico 09.03.2016 sr M. Tarcisia – Araceli Pacheco Camargo Bogotá (Colombia) 16.03.2016 sr M. Amalia Villa García Madrid (Spagna) 31.03.2016

Società San Paolo don Mario Fernando Passarelli Roma 11.12.2015 don Salvatore Ciaccio San Paolo (Brasile) 03.01.2016 fr John Thomas Vincent Alemcheril Mombai (India) 13.01.2016 fr Natale Angelo Pellizzari Alba (CN) 23.01.2016 fr Aldo Pier Daniele Toppan Alba (CN) 23.01.2016 fr Antonino Alberto Parlavecchio Alba (CN) 25.01.2016 don Servillano Martin Sinoy III Cagayan De Oro (Filippine) 28.02.2016 fr Eliécer Antonio López Sarmiento Bogotá (Colombia) 19.03.2016 don Giuseppe Attilio Dadomo Roma 27.03.2016 don Aurelio Paolo Marzilli Ariccia (Roma) 05.04.2016

Annunziatine

Anna Lombardo Trapani 12.02.2016 Giuseppina Cancian Torino 11.04.2016

Responsabile: equipe informazione. Pubblicato nel sito www.pastorelle.org il 16 aprile 2016