n 6 - agosto/settembre 2013 - anno XXXXI · dono e rubano. E poi hanno detto che vogliono prenderci...

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Attendono il tuo aiuto ...Per voi svuotando I Catechisti di Bokela n 6 - agosto/settembre 2013 - anno XXXXI Progetti in corso Centrafrica Editoriale Generosità contagiosa pag. 2 Quale futuro pag. 3-4 Attendono il tuo aiuto pag. 8-11

Transcript of n 6 - agosto/settembre 2013 - anno XXXXI · dono e rubano. E poi hanno detto che vogliono prenderci...

Attendono il tuo aiutopag. 10-17

...Per voi svuotando il sacco...Pag. 21-22

I Catechisti di BokelaPag 3-4

n 6 - agosto/settembre 2013 - anno XXXXI

Progetti in corsoCentrafricaEditoriale

Generosità contagiosapag. 2

Quale futuropag. 3-4

Attendono il tuo aiutopag. 8-11

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M entre mi accingevo a scrivere questo poche righe misono imbattuto in due episodi che mi hanno com-mosso e che dimostrano quanto il cuore dei piccoli

sia sensibile. Due lezioni dal Sud del Mondo., che voglio con-dividere con voi, cari Amici.

Una viene dall’India ed è riportata nella testimonianza di SuorValsa, Direttrice della scuola primaria “Jyothidhara” (Fonte diluce) in Kerala (v. pag. xx del giornale). L’OPAM ha aiutato

questa scuola con l’arredo dei banchi nuovi per 4 classi. I ra-gazzi facevano i salti di gioia trovando al rientro dalle vacanzela scuola trasformata. “Abbiamo spiegato ai nostri ragazzi -scrive Sr. Valsa - come gli amici all’estero ci pensano e ci aiutanocon i loro risparmi. Questo fatto ha commosso anche loro e hannodeciso di imitare la generosità di chi ci aiuta, per aiutare con iloro piccoli sacrifici due persone non vedenti che frequentano ilnostro ambiente. Hanno già fatto due piccole raccolte una a favoredei due ciechi e un’altra per due poveri che avevano bisogno di in-terventi per insufficienza renale. Questo per dirvi come i nostriragazzi a loro volta stanno diventando sensibili alle necessità dellepersone bisognose. Come la gioia anche la generosità è contagiosa.Grazie perché non solo ci avete aiutati ma anche perché con i vo-stri gesti concreti avete insegnato ai nostri piccoli la grande lezionedella carità e della solidarietà”. Fa piacere constatare che l’istru-zione non si ferma alle nozioni, ma incide nella vita. E’ questala vera alfabetizzazione, quella che opera un cambiamento delcuore, che rende profondamente liberi. E i poveri sono anchein questo i nostri maestri.

Un secondo flash mi è giunto dal testo di una conferenza a ungruppo di sostenitori che un amico sacerdote congolese mi ha

inviato. Si tratta di una lezione di gratitudine, che viene da unbambino sostenuto da una famiglia attraverso le adozioni sco-lastiche a distanza nella Rep. Democratica del Congo. “Nellanostra parrocchia ogni anno, con i bambini adottati dall' Asso-ciazione di amici che ci sostiene, organizziamo una Messa per ibenefattori. Tuttavia alcuni bambini, ritenendo che un'unicaMessa non sia sufficiente a pregare per tutti i loro benefattori,hanno preso l’abitudine di prenotare una Messa speciale. Ricordoin particolare un bambino che aveva prenotato la “sua” Messa.

Quel giorno durante la celebrazione non ho dettoil nome del suo benefattore. E' accaduto perché ilsacrestano aveva dimenticato di segnarlo nel librodelle intenzioni. Quando la Messa è finita, sonostato rimproverato da questo bambino che in la-crime manifestava la sua delusione per quella chelui riteneva una grave mancanza. Avevo ferito aisuoi occhi la profonda gratitudine che provavaper il suo benefattore”.

E’ importante, in un’epoca come la nostra, chepare sempre più povera di valori semplice-mente umani, dare spazio a questi sentimentidi gratitudine e di generosa condivisione. Difronte all’incertezza del domani che spaventa,è facile cadere nell’egoismo che ci fa tener benstrette le nostre conquiste e i nostri beni, in-

differenti ai bisogni degli altri.In questo contesto ammiro sempre di più l’impegno di tantepersone che a prezzo di rinunce, a volte a comprarsi un vestitoo un paio di scarpe, mantengono viva la solidarietà e sannofarsi prossimo a chi è nel bisogno. Grazie all’OPAM siamo te-stimoni di questo lato luminoso della vita. Mi meraviglia comeanche in questo tempo di crisi economica non manchino lepersone generose che lavorano per l’affermarsi di questa nuovacultura della solidarietà. Un gesto d’amore: il sostegno di unbambino agli studi, il contributo ad un progetto per l’educa-zione delle donne, la costruzione di una scuoletta rurale, lo sti-pendio garantito ad un maestro perché possa continuare la suamissione educatrice, a volte sono più importanti dei grandipiani di sviluppo, o delle alchimie degli economisti perchésono gesti che rivelano l’affermarsi tenace di un nuovo uma-nesimo che impegna la persona e non demanda alle istituzioni.La dimensione solidale della nostra vita è fondamentale per lanostra identità di esseri umani, che non possiamo vivere comese fossimo soli al mondo ignorando l’esistenza e le condizionidi vita dell’altro, anche se lontano da noi. E non abbiamopaura del contagio della generosità!

Don Aldo Martini

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Ragazzi costretti a bruciarele tappe della crescitaUn gruppo di ragazzi di Bimbo, nella zonasud-ovest della capitale Bangui, cercanoun’occupazione durante questo tempo dicrisi. Hanno dai 10 ai 20 anni di età. Sonofortunati rispetto ai loro coetanei perché sonoamici dei frati cappuccini il cui convento sitrova nel loro quartiere. Ormai questo luogoè anche la loro casa: ci vengono per la messadomenicale nella cappella di Sainte Marie desAnges, alcuni fanno parte della corale, altridel gruppo dei lettori ed altri ancora dei chie-richetti. Durante la settimana provano i cantiin una sala polivalente, e questo momentorappresenta per alcuni di loro anche l’occa-sione per imparare a suonare. Ma durantequesto periodo di “occupazione Seleka”, come dice la genteche non riesce a capire il fatto che da oltre due mesi dal colpodi stato questi soldati continuino a comportarsi come unavolta al tempo delle razzie schiaviste, questi ragazzini sono an-dati a chiedere ai frati cosa fare per guadagnare onestamentei soldi per vivere. Cosi i frati hanno distribuito incarichi atutti: alcuni si occupano di rifornire di acqua il convento,visto il problema dell’approvvigionamento di acqua nel quar-tiere. Fanno due o tre carichi al giorno e alla fine della setti-mana possono guadagnare un po’ di soldi. Alla domanda: “Mai soldi guadagnati vi servono solo per comprare da mangiare?”«No, no! Mi compro subito un paio di scarpe. Guardate queste,sono molto consumate» dice Rodrigue, sorridendo. «Io inveceho bisogno di camicie e pantaloni. Andrò al mercato di Km 5per comprarmeli» dice un altro. Fuori delle mura dei frati troviamo un altro gruppo che si-stema la strada molto rovinata a causa delle ultime piogge.Nessuna tra le persone che giornalmente vi transitano si sognadi fare qualcosa. Per incoraggiare questi ragazzi, Fra’ AristideNgoto ha chiesto loro di fare questo lavoro che in un Paesenormale sarebbe competenza del Comune. Arrivano ogni

mattina alle 7 e lavorano fino alle 12. «Ci prendono in giroquesti politici. Non si preoccupano per niente del nostro futuro.Non c’è scuola. Parlano e promettono ma poi... niente. Anzichépassare il tempo per strada abbiamo preferito impiegare il tempoper lavorare e in questo modo ci teniamo occupati e ci togliamodai rischi della vita in strada che ora più che mai sono molti.Come vedete, da due giorni la situazione è un po’ più tranquilla.Altrimenti avreste già sentito dei colpi sporadici: sono quei ladridel Seleka che sparano quando incontrano resistenza. Uccidonocome se niente fosse. Dicono che non hanno da rendere conto anessuno… E’ cosi quasi tutti i giorni…» dice uno dei ragazziinterrogati.«I Seleka sono cattivi perché violano i diritti dei bambini, ucci-dono e rubano. E poi hanno detto che vogliono prenderci in ostag-gio e chiedere 50.000 cfa (76 €) per la liberazione di ognibambino. Abbiamo paura ogni volta che usciamo di casa per an-dare a scuola. Ma adesso è un po’ più sereno» dicono nello stessotempo una ventina di ragazzi della scuola Saint Joseph aBouar. «Guarda cosa hanno fatto i ribelli Seleka. Hanno di-strutto il Paese. Quando sono arrivati a Bangui hanno fatto peg-gio. E adesso sono arrivati a Bouar, e la gente fugge. Cominciano

Repubblica Centrafricana: un futuro tra incertezza e speranza

P adre Marius Toussaint Zoumalde è un amico cappuccino dell'OPAM che vive a Bouar (Rep. Centrafricana). A lui abbiamochiesto di descriverci cosa sta succedendo nel suo Paese, con uno sguardo particolare sui giovani e sulla situazione scolastica. LaRep. Centrafricana da oltre tre mesi sta vivendo una profonda crisi in seguito al colpo di stato del leader del Seleka, Michel Djo-

todia. Il Seleka (“Alleanza” in lingua Sango) è una coalizione di gruppi armati ribelli che hanno rovesciato il regime di François Bozizéil 24 marzo scorso e che continuano a seminare terrore e insicurezza nel Paese. La situazione ci sta molto a cuore anche perché qui vivonotante persone che tutti voi avete imparato a conoscere e amare come ad esempio i ragazzi e le famiglie Kizito di Sr. Elvira Tutolo di Ber-berati. Invitiamo tutti a continuare a restare a fianco di questo popolo con il sostegno e la preghiera.

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a ripetere le stesse cose qui. Non è giusto»dice Octave, un bambino di terza elemen-tare. I bambini non hanno più il tempo digiocare come una volta. Rimangono acasa. Alcuni sono partiti alla volta dei vil-laggi rurali d'origine dei loro genitori perstare più tranquilli. Gran parte dei ragazzidi Bouar non hanno più voglia di studiare.Ripetutamente è stata proclamata la ri-presa delle attività didattiche ma i maestrie i professori non si sono presentati. Ora-mai le famiglie non ci credono più e perquesto hanno chiesto ai loro figli di aiu-tarli nel lavoro dei campi. Da 20 anni acausa della continua instabilità politica lafrequenza scolastica continua a diminuire.Ma mai come ora il livello era caduto cosìin basso. Non si sa come fare ad arginarequesta situazione. Al liceo pubblico di Bouar, solo due classi dovrebbero soste-nere gli esami: la 3a e la classe “Terminale” ma i professorinon ci sono. A causa del mancato stipendio da parte delloStato si rifiutano di tornare in classe e sono soltanto tre quelliche con spirito di sacrificio e coscienza professionale conti-nuano nonostante tutto a svolgere il loro lavoro. A causa del-l'insicurezza e dell'assenza dei professori sono molti anche glialunni assenti. E’ in questo caos che il dipartimento dell’edu-cazione pretende salvare quest'anno accademico, sostenendoche gli esami verranno fatti.

Una briciola di speranzaNonostante tutto, le scuole cattoliche private hanno conti-nuato a svolgere l’attività pedagogica con i loro alunni. Ad ec-cezione delle classi che hanno gli esami di stato e chesubiscono i medesimi disagi dei loro compagni delle scuolepubbliche, le altre classi intermedie sono riuscite a svolgereun programma completo in tutti i corsi. Così pure quelli chefrequentano i seminari. L’ansia di tutti i ragazzi, sia dellescuole pubbliche che delle private, riguarda gli esami di Cer-tificato elementare, del Brevetto del Collège (ndr. alla fine dei4 anni di scuola media) oppure del Bac (ndr. il Baccalaureatoè l’equivalente dell'esame di maturità). C’è una grande con-fusione adesso. Si parla di fine agosto per alcuni esami peròfino a quando il problema dello stipendio non sarà risolto,sarà difficile evitare l’«année blanche» come si dice qui (cioèperdere l’anno scolastico).Anche tra la minoranza Mbororo, i Peulh (popolo nomade dipastori venuti dalla Nigeria e dal nord del Cameroun), assi-stiamo ad uno risveglio di coscienza tra le nuove generazioni.

Sono decisi a mandare i loro figli a scuola. E si impegnanoproprio nel seguire i loro figli, cercando di contribuire a pa-gare le tasse scolastiche. Nel villaggio di Dohiya a 135 km daBouar sulla strada di Sabewa c’è una scuola con 145 alunnidi cui 79 sono ragazzi Mbororo. Il direttore scolastico, il si-gnor Thierry, riferisce che «rispetto ai ragazzi dell’etnia Gbaya,il gruppo etnico più numeroso del Centrafrica, i ragazzi Mbo-roro-Fulbe o Haoussa in classe sono gli alunni più attenti e quelliche si impegnano di più.» Mentre a Bouar nel quartiere Ha-oussa, in cui vive la maggiore parte dei musulmani (che sonoil 15% dell’intera popolazione), un musulmano di nome Ali-dou, sta facendo un esperimento molto interessante. Lui nonè stato a scuola, è sposato con 4 mogli e ha 25 figli. Ha decisodi fare studiare i suoi i figli perché non vivano un giorno comelui. «Ogni volta che devo fare un viaggio, mi sembra di ritro-varmi in un altro mondo. Sento gli altri parlare in francese o ininglese mentre io resto li, senza capire nulla, come uno stupido.Perciò ho deciso di mandare i miei figli a scuola per studiare edavere possibilità di comunicare con gli altri». Approfittandodella crisi, Wilfried, un ragazzo della classe “Terminale” hatrovato un modo di occuparsi. Il signor Alidou l’ha assuntoper insegnare ai suoi figli. Pian piano dei figli di amici si sonoaggiunti e, da 8 alunni, ora sono 11. Imparano anche l' inglesee sono già in grado di rispondere ad alcune domande. Per orala scuola si fa a casa sua. Forse un giorno o l’altro penserannoad avere una struttura appropriata per ogni classe. Tutti i bam-bini sono uguali ed hanno gli stessi diritti. Una religione nondeve essere un ostacolo che impedisca ai bambini di andare ascuola per imparare a leggere e scrivere e conoscere i propridiritti.

Jean Marius Toussaint Zoumalde

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“C ari amici dell’OPAM, vi scrivo perfarvi giungere il grazie e la grande gioia e sod-disfazione degli alunni della Scuola Primaria

di San Giuseppe di Mokili Ngonga, presso la nostra missione diPlateau Bateke per la realizzazione di una nuova aula scolastica.Grazie al vostro generoso sostegno al Prog. 1925/2012, i nume-rosi alunni e i loro genitori hanno visto realizzata la prima auladella Scuola Secondaria che potranno frequentare al termine delciclo primario. Cari Amici, grazie! Che il Signore illumini la no-stra vita e quella di ogni persona di buona volontà.”Questa in sintesi la lettera che Sr. Anna Alfreda Kumbi Kumbici ha inviato assieme alla foto della prima aula della scuola se-condaria appena terminata.La Scuola San Giuseppe ci sta a cuore in modo speciale: comeOPAM abbiamo contribuito alla sua realizzazione sin dal suonascere attraverso l'arredo delle aule della scuola primaria esosteniamo 60 piccoli alunni tramite i tanti amici che, comescrive Sr. Anna Alfreda "hanno a cuore l’elevazione della dignitàumana dei più bisognosi attraverso l’alfabetizzazione" e che sisono impegnati nell'adozione di questo gruppo. E’ un bel-l’esempio di Progetto integrato: far crescere una realtà lenta-mente affrontando il problema dell’alfabetizzazione su piùfronti. Una volta costruita e arredata una scuola bisogna met-tere in grado i ragazzi di frequentarla e quindi è necessario so-stenerla. Non potendo contare su un aiuto sostanzioso dellefamiglie lo strumento delle adozioni scolastiche si dimostravincente. Intanto la scuola cresce con l’avanzare dei bam-bini… un’aula o due all’anno e un congruo numero di ado-zioni in modo da garantire il funzionamento della scuola finoall’autosostentamento nel giro di qualche anno.Constatiamo come la scuola stia cambiando pian piano il de-stino dei bambini e delle loro famiglie di molti villaggi circo-stanti perché oltre che un'educazione di qualità questi piccolihanno l'opportunità di ricevere un'alimentazione adeguata,

cure mediche e un ambiente favorevole alla loro crescita psico-fisica.Quest'anno la scuola è stata frequentata da 183 bambini. Ipiù grandi frequenteranno il prossimo anno la VIa classe.Molti di loro percorrono quotidianamente tanta strada nellabrousse per arrivare a scuola. Altri, quelli che vivono più lon-tano, restano qui tutta la settimana. Suor Pascaline Kunenga,direttrice della scuola ci dice: "Per la notte li accomodiamocome meglio possiamo, (un pavimento in cemento è pur sempremeglio di una stuoia nella loro capanna di foglie e fango) in at-tesa di disporre delle risorse sufficienti per costruire un vero dor-mitorio o trovare il modo di assicurare il trasporto quotidiano dacasa a scuola". Al momento le adozioni scolastiche di gruppo coprono le ne-cessità (tasse scolastiche, libri, materiale didattico, divisa, curemediche) di meno di un terzo di tutti i bambini e il prossimoanno saranno 200. Ma siamo certi che se ciascuno degli attualipadrini e madrine di questi piccoli facessero conoscere e in-namorare di questa realtà qualche loro amico, in breve temporiusciremmo a raddoppiare il sostegno a questa realtà in cuila generosità sta compiendo miracoli. E' la sfida che vi lan-ciamo prima della riapertura delle scuole a settembre. Sarebbeuna bellissima sorpresa per questi bambini e un modo di so-lennizzare con un gesto concreto la giornata mondiale del-l'alfabetizzazione, che come ogni anno l'8 settembrecostituisce un momento importante di riflessione affinchénon sia solo un evento pieno di parole e proclami ma un'oc-casione per restituire un diritto negato a tanti bambini.

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Adotta un gruppo

Un compito per le vacanze per tutti voi:

trovare un nuovo sostenitore per raddoppiare il numero

dei bambini adottati di Plateau Bateke! 26 € al mesepossono fare la differenza nella vita di un bambino.

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Adotta un infermiereRelazione intermedia anno scolastico 2012-2013

Bokungu, 1 maggio 2013Da qualche anno ormai la diocesi di Bokungu Ikela, at-traverso il BDOM (Bureau Diocésain des Œuvres Mé-dicales) porta avanti, anche grazie all’OPAM, il

progetto di formazione in loco di infermieri A2 voluto damons. Fridolin Ambongo, per rispondere ai bisogni sanitaridel vasto territorio della diocesi alla quale il Governo ha affi-dato la gestione di 2 ospedali e 48 centri di salute. Come ri-corderete la scuola è nata dall’esigenza di formare personale inloco. Prima della nascita della scuola i ragazzi, che per studiareerano costretti a trasferirsi a Kinshasa, al ter-mine degli studi si fermavano in città adesercitare la professione e nel nostro territo-rio restava poco personale e auto formatoche non riusciva a garantire un’adeguata as-sistenza sanitaria alla popolazione.L’anno scolastico è iniziato a ottobre comeprevisto dal calendario, e inaugurato conuna riunione pedagogica che ha visto l’in-contro di insegnanti e allievi in un clima diserenità. Il reclutamento annuo degli allievi avvieneinviando una circolare a ciascuna delle 15parrocchie in cui è diviso il territorio(42.000 kmq) perché selezionino i ragazzifra i più meritevoli che beneficeranno delleborse di studio per frequentare la scuola in-fermieri. Ricordiamo che la maggior parte

di loro appartiene a famiglie moltopovere che vivono con meno di 1dollaro al giorno e che, abitando invillaggi molto distanti da Bo-kungu, dovranno anche sostenere icosti del vitto e alloggio. Le ri-chiese pervenute sono state 28 maper mancanza di fondi abbiamopotuto accettarne solamente 17 (8ragazze e 9 ragazzi) provenienti daiterritori di Bokungu, Lingomo,Yangambo, Nkembe, Yalkifafu,Mondombe, Bokela e Yetsi.Il BDOM grazie all’aiuto del-l’OPAM riesce ad assicurare ai ra-gazzi borsisti: tasse d’iscrizione e diesame, materiale didattico, libri,divise (nelle foto i ragazzi durante

la distribuzione delle uniformi).Al rientro scolastico i 15 ragazzi dell’ultimo anno hanno ini-ziato uno stage pratico in ospedale o in uno dei centri sanitaridi zona, al termine del quale ciascuno di loro presenterà unatesina che verrà difesa e valutata dai loro insegnanti. E succes-sivamente questi 15 ragazzi affronteranno l’esame di stato peril quale stanno preparandosi con impegno.Tutti gli allievi delle altre classi invece stanno attualmente svol-gendo un tirocinio di un mese all’ospedale di Bokungu nei di-versi reparti e affronteranno il test di promozione alla classe

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successiva nel mese di giugno.Per quanto riguarda gli insegnanti questo è stato un anno digrazia per la scuola perché i medici venuti a Bokungu per unprogetto di sorveglianza sulla malnutrizione infantile hannoaccettato tutti di insegnare alla scuola infermieri e quindi ab-biamo avuto meno difficoltà a reclutare personale disposto atrasferirsi qui in foresta.Il nuovo edificio della scuola infermieri non è stato ancora deltutto attrezzato e quindi i corsi si sono svolti ancora per que-st’anno utilizzando le classi del liceo. Così pure non essendoancora terminato l’internato i ragazzi hanno dovuto trovare al-loggio presso le famiglie della zona.L’ITM (Institut Technique Médicale) di Bokungu ormai è in

grado di anno in anno di offrire allestrutture sanitarie della zona personalequalificato. Terminati gli studi infatti iragazzi trovano immediatamente im-piego in uno dei centri sanitari e partedel loro stipendio è assicurato dalloStato. Tutto ciò sta progressivamentemigliorando la qualità della salute inquesta zona. Non finiremo mai di rin-graziarvi, cari amici dell’OPAM, perchéquesto miracolo è stato reso possibilegrazie alla vostra generosità e al vostroimpegno. A nome degli insegnanti e degli allieviesprimiamo a tutti voi, amici del-l’OPAM, la nostra gratitudine perchésenza di voi non sarebbe stato possibileavviare questa scuola, garantirne il fun-

zionamento, offrire un insegnamento di qualità e personaleben formato alla nostra popolazione. Noi viviamo in un terri-torio dove l’estrema povertà e l’isolamento non avrebbero per-messo alle famiglie di donare ai propri figli una formazione diqualità e la possibilità di svolgere una professione così impor-tante. Ma grazie a voi questo sogno continua a farsi realtà. E ringraziamo anche il nostro Vescovo per la sua sollecitudineche ha permesso che la nostra strada incontrasse quella del-l’OPAM. Lo ringraziamo anche per il sostegno spirituale e mo-rale che continua ad offrire a tutti noi.Grazie di cuore a tutti. Che Dio vi benedica !Sr. Dr. Henrie Colette NSONGI Arthur EYENGADirettrice del BDOM Prefetto degli studi dell'ITM

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Nel marzo 2012 la città di Lisala è stata investita da un tornadodi violenza inaudita per la regione con ingenti danni anche agliedifici scolastici, tra cui l’ITM (Institut Technique Médicale)"Tobikisa" che è da anni un importante centro per la forma-zione professionale degli infermieri. Il vescovo, Mons. LouisNkinga Bondala e il responsabile del progetto, l'Abbé CharlesPlacide Zondo Ngboko, ci scrivono: "Lisala è al centro di un vasto territorio di 1.402.500 abitanti.La maggioranza vive praticando ancora in modo artigianalel'agricoltura e la pesca. Nella città vivono circa 90.000 abitantidi diverse etnie e con una lingua comune, il lingala una della 4lingue nazionali. Per la sua posizione Lisala sarebbe un crocevia strategico per la regione ma la precarietà delle vie e dei mezzi dicomunicazione la mantengono in uno stato di arretratezza: povertà, basso livello di istruzione e elevato tasso di analfabetismo so-prattutto tra le donne, mancanza di energia elettrica e di acqua potabile nelle case, carenza di infrastrutture... Tutto ciò ha pesantiripercussioni anche sullo stato di salute della popolazione con elevata mortalità e morbilità anche per malattie facilmente preveni-bili.Anche nel campo educativo, pur in presenza di tutti i livelli di istruzione, dalla materna all'università, a causa della povertà Lisalaresta comunque ai margini. Come nel resto del Congo gran parte delle spese scolastiche sono a carico delle famiglie che contribuisconopersino agli stipendi degli insegnanti, eccessivamente bassi e pagati in ritardo dallo stato; in molte scuole c'è carenza di materiale di-dattico. La qualità dell'educazione ne risente, a scapito del livello di alfabetizzazione e dell'interesse di molti giovani alla propriaformazione.In questa situazione, la diocesi di Lisala opera per lo sviluppo socio-economico, culturale e spirituale della popolazione. Come peraltre diocesi di questo Paese, anche Lisala è delegata dal governo a farsi carico di gran parte delle strutture sanitarie (fra cui diversicentri sanitari dispensari e due ospedali) ed educative.Dal 1993 l'ITM "Tobikisa" è una scuola secondaria che cura la formazione degli infermieri di livello A2. Ai corsi quadriennali sipresentano giovani da tutto il territorio della diocesi che spesso hanno difficoltà a pagare le tasse scolastiche da cui dipende il funzio-

namento della scuola. Attualmente gli allievi sono 58 (27 ragazzee 31 ragazzi.) Lo scorso anno i tetti delle quattro classi della scuolasono stati spazzati via da una violenta tempesta che si è abbattutasulla città e sulla regione, le opere murarie, le attrezzature di labo-ratorio hanno subito gravi danni. Da allora è molto difficile assi-curare la regolarità dei corsi a causa delle abbondanti piogge inquesta zona equatoriale. Per questo chiediamo l'aiuto dell'OPAMper restaurare la struttura e ricostruire i tetti. Il costo totale previstoper la ricostruzione è di 7.000 €, di cui 1.000 € coperti da con-tributi locali. Ai benefattori dell'OPAM chiediamo un aiuto fi-nanziario di 6.000 €.”

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Un tetto per la scuola infermieri “Tobikisa” Popolazione: 70.916.439 ab.Età media: 16,5 anniAspettativa di vita: 54,73 anniMortalità infantile: 199/1.000 nati viviPIL pro capite: $ 300 ISU: 0.239 al 187° posto su 187 paesiAnalfabetismo >15 anni: 34%

R.D. Congo

Progetto 1979Luogo: LisalaScuola: formazione professionale Tipologia: edilizia scolasticaBeneficiari diretti: 58 studenti Partner locale: Diocesi di Lisala

Contributo OPAM: € 6.000

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La diocesi di Cuddapah, nel sud dello stato diAndhra Pradesh, comprende i distretti di Kadapae Chittor e copre una superficie di oltre 30.000kmq. I cattolici sono circa 85.000 sparsi in 360villaggi sotto la giurisdizione di 55 parrocchie. Come ci ricorda il vescovo,Mons. Prasad Gallela,la situazione economica e sociale nel territoriocontinua a essere critica: circa il 95% della popo-lazione è costituito da “dalit”, i fuori casta dellasocietà indiana, che vivono con il magro guada-gno del loro lavoro di braccianti agricoli (1,5 $ algiorno). La metà della popolazione soffre di malnutrizione a causa di una dieta scarsa e poco varia, i più vulnerabilisono i bambini e le madri che allattano. Povertà, ignoranza, maternità precoci, mancanza di acqua potabile, l'uso dipratiche tradizionali nella cura delle malattie spiegano l’elevata mortalità soprattutto materno-infantile. La priorità della diocesi in campo sociale, sin dalla sua nascita nel 1977, è stata l'alfabetizzazione e l’educazione deipoveri e degli oppressi per promuoverne l'emancipazione e la crescita economica e culturale. Nel 1989 è stato costituitoun apposito organismo (Cuddapah Diocese Educational Society) che si occupa di tutti gli aspetti dell'educazione nelterritorio della diocesi:-- costruzione di edifici scolastici e strutture educative (ostelli, orfanotrofi, centri per bambini con disabilità....)-- gestione di scuole elementari, medie e superiori, professionali e tecniche, corsi post-diploma -- sostegno a studenti poveri e meritevoli fino al completamento degli studi, indipendentemente dalla loro apparte-

nenza, casta e religione-- supporto alla formazione e all'aggiornamento di insegnanti, dirigenti e personale delle strutture educative.Ma nella situazione in cui vivono è molto difficile alle parrocchie trovare risorse economiche in loco. Scrive Mons.Gallela: "...Sono state aperte molte scuole anche nei villaggi più remoti e attualmente nella diocesi ci sono 7 scuole superiori,11 scuole medie e 25 scuole elementari. Sono stati aperti 26 ostelli, o case-alloggio, per consentire anche ai bambini più

poveri di frequentare la scuola. Attualmente i ragazzi sostenuti aglistudi dalla diocesi sono 3000. Nelle nostre scuole ci sono 247 inse-gnanti, ma solo 88 di questi sono pagati dal governo. Chiediamo unaiuto integrativo per garantire un anno di stipendio a 20 degli inse-gnanti ai quali il governo non provvede. Il costo totale del progetto èdi 11.200 €, possiamo contare su un contributo locale di 4.200 €,per cui chiediamo all'OPAM 7.000 €.” Gli amici dell'OPAM hanno a cuore l'istruzione dei poveri e bi-sognosi e conoscono bene l'importanza di avere insegnanti pre-parati e motivati in queste realtà, siamo certi che saprannoaccogliere l'appello del vescovo di Cuddapah.

Popolazione: 1.189.172.906 ab.Età media: 26 anniAspettativa di vita: 66,6 anniMortalità infantile: 68/1.000 nati viviPIL pro capite: $ 3.400 ISU: 0,568 al 134° posto su 187 paesiAnalfabetismo >15 anni: 26%

India

Progetto 1980Luogo: CuddapahScuola: primaria e secondariaTipologia: stipendio insegnantiBeneficiari diretti: 20 insegnantiPartner locale: Diocesi di Cuddapah

Contributo OPAM: € 7.000

Progetti del meseOperadiPromozionedell’AlfabetizzazionenelMondoOperadiPromozionedell’AlfabetizzazionenelMondoOperadiPromozionedell’AlfabetizzazionenelMondoOperadipro

Un anno di stipendio per 20 insegnanti

I benefattori e amici dell’OPAM conosconogià il Programma educativo Vidhya Vikas (svi-luppo dell’educazione) avendo contribuito allasua realizzazione in 10 remoti villaggi del ter-ritorio di Aland Taluk nella diocesi di Gul-barga (Prog.1775/2009, Prog.1903/2011),nello stato indiano del Karnataka. La novità eil punto di forza del metodo stanno nel fattoche esso promuove non solo l’alfabetizzazionedi bambini e adulti e la qualità dell'istruzione,ma anche lo sviluppo integrale del villaggio:gli insegnanti-animatori Vidhya Vikas (che de-vono risiedere nelle località loro assegnate) vi-vono la vita del villaggio con un ruolo dicoordinamento, di stimolo e di proposta perapportare modifiche e miglioramenti nella vita sociale. Il Programma è stato un vero successo nei 10 villaggicoinvolti (v. pag. xx del giornale). Ci scrive tra l’altro Padre Jagadish Pinto, che ha appena lasciato a Padre SantoshBapu la responsabilità del nuovo progetto:“…Gli abitanti dei villaggi consideravano normale la scarsa qualità dell’istruzione. Visto il netto miglioramento ot-tenuto, i responsabili governativi e le classi dirigenti ora mostrano maggior interesse per il Programma. Anche nellosviluppo della vita sociale dei 10 villaggi, con la guida degli insegnanti-animatori Vidhya Vikas si sono raggiunti im-portanti risultati. Ci sono ora le basi per un ordinato sviluppo psico-fisico e sociale degli 861 bambini dei 10 villaggi.Inoltre si sono costituiti 10 gruppi di mutua assistenza fra donne, le quali mantengono i rapporti con la banca etica,partecipano alle riunioni del governo locale e dei comitati per il miglioramento scolastico, sono coinvolte nell'educazionescolastica dei figli. Il 60% delle donne sa apporre la propria firma, 2 donne sono state elette al governo locale.Il progetto ha migliorato il coordinamento delle politiche e delle azioni tra le strutture che si occupano dello sviluppodei bambini coinvolgendo il dipartimento dell'Educazione tanto che ora anche il programma governativo per la scuolaprimaria si ispira al metodo Vidhya Vikas che si sta imponendo come un modello da seguire.La Diocesi ha pertanto deciso di continuare il progetto negli stessi villaggi avviando una nuova fase, anch'essa basatasul concetto degli insegnanti quali "Agenti di Cambiamento Sociale". Si punta così a rafforzare i risultati ottenuti,estendendo la partecipazione al progetto ai leader locali e a più ampie fasce della popolazione. In modo particolare simira alla riduzione del lavoro minorile nelle aree rurali, all'educazione non formale degli adulti e dei bambini chenon hanno avuto la possibilità di frequentare all'età prevista. Altro obiettivo è di favorire l'autonomia e la crescitadei gruppi femminili di mutua assistenza".Il costo previsto del progetto è di 6.840 €, di cui 440 € coperti da contributo locale. All'OPAM viene chiesto di contribuire con 6.400 € per stipendio e spese di trasporto di 10 insegnanti e di un coordinatore per12 mesi.

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Continua il sostegno al programma“Vidhya Vikas”Popolazione: 1.189.172.906 ab.Età media: 26 anniAspettativa di vita: 66,6 anniMortalità infantile: 68/1.000 nati viviPIL pro capite: $ 3.400 ISU: 0,568 al 134° posto su 187 paesiAnalfabetismo >15 anni: 26%

India

Progetto 1981Luogo: Aland Taluk (Gulbarga)Scuola: scuola informale e primaria Tipologia: stipendio insegnantiBeneficiari diretti: 10 insegnanti e 1coordinatorePartner locale: Diocesi di Gulbarga

Contributo OPAM: € 6.400

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La scuola "San Michaele" di Ashera, nella eparchia (diocesi) diKeren nel nord dell'Eritrea, è una delle scuole più antiche e im-portanti della diocesi con 8 classi, dalle elementari alle medie e635 alunni (303 ragazze e 332 ragazzi). Gli amici dell’OPAMconoscono la realtà del villaggio e della scuola avendo contri-buito al suo funzionamento attraverso il Prog. 1913/2012. AbbaUqbagaber Woldeghiorghis, responsabile del settore educativodella diocesi, ci scrive: "...La diocesi ha finora attivato 6 scuolematerne, 24 primarie ed una scuola superiore agro-tecnica. Gli stu-denti sono oltre 7.000 con 200 insegnanti. Obiettivo delle scuolecattoliche, è garantire l'accesso ad un'istruzione di qualità anchealle persone più povere favorendo un'educazione integrale umana,sociale e religiosa. Fino all’indipendenza dall’Etiopia (1993), lescuole parrocchiali, dette “scuole dei villaggi”, godevano del generalericonoscimento per la disciplina, la moralità degli studenti e l’altolivello dell’insegnamento. Dopo, però, il governo si è occupato solodelle scuole statali (dove gli stipendi degli insegnanti sono cresciutidel 100%) ma che purtroppo restano insufficienti a coprire il bisogno educativo dell'intera popolazione. Rendere quindi autosufficientile diocesi nell’opera di educazione e sviluppo sociale è una delle priorità per garantire l'istruzione per tutti, anche nei villaggi piùisolati. La guerra con l’Etiopia, scoppiata nel 1998 e durata oltre due anni, con il disastroso contraccolpo sull’economia, i gravi dannialla stabilità, il pesante esodo della popolazione, ha infranto il sogno di autosufficienza a breve termine. In quella guerra sanguinosaanche molte infrastrutture scolastiche sono andate distrutte. L’eparchia di Keren sta da allora attuando programmi economici e di svi-luppo socio-educativo verso tutta la popolazione, senza discriminazioni di etnia o di religione. Si sta educando la comunità alla par-

tecipazione, al rispetto reciproco e al senso di responsabilità verso ilbene comune. La scuola di Ashera, rappresenta un modello in tal senso: 10 persone,scelte dalla comunità, seguono l’andamento della scuola, valutanol’insegnamento e la situazione degli studenti e dei maestri; gli in-contri tra insegnanti e studenti sono assai apprezzati, migliorano irapporti reciproci con e tra le famiglie; le amministrazioni localicollaborano con le scuole, operano per il loro buon andamento eaiutano a motivare i genitori a mandare i figli a scuola… Abbiamo però urgente bisogno di un sostegno per pagare i maestri(45 € al mese). Chiediamo ai nostri benefattori di voler rinnovareil sostegno alla scuola "San Michaele" contribuendo con 13.500 €al pagamento degli stipendi dei 25 insegnanti per un altro annoscolastico”.

Popolazione: 6.086.495 (stima)Età media: 16,5 anniAspettativa di vita: 62,86Mortalità infantile: 40/1000 nati viviPIL pro capite: $ 700 ISU: 0,351 al 181° posto su 186 paesiAnalfabetismo >15 anni: 32,2 %

Eritrea

Progetto 1982Luogo: AsheraScuola: elementare e media Tipologia: stipendio insegnantiBeneficiari diretti: 25 insegnantiPartner locale: Diocesi di Keren

Contributo OPAM: € 13.500

Progetti del meseStipendio per gli insegnanti della scuola"San Michaele"

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Gulbarga, India:istruzione di qualitànelle scuole rurali più svantaggiate

Cari benefattori e amicidell’OPAM, come responsabile del Prog. 1903/novem-bre 2011 e direttore della “Seva SangamaDevelopment Society” che ha contribuitoalla sua realizzazione, voglio ringraziarvi perla vostra generosa offerta. Il vostro aiuto aibambini emarginati, in 10 villaggi remotidell’Aland Taluk del distretto di Gulbarganel nord del Karnataka (India), è stato moltoapprezzato. Anno dopo anno continua in-stancabile il nostro impegno per lo sviluppointegrale delle comunità povere ed emargi-nate, attraverso azioni che contribuiscono almiglioramento delle loro condizioni di vita. In modo particolare, il programma VidhyaVikas (Sviluppo dell’educazione) lo scorsoanno ha ottenuto un grande successo. Que-sto programma, ha coinvolto le famiglie (inmodo particolare le mamme) e i bambini didieci villaggi. La consapevolezza dell’impor-tanza di un’istruzione di qualità per tutti ibambini è aumentata tra i genitori, gli inse-gnanti, i responsabili dei comitati di sviluppoe delle organizzazioni di base e con essa

anche quella sui propri diritti e sulle proprieresponsabilità in tema di educazione. Tuttociò ha portato un miglioramento dello stan-dard dell’istruzione nelle dieci scuole pubbli-che dei villaggi coinvolti. Inoltre sono moltii bambini lavoratori che hanno ripreso a fre-quentare la scuola. L’incremento del numero di bambini scola-rizzati ha prodotto notevoli benefici ancheper la loro salute, grazie all’acquisizione disemplici norme igieniche.L’obiettivo del programma Vidhya Vikas èquello di continuare a fare la differenza nellecomunità rurali povere, proprio attraversoun’istruzione di qualità per i bambini di que-ste comunità svantaggiate e ciò anche graziead un adattamento del piano formativo sco-lastico alle esigenze delle realtà rurali. Con l’aiuto delle offerte dei benefattori comevoi, potremo continuare a promuovere il mi-glioramento dell’istruzione di base. Grazieancora per la vostra generosità a sostegnodello sviluppo integrale delle comunità ruralipiù povere ed emarginate. Cordiali saluti

P. Jagadish PintoResponsabile del progetto

Digsa, Eritrea:mamme a scuola, bimbi felici

Carissimi benefattori,innanzitutto un profondo grazie per aver ac-colto e sovvenzionato il nostro progetto“Mamme a scuola per prevenire mortalitàmaterno-infantile” (Prog. 1934/settembre

2012).Siamo felici di esprimervi la nostra immensagioia, perché questi sono progetti di difesadella vita, di promozione e di vero sviluppo.Informare e formare le mamme infatti signi-fica sanare la famiglia e la società. Grazie all’OPAM nel 2011 abbiamo avviatoquesti corsi dedicati alle giovani madri all’in-terno del progetto “Donna attiva” finalizzatoalla promozione delle donne di questa partedel Paese.I corsi sono stati tenuti nel villaggio di Digsa,presso una sala messa a disposizione dallaParrocchia. In collaborazione con infermierediplomate ed esperti laici, abbiamo organiz-zato e supervisionato due corsi di 90 ore cia-scuno, a cui hanno partecipato 160 donne,di cui 45 siero-positive. Il primo si è tenutodal 1 al 18 febbraio 2013, il secondo dal 20febbraio al 18 marzo. Ad ogni partecipantesono state date le dispense sui 5 argomentiprincipali del corso (HIV e malattie sessual-mente trasmissibili; problemi legati alla gra-vidanza, al parto e al periodo post-partum;nutrizione; economia domestica; igiene).Abbiamo inoltre fornito materiale di cancel-leria (penne e quaderni). I corsi si sono svolticon l’ausilio di cartelloni e audiovisivi. Ab-biamo inoltre provveduto all’acquisto di ungeneratore per la produzione della correnteelettrica che mancava nella zona.I seminari sono stati condotti da 5 istruttoridotati non solo delle conoscenze e dell’espe-rienza necessaria ma anche di abilità comu-nicativa. Erano tutti infermieri qualificati eformati dal Ministero della Salute con spe-cializzazioni varie (ostetricia, nutrizione, im-

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munizzazione, ecc.) e con parecchi anni diesperienza in unità ospedaliere del Paese. Ab-biamo riscontrato tra le donne partecipantipuntualità ed entusiasmo: la presenza effet-tiva è stata superiore al 98%. Ai momenti dididattica formale si sono accompagnati mo-menti di lavoro di gruppo e di verifica.E’ stato garantito inoltre il vitto alle parteci-panti, ai loro bambini e agli istruttori. Per fa-vorire la partecipazione delle donne deivillaggi più lontani è stato assicurato un ser-vizio di trasporto giornaliero. I risultati otte-nuti all’esame finale sono stati più chesoddisfacenti, a conferma dell’interesse edella serietà di queste giovani madri. Du-rante le due feste di fine corso, alle qualihanno partecipato i mariti e i figli, gli am-ministratori dei villaggi di provenienza, irappresentanti dei consigli degli anziani e leautorità in rappresentanza del Ministerodella Sanità, sono stati consegnati gli attestatidi partecipazione ed il premio di presenzaalle giovani donne.Abbiamo constatato con gioia che le parte-cipanti, dopo una iniziale titubanza sonostate in grado di presentare e discutere aper-tamente i loro problemi, talvolta delicati, disalute, superando la vergogna di descriverele difficoltà dei rapporti coniugali e del disa-gio economico familiare. Alcune donne sie-ropositive hanno raccontato con grandecoraggio la loro esperienza e la loro storia.Questo è stato uno dei momenti più toc-canti e importanti del corso, poiché da unlato le donne sieropositive hanno potuto

parlare apertamente dei loro problemi edall’altro le donne sane hanno potuto com-prendere le difficoltà e le gioie di chi convivecon l’AIDS.Come le stesse donne hanno più volte affer-mato, il corso ha rappresentato una novità:da una parte ha permesso loro di uscire dallapesante routine quotidiana, aggravata spessodall’assenza dei mariti in servizio militare ob-bligatorio, dall’altra ha dato loro la possibilitàdi sentirsi valorizzate nel ruolo di madri,educatrici e possibili artefici del migliora-mento delle condizioni di vita della loro fa-miglia e del loro villaggio. Tutto questo rappresenta un piccolo ma si-gnificativo passo in avanti che ci colma digioia e ci invoglia a risvegliare la vita e le po-tenzialità di tante altre donne che attendonoquesta opportunità. Il nostro sforzo costanteè quello di raggiungere soprattutto quellegiovani madri che vivono isolate nei villaggilontani e i sobbarcano al peso di una fami-glia senza avere la benché minima prepara-zione per farlo.Cari amici, grazie per aver appoggiato e sov-venzionato questa iniziativa che ha permessodi rendere queste donne generatrici di no-vità, formatrici dei loro figli ed educatricinelle loro comunità.

Sr. Abrehet SolomonSuperiora Provinciale delle Figlie di S. Anna

Sr. Saba TeklayDirettrice del Progetto

Valillapuzha, India:finalmente seduti in unbanco di scuola

Cari amici,un cordiale saluto da tutte noi Suore Figliedella Chiesa in India! Sono Suor Valsa, di-rettrice della Scuola “Jyothidhara” a Valilla-puzha, nel nord dello stato del Kerala. Lascuola, il cui nome significa “Fonte di luce”,è nata per rispondere alle necessità di educa-zione dei più poveri. Ora vorrei raccontarvila felicità dei nostri ragazzini e di tutti noiSuore e Staff della Scuola perché siete stativoi a contribuire a questa felicità. Con l’aiuto economico che ci avete offertoabbiamo potuto procurare 59 banchi per lenuove aule (Prog. 1937/ottobre 2012).Tutto è stato pensato e preparato durante levacanze estive, perciò è risultata una bellasorpresa per i nostri alunni e gli insegnantilaici. Infatti, i ragazzini entrando in aula gri-darono di gioia: "Amici! Nuovi banchi!Nuove scrivanie! Nuova scuola!" E noi Suoresorridevamo con grande soddisfazione. Unambiente così bello, così dignitoso ha datoai ragazzi e agli insegnanti maggiore entusia-smo e voglia di impegnarsi. I nostri studenti sono ben conosciuti nel di-stretto di Malappuram perché, oltre ai pro-grammi scolastici interni, partecipanoattivamente alle gare organizzate tra variescuole per lo sport e le attività culturali. Dacinque anni la nostra scuola sta al primoposto nello sport. Quest’anno i nostri alunniaccompagnati dagli insegnanti sono tornaticon il grande trofeo per essere stati i primisia nello sport che nei programmi culturali.E’ stata una gioia indicibile per tutto il paese,soprattutto per i genitori di coloro chehanno partecipato. Una studentessa ha avutoperfino l’opportunità di partecipare alla garadi sport a livello statale. Abbiamo spiegato ai nostri ragazzi come gliamici all’estero ci pensano e ci aiutano con iloro risparmi. Questo fatto ha commossoanche loro e hanno deciso di imitare la ge-nerosità di chi ci aiuta per aiutare, con i loro

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piccoli sacrifici, due persone non vedenti chefrequentano il nostro ambiente. Infattihanno già fatto due piccole raccolte una a fa-vore dei due ciechi e un’altra per due poveriche avevano bisogno di interventi per insuf-ficienza renale. Questo per dirvi come i no-stri ragazzi a loro volta stanno diventandosensibili alle necessità delle persone biso-gnose. Come la gioia anche la generosità ècontagiosa. Grazie perché non solo ci aveteaiutati ma con i vostri gesti concreti aveteanche insegnato ai nostri piccoli la grande le-zione della carità e solidarietà. A nome di tutti gli alunni e dei loro genitori,degli insegnanti e di tutte le Sorelle Figliedella Chiesa in India, vi esprimo ricono-scenza e affetto e assicuro la nostra preghieraper ciascuno di voi e per i vostri familiari ecollaboratori. Dio vi benedica!

Suor Valsa Pallasseril Direttrice della Scuola Jyothidhara

Kussak, Guinea Bissau:la nostra scuola ha untetto nuovo!

Cari amici,con grande gioia e gratitudine vi scrivo que-ste righe per comunicarvi che il lavoro dellascuola in Guinea Bissau è stato completato!Il progetto “Un tetto per la scuola di Kussak”(Prog. 1958/marzo 2012) prevedeva la co-struzione del tetto per la scuola costruita inmuratura con mattoni e cemento nel villag-gio di Kussak . La struttura del tetto da voifinanziata è stata fatta in Guinea mentre ifogli di lamiera sono stati acquistati in Italiae inviati col container.La scuola ha la capacità di 8 aule dalla pre-scolare alle 6a classe con un totale di 500alunni e 8 insegnanti che lavorano in dueturni, al mattino e al pomeriggio. La scuola

vuole essere un modello per altre scuole inauto-gestione, cioè scuole statali ma che sonogestite dalla cooperazione tra villaggio, mis-sione, professori e alunni. Da anni noi mis-sionarie dell’Immacolata (PIME) cioccupiamo di queste scuole e il nostro obiet-tivo è quello di seguire la scuola per la for-mazione dei professori e alunni,supervisionarne l’andamento, ma poi lasciarela gestione al villaggio e ai professori. La nostra preoccupazione è quella di offrireagli alunni una educazione e una formazioneintegrale, organizzando corsi di formazionespeciali per alunni e anche per genitori. Que-sto è molto apprezzato dalla popolazione chemanda volentieri i loro bambini anche dallacittà, in questa scuola rurale. Quest’anno ab-biamo organizzato incontri sui Dirittiumani” e per le ragazze in modo specifico“Matrimonio forzato e varie pratiche nefa-ste” facendo prendere coscienza dell’impor-tanza del problema e per avere il documentodi identità visto che l’UNICEF offriva l’op-portunità in tutti i centri di avere il docu-mento gratis.

Una conquista dopo anni di servizio allescuole è vedere che quasi la metà del numerodegli alunni sono ragazze. Se pensiamo chequando abbiamo iniziato questa attività nellescuole era impossibile vedere delle ragazzeperché le bambine non frequentavano lascuola; la loro sorte era solo il matrimonio eaccudire la famiglia e i figli. Ma oggi pos-siamo vedere quante ragazze, passate dallenostre scuole sono o all’Università o sonoloro stesse insegnanti nelle scuole di auto-ge-stione. In un paese molto instabile politicamente edeconomicamente, crediamo che attraversol’educazione e partendo proprio dalla scuolaelementare, si possa formare I’“uomo”e la“donna” che potranno guidare il paese in fu-turo. E’ una grande sfida per noi ma cre-diamo fermamente che l’educazione è ilprimo mezzo per lo sviluppo della persona. Vi esprimiamo ancora la nostra gratitudineper l’aiuto e la generosità che avete dimo-strato nei nostri confronti!

Suor Alessandra BonfantiMissionaria dell’Immacolata

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Da diversi anni le nostre scuole vedono una presenzasempre più consistente di bambini e ragazzi non italiani e, nonostante le questioni aperte sul numero di stranieri per classe, è verificato che questa mescolanza di culture arricchisce la formazione di tuttigli studenti.Attraverso i gemellaggi, il settore educativo dell'OPAMpotenzia questa mescolanza perché mette in contattodiretto i vari "mondi" del mappamondo, crea legami traclassi italiane e classi straniere, favorisce la conoscenza e il rispetto tra popoli.Gli insegnanti che partecipano da anni o da pocotempo all'esperienza del gemellaggio ce ne dannocontinuamente conferma.E così è nata l'idea e la voglia di proporre un eventoformativo rivolto a tutti coloro che si occupano di edu-cazione: dirigenti scolastici, insegnanti, studenti dellefacoltà di scienza della formazione, per approfondireinsieme i vari aspetti dell'educazione alla mondialità.Come vedrete dalla bozza di programma, ci faremoaiutare nelle linee guida dagli esperti e poi confronte-remo le nostre idee, le nostre esperienze, le nostreaspettative in gruppi di lavoro, condotti da docenti ita-liani e stranieri impegnati nei gemellaggi.E' la prima volta che l'OPAM organizza questo tipo diincontro e speriamo che questa giornata possa diven-tare un punto di partenza per condividere le nostreprogettualità e creare una rete che ci possa suppor-tare nelle attività future.

PROGRAMMA PRELIMINARE

ore 9,30/13,00 Costruiamo la scuola del domani Coordinatore: settore gemellaggi

Temi degli interventi:1 “Il piano dell’offerta formativa e la mondialità:

aspetti organizzativi, difficoltà, successi” Dirigente scolastico

2 ”L’università come luogo di formazione alla mondialità” Docente universitario di scienza della formazione

3 ”L’ OPAM: "alfabetizzazione nel sud del mondo”Membro del direttivo OPAM

ore 13 -14 pausa pranzo

ore 14-16,30 Lavori di gruppo Una progettualità condivisa:Testimonianze degli operatori scolastici italianie stranieri impegnati nei gemellaggi in Asia - Africa - America Latina

mostra di materiali prodotti nei gemellaggiore 16,30 – 17 chiusura

O.P.A.M. - Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ONG-ONLUS. Mensile di informazione - Direttore: Aldo Martini - DirettoreResponsabile: Mario Sgarbossa - Redazione: Alfredo Bona, Anna Maria Errera, Fabrizio Consorti, Fabrizio Corti, Carla Degli Esposti, Franco DiTella - Autorizz. del Tribunale di Roma n. 14589 del 7-6-1972. Grafica: Stefano Carfora. Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma, Tel. 06.4393933Finito di stampare nel mese di luglio 2013 • Quota annuale 15 € - 23 CH.F.

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