0009-SeC 07.05 ic - Comune di Sesto Calende · modo l’estate è sempre troppo breve, e quando...

12
S esto C alende Un’estate di oggi «Abbiamo il fiume e il lago…» Sesto Amministrazione A tu per tu con il Sindaco Noi ragazzi di Sesto Calende partiamo avvantaggiati rispetto a chi abita in città: ci sono il fiume e il lago. Questo ci permette di occupare una buona parte dei pomeriggi estivi. Si va anche in piscina, che sia a pagamento, propria o di amici non cambia, l’importante è sentire meno il caldo torrido del- l’estate. Proprio per questo molti ragazzi vanno a fare il bagno al lago, nel Lago Maggiore o nel La- go di Monate o in quello di Comabbio, più piccoli ma più puliti. Naturalmente al lago o in piscina ci si va con gli amici, che nonostante la fine della scuola si continuano a frequentare. Utilissimo in questa prospettiva è il motorino, che permette di essere indipendenti negli spostamenti senza il bi- sogno dei genitori che devono accompagnare i figli ed essere a loro disposizione. Si fanno molti sport all’aria aperta, come tennis e canoa e tanti altri, e si può dare più spazio ai pro- pri hobby che per mancanza di tempo durante il resto dell’anno vengono un po’trascurati; anche leggere un libro in estate è più interessante. Se non ci fossero i compiti delle vacanze sarebbe perfetto! Ma è soprattutto durante le sere d’estate che si trova qualcosa da fare. Il cinema all’aperto è sempre molto frequen- tato e si possono vedere film che non si è riusciti a vedere du- rante l’anno e a un prezzo più contenuto. Ma sicuramente ciò che alla sera riscuote più successo sono le molte feste della bir- ra, di quartiere o feste organizzate da qualche associazione che si svolgono in tutti i paesi della zona, Sesto compreso. Queste feste sono belle perché si incontrano tante persone: ci si diver- te e spesso si ascoltano gruppi musicali della zona, magari non molto famosi, ma comunque sia bravi a suonare e che fanno bella musica, senza contare che alle volte sono nostri amici i musicisti. Quando ero più piccolo frequentavo il Campus, un centro che, come l’oratorio, permette ai bambini e ai ragazzi delle me- die di passare l’estate insieme e di non annoiarsi; vi ho parteci- pato per diversi anni, e l’anno scorso come aiuto animatore. L’estate è anche l’occasione per cercare un lavoro in modo da guadagnare qualcosa, magari per pagarsi le vacanze con gli amici. Forse il lavoro estivo più diffuso è il cameriere in qual- che bar o pizzeria. Per me l’estate è anche l’ occasione di va- canze di gruppo magari in qualche associazione (oratori, scout…) che danno la possibilità ai ragazzi di conoscersi me- glio e di condividere esperienze. Non per tutti però è così: tanti ragazzi passano molto tempo in casa, quasi non uscendo, per giocare coi videogiochi o guardare la televisione. Sicuramente le vacanze di mio nonno erano più “selvatiche” e le possibilità economiche delle famiglie nulle; le mie vacanze sono più organizzate, ma in ogni modo l’estate è sempre troppo breve, e quando cominci a prenderci gusto è già finita. EDOARDO MASCHERONI (IL NIPOTE) Era sempre festa a Sant’Anna, una località di Sesto vicina al lago dove sono nato, in quegli anni dal 1933 al 1940. Noi ragazzi, finita la scuola, ci sentivamo liberi come selvaggi. Il fiume era il nostro regno, la pe- sca con lenze di fortuna era il nostro gioco preferito; lunghe file di “gobbini” infilati in un ramo di salice che la sera venivano messi in padella per necessità. Eravamo sempre così eccitati dalla pesca che una volta sono caduto in acqua alla vista del pesce che aveva abboccato alla mia lenza. Si co- struivano capanne di frasche e canne, si accendevano fuochi sui quali arrostivamo qualche patata, ma soprattutto per asciugarci dopo il bagno che naturalmente facevamo all’insaputa dei nostri ge- nitori ancora prima che fosse stagione e l’acqua era fredda. Poi legavamo i rami di salice in modo da formare una passerella come nei film di Tarzan, nostro ido- lo e mito. Si cercava un tipo di canna spugnosa (il “bernoz”) da intrec- ciare per fare una zattera che trasportasse cinque o sei ragazzi. Per fortuna sapevamo tutti nuotare… Si andava alla spiaggia della “Madonnina degli aviatori”, che serviva da attracco alle barche degli operai piemontesi. Noi facevamo grandi buche che coprivamo accuratamente con cannette e sabbia cosicché chi arrivava affondava fino alle ginocchia e noi, nascosti abba- stanza lontani da non essere presi, ci godevamo lo spettacolo spassoso. Poi spiavamo i parenti e gli amici degli aviatori di stanza all’Idroscalo di Sant’Anna; giovanotti e signorine in completi bianchi elegantissimi che ci facevano sognare e fan- tasticare. Si giocava parecchio a biglie e a giochi da cortile. La “lippa” consisteva in un manico di scopa da 50 centimetri ed in un pez- zetto di cinque centimetri che si lanciava con il pezzo più lun- go; quanto alla “tecca”, sopra un grosso sasso se ne appoggia- va uno piccolo che i ragazzi a turno dovevano cercare di far ca- dere colpendolo con un altro sasso preferibilmente piatto, e chi non ci riusciva pagava pegno. Un altro gioco era “buche”; a quattro metri da ogni giocatore si scavava una piccola buca che doveva essere centrata dal tiro di sassolini e chi non ci riusciva pagava il solito pegno. Erano tutti giochi vivaci e chiassosi e le decisioni erano sempre molto contestate. Il mercoledì pomeriggio era dedicato alla lettura di gruppo del giornalino “L’avventuroso”, acquistato da un solo ragazzo con disponibilità economiche. Gordon, Lothar, Mandrake, guerre stellari erano i personaggi e i racconti del fumetto. Un pomeriggio alla settimana si andava all’oratorio di san Bernardino e i più grandi facevano dopo- scuola ai piccoli. Un mese delle nostre vacanze si passava in “colonia”, un campo sportivo ed una piccola costruzione che sorgeva al posto dell’odierno parco giochi. La cuoca che si chiamava Pro- spera: dati i tempi non poteva cucinare altro che minestra, ma, forse per la fame che avevamo, ci sembrava eccezionale. La rivalità tra i ragazzi delle diverse frazioni era una specie di guerra; ricordava molto il romanzo “I ragazzi della via Paal”, le sassaiole erano all’ordine del giorno e qualche ragazzo finì con punti di sutura. Avevamo poco per giocare, ma eravamo solidali fra di noi; un’estate io e mio fratello dove- vamo aiutare nostro padre a preparare la costruzione della nostra casa trasportando terra con la car- riola. I nostri amici vennero ad aiutarci tutte le mattine necessarie, in modo da essere liberi al po- meriggio e non spezzare la compagnia. Anche questo faceva parte delle vacanze. Tutti ci conoscevamo e c’era molta solidarietà tra le famiglie; quando il 27 luglio 1935 ci fu lo scoppio della polveriera di Taino fu lutto per tutti noi. Sempre ricordo i miei amici più cari: Ezio, Mario, Paolo, Sergio, Piero, Luigi, Bruno, Carluccio, Gino, Renzo… GIANNI MAZZOLENI (IL NONNO) Un’estate di ieri «Sant’Anna, era sempre festa» Vi siete mai domandati quali sono i punti deboli di Sesto e quali, invece, i suoi fiori all’occhiello? Noi sì… Quat- tro chiacchiere con il Sindaco. SERVIZIO A PAGINA 3 La raccolta differenziata Le Pubbliche Amministrazioni sono tenute ad organizzare ed a garantire il servizio e stimolare il riutilizzo dei ma- teriali raccolti. SERVIZI A PAGINA 4 La consapevolezza del fatto che alcu- ne parole possano ferire per la loro cru- da definizione è tenuta sempre più in considerazione nella nostra società. SERVIZIO A PAGINA 5 Lo sport sestese tra splendidi successi a livello nazionale nella canoa e nella ginnastica e… pescatori davvero d’ec- cezione. SERVIZIO A PAGINA 9 Sesto Informazione Sesto Testimonianze Quelle parole che pesano Sesto Sport Successi a raffica informazioni il periodico del cittadino Sped. abb. post 45 (art. 2, comma 20/b, Legge 662/96) - Taxe perçue - Aut. Fil. PT Varese - luglio 2005 - Anno XXVI - N. 3 www.comune.sesto-calende.va.it didascalia didascalia didascalia che arrivò arrivò arrivò E…state a Sesto Quando il giornale arriverà nelle case, l’estate sarà già avanzata, se non alla fine. Si aspetta l’estate per uscire dalla routine, per fare nuove esperienze, in una parola per “di-ver- tere”, ovvero divertirsi. E magari era l’occasione per scoprire il proprio paese. L’invito è appunto quello (sempre valido per l’anno prossimo) di “stare” anche a Sesto. Si può rimanere a casa per scelta o, purtroppo, per necessità: con un pizzico di «amarcord» ed un po’ di fantasia si può tra- sformare la scelta in una convinzione e la necessità in un “bicchiere mezzo pieno”. E allora si può scoprire quello che c’è, anziché lamentarsi di quello che manca: non sarà il massimo, ma è un buon viatico per la fine delle vacanze. FRANCO BELLINGERI

Transcript of 0009-SeC 07.05 ic - Comune di Sesto Calende · modo l’estate è sempre troppo breve, e quando...

Sesto CalendeUn’estate di oggi«Abbiamo il fiume e il lago…»

Sesto AmministrazioneA tu per tu con il Sindaco

Noi ragazzi di Sesto Calende partiamo avvantaggiati rispetto a chi abita in città: ci sono il fiume eil lago. Questo ci permette di occupare una buona parte dei pomeriggi estivi. Si va anche in piscina,che sia a pagamento, propria o di amici non cambia, l’importante è sentire meno il caldo torrido del-l’estate. Proprio per questo molti ragazzi vanno a fare il bagno al lago, nel Lago Maggiore o nel La-go di Monate o in quello di Comabbio, più piccoli ma più puliti. Naturalmente al lago o in piscinaci si va con gli amici, che nonostante la fine della scuola si continuano a frequentare. Utilissimo inquesta prospettiva è il motorino, che permette di essere indipendenti negli spostamenti senza il bi-sogno dei genitori che devono accompagnare i figli ed essere a loro disposizione.

Si fanno molti sport all’aria aperta, come tennis e canoa e tanti altri, e si può dare più spazio ai pro-pri hobbyche per mancanza di tempo durante il resto dell’annovengono un po’trascurati; anche leggere un libro in estate è piùinteressante. Se non ci fossero i compiti delle vacanze sarebbeperfetto! Ma è soprattutto durante le sere d’estate che si trovaqualcosa da fare. Il cinema all’aperto è sempre molto frequen-tato e si possono vedere film che non si è riusciti a vedere du-rante l’anno e a un prezzo più contenuto. Ma sicuramente ciòche alla sera riscuote più successo sono le molte feste della bir-ra, di quartiere o feste organizzate da qualche associazione chesi svolgono in tutti i paesi della zona, Sesto compreso. Questefeste sono belle perché si incontrano tante persone: ci si diver-te e spesso si ascoltano gruppi musicali della zona, magari nonmolto famosi, ma comunque sia bravi a suonare e che fannobella musica, senza contare che alle volte sono nostri amici imusicisti.

Quando ero più piccolo frequentavo il Campus, un centroche, come l’oratorio, permette ai bambini e ai ragazzi delle me-die di passare l’estate insieme e di non annoiarsi; vi ho parteci-pato per diversi anni, e l’anno scorso come aiuto animatore.L’estate è anche l’occasione per cercare un lavoro in modo daguadagnare qualcosa, magari per pagarsi le vacanze con gliamici. Forse il lavoro estivo più diffuso è il cameriere in qual-che bar o pizzeria. Per me l’estate è anche l’ occasione di va-canze di gruppo magari in qualche associazione (oratori,scout…) che danno la possibilità ai ragazzi di conoscersi me-glio e di condividere esperienze. Non per tutti però è così: tantiragazzi passano molto tempo in casa, quasi non uscendo, pergiocare coi videogiochi o guardare la televisione.

Sicuramente le vacanze di mio nonno erano più “selvatiche”e le possibilità economiche delle famiglie nulle; le mie vacanze sono più organizzate, ma in ognimodo l’estate è sempre troppo breve, e quando cominci a prenderci gusto è già finita.

EDOARDO MASCHERONI (IL NIPOTE)

Era sempre festa a Sant’Anna, una località di Sesto vicina al lago dove sono nato, in quegli annidal 1933 al 1940.

Noi ragazzi, finita la scuola, ci sentivamo liberi come selvaggi. Il fiume era il nostro regno, la pe-sca con lenze di fortuna era il nostro gioco preferito; lunghe file di “gobbini” infilati in un ramo disalice che la sera venivano messi in padella per necessità. Eravamo sempre così eccitati dalla pescache una volta sono caduto in acqua alla vista del pesce che aveva abboccato alla mia lenza. Si co-struivano capanne di frasche e canne, si accendevano fuochi sui quali arrostivamo qualche patata,ma soprattutto per asciugarci dopo il bagno che naturalmente facevamo all’insaputa dei nostri ge-nitori ancora prima che fosse stagione e l’acqua era fredda. Poi legavamo i rami di salice in modo

da formare una passerella come nei film di Tarzan, nostro ido-lo e mito.

Si cercava un tipo di canna spugnosa (il “bernoz”) da intrec-ciare per fare una zattera che trasportasse cinque o sei ragazzi.Per fortuna sapevamo tutti nuotare… Si andava alla spiaggiadella “Madonnina degli aviatori”, che serviva da attracco allebarche degli operai piemontesi. Noi facevamo grandi bucheche coprivamo accuratamente con cannette e sabbia cosicchéchi arrivava affondava fino alle ginocchia e noi, nascosti abba-stanza lontani da non essere presi, ci godevamo lo spettacolospassoso. Poi spiavamo i parenti e gli amici degli aviatori distanza all’Idroscalo di Sant’Anna; giovanotti e signorine incompleti bianchi elegantissimi che ci facevano sognare e fan-tasticare.

Si giocava parecchio a biglie e a giochi da cortile. La “lippa”consisteva in un manico di scopa da 50 centimetri ed in un pez-zetto di cinque centimetri che si lanciava con il pezzo più lun-go; quanto alla “tecca”, sopra un grosso sasso se ne appoggia-va uno piccolo che i ragazzi a turno dovevano cercare di far ca-dere colpendolo con un altro sasso preferibilmente piatto, e chinon ci riusciva pagava pegno. Un altro gioco era “buche”; aquattro metri da ogni giocatore si scavava una piccola buca chedoveva essere centrata dal tiro di sassolini e chi non ci riuscivapagava il solito pegno. Erano tutti giochi vivaci e chiassosi e ledecisioni erano sempre molto contestate.

Il mercoledì pomeriggio era dedicato alla lettura di gruppodel giornalino “L’avventuroso”, acquistato da un solo ragazzocon disponibilità economiche. Gordon, Lothar, Mandrake,guerre stellari erano i personaggi e i racconti del fumetto. Un

pomeriggio alla settimana si andava all’oratorio di san Bernardino e i più grandi facevano dopo-scuola ai piccoli. Un mese delle nostre vacanze si passava in “colonia”, un campo sportivo ed unapiccola costruzione che sorgeva al posto dell’odierno parco giochi. La cuoca che si chiamava Pro-spera: dati i tempi non poteva cucinare altro che minestra, ma, forse per la fame che avevamo, cisembrava eccezionale.

La rivalità tra i ragazzi delle diverse frazioni era una specie di guerra; ricordava molto il romanzo“I ragazzi della via Paal”, le sassaiole erano all’ordine del giorno e qualche ragazzo finì con punti disutura. Avevamo poco per giocare, ma eravamo solidali fra di noi; un’estate io e mio fratello dove-vamo aiutare nostro padre a preparare la costruzione della nostra casa trasportando terra con la car-riola. I nostri amici vennero ad aiutarci tutte le mattine necessarie, in modo da essere liberi al po-meriggio e non spezzare la compagnia. Anche questo faceva parte delle vacanze.

Tutti ci conoscevamo e c’era molta solidarietà tra le famiglie; quando il 27 luglio 1935 ci fu loscoppio della polveriera di Taino fu lutto per tutti noi. Sempre ricordo i miei amici più cari: Ezio,Mario, Paolo, Sergio, Piero, Luigi, Bruno, Carluccio, Gino, Renzo…

GIANNI MAZZOLENI (IL NONNO)

Un’estate di ieri«Sant’Anna, era sempre festa»

Vi siete mai domandati quali sono ipunti deboli di Sesto e quali, invece, isuoi fiori all’occhiello? Noi sì… Quat-tro chiacchiere con il Sindaco.

SERVIZIO A PAGINA 3

La raccolta differenziataLe Pubbliche Amministrazioni sono

tenute ad organizzare ed a garantire ilservizio e stimolare il riutilizzo dei ma-teriali raccolti.

SERVIZI A PAGINA 4

La consapevolezza del fatto che alcu-ne parole possano ferire per la loro cru-da definizione è tenuta sempre più inconsiderazione nella nostra società.

SERVIZIO A PAGINA 5

Lo sport sestese tra splendidi successia livello nazionale nella canoa e nellaginnastica e… pescatori davvero d’ec-cezione.

SERVIZIO A PAGINA 9

Sesto Informazione Sesto TestimonianzeQuelle parole che pesano

Sesto SportSuccessi a raffica

informazioni

il periodico del cittadino

Spe

d. a

bb.p

ost 4

5 (a

rt. 2

, com

ma

20/b

, Leg

ge 6

62/9

6) -

Taxe

per

çue

- Aut

. Fil.

PT

Vare

se -

lugl

io 2

005

- Ann

o X

XV

I - N

. 3w

ww

.com

une.

sest

o-ca

lend

e.va

.it

didascalia didascalia didascalia che arrivò arrivò arrivò

E…state a SestoQuando il giornale arriverà nelle case, l’estate sarà già avanzata, se non alla fine.Si aspetta l’estate per uscire dalla routine, per fare nuove esperienze, in una parola per “di-ver-

tere”, ovvero divertirsi. E magari era l’occasione per scoprire il proprio paese. L’invito è appuntoquello (sempre valido per l’anno prossimo) di “stare” anche a Sesto. Si può rimanere a casa perscelta o, purtroppo, per necessità: con un pizzico di «amarcord»ed un po’di fantasia si può tra-sformare la scelta in una convinzione e la necessità in un “bicchiere mezzo pieno”. E allora si puòscoprire quello che c’è, anziché lamentarsi di quello che manca: non sarà il massimo, ma è unbuon viatico per la fine delle vacanze.

FRANCO BELLINGERI

In occasione del 30° anniversario di sacerdozioL’Amministrazione comunale ringrazia don Franco per il suo prezioso contributo alla crescita

della nostra comunità, per la capacità di ascolto delle idee e dei bisogni, per l’apertura serena esolidale con cui sa essere vicino a tutti i Sestesi.

La “Giornata senz’auto”

Nella foto di Franco Girardi, un momento della quinta edizione della “Giornata senza auto”,promossa dal “Consiglio dei ragazzi” e che si è svolta a Sesto il 5 giugno 2005. Nel corso dell’e-vento l’Associazione pensionati sestesi ha servito circa 640 piatti. I bambini del mercatino e le as-sociazioni presenti hanno raccolto 1.190,00 euro da destinarsi a progetti di solidarietà. Un granderingraziamento a tutte le organizzazioni che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione.

La Scuola dell’infanzia “Luisa Bassetti” haconcluso l’anno scolastico mettendo in scenacanti e danze inerenti il progetto di multicultu-ralità che ha visto i bambini impegnati in questainteressante iniziativa che qui riassumiamo.

• Il progetto - II Progetto “Arcobaleno” nascedal desiderio di accompagnare i bambini allascoperta della multiculturalità ed è legato al te-ma della “consapevolezza del mondo”, non so-lo come conoscenza di luoghi e usanze, ma so-prattutto come condivisione della vita con per-sone di diverse culture, che rende possibile va-lorizzare la diversità e l’unicità di ciascuno dinoi. L’elemento di stimolo è scaturito dalla pre-senza, all’interno della scuola, di numerosibambini di etnie diverse, dalla conseguente cu-riosità che ne è nata e soprattutto dal desideriodi accoglienza e integrazione.

• Lo sviluppo - Il percorso ha portato alla sco-perta delle caratteristiche fìsiche, delle abitudi-ni di vita, delle storie e delle leggende di Africa,Russia e Spagna, proprio per la presenza dibambini provenienti da questi Paesi.

Lo scorso anno sono stati toccati Paesi comeil Brasile, il Marocco, il Senegal; il prossimoanno proseguiremo la nostra avventura nel “vil-laggio-mondo” con nuove scoperte. Infatti, seconsideriamo il nostro pianeta come un villag-gio da condividere, sarebbe bello conoscere inostri vicini, i loro luoghi di vita e le loro abitu-dini, in una convivenza pacifica e serena.

E non sarebbe altrettanto improbabile scopri-re che il mondo intero è entrato nel nostro vil-laggio, nei territori in cui viviamo, proprio at-traverso le persone che provengono da Paesilontani.

• Il pensiero - La poesia che segue riassume

in modo incisivo i nostri sentimenti e le nostresperanze per un mondo di pace:

«Quando tornerai a scuolaguarda bene tutti i tuoi compagni

e noterai che sono tutti diversi tra loro.E questa differenza è una bella cosa.

Quei bambinivengono da orizzonti diversi,

sono capaci di darti cose che non hai,anche tu puoi dar loro qualcosa

che essi non conoscono.Il miscuglio

è un arricchimento reciproco.Sappi che ogni faccia è un miracolo.

È unica.Non potrai mai trovare

due facce assolutamente identiche.E ogni vita merita rispetto».

LE INSEGNANTI

DELLA SCUOLA DELL ’ INFANZIA

“L UISA BASSETTI”

Ufficio informazioni accoglienza turisticaSino al 30 settembre, l’Ufficio informazioni accoglienza turistica (IAT) del Comune di Sesto Ca-

lende, sito negli uffici della Pro Loco in viale Italia, è aperto tutti i giorni nei seguenti orari:9.30-12.00e 14.30-17.00

È a disposizione materiale turistico informativo inerente a Sesto Calende, alla provincia, alla re-gione, al Verbano ed alle varie iniziative. Per informazioni contattateci al numero 0331.923329oppure visitate il sito WWW.PROSESTOCALENDE.IT o scrivete a [email protected].

Cronaca

Un arcobaleno grande come il mondo

2

Sesto Amministrazione

Quattro chiacchierecon il sindaco

3

Vi siete mai domandati quali sono i punti de-boli di Sesto e quali, invece, i suoi fiori all’oc-chiello? Noi sì, e per questo, in un caldo matti-no di fine giugno, abbiamo fatto quattro chiac-chiere con una persona che ben conosce la real-tà della nostra cittadina, in primisperché è unsestese DOCinnamorato del suo paese e che nonandrebbe ad abitare in nessun altro luogo, in se-condo luogo perché da un anno ricopre a caricadi sindaco: Eligio Chierichetti.

- Signor sindaco, che cosa significa ammi-nistrare una cittadina come Sesto Calende?

«Amministrare una città come Sesto significaconfrontarsi ogni giorno con una realtà bella,ma nello stesso tempo complicata, molto più in-tricata di quanto si possa credere dall’esterno.Fare il sindaco di Sesto richiede un impegnonotevole, perché ci sono sempre problemi ditutti i tipi, e perché il Comune è un ente com-plesso, nel quale lavorano circa 80 dipendenti(50 nel “palazzo” ed i rimanenti nei vari plessiscolastici)».

- Quali sono i principali problemi di SestoCalende?

«Direi il traffico e tutte le questioni legate al-la viabilità. Purtroppo, per risolvere il pesanteproblema del traffico non si può fare molto. Neiprossimi mesi, su iniziativa del Comune di Se-sto, insieme con i rappresentanti dei Comuni diArona, Castelletto Ticino, Somma Lombardo,Vergiate e Besnate, ci sarà un incontro con irappresentanti della “Società Autostrade perl’Italia” per chiedere che i caselli fra Besnateed Arona, che si trovano tra due barriere, di-ventino liberi dal pagamento del pedaggio.Questa potrebbe essere una soluzione per al-leggerire il traffico lungo il Sempione e per fa-vorire l’uso dell’autostrada».

- Quali sono, invece, i suoi fiori all’occhiel-lo?

«I servizi alla persona, soprattutto l’asilo-ni-do e le scuole materne, realtà apprezzate nonsolo dai residenti ma anche dalle famiglie che,pur abitando nei Comuni limitrofi, chiedono diiscrivere i figli nelle nostre strutture comunali.Un altro punto di forza è il Centro sportivo divia Lombardia, un impianto moderno che di-venterà ancora più significativo con la costru-zione del Centro natatorio. Tutto ciò contribui-sce a far sì che le attività sportive a Sesto sianoben organizzate e quindi godano di grande vi-talità. Infine, un’altra realtà positiva di Sesto è

la presenza fortemente radicata sul territoriodel volontariato, al quale il Comune dà tutto ilsupporto che può. È importante ricordare chenella nostra cittadina sono attive ben 20 asso-ciazioni di volontariato».

- Un anno dopo la sua elezione, quale im-magine ha di Sesto Calende?

«Come ho detto prima, Sesto vive una realtàcomplicata, forse più complessa rispetto aquelle dei Comuni limitrofi. Purtroppo, ho con-

statato di persona che ci sono tante situazionidi precarietà e di disagio, più di quanto si pos-sa pensare. Probabilmente tali situazioni si so-no aggravate negli ultimi tempi, anche perchéSesto ha perso un po’ la sua vocazione indu-striale e la chiusura delle sue fabbriche stori-che ha indubbiamente messo in crisi molte fa-miglie. Inoltre, come da tutte le parti, negli ulti-mi anni si è registrato un preoccupante calo de-mografico: la popolazione sestese sta invec-chiando e i giovani sotto i 15 anni rappresenta-no la metà degli ultrasessantacinquenni. I nuo-vi nuclei familiari sono piccoli, di due, al mas-simo tre persone; fanno eccezione i nuclei fa-miliari costituiti da persone extracomunitarie,più numerosi di quelli italiani. In un momentodi crisi economica come questo, credo però chel’apertura del Centro di formazione e simula-zione volo nell’area ex-SIAI rappresenti unagrossa opportunità per Sesto, in primisperchériattiva un’area dimessa portando una ricadu-ta positiva sull’intero territorio, in secondo luo-go perché Sesto dovrà essere in grado di forni-re adeguati servizi alle numerose persone chefrequenteranno i corsi di formazione e di adde-stramento».

- Che cosa cambierà a Sesto Calende neiprossimi anni?

«Come ho detto poc’anzi, il Centro sportivosarà ampliato e finalmente anche a Sesto avre-

mo un Centro natatorio; inoltre entro l’annodovrebbero iniziarsi anche i lavori di ristruttu-razione dell’area ex-AVIR, e, legate ai lavori diriqualificazione dell’area indicata, verrannoapportate varie modifiche alla rete viaria conla costruzione di alcune rotonde. Anche perquanto riguarda i servizi di pubblica utilità cisaranno significativi cambiamenti perché, do-po l’esternalizzazione dell’acqua, anche la ge-stione dei rifiuti sarà appaltata ad un’aziendaesterna: questo permetterà, fra le altre cose, dipoter impiegare in altri servizi - forse proprioquelli legati alla persona - il personale comu-nale oggi adibito a tali mansioni. Infine, ricor-do che nei prossimi sei anni sarà completata larete metanifera in tutto il territorio comunale eche i lavori di completamente si inizierannodalla frazione di Lentate».

- Come vorrebbe che diventasse Sesto Ca-lende?

«Mi piacerebbe che diventasse un luogo sem-pre più vivibile e accogliente per tutti coloroche scelgono di venire qui».

- Perché una persona dovrebbe scegliere diabitare a Sesto?

«Perché è una cittadina amena, abbastanzavitale e nel complesso vivibile; perché è benservita e ha buone reti di comunicazione… tut-to ciò nonostante il traffico del Sempione!».

a cura di ILARIA SCARTON

Un’intervista per conoscere meglio Sesto Calende,ma anche per conoscere meglio il suo primo cittadino

Rosa Marcazzan Pozzoli premiata dal “Rotary” nel gala del 10 giugno a Barza di IspraNel corso di una serata di gala svoltasi il 10 giugno a Barza di Ispra ed

indetta dal “Rotary club” Sesto Calende-Angera-Lago Maggiore sonostati celebrati due eventi importanti: il centenario della nascita del “Ro-tary intemational” e la “Serata del volontariato”. L’occasione ha consen-tito di premiare le associazioni che si sono distinte sul territorio per le lo-ro azioni a supporto delle persone bisognose, e in particolar modo, nelmomento-cloudella serata, di conferire l’importante riconoscimento“Paul Harris fellow”, il massimo riconoscimento rotariano, alla sesteseRosa Marcazzan Pozzoli, impegnata da molti anni sul fronte del soste-gno all’handicap. Alla cerimonia erano presenti i sindaci di Sesto Calen-de, di Ispra, di Bregano, di Casale Litta e di Mercallo e gli assessori ri-spettivamente alla Cultura e ai Servizi sociali di Taino e Sesto Calende,invitati da Celso Osimani (presidente del club) e dal suo “braccio de-stro” Edo Balzarini.

Il commendator Alessandro Carletto ha tratteggiato ampiamente la fi-gura di “Rosetta”, come Rosa Marcazzan Pozzoli viene solitamentechiamata dai ragazzi che assiste. Nata a Verona nel 1924, Rosa Marcaz-zan si distinse dopo l’8 settembre 1943 nell’opera di assistenza ai prigio-nieri alleati. Fu “staffetta partigiana”, arrestata e imprigionata nelle car-ceri di Torricelli. Ma il destino fu benevolo con lei: rilasciata, potè com-pletare gli studi di matematica e fìsica all’Università di Padova ed entra-re nella Federazione universitari cattolici (FUCI). Si occupò nel 1951 deiprofughi provenienti a Verona dal vicino Polesine alluvionato, e l’annosuccessivo si unì in matrimonio con Giuseppe Pozzoli, tecnico meccani-co. Trasferitasi nel Milanese, prese a frequentare la vita parrocchiale e la“San Vincenzo”, portando soccorso agli immigrati meridionali.

Nel 1967 Rosa Pozzoli si trasferì a Sesto Calende, ove tuttora vive. Nel

1984, in occasione dell’“Anno del disabile”, elaborò un progetto ambi-zioso: quello di creare un centro per portatori di disagi psicofìsici e fami-liari. Nacque “Noi con Voi”, con sede nel quartiere sestese La Quadra. Ilcentro accolse 20 disabili, assistiti da Rosetta col supporto di 25 volonta-ri, che si occupano del trasporto domiciliare degli ospiti. Da qualche an-no Rosa Pozzoli ha ceduto la presidenza, ma si è occupata della creazio-ne del Centro di ascolto per immigrati ed extracomunitari, legato alla“San Vincenzo”, che gestisce il guardaroba e il banco alimentare.

NORBERTO FURLANI

4

La raccolta differenziata è definita dal Decretolegislativo numero 22/97 (“decreto Ronchi”)come «… la raccolta idonea a raggruppare i ri-fiuti urbani in frazioni merceologiche omoge-nee, compresa la frazione organica umida, de-stinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recuperodi materia prima…».

Le Pubbliche Amministrazioni devono orga-nizzare e garantire il servizio e stimolare il riuti-lizzo dei materiali raccolti; il cittadino deve rac-cogliere in modo differenziato, contribuire al re-cupero ed al corretto smaltimento di frazioni co-me carta, vetro, plastica, alluminio, frazione or-ganica, metalli ferrosi e no, pile e batterie.

La raccolta differenziata svolge un ruolo prio-ritario nel sistema di gestione integrata dei rifiu-ti in quanto consente, da un lato, di ridurre ilflusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e,dall’altro, di condizionare in maniera positival’intero sistema di gestione.

Essa consente:• la valorizzazione delle componenti merceo-

logiche dei rifiuti sin dalla fase della raccolta; • la riduzione della quantità e della pericolosi-

tà dei rifiuti da avviare allo smaltimento indiffe-renziato, individuando tecnologie più adatte allagestione e minimizzando l’impatto ambientale

dei processi di trattamento e smaltimento;• il recupero di materiali e di energia nella fase

di trattamento finale;• la promozione di comportamenti più corretti

da parte dei cittadini, con conseguenti cambia-menti dei consumi, a beneficio delle politiche diprevenzione e riduzione.

Tra gli obiettivi che il Comune si è da anni pre-fisso di raggiungere va sottolineata la necessitàdi realizzare una diminuzione nella raccolta esmaltimento dei rifiuti, indice questo di com-portamenti “virtuosi” del cittadino (una mag-gior attenzione anche nella fase di acquisto deiprodotti). Altro obiettivo primario è quello disensibilizzare e spingere il cittadino verso for-me sempre più “spinte” di raccolta e smaltimen-to compatibili con gli indirizzi fissati in sede na-zionale (per il 2003, il “decreto Ronchi” fissaval’obiettivo al 35 per cento) e regionale al fine dilimitare al massimo lo smaltimento in discaricaed agevolare la trasformazione del rifiuto in ri-sorsa.

In questa pagina vengono riportate le tabellerelative ai quantitativi di raccolta rifiuti e raccol-

ta differenziata del 2003 e 2004, più i dati relati-vi ai primi tre mesi del 2005.

Alcune considerazioni nel merito:• la produzione di rifiuti annui pro capite” in-

dica un’inversione di tendenza minima, ma si-gnificativa, rispetto agli ultimi anni, nei quali ildato era sempre in crescita (da 552,74 chilo-grammi per abitante a 551,40 chilogrammi perabitante);

• il totale dei rifiuti indifferenziati passa da215,05 chilogrammi per abitante a 192,13 chi-logrammi per abitante;

• il totale della raccolta differenziata sale da336,79 chilogrammi per abitante a 359,27 chi-logrammi per abitante;

• la percentuale di raccolta differenziatasalecosì dal 60,93 per cento al 65,16 per cento.

La terza tabella ci informa, a parità di tutti glialtri servizi di raccolta differenziata (per quali icosti variano in funzione degli abitanti e non deichilogrammi di rifiuti raccolti), relativamente adue situazioni:

• il costo reale2004 dei servizi;• il costo che avremmo avutonel 2004 se

avessimo raccolto solo rifiuto indifferenziato,quantitativo ottenuto sommando umido e secco.

È stata aggiunta anche una quota supplemen-tare quota di rifiuti, pari al 20 per cento, perchénel passaggio da RSU indifferenziati a “umidopiù secco” questa è la percentuale di rifiuti chesi sono “persi”, che cioè sono “spariti” (o perchéinseriti nel circuito di raccolta differenziata operché spariti dal giro dei rifiuti). Se non si con-siderano i rifiuti “spariti”, il risparmio è “solo”di 20.000 euro; nel secondo caso si arriva a75.000,00 euro.

Nell’informare che il Comune di Sesto Calen-de è capofila di una convenzione intercomunaledi 24 Comuni e che la gestione del servizio è af-fidata alla “Econord SPA”, si attesta - dati dellaProvincia di Varese per il 2003, quando la per-centuale di raccolta differenziata era pari al 59,4per cento - che l’indice di efficienza della ge-stione dei rifiuti urbani è pari a 6,7, che corri-sponde all’undicesimo posto (su 141) provin-ciale e che il costo complessivo del servizio (eu-ro per abitante l’anno) è di 64,13 euro (valoreche si colloca in fascia media tra i 33 euro diGorla e i 160 euro di Ternate).

CLAUDIO CARABELLI

DANIELA ROVELLI

Speciale Raccolta differenziata

L’impegno del cittadino e i risultati raggiunti

Descrizione

Art. 50 - Raccolta e trasporto frazione umida

Art. 53 - Raccolta e trasporto frazione secca

Art. 57 - Smaltimento rifiuti con quantitativi forfettarifrazione secca (massimo 160 kg/ab anno)

Art. 58 - Avvio a recupero/trattamento/smaltimento rifiutifrazione umida

Art. 47 - Raccolta e trasporto dei rifiuti indifferenziati

Art. 57 - Smaltimento dei rifiuti con quantitativi forfettaririfiuti indifferenziati (massimo 245 kg/ab anno)rifiuti indifferenziati (riduzione 20% con separazione)

Totale

UM (IN EURO)

ab/anno

ab/anno

tonnellata

tonnellata

ab/anno

tonnellatatonnellata

Quantità

10.264

10.264

1.192,41

782,90

10.264

1.975,31395,06

Costounitario 2004

euro 9,95

euro 4,00

euro 112,13

euro 66,24

euro 10,14

euro 123,01euro 123,01

Totale

euro 102.075,48

euro 41.030,34

euro 133.698,97

euro 51.859,10

IVA

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento10 per cento

Costo complessivo

euro 112.283,03

euro 45.133,37

euro 147.068,87

euro 57.045,01

euro =====

euro =====euro =====

euro 361.530,28

Anno 2004 con secco/umido Anno 2004 senza differenziazione

Totale

euro 104.476,96

euro 242.982,51euro 48.596,50

IVA

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento

10 per cento10 per cento

Costo complessivo

euro 114.484,66

euro 267.280,77euro 53.456,15

euro 435.221,57

“Last minute market”, e lo spreco diventa una risorsaAbitanti al 31.12.2003: 10.095Abitanti al 31.12.2002: 9.790

Materiale

Rifiuto urbano seccoIngombrantiPulizia strade

Totale rifiuti indifferenziati

Scarti organici (rifiuto umido)Vetro e lattinePlasticaCarta/cartoneFerrosiVerdeLegnoFrigoriferiOli mineraliOli vegetaliAccumulatori al piomboFarmaciPileLampade a scaricaTelevisoriInertiPneumaticiContenitori etichettati T e/o FTonerSiringhe

Totale raccolta differenziata

Totale generale rifiuti(indifferenziati più differenziati)

Percentuale raccolta differenziata

Altri rifiutiAssimilabili agli urbani

QUANTITÀ RIFIUTI RACCOLTI E RACCOLTA DIFFERENZIATA

Anno 2004

1.192.410569.040178.120

1.939.570

782.897581.000242.855878.450115.040509.850273.67016.0201.7005.33011.401

25740580

5.978119.59082.000

270406

3.626.839

5.566.409

65,16

502.740

Kg/ab

118,1256,3717,64

192,13

77,5557,5524,0687,0211,4050,5127,111,590,170,531,130,030,040,010,5911,858,120,030,000,00

359,27

551,40

Anno 2003

1.380.400554.990178.760

2.114.150

657.790538.620230.271793.220142.720518.120210.09013.6851.8002.52010.508

31141230

6.916113.18048.000============

3.297.193

5.411.343

60,93

376.300

Kg/ab

141,0056,6918,26

215,95

67,1955,0223,5281,0214,5852,9222,381,400,180,261,070,030,040,000,7111,564,900,000,000,00

336,79

552,74

«Trasformare lo spreco in risorsa». Questo è l’obiettivo del progetto“Last minute market”: un mercato dove per favorire gli indigenti, gli “ul-timi”, non bisogna sprecare neppure un minuto e neanche un prodotto. Ilrecupero dei beni alimentari, rimasti invenduti per le ragioni più varie, maancora perfettamente salubri, viene concepito come fornitura di un servi-zio: per chi li produce (involontariamente e accidentalmente), cioè le im-prese commerciali; per chi li consuma, i bisognosi attraverso gli enti diassistenza; per le istituzioni pubbliche (Comuni, Province, Regioni, ASL)e le società di smaltimento rifiuti che ne conseguono benefici indiretti,sociali ed ambientali, vedendo diminuire il flusso di rifiuti in discarica emigliorando l’assistenza alle persone svantaggiate. Questo è in sintesi loscopo del progetto “Last minute market” (“Mercato dell’ultimo minu-to”), a cui l’assemblea dei sindaci del distretto ha dato il via libera il 15febbraio 2005.

Il progetto nasce da un’intuizione del professor Andrea Segrè, docenteal Dipartimento di Economia e ingegneria agrarie dell’“Alma Mater stu-diorum” (Università di Bologna), nel 1998, durante uno dei seminari diapprofondimento per i suoi studenti, ai quali aveva l’abitudine di invitareesperti esterni (in questo caso un suo ex-allievo diventato capo del repar-to ortofrutticolo di un ipermercato). Al quesito di uno dei suoi studenti,che domandava se effettivamente si riuscisse a vendere tutto, l’ex-allievorispose: «Sì, vendiamo quasi tutto».Risposta rassicurante, ma non con-vincente: il motivo era che «dietro le quinte»(come egli stesso racconta),e cioè nel retro della superficie distributiva, c’erano «impressionantimontagne di prodotti ammucchiati disordinatamente… e non soltantofrutta e verdura, c’era di tutto e di più». E fu colpito dal fatto che, a partela quantità, «si trattava di prodotti del tutto identici a quelli che si acqui-stano dall’altra parte del “muro”… e il loro destino era un enorme bido-ne della spazzatura e poi un lontano (e fumoso) inceneritore». Si reseconto del fatto che «era veramente uno spreco gettare via tutti quei pro-dotti, che (prossimi alla scadenza) in realtà potevano essere ancora con-sumati».

Cominciò così una collaborazione con gli studenti della sua facoltà, cheha portato Segrè a costituire un progetto che mette in comunicazione di-

retta le «attività commerciali, che donano i prodotti invenduti»e «le as-sociazioni e gli enti caritativi beneficiari, che ricevono i prodotti gratui-tamente ed hanno la possibilità di destinare la quantità di fondi rispar-miata, all’acquisto di beni e servizi di altra natura, migliorando così laqualità dell’assistenza fornita non solo dal punto di vista della dieta ali-mentare». Con questo sistema, tra il gennaio ed il dicembre 2003, sonostate recuperate 140 tonnellate (peso netto) di prodotti, di cui il 70 percento destinato all’alimentazione umana e il 30 per cento agli animali.

Ci è sembrata così interessante questa iniziativa che l’abbiamo propo-sta all’assemblea dei sindaci del distretto, i quali lo hanno approvato; oral’Ufficio di piano (il cui responsabile, insieme con un rappresentante delComune di Sesto Calende, ha incontrato a Bologna il professor Segrè) stalavorando, in seguito ad un incontro con un esperto della cooperativa cheè venuto a Sesto Calende, alla stesura della convenzione con la coopera-tiva “Carpe cibum” di Bologna, che dovrà effettuare uno studio del terri-torio e delle associazioni in esso presenti per capire quale tipo di progettosi adatti meglio alla nostra zona. La previsione è quella di partire speri-mentalmente, dopo lo studio del territorio, coinvolgendo da subito soloalcune attività commerciali e associazioni, con lo scopo di “rodare” beneil progetto in modo tale da arrivare, forse fra circa un anno, ad allargarequesta attività a chi “vorrà starci” (ma solo nel momento in cui ci sarà lasicurezza che lo scambio dei beni invenduti, basato sul dono, funzionasenza difficoltà e costituisce un servizio per le associazioni e gli enti chese ne serviranno). Gli ideatori del progetto “Last minute market” lavora-no anche, ormai in modo abbastanza sistematico, sul recupero dei libri estanno valutando l’ipotesi del recupero di materiali non alimentari.

Concludiamo con una frase dalla presentazione del programma, perchéci sembra determinante per le scelte che chi è chiamato a lavorare nel so-ciale deve sempre tenere presente: «L’iniziativa permette non solo di sop-perire alle necessità materiali, ma assume anche un’interessante valenzaeducativa nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica alle problemati-che dello spreco. Obiettivo ultimo del Last minute marketè infatti di con-tribuire alla riduzione dello spreco stesso, in tutte le sue forme».

ILEANA ZARONE

5

Testimonianze

La consapevolezza del fatto che alcune parole pos-sano ferire per la loro cruda definizione è tenutasempre più in considerazione nella nostra società.Da qui, per il rispetto di ogni persona portatrice dihandicap, la parola che li rappresenta, oggi, si è tra-sformata in “diversamente abile”, da “cieco” a “nonvedente” e così per ogni altra limitazione sia fisicasia mentale. Persino i cani, da “bastardini”, si sonotrasformati in meticci.

Sono una volontaria e ho il piacere, oltre che l’in-carico, di incontrarmi settimanalmente con un pic-colo gruppo di donne che hanno in comune l’espe-rienza “tumore” nella nostra sede di Sesto Calende.Qualche tempo fa avevo raccontato, attraverso il no-stro trimestrale, di come questa esperienza fosse diarricchimento per tutte noi. La cosa che ha “distur-bato” il mio piccolo gruppo è la definizione “malatoterminale”. È vero che non ci sono molte parole perdescrivere quello che in effetti è, ma le ragazze mihanno chiesto di dare voce al loro pensiero. La no-stra delegazione ha avviato con grande senso civicoe morale un nuovo supporto, l’assistenza domicilia-re per il malato terminale: un teamformato da medi-co, psicologo, infermieri e volontari che accompa-gnano e sostengono il malato e la famiglia nel mo-mento in cui il loro caro, lasciata la struttura ospeda-liera, torna nel proprio ambiente per stare insieme acoloro che lo amano.

L’assistenza domiciliare per il malato terminale èdi aiuto ad entrambi, per affrontare con serenità econsapevolezza la parte più dolorosa di questo per-corso. Alcune di loro si sono immedesimate in queigenitori o figli o malati stessi (spesso per essercipassate personalmente) che si troverebbero a legge-re o a sentire una definizione che nessuno mai vor-rebbe sentire. Mi ricordo di quando, parecchi annior sono, le parole stesse “tumore” e “cancro” eranoinnominabili. Si parlava spesso di «brutto male»senza mai essere troppo chiari, quasi che questa“malattia” del nostro secolo fosse il simbolo di uncastigo per qualche colpa commessa. Forse è solouna sfumatura quella sulla quale chiediamo atten-zione; ma è importante sia per la famiglia che acco-glie il gruppo di supporto sia per ridefinire questepersone così speciali, che hanno cuore e forza a suf-ficienza da darne a chi ne ha bisogno. Ma, soprattut-to, la parola “terminale” è deleteria per quelle perso-ne che, già sfinite da questa lunga battaglia con il tu-more, si sentono etichettate con questo termine cosìdefinitivo e categorico che le porta a rinunciare acombattere. Non vogliamo arrenderci mai, fino al-l’ultimo respiro… Oggi che di “tumore” si guariscesempre più spesso, perché usare questa definizione?È la parola “terminale” che, secondo noi, “ghettiz-za” le persone afflitte da questo male e limita il lavo-ro dei volontari. Le parole “pesano”, che ne pensa-te?

Ho sentito definire i volontari come “angeli custo-di” per come accompagnano e sostengono i malati e

le famiglie. Sono parole dette da giovani ragazzi chesi sono confrontati con questa esperienza dolorosa eche hanno voglia di darsi da fare. Le parole aiuta-no… È positivo e gratificante che i giovani sianopresenti sia moralmente sia materialmente, per unideale passaggio del testimone in questa corsa con-tro il tempo…

Mi auguro che sempre più spesso si vedano visigiovani ed entusiasti affiancati dai “veterani” nellemanifestazioni e nel volontariato. A tutti i volontariun augurio di «Buon lavoro».

COSETTA FERRARESE

*****Post scriptum - Per sabato 23 luglio è in program-

ma a Sesto Calende, con il benestare del Comune,una manifestazione organizzata da alcuni ragazzi(sopra citati), allo scopo di raccogliere fondi da de-stinare alla ricerca e all’assistenza del malato onco-logico. L’importante è cominciare…

Quelle parole che… pesanoSono volata tre mesi in Bra-

sile come volontaria. Un me-raviglioso Paese, straordina-riamente dinamico, contrad-dittorio e regno delle disugua-glianze. L’allegria della gente,la musica, la danza e il delizio-so profumo di comida(cibo)invadono le vie, le piazze… cisi scontra con la realtà del Bra-sile, afflitto da un’alta percen-tuale di povertà, vulnerabilealle crisi esterne causate dallastruttura economica e dalla si-tuazione finanziaria precarie.

Fortunatamente oggi si in-travede una speranza: un pre-sidente con un alto potere dirappresentazione delle classipovere, il quale ha il compitodi affrontare la situazione didisuguaglianza e divario traricchi e poveri. La gente mo-desta vive nelle favelas, picco-le baracche che ospitano intere famiglie: qui lavita è molto violenta, la lotta tra bande spietata.I bambini, come crescono, come vivono? Ov-viamente male! La povertà che maggiormentesi sente e percepisce è la povertà morale, lamancanza di rispetto per la vita dell’essereumano in particolare nei confronti dei bambini.

A Salvador Bahia sono stata a trovare Raquel,una bellissima bambina di 11 anni, che abbia-mo adottato a distanza dall’Italia per il tramitedel progetto “Àgata Smeralda”. Accompagnatadall’educatrice responsabile e dal tutore di Ra-quel, ho visitato l’istituto, situato proprio all’in-terno della favelas: è ben organizzato, la strut-tura è in buono stato ed in parte in fase di am-pliamento, all’interno vi sono laboratori attrez-zati per corsi di artigianale e specializzazione,Ho incontrato Raquel nella sua umile casina:abbiamo chiacchierato, mi ha raccontato dellascuola, del “teatro di strada”, ci siamo coccola-te… guardate negli occhi, abbiamo pranzato in-sieme, infine ci siamo salutate con un «Arrive-derci»… magari in Italia e con la promessa discriverci! Lasciandola sentivo un nodo alla go-la ed un profondo senso di vuoto, di tristezza,una sensazione mai provata finora! Ho vissutoin una realtà che prima era lontana, dall’altraparte del mondo… oltre oceano.

La possibilità di sostenere e guidare i bambiniverso una crescita cosciente, basata sul rispettodella vita e su un progetto per il futuro, è la mo-tivazione che mi ha portato in Brasile come vo-lontaria alla “Escola municipal Felipe deLyon”, situata a Planaltina, che dista 70 chilo-metri da Brasilia. L’istitituto è stato fondato 20

anni or sono da Vittoria Garofano, figlia di im-migrati italiani, e dal 1992 è sostenuto dall’as-sociazione “Fly-ONLUS”.

La scuola è situata in una fazendaimmersa inuna natura meravigliosa, vicino ad una sugge-stiva laguna; ospita 500 ragazzi dai cinque ai 16anni. Gli insegnanti sono preparati e veramenteimpegnati… le giornate trascorrono con sereni-tà e gioia. Ai bimbi, oltre al materiale scolasticoed un pasto, viene offerto un angolo di mondodove poter giocare spensierati in armonia, lon-tani dalla rua (strada), crescere con progetti peril futuro in un Paese che si sta risvegliando.

Ho organizzato un piccolo laboratorio artisti-co, sfruttando i materiali che la natura offre, sti-molando i ragazzi a ricercarli come in una di-vertente caccia al tesoro! È stata un’esperienzache non si può descrivere fino in fondo con leparole… la gente dalle svariate culture, il ritmodella samba, i mille colori, i sorrisi, ti apronol’anima dandoti emozione anche per le piccolecose. In prima persona ho ricevuto un insegna-mento; guardare al di là di della solita vita, del-la “routine”, della casa delle cose di cui solita-mente non si può fare a meno, per imparare acondividere anche solo un sorriso all’inizio diogni nuovo giorno…

Questo periodo della mia vita, molto breve,ma intenso, è stato un risveglio, l’apertura dinuovi canali nella mente, la risposta a molte do-mande. Solo un viaggio come questo può col-mare certi vuoti che spesso ci pervadono…Pensateci e volate via anche voi: la vostra vitacambierà…

VALENTINA ROMAN

Una testimonianza dal Brasile

DIRETTORE RESPONSABILE

ELIGIO CHIERICHETTI, sindaco di Sesto Calende

DIRETTORE DI REDAZIONE

FRANCOBELLINGERI

COMITATO DI REDAZIONE

GIUSEPPEBALZARINI

LUCIO BALZARINI

LAURA BRIVIO

ROSSANAGIROTTO

GABRIELE LUONI

FRANCESCAMINCHIOTTI

VALENTINA MONTANARI

ILARIA SCARTON

VALERIO TODESCHINI

MATTEOZANON

GRAFICA

DANIELE GAZZI

SEGRETERIA

UFFICIOBIBLIOTECA

REALIZZAZIONE E STAMPA

SO.G.EDI. SRL- via Seneca 1221052 Busto Arsizio (Varese)

Registrazione Tribunale Busto Arsizionumero 3/79 dell’11 maggio 1979

Sesto Calendeinformazioni

QUESTO PERIODICO

È ASSOCIATO

ALL ’UNIONE STAMPA

PERIODICA ITALIANA

GLI ARTICOLI PER IL PROSSIMO NUMERO

SONO DA CONSEGNARSI

IN REDAZIONE

ALLA SEDE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE

ENTRO IL 15 SETTEMBRE 2005

Il Centro di formazione professionale “Ticino-Malpensa” Tarenzi, nuovo libroDal giugno 2002 il nostro Comune aderisce al Consorzio che gestisce il

Centro di formazione professionale “Ticino Malpensa”, assieme ai Co-muni di Angera, Arsago Seprio, Golasecca, Somma Lombardo e Vergia-te. Si tratta di un ente che ha lo scopo di proporre percorsi di formazionesia per giovani in età di obbligo scolastico, sia per adulti occupati o disoc-cupati, organizzando corsi o progetti di intervento formativo collegati conle realtà occupazionali del nostro territorio e collaborando con altre agen-zie formative. In pratica è un’opportunità per gli adolescenti che dopo laterza media, dovendo assolvere il diritto-dovere alla formazione secondola Legge numero 53/2003, cercano un canale che dia loro una preparazio-ne per inserirsi nel mondo del lavoro.

Il CFPorganizza anche corsi per apprendisti, incontri di orientamentoper alunni delle scuole medie, corsi di rimotivazione per allievi delle scuo-le superiori, corsi di specializzazione per diplomati (ad esempio, in questoanno scolastico ha realizzato un corso di specializzazione in tecniche deiservizi contabili e aziendali e amministrazione del personale, in collabo-razione con l’IIS “Dalla Chiesa”). Il CFPcollabora con gli sportelli “Infor-malavoro” (quello di Sesto Calende ha sede in Biblioteca comunale) ed èil referente del “Piano di zona” del distretto di Sesto Calende per l’inseri-mento lavorativo dei disabili (NIL).

Il Centro ha ottenuto l’accreditamento dalla Regione Lombardia e lacertificazione di qualità ISO9001/2000, riconoscimenti che permettonoad esso di ottenere i finanziamenti del Fondo sociale europeo, con proget-ti delle Regione o della Provincia. Ogni Comune aderente al Consorziocontribuisce inoltre con una quota annuale, calcolata in base al numerodei propri abitanti.

Per il prossimo anno scolastico, a partire dall’autunno 2005, il CFP“Ti-cino-Malpensa” propone corsi gratuiti:

• corso di qualifica “addetto alle vendite” approvato dalla Regione Lom-

bardia, rivolto a ragazzi ed a ragazze che hanno terminato la terza mediainferiore. Durata triennale, diurno, tutti i giorni dal lunedi al venerdì perun totale di 1.050 ore l’anno, attestato regionale;

• corso “disegnatore-disegnatrice CAD di modelli tridimensionali”. Cor-so serale di 100 ore, rivolto a persone che vogliono approfondire l’aspettotridimensionale.

Il CFPorganizza poi anche numerosi corsi a pagamento nei settori del-l’informatica, delle lingue straniere, della contabilità aziendale, del com-mercio, nel settore socio-assistenziale e dei servizi all’infanzia, oltre che ilrichiestissimo corso per il rilascio del tesserino del Parco del Ticino “An-dar per funghi”:

• corso “Utilizzo softwareapplicativi in ambiente Windows (Word-Ex-cel base e secondo livello” (serali);

• corso “Amministrazione del personale con utilizzo del softwareZuc-chetti”;

• corso “Contabilità aziendale supportata dal softwareEsatto”;• corso-base di vetrinistica, rivolto a titolari e commesse-commessi di

negozi;• corso “Ausiliario/ausiliaria socioassistenziale”, con rilascio di certifi-

cato di qualifica;• corso “Qualificazione di ASA in OSS” (da ausiliari socioassistenziali a

operatori sociosanitari), rivolto a persone che abbiano almeno due anni diesperienza lavorativa.

Per qualsiasi altra informazione sui corsi e sulle varie attività del Centrooccorre rivolgersi direttamente alla sede del CFPa Somma Lombardo, invia Visconti di Modrone 12, o telefonare al numero 0331.251493, o invia-re una e-mailall’indirizzo [email protected].

a cura di ELENA PEDRETTI

assessore alla Pubblica istruzione

“Dall’acqua al cielo”… e Sesto Calende vola in alfabeto BrailleIl 19 ottobre 2002, nella sala consiliare di Sesto Calende (purtroppo insufficiente a contene-

re tutti gli intervenuti), venne presentato il libro di Alberto Grampa “Dall’acqua al cielo. Sto-ria della SIAI -Marchetti e della sua gente”. Il libro si apre con la rievocazione degli 82 anni distoria della gloriosa azienda sestese e continua con una lunga intervista al maestro del lavoroRomano Zeni (foto a fianco). Entrato in SIAI nel 1940, quand’era quattordicenne, Zeni vi halavorato ben 45 anni, raggiungendo un alto livello professionale, riconosciutogli dal direttoregenerale Fredmano Spairani che lo ha definito «maestro per centinaia di operai, tecnici e in-gegneri».

Fra i numerosi presenti alla bella mattinata della presentazione c’era anche Ettore Bianchet-ti, lavoratore dell’Aermacchi e referente per Busto Arsizio dell’Unione italiana dei ciechi, se-zione provinciale di Varese. Bianchetti è socio dell’“Associazione progresso ciechi” che aBorgo Valsugana, provincia di Trento, dispone di un centro di informatica e di una stamperiain Braille e ha così chiesto a questo benemerito ente, e ottenuto, la trascrizione in Braille dellibro di Grampa. Ricordiamo che il sistema di scrittura Braille prende il nome dal suo ideato-re, Louis Braille, musicista, organista e docente all’“Istituto dei ciechi” di Parigi, che nel 1829mise a punto, dopo lungo studio, il suo sistema di scrittura tattile, a rilievo, che consente ainon vedenti di leggere con la punta delle dita e di scrivere con un punteruolo e con un’apposi-ta tavoletta. “Dall’acqua al cielo” è così diventato, nella versione Braille, un volume di 55 pa-gine, misura 28 per 30 centimetri, con un dorso di 2.5 centimetri. Il volume è collocato nella“Biblioteca nazionale per ciechi” di Monza ed è stato inserito nel catalogo nazionale a dispo-sizione dei minorati visivi, che ne hanno ricevuto comunicazione attraverso la stampa asso-ciativa. Una copia è conservata anche nella nostra Biblioteca comunale.

L’arricchimento della bibliografia sestese, con questo volume, ha un grande valore sociale eper noi sestesi è motivo di orgoglio sapere che è la prima pubblicazione Braille, in assoluto,che riguarda l’aviazione della provincia di Varese.

Grazie, Ettore!

Fatti ed eventi

6

SESTO CALENDENuovi appartamenti trilocali con vista fiume.Possibilità box. A partire da

Euro 139.000

CADREZZATEVicinanze centro, nuova villa singola con 3 ca-mere, doppi servizi, ampio interrato e giardino.

Euro 310.000

SESTO CALENDEIn residence di recente costruzione,appartamento trilocalecon doppi servizi,terrazzo e box.Ottimamente mantenuto.

Euro 170.000

LISANZAAppartamento bilocalecompletamente ristrutturatocon taverna, terrazzinoe giardino privato.

Euro 100.000

LISANZACasa indipendentecon camino, 2 camere,2 bagni, taverna, veranda,doppio box e giardino.

Euro 270.000

OSMATEZona tranquilla e verde,in costruzione,appartamento bilocalecon boxe giardinetto privato.

Euro 100.300

Luca Tarenzi, 28 anni, è sestese di nascita, maora vive ad Arona con una veterinaria e, di con-seguenza, con un piccolo, amatissimo zoo. Do-po aver frequentato il Liceo scientifico “Meri-cianum”, Tarenzi si è laureato in Lettere mo-derne all’Università “Cattolica” di Milano conuna tesi in storia delle religioni.

“Il sangue di Orfeo” è stato il suo primo ro-manzo, pubblicato in edizione privata, e fa par-te di una trilogia dal sapore fantasynella qualel’avventura si appoggia solidamente sulle basidi una ricerca storica profonda e competente.

Ambientato nella Grecia dell’età del Bronzo,il libro nasce dall’amore per la storia delle reli-gioni dell’epocapre-classica, alleradici di quei mitiche giungerannopoi fino ai nostrigiorni, portando al-lo scoperto le partipiù oscure e arcai-che della religiositàgreca e della mito-logia originata dallo scontro tra le popolazioniautoctone - i Pelagi - e gli Achei invasori.

Grazie ad uno studio particolareggiato suglieventi storici e culturali, sull’arte, sul commer-cio e sulla vita quotidiana, e soprattutto concen-trandosi sull’idea del sentimento religioso del-l’epoca, Tarenzi è riuscito a costruire lo sfondorealistico sul quale si snodano le vicende del ro-manzo.

La seconda parte della trilogia, intitolata “Lalamina d’oro”, è uscita nel mese di maggio, at-tesa dai molti lettori che si sono appassionati al-le vicende del protagonista Damian «dagli oc-chi bianchi», che prosegue il suo viaggio e lasua crescita con lo scopo di riprendersi dall’Al-dilà la sua amata.

Luca Tarenzi è uno scrittore di talento, para-gonabile a William Gibson, ed uno studiosocompetente ed appassionato di religioni medi-terranee, che fatica a trovare un editore. Ha allespalle esperienze come giornalista free-lancema anche come ghostwriter, un prezzo da pa-gare per tanti giovani che vogliono vivere d’in-chiostro. Convinto delle proprie capacità, conun sorriso aperto e grande comunicatore, dimo-stra una vasta cultura letteraria e filosofica dal-la quale fa scaturire una piccola perla di saggez-za: «La vita ci porta dove vuole lei… ma noisiamo i padroni delle nostre scelte».

Nel cassetto Luca Tarenzi ha racconti di fan-tascienza e horror che attendono di vedere laluce; e, più che mai deciso a dedicare tutto séstesso alla scrittura, l’autore ha tentato l’avven-tura della pubblicazione personale.

ROSSANAGIROTTO

Dopo “Il sanguedi Orfeo”

ecco pubblicata“La lamina d’oro”,

seconda partedi una trilogia

Liceo “Mericianum”, «The music in the school»Alcuni mesi or sono, nel nostro liceo, si è aperta una bi-

blioteca musicale rivolta agli studenti che desiderano av-vicinarsi ancor di più all’universo della musica. La bi-blioteca del “Mericianum” dispone ora di CD e musicas-sette di lirica e di musica classica, ma speriamo di poterampliare la raccolta con generi di musica differenti comeil jazzo altri esempi di musica che hanno segnato in mo-do significativo la storia.

Certamente vi domanderete come sia nata l’idea di unsimile progetto. Ebbene: tutto si è iniziato poco dopo l’av-vio dello scorso anno scolastico, quando una delle nostreprofessoresse ci ha proposto la raccogliere brani musicalidi genere diverso da quello che normalmente ascoltiamo(di cui tutti ben conoscono autori e interpreti), ed in parti-colare di brani collegati al progetto musicale del nostro li-ceo, che partecipa al gruppo culturale del “Teatro allaScala” di Milano.

L’idea ci sembrava accattivante tanto che, senza pensar-ci troppo, abbiamo immediatamente offerto la nostra pie-na disponibilità, stabilendo subito la data della prima ri-unione a scopo organizzativo. In essa, abbiamo deciso dicreare una raccolta musicale, corredata da una bibliotecacartacea di schede tecniche contenenti informazioni sul-l’autore e sull’opera.

Due settimane dopo ci stavamo già procurando i com-pact-disce le musicassette ed eravamo in ricerca del ma-

teriale informativo. Inoltre, avevamo già trovato il postoriservato all’ubicazione della biblioteca: da quel momen-to ci sarebbe voluto circa un mese di duro lavoro primadell’apertura ufficiale. Oggi, a distanza di qualche mesedall’inaugurazione, pensiamo che sia - e che continueràad essere - una bella esperienza per noi appassionati dimusica lirica e classica, ed il nostro impegno è passato al-la realizzazione di una lezione per i nostri compagni su unautore che ci ha interessato.

Sappiamo che per i ragazzi della nostra età è più con-sueto ascoltare un genere di musica proveniente da ununiverso opposto a quello della musica della biblioteca;tuttavia crediamo nella possibilità di far avvicinare a que-sto genere di musica molti dei nostri compagni. Al con-trario di quello che molti coetanei pensano, la musicaclassica e quella lirica infondono nella persona emozionie pensieri, a volte più profondi di quelli che possono esse-re alimentati ascoltando musica rock, houseo techno, eche il divertirsi andando in discoteca equivale al divertir-si andando a teatro a vedere un’opera lirica, un balletto oun concerto.

Speriamo che coloro che vorranno fare quest’esperien-za ne rimangano soddisfatti e felici di aver provato qual-cosa di veramente appassionante.

FEDERICA SALBEGO

STEFANO SOMAINI

2 giugno, «una festa per ricordare»Giovedì 2 giugno, due alunne dell’Istituto superiore “Dalla Chiesa” hanno let-

to pubblicamente passi da loro scelti della Costituzione della Repubblica Italia-na; oltre a rendere in quella occasione un servizio alla comunità cittadina, hannolasciato alla redazione una breve testimonianza della manifestazione tenutasi nelcortile del Municipio.

*****Il 2 giugno 1946 l’Italia diventava una Repubblica. Oggi, a 59 anni, dal referen-

dumistituzionale, siamo ancora coscienti del valore della Repubblica… o l’ab-biamo dimenticato?

Ma l’Italia non dimentica.Oltre la tradizionale parata militare che ogni anno si svolge a Roma lungo la via

dei Fori Imperiali alla presenza delle più alte cariche dello Stato, la nostra città hadimostrato questo 2 giugno di essere una piccola, ma fondamentale parte dellaRepubblica. La manifestazione svoltasi nel cortile del Comune di Sesto Calende,con un intrecciarsi di canti patriottici piacevolmente intonati dal “Coro alpino se-stese” e letture di articoli della Costituzione italiana, ha voluto prendere parte allecelebrazioni nazionali. Significativa è stata anche la presenza di Gianni Mazzole-ni che, accanto al sindaco ed all’assessore alla Cultura, ha ricordato i sacrifici del-la lotta di Liberazione che ha portato alla firma della Carta costituzionale, ed ha ri-evocato la figura del caduto partigiano Remo Barbieri. Per chiudere in bellezza, ilComune ha invitato i partecipanti a festeggiare con un aperitivo.

Volevamo offrirvi una testimonianza di una giornata serena nella quale, insie-me, abbiamo “ricordato”. Perché ricordare aiuta soprattutto noi giovani a recupe-rare i valori per i quali si è lottato ma che oggi , purtroppo, appaiono scontati.

RUXANDRA BURSANU

DEBORA PALMIERI

Adozione… tecnologica!Al Liceo scientifico “Mericia-

num” è nato un progetto di recuperostorico-tecnologico che ha coinvol-to diversi alunni con la passione delrestauro; la dicitura “storico” vuolerichiamare l’attenzione di volonte-rosi - e magari non più giovanissimi- cittadini che abbiano esperienzanel settore tecnico e che voglianosostenere l’entusiasmo di questigiovani pionieri.

Durante il recupero del laborato-rio di fisica, nei meandri degli ar-madi sono stati “scovati” antichissi-mi strumenti oramai in disuso. Conil sostegno del preside, professorAlberto Zaninetta, è stato aperto unprogetto denominato “Adotta unostrumento”, attraverso il quale i ra-gazzi sono stati invitati ad impe-gnarsi per il recupero del materiale.La partecipazione è stata entusiasti-ca, e il lavoro svolto è notevole: do-po un anno sono stati recuperati dueproiettori, di cui uno della metà delXX secolo, l’altro risalente alla finedel XIX (si tratta di una “lampadamagica”-proiettore a petrolio), unprotocalcolatore dell’inizio del XX

secolo e una serie di stru-menti per lo studio delcampo elettrico. I ragazzidi prima liceo si sono oc-cupati del recupero di unaserie di bilance e dellarealizzazione del model-lo da usare per la compi-lazione delle schede tec-niche (nella foto).

Speriamo di poter rea-lizzare una mostra con glistrumenti recuperati perla fine dell’anno.

Una delle difficoltà in-contrate dagli studentidurante il lavoro è stataquella di individuare ilmateriale per la manutenzione e perla riparazione degli strumenti, e so-prattutto la compatibilità con i ma-teriali originali ormai datati.

Un esempio è rappresentato dallalubrificazione del proiettore ali-mentato ad olio: come essere sicuriche il lubrificante non avrebbe com-promesso la vernice originale? Perquesto motivo vorrei richiamare lavostra sensibilità verso questo pro-

getto, e verso il lavoro di questi ra-gazzi, nella speranza che qualcunodi voi, che abbia un po’di tempo daspendere e la voglia di trasmettereloro le proprie conoscenze e la pro-pria esperienza, li aiuti ad acquisirenuove competenze e a realizzare ipropri progetti.

PAOLA BERTONCELLO

docente responsabile del progettoLiceo “Mericianum”

Il progetto “Ciceroni in erba”Domenica 20 marzo 2005, a Sesto Ca-

lende, si sono svolte alcune manifesta-zioni culturali, fra cui la decima edizionedel progetto “Ciceroni in erba”. I ragazzidelle prime, delle seconde e delle terzemedie della scuola “Luisa Bassetti” si so-no dati da fare come guide alle sezioninaturalistica e archeologica del Museocivico.

Le guide non erano certo improvvisate,avendo seguito nelle settimane prece-denti un corso di preparazione per descri-vere il contenuto delle vetrine. È statoconsistente l’afflusso delle persone ve-nute al Museo: amici, genitori e visitato-ri occasionali, che avevano avuto l’infor-mazione della giornata dei “Ciceroni inerba”, per il tramite dei manifesti distri-buiti o affissi nei giorni precedenti. Alcu-ne guide erano alla loro prima esperien-za, altre invece erano guide già “esperte”degli anni passati. Noi ragazzi eravamoemozionati, anche se motivati a questaesperienza che ci ha consentito di ap-prendere la storia passata e di osservareaspetti della natura che non avevamo ap-profondito. Ci è sembrato di “impadro-nirci” degli aspetti naturalistici e storicidel nostro territorio.

Ognuno di noi si trovava davanti allasua vetrina e la descriveva ai visitatori.C’è chi, ad esempio, ha descritto il conte-nuto della vetrina dei fossili di Cheglioche mostra 150 esemplari di fauna mari-na, tracce importanti presenti sul nostroterritorio. I visitatori erano interessati al-le vetrine che ospitano gli uccelli impa-gliati ed alla sezione del tronco dello sto-rico olmo che a Sesto ha dato il nome al-la via omonima. Invece noi ragazzi delMuseo archeologico ci siamo appassio-nati alla civiltà protostorica dei “Gola-secchiani”. È stato molto interessante in-fatti presentare ai visitatori i vari repertiarcheologici: urne cinerarie, gioielli vari,il famoso “mattone”, caratteristico delMuseo. Infine quest’anno abbiamo avu-to il privilegio di mostrare e descrivere lapreziosa “Tomba del guerriero”, ritrova-ta a Sesto Calende, ma conservata in al-tro museo ed esposta fino al 25 aprile nelnostro Museo. Siamo stati molto fieri diaver partecipato a questo progetto che ciha fatto sentire più grandi e responsabili.

MICHELA PANZA, GIULIA NEGRI

guide della sezione archeologicaALICE FERRARO, KETTY FAMÀ

guide della sezione naturalistica

La pagina delle scuole

7

Libri e film: a Sesto e per Sesto

“Milano spara!” (c’erano una volta i film “poliziotteschi” di serie B)

8

Cartoleria - Articoli regalo - Fax - Fotocopie a colori - Servizio stampa rapida Timbri espresso Battitura testiRilegatura spirale dorsi plastica / ibiclick Libreria Plastificazione documenti Copertine per libri

CENTRO MULTISERVIZI INTERNETSi prenotano libri Scolastici / Universitari / Varia

Tel. e Fax 0331921272 E-mail: [email protected] Piave, 62 - zona Abbazia - 21018 Sesto Calende (VA)

- Serramenti e Persiane in alluminio- Serramenti tinta legno- Portoncini d’ingresso- Verande e giardini d’inverno- Tapparelle e Cassonetti- Facciate continue- Pareti mobili- Sostituzioni serramenti senza opere murarie

“Il castello delle rane”I “veri” protagonisti

Consigliato da un alunno delle elementari

di Jostein GaarderQuesto roman-

zo di JosteinGaarder parla diun bambino chesi ritrova in pigia-ma, scalzo, in unbosco pieno dineve. Di colpovede uno gnomo curioso che gli do-manda il suo nome; il bimbo rispondedi chiamarsi Kristoffer Poffer. Lo gno-mo, a sua volta, gli dice di chiamarsiUmpin. I due decidono di andare acaccia di girini: vanno insieme ad unostagno, dove Umpin prende un barat-tolo, lo immerge nello stagno e catturatantissimi girini.

Lo gnomo chiede a Kristoffer di cer-care un rametto magico e poi lo infilanel barattolo e i girini si trasformanoin una rana. Kristoffer dà un bacio allarana, che a sua volta si trasforma in unprincipe di nome Carolus. Il principeconduce Kristoffer e Umpin al suo pa-lazzo per ricompensarli; ma Kristoffere Umpin trovano che la regina si com-porta in modo strano. Qualcuno ha ru-bato il cuore del re… la regina ordinaalle salamandre-soldati di imprigiona-re Umpin. Le salamandre, comandatesegretamente dal maresciallo servodella regina, catturano ed imprigiona-no la famiglia reale nei pozzi del pa-lazzo.

Dopo una serie di avventure Kristof-fer trova la principessa Aurora ed in-sieme liberano la famiglia reale. Libe-rano anche Umpin, ma il maresciallosi accorge del fatto che Kristoffer pen-sa male dellaregina e li im-prigiona nellesegrete. Kri-stoffer e Um-pin riesconoa fuggire ed aliberare unadelle guardieimprigionate dal maresciallo; insiemeriescono a scoprire il mistero del pa-lazzo.

Questo romanzo si legge facilmenteed ha una trama piena di sorprese ma,a volte, anche divertente.

ANDREA CREMONA

Considerati per anni film di “serie B”,accusati di fascismo, di schematismo cul-turale e di essere violenti e diseducativi,amati però dal pubblico (che arrivava ad-dirittura ad assaltare le sale cinematogra-fiche, come accadde per “Napoli violen-ta” diretto da Umberto Lenzi): sono i filmpolizieschi italiani, che nacquero e mori-rono in poco più che un decennio, quellodei turbolenti Anni ’70.

Rivalutati di recente - ne ha parlato, congrande ammirazione, anche Quentin Ta-rantino nel corso dell’ultimo “Festival”di Cannes -, essi hanno perso, con il pas-sare degli anni, lo statusdi film “ma-ledetti”, e anche la loro violenza ap-pare oggi essersi stemperata: passatiormai oltre 20 anni, è difficile com-prendere che occuparsi di criminali-tà e criminali in quegli anni - nel de-cennio delle “Brigate rosse” e del-l’omicidio-Moro e degli attentati,delle rapine e dei sequestri di perso-na - non era semplice.

Era come se quegli avventurosiregisti volessero “girare il coltellonella piaga”, proprio quando le fe-rite non sembravano rimarginarsi, anzierano sanguinanti e dolorose più che mai.

Mancava quel distacco tra finzione erealtà necessario ad ogni opera per opera-re l’aristotelica “catarsi delle passioni”.Se allora tutto ciò sembrò alla critica -ma, è bene sottolinearlo, mai al pubblico- un difetto, un limite, segno evidente ditrascuratezza stilistica, oggi sono propriola mancanza di distacco con la materiatrattata ed il realismo febbrile ed eccessi-vo a rendere quei film piccoli capolavori,abili nel non prendere posizione, ma ca-paci di mostrare le contraddizioni cheogni azione violenta porta con sé non me-no che i meccanismi attraverso i quali latragica abitudine alla morte - la propria equella dei nemici - condanna gli uominiall’autodistruzione.

E in questo i “poliziotteschi”, in antici-po sui tempi, non hanno mai fatto distin-zione tra commissari e malviventi, en-trambi accomunati dallo stesso destino diviolenza e sconfitta. I primi dalla partedella giustizia, in conflitto con le istitu-zioni e costretti ad usare i metodi dei cri-minali cui davano la caccia, diventandotanto spietati quanto le loro prede; i se-condi sempre contro tutto e tutti, violentioltre ogni regola, sanguinari, spesso vota-ti consapevolmente alla morte.

LG

Nelle storie dei polizieschi all’italiana spesso ademergere era la figura del criminale, con tutta la for-za e l’ambiguità che un personaggio simile potevaoffrire allo spettatore: i registi, riprendendo la lezionedei noir americani - ma fondamentale fu anche l’ap-porto dei polizieschi francesi - trovarono molti spun-ti nella figura del gangstermetropolitano, regalandoindimenticabili personaggi combattuti tra violenza eredenzione, sarcasmo e rimpianto, costretti a piegarela loro volontà alle dure e rigorose leggi del codicecriminale.

Fu dunque la malavita degliAnni ’70, così come apparivanei numerosi episodi di crona-ca, con le bande di rapinatori,composte da giovani senzascrupoli, alla continua ricercadel colpo spettacolare, prontialla scontro a fuoco con le for-ze dell’ordine legati da amici-zia fraterna, a fornire a questocinema di genere uno dei suoimomenti creativi più intensi disempre. I membri delle bande

agivano spinti da uno spirito di puro antagonismo -qualcuno li definì allora come i «nuovi barbari», perindicare come il desiderio di attaccare le regole so-ciali costituite fosse predominante nel loro atteggia-mento. Combattevano contro tutto e tutti uniti dallasenzazione di poter andare oltre - nel gergo si diceva«andare ai resti»- e di saper alzare sempre il livellodello scontro. Essi si definivano tutti «bravi ragaz-zi», e i bravi ragazzi non possono che essere legati traloro.

Oltra a questa atipica categoria di criminali, c’erapoi la “mala” tradizionale, che fino ad allora avevaagito in modo meno appariscente - anche se ugual-mente spietato: ma anche per i vecchi malavitosi gliAnni ’70 segnarono una svolta.

Furono gli anni dei sequestri, della nascita e dell’e-spansione del narcotraffico e delle bische clandesti-ne: e avere una bisca a Milano, dove giravano soldi,

cocaina e ragazze, significava dover proteggere in-cassi miliardari, ovviamente a colpi di mitra e di 7.65,spesso sparati tra le strade, rinunciando all’abituale“riservatezza”: «Milano come Chicago», titolaronoallora alcuni quotidiani. Vite oltre il limite, inaccetta-bili per la società civile: ma sullo schermo cinemato-grafico i personaggi complessi, esasperati nelle loroazioni e oltremodo intensi hanno sempre avuto note-vole fortuna.

È in quelle sfumature di sentimenti che la cinepresariesce a cogliere sul volto di Ugo Piazza - il rapinato-re protagonista di “Milano calibro 9” (di Fernando diLeo) - quali l’impercettibile soddisfazione quando ri-esce a portare a termine il suo intricato piano di tradi-menti e simulazioni, la sorpresa e la triste serenitàche scaturiscono, quasi all’unisono, quando scopredi essere stato a sua volta tradito e accetta dunque ilproprio destino di dannato, infine il volto teso e durodel professionista, che uccide e spara come fosse unlavoro, da portarsi a termine con scrupolo e precisio-ne da artigiano. È nell’abilità di restituire sullo scher-mo quella sorta di allucinato riscatto e quel senso diorgoglio sanguinoso che spinge il “pappone” inter-pretato da Mario Adorf in “La mala ordina” a com-piere la sua vendetta ed a ritrovare, anche da malavi-toso, la sua dignità; è appunto in questa ricerca che i“poliziotteschi” italiani furono insuperati maestri.

Derivò invece dai film americani l’abilità nel girarele scene d’azione: i maestri riconosciuti furono DonSiegel e Sam Peckinpah, ma i registi italiani sepperoformare un loro stile. Le improvvise esplosioni diviolenza, le lunghe sparatorie, i brutali pestaggi o glispericolati inseguimenti bastavano, molto spesso, dasé soli, ad offrire un ritratto complesso e convincentedei personaggi. Spesso rozzi, eccessivamente crudi,ma incredibilmente efficaci nel mostrare la violenza,evitando di nasconderla dietro il romanticismo o il“maledettismo” e capaci di trasmetterne la meccani-cità e la scarna ferocia, i polizieschi all’italiana hannodimostrato come un buon mestiere, unito ad una sot-tile intelligenza, possano produrre risultati eccellenti.

LG

Bibliografia e filmografia minimeFILM : ◊ “Milano calibro 9” (Fernando di Leo)

◊ “La mala ordina” (Fernando di Leo)◊ “Il boss” (Fernando di Leo)◊ “Napoli violenta” (Umberto Lenzi)◊ “Milano odia: la Polizia non può sparare”(Umberto Lenzi)◊ “Squadra volante” (Stelvio Massi)◊ “La Polizia incrimina, la legge assolve”(Enzo Girolami Castellari)

LIBRI : ◊ “I duri: vita, storiee volti dal popolo della mala”(Giuliano Naria, Baldini&Castoldi)◊ “Andare ai resti”(Emilio Quadrelli, Derive ed approdi)

SITI : ◊ HTTP://WWW.POLLANETSQUAD .IT

Attenzione: i libri sono disponibili in Biblioteca.

La “Sesto 76 Lisanza” conquista a Fiuggi un titolo tricoloreAnche quest’anno, continuando una tradizio-

ne che si ripete da otto anni, la “Sesto 76 Lisan-za” si è qualificata per la finale nazionale diginnastica generale. Tre sono state e squadreche hanno affrontato la trasferta. Purtroppo, perproblemi logistici della Federazione, all’ultimoistante le gare sono state divise in due momentie così non siamo partiti tutti insieme con un belgruppo di 45 fra ginnaste, accompagnatori e ge-nitori, ma in due metà. E non è stato bello comegli altri anni. Pertanto, dal 20 al 23 giugno, so-no state impegnate le ragazzine delle elementa-ri nel “Trofeo ACI”, Giulia Berretta, Laura Be-sozzi, Eleonora Manzoli, Katia Gallina, GiuliaPizzamiglio, Giulia Pallaro, Giulia Segalini,Gaia Venturelli e Elena Tonello, assistite da Va-leria Spinelli (nella foto), sono state artefici diuna gara perfetta, conquistando il gradino piùalto del podio nei percorsi motori e un buonnono posto nel collettivo, questo su 62 societàpresenti e dopo aver conquistato a marzo il pri-mo posto ai Campionati regionali.

Felice per il risultato ottenuto (e meritato peril lavoro svolto), la mattina del 23 il gruppo è ri-tornato a Sesto, lasciando il posto alle ragazzedelle medie e delle superiori che sono arrivatecon Serena De Candido per partecipare al “Tro-feo Gymteam” al quale si erano qualificate dal-la fase regionale. Per le medie (categoria Se-conda fascia) la squadra era composta da Sara

Gobbini, Alessandra Mambretti, Valentina Pal-laro, Lucrezia Romiti, Ilenia Sanneris e SilviaSonnifero. Per le superiori (categoria Terza fa-scia) hanno gareggiato Federica Leoncini, Ro-berta Parolin, Stefano Ruffato, Marika Sanne-ris, Claudia Soldati e Greta Tresoldi.

Se nel “Trofeo ACI” giochiamo ad armi pari,cioè ci scontriamo con ginnasti e ginnaste chesi allenano più o meno come noi, nel “TrofeoGymteam” sapevamo di scontrarci con societàper le quali la ginnastica è anche agonismo adalto livello, che schierano ragazze e ragazzi abi-

tuati ad allenarsi, fin da piccoli, anche il doppioo il triplo delle ore che noi possiamo e voglia-mo dedicare al nostro amato sport. Nonostantequesta premessa, le due squadre dalla “Sesto76” hanno fatto una bella figura, conquistandoun buon 32° posto, lasciandosi alle spalle tantealtre società.

Chiudiamo questo resoconto augurando«Buone vacanze»a tutti e ricordando che a set-tembre riprenderemo i nostri corsi, sia prope-deutici sia agonistici.

RS

Una grande catturaGrande cattu-

ra - forse unica efortunata, nonperò casuale -nelle acque lun-go il tratto difiume in Comu-ne di Sesto Ca-lende: un luc-cioperca, piùconosciuto daipescatori sestesicome “Sandra”,di 10,800 chilo-grammi, affa-mato con canna ed esca di pesce vivo nella lo-calità denominata un tempo «golfo di Sant’An-na». Tempo di cattura 50 minuti, lunghezza delpesce 107 centimetri.

In teoria un buon auspicio per il futuro, nonperò per i fratelli Sergio e Walter Giani che ri-tengono fondamentale, per questo tratto di fiu-me, il ritorno al suo tradizionale sviluppo dellespecie ittiche - sempre più rare - che hanno va-lorizzato queste rive, penalizzate invece per lasistematica eliminazione dei canneti fonte di ri-produzione per tante specie ittiche, e dei fonda-li sempre più in uno stato di degrado e di conse-guenza privi di plancton.

WALTER GIANI

Sesto Sport

9

PRODUZIONE DETERGENTI LIQUIDIE IN POLVERE

PER RISTORANTI E COMUNITÀMATERIALE DI PULIZIA, CARTACEO,

ANTINFORTUNISTICO

Avviso importante per vecchi sestesiDal 6 al 21 agosto, su iniziativa dell’assesso-

rato allo Sport, lo Spazio “Cesare da Sesto”ospiterà una mostra fotografica sullo sport aSesto Calende tra le due guerre mondiali. Sitratta di un importante complesso di 150 fotoraccolte, nel corso di anni di ricerca, dal con-cittadino Gaetano Negri che, con grande atten-zione e sensibilità, ha salvato un pezzo impor-tante della nostra storia. In queste foto ritrove-remo quasi tutti gli sport praticati dai sestesi,alcuni dei quali oggi abbandonati: pallacane-stro, calcio, pallanuoto, tamburello, tennis,bocce, canottaggio, corsa piana, marcia, cicli-smo, ciclocross, motoregolarità, aeromodelli-smo, pattinaggio e ginnastica artistica. La fotoimmagine scelta a simbolo della mostra (inau-gurazione: sabato 6 agosto alle ore 18.00; aper-tura: sabato e festivi ore 10.00-12.00 e 18.00-21.15, feriali 20.00-21.15) raffigura uno scattodel grande Mario Lanzi, primatista italiano dei400 e degli 800 metri, giunto ai vertici delleclassifiche mondiali.

L’iniziativa è resa possibile dall’aiuto di “Fo-to Gavinelli”, che l’assessorato ringrazia per la

generosa collaborazione. Invitiamo caldamen-te i vecchi sestesi a visitare la mostra: abbiamoinfatti bisogno della loro collaborazione peridentificare diversi atleti ancora sconosciuti.

Se la mostra riscuoterà il gradimento dei se-stesi, potremmo anche - perché no? - farne unlibro, per meglio conservare e tramandare lamemoria del vecchio e glorioso sport sesteseche tanto ha contribuito alla crescita del nostropaese.

DADO

Canoa, oro alla Lombardia… in versione sesteseFinalmente, al terzo tentativo, la Lombardia

ha vinto la finale nazionale dell’attività giova-nile invernale di canoa, svoltasi al Centro fede-rale di Castelgandolfo. Le finaliste - Lombar-dia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Sardegna,Campania e Puglia - uscite dalle eliminatorieregionali e interregionali erano composte cia-scuna da sei canoisti, Allievi (nati negli anni1993 e 1994), Cadetti “A” (1992) e“B” (1991), maschi e femmine.

Il primo giorno si sono svolte le garedi nuoto, di corsa e il tiro alla fune, ilsecondo quelle in palestra. La squadralombarda - in cui erano presenti, oltreall’allieva mantovana Elena Portioli ealla cadetta “B” cremonese Viola Pa-gliari, i quattro rappresentanti della“Polisportiva circolo sestese” sezione canoa(la cadetta “A” Gaia Piazza, l’allievo LorenzoZeni, il cadetto “A” Giacomo Butera ed il ca-detto “B” Mauro Crenna, guidati dal tecnicoChristian Bonaglia - ha letteralmente domina-to, conseguendo il primo posto nel nuoto, nel-la corsa ed in palestra ed il secondo nel tiro al-

la fune, precedendo, con 42 penalità, il Friuli-Venezia Giulia (56) e la Sardegna (67).

Gli Allievi si sono cimentati sui 25 metri inpiscina, sui 1200 metri in pista e su otto diver-si esercizi in palestra; i Cadetti. rispettivamen-te, sui 50 metri, sui 2000 metri e su 12 esercizi.Tra gli Allievi primo posto per Elena Portioli,secondo per Lorenzo Zeni (preceduto dal cam-

pano Gregorio Tomasillo); tra i Cadetti “A”,Gaia Piazza si è confermata, come nel 2004, lamigliore in tutte le specialità, mentre GiacomoButera non è arrivato sul podio; infine, tra i Ca-detti “B”, primo posto per Viola Pagliari e se-condo per Mauro Crenna a pari punti con ilvincitore, il friulano Stefano Malabotti.

10

Dopo 10 anni “Insieme per Sesto” diventa associazione. Presentato in assemblea il manifestoDurante un incontro-dibattito molto partecipato, svoltosi il 27 giugno scor-

so, ad un anno dall’insediamento della nuova Amministrazione, è stata diffu-sa la dichiarazione costitutiva con la quale l’alleanza “Insieme per Sesto”, na-ta nel 1995, si propone di diventare un’associazione con regole e principicondivisi e aperta a tutti i cittadini. Nel presentare la proposta il capogruppoRoberto Caielli ha detto che l’iniziativa è promossa dalle persone impegnatea livello amministrativo e dai partiti del Centro e della Sinistra sestesi, alloscopo di promuovere la partecipazione diretta dei cittadini e fare di “Insiemeper Sesto” un luogo di confronto sulle scelte di fondo della maggioranza am-ministrativa. Si tratta anche di una scommessa sul valore dell’unione tra cul-ture politiche simile ma distinte, ha sottolineato Caielli, riferendosi alla ne-cessità che crescano le occasioni di confronto e dialogo, di fronte anche allesfide che la nostra società ha di fronte in questa epoca di grandi cambiamen-ti. I cittadini sono spesso sfiduciati e delusi dall’esperienza politica, eppure èlì, e solo lì, che si trova la risposta ai mali piccoli o grandi della comunità: lepolitiche nazionali e comunitarie sui grandi problemi dell’economia, dellaglobalizzazione e della povertà, e ancora su quelli della ricerca, della scuola,della sanità. In ambito locale è ancora la politica (amministrativa) che devedare gli indirizzi sul modo di rispondere alle domande dei cittadini, dall’a-sfaltare le strade ai servizi scolastici, dal problema del traffico a quello degliaffitti, dal nido al centro anziani: quasi non c’è limite alle cose che “vengonochieste” al Comune. In quale modo metterle in ordine, per importanza e perimpegno amministrativo, è la politica che lo decide. E lo può decidere benesolo se è una politica partecipata e capace di ascoltare la società e i cittadini.

In oltre 10 anni “Insieme per Sesto” ha fatto della partecipazione e dell’im-pegno un metodo di amministrare. Ciò non è avvenuto senza errori e senzacritiche, ma sicuramente lo si è fatto in modo trasparente e dando a tutti lapossibilità di prendere la parola. I sestesi hanno confermato per tre volte conil loro voto la fiducia al Centrosinistra sestese anche per questo. Con la deci-sione di formare un’associazione aperta a tutti cittadini interessati il gruppoconsiliare, gli amministratori, il sindaco e i partiti del Centrosinistra dicono aisestesi: ci siamo impegnati a metterci al vostro servizio e intendiamo farlo,non solo ogni cinque anni ma giorno per giorno, insieme con voi.

“I NSIEME PER SESTO”-I L GRUPPO CONSILIARE

Spazio aperto

Alcuni stralci dal documento costitutivo distribuito il 27 giugnoDal manifesto costitutivo:• 1. Le ragioni costitutive dell’alleanza denominata “Insieme

per Sesto” sono nei principi, nei valori e negli impegni pro-grammatici della presente dichiarazione. Essi sono il fonda-mento dell’alleanza che, da oltre 10 anni e con rinnovata fidu-cia degli elettori, guida il Comune di Sesto Calende. Durantequesta esperienza le forze politiche e i cittadini che formanol’alleanza si sono impegnate per unire culture ed tradizioni po-litiche diverse, protagoniste della vita politica e civile sestesenel periodo repubblicano (…).

2. L’obiettivo di costituire un’associazione permanente è og-gi attuale e realizzabile proprio grazie al percorso compiuto inquesti anni. L’alleanza non sarà più solo un “cartello elettora-le”, ma una vera associazione, unita da regole e principi condi-visi, impegnata in un lavoro costante di ricerca, proposta e ve-rifica. Questo progetto risponde anche all’esigenza di promuo-vere adeguate forme di partecipazione aperte a tutti i cittadini,che garantiscano un rapporto non effimero tra “eletti” e “so-stenitori”, esigenza di cui “Insieme per Sesto” vuole farsi cari-co, in ambito locale, avviando il presente percorso costitutivo.

• 2. I principi, i valori e i contenuti programmatici costitutividell’alleanza sono:

a) il richiamo forte e convinto alla Costituzione, ai suoi valo-ri fondamentali quali il principio democratico, il dovere dellasolidarietà, la difesa della pace, il riconoscimento dei dirittiuniversali dell’uomo, dell’uguaglianza e della pari dignità deicittadini, l’importanza delle autonomie locali e del decentra-mento;

b) l’assunzione del principio di sostenibilità come criterio divalutazione delle politiche economiche, sociali e ambientali e

come riferimento per le scelte in ambito locale;c) l’importanza del lavoro comune e la valorizzazione delle

diversità tra i componenti, sia come singoli, sia come organiz-zazioni;

d) il riconoscimento del valore della partecipazione:- nell’azione amministrativa secondo le forme e con gli stru-

menti previsti dallo Statuto del Comune;- nella vita interna dell’alleanza, secondo regole stabilite in

modo democratico;e) la condivisione di una proposta programmatica per la co-

munità sestese, via via aggiornata, col fine di valorizzare l’am-biente e il territorio, rafforzare la coesione sociale, promuove-re il dialogo e l’accoglienza, in coerenza con la propria tradi-zione di comunità aperta, moderna ed europea (…).

• 3. La fase costitutiva della formazione di “Insieme per Se-sto” si propone di giungere entro sei mesi alla definizione del-le regole dell’associazione che prevedano la compresenza disingoli cittadini e di organizzazioni collettive, riconoscendoaccanto al contributo dei partiti politici l’impegno, con pienadignità, di uomini e donne indipendenti dalle formazioni poli-tiche.

La prima fase di questo percorso prevede la ricerca di ade-sioni al fine di formare una “platea costituente” che sarà puntodi riferimento per la valutazione delle proposte programmati-che.

GRUPPO CONSILIARE “I NSIEME PER SESTO”(formato dai consiglieri candidati ed eletti

e da Sindaco e assessori)DEMOCRATICI DI SINISTRA , MARGHERITA , SDI,

REPUBBLICANI EUROPEI, RIFONDAZIONE COMUNISTA

Dal Comitato AbbaziaIl Comitato

di quartiereAbbazia siassocia e con-divide piena-mente quantoespresso dalvicepresiden-te del Comi-tato quartiereMulini, si-gnor FrancoBolla, appar-so su “Sesto Informazioni” del mese dimaggio 2005, relativamente alle critichemosse dal signor Silvano Moroni circa la re-golarità delle votazioni svoltesi in data 27febbraio 2005 per l’elezione dei membri deiComitati stessi.

IL COMITATO DI QUARTIERE ABBAZIA

Da Sesto un pieno sostegno al progetto “E-Sempione”

pubblicità“Sogni dal mondo”

(60 per 80 millimetri)

• • • Avviso • • •CAMPAGNA ANNUALE

DI VERIFICA

DEGLI IMPIANTI TERMICI

La Provincia di Vareseha comunicato

che prossimamenteavvierà i controlli

degli impianti termici (caldaie)nel nostro Comune.Altre informazionisono disponibili

all'Ufficio Tecnicodel Comune

di Sesto Calende

Il progetto “E-Sempione: ricerca di una identitàsostenibile per il territorio” prende il via da quattroprincipi guida: lo sviluppo sostenibile, la cittadi-nanza attiva, la coesione territoriale e sociale e laresponsabilità giovanile. Si investe sui giovani,sulle loro idee, sulla loro capacità di essere promo-tori ed attori dello sviluppo; si investe sulle risorseumane, si stimolano le imprese di un territorio allacooperazione e si rafforza la collaborazione tra cit-tadini, imprese ed istituzioni.

Sono traguardi veramente ambiziosi, ma guar-dando da vicino gli strumenti “messi in campo”, ecioè l’“Associazione e-Sempione”-ONLUS, l’attua-zione del portale territoriale (piazza virtuale per lacondivisione delle informazioni), gli incontri fraAssociazioni ed imprese, il masterdi formazioneper i giovani, nonché le azioni previste dal proget-to (e in particolare la promozione di consumi diprodotti e servizi sostenibili locali) ci fanno pensa-re che tale sfida possa essere perlomeno tentata.Come sempre, sarà la nostra partecipazione e col-

laborazione al progetto che ne decreterà l’eventua-le successo. Non possiamo che fare i migliori au-guri a chi ha proposto l’iniziativa.

CLAUDIO CARABELLI

Assessore alla Comunicazionee Partecipazione

Sesto Incontro

11

L’anagrafe (aggiornata all’8 luglio 2005)NATI

CAPPELLARIALICE, nata il 27.04.2005MORONIGABRIELE, nato il 3.05.2005BATTAGLIERI ALESSIA, nata il 17.05.2005FACELLI ALESSANDRO, nato il 18.05.2005DALLA ROSAJACOPO, nato il 20.05.2005BARBERI CAROLA EDWIGE, nata il 26.05.2005CARULLI DAVIDE, nato il 27.05.2005BALZARINI ALICE, nata il 4.06.2005CATTANEO RICCARDO, nato il 13.06.2005COVA REBECCALINDA, nata il 9.06.2005SCORPANITIFILIPPO, nato il 14.06.2005 SCORPANITIVITTORIO, nato il 14.06.2005MAINETTI LORENZO, nato il 17.06.2005PEDETTI EDDY LUCA, nato il 15.06.2005MIHAI ROBERTOMARIUS, nato il 18.06.2005EL MOUAHIDI LOUBNA, nata il 28.06.2005

MATRIMONI

BARRESESIMONE-DMYTROVSKA OLGA ANATOLIYIVNA , coniugati il 13.01.2005FARRARISMASSIMO-BALZARINI CHIARA, coniugati il 2.05.2005GIACOMELLI BRUNOGIUSEPPE-CHIARI KATIUSCIA, coniugati il 7.05.2005BOAROERIKA-MORCIANOCRISTIAN, coniugati il 7.05.2005

NOGARAPAOLO-SHAMANAEVA OLGA, coniugati il 9.05.2005POLONIO BIANCA ALESSANDRA-CAIMI MARCO, coniugati il 28.04.2005PALEZZATO ZACCHEO-TRINCA TALALIN ANNA ELISA, coniugati il 14.05.2005PALAZZOLO EMANUELE-DI NATALE VINCENZA, coniugati il 14.05.2005BODIOANNA-ZUCCOLI MARCO, coniugati il 21.05.2005AMELIA ANNALISA VITTORIA-SERAIN WALTER, coniugati il 14.05.2005BARIOLI NICCOLÒKENNETH-ZAPHIRIOUALEXANDRA MARIA, coniugati il 28.05.2005DE GALEAZZI MASSIMILIANO-MATTAINI PAOLA, coniugati il 28.05.2005ATTIAS ERMANNO GIULIO-BULFERLUISELLA, coniugati il 4.06.2005BERTOZZIMASSIMO-VAN DER BILT MARIJKE CLAUDIA , coniugati il 6.06.2005MANCINELLI SILVIA FRANCESCA-RIVA MAURO MARIO, coniugati il 6.06.2005CASTELLUCCIOVINCENZO-BALDRACCHI RITA, coniugati il 28.05.2005NDAO ALIOU-DIANIN GABRIELLA, coniugati il 28.05.2005BIGARELLA GUERRINO-KOVTUN NATALIYA , coniugati il 15.06.2005EREMITA MARIKA-IZZOALESSANDRO, coniugati l’11.06.2005TAMBORINI MARCO-CIPRIANI CRISTINA, coniugati il 7.05.2005QUAI FIORELLA-CAMILLERI ANTOINE, coniugati il 18.06.2005BATTISTELLA LUCA-BRAVETTI SILVIA , coniugati il 3.04.2005LO CANE SIMONA-VELLA NICOLA, coniugati il 2.07.2005ORSIGIOVANNI DAVIDE-ROY RUCHIRA, coniugati il 3.07.2005

DECEDUTI

MAGHINI VIVALDA , nata il 19.03.1904, deceduta il 3.05.2005SGHIRINZETTI CARLO, nato l’11.02.1930, deceduto il 26.04.2005DAVERIO LUIGI, nato il 15.12.1937, deceduto il 10.05.2005MAGOSSOMARILENA, nata il 23.04.1950, deceduta il 16.05.2005

BASSETTIADRIANA, nata il 10.01.1909, deceduta il 30.05.2005SALVADORI GIOVANNA ANNITA, nata il 12.08.1937, deceduta il 23.05.2005MELINO ANTONIETTA, nata l’11.01.1911, deceduta il 10.06.2005PARISOTTOGIUSEPPINA, nata il 21.12.1918, deceduta il 30.05.2005DE TATA SILVIO, nato l’1.12.1929, deceduto l’1.06.2005SARTORLEONILDA GIOVANNA, nata il 4.01.1916, deceduta il 03.06.2005NOLI IDO BARTOLOMEO, nato il 30.01.1934, deceduto l’11.06.2005SALINA GIUSEPPINACARLA, nata l’11.10.1922, deceduta il 12.06.2005LA BELLA MARIA, nata il 5.02.1932, deceduta il 13.06.2005SALINA MIRCA MARIA LUIGIA, nata il 18.03.1944, deceduta il 16.06.2005ZANOVELLO GIORGIO, nato il 26.10.1943, deceduto il 9.06.2005LANZINI MARINA LUIGIA, nata il 4.02.1914, deceduta il 13.06.2005STIGLIANO FRANCESCO, nato il 20.08.1924, deceduto il 21.06.2005PEDRETTIROSALBA, nata il 19.12.1936, deceduta il 23.06.2005MAFFINI CELESTINA, nata il 25.08.1911, deceduta l’1.07.2005MARTIN MARIA, nata il 6.12.1910, deceduta il 27.06.2005

Nati dal 1° aprile 2005 al 30 giugno 2005Deceduti dal 1° aprile 2005 al 30 giugno 2005Immigrati dal 1° aprile 2005 al 30 giugno 2005Emigrati dal 1° aprile 2005 al 30 giugno 2005

TOTALE ABITANTI AL 30 GIUGNO 2005

M

1585751

4.976

F

7135336

5.313

TOTALE

222111087

10.289

COMUNE DI SESTO CALENDE

Il “Museodell’artedel cappello”a Ghiffa

Fu per anni il segno distintivo del-l’uomo elegante e un po’dandy, maanche il simbolo del “duro”: memora-bile quello indossato dai gangsterneivecchi noir hollywoodiani, appenacalato sulla fronte ed abbinato ad unimpermeabile scuro. Oggi è dimenti-cato, nessuno lo indossa più e fa partedi quei simboli inevitabilmente asso-ciati ad un altro mondo, lontano e or-mai superato, scavalcato e lasciato in-dietro: è il cappello di feltro.

Una delle più importanti e significa-tive fabbriche di questo storico copri-capo sorgeva in un piccolo paesinosulle rive del Lago Maggiore, pochichilometri a nord di Verbania: un mi-gliaio di abitanti - che raddoppianocon il turismo estivo - e poche casestrette tra ripide montagne verde scu-

ro e le acque calme del lago. Qui, nel1881, Giovanni Panizza cominciò,raccogliendo una tradizione assai for-te nella zona, a produrre cappelli: cap-pelli particolari, però, diversi da quel-li allora in circolazione, fatti con untessuto “non tessuto”.

Il feltro non deriva da filatura, nonha cuciture, è un sorta di impasto otte-nuto dai peli di alcuni animali (coni-glio, castoro e lepre): sottoposti aduna particolare operazione industria-le, brevemente riassumibile in unaprolungata esposizione a calore eumidità, i peli si arricciano e si leganol’uno con l’altro formando un manu-fatto modellabile, una specie di pellic-cia senza la pelle. Fu subito un succes-so: i cappelli “Panizza” era assoluta-mente eleganti e, per via delle caratte-ristiche del feltro, anche impermeabilie caldi. Comodi, efficienti e alla mo-da, tutto in uno…

Quando la “Panizza” cessò la sua at-tività, nel 1981, l’area su cui sorgeva-no i vecchi edifici venne ristrutturata etrasformata in un lussuoso residencecon vista lago. Parte della vecchia fab-brica venne abbattuta, il resto venneconservato e lasciato intatto, sottopo-sto a un delicato procedimento di re-cupero: tutto quanto si trovava all’in-terno della fabbrica rischiava di anda-re perso, le vecchie macchine, gli ar-chivi, i segni della “Panizza” rischia-

vano di andare cancellati. Grazie all’i-niziativa di Franco Mondolfo, un ex-dipendente, venne fondato il “Museodel cappello”, nel quale tutte le testi-monianze della vecchia fabbrica sonostate raccolte e pazientemente catalo-gate. Quella di Mondolfo non è statasolo una nostalgica volontà di mante-nere vivo il ricordo del loro passato,bensì il naturale il bisogno di far co-noscere e di mantenere vivo il ricordoun’arte unica.

Sono solo due stanze, non molto, mala visita al museo si trasforma, dopopochi minuti, in percorso lungo lestrade di un mondo che ormai non esi-ste più, sulle tracce di un tipo di indu-stria che oggi è scompar-so, ingoiato e digeritodall’appetito famelicodell’economia moderna,ingolosita da un unicopiatto, il profitto. Il mu-seo parla ancora di un’in-dustria costruita sulleesperienze personali, nonsulla semplice forza-la-voro: racconta di lavora-tori provenienti dallostesso paesino, dove tuttisi conoscevano e tra lapiazza e la fabbrica nonc’era quasi distanza; ilpadrone, certo, faceva ilpadrone e badava al pro-

fitto, ed era quello ricco, ma pur sem-pre uno del paese. Parla soprattutto diquante curiosità stiano dietro ad uncappello, alla sua fabbricazione: unprocedimento molto lungo e difficol-toso, che richiede una particolare ca-pacità, più da artista che da artigiano(si perdoni il gioco di parole).

Il museo è visitabile il sabato e la do-menica (orario: 15.30-18.30) da aprilead ottobre, oppure - su appuntamento- tutti i giorni: sono possibili anche vi-site guidate per gruppi o scolaresche.Una visita raccomandata, per scoprireun mondo e un’attività ormai quasiestinti.

LG

12

Sesto Incontro

La Giunta Comunale, con atto del 7 luglio2005, ha approvato il bando di assegnazionedegli alloggi di edilizia residenziale pubblica aisensi del Regolamento regionale numero1/2004.

Periodo di apertura e chiusura del bando:12 luglio 2005-31 dicembre 2005

(le domande possono essere presentatesino al 16 dicembre 2005)

Requisiti per la presentazione della domanda:1) periodo di residenza anagrafica o lavorativain Lombardia (il periodo deve essere conti-nuativo o immediatamente precedente alladata di presentazione della domanda e nonpuò essere inferiore a cinque anni-Legge re-gionale numero 7 dell’8 febbraio 2005);

2) residenza anagrafica o svolgimento dell’atti-vità lavorativa nel Comune alla data di pub-blicazione del bando;3) cittadinanza italiana o di uno Stato aderenteall’Unione europea;4) per i cittadini extracomunitari: carta di sog-giorno o permesso di soggiorno valido, almenobiennale per il richiedente, e regolare permes-so di soggiorno valido per gli altri componentiil nucleo familiare;5) assenza di precedente assegnazione in pro-prietà di alloggio realizzato con contributo pub-blico o finanziamento agevolato;6) assenza di precedente assegnazione in loca-zione di alloggio di edilizia residenziale pubbli-ca (ERP) rilasciato a seguito di provvedimentodi decadenza emesso per aver destinato l’allog-gio ad attività illecite;

7) non avere la proprietà, nel territorio naziona-le, di alloggio adeguato al proprio nucleo fami-liare (secondo i parametri fissati dal Regola-mento regionale numero 1/2004);8) non essere stati sfrattati per morosità da al-loggi di edilizia residenziale pubblica negli ulti-mi cinque anni;9) non essere stati occupanti senza titolo di al-loggi di edilizia residenziale pubblica (abusivi)negli ultimi cinque anni.

I cittadini in possesso dei requisiti indicati edinteressati a partecipare al bando di assegnazio-ne di un alloggio di ERPdevono rivolgersi allaBiblioteca comunalenei seguenti orari:

(fino al 3 settembre 2005)da lunedì a venerdì 9.00-12.00martedì e giovedì 14.30-17.30

(dal 5 settembre 2005 al 14 dicembre 2005)da lunedì a venerdì 9.00-12.00lunedì e mercoledì 14.30-17.30

Per la presentazione della domanda deve esserefissato specifico appuntamento telefonando ainumeri:

0331.9281510331.928181.

Lo schema del bando e la relativa modulisticasono scaricabili dal sito InterNetcomunale al-l’indirizzo www.comune.sesto-calende.va.it.

I concorrenti già collocati nelle graduatorie pre-cedenti devono ripresentare la domanda.

Il SindacoELIGIO CHIERICHETTI

Bando per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica

Rebus sestesi (di Giulia Fracasso)

C A D I B O N A O R IO D A A O R A T T E CL A N N G O L A L O CO M T G N S T O G N OM E E E I S T A Z I OB L M R R E P U B B LO L A A N E L A D D AM O N T E L L O Z N OR A Z R L I S A N Z AU D O O G R A M S C IB U N M A C C A R A BE A I A Z L A L E N TN R I S O R G I M E NS A R A L O M B A R D

A DESTRA,LA SOLUZIONE

DEL “G IROVERBA ”PUBBLICATO

NEL NUMERO SCORSO.LA PAROLA

DA TROVARSI

ERA “C A NOVA”(ABBAZIA , ALLEA ,

CROCERA,NINO/BIXIO ,

OSPEDALETTO,VICOLO :PAROLE

NON UTILIZZATE )Rebus (frase: 5, 6) Rebus (frase: 3, 11)

A N OL A FI D EL I RN E RI C AM P RS I IV A NI V OE A NA T ET O DI A A