anno XXXXi - n°. 6 - euro 0.50 Settimanale Cattolico...

16
il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia anno XXXXi - n°. 6 - eur o 0.50 sabato 14 Febbraio 2015 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino Vangelo 11 Medicina 8 Festa del santo Patrono Fisco 6 Politica 5 pag. 2- 3 IL RICHIAMO DEL BUON PASTORE di Mario Barbarisi S e Papa Francesco “sferza” genitori e figli, richia- mando gli stessi al rispetto dei ruoli, invitando mamme e papà ad essere validi educatori, a dire anche “no” per il bene dei propri figli, usando se ne- cessario uno “schiaffetto innocuo”, figuriamoci quale considerazione potrebbe avere il Santo Padre se si ri- volgesse, usando lo stesso metro, ai politici che militano da pro- fessionisti nelle istituzioni, restando in sella nonostante condanne penali, scandali e insufficienze varie. Quando si è verificata la strage di Parigi il Papa, di ritorno dal viaggio nelle Filippine, rilasciò dichiarazioni, uscendo fuori dal coro, espri- mendo solidarietà alle famiglie delle vittime ma anche censurando quelli che provocano ingiustamente, perché colpevoli, secondo il Papa, di suscitare reazioni che possono, come accaduto, sfociare in atti di violenza. Nessuno (o quasi!) ricorda che il Papa ha anche di- chiarato: «Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!» (Omelia del Santo Natale). In queste ultime settimane parte della stampa nazionale ed estera, con vocazione anticlericale, si è particolarmente sbizzar- rita nell’interpretare le parole e i pensieri espressi di recente da Papa Francesco. Eppure, pur riscontrando i toni duri, severi, usati dal pontefice nei richiami si dovrebbe, a nostro avviso, riconoscere il modus operandi “tipico” del Buon Pastore: il Padre che indica la strada ai propri figli. Il Cardinale Walter Kasper, in un’intervista al quotidiano Repubblica (17 Gennaio) al giornalista che chiedeva spiegazioni sulle frasi del Papa ha risposto dicendo che gli esempi erano utili per spiegare meglio alcuni concetti e che il senso dei richiami serviva per farci comprendere il “senso del limite”, oltre il quale non si deve andare, come nel caso delle offese alle altre confessioni religiose. Non è forse questa una figura che mancava nella nostra Società? E non è forse l’assuefazione all’assenza di questa figura-guida che oggi fa gridare alcuni allo scandalo? Certo, al coro si aggiungono gli anticlericali, una categoria in aumento in modo direttamente pro- porzionale rispetto alla crescita di consensi e di popolarità della Chiesa. Perciò dobbiamo chiederci perché? La risposta è semplice: “questa” Chiesa dà fastidio, perché contrasta in modo palese gli in- teressi delle multinazionali, si schiera nei fatti dalla parte degli ultimi e soprattutto è di esempio nel praticare un rinnovamento autentico, come dimostrano le dimissioni di Papa Benedetto XVI e le nuove nomine di porporati e dei vertici dello IOR. Questa Chiesa fa paura ai potenti della Terra che sanno di non trovare nel successore di Pie- tro un complice nelle attività che non pongono l’uomo e i suoi bi- sogni primari al centro in ogni latitudine del pianeta. Così come dimostrano le immagini dalle Filippine, la gente è presente al ri- chiamo del Pastore: perché sa di trovare nella Chiesa non solo la Speranza ma la Parola concreta per risvegliare e scuotere le co- scienze dormienti, affinché possa prevalere l’impegno e il buon senso di tutti per costruire una società migliore. Tutto questo sarà possibile solo se giungerà a destinazione il ri- chiamo del Buon Pastore, e si riuscirà a ripartire dall’emergenza educativa: al centro delle attività dovrà esserci la formazione, unica garanzia per un modello valido ed efficace di crescita sostenibile nel rispetto di tutte le esigenze e diversità. Sabato 14 Febbraio - San Modestino Vescovo e Martire

Transcript of anno XXXXi - n°. 6 - euro 0.50 Settimanale Cattolico...

ilponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

anno XXXXi - n°. 6 - euro 0.50sabato 14 Febbraio 2015

web: www.ilpontenews.it | email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

Vangelo 11Medicina 8

Festa del santo Patrono

Fisco 6Politica 5

pag. 2- 3

IL RICHIAMO DEL BUON PASTORE

di Mario Barbarisi

Se Papa Francesco “sferza” genitori e figli, richia-mando gli stessi al rispetto dei ruoli, invitando

mamme e papà ad essere validi educatori, a direanche “no” per il bene dei propri figli, usando se ne-cessario uno “schiaffetto innocuo”, figuriamoci qualeconsiderazione potrebbe avere il Santo Padre se si ri-

volgesse, usando lo stesso metro, ai politici che militano da pro-fessionisti nelle istituzioni, restando in sella nonostante condannepenali, scandali e insufficienze varie.Quando si è verificata la strage di Parigi il Papa, di ritorno dal viaggionelle Filippine, rilasciò dichiarazioni, uscendo fuori dal coro, espri-mendo solidarietà alle famiglie delle vittime ma anche censurandoquelli che provocano ingiustamente, perché colpevoli, secondo ilPapa, di suscitare reazioni che possono, come accaduto, sfociare inatti di violenza. Nessuno (o quasi!) ricorda che il Papa ha anche di-chiarato: «Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!» (Omeliadel Santo Natale).In queste ultime settimane parte della stampa nazionale edestera, con vocazione anticlericale, si è particolarmente sbizzar-rita nell’interpretare le parole e i pensieri espressi di recente daPapa Francesco.Eppure, pur riscontrando i toni duri, severi, usati dal pontefice neirichiami si dovrebbe, a nostro avviso, riconoscere il modus operandi“tipico” del Buon Pastore: il Padre che indica la strada ai propri figli.Il Cardinale Walter Kasper, in un’intervista al quotidiano Repubblica(17 Gennaio) al giornalista che chiedeva spiegazioni sulle frasi delPapa ha risposto dicendo che gli esempi erano utili per spiegaremeglio alcuni concetti e che il senso dei richiami serviva per farcicomprendere il “senso del limite”, oltre il quale non si deve andare,come nel caso delle offese alle altre confessioni religiose.Non è forse questa una figura che mancava nella nostra Società? Enon è forse l’assuefazione all’assenza di questa figura-guida cheoggi fa gridare alcuni allo scandalo? Certo, al coro si aggiungono glianticlericali, una categoria in aumento in modo direttamente pro-porzionale rispetto alla crescita di consensi e di popolarità dellaChiesa. Perciò dobbiamo chiederci perché? La risposta è semplice:“questa” Chiesa dà fastidio, perché contrasta in modo palese gli in-teressi delle multinazionali, si schiera nei fatti dalla parte degli ultimie soprattutto è di esempio nel praticare un rinnovamento autentico,come dimostrano le dimissioni di Papa Benedetto XVI e le nuovenomine di porporati e dei vertici dello IOR. Questa Chiesa fa pauraai potenti della Terra che sanno di non trovare nel successore di Pie-tro un complice nelle attività che non pongono l’uomo e i suoi bi-sogni primari al centro in ogni latitudine del pianeta. Così comedimostrano le immagini dalle Filippine, la gente è presente al ri-chiamo del Pastore: perché sa di trovare nella Chiesa non solo laSperanza ma la Parola concreta per risvegliare e scuotere le co-scienze dormienti, affinché possa prevalere l’impegno e il buonsenso di tutti per costruire una società migliore. Tutto questo sarà possibile solo se giungerà a destinazione il ri-chiamo del Buon Pastore, e si riuscirà a ripartire dall’emergenzaeducativa: al centro delle attività dovrà esserci la formazione, unicagaranzia per un modello valido ed efficace di crescita sostenibile nelrispetto di tutte le esigenze e diversità.

Sabato 14 Febbraio - San Modestino Vescovo e Martire

2 14 Febbraio 2015ilPonte

314 Febbraio 2015attualitàilPonte

Sabato 14 Febbraio - San Modestino Vescovo e Martire

san Modestino

agiograFia

San Modestino nacque ad Antiochia nel 245 da una nobilefamiglia. Nel 302 fu consacrato Vescovo della città e patriarca della regionedi Antiochia; a seguito della persecuzione di Diocleziano (anno303) si ritirò in un eremo sul monte Silpio e nel 310 ritornò allasua sede patriarcale. Predicò il Vangelo di Cristo e compì numerosi miracoli e guari-gioni, ma arrestato prima e torturato poi, fu liberato dalla prigionedai fedeli della sua Diocesi. Con i suoi collaboratori, il presbitero Fiorentino ed il diacono Fla-viano partirono per giungere in Italia, arrivando via mare a Locri,in Calabria, ove continuarono a predicare il Vangelo, ma furonoarrestati e portati in carcere a Sibari. Dopo essere stati liberati miracolosamente, secondo quanto ri-ferito dall’Arcangelo Gabriele, ed aver guarito da una malattia lafiglia del governatore di Locri, provocando la conversione del go-vernatore stesso, per via mare raggiunsero Pozzuoli o Cuma. Modestino, guidato dall’arcangelo Michele, arrivò anche in Irpinia,nei pressi di “Abellinum”, ove continuò ad esercitare il ministerodi evangelizzatore e di Vescovo del Vangelo e dove operò in nu-merosi miracoli e guarigioni.Essendo ancora in atto la persecuzione contro i cristiani, i trecompagni furono arrestati, imprigionati e processati da un in-viato dell’imperatore Massenzio, e portati nel luogo detto ”Pre-torio di Mercogliano” ove subirono il martirio con vestiarroventate.La morte del Vescovo Modestino avvenne il 14 febbraio del 311,mentre il presbitero Fiorentino con il diacono Flaviano morironoil giorno dopo, il 15 febbraio. I Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano vengono solennementefesteggiati il 14 febbraio di ogni anno nella città di Avellino.

il ritroVaMento

delle sPoglie dei Martiri

Attorno al 1167 Guglielmo Vescovo di Avellino, nella ricerca dimateriale da riutilizzare per abbellire la “fabrica nova” delDuomo, aveva adocchiato alcune colonne del “Pretorio”, ed inparticolare una monolitica.Tali ruderi, come è riportato in un documento del 1299, si trova-vano in “una terra con vigna sita nella pertinenze di Avel-

lino”, nel luogo, detto “Pretorium”. Inoltre, in un ulteriore documento del 1192 si chiariva che si trat-tava di una ” terra in loco Preturo confinante con altra terradello episcopio di Avellino”. Il Vescovo Guglielmo, per prelevare la colonna, portò con sé deglioperai per portarla ad Avellino, ma Mmntre i manovali erano in-tenti a liberare la base della colonna, i colpi degli arnesi rimbom-bavano, come a significare che vi fosse del vuoto sotto. Scavando sotto la colonna venne ritrovata la tomba dove erano

stati sepolti i tre martiri, che vennero riesumati ed identificati,grazie alla lettura dei nomi, tenendo conto che S. Modestinoaveva sul petto la colomba d’argento, simbolo della dignità epi-scopale. La cronaca locale vuole che il Vescovo, il giorno 10 giugno diquell’anno, accompagnato dall’arcidiacono Bernardo, dall’arci-prete Guglielmo, dal primicerio Alferio, maggiori dignità del Ca-pitolo dei canonici, e da alcuni “boni homines”, rinvennero nelloco detto ”Urbinianum”, nei pressi del Pretorio di Mercogliano,le reliquie dei Santi Modestino, Flaviano e Fiorentino e le colloca-rono nella cripta della Cattedrale.Narra, tra l’altro, Fra Scipione Bellabona che ”a schiere ve-devansi le persone uscite incontro alli corpi de’ Santi Mar-tiri. Li fanciulli, svellendo li rami dall’alberi, adornavanole strade, et ogni canto era ripieno di soavissimi odori……… a gara sforzavasi ciascuno di dar lode a Dio e a fareonore ai Santi martiri.” Il Vescovo Ruggiero, nel 1220, contribuiva ad accrescere la ve-nerazione per Modestino compilando una leggenda che rimanela fonte agiografica più antica, e proclamando Modestino, Fio-rentino e Flaviano patroni principali della città e della Diocesi diAvellino.Da una pergamena del 1308, inoltre, emergono i personaggi, iluoghi della vita e della fede di un tempo lontano, ma verso ilquale va il nostro sguardo per raccogliere, forse, qualche utile in-dicazione per l’oggi. Il comporsi faticoso della città intorno ad alcune testimonianzedella fede fa trasparire le attese le speranze ed i progetti di pia-nificazione.Risulta, ancora, dal documento conservato nell’archivio dellaCattedrale di Avellino, che il Vescovo Francesco, in quell’anno,inviava ad Avignone una delegazione guidata dal cerusico Gio-vanni Cantalupo, ottenendo il riconoscimento pontificio per il cultodi San Modestino con un ”breve” del Papa Clemente V, che con-cedeva cento giorni d’indulgenza a quanti ”in nativitatis etcenae ressurrectionis D.N.J.C. ac singulis beatae M.V. ma-tris eius nec non apostolorum et martiris praedictorumfestivitatibus ecclesiam devote visitaverint annuatim.”

le celeBrazioni

Nel passato in Duomo ogni anno, il 10 giugno, veniva celebratoil sinodo diocesano e in città si svolgeva una grande fiera. Allavigilia della festa si rievocava la traslazione delle reliquie del Pa-trono con una solenne processione fino alla Chiesa di San Carloal Largo (sull’area dell’attuale palazzo Sarchiola all’inizio del C.soV. Emanuele), con i busti dei Santi Modestino, Fiorentino, Fla-viano, Gennaro, Lorenzo, Anna Biagio, Carlo Borromeo, FilippoNeri, Gaetano da Thiene, Andrea Avellino e Apollonia. Conclusa la veglia notturna nella stessa chiesa, rallegrata da lu-

minarie e fuochi artificiali, la statua veniva riportata in cattedralenella cappella di padronato della municipalità adornata di fiori, diluci. Accompagnavano il corteo gli archibugieri, le dodici confra-ternite religiose con le variopinte mozzette e le sette comunitàmonastiche: Conventuali, Cappuccini, Domenicani, Camaldolesi,Fatebenefratelli, Verginiani ed Agostiniani. Ai busti reliquiari facevano corona, oltre al busto argenteo di SanModestino sorretto dalle quattro dignità capitolari arcidiacono,arciprete, primicerio, maggiore e minore, il Vescovo, scortato daisuoi cursori, il governatore, il sindaco e gli eletti fiancheggiati daimazzieri.Era un tripudio di festa e di colori, in quanto al centro della vitacittadina era posta l’icona del Santo Martire, che riannodava ilpresente al passato.

l’anno giuBilare Modestiniano

(celeBrato nel 2011).

Lo scorso 8 gennaio del 2011 è stato indetto il giubileo dei SantiMartiri Modestino, Fiorentino e Flaviano, in memoria del loro mar-tirio avvenuto 1700 anni prima: il 14 febbraio 311 d.C.Sono state svolte molte celebrazioni; inoltre, il 10 giugno, è stataripristinata la processione del simulacro argenteo reliquario diSan Modestino, con le altre reliquie, in memoria del ritrovamentoe della traslazione delle ossa da Mercogliano ad Avellino, avve-nuta appunto il 10 giugno del 1167.L’8 gennaio 2012, infine, con una messa solenne presieduta dalVescovo di Avellino, Mons. Francesco Marino in cattedrale, è statadecretata la chiusura del Giubileo modestiniano.

considerazioni conclusiVe

Il giorno 14 febbraio si festeggia, come per tradizione, anche lafesta degli innamorati, in onore di San Valentino. Una doppia ricorrenza, questa, che contrappone le usanze dellanostra città, dal dinamismo dell’amore, che vedrà protagonistemigliaia di coppie di innamorati incontrarsi con fiori e cioccolatinial seguito, alla messa solenne in cattedrale, che sarà officiata dalVescovo della Diocesi di Avellino, Monsignor Francesco Marino,in onore del Vescovo di Antiochia.

Un culto profondo è quello che comunque la città di Avellino hasempre riservato nei confronti del Santo Patrono: una devozione,che affonda le proprie radici nei secoli passati, e che ha fatto sìche i Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano rappresentino per lacittà e la Diocesi un valore religioso insostituibile per la testimo-nianza di fede che hanno saputo dare, dalla loro nascita al loromartirio. Messaggi di pace e di solidarietà, ma anche di comunione fra-terna e di imitazione del modello di vita abbracciato dai SantiMartiri. Seguiamo pertanto l’esempio ed il sacrificio dei nostri Santi Pa-troni e solo così, con spirito caritatevole, ognuno di noi potràraggiungere la grazia del Signore. Uniamoci compatti nella fede, affinché insieme possiamo scon-figgere le incursioni negative che vibrano nella nostra società, of-frendo un barlume di speranza che, nel giorno della celebrazionedel Santo Patrono, diventi forte sintomo di una chiesa vicina allagente, ai problemi sociali e al rincorrersi dei tempi che cambiano.Il ricordare è costitutivo dell’uomo, infatti, mente il fare memoriaè indispensabile per progettare il futuro, anche se essa spesso ècome imprigionata nel presente, smarrita lungo il tragitto in millerivoli.Bisogna, infine, ricordare il passato per poter costruire il futuro:in questa prospettiva andrà ricompreso il sentire religioso dellatradizione cristiana di Avellino.

Giovanni Limone

Festa del santo Patrono

Cappella di San Modestino (all’interno del Duomo)

Preghiera al santo Patronodella città di aVellino

Nostro protettore San Modestino, tu che mostrastitanto amore per la nostra città, Ti preghiamo di pro-teggerla da ogni sventura, in quanto Essa è affidata ate e, con essa, noi a Te siamo tutti affidati.

Ti imploriamo in ginocchio, proteggici, aiutaci, guidacia superare le nostre difficoltà quotidiane, consigliaci ,illuminaci affinché ciascuno possa vivere nella serenitàdella Grazia e alfine di approdare al porto dell’eternasalvezza.

Amen.

4 14 Febbraio 2015 ecclesia ilPonte

Non si sa con certezza dove, per mezzo di chi e come sia sortoquesto periodo di tempo che i cristiani dedicano per la prepara-zione alla pasqua. Sappiamo soltanto che ha avuto uno sviluppolento e progressivo.Per praticità espositiva possiamo distinguere in maniera sinteticasei periodi corrispondenti ad altrettante prassi liturgiche.

Il digiuno del Venerdì e del Sabato Santo(fino al II secolo)

Nella chiesa primitiva la celebrazione della pasqua era anticipatada uno o due giorni di digiuno. Comunque tale digiuno sembrafosse orientato non tanto alla celebrazione pasquale quanto al-l’amministrazione del battesimo che pian piano veniva riservataalla veglia pasquale. La prassi del digiuno era indirizzata innanzi-tutto ai catecumeni e poi estesa al ministro del battesimo e a tuttala comunità ecclesiale.Tale digiuno non aveva scopo penitenziale ma ascetico-illumina-tivo.

Una settimana di preparazione(III secolo)

In questo periodo a Roma la Domenica precedente la pasqua eradenominata "Domenica di passione" e nel Venerdì e Mercoledì diquesta stessa settimana non si celebrava l’eucaristia. L’estensionedel digiuno per tutta la settimana precedente la pasqua è certasolamente per la Chiesa di Alessandria. Tre settimane di preparazione (IV secolo) Di tale consuetudine è testimone uno storico del V secolo, Socrate.Durante queste tre settimane si proclamava il vangelo di Giovanni.La lettura di questo testo è giustificata dal fatto che esso è ricco dibrani che si riferiscono alla prossimità della pasqua e alla presenzadi Gesù a Gerusalemme.

Sei settimane di preparazione

(verso la fine del IV secolo) Questa preparazione prolungata fu motivata dalla prassi peniten-ziale. Coloro che desideravano essere riconciliati con Dio e con laChiesa iniziavano il loro cammino di preparazione nella prima diqueste Domeniche (più tardi verrà anticipata al Mercoledì imme-diatamente precedente) e veniva concluso la mattina del Giovedìsanto, giorno in cui ottenevano la riconciliazione. In tal modo i pe-nitenti si sottoponevano a un periodo di preparazione che duravaquaranta giorni. Da qui il termine latino Quadragesima.I penitenti intraprendevano questo cammino attraverso l’imposi-zione delle ceneri e l’utilizzazione di un abito di sacco in segno dellapropria contrizione e del proprio impegno ascetico.

Ulteriore prolungamento: il Mercoledìdelle Ceneri (verso la fine del V secolo)

Verso la fine del V secolo, ha inizio la celebrazione del Mercoledì edel Venerdì precedenti la Quaresima come se ne facessero parte.Si giunge a imporre le ceneri ai penitenti il Mercoledì di questa set-timana antecedente la prima Domenica di quaresima, rito cheverrà poi esteso a tutti i cristiani.A partire da questa fase incominciano a delinearsi anche le antichetappe del catecumenato, che preparava al battesimo pasqualenella solenne veglia del Sabato santo; infatti questo tempo batte-simale si integrava con il tempo di preparazione dei penitenti allariconciliazione del Giovedì santo. Fu così che anche i semplici fedeli- ovvero quanti non erano catecumeni né pubblici penitenti - ven-nero associati a questo intenso cammino di ascesi e di penitenzaper poter giungere alle celebrazioni pasquali con l'animo dispostoa una più autentica partecipazione.

Sette settimane di preparazione (VI secolo)

Nel corso del VI secolo, tutta la settimana che precede la primaDomenica di quaresima è dedicata alla celebrazione pasquale LaDomenica con cui ha inizio viene chiamata Quinquagesima perchéè il cinquantesimo giorno prima di pasqua. Tra il VI e il VII secolosi costituì un ulteriore prolungamento con altre due Domeniche.La tendenza ad anticipare il tempo forte della quaresima ne svi-gorisce in qualche modo la peculiarità.In sintesi: allo sviluppo della quaresima ha contribuito la disciplinapenitenziale per la riconciliazione dei peccatori che avveniva lamattina del giovedì santo e le esigenze sempre crescenti del ca-tecumenato con la preparazione immediata al battesimo, celebratonella notte di Pasqua.

La celebrazione della quaresima oggiL'evoluzione progressiva della quaresima, definita da alcuni stu-diosi "selvaggia", richiedeva un radicale rinnovamento. Fu così cheil Concilio Vaticano II ha semplificato la struttura di questo tempoliturgico sovraccaricato dalle aggiunte pre-quaresimali.La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium,

al n. 109 afferma:Il duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto me-diante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la pe-nitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale conl'ascolto più frequente della parola di Dio e con più intensa pre-ghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quantonella catechesi liturgica. Perciò: a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propridella liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcunidalla tradizione antica;b) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla cate-chesi poi si imprima nell'animo dei fedeli , insieme con le conse-guenze sociali del peccato, quell'aspetto proprio della penitenzache detesta il peccato in quanto è offesa a Dio; né si dimentichi laparte della chiesa nell'azione penitenziale e si solleciti la preghieraper i peccatori.A tale dettato conciliare si è ispirato il rinnovamento del lezionarioe del messale in riferimento alle celebrazioni quaresimali. Fedelea questo indirizzo, la riforma ha ridato alla quaresima prima di

tutto il suo orientamento pasquale-battesimale; ne ha fissato iltempo con decorrenza dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa"in Coena Domini" esclusa; per conservare l'unità interna ha ri-dotto il tempo della passione: solo la VI Domenica, la quale dà ini-zio alla settimana santa, viene chiamata "Domenica delle palme","de passione Domini". In tal senso la settimana santa conclude laquaresima ed ha come scopo la venerazione della passione di Cri-sto a partire dal suo ingresso messianico a Gerusalemme.Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle of-ferte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quare-simali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. Lacelebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista te-matico, pone l'accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Do-meniche precedenti la Domenica delle palme, il lezionario offre lapossibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.

(da Alleluja.net)

la Quaresima è quel tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza

il mistero della risurrezione di cristo nella sua memoria annuale.

514 Febbraio 2015PoliticailPonte

Nei giorni scorsi si sono svolte le vota-zioni per l’elezione del nuovo Capo

dello Stato: ammessi al voto 1009 elet-tori (945 parlamentari eletti, 6 sena-tori a vita, e 58 delegati delleRegioni). Tra questi ultimi ve ne erano22 indagati, compresi alcuni governa-tori.In Lombardia, ad esempio, troviamoRoberto Maroni “perché avrebbe eser-citato “pressioni” per fare ottenere “inde-bitamente” a due persone a lui vicine uncontratto a tempo determinatoEnrico Rossi, Presidente Pd della To-scana è indagato per falso ideologiconell’ambito dell’inchiesta del debito finan-

ziario di 240 milioni di euro dell’Asl di Massa Carrara, milioni dirottati nell’acquisto di auto, oro,orologi di lusso, allevamento di cavalli e cani di razza.In Abruzzo troviamo che il governatore Luciano D’Alfonso è indagato e rinviato a giudiziocon alcuni imprenditori per la controversa costruzione della strada Mare-Monti in provincia diPescara.In Val d’Aosta troviamo il Presidente Antonio Rollandin indagato per abuso d’ufficio nellarealizzazione del nuovo parcheggio dell’ospedale cittadino.IN Basilicata troviamo il Presidente Marcello Pittella, fratello del Vicepresidente del Parla-mento Europeo Gianni, rinviato a giudizio con l’accusa di peculato.Nelle Marche troviamo, invece, il Presidente Gian Mario Spacca indagato assieme ad altri 39colleghi per le spese dei gruppi politici.In Liguria troviamo Luigi Mongillo, indagato per peculato per aver inserito fra le spese isti-tuzionali il costo della camera per moglie e figlia al Grand Hotel di Aqui Terme.Nel Molise troviamo l’ex governatore Michele Iorio, condannato in Appello per abuso d’uf-ficio (reato poi prescritto in Cassazione).In Calabria troviamo Antonio Scalzo, rinviato a giudizio in merito ad un’inchiesta sull’Agenziadell’Ambiente Regionale “Arpacal”, sulla quale graverebbero irregolarità sull’attribuzione di in-carichi e nell’erogazione di fondi.In Sardegna troviamo che l’ex Sindaco di Sassari, il democratico Gianfranco Ganau èstato rinviato a giudizio per falso e tentata concussione per il piano urbanistico della città.In Piemonte troviamo Gilberto Pichetto (Forza Italia) coinvolto nell’indagine legata al falli-mento dell’azienda tessile Novaceta.Sono in corso indagini dell’autorità giudiziaria in riferimento al presunto consumo ano-malo di carburante che vedrebbe coinvolto l’irpino Pietro Foglia, Presidente del Con-siglio Regionale della Campania. Secondo gli inquirenti sembrerebbe che sarebberostati spesi oltre 30mila euro di carburante in soli 2 mesi.

[email protected]

AlfonsoSantoli

SPRECOPOLI

Tra i votanti per l’elezione del Capo dello Stato

c’erano 22 indagati tra i rappresentanti delle Regioni

In questi giorni la Chiesa è chiamataa riflettere sui temi affrontati dal Si-

nodo dei Vescovi, tenutosi a Roma dal5 al 19 ottobre 2014. A tutte le Dio-cesi sono stati trasmessi sia la “Rela-tio Sinodi” che le domande, per larecezione e l’approfondimento dellastessa Relazione finale, alle quali tuttidovranno rispondere con cuore aperto

e sincero.Quindi, in ogni parrocchia, in ogni gruppo ed

associazione della nostra Diocesi c’è un

grande fermento ed un’intensa attività di ri-

flessione e di preghiera per rispondere, nei

tempi richiesti dalla CEI, alle domande ed ai

quesiti che interpellano il Popolo di Dio sulla

“questione famiglia” che resta “centrale”

nella pastorale della Chiesa.

In verità, nella nostra Diocesi non sono mancati,già, altri momenti di approfondimento: primo fratutti l’incontro, promosso dalla Presidenza dioce-sana di Azione Cattolica, con la prof.ssa GiuseppinaDe Simone, una dei pochi laici ammessi a parteci-

pare ai lavori sinodali. Così come, un altro efficacemomento di analisi e discussione (molto parteci-pato) fu promosso dalle Associazioni Francescanepresso la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie.Il tema resta, in assoluto, interessante ed affasci-nante, perché la scelta di “ripartire dalla famiglia”potrebbe aiutare la “Chiesa in uscita”, cara a PapaFrancesco, a vincere le battaglie difficili della mo-dernità.In tal senso, l’Ufficio Diocesano Famiglia e Vita haavviato una serie di iniziative “forti” tendenti a porrela famiglia al centro della pastorale parrocchiale,posto che “il Sinodo ha rivolto uno speciale

sguardo riconoscente alle molte famiglie cri-

stiane fedeli alla loro vocazione incoraggian-

dole a coinvolgersi più decisamente,

riscoprendosi come soggetto imprescindibile

della evangelizzazione”.E’ con grande gioia, infatti, che segnaliamo la na-scita, nella nostra Diocesi, dei Gruppi di spiritua-

lità territoriale, ispirati e guidati da Mons.

Carlo Rocchetta che ormai è di casa nella nostraChiesa avellinese, dove ha trovato un terreno fertileper riproporre le iniziative sul tema della “tenerezzanuziale” che stanno avendo grande successo intutta Italia, dopo l’esperienza fatta nella Diocesi diPerugia. C’è grande fermento e viva speranza nelcuore dei promotori che, certamente, otterrannorisposte positive da quelle coppie che hanno in-trapreso il cammino di formazione e che potranno,poi, mettersi al servizio delle parrocchie di prove-nienza, costituendo una risorsa importante a tu-tela delle famiglie e dei loro bisogni spirituali emateriali.Le domande che il Sinodo pone ai cattolici italianisono assolutamente interessanti ed importanti perla crescita delle nostre comunità ecclesiali: alcunesono di stretta competenza degli addetti ai lavori,ma molte altre bussano al “cuore” di tutti i cattoliciirpini, per interrogarli sulle scelte e sui comporta-

menti da assumere in situazioni ormai frequentianche nelle nostre comunità.Solo per fare qualche esempio, sul tema della “Ve-rità e bellezza della famiglia e misericordia verso lefamiglie ferite e fragili” (nn 23-28 della Relatio), ladomanda è questa: “Come aiutare a capire che

nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e

come esprimere questa verità nell’azione pa-

storale della Chiesa verso le famiglie, in par-

ticolare quelle ferite e fragili?”Ora, se penso ad una risposta possibile, mi risuo-nano nella mente le parole di Papa Francesco: chi

sono io per giudicare? Perché, c’è già, nella do-manda del Santo Padre, l’indicazione dell’atteggia-mento di accoglienza e di ascolto verso le famiglie“ferite e lacerate” dalla separazione o dal divorzio.E mi chiedo: può un cattolico limitarsi solo ad ascol-tare (se mai, anche a capire il dramma di questepersone) e poi non farsene carico in tutta la lorocomplessità? Ho ripensato, subito, all’insegnamento dell’Evan-gelii Gaudium “Tutti possono partecipare alla

vita ecclesiale… nemmeno le porte dei Sacra-

menti si dovrebbero chiudere per una ra-

gione qualsiasi…. ed, infine, l’Eucarestia,

sebbene costituisca la pienezza della vita sa-

cramentale, non è un premio per i perfetti ma

un generoso rimedio per i deboli” (E.G.n. 47).Ecco, volendo far seguire i fatti alle indicazioni diPapa Francesco, mi chiedo, usando le sue stesseparole: è più giusto (o ancora meglio: è più cri-

stiano) comportarsi da “controllori della Grazia che

da facilitatori”? Ed ancora: siamo convinti che laMadre Chiesa debba essere “una dogana o, piutto-

sto, una casa paterna dove c’è posto per ciascuno

con la sua vita faticosa”?Quando provo a riflettere su queste problematichemi rendo, ben, conto che la questione è tutt’altroche semplice e che ogni novità rischia di scontrarsicon una mentalità di chiusura diffusa nelle nostrecomunità. Resto, tuttavia, convinto che bene hafatto il Santo Padre a ricordarci che “la Misericordia

è la più grande delle virtù, infatti, spetta ad essa

donare ad altri e, quello che più conta, solle-

vare le miserie altrui” (E.G.n. 37). Per queste ragioni, il cammino della Chiesa

dovrà essere fatto da persone che sapranno

“prendere l’iniziativa senza paura”, che sa-

pranno “andare incontro”, che sapranno

“cercare i lontani” ed “arrivare agli incroci

delle strade per invitare gli esclusi” (sonosempre gli insegnamenti di Papa Francesco, al nu-mero 24 della Evangelii Gaudium, che tutti fa-remmo bene a rileggere e ad approfondire, primadi esprimere ogni altro giudizio o risposta).L’auspicio è che le nostre comunità si lascino, da unlato, contagiare dalla “tenerezza coniugale”, cheresta il migliore antidoto per sconfiggere i tentatividi distruzione del “bene-famiglia”, e dall’altro, poi,che quelle stesse famiglie, forti della propria fede,possano costruire, insieme alle comunità di appar-tenenza, un percorso di accoglienza, di aiuto, dicondivisione e di speranza per le realtà familiari “fe-

rite e fragili”. Per aiutarli a riscoprirsi “figli

amati” dallo stesso Padre Misericordioso che

sa leggere nel cuore delle persone e sa do-

nare, sempre, il suo perdono!

Diversamente da quei “gruppi di eletti che guar-

dano a sé stessi” (E.G. n.28), e spesso sono solo

capaci di “trasformare la nostra religione in una

schiavitù, quando la Misericordia di Dio ha voluto

che fosse libera” (n.44 E.G.)! Sarà interessante leggere le risposte dei cattolici ir-pini. Voglio augurarmi, perciò, che a risponderesiano proprio le famiglie, sane e forti, (anche e so-prattutto quelle non ancora impegnate nel serviziocomunitario). Perché è ad esse che il Sinodo si

rivolge: “ringraziandole ed incoraggiandole

per la testimonianza che offrono. Grazie ad

esse, infatti, è resa credibile la bellezza del

matrimonio indissolubile e fedele per sem-

pre” (n. 23 Relatio). E, voglio dirlo con fran-chezza, questo non è poca cosa: considerato che imedia ci bombardano con ben altri messaggi e bendiverse sollecitazioni …!!

[email protected]

MicheleCriscuoli

la chiesa si interroga “Come aiutare a capire che nessuno

è escluso dalla misericordia di Dio e come

esprimere questa verità nell’azione

pastorale della Chiesa verso le famiglie,

in particolare quelle ferite e fragili?”

terra d’irpinia: il sociale in Movimento…

L’intera provincia di Avellino sembra ridestarsi da un momento di stasi, duratomolto tempo, rispetto ai bisogni degli ultimi, dei meno integrati, degli svan-

taggiati in genere.Un pullulare di iniziative e progetti, anche europei, sembrano trovare finalmentepiena attuazione, coniugando due fondamentali esigenze: il servizio agli ultimie il lavoro ai giovani.Un ruolo non trascurabile lo ha svolto in questi anni la Caritas Diocesana,chepur in piena crisi economica, non ha mai abbassato la guardia, non si è mai la-

sciata sottrarre la speranza, tenendo sempre vivo il dialogo con tutte le istituzioni territoriali, cosìcome indicano le linee guida della Chiesa Universale e Diocesana per quanto concerne la PastoraleSociale.I Piani di Zona provinciali e locali sono finalmente decollati, garantendo un puntuale servizio diassistenza domiciliare e alla persona nella sua interezza; i Comuni sono più consapevoli ed ope-rativi rispetto alle problematiche delle margi-nalità sociali; le singole associazioni, agenzieformative ed informative, tra le quali anche lapresente testata giornalistica, hanno compresoa pieno titolo che essere presenti sul territoriosi traduce nell’essere presenti in Europa, cheperiodicamente sollecita i territori ad esserepropositori di progetti innovativi, soprattutto ri-volti all’inclusione sociale, e alla restituzionedella dimensione della dignità a tutti i soggettipiù in difficoltà.Il dialogo e l’operosità della Rete interistituzio-nale, a livello provinciale, del pubblico e del pri-vato, hanno dato il via a nuove realtàlavorative, con la realizzazione di processi di in-tegrazione sia sul piano umano che lavorativo.Sono microrealizzazioni che offrono il sensopieno di un territorio e di una Chiesa in crescita continua.Verificare con i propri occhi attività di laboratorio per chi ha difficoltà relazionali, condividere l’amorecon ammalati terminali, accompagnare un anziano al supermercato, acquistare un giornale inun’edicola gestita direttamente da persone con abilità diverse, significa che qualcosa di profondoin città e in provincia sta cambiando. Il vento di un nuovo umanesimo e di un Vangelo incarnato sembrano entrare più decisamentenella attuale storia della terra irpina.

[email protected]

l’ angolo del sociologo a cura di Paolo Matarazzo

6 14 Febbraio 2015 Fisco ilPonte

con la legge di staBilita’ riaPerti i terMini Fino al 30 giugno 2015

“A TU PER TU CON IL FISCO”“A TU PER TU CON IL FISCO” a cura di Franco Iannaccone

la riValutazione di terreni e ParteciPazioni

Ancora un’occasione per rivalutare ter-reni e partecipazioni societarie. La

legge di stabilità 2015, infatti, ha riapertoi termini fino al prossimo trenta giugnoper asseverare la perizia di stima e ver-sare l’imposta sostitutiva, al fine di ri-durre il carico fiscale in caso di cessioni. E’ stato, però, raddoppiato il costo del-l’operazione in quanto l’imposta sostitu-tiva è dovuta nella misura dell’8% per iterreni e le partecipazioni qualificate e del4% per le partecipazioni non qualificate.La rivalutazione può riguardare anche beni giàaffrancati per effetto di precedenti norme age-volative: in questo caso si può scomputaredall’importo dovuto quanto versato nell’ultima,temporalmente, rivalutazione. E’ previsto, al-tresì, di rideterminare al ribasso il valore di unbene già rivalutato in precedenza per ade-guarlo all’eventuale minore valore di mercato. Il principale beneficio dell’affrancamentoconsiste nel fatto che il valore ridetermi-nato assume rilevanza nel calcolo dellaplusvalenza tassabile ai fini IRPEF inquanto, per quantificare l’imponibile della ces-sione del bene, il contribuente può assumere,in luogo del costo o valore iniziale del bene ac-quistato (che verosimilmente è alquantobasso), quello indicato nella perizia di stima, ri-ducendo sensibilmente la tassazione o addirit-tura azzerarla.

I BENEFICIARIL’art. 1, commi 626 e 627, della legge190/2014 (legge di stabilità 2015) hareintrodotto la possibilità di ridetermi-nare il valore di acquisto dei terreni e par-tecipazioni. Questa agevolazione, previstaper la prima volta nel 2001 (articoli 5 e 7 dellalegge 448) è stata riproposta più volte con nu-merosi interventi legislativi, da ultimo con lalegge di stabilità 2014. Trattandosi di un’age-volazione finalizzata a ridurre le plusvalenze di-sciplinate dagli articoli 67 e 68 del TUIR (Testounico imposte dirette), possono beneficiare: lepersone fisiche che detengono terreni e parte-cipazioni al di fuori del regime d’impresa; le so-cietà semplici e i soggetti assimilati; gli enti noncommerciali, con riferimento ai beni che nonrientrano nell’esercizio dell’attività commer-ciale; i soggetti non residenti le cui plusvalenzesono imponibili in Italia.

OGGETTOLa rivalutazione riguarda nello specificole partecipazioni societarie non quotate,qualificate o non, e i terreni agricoli (ven-duti nei cinque anni dall’acquisto), i ter-reni edificabili e lottizzati, posseduti alladata del 1° gennaio 2015.Si perfeziona con l’asseverazione di una periziadi stima del valore del bene al 1° gennaio 2015redatta da professionisti abilitati a ciò e con ilversamento dell’imposta sostitutiva dell’8%per i terreni e le partecipazioni qualificate e al4% per quelle non qualificate. La scadenzaper l’asseverazione della perizia è fissata al 30giugno.

GLI ADEMPIMENTII soggetti abilitati alla redazione delle pe-rizie di stima delle partecipazioni societa-rie sono gli iscritti all’albo dei dottoricommercialisti e degli esperti contabili,nonché gli iscritti nell’elenco dei revisorilegali dei conti. Sono, invece, abilitati allaredazione della perizia di stima dei ter-reni, gli iscritti agli albi degli ingegneri,degli architetti, dei geometri, dei dottoriagronomi, degli agrotecnici, dei peritiagrari e dei periti industriali edili. Sonoabilitati a valutare sia le partecipazioniche i terreni i periti iscritti alle Camere diCommercio, ai sensi del RD 2011/1934.La perizia di stima dei beni va asseveratapresso la Cancelleria del Tribunale, negli ufficidel giudice di pace o da un notaio. La stessanon deve essere allegata all’atto di ces-sione del terreno, ma conservata dalcontribuente ed esibita o trasmessa incaso di richiesta da parte dell’Agenziadelle Entrate.

I PRECEDENTIUna rilevante novità già introdotta dal-l’articolo 7, comma 2, lettera e) del DL70/2011 consente ai soggetti che si av-valgono della determinazione delle par-tecipazioni e dei terreni posseduti al 1°gennaio 2015 di scomputare dall’impostasostitutiva quella eventualmente già ver-sata in occasione di precedenti proceduredi rideterminazioni effettuate sugli stessibeni. Chi non effettua la compensazione puòchiedere, viceversa, il rimborso dell’impostasostitutiva già pagata entro quarantotto mesidal versamento dell’intera imposta o dellaprima rata relativa alla nuova rideterminazioneeffettuata. E’ stato modificato, in tal senso, ilprecedente orientamento che prevedeva la ri-chiesta del rimborso entro 48 mesi dalla datadi effettuazione del versamento effettuato conla precedente rivalutazione e che aveva com-portato un notevole contenzioso.Infine, i contribuenti che si avvalgonodella rivalutazione devono indicarne i datinella dichiarazione redditi (il modelloUNICO) relativa all’anno di perfeziona-mento (va compilato, nello specifico, ilquadro RM) e devono conservare la do-cumentazione per esibirla al Fisco in casodi richiesta.Va precisato, a tal proposito, che l’omessa in-dicazione dell’operazione di rivalutazione nelmodello UNICO non compromette l’efficaciadella rivalutazione, ma comporta, eventual-mente, l’irrogazione della sanzione da 258 a2.065 euro ai sensi dell’art.8, comma 1, delD.Lgs 471/1997.

L’IMPOSTA SOSTITUTIVA DA VER-SARE

L’affrancamento si perfeziona con il versa-mento dell’imposta sostitutiva. L’importo do-vuto si calcola applicando al valore indicatonella perizia di stima i seguenti coefficienti: - 8% per i terreni e le partecipazioniqualificate;- 4% per le partecipazioni non qualifi-cate.Il versamento dell’imposta sostitutivadeve essere effettuato entro il 30 giu-gno 2015 in un’unica soluzione oppurepuò essere rateizzato in tre rate annualidi pari importo: nelle rate successivealla prima vanno aggiunti gli interessinella misura del 3% annuo da versarecontestualmente a ciascuna rata, inscadenza il 30 giugno 2016 e 30 giugno2017. Il versamento deve essere ese-guito con il Mod. F24 indicando il codicetributo 8055 (per le partecipazioni) e8056 (per i terreni) nella sezione ERA-RIO, con l’indicazione come anno di ri-ferimento 2015.

SITUAZIONI PARTICOLARISi ipotizza il caso di tre fratelli che pos-

siedono, in regime di comunione indivisa,un terreno che era agricolo all’atto del-l’acquisto ma che è divenuto edificabilesuccessivamente. In questo caso è oppor-tuno fare la rivalutazione del terreno per ri-durre il carico di imposta all’atto della cessionee la rivalutazione può essere fatta soltanto dauno dei comproprietari, a tal proposito la peri-zia va fatta per l’intera area calcolando, però,l’imposta sostitutiva sulla percentuale di talevalore corrispondente alla propria quota dicomproprietà.Altro quesito che si presenta è quello cheriguarda il costo della perizia di rivaluta-zione sostenuto; a tal proposito va chiaritoche ai fini del calcolo della plusvalenza tassa-bile, la spesa sostenuta per la perizia va por-tato ad incremento del costo del benerivalutato, riducendo in tal modo la plusvalenzatassabile ai fini Irpef.Ulteriore quesito, che di per sé, trova ri-sposta, già implicitamente, in quantodetto precedentemente riguarda il casodi un proprietario di un terreno edificabileche intende nuovamente rivalutarlo cal-colando nuovamente l’imposta sostitu-tiva dell’8% sul nuovo importo; ebbene,nella fattispecie, si può scomputare dalla nuovaimposta sostitutiva dovuta per la nuova riva-lutazione, quanto già, eventualmente, pagatoper una precedente rivalutazione e versare,perciò, soltanto la differenza. Tale differenzapuò essere pagata in un’unica soluzione ovveroin tre rate annuali.In ultimo bisogna evidenziare che la riva-lutazione dei terreni comporta come con-

seguenza che il valore della perizia distima costituisce valore normale minimodi riferimento ai fini delle imposte di re-gistro. Pertanto in caso di cessione ad unvalore inferiore, ai fini dell’imposta di re-gistro, rileverà comunque il valore rivalu-tato conseguente ad un atto di rettificadel valore dichiarato da parte dell’Ufficio.L’unica possibilità che ha il contribuenteè quella di effettuare una nuova periziaad un prezzo inferiore.In alternativa alla rivalutazione, sullecessioni di terreni agricoli le persone fisi-che possono versare un’imposta sostitu-tiva del 20% al posto dell’Irpef. Perapplicare l’imposta sostitutiva, il vendi-tore deve farne richiesta al notaio che, asua volta, provvederà ad applicare e aversare l’imposta sostitutiva per contodel cedente. Questa possibilità può renderemeno conveniente in alcuni casi rivalutare ilterreno, dato che “l’aggiornamento” richiede diversare l’8% sull’intero valore del bene, mentrel’imposta sostitutiva del 20% si applica solosulla plusvalenza. In generale ed in conclusione, il ricorsoalla rivalutazione è senz’altro conve-niente in presenza di plusvalenze rile-vanti, oltre che nella vendita di terreniedificabili, per i quali non è possibile ap-plicare l’imposta sostitutiva. Inoltre, latassazione con imposta sostitutiva del20% non può essere chiesta quando sulterreno siano stati eseguiti lavori di lot-tizzazione.

[email protected]

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”Direttore responsabile

Mario Barbarisi

Redazione:

Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569

Stampa: International Printing - Avellino

Registrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975

Iscrizione al RNS n. 6.444 Iscrizione ROC n. 16599

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

7attualitàilPonte 14 Febbraio 2015

Giovedì 5 Febbraio sono stati consegnati, presso laCasa della Cultura «M. L. King» di Vallesaccarda,

gli attestati di partecipazione al Corso per Operatrici diludoteca organizzato nell’ambito del progetto «In- for-mare per la conciliazione». A consegnare gli attestatialle 22 partecipanti, il presidente della Cooperativa «IlPonte», capofila del progetto, Mario Barbarisi, il primocittadino di Trevico, Nicolino Rossi, il consigliere comu-nale di Vallesaccarda, Marco Lo Russo e la presidentedell’associazione «Agorà», Sonia Cerullo. Venerdì 6Febbraio sono state selezionate 3 operatrici che gesti-ranno la ludoteca, totalmente gratuita e già attiva neicomuni della Baronia partner del progetto: Trevico, SanSossio, Vallesaccarda e Castelbaronia. Venerdì 6 Feb-braio le partecipanti del medesimo corso, che si è te-nuto ad Aiello del Sabato, hanno ricevuto l’attestato dipartecipazione mentre nella mattinata del 7 febbraio siè tenuta la selezione delle due operatrici che gestirannola ludoteca gratuita nel comune del Sabato. Una vera epropria occasione lavorativa quella che avranno a di-sposizione le partecipanti che, grazie all’attestato otte-nuto, potranno candidarsi a gestire una ludoteca edapplicare, così, le conoscenze assimilate in settimanedi lezioni. In accordo con la mission del progetto «In-Formare per la conciliazione», l’attivazione del serviziogratuito fornirà alle famiglie un valido supporto per ge-stire al meglio vita privata e lavorativa offrendo, al con-tempo, un’opportunità importante al territorio. Grandesoddisfazione è stata espressa non solo dalle protago-niste del corso ma anche dalle potenziali utenti della lu-doteca. Sono tantissime le mamme lavoratrici prontead affidare i propri bambini alle cure di professionistedel settore ovviando all’assenza di strutture specifichee risparmiando il costo del servizio. Il corso per ludote-cari si inserisce nell’ambito del Progetto POR- CAMPA-NIA FSE 2007-2013 Asse II Obiettivo Operativo F2Accordo Territoriale di Genere “IN-FORMARE per laConciliazione”, che vede come ente capofila la SocietàCooperativa “IL PONTE”, e come partner: ASL Avellino,Caritas diocesana Avellino, C.I.F.(Centro Italiano Fem-minile) Avellino, C.I.F (Centro Italiano Femminile) Val-

lata, Cisl Avellino, Comune di Aiello del Sabato, Co-mune di Castel Baronia, Comune di San Sossio Baronia,Comune di Trevico, Comune di Vallesaccarda, Associa-zione di promozione sociale “Agorà”, Demetra SocietàCooperativa sociale, Fondazione “Officina Solidale”,“La Casa sulla Roccia” Associazione di volontariato,“Sannioirpinialab” Associazione di promozione sociale.

“in-Formare per la conciliazione” SABATO 7 FEBBRAIO PRESENTATO IL PROGETTO

“coinVolgi-Menti”

Sabato 7 Febbraio si è svolta presso il Circolo della Stampa diAvellino, la Presentazione del Progetto “Coinvolgi-Menti”, fi-

nalizzato all’Integrazione sociale delle Disabilità, finanziato nell’am-bito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dalla Presidenza

del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del

Servizio Civile Nazionale. Al clima di grande condivisione hannopartecipato le Istituzioni - presenti il Sindaco di Avellino, alcuni as-sessori alle Politiche Sociali tra cui Giacomo Dello Russo, rappresen-tanti della Asl, Presidi, insegnanti e molti cittadini.Franco Fioretti Presidente dell’Associazione E. Aprea Capofila dellarete, Domenico Sarno Presidente Acli Avellino, Santa Caprioli e An-drea de Ruggiero Associazione Teatro Tecta Clan H, dott.ssa FedericaTarantino Presidente Libero per Tutti, Pasquale Romei Presidente 8Maggio, dott.ssa Maria Gabriella D’Avanzo Presidente ARPAGEN,Cooperativa Il Ponte, hanno avuto la possibilità di raccontare la loroidentità associativa e di spiegare il proprio ruolo all’interno della reteprogettuale, trasformando così l’evento in un’occasione di scambioe proficuo confronto ‘vis à vis’.Il progetto, definito dal Sindaco “Un fiore all’occhiello per la città”,nasce dall’idea di due psicologhe-progettiste avellinesi, la dott.ssaMara Festa e la dott.ssa Maria Giuseppina De Cola, motivate da unparticolare interesse per il ‘sociale’ e la visione comune riguardo almodo di essere nella relazione di aiuto: avere uno sguardo e un’at-tenzione duplice, al singolo e al suo contesto di appartenenza (inprimis la famiglia) e, anche, al contesto relazionale più ampio, rap-presentato dalla comunità intera. Il loro è uno sguardo psicologicoche ricerca la “complessità”, provando a connettere singolarità egruppalità, individualità e molteplicità, a vari livelli. Il progetto si ponein continuità con il lavoro svolto negli ultimi anni nelle Scuole di ogniordine e grado di Avellino e provincia, teso a diffondere una culturadell’incontro, della parità e valorizzazione della diversità.Nel corso dell’incontro viene sottolineato il senso della parola “inte-grazione”: costruzione di dialoghi possibili, a più livelli, tra posizionie punti di vista differenti in modo da attivare risorse sul territorio, dicui potranno beneficiare, non solo i disabili e loro famiglie, bensì tuttala comunità. “Si tratta in concreto di lavorare insieme, cooperare, in

modo da partecipare attivamente alla crescita e miglioramento della

qualità della nostra vita. Sviluppare capitale sociale, ossia una risorsa

connessa all’appartenenza a una rete sociale, collegata all’intera-

zione tra le persone, è fondamentale per poter contare su una rete

di sostegno.”

Proprio su questa premessa, la rete progettuale è stata definita se-lezionando associazioni del terzo settore già operanti nell’ambitodelle disabilità e mira a potenziare forme d’integrazione già presentisul territorio e incrementare attività di prevenzione volte a ridurrel’emarginazione e l’isolamento delle persone disabili, con malattierare e loro famiglie. Il dialogo fra tutti gli attori coinvolti ha infattil’obiettivo di gettare le basi per future sinergie e possibilità di coo-perazione tra istituzioni, associazionismo e partecipazione attivadella cittadinanza. Come infatti sostiene Franco Fioretti, Presidente dell’AssociazioneAprea, in qualità di capofila, “l’obiettivo generale è di lavorare in rete

per potenziare le ‘abilità’ di ognuno”.I beneficiari diretti del progetto sono i giovani tra i 14 e i 35 anni(normodotati, disabili/portatori di malattia rara) e loro famiglie. Neiprossimi mesi sono previste attività di sensibilizzazione alla popola-zione circa i temi della disabilità/malattie rare; saranno attivati 6 la-boratori tematici gratuiti: teatro, musica, circo sociale, arti terapie,psicocorporeo, socializzazione e tempo libero; previsti anche Gruppidi auto-mutuo aiuto a sostegno dei familiari dei pazienti portatori didisabilità. Il progetto vedrà impegnate come operatrici, in preva-lenza, giovani donne (under 35) con specifiche competenze psico-logiche.

Infine, il costante dialogo con il Dipartimento della Gioventù e il Ser-vizio Civile, “permetterà non solo di dare voce, a livello nazionale, ai

bisogni di Avellino e provincia, ma soprattutto di mettere in luce le

risorse che man mano si andranno ad attivare e che consentiranno

di valorizzare il nostro territorio e quindi di ottenere ulteriori finan-

ziamenti”.

Consegna di Attestati e Selezioni per operatrici di Ludoteca nei Comuni della Baronia e ad Aiello del Sabato

Le partecipanti al Corso in Baronia (Castel Baronia, San Sossio Baronia, Trevico e Vallesaccarda)

Le partecipanti al Corso di Aiello del Sabato

8 14 Febbraio 2015 Medicina ilPonte

La scabbia è una di quellemalattie che solo a sentirne il

nome evoca paura e risveglia ilricordo di epidemie del passato.Ma non è una malattiascomparsa in quanto anche oggicapita di curarne tanti casi, anchegrazie all’aumento dellaimmigrazione dai Paesi in via di

sviluppo. Si tratta di una malattia altamente contagiosa,provocata da un acaro della cute detto Sarcoptesscabiei. La persona contagiata lamenta un pruritointenso e generalizzato che tipicamente si aggravala notte. Le lesioni cutanee si localizzano dipreferenza negli spazi interdigitali, all’ombelico, alleascelle, nelle aree genitali e all’inguine. Altreregioni del corpo quali il capo, la nuca, il viso, ilcuoio capelluto non sono mai colpite. Da alcunidecenni la principale localizzazione agli spaziinterdigitali non si osserva più. Ciò avviene perl’uso frequente, rispetto agli anni precedenti laGrande Guerra, del sapone per lavare le mani.L’uso di detergenti intensi e l’abitudine di lavarsispesso le mani impedisce di rilevare i segnipatognomonici tipici della malattia in tale sede. Il contagio avviene tramite contatti fisici stretti eprolungati (stringendo la mano non si contrael’infezione), e a volte tramite gli indumenti e le

lenzuola contaminati.L’infezione è più frequente in luoghi affollati qualigli ospedali, i centri di riabilitazione, centri di curaspecializzati, case di riposo e cura, centrid’accoglienza per immigrati, carceri. I pazienti iniziano ad avvertire prurito e apresentare escoriazioni da grattamento da una a4 settimane dopo l’esposizione al contagio. La maggior parte dei pazienti presenta solo pochiacari sulla cute, pur lamentando un prurito forteed esteso ad ampie regioni del corpo. Ciò accadeperché il prurito è la conseguenza di una reazioneimmunitaria del corpo verso l’acaro le sue uova ei suoi prodotti del metabolismo, e a parti del corposia di acari vivi che morti. Nei pazienti condepressione del sistema immunitario e in quelli congrave insufficienza renale si osserva una formaparticolarmente grave e contagiosa di scabbiadetta “crostosa”. In questi casi si possono trovarecentinaia di acari sul corpo del paziente. Questeforme gravi vengono indicate anche con il nomedi scabbia norvegese in quanto gravi epidemie ditale infezione furono osservate in ospedali dellaNorvegia. Quindi, quando si rileva un prurito intenso, piùforte durante la notte, e che interessa le areed’elezione, è altamente probabile un’infezione daacari. Questa malattia in passato richiedeva lunghiperiodi di cura, ma oggi guarisce in tre giorni senzaesiti. Infatti gli acari, a differenza delle zanzare,non sono in grado di trasmettere un’altra malattia(la puntura della zanzara ad esempio puòtrasmettere la malaria, mentre con quella dellezecche si può contrarre la malattia di Lyme).Alla visita si cercano le lesioni elementari tipiche

della patologia: papule escoriate, e rari cunicoli alloscroto, al glande, alle ascelle e in altre sedi tipichecompaiono progressivamente nel decorso dellamalattia.Essendo contagiosa, la persona andrà isolata,anche solo in caso di sospetto, e dopo unapprofondimento clinico, si inizierà la cura.Siccome le lesioni cutanee indicate possono esserepresenti anche in altre malattie, si possonoadoperare dei test diagnostici per confermare ilsospetto di scabbia. Si può far cadere una gocciad’inchiostro su quello che si sospetta essere un

cunicolo della scabbia, cioè un foro nella cuteprodotto dall’acaro. Dopo pochi minuti si asportal’inchiostro con una garza. Se si trattava realmentedi un cunicolo, questo avrà assorbito l’inchiostro,per capillarità, restandone marcato. Un altrometodo prevede l’asportazione dell’intero cunicoloe della papula, grattando la cute con una lama dabisturi. Quindi si cercherà l’acaro esaminando almicroscopio il materiale asportato.Nella mia esperienza, questi due metodidifficilmente riescono a fornire indicazioni utili.Preferisco esaminare direttamente la cute con ildermatoscopio, un apparecchio che consente divedere (senza dover tagliare o graffiare la cute delpaziente) dettagli ingranditi delle lesioni della cute.Trovo questa metodica particolarmente utile perl’esame della cute di pazienti di pelle nera nei quali,la particolare pigmentazione etnica, impedisce divedere il colore rosso caratteristicodell’infiammazione della pelle. Con l’aumento deiflussi migratori, le case d’accoglienzarichiederebbero particolari controlli per evitarediffusioni di tipo epidemico di tale malattia. Nei casiin cui la diagnosi deve essere certa e irrefutabile,l’esame d’elezione è l’esame istologico effettuatosu un frammento di cute prelevato dal corpo delpaziente tramite una biopsia.La terapia si esegue applicando pomate o lozioni abase di crotamitone, permetrina al 5%, benzil-

benzoato, o altri principi acaricidi su tutta la cute,dalla punta del mento (il viso e il cuoio capellutonon sono mai affetti) alla punta dei piedi. Lamedicazione della sera sarà preceduta da unbagno tiepido con sapone allo zolfo e guanto dicrine. Il bagno e l’igiene personale non sono soloaspetti indispensabili al sostegno del senso didignità di un individuo, ma anche alla cura eprevenzione delle ectoparassitosi. Un’ulterioreobbiettivo che si raggiungerà grazie all’iniziativa diPapa Francesco che ha voluto create un servizio dibagni pubblici, con la fornitura gratuita diasciugamani, dentifrici e saponi, proprio sotto leartistiche arcate del Bernini in Piazza San Pietro.Una simile iniziativa adottata da altre Diocesisosterrà lo spirito dei poveri e aiuterà a controllarela diffusione di molte malattie contagiose.La cura per la scabbia va ripetuta per uno, due otre giorni di seguito a seconda del farmaco scelto.Dopo sette giorni di terapia si seguirà un secondociclo di cura perché, dopo una settimana, le uovaeventualmente lasciate dagli acari si schiudono ela malattia riprenderebbe.Gli indumenti intimi e le lenzuola saranno cambiatitutte le sere, nei giorni di terapia, e lavati conacqua bollente. Tutti i conviventi è bene cheseguano, a scopo preventivo, la stessa terapia,così da evitare la trasmissione a ping-pongdell’infezione. È bene associare un farmaco antistaminico incompresse per sedare rapidamente il prurito e, incaso di infezione batterica dei graffi della pelleconseguenti al grattamento, un antibiotico adampio spettro. Siccome il prurito è legato allapresenza di radicali liberi, piccole molecole tossichegenerate dalla reazione immunitaria, preferiscoanche prescrivere un disintossicante a based’estratti vegetali (Silimarina, laCynara Scolimus,Camellia Sinensis) che ne accelera l’eliminazione. Si sta studiando anche l’opportunità di adoperarefarmaci sistemici quali l’ivermectina per i casi discabbia più gravi e resistenti.Attualmente, tre giorni di cura riescono aeliminare completamente la malattia che causasolo prurito, quindi perché temerla?

Raffaele [email protected]

la scaBBiaLa scabbia un’antica malattia che fa ancora tanta paura

Nel mondo scientifico della nu-trizione si dice da qualche

tempo che le noci e l’olio di olivasegnalano al cervello la sazietà.In realtà, secondo i ricercatoridell’Università della California, icibi che contengono acidi grassi

insaturi e acidi oleici (contenuti in buona quan-tità nell’avogado) stimolano la produzionedell’OEA (oleoiletanolamide) che “blocca” l’ap-petito. Questo composto lipidico è rilasciatonell’intestino tenue, che trasmette al cervellograzie alla istamina la “notizia” che non è ne-cessario altro cibo. Quindi, il segnale della sa-zietà viene dall’intestino ed è prodotto dallesostanze che abbiamo citato e non diretta-mente dalle noci e dall’olio. Il composto lipidicoche fa da segnale allo stop alimentare è rila-sciato dagli enterociti, che sono cellule dei villiintestinali che per funzionare da attivatori de-vono proiettare il segnale a livello centrale at-traverso fibre del nervo vago. L’interruttoredella sazietà bloccherà i recettori dell’istamina(H1). Secondo, poi, alcuni ricercatori italiani della“Sapienza” di Roma, dell’Università di Firenzee del Consiglio delle Ricerche, l’OEA stimole-rebbe anche il consolidamento della memoria,grazie all’attivazione nell’amigdala di segnali dipotenziamento mnesico. Addirittura la memo-ria “rimane” o, forse meglio, “rimarrebbe”nella nostra mente grazie a questo ”collante”(sempre l’oleoiletanolamide) che rende “ade-sive” le memorie. Abbiamo detto che il mec-canismo si svolge nell’amigdala che è, comegrandezza e forma, una vera e propria man-dorla, fatta di sostanza grigia cerebrale e si-tuata nell’ippocampo, capace di gestire leemozioni ed in particolar modo la paura.In un prossimo futuro, secondo il nostro mo-desto parere, ci vorrà una supplementazionedi OEA per aiutare l’obeso a diminuire nelle ta-glie, ma soprattutto a far “scendere” nel san-gue i livelli del colesterolo e dei trigliceridi. Cosìfacendo, la prevenzione delle malattie cardio-vascolari sarà al top ed in più non ci sarannotutti i problemi legati ai farmaci antagonizza-tori dei grassi. Finalmente siamo vicini ad unanoressizzante naturale privo di effetti colla-terali ed indesiderati. In questo campo speci-fico non si poteva sperare di meglio. Fino a questo momento abbiamo pensatoall’OEA per combattere l’obesità, ma gli stu-diosi in tutto il mondo si stanno scatenandocon pubblicazioni ad hoc, una più interessantedell’altra, sempre sullo stesso argomento macon altre basi di ricerca. In Virginia, negli StatiUniti, è stato scoperto che un verme lungo unmillimetro (Caenorhabditis elegans) che siciba di batteri potrebbe essere in grado di dareuna mano nello scoprire i segreti “mentali”dell’obesità. In genere, si legge nella pubbli-cazione, al pari dei vermi, anche l’uomo pre-ferisce mangiare ciò che il nostro cervellopercepisce come cibo. Alcuni gruppi di neuronisi “spengono” quando si percepisce la fra-granza o il sapore di una pietanza nuova,

mentre sono notevolmente più attivi in pre-senza di un cibo a loro familiare. Ciò avver-rebbe grazie alla serotonina che trasmettesegnali di soddisfazione per pietanze già co-nosciute. Se interveniamo su questo mecca-nismo, si può portare gli obesi a mangiare solocibi più sani e meno ricchi di grassi.La scienza è costantemente alla ricerca diqualcosa che blocchi l’obesità grave, che a suavolta crea problemi enormi alle articolazioni,al metabolismo ed all’apparato cardio-vasco-lare. L’opzione chirurgica esiste da tempo e hadiversi tipi di approccio. L’ultimissimo è un par-ticolare strumento capace di controllare la vianervosa che trasmette la sensazione di famedallo stomaco al cervello. E’ una specie di pa-cemaker dello stomaco che è in sperimenta-zione da un anno e mezzo e che attualmenteè autorizzato negli Stati Uniti, anche se i suc-cessi sono in bassa percentuale.La fantasia degli studiosi non ha limiti. Oggic’è chi sta studiando la possibilità che l’obesitàed i disturbi metabolici potrebbero essere le-gati a modificazioni della flora batterica inte-stinale. Tali modificazioni porterebbero allosviluppo di massa grassa, insulino-resistenzaed infiammazione dell’adipe addominale. L’al-terazione della flora batterica intestinale è ilviatico per giungere alla patogenesi dell’obe-sità attraverso vie metaboliche alterate e le-gate alle specie differenti di microrganismi chevivono in simbiosi nell’intestino. Non dob-biamo dimenticare che nell’uomo i batteri in-testinali sono 1.014 e che possono arrivare aquasi 2.000 specie diverse per un peso com-plessivo di 1,500Kg. Nei topi di laboratorio al-cuni mutamenti nei meccanismi dei batteriintestinali hanno provocato un aumento del-l’estrazione calorica del cibo ingerito, con mag-giori riserve da immagazzinare. E’ statodimostrato anche un incremento dell’infiam-mazione cronica nel tessuto adiposo che pre-lude all’obesità ed all’insulino-resistenza.Sono stati pubblicati anche articoli sulla re-pressione trascrizionale di alcuni geni che sonolegati alle mutazioni, associate al pericolo disviluppare disordini alimentari. Diminuendol’attività di questi geni si può ridurre, almenonei topi di laboratorio, il pericolo della bulimiae quindi dell’obesità.Dopo quest’ampia carrellata per tentare dibloccare l’interruttore della sazietà, rimaniamosempre dell’idea che contro obesità, disturbimetabolici e quant’altro, non c’è nulla di me-glio della dieta ed in particolare della dieta me-diterranea con le sue famose noci ed ilfamosissimo olio di oliva (ovviamente extra-vergine). Chi vuol combattere l’obesità addominale, altivalori di colesterolo HDL, ipertensione arte-riosa ed ipertrigliceridemia deve ridurre,quindi, un poco il sale nella dieta dei nostripadri, per proteggersi anche dagli ictus, dagliinfarti miocardici e dal diabete.

Gianpaolo Palumbo [email protected]

il segnale della sazieta’Viene dall’intestino

914 Febbraio 2015ilPonte

LE NOSTRE OFFERTEProvolone Soresina Fascia NeraProvolette Soresina Topolino 550gr.Caciocavallo SoresinaProvolette Dolci SoresinaCotto alla Brace di AltaNorcineria RenziniProsciutto S.Daniele Franchi

Provolone Soresina Fascia NeraProvolette Soresina Topolino 550gr.Caciocavallo SoresinaProvolette Dolci SoresinaCotto alla Brace di AltaNorcineria RenziniProsciutto S.Daniele Franchi

€ 9,90 al Kg€ 4,90€ 9,90€ 8,90 € 16,90 al Kg€ 21,90 al Kg

€ 9,90 al Kg€ 4,90€ 9,90€ 8,90 € 16,90 al Kg€ 21,90 al Kg

Con 500gr. di BUFALA ANNALISA di BARONISSIUNA RICOTTA IN OMAGGIOASSORTIMENTO PASTA DI GRAGNANO

PANE CASARECCIOASSORTIMENTO PASTA DI GRAGNANO

PANE CASARECCIOVia Cesinali, n°5 Atripalda (Av)

Pro o o l o n e Pro oolette vv

vv

e Sore s i n a Fe Sore s i n a T

Fa s c i a N e ra o p o l i n o 5 5TTTopolino 550gT

a 5 0 gr.r

€ 9 , € 4, ,

,9 9 0 a l gg ,9 9 0 K K

Caciocava Pro oolette C l l

vv

a l l o Soresine D o l c i Sore

B d i

p naesina

g€ 9 ,€ 8, ,

,9 9 0 ,9 9 0

Cotto a l l a AltaNorc i n Prosciutto

B race d i n e r i a Renzio S . D a n i e l e

ini

F aanchir

€ 1 6 € 2 1

6, ,9 9 0 a l gg 1 ,9 9 0 a l gg K K K K

ASSOORS

RTITIMMEENN O O NTTO PR

O AAS A A D TTA DI GR P PAST

D I GRAAGNN R RA

g

NAANOO

esinali, n°5 A

AASSOOROR

ia CV

SSS

esinali, n°5 A

TTITIMIMEMENENNTO A A NE NE PPPANE CPANE C

TTO PTO PRR

tripalda (

O AASAS A A D AASAARERECEC

esinali, n°5 AASSSARECSAREC C C CAS CAS

TTTA DI GRTA DI GR P P PAST PAST

tripalda (

DI DI GRAGGNGNCCICIOIOCC

A GR R RA RA

v)

NANANONO

Atripalda (

10 14 Febbraio 2015 ilPonte

FISC Federazione Italiana Settimanali Cattolicivia Aurelia, 468 - 00165 Roma

Tel. 06 6638491 - Fax 06 6640339

CONCESSIONARIA NAZIONALE DI PUBBLICITÀ: PUBLICINQUE SRLvia Fattori, 3/C - 10141 TorinoTel. 011 3350411 - Fax 011 3828355 - E.mail: [email protected]

...168 testate per un milionedi copie in tutta Italia

Questa è la nostra forza...ABRUZZO

CALABRIA

CAMPANIA

EMILIA ROMAGNA

MARCHE

PIEMONTE

SICILIA

TOSCANA

TRIVENETO

UMBRIA

VALLE D’AOSTA

LOMBARDIA

LIGURIA

LAZIO

PUGLIA

SARDEGNA

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...ABRUZZO

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

Questa è la nostra forza...

SICILIA

Questa è la nostra forza...

CALABRIA

MARCHE

TRIVENET

OTRIVENET

ANIACAMP

LAZIO

LIGURIA

PUGLIA

OSCANAT

OSCANA

Federa ir zz

ione IIttaaliian taI aat lit liil ali

aa a SSetttttiimnn eS ttitt imit mtii

maa aal CC tnn llii aat

ttt liccttoo ii

el. 011 3350411 - Fax 01 TTel. 011 3350411 - Fax 011 3828355 -

.mail: torino@publicE 1 3828355 -

cinque.it

T

el. 06 6638491 - Fax 06 6640339TTel. 06 6638491 - Fax 06 6640339

9

187

1114 Febbraio 2015VangeloilPonte

Mercoledì scorso 4 febbraiosi è tenuto alle ore 18,00

presso l’Istituto delle Suore Be-nedettine in Mercogliano un in-contro dell’Ufficio MissionarioDiocesano in collaborazione conla famiglia monastica benedet-tina dal tema: “La famiglia sog-getto di evangelizzazione”. E’

intervenuto il direttore delle Centro Missio-nario, Sacerdote Antonio Dente Junior conla sua equipe per illustrare questo tema inchiave missionaria in vista del prossimo si-nodo sulla famiglia. Questo incontro è statoorganizzato in vista della XIV Assemblea Ge-nerale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi chesi terrà dal 4 al 25 ottobre di quest’anno,sulla vocazione e la missione della famiglianella Chiesa e nel mondo contemporaneo.Il Direttore dell’Ufficio Missionario si è soffer-mato innanzitutto sulla autorevolezza neces-saria nel saper dire dei “no” ai propri figlisenza oscillare tra la scarsa cura e gli atteg-giamenti possessivi che tendono a soffocarela creatività e ad essere totalmente dipen-denti da essi. La famiglia, ancora oggi, riescein qualche modo a mantenere quei valoriche la fede ci ha tramandato e “la Chiesa,nostra madre, è impegnata a sostenere contutte le sue forze la presenza buona e gene-rosa delle famiglie, perché esse siano per lenuove generazioni custodi e mediatrici inso-stituibili della fede nella bontà, della fedenella giustizia e nella protezione di Dio, comela Santa Famiglia di Betlemme; li sostienenel loro ruolo di educatori, fornendo attra-verso le Parrocchie corsi di formazione, in-

contri, gruppi di confronto e a volteanche di sostegno, non solo morale maanche economico” (Papa Francesco –Omelia del 4 febbraio scorso a SantaMarta) . L’educazione alla fede avvienenel contesto familiare che, attraverso ilbattesimo, ci rende missionari, cioè an-nunciatori della Buona Novella e quindiavviati nel cammino verso la Santitàportando dentro di sé, crescendo, l’im-magine di Dio. La famiglia è la primacellula dell’evangelizzazione che è re-sponsabilità di tutto il popolo di Dio,ognuno con il proprio carisma; è laChiesa domestica che con la sua testi-monianza gioiosa, annuncia Cristosenza prolungarsi con le parole ma coni fatti reali, è chiamata ad essere sog-getto attivo della pastorale familiare.Bisogna capire che il Vangelo nella fa-miglia è gioia che “riempie il cuore e lavita intera” perché Cristo ci ha liberatidal peccato, dalla tristezza, dal vuotointeriore, dall’isolamento” (EvangeliiGaudium n.1); perciò il nostro compito è se-minare, come ci insegna la parabola delBuon Seminatore (Mt.13,3-9), tutto il restoè opera di Dio. Per questo motivo a tutti ibattezzati si richiede una conversione mis-sionaria, perché è necessario non soffer-marsi ad un annuncio formale e sganciatodai problemi reali della nostra società; per-ché, dinanzi ad una fede forte, l’imposizione,che ci viene dall’esterno di alcune prospet-tive culturali che vogliono indebolire la fami-glia tradizionale, non ha incidenza. La conversione missionaria è l’annuncio che

la famiglia dà una risposta alle attese piùprofonde della persona umana, alla sua di-gnità e alla realizzazione piena nella comu-nione e nella fecondità proponendo deivalori. La missione non è una cosa astratta- ci dice Suor Giuliana delle Suore Benedet-tine - ma è una cosa concreta perché portauna notizia, la notizia di Cristo che è risorto;dopo di Lui sono stati gli Apostoli che hannoparlato delle Sue opere e così anche noi dob-biamo, uscendo da questa sala, portare aglialtri e alle nostre famiglie la gioia e la caricache abbiamo recepito partecipando a questoincontro. Nell’Evangelii Gaudium, Papa Fran-

cesco ci parla della dolce e confortante gioiadi evangelizzare, perché il bene tende sem-pre a comunicarsi. La fede si rafforza donan-dola e si indebolisce nell’isolamento enell’agio; l’ pera principale di evangelizza-zione della Chiesa parte dalla famiglia, cheè il fulcro per una pastorale decisamentemissionaria. E’ stata allestita una piccolamostra di foto per illustrare le varie situazioninei Paesi che in questo momento soffronoper le violenze che vengono perpetrate con-tro le donne e le loro famiglie.

[email protected]

solidarietà senza conFini

PasqualeDe Feo

“la famiglia soggetto di evangelizzazione”

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che

lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi,

puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese

la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii pu-

rificato!». E subito la lebbra scomparve da lui

ed egli fu purificato.

E, ammonendolo severamente, lo cacciò via

subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a

nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e

offri per la tua purificazione quello che Mosè ha

prescritto, come testimonianza per loro».

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e

a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva

più entrare pubblicamente in una città, ma ri-

maneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui

da ogni parte.

Una fede forte, convinta, quella del leb-

broso che chiede la guarigione. Più potenteancora la determinazione di Gesù: “E subito lalebbra scomparve”. In risposta alla quasi-pro-vocazione del lebbroso (“se vuoi puoi purifi-carmi”), il Signore si mostra ben capace dicompiere ciò che vuole, anzi non solo intervienesulla malattia (la lebbra), ma anche la sua di-mensione spirituale (lo stato di “impurità”). Pro-prio questo aspetto spiega la riservatezzaassoluta che Gesù esige dall’uomo purificatodalla lebbra unitamente all’indicazione di pre-sentarsi al sacerdote secondo le disposizionidell’antica legge. Da quel gesto salvifico di Gesù,ogni altro “malato” nel corpo e nello spirito potràtrovare nel Signore guarigione, salvezza e san-tificazione, anche quando mancasse la guari-gione fisica. Anzi, la stessa malattia è chiamataa essere segno e via della croce e della pasquadi Gesù.

Alla fine resta vera e grande la testimo-

nianza di fede dell’uomo purificato e guarito,che, allontanatosi, si mise ad annunciare il fatto,la buona notizia di Gesù; un vero evangelizza-tore.

La lebbra è malattia, ma anche ostacolo

nel rapporto con Dio, perché esclude dallapartecipazione alla vita e al culto del popolo,della comunità. La lebbra è il massimo della po-vertà perché emargina e contagia; questa volta,al contrario, è la purezza della persona di Gesùa “contagiare” e a purificare, passando dal Si-gnore al malato e rintroducendo quest’ultimonella piena comunione.

La guarigione del lebbroso è segno mes-

sianico perché mostra il Regno di Dio presentee operante in mezzo agli uomini. Non un mira-colo fra gli altri, ma con grande carica simbolica:perché è la guarigione di un maledetto (un in-toccabile toccato) e perché, nell’imposizione delsilenzio, si coglie il significato profondo: il mira-colo è segno della signoria di Dio.

Angelo Sceppacerca

la liturgia della Parola:  Vi domenica del tempo ordinario+ Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45 La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!».

Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve

da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a

nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto,

come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non

poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

12 14 Febbraio 2015 ilPonte

Di recente la Corte di Suprema diCassazione – Sezione Penale - siè dovuta interessare dell’installa-zione di climatizzatori e condizio-natori collocati nei fabbricatisenza che sia stata fatta richiestadi S.C.I.A. (Segnalazione Certifi-cata di Inizio Attività).

Se collocati all'esterno dei fabbricati, infatti, perla loro messa in opera sarà sempre necessariatale segnalazione, e ciò per evitare l’applica-zione di sanzioni amministrative, che non an-dranno applicate nel solo caso di conformità alleprevisioni degli interventi urbanistici, dei rego-lamenti edilizi e della disciplina urbanistica - edi-lizia in vigore.Il caso si è verificato nei confronti di un titolaredi un esercizio commerciale, il quale aveva in-stallato un condizionatore al di fuori del suo ne-gozio senza aver preventivamente segnalatoalla competente autorità comunale quanto erasua intenzione fare: la condanna inflittagli am-montava così a ben 23.000,00 euro di am-menda e alla pena di gg. 15 di arresto.

Per sua fortuna, comunque, trattandosi di sog-getto incensurato, l'arresto è stato poi sostituitonella corrispondente pena pecuniaria di 570,00euro, così rideterminando complessivamente lapena inflitta in euro 23.570,00 ma evitandogli ilcarcere!

La Cassazione ha, infatti, dichiarato inammissi-bile il suo ricorso in quanto ha ritenuto che“i climatizzatori o i condizionatori, per con-solidata giurisprudenza amministrativa,costituiscono impianti tecnologici e, per-tanto, se collocati all'esterno dei fabbri-cati, rientrano nel novero degli interventiedilizi definiti dall'art. 3 del D. P. R. n. 380del 2001, sicché sono assoggettati alla re-lativa normativa di settore, con la conse-guenza che la loro realizzazione oinstallazione, seppure non necessitantedel permesso di costruire, è tuttavia sog-getta a segnalazione certificata di inizio diattività (S.C.I.A.) ai sensi dell'art. 22 del D.P. R. n. 380 del 2001.

Questo il principio sancito, in particolare, dallaterza sezione penale della Corte di Cassazione,con sua sentenza n. 952/2015, sulla base delquale, appunto, ha condannato pesantementeil proprietario di un esercizio commerciale peraver installato, al di fuori dal proprio negozio, inarea sottoposta a vincolo paesaggistico, un con-dizionatore.

La Suprema Corte, inoltre, ha ribadito come”l'esecuzione in assenza o in difformitàdegli interventi subordinati alla SCIA, nonconformi alle previsioni degli interventiurbanistici, dei regolamenti edilizi e delladisciplina urbanistica-edilizia in vigore,comporta l'applicazione della sanzione pe-nale prevista dall'art. 44, lett. a), delD.P.R. n. 380/2001, in quanto solo in casodi interventi eseguiti in assenza o diffor-mità della D.I.A. (ora S.C.I.A.), ma con-formi alla disciplina citata, è applicabile lasanzione amministrativa prevista dall'art.37 dello stesso decreto n. 380/2001”.

***Attenzione, d’ora in poi, a rallentare davanti aduna pattuglia di Carabinieri o della Polizia diStato e poi improvvisamente accelerare dopoche non si è stati fermati pensando di averlafatta franca.Adesso, infatti, le forze di polizia (Municipale, diStato, Carabinieri o Finanza), nel corso delle loroperiodiche attività di controllo, possono puntareil sistema laser verso il veicolo che si è allonta-nato, senza che in precedenza sia stato fer-mato, nel caso in cui si accorgano che ilmedesimo acceleri improvvisamente superandoi limiti di velocità consentiti in quel tratto distrada.Non sarà più necessaria, in tali casi, la consta-tazione immediata per applicare la sanzione,con la conseguenza di poter altresì notificaresuccessivamente la multa direttamente al do-micilio del trasgressore.E’ quanto ha precisato, in questi giorni, il Mini-stero delle Infrastrutture – Dipartimento per itrasporti terrestri -, con un suo specifico parere,precisando che ”i dispositivi telelaser ven-

gono normalmente impiegati per effet-tuare la contestazione immediata dell’ec-cesso di velocità in riferimento ai veicoli inavvicinamento; trattandosi, però, di si-stemi regolarmente omologati, essi pos-sono anche essere impiegati per notificarela multa direttamente al domicilio del tra-sgressore nell’ipotesi prevista dall’art.201, comma 1-bis, lettera e), del codicedella strada, e cioè qualora si verifichi cheil trasgressore non possa essere fermatoin tempo e nei modi regolamentari”.

***Negli ultimi tempi la giurisprudenza si è dovuta,sempre più spesso, interessare di casi in cui icittadini richiedevano all’Ente Comunale il risar-cimento dei danni conseguenti ad una cadutadegli stessi dovuta al manto stradale sconnessoe dissestato.Con la sentenza che commentiamo oggi la Cas-sazione ha esaminato specificamente il caso diuna signora che ha vissuto tale vicenda, denun-ciando dinanzi al competente Giudice di Pace taliinadempienze dell’Ente Comunale in materia ditenuta del manto stradale.Vicende simili sono state ampiamente trattatedalla Massima Corte (con provvedimenti richia-mati anche nella sentenza in esame) e, in que-sto caso, i giudici di Piazza Cavour si sonoessenzialmente soffermati a valutare la diffe-renza delle domande risarcitorie proposte dallaparte (in primo grado ex art. 2043 c.c. e poianche ex art. 2051 c.c.).Nel caso di specie, la terza sezione civile dellaSuprema Corte di Cassazione – del 28 novem-bre 2013 – 20 gennaio 2014, con sentenza n.999, ha rigettato il ricorso presentato dall’attricenei confronti del Comune di Sorrento e com-

pensato integralmente le spese del giudizio.Anche in appello veniva confermata la sentenzadi primo grado emessa dal Giudice di Pace diSorrento di rigetto del ricorso dell’attrice inquanto essa aveva richiesto in primo grado lacondanna ai sensi dell’art. 2043 del Codice Ci-vile, sicché non poteva essere poi proposta inappello per la prima volta la diversa domandafondata sull’art. 2051 c. c., richiedendo i due tipidi responsabilità l’accertamento di elementi difatto diversi.Per il Supremo Consesso, infatti, ”una voltaproposta in primo grado una domanda aisensi dell’art. 2043 c.c., fondata ad esem-pio, sulle figure dell’insidia e del traboc-chetto, ancorché impropriamenterichiamate, non è consentito alla parte inappello fondare la medesima domandasulla violazione dell’obbligo di custodia, inquanto ciò verrebbe inevitabilmente astravolgere il processo mettendo il dan-neggiante nella situazione di doversi atti-vare quando una serie di preclusioniprocessuali si sono già maturate”.Anche nel merito la Cassazione ha confermatola responsabilità del pedone, ritenendo del tuttoragionevole, in una strada dissestata, l’esistenzadi un tombino malfermo e mobile, per cui la ca-duta di un pedone in una situazione del generepuò ricondursi anche alla sua esclusiva respon-sabilità, non ritenendola necessariamente ca-gionata dalla cosa in custodia.È bene ricordare, infine, che la Corte Suprema,anche in relazione all’ipotesi di responsabilitàgravante sul custode, ha affermato che ”ilcomportamento colposo del danneggiatopuò – secondo un ordine crescente di gra-vità – atteggiarsi come concorso causalecolposo, valutabile ai sensi dell’art. 1227,primo comma, cod. civ., ovvero addiritturagiungere ad escludere del tutto la respon-sabilità del custode (v. sentenza 12 luglio2006, n. 15779). Si è riconosciuto, cioè, che nel concetto dicaso fortuito può rientrare anche la con-dotta della stessa vittima, la quale può in-terrompere il nesso eziologico esistentetra la causa del danno e il danno stesso(v., fra le altre, le sentenze 22 aprile 2010,n. 9546, e 24 febbraio 2011, n. 4476). Tali principi valgono, a maggior ragione,ove il fondamento giuridico della respon-sabilità del danneggiante venga rinvenutonell’art. 2043 cod. civ., come la Corted’Appello ha fatto nel caso di specie, ri-chiamando le figure dell’insidia e del tra-bocchetto”.

osserVatorio giuridico a cura di Ernesto Pastena

Sabato scorso, 7 febbraio, in concomi-tanza con i festeggiamenti in onore diSan Sabino Vescovo, Patrono di Atri-palda, e del suo fedele diacono SanRomolo, è stata inaugurata la Biblio-teca Parrocchiale intitolata a MonsignorLuigi Barbarito, nei locali dell’Arcicon-fraternita dell’Immacolata Concezione,riaperta nel dicembre del 2012 in me-moria di Antonio Capaldo, situata ac-canto alla casa canonica e accessibileda Piazza Di Donato. Una cerimoniaancor più ricca di significato, se pen-siamo che Monsignor Barbarito, pro-prio in quei giorni, ha ottenuto tutte lenecessarie autorizzazioni per essere ungiorno tumulato proprio nella Chiesa diSant’Ippolisto, per riposare insieme aimartiri. Una tomba sobria e monu-mentale, già posizionata nella primacappella di sinistra della Chiesa Madre,accoglierà il feretro del Nunzio Eme-rito.Monsignor Luigi Barbarito, nato ad

Atripalda il 19 aprile 1922, dal 31 luglio 1997 è Nunzio Apostolico Emerito inGran Bretagna. È stato membro della Congregazione per le Cause dei Santi edha scritto molti libri, spiegando e riflettendo la posizione e la situazione dellaChiesa nel tempo, inserendo come sfondo soprattutto i suoi viaggi apostolici.

intitolazione della Bibblioteca a Monsignorluigi Barbarito, nunzio apostolico emerito

Atripalda - Sabato 7 Febbraio

1314 Febbraio 2015culturailPonte

“cento noVelle”Giovanni Boccaccio: il Decameron e La novella di Antonello da Palermo

Il Decameron come ènoto, è una raccolta di

cento novelle raccontatea turno in dieci giorni, daltitolo della medesimaopera che, di derivazionegreca, significa per l’ap-punto “dieci giornate”. Sitratta di un’opera scrittada Giovanni Boccaccio,narratore del 1300, nato

a Certaldo un paese neipressi di Firenze. Le no-

velle, secondo l’espediente narrativo dellostesso autore, venivano raccontate da sette fan-ciulle e tre giovani, i quali nella Firenze del 1348,anno in cui infuria la peste, decidono di allonta-narsi dalla città dove purtroppo il contagio mie-teva centinaia e centinaia di morti e di comuneaccordo scelgono come luogo prediletto la cam-pagna, dove vivere per circa due settimane al-l’insegna della serenità, dell’ilarità e della gioia.Nel Decameron emerge un narratore di primogrado che è Giovanni Boccaccio, che racconta lastoria – cornice entro la quale i dieci giovani, in-tesi quindi come narratori di secondo grado,raccontano a turno, le cento novelle della rac-colta. Si tratta di piacevoli storie: ogni giornoviene eletto un re o una regina, a cui è affidatoil compito di scegliere il tema della giornata danarrare e allo stesso tema devono poi attenersitutti i novellatori, con la sola eccezione di Dio-neo, il più “spregiudicato” dei giovani, cui è con-cesso il privilegio di raccontare sempre perultimo e di scegliere a proprio piacere l’argo-mento della novella da raccontare. Una sceltanarratologica ben riuscita da parte dell’autoreGiovanni Boccaccio, il quale cerca di evitare unsistema di narrazione troppo rigido, facendo inmodo che anche le giornate in cui siano statescelte tematiche tristi, si concludano con unanovella a lieto fine. L’idea di raccogliere il mate-riale della narrazione, aveva in quegli anni deiprecedenti, si pensi alle Mille e una notte, daconsiderarsi il primo esempio del genere, poinella letteratura medievale il Libro dei sette savi.Una differenza fondamentale tra le precedentiraccolte, dove l’elemento che unificava era co-stituito dal fantastico, per il Decameron inveceil riscontro lo ritroviamo con un avvenimentotragico della storia, la peste del 1348 che coin-volge sia il narratore, sul piano naturalmentedella finzione letteraria, sia i lettori. Inoltre le te-matiche trattate si declinano attraverso due poli,dove il primo è quello della morte simboleggiatadall’infuriare della peste, mentre il secondo poloè perfettamente la sua “antitesi”, cioè la vita,simboleggiata dall’ilarità, dalla serenità e quindidai giorni tranquilli vissuti in aperta campagnadai dieci giovani (la “lieta brigata”). All’internodella grande raccolta di Giovanni Boccaccio, tut-tavia non riuscì a trovare posto la novella di An-tonello da Palermo, riscoperta fortunatamenteda un certo Giovanni Bovara nato a Sciacca(Girgenti, oggi Agrigento) il 6 settembre 1884.Allievo di Giosuè Carducci, laureatosi nel 1904con una tesi su “La lettura foscoliana del Deca-merone”; dello stesso si ricorda la pubblica-zione, con l’editore Sandron di Palermo, di unlungo saggio dal titolo “Intorno al modo di leg-gere il Decamerone”. In seguito, nel 1914, sem-pre per i tipi della casa editrice Sandron,pubblicò un altro volume di studi sull’opera diGiovanni Boccaccio, che reca il titolo di “La De-scriptio dei personaggi e altri scritti sul D.” Conlo scoppio della prima guerra mondiale, Gio-vanni Bovara venne chiamato alle armi e sulfronte perse la vita nel 1916, in seguito alle fe-rite riportate durante un combattimento sulMonte Pertica. Dopo la sua morte, la giovanemoglie rimasta vedova, ricevette una cassettadi legno, riscoperta solo nel 1995: infatti parentidi Giovanni Bovara, nel dover ristrutturare l’abi-tazione nell’agrigentino, trovarono la cassetta,che custodiva interessanti oggetti e documenti.Sul fondo della cassetta fu ritrovata una grossae rigonfia busta gialla “commerciale” come si

usava definirla, chiusa con la ceralacca, tenutainsieme da uno spago rosso infilato attraversodue buchi praticati sul dorso, con su una grafiaminuta e diversa nelle ultime quattro righe del-l’ultimo foglio, dove si legge: Io sottoscritto no-taro Arcangelo Visentin dichiaro che questoscritto è la trascrizione, da me fatta eseguire eda me verificata, e in ogni sua parte assoluta-mente fedele, dell’originale anonimo mano-scritto trecentesco, composto di fogli 12(dodici), fattomi avere dal Tenente Giovanni Bo-vara e a lui debitamente restituito. In fede.Giovanni Bovara, durante gli anni della primaguerra mondiale, essendosi trovato nel NordItalia per combattere, conobbe un interprete (sitrattava di un irredentista tirolese), che da civilesvolgeva la professione di insegnante e che erauno studioso delle opere di Giovanni Boccaccio;l’interprete diede in prestito le copie della no-vella inedita, dal titolo La novella di Antonello daPalermo, trovate in maniera fortuita in quel-l’area geografica, copie che poi furono custoditeaccortamente dallo stesso Bovara. Tuttavia ana-lizzando la biografia di Giovanni Boccaccio, sievince che eletto tra i Camerlenghi del Comune,

nel dicembre del 1351 era stato inviato in Tiroloe nella Baviera meridionale con la funzione di“ambaxiator solemnis” di Firenze, al fine di con-vincere Ludovico di Baviera, marchese di Bran-deburgo e conte del Tirolo, ad allearsi con ifiorentini contro Giovanni Visconti. L’ipotesi èche Giovanni Boccaccio avrebbe portato con séla novella non compresa nel Decameron, perfarne un dono in grado di agevolare in un certosenso la sua missione; infatti sin dal 1352 delDecameron molte famiglie della ricca borghesiafiorentina, si disputavano le copie mettendo adisposizione una certa quantità di fiorini d’oro.La sopra citata ipotesi si giustifica anche alla lucedi pertinenti studi compiuti dallo scrittore An-drea Camilleri. Nell’inedito La novella di Anto-nello da Palermo, mai entrato nel Decameron,l’argomento proposto vede un personaggio ma-schile, certo Antonello Marino da Palermo, cheinvaghitosi di Iancofiore, moglie del medico Pie-tro Pagolo Losapio, si finge infermo e grave-mente ammalato, si fa ospitare dal medico equindi curare, per avere la possibilità di stare piùvicino alla donna di cui si era innamorato. La no-vella qui indicata con molta probabilità appar-

tiene al periodo formativo napoletano (in effettiopere come Le Rime, Caccia di Diana, Filocolo,Filostrato sono opere del periodo napoletano eanche il Teseida venne iniziato a Napoli, ma ter-minato a Firenze; per cui non è da escludereche Boccaccio si sia cimentato con la sperimen-tazione del genere letterario della novella pro-prio a Napoli). A Napoli Boccaccio vienemandato poco più che ragazzo dal padre per la-vorare alla succursale napoletana dei Bardi,quindi è nella città partenopea che avviene lasua formazione culturale e umana e probabil-mente la novella appartiene quindi proprio aquesto periodo formativo napoletano, da un latoperché non possiede quella fluidità narrativadelle altre novelle che compongono il Decame-ron, manca infatti la scioltezza, la felicità del rac-contare, qui tutto sa di ricerca, inoltre vi sonomolte incertezze narrative, come incerti sonoancora i personaggi nella loro composizione ca-ratteriale. L’altro motivo è l’uso del dialetto, de-stinato a scomparire del tutto nella successivacomposizione del Decameron, dove però Boc-caccio fa comunque uso di dialettalismi e usivernacolari della lingua, forse residui di vecchiestesure dialettali. Nella novella il medico e ilpadre di Antonello parlano in italiano, invece An-tonello e Iancofiore intramezzano all’uso dellalingua italiana, parole e verbi tipici del dialettosiciliano (Antonello: foco granni (fuoco grande),sbinturato (sventurato), morti subitania (mortesubitanea), mischino (meschino); Iancofiore:vivìti (bevete), sbintura (sventura). Forse Boc-caccio avrebbe voluto inserire la novella sopracitata, nella Terza giornata dato il tema partico-larmente licenzioso, infatti le novelle della Terzagiornata abbondano di temi lascivi e liberi a dif-ferenza delle novelle che formano la Prima e laSeconda giornata. Ma dopo la composizionedelle novelle della Terza giornata, qualcosa eraaccaduto: forse Giovanni Boccaccio, rimprove-rato per gli argomenti troppo lascivi delle no-velle, in altri scritti che appartengono alla Quartagiornata, propone tematiche eticamente meno“corrotte”e per questo più “quaresimali”.

Cosa sono i settimanali diocesani?Quando sono nati? Dove si leggonooggi? Quale la loro funzione? A queste e

a molte altre domande intende dare risposta ilvolume Il settimanale diocesano, questo sco-nosciuto. Scoprire le 194 testate delle Chieseitaliane Cosa sono Come si fanno Avranno fu-turo? pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticanaa firma di don Giorgio Zucchelli, direttore de Ilnuovo Torrazzo di Crema e già presidente na-zionale della Federazione Italiana SettimanaliCattolici (Fisc). I settimanali diocesani in Italia sono una realtàche edita circa 800mila copie complessive, perun numero di lettori attorno ai 2.400.000.Questo ponderoso volume si propone comeuna fotografia dei settimanali esistenti e delleloro diverse tipologie, ne ripercorre la storia, ladifficile situazione che caratterizza il presentee poi si volge in avanti per rispondere all’inter-rogativo se ci sia un futuro per la stampa.“Questo libro non vuole essere l’ultima foto-grafia di gruppo dei giornali delle Chiese ita-liane. Lo scrivo per ridare speranza e rilanciarela stampa diocesana – annota l’autore nell’in-troduzione –. Ma per non scomparire è neces-saria una svolta”. Il volume si articola in sei parti. La prima fa rivivere la storia dei settimanali

cattolici, partendo dalla proclamazione del-l’unità d’Italia nel 1861, citando tra l’altro al-cuni passaggi dell’enciclica Etsi Nos di LeoneXIII, datata 1882, con i quali il Pontefice in-tende dare impulso alla stampa cattolica peravversare l’onda liberale, con l’invito esplicitoa fondare giornali anche quotidiani per contra-stare le idee e le testate degli anticlericali. Isettimanali diocesani sono poi protagonisti

della vivace stagione editoriale d’inizio XX se-colo, mentre attraversano grandi difficoltà du-rante il ventennio fascista. Segue la stagioneconciliare, per arrivare ad oggi, con un elencodettagliato delle testate cattoliche locali sud-divise per regioni, accompagnato da dati e dauna breve storia di ciascuna e da alcune rifles-sioni complessive. La seconda parte, intitolata “Il futuro è inte-grato”, delinea i nuovi scenari dell’informa-zione, declinandone alcune caratteristiche:globale, in tempo reale, affidabile, interattiva,gratuita. La terza affronta “il processo storico di auto-

coscienza della Chiesa come soggetto di co-municazione non solo tramite la Parola di Dio, l’arte e le immagini, ma anche con i massmedia”, con un excursus dalla fine dell’800 adoggi. Da un iniziale atteggiamento di difesa,rilevabile nell’enciclica Quanta Cura di Pio IX enel Sillabo, a nuove aperture che testimonianola comprensione delle potenzialità dei mediaper la diffusione del messaggio evangelico.Durante il Concilio Vaticano II si svolge una di-scussione sui mass media, che darà vita ad undocumento ad essi dedicato: l’Inter Mirifica,mentre Giovanni Paolo II definirà poi i media“areopaghi moderni” nell’enciclica Redempto-ris missio. La quarta parte del volume traccia “l’identikit”del settimanale diocesano all’inizio del terzomillennio, “immerso in un ambiente mediaticorivoluzionato e aggredito da una parte dallacrisi economica, dall’altra dalla concorrenza delweb”. La quinta parte si sofferma sulla questione delpluralismo dell’informazione, mentre la sestafornisce infine una ricca bibliografia.

Il settimanale diocesano, questo sconosciuto.

Scoprire le 194 testate delle Chieseitaliane Cosa sono Come si fanno

Avranno futuro? Autore: Giorgio Zucchelli, ,

Editrice: LEV Pagine: 514

Prezzo: € 20.00

Michela Marano

il settimanale diocesano, questo sconosciuto versione testuale

14 14 Febbraio 2015 ilPonte

Quando arriviamo nel laboratorio di Guseppe Gramaglia lo troviamo intento a scolpire unastatua in legno che dovrà diventare un' allegoria al suo paese: Montella. Raffigura una donna

che avrà una corona di foglie di castagno con dei ricci, al braccio avra' appeso un paniere e all'altrobraccio un bastone, alla base ci sarà lo stemma di Montella.Come ama definirsi? Io sono restauratore, intagliatore, faccio intarsio. Questo lavoro lo faccio da venticinque anni,prima facevo un altro mestiere alle dipendenze di altri, ma nel tempo libero mi dedicavo alla scul-tura e all'intaglio, in buona sostanza lavoro il legno in modo non comune.E' stato difficile far diventare questo che era un hobby una professione?Veramente no, me lo sentivo che avevo la capacità di poter riuscire. Ma soprattutto mi affascinaval'idea di essere un lavoratore autonomo.Da chi ha imparato?Da solo, non ho mai visto uno scultore, un restauratore, ho solo seguito il mio istinto.....mi scusi, ma come ha capito che sapeva fare queste cose?Sin da ragazzo mi piaceva, mi dedicavo con passione, sono migliorato tanto, impegnandomi concostanza e determinazione. E sono convinto che, se si ha la passione e ci si impegna, si riesce.Qual'è stato il suo primo lavoro?Non lo ricordo, a parte i bastoni, ne ho fatto veramente tanti, e poi i bassorilievi e tante altreopere; pensandoci bene, ricordo che una delle primissime cose che ho fatto fu il piede di unmobile a forma di zampa di leone. E fu questa a darmi l'input, visto il risultato positivo che ot-tenni.Intarsio, intaglio e restauro?Dalla zampa di leone capii che era necessario anche fare il restauro, un settore che offre molto.Ci sono tanti mobili rinascimentali che devono essere ritoccati. Alcuni colleghi mi chiedevano dellecose intagliate, quali foglie e tanti altri particolari. L'intarsio: ci sono tanti mobili di legno diverso,intarsiati tra di loro e anche con figure, ma ne costruisco anche di nuovi. L'intaglio è scultura.Tante opere...le più significative?Ho fatto tanti portoni scolpiti, su alcuni addirittura la scultura ha una successione scenografica,tipo una battuta di caccia, qualcuno si è fatto scolpire varie fasi della pesca. Per rendere l'idea,realizzai una sequenza di caccia al cinghiale. La prima scena ricordo raffigurava il cane che stanavail cinghiale, l'appostamento, l'abbattimento e poi il recupero della bestia ammazzata e il trasporto.Un susseguirsi straordinario di scene. Dalle nostre parti questo tipo di rappresentazioni non èmolto diffuso, mentre in Corsica ho lavorato molto in questo campo.Quali soggetti le vengono più richiesti?Certamente le figure sacre, San Michele, Padre Pio, Santa Lucia, volti di Cristo.E un Santisimo Salvatore per un montellese?Certo! Ed è ugualissimo a quello che è sulla montagna: stessa altezza, stessa pittura.

Pellegrino La Bruna

antichi Mestieri i racconti di antonietta urciuoli

lo scultore

la sidigas risorge a Pesaro Domenica scorsa, in posticipo serale con diretta su RAI Sport1, la SIDIGAS Avellino,uscendo dalla serie di sconfitte, ha espugnato il parquet di Pesaro, contro la CONSUL-TINVEST, con il punteggio di 77 a 62. È stata una gara con un avvio alquanto negativo per la SIDIGAS che l’ha vista soccombere sotto i

colpi della CONSULTINVEST arrivando anche aduno svantaggio di – 12. Ma, poi, si è avuto un terzoquarto dove la squadra avellinese ha cambiatocompletamente atteggiamento, forse strigliatanegli spogliatoi da coach Vitucci, ribaltando il risul-tato, con un break di 13 a 0 a suo favore, e portan-dosi a fine quarto sul punteggio di 59 a 43. L’ultimoquarto è stato un consolidamento del punteggio afavore della SIDIGAS che ha gestito il fine gara conassoluta tranquillità.Con questa vittoria la SIDIGAS è a 16 puntiin classifica e si rinnova, così, la speranza diconcorrere ad un posto nei play off, attesoche il primo obiettivo, quello delle FINALEIGHT, è stato raggiunto. I migliori in assoluto del roster biancoverde,anche se tutti hanno concorso alla vittoria fi-

nale, sono stati BANKS (nella foto), il vero leader incontrastato della gara con 27 puntirealizzati e 26 di valutazione ed HARPER (nella foto), ad una spanna al di sotto del suocompagno di squadra, con 20 punti realizzati. Si può affermare, senza ombra di dubbio, che i due atleti irpini sono stati quelli che, più di tutti,hanno trascinato la squadra a quella agognata vittoria.Coach VITUCCI, a fine gara, alquanto disteso per la vittoria conseguita dopo cinque scon-fitte, ha così commentato “è stata una vittoria sostanzialmente meritata e che assumemaggiore importanza se pensiamo che è stata ottenuta contro una squadra rinnovata,potenzialmente offensiva e pericolosa al tiro. Nel primo tempo, ha proseguito, abbiamosofferto queste cose ma, poi, la squadra si è sbloccata nel secondo tempo mettendo asegno canestri importanti e sprecando davvero poco”.Ora bisogna che la SIDIGAS prosegua su questa scia di ritrovata vittoria ed entusiasmo per affrontarea Milano, con più serenità, lunedì 16 alle ore 20, la gara contro l’ EA7 ARMANI proibitiva nelle pre-messe ma ricordando, però, che già nella gara di andata, la squadra avellinese mise in grande dif-ficoltà i più blasonati avversari che saranno contro, anche, nella gara inaugurale delle FINAL EIGHTin programma venerdì 20 febbraio a Desio.Due impegni alquanto onerosi per la SIDIGAS ma che saranno affrontati, vogliamo sperare, conquel piglio giusto dei grandi appuntamenti.

Franco Iannaccone

B a s K e t

Nella mia famiglia il Carnevale era festeggiatocon grande animazione: per giorni e giorni

c’era in casa un’allegria insolita, nuova, che entu-siasmava anche noi bambini. I miei zii, con miopadre,gli operai della fabbrica e tanti amici prepa-ravano il funerale di Carnevale e vi lascio immagi-nare i preparativi e la cura dei particolari. Mio nonnosorrideva, lasciava fare e di tanto in tanto scuotevala testa come per dire. “Ma guarda a chisti che capoche tenino”. Poi dava il permesso di prendere unabara dai magazzini della fabbrica, di quelle che nonsi potevano vendere e si sceglieva l’amico che do-veva impersonare Carnevale morto e doveva es-sere trasportato su un carretto per tutte le stradecittadine, accompagnato da un seguito di folla inlacrime (procurate dalle cipolle che si mettevanosotto gli occhi). Il divertimento consisteva nell’as-sistere al travestimento dei personaggi, momentonel quale, con grande capacità di improvvisazione,i personaggi si scambiavano tra loro gli abiti adat-tandoli all’uno o all’altro. In ogni famiglia, nelle oreche precedevano la partenza del corteo si allesti-vano dei veri e propri camerini per quegli attori chela città doveva apprezzare. La preparazione era unvero e proprio spasso: gli uomini si travestivano dadonne e quando indossavano bolerini o corte gonnedavvero erano ridicoli; ancora più ridicoli erano igiovani non tanto belli che, nonostante le lorogambe storte indossavano calze di seta e facevanomorire dal ridere chi li guardava. Il loro viso mar-cato dal trucco non mascherava la loro bruttezza,anzi la metteva in evidenza. La loro preparazioneera interrotta dalle risate del truccatore e del sog-getto in posa che, guardandosi allo specchio, escla-mava: “Per la miseria, sono ancora più brutto conquesto trucco! Mannaggia ‘a mamma quanno sene ivo e capo e papà”. Terminati i preparativi dellemaschere, si organizzava il corteo e ognuno pren-deva il posto assegnatogli. Mio padre era tra gli or-ganizzatori ed era molto abile nell’assegnare i posti.Veniva aiutato dal nonno che di tanto in tanto davaqualche suggerimento. Avreste dovuto vedere gliuomini travestiti da suore che accompagnavano noipiccoli che interpretavamo le orfanelle con indossogli abiti prestati dalle suore Stimmatine, presso lequali noi frequentavamo l’asilo. Uomini, donne,bambini, anziani prendevano parte al funerale diCarnevale cantando di tanto in tanto questa can-zone tanto conosciuta:

“Carnuvàle mio, pecchè si mmuorto?Pane e vino nun te mancava,la’nzalata la tenivi all’uorto,Carnuvà, pecchè si mmuorto?”Mentre si cantava questa filastrocca, Carnevale sialzava dalla bara, scimmiottava e faceva divertiretutti i presenti che si accalcavano ai lati delle strade.Mentre il corteo funebre proseguiva lentamente,altre strofe della canzone erano cantate:

“Carnevale mio valente,pecchè tte cchino tanto lu ventre?

Te le cchino ‘e carne grassa,Carnuvà, tu mo ce lasse”Carnuvale mio, vi che mbruglie

Musera maccaruni, craje foglie,Carnuvale mio che mi cumbini,

oje carne, craje vrucculini,Carnevale mio si morto grasso,

La nostra città viveva ore di spensieratezza e di bal-doria: bastava poco per rendere felici tutti, grandie piccini. I nostri vestiti non erano costosi, perchéa quel tempo il denaro non era tanto, ma erano ori-ginalissimi perché confezionati con creatività e fan-tasia. Canti, suoni, passeggiate che duravano ore,risate e tanto desiderio di evadere dal logoranteritmo quotidiano. Il nostro corteo si muoveva lentoe ordinato mentre chiassosa, esuberante, trasci-nante appariva la nota Zeza di Bellizzi che ha con-servato la sua importanza negli anni.

il carneVale

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

orario sante Messe Parrocchie di aVellino

a cura di Fabrizio gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00;19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.00, 18.30 Feriali:18.30

Chiesa dell'Adorazione perpetua

(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00 Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30 (Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

Numeri utili

Emergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015

Ariano Irpino 0825871583Segnalazione Guasti

Enel 8003500Alto Calore Servizi3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

1514 Febbraio 2015ilPonte

Passa... tempo

ORIZZONTALI1. Può essere mancino4. Li aveva la zebra di Mina8. Segue il pomeriggio9. Organo dell'apparato digerente12. Lo è chi passa al nemico14. Articolo indeterminativo15. Divinità egizia16. Famoso film di Federico Fellini18. Abitante di Ivrea21. Unità fotometrica di misura della luminanza22. Simbolo chimico del nichel23. Avverbio di luogo24. Targa di Salerno 25. Napoli sulle auto26. Ossido di carbonio27. Super Lusso28. Segno di pareggio29. Schedina per pronostici sportivi32. fili elettrici33. Officine Meccaniche34. Bologna35. Razza di cane37. Abitante di Asmara39. Suonano in tre40. Un noto lubrificante41. Desiderio smodato, bramosia

VERTICALI1. Cura che porta alla guarigione2. Uno dei sette peccati capitali3. Permette di orientarsi nella nebbia4. Ceramica bianca pregiata5. Somiglianza delle cose empiriche alle idee6. Sì tedesco7. Missile tedesco8. Dono tradizionale natalizio9. Vi si fa il tifo10. Maschi adulti dei bovini11. Acceso13. Insetto come l'ape e la formica17. Nota musicale19. Lettera dell'alfabeto cirillico20. Nel caso che, semmai24. Skilift26. Non volontari, nè liberi27. Isola dell'Egeo28. Novantanove romani29. A te30. Recipiente di pelle31. Non veloce32. Il ... buco nella pelle34. Le prime in Belgio36. Gioielli38. Articolo determinativo maschile

sudoKu

16 14 Febbraio 2015 ilPonte