Cronache da Angal - giovannabenini.eu€¦ · ministrazione dell’asilo; infine Angelo Chemello,...

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1 In questo numero: Cronache da Angal 1 Primavera: tempo di bilanci 2 Nuovi obiettivi e realizzazioni 3 E lontano da Angal… 4 Testimonianze Angal 28 anni dopo 4 (di Vinicio Manfrin) Angal è il contrario di... lagna! 5 (di Bruno Venturini) I fili delle donne: Klaùdia racconta 6 Jeska Amarcord africano (II) 7 Numero 15 – APRILE 2015 News News dagli Amici di Angal a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di AngalE’ una ricetta che riesce sempre bene, perché gli ingre- dienti sono genuini. La base è fatta di Marsiaj. Se ne prende un paio (ad esempio un Mario e una Claudia) e li si posiziona ad Angal per un paio di settimane (nella fattispecie dal 13 al 28 novembre). La quantità non è molta, ma agisce come un lievito strepitoso. A questo punto infatti si aggiungono altri elementi. Un Italo Nessi è fondamentale e non bisogna mai farne a meno perché dà corposità all’impasto, legandosi bene col Management Team, il Vescovo, la coordinatrice diocesana per la Sanità, Sr Rose Orach, e con i rappresentanti di altri Ospedali del Nord Uganda (Kalongo, Gulu, ecc.). Dopo aver mescolato per bene e creato un insieme omogeneo, un po’ più avanti (intorno al 21 novembre) si devono ver- sare in abbondanza uno strato di Cardellini (Giovanni e Soumia) e uno Smacchiatore biologico (Camillo), in modo che possano amalgamarsi il 5 dicembre al Board of Governors (in cui vengono resi noti i dati amministrativi dell’Ospedale, in particolare i bilanci, dopo essere stati controllati da una Società specializzata in supervisioni amministrative). Messo il tutto nel caldo forno di Angal, la Cronache da Angal La ricetta di Rita Polo

Transcript of Cronache da Angal - giovannabenini.eu€¦ · ministrazione dell’asilo; infine Angelo Chemello,...

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    In questo numero: Cronache da Angal 1

    Primavera: tempo di bilanci 2

    Nuovi obiettivi e realizzazioni 3

    E lontano da Angal… 4

    Testimonianze

    Angal 28 anni dopo 4(di Vinicio Manfrin)

    Angal è il contrario di... lagna! 5(di Bruno Venturini)

    I fili delle donne: Klaùdia racconta 6Jeska

    Amarcord africano (II) 7

    Numero 15 – APRILE 2015NewsNews dagli Amici di Angala cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

    E’ una ricetta che riesce sempre bene, perché gli ingre-dienti sono genuini. La base è fatta di Marsiaj. Se ne prende un paio (ad esempio un Mario e una Claudia) e li si posiziona ad Angal per un paio di settimane (nella fattispecie dal 13 al 28 novembre). La quantità non è molta, ma agisce come un lievito strepitoso. A questo punto infatti si aggiungono altri elementi. Un Italo Nessi è fondamentale e non bisogna mai farne a meno perché dà corposità all’impasto, legandosi bene col Management Team, il Vescovo, la coordinatrice diocesana per la Sanità, Sr Rose Orach, e con i rappresentanti di altri Ospedali del Nord Uganda (Kalongo, Gulu, ecc.). Dopo aver mescolato per bene e creato un insieme omogeneo, un po’ più avanti (intorno al 21 novembre) si devono ver-sare in abbondanza uno strato di Cardellini (Giovanni e Soumia) e uno Smacchiatore biologico (Camillo), in modo che possano amalgamarsi il 5 dicembre al Board of Governors (in cui vengono resi noti i dati amministrativi dell’Ospedale, in particolare i bilanci, dopo essere stati controllati da una Società specializzata in supervisioni amministrative). Messo il tutto nel caldo forno di Angal, la

    Cronache da Angal La ricetta di Rita Polo

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    doratura arriva sempre al punto giusto! Ma ci sono anche delle ciliegine per questa torta: una giornalista veronese, Giovanna Benini, che si è offerta di girare un documen-tario sulla storia dell’Ospedale, dalla sua fondazione nel 1959 ai giorni nostri; Bruno Visentini, partito con Italo per occuparsi a pieno titolo dell’organizzazione e dell’am-ministrazione dell’asilo; infine Angelo Chemello, tornato ad Angal con Italo il 3 febbraio di quest’anno, per seguire da vicino i lavori di ricostruzione del complesso chirurgico.Italo, per fortuna, è un ingrediente ricorrente. Uno dei compiti più impegnativi che ha dovuto affrontare nella missione di febbraio è stato quello del “QUIAP”, cioè il Piano d’Azione per il Miglioramento della Qualità del lavoro di tutto il personale ospedaliero. Tale piano, avvia-to già 2 anni fa per iniziativa di Giovanni Cardellino, richiede una collaborazione stretta fra Personale e Amministrazione ed i miglioramenti sono lenti ad arrivare. Insomma, come sempre la carne al fuoco è molta... e il combustibile per cuocerla purtroppo si sta riducendo. Osservando il bilancio della nostra Associazione, infatti, si potrà notare come le entrate si siano ridotte e il disavanzo sia notevole (-97.469 euro, v. pag. 3). Che fare? Come al solito, il motore che fa girare il mondo della Cooperazione non è quello delle speculazioni e dei grandi interessi. Nel nostro Ospedale, infatti, non c’è nulla da guadagnare ed è difficile che attiri l’attenzione dei Paperoni. Ma c’è tanto posto per il cuore. Per il cuore di tutti noi che, pur piccoli, ci sentiamo in debito col Cielo che ci ha dato un po’ di fortu-na e ci commuoviamo di fronte a chi ne ha avuta di meno. Tutti noi, medici e non, simpatizzanti, sostenitori a vario titolo dell’avanzamento di questo Ospedale, ci daremo da fare con l’impegno di sempre, suonando ciascuno il proprio strumento per aggiungere una goccia all’Oceano: la nostra goccia, che, se non ci fosse, all’Oceano mancherebbe…

    Anche quest’anno l’Associazione ha onorato i propri impe-gni approvando il bilancio consuntivo 2014 e preventivo 2015.

    Le entrate 2014 sono consistite in 279.846 euro, con una flessione di 68.848 euro rispetto all’anno precedente. Sono state soprattutto le erogazioni liberali ricevute da imprese a segnare una flessione superiore al 25% rispetto all’anno pre-cedente, per un valore di 78.600 euro. Più contenuto ma pur sempre presente il calo delle elargizioni liberali da privati (da 118.416 a 103.616 euro), a fronte di una stabilità delle erogazioni da associazioni di volontariato per 43.676 euro (43.500 nell’anno precedente).

    Complessivamente la fondamentale voce delle erogazioni liberali (da privati, imprese, enti, altre associazioni di volon-tariato, tra le quali importante il contributo di Karacel, Valle d’Aosta) è stata pari a 236.192 euro.Purtroppo la riduzione delle entrate ha interessato anche il 5xmille (passato da 36.527 a 29.816 euro), come pure le quote sociali (da 2.500 a 1.950 euro).

    Per quanto riguarda le uscite - pari a 377.315 euro - si deve rilevare che la ratifica del Workplan quinquennale 2012-2017, avvenuta nel 2012, ha comportato uscite per un ammontare di 250.920 euro a copertura dei vari progetti

    Primavera: tempo di bilanci

    La giornalista Giovanna Benini

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    1. Progetti di Ong internazionali: da oltre un anno e mezzo su queste pagine si parla di Horizont 3000, ma non siamo ancora arrivati alla fase operativa. Non ci resta che sperare.

    Un nuovo motivo di speranza viene dalla Cooperazione Tecnica Belga, che coinvolgerà 52 strutture sanitarie ugandesi, tra cui il nostro Ospedale. Questo progetto intende promuovere, nel medio periodo, un sistema assicurativo universale che dovrebbe iniziare, con la collaborazione di Angal, nel prossimo luglio ed avere una durata triennale.

    2. Rifacimento del complesso chirurgico: costruito nel 1959 con pochi mezzi (per i muri erano stati usati molto fango e poco cemento!), per di più in una zona tellurica, si stava sgretolando. Si è deciso pertanto di rifare dalle fondamenta la parte più vecchia e di ristrutturare quella più recente, del 1970. Il progetto è di Angelo Chemello, la realizzazione dell’insostituibile Fr. Gianni Bonafini, che in un mese e mezzo è arrivato già al tetto. Ora rimangono la ristrutturazione della seconda parte e l’ampliamento della sala parto.

    3. Della scuola materna Fr. Gianni ha già completato la costruzione delle 2 nuove aule (in ricordo di Carmine Di Nardo, papà del sostenitore) e del “payot”, un ampio gazebo dove i bambini potranno ripararsi e far merenda nei giorni di pioggia.

    4. Il progetto dentistico finalmente procede bene grazie all’arrivo del Dr. Antony Onen, un ugandese laureato in odontoiatria che, con l’aiuto di Harriet, la Dental Officer rientrata dalla maternità, non solo lavora in ambulatorio, ma si sta anche organizzando per l’attivi-tà preventiva da svolgere nelle scuole.

    5. E’ in preparazione il 4° corso per tecnici di anestesia, che si terrà il prossimo agosto ad Angal, grazie al Dr. Giannino Busato che con i suoi ottant’anni mantiene l’entusiasmo e lo spirito d’iniziativa di un ventenne.

    già avviati negli anni precedenti. Nel corso del 2013, inoltre, l’Associazione ha deliberato l’avvio di un nuovo progetto volto alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell’asilo di Angal, che ha comportato spese nel 2014 per 10.136 euro. Le nuove case dello staff, ormai terminate, hanno visto ridurre la relativa quota di spesa da 61.016 a 12.148 euro. In lieve aumento invece le spese sostenute per la raccolta fondi (7.739 a fronte di 5.254 euro nel 2013). Aumentata è anche la componente “spese per viaggi/ mis-sioni” in Uganda, che passano da 6.156 a 12.620 euro, per una presenza più costante volta a seguire meglio le iniziative in essere. Del resto in un Ospedale che cambia, articolando maggiormente il suo ambito di prestazioni sanitarie, la componente di assistenza tecnica risulta sempre più necessaria. Irrisori come di consueto gli oneri amministrativi e finanziari (1917 euro).

    Dal punto di vista dell’Ospedale, il contributo di “Amici di Angal” è stato pari al 43% delle entrate del medesi-mo, cruciali per il mantenimento delle attività in essere. L’esercizio si chiude tuttavia segnando una perdita di 97.469 euro, ben maggiore di quella dell’anno preceden-te, ammontante a 2.830 euro. A controbilanciare questo dato, di per sé importante e meritevole di riflessione, va detto che l’avvio di nuovi progetti a sostegno delle attività ospedaliere, in particolare ad opera della Cooperazione Belga, permetterà ad “Amici di Angal” in caso di esito positivo di ridurre la propria esposizione verso l’Ospeda-le, rendendo meno sinistre le sue proiezioni di bilancio, nonostante il risultato in perdita del 2014. Decisioni di pregresse annualità orientate a mantenere un fondo di liquidità nel bilancio associativo, in soccorso a possibili situazioni di ristrettezza, si sono rivelate quanto meno di grande utilità in questo anno.

    Come sempre, un sentito grazie dal Consiglio diret-tivo va a tutte le persone che con offerte, iniziative, attività hanno sostenuto l’Ospedale di Angal anche nel 2014.

    Nuovi obiettivi e realizzazioni

    La sala operatoria in ricostruzione.

    Entrate ospedale 2013-14

    Amici di AngalTicket sanitariFondi governativi

    Linee di credito governative per HIVAltre entrateInteressi

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    event iE lontano da Angal...20/10/2014 La Dott.ssa Marina Zerman, giornalista di TELEPACE, emittente veronese molto seguita, dedica un suo servizio all’Ospedale di Angal, intervistando Mario e Claudia.

    7/12 A Stresa Giuse Antoniotti e Claudio Baroni organiz-zano con gli ”Amici di Cinzia” il tradizionale mercatino per garantire anche quest’anno due borse di studio a due giovani di Angal che intendano intraprendere gli studi infermieristici e che, una volta diplomati, saranno assunti presso l’Ospedale.

    19/12 A Padova, nella Sala del Redentore, l’Amica di Angal Anna Zannoni Marchetti organizza a favore di Angal il Concerto di Natale. Straordinario il ”Coro dell’Acca-demia degli Erranti”, composto da un gruppo di non più giovanissimi ma bravissimi coristi, tra i quali alcuni nostri compagni di scuola, diretti dal Maestro Giovanni di Padua.

    18/01/2015 A Como si riunisce il Consiglio dell’Associa-zione per la presentazione e quindi l’approvazione del Bilancio consuntivo del 2014 e preventivo del 2015 (v. a pp 2-3 la relazione finanziaria). Viene invitato alla riunio-ne anche il Dr. Bruno Corrado, per un ventennio ammi-nistratore/organizzatore dell’Ospedale Lacor di Gulu, in Uganda. Con lui viene affrontato il tema della “sosteni-bilità degli Ospedali Missionari nel Nord Uganda”, una sfida molto impegnativa che dev’essere affrontata e risolta quanto prima.

    23/02 A Negrar (VR), presso il Centro Parrocchiale, Mario e Claudia sono invitati dai volontari de “Il Girotondo”, che da 15 anni aiutano l’Ospedale di Angal, ad una serata di incontro e condivisione con Mons. Georges Fonghoro, Vescovo di Mopti (Mali).

    A Como Betty e Italo Nessi, con la collaborazione di “Medici con l’Africa CUAMM Como” e dell’Associazione “Francesco Paganoni“ di Cantù, promuovono l’iniziativa, tuttora in corso, ”UN MATTONE per l’Ospedale di Angal: 10 Euro per sostenere la ristrutturazione della sala ope-ratoria”.

    Angal 28 anni dopodi Vinicio Manfrin

    Alessandra e Vinicio Manfrin nel gennaio di quest’anno ritor-nano in Uganda e visitano Angal, dove hanno lavorato dal 1984 all’88. Nella lettera che Vinicio scrive, anche a nome di Alessandra, l’oggi si intreccia ad un passato che riaffiora più vivo che mai, di cui si registrano gli echi in un crescendo palpabile di emozione.

    Caro Mario, alcune considerazioni a caldo dopo la visita ad Angal e West-Nile.Come potrai immaginare, l’emozione sia mia che di Alessandra è stata grandissima. A mano a mano che ci si avvicinava all’ospedale, riconoscendo luoghi cari, il battito cardiaco aumentava. Per alcuni versi il tempo sembrava essersi fermato, quasi non fossimo mai andati via da li. Le immagini note e ancora impresse nella nostra mente si sono ripresentate in rapida successione: i ponti che da Nyaravur portano a Terober (spesso inagibili, per cui biso-gnava guadare i torrenti con la macchina), le donne con il loro carico di taniche d’acqua o di legna da ardere, i bambini che inseguono l’auto e salutano. Poi l’arrivo alla missione, con il prato antistante la casa dei Padri, sede delle domenica-li sfide a pallavolo, e la rosa del deserto fiorita. Finalmente, dopo aver percorso la strada vecchia, ecco l’Ospedale, con l’ottima accoglienza del personale e la grande emozione di trovare ancora collaboratori locali che lavoravano già ai nostri tempi (Emerenziana e Serena, per citarne solo due). L’impressione dell’attività dell’Ospedale è stata quella di un lavoro a pieno ritmo, con numeri, riferitimi dal Medical Superintendent, paragonabili se non superiori a quando eravamo lì noi. Ospedale con reparti affollati, più di 2200 parti all’anno, percentuale di occupazione posti letto in pediatria superiore al 120%. Il team ospedaliero (questa è stata per me un’ottima sorpresa) è ancora impegnato sul territorio, con tre uscite settimanali per le vaccinazioni e con tassi di copertura elevatissimi sulla popolazione di rife-rimento. In piena efficienza l’ambulatorio esterni con bimbi appesi alla bilancia UNICEF*, mamme, persone in attesa di visita e terapia. Altra sorpresa: i nuovi edifici (reparto di isolamento e blocco amministrativo), mentre sono ancora in corso migliorie strutturali, grazie ad “Amici di

    Testimonianze

    Il “Coro dell’Accademia degli Erranti” di Padova.

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    Angal”, fra cui il completo rifacimento della sala operatoria. La mia emozione è aumentata a livello di allarme rosso vedendo la lunga fila di mamme e bambini in attesa dell’ar-rivo del medico per il “giro” in pediatria. Con l’Alùr che ho ripescato in un cassetto del mio cervello (ormai pieno di cose ritenute importanti, ma che alla luce di questo viaggio sarebbero rientrate nel novero delle futilità) ho interrogato una mamma: «Nyatin tie’ maber?» (= Il bambino sta bene?), e lei con tono preoccupato: «Ilieto mi aonda tiè» (=Ha febbre e tosse). Immediata la voglia di mandare all’aria il programma del mio viaggio e di sedermi lì per fare “il giro medico” come un tempo... Credo proprio che quanto hai e avete fatto in questi anni, il tuo iniziale progetto di “sposare” a vita quest’Ospedale e il modo in cui l’hai fatto, partecipando ed inserendoti anche nei meccanismi di controllo amministrativo e gestionale, abbia dato i frutti che sono evidenti agli occhi di tutti.Ti ho accennato all’impressione iniziale di déjà vu, mitiga-ta via via dalle tante sorprese che abbiamo colto dentro e fuori dell’ospedale. A questo proposito, a colpirci sono stati soprattutto i notevoli progressi nei trasporti e nelle comuni-cazioni: la strada da Kampala ad Arua asfaltata, che permette spostamenti rapidi; la sicurezza che si respira, che consente di muoversi senza posti di blocco, anche di sera e di notte;

    i pali per la corrente elettrica già installati da Pakwach ad Arua, con una linea che scende verso Angal e prosegue poi verso Parombo. Ma l’evoluzione più sorprendente riguar-da le comunicazioni telefoniche. Incredibile ma vero, i telefonini sono dappertutto, ricaricati con piccoli pannelli solari disponibili ovunque (anche al mercato di Terober). Insomma, oggi Angal è un paese che forse, se non succedo-no altri crolli, potrebbe farcela. E questo aumenta il valore del vostro progetto.

    * Breve chiarimento per i non addetti ai lavori: la bilancia dell’UNICEF è formata da un gancio al quale viene fissata una specie di mutandina in cui si infila il bambino. Questa bilancia viene appesa al ramo di un albero o ad un altro supporto.

    Angal è il contrario di … lagna!di Bruno Venturini

    Dopo alcuni viaggi ad Angal a fianco di Italo Nessi, cui lo lega un rapporto di profonda amicizia, dallo scorso anno Bruno si è calato in prima persona nella realtà della scuola materna, divenendo, da pedagogista sensibile e attento qual è, un prezioso collaboratore di Claudia nell’organizzazione della nuova struttura.

    Titolo il mio racconto con un gioco di parole per scongiurare fin dall’inizio quell’effetto di piagnisteo insistente e noioso così lontano dall’atteggiamento degli Ugandesi. Non che manchino loro motivi di cui dolersi, anzi, ma prevalgono di gran lunga la dignità e la compostezza.Incontro Mario e Claudia Marsiaj in una fredda mattina di novembre all’aeroporto di Amsterdam. Io viaggio, come sempre dal 2008, al seguito di Italo Nessi da Como. Un po’ scherzando, ma non troppo, sostengo da tempo che nonostante le apparen-ze – essendo lui basso e tondo e io lungo e magro – Italo è Don Chisciotte ed io il suo Sancio Panza al quale è stata promessa un’isola.Ad Amsterdam ci imbarchiamo tutti quanti più Giovanna Benini, la nostra reporter di viaggio, alla volta di Entebbe. Da qui poi, passando per Kampala e risalendo verso nord ovest, raggiungiamo il West-Nile ed Angal.“Hic sunt leones”, si scriveva un tempo sulle carte geografiche, a proposito di questi luoghi. Il paesaggio che si attraversa è di rara bellezza. Il rosso della terra, lo scorrere del Nilo, la gente che cammina sulle strade portando di tutto… è come bere un buon bicchiere di vino rosso corposo.Ad Angal saremo poi raggiunti da Camillo Smacchia, sempre impeccabile nella sua signorile eleganza, e da Giovanni Cardellino e Soumia. La convivenza di questa piccola comunità si rivelerà fattiva e piacevole. Durante il giorno ognuno si darà da fare per l’ospedale e tutte le attività connesse e alla sera ci si ritroverà, davanti ad una zuppa africana o sotto la veranda insieme ai Padri Comboniani, per commentare i fatti del giorno, discutere le

    Bruno all’entrata della scuola materna.

    I Manfrin (i primi due da sinistra) ad Angal nel 1987.

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    problematiche sanitarie e rievocare gli aneddoti medico-missiona-ri di un tempo. Dell’attività pro ospedale altri vi parleranno dalle pagine di questo Notiziario. Io vorrei solo lasciare una testimo-nianza relativa alla scuola materna, argomento caro a Claudia ed ora anche a me.Grazie all’intervento dei benefattori italiani la scuola materna si è ampliata, abbellita e consolidata. Un doveroso riconoscimento va a Claudia, vero motore dell’iniziativa, e poi a Fratel Gianni, che sul posto ha coordinato la squadra dei carpentieri. Ora ci sono più spazi, più aule affrescate di nuovo, un refettorio, la recinzione, più materiali didattici e ludici. Più bambini.Molto resta ancora da fare per migliorare la qualità educativa ed incrementare il numero dei bambini frequentanti, riducendo nel contempo le tasse scolastiche. Ma la strada è tracciata. Altrettanto andrebbe fatto per la scuola, proprio adiacente, che accoglie bam-bini e ragazzi non vedenti. A chi legge il compito di sensibilizzare al riguardo ed aiutarci in tutto ciò. Per chi ne avesse l’occasione, consiglio di non perdersi il pregevole video realizzato dalla nostra reporter: “Angal. Un villaggio e il suo ospedale tra passato e futuro” (http://youtu.be/AFcczS2C3zo).«L’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo», scriveva Nelson Mandela. Difficile aggiungere altro a queste parole.

    I fili delle donne Klaùdia racconta

    JeskaLa gioia più grande, quando torno ad Angal, è ritrovare, da adulti, tanti bambini che nel corso degli anni ho assistito in Nutrition Unit, ho curato, ho visto crescere e che ora hanno una vita normale. Vengono a farmi conoscere i loro figli, a ripercorrere con me la loro storia.Di molti non so più nulla … Guerra, colera, aids hanno destabilizzato la vita nei villaggi. Molte persone non ci sono più, molte si sono spostate altrove. Jeska Akumu è una di queste; ora vive, mi dicono, in un villag-gio al di là del lago Alberto. Rose Anek, alla quale l’avevo affi-data al mio ritorno in Italia e che sa quanto le fossi affeziona-ta, mi dice che ha sue notizie, che sta bene. Io voglio crederle, anche se conosco l’abitudine degli Alùr di dire ai “musungu” (i bianchi) quello che desiderano sentirsi dire. Ed io, pur essen-do mama Klaùdia, da tanto tempo adottata con questo nome dalla gente del villaggio, sono pur sempre una “musungu”.Jeska era arrivata al nostro Ospedale, non ricordo da dove né quando, con la nonna e la mamma. La mamma aveva tutti i segni di una gravissima denutrizione: oltre all’estrema magrezza, aveva la pelle schiarita e i capelli quasi biondi, tanto che, nel tentativo di sdrammatizzare la situazione, Silvio Donà, che in quel periodo si occupava del reparto femminile, l’aveva soprannominata “la vichinga”.

    Jeska aveva due anni e mezzo e pesava, lo ricordo bene, tre chili e 200 grammi, come un neona-to per capirci. Alla grave denutrizione si aggiungevano tuber-colosi, bronchiecta-sie e scabbia. Era un esserino così fragile che, prendendola in braccio, temevo di romperla. Fragile, ma assolutamente decisa a non nutrirsi. Quando tentavo di farla mangiare, ser-rava la bocca e mi guardava con sfida. Per me era stato amore a prima vista. Era la bambina più brutta e testarda che avessi mai incon-trato. Salvare Jeska era diventata la sfida più ardua che avessi mai affrontato in Africa. E la vinsi, curandomi di lei giorno e notte e correndo in pediatria ogni volta che per un calo improvviso della glicemia (accade spesso verso mattina nei bambini debilitati) rischiavo di perderla. Allora la riscaldavo e la costringevo a bere latte e zucchero, mentre le mamme che vegliavano accanto ai loro bambini mi dicevano: «Perché insi-sti? Se rifiuta il latte vuol dire che è sazia!». E non si rendevano conto del motivo del mio impegno.Che gioia ho provato quando Jeska ha cominciato a prendere peso, a sorridere! Quando ha iniziato a camminare, ad andare a scuola, quando è venuta a presentarmi il suo fidanzato! La mamma era morta. La nonna pretendeva dal futuro marito una cospicua dote perché Jeska, in qualche modo, era mia figlia! Pagai io le pecore e le capre richieste. In fin dei conti era vero: Jeska era un po’ mia figlia.E mi sono sentita nonna quando, con un parto cesareo, Jeska Akumu, qualche anno dopo, ha messo al mondo un bambi-no di 4 chili.

    Jeska a 2 anni e mezzo.

    Mamma Jeska e nonna Klaùdia.

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    Nel 1987, con il nuovo governo di Yoweri Museveni, la situazio-ne politica delle Province del Nord, sconquassate da anni di guerra civile, tende un po’ alla volta a normalizzarsi, ma non scompaiono episodi di violenza e di brigantaggio. Ne è vittima anche Angal, come testimonia il Dr. Silvio Donà in una lettera del 15 ottobre, in cui ci riferisce le “esperienze tragicomiche” che lo hanno visto coinvolto (da L’Ospedale di Angal, cinquant’anni di vita, pp.77-80, con lievi adat-tamenti per motivi di spazio):[…] Vi scrivo, quasi di getto, per rendervi partecipi di un’avventura davvero straordinaria, che qualche sera fa ha coinvolto la Missione, seminando terrore e, per fortuna, pochi danni materiali: un attacco dei “ribelli”.Alla fine di una giornata trascorsa in ospedale, tornando verso la casa degli scapoli assieme a Vigorelli* attraverso la scorciatoia del vostro giardino, udiamo degli strani scoppiettii squarciare l’aria della sera. «Cosa starà riparando Fratel Gilli?», ipotizza Massimo. «No, non è il rumore di un motore, piuttosto sembra il suono di un petardo, di un artificio pirotecnico o forse... di un’arma da fuoco», gli faccio eco io, ricevendo come unica risposta il solito ghigno sardonico-vigoronico. Non facciamo un passo che una salva di colpi da sparo, questa volta inequivocabili, ci paralizza nel bel mezzo del giardino. Contemporaneamente ci giungono le urla di Jane e Agnes, le no- stre cuoche, che sembrano essere minacciate da qualcuno la cui voce si aggiunge al coro. Ci precipitiamo all’interno della casa con l’inten-to di difenderle e... veniamo accolti da uno spettacolo indecoroso. La voce di quel “qualcuno” è quella di Akanga, il nuovo medico africano, che ci invita a chiudere il becco e a nasconderci come ha fatto lui: ne vediamo infatti le terga sotto il divano della sala. Con lui dev’esserci anche Jane, della quale si intravede solo una gamba e la chioma. Akanga, infatti, la sta braccando da dietro, con una mano sulla bocca per impedirle di urlare e l’altra mano... da un’altra parte (forse per evitare altre manifestazioni parafisiologiche?). Prima che la nostra natura ci porti a “scabrose” insinuazioni, Akanga ci spiega che è in corso un’imboscata nella casa dei Padri Comboniani: «Vedrete che, quando avranno finito da loro, verranno qui a cercare soldi e quant’altro!». Il terrore di Akanga è evidente, così come è grottesca e pietosa la soluzione “alla struzzo” da lui adottata. Intanto Jane, sempre urlando, sfugge alla sua presa e trascina fuori di casa Agnes, nel frattempo uscita dall’armadio della cucina. Fuori lo scoppiettio degli spari continua a ritmo irregolare. Con le buone o con le cattive riusciamo a convincere Akanga che il pericolo, per lui e per noi, è nascondersi quando non si ha nulla da nascondere: lo inviamo per-

    tanto nella casa delle Suore, dove potrà rimanere al sicuro.Gli spari sono nel frattempo cessati e la notte africana, rapida e silen-ziosa, è scesa su Angal, rendendo ancor più drammatica la situazione. Il mio istinto sarebbe quello di seguire l’esempio di Akanga e trovare rifugio nel baule di camera mia. Il Vigorone invece, intriso di cronica smania chirurgica e sicuramente più coraggioso, insiste e mi trascina fuori in cerca di eventuali feriti. Armati di... torce, perlustriamo il sentiero a partire dalle stalle quando, uscendo improvvisamente dalla siepe di rovi, una voce evidentemente alterata proferisce frasi smozzicate, in uno strano idioma.

    Poi, con un frastuono terribile, la siepe si apre e... ne esce una figura imponente, scura e scarmigliata: è Fratel D., il gladiatorico missiona-rio che di recente ne ha passate di cotte e di crude a causa dei “rebels” e che ai primi spari ha pensato bene di mimetizzarsi, ricoprendosi di polvere di carbone; poi si è rifugiato nella prima boscaglia che ha trovato, vicino alla stalla: peccato che fosse piena di rovi. Il poveretto è talmente escoriato e sanguinante da somigliare a nostro Signore poco prima della crocifissione! […] Raggiungiamo infine la casa del misfatto da buoni ultimi, perché Suor Paola, la matron, decisamente più coraggiosa, è arrivata da un pezzo e ha già sistemato l’unica vittima: Padre Centis, che ha ricevu-to uno spintone da parte dei banditi. […] Carissimi Klaùdia e Mario, vi aspettiamo presto qui con noi, per le prossime (speriamo non più ... “pirotecniche”) avventure.

    Amarcord africano (II)a cura di Claudia Marsiaj

    * Il chirurgo Dr. Massimo Vigorelli.

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    I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDS contributo annuo necessario: € 200

    Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgono e si prendono cura di questi orfani (280 al 30 giugno 2014). Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).

    Ricovero gratuito per i bambini spesa annua: € 60.000

    Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

    Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

    Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.

    Operazione Proteine spesa annua: € 8.000

    Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospeda-le, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti biso-gnosi degli altri reparti.

    Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

    Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non pos-sono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.

    Supporto ai più poveri spesa annua: € 6.000

    Consente la distribuzione di generi alimentari ad una quarantina di persone, due volte al mese.

    Supporto alla scuola materna spesa annua: € 10.000

    Il progetto si propone di migliorare le condizioni strutturali della scuola e di rendere più funzionale la sua gestione organizzativa, a partire dalla formazione del personale di assistenza e dalla disponibilità del materiale didattico.

    Che cosa puoi fare tu • Svolgere un’opera di sensibilizzazione.•Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno

    dei singoli Progetti.

    Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

    Banco Popolare SOOC. COOP. – Via Mazzini 13 - Negrar (Vr)c/c n. 000756ABI: 05034 CAB: 59600 CIN: FIBAN: IT 84 F 05034 59600 000000000756

    (Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

    L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.

    Il 5x1000 del 2012 ha fruttato la somma di 29.816 euro, in calo rispetto al risultato precedente (36527). Nel ringrazia-re vivamente tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione, cogliamo l’occa-sione per ribadire l’importanza di questa forma di finan-ziamento, i cui contributi sono stati e saranno interamen-te impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti avviati.

    Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37024 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

    [email protected]

    Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone [email protected] tel. (+39) 333 7122535

    Giuseppina Ricciardi [email protected] tel. (+39) 338 7728989

    Realizzazione grafica: DildaDesign - VicenzaFotografie: da archivio dell’AssociazioneStampa: Gestioni Grafiche Stocchiero, Vicenza