CRITERI FONDAMENTALI PER IL CALCOLO DEL VALORE … · proporzionale al decorso del tempo, salvo...
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PROF. ING. ARRIGO PARESCHI ORDINARIO DI IMPIANTI INDUSTRIALI FACOLTA’ DI INGEGNERIA DELLA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA VIALE RISORGIMENTO, 2 - 40136 BOLOGNA TEL. 051 - 209.34.01/05 TELEFAX 051 - 209.34.11 E-mail: [email protected]
CRITERI FONDAMENTALI PER IL CALCOLO DEL
VALORE INDUSTRIALE RESIDUO DEGLI IMPIANTI DI
DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE SITI NEI COMUNI
ATTUALMENTE SERVITI DA ASCOPIAVE SPA
RELAZIONE TECNICA REDATTA
DEL PROF. ING. ARRIGO PARESCHI
SU INCARICO DI ASCOPIAVE SpA
1. Introduzione
La presente Relazione viene redatta dallo scrivente su incarico di
ASCOPIAVE SpA, anche nell’interesse dei Comuni firmatari dell’Atto
Aggiuntivo alla Convenzione relativa alla distribuzione del gas, per
individuare e definire “ … i criteri fondamentali per il calcolo del VIR
Valore Industriale Residuo … relativamente agli impianti di
distribuzione del gas naturale siti nei Comuni attualmente serviti da
ASCOPIAVE SpA …” come da disciplinare di incarico a suo tempo
sottoscritto.
Tale incarico dà esecuzione a quanto contenuto nelle Convenzioni
stipulate fra ASCOPIAVE SpA e i Comuni soci di ASCO Holding avente
ad oggetto l’adozione di una procedura condivisa finalizzata alla
quantificazione concordata del Valore Industriale Residuo delle reti di
distribuzione del gas ex art. 15 comma 5 del D.Lgs. n. 164 del 2000 e
lettera a) e b) dell’art.24 del R.D. n.2578 del 1925.
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2 – Oggetto dell’incarico
Oggetto dell’incarico (cfr. art. 2 del suddetto Disciplinare) è pertanto la
redazione di una articolata Relazione contenente i criteri fondamentali
per il calcolo del Valore Industriale Residuo (VIR) ex art. 15 comma 5
del Dlgs 164 del 2000 e lettera a) e b) dell’art.24 del R.D. n. 2578 del
1925 relativamente agli impianti di distribuzione del gas naturale siti
nei Comuni attualmente serviti da ASCOPIAVE SpA.
Si riportano di seguito, tratti dal citato art. 2, i punti specifici
dell’incarico:
“ … In particolare, sulla base della normativa in materia, delle
risultanze della giurisprudenza, delle nozioni tecniche, delle
caratteristiche tecniche delle varie componenti delle reti, della prassi
di settore e considerando, altresì, le vicende societarie che hanno
portato alla nascita di ASCOPIAVE SpA la Relazione dovrà indicare:
A - i criteri generali da applicare alle varie tipologie di cespiti: ad es.
cabine REMI, condotte di trasporto in media pressione, gruppi di
riduzione della pressione, rete di distribuzione del gas a bassa
pressione, derivazioni d’utenza, misuratori, impianti di protezione
catodica, aree di costruzione di impianti e fabbricati a servizio della
distribuzione del gas, sistemi di telecontrollo, altre apparecchiature e
fabbricati ancillari, sistema informatico territoriale (S.I.T.), accessori
di rete come valvole di linea, giunti di linea, cunicoli di protezione e
attraversamenti speciali;
B - i criteri generali da applicare al calcolo dei valori a nuovo degli
impianti considerando gli elementi fisico tecnici inseriti nel contesto
ambientale, costruttivo e gestionale del luogo alla luce della normativa
tecnica ad oggi vigente ed esprimendosi, altresì, sui criteri di computo
delle spese generali e sull’utile d’impresa;
C - i criteri generali di individuazione dell’anno da cui iniziare a
computare la vita tecnica utile di ciascuna categoria di beni;
D - i criteri generali da applicare ai parametri di riduzione del valore a
nuovo in relazione al tempo;
E - i criteri generali da applicare ai contributi pubblici;
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F - i criteri generali da applicare alla ripartizione di parti della rete
(cabine di derivazione, ecc.) al servizio di più Comuni.
Prendendo in considerazione il “ foglio condizioni” e le singole voci
(comprensive di precisa descrizione) inserite nel c.d. “elenco prezzi
unitari” - utilizzati da ASCOPIAVE SpA per gli appalti di
metanizzazione e riportati nell’allegato tecnico (tale documento è stato
appositamente privato di valori per non influenzare il perito nella sua
analisi) - il Professionista dovrà proporre un proprio “elenco prezzi
unitari “ che indichi in modo motivato i “ prezzi” di ogni componente
della rete di distribuzione necessari al fine della valorizzazione a
nuovo degli impianti. Nel formulare il prezziario il Professionista dovrà
individuare, altresì, i “ correttivi” che consentano di adeguare i valori
del prezziario al contesto geografico, ambientale, costruttivo e
gestionale nel quale vengono realizzati gli impianti. Il perito dovrà
tenere conto – tra l’altro – delle specifiche vicende istituzionali dei vari
soggetti che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione
dell’attività di distribuzione del gas metano, in qualità di affidataria
del servizio da parte dei Comuni; in particolare il perito dovrà valutare
il contenuto degli accordi convenzionali in ordine al regime di
proprietà degli impianti e della consistenza dei beni oggetto di
conferimento nell’allora Azienda Speciale Consorziale del Piave. A tale
scopo si allega una breve nota sulla storia di ASCOPIAVE SpA e dei
soggetti che l’hanno preceduta nella gestione del servizio di
distribuzione del gas nei Comuni soci di ASCO Holding”.
3. Osservazioni di metodo sulle risposte da dare ai contenuti
dell’incarico
Ai punti da A) ad F) sarà data puntuale risposta nei paragrafi
successivi. Per quanto riguarda in particolare l’elenco prezzi unitari
corrispondente a quello di ASCOPIAVE SpA, si fa rilevare che il
medesimo è costituito di oltre un migliaio di voci e che il suo utilizzo
diretto per giungere rapidamente alla valorizzazione di impianti o di
parti di impianti di distribuzione del gas sarebbe molto difficoltoso. E’
prassi consolidata in questo tipo di valutazione dare direttamente il
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prezzo aggiornato dei vari cespiti e in particolare il prezzo unitario di
un metro lineare di tubazione della rete per ogni diametro utilizzato e
per ogni tipo di installazione praticato, ricomprendendo in questa voce
con un calcolo analitico esplicito tutte le voci di costo concorrenti (ad
esempio per le macchine usate per lo scavo, per i materiali di
riempimento quali sabbia, per il trasporto del materiale scavato alla
discarica, per gli accessori di linea e i pezzi speciali, per l’esecuzione di
opere particolari quali attraversamenti della linea ferroviaria, per
saldatura e posa della condotta, e così via). In tal modo, dovendo
valorizzare un qualunque tratto della rete di distribuzione, noto il
prezzo unitario per metro lineare funzione del diametro della
tubazione e delle caratteristiche geometriche dello scavo, è possibile
dedurre immediatamente il costo dell’intera condotta moltiplicando il
prezzo unitario per la sua lunghezza. Si fa rilevare, da un punto di
vista generale, che nelle determinazioni del valore di impianti di
distribuzione del gas di norma quello delle reti corrisponde circa al
95% del valore dell’intero impianto.
Per tutti gli altri cespiti costituenti l’impianto di distribuzione del gas
(cabine REMI – Riduzione e Misura, gruppi di riduzione della
pressione, misuratori, impianti di protezione catodica, aree di
costruzione di impianti e fabbricati a servizio della distribuzione del
gas, sistemi di telecontrollo, etc …), saranno dati i prezzi a corpo.
4. I riferimenti legislativi
Come espressamente indicato nell’Atto integrativo alla Convenzione
stipulato dai Comuni soci di Asco Holding S.p.A i riferimenti di legge
sono costituiti dal combinato disposto dell’art. 15 comma 5 del D.Lgs.
n.164 del 2000 (c.d. Decreto Letta) e dell’art. 24 del regio decreto 15
ottobre 1925 n.2578 :
“a norma dell’art. 15 del D.Lgs. 164 del 2000 il valore di indennizzo
è calcolato nel rispetto di quanto stabilito nelle convenzioni o nei
contratti e, per quanto non desumibile dalla volontà delle parti, con i
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criteri di cui alle lettere a) e b) dell’art. 24 del regio decreto 15 ottobre
1925 n. 2578. In assenza di diverse indicazioni degli atti di
concessione, nel caso del Comune il valore di indennizzo di cui all’art.
15 comma 5 del D.Lgs. 164 del 2000 è definito secondo i principi
stabiliti dal regio Decreto n. 2578 del 1925”.
L’art. 24 del Regio Decreto 15 ottobre 1925, n. 2578, “Approvazione
del testo unico della legge sull’assunzione diretta dei pubblici servizi
da parte dei comuni e delle province”, stabilisce al 4° comma quanto
segue:
“Quando i comuni procedono al riscatto (<di un pubblico servizio
come un impianto di distribuzione gas> nota esplicativa dello
scrivente) debbono pagare ai concessionari un’equa indennità, nella
quale si tenga conto dei seguenti termini:
a) valore industriale dell’impianto e del relativo materiale mobile e
immobile, tenuto conto dell’effettivo cominciamento dell’esercizio e
degli eventuali ripristini avvenuti nell’impianto o nel materiale ed
inoltre considerate le clausole che nel contratto di concessione
siano contenute circa la proprietà di detto materiale, allo spirare
della concessione medesima;
b) anticipazioni o sussidi dati dai Comuni, nonché importo delle tasse
proporzionali di registro anticipate dai concessionari e premi
eventualmente pagati ai Comuni concedenti, sempre tenuto conto
degli elementi indicati nella lettera precedente; … omissis …”.
Nel successivo D.P.R. 4 ottobre 1986, n. 902, “Approvazione del nuovo
regolamento delle aziende di servizi dipendenti dagli enti locali”, l’art.
13 recita testualmente:
“Il valore degli impianti di cui alla lettera a) del 4° comma dell’art 24
del testo unico 15 ottobre 1925, n. 2578, è determinato sulla base
dello stato di consistenza, di cui al precedente art. 11, e del costo che
dovrebbe essere sostenuto alla data di scadenza del preavviso, di cui
al 2° comma del precedente art. 10, per la ricostituzione dell’impianto
stesso, deducendo dall’importo risultante:
a) il valore del degrado fisico degli impianti, avuto riguardo al
tempo trascorso dall’inizio della concessione ed alla prevista durata
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utile degli impianti stessi. Il degrado si presume direttamente
proporzionale al decorso del tempo, salvo prova contraria fornita da
una delle parti mediante perizia tecnica;
b) il valore degli impianti divenuti obsoleti, al netto dell’eventuale
valore di recupero, nonché i costi per la trasformazione degli impianti
onde adeguarli alle esigenze del processo produttivo.”
Nell’ultimo decennio il legislatore ha previsto una serie di nuove
norme che integrano le due precedenti citate che rimangono
pienamente in vigore; fra tali norme si ricordano:
• D.lgs. n.164 del 2000 (in particolare art. 15 che stabilisce che
nessun rapporto concessorio possa durare oltre il 31/12/2005;
termine successivamente modificato da altri provvedimenti
normativi);
• L. n. 239 del 2004 (in particolare art. 1, comma 69);
• D.L. 30/12/2005 n. 273, convertito con modificazione dalla L.
25/2/2006 n. 51
• Decreto 19 gennaio 2011 del Ministero dello Sviluppo
Economico “Determinazione degli Ambiti Territoriali nel Settore
della Distribuzione del Gas Naturale”;
• D.lgs n. 93 del 2011 recante “Attuazione delle direttive
2009/72/CE, 2009/73/CE e 2008/92/CE relative a norme
comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, del gas
naturale e ad una procedura comunitaria sulla trasparenza dei
prezzi al consumatore finale industriale di gas e di energia
elettrica, nonché abrogazione delle direttive 2003/54/CE e
2003/55/CE”
• Decreto 18 ottobre 2011 emanato dal Ministro dello Sviluppo
Economico e dal Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la
Coesione Territoriale, che stabilisce gli elenchi dei Comuni
appartenenti agli ambiti territoriali,
Si indica nel seguito con CR (Costo di Ricostituzione) “il costo che
dovrebbe essere sostenuto alla data di scadenza del preavviso … per la
ricostituzione dell’impianto stesso”. Si indica con VIR (Valore
Industriale Residuo) il valore dell’impianto alla stessa data, che si
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ottiene applicando a CR una semplice legge di degrado direttamente
proporzionale al decorso del tempo, peraltro suggerita in prima ipotesi
dalla stessa legge.
5. Criteri di valutazione del VIR
Una attrezzatura produttiva o un impianto può essere soggetto a
invecchiamento fisico dovuto al trascorrere del tempo di
funzionamento, che logora le sue parti e componenti, oppure a
invecchiamento economico o per obsolescenza perché, pur non essendo
“vecchio” fisicamente, l’impianto in questione viene superato da
impianti tecnologicamente più evoluti, che svolgono le stesse funzioni
a minori costi, oppure a invecchiamento per inadeguatezza quando,
pur essendo “giovane” fisicamente e aggiornato sul piano tecnologico e
quindi non obsoleto, l’impianto non è però in grado di svolgere il suo
servizio, perché di potenzialità insufficiente ovvero inferiore alla
maggiore richiesta in atto. Poiché al punto b) dell’art. 13 del DPR 1986
si fa preciso riferimento al valore degli impianti divenuti obsoleti
(invecchiamento economico o per obsolescenza) nonché ai costi per la
trasformazione degli impianti onde adeguarli alle esigenze del processo
produttivo (invecchiamento per inadeguatezza”) (valori e costi che
vanno dedotti da CR costo di ricostituzione) è chiaro che l’espressione
“vita utile” utilizzata nel testo di legge corrisponde alla vita fisica e al
corrispondente invecchiamento fisico. Tale interpretazione è quella
data in quasi tutti gli arbitrati, che si sono avuti fra comuni e società
di gestione, e i valori della vita utile, nel senso di vita fisica
dell’impianto e dei suoi componenti, sono ormai acquisiti e condivisi.
Nella Tabella 1 si riporta dunque la “durata fisica effettiva” N (anni)
dei vari cespiti o componenti d’impianto adottata abitualmente nei
calcoli del valore industriale residuo degli impianti (VIR) e ritenuta
coincidente con la vita tecnica utile di cui alla norma di legge. In
proposito con riferimento al punto C) dell’incarico (cfr. pag. 2 della
presente Relazione) come “criterio generale di individuazione dell’anno
da cui iniziare a computare la vita tecnica utile di ciascuna categoria
di beni” si propone di considerare l’anno di attivazione e messa in
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funzione della attrezzatura stessa in discussione, in quanto tale scelta
è coerente con quella di valutare il degrado di valore in base
all’invecchiamento fisico e quindi al tempo trascorso dalla prima
attivazione dell’attrezzatura.
Secondo il R.D. n. 2578/1925 e il DPR n. 902/1986 (art. 13) si tratta
di stabilire il costo di ricostituzione (CR) dei vari cespiti costituenti
l’impianto “alla data di scadenza del preavviso” e di applicare un
coefficiente di degrado Cd come di seguito definito, che moltiplicato per
CR fornisca il VIR.
Si sono assunti i seguenti simboli:
- N (in anni) durata utile ovvero vita fisica effettiva di ogni
attrezzatura o cespite;
- n (anni) età dell’attrezzatura o cespite alla data di scadenza del
preavviso misurata a partire dall’anno effettivo di attivazione e messa
in funzione (dopo installazione o rinnovo);
- Cd coefficiente di degrado che tiene conto dell’invecchiamento
con legge lineare nel tempo, come suggerito dalla legge.
Si è assunto: Cd = 1 – (n/N)
Per ogni cespite, ritenuto non obsoleto, si è valutato, sulla base dei
prezzi alla data del 31 ottobre 2011, il corrispondente valore del costo
di ricostituzione CR, dal quale è possibile successivamente
determinare il valore industriale residuo VIR con la formula:
VIR = Cd · CR.
Quanto sopra risponde al punto D) dell’incarico (vedi pag. 2 della
presente Relazione) laddove si chiede di indicare “i criteri generali da
applicare ai parametri di riduzione del valore a nuovo in relazione al
tempo”.
I prezziari assunti a riferimento sono principalmente quello della
Regione Veneto, in quanto gli impianti gestiti da ASCOPIAVE SpA sono
ubicati nella provincia di Treviso, nonché quelli della Regione
Lombardia, della Regione Emilia Romagna, del Genio Civile e di una
importante azienda del settore a carattere nazionale. Tali prezziari non
sono sempre congruenti fra loro. Il prezziario della Regione Veneto
risulta abbastanza dettagliato ma non completo per quanto riguarda i
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prezzi di tutti i cespiti costituenti gli impianti di distribuzione del gas.
I prezziari delle Regioni contigue, Lombardia e Emilia-Romagna, sono
stati presi in considerazione per confronto e conferma, perché si
riferiscono a territori non troppo dissimili da quello delle Provincia di
Treviso. Il prezziario di una importante azienda del settore è stato
pure preso in considerazione per avere una conferma dal lato
industriale. I valori prescelti e utilizzati nel seguito sono frutto di
medie e interpolazioni dei dati forniti dai suddetti prezziari, avendo
dato il massimo peso ai valori del prezziario della Regione Veneto, ove
disponibili. Tale approccio è stato reso necessario per la non
infrequente diversificazione di prezzi indicati per lo stesso cespite,
anche se talvolta ciò è dovuto semplicemente al fatto che tali valori in
alcuni prezziari comprendono determinati ricarichi (per pezzi speciali,
accessori, etc …) e in altri non li comprendono. I prezzi, assunti come
base per le successive elaborazioni, sono al netto di spese tecniche e
generali, che verranno considerate in aggiunta al par. 14. In
particolare i prezzi unitari di partenza delle tubazioni in acciaio e in
pead, come si vedrà ai par. 10-11, sono al netto di ogni ricarico se non
quello dei pezzi accessori posto uguale al 10%.
I cespiti sono stati raggruppati nelle seguenti categorie merceologiche:
- fabbricati industriali, recinzioni e terreni
- impianti principali e sussidiari
- impianti secondari
- rete di distribuzione e tubazioni
- allacciamenti e punti gas
- misuratori di portata
- sistemi di protezione catodica.
6. Valutazione di fabbricati industriali, recinzioni e terreni
In Tab. 2 sono riportati i valori unitari del costo dei fabbricati
industriali di servizio assunto pari a 315 €/m3, delle recinzioni
assunto pari a 137 €/m, se realizzate in rete metallica, e pari a 220
€/m, se realizzate in grigliato, e infine quello dei terreni assunto pari a
31,5 €/m2 relativi alla generica cabina di prelievo di 1° o 2° salto.
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Moltiplicando tali valori unitari rispettivamente per il volume del
fabbricato oppure per la lunghezza della recinzione oppure per l’area
del terreno si determina il valore di CR di ciascuno dei tre cespiti, che
a sua volta, moltiplicato per Cd, consente di calcolare il VIR di
fabbricati, recinzioni e terreni. Per esemplificare, i calcoli, in Tab. 2,
sono eseguiti per dati generici del volume della cabina, della lunghezza
della recinzione, dell’area del terreno impegnato dalla cabina nonché
dell’età del cespite.
7. Valutazione degli impianti principali e sussidiari
In Tab. 3 sono riportati come riferimento i valori CR dell’impianto
principale di prelievo, riduzione, misura (IPRM) e dei relativi impianti
sussidiari tipicamente presenti in ciascuna delle 52 cabine REMI di 1°
salto presenti negli impianti gestiti da ASCOPIAVE SpA, come
riportato nel Documento della Società che descrive analiticamente la
consistenza degli impianti stessi. I valori di CR aumentano al crescere
della potenzialità o portata P, espressa in standard metri cubi per ora
(Smc/h), dell’impianto stesso: si passa da CR = 157.000,00 € per la
portata minima P = 300 Smc/h a CR = 376.000,00 € per la portata
massima P = 19.000 Smc/h. Il valore CR è dato dalla somma dei
prezzi dei numerosi componenti, che costituiscono l’impianto
principale (IPRM), e di quelli dei relativi impianti sussidiari. L’impianto
principale comprende:
- gruppo di prelievo,
- gruppo di preriscaldamento del gas metano;
- gruppo di filtraggio e riduzione;
- gruppo di misura della portata;
- gruppo di odorizzazione del gas;
- sistema di teleallarme e telecontrollo;
- gruppo di uscita comprese tubazioni di collegamento a monte e a
valle.
Gli impianti sussidiari all’impianto principale comprendono:
- impianto elettrico;
- impianto telefonico;
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- impianto idrico;
- impianto fognario;
- impianto di illuminazione;
- impianto antincendio.
I valori dell’età usati per il calcolo sono solo esemplificativi.
In Tab. 4 è riportato il valore CR dell’unica cabina IRI di 2° salto (vita
N = 25 anni) presente nel Documento di consistenza degli impianti di
distribuzione del gas metano gestiti da ASCOPIAVE SpA, avente una
portata Q = 7.000 Smc/h, e articolata in:
- gruppo di riduzione costituito di 2 linee con 2 riduttori per ogni
linea;
- gruppo di misura della portata;
- gruppo di odorizzazione del gas;
- sistema di telesorveglianza,
per un totale di 168.600,00 €.
In Tab. 4 è riportato inoltre il valore CR dei componenti di una
stazione catodica (vita N = 20 anni): alimentatore (4.500,00 €
compresa installazione e pronto a funzionare); dispersore superficiale
(o orizzontale) in ferro (5.500,00 € compresa installazione); oppure
dispersore verticale in ferro (10.200,00 € compresa installazione). Dal
documento di sintesi della consistenza della rete di distribuzione del
gas alla data del 31 dicembre 2010, messo a disposizione da
ASCOPIAVE SpA (di seguito “documento di consistenza”), si evince la
presenza di n. 119 alimentatori per protezione catodica, n. 98
dispersori orizzontali o superficiali e n. 14 dispersori verticali.
Tutti i suddetti valori di CR moltiplicati per i corrispondenti valori di
Cd (calcolati con riferimento alla vita fisica utile N) consentono di
determinare il VIR dell’impianto principale e degli impianti sussidiari
collocati in una cabina REMI di 1° salto, della cabina IRI di 2° salto e
dei componenti delle stazioni di protezione catodica collocate fuori
dalla cabina. I valori dell’età utilizzati per il calcolo sono solo
esemplificativi.
8. Valutazione degli impianti secondari di riduzione finale (GRF)
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Nella Tab. 5 sono riportati i valori di CR degli impianti secondari
ovvero delle apparecchiature di decompressione dei gruppi di
riduzione finale (GRF), esterni alla Cabina di 1° salto e costituiti
ciascuno di una o due linee, al variare della portata P. Per gli impianti
di minore portata (P = 100 Smc/h) è stato valutato un valore di CR
pari a 4.000,00 € nel caso di una sola linea e a 4.800,00 € nel caso di
due linee; tali valori salgono rispettivamente a 13.400,00 € per gli
impianti di maggiore portata (P = 2.500 Smc/h) dotati di una sola
linea e a 19.600,00 € nel caso di due linee.
Nel documento di consistenza di ASCOPIAVE SpA i gruppi GRF
risultano in totale 1.137, di cui 575 ad una linea e 562 a due linee con
portata P variabile da 51 a oltre 2000 Smc/h.
In tabella si possono osservare i valori di CR proposti per gli impianti
secondari di potenzialità intermedia fra gli estremi sopracitati.
Per ciascun impianto secondario, nota la vita fisica utile N e gli anni di
funzionamento n, è possibile ricavare il coefficiente Cd e determinare il
VIR degli impianti secondari (GRF) esterni alle cabine di 1° salto.
Anche in questo caso i valori dell’età, usati per il calcolo, sono solo
esemplificativi.
9. Valutazione degli impianti secondari di riduzione e misura
(GRM)
Nella Tab. 6 è riportata la valutazione e i conseguenti valori di CR
degli altri impianti secondari ovvero delle apparecchiature di
decompressione dei gruppi di riduzione industriali (GRI) o gruppi di
riduzione e misura (GRM) esterni alla Cabina di 1° salto, nell’ipotesi
che siano costituiti ciascuno di una o due linee, al variare della
portata P. Per gli impianti di minore portata (P ≤ 50 Smc/h) è stato
valutato un valore di CR pari a 3.900,00 € nel caso di una sola linea e
pari a 5.400,00 € nel caso di due linee; tali valori salgono
rispettivamente a 13.000,00 € per gli impianti di maggiore portata
(2000 < P Smc/h) dotati di una sola linea e a 18.300,00 € nel caso di
due linee.
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Nel documento di consistenza di ASCOPIAVE SpA i gruppi GRM
risultano in totale 1.068, di cui 608 ad una linea e 460 a due linee con
portata P variabile da 51 a oltre 2000 Smc/h.
In tabella si possono osservare i valori progressivi di CR proposti per
gli impianti secondari di potenzialità intermedia e crescente fra gli
estremi sopracitati.
Per ciascun impianto secondario, nota la vita fisica utile N e gli anni di
funzionamento n è possibile ricavare il coefficiente Cd e determinare il
VIR degli impianti secondari (GRM) esterni alle cabine di 1° salto.
Anche in questo caso i valori dell’età, usati per il calcolo, sono solo
esemplificativi.
10. Valutazione dei costi unitari delle tubazioni in acciaio di
media e bassa pressione costituenti le reti di distribuzione gas I prezzi unitari (in €/m) delle tubazioni in acciaio al variare del
diametro sono desunti da un calcolo analitico che si avvale della
Tabella 7 e delle Tabelle 8-9-10-11-12-13, che prevedono ciascuna
una versione A (tubo singolo) e una versione B (tubo doppio) che
vengono illustrate di seguito.
Nel documento di consistenza di ASCOPIAVE SpA lo sviluppo di tali
tubazioni in acciaio è pari a 3.896.580 m di cui 2.521.746 m in bassa
pressione e 1.374.834 in media pressione.
Nella Tab. 7 sono riportati valori unitari orientativi delle varie voci
relative a fornitura e posa di materiali attinenti la rete di distribuzione
realizzata con tubazioni in acciaio in bassa e media pressione in 6
diverse situazioni di posa (su strada asfaltata comunale con rinterri di
materiale arido e pavimentazione di bynder e manto d’usura; su
strada asfaltata provinciale o statale con rinterri di materiale arido e
pavimentazione di bynder e manto d’usura; in campagna; in banchina
o sede stradale bianca con pavimentazione in macadam; in sede
stradale con bynder chiuso; in sede stradale con pavimentazione in
materiale pregiato o porfido). Per ognuna delle 6 suddette situazioni di
posa si considera il tubo singolo e il tubo doppio. Si ricorda che con
macadam si indica un tipo di massicciata stradale, costituita da strati
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di ghiaia e pietrisco con legante, costipati con rullo compressore, la
cui superficie superiore è piano viabile.
Lo scrivente ha considerato gli oneri per lo smaltimento del materiale
di risulta dello scavo presso discarica autorizzata e gli oneri (valutati
pari al 3%) per apprestamenti ed attuazione della sicurezza nei
cantieri, che derivano dall’applicazione di Decreti Legislativi del
recente passato (D. Lgs. 22/97 per lo smaltimento e D. Lgs. 494/96 e
528/99 per la sicurezza).
Per quanto riguarda l’incidenza percentuale dei pezzi speciali sulla
fornitura delle condotte in acciaio, si ritiene che un valore del 10% sia
più che sufficiente trattandosi di ricostituire impianti e reti di
tubazioni di non eccessiva complessità e con caratteristiche funzionali
e geometriche di tipo normale, tale da consentire le soluzioni più
semplici e razionali.
Per quanto riguarda l’incidenza degli accessori di rete sulla fornitura
delle condotte in acciaio, assunta pari ancora al 10%, essa è già
compresa nei prezzi unitari (€/m) delle condotte riportati in tabella al
variare dei diametri.
Per quanto riguarda l’incidenza percentuale degli oneri per
l’esecuzione di opere particolari (attraversamenti, parallelismi, etc… )
con condotte in acciaio, si valuta che un valore pari al 15% dei prezzi
unitari di saldatura e posa delle condotte (variabili al variare dei
diametri) sia più che sufficiente tenuto conto del contesto ambientale
normale, in cui sono collocati gli impianti che sono di tipo corrente.
Per le stesse ragioni si ritiene che l’incidenza degli oneri per
rifacimento di sottoservizi esistenti (acquedotti, fognature, elettrodotti,
cavi telefonici, etc…), danneggiati in corso di realizzazione della rete di
distribuzione, espressa sulla base di un valore costante per ogni metro
di condotta gas, possa essere valutata con una cifra indice di 1,56
€/m.
Nelle Tabelle 8 (A/B) – 9 (A/B) -10 (A/B) -11(A/B) – 12 (A/B) – 13
(A/B) vengono calcolati i prezzi unitari (€/m), compreso lo scavo e la
posa, delle tubazioni interrate in acciaio (per i diversi diametri) nelle
15
diverse situazioni di posa previste nel Documento di consistenza degli
impianti gestiti da ASCOPIAVE SpA:
• media pressione o bassa pressione: 1. su strada asfaltata
comunale con rinterri di materiale arido e pavimentazione di
bynder e manto d’usura; 2. su strada asfaltata provinciale o
statale con rinterri di materiale arido e pavimentazione di
bynder e manto d’usura; 3. in campagna; 4. in banchina o sede
stradale bianca con pavimentazione in macadam ; 5. in sede
stradale con pavimentazione in bynder chiuso; 6. in sede
stradale con pavimentazione in materiale pregiato o porfido.
Nella prima parte delle Tabelle 8-9-10-11-12-13 si sono riportati i
parametri di riferimento dello scavo relativo alle tubazioni di diverso
diametro in acciaio nelle diverse situazioni di posa (sulla base degli
schemi forniti da ASCOPIAVE SpA cfr. Figg. 1-6 relative a tubazione
singola e Figg. 7-11 relative a tubazione doppia).
Tali parametri si riferiscono a larghezze normalizzate dello scavo e dei
ripristini stradali (bynder e tappeto d’usura) nonché ad altezze
normalizzate dei materiali di riempimento dello scavo (sabbia, misto
stabilizzato, bynder, tappeto d’usura) sempre al variare del tipo e del
diametro della tubazione nell’ipotesi di realizzare gli scavi nei diversi
tipi di terreno sopra elencati. Poiché nei suddetti schemi non si
riscontra differenza alcuna fra le larghezze e le altezze normalizzate
dello scavo per tubazioni in bassa e media pressione, i prezzi unitari
calcolati per tubazioni dello stesso diametro non variano passando da
bassa a media pressione.
Nel rispetto dei dati di scavo (vedi ancora i suddetti schemi di posa di
ASCOPIAVE SpA) la larghezza normalizzata dello scavo è stata tenuta
variabile da 40 a 70 cm passando dai diametri più piccoli ai più
grandi per tutte le tubazioni in acciaio con tubo semplice o doppio
tubo (ovvero con le due tubazioni una sopra l’altra).
La larghezza normalizzata del bynder è stata tenuta variabile da 60 a
90 cm per tutte le tubazioni in acciaio posate: su strada comunale, su
strada provinciale o statale, su sede stradale con pavimentazione in
bynder, in banchina o su sede stradale con pavimentazione in
16
macadam; tutto questo sia nel caso di tubo singolo che di tubo
doppio. Per le tubazioni posate in campagna il bynder non è previsto.
Per tutte le tubazioni posate in sede stradale con pavimentazione
pregiata (porfido) è previsto un letto in sabbia su sottofondo di
calcestruzzo (cls) con larghezza variabile ancora da 60 a 90 cm.
La larghezza normalizzata del tappeto d’usura è stata tenuta uguale a
250 cm per tubazioni di acciaio in bassa e media pressione posate su
strada asfaltata comunale, a 350 cm su strada provinciale o statale; lo
strato di pavimentazione pregiata (porfido) ha larghezza che varia da
60 a 90 cm passando dai diametri più piccoli ai più grandi; nelle altre
situazioni di posa (campagna, bynder chiuso, macadam) il tappeto
d’usura è assente.
L’altezza normalizzata del letto di posa, rinfianco e copertura in sabbia
è stata tenuta pari a un valore variabile da 40 a 70 cm, passando dai
diametri più piccoli ai diametri più grandi per tutte le tubazioni in
acciaio posate su strada asfaltata comunale (da 80 a 140 cm per il
doppio tubo), oppure posate su strada asfaltata provinciale o statale
(da 80 a 140 cm per il doppio tubo), oppure posate su sede stradale in
macadam (da 80 a 140 cm per il doppio tubo), oppure posate in
campagna (da 40 a 70 cm anche per il doppio tubo), oppure posate su
sede stradale con bynder chiuso (da 80 a 140 cm per il doppio tubo),
oppure posate su sede stradale con pavimentazione in porfido (da 80 a
140 cm per il doppio tubo).
L’altezza dello strato di riempimento con materiale di risulta idoneo è
pari a 29 cm per tutte le tubazioni in acciaio posate su strada
asfaltata comunale (29 cm anche per il doppio tubo), a 30 cm per
quelle posate su sede stradale in macadam (30 cm anche per il doppio
tubo), a 135 cm per quelle posate in campagna (ancora 135 cm per il
doppio tubo), a 32 cm per quelle posate su sede stradale con bynder
chiuso (ancora 32 cm per il doppio tubo), a 30 cm per quelle posate su
sede stradale con pavimentazione in porfido (ancora 30 cm per il
doppio tubo). Lo strato di riempimento con materiale di risulta è
assente per le tubazioni posate su strada asfaltata provinciale o
17
statale (anche per il doppio tubo), per le quali il riempimento è
realizzato interamente con materiale arido misto da cava.
L’altezza dello strato di riempimento con materiale arido misto da cava
è stata tenuta pari a 35 cm per tutte le tubazioni in acciaio posate su
strada asfaltata comunale (ancora 35 cm per il doppio tubo), a 67 cm
per quelle posate su strada provinciale o statale (ancora 67 cm per il
doppio tubo), a 35 cm per quelle posate su sede stradale con
pavimentazione in macadam (ancora 35 cm per il doppio tubo), a 35
cm per quelle posate su sede stradale con bynder chiuso (ancora 35
cm per il doppio tubo), a 25 cm per quelle posate su sede stradale con
pavimentazione in porfido (ancora 25 cm per il doppio tubo). Lo strato
di riempimento con materiale arido misto da cava è assente per le
tubazioni posate in campagna in quanto si utilizza solo il materiale di
risulta (lo stesso vale anche per il doppio tubo). L’altezza dello strato di bynder è stata tenuta pari a 8 cm per tutte le
tubazioni in acciaio posate su strada asfaltata comunale (ancora 8 cm
per il doppio tubo), a 15 cm per quelle posate su strada provinciale o
statale (ancora 15 cm per il doppio tubo), a 8 cm per quelle posate su
sede stradale con bynder chiuso (ancora 8 cm per il doppio tubo). In
sostituzione dello strato di bynder, lo strato di macadam è stato
tenuto pari a 10 cm per le tubazioni posate su sede stradale in
macadam (ancora 10 cm per il doppio tubo). Per le tubazioni posate in
campagna lo strato di bynder è assente (lo stesso dicasi per il doppio
tubo) in quanto si utilizza solo il materiale di risulta (lo stesso vale
anche per il doppio tubo). Per le tubazioni posate su sede stradale con
pavimentazione in porfido è previsto un letto in sabbia su sottofondo
di calcestruzzo di altezza pari a 10 cm (ancora 10 cm per il doppio
tubo).
L’altezza del tappeto di usura è stata assunta pari a 3 cm per tutte le
tubazioni in acciaio posate su strada asfaltata comunale (ancora 3 cm
per il doppio tubo), a 3 cm per quelle posate su strada provinciale o
statale (ancora 3 cm per il doppio tubo). Il tappeto d’usura è assente
per le tubazioni posate in campagna, per quelle posate in sede
stradale con pavimentazione in bynder chiuso o in macadam (lo stesso
18
vale per il doppio tubo). Per le tubazioni posate su sede stradale con
pavimentazione in porfido è previsto uno strato di porfido di altezza
pari a 10 cm (ancora 10 cm per il doppio tubo).
Ne consegue, passando dalle tubazioni di diametro più piccolo DN 40
a quelle di diametro più grande DN 350, un valore della profondità
normalizzata dello scavo crescente da 115 cm a 145 cm ( e da 155 cm
a 215 cm per il doppio tubo) per tutte le tubazioni in acciaio posate su
strada asfaltata comunale, su sede stradale in macadam, su sede
stradale con pavimentazione in bynder chiuso e su sede stradale con
pavimentazione in porfido; il suddetto valore della profondità
normalizzata varia invece da 125 cm a 155 cm per tutte le tubazioni
in acciaio posate su strada asfaltata provinciale o statale (da 165 cm a
225 cm per il doppio tubo) e da 175 cm a 205 cm per tutte le
tubazioni in acciaio posate in campagna (da 175 cm a 205 cm anche
per il doppio tubo).
Nella seconda parte delle Tabelle 8-9-10-11-12-13 si sono calcolati i
valori al 31 ottobre 2011 dei prezzi unitari delle tubazioni in acciaio. I
dati riportati nella colonna “Riferimento” sono desunti dalla Tab. 7.
In particolare nella versione A delle suddette tabelle ci si riferisce al
tubo singolo (tali Tabelle 8A-9A-10A-11A-12A-13A sono esposte in
sequenza prima delle corrispondenti Tabelle 8B-9B-10B-11B-12B-
13B). Nella versione B ci si riferisce al doppio tubo nella ipotesi, che le
due tubazioni abbiano ogni possibile diametro fra quelli considerati in
questa relazione. E’ possibile determinare il costo per metro lineare
della tubazione doppia installata per ogni coppia di diametri presi in
esame. I diametri presi in esame sono 11 e sono quelli comunemente
usati da ASCOPIAVE SpA nella realizzazione delle sue reti di
distribuzione del gas metano. Per ragioni di semplicità, si riporta per
ognuna delle sei situazioni di posa una tabella generale denominata B
che riporta i valori di costo unitario (€/m) di ogni coppia possibile di
tubazioni. Si hanno quindi le Tabelle generali 8B – 9B – 10B – 11B –
12B – 13B Tabelle in cui si può ritrovare il costo di un metro lineare di
tubazione doppia per ogni coppia di diametri fra quelli scelti (DN 40-
50-65-80-100-125-150-200-250-300-350). Nel caso di coppie di
19
tubazioni aventi lo stesso diametro, i valori corrispondenti del costo
per metro lineare sono collocati lungo la diagonale discendente delle
citate Tabelle generali 8B – 9B – 10B – 11B – 12B – 13B. Si osserva,
confrontando i suddetti valori di ogni Tabella B con quelli della
corrispondente Tabella A, che il costo per metro lineare della
tubazione doppia installata risulta meno del doppio del costo della
singola tubazione installata avente lo stesso diametro: il motivo è
ovvio perché un unico scavo serve per installare due tubazioni. Il
risparmio è dell’ordine del 10÷30% ovvero 1 metro lineare di tubazione
doppia installata ha un costo pari a circa 0,7÷0,9 volte il costo di 2
metri lineari di tubazione semplice per tutti i diametri commerciali DN
40÷350. In altre parole nel caso di doppio tubo con lo stesso diametro
nello stesso scavo, il costo unitario per metro lineare del secondo tubo
risulta inferiore del 10÷30% a quello del tubo semplice.
I dati riassuntivi della “Tabella generale 8B doppio tubo per ogni
coppia di diametri” (relativa a posa su strada comunale asfaltata)
derivano da undici “Tabelle 8B doppio tubo – DN X con tutti gli altri
diametri” relative ai costi unitari della doppia tubazione ottenuta
accoppiando ogni particolare diametro X con tutti gli altri considerati.
Lo stesso si può ripetere per le altre cinque Tabelle generali 9B-10B-
11B-12B-13B relative alle altre cinque situazioni di posa. Per
semplicità si riportano, come esempio, nel corpo della presente
Relazione solo le undici “Tabelle 8B doppio tubo – DN X (essendo X =
40 o 50 o 65 o 80 o 100 o 125 o 150 o 200 o 250 o 300 o 350) con
tutti gli altri diametri” relative alla Tabella generale 8B. Sono
naturalmente disponibili, per ogni necessità di consultazione, anche le
(11 tabelle x 5 situazioni di posa ) = 55 tabelle relative alle altre cinque
situazioni di posa considerate.
11. Valutazione dei costi unitari delle tubazioni in pead di bassa
pressione costituenti le reti di distribuzione gas
Per quanto riguarda le tubazioni in pead i dati geometrici di scavo
sono gli stessi usati per le tubazioni di acciaio, anche se le situazioni
di posa sono solamente 3 e precisamente: su strada asfaltata
20
comunale con rinterri di materiale arido e pavimentazione di bynder e
manto d’usura; su strada asfaltata provinciale o statale con rinterri di
materiale arido e pavimentazione di bynder e manto d’usura; in
banchina o sede stradale bianca con pavimentazione in macadam.
I prezzi unitari (in €/m) delle tubazioni in pead al variare del diametro
sono desunti da un calcolo analitico che si avvale delle Tabelle 14-15-
16 -17, che vengono illustrate di seguito.
Nella Tabella 14 sono riportati i valori unitari orientativi delle varie
voci relative a fornitura e posa di materiali attinenti la rete di
distribuzione realizzata con tubazioni in pead in bassa pressione su
strada comunale asfaltata, su strada provinciale o statale asfaltata, in
banchina o sede stradale bianca con pavimentazione in macadam.
Lo scrivente ha considerato gli oneri per lo smaltimento del materiale
di risulta dello scavo presso discarica autorizzata e gli oneri (valutati
pari al 3%) per apprestamenti ed attuazione della sicurezza nei
cantieri, che derivano dall’applicazione di Decreti Legislativi del
recente passato (D. Lgs. 22/97 per lo smaltimento e D. Lgs. 494/96 e
528/99 per la sicurezza).
Per quanto riguarda l’incidenza percentuale dei pezzi speciali sulla
fornitura delle condotte in pead, si ritiene che un valore del 10% sia
più che sufficiente trattandosi di ricostituire impianti e reti di
tubazioni di non eccessiva complessità e con caratteristiche funzionali
e geometriche di tipo normale, tali da consentire le soluzioni più
semplici e razionali.
Per quanto riguarda l’incidenza degli accessori di rete pari al 5% sulla
fornitura delle condotte in pead, essa è già compresa nei prezzi unitari
(€/m) delle condotte riportati in tabella al variare dei diametri.
Per quanto riguarda l’incidenza percentuale degli oneri per
l’esecuzione di opere particolari (attraversamenti, parallelismi, etc…)
con condotte in pead, si valuta che un valore pari al 15% dei prezzi
unitari di saldatura e posa delle condotte (variabili al variare dei
diametri) sia più che sufficiente, tenuto conto del contesto ambientale
normale, in cui sono collocati gli impianti che sono di tipo corrente.
21
Per le stesse ragioni si ritiene che l’incidenza degli oneri per
rifacimento di sottoservizi esistenti (acquedotti, fognature, elettrodotti,
cavi telefonici, etc…), danneggiati in corso di realizzazione della rete di
distribuzione, espressa sulla base di un valore costante per ogni metro
di condotta gas, possa essere valutata con una cifra indice di 1,56
€/m.
Nelle Tabelle 15 (A/B) - 16 (A/B) - 17 (A/B) vengono calcolati i prezzi
unitari (€/m), compreso lo scavo e la posa, delle tubazioni interrate in
pead (per i diversi diametri) nelle tre situazioni di posa sopra ricordate
previste nel documento di consistenza degli impianti gestiti da
ASCOPIAVE SpA:
• 1. su strada asfaltata comunale con rinterri di materiale arido e
pavimentazione di bynder e manto d’usura;
• 2. su strada asfaltata provinciale o statale con rinterri di
materiale arido e pavimentazione di bynder e manto d’usura;
• 3. in banchina o sede stradale bianca con pavimentazione in
macadam.
Nella prima parte delle Tab. 15-16-17, si sono riportati i parametri di
riferimento dello scavo relativo alle tubazioni di diverso diametro in
pead nella specifica situazione di posa (strada comunale asfaltata,
strada provinciale o statale asfaltata, sede stradale bianca con
pavimentazione in macadam).
Tali parametri si riferiscono a larghezze normalizzate dello scavo e dei
ripristini stradali (bynder e tappeto d’usura) nonché ad altezze
normalizzate dei materiali di riempimento dello scavo (sabbia, misto
stabilizzato, bynder, tappeto d’usura) sempre al variare del tipo e del
diametro della tubazione in bassa pressione nell’ipotesi di realizzare lo
scavo nei tre specifici tipi di terreno sopra elencati.
Poiché i dati geometrici di scavo sono gli stessi utilizzati per le
tubazioni in acciaio, si ripetono qui le considerazioni già svolte nel
par. 10 pertinente le tubazioni di acciaio relativamente a:
- larghezza normalizzata dello scavo per tubo singolo e tubo doppio;
- larghezza normalizzata del bynder per tubo singolo e tubo doppio;
22
- larghezza normalizzata del tappeto d’usura per tubo singolo e tubo
doppio; il tappeto d’usura è assente per le tubazioni singole o doppie
posate in sede stradale con pavimentazione in macadam (lo stesso
vale per il doppio tubo);
- altezza normalizzata del letto di posa, rinfianco e copertura in sabbia
per tubo singolo e tubo doppio;
- altezza dello strato di riempimento con materiale di risulta idoneo
per tubo singolo e tubo doppio; lo strato di riempimento con materiale
di risulta è assente per le tubazioni singole o doppie posate su strada
asfaltata provinciale o statale, per le quali il riempimento è realizzato
interamente con materiale arido misto da cava;
- altezza dello strato di riempimento con materiale arido misto da cava
per tubo singolo e tubo doppio;
- altezza dello strato di bynder; altezza dello strato di macadam in
sostituzione dello strato di bynder;
- altezza del tappeto di usura; il tappeto d’usura è assente per le
tubazioni singole o doppie posate in sede stradale con pavimentazione
in macadam (lo stesso vale per il doppio tubo);
- profondità normalizzata dello scavo per tubazioni in pead singole o
doppie.
Nella seconda parte delle Tabelle 15 - 16 - 17 si sono calcolati i valori
al 31 ottobre 2011 dei prezzi unitari delle tubazioni in pead. I dati
riportati nella colonna “Riferimento” sono desunti dalla Tab. 14. In
particolare nella versione A delle suddette Tabelle 15-16-17 viene fatto
riferimento al tubo singolo in pead nelle tre situazioni di posa sopra
ricordate; nella versione B delle suddette tabelle viene fatto riferimento
al tubo doppio, di cui uno in pead e uno in acciaio, ancora nelle
suddette tre situazioni di posa e per il numero ridotto di coppie
previsto nelle installazioni di ASCOPIAVE SpA.
12. Valutazione degli allacciamenti e dei punti gas o PdR (Punti di
Riconsegna)
Il prezzo unitario del punto gas o PdR, pari a 453,88 €/unità, è
desunto da un calcolo analitico che si avvale delle Tabelle 18-19, che
23
vengono sommariamente illustrate di seguito. Il calcolo è stato
sviluppato con riferimento ad un valore medio del diametro della
condotta in acciaio costituente l’allacciamento interrato pari a DN 50.
Nella Tab. 18 sono riportati i valori unitari orientativi delle varie voci
relative alla fornitura e posa di materiali attinenti gli allacciamenti e i
punti gas o PdR (punti di riconsegna).
Lo scrivente ha considerato gli oneri per lo smaltimento del materiale
di risulta dello scavo e gli oneri (3%) per apprestamenti ed attuazione
della sicurezza nei cantieri per le motivazioni già esposte
precedentemente in merito alla valutazione delle tubazioni. Anche per
quanto riguarda l’incidenza (10%) dei pezzi speciali valgono le
considerazioni e le assunzioni fatte precedentemente in merito alle
tubazioni.
Per quanto riguarda gli oneri per il rifacimento di sottoservizi esistenti
si è assunto un valore medio di 3,12 (€/m), doppio di quello assunto
per le tubazioni della rete, ritenendo che l’incidenza delle strutture
danneggiate aumenti per la presenza di cordoli, marciapiedi,
recinzioni in corrispondenza di ogni utente e/o allacciamento.
Nella Tab. 19, a partire dalle assunzioni riportate nella precedente
Tab. 18, viene calcolato il valore unitario dell’allacciamento tipo;
dividendo tale valore per il numero medio di punti gas o PdR per
allacciamento si ottiene il valore del punto gas o PdR (€/unità); tale
valore moltiplicato per il numero di punti gas (desunto dal Documento
di consistenza) del generico impianto, costruiti al netto delle rimozioni
per ogni anno del periodo considerato, consente di ottenere il valore di
CR per l’insieme dei punti gas di ciascun anno e, di seguito, il valore
totale di CR per l’insieme dei punti gas dell’intero periodo considerato.
A questo punto, nota la vita fisica utile N e gli anni di funzionamento
n, è possibile ricavare anno per anno il coefficiente Cd, che
moltiplicato per il CR del generico anno fornisce il corrispondente VIR.
Sommando tutti i VIR si ottiene il VIR totale, che, diviso per il CR
totale, fornisce un valore medio di riferimento del coefficiente Cd.
Dai dati forniti da ASCOPIAVE SpA relativi a tutti gli allacciamenti
eseguiti nel triennio 01/01/2005 - 31/12/2007 si trae che la
24
lunghezza media della tubazione interrata per ogni allacciamento è
pari mediamente a 11,40 m, valore congruente con i dati medi di
settore e di altre realizzazioni eseguite da ASCOPIAVE SpA in altri
periodi, che tuttavia si tralasciano per la non completezza dei dati
disponibili. Tale dato peraltro è da ritenere ragionevolmente inferiore a
quello reale, in quanto gli allacciamenti eseguiti negli anni precedenti
al periodo sopra considerato, sulla base degli indirizzi tecnici
dell’Azienda, che prevedevano ad esempio la collocazione del
misuratore sul primo angolo del fabbrica anziché sulla recinzione
fronte strada, presentavano lunghezze mediamente superiori.
Dai dati ASCOPIAVE SpA si trae ancora che la lunghezza media della
tubazione aerea (o colonna montante costituita da tubazione zincata
verticale) è pari a 1,20 m.
Ancora dai dati di ASCOPIAVE SpA relativi a quasi 4 anni e
precisamente dal 01/01/2008 al 30/09/2011 relativi a un totale di
10.533 prese stradali di allacciamento e a 27.615 PdR, si trae un
valore medio di 2,6 PdR/allacciamento: tale dato viene utilizzato nella
Tab. 19 per determinare il valore del singolo punto gas o PdR.
13. Valutazione dei misuratori di portata
Misuratori a membrana
I prezzi unitari (in €/unità) dei misuratori a membrana, al variare
della classe del misuratore stesso, sono desunti da un calcolo
analitico che si avvale della Tab. 20. Tali valori moltiplicati per il
numero di misuratori (desunto dal Documento di consistenza)
installati al netto delle rimozioni per ogni anno del periodo
considerato, consentono di ottenere il valore di CR per l’insieme dei
misuratori a membrana di ciascun anno e anche il valore totale di CR
per l’insieme dei misuratori a membrana dell’intero periodo
considerato. Nota la vita fisica utile N e gli anni di funzionamento n, è
possibile ricavare anno per anno il coefficiente Cd, che moltiplicato per
il CR del generico anno fornisce il corrispondente VIR. Sommando
tutti i VIR si ottiene il VIR totale, che, diviso per il CR totale, fornisce
come riferimento un valore medio del coefficiente Cd.
25
Misuratori a turbina
I prezzi unitari (in €/unità) dei misuratori a turbina, al variare della
classe del misuratore stesso, sono desunti da un calcolo analitico che
si avvale della Tab. 21. Tali valori moltiplicati per il numero di
misuratori a turbina (desunto dal Documento di consistenza) installati
al netto delle rimozioni per ogni anno del periodo considerato,
consentono di ottenere il valore di CR per l’insieme dei misuratori a
turbina di ciascun anno e anche il valore totale di CR per l’insieme dei
misuratori a turbina dell’intero periodo considerato. Nota la vita fisica
utile N e gli anni di funzionamento n, è possibile ricavare anno per
anno il coefficiente Cd, che moltiplicato per il CR del generico anno
fornisce il corrispondente VIR. Sommando tutti i VIR si ottiene il VIR
totale, che, diviso per il CR totale, fornisce come riferimento un valore
medio del coefficiente Cd.
Misuratori a pistoni rotanti
I prezzi unitari (in €/unità) del misuratore a pistoni rotanti, al variare
della classe del misuratore stesso, sono desunti da un calcolo
analitico che si avvale della Tab. 22. Tali valori moltiplicati per il
numero di misuratori a pistoni rotanti (desunto dal Documento di
consistenza) installati al netto delle rimozioni per ogni anno del
periodo considerato, consentono di ottenere il valore di CR per
l’insieme dei misuratori a pistoni rotanti di ciascun anno e anche il
valore totale di CR per l’insieme dei misuratori a pistoni rotanti
dell’intero periodo considerato. Successivamente, nota la vita fisica
utile N e gli anni di funzionamento n, è possibile ricavare anno per
anno il coefficiente Cd, che moltiplicato per il CR del generico anno
fornisce il corrispondente VIR. Sommando tutti i VIR si ottiene il VIR
totale, che, diviso per il CR totale, fornisce come riferimento un valore
medio del coefficiente Cd.
14. Incidenza delle spese tecniche e generali
Per quanto riguarda l’incidenza delle spese tecniche e generali sul
valore del costo di ricostituzione CR non si è ancora pervenuti ad una
definizione giuridica condivisa negli arbitrati, che sono stati promossi
26
nell’ultimo decennio fra enti pubblici committenti (quali Comuni) e
concessionari all’atto del riscatto di impianti di distribuzione del gas.
Nel maggior numero dei casi, tali spese sono state riconosciute come
concorrenti alla determinazione del CR, in alcuni casi sono state
escluse con motivazioni varie. Si citano in proposito i seguenti esempi.
Le spese tecniche e generali sono state riconosciute dal Collegio
Arbitrale nella misura complessiva del 15% (5% per spese tecniche e
10% per spese generali) nei seguenti Arbitrati:
- Italgas SpA/Comune di Bussolengo (VR) (anno 2010);
- Italgas SpA/Comune di Lonato (BS) (anno 2004);
- Italgas SpA/Comune di Boretto (RE) (anno 2004);
- Cogim SpA/Comune di Chivasso (TO) (anno 2001);
- Italgas SpA/Comune di Acqui Terme (AL) (anno 1998).
Le spese tecniche e generali non sono state invece riconosciute dal
Collegio Arbitrale nel seguente Arbitrato:
- Italgas SpA/Comune di Castiglione delle Stiviere (VR) (anno 2010).
Lo scrivente ritiene che si possa sviluppare il seguente ragionamento a
favore della prima ipotesi.
Il metodo proposto dalla legge per la determinazione di CR (valore di
partenza da cui deriva il successivo calcolo del VIR) va inteso con
equilibrio in quanto è di tutta evidenza che esso è il frutto di una
consistente semplificazione del problema per arrivare a qualcosa di
giuridicamente preciso e utilizzabile. In realtà, per la determinazione
del costo di ricostituzione a nuovo CR si potrebbe usare una procedura
concettualmente più diretta che consiste nei seguenti passi:
1 - determinare tutti gli esborsi effettuati all’inizio della vita
dell’impianto per la sua realizzazione;
2 - rivalutare finanziariamente tali esborsi all’anno del riscatto tramite
gli indici ISTAT.
I passi 1. e 2. consentono di arrivare al valore attuale del costo
dell’impianto in discussione, che fu pagato effettivamente al momento
della sua realizzazione, che è concettualmente equivalente al valore
CR del costo di ricostituzione di un impianto realizzato oggi identico a
quello in uso.
27
Ma in questa procedura, oltre alla difficoltà di trovare tutti i
documenti giustificativi dei costi affrontati al tempo della realizzazione
dell’impianto, ci si dovrebbe rimettere alla affidabilità dell’indice
ISTAT che risente inevitabilmente di svariati fattori non sempre
rappresentativi della effettiva variazione dei prezzi nello specifico
settore degli impianti di distribuzione gas. La procedura di legge
semplifica questo calcolo e lo rende più certo prevedendo la
determinazione del dato di partenza CR come costo di ricostituzione di
un impianto realizzato ai prezzi attuali identico a quello in uso.
L’equivalenza concettuale delle due procedure permette tuttavia di
dedurre una importante conclusione in ordine al problema della
incidenza o meno delle spese tecniche e generali sul valore di CR. Non
vi è dubbio che nella procedura, che parte dal valore effettivamente
pagato al momento della realizzazione dell’impianto, le spese tecniche
e generali sarebbero state necessariamente comprese, perché senza di
esse non si sarebbe avuta nemmeno la realizzazione dell’impianto;
sembra logico dedurre che quando il legislatore parla di costo di
ricostituzione a oggi di un impianto identico a quello in uso intenda
comprendere anche le spese tecniche e generali che sempre si
associano alla progettazione e realizzazione di ogni tipo di impianto e
in particolare di un impianto di distribuzione del gas. Nel seguito
quindi si considerano anche tali spese tecniche e generali come
concorrenti alla definizione dell’ammontare di CR. L’incidenza delle spese tecniche, riferito all’ammontare netto di tutti i
cespiti precedentemente valorizzati, non può essere stimata oltre il 5
%, in quanto trattasi di impianti di tipo corrente con soluzioni
standard senza significativi elementi di innovazione, che richiedano
particolari approfondimenti progettuali. Peraltro questo è ovvio perché
gli impianti di distribuzione del gas sono impianti ben noti e molto
diffusi, che le grandi società di ingegneria del settore progettano e
realizzano in grande numero da lungo tempo. Il calcolo dei costi di
progettazione a partire dalla tariffa professionale degli ingegneri non si
applica perché il progetto è certamente sviluppato da ingegneri e
progettisti dipendenti, interni alla Società di ingegneria, e non viene
28
affidato di norma, a meno di situazioni di emergenza in caso di gravi
ritardi rispetto alle scadenze temporali pattuite per la realizzazione
dell’impianto, a consulenti esterni da retribuire a un costo maggiore
sulla base della tariffa professionale. Si può anzi affermare che i
moderni mezzi tecnologici (in particolare softwares e CAD di
progettazione impiantistica) sempre più consentono una progettazione
efficace, rapida e meno costosa degli impianti in generale e di quelli di
distribuzione del gas in particolare. Questo dovrebbe portare ad una
riduzione delle spese tecniche.
Ed infatti l’art. 5, comma 9, dello “Schema di regolamento recante i
criteri di gara e di valutazione dell’offerta per l’affidamento del servizio
di distribuzione del gas naturale” (di seguito “Regolamento Criteri”) su
cui il Consiglio di Stato in data 28 settembre 2011 ha espresso parere
favorevole, prevede una maggiorazione complessiva (per spese
tecniche e per spese generali) del valore dell’impianto di una
percentuale pari al 13%, intendendo ragionevolmente 4% per spese
tecniche e 9% per spese generali. Recita infatti il suddetto comma:
“Per tenere conto degli oneri amministrativi per autorizzazioni, per la
progettazione, per la direzione lavori e per i collaudi (<spese tecniche>
nota dello scrivente) e delle spese generali, si incrementa il valore,
ottenuto come previsto nei commi 6 e 7, di un fattore pari al 13%,
valore minimo di cui all’art. 34, comma 2c, del DPR 21 dicembre
1999, n. 554, Regolamento di attuazione della legge quadro in materia
di lavori pubblici, purché i costi effettivamente sostenuti o il prezziario
non tengano già conto di tali oneri”. Dunque la percentuale del 13%
tiene conto e di spese tecniche e di spese generali. Il comma 2c dell’art.
34 del suddetto DPR 21 dicembre 1999, n. 554, ora abrogato, dice
testualmente:
“2c. aggiungendo ulteriormente una percentuale variabile tra il 13 e il
15 per cento, a seconda della categoria e tipologia dei lavori, per spese
generali”. Si osserva in proposito che il comma 2c non dà una
percentuale unica del 13% ma un range di variabilità 13÷15% e che
parla genericamente di spese generali comprendendo evidentemente
anche le spese tecniche, che infatti non appaiono in nessuna altro
29
comma dell’art. 34, che del resto è quello pertinente essendo
intitolato “Stima sommaria dell’intervento e delle espropriazioni del
progetto definitivo”.
Il successivo DPR 5 ottobre 2010, n. 207, attualmente in vigore,
amplia il range di variabilità al 13÷17% e all’art. 32, comma 2b, dice
testualmente quasi utilizzando le stesse parole del precedente decreto:
“2b. aggiungendo ulteriormente una percentuale variabile tra il 13 e il
17 per cento, a seconda della importanza, della natura, della durata e
di particolari esigenze dei singoli lavori, per spese generali”.
Anche qui l’espressione spese generali comprende evidentemente
anche le spese tecniche di cui non vi è traccia esplicita in alcun altro
punto dello stesso art. 32 intitolato significativamente “Elenco dei
prezzi unitari, computo metrico estimativo e quadro economico del
progetto definitivo”.
Si osserva quindi che il valore 13% per spese tecniche e generali -
indicato dal c.d. “Regolamento criteri” sopra citato non contraddice i
range di valori (13÷15% e 13÷17%) indicati dai precedenti Decreti
recanti norme in materia di lavori pubblici, ma indica una tendenza a
ridurre tali valori percentuali in considerazione della sempre maggiore
disponibilità nelle società di impiantistica di mezzi tecnologici
adeguati per contenere i costi di progettazione, di gestione dei progetti
e di gestione delle attività organizzative e amministrative. E’ vero
peraltro che le specifiche tecniche richieste ai moderni impianti sono
sempre più stringenti in conseguenza di una domanda del servizio gas
che si va facendo via via più esigente da parte di una popolazione
maggiormente evoluta. Questo fatto richiede progettazioni sempre più
sofisticate, il ché si traduce in un aggravio delle spese tecniche, che
bilancia in qualche misura quanto risparmiato in forza dei progrediti
mezzi tecnologici di progettazione oggi disponibili.
L’incidenza delle spese generali (al netto delle spese tecniche) si presta
a un discorso più approfondito. Le spese generali rappresentano costi
che non aggiungono valore al prodotto, che in questo caso è l’impianto
gas progettato. Quindi ogni Azienda impiantistica ben amministrata è
impegnata a ridurre tale incidenza avvalendosi anche delle moderne
30
tecnologie informatiche, già ricordate più sopra, che permettono di
gestire l’Azienda e i suoi vari settori, che intervengono nella
progettazione di un impianto gas, in maniera sempre più integrata e
quindi con minori costi di gestione. E’ esperienza comune nelle
Aziende che il management sia molto impegnato anche nel concepire e
proporre modalità operative che riducano le spese generali. Tali
Aziende, dopo aver progettato e realizzato numerosi impianti gas,
potrebbero, con qualche sacrificio rispetto alle naturali esigenze di
riservatezza, produrre una statistica sull’incidenza percentuale delle
spese generali riscontrata realmente nelle varie realizzazioni e questo
dato avrebbe un valore oggettivo non trascurabile.
In mancanza di ciò, si può certo fare riferimento al dato medio
(13÷17% comprese le spese tecniche) contenuto nel DPR 5 ottobre
2010, n. 207, attualmente in vigore, emanato per iniziativa del
Ministero competente sui Lavori Pubblici, che, come Ente di Stato,
ovviamente desume tali valori non da una propria attività diretta nella
fornitura di impianti ma da esperienze indirette di controllo dei lavori
di Aziende fornitrici di impianti. Inoltre tale indicazione, cioè incidenza
delle spese generali, comprese le spese tecniche, nella misura del
13÷17%, essendo statica e non dinamica, non tiene conto del
progresso tecnologico in atto nei metodi e sistemi di gestione dei
progetti, che, grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie
informatiche, portano ad una lenta ma sicura riduzione dei suddetti
valori di incidenza delle spese generali.
Lo scrivente ritiene in conclusione che un valore del 10 % per spese
generali, al netto delle spese tecniche, normalmente adottato negli
Arbitrati relativi al riscatto di impianti di distribuzione del gas (si
rimanda in proposito ai cinque esempi citati in precedenza all’inizio di
questo paragrafo), sia più che rispondente al caso in esame,
trattandosi, come già detto ripetutamente, di spese generali relative
alla realizzazione di impianti gas di tipo standard del tutto analoghi ad
altre decine di impianti simili realizzati da ASCOPIAVE SpA con
procedure ampiamente consolidate, ottimizzate e routinarie, che
sicuramente provocano un abbassamento delle spese generali,
31
procedure che proprio per questo sono state negli ultimi tempi e sono
oggi sempre più adottate.
Si perviene quindi ad un totale di 15%, di cui 5% per spese tecniche e
10% per spese generali, valori applicati in prevalenza negli arbitrati
degli ultimi anni, che lo scrivente ritiene equilibrati e che si collocano
nel punto medio del range 13÷17% indicato dal DPR 5 ottobre 2010,
n. 207, attualmente in vigore.
15. Ribasso d’asta e imprevisti in corso d’opera
Frequentemente, negli Arbitrati promossi al momento del riscatto
dell’impianto per valutare il valore industriale residuo del medesimo,
la Parte, che difende l’interesse dell’Ente pubblico, nell’argomentare
che il dettato di legge non intende fare riferimento al valore di CR di
un impianto nuovo da acquisire oggi sul mercato dell’impiantistica ma
solo alla somma dei costi attuali dei vari cespiti costituenti l’impianto,
fa rilevare che, nella prima ipotesi, bisognerebbe tenere conto anche
del ribasso d’asta, che verrebbe offerto dalla ditta vincitrice della gara
per la realizzazione dell’impianto; tale ribasso d’asta dovrebbe quindi
essere dedotto dal valore di CR. Certo è che, se si va sempre più
avanti nella simulazione dell’acquisizione dell’impianto sul mercato
odierno dell’impiantistica tramite regolare gara, allora sembra
necessario tenere conto anche della effettiva realizzazione
dell’impianto, che darebbe luogo necessariamente a maggiori costi per
“imprevisti” (condizioni atmosferiche avverse che rallentano i lavori,
ritrovamento di reperti archeologici nell’esecuzione degli scavi che
provocano l’intervento della Sovraintendenza ai Beni Culturali e
interruzioni dei lavori, scioperi dei trasportatori che provocano
rallentamenti e ritardi nell’approvvigionamento dei materiali, guasti e
fuori servizio di mezzi di lavoro, etc…).
Per ridurre gli imprevisti in corso d’opera è importante affrontare i
lavori con adeguata scelta e preparazione di metodi e mezzi di lavoro.
La disponibilità di una precisa mappatura dei sottoservizi, riduce gli
imprevisti e i tempi di esecuzione dei lavori
32
Una scelta, che appare comunque equilibrata, è quella di considerare
che il ribasso d’asta, concesso al committente dall’Azienda
concessionaria, sia compensato e riassorbito dal riconoscimento di tali
maggiori costi per imprevisti e che quindi non sia da detrarre dal
valore del VIR.
Lo scrivente può comunque indicare, sulla base della esperienza
acquisita come commissario di svariate commissioni giudicatrici di
gare d’appalto di immobili e di impianti e anche come Presidente della
Commissione Edilizia dell’Università di Bologna, che la percentuale
del ribasso d’asta può variare da gara a gara in funzione di molti
fattori e soprattutto delle condizioni competitive, che sussistono o si
instaurano fra i concorrenti. Questo fatto, sia detto per inciso,
conferma che difficilmente il legislatore poteva pensare, nel definire
una procedura “oggettiva” per la determinazione di CR, al ribasso
d’asta per sua natura elemento quanto mai aleatorio e incerto nelle
sue dimensioni quantitative. Comunque un valore medio plausibile
del ribasso d’asta poteva essere indicato qualche anno fa nella misura
del 10÷12%. In questi ultimi anni tuttavia si sta assistendo ad una
contrazione sempre più rilevante del ribasso d’asta fino a valori
dell’ordine del 5÷6% e ciò accade significativamente in un fase che, in
base a normative recenti, ha visto ridursi sempre più per l’Azienda
Appaltatrice la possibilità di richiedere all’Ente appaltante la revisione
prezzi per imprevisti in corso d’opera. A maggior ragione, considerati
gli attuali più ridotti valori del ribasso d’asta, si ritiene che i maggiori
costi per imprevisti possono essere stimati con una percentuale
(ancora sul valore di CR dei componenti l’impianto) sostanzialmente
equivalente a quella, che quantifica un possibile ribasso d’asta.
16. Incidenza sul VIR delle estensioni di rete, lottizzazioni e
allacciamenti di utenza.
Grande attenzione è stata riservata nei recenti Arbitrati al problema
della eventuale detraibilità dal valore del VIR di contributi dati alla
Concessionaria dal Comune o da altri Enti o da privati per estensioni
33
e potenziamenti della rete di distribuzione, per lottizzazioni e per
allacciamenti di utenza.
La normativa di legge (art. 24, comma 4, lettera b, T.U. 15 ottobre
1925 già riportato al par. 4, pagine 4-5 di questa Relazione) indica
chiaramente la detraibilità “di anticipazioni o sussidi dati dai Comuni”
alla Concessionaria con la precisazione, contenuta nel comma a) dello
stesso art. 24, che devono essere comunque considerate “… le
clausole che nel contratto di concessione siano contenute circa la
proprietà di detto materiale, allo spirare della concessione medesima;
…omissis…”. Nulla si dice invece a proposito di contributi
eventualmente versati da privati per lottizzazioni e allacciamenti di
utenza. La stessa posizione è riproposta nel comma 11 dell’art. 5 del
c.d. “Regolamento Criteri”:
“11. Il valore di rimborso al gestore uscente è ottenuto deducendo dal
valore industriale di cui al comma 5 le anticipazioni e sussidi concessi
dai Comuni e da altri finanziatori pubblici e aggiungendo eventuali
premi pagati agli Enti locali concedenti, valutati con le modalità di cui
ai commi 12 e 13”. Non c’è alcun riferimento a contributi
eventualmente versati da privati alla Concessionaria per lottizzazioni e
allacciamenti di utenza.
Solo in un Arbitrato, a conoscenza dello scrivente, e precisamente in
quello fra Italgas SpA e Comune di Castiglione delle Stiviere già citato
in precedenza, è stata affermata la detraibilità anche dei contributi dei
privati per gli allacciamenti, con l’argomento che, se anche non
affermata in esplicito al momento iniziale per la impossibilità di
conoscere in anticipo l’entità degli allacciamenti, che sarebbero
avvenuti solo nel seguito, la detraibilità dei contributi privati per gli
allacciamenti era comunque sottintesa in analogia con quanto
previsto per i contributi pubblici per le estensioni e i potenziamenti
delle rete di distribuzione del gas. Altro argomento addotto è la
impossibilità, tanto dal punto operativo quanto dal punto di vista
giuridico, di considerare gli impianti senza gli allacciamenti o gli
allacciamenti senza gli impianti.
34
In numerosi altri Arbitrati, con molta più frequenza, è stata assunta la
posizione opposta ovvero si è affermata la indetraibilità di tali
contributi privati con l’argomento che, in caso contrario, ciò avrebbe
dovuto essere esplicitato nell’atto di concessione firmato dalle parti fin
dall’inizio del rapporto. In particolare è stato sottolineato che i
contributi di allacciamento sono “a fondo perduto”, rappresentano un
compenso percepito a titolo di corrispettivo per l’avvio del servizio e
sono parte di un rapporto che si instaura fra la Società e il cliente
interessato e non tra la Società e il Comune. Infatti l’obbligo di
provvedere all’allacciamento sorge a carico della Concessionaria solo
nel momento in cui un cliente ne effettua specifica richiesta. Inoltre
tali contributi a fondo perduto costituiscono una parte indifferenziata
dei proventi di esercizio, su cui la società ha versato le relative
imposte. In questo senso si esprime anche la circolare del 31.12.1997
n. 336 del Ministero delle Finanze Servizio III:
“… i contributi erogati dagli utenti, essendo corrisposti a seguito di
specifica richiesta di questi ultimi per fruire della erogazione del gas,
rappresentano un corrispettivo del servizio reso e, pertanto sono
inquadrabili tra i contributi in conto esercizio quali ricavi disciplinati
dall’art. 13 dello stesso DPR 597 del 1973 (oggi art. 53 del TUIR)”.
A sostegno della non detraibilità dei contributi versati da privati alla
concessionaria per la realizzazione di allacciamenti di utenza, vale
ricordare anche la importante e ben nota sentenza del Tribunale
amministrativo regionale per il Veneto n. 2301 del 2009 (Veneto
Distribuzione S.p.A./Comune di Anguillare Veneta) nella quale il
giudice amministrativo ha stabilito quanto segue: “è illegittima la
previsione di detrazione dal valore degli impianti di tutti i contributi a
qualunque titolo ricevuti dal gestore, anche se versati da privati,
nonché di tutti i profitti realizzati dal gestore stesso: il rimborso da
effettuare al concessionario uscente, infatti, va calcolato con i criteri
di cui alle lettere a) e b) del R.d. n. 2578/25 e cioè sulla base del
valore industriale degli impianti detratti “ le anticipazioni o sussidi
dati dai Comuni”. Orbene, la legge non prevede la sottrazione dei
35
contributi versati dai privati, sicché la relativa pretesa risulta priva di
supporto normativo e per ciò stesso illegittima”.
Per la corretta definizione del trattamento da riservare ai contributi,
nel caso di ASCOPIAVE S.p.A., si ritiene assumano rilievo – tra l’altro -
le specifiche vicende istituzionali dei vari soggetti giuridici che, nel
corso del tempo, si sono succeduti nella gestione dell’attività di
distribuzione del gas metano, in qualità di affidatari del servizio da
parte dei Comuni; in particolare appaiono importanti gli accordi
convenzionali in ordine al regime di proprietà degli impianti e alla
consistenza dei beni oggetto di conferimento da parte dei Comuni
nell’allora Azienda Speciale Consorziale del Piave.
Tali vicende vengono sinteticamente illustrate nel seguito.
L’attività di ASCOPIAVE S.p.A. trae storicamente origine dal Consorzio
B.I.M. Piave di Treviso (in breve “Consorzio BIM”), istituito il 3 ottobre
1956 tra 34 comuni della Provincia di Treviso con lo scopo di gestire i
sovracanoni versati dalle Società idroelettriche concessionarie di
grandi derivazioni di acque nel territorio dei Comuni consorziati. Alla
fine degli anni ’60 il Consorzio BIM decise di concentrare la propria
attività nella metanizzazione del territorio trevigiano.
L’opera di metanizzazione interessò sia i 34 Comuni soci del Consorzio
BIM (Comuni Consorziati) sia 58 Comuni limitrofi, che stipularono
con il Consorzio BIM apposite convenzioni (Comuni Convenzionati).
Nel 1996, a seguito di un mutato quadro normativo, le attività e i
servizi di natura economico imprenditoriale svolti dal Consorzio BIM
furono trasferiti ad un nuovo soggetto giuridico avente la forma della
azienda speciale consortile e denominato Azienda Speciale Consorziale
del Piave (in breve “A.S.CO. Piave”).
A quest’ultima furono conferiti in conto capitale di dotazione a titolo di
proprietà i beni, gli impianti, le reti di distribuzione del gas metano
nonché le attrezzature e i macchinari provenienti ai Comuni mediante
lo scorporo degli stessi beni dal patrimonio del Consorzio BIM.
I beni scorporati – secondo quanto previsto dalla convenzione con cui
fu costituita ASCOPIAVE - furono individuati con una ricognizione
straordinaria attraverso una inventariazione quanti-qualitativa e una
36
valutazione patrimoniale secondo le forme di legge, che fu approvata
con specifica deliberazione dell’Assemblea del Consorzio BIM.
Le porzioni degli impianti di distribuzione del gas insistenti nel
territorio dei Comuni Consorziati furono inizialmente iscritte nel
bilancio di ASCOPIAVE sotto la voce “impianti e macchinari” dell’attivo
immobilizzato e ammortizzate secondo un criterio tecnico-economico,
mentre le porzioni di impianto insistenti nei Comuni Convenzionati
furono iscritte sotto la voce “beni devolvibili” e ammortizzate secondo
un criterio finanziario.
Tra il 1997 ed il 1999 la compagine sociale di ASCOPIAVE si allargò a
seguito dell’ingresso degli ulteriori 58 Comuni Convenzionati, a
ciascuno dei quali venne attribuita una quota di partecipazione
nell’Azienda Speciale. A tali comuni si aggiunse nel 2001 il Comune
di Castelfranco Veneto, che conferì la propria rete di distribuzione.
Con riguardo ai 58 Comuni Convenzionati, l’ingresso nella compagine
sociale avvenne in accordo con una procedura prevista nell’atto
costitutivo dell’Azienda Speciale.
A seguito dell’operazione, le porzioni degli impianti di distribuzione
insistenti nel territorio comunale dei nuovi soci furono riclassificate,
nei bilanci dell’Azienda Speciale, dalla voce “Beni devolvibili” alla voce
“Impianti e Macchinari”, con conseguente modifica dei criteri di
ammortamento e titolo di iscrizione.
Si rileva che, in occasione dell’ingresso nella compagine dei Comuni
Convenzionati, gli eventuali finanziamenti erogati dai Comuni
all’Azienda Speciale per la realizzazione delle reti e degli impianti
furono interamente rimborsati oppure concorsero alla definizione dei
valori di conferimento. Da ciò si può concludere che ASCOPIAVE
S.p.A. non risulta aver ricevuto alcun contributo pubblico dai Comuni
Soci di Asco Holding S.p.A. per la realizzazione delle reti e degli
impianti e dunque nella valorizzazione del rimborso di cui all’Articolo
15 comma 5 del D.Lgs. n. 164/2000 non vi sono contributi pubblici
da scomputare dal Valore Industriale Residuo.
Con riguardo alla ricognizione quanti-qualitativa effettuata in
occasione della costituzione dell’Azienda Speciale - espressamente
37
approvata sia dai Comuni Consorziati, all’atto della costituzione
stessa, sia dai Comuni Convenzionati, all’atto del loro ingresso
nell’Azienda - risulta che essa ha riguardato l’interezza della rete e
degli impianti gestiti, comprendendo anche le condotte posate in aree
lottizzate, le derivazioni di utenza e gli apparecchi di misura.
Con ciò i Comuni Soci hanno inteso riconoscere ad ASCOPIAVE la
proprietà degli impianti realizzati nel loro territorio comunale senza
riservarsi alcun diritto sulle opere eventualmente finanziate attraverso
contributi pubblici o privati, tanto è vero che nei bilanci dell’Azienda
Speciale non risulta l’iscrizione di alcuna passività a fronte di eventuali
contributi ricevuti per la realizzazione delle reti e degli impianti.
Anche in virtù di tali ultime considerazioni si ritiene che nella
valorizzazione del rimborso di cui all’articolo 15 comma 5 del D. Lgs.
n. 164/2000, i beni oggetto di devoluzione debbano essere valorizzati
senza alcuna detrazione di eventuali contributi percepiti da enti pubblici
o da soggetti privati.
Un caso a parte è costituito dai contributi versati dai privati ad
ASCOPIAVE S.p.A per le lottizzazioni successive:
- al 1996 (anno di costituzione della Azienda Speciale Consorziale del
Piave) per i Comuni che conferirono i loro impianti in quell’anno e
entrarono come soci fin dall’inizio nella nuova Azienda ;
- allo specifico anno di ingresso nella Azienda (posteriore al 1996), per
i Comuni che conferirono i loro impianti ed entrarono nella nuova
compagine societaria posteriormente al 1996.
Tali contributi, che sono andati a sostituire gli oneri di urbanizzazione
che i privati avrebbero dovuto versare ai Comuni in forza della
convenzione stipulata per la lottizzazione, sono assimilabili a
contributi pubblici dei Comuni e quindi sono da ritenere, a giudizio
dello scrivente, detraibili dal valore di CR ai fini della determinazione
del VIR complessivo in conformità con la norma di legge più volte
citata (art. 24, comma 4, del Regio Decreto 15 ottobre 1925, n. 2578).
Tali contributi vanno rivalutati al 31/10/2011 tramite l’indice FOI di
ISTAT e quindi degradati secondo la legge di degrado esposta al par. 5
38
utilizzando come vita N (anni) quella pertinente alle opere eseguite con
i contributi corrispondenti.
17. Valore industriale residuo (VIR) di una Cabina di 1° salto al
servizio di più Comuni e delle tubazioni di derivazione
Si risponde in questo paragrafo al Punto F dell’incarico (cfr. pag. 2
della presente Relazione) con il quale si richiedono i criteri generali da
applicare alla ripartizione di parti della rete (cabine di derivazione,
ecc.) al servizio di più Comuni.
Nel caso oggetto del presente studio, che è relativo a un numero
ridotto di grandi impianti di distribuzione del gas ciascuno al servizio
di una molteplicità di Comuni (6 Impianti per 93 Comuni) con reti
interconnesse, può presentarsi, ad esempio, il seguente problema:
come procedere riguardo alla ripartizione del VIR di una cabina di 1°
salto collocata nel Comune A, che sia anche al servizio del Comune B
limitrofo?
Questo problema non sussiste in una logica di distribuzione del gas
secondo ambiti territoriali sovra comunali opportunamente definiti: il
gestore del servizio è uno solo così come l’impianto può essere
considerato un sistema unico. Se si arriva alla procedura di riscatto,
questa viene promossa non da un singolo comune ma insieme da tutti
i comuni appartenenti all’ambito territoriale. I comuni in consorzio
attivano una gara a livello di ambito territoriale e si individua il
vincitore, che sarà il nuovo gestore; l’unitarietà dell’impianto non
viene toccata e il VIR della cabina di 1° livello non necessita di essere
frazionato.
Questa logica è oggi applicabile perché proprio molto di recente, in
data 18 ottobre 2011, è stato emanato, da parte del Ministro dello
Sviluppo Economico e del Ministro per i Rapporti con le Regioni e per
la Coesione Territoriale, il Decreto che stabilisce gli elenchi dei
Comuni appartenenti agli ambiti territoriali, di cui all’All. 1 del
precedente Decreto 19 gennaio 2011, emanato dagli stessi Ministri. I
93 Comuni soci di ASCO Holding S.p.A. figurano tutti elencati o
nell’ambito territoriale Treviso 1 - Sud o nell’ambito territoriale Treviso
39
2 – Nord (pagine 61-62 dell’All. 1 facente parte del suddetto Decreto
18/10/2011) e pertanto esistono le condizioni per operare in una
logica di ambito territoriale.
In precedenza, in assenza di una tale possibilità perché mancava la
definizione degli ambiti territoriali, si procedeva frequentemente
attribuendo ad A e B porzioni percentuali del VIR complessivo in
proporzione alla quantità di gas distribuita nel territorio di A e di B.
18. Sistema informativo territoriale S.I.T. delle reti gas metano
Gli impianti di proprietà di ASCOPIAVE SpA., oggetto della presente
Relazione, si avvalgono di un progredito sistema informativo,
acquistato nel 1994, basato su ArcInfo di ESRI e implementato nel
2010 con il modulo ArcFM della società Televenet, partecipata di
ESRI. Nel sistema informativo, continuamente aggiornato sul piano
cartografico nel rispetto delle prescrizioni di AEEG – Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas, è inserita la rete in esercizio e le parti di
rete di nuova realizzazione ancora in fase progettuale (queste ultime
riconoscibili tramite apposita simbologia). Per ogni tratta di tubazione
sono riportate: l’anno di posa, il materiale, il diametro e la pressione di
esercizio. Sono inseriti inoltre i Punti di Consegna, i Punti di
Interconnessione, i Gruppi di Riduzione Finale (GRF), i Gruppi di
Riduzione e Misura (GRM), i Gruppi di Misurazione, le valvole di
sezionamento, e gli elementi della protezione catodica.
Anche se il suddetto sistema informativo non fa parte in senso stretto
dei cespiti costituenti gli impianti di distribuzione del gas gestiti da
ASCOPIAVE SpA, in realtà ne è parte integrante, perché consente la
gestione ottimizzata di una rete di distribuzione molto complessa
comprendente il telecontrollo delle cabine, gli interventi di
manutenzione preventiva e in emergenza, la progettazione delle parti
di rete di nuova realizzazione, la valutazione dei costi di gestione.
Nel caso di riscatto dell’impianto è quindi necessario, anzi
indispensabile (almeno per i primi mesi di funzionamento dopo il
riscatto), prevedere la sua acquisizione da parte dei Comuni e del
nuovo gestore, pena un inevitabile forte aggravio dei costi di gestione
40
fino a che non sarà pronto in sostituzione un nuovo sistema
informativo.
Il valore CR di un tale sistema informativo dipende dalla complessità
degli impianti da gestire e dall’elevato numero di situazioni particolari
da prevedere. La sola lunghezza della rete è di ben 3.896 km. Si
ritiene che un valore di CR plausibile, comprensivo del costo del
software, della sua installazione e messa a punto, del rilevamento dei
dati per ogni tratta di tubazione (anno di posa, materiale, diametro e
pressione di esercizio), del caricamento dei dati (data entry) e del loro
aggiornamento continuo, della gestione dei dati di monitoraggio delle
cabine e dei componenti dell’impianto, sia dell’ordine di
250.000÷300.000 €. Tale importo va a rafforzare le motivazioni che
sostengono il valore del 15%, esposto al par. 14, per le spese generali
(comprese quelle tecniche).
19. Correttivi per tenere conto del contesto geografico,
ambientale, costruttivo e gestionale relativamente alla
realizzazione degli impianti.
In ottemperanza all’incarico (cfr. pag. 2 della presente Relazione), è
necessario tenere conto delle maggiori difficoltà che i lavori di
realizzazione degli impianti e di installazione delle condotte incontrano
in particolari contesti. Tali contesti sono in sintesi:
- centro abitato densamente popolato con necessità di
interruzione del traffico, complicazione dei lavori e dilatazione dei
tempi di esecuzione;
- centro storico con necessità di rispettare particolari vincoli
ambientali e di predisporre specifiche difese dei beni culturali presenti
lungo il tracciato della rete o in vicinanza di esso;
- terreno roccioso con maggiore difficoltà per l’esecuzione degli
scavi oppure terreno in forte pendio con difficoltà di lavoro per le
macchine operatrici;
- particolare complessità della rete e difficoltà nel garantire il
servizio agli utenti ubicati in posizioni quasi inaccessibili.
41
I “correttivi” per tenere conto del contesto geografico, ambientale,
costruttivo e gestionale possono essere stimati sulla base di una
maggiorazione percentuale del costo di ricostituzione CR della
porzione di rete realizzata in un particolare contesto del tipo sopra
delineato. Su 3.896.580 m di condotte posate, circa 42.000 m (poco
più dell’1%) presentano le caratteristiche di difficoltà sopra citate. In
particolare dai dati medi forniti da ASCOPIAVE SpA, si evince che la
“resa” quotidiana di posa tubazione in contesto difficile è circa la metà
di quella ordinaria, che risulta pari a circa 70 m/giorno. Da una
simulazione eseguita sugli stessi dati medi forniti da ASCOPIAVE SpA
si evince che il costo complessivo per realizzare la posa di 70 m di
tubazione/giorno in condizioni normali è pari a circa € 2.300, di cui €
1.540 per costo della manodopera e delle macchine operatrici e i
restanti € 760 per materiali vari (sabbia, fornitura guaina PVC,
elettrodi per saldatura, fornitura nastro gas, etc…), importo
quest’ultimo che non cambia in funzione della difficoltà di posa. Ne
consegue che il costo della posa quotidiana di 70 m di tubazione in
condizioni difficili si può porre uguale a:
€ (760 + 2 x 1.540) = € 3.840
in quanto il costo della manodopera e delle macchine operatrici va
duplicato perché i tempi di esecuzione raddoppiano. Il CR unitario
medio (in €/m) di un metro lineare di tubazione di qualunque
diametro DN X da posare in situazioni difficili, si ottiene quindi
moltiplicando il valore ottenuto per posa in situazioni normali per un
coefficiente correttivo k pari a:
k = € 3.840/ € 2.300 = 1,67
20. Rivalutazione dei valori di CR e VIR dei vari cespiti
dell’impianto
I valori di CR e VIR, determinati nei paragrafi precedenti per i vari
cespiti costituenti l’impianto, sono riferiti alla data del 31 ottobre 2011
testé trascorso e possono essere aggiornati e rivalutati agli anni futuri
tramite il coefficiente di rivalutazione desunto dagli indici ISTAT, quale
l’indice FOI, che viene pubblicato con cadenza mensile, salvo non si
42
dimostri, dopo un congruo periodo di tempo (per esempio 3 anni), la
sostanziale inadeguatezza di tale coefficiente a rappresentare gli
effettivi cambiamenti di prezzo nello specifico campo degli impianti di
distribuzione del gas e dei loro componenti.
21. Conclusioni
In stretta rispondenza ai vari punti dell’incarico così come esposti nel
Disciplinare di incarico ed elencati al par. 2 della presente Relazione,
si espongono le seguenti conclusioni.
Punto A
Sono stati illustrati ed applicati i criteri abitualmente utilizzati, nel
rispetto della normativa tecnica e giuridica di settore, per la
determinazione del valore a nuovo ovvero del costo di ricostituzione CR
degli impianti di distribuzione del gas metano gestiti da ASCOPIAVE
SpA, procedendo in maniera analitica in funzione della diversa
tipologia di cespiti costituenti gli impianti.
Per gli impianti principali di prelievo, riduzione e misura (compresi gli
impianti di odorizzazione, di preriscaldamento, di telecontrollo) e gli
impianti sussidiari presenti nelle cabine REMI di 1° salto e nella
cabina IRI di 2° salto, per i gruppi di riduzione finale (GRF) e per i
gruppi di riduzione e misura (GRM) esterni alle cabine e infine per gli
impianti di protezione catodica, sono stati forniti i prezzi a corpo alla
data del 31 ottobre 2011 desunti da medie e interpolazioni dei dati
forniti dai prezziari della Regione Veneto, della Regione Lombardia,
della Regione Emilia Romagna, del Genio Civile e di una importante
aziende del settore a carattere nazionale, dando peso prevalente ai
valori desunti dal prezziario della Regione Veneto. Il ricorso a più
prezziari è dovuto al fatto che il prezziario della Regione Veneto è
largamente incompleto riguardo ai prezzi dei cespiti costituenti il
generico impianto di distribuzione del gas, peraltro come lo sono
anche gli altri prezziari citati. Integrando i dati forniti da più prezziari
si riesce a coprire quasi interamente la varietà di cespiti coinvolti in
un impianto di distribuzione del gas. Quanto sopra è esposto nelle
Tabelle 3-4-5-6 (par. 7-8-9).
43
Per i fabbricati industriali costituenti le cabine REMI di 1° salto e la
cabina IRI di 2° salto, per le recinzioni, per i terreni o aree di
costruzione di fabbricati e impianti a servizio della distribuzione del
gas sono stati forniti i corrispondenti prezzi unitari: rispettivamente in
(€/m3) per i fabbricati, in (€/m) per le recinzioni, in (€/m2) per le aree
di costruzione. Quanto sopra è esposto nella Tab. 2 (par. 6).
Per le tubazioni in acciaio e in pead, costituenti la rete di distribuzione
del gas a bassa e media pressione, secondo una prassi consolidata,
illustrata al par. 3, è stato fornito direttamente il prezzo unitario
aggiornato di un metro lineare di tubazione della rete per ogni
diametro utilizzato e per ogni tipo di installazione praticato (anche con
doppio tubo nel medesimo scavo), ricomprendendo in questa voce con
un calcolo analitico esplicito tutte le voci di costo concorrenti (ad
esempio per le macchine usate per lo scavo, per i materiali di
riempimento quali sabbia, per il trasporto del materiale scavato alla
discarica, per gli accessori di linea e i pezzi speciali, per l’esecuzione di
opere particolari quali attraversamenti della linea ferroviaria, per
saldatura e posa della condotta, e così via). In tal modo, dovendo
valorizzare un qualunque tratto della rete di distribuzione, noto il
prezzo unitario per metro lineare funzione del diametro della
tubazione e delle caratteristiche geometriche dello scavo, è possibile
dedurre immediatamente il costo dell’intera condotta moltiplicando il
prezzo unitario per la sua lunghezza.
Quanto sopra è esposto per le tubazioni in acciaio nelle Tabelle 7-
8(A/B)-9(A/B)-10(A/B)-11(A/B)-12(A/B)-13(A/B) (cfr. par. 10) e per le
tubazioni in pead nelle Tabelle 14-15(A/B)-16(A/B)-17(A/B) (cfr. par.
11).
Per la valutazione degli allacciamenti o derivazioni d’utenza, seguendo
una prassi consolidata, è stato fornito direttamente il prezzo unitario
aggiornato per punto gas o Punto di Riconsegna (PdR) in (€/PdR),
ricomprendendo in questa voce, con un calcolo analitico esplicito,
tutte le voci di costo concorrenti (ad esempio per le macchine usate
per lo scavo, per i materiali di riempimento quali sabbia, per lo
smaltimento del materiale scavato alla discarica, per gli accessori di
44
linea e i pezzi speciali, per l’esecuzione di opere particolari quali
attraversamenti della linea ferroviaria, per saldatura e posa della
condotta, per il rifacimento di sottoservizi esistenti, per apprestamenti
ed attuazione della sicurezza nei cantieri, e così via). Il prezzo unitario
del punto gas o PdR, desunto con riferimento ad un valore medio del
diametro della condotta in acciaio costituente l’allacciamento interrato
pari a DN 50 tramite un calcolo analitico che si avvale delle Tabelle
18-19 (cfr. anche par. 12), è risultato pari a 453,88 €/PdR. Tale valore
moltiplicato per il numero di punti gas o PdR (desunto dal Documento
di consistenza) del generico impianto, costruiti al netto delle rimozioni
per ogni anno del periodo considerato, consente di ottenere il valore di
CR per l’insieme dei punti gas di ciascun anno e di seguito il valore
totale di CR per l’insieme dei punti gas dell’intero periodo considerato.
Per i misuratori di portata (a membrana, a turbina, a pistoni rotanti)
sono stati forniti i prezzi unitari (in €/unità), comprendenti fornitura a
magazzino, posa in opera e attivazione, al variare della classe del
misuratore stesso (cfr. Tab. 20-21-22 e par. 13). Tali valori moltiplicati
per il numero di misuratori di ciascuna tipologia (desunto dal
Documento di consistenza), installati al netto delle rimozioni per ogni
anno del periodo considerato, consentono di ottenere il valore di CR
per l’insieme dei misuratori di ciascuna tipologia per ciascun anno e
anche il valore totale di CR per l’insieme dei misuratori di ciascuna
tipologia per l’intero periodo considerato.
Per quanto riguarda il Sistema Informatico Territoriale (S.I.T.), che è
stato implementato nel 2010, la valutazione del corrispondente CR
non è agevole perché esso dipende sostanzialmente dalla complessità
degli impianti da gestire e dalla numerosità delle situazioni particolari
da prevedere e affrontare. Si ritiene che un valore di CR plausibile sia
dell’ordine di 250.000÷300.000 € (cfr. par. 18) comprensivo del costo
del software, della sua installazione e messa a punto, del rilevamento
dei dati per ogni tratta di tubazione (anno di posa, materiale, diametro
e pressione di esercizio), del caricamento dei dati (data entry) e del loro
aggiornamento continuo, della gestione dei dati di monitoraggio delle
cabine e dei componenti dell’impianto. Tale importo va a rafforzare le
45
motivazioni che sostengono il valore del 15%, esposto al par. 14, per le
spese generali (comprese quelle tecniche).
Punto B
Nel calcolo dei valori a nuovo degli impianti bisogna tenere conto del
contesto geografico, ambientale, costruttivo e gestionale relativamente
alla loro realizzazione, che può produrre maggiorazioni dei suddetti
valori. Tali contesti sono in sintesi: centro storico densamente
popolato, centro storico con vincoli ambientali e culturali, terreno
roccioso o in forte pendio che rende difficile lo scavo, particolare
complessità della rete per raggiungere utenze quasi inaccessibili. I
criteri generali da applicare al calcolo dei valori di CR in questi casi
particolari sono:
- prioritariamente, predisporre a livello progetto un tracciato idoneo
delle tubazioni che eviti per quanto possibile scavi in terreni rocciosi o
su pendio troppo ripido; predisporre, già a livello progetto, specifiche
difese dei beni culturali presenti lungo il tracciato della rete o in
vicinanza di esso; predisporre i lavori di installazione con grande cura
in modo da evitare o ridurre drasticamente “imprevisti in corso
d’opera”, nonché intralcio alla circolazione e disagio agli utenti;
- secondariamente, una volta messi in campo gli accorgimenti di cui al
punto precedente, applicare dei “correttivi” in termini di maggiorazione
del CR unitario (€/m) di un metro lineare di tubazione posata in
contesto normale, moltiplicando tale valore per un coefficiente
correttivo pari orientativamente a 1,65÷1.70 per ottenere l’analogo
costo unitario per identica tubazione posata in contesto difficile.
Si rimanda in proposito al par. 19.
Per quanto riguarda l’incidenza sul valore di CR delle spese tecniche e
delle spese generali, si è assunto in maniera motivata (par. 14) una
maggiorazione complessiva pari al 15% (intendendo 5% per spese
tecniche, 10% per spese generali) in accordo con il dato medio del
range (13÷17% spese generali comprese le spese tecniche) indicato
all’art. 32, comma 2b, del DPR 5 ottobre 2010, n. 207, attualmente in
vigore, emanato per iniziativa del Ministero competente sui Lavori
Pubblici.
46
Punto C
Come “criterio generale di individuazione dell’anno da cui iniziare a
computare la vita tecnica utile di ciascuna categoria di beni” si
propone di considerare l’anno di attivazione e messa in funzione della
attrezzatura stessa in discussione, in quanto tale scelta è coerente con
quella di valutare il degrado di valore in base all’invecchiamento fisico
e quindi al tempo trascorso dalla prima attivazione dell’attrezzatura
(pagine 6-7, par. 5 della presente Relazione)
Punto D
Quanto “ai criteri generali da applicare ai parametri di riduzione del
valore a nuovo in relazione al tempo” per la determinazione del valore
industriale residuo (VIR), si ritiene che la “durata utile degli impianti”,
di cui al DPR n. 902/1986 (art. 13), sia da riferire alla “vita fisica” e al
corrispondente “invecchiamento fisico” degli impianti e delle singole
attrezzature. Si ritiene quindi corretto pervenire al VIR moltiplicando il
valore di CR per un coefficiente di degrado che tiene conto
dell’invecchiamento fisico con legge lineare nel tempo, come suggerito
dallo stesso art. 13 del DPR sopra citato. Se N (anni) rappresenta la
durata utile ovvero la vita fisica effettiva di ogni attrezzatura o cespite
e n (anni) l’età dell’attrezzatura o cespite alla data di scadenza del
preavviso, misurata a partire dall’anno di effettiva attivazione e messa
in funzione (dopo installazione o rinnovo), il coefficiente di degrado Cd
assume la seguente espressione:
Cd = 1 – (n/N)
Per ogni cespite, ritenuto non obsoleto, si è valutato, sulla base dei
prezzi alla data del 31 ottobre 2011, il corrispondente valore del costo
di ricostituzione CR, dal quale è possibile successivamente
determinare il valore industriale residuo VIR con la formula:
VIR = Cd · CR.
Punto E
Per quanto riguarda i criteri generali da applicare ai contributi
pubblici, la normativa di legge (art. 24, comma 4, lettera b, T.U. 15
ottobre 1925) indica chiaramente la detraibilità “di anticipazioni o
sussidi dati dai Comuni” alla Concessionaria con la precisazione,
47
contenuta nel comma a) dello stesso art. 24, che devono essere
comunque considerate “… le clausole che nel contratto di concessione
siano contenute circa la proprietà di detto materiale, allo spirare della
concessione medesima; …omissis…”. Nulla si dice invece a proposito
di contributi eventualmente versati da privati per lottizzazioni e
allacciamenti di utenza. La stessa posizione è riproposta nel comma
11 dell’art. 5 dello schema di regolamento recante i criteri di gara e di
valutazione dell’offerta per l’affidamento del servizio di distribuzione
del gas naturale (di seguito “Regolamento Criteri”) su cui il Consiglio
di Stato in data 28 settembre 2011 ha espresso parere favorevole.
Si ritiene pertanto in via preliminare che eventuali contributi di
soggetti privati non siano detraibili in assenza di clausole in tal senso
contenute nel contratto di concessione.
Per quanto riguarda gli eventuali contributi pubblici da parte dei
Comuni consorziati, si osserva che nel caso specifico i 93 Comuni
attualmente serviti dagli impianti gestiti da ASCOPIAVE SpA, all’atto
della costituzione dell’Azienda Consortile del Piave (in breve
A.S.CO.Piave) oppure con l’ingresso successivo nella compagine
consorziale, hanno trasferito all’Azienda Speciale Consorziale la
proprietà degli impianti realizzati nel territorio comunale, senza
riservarsi alcun diritto di credito nei confronti della Società per le opere
eventualmente realizzate e finanziate attraverso contributi pubblici o
privati.
Nella definizione dei valori di conferimento - sulla base dei quali sono
state determinate le quote di partecipazione di ciascun Comune
nell’Azienda Speciale Consorziale - è stato ricompreso integralmente
anche il valore delle opere eventualmente finanziate con contributi
pubblici o privati e quindi tali beni sono oggi di proprietà di
ASCOPIAVE SpA.
Si ritiene pertanto che tali beni nella valorizzazione del rimborso,
secondo quanto dettato dall’articolo 15 del D. Lgs. n. 164/2000,
debbano essere valorizzati senza alcuna detrazione di eventuali
contributi percepiti da enti pubblici (Comuni) o da soggetti privati per la
48
realizzazione di estensioni o potenziamenti di rete, lottizzazioni o
allacciamenti di utenza (cfr. par. 16). A giudizio dello scrivente, in conformità con la norma di legge più volte
citata (art. 24, comma 4, del Regio Decreto 15 ottobre 1925, n. 2578),
sono invece da considerare detraibili dal valore di CR, ai fini della
determinazione del VIR complessivo, i contributi versati dai privati,
residenti in ciascun Comune, ad ASCOPIAVE SpA per lottizzazioni
avvenute dopo l’ingresso del corrispondente Comune nella compagine
societaria ovvero dopo il 1996 (per i Comuni divenuti soci in
quell’anno) o dopo uno degli anni successivi (per i Comuni entrati a
far parte della compagine societaria successivamente). Tali contributi
infatti, che sono andati a sostituire gli oneri di urbanizzazione che i
privati avrebbero dovuto versare ai Comuni in forza della convenzione
stipulata per la lottizzazione, sono assimilabili a contributi pubblici
dei Comuni e quindi sono da ritenere, a giudizio dello scrivente,
detraibili dal valore di CR ai fini della determinazione del VIR
complessivo in conformità con la norma di legge più volte citata (art.
24, comma 4, del Regio Decreto 15 ottobre 1925, n. 2578). Tali
contributi vanno rivalutati al 31/10/2011 tramite l’indice FOI di
ISTAT e quindi degradati secondo la legge di degrado esposta al par. 5
utilizzando come vita N (anni) quella pertinente alle opere eseguite con
i contributi corrispondenti.
Punto F
Quanto ai “criteri generali da applicare alla ripartizione delle parti
della rete (in particolare cabine di derivazione, ecc…) al servizio di più
Comuni”, non esistevano fino a poco tempo fa specifiche direttive
ministeriali.
Il problema della ripartizione delle parti della rete non si presenta in
una logica di distribuzione del gas secondo ambiti territoriali sovra
comunali opportunamente definiti: il gestore del servizio è uno solo
così come l’impianto può essere considerato un sistema unico.
Questa logica è oggi applicabile perché proprio molto di recente, in
data 18 ottobre 2011, è stato emanato, da parte del Ministro dello
PROF. ING. ARRIGO PARESCHI ORDINARIO DI IMPIANTI INDUSTRIALI FACOLTA’ DI INGEGNERIA DELLA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA VIALE RISORGIMENTO, 2 - 40136 BOLOGNA TEL. 051 - 209.34.01/05 TELEFAX 051 - 209.34.11 E-mail: [email protected]
CRITERI FONDAMENTALI PER IL CALCOLO DEL
VALORE INDUSTRIALE RESIDUO DEGLI IMPIANTI DI
DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE SITI NEI COMUNI
ATTUALMENTE SERVITI DA ASCOPIAVE SPA
RELAZIONE TECNICA REDATTA DEL PROF. ING. ARRIGO PARESCHI
SU INCARICO DI ASCOPIAVE SpA
TABELLE 1- 22
Tabella 1 DURATA FISICA UTILE EFFETTIVA (N) DEI VARI CESPITI O COMPONENTI D’IMPIANTO
Categoria di cespite N (anni) a. Fabbricati industriali e opere edili b. Recinzioni c. Impianti sussidiari della cabina di 1° salto d. Impianti principali e secondari (1° e 2° salto) e. Tubazioni in acciaio e in pead f. Impianti di derivazione (allacciamenti) g. Misuratori di portata a membrana h. Misuratori di portata a pistoni rotanti e a turbina i. Sistemi di protezione catodica
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Tabella 7ELENCO ORIENTATIVO DEI PREZZI UNITARI DI BASE AL 31/10/2011PER TUBAZIONI IN ACCIAIO EN 10208 PER RETE GAS IN MEDIA E BASSA PRESSIONE
Descrizione delle voci relative a forniture e posa materialiUnità di misura
Prezzi unitari
Fornitura condotta in acciaio EN 10208 per per rete gas in media e bassa con accessori, a piè d'opera
DN 40 €/m 6,89DN 50 €/m 8,53DN 60 €/m 9,74DN 80 €/m 10,42
DN 100 €/m 13,36DN 125 €/m 17,98DN 150 €/m 23,42DN 175 €/m 29,33DN 200 €/m 35,78DN 225 €/m 42,19DN 250 €/m 48,59DN 275 €/m 55,29DN 300 €/m 61,97DN 350 €/m 72,30
Incidenza percentuale sulla fornitura dei pezzi speciali di rete % 10,0Saldatura, posa e collaudo condotta in acciaio EN 10208 per rete gas in media e bassa pressione, compresi oneri per pezzi speciali ed accessori
DN 40 €/m 7,76DN 50 €/m 8,37
DN 60 €/m 9,63DN 80 €/m 10,24
DN 100 €/m 12,91DN 125 €/m 16,30DN 150 €/m 19,26DN 175 €/m 22,76DN 200 €/m 25,02DN 225 €/m 27,14DN 250 €/m 30,76DN 275 €/m 33,45DN 300 €/m 35,93DN 350 €/m 42,14
Scarico tubazioni in area di stoccaggio e controllo rivestimento €/m 1,35Taglio asfalto (doppio) €/m 2,24Demolizione pavimentazione bituminosa €/m2 1,83Scavo a macchina in terreno normale €/m3 5,20Scavo a mano in terreno normale €/m3 74,33Percentuale scavo a macchina % 97,00Percentuale scavo a mano % 3,00Trasporto del materiale scavato alla discarica €/m3 7,23Smaltimento in discarica €/m3 7,70Formazione di letto di posa in sabbia €/m3 26,06Rinfianco e copertura condotta con sabbia €/m3 26,06Fornitura e posa nastro segnalatore €/m 0,42Riempimento con materiale arido proveniente da cava €/m3 22,13Preparazione piano posa bynder €/m2 1,85Fornitura e posa bynder (spessore lordo fino a 10 cm) €/m2 16,14Fornitura e posa bynder (spessore lordo fino a 15 cm) €/m2 24,21Fresatura per posa tappeto d'usura in asfalto (3 cm) €/m2 3,74Fresatura per posa tappeto d'usura in asfalto (5 cm) €/m2 6,40
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Fornitura e posa tappeto d'usura in asfalto (3 cm) €/m2 6,90Fornitura e posa tappeto d'usura in asfalto (5 cm) €/m2 10,14
Incidenza 15%, sulla voce saldatura posa e collaudo della condotta, degli oneri per l'esecuzione di opere particolari (attraversamenti, parallelismi, etc.) con condotte in acciaio
DN 40 €/m 1,16DN 50 €/m 1,26DN 60 €/m 1,45DN 80 €/m 1,54
DN 100 €/m 1,93DN 125 €/m 2,44DN 150 €/m 2,89DN 175 €/m 3,41DN 200 €/m 3,75DN 225 €/m 4,07DN 250 €/m 4,62DN 275 €/m 5,01DN 300 €/m 5,39DN 350 €/m 6,31
Incidenza degli oneri per rifacimento di sottoservizi esistenti danneggiati in corso di realizzazione di reti stradali e ripristino segnaletica €/m 1,56Oneri specifici per sicurezza nei cantieri mobili % 3,00Demolizione pavimentazione in macadam €/m2 1,41Preparazione piano posa macadam €/m2 1,04Fornitura e posa macadam €/m2 4,16Riempimento con misto cementato €/m3 34,58Rimozione e accatastamento di pavimentazione pregiata esistente €/m2 12,56Fornitura e posa letto in sabbia su sottofondo di cls €/m3 33,90Integrazione nuova pavimentazione pregiata €/m2 12,34Posa in opera pavimentazione pregiata €/m2 35,71
H1 H2DN 50 - 125 1,35 0,40DN 150 - 200 1,35 0,50DN 250 - 300 1,35 0,60DN 350 - 400 1,35 0,70H1 H2DN 50 - 125 1,35 0,40DN 150 - 200 1,35 0,50DN 250 - 300 1,35 0,60DN 350 - 400 1,35 0,70L1DN 50 - 125 0,40DN 150 - 200 0,50DN 250 - 300 0,60DN 350 - 400 0,70
H SCAVO m MPH SCAVO m BP
H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,30 0,40 0,10DN 150 - 200 0,35 0,30 0,50 0,10DN 250 - 300 0,35 0,30 0,60 0,10DN 350 - 400 0,35 0,30 0,70 0,10H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,30 0,40 0,10DN 150 - 200 0,35 0,30 0,50 0,10DN 250 - 300 0,35 0,30 0,60 0,10DN 350 - 400 0,35 0,30 0,70 0,10L1 L2DN 50 - 125 0,40 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80DN 350 - 400 0,70 0,90H SCAVO m BPH SCAVO m MP
H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,32 0,40 0,08DN 150 - 200 0,35 0,32 0,50 0,08DN 250 - 300 0,35 0,32 0,60 0,08DN 350 - 400 0,35 0,32 0,70 0,08H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,32 0,40 0,08DN 150 - 200 0,35 0,32 0,50 0,08DN 250 - 300 0,35 0,32 0,60 0,08DN 350 - 400 0,35 0,32 0,70 0,08L1 L2DN 50 - 125 0,40 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80DN 350 - 400 0,70 0,90
H SCAVO m MPH SCAVO m BP
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H SCAVO m MPH SCAVO m BP
H1 H3 S S1DN 50 - 125 0,67 0,40 0,15 0,03DN 150 - 200 0,67 0,50 0,15 0,03DN 250 - 300 0,67 0,60 0,15 0,03DN 350 - 400 0,67 0,70 0,15 0,03H1 H3 S S1DN 50 - 125 0,67 0,40 0,15 0,03DN 150 - 200 0,67 0,50 0,15 0,03DN 250 - 300 0,67 0,60 0,15 0,03DN 350 - 400 0,67 0,70 0,15 0,03L1 L2 L3DN 50 - 125 0,40 0,60 3,50DN 150 - 200 0,50 0,70 3,50DN 250 - 300 0,60 0,80 3,50DN 350 - 400 0,70 0,90 3,50H SCAVO m BPH SCAVO m MP
H1 H2 H3 S S1DN 50 - 125 0,25 0,30 0,40 0,10 0,10DN 150 - 200 0,25 0,30 0,50 0,10 0,10DN 250 - 300 0,25 0,30 0,60 0,10 0,10DN 350 - 400 0,25 0,30 0,70 0,10 0,10H1 H2 H3 S S1DN 50 - 125 0,25 0,30 0,40 0,10 0,10DN 150 - 200 0,25 0,30 0,50 0,10 0,10DN 250 - 300 0,25 0,30 0,60 0,10 0,10DN 350 - 400 0,25 0,30 0,70 0,10 0,10L1 L2 L3DN 50 - 125 0,40 0,60 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80 0,80DN 350 - 400 0,70 0,90 0,90
H SCAVO m MPH SCAVO m BP
H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,30 0,80 0,10DN 150 - 200 0,35 0,30 1,00 0,10DN 250 - 300 0,35 0,30 1,20 0,10DN 350-400 0,35 0,30 1,40 0,10L1 L2DN 50 - 125 0,40 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80DN 350-400 0,70 0,90
H SCAVO m MP / BP
H1 H2 H3 SDN 50 - 125 0,35 0,32 0,80 0,08DN 150 - 200 0,35 0,32 1,00 0,08DN 250 - 300 0,35 0,32 1,20 0,08DN 350 - 400 0,35 0,32 1,40 0,08L1 L2DN 50 - 125 0,40 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80DN 350 - 400 0,70 0,90
H SCAVO m MP / BP
H1 H2 H3 S S1DN 50 - 125 0,35 0,29 0,80 0,08 0,03DN 150 - 200 0,35 0,29 1,00 0,08 0,03DN 250 - 300 0,35 0,29 1,20 0,08 0,03DN 350 - 400 0,35 0,29 1,40 0,08 0,03L1 L2 L3DN 50 - 125 0,40 0,60 2,50DN 150 - 200 0,50 0,70 2,50DN 250 - 300 0,60 0,80 2,50DN 350 - 400 0,70 0,90 2,50
H SCAVO m MP / BP
H1 H3 S S1
DN 50 - 125 0,67 0,80 0,15 0,03
DN 150 - 200 0,67 1,00 0,15 0,03
DN 250 - 300 0,67 1,20 0,15 0,03
DN 350 - 400 0,67 1,40 0,15 0,03
L1 L2 L3
DN 50 - 125 0,40 0,60 3,50
DN 150 - 200 0,50 0,70 3,50
DN 250 - 300 0,60 0,80 3,50
DN 350 - 400 0,70 0,90 3,50
H SCAVO m MP / BP
H1 H2 H3 S S1DN 50 - 125 0,25 0,30 0,80 0,10 0,10DN 150 - 200 0,25 0,30 1,00 0,10 0,10DN 250 - 300 0,25 0,30 1,20 0,10 0,10DN 350 - 400 0,25 0,30 1,40 0,10 0,10L1 L2 L3DN 50 - 125 0,40 0,60 0,60DN 150 - 200 0,50 0,70 0,70DN 250 - 300 0,60 0,80 0,80DN 350 - 400 0,70 0,90 0,90
H SCAVO m MP / BP
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TABELLA 14ELENCO ORIENTATIVO DEI PREZZI UNITARI DI BASE AL 31/10/2011PER TUBAZIONI IN PEAD EN 1555 PE 80/Serie S5 SDR 11 PER RETE GAS IN MEDIA E BASSA PRESSIONE
Descrizione delle voci relative a forniture e posa materiali Unità di misura
Prezzi unitari
Fornitura condotta in PEAD EN 1555 PE 80/Serie S5 SDR 11 per rete gas con accessori a piè d'opera
De 40 €/m 1,14De 50 €/m 1,72De 63 €/m 2,72De 75 €/m 3,60De 90 €/m 5,20
De 110 €/m 7,70De 125 €/m 10,00De 140 €/m 12,44De 160 €/m 16,32De 180 €/m 20,63De 200 €/m 25,42De 225 €/m 32,16De 250 €/m 39,55De 280 €/m 52,08De 315 €/m 62,73
Incidenza percentuale sulla fornitura dei pezzi speciali di rete % 10,00
Saldatura, posa e collaudo condotta in PEAD EN 1555 PE 80/Serie S5 SDR 11 per rete gas in media e bassa pressione compresi oneri per pezzi speciali ed accessori
De 40 €/m 6,05De 50 €/m 6,41De 63 €/m 6,68De 75 €/m 6,95De 90 €/m 7,22
De 110 €/m 7,88De 125 €/m 10,46De 140 €/m 11,48De 160 €/m 12,83De 180 €/m 13,90De 200 €/m 15,27De 225 €/m 16,62De 250 €/m 17,51De 280 €/m 18,72De 315 €/m 24,27
Scarico tubazioni in area stoccaggio €/m 0,94Taglio asfalto (doppio) €/m 2,24Demolizione pavimentazione bituminosa €/m2 1,83Scavo a macchina in terreno normale €/m3 5,20Scavo a mano in terreno normale €/m3 74,33Percentuale scavo a macchina % 97,00Percentuale scavo a mano % 3,00Trasporto materiale scavato alla discarica €/m3 7,23Smaltimento in discarica €/m3 7,70Formazione di letto di posa in sabbia €/m3 26,06Rinfianco e copertura condotta con sabbia €/m3 26,06Fornitura e posa nastro segnalatore €/m 0,42Riempimento con materiale arido proveniente da cava €/m3 22,13Preparazione piano per posa bynder €/m2 1,85
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Fornitura e posa bynder €/m2 16,14Fresatura per posa tappeto d'usura in asfalto €/m2 3,74Fornitura e posa tappeto d'usura in asfalto €/m2 6,90
Incidenza 15%, sulla voce saldatura posa e collaudo della condotta, degli oneri per l'esecuzione di opere particolari (attraversamenti, parallelismi, etc.) con condotte in PEAD
De 40 €/m 0,90De 50 €/m 0,96De 63 €/m 1,00De 75 €/m 1,04De 90 €/m 1,08
De 110 €/m 1,18De 125 €/m 1,56De 140 €/m 1,72De 160 €/m 1,92De 180 €/m 2,08De 200 €/m 2,29De 225 €/m 2,49De 250 €/m 2,62De 280 €/m 2,81De 315 €/m 3,64
Incidenza degli oneri per rifacimento di sottoservizi esistenti danneggiati in corso di realizzazione di reti stradali e ripristino segnaletica €/m 1,56Oneri specifici per sicurezza nei cantieri mobili % 3,00Demolizione pavimentazione in macadam €/m2 1,41Preparazione piano posa macadam €/m2 1,04Fornitura e posa macadam €/m2 4,16
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Tabella 18ELENCO ORIENTATIVO DEI PREZZI UNITARI DI BASE AL 31 OTTOBRE 2011 PER PUNTO GAS o PdR
Descrizione delle voci relative a forniture e posa materiali Unità di misura
Prezzi unitari
Formazione di presa stradale con taglio asfalto, demolizione pavimentazione bituminosa fino a 10 cm, scavo per nicchia (m.1,2 x m 1,2 x m. 0,9), smaltimento in discarica, fornitura e posa di letto in sabbia, fornitura saldatura e posa dispositivo di presa, rinfianco e copertura tubazione con sabbia, riempimento con materiale arido proveniente da cava misto stabilizzato, comprensivo dell'onere di accantieramento per realizzare l'allacciamento
a corpo in euro (€) 182,00
Taglio asfalto (doppio) €/m 2,24Scavo a macchina in terreno normale €/m3 5,20Scavo a mano in terreno normale €/m3 74,33Percentuale scavo a macchina % 95,00Percentuale scavo a mano % 5,00Trasporto del materiale scavato alla discarica €/m3 7,23Smaltimento in discarica €/m3 7,70Fornitura e posa letto in sabbia €/m3 26,06Riempimento con materiale arido proveniente da cava misto stabilizzato €/m3 22,13Preparazione piano posa bynder €/m2 1,85Fornitura e posa bynder €/m2 16,14Fresatura per posa tappeto d'usura in asfalto €/m2 3,74Fornitura e posa tappeto d'usura in asfalto €/m2 6,90Fornitura condotta in acciaio EN 10225 (DN 50) per allacciamento interrato €/m 8,84Incidenza percentuale fornitura pezzi speciali della condotta % 10,00Scarico tubazioni in area di deposito e controllo del rivestimento €/m 1,35Demolizione pavimentazione bituminosa €/m2 1,83Rimozione di cordolo del marciapiede €/m 8,57Saldatura e posa condotta acciaio EN 10225 (DN 50) per allacciamento interrato €/m 9,57Rinfianco e copertura condotta in sabbia €/m3 26,06Fornitura e posa nastro segnalatore €/m 0,42Prelievo e riposizionamento di cordolo del marciapiede €/m 7,09Oneri per il rifacimento di strutture e sottoservizi esistenti danneggiati in corso di realizzazione di allacciamenti interrati e ripristino segnaletica €/m 3,12
Fornitura di 1 metro di condotta in acciaio EN 10255, posa in opera del piede di colonna, fornitura e posa guaina corrugata, fornitura e posa giunto dielettrico e rubinetto ferma colonna (RFC) a corpo (€) 83,20
Fornitura e posa tubazione zincata aerea per la formazione di punti gas €/m 20,80Fornitura e posa mensole per contatore €/cad. 11,96Fornitura e posa di stabilizzatori di pressione €/cad. 41,60Collaudo in pressione dell'allacciamento €/cad. 31,20Oneri specifici per la sicurezza nei cantieri mobili % 3,00
Tabella 19TABELLA PER IL CALCOLO DEL PREZZO UNITARIO DEL PUNTO GAS o PdR AL 31 OTTOBRE 2011CARATTERISTICHE DELL'ALLACCIAMENTO TIPO1 presa gas DN 50 su condotta stradale principale per allacciamento 1 n°/allaciam.Lunghezza media della tubazione in acciaio interrata in terreno normale su strada asfaltata 11,4 m/allacciam.1 presa colonna con giunto dielettrico e rubinetto ferma colonna (RFC) 1 n°/allacciam.Lunghezza media della tubazione zincata aerea 1,2 m/allacciam.Numero medio di punti gas per allacciamento con mensola 2,6 n°/allacciam.
REALIZZAZIONE DELLA PRESA GAS SU TUBAZIONE STRADALE
Formazione di presa stradale con taglio asfalto, demolizione pavimentazione bituminosa fino a 10 cm, scavo per nicchia (m.1,2 x m 1,2 x m. 0,9), smaltimento in discarica, fornitura e posa di letto in sabbia, fornitura saldatura e posa dispositivo di presa, rinfianco e copertura tubazione con sabbia, riempimentocon materiale arido proveniente da cava misto stabilizzato, comprensivo dell'onere di accantieramento per realizzare l'allacciamento
n. 1 182,00
Preparazione piano posa bynder (m 1,5 x m 1,5) m2 2,250 €/m2 1,85 4,17Fornitura e posa bynder (h=10 cm = 7+3 cm) (m 1,5 x m 1,5) m2 2,250 €/m2 16,14 36,32Fresatura per posa tappeto d'usura (m 1,5 x m 1,5) m2 2,250 €/m2 3,74 8,42Fornitura e posa tappeto d'usura (3 cm) in asfalto (m 1,5 x m 1,5) m2 2,250 €/m2 6,90 15,51REALIZZAZIONE DELLA TUBAZIONE INTERRATA IN ACCIAIOFornitura condotta in acciaio EN 10225 a piè d'opera (DN 50) m 11,4 €/m 8,84 100,78Incidenza percentuale fornitura pezzi speciali della condotta % 10,0 10,08Scarico tubazioni in area di deposito e controllo del rivestimento m 8,7 €/m 1,35 11,76Taglio asfalto (doppio) m (11,4 - 0,6) m 10,8 €/m 2,24 24,15 Demolizione pavimentazione bituminosa: m 0,5 x m (11,4 - 0,6) m2 4,05 €/m2 1,83 7,41Rimozione di cordolo del marciapiede: 50% di m 1,00 m 0,5 €/m 8,57 4,28Scavo a macchina: (95%) di m 0,90 x m 0,5 x m (11,4 - 0,6) m3 3,463 €/m3 5,20 18,01Scavo a mano: (5%) di m 0,90 x m 0,5 x m (11,4 - 0,6) m3 0,182 €/m3 74,33 13,53Trasporto materiale scavato alla discarica: m3 [0,9 x 0,5 x (11,4 - 0,6)] m3 3,645 €/m3 7,23 26,35Smaltimento in discarica: m3 [0,9 x 0,5 x (11,4 - 0,6)] m3 3,645 €/m3 7,70 28,05Fornitura e posa letto in sabbia: m 0,10 x m 0,5 x m (11,4 - 0,6) m3 0,405 €/m3 26,06 10,56Saldatura e posa condotta in acciaio EN 10225 (DN 50) allacciamento interrato m 11,4 €/m 9,57 109,08
Rinfianco e copertura condotta in sabbia: m3 [0,3 x 0,5 x (11,4 - 0,6)] m3 1,215 €/m3 26,06 31,67Fornitura e posa nastro segnalatore: m (11,4 - 0,6) m 8,1 €/m 0,42 3,37Fornitura e posa misto stabilizzato: m 0,50 x m 0,50 x m (11,4 - 0,6) m3 2,025 €/m3 22,13 44,82Preparazione di piano di posa bynder: m 0,80 x m (11,4 - 0,6) m2 6,480 €/m2 1,85 12,00Fornitura e posa bynder: h= 7+3= 10 cm; m 0,80 x m (11,4 - 0,6) m2 6,480 €/m2 16,14 104,59Fresatura per posa tappeto d'usura: m 1,50 x m (11,4 - 0,6) m2 12,150 €/m2 3,74 45,49Fornitura e posa tappeto d'usura): m 1,50 x m (11,4 - 0,6) m2 12,150 €/m2 6,90 83,78Prelievo e riposizionamento di cordolo marciapiede: 50% di m 1,00 m 0,500 €/m 7,09 3,55
Oneri per rifacimento di strutture e sottoservizi esistenti danneggiati in corso di realizzazione dell'allacciamento interrato e ripristino segnaletica
m 11,4 €/m 3,12 35,57
REALIZZAZIONE DEL TRATTO TERMINALE CONDOTTA - PIEDE DI COLONNA
Fornitura di m 1 di condotta in acciaio EN 10255, posa in opera del piede di colonna, fornitura e posa guaina corrugata, fornitura e posa giunto dielettrico e rubinetto ferma colonna (RFC) n. 1 83,20
REALIZZAZIONE DELLA TUBAZIONE ZINCATA AEREA ED ALTRE PARTI AEREEFornitura e posa tubazione zincata aerea m 1,2 €/m 20,80 24,96Fornitura e posa mensole per contatore n. 2,6 €/cad. 11,96 31,10Collaudo in pressione dell'allacciamento n. 1 €/cad. 31,20 31,20Totale parziale 1145,72Oneri specifici per la sicurezza nei cantieri mobili % 3,0 34,37Valore dell'allacciamento tipo al netto di spese tecniche e generali 1180,09numero medio di punti gas per allacciamento n. 2,6Valore unitario di ricostituzione del punto gas al 31 ottobre 2011 453,88
Descrizione dell'allacciamento tipoQuantità Prezzi unitari
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Quantità e prezzi unitari Valore unitario a nuovo (€)
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