Crippa concede il bis - Corsa in montagna...2015/12/29  · Marsigliese, l'inno nazionale francese,...

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n. 29 Crippa concede il bis

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n. 29

Crippaconcedeil bis

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Caro Babbo Natale - Nonostante l’età non sia piùquella tipica di chi ti scrive letterine, mi ritrovo anch’ioa doverti fare una richiesta quest’anno. Vorrei tanto chetu mi portassi un regalo, un bel gioco. Da piccolo desi-deravo il piccolo chimico, oggi vorrei tanto ricevere ilgioco del piccolo giornalista. Non per me, che già losono, ma per i tanti che non cercano altro nella vita chefare i giornalisti senza esserlo.Ti sei per caso imbattuto nell’informazione che raccontala nostra atletica leggera? Non parlo di quella dei quoti-diani di carta, che fanno il loro mestiere con i risultatiche riusciamo a dargli. Parlo piuttosto del dilagare, del-l’inflazione di pseudo notizie che in quel mare magnodei social network ci sommergono quotidianamente, aciclo continuo. Si vedono pagine e siti e gruppi nascerein continuazione per dire tutti le stesse cose, copiando eincollando ciò che altri hanno già scritto, come se ne an-dasse della loro stessa vita. Ma a dar notizie fresche enuove chi ci pensa? Leggiamo tante opinioni e pochifatti, storie originali mai, approfondimenti ma de che,inchieste? Al massimo un’intervista che si capisce be-nissimo essere una serie di risposte a domandate man-date via mail. Ma lo sai che un allenatore mi haconfessato di aver risposto lui per il suo atleta?Il giornalismo, benché se ne parli male, è una profes-sione seria che si impara a bottega in una redazione,non dietro una tastiera a casa propria. Un lavoro che sifa sul campo e al telefono e non con il traduttore diGoogle. Bastasse saper mettere in fila le lettere dell’alfa-beto per fare il giornalista! Quanti di quelli che parlanodi atletica sono iscritti all’Ordine? Quanti si muovono inquesto un mondo da abusivi? Per non dire di certi sedi-centi “uffici stampa” gestiti dai personaggi più improba-bili. Abbiamo visto circolare il comunicato di una garainternazionale impreziosito dalla mancanza di ben 15accenti (qualcuno in rete si è preso la briga di contarlitutti), abbiamo letto che nella nazionale italiana under23 di mezza maratona corre un fantomatico campionemondiale juniores.Caro Babbo Natale, regalami il gioco del piccolo giorna-lista, oppure regalalo tu direttamente a chi ben sai.Chissà che non si convincano che giornalisti non sinasce ma si diventa. Mettetevi il cuore in pace, aspirantiinformatori e addetti stampa, cambiate mestiere. Op-pure decidetevi a diventare veri giornalisti: scoprireteche è una cosa seria.

Whereabout? - Visto che 26 atleti italiani hannocontravvenuto alla norma stabilita dalle federazione,per evitare ogni e possibile problema, scrivo il mio whe-

reabout di dicembre, o era quello di novembre? Oquello ancora del prossimo gennaio? Fate voi…Lunedì: (Milano). Allenamento mattutino ai piedi delMonte Stella km 8. Pomeriggio: visita alla Basilica delDuomo, aperitivo in C.so Vittorio Emanuele.Martedì: (Cremona). Visita alla zia Maria, influenzata.Nel pomeriggio cinema.Mercoledì: (Tagliacozzo/AQ). Visita al santuario congiro sulla pista sconsacrata di 399 metri.Giovedì: (Milano). Riposo. Esami del sangue presso cli-nica “Tutto contro il doping”.Venerdì: (Milano). Allenamento nel tardo pomeriggiocon partenza e arrivo al Campo XXV Aprile, seguito inbicicletta dal mio tecnico (Roberto Roccia) ex impie-gato di banca, ora personal trainer dopo aver presoparte a un corso per corrispondenza: “Scopri il tecnicoche c’è in te”. Il coach mi ha incitato lungo il percorsocon urla e strepiti e nei momenti in cui diminuiva il miofurore atletico, suonava l’armonica a bocca.Sabato: (Milano). Prima del test di efficienza, di relaxcon lettura del libro “Per Amore, storia di Carolina Ko-ster”. Scritto da Gaia Piccardi e Andrea Pasqualetto.Domenica: (Milano): Test di efficienza sui 10 km. Anelloattorno al Campo XXV Aprile, di 2 km da ripetere 4volte (una mi è stata abbuonata dal mio tecnico). Foltapresenza di pubblico, persone scese in strada ad ap-plaudirmi, la speaker Rosanna Massari (scelta per avervinto il corso “speaker dello sport”), che illustrava lemie caratteristiche tecniche. Presenti i giornalisti (Gaz-zetta dello Sport e Corriere della Sera con gli “inviati”Valerio Piccioni e Marco Bonarrigo direttamente daRoma), e Raisport sul posto con il Marco Fantasia, checome sempre, dava l’impressione di essere passato di lìper caso. Risultato: sono efficiente!! Senza la lettera ddavanti.

Record da annullare - Qualche lettore ci ha accu-sato, si fa per dire, di aver scritto in una zona poco visi-bile dell’ultimo numero di Trekkenfild la querelle su AS.Inutile stare a scrivere chi sia ormai, tutti sanno chi è ilpersonaggio in questione. Allora riscriviamolo con ca-ratteri più grandi:

Poiché lo stesso Alex Schwazer dichiara diavere assunto sostanze dopanti in occa-sione delle gare di Lugano (record italianodella 20 km) e di Dudince (record della 50km) avvenute nel 2012, per quale motivo laFederazione non cancella questi primati?

L a p a g i n a d e l M a g o T r e k k e n f i l d

13 dicembre, giorno di gara, il sole s'è nascosto dietroscenari di nuvole e la temperatura s'è abbassata. Ilvento è cessato quasi del tutto, ma c'è ancora il verdedei prati così come ci sono le bandiere e gli atleti allepartenze e quando prima dell'avvio delle gare risuona laMarsigliese, l'inno nazionale francese, un brivido correper tutto l'ippodromo e i pensieri volano là, a quel re-cente giorno parigino, funesto e inenarrabile, e allorac'è come un ideale abbraccio generale tra tutti gli uo-mini e tutte le donne presenti. La giornata poi, per ifrancesi, è speciale perchè è giorno delle votazioni re-gionali. Così è in questo clima che poco dopo prendonoavvio le gare.Si comincia con le junior donne. Il terreno si presentapressochè perfetto con svariati dossi artificiali. La tem-peratura è di 13°, la percentuale di umidità è del 77%, imetri da percorrere 4157, 82 le atlete alla partenza.Lotta serrata, ma potrebbe essere diversamente? Fin-chè a tagliare il traguardo è la tedesca Klosterhalfenche rifila 4” alla britannica Knowles e 8” alla connazio-nale Reh (4a nel 2014). A squadre primeggia la Germa-nia con 20 punti sulla Gran Bretagna (40 punti) e sullaDanimarca (62 punti). L'Italia è solo settima con 150punti (crepi l'avarizia!) ma migliora di una posizionequella ottenuta nella precedente edizione. La miglioreazzurra è la Fantinel con un buon 15° posto a 37”, l'ul-tima italiana è Erica Lapaine a 2'33”. Ci si aspettavaqualcosina di più dalla Ciappini (a 1'38”). La ragazzadel CSI Morbegno, candidata per il titolo di AtletaLombarda Under 20 dell'Anno, è stata terza a marzo nelcross tricolore juniores di Fiuggi e sesta ai Mondiali dicorsa in montagna disputati in settembre a Betsw inGalles. Si prosegue con gli junior uomini (5947 metri). Festa az-zurra doveva essere e festa azzurra è perché Yemane-berhan Crippa bissa il trionfo del 2014 nella bulgara

Samokov e perché la squadra s'aggiudica l'argento (e faniente se l'anno scorso si mise al collo l'oro). Yeman, unsicuro talento – nato in Etiopia nel '96, dal 2003 in Italia,tradotto, il suo nome vuol dire “Braccio destro di Dio” –non fa che confermare le previsioni: troppo forte il ra-gazzo per essere smentite. Dopo un avvio prudente in-nesta la quarta (o la quinta? o la sesta?) e s'invola.Niente da fare per nessuno, tanto meno per lo svizzero

Avete in mente quella bellissima canzone intitolata Douce Francecantata da Charles Trenet? Ebbene chi arrivava dal freddo (2 gradi)e dalle nebbie milanesi e lombarde avrebbe potuto cantarla a suavolta. Sì perché alla vigilia del 22° Europeo di cross la giornata,anche se un po' ventilata, era soleggiata e la temperatura si aggiravasui 16/17 gradi. Con quel sole nell'Hippodrome du Var di Hyères(Provenza-Alpi-Costa Azzurra) tutto era una festa tra il verde deiprati, le bandiere che garrivano, gli atleti che si allenavano.

Dolce Francia

Yeman Crippacon il tricolore.In copertinaCrippa mentrebissa ilsuccesso aiCampionatieuropei di cross2015.(FotoColombo/Fidal).

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Wanders, alla vigiliauno assai quotato (fi-nisce 12° a 24”).Nelle ultime battute ilfrancese Palcau ri-duce da 11” a 6” il di-stacco, e lo riduce a7” anche lo spagnolo Lahoufi,3°, ma Yeman controlla tran-quillo. «Perché riuscisse a pren-dermi avrei dovuto mettermi acamminare! Non avevo dubbisulla mia vittoria» dichiara.L'argento a squadre è merito,oltre che di Crippa, di Ettaqy(5°), di Riva (10°) e di Giaco-bazzi (13°). Bouih termina 18°e Chiappinelli 20°. Mentre unsoddisfatto Giacobazzi con-ferma l'intenzione di dedicarsialla maratona già dal prossimoanno, Chiappinelli, che zoppicavistosamente, è il ritratto delladelusione ma anche della rabbia: travolto alla partenza,è ripartito praticamente tra gli ultimi. Arrivare 20° vuoldire aver compiuto un'impresa. Resta – naturalmente alragazzo soprattutto – l'amaro in bocca perché se (vabeh, coi se e coi ma non si fa la storia...) non fosse ca-duto, forte com'è, l'oro, perso per soli due punti dallaFrancia, sarebbe stato a portata di mano. Deve aversputato sangue per fare quel recupero. Onore al merito.È la volta della under 23 donne (5947 metri). E qui perl'Italia viene il bello, cioè il bronzo con 82 punti propi-ziati dal 7° posto della Del Buono, dal 18° della Santi,dal 23° della Martinetti e dal 34° della Bertoni (35a laPapa, 38a la Oggioni). Indubbiamente positiva la provadella Del Buono che dopo i noti mesi fisicamente trava-gliati è ormai in fase di completo recupero: rimasta conle prime fino a tre quarti di gara, difende a denti strettila posizione. Alla fine si dichiara contenta. Sabato 12 di-cembre era il giorno del suo 21° compleanno e regalopiù bello non poteva farselo. Auguri, Federica! Da ricor-dare che il 22 novembre scorso la vicentina, quest'annobronzo nei 1500 agli Euroindoor di Praga, aveva gareg-giato su questo stesso percorso, limitato però a quattrochilometri, battuta solo dalla 26enne britannica Twell.Da notare pure che alla vigilia aveva lamentato un dolo-rino a un ginocchio. Per la cronaca a vincere in volata èla belga Carton, 2a a pari tempo l'olandese Vastenburge 3a la serba Terzic. A squadre: 1a la Gran Bretagnapunti 41, 2a la Francia punti 71 e 3a, come visto, unagrande Italia. E pensare che nel 2014 la squadra non funemmeno presente! Tocca agli under 23 uomini (8087 metri). Vince il britan-nico Davies. A 3” giunge lo spagnolo Mayo e a 7” il te-

desco Petros. La classifica per nazioni vede al primoposto la Spagna con 39 punti, al secondo la Gran Breta-gna con 41 e al terzo la Francia con 59. L'Italia è quartacon 77 punti. Nel 2014 non riuscì nemmeno a classifi-carsi perché arrivarono al traguardo solo in tre (28° EdDerraz, 41° Quazzola, 44° D'Onofrio) essendosi ilquarto componente, Nekagenet Crippa, ritirato. Que-st'anno ottimo il 6° posto del tenace Lorenzo Dini. 18° èQuazzola, 24° Maestri (che di nome fa Cesare propriocome il celebre scalatore), 29° Aouani e 34° il fratellodi Yema, Nekagenet, nemmeno quest'anno in gran gior-nata. Ritirato Rachik per un acuto quanto improvvisodolore a un polpaccio dopo che fino a metà gara erastato in prima linea.È il momento delle senior donne (8087 metri). Pronti,via! Dopo poche centinaia di metri la favorita è già intesta. Le altre 68 concorrenti la rivedranno al tra-guardo. Lei è l'olandese Sifan Hassan, 22 anni, d'origineetiope. Nel suo palmares brillavano già tre ori. Con que-sto di Hyères gli ori sono quattro! A 8” la britannicaAvery e a 10” la norvegese Grovdal. A squadre dominala Gran Bretagna (33 punti) seguita dalla Francia (78punti) e dall'Irlanda (83 punti). L'Italia (118 punti)conferma il 5° posto del 2014. Le nostre ragazze: 19aInglese, 26a S. La Barbera, 36a Tschurtschenthaler, 37aBressi, 44a Dossena e 47a la 35enne Dal Ri. Federica havirtualmente indossato la fascia di capitana della squa-dra con un passaggio simbolico dal marito che capitanotra gli uomini lo è stato a lungo. Il nome del marito, oggiassente: Gabriele De Nard, 39 anni, 17 presenze aicross Europei. E per concludere senior uomini (10117 metri). E qui è

Yeman Crippa (aterra) festeggiatodal compagnoEttaqy, quinto altraguardo.(FotoColombo/Fidal).

uno spettacolo nello spettacolo. Se c'è un favorito tra ifavoriti questo è il keniano Kaya, nel 2010 naturalizzatoturco, secondo nell'Eurocross 2014, alla partenza congià nel carniere sei medaglie d'oro conquistate in variecategorie e in varie specialità. Attacca subito in par-tenza e fa il vuoto. Poi rallenta e si lascia raggiungeredallo spagnolo Bezabeh già vincitore di questi campio-nati nel 2009 e nel 2013. I due fanno corsa a sé. Dietroannaspano. Bezabeh conduce per tutta la gara col turcoa ruota. Sembra sapere che intanto contro quel diavolorosso non potrà far nulla, quindi vale la pena tentare diconquistare il secondo posto. E così succede: nell'ul-timo giro Kaya gira la manovella e si invola. Rifila 11”allo spagnolo, secondo, e ben 31” al terzo, lo spagnoloMechaal. Questi 11” sono il maggior distacco tra ilprimo e il secondo di tutte e sei le gare a conferma diuna superiorità assoluta. A squadre non c'è storia:vince la Spagna con 14 punti, seconda la Francia con35 e terza la Gran Bretagna con 78. Da rilevare che glispagnoli hanno finito con l'occupare il secondo, il terzo,il quarto e il quinto posto! L'Italia non riesce a confer-mare il bronzo di Samokov ma è comunque buonaquarta con 99 punti. I protagonisti azzurri: Gerratana(22°), Nasti (23°), Razine (24°), Bamoussa (30°), Sa-lami (53°). Ritirato Toninelli. Per l'Italia, tutto sommato, bilancio positivo. Di questitempi ce n'era bisogno. Il presidente Giomi, attorniatodai suoi ragazzi, sventola una bandiera e sorride.

Ennio Buongiovanni

Buone festeEccoci con l’ultimo Trekkenfild dell’anno. Un re-galo per chi ci segue. Dopo quasi trenta numerisappiamo che i nostri lettori non sono pochi e diquesto ne andiamo fieri. Nessun aiuto, nessunosponsor, nessun editore. Sono stati sufficientiquelli che abbiamo avuto in passato. Scriviamo,raccontiamo cose che magari da altre parti, specienei quotidiani, è abbastanza difficile leggere, nonsiamo e non vogliamo essere un sito web, ce nesono a iosa, dove uno copia l’altro specie nei com-menti di gare, e di idee e se ne vedono davveropoche se non quelle di una continua e disperatalamentazione. A noi “atletici” piace moltissimo fu-stigarci in riva al fiume, più o meno è semprestato così e di mutamenti non ci pare di coglierne,almeno a breve. Adesso ci si deve battere per laquestione dei ragazzi chesono inadempienti alwhereabouts, poi do-vremo discutereper la nazio-nale euro-pea equellaolimpica,infine, cre-deteci, labattaglia piùgrossa saràquella del prossimo quadriennio. Già si vede unoscintillar di lame, di grandi proponimenti, poi ilprossimo vincitore…Ci sentiamo in dovere di ringraziare anche gliamici che in questi numeri hanno scritto per Trek-kenfild, ovviamente tutto gratis, con un soloscopo: amare e raccontare la nostra disciplina. Inquesto numero troverete una sorta di specialeHyères per il Campionato Europeo di cross, vistoda diverse angolature, un inciso a lettere grandi,un whereabouts doveroso, si sa mai che lo chie-dano anche a noi e una letterina a Babbo Natale,anche perché siamo stanchi di vedere circolarepersonaggi che con il nostro mondo non hannomolto a che vedere: i cosiddetti “millantatori” o,come dicono a Roma i “cazzari”.Buone Feste!

Walter Brambilla e Daniele Perboni(come sempre in rigoroso ordine alfabetico)

L’olandese SifanHassan,campionessaeuropea seniores2015.(Foto Colombo/Fidal).

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Z affate di odor di sugo investonoi presenti sulla pista dell’ippo-dromo di Hyères. Siamo alla vi-

gilia degli “Spar European Crosscountry Championships”. Gruppi diatleti si allenano o provano il per-corso. Altri assembramenti parlot-tano, guardano i cronometri, sisalutano. Squadre di operai sono an-cora al lavoro per allestire la zonapartenza. È tutto in movimento. Sifanno le prove generali della presen-tazione con i cartelli delle squadre.Gli organizzatori sembrano in ri-tardo sui tempi. Non è così. La mat-tina dopo tutto sarà pronto apuntino. Anche il mega schermodove seguire le gare che, inevitabil-mente, si perderanno di vista data

l’ampia superficie di gara. Solo lospazio dedicato ai “media” sembraangusto. Ma solo per la stampascritta, come al solito trascurata.Tanto i giornali stanno perdendosempre più importanza. Chi se nefrega se fra qualche anno scompari-ranno. Le notizie viaggiano sulweb… A parte il “Trio Lescano” par-tito da Milano, con il cuore in mano(squallidissima rima…), di giornali-sti italiani non ne abbiamo avutosentore alcuno. Va bene ugual-mente. Ci divertiremo. Lo sappiamo.Il nostro Giovannino (bis, bis, bis,nipote fasullo del più conosciutoconte Giacomo Taldegardo France-sco di Sales Saverio Pietro Leo-pardi) non vede l’ora di salutare

qualche atleta. L’altro coéquiper no-stro ha fretta di “sentire” la nouvellevague del mezzofondo nostrano Fe-derica Del Buono. Finalmente tro-viamo tutti e possiamo rilassarci.Anche il presidente Giomi sembratranquillo. L’ambiente tutto, nono-stante la recente bufera doping estrascichi vari, appare sereno. Sepoi sotto sotto cova qualcosa non èdato sapere e noi non abbiamo in-tenzione di soffiare sul fuoco o sca-vare oltre. Siamo qui per divertirci.Accidenti se lo faremo.Ore tredici: conferenza stampa conla presenza, fra gli altri, del presi-dente della Federazione EuropeaSvein Arne Hansen. Tradizionevuole (così almeno sostiene il vecio

Walter) che venga presentata l’edi-zione del prossimo anno. Niet. Gliorganizzatori italiani (che poi sa-rebbe la Fidal) se ne stanno rinta-nati nelle loro camere. Il passaggiodi consegne avverrà alla fine dellegare. Cerimonia semplice semplice epoi tutti a casa…Domenica 13 dicembre. Mattina.Due ore prima del via siamo sulposto belli e pimpanti. La salastampa è già affollata. Come previ-sto ci daremo di gomito. I vetrichiusi fanno da serra. Almeno il wi-fifunziona che è un piacere, anche senon ci servirà a molto. L’addettostampa della Fidal pesta sui tasti delcomputer. Concentrazione massima.Deve aggiornare tutto e tutti. Il

mondo atletico italiano pende daisuoi posti, dai suoi twit, dai suoiframe. È attrezzato alla grande, contelecamera, microfono e cavalletto.Dopo uno scivolone su Ernesto Ca-lindri qualche anno fa, ora possiamopromuoverlo. Pronti, partenza via. Le gare si sus-seguono senza perdita di tempo.Alla fine si finirà nei tempi previsti:cinque ore per sei gare, compresele cerimonie di apertura e chiu-sura. Gli organizzatori provvedonoanche a rifocillarci. Cosa non certoscontata. Solitamente sono solo iVip ad essere riforniti di ogni con-forto. L’ippodromo può contenerefino a 10.000 spettatori, di cui due-mila seduti, al suo interno contadue ristoranti e ha una capacità ditremila posti auto. Niente male…Numeroso il pubblico (Settemilaspettatori, 12 euro il biglietto d’in-gresso, 10 il ridotto). Sinceramentepensavamo di trovarne di più. Maquesta è anche terra di grande

rugby. Tolone si trova a una man-ciata di chilometri e nel pomeriggioè in programma una partita diCoppa con una squadra irlandese,il Leinster, finita con la vittoria deipadroni di casa (24-9). Insomma,quasi come vedere Juventus-Bar-cellona. Non per nulla il Tolone havinto il campionato francese 2013-2014 e le ultime tre edizioni dellaCoppa Europa di rugby… Confessoche anche noi un pensierino lo ab-biamo fatto. Alla fine, comunque,la passione per questo sport haavuto il sopravvento. Piccole note statistiche. Più di quat-trocento (419) gli atleti arrivati di32 federazioni diverse. La Gran Bre-tagna ha dominato il medagliere con9 “ciondoli” (tre ori, quattro argentie due bronzi), seguono Spagna (6),Germania (4), Francia (6), Italia (3,1 oro, un argento e un bronzo),Olanda (2), Belgio, Turchia, Dani-marca, Irlanda, Norvegia e Serbia.

Daniele Perboni

Si balla al ritmo delle percussioniall’ippodromo di Hyères(Foto Colombo/Fidal).

Quel sugo alla bolognese

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euro 840! A ogni buon contoAlessio ci trova un hoteldella catena Ibis. Ma mentresta per cliccare la prenota-zione tutto sfuma. Riprova,questa volta va meglio: l’-hotel Portalet dice ok.Prezzi modici. Dove sitrova? In centro. Altrastrada e il navigatoreva in palla e giriamo avuoto per oltre 45 mi-nuti. Fermiamo trepersone, che nonriescono a spiegarcinulla. Altro stopdavanti a un bar.Strada piccola indiscesa. Chiedoa qualcuno di lorodi accompagnarci a questo ma-ledetto hotel, che pare sia vicinissimo. Unodi questi prende una moto, ci fa cenno di seguirlo e ciporta nei pressi. Non si può arrivare vicino, è in zona pe-donale. Però capiamo dov’è. Lasciamo Daniele alla guar-dia dell’auto con le luci dello stazionamento acceso sullestrisce pedonali. Ennio e il sottoscritto troviamo l’in-gresso. Buio, un antro triste, che incute paura. Ci ri-corda i film di Alfred Hitchcock come Psyco ad esempio

con il pazzo che cerca di ac-coltellarti sulle scale. Tra l’al-

tro (sono le otto di sera)stava chiudendo… Il gestore ci

consegna un paio di chiavi e sene va. Le camere sono al se-

condo piano, scala ripidissima inlegno, la hall non esiste, se non

qualche tavolo che serve per lacolazione del mattino (carissima),

una porta a vetri che dà sulla stradaha un vetro rotto e riparato con un

cartone. Camere vecchissime, bagnianni trenta, ma caspita c’è il wi-fi.

Siamo sfiniti! Dopo 4 ore di ricercasiamo finiti in una spelonca. Affamati

usciamo a cercare un ristorante. Sce-gliamo il più vicino. Carino, non molto

affollato. «Avez vous reversez? Malheu-reusement pas». Allora fuori! Non c’è

posto. A fianco una brasserie completa-mente vuota. Ci hanno accolto a braccia

aperte! E ci mancherebbe! Ci siamo seduti eEnnio ha esclamato: «Sembriamo tre alluvionati che al-loggiano in una spelonca». Dargli torto? Tralascio ilresto, come la visita nella boulangerie il giorno dopo.Cosa non si fa per il cross! Ah dimenticavo: il prossimoanno tutti a Chia (Sardegna), offre Magnani.

Walter Brambilla

Dove si trova Hyères? In Francia nella regione Provenza –Costa Azzurra. Finalmente un cross in riva al mare. Chebello! Se si esclude Albufeira in Portogallo nel 2010, èsempre stato difficile trovare una località dove non si pa-tissero freddo e vento. Hyères coincide con la mia diciot-tesima presenza agli Europei di corsa campestre iniziatanel lontano 1996 a Charleroi in Belgio. Battuti tutti, com-preso il capitano Gabriele De Nard che forse intendevachiudere la carriera dopo diciassette presenze in azzurro,tutte sui prati. Non voglio tergiversare, il mio compito sulnumero di fine anno di Trekkenfild è cercare di farvi sor-ridere. Noi invece, alluvionati nella spelonca, più avantispiegheremo il perché, abbiamo smoccolato e tanto.Comincio con il racconto. Almeno un mese prima, il sot-toscritto con il condirettore Daniele Perboni, ha preno-tato, anche per conto del “sommo” Ennio Buongiovanni,un hotel sul mare della cittadina francese. Via internet“évidemment”, con pagamento alla consegna, cioè nonanticipato con carta di credito. Una doppia e una singolaper chi è solito declamare, avete già capito chi sia tra noitre! Tutto ok, tralasciamo l’hotel dell’organizzazione, mi-gliore quello scelto da noi a due passi dall’Ippodromo,dove si svolge la manifestazione. Si parte il venerdì e sitorna la domenica, appena terminata la gara. Controllo ilnumero di chilometri e a spanne sono circa 450 da Mi-lano, non da Vigevano, dove abita Daniele. Venerdì 11febbraio sulla pianura lombarda incombe il solito neb-bione. Daniele accoglie il sottoscritto ed Ennio con cap-pellino di lana in testa… da Vigevano si parte verso il soledella Riviera. I raggi ci raggiungono subito dopo Genova,un paio di soste e il navigatore che ci conduce, definitodal mitico scrittore Michele Serra nel suo ultimo libro

“Ognuno potrebbe” con il seguente termine «quella granfiga che ho in macchina». Spiego meglio: la voce che t’in-dica le strade è femminile e se lo scrive Serra, perché nonlo posso usare pure io?Si arriva verso le quattro del pomeriggio sulla costadella Provenza, gradi circa quindici, tutto procede per ilmeglio. Ma il fato (la sfiga) è in agguato. Il navigatorenon ci conduce all’hotel prenotato, ma a un condominiodel centro storico abbarbicato sui dei dolci pendii cheaveva lo stesso nome. Chiediamo in giro e un poliziottoin auto ci dice che si trova completamente dalla parteopposta, a circa 7 km sul mare. Niente di male. La no-stra voce narrante è andata letteralmente in confusione.Troviamo l’Hotel Mediterranèe dopo aver notato chealtri alberghi sono chiusi. Infatti… anche il luogo del no-stro alloggio era desolatamente fermè pour l’hiver. Dopoqualche minuto di costernazione, un imbianchino chestava mettendo il bianco in uno degli hotel chiusi ci con-siglia una sorta di residence non molto distante. En-triamo, ci viene offerta una stanza a tre letti. In realtà,oltre alla puzza di fumo, la stanza è di 10 metri quadri eil terzo letto è per un bimbo piccolo. Rinunciamo. Pensae ripensa telefoniamo a Sant’Alessio (Giovannini) che sitrova con la nazionale all’Hotel Belambra Club Les Cri-ques. Il bello è che nessuno sa dove si trovi. Ci spiega iltutto un benzinaio. Il centro, aperto solo per il cross,ospita tutte le squadre e le delegazioni, si trova in fondoa una striscia di terra di oltre otto chilometri diretta-mente sul mare. Arriviamo e sono circa le sei. È buio. Il-luminazione quasi inesistente. Sant’Alessio, che avevaprovato a cercarci due camere, era stato costretto a bat-tere in ritirata dopo le nostre parolacce, visto il costo:

Alluvionati nella spelonca

La squadra juniores, terza. Da sinistra:Yohanes Chiappinelli, Said Ettaqy,Alessandro Giacobazzi, Pietro Riva,Yassin Bouih e Yeman Crippa(Foto Colombo/Fidal).

Federica DelBuono, settimanelle Under 23.Sopra unpassaggionell’ippodromo(FotoColombo/Fidal).

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Le ragazze Under23, terze asquadre. Dasinistra: SilviaOggioni, IsabellaPapa, FrancescaBertoni, ChristineSanti, Federica DelBuono e CostanzaMartinetti

Sotto i duejuniores SaidEttaqy (a sinistra),quinto e PietroRiva, decimo(FotoColombo/Fidal).