Cos'é la lettura per Walter Siti - La Stampa 21.06.2013

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  • 7/28/2019 Cos' la lettura per Walter Siti - La Stampa 21.06.2013

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    GLI STREGATI

    Preferiscoilibri

    maledetti

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    Odio il lieto finepreferisco i librimaledettiNonhomai letto per passare il tempo:WalterSiti concludelaserie dei finalistidello Stregaalle prese con la lettura

    WALTER SITISEGUEDALLAPRIMAPAGINA

    Non ho mai letto per pas-sare il tempo, nemme-no da piccolo: in casanon cerano libri se nonquelli di un cugino, pi

    grande dime disetteanni,che sog-giornava da noi mentre faceva ilginnasio. Cos mi eccitavo con gli

    sbudellamenti dellIliade, i cervellicheschizzavano sulle ruote; fincheun giorno mi capit tra le mani unlibriccino dove si raccontava di uncommesso viaggiatore cheal risve-glio si scopriva trasformato in unenorme insetto; avevo solo otto an-ni, mi svegliavo di notte gridando.Se proprio ci devessere un libro inun film, preferisco i libri maledetti,quelli da cui si prende ispirazioneperi delittiseriali. Per me leggerestato sempre un acquisire cogni-zione del male.

    Che pu essere anche morbido,divertente, che conosce opposizionieroiche e tortuosit proteiformi:prendere cognizione del male prendere cognizione del mondo. La

    bont, la vera bont che agisce, sosolo ammirarla da lontano; nei libricerco la nenia che incanta il malecon la bellezza. Ho imparato a me-moria molti versi e ancora adessome li recito prima di dormire, comeuna preghiera. Dante soprattutto,ma anche Baudelaire e Pascoli,e Pe-

    trarca e Montale.Poici sono lepoesie

    che fatico a imparare a memoria per-ch le capisco poco: Hlderlin, Man-delstam, Celan, la Rosselli. Ma mipiace lo stesso leggerle perch miconducono su una soglia dove intui-sco possibilit tanto pi affascinantiquanto pi ignote, possibilit umanema non solo. La lingua affare degliuomini ma offre possibilit combina-torie che alludono a un Oltre, da dovepiove (vocabolo dantesco) nei cer-

    velli disposti allascolto.Non sono un lettore forte, so-

    prattutto adesso che ho molto da fa-re; maa dir laveritnonlosonostatonemmeno da ragazzo, ero distrattodal dovere di essere primo a scuola.Conla narrativa, peresempio, nonso-nodi quelliche leggonotuttigli ultimiamericani, i cinesi appena sdoganati,i baltici cupi e i malinconici bulgari;sono un vecchio chesi rilegge i classi-ci (mipiace molto rileggerli insieme auna persona che amo e che non li co-

    nosce: come fare un viaggio, o unaconversazione intima, insieme). Pur-troppo il mestiere che ho scelto mispinge a leggeregiudicando e cercan-do di imparare, il che naturalmentetoglie molto al piacere. Mi capitaspesso di notare qualcosa che io nonavrei fattoo un giocotecnicoche valela pena di appuntarsi.

    Sono pi libero quando leggo lasaggistica, soprattutto non lettera-ria: sucomesi comportano glianima-li, per esempio, o su com compostoluniverso. Uno dei periodi pi belli di

    lettura risale a una fuga da Pisa (persquallide ragioni sentimentali) in unalbergo di Lucca dove nessuno pote-

    va rintracciarmi e dove stavo chiusotutto il giorno: alternavo laStoria del-le credenze e delle idee religiosedi Elia-de ai romanzi di Agatha Christie enon sapevo quale dei due fosse leva-sione. Lo stesso m accaduto con laTrilogia della Fondazione di Asimov,lho letta appassionatamente senzasentirmi intrattenuto neanche unpo: il suo Mutante mi dava da pensa-re quanto Macbeth. Non ho mai letto

    (a mia vergogna)I tre moschettierie diSalgariho avutonotiziadiscutendo latesi di laurea di un mio studente.

    Il vero regalo quando un libronuovomi fadimenticareil mio(e puredel suo autore)mestiere: quando par-te il mondo alternativo, aprendomi latesta e portandomi vicino alle lacri-me.Se lautore contemporaneo, e seperun caso fortunato capita chelo co-nosca almeno di striscio, gli scrivosfi-dandoogni pi elementare opportuni-t, sento lobbligo di ringraziarlo pernon avermi fatto uscire nemmeno per

    un minuto dalla beata tranceconosci-tiva. Non vero quel che dice Proust,che il lettore, quando legge, soltan-to il lettore di se stesso: molte voltemi sono innalzato leggendo e sono ri-caduto al mio livello dimenticandoquel che avevo letto; ma le macchineche mi fanno fare il salto, cos dense ecoerenti, qualcuno le ha costruite emerita la mia gratitudine. (Poi natu-ralmente ci sono gli infiniti libri che tiarrivano a casa, ma l pi che di lettu-ra questionedi legittimadifesa).

    Dallaltro lato dellabarricataAbbiamo chiesto ai cinque finalisti del premio Strega 2013 di

    raccontare sulla Stampa che cosa per loro stare dallaltro lato

    della barricata, ossia non latto di scrivere ma quello di leggere.

    Dopo Alessandro Perissinotto (domenica), Paolo Di Paolo

    (marted), Romana Petri (mercoled) e Simona Sparaco (ieri), la

    serie si conclude oggi con Walter Siti, che nel romanzo Resistere

    non serve a niente (Rizzoli) indaga mutazioni e abissi della

    contemporaneit raccontando il collasso finanziario e morale

    dellOccidente.

    Dapiccolomieccitavocon

    glisbudellamentidellIliade,i cervellicheschizzavanosulleruote; fincheungiornomicapittralemaniLametamorfosidiKafka:misvegliavodinottegridando.Permeleggeresemprestatounacquisirecognizionedelmale

    Walter Siti,66 anni, finalistadel premio Stregacon il romanzoResisterenon servea niente (Rizzoli)

    LETTURE