Corso di Sistemi organizzativi complessi a.a. 2010-2011 Prof. Renato Fontana.

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Corso diSistemi organizzativi complessi

a.a. 2010-2011

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Il cambiamento organizzativoAnalisi e progettazione

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Il concetto di organizzazione

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Che cos’è un’organizzazione

• Un’organizzazione è un’entità collettiva dotata di qualche formalizzazione costituita per raggiungere fini.

• La tipologia dei fini e il livello di formalizzazione rappresentano le due variabili che distinguono un’organizzazione da altri sistemi sociali.

• Esistono tre diverse accezioni del termine “organizzazione”.

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Prima accezione

• Un’organizzazione è un soggetto collettivo riconoscibile all’esterno come attore del sistema economico, giuridico, sociale o politico.

• Comprendere l’identità e la tipologia a cui appartiene un’organizzazione è il primo step dell’analisi e della progettazione organizzativa.

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L’organizzazione come soggettoLe tipologie organizzative

• In letteratura si distinguono varie tipologie organizzative in base:

– all’attività svolta (Istat);– al tipo di autorità che ne legittima il governo (Weber);– al tipo di potere (Gouldner);– alle funzioni prevalenti (Parsons);– al beneficiario (Blau);– al potere e alla partecipazione (Etzioni);– al sistema di produzione (Woodward);– al grado di comprensione e controllabilità dei processi

(Perrow);– all’ambiente esterno (Lawrence e Lorsch).

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Seconda accezione

• Un’organizzazione si definisce in base all’attività organizzatrice, ossia agli atti compiuti per passare da uno stato di disordine ad uno di maggior ordine.

• Organizzare significa portare a unità elementi diversi.

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L’attività organizzatrice

• I parametri per descrivere l’attività organizzatrice sono quattro:

– il contesto;– le dimensioni;– i criteri di prestazione e gli obiettivi;– l’attività delle persone.

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L’attività organizzatriceIl contesto

• Il contesto comprende lo studio di tre fattori (le 3T):

– la tecnologia;– il tempo;– il territorio.

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L’attività organizzatriceLe dimensioni

• Le dimensioni dell’attività organizzatrice sono quattro (le 4C):

– la cooperazione;– la comunicazione;– le conoscenze;– la comunità.

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L’attività organizzatriceI criteri di prestazione

• L’attività organizzatrice si svolge rispetto a criteri di prestazione per valutarne l’azione:

– efficienza: rapporto tra risultati e costi;– efficacia: raggiungimento di un obiettivo.

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L’attività organizzatriceGli obiettivi

• Gli obiettivi che un’organizzazione si prefigge sono di 3 tipi:

– obiettivi tecnici;– obiettivi economici;– obiettivi sociali.

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L’attività organizzatriceGli universi delle attività

• Le attività svolte dalle persone si collocano all’interno di cinque universi dell’attività organizzatrice:– universo fisico;– universo operativo;– universo procedurale;– universo degli impegni;– universo decisionale.

L’attore è sempre implicato in dimensioni multiple.Gli universi del lavoro sono molto diversi per i lavori operativi e

per quelli intellettuali.

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Terza accezione

• Un’organizzazione si definisce in base alla sua struttura che può essere:– formale (studio di norme, regole, organigrammi,

mansionari, ecc.) – latente (studio delle comunità di lavoro, delle

relazioni di cooperazione, della comunicazione e delle conoscenze).

• Un’organizzazione è un artefatto socio-tecnico, composto da elementi eterogenei che interagiscono tra loro (obiettivi, persone, tecnologie, processi, ecc.).

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Il sistema organizzativo

Un sistema organizzativo è un’unità definitada fini/obiettivi, risorse, configurazioni che le

consentono di sviluppare il controllo e lapromozione di attività e processi specifici,

sottratti al controllo di altri.

• Esso è composto da:– obiettivi e prestazioni;– risorse;– configurazione organizzativa.

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Il cubo organizzativo

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Obiettivi e prestazioni

• Gli obiettivi e le prestazioni possono essere:– tecnici;– economici;– sociali.

• Le prestazioni sono il grado e il modo con cui gli obiettivi vengono raggiunti.

Le organizzazioni sono quello che fanno

e come lo fanno

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Risorse

• Le risorse possono essere:– finanziarie;– fisiche;– umane.

• Al contrario di quanto affermava Dahrendorf, la scuola socio-tecnica sostiene che non è possibile capire i rapporti sociali senza studiare le risorse tecnologiche e i processi produttivi su cui i processi sociali in parte si fondano.

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La configurazione organizzativa

È l’insieme degli elementi stabili chedefiniscono le regole con cuil’organizzazione opera (ossia

“l’organizzazione” vera e propria).

• Essa comprende:– processi;– compiti;– ruoli;– sistema sociale;– cultura;– … e le relazioni di tali fattori tra loro e con il mondo

esterno.

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I processi• Miller e Rice definiscono il processo come “una

trasformazione o una serie di trasformazioni che hanno luogo sull’oggetto dell’attività funzionale di un sistema, come risultato del quale l’oggetto viene cambiato nella sua posizione, forma, misura o in qualche altro aspetto”.

Il processo è una sequenza di eventiadeguatamente concepiti, concretamente realizzatied efficacemente controllati che convertono input

in output e conducono al raggiungimento degliscopi dell’organizzazione al soddisfacimento dei

bisogni degli utenti/clienti.

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Le attività lavorative

Sono le fasi in cui il lavoro necessario

viene configurato esattamente disaggregato

per svolgere un determinato processo in un

determinato modo.

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Coordinamento e controllo

I sistemi di coordinamento e controlloservono a definire con quali logiche, regole

e tecniche si configurano i modi disincronizzazione degli eventi, di

assegnazione delle risorse a soggetti, attori,di allocazione delle attività ai sistemi

tecnologici, come si stabilisce cosa viene prima ecosa dopo, come si prevede ciò che deve

succedere.

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Le microstrutture

Le microstrutture sono composte da tutti gli

elementi in grado di realizzare i processi

operativi (reparti, uffici, negozi, ecc.).

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Ruoli e professioni

Il ruolo è ciò che ciascuno fa in vista di un

risultato funzionale, nelle sue relazioni con

gli altri, all’interno di un determinato contesto

tecnico-organizzativo.

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I sistemi di gestione

• I sistemi di gestione del personale comprendono:– contratti;– orari;– retribuzioni;– sistemi di compenso;– modelli di selezione;– formazione;– relazioni industriali;– …

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La macrostruttura

Le macrostrutture organizzative rendono

visibili le gerarchie mediante organigrammi e

funzionigrammi.

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Sistemi di regolazione e strutture latenti

• Fanno parte dei sistemi di regolazione e delle strutture latenti:– la cultura organizzativa;– le comunità di pratica e professionali;– l’interazione tra organizzazione e sistema

sociale;– i sistemi di senso.

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Una definizione di organizzazione

L’organizzazione è il modello delle

relazioni normative, tecniche,

procedurali, sociali, valoriali,

comunicative stabilite intenzionalmente

da/fra gli uomini per agire in modo

adeguato a raggiungere i fini.

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La successione

dei modelli organizzativi

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I principi del taylorismo

• Trovare il modo migliore (la one best way): solo lo studio scientifico dei processi e dei metodi di lavoro può definire la modalità con cui il lavoro va fatto;

• mettere le persone giuste al posto giusto: per ogni lavoro vanno scelte persone con caratteristiche adatte;

• controllare, premiare, punire: il controllo serviva ad assicurarsi che il lavoro venisse svolto adeguatamente, gli incentivi, invece, a premiare chi lavorava al di sopra degli standard;

• impiegare organismi di staff per pianificare e controllare: il management doveva impartire istruzioni e controllare la corretta applicazione delle procedure e dei metodi di lavoro determinati dagli staff specializzati.

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Uomo e lavoro nell’OSL

• L’individuo e il suo compito rappresentano la base essenziale di un’organizzazione.

• L’individuo è un’estensione della macchina.• Gli individui e i loro compiti sono collegati tra loro dai

supervisori.• L’organizzazione può impiegare qualsiasi mezzo per

imporre comportamenti adeguati ai dipendenti.• Il frazionamento dei compiti serve a diminuire i costi del

lavoro.• Le esigenze della tecnologia sono più importanti di

quelle degli individui.• L’OSL non è soggetta a giudizi di valore.

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Limiti dell’OSL

• Rigidità del sistema produttivo e lentezza dei processi decisionali Vs condizioni di contesto ambientale e di processo variabile.

• Elevati costi di coordinamento e controllo.• Incapacità di far fronte alle eccezioni causate

dall’irresponsabilità degli operai.• Scarsa capacità di trattamento delle informazioni.• Scarsa motivazione, scarso commitment del personale

ed alta conflittualità sociale che limitano i livelli di qualità e produttività.

• Insufficiente orientamento al mercato e al cliente.

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Declino del taylor-fordismo

• Durante gli anni Settanta si assiste al declino del taylor-fordismo e alla nascita di nuove forme organizzative non gerarchiche.

• In particolare si assiste allo sviluppo di “imprese a rete” e di “reti di impresa”.

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Le nuove forme organizzative

• Quattro sono le dimensioni fondamentali che accomunano le nuove forme organizzative (modello delle 4C):– la cooperazione autoregolata e condivisa;– la condivisione delle conoscenze;– la comunicazione;– lo sviluppo di comunità all’interno delle organizzazioni.

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La configurazione organizzativa

Approfondimenti

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I processi

• Possono essere suddivisi per:– Classi.– Tipi di attività.– Livelli di formalizzazione più o meno elevati.

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I processiLe classi

• Esistono diverse tipologie di processi:– Processi primari: riguardano il raggiungimento dei fini

primari dell’organizzazione e la soddisfazione delle esigenze dei clienti/utenti finali.

– Processi di supporto: sono funzionali alla realizzazione del processo primario.

– Processi di coordinamento, controllo e integrazione: hanno la funzione di definire fini, obiettivi e strategie e di controllare attività e risultati.

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• Le attività prevalenti all’interno di un processo possono essere:– di trasformazione: sono utili a convertire l’input in

output e si distinguono in attività• manifatturiere• di servizio• di elaborazione professionale;

– di coordinamento e controllo;– di mantenimento e innovazione del sistema

tecnico, organizzativo e sociale.

I processiTipi di attività

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• La struttura delle attività è relativa alla qualità, quantità e distribuzione delle diverse tipologie di compiti presenti in un processo.

• La qualità indica la tipologia di attività prevalente o l’insieme di attività che caratterizzano il processo.

• La quantità delle attività riguarda:– tempi di lavoro– carichi di lavoro– frequenza delle operazioni

• La distribuzione attiene all’allocazione delle attività:– nel tempo– nelle varie sedi– nelle diverse fasi del processo– in base alle tecnologie e metodologie disponibili

Le attività

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Variabilità delle attività• Si distingue tra:

– attività definite, con poche eccezioni caratterizzare da ruoli definiti, lavoro standardizzato, procedure fisse (catena di montaggio);

– attività definite, con molte eccezioni o varianze, ossia incidenti, errori, imprevisti che vanno controllati e studiati;

– attività non definite, con molte eccezioni: la difficoltà consiste nel definire bene il processo. In queste attività prevale la professionalità della persona.

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Il sistema di coordinamento e controllo

• Il suo scopo è la sincronizzazione degli impegni, delle azioni e del prodotto delle singole azioni in modo che la realizzazione complessiva corrisponda alle attese.

• È fondato sulla collaborazione che può essere di tipo:– operativo;– informativo;– creativo.

• Ulteriori aspetti su cui fondare l’analisi e la diagnosi del sistema sono:– l’autorità e la responsabilità;– la natura delle procedure;– la fonte del controllo.

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Le microstrutture

• Le microstrutture sono le organizzazioni operative che hanno il compito di “fare le cose”.

• I criteri per la determinazione delle microstrutture si distinguono nelle seguenti tipologie:– su base numerica;– su base temporale;– per prodotto/tecnologia;– funzionale;– per area geografica.

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Le microstrutture

• A partire dagli anni Cinquanta, in alternativa a quello taylorfordista, emergono nuovi paradigmi di organizzazione del lavoro.

• Per la scuola sociotecnica il sistema sociale diviene una delle componenti strutturali dell’organizzazione: le persone e le relazioni che esse costruiscono diventano il perno intorno a cui ruotano le nuove forme di lavoro.

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La lean production

• Il modello della produzione snella scardina molti dei principi del taylorfordismo, distinguendosi anche dalla tradizione socio-tecnica.

• I principi su cui essa si basa sono:– il just in time;– il kaizen.

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Unità di processo e team• Per unità di processo si intende un insieme di strutture di

lavoro flessibili e parzialmente autoregolate che operano stabilmente nella realizzazione di un processo o sottoprocesso di produzione o servizio (isole, process team, case team…).

• Si definiscono team le diverse forme di gruppi di lavoro e di strutture orizzontali centrate su processi e su programmi che, diversamente dalle unità di processo, sono temporanee e variabili. Ne esistono di tre tipi:– strutture temporanee per il miglioramento continuo (circoli

di qualità, gruppi di problem solving, ecc.);– comunità professionali e di pratica;– organizzazioni temporanee centrate su progetti e

programmi.

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Ruoli e professioni• Il ruolo è l’elemento di congiunzione tra l’organizzazione e la

persona ed è un insieme di compiti e responsabilità sui risultati.• Il modello della professione è quello che meglio descrive

l’evoluzione del lavoro nelle moderne organizzazioni.• Le professioni sono caratterizzate da:

– responsabilità sul risultato verso terzi;– impegno a produrre valore all’utente finale;– uso di conoscenza basate su discipline scientifiche;– formazione certificata;– riferimento a comunità professionali extra-aziendali;– sviluppo di deontologie, comportamenti e valori che

sostituiscono norme e fonti estrinseche di regolazione del lavoro.

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Le professioni• La progettazione di nuovi sistemi di professioni è insieme un

sistema di gestione e sviluppo delle risorse umane e un sistema di produzione e offerta di servizi.

• Le professioni aziendali sono microunità organizzative idonee a sviluppare con autonomia processi di innovazione, produzione e consegna di prodotti e servizi.

• Il sistema professionale è dato da tre componenti:– il sistema di rappresentazione dei ruoli ascritti e agiti;– il sistema di broad professions;– il sistema di formazione/riconocimento delle potenzialità

delle persone.

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Le macrostrutture

• La struttura organizzativa definisce e rappresenta l’allocazione del potere e dell’autorità in un’organizzazione e si manifesta attraverso:– organigrammi, funzionigrammi;– disposizioni organizzative;– ordini di servizio;– schemi e assetti organizzativi.

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Le macrostrutture

• Esistono tre tipologie di strutture organizzative:– la struttura gerarchico-funzionale;– la struttura divisionale;– la struttura a matrice.

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Struttura gerarchico-funzionale

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Struttura divisionale per prodotto

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Struttura divisionale per processo

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Struttura divisionale per area

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Struttura a matrice

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Qualità della vita e del lavoro

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Modello tradizionale Vs modelli nuovi

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Organizzazione e comunità

• A partire dalla crisi del taylorforismo le comunità cominciano a svilupparsi all’interno delle organizzazioni.

• Oggi le comunità sono sostenute e potenziate dalle nuove tecnologie e, in particolare, dagli strumenti di social networking.

• Una comunità di lavoro è una struttura sociale che implica:– un comune sentimento di partecipazione;– interessi condivisi e mediati;– obiettivi e risultati comuni;– valori condivisi;– lealtà multiple ai processi, alle professioni,

all’organizzazione;– appartenenza alla comunità locale e a una professionale.

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Sistemi di regolazione e strutture latenti

• A partire dagli Anni ’40 si sviluppa all’interno delle teorie organizzative un nuovo paradigma, quello dei sistemi naturali.

• Esempi di strutture di regolazione sociale latenti, naturali e lasche che reggono le comunità di lavoro sono:– i modelli di cooperazione;– le istituzioni;– i sistemi socio-tecnici;– la cultura organizzativa;– le tecnologie della cooperazione;– le interfacce uomo-computer;– i sistemi di senso;– le comunità professionali e di pratica;– il knowledge management e il CRM.

• Tali componenti danno vita ad un’organizzazione composta da diversi strati coesistenti di burocrazia e comunità.

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Progettazione delle organizzazioni e innovazione

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Il modello GICS

• GICS sta per Gestione dell’Innovazione e del Cambiamento Strutturale (change management strutturale).

• Tale modello permette di supportare sia la pianificazione che la progettazione del miglioramento del sistema organizzativo, sia i processi sociali del cambiamento ad esso associati.

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• L’obiettivo del GICS è di innovare e di far accadere le cose.

• Tale metodologia:– crea cooperazione;– genera il supporto del vertice su chi è impegnato

nelle operation;– suscita nei manager delle operation feedback

rivolti al vertice.

Il modello GICS

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• Il modello GICS non si basa sull’idea che bisogna prima pianificare, poi progettare e infine sperimentare ma può partire da qualsiasi punto di tali processi.

• Esso si fonda sull’apprendimento dall’esperienza accumulata in una sorta di “memoria del sistema”.

Il modello GICS

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Il modello GICS

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• I punti di partenza di un progetto di change management possono essere:

• la fase di analisi;• la fase di progettazione.

Il modello GICS

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Fase di analisi• Strutture formali:

– organizzazione formale legale;– organizzazione formale;– organizzazione tecnica.

• Strutture latenti:– processi sociali;– cultura istituzionale;– sistemi socio-tecnici;– tecnologie di supporto al lavoro;– comunità professionali;– comunità di pratica;– sistemi di relazioni, KM, CRM.

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Fase di progettazione

• Solitamente vanno riprogettati:– i processi fondamentali;– i processi di pianificazione e controllo;– i sistemi tecnologici;– le strutture organizzative;– la policy di sviluppo del personale.

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Modello GICS

• Il change management strutturale coinvolge le seguenti attività di gestione dei processi sociali:– gestione del campo organizzativo;– monitoraggio;– partecipazione e coinvolgimento attraverso

l’apprendimento collettivo.

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Il caso Cerestar

• Cerestar è una impresa specializzata nella manifattura del mais.

• Il progetto STS (sociotechnical system) viene sviluppato tra il 1985 e il 1990 con l’obiettivo di ridisegnare l’organizzazione sulla base dei team, dei processi e dei ruoli.

• Il progetto riguarda gli impianti di Castelmassa e Krefeld.

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Gli obiettivi• I principali obiettivi da raggiungere sono:

– ripensare la strategia produttiva ed organizzativa;

– cambiare il modello organizzativo.

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Il ridisegno organizzativo

• Alla base del ridisegno organizzativo vi sono tre concetti:– la struttura;– l’organizzazione;– la qualificazione sostanziale.

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La struttura

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L’organizzazione del lavoroe la qualificazione sostanziale

• L’organizzazione è basata su ruoli integrali: ogni persona risponde di obiettivi individuali e collettivi (elevato livello di intercambialità, cooperazione, comunicazione e presa di decisione).

• Ognuno avrebbe dovuto sviluppare al massimo le proprie capacità in modo da dar vita ad una sorta di quasi-professione.

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Tipi di sistemi

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Dal dipartimento al sistema di processo

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Risultati

• Ecco i maggiori risultati raggiunti mediante il progetto STS:– aumento dell’outcome (incremento del 27%);– riduzione del personale (171 perone in meno).

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Analisi e progettazione

delle reti organizzative

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Le reti organizzative

• Il concetto di rete identifica un sistema di relazioni tra attori.

• Nelle nuove organizzazioni hanno un ruolo strategico:– la leva delle conoscenze;– la leva delle relazioni con i clienti;– la leva dell’asset configuration.

• I processi si sviluppano attraverso reti di telecomunicazione e in particolare sul web, ma gli attori che le presentano, le gestiscono e le usano sono persone vere.

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L’organizzazione a rete

• Pichierri definisce l’organizzazione-rete come un modello stabile di relazioni cooperative tra attori individuali o collettivi che costituisce un nuovo attore collettivo.

• Si distinguono:– organizzazioni a rete naturali;– organizzazione a rete governata.

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Organizzazione a rete naturale• È un sistema di riconoscibili e multiple connessioni

e strutture entro cui operano imprese o unità organizzative di imprese e amministrazioni, ossia nodi ad alto livello di autoregolazione, capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni o di risultati condivisi.

• Le organizzazioni a rete naturale sono caratterizzate da:– valorizzazione;– processi;– nodi vitali;– legami;– strutture multiple;– proprietà operative.

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Organizzazione a rete governata

• Un’organizzazione a rete governata è caratterizzata da soggetti individuali o collettivi, privati o pubblici, che oltre ad agire come una rete naturale provvedono anche a progettare, gestire e mantenere tale sistema.

• Esempi di organizzazione a rete governata sono le grandi e medie imprese che attivano processi di esternalizzazione, decentramento, terziarizzazione, outsourcing.

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L’impresa rete

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Tipologia

• Esistono quattro tipi di impresa rete:– impresa verticalizzata,– impresa divisionale,– impresa transazionale– impresa rete.

• L’impresa rete è la più composita delle strutture: è contemporaneamente un mercato, una struttura gerarchica, una rete informativa, un sistema sociale, un clan, una struttura politica. Inoltre, ha qualche forma di governance.

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Impresa rete

• In base al sistema di controllo si distinguono quattro tipi di impresa rete:– impresa rete a base gerarchica;– impresa rete a centro di gravità concentrato;– impresa rete con centri di gravità multipli;– impresa rete senza centro.

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Componenti dell’impresa rete• Una impresa rete è composta da:

– nodi (o sistemi): entità orientate ai risultati, autoregolate, che cooperano tra loro e interpretano gli eventi esterni. Possono essere interni o esterni all’impresa.

– connessioni fra nodi. Ne esistono di diversi tipi, tra cui: connessioni burocratiche, transazioni economiche, informazioni formalizzate, regole e pratiche della cooperazione, canali e forme di comunicazione, scambi di conoscenza.

– struttura: è data dalla configurazione dei nodi e delle connessioni. Ne esistono di vari tipi: struttura gerarchica, struttura operativa, struttura informativa, comunità di lavoro, mercato, clan, sistema politico, parentela, etnia.

– sistemi operativi, come il linguaggio, il sistema di progettazione, pianificazione e controllo delle risorse, sistemi di incentivazione, sistema di governance.

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Reti di organizzazioni e di persone

• Sono strutture estremamente visibili nei contesti molto innovativi.

• I nodi sono costituiti da organizzazioni ad elevata intensità di persone (reti di persone) legate fra loro da connessioni.

• Il sistema di governo complessivo è un’arena in cui si svolgono interazioni di una molteplicità di persone.

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Organizzazione a rete: nuova definizione

Organizzazioni a rete sono quelle struttureorganizzative in cui vasti processi formalizzati e

non formalizzati attraversano i confini di unasingola organizzazione e delle loro articolazioni

interne, in virtù dell’azione convergente di più attorio soggetti organizzativi, dando luogo in qualchemisura e per qualche tempo a un attore collettivonuovo che opera con strutture regolative formali

e/o latenti.

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La progettazione congiunta di strategia, tecnologia,

organizzazione nell’impresa rete governata

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Strategie

• Nell’impresa rete si decentra e si centralizza contemporaneamente.

• L’autonomia dei singoli sottosistemi organizzativi non si oppone all’esistenza di un coordinamento e controllo di sistema.

• Coesistono controllo gerarchico, influenza e potere, relazioni negoziali, autonomia.

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Organizzazione

• L’opposizione tra organizzazioni economiche e società si pone in termini diversi per tre motivi:– i nodi dell’impresa rete sono sia le imprese e le

organizzazioni economiche che le istituzioni e le persone;– le forme di connessione sono contemporaneamente

economiche, sociali e organizzative;– il processo di valorizzazione riguarda insieme redditività e

socialità.

• Le dimensioni culturali e simboliche dell’organizzazione contano in misura sempre maggiore.

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Tecnologie • Nelle imprese rete risulta fondamentale il ruolo svolto

dalle ICT.• Le agenzie strategiche nascono, si rafforzano o declinano

nella misura in cui sono capaci di usare le tecnologie ICT.• Innovare vuol dire dotarsi di tecnologie e sistemi

informativi che integrino gestione, produzione e logistica, di informatica per la comunicazione e a supporto delle professioni.

Le tecnologie dell’informazione e della conoscenzasono l’infrastruttura più importante

dell’impresa rete.

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Persone

• Alle persone vengono richiesti livelli nuovi di competenza:– saper cooperare;– saper risolvere problemi;– saper apprendere;– saper innovare;– saper controllare i processi.

• La professione diventa un nodo della rete.• La professione può essere svolta in azienda, ma non è

dell’azienda.• Strategica diventa la longlife education.

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Management

• Nelle imprese rete il management deve possedere quattro competenze:– saper dar vita a sistemi organizzativi e saperli

mantenere vivi;– saper interagire e gestire le connessioni;– saper progettare e gestire strutture complesse;– conoscere tecniche di gestione moderna

(marketing, gestione del personale, controllo, pianificazione).

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Le reti di imprese

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Distretti industriali

• Si tratta di imprese indipendenti che producono prodotti-servizi tipici o parti dello stesso prodotto-servizio.

• Beccatini definisce il distretto industriale come “un’entità socio-territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in un’area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali”.

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Small firms networks

• La crisi dei tradizionali modelli di impresa concentrata si spiega attraverso tre teorie:– la specializzazione flessibile;– la crisi del capitalismo;– l’inefficacia organizzativa.

• Perrow, ritenendo inadeguate tali spiegazioni, conia l’acronimo SFN (Small firms networks) per indicare reti di imprese basate su proprietà di funzionamento specifiche che si sviluppano in determinati settori e in determinati contesti culturali. Esse non includono tutte le piccole imprese, né tutte le reti organizzative.

• Negli SFN i produttori, i fornitori e i clienti cooperano tra loro.• Gli SFN rappresentano un modello molto attuale: esse

possono reggere transazioni, informazioni e comunicazioni via web e si identificano con un sistema di produzione di fiducia.

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• Gli SFN hanno caratteristiche che la grande impresa non ha:– diffusa distribuzione del potere;– riduzione dei livelli gerarchici;– più equa distribuzione della ricchezza degli

imprenditori;– forte legame con le istituzioni del governo locale.

Small firms networks

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I cluster• A differenza del distretto industriale, il cluster ha un nucleo

territorialmente localizzato e risorse e servizi offerti sia da reti originate sul territorio che si estendono oltre di esso, sia da reti di imprese e organizzazioni originate altrove ma che hanno localizzazioni sul territorio.

• All’importanza della prossimità geografica si aggiunge quella della prossimità strategica.

• In alcuni casi, medie imprese eccellenti svolgono un ruolo di regia e attivazione di reti internazionali di imprese che cooperano e competono e che si distribuiscono parti di catena del valore crescenti.

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Sviluppare e progettare reti organizzative

• È possibile progettare e gestire il passaggio da una rete naturale a una rete governata se:– esiste una agenzia strategica in grado di avviare

progetti di cambiamento del sistema produttivo e sociale sul territorio;

– la rete è in condizione di controllare la rete del valore, gestire i processi di rete, generare nodi vitali, attivare connessioni di rete, sviluppare strutture composite e coesistenti, sviluppare un sistema di governo.

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Il caso della progettazione

di una grande impresa rete

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Obiettivi del progetto

• Gli obiettivi del progetto sono:– conseguire competitività strutturale;– ottimizzare processi trasversali alle funzioni e alle imprese;– rendere efficace e visibile la rete dei processi;– portare i processi nella testa delle persone;– potenziare la rete del valore.

• Il modello dell’impresa rete è servito per riprogettare la catena del valore e i processi, i nodi, le connessioni, le strutture e le proprietà operative, nonché il sistema di governance.

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Principi progettuali

• I principi progettuali identificati sono due:– superare i limiti dell’impresa classica con nuove forme di

impresa a costi più bassi e in grado di valorizzare le risorse del sistema;

– esternalizzare processi non strategici.

• In base a tali principi furono individuati tre criteri di valutazione della convenienza della esternalizzazione/internazionalizzazione/terziarizzazione:– criterio strategico;– criterio economico;– criterio organizzativo.

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• È l’architettura organizzativa a focalizzare la strategia dell’impresa rete attraverso la cooperazione di organizzazioni autonome (l’organizzazione determina la leva strategica).

• È il profilo strategico ad ampliare i confini dell’organizzazione dell’impresa rete (la strategia determina la leva organizzativa).

• L’impresa rete implica l’adozione di strumenti direzionali nuovi in grado di governare l’intera rete.

• Nel modello proposto, gestire strategie e organizzare sono due facce della stessa medaglia.

Il modello dell’impresa rete