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1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI Roma 9-10 novembre C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 6 crediti (+3 crediti Laboratorio Prof. Di Nicola) Polanyi,Castells e Gruppi di lavoro E-mail: [email protected] Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: 06 49918375/6- ricevimento giovedì 11.30-13

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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI

Roma 9-10 novembre C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 6 crediti (+3 crediti Laboratorio Prof. Di Nicola)

Polanyi,Castells e Gruppi di lavoro E-mail: [email protected] Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: 06

49918375/6- ricevimento giovedì 11.30-13

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Polanyi K., 1974 (ed. or. 1944), La grande trasformazione, Einaudi

Testo interdisciplinare, tra la storia, l’economia la sociologia e antropologia

Capovolge l’idea che la società di mercato sia il punto di approdo naturale della società umana→ estrema artificiosità di un’economia sottratta al controllo sociale e destinata a chiudersi con una crisi violenta

Società di mercato innaturale (≈ eccezionale) rispetto alla storia precedente (occidentale e non), ma un mercato regolato è più utile della pianificazione socialista

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Il mercato del lavoro, della terra e della moneta sono artificiali

Non sono merci perché non sono stati prodotti per essere venduti

la terra è solo un altro nome per natura lavoro = attività umana che si accompagna

alla vita stessa → la sua trasformazione incide sulle relazioni di parentela e vicinato

Moneta è un simbolo del potere d’acquisto

Eppure questi 3 “mercati” artificiali sono ambiti necessari all’economia di mercato→ ma non possono essere lasciati a se stessi, pena la distruzione della società

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I danni di una fede cieca nel progresso spontaneo

Tale fede ha accompagnato l’industrializzazione, come emerge dalla storia della rivoluzione industriale inglese↓

Tra gli interventi in controtendenza →legge delle 10 ore di lavoro del 1847 in GB opera di reazionari illuminati

Tale rivoluzione avviene nel contesto della pace dei 100 anni (1815-1914) ↓

1. equilibrio di potere tra le grandi potenze→ cade con la guerra

2. Base aurea internazionale → finisce con la crisi del ‘293. Mercato autoregolato e stato liberale a livello

nazionale → finisce col fascismo o socialismo e provoca la grande crisi

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Il mercato autoregolato è un’uto-pia: la grande crisi ne è il frutto

E’ impossibile autoregolare i mercati a livello internazionale → infatti i singoli stati tra il 1879 e il 1929 seguirono politiche protezionistiche + tentativi di guidare la moneta centralmente senza riuscire a controllare la finanza internazionale

Durante e dopo la crisi vi furono governi popolari o reazionari fino alla guerra

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La libertà in una società complessa

“La debolezza congenita della società del XIX secolo non consisteva nel fatto che era una società industriale, ma che era una società di mercato” (Polanyi, 1944, p.313)

Lavoro, terra e moneta vanno tolti dal mercato → la loro regolazione non mina la libertà ma spesso la estende↓

cambiamenti interni ai paesi, ma anche nelle relazioni tra paesi che possono essere di cooperazione, anziché essere egemonizzate da poche grandi potenze

la scoperta della società è l’ancora della libertà → è il riconoscimento di un limite che come quello della morte ci fa più maturi e veramente liberi

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Il ruolo dell’Europa in un momento di grande cambiamento mondiale

Europa: un’identità da rafforzare secondo la proposta di Castells del 2000

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Una trilogia per comprendere la società come sistema complesso: economico, dei gruppi sociali e entità politiche

Castells M, La nascita della società in rete, Egea, 2002 (ed or.1996)

Castells M,Il potere delle identità, Egea, 2003(ed. or.1997

Castells M, Volgere di millennio, Egea, 2003 (ed or. 2000)→ Europa un’identità da rafforzare

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Castells: un autore molto particolare

Respinge la cultura postmoderna per il suo nichilismo intellettuale,

scetticismo sociale e cinismo politico.

Crede nella razionalità, nel potere liberatorio dell'identità che non

deve essere ostaggio del fondamentalismo.

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Cenni sul metodo di Castells: uso di molte fonti statistiche confermate

col metodo della triangolazione fonti di osservazione e idee sono il più

possibile diversificate dato che viviamo in un mondo multiculturale

bibliografia solo quella indispensabile poiché l'obiettivo è solo suggerire ipotesi

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La nuova società (post-fordista)

Per Castells è un cambiamento epocale: nasce la società in rete, che altri chiamano società della conoscenza ( o capitalismo cognitivo)

Obiettivo→ conoscere il mondo partendo dalle tecnologie, ma sapendo che la ricerca dell'identità ha un potere pari al cambiamento tecnologico

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Ultimo quarto sec. XXRistrutturazione del sistema

capitalista

Nascita del sistema informazionale in Usa tramite Internet→ invenzione militare per mantenere la comunicazione in caso di guerra nucleare tattica maoista di guerriglia dispersa in un vasto territorio

Internet si è sviluppato in California sotto influssi liberal

Tardiva perestroika dello statalismo

Implosione URSS↓

se la perestroika di Gorbaciov avesse funzionato ora il mondo sarebbe diverso

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Sviluppo e trasmissione delle informazioni sono fonti basilari di produttività e potere

In genere è organizzata secondo la logica a rete

L'informazione è determinante in tutte le società:

Ad es. l'Europa medievale unificata dalla scolastica

come la società industriale presenza dell'industria

Società informazionale società dell'informazione

Nella società informazionle

l'informazione è centrale nei settori dominanti:

economico e militare, come negli oggetti della vita quotidiana

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Castells Volgere di millennio Articolato x aree geografiche → problemi

↓ ↓

Europa centro orientale → Crollo dell'URSS→ crisi dello statalismo industriale

Africa + ghetti americani → 4° mondo o buchi neri del capitalismo

America Latina e Russia → meccanismi di accumulazione e dipendenza dalla criminalità

globale

Asia →4 tigri, sol Calante e Cina →stato e globalizzazione

UE→ stato a rete, identità

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Castells Europa: stato a rete identità e globalizzazione

Guerre tra Europei fin dal 1000 con un picco con le 2 guerre mondiali con l'unificazione fine di tali guerre?

3 fasi critiche anni '50 Ceca Mercato comune Carbone e Acciaio +

1957 CEE di 6 paesi 1981 ammissione Grecia + Spagna e Portogallo 1986 +

Atto unico per un mercato realmente unificato nel 1992 (nel frattempo fine guerra fredda e unificazione 2

Germanie) 1991 trattato di Maastrict moneta unica europea

patto di stabilità e crescita ricalca criteri Fmi ( non + del 3% di debito pubblico)

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L'integrazione europea

è reazione al processo di globalizzazione ma anche la sua espressione più avanzata L'unificazione ha 2 problemi: globalizzaz. dell'economia Identità etniche/culturali Vi è già un intreccio inestricabile di ricerca produzione e distribuzione nella Triade Possibile accordo futuro tra dollaro, euro e yen contro movimenti finanziari destabilizzanti

Multietnicità e multicultu-ralismo innescano xenofobia, specie se ci sono manipolazioni demago-giche, proprio quando l'universalismo europeo è al suo punto più alto

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Cittadini ostili all'unificazione

perché i politici la presentano come adeguamento alla globalizzazione economica (con i corollari della flessibilità del lavoro e riduzione stato sociale) Forti restrizioni ai movimenti di persone per desiderio della Ue di società culturalmente ed etnicamente omogenee, più che negli Usa

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anni '90, relativa stabilità

Anche se declino della competitività europea per - mercati di beni e servizi non completamente

unificati - imprese europee producono in Asia e Usa e

viceversa globalizzazione è fatta da tali movimenti più che da un mercato globale unificato

+ globalizzazione e interdipendenza dei mass media + crescita della criminalità globale coordinamento polizie e mandato di cattura europeo

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identità europea

Servono forme di identità - non basate sulla nazione (Francia) o - sull'unità linguistica (2 Germanie), ma sull'articola-

zione di questi principi con Internazionalizzazione economica e decentramento a

livello di città e regioni o di reti di città e/o regioni

-Difesa dello stato sociale più difficile per riduzione base occupazionale e contributiva, ma indispensabile

la globalizzazione non è inesorabile la lotta tra potere dei flussi e delle identità è aperta ( anche un campionato europeo, anziché nazionale di calcio potrebbe essere utile)

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Lo stato a rete L'Ue è organizzata come una rete che comprende la condivisione delle risorse e delle sovranità, più che il trasferimento di sovranità ad un'istanza superiore non soppianta gli stati, ma è strumento per la loro sopravvivenza.

Vale il principio di sussidiarietà

le istituzioni Ue prendono solo le decisioni che i livelli di governo più basso non sono in grado di intraprendere comitato di 222 governi regionali e locali di tutti i paesi Ue organo consultivo + espressioni culturali che collegano orizzontalmente tali regioni

condivisione dell'autorità (uso legittimo della violenza in ultima istanza) lungo gli snodi di una rete dalla Germania, potenza economica egemonica alla Gran Bretagna e Francia potenze militari, etc.

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Identità europea o progetto europeo?

Identità indispensabile all'unificazione potrebbe essere costruita a complemento delle identità nazionali locali identità progettuale programma di obiettivi sociali e istituzionali condivisi Libertà, eguaglianza, fraternità, difesa del welfare, della solidarietà sociale, dell'occupazione e dei diritti dei lavoratori, attenzione ai diritti umani universali e alla condizione del 4° mondo

a ciò che esprimono gli attori sociali che si oppongono alla globalizzazione economica, senza regredire nel comunitarismo identitario

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Da Mahastrict alla strategia di Lisbona: sviluppo umano e investimento nella società della conoscenza

Trattato di Mahastrict 1991 parla già di un Europa che punta ad investire nella società della conoscenza

Strategia di Lisbona del 2000, rilanciata nel 2005, ritiene cruciale l’investimento in formazione e ricerca, per

affrontare le sfide della globalizzazione economica, riuscire a mantenere il welfare tramite l’aumento dei

tassi di occupazione, specie femminile.

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Come l’Italia si è rapportata alla strategia di Lisbona

2006 primo rapporto sullo stato di attuazione della strategia (18/10/2006) ritiene l’istruzione elemento fondamentale per migliorare la qualità del lavoro e combattere l’esclusione sociale→ necessità di investire in capitale umano, migliorando la qualità dell’istruzione

2007 (30/10) necessità di rilanciare la ricerca notando che l’Italia è agli ultimi posti con 3 ricercatori per 1000 lavoratori mentre la media Ue e di 6 x1000→ piano straordinario di assunzioni di + 1600 ricercatori universitari + 600 negli Enti di Ricerca + FIRST fondo investimento ric. scientifica e tecnologica

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2008 il piano italiano di attuazione di Lisbona è contraddittorio:

da un lato nota che abbiamo un basso tasso di diplomati, in particolare nel sud, che da 75 dovrebbe arrivare all’85%, da l’altro lato dice che spendiamo troppo

da un lato dice che c’è scarsa qualità e dall’altro pensa di ottenerla aumentando il numero di studenti per docente

cerca di giustificare il basso numero di ricercatori dicendo che la nostra piccola industria non la fa

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Ma a livello mondiale ciò che rende civile un paeseè il benessere della popolazione che non include solo la disponibilità di reddito, ma le condizioni di vita→ Indice di sviluppo umano dell’Onu.

L’istruzione è un valore in sé: uno strumento per partecipare alla vita politica, sociale ed economica, accedere alla sanità, diminuire le discriminazioni di genere. Secondo Sen lo sviluppo richiede un incremento delle capacitazioni; in tale incremento l’istruzione gioca un ruolo centrale perché avvia un circolo virtuoso che permette di migliorare le condizioni di vita e contrastare il problema della sovrappopolazione

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La nuova strategia Europa 2020 (del 2010): OBIETTIVI PRINCIPALI

tasso di occupazione popolazione 20 - 64 anni dal 69% al 75%;

investire il 3% del PIL in R&S, migliorando nel settore privato

definire un nuovo indicatore dei progressi in innovazione;

– ridurre tasso abbandono scolastico al 10% (è 15%) portare la quota della popolazione 30-34 anni in

possesso di un diploma universitario dal 31% ad almeno il 40%;

– ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 o del 30%,

portare al 20% la quota di energia rinnovabile nel nostro consumo finale di energia e migliorare del 20% l'efficienza energetica;

– ridurre del 25% il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone

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CRESCITA INTELLIGENTE SOSTENIBILE INCLUSIVA

Intelligente→ innovazione, istruzione, società digitale

sostenibile→"Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse” modernizzando il nostro settore dei trasporti. Una politica industriale per l'era della globalizzazione"

inclusiva→OCCUPAZIONE E COMPETENZE LOTTA ALLA POVERTÀ

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Buoni propositi, ormai spariti?

Se ne tiene conto, quando si fanno proposte contro la crisi?

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parte seminariale sulla crisi

La crisi del debito in Asia e America Latina e precedentemente nei paesi più poveri del Sud del mondo (Stiglitz)→già svolta da Russo

I perché della crisi in Usa e Ue (Stiglitz, Bancarotta →Ferrazzani Finanzcapitalismo di Gallino un approccio sistemico I perché della crisi attuale in Europa Dalla crisi finanziaria a quella economica e politica,

dello stato sociale e della democrazia I risvolti ambientali dell’attacco ai beni comuni

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A1 I perché della crisi attuale in Europa

Dibattito la rotta d’Europa su sbilanciamoci.org aperto da “Le crisi senza Unione” di R. Rossanda a luglio

Pianta: I perche della crisi (analisi storico politica della Ue) Ragozzino :le 3 europe con cui fare i conti

1. Ripartiamo dai princìpi di Francesco Ciafaloni (Angelisanti)2. Kaldor :Europa, la crisi dalle molte teste(Murillo)

3. Crisi in Europa e Usa. Se una marziana ci visitasse... di Grazia Ietto-Gillies (Matteini)

4. Lo stato dell'Unione, tra mercato e democrazia di Claudio De Fiores (Sabatini)

5. Avanti tutta per l’europa verde di Sergio Andreis (Sanseverino?)

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A2 Che fare1. Solo un Leviatano può salvarci di Gianni Ferrara → Giorgio M 2. Per una comunità europea dei beni comuni di Riccardo Petrella

→Pontarollo3. L’impossibile ritorno al mondo di prima di Roberto Schiattarella

→ Amianto4. Corsa alle scialuppe di salvataggio: l’euro ce l’ha fatta? di

Immanuel Wallerstein → Yu5. L'Europa salvi l'Europa di Stefano Fassina→. Barrassi 6. Il diritto al default come contropotere finanziario di Andrea

Fumagalli →Sannini

L’Europa che c’è, e la politica per cambiarla di Monica Frassoni L'Unione che serve. Intervista a Giuliano Amato di

Rossana Rossanda Se fosse l'Europa a battere moneta. Davvero di Isidoro Davide

Mortellaro

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B1 politica

1. Questa crisi è un'occasione di Fausto Bertinotti→ Scozzi

2. La Grande Crisi, l’Unione europea e la Sinistra di Felice R. Pizzuti → Scialanca

3. L’idea di Europa fra utopia, realismo e lotta di Sergio Cesaratto → Manna

Cambiare strada per un’altra Europa di Roberto Musacchio

Europa, la politica che manca di John Palmer

Quando l’Europa ha svoltato a destra di Bengt-Åke Lundvall

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B2 Intrecci politica economia

Pareggio di bilancio, maneggiare con cura di Paolo De Ioanna→ Cepa

1. L'uscita dall'euro prossima ventura di Alberto Bagnai → Rodriguez

2. Avanti tutta. Per l'Europa verde di Sergio Andreis → Romano

3. Merkel-Sarkozy: un vertice contro l’Europa di Alfonso Gianni → Rotiroti

4. Se la politica si riprendesse la moneta di D. Palma, P.Leon, R. Romano, S. Ferrari →Zollo

5. I veri creditori siamo noi di (***) →Serra Cassano

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B3Economia e finanza

Le tre Europe con cui fare i conti di Guglielmo Ragozzino Bowling Europa: gli stati birillo sotto l'attacco del pensier

o unico di Guido Viale

Se il paradiso fiscale è l’Europa di Andrea Baranes

Gli europei e il ritorno al protezionismo. Intervista a Philippe Murer di Anna Maria Merlo

1. Se governa la finanza. Intervista a Giorgio Lunghini di redazione → Fiorito?

2. Gravemente instabile. L’Europa della finanza di Vincenzo Comito → Russo

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C Società e democrazia

1. Europa, occupiamo lo spazio comune di Ugo Mattei →Tarquini2. Grande Europa, grandi disuguaglianze di Maurizio Franzini

→Passeri3. Movimenti e democrazia. Le piazze dell'Unione di

Donatella Della Porta →Verasani

4. La difficile Europa della democrazia partecipata di Laura Balbo →Sisti

5. Germania: un’isola felice che sente l’assedio di Ulrike Guérot →Ardizzoni

6. Un contratto sociale per gli indignados d'Europa di Nicola Melloni →Scherillo

7. All'Europa serve un "new deal" di classe di Riccardo Bellofiore →Zitani

8. Europa: l’eclisse della ragione e della democrazia di Sergio Bruno → Patente

9. Oltre l’euro di Claudio Gnesutta

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3 nuovi gruppi

A. I perché della crisi + che fareB. Politica + Intrecci politica ed

economia + economia e finanzaC. Società e democraziaSi estrae da ciascun articolo quali sono

considerati i problemi principali eQuali sono le priorità?

che fare?→ → → ↗ chi deve intervenire?

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Traccia di lavoro

Istituzioni europee

Moneta finanzaeconomia

Differenze tra paesi/ cittadini

Democrazia

Altro

analisi→

A e B A e B A B C A B C A B C

che fare? →

A B C A e B A B C A B C A B C

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1. Ciascuno inserisce il suo articolo2. Il gruppo valuta se ci sono “buchi”

rispetto alle attese3. Il gruppo C valuta se ci sono sconfinamenti

4. I gruppi A e B se qualche casella non è riempita→ nuovi articoli?

5. Il gruppo discute i risultati e poi li presenta agli altri

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Vi sentite cittadini europei? Come considerate l’unione europea? Manca identità?