1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI Roma 20 ottobre- 20 dicembre 2010 C.d.L magistrale: Comunicazione...
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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
Roma 20 ottobre- 20 dicembre 2010 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 6 crediti (+3 crediti Laboratorio Prof. Di Nicola)
E-mail: [email protected] Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: 06
49918375- ricevimento Mercoledì 15-17
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Obiettivi del corso comprendere i significati del concetto di
organizzazione, le configurazioni che essa può assumere in
relazione al contesto di riferimento e alle finalità perseguite,
la centralità del cambiamento organizzativo nella società contemporanea.
conoscenze utili alla progettazione e all’analisi di sistemi organizzativi più o meno complessi.
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Testi di esame
- H. Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale, Bologna, Il Mulino, 1996.
- F. Butera, Il cambiamento organizzativo, Roma - Bari, Laterza, 2009.
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Articolazione della sociologia
Generale sociologie specifiche
Rapporti di interdipendenza tra
→ individui, parti, settori, funzioni che costituiscono i sistemi sociali
da cui nascono sociologie ancor più delimitate.
agricoltura economia → organizzazione < industria
>lavoro terziario
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Contesto in cui comprendere le sociologie
economiche
modernizzazione/industrializzazione nascita e sviluppo società capitalistica
lungo e complesso processo
storico socio-economico geografico
uscita feudalesimo trasformaz proprietà materie prime
colonie proletariato/borghesia . urbanizzazione migrazioni
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Onde lunghe di industrializzazione (Pacey, cit. in A.Negri, Il lavoro nel Novecento,1988)
I (1760-70) Nuove tecnologie manifattura tessile in GB II (1820-29) Ferrovie e altre tecnologie meccaniche in
Europa III (1870-80) Nasce industria elettrica in Germania e Usa
e poi si sviluppa Industria elettrica pesante nel periodo 1890-1914.
IV (1930-40) Tecnologie elettroniche. Crescita rapida nel periodo 1945-70 in Usa.
V (1970- ) Componenti microelettroniche in Giappone e California
VI (XXI sec) Biotecnologie e/o green economy
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3 RIVOLUZIONI (Graziani e Nassisi (a cura di), L'economia mondiale in trasformazione1998
1° Dalla manifattura alla macchinofattura (I e II onda lunga→ sostituzione del lavoro muscolare con le macchine
2°Organizzazione Taylorista del lavoro e fordismo (III e IV onda lunga)
3°Accumulazione allargata territoriale : riconquista del controllo sul lavoro e abbondante esercito internazionale di riserva (V e VI onda lunga)
2 sole rivoluzioni: A=1° ( I e II onda, ma anche III) B Incorporazione dell'informazione e
dell'intelligenza computerizzata nei sistemi di produzione e nelle macchine (III, IV,V e VI onda)
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La nuova società (post-fordista)
toyotista secondo Revelli (1995): Il toyotismo prende atto della crisi dello sviluppo e ha 3 radici
1. L'ambiente 2. nuove tecnologie digitali 3. rivoluzione femminista → politeismo dei lavori contro il
maschilismo fordista, epoca post-nazionale Beck (2003), forse cosmopolita
se si superasse il nazionalismo introverso che fa temere l'immigrazione e non ne riconosce il ruolo economico
Secondo Lughini ( 1998) stiamo vivendo nell'età dello spreco, con disoccupazione, sovrapproduzione di merci e bisogni sociali insoddisfatti.
Per Castells (2004) è un cambiamento epocale: nasce la società in rete, che altri chiamano società della conoscenza ( o capitalismo cognitivo)
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QUAL E’ IL PUNTO DI CESURA? 1973 Prima crisi petrolifera a cui segue nel 1975 il
primo vertice a 6 (G6) per fronteggiarla (Scidà, 2003) 1983 nasce Internet 1989 Crollo del sistema socialista nell'Europa
dell'Est (Gruppo di Lisbona,1997) 11/9/2001 Crollo delle 2 torri→Usa scoprono la
loro fragilità → 2° globalizzazione (Revelli 2002): l’altro è una minaccia alla propria identità (e oscura l’effetto sano della globalizzazione: il confronto tra l’io e l’altro)
2007- Seconda grande crisi economico finanziaria
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La metafora della reteè usata, anche in modo fastidioso (Pichierri, Introduzione
alla sociologia dell’organizzazione, Laterza, 2005) → si tratta di un nuovo modo di vedere le cose → il comportamento di un attore è spiegato, più che
dalle sue proprietà ( carattere se un individuo, struttura organizzativa se impresa), dal contesto delle relazioni di cui l’attore costituisce il nodo.
In parte proviene dalla cibernetica, teoria della comunicazione e teoria dei sistemi che hanno influenzato molto le scienze sociali dopo la seconda guerra mondiale.
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Rete e la teoria dei sistemi
il funzionamento del sistema dipende dai rapporti con l’ambiente:
input ↓ ↑ outputinput →scatola nera →out put
input↑ ↓ output La figura è un abbozzo di rete che diventa
reticolo organizzativo se input ed output vengono e vanno ad altre organizzazioni
Le transazioni tra un nodo e l’altro sono tendenzialmente simmetriche e se molto ripetute cooperative→con scopi comuni.
Ma i legami restano deboli, in modo da mantenere l’autonomia.
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Vanno distinte le reti di organizzazioni ( tra loro autonome) e l’organizzazione a rete
con unico scopo e agenzia strategica di coordinamento
ma diverse se costituite da persone imprese
città un mix di imprese e/o fornitori e/o
consulentiChiaramente le reti eterogenee sono più
complesse dal punto di vista organizzativo, e comunque tutti i tipi indicati sono diversi.
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reti di organizzazioni e organizzazione a rete
.Non sempre le relazioni tra i nodi sono uguali: alcuni legami sono più deboli si scambiano aspetti eterogenei ( ad es. un
finanziamento con consenso politico) →La cooperazione non sempre richiede fiducia→Sono possibili anche nelle reti processi di
istituzionalizzazione → reti di associazioni volontarie che sopravvivono anche quando la loro funzione si è persa
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Le 3 questioni su cui si dibatte in tutto il XX secolo (Bonazzi, Storia del pensiero organizzativo,2002):
Industrialetecnologia / consenso (1903 Taylor - 1990 produz. snella)
Burocraticafunzione delle norme / strategie dei soggetti (1904 Weber- Mintzberg 1983)
organizzativadecisioni / risorse (1937 Parsons ….)
Segue prospetto: Mintzberg chiude burocratica
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Prospetto Bonazzi
Mintzberg nella quest. Burocratica, ma con legami con quella organizzativa
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F. BUTERA Il cambiamento organizzativo. Analisi e progettazione, Laterza 2009
2 esperienze↓→ricerca e progettazionedocenza univ. e formazione
manager Le organizzazioni sono come l’aria. Ci
viviamo dentro senza accorgercene. Org.= artefatti sociali, economici e
tecnici, dotati di fini. Sono modificabili La strada maestra per migliorare la
società è migliorare le organizzazioni
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ARTICOLAZIONE LIBRO Butera I PARTE dall’orologio all’organismo→ Dall’organizzazione razionale taylor-
fordista, ad una orientata alla società → migliori condizioni di lavoro (isole di produzione, gruppi autogestiti)
II PARTE Dal castello alla rete→ Frammentazione grande impresa
verticale a partire dagli anni ’90 e sua riorganizzazione orizzontale
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Henry Mintzberg,La progettazione aziendale ed or. 1983 Può essere considerato ormai un classico
della sociologia dell’organizzazione Libro rivolto a manager, consulenti Riscrittura di “The Structuring of
Organizations” sintesi di molte ricerche sul campo spesso anche contraddittorie per capire:
Cosa sappiamo sulla progettazione organizzativa?
Che cos’è più importante per un’efficace progettazione dell’azienda
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MINTZBERG secondo Bonazzi
Mintzberg presenta uno schema pluralistico che può essere considerato come una summa critica delle acquisizioni emerse negli ultimi trent’anni di dibattito. Bonazzi, lo mette a conclusione della Questione burocratica (funzione delle norme-strategie dei soggetti), perché Mintzberg individua 3 punti fermi nel lungo dibattito sulla burocrazia
1. La pluralità delle forme organizzative 2. Impossibilità di eliminare la burocrazia tradizionale 3. Si può trovare un ordine nei progetti organizzativi
Punti che aprono alla questione organizzativa (decisioni/risorse)
L'organizzazione è condizionata dalle dimensioni Dalla complessità della tecnologia Dal grado di prevedibilità dell'ambiente
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Mintzberg: libro come un pranzo
Aperitivo Cap1 parte da 2 concetti base (divisione del lavoro e coordinamento)
Antipasti Cap.2-5 analisi variabili organizzative
Cap.6 analisi nel contesto dei fattori situazionali
Piatti forti Cap.7-12 le 5 configurazioni
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Gli elementi di base della progettazione organizzativaUn laboratorio di ceramica che si allarga fa nascere 2
esigenze fondamentali ed opposte ↓ ↓
Divisione del lavoro coordinamentoDa Taylor fino anni ’50 si è pensato che esiste un solo modo
per progettare un’organizzazionePoi si è rovesciato il discorso. l’azienda è fatta di elementi
indipendenti:pianificazione e arricchimento compiti3° possibilità: armonia e coerenza interna dell’org devono
tener conto della situazione:↓ ↓ ↓ ↓Dimensione, età, tipo di ambiente sistema tecnico
NB anche questi ultimi possono in parte essere scelti
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Meccanismi di coordinamento la colla che tiene insieme l’azienda
a) Adattamento reciprocob) Supervisione direttac) Standardizzazione= coordinamento, prima
di iniziare l’attività, di:1. contenuti/processi di lavoro (es. pasticcere
con disco rotante)2. Capacità/ input (es. medico la cui
formazione standardizza i processi e i risultati e ilcooordinamento
con un altro specialista1. Risultati/output( tassista)
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Manager analisti, operatorie tipo di coordinamento
Operatori (o nucleo operativo)= chi produce beni o servizi→se pochi adattamento reciproco, se molti serve
Vertice strategico= 1 manager →supervisione diretta → + managers se l’azienda cresce: Linea intermedia
Analisti che progettano la standardizzazione (tecnostruttura) o
Staff di supporto (es: ufficio legale o mensa)
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