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CORSO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI MODULI 3-4 ART. 36/37 D.LGS 81/08 ACCORDO STATO-REGIONI DEL 21-12-2011 1 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 31/07/2012

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CORSO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI

MODULI 3-4

ART. 36/37 D.LGS 81/08 ACCORDO STATO-REGIONI DEL 21-12-2011

1 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 31/07/2012

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Formazione specifica:

- Analisi dei principali fattori di rischio specifici:

- Rumore

- Vibrazioni

- Agenti chimici, cancerogeni, amianto

- Radiazioni ionizzanti e non

- Rischi nell’utilizzo di macchinari e attrezzature

-Apparecchi di sollevamento e trasporto

- Cantieri ed appalti

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RUMORE

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Il datore di lavoro valuta l’esposizione al rumore dei lavoratori durante il lavoro, valutando il superamento o meno dei valori di legge minimi oltre i quali è necessario effettuare misurazioni dell’esposizione (varie soglie di rischio a 80dBA-85dBA-87dBA e oltre).

Garantisce la disponibilità dei DPI ed il loro utilizzo, effettua corretta informazione e formazione, effettua il controllo sanitario sui lavoratori.

Elimina o riduce i rischi di esposizione al rumore, tramite minor tempo di esposizione, attrezzature che emettono meno rumore, progettazione di misure tecniche o di contenimento del rumore o sua limitazione, schermature, isolamenti, o misure organizzative che limitino l’intensità e la durata dell’esposizione, riposi o turnazioni

Rischio Rumore – Capo II

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LE TRE SOGLIE: La normativa prevede tre soglie fondamentali cui corrispondono tre famiglie di azioni da adottare: 1) LEP’ d > 80 dB(A) informazione ai lavoratori su rischi connessi all’esposizione al rumore, sulle misure di prevenzione e protezione adottate, sui dispositivi di protezione, sul significato del controllo sanitario e sul risultato della valutazione dei rischi. I lavoratori interessati hanno facoltà di richiedere controlli sanitari. 2) LEP’ d > 85 dB(A) informazione ai lavoratori sul corretto uso dei dispositivi di protezione e delle macchine, delle attrezzature di lavoro, etc. Il datore di lavoro deve inoltre fornire a tutti i lavoratori esposti a questa soglia di rischio i dispositivi di protezione più adatti al singolo addetto anche in relazione all’attività svolta. I lavoratori devono essere sottoposti a controllo sanitario preventivo e periodico con cadenza almeno biennale. 3) LEP’ d > 87 dB(A) o livelli di picco istantaneo superiori a 140 dB(A): i lavoratori hanno l’obbligo di indossare i Dispositivi di Protezione Individuale forniti dal datore di lavoro, e l’obbligo deve essere esplicitato anche a mezzo di idonea cartellonistica. E' obbligatorio un controllo sanitario annuale. Il datore di lavoro comunica all’organo di vigilanza e ai lavoratori le misure tecniche, organizzative e procedurali messe in atto a seguito della valutazione.

Rumore

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Esempi di pressione sonora in dB

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Classe 1: Aree particolarmente protette (ospedali, case di riposo, scuole, parchi, ecc…)

diurno 45dBA notturno 35dBA

Classe 2: Aree prevalentemente residenziali (bassa densità popolazione,aree a traffico locale)

diurno 50dBA notturno 40dBA

Classe 3: Aree miste (media densità popolazione, traffico locale o attraversamento, attività commerciali o uffici…)

diurno 55dBA notturno 45dBA

Classe 4: Aree intensa attività urbana (traffico intenso, alta densità popolazione, attività industriali, commerciali, uffici…)

diurno 60dBA notturno 50dBA

Classe 5: Aree prevalentemente industriali (attività industriali, scarsità di abitazioni…)

diurno 65dBA notturno 55dBA

Esempi valori limite

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VIBRAZIONI

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- Livelli di azione giornalieri e valori limite per l'esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio ed al corpo intero

Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (HAV – hand arm vibration

Valore d'azione giornaliero di esposizione A(8) = 2,5 m/s2 Valore limite giornaliero di esposizione A(8) = 5 m/s2 per brevi periodi 20m/s2

Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV – whole body vibration

Valore d'azione giornaliero di esposizione A(8) = 0,5 m/s2

Valore limite giornaliero di esposizione A(8) = 1,0 m/s2 per brevi periodi 1,5m/s2

Rischio Vibrazioni – Capo III

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Principali rischi per la sicurezza e la salute

Un'eccessiva esposizione a vibrazioni mano-braccio può provocare disturbi: vascolari, neurologici, muscolo-scheletrici degli arti superiori.

Disturbi vascolari

I lavoratori esposti a vibrazioni mano-braccio possono presentare episodi di pallore alle dita delle mani. Tali episodi sono di solito scatenati dall'esposizione al freddo. Si tratta di un disturbo vascolare dovuto ad un temporaneo arresto della circolazione del sangue nelle dita. Tale evento viene definito fenomeno di Raynaud. All'inizio gli attacchi di pallore compaiono all'estremità di uno o più dita; in seguito, con il protrarsi dell'esposizione alle vibrazioni, il pallore può estendersi a tutte le falangi delle dita. La fase di recupero, comunemente accelerata dal riscaldamento o dal massaggio locale, può essere caratterizzata da un arrossamento delle dita, talora associato a sensazione di dolore, come risultato di un aumento reattivo del flusso sanguigno alle dita delle mani.

Gli episodi di pallore digitale sono più comuni in inverno che in estate e possono durare da pochi minuti a più di un'ora. La durata del fenomeno varia con l'intensità degli stimoli scatenanti e di solito termina quando l'intero corpo viene riscaldato.

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Principali rischi per la sicurezza e la salute

Disturbi neurologici

I lavoratori esposti a vibrazioni mano-braccio possono accusare formicolii e torpore alle dita e alle mani.

I lavoratori esposti a vibrazioni mano-braccio possono talvolta presentare sintomi riferibili a neuropatie da intrappolamento dei tronchi nervosi, quale la sindrome del tunnel carpale (STC) dovuta alla compressione del nervo mediano nel passaggio lungo un tunnel anatomico nel polso. La STC sembra essere comune in alcuni gruppi di lavoratori che usano utensili vibranti quali martelli pneumatici, smerigliatrici e motoseghe. Si ritiene che fattori ergonomici sfavorevoli per le mani e i polsi (movimenti ripetitivi, impugnature serrate, posture scomode) possano, in associazione con l’esposizione alle vibrazioni, concorrere a causare la comparsa di STC nei lavoratori che usano utensili vibranti.

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Disturbi muscolo-scheletrici

I lavoratori con prolungata esposizione a vibrazioni mano-braccio possono accusare debolezza muscolare, dolore alle mani e alle braccia ed una diminuzione della forza muscolare. È stato anche riscontrato che l'esposizione alle vibrazioni è associata ad una riduzione della forza di pressione sull’impugnatura degli utensili. In alcuni soggetti l'indebolimento della forza muscolare può condurre ad inabilità lavorativa.

Tra i fattori causali dei sintomi muscolari sono stati indicati il possibile danno meccanico diretto oppure danni ai nervi periferici afferenti ai muscoli. In lavoratori esposti a vibrazioni sono state anche riscontrate lesioni ad altre strutture dell’apparato locomotore quali tendiniti o tenosinoviti degli arti superiori (per esempio, infiammazioni dei tendini e delle loro guaine) e il morbo di Dupuytren, caratterizzato da un ispessimento della fascia fibrosa del palmo della mano.

Principali rischi per la sicurezza e la salute

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scheda di misurazione esposizione vibrazioni di un furgone:

Esempi

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AGENTI CHIMICI

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Attività che Comportano la Presenza di Agenti Chimici

Ogni attività lavorativa o procedimento in cui sono utilizzati agenti chimici comprese:

• Produzione

• Manipolazione

• Immagazzinamento

• Trasporto

• Eliminazione

• Trattamento dei rifiuti

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Agenti chimici Classificazione in base alla pericolosità per la salute

Effetti acuti o a breve termine:

• Molto tossici T+

• Tossici T

• Nocivi Xn

• Corrosivi C

• Irritanti Xi

Magro Marco - Comar EcoConsulting 16

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Agenti chimici Classificazione in base alla pericolosità per la salute

Effetti sub-cronici e cronici o a medio e lungo termine:

• Sensibilizzanti Xi, Xn

• Cancerogeni T, Xn

• Mutageni T, Xn

• Tossici per il ciclo produttivo T, Xn

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Cosa dobbiamo guardare:

Etichettatura sostanze/preparati Schede di Sicurezza (SDS)

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Danni per la salute

Di tipo deterministico:

• Maggiore è l’esposizione e più gravi sono i danni

• Tossici, molto tossici, corrosivi, sensibilizzanti, nocivi, irritanti

effetti a breve e medio termine

Di tipo stocastico o probabilistico:

• Maggiore è l’esposizione e maggiore è la probabilità che si verifichi un danno

• Cancerogeni, mutageni, tossici per il ciclo riproduttivo

effetti a lungo termine

Magro Marco - Comar EcoConsulting 19

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Vi ricordo che le vie di penetrazione dell’agente chimico

Inalazione

Ingestione Contatto

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Inalazione

L’agente è presente nell’aria e trascinato all’interno dell’organismo con l’atto respiratorio

SOLIDI polveri e fibre

LIQUIDI nebbie e aerosol

GAS ogni tipo

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Ingestione

L’agente entra nel cavo orale, come contaminante degli alimenti o di oggetti portati alla bocca (cibo,

sigarette, mani/guanti, oggetti)

SOLIDI frammenti e polveri

LIQUIDI schizzi e sversamenti

GAS non rilevante

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Contatto

L’agente entra in contatto con pelle o mucose: svolge un’azione locale o viene assorbito dagli strati grassi dell’epidermide

SOLIDI effetti locali

LIQUIDI effetti locali

assorbimento

GAS non rilevante

Magro Marco - Comar EcoConsulting 23

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Organi Bersaglio

• Apparato Cardiovascolare

• Sistema Nervoso

• Apparato Gastroenterico

• Apparato Urinario

• Sistema Emopoietico

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Indicazioni di rischio: R (esempi ricorrenti)

R10/11/12 Infiammabile, facilmente infiammabile, estremamente infiammabile

R20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.

R26/27/28 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.

R36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.

Indicazioni di prudenza: S (esempi ricorrenti)

S 1/2 Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini.

S 3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco.

S 3/9/14 Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante).

S 3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano da…(specifica del fabbricante)

S 36/37/39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.

Vecchie classi di rischio ed indicazioni di prudenza:

Capo I – Protezione da agenti chimici

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Le nuove indicazioni di pericolo (Hazard

statements)

Frasi H

Sono classificate secondo il tipo di pericolo nel modo seguente : H seguita da 3 numeri. Il primo indica:

H2 .. : Rischi fisici

H3 .. : Rischi per la salute

H4 .. : Pericolo per l’Ambiente

Tutte le frasi H devono essere indicate sull'etichetta. Sono codificate e tradotte in quante più lingue

possibili.

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I nuovi consigli di prudenza (precautionary

statements)

Sono frasi classificate in accordo al tipo di dichiarazione di precauzione, come segue:

P1 .. : Precauzione generale

P2 .. : Precauzione preventiva

P3 .. : Precauzione reazione in caso di….

P4 .. : Precauzione di stoccaggio

P5 .. : Precauzione di smaltimento

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SCHEDE DI SICUREZZA

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8.Controllo esposizione/ protezione individuale

9.Informazioni ecologiche

10.Proprietà fisiche/chimiche

11.Stabilità e reattività

12.Informazioni tossicologiche

13.Considerazioni sullo smaltimento

14.Informazioni sul trasporto

15. Informazioni sulla regolamentazione

16.Altre informazioni

Schede di sicurezza, composte da 16 voci:

1. Identificazione preparato/ produttore

2. Composizione/informazioni sui componenti

3. Identificazione dei pericoli

4. Misure primo soccorso

5. Misure antincendio

6. Misure per fuoriuscita accidentale

7. Manipolazione e stoccaggio

Schede di sicurezza

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Schede di sicurezza, composte da 16 voci:

Schede di sicurezza

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I nuovi pittogrammi

Un pittogramma è una rappresentazione grafica di un particolare pericolo che comunica immediatamente l'informazione relativa al pericolo associato alla sostanza o miscela. Il Regolamento abroga i "simboli di pericolo" su fondo arancione e ne introduce di nuovi che hanno forma di rombo (quadrato poggiante su una punta), bordo rosso e riportano un simbolo nero su sfondo bianco. Il pittogramma riportato sull'etichetta è definito dalla classificazione della sostanza o miscela, secondo quanto riportato nell'allegato I, parti 2 (pericoli fisici), 3 (pericoli per la salute) e 4 (pericoli per l'ambiente), del Regolamento

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Classi di pericolo - pittogrammi

Vi sono 9 pittogrammi di cui: - 5 per i pericoli fisici - 3 per i pericoli per la salute - 1 per i pericoli per l’ambiente L'etichetta deve avere colore e aspetto tale che il pittogramma di pericolo e il relativo sfondo siano chiaramente visibili. Ogni pittogramma deve coprire almeno un quindicesimo della superficie dell'etichetta a e la sua superficie minima deve essere almeno di 1 cm2

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Pericoli fisici

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Sostanze che possono esplodere o comportare un pericolo di proiezione di frammenti Sostanze o miscele che comportano il rischio di incendio Sostanze comburenti Gas in recipienti Sostanza o miscela che può attaccare/distruggere i metalli o produrre danni al tessuto cutaneo/oculare

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Pericoli per la salute

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Effetti nocivi che si manifestano in breve tempo

Diverse possibilità di danno

Sostanze che possono provocare malattie che si manifestano anche dopo lungo tempo dall’esposizione

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Pericoli per l’ambiente

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Sostanze o miscele pericolose per l’ambiente acquatico

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Etichettatura prodotti chimici

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Etichettatura – errori comuni

Travasi da contenitori originali ed etichettati a flaconi più piccoli ed anonimi per facilità di trasporto o d’uso

Barattoli anonimi utilizzati per miscele

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Lavori in ambienti sospetti di inquinamento – art.66

Novità introdotta col testo unico:

È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei.

Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione.

L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.

40 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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AGENTI BIOLOGICI

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Rischi biologici: rischi derivati da qualunque microrganismo o coltura cellulare ed endoparassita che può provocare malattie, infezioni, allergie o intossicazioni.

• batteri

• virus

• funghi

• endoparassiti umani

• altri parassiti

• colture cellulari

• agenti biologici – gruppo 1 – gruppo 2 – gruppo 3 – gruppo 4

• microrganismi geneticamente modificati – gruppo 1 – gruppo 2

• attività particolari con rischio biologico

• altri rischi biologici non individuati sopra

Rischi biologici - esempi

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Agente biologico: qualunque microrganismo (anche se geneticamente modificato), coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Gli agenti biologici sono stati classificati in 4 gruppi in base alla loro pericolosità stimata considerando i seguenti parametri: infettività, intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite; patogenicità riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito dell’infezione; trasmissibilità, intesa come la capacità di un microorganismo di essere trasmesso da un organismo infetto ad uno suscettibile; neutralizzabilità, intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura.

Agenti biologici

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Elenco non esemplificativo delle attività lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici

Attività in industrie alimentari. Attività nell’agricoltura. Attività nelle quali vi è contatto con animali e/o prodotti di origine

animale. Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post

mortem. Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i

laboratori di diagnosi microbiologica. Attività in impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti

speciali potenzialmente infetti. Attività negli impianti per la depurazione delle acque di scarico.

Agenti biologici

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Agenti cancerogeni: sostanze con frase di rischio R40, R45, R49. Sono inoltre ritenuti cancerogeni i preparati, le sostanze o i processi elencati nell’Allegato XLII Esempi di lavorazioni:

Produzione di aurammina col metodo di Michler. Lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici presenti nella

fuliggine, nel catrame, nella pece, nel fumo o nelle polveri di carbone. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il

raffinamento del nichel a temperature elevate. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico.

Agenti cancerogeni

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Tipi di radiazioni ionizzanti

Si dividono in radiazioni alfa, beta o gamma, le ultime due con notevole potere penetrante nelle cellule, quindi con potenziali danni di tipo sanitario ai tessuti degli esposti.

Es: apparecchiature radiologiche, medicina nucleare, radioattività naturale terrestre, radon, lavorazioni di analisi di materiali (tubi a raggi X), irraggiamento di cibi o in ambito medicale.

Radiazioni ionizzanti

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Definizione e tipi di radiazioni non ionizzanti: Il termine di radiazioni non ionizzanti (NIR, Non Ionizing Radiations) si riferisce a forme di radiazione elettromagnetica, onde radio, microonde, infrarosso, visibile ed ultravioletto. Sono radiazioni caratterizzate da fotoni aventi energia inferiore a circa 13 eV (elettron Volt), e che quindi non hanno energia tale da strappare elettroni dalle orbite di atomi o molecole. Es: infrarossi: forni , caldaie, lavorazione metalli e vetro fuso, fonti di calore Ultravioletti: saldature, luce solare, luci a incandescenza o fluorescenza. Micronde: apparecchi di cottura, trattamenti medici, telecomunicazioni, televisioni, radar, sistemi satellitari, bluetooth.

Radiazioni non ionizzanti

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Danni conseguenti all’esposizione a ROA

I principali rischi derivanti da un'eccessiva esposizione a radiazioni ottiche riguardano essenzialmente due organi bersaglio, l'occhio in tutte le sue parti (cornea, cristallino e retina) e la cute.

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Radiazioni ottiche artificiali

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Principali rischi per la sicurezza e la salute

Misure di prevenzione e protezione Nel caso di operazioni di saldatura, per esempio, è noto che con qualsiasi corrente di saldatura e su un qualsiasi supporto i tempi per cui si raggiunge una sovraesposizione per il lavoratore addetto risultano dell’ordine delle decine di secondi. Pertanto, nelle operazioni di saldatura gli operatori debbono fare uso dei mezzi personali di protezione, quali: occhiali o schermi, guanti isolanti, calzature isolanti, camice ignifugo. Deve essere attiva la sorveglianza sanitaria. DPI Una adeguata protezione degli occhi si ottiene con occhiali dotati di protezioni laterali e filtri colorati inattinici, con grado di oscuramento (DIN) e quindi di protezione, scelto in funzione dell’intensità della radiazione. Le lenti devono avere un grado di oscuramento almeno pari a 11.

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Principali rischi per la sicurezza e la salute

Sono utilizzabili anche gli schermi facciali con filtro colorato inattinico, che riparano anche dagli spruzzi, durante le operazioni di saldatura od effettuate sopra la testa. Sono però da preferirsi le maschere a cristalli liquidi che si adattano in tempi brevissimi all’intensità luminosa; l’incremento del DIN è attivato automaticamente in meno di 1 millisecondo. Per la protezione dal calore e dalla proiezione di schegge è necessario indossare guanti isolanti e resistenti all’abrasione, taglio, strappo e perforazione, camice ignifugo e scarpe di sicurezza con puntale di acciaio.

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Radiazione solare

La radiazione solare ultravioletta deve essere considerata a tutti gli effetti un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che lavorano all'aperto (lavoratori outdoor), e deve essere posto alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell'ambiente di lavoro.

Danni conseguenti all’esposizione

La permanenza al sole per un periodo più o meno prolungato (la variabilità è soggettiva) può provocare, in particolare se la pelle non è già abbronzata, la comparsa dell'eritema solare.

Si intende con questo termine il tipico arrossamento della cute spesso accompagnato da bruciore e/o edema (gonfiore) della zona interessata. Se l'esposizione è stata particolarmente intensa si può avere anche la comparsa di vescicole o bolle seguite da erosioni (ustioni solari).

I soggetti più facilmente interessati dall'eritema solare sono i bambini, gli anziani e i soggetti di carnagione chiara con lentiggini e capelli biondo-rosso.

Oltre ai fenomeni sopra descritti (eritema, ustione, abbronzatura) è noto che l’esposizione ai raggi solari, è responsabile di altri due fenomeni rilevanti a carico della cute: il fotoinvecchiamento e la fotocarcinogenesi nel tempo (anni e anni).

Radiazioni ottiche naturali

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Principali rischi per la sicurezza e la salute

Questi effetti cronici derivano dall'accumularsi dei danni causati da esposizioni prolungate al sole e/o a fonti artificiali e sono tanto più precoci e marcati quanto più la pelle è chiara o non adeguatamente protetta.

Il fotoinvecchiamento cutaneo si manifesta con la comparsa precoce e marcata dei segni che fisiologicamente compaiono con l'invecchiamento cutaneo in età avanzata. Tali segni di fotoinvecchiamento compaiono nelle zone maggiormente esposte al sole (volto, collo, mani) e si manifestano con un aumento dello spessore, della secchezza e della rugosità cutanea e una riduzione dell'elasticità, accompagnata dalla comparsa di macchie ad altre lesioni della pelle.

La radiazione solare inoltre è nel gruppo dei cancerogeni certi per l’uomo indicati dalla IARC – International Agency for Research on Cancer.

Un altro tipo di lesione cutanea che può essere causata dall'esposizione a raggi UV è la reazione di fotosensibilizzazione. Tale reazione è secondaria all'assunzione di alcune sostanze ad azione fotosensibilizzante (soprattutto farmaci),oppure può essere provocata dall'applicazione sulla cute di composti chimici fotosensibilizzanti contenuti ad esempio in creme, cosmetici o profumi. L'azione di tali composti o sostanze si può esplicare con meccanismo tossico o allergico nel momento in cui ci si espone al sole.

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Il fototipo ci indica come la pelle reagisce all'esposizione al sole. Più basso è il fototipo maggiori saranno le probabilità di scottarsi e maggiore sarà il rischio di danno da esposizione solare, in particolare quello relativo alla comparsa di tumori cutanei.

Principali rischi per la sicurezza e la salute

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MACCHINE E ATTREZZATURE

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Un fondamento della sicurezza, fin dal vecchio DPR 547/55

Art. 374

Edifici, opere, impianti, macchine ed attrezzature

Gli edifici, le opere destinate ad ambienti o posti di lavoro, compresi i servizi accessori, devono essere costruiti e mantenuti in buono stato di stabilità, di conservazione e di efficienza in relazione alle condizioni di

uso e alle necessità della sicurezza del lavoro.

Gli impianti, le macchine, gli apparecchi, le attrezzature, gli utensili, gli strumenti, compresi gli apprestamenti di difesa, devono possedere, in

relazione alle necessità della sicurezza del lavoro, i necessari requisiti di resistenza e di idoneità ed essere mantenuti in buono stato di

conservazione e di efficienza.

Ove per le apparecchiature è fornito il libretto di manutenzione occorre provvedere all'aggiornamento.

Estratti di legge

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Nel dicembre del 2009 è entrata in vigore la nuova direttiva macchine, che ha introdotto ulteriori obblighi per i produttori e tutele per gli utilizzatori finali, anticipando numerose fasi di valutazione del rischio prima necessariamente a carico del datore di lavoro. Vediamo assieme le principali novità introdotte dalla 2006/42/CE, tradotta ed approvata in Italia con il D.lgs 27/01/10 legge n°17.

La sicurezza sul lavoro

Progresso tecnico e tecnologico: Nuova direttiva macchine

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Nuova direttiva macchine : 2006/42/CE

Entrata in vigore dal 29-12-2009, abrogando il vecchio 98/37/CE

all’allegato I sono elencati i requisiti di sicurezza delle macchine:

• Sorveglianza del mercato: immissione sul mercato solo se non pregiudicano la sicurezza e la salute delle persone.

• Il fabbricante garantisce l’effettuata valutazione dei rischi della macchina, progettandola e costruendola in base a tali risultati.

• Il fabbricante stabilisce, in base a criteri di riduzione rischi, i limiti della macchina, individua i pericoli e ne stima i rischi ragionevolmente prevedibili, eliminando o riducendo i rischi con misure di protezione. (condizioni d’uso previste dal fabbricante o condizioni scorrette prevedibili) illustrandole nelle istruzioni d’uso.

Estratti di legge

57 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Principali requisiti di sicurezza delle macchine

• Devono essere atte a funzionare, essere azionate, regolate e mantenute senza esporre a rischi le persone.

• Devono prevenire tutti i rischi e pericoli dovuti all’energia elettrica.

• Deve tener presente dei principi di ergonomia (novità) per l’operatore. Limitando condizioni di disagio, fatica fisica e psichica, spazio di movimento, concentrazione prolungata.

• Devono avere dispositivi di comando ben visibili e segnalati, muniti di arresto d’emergenza (ad esclusione delle macchine portatili condotte e/o tenute a mano).

• L’operatore deve essere in grado di assicurare l’assenza di persone nelle zone pericolose oppure il sistema di comando deve impedire l’avvio in presenza di persone in zone pericolose.

• L’avviamento del macchinario deve avvenire con un azione volontaria.

Estratti di legge

58 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Principali requisiti di sicurezza delle macchine

• I dispositivi di protezione o i ripari devono rimanere pienamente efficaci o dare un comando di arresto.

• I ripari ed i dispositivi di protezione devono essere fissati solidamente, non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci, devono proteggere anche dalla caduta e dalla proiezione di oggetti ed emissioni da parte della macchina.

• i ripari possono essere fissi, mobili interbloccati, regolabili.

• Devono essere presenti sulla macchina informazioni ed avvertenze, preferibilmente in forma di simboli.

• Ogni macchina deve recare indicazioni su: marcatura CE, fabbricante, n°serie e tipo, modello, anno di costruzione, indicazioni di sicurezza e di utilizzo, istruzioni d’uso e manutenzione, la dichiarazione di conformità, il rumore e la vibrazione della macchina se supera rispettivamente i 80dBA ed i 2,5m/s2.

Estratti di legge

59 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Gestione documentazioni inerenti la sicurezza dei macchinari:

Conformità, marcatura CE, Istruzioni d’uso, registro manutenzioni periodiche.

Valutazione dei rischi dei macchinari ed attrezzature presenti.

misure di prevenzione e protezione per la riduzione dei rischi presenti.

Procedure di sicurezza, istruzioni operative di sicurezza.

Check-list e verifiche di controllo periodico.

Segnalazione di eventuali problematiche, risoluzione.

Procedure di sicurezza attrezzature e macchinari

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Generalità

Per svolgere correttamente il proprio lavoro, e soprattutto nell’utilizzo di attrezzi e macchinari, è fondamentale avere una adeguata conoscenza del mezzo utilizzato e dei rischi che questo può comportare: deve quindi essere previsto uno specifico addestramento a seconda della tipologia dell’attrezzatura utilizzata.

Le macchine ed attrezzature devono essere tenute in buone condizioni, va perciò eseguita la manutenzione, come previsto dal costruttore e non vanno modificate.

Le parti in movimento, le imboccature, le parti calde vanno protette e segnalate, ove necessario va previsto l’uso dei Dispositivi di Protezione individuale (DPI)

Macchine e attrezzature

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Formazione ed informazione dell’utilizzatore – segnalazione rischi

Nell’utilizzo di attrezzature e macchinari è fondamentale avere una adeguata conoscenza del mezzo utilizzato e dei rischi che questo può comportare: deve quindi essere previsto una specifica formazione, informazione ed uno specifico addestramento a seconda della tipologia dell’attrezzatura utilizzata.

Le macchine ed attrezzature devono essere tenute in buone condizioni di efficienza, vanno perciò eseguite le manutenzioni periodiche, come previsto dal costruttore, segnalandole in un apposito registro, e non vanno fatte modifiche.

Le parti che generano rischi, in movimento, le imboccature, le parti calde vanno protette e segnalate, ove necessario va previsto l’uso dei Dispositivi di Protezione individuale (DPI)

Macchine e attrezzature

62 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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La segnaletica

Segnaletica orizzontale

Con l’utilizzo di una macchina tracciante, predisporre delle righe gialle per separare il passaggio pedonale da quello del muletto

Cartellonistica

Macchinari – segnalazione di rischi e pericoli

63 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Generalità

Le protezioni possono essere fisse (se eliminabili solo utilizzando l’uso di attrezzi manuali) o mobili (in questo caso devono essere dotate di microswitch che impediscano il funzionamento della macchina a protezione aperta)

Sui macchinari vecchi, precedenti al 1996, sono assolutamente opportune delle messe in sicurezza per garantire livelli di sicurezza accettabili. Per essere utilizzabili devono essere comunque conformi a requisiti minimi di sicurezza.

Le macchine o attrezzature nuove invece presentano la marcatura CE, sono dotate di fascicolo tecnico in lingua italiana, indicante le istruzioni per l'installazione, l'uso e la manutenzione, da leggere ed utilizzare anche come strumento di informazione e formazione per gli utilizzatori.

Macchine e attrezzature

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Attenzione alla marcatura CE:

Macchine e attrezzature

65 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Segnalare subito le carenze!

Qualunque carenza di sicurezza o problematica che venga riscontrata nelle fasi di controlli preliminari va segnalata

subito, prima dell’uso, al proprio superiore responsabile.

Comportamento prima dell’uso

66 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Esempio di un registro manutenzioni ordinarie e straordinarie

Data intervento

intervento Società manutentrice Firma manutentore

Firma RSPP

È molto importante avere un buon registro delle manutenzioni, completato in ogni sua parte.

Registro manutenzioni

67 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO E

TRASPORTO

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Il muletto NON è un mezzo di sollevamento di persone

Principali non conformità

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Utilizzare mezzi omologati per il sollevamento delle persone

VALUTARE CORRETTAMENTE I RISCHI DEL LAVORO E SCEGLIERE IL MEZZO IDONEO.

Rimozioni delle non conformità

70 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Accertarsi della stabilità del carico e del mezzo!

Principali non conformità

71 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Dobbiamo porci sempre due domande: Dove e quanto

Principali non conformità

72 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo Rev. del 06/03/2012

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Nei lavori svolti ad una altezza superiore a m. 2.00 devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone. Anche le cinture di sicurezza possono essere utilizzate a questo scopo, basta che la fune di trattenuta sia tale da limitare la caduta a non oltre m. 1.50.

§ Non eseguire lavori a distanza minore di m. 5.00 da linee elettriche aeree, a meno che, previa segnalazione all’esercente le linee elettriche, non si provveda ad una adeguata protezione per evitare accidentali contatti o pericolosi avvicinamenti del lavoratore ai conduttori delle linee stesse.

§ Prima di procedere all’esecuzione di lavori su coperture le cui superfici non abbiano resistenza sufficiente a sostenere il peso degli operai e del materiale di impiego, devono essere adottati necessari apprestamenti atti a garantire l’incolumità delle persone addette.

§ Durante il lavoro su scale o in luoghi sopraelevati l’operaio deve assicurarsi con cintura di sicurezza e gli utensili, quando non adoperati, devono essere tenuti dentro apposite guaine o comunque assicurati in modo da impedirne la caduta.

73 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Lavori in altezza e rischio di caduta dall’alto

Rev. del 06/03/2012

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E’ obbligatorio posizionare l’automezzo in posizione orizzontale e su un suolo non cedevole. Ogni volta, prima di iniziare le operazioni, bisogna verificare il funzionamento di tutti gli organi di comando.

Le manovre devono essere eseguite solo ed esclusivamente dall’operatore a bordo del cestello con i comandi relativi: l’uso dei comandi a terra deve essere effettuato solo in casi di guasto di quelli di bordo.

E’ vietato appoggiare il braccio dell’autocestello a strutture qualsiasi, sia fisse che mobili.

E’ vietato salire sul cestello già sviluppato o discenderne se il cestello non è in posizione di riposo.

E’ necessario porre la massima attenzione a non urtare contro ostacoli e non avvicinarsi, nemmeno col braccio, ad una distanza inferiore ai 5,00 ml da linee elettriche a fili nudi.

E’ necessario rispettare la portata indicata per il cestello: è vietato l’accesso nel cestello a due persone, se non espressamente previsto.

E’ vietato usare il braccio dell’autocestello per sollevare carichi, se ciò non è espressamente previsto, nonché sottoporlo a sforzi orizzontali.

74 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Uso di autocestelli

Rev. del 06/03/2012

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E’ vietato spostare l’automezzo con il cestello non in posizione di riposo o con l’operatore a bordo.

Gli operatori devono fare uso di elmetto, calzature da lavoro e cintura di sicurezza.

Il personale che deve utilizzare l’autocestello deve essere appositamente istruito ed autorizzato all’uso specifico.

75 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Uso di autocestelli

Rev. del 06/03/2012

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Prima dell’utilizzo delle macchine elettriche, è opportuno controllare che i relativi cavi di alimentazione e quelli di derivazione provvisoria non abbiano parti logorate. E’ obbligatorio proteggere i cavi elettrici, i relativi attacchi e gli interruttori, evitando sempre di toccarli con le mani bagnate o stazionando sul bagnato.

E’ vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni:

a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme tecniche.

b) per sistemi di categoria I ((tensione nominale < 1000 V in c.a. ed < 1500V in c.c.). purché l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica

Proteggere i cavi elettrici, i relativi attacchi e gli interruttori, evitando sempre di toccarli con le mani bagnate o stazionando sul bagnato. Le apparecchiature devono essere alimentate da quadri elettrici regolarmente collegati a terra.

76 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Rischio elettrico

Rev. del 06/03/2012

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QUANDO POSSONO ESSERE USATE

Per “lavori in quota” solo se:

• il livello di rischio è limitato e il lavoro è di breve durata

• lo spazio non permette l’uso di attrezzature diverse (es. perché stretto e non modificabile)

Per “l’accesso a luoghi di lavoro in quota” se sono il sistema più idoneo tenendo conto:

• della frequenza di passaggio

• del dislivello

• della durata di impiego

• di consentire l’evacuazione

• del fatto che non comportino rischi ulteriori di caduta

• della presa nel punto d’arrivo (garanzia che la presa sia sicura es. sporgenza sufficiente della scala o presenza di altri dispositivi – fig. 1 e 2)

77 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Utilizzo di scale

Rev. del 06/03/2012

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COME COLLOCARLE

• lontano da fonti di energia elettrica con punti d’appoggio e superfici sicure (stabili, non scivolose, resistenti, “a livello” e sgombre)

• dare la giusta inclinazione (se troppo inclinata scivola, se troppo dritta si ribalta), quindi usare un “piede” di circa ¼ dell’altezza servita (corrisponde ad un angolo di 75° - fig. 1)

• assicurare la parte superiore o inferiore dei montanti per evitare lo scivolamento del piede

• mai vicino a porte o finestre

• se doppia, aprirla completamente

78 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Utilizzo di scale

Rev. del 06/03/2012

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IN SALITA E IN DISCESA: COME MUOVERSI

• stare sempre sulla linea mediana e con il viso rivolto alla scala fig. 3

• le mani, che devono essere sempre libere, si tengono saldamente ai pioli (presa sicura in caso di scivolamento dei piedi) fig. 4

• mai saltare a terra

• scendere sempre per spostare la scala

79 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Utilizzo di scale

Rev. del 06/03/2012

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Eseguire lavori su scale comporta un rischio aumentato.

E’ opportuno dunque:

• limitarsi a lavori brevi

• tenere il viso rivolto verso la scala

• tenere i piedi sullo stesso piolo

• mai stare a cavalcioni fig. 5

• non sporgersi troppo ai lati o indietro fig. 6

• non superare il terz’ultimo gradino

• non salire mai in due sulla stessa scala

• in caso di necessità, far trattenere la scala al piede da altra persona

• usare il predellino solo come appoggio di attrezzi

• tenere gli utensili da lavoro in borsa a tracolla o fissati alla cintura

• se si usa una scala semplice a pioli, fissarla bene in altezza e usare una cintura di sicurezza

80 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Utilizzo di scale

Rev. del 06/03/2012

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81 A cura di L. Del Maschio e C. Pacchiardo

Utilizzo di scale

Rev. del 06/03/2012

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CANTIERI ED APPALTI

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Il Testo unico sulla sicurezza dedica una parte specifica ai cantieri temporanei e mobili ( ex D.lgs 494/96) , al Titolo IV, con una parte lunga ed articolata comprendente:

Misure per la sicurezza nei cantieri temporanei o mobili

Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota.

Scavi e fondazioni

Ponteggi ed impalcature in legname, ponteggi fissi, movibili.

Costruzioni edilizie, demolizioni.

Cantieri – Titolo IV

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Il committente nomina un coordinatore per la sicurezza della progettazione e dell’esecuzione dei lavori nei cantieri in cui è prevista la presenza di più di un’impresa.

Verifica l’idoneità tecnico-professionale delle ditte, anche tramite iscrizione camera di commercio, regolarità contributiva (DURC), ecc...

Il coordinatore redige il Piano della sicurezza in cantiere e predispone un fascicolo dell’opera, verifica l’applicazione delle norme di sicurezza durante i lavori.

Ogni ditta presenta un Piano operativo di sicurezza (POS) inerente i rischi specifici legati alle proprie fasi di lavoro.

Particolari attenzioni sono rivolte agli obblighi relativi ai lavori in quota (oltre 2mt) ed alle protezioni contro la caduta dall’alto, anche sull’uso di ponteggi (PIMUS), fissi o mobili, impalcati.

Tali norme sono elaborate e complesse e richiedono approfondimenti da parte dei soggetti

interessati alle attività di cantiere estranee all’obiettivo di questo corso.

Cantieri – Misure Generali

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Art.88 – le disposizioni non si applicano ai lavori di manutenzione relativi a impianti letrici, reti informatiche, gas, acqua, condizionamento e riscaldamento che non comportino lavori edili e di ingegneria civile. La redazione del POS non si applica alle mere forniture d materiali o attrezature (art.96).

Art. 89 - Nei cantieri in cui è prevista presenza anche non contemporanea di più imprese il committente il resp. dei lavori nomina il coordinatore per la progettazione e quello per l’esecuzione dei lavori.

Per cantieri di durata inferiore ai 200 uomini/giorno e che non comportano rischi particolari la verifica dell’idoneità tecnico professionale è ritenta soddisfatta tramite iscriz. camera di commercio + DURC. + autocertificazione rispetto dei requisiti previsti.

In assenza del PSC o del DURC è sospesa l’efficacia del titolo abilitativo.

La nomina del CSP non si applica nel caso di lavori privati non soggetti a permesso di costruzione con importo ineriore a 100mila euro. In tal caso le funzioni del CSP sono svolte dal CSE.

Tali norme sono elaborate e complesse e richiedono approfondimenti da parte dei soggetti interessati alle attività di cantiere estranee all’obiettivo di questo corso.

Cantieri – novità introdotte dal d.lgs 106/09

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Il datore di lavoro, in caso di affidamento ad appalti, verifica l’idoneità tecnico professionale delle ditte, fornisce dettagliate informazioni sui rischi specifici dell’ambiente di lavoro in cui sono destinati ad operare e sulle misure di emergenza.

I datori di lavoro cooperano all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi, coordinando gli interventi ed eliminando i rischi di interferenze tramite una valutazione dei rischi specifica (DUVRI), da allegare al contratto di appalto.

I lavoratori ricevono idonea informazione e formazione specifica.

Le ditte operano tramite cartellino identificativo e rispettano tutte le procedure di sicurezza concordate.

Nei singoli contratti devono essere esplicitamente indicati i costi relativi alla sicurezza sul lavoro in relazione all’appalto.

Appalti – Art. 26

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