CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA - silvanomonarca · il rischio di cancro dell'esofago e dello...

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Epidemiologia e prevenzione delle patologie tumorali (B) Prof. Silvano Monarca Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA - CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA

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Epidemiologia e prevenzione delle

patologie tumorali

(B)

Prof. Silvano Monarca

Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA

- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA

Cancro colon-rettale

Stadi del

tumore al

colon

Epidemiologia del cancro al colon-

retto in Italia Nel periodo 1998-2002 il tumore del colon-retto, come sede aggregata,

è risultato al 4° posto negli uomini in termini di frequenza fra le neoplasie diagnosticate rappresentando l’11,3% del totale dei tumori,

e al 3° posto nelle donne rappresentando l’11,5% del totale.

Fra le cause di morte tumorale il colon-retto è stata la seconda in ordine

di frequenza sia fra gli uomini (10,4% di tutti i decessi tumorali)

sia fra le donne (12,4%).

Nell’area dei Registri Tumori (AIRT) sono stati diagnosticati in media ogni anno 88,8 casi di tumore del colon-retto ogni 100.000 uomini e 70,3 ogni 100.000 donne.

Le stime per l’Italia indicano un totale di 20.457 nuovi casi diagnosticati

fra i maschi ogni anno e 17.276 fra le femmine, mentre per

quanto riguarda la mortalità nel 2002 si sono verificati 10.526 decessi

per tumore del colon-retto fra i maschi e 9.529 decessi fra le femmine.

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

Tumore dello stomaco Vs. Tumori colon/retto

SI NO SCREENING

VALIDATO

In aumento In diminuzione TREND

migliore peggiore SOPRAVVIVENZA

Si prevede screening

Non si prevede screening

PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE

COLON/RETTO STOMACO

Sopravvivenza

• I dati del 2003 mostrano che a un anno dalla diagnosi il tasso di sopravvivenza relativa è del 79% per gli uomini e del 77% per le donne. Questo valore decresce col passare del tempo e a distanza di 5 anni la probabilità di sopravvivere a un tumore del colon-retto si riduce al 57% per i maschi e 58% per le femmine.

• In particolare, la probabilità di sopravvivenza diminuisce con l'avanzare dell’età del paziente: a un anno dalla diagnosi, un adulto di 15-44 anni ha l’86% di possibilità di salvarsi, mentre un anziano di oltre 75 anni il 68%. A 5 anni dalla diagnosi, i tassi diminuiscono drasticamente: l’adulto fino a 44 anni presenta un tasso di sopravvivenza del 65% e l’anziano ultrasettantacinquenne il 49%.

Età Incidenza di CCR Poliposi

Fattori genetici

• Esistono delle forme ereditarie nelle quali il

numero dei familiari ammalati è elevato e l’età

d'insorgenza del cancro insolitamente giovanile.

• La familiarità, in ogni caso, analogamente a

quanta succede per molte altre malattie -

diabete, ipertensione, ulcera gastroduodenale -

rappresenta UN RISCHIO, non un destino

obbligato.

Incidenza cumulativa di CRC in rapporto all’età e presenza o assenza di familiarità

Familiarità si

Età (anni)

Incidenza cumulativa

casi/100.000

30 35 40 45 50 55 60 65 70

600

500

400

300

200

100

0

Fuchs C.S., NEJM 1994

Familiarità no

“La PREVENZIONE PRIMARIA e SECONDARIA del CA COLORETTALE (CCR)”

Corso di aggiornamento per MMG - ASL 1 Bergamo 2003

Fattori dietetici

• Il cancro colon-rettale colpisce maggiormente coloro che adottano una dieta RICCA DI GRASSI ANIMALI e POVERA DI VEGETALI.

• L’incidenza è massima in Europa settentrionale e nel Nord America, minima in Africa.

• L'Italia ha una incidenza intermedia, probabilmente grazie agli effetti protettivi della cosiddetta "dieta mediterranea", ricca di pane, pasta, pesce, frutta e verdura.

I grassi aumentano il rischio di

cancro

• Studi di popolazione hanno rivelato che le popolazioni con più elevati consumi di grassi alimentari sono anche quelle con più alte percentuali di morte per cancro dellla mammella e del colon. Per contro, le percentuali più basse sono state riscontrate in gruppi etnici con il più basso consumo di grassi. Studi sui flussi migratori contribuiscono ad escludere l'influenza di fattori genetici.

• Nonostante sia importante prendere in considerazione la quantità totale di grassi presente nell'alimentazione, esistono evidenze che i grassi animali sono molto più dannosi dei grassi vegetali.

• Incrementano la produzione di ormoni e quindi aumentano il rischio di cancro, stimolano inoltre la produzione degli acidi biliari, che sono stati correlati al cancro del colon.

Emigrazione e cancro

Prevenzione primaria del CCR • DIETA – Ridurre le proteine ed i grassi. Aumentare le fibre (una dieta al

alto tenore di fibre riduce il rischio neoplastico di oltre il 40%) e i cereali –Lancet 2003;361:1487,1491 e 1496).

• FUMO – Abolire il fumo (cui si associa una aumentata incidenza di adenomi e CCR).

• SEDENTARIETA’ –Praticare un’attività’ fisica costante (riduzione del rischio).

• SOVRAPPESO- Evitare l’obesità’ (si associa ad aumento di insorgenza degli adenomi del colon).

• ABUSO DI ALCOLICI- Segnalare che l’alcol è fattore aggiuntivo di rischio di CCR (effetto mutageno).

• AZIONE PREVENTIVA DI:

- VITAMINE A C E (attività antiossidativa da parte dei radicali liberi sul DNA)

- VITAMINA D (inibisce la proliferazione cellulare)

- FANS (Inibitori selettivi COX2)* (inducono apoptosi, inibiscono la neo-angiogenesi e la sintesi di prostaglandine)

- SELENIO (attraverso inibizione della proliferazione cellulare, incremento della risposta immunitaria e attività antiossidante riduce sensibilmente il rischio di adenomi)

- ACIDO FOLICO (impedisce la demetilazione del DNA che espone a rischi mutageni )

* impiego consigliabile solo nelle patologie ereditarie e familiari

Attività anticancerogena

• I cibi vegetali non sono solo poveri di grassi e ricchi di fibre, ma contengono anche molte sostanze che combattono il cancro. E' stato dimostrato che i carotenoidi, i pigmenti che conferiscono a frutta e verdura il colore scuro, aiutano a prevenire il cancro. Il Beta-carotene, presente nelle verdure gialle e verde scuro, contribuisce a proteggere dal cancro del polmone e sembra anche aiutare a prevenire il cancro della vescica, della cavità orale, della laringe, dell'esofago, della mammella ed altri tipi di tumore.

• Verdure come cavolo, broccoli, ravizzone, rapa, cavolfiore e cavolini di Bruxelles contengono flavoni ed indoli, che si ritiene posseggano attività anticancro.

• La Vitamina C, che si trova negli agrumi ed in molte verdure, può abbassare il rischio di cancro dell'esofago e dello stomaco. La Vitamina C agisce come antiossidante, neutralizzando i composti chimici cancerogeni che si formano nell'organismo. Blocca inoltre la conversione nello stomaco dei nitrati nelle nitrosamine cancerogene.

• Il Selenio si trova nei cereali integrali e ha lo stesso effetto antiossidante della Vitamina C e del Beta-carotene. Anche la Vitamina E ha un'azione analoga.

Alimenti da preferire

• Frutta cruda, verdura cruda, specie colorata

gialla o rossa, riso integrale, cereali integrali

senza aggiunta di grassi e sale, legumi, patate

al forno, soia e prodotti derivati (tofu, latte di

soia, yogurt di soia, bistecche di soia etc.).

Chemioprevenzione con spezie • A spice common to India and the surrounding regions, is turmeric,

derived from the rhizome of Curcuma longa. Pre-clinical studies in a

variety of cancer cell lines including breast, cervical, colon, gastric,

hepatic, leukemia, oral epithelial, ovarian, pancreatic, and prostate

have consistently shown that curcumin possesses anti-cancer activity

in vitro and in pre-clinical animal models. The robust activity of

curcumin in colorectal cancer has led to five phase I clinical trials

being completed showing the safety and tolerability of curcumin in

colorectal cancer patients. To date clinical trials have not identified a

maximum tolerated dose of curcumin in humans with clinical trials

using doses up to 8000 mg per day. The success of these trials has

led to the development of phase II trials that are currently enrolling

patients. Overwhelming in vitro evidence and completed clinical trials

suggests that curcumin may prove to be useful for the

chemoprevention of colon cancer in humans.

Cancer Letters 255, Issue 2, October 2007, Pages 170-181

Dieta scorretta aumenta

recidive in malati di tumore al

colon

• Association of dietary patterns with cancer

recurrence and survival in patients with

stage III colon cancer.

• Higher intake of a Western dietary pattern may

be associated with a higher risk of recurrence

and mortality among patients with stage III

colon cancer treated with surgery and adjuvant

chemotherapy.

• JAMA. 2007 Aug 15;298(7):754-64.

L’attività fisica previene i

tumori?

Dimostrati Possibili

Riduzione rischio cancro del colon Riduzione rischio

cancro del retto

Riduzione rischio cancro della

mammella

Riduzione rischio

cancro di: testicolo,

prostata, utero,

polmone, rene, tumori

emopoietici

Miglioramento qualità di vita nei pazienti affetti da

cancro

Riduzione delle ricadute

nei pazienti affetti da

cancro

Riduzione di altre patologie (m. cardiovascolari,

diabete, obesità, depressione, demenza, impotenza)

Aumento sopravvivenza

nei pazienti affetti da

cancro

Prevenzione secondaria

– Il cancro colo-rettale, salvo alcune eccezioni, nasce dalla

cancerizzazione di un preesistente tumore benigno, il polipo

adenomatoso (esistono polipi non adenomatosi e, in questo

caso, non sono pericolosi).

– I polipi adenomatosi sono molto frequenti e si ritiene che

circa il 10% di essi degenerino in cancro.

– Si ritiene che il passaggio da polipo a cancro avvenga in

circa 8 anni (la stima è teorica ed il processo può essere,

in realtà, molto più veloce o molto più lento). In questo

periodo la prevenzione del cancro viene effettuata

efficacemente asportando i polipi, quando possibile per via

endoscopica.

Poliposi del Colon

storia naturale del cancro colo-rettale

fattori genetici e ambientali

POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA

interruzione sequenza adenoma-carcinoma

mucosa normale

piccolo adenoma adenoma

a rischio adenoma cancerizzato

carcinoma avanzato

carcinoma del colon-retto

• patologia “silente” con diagnosi

spesso tardiva

• colpisce > 30.000 persone l’anno

in Italia

• la prevenzione può ridurre del

75% l’incidenza

Prevenzione secondaria (1) Ricerca del sangue occulto fecale (SOF):

• La ricerca del sangue occulto fecale è un metodo semplice, poco costoso, ha una sensibilità elevata su sanguinamenti intestinali anche minimi, da parte di un polipo anche di piccole dimensioni.

• E’ consigliato a partire dai 50 anni di età in tutti i soggetti senza altri fattori di rischio; se negativo viene ripetuto ogni uno o due anni. La colonscopia viene consigliata a tutti i positivi.

• Il metodo immunologico su tre campioni, non necessita di dieta acarnea e presenta una maggiore specificità per sanguinamenti di origine colica rispetto al test al guaiaco-reidratato che necessita invece di una dieta prima del test. La riduzione di mortalità è del 33% se eseguito una volta l’anno e del 15-20% ogni due anni.

Prevenzione secondaria (2)

Colonscopia • Rappresenta l’esame di riferimento (Gold Standard) per la

prevenzione e la diagnosi precoce del CCR, essendo in grado di diagnosticare la presenza di polipi con una accuratezza diagnostica prossima al 100%.

• La colonscopia eseguita in un paziente asintomatico esclusivamente a scopo preventivo deve avere particolari caratteristiche di qualità (raggiungimento del cieco, esecuzione in sedazione, minimo rischio di complicanze).

• Se negativa può essere ripetuta dopo 10 – 15 anni.

• In assenza di altri fattori di rischio familiare per CCR si può considerare la possibilità di eseguire una sola colonscopia, se negativa, una volta nella vita dopo i 50 anni.

Tumori del colon, nuovo test

diagnostico in vista • I tumori del colon rappresentano la seconda causa di morte per tumore. La

sopravvivenza a 5 anni per questa patologia si aggira attorno al 65% e sale al 90% se i tumori sono rilevati ad uno stadio iniziale, di qui l'importanza della diagnosi precoce. Il test del sangue occulto nelle feci (Fobt) rappresenta la procedura non invasiva più comunemente utilizzata e in grado di ridurre la mortalità del 13-33%, ma la sua accuratezza in termini di sensibilità e specificità richiede un ulteriore miglioramento. L'analisi delle alterazioni del Dna, presenti nelle cellule tumorali esfoliate nelle feci, rappresenta un'importante alternativa nell'ambito degli approcci non invasivi. Questo è quanto emerge dagli studi di un gruppo di ricercatori italiani operante presso i laboratori dell'Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) di Forlì diretto da Dino Amadori. I risultati degli studi portati avanti da diversi anni, e recentemente pubblicati su Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention hanno inequivocabilmente dimostrato che la quantificazione del Dna contenuto nelle feci può meglio identificare la presenza di tumori colorettali e determinare il rischio di un paziente di essere portatore di una lesione pre- o neoplastica. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su un'ampia serie di pazienti Fobt positivi reclutati nell'ambito del programma di screening in corso presso l'Unità oncologica di prevenzione dell'ospedale Morgagni di Forlì, per gli individui di età compresa tra 50 e 69 anni. «Si avvicina la prospettiva di utilizzare questo test molecolare, ed evitare eventualmente l'esame invasivo della colonscopia, nei pazienti con presenza di sangue nelle feci. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev, 2010; 19:2647-54

Lo stile di vita corretto può

salvare il colon più del test

• La modifica dello stile di vita può prevenire più decessi da

tumore colorettale rispetto all'implementazione di strategie di screening: modifiche realistiche che coinvolgano dieta ed esercizio fisico porterebbero ad una riduzione del 26 percento nel numero di casi di tumore colorettale, il che in base alle proiezioni porterebbe ad un declino almeno equivalente nei decessi. Si tratta di un decremento molto superiore a quello che ci si attende con i programmi di screening: si stima infatti che l'implementazione di un programma che preveda il test del sangue occulto nelle feci due volte all'anno porti ad una riduzione della mortalità da tumore colorettale del 13-15 percento nell'arco di 20 anni fra i soggetti che vi hanno preso parte. L'approccio basato sulla modifica dello stile di vita inoltre comporta anche il vantaggio di poter prevenire la mortalità da altre cause, fra cui tumori della mammella o del tratto gastrointestinale superiore, malattie cardiovascolari e diabete. (Eur J Cancer Prev online 2009, pubblicato il 4/4)

Marzo=mese della prevenzione

del cancro al colon-retto

Una malattia "silenziosa": colpisce 34.000 persone l'anno. La prevenzione può ridurre del 75% l'incidenza della patologia. CANCRO COLO-RETTALE: LA PREVENZIONE PUO' SALVARE LA VITA

http://www.cancrocolon.it/ccr/

• 06 Marzo 2007 - SETTIMANA NAZIONALE DI PREVENZIONE DEL CANCRO DEL COLON RETTO

• Dal 5 all’11 marzo sarà possibile sottoporsi a visite gratuite per difendersi dal rischio di un tumore al colon retto e ricevere allo stesso tempo anche materiale informativo. L’obiettivo della Settimana è quello di sottolineare l’importanza della diagnosi precoce nella prevenzione di questo tipo di tumore, che ogni anno colpisce, solo nel nostro Paese, 30mila persone.

Calcola il tuo rischio

CANCRO DELLO STOMACO

Mondo

Femmine Maschi

3,9

4,4

5,7

7,6

10,7

11,3

14,6

0 10 20 30 40

Nord America

Oceania

Africa

Europa

Italia

Centro e Sud

America

Asia

8,3

8,7

9,9

16,7

21,6

22,0

31,0

0 10 20 30 40

Africa

Nord America

Oceania

Europa

Italia

Centro e Sud

America

Asia

CANCRO DELLO STOMACO

Europa

Femmine Maschi

8,2

8,6

10,5

11,0

12,6

12,8

13,1

13,3

14,7

15,4

17,3

20,6

20,7

21,4

21,6

23,8

31,9

0 5 10 15 20 25 30 35

Danimarca

Svezia

SVIZZERA

FRANCIA

Finlandia

Irlanda**

Olanda

REGNO UNITO

GERMANIA

SPAGNA

Repubblica Ceca

AUSTRIA

POLONIA

Slovacchia

ITALIA

Slovenia

Estonia

3,6

4,3

4,4

5,0

5,1

5,2

5,9

6,5

7,0

7,8

8,4

8,7

9,0

10,2

10,4

10,7

14,8

0 5 10 15 20 25 30 35

Danimarca

FRANCIA

Svezia

SVIZZERA

REGNO UNITO

Olanda

Irlanda**

SPAGNA

Finlandia

POLONIA

GERMANIA

Repubblica Ceca

Slovacchia

AUSTRIA

Slovenia

ITALIA

Estonia

CANCRO DELLO STOMACO

Italia

Femmine Maschi

10,9

11,9

15,9

15,9

16,0

16,5

19,8

20,6

20,9

21,6

23,6

26,7

26,7

27,3

28,4

32,3

0 5 10 15 20 25 30 35

Sassari

Ragusa Provincia

Biella Provincia

GENOVA Provincia

Torino

Veneto

Nord Est

Modena Provincia

Ferrara Provincia

ITALIA

Varese Provincia

Macerata Provincia

Parma Provincia

Umbria

Firenze

Romagna

5,3

5,5

7,0

7,6

7,9

8,1

8,2

9,5

10,7

10,9

11,2

12,8

13,5

13,6

14,6

17,8

0 5 10 15 20 25 30 35

Sassari

Ragusa Provincia

Torino

GENOVA Provincia

Ferrara Provincia

Veneto

Biella Provincia

Modena Provincia

ITALIA

Nord Est

Varese Provincia

Umbria

Parma Provincia

Firenze

Macerata Provincia

Romagna

Cancro dello stomaco in Italia

In Italia, le neoplasie gastriche costituiscono la quarta causa di morte per tumore, nonostante la sua incidenza sia in riduzione. Inoltre esiste un gradiente geografico nord-sud molto spiccato (il rischio è molto basso in tutte le regioni meridionali e insulari) con una concentrazione di aree ad alto rischio intorno al confine tra Toscana, Romagna, Marche ed Umbria (Firenze, Forlì,Arezzo, Pesaro), e al confine tra Emilia e Lombardia.

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

Tumore dello stomaco Si assiste negli ultimi decenni ad un trend in

diminuzione a livello mondiale e nazionale sia dell’incidenza che della mortalità da tumore allo stomaco .

Il tumore dello stomaco rimane tuttavia una malattia importante per numerosità di casi, costituendo la 2° causa di morte per neoplasia nelle zone ad alta endemia.

Le cause della diminuzione “naturale” del tumore dello stomaco rimangono ancora non chiarite.

Dagli studi condotti si ipotizza una influenza legata al cambiamento della dieta ed associata al miglioramento delle condizioni socio-economiche.

Tumore dello stomaco Vs. Tumori colon/retto

SI NO SCREENING

VALIDATO

In aumento In diminuzione TREND

migliore peggiore SOPRAVVIVENZA

Si prevede screening

Non si prevede screening

PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE

COLON/RETTO STOMACO

Fattori di rischio Dieta con insufficiente presenza di

verdura e frutta fresca (Importanza in età pediatrica)

Eccesso di cibi salati

Infezione da Helicobacter pylori

Lesioni precancerose ???

Prove di evidenza di causalità sono ancora insufficienti o mancanti

Helicobacter pylori • Il nuovo trattamento per sconfiggere l’infezione da H.

pylori, che associa inibitori della pompa protonica ed antibiotici, è estremamente efficace e ha rivoluzionato la gestione dei disturbi gastroduodenali: oltre il 90 % dei pazienti viene trattato con successo. Solo il 2 % presenta casi di recidiva. Invece il tasso di recidiva durante la terapia convenzionale è del 40 - 60 % durante il primo anno e del 100 % in 2 anni.

• Gli esperti dell’OMS hanno indicato l’H. pylori come un fattore indiretto nell’insorgenza del tumore dello stomaco. Si stima che debellandolo si possa ottenere una riduzione del 60-80% del carcinoma dello stomaco (causa mondiale n° 2 delle morti per cancro). Oltre il 2 % della mortalità in occidente si può attribuire in ultima analisi alle infezioni da H. pylori.

Screening cancro dello stomaco

• L'identificazione di una lesione tumorale

localizzata alla sola parte superficiale della

parete gastrica consente un'elevata

percentuale di guarigione con la sola chirurgia.

Un programma di screening, con frequenti

esami endoscopici e radiologici, esiste solo in

Giappone ed ha portato ad una significativa

riduzione della mortalità per questo tumore.

CANCRO POLMONARE

CANCRO DEL POLMONE

Mondo (Incidenza su 100.000)

Femmine Maschi

2,3

7,2

10,5

13,8

15,1

17,8

32,2

0 20 40 60 80

Africa

Centro e Sud

America

Italia

Asia

Europa

Oceania

Nord America

14,4

27,7

38,1

42,9

56,3

56,9

60,8

0 20 40 60 80

Africa

Centro e Sud

America

Asia

Oceania

Nord America

Europa

Italia

CANCRO DEL POLMONE

Europa

Femmine Maschi

22,0

42,3

44,7

45,5

48,9

51,0

51,2

52,1

53,0

60,8

63,6

64,5

65,9

71,0

72,3

72,7

78,4

0 20 40 60 80 100

Svezia

Irlanda

Finlandia

SVIZZERA

Danimarca

AUSTRIA

SPAGNA

FRANCIA

REGNO UNITO

ITALIA

GERMANIA

Olanda

Slovenia

Slovacchia

Repubblica Ceca

Estonia

POLONIA

4,3

7,0

8,1

8,6

8,8

10,1

10,5

12,2

12,3

12,9

13,4

13,4

16,3

17,7

17,9

23,2

29,7

0 20 40 60 80

SPAGNA

FRANCIA

Slovacchia

Estonia

Finlandia

Slovenia

ITALIA

Repubblica Ceca

AUSTRIA

Svezia

SVIZZERA

GERMANIA

Olanda

Irlanda

POLONIA

REGNO UNITO

Danimarca

CANCRO DEL POLMONE

Italia

Femmine Maschi

4,6

5,8

6,4

8,8

9,7

9,8

10,0

10,1

10,5

10,6

11,1

11,3

11,7

11,9

11,9

12,4

0 10 20 30 40

Ragusa Provincia

Macerata Provincia

Sassari

Umbria

Varese Provincia

Parma Provincia

Biella Provincia

Firenze

ITALIA

Modena Provincia

Romagna

Nord Est

Torino

GENOVA Provincia

Ferrara Provincia

Veneto Regione

36,5

47,5

49,1

52,0

55,9

57,5

59,2

60,3

60,8

63,8

63,8

66,5

67,5

67,9

70,1

71,9

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Ragusa Provincia

Umbria

Macerata Provincia

Sassari

Nord Est

Firenze

Parma Provincia

Romagna

ITALIA

Torino

Modena Provincia

GENOVA Provincia

Ferrara Provincia

Varese Provincia

Biella Provincia

Veneto Regione

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002

RR Italia=1

POLMONE

In Italia l’incidenza è di 25.800 casi per gli uomini e di 5.400 per le donne

Rappresenta il 20% di tutte le morti di tumore in Italia

E’ al primo posto come causa di morte per tumore negli uomini

Il fumo di sigaretta ne è la causa principale

POLMONE

E’ in aumento nelle donne, in seguito dell’acquisizione dell’abitudine al fumo

In diminuzione tra gli uomini in seguito alla diminuzione del consumo di tabacco

Carcinoma polmonare Il carcinoma polmonare è da sempre la neoplasia più diffusa nella popolazione maschile di età superiore ai 40 anni. Attualmente l'incidenza del cancro del polmone è in diminuzione negli USA mentre in Italia la curva di incidenza è in calo negli uomini, in tutte le classi di età, ed in aumento nelle donne. Questo andamento è imputabile alle campagne anti-fumo effettuate in America e al diffondersi dell'abitudine al fumo di sigaretta nelle donne; infatti, tra i fattori di rischio, il fumo di sigaretta svolge un ruolo predominante, essendo responsabile dell'80% dei nuovi casi. Esiste una correlazione diretta, statisticamente provata, fra insorgenza di neoplasie polmonari, fumo di sigarette, numero di sigarette fumate e durata all'abitudine del fumo. Il fumo passivo è associato ad un aumento del rischio di sviluppare un carcinoma polmonare di circa il 30 %.

Un uomo che fuma ha 23 volte più probabilità di ammalarsi di cancro al polmone di uno che non fuma, mentre per le donne il pericolo è 13 volte maggiore. Se un tabagista smette di fumare, il rischio di sviluppare la malattia si riduce progressivamente e dopo 10-15 anni le possibilità che si ammali si avvicinano a quelle di una persona che non ha mai fumato.

Considerando che l'80-90% dei tumori polmonari è dovuto all'abitudine del fumo di sigaretta, l'unica prevenzione primaria

attuabile è l'astensione dal fumo

Carcinoma a grandi cellule (o

tumori non a piccole cellule)

• - Carcinoma a cellule squamose: è il tipo più diffuso negli uomini, origina dalle cellule che rivestono le vie respiratorie;

• - Carcinoma a cellule grandi: il nome deriva dalle grandi cellule tondeggianti che si evidenziano quando si esamina un campione bioptico al microscopio.

• - Adenocarcinoma: si sviluppa dalle cellule che secernono il muco;

Carcinoma a cellule piccole

• il carcinoma a cellule piccole o "a chicco d'avena", così definito dalla caratteristica forma delle cellule.

•Negli ultimi decenni la variante squamosa è in diminuzione, mentre si osserva un aumento relativo degli adenocarcinomi, verosimilmente in rapporto all'aumentata incidenza di tumore polmonare nelle donne, ove questo istotipo ha maggiore frequenza.

Mesotelioma pleurico

Un altro tipo meno comune di tumore polmonare è il mesotelioma, una forma che ha origine della pleura, il foglietto che riveste i polmoni.

Esposizione professionale ad amianto

50-80% dei casi

Esposizione extraprofessionale ad amianto

(ambientale o residenziale)

Altre cause: terapia radiante, familiarità,

alterazioni cromosomiche etc

Mesoteliomi Maligni: eziopatogenesi

problemi aperti

Amianto e morti per mesotelioma

2020 2030

750

500

250

0

1970 1980 1990 2000

1000

2010

ITALIA - Proiezione N

um

ero

di casi

mo

rtali

pe

r a

nn

o

Anni

“The European mesothelioma epidemic” J. PETO et Al.

British Journal of Cancer1999

Fattori di rischi per cancro

polmonare

• - Fumo attivo ++++++

• - Fumo passivo ++

• - Radon ++

• - Ambiente di lavoro ++

• - Inquinamento atmosferico +

• - Ridotta assunzione di frutta e verdura

+

Sinergismi per cancro polmonare

• Fumo + Radon

• Fumo + Amianto

• Fumo + Inquinamento atmosferico

• Fumo + Ambiente di lavoro

http://www.cancerlineuk.net/index.html

CANCRO E FUMO RISCHIO RELATIVO

(NON FUMATORE=1)

Cancro del polmone 17,15

Cancro vie aeree superiori 15

Cancro vescica e vie urinarie 2,7

Cancro pancreas 2,2

Cancro esofago 10

Cancro rene 2,2

Fumo passivo e cancro

• Il fumo di tabacco presente negli ambienti contiene circa 7000 sostanze chimiche, di cui più di 60 sono riconosciute come cancerogene e molte sono agenti tossici. Non è stato possibile determinare una soglia di esposizione al di sotto della quale il fumo passivo sia da considerarsi privo di rischi né si ritiene probabile che nuove ricerche, in futuro, permettano di stabilire tale soglia.

• Il fumo passivo è stato classificato come noto agente cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti nel 1993, dal Dipartimento della sanità e i servizi sociali degli Stati Uniti nel 2000 e dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS nel 2002. della California ha classificato il fumo di tabacco un "inquinante tossico dell'aria".

• In Italia si stimano circa 800 morti l’anno per cancro polmonare da fumo passivo

Il radon è un gas radioattivo incolore estremamente volatile prodotto dal decadimento di tre nuclidi capostipiti che danno luogo a tre diverse famiglie radioattive; essi sono il Thorio 232, l'Uranio 235 e l'Uranio 238. Il Radon viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolare modo da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti etc. La via che generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni e' quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati.

E’ considerato cancerogeno per l’uomo

IL RADON

G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, 353-363, “Qualità dell’aria indoor e medicina del lavoro, ieri e oggi” M. Maroni, Dipartimento

di Medicina del Lavoro, Sezione Ospedale Sacco, Università degli Studi di Milano.

Valutazione dei rischi in Italia

Biomarcatori di suscettibilità

Chi è a rischio?

Song et al., Carcinogenesis 22 : 11 - 16, 2001

Fumo e tumore al polmone

Effetti del metabolismo del CYP1A1

Studio caso-controllo - valori di OR -

Sigarette fumate/anno CYP1A1*1A Gene selvaggio

Non fumatori 3.2 1.0

Fumatori < 20 pacchetti/anno > 20 pacchetti/anno

3.6 11.4

2.6 4.2

PREVENZIONE PRIMARIA

CANCRO POLMONARE

PREVENZIONE

Non fumare

Non esporsi ad agenti cancerogeni ambientali

L’abolizione del fumo di sigaretta consentirebbe l’eliminazione di oltre l’80% dei tumori al polmone

Seguire una dieta sana

DIAGNOSI PRECOCE

POLMONE

DIAGNOSI PRECOCE

I fumatori di oltre 20 sigarette al giorno si dovrebbero sottoporre appena sarà finita la sperimentazione alla TAC Spirale nei tempi e con le modalità che verranno stabiliti

Sperimentazione della TAC

spirale

Tumore al polmone: allo Ieo di

Milano il "Test salva vita" • 26 novembre 2010

• Umberto Veronesi lo ha definito «una svolta epocale». I dati del Cosmos (Continuos Observation of Smoking Subjects), ricerca condotta dall'Istituto europeo dei tumori di Milano su 6.200 grandi fumatori (un pacchetto di sigarette al giorno da 20 anni) in 10 anni, ha dato risultati incoraggianti: grazie alla Tac spirale (la Tac gira intorno al paziente e lo avvolge come in una spirale) è possibile diagnosticare precocemente anche i tumori più piccoli, con una riduzione - stando alle cifre del Cosmos - del tasso di mortalità del 20%. L'esame dura pochi secondi, con bassi livelli di esposizione alle radiazioni.

• I ricercatori dello Ieo, in 10 anni, hanno eseguito circa 40mila Tac spirali, diagnosticando 297 carcinomi polmonari, nel 75% dei casi allo stadio iniziale. Inoltre, l'89% dei tumori è risultato asportabile chirurgicamente: «La sopravvivenza globale di tutti i pazienti è stata del 70%, rispetto a un 10 - 15% della popolazione generale non sottoposta a diagnosi precoce», commenta Giulia Veronesi, direttore dell'Unità di ricerca sulla diagnosi precoce e la prevenzione del tumore polmonare allo Ieo.

• «Così come le donne fanno regolarmente la mammografia per combattere il tumore al seno o il pap-test per il tumore del collo dell'utero - spiega Umberto Veronesi - i grandi fumatori dovranno fare regolarmente la Tac spirale per vincere il tumore al polmone». Per ora, però, questo tipo di esame non è coperto dal Servizio sanitario nazionale ed è eseguibile solo privatamente.

Test del sangue contro il tumore al

polmone

• 9 maggio 2012 L´oncologo Umberto Veronesi annuncia la prima ricerca italiana che consentirà di individuare il tumore al polmone con un semplice esame del sangue. E' questa la nuova frontiera della diagnosi precoce in campo oncologico. Il tumore al polmone è la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati. Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, ha presentato ieri Cosmos II, il nuovo studio italiano sul tumore al polmone, la prima ricerca Cosmos, Continuous observation of smoking subjects è del 2004.

• Parte oggi il reclutamento di diecimila volontari, fumatori o ex fumatori, che abbiano più di 55 anni e abbiano fumato almeno 20 sigarette al giorno per un periodo minimo di 30 anni. Per aderire telefonare al numero unico

• 02-64107700 02-64107700 , WWW.IEO.IT.

• «È al via una nuova era per il cancro polmonare per il quale ci aspettiamo tra 10 o 15 anni un crollo della mortalità». Pier Paolo di Fiore, direttore del programma di medicina molecolare spiega: «I microRNA sono quantità misurabili di frammenti genetici che i tumori polmonari, nel loro processo di formazione, rilasciano nel sangue. Non vengono rilasciati liberi, ma incapsulati in vescicole che li proteggono. Per questo sono particolarmente stabili. Non sappiamo ancora perché le cellule tumorali rilascino grandi quantità di questi frammenti. Quello che è certo è che per noi sono interessantissimi indicatori della presenza del tumore. La semplicità del test e il suo costo, sicuramente più basso di quello richiesto per una Tac a basso dosaggio, lo rendono un ottimo candidato per lo screening iniziale della popolazione a rischio».

CHEMIOPREVENZIONE DEL

CANCRO?

DIETA E PREVENZIONE DEL

CANCRO POLMONARE

Frutta e verdura sono protettive

Cancer No. of Studies Protective Harmful RR (95% CI) (high intake) low vs. high intake

All Sites 170 132 6 2.2 (1.2-7.0) Lung 25 24 0 2.3 (2.1-2.8) Larynx 4 4 0 2.0 (1.7-2.5) Oral, pharynx 9 9 0 2.5 (0.5-5.8) Esophagus 16 15 0 1.9 (0.7-4.8) Stomach 19 17 1 2.5 (0.5-5.8) Colorectal 27 20 3 1.9 (0.3-3.3) Bladder 5 3 0 2.1 (1.6-2.1) Pancreas 11 9 0 2.8 (1.4-6.4) Cervix 8 7 0 2.0 (1.2-6.4) Ovary 4 3 0 1.8 (1.1-2.3) Breast 14 8 0 1.3 (1.1-2.8) Prostate 14 4 2 1.3 (0.6-3.5)

Block et al., Nutr Cancer 1992

Integratori:risultati negativi

Khuri and Cohen, Clin Cancer Res 2004

Carta del rischio

www.alcase.it/education/pdf/miti e fatti.pdf

http://www.lasalute.org

http://www.lasalute.org

Fumo attivo e patologie

Tumori - Polmone - Cavo orale/faringe - Laringe - Esofago - Stomaco - Pancreas - Rene - Vescica - Cervice - Leucemia - Seno - Colon-retto - Naso - Vulva e vagina

Fumo attivo

Cardio-vascolari - Malattia cardiaca ischemica -Ictus – Demenza vascolare - Malattia vascolare periferica

- Aneurisma aortico addominale - Impotenza

Respiratorie - Bronchite - Enfisema - Polmonite - Asma poco controllabile

Riproduttive - Basso peso alla nascita - Complicanze in gravidanza - Riduzione della fertilità - SIDS (morte in culla)

Altro - Parodontopatie - Perdita di denti - Ulcera peptica - Cataratta - Fratture del femore - Esiti chirurgici/cicatrizzazione sfavorevoli - Densità ossea bassa

Tabacco e cancro Fumo di sigaretta Polmone

- Cavo orale/faringe

- Laringe

- Esofago

- Stomaco

- Pancreas

- Rene

- Vescica

- Cervice

- Leucemia

- Seno

- Colon-retto

- Naso

- Vulva e vagina

Sigari o pipa • labbra • polmone • bocca

Tabacco da masticare • bocca

Tabacco + alcol • esofago • bocca

TUMORI CUTANEI

Distretto Toscano Delegazione di Firenze

TUMORI CUTANEI

Il tumore cutaneo più largamente diffuso è il Melanoma, rappresenta l’ 1-2% di tutti i tumori e causa oltre 1.000 morti l’anno in Italia

Non esporre al sole i neonati e con molta attenzione i bambini sotto i tre anni e quelli con molti nei

Applicare le creme protettive

TUMORI CUTANEI

Tumori cutanei: I tre tipi più comuni di cancro cutaneo sono: Carcinoma delle cellule basali

Di solito si manifesta come una papula rossa o un’area ulcerata. Si

presenta lentamente e di rado si estende in altre zone del corpo.

Carcinoma delle cellule squamose

Si manifesta come una spessa macchia rossa nelle regioni del corpo

più esposte ai raggi UV quali le orecchie, il viso, il collo e gli

avambracci. Va incontro a un lento ingrossamento ed è molto

pericoloso poiché spesso dà metastasi.

Melanoma maligno

E’il più raro ma il più pericoloso tra i tumori della pelle. Può essere

rialzato come un nuovo neo o può essere il prodotto del cambiamento

di colore, di forma o di dimensione di una vecchia macchia, lentiggine

o neo.

SOLE e TUMORI CUTANEI

Effetti acuti e cronici degli UV

SKIN CANCER

Skin Cancer Cases in the US (2002)

– Basal Cell Carcinoma 900,000

– Squamous Cell Carcinoma 300,000

– Melanoma 54,000

Major Cause: Sunlight • UVB radiation (290 - 320 nm) leads to DNA photoadducts

• CC TT transitions is the molecular signature of sunlight exposure

• UVA radiation (320 - 400 nm) leads to oxidation reactions • Cellular photosensitizers generate 1O2

and O2

• UVA photons penetrate deeper into the epidermis layer than the higher-energetic UVB radiation

• –

FATTORI DI RISCHIO I RAGGI

UV

http://www.who.int/uv/health/en/

Piccole dosi di radiazione

UV sono benefiche ed

essenziali perché

necessarie alla produzione

di vitamina D.

Le radiazioni UV sono anche usate per

trattare diverse malattie, tra le quali il

rachitismo, la psoriasi e l'eczema.

FATTORI DI RISCHIO

http://www.who

.int/peh-uv

FATTORI DI RISCHIO Secondo l’Oms, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone a causa

della sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per

carcinomi della pelle.

Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie, tra cui il melanoma, strettamente legate

all’esposizione a radiazioni ultraviolette.

Circa il 90% del carico totale di malattia per melanoma e gli altri tumori cutanei

è attribuibile ai raggi UV.

STRUTTURA E FUNZIONE

DELLA PELLE

COMPOSIZIONE DEI RAGGI SOLARI

Le differenti radiazioni solari non hanno gli stessi effetti. E' utile conoscerli meglio per goderne i benefici in tutta sicurezza.

UVB Abbronzatura, sintesi della Vitamina D "antirachitica"

Eritemi, arrossamenti, scottature, insorgenza di nei, tumori cutanei

UVA Abbronzatura "passeggera" Invecchiamento cutaneo, rughe, tumori cutanei,

fotosensibilizzazioni,allergie solari

Luce

visibile Antidepressiva, regola le

funzioni ormonali Invecchiamento cutaneo

Infrarossi

(IR) Calore, benessere Disidratazione, colpi di calore, insolazioni

Lampade e lettini ad alto rischio

cancro

• L'esposizione ai raggi UV può risultare molto dannosa per la salute e indurre la formazione di tumori molto gravi. A stabilirlo è l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) che ha spostato le radiazioni, utilizzate nei lettini abbronzanti, dal gruppo 2A al gruppo 1 delle sostanze cancerogene, ossia nella categoria a più alto rischio. La decisione è stata presa alla luce dei risultati di una recente metanalisi che ha evidenziato un aumento del 75% del rischio di sviluppare melanoma nelle persone che si sono esposte a radiazioni allo scopo di abbronzarsi, prima dei 30 anni. Alla base della recente decisione dell'Iarc ci sono, inoltre, i dati relativi ad alcuni studi clinici caso-controllo che mostrano un'associazione diretta tra esposizione a radiazioni e sviluppo di melanoma oculari. Ma la nuova classificazione non riguarda solo i raggi UV. Da oggi, infatti, tutti i tipi di radiazioni ionizzanti, sia quelle che producono ioni in modo diretto (particelle alpha e beta) sia quelle che producono ioni in modo indiretto (neutroni, raggi gamma e raggi X), apparterranno alla categoria più rischiosa delle sostanze cancerogene. Lancet Oncol 2009; 10: 751-752

La quantità di radiazioni ultraviolette che raggiunge la terra dipende anche dalle condizioni ambientali, dalla stagione e soprattutto dallo spessore dello strato di ozono.

L'assottigliamento di questo prezioso "scudo" protettivo è conseguente all'immissione nell'atmosfera dei clorofluorocarburi e di altre sostanze chimiche riducenti ed è tra le cause di importanti modificazioni dell'ecosistema terrestre ed acquatico ed anche di un documentato aumento dei fattori di rischio sull'incidenza di alcune neoplasie, danni a livello dell'apparato oculare e la riduzione delle difese immunitarie dell'organismo.

LUCE SOLARE E BUCO DELL'OZONO

L'erosione dello strato di ozono, secondo proiezioni provenienti da modelli computerizzati, avviene ad un ritmo di 1-6% l’anno e porterebbe le aree popolate della Terra nel giro di quarant'anni a ricevere una dose supplementare di radiazioni compresa tra il 5 e il 20%, la maggior parte nella banda UVB.

INDICE degli UV

L'Indice Universale della Radiazione UV Solare (UVI) descrive il

livello di radiazione UV solare sulla superficie terrestre.

Categorie di

esposizione

Valori dell'UVI

bassa <2

moderata 3 - 5

alta 6 - 7

molto alta 8 - 10

estrema 11 +

http://www.iss.it/site/sole/uvin/sche.html

L'UVI è chiaramente uno strumento

educativo, ed il suo uso deve basarsi

su una comunicazione efficace con il

pubblico e con i mezzi di informazione.

L'UVI può:

• Salvare vite.

• Proteggere la salute.

• Aiutare a preservare l'aspetto

giovanile.

http://www.iss.it/site/sole/uvin/sche.html

BOLLETTINO DEI RAGGI UV

SCOPRI IL TUO FOTOTIPO!

FOTOTIPO CAPELLI CARNAGIONE

TENDENZA

ALLA

COMPARSA

DI ERITEMA

ABBRONZATURA

I Rossi LatteaCostante+++

Sempre presenteNo

II Biondi Chiara Costante++Leggermente

abbronzato

III Castani Chiara Frequente Abbronzatura chiara

IV Bruni Olivastra Rara Scura

V Neri Olivastra Eccezionale Molto scura

VI Neri Nera No Nera

Per indurre la comparsa di un tumore cutaneo si

ritiene sufficiente un periodo di esposizione solare di

10-15 anni.

Un’esposizione frequente e non

adeguatamente protetta al sole

durante l’adolescenza

incrementa significativamente il

rischio di sviluppo di cancro

cutaneo nel corso della vita.

Melanoma Sulla pelle di ogni persona sono comunemente presenti numerose macchie colorate costituite da cellule chiamate melanociti o nevociti, tali macchie sono dette nei o nevi. I nevi sono formazioni benigne, si presentano come macchie di colore variabile dal marrone chiaro al nero, a superficie piana o rilevata, di forma regolare rotondeggiante o ovalare. Di regola hanno dimensioni piccole, inferiori a 6 mm. Raramente sono presenti dalla nascita (nevi congeniti), più spesso insorgono in giovane età fino a 20/30 anni (nevi acquisiti). I nevi possono aumentare molto lentamente in dimensione o rilievo: questa trasformazione è fisiologica, ossia normale, e rappresenta la “maturazione” del nevo. L’asportazione chirurgica di un nevo non è assolutamente pericolosa e deve essere sempre seguita dall’esame istologico. L’importanza dei nevi è riconducibile al loro rapporto con il melanoma: infatti alcuni nevi possono simularlo.

D’altro canto il melanoma può essere associato al nevo o nascere su di esso. Il melanoma è il tumore maligno che nasce dai melanociti. Si tratta di un tumore aggressivo, con frequenza in netto aumento in tutto il mondo. In Italia, secondo alcune statistiche, ha un’incidenza annuale di 35 casi ogni 100.000 abitanti. Il melanoma compare soprattutto tra i 30 e i 60 anni, con una leggera prevalenza nel sesso femminile, dove è spesso localizzato agli arti inferiori, mentre nei maschi è più frequente al tronco. Nei giovani di età inferiore ai 15 anni è molto raro. Vengono riconosciuti quali fattori predisponenti la carnagione chiara, l’appartenenza a famiglie in cui si sono verificati più casi di melanoma, la presenza di numerosi nevi congeniti o acquisiti di grandi dimensioni.

EPIDEMIOLOGIA

L’incidenza del melanoma tende ad incrementare

continuamente nei soggetti di sesso maschile più rapidamente

rispetto a qualunque altra neoplasia.

Attualmente il melanoma rappresenta la quinta neoplasia

come incidenza nel maschio e la sesta nella femmina.

Nell’Unione Europea l’incidenza di melanoma è di 9 casi/100.000 per

anno.

Il rischio di avere un

melanoma cutaneo é di

8,4 ‰ fra i uomini

8,1 ‰ fra le femmine

EPIDEMIOLOGIA

http://www.proteinbiotechnologies.com/images/maps/Melanoma-Incidence-Female-Map.jpg

EPIDEMIOLOGIA

http://www.proteinbiotechnologies.com/images/maps/Melanoma-Incidence-Male-Map.jpg

Tassi di mortalità per melanoma in Italia negli anni 1980-1998 (dati ISS)

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

1980 1985 1990 1995 1998

maschi femmine totale

Controverso è invece il ruolo dell’esposizione alla luce solare: sembra infatti assodato che non sia tanto la prolungata esposizione durante il corso della vita (abitanti di paesi del bacino del Mediterraneo o tropicali), quanto l’esposizione intermittente e intensa soprattutto in età infantile (bagni di sole estivi in spiaggia) a rappresentare un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma. Il rischio che il melanoma possa diffondersi e dare metastasi è tanto maggiore quanto più alto è il suo spessore. Lo spessore sopra il quale questo rischio comincia ad aumentare è 1 mm. Il melanoma è perciò sicuramente guaribile solo se viene asportato chirurgicamente nella sua fase iniziale, quando ancora confinato negli strati più superficiali della pelle. Le metastasi possono essere presenti al momento della diagnosi, oppure comparire a distanza di tempo: per questo è importante che il paziente si sottoponga a visite di controllo periodiche negli anni successivi alla diagnosi. Quando compaiono metastasi l’obiettivo delle terapie è quello di controllarne la crescita, prolungando in questo modo la sopravvivenza.

FATTORI DI RISCHIO

Fattori

Costituzionali

Numero di nevi

Presenza di nevi displastici o

atipici

Familiarità per melanoma

Altri

Ambientali Raggi UV

FATTORI DI RISCHIO Secondo l’Oms, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone a causa

della sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per

carcinomi della pelle.

Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato nove malattie, tra cui il melanoma, strettamente legate

all’esposizione a radiazioni ultraviolette.

Circa il 90% del carico totale di malattia per melanoma e gli altri tumori cutanei

è attribuibile ai raggi UV.

DECALOGO CONTRO IL MELANOMA

• 1. evitare le esposizioni eccessive e le scottature da sole, soprattutto

nei bambini e in soggetti con cute pallida che si abbronza

con difficoltà e si scotta facilmente

• 2. non esporre al sole i bambini fino al 6° mese

• 3. evitare le esposizioni al sole dalle ore 11 alle ore 14

• 4. utilizzare cappelli con visiera, camicie, magliette, occhiali

• 5. utilizzare l’ ombra naturale (alberi etc.) e creare protezioni

con ombrelloni

• 6. ricordare che la miglior fotoprotezione è l’ ombra e che un indumento

appropriato protegge più di qualunque crema solare

• 7. usare, specie se si ha la cute pallida, creme solari ad alta protezione

che contengano filtri bloccanti sia gli UVB che gli UVA

• 8. le creme solari devono essere resistenti all’ acqua ed applicate

più volte al giorno

• 9. alcune sedi sono da proteggere in modo particolare: naso, orecchie,

petto, spalle, dorso, piedi , cuoio capelluto (specie se

calvi, ma non solo)

• 10. evitare le abbronzature artificiali (lettini UVA) che oltretutto

invecchiano precocemente la pelle

TUMORI CUTANEI

PREVENZIONE

Evitare esposizioni eccessive ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali della giornata, in particolare nei bambini e nei soggetti con pelle chiara

Utilizzare creme solari ad alta protezione

Eseguire la mappatura dei nei con il dermatoscopio

Sole e tumori cutanei • Esporsi in maniera graduale e progressivamente ripartita inpiù giorni,

evitando, specie nei primi giorni, di rimanere immobili per ore al sole;

• Evitare di esporsi nelle ore in cui i raggi UV sono più intensi (dalle 11 alle 15);

• Usare sempre creme con f attori di protezione elevata o totale (oltre 15) rinnovando frequentemente l'applicazione (ogni 2-3 ore);

• Idratare la pelle dopo esposizioni intense e prolungate;

• Non usare "specchi" che concentrano i raggi UV potenziandone l'effetto lesivo;

• Ricordate che alcune sostanze come determinati antibiotici, antinfiammatori, profumi e i deodoranti possono aumentare la sensibilità della pelle ai raggi del sole, causando arrossamenti, irritazioni, prurito, ecc.;

• Per evitare eccessive esposizioni utilizzate indumenti, copricapo e occhiali da sole;

• Ricordate che non utti gli indumenti offrono la stessa protezione contro i raggi solari, e che comunque non danno protezione assoluta contro di essi.

Riconoscere i nei «a rischio»

• Bisogna controllare la simmetria, i bordi, il

colore e il diametro: seguendo uno schema

riassumibile nella sigla «ABCD»

• La diagnosi spetta al dermatologo, ma

esiste un criterio, relativamente semplice,

per orientarsi:

• A sta per asimmetria,

• B per bordi irregolari,

• C per colori diversi nello stesso neo e

• D per diametro oltre i 6 millimetri. Uno solo

di questi parametri è «sospetto».

Le creme solari contengono sostanze che impediscono ai raggi UV di

penetrare all’interno della pelle.

Queste sostanze, a seconda di come agiscono, vengono suddivise in:

Nello scegliere una crema solare è necessario rivolgersi sempre a creme con

fattore di protezione superiore a 15. Affinché la protezione si mantenga è

necessario applicare il prodotto almeno ogni ora - ora e mezza.

In genere, infatti, la crema solare viene applicata solo all'inizio

dell'esposizione al sole: partendo da un fattore di protezione più alto si

garantirà una protezione media per un tempo più lungo.

schermanti:

agiscono come veri e

propri specchi,

impedendo l’ingresso

dei raggi UV

riflettendoli (solo negli

schermi totali).

filtranti:

assorbono e

intrappolano l’energia

dei raggi UV

(nelle creme a fattore

medio – basso e negli

schermi totali)

CREME SOLARI

FATTORI PROTETTIVI (SPF) The sun protection factor (SPF) is a widely accepted method of measuring sunscreen effi cacy. SPF is defined as the sun radiation dose (mainly UVB) required to produce the minimum erythemal dose (MED; the threshold dose that can produce sunburn) after application of 2 mg/cm² of sunscreen divided by the dose producing 1 MED on unprotected skin. Thus an SPF of 2 absorbs 50% of ultraviolet radiation, SPF 8 sunscreen can fi lter out 87·5% of UVB radiation, SPF 16 93·6%, SPF 32 96·9%, and SPF 64 98·4%.26 Although there is a recognised way of measuring protection from UVB, there is not a standardised method to measure the effi cacy of UVA blocking.14 The Australian/New Zealand Standard is based on in-vitro testing. This standard specifies that a “broad spectrum” claim can be made if the product fulfi lls one of the following criteria: either an 8-μm layer of the product does not transmit more than 10% of radiation between 320 and 360 nm or an 20-μm layer of the product does not transmit more than 1% of radiation between 320 and 360 nm.

Creme solari: le nuove regole

Dal 2008 in vigore normative diverse per l'etichettatura delle creme solari.

Dal 2008 entreranno in vigore le nuove regole per l'etichettatura delle creme solari. Una specialista spiega quali sono le novità: spariranno i numeri, sostituiti da definizioni come «protezione bassa», «media», «alta» e non sarà più ammessa la definizione «schermo totale». Inoltre sarà introdotta obbligatoriamente una protezione contro gli Uva equivalente ad almeno un terzo del grado di protezione contro gli Uvb.

Immunosoppressione e UV

Chemoprevention by dietary botanical agents: Dietary botanicals (green tea polyphenols, grape seed proanthocyanidins and silymarin) have been shown to inhibit UV-induced immune suppression and photocarcinogenesis.

Sabato, 5 maggio 2007

Tumore epatico

• Il più frequente è il carcinoma epatocellulare che è la più comune neoplasia maligna nel mondo (almeno 1.000.000 di nuovi casi all'anno). La maggior parte di questi tumori insorge in pazienti con cirrosi epatica (incidenza annuale di circa 3-4%). Fa eccezione l'Africa dove , invece, questa neoplasia compare in fegati normali. Il colangiocarcinoma è il secondo più frequente tumore maligno primitivo del fegato e non compare in pazienti cirrotici, ma più frequentemente in corso di infiammazione delle vie biliari (origina dalle cellule biliari).

• L’Italia non raggiunge le percentuali dei paesi africani e asiatici ma è il paese del mondo occidentale con il più alto numero di carcinomi epatocellulari. Ciò è dovuto all'alto numero di cirrosi (di origine virale o alcolica).

CARCINOMA EPATICO

PRIMARIO

VIRUS HBV E CANCRO EPATICO

INFEZIONE HBV e CANCRO

EPATICO

VIRUS HCV e CANCRO EPATICO

HCV e CANCRO EPATICO

U.S. Gov. “Nono Rapporto sui

Cancerogeni, 2000” : l’alcol è

cancerogeno

• Il Governo degli Stati Uniti nell'ultimo rapporto governativo sulle cause principali del cancro, scientificamente accertate, aggiunge alla lista degli agenti cancerogeni l’alcol (consumato come vino, birra, ecc.). Aflatoxins, Alcoholic Beverage Consumption, Arsenic Compounds, Asbestos, Azathioprine, Benzene, Cadmium, Environmental Tobacco Smoke, Ethylene Oxide, Radon, Smokeless Tobacco, Solar Radiation and Exposure to Sunlamps, Sulfuric Acid, Tamoxifen, Tobacco Smoking.

Alcohol & Cancer Risk

0 20 40 60 80 100

Rela

tive risk

Grams of alcohol/day

Stomach

Colorectal

Esophagus

Breast

Liver

Oral

Pharynx

Larynx

Duffy & Sharples. In: Alcohol & Illness. Edinburgh Univ. Press 1992

2.6 2.4 2.2 2 1.8 1.6 1.4 1.2 1

Larynx

Pharynx

Oral

Liver

Breast Esophagus

Colorectal Stomach

Alcol e tumore epatico

• L'associazione tra etanolo e cancro del fegato è stata documentata in migliaia di pazienti e nella maggior parte degli studi l'effetto dell'alcool risulta dose-dipendente e correlato con lo sviluppo di cirrosi. Nelle aree geografiche a bassa prevalenza di epatite B come gli USA, il rischio di CE è aumentato del 40% nei forti consumatori di alcol, mentre è dubbio se il moderato consumo di alcol è associato a significativi incrementi di rischio tumore. L'assunzione giornaliera di 40-60 g nell'uomo e 20-40 g nella donna per diversi anni può causare cirrosi ed aumentare di conseguenza il rischio tumore. In Italia il rischio tumore è 13 volte maggiore nei bevitori rispetto ai non bevitori.

Alterazioni epatiche dopo eccessiva

e prolungata ingestione di alcol

• Le principali conseguenze sono qui riassunte :

• 1) Steatosi epatica (fegato grasso): la prima conseguenza dell'abuso di alcol è l'accumulo di grasso nelle cellule epatiche. Tale accumulo è reversibile se il paziente smette di bere.

• 2) Epatite: continuando l'abuso alcolico è facile andare incontro alla steatoepatite: si tratta di un accumulo di grasso accompagnato da infiammazione: esiste una forma acuta e più frequentemente una forma cronica.

• 3) Cirrosi epatica: la cirrosi è caratterizzata da presenza di fibrosi diffusa del fegato e noduli di rigenerazione.

Sinergismo tra alcol e virus epatitici

• E’ stato riscontrato un sinergismo di

potenziamento tra alcol e virus HBV e

HCV.

Prevenzione del cancro epatico

• Prevenzione delle epatiti B e C da infezione virale;

• evitare il consumo eccessivo di alcol e la contaminazione da aflatossina B1.

• Lo screening del tumore epatico con gli ultrasuoni ed i markers tumorali (alpha-fetoproteina) può essere efficace nei soggetti ad alto rischio dove le infezioni da HBV/HCV e i tumori epatici sono frequenti e vi sono risorse mediche disponibili.

Prevenzione delle epatiti

- Screening del sangue e dei suoi derivati - Impiego di aghi e siringhe monouso - Adeguata sterilizzazione di strumenti chirurgici e dentali - Uso di precauzioni e barriere come l'impiego di guanti, protezione degli occhi e viso, ecc. - Educazione nel rischio di usare per più persone materiale non sterilizzato (forbicine, rasoi, ecc.)

- Vaccinazione anti HBV

Tumore alla prostata

• Nella popolazione maschile il tumore della prostata ha un’incidenza seconda solo alla neoplasia del polmone. In Italia si registrano circa 11.000 nuovi casi ogni anno e tra questi i decessi sono pari a circa 6.300 (circa il 7% delle morti per tumore negli uomini). Il 60% circa dei casi di decesso avviene nel Nord del Paese forse a causa delle abitudini alimentari e delle condizioni ambientali differenti. Il tumore della prostata rappresenta pertanto la seconda causa di morte per neoplasia nella popolazione maschile italiana, dopo il cancro al polmone. Attualmente ogni italiano con più di 65 anni ha circa il 3% di probabilità teorica di morire per questa malattia. Bisogna evidenziare come la malattia aumenti in maniera esponenziale con l’aumentare dell’età della popolazione.

INCIDENZA DEL CANCRO DELLA PROSTATA

MONDO EUROPA

9,1

13,1

37,1

40,2

52,8

87,1

96,7

0 20 40 60 80 100

Asia

Africa

Italia

Europa

Centro e Sud

America

Oceania

Nord America

19,5

24,6

26,7

29,3

29,9

32,0

35,8

37,1

39,8

44,4

49,4

53,9

55,4

62,4

62,8

63,0

88,8

0 20 40 60 80 100

POLONIA

Slovacchia

Slovenia

SPAGNA

Danimarca

Repubblica Ceca

Estonia

ITALIA

REGNO UNITO

Irlanda

GERMANIA

Olanda

FRANCIA

SVIZZERA

Finlandia

Svezia

AUSTRIA

INCIDENZA DEL CANCRO DELLA PROSTATA Italia

20,1

23,6

26,2

29,3

33,1

35,1

36,5

37,1

37,1

37,4

37,7

38,4

39,3

40,7

43,0

51,6

0 10 20 30 40 50 60

Ragusa Provincia

Sassari

Ferrara Provincia

Parma Provincia

Modena Provincia

Firenze

Umbria

Veneto Regione

ITALIA

Macerata Provincia

Torino

GENOVA Provincia

Romagna

Varese Provincia

Biella Provincia

Nord Est

Prevenzione primaria tumore alla

prostata

• Non si conoscono le cause del tumore della prostata ma è stato provato che alcuni fattori dietetici e comportamentali sono spesso associati a questa malattia. Un’alimentazione ricca di grassi (specie quelli saturi) così come l’ingestione di carne rossa ne aumentano l’incidenza. L’azione dei grassi si potrebbe collegare ad un aumento della produzione del testosterone ed una diminuzione dell’assorbimento della vitamina A. Al contrario una dieta vegetariana, in particolar modo verdure gialle e verdi, olio d’oliva e frutta, sembrerebbe svolgere un’azione protettiva sulla formazione della neoplasia prostatica attraverso sostanze con azione antiossidante.

Fattori di rischio possibili

• Età

• Etnia afro-americana

• Familiarità

• Dieta ricca di grassi,carni rosse e

prodotti caseari

Fattori di rischio accertati

• Bassa introduzione di prodotti derivati dai pomodori (licopene) , selenio, vit. E e soia

Rischio relativo di carcinoma della prostata (ed intervalli di confidenza al 95%) in relazione a diversi fattori. Da uno studio basato su 166 casi e 202 controlli, Pordenone, 1980-83 (da Talamini et al., 1986).

L’abbondante assunzione di multivitaminici aumenta il rischio di carcinoma della prostata avanzato o fatale Gli uomini che assumono regolarmente i multivitaminici, presentano un rischio raddoppiato di tumore della prostata, avanzato o fatale, rispetto a chi non ne fa uso. Lo studio ha analizzato i dati di 295.344 uomini che stavano partecipando allo studio AARP ( American Association of Retired Person ) Diet and Health Study. Al momento dell’arruolamento, ai partecipanti non era stato diagnosticato alcun tumore. Nel corso del periodo osservazionale di 5 anni, u totale di 10.241 partecipanti ha sviluppato il carcinoma della prostata. Di questi, 8.765 hanno presentato un tumore localizzato e 1.476 un tumore in forma avanzata.Un’analisi del periodo osservazionale a 6 anni ha riscontrato 179 casi fatali di tumore della prostata. Dall’esame di un questionario autosomministrato, non è stata osservata alcuna relazione tra assunzione di multivitaminici e del rischio di tumore alla prostata localizzato, mentre è emerso che gli uomini che facevano uso abbondante di multivitaminici, presentavano un maggior rischio di tumore della prostata in fase avanzata ( rischio relativo RR= 1.32 ) e fatale ( RR = 1.98 ). Lo studio Cancer Prevention Study II ha concluso che l’assunzione di multivitaminici è associata ad un più alto rischio di carcinoma prostatico fatale. (J Nat Cancer Institute, 2007)

Prevenzione secondaria tumore

alla prostata • Il PSA (Prostatic Specific Antigen) è un normale esame che prevede un prelievo di

sangue per individuare i livelli di antigene prostatico specifico, una glicoproteina prodotta dalla prostata. In presenza di cancro, infatti, i valori del PSA aumentano perché le cellule ghiandolari malate, infiammate o tumorali producono molto più PSA delle cellule normali. Il superamento del valore soglia di 4 nanogrammi per ml deve destare l’attenzione del medico in quanto possibile segno di patologia neoplastica. La conoscenza di questa glicoproteina si è sviluppata ulteriormente analizzando una frazione della stessa (PSA libero) ed il suo rapporto con la quantità totale (PSAtot/PSAfree); quando questo risulta essere basso siamo probabilmente in presenza di una patologia tumorale. Tutto ciò risulta essere particolarmente utile specie nei casi con PSA compreso tra 4 e 10 nanogrammi per ml. Il PSA si è dimostrato il più attendibile fra tutti i marcatori di carcinoma prostatico.

• L’Esplorazione Rettale (ER) è l’altro accertamento indispensabile per la diagnosi precoce del tumore alla prostata. E’ un esame semplice grazie al quale l’urologo può individuare la presenza di noduli prostatici sospetti.Questo esame viene spesso evitato dalla maggior parte della popolazione maschile - probabilmente per ragioni di pudore - anche se si tratta di una visita semplice e indolore che tuttavia richiede una buona esperienza da parte dell’urologo.

Prostate Cancer

• Both the prostate-specific antigen (PSA) blood test

and digital rectal examination (DRE) should be offered

annually, beginning at age 50, to men who have at

least a 10-year life expectancy. Men at high risk

(African-American men and men with a strong family

of one or more first-degree relatives [father, brothers]

diagnosed before age 65) should begin testing at age

45. Men at even higher risk, due to multiple first-

degree relatives affected at an early age, could begin

testing at age 40. Depending on the results of this

initial test, no further testing might be needed until age

45. http://www.cancer.org/docroot/PED/content/PED_2_3X_ACS_Cancer_Detection_Guidelines_36.asp

Linee guida

• L’American Urological Association propone il

dosaggio del PSA e una ER una volta l’anno

per tutti i soggetti maschi sani di età tra i 50 e i

70 anni.

• Per i soggetti a rischio (razza nera e familiarità)

lo screening dovrebbe iniziare a 40 anni.

Tumore prostatico: nuova

applicazione PSA

• Negli uomini con livelli sierici di PSA pari a 2,5 ng/ml o meno, la percentuale di PSA libero rappresenta un accurato fattore predittivo di tumore prostatico alla biopsia. Recentemente le associazioni urologiche ed oncologiche hanno abbassato il livello soglia del PSA totale per la biopsia da quattro a 2,5 ng/ml, ma più del 17 percento degli uomini che non giungono a questo valore potrebbe avere comunque un tumore prostatico. L'uso di routine della percentuale di PSA libero dunque andrebbe fortemente raccomandato nello screening del tumore prostatico o nelle misure per la diagnosi precoce onde meglio stratificare la probabilità di tumore alla biopsia. (Cancer 2008; 113: 2695-703)

Test del Psa: lo screening che non

si deve fare

• 29 marzo 2010 La Società di urologia oncologica prende posizione sull'esame del Psa sulla scia delle dichiarazioni rilasciate dell'American Cancer Society che ribadisce come sia 50 volte più probabile vedere la propria vita rovinata dal test del Psa (antigene postatico specifico).

• La Società di urologia oncologica sostiene che ad oggi non ci siano elementi per giustificare l'uso del test del Psa come screening di massa. I benefici non valgono i costi connessi allo screening. Occorre fare il test a 1.400 uomini, trattarne 48 per poter salvare una vita. Significa che 47 uomini possono subire una prostatectomia anche se non sarebbero mai morti per tumore alla prostata. Nel 50-70% dei casi, il tumore alla prostata è indolente, cresce cioè lentamente ed è poco aggressivo.

• «Con lo screening di massa è facile scoprire tumori che non hanno significato clinico - conferma Giuseppe Martorana, presidente della SIUrO - il test del Psa non va fatto a tappeto, ma solo a chi ha parenti stretti che hanno avuto un tumore, perché la familiarità è l'unico fattore di rischio su cui c'è la certezza scientifica, e in chi ha sintomi urinari».

Prostata, nuove scoperte

sull’analisi precoce

• 8 aprile 2011

• Fanno prospettare un futuro dove i dosaggi del Psa saranno meno frequenti e dove si ridurranno anche le biopsie della prostata. I risultati di uno studio condotto da ricercatori svedesi e statunitensi mostrano infatti che basterebbe un solo esame del marcatore tumorale prima dei 50 anni per escludere o prevedere il pericolo del cancro, anche dopo 30 anni.

• La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Cancer, riprende un precedente studio compiuto tra il 1974 e il 1986, e che aveva coinvolto più di 21 mila uomini tra i 33 e i 50 anni. L'indagine già aveva mostrato come un singolo test del Psa, effettuato tra i 44 e i 50 anni, in una popolazione non sottoposta a screening, potesse diagnosticare precocemente il cancro. A 30 anni di distanza, sono stati misurati di nuovo i livelli di Psa sul 93% degli uomini con tumore, e su un campione di soggetti sani. Il confronto dei due studi, a distanza di tempo, ha mostrato una correlazione tra livelli aumentati di Psa e tumore della prostata. Nel dettaglio, il cancro è stato rilevato nei soggetti tra i 44 e i 50 anni con valori di Psa iniziali tra 0,70 e 0,74 ng/ml, mentre metastasi sono state riscontrate nei soggetti con Psa superiore a 0,75 ng/ml.

• I risultati, ora, richiedono ulteriori verifiche, ma già suggeriscono un uso precoce del dosaggio del marcatore, così da sottoporre poi gli uomini a rischio a controlli più ravvicinati.

Screening and prostate-cancer mortality in a

randomized European study.

.

BACKGROUND: The European Randomized Study of Screening for Prostate Cancer was initiated in the early 1990s to evaluate the effect of screening with prostate-specific-antigen (PSA) testing on death rates from prostate cancer. METHODS: We identified 182,000 men between the ages of 50 and 74 years through registries in seven European countries for inclusion in our study. The men were randomly assigned to a group that was offered PSA screening at an average of once every 4 years or to a control group that did not receive such screening. The predefined core age group for this study included 162,243 men between the ages of 55 and 69 years. The primary outcome was the rate of death from prostate cancer. Mortality follow-up was identical for the two study groups and ended on December 31, 2006. RESULTS: In the screening group, 82% of men accepted at least one offer of screening. During a median follow-up of 9 years, the cumulative incidence of prostate cancer was 8.2% in the screening group and 4.8% in the control group. The rate ratio for death from prostate cancer in the screening group, as compared with the control group, was 0.80 (95% confidence interval [CI], 0.65 to 0.98; adjusted P=0.04). The absolute risk difference was 0.71 death per 1000 men. This means that 1410 men would need to be screened and 48 additional cases of prostate cancer would need to be treated to prevent one death from prostate cancer. The analysis of men who were actually screened during the first round (excluding subjects with noncompliance) provided a rate ratio for death from prostate cancer of 0.73 (95% CI, 0.56 to 0.90). CONCLUSIONS: PSA-based screening reduced the rate of death from prostate cancer by 20% but was associated with a high risk of overdiagnosis.

N Engl J Med. 2009 Mar 26;360(13):1351-4

Tumore alla prostata

IL CANCRO SI PUÒ PREVENIRE?

Quale prevenzione? Prevenzione è una delle parole chiave per sconfiggere il cancro. Ciò significa non solo evitare i comportamenti a rischio, come il fumo di sigaretta, l'abuso di alcool o l'alimentazione errata, come quella troppo ricca di grassi (prevenzione primaria), ma sottoporsi agli esami necessari a favorire l’anticipazione diagnostica (prevenzione secondaria). Prevenzione primaria Sono gli accorgimenti e le iniziative che hanno lo scopo di eliminare quei fattori che portano allo sviluppo del cancro. Modificando la dieta quotidiana, praticando regolarmente attività fisica, evitando di esporsi troppo a lungo ai raggi del sole, conoscendo gli agenti cancerogeni e cercando di evitarli (soprattutto sul luogo di lavoro), smettendo di fumare per non fare del male a se stesso e agli altri (leggi fumo passivo)… Sul fronte alimentare è il trionfo della cosiddetta "dieta mediterranea", caratterizzata da un corretto equilibrio fra i diversi nutrienti e dalla scarsa presenza di grassi animali.

Importante è l'elevato apporto di frutta e verdura da mangiare ad ogni pasto. L'assunzione di alcune sostanze naturali può rallentare infatti la comparsa del cancro a livello cellulare. Fra queste il beta-carotene, (presente nelle carote), la vitamina C, lo zinco o il selenio. Vale la pena sottolineare però che il consumo di antiossidanti isolati e purificati non dà risultati nella prevenzione dei tumori: studi clinici hanno dimostrato che solo il consumo di alimenti e delle loro combinazioni, e non di elementi isolati, riduce realmente il rischio di contrarre una malattia neoplastica. All'attenzione verso ciò che si mangia va aggiunta quella al consumo di alcolici che deve essere limitato (un bicchiere di vino a pasto), mentre vanno eliminati i superalcolici. In più, se è vero che chi vive in città è esposto suo malgrado all'inquinamento, è anche vero che c'è un inquinamento che ognuno si può risparmiare: il fumo di sigaretta. L’abolizione del fumo di sigarette consentirebbe infatti l’eliminazione oltre l’80% dei tumori al polmone: un dato che lascia poco spazio alle interpretazioni.

Visto che è la prima causa di morte per tumore negli uomini e purtroppo risulta in aumento nelle donne, sia in Italia che in Europa in seguito all’acquisizione della cattiva abitudine al fumo. Ricade nell’ambito della prevenzione primaria anche la tutela della salute sul luogo di lavoro. Secondo uno studio del Cnel l'incidenza italiana è più alta della media europea e si è attestata al 10-15% del totale dei tumori. Per questo ogni lavoratore deve pretendere un luogo di lavoro salubre - senza fumo di sigaretta, agenti chimici o tossici dispersi nell'aria o a contatto con sostanze cancerogene.

Prevenzione secondaria La prevenzione secondaria coincide con la diagnosi precoce e tempestiva. Questo è possibile solo se, dopo una certa età, ci si sottopone a esami di controllo per individuare in fase iniziale i tumori più frequenti e prevedibili, quelli noti come i “4 big killer”: polmone, mammella, colon retto e prostata. Non bisogna inoltre sottovalutare nessun sintomo sospetto, che va riferito tempestivamente al proprio medico curante. Oggi sono state affinate molte tecniche e metodiche che permettono l'anticipazione diagnostica. Rimane ancora da accertare però se l'individuazione precoce del tumore si traduca sempre in un reale allungamento della vita del paziente, ed eventualmente a quali costi. Molti studiosi ritengono infatti che spesso venga sottovalutato il carico di stress a cui è esposto chi si sottopone a un esame. Questo vale soprattutto per i "falsi positivi", per quei pazienti cioè a cui viene diagnosticata una neoplasia poi non confermata.

Altri studiosi fanno notare che se alla realizzazione di test predittivi non corrisponde un'efficacia della cura per il tumore individuato, allora l'anticipazione diagnostica rischia di non essere giustificata. Unanime è invece il parere positivo sui programmi di diagnosi precoce per il carcinoma della mammella, del colon retto, della cervice uterina, del melanoma e della prostata.

E nel futuro ci sarà la “prevenzione totale” Individuare i soggetti a rischio prima che sviluppino la malattia, è questo l'obiettivo della prevenzione totale. A partire dalla genetica, per ogni tumore si potrà individuare il danno causato dalla malattia nel DNA. Facciamo un esempio: il fumo di sigaretta danneggia un particolare cromosoma il quale, attraverso almeno 20 passaggi (mutazioni) diversi, arriva a produrre delle cellule pretumorali nel tessuto del polmone. Non si tratta ancora di cancro ma di una sua anticipazione: infatti, da questo momento potrebbero passare anche anni prima che la patologia si possa manifestare. È questo allora il momento giusto per intervenire con delle molecole "intelligenti" che colpiscano il bersaglio e ripristino le funzioni perse o alterate del patrimonio genetico, bloccandone lo sviluppo in cellule cancerose. In questa ottica, per l'anticipazione del tumore al polmone si sta lavorando, per la messa a punto di un test che andrà a individuare materiale genetico prodotto dalle cellule tumorali.

Così attraverso un semplice prelievo di sangue si riuscirà a snidare il tumore al polmone proprio al suo esordio. Nel caso del tumore al colon questo test potrebbe sostituire l'endoscopia, esame fastidioso che non viene praticato quanto sarebbe necessario. Per i tumori causati da infezioni virali si procederà invece sempre più servendosi della vaccinazione. Un esempio è dato dai virus dell'epatite B e C, cause della cirrosi epatica, che può a sua volta sfociare in cancro. Il vaccino, obbligatorio in Italia dagli anni novanta per tutti i neonati, può essere considerato il primo vaccino anticancro. Allo stesso modo in futuro sarà possibile vaccinarsi contro il Papiloma virus, responsabile nelle donne dell'insorgenza del tumore al collo dell'utero e di quello contro l'Helicobacter pylori, concausa del cancro allo stomaco. L'obiettivo finale è quello di arrivare a una mappa del rischio personale, elaborazione che tiene conto della predisposizione genetica, dell'ambiente e delle abitudini di ogni paziente.

ALIMENTAZIONE E TUMORI Abitudini alimentari errate, protratte giorno dopo giorno per anni, spiegano l'aumento di incidenza di alcuni tipi di tumore nei Paesi sviluppati, molto più rari nelle popolazioni rimaste fedeli a modelli nutrizionali tradizionali. Si tratta soprattutto dei tumori dello stomaco, del colon, dell'esofago, della mammella, dell'utero, dell'ovaio, della prostata, del pancreas e del fegato. Inoltre un'alimentazione corretta gioca un ruolo decisivo nella prevenzione di malattie cardiovascolari e metaboliche.

http://www.wcrf-uk.org/report/chapter8/chapter8intro.lasso#

Errori Alimentari Sono sotto accusa soprattutto l'eccesso di grassi e calorie, la carenza di fibre, di vitamine e di minerali, l'elevato consumo di bevande alcoliche e di alimenti affumicati o conservati sotto sale. Nutrirsi bene non significa sempre fare delle rinunce: frutta e verdura, oltre ad essere i migliori alleati della salute, portano gusto e allegria sulla nostra tavola. Il nostro corpo è costituito da quantità variabili di acqua, proteine, grassi, zuccheri e sali minerali. Ognuno di questi elementi è indispensabile per il buon funzionamento del nostro organismo. Il sistema per mantenere costante l'equilibrio fra le sostanze che compongono il nostro corpo è quello di un giusto apporto delle stesse tramite l'alimentazione. Un’alimentazione bilanciata è la migliore prevenzione ai cancerogeni veicolati con gli alimenti; essa deve essere varia e prediligere i cibi poco raffinati o manipolati. La dieta tipica delle popolazioni mediterranee è già di per sé varia e completa a differenza di quella delle popolazioni nordiche o americane in cui gli zuccheri raffinati ed i grassi sono preponderanti.

Carenze e cancro Un basso quantitativo di vitamine A e C può favorire l’insorgenza dei tumori della pelle e dell’apparato digerente; una grossa carenza di proteine facilita il cancro allo stomaco; una carenza di fibre vegetali facilita l’insorgenza del cancro all’intestino. Eccessi e cancro Un eccesso di grassi favorisce l’insorgenza del cancro del colon-retto e anche una dieta troppo ricca di proteine di origine animale può causare diversi guai, aumentando tra l’altro il rischio per alcuni tipi di tumore. Infine, l’eccesso alimentare è la prima causa del sovrappeso e dell’obesità, a loro volta responsabili di causare svariati problemi. Uso del sale Un altro punto importante è di utilizzare modiche quantità di sale per condire gli alimenti. Elevati consumi di sale favoriscono l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e di tumori allo stomaco, all’esofago e ad altri organi dell’apparato digerente

L'importanza delle fibre Nella dieta è necessario tenere conto anche di un giusto quantitativo di fibre vegetali, vitamine e sali minerali. Una regolare assunzione di tali alimenti costituisce un buon fattore protettivo per quanto riguarda alcune neoplasie ed altre malattie. Tutti i vegetali sono ricchi di queste sostanze, quindi è consigliabile consumare quote elevate di frutta, verdura e cereali. Una buona regola per garantire un sufficiente apporto di fibre è quella di consumare tutti i giorni almeno cinque porzioni di frutta, verdura o cereali integrali. Non è difficile, se si tiene presente che una 'porzione' può essere ad esempio un frutto di medie dimensioni, un contorno di verdura, un piatto d'insalata, un bicchiere di spremuta. Questi alimenti assicurano anche l’assimilazione di diverse vitamine che svolgono un’importantissima funzione di protezione.

Vitamine e salute Alcune vitamine hanno un effetto protettivo verso molti tipi di tumore, in particolare quelle con azione antiossidante come la A, la C e la E. L'effetto protettivo pero' si ottiene assumendo le vitamine con il cibo, e non sotto forma di integratori e di supplementi.

OVERWEIGHT AND OBESITY ACCOUNT FOR 10% to 20% OF CANCER DEATHS IN THE US

Men RR

• Prostate 1.34 • Non-Hodgkin’s 1.49 lymphoma • All Cancers 1.52 • Kidney 1.70 • Multiple Myeloma 1.71 • Gall Bladder 1.76 • Colorectal 1.84 • Esophagus 1.91 • Stomach 1.94 • Pancreas 2.61 • Liver 4.52

Women RR

• Multiple Myeloma 1.44 • Colorectal 1.46 • Ovarian 1.51 • Liver 1.68 • All Cancers 1.88 • Non-Hodgkin’s 1.95 lymphoma • Breast 2.12 • Gall Bladder 2.13 • Esophagus 2.64 • Pancreas 2.76 • Cervix 3.20 • Kidney 4.75 • Uterus 6.25

Calle and Thun, Oncogene 2004; RRMortality comparing BMI 30-40 versus 18.5-24.9

COVERGENCE OF ADIPOCYTE AND

MACROPHAGE FUNCTIONS IN OBESITY

Obesity and Chronic Inflammation

Adipocyte & Macrophage: Lipid storage , Cytokine

Xu et al., J Clin Invest 2004

Increase of circulating C-reactive protein Indicates a persistent low-grade inflammation in adipose tissue in conditions of overweight & obesity

USO DEL SALE

• Un altro punto importante è di utilizzare modiche quantità di sale per condire gli alimenti, tenendo conto che essi già ne contengono naturalmente una quota e prestare attenzione a tutti quei cibi che vengono conservati anche con l’aiuto del sale. Elevati consumi di sale favoriscono l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e di tumori allo stomaco, all’esofago e ad altri organi dell’apparato digerente.

CONSERVANTI E ADDITIVI

• Per prima cosa bisogna sottolineare il fatto che l'aggiunta di additivi alimentari, quando effettuata a regola d'arte, consente di conservare i cibi in modo da evitare ben più pericolose contaminazioni da parte di batteri, funghi, parassiti, ecc., responsabili di malattie a volte molto gravi e in alcuni casi addirittura mortali (es. il botulismo o il cancro al fegato per aflatossine). Tuttavia, alcuni conservanti possono venire usati anche per scopi puramente estetici, come i nitrati e nitriti che vengono utilizzati per dare un colore rosso a carni lessate in scatola e insaccati e che possono reagire nello stomaco con ammine e amidi formando composti nitrati dotati di attività cancerogena (nitrosammine).

Alimenti e cancro

EVIDENCE DECREASED RISK INCREASED RISK

Convincing Physical activity (colorectum) Overweight and obesity (oesophagus,

colorectum, breast, endometrium, kidney)

Probable

Fruit and vegetables (oral cavity, stomach,

colorectum). Physical activity (breast)

Preserved meat (colorectum) oesophagus. Salt-preserved foods

and salt (stomach). Very hot (thermally) drinks & food (oral

cavity, pharynx, oesophagus

Possible/ insufficient

Fibre, soya, fish, n-3 fatty acids, carotenoids,

vitaminsB2, B6, folate B2, B6, folate, B12, C,D,

E, calcium, zinc, selenium,non-nutrient plant constituents, (eg

allium, lignans, compounds, flavnoids,

isoflavones)

Animal fats, heterocyclic amines, polycyclic aromatic hydrocarbons,

nitrosamines

http://www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/cancer/en/

Vegetali e sostanze anticancro

ISOTIOCIANATI Sono enzimi che convertono gli estrogeni in sostanze meno nocive e possono bloccare la produzione di steroidi.Si trovano nei broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori e verze oltre che nei semi di senape.

POLIFENOLI Sono contenuti nelle mele, nelle cipolle, nel tè verde e possono essere utili per i loro effetti antiossidanti.

LICOPENE E' contenuto nei pomodori e ha proprietà anticancro.

ACIDO FOLICO Secondo studi recenti ha un effetto protettivo. E’ contenuto negli avocado, nelle banane, nei piselli e fagiolini ma soprattutto nelle verdure a foglia verde (spinaci ed erbette). VITAMINA D Bassi livelli di vitamina D aumentano il rischio. Questa vitamina si produce con l’esposizione alla luce solare.

VITAMINA C Ha un effetto antiossidante e quindi è protettiva.

FITOESTROGENI Si tratta di sostanze simili agli estrogeni prodotti dal corpo umano, ma presenti nei vegetali, soprattutto nella soia e nei suoi derivati. Hanno un effetto più blando sulla mammella e inibiscono la produzione di estrogeni nell’organismo, quindi ne limitano l’effetto negativo sul seno.

EFFETTI PREVENTIVI

DEGLI ANTIOSSIDANTI

RADICALI LIBERI

Sottraggono elettroni ad altre molecole per

completare il loro ottetto

Molecole o frammenti di molecole che hanno

uno o più elettroni spaiati negli orbitali esterni

MOLECOLE

BERSAGLIO:

Acidi nucleici

Proteine

Membrane biologiche

STRESS OSSIDATIVO

FATTORI CHE INFLUENZANO UN’

IPERPRODUZIONE DI RADICALI LIBERI

DIETE SBILANCIATE

FUMO

ALCOOL INQUINAMENTO

RAGGI SOLARI

ESERCIZIO FISICO

INTENSO

RADICALI LIBERI

ridotta fluidita’ di membrana

perossidazione dei PUFA

(poliunsatured fatty acid)

compromessa attività cellulare

NEOPLASIE

Malattie

CARDIOVASCOLARI

INVECCHIAMENTO

MECCANISMI DI SMALTIMENTO

DEI RADICALI LIBERI

ENDOGENI

Sistemi enzimatici:

• Superossidodismutasi

• Catalasi • Glutatione perossidasi

• Desaturasi

• Ac.lipoico Molecole chelanti i metalli:

• Albumina • Ferritina • Transferrina • Ceruloplasmina

ESOGENI

Dieta:

• Antiossidanti • Grassi polinsaturi

ANTIOSSIDANTI SOLUBILITA’ RDA M/F DOVE

vit. A

Vit. C

Vit. E

Licopene

Bioflavonoidi

GTE (green tea extract)

Sali di Mg,Zn

Se, Cr

Grassi poliinsaturi

Acidi grassi (Omega 6)

Acidi grassi (Omega 3)

liposolubile

idrosolubile

liposolubile

liposolubile

Idrosolubile

1000/800RE

60/60 mg

10/8 mg

1.7/1.3 mg

5 gr

5-6 gr

Frutta gialla, arancione o verde scura

Frutta acidula, ortaggi a gemma

Fegato,uova

Pomodoro

Cereali,carne,latte,

Te’ verde

Olio d’oliva

Semi vegetali

Pesce

Percentuali di tumori prevenibili con dieta, attività fisica

e peso regolare (World Cancer Research Fund, 2009)

PERCENTAGE OF CANCERS THAT COULD BE PREVENTED VIA HEALTHY DIET, REGULAR PHYSICAL ACTIVITY AND HEALTHY WEIGHT

US UK Brazil China

Endometrium

(lining of the uterus) 70 56 52 34

Esophagus 69 75 60 44

Mouth, pharynx & larynx 63 67 63 44

Stomach 47 45 41 33

Colon 45 43 37 17

Pancreas 39 41 34 14

Breast 38 42 28 20

Lung 36 33 36 38

Kidney 24 19 13 8

Gallbladder 21 16 10 6

Liver 15 17 6 6

Prostate 11 20 n/a n/a

These 12 cancers

combined 34 39 30 27

Recommendations for Cancer

Prevention

1.Be as lean as possible without becoming underweight. 2.Be physically active for at least 30 minutes every day. 3.Avoid sugary drinks. Limit consumption of energy-dense foods (particularly processed foods high in added sugar, or low in fiber, or high in fat). 4.Eat more of a variety of vegetables, fruits, whole grains and legumes such as beans. 5.Limit consumption of red meats (such as beef, pork and lamb) and avoid processed meats. 6.If consumed at all, limit alcoholic drinks to 2 for men and 1 for women a day. 7.Limit consumption of salty foods and foods processed with salt (sodium). 8.Don't use supplements to protect against cancer. Special Population Recommendations

1.It is best for mothers to breastfeed exclusively for up to 6 months and then add other liquids and foods. 2.After treatment, cancer survivors should follow the recommendations for cancer prevention. And always remember – do not smoke or chew tobacco.

LA PREVENZIONE DEI TUMORI

IN FARMACIA

Ruolo del Farmacista nella

prevenzione dei tumori • - Consigliare i clienti alla dissuefazione dal

fumo di sigaretta e ad un uso moderato dell’alcol

- Costruire una mappa del rischio personale,

tenendo conto della predisposizione genetica,

dell'ambiente e delle abitudini di ogni

paziente.

- Dare indicazioni sugli alimenti protettivi

- Dare consigli sulla prevenzione del melanoma e dei cancri cutanei

- Partecipare attivamente alle giornate nazionali e mondiali e alle attività di prevenzione delle ASL

World Cancer Day, 4 February

2008

Sarei arrivato prima se non fosse

stato per la diagnosi precoce!

FAQ • Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del

cancro colo-rettale

• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del

cancro dello stomaco

• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del

cancro polmonare

• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del

cancro epatico

• Descriva l’epidemiologia e la prevenzione del

cancro cutaneo e del melanoma

• Qual è il ruolo del farmacista nella prevenzione

dei tumori?