Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM...
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Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM in Fisica, AA 2014-15
Silvia Arcelli
24 Marzo 2015
1
Verifiche del Modello Standard A LEP I
• 1960: Teoria di Glashow-Weinberg-Salam SU(2)L x U(1)y che descrive le interazioni elettrodeboli: si prevede l’esistenza dei bosoni di gauge massivi W e Z • 1970-1973: Rinormalizzabilità della teoria elettrodebole (Veltman e ‘t Hooft), meccanismo GIM e mescolamento dei sapori. Matrice di CKM • 1973: Scoperta della correte debole Neutra, • 1974-1977: Scoperta della J/psi, del tau, della Y • 1979 : Progetto LEP: collider elettrone-positrone di 27 km di circonferenza approvato dal CERN Council
• 1983 : W e Z osservati al CERN SppS (UA1 – UA2)
Verifiche del Modello Standard a LEP
Verifiche del Modello Standard a LEP
Dall’avvento del LEP (1989), sono iniziate una serie di misure di altissima precisione dei parametri della teoria elettrodebole, che hanno permesso di verificare il modello standard fino al livello delle correzioni radiative.
1989 Prime collisioni a LEP con √s = mZ
1995 Osservazione del quark top a Fermilab (USA) 1996 LEP supera soglia di produzione coppie W+W-
2000 Ultimo anno di presa dati al LEP con √s fino a 209 GeV
4
Verifiche del Modello Standard a LEP
Fisica al LEP:
LEP1: Studio della risonanza Z0, misure di precisione del Modello
Elettrodebole, QCD, fisica dei sapori pesanti (b, c, t),
1989-1995 a √s ~ mZ0
“Scan” in energia nella regione della risonanza
4.5 milioni di decadimenti adronici della Z0
per ogni esperimento (ALEPH, DELPHI, L3,OPAL)
LEP2: Produzione W+W-, proprietà del W, test dei vertici gWW,
ZWW, ricerca di nuove particelle (Higgs, SUSY)
1995-2000 a √s tra 130 e 209 GeV
A energie > 10 GeV il processo
di base è:
e+
e- g/Z f
f -
adroni
Interazioni EM + debole
Solo debole
EM + Debole Forte (QCD)
Collisioni e+e-
ee g/Z f f
f f = e+e-, +-, t+t-
e
e,
,
t
t
uu, dd, ss, cc, bb
NB: attualmente sotto soglia con gli attuali collisionatori e+e-
tt
Perchè un collider e+e- ? Le collisioni e+e- sono più semplici da analizzare rispetto alle collisioni adrone-adrone e leptone-adrone (l’elettrone e il positrone sono oggetti fondamentali):
Stati finali “puliti” Energia nel centro di massa molto ben definita Condizioni ideali per fisica di precisione!
sezione d’urto adronica per le collisioni e+e- in funzione dell’energia nel c.m.: scambio di fotone/Z e risonanze adroniche (mesoni vettoriali):
Sezione d’urto e+e- → adroni
(ee adroni)
√s [GeV]
misure sperimentali effettuate con apparati diversi a vari collisionatori e+e-
LEP 1
•Dalla “lineshape” informazioni di precisione sui parametri della Z0 (massa, larghezza) e sui suoi accoppiamenti ai fermioni. Misure di sezione d’urto totale e sezione d’urto differenzale per tutti i decadimenti visibili della Z. •Sezione d’urto molto elevata, rispetto alla regione del “continuo” (alta statistica)
Inoltre:
•Controllo molto accurato sui parametri della macchina (energia nel C.M. deve essere nota con alta precisione) •Precisa conoscenza della luminosità dell’acceleratore •Rivelatori raffinati, con grande efficienza ed elevato grado di ridondanza delle loro componenti (errori sistematici piccoli)
Analisi della Risonanza della Z0
LEP (Large Electron Positron collider): Il più grande Collider e+e- al mondo con energia nel centro di massa fino a ~209 GeV, in funzione del 1989 al 2000. Il suo tunnel ora ospita l’LHC
Quattro esperimenti (ALEPH, DELPHi, L3, OPAL)
100 m di profondità media
Magneti dipolari e quadrupolari
Il LEP
Elevata perdita di energia per radiazione (ad ogni giro circa il 3% dell’energia del fascio alla massima energia di LEP2)
128 cavità a radiofrequenza convenzionali A Lep2 344 cavità superconduttrici
Per confronto, LHC ne ha solo 8/fascio!
Per una misura molto precisa della massa della Z, energia dei fasci deve essere definita con grande precisione
•Misura dell’energia della macchina con precisione di 2 MeV (20 ppm) •Valutazione di effetti minimi (maree, interferenza con le linee ferroviarie)
Il LEP
“Effetto Maree”: a seconda della posizione della luna nel corso della giornata, per effetto dell’attrazione gravitazionale il raggio si modifica di decine di micron, e conseguentemente l’energia dei fasci, all’incirca di 1 MeV/ 13mm (osservate variazioni fino a 20 MeV)
“Effetto TGV”: variazione improvvisa dell’energia dei fasci in concomitanza con il passaggio del TGV ginevra-parigi, che induceva correnti extra nel LEP, modificando il campo magnetico
Il LEP
Parametro fondamentale di un acceleratore è la luminosità
Per un collider come LEP1:
Luminosità nominale di progetto L ~ 1.6 x 1031 cm-2s-1 alla risonanza della Z0 Luminosità istantanea massima ottenuta L ~ 2.5 x 1031 cm-2s-1
N+, N- = numero di elettroni & di positroni per bunch, 5 x 1010
x al LEP ~ 200 m y al LEP ~ 8 m nb = numero di bunch per fascio, al LEP ~ 4 o 8 f = frequenza di rivoluzione, al LEP ~ 11 kHz
L = nb f
N+N-
4 x
y
La Luminosità
La luminosità è essenziale per la normalizzazione degli eventi osservati, quando si vuole determinare la sezione d’urto di un processo. Numero di interazioni attese nell’unità di tempo per un processo con sezione d’urto , assumendo efficienza di rivelazione 100%:
Ad esempio per 100 pb-1 100 eventi / pb LEP1: 200 pb-1
Dimensioni [L-2] 1 barn = 10-28 m2 1 pb = 10-12 barn
dNev
dt = L
N
ev = L dt
Luminosità ISTANTANEA
Luminosità INTEGRATA
Dimensioni [L-2 T-1]
LEP2: 700 pb-1
La Luminosità
Occorre monitorarla accuratamente nelle singole zone di intersezione dei fasci. A LEP, la luminosità veniva determinata tramite la misura del numero di eventi Bhabha Ne+e-
La misura è eseguita in una piccola regione angolare in avanti dove la sezione d’urto e+e- è calcolabile con elevata precisione (diffusione elastica QED). Inoltre, è un processo di elevata statistica.
e- e-
e+ e+ g
Questo contributo è dominante a piccoli angoli
rivelatori calorimetrici (luminometri):collocati tra 25 a 60 mrad
dal fascio
La Luminosità
la luminosità
E/Ebeam per elettrone e positrone misurate nei due calorimetri
del luminometro
la luminosità
Ne+e-: numero di eventi Bhabha (un elettrone in avanti e un positrone all’indietro che colpiscono il monitor di luminosità) e(e+e-): efficienza di selezione nella zona angolare fiduciale (>99%) (e+e-): Nota da QED , intorno alla decina di nb
Sfida sperimentale: accurata ricostruzione degli sciami di elettrone e conoscenza geometrica del rivelatore per definire il bordo dell’accettanza tale da avere una precisione sulla sezione d’urto ≤ 0.05%. Accettanza nota al livello del micron!
L = N
e+e- . (e+e-)
N
e+e- =
Nmisurato
e(e+e-)
Rivelatori a LEP
I 4 grandi rivelatori al collisionatore LEP del CERN erano rivelatori con struttura cilindrica
insieme di sottorivelatori dedicati, disposti secondo una simmetria cilindrica rispetto all’asse dei fasci chiusi alle estremità da 2 “tappi” (“end-caps”)
~10 m di diametro x 10 m di lunghezza
Rivelatori a LEP
L3
OPAL
Eventi a LEP1
Esempio di produzione di una coppia di leptoni: Bassa molteplicità: (Idealmente) due tracce nel sistema di Tracking e segnale nel calorimetro elettromagnetico (consistente con l’impulso misurato nel tracking!)
ECAL
HCAL
Central Tracking
ee ee
Eventi a LEP1
Evento in 2 muoni:
Bassa Molteplicità:
I muoni attraversano tutto il rivelatore e lasciano un’energia nei calorimetri compatibile con una particella il minimo di ionizzazione
ee
Eventi a LEP1
Evento in 2 tau:
Bassa molteplicità:
il leptone tau decade principalmente in 1 o 3 particelle cariche + neutrini: segnali nel tracking, nei calorimetri ed eventualmente nelle camere a muoni
back-to-back nei prodotti visibili, ma energia mancante.
ee tt
Eventi a LEP1
Eventi multiadronici:
Alta molteplicità, dovuta all’adronizzazione dei quark e gluoni
Particelle rivelate nel sistema di tracciamento e nei calorimetri elettromagnetici e adronici. molteplicità media 20. Sistema “Jet-like”
• Anche eventi con radiazione di QCD nello stato finale! Misura di S!
)(ngqqee
Sezione d’urto differenziale e+e- → g/Z0 →ff
Scambio di un fotone
Scambio del bosone Z
Nc: fattore di colore 3 per i quark 1 per i leptoni
La sezione d’urto al “livello albero” (tree level) per il processo è:
}cos8)cos1]()()][()(){[(|)(|16
]cos2)cos1()}[({)(8
)cos1()(
[2
)(cos
222222
2
222
f
A
f
V
e
A
e
V
f
A
f
V
e
A
e
V
f
A
e
A
f
V
e
Vf
f
f
c
ccccccccs
ccccseQs
Qs
s
Nffee
d
d
Interferenza fotone- Z
(s) =
GFMZ2
8 2
s
s-MZ2 +isZ/MZ
|(s)| definisce la “line shape”
Sezione d’urto differenziale e+e- → g/Z0 →ff
L’entità del termine con scambio di Z e di interferenza Z-fotone dipende dagli accoppiamenti deboli della Z ai fermioni: Che possono essere anche espressi in termini degli accoppiamenti a fermioni destrorsi e sinistrorsi (ricordate, la Z ha anche accoppiamento a fermioni right-handed, al contrario del W) Misurare la sezione d’urto (totale e differenziale) permette di verificare il MS
cLf = IW
3 - Qfsin2W
cRf = - Qfsin2W
(vf=) cVf = IW
3 - 2 Qfsin2W= CLf + CR
f
(af=) cAf = IW
3 = CLf - CR
f
Sezione d’urto differenziale e+e- → g/Z0 →ff
La dipendenza angolare della sezione d’urto differenziale è determinata da: •1) Conservazione dell’elicità per fermioni relativistici, con scambio di corrente vettoriale o assiale, e conservazione del momento angolare. •2) Accoppiamenti dei fermioni con fotone e Z
Per 1) sopravvivono solo 4 configurazioni, sia nel caso di scambio di Z che di scambio di fotone
eL+eL
- L+L
- eL+eL
- L+R
- eL+eL
- R+L
- eL+eL
- R+R
-
eR+ eR
- L+L
- eR+ eR
- L+R
- eR+ eR
- R+L
- eR+ eR
- R+R
-
eR+ eL
- L+L
- eR+ eL
- L+R
- eR+ eL
- R+L
- eR+ eL
- R+R
-
eL+eR
- L+L
- eL+eR
- L+R
- eL+eR
- R+L
- eL+eR
- R+R
-
Conservazione dell’elicità
25
0)1)(1(4
1
)1(2
1)1(
2
1)1(
2
1))1(
2
1(
550
505505
0
ff
ffff
ff LR
gggg
gggggggg
gg
I termini con chiralità opposte nello stato iniziale e finale sono nulli:
Alle alte energie, la chiralità coincide con l’elicità. Correnti vettoriali e assiali conservano L’elicità dei fermioni.
0)1)(1(4
1)1()1(
4
1
)1(2
1)1(
2
1)1(
2
1))1(
2
1(
5505550
55055505
50
ffff
ffff
ff LR
ggggggggg
gggggggggg
ggg
Vector current
Axial Vector current
Conservazione dell’elicità
26
RLLRRRLL
RLRL
ffffffffff
ffffff
ggggggggg
ggg
0000
0 )()(
In tutte le interazioni in cui le correnti sono descritte da operatori vettoriali (o assiali) nel limite di alte energie (E>>m) L’elicità del fermione è conservata:
Termini che conservano l’elicità
Termini che cambiano l’elicità
Decomposizione in componenti chirali
Sezione d’urto e+e- → g → ff
1
4(1+cos )2
1
4(1+cos )2
1
4(1-cos )2
1
4(1-cos )2
d
d2 .
1
4 . (1+cos)2 + 2 .
1
4 . (1-cos)2 1+cos2
d
dd =
42
3sLa sezione d’urto totale è:
(f=) e+e- → g → ff
= angolo polare rispetto alla la direzione del fermione incidente
Sezione d’urto e+e- → Z0 → ff
d
d
Z
(cVe )2+(cA
e )2 (cV )2+(cA
)2 (1+cos2) + 8 cVe cA
e cV cA
cos
Termini in (1 + cos2) contribuiscono a tot
Termini in cos non contribuiscono a tot , ma contribuiscono all’asimmetria
(f=) e+e- → Z0 → ff