Copia di la metafora x urbino [modalità...

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La metafora Urbino 10-05-2013 Paola Cangini Antonella Scalognini

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La metaforaUrbino 10-05-2013

• Paola Cangini • Antonella Scalognini

La metafora

• La metafora ha il

compito di “fornire

una comprensione

parziale di un tipo di

esperienza in esperienza in

termini di un altro

tipo di esperienza" • (Lakoff, Johnson, 1998, p.190)

Le metafore

• L’efficacia della metafora è la sua potenza evocatrice. Essa stimola le emozioni e l’immaginazione per provocare una nuova visione della realtà, affinché riveli nuovi aspetti di quella stessa realtà.

(Nanetti F., 2010)

• Con la metafora la razionalità, come accade nella

suggestione ipnotica, viene messa in disparte, e si

interroga l’inconscio, affinché possa generare

percorsi di conoscenza e di consapevolezza finora

inesplorati.(Nanetti F., 2010)

Secondo Watzlawick (1978), la metafora è il

linguaggio dell’emisfero celebrale destro.

Ciò di cui il cliente ha spesso bisogno, non è

tanto una maggior comprensione logica del

METAFORE E NEUROLOGIAMETAFORE E NEUROLOGIA

tanto una maggior comprensione logica del

suo problema, quanto piuttosto un diverso

atteggiamento emotivo ed un diverso

modo di descrivere e rappresentare il

mondo che lo circonda.

Senza semplificare eccessivamente in quanto l’attività dei due emisferi è sempre interconnessa, potremmo affermare che:

1. l’emisfero sinistro tende ad elaborare gli aspettilogici, letterari e sequenziali del linguaggio,(scomposizione analitica ed elaborazione sequenziale)

2. l’emisfero destro elabora il linguaggio delleimmagini, dei simboli e anche del linguaggio nonverbale (elaborazione olistica)

Quando affermiamo che la metafora interroga l’inconscio non ci riferiamo alle teorie di Freud

sull’inconscio, ma alla visione di M. Erickson (pre-conscio di Freud), cioè un’area della nostra cioè un’area della nostra

coscienza dove noi abbiamo delle risorse potenziali coscienza dove noi abbiamo delle risorse potenziali che facciamo difficoltà a recuperare e contattare.che facciamo difficoltà a recuperare e contattare.

Le metafore aiutano l’accesso a queste risorse

La metafora sulle risorse della persona che porta un

problema o meglio una sfida e il ruolo del counselor

• Racconta Milton H. Milton H. EricksonErickson (“La mia voce ti accompagnerà”, ed Astrolabio, (“La mia voce ti accompagnerà”, ed Astrolabio,

Milano, 1978):Milano, 1978):

“Un giorno mentre stavo tornando da scuola un cavallo senza cavaliere ed a briglie

sciolte, superò il nostro gruppo e si infilò nel cortile di una fattoria per cercare un

po’ d’acqua.

Il contadino non lo riconobbe e allora gli saltai in groppa e afferrando le briglie gridai

“su andiamo” e puntai verso la strada. Sapevo che il cavallo avrebbe preso la “su andiamo” e puntai verso la strada. Sapevo che il cavallo avrebbe preso la

direzione giusta, ma non sapevo quale era la direzione giusta. Il cavallo trottava,

ogni tanto si dimenticava di seguire la strada e prendeva per i campi. Allora tiravo

le redini e e richiamavo l’attenzione sul fatto di rimanere sulla strada. Infine dopo

quattro miglia entro nel cortile di un’altra fattoria. Il contadino mi guardò e disse.

“Ah è così che si torna a casa!

Dove l’hai trovato?” Dissi: “A quattro miglia da qui!” E il contadino: “Come hai fatto a

sapere che era il mio cavallo?”

Dissi: “Non lo sapevo, lo sapeva lui, Io non ho fatto altro che fargli mantenere

l’attenzione sulla strada” …

Tipologie di “metafore”

• Metafore vere e proprie: racconti (lunghi) intesi ad affrontare tutti gli

aspetti del disagio della persona

• Aneddoti, racconti brevi intesi al raggiungimento di obiettivi specifici

• Analogie, frasi metaforiche che illustrano punti specifici

• Compiti con significati metaforici effettuati tra una seduta e l’altra (O.

Van der Hart, 1983, impiego di rituali metaforici)Van der Hart, 1983, impiego di rituali metaforici)

• Oggetti metaforici (terapia del gioco con bambini)

• Metafore artistiche (disegni, dipinti ecc.. che simboleggiano stati d’animo

ecc...)

• Metafore riguardanti la relazione cliente-counselor

• La Grande Catena

degli Esseri –

Una potente metafora

visiva per la gerarchia

universale, con Dio al di

sopra di tutto e sotto gli

angeli, l’uomo, gli animali, angeli, l’uomo, gli animali,

le piante ne i minerali.

(Didacus Valades,

Rhetorica Christiana, 1579).

Metafore visive

Esempio di metafora linguistica o espressione

metaforica: l’amore (la vita) è un viaggio

• Quanta strada abbiamo fatto insieme!

• Ognuno se ne va per la propria via.

• Non possiamo tornare indietro.

• Dove sta andando il nostro rapporto?

• Va’ dove ti porta il cuore.• Va’ dove ti porta il cuore.

• Non mi lasciare da sola.

• Non posso andare avanti senza di lei.

• Mi vuole sposare, ma sta correndo

• troppo veloce per me.

• C’è chi vuole metterci il bastone tra le ruote.

VIAGGIO

• I viaggiatori

• Il veicolo

• Il viaggio

AMORE

• Gli amanti

• Il rapporto d’amore

• Gli eventi nel rapporto• Il viaggio

• La distanza ottenuta

• Gli ostacoli

• Le decisioni sulla via

• da prendere

• La destinazione

• Gli eventi nel rapporto

• Il progresso fatto

• Le difficoltà

• Le scelte prese durante

• il rapporto

• L’obiettivo del rapporto

Le metafore(F. Nanetti, 2010).

• Per costruire una metafora efficace occorre che in primis il

counselor (lo psicoterapeuta o l’educatore), accompagni il

cliente (il paziente o l’allievo) dall’identificazione dello

stato/problema (sensorialmente basato) alla conquista delle

risorse presenti nello stato/desiderato, attraverso le seguenti risorse presenti nello stato/desiderato, attraverso le seguenti

fasi:

• a) IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA CHE SI DESIDERA

AFFRONTARE; il cliente presenta il suo problema,

evidenziando una situazione di disagio dalla quale intende

uscire per arrivare ad uno stato di benessere;

Le metafore

• b) INDIVIDUAZIONE DELLA MAPPA O DEL SISTEMA DI

RIFERIMENTO DEL CLIENTE;

• attraverso alcune domande si indagano:

• gli eventi che caratterizzano il problema,

• le persone significative coinvolte, (e gli stati dell’IO da cui parlano)

• i cambiamenti desiderati, • i cambiamenti desiderati,

• le tentate soluzioni,

• le difficoltà finora incontrate,

• le convinzioni e i valori che hanno determinato e guidato la vita del

cliente fino all’insorgenza del problema (su di sé sul mondo sugli

altri)

• c) RICOGNIZIONE DELL’OBIETTIVO NUCLEARE;

si chiede al cliente di focalizzare il proprio

bisogno profondo o obiettivo del cuore (non

l’obiettivo strategico)

• Tale obiettivo deve essere ecologico, assunto

sotto la propria responsabilità, riportato alla sotto la propria responsabilità, riportato alla

necessità di essere agito nonostante gli

inevitabili impedimenti esterni ed interni.

(sacrifici da affrontare, vantaggi secondari e

svantaggi..)

Le metafore: perchè?1. amplia la rete di esperienze di riferimento per consentire il processo di

ristrutturazione attraverso l’individuazione di possibilità ed alternative

2. cambia le convinzioni limitanti in convinzioni utili (non potenzianti, ma utili; infatti potrebbero anche limitanti ma utili)

3. fornisce soluzioni o indicazioni di direzione che possono funzionare o dare “vie di uscita”

4. amplia l’area delle risorse virtuali, riconoscibile nella caratterizzazione della “metafora a lieto finemetafora a lieto fine”.della “metafora a lieto finemetafora a lieto fine”.

(F. Nanetti, 2010).

La metafora ha anche la funzione di decentramento: di fornire a chi osserva l’albero la possibilità di indietreggiare qualche passo e avere la visione

dell’intera foresta.

(Gordon, D.)

• Va precisato che la metafora va raccontata ma mai spiegata.

Le metafore in costruzione: istruzioni

1. Il contesto dal quale si attinge la metafora è conosciuto dal cliente?

2. Isomorfismo: i personaggi e gli eventi che sono descritti nella metafora terapeutica devono essere descritti nella metafora terapeutica devono essere equivalenti- isomorfi- agli individui e agli eventi che caratterizzano la situazione o il problema del cliente.

3. mantenere i rapporti e le successioni temporali della situazione reale perchè il cliente accetti la storia come una rappresentazione significativa del proprio problema.

3. La soluzione dovrà avere due componenti: il risultato desiderato e la strategia di risoluzione del problema.

il risultato desiderato presuppone:

� una strategia di cambiamento che il più delle volte verrà indicata dallo stesso paziente dopo averlo aiutato a comprendere come le strategie usate in passato non hanno condotto ai risultati attesi.

� Spesso le richieste dei pazienti sono: “Non voglio più � Spesso le richieste dei pazienti sono: “Non voglio più arrabbiarmi così…” oppure “Non voglio più essere triste”, ma di per è queste emozioni/comportamenti non sono il problema: il problema sta nel modo in cui sono stati usati.

(Gordon, D.)

4. Il linguaggio della metafora

Utilizzo del “Milton-Model”, linguaggio ericksonianonel racconto della metafora.

Il linguaggio necessita di essere ambiguo e con “violazioni linguistiche”

ad esempio:ad esempio:�� mancanza mancanza di indice referenzialedi indice referenziale (qualcuno si nascose in

casa, la soluzione pensata risultò la migliore anche se non

ci fu mai bisogno di dirla) (non utilizziamo nomi o

situazioni troppo specifici)

� generalizzazioni (tutti lo evitavano…)

5. Altra attenzione da porre nella costruzione della metafora è il sistema rappresentazionale del cliente: cenestetico, visivo, uditivo o olfattivo.

Visivo: luminosità, colore, forma, tridimensionalità, dimensione.Acustico: altezza del suono, volume, ritmo, timbro, tonalitàCenestesico: pressione, localizzazione, durata, movimento.

• Comprendere di quale sistema il paziente faccia più • Comprendere di quale sistema il paziente faccia più largamente uso aiuta a parlare uno stesso linguaggio e può aiutare i personaggi della metafora a mettersi su un piano comune in cui osservano il mondo dallo stesso punto di vista in modo da livellare le differenze e i conflitti.

• (Gordon, D.)

• Per esempio:

• Maria: “Qui in casa ho la sensazione di essere bloccata” (cenestetica)

• Claudio: “Una famiglia in cui ognuno va dove vuole non è un bello spettacolo” (visivo)

• Un buon modo per aiutare questi due coniugi a • Un buon modo per aiutare questi due coniugi a comunicare potrebbe essere quello di portarli su un sistema rappresentazionale che non appartiene a nessuno dei due, per esempio uditivo (in casa non riesco a sentire il suono della libertà – il silenzio di questa casa, il rumore di chi va e viene senza avvertire-)

Isomorfismo

La caratteristica fondamentale della metafora sta nel fatto che le persone, gli eventi, gli episodi descritti dal

cliente, sono equivalenti (isomorfi) a personaggi, storia, episodi della storia.

EsempioEsempio

Conflitto in famiglia tra un padre, una madre, un figlio per leregole assegnate al fine di riuscire a convivere serenamente eportare a termine gli obiettivi che la famiglia si è data

FASIFASI SITUAZIONE REALESITUAZIONE REALE METAFORAMETAFORA

Personaggi Padre Comandante

Madre Ufficiale

Figlio Marinaio

Progressione del problema

Gestione dell’autorità e del comando

Guidare la nave in mezzo alla tempesta

Eventi Il figlio non obbedisce più ai genitori

Arriva un onda che trova impreparata la nave in quanto il mozzo ha issato le vele sbagliate

Obiettivo da raggiungere Serenità della famiglia Porto lontano dove arrivare

PRESENTAZIONE DELLE METAFORE

Un’efficace presentazione delle metafore terapeutiche

richiede che dapprima sia stabilito un saldo rapportrapport tra

counselor e cliente ed un contesto nel quale racconti,

compiti metaforici, impiego di analogie, similitudini,

aneddoti, vengono utilizzati usualmente e il cliente si aspetta

questo modo di parlare questo modo di parlare

Possono essere introdotti ad esempio da frasi quali:

- “Prima di terminare mi piacerebbe raccontarle..”

- “Ciò che mi ha appena raccontato mi ricorda..”

-La metafora va raccontata con adeguate differenziazioni

analogiche e aggiustamenti della voce, in modo da sottolineare

i punti di maggiore rilevanza per il destinatario

Bibliografia

• Erickson M., La mia voce ti accompagnerà, Astrolabio, Roma 1993

• Gordon, D., Metafore terapeutiche, Astrolabio, Roma, 1992

• Nanetti F., Il cambiamento intenzionale, ed Pendragon, Bologna 2007

• Nanetti F., Il counseling, modelli a confronto, ed Pendragon, Bologna 2010

• Watzlawick, P., Jackson, D.D, Beavin, J. Pragmatica della comunicazione umana,

Roma, Astrolabio, 1971