ASCOLTO ATTIVO - mastermediazioneconflitti.it · Esercizio: La tartaruga di Carl Rogers: La...

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ASCOLTO ATTIVO URBINO 12-01-2012 Antonella Scalognini "Coloro che sono stati ascoltati “attivamente” maturano sotto il profilo emotivo, si aprono all’esperienza, stanno meno sulla difensiva, diventano più accettanti e meno autoritari". (Carl Rogers e David Russel in “Un rivoluzionario silenzioso”)

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ASCOLTO ATTIVO

URBINO 12-01-2012

Antonella Scalognini

"Coloro che sono stati ascoltati

“attivamente” maturano sotto il

profilo emotivo, si aprono

all’esperienza, stanno meno sulla

difensiva, diventano più

accettanti e meno autoritari".

(Carl Rogers e David Russel in

“Un rivoluzionario silenzioso”)

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Spunto di riflessione…

Vi è mai capitato di interrompere, dare

giudizi, offrire consigli non richiesti,

minacciare, accusare, svalutare, deridere,

generalizzare, incalzare, imporre,

interpretare, di preparare un consiglio o

una risposta, mentre ancora l’altro sta

parlando, mostrando subito il vostro

repertorio di personali soluzioni…

…continuando a credere di essere buoni

ascoltatori?

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Non c’è dialogo senza il

nostro impegno a

comprendere quanto l’altro ci

vuole comunicare;

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ASCOLTARE

L'ideogramma cinese di ascoltare è composto da diversi

elementi:

– Orecchio

– Occhio per "vedere" l'atteggiamento, lo sguardo del "tu",

l'alterità che ci sta davanti, che non è lo specchio di me

stesso, non è quello che io vorrei l'altro fosse, ma è

proprio "un altro“

– Cuore perché parodiando Il piccolo principe si vede (e si

sente) bene solo col cuore

– Io

– Tu

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In questo senso…

L’ ascolto è un atto volontario che oltrepassa le

parole.

Per ascolto non intendiamo tacere per

permettere all’altro di parlare;

L’ ascolto attivo è un atto intenzionale che

impegna la nostra attenzione a cogliere quanto

l’altro ci riferisce sia in modo esplicito che in

modo implicito cioè…

Ci impegna a riflettere su ciò che si ascolta

tramite un consapevole sforzo

metacomunicativo (riflessione sulla

comunicazione)

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Perché l’ascolto attivo promuove la

cooperazione invece del conflitto….

Promuove il dialogo che esprime il

nostro bisogno di “esserci” attraverso

le dimensioni fisico-energetica,

emotiva, razionale e spirituale.

Crea le condizioni affinché le relazioni

possano alimentarsi non solo nella

simpatia, ma anche nella discordanza e

nella diversità.

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Esercizio: La tartaruga di Carl Rogers:

La prossima volta che avrete una discussione con una persona,

fermatevi e ponete questa regola: ognuno non può esprimere

la propria argomentazione se non dopo aver preliminarmente

riesposto le idee e le sensazioni dell’interlocutore con esattezza

e con la conferma di quest’ultimo. “in altre parole: prima di

presentare il proprio punto di vista, provate ad assimilare il

quadro di riferimento del vostro interlocutore, per

comprendere le sue idee e le sue sensazioni, così da essere in

grado di poterle riassumere al posto suo.

Difficile???

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La sfida è anche nel non permettere ai

pregiudizi di intervenire attivamente nella

relazione: la sfida è dunque …la comprensione

“Quel che si giudica non si può

comprendere……quando appiccicate un’etichetta

addosso ad una persona la comprensione si ferma.

Nessun giudizio, nessun commento, nessun

atteggiamento: semplicemente, si osserva, si studia,

si guarda, senza il desiderio di cambiare ciò che è.

Perché se si desidera cambiare ciò che è in ciò che

dovrebbe essere, si cessa di comprendere”.

(A. de Mello, Messaggio per un aquila che si crede

un pollo, Piemme, Casale Monferrato (AL), 1995).

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La prassi

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Nell’Ascolto Attivo sono coinvolti tre

processi

LA RICEZIONE DEL MESSAGGIO

L’ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO

LA RISPOSTA AL MESSAGGIO

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LA RICEZIONE DEL MESSAGGIO

E’ importante nella ricezione del messaggio,

facilitata da un’autentica disponibilità

affettiva, abbassare “il livello della propria

soggettività” per ascoltare realmente

l’altro.

È mettersi nell’atteggiamento di ascolto per

ricevere il messaggio dell’altro

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Perché l’ascolto attivo promuove la

cooperazione invece del conflitto….

Il primo passo dell’ascolto attivo o

empatico o profondo o ecologico

è..rallentare (eloquio, movimenti)...

Solo in questa dimensione, l’Altro può

esprimersi con completezza e noi

possiamo “ricevere”… uscire dalla

circolarità degli automatismi reattivi.

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DIVERSI ORIZZONTI CONOSCITIVI

PENSIERO

EMOZIONE

ENTRAMBI INCARNATI (IL CORPO)

PER POTERE “FARSI ESPERIENZA”

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La sfida per chi intende cimentarsi

nell’ascolto empatico, profondo, attivo

è quella di accettare le proprie emozioni

difficili

Senza soffocarle

Senza agirle

Senza operare distrazioni

Senza trasformarle in modalità

iperaccudenti o dando consigli e

interpretazioni non richieste (modalità

passivo-aggressiva)

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In altre parole…a volte o più…

si ascolta solo ciò che si vuole sentire (filtro)

si pensa a cosa si dirà, non concentrandosi su ciò che

sta dicendo l’interlocutore (prove)

si riferisce tutto quanto si ascolta alla propria

esperienza (identificazione)

si snobba o si accantona quanto viene detto perché

ritenuto di poca importanza (denigrazione)

si esprime accordo per ogni cosa viene detta

(accondiscendenza)

si cambia troppo rapidamente argomento mostrando

disinteresse (deviazione)

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SVELARE GLI IMPLICITI COMUNICATIVI

L’ascolto si deve concentrare su sei dimensioni:

- IL CONTENUTO (il contenuto di ciò che mi sta dicendo)

- L’AUTOPRESENTAZIONE (cosa dice di sé)

- L’APPELLO (cosa vuole ottenere)

- LA RELAZIONE (che tipo di relazione vuole stabilire con me)

- L’ESPRESSIONE DI SE’ (quali emozioni esprime)

- IL CONTESTO

L’ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO

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Vediamo due esempi:

1. “Non riesco più a far fronte a tutti i miei impegni,

sbaglio spesso gli orari degli appuntamenti. Ne avrò

presi troppi…, tu cosa ne dici?”

CONTESTO: pausa di lavoro, ad una collega

CONTENUTO – la difficoltà a seguire tanti impegni

AUTORIVELAZIONE – sono frastornata e confusa

RELAZIONE – simmetrica/orizzontale

APPELLO – desidero che tu mi ascolti e mi dimostri

comprensione

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2. “Possibile che quando programmiamo le date

delle riunioni ci sia sempre qualcuno di voi che ci

rimane male e poi crea un clima di insoddisfazione

sul lavoro?”

CONTESTO: posto di lavoro, durante una riunione

CONTENUTO – le date delle riunioni- clima di

insoddisfazione???.....

AUTORIVELAZIONE – sono arrabbiata e delusa?....

RELAZIONE – asimmetrica/verticale, chi parla ha

potere?....

APPELLO – desidero più collaborazione e impegno

da parte vostra?....

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1 - CONTENUTO

Si tiene conto di che cosa l’altro ci

vuole informare e di che cosa

pensa in relazione all’oggetto della

comunicazione

- Di che cosa sta parlando ?

- Di che cosa ci vuole informare ?

- Quali sono le sue idee ed opinioni in

merito a quanto ci sta dicendo ?

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2 – AUTORIVELAZIONE

L’ emittente in modo consapevole o

inconsapevole rivela qualcosa di sé,

La carenza di autorivelazione è causa

di un comunicazione difficile.

Nella dimensione di autopresentazione l’attenzione

focalizzata nelle seguenti domande:

-Che cosa l’altro sta dicendo di sé, mentre comunica ?

-Che cosa vuole che io pensi di lui ?

-Vuole che io lo valuti positivamente o negativamente ?

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3 - APPELLO o RICHIESTA

Nella quale si tiene conto di che

cosa l’altro in modo esplicito od

implicito ci appella a pensare,

credere, fare o non fare.

Gli appelli possono essere: DIRETTI

NASCOSTI

PARADOSSALI

Una comunicazione positiva si nutre

di molti appelli diretti.

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Nella dimensione

dell’appello si cerca di

rispondere alle

domande:

-Che cosa l’altro mi chiede ?

-Di che cosa mi vuole convincere ?

-Che cosa vuole ottenere da me ?

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4 - RELAZIONE

Nella quale si tiene conto di come l’altro percepisce la

relazione in corso e come intende modificarla

Esistono, dice Haley (1978), tre tipi

fondamentali di relazioni:

SIMMETRICHE (es.entrambi vogliono prevaricare) -

COMPLEMENTARI (uno up e l’altro down) -

METACOMPLEMENTARI

(l’uno chiede all’altro una relazione simmetrica ma la conferma

paradossalmente sul piano della complementarietà (“devi” essere

autonoma…!)

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Nella dimensione della relazione si

cerca di rispondere alle domande:

-In che modo l’altro mi percepisce ?

-Che tipo di relazione ha instaurato

con me ?

-Come vorrebbe modificarla ?

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5 - ESPRESSIONE

Nella quale si tiene conto dei vissuti relativi a ciò che

viene detto, ossia dei sentimenti, delle emozioni,

degli stati d’animo che il soggetto prova ad

esprimere.

DOMANDE

Che cosa l’altro sente dentro di sé ?

-Quali stati d’animo esprime ?

-Quali sentimenti ed emozioni ?

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Nell’analizzare alcune caratteristiche del

messaggio si può incorrere nell’errore di

privilegiarne una rispetto alle altre, non

discriminando più accuratamente

l’informazione, ma distorcendola in base alla

dimensione che si ha amplificato, poiché si è

operata una iper-funzionalità che crea una

difficoltà comunicativa.

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Vediamole una per una, in risposta alla medesima frase-

esempio:

Emittente: “Mi è andata male non sono riuscita a farmi

sostituire e perderò la serata in teatro…”

Iper-contenuto – è l’amplificazione del contenuto a scapito dei

segnali emotivi; prevale un’attenzione centrata sugli aspetti

cognitivi e logico-razionali; è spesso una difficoltà che

appartiene a persone che tendono a razionalizzare ed

oggettivare qualsiasi situazione.

Risposta: “Che commedia fanno?”

Iper-autorivelazione – è l’amplificazione dell’aspetto emotivo

e/o comportamentale dell’emittente, che comporta

un’espansione di valore sulla personalità dell’altro, con

conseguente svalutazione; è una difficoltà che appartiene a

persone che hanno bisogno di controllare le situazioni.

Risposta: “Mi sembra difficile, forse sei tu che non sei sembrato

abbastanza convinto della richiesta di sostituzione!”

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Iper-relazione – è l’amplificazione che vede nel messaggio

dell’altro una definizione della relazione, una implicita

precisazione dei ruoli; dipende dalla preoccupazione che emerge

dai messaggi non verbali, sul modo di inviare il messaggio, come

se l’emittente contemporaneamente chiedesse “Cosa penserà di

me?”; se il ricevente dà eccessiva importanza a questa

accentuazione, si verifica una risposta di tipo interpretativo,

entro limiti già circoscritti.

Risposta “Cosa vuoi che ti dica! Chiedi sempre così poco… che

quando lo fai magari si può pensare che non hai bisogno

veramente!”

Iper-appello – è l’amplificazione di chi tende a cogliere una

richiesta personale in tutto ciò che viene detto; si potrebbe

attribuire la definizione di “sindrome del salvatore”; produce

l’effetto di rendere incapace l’altro di trovare soluzioni proprie,

in quanto il ricevente si attiva rispetto ai bisogni dell’emittente

per accollarseli.

Risposta: “Da oggi allora ci mettiamo d’accordo: quando devi

andare dal capoufficio a chiedere un favore me lo dici e vengo

con te!”

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LA RISPOSTA AL MESSAGGIO

Il dialogo autentico si attua attraverso

uno scambio di “messaggi caldi e

partecipati”

Chi ascolta non può limitarsi a

ricevere ma occorre, attraverso le

proprie risposte, che si adoperi per

facilitare il processo di scambio di

messaggi con il ricevente.

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La risposta al messaggio viene da

parte di chi ascolta al proprio

interlocutore dopo che il messaggio è

stato interpretato allo scopo di

informarlo su qualcosa o aiutarlo a

risolvere un problema o ampliare la

comprensione di se stesso.

È importante ricordare la differenza

tra esplorazione del problema e

soluzione dello stesso!!!

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Bibliografia essenziale E. Cheli, Relazioni in armonia, Milano, Franco Angeli, 2004.

J. Liss, L’ascolto profondo La Meridiana ed., 2004

F. Nanetti, Counseling

L’arte di comunicare

I segreti del corpo

Empatia transpersonale, ed Pendragon

Carl R. Rogers, La terapia centrata sul cliente, La

Meridiana ed., 2007

P.Watzlawick et al., La Pragmatica della comunicazione

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