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organo ufficialedella Federazione dei Bacini Imbriferi Montani

e della Federforeste

www.federbim.it www.federforeste.org

Anno XVIII - N° 1-2Gennaio-Giugno 2006Una copia 1 1,60Abb. annuo 1 5,20

Spedizione in abbonamento postaleComma 27 - Art. 2 Legge 549/95

Filiale di TE

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Il risultato delle ultime elezioni politiche ed amministrative conferma una tendenza comune atutte le nazioni europee, ovvero quella di premiare le coalizioni che, nell’ultima legislatura, hanno ri-coperto un ruolo di opposizione al governo.

L’altro dato inconfutabile che viene fuori dalle urne è la spaccatura in seno all’elettorato italiano,a conferma, ancora una volta, un paese profondamente diviso in due.

Un paese in cui, indipendentemente dal colore politico del governo, i processi sociali e cultura-li sviluppatisi nel corso degli ultimi venti anni hanno prodotto grandi cambiamenti nella sfera eco-nomica sfociati in una recessione così opprimente da azzerare ogni tipo di crescita finanziaria ed au-mentare a dismisura prezzi e costo dei servizi.

Una crisi che tocca, evidentemente, un po’ tutti i settori della società non poteva non riguarda-re un territorio come quello montano che, per sua complessità e vastità, rappresenta sicuramente unaporzione importante dell’economia italiana.

Per quel che ci riguarda più da vicino, come Federbim, la questione dell’adeguamento dell’at-tuale sovracanone e della rideterminazione dei confini dei consorzi BIM diventano elementi centra-li per l’attività dei nostri consorzi.

L’idea che scaturisce dalle ultime assemblee, per quanto riguarda la questione del sovracanone,è che, anche se rivisto, rimane profondamente inadeguato rispetto a quello che i territori di monta-gna riescono a produrre, dato che, rispetto all’intera produttività dei nostri impianti, quello che è ri-conosciuto ai consorzi BIM rappresenta un’entità economica estremamente piccola se rapportata alvolume d’affari degli impianti idroelettrici.

La questione della rideterminazione dei confini dei BIM, invece, ha radici lontane che risalgonosino ai tempi in cui furono istituiti i primi consorzi sui territori delle nostre montagne: in mancanzadi altre definizioni del criterio di montanità, gli impianti di produzione idroelettrica ricadenti all’in-terno di quel perimetro furono assoggettati alla normativa della 959, mentre quelli al di fuori di que-sto perimetro non hanno mai contribuito al pagamento del sovracanone.

Successivamente, con la legge 1102 istitutiva delle comunità montane, i territori delle montagned’Italia, indipendentemente che fossero interessati o meno agli impianti di produzione idroelettrica,subirono una nuova riperimetrazione dalla quale rimasero fuori delle lingue di fondovalle che, puressendo classificate come montane ed avendo caratteristiche di territori delle comunità montane,non venero considerati come territori del consorzio BIM e pertanto, non costretti al pagamento.

Emerge quindi una sorta di conflittualità legislativa fra due norme che esistevano in tempi di-versi e che individuano due ambiti territoriali rispondenti a criteri di montanità ma per i quali unaparte (per noi),rimane al di fuori.

In vista di una nuova legge sulla montagna corre l’obbligo, per quanto ci riguarda, di provare adinglobare questi territori, assoggettandoli all’obbligo della 959: un atto di doverosa giustizia, credia-mo, rispetto a una difformità che, vogliamo sperare, il nuovo governo vorrà prendere in considera-zione nella prossima legislatura.

Detto questo, però, credo sarebbe alquanto riduttivo pensare che, la nostra attività, come Fede-razione, si esaurisca in un semplice calcolo ragionieristico di chi ritira i soldi da una parte per poisemplicemente erogarli ad altri enti.

E’ più che lecito invece aspettarsi, da un ente come il nostro, una maggiore spinta verso un con-creto ripensamento, più spiccatamente culturale, dei diversi aspetti che riguardano la montagna: unamentalità nuova che riesca a coinvolgere sia i governatori che i cittadini, un punto di partenza dalquale ripartire, un reale miglioramento della qualità della vita nei territori montani.

A questi appuntamenti, a queste scadenze, noi dobbiamo essere pronti, sia per spirito di servi-zio nei confronti dei nostri cittadini, sia per dimostrare di aver avuto per tempo la grande intuizionedi aver capito che gli investimenti del futuro andavano indirizzati verso questo settore.

Al nuovo governo ed al parlamento, invece, l’augurio di un buon lavoro e l’auspicio affinché,nei mesi a venire, riesca a mettere in atto le condizioni necessarie tese a sviluppare quei margini dimiglioramento che un Paese come il nostro possiede da sempre.

Edoardo Mensi Pier Luigi Ferrari

EEditoriale

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Rivista Trimestrale dellaFEDERAZIONE NAZIONALEDEI CONSORZI DI BACINO

IMBRIFERO MONTANO

Anno XVIII - N. 1-2GENNAIO-GIUGNO 2006

DirettoreEdoardo Mensi

Direttore ResponsabileAntonio D’Amore

Coordinamento EditorialeEmilio Trasarti

Comitato di RedazioneAngelo Di Donatantonio

Pietro GiacomelliVincenzo FaticaEmilio Trasarti

Segreteria di RedazioneFederbim

Pietro Giacomelli00185 Roma

Viale Castro Pretorio, 116Tel. 06 / 4941617

FederforesteVincenzo Fatica

Via Giovanni XXIII, 361040 Frontone (PS)

Redazione EditoraleEdigrafital S.r.l.

64020 S. Atto - Teramotel. 0861 / [email protected]

IllustrazioniArchivio Edigrafital S.r.l.

Archivio FederbimArchivio Federforeste

Autorizzazionedel Tribunale di Roman. 476 del 29.7.1989

Associato all’USPIUnione Stampa

Periodica Italiana

Realizzazione e StampaPaper’s World S.r.l. -Edigrafital - Teramo

Tel. 0861/20731

33 Introduzione

44 Assemblea Ordinaria Federbim 2006

11 55 50° Anniversario Consorzio B.I.M.

“NERA VELINO”

11 88 Un nuovo Governo per le montagne

22 00 Il Convegno Bim Teramo

sui tesori della montagna teramana

22 33 Convegno APER sull’energia elettrica

22 44 Museo Nazionale della Montagna - Torino

22 66 Patrimonio e responsabilità

della pubblica amministrazione

22 88 Trento Film Festival

22 99 Il piano di tutela delle acque della Val D’Aosta

33 33 Il Consorzio Forestale “Asproserre”

una realtà forestale per lo sviluppo

della montagna calabrese

33 66 L’Unione Nazionale Produttori Forestali

33 88 Il Consorzio Forestale e Federforeste

SSommario

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Il patrimonio culturale è un elemento di grande importanza nella storia degli uomini della montagna.Tutte le forme di espressione culturale sono valorizzate e messe a disposizione delle future generazioni.In questo numero della rivista, oltre ad avere la presenza di articoli di enorme interesse delle Federazioni e dei Consorzi, abbiamo

voluto sottolineare due espressioni del grande patrimonio culturale della gente della montagna.Il museo della Montagna di Torino, un esempio da seguire e valorizzare, articolo arricchito da alcune foto storiche della Torino d’al-

tri tempi. Con particolare cura abbiamo selezionato altro materiale riguardante opere d’arte famose, in riferimento al tema della montagna, ope-

re di grandi artisti del secondo Ottocento italiano. I fratelli Palizzi.La cascata di Terni, Eruzione del Vesuvio, Cervo maschio e femmina.Sono opere di grande valore, con le quali abbiamo voluto rendere omaggio a questa grande famiglia di maestri italiani ed in parti-

colare a Filippo Palizzi considerato il “grande vecchio” della pittura italiana come lo commemorò Gabriele D’Annunzio.Come artisti i fratelli Palizzi furono ribelli ed insofferenti ad ogni accademismo e convinti assertori della necessità di avvicinare l’arte

alla vita, alla natura ed alla società, a quella natura montanara, alla quale tutti erano particolarmente legati, anticipando addirittura di qual-che decennio le tematiche del naturalismo francese e del verismo.

Queste opere vanno riviste e godute anche tenendo conto di quanto scrisse Rastignac nei confronti dei maestri Palizzi in partico-lare di Filippo. “Veniva dagli Abruzzi, aveva gli occhi pieni di luce, l’anima piena di giovinezza, la tavolozza piena di colori delle mon-tagne”.

Il Comitato di Redazione

IIntroduzionentroduzione

Filippo Palizzi, Alberi, 1851

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Assemblea Ordinaria

Il 28 Gennaio scorso, nella Sala Riunionidella Comunità Montana della Carnia, ospitidel Consorzio Bim Tagliamento di Tolmez-zo, si è svolta l’Assemblea Federbim che si èaperta con la lettura da parte del Vice Presi-dente, Angelo Di Donatantonio, di una let-tera di saluto del Presidente dell’Uncem,Enrico Borghi, nella quale, lo stesso, sottoli-nea come: “Lo sviluppo degli avvenimentinazionali di carattere economico e istituzio-nale di quest’ultimo periodo - contraddistin-ti segnatamente dall’incompiuta realizzazio-ne della riforma del Testo Unico sull’ordina-mento locale in applicazione della delega dicui alla legge “La Loggia” n. 131/2003, attua-tiva della riforma costituzionale del Titolo V;dal mancato varo del federalismo fiscale inesecuzione dell’art. 119 Cost, con la relativaperequazione delle risorse per i territori conminore capacità fiscale per abitante; dall’a-renarsi di un disegno riformatore organico emoderno della legislazione sulla montagnadettata dalla legge n. 97/94 - lasciano, inquesto scorcio di legislatura che ci separadalle elezioni politiche, una situazione piut-tosto fluida e incerta sulle direttrici dei futu-ri assetti funzionali per le istituzioni locali,Comuni e Comunità montane, e per le for-me comprensoriali di funzioni e servizi co-munali ad essi riferite, cui sono interessatigli stessi consorzi di BIM”.

“La riforma costituzionale del titolo V –continuava la lettera - rivoluziona, per orasulla carta, l’assetto ordinamentale regiona-le e locale in chiave federalista, peraltro giàrettificato dall’ultima legge costituzionaleora in attesa di referendum confermativo,implicando la necessaria rimodulazione diruoli e funzioni amministrative dei diversi

soggetti costituenti la Repubblica, non piùconsiderati in una articolazione gerarchicama di pari dignità, in una concezione dellagovernance istituzionale del sistema Paese,improntata ai principi di sussidiarietà, diffe-renziazione e adeguatezza”.

“Sotto altro profilo – proseguiva Borghi- vale al pena rammentare i parziali approdicui si giunse nel 2002 con lo svolgimentodell’Anno Internazionale delle Montagne.Tale circostanza ha offerto una opportunitàunica per inserire le questioni montane aiprimi posti nelle priorità mondiali e per as-sicurare una migliore qualità della vita eduno sviluppo sostenibile a favore di milionidi persone che vivono nelle zone di monta-gna.

Ciò coinvolge anche la sfera di interessirappresentati dalla Federbim, la quale rivol-ge la propria attività istituzionale in favoredelle realtà comunali di minore dimensionedemografica, e segnatamente montane. Giàgli stati generali della montagna, organizza-ti dall’UNCEM a Torino, dal 27 al 29 settem-bre 2001, quale prima tra le manifestazionipreviste per l’AIM 2002, hanno prodotto unprimo confronto di riflessioni culturali, poli-tiche ed economiche di tutta la società civi-le, nel quale è stata parte attiva anche la Fe-derbim e che dal 10 al 12 ottobre 2002 hatrovato a Torino un ulteriore momento co-mune di analisi e di approfondimento al-l’Assemblea Nazionale degli amministratoridella montagna, presente ancora la Feder-bim. La montagna, in effetti, entra oramainella modernità, presentando un progetto digoverno dei territori montani, predispostoall’interdipendenza territoriale con le areemetropolitane e con gli insediamenti costie-

ri, basato su uno sviluppo socio-produttivoed economico integrato, condotto dalle co-noscenze e dai saperi che le comunità loca-li di montagna hanno conservato ancora vi-tali pur rimanendo ai margini della societàindustriale, e che va promosso tenendo con-to della esigenza primaria della preservazio-ne dei suoli e delle loro risorse, prima fratutte l’acqua. Il percorso progettuale, delquale l’UNCEM si sta facendo interprete, sisintetizza nello slogan “La montagna: daarea depressa a risorsa, da risorsa a merca-to”. E questo deve vedere sinergicamentepresenti e attivi tutti gli enti ed organizza-zioni che a vario titolo ne sono interessati,come la Federbim, che nei suoi numerosianni di attività in rappresentanza dei BIM,ha saputo cogliere nelle relazioni con l’UN-CEM, pur se a fasi alterne e con situazioni diepisodico disagio, la opportunità di un al-leato sicuro nello sviluppo di politiche a fa-vore delle piccole realtà comunali.

In ordine poi alla richiamata riforma co-stituzionale del Titolo V, per quanto attienein particolare alle zone montane e al ruolodegli enti locali della montagna, comuni ecomunità montane, andrà affrontata nel me-rito la concreta fase applicativa, in modo dagarantire l’equilibrata tenuta del sistema.

L’UNCEM è impegnata per l’affermazio-ne, oltre che dei già presenti principi di sus-sidiarietà, adeguatezza e differenziazione, diquello di associazionismo intercomunale,che può consentire l’effettivo esercizio dellefunzioni da parte di tutti i comuni, inclusiquelli di minore dimensione demografica, eche vede certamente nella Feberbim un sen-sibile alleato per condurre positivamente abuon fine tutte le azioni da sostenere. Il va-

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Federbim 2006

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lore fondamentale del nuovo art. 118, infat-ti, consiste nel riconoscimento e nell’espan-sione considerevole in particolare dell’auto-nomia comunale. Ai comuni, in primo luo-go, spetta l’esercizio di tutte le funzioni am-ministrative; tuttavia, le problematiche di-mensionali e organizzative del sistema co-munale, in presenza di una molteplicità dipiccole amministrazioni, in particolare inarea rurale e montana, rischiano di far ini-ziare un percorso a due velocità, con enti ingrado di esercitare compiutamente il pro-prio ruolo e altri non attrezzati per poterlosvolgere. La comunità montana in particola-re va vista come dimensione ove il localemontano diventa sistema territoriale ade-guato a dare rappresentazione nell’attualefase di riforme istituzionali e costituzionali:è questa la sfida e la parola d’ordine da as-sumere. D’altro canto è sempre più impor-tante sviluppare adeguate forme di collabo-razione con gli altri Enti presenti nel territo-rio, come ad esempio i BIM, in relazione al-

l’esigenza di valorizzare il metodo della pia-nificazione e della programmazione che in-veste tutti i soggetti di scala sovracomunale.

Devo poi aggiungere che tale approccioè sempre stato presente negli orientamentidell’UNCEM, ancor più dall’emanazionedell’ultima legge sulla montagna, la 97 del1994, che disciplina gli interventi specialiper le zone montane con una visione di ha-bitat, e che la Federbim ha sempre visto coninteresse e convinta condivisione. Gli ammi-nistratori locali dei comuni, delle comunitàmontane, delle loro forme collaborative, co-me i BIM, devono quindi essere protagoni-sti e avere adeguate capacità di incidere”.

“Sul piano nazionale – conclude Borghi- occorrerà attualizzare la vigente legge n.97/94 con un nuovo provvedimento norma-tivo sulla montagna, inserendo in esso i ne-cessari meccanismi per tradurre in mercato,occupazione e capacità reddituale per gliabitanti della montagna le risorse montane,ad iniziare dalla risorsa acqua (che deve ga-

rantire il ritorno del suo valore aggiunto aiterritori produttori) e dalle forme di com-pensazione per l’utilizzo del territorio mon-tano per infrastrutture funzionali al benesse-re nazionale ed internazionale. In questopercorso ci aspettiamo la necessaria e gradi-ta collaborazione di chiunque si vorrà unireallo sforzo dell’UNCEM, in particolare di unsoggetto di rappresentanza consolidato co-me la Federbim, insieme alla quale l’Unio-ne, auspica, possa sempre più e meglio de-finirsi e cementarsi in un comune orienta-mento e impegno istituzionale.”

Il primo punto affrontato dall’Assembleaè stato poi quello relativo alla presentazionedell’aggiornamento dei servizi Eurosportel-lo.

A tal proposito, nel suo intervento d’a-pertura, Lucio Scognamiglio, direttore,appunto, di Eurosportello, si è soffermatosul problema della visibilità e della comuni-cazione verso l’esterno, proponendo, in oc-casione di una campagna promozionale sul-l’energia sostenibile in Europa, a cui l’Euro-sportello stesso partecipa, di organizzare,assieme alla Federbim, un evento congiuntoal fine di inquadrare meglio il servizio e lapiattaforma informativa di cui già oggi dis-pone il sito nazionale della Federbim stessa.

“L’Eurosportello – secondo Scognami-glio - fa parte di una rete comunitaria natanel 1989 per assistere le piccole e medie im-prese e fa capo alla direzione generale im-prese della Commissione Europea ed inseri-ta in un progetto di supporto. Arriviamo aduna impresa non solo direttamente, ma an-che attraverso enti intermediari con le im-prese stesse (in primo luogo i comuni) chesono gli attori dello sviluppo economico lo-cale”.

“Prima di entrare nel dettaglio volevo fa-re un cenno veloce al discorso della campa-gna per l’energia sostenibile in Europa: cisono delle linee europee che sono dirette asostenere l’utilizzo derivante da fonti dienergia rinnovabile e ci sono degli strumen-ti, dei programmi di supporto che l’UnioneEuropea ha attivato già a partire da que-st’anno, lanciando una campagna promo-zionale ed informativa riguardo a tale possi-bilità.

L’Eurosportello ne farà parte e la Com-missione metterà a disposizione l’interven-to di un esperto. Gli obbiettivi specifici del-la campagna sono soprattutto di sensibiliz-zazione verso un tipo di utilizzo di energiaed i beneficiari sono appunto le comunità

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Veduta della Sala

Tavolo Presidenza: da sinistra Angelo Di Donatantonio, Edoardo Mensi, Domenico Romano, Pier Luigi Svaluto Ferro

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locali che intendono promuovere program-mi in settori che vanno dal trasporto, all’edi-lizia, alla cooperazione internazionale.

Per partecipare a tali programmi euro-pei è necessario curare un partnerariato in-ternazionale.

Ed è proprio a tal proposito che, sia perla progettazione ,che per la ricerca del part-nerariato stesso, il nostro centro di compe-tenze di Firenze sarà a disposizione per sup-porto specifico”.

Nel suo intervento, Scognamiglio, af-fronta poi il tema legato allo sviluppo localee all’inquadramento della nuova versionedell’Ufficio Europa on line.

“Essenziali – secondo lui - sono le reti diinterazione, di scambi di informazioni, siaendogene che esogene, che sviluppano co-noscenze e che puntano soprattutto sull’uti-lizzo delle nuove tecnologie che rendonopiù facile attuare una governance, creandocioè un sistema partecipato di cittadini, im-prese, enti e rappresentanti orientato allosviluppo del territorio. Fondamentale,quindi, l’utilizzo dei siti web come centri dicoordinamento e partecipazione: punti disnodo ed aggregazione per la conoscenzadi un determinato territorio, con la possibi-lità del singolo di partecipare con le proprieconoscenze, allo sviluppo dell’intero territo-rio”.

“Sostanzialmente il problema è duplice:non solo fare rete locale per mettere a siste-ma le conoscenze e le risorse del territorio,ma fare anche in modo che questa rete siacollegata ad altre reti extraterritoriali in mo-do da favorire quegli stessi processi di inter-nazionalizzazione e sviluppare sinergie edalleanze esterne. Questo perché la concor-renza non è più a livello locale, non più trasingole imprese, ma tra comparti territorialiomogenei. Ed è per questo che, entro giu-gno, noi termineremo l’aggiornamento tec-nologico dell’ufficio, finanziato dalla Regio-ne Toscana, che metteremo a disposizionedi tutta le clientela al fine di rendere sostan-zialmente tale sito da informativo a piatta-forma per integrazione di vari flussi infor-mativi, non solamente di carattere europeo,ma anche di carattere locale, in modo cheanche i BIM stessi possano partecipare aiprogetti europei, con o senza l’assistenzadell’Eurosportello”

L’Assemblea è poi continuata e la paro-la è andata al Presidente della Federbim,Edoardo Mensi, che ha aperto la sua rela-zione ringraziando Scognamiglio “Per il suo

intervento esaustivo e preciso rispetto ad unprogetto ed un percorso che la Giunta dellaFederbim aveva proposto e che l’Assembleaha condiviso, nel tentativo e nell’obbiettivodi portare il ruolo dei nostri consorzi in unadimensione un po’ nuova rispetto, forse, al-la storia del passato. Auspicando che questainiziativa davvero diventi un motore e cheattraverso i nostri enti, i nostri comuni asso-ciati, possano beneficiare davvero dei pro-venti e delle risorse derivanti dall’opportu-nità che a noi arrivano proprio per il fatto diessere Europa.”

Mensi ha poi espresso una serie di rin-graziamenti, a partire da quello al Presi-dente dell’Uncem Enrico Borghi, che purnon avendo potuto di persona partecipareai lavori dell’ Assemblea, l’ha onorata diuna sua memoria che, dice Mensi: “Condi-vidiamo appieno e, vogliamo ancora unavolta ribadirlo, non ci toglie dalla respon-sabilità di riconoscere all’Uncem Naziona-le il ruolo di riferimento attorno ai temi

della montagna e di portare la Federazionee i nostri Consori in una dimensione di to-tale collaborazione, seppure in una auto-nomia di identificazione per ruolo e com-petenze, per cui noi abbiamo mandato isti-tuzionale.”

Il ringraziamento del Presidente è anda-to poi anche ai Vice Presidenti Renato Vi-cenzi e Angelo Di Donatantonio “Per il la-voro e la collaborazione sinergica che anchequest’anno hanno svolto all’interno dellaFederazione, ai componenti della Giuntadella Federazione, al Direttore Pietro Giaco-melli, ai nostri due dipendenti, ai Presidentidelle due Commissioni, la Commissione Isti-tuzionale presieduta dal collega Personeni ela Commissione energia presieduta dal VicePresidente Renato Vicenzi, e a tutti i tecnicie colleghi che fanno parte delle Commissio-ni stesse.”

Un grazie, per ultimo, è stato poi rivoltoal Presidente Domenico Romano che haospitato l’Assemblea nei locali del suo Bim,

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Veduta della Sala

Tavolo Presidenza

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che proprio in questa data ha celebrato i 50anni di attività .

L’intervento del Presidente è poi entratonel merito, toccando i punti fondamentalidell’incontro.

“L’incontro di oggi è mirato, soprattuttoa fare un punto della situazione, nel mo-mento in cui presentiamo il bilancio di pre-visione che di fatto corrisponde alla pro-grammazione per il nuovo anno e che tuttici avviamo a gestire assieme e che, rispettoal quale, il momento assembleare diventaun momento di confronto, di sollecitazionee di pungolo anche nei confronti dell’esecu-tivo Federbim, in quanto credo che uno deiprimi nostri compiti sia di grande attenzio-ne e di rigoroso rispetto alle aspettative e al-le esigenze che emergono dall’Assemblea”.

“Mi pare che in quest’ultimo anno, pro-prio su sollecitazione e su richiesta di qual-che componente dell’Assemblea, in collabo-razione col Direttore, abbiamo, dopo l’ap-provazione del regolamento regolarizzato esistemato tutta la questione riguardante lequote di partecipazione, per cui oggi siamoin grado di poter dire che i Consorzi cheaderiscono alla Federazione, versano laquota dovuta nelle due tranche come previ-sto dal regolamento.

Per quanto riguarda le attività strategi-che abbiamo di fronte ancora un passaggioda fare e che già abbiamo anticipato nellapassata Assemblea di Sondrio e riguarda iltema della rideterminazione dei confini deiConsorzi BIM.

A Sondrio, infatti, ci siamo interrogati sulperché un impianto di produzione di ener-gia idroelettrica, collocato a 300 metri, nondebba essere assoggettato al pagamento delsovracanone, come la norma prevede e co-

me così dicono le cartografie e i decreti diistituzione dei singoli consorzi BIM.

Gli impianti idroelettrici, collocati al disotto di quella quota, non sono assoggettatial pagamento dei sovracanoni, ma è altresìchiaro che quando furono istituiti i consorzisui territori delle nostre montagne c’eranoaltre definizioni dei concetti e dei criteri dimontanità e quindi gli impianti di produzio-ne idroelettrica ricadenti all’interno di quelperimetro sono stati assoggettati alla norma-tiva 959 mentre, quelli al di fuori di questoperimetro, non hanno mai pagato i sovra-canoni.

E’ avvenuto quindi che, successivamen-te, in particolare con la legge 1102 istitutivadelle comunità montane, i territori dellemontagne d’Italia, indipendentemente chefossero interessati o meno agli impianti diproduzione idroelettrica, hanno avuto unanuova riperimetrazione e sono state quindiindividuate le comunità montane.

Da allora è successo che all’interno dei

perimetri di tali comunità, vale a dire all’in-terno dei perimetri individuati con precisecaratteristiche di montanità, sono rimastefuori delle lingue di fondovalle che, pur es-sendo classificate come montane e puravendo la caratteristica dei territori della co-munità montana, non sono considerati co-me territori appartenenti ad alcun consorzioBIM e pertanto, gli impianti idroelettrici lìcollocati, non sono tenuti al pagamento delsovracanone.

A noi, questo, pare un’assurdità vistoche, se quel territorio è considerato comuni-tà montana in quanto territorio di monta-gna, dovrebbe essere, a maggior ragione, ri-cadente nella tipologia dei territori configu-rabili con la legge 959 e assoggettabili per-tanto al sovracanone idroelettrico.

C’è in tutto ciò, una sorta di conflittuali-tà legislativa fra due norme che c’erano intempi diversi e che hanno individuato dueambiti territoriali che rispondono, è vero,entrambi ai criteri di montanità, ma per iquali, una parte per noi ne rimane al di fuo-ri.

Un nostro tentativo un po’ sotterraneo eseminascosto è stato fatto in occasione del-l’ultima finanziaria, per tentare di inserirequesti territori, assoggettandoli all’obbligodella 959 senza però riuscire a cogliere il ri-sultato: un’iniziativa che non è stata specifi-catamente voluta dalla nostra Federazione acui noi, però, abbiamo dato tutto il sostegnoe tutta la forza che potevamo dare e che ènostra intenzione riprendere, in vista di unanuova legge sulla montagna.

A tal proposito riteniamo che, senza an-dare ostinatamente a rivedere il percorso dirideterminazione di ogni consorzio, forse sipotrebbe riuscire, con un provvedimento le-

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Veduta della Sala

Veduta della Sala

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gislativo, a ricomprendere, all’interno deiterritori dei consorzi BIM, quelle porzionidei territori dei nostri comuni tagliati fuoridall’assoggettamento della 959.

L’altro tema che vorrei affrontare riguar-da la questione dell’adeguamento del sovra-canone, sul quale, per due tre anni, abbia-mo portato a casa dei risultati non indiffe-renti, che però non vorrei ci mettessero nel-la condizione di dimenticare il problema.

Rispetto a ciò diventa difficile trovare unmetro oggettivo di valutazione perché, dallanostra parte, noi potremmo continuare a di-re che anche l’attuale sovracanone, seppurrivisto, è profondamente inadeguato rispet-to a quello che i territori di montagna dan-no, ma se dovessimo leggerlo dalla parte deiproduttori di energia idroelettrica, questipotrebbero sostenere che le leggi nazionalicon i sovracanoni tendono a dissanguarli ri-spetto all’attività imprenditoriale.

Sta di fatto che, rispetto all’intera pro-duttività dei nostri impianti, quello che vie-ne riconosciuto ai consorzi BIM e ai comunirivieraschi, rappresenta un’entità economicaestremamente piccola se rapportata al volu-me d’affari degli impianti idroelettrici.

Un tema sul quale ragionevolmente sideve tenere l’attenzione e l’impegno dellaFederazione alto.

Arrivo poi al punto che riguarda l’attivi-tà dei nostri consorzi.

Noi oggi viviamo una stagione di estre-ma diversità rispetto al passato, diversa so-prattutto rispetto alla condizione di governodel territorio di montagna che avranno tro-vato i primi consorzi BIM nati nel nostroPaese, visto che nel passato i nostri enti ve-nivano chiamati proprio a concorrere, conle proprie risorse economiche e con le pro-

prie capacità istituzionali, alla crescita di unPaese che, uscito dalla guerra doveva rico-struirsi, necessitava di infrastrutture e avevadi fronte una forte potenzialità di sviluppoperché c’era la forza lavoro e la volontà diimprenditorialità.

Oggi noi ci troviamo di fronte ad una vi-sione ed una dimensione diversa dei nostriterritori. Un’economia sofferente che, a vol-te, e soprattutto nei territori più poveri dellenostre montagne, forse, ha perso anchel’entusiasmo, la voglia di fare, la speranza.

Di fronte a queste nuove sfide, anchel’attività nostra e dei Consorzi BIM è radical-mente mutata ed allora, il primo obbiettivo,è quello di ricollocarci nella dimensione ot-timale e giusta e che il ruolo istituzionale,che noi ricopriamo, ci ha assegnato.

In questo periodo di chiusura di bilancici rendiamo conto che anche la realtà deinostri piccoli comuni diventa molto diversadi quella di 15 – 20 anni fa, perché una le-gislazione dello spazio centrale e regionale

ha continuato ad attribuire ai nostri comunicompetenze e la possibilità di avere profes-sionisti, tecnici e dirigenti.

Dall’altra parte, però, le risorse finanzia-rie invece sono diminuite, mentre il costodei servizi è aumentato: per cui abbiamo an-che una debolezza dei nostri soci, degli en-ti che fanno parte dei nostri Consorzi e sia-mo quindi chiamati anche gestire questaemergenza istituzionale.

Ciò impone a noi una responsabilitàmaggiore ma anche una voglia di fare rin-novata.

Ed è proprio su questo tema che Euro-sportello diventa una delle opportunità che,senza alcun costo, noi offriamo ai nostri en-ti e di rimando anche a tutti i vostri comuniassociati. Lo scenario che noi abbiamo da-vanti è quello di dover dare una risposta ainostri comuni che si trovano in difficoltà, at-traverso servizi associati e opportunità, chealleggeriscono il peso della parte ordinaria,che di norma è gravata sul bilancio dellesingole amministrazioni.

Di fronte a questo scenario urge realiz-zare una serie di servizi che fanno rispar-miare e che consentono di poter dire ai no-stri Consorzi che svolgono un ruolo insosti-tuibile.

Basterebbe pensare alle ultime novità didecentramento catastale: immaginate un co-mune di 4-500 abitanti che deve pagarsi dasolo tutto il tema del decentramento catasta-le che non riesce più neppure a pagare i di-pendenti e che quindi o non lo fa o sarà co-stretto a fare un mutuo, se però il suo bilan-cio glielo consente. E allora, anche su que-sto tema, cari colleghi noi, con priorità asso-luta rispetto al resto, ci facciamo carico diun’intesa assieme alle comunità montane

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Da sinistra: Cappelletti, Franco Patoner

Da sinistra: Lucio Scognamiglio, Giovanni Boitano, Franco Rancan

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che ci rende promotori di quei servizi che,in forma associata, non solo qualificano ilruolo dei nostri Consorzi ma che consento-no di dare una risposta concreta ai nostri co-muni.

Poi c’è il tema che riguarda l’aspettativada parte dei Consorzi BIM che, credo, nondeve solo essere di carattere economico: sa-rebbe riduttivo per noi e anche indignitosoil pensare che la nostra attività si esauriscain un semplice calcolo ragionieristico di chiritira i soldi da una parte, fa il conto di chi lideve versare, li versa giusti e poi li eroga adaltri enti.

Io credo che i Consorzi BIM, per la lorostoria, cultura, esperienza e per quello chehanno rappresentato in questi 50 anni nelnostro Paese, di fronte a questo momento difatica dei territori di montagna, davvero sap-piano riuscire ad esprimere anche qualcheidea strategica che possa concorrere a quelcambiamento di rotta che tutti ci auspichia-mo.

Questo non perché noi vogliamo pensa-re di poter riportare a tutti i costi la gente inmontagna, che ormai è anti storico, anti cul-turale e che non ci riuscirà mai.

Dobbiamo invece renderci conto che,anche nella nostra programmazione, lamontagna ha le sue caratteristiche e pecu-liarità: dobbiamo lavorare per far si che chiabita lì abbia la convinzione che pur nonavendo strutture e servizi come, chessò, ilteatro, la piscina o il campo da calcio, hatante altre ricchezze che fanno parte del luo-go in cui è nato ed abita.

Io sono convinto che attorno ai temi del-la montagna bisogna intervenire in cultura,in mentalità nuova: un messaggio che biso-gna infondere prima di tutto in noi stessi,governatori dei territori montani, e poi tra-sferirlo ai cittadini per una nuova culturadella montagna.”

“Concludendo – sottolinea Mensi - di-co che, qualche volta facciamo fatica a faredelle scelte a lungo termine e magari non nevediamo il risultato perché nell’arco del no-stro mandato amministrativo non ne coglia-mo l’opportunità.

Ed invece dobbiamo trovare il coraggiodi investire in opportunità più a lungo ter-mine perché diventino scelte che cambianoil futuro dei nostri territori.

Io ho, d’altro canto, la percezione chenoi andiamo verso una società che da un la-to è oberata e martellata pensatemene dallelogiche dell’economia, ma che è pervasa an-

che, soprattutto tra i giovani, da un bisognodi ricerca di qualità della vita: capire che lavita non è soltanto economia ma è ancheuna questione di qualità, appunto.

Ed è proprio su questo tema che i terri-tori montani sono in condizione di offrire, aciascuno di noi, quella modalità di vita chedomani può diventare un elemento deter-minante, fondamentale.

A questi appuntamenti, a queste scaden-ze, noi con i nostri territori dobbiamo esse-re pronti, facendo così un servizio ai nostricittadini e dimostrare di aver avuto per tem-po la grande intuizione, di aver capito chegli investimenti sul futuro devono esser fattiproprio in questo settore.”

Concluso il discorso del presidenteMensi, c’è stata l’approvazione all’unanimitàdel verbale della seduta precedente, dopo-dichè la parola è stata data a Svaluto Ferro,membro della giunta Federbim e Vice Presi-dente Consorzio Bim Piave Belluno, che haillustrato il bilancio preventivo 2006.

“Come voi sapete la Federazione ha na-tura di Ente morale, ai sensi del D.P.R. 194del ’64, anche se, di fatto, poi svolge la suaattività su fondi che provengono da Enti lo-cali.

L’attività e l’iniziativa dell’Ente è regola-ta dalle normative vigenti nonché dalla nor-mativa statutaria nel momento in cui si èdotata la Federazione: ricordo che l’art. 3 delnostro Statuto indica tra i vari scopi dell’En-te anche quello di coordinare l’attività deiConsorzi BIM e prestare assistenza tecnicae giuridica a quelli che ne facciano richiesta,utilizzando a tale scopo le risorse del fondocomune della Federazione stessa.

Nel documento che ci si accinge a pre-sentare vengono dettate linee di interventocongruenti con gli scopi statutari e con indi-rizzi emersi in sede di approvazione delconto consuntivo nell’Assemblea tenutasi aSondrio lo scorso giugno, così come si con-fermano gli impegni assunti dalle preceden-ti gestioni. È un bilancio che senza far venirmeno alla Federazione quella necessaria vi-sibilità nel mondo istituzionale può però co-finanziare progetti tesi al miglioramento del-le condizioni gestionali dei Consorzi asso-ciati, soprattutto quelli di piccole dimensio-ni, e che vede quindi la stessa Federazionein una nuova funzione di responsabilità asupporto delle attività.

Le linee di sviluppo dell’attività della Fe-derazione, quelle che abbiamo appena sen-tito dal Presidente, vedranno la stessa parti-

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colarmente impegnata su obbiettivi tesi al-l’incremento delle risorse a disposizione deiConsorzi e, di conseguenza, al recupero ealla valorizzazione del sovracanone, ancheattraverso azioni tese alla riperimetrazionedei bacini imbriferi montani.

Particolare attenzione sarà riservata aglisviluppi applicativi prodotti dal recente de-creto Marzano e relativi all’art. 3 della leggeistitutiva che potranno a loro volta rivelarsiun ulteriore opportunità di espansione delleattività dei Consorzi, da qui, dopo esserestata la promotrice, la partecipazione finan-ziaria al neo costituendo consorzio Enerbimcon una quota pari a 6.000 euro.

Durante il cinquantennio trascorso, iConsorzi BIM, hanno immesso nel tessutolocale contributi per costruzioni di scuole,ospedali, fondi per le singole vallate e, a li-vello provinciale, fondi nel settore energeti-co, informatico, orientando diversi progettitesi allo sviluppo economico e sociale deicomuni consorziati e facendo quindi da im-portante volano per l’economia locale.

Questa funzione, adeguata ai mutati in-teressi ed esigenze, va dunque ulteriormen-te incentivata con azioni tese al migliora-mento della qualità della vita delle popola-zioni locali.

Accanto ai suesposti obbiettivi che costi-tuiscono le unità rilevanti per l’esercizio2006, il bilancio di previsione è caratterizza-to dai tratti salienti che sinteticamente elen-cherò di seguito.

Per quanto riguarda la parte Entrate, ol-tre alle normali entrate istituzionali della Fe-derazione, costituite dalle quote associativeper euro 476.000, è previsto un recupero diquote associative per euro 60.000 e ulteriorientrate derivanti dai rimborsi e proventi va-ri dalla rivista Federbim Notizie, per un am-montare di euro 29.000.

Ricordo però che il risultato dell’ammi-nistrazione del 2005 sarà accertato e utiliz-zato solo ad avvenuta approvazione delrendiconto che approveremo entro la metàdel corrente anno e che, come potete vede-re, vi dà l’idea di quello che è stato il trenddelle entrate della Federazione nel triennio2004 – 2006.

Nella parte Uscite, invece, sono indica-te innanzitutto le spese di funzionamentodella struttura della Federazione, quelle pergli organi istituzionali, le spese per il perso-nale, e le spese generali di funzionamentodella Federazione che possiamo considera-re come spese correnti e che sono costi co-

sì come previsti in linea con gli esercizi pre-cedenti.

Accanto alle voci che riguardano il fun-zionamento della Federazione, nell’otticadella continuità e nell’intento di dare adem-pimento per impegni già assunti nei passatiesercizi della Federazione, si prevede anchenel corrente esercizio di poter dar corso adiniziative di sostegno economico in camposocio culturale e turistico: e qui di fatto tro-viamo la parte più significativa che dovreb-be caratterizzare il lavoro dell’esecutivo peril corrente esercizio.

Verrà istituito un fondo, chiamato Fon-do per le Entità Socio Culturali, per un im-porto di euro 30.000, che dovrebbe esseresupportato da apposito regolamento per ilsuo funzionamento.

Sia questo fondo che i due fondi succes-sivi che riguardano la solidarietà il sostegnoper iniziative straordinarie e interventi strut-turali, per un importo complessivo di euro268.500, dovranno, entrambi essere suppor-tati da apposito regolamento per il suo fun-zionamento.

Nella redazione del bilancio 2006 è sta-to tenuto conto degli indirizzi emersi oltre aquanto previsto dallo Statuto della Federa-zione che richiamando la legge istitutiva959 /53 individua quale scopo quello di per-seguire lo sviluppo dei consorzi associatinel contesto del progresso economico e so-ciale delle popolazioni ivi insediate utiliz-zando a tal fine le risorse provenienti dallariscossione delle quote associative.

Per quanto riguarda ancora l’istituzionedei Fondi sopracitati, quello per le attivitàsocio culturali è stato istituito rispetto agliesercizi precedenti anche con il preciso in-tento di favorire lo sviluppo di attività ed ini-ziative intese alla crescita dello sviluppo so-cio culturale della popolazione dei consorziassociati, contribuendo così allo sviluppo eal miglioramento della qualità della vita.

A tale scopo viene destinata una quotapari al 3,75% del totale delle entrate.

Il Fondo di solidarietà per interventi a fa-vore di iniziative socio assistenziali ed econo-miche, invece, è un fondo che abbiamo ini-ziato a pensare proprio con riferimento aquello che è successo nella Val Canale, quan-do ci siamo trovati a far fronte ad una richie-sta del Presidente Romano di fronte a un fat-to eccezionale che ha sconvolto la vita di unavallata del nostro consorzio.

Fondo introdotto per la prima volta a bi-lancio nell’esercizio in corso e che mette a

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disposizione la somma di 60.000 euro siaper il 2006 e sia per i successivi esercizi, in-crementandolo annualmente e da destinareper l’erogazione di contributi in conto capi-tali finalizzati alla realizzazione di interventiin favore di iniziative in ambito socio assi-stenziale per quei consorzi o altre istituzionio soggetti pubblici e privati, o da questi in-dicati, colpiti da gravi ed improvvise calami-tà .

Questo per una quota in base alle esi-genze di volta in volta emergenti e alla dis-ponibilità di bilancio e comunque con unaquota non inferiore al 2% delle entrate inbilancio.

Il terzo Fondo, infine, per iniziativestraordinarie e interventi strutturali, nascetenendo presente che l’economia nazionale,caratterizzata da attività esposte alla forteconcorrenza e con il conseguente rischiooccupazionale è rapportata attraverso poli-tiche di sviluppo che vadano ben oltre iconfini dei singoli comuni.

È sembrato pertanto importante sotto-porre all’attenzione dell’Assemblea l’istitu-zione di un fondo da destinare ai consorziassociati, in particolare verso quei consorzidi piccole dimensioni che hanno più diffi-coltà rispetto a quelli di dimensioni piùgrosse, con iniziative tese a favorire investi-menti nei settori produttivi per la presenta-zione di strutture pubbliche di uso pubbli-che nonché per quelli interventi che hannogià ottenuto un provvedimento definitivo,di finanziamento, con scopo di supportare iprocessi di gruppo territoriale ai consorzistessi.

Il fondo viene istituito in ottemperanzaagli indirizzi dati dall’Assemblea di Son-drio e permette di tener fede agli impegnipresi dall’organo assembleare nella sedutadell’11 giugno 2005, finanziandolo per eu-ro 164.000, con il risultato di amministra-zione 2005 per ulteriori euro 44.000, corri-spondente a circa l’8% delle entrate cor-renti del 2006 e destinando gli interventi direalizzazione con tempi a media e brevescadenza.

La novità del fondo è che, al medesimo,potranno fare riferimento anche i BIM nonancora costituiti in consorzio, che troveran-no nel fondo uno strumento fondamentaleper far fronte agli investimenti iniziali di av-viamento all’attività consortile, sia interminidi dotazione organica che strumentale.

Tutto ciò potrebbe altresì mettere incondizione la Federazione di avere nuovi

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associati e di accrescere la propria visibilitàsul territorio nazionale.

L’ultimo punto che vorrei toccare èquello relativo all’andamento delle usciteper il 2006: c’è un 17% per spese degli orga-ni istituzionali, 29% spese per il personale,12% spese generali di funzionamento, lespese generali per fini istituzionali attornoad un 20%, il 21% per attività istituzionali el’1% interventi sul patrimonio. Per quanto ri-guarda invece l’andamento delle uscite del2006, rispetto a quelle del 2005, la cosa si-gnificativa è che la parte accresciuta è del20% e 21% rispetto al 34% che era previstoprima come attività istituzionale.

Anche quest’anno è auspicabile che gliuffici effettuino le verifiche puntuali sul pa-gamento delle quote associative, non perspirito vessatorio, ma per una semplice que-stione di equità nei confronti di tutti gli as-sociati.

Concludo dicendo che ci pare di affer-mare, come organo esecutivo, che il funzio-namento della Federazione si stia avviandosempre di più verso le mutate esigenze de-gli associati incrementando il livello di am-modernamento e di attrezzamento.

Per questi motivi, colleghi soci , laGiunta Esecutiva vi propone il bilancio diprevisione 2006 e vi invita alla sua appro-vazione.”

Rispetto a questo punto c’è stata, poi,una osservazione da parte del Vice Presi-dente del BIM Adige di Trento, Franco Pa-toner, il quale ha voluto porre l’attenzionedell’Assemblea sulla questione della quotadi adesione 2005/2006 “Quota che ci mettedi fronte – ha obbiettato Patoner - ad unaresponsabilità sia politica che amministrati-va, allo stesso tempo, e che ci porta a dellevalutazioni relative all’impiego delle som-me che andiamo a versare alla Federbimstessa”.

“Politicamente, in un contesto di risorsedisponibili attualmente per il nostre ente esulla base delle molteplici richieste di con-tributo per manifestazioni organizzate sulterritorio – ha continuato - questa quota diadesione, per quanto paradossale possasembrare nei termini attuali di bilancio bloc-cato dai piani di intervento nei confronti deinostri comuni, diventa particolarmente one-rosa, e ci induce a dire di no a troppe ri-chieste, tutte legittime e importanti per lepiccole comunità, che sperano nel nostroaiuto.

Sotto il profilo amministrativo, credo

che, il bilancio 2006 della Federazione, nel-la forma sottoposta, chiaramente evidenziala fattispecie di un “trasferimento di fondi”che per i consorzi può prestare il fianco aqualche considerazione: i consorzi di BIM,con il sovracanone, godono di fondi pubbli-ci che hanno un indirizzo ben preciso circail loro impiego (progresso economico e so-ciale delle popolazioni, nonché per opere disistemazione montana che non siano dicompetenza dello Stato) e un ambito territo-riale in cui essi devono venire impiegati eche coincide con il bacino imbrifero monta-no di pertinenza.

Con il bilancio appena proposto vengo-no indicati, nella gestione straordinaria e ru-bricati sotto la voce “attività istituzionali”, dicui però non si capisce l’origine della defi-nizione. le seguenti ipotesi di intervento:- 30.000 euro in contributi per attività socio

culturali;- 208.500 euro in contributi a valere sul fon-

do di rotazione, per iniziative straordinariee su interventi strutturali;

- altri 60.000 euro per fondo di solidarietà, afavore di iniziative socio assistenziali edeconomiche.

In realtà, quindi – ha concluso Patoner -con la propria quota il consorzio non con-tribuisce solo, come dovrebbe, alla gestionedell’ente Federbim (organi e personale) cheha come fine precipuo la difesa del sovraca-none, ma trasferisce, attraverso la quota diadesione annuale, dei fondi che Federbimgestisce a suo piacimento magari con desti-nazioni diverse da quelle assegnate ai Con-sorzi, ma che soprattutto contravviene alprincipio che sancisce che le risorse di unconsorzio devono essere strettamente appli-cate nell’ambito territoriale di ciascun BIM,delimitato con decreto ministeriale. Il versa-mento di una quota di adesione di quelleproporzioni, assegnata a fini non istituzio-nali e per di più applicata ad ambiti esternipuò esplicitare, credo, l’ipotesi della distra-zione di fondi e gradirei, che in questa sede,sia data una chiara delucidazione sull’im-piego delle poste di bilancio dinanzi citatecirca una loro legittimità d’impiego.”

La risposta a tale quesito posto da Pato-ner, è venuta direttamente dal PresidenteMensi, il quale ha rilevato come la richiestadel rappresentante del consorzio BIM diTrento fosse quantomai pertinente e rispon-dente ad una logica di chiarimento.

“Chiarimento che però – aggiunge Men-si - il relatore del bilancio ha dettagliata-

mente illustrato, nel senso che nella relazio-ne, in 4/5 voci, ha detto esattamente come siintende utilizzare queste quote”.

“Escluderei, per logica, il Fondo di soli-darietà, sul quale ho motivo di ritenere cheanche il consorzio BIM di Trento possa es-sere d’accordo nel senso che trattasi di unfondo in bilancio sia da parte dell’UPI chedell’ANCI che dell’UNCEM e che mi sem-brerebbe giusto, peraltro sulla scorta dieventi che ci sono capitati negli ultimi anni,che anche la Federbim si doti di un fondodel genere per andare in aiuto di popolazio-ni che comunque fanno parte del patrimo-nio della montagna.

Per quanto riguarda, invece, i contributiper attività socio culturali, credo che questifacciano parte di una politica che la Federa-zione ha sempre coltivato e condiviso e che,se dovesse dipendere da me, personalmen-te, li aumenterei, in linea con quanto dettonel mio primo intervento: dobbiamo investi-re nella cultura e lo stesso contributo alTrento Filmfestival è un momento di pro-mozione e valorizzazione del patrimoniodella montagna centrato e che non finisceper sostenere una singola iniziativa ma undisegno di promozione più generale”.

“Il finanziamento che abbiamo dato allaspeleologia – continua Mensi - che è con-nesso al tema delle acque sotterranee, e alsistema idrico delle montagne, diventa an-ch’esso un investimento di carattere cultura-le ma anche scientifico e, mi pare, che an-che la voce dei 30.000 euro per contributiper attività socio culturali tutto sommatonon è in linea solo con una tradizione dellaFederazione ma anche per quanto riguardale indicazioni che ci siamo dati per il futuro.

Rimane questa voce nuova dei contribu-ti a valere sul fondo di rotazione per inizia-tive straordinarie e su interventi infrastruttu-rali: a me pare che l’osservazione, pur legit-tima e che io condivido, di distrazione deifondi non possa configurarsi in questa spe-cifica voce, essendo peraltro, come è statoillustrato dal collega Svaluto, questo fondoistituito per interventi del tutto straordinari.

La gestione della Federazione – conclu-de il Presidente - in definitiva, mi sembrauna gestione estremamente oculata attentae che non sperpera i nostri soldi e che riescead accantonare queste somme per interven-ti straordinari”.

Chiarito questo punto, è toccato a Narci-so Vardanega, membro dell’Organo di Con-trollo, il compito di leggere la relazione del-

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l’Organo di controllo della Federazione, inrelazione all’approvazione del bilancio.

“Signori Soci, l’Organo di Controllo del-la Federbim si è riunito il 19 ottobre 2005 eil 25 gennaio 2006 a Roma per prendere vi-sione della bozza di bilancio predispostadalla Giunta Esecutiva e dare il proprio con-tributo sulle questioni richieste: dirò subitoche la bozza di bilancio predisposta è ri-spondente alle normative vigenti nonché al-la normativa statutaria ed ai regolamenti dicui si è dotata la Federazione.

Tra le due riunioni, il Presidente del-l’Organo di controllo, insieme al Direttore,ha collaborato con il rappresentante dellaGiunta alla stesura dell’attuale documento.

Prima di tutto voglio garantire che la vi-ta interna della Federazione, almeno perquanto ci è stato consegnato da verificarenei documenti contabili ed amministrativi ri-sulta essere chiara e corretta.

Anche l’attività degli Organismi e deisingoli componenti degli Organi, è semprestata corretta e rispettosa e soprattutto par-tecipata.

Il bilancio di previsione 2006 vede untotale Entrate pari a 1 756.398,55 e natural-mente un equivalente importo Uscite di 1756.398,55.

Si tratta di una proposta formulata sullabase di opportuni criteri prudenziali e corri-spondendo puntualmente a necessarie esi-

genze di veridicità, trasparenza e semplicità.Segnalo che le entrate correnti rispetto

allo scorso bilancio di previsione sono au-mentate.

Le voci più significative che voglio se-gnalare in Entrata sono:- l’importo delle quote associative 1 460.000

maggiore della previsione del 2005 di 1

10.000 per adeguamento biennale ISTATdel sovracanone.

- l’utilizzo della quasi totalità dell’avanzo diamministrazione 2004 pari a 1 207.398,55per la costituzione dei fondi deliberati dal-l’Assemblea di Sondrio.

Le voci in Uscita su cui soffermarci perla parte ordinaria sono:- costi del Personale 1 150.000 contro 1

138.000 del 2005 ritenuti sufficienti ma au-mentati per una imputazione più appro-priata di una voce di bilancio e per l’ade-guamento contrattuale;

- costi Organi direttivi e sociali 1 107.000contro 1 125.000 del 2005 con una dimi-nuzione sostanziale da monitorare peròdurante l’anno;

- spese di funzionamento previste in 1

63.898,55 contro 1 51.000,00 del 2005 conun aumento legato ad una diversa imputa-zione di alcune voci di bilancio.

Le voci in Uscita su cui soffermarci perla parte straordinaria sono:- alla voce spese generali per fini istituzio-

nali si prevedono 1 110.250,00 contro 1109.800,00 del 2005;

- costi attività istituzionali straordinarie per1 321.500,00 contro 1 73.250,00 del 2005all’interno dei quali è prevista la costitu-zione dei due fondi la cui scelta è stataoperata dall’Assemblea di Sondrio.

Voglio ancora segnalare che la sceltadella Federazione di attribuire indennità egettoni di presenza agli amministratori, neimodi opportuni, oltre al dovuto rimborsospese, documentato e contingentato nei li-miti previsti, deve considerarsi come sgraviodi spese per ciascun Consorzio di prove-nienza ed è comunque oggetto di attentaverifica da parte degli Organi interni dellaFederazione, come dimostra la diminuzionedi previsione della spesa in questione.

In questo senso voglio segnalare l’im-porto di 1 8.100,00 alla voce spese di fun-zionamento Commissioni di lavoro che ri-sulta essere quasi pari alla voce di spesa pergli Organi statutari, ma che dimostra l’attivi-tà della Federazione e la sua apertura a con-tributi anche al di fuori della Giunta.

La scelta poi di prevedere nel 2005 122.000 per adeguamento degli Uffici di Ro-ma si è rivelata opportuna per come oggiciascuno di noi può riscontrare sia stata va-lorizzata la nostra sede per la quale sonoprevisti ancora 1 3.000,00 di possibili spese.

Voglio assicurare che gli Uffici effet-tueranno anche quest’anno verifiche pun-tuali sul pagamento, nei tempi previsti dalregolamento, delle quote associative nonper spirito vessatorio ma per onestà e chia-rezza.”

“In conclusione – ha terminato Vardane-ga – mi pare di poter affermare che il fun-zionamento della Federazione con la colla-borazione degli Uffici, sta sempre di più as-sumendo una sua standardizzazione neicomportamenti e servizi e sta corrisponden-do sempre di più a necessari adeguamentiprocedurali in ottemperanza alle vigenti dis-posizioni incrementando il livello di visibili-tà e di apprezzamento.

Per questi motivi ribadisco il nostro pa-rere favorevole alla bozza di bilancio e vi in-vito alla sua approvazione.”

L’assemblea si è quindi chiusa con l’ap-provazione del bilancio, votato e approvatoad unanimità con la sola astensione di ununico delegato, il rappresentante del Con-sorzio Bim Adige di Trento, e con il salutoda parte del Presidente Mensi.

Gianni Farina

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Con decreto prefettizio del 13 marzo1956, dando seguito alla L. 959 / 53 che, pre-vedendo “norme modificatrici al testo unicodelle leggi sulle acque e sugli impianti idri-ci”, riconosceva ai comuni appartenenti aun bacino imbrifero l’indennizzo per losfruttamento delle acque, fu costituito ilConsorzio del Bacino Imbrifero Montanodel Nera Velino con sede a Spoleto poi su-bito trasferita a Cascia.

Fu questa la conclusione di una vicendainiziata anni prima. Per la nostra zona la pri-ma riunione tesa ad affrontare il problemadell’indennizzo si era tenuta a S. Anatolia diNarco il 12 gennaio 1953, presenti i sindacidei comuni interessati o loro rappresentanti,Scaramucci e Acton Edoardo, rispettivamen-te presidente e vice presidente dell’Ammini-strazione Provinciale di Perugia. Va a questiuomini, lungimiranti, tutto il merito e la gra-titudine per la tenacia e il lavoro svolto chedotò la nostra zona di uno strumento di svi-luppo e di propulsore economico mai venu-to meno. Mi piace qui ricordare anche il pri-mo consiglio di amministrazione che restòin carica dal 57 al 63….Buoncristiani Pietropresidente, Bocci Domenico, Cardini Rena-to , Cetorelli Guido, Laurenti Domenico, Ur-bani Costantino assessori, Bella Vincenzo,Carbonetti Adolfo, Carosi Mario, Cucci Er-nesto, Emili Luigi, Ercoli Girolamo, FittaioliItalo, Gentili Pietro, Loretoni Primo, MariniMarcello, Marini Pietro, Minnozzi Manlio,Monterosso Mario, Natalini Osvaldo, NotariVincenzo, Pirri Giuseppe, Santi Ettore, Save-ri Eurosio, Urbani Carlo, Zucchetti Menegil-do consiglieri, Severini Perla Bartolo segre-tario. Per il Bim sono passati altri uominiche hanno fatto la storia del territorio: Do-minici Nardo, i compianti Novelli Alberto,Balducci Guido, Mensurati Benedetto…

Lo scopo del Consorzio fu subito quello,come recita l’art. 2 dello Statuto immediata-

mente adottato, di utilizzare i “fondi deri-vanti dal sovracanone previsto dal comma 8della legge 959, esclusivamente a favore delprogresso economico e sociale delle popo-lazioni interessate…”.

I primi veri fondi però arrivarono solonel 1975, è da allora che inizia l’operativitàdell’Ente. Il terremoto dell’79 convinse gliamministratori a impiegare le risorse percontribuire alla ricostruzione del territorio,fu così costituito un fondo per la concessio-ne di mutui a tassi agevolati, tramite unaconvenzione con le banche locali, per leprime case e le attività economiche. Dal1979 ad oggi sono state finanziate 2548 pra-tiche, per un importo di circa 36 milioni dieuro (in rapporto alla popolazione quasi 1abitante su 5 – si potrebbe dire un inter-vento per famiglia…)

Dal 1997 il Consorzio, in risposta ancheai nuovi bisogni e scenari, ha sentito il biso-gno di ampliare e diversificare la propria at-tività. Mantenendo la linea di intervento sul-l’erogazione dei mutui a tassi agevolati, cir-ca 18 milioni di euro da allora ad oggi, ha at-tivato una parte dei fondi stessi, anche conpiani pluriennali, per il cofinanziamento diprogetti su bandi europei, nazionali e regio-nali, ottenendo così un effetto moltiplicatore

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50° ANNIVERSARIO CONSORZIO B.I.M. “NERA VELINO”

(13 marzo 1956 – 13 marzo 2006)

Relazione Presidente Prof. Egildo Spada in occasione della manifestazione del 9 Giugno 2006

Da sinistra: Egildo Spada, On. Giampiero Bocci

Veduta della Sala

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delle risorse. È stata senz’altro questa unascelta vincente che ha visto aumentare note-volmente il bilancio dell’Ente. Tra i più si-gnificativi interventi citiamo quello dell’arti-colo 6 del fondo sociale europeo che haportato alla creazione di 80 micro progettinell’area della Valnerina, del Folignate e del-lo Spoletino beneficiando per la prima voltaanche i comuni di Spoleto e Foligno che sisentivano solo nominalmente appartenential Consorzio, la costituzione del ConsorzioCoimpreso con Sviluppumbria, Gepafim edaltri, sempre per la gestione di un bandonell’ambito del F.s E.-sovvenzione globale,inserito nel p.o.r. regione Umbria ob. 3,2000-2006, rivolto a soggetti deboli.

Ruolo di partner importante è stato svol-to poi all’interno di “Umbria Network siste-ma lavoro”, capofila la Provincia, di EqualPerugia e Equal Foligno. Sono stati cofinan-ziati numerosi progetti all’interno dei fondiLeader come quello sugli antichi mestieri,sulla meteorologia e poi il progetto Terripascon l’Unione dei Comuni, la realizzazione diisole ecologiche ecc.

E ancora una miriade di interventi (102)che vanno dal sostegno all’editoria, all’ac-quisto di macchinari per gli ospedali di Nor-cia e Cascia, alla realizzazione di laboratoriper le scuole , al restauro di opere e beniculturali, l’acquisto su digitale delle mappegregoriare dall’Archivio di Stato , l’adozione

di bambini a distanza ecc. Interventi che al-trimenti, per lo più, sarebbero rimasti sogninel cassetto.

Ricordiamo anche l’accreditamentopresso la Regione per i corsi di formazio-ne e quindi lo svolgimento di alcuni di es-si come quello di Responsabile Web-Mar-keting per impresa ricettiva finanziato dal-la Provincia o il corso di informatica di ba-se per gli allevatori. Con la Provincia nel1998 è stata stipulata anche una conven-zione pilota per il cofinanziamento dellaL. 12. Analoga convenzione, finalizzata al-la creazione di imprese, è stata stipulatacon il B.I.C.

Per realizzare ciò ci si è avvalsi di unarete di collaboratori esterni, di volta in voltachiamati in base alla specificità del progettoe alle loro competenze, primi in ordine ditempo il dott. Angelo Aramini e il dott. Car-lo Prepi.. Ma tutto ciò è stato possibile primadi tutto grazie alla disponibilità di FilippoMancanelli, impiegato storico del Consor-zio, di Matteo, del Segretario Narducci e al-l’entusiasmo di tutti gli amministratori chehanno condiviso sempre, all’unanimità, tut-te le scelte.

Ed infine nel 1999 è stata acquistata e ri-strutturata l’attuale sede del Consorzio. Ciòha permesso tra l’altro di creare un CentroServizi informativo, cofinanziato dal Gal Si-billini Umbria, che da la possibilità di acce-dere a tutti i data-base legislativi (regionali,nazionali, europei ecc.), offre consulenzedi assistenza alle imprese. E lo Sportello delCittadino, aperto in collaborazione con laProvincia, Il Comune di Cascia e la Comuni-tà Montana Valnerina.

La sede dicevamo, che ha rappresentatoanche il recupero e la restituzione di un edi-ficio storico alla città: l’Ospedale di SantoSpirito che, nella sua opera di assistenza aibambini abbandonati fino all’avvio al lavoroe alla sistemazione, svolse un alto compitomorale e sociale.

La pubblicazione di oggi, e qui ringraziogli autori Omero Sabatini e il compianto Vit-torio Giorgetti, è il completamento di talerecupero, la riappropriazione di una memo-ria collettiva che funga da stimolo per il fu-turo.

Mi fermo quì….oggi il Bim è un beneche tutta la comunità sente vicino, radicatonella cultura e nel sentire locale, custoditocome una eredità preziosa di quegli uominiricordati all’inizio e ai quali va di nuovo ilnostro grazie.

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Da sinistra: Assessore Provinciale Maria Pia Ponti, Egildo Spada

Tavolo Presidenza. Da sinistra: Assessore Provinciale Giuliano Granocchia, Egildo Spada, On. Giampiero Boc-ci e Maurizio Righetti Sindaco di Cascia

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Nicola Palizzi, Cascata di Terni, 1858

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Siamo all’inizio di una nuova legislaturaparlamentare ed anche allo start up del nuo-vo Governo di Romano Prodi, dunque nelmomento giusto per sollecitare, i nuovi or-ganismi nazionali, all’ascolto delle aspettati-ve e delle speranze delle comunità locali,ancora residenti, nei territori di montagna.

Spieghiamo subito il motivo di questotitolo; non perché si vuole sottintendere lalogica “del governo amico” ma piuttostoperché, dev’essere chiaro fin dall’inizio,che solo con un nuovo governo dellemontagne e per le montagne si possonoaprire vere prospettive di sviluppo perquesti territori e per le popolazioni che virisiedono e vi operano.

Un nuovo governo dunque nei contenu-

ti del programma, nei metodi di lavoro, nel-le forme Istituzionali e soprattutto per leprospettive concrete e lungimiranti che puòaprire nel prossimo futuro.

Quello che sento di dover affermare conforza, interpretando il pensiero di tanti altriamici, è che dobbiamo, tutti insieme, far inmodo che i prossimi cinque anni per laMontagna italiana non siano, ancora, un av-ventura, ma una nuova stagione di rilancio erafforzamento, nella sincera convinzione dioperare nell’interesse generale del Paese.

Come ci ricorda spesso l’UNCEM lemontagne d’Italia concorrono per più del16% al PIL ma soprattutto, con quasi il 60%del territorio nazionale, rappresentano unpatrimonio naturalistico ricco di potenzialità

sia in campo energetico, che turistico, che,infine, nel campo delle produzioni tipiche edi qualità.

Il contributo che la montagna può daread un nuovo stile di vita più responsabile edautentico, reso quanto mai necessario dal-l’ormai certa mancanza di prospettive, nellungo periodo, per una società basata sulturbocapitalismo e sull’urbanesimo, diventapertanto essenziale, ed è talmente evidenteche merita maggiori considerazioni ed inve-stimenti finalizzati rispetto a quanto è statofatto in passato.

La montagna che non deve essere vistapiù come problema diventa dunque risorsaed opportunità; chiediamo al governo di co-gliere questa prospettiva nella sua comples-

Un nuovo Governoper le montagne

Enrico Petriccioli Membro di Giunta Federbim ed UNCEM

Un nuovo Governoper le montagne

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sità spiegando, onestamente, che ciò com-porta anche affrontare atavici problemi co-me il dissesto idrogeologico o le carenze in-frastrutturali, ma, al contempo, dimostrandoche acqua, aria, foresta, pietra, prodotti tipi-ci ed ambiente sono elementi su cui costrui-re un’economia virtuosa e competitiva capa-ce di stare nel mercato ma soprattutto in gra-do di garantire maggiore equilibrio fra le va-rie Regioni del Paese .

Sia chiaro che anche noi cittadini diMontagna siamo consapevoli della gravedifficoltà di bilancio per lo Stato e gli EELL,dunque della necessità di un surplus di re-sponsabilità, ed è per questo motivo chenon intendiamo attuare una mera politica dirivendicazioni o di richieste assistenziali;quello di cui abbiamo bisogno, però, è cheil Governo nell’adottare misure di tagli,blocchi e risparmi sulla spesa pubblica, nonadotti solo criteri generali ed uniformi, per-ché quello che per un territorio può esserepoca cosa, in un altro diventa essenziale.

Quest’affermazione rende ancora piùnecessario un ragionamento sulla “gover-nance” dei territori montani.

Non è più il momento di posizioni par-ticolari da difendere o su cui attestarci, dob-biamo semplificare e dobbiamo innovare ilivelli di governo per evitare sovrapposizio-ni nonché per stare in sintonia con la sensi-bilità dell’opinione pubblica; siamo convin-ti cioè, di dover contribuire, anche noi citta-dini ed amministratori delle Montagne italia-ne, ad una necessaria fase di riforme che de-vono riguardare la Nazione sia a livello Isti-tuzionale che a livello sociale, sia nel varo diuna nuova legge elettorale più vicina ai ter-ritori che ad una normativa chiara sui livelliessenziali di servizi pubblici da garantire,sia, infine, all’avvio del federalismo fiscale

quanto ad una riconferma della specificitàmontana, tale da chiarire definitivamenteche la Montagna è materia d’interesse na-zionale, dunque di competenza, statale.

In questo senso chiediamo di poterciconfrontare con il Parlamento per giungeread una nuova proposta di Legge della Mon-tagna che sappia mettere ordine a tutta lamateria con particolare attenzione ai se-guenti obbiettivi :- ridefinizione della montagna con attenzio-

ne all’altimetria ed agli indicatori economi-ci;

- individuazione della Comunità Montana(Unione di Comuni) quale unico Ente digoverno di ambiti territoriali ottimali perl’esercizio di funzioni proprie e delegate;

- finanziamento del Fondo Nazionale dellaMontagna con risorse derivanti da inden-nizzi per i territori che subiscono pesantiservitù da autostrade, elettrodotti, gasdottie dal sistema delle comunicazioni;

- valorizzazione dei Consorzi BIM anche re-lativamente alle funzioni in materia di dife-sa e coltura delle aste fluviali;

- incentivare lo sviluppo delle attività fore-stali sia per la filiera produttiva del legnoche per un’indispensabile opera di manu-tenzione ambientale così da ridurre il ri-schio idrogeologico.

Infine al Governo ed al Presidente Pro-di, di cui abbiamo apprezzato gli impegnidichiarati in campagna elettorale, chiedia-mo che, a partire dall’istituzione della dele-ga specifica per la montagna, venga ripor-tato al centro dell’azione politica territorialeil sistema istituzionale Comuni - ComunitàMontane semplificando la presenza di Enti el’attribuzione di competenze, di effettuarepoi il riordino fiscale per i territori con mi-nore capacità contributiva, ancora di colma-

re il gap infrastrutturale che colpisce le areemontane ed infine di garantire le prestazio-ni essenziali di servizi pubblici indispensa-bili alla vita delle comunità locali.

I territori delle montagne italiane, in ra-gione di problemi nuovi ed antichi, vengo-no ancora percepiti come un “problema”,occorre invece riflettere sul fatto che questiterritori sono in grado di garantirsi, moltopiù di altri, l’autosufficienza (si pensi allamateria energetica od al settore agroalimen-tare) quindi di fornire un contributo decisi-vo al Paese sia nell’azione di risparmio, chenella prospettiva di sviluppo delle poten-ziali risorse naturali.

Questo salto di qualità nell’azione poli-tica sta nel DNA di questo governo, che findalle prime scelte ha dimostrato di avere leidee chiare sugli interventi d’adottare, percui attendiamo con fiducia l’apertura di untavolo di concertazione da cui possano sca-turire scelte condivise attraverso le quali sa-rà possibile aprire una nuova stagione che,nel segno della sussidiarietà, sappia rilancia-re la specificità delle montagne italiane.

FEDERBIM è sempre stata a fianco del-l’UNCEM, e vuole continuare ad esserlo perrappresentare al meglio gli interessi dellecomunità residenti in montagna, per stimo-lare il confronto istituzionale, per promuo-vere concreti progetti di sviluppo tesi a mi-gliorare le condizioni sociali ed economichedelle popolazioni montane ed infine per sal-vaguardare le caratteristiche ambientali diterritori assai preziosi, per le biodiversità ela cultura che vi sono presenti.

Un nuovo e migliore governo per laMontagna, potrà essere dunque, foriero diun Paese migliore.

Enrico PetriccioliPres. OdC Federbim

A nome della Federbim – Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano – ri-volgo al nuovo Presidente del gruppo interparlamentare “Amici della montagna” On. ErminioQuartiani i più sinceri auguri di buon lavoro.Caro Onorevole l’incarico prestigioso che è chiamato a svolgere assume una grande importanzain questo momento di necessarie riforme per l’ammodernamento ed il rilancio del Paese ed ancheper le comunità locali residenti nelle Montagne d’Italia che aspettano da tempo la definizione diuna nuova Legge.La Federbim si rende disponibile a collaborare con il Parlamento per la scrittura di una Legge piùrispondente ai bisogni ed alle aspettative delle popolazioni e degli amministratori di montagna.

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Lo scorso 23 marzo a Teramo, nella gre-mita sala polifunzionale della Provincia, si èsvolta la presentazione del volume Funghid’Abruzzo. Tesori della montagna terama-na, di Maria Rosaria Tieri e Nino Tieri. L’in-contro, svoltosi alla presenza degli autori edelle Autorità comunali e provinciali, è statoanche occasione per un interessante conve-gno sul valore della montagna nella societàmoderna, coordinato dal Presidente del Ba-cino Imbrifero Montano del Vomano Tordi-no Angelo Di Donatantonio. Al microfono si

sono succeduti il Rettore dell’Università “G.D’Annunzio” di Chieti, Franco Cuccurullo, ilPresidente Nazionale della FederForestePierluigi Ferrari, il Presidente dell’IstitutoNazionale della Montagna Italiana e dellaFederbim Edoardo Mensi e infine Enrico Pe-triccioli, dell’UNCEM Nazionale. Ha tirato lesomme del dibattito Marco Verticelli, Asses-sore Regionale alle Politiche Agricole e alloSviluppo Rurale.

Argomento di discussione sono stati gliinnumerevoli pregi della montagna, ovverole sue caratteristiche specifiche, fino ad og-

Il Convegno sui tesori

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gi sottovalutate o disconosciute ma che rap-presentano un patrimonio prezioso, da riva-lutare e promuovere. Ciascuno degli Enti dicui sopra infatti, dal BIM all’IMONT alla Fe-derForeste, è nato per valorizzare aspetti di-versi dello stesso bene ambientale, la mon-tagna, appunto, considerata come una im-portante risorsa e non come un problema.

Il Presidente Di Donatantonio ha sottoli-neato questo punto di vista, affermando lanecessità di puntare su quelle che sono leeccellenze della montagna, “per smontare eabbandonare definitivamente l’immagine diuna zona rifugio per pensionati”: essa costi-tuisce invece un prezioso presidio ambienta-le e sociale, oltre che una riserva economicae culturale. Per questo, come ha ribadito an-che Pierluigi Ferrari di FederForeste, l’opera-to dei Consorzi Bim è fondamentale, dal mo-mento che attuano una efficace mediazionetra le esigenze dell’economia nazionale, leproblematiche ambientali, gli interessi deglienti montani e quelli della popolazione resi-dente. Favorire la permanenza delle comu-nità nei loro luoghi di origine deve diventa-re una priorità, perché significa garantire lanecessaria custodia all’integrità di quel“Paradiso terrestre” rappresentato dallamontagna; tale l’opinione espressa dal Presi-dente dell’IMONT, Edoardo Mensi, il qualeha riscontrato un’inversione di tendenza inmolti giovani che, a differenza di quanto ac-cadeva in passato, decidono di rimanere neiluoghi natii invece di scendere in pianura:una scelta coraggiosa che va incentivata, masoprattutto una scelta che mette in primopiano la qualità della vita. La montagna ita-liana oggi è in grado di offrire una vita sana,di qualità, e questa è una delle sue ricchez-ze. Essa non va trasformata, ha proseguitoMensi, ma valorizzata per ciò che è, attraver-

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Bim Teramodella montagna teramana

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so il recupero dei valori, delle attività e dellepeculiarità che la identificano, come peresempio i prodotti tipici del settore agro-ali-mentare o di quello artigianale. In breve, lezone montane sono un vero e proprio cro-giolo di occasioni, di risorse, di motivazionivalide per costruirvi il proprio futuro; è lamisura di questa potenzialità che bisognaspiegare ai giovani e nella quale i montanaridevono essere i primi a credere.

A conclusione degli interventi, l’Asses-sore alle Politiche Agricole regionali MarcoVerticelli ha valutato la situazione nazionalenel più ampio panorama europeo, a pochigiorni dall’apertura della concertazione sul-la nuova legge-quadro della Regione Abruz-zo sull’agricoltura e sulla forestazione. L’As-

sessore ha espresso la volontà di adeguaregli strumenti normativi alla politica comuni-taria, in cui l’agricoltura non è più vista co-me una realtà “assistita”, bensì come unarealtà di mercato, accreditata in quanto im-presa e non come attività del singolo. Laprogrammazione regionale di sviluppo ru-rale per il 2007-2013 prevede dunque la va-lorizzazione del territorio e la riqualificazio-ne dei suoi prodotti tipici, attraverso un ap-proccio multidisciplinare che garantisca latutela del patrimonio ambientale e, allo stes-so tempo, una vita dignitosa per chi scegliedi abitare in montagna, grazie alla commer-cializzazione dei prodotti e ad una nuovatendenza verso la competitività.

Francesca Iannetti

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Il 14 novembre 2005 ha avuto luogo aMilano, presso l’auditorium Giorgio Gaber,il convegno Energia Idroelettrica: una ri-sorsa da sempre, un salto di qualità, orga-nizzato dall’APER (Associazione ProduttoriEnergia da Fonti Rinnovabili) della Lombar-dia. Il convegno rientra a pieno fra le attivi-tà dell’Associazione, indirizzate a promuo-vere il più possibile la cultura della sosteni-bilità ambientale e delle fonti rinnovabili at-traverso iniziative fieristiche, conferenze ecorsi di formazione.

Oltre ai rappresentanti dell’Associazio-ne, alle autorità istituzionali e ad esponentidell’imprenditoria, infatti, sono intervenutianche membri di enti deputati alla tuteladell’ambiente e del territorio, come il WWFo l’Ente Parco dell’Adamello. Si capisce dun-que come il discorso sull’energia non ri-guardi soltanto i produttori della stessa, maun gran numero di istituzioni pubbliche eprivate, istituti di ricerca e organi sociali, fi-no al semplice cittadino che ne subisce le ri-percussioni nella vita di tutti i giorni.

L’incontro, suddiviso in quattro momen-ti principali, ha rappresentato un’importanteoccasione di confronto fra i soggetti coin-volti, dati gli ultimi sviluppi della normativaambientale europea: i provvedimenti CE va-rati negli ultimi anni, in particolare la nor-mativa 2000/60 sulla tutela delle risorse idri-che e i piani di tutela delle acque, si con-trappongono infatti alle esigenze dei pro-duttori di energia idroelettrica. E si può bendire che il convegno ha sortito gli effetti spe-rati, dal momento che le parti sono state

concordi nell’auspicare un punto di conver-genza, poiché, mentre gli imprenditori e glioperatori del settore hanno garantito di sfor-zarsi a favore del rispetto per l’impatto am-bientale, le istituzioni hanno promesso la lo-ro collaborazione nel sostenere la ricerca ela sperimentazione.

D’altra parte l’APER si è sempre distintaper l’impegno nella conciliazione fra i diver-si interessi e continua a farlo, come dimostrail recente incontro di Milano dell’11 aprile2006 dal titolo: Le rinnovabili nel 2005: sta-to di salute del settore, sviluppi e prospettiveanalizzate da Aper. All’appuntamento han-

no partecipato le principali istituzioni delsettore delle energie rinnovabili e le asso-ciazioni Assoelettrica, Federpern, Gifi e Kyo-to Club. Tra le conclusioni tratte dal dibatti-to, la necessità di creare un panorama nor-mativo stabile che non sfiduci il mercato egli imprenditori, ma anche l’esigenza di ap-plicare in tempi brevi le direttive della Co-munità Europea; quest’ultima istanza, giàpatrocinata in precedenza dall’APER, ha de-terminato la notifica della procedura di in-frazione avviata dall’UE contro l’Italia pertardiva e insufficiente attività di promozionedelle fonti rinnovabili di energia.

Convegno APERsull’energia elettrica

Convegno APERsull’energia elettrica

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La montagna è senz’altro testimone ecustode di storia e cultura nel territorio acui appartiene, come suggerisce a Torinoil Museo Nazionale della Montagna “Ducadegli Abruzzi”. La sede del Museo costi-tuisce un vero e proprio polo culturale,ubicata com’è sul suggestivo Monte deiCappuccini, nell’ex convento dell’ordine,che già di per sé rappresenta un “luogodella memoria”.

L’edificio entrò in possesso del Muni-cipio di Torino nel 1871, grazie alla ces-sione da parte del Fondo nazionale per ilCulto di quello che doveva essere statouno dei conventi soppressi in seguito alleleggi eversive del 1866-67. Fu nel 1874che, su iniziativa del CAI cittadino, sulmonte venne installata una Vedetta Alpi-na con un rudimentale osservatorio; neglianni successivi si sviluppò progressiva-mente nelle sale dello stabile la sezionemuseale dedicata alla cultura alpina, pri-ma con raccolte fotografiche, poi con col-lezioni scientifiche e, nel 1901, con la do-nazione del Principe Luigi di Savoia Du-ca degli Abruzzi di tutti gli oggetti da luiusati durante la spedizione al Polo Nord.

Restaurato e ampliato negli anni Tren-ta e poi, di nuovo, dopo il pesante bom-bardamento del 1943, il museo venne de-

finitivamente ristrutturato e riallestito ne-gli anni Settanta, grazie agli sforzi comunidegli Enti locali piemontesi e di alcuni so-stenitori privati, per essere nuovamenteinaugurato il 21 marzo 1981.

Attualmente l’istituzione riveste un’im-portanza notevole sul piano internazionalee risponde a pieno, sia dal punto di vistastrutturale che da quello della fruizione delpubblico, ai più moderni canoni dell’archi-tettura museale. Oltre alle sale espositivepermanenti, che ospitano collezioni accre-sciutesi notevolmente nel corso del tempo,il progetto si articola in altre due sezioni:quella dedicata alle esposizioni temporaneee quella della Vedetta Alpina. Quest’ultima,collocata su una terrazza panoramica alla

sommità dell’edificio, esprime la continuitàcon le origini – riferendosi al tempo dellafondazione, quando si trovava nel piazzaleantistante - e, non ultima, l’istanza di conti-nuità e integrazione reciproca tra museo eterritorio; dalla terrazza infatti si possonoammirare la città di Torino e le circostanticatene montuose, che si sviluppano per cir-ca 400 chilometri!

La compenetrazione ideale tra museoe natura rientra nell’ottica di una indi-spensabile equivalenza tra beni storico-artistici e beni ambientali, che trova com-pimento nel moderno concetto di “beneculturale”. In questo senso il Museo dellaMontagna di Torino ben rappresenta lacultura del proprio territorio, nel suo du-

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MUSEO NAZIONALETOR

Torino, Panorama

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no terra verso i piani alti e che si snoda at-traverso nuclei tematici quali: Religiosità,Comunicazione, Turismo e Alpinismo, CAI– Club Alpino Italiano, Sci, Sport invernali eSviluppo sostenibile. Il percorso, chiara-mente allusivo all’ascesa verso le vette alpi-ne, culmina sulla terrazza, da dove il visita-tore può finalmente vedere ciò che fino al-lora era stato solo evocato per mezzo di im-magini, testi e oggetti.

Francesca Iannetti

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plice aspetto espositivo e documentario:la recentissima ristrutturazione terminatanel 2005 ha infatti arricchito la sede di unricco Centro di documentazione archivi-stica, di una Cineteca storica e una Video-teca all’avanguardia. Non mancano inol-tre ambienti destinati al dibattito e all’in-formazione (il Centro Incontri, con lasplendida Sala degli Stemmi) e spazi ri-creativi (il Bar-Ristorante annesso).

La riorganizzazione dell’area è stataresa possibile dall’interessamento di varienti: Città di Torino, Provincia di Torino,Regione Piemonte, Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT e IMONT.

Chi visita il Museo oggi si immerge in unpercorso ascensionale, che lo porta dal pia-

E DELLA MONTAGNARINO

Torino, Castello del Valentino - Riva del Po

Torino, Facciata e Giardino Stazione Porta Nuova

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Patrimonio e responsabilitàdella pubblica amministrazione

Dal 17 marzo al 7 aprile 2006 il Comunedi Castello Tesino, in collaborazione con ilComune di Trento, l’Università degli Studi diTrento e altri enti pubblici e privati, ha orga-nizzato una serie di incontri sul tema Uso Ci-vico. Patrimonio civico e responsabilità dellapubblica amministrazione nei confronti del-le generazioni future sotto l’aspetto storico,giuridico, economico e culturale.

A tal proposito, occorre ricordare chepresso l’Ateneo trentino ha sede il Centro stu-di e documentazione sui demani civici e leproprietà collettive, il cui membro dott. Fabri-zio Paternoster, Dirigente della Formazionedel Comune di Trento, si è occupato di mo-derare gli incontri-dibattito. Il territorio trenti-no è infatti in larga parte interessato dal regi-me del Demanio Civico, cui è sottoposta lamaggior parte dei suoi boschi e pascoli. Nellaprovincia autonoma di Trento esso riguardaben 222 Comuni.

Il Demanio Civico è un istituto di origineantichissima, finalizzato al soddisfacimentodei bisogni elementari della popolazione;molto chiara è la definizione dello stesso ela-

borata dal dott. Delio Pace, già Segretario Co-munale di Castello Tesino e già Giudice delTAR di Trento, nella sua relazione: si tratta di“un bene di proprietà collettiva appartenentead una popolazione determinata, predispostoper il godimento e la fruizione del relativo pa-trimonio in comune, senza possibilità di divi-sione né dei beni né di frutti che esso forni-sce, riconosciuto da accertate antiche docu-mentazioni e tradizioni”. Come parte del De-manio pubblico, i beni civici sono soggetti al-lo stesso regime, per cui essi sono inalienabi-li, inusucapibili, indivisibili. Il diritto della po-polazione che abita il Comune o la frazione agodere dei frutti del demanio collettivo, alloscopo di soddisfare i bisogni primari, prendeil nome di Uso Civico. I beni in questione rap-presentano una forma di proprietà fondiaria,ma appartenente ad una comunità ben iden-tificata e, insieme, a ciascuno dei suoi mem-bri: l’Uso Civico è infatti un diritto che spettasingolarmente ad ogni abitante, il quale puògoderne però in forma unitaria e non divisibi-le, dato che tali beni appartengono non a sestesso, né al Comune, ma alla collettività. Il

Comune è infatti un semplice amministratore,tenuto in primo luogo alla conservazione delDemanio Civico e alla sua trasmissione allegenerazioni future; in secondo luogo, ha ilcompito di riservare le rendite relative allaspecifica comunità che lo possiede, e non avantaggio generale dei cittadini.

Un tempo le comunità locali utilizzavanola proprietà collettiva basandosi su una prassiconservativa, sia per quanto riguardava l’a-spetto economico che in riferimento ai valorie alle consuetudini culturali. È chiaro che,nell’economia moderna, i Demani Civici han-no perso il ruolo originario legato al sostenta-mento, ma rivestono grande importanza dalpunto di vista ambientale, specie in quanto ri-sultano inclusi, fin dagli anni Ottanta (L.431/1985, c.d. legge Galasso), tra i beni pae-saggistici sottoposti a tutela. Anche il Codicedei Beni Culturali e del Paesaggio (D. lgs.42/2004) cita specificatamente tra le aree tute-late per legge “le zone gravate da usi civici”(art. 142, comma h). Altrettanto evidente è ilfatto che, al giorno d’oggi, la conservazione ditali aree non può pregiudicarne l’utilizzo a fi-ni socialmente utili, per esempio economici oturistici; occorre perciò una campagna di at-tualizzazione, intesa come valorizzazionecontrollata, che non danneggi il patrimonionaturalistico delle zone interessate (flora, fau-na, equilibri idro-geologici raggiunti nel corsodi secoli), né il cosiddetto patrimonio demo-etno-antropologico (l’insieme degli usi, me-stieri e tradizioni popolari), ma che rivitalizzile zone in questione.

Dopo che per molto tempo l’eserciziodegli Usi Civici è stato regolato dalla Legge16 giugno 1927, n. 1766, il concetto deglistessi è ora profondamente cambiato con laL.P. 14 giugno 2005 n. 6, grazie alla quale latutela della montagna non è più considerataa partire dai suoi singoli elementi, ma pre-vede un’unica valutazione generale com-prendente la tutela di foreste, pascoli, salu-brità dell’aria, delle acque e del suolo, sal-

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Nicola Palizzi, Cervo maschio e femmina

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vaguardia della flora e della fauna, gestioneedilizia e idrogeologica. Questo concettogenerale di tutela deve comprendere anchegli Usi Civici, non solo conservandoli ma fa-vorendone il potenziamento, come utilecollante tra le popolazioni locali e la monta-gna: “Il cittadino che utilizza l’uso civico”,spiega il dott. Pace, sente che la montagna èsua, non astrattamente, ma proprio material-mente, ed impara a rispettare la proprietà ditutti in quanto essa appartiene anche a lui: èuna finalità etica”. In tal senso l’Uso Civiconon è più inteso solo come godimento dibeni, ma come rapporto di rispetto recipro-co fra uomo e ambiente.

Lo stesso relatore ha poi tracciato unabreve storia dei Demani Civici trentini, perspiegare la loro peculiarità rispetto a quellidelle altre regioni d’Italia. Questi “vincoli” inTrentino sono autoctoni o endogeni, ovveronati in seno alle comunità e non per conces-sione superiore della classe dominante, comeinvece è avvenuto nel resto della Penisola sot-to la dominazione romana o in epoca feuda-le; il concetto di proprietà collettiva in Trenti-no è quindi molto più antico e risale proba-bilmente all’età preistorica, quando le tribù

del luogo, di fronte alla natura aspra e mon-tuosa del territorio, destinarono i pochi ap-pezzamenti coltivabili al godimento colletti-vo, in base a regole comuni e al principio diconservazione per i loro discendenti.

Nel passato le giovani generazioni acqui-sivano naturalmente la consapevolezza del-l’importanza di conservare l’eredità ricevutadal passato, che si trattasse di aree naturali, dileggende o di tradizioni gastronomiche; oggiche il gap generazionale esistente fra noi ed inostri nonni è di proporzioni abissali, invece,rischiamo di perdere un immenso patrimoniodi cultura che, come nel caso del Trentino,rappresenta una specie di carta d’identità col-lettiva, oltre che una fonte di esperienza cuiattingere.

Sempre più spesso oggi le istituzionipubbliche e private, con i mezzi più svariati(leggi regionali, convegni, giornate di stu-dio, concorsi a premi) tentano, come fa ilComune di Castello Tesino, di sensibilizzarel’opinione pubblica – e non solo i tecnici egli esperti di giurisprudenza – alla cono-scenza della propria storia e alla continuitàcon la tradizione, alla valorizzazione dellamontagna e delle sue risorse, ancora in par-

te sottovalutate. Tutte queste iniziative sonodi estrema importanza e vanno incoraggia-te, perché è necessario “rieducare” la popo-lazione ad un rapporto con il proprio am-biente che si basi sulla conoscenza, sul ri-spetto e, perché no, sull’empatia.

L’esempio della provincia autonoma diTrento merita dunque il più sincero plausoper la serietà dell’iniziativa e per il numero dipersonalità coinvolte: oltre a quelle già citatee a Giorgio Dorigato, sindaco di Castello Te-sino, sono intervenuti altri esperti di materiegiuridiche e storiche: Don Fortunato Turrini,Delegato Vescovile per la Cultura; Flavio Mar-gonari, Ispettore Provinciale del Libro Fon-diario per la Provincia di Trento; ChristianZendri, Ricercatore di Diritto Medievale e Mo-derno alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Uni-versità degli Studi di Trento.

Hanno partecipato all’organizzazione delseminario, insieme con gli enti menzionati inapertura, l’Istituto Comprensivo Strigno e Te-sino, il Sistema Bibliotecario IntercomunaleLagorai, i Comuni di Pieve e Cinte Tesino, laCassa Rurale di Castello Tesino ed il CentroTesino di Cultura.

Francesca Iannetti

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Nicola Palizzi, Eruzione del Vesuvio, 1868

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Dal 29 aprile al 7 maggioprossimi la città di Trento ospite-rà il Trento Film Festival, rasse-gna di cinema di montagna,esplorazione, avventura, giuntaalla sua 54ª edizione e organizza-ta con la direzione artistica delnoto regista e attore Maurizio Ni-chetti.

Al centro della manifestazio-ne il concorso cinematografico,che culminerà con l’assegnazio-ne della Genziana d’Oro GranPremio “Città di Trento”: saranno in lizzafilm e documentari che riguardano la cul-tura della montagna dai più svariati pun-ti di vista: da quello ecologico-ambienta-le ed etnografico a quello, più spettaco-lare, degli sport estremi e delle esplora-zioni e viaggi d’avventura.

La rassegna cinematografica sarà af-fiancata da una serie di iniziative cultu-rali e conferenze volte a completare ilquadro informativo sulla storia e il ruolodella montagna nelle imprese umane; traqueste, un documento del passato –ilfilm muto Mittelholzers Afrikaflug del1927, sulla prima trasvolata del Kiliman-giaro – e uno dei giorni nostri - lo showmultimediale dell’alpinista Alberto Pe-ruffo sul suo tentativo di conquista dellavetta del monte Rakafoshi, sul Karako-

rum. Insieme con Peruffo, altri sportiviche si sono distinti nelle più recenti espettacolari imprese alpinistiche, comeYahmick Graziani, Ueli Steck, ErmannoSalvatori, Anna Torretta, racconterannodi persona le loro emozionanti spedizio-ni. Il pubblico di quest’anno potrà ancheconoscere l’itinerario creativo di un filmdocumentario, dalla produzione alla dis-tribuzione, attraverso il nuovo progettoformativo chiamato Raccontare l’avven-tura. Accanto all’evento artistico nonmancherà inoltre l’impegno sul frontedella salvaguardia della natura, con di-battiti che in questa edizione vertono, inparticolare, sulla tutela dell’altipiano delTibet e sul problema dello sfruttamentodelle risorse ambientali ai fini della pro-

duzione di energia.Negli stessi giorni, sempre a

Trento, il panorama culturale saràarricchito dalla 20ª Rassegna Inter-nazionale dell’Editoria di monta-gna, appuntamento di respiromondiale volto a presentare le no-vità editoriali riferite alla monta-gna, oltre che da Montagnalibri,mostra-mercato delle librerie anti-quarie.

Per finire, gli appassionati del-la montagna potranno celebrare il

loro mito al ritmo della prestigiosa mu-sica jazz di Gaetano Liguori e del suoensemble, nonché attraverso un riccoassortimento di mostre sul tema disse-minate in città: per citarne alcune, la Sa-la Museo SAT ospiterà Animali in pittu-ra, a cura di Maurizio Boscheri; pressoil Museo Tridentino di Scienze Naturaliavrà luogo Watu Na Msitu, Uomini e fo-resta: nelle montagne della Tanzaniae, all’Auditorium Santa Chiara, le asso-ciazioni Il Sentiero del Tibet e Italia Ti-bet presentano Tibet: Spiritualità e ma-gia.

Per informazioni dettagliate sul calen-dario degli appuntamenti si può consul-tare il ricco sito web in versione bilinguewww.mountainfilmfestival.trento.it.

Francesca Iannetti

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Trento Film Festival

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Negli ultimi tempi il problema della tu-tela delle acque rappresenta un argomentodi scottante attualità, dal momento che, all’i-nizio del mese di aprile, l’UE ha avviato con-tro l’Italia la procedura di infrazione per tar-diva e insufficiente attività di promozionedelle fonti rinnovabili di energia.

In tale situazione, in cui sul piano nazio-nale sono state disattese o applicate in ma-niera insufficiente norme comunitarie comeappunto la 2000/60 CE, sulla tutela delle ac-que, o la 77/2001 CE sulle fonti rinnovabili,la Regione Autonoma Valle d’Aosta si è po-sta invece all’avanguardia nell’adeguamentoal quadro legislativo europeo. Il ConsiglioRegionale ha infatti approvato con deliberan. 1788/XII dell’8 febbraio 2006 il Piano Re-gionale di tutela delle acque, ai sensi del de-creto legislativo n. 152/1999, art. 44, il qualeindividua gli obiettivi di qualità ambientaledei bacini idrografici e gli interventi neces-sari per il loro raggiungimento.

Il documento fa ampio riferimento alladirettiva 2000/60 CE di cui sopra: esso disci-plina tutti gli interventi volti all’uso delle ri-sorse idriche nell’ottica della sostenibilità edella conservazione del patrimonio ambien-tale, favorendo il risparmio e il rinnovo del-

le risorse idriche, la vivibilità, la fauna e laflora acquatiche, i processi e gli equilibriideologici e lo sviluppo dell’agricoltura.

Il testo, redatto dal personale tecnicodell’Assessorato al territorio, all’ambiente ealle opere pubbliche della Regione, ha rice-vuto anche il prezioso contributo degli ittio-logi dell’Assessorato all’Agricoltura e di al-cuni esperti esterni. Si compone di cinqueparti: a) una Relazione generale; b) una Re-lazione di sintesi; c) le Monografie, ovveroschede relative a tutti i bacini idrograficianalizzati; d) le Norme di Piano, cioè le pre-scrizioni da attuare; e) le Tavole di Piano. Lemisure di tutela adottate sono state elabora-te in seguito ad una dettagliata analisi dellostato delle acque superficiali e sotterranee,al fine di garantire la loro capacità di auto-depurarsi e di sostenere le comunità anima-li e vegetali che le abitano; inoltre in segui-to ad una tavola rotonda che ha visto la par-tecipazione di tutti i soggetti interessati, siapubblici che privati, per conciliare esigenzee aspettative spesso in contrasto fra loro.

Gli obiettivi precisati dal Piano Regiona-le rappresenteranno il punto di riferimentoper gli organi della Regione, ma anche delComune, delle Province e delle Comunità

montane, nell’ambito di tutte le scelte checomportino interventi sulle risorse idriche oimplicazioni indirette. Si tratta comunque diuno strumento in evoluzione, che costitui-sce solo l’inizio di un percorso di riorganiz-zazione normativa sull’argomento delle ri-sorse idriche.

Il Piano è attuato attraverso l’azione co-ordinata di tutte le istituzioni competenti inmateria mediante:1. l’emanazione delle disposizioni di attua-

zione del Piano stesso, previste dal Pianostesso;

2. l’adozione degli strumenti di pianificazio-ne e degli atti di programmazione previstidalla normativa statale, in particolare deiProgrammi d’intervento di cui all’art. 8della l.r. 27/1999;

3. l’adeguamento dei PRGC comunali allal.r. 16 aprile 1998, n. 11 e al Piano Terri-toriale e Regionale;

4. il ricorso agli strumenti delle procedurenegoziate e agli accordi ambientali con isoggetti interessati;

5. ogni altro strumento di programmazione,di attuazione, sia a livello regionale, sia alivello subregionale.

Francesca Iannetti

Il piano di tutela delle acque

della Valle d’Aosta

Il piano di tutela delle acque

della Valle d’Aosta

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Bacino Imbrifero del Fiume Tronto - Ascoli Piceno

Ai sensi dell’art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, si pubblicano i dati relativi al bilancio preventivo 2005 e al conto con-suntivo 2004 (1):1) Le notizie relative alle entrate ed alle spese sono le seguenti:

ENTRATE USCITE

2) La classificazione delle principali spese correnti e in conto capitale, desunte dal consuntivo, secondo l’analisi economicaè la seguente:– Personale....................................................... 1 19.450,39– Acquisto di beni e servizi ............................... 1 63.665,71– Interessi passivi ............................................. 1 0– Investimenti effettuati

direttamente dall’Amministrazione................. 1 5.310,00– Investimenti indiretti ....................................... 1 434.937,59

3) La risultanza finale a tutto il 31.12.2004 desunta dal consuntivo è la seguente:– Avanzo di amministrazione dal conto consuntino anno 2004 .......................................................... 1. 187.516,91– Residui passivi perenni esistenti alla data di chiusura del conto consuntivo dell’anno 2004 ......... 1 0

– Avanzo di amministrazione disponibile al 31.12.2004................................................................ 11 187.516,91– Ammontare dei debiti fuori bilancio comunque esistenti e risultanti dalla elocazione allegata

al conto consuntivo dell’anno 2004 .............................................................................................. 1 0

4) Le principali entrate e spese per abitante sono le seguenti:Entrate correnti................................................ 1 3,77 Spese correnti.......................... 1 0,62di cui:................................................................ di cui:– contributi e trasferimenti ............................... 1 0 – personale............................... 1 0,14– altre entrate correnti...................................... 1 3,77 – acquisto beni e servizi........... 1 0,38

– altre spese correnti................ 1 0,10

IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO

Denominazione Previsioni di Accertamenticompetenza dalda bilancio rendiconto

ANNO 2005 ANNO 20 04

- Contributi e trasferimenti ........... 0 0

- Altre entrate ............................... 502 5Correnti

- Totale entrate di parte corrente. 502 502

- Alienazione di beni etrasferimenti ................................ 2.180 0

- Assunzione prestiti..................... 0,00 0

- Totale entrate in conto capitale 2.180 0

- Partite di giro.............................. 364 22

- Disavanzo........ .......................... 35 0

- TOTALE GENERALE................ 3.081 504

Denominazione Previsioni di Impegnicompetenza dalda bilancio rendiconto

ANNO 2005 ANNO 2004

- Correnti .................................... 148 88

- Rimborso quote ....................... 0 0Capitali per mutui in ammortamento......................

- Totale spese di parte corrente . 148 148

- Spese di investimento .............. 2.569 440

- Totale spese in conto capitale.. 2.569 440

- Prestiti diversi daquote capitali per mutui ............ 0 0

- Partite di giro............................. 364 22

- Avanzo ...................................... 0 4

- TOTALE GENERALE.............. 3.081 554

1) I dati si riferiscono all’ultimo rendiconto approvato

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Consorzio dei Comuni della Valle D’Aosta - Bacino Imbrifero Montano della Dora Baltea

Ai sensi dell’art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, si pubblicano i dati relativi al bilancio per l’esercizio 2006 e al Rendi-conto 2004 (1):1) Le notizie relative alle entrate ed alle spese sono le seguenti:

ENTRATE USCITE

2) La classificazione delle principali spese correnti e in conto capitale, desunte dal rendiconto, secondo l’analisi economicaè la seguente:– Personale....................................................... 1 186.104,82– Acquisto di beni e servizi ............................... 1 737.922,38– Trasferimenti correnti ..................................... 1 8.548.414,31– Altre spese correnti ........................................ 1 22.038,98– Interessi passivi ............................................. 1 –– Investimenti effettuati

direttamente dall’Amministrazione................. 1 28.868,21– Investimenti indiretti ....................................... 1 –TOTALE ........................................................... 1 9.523.348,70

3) La risultanza finale a tutto il 31.12.2004 desunta dal rendiconto è la seguente:– Avanzo di amministrazione dal conto consuntino anno 2004 .......................................................... 1.1.191.914,46– Residui passivi perenni esistenti alla data di chiusura del conto consuntivo dell’anno 2004 ......... 1 _

– Avanzo di amministrazione disponibile al 31.12.2004................................................................ 11 1.191.914,46– Ammontare dei debiti fuori bilancio comunque esistenti e risultanti dalla elocazione allegata

al conto consuntivo dell’anno 2004 .............................................................................................. 1 –

4) Le principali entrate e spese per abitante sono le seguenti:Entrate correnti................................................ 1 83,05 Spese correnti.......................... 1 77,22di cui:................................................................ di cui:– contributi e trasferimenti ............................... 1 5,48 – personale............................... 1 1,51– altre entrate correnti...................................... 1 77,57 – acquisto beni e servizi........... 1 6,00

– trasferimenti correnti.............. 1 69,53– altre spese correnti................ 1 0,18

IL DIRETTORE SEGRETARIODr. Vighetti Roberto

Denominazione Previsioni di Accertamenticompetenza dalda bilancio rendiconto

ANNO 2006 ANNO 2004

- Contributi e trasferimenti ........... 500.000,00 673.873,06

- Entrate extratributarie................ 7.153.500,00 9.537.474,65

- Totale entrate in parte corrente. 7.653.500,00 10.211.347,71

- Alienazione di beni etrasferimenti ................................ = =

- Assunzione prestiti..................... = =

- Totale entrate in conto capitale 0 0

- Servizi per conto terzi................ 152.783,00 284.247,19

- Avanzo ........ .............................. 67.500,00 505.450,49

- TOTALE GENERALE................ 7.873.783,00 11.001.045,39

Denominazione Previsioni di Impegnicompetenza dalda bilancio rendiconto

ANNO 2006 ANNO 2004

- Correnti .................................... 7.653.500,00 9.494.480,49

- Rimborso quote di capitale .....per mutui in ammortamento..... = =

- Totale spese in parte corrente . 7.653.500,00 9.494.480,49

- Spese di investimento .............. 67.500,00 28.868,21

- Totale spese in conto capitale.. 67.500,00 28.868,21

- Rimborso prestiti diversi daquote capitali per mutui ............. = =

- Servizi per conto terzi............... 152.783,00 285.782,23

- Disavanzo ................................. = =

- TOTALE GENERALE.............. 7.873.783,00 9.809.130,93

1) I dati si riferiscono all’ultimo rendiconto approvato

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Consorzio dei Comuni della Provincia di Bolzano del Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

Ai sensi dell’art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, si pubblicano i dati relativi al bilancio preventivo 2006 e al conto con-suntivo 2004 (1):1) Le notizie relative alle entrate ed alle spese sono le seguenti:

ENTRATE USCITE

2) La classificazione delle principali spese correnti e in conto capitale, desunte dal consuntivo, secondo l’analisi economicaè la seguente:– Personale....................................................... 1 0– Acquisto di beni e servizi ............................... 1 58.591,61– Interessi passivi ............................................. 1 0– Investimenti effettuati

direttamente dall’Amministrazione................. 1 0– Investimenti indiretti ....................................... 1 32.535.473,16TOTALE ............................................................ 1 32.594.064,77

3) La risultanza finale a tutto il 31.12.2004 desunta dal consuntivo è la seguente:– Avanzo di amministrazione dal conto consuntino anno 2004......................................................... 1. 1.864.753,60– Residui passivi perenni esistenti alla data di chiusura del conto consuntivo dell’anno 2004 ....... 1 0

– Avanzo di amministrazione disponibile al 31.12.2004............................................................... 11 1.864.753,60– Ammontare dei debiti fuori bilancio comunque esistenti e risultanti dalla elocazione allegata

al conto consuntivo dell’anno 2004 ............................................................................................. 1 0

4) Le principali entrate e spese per abitante sono le seguenti:Entrate correnti................................................ 1 78,26 Spese correnti.......................... 1 0,89di cui:................................................................ di cui:– contributi e trasferimenti ............................... 1 0 – personale............................... 1 0– altre entrate correnti...................................... 1 78,26 – acquisto beni e servizi........... 1 0,13

– altre spese correnti................ 1 0,76

IL PRESIDENTE DEL CONSORZIODott. Albrecht Plangger

Denominazione Previsioni di Accertamenticompetenza da contoda bilancio consuntivo

ANNO 2006 ANNO 2004(C+R)

- Contributi e trasferimenti ........... 0 0

- Altre entrate ............................... 15.462.300,00 35.815.847,49Correnti

- Totale entrate di parte corrente. 15.462.300,00 35.815.847,49

- Alienazione di beni etrasferimenti ................................ 2.068.400,00 150.000,00

- Assunzione prestiti..................... 516.500,00 0

- Totale entrate in conto capitale 2.584.900,00 150.000,00

- Partite di giro.............................. 83.700,00 96.610,29

- Avanzo ........ .............................. 516.500,00 0

- TOTALE GENERALE................ 18.647.400,00 36.062.457,78

Denominazione Previsioni di Impegnicompetenza da contoda bilancio consuntivo

ANNO 2006 ANNO 2004 (C+R)

- Correnti .................................... 501.600.00 406.903,83

- Rimborso quote di capitale 0 0per mutui in ammortamento......................

- Totale spese di parte corrente . 501.600,00 406.903,83

- Spese di investimento .............. 17.545.600,00 32.535.473,16

- Totale spese in conto capitale.. 17.545.600,00 32.535.473,16

- Rimborso prestiti diversi daquote capitali per mutui ............ 516.500,00 0

- Partite di giro............................. 83.700,00 1.255.327,19

- Disavanzo ................................. 0 0

- TOTALE GENERALE.............. 18.647.400,00 34.197.704,18

1) I dati si riferiscono all’ultimo rendiconto approvato

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Page 34: Copertina n. 1-2/2006 - FEDERBIM · Anno XVIII - N° 1-2 Gennaio-Giugno 2006 Una copia 1 1,60 Abb. annuo 1 5,20 Spedizione in abbonamento postale Comma 27 - Art. 2 Legge 549/95 Filiale

Il Consorzio Forestale “Aspro-Serre”, la cuicostituzione è stata promossa da una delle azio-ni del “Progetto Foresta Appenninica” (Art. 2Del. Cipe del 21 dicembre 1999, n° 219), operadal luglio del 2004 nel territorio del versante oc-cidentale dell’Appennino Calabrese limitata-mente al settore reggino al confine con la pro-vincia di Vibo Valentia. I soci che ne fanno par-te sono la Comunità Montana del Versante Tir-renico Settentrionale (ente proponente la costi-tuzione) e i Comuni di Cinquefrondi, Cosoleto,Delinuova, Galatro, Giffone, Molochio, Oppi-do Mamertina, Serrata e San Pietro di Caridà. IlConsorzio aderisce all’OPROFOR Calabria (or-ganizzazione regionale dei produttori forestali).

La costituzione e l’avvio del Consorzio è

stata fortemente sostenuta dagli operatori dellafiliera del legno del comprensorio, i quali han-no immediatamente percepito l’importanzadell’iniziativa e che, quindi, la struttura consor-tile si candidava a modificare assetti, abitudini edinamiche economiche di un comparto, quelloforestale, fin da troppi anni statico.

Consapevoli delle molteplici debolezzeche interessavano il comparto le cui cause prin-cipali sono da ricercare nella forte frammenta-zione fondiaria che boschi e pascoli hanno su-bito nel tempo, rendendo molto difficile la ge-stione del territorio in maniera razionale edeconomicamente conveniente, e frenando tral’altro ogni possibilità di valorizzare la selvicol-tura e le funzioni ecologiche delle foreste, è sta-

ta avviata, dal Presidente del Consorzio Fore-stale, Rocco De Marco, una politica di rilancioproduttivo ed ambientale di tutto il settore.

In questo scenario il Consorzio si è prepo-sto di raggiungere con la propria attività la sal-vaguardia, la valorizzazione e la riqualificazio-ne del territorio in cui opera perseguendo tral’altro anche l’obiettivo di attivare sinergie alta-mente efficaci nell’assicurare ricadute positivenon solamente per i singoli proprietari ma pertutta la comunità che, direttamente e indiretta-mente, fruisce degli effetti positivi che derivanoda una gestione sostenibile del territorio.

A tale proposito, è stata avviata, un’intensaattività di programmazione che ha fatto cresce-re le aspettative degli amministratori e degli

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Il Consorzio Forestale

“ A s p r o s e r r e ”una realtà forestale

per lo sviluppo della montagna calabrese

“ A s p r o s e r r e ”

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operatori del comprensorio con l’approssimar-si di numerosi finanziamenti. Allo stato attualela struttura consortile opera sul territorio e svol-ge anche un intensa attività di programmazio-ne.

In particolare, il consorzio forestale ha sti-pulato una convenzione con la Comunità Mon-tana del Versante Tirrenico Settentrionale, cosicome previsto dalla L. 97/94, avente per ogget-to la realizzazione e la manutenzione della via-bilità rurale ricadente nel comprensorio dellaComunità Montana, con l’applicazione di tecni-che di ingegneria ambientalistica, prevedendotra l’altro il ripristino di numerosi muretti a sec-co, elementi caratteristici di questi territori. Il fi-nanziamento che rientra nel P.S.R. (piano disviluppo rurale della Regione Calabria), saràerogato per cinque annualità, e nell’anno 2005il Consorzio ha operato sul territorio impiegan-do n° 25 unità lavorative.

Un altro importante successo ottenuto dalConsorzio è rappresentato dal finanziamento diun P.I.F. forestale (piano integrato di filiera: “Le-gno d’Aspromonte”) nell’ambito del POR Cala-bria, Misura 4.9, dove sono stati ammessi a fi-nanziamento cinque milioni di euro di fondipubblici, garantendo a 18 imprese forestali co-spicui finanziamenti al 50% a fondo perduto,per ampliamenti e potenziamenti delle proprieaziende. Inoltre, al consorzio sono stati destina-ti circa un milione di euro per aiuti alla gestio-ne, interventi in bosco, di green way e di boni-fica di siti degradati. In particolare, le azioni inbosco vengono eseguite nelle proprietà dei co-muni soci del consorzio e prevedono interven-ti di rinaturalizzazione, ricuciture, di cure coltu-rali ed estensione della superficie forestale.

Infine, nella programmazione del Consor-zio rientra anche la realizzazione di un piano digestione, l’introduzione di sistemi di certifica-zione della gestione sostenibile e l’avvio di ser-vizi di diversa natura (formazione degli addetti,valorizzazione delle risorse - Marchio, promo-zione e commercializzazione associata), tali in-terventi verranno finanziati con fondi della Mi-sura 1.5 del P.O.R. Calabria (importo1 150.000).

Tra le altre attività in corso rientra anchel’attuazione di un progetto rete – Studio di mar-keting territoriale finalizzato alla creazione diservizi di accesso e fruizione turistica – nell’am-bito del PIAR “Aspromonte Nord”, Misura 4.13azione A (servizi essenziali per l’economia ru-rale). Importo finanziato 1 100.000. In questoprogetto sono state avviate collaborazioniesterne, tra cui anche con l’Università degli Stu-di Mediterranea.

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L’Unione Nazionale Produttori Forestali, diseguito indicata UNPROFOR, è la più recenteevoluzione del Consorzio Nazionale per la Va-lorizzazione delle Risorse Forestali e delle AreeProtette, da sempre organo operativo della Fe-derazione Nazionale delle Comunità Forestali– Federforeste.

L’Unione Nazionale Produttori Forestali,costituita nel 2004, con le necessarie modifichestatutarie del Consorzio Nazionale adottatenell’ambito del Progetto Foresta Appenninica,ha come principale scopo lo sviluppo dellearee forestali e rurali, attraverso la realizzazio-ne di un sistema di “rete” di Organizzazioni Re-gionali Produttori Forestali che rappresenta larisposta più idonea.

ATTIVITA’ SVILUPPATA SUL TERRITORIOIl Consorzio Nazionale, ha da sempre pro-

mosso ed assistito i Consorzi Forestali per lagestione delle proprietà pubbliche, private,singole e associate, rappresentando di fattol’organismo operativo con cui Federforeste svi-luppa progetti, attività divulgative, assistenzatecnica e specialistica e numerose altre iniziati-

ve, volte a promuovere il rafforzamento del si-stema dei Consorzi Forestali. Una risposta ido-nea sia per la tutela e salvaguardia del territo-rio, ma anche per orientare le attività forestaliverso sistemi che valorizzino le scelte impren-ditoriali, mediante la costruzione di valide im-prese agro-forestali capaci di operare con cri-teri di efficienza ed economicità, quali, perl’appunto, i Consorzi Forestali. Tra le numero-se iniziative avviate di recente, di particolare ri-lievo è risultato lo sviluppo del Progetto Fore-sta Appenninica, avviato nel settembre 2003 econclusosi nel 2005. Tale progetto, ha consen-tito una vera e propria rivoluzione nel modo diconsiderare il Consorzio Forestale e di conse-guenza la sua organizzazione a livello regiona-le, rappresentata dalle Organizzazioni Regio-nali dei Produttori Forestali.

I NOSTRI OBIETTIVILe foreste rappresentano una riserva fon-

damentale di biodiversità, di paesaggio, dienergie rinnovabili, di patrimonio storico, ditradizione agricola e forestale, il cui valore ècostituito dalla loro peculiare complessità.

Pertanto, il principale obiettivo per lo svi-luppo delle aree forestali e rurali, non può cheessere la valorizzazione delle risorse endogene– intese come prodotti e/o servizi – ma secon-do i criteri orientati a modelli di imprenditio-rialità. Il sistema di “rete” che viene delineatotra le Organizzazioni Regionali o Interregiona-li di Produttori Forestali e la dimensione Na-zionale, sembra soddisfare appieno tale esi-genza. Sistema dei Consorzi e di altre proprie-tà forestali integrati nelle Organizzazioni Re-gionali dei Produttori Forestali che, nella basedella più recente legislazione avviata dai D.Lgs.227/01 e 228/01 del 18/05/01 raggiungonounitarietà nazionale con l’Unione NazionaleProduttori Forestali. Unitarietà che vuole an-che offrire i vantaggi nell’organizzare per laprima volta il sistema dei produttori forestali.

Le Organizzazioni di Produttori, oltre allacommercializzazione del prodotto nell’interes-se degli aderenti, rappresentano anche un si-stema di monitoraggio sulla quantità e qualitàdelle produzioni forestali, capace altresì di of-frire servizi di consulenza agli associati anchein termini di oculate scelte imprenditoriali.

L’Organizzazione dei Produttori costituisceinoltre l’interfaccia sia con l’Ente Regionale acui sono demandate la legislazione per la pia-nificazione forestale del territorio e l’ammini-strazione attiva del settore, ma anche verso ilgoverno centrale per tutte le altre attività po-tenziali del territorio Agro-Silvo-Pastorale.

Tali organizzazioni, già costituite edoperanti in significative regioni, consenti-ranno al Sistema Forestale anche di organiz-zarsi su tutto il territorio del Paese, per co-struire la “filiera” del Settore e cimentarsi inprogetti e processi di sviluppo e di crescitaanche occupazionale.

Per raggiungere livelli di rappresentativitàe di funzionalità adeguata, anche al fine del ri-conoscimento istituzionale, serve un forte co-involgimento della potenziale base associativapresente sul territorio.

Andrea MontresorSegretario Generale

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L’Unione Nazionale Produttori

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Lo strumento di gestione forestale “Con-sorzio” trae la sua origine dalla legislazioneSerpieri.

Nella metà degli anni ’20 del secoloscorso, dinnanzi al depauperamento, al de-grado delle aree montane ed alle graviemergenze sotto il profilo forestale in cuiversava il nostro Paese, l’organica azione in-trapresa offrì un indirizzo sicuro per la tute-la e valorizzazione dell’ambiente montano.

Il Consorzio forestale e l’Azienda specia-le, vettori di gestione razionale delle pro-prietà pubbliche e collettive, rappresentaro-no il momento alto del governo “partecipa-to” dei beni agro-silvo-pastorali.

Il concetto di gestione territoriale risentìdel periodo storico ma contribuì ad impo-stare linee di difesa e valorizzazione dei be-ni forestali ed attivare interventi mirati allamanutenzione del territorio montano.

L’impostazione della legislazione “Ser-pieri”, durata sino alla riforma regionale,prevedeva l’aiuto ed il sostegno dello Statoper poter assicurare una corretta e costantegestione delle proprietà forestali.

L’interesse pubblico e la valenza sociale,nonché la funzione di attivo presidio territo-

riale, costituivano obiettivi strategici e dun-que richiedevano l’intervento diretto delloStato mediante l’erogazione di contributi fi-nalizzati alle spese di gestione degli stru-menti consortili.

Con l’avvio del regionalismo e con l’at-tribuzione della materia forestale all’enteRegione si modifica in modo sostanziale lavita degli strumenti di gestione forestale.

All’inizio degli anni ‘70, solo una mode-sta schiera di questi organismi è ancora ope-rante con un primo incontro tenutosi aFrontone l’11/11/1972. Si ritrovarono i rap-presentanti degli strumenti consortili ancoraattivi che decidevano di dare vita ad una as-sociazione di carattere nazionale. Nascevacon l’inizio degli anni ‘80 la Federazione Na-zionale dei Consorzi Forestali e delle Azien-de Speciali.

Un gruppo di persone tenacementeconvinte di svolgere un difficile compito, dipoter e voler rappresentare istanze ed obiet-tivi vitali per le collettività montane, accetta-vano di dare voce a quanti desideravanonon perdere la propria identità.

La fase pionieristica dell’attività della Fe-derazione è tutta in salita, occorreva far ca-

pire chi e che cosa si rappresentava in unmomento temporale di transizione.

La difficoltà di essere compresi entro unorizzonte che guardava al nuovo, il decen-tramento regionale, ma con le radici nelladimensione nazionale.

I ricordi, in diverse situazioni, di tantepersone che nei livelli istituzionali e funzio-nali hanno saputo ascoltare, hanno volutooffrire segno tangibile di attenzione, si me-scolano alle svariate occasioni di incom-prensione e di chiusura.

Intanto si modificava la ragione socialein Federazione Italiana delle Comunità Fo-restali, Federforeste, un cambio che signifi-cava l’impegno a voler rappresentare appie-no le organizzazioni del mondo forestale.

Federforeste si apriva al cosmo delleproprietà di uso civico, un mondo carsico,scarsamente rappresentato, ambientalmenteimportante, considerato da molti reperto ar-cheologico, sempre in balia di iniziative le-gislative tese a snaturarne essenza e finalità.

Dall’impegno nazionale all’orizzonteeuropeo, questo è stato un passaggio fon-damentale per la vita di Federforeste.

La Federazione Europea dei Comuni Fo-restali, FECOF, associazione delle rappre-sentanze delle proprietà pubbliche operantiin Europa accoglieva Federforeste qualerappresentante del nostro Paese.

Iniziava un lavoro denso di attività.Il varo delle Carte europee: la carta del-

la foresta di montagna, della foresta medi-terranea, della foresta periurbana caratteriz-zavano un periodo di forte impegno coralea cui Federforeste ha saputo fornire un vali-do apporto di idee e di proposte.

Il capitolo VIII del regolamento 1257può essere ascritto anche a merito dell’ope-ra della Fecof.

Si succedevano le conferenze interna-zionali per la protezione della foresta in Eu-

Il Consorzio forestalee

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ropa, scaturivano importanti risultati, pren-deva sostanza e corpo la certificazione fore-stale.

Federforeste, operando in stretto raccor-do con la FECOF, aderiva alla proposta delConsiglio del Programme for Endorsementof Forest Certification schemes (PEFCC) enel 2001 veniva a far parte dell’organismo dicertificazione europeo.

Iniziava un intenso lavoro che ha as-sorbito non poco la nostra Federazioneimpegnata, unitamente ad altri organismidi rappresentanza istituzionale e profes-sionale, a promuovere il sistema di certifi-cazione.

Centrale rimane, e attualmente resta, lanostra missione: la promozione e il soste-gno agli strumenti di gestione consortiledelle proprietà pubbliche e private.

L’elaborazione del Progetto, ProgettoForesta Appenninica, forniva l’occasioneper mettere a frutto, in modo sistematico,conoscenze, esperienze e professionalità,un patrimonio di linee guida utili per ap-procciare organicamente le tematiche con-

nesse allo sviluppo delle aree interne delladorsale appenninica.

Lo strumento Consorzio forestale, vola-no per innescare processi di sviluppo terri-toriali, per innervare politiche in grado di in-cidere nelle e per le collettività locali, diven-tava il modulo per calamitare, per aggrega-re, per coinvolgere.

Catalizzare l’interesse delle rappresen-tanze delle proprietà forestali, agevolarne ilcammino, mediante apporti specifici e mi-sure di sostegno, per la formazione di ini-ziative rivolte ad amministratori e tecnici,programmare momenti progettuali volti adelineare percorsi ed attivare veicoli di pro-mozione di realtà territoriali offrendo opzio-ni e soluzioni capaci di far evolvere voca-zioni ambientali, hanno rappresentato alcu-ne premesse necessarie per accompagnarela fase di avvio.

Monitorare per consolidare le direttricidi marcia costituisce la sfida per poter daregambe agli strumenti messi in atto.

Le nuove scelte operate dall’Unione Eu-ropea nel settore agro-forestale offrono una

grande opportunità.Il mondo rurale, concetto mirato ad una

dimensione comprensiva di aree territorialivocate ad uno sviluppo integrato richiedepolitiche capaci di dare prospettive a territo-ri lontani da forti baricentri.

L’avvio del Piano di Sviluppo Ruralepuò, ed a nostro avviso deve, rappresentareuna valida possibilità di costruire linee pro-grammatiche in grado di rispondere alle at-tese del mondo forestale.

L’unicum rappresentato dall’aziendaagro-forestale, un’impresa ambientale a tut-ti gli effetti, è concreto segno di un effettivoriconoscimento di parità tra le strutture por-tanti del mondo rurale.

L’intuizione “consorzio”, realtà così te-nacemente portata avanti da Federforeste,anche alla luce delle politiche europee vol-te a favorire l’associazionismo, corrispondepienamente allo strumento ottimale per fa-vorire le operazioni di manutenzione delterritorio forestale.

Pier Luigi FerrariPresidente Federforeste

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