Convegno di studio e approfondimento SISTEMI DI GESTIONE...

17
ACQUI TERME, giovedì 27 novembre 2014 dalle ore 9:00 alle ore 13:00 Convegno di studio e approfondimento SISTEMI DI GESTIONE INTEGRATI 231, Sicurezza, Ambiente e Qualità Relatore: Giovanni Alibrandi

Transcript of Convegno di studio e approfondimento SISTEMI DI GESTIONE...

ACQUI TERME, giovedì 27 novembre 2014  dalle ore 9:00 alle ore 13:00

Convegno di studio e approfondimento

SISTEMI DI GESTIONEINTEGRATI231, Sicurezza, Ambiente e Qualità

Relatore: Giovanni Alibrandi

2

L’approccio sistemico

Il sistema aziendale «Unità complessa formata da molte parti, spesso diverse,soggette ad un piano comune o che perseguono un unicoscopo.»1) Le parti che compongono il sistema spesso sono diverse.2) L’insieme delle parti forma un’unità, o un complesso integrato, perchéle stesse sono soggette ad un piano comune e/o perseguono ilmedesimo scopo.

Funzionamento del sistema aziendale

Aree aziendaliGli accadimenti e gli eventi che si verificano in una qualsiasi delle areeriverberano i loro effetti su tutte le altre aree, come in un sistema di vasicomunicanti.

3

1 2 3 4

4

I sottosistemi

Il sistema azienda è composto da diversi sottosistemi (le sue parti) che svolgonospecifiche funzioni, necessarie sia allo svolgimento delle attività sia alladurevolezza dell’organizzazione.

I sottosistemi sono classificabili in:

Sottosistemi di confine

Sottosistemi di manutenzione

Sottosistemi adattativi

Nei quali si svolgono i processi responsabilidegli scambi con l’ambiente esterno.

Vi si svolgono i processi riguardanti l’ordinatoe regolare sviluppo delle attività e dellamanutenzione delle componenti fisiche edumane.

In questi si attuano i processi relativi alcambiamento e all’adattamentoorganizzativo.

5

(Sotto) Sistemi di gestione e certificazioni

Sistema diGestione Riferimenti Certificazioni

Responsabilità Sociale d’Impresa

(Corporate Social Responsibility- CSR)

• Accountability (rendere conto del proprio operato);• Trasparenza (delle decisioni ed attività);• Etica;• Rispetto: degli stakeholders, della legge, degli standard di comportamento internazionali, dei diritti umani.

ISO 26000

• Rispetto: dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori;• Tutela contro lo sfruttamento dei minori;• Garanzie di sicurezza e salubrità sul posto di lavoro.

SA 8000

Ambientale delle organizzazioni

(SGA)

• Riduzione e miglioramento degli impatti sull’ambiente delle attività aziendali;• Riduzione dei costi aziendali attraverso il miglioramento degli impatti ambientali;• Fornire benefici quantificati e tangibili alla comunità ed ai propri lavoratori;• Elevare concretamente la sensibilità verso l’ambiente;• Introduzione nella prassi aziendale della tutela dell’ambiente come fattore comportamentale.

ISO 14001

• Politica ambientale volta al continuo miglioramento dell’efficienza ambientale;• Rispetto normativa ambientale.

EMAS(Regolamento Emas

761/2001)

6

(Sotto) Sistemi di gestione e certificazioni (2)

Sistema diGestione Riferimenti Certificazioni

Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL)

• Riduzione dei costi relativi alla salute e sicurezza sul lavoro eliminando e contenendo i rischi cui possono essere esposti dipendenti e terzi;• Incremento di efficacia ed efficienza dell’organizzazione (prestazioni);• Miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro;• Miglioramento dell’immagine (all’interno ed all’esterno) dell’organizzazione.

OHSAS 18001

Qualità(SGQ)

• Centralità e soddisfazione del cliente;• Visione dell’azienda come insieme di processi tra loro interrelati e volti a fornire prodotti e/o servizi che costantemente corrispondano ai requisiti fissati;• Miglioramento continuo delle prestazioni;• Individuazione e misurazione dei punti dei processi generatori di valore verso il mercato (catena del valore interna/esterna);• Conoscenza, gestione e monitoraggio dei processi;

ISO 9001

7

Visione sistemica dell’azienda

Azienda

Sistema di controllo direzionale

Sottosistemi di primo livello

Sistema diGestione

(controllo)Sistema

organizzativoSistema di

Pianificazionestrategica

Sistema informativo

Sottosistemi di secondo livello

CSR SGA SGSL SGQ

8

Modello organizzativo e sistemi di gestione

CSR SGA

SGSL SGQ

9

Il perimetro della responsabilità amministrativa

Soggetti destinatari

Società di capitali, di persone e cooperative

Associazioni fornite e prive di personalitàgiuridica

Enti pubblici economici

Enti privati concessionari di un pubblicoservizio

Autori del reatoSoggetti in posizione “apicale”

Soggetti sottoposti alla direzione e vigilanzadei soggetti “apicali”

Condizione Il reato è stato commesso nell’interesse o avantaggio della società/ente

10

Il perimetro della responsabilità amministrativa (2)

Circostanza esimente Preventiva adozione di un modello diorganizzazione, gestione e controlloidoneo a prevenire la commissione dei reati daiquali deriva la responsabilità amministrativa

Sanzioni

Pecuniarie (da 25.000 fino a 1.500.000 euro)

Interdittive (sospensione o revoca diautorizzazioni, interdizione all’eserciziodell’attività, divieto di contrattare con la P.A.)

Confisca del profitto

Pubblicazione della sentenza

L’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo è facoltativa e non obbligatoria.

11

Definizione di modello organizzativo 231

Il modello organizzativo ex d.lgs. 231/2001 èdefinibile come un complesso organico diprincipi, regole, disposizioni (interne), schemie procedure organizzative con relativi compitie responsabilità, funzionale alla realizzazionee corretta gestione di un sistema di controlloe monitoraggio delle attività “a rischio”, alloscopo di prevenire la commissione dei reati,anche tentati, previsti dallo stesso decreto.

12

La costruzione del modello organizzativo 231

Reatipresupposto

1) Mappatura dei rischiAnalisi del contesto aziendale delle procedure e prassi per individuare le aree osettori dove è possibile possano verificarsi eventi pregiudizievoli, e con qualimodalità.

2) Sistema di controllo interno Valutazione della governance in termini di capacità di contrastare/ridurre conefficacia i rischi identificati, ed eventuale adeguamento della stessa.

3) Modalità di gestione delle risorse finanziarie Per accertare che non favoriscano la commissione dei reati.

4) Istituzione dell’OdVE’ l’organo di controllo interno che ha il compito di monitorare e verificare il funzio=namento e l’osservanza del modello, nonché il suo aggiornamento. Vanno previstiobblighi d’informazione verso di esso.

5) Attività di auditing Devono essere sistematiche e periodiche per la continua verifica del modello.

6) Sistema disciplinare Previsione di adeguate sanzioni nei casi di mancato rispetto delle disposizioni.

Composizione del modello organizzativo 231

Il modello organizzativo 231 non è identificabile con un unicodocumento, è composto da un’articolata serie di documenti la cuicomplementarietà lo rende “adottato ed efficacemente attuato”, inesso sono idealmente individuabili due distinte parti.

Parte Generale

a) Codice Etico (e di condotta);

b) Codice Deontologico e Carta dei Valori (se adottati);

c) Principi Generali del Modello;

d) Regolamento di funzionamento dell’Organismo di Vigilanza;

e) Dossier Permanente (raccolta dei documenti “sociali” a disposizionedell’OdV per le sue verifiche);

f) Dossier Imposte (raccolta dei documenti “fiscali” a disposizionedell’OdV per le sue verifiche).

12

Composizione del modello organizzativo 231 (2)

Parte SpecialeIntegra i contenuti della Parte Generale e si compone di:a) Documento di analisi dei rischi (Allegato n. 1 dei Principi Generali);b) Descrizione delle procedure (Allegato n. 2 dei Principi Generali);c) Manuale della Qualità (se adottato un sistema di gestione della

qualità);d) Documento di valutazione dei rischi ai sensi del d.lgs. 81/2008;e) Scheda adempimenti per la sicurezza (evidenza documentale degli

adempimenti compiuti in materia di sicurezza);f) Regolamenti interni e Procedure operative;g) Raccolta delle comunicazioni – sia interne che esterne – riguardanti:

la diffusione del modello; l’attività di formazione del personaleeffettuata; gli aggiornamenti apportati al modello nel corso deltempo; i verbali delle verifiche e delle riunioni dell’OdV. (DossierGovernance del Modello).

13

15

Finalità del modello organizzativo

Determinare, in tutti coloro che operano internamente ed in nomee per conto dell’azienda, soprattutto nelle aree individuate “a rischio”,la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delledisposizioni, in un illecito suscettibile di sanzioni, sul piano penale edamministrativo, non solo nei propri confronti ma anche nei confrontidella stessa azienda.

Affermare (e ribadire) che le forme di comportamento illecito sonofortemente condannate dall’azienda perché (anche nel caso in cuipossa trarne vantaggio) sono comunque contrarie, oltre che alledisposizioni di legge, anche ai principi etico sociali cui intendeattenersi nello svolgimento della propria mission.

Consentire all’azienda, grazie all’azione di monitoraggio sulle aree“a rischio”, d’intervenire tempestivamente per prevenire o contrastarela commissione dei reati e degli illeciti.

Conclusioni

16

I punti di riferimento del modello di organizzazione, gestione e controllo exD.Lgs. 231/2001 sono:

• l’attività di sensibilizzazione e di diffusione a tutti i livelli interni delle regolecomportamentali e delle procedure istituite;• la mappatura delle aree individuate “a rischio”;• l’attribuzione all’OdV di specifici compiti di vigilanza sull’efficace e correttofunzionamento del modello;• la verifica e documentazione delle operazioni a rischio;• il rispetto della separazione delle funzioni;• la definizione di poteri autorizzativi coerenti con le responsabilitàassegnate;• la verifica dei comportamenti aziendali, nonché del funzionamento delmodello con conseguente aggiornamento periodico dello stesso (controllo expost).