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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Piersandro Massone, Claudia Sgalambro, Sandro Sessa, Al- berto Tavazzi, Marcia Zegarra Urquizo. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2012: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 16.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XVI, numero 136, maggio 2012 ® ® P taginate di eventi: a maggio associazioni, realtà culturali, sociali, sportive si sono tutte scatenate e offrono ai cittadini della nostra zona decine di iniziative da vivere insie- me, spesso all’aperto per cercare di uscire da questa stagione piovosa. Un’offerta veramente varia e interessante che troverete sulle pagine del nostro giornale (sperando di non aver di- menticato niente). VISITA GUIDATA AL PARCO FORMENTANO Sabato 12 maggio ore 10.30 e 11.30 Tutti i sabati di maggio, le domeniche di giu- gno e due fine settimana di settembre, le Gev Guardie Ecologiche Volontarie del Comune di Milano organizzano visite guidate ad accesso libero per scoprire tutti i segreti dei giardini mi- lanesi. Storia e architettura del parco, origine degli alberi e delle piante, qualche informazio- ne di botanica e molte altre curiosità potranno trovare risposta durante le visite. In zona 4, appuntamento sabato 12 maggio, ore 10.30 e 11.30, al parco Formentano (Largo Mari- nai d’Italia) al gazebo presso la Palazzina Liberty. CORI IN CORO Sabato 12 maggio ore 21.00, Chiesa di viale Corsica 68 Seconda edizione della manifestazione musica- le "CORI in CORO” organizzato dalla Asso- ciazione MOSAIKO. Una serata in cui più di 250 coristi, appartenenti a 10 diversi cori della città di Milano, si riuniranno insieme per pre- sentare le loro migliori performance canore. Non è una gara o un festival. La serata vuole essere una rassegna in cui ogni coro proporrà al pub- blico presente i brani migliori del proprio re- pertorio e poi il finale della manifestazione ve- drà riuniti tutti gli appartenenti alle formazioni partecipanti nel cantare insieme alcuni brani ce- lebri. I componenti delle corali, tutti amanti del bel canto, non sono professionisti, ma la pas- sione e il desiderio di cantare ha fatto sì che la bella voce e l'intonazione (doti naturali) venis- sero coltivati e migliorati con l'aiuto di altri al- trettanto appassionati maestri di canto. Chiediamo al maestro Tiziano Collinetti, re- sponsabile organizzativo di “Cori in Coro”, qua- li sono le finalità che ispirano gli organizzato- ri. “Innanzitutto – ci risponde - sembra oppor- tuno dare la possibilità a tutti i partecipanti di queste corali di poter avere uno spazio, una ve- trina e una risonanza maggiore di quella che co- munemente hanno. L'evento da noi promosso ha una visibilità e un valore aggiunto maggio- re di quanto ogni singola corale possa ottenere individualmente. L'impegno di più di 250 per- sone, prima con le prove e poi con l'esecuzio- ne in pubblico, è sicuramente una forte testi- monianza, è un segnale positivo trasmesso ai nostri amministratori che dimostra concreta- mente che basta poco per coinvolgere i cittadi- ni. Abbiamo bisogno solo di spazi per incon- trarci, di sale-teatri per poter esibirci, abbiamo bisogno di tecnologia per farci ascoltare me- glio, abbiamo bisogno del calore del pubblico che diventa energia per impegnarci ancora di più, migliorando la nostra prestazione. Vor- remmo approfittare dell’ospitalità che ci viene offerta da questo giornale per dire che tutte le corali hanno le porte aperte a nuove entrate, nuovi amici... non occorre avere una grandis- sima voce per cantare in un coro, occorre im- pegno e disponibilità a provare e riprovare fin- chè si trova l’armonia”. I ta giungendo veramente alla fine la lunga e poco edificante storia dell’ex albergo Mon- luè a Ponte Lambro: un enorme scheletro che da più di 20 anni deturpa il paesaggio. Dopo l’accordo definitivo raggiunto fra la pro- prietà Beni Stabili e l’amministrazione comu- nale, è stato presentato e discusso in Consiglio di zona 4, per il parere di competenza e alla pre- senza dei rappresentanti di Beni Sta- bili, il progetto per la demolizione del- l’ex albergo (che in linguaggio buro- cratico si chiama comunque “permes- so di costruire”). Ricordiamo che la situazione si è sbloccata a seguito della concessione a Beni Stabili di un permesso di co- struire in deroga per il cambiamento di destinazione d’uso (da terziario pub- blico a terziario privato, versando al Comune gli oneri di urbanizzazione dovuti) delle “Torri Garibaldi”; con- testualmente Beni Stabili si impegna- va a cedere definitivamente all’Am- ministrazione i circa 260.000 mq di aree in località Cascina Grande, dove sorge l’e- dificio comunemente chiamato l’ecomostro di Ponte Lambro. Quale futuro per l’area? L’area è destinata alla formazione di un parco urbano con attrezzatu- re sportive e ricreative subordinati al parere del- l’Ente Parco. A tale scopo si terrà prossima- mente una assemblea pubblica con i residenti di Ponte Lambro per ascoltare le lo- ro esigenze per la migliore fruizio- ne del parco. La tecnologia di demolizione pre- vede l’utilizzo di macchinari muni- ti di pinze e frantumatori abbinato ad una serie di interventi di smon- taggio strutturali. Questa tecnologia permette di ridurre i costi e i tempi d’intervento, garantisce la sicurez- za e la tutela dei lavoratori durante le operazioni di demolizione, ridu- ce l’impatto ambientale e ottimizza il recupero delle macerie che ver- ranno reinterrate e coperte con uno strato di circa 1,7 metri di terreno di coltivo che consente l’attecchimen- to delle specie erbose autoctone. I lavori dovrebbero iniziare nel giro di qualche mese e dureranno circa sei mesi; il Consiglio di zona ha chiesto di individuare la migliore viabilità di cantiere, quella che non aggravi il traffico sulla via Vittorini, strada già interessa- ta dalla mobilità legata alla presenza del Cen- tro Cardiologico Monzino. S.A. ATHOS A maggio non c’è tempo per annoiarsi Nelle pagine interne: Far la spesa in cascina pag. 5 Rugby al parco Forlanini pag. 9 GIALLOQUATTRO: Gente dell’Est pag. 4 9 zone contro l’omofobia pag. 6 Con mostro, senza mostro segue a pag. 3 Una curiosa storia di zona pag. 13 E’ Vivaldi che si è ispirato a queste foto di Sergio Biagini per scrivere in musica “Le quattro sta- gioni” o viceversa? Nel dubbio, ringraziamo Biagini per essersi appostato per un anno in Mari- nai d’Italia a cogliere le stagioni che cambiano (anche se non ci sono più le mezze stagioni…) Le QUATTRO stagioni

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Page 1: Con mostro, senza mostro - QUATTRONET2quattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro-136.pdf · Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso,

Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.itVideoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari.Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, WilliamPorzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Piersandro Massone, Claudia Sgalambro, Sandro Sessa, Al-berto Tavazzi, Marcia Zegarra Urquizo. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2012: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 16.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XVI, numero 136, maggio 2012

® ®

Ptaginate di eventi: a maggio associazioni,realtà culturali, sociali, sportive si sonotutte scatenate e offrono ai cittadini della

nostra zona decine di iniziative da vivere insie-me, spesso all’aperto per cercare di uscire daquesta stagione piovosa. Un’offerta veramentevaria e interessante che troverete sulle paginedel nostro giornale (sperando di non aver di-menticato niente).

VISITA GUIDATA AL PARCO FORMENTANO Sabato 12 maggio ore 10.30 e 11.30

Tutti i sabati di maggio, le domeniche di giu-gno e due fine settimana di settembre, le GevGuardie Ecologiche Volontarie del Comune diMilano organizzano visite guidate ad accessolibero per scoprire tutti i segreti dei giardini mi-lanesi. Storia e architettura del parco, originedegli alberi e delle piante, qualche informazio-ne di botanica e molte altre curiosità potrannotrovare risposta durante le visite.In zona 4, appuntamento sabato 12 maggio, ore10.30 e 11.30, al parco Formentano (Largo Mari-nai d’Italia) al gazebo presso la Palazzina Liberty.

CORI IN CORO Sabato 12 maggio ore 21.00, Chiesa di viale Corsica 68

Seconda edizione della manifestazione musica-le "CORI in CORO” organizzato dalla Asso-ciazione MOSAIKO. Una serata in cui più di250 coristi, appartenenti a 10 diversi cori dellacittà di Milano, si riuniranno insieme per pre-sentare le loro migliori performance canore. Nonè una gara o un festival. La serata vuole essereuna rassegna in cui ogni coro proporrà al pub-

blico presente i brani migliori del proprio re-pertorio e poi il finale della manifestazione ve-drà riuniti tutti gli appartenenti alle formazionipartecipanti nel cantare insieme alcuni brani ce-lebri. I componenti delle corali, tutti amanti delbel canto, non sono professionisti, ma la pas-sione e il desiderio di cantare ha fatto sì che labella voce e l'intonazione (doti naturali) venis-sero coltivati e migliorati con l'aiuto di altri al-trettanto appassionati maestri di canto. Chiediamo al maestro Tiziano Collinetti, re-sponsabile organizzativo di “Cori in Coro”, qua-li sono le finalità che ispirano gli organizzato-ri. “Innanzitutto – ci risponde - sembra oppor-tuno dare la possibilità a tutti i partecipanti diqueste corali di poter avere uno spazio, una ve-trina e una risonanza maggiore di quella che co-munemente hanno. L'evento da noi promossoha una visibilità e un valore aggiunto maggio-re di quanto ogni singola corale possa ottenereindividualmente. L'impegno di più di 250 per-sone, prima con le prove e poi con l'esecuzio-ne in pubblico, è sicuramente una forte testi-monianza, è un segnale positivo trasmesso ainostri amministratori che dimostra concreta-mente che basta poco per coinvolgere i cittadi-ni. Abbiamo bisogno solo di spazi per incon-trarci, di sale-teatri per poter esibirci, abbiamobisogno di tecnologia per farci ascoltare me-glio, abbiamo bisogno del calore del pubblicoche diventa energia per impegnarci ancora dipiù, migliorando la nostra prestazione. Vor-remmo approfittare dell’ospitalità che ci vieneofferta da questo giornale per dire che tutte lecorali hanno le porte aperte a nuove entrate,nuovi amici... non occorre avere una grandis-sima voce per cantare in un coro, occorre im-pegno e disponibilità a provare e riprovare fin-chè si trova l’armonia”.

Ita giungendo veramente alla fine la lunga epoco edificante storia dell’ex albergo Mon-luè a Ponte Lambro: un enorme scheletro

che da più di 20 anni deturpa il paesaggio.

Dopo l’accordo definitivo raggiunto fra la pro-prietà Beni Stabili e l’amministrazione comu-nale, è stato presentato e discusso in Consigliodi zona 4, per il parere di competenza e alla pre-senza dei rappresentanti di Beni Sta-bili, il progetto per la demolizione del-l’ex albergo (che in linguaggio buro-cratico si chiama comunque “permes-so di costruire”).Ricordiamo che la situazione si èsbloccata a seguito della concessione aBeni Stabili di un permesso di co-struire in deroga per il cambiamentodi destinazione d’uso (da terziario pub-blico a terziario privato, versando alComune gli oneri di urbanizzazionedovuti) delle “Torri Garibaldi”; con-testualmente Beni Stabili si impegna-va a cedere definitivamente all’Am-ministrazione i circa 260.000 mq diaree in località Cascina Grande, dove sorge l’e-dificio comunemente chiamato l’ecomostro diPonte Lambro.Quale futuro per l’area? L’area è destinata alla

formazione di un parco urbano con attrezzatu-re sportive e ricreative subordinati al parere del-l’Ente Parco. A tale scopo si terrà prossima-mente una assemblea pubblica con i residenti

di Ponte Lambro per ascoltare le lo-ro esigenze per la migliore fruizio-ne del parco. La tecnologia di demolizione pre-vede l’utilizzo di macchinari muni-ti di pinze e frantumatori abbinatoad una serie di interventi di smon-taggio strutturali. Questa tecnologiapermette di ridurre i costi e i tempid’intervento, garantisce la sicurez-za e la tutela dei lavoratori durantele operazioni di demolizione, ridu-ce l’impatto ambientale e ottimizzail recupero delle macerie che ver-ranno reinterrate e coperte con unostrato di circa 1,7 metri di terreno dicoltivo che consente l’attecchimen-to delle specie erbose autoctone. I

lavori dovrebbero iniziare nel giro di qualchemese e dureranno circa sei mesi; il Consigliodi zona ha chiesto di individuare la miglioreviabilità di cantiere, quella che non aggravi il

traffico sulla via Vittorini, strada già interessa-ta dalla mobilità legata alla presenza del Cen-tro Cardiologico Monzino.

S.A.

ATHOS

A maggio non c’è tempoper annoiarsi

Nellepagineinterne:

Far la spesa in cascina

pag. 5

Rugby al parcoForlanini

pag. 9

GIALLOQUATTRO: Gente dell’Est

pag. 4

9 zone control’omofobia

pag. 6

Con mostro, senza mostro

segue a pag. 3

Una curiosastoria di zona

pag. 13

E’ Vivaldi che si è ispirato a queste foto di Sergio Biagini per scrivere in musica “Le quattro sta-gioni” o viceversa? Nel dubbio, ringraziamo Biagini per essersi appostato per un anno in Mari-nai d’Italia a cogliere le stagioni che cambiano (anche se non ci sono più le mezze stagioni…)

Le QUATTRO stagioni

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20 anni di Anni VerdiANNI VERDI VOLONTARIATO ONLUS festeggia i suoi 20anni di vita, dedicati all’organizzazioni di attività culturali e dicorsi per la terza età. Da quando hanno la propria sede pressoi locali della parrocchia di viale Corsica 68, abbiamo potutoapprezzare il loro impegno e la qualità delle opportunità for-mative e ricreative che offrono a centinaia di persone, che quitrovano opportunità culturali e di socializzazione. Oltre ai no-stri migliori auguri per questo primo traguardo, vogliamo rin-graziare il presidente Franco Bozzi e tutti i collaboratori vo-lontari che rendono possibile la vita di questa benemerita as-sociazione.Ormai al termine di questo anno accademico, Anni Verdi si stagià programmando i corsi per il nuovo anno; se volete infor-mazioni sulla offerta (decine di corsi sui temi più svariati) potetetelefonare di pomeriggio ai numeri 02 36507288 o 02 36509487.

Ringraziamento a QUATTRO e al redattore Sergio BiaginiLa signora Anna Ciceri, proprietaria della storica edicola di piaz-za Emilia, si fa portavoce degli abitanti della zona, soddisfattidella soluzione trovata per la fontana dell'acqua marcia, da po-co trasferita nei giardini di piazza Emilia.A questo proposito intende rivolgere un ringraziamento specia-le per l'attenzione che QUATTRO e in particolare il nostro re-dattore Sergio Biagini, ha da sempre dimostrato nei confrontidelle problematiche di questo importante incrocio, tenendosicostantemente in contatto con gli abitanti e aggiornato circa leloro esigenze. La nuova collocazione della fontana è stata accoltain modo positivo dai residenti del quartiere e ha portato alla lu-ce qualche ricordo del passato. La signora Anna racconta deitempi in cui molti milanesi si recavano alla fontana con conte-nitori e taniche per conservare quest'acqua ricca di zolfo, rite-nuta un toccasana per la salute. Nonostante la fonte si sia esau-rita da tempo, la fontana dell' “ex” acqua marcia rimane un sim-bolo per molti e pertanto merita la nuova posizione e la rinnovataattenzione della zona. V.B.

Aperto alfine il sottopasso!

Dopo un ritardo di alcuni mesi, il 2 maggio è stato aperto al traf-fico il sottopasso ferroviario che collega via Sulmona e via Var-savia. L’opera si è resa necessaria a seguito della chiusura deipassaggi a livello esistenti sulle vie Bonfadini e Toffetti avve-nuta negli anni passati.Con questa apertura il traffico diretto all’Ortomercato prove-niente dalla tangenziale Est uscita Rogoredo non impegnerà piùil nodo di piazzale Bologna-viale Campania, ma accederà di-rettamente senza interessare la viabilità urbana.Per il completamento delle opere si dovrà realizzare una scala per

la discesa dalla passerella ciclopedonale che potrà essere aper-ta al pubblico per la fine del mese di maggio. Aspettiamo fidu-ciosi.

Prosegue secondo i tempi previsti la ristrutturazione del Bonacossa

A seguito di segnalazioni via mail pervenuteci in redazione, èstata verificata la corretta esecuzione dei lavori di ristruttura-zione presso il Centro Sportivo Bonacossa, con particolare at-tenzione alle condizioni igieniche degli spogliatoi del tennisfemminile. A noi i locali sono parsi decorosi e puliti, sia pur an-cora sottoposti ai disagi logistici tipici degli ammodernamentiedili. Vigileremo. A T

Intervento urgente cercasi!

Dopo aver pubblicato sullo scorso numero di QUATTRO l’ar-ticolo sul depuratore di Nosedo, riceviamo da una nostra lettri-ce una serie di fotografie molto poco “consolatorie”: i canali

della roggia Vettabbia invasi dai rifiuti. La signora Francesca fauna richiesta molto semplice che vogliamo anche noi sostenere:“Provvedere alla rimozione dei rifiuti nel canale, possibilmen-te proteggerlo per impedire ai soliti imbecilli di buttarvi di tut-to, al fine di poter salvare questi flussi d'acqua!”Contiamo su un intervento dell'Assessorato all'Ambiente.

2° posto nazionale per la media Tito Livio! La scuola media Tito Livio ha ottenuto il 2° posto nelle finalinazionali delle Olimpiadi della danza tenutesi il 22 aprile scor-so a Bologna: un’ottima posizione ottenuta con tanta bravura,tanto lavoro e un’ottima insegnante, la professoressa RobertaPecchi, responsabile del laboratorio di danza. Complimenti atutti voi!

2 maggio 2012

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Giovedì 24 maggio ore 21.00 Spazio culturale titolivio, via Tito Livio 27COME TU MI VUOI. OVVERO, LA NASCITA DI UNA FAMIGLIA "Come tu mi vuoi" è il titolo di una novella di Pirandel-lo, centrata sulla suggestiva condizione umana della pro-tagonista schiacciata da un'identità che non gli è propria.Quando amare ed essere amati diviene lo scopo ultimodell’esistenza, al costo di costruire un'immagine estra-nea che non ci appartiene.'Essere' diviene quindi 'divenire', costruirsi in un deter-minato modo. Vi è un alternativa a tutto questo?

Giovedì 31 maggio ore 21.00Spazio culturale titolivio, via Tito Livio 27E IO CHI SONO? ADOLESCENZA: CRISI, IDENTITÀ, RUOLIE' opinione ormai comune che la nostra epoca è l'epocadell'adolescenza, che per definizione è l'età del fare, deldivenire, del possibile, ma anche della crisi, della per-dita, dell'impossibilità.Quali conseguenze hanno le trasformazioni sociali, lacrisi delle Istituzioni, non ultime quelle politiche ed eco-nomiche, l'invasione di stimoli e l'abbattimento con-temporaneo delle barriere generazionali sul ruolo di ge-nitori e di figli adolescenti?

Gli incontri sono tenuti dal dottor Sergio Anastasìa, psi-cologo psicoterapeuta. Si occupa di famiglia, infanziaed adolescenza privatamente e presso enti pubblici: neu-ropsichiatria infantile dell'Ospedale Policlinico e Am-bulatorio coppie e famiglie dell’Ospedale San Paolo.

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria ForlaniniUna serata diversa ci attende e magari, aqualcuno, verrà voglia di buttarsi nella mi-schia e lì ce n’è per tutti i gusti. Natural-mente, l’ingresso è libero!

LA FOTOGRAFIA ALLA CASA MONLUÈ dal 12 al 20 maggio

Il Gruppo Artistico Forlanini Monluè e l'as-sociazione di assistenza Centesimus An-nus organizzano una mostra fotograficanella quale verranno presentati i temi “Lapersistenza del tempo” e “La mia nuovacittà” e che verrà esposta presso la CasaMonluè di via Monluè 65.La mostra verrà inaugurata sabato 12 mag-gio alle ore 11 e resterà aperta fino allasuccessiva domenica 20 maggio con i se-guenti orari: lun-mar-mer 14 –19.30, gio14 – 22.30 ven-sab-dom 14 – 18.30. L’e-vento, al quale parteciperanno soci di en-trambe le associazioni, intende essere unveicolo per avvicinare il mondo della cul-tura e dell'arte al mondo del volontariatoe dell'immigrazione. Gruppo Artistico Forlanini MonluèVia Dalmazia 11 [email protected] Centesimus Annus Via Monluè 65 - tel 02 70200202 http//centesimusannus.blogspot.com

EXPO ARTE CORVETTO 2012 domenica 13 maggio dalle ore 9.00 alle 19.00

Eccoci alla 14° edizione dell’evento arti-stico EXPO ARTE CORVETTO cheavrà luogo lungo il parterre centrale albe-rato di Corso Lodi, nel tratto fra vialeBrenta/Bacchiglione e piazzale Corvetto.Promossa e organizzata dal Centro Arti-stico Culturale Milanese di viale Lucania18, la manifestazione avrà come tema l’Ar-te Figurativa (pittura, scultura e cerami-ca), con l’intento di promuovere all’aper-to l’incontro del pubblico con la creativi-tà dell’Arte. Il costo della partecipazione per gli artistiè fissato in € 25,00 (quale contributo spe-se organizzative). Come nelle precedenti

edizioni, saranno invitati, oltre ai Soci, tut-ti i pittori e scultori di Milano e Lombardia,con un particolare riguardo a quelli resi-denti in Zona 4.Al termine della manifestazione un’appo-sita commissione premierà le cinque ope-re maggiormente meritevoli per contenutoinventivo e padronanza stilistica. In casodi avverse condizioni atmosferiche la ma-nifestazione sarà rinviata.

ARTICOLTURA NELLA VALLE DEI MONACI domenica 13 maggio

Una giornata di arte, musica, agricolturae cibo sano: attività presso l’Abbazia diChiaravalle (dalle 9.30), piazzale GabrioRosa (9.30-12.30), Depuratore di Nosedo(dalle 11), Nocetum (dalle 12 alle 17).Per informazioni: Associazione Noce-tum, Via San Dionigi 77, tel. 0255230575, [email protected], [email protected]

ASSOCIAZIONE MAMA ANAKUJAdomenica 20 maggio alle ore 20 in Palazzina Liberty

L’Associazione Casa per bambini biso-gnosi “Mama Anakuja”’ organizza una se-rata per raccogliere fondi a favore dell’as-sociazione che si occupa dei bambini diMalindi, in Kenia, garantendo loro un tet-to, il cibo, la scuola e le visite mediche. Siesibirà il coro Canto sospeso.

ASSOCIAZIONE AUTO MUTUO AIUTO Domenica 20 maggio dalle 10.30 alle 17.30 presso la cascina Cuccagna

FESTA DI PRIMAVERA 10.30 Apertura della Giornata con illus-trazione della realtà dei Gruppi A.M.A.11.00 Ritrovo per “Pensieri, immagini eparole – Tempo di Primavera, tempo di ri-nascita” con la partecipazione del Dott.Enrico Cazzaniga consulente scientificodi A.M.A 15.30 Spettacolo

FESTA DI S. RITA 2012 Dal 19 al 22 maggio presso la parrocchia S. Michele e S. Rita

Tradizionale festa, ricca di eventi spiritualie di aggregazione.Da sabato a domenica: PESCA DI BE-NEFICENZA – VENDITA TORTE –ROSEDa sabato sera a martedì sera: BUFFETDEL PELLEGRINO (pranzo e cena)Domenica sul piazzale sarà presente l’As-sociazione CREART, con prodotti deglihobby da ammirare, copiare ed acquista-re – per vederne la lavorazione ed impa-rarne le tecniche.Gli eventi spirituali comprendono unaPROCESSIONE MULTIETNICA PERVIALE OMERO, domenica 20 maggioalle 16.00; una Messa sul piazzale GabrioRosa e processione, con la partecipazionedella BANDA MUSICALE DI SERE-GNO E IL GRUPPO MOTOR BIKEGUZZI DI SENAGO, martedì 22 mag-gio alle 20.30

FESTA DI PRIMAVERA A ROGOREDO 27 maggio

Il Comitato di Quartiere Milano Santa Giu-lia organizza nel quartiere Santa Giulia unafesta con attività dedicate ai bambini e agliadulti. Fra le iniziative della giornata: per-corso di educazione stradale per i ragazzi;attività ludico/ricreative quali minibasket,mini danza, caccia al tesoro, tennis da ta-volo; presenza di gruppi musicali e artistidi strada; presenza del Gruppo Arcieri SanBernardo di Rogoredo; mini marcia podi-stica non competitiva; servizio food con pre-parazione di riso e salamelle; presenza dialcuni esponenti delle cascine della provin-cia con presentazione di prodotti a Km ze-ro e di un percorso di educazione alimenta-re; spettacolo "Riciclare è una magia"

CLUB AEROMODELLISMO MILANESEGARA DI ALIANTI 27 maggio 9.30-16.00

In via San Dionigi 113 si terrà la Giorna-ta del Campionato Italiano "GARAALIANTI AUTONOMY"; prova di cam-pionato F5J.

A maggio non c’e ̀ tempo per annoiarsisegue da pag. 1

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4 maggio 2012

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Entra senza che tu abbiasentito bussare, ragaz-zona che passa il metro

e settanta e i novanta chili, ilviso dai lineamenti belli indu-rito di contrarietà. Di te sa so-lo che ti chiami Paolo e che tuamadre è istriana, e ai piantoninon è bastato per identificarti,hanno detto boh, ma lei non èuna che lascia perdere. E’ ar-rivata ancora bambina da Bu-carest, città torva di brutte pe-riferie popolate da branchi dicani che riempiono le notti diululati che si fondono con legrida degli ubriachi, fra i coc-ci di vetro delle risse e gli ag-guati che fanno più buie le te-nebre, in quell’Est dove unavolta al turista, per trovare ciòche cercava e portarselo fra lelenzuola, era sufficiente qual-che paio di calze di nylon, eche adesso è diventato menoeconomico, ma ne vale sem-pre la pena, le radici folte del-la povertà rendono illimitatal’offerta. Ora il flusso si è in-vertito, è l’Ovest affamato diquella carne fresca ad acco-gliere i filmini sporcaccioniper le linee telefoniche a lucirosse e la manna di quelli por-no, ad arrivarci, ma per lo piùi marciapiedi squallidi. Per lepiù fortunate qualche provinodi cinema o di televisione, laloro carne stanca a subire stan-chezze nuove, nella speranzadi trovare qualche vecchioflaccido e benestante da spre-mere in feste e festini, e perquelle che sanno camminaresui tacchi a spillo in tubino ne-ro, e al momento giusto sannotogliersi tutto, c’è la giostra de-gli accompagnamenti, con icongressi che sembrano nonservire ad altro e i congressi-sti che, per liberarsi la co-scienza, dopo passano dai ne-gozi del centro per cercarequalcosa di costoso da porta-re alla moglie. Lei invece ha

una morale ri-gida, ma Na-dia, che è sta-ta sua amica esi prostituiscein un club pri-vato, l’haguardata stor-to quando s’èsentita rim-

proverare la vita che fa, perdirle dimagrisci e vedrai cheinvece di pagarti gli studi fa-cendo la serva a casa degli al-tri ti verrà la tentazione di ve-nire con me. L’Italia offre el’Italia prende. Le case deglialtri da tenerepulite, reggesfarzose aisuoi occhi diragazza pove-ra, la signoradi turno chequando la ve-deva saliresulla scala perlavare le fine-stre gemeva“Oddio nonposso guardar-la, oddio maquella scala lar e g g e r à ? ” .Adesso è in-fermiera. C’èarrivata ruban-do vita alla vi-ta e sonno alsonno, fatican-do. E’ dura dicarattere, aquelli dell’Estviene facile, leloro non sonoterre di sman-cerie. Ha pas-sato più anniin Italia che inRomania, par-la in buon ita-liano, ma pen-sa in rumeno, e questo signifi-ca essere condannati a sentir-si stranieri per sempre. Ha pa-renti in Germania, raccontanoche là è dura, ci si deve com-portare da tedeschi. In Italia èmeglio, comportarsi da italia-ni è facile, gli italiani sono abi-tuati a convivere con intral-lazzi, corruzione, politici conpicchi di implausibilità incon-cepibili perfino in una repub-blichetta delle banane, abusi,

violazioni di ogni regola, e so-no per indole accomodanti.Credono di avere una gran cul-tura, ma in realtà sanno poco,non conoscono le lingue, mas-sacrano l’ambiente in cui vi-vono, lasciano andare in ma-lora la loro arte senza neppu-re conoscerla, e la maggiorparte pensa che i rumeni sianotutti zingari. Lei incassa e tie-ne per sé cosa farebbe ai con-nazionali, rom o non rom, chedelinquono rovinando la repu-tazione di chi suda fatica: bru-ciarli vivi, in un pragmatismodi pensiero che agghiaccereb-

be invece gli italiani, che fan-faronano cose terribili, ma inrealtà non sarebbero capaci difarle, troppo deboli, e ancoralontani dal grado di dispera-zione che fa vedere il mondocome una tana da difenderecon denti e artigli dai denti edagli artigli degli altri. In ognicaso parla poco, così si è fattala fama di musona. Eppure.Quell’ometto da niente, maletollerato perché povero, anzi

barbone, senza una dimora chenon sia la panca di una stazio-ne, ricoverato per scompensocardiaco: cosa può avere die-tro le spalle quell’ometto, nau-frago di chissà quale naufra-gio della vita, come in fondoè naufraga lei, con la differen-za che a lei è toccata la scia-luppa di salvataggio e a lui unpezzo di legno marcio asse-diato dagli squali. Lo prendein simpatia, lui capisce e la al-laga di parole. Dice di veniredall’Istria, anche quello è Est.E’ arrivato da ragazzo, in mez-zo a tanti disperati che pian-

gevano i loro morti, perché icomunisti di Tito pettinavanoil territorio ammazzando ita-liani e buttandoli nelle foibe.I suoi erano finiti di quellabrutta fine, e lui s’era trovatosolo in un’Italia che vedevanelle migliaia di disperati cheavevano bisogno di tutto unavergogna da nascondere, per-ché Tito e le sue milizie di as-sassini avevano fatto sul con-fine orientale quello che nella

penisola avevano fatto i nazi-sti, ma i nazisti avevano per-duto la guerra mentre Tito sta-va al seguito dei vincitori, e lastoria viene scritta da chi vin-ce; più il successivo negazio-nismo, arma subdola usata dal-le ideologie deboli per na-scondere i crimini. Allora l’o-metto snocciolava i nomi del-le spie, degli italiani infamiche avevano fatto riempire lefoibe dei loro connazionali, eil viso scarno coperto dalla ra-da peluria della barba gli si ri-gava di lacrime. «Sono lì, liho scritti lì» diceva, indicando

verso l’arma-dietto dove c’e-ra la sacca checonteneva tuttoil suo avere nelmondo. «InQuestura ho unamico impor-tante, un com-missario. Sichiama Paolo,sua madre erasul mio stessocamion quandosiamo scappati.Se mi succedequalcosa quelloche ho portalo alui» le bisbigliaun giorno, nelpresentimento,e infatti in capoa poche oresmette di pena-re. Lei non sail cognome diquesto commis-sario, i piantonila ascoltano in-sistere e intantola guardano congli occhi chedicono “Quan-to sei tanta equanto sei bbo-

na”. Poi passa un uomo alto,snello, bruno, brizzolato, dav-vero un bell’uomo, e uno deipiantoni lo ferma. «Paolo, Pao-lo… Sarà mica Gualtieri?» sidomanda lui. La invita a se-guirlo fino a una stanza doveuna giovane con i capelli nerie gli occhi azzurri, piccola eben tornita, sta insultando innapoletano un computer che fale bizze. Vede il bell’uomobruno e lo saluta: «Ehi Stiac-

cini» (vedi precedenti). «Lamadre di Gualtieri di dov’è?»le domanda lui. Così l’ispet-trice Betty Pagano lancia unultimo insulto al computer e laaccompagna davanti all’usciodell’ufficio del commissarioPaolo Gualtieri, messo fra unripostiglio, i gabinetti e la mac-china del caffè. «Però io nonentro» bisbiglia, e lo spalancasenza bussare e scappa via, laragazzona pensa che avrà leproprie legittime ragioni (vediprecedenti). Così te la trovidavanti. Si presenta, capiscisolo Oksana, il cognome tisfugge. Ti porge una sacca bi-sunta. «Si chiamava Bruno,diceva di essere suo amico. E’morto tre giorni fa, nessuno locerca, lo han portato all’obito-rio. Mi ha detto di darle la suaroba» scandisce, e hai il so-spetto che la voce le si strozziin gola, ma subito pensi mac-ché, questi dell’Est sono disasso, figurati se si commuo-vono. Bruno, che ha cono-sciuto tuo nonno che è statoucciso in una foiba (vedi “Lamusica dei Malanova e l’ami-co ritrovato”). Apri la sacca.«La biancheria l’ho buttata»dice asciutta Oksana. Nellasacca ci sono pacchi di fazzo-letti, un pettine, un paio di for-bici, una limetta, parecchiecartoline con vedute di mare,e non ti rendi conto che è ma-re istriano; più riviste vecchis-sime, ritagli di giornali in unacartelletta contorta, due qua-derni antichi di copertina nerae taglio rosso fitti di scritturasgangherata, e ancora non tirendi conto che sono nomi divittime e nomi di carnefici.C’è il sacchetto delle monete.«Dodici euro e quaranta cen-tesimi» dice Oksana. Sono leelemosine con cui Bruno cam-pava, e campava male. «Io laringrazio…» cominci a dire.Ti blocca, secca. «Gli facciauna tomba, era una brava per-sona» dice, e il suo pragmati-smo dell’Est si vela di un que-sta volta evidente tremore nel-la voce.

Giovanni Chiara

LE PUNTATE PRECEDENTI SU WWW.QUATTRONET.IT

GIALLOQUATTRO/41

GENTE DELL’EST

ATHOS

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Alla Cuccagna qualche cosa si muove!Dopo l’apertura, nel periodo pasquale,del bar-ristorante “Un posto a Milano”,è arrivata anche la bottega di “Campa-gna amica”. Ci riferiamo – lo diciamoper eventuali distratti che ancora nondovessero conoscerla – alla cascina Cuc-cagna (della quale abbiamo già parlatopiù volte) all’angolo fra via Muratori e,appunto, via Cuccagna, nei pressi del-l’incrocio con viale Umbria.Campagna amica è un marchio dellaColdiretti e un progetto di avvicina-mento del mondo agricolo ai consuma-tori che si concretizza con l’a-pertura di botteghe per la ven-dita diretta (o quasi) di pro-dotti alimentari certificati egarantiti dal consorzio. Col-diretti non gestisce diretta-mente le botteghe, ma colla-bora nell’organizzazione, de-cide gli standard qualitatividei prodotti da mettere in ven-dita e coordina i produttorisuoi soci che partecipano al-l’iniziativa; possono essereanche singoli produttori agri-coli ad aprire una bottega, manel caso della cascina Cucca-gna si tratta di una “s.r.l.” fraproduttori ed è la prima ope-razione di Campagna amicain un grande centro urbano.Girovagando per il “fuori salone” delmobile e dell’arredamento ospitato inCuccagna, colgo l’occasione per fareuna puntata esplorativa nel nuovo ne-gozio, localizzato nell’ala sud della ca-scina (quella verso via Muratori). L’ar-redamento è sobrio e spartano, come siaddice a un esercizio di questo tipo, conmolto legno e quella ambientazione “ru-stica”; e quattro sono i locali che si sus-seguono all’interno di questo spazio perla vendita di prodotti alimentari. Nel pri-mo prevalgono i prodotti confezionati:pasta, biscotti, tarallucci, olio, vino, con-fetture, conserve, ecc.; ci sono anchedelle invitanti pagnotte al mais e un in-teressante dispenser per cereali e legu-mi secchi sfusi. Il secondo locale è quel-lo dei formaggi e dei salumi al banco,con tanto di rubicondo e rassicurantevenditore in grembiulone e cappellinocome al mercato di fiducia; qui si tro-vano anche latte fresco, burro e yogurt.Il terzo vano, più piccolo, è dedicato aiprodotti refrigerati: carne, uova, pastafresca, succhi, zuppe, insalate e verdu-re pronte; al centro, anche un pozzettocon polli e conigli di ragguardevoli di-mensioni. L’ultimo locale è quello del-l’ortofrutta, dove il commesso vi pese-rà carote, patate, pomodori, peperoni,mele, insalate varie e quant’altro, il tut-to a “freschezza garantita”; come con-

torno, qualche conserva, legumi secchiconfezionati e una piccola esposizionedi spezie e aromi.Sarà perché è sabato, sarà perché c’è il“fuori salone”, ma si fa fatica a muo-versi fra i clienti che girano e fanno lacoda alla cassa; non mi sembra il mo-mento buono per intervistare qualcunoma, visto che per l’avvio della bottegaci sono in giro due o tre responsabili diColdiretti e dei produttori, riesco ascambiare qualche parola e a carpirequalche informazione. La verdura fre-sca viene quasi tutta dal circondario

(tranne qualche prodotto particolare di“soci” più lontani) e anche molti salu-mi e latticini vengono forniti da pro-duttori locali: insomma, una distribu-zione quasi a chilometro-zero anche se,volendo ampliare l’offerta con prodottitipici del nostro paese, non sempre ilprincipio può essere rispettato (peresempio, se la mozzarella di bufala èverace, viene sicuramente da lontano)!Io, che sono un po’ criticone e un po’spilorcio, provo a fare le pulci sui prez-

zi, ma i responsabili ripiegano sul “rap-porto qualità/prezzo” per zittirmi. Peresempio, quando storco il naso sui “po-modori marmandini di Sicilia” a quat-tro euro al chilo, mi fanno notare chedagli ortolani costano anche sei euro e,comunque, qui vanno a ruba!Fuori qualche signora si lamenta per lasoppressione del vecchio mercatino delmartedì e del sabato, con i produttori di-rettamente in gioco, ma pare che alcu-ni di loro siano gli stessi che fornisco-no la bottega (per esempio, nel caso deiformaggi di capra e dei salumi). E’ ov-

vio, il costo dei locali, del per-sonale, dell’organizzazione edi alcuni prodotti di nicchianon consentono certo una ge-stione da discount: è una filie-ra corta ma non cortissima cheperò amplia l’offerta e la ren-de costante nel tempo (la bot-tega è aperta dal martedì al sa-bato, dalle ore 9.30 alle 19.30).Del resto, voci da verificare midicono che l’intenzione di man-tenere anche il mercatino ester-no degli agricoltori ci sarebbeancora e noi speriamo sia ve-ro, anche perché credo sia pos-sibile – studiando bene l’ini-ziativa – minimizzare l’even-tuale concorrenza fra i produt-

tori di Coldiretti, riuscendo nel con-tempo ad accontentare anche clientelediverse. Vedremo! Da parte mia non in-tendo annoiarvi con suggerimenti edelenchi di prezzi, fornendovi al massi-mo qualche giudizio personale nellascheda qui sotto; ognuno ha i suoi gu-sti e le sue convinzioni e la cosa mi-gliore è farsi un’idea personale girandofra i banchi della bottega: provare perdecidere! Buona spesa.

Francesco Pustorino

Tra i tanti eventi in programma per la festa promossa dall’as-sociazione Nocetum il 13 maggio, un’iniziativa particolare èquella promossa presso il Depuratore di Nosedo alle ore 10da“Arte da mangiare mangiare Arte”. Quest’ultima è un’asso-ciazione culturale nata a Milano nel 1996 presso la SocietàUmanitaria su progetto della scultrice topylabrys che ha lo sco-po di far indagare agli artisti le tematiche di ambiente e ali-mentazione attraverso strade innovative che sappiano sollecitarel’attenzione del pubblico avvicinandolo al mondo dell’arte, delcibo e della comunicazione.“Arte da mangiare mangiare Arte” ha occupato un’area inter-na al Depuratore di Nosedo, dando vita al cantiere artistico diDepurArt Lab Gallery.Nel novembre scorso si è tenuta qui la “semina” che ha segna-to l’occupazione pacifica di uno spazio comune affidato allecure degli artisti e si sono delimitati i confini dell’orto, da in-tendere come spazio creativo, di ciascuno di loro. Ora è possi-bile dare il via alla sperimentazione vera e propria di questo“cantiere naturale d’Arte” dove l’artista non sarà semplice-mente tale, ma diverrà un A-Ortista che si prenderà cura siadella creazione artistica sia soprattutto della porzione di terraa lui affidata, decidendo come e quando intervenire sul suo“ambiente sperimentale”.Bisogna ammettere che il luogo in cui si terrà la manifestazio-ne è un luogo insolito per una mostra,ma proprio qui sta l’innovazione pro-posta da “Arte da mangiare mangia-re Arte”. Infatti, c’è un profondo si-gnificato simbolico alla base di questascelta: così come il depuratore “puri-fica” quotidianamente oltre 400 milametri cubi di acque reflue restituen-dole pulite alla campagna intorno, co-sì anche la DepurArt Lab Gallery permetterà agli artisti di tra-sformare, depurare e raffinare attraverso il filtro della praticaartistica la materia, arricchendola così di quei contenuti im-materiali che solo l’arte è in grado di dare. Cerchiamo ora di capire meglio come sarà strutturato l’even-to. Per prima cosa, questa forma di operazione artistica ha lacaratteristica di essere un vero e proprio laboratorio e come ta-le non esisterà alcuna regola, poiché tutto il pensiero creativodell’artista sarà rielaborato nel tempo. Infatti, ogni artista avràa disposizione una delle 15 aree da 100 mq circa ciascuna sucui potrà creare la sua opera d’arte e su cui potrà intervenire apiù riprese, modificando a suo piacimento e rinnovando il tut-to attraverso una vera e propria “coltivazione” d’arte.Il tema che accomuna tutte le installazioni è, in primo luogo,la materia terra quale luogo di accoglienza artistica e, trattandosidi particolari Orti d’arte, non vanno dimenticati come temi con-duttori anche l’ambiente e l’alimentazione. A partire dalle ore10, i visitatori potranno muoversi liberamente all’interno/ester-no della galleria e, vista l’unicità di tale intervento, saranno ilavori stessi a suggerire domande e commenti che potranno es-ser rivolti agli artisti presenti; inoltre gli ospiti saranno accolticon un simpatico pic-nic sull’erba, quale espressione vera chesolo atti sentiti possono esprimere. La galleria verrà aperta in occasioni particolari e sarà visitabi-le anche su appuntamento rivolgendosi all’associazione Arteda mangiare mangiare Arte ([email protected] - tel. 0254122521). Non ci resta ora che tuffarci nel verde di questi orti, che na-scondono profondi significati artistici e simbolici.

Laura Misani

5maggio 2012

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COSA MI PIACESono un naturalista ma non un “na-turomane” e ho sempre ritenuto im-portante una sostenibilità economicaoltre che ambientale, con la possibi-lità di contatti diretti fra produttori econsumatori. Quindi mi piace l’ideadi una bottega alimentare in cascinacoi prodotti del territorio. Mi piacel’ambientazione. Mi piace la fre-schezza e la qualità dei prodotti, sen-za l’ossessione maniacale per il “bio”(pur presente). E mi piace anche ildispenser per la vendita di cereali elegumi secchi sfusi.

COSA NON MI PIACECome molti settori del “biologico” edel “naturale” i prezzi non sono sem-pre abbordabili. Non discuto sul rap-porto qualità/prezzo, ma sul fatto chemolti prodotti sono “di nicchia” enon certo “popolari” come conver-rebbe per una “vendita diretta in ca-scina”. Quindi non mi piace il rischioche la bottega diventi un negozio d’é-lite o per puristi della natura radical-chic. E non mi piace neppure la fa-rina di farro – sia pure macinata apietra – a più di sei euro per mezzochilo!

La bottega di Campagna amica

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6 maggio 2012

Senza soffermarci su giudizilegati al cambio dell’ammini-strazione cittadina, è infinepiacevole segnalare come que-sto inizio di primavera sia sta-to segnalato, oltre che dalleclassiche fioriture di forsizie,glicini, magnolie e company,anche da splendide aiuole egiardinetti distribuite in tuttala città e clamorosamente bel-le e solari. Davvero quest’an-no qualcosa è cambiato. Chinon ha ammirato, sospenden-do per un secondo il propriorespiro, i giochi di colori neigiardinetti di Milano? Dai nar-cisi dei giardini “9 novembre”in viale Montenero ai mu-ghetti della rotonda di piazzaBologna; dal tripudio di pa-paveri del Castello Sforzescoe del Parco Sempione, ai tuli-pani in piazza V Giornate o inPorta Venezia. E ancora vio-le, salvie splendide e altre“bellezze della natura”. In uncomunicato stampa dell’as-

sessore Maran, con delega alverde cittadino, si legge: “Leaiuole fiorite in questi primigiorni di primavera sono unagioia per chi le guarda e, cer-tamente, contribuiscono a re-stituire l’immagine di una Mi-lano più vivace e più sosteni-bile. Con questi interventi stia-mo migliorando non solo ilcentro e l’Area C, ma tutte leparti della città dove c’è gran-de passaggio, perché vivere inun luogo bello è il primo pas-so per migliorare la qualità divita delle persone”. Ci voleva tanto per capire checon poco sforzo si poteva ren-dere più piacevole la prima-vera cittadina?Se le 128 realtà realizzate at-tualmente a Milano, pari a25.000 mq di verde fiorito edistribuito nelle 9 zone dannoquesta sensazione positiva,possiamo sperare in qualchecosa di più per gli anni futu-ri?

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

Tripudio di colori. Le aiuole e i giardinetti di Milano

L’A.GE.D.O. (Associa-zione GEnitori DiOmosessuali) è costi-

tuita da genitori, parenti e ami-ci di uomini e donne omoses-suali, bisessuali e transessua-li che lottano per l’afferma-zione dei loro diritti civili edella loro identità personale.L’organizzazione, che ha se-de nella nostra zona, in viaBezzecca 4, svolge attività intutta la città e sul territorio del-la regione Lombardia.L’ultima importante propostadell’associazione, incollaborazione congli Assesorati al De-centramento e allePolitiche Sociali ecol patrocinio di tut-te le Zone del de-centramento cittadi-no, è stata intitolata“9 zone contro l’o-mofobia” e ha preso il via incittà a partire dal 17 aprile. L’iniziativa comprende noveappuntamenti che si conclu-deranno il 17 maggio, giorna-ta mondiale contro l’omofo-bia, celebrata in tale data per-chè il 17 maggio 1990 l’omo-sessualità fu tolta dall’indicedelle malattie della psiche. L’appuntamento più impor-tante, però, si terrà proprio inZona 4, il 13 maggio alla Pa-lazzina Liberty. Facciamo al-lora qualche domanda a Clau-dio Cipelletti, regista del lun-gometraggio “Due volte geni-tori”, proiettato durante le no-ve serate, per capire meglio ilsenso di questa iniziativa e idettagli sulla manifestazionein Palazzina Liberty.

Qual è il reale intento del-l’evento?Con questo progettoA.GE.D.O mira a raggiunge-

re tutto il pubblico: sia chi vi-ve l’esperienza dell’omosses-sualità di persona o in fami-glia, sia chi è estraneo a talerealtà, ma da essa ha da impa-rare.Nel primo caso, l’iniziativa èvolta a sconfiggere la pauradel coming out, a contrastareil pericolo dell’isolamento,che inevitabilmente conducealla sofforenza; nel secondocaso, si spinge il pubblico adascoltare le differenze e com-prenderle, liberandosi dai pre-

giudizi. L’idea del Comune diMilano è stata di promuoverel’iniziativa zona per zona inmodo da moltiplicare l’effica-cia del lavoro. Il linguaggio utilizzato duran-te gli incontri è semplice, allaportata di tutti. Si affrontanotemi della quotidianità piutto-sto che discorsi astratti. Pro-prio per rendere più incisivol’approccio viene proiettato illungometraggio “ Due voltegenitori”.

Lei è il regista del lungome-traggio, che cosa ci può direal riguardo?Con la precedente ammini-strazione, forse per timore pe-dagogico, non era stato possi-bile divulgare un film comequesto, rivolto a tutti, e dai si-mili contenuti: è una ribaltaistituzionale!Il film non vuole, servendosi

di una voce fuori campo, im-porre un’ideologia. Si presen-ta piuttosto come un docu-mentario, un racconto di unaquindicina di vere storie di fa-miglie toccate dall’esperienzadell’omosessualità. Si parte dauno sguardo esterno, in cuiemerge il pensiero della po-polazione sull’omosessualità(si tratta del family day del1997), ma ci si immerge pre-sto nella realtà delle famiglieprotagoniste. Lo spettatore ri-vive lo psicodramma tramite

il ricordo-rac-conto all’internodella singola fa-miglia o tra piùfamiglie. Sonodunque emozio-ni che si riattua-lizzano; non siutilizza mai, in-vece, la modali-

tà dell’intervista. Lo schemadelle storie è sempre il mede-simo. Si inizia dalla confes-sione del figlio (coming out),si attraversa poi la fase delconfronto tra famiglie che vi-vono la stessa situazione equella dei sensi di colpa, sianalizza poi la questione del-la sessualità, fino a giungerealla fase di accettazione del fi-glio, mettendo in discussioneil proprio ruolo di genitore edinfine si va a toccare un rap-porto ancora più radicato,quello con i propri genitori,con i nonni del figlio.Dunque, siamo di fronte ad unlungometraggio sul rapportogenitore-figlio e sul precarioequilibrio della realtà familia-re. È un film di denuncia cul-turale, volto a sconfiggere l’i-nutile sofferenza che spesso sicrea. Durante la proiezione,però, non solo emozioni ecommozione, ma anche ilari-

tà: si tratta di una comicità ge-nuina derivante dalla veridi-cità di tali racconti.

Come è organizzata la sera-ta alla Palazzina Liberty?Alle 18.30 ci sarà la presenta-zione del libro della psicolo-ga-psicoterapeuta MargheritaGraglia “Omofobia, strumen-ti di analisi e di intervento”,che analizza il tema dell’o-mofobia sociale, indirizzan-dosi soprattutto alle scuole efornendo strumenti utili agliinsegnanti. Poi ci sarà una ta-vola rotonda con l’Assessorealle Pari Opportunità della cit-tà di Torino, Maria CristinaSpinosa, e l’Assessore alle Po-litiche Sociali del Comune diMilano, Pierfrancesco Majo-rino, insieme con altri rappre-sentanti politici delle due cit-tà. Il dibattito verterà sull’esi-genza della creazione a Mila-no di un servizio analogo al-l’LGBT (lesbiche, gay, bises-suali, transessuali), esistente aTorino da ormai 10 anni, cheprevenga le discriminazionifondate sull’orientamento ses-suale e contrasti le praticheomofobe. L’esempio di Torino mostracome un intervento culturaleall’interno di scuole, bibliote-che, ASL e simili strutture siafondamentale. Prima si agisce,meglio è: con buone pratichesi può evitare il radicarsi dipregiudizi e combattere l’o-mofobia. Verso le 20.30 fare-mo poi una pausa con un ape-ritivo per il pubblico, e a se-guire la proiezione del film.Al termine ci sarà spazio perun confronto con l’autore e igenitori di Agedo. Siete tuttiinvitati!

Claudia Sgalambro

Nove zone contro l’omofobia

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7maggio 2012

Éstata un’ideona:la via Einstein èuna bellissima

piazza, molto godibileper le molteplici attivi-tà che l’associazione Nil28 vi ha organizzato do-menica 22 aprile. Do-po l’acquazzone del pri-mo pomeriggio, il tem-po è stato clemente edha permesso lo svolger-si delle attività princi-palmente di tipo creati-vo, molte delle qualipensate e realizzate per i bambini. A tempopieno ha lavorato anche Roberto Felicioni, fo-tografo alle prese con decine di “Ritratti diquartiere”: tutti in posa contro il muro del li-ceo Einstein!Ad un certo punto, poi, sembrava di essere adAscot, per via di una serie di cappellini verybritish che facevano bella mostra di sé sulle te-ste di un nutrito gruppo di signore pronte a sfi-lare per una inedita “sfilata di quartiere” su unred carpet dipinto sull’asfalto.Sono stata talmente colpita (favorevolmente)dai cappellini che ho pensato di fare un saltodalla estrosa creatrice, Cristina Sappa, che miha accolto col suo collaboratore Paolo Maz-zeo nel loro showroom di via Tertulliano 70.Nell’ex insediamento industriale della SAFA,accanto allo Spazio Tertulliano e a dotdotdot,lo studio di architettura e design di cui aveva-mo parlato lo scorso numero, preceduto da unaesposizione di fiori e piante che fanno pensa-re ad uno spazio, appunto, floreale, si apre in-vece un ampio showroom in cui convivonoborsette, bijoux, ceramiche e grandi quantitàdi strisce di lycra che si trasformano in deci-ne di oggetti di beachwear.Cerchiamo allora di orientarci, aiutati da Pao-lo e Cristina: qui convivono lo Studio Soave,che si occupa di consulenza stile e prodottoper aziende esterne, in particolare nei settoripelletteria e bijoux, ed Elsa Space, formato da-gli stessi creativi, che ha creato tre linee, ElsaMilano, Elsa Beach ed Elsa Garden. Il mar-chio Elsa Milano, in particolare, ha partecipa-to all’ultima edizione di Mipel, proponendo le

sue borse ed accessori.Borse che abbinano amateriali ecologici e na-turali elementi moltochic e particolari (ab-biamo visto una coda dicoccodrillo come chiu-sura di una borsa spor-tiva): il risultato è mol-to originale, a volte au-dace, sicuramente gla-mour. L’ultimo “settore di in-tervento” è quello dellaceramica: piatti e bic-

chieri dalle forme un po’ irregolari, dai colorivivaci, che si caratterizzano però per la tecnicadi lavorazione. Quando la creta è ancora fre-sca viene impressa con un macramè prima diinfornare: il risultato è notevole! E i cappellini che abbiamo visto alla sfilata?In realtà non hanno una linea di cappelli, sononati dalla fantasia di Cristina e Paolo per l’oc-casione della sfilata, utilizzando i materiali piùsvariati: uno però ve lo devo mostrare (la fotoè di Roberto Felicioni)!

S.A.

Il dottor Stefano Cavottadella Farmacia San Luigidi corso Lodi, ci informa

che il giorno 17 maggio 2012,in occasione della VIII Gior-nata Mondiale contro l’Iper-tensione Arteriosa, prenderà ilvia il progetto “Farmacia Ami-ca del Cuore” a cui partecipe-rà la struttura di cui è respon-sabile, così come altre farma-cie in tutta Italia, che hannoaccettato di far parte del pro-getto stesso.L’Associazione ”Farmaciaamica del cuore onlus“ è sta-ta costituita il 20 gennaio 2012a Torino in collaborazione consocietà che producono e com-mercializzano a livello inter-nazionale prodotti per la dia-gnosi e la cura di pato-logie cardiovascolari esi pone l’obiettivo didialogare con le Istitu-zioni e le altre Asso-ciazioni del settore,dando voce, in parti-colare, alle farmacie.Le malattie cardiova-scolari provocano il44% dei decessi nelnostro Paese: un servi-zio di check up e un supportosocio sanitario ai soggetti a ri-schio e ai malati nelle farma-cie, ovviamente in collabora-zione con i medici di base,rappresenta un altro passo inavanti per contrastare il feno-meno e promuovere stili di vi-ta più corretti.D’altra parte il rischio cardio-vascolare può essere ben con-trastato da una prevenzione ef-ficace e ben monitorata. Ed èproprio ottimizzando la siner-gia tra farmacista, paziente emedico, aumentando l’offertadi servizi essenziali e facili-

tando il rapporto paziente far-macista, che si possono otte-nere risultati molto incorag-gianti.Chi entra in farmacia è uncliente o un paziente? In que-sta semplice domanda, a cui èdifficile dare una risposta, c’ètutta la “ambiguità” della fi-gura del farmacista. Come giàavevamo avuto modo di scri-vere in un precedente artico-lo, la figura del farmacista nonsempre ha una sua precisaconnotazione e sono proprioqueste iniziative, d’altra partesollecitate anche dalle asso-ciazioni di settore, ad aiutarela codificazione del ruolo.“Fondamentale è la presenzasul territorio, la vicinanza con

il pubbli-co, la sem-

plicità dei contatti” come ci di-ce Stefano Cavotta che ag-giunge “Chi entra in farmaciaha due approcci, entrambi noncorretti: c’è chi ci consideradei “sfustellatori” e chi deimedici a tutti gli effetti. A noiinteressa essere considerati perquello che siamo: farmacistiche possono svolgere un ruo-lo fondamentale di “tecnico”nella cura e prevenzione dellepatologie più diffuse, centra-to sulla competenza, sul con-siglio e sul dialogo. Il giusto

collegamento tra l’industriadella salute, il medico e il pa-ziente”. E proprio il 17 maggio inizie-rà una campagna di comuni-cazione e informazione a tap-peto sul territorio nazionale,indirizzata al pubblico ma an-che agli specialisti del settoreche prevede borse di studio,corsi specialistici e di forma-zione per farmacisti e medicispecializzandi.Il progetto prevede quattrocampagne annuali sulla pre-venzione delle patologie car-diovascolari: Pressione-Cal-do-Metabolismo-Movimento,che si svilupperanno in 6 ap-puntamenti che partiranno amaggio/giugno 2012 e si con-cluderanno in aprile/giugno2013.L’obiettivo è offrire a un grup-po di clienti interessati un per-corso completo e monitoratoa partire dal controllo perso-nalizzato della pressione arte-riosa per poi analizzarne glieffetti con il caldo, stabilirnele conseguenze sul metaboli-smo e poi aiutarne la cura an-che con il movimento del cor-po. A questo proposito, il dot-tor Stefano Cavotta si sta atti-vando per trovare partnershipcon palestre di zona.Sulla carta sembra essere unpercorso ben strutturato, saràinteressante seguirne lo svi-luppo e i risultati, e lo faremo.Nel frattempo chi è interessa-to potrà trovare informazionie foglietti illustrative nelle far-macie che hanno accettato diessere “amiche del cuore” oscrivendo a [email protected]

Francesco Tosi

Farmacia Amica del CuoreUn progetto contro l’ipertensione arteriosa

Ma che bella Piazza Einstein e che bei cappellini si sono visti!

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Namur - Il posto del respiroNascosto tra le case di via Spartaco, nel quartiere privilegiato dalle grandi griffes della Mo-da, nasce Namur – Il posto del respiro: un centro di haloterapia (ma non solo!) nato dal-l’idea innovativa di due amiche, ex colleghe di lavoro, che hanno scelto di condividere un pro-getto originale e di dedicarsi completamente a questa nuova attività. Per chi non avesse maisentito parlare di haloterapia, qui alcune informazioni: l’haloterapia (dal greco halos: sale) èun metodo naturale per il trattamento di numerosi sintomi delle vie respiratorie e per la cu-ra della pelle. Consiste nell’inalazione di particelle di sale secco, nebulizzato da un apposi-to erogatore, in un ambiente chiamato “stanza del sale”. Il microclima all’interno della stan-

za del sale ricrea l’ambiente e l’atmosfera delle miniere naturali di sa-le, da secoli impiegate nei paesi del Nord e dell’Est europeo per la cu-ra di queste sintomatologie. Namur – Il posto del respiro ha aperto ibattenti a marzo 2012, ereditando i locali ampi e molto particolari da unoshowroom di un noto marchio di abbigliamento.

Una volta chiusa la porta d’ingresso del centro, ci si trova completa-mente isolati in un piccolo rifugio di benessere, dove l’arredamento, icolori e l’organizzazione degli spazi sono concepiti per creare un’at-mosfera di totale relax. La risposta del quartiere rispetto alla propo-

sta di servizi offerta da Namur è stata molto positiva e lo spazio è già diventato una metaprediletta per molte persone della zona. Oltre ai trattamenti di haloterapia, all’interno dellastanza del sale Namur propone anche corsi dedicati alle tecniche di respirazione e al movi-mento dolce, come lo Yoga o il Feldenkrais, nelle loro numerosi varianti. Nell’accoglientesaletta adiacente alla stanza del sale, sono inoltre organizzate molte iniziative di formazionee di informazione, sia per gli adulti che per i bambini, con esperti di varie discipline, tra cuiricordiamo il primo soccorso pediatrico, colloqui psicologici rivolti a bimbi e genitori, la-boratori di canto e giochi per imparare a respirare meglio.

Il progetto finale delle due titolari è quello di fare di Namur un centro di aggregazione, direlazione e di incontro, un’esperienza a tutto tondo, dove il tema del respiro diventa il filo con-duttore.

Il cuore di Namur, la stanza del sale, è un ambiente suggestivo, con pareti e pavimento in-teramente coperti di sale e luci soffuse che contribuiscono a creare un’atmosfera rilassanteadatta a tutti, adulti e bambini. Durante le sedute, che durano circa 30-40 minuti per i bam-bini e 40-50 minuti per gli adulti, vengono respirate particelle di sale a concentrazioni spe-cifiche (haloterapia controllata), che ne fanno un aerosol secco molto efficace per depurarei polmoni da sostanze inquinanti, pollini, fumo, germi e batteri.

Come respiriamo e soprattutto cosa respiriamo? Questo è il quesito alla base dell’esperien-za e della filosofia del Centro. Un’idea tutta femminile da premiare, che concede la possi-bilità di ritagliarsi un angolo di relax e di benessere naturale, in una città alle prese con rit-mi di vita vertiginosi e una cattiva qualità dell’aria.

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8 maggio 2012

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Io sport più in crescita in-veste sul futuro. Questa po-trebbe essere la sintesi del-

l’iniziativa Rugby nei Parchi,con cui il Comune di Milanoe il sodalizio sportivo RugbyGrande Milano cercano di di-vulgarne spirito e cultura, fa-cendo provare a giocare bam-bini e bambine nei parchi me-neghini sotto la guida di com-petenti tecnici federali. Il so-dalizio Rugby Grande Milano,lo ricordiamo per chi non loconoscesse, è nato proprio conlo scopo di diffondere i valo-ri del rugby tra i giovani,

unendo l’esperienza di sei sto-riche società sportive ben ra-mificate sul territorio lombar-do (CUS Milano, ChickenRozzano, Iride Cologno, Ama-tori Junior Milano, Rugby

Cernusco, Sesto Rugby). Inquest’ottica, l’iniziativa è giàun successo, come dimostratodalla grande affluenzadella prima tappadel progetto,svoltasi il 21aprile scorsopresso ilParco diTrenno: gliorganizzatoripensavano di gio-care insieme con 400bambini al massimo, ma han-no dovuto fronteggiare un en-tusiasmo superiore a ogni

aspettativa, tanto chealla fine si sono regi-strati 430 partecipanti,di cui 43 bambine (benil dieci per cento!). E il19 maggio si replicanella nostra Zona, alParco Forlanini appun-to, sotto l’occhio com-petente e protettivo diatleti affermati, istrut-tori della FIR (Federa-zione Italiana Rugby) evolontari addestrati chehanno aderito con lapassione che contrad-distingue tutti i rugbi-

sti. L’appuntamento è fissatoper le ore 15, fino a pomerig-gio inoltrato; poi, com’è tra-dizione, ai giochi seguirà ilclassico Terzo Tempo, che uni-rà partecipanti, tecnici e geni-

tori in un momento convivia-le all’insegna del Fair Play edel piacere di stare insieme

senza distinzioni e anta-gonismi. Insom-

ma, è un even-to da non per-dere assolu-tamente, siaper coloro

che vorrebbe-ro avvicinarsi

al rugby ma nonsanno come, sia sem-

plicemente da chi vuole pas-sare una giornata spensieratacon i propri figli, in un mododiverso dal solito. Nell’ideadegli organizzatori, la giorna-ta dovrebbe essere rivolta apartecipanti di ambo i sessicompresi nella fascia di etàche va dai 6 ai 13 anni; tutta-via, alla prima tappa si sonopresentati anche genitori cheaccompagnavano bambini di4-5 anni, e per tutti si è trova-to un gioco da fare insiemecon la palla ovale. Diverten-dosi insieme, senza distinzio-ne di nazionalità, razze, sessoo altro: anche questo è ilrugby.

Alberto Tufano

RUGBY NEI PARCHI19 maggio dalle ore 15 pres-so Parco Forlaniniwww.rugbyneiparchi.comwww.rugbygrandemilano.com

Mens sana in corpore sano

Al Parco Forlanini il 19 maggio i bimbi provano e vivono il Rugby Continua con successo

la manifestazione “ver-deFestival 2012 – Un

anno nei giardini di via Rogo-redo”. Dopo il ripristino delpercorso botanico che ha vistoprotagonisti i bambini delle lo-cali scuole e la mostra foto-grafica “La strada siamo noi”di Francesca Bellotta presen-tata lo scorso mese presso loSpazio Soci Coop di via Frei-kofel, si è appena chiusa larassegna di artisti di strada“Per Parchi e Giardini” con lapresenza di tre spettacoli mol-to divertenti e coinvolgenti. Tre iniziative che hanno ri-scosso molta attenzione e par-tecipazione da parte dei bam-bini, delle famiglie ed degli

adulti. Prossimo appuntamen-to sabato 2 giugno lungo i via-letti dei giardini con una seriedi attività dedicate alla Festadella Repubblica. Tra i vari ap-puntamenti possiamo eviden-ziare la mostra, a cura del-l’ANPI Rogoredo, degli ela-borati realizzati dai bambinidelle scuole sul tema “Costi-tuzione e Diritti”, l’esposizio-ne di quadri e sculture “Galle-ria d’arte” a cura dell’Acca-demia Auser, i laboratori perbambini ed altro ancora al mo-mento in via di definizione.Un progetto, quello di verde-Festival 2012, che nasce conlo scopo di valorizzare i giar-dini di via Rogoredo con unfitto programma di attività per

grandi e piccini, di spettacoli,mostre e tanto altro. A questoprogetto, ideato ed organizza-to da E’-VENTO Produzionie SoffiaSogni, hanno aderitonumerose realtà locali tra cuii Soci Coop Rogoredo/Piaz-zaLodi, la Scuola ICS Sotto-corno, il Comitato GenitoriSottocorno, PEaCE (Periferieal Centro), Auser e Auser Ac-cademia, la Scuola di Italianoper Stranieri, l’ANPI e l’As-sociazione Musicale Beetho-ven. verdeFestival 2012 hainoltre ottenuto il Patrociniogratuito del Consiglio di Zo-na 4. segnatevi quindi l’ap-puntamento per il 2 giugno neigiardini di via Rogoredo.

Alberto Tavazzi

“verde Festival”Un anno nei giardini di via Rogoredo

Chicchirichì eccoci qui!Di cosa parleremo mai?Un gruppo di fantastici

over 80 che hanno deciso di“provarci”, di aprire le loroporte di casa, che a volte lirende schiavi di una delle ma-lattie più devastanti del-la nostra società: la soli-tudine.Ada, Adriana, Amelia,Antonietta, Ferede, Gel-trude, Giovanni, Gio-vanni B., Iginia, Ione,Leda, Luciana, Mariate-resa, Mela, Nicola, Ra-chele, Tina e Virginiahanno deciso di cimen-tarsi in una esperienzaper loro unica: il teatro.Questo progetto è parti-to da un’idea di una cu-stode sociale, Monica F.,che lavora per loro dacirca 3 anni nella diffici-le realtà del Molise-Cal-vairate-Ponti.Una volta proposto ilprogetto a RiccardoPrando, responsabile dei Cu-stodi Sociali del centro Multi-servizi Anziani di Viale Puglie33, e dato l’ok per procedere,bisognava individuare due de-gne compagne di avventura:Stefania C. e Giovanna P.Il progetto ha preso forma sti-

molando la condivisione deiricordi della memoria a lungotermine, lavorando sul corpodelle nostre “perle” per resti-tuire loro luce e vigore attra-verso danze e canti, motivan-dole sempre tanto.

Il tutto, iniziato a dicembre,sfocerà nella grande opera tea-trale CHICCHIRICHÌ EC-COCI QUI!martedì 15 maggio alle ore14.30, presso il Teatro Oscar.Unica ed imperdibile data adingresso gratuito!!

Vorremmo dedicare qualcheriga per spiegare chi siano iCustodi Sociali.Una squadra, inizialmente di150 persone diventate in se-guito 200, nata da una ideadell’Assessorato alle Politiche

Sociali nel giugno 2007,dislocati su tutto il terri-torio milanese di cui 30in zona 4.I nostri compiti: senti-nelle degli stabili di Edi-lizia Residenziale Pub-blica, le ex case popola-ri, dove è maggiormentesentito il problema del-l’abbandono sociale.Il mansionario prevedeanche orientamento: in-quilini con necessità va-rie vengono indirizzatiaffinché possano risol-vere le loro problemati-che. Il nostro compitonon si ferma qui, creia-mo rete tra i vari servizidella zona, associazioni,parrocchie, uffici vari del

Comune di Milano. Siamo unapresenza costante sul territo-rio.Non ci rimane che invitarvi al-lo spettacolo dove assistereteal lavoro sinergico creato nelquartiere.

I custodi sociali

Chicchirichì eccoci qui!

Incontro Mondiale delle Famiglie 2012 Parrocchia di S. Pio V e S. Maria in Calvairate«Il Santo Padre viene a noi per confermarci nella fede. Partecipiamo a questo incontro»: L’In-contro mondiale delle famiglie e la presenza a Milano di Papa Benedetto XVI «mi sembranouna grande occasione di risveglio per tutti i nostri fedeli battezzati che hanno un po’ perso lastrada di casa. Tocca a ciascuno di noi spiegarne a loro la bellezza, invitarli a partecipare aquesto gesto che sia un’occasione di ringiovanimento di tutta la nostra Chiesa e anche - ne so-no certo con le debite distinzioni - un’occasione di rinnovamento di quell’amicizia civica di cuitutta la nostra realtà milanese, lombarda, italiana ha bisogno». Con queste parole il Cardinale Angelo Scola invita i fedeli delle parrocchie alla mobilitazioneed alla partecipazione alle iniziative del VII Incontro mondiale, in particolare la Messa solennecon il Pontefice nell’area del Parco Nord Milano – Aeroporto di Bresso domenica 3 giugno. Per partecipare chiedi il pass gratuito (è obbligatorio per avere accesso all’area dell’evento!) ri-volgiti alla Segreteria Parrocchiale in via Lattanzio 60 da lunedì a venerdì 9.30-12.00/16.30–19.00e la domenica mattina dalle 10.30 alle 12; oppure chiama negli stessi orari tel. 02 55194340.www.spiovmi.it; www.family2012.com.

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Una catena solidale

Carcere di San Vittore. Duran-te la mia attività di volontariopresso il Reparto Femminilevengo avvicinato da una giova-ne detenuta marocchina che mimostra un foglio scritto in ara-bo. Mi dice di averlo ricevuto dal suo fidanza-to, ma lei è analfabeta; è molto preoccupata e haun bellissimo sorriso che contrasta con gli oc-chi velati di tristezza. Mi dice, in un italianoun po’ stentato ma comprensibile, la sua pau-ra che ci siano brutte notizie, in particolare delbambino che è a casa, ma lei non è in grado dileggere e io, naturalmente, meno di lei. Mi chie-de se posso trovare qualcuno che faccia unatraduzione in italiano così da poter leggere lalettera con l’aiuto di qualche compagna di cel-la.Il mio primo pensiero è di imbarazzo e ancheun po’ di timore: e se quel foglietto contenessequalche elemento compromettente riguardo al

processo in atto, oppure nascondesse qualchemessaggio penalmente rilevante? Per un atti-mo ho visto lo sguardo severo della Direttriceche tante volte mi ha ammonito: «stia attentoa quello che le dicono le detenute, non accettimessaggi scritti o comunque da trasmettere al-l’esterno, potrebbe finire anche lei nei guai...».Lo sguardo così espressivo della detenuta hasubito fugato tutti i miei dubbi e in un attimoil foglio era nella mia tasca. Già, e se mi tro-vano il foglio con la traduzione durante il con-trollo all’ingresso, cosa dico? E subito l’ideaper la risposta: «E’ un compito di uno studen-te della Scuola Popolare, è roba mia privata».Questo pensiero mi ha offerto anche la rispo-sta alla domanda più ovvia: «A chi mi rivolgoper la traduzione? Ma certo: i due marocchinidella Scuola Popolare, sempre cosi gentili edisponibili!» E la sera stessa, prima di iniziare la lezione,parte la “catena della solidarietà”.Prima di tutto era necessaria una sintetica tra-duzione orale per capire il senso e l’argomen-

to dello scritto. Subito uno dei due marocchini,che conosce e legge bene l’arabo, mi dice chesi tratta di una lettera assolutamente privata chedà soprattutto notizie del bambino a cui il fi-danzato parla spesso della mamma nel modopiù delicato possibile.A questo punto, superata la prima difficoltà,occorre passare alla traduzione scritta; la co-noscenza dell’italiano dei due studenti non èsufficiente per avere un testo leggibile. Inter-viene cosi il secondo: «Ci penso io, mia mo-glie può provvedere alla traduzione in france-se». Detto fatto: il giorno dopo mi viene consegna-ta una perfetta versione… in italiano. «E’ sta-ta una iniziativa di mia figlia, che frequenta lascuola in Italia.» La ragazza ha aggiunto anchequalche suo commovente commento.Quando il giorno successivo la giovane dete-nuta riceve il testo tradotto con le notizie delfiglio esprime il suo grazie con un sorriso in-dimenticabile che chiude nel migliore dei mo-di questa piccola ma significativa catena di so-lidarietà.

Sandro Sessa

I ragazzi italiani nati da genitori stranieri

Ho letto di recente la mail di una ragazza, fi-glia di uno straniero da tempo in Italia, indi-rizzata a una rivista. Riassumo brevemente ipassi principali della lettera.«L’assessore romano alla scuola, in visita aduna scuola elementare, ha dichiarato che ibambini nati in Italia da genitori stranieri nonsono realmente italiani…Ha detto che i figli di stranieri in Italia sonostranieri. Io, figlia di un inglese, sono vissuta20 anni in Italia e sono arrivata qui che ave-vo tre mesi, allora non sono proprio stranieraperchè l’Inghilterra in Italia non è considera-ta proprio straniera.Come si misura l’italianità? “Dall’aria chesi respira in casa” hanno risposto l’assesso-re e la preside della scuola elementare. Co-me si misura l’aria che si respira in casa?L’aria marocchina che si respira in casa dabambini figli di marocchini “inquina” l’ariaitaliana respirata dai bambini italiani, di piùdell’aria respirata dai bambini inglesi? Cosa si intende per “cultura italiana”? Can-tare l’inno? Essere bianchi? Andare in chie-sa? Parlare l’italiano? Pagare o non paga-re le tasse? Avere una madre casalinga? Es-sere cattolici o almeno cristiani o, a secon-da del momento storico, pure ebrei e pure

atei ma comunque non musulmani ? Aiutate-mi a capire.»Questa, in sintesi, la lettera spedita alla rivista.E devo dire che mi ha lasciato attonito e mi hafatto pensare.Ho pensato alla mia colf, Rolyn, che da annici segue e ci aiuta in casa, sia da noi sia pressoi nostri figli e che, quando è stato necessario,ha anche accudito mia madre e mia suocera.E nel corso di questi anni Rolyn è divenutamamma di due bei bambini, nati qui in Italia,Carlo e Chiara, che ora vanno a scuola, all’a-silo e alle elementari.Questi bambini ogni tanto vengono a casa no-stra e giocano con i miei nipoti e sono fieri difar vedere che scrivono e parlano in italiano.Sanno anche il tagallo, ma questo è un meritoin più e non in meno, perché vuol dire che leloro capacità mentali sono sviluppate e sonocapaci di capire e interagire con due lingue con-temporaneamente: magari avessi avuto io lapossibilità di apprendere l’italiano e un’altralingua, inglese o tedesco che fosse, già a dueo tre anni di età!A questo punto che cosa dovrei di-re a questi bambini quando avran-no diciotto anni: grazie, siete cre-sciuti qui, avete studiato, sie-te stati educati a far par-te di questo paese, maora, se la vostra sceltasarà quella di nonformalizzarela richiesta di

cittadinanza, sarete stranieri edovrete andarvene. Ma dove?Se tornano nel loro paese sa-ranno senz’altro trattati da stra-nieri...E così, sradicati dall’Italia per-ché li considereremo stranieri esenza radici nel loro paese d’o-rigine perché sono vissuti sem-pre in Italia, otterremo solo di

creare dei disadattati ed emarginati che saran-no forse pieni di rancore verso l’Italia e versoi loro genitori, che non sono riusciti a dar loroun terreno su cui radicarsi.La lettera della ragazza inglese mi ha profon-damente turbato perchè ha raccontato di un ca-so concreto che tocco con mano nel mio am-biente, vicino a me, che vedo quotidianamen-te. Ma che senso ha parlare di diritto di citta-dinanza legato solo ai genitori e non invece didiritto di cittadinanza legato al paese dove seinato e in cui hai vissuto i primi anni della tuavita, magari svolgendo anche il servizio civi-le per la comunità in cui vivi?Il presidente della Repubblica ha di recente ri-portato all’attenzione il problema del ricono-scimento della cittadinanza a quei ragazzi chesono nati in Italia, che qui hanno vissuto e so-no stati educati. Spero proprio che venga presto attuato un in-tervento legislativo che possa regolare in ma-niera intelligente e moderna questa situazio-ne, in modo che possa essere lasciata a chi ènato in Italia e qui abbia vissuto prevalente-mente, la possibilità di decidere, al compi-mento dei 18 anni, se prendere la cittadinan-za italiana. Magari sarebbe anche sufficienteun provvedimento amministrativo grazie alquale il riconoscimento della cittadinanza ita-

liana potesse avvenire in tempiragionevolmente veloci e non

con le attuali lungaggini, chesembrano finalizzate solo

a disincentivare le do-mande. E chissà se un

giorno si realizzeràquello che diceva

mio zio Alfre-do, emigratoin Argentinaper motivipolitici e poiritornato inItalia, quandosi parlava de-gli usi e con-suetudini divita in Italia ein Argentina:«io sto benesia qui che là,perche io sonocittadino delmondo e non cidebbono essereconfini».

PiersandroMassone

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domenica 27 maggio ore 20.30QUATTRO FILM MUTIcon accompagnamento originale dal vi-voin collaborazione con il Dipartimento diStoria delle Arti, della Musica e delloSpettacolo – Università degli Studi diMilanoL’assassinat du Duc de Guise di André Calmettes e Charles Le Bargy(1908) - musica di Camille Saint-Saëns

Lo schiavo di Cartagine di Luigi Maggi (1910) - musica diOsvaldo BrunettiEntr’acte di René Clair (1924) - musica di ErikSatieLa p’tite Lilie di Alberto Cavalcanti (1927) - musica diDarius MilhaudGianluca Capuano direzione

domenica 3 giugno ore 11.00in collaborazione con Officina dellaMusica di MilanoCONCERTO DI LORNA WINDSORe dei migliori allievi della Masterclassdi Musica Vocale da Camera

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AKI AKANEAki Akane è una giovane artista giappo-nese nata su Nico Nico Douga, una ver-sione nipponica di YouTube. Grazie allasua bravura nel canto e nel realizzare i di-segni dei suoi video musicali, Aki Akaneha subito ottenuto il favore del pubblico.Gotham Café, la caffetteria di WOWSpazio Fumetto, ospita alcune riprodu-zioni delle sue opere, oltre ad eventi de-dicati alle nuove frontiere della musica edell'animazione giapponese. Ingresso li-bero

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11maggio 2012

Sono partite le Cartoniadi di Milano: ogni Zona è chiamataa misurarsi con se stessa sulla quantità e sulla qualità del-la raccolta rispetto a quanto fatto in un periodo prece-

dente. Vince la Zona che ottiene il miglior incremento percen-tuale della raccolta della carta e del cartone effettuata dalle fa-miglie. Il periodo di svolgimento della gara è l’intero mese dimaggio.E’ chiaro che il successo della raccolta differenziata dipendedall’impegno di tutti, per cui anche noi vi chiediamo di fare unulteriore sforzo per migliorare la raccolta differenziata dellacarta, particolarmente in questo mese, ma ovviamente anchenei mesi successivi!La zona che otterrà il maggior aumento percentuale sarà pre-miata con 50.000 euro offerti da COMIECO (il Consorzio del-le aziende che recuperano e riciclano gli imballaggi); questacifra verrà assegnata ai Consigli di zona cui è stato chiesto di in-dicare preventivamente l’utilizzo a favore della collettività chese ne intende fare.Il Consiglio di zona 4 ha deliberato di destinare il premio (incaso di vittoria, naturalmente!) alla riqualificazione e arredo,con attrezzature ludico/ricreative (giochi, panchine, ecc.), del-l'area verde denominata Parco Galli, situata tra via Numidia evia Salomone.

Un ulteriore monte premi di 1.000,00 € per ogni Zona è statoinoltre messo in palio da Comieco per le scuole. Al Consigliodi Zona il compito di organizzare un “concorso di idee” per glialunni delle scuole. La Zona 4 ha scelto di indire il concorsoCREA UN POSTER PUBBLICITARIO riservato alle Scuo-le primarie della Zona 4. Ogni scuola potrà partecipare con cin-que cartelloni pubblicitari originali (uno per ogni interclasse)riguardanti tutto quanto concerne la raccolta differenziata dicarta, cartone e cartoncino, utilizzando qualsiasi tecnica (ma-tita, carboncino, pastello, inchiostro, pennarello, acquerello,collage, fotografia).Una giuria formata da 7 membri fra presidenti di commissio-ne e consiglieri sceglierà il lavoro ritenuto migliore.Buona raccolta!

Proviamo a far vincere la zona 4?

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Sumila Jayasekara ha 26 anni.Vive in Italia praticamente dasempre, ma è originario delloSri Lanka. Sta preparando latesi di laurea specialistica instoria, fa uno stage per il pro-getto Serendipitalia dell’OngICEI, volto a raccontare l’in-contro tra la cultura srilanke-se e quella italiana e frequen-ta il corso Arte un ponte traculture, promosso dall’asso-ciazione Amici del FAI.

Come hai scoperto il corso eperché hai deciso di seguir-lo?Ho avuto il contatto da alcuniamici che lavorano presso l’as-sociazione Arcobaleno Onlus.Ciò che mi ha affascinato mol-to fin da subito è il fatto di en-trare a far parte di un proget-to del FAI, la fondazione piùimportante nell’ambito artisti-co-culturale in Italia. Ho pen-sato fosse un’occasione im-portante e da non perdere, an-che da inserire come espe-rienza nel curriculum.

Parlaci del corso e del pro-getto. Per ora hai scopertocose nuove?Ciò che mi affascina di più delprogetto è scoprire storie edaneddoti delle vie della miacittà che percorro tutti i gior-ni. Abbiamo visitato in esclu-siva palazzi normalmentechiusi al pubblico. Grazie aimiei studi universitari, cono-sco molto bene i contesti sto-rici generali di cui si parla du-rante il corso, ma mai nel det-taglio della realtà milanese: in-vestigare il patrimonio artisti-co e culturale della città in cuivivi ti permette di sentirla an-cora di più tua.

Una delle finalità è quella diarrivare alla creazione diun’identità comune attra-verso lo scambio tra culturedifferenti. Questo sta avve-nendo? Si sente un avvicinamento.Ogni settimana si ritrovano,nell’aula di un palazzo Cari-tas, uomini e donne di diffe-renti culture per ascoltareaneddoti e storie di Milano. Ilprogetto ha questa grande po-tenzialità che dà il senso verodella multietnicità della Mila-no d’oggi e della ricchezza cheognuno degli allievi può por-tare. Alla fine del corso è pre-vista inoltre una tavola roton-da di scambio interculturale incui ognuno racconterà il suovissuto, la sua cultura, la suareligione. Penso sia un veroprogetto d’integrazione e spe-ro venga preso ad esempio pernuovi progetti futuri.

Durante la Giornata di Pri-mavera del Fai a Milano si

sono organizzate visite gui-date in lingua nei palazzi delFai aperti al pubblico. Qualè stata la risposta?Ottima. Si sentiva tanto entu-siasmo nell’aria, sia da partedi noi allievi, emozionati diparlare in pubblico di Milanonella nostra lingua madre, siaper i visitatori, affascinati dalvedere e dal sapere aneddoti eparticolari artistici di questacittà. Io ho avuto l’occasionedi farlo al Palazzo Sormani peruna comunità srilankese, c’era

una massima predisposizioneall’ascolto. Poi dipende dal ca-rattere di ognuno, dalla curio-sità e dalla voglia di sapere,ma si avvertiva ovunque il de-siderio di conoscenza ed è sta-to bello per me poterla tra-smettere. Il ruolo di mediatoreha permesso anche a me dicreare un ponte tra culture dif-ferenti attraverso l’arte. Mi af-fascina molto e per questo nonlo escludo da un mio possibi-le impegno lavorativo futuro.

Irene De Luca

Doha e Alaa El Shami, 21 e 20anni, sono due cugine di ori-gine egiziana che vivono damolto tempo in Italia. Da sem-pre a diretto contatto con leproblematiche che le donnearabe incontrano una volta ar-rivate in Italia, e ricordandosidell'esperienza delle loro ma-dri, hanno deciso nel loro “pic-colo” di fare qualcosa di im-portante per aiutare queste per-sone. Ecco come nasce l'ideadi organizzare un corso di ita-liano per mamme arabe, il cuiscopo è quello di risolvere in-nanzitutto il problema dell'in-comunicabilità dato dalla lin-gua. È la tenacia di queste duegiovani donne che permetteràalle mamme arabe del Cor-vetto, e non solo, di usufruiredi questo servizio fondamen-tale, contribuendo ad una in-tegrazione il meno traumaticapossibile.

Doha, da dove nasce l'ideadi organizzare un corso diitaliano per mamme arabe?Accompagnando mio figlio al-la scuola materna di via Oglio,mi sono resa conto della si-tuazione di disagio in cui le al-tre mamme arabe si trovano:talvolta non partecipano alleriunioni e agli incontri con lemaestre proprio perché hannodelle serie difficoltà ad espri-mersi in italiano. Tutto ciò creaproblemi di integrazione e dimalessere per queste giovanidonne che spesso poi decido-no di tornare nel loro Paese.Un giorno, ai giardinetti, lemamme dei compagni di clas-se di mio figlio mi hanno pro-posto di insegnare loro l'ita-liano: un tempo la necessità diintegrarsi e di entrare a far par-te della società era meno sen-tita, oggigiorno invece questepersone non si accontentanopiù di restare nell'ombra. Il no-stro obiettivo è quello di darloro voce.

Quali sono i compiti praticidi un mediatore culturale se-condo voi?Per quanto riguarda il nostroprogetto, l'intento finale èquello di fornire alle mammearabe gli strumenti per poter-si relazionare e di conseguen-za per vivere più serenamen-te. La conoscenza della linguaitaliana è la prima arma con-tro fenomeni di ghettizzazio-ne e di discriminazione. Oltrealla lingua, insegneremo loroa svolgere le mansioni quoti-diane più comuni, che vannodalla compilazione di moduli(come l'iscrizione dei figli al-l'asilo) alla prenotazione di vi-site dal medico: anche gli im-pegni più semplici, senza sup-porto, possono diventare osta-coli insormontabili.

Perché la figura del media-tore culturale è così impor-tante, da un punto di vistapsicologico?Nel nostro caso, la figura delmediatore culturale funge daponte tra un Paese e l'altro, trauna cultura e l'altra. Ad ognu-no di noi sarà capitato di in-contrare delle difficoltà a re-lazionarsi in un Paese stranie-ro, almeno al primo impatto.Avendo vissuto e studiato inItalia, la nostra è una posizio-ne di vantaggio rispetto a quel-

la delle donne arabe appenaarrivate e per questo siamo ingrado di supportarle, ma so-prattutto di comprendere le lo-ro esigenze più di quanto unmediatore italiano potrebbe fa-re. Alla base di questo impegno,vi è la volontà di combattere ipregiudizi nei nostri confron-ti e di far sì che le nostre “al-lieve” non ne siano più vitti-me.

Valentina Bertoli

Corso di italiano informativo e culturale

Per avere buone idee occorre spirito di osservazione:quello che non è mancato a Doha e alla cugina Alaa. Ènato così il "Corso di italiano informativo e cultura-le", un corso gratuito per mamme arabe. A prescinderedalla religione e etnia di appartenenza, queste donne so-no unite dal desiderio di superare le barriere linguistichee culturali che le bloccano, anche negli aspetti più sem-plici della vita quotidiana. Grazie all’interessamento del Consiglio di zona 4, la se-de del corso è presso la Scuola Lombardini, in via Oglio20, le lezioni iniziano a maggio e dureranno fino a giu-gno compreso, con un ritmo di 3 incontri a settimana,dalle 10 alle 11 di mattina. Fino ad ora hanno ricevuto20 iscrizioni: tutte donne e mamme arabe che hanno ade-rito tramite passaparola e che, finanziamenti della zonapermettendo, vorrebbero continuare con il progetto an-che da settembre in poi. Doha e Alaa, che saranno le due mediatrici volontarie in-sieme ad un’insegnante madrelingua italiana, anch’essavolontaria, hanno già preparato un programma di lezio-ni composto da 37 unità: in ogni incontro, ad una primaparte in cui leggeranno brevi dialoghi in italiano, segui-rà un momento di spiegazione della grammatica italia-na fatto in lingua araba. E poi, ovviamente, tanta con-versazione! Ecco perché è importante la presenza di fi-gure bilingue, esperte in entrambe le culture, capaci quin-di di far fronte ai “buchi linguistici” (quanti termini e mo-di di dire non sono traducibili in altre lingue?!) e al con-tempo spalancare a queste mamme le porte di una nuo-va cultura.

Francesca Barocco

12 maggio 2012

L’isola di QUATTROA cura della Redazione giovani – Per raccontare la vostra storia giovane: [email protected] – Ci trovate sul blog http://isoladiquattro.wordpress.com

La zona 4, con i suoi oltre 24mila abitanti stranieri (24.561secondo i dati del Comune di Milano del 2010), è una dellezone più multiculturali di Milano. Molti di loro sono nati ecresciuti in Italia, aspetto che li rende un vero tesoro per co-loro che invece affrontano il processo migratorio da adulti e,a volte, con familiari a carico. Ecco perché ci siamo interro-

gati su uno degli aspetti più belli dell’integrazione, quello cheavviene grazie ai mediatori culturali. Spesso sono giovani diorigine straniera nati o venuti in Italia da piccoli, che metto-no a disposizione dei connazionali la loro esperienza, dopoessersi preparati al compito grazie a corsi e studi. Doha e Alaalo fanno per le donne arabe di Corvetto, spinte dalla forza che

le mamme hanno di superare ogni ostacolo per i loro bambi-ni. Un caso particolare di mediazione è invece quello per cuista studiando Sumila, a partire da una delle esperienze uni-versali del genere umano, quella estetica, declinata secondole diverse culture.

Si. Bra. & Fra. Bar.

QUANDO L’UOMO SI FA PONTE

Intervista a Sumila Jayasekara Intervista a Doha e Alaa El Shami

Arte, un ponte tra culture

Partecipare: nuovi cittadini tra antichi e moderni territo-ri: questo è il titolo del progetto che ha dato il via al cor-so per Mediatori Artistico Culturali, realizzato dall'As-sociazione Amici del FAI con la collaborazione del FAI eil sostegno di Fondazione Cariplo. Una mano è arrivataanche dalla Caritas Ambrosiana, che ha messo a disposi-zione gli spazi. L’intento del corso è favorire l’integra-zione degli immigrati e lo sviluppo di un sentimento diidentità e appartenenza, con la consapevolezza che la tu-tela del nostro patrimonio dipende anche da loro. Il corsoè composto da 8 lezioni teoriche, tenute da docenti esper-ti, e da 8 lezioni pratiche, che prevedono visite guidatein giro per la città. L’iniziativa, già svolta a Varese e Bre-scia, si propone di coinvolgere le comunità migranti nel-la fruizione del patrimonio artistico e storico italiano.Ad oggi gli iscritti sono circa una quarantina, ben die-ci in più rispetto ai numeri previsti dagli organizzatori…un vero successo! L’Italia sta cambiando: l’imponente im-migrazione di persone provenienti da tutto il mondo e icostanti flussi di visitatori stranieri hanno modificato no-tevolmente la nostra società. L’idea quindi di organizza-re corsi per Mediatori Artistico-Culturali nasce dalla con-siderazione che in un futuro non troppo lontano anche que-sti nuovi cittadini saranno chiamati a contribuire a tutela-re il nostro patrimonio. La conoscenza dell’arte e dellastoria locali può quindi promuovere integrazione e co-esione sociale e favorire lo sviluppo di un sentimento diidentità e appartenenza.Per iscriversi ai corsi, bisogna andare sul sito www.ami-cidelfai.it

Simona Brambilla

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13maggio 2012

Fratelli Gatti: una curiosa storia di zonaLa zona 4 riserva sempre sor-

prese. Come quel vecchio an-golo di Milano che sopravvi-

ve ancora dietro il muro del distri-butore di via Lombroso: la cinque-centesca cascina Mancatutto dellaquale non racconteremo la storia, maquella dei suoi proprietari, i fratelliGatti eredi dei fittavoli dei terreni deiconti Rapazzini che si estendevanodove ora sorge l’Ortomercato e le or-mai abbandonate strutture del Ma-cello.Giuseppe e Paolo hanno costruito fi-no agli inizi degli anni Ottanta ville.Non vere e proprie ville, ma model-

lini che ricchi arabi commissionava-no loro per rendersi conto “tridi-mensionalmente” dell’aspetto dellacostruzione e apportare eventuali mo-difiche prima di dare il via ai lavori. “Non abbiamo solo costruito ville maanche modelli di centri commercia-li, di scuole, moschee, impianti spor-tivi, tutti poi realizzati nei Paesi ara-bi, che realizzavamo con diversi ma-teriali per farle apparire il massimo

realistiche. Utilizzavamo legno, ac-ciaio e plastica sagomando, taglian-do, piegando per ottenere una visio-ne quasi perfetta di quello che sa-rebbe poi stato costruito in grandez-za naturale”.Lavori molto accurati, di cesello, do-ve ogni particolare era riprodotto fe-delmente grazie alla manualità chefin da ragazzino Giuseppe, il mino-re dei due, aveva acquisito imparan-do il mestiere presso fabbri e torni-tori che avevano “bottega” nella par-te della cascina che occupava un tem-po lo spazio del distributore. “Dopola scuola, andavo non solo a curio-

sare, ma ad imparare a piallare, levi-gare il legno, a tornire il ferro. Que-sta manualità è stata utile quando conmio fratello abbiamo iniziato”.“Abbiamo anche realizzato in plexi-glas modellini di boccette di profu-mi per una nota ditta, – intervienePaolo -. uova di Pasqua in vetroresi-na per foto pubblicitarie (sotto i ri-flettori delle sale di posa quelli verisi scioglievano), riprodotto scatolet-

te di alimenti per gatti più grandi delnormale, sempre per esigenze foto-grafiche. Ricordo anche ditte che vo-levano la riproduzione tridimensio-nale del proprio logo per rendersiconto dell’impatto visivo. Il mio in-teresse giovanile per le macchine miè stato di aiuto permettendomi di av-viare, con mio fratello, una vera epropria attività”.Un lavoro che permetteva a Giusep-pe e Paolo di vivere e “anche paga-re le tasse che ci erano capitate ad-dosso per via della successione”.Un progetto non realizzato?“Un termografo clinico che sarebbedovuto servire per effettuare unoscreening di massa sulle donne perrilevare eventuali segni, superficiali,di tumore al seno. Un apparecchio sulquale la ditta che ci aveva commis-sionato il prototipo puntava molto,ma che invece fu messo in un angoloper un semplice motivo. Un lumina-re del settore ne preferì un altro”.I fratelli Gatti hanno anche lavoratoper la Vortice costruendo il modellodi un ventilatore, l’Ariante, assiemead altri prodotti della fabbrica cheiniziò l’attività in viale Montenero.Poi i tempi si evolvono, i primi pc siaffacciano sul mercato e con loro iprogrammi di disegno CAD. Con unmouse si possono disegnare oggettie vederli in diverse prospettive e co-sì le commesse diminuiscono. Trop-po oneroso per i due fratelli stare die-tro alle nuove tecnologie, impegna-re capitali per i continui aggiorna-menti tecnici, e così a malincuore lasocietà chiude.Stare con le mani in mano non è nel-le corde di Giuseppe: c’è il giardinoe l’orto (la laurea in agraria è nel cas-setto) e il suo carattere lo porta a cer-care qualcosa che lo impegni. Ri-prende in mano gli attrezzi e si met-te a restaurare mobili antichi, ma siiscrive anche a un corso di chitarraal Conservatorio.“Troppo impegno e allora lascio –interviene Giuseppe -, ma non la pas-sione per le chitarre”. E qui inizia la

sua nuova “carriera”: “Dopo aver vi-sto una mostra di Raspani, decido diiscrivermi ad un corso di liutaio”. Inizia a studiare i legni che danno isuoni migliori, quanto tempo devo-no stagionare, come tagliarli, as-semblarli, costruire ponti e manici(salvo la parte meccanica che servea tendere le corde). Mentre raccontale varie fasi di lavorazione, ci mostrala particolare attrezzatura che servead assemblare le parti superiore edinferiore della cassa armonica con lafascia laterale e per incollare il ma-nico spiegando quale lavoro di pre-cisione c’è dietro il decoro del bor-do del foro della parte superiore del-la cassa. Tanti piccoli listelli di legnodi diversi colori uniti e tagliati a fet-te sottili che si incastrano per crearei disegni del cerchio. “Il legno migliore per le chitarre è lojacaranda o palissandro del Rio Gran-de. Un legno ad altissima densità, dif-ficile da tagliare ma facile a creparsise non lo si lascia stagionare e sec-care perfettamente. Infatti cresce nel-le zone umide e assorbe un granquantitativo di ossalati che alla finearrivano in superficie e lo rendonoopaco o procurano piccole crepe che

comunque non compromettono ilsuono. Ottimi anche il ciliegio e il ci-presso che danno suoni più alti, mail massimo della completezza armo-nica si ha dal palissandro”. Fino ad oggi dalle sapienti mani diGiuseppe sono uscite cinque chitar-re in attesa di un compratore e cherecentemente hanno fatto mostra disé in una manifestazione dedicata aquesto strumento. Il vulcanico Giuseppe ha anche ungrande passione, la cucina: una pas-sione ereditata dalla madre “bravis-sima cuoca” afferma orgogliosa-mente Paolo, e questo spiega la cu-ra per l’orto. Infine i fiori e le piante,come la bellissima magnolia che inprimavera è una macchia bianco ro-sa che sopravanza il muro di cinta, ele altre piante che riempiono il giar-dino. Quanto ci tenga Giuseppe lo sicapisce dalle sue parole: “Vieni – midice -. Prima di berci un caffè devoandare nella serra (ovviamente l’hacostruita lui) a mettere le trappole.Ci sono dei topini che mi mangianoi bulbi. Non voglio restare senza fio-ri il prossimo inverno”.

Sergio Biagini

Per quanto la natura ci abbia dotato di due dentizioni, ladecidua e la permanente, quest’ultima per cause diversequali infezioni, trascuratezza, traumi, malformazioni, ecc…nell’arco degli anni può venire compromessa anche a talpunto da dover arrivare all’edentulismo, ovvero la perditatotale di tutti gli elementi dentali. La sostituzione di questi denti, per poter ritornare ad ave-re la funzionalità e il sorriso, si può risolvere principalmentein tre modi:

PROTESI TOTALE MOBILEPROTESI TOTALE ANCORATA

PROTESI TOTALE FISSA

Quest’ultima necessita dell’inserimento di 4/6 impianti en-dossei nel mascellare o mandibolare in modo simmetrico suiquali viene costruita una protesi in oro ceramica, o con altrimateriali rigidi, che viene poi fissata agli impianti. Il pazien-te non la deve più rimuovere.

La PROTESI TOTALE MOBILE è la sostituzione di tutti i dentipersi con una protesi che si adagia sulla gengiva e con uneffetto di aderenza ne mantiene la posizione.

La PROTESI TOTALE ANCORATA è l’evoluzione della prece-dente rivolta a pazienti più informati e più esigenti. Permet-te, con l’inserimento di 2/3/4 impianti, a seconda del caso e

della possibilità, di bloccare e stabilizzare con degli attac-chi la protesi, con i benefici di avere sempre una protesi sta-bile in qualunque momento, perfettamente ferma, più leg-gera, senza palato, meno fastidiosa, perché l’appoggio sul-la gengiva è più ridotto e dà la possibilità di gustare mag-giormente i sapori in quanto le papille gustative rimangonopiù esposte. Ha inoltre il vantaggio di essere sempre ben detergibile inquanto è facilmente rimovibile e non ha bisogno di pastaadesiva. E’ meno costosa della fissa, ha dei costi di manutenzione ri-dotti e in caso di rottura accidentale o modifiche può esse-re sistemata in tempi rapidi.

L’ultimissima generazione della protesi mobile porta alla ri-cerca di materiali sempre più innovativi. E’ nata per questo laPROTESI IN NYLON, materiale elastico, morbido e più fles-sibile che permette una calzabilità più delicata mantenen-do un appoggio gengivale più piacevole, meglio tolleratonell’arco della giornata; può essere sempre stabilizzata conl’ausilio di impianti endossei in una sola seduta.

E’ ovvio che i pazienti non sono tutti uguali e le protesi van-no progettate e costruite per ogni singola bocca dopo un’at-tenta valutazione e diagnosi del caso.

Direttore sanitario Dr. Saad

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14maggio 2012

Con questo articolo sia-mo giunti al tratto cen-trale dello spezzone di

Bastioni che stiamo percor-rendo: viale Regina Marghe-rita. Occorre subito precisareche il tratto in questione è laparte rimasta del lungo vialededicato all’illustre personag-gio: infatti tutto il tratto daPorta Vittoria a Porta Roma-na, che inizialmente era dettoBastioni di Porta Romana, neitardi anni ’20 del XX secolovenne dedicato alla ReginaMargherita; negli anni ’50 del-lo stesso secolo però la partedi esso compresa tra corso diPorta Romana e via Lamar-mora venne dedicata a EmilioCaldara.Questa dedicazione alla Regi-na (che non era un personag-gio storico milanese, a diffe-renza ad esempio di BiancaMaria Visconti o di Gian Ga-leazzo) fu probabilmente do-vuta alla sua popolarità, au-mentata ancora di più dopo lasua morte, avvenuta il 4 gen-naio 1926; del resto, come nonmolti sanno, il viale ReginaGiovanna (in zona Buenos Ai-res) le fu dedicato, unico casoa Milano, mentre era ancora invita. La struttura del viale ReginaMargherita si differenzia daquella di viale Bianca Mariain quanto lo spartitraffico èstretto e non percorribile a pie-di; in compenso sui lati si tro-vano gradevoli alberature dafiore. Percorreremo quindi il

viale su uno a scelta dei duelati, pronti ad attraversare lastrada ai semafori; iniziamo al-lora la nostra passeggiata par-tendo da piazza Cinque Gior-nate.Gli edifici sugli angoli destroe sinistro della piazza sono en-trambi eleganti, ma quello adestra, che vanta una lungabalconata e numerosi fregi al-l’ultimo piano, ha anche unacaratteristica curiosa: l’e-dificio infatti ha due in-gressi, di cui uno si rife-risce al civico 4 di piazzaCinque Giornate e l’altroal civico 43 di viale Re-gina Margherita, la casaè quindi a cavallo delconfine tra le due strut-ture viarie. Adiacente sitrova il civico 41, dotatoanch’esso di fregi all’ul-timo piano, ma con bal-concini invece della bal-conata.Siamo così giunti alloslargo in cui convergononumerose vie oltre al no-stro viale: sulla sinistrasi trova via Vicenza, chepoi prosegue in zona 4con il nome di via Anfossi,mentre sulla destra si trovanole vie Fontana e Visconti Ve-nosta. Su questo lato si trova-no due edifici degni di nota: ilprimo è quello sull’angolo, chegira intorno con forme ton-deggianti (in realtà poligona-li) ed eleganti (ad esempio ibow-windows che lo caratte-rizzano) e dotato di una bella

balconata sul tetto.Il secondo è il civico 39 delviale, che si trova leggermen-te arretrato rispetto alla suacarreggiata proprio a motivodello slargo. Questo palazzo siallunga sulle vie circostanti(dove pure ha ingressi indi-pendenti) ed ha un portone so-vrastato da un timpano spez-zato, sopra cui il balcone, lar-go come l’intera facciata e pro-

lungato sui lati, ha un interes-sante arco di accesso affianca-to da quattro lesene; ancora so-pra si trova un balcone a treaccessi, di cui quello centrale èsovrastato da un timpano; an-cora sopra, un’altra balconatae infine l’ultimo piano dove sitrovano fregi in bassorilievo.Oltre lo slargo, sulla destra sitrova un curioso edificio dalla

pianta a forma di boo-merang, seguito da unapalazzina sulla cui fac-ciata d’angolo (con viaBesana), al primo pia-no, si trovano due vasicon altorilievi in stileneoclassico. Sulla sini-stra invece, dopo l’ele-gante palazzo d’ango-lo, si trova quello rife-rito ai civici 28 e 26 e

ricco di spunti interessanti. Siinizia notando la simmetriadell’insieme, in intonaco emattoni vivi, con le arcate alprimo piano e le due logge alsecondo piano che caratteriz-zano l’intero edificio; al di so-pra, in quello che fu l’ultimopiano prima di uno sciaguratosopralzo, si trovano bifore se-parate da motivi floreali affre-

scati.Superato l’incrocio con la viaFratelli Campi, che proseguein zona 4 con il nome di viaSpartaco, sullo stesso lato tro-viamo alcune simpatiche pa-lazzine policrome, con una se-quenza di negozi a cui vengo-no anche attribuiti i numeri ci-vici del viale. Sul lato opposto invece il via-le si apre in un ampio spazioverde: si tratta della Rotondadi via Besana, di cui ho giàparlato a suo tempo e di cui ri-corderò solo che si tratta del-l’antico cimitero (o “Foppo-ne”) di San Michele, cui è de-dicata la chiesa interna (i cuicapitelli hanno fregi a formadi teschio) e che è da tempoluogo di eventi culturali (oradovrebbe esserlo con una spe-

cifica attenzione ai bambini).Mi sia consentito infine di ri-badire che la dizione correttanon è “Rotonda della Besana”,in quanto si fa riferimento alcapitano della Guardia Civica(e in seguito garibaldino) En-rico Besana.Proseguendo sullo stesso lato,si trova un altro spazio verde,un po’ rientrato: si tratta del re-tro dell’ospedale il cui ingres-so principale si trova in via Pa-ce, e vi si trovano interessantialberature; a seguire, un grup-po di edifici con motivi deco-rativi quali timpani e lunette ciconduce alla via Lamarmora equindi al termine del tratto diviali dedicato alla Regina Mar-gherita; ma sul lato opposto,gradita reminiscenza del pas-sato, si trova ancora un trattodelle Mura Spagnole, ossia deiBastioni, che ospita un gra-zioso giardinetto in cui si tro-va, sul lato di viale Monte Ne-ro, anche una gradevole pic-cola vasca d’acqua in pietra.Vale la pena infine di ricorda-re che, nell’area compresa traquesto viale e la via Pace, sitrovava l’Opera Pia Valetudo,fondata dai coniugi Clementi-na e Guido Sacchi nel 1929 eattiva fino al 1952 nella curadelle malattie veneree, conparticolare riferimento a “bam-bine e giovani donne, conva-lescenti da infezioni celtiche”. Nel prossimo articolo ci occu-peremo del tratto successivodi questa circonvallazione, de-dicato a Emilio Caldara.

Bastioni: viale Regina MargheritaA cura della Fondazione Milano Policroma - Testo e fotografie di Riccardo Tammaro

LA ZONA 4 SECONDO SAMANTHA

25. VIA TACITO

Ciao a tutti sono la non più risorgimentaleSamantha. Dunque, Tacito, cioè TacitoCornelio, era nato a Terni nel 55 d.C., ed

è morto nel 120. Di mestiere faceva l’avvocato,e pare fosse gran bravo, ma poi si è messo anchea fare lo storico, si vede che tempo ne aveva, eha scritto un fracco di cose di quelle che dopo fi-niscono nei libri di adesso, e ci tocca fidarci, co-sì se lo storico ce l’ha con qualcuno il poverettoviene bollato per l’eternità, come per esempioGiulio Cesare, che stava sulle scatole a Cicero-ne, che lo chiamava “marito di tutte le mogli emoglie di tutti i mariti”, e gli storici ci han mes-so sopra il cappello così adesso Cesare, nonostantele quattro mogli e quella sventola della Cleopa-tra, passaper, dicia-mo, moltosocievole emoderno.A leggerlo,il Tacito,viene fuoriche gli im-peratori ro-mani, da Tiberio a Nerone, chi più e chi menoerano tutti dei pervertiti pazzoidi e sanguinari, emagari è vero, i romani amavano il sangue, si di-vertivano a veder la gente che si accoppava neicirchi o che scannava poveri animali che aveva-no solo voglia di essere lasciati in pace, sul “san-guinari” potrebbe non pioverci. Ma il nostro Ta-cito ci è andato giù d’un duro che, se solo mi az-zardassi a citarne qualcuna di quelle toste che hascritto, qua al giornale scatterebbe una censurache neanche ai tempi dell’inquisizione, perciò sevolete saperne di più leggetevi gli “Annali” o le“Storie”. Il Tacito è stato anche senatore, pa-zienza se nella Roma imperiale i senatori conta-vano quanto il due di coppe quando la briscola èa bastoni (questa me l’aveva spiegata la bonani-ma di mio nonno Luiss, che era un esperto), e al-la sua epoca l’imperatore era nientemeno che Do-miziano, cioè un altro tipetto di quelli che è pas-sato alla storia come uno che era meglio nonscherzarci. Insomma a fare politica nella Romadi quei tempi c’era il rischio di lasciarci le buc-ce da un momento all’altro, mentre invece ades-so i politici…ah è finito lo spazio? Sì-sì, ho ca-pito, chi ha orecchie per intendere intenda, quami si…tacita. Vabbe’, alla prossima.

Samantha

Il termine postura in questi ulti-mi tempi è diventata una paroladi uso comune; essa indica unmodo di essere e di vivere, un at-teggiamento, un modo di stare inpiedi, di camminare, di respira-re. Essa è il frutto di un insiemedi esperienze, traumi, dolori, ipo-cinesie, ipercinesie, tensioni,stress, che si è andata strutturan-do ed adattando giorno dopogiorno fino a farci assumere l’aspetto che ab-biamo oggi. Per questo ciascuno di noi ha unapropria postura specifica, perché è il risulta-to del nostro vissuto e di tutte le nostre espe-rienze.

In questo lungo processo, grande attore pro-tagonista è il diaframma, muscolo principa-le della respirazione, situato fra torace e ad-dome, a forma di grande cupola asimmetri-ca. Essendo costituito da tessuto muscolare,esso è soggetto alle stesse leggi di qualsiasialtro muscolo. Nel corso del tempo a causadi stress, tensioni prolungate, un’attività fisi-ca inadeguata, ansie ed angosce, anche il dia-framma diventa “retratto”e può quindi di-ventare responsabile di dolore (algie).

Ma come può avvenire ?

Ciò avviene perchè ogni muscolo è capace,nelle sue funzioni quotidiane, unicamente dicontrarsi e decontrarsi. Cioè non è assoluta-mente in grado di “riallungarsi”, di riportar-si in modo autonomo nella posizione origi-nale, se non per mezzo del muscolo antago-nista.Quando un muscolo è rimasto troppo alungo contratto, (come ad es. un braccio in-gessato o una parte del corpo immobilizzataper una frattura). passa alla condizione di“retratto”, cioè definitivamente accorcia-to, per cui non riuscirà più a “riallungarsi”per mezzo del muscolo antagonista, ma soloed unicamente con particolari tecniche di “al-lungamento muscolare globale decompensa-to”.A questa legge non sfugge neppure il dia-framma; se le sue fibre sono diventate retrat-

te, significa che i suoi estremi si sono dovu-ti ravvicinare, così che ne risulterà inevita-bilmente anche una modificazione delle suefunzioni. La cupola si ritroverà più bassa etesa rispetto alla posizione ideale e la sua ca-pacità ventilatoria verrà inevitabilmente mo-dificata; quindi la sua funzione risulterà com-promessa e il torace stesso potrà deformarsi.

In che modo?1. Un diaframma teso e retratto, oltre al fat-to primario di perdere una parte della sua“corsa”, comprimerà costantemente lo sto-maco,andando a disturbare le sue funzioni.Un punto limite per tale disturbo potrebbe es-sere l’ernia jatale creando compressioni sututto l’apparato digerente.

2. Anche il sistema linfatico ne risentirà ne-gativamente, mancando di quella compres-sione e depressione sulla cisterna di Piquè.

3. Il diaframma, essendo intimamente con-nesso al cuore attraverso il legamento freno-pericardico, quando è teso traziona tale lega-mento più in basso del dovuto, creando sgra-devoli sensazioni nella zona cardiaca (disagie dolori).

4. La colonna vertebrale verrà disturbata per-ché il diaframma si inserisce su di essa attra-verso i suoi potenti pilastri nella zona lom-bare; per questo motivo, ad esempio, alcunepersone rimangono con la schiena bloccatadurante uno starnuto.

5. Ma una scarsa funzione del diaframma, chesignifica in primo luogo scarsa respirazione,obbligherà i muscoli respiratori accessori del

collo e delle spalle ad agire alposto del diaframma stesso.Questo sovraccarico di lavo-ro e di tensione per i muscoliaccessori, che in realtà è pre-visto solo in particolari casi(corsa, sforzo fisico, etc.),provocherà inevitabilmente lacompressione e lo schiaccia-mento di tutto il tratto cervi-cale con seri problemi alle

spalle ed al collo: cervicalgie, artrosi, pro-trusioni, cervicobrachialgie, spalle dolorose.

Risulta con evidenza, quindi, come una cor-retta respirazione sia davvero fondamentaleper godere di buona salute.Quando ci si trova di fronte ad un diaframmaalterato bisogna trattarlo in modo particola-re, ricorrendo, se necessario, a manovre spe-cifiche, che devono venir eseguite in postu-ra corretta. Il metodo da me utilizzato è “l’allungamento muscolare globale decompen-sato metodo Raggi®” con Pancafit®” per agi-re su tutto il corpo ed evitare che il problemasi sposti da una parte all’altra, senza risol-verlo.

Paolo Beretta(Massofisioterapista, Chinesiologo)

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LE DONNE SI RACCONTANO

10 maggio ore 18.30Donne nella storia, storia senza donne?Quante donne nella storia…eppure quellascritta sembra una storia senza donne. Dovesono? Come trovarle? Come raccontarle?Angela Giannitrapani intervista GraziellaBernabò, saggista e critica letteraria, Bar-bara Mapelli, saggista e docente di Pedago-gia delle differenze di genere all’Universitàdi Milano Bicocca

24 maggio ore 18.30Scrittrici di storia e di storieLe donne che raccontano e che si racconta-no: dalla realtà alla narrativa. Maria Cristi-na Koch intervista: Grazia Livi, scrittrice esaggista e Valeria Palumbo, Caporedattorecentrale de ‘L’Europeo’ e storica

7 giugno ore 18.30Le donne nell’arte, l’arte delle donneArtiste allo specchio: come si rappresenta-no?Maria Cristina Koch e Angela Giannitra-pani intervistano: Margherita Antonelli, at-trice; Giovanna Basile, scultrice; PieraGiacconi, cantastorie

CENTRO CULTURALE INSIEMEVia dei Cinquecento 1a

Sabato 19 maggio ore 21UN PALCO ALL’OPERA: UN BALLO IN MASCHERAdi Giuseppe VerdiTravestimenti, amori, gelosie… musicasublime !Riduzione filmica e commento di G. Guar-damagna

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Fino al 12 maggioMostra fotografica SOTTO LE BOMBE DI HITLER. LA BATTAGLIA D’INGHILTERRAA cura di: Alessandro Luigi Perna – History &PhotographyOrari di apertura:lun–ven 10-15; sabato14.30–18.30

Dal 19 maggio al 2 giugno COLLETTIVA DI ACQUARELLO: espongono Paola Musajo Somma e le sueallieve: Antonella Zublena, Teresa Ancona,Laila Baila, Graziana Bernasconi, AnitaMandarini, , Patrizia Rebosio, Dea Lat-tanzi, Floriana Blejnat, Laura Barsottini.Inaugurazione: 19 maggio dalle 17.30. Ora-ri: da lunedì a venerdì dalle 11 alle 15, dome-nica dalle 11 alle 19

GALLERIA RUBINvia Bonvesin de la Riva 5

tel. 02 36561080 [email protected]

Fino al 14 maggio BERLINO COME NEW YORKMostra di pittura. Espongono: Stefan Hoe-nerloh, . Andrea Chiesi e Roman Lipski

18 maggio - 25 giugno LUCA REFFO. CLOSE TO MECuratore: Marco Meneguzzo. Inaugurazione:giovedì 17 maggio ore 19.00. Orario di aper-tura: da martedì a sabato 14.30 - 19.30 e suappuntamento

GALLERIA BIANCA MARIARIZZI & MATTHIAS RITTER

Via Cadolini 27 - Tel. 02 58314940info@galleriabiancamariarizzi.comwww.galleriabiancamariarizzi.com

2 maggio-2 giugnoMUSTICA. SPARKLECatalogo a cura di Fortunato D´Amico

5 giugno – 7 luglio LUCA GASTALDO. SENZA TEMPOa cura di Alberto Mattia MartiniInaugurazione martedì 5 giugno, ore 18 – 22Orari: martedì – sabato dalle 14.30 alle 19.Domenica e lunedì chiuso.

SINISCALCO ARTEVia Friuli 34 - Tel/Fax: 02 55199958

e-mail: [email protected] www.siniscalcoarte.com

Dal 9 maggio al 9 giugnoMARIO GIAVINO. TRA SEGNO E SCRITTURAOrari: martedì - sabato 10-13 / 15.30-19.30

GALLERIA FAMIGLIA MARGINIVia Simone D’Orsenigo 6

www. famigliamargini.comfamiglia [email protected]

Fino al 26 maggio NEW PEP“Il quadro non è che un prodotto”Mostra personale di Pep Marchegiani, a curadi Giovanna Lacedra e Grace Zanotto.Orari: dal martedì al giovedì dalle 14 alle 20

15

BIBLIOTECA CALVAIRATEVia Ciceri Visconti 1, ang. piazza Martini

PAROLIAMOCiclo di incontri e gruppi di parola sul dis-agio contemporaneo, a cura di Jonas onlus,Centro di clinica psicoanalitica per i nuovisintomi.Mercoledì 23 maggio ore 18.15Adolescenza e bullismo: le (dis)avventure della crescitaGruppi di parola: mercoledì 30 maggio, 6giugno ore 18.15

OTTAVANOTA via Marco Bruto 24 - Tel. 02.89658114

392.6236384 - [email protected]

Domenica 13 maggio ore 21Simone De Pasquale, violino - Maria Sil-vana Pavan, pianoforteMusiche di W. A. Mozart, E. Grieg, S. Rach-maninov

27 maggio ore 21 Angelo Calvo, violino - Maria Calvo, vio-loncello - Alessandro Nardin, pianoforteMusiche di L.Van Beethoven e J. Brahms

10 giugno ore 21Triskelion EnsembleMaria Rosaria Cannatà , soprano - Vin-cenzo Petrucci, baritono - Valeria Squil-lante, violinoSimone De Pasquale, viola - Maria Silva-na Pavan, pianoforteVincenzo Squillante: Dodici Liriche recita-te e cantate del poeta Salvatore Quasimodo

LA CASA DELLA POESIA DI MILANO

Palazzina Liberty, Largo Marinai d'Italiawww.lacasadellapoesia.com

tel. 327 3509913

giovedì 17 maggio ore 21Il lungo respiro del verso, quattroincontri sul poemetto italiano contemporaneoQuarta serata: Giancarlo Majorino e Stefa-no Raimondi, a cura di Milo De Angelis

BIBLIONOTEpresso Biblioteca Calvairate,

via Ciceri Visconti 1

Venerdì 18 maggio ore 18.15 “Note al pianoforte” Liszt e l’ItaliaAlla Cappella Sistina, Dopo una lettura diDante, Giochi d’acqua alla villa d’Este, Leg-genda n. 2, Rigoletto, parafrasi da concertoAdalberto Maria Riva, pianista e relatore

Venerdì 25 maggio ore 18.00I giovani suonano per i giovaniConcerto musicale dei migliori allievi dellaOfficina della Musica di Milano

maggio 2012

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Domenica 20 maggio ore 19 “Note al pianoforte” Liszt e l’ItaliaEntrata libera (con colletta facoltativa)

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615 – www.tea-

trosilvestrianum.it

domenica 27 maggio ore 12.00“A MEZZ DÌ…” Rassegna di musica da ca-mera a cura de Le Cameriste Ambrosiane

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Conferenze mensili sul tema: IL CAMMINOVERSO IL BENESSERE. PERCORRIA-MOLO INSIEME!Giovedi 24 maggio ore 21.00IL MAL DI SCHIENA CAUSA DI MAL…ES-SERE. CONSIGLI PRATICI PER AFFRON-TARLORelatore: Paolo Beretta, M.F.T., Chinesio-logo, Posturologo Prenotazione obbligatoria allo 02-39440752o scrivere mail [email protected]

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Incontri gratuiti con iscrizione obbligatoria(fino a quattro giorni prima dell'iniziativa elimitatamente al numero di posti disponibile,via e-mail a [email protected], viasms/telefono al 347-9684787, indicando ses-so, età, nome dei bimbi partecipanti).Al sabato mattina, in due diverse sedi: 19 maggio e 9 giugno a “Il Sicomoro” viaRogoredo 29, www.asilo-sicomoro.it12 e 26 maggio, 16 giugno ad “Altrotem-po” via Ferrini 11, www.altrotempo.it

NAMUR IL POSTO DEL RESPIROVia Spartaco 29, ingresso da via Paullo 16,

tel. 02 87073490 / 348 8508160

Sabato 12 e mercoledì 16 maggio orario10-19GIORNATE APERTE FELDENKRAISLezioni di prova gratuite del metodo Felden-krais per prendere coscienza dei propri mo-vimenti, a cura di Francesca Fabbris. Preno-tazione obbligatoria

17 maggio dalle 20 alle 21LEZIONE QI GONGLezione gratuita di QI GONG per manteneree ripristinare un corretto stato di salute psi-co-fisico, a cura di Marta Regina. Prenota-zione obbligatoria.

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16 maggio 2012

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - Biglietteria: 02 36503740

e-mail: [email protected]

3 maggio - 3 giugnoRE LEARdi William ShakespeareRegia Riccardo Magherini con FrancescoPaolo Cosenza, Maria Eugenia D’Aquino,Riccardo Magherini, Annig Raimondi, Anto-nio Rosti.Orario spettacoli: mar-sab ore 21.00; domore 17.00

POLITEATROViale Lucania 18 – www.ilpoliteatro.org

Sabato 12 maggio ore 21.00GRAN GALÀ DELLA COMICITÀ con Jenky Calimerò Max Pieriboni GigiTravostino Ruben Spezziati Gianni AstoneCosto del biglietto: 8€

18 maggio ore 20.30ROMANTICISMI IN MUSICAA cura de Il Clavicembalo VerdeMILANO MUSIC MASTERSCHOOL:maratona musicale

20 maggio ore 21MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE Spettacolo in favore di Emergency

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

www.teatrofrancoparenti.it

8-13 maggio OPERETTE MORALIdi Giacomo Leopardi - adattamento e regia diMario Martone

14 maggioPACIFICO IN CONCERTO: UNA VOCE NON BASTAnuovo album di uno tra i più prestigiosi can-tautori italiani

15-20 maggioFUORI CASAdi Antonio D'Ausilio e Federico Andreotticon Antonio D'Ausilio – regia di FedericoAndreotti

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 70 – tel 02 49472369

www.spaziotertulliano.it

9 - 13 maggioHOW DOES IT FEEL?Something about BOB DYLANcon Carlo Roncaglia: voce e chitarre, EnricoDe Lotto: contrabbasso, Marco Orsenigo:chitarre e percussioni; testo: Emiliano Poddi.Regia: Carlo Roncaglia

16 - 20 maggioSACCARINAtesto di Davide Carnevali, finalista al premioRiccione 2007 - diretto ed interpretato da Fa-brizio Martorelli, Silvia Giulia Mendola, Al-berto Onofrietti

Orario spettacoli: da mercoledì a sabato ore21.00 domenica ore 16.00

TEATRO ARCACorso XXII Marzo 23 –e mail: [email protected]

Venerdì 11 maggio ore 21TEATRO2 presentaRUMORI FUORI SCENAdi Michael Frayn - Regia: Daniele Bentive-gna - Daniele CamiciottiIngresso: € 5,00

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

www.teatrosilvestrianum.it

Sono aperte le preiscrizioni per gli abbona-menti della Stagione 2012/2013. Si potrà, sen-za alcun impegno, prenotare il posto preferito,salvo disponibilità, di persona presso la segre-teria del teatro da lunedì a venerdì 16.30/18;per telefono, lasciando sulla segreteria telefo-nica il proprio recapito, sarete richiamati al piùpresto; via e mail all’indirizzo [email protected] coloro che effettueranno la preiscrizione en-tro il 15 giugno verrà riservato un piccoloomaggio

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel 02 55181377 – 02 55181362

Fino al 13 maggioGUIDA ALLA SOPRAVVIVENZA DELLE VECCHIE SIGNOREdi: Mayo Simon – Regia di Giuseppe Pam-bieri - Interpreti principali: Marina Bonfigli,Isa Barzizza

TIEFFE TEATRO MILANOvia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592538

11 maggio - 3 giugno IL MAESTRO DI VIGEVANOPrima nazionale. Adattamento teatrale diEmilio Russo dal romanzo di Lucio Mastro-nardi - regia di Marco BalbiMercoledì 16 maggio, ci si può fermare dopolo spettacolo per incontrare la compagnia.

Orari: martedì, giovedì, venerdì e sabato ore21.00 – mercoledì ore 19.30 – domenica ore17.00

CINEFORUM OSCARA cura del Centro Culturale ARBORVia Lattanzio 58 – tel 02 55194340

Di lunedì, due spettacoli: ore 15.15 e ore21.00. Biglietto singolo: 5 euro

14 maggio: E ORA DOVE ANDIAMO di Nadine Labari

21 maggio: WE WANT SEX di Nigel Cole

28 maggio: SCIALLA di Francesco Bruni

CINEMA TEATRO DELFINOVia Dalmazia 11 tel 340 1030062

CINEMACAFFE’Tutti i lunedì alle ore 20.45. Prima di ogniproiezione verranno offerti caffè e assaggi didolce. Ingresso € 5.00

14 maggio: MIRACOLO A LE HAVREdi Aki Kaurismäki

21 maggio: THE HELP di Tate Taylor

28 maggio: LE IDI DI MARZO di George Clooney

CONCERTI IN PERIFERIA 2012 Quarta Edizione

Parte in questi giorni la quarta edizione dellarassegna musicale “Concerti in Periferia”,promossa dalla Consulta Periferie Milano,organizzata dalla Fondazione Milano Poli-croma e realizzata dall’associazione musicale“Il Clavicembalo Verde”.Si tratta di un cartellone (che si chiuderà il 13giugno) che riunisce più di 50 concerti, traquelli organizzati direttamente per la rasse-gna e quelli già in programma nelle periferiemilanesi, inteso a promuovere e far conosce-re al meglio la vivacità culturale delle realtàche vi operano.Questi i concerti che si svolgeranno in questaparte della città:12 maggio ore 17.30 a Nocetum, via San Dionigi 77

CONCERTO DI MUSICA CLASSICA NELL’AMBITO DELLA FESTA DEL BORGO23 maggio ore 21 a Nocetum

CONCERTO JAZZ MELODICO25 e 26 maggio ore 21 presso la parrocchia delle Medaglia Miracolosa

CONCERTI DI MUSICA SINFONICA PERORCHESTRA

Oltre a questi vi sono altri concerti alla Pa-lazzina Liberty, al Politeatro e in altri luogidella zona: il programma completo della rassegna si tro-va sul sito www.milanopolicroma.it. Tutti i concerti sono gratuiti. Per informazio-ni e prenotazioni: [email protected]

SPETTACOLI