Comunicazione pubblicità

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Si può applicare l’analisi transazionale alla pubblicità?

L’analisi transazionale analizza la comunicazione tra almeno due individui, è vero. Si usa soprattutto in psicoterapia, per migliorare noi

stessi, per conoscerci e per conoscere gli effetti e le intenzioni di tutto quello che diciamo e facciamo agli altri e con gli altri.La pubblicità è una forma di comunicazione, la forma di

comunicazione persuasiva per eccellenza. E’ una comunicazione unidirezionale e non richiesta, i cui effetti non

si possono misurare direttamente. E’ quasi sempre una forma di comunicazione mediata, rivolta ad un

numero imprecisato di persone, e serve a modificare gli atteggiamenti rispetto all’oggetto della pubblicità.

Nonostante la mancanza di interazione, anche la pubblicità si può leggere secondo i principi dell’analisi transazionale.

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Possiamo vedere da quale Stato dell’Io proviene un messaggio pubblicitario, a quale Stato si rivolge, che transazione mette in atto, quale risposta vorrebbe ottenere.Quale forma di comunicazione persuasiva, la pubblicità può far leva su determinati stimoli, per esempio del Bambino o del Genitore, e ricorrere a certe transazioni, tra cui quella ulteriore, per ottenere le riposte volute.Ad esempio, una ditta di sistemi di allarme può ideare uno spot in cui fa leva sul bisogno di sicurezza insito nel Bambino, e veicolare il messaggio con una transazione complementare che parte dal Genitore, che, con toni materni e autorevoli, spiega i motivi (razionali o meno) per cui acquistare il prodotto.Gli esempi non mancano.Con un po’ di allenamento, le transazioni si possono individuare in gran parte della comunicazione above the line: spot tv, annunci stampa, comunicati radiofonici, televisivi e persino su internet.