Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

125
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA Facoltà di Psicologia Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali Corso di Laurea in Teoria e Tecnologia della Comunicazione Comunicazione in un progetto di Educativa di strada con strumenti web 2.0 Relatore: Prof. Roberto POLILLO Correlatore: Dott. Giuseppe SANGIORGIO Tesi di Laurea di: Nicole Valentina Serena COLOMBO Matr. 063968 Anno Accademico 2008/2009

description

Nicole Valentina Colombo, Tesi di laurea magistrale in Teoria e tecnologia della comunicazione, Università di Milano Bicocca (marzo 2010).Realizzata presso TangoLab.Relatore: R.Polillo

Transcript of Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

Page 1: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA

Facoltà di Psicologia

Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali

Corso di Laurea in Teoria e Tecnologia della

Comunicazione

Comunicazione in un progetto di Educativa di

strada con strumenti web 2.0

Relatore:

Prof. Roberto POLILLO

Correlatore:

Dott. Giuseppe SANGIORGIO

Tesi di Laurea di:

Nicole Valentina Serena COLOMBO

Matr. 063968

Anno Accademico 2008/2009

Page 2: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

2 2

Sommario

Sommario ................................................................................................ 1 

Introduzione ............................................................................................ 5 

Nota al lavoro .......................................................................................... 7 

1.  Premessa teorica: il web 2.0 ............................................................ 9 

1.1  User generated content .............................................................. 11 

1.1.1  Le foto e il photosharing con Flickr ...................................... 12 

1.1.2  I video e il videosharing con YouTube e Qik ......................... 13 

1.2  Gli strumenti web 2.0 ................................................................ 15 

1.2.1  Forum ................................................................................. 15 

1.2.2  Blog .................................................................................... 16 

1.2.3  Social network site .............................................................. 17 

1.2.4  Facebook ............................................................................ 18 

1.2.5  Ning .................................................................................... 21 

1.3  Real time web ............................................................................ 22 

1.3.1  Twitter ................................................................................ 24 

1.4  La gratuità del web 2.0 ............................................................... 25 

1.5  Cloud computing ....................................................................... 26 

2.  La situazione giovanile .................................................................. 28 

2.1  Condivisione sul senso delle politiche giovanili: intervista al dott.

Giorgio Prada ...................................................................................... 28 

2.2  Quadro statistico sui giovani della provincia di Varese ............... 33 

2.2.1  Quadro demografico ............................................................ 33 

2.2.2  Fenomeno migratorio .......................................................... 34 

2.2.3  Quadro demografico degli adolescenti nel territorio di Sesto

Calende-Vergiate ............................................................................. 38 

2.2.4  Abbandono scolastico ......................................................... 40 

2.2.5  Uso di sostanze psicoattive .................................................. 42 

2.2.6  Considerazioni degli educatori sui giovani ........................... 45 

2.2.7  Conclusioni ......................................................................... 45 

2.3  I giovani, le nuove tecnologie e la rete ......................................... 46 

Page 3: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

3 3

2.3.1  I giovani e le nuove tecnologie: i dati Eurisko ...................... 46 

2.3.2  I giovani e le nuove tecnologie: il punto di vista degli educatori

……………………………………………………………………..……..48 

2.3.3  I giovani e la rete: i dati Eurisko .......................................... 49 

2.3.4  I giovani e la rete: il punto di vista degli educatori ............... 51 

2.3.5  I giovani e la rete: la mappatura on-line del territorio di Sesto

Calende e Vergiate ........................................................................... 52 

2.3.6  Conclusioni ......................................................................... 55 

3.  Progetto ChiaVe ............................................................................ 57 

3.1  Motivazioni e origini del progetto ................................................ 57 

3.2  Obiettivi del progetto .................................................................. 57 

3.3  Attività del progetto .................................................................... 58 

3.3.1  Educativa di strada ............................................................. 59 

3.3.2  Interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e

straniera .......................................................................................... 61 

3.3.3  Accompagnamento al lavoro ................................................ 62 

3.3.4  Formazione degli operatori sociali ....................................... 63 

3.3.5  Eventi culturali: Fuori chi Legge .......................................... 65 

3.4  Chi partecipa al progetto ............................................................ 65 

3.4.1  I committenti: le amministrazioni comunali ......................... 65 

3.4.2  I partner: L’Aquilone Società cooperativa sociale .................. 66 

3.4.3  I destinatari del progetto: i ragazzi dell’Educativa di strada e i

giovani delle borse lavoro ................................................................. 68 

4.  Start-up del progetto ChiaVe ......................................................... 71 

4.1  Piano di comunicazione .............................................................. 71 

4.2  Con-t@tto Spazio Adolescenti ..................................................... 72 

4.3  Logo del progetto ChiaVe ............................................................ 75 

4.4  Materiale cartaceo per la conferenza ........................................... 76 

4.5  Incontri per la formazione degli educatori ................................... 81 

4.5.1  Organizzazione degli incontri ............................................... 81 

4.5.2  Primo incontro di formazione: introduzione al web 2.0 ......... 82 

4.5.3  Secondo incontro di formazione: strumenti web 2.0 ............. 83 

Page 4: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

4 4

4.5.4  Terzo incontro di formazione: format per il social network ... 84 

4.5.5  Quarto incontro di formazione: ABC della scrittura su web .. 85 

4.5.6  Quinto incontro di formazione: primi passi nel social network

su Ning ……………………………………………………………………….……86 

4.5.7  Considerazioni degli educatori sulla formazione .................. 87 

4.5.8  Considerazioni sugli strumenti proposti .............................. 87 

4.6  Ning ........................................................................................... 91 

4.6.1  Facebook ............................................................................ 95 

4.7  Manifesto pubblicitario .............................................................. 98 

5.  Conclusioni e sviluppi futuri ....................................................... 100 

5.1  Considerazioni finali ................................................................ 100 

5.2  Sviluppi futuri ......................................................................... 102 

5.2.1  Prossime iniziative sul web ................................................ 103 

6.  Allegati ....................................................................................... 107 

Allegato 1: Piano di comunicazione ................................................... 107 

Allegato 2: Slide secondo incontro di formazione ............................... 112 

Allegato 3: Slide terzo incontro di formazione .................................... 117 

Bibliografia .......................................................................................... 120 

Sitografia ............................................................................................. 121 

Ringraziamenti .................................................................................... 125 

Page 5: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

5 5

Introduzione

Scopo della tesi è capire come poter sfruttare alcuni strumenti web 2.0 per

continuare sulla rete una già consolidata esperienza di Educativa di

strada1 tradizionale.

La scelta di usare internet è data dalla naturale evoluzione della società e,

in particolare, del modo di vivere dei ragazzi. Se l’intento dell’Educativa di

strada è raggiungere i giovani nei loro luoghi abituali di ritrovo, oggi, è

impossibile non considerare il web.

La sfida interessante proposta da questo lavoro di tesi è quella di gettare le

basi per un buon intervento di Eds on-line.

Questa iniziativa s’inserisce nel progetto denominato “ChiaVe: un progetto

che apre le frontiere”, che prende il nome dai due Comuni capofila,

Chiasso e Vergiate.

Chiasso è un paese svizzero del Canton Ticino, vicino al confine con

l’Italia. Vergiate è un comune lombardo della provincia di Varese.

Il progetto è stato presentato per il finanziamento nell’ambito del

Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia - Svizzera

dell'Unione Europea.

Il progetto s’inserisce nelle azioni già attivate dal Piano di Zona e dai

Comuni, relative all’attuazione della ex-Legge 45/99 e della Legge 328.

Lo scopo principale è riprendere alcune azioni messe in atto con

precedenti interventi oltre che intraprendere nuove iniziative a vantaggio

dei giovani nel Distretto di Sesto Calende, comune limitrofo a Vergiate.

1 Educativa di strada abbreviata per comodità con la sigla Eds.

Page 6: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

6 6

La tesi si snoderà in cinque capitoli, ecco cosa si tratterà nel dettaglio.

1. Nel primo capitolo si espone lo stato attuale del web, con particolare

attenzione agli strumenti 2.0 più importanti e utilizzati, che potrebbero

essere usati per le attività del progetto.

2. Il secondo capitolo si focalizza sulla situazione giovanile e il rapporto

degli adolescenti con internet e le nuove tecnologie, attraverso

interviste e dati statistici.

3. Nel terzo capitolo si presentano obiettivi, attività e gli attori coinvolti nel

progetto ChiaVe.

4. Col quarto capitolo si entra nel vivo del lavoro svolto nell’ambito del

progetto. Sono qui presentate le azioni di comunicazione messe in atto

sia online sia offline. Una parte importante è dedicata all’intervento

formativo di alfabetizzazione al web 2.0, riservato agli educatori.

5. Nel quinto capitolo si espongono le valutazioni sulle azioni online, con

particolare attenzione alle riflessioni degli educatori. In conclusione,

saranno indicati gli sviluppi del progetto e le iniziative che si possono

intraprendere per migliorare l’azione sul web.

Page 7: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

7 7

Nota al lavoro

Il progetto ChiaVe nasce dall’impegno dei comuni di Chiasso e Vergiate,

ma, in questi primi mesi di avvio, nella realtà pratica un ruolo importante

è ricoperto dal comune di Sesto Calende.

La collaborazione con Chiasso è stata notevolmente ridimensionata

rispetto all’impegno iniziale, mentre la posizione di Sesto Calende è più

forte. Probabilmente questo è dovuto al fatto che gli educatori che

lavorano alle attività del progetto in Italia appartengono alla Cooperativa

L’Aquilone, che ha sede a Sesto.

Un’altra nota importante da fare è legata alle attività prese in

considerazione. Gli interventi messi in atto nella fase di start up del

progetto ChiaVe sono di varia natura. Alcuni sono legati alla

comunicazione istituzionale dell’intero progetto, altri supportano attività

già avviate sul territorio, come il portale Con-t@tto – Spazio Adolescenti.

Il progetto è composto da numerose attività: alcune vengono rilanciate,

come l’Eds, e altre sono appena nate. Di queste ultime la maggior parte

non è ancora iniziata, mentre solo una minoranza è già stata avviata,

come le borse lavoro.

Da notare, infine, che le attività del progetto sono focalizzate nel Distretto

di Sesto Calende, dove gli educatori de L’Aquilone operano lavorando su

diverse iniziative.

Questi sono i motivi per cui nei prossimi capitoli l’attenzione si focalizzerà

su diversi aspetti.

• Dall’intero progetto ChiaVe alle singole attività già avviate, in

particolare:

- comunicazione istituzionale legata al progetto

- integrazione di ChiaVe nel portale preesistente di www.con-

tatto.it

- social network su Ning dedicato all’Eds

Page 8: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

8 8

- azioni su Facebook relative all’Informagiovani di Vergiate e

all’Eds di Taino.

• Focus sul territorio di Vergiate e Sesto Calende

• Considerazione di attività extra progettuali, seguite dagli educatori

de L’Aquilone, come l’Eds di Taino.

Page 9: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

9 9

1. Premessa teorica: il web 2.0

Il web 2.0 è un nuovo modo di intendere la rete, ponendo al centro i

contenuti, le informazioni, l’utente e le sue interazioni2. Con questa

definizione si indica lo stato di evoluzione di internet rispetto alla

condizione precedente, detta 1.0.3

Non è semplice definire il web 2.0 in modo univoco, ma è possibile

individuarne alcune caratteristiche.

Tipico del web 2.0 è la centralità dell’utente, nella sua nuova interazione

col sito e con gli altri utilizzatori. Egli non è più un fruitore passivo, ma un

autore attivo poiché è lui stesso che può scrivere e pubblicare un

contenuto di cui è esperto o appassionato. La partecipazione dell’utente

consiste non semplicemente nella redazione di un testo, ma anche

nell’interazione e integrazione del contenuto altrui. Ogni utente può

leggere, commentare, rispondere a un articolo e addirittura può

condividerlo sul proprio profilo di alcuni social network4. Difatti, il filo

conduttore della filosofia 2.0 è proprio la collaborazione, data

dall’interazione tra le persone grazie alla tecnologia5.

In questo senso, i contenuti pubblicati sul web non sono statici. Vengono

costantemente aggiornati grazie alla collaborazione di tutti quegli utenti

che desiderano partecipare alla discussione e condividere il proprio

sapere, offrendo uno spunto critico e arricchendo la conoscenza.

Allo stesso modo non solo i contenuti sono dinamici, lo sono anche

applicazioni, programmi e strumenti, che sono scaricabili, utilizzabili e alle

volte modificabili gratuitamente.

2 Si veda: Montalto, M., Web 2.0: Internet volta pagina, consultabile all’indirizzo internet http://www.microsoft.com/italy/pmi/marketing/internetmarketing/web20.mspx?pf=true, del 10.07.2009. 3 Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0, del 10.07.2009. 4 Si veda: O’Really, T., What is Web 2.0, consultabile su http://www.dynamick.it/web-20-una-definizione-in-10-punti-534.html, del 10.07.2009. 5 Cfr: Montalto, M., Op. cit.

Page 10: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

10 10

La relazione che si crea fra gli utenti è una relazione alla pari, in cui tutti

possono offrire il loro contributo, commentando un articolo o un post,

offrendo la loro riflessione. La conoscenza in questo modo si distribuisce

orizzontalmente e non è più calata dall'alto.

Altro tema fondamentale del web 2.0 è la gratuità: registrazione e utilizzo

di programmi, strumenti o piattaforme sono privi di costo. Questa

concezione è l’inevitabile conseguenza della filosofia 2.0 che si basa

sull’evoluzione di contenuti e informazioni in base all’apporto delle

persone interessate. Ciò significa che i contenuti non sono riservati o

protetti ma accessibili, condivisibili e modificabili, proprio perché si crede

nella positività dell’apporto che ciascuno può dare.

La co-generazione dei contenuti è agevolata da aspetti legati alla

tecnologia e alle infrastrutture. Accanto all’evoluzione del web ci sono stati

cambiamenti tecnologici e infrastrutturali che hanno permesso una rapida

espansione nell'uso del computer e di internet.

Tra quelli tecnologici ricordiamo l’abbassamento delle conoscenze e

competenze necessarie per pubblicare online e l’aumento delle risorse che

permettono la pubblicazione e la condivisione di informazioni (blog, social

network).

I cambiamenti infrastrutturali riguardano la rete e le macchine usate.

Ricordiamo il miglioramento della qualità della rete diventata più veloce e

potente, la possibilità di essere sempre connessi a internet a costi minimi

e il miglioramento tecnologico dei computer stessi, ora più economici,

potenti ed usabili.

Abbiamo assistito ad un aumento degli utenti internet, favorito da un

abbassamento sia dei costi di accesso alle macchine e alla rete, che delle

capacità richieste per usare tecnologie e strumenti.

Page 11: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

11 11

1.1 User generated content Com’è già stato anticipato, il web 2.0 prevede una rivoluzione nel

paradigma utente–computer, grazie alla quale l’utente assume un ruolo

attivo nell’interazione. Questo cambiamento si traduce nella nascita di

piattaforme che non solo permettono la pubblicazione di contenuto, ma

anche la condivisione di parole chiave e la classificazione di informazioni.

Molti strumenti 2.0 offrono anche servizi di classificazione aperta – social

tagging – per classificare i propri contenuti, l’articolo di un blog, una

fotografia, un video o altro.

La maggiore popolarità di alcuni tag può essere evidenziata attraverso

diversi espedienti grafici, ad esempio cambiando colore, dimensione del

carattere o posizione nella pagina. Più un tag è usato dagli utenti più il

termine diventerà popolare: la categorizzazione in tal modo diventa

democratica, non imposta dall’alto, ma dal basso e soggetta a

un’evoluzione spontanea. Tale classificazione è definita folksonomy6.

Uno dei difetti delle folksonomy può consistere nella proliferazione di

varianti dello stesso termine (sinonimi, omonimi, forma al singolare o al

plurale, minuscole/maiuscole ecc.). Per evitare questo rischio si possono

adottare tecniche come il clustering7 per ottenere che diversi tag siano

trattati come se fossero uno. È opportuno adottare il sistema delle

folksonomy quando si sceglie di non gestire centralmente la

categorizzazione, ma si vuole consentire agli utenti finali di partecipare

alla classificazione dei contenuti, facendo così emergere dal basso i

modelli mentali8.

La scelta di far “taggare” i contenuti dagli utenti dipende dal valore che si

attribuisce alla natura soggettiva delle descrizioni non professionali.

Bisogna ricordare che non si condivide mai del tutto lo stesso vocabolario: 6 Folksonomy: termine coniato da Thomas Vander Wal nel 2003, che deriva dalle parole folk (popolo) e taxonomy (tassonomia). 7 Clustering significa raggruppamento in grappoli; ad esempio folksonomy, folksonomy o folksonomies possono essere raggruppati. 8 Si veda: de Michelis, G., Un’organizzazione che parte dal basso, “Monthly Vision”, marzo 2006, pg. 27.

Page 12: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

12 12

le parole che usa una persona sono spesso così autoreferenziali che

un’altra non riuscirebbe a capirne completamente il senso con cui sono

state usate.

1.1.1 Le foto e il photosharing con Flickr Le fotografie sono dei contenuti molto diffusi sul web e non solo. Vengono

spesso usate per arricchire un post, documentare un fatto, raccontare un

evento. La loro popolarità ha fatto sì che il web non potesse limitare gli

utenti a usare le foto come corredo o decorazione. Per questo motivo sono

nate delle piattaforme definite photosharing9, che permettono di pubblicare

in rete e condividere con gli altri le proprie immagini.

Una di queste è Flickr, un sito di photosharing multilingua, di proprietà

del gruppo Yahoo! dal 2005. Flickr offre una libreria in continua crescita

che conta oltre quattro miliardi di fotografie caricate10.

Inizialmente il servizio è nato come strumento per ospitare le proprie

immagini da pubblicare su altri siti, come i blog. In seguito si è evoluto

diventando esso stesso una comunità virtuale, anche grazie alla crescita

tecnologica e al largo numero di strumenti fotografici.

Come per altri strumenti 2.0 è necessario iscriversi per utilizzare il

servizio. Ci sono due possibilità di iscrizione. Si può scegliere di usufruire

di un account gratuito con alcune restrizioni, come lo spazio limitato alla

visualizzazione di 200 fotografie e al caricamento di 100 MB di foto al

mese. Tale account viene chiuso dopo 90 giorni di inutilizzo. In

alternativa, c’è la possibilità di creare un account senza limiti, grazie al

pagamento di un canone mensile di 24,95 dollari l’anno.

L’utente può organizzare le foto con semplicità subito dopo aver scattato la

foto, attraverso applicazioni online, web browser, via MMS o e-mail. Le

9 “Il termine photosharing (condivisione foto) denomina i servizi internet che consentono ad un utente di caricare le immagini di propria produzione su un server, per condividerle con gli altri utenti della rete”. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Photosharing, consultato il 15.12.2009. 10 Dato ad ottobre 2009. Si veda: http://www.downloadblog.it/post/10950/flickr-raggiunge-i-4-miliardi-di-foto-caricate, consultato il 15.12.2009.

Page 13: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

13 13

fotografie vengono catalogate e indicizzate attraverso parole chiave, tag e

luogo di scatto.

Flickr presenta un sistema di filtraggio per le fotografie potenzialmente

controverse e volgari. Il sistema permette agli utenti di giudicare e

segnalare un'immagine come sicura, ristretta o da censura. In questo

modo, gli utenti possono scegliere se visualizzare tutte le immagini oppure

solo quelle sicure, secondo la propria sensibilità. In alcuni paesi queste

impostazioni sono state modificate in base alle leggi vigenti.

Le immagini caricate su Flickr sono protette da copyright, cioè hanno tutti

i diritti riservati. È però possibile riservarsi sulle proprie opere solo alcuni

diritti previsti dalla legge, selezionando una licenza Creative Commons. In

questo modo si autorizzano la copia, la riproduzione in pubblico o la

modifica delle fotografie.11

1.1.2 I video e il videosharing con YouTube e Qik Registrare un video è una pratica molto diffusa che nasce decenni fa, in

modo indipendente dal web.

Oggi appare evidente che i video siano uno strumento molto efficace e

utilizzato. Si pensi alle recenti campagne di marketing virale12 dove il

filmato è spesso l’elemento centrale per la sua forza comunicativa.

Con la rapida evoluzione della rete il video è stato rivalutato per la

ricchezza dei canali comunicativi usati – immagine, audio e musica – e per

l’immediatezza con cui raggiunge gli utenti. Pubblicare un video è

un’azione molto semplice e diffusa grazie ai numerosi strumenti di 11 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Flickr, consultata il 15.12.2009. 12 Il marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati, per trasmettere il messaggio ad un numero elevato di utenti finali. La modalità di diffusione del messaggio segue un profilo tipico che presenta un andamento esponenziale. È un'evoluzione del passaparola ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing_virale, del 16.11.2009.

“Un video virale non è altro che un video così divertente, interessante o innovativo che le persone non si trattengono dal volerlo condividere, che sia per mezzo di video blog, blog, instant messaging, email, attraverso un passaparola online, definito word of mouse.” Cfr: http://www.desmm.com/cose-un-video-virale-590.html, del 16.11.2009.

Page 14: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

14 14

videosharing13 presenti sul web: il più famoso e utilizzato a livello

mondiale è YouTube14. Su questo sito è possibile caricare video proprietari

e classificarli con dei tag. Ciascun video può essere visto dagli altri utenti

che a loro volta possono votarlo, commentarlo, condividerlo oppure

incorporarlo nelle pagine personali.

Un altro sito di videosharing interessante è Qik15, che permette di

trasmettere video sul web in diretta dal cellulare. La nascita di strumenti

di questo tipo mostra come le persone siano sempre più attratte dalle

informazioni che possono fruire in diretta e in modalità video.

È possibile integrare i filmati all’interno di strumenti come i blog: ciò

significa corredare un articolo con un video, o addirittura sostituire

completamente il testo con un video. Quest’ultima modalità è un

strumento che prende il nome di video blogging16, cioè creare un blog di

soli video.

13 Il video sharing o condivisione video indica genericamente l'atto di condivisione di file video attraverso la rete, per mezzo di programmi di file sharing o siti internet appositamente creati, come YouTube, Yahoo! Video o Google video. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Video_sharing del 10.11.2009. 14 www.youtube.com. YouTube è un sito web che consente la condivisione di video tra i suoi utenti. è il più famoso servizio multilingue di video sharing, fondato nel febbraio 2005. Il suo scopo è di ospitare solamente video realizzati direttamente da chi li carica. Il regolamento del sito vieta l’upload di materiale protetto da diritto d’autore se non se ne è titolari. Il sito accetta video prodotti con videocamere digitali e cellulari nei formati .AVI, .MOV ed .MPG., di qualsiasi durata, al più di 100MB. I video sono indicizzati attraverso dei tag inseriti dall’autore, che può deciderne la riservatezza e l’uso: i video possono essere resi pubblici o possono essere visualizzati solo in privato dai nostri amici o familiari. YouTube consente l’incorporazione dei propri video all’interno di altri siti web, copiando il codice HTML necessario, che viene fornito – se l’autore ne ha dato l’autorizzazione – nella pagina del video. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/YouTube, consultato il 10.11.2009. 15 www.qik.com. Qik è un altro sito interessante per la condivisione di video. Questo permette di trasmettere video in diretta via internet direttamente dal telefono cellulare (attualmente sono supportati i Nokia con sistema operativo Symbian v3). Per caricare qui i video è necessario iscriversi al sito e dopo aver ricevuto la conferma dell’account si potrà scaricare l’applicazione da installare sul telefonino, personalizzare il proprio account e iniziare con le prime riprese. 16 Il video blogging, abbreviato in vlogging è una forma di blogging per la quale si usano i video. Solitamente i post si scrivono incorporando il codice del video preso da un sito di video sharing. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Video_blogging, consultato il 16.11.2009.

Page 15: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

15 15

Inoltre le riprese si possono integrare nella chat con applicazioni dette

video chat17, con cui è possibile vedere attraverso una webcam le persone

con cui si sta chattando.

1.2 Gli strumenti web 2.0 Gli strumenti web 2.0 sono quelli che permettono le attività appena

descritte. Il primo strumento definibile 2.0 è il forum e, in seguito, si

sviluppano anche blog, chat, wiki, servizi di messaggistica istantanea,

strumenti di social bookmarking, video e photosharing, ognuno dei quali

permette una particolare modalità di interazione. Intorno all’anno 2005

nascono i social network che inglobano al loro interno le potenzialità dei

singoli strumenti 2.0.

1.2.1 Forum I forum sono i primi strumenti di condivisione di contenuto, fanno la loro

comparsa nel 1995. Per la loro natura possiamo già definirli 2.0, anche se

la loro nascita risale a un periodo antecedente al web 2.0.

Un forum è sia la struttura informatica nella quale degli utenti discutono

su vari argomenti, che il software utilizzato per fornire tale struttura.

I forum sono caratterizzati da un senso di comunità virtuale, sviluppato

grazie alla discussione e condivisione di interessi comuni da parte degli

utenti, spesso abituali. Il focus dei forum è l’argomento trattato.

La tecnologia, i videogiochi, la politica, l'attualità e lo sport sono temi

popolari, ma ci sono forum per un enorme numero di argomenti differenti.

17 La video chat è un’applicazione che deriva dalla video conferenza. Questa può essere definita come una serie di tecnologie interattive per la telecomunicazione che permette a due o più persone o gruppi collocati in diverse aree geografiche di comunicare e collaborare potendo non solo sentire la voce ma anche vedendo gli interlocutori. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Video_chat, consultato il 16.11.2009.

Page 16: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

16 16

I forum vengono utilizzati anche come strumenti di supporto on-line per

vari prodotti e all'interno di aziende per mettere in comunicazione i

dipendenti e permettere loro di reperire informazioni18.

Molti forum richiedono la registrazione dell'utente prima di poter inviare

messaggi e in alcuni casi anche per poterli leggere. In ogni caso la

registrazione e la condivisione di informazioni su un forum sono gratuite.

La comunicazione possibile attraverso questo strumento è di tipo

asincrono, ciò significa che non è necessaria la presenza online di due

persone per interagire. Infatti, i post scritti sono memorizzati e visualizzati

nella sezione scelta quando un utente accede alla piattaforma.

1.2.2 Blog Il blog è la più conosciuta piattaforma 2.0. Comparsi nel 1997, questi

strumenti iniziarono a diffondersi dal 2001 grazie alla disponibilità in rete

di piattaforme gestionali gratuite.

La parola “blog” deriva dalla contrazione dell’espressione “web log”, in altre

parole diario web. Un blog è un ibrido tra un diario personale e il

giornalismo online, ed è caratterizzato dall’ordinamento cronologico

inverso delle informazioni19. Il focus di un blog è la persona che scrive.

Il fenomeno dei blog si è evoluto a un possibile diritto per chiunque,

permettendo a tutti la pubblicazione su internet di dati e documenti.

La struttura di un blog normalmente è costruita con applicazioni che

creano automaticamente pagine web. Un blog permette a chiunque

connesso a internet, di creare facilmente un proprio spazio web su cui

pubblicare in totale autonomia storie, informazioni e opinioni. Ogni

articolo di un blog – post – è normalmente collegato a un tema – thread – e

i lettori possono lasciare i propri commenti in merito. All’interno del blog

18 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Forum_(internet), consultato il 12.10.2009. 19 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Blog, consultato il 12.10.2009.

Page 17: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

17 17

ogni post è numerato e può essere individuato specificamente con un

permalink, un indirizzo univoco per ogni singolo articolo20.

In un blog è necessario registrarsi gratuitamente per interagire con gli

altri. La comunicazione è asincrona perché, come nei forum, i messaggi

sono visibili agli utenti per molto tempo dalla data di inserimento e i

dialoghi non sono simultanei.

1.2.3 Social network site Una rete sociale è formata da un qualsiasi gruppo di persone connesse fra

loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai

rapporti di lavoro, ai vincoli familiari.

La versione virtuale di queste reti sono gli online social network, che oggi

rappresentano uno degli elementi fondamentali del web. Un social network

site è un insieme di relazioni tra individui e non solo un gruppo chiuso di

persone. Rappresentano una nuova frontiera della socializzazione in rete

perché mirano a connettere le persone presenti al loro interno21.

Possiamo definire un social network site come un servizio web che aiuta gli

individui a costruirsi un profilo più o meno pubblico, preparare una lista

di utenti con cui condividere informazioni e ampliare la propria lista di

contatti guardando quella degli altri.

I siti di social network22 non aiutano solo a entrare in contatto

sconosciuti, ma consentono agli utenti di ampliare e rendere visibili le

proprie reti sociali. Solitamente le persone entrano in comunicazione con

altri che fanno già parte della loro rete sociale23.

20 Si veda: http://www.minervaeurope.org/publications/handbookwebusers_it/chapter1_2.html, consultato il 12.10.2009. 21 Si veda: Di Bari, V. (a cura di), Web 2.0. Internet è cambiato. E voi? Il Sole 24 Ore, Milano, 2007, pp. 85-87. 22 Nonostante sia chiara la distinzione tra social network site e rete sociale, per comodità nel corso della tesi i social network site verranno definiti semplicemente social network. 23 Si veda: Boyd, D. M., Ellison, N. B., “Social network sites: definition, history and scholarship”, Journal of Computer-Mediated Communication, 13 (1). Reperibile all’indirizzo http://jcmc.indiana.edu/vol13/issue1/boyd.ellison.html, consultato il 23.01.2010.

Page 18: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

18 18

I social network sono l’esempio più completo di strumento 2.0. La loro

potenzialità è molto forte e utile, ma non sempre sono sfruttati per

generare esclusivamente contenuti significativi.

Alcuni social network hanno la peculiarità di intrattenere e divertire i

propri utenti, anche se non si può escludere a priori un uso serio e

responsabile del mezzo.

Gli esempi che prendiamo in considerazione sono Facebook, il social

network più famoso, e Ning, la piattaforma che s’intende usare nel

progetto.

1.2.4 Facebook Facebook24, che ad oggi conta più di 350 milioni di utenti25, offre

numerose possibilità di interazione e intrattenimento: accanto a gruppi ed

applicazioni superficiali e di svago, esperti di vari settori utilizzano questo

mezzo per proporre i propri consigli ed idee attraverso un canale non

tradizionale, considerando tale anche il sito web.

Ad esempio, Luca Conti26 usa Facebook per commentare un articolo, un

libro o altro, indicare un evento, dare una comunicazione veloce: tutte

attività che sul suo sito non avrebbero senso. Anzi, Conti integra sulla sua

pagina di Facebook diversi strumenti 2.0, come Twitter27 e Delicious28.

24 Si veda: http://www.facebook.com/home.php. 25 Dati aggiornati a dicembre 2009. Si veda: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2009/12/facebook-aumenta-privacy.shtml?uuid=8460842e-df5d-11de-a6d3-46f5b7efdae3&DocRulesView=Libero, consultato il 15.12.2009. 26 Luca Conti è nato nel 1975 e laureato in Scienze Ambientali. In questo momento è consulente di Liquida e de Il Sole 24 Ore, insegna presso alcune facoltà italiane, è uno dei più noti blogger italiani oltre che autore di molti libri. Conti ha una vastissima esperienza nell’ambito della comunicazione online e dei social media, è un attento osservatore dei trend e delle nuove opportunità che il mondo digitale offre al privato, alle aziende e al no profit. Per queste informazioni si vedano: http://pandemia.info, http://www.lucaconti.it e http://www.essericomunicazione.it, consultati il 16.10.2009.

27 Si veda: http://twitter.com/. Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obyious Corporation di San Francisco. Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere fatti tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea, e-mail, oppure tramite varie applicazioni basate sulle API di Twitter.

Page 19: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

19 19

Il fatto che esperti di comunicazione sfruttino i social media per diffondere

conoscenza significativa è la dimostrazione che è possibile sfruttare questi

strumenti in modo costruttivo.

Facebook è stato lanciato nella primavera del 2004, concepito ai suoi inizi

come annuario elettronico degli studenti dell’Università statunitense di

Harvard, allo scopo di far conoscere tra di loro gli alunni attraverso la

lettura dei profili e la visione delle foto online. La crescita della rete è stata

veloce, ben oltre i confini del campus29.

In questo momento Facebook è utilizzato in tutto il mondo da 350 milioni

di utenti, che lo utilizzano costantemente ogni giorno30 per rimanere in

contatto con amici e conoscenti attraverso diverse applicazioni. Gli scopi

principali di chi si iscrive a Facebook sono due. Uno è mantenere vive o

rafforzare le relazioni che si hanno nella vita reale, l’altro è conoscere

nuove persone. Poiché Facebook permette alle persone di connettersi con

gli altri, non è sorprendente che questo e altri social network siano

diventati così profondamente radicati nella quotidianità dell'utente31.

In Facebook è possibile interagire con gli altri attraverso la posta

elettronica interna (collegata alla mail utilizzata per iscriversi), la chat con

cui parlare con amici in linea oppure scrivendo commenti sulla propria

bacheca o su quella degli altri. Inoltre è possibile pubblicare link, eventi,

musica, fotografie e video condividendoli con i propri amici.

Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Twitter, consultata il 15.11.2009. Si veda anche il capitolo 1.3.1: Twitter. 28 Si veda: http://delicious.com/. Del.icio.us è un sito web di social bookmarking per l'archiviazione, ricerca e condivisione di bookmark, creato nel 2003. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Delicious, consultata il 15.11.2009. 29 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Facebook, consultata il 07.10.2009. 30 I dati di http://www.alexa.com, al 15.11.2009, mostrano che Facebook è il secondo sito più visitato al mondo e in Italia (secondo solo a google.com), mentre negli Stati Uniti scende alla terza posizione (dopo google.com e yahoo.com). A livello mondiale, è stimato che circa il 26% degli utenti Internet accedono a Facebook ogni giorno. 31 Si veda: Boyd, D., M., Ellison, N. B., Op. cit.

Page 20: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

20 20

Facebook utilizza la dicitura “amici” per indicare i contatti di un profilo:

l'etimologia della parola “amico” è un po' diversa dal significato attribuito

dal social network. Il termine è fuorviante, perché non s’intende l'amicizia

nel senso comune, di tutti i giorni. Tra gli amici di Facebook si può avere

amici veri anche nella realtà, famigliari, colleghi di lavoro o di scuola,

conoscenti, persone incontrate occasionalmente, personaggi famosi, amici

di amici o amici solo virtuali32.

Dopo l'adesione a Facebook agli utenti è richiesto di cercare altre persone

presenti nel sistema con cui hanno un rapporto. L'etichetta di tali rapporti

varia secondo il tipo di profilo aperto – personale, gruppo o fan page – da

"amici” a "fan". La differenza è che l’amicizia deve essere confermata

dall’altra persona, mentre per il fan non è richiesta alcuna

autorizzazione33.

Tema molto delicato è quello della privacy: Facebook è stato accusato di

rendere i dati degli utenti pubblici e mantenere nei propri archivi le

informazioni anche dopo la richiesta di cancellazione dell’account34.

I problemi nascevano dall’impostazione di default della privacy, che

consentiva la visualizzazione dei dati del profilo a tutti gli utenti della rete

e dal procedimento poco immediato di rimozione definitiva del profilo.

In realtà, Facebook permette un’ampia gestione della riservatezza dei

contenuti in modo semplice, permettendo di impostare la privacy per ogni

categoria di contenuto35.

32 Si vedano: http://it.wikipedia.org/wiki/Facebook e http://overstated.net/2009/03/09/maintained-relationships-on-facebook, consultate il 07.10.2009. 33 Si veda: Boyd, D., M., Ellison, N. B., Op. cit. 34 Sono stati numerosi gli attacchi a Facebook e alla sua gestione della privacy, non sempre da fonti “autorevoli” in campo di comunicazione e social network. Tra gli articoli più recenti segnaliamo i seguenti: • La Commissione UE contro Facebook: “La privacy a rischio”, consultabile all’indirizzo

http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/04/14/1012986-commissione_contro_facebook_privacy_rischio.shtml, del 15.11.2009.

• Facebook è una trappola per la privacy?, consultabile all’indirizzo http://www.dgmag.it/hi-tech/facebook-e-una-trappola-per-la-privacy-11756, del 15.11.2009.

35 Per impostare la privacy dell’account e dei contenuti è sufficiente entrare nel menù “Impostazioni” presente nella banda in alto a destra.

Page 21: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

21 21

Dall’estate 2009 gli amministratori del social network hanno ripensato alla

gestione della privacy, proponendo un metodo più semplice e immediato

che permette di impostare la visibilità di ogni contenuto inserito

direttamente dalla propria pagina personale36. Inoltre, l’impostazione di

default della privacy ora è diventata “solo amici”, anche in Italia.

Per iscriversi a Facebook è necessario possedere un indirizzo e-mail e

avere più di tredici anni. Per accedere al social network è sufficiente essere

dotati di un apparecchio – computer, palmare o cellulare – connesso ad

internet e saper navigare in rete. Per interagire non occorre alcuna

conoscenza di programmazione: grafica e layout sono standard e già

impostati, per inserire i contenuti è sufficiente scrivere alcune frasi o

seguire i link.

Avere un account in Facebook è totalmente gratuito: il social network

guadagna con le Google AdSense visibili obbligatoriamente nella colonna

destra della pagina.

I servizi offerti da Facebook permettono di tenersi in contatto con la

propria rete di conoscenze: sono un valore aggiunto per coloro che amano

condividere le proprie attività personali e professionali con una cerchia di

conoscenti e colleghi.

1.2.5 Ning Ning37 è un’applicazione sviluppata in Java che permette agli utenti di

creare social network privati in modo semplice e gratuito.

Il principio è creare reti di persone con interessi e obiettivi comuni che

possono interagire e condividere informazioni attraverso gli strumenti

forniti dalla piattaforma.

36 Per ogni contenuto pubblicato l’utente potrà scegliere il livello di privacy preferito. Ciò include anche gli status, con l’obiettivo dell’azienda sarebbe di realizzare una maggiore semplificazione di tutte le impostazioni relative alla privacy. Si veda: http://web.splesh.net/social-network/facebook/privacy-facebook-nuove-impostazioni-a-breve/, consultato il 10.07.2009. 37 Si veda http://www.ning.com/.

Page 22: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

22 22

È il creatore stesso di ogni singolo social network che decide quali

strumenti inserire scegliendo tra varie funzionalità di base: blog, forum,

chat, pubblicazione di file, video, audio e immagini. Altre funzionalità

permettono di visualizzare tutti i membri, i gruppi, i compleanni dei

partecipanti, il loro stato38, le attività recenti e i feed RSS provenienti da

altri siti. Recentemente Ning ha implementato nuove applicazioni sempre

gratuite, per arricchire i social network di programmi come Google Docs,

video chat, calendario e giochi.

Come per Facebook, anche per Ning accesso e uso sono molto semplici ed

intuitivi. Con una mail ci si registra al sito e si entra a far parte di uno o

più social network, in entrambi i casi gratuitamente. Anche qui

appariranno nella colonna di destra le pubblicità di Google.

Non è richiesta nessuna conoscenza tecnica: la condivisione dei contenuti

è a portata di click, come per Facebook.

Ning permette di ottenere servizi Premium a pagamento: tra questi si

segnalano la possibilità di non visualizzare la pubblicità, di ampliare la

banda e la memoria a disposizione.

I punti di forza di questo social network sono la possibilità di

personalizzare grafica e layout e gestire contenuti, funzionalità e privacy

del network. La customizzazione non è obbligatoria e si distribuisce su

diversi livelli di difficoltà e profondità: da una vasta scelta di temi già

pronti fino alla modifica dei CSS.

1.3 Real time web Il real time web è un insieme di tecnologie e pratiche che consentono agli

utenti di consultare un contenuto non appena viene pubblicato, oppure

che controllano una fonte per mostrarne gli aggiornamenti.39

38 Lo stato è la frase che racconta qualcosa della persona. In Facebook è “A cosa stai pensando?”, in Ning è possibile inserirla a piacere. 39 Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Real-time_web consultato il 28.12.2009.

Page 23: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

23 23

Il real time è il nuovo traguardo per i motori di ricerca, che si scontrano

con problemi legati al rapido ritmo con cui le notizie si susseguono, al

grande volume di nuove informazioni, oltre che al selezionare contenuti

pertinenti e significativi.

Google ha lanciato la real time search, dove nelle finestre di ricerca i

contenuti scorrono man mano che vengono generati da siti e blog.

Le persone in tutto il mondo formano un esercito di produttori di

contenuti che caricano video su YouTube, postano su Twitter segnalazioni

di risorse interessanti e raccontano i fatti non appena accadono nei loro

blog.

È sicuramente straordinario ricevere notizie tramite canali che i media

tradizionali non avrebbero mai potuto utilizzare. La nota stonata, è che le

informazioni in tempo reale sono meno complete e non danno particolare

considerazione alla fonte originale.40

George Siemens41 ritiene che

il real time web costituisce un grande cambiamento concettuale, ma

non rappresenta qualcosa di nuovo in sé.

[… Adesso] non è più necessario che io attenda le 6 di ogni sera per

vedere il notiziario che mi racconti quello che è successo durante il

giorno. […] Io posso avere un quadro preciso di quello che sta

accadendo quasi in tempo reale [sul web].

[…] Ho letto recentemente che gli eventi più importanti accaduti

quest’anno [2009 ndr], sono stati diffusi da Twitter per primo.42

40 Si veda la video intervista a George Siemens, trascritta nell’articolo A Fundamental Shift In How We Communicate: George Siemens, Twitter And Real-Time Web, tradotto nell’articolo consultabile all’indirizzo: http://www.masternewmedia.org/it/2009/11/06/twitter_e_il_realtime_web_un_cambiamento.htm, consultato il 28.12.2009. 41 George Siemens è il direttore associato nel Learning Technologies Centre all’Università di Manitoba. Scrive sul blog www.elearningspace.org dove condivide la sua visione sul panorama dell’istruzione e l’impatto che le tecnologie hanno sul sistema formativo. Siemens è anche autore del libro Knowing Knownledge, dove sviluppa la teoria del Connettivismo, che utilizza un network come metafora centrale per l’apprendimento e si focalizza sulla conoscenza come modo per creare connessioni. Si veda: Ibidem. 42 Si veda: Ibidem.

Page 24: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

24 24

Twitter43, FriendFeed44 e altri strumenti hanno rivoluzionato il paradigma

della comunicazione. Chi di solito era l’interessato a ricevere notizie, ora è

il redattore, chi le scrive e le comunica.45

1.3.1 Twitter Twitter46 è considerabile il re del real time tra i social network. La

caratteristica base di questo strumento è l’immediatezza, che l’ha reso

molto potente e utilizzato.

La forza di Twitter risiede anche nell’essere riuscito a creare un senso di

coesione sociale non riscontrabile in altri strumenti. Grazie allo spazio

ridotto utilizzabile, permette alle persone di scrivere “brandelli di

informazione troppo insignificanti per condividerli su un blog, ma

estremamente personali, che aiutano a creare una relazione con l’altro.”47

In pratica, Twitter è uno strumento dove poter lasciare un messaggio

lungo al massimo 140 caratteri. Per la loro brevità i messaggi sono

chiamati twits, cinguettii; non a caso il simbolo distintivo del social

network è un uccellino azzurro.

L’uso per il quale è nato Twitter è di comunicare agli altri ciò che si sta

facendo in un determinato momento. Ovviamente, i modi per utilizzare il

servizio sono molti: dal puro svago fino all’uso serio di agenzie e siti

istituzionali per comunicare in tempo reale le ultime notizie. Si può

raccontare la giornata con brevi messaggi, esprimere un pensiero o una

riflessione, condividere link o applicazioni interessanti oppure darsi

appuntamento.

43 Si vedano la nota 47 e il capitolo 1.3.1: Twitter. 44 Si veda: http://friendfeed.com/ FriendFeed è un servizio web di proprietà di Facebook Inc., che consente l'aggregazione in tempo reale degli aggiornamenti provenienti da reti sociali, blog e più in generale da qualsiasi servizio che renda disponibili i propri contenuti tramite feed RSS. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/FriendFeed, consultato il 28.12.2009 45 Si veda: <http://www.masternewmedia.org/it/2009/11/06/twitter... cit., consultato il 28.12.2009. 46 Si veda: www.twitter.com. 47 Si veda: Ibidem

Page 25: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

25 25

I twits che si scrivono sono letti solo dai followers, cioè chi ha deciso di

seguire gli aggiornamenti di una persona. In realtà c’è una pagina, la

Public Timeline, dove sono postati tutti i messaggi del mondo, ma

considerati la frequenza e il volume di twits, è quasi impossibile essere

notati su questa pagina.

Si possono scrivere anche messaggi privati – direct message – ad un altro

utente: in questo caso solo il destinatario designato leggerà il twit.

Il successo di Twitter è dovuto al non essere limitato al sito, all’essere

istantaneo e utilizzabile in vari modi. È, infatti, possibile twittare anche

attraverso Messenger o anche inviando SMS dal cellulare. Oppure, è

possibile scaricare un programma per usare il social network senza

andare necessariamente sul sito.48

1.4 La gratuità del web 2.0 Un altro aspetto interessante del web è la gratuità delle risorse.

Alcuni dei siti di cui abbiamo parlato in questo capitolo – come Facebook o

Twitter – offrono i loro servizi in modo completamente gratuito. Altri in

“modo freemium”. Questo è un modello di business che opera offrendo

servizi di base gratuitamente e servizi aggiuntivi – premium – a pagamento.

Esso ha raggiunto il massimo consenso con le compagnie web 2.0.49

Su questo modello, come abbiamo già visto, si basano siti come Ning e

Flickr che offrono un buon servizio di base gratuito e funzioni maggiori e

privilegiate attraverso il pagamento di un canone.

È interessante riflettere sulle possibilità offerte dai siti freemium. Se si

pensa che registrandosi su questi siti è possibile creare community,

scrivere articoli, condividere documenti e informazioni, scambiarsi

opinioni e molto altro, in sicurezza e gratuità, allora si percepisce

48 Si veda: http://www.2puntozeropertutti.it/?p=96, consultato il 04.01.2010. 49 Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Freemium, consultato il 15.12.2009.

Page 26: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

26 26

l’importanza di questa nuova concezione. Difatti, questo significa che a

costo zero chiunque può usare questi strumenti.

Questo è particolarmente significativo se si pensa all’importanza per una

società di farsi conoscere ed essere presenti sul web. Ciò significa che

qualsiasi tipo di società – anche un’ONLUS, un’ONG, un’organizzazione

senza fini di lucro – può entrare nel mondo di internet. Essere online offre

una visibilità vastissima e i costi sono irrisori.

I servizi freemium offerti nel panorama del web 2.0 sono un’importante

occasione per associazioni o gruppi del settore sociale, senza o con scarse

risorse economiche. La presenza in internet oggi significa farsi conoscere

potenzialmente in tutto il mondo, avere un posto dove pubblicare

informazioni sempre, sfruttare i nuovi strumenti 2.0 per comunicare

all’esterno e all’interno del gruppo.

1.5 Cloud computing Con il termine cloud computing s’intende un insieme di tecnologie

informatiche che permettono l’uso di risorse hardware o software

distribuite in modo remoto, su web.

Queste risorse sono rese disponibili da un fornitore al cliente, che ha la

possibilità – previo pagamento – di implementare ulteriormente

l’applicazione in base alle proprie esigenze.50 Una volta implementate,

queste risorse possono essere sfruttate online da una platea di utenti

molto ampia.

In poche parole, possiamo affermare che il cloud computing si basa sul

concetto di applicazione su web. Grazie a questo paradigma sarà possibile

50 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing, consultato il 28.12.2009.

Page 27: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

27 27

raggiungere ciò che Eric Schmidt51 auspicava, quando affermava che “il

browser è il computer”.52

Il cloud computing mette in discussione il paradigma odierno, spostando

online quasi tutte le attività. Ciò significa, ad esempio, che se si vuole

scrivere una lettera non si avvierà più Word, ma si aprirà il browser e

digiterà un indirizzo.53

In questo senso Google è maestro, se si pensa che offra online e

gratuitamente strumenti di posta elettronica, chat, strumenti per l’editing

collaborativo, mappe del mondo ed altre applicazioni. Tutte queste

funzioni risiedono sui server di Google e sono raggiungibili via web, non

sono salvate nei PC degli utenti.

I lati positivi di questo nuovo modo di lavorare sono facilmente intuibili:

costi nulli o comunque bassissimi delle applicazioni, nessun problema di

installazione o compatibilità dei sistemi operativi, né di aggiornamento dei

software. I dati risiedono su server remoti e quindi sono raggiungibili e

modificabili con qualunque computer da ogni luogo dove è possibile

collegarsi alla rete. Anche i backup sono a carico del server remoto.

Ovviamente, non mancano gli aspetti negativi. Innanzitutto, i dati non

sono più disponibili fisicamente dall'utente sulla propria macchina e in

caso di assenza di collegamento ad internet non sono accessibili. L’aspetto

più critico riguarda la privacy e la riservatezza: la sicurezza e la fiducia nei

confronti dei gestori del server deve’essere almeno adeguata all’importanza

delle informazioni salvate. I dati sono in rete protetti da una password di

accesso, coi rischi che ne derivano se questa venisse scoperta.54

51 Emerson Eric Schmidt, nato il 27 aprile 1955, è un ingegnere e presidente di Google Inc. e un ex membro del consiglio di amministrazione di Apple Inc. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Eric_E._Schmidt, consultato il 04.01.2010. 52 Quest’affermazione rappresenta la linea espressa da Schmidt nel discorso di presentazione del Google I/O del maggio 2009, un evento che raccoglie sviluppatori da tutto il mondo, intorno alle innovazioni di Google. Schmidt ha sottolineato l'importanza della rete e delle applicazioni web. Si veda: http://www.tomshw.it/news.php?newsid=18269, consultato il 28.12.2009. 53 Si veda: http://www.tomshw.it/business.php?guide=20090715, consultato il 28.12.2009. 54 Si veda la pagina web reperibile al seguente indirizzo:

Page 28: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

28 28

2. La situazione giovanile

In questo secondo capitolo si presenteranno le premesse “ambientali” che

hanno portato i comuni di Vergiate, Chiasso e Sesto Calende ad

impegnarsi in un progetto a sostegno dei giovani.

Per inquadrare meglio la situazione giovanile oggi, ci si focalizzerà su tre

aspetti.

• Il primo è un’intervista introduttiva fatta ad un esperto pedagogista che

spiega com’è mutata la condizione giovanile, il nuovo rapporto genitori-

figli e il ruolo delle Istituzioni nell’educazione.

• Il secondo è un quadro statistico della provincia di Varese e, dov’è stato

possibile reperire i dati, dei territori interessati dal progetto, con

particolare attenzione ai giovani e all’immigrazione. Il quadro

demografico dei giovani è stato poi commentato dagli educatori della

Cooperativa L’Aquilone55 che conoscono i ragazzi del territorio.

• Infine, il terzo aspetto considerato è stato il rapporto tra i giovani, le

nuove tecnologie e la rete: i dati sono riferiti alla popolazione giovane

nazionale, poi commentati dagli educatori per conoscere le tendenze dei

ragazzi della zona. Questa terza parte si conclude con una mappatura

online degli strumenti più utilizzati sul web - Facebook e YouTube -

per verificare se e come questi siti sono usati dai giovani.

2.1 Condivisione sul senso delle politiche giovanili:

intervista al dott. Giorgio Prada56 Il 20 novembre 2009 si è svolta a Vergiate la conferenza Come l’aceto sulle

fragole57. L’obiettivo era la condivisione delle sensazioni e delle esperienze

http://www.pianeta.com/map/index.php/idQ21895/tipoQ/shwDAQsi/ricercaQ31/shSCQ48/pidQ18, consultato il 28.12.2009. 55 Si veda il capitolo 3. 56 Giorgio Prada è pedagogista e formatore, consulente pedagogico e collaboratore alle attività didattiche e di ricerca nei corsi di Pedagogia della disabilità e dell’integrazione e di Consulenza nel disagio educativo presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Il dott. Prada ha partecipato come moderatore alla prima conferenza del Progetto ChiaVe, intitolata Come l’aceto sulle fragole.

Page 29: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

29 29

sul senso delle politiche giovanili da parte di amministratori, consiglieri e

tecnici dei comuni partecipanti al Progetto ChiaVe (Vergiate, Sesto

Calende e Chiasso). Partecipavano all’incontro anche gli educatori e i

referenti istituzionali della rete di servizi per adolescenti e giovani.

In questa occasione ho avuto la possibilità di intervistare il dott. Giorgio

Prada e avere così la sua opinione di pedagogista sulla situazione giovanile

oggi, sul cambiamento del ruolo genitoriale e dell’educazione e capire

meglio il punto di vista delle amministrazioni comunali e le politiche

giovanili adottate.

Ci può spiegare il titolo della conferenza: cosa significa Come l’aceto sulle fragole? Chi è l’aceto e chi sono le fragole?

L’aceto sulle fragole può essere considerato un piatto un po’ snob. La

dolcezza e la freschezza delle fragole perché mai dovrebbero essere

“inquinate” dal sapore dell’aceto? Però chi ha provato ad unire nel gusto

gli opposti, trova che siano molto piacevoli.

Così, cercavamo un titolo per questo incontro che riuscisse a coniugare

l’idea che si concludesse a tavola, con quella di avvicinare mondi che per

loro natura parrebbero opposti. Da un lato le amministrazioni, un mondo

carico di responsabilità e necessità di rigore. La scarsità delle risorse

impone di gestire oculatamente la cassa, puntando a risparmiare e a

tagliare le spese considerate inutili. Dall’altro l’educazione dei giovani, un

mondo altrettanto carico di responsabilità e rigore nell’esercizio di pratiche

che ritiene indispensabili, che dovrebbero “ad ogni costo” essere attivate.

Ecco, come l’aceto sulle fragole! Non viene in mente di abbinarli, ma se si

riesce a trovare il giusto compromesso, si trova la chiave del gusto…

57 L’incontro è durato una mattinata ed è stato un momento di scambio conviviale. Prima dell’apertura dei lavori è stata offerta la colazione, a metà mattinata uno spuntino e al termine della giornata il pranzo. I lavori sono iniziati con una presentazione ufficiale del progetto ChiaVe, una riflessione del dott. Prada come spunto per i lavori di gruppo. Sono stati creati tre gruppi misti (assessori, consiglieri, tecnici e formatori) moderati da un formatore-facilitatore, che al termine delle discussioni ha restituito un riassunto di quanto detto nella mini-assemblea.

Page 30: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

30 30

Secondo la sua esperienza, qual è la situazione che vivono i giovani

d’oggi? Com’è il rapporto genitori-figli nella società moderna?

Oggi la situazione dei giovani è cambiata. Non si avverte più la sensazione

di un'emergenza giovanile, come accaduto nel periodo della contestazione.

I giovani trovano un ambiente che tende a bonificare il conflitto

intergenerazionale: le disponibilità economiche medie consentono molte

opportunità e la dinamica di consumo permette di mitigare le frustrazioni.

L’ambiente è sia la società in cui si vive e le sue dinamiche, che la

condizione culturale che offre le linee guida per l’educazione famigliare.

Oggi è aumentato il tempo in cui entrambi i genitori devono lavorare per

mantenere la famiglia. Questo fa sì che i ragazzi si ritrovino spesso

materialmente soli: le occasioni di crescita comune diminuiscono in

quanto viene meno la possibilità, per genitori e figli, di condividere la

realtà concreta, fisica.

I ragazzi, ovviamente, si organizzano per non rimanere soli. Il mercato,

soprattutto quello delle nuove tecnologie, e il web vengono in soccorso con

prodotti e servizi al bisogno di comunicare, di sentirsi vicini e stare in

contatto con gli altri.

Per i giovani genitori di oggi i modelli sono cambiati: nel tentativo di avere

un dialogo coi propri figli nei pochi momenti liberi, padri e madri

desiderano essere loro "amici". Con questo meccanismo riparatore tentano

di compensare la loro assenza con beni effimeri ma alla moda, come le

costose nuove tecnologie, oppure con una relazione “alla pari” o con una

libertà spesso eccessiva.

I giovani sembrano tollerare la situazione ed essere soddisfatti della loro

vita, anche se alcuni non vogliono conformarsi a questa tendenza e

minacciano di rompere questo precario equilibrio di superficiale serenità.

Per questa minoranza pare riemergere il “problema giovanile”.

Page 31: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

31 31

Emerge chiaramente la necessità di educare. Chi può intervenire se i

genitori non ne hanno materialmente il tempo?

L'educazione è un fenomeno opaco: la si considera fondamentale, però,

spesso, si spera che se ne occupi un’altra istituzione sociale.

Pensare che la famiglia oggi possa bastare a reggere i naturali compiti

educativi può risultare una pia illusione.

Pensare che basti la scuola, dal momento che essa non ha ancora attivato

una riforma degna di questo nome, purtroppo, è ancora un sogno.

Oppure potrebbe intervenire lo Stato, nella fattispecie delle

amministrazioni comunali. Gli amministratori in merito alle politiche

giovanili si schierano su due versanti con motivazioni differenti. Da un

lato ci sono i preoccupati dell'ordine pubblico e della salute delle giovani

generazioni, che credono che i ragazzi in una struttura comunale siano

più curati e controllati. Dall’altro ci sono i convinti assertori della libertà di

espressione giovanile, certi che i giovani in una struttura comunale

possano essere finalmente liberi di esprimere la loro personalità come

vogliono.

I più attenti amministratori osservano il territorio e imitano iniziative di

altri paesi, sviluppando la proliferazione di servizi simili. Negli ultimi anni i

Comuni più sensibili hanno risposto con l'offerta dei CAG58, luoghi dove i

giovani si ritrovano insieme agli educatori, ascoltano musica, fanno feste,

magari laboratori di cinema, teatro o fotografia, ma anche “un po’ di sana

confusione".

Nel concreto però l’impegno dei comuni non è così scontato. Perché?

Per far capire come le amministrazioni vedono l’impegno dell’educazione,

vorrei fare un paragone forte ma efficace. Un servizio educativo è simile

alle fognature. Queste non si vedono in superficie, costano tantissimo e

non si capisce perché occorrerebbe spendere tanto per un investimento

simile. Solo chi ha memoria delle città medievali o chi conosce la spesa per

58 Centri di aggregazione giovanile, abbreviati con la sigla CAG.

Page 32: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

32 32

una ditta di spurghi potrebbe capire l'importanza per una città di dotarsi

di fognature efficienti.

L'educazione è un servizio strano: l'aspettativa comune fa sì che un

progetto di questo tipo non sia caldeggiato o sostenuto, perché i risultati e

il ritorno d'immagine non sono visibili a breve termine. Il rischio d'impresa

che un Comune si assume con un investimento educativo è elevatissimo.

A fronte di capitali cospicui investiti, i risultati si vedono, forse, solo dopo

molti anni dall'investimento e non sempre possono corrispondere alle

aspettative. Per questo, un investimento educativo è difficilmente

sostenibile.

In realtà, quando si imposta un buon lavoro sui giovani, quando si pone

attenzione alla qualità dei servizi proposti i risultati ci sono. Dopo qualche

anno il giovane cresciuto nella comunità si riconosce più facilmente dentro

un'identità comune e sarà disponibile verso gli altri.

Non dovrebbe essere difficile per gli adulti capire l’importanza di

un’educazione corretta, robusta, vera. L’importanza di dare ai giovani

un’educazione non dovrebbe essere messa in discussione. Eppure

siamo qui a parlare di politiche giovanili. Cosa non funziona, cosa

manca ancora?

Il fatto è che le fragole, in fondo, è meglio mangiarle così, al naturale.

L'aceto sulle fragole è solo un piatto snob.

Con questo intendo dire che i giovani crescono anche senza servizi

appositi. Questa è l'esperienza di molti, forse della maggior parte della

popolazione: si può diventare adulti senza l'ausilio di istituzioni educative.

Occorre riconoscere, però, che l'educazione della scorsa generazione era

diffusa. Cioè c’era un contesto in cui tutti i comportamenti risultavano

coerenti a generare quell'ambiente sufficiente all’educazione, che non

doveva essere supportato da una specifica azione educativa.

Oggi non manca un ambiente educativo. Bambini e ragazzi non vivono del

tutto in un altro mondo rispetto agli adulti, anche se molto del loro tempo

è assorbito da giochi solitari o dalle nuove tecnologie.

Page 33: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

33 33

L'assenza di una particolare componente dall'educazione non è mai

diseducativa: un’educazione avviene sempre, indipendentemente dalla

nostra volontà. Quello che è possibile attivare in modo intenzionale è un

ambiente competente in grado di fornire un'esperienza di crescita

autentica.

2.2 Quadro statistico sui giovani della provincia di Varese In questo capitolo si presenta un quadro statistico dei giovani della

provincia di Varese, focalizzandosi sulla zona di Vergiate e Sesto Calende,

interessata dalle attività del progetto ChiaVe.

I dati che si andranno ad osservare riguardano la situazione demografica,

con particolare attenzione ai giovani, alle donne e agli stranieri,

l’abbandono scolastico e l’uso di sostanze psicoattive.

2.2.1 Quadro demografico La provincia di Varese conta 871.448 residenti, tra italiani e stranieri, al

1° gennaio 2009.

Come è mostrato dal grafico, la popolazione si distribuisce soprattutto

nella fascia adulta, in modo equo tra i 21 e i 40 anni e i 41 e 60 anni.

Page 34: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

34 34

Grafico 1: Quadro demografico della provincia di Varese. Residenti italiani e stranieri al 1° gennaio 2009, divisi in classi d’età59

La zona interessata dal progetto ChiaVe, invece, conta 19.598 residenti

nello stesso periodo di riferimento.

I dati di questo territorio confermano la distribuzione demografica

dell’intera provincia.

Grafico 2: Quadro demografico della zona Sesto Calende-Vergiate, interessata dal progetto ChiaVe. Residenti italiani e stranieri al 1° gennaio 2009, divisi in classi d’età60

2.2.2 Fenomeno migratorio Un fenomeno molto importante in questo territorio è l’immigrazione degli

stranieri: la provincia di Varese è una zona che percepisce questo

cambiamento come problematico.

Il grafico 3 mostra il trend dei residenti stranieri nell’intera provincia e

nella zona Sesto Calende-Vergiate.

59 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 60 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010.

Page 35: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

35 35

Il grafico mostra che gradualmente in provincia si è passati da una

porzione di stranieri residenti pari al 5,4% della popolazione nell’anno

2006, al 6,2% del 2009, con un incremento di circa mezzo punto

percentuale ogni anno.

I dati del territorio del progetto sono leggermente sopra la media

provinciale e mostrano un passaggio dal 6,2% di stranieri sulla

popolazione nell’anno 2006, all’8,6% del 2009.

Grafico 3: Andamento percentuale degli stranieri sulla popolazione del territorio di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200961

Tenendo presente che il progetto ChiaVe è dedicato ai giovani, ecco due

grafici che si focalizzano sui ragazzi dai 15 ai 30 anni. Questa fascia d’età

è stata scelta poiché le attività di cui si compone il progetto si rivolgono a

61 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano: http://demoistat.it/pop2009/index.html, http://demoistat.it/pop2008/index.html, http://demoistat.it/pop2007/index.html, http://demoistat.it/pop2006/index.html, http://demoistat.it/strasa2009/index2.html, http://demoistat.it/strasa2008/index2.html http://demoistat.it/strasa2007/index2.html e http://demoistat.it/strasa2006/index2.html, consultati il 07.01.2010.

Page 36: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

36 36

questo gruppo: dagli adolescenti che partecipano all’Educativa di strada,

ai giovani adulti interessati alle borse lavoro.

Il grafico 4 mostra che il trend dei giovani della provincia è in calo,

considerando sia italiani sia stranieri residenti. Ciò significa che il numero

dei ragazzi sta diminuendo e la popolazione sta invecchiando.

Il grafico 5, invece, inquadra la porzione di giovani di origine straniera

residenti, sempre di età compresa tra i 15 e i 30 anni. Al contrario

dell’andamento generale, il trend dei giovani stranieri è in leggera e

costante crescita.

Grafico 4: Andamento percentuale dei giovani italiani e stranieri dai 15 ai 30 anni sulla popolazione dei territori di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200962

62 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano: http://demoistat.it/pop2009/index.html, http://demoistat.it/pop2008/index.html, http://demoistat.it/pop2007/index.html e http://demoistat.it/pop2006/index.html, consultati il 07.01.2010.

Page 37: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

37 37

Grafico 5: Andamento percentuale dei giovani stranieri dai 15 ai 30 anni sulla popolazione dei territori di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200963

Confrontando in modo più approfondito i dati di questi ultimi due grafici,

osserviamo che la classe giovanile in generale (grafico 4) è diminuita

dell’1,1%. Nella provincia è passata dal 17,3% del 2006 al 16,2% del 2009

della popolazione totale, mentre nella zona Sesto-Vergiate dal 16,5% del

2006 al 15,4% del 2009.

Invece, il trend che interessa solo i giovani stranieri (grafico 5) è lievemente

positivo in entrambi i territori considerati. Si è registrato un + 0,4% in

provincia, passando dall’1,5% del 2006 all’1,9% di giovani stranieri sul

totale dei residenti nel 2009. Invece, nella zona Sesto Calende e Vergiate

l’aumento è pari al +0,6%, partendo dall’1,7% del 2006 e arrivando al

2,3% di giovani stranieri sul totale dei residenti nel 2009.

Concludendo, possiamo affermare che nel complesso la popolazione

giovanile non sta crescendo, mentre la componente straniera sta

aumentando.

63 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano i siti indicati nella precedente, consultati il 07.01.2010.

Page 38: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

38 38

2.2.3 Quadro demografico degli adolescenti nel territorio di

Sesto Calende-Vergiate Prima di passare all’osservazione di altri indicatori, vale la pena

considerare in modo più approfondito la situazione demografica degli

adolescenti nel territorio di Sesto Calende e Vergiate.

La fascia d’età compresa tra i 15 e i 20 anni è quella interessata

dall’intervento di Educativa di strada, attività principale in questa fase di

start up del progetto.

I dati riportati sono relativi al solo anno 2009, primo anno di avvio del

progetto ChiaVe, per mostrare la popolazione destinataria delle attività

progettuali.

Per essere precisi, nella zona di Sesto-Vergiate ci sono 966 ragazzi

residenti italiani e stranieri, tra i 15 e i 20 anni. Questa porzione

rappresenta quasi il 5% della popolazione residente sul territorio

considerato.

La distribuzione per età dei ragazzi è mostrata nel grafico 6: le sei fasce

sono composte da un numero simile di adolescenti.

Grafico 6: Ragazzi tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 2009, suddivisi per età64 64 Fonte ISTAT 2010.

Page 39: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

39 39

Il progetto ChiaVe si occupa in particolare di due gruppi di giovanissimi: la

popolazione femminile e quella straniera. I grafici che seguono servono per

illustrare qual è impatto di questi gruppi sull’intera popolazione giovanile.

Grafico 7: Percentuale di maschi e di femmine italiani e stranieri, tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 200965

Grafico 8: Percentuale di italiani e di stranieri tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 200966

Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 65 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 66 Fonte ISTAT 2010.

Page 40: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

40 40

Approfondendo le ricerche, scopriamo che la percentuale femminile è pari

al 47,7% degli adolescenti presenti sul territorio (grafico 7) e i ragazzi

stranieri residenti sono quasi il 10% della popolazione giovanile (grafico 8).

Per completezza, la popolazione femminile straniera è pari al 5,7% di tutti

i giovani.

Se gli educatori percepiscono dei problemi da parte delle adolescenti di

sesso femminile, le percentuali dimostrano che il disagio potenzialmente

riguarda la metà della popolazione giovane.

Discorso analogo per la componente straniera: se in questo territorio

l’integrazione tra italiani e immigrati è più difficoltosa è bene intervenire

sulla popolazione giovane, dove il rapporto è uno straniero ogni dieci

italiani.

2.2.4 Abbandono scolastico Il fenomeno della dispersione scolastica, definito anche drop out, è una

problematica multidimensionale, i cui fattori in gioco sono il singolo, il

singolo nel gruppo dei pari, il singolo nel mondo del lavoro e le

Istituzioni.67

Il progetto ChiaVe, attraverso le borse lavoro, si occupa dei giovani che

hanno interrotto gli studi senza conseguire un titolo oppure che non

hanno assolto l’obbligo scolastico.

Il seguente grafico mostra la situazione degli abbandoni scolastici tra gli

adolescenti nella provincia di Varese.

Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html e http://demoistat.it/strasa2009/index2.html, consultati il 07.01.2010. 67 Si veda: Mian, E., Canelles, M., F., Abbandono Scolastico. Esiste una relazione con comportamenti devianti? Cause, osservazioni e proposte d’intervento. I.R.I.D.S.A. Il documento è scaricabile dal sito http://www.nuovapedagogia.com/abbandono_scolastico.pdf, consultato il 07.01.2010.

Page 41: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

41 41

Grafico 9: Andamento abbandoni scolastici degli adolescenti residenti in provincia di Varese, dall’anno scolastico 2003/2004 al 2008/0968

L’andamento di questo fenomeno è in ascesa e sicuramente questo è un

segnale positivo e confortante, come manifestato anche dalla soddisfazione

delle Istituzioni.”69

Anche se il fenomeno dei drop out sta diminuendo, è importante che questi

ragazzi non vengano lasciati soli dalle Istituzioni. I problemi maggiori sono

due: il primo è che questa categoria non è particolarmente tutelata dalla

legge e il secondo è che questi ragazzi appartengono soprattutto a famiglie

disagiate, che non affrontano il problema.

Nel 2006 i ragazzi drop out erano quasi il 10% in tutta la provincia, mentre

nel 2009 si è scesi al 6%. Da notare che, nella ricerca presa in

considerazione, si parla solo di minorenni, mentre le attività del progetto

ChiaVe sono rivolte anche ai giovani adulti.

68 Si veda: Osservatorio Permanente sull’Istruzione della Provincia di Varese. Dispersione scolastica, Anno scolastico 2008/2009. Il documento è sfogliabile e scaricabile dal sito http://www.provincia.va.it/ente/istruzione/sis_opi/pdf/letture_commenti_2.pdf, consultato il 07.01.2010. 69 Si veda: http://iflsommalombardo.blogspot.com/2009/08/centri-per-limpiego-della-provincia-di.html, consultato il 07.01.2010.

Page 42: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

42 42

Nonostante la situazione generale stia migliorando, vale comunque la pena

di interessarsi dell’istruzione dei giovani, soprattutto quando è utile a

trovare un posto di lavoro.

2.2.5 Uso di sostanze psicoattive L’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti sono diffusi tra i giovani del

territorio, come rivelano gli operatori dell’Educativa di strada. Per

dimostrare questa affermazione nel seguente capitoletto si riportano i dati

del report dell’Osservatorio Dipendenze della provincia di Varese70.

La ricerca cui si fa riferimento si riferisce alle sostanze psicoattive legali e

illegali, prendendo in considerazione:

• droghe pesanti: eroina e cocaina

• droghe leggere: cannabis

• bevande alcoliche e tabacco

• stimolanti: anfetamine, ecstasy, GHB, ecc.

Il target considerato nella ricerca è composto da studenti e studentesse

dai 15 ai 19 anni residenti in regione Lombardia e in provincia di Varese;

la nostra attenzione si focalizzerà esclusivamente sul secondo gruppo.

I grafici che seguono presentano le percentuali di giovani maschi (grafico

10) e femmine (grafico 11) che fanno uso delle singole sostanze, con

indicazione dell’andamento dal 2006 al 2007.

70 La ricerca presa in considerazione è l’ultima che è stata fatta nella provincia di Varese, ma risale al 2008 e presenta dati del 2006 e 2007. Non è possibile fare un confronto con ricerche passate dell’Osservatorio poiché gli indicatori sono diversi e non confrontabili. Anche se i dati non sono aggiornati sono comunque interessanti perché offrono una panoramica dell’uso di sostanze, tabacco e alcol tra i giovani della provincia. È possibile scaricare la ricerca al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.

Page 43: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

43 43

Grafico 10: Percentuali relative agli studenti maschi, residenti nella provincia di Varese, che fanno uso delle sostanze indicate, negli anni 2006 e 2007. Indicazione dell’andamento per ciascuna sostanza71

Dal grafico 10 si evince che il consumo delle droghe pesanti e degli

stimolanti sia invariato nel biennio, presentando un lieve calo. I consumi

di cannabis, tabacco e alcol hanno subito una flessione più pesante,

secondo le dichiarazioni. Le percentuali dimostrano più ragazzi che hanno

fumato cannabis (30%) rispetto al tabacco (26%). L’88% consuma

saltuariamente bevande alcoliche, che rimane il “vizio” maggiore tra i

ragazzi.

71 Si veda: Ibidem. Al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.

Page 44: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

44 44

Grafico 11: Percentuali relative alle studentesse, residenti nella provincia di Varese, che fanno delle sostanze indicate, negli anni 2006 e 2007. Indicazione dell’andamento per ciascuna sostanza72

I dati che riguardano le ragazze sono molto simili a quelli dei coetanei

maschi. In generale, le ragazze fanno meno uso di queste sostanze, ad

eccezione del tabacco, fumato da quasi il 26% dei maschi e dal 29% delle

ragazze, in media nei due anni.

72 Si veda: Ibidem. Al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.

Page 45: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

45 45

2.2.6 Considerazioni degli educatori sui giovani73 La fotografia che gli educatori fanno dei giovani del territorio mostra

ragazzi che non frequentano più luoghi tradizionali di aggregazione, ma,

allo stesso tempo, manifestano l’esigenza di avere spazi in cui ritrovarsi

con coetanei. Hanno bisogno di luoghi dove poter giocare a calcio o a

pallavolo, usare lo skate, ascoltare musica, ballare, studiare, parlare dei

primi amori, incontrare e accettare gli educatori e avere, grazie a loro, una

possibilità di confronto con il mondo adulto. Descrivere questi giovani non

è semplice, anche se, sicuramente, sono ragazze e ragazzi ben disposti nei

confronti di chi si mostra desideroso di conoscerli e capace di ascoltarli.

La sensazione che gli educatori hanno quando sono in contatto coi ragazzi

è che questi siano delusi dal mondo adulto e sfiduciati nel futuro. Questo

li rende apatici e rassegnati. Questo porta molti giovani a non avere

obiettivi e a non impegnarsi per la propria realizzazione.

In realtà, i giovani sono un vulcano pronto ad esplodere, perché non

aspettano altro che un’occasione per attivarsi e organizzarsi.

I più grandi, dai 17 anni in poi, se stimolati discutono volentieri di

tematiche importanti, come droga, razzismo, rapporto coi genitori e

relazioni affettive oppure partecipano con intensità ed entusiasmo ad

attività proposte dagli adulti. I più piccoli – dai 14 ai 16 anni – invece sono

vivaci ma un po’ scocciati, il che spesso li porta a commettere piccoli atti

vandalici o a comportarsi da bulli.

2.2.7 Conclusioni I dati emersi dalle ricerche sulla provincia di Varese sono confermati quasi

per tutti gli aspetti dall’esperienza sul campo degli educatori, anche su un

territorio più ristretto.

I problemi maggiori che emergono sono legati all’integrazione dei ragazzi

stranieri, che nel territorio di riferimento è un problema sentito: non a 73 Rielaborazione delle risposte date dagli educatori della Cooperativa L’Aquilone a due questionari via mail. È stato scelto di raccogliere i dati in questo modo perché era impossibile riuscire a incontrare gli operatori di persona, a causa dei loro impegni lavorativi.

Page 46: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

46 46

caso più della metà dei ragazzi dell’Eds è immigrata. Molti hanno problemi

con la scuola e il lavoro: i dati sul campo non sembrano positivi come

quelli ufficiali della provincia. Infine, il rapporto con le sigarette e il

consumo di droghe leggere manifesta una situazione di disagio: i ragazzi

sono molto giovani e con questi comportamenti potrebbero voler

dimostrare a loro stessi e agli altri di essere più grandi, indipendenti e

importanti. Questi dati rispecchiano le tendenze mostrate dalle ricerche

degli anni scorsi.

Altro tema delicato è la crescita delle ragazze, che, infatti, preferiscono

ritrovarsi in occasioni a loro dedicate, invece che insieme ai coetanei

maschi (i gruppi dell’Eds sono quasi completamente maschili).

Possiamo concludere che, osservati più accuratamente i giovani del

territorio, il progetto ChiaVe focalizza la sua attenzione su aspetti salienti

e importanti, su problemi reali e rilevanti: immigrazione, femminilità e

lavoro.

2.3 I giovani, le nuove tecnologie e la rete In questa terza parte del capitolo poniamo l’attenzione sul rapporto tra i

giovani, le nuove tecnologie e internet.

L’obiettivo è mostrare che i ragazzi sono interessati e favorevoli all’uso

degli strumenti web e presentare i dati effettivi su quanto e come già li

utilizzino.

2.3.1 I giovani e le nuove tecnologie: i dati Eurisko Eurisko ha svolto una ricerca interessata ad analizzare il rapporto dei

giovani con le nuove tecnologie. I risultati mostrano l’esistenza di 5 gruppi,

posizionati in base al loro pensiero:

• il 46% dei teenager dichiara di essere interessato e di usare il

più possibile le nuove tecnologie

• il 35% dichiara che per stare al passo coi tempi è necessario

sapere usare le nuove tecnologie

Page 47: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

47 47

• l’11% dichiara che le nuove tecnologie sono al di là delle proprie

possibilità

• Solo il 2%, infine, che le nuove tecnologie fanno paura74

Grafico 12: Cosa pensano i giovani italiani delle nuove tecnologie75

Altri dati dello studio mostrano che 1 ragazzo su 2 (56%) ha una vita “on-

line” e che i giovani non rinunciano alle nuove tecnologie, alla musica, ai

social network e ai consumi “globali”. In particolare, interessante notare

che i social network sono visti come mezzi che aiutano la costruzione

dell’identità e facilitano l’allargamento della cerchia di amici.

Se i giovani si avvicinano sempre più agli strumenti tecnologi per costruire

la propria identità, conoscere nuove persone e comunicare con gli altri,

allora è necessario che gli adulti riflettano su come poter raggiungere i

ragazzi.

I giovani del nostro tempo hanno bisogno di essere sempre connessi

o in comunicazione con gli altri e hanno bisogno di fare, dire,

74 Cfr: Antonietti, L., I giovani non rinunciano. Uno sguardo internazionale, GFK Eurisko, 2009.

Questa ricerca è consultabile e scaricabile all’indirizzo internet http://www.gfk.com/imperia/md/content/gfk_eurisko/pressroom/i_giovani_non_rinunciano_10_feb_2009.pdf, consultato il 22.11.09. 75 Dati Eurisko 2009.

Page 48: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

48 48

mostrarsi, per “essere”, [cioè hanno bisogno di essere in]

connessione continuativa e di avere un protagonismo almeno

illusorio.

Di conseguenza, i giovani prediligono sempre di più i media attivi,

che favoriscono una connessione incessante, [come] telefono mobile,

Messenger [e] che permettono di essere protagonisti, [come il] web

(siti social network, gruppi, blog, ecc.).76

2.3.2 I giovani e le nuove tecnologie: il punto di vista degli

educatori È stato mostrato il grafico 12 agli educatori della Cooperativa L’Aquilone,

che si occupano in prima persona dell’Educativa di strada. I loro

commenti confermano questo avvicinamento dei giovani alle nuove

tecnologie.

Gli educatori notano che i ragazzi – soprattutto dai 15 anni – sono

affascinati e utilizzano le tecnologie, in particolare il cellulare. Molti

possiedono telefonini di ultima generazione, sono sempre alla ricerca del

modello più innovativo, anche se non tutti sono in grado di usarlo al

massimo delle potenzialità. Le nuove tecnologie rappresentano realmente

la loro nuova prassi di comunicare, non potrebbero parlare di sé e con

altri, con altri mezzi.

Un gruppo di ragazzi, in particolare, usa regolarmente attrezzature

professionali per creare e mixare la musica tecno o house. Altri sono più

appassionati ai video. Dal punto di vista degli educatori questa moda

risponde soprattutto alla necessità di apparire.

76 Cfr: Ivi, pp. 70-71.

Page 49: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

49 49

2.3.3 I giovani e la rete: i dati Eurisko Una seconda ricerca Eurisko77 mostra in modo più approfondito l’uso di

internet tra i giovani. Di seguito verranno presentati alcuni grafici che

illustrano chiaramente la diffusione del fenomeno.

Il quadro nazionale presentato da Eurisko78 mostra una tendenza in

continua ascesa per quanto riguarda l’uso di internet e le ore settimanali

medie di collegamento. Per avere un’idea generale sulla popolazione, il

44% degli italiani dai 6 agli over 75 dichiara di usare internet, il 22% di

loro tutti i giorni.

Per quanto riguarda l’utilizzo di internet da parte dei giovani italiani, ecco i

dati aggiornati al 2009, rappresentati nel grafico 13.

Grafico 13: Percentuali di giovani italiani nella fascia d’età 15-24 anni che utilizzano internet con relativa frequenza, nell’anno 200979

È evidente come la maggior parte dei giovani (83,4%) usi internet; il 45,5%

tutti i giorni o spesso durante la settimana (28,9%). Gli accessi alla rete da 77 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani del Terzo Millennio, GFK Eurisko, 2009. La ricerca è reperibile e scaricabile all’indirizzo http://www.youmark.it/files/applications/2009/02/8491.pdf. Consultata in data 30.11.2009. 78 I dati Eurisko fanno riferimento alla tendenza nazionale fino all’anno 2007. 79 Fonte ISTAT 2009.

Page 50: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

50 50

parte dei giovani sono in numero decisamente più elevato rispetto alla

media nazionale.

Oltre ai dati sulla frequenza di utilizzo del mezzo, è interessante scoprire

che i giovani vedono internet come uno strumento interattivo. Difatti i

ragazzi in rete dichiarano di avere tre obiettivi principali:

• comunicare con gli amici,

• stare in contatto col mondo grazie ai social network

• fare acquisti80

Nel grafico 14 sono presentate le percentuali di giovani che compiono

queste tre azioni in rete. La differenza maggiore tra adolescenti e giovani si

nota nella categoria “acquisti”, giustificabile dal fatto che i teens hanno

meno libertà e possibilità economica dei giovani adulti.

Grafico 14: Motivazioni interazione con internet dei giovani nelle due fasce d’età considerate, all’anno 200781

80 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani, Cit., pg. 3. 81 Dati Eurisko 2007.

Page 51: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

51 51

I consumi dei giovani on e offline ricalcano quegli ambiti della vita legati

allo stare connessi, in comunicazione col mondo, incontrare le altre

persone, sedurre ed essere ben visti dagli altri. Infatti, la prima categoria

di spesa, per entrambe le fasce d’età, è la ricarica del cellulare, seguita dai

consumi legati ai luoghi d’incontro, come bar, pizzerie, fast food e dagli

acquisti nel settore dell’abbigliamento82.

Le affermazioni del dott. Prada, nella sua intervista all’inizio del capitolo,

su ciò che i giovani cercano attraverso l’uso nuove tecnologie sembrano

poter dare giustificazione sia ai consumi dei giovani, sia dagli obiettivi che

hanno quando navigano in rete: comunicazione, aggregazione,

connessione, seduzione e approvazione degli altri.

2.3.4 I giovani e la rete: il punto di vista degli educatori Gli educatori hanno confermato un’elevata frequenza d’uso di internet tra

i ragazzi, soprattutto per comunicare e stare in contatto tra loro.

Un’operatrice afferma che “L’immagine dell’adolescente che pretende di

studiare mentre è collegato a Facebook, ascolta l’I-pod, chatta su MSN e

guarda la tv è reale!”

È stato chiesto agli educatori di scoprire quali sono i siti e gli strumenti

più usati dai ragazzi coinvolti nell’Eds.

La maggior parte di loro utilizza regolarmente Facebook: quasi tutti i

ragazzi sopra i 15 anni hanno un account e lo tengono aggiornato

quotidianamente. In rete si divertono a guardare video su YouTube, ma

difficilmente li caricano. Gli appassionati di musica scaricano brani, non

sempre legalmente. Alcuni si tengono in contatto con i coetanei attraverso

Messenger.

In virtù del forte coinvolgimento dei giovani per le nuove tecnologie gli

educatori sono concordi all’unanimità dell’importanza di questi strumenti.

Tutti gli operatori, soprattutto i più restii alle novità in campo informatico,

82 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani, Cit., pg. 4.

Page 52: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

52 52

desiderano conoscere gli strumenti disponibili, in modo da saperli

utilizzare in modo responsabile e costruttivo.

Il gruppo ritiene che le nuove tecnologie siano utili sia ai ragazzi sia agli

educatori. Gli adolescenti sono già abituati ad usare questi strumenti e

continuerebbero a usarli come mezzi d’espressione, coinvolgimento e

partecipazione alle attività proposte. Gli educatori avrebbero un nuovo

veicolo di informazione e promozione più veloce, immediato e coinvolgente:

potrebbero raggiungere un numero sempre maggiore di ragazzi,

incuriosendoli e “fidelizzandoli” a seguire le iniziative suggerite. Inoltre,

potrebbero usare questi strumenti per dialogare coi ragazzi e raccogliere i

loro suggerimenti, in modo alternativo, talvolta più semplice e proficuo.

Una possibilità interessante è data dall’opportunità di monitorare le

attività e i ragazzi attraverso una mappatura del territorio ed evidenziare

quali sono i luoghi di ritrovo dei ragazzi (bar, parchi, vie, …), quali le zone

battute dagli operatori, dove sono spazi riservati ai giovani (edubar, sale

prove, palestre, piscine, …) oppure indicare la località del prossimo evento

organizzato.

Un educatore suggerisce che gli strumenti web 2.0 potrebbero essere usati

nelle fasi di aggancio di un gruppo e di promozione delle attività. Questi

sono canali di comunicazione che i ragazzi conoscono bene e sanno usare.

Gli operatori concordano nell’idea che la conoscenza e il saper usare le

tecnologie permettere di capir meglio i ragazzi, proprio perché questi

strumenti sono parte integrante dell’universo adolescente.

2.3.5 I giovani e la rete: la mappatura on-line del territorio di Sesto Calende e Vergiate

Sono stati esaminati alcuni strumenti web per capirne la diffusione e

l’uso, nel territorio di Sesto Calende-Vergiate. I siti analizzati sono:

Facebook e YouTube. È possibile stimare quanto materiale è stato

prodotto o pubblicato dai giovani, a detta degli educatori.

Page 53: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

53 53

Anche se non è possibile sapere l’età di ciascun utente che pubblica,

visualizza o commenta in questi siti, questi sono gli strumenti web più

diffusi tra i giovani del territorio.

In particolare, per Facebook si sono presi in considerazione le pagine, i

gruppi e le persone83 che rappresentano gli enti, che rispondono al criterio

di ricerca “sesto calende” e “vergiate”.

Grafico 15: Gruppi su Facebook che rispondono ai criteri di ricerca “sesto calende” (SC) e “vergiate” (V), suddivisi per argomento

Per quanto riguarda le pagine, ce ne sono 6 in tutto. A Sesto sono 5 (3 di

associazioni no profit, 1 di un bar e un’altra di un club incontri) con una

media di 87 iscritti ciascuna, mentre a Vergiate è 1 (di una società

sportiva), con solo 5 iscritti.

Anche le persone-enti non sono molte, in tutto 8: a Sesto 2 (1 palestra e 1

ristorante) e a Vergiate 6, riguardanti politica, sport e associazioni, tra cui

segnaliamo la pagina dell’Informagiovani del comune, Giovani Vergiate.

83 Non è stato possibile trovare il numero di persone residenti a Sesto Calende e Vergiate iscritte a Facebook perché non tutti inseriscono questo dato o lo rendono pubblico.

Page 54: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

54 54

Invece, i gruppi sono molto più diffusi e dalle tematiche più disparate. In

totale si contano 164 gruppi, 96 a Sesto e 68 a Vergiate.

Sesto presenta più gruppi concernenti politica, sport, arte/musica e

scuola rispetto a Vergiate. Effettivamente sul territorio sestese sono

presenti più associazioni politiche e sportive, sono organizzati numerosi

eventi musicali – dalla banda cittadina ai gruppi giovanili – e hanno sede

numerose scuole, soprattutto di grado superiore, che a Vergiate mancano.

Relativi a Sesto Calende si possono ricondurre ai giovani circa una

trentina di gruppi, soprattutto legati alle attività commerciali (bar), attività

sportive (sport), gruppi studenteschi (scuola) e a tematiche varie (altro).

Relativi, invece, a Vergiate si possono ricondurre ai giovani circa una

decina di gruppi, soprattutto legati a discoteche e luoghi d’incontro (bar).

La mappatura di YouTube, mostra che a Sesto sono dedicati 236 video e 2

canali, a Vergiate 128 video e 2 canali. I canali sestesi sono entrambi

destinati allo sport, contano 38 video e 8 iscritti totali. I canali vergiatesi

sono dedicati alla musica (con 5 video e 2 iscritti) e ad 1 persona (con 7

video e 3 iscritti).

L’osservazione dei temi dei video è più indicativa. Come si vede dal grafico

16, a Sesto sono associate tematiche più serie e impegnate, come le

iniziative legate ai giovani, con eventi, concerti e attività organizzate da

loro o per loro. Tra queste è presente l’iniziativa Fuori chi Legge, che fa

parte del Progetto ChiaVe. Vergiate spicca per tematiche più "frivole", come

video dedicati allo svago, dove sono protagoniste persone che si divertono

o sono in stato di ebbrezza.

Page 55: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

55 55

Grafico 16: Video caricati su YouTube che rispondono ai criteri di ricerca “sesto calende” e “vergiate”

Dei video considerati, quelli appartenenti alle categorie “scuola/oratorio”,

“persone”, “svago” e “giovani” hanno per la maggior parte come

protagonisti ragazzi e giovani. Si può dedurre che siano stati caricati dai

ragazzi stessi o da educatori a stretto contatto con loro.

Per quanto riguarda le visualizzazioni, a Vergiate, il numero maggiore si

ha nelle sezioni “città”, dove sono presenti video dell’Augusta Westland, e

“altro”, dove sono visibili due video relativi ad un sexy shop. In riferimento

a Sesto, gli utenti preferiscono guardare, oltre allo sport, filmati che

ritraggono persone in momenti di divertimento.

2.3.6 Conclusioni I dati delle ricerche condotte da istituti nazionali, le riflessioni di esperti in

pedagogia e sociologia, le osservazioni degli educatori a diretto contatto

con un gruppo di ragazzi del territorio convergono in un’unica direzione.

Gli adolescenti e i giovani adulti utilizzano le nuove tecnologie e fanno un

largo uso di internet, soprattutto per cercare di instaurare e mantenere

Page 56: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

56 56

relazioni coi coetanei e conoscere nuove persone. In base alle azioni che

compiono sulla rete sono giudicati e modificano il loro status sociale,

anche nella vita reale. Perché quello che succede online ha sempre dei

riscontri nella realtà fisica.

La maggior parte delle volte questi riscontri evidenziano il lato negativo e

problematico di questo “ab-uso” della rete. Si condividono dati e contenuti

sensibili, magari di persone ignare, con l’intento di schernirle davanti ad

un vasto pubblico. Oppure si fanno conoscenze con sconosciuti che non si

rivelano sinceri o con buone intenzioni.

Le prime azioni sono definite cyberbullismo84 e hanno forti conseguenze

reali: si incorre in una sanzione amministrativa oppure, per gli illeciti

penali, si può essere anche querelati.

La soluzione corretta a questi problemi non è la demonizzazione del web e

dei suoi strumenti, ma è la conoscenza di tali strumenti da parte degli

adulti e un controllo sull’uso che ne fanno i ragazzi. È importante

conoscere le nuove tecnologie e imparare ad usarle, per capirle,

padroneggiarle e poter sfruttare al meglio le potenzialità positive che

possiedono.

A questo proposito, i giovani educatori della Cooperativa L’Aquilone hanno

chiesto di organizzare degli incontri formativi per conoscere più a fondo i

nuovi strumenti e saperli usare in modo costruttivo coi ragazzi.

La sfida più grande, cui non è possibile venire a capo con la formazione, è

capire le motivazioni degli adolescenti. Capire se i giovani sono attratti

dalle nuove tecnologie per una naturale propensione alla novità o se sono

costretti a reinventarsi con le nuove tecnologie, a causa di una situazione

ambientale che li porta inevitabilmente ad usare/abusare della rete per

non sentirsi soli.

84 Il cyberbullismo è “l’utilizzo di informazioni digitali e nuovi dispositivi di comunicazione per effettuare azioni di bullismo o molestare in qualche modo una persona o un gruppo.” Cfr: Stop al Cyberbullismo, reperibile al link http://www.hillandknowltongaia.it/wp-content/uploads/cs_cyberbullismo_inembargo.pdf, consultato il 09.01.2010.

Page 57: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

57 57

3. Progetto ChiaVe

Il progetto intende riprendere e rilanciare le azioni messe in atto dai

precedenti interventi di Educativa di strada, che da così tanti anni sono

attivati sul territorio del Distretto di Sesto Calende. Il progetto si raccorda

con i Centri di Aggregazione Giovanile di Vergiate e le azioni di

informazione e formazione destinate ai genitori su temi educativi.

3.1 Motivazioni e origini del progetto Il progetto nasce dall’incontro tra soggetti, di natura e territori differenti,

che da tempo si occupano di progetti e servizi sociali. I Comuni di Sesto

Calende e di Vergiate da anni collaborano nella progettazione di interventi

rivolti ai minori in partnership con la Cooperativa L’Aquilone. L’incontro

con il Comune di Chiasso risale ad alcuni anni fa, durante un convegno

alle Politiche Giovanili del 25 novembre 2006.

Da allora diversi incontri tra i referenti hanno portato all’ideazione di un

progetto condiviso che potesse permettere uno scambio più concreto di

competenze e metodologie e un confronto più puntuale e portatore di

cambiamento sulle politiche sociali.

Da qui ha origine il progetto ChiaVe che ha l’ambizione di aprire le

frontiere, di accorciare le distanze, di avvicinare tecnici, politici, educatori,

giovani, di sperimentare e attivare azioni innovative che vanno a

rispondere ai reali e concreti bisogni che i territori esprimono.

Il progetto promuove l’incontro come esperienza educativa e formativa,

diventa il luogo del dialogo e del confronto tra culture che vanno oltre alle

identità nazionali, che incrociano provenienze multi-etniche, multi-

esperienziali, multi-generazionali e multi-culturali.

3.2 Obiettivi del progetto Il progetto prevede differenti obiettivi in base ai destinatari.

Per gli adolescenti:

Page 58: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

58 58

• prevenzione del disagio e del conseguente uso e abuso di sostanze

stupefacenti lecite e illecite.

• aumento della capacità di costruzione di modalità alternative di

aggregazione e di svago.

• sviluppo della partecipazione nelle attività di Educativa di strada e di

progettazione di attività per il tempo libero della popolazione

adolescente femminile e straniera.

• promozione del protagonismo e dell’imprenditorialità giovanile legati

alla realizzazione di eventi artistici transfrontalieri.

Per i giovani:

• sostegno e accompagnamento ai giovani appartenenti a fasce fragili per

un inserimento nel mondo del lavoro.

• favorire la conoscenza di alcuni aspetti sociali, politici ed economici del

proprio territorio per meglio comprendere regole e logiche del mercato

del lavoro.

• aumento della conoscenza di strumenti e tecniche utili per la ricerca di

una nuova occupazione.

Per gli operatori sociali:

• sviluppo delle competenze degli operatori sociali nel campo delle

politiche giovanili.

• miglioramento delle attività dirette alla popolazione giovanile attraverso

la verifica e la condivisione di buone prassi nel campo dell’Educativa di

strada e nella gestione dei centri di aggregazione giovanile.

• acquisizione di competenze specialistiche per realizzare progetti

individualizzati attraverso il colloquio di orientamento ed il bilancio di

competenze.

3.3 Attività del progetto Le attività che fanno parte del progetto ChiaVe sono le seguenti:

• interventi di Educativa di strada

Page 59: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

59 59

• interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e straniera,

con la costituzione di équipe di sole educatrici e équipe con mediatore

culturale.

• accompagnamento al lavoro dei giovani fragili che presentano difficoltà

di inserimento nel mercato del lavoro

• eventi sportivi, musicali, artistici e culturali promossi attraverso il

protagonismo dei giovani

• formazione operatori sociali per aumentare le capacità progettuali e la

competenza specialistica

• attivazione di un centro di aggregazione “de-istituzionalizzato” a misura

di giovane

• percorsi di formazione e condivisione del progetto con educatori grezzi

Le prime cinque attività indicate sono già avviate in questi primi mesi di

vita del progetto, partendo dal lavoro che era già stato svolto nei Comuni.

Le restanti due sono previste, ma non si sa quando verranno intraprese.

Degli interventi già attivi è possibile conoscere qualche dettaglio sulle loro

caratteristiche.

3.3.1 Educativa di strada L’Eds è una metodologia di lavoro educativo che mira a contattare

adolescenti e giovani nel loro territorio di appartenenza attraverso

strumenti flessibili che vengono tarati di volta in volta in base al gruppo.

Le prime esperienze di Eds in Italia sono da collocarsi alla fine degli anni

Sessanta: si tratta soprattutto di attività di volontariato realizzate nelle

realtà urbane, a favore di un maggior contatto con poveri ed emarginati.

Solo all'inizio degli anni Ottanta si comincia a parlare di Eds nell'ambito

dei servizi sociali ed educativi. Questo passaggio è stato favorito anche

dagli scambi culturali e professionali con operatori di altri paesi, come

Page 60: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

60 60

l’America Latina e l’Asia, in cui erano già state svolte attività rivolte ai

minori in situazioni di povertà estrema e di totale abbandono85.

L’Eds permette agli educatori di relazionarsi agli adolescenti e ai giovani

nella loro quotidianità. L’immagine della strada evoca l’idea dell’educatore

che si reca là dove “abita” il bisogno, anziché attenderlo in servizi più

stabili, strutturati ma anche più statici. L’uscire e lo stare per strada

permette agli educatori di:

• verificare la possibilità e l’utilità di una presenza adulta qualificata

nella quotidianità dei ragazzi, alle prese con il difficile compito di

attraversare una tappa evolutiva, tanto complessa quanto delicata,

qual è l’adolescenza.

• avvicinare i gruppi informali di giovani e di lavorare sulle dinamiche di

gruppo.

• approfondire e problematizzare in gruppo e con i singoli le tematiche di

interesse tipiche di quest’età, con particolare attenzione al tema delle

sostanze e dei comportamenti a rischio.

• entrare in contatto con le realtà locali, ricche di agenzie educative, di

servizi, di leader formali ed informali. Nel lavoro di strada si individuano 5 fasi di intervento:

1. Mappatura: in questa fase gli educatori conoscono il territorio, con

l’intento di captare le peculiarità dello stesso ed essere ricettivi ai

segnali che esso manda.

2. Aggancio dei gruppi di strada: è una delle fasi più delicate che gli

educatori si trovano ad affrontare. Questo momento prevede un’attenta

osservazione del gruppo e una strategia di aggancio mirata e pensata

su di esso.

3. Realizzazione: questa è la fase che occupa l’arco temporale più ampio.

È la fase che crea la storia e le opportunità di crescita di un gruppo.

Questo lungo momento vede svilupparsi una relazione stabile e di 85 AA. VV., Origine e storia del lavoro di strada. Articolo scaricato dal sito www.edupolis.org/illavoro%20di%20strada.pdf, consultato il 05.01.2010.

Page 61: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

61 61

fiducia con il gruppo che può dare vita ad attività e iniziative che sono

occasioni di crescita, protagonismo e sperimentazione.

4. Valutazione: è la verifica degli obiettivi di progetto e dei risultati

raggiunti, condivisi con la committenza. Questa è una fase preziosa per

il progetto che permette ai diversi attori coinvolti di fermarsi e riflettere

sul lavoro fatto per poi riprogettare una nuova attività.

5. Chiusura: è il momento in cui gli educatori riconoscono di aver

raggiunto gli obiettivi prefissati con il gruppo e rimandano al gruppo

stesso il percorso fatto e l’autonomia raggiunta.

3.3.2 Interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e straniera

Il progetto prevede una particolare attenzione alle ragazze e agli stranieri

nell’azione di Eds.

Per quanto riguarda il lavoro sulla femminilità, si parte dalla costituzione

di un’equipe composta di sole donne che si occuperà dell’Educativa di

strada dedicata alle ragazze.

È convinzione dei responsabili che il genere femminile, soprattutto in età

adolescenziale, abbia bisogno e ricerchi forme di aggregazione diverse da

quelle maschili. Una modalità di lavoro con l'universo femminile prevede

di dedicare a questo mondo tempo e pensiero specifici per permettere una

scoperta e una risposta ai bisogni delle ragazze. È quindi importante

individuare luoghi accoglienti dove poter trovare il giusto clima che

ricostruisca il nido che spesso le ragazze cercano. Durante l'intera durata

del progetto si prevede di affrontare temi particolarmente vicini al mondo

femminile, sviluppandoli sia attraverso momenti riflessivi in gruppo sia

proponendo uscite ed esperienze dirette che aiutino la presa di coscienza e

la conoscenza.

Invece, l’esigenza di occuparsi dei giovani stranieri nasce dal fatto che in

questi territori del varesotto l’immigrazione è spesso vissuta come

elemento fortemente problematico. Il progetto prevede un’attenzione

Page 62: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

62 62

particolare al coinvolgimento dei ragazzi stranieri nei gruppi di Educativa

di strada già esistenti, costituendo un’equipe formata da educatori e

mediatori culturali in grado di agganciare con maggiore facilità i ragazzi di

etnie diverse.

Gli adolescenti stranieri vivono spesso tra due culture, due mondi, due

lingue. L’immagine del proprio nucleo famigliare si scontra con le

aspettative e l’immagine imposta dall’esterno. L’adolescente straniero vive,

dunque, una problematicità più complessa nella ricerca di una propria

identità. Questa diversità così marcata può sfociare in esplicite forme di

rifiuto delle regole e nell’adesione a gruppi di giovani devianti.

Un’attenzione all’accoglienza e all’elaborazione di questi vissuti di

inadeguatezza mira a portare l’adolescente straniero a concepirsi più come

risorsa per la società che come ostacolo. In questo senso le attività legate

all’Educativa di strada si orienteranno verso lo sviluppo di processi di

ibridazione culturale che vedono coinvolti come protagonisti gruppi

composti da adolescenti stranieri e non. Gli spazi di aggregazione in

progetto sono luoghi in cui promuovere valori come la solidarietà, la

responsabilizzazione, la tolleranza, l'antirazzismo e l’uguaglianza.

3.3.3 Accompagnamento al lavoro L’idea della “borsa lavoro” nasce dall’impegno degli operatori

dell’Informagiovani-Informalavoro del Comune di Vergiate, in

collaborazione agli assistenti e agli operatori sociali. La loro esperienza ha

fatto nascere la consapevolezza della mancanza di un accompagnamento

al lavoro per le categorie più fragili e non considerate dalle Istituzioni,

come i drop-out. La difficoltà di queste persone era duplice: da un lato la

complessità di trovare un lavoro, dall’altro l’incapacità di saperlo

mantenere.

Nell’arco dei tre anni di vita del progetto Chiave sono previste 10 borse

lavoro l’anno; nel 2009 ne sono state attivate 8.

Con le “borse lavoro”, il progetto propone a queste persone un percorso

formativo retribuito di qualificazione o riqualificazione, per offrire un

Page 63: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

63 63

bagaglio di esperienze, conoscenze e capacità da poter sfruttare nel mondo

lavorativo, oltre all’affiancamento di un tutor professionista.

Le borse lavoro prevedono una durata di 5 mesi, un lavoro part time ed un

rimborso spese mensile di 500 euro, e il costante monitoraggio

dell’esperienza da parte del tutor. Queste azioni sono rivolte a ragazzi di

ambosessi in età compresa tra i 16 i 24 anni circa.

La retribuzione durante il periodo di formazione permette ai destinatari di

vivere più serenamente questo momento, poiché queste persone hanno

necessità di avere un posto di lavoro e uno stipendio.

Si tratta, quindi, di un’esperienza che consente di sperimentare

concretamente cosa sia il lavoro – come funziona il mondo del lavoro, le

regole, i diritti e i doveri – e offrire al giovane la possibilità di acquisire

qualche consapevolezza non solo del mondo del lavoro ma anche di sé, del

“sé sociale e lavorativo”.

Le aziende che ospitano gli stagisti vengono contattate dall’Informalavoro

di Vergiate, che propone loro di partecipare al progetto. Viene chiesto di

definire quali profili professionali offrano, in modo da fare la miglior scelta

possibile tra il lavoro disponibile e le caratteristiche dei potenziali stagisti.

L’obiettivo è, da un lato, proporre allo stagista una buona esperienza

lavorativa e, dall’altro, di offrire all’azienda uno stagista adatto.

3.3.4 Formazione degli operatori sociali Il progetto prevede dei percorsi di auto-aggiornamento, corsi di formazione

e seminari con formatori esterni per gli operatori sociali, sia in ambito

pedagogico sia in quello informatico.

Obiettivi dell’aggiornamento pedagogico sono aumentare le capacità

progettuali degli operatori e la competenza specialistica del lavoro di rete

sul territorio, nell’ottica di accrescere la capacità di interventi in sinergia,

potenziare le abilità comunicative e di accompagnamento degli operatori

all’interno della cultura giovanile.

Obiettivi della formazione informatica sono spiegare il senso e le

potenzialità del web 2.0, presentare gli strumenti disponibili ed affiancare

Page 64: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

64 64

gli educatori nella creazione di un social network per il progetto e di altri

materiali multimediali. A tal proposito è stata pensata una scaletta di

cinque incontri formativi. Di seguito una piccola descrizione di ciascun

incontro, trattato nel dettaglio nel capitolo 4.

1) Introduzione al web 2.0: filosofia, tecnologia, infrastruttura ed

effetti

Gli incontri di formazione si aprono parlando dell’evoluzione del web, per

inquadrare l’argomento del corso. Si pone l'accento sul cambio di

paradigma, dall’1.0 al 2.0 e sulla nuova centralità dell'utente.

Quest’evoluzione è supportata dalle tecnologie, dagli strumenti e dalle

infrastrutture.

2) Strumenti web 2.0: forum, blog, chat, video, social network

Nella seconda lezione si spiegano gli strumenti definibili web 2.0. Si

mostrano esempi di forum, blog, chat, wiki, social bookmarking,

videosharing, instant messaging e social network.

3) Format utilizzabili

Il terzo aspetto interessante da affrontare negli incontri teorici è la ricerca

di un format giovane, dinamico e originale da utilizzare nel social network

del progetto. Esempi interessanti sono i video blog, blog fotografici,

creazione di itinerari corredati da mappe o videointerviste.

4) Come scrivere un post sul blog

Il penultimo incontro è di natura teorico-pratica in cui sono spiegati le

norme e i suggerimenti per scrivere bene sul web.

5) Interazione su Ning

Il ciclo di formazione si conclude con l’iscrizione al social network da parte

degli educatori e il primo utilizzo del mezzo.

Page 65: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

65 65

3.3.5 Eventi culturali: Fuori chi Legge Fuori chi Legge, una della attività già avviate sponsorizzate dal progetto

ChiaVe, è un programma di incontri culturali rivolto ai ragazzi dai 14 ai

25 anni e si conclude con una festa di fine corso, che rappresenta solo il

punto d’arrivo di percorsi svolti durante l’anno.

Il progetto è stato ideato dal Sistema Bibliotecario dei Laghi, con lo scopo

di promuovere la lettura durante un momento di aggregazione giovanile.

Per la realizzazione del progetto è stata chiesta la collaborazione delle

cooperative operanti nei comuni del SB Laghi.

Con l’intento di far avvicinare ragazze e ragazzi al mondo dei libri sono

stati ideati e realizzati laboratori espressivi di vario genere – fumetto,

improvvisazione teatrale, musica rap – accomunati dall’attenzione alle

parole, scritte o parlate.

Il programma è stato promosso sul sito www.fuorichilegge.com, attraverso

la pagina di Facebook dedicata, con la realizzazione di video promozionali

girati dai ragazzi e poi caricati su YouTube, ma anche attraverso MySpace

e blog. Radio ADO e Punto Radio hanno trasmesso i programmi di

approfondimento sull’evento.

La conclusione del progetto 2009 si è concretizzata in un evento al parco

Europa di Sesto Calende con musica, letture e laboratori. Per questa

edizione l’evento finale sarà a Laveno il 12 giugno 2010.

3.4 Chi partecipa al progetto86 3.4.1 I committenti: le amministrazioni comunali Le amministrazioni comunali coinvolte all’interno del progetto ChiaVe

sono quelle dei due Comuni capifila di Vergiate e di Chiasso e quella di

Sesto Calende, partner del progetto grazie alla sua esperienza educativa.

86 Le denominazioni e le definizioni usate in questo capitolo sono state prese direttamente dal piano di progetto.

Page 66: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

66 66

Il lavoro sul progetto è stato portato avanti dai tecnici dei tre Comuni con

l’approvazione e il consenso delle rispettive amministrazioni, superando

per la sua validità anche il cambiamento istituzionale dato dalle elezioni.

Pur nell’apparente lontananza fisica, i comuni coinvolti – piccoli centri

con una popolazione intorno ai 10.000 abitanti – esprimono diverse

similitudini per quanto riguarda la popolazione giovanile. Sul piano delle

azioni le strategie politiche hanno fatto in modo che i territori investissero

in azioni difformi ma efficaci e significative su ciascun territorio.

Chiasso porta con sé la storia di un Centro Giovani che o nel 2008 i suoi

15 anni di vita, un centro culturale e di aggregazione che vede la presenza

e la convivenza di giovani e adolescenti svizzeri e stranieri.

Vergiate ha festeggiato nel 2009 i 15 anni di vita del suo Centro

d’Aggregazione, con obiettivi in realtà più educativi che aggregativi e

attività rivolte ad un’utenza più giovane, prevalentemente di italiani;

inoltre da circa 5 anni ha avviato un servizio di Educativa di strada.

Sesto Calende ha festeggiato nel 2009 i suoi 10 anni di Educativa di

strada, che racconta di un’idea e di una scelta politica differente,

indirizzata ad adolescenti, italiani e stranieri, con un’attenzione

particolare al mondo femminile.

3.4.2 I partner: L’Aquilone Società cooperativa sociale87 L’Aquilone è una realtà imprenditoriale in forma di cooperativa sociale

nata nel 1993. Negli anni, L’Aquilone, in risposta ad esigenze contingenti

del territorio, ha promosso servizi e progetti a supporto di tutto il ciclo di

vita della persona. La fascia d’età con cui si è maturata la maggiore

esperienza resta indubbiamente quella dei minori e, in modo particolare i

soggetti tra i 6 e i 18 anni.

Le progettualità si sviluppano lungo un continuum di interventi che vanno

dalla prevenzione alla promozione del benessere, dall’assistenza al

87 La cooperativa sociale L’Aquilone ha sede a Sesto Calende (VA). Presto sarà online il sito ufficiale all’indirizzo www.laquilonescs.it.

Page 67: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

67 67

sostegno, dalla consulenza alla presa in carico. Le equipe di lavoro si sono

formate in particolare per la gestione di CAG, Educativa di strada,

interventi di assistenza domiciliare e tutela dei minori, assistenza

scolastica e doposcuola, centri estivi e gioco teche.

Attualmente, l’equipe è composta da un gruppo di ottanta persone – tra

educatori, animatori e psicologi – con sensibilità sociale, competenze

teoriche e pratiche diverse.

Gli educatori che ho conosciuto ed intervistato sono un gruppo di sette

giovani sotto ai trent’anni, tutti laureati – 3 in Scienze dell’educazione, 2

in Filosofia, 1 in Scienze della formazione e 1 in Scienze della

comunicazione interculturale – che ora lavorano presso L’Aquilone.

Raccontano di essersi trovati quasi per caso a svolgere queste attività coi

ragazzi. Un’operatrice rivela di aver intrapreso questa strada “perché ho

capito che ciò che mi interessava era costruire percorsi educativi, che

aiutassero i destinatari a raggiungere, una dopo l’altra, tante piccole mete

con lo scopo di raggiungere un equilibrio esistenziale.”

Sono tutti soddisfatti del lavoro che svolgono. La parte che più amano del

loro incarico è il contatto coi ragazzi, “[quando loro] si aprono e ti

raccontano i loro vissuti più profondi.”. “Fa piacere vedere i ragazzi

riconoscerti, salutarti e parlarti senza che si sentano obbligati a farlo”.

Gli educatori apprezzano la persona umana e prestano particolare

attenzione alla situazione di ciascuno dei loro ragazzi. Il gruppo è

consapevole “di avere un ruolo privilegiato rispetto agli altri adulti” nel

rapporto con gli adolescenti, i quali apprezzano le loro attività e il loro

impegno.

Seppur giovani questi educatori sono già consapevoli degli ostacoli del loro

lavoro, difatti riconoscono che sia “complicato dover improvvisare in

situazioni conflittuali, per il rischio di sentire distanze o delusioni”. Loro

sanno che ci sono momenti “frustranti, [quando] ti rendi conto che i

ragazzi non vogliono cambiare le loro condizioni e di fronte a questo ogni

Page 68: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

68 68

sforzo educativo risulta vano. Momenti difficili ci sono anche quando gli

adulti non comprendono l’importanza del mio lavoro”.

3.4.3 I destinatari del progetto: i ragazzi dell’Educativa di strada e i giovani delle borse lavoro

I destinatari del progetto ChiaVe sono i giovani del territorio, che

frequentano le varie attività proposte in modo più o meno continuo.

In questo capitoletto sono presentati i gruppi di ragazzi che seguono con

costanza le attività già iniziate, quali l’Eds, e le borse lavoro. In questo

modo è possibile avere un quadro dei giovani che effettivamente prendono

parte al progetto.

I ragazzi coinvolti nel progetto di Educativa di strada nel territorio di

Sesto Calende-Vergiate sono circa 35, di età compresa fra 13 e i 19 anni.

La maggior parte di loro, quasi il 90%, sono maschi, mentre la presenza

delle ragazze è minore e saltuaria. Circa il 60% dei teens è straniera,

soprattutto di origine marocchina e albanese.

La maggior parte dei ragazzi proviene da famiglie di ceto medio. Alcuni

vivono in famiglie con problemi, conosciute ai servizi sociali: la situazione

famigliare delicata è evidente soprattutto per quanto riguarda il dialogo e

la relazione coi genitori. I ragazzi che provengono da famiglie con

precedenti con la legge sono più inclini a commettere reati, come il furto.

Nonostante le famiglie non abbiano tutte grandi disponibilità economiche,

pochissimi ragazzi lavorano, circa il 10%. Anche il rapporto con la scuola

non è ottimo: nel gruppo c’è un solo liceale e solo altri 6 frequentano le

scuole professionali. Alcuni, soprattutto gli stranieri, seguono corsi serali.

Quasi la metà del gruppo è stata bocciata anche più volte: molti dei

ripetenti frequentano ancora la terza media. Circa il 20% dei ragazzi ha,

invece, abbandonato gli studi.

La situazione di disagio si manifesta anche dall’alta percentuale di

fumatori, quasi il 90%, e dei consumatori di droghe leggere, quasi la metà

del gruppo. Bere alcolici non è un comportamento diffuso; anzi è piuttosto

Page 69: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

69 69

saltuario e riguarda una decina di ragazzi. Sempre una decina sono i

giovanissimi che hanno già provato o che consumano droghe pesanti.

Questi adolescenti sono interessati soprattutto alla musica e al calcio, che

amano commentare ma non praticare, se non a livello di passatempo.

Pochissimi fra loro fanno attività sportiva: due ragazzi giocano in una

squadra di calcio, uno a basket, uno a pugilato e un altro a hockey.

I loro luoghi di ritrovo preferiti sono i bar e le discoteche; non frequentano

l’oratorio.

Per quanto riguarda invece le attività dedicate alle ragazze, stiamo

parlando di un progetto di Eds pensato per un target di adolescenti

femmine, in cui sono proposte ed affrontate dalla coppia di educatrici

varie tematiche, come il corpo, l’affettività, l’amicizia, la prevenzione e la

sessualità, attraverso metodi “rosa”, femminili.

Il gruppo cui le attività sono rivolte è composto da 10 ragazze italiane, di

età compresa tra i 15 e i 20 anni. Il loro comportamento e i loro interessi,

in generale, sono molto diversi rispetto a quelli dei coetanei maschi.

Sono ragazze molto differenti anche tra loro: alcune sono particolarmente

attente all’aspetto fisico e si curano molto, altre hanno uno stile

particolare e ricercato mentre altre ancora sono più “alternative”, nel modo

di vestire e negli atteggiamenti.

Sono tutte ragazze intelligenti e curiose; affrontano la realtà già con un

certo spirito critico e si dimostrano interessate agli aspetti politici,

artistici, culturali dell’ambiente in cui vivono.

Alcune di loro svolgono attività sportive – pallavolo, atletica e piscina – o

artistiche, come il teatro e il cinema. Altre sono impegnate in associazioni

come gli scout. Tutte sono molto appassionate di musica e si identificano

in base al genere ascoltato.

Infine, la situazione scolastica del gruppo mostra due ragazze iscritte

all’università ai corsi di Scienze dei beni culturali, quattro frequentanti il

liceo (due all’artistico, una allo scientifico e un’altra al socio-psico-

pedagogico), una l’istituto per geometri e un’altra alla scuola professionale

per parrucchiera.

Page 70: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

70 70

Per quanto riguarda le borse lavoro, queste sono un'azione pensata per

giovani fragili, ma non disabili.

Si intendono ragazzi con qualche difficoltà che li rende non

completamente adatti al lavoro. Ne consegue che il loro inserimento nel

mercato del lavoro sia più complicato rispetto agli altri, ma gli operatori

ritengono che con un aiuto ce la potrebbero fare.

Si tratta di ragazzi che hanno interrotto gli studi perché non sono in grado

di mantenere un impegno nel tempo, che hanno difficoltà familiari,

relazionali, economiche, che li rendono vulnerabili e spesso poco

consapevoli dei propri limiti.

Le borse lavoro sono rivolte a ragazzi e ragazze in età 16-24 anni circa e

non esiste una griglia definita di requisiti di accesso, ma si valuta caso per

caso. Queste persone si presentano allo sportello dell’Informalavoro in

cerca di occupazione ed evidenziano fragilità sociale o situazioni segnalate

dal servizio sociale comunale.

Le prime borse sono iniziate a maggio 2009: in tutto ad oggi ne sono state

attivate otto, 4 a maschi e a 4 femmine, tutti italiani. Si tratta di un

borsista di 25 anni (nato nel 1985), un altro di 24 (nato nell’84), 3

ventenni (nati nel 1990), un diciannovenne (nato nel 1991) e due nati nel

1992.

Non sono state registrate informazioni specifiche su sport, hobby, tempo

libero e nemmeno sull’uso sostanze. In merito alla legalità, invece,

nessuno di loro ha mai avuto problemi.

Ben 7 degli 8 stagisti attuali appartengono a famiglie in carico – ora o in

tempi passati – al servizio sociale comunale. L’ottavo è un minorenne con

famiglia adeguata ma con studi interrotti e nessuna prospettiva di

occupazione, né lavorativa né di tempo libero.

Quasi tutti hanno alle spalle percorsi scolastici interrotti e tutti

appartengono a nuclei familiari multiproblematici.

Page 71: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

71 71

4. Start-up del progetto ChiaVe

Il mio ruolo all’interno del Progetto ChiaVe è stato quello di gestire la

prima comunicazione, affiancata dagli esperti dell’agenzia Hagam,

un’agenzia che supporta progetti di comunicazione sociale affiancando le

realtà del settore no profit nella progettazione della propria

comunicazione, con particolare attenzione ai linguaggi multimediali,

all'audiovisivo e ai nuovi media.

I miei compiti nella fase di start up del progetto nell’ambito della

comunicazione possono essere così riepilogati:

• stesura piano di comunicazione

• creazione del logo

• creazione materiale cartaceo per la conferenza

• collaborazione alla preparazione e conduzione degli incontri

formativi degli educatori

• gestione sezione ChiaVe su www.con-tatto.it

• creazione social network su Ning

• creazione materiale pubblicitario

4.1 Piano di comunicazione Il primissimo step è stato stendere il piano di comunicazione, consultabile

in allegato, che servisse come base per le azioni comunicative future.

La struttura del piano presenta obiettivi iniziali, strumenti e risorse

disponibili nella fase di avvio del progetto, ponendo poi l’attenzione sulle

caratteristiche e le potenzialità del web 2.0 e cercando di ipotizzarne l’uso

all’interno del progetto.

I punti salienti del piano sono i seguenti.

1. Creare una sezione dedicata a ChiaVe nel portale già esistente

www.con-tatto.it.

L’esperienza di Con-t@tto Spazio Adolescenti è stata molto

importante, perché ha mostrato che per i giovani il web è un media

Page 72: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

72 72

privilegiato per comunicare con gli altri e i ragazzi ne fanno già

molto uso. Avvicinarsi ai giovani usando i loro mezzi è sicuramente

un metodo per entrare più facilmente in contatto e proporre

iniziative interessanti.

2. Creare un social network con NING, dedicato al gruppo di

adolescenti partecipanti al progetto e ai loro educatori,

probabilmente focalizzandosi sull’attività dell’Eds. Con questa

attività si vuole cercare di sperimentare l’Educativa di strada nel

mondo virtuale, integrandola all’attività tradizionale.

Con queste azioni si vuole favorire la comunicazione e lo scambio di

informazioni tra i diversi attori, quali istituzioni, professionisti

dell’educazione e ragazzi, mantenendo comunque distinti i rispettivi

ruoli.

L'intenzione è di attivare un processo partendo dall'alto – dagli

operatori – per raggiungere e poi coinvolgere direttamente i ragazzi.

L'obiettivo è quello di rendere i ragazzi protagonisti, incentivarli a

raccontare e condividere le loro storie anche attraverso l'uso di

articoli, commenti e video.

3. Affiancare coerentemente l'attività online da una comunicazione

tradizionale offline, ad esempio con manifesti e cartoline sia per

quanto riguarda la comunicazione coi ragazzi, che quella

istituzionale.

4. Preparare e condurre l’attività formativa sul web 2.0 per gli

educatori, per spiegare le caratteristiche generali del web 2.0 e come

sfruttare gli strumenti 2.0 all’interno del progetto.

4.2 Con-t@tto Spazio Adolescenti Con-t@tto è un portale dedicato ai giovani nato nel 2004 per volontà

dell’ASL di Varese, dove il progetto ChiaVe ha potuto inserirsi e avere

visibilità. Scopo di Con-t@tto è dare spazio e voce ai ragazzi della

Page 73: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

73 73

provincia, permettendo di scrivere post su musica, cinema, droghe,

affettività e leggere gli articoli di esperti in vari settori.

Per quanto riguarda ChiaVe, la comunicazione da questo sito è

istituzionale, rivolta tanto agli adulti quanto ai ragazzi. Qui si trovano

informazioni sul progetto e sulle attività che ne fanno parte, oltre che

spunti di riflessione e discussione.

La voce dedicata al progetto è stata aggiunta nel menù dell’home page, tra

i canali esistenti. Cliccandoci sopra si apre una sezione con una propria

home e un nuovo menù sulla sinistra composto, per ora, da sei voci.

Di seguito la descrizione di ciascuna di esse:

• Attività: sono le iniziative del progetto. Ci sono articoli riguardanti

l’accompagnamento al lavoro, l’Educativa di strada, gli interventi

mirati per ragazze e stranieri e la formazione informatica degli

operatori.

• Dis-agio: è un gioco di parole per indicare la condizione giovanile,

talvolta di difficoltà e talvolta di serenità. Si è cercato di

ridimensionare la parola disagio inserendo il trattino, che, tra

l’altro, richiama le altre voci di con-tatto. In questa sezione ci sono

spunti per riflettere sulla condizione giovanile oggi, estratte da

interviste ad esperti o articoli sull’argomento.

• Formazione: in questa parte sono consultabili i riassunti degli

incontri formativi con slide e documenti allegati. Rappresenta una

miniguida per chi fosse interessato o un promemoria per chi ha

seguito il corso.

• Mappatura online: questa sezione è dedicata all’analisi di siti e

social network, per vedere quanto sono presenti i territori del

progetto ChiaVe e i ragazzi della provincia e con quali contenuti.

• Progetto: questa parte è quella più istituzionale, in cui è presentato

il progetto con estratti dal bando e dai documenti ufficiali. In rilievo

sono posti obiettivi e attività.

Page 74: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

74 74

• Social network: quest’ultima sezione presenta il social network

dedicato all’attività dell’Eds del progetto ChiaVe.

Figura 1: Home page di www.con-tatto.it

Page 75: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

75 75

Figura 2: Home page di ChiaVe su Con-t@tto

4.3 Logo del progetto ChiaVe Il passo successivo alla stesura del piano di comunicazione è stato la

creazione di un logo per il progetto ChiaVe, con l’obiettivo di dare

un’identità riconoscibile e coerente al progetto e alle attività che ne fanno

parte.

Dopo un’attenta analisi dei loghi presenti sul mercato, si è giunti alla

conclusione che per distinguere un progetto dedicato ai giovani era

importante usare il colore e un font che richiamasse un prodotto usato dai

ragazzi dai 14 ai 20 anni.

In questo senso le scelte sono cadute sui colori arancio, azzurro ciano,

verde, fucsia, giallo e rosso e il font richiama il marchio Converse All

Stars.

Page 76: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

76 76

Il logo del progetto ChiaVe è composto da sei quadrati dagli angoli

smussati disposti su due colonne. Sul lato destro sono presenti il nome

del progetto e il payoff, girati a 90° antiorari.

Figura 3: Logo del progetto ChiaVe

Nella versione piccola del logo pensata per dimensioni e spazi ridotti, per

motivi di leggibilità, è stato eliminato il payoff.

Inoltre, da un punto di vista pratico, si è pensato di poter riutilizzare in

modo adeguato questi elementi grafici colorati per altre forme di

comunicazione.

4.4 Materiale cartaceo per la conferenza Come anticipato, prima di intraprendere le iniziative legate al web, ci si è

concentrati sulla promozione tradizionale e istituzionale.

La prima occasione è stata l’incontro Come l’aceto sulle fragole88 per il

quale erano necessari i seguenti materiali:

• invito sia da stampare sia da spedire via mail

• cartelloni pubblicitari

• sintesi cartacea del progetto da distribuire ai partecipanti.

Con l’aiuto dei colleghi dell’agenzia ho preparato l’invito di formato 210

mm x 100 mm, fronte e retro, riproposto in figura 4.

88 Si vedano il capitolo 2.1 e le relative note.

Page 77: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

77 77

Figura 4: Fronte e retro dell’invito alla conferenza Come l’aceto sulle fragole

L’idea di inserire l’immagine della fragola con l’aceto balsamico è

abbastanza scontata, considerando il titolo dell’incontro. Credo che, oltre

ad essere in tema, mostrare il frutto rimandi alla mente il fatto che la

conferenza sarà un momento serio e conviviale.

Page 78: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

78 78

Con la stessa impostazione grafica è stato pensato il manifesto per

l’ingresso della sala, in formato 100 cm x 70 cm (figura 5).

È stato scelto di tenere la stessa impostazioni grafica per questi due

materiali perché sono entrambi legati al medesimo evento, la conferenza.

Figura 5: Manifesto per l’ingresso alla sala il giorno della conferenza Come l’aceto sulle fragole

Page 79: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

79 79

La grafica della sintesi del progetto è legata al logo e non all’evento,

proprio perché il piano del progetto ChiaVe è indipendente dalla

conferenza di presentazione (figura 6).

La copertina mostra una porzione di logo in scala di grigio ingrandita e

ruotata, in cui si intravedono alcuni quadrati e parte della scritta.

L’interno è stato pensato per essere semplice e leggibile. È stato usato un

carattere bastoni e un’ampia interlinea doppia. Le sei sezioni del testo

sono associate ad un quadratino colorato. Nel bordo di destra appaiono

incolonnati in verticale i quadrati in scala di grigio: l’unico ad essere

colorato è quello corrispondente al capitolo presente nella pagina.

Il contenuto della sintesi era stato preparato dai tecnici dei Comuni di

Vergiate e Sesto Calende per la candidatura del progetto. È stato

riadattato per la conferenza, in modo da presentare il progetto in modo

completo ma non eccessivamente dettagliato.

Page 80: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

80 80

Figura 6: Sintesi cartacea del Progetto ChiaVe presentata alla conferenza Come l’aceto sulle fragole

Page 81: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

81 81

4.5 Incontri per la formazione degli educatori Già dal primo incontro con gli educatori della Cooperativa L’Aquilone è

subito emerso un rapporto ambivalente tra loro e le nuove tecnologie,

soprattutto in ambito web.

Gli operatori erano consapevoli dell’importanza della comunicazione

online, ma probabilmente non si sentivano in grado di avviarla.

Per aiutarli a capire gli strumenti web e imparare ad usarli al meglio,

abbiamo organizzato un ciclo di incontri, tre dedicati all’“Alfabetizzazione

sul web 2.0” e due focalizzati su Ning.

4.5.1 Organizzazione degli incontri I momenti di formazione sono stati svolti in cinque giornate, presso la sede

della Cooperativa L’Aquilone in Sesto Calende.

Gli incontri erano dedicati agli addetti del progetto, educatori e

responsabili, ma erano aperti a tutti coloro lo desideravano. Il gruppo dei

sette educatori della cooperativa insieme al loro superiore sono stati

presenti a tutti i momenti formativi, anche se non sempre al completo. Al

primo incontro hanno partecipato anche un tecnico del comune di

Vergiate e la responsabile dell’Informalavoro, oltre che ad un’altra

educatrice esterna al progetto. Nelle due lezioni finali, invece, hanno

partecipato sei educatori, il loro superiore e due ragazzi del servizio civile

dei comuni di Vergiate e Sesto Calende.

L’impostazione del corso prevedeva di affrontare il tema del web 2.0, in

modo semplice, non eccessivamente tecnico ma comunque abbastanza

completo, per dare un quadro esauriente della situazione web che potesse

essere apprezzato anche da persone non amanti né esperte di tecnologia e

internet.

L’obiettivo era di aggiornare gli educatori sul tema del web 2.0 e pensare

ad un format ideale per il social network su Ning.

Page 82: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

82 82

4.5.2 Primo incontro di formazione: introduzione al web 2.0 L’incontro introduttivo, della durata di 3 ore, è stato molto teorico e non si

è fatto ricorso alle slide. Si è preferito evitare l’uso del computer a favore di

una maggior comunicazione e partecipazione col gruppo, aiutati anche

dalla lavagna.

Potremmo così sintetizzare per punti gli argomenti trattati.

• Inquadramento del web 2.0 con alcuni concetti chiave come

condivisione, partecipazione/interazione, relazione orizzontale,

socializzazione e creazione di contenuti significativi.

• Caratteristiche e potenzialità del web 2.0: l'accesso a servizi di

“creazione della rete” anche per l'utente poco evoluto, in cui il ruolo

centrale è ricoperto dal singolo utente.

• Esempio importante riportato è stato la campagna elettorale del

presidente Barak Obama, che grazie alla rete ha costruito la propria

campagna elettorale, il consenso nonché la raccolta fondi più ampia

della storia.

• Cambio di paradigma col web 2.0. La relazione che si crea fra gli

utenti è una relazione alla pari, in cui tutti possono offrire il loro

contributo, commentando un articolo o un post, offrendo la loro

riflessione. La conoscenza si distribuisce orizzontalmente e non è

più dall'alto.

• Contenuto online in continua evoluzione: ciascuno propone il

proprio contributo arricchendo un articolo, un'informazione,

offrendo uno spunto anche critico per intensificare una discussione.

• Presentazione dei social network come emblema della modalità

d'interazione orizzontale.

• Effetti micro e macro dell’azione dei social network.

• Miglioramenti tecnologico e infrastrutturale che hanno contribuito

ad un notevole aumento di utenti internet attivi con gli strumenti di

condivisione.

• Attivazione pratica

Page 83: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

83 83

Questo primo incontro si è concluso con un’attivazione pratica. I

partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi in base alla loro rete di

amicizie o di lavoro, poi è stato consegnato un foglio a ciascuno, con tre

domande e uno spazio di una riga per la risposta:

1. Cosa stai pensando?

2. Cosa fai stasera?

3. Qual è la cosa più bella che hai fatto nel week end?

Una volta che le persone hanno risposto alle tre domande passano il

proprio foglio ad un’altra persona della propria rete, che può commentare

quello che è già stato scritto, usando la riga segnata sotto. Il foglio passa

ad ogni persona appartenete al gruppo fino a quando sono stati gli

educatori stessi ad essere incuriositi e a chiedere di leggere i fogli delle

altre persone presenti.

Con questo semplice giochino – che non è altro che la dinamica alla base

di Facebook – gli educatori hanno scoperto soprattutto il lato divertente

dei social network. In realtà, ci sono stati un paio di casi in cui le persone

si sono aperte con dichiarazioni più profonde o serie, dimostrando la

possibilità di usare lo strumento in modo più responsabile.

4.5.3 Secondo incontro di formazione: strumenti web 2.0 In questo incontro, della durata di 3 ore, si è mostrata una panoramica

degli strumenti definibili web 2.0. Questa volta sono state preparate delle

slide dove erano presentati schemi riepilogativi e indicati i link per

ciascuna categoria di strumento. Le slide di questo incontro sono

consultabili in Appendice.

Di seguito, la sintesi dell’incontro.

• Contenuti in rete: testi, foto, immagini, video, musica, link,

commenti.

• Piattaforme più o meno specifiche e adatte a ciascun contenuto,

presentate in ordine cronologico.

Page 84: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

84 84

• Esempi veri di ciascuno strumento. Casi reali particolarmente

interessanti o emblematici di forum, blog, chat, wiki, social

bookmarking, video sharing, instant messaging e social network

• Considerazioni sul fatto che le caratteristiche dei singoli strumenti

confluiscono nei social network. Ning, in questo senso, può essere

un esempio più completo, offrendo funzionalità di base come blog,

chat, forum, videosharing, photosharing, condivisione di musica e

altre nuove applicazioni.

• Considerazioni sul fatto che questi strumenti confluiscano nel mobile.

4.5.4 Terzo incontro di formazione: format per il social network

Il terzo momento formativo, durato sempre 3 ore, si è focalizzato su

esempi innovativi e dinamici di format, che potrebbero essere usati

nell’interazione su Ning. Anche questa lezione è stata supportata da

alcune slide che riportano link e punti salienti degli esempi fatti. Le slide

sono consultabili in Appendice.

Di seguito, gli esempi presentati con le relative considerazioni.

• Akkilodici, video blog di Con-tatto89. Questo format potrebbe essere

usato per caricare video di presentazione degli educatori oppure

video che presentano o raccontano un evento.

• Olivia e Marino90, linea di cracker Pavesi, legata all’idea dei valori

veri e dello stile italiano. Sul web questa linea ha attivato un blog

dove sono proposti da altri utenti gli Itinerari dello Sfizio, percorsi

interessanti per gastronomia, arte, design e musica.

Il blog di Olivia e Marino presenta diversi format. In particolare, è

molto interessante l’uso che fanno di Google Maps per segnalare un

itinerario. Nel progetto questo potrebbe essere usato per localizzare

89 Si veda: www.contatto.org/sx_canale/home.asp?sez=Akkilodici&id_sezione=57&id_subSez=0&th=1&sm=1. 90 Si veda: www.oliviaemarino.it.

Page 85: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

85 85

luoghi di ritrovo, eventi o attività dei ragazzi. Inoltre, sul loro blog

sono presenti i social button, per condividere post coi principali

social network e il pulsante della fan page di Facebook.

• A voi Comunicare91 di Telecom, il blog dell’azienda telefonica italiana

presenta i punti di vista di personaggi famosi attraverso video

interviste, commentabili col testo. Anche nel social network del

progetto si potrebbero caricare videointerviste ad esperti in vari

settori, trovate in rete o registrate dal gruppo.

• Fiat 500 – The best car92, è un blog esclusivamente fotografico, in

cui la ricchezza delle immagini indica più delle parole. Si può

ipotizzare nel social network del progetto una sezione dedicata al

racconto di un evento per immagini.

4.5.5 Quarto incontro di formazione: ABC della scrittura su web Il quarto incontro è stato di natura teorico-pratica ed è durato un paio

d’ore.

Ci si è focalizzati su come scrivere sul web, prendendo spunto anche dai

consigli presenti sul sito www.mestierediscrivere.com.

Di seguito, per punti, gli aspetti spiegati.

• Come strutturare un articolo. L’approccio della piramide rovesciata,

con cui si comunica immediatamente ai lettori cosa c'è di speciale

nel proprio articolo.

• Come gli utenti leggono sul web. Le persone non leggono gli articoli

per intero sul web, ma guardano solo la prima parte e con poche

informazioni decidono se continuare a leggere o cercare altrove.

• Cosa sono i link e l’ipertesto: come sfruttarli per dare il maggior

numero di informazioni senza appesantire un solo articolo.

91 Si veda: www.avoicomunicare.it 92 Si veda: http://500blog.blogspot.com/.

Page 86: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

86 86

• Come organizzare il testo per migliorare la leggibilità: il chunking e

la titolatura per suggerire al lettore il contenuto di una parte e

aiutarlo a capire se le informazioni scritte gli interessano.

• Formattazione del testo: l’allineamento e il carattere.

• Stile del testo: guida all’uso di grassetto, corsivo, sottolineato e

colore.

4.5.6 Quinto incontro di formazione: primi passi nel social network su Ning

Questo ciclo di incontri si è concluso con una parte pratica, l’iscrizione e

l’uso del social network dell’Educativa di strada su Ning. Questo è stato

l’oggetto del quinto incontro, durato un’intera giornata lavorativa.

Nonostante gli educatori mostrassero ancora qualche perplessità sull’uso

di questo strumento per integrare le attività di Eds, si sono convinti a

sperimentarlo in prima persona.

Le attività pratiche sono state le seguenti:

• Registrazione a Ning e iscrizione al social network.

• Attenzione alle domande del profilo.

• Panoramica del menù e delle funzionalità presenti.

• Gestione della privacy del proprio account e dei propri contenuti.

• Creazione di gruppi ed eventi.

• Avvio di piccole reti di amici.

• Scrittura di articoli su argomenti a loro noti, cercando di seguire i

suggerimenti dati.

• Domande tecniche sull’inserimento di foto e video.

• Pubblicazione e condivisione degli articoli.

• Rivalutazione della privacy

• Lettura e commento dei post con occhio critico, cioè verificando la

messa in pratica dei consigli dati all’inizio.

Page 87: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

87 87

4.5.7 Considerazioni degli educatori sulla formazione Dopo i primi tre incontri l’equipe non era particolarmente soddisfatta del

lavoro formativo svolto. Secondo loro, il corso aveva semplicemente

stimolato gli operatori a pensare ad una strategia educativa sul web 2.0,

con il risultato di aver migliorato le competenze “educativo - informatiche”

del gruppo.

L’equipe avrebbe desiderato, invece, una maggiore qualità dei contenuti

trattati, preferendo approfondire aspetti più tecnici e specifici.

Il gruppo degli educatori ha manifestato la necessità di creare il social

network e dedicarlo alla sola attività dell’Educativa di strada, e non

all’intero progetto ChiaVe, per specificare meglio l’oggetto cui il social

network è dedicato.

Conclusi tutti gli incontri, gli operatori hanno ammesso che la formazione

informatica ha arricchito il loro profilo di un nuovo tassello, saper usare

gli strumenti web 2.0. Queste competenze, seppur di base, sono state

assimilate dagli educatori. I frutti del corso sono evidenti se si pensa che

nei programmi per il 2010 internet è una della azioni prese in

considerazione.

4.5.8 Considerazioni sugli strumenti proposti Nonostante nell’ultimo incontro tutti gli operatori si siano iscritti al social

network e si siano dimostrati da subito attivissimi, l’equipe ha manifestato

di non essere ancora completamente convinta dello strumento. Di seguito

sono esposte le loro perplessità.

1. Rischio di screditare il ruolo educativo e rovinare il rapporto di

asimmetria nella relazione tra educatore e ragazzo. L’osservazione è

lecita se si considera che il web 2.0 è basato sull’orizzontalità dei ruoli.

Gli educatori sono convinti che la relazione che li lega ai ragazzi abbia

il suo cuore nella relazione stessa: per questo motivo devono stare

molto attenti a come la gestiscono per non perderne la conduzione e

non raggiungere l’obiettivo.

Page 88: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

88 88

2. Il concetto di amicizia. Usare la parola “amici” su questo social

network è molto delicato. Il concetto di amicizia oggi è stato un po’

travisato, però, un educatore non può usare il termine con la stessa

leggerezza. Il problema si può risolvere cambiando la parola “amici”

con un'altra, ma non è semplice trovare un sinonimo che non sia

freddo o astratto. “Persone”, “connessioni”, “contatti”, “conoscenti”

sono tutte ipotesi su cui riflettere con attenzione. L’uso di “amici” o di

un altro termine sbagliato potrebbe indurre i ragazzi a credere di

essere entrati in una relazione più profonda con gli educatori,

mutando così il rapporto esistente.

Questa preoccupazione è radicata in base all’esperienza degli

educatori. I ragazzi dell’Eds chiedono l’amicizia su Facebook agli

educatori, che la respingono. Gli adolescenti quando li incontrano

chiedono aggiornamenti e gli operatori motivano il loro rifiuto

spiegando ai ragazzi che preferiscono entrare in contatto su Facebook

con loro pari, mentre la relazione tra educatore e ragazzo è diversa.

Questi giovani non comprendono le ragioni, perché a loro volta sono

“amici” su Facebook dei loro genitori e insegnanti, persone con cui

dovrebbero avere una relazione impari.

All’educatore pare veramente strano che un ragazzo ammetta nella

propria cerchia di amici un genitore ma pare altrettanto strano che il

genitore cerchi il contatto con il proprio figlio su Facebook.

All’educatore pare ancora più inverosimile che un insegnante entri a

così stretto contatto con i propri alunni. La figura dell’educatore è

simile a quella dell’insegnate e proprio per questo motivo i ragazzi non

comprendono le motivazioni del rifiuto da parte degli educatori, e

questi ultimi non capiscono le posizioni degli insegnanti.

3. Tutela della privacy degli educatori. Da un lato è una

preoccupazione generale, legata al web e alla diffusione di dati

personali senza controllo. Dall’altro è un timore connesso alla

Page 89: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

89 89

possibilità di perdere la propria riservatezza e il proprio status di

educatore nei confronti dei ragazzi che s’iscrivono al social network.

Per questo motivo gli operatori hanno deciso che la propria pagina

fosse visibile solo agli amici, decidendo di concedere l’amicizia su Ning

solo ai propri pari e non ai ragazzi. In questo modo si difende anche il

ruolo dell’educatori di cui si parlava al punto 1.

4. Volontà di agire online esattamente come in strada. Solitamente

non sono singoli operatori ma è la coppia di educatori che fa Eds. Così

l’equipe avrebbe voluto mantenere questa identità di coppia anche

all’interno del social network, creando profili per le coppie di educatori.

In questo modo ci sarebbe stato un numero alto di doppi profili, cioè

educatori iscritti sia come persona sia come coppia. Questa soluzione

avrebbe creato confusione all’interno del social network invece di dare

continuità rispetto alla strada. Inoltre, gli educatori si sarebbero

trovati in difficoltà a gestire i doppi profili.

5. Sfruttamento positivo delle potenzialità degli strumenti, senza

cadere nella banalità. Quest’aspetto è legato non solo alla scelta di un

format interessante per i ragazzi, ma anche alla costanza di attività e

alla presenza degli educatori nel social network. Il gruppo di educatori

è consapevole che gli strumenti web non presidiati o poco aggiornati

sono inutili e dannosi, ma ammette che tenerli attivi e aggiornati in

modo costruttivo sarebbe molto faticoso.

6. Tempi e capacità di gestione. L’equipe ha ammesso che sarebbe

molto impegnativo dedicarsi all’aggiornamento di questi strumenti, a

causa della poca dimestichezza con le nuove tecnologie e allo scarso

tempo disponibile.

Gli educatori lavorano già molto su diversi progetti ed è impensabile

occuparsi della comunicazione sul web all’esterno dell’orario

lavorativo. L’attività di Eds comporta una o due uscite settimanali di

un paio d’ore ciascuna in ogni comune. Una possibilità sarebbe di

portare notebook e chiavetta per la connessione internet durante le

Page 90: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

90 90

uscite e lavorare sul web insieme ai ragazzi. Questa potrebbe essere

un’ipotesi interessante, ma credo si renderà necessario che un

educatore designato trovi altro tempo e si dedichi all’interazione sul

social network, come accade per l’Informagiovani di Vergiate.

7. Facebook e il suo dominio. C’è spazio per un’alternativa?

Gli educatori, quando discutono con i ragazzi dell’amicizia su

Facebook, capiscono che per gli adolescenti questo social network

rappresenta molto. Ultimamente, hanno cercato di sondare il terreno

per capire se uno strumento alternativo potesse essere utile per

comunicare con loro. I ragazzi sembrano accettare il compromesso di

avere uno strumento dedicato per entrare in relazione con i loro

educatori. Sotto questo punto di vista Ning potrebbe essere una

soluzione ottimale.

La competizione con Facebook rimane comunque forte. Questo

significa che un’azione sul social network più famoso è necessaria per

far capire che si sta al passo coi tempi. L’aspetto che preoccupa di più

gli educatori è legato al contenuto. Su Facebook questi ragazzi trattano

di argomenti divertenti ma piatti, mentre quando Ning era stato

provato a dicembre poneva al centro il blog, un’attività più complessa.

Un’impostazione di questo tipo sarebbe ottimale per persone più

grandi, mentre sarebbe un insuccesso coi ragazzini.

Non per questo il social network su Ning è un’idea da abbandonare.

Infatti, dando spazio alla mappa e ai video, si è sicuramente raggiunto

un format più vicino agli adolescenti.

8. Foto, video e musica: tra divertimento e privacy.

I ragazzi sono molto interessati video, musica foto, materiali che

presentano però un problema rilevante legato alla privacy dei minori.

Durante le attività o gli eventi organizzati dagli educatori, nei limiti del

possibile, informano le persone che potrebbero essere riprese, ma non

è semplice gestire eventi con molti partecipanti.

Page 91: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

91 91

Per evitare complicazioni gli educatori preferiscono limitare la

pubblicazione delle foto e non permettere ai ragazzi di caricarne su

questo sito. Per questo motivo la sezione è al momento disabilitata.

Problemi analoghi sono legati ai video. L’esperienza degli educatori li

porta a credere che sia più semplice gestire questo materiale. La

maggior parte dei video sarebbe prima caricata su YouTube, con un

bacino di utenza più ampio, ed è ipotizzabile pensare che se ci fossero

problemi si presenterebbero prima in quella sede.

Discorso diverso per il caricamento dei programmi della Radio Web. È

ovvio che si debba pagare i diritti, ma questa procedura è già avviata

anche per altre iniziative, quindi non preoccupa particolarmente. Tra

l’altro questo sarebbe un investimento utile considerato che i ragazzi

sono attirati dalla Radio Web e partecipano volentieri alle trasmissioni.

9. Idee per il futuro: il rapporto sulle dipendenze

L’equipe ha lanciato una proposta su come poter sfruttare

ulteriormente Ning. La Cooperativa ha intenzione di raccogliere dati

sull’uso delle sostanze e sulle dipendenze nel Distretto di Sesto

Calende. Non solo per avere un quadro aggiornato del fenomeno, ma

anche per programmare interventi di informazione e prevenzione.

In merito a questo progetto, il gruppo di educatori crede che Ning

potrebbe essere una sede idonea per raccogliere dati e fare

informazione, un ambiente si spera vissuto, frequentato e riservato.

4.6 Ning La creazione del social network usando Ning è la parte centrale della mia

attività. Digitando l’indirizzo www.progettochiave.ning.com è possibile

raggiungere il social network, guardare liberamente i contenuti e

richiedere l’iscrizione.

La prima versione era dedicata all’intero progetto ChiaVe, ma

effettivamente creare un social network dedicato a tutto il progetto era

Page 92: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

92 92

un’azione ambiziosa e utopistica. Bisogna considerare che, in realtà, non

tutte le attività che rientrano nel progetto sono già state attivate: ChiaVe è

un’azione che si sviluppa in tre anni e in questi primi mesi pochissime

iniziative hanno già preso forma.

Cercare di racchiudere tutte le persone o gli enti che si occupano di

ciascun aspetto sarebbe stato eccessivo e inutile. Per questo, dopo varie

riflessioni insieme agli educatori, si è arrivati alla conclusione che fosse

meglio dedicare questo social network alla sola Educativa di strada,

attività già in svolgimento che fa parte del progetto ChiaVe.

L’obiettivo generale di creare un social network è di integrare l’attività di

Eds tradizionale con un’azione online. Lo scopo più specifico è quello di

avvicinarsi ai giovani attraverso i mezzi che loro stessi usano e sfruttare

questi strumenti sia in fase di aggancio sia di organizzazione dei lavori.

Per l’Eds questi obiettivi sono doppiamente importanti. Oltre a queste

motivazioni già espresse, gli educatori sono portati ad avvicinarsi ai

giovani nei luoghi di svago e ritrovo. Spesso i ragazzi in situazioni difficili

si trovano in posti degradati, ma non per questo si evitano, anzi. Lo stesso

principio è rapportabile alla rete: non tutti i siti e i contenuti pubblicati in

rete sono buoni, ma schivarli non risolve la questione. Proprio per questo

è importante che gli educatori capiscano questi strumenti e imparino ad

usarli.

La scelta del format e delle funzionalità da inserire è stata fatta in base

agli interessi dei giovani e alle mode del momento.

In un breve incontro con il coordinatore dell’equipe, si è pensato di

focalizzarsi sugli aspetti importanti per i ragazzi e gli educatori dell’Eds.

Per trasmettere l’idea che si parli di un’azione sul territorio, il modo

migliore era comunicare attraverso una mappa. Questo format richiama in

modo diretto la strada, che è il luogo di incontro tra educatori e ragazzi,

mostra luoghi di ritrovo e di interesse per i giovani della zona. Anche le

Page 93: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

93 93

altre sezioni sono state inserite per fare notare le attività più stimolanti

per i giovani, come video, radio ed eventi.

Al momento il menù è così organizzato.

• Mappa: è stata inserita questa sezione dove sono proposte le

immagini di Google Maps per mostrare luoghi di interesse giovanile

sui territori dell’Eds. Molto probabilmente verranno predisposte

delle sottosezioni per ogni comune interessato dall’attività.

• Eds: in questa sezione sono spiegati i dettagli dell’Eds nei singoli

territori, come giorni e orari in cui incontrare gli educatori. È ancora

da decidere come impostare questa sezione e se inserire queste

informazioni in altre parti.

• Partecipanti: in questa pagina è possibile vedere tutti quelli che

partecipano al social network.

• Gruppi: gli educatori si occupano di Eds su diversi territori, perciò è

molto probabile che si desideri creare dei gruppi legati ai paesi.

Inoltre, si è ipotizzato che la stessa equipe di educatori volesse

creare un gruppo riservato per condividere e comunicare.

• Video: i ragazzi si mostrano molto incuriositi dai video e trascorrono

molto tempo su YouTube. Selezionarne alcuni di varie categorie –

video musicali, eventi, incontri, videointerviste, svago – e caricarli in

questa sezione pare essere una buona idea.

• Radio: la Radio Web93 è un’iniziativa molto importante e seguita su

questo territorio. L’idea sarebbe di avere nel lettore multimediale

una playlist con i programmi trasmessi.

• Eventi: la sezione dedicata agli eventi serve per porre in evidenza

una festa o un incontro. Inoltre, queste informazioni possono

integrarsi con quelle pubblicate sugli altri social network.

• Blog: è una sezione interessante dove poter condividere con gli altri

riflessioni e commenti, ma è stata volutamente lasciata per ultima

perché forse un po’ complessa per gli adolescenti.

93 Si veda: http://hubcreativi.it/index.php?p=news&o=DisplayNews&id=39.

Page 94: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

94 94

Un’attenzione particolare è da dedicare all’impostazione della privacy.

Tema analogo si presentava per la visibilità degli articoli scritti e per la

possibilità di commentarli. È stato spiegato agli educatori che lo scopo di

pubblicare post su Ning era di scrivere contenuti significativi e competenti

su temi che riguardassero i giovani. Per questo non era da escludere che

un articolo risultasse interessante anche ad un estraneo. Per favorire la

diffusione di informazioni e temi stimolanti era opportuno permettere a

chiunque, anche esterno al network, di leggere i post. Inizialmente questa

idea non è stata accolta da tutti. Chi si è rifiutato si è ricreduto quando si

è reso conto che i suoi articoli non potevano essere letti da tutti, o che era

spiacevole non poter leggere il post di un altro.

In conclusione, tutti gli educatori hanno impostato una visibilità massima

per i loro articoli, ricordandosi di poter gestire la privacy per ciascun post.

Discorso differente per quanto riguarda il commento. Può essere fastidioso

ricevere un commento negativo e non costruttivo da una persona estranea

e disinteressata. Come può essere seccante dover aspettare l’approvazione

del proprio commento. In questo caso è stata proposta una soluzione

intermedia: concedere di far commentare liberamente i post a tutti i

membri del social network. È vero che tra i membri ci potrebbero essere

diverse personalità, ma se sono stati ammessi nel social network, c’è

garanzia che siano persone conosciute e interessate.

Page 95: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

95 95

Figura 7: Home page del social network dell’Educativa di strada su Ning

4.6.1 Facebook Questa ultima parte è invece dedicata alle iniziative del progetto su

Facebook. Gli addetti dell’Informagiovani di Vergiate hanno aperto una

pagina su questo social network, curata da una giovane educatrice molto

comunicativa.

Giovani Vergiate ha stretto amicizia con più di 150 persone, da novembre

2009, quando ha attivato la pagina in occasione della festa dei quindici

anni del CAG di Corgeno. Il suo profilo è aggiornato con riferimenti ad

eventi, corsi e feste organizzate per i giovani da una rete di operatori del

territorio.

Ad esempio, in questo momento gli ultimi link inseriti riguardano

l’informatica, ai viaggi per i giovani, ad un cineforum della zona e alla

programmazione della Radio Web.

Page 96: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

96 96

Figura 8: Profilo di Giovani Vergiate, account dell’Informagiovani di Vergiate

La pagina dedicata al servizio Informagiovani è seguita da un’educatrice

che dedica circa due ore la settimana all’aggiornamento del profilo.

I risultati di questa iniziativa sono ottimi: ragazzi, educatori e operatori del

comune sono entusiasti del suo successo, legato innanzitutto al disuso

dello sportello fisico dell’Informagiovani. L’azione su web è l’attività

principale ed ha riavvicinato l’ente ai ragazzi. Il bacino di Facebook è

molto grande e già circa 150 ragazzi hanno stretto amicizia con Giovani

Vergiate.

Gli addetti hanno preferito non creare una fun page o un gruppo e

iscriversi come una persona perché volevano poter instaurare una

relazione con chi li contattava. Spesso i nuovi amici chiedono nella chat

qualche informazione in più su chi segue direttamente la pagina,

dimostrando di essere attenti e interessati a conoscere chi è dall’altra

parte. Talvolta la formatrice rifiuta l’amicizia di alcuni ragazzi perché li

Page 97: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

97 97

conosce e sa che hanno meno di 15 anni, il che significa che non

potrebbero essere iscritti a Facebook. Solitamente alla prima occasione

d’incontro si discute di questo fatto.

Le iniziative di Giovani Vergiate sono legate soprattutto all’organizzazione

di eventi sul territorio della provincia che riguardano i giovani, organizzati

sia nell’ambito di ChiaVe sia da altre società, gruppi o istituzioni. La

risposta dei destinatari è positiva sia online – con la richiesta di

informazioni o l’adesione – che offline, con la partecipazione effettiva a

corsi o eventi.

L’azione di Giovani Vergiate su Facebook funziona solo quando è

l’Informagiovani che raggiunge direttamente tutti i ragazzi, ad esempio

attraverso un messaggio o un invito. Altrimenti pochi consultano il profilo

per vedere se ci sono aggiornamenti e danno feedback sui nuovi contenuti.

Sono stati veramente rari i casi in cui i giovani per primi hanno cercato gli

operatori. Un caso importante è stato quello di un gruppo di ragazzi

amanti della musica, che è entrato in contatto con l’ente per sapere se era

possibile organizzare eventi o fare radio. Questo contatto è stato subito

sfruttato e con questi ragazzi si sono organizzati eventi musicali.

L’altra pagina su Facebook da segnalare è quella dell’Eds di Taino.

Questa attività non rientra territorialmente nel progetto ChiaVe, ma gli

operatori che se ne occupano sono gli stessi, appartenenti alla Cooperativa

L’Aquilone.

La pagina è stata aperta su Facebook a dicembre, quando la formazione

era ancora in corso. Si può affermare che questo è stato il primo passo

autonomo degli educatori nell’uso degli strumenti web 2.0.

La pagina in questione è utilizzata soprattutto per promuovere e gestire gli

eventi organizzati da ragazzi ed educatori sul territorio di Taino.

“Educativa di strada di Taino” è il profilo della coppia di educatori, che

interagiscono coi ragazzi.

Page 98: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

98 98

Figura 9: Pagina dedicata all’Eds di Taino

4.7 Manifesto pubblicitario L’ultimo materiale preparato è stato un manifesto per far conoscere le

attività del Progetto ChiaVe nei comuni di Vergiate e Sesto Calende.

L’affissione, inizialmente prevista per dicembre 2009, è stata posticipata a

febbraio 2010.

Il cartellone, formato 100 cm x 70 cm, presenta le sei macro attività

usando bande colorate effetto bordi rovinati, con le tonalità dei quadrati

del logo.

La novità introdotta in questo manifesto è l’indirizzo web dove reperire

informazioni sul progetto: www.progettochiave.it è l’indirizzo a cui si

accede al social network su Ning.

Page 99: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

99 99

Figura 10: Manifesto del Progetto ChiaVe da affiggere sui muri cittadini

Page 100: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

100 100

5. Conclusioni e sviluppi futuri

5.1 Considerazioni finali Nella fase di start up del progetto le attività di comunicazione sono state

prevalentemente di carattere istituzionale, mentre si è dato l’incipit alle

azioni sul web, anche attraverso la formazione degli educatori.

Di seguito un riepilogo del lavoro svolto:

• Stesura del piano di comunicazione

• Creazione del logo

• Preparazione materiale per la conferenza: invito, manifesto e

documento di sintesi

• Creazione e gestione della sezione ChiaVe sul portale Con-t@tto e

scrittura dei primi articoli

• Preparazione del social network su Ning dedicato all’Eds e scrittura

dei primi contenuti

• Formazione web 2.0 per gli operatori e collaborazione nelle prime

interazioni sul social network.

Osservazioni più importanti si possono fare sulla formazione agli operatori

e sulla scelta del format per il social network su Ning.

Per quanto riguarda la formazione, complessivamente si può essere

soddisfatti del risultato ottenuti. Ecco un breve riepilogo degli argomenti

trattati durante gli incontri.

• Introduzione al web 2.0

• Strumenti web 2.0

• Format giovani per il social network

• ABC della scrittura su web

• Prime azioni nel social network

L’approccio tenuto durante il corso non è stato molto tecnico. Questa

scelta è giustificata dal fatto che, sin dal primissimo incontro di

presentazione, gli educatori non hanno manifestato grande dimestichezza

Page 101: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

101 101

con gli strumenti informatici. Per questo motivo si è preferito adottare un

taglio semplice, che fornisse una panoramica abbastanza completa ma

non eccessivamente specialistica.

L’obiettivo principale del corso era mettere a disposizione nozioni e

strumenti idonei per indicare un format esistente o pensarne uno nuovo

adatto all’Eds. Questo obiettivo è stato raggiunto con la scelta di inserire

la mappatura dell’Eds attraverso le mappe di Google Maps.

È importante riconoscere che la formazione ha avuto altri riscontri

positivi. Per la prima volta, gli educatori hanno inserito interventi sul web

nei nuovi programmi e hanno aperto le pagine su Facebook dell’Eds di

Taino e dell’Informagiovani di Vergiate.

Per quanto riguarda i contenuti del social network è ovvio che ci si debba

avvicinare ai gusti e alle tendenze dei ragazzi interessati.

La scelta di focalizzarsi sulle mappe dell’Educativa di strada, attraverso

Google Maps è molto interessante. L’Eds è un’attività che nel suo nome

richiama già l’idea della strada e non c’è modo migliore di rappresentarla

se non attraverso una mappa.

La possibilità di segnalare punti strategici per i giovani, arricchendo il

segnaposto con immagini e video oltre al testo è sicuramente un aspetto

molto importante, che renderebbe il format ancora più originale.

Sulla cartina si possono indicare i posti interessanti per i giovani, in

particolare:

• luoghi di ritrovo “spontanei” dei ragazzi: parchi, bar, piazze, …

• luoghi di ritrovo in collaborazione con l’Eds o altre attività giovanili:

bar e altri locali convenzionati

• luoghi di ritrovo “istituzionali”: CAG, Edubar, biblioteche, sale

polivalenti, …

• luoghi per hobby e tempo libero: sale prove, sede della Radio Web,

piste da skate, campi sportivi, muri legali, …

Page 102: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

102 102

• sedi di corsi, concorsi o eventi promossi dall’Eds o da altre

organizzazioni

• percorso fatto dagli educatori di strada e luoghi d’incontro nei

momenti di Eds

In conclusione, la mappa del territorio è un’ottima idea perché:

• rappresenta il collegamento tra le attività reali e il social network

virtuale

• offre informazioni utili in modo immediato e diverso dal solito testo

• può essere un primo motivo di interazione, nel momento in cui i

ragazzi segnalano nuovi luoghi o eventi

5.2 Sviluppi futuri Con il lavoro fin qui svolto si è raggiunto l’obiettivo di integrare alle attività

tradizionali, offline alcune iniziative online:

• sezione riservata al progetto ChiaVe su Con-t@tto

• social network dedicato all’Eds su Ning

• pagine su Facebook rivolte all’Eds di Taino e all’Informagiovani di

Vergiate.

Queste iniziative online rappresentano un punto d’incontro tra la strada e

il web. In questo luogo mediato si sviluppa una relazione virtuale tra i

ragazzi partecipanti alle attività proposte e gli adulti che le gestiscono, che

vivono già una relazione nel mondo reale.

Per dare un senso alle azioni su web, l’interazione in questo luogo non

deve’essere fine a sé stessa. Da questa interazione devono scaturire altre

iniziative reali, fisiche e concrete.

Ecco alcuni esempi di attività che potrebbero essere organizzate in modo

più collaborativo online, usando gli strumenti web 2.0:

• eventi e concorsi sportivi, musicali o artistici

• concerti, attività o feste

Page 103: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

103 103

• corsi di varia natura (per fonici, barman, …)

• trasmissioni di programmi dalla Radio Web.

Un aspetto importante riguarda la gestione e l’aggiornamento delle pagine

web, soprattutto quando gli strumenti usati aumenteranno. L’esperienza

diretta ci porta a riflettere su tre questioni:

• gli educatori vorrebbero essere tranquilli della serietà dei contenuti e

del possesso di eventuali autorizzazioni alla pubblicazione

• gli educatori hanno problemi di tempo per gestire questi strumenti

• la filosofia web 2.0 porterebbe ad un’attiva collaborazione di tutti i

partecipanti

In virtù di queste riflessioni, credo che, per quanto riguarda l’inserimento

dei contenuti, il passaggio sarà graduale. Inizialmente il controllo da parte

degli educatori sarà maggiore, ma l’obiettivo finale è quello di collaborare

insieme ai ragazzi. Ciò significa che verrà permesso loro di pubblicare e

condividere materiale senza chiedere permessi interni, il controllo sarà

solo a posteriori.

5.2.1 Prossime iniziative sul web È sicuramente auspicabile che nella prosecuzione del progetto si

intraprendano nuove attività online, per arricchire questo luogo d’incontro

di nuove possibilità.

Azione compatta su Facebook

Facebook è il social network più famoso e usato. Quasi tutti gli adolescenti

hanno un profilo e gli iscritti dedicano molto tempo alla propria pagina.

Per questo motivo Facebook è un luogo dove gli educatori dell’Eds devono

essere presenti perché ci sono i ragazzi.

Dal mio punto di vista la creazione di una fan page è una buona

soluzione. In questo modo la pagina rappresenterebbe solo un canale

promozionale per far conoscere le attività, le iniziative e gli eventi. Non si

Page 104: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

104 104

dovrebbe lasciare spazio a commenti o interazioni, promuovendo per

questo il social network su Ning. L’azione dell’Eds deve sfruttare questo

strumento per avvicinare i ragazzi e portarli in siti più protetti, dove

potersi incontrare e comunicare in modo più tutelato.

Affacciarsi a Facebook per l’Eds significherebbe apparire moderna,

aggiornata e vicina ai giovani. Questa posizione sarebbe sicuramente

apprezzata e il movimento dell’Eds acquisterebbe nuovo fascino agli occhi

dei ragazzi.

Gestione istituzionale di video e foto: la questione della privacy, il

canale su YouTube e gli l’album su Flickr

Video e foto sono contenuti interessanti per i giovani d’oggi. La proposta è

di creare un canale su YouTube e un album su Flickr.

La questione principale che riguarda la pubblicazione di questo materiale,

è legata al rispetto della privacy nella pubblicazione di video e foto. È bene

che i responsabili si attivino per trovare il modo di ottenere

l’autorizzazione a condividere il materiale, così da rispettare la normativa

ed essere tranquilli delle proprie azioni.

Creare un canale dedicato a ChiaVe o ai singoli progetti, con un chiaro

riferimento al territorio, è sicuramente un modo migliore di porsi, dà l’idea

della serietà dell’organizzazione del progetto.

Un discorso analogo è da fare per le fotografie. Sarebbe bene creare un

profilo e un album su Flickr, in modo da organizzare al meglio le immagini

legate al progetto.

Dall’analisi online del territorio è emerso che Flickr è usato da persone più

adulte rispetto ai giovani dell’Eds ed anche il contenuto è meno

superficiale. Non per questo il canale foto è da sottovalutare. Se i giovani e

gli adulti vedono un’organizzazione seria dietro a questo progetto, saranno

sicuramente più favorevoli e ben disposti alle iniziative programmate.

Page 105: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

105 105

Apertura a Twitter

Twitter, emblema della comunicazione veloce e in tempo reale, è l’ultimo

social network da prendere in considerazione in questo momento. L’uso

diffuso dei cellulari e della navigazione in rete con i dispositivi mobili sono

alla portata di tutti, soprattutto dei ragazzi. Gli adolescenti si connettono

ad internet dal cellulare e navigano soprattutto in Facebook. Dare la

possibilità di interagire anche con Twitter credo sia un’iniziativa

stimolante. I ragazzi sono sicuramente aperti a nuove esperienze e se

ancora non conoscono questo social network, lo potranno facilmente

apprezzare.

Un aspetto interessante è dato dal fatto che strumenti come Twitter,

Facebook ed ora anche Ning si possano integrare fra loro, condividendo

automaticamente i contenuti caricati su uno di questi social network.

Con-t@tto l’aggregatore

Con-t@tto – Spazio Adolescenti credo che fra tutti gli strumenti 2.0

rimanga quello più tradizionale, nonostante sia impostato in modo

interattivo e solitamente gestito dai ragazzi. Se anche le altre iniziative web

proposte andranno a buon fine, è possibile che l’attenzione dei giovani per

Con-t@tto diminuisca.

In ogni caso questo sito offre la possibilità di informare tutta la

popolazione interessata al progetto delle iniziative che si svolgono. Per

questo motivo, la sezione ChiaVe è bene che sia sempre aggiornata, in

modo da far conoscere le attività che si fanno sia online sia offline.

Affiancamento della comunicazione cartacea

Nonostante i ragazzi ormai siano proiettati verso gli strumenti web, credo

sia importante affiancare una comunicazione cartacea. È doveroso

valutare l’azione più efficace da adottare per avvicinare i ragazzi.

Probabilmente la cartolina è una buona idea. Il formato è piccolo e

maneggevole, ma nello stesso tempo si possono inserire le informazioni

Page 106: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

106 106

più importanti. Forse i manifesti non sarebbero troppo considerati, anche

se potrebbero richiamare l’attenzione.

Nella cartolina si vede un potenziale in più. Il ragazzo la prende perché ne

è incuriosito oppure perché ne ha parlato con l’educatore e può leggerla

con calma quando desidera.

Ovviamente la cartolina deve fare riferimento ad un sito dove reperire le

informazioni: il social network e Con-t@tto sono entrambe buone ipotesi.

Page 107: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

107 107

6. Allegati

Allegato 1: Piano di comunicazione

PIANO DI COMUNICAZIONE PER UN PROGETTO DI

EDUCATIVA DI STRADA Nell’ambito del progetto ChiaVe proponiamo una serie di interventi coerenti ed

integrati con le linee progettuali e con gli attori coinvolti.

Per quanto riguarda il web pensiamo a due iniziative. La prima è l'evoluzione in

stile web 2.0 del portale www.con-tatto.it già esistente, sfruttando i suoi punti di

forza quali la semplicità e l'idea di interattività. La seconda è la creazione di un

social network usando lo strumento NING, dedicato ai ragazzi che partecipano

al progetto e ai loro educatori.

QUALI OBIETTIVI E QUALI STRUMENTI

Obiettivi Il centro del progetto sarà quello di avvicinare le realtà istituzionali e

professionali al mondo giovanile usando i mezzi che questo predilige: per questo

motivo ci sarà un'attenzione particolare agli strumenti web che si useranno. Con

questa attività si vuole cercare di sperimentare l’educativa di strada nel mondo

virtuale, integrandola all’attività tradizionale.

Un’azione fondamentale sarà iniziare e agevolare lo scambio di informazioni tra

i diversi attori:

• istituzioni: dirigenti, assessori

• professionisti: operatori e formatori

• pubblico: ragazzi

Ovviamente saranno possibili modalità di interazione distinte, a seconda degli

interlocutori:

• comunicazione tra le diverse realtà istituzionali e professionali coinvolte

• comunicazione tra operatori, formatori e ragazzi, in tre modalità:

1.1. verticale (indice di una comunicazione istituzionale e formale)

1.2. pari (indice di una comunicazione informale)

1.3. leggermente asimmetrica (più o meno informale a seconda dei casi)

Page 108: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

108 108

A seconda della modalità d'interazione il linguaggio e la forma saranno

differenti, pur volendo mantenere uno stile amichevole.

• comunicazione alla pari tra i ragazzi

L'intenzione è di attivare un processo partendo dall'alto – dagli operatori – per

raggiungere e poi coinvolgere direttamente i ragazzi. L'obiettivo è quello di

rendere i ragazzi protagonisti, incentivarli a raccontare e condividere le loro

storie anche attraverso l'uso di articoli, commenti e video (cellulare, camera, ...),

in stile web 2.0.

Ai ragazzi saranno specificati alcuni paletti da rispettare, che potranno essere più

o meno rigidi a seconda dei casi e degli argomenti. Ad esempio in alcune sezioni

ai ragazzi sarà impedito di scrivere poiché dedicate ad alcuni esperti che offrono

consigli o danno informazioni su droghe, alcol o malattie, oppure sono riservate a

norme e leggi pubblicate dagli educatori.

Strumenti Per incentivare i ragazzi a prendere parte alle attività su web in prima persona, si

prevede di creare un social network dedicato al gruppo di ragazzi partecipanti al

progetto e agli educatori, usando la piattaforma NING.

Verrà creata una sezione dedicata al progetto ChiaVe, che sarà da un lato

“autonoma”, cioè raggiungibile con un url diretto, e dall’altro apparterrà al

portale. Infatti, verranno inseriti un canale e una voce di menù destinati al

progetto. Inoltre, vista l'attenzione posta agli eventi musicali e all'uso di sostanze

stupefacenti, sarà possibile prevedere dei collegamenti ad articoli riguardanti

questi temi nelle relative sezioni, con-musica e con-sostanza.

L'attività on-line dovrà essere coerentemente affiancata e supportata da una

comunicazione tradizionale off-line, ad esempio con manifesti e cartoline. In

tal senso, il primo passo sarà la creazione di un logo del progetto ChiaVe per

dare identità riconoscibile e coerente al progetto e alle attività che ne faranno

parte. In questa prima attività non si prevede la cooperazione con ragazzi e

operatori, preferendo studiare il logo in agenzia.

Page 109: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

109 109

Risorse

Accanto alla società Hagam parteciperà al progetto Nicole Colombo, in qualità di

tesista del corso di laurea specialistica in Teoria e tecnologia della

comunicazione, dell'interfacoltà di Psicologia e Informatica dell'Università degli

Studi di Milano-Bicocca.

Il compito della laureanda nella fase di start up del progetto consisterà nella:

• partecipazione alla creazione del logo

• attivazione e mantenimento del processo di coinvolgimento dei ragazzi sul

web, attraverso la pubblicazione di articoli e video inerenti al progetto

• creazione social network su piattaforma NING

• redazione dei primi contenuti

• partecipazione ai momenti formativi degli operatori.

PERCHÈ IL WEB? Con l’esperienza di Con-t@tto Spazio Adolescenti si è capito che i giovani hanno

già la tendenza ad interagire coi coetanei ed oggi il web è un media privilegiato

in tal senso, poiché i ragazzi ne fanno già molto uso.

Avvicinarsi ai giovani usando i loro mezzi è sicuramente un metodo per entrare

più facilmente in contatto e proporre iniziative interessanti.

I dati mostrano che sempre più i giovani utilizzano internet, come strumento di

interazione sociale per condividere esperienze, scambiarsi foto, video, messaggi,

per gioco, per studio, per trascorrere il proprio tempo libero. Il social network

sostituisce il vecchio "muretto" e rappresenta un luogo di incontro virtuale, dove

poter esprimere la propria personalità e ampliare le proprie conoscenze, anche

culturali, tramite lo scambio di opere multimediali.

Cos’è il web 2.0 Il web 2.0 è una locuzione utilizzata per indicare uno stato di evoluzione di

internet rispetto alla condizione

Precedente, definita 1.0. Si tende ad indicare come web 2.0 l'insieme di tutte

quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-

utente.

Il filo conduttore del web 2.0 è una nuova filosofia all'insegna della

collaborazione, dell’interazione sociale realizzata grazie alla tecnologia. Il web 2.0

Page 110: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

110 110

dà grande spazio alla dimensione sociale e alla condivisione delle risorse:

sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire

invariati (come forum, chat e blog) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad

aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di

fruire, creare e modificare i contenuti multimediali.

Questa situazione è dovuta anche alla facilità di accesso ai servizi, grazie al

basso costo e alle poche competenze tecnologiche richieste. Ciò permette anche

all’utente poco evoluto di scrivere, commentare e pubblicare contenuti.

Il web 2.0 nel progetto ChiaVe Il web 2.0 sembra calzare perfettamente con l’idea del progetto ChiaVe di volersi

avvicinare ai giovani usando i mezzi a loro più congeniali, in modo interattivo,

favorendo una partecipazione attiva e non una comunicazione passiva calata

dall’alto.

L’idea di fondare un social network “personale” piuttosto che usarne altri più

conosciuti e diffusi (es. Facebook, MySpace, Twitter, …) ci pare migliore per “fare

gruppo” tra i ragazzi.

La piattaforma NING ha notevoli vantaggi circa i temi di privacy e usabilità:

• essendo un social network personale con cui possiamo gestire gli accessi,

sarà possibile condividere informazioni, foto, video con persone che

realmente si conoscono e con cui già si condividerebbero. In questi modo il

problema della protezione della propria privacy è notevolmente ridotto

rispetto ai social network più diffusi

• la piattaforma NING è veramente molto usabile sia dal punto di vista

dell’utente “semplice” che dal lato amministrativo e questo permette a tutti

i partecipanti di poter dare il proprio contributo on-line.

Gli operatori – non molto esperti di nuove tecnologie – saranno sicuramente

incentivati all’uso di tale piattaforma grazie a queste caratteristiche di attenzione

alla privacy ed elevata usabilità.

Al fine di rendere possibile e migliore l’interazione sul web saranno previsti dei

momenti formativi per sviluppare le competenze degli operatori circa l'uso del

PC e in ambito web, spiegando loro l'ABC redazionale on-line (scrittura testo,

inserimento video) e il funzionamento del social network su NING lato client.

Page 111: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

111 111

Un modo per coinvolgere e interessare i ragazzi, sfruttando al meglio le possibilità

offerte da social network, web e tecnologie, potrebbe essere quello di mostrare le

attività che si svolgono, in modo che siano incuriositi da un'esperienza reale e

siano motivati ad avvicinarsi al gruppo.

Sul web questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso il racconto delle

attività:

• aiutare gli operatori iniziando l’interazione attraverso il social network,

pubblicando articoli e altri contenuti e dall’altro

• gli operatori potrebbero esporre le attività tipo che si svolgono

• alcuni ragazzi potrebbero raccontare una specifica attività che hanno

svolto

Questi racconti potrebbero essere in diversi formati quali video, foto o articoli.

Dal mio punto di vista le testimonianze degli operatori dovranno trasmettere la

serietà del progetto e della attività, mantenendo uno stile informale data la

giovane età degli educatori. I ragazzi potranno permettersi uno stile più

informale e spontaneo.

Queste caratteristiche dovranno trasferirsi al materiale prodotto. Così, è

preferibile che i video degli operatori siano ripresi con una videocamera, mentre

quelli dei ragazzi potranno anche essere ripresi con il cellulare; stesso discorso

vale per le fotografie. Per quanto riguarda gli articoli, lo stile dovrà essere

sempre amichevole e semplice ma più o meno formale a seconda del ruolo

ricoperto.

Page 112: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

112 112

Allegato 2: Slide secondo incontro di formazione

Page 113: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

113 113

Page 114: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

114 114

Page 115: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

115 115

Page 116: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

116 116

Page 117: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

117 117

Allegato 3: Slide terzo incontro di formazione

Page 118: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

118 118

Page 119: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

119 119

Page 120: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

120 120

Bibliografia

Antonietti, L., 2009. I giovani non rinunciano. Uno sguardo internazionale, GFK Eurisko

Anzivino, M., Antonini, M., 2009. Esperienze di politiche giovanili in provincia di Milano. Terzo rapporto dell’Osservatorio Giovani della Provincia di Milano. I dati statistici sui giovani. Istituto IARD, Milano

de Michelis, G., 2006. Un’organizzazione che parte dal basso, “Monthly Vision”

Di Bari, V. (a cura di), 2007. Web 2.0. Internet è cambiato . E voi? Il Sole 24 Ore, Milano

Grassi, R. (a cura di), 2009. Esperienze di politiche giovanili in provincia di Milano. Terzo rapporto dell’Osservatorio Giovani della Provincia di Milano, Istituto IARD, Milano

Minoia, G., 2009. I giovani non rinunciano. Avanti giovani, alla riscossa., GFK Eurisko

Savoldelli, R., 2009. I giovani non rinunciano. Come raggiungere i giovani italiani, GFK Eurisko

Savoldelli, R., 2009. I giovani italiani del Terzo Millennio, GFK Eurisko

Page 121: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

121 121

Sitografia

AA. VV., Facebook è una trappola per la privacy? http://www.dgmag.it/hi-tech/facebook-e-una-trappola-per-la-privacy-11756, consultato il 15.11.2009.

AA. VV. La Commissione UE contro Facebook: “La privacy a rischio”. http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/04/14/1012986-commissione_contro_facebook_privacy_rischio.shtml, consultato il 15.11.2009.

AA. VV., Origine e storia del lavoro di strada. www.edupolis.org/illavoro%20di%20strada.pdf, consultato il 07.01.2010.

Boyd, D. M., Ellison, N. B., “Social network sites: definition, history and scholarship”, Journal of Computer-Mediated Communication, 13 (1). http://jcmc.indiana.edu/vol13/issue1/boyd.ellison.html, consultato il 23.01.2010.

Mian, E., Canelles, M. F., Abbandono Scolastico. Esiste una relazione con comportamenti devianti? Cause, osservazioni e proposte d’intervento. I.R.I.D.S.A. http://www.nuovapedagogia.com/abbandono_scolastico.pdf, consultato il 07.01.2010.

Montalto, M., Web 2.0: Internet volta pagina http://www.microsoft.com/italy/pmi/marketing/internetmarketing/web20.mspx?pf=true, consultato il 10.07.2009.

Good., R., A Fundamental Shift In How We Communicate: George Siemens, Twitter And Real-Time Web. http://www.masternewmedia.org/it/2009/11/06/twitter_e_il_realtime_web_un_cambiamento.htm, consultato il 28.12.2009.

***********

http://www.2puntozeropertutti.it/?p=96, consultato il 04.01.2010.

http://500blogspot.com/, consultato il 06.11.2009.

http://www.avoicomunicare.it/, consultato il 06.11.2009.

Page 122: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

122 122

http://www.alexa.com, consultato il 15.11.2009.

http://blog.oliviaemarino.it/, consultato il 06.11.2009.

http://www.con-tatto.org/sx_canale/home.asp?sez=Akkilodici&id_sezione=57&id_subSez=0&th=1&sm=1, consultato il 06.11.2009.

www.delicious.com.

http://demoistat.it/pop2006/index.html, consultato il 07.01.2010.

http://demoistat.it/pop2007/index.html, consultato il 07.01.2010.

http://demoistat.it/pop2008/index.html, consultato il 07.01.2010.

http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010.

http://demoistat.it/strasa2006/index2.html, del 07.01.2010.

http://demoistat.it/strasa2007/index2.html, del 07.01.2010.

http://demoistat.it/strasa2008/index2.html, del 07.01.2010.

http://demoistat.it/strasa2009/index2.html, del 07.01.2010.

http://www.desmm.com/cose-un-video-virale-590.html, consultato il 16.11.2009.

http://www.downloadblog.it/post/10950/flickr-raggiunge-i-4-miliardi-di-foto-caricate, consultato il 15.12.2009.

http://www.dynamick.it/web-20-una-definizione-in-10-punti-534.html, consultato il 10.07.2009.

http://www.edscuola.it/archivio/esami/disciplina.htm, consultato il 16.12.2009.

http://en.wikipedia.org/wiki/Real-time_web, consultato il 28.12.2009.

http://en.wikipedia.org/wiki/Freemium, consultato il 15.12.2009.

http://en.wikipedia.org/wiki/Eric_E._Schmidt, del 04.01.2010.

http://en.wikipedia.org/wiki/Video_blogging, del 16.11.2009.

http://en.wikipedia.org/wiki/Video_chat, del 16.11.2009.

http://www.essericomunicazione.it, consultato il 16.10.2009.

Page 123: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

123 123

www.facebook.com.

www.flickr.com.

www.friendfeed.com.

www.fuorichilegge.it.

http://www.gfk.com/imperia/md/content/gfk_eurisko/pressroom/i_giovani_non_rinunciano_10_feb_2009.pdf, consultato il 22.11.09.

http://www.hillandknowltongaia.it/wp-content/uploads/cs_cyberbullismo_inembargo.pdf, del 09.01.2010.

http://hubcreativi.it/index.php?p=news&o=DisplayNews&id=39, consultato il 20.01.2010.

http://iflsommalombardo.blogspot.com/2009/08/centri-per-limpiego-della-provincia-di.html, consultato il 07.01.2010.

www.ilmestieredisrivere.com.

http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2009/12/facebook-aumenta-privacy.shtml?uuid=8460842e-df5d-11de-a6d3-46f5b7efdae3&DocRulesView=Libero, del 15.12.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Blog, consultata il 12.10.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing, del 28.12.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Delicious, consultato il 15.11.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Facebook, consultato il 07.10.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Flickr, consultato il 15.12.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Forum_(internet), del 12.10.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/FriendFeed, consultato il 28.12.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing_virale, del 16.11.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Photosharing, consultato il 15.12.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Tumblelog, consultato il 15.11.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Tumblr, consultato il 15.11.2009.

Page 124: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

124 124

http://it.wikipedia.org/wiki/Twitter, consultato il 15.11.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Video_sharing, consultato il 10.11.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0 , consultato il 10.07.2009.

http://it.wikipedia.org/wiki/YouTube, consultato il 10.11.2009.

www.lucaconti.it, consultato il 16.10.2009.

http://www.minervaeurope.org/publications/handbookwebusers_it/chapter1_2.html, consultato il 12.10.2009.

www.ning.com.

http://overstated.net/2009/03/09/maintained-relationships-on-facebook, consultato il 07.10.2009.

http://www.pandemia.info, consultato il 16.10.2009.

http://www.pianeta.com/map/index.php/idQ21895/tipoQ/shwDAQsi/ricercaQ31/shSCQ48/pidQ18, consultato il 28.12.2009.

http://www.provincia.va.it/ente/istruzione/sis_opi/pdf/letture_commenti_2.pdf, consultato il 07.01.2010.

http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/errata_corrige.shtml, consultato il 30.11.2009.

http://www.pubblica.istruzione.it/mpi/pubblicazioni/index.shtml, consultato il 30.11.2009.

http://www.tomshw.it/business.php?guide=20090715, consultato il 28.12.2009.

http://www.tomshw.it/news.php?newsid=18269, del 28.12.2009.

www.twitter.com.

http://web.splesh.net/social-network/facebook/privacy-facebook-nuove-impostazioni-a-breve/, del 10.07.2009.

http://www.youmark.it/files/applications/2009/02/8491.pdf, consultato in data 30.11.2009.

www.youtube.com.

Page 125: Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0

125 125

Ringraziamenti

Al termine di questo lavoro desidero ringraziare le persone che, in modi

diversi, mi hanno sostenuta nella realizzazione della tesi.

Prof. Roberto Polillo che mi ha spronata ad accettare questo progetto

e mi ha poi aiutata con i suoi consigli nella stesura della tesi.

Dott. Marcello Sarini che con la sua lettura critica, mi ha dato utili

suggerimenti per correggere il mio elaborato.

Dott. Giorgio Prada che mi ha dedicato il suo tempo, permettendomi

di integrare la mia tesi con spunti unici e materiale “introvabile”.

Dott. Sangiorgio Giuseppe che più di tutti in Hagam mi ha sostenuta

e sopportata. Mi auguro che possa essere soddisfatto del lavoro che

porta anche il suo nome.

Tutti i “ragazzi” di Hagam che hanno contribuito a realizzare tasselli

importanti. Senza il loro aiuto questo lavoro non sarebbe lo stesso.

Dott.ssa Luisa di Matteo, Massimiliano Tappari e Silvana Dal Pozzo

per la loro disponibilità a ricevermi e darmi informazioni in tempi

brevissimi.

Marco Bernardi e gli educatori della Cooperativa L’Aquilone che,

rispondendo ai questionari, mi hanno aiutata a ricostruire il quadro

dei ragazzi dell’Educativa di strada e a dare un senso al lavoro

svolto.

Vorrei, infine, ringraziare anche le persone che mi sono state accanto nel

mio percorso di studi.

I miei compagni di corso con cui ho condiviso gioie e dolori in questi

anni di università.

La mia famiglia e i miei amici che mi hanno sempre sopportato e

incoraggiato in tutti questi anni.

Nicole