Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0
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Transcript of Comunicazione in un progetto di educativa di strada con strumenti Web 2.0
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA
Facoltà di Psicologia
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali
Corso di Laurea in Teoria e Tecnologia della
Comunicazione
Comunicazione in un progetto di Educativa di
strada con strumenti web 2.0
Relatore:
Prof. Roberto POLILLO
Correlatore:
Dott. Giuseppe SANGIORGIO
Tesi di Laurea di:
Nicole Valentina Serena COLOMBO
Matr. 063968
Anno Accademico 2008/2009
2 2
Sommario
Sommario ................................................................................................ 1
Introduzione ............................................................................................ 5
Nota al lavoro .......................................................................................... 7
1. Premessa teorica: il web 2.0 ............................................................ 9
1.1 User generated content .............................................................. 11
1.1.1 Le foto e il photosharing con Flickr ...................................... 12
1.1.2 I video e il videosharing con YouTube e Qik ......................... 13
1.2 Gli strumenti web 2.0 ................................................................ 15
1.2.1 Forum ................................................................................. 15
1.2.2 Blog .................................................................................... 16
1.2.3 Social network site .............................................................. 17
1.2.4 Facebook ............................................................................ 18
1.2.5 Ning .................................................................................... 21
1.3 Real time web ............................................................................ 22
1.3.1 Twitter ................................................................................ 24
1.4 La gratuità del web 2.0 ............................................................... 25
1.5 Cloud computing ....................................................................... 26
2. La situazione giovanile .................................................................. 28
2.1 Condivisione sul senso delle politiche giovanili: intervista al dott.
Giorgio Prada ...................................................................................... 28
2.2 Quadro statistico sui giovani della provincia di Varese ............... 33
2.2.1 Quadro demografico ............................................................ 33
2.2.2 Fenomeno migratorio .......................................................... 34
2.2.3 Quadro demografico degli adolescenti nel territorio di Sesto
Calende-Vergiate ............................................................................. 38
2.2.4 Abbandono scolastico ......................................................... 40
2.2.5 Uso di sostanze psicoattive .................................................. 42
2.2.6 Considerazioni degli educatori sui giovani ........................... 45
2.2.7 Conclusioni ......................................................................... 45
2.3 I giovani, le nuove tecnologie e la rete ......................................... 46
3 3
2.3.1 I giovani e le nuove tecnologie: i dati Eurisko ...................... 46
2.3.2 I giovani e le nuove tecnologie: il punto di vista degli educatori
……………………………………………………………………..……..48
2.3.3 I giovani e la rete: i dati Eurisko .......................................... 49
2.3.4 I giovani e la rete: il punto di vista degli educatori ............... 51
2.3.5 I giovani e la rete: la mappatura on-line del territorio di Sesto
Calende e Vergiate ........................................................................... 52
2.3.6 Conclusioni ......................................................................... 55
3. Progetto ChiaVe ............................................................................ 57
3.1 Motivazioni e origini del progetto ................................................ 57
3.2 Obiettivi del progetto .................................................................. 57
3.3 Attività del progetto .................................................................... 58
3.3.1 Educativa di strada ............................................................. 59
3.3.2 Interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e
straniera .......................................................................................... 61
3.3.3 Accompagnamento al lavoro ................................................ 62
3.3.4 Formazione degli operatori sociali ....................................... 63
3.3.5 Eventi culturali: Fuori chi Legge .......................................... 65
3.4 Chi partecipa al progetto ............................................................ 65
3.4.1 I committenti: le amministrazioni comunali ......................... 65
3.4.2 I partner: L’Aquilone Società cooperativa sociale .................. 66
3.4.3 I destinatari del progetto: i ragazzi dell’Educativa di strada e i
giovani delle borse lavoro ................................................................. 68
4. Start-up del progetto ChiaVe ......................................................... 71
4.1 Piano di comunicazione .............................................................. 71
4.2 Con-t@tto Spazio Adolescenti ..................................................... 72
4.3 Logo del progetto ChiaVe ............................................................ 75
4.4 Materiale cartaceo per la conferenza ........................................... 76
4.5 Incontri per la formazione degli educatori ................................... 81
4.5.1 Organizzazione degli incontri ............................................... 81
4.5.2 Primo incontro di formazione: introduzione al web 2.0 ......... 82
4.5.3 Secondo incontro di formazione: strumenti web 2.0 ............. 83
4 4
4.5.4 Terzo incontro di formazione: format per il social network ... 84
4.5.5 Quarto incontro di formazione: ABC della scrittura su web .. 85
4.5.6 Quinto incontro di formazione: primi passi nel social network
su Ning ……………………………………………………………………….……86
4.5.7 Considerazioni degli educatori sulla formazione .................. 87
4.5.8 Considerazioni sugli strumenti proposti .............................. 87
4.6 Ning ........................................................................................... 91
4.6.1 Facebook ............................................................................ 95
4.7 Manifesto pubblicitario .............................................................. 98
5. Conclusioni e sviluppi futuri ....................................................... 100
5.1 Considerazioni finali ................................................................ 100
5.2 Sviluppi futuri ......................................................................... 102
5.2.1 Prossime iniziative sul web ................................................ 103
6. Allegati ....................................................................................... 107
Allegato 1: Piano di comunicazione ................................................... 107
Allegato 2: Slide secondo incontro di formazione ............................... 112
Allegato 3: Slide terzo incontro di formazione .................................... 117
Bibliografia .......................................................................................... 120
Sitografia ............................................................................................. 121
Ringraziamenti .................................................................................... 125
5 5
Introduzione
Scopo della tesi è capire come poter sfruttare alcuni strumenti web 2.0 per
continuare sulla rete una già consolidata esperienza di Educativa di
strada1 tradizionale.
La scelta di usare internet è data dalla naturale evoluzione della società e,
in particolare, del modo di vivere dei ragazzi. Se l’intento dell’Educativa di
strada è raggiungere i giovani nei loro luoghi abituali di ritrovo, oggi, è
impossibile non considerare il web.
La sfida interessante proposta da questo lavoro di tesi è quella di gettare le
basi per un buon intervento di Eds on-line.
Questa iniziativa s’inserisce nel progetto denominato “ChiaVe: un progetto
che apre le frontiere”, che prende il nome dai due Comuni capofila,
Chiasso e Vergiate.
Chiasso è un paese svizzero del Canton Ticino, vicino al confine con
l’Italia. Vergiate è un comune lombardo della provincia di Varese.
Il progetto è stato presentato per il finanziamento nell’ambito del
Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia - Svizzera
dell'Unione Europea.
Il progetto s’inserisce nelle azioni già attivate dal Piano di Zona e dai
Comuni, relative all’attuazione della ex-Legge 45/99 e della Legge 328.
Lo scopo principale è riprendere alcune azioni messe in atto con
precedenti interventi oltre che intraprendere nuove iniziative a vantaggio
dei giovani nel Distretto di Sesto Calende, comune limitrofo a Vergiate.
1 Educativa di strada abbreviata per comodità con la sigla Eds.
6 6
La tesi si snoderà in cinque capitoli, ecco cosa si tratterà nel dettaglio.
1. Nel primo capitolo si espone lo stato attuale del web, con particolare
attenzione agli strumenti 2.0 più importanti e utilizzati, che potrebbero
essere usati per le attività del progetto.
2. Il secondo capitolo si focalizza sulla situazione giovanile e il rapporto
degli adolescenti con internet e le nuove tecnologie, attraverso
interviste e dati statistici.
3. Nel terzo capitolo si presentano obiettivi, attività e gli attori coinvolti nel
progetto ChiaVe.
4. Col quarto capitolo si entra nel vivo del lavoro svolto nell’ambito del
progetto. Sono qui presentate le azioni di comunicazione messe in atto
sia online sia offline. Una parte importante è dedicata all’intervento
formativo di alfabetizzazione al web 2.0, riservato agli educatori.
5. Nel quinto capitolo si espongono le valutazioni sulle azioni online, con
particolare attenzione alle riflessioni degli educatori. In conclusione,
saranno indicati gli sviluppi del progetto e le iniziative che si possono
intraprendere per migliorare l’azione sul web.
7 7
Nota al lavoro
Il progetto ChiaVe nasce dall’impegno dei comuni di Chiasso e Vergiate,
ma, in questi primi mesi di avvio, nella realtà pratica un ruolo importante
è ricoperto dal comune di Sesto Calende.
La collaborazione con Chiasso è stata notevolmente ridimensionata
rispetto all’impegno iniziale, mentre la posizione di Sesto Calende è più
forte. Probabilmente questo è dovuto al fatto che gli educatori che
lavorano alle attività del progetto in Italia appartengono alla Cooperativa
L’Aquilone, che ha sede a Sesto.
Un’altra nota importante da fare è legata alle attività prese in
considerazione. Gli interventi messi in atto nella fase di start up del
progetto ChiaVe sono di varia natura. Alcuni sono legati alla
comunicazione istituzionale dell’intero progetto, altri supportano attività
già avviate sul territorio, come il portale Con-t@tto – Spazio Adolescenti.
Il progetto è composto da numerose attività: alcune vengono rilanciate,
come l’Eds, e altre sono appena nate. Di queste ultime la maggior parte
non è ancora iniziata, mentre solo una minoranza è già stata avviata,
come le borse lavoro.
Da notare, infine, che le attività del progetto sono focalizzate nel Distretto
di Sesto Calende, dove gli educatori de L’Aquilone operano lavorando su
diverse iniziative.
Questi sono i motivi per cui nei prossimi capitoli l’attenzione si focalizzerà
su diversi aspetti.
• Dall’intero progetto ChiaVe alle singole attività già avviate, in
particolare:
- comunicazione istituzionale legata al progetto
- integrazione di ChiaVe nel portale preesistente di www.con-
tatto.it
- social network su Ning dedicato all’Eds
8 8
- azioni su Facebook relative all’Informagiovani di Vergiate e
all’Eds di Taino.
• Focus sul territorio di Vergiate e Sesto Calende
• Considerazione di attività extra progettuali, seguite dagli educatori
de L’Aquilone, come l’Eds di Taino.
9 9
1. Premessa teorica: il web 2.0
Il web 2.0 è un nuovo modo di intendere la rete, ponendo al centro i
contenuti, le informazioni, l’utente e le sue interazioni2. Con questa
definizione si indica lo stato di evoluzione di internet rispetto alla
condizione precedente, detta 1.0.3
Non è semplice definire il web 2.0 in modo univoco, ma è possibile
individuarne alcune caratteristiche.
Tipico del web 2.0 è la centralità dell’utente, nella sua nuova interazione
col sito e con gli altri utilizzatori. Egli non è più un fruitore passivo, ma un
autore attivo poiché è lui stesso che può scrivere e pubblicare un
contenuto di cui è esperto o appassionato. La partecipazione dell’utente
consiste non semplicemente nella redazione di un testo, ma anche
nell’interazione e integrazione del contenuto altrui. Ogni utente può
leggere, commentare, rispondere a un articolo e addirittura può
condividerlo sul proprio profilo di alcuni social network4. Difatti, il filo
conduttore della filosofia 2.0 è proprio la collaborazione, data
dall’interazione tra le persone grazie alla tecnologia5.
In questo senso, i contenuti pubblicati sul web non sono statici. Vengono
costantemente aggiornati grazie alla collaborazione di tutti quegli utenti
che desiderano partecipare alla discussione e condividere il proprio
sapere, offrendo uno spunto critico e arricchendo la conoscenza.
Allo stesso modo non solo i contenuti sono dinamici, lo sono anche
applicazioni, programmi e strumenti, che sono scaricabili, utilizzabili e alle
volte modificabili gratuitamente.
2 Si veda: Montalto, M., Web 2.0: Internet volta pagina, consultabile all’indirizzo internet http://www.microsoft.com/italy/pmi/marketing/internetmarketing/web20.mspx?pf=true, del 10.07.2009. 3 Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0, del 10.07.2009. 4 Si veda: O’Really, T., What is Web 2.0, consultabile su http://www.dynamick.it/web-20-una-definizione-in-10-punti-534.html, del 10.07.2009. 5 Cfr: Montalto, M., Op. cit.
10 10
La relazione che si crea fra gli utenti è una relazione alla pari, in cui tutti
possono offrire il loro contributo, commentando un articolo o un post,
offrendo la loro riflessione. La conoscenza in questo modo si distribuisce
orizzontalmente e non è più calata dall'alto.
Altro tema fondamentale del web 2.0 è la gratuità: registrazione e utilizzo
di programmi, strumenti o piattaforme sono privi di costo. Questa
concezione è l’inevitabile conseguenza della filosofia 2.0 che si basa
sull’evoluzione di contenuti e informazioni in base all’apporto delle
persone interessate. Ciò significa che i contenuti non sono riservati o
protetti ma accessibili, condivisibili e modificabili, proprio perché si crede
nella positività dell’apporto che ciascuno può dare.
La co-generazione dei contenuti è agevolata da aspetti legati alla
tecnologia e alle infrastrutture. Accanto all’evoluzione del web ci sono stati
cambiamenti tecnologici e infrastrutturali che hanno permesso una rapida
espansione nell'uso del computer e di internet.
Tra quelli tecnologici ricordiamo l’abbassamento delle conoscenze e
competenze necessarie per pubblicare online e l’aumento delle risorse che
permettono la pubblicazione e la condivisione di informazioni (blog, social
network).
I cambiamenti infrastrutturali riguardano la rete e le macchine usate.
Ricordiamo il miglioramento della qualità della rete diventata più veloce e
potente, la possibilità di essere sempre connessi a internet a costi minimi
e il miglioramento tecnologico dei computer stessi, ora più economici,
potenti ed usabili.
Abbiamo assistito ad un aumento degli utenti internet, favorito da un
abbassamento sia dei costi di accesso alle macchine e alla rete, che delle
capacità richieste per usare tecnologie e strumenti.
11 11
1.1 User generated content Com’è già stato anticipato, il web 2.0 prevede una rivoluzione nel
paradigma utente–computer, grazie alla quale l’utente assume un ruolo
attivo nell’interazione. Questo cambiamento si traduce nella nascita di
piattaforme che non solo permettono la pubblicazione di contenuto, ma
anche la condivisione di parole chiave e la classificazione di informazioni.
Molti strumenti 2.0 offrono anche servizi di classificazione aperta – social
tagging – per classificare i propri contenuti, l’articolo di un blog, una
fotografia, un video o altro.
La maggiore popolarità di alcuni tag può essere evidenziata attraverso
diversi espedienti grafici, ad esempio cambiando colore, dimensione del
carattere o posizione nella pagina. Più un tag è usato dagli utenti più il
termine diventerà popolare: la categorizzazione in tal modo diventa
democratica, non imposta dall’alto, ma dal basso e soggetta a
un’evoluzione spontanea. Tale classificazione è definita folksonomy6.
Uno dei difetti delle folksonomy può consistere nella proliferazione di
varianti dello stesso termine (sinonimi, omonimi, forma al singolare o al
plurale, minuscole/maiuscole ecc.). Per evitare questo rischio si possono
adottare tecniche come il clustering7 per ottenere che diversi tag siano
trattati come se fossero uno. È opportuno adottare il sistema delle
folksonomy quando si sceglie di non gestire centralmente la
categorizzazione, ma si vuole consentire agli utenti finali di partecipare
alla classificazione dei contenuti, facendo così emergere dal basso i
modelli mentali8.
La scelta di far “taggare” i contenuti dagli utenti dipende dal valore che si
attribuisce alla natura soggettiva delle descrizioni non professionali.
Bisogna ricordare che non si condivide mai del tutto lo stesso vocabolario: 6 Folksonomy: termine coniato da Thomas Vander Wal nel 2003, che deriva dalle parole folk (popolo) e taxonomy (tassonomia). 7 Clustering significa raggruppamento in grappoli; ad esempio folksonomy, folksonomy o folksonomies possono essere raggruppati. 8 Si veda: de Michelis, G., Un’organizzazione che parte dal basso, “Monthly Vision”, marzo 2006, pg. 27.
12 12
le parole che usa una persona sono spesso così autoreferenziali che
un’altra non riuscirebbe a capirne completamente il senso con cui sono
state usate.
1.1.1 Le foto e il photosharing con Flickr Le fotografie sono dei contenuti molto diffusi sul web e non solo. Vengono
spesso usate per arricchire un post, documentare un fatto, raccontare un
evento. La loro popolarità ha fatto sì che il web non potesse limitare gli
utenti a usare le foto come corredo o decorazione. Per questo motivo sono
nate delle piattaforme definite photosharing9, che permettono di pubblicare
in rete e condividere con gli altri le proprie immagini.
Una di queste è Flickr, un sito di photosharing multilingua, di proprietà
del gruppo Yahoo! dal 2005. Flickr offre una libreria in continua crescita
che conta oltre quattro miliardi di fotografie caricate10.
Inizialmente il servizio è nato come strumento per ospitare le proprie
immagini da pubblicare su altri siti, come i blog. In seguito si è evoluto
diventando esso stesso una comunità virtuale, anche grazie alla crescita
tecnologica e al largo numero di strumenti fotografici.
Come per altri strumenti 2.0 è necessario iscriversi per utilizzare il
servizio. Ci sono due possibilità di iscrizione. Si può scegliere di usufruire
di un account gratuito con alcune restrizioni, come lo spazio limitato alla
visualizzazione di 200 fotografie e al caricamento di 100 MB di foto al
mese. Tale account viene chiuso dopo 90 giorni di inutilizzo. In
alternativa, c’è la possibilità di creare un account senza limiti, grazie al
pagamento di un canone mensile di 24,95 dollari l’anno.
L’utente può organizzare le foto con semplicità subito dopo aver scattato la
foto, attraverso applicazioni online, web browser, via MMS o e-mail. Le
9 “Il termine photosharing (condivisione foto) denomina i servizi internet che consentono ad un utente di caricare le immagini di propria produzione su un server, per condividerle con gli altri utenti della rete”. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Photosharing, consultato il 15.12.2009. 10 Dato ad ottobre 2009. Si veda: http://www.downloadblog.it/post/10950/flickr-raggiunge-i-4-miliardi-di-foto-caricate, consultato il 15.12.2009.
13 13
fotografie vengono catalogate e indicizzate attraverso parole chiave, tag e
luogo di scatto.
Flickr presenta un sistema di filtraggio per le fotografie potenzialmente
controverse e volgari. Il sistema permette agli utenti di giudicare e
segnalare un'immagine come sicura, ristretta o da censura. In questo
modo, gli utenti possono scegliere se visualizzare tutte le immagini oppure
solo quelle sicure, secondo la propria sensibilità. In alcuni paesi queste
impostazioni sono state modificate in base alle leggi vigenti.
Le immagini caricate su Flickr sono protette da copyright, cioè hanno tutti
i diritti riservati. È però possibile riservarsi sulle proprie opere solo alcuni
diritti previsti dalla legge, selezionando una licenza Creative Commons. In
questo modo si autorizzano la copia, la riproduzione in pubblico o la
modifica delle fotografie.11
1.1.2 I video e il videosharing con YouTube e Qik Registrare un video è una pratica molto diffusa che nasce decenni fa, in
modo indipendente dal web.
Oggi appare evidente che i video siano uno strumento molto efficace e
utilizzato. Si pensi alle recenti campagne di marketing virale12 dove il
filmato è spesso l’elemento centrale per la sua forza comunicativa.
Con la rapida evoluzione della rete il video è stato rivalutato per la
ricchezza dei canali comunicativi usati – immagine, audio e musica – e per
l’immediatezza con cui raggiunge gli utenti. Pubblicare un video è
un’azione molto semplice e diffusa grazie ai numerosi strumenti di 11 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Flickr, consultata il 15.12.2009. 12 Il marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati, per trasmettere il messaggio ad un numero elevato di utenti finali. La modalità di diffusione del messaggio segue un profilo tipico che presenta un andamento esponenziale. È un'evoluzione del passaparola ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing_virale, del 16.11.2009.
“Un video virale non è altro che un video così divertente, interessante o innovativo che le persone non si trattengono dal volerlo condividere, che sia per mezzo di video blog, blog, instant messaging, email, attraverso un passaparola online, definito word of mouse.” Cfr: http://www.desmm.com/cose-un-video-virale-590.html, del 16.11.2009.
14 14
videosharing13 presenti sul web: il più famoso e utilizzato a livello
mondiale è YouTube14. Su questo sito è possibile caricare video proprietari
e classificarli con dei tag. Ciascun video può essere visto dagli altri utenti
che a loro volta possono votarlo, commentarlo, condividerlo oppure
incorporarlo nelle pagine personali.
Un altro sito di videosharing interessante è Qik15, che permette di
trasmettere video sul web in diretta dal cellulare. La nascita di strumenti
di questo tipo mostra come le persone siano sempre più attratte dalle
informazioni che possono fruire in diretta e in modalità video.
È possibile integrare i filmati all’interno di strumenti come i blog: ciò
significa corredare un articolo con un video, o addirittura sostituire
completamente il testo con un video. Quest’ultima modalità è un
strumento che prende il nome di video blogging16, cioè creare un blog di
soli video.
13 Il video sharing o condivisione video indica genericamente l'atto di condivisione di file video attraverso la rete, per mezzo di programmi di file sharing o siti internet appositamente creati, come YouTube, Yahoo! Video o Google video. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Video_sharing del 10.11.2009. 14 www.youtube.com. YouTube è un sito web che consente la condivisione di video tra i suoi utenti. è il più famoso servizio multilingue di video sharing, fondato nel febbraio 2005. Il suo scopo è di ospitare solamente video realizzati direttamente da chi li carica. Il regolamento del sito vieta l’upload di materiale protetto da diritto d’autore se non se ne è titolari. Il sito accetta video prodotti con videocamere digitali e cellulari nei formati .AVI, .MOV ed .MPG., di qualsiasi durata, al più di 100MB. I video sono indicizzati attraverso dei tag inseriti dall’autore, che può deciderne la riservatezza e l’uso: i video possono essere resi pubblici o possono essere visualizzati solo in privato dai nostri amici o familiari. YouTube consente l’incorporazione dei propri video all’interno di altri siti web, copiando il codice HTML necessario, che viene fornito – se l’autore ne ha dato l’autorizzazione – nella pagina del video. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/YouTube, consultato il 10.11.2009. 15 www.qik.com. Qik è un altro sito interessante per la condivisione di video. Questo permette di trasmettere video in diretta via internet direttamente dal telefono cellulare (attualmente sono supportati i Nokia con sistema operativo Symbian v3). Per caricare qui i video è necessario iscriversi al sito e dopo aver ricevuto la conferma dell’account si potrà scaricare l’applicazione da installare sul telefonino, personalizzare il proprio account e iniziare con le prime riprese. 16 Il video blogging, abbreviato in vlogging è una forma di blogging per la quale si usano i video. Solitamente i post si scrivono incorporando il codice del video preso da un sito di video sharing. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Video_blogging, consultato il 16.11.2009.
15 15
Inoltre le riprese si possono integrare nella chat con applicazioni dette
video chat17, con cui è possibile vedere attraverso una webcam le persone
con cui si sta chattando.
1.2 Gli strumenti web 2.0 Gli strumenti web 2.0 sono quelli che permettono le attività appena
descritte. Il primo strumento definibile 2.0 è il forum e, in seguito, si
sviluppano anche blog, chat, wiki, servizi di messaggistica istantanea,
strumenti di social bookmarking, video e photosharing, ognuno dei quali
permette una particolare modalità di interazione. Intorno all’anno 2005
nascono i social network che inglobano al loro interno le potenzialità dei
singoli strumenti 2.0.
1.2.1 Forum I forum sono i primi strumenti di condivisione di contenuto, fanno la loro
comparsa nel 1995. Per la loro natura possiamo già definirli 2.0, anche se
la loro nascita risale a un periodo antecedente al web 2.0.
Un forum è sia la struttura informatica nella quale degli utenti discutono
su vari argomenti, che il software utilizzato per fornire tale struttura.
I forum sono caratterizzati da un senso di comunità virtuale, sviluppato
grazie alla discussione e condivisione di interessi comuni da parte degli
utenti, spesso abituali. Il focus dei forum è l’argomento trattato.
La tecnologia, i videogiochi, la politica, l'attualità e lo sport sono temi
popolari, ma ci sono forum per un enorme numero di argomenti differenti.
17 La video chat è un’applicazione che deriva dalla video conferenza. Questa può essere definita come una serie di tecnologie interattive per la telecomunicazione che permette a due o più persone o gruppi collocati in diverse aree geografiche di comunicare e collaborare potendo non solo sentire la voce ma anche vedendo gli interlocutori. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Video_chat, consultato il 16.11.2009.
16 16
I forum vengono utilizzati anche come strumenti di supporto on-line per
vari prodotti e all'interno di aziende per mettere in comunicazione i
dipendenti e permettere loro di reperire informazioni18.
Molti forum richiedono la registrazione dell'utente prima di poter inviare
messaggi e in alcuni casi anche per poterli leggere. In ogni caso la
registrazione e la condivisione di informazioni su un forum sono gratuite.
La comunicazione possibile attraverso questo strumento è di tipo
asincrono, ciò significa che non è necessaria la presenza online di due
persone per interagire. Infatti, i post scritti sono memorizzati e visualizzati
nella sezione scelta quando un utente accede alla piattaforma.
1.2.2 Blog Il blog è la più conosciuta piattaforma 2.0. Comparsi nel 1997, questi
strumenti iniziarono a diffondersi dal 2001 grazie alla disponibilità in rete
di piattaforme gestionali gratuite.
La parola “blog” deriva dalla contrazione dell’espressione “web log”, in altre
parole diario web. Un blog è un ibrido tra un diario personale e il
giornalismo online, ed è caratterizzato dall’ordinamento cronologico
inverso delle informazioni19. Il focus di un blog è la persona che scrive.
Il fenomeno dei blog si è evoluto a un possibile diritto per chiunque,
permettendo a tutti la pubblicazione su internet di dati e documenti.
La struttura di un blog normalmente è costruita con applicazioni che
creano automaticamente pagine web. Un blog permette a chiunque
connesso a internet, di creare facilmente un proprio spazio web su cui
pubblicare in totale autonomia storie, informazioni e opinioni. Ogni
articolo di un blog – post – è normalmente collegato a un tema – thread – e
i lettori possono lasciare i propri commenti in merito. All’interno del blog
18 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Forum_(internet), consultato il 12.10.2009. 19 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Blog, consultato il 12.10.2009.
17 17
ogni post è numerato e può essere individuato specificamente con un
permalink, un indirizzo univoco per ogni singolo articolo20.
In un blog è necessario registrarsi gratuitamente per interagire con gli
altri. La comunicazione è asincrona perché, come nei forum, i messaggi
sono visibili agli utenti per molto tempo dalla data di inserimento e i
dialoghi non sono simultanei.
1.2.3 Social network site Una rete sociale è formata da un qualsiasi gruppo di persone connesse fra
loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai
rapporti di lavoro, ai vincoli familiari.
La versione virtuale di queste reti sono gli online social network, che oggi
rappresentano uno degli elementi fondamentali del web. Un social network
site è un insieme di relazioni tra individui e non solo un gruppo chiuso di
persone. Rappresentano una nuova frontiera della socializzazione in rete
perché mirano a connettere le persone presenti al loro interno21.
Possiamo definire un social network site come un servizio web che aiuta gli
individui a costruirsi un profilo più o meno pubblico, preparare una lista
di utenti con cui condividere informazioni e ampliare la propria lista di
contatti guardando quella degli altri.
I siti di social network22 non aiutano solo a entrare in contatto
sconosciuti, ma consentono agli utenti di ampliare e rendere visibili le
proprie reti sociali. Solitamente le persone entrano in comunicazione con
altri che fanno già parte della loro rete sociale23.
20 Si veda: http://www.minervaeurope.org/publications/handbookwebusers_it/chapter1_2.html, consultato il 12.10.2009. 21 Si veda: Di Bari, V. (a cura di), Web 2.0. Internet è cambiato. E voi? Il Sole 24 Ore, Milano, 2007, pp. 85-87. 22 Nonostante sia chiara la distinzione tra social network site e rete sociale, per comodità nel corso della tesi i social network site verranno definiti semplicemente social network. 23 Si veda: Boyd, D. M., Ellison, N. B., “Social network sites: definition, history and scholarship”, Journal of Computer-Mediated Communication, 13 (1). Reperibile all’indirizzo http://jcmc.indiana.edu/vol13/issue1/boyd.ellison.html, consultato il 23.01.2010.
18 18
I social network sono l’esempio più completo di strumento 2.0. La loro
potenzialità è molto forte e utile, ma non sempre sono sfruttati per
generare esclusivamente contenuti significativi.
Alcuni social network hanno la peculiarità di intrattenere e divertire i
propri utenti, anche se non si può escludere a priori un uso serio e
responsabile del mezzo.
Gli esempi che prendiamo in considerazione sono Facebook, il social
network più famoso, e Ning, la piattaforma che s’intende usare nel
progetto.
1.2.4 Facebook Facebook24, che ad oggi conta più di 350 milioni di utenti25, offre
numerose possibilità di interazione e intrattenimento: accanto a gruppi ed
applicazioni superficiali e di svago, esperti di vari settori utilizzano questo
mezzo per proporre i propri consigli ed idee attraverso un canale non
tradizionale, considerando tale anche il sito web.
Ad esempio, Luca Conti26 usa Facebook per commentare un articolo, un
libro o altro, indicare un evento, dare una comunicazione veloce: tutte
attività che sul suo sito non avrebbero senso. Anzi, Conti integra sulla sua
pagina di Facebook diversi strumenti 2.0, come Twitter27 e Delicious28.
24 Si veda: http://www.facebook.com/home.php. 25 Dati aggiornati a dicembre 2009. Si veda: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2009/12/facebook-aumenta-privacy.shtml?uuid=8460842e-df5d-11de-a6d3-46f5b7efdae3&DocRulesView=Libero, consultato il 15.12.2009. 26 Luca Conti è nato nel 1975 e laureato in Scienze Ambientali. In questo momento è consulente di Liquida e de Il Sole 24 Ore, insegna presso alcune facoltà italiane, è uno dei più noti blogger italiani oltre che autore di molti libri. Conti ha una vastissima esperienza nell’ambito della comunicazione online e dei social media, è un attento osservatore dei trend e delle nuove opportunità che il mondo digitale offre al privato, alle aziende e al no profit. Per queste informazioni si vedano: http://pandemia.info, http://www.lucaconti.it e http://www.essericomunicazione.it, consultati il 16.10.2009.
27 Si veda: http://twitter.com/. Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obyious Corporation di San Francisco. Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere fatti tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea, e-mail, oppure tramite varie applicazioni basate sulle API di Twitter.
19 19
Il fatto che esperti di comunicazione sfruttino i social media per diffondere
conoscenza significativa è la dimostrazione che è possibile sfruttare questi
strumenti in modo costruttivo.
Facebook è stato lanciato nella primavera del 2004, concepito ai suoi inizi
come annuario elettronico degli studenti dell’Università statunitense di
Harvard, allo scopo di far conoscere tra di loro gli alunni attraverso la
lettura dei profili e la visione delle foto online. La crescita della rete è stata
veloce, ben oltre i confini del campus29.
In questo momento Facebook è utilizzato in tutto il mondo da 350 milioni
di utenti, che lo utilizzano costantemente ogni giorno30 per rimanere in
contatto con amici e conoscenti attraverso diverse applicazioni. Gli scopi
principali di chi si iscrive a Facebook sono due. Uno è mantenere vive o
rafforzare le relazioni che si hanno nella vita reale, l’altro è conoscere
nuove persone. Poiché Facebook permette alle persone di connettersi con
gli altri, non è sorprendente che questo e altri social network siano
diventati così profondamente radicati nella quotidianità dell'utente31.
In Facebook è possibile interagire con gli altri attraverso la posta
elettronica interna (collegata alla mail utilizzata per iscriversi), la chat con
cui parlare con amici in linea oppure scrivendo commenti sulla propria
bacheca o su quella degli altri. Inoltre è possibile pubblicare link, eventi,
musica, fotografie e video condividendoli con i propri amici.
Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Twitter, consultata il 15.11.2009. Si veda anche il capitolo 1.3.1: Twitter. 28 Si veda: http://delicious.com/. Del.icio.us è un sito web di social bookmarking per l'archiviazione, ricerca e condivisione di bookmark, creato nel 2003. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Delicious, consultata il 15.11.2009. 29 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Facebook, consultata il 07.10.2009. 30 I dati di http://www.alexa.com, al 15.11.2009, mostrano che Facebook è il secondo sito più visitato al mondo e in Italia (secondo solo a google.com), mentre negli Stati Uniti scende alla terza posizione (dopo google.com e yahoo.com). A livello mondiale, è stimato che circa il 26% degli utenti Internet accedono a Facebook ogni giorno. 31 Si veda: Boyd, D., M., Ellison, N. B., Op. cit.
20 20
Facebook utilizza la dicitura “amici” per indicare i contatti di un profilo:
l'etimologia della parola “amico” è un po' diversa dal significato attribuito
dal social network. Il termine è fuorviante, perché non s’intende l'amicizia
nel senso comune, di tutti i giorni. Tra gli amici di Facebook si può avere
amici veri anche nella realtà, famigliari, colleghi di lavoro o di scuola,
conoscenti, persone incontrate occasionalmente, personaggi famosi, amici
di amici o amici solo virtuali32.
Dopo l'adesione a Facebook agli utenti è richiesto di cercare altre persone
presenti nel sistema con cui hanno un rapporto. L'etichetta di tali rapporti
varia secondo il tipo di profilo aperto – personale, gruppo o fan page – da
"amici” a "fan". La differenza è che l’amicizia deve essere confermata
dall’altra persona, mentre per il fan non è richiesta alcuna
autorizzazione33.
Tema molto delicato è quello della privacy: Facebook è stato accusato di
rendere i dati degli utenti pubblici e mantenere nei propri archivi le
informazioni anche dopo la richiesta di cancellazione dell’account34.
I problemi nascevano dall’impostazione di default della privacy, che
consentiva la visualizzazione dei dati del profilo a tutti gli utenti della rete
e dal procedimento poco immediato di rimozione definitiva del profilo.
In realtà, Facebook permette un’ampia gestione della riservatezza dei
contenuti in modo semplice, permettendo di impostare la privacy per ogni
categoria di contenuto35.
32 Si vedano: http://it.wikipedia.org/wiki/Facebook e http://overstated.net/2009/03/09/maintained-relationships-on-facebook, consultate il 07.10.2009. 33 Si veda: Boyd, D., M., Ellison, N. B., Op. cit. 34 Sono stati numerosi gli attacchi a Facebook e alla sua gestione della privacy, non sempre da fonti “autorevoli” in campo di comunicazione e social network. Tra gli articoli più recenti segnaliamo i seguenti: • La Commissione UE contro Facebook: “La privacy a rischio”, consultabile all’indirizzo
http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/04/14/1012986-commissione_contro_facebook_privacy_rischio.shtml, del 15.11.2009.
• Facebook è una trappola per la privacy?, consultabile all’indirizzo http://www.dgmag.it/hi-tech/facebook-e-una-trappola-per-la-privacy-11756, del 15.11.2009.
35 Per impostare la privacy dell’account e dei contenuti è sufficiente entrare nel menù “Impostazioni” presente nella banda in alto a destra.
21 21
Dall’estate 2009 gli amministratori del social network hanno ripensato alla
gestione della privacy, proponendo un metodo più semplice e immediato
che permette di impostare la visibilità di ogni contenuto inserito
direttamente dalla propria pagina personale36. Inoltre, l’impostazione di
default della privacy ora è diventata “solo amici”, anche in Italia.
Per iscriversi a Facebook è necessario possedere un indirizzo e-mail e
avere più di tredici anni. Per accedere al social network è sufficiente essere
dotati di un apparecchio – computer, palmare o cellulare – connesso ad
internet e saper navigare in rete. Per interagire non occorre alcuna
conoscenza di programmazione: grafica e layout sono standard e già
impostati, per inserire i contenuti è sufficiente scrivere alcune frasi o
seguire i link.
Avere un account in Facebook è totalmente gratuito: il social network
guadagna con le Google AdSense visibili obbligatoriamente nella colonna
destra della pagina.
I servizi offerti da Facebook permettono di tenersi in contatto con la
propria rete di conoscenze: sono un valore aggiunto per coloro che amano
condividere le proprie attività personali e professionali con una cerchia di
conoscenti e colleghi.
1.2.5 Ning Ning37 è un’applicazione sviluppata in Java che permette agli utenti di
creare social network privati in modo semplice e gratuito.
Il principio è creare reti di persone con interessi e obiettivi comuni che
possono interagire e condividere informazioni attraverso gli strumenti
forniti dalla piattaforma.
36 Per ogni contenuto pubblicato l’utente potrà scegliere il livello di privacy preferito. Ciò include anche gli status, con l’obiettivo dell’azienda sarebbe di realizzare una maggiore semplificazione di tutte le impostazioni relative alla privacy. Si veda: http://web.splesh.net/social-network/facebook/privacy-facebook-nuove-impostazioni-a-breve/, consultato il 10.07.2009. 37 Si veda http://www.ning.com/.
22 22
È il creatore stesso di ogni singolo social network che decide quali
strumenti inserire scegliendo tra varie funzionalità di base: blog, forum,
chat, pubblicazione di file, video, audio e immagini. Altre funzionalità
permettono di visualizzare tutti i membri, i gruppi, i compleanni dei
partecipanti, il loro stato38, le attività recenti e i feed RSS provenienti da
altri siti. Recentemente Ning ha implementato nuove applicazioni sempre
gratuite, per arricchire i social network di programmi come Google Docs,
video chat, calendario e giochi.
Come per Facebook, anche per Ning accesso e uso sono molto semplici ed
intuitivi. Con una mail ci si registra al sito e si entra a far parte di uno o
più social network, in entrambi i casi gratuitamente. Anche qui
appariranno nella colonna di destra le pubblicità di Google.
Non è richiesta nessuna conoscenza tecnica: la condivisione dei contenuti
è a portata di click, come per Facebook.
Ning permette di ottenere servizi Premium a pagamento: tra questi si
segnalano la possibilità di non visualizzare la pubblicità, di ampliare la
banda e la memoria a disposizione.
I punti di forza di questo social network sono la possibilità di
personalizzare grafica e layout e gestire contenuti, funzionalità e privacy
del network. La customizzazione non è obbligatoria e si distribuisce su
diversi livelli di difficoltà e profondità: da una vasta scelta di temi già
pronti fino alla modifica dei CSS.
1.3 Real time web Il real time web è un insieme di tecnologie e pratiche che consentono agli
utenti di consultare un contenuto non appena viene pubblicato, oppure
che controllano una fonte per mostrarne gli aggiornamenti.39
38 Lo stato è la frase che racconta qualcosa della persona. In Facebook è “A cosa stai pensando?”, in Ning è possibile inserirla a piacere. 39 Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Real-time_web consultato il 28.12.2009.
23 23
Il real time è il nuovo traguardo per i motori di ricerca, che si scontrano
con problemi legati al rapido ritmo con cui le notizie si susseguono, al
grande volume di nuove informazioni, oltre che al selezionare contenuti
pertinenti e significativi.
Google ha lanciato la real time search, dove nelle finestre di ricerca i
contenuti scorrono man mano che vengono generati da siti e blog.
Le persone in tutto il mondo formano un esercito di produttori di
contenuti che caricano video su YouTube, postano su Twitter segnalazioni
di risorse interessanti e raccontano i fatti non appena accadono nei loro
blog.
È sicuramente straordinario ricevere notizie tramite canali che i media
tradizionali non avrebbero mai potuto utilizzare. La nota stonata, è che le
informazioni in tempo reale sono meno complete e non danno particolare
considerazione alla fonte originale.40
George Siemens41 ritiene che
il real time web costituisce un grande cambiamento concettuale, ma
non rappresenta qualcosa di nuovo in sé.
[… Adesso] non è più necessario che io attenda le 6 di ogni sera per
vedere il notiziario che mi racconti quello che è successo durante il
giorno. […] Io posso avere un quadro preciso di quello che sta
accadendo quasi in tempo reale [sul web].
[…] Ho letto recentemente che gli eventi più importanti accaduti
quest’anno [2009 ndr], sono stati diffusi da Twitter per primo.42
40 Si veda la video intervista a George Siemens, trascritta nell’articolo A Fundamental Shift In How We Communicate: George Siemens, Twitter And Real-Time Web, tradotto nell’articolo consultabile all’indirizzo: http://www.masternewmedia.org/it/2009/11/06/twitter_e_il_realtime_web_un_cambiamento.htm, consultato il 28.12.2009. 41 George Siemens è il direttore associato nel Learning Technologies Centre all’Università di Manitoba. Scrive sul blog www.elearningspace.org dove condivide la sua visione sul panorama dell’istruzione e l’impatto che le tecnologie hanno sul sistema formativo. Siemens è anche autore del libro Knowing Knownledge, dove sviluppa la teoria del Connettivismo, che utilizza un network come metafora centrale per l’apprendimento e si focalizza sulla conoscenza come modo per creare connessioni. Si veda: Ibidem. 42 Si veda: Ibidem.
24 24
Twitter43, FriendFeed44 e altri strumenti hanno rivoluzionato il paradigma
della comunicazione. Chi di solito era l’interessato a ricevere notizie, ora è
il redattore, chi le scrive e le comunica.45
1.3.1 Twitter Twitter46 è considerabile il re del real time tra i social network. La
caratteristica base di questo strumento è l’immediatezza, che l’ha reso
molto potente e utilizzato.
La forza di Twitter risiede anche nell’essere riuscito a creare un senso di
coesione sociale non riscontrabile in altri strumenti. Grazie allo spazio
ridotto utilizzabile, permette alle persone di scrivere “brandelli di
informazione troppo insignificanti per condividerli su un blog, ma
estremamente personali, che aiutano a creare una relazione con l’altro.”47
In pratica, Twitter è uno strumento dove poter lasciare un messaggio
lungo al massimo 140 caratteri. Per la loro brevità i messaggi sono
chiamati twits, cinguettii; non a caso il simbolo distintivo del social
network è un uccellino azzurro.
L’uso per il quale è nato Twitter è di comunicare agli altri ciò che si sta
facendo in un determinato momento. Ovviamente, i modi per utilizzare il
servizio sono molti: dal puro svago fino all’uso serio di agenzie e siti
istituzionali per comunicare in tempo reale le ultime notizie. Si può
raccontare la giornata con brevi messaggi, esprimere un pensiero o una
riflessione, condividere link o applicazioni interessanti oppure darsi
appuntamento.
43 Si vedano la nota 47 e il capitolo 1.3.1: Twitter. 44 Si veda: http://friendfeed.com/ FriendFeed è un servizio web di proprietà di Facebook Inc., che consente l'aggregazione in tempo reale degli aggiornamenti provenienti da reti sociali, blog e più in generale da qualsiasi servizio che renda disponibili i propri contenuti tramite feed RSS. Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/FriendFeed, consultato il 28.12.2009 45 Si veda: <http://www.masternewmedia.org/it/2009/11/06/twitter... cit., consultato il 28.12.2009. 46 Si veda: www.twitter.com. 47 Si veda: Ibidem
25 25
I twits che si scrivono sono letti solo dai followers, cioè chi ha deciso di
seguire gli aggiornamenti di una persona. In realtà c’è una pagina, la
Public Timeline, dove sono postati tutti i messaggi del mondo, ma
considerati la frequenza e il volume di twits, è quasi impossibile essere
notati su questa pagina.
Si possono scrivere anche messaggi privati – direct message – ad un altro
utente: in questo caso solo il destinatario designato leggerà il twit.
Il successo di Twitter è dovuto al non essere limitato al sito, all’essere
istantaneo e utilizzabile in vari modi. È, infatti, possibile twittare anche
attraverso Messenger o anche inviando SMS dal cellulare. Oppure, è
possibile scaricare un programma per usare il social network senza
andare necessariamente sul sito.48
1.4 La gratuità del web 2.0 Un altro aspetto interessante del web è la gratuità delle risorse.
Alcuni dei siti di cui abbiamo parlato in questo capitolo – come Facebook o
Twitter – offrono i loro servizi in modo completamente gratuito. Altri in
“modo freemium”. Questo è un modello di business che opera offrendo
servizi di base gratuitamente e servizi aggiuntivi – premium – a pagamento.
Esso ha raggiunto il massimo consenso con le compagnie web 2.0.49
Su questo modello, come abbiamo già visto, si basano siti come Ning e
Flickr che offrono un buon servizio di base gratuito e funzioni maggiori e
privilegiate attraverso il pagamento di un canone.
È interessante riflettere sulle possibilità offerte dai siti freemium. Se si
pensa che registrandosi su questi siti è possibile creare community,
scrivere articoli, condividere documenti e informazioni, scambiarsi
opinioni e molto altro, in sicurezza e gratuità, allora si percepisce
48 Si veda: http://www.2puntozeropertutti.it/?p=96, consultato il 04.01.2010. 49 Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Freemium, consultato il 15.12.2009.
26 26
l’importanza di questa nuova concezione. Difatti, questo significa che a
costo zero chiunque può usare questi strumenti.
Questo è particolarmente significativo se si pensa all’importanza per una
società di farsi conoscere ed essere presenti sul web. Ciò significa che
qualsiasi tipo di società – anche un’ONLUS, un’ONG, un’organizzazione
senza fini di lucro – può entrare nel mondo di internet. Essere online offre
una visibilità vastissima e i costi sono irrisori.
I servizi freemium offerti nel panorama del web 2.0 sono un’importante
occasione per associazioni o gruppi del settore sociale, senza o con scarse
risorse economiche. La presenza in internet oggi significa farsi conoscere
potenzialmente in tutto il mondo, avere un posto dove pubblicare
informazioni sempre, sfruttare i nuovi strumenti 2.0 per comunicare
all’esterno e all’interno del gruppo.
1.5 Cloud computing Con il termine cloud computing s’intende un insieme di tecnologie
informatiche che permettono l’uso di risorse hardware o software
distribuite in modo remoto, su web.
Queste risorse sono rese disponibili da un fornitore al cliente, che ha la
possibilità – previo pagamento – di implementare ulteriormente
l’applicazione in base alle proprie esigenze.50 Una volta implementate,
queste risorse possono essere sfruttate online da una platea di utenti
molto ampia.
In poche parole, possiamo affermare che il cloud computing si basa sul
concetto di applicazione su web. Grazie a questo paradigma sarà possibile
50 Si veda: http://it.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing, consultato il 28.12.2009.
27 27
raggiungere ciò che Eric Schmidt51 auspicava, quando affermava che “il
browser è il computer”.52
Il cloud computing mette in discussione il paradigma odierno, spostando
online quasi tutte le attività. Ciò significa, ad esempio, che se si vuole
scrivere una lettera non si avvierà più Word, ma si aprirà il browser e
digiterà un indirizzo.53
In questo senso Google è maestro, se si pensa che offra online e
gratuitamente strumenti di posta elettronica, chat, strumenti per l’editing
collaborativo, mappe del mondo ed altre applicazioni. Tutte queste
funzioni risiedono sui server di Google e sono raggiungibili via web, non
sono salvate nei PC degli utenti.
I lati positivi di questo nuovo modo di lavorare sono facilmente intuibili:
costi nulli o comunque bassissimi delle applicazioni, nessun problema di
installazione o compatibilità dei sistemi operativi, né di aggiornamento dei
software. I dati risiedono su server remoti e quindi sono raggiungibili e
modificabili con qualunque computer da ogni luogo dove è possibile
collegarsi alla rete. Anche i backup sono a carico del server remoto.
Ovviamente, non mancano gli aspetti negativi. Innanzitutto, i dati non
sono più disponibili fisicamente dall'utente sulla propria macchina e in
caso di assenza di collegamento ad internet non sono accessibili. L’aspetto
più critico riguarda la privacy e la riservatezza: la sicurezza e la fiducia nei
confronti dei gestori del server deve’essere almeno adeguata all’importanza
delle informazioni salvate. I dati sono in rete protetti da una password di
accesso, coi rischi che ne derivano se questa venisse scoperta.54
51 Emerson Eric Schmidt, nato il 27 aprile 1955, è un ingegnere e presidente di Google Inc. e un ex membro del consiglio di amministrazione di Apple Inc. Si veda: http://en.wikipedia.org/wiki/Eric_E._Schmidt, consultato il 04.01.2010. 52 Quest’affermazione rappresenta la linea espressa da Schmidt nel discorso di presentazione del Google I/O del maggio 2009, un evento che raccoglie sviluppatori da tutto il mondo, intorno alle innovazioni di Google. Schmidt ha sottolineato l'importanza della rete e delle applicazioni web. Si veda: http://www.tomshw.it/news.php?newsid=18269, consultato il 28.12.2009. 53 Si veda: http://www.tomshw.it/business.php?guide=20090715, consultato il 28.12.2009. 54 Si veda la pagina web reperibile al seguente indirizzo:
28 28
2. La situazione giovanile
In questo secondo capitolo si presenteranno le premesse “ambientali” che
hanno portato i comuni di Vergiate, Chiasso e Sesto Calende ad
impegnarsi in un progetto a sostegno dei giovani.
Per inquadrare meglio la situazione giovanile oggi, ci si focalizzerà su tre
aspetti.
• Il primo è un’intervista introduttiva fatta ad un esperto pedagogista che
spiega com’è mutata la condizione giovanile, il nuovo rapporto genitori-
figli e il ruolo delle Istituzioni nell’educazione.
• Il secondo è un quadro statistico della provincia di Varese e, dov’è stato
possibile reperire i dati, dei territori interessati dal progetto, con
particolare attenzione ai giovani e all’immigrazione. Il quadro
demografico dei giovani è stato poi commentato dagli educatori della
Cooperativa L’Aquilone55 che conoscono i ragazzi del territorio.
• Infine, il terzo aspetto considerato è stato il rapporto tra i giovani, le
nuove tecnologie e la rete: i dati sono riferiti alla popolazione giovane
nazionale, poi commentati dagli educatori per conoscere le tendenze dei
ragazzi della zona. Questa terza parte si conclude con una mappatura
online degli strumenti più utilizzati sul web - Facebook e YouTube -
per verificare se e come questi siti sono usati dai giovani.
2.1 Condivisione sul senso delle politiche giovanili:
intervista al dott. Giorgio Prada56 Il 20 novembre 2009 si è svolta a Vergiate la conferenza Come l’aceto sulle
fragole57. L’obiettivo era la condivisione delle sensazioni e delle esperienze
http://www.pianeta.com/map/index.php/idQ21895/tipoQ/shwDAQsi/ricercaQ31/shSCQ48/pidQ18, consultato il 28.12.2009. 55 Si veda il capitolo 3. 56 Giorgio Prada è pedagogista e formatore, consulente pedagogico e collaboratore alle attività didattiche e di ricerca nei corsi di Pedagogia della disabilità e dell’integrazione e di Consulenza nel disagio educativo presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Il dott. Prada ha partecipato come moderatore alla prima conferenza del Progetto ChiaVe, intitolata Come l’aceto sulle fragole.
29 29
sul senso delle politiche giovanili da parte di amministratori, consiglieri e
tecnici dei comuni partecipanti al Progetto ChiaVe (Vergiate, Sesto
Calende e Chiasso). Partecipavano all’incontro anche gli educatori e i
referenti istituzionali della rete di servizi per adolescenti e giovani.
In questa occasione ho avuto la possibilità di intervistare il dott. Giorgio
Prada e avere così la sua opinione di pedagogista sulla situazione giovanile
oggi, sul cambiamento del ruolo genitoriale e dell’educazione e capire
meglio il punto di vista delle amministrazioni comunali e le politiche
giovanili adottate.
Ci può spiegare il titolo della conferenza: cosa significa Come l’aceto sulle fragole? Chi è l’aceto e chi sono le fragole?
L’aceto sulle fragole può essere considerato un piatto un po’ snob. La
dolcezza e la freschezza delle fragole perché mai dovrebbero essere
“inquinate” dal sapore dell’aceto? Però chi ha provato ad unire nel gusto
gli opposti, trova che siano molto piacevoli.
Così, cercavamo un titolo per questo incontro che riuscisse a coniugare
l’idea che si concludesse a tavola, con quella di avvicinare mondi che per
loro natura parrebbero opposti. Da un lato le amministrazioni, un mondo
carico di responsabilità e necessità di rigore. La scarsità delle risorse
impone di gestire oculatamente la cassa, puntando a risparmiare e a
tagliare le spese considerate inutili. Dall’altro l’educazione dei giovani, un
mondo altrettanto carico di responsabilità e rigore nell’esercizio di pratiche
che ritiene indispensabili, che dovrebbero “ad ogni costo” essere attivate.
Ecco, come l’aceto sulle fragole! Non viene in mente di abbinarli, ma se si
riesce a trovare il giusto compromesso, si trova la chiave del gusto…
57 L’incontro è durato una mattinata ed è stato un momento di scambio conviviale. Prima dell’apertura dei lavori è stata offerta la colazione, a metà mattinata uno spuntino e al termine della giornata il pranzo. I lavori sono iniziati con una presentazione ufficiale del progetto ChiaVe, una riflessione del dott. Prada come spunto per i lavori di gruppo. Sono stati creati tre gruppi misti (assessori, consiglieri, tecnici e formatori) moderati da un formatore-facilitatore, che al termine delle discussioni ha restituito un riassunto di quanto detto nella mini-assemblea.
30 30
Secondo la sua esperienza, qual è la situazione che vivono i giovani
d’oggi? Com’è il rapporto genitori-figli nella società moderna?
Oggi la situazione dei giovani è cambiata. Non si avverte più la sensazione
di un'emergenza giovanile, come accaduto nel periodo della contestazione.
I giovani trovano un ambiente che tende a bonificare il conflitto
intergenerazionale: le disponibilità economiche medie consentono molte
opportunità e la dinamica di consumo permette di mitigare le frustrazioni.
L’ambiente è sia la società in cui si vive e le sue dinamiche, che la
condizione culturale che offre le linee guida per l’educazione famigliare.
Oggi è aumentato il tempo in cui entrambi i genitori devono lavorare per
mantenere la famiglia. Questo fa sì che i ragazzi si ritrovino spesso
materialmente soli: le occasioni di crescita comune diminuiscono in
quanto viene meno la possibilità, per genitori e figli, di condividere la
realtà concreta, fisica.
I ragazzi, ovviamente, si organizzano per non rimanere soli. Il mercato,
soprattutto quello delle nuove tecnologie, e il web vengono in soccorso con
prodotti e servizi al bisogno di comunicare, di sentirsi vicini e stare in
contatto con gli altri.
Per i giovani genitori di oggi i modelli sono cambiati: nel tentativo di avere
un dialogo coi propri figli nei pochi momenti liberi, padri e madri
desiderano essere loro "amici". Con questo meccanismo riparatore tentano
di compensare la loro assenza con beni effimeri ma alla moda, come le
costose nuove tecnologie, oppure con una relazione “alla pari” o con una
libertà spesso eccessiva.
I giovani sembrano tollerare la situazione ed essere soddisfatti della loro
vita, anche se alcuni non vogliono conformarsi a questa tendenza e
minacciano di rompere questo precario equilibrio di superficiale serenità.
Per questa minoranza pare riemergere il “problema giovanile”.
31 31
Emerge chiaramente la necessità di educare. Chi può intervenire se i
genitori non ne hanno materialmente il tempo?
L'educazione è un fenomeno opaco: la si considera fondamentale, però,
spesso, si spera che se ne occupi un’altra istituzione sociale.
Pensare che la famiglia oggi possa bastare a reggere i naturali compiti
educativi può risultare una pia illusione.
Pensare che basti la scuola, dal momento che essa non ha ancora attivato
una riforma degna di questo nome, purtroppo, è ancora un sogno.
Oppure potrebbe intervenire lo Stato, nella fattispecie delle
amministrazioni comunali. Gli amministratori in merito alle politiche
giovanili si schierano su due versanti con motivazioni differenti. Da un
lato ci sono i preoccupati dell'ordine pubblico e della salute delle giovani
generazioni, che credono che i ragazzi in una struttura comunale siano
più curati e controllati. Dall’altro ci sono i convinti assertori della libertà di
espressione giovanile, certi che i giovani in una struttura comunale
possano essere finalmente liberi di esprimere la loro personalità come
vogliono.
I più attenti amministratori osservano il territorio e imitano iniziative di
altri paesi, sviluppando la proliferazione di servizi simili. Negli ultimi anni i
Comuni più sensibili hanno risposto con l'offerta dei CAG58, luoghi dove i
giovani si ritrovano insieme agli educatori, ascoltano musica, fanno feste,
magari laboratori di cinema, teatro o fotografia, ma anche “un po’ di sana
confusione".
Nel concreto però l’impegno dei comuni non è così scontato. Perché?
Per far capire come le amministrazioni vedono l’impegno dell’educazione,
vorrei fare un paragone forte ma efficace. Un servizio educativo è simile
alle fognature. Queste non si vedono in superficie, costano tantissimo e
non si capisce perché occorrerebbe spendere tanto per un investimento
simile. Solo chi ha memoria delle città medievali o chi conosce la spesa per
58 Centri di aggregazione giovanile, abbreviati con la sigla CAG.
32 32
una ditta di spurghi potrebbe capire l'importanza per una città di dotarsi
di fognature efficienti.
L'educazione è un servizio strano: l'aspettativa comune fa sì che un
progetto di questo tipo non sia caldeggiato o sostenuto, perché i risultati e
il ritorno d'immagine non sono visibili a breve termine. Il rischio d'impresa
che un Comune si assume con un investimento educativo è elevatissimo.
A fronte di capitali cospicui investiti, i risultati si vedono, forse, solo dopo
molti anni dall'investimento e non sempre possono corrispondere alle
aspettative. Per questo, un investimento educativo è difficilmente
sostenibile.
In realtà, quando si imposta un buon lavoro sui giovani, quando si pone
attenzione alla qualità dei servizi proposti i risultati ci sono. Dopo qualche
anno il giovane cresciuto nella comunità si riconosce più facilmente dentro
un'identità comune e sarà disponibile verso gli altri.
Non dovrebbe essere difficile per gli adulti capire l’importanza di
un’educazione corretta, robusta, vera. L’importanza di dare ai giovani
un’educazione non dovrebbe essere messa in discussione. Eppure
siamo qui a parlare di politiche giovanili. Cosa non funziona, cosa
manca ancora?
Il fatto è che le fragole, in fondo, è meglio mangiarle così, al naturale.
L'aceto sulle fragole è solo un piatto snob.
Con questo intendo dire che i giovani crescono anche senza servizi
appositi. Questa è l'esperienza di molti, forse della maggior parte della
popolazione: si può diventare adulti senza l'ausilio di istituzioni educative.
Occorre riconoscere, però, che l'educazione della scorsa generazione era
diffusa. Cioè c’era un contesto in cui tutti i comportamenti risultavano
coerenti a generare quell'ambiente sufficiente all’educazione, che non
doveva essere supportato da una specifica azione educativa.
Oggi non manca un ambiente educativo. Bambini e ragazzi non vivono del
tutto in un altro mondo rispetto agli adulti, anche se molto del loro tempo
è assorbito da giochi solitari o dalle nuove tecnologie.
33 33
L'assenza di una particolare componente dall'educazione non è mai
diseducativa: un’educazione avviene sempre, indipendentemente dalla
nostra volontà. Quello che è possibile attivare in modo intenzionale è un
ambiente competente in grado di fornire un'esperienza di crescita
autentica.
2.2 Quadro statistico sui giovani della provincia di Varese In questo capitolo si presenta un quadro statistico dei giovani della
provincia di Varese, focalizzandosi sulla zona di Vergiate e Sesto Calende,
interessata dalle attività del progetto ChiaVe.
I dati che si andranno ad osservare riguardano la situazione demografica,
con particolare attenzione ai giovani, alle donne e agli stranieri,
l’abbandono scolastico e l’uso di sostanze psicoattive.
2.2.1 Quadro demografico La provincia di Varese conta 871.448 residenti, tra italiani e stranieri, al
1° gennaio 2009.
Come è mostrato dal grafico, la popolazione si distribuisce soprattutto
nella fascia adulta, in modo equo tra i 21 e i 40 anni e i 41 e 60 anni.
34 34
Grafico 1: Quadro demografico della provincia di Varese. Residenti italiani e stranieri al 1° gennaio 2009, divisi in classi d’età59
La zona interessata dal progetto ChiaVe, invece, conta 19.598 residenti
nello stesso periodo di riferimento.
I dati di questo territorio confermano la distribuzione demografica
dell’intera provincia.
Grafico 2: Quadro demografico della zona Sesto Calende-Vergiate, interessata dal progetto ChiaVe. Residenti italiani e stranieri al 1° gennaio 2009, divisi in classi d’età60
2.2.2 Fenomeno migratorio Un fenomeno molto importante in questo territorio è l’immigrazione degli
stranieri: la provincia di Varese è una zona che percepisce questo
cambiamento come problematico.
Il grafico 3 mostra il trend dei residenti stranieri nell’intera provincia e
nella zona Sesto Calende-Vergiate.
59 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 60 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010.
35 35
Il grafico mostra che gradualmente in provincia si è passati da una
porzione di stranieri residenti pari al 5,4% della popolazione nell’anno
2006, al 6,2% del 2009, con un incremento di circa mezzo punto
percentuale ogni anno.
I dati del territorio del progetto sono leggermente sopra la media
provinciale e mostrano un passaggio dal 6,2% di stranieri sulla
popolazione nell’anno 2006, all’8,6% del 2009.
Grafico 3: Andamento percentuale degli stranieri sulla popolazione del territorio di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200961
Tenendo presente che il progetto ChiaVe è dedicato ai giovani, ecco due
grafici che si focalizzano sui ragazzi dai 15 ai 30 anni. Questa fascia d’età
è stata scelta poiché le attività di cui si compone il progetto si rivolgono a
61 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano: http://demoistat.it/pop2009/index.html, http://demoistat.it/pop2008/index.html, http://demoistat.it/pop2007/index.html, http://demoistat.it/pop2006/index.html, http://demoistat.it/strasa2009/index2.html, http://demoistat.it/strasa2008/index2.html http://demoistat.it/strasa2007/index2.html e http://demoistat.it/strasa2006/index2.html, consultati il 07.01.2010.
36 36
questo gruppo: dagli adolescenti che partecipano all’Educativa di strada,
ai giovani adulti interessati alle borse lavoro.
Il grafico 4 mostra che il trend dei giovani della provincia è in calo,
considerando sia italiani sia stranieri residenti. Ciò significa che il numero
dei ragazzi sta diminuendo e la popolazione sta invecchiando.
Il grafico 5, invece, inquadra la porzione di giovani di origine straniera
residenti, sempre di età compresa tra i 15 e i 30 anni. Al contrario
dell’andamento generale, il trend dei giovani stranieri è in leggera e
costante crescita.
Grafico 4: Andamento percentuale dei giovani italiani e stranieri dai 15 ai 30 anni sulla popolazione dei territori di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200962
62 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano: http://demoistat.it/pop2009/index.html, http://demoistat.it/pop2008/index.html, http://demoistat.it/pop2007/index.html e http://demoistat.it/pop2006/index.html, consultati il 07.01.2010.
37 37
Grafico 5: Andamento percentuale dei giovani stranieri dai 15 ai 30 anni sulla popolazione dei territori di riferimento, dall’anno 2006 all’anno 200963
Confrontando in modo più approfondito i dati di questi ultimi due grafici,
osserviamo che la classe giovanile in generale (grafico 4) è diminuita
dell’1,1%. Nella provincia è passata dal 17,3% del 2006 al 16,2% del 2009
della popolazione totale, mentre nella zona Sesto-Vergiate dal 16,5% del
2006 al 15,4% del 2009.
Invece, il trend che interessa solo i giovani stranieri (grafico 5) è lievemente
positivo in entrambi i territori considerati. Si è registrato un + 0,4% in
provincia, passando dall’1,5% del 2006 all’1,9% di giovani stranieri sul
totale dei residenti nel 2009. Invece, nella zona Sesto Calende e Vergiate
l’aumento è pari al +0,6%, partendo dall’1,7% del 2006 e arrivando al
2,3% di giovani stranieri sul totale dei residenti nel 2009.
Concludendo, possiamo affermare che nel complesso la popolazione
giovanile non sta crescendo, mentre la componente straniera sta
aumentando.
63 Rielaborazione su dati ISTAT 2010. Si vedano i siti indicati nella precedente, consultati il 07.01.2010.
38 38
2.2.3 Quadro demografico degli adolescenti nel territorio di
Sesto Calende-Vergiate Prima di passare all’osservazione di altri indicatori, vale la pena
considerare in modo più approfondito la situazione demografica degli
adolescenti nel territorio di Sesto Calende e Vergiate.
La fascia d’età compresa tra i 15 e i 20 anni è quella interessata
dall’intervento di Educativa di strada, attività principale in questa fase di
start up del progetto.
I dati riportati sono relativi al solo anno 2009, primo anno di avvio del
progetto ChiaVe, per mostrare la popolazione destinataria delle attività
progettuali.
Per essere precisi, nella zona di Sesto-Vergiate ci sono 966 ragazzi
residenti italiani e stranieri, tra i 15 e i 20 anni. Questa porzione
rappresenta quasi il 5% della popolazione residente sul territorio
considerato.
La distribuzione per età dei ragazzi è mostrata nel grafico 6: le sei fasce
sono composte da un numero simile di adolescenti.
Grafico 6: Ragazzi tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 2009, suddivisi per età64 64 Fonte ISTAT 2010.
39 39
Il progetto ChiaVe si occupa in particolare di due gruppi di giovanissimi: la
popolazione femminile e quella straniera. I grafici che seguono servono per
illustrare qual è impatto di questi gruppi sull’intera popolazione giovanile.
Grafico 7: Percentuale di maschi e di femmine italiani e stranieri, tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 200965
Grafico 8: Percentuale di italiani e di stranieri tra i 15 e i 20 anni residenti nei comuni di Vergiate e Sesto Calende, al 1° gennaio 200966
Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 65 Fonte ISTAT 2010. Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html, consultato il 07.01.2010. 66 Fonte ISTAT 2010.
40 40
Approfondendo le ricerche, scopriamo che la percentuale femminile è pari
al 47,7% degli adolescenti presenti sul territorio (grafico 7) e i ragazzi
stranieri residenti sono quasi il 10% della popolazione giovanile (grafico 8).
Per completezza, la popolazione femminile straniera è pari al 5,7% di tutti
i giovani.
Se gli educatori percepiscono dei problemi da parte delle adolescenti di
sesso femminile, le percentuali dimostrano che il disagio potenzialmente
riguarda la metà della popolazione giovane.
Discorso analogo per la componente straniera: se in questo territorio
l’integrazione tra italiani e immigrati è più difficoltosa è bene intervenire
sulla popolazione giovane, dove il rapporto è uno straniero ogni dieci
italiani.
2.2.4 Abbandono scolastico Il fenomeno della dispersione scolastica, definito anche drop out, è una
problematica multidimensionale, i cui fattori in gioco sono il singolo, il
singolo nel gruppo dei pari, il singolo nel mondo del lavoro e le
Istituzioni.67
Il progetto ChiaVe, attraverso le borse lavoro, si occupa dei giovani che
hanno interrotto gli studi senza conseguire un titolo oppure che non
hanno assolto l’obbligo scolastico.
Il seguente grafico mostra la situazione degli abbandoni scolastici tra gli
adolescenti nella provincia di Varese.
Si veda: http://demoistat.it/pop2009/index.html e http://demoistat.it/strasa2009/index2.html, consultati il 07.01.2010. 67 Si veda: Mian, E., Canelles, M., F., Abbandono Scolastico. Esiste una relazione con comportamenti devianti? Cause, osservazioni e proposte d’intervento. I.R.I.D.S.A. Il documento è scaricabile dal sito http://www.nuovapedagogia.com/abbandono_scolastico.pdf, consultato il 07.01.2010.
41 41
Grafico 9: Andamento abbandoni scolastici degli adolescenti residenti in provincia di Varese, dall’anno scolastico 2003/2004 al 2008/0968
L’andamento di questo fenomeno è in ascesa e sicuramente questo è un
segnale positivo e confortante, come manifestato anche dalla soddisfazione
delle Istituzioni.”69
Anche se il fenomeno dei drop out sta diminuendo, è importante che questi
ragazzi non vengano lasciati soli dalle Istituzioni. I problemi maggiori sono
due: il primo è che questa categoria non è particolarmente tutelata dalla
legge e il secondo è che questi ragazzi appartengono soprattutto a famiglie
disagiate, che non affrontano il problema.
Nel 2006 i ragazzi drop out erano quasi il 10% in tutta la provincia, mentre
nel 2009 si è scesi al 6%. Da notare che, nella ricerca presa in
considerazione, si parla solo di minorenni, mentre le attività del progetto
ChiaVe sono rivolte anche ai giovani adulti.
68 Si veda: Osservatorio Permanente sull’Istruzione della Provincia di Varese. Dispersione scolastica, Anno scolastico 2008/2009. Il documento è sfogliabile e scaricabile dal sito http://www.provincia.va.it/ente/istruzione/sis_opi/pdf/letture_commenti_2.pdf, consultato il 07.01.2010. 69 Si veda: http://iflsommalombardo.blogspot.com/2009/08/centri-per-limpiego-della-provincia-di.html, consultato il 07.01.2010.
42 42
Nonostante la situazione generale stia migliorando, vale comunque la pena
di interessarsi dell’istruzione dei giovani, soprattutto quando è utile a
trovare un posto di lavoro.
2.2.5 Uso di sostanze psicoattive L’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti sono diffusi tra i giovani del
territorio, come rivelano gli operatori dell’Educativa di strada. Per
dimostrare questa affermazione nel seguente capitoletto si riportano i dati
del report dell’Osservatorio Dipendenze della provincia di Varese70.
La ricerca cui si fa riferimento si riferisce alle sostanze psicoattive legali e
illegali, prendendo in considerazione:
• droghe pesanti: eroina e cocaina
• droghe leggere: cannabis
• bevande alcoliche e tabacco
• stimolanti: anfetamine, ecstasy, GHB, ecc.
Il target considerato nella ricerca è composto da studenti e studentesse
dai 15 ai 19 anni residenti in regione Lombardia e in provincia di Varese;
la nostra attenzione si focalizzerà esclusivamente sul secondo gruppo.
I grafici che seguono presentano le percentuali di giovani maschi (grafico
10) e femmine (grafico 11) che fanno uso delle singole sostanze, con
indicazione dell’andamento dal 2006 al 2007.
70 La ricerca presa in considerazione è l’ultima che è stata fatta nella provincia di Varese, ma risale al 2008 e presenta dati del 2006 e 2007. Non è possibile fare un confronto con ricerche passate dell’Osservatorio poiché gli indicatori sono diversi e non confrontabili. Anche se i dati non sono aggiornati sono comunque interessanti perché offrono una panoramica dell’uso di sostanze, tabacco e alcol tra i giovani della provincia. È possibile scaricare la ricerca al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.
43 43
Grafico 10: Percentuali relative agli studenti maschi, residenti nella provincia di Varese, che fanno uso delle sostanze indicate, negli anni 2006 e 2007. Indicazione dell’andamento per ciascuna sostanza71
Dal grafico 10 si evince che il consumo delle droghe pesanti e degli
stimolanti sia invariato nel biennio, presentando un lieve calo. I consumi
di cannabis, tabacco e alcol hanno subito una flessione più pesante,
secondo le dichiarazioni. Le percentuali dimostrano più ragazzi che hanno
fumato cannabis (30%) rispetto al tabacco (26%). L’88% consuma
saltuariamente bevande alcoliche, che rimane il “vizio” maggiore tra i
ragazzi.
71 Si veda: Ibidem. Al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.
44 44
Grafico 11: Percentuali relative alle studentesse, residenti nella provincia di Varese, che fanno delle sostanze indicate, negli anni 2006 e 2007. Indicazione dell’andamento per ciascuna sostanza72
I dati che riguardano le ragazze sono molto simili a quelli dei coetanei
maschi. In generale, le ragazze fanno meno uso di queste sostanze, ad
eccezione del tabacco, fumato da quasi il 26% dei maschi e dal 29% delle
ragazze, in media nei due anni.
72 Si veda: Ibidem. Al link http://www.indipendenze.org/public/files/Report_Varese_2008.pdf, consultato il 01.12.2009.
45 45
2.2.6 Considerazioni degli educatori sui giovani73 La fotografia che gli educatori fanno dei giovani del territorio mostra
ragazzi che non frequentano più luoghi tradizionali di aggregazione, ma,
allo stesso tempo, manifestano l’esigenza di avere spazi in cui ritrovarsi
con coetanei. Hanno bisogno di luoghi dove poter giocare a calcio o a
pallavolo, usare lo skate, ascoltare musica, ballare, studiare, parlare dei
primi amori, incontrare e accettare gli educatori e avere, grazie a loro, una
possibilità di confronto con il mondo adulto. Descrivere questi giovani non
è semplice, anche se, sicuramente, sono ragazze e ragazzi ben disposti nei
confronti di chi si mostra desideroso di conoscerli e capace di ascoltarli.
La sensazione che gli educatori hanno quando sono in contatto coi ragazzi
è che questi siano delusi dal mondo adulto e sfiduciati nel futuro. Questo
li rende apatici e rassegnati. Questo porta molti giovani a non avere
obiettivi e a non impegnarsi per la propria realizzazione.
In realtà, i giovani sono un vulcano pronto ad esplodere, perché non
aspettano altro che un’occasione per attivarsi e organizzarsi.
I più grandi, dai 17 anni in poi, se stimolati discutono volentieri di
tematiche importanti, come droga, razzismo, rapporto coi genitori e
relazioni affettive oppure partecipano con intensità ed entusiasmo ad
attività proposte dagli adulti. I più piccoli – dai 14 ai 16 anni – invece sono
vivaci ma un po’ scocciati, il che spesso li porta a commettere piccoli atti
vandalici o a comportarsi da bulli.
2.2.7 Conclusioni I dati emersi dalle ricerche sulla provincia di Varese sono confermati quasi
per tutti gli aspetti dall’esperienza sul campo degli educatori, anche su un
territorio più ristretto.
I problemi maggiori che emergono sono legati all’integrazione dei ragazzi
stranieri, che nel territorio di riferimento è un problema sentito: non a 73 Rielaborazione delle risposte date dagli educatori della Cooperativa L’Aquilone a due questionari via mail. È stato scelto di raccogliere i dati in questo modo perché era impossibile riuscire a incontrare gli operatori di persona, a causa dei loro impegni lavorativi.
46 46
caso più della metà dei ragazzi dell’Eds è immigrata. Molti hanno problemi
con la scuola e il lavoro: i dati sul campo non sembrano positivi come
quelli ufficiali della provincia. Infine, il rapporto con le sigarette e il
consumo di droghe leggere manifesta una situazione di disagio: i ragazzi
sono molto giovani e con questi comportamenti potrebbero voler
dimostrare a loro stessi e agli altri di essere più grandi, indipendenti e
importanti. Questi dati rispecchiano le tendenze mostrate dalle ricerche
degli anni scorsi.
Altro tema delicato è la crescita delle ragazze, che, infatti, preferiscono
ritrovarsi in occasioni a loro dedicate, invece che insieme ai coetanei
maschi (i gruppi dell’Eds sono quasi completamente maschili).
Possiamo concludere che, osservati più accuratamente i giovani del
territorio, il progetto ChiaVe focalizza la sua attenzione su aspetti salienti
e importanti, su problemi reali e rilevanti: immigrazione, femminilità e
lavoro.
2.3 I giovani, le nuove tecnologie e la rete In questa terza parte del capitolo poniamo l’attenzione sul rapporto tra i
giovani, le nuove tecnologie e internet.
L’obiettivo è mostrare che i ragazzi sono interessati e favorevoli all’uso
degli strumenti web e presentare i dati effettivi su quanto e come già li
utilizzino.
2.3.1 I giovani e le nuove tecnologie: i dati Eurisko Eurisko ha svolto una ricerca interessata ad analizzare il rapporto dei
giovani con le nuove tecnologie. I risultati mostrano l’esistenza di 5 gruppi,
posizionati in base al loro pensiero:
• il 46% dei teenager dichiara di essere interessato e di usare il
più possibile le nuove tecnologie
• il 35% dichiara che per stare al passo coi tempi è necessario
sapere usare le nuove tecnologie
47 47
• l’11% dichiara che le nuove tecnologie sono al di là delle proprie
possibilità
• Solo il 2%, infine, che le nuove tecnologie fanno paura74
Grafico 12: Cosa pensano i giovani italiani delle nuove tecnologie75
Altri dati dello studio mostrano che 1 ragazzo su 2 (56%) ha una vita “on-
line” e che i giovani non rinunciano alle nuove tecnologie, alla musica, ai
social network e ai consumi “globali”. In particolare, interessante notare
che i social network sono visti come mezzi che aiutano la costruzione
dell’identità e facilitano l’allargamento della cerchia di amici.
Se i giovani si avvicinano sempre più agli strumenti tecnologi per costruire
la propria identità, conoscere nuove persone e comunicare con gli altri,
allora è necessario che gli adulti riflettano su come poter raggiungere i
ragazzi.
I giovani del nostro tempo hanno bisogno di essere sempre connessi
o in comunicazione con gli altri e hanno bisogno di fare, dire,
74 Cfr: Antonietti, L., I giovani non rinunciano. Uno sguardo internazionale, GFK Eurisko, 2009.
Questa ricerca è consultabile e scaricabile all’indirizzo internet http://www.gfk.com/imperia/md/content/gfk_eurisko/pressroom/i_giovani_non_rinunciano_10_feb_2009.pdf, consultato il 22.11.09. 75 Dati Eurisko 2009.
48 48
mostrarsi, per “essere”, [cioè hanno bisogno di essere in]
connessione continuativa e di avere un protagonismo almeno
illusorio.
Di conseguenza, i giovani prediligono sempre di più i media attivi,
che favoriscono una connessione incessante, [come] telefono mobile,
Messenger [e] che permettono di essere protagonisti, [come il] web
(siti social network, gruppi, blog, ecc.).76
2.3.2 I giovani e le nuove tecnologie: il punto di vista degli
educatori È stato mostrato il grafico 12 agli educatori della Cooperativa L’Aquilone,
che si occupano in prima persona dell’Educativa di strada. I loro
commenti confermano questo avvicinamento dei giovani alle nuove
tecnologie.
Gli educatori notano che i ragazzi – soprattutto dai 15 anni – sono
affascinati e utilizzano le tecnologie, in particolare il cellulare. Molti
possiedono telefonini di ultima generazione, sono sempre alla ricerca del
modello più innovativo, anche se non tutti sono in grado di usarlo al
massimo delle potenzialità. Le nuove tecnologie rappresentano realmente
la loro nuova prassi di comunicare, non potrebbero parlare di sé e con
altri, con altri mezzi.
Un gruppo di ragazzi, in particolare, usa regolarmente attrezzature
professionali per creare e mixare la musica tecno o house. Altri sono più
appassionati ai video. Dal punto di vista degli educatori questa moda
risponde soprattutto alla necessità di apparire.
76 Cfr: Ivi, pp. 70-71.
49 49
2.3.3 I giovani e la rete: i dati Eurisko Una seconda ricerca Eurisko77 mostra in modo più approfondito l’uso di
internet tra i giovani. Di seguito verranno presentati alcuni grafici che
illustrano chiaramente la diffusione del fenomeno.
Il quadro nazionale presentato da Eurisko78 mostra una tendenza in
continua ascesa per quanto riguarda l’uso di internet e le ore settimanali
medie di collegamento. Per avere un’idea generale sulla popolazione, il
44% degli italiani dai 6 agli over 75 dichiara di usare internet, il 22% di
loro tutti i giorni.
Per quanto riguarda l’utilizzo di internet da parte dei giovani italiani, ecco i
dati aggiornati al 2009, rappresentati nel grafico 13.
Grafico 13: Percentuali di giovani italiani nella fascia d’età 15-24 anni che utilizzano internet con relativa frequenza, nell’anno 200979
È evidente come la maggior parte dei giovani (83,4%) usi internet; il 45,5%
tutti i giorni o spesso durante la settimana (28,9%). Gli accessi alla rete da 77 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani del Terzo Millennio, GFK Eurisko, 2009. La ricerca è reperibile e scaricabile all’indirizzo http://www.youmark.it/files/applications/2009/02/8491.pdf. Consultata in data 30.11.2009. 78 I dati Eurisko fanno riferimento alla tendenza nazionale fino all’anno 2007. 79 Fonte ISTAT 2009.
50 50
parte dei giovani sono in numero decisamente più elevato rispetto alla
media nazionale.
Oltre ai dati sulla frequenza di utilizzo del mezzo, è interessante scoprire
che i giovani vedono internet come uno strumento interattivo. Difatti i
ragazzi in rete dichiarano di avere tre obiettivi principali:
• comunicare con gli amici,
• stare in contatto col mondo grazie ai social network
• fare acquisti80
Nel grafico 14 sono presentate le percentuali di giovani che compiono
queste tre azioni in rete. La differenza maggiore tra adolescenti e giovani si
nota nella categoria “acquisti”, giustificabile dal fatto che i teens hanno
meno libertà e possibilità economica dei giovani adulti.
Grafico 14: Motivazioni interazione con internet dei giovani nelle due fasce d’età considerate, all’anno 200781
80 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani, Cit., pg. 3. 81 Dati Eurisko 2007.
51 51
I consumi dei giovani on e offline ricalcano quegli ambiti della vita legati
allo stare connessi, in comunicazione col mondo, incontrare le altre
persone, sedurre ed essere ben visti dagli altri. Infatti, la prima categoria
di spesa, per entrambe le fasce d’età, è la ricarica del cellulare, seguita dai
consumi legati ai luoghi d’incontro, come bar, pizzerie, fast food e dagli
acquisti nel settore dell’abbigliamento82.
Le affermazioni del dott. Prada, nella sua intervista all’inizio del capitolo,
su ciò che i giovani cercano attraverso l’uso nuove tecnologie sembrano
poter dare giustificazione sia ai consumi dei giovani, sia dagli obiettivi che
hanno quando navigano in rete: comunicazione, aggregazione,
connessione, seduzione e approvazione degli altri.
2.3.4 I giovani e la rete: il punto di vista degli educatori Gli educatori hanno confermato un’elevata frequenza d’uso di internet tra
i ragazzi, soprattutto per comunicare e stare in contatto tra loro.
Un’operatrice afferma che “L’immagine dell’adolescente che pretende di
studiare mentre è collegato a Facebook, ascolta l’I-pod, chatta su MSN e
guarda la tv è reale!”
È stato chiesto agli educatori di scoprire quali sono i siti e gli strumenti
più usati dai ragazzi coinvolti nell’Eds.
La maggior parte di loro utilizza regolarmente Facebook: quasi tutti i
ragazzi sopra i 15 anni hanno un account e lo tengono aggiornato
quotidianamente. In rete si divertono a guardare video su YouTube, ma
difficilmente li caricano. Gli appassionati di musica scaricano brani, non
sempre legalmente. Alcuni si tengono in contatto con i coetanei attraverso
Messenger.
In virtù del forte coinvolgimento dei giovani per le nuove tecnologie gli
educatori sono concordi all’unanimità dell’importanza di questi strumenti.
Tutti gli operatori, soprattutto i più restii alle novità in campo informatico,
82 Si veda: Savoldelli, R., I giovani italiani, Cit., pg. 4.
52 52
desiderano conoscere gli strumenti disponibili, in modo da saperli
utilizzare in modo responsabile e costruttivo.
Il gruppo ritiene che le nuove tecnologie siano utili sia ai ragazzi sia agli
educatori. Gli adolescenti sono già abituati ad usare questi strumenti e
continuerebbero a usarli come mezzi d’espressione, coinvolgimento e
partecipazione alle attività proposte. Gli educatori avrebbero un nuovo
veicolo di informazione e promozione più veloce, immediato e coinvolgente:
potrebbero raggiungere un numero sempre maggiore di ragazzi,
incuriosendoli e “fidelizzandoli” a seguire le iniziative suggerite. Inoltre,
potrebbero usare questi strumenti per dialogare coi ragazzi e raccogliere i
loro suggerimenti, in modo alternativo, talvolta più semplice e proficuo.
Una possibilità interessante è data dall’opportunità di monitorare le
attività e i ragazzi attraverso una mappatura del territorio ed evidenziare
quali sono i luoghi di ritrovo dei ragazzi (bar, parchi, vie, …), quali le zone
battute dagli operatori, dove sono spazi riservati ai giovani (edubar, sale
prove, palestre, piscine, …) oppure indicare la località del prossimo evento
organizzato.
Un educatore suggerisce che gli strumenti web 2.0 potrebbero essere usati
nelle fasi di aggancio di un gruppo e di promozione delle attività. Questi
sono canali di comunicazione che i ragazzi conoscono bene e sanno usare.
Gli operatori concordano nell’idea che la conoscenza e il saper usare le
tecnologie permettere di capir meglio i ragazzi, proprio perché questi
strumenti sono parte integrante dell’universo adolescente.
2.3.5 I giovani e la rete: la mappatura on-line del territorio di Sesto Calende e Vergiate
Sono stati esaminati alcuni strumenti web per capirne la diffusione e
l’uso, nel territorio di Sesto Calende-Vergiate. I siti analizzati sono:
Facebook e YouTube. È possibile stimare quanto materiale è stato
prodotto o pubblicato dai giovani, a detta degli educatori.
53 53
Anche se non è possibile sapere l’età di ciascun utente che pubblica,
visualizza o commenta in questi siti, questi sono gli strumenti web più
diffusi tra i giovani del territorio.
In particolare, per Facebook si sono presi in considerazione le pagine, i
gruppi e le persone83 che rappresentano gli enti, che rispondono al criterio
di ricerca “sesto calende” e “vergiate”.
Grafico 15: Gruppi su Facebook che rispondono ai criteri di ricerca “sesto calende” (SC) e “vergiate” (V), suddivisi per argomento
Per quanto riguarda le pagine, ce ne sono 6 in tutto. A Sesto sono 5 (3 di
associazioni no profit, 1 di un bar e un’altra di un club incontri) con una
media di 87 iscritti ciascuna, mentre a Vergiate è 1 (di una società
sportiva), con solo 5 iscritti.
Anche le persone-enti non sono molte, in tutto 8: a Sesto 2 (1 palestra e 1
ristorante) e a Vergiate 6, riguardanti politica, sport e associazioni, tra cui
segnaliamo la pagina dell’Informagiovani del comune, Giovani Vergiate.
83 Non è stato possibile trovare il numero di persone residenti a Sesto Calende e Vergiate iscritte a Facebook perché non tutti inseriscono questo dato o lo rendono pubblico.
54 54
Invece, i gruppi sono molto più diffusi e dalle tematiche più disparate. In
totale si contano 164 gruppi, 96 a Sesto e 68 a Vergiate.
Sesto presenta più gruppi concernenti politica, sport, arte/musica e
scuola rispetto a Vergiate. Effettivamente sul territorio sestese sono
presenti più associazioni politiche e sportive, sono organizzati numerosi
eventi musicali – dalla banda cittadina ai gruppi giovanili – e hanno sede
numerose scuole, soprattutto di grado superiore, che a Vergiate mancano.
Relativi a Sesto Calende si possono ricondurre ai giovani circa una
trentina di gruppi, soprattutto legati alle attività commerciali (bar), attività
sportive (sport), gruppi studenteschi (scuola) e a tematiche varie (altro).
Relativi, invece, a Vergiate si possono ricondurre ai giovani circa una
decina di gruppi, soprattutto legati a discoteche e luoghi d’incontro (bar).
La mappatura di YouTube, mostra che a Sesto sono dedicati 236 video e 2
canali, a Vergiate 128 video e 2 canali. I canali sestesi sono entrambi
destinati allo sport, contano 38 video e 8 iscritti totali. I canali vergiatesi
sono dedicati alla musica (con 5 video e 2 iscritti) e ad 1 persona (con 7
video e 3 iscritti).
L’osservazione dei temi dei video è più indicativa. Come si vede dal grafico
16, a Sesto sono associate tematiche più serie e impegnate, come le
iniziative legate ai giovani, con eventi, concerti e attività organizzate da
loro o per loro. Tra queste è presente l’iniziativa Fuori chi Legge, che fa
parte del Progetto ChiaVe. Vergiate spicca per tematiche più "frivole", come
video dedicati allo svago, dove sono protagoniste persone che si divertono
o sono in stato di ebbrezza.
55 55
Grafico 16: Video caricati su YouTube che rispondono ai criteri di ricerca “sesto calende” e “vergiate”
Dei video considerati, quelli appartenenti alle categorie “scuola/oratorio”,
“persone”, “svago” e “giovani” hanno per la maggior parte come
protagonisti ragazzi e giovani. Si può dedurre che siano stati caricati dai
ragazzi stessi o da educatori a stretto contatto con loro.
Per quanto riguarda le visualizzazioni, a Vergiate, il numero maggiore si
ha nelle sezioni “città”, dove sono presenti video dell’Augusta Westland, e
“altro”, dove sono visibili due video relativi ad un sexy shop. In riferimento
a Sesto, gli utenti preferiscono guardare, oltre allo sport, filmati che
ritraggono persone in momenti di divertimento.
2.3.6 Conclusioni I dati delle ricerche condotte da istituti nazionali, le riflessioni di esperti in
pedagogia e sociologia, le osservazioni degli educatori a diretto contatto
con un gruppo di ragazzi del territorio convergono in un’unica direzione.
Gli adolescenti e i giovani adulti utilizzano le nuove tecnologie e fanno un
largo uso di internet, soprattutto per cercare di instaurare e mantenere
56 56
relazioni coi coetanei e conoscere nuove persone. In base alle azioni che
compiono sulla rete sono giudicati e modificano il loro status sociale,
anche nella vita reale. Perché quello che succede online ha sempre dei
riscontri nella realtà fisica.
La maggior parte delle volte questi riscontri evidenziano il lato negativo e
problematico di questo “ab-uso” della rete. Si condividono dati e contenuti
sensibili, magari di persone ignare, con l’intento di schernirle davanti ad
un vasto pubblico. Oppure si fanno conoscenze con sconosciuti che non si
rivelano sinceri o con buone intenzioni.
Le prime azioni sono definite cyberbullismo84 e hanno forti conseguenze
reali: si incorre in una sanzione amministrativa oppure, per gli illeciti
penali, si può essere anche querelati.
La soluzione corretta a questi problemi non è la demonizzazione del web e
dei suoi strumenti, ma è la conoscenza di tali strumenti da parte degli
adulti e un controllo sull’uso che ne fanno i ragazzi. È importante
conoscere le nuove tecnologie e imparare ad usarle, per capirle,
padroneggiarle e poter sfruttare al meglio le potenzialità positive che
possiedono.
A questo proposito, i giovani educatori della Cooperativa L’Aquilone hanno
chiesto di organizzare degli incontri formativi per conoscere più a fondo i
nuovi strumenti e saperli usare in modo costruttivo coi ragazzi.
La sfida più grande, cui non è possibile venire a capo con la formazione, è
capire le motivazioni degli adolescenti. Capire se i giovani sono attratti
dalle nuove tecnologie per una naturale propensione alla novità o se sono
costretti a reinventarsi con le nuove tecnologie, a causa di una situazione
ambientale che li porta inevitabilmente ad usare/abusare della rete per
non sentirsi soli.
84 Il cyberbullismo è “l’utilizzo di informazioni digitali e nuovi dispositivi di comunicazione per effettuare azioni di bullismo o molestare in qualche modo una persona o un gruppo.” Cfr: Stop al Cyberbullismo, reperibile al link http://www.hillandknowltongaia.it/wp-content/uploads/cs_cyberbullismo_inembargo.pdf, consultato il 09.01.2010.
57 57
3. Progetto ChiaVe
Il progetto intende riprendere e rilanciare le azioni messe in atto dai
precedenti interventi di Educativa di strada, che da così tanti anni sono
attivati sul territorio del Distretto di Sesto Calende. Il progetto si raccorda
con i Centri di Aggregazione Giovanile di Vergiate e le azioni di
informazione e formazione destinate ai genitori su temi educativi.
3.1 Motivazioni e origini del progetto Il progetto nasce dall’incontro tra soggetti, di natura e territori differenti,
che da tempo si occupano di progetti e servizi sociali. I Comuni di Sesto
Calende e di Vergiate da anni collaborano nella progettazione di interventi
rivolti ai minori in partnership con la Cooperativa L’Aquilone. L’incontro
con il Comune di Chiasso risale ad alcuni anni fa, durante un convegno
alle Politiche Giovanili del 25 novembre 2006.
Da allora diversi incontri tra i referenti hanno portato all’ideazione di un
progetto condiviso che potesse permettere uno scambio più concreto di
competenze e metodologie e un confronto più puntuale e portatore di
cambiamento sulle politiche sociali.
Da qui ha origine il progetto ChiaVe che ha l’ambizione di aprire le
frontiere, di accorciare le distanze, di avvicinare tecnici, politici, educatori,
giovani, di sperimentare e attivare azioni innovative che vanno a
rispondere ai reali e concreti bisogni che i territori esprimono.
Il progetto promuove l’incontro come esperienza educativa e formativa,
diventa il luogo del dialogo e del confronto tra culture che vanno oltre alle
identità nazionali, che incrociano provenienze multi-etniche, multi-
esperienziali, multi-generazionali e multi-culturali.
3.2 Obiettivi del progetto Il progetto prevede differenti obiettivi in base ai destinatari.
Per gli adolescenti:
58 58
• prevenzione del disagio e del conseguente uso e abuso di sostanze
stupefacenti lecite e illecite.
• aumento della capacità di costruzione di modalità alternative di
aggregazione e di svago.
• sviluppo della partecipazione nelle attività di Educativa di strada e di
progettazione di attività per il tempo libero della popolazione
adolescente femminile e straniera.
• promozione del protagonismo e dell’imprenditorialità giovanile legati
alla realizzazione di eventi artistici transfrontalieri.
Per i giovani:
• sostegno e accompagnamento ai giovani appartenenti a fasce fragili per
un inserimento nel mondo del lavoro.
• favorire la conoscenza di alcuni aspetti sociali, politici ed economici del
proprio territorio per meglio comprendere regole e logiche del mercato
del lavoro.
• aumento della conoscenza di strumenti e tecniche utili per la ricerca di
una nuova occupazione.
Per gli operatori sociali:
• sviluppo delle competenze degli operatori sociali nel campo delle
politiche giovanili.
• miglioramento delle attività dirette alla popolazione giovanile attraverso
la verifica e la condivisione di buone prassi nel campo dell’Educativa di
strada e nella gestione dei centri di aggregazione giovanile.
• acquisizione di competenze specialistiche per realizzare progetti
individualizzati attraverso il colloquio di orientamento ed il bilancio di
competenze.
3.3 Attività del progetto Le attività che fanno parte del progetto ChiaVe sono le seguenti:
• interventi di Educativa di strada
59 59
• interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e straniera,
con la costituzione di équipe di sole educatrici e équipe con mediatore
culturale.
• accompagnamento al lavoro dei giovani fragili che presentano difficoltà
di inserimento nel mercato del lavoro
• eventi sportivi, musicali, artistici e culturali promossi attraverso il
protagonismo dei giovani
• formazione operatori sociali per aumentare le capacità progettuali e la
competenza specialistica
• attivazione di un centro di aggregazione “de-istituzionalizzato” a misura
di giovane
• percorsi di formazione e condivisione del progetto con educatori grezzi
Le prime cinque attività indicate sono già avviate in questi primi mesi di
vita del progetto, partendo dal lavoro che era già stato svolto nei Comuni.
Le restanti due sono previste, ma non si sa quando verranno intraprese.
Degli interventi già attivi è possibile conoscere qualche dettaglio sulle loro
caratteristiche.
3.3.1 Educativa di strada L’Eds è una metodologia di lavoro educativo che mira a contattare
adolescenti e giovani nel loro territorio di appartenenza attraverso
strumenti flessibili che vengono tarati di volta in volta in base al gruppo.
Le prime esperienze di Eds in Italia sono da collocarsi alla fine degli anni
Sessanta: si tratta soprattutto di attività di volontariato realizzate nelle
realtà urbane, a favore di un maggior contatto con poveri ed emarginati.
Solo all'inizio degli anni Ottanta si comincia a parlare di Eds nell'ambito
dei servizi sociali ed educativi. Questo passaggio è stato favorito anche
dagli scambi culturali e professionali con operatori di altri paesi, come
60 60
l’America Latina e l’Asia, in cui erano già state svolte attività rivolte ai
minori in situazioni di povertà estrema e di totale abbandono85.
L’Eds permette agli educatori di relazionarsi agli adolescenti e ai giovani
nella loro quotidianità. L’immagine della strada evoca l’idea dell’educatore
che si reca là dove “abita” il bisogno, anziché attenderlo in servizi più
stabili, strutturati ma anche più statici. L’uscire e lo stare per strada
permette agli educatori di:
• verificare la possibilità e l’utilità di una presenza adulta qualificata
nella quotidianità dei ragazzi, alle prese con il difficile compito di
attraversare una tappa evolutiva, tanto complessa quanto delicata,
qual è l’adolescenza.
• avvicinare i gruppi informali di giovani e di lavorare sulle dinamiche di
gruppo.
• approfondire e problematizzare in gruppo e con i singoli le tematiche di
interesse tipiche di quest’età, con particolare attenzione al tema delle
sostanze e dei comportamenti a rischio.
• entrare in contatto con le realtà locali, ricche di agenzie educative, di
servizi, di leader formali ed informali. Nel lavoro di strada si individuano 5 fasi di intervento:
1. Mappatura: in questa fase gli educatori conoscono il territorio, con
l’intento di captare le peculiarità dello stesso ed essere ricettivi ai
segnali che esso manda.
2. Aggancio dei gruppi di strada: è una delle fasi più delicate che gli
educatori si trovano ad affrontare. Questo momento prevede un’attenta
osservazione del gruppo e una strategia di aggancio mirata e pensata
su di esso.
3. Realizzazione: questa è la fase che occupa l’arco temporale più ampio.
È la fase che crea la storia e le opportunità di crescita di un gruppo.
Questo lungo momento vede svilupparsi una relazione stabile e di 85 AA. VV., Origine e storia del lavoro di strada. Articolo scaricato dal sito www.edupolis.org/illavoro%20di%20strada.pdf, consultato il 05.01.2010.
61 61
fiducia con il gruppo che può dare vita ad attività e iniziative che sono
occasioni di crescita, protagonismo e sperimentazione.
4. Valutazione: è la verifica degli obiettivi di progetto e dei risultati
raggiunti, condivisi con la committenza. Questa è una fase preziosa per
il progetto che permette ai diversi attori coinvolti di fermarsi e riflettere
sul lavoro fatto per poi riprogettare una nuova attività.
5. Chiusura: è il momento in cui gli educatori riconoscono di aver
raggiunto gli obiettivi prefissati con il gruppo e rimandano al gruppo
stesso il percorso fatto e l’autonomia raggiunta.
3.3.2 Interventi focalizzati alla popolazione adolescente femminile e straniera
Il progetto prevede una particolare attenzione alle ragazze e agli stranieri
nell’azione di Eds.
Per quanto riguarda il lavoro sulla femminilità, si parte dalla costituzione
di un’equipe composta di sole donne che si occuperà dell’Educativa di
strada dedicata alle ragazze.
È convinzione dei responsabili che il genere femminile, soprattutto in età
adolescenziale, abbia bisogno e ricerchi forme di aggregazione diverse da
quelle maschili. Una modalità di lavoro con l'universo femminile prevede
di dedicare a questo mondo tempo e pensiero specifici per permettere una
scoperta e una risposta ai bisogni delle ragazze. È quindi importante
individuare luoghi accoglienti dove poter trovare il giusto clima che
ricostruisca il nido che spesso le ragazze cercano. Durante l'intera durata
del progetto si prevede di affrontare temi particolarmente vicini al mondo
femminile, sviluppandoli sia attraverso momenti riflessivi in gruppo sia
proponendo uscite ed esperienze dirette che aiutino la presa di coscienza e
la conoscenza.
Invece, l’esigenza di occuparsi dei giovani stranieri nasce dal fatto che in
questi territori del varesotto l’immigrazione è spesso vissuta come
elemento fortemente problematico. Il progetto prevede un’attenzione
62 62
particolare al coinvolgimento dei ragazzi stranieri nei gruppi di Educativa
di strada già esistenti, costituendo un’equipe formata da educatori e
mediatori culturali in grado di agganciare con maggiore facilità i ragazzi di
etnie diverse.
Gli adolescenti stranieri vivono spesso tra due culture, due mondi, due
lingue. L’immagine del proprio nucleo famigliare si scontra con le
aspettative e l’immagine imposta dall’esterno. L’adolescente straniero vive,
dunque, una problematicità più complessa nella ricerca di una propria
identità. Questa diversità così marcata può sfociare in esplicite forme di
rifiuto delle regole e nell’adesione a gruppi di giovani devianti.
Un’attenzione all’accoglienza e all’elaborazione di questi vissuti di
inadeguatezza mira a portare l’adolescente straniero a concepirsi più come
risorsa per la società che come ostacolo. In questo senso le attività legate
all’Educativa di strada si orienteranno verso lo sviluppo di processi di
ibridazione culturale che vedono coinvolti come protagonisti gruppi
composti da adolescenti stranieri e non. Gli spazi di aggregazione in
progetto sono luoghi in cui promuovere valori come la solidarietà, la
responsabilizzazione, la tolleranza, l'antirazzismo e l’uguaglianza.
3.3.3 Accompagnamento al lavoro L’idea della “borsa lavoro” nasce dall’impegno degli operatori
dell’Informagiovani-Informalavoro del Comune di Vergiate, in
collaborazione agli assistenti e agli operatori sociali. La loro esperienza ha
fatto nascere la consapevolezza della mancanza di un accompagnamento
al lavoro per le categorie più fragili e non considerate dalle Istituzioni,
come i drop-out. La difficoltà di queste persone era duplice: da un lato la
complessità di trovare un lavoro, dall’altro l’incapacità di saperlo
mantenere.
Nell’arco dei tre anni di vita del progetto Chiave sono previste 10 borse
lavoro l’anno; nel 2009 ne sono state attivate 8.
Con le “borse lavoro”, il progetto propone a queste persone un percorso
formativo retribuito di qualificazione o riqualificazione, per offrire un
63 63
bagaglio di esperienze, conoscenze e capacità da poter sfruttare nel mondo
lavorativo, oltre all’affiancamento di un tutor professionista.
Le borse lavoro prevedono una durata di 5 mesi, un lavoro part time ed un
rimborso spese mensile di 500 euro, e il costante monitoraggio
dell’esperienza da parte del tutor. Queste azioni sono rivolte a ragazzi di
ambosessi in età compresa tra i 16 i 24 anni circa.
La retribuzione durante il periodo di formazione permette ai destinatari di
vivere più serenamente questo momento, poiché queste persone hanno
necessità di avere un posto di lavoro e uno stipendio.
Si tratta, quindi, di un’esperienza che consente di sperimentare
concretamente cosa sia il lavoro – come funziona il mondo del lavoro, le
regole, i diritti e i doveri – e offrire al giovane la possibilità di acquisire
qualche consapevolezza non solo del mondo del lavoro ma anche di sé, del
“sé sociale e lavorativo”.
Le aziende che ospitano gli stagisti vengono contattate dall’Informalavoro
di Vergiate, che propone loro di partecipare al progetto. Viene chiesto di
definire quali profili professionali offrano, in modo da fare la miglior scelta
possibile tra il lavoro disponibile e le caratteristiche dei potenziali stagisti.
L’obiettivo è, da un lato, proporre allo stagista una buona esperienza
lavorativa e, dall’altro, di offrire all’azienda uno stagista adatto.
3.3.4 Formazione degli operatori sociali Il progetto prevede dei percorsi di auto-aggiornamento, corsi di formazione
e seminari con formatori esterni per gli operatori sociali, sia in ambito
pedagogico sia in quello informatico.
Obiettivi dell’aggiornamento pedagogico sono aumentare le capacità
progettuali degli operatori e la competenza specialistica del lavoro di rete
sul territorio, nell’ottica di accrescere la capacità di interventi in sinergia,
potenziare le abilità comunicative e di accompagnamento degli operatori
all’interno della cultura giovanile.
Obiettivi della formazione informatica sono spiegare il senso e le
potenzialità del web 2.0, presentare gli strumenti disponibili ed affiancare
64 64
gli educatori nella creazione di un social network per il progetto e di altri
materiali multimediali. A tal proposito è stata pensata una scaletta di
cinque incontri formativi. Di seguito una piccola descrizione di ciascun
incontro, trattato nel dettaglio nel capitolo 4.
1) Introduzione al web 2.0: filosofia, tecnologia, infrastruttura ed
effetti
Gli incontri di formazione si aprono parlando dell’evoluzione del web, per
inquadrare l’argomento del corso. Si pone l'accento sul cambio di
paradigma, dall’1.0 al 2.0 e sulla nuova centralità dell'utente.
Quest’evoluzione è supportata dalle tecnologie, dagli strumenti e dalle
infrastrutture.
2) Strumenti web 2.0: forum, blog, chat, video, social network
Nella seconda lezione si spiegano gli strumenti definibili web 2.0. Si
mostrano esempi di forum, blog, chat, wiki, social bookmarking,
videosharing, instant messaging e social network.
3) Format utilizzabili
Il terzo aspetto interessante da affrontare negli incontri teorici è la ricerca
di un format giovane, dinamico e originale da utilizzare nel social network
del progetto. Esempi interessanti sono i video blog, blog fotografici,
creazione di itinerari corredati da mappe o videointerviste.
4) Come scrivere un post sul blog
Il penultimo incontro è di natura teorico-pratica in cui sono spiegati le
norme e i suggerimenti per scrivere bene sul web.
5) Interazione su Ning
Il ciclo di formazione si conclude con l’iscrizione al social network da parte
degli educatori e il primo utilizzo del mezzo.
65 65
3.3.5 Eventi culturali: Fuori chi Legge Fuori chi Legge, una della attività già avviate sponsorizzate dal progetto
ChiaVe, è un programma di incontri culturali rivolto ai ragazzi dai 14 ai
25 anni e si conclude con una festa di fine corso, che rappresenta solo il
punto d’arrivo di percorsi svolti durante l’anno.
Il progetto è stato ideato dal Sistema Bibliotecario dei Laghi, con lo scopo
di promuovere la lettura durante un momento di aggregazione giovanile.
Per la realizzazione del progetto è stata chiesta la collaborazione delle
cooperative operanti nei comuni del SB Laghi.
Con l’intento di far avvicinare ragazze e ragazzi al mondo dei libri sono
stati ideati e realizzati laboratori espressivi di vario genere – fumetto,
improvvisazione teatrale, musica rap – accomunati dall’attenzione alle
parole, scritte o parlate.
Il programma è stato promosso sul sito www.fuorichilegge.com, attraverso
la pagina di Facebook dedicata, con la realizzazione di video promozionali
girati dai ragazzi e poi caricati su YouTube, ma anche attraverso MySpace
e blog. Radio ADO e Punto Radio hanno trasmesso i programmi di
approfondimento sull’evento.
La conclusione del progetto 2009 si è concretizzata in un evento al parco
Europa di Sesto Calende con musica, letture e laboratori. Per questa
edizione l’evento finale sarà a Laveno il 12 giugno 2010.
3.4 Chi partecipa al progetto86 3.4.1 I committenti: le amministrazioni comunali Le amministrazioni comunali coinvolte all’interno del progetto ChiaVe
sono quelle dei due Comuni capifila di Vergiate e di Chiasso e quella di
Sesto Calende, partner del progetto grazie alla sua esperienza educativa.
86 Le denominazioni e le definizioni usate in questo capitolo sono state prese direttamente dal piano di progetto.
66 66
Il lavoro sul progetto è stato portato avanti dai tecnici dei tre Comuni con
l’approvazione e il consenso delle rispettive amministrazioni, superando
per la sua validità anche il cambiamento istituzionale dato dalle elezioni.
Pur nell’apparente lontananza fisica, i comuni coinvolti – piccoli centri
con una popolazione intorno ai 10.000 abitanti – esprimono diverse
similitudini per quanto riguarda la popolazione giovanile. Sul piano delle
azioni le strategie politiche hanno fatto in modo che i territori investissero
in azioni difformi ma efficaci e significative su ciascun territorio.
Chiasso porta con sé la storia di un Centro Giovani che o nel 2008 i suoi
15 anni di vita, un centro culturale e di aggregazione che vede la presenza
e la convivenza di giovani e adolescenti svizzeri e stranieri.
Vergiate ha festeggiato nel 2009 i 15 anni di vita del suo Centro
d’Aggregazione, con obiettivi in realtà più educativi che aggregativi e
attività rivolte ad un’utenza più giovane, prevalentemente di italiani;
inoltre da circa 5 anni ha avviato un servizio di Educativa di strada.
Sesto Calende ha festeggiato nel 2009 i suoi 10 anni di Educativa di
strada, che racconta di un’idea e di una scelta politica differente,
indirizzata ad adolescenti, italiani e stranieri, con un’attenzione
particolare al mondo femminile.
3.4.2 I partner: L’Aquilone Società cooperativa sociale87 L’Aquilone è una realtà imprenditoriale in forma di cooperativa sociale
nata nel 1993. Negli anni, L’Aquilone, in risposta ad esigenze contingenti
del territorio, ha promosso servizi e progetti a supporto di tutto il ciclo di
vita della persona. La fascia d’età con cui si è maturata la maggiore
esperienza resta indubbiamente quella dei minori e, in modo particolare i
soggetti tra i 6 e i 18 anni.
Le progettualità si sviluppano lungo un continuum di interventi che vanno
dalla prevenzione alla promozione del benessere, dall’assistenza al
87 La cooperativa sociale L’Aquilone ha sede a Sesto Calende (VA). Presto sarà online il sito ufficiale all’indirizzo www.laquilonescs.it.
67 67
sostegno, dalla consulenza alla presa in carico. Le equipe di lavoro si sono
formate in particolare per la gestione di CAG, Educativa di strada,
interventi di assistenza domiciliare e tutela dei minori, assistenza
scolastica e doposcuola, centri estivi e gioco teche.
Attualmente, l’equipe è composta da un gruppo di ottanta persone – tra
educatori, animatori e psicologi – con sensibilità sociale, competenze
teoriche e pratiche diverse.
Gli educatori che ho conosciuto ed intervistato sono un gruppo di sette
giovani sotto ai trent’anni, tutti laureati – 3 in Scienze dell’educazione, 2
in Filosofia, 1 in Scienze della formazione e 1 in Scienze della
comunicazione interculturale – che ora lavorano presso L’Aquilone.
Raccontano di essersi trovati quasi per caso a svolgere queste attività coi
ragazzi. Un’operatrice rivela di aver intrapreso questa strada “perché ho
capito che ciò che mi interessava era costruire percorsi educativi, che
aiutassero i destinatari a raggiungere, una dopo l’altra, tante piccole mete
con lo scopo di raggiungere un equilibrio esistenziale.”
Sono tutti soddisfatti del lavoro che svolgono. La parte che più amano del
loro incarico è il contatto coi ragazzi, “[quando loro] si aprono e ti
raccontano i loro vissuti più profondi.”. “Fa piacere vedere i ragazzi
riconoscerti, salutarti e parlarti senza che si sentano obbligati a farlo”.
Gli educatori apprezzano la persona umana e prestano particolare
attenzione alla situazione di ciascuno dei loro ragazzi. Il gruppo è
consapevole “di avere un ruolo privilegiato rispetto agli altri adulti” nel
rapporto con gli adolescenti, i quali apprezzano le loro attività e il loro
impegno.
Seppur giovani questi educatori sono già consapevoli degli ostacoli del loro
lavoro, difatti riconoscono che sia “complicato dover improvvisare in
situazioni conflittuali, per il rischio di sentire distanze o delusioni”. Loro
sanno che ci sono momenti “frustranti, [quando] ti rendi conto che i
ragazzi non vogliono cambiare le loro condizioni e di fronte a questo ogni
68 68
sforzo educativo risulta vano. Momenti difficili ci sono anche quando gli
adulti non comprendono l’importanza del mio lavoro”.
3.4.3 I destinatari del progetto: i ragazzi dell’Educativa di strada e i giovani delle borse lavoro
I destinatari del progetto ChiaVe sono i giovani del territorio, che
frequentano le varie attività proposte in modo più o meno continuo.
In questo capitoletto sono presentati i gruppi di ragazzi che seguono con
costanza le attività già iniziate, quali l’Eds, e le borse lavoro. In questo
modo è possibile avere un quadro dei giovani che effettivamente prendono
parte al progetto.
I ragazzi coinvolti nel progetto di Educativa di strada nel territorio di
Sesto Calende-Vergiate sono circa 35, di età compresa fra 13 e i 19 anni.
La maggior parte di loro, quasi il 90%, sono maschi, mentre la presenza
delle ragazze è minore e saltuaria. Circa il 60% dei teens è straniera,
soprattutto di origine marocchina e albanese.
La maggior parte dei ragazzi proviene da famiglie di ceto medio. Alcuni
vivono in famiglie con problemi, conosciute ai servizi sociali: la situazione
famigliare delicata è evidente soprattutto per quanto riguarda il dialogo e
la relazione coi genitori. I ragazzi che provengono da famiglie con
precedenti con la legge sono più inclini a commettere reati, come il furto.
Nonostante le famiglie non abbiano tutte grandi disponibilità economiche,
pochissimi ragazzi lavorano, circa il 10%. Anche il rapporto con la scuola
non è ottimo: nel gruppo c’è un solo liceale e solo altri 6 frequentano le
scuole professionali. Alcuni, soprattutto gli stranieri, seguono corsi serali.
Quasi la metà del gruppo è stata bocciata anche più volte: molti dei
ripetenti frequentano ancora la terza media. Circa il 20% dei ragazzi ha,
invece, abbandonato gli studi.
La situazione di disagio si manifesta anche dall’alta percentuale di
fumatori, quasi il 90%, e dei consumatori di droghe leggere, quasi la metà
del gruppo. Bere alcolici non è un comportamento diffuso; anzi è piuttosto
69 69
saltuario e riguarda una decina di ragazzi. Sempre una decina sono i
giovanissimi che hanno già provato o che consumano droghe pesanti.
Questi adolescenti sono interessati soprattutto alla musica e al calcio, che
amano commentare ma non praticare, se non a livello di passatempo.
Pochissimi fra loro fanno attività sportiva: due ragazzi giocano in una
squadra di calcio, uno a basket, uno a pugilato e un altro a hockey.
I loro luoghi di ritrovo preferiti sono i bar e le discoteche; non frequentano
l’oratorio.
Per quanto riguarda invece le attività dedicate alle ragazze, stiamo
parlando di un progetto di Eds pensato per un target di adolescenti
femmine, in cui sono proposte ed affrontate dalla coppia di educatrici
varie tematiche, come il corpo, l’affettività, l’amicizia, la prevenzione e la
sessualità, attraverso metodi “rosa”, femminili.
Il gruppo cui le attività sono rivolte è composto da 10 ragazze italiane, di
età compresa tra i 15 e i 20 anni. Il loro comportamento e i loro interessi,
in generale, sono molto diversi rispetto a quelli dei coetanei maschi.
Sono ragazze molto differenti anche tra loro: alcune sono particolarmente
attente all’aspetto fisico e si curano molto, altre hanno uno stile
particolare e ricercato mentre altre ancora sono più “alternative”, nel modo
di vestire e negli atteggiamenti.
Sono tutte ragazze intelligenti e curiose; affrontano la realtà già con un
certo spirito critico e si dimostrano interessate agli aspetti politici,
artistici, culturali dell’ambiente in cui vivono.
Alcune di loro svolgono attività sportive – pallavolo, atletica e piscina – o
artistiche, come il teatro e il cinema. Altre sono impegnate in associazioni
come gli scout. Tutte sono molto appassionate di musica e si identificano
in base al genere ascoltato.
Infine, la situazione scolastica del gruppo mostra due ragazze iscritte
all’università ai corsi di Scienze dei beni culturali, quattro frequentanti il
liceo (due all’artistico, una allo scientifico e un’altra al socio-psico-
pedagogico), una l’istituto per geometri e un’altra alla scuola professionale
per parrucchiera.
70 70
Per quanto riguarda le borse lavoro, queste sono un'azione pensata per
giovani fragili, ma non disabili.
Si intendono ragazzi con qualche difficoltà che li rende non
completamente adatti al lavoro. Ne consegue che il loro inserimento nel
mercato del lavoro sia più complicato rispetto agli altri, ma gli operatori
ritengono che con un aiuto ce la potrebbero fare.
Si tratta di ragazzi che hanno interrotto gli studi perché non sono in grado
di mantenere un impegno nel tempo, che hanno difficoltà familiari,
relazionali, economiche, che li rendono vulnerabili e spesso poco
consapevoli dei propri limiti.
Le borse lavoro sono rivolte a ragazzi e ragazze in età 16-24 anni circa e
non esiste una griglia definita di requisiti di accesso, ma si valuta caso per
caso. Queste persone si presentano allo sportello dell’Informalavoro in
cerca di occupazione ed evidenziano fragilità sociale o situazioni segnalate
dal servizio sociale comunale.
Le prime borse sono iniziate a maggio 2009: in tutto ad oggi ne sono state
attivate otto, 4 a maschi e a 4 femmine, tutti italiani. Si tratta di un
borsista di 25 anni (nato nel 1985), un altro di 24 (nato nell’84), 3
ventenni (nati nel 1990), un diciannovenne (nato nel 1991) e due nati nel
1992.
Non sono state registrate informazioni specifiche su sport, hobby, tempo
libero e nemmeno sull’uso sostanze. In merito alla legalità, invece,
nessuno di loro ha mai avuto problemi.
Ben 7 degli 8 stagisti attuali appartengono a famiglie in carico – ora o in
tempi passati – al servizio sociale comunale. L’ottavo è un minorenne con
famiglia adeguata ma con studi interrotti e nessuna prospettiva di
occupazione, né lavorativa né di tempo libero.
Quasi tutti hanno alle spalle percorsi scolastici interrotti e tutti
appartengono a nuclei familiari multiproblematici.
71 71
4. Start-up del progetto ChiaVe
Il mio ruolo all’interno del Progetto ChiaVe è stato quello di gestire la
prima comunicazione, affiancata dagli esperti dell’agenzia Hagam,
un’agenzia che supporta progetti di comunicazione sociale affiancando le
realtà del settore no profit nella progettazione della propria
comunicazione, con particolare attenzione ai linguaggi multimediali,
all'audiovisivo e ai nuovi media.
I miei compiti nella fase di start up del progetto nell’ambito della
comunicazione possono essere così riepilogati:
• stesura piano di comunicazione
• creazione del logo
• creazione materiale cartaceo per la conferenza
• collaborazione alla preparazione e conduzione degli incontri
formativi degli educatori
• gestione sezione ChiaVe su www.con-tatto.it
• creazione social network su Ning
• creazione materiale pubblicitario
4.1 Piano di comunicazione Il primissimo step è stato stendere il piano di comunicazione, consultabile
in allegato, che servisse come base per le azioni comunicative future.
La struttura del piano presenta obiettivi iniziali, strumenti e risorse
disponibili nella fase di avvio del progetto, ponendo poi l’attenzione sulle
caratteristiche e le potenzialità del web 2.0 e cercando di ipotizzarne l’uso
all’interno del progetto.
I punti salienti del piano sono i seguenti.
1. Creare una sezione dedicata a ChiaVe nel portale già esistente
www.con-tatto.it.
L’esperienza di Con-t@tto Spazio Adolescenti è stata molto
importante, perché ha mostrato che per i giovani il web è un media
72 72
privilegiato per comunicare con gli altri e i ragazzi ne fanno già
molto uso. Avvicinarsi ai giovani usando i loro mezzi è sicuramente
un metodo per entrare più facilmente in contatto e proporre
iniziative interessanti.
2. Creare un social network con NING, dedicato al gruppo di
adolescenti partecipanti al progetto e ai loro educatori,
probabilmente focalizzandosi sull’attività dell’Eds. Con questa
attività si vuole cercare di sperimentare l’Educativa di strada nel
mondo virtuale, integrandola all’attività tradizionale.
Con queste azioni si vuole favorire la comunicazione e lo scambio di
informazioni tra i diversi attori, quali istituzioni, professionisti
dell’educazione e ragazzi, mantenendo comunque distinti i rispettivi
ruoli.
L'intenzione è di attivare un processo partendo dall'alto – dagli
operatori – per raggiungere e poi coinvolgere direttamente i ragazzi.
L'obiettivo è quello di rendere i ragazzi protagonisti, incentivarli a
raccontare e condividere le loro storie anche attraverso l'uso di
articoli, commenti e video.
3. Affiancare coerentemente l'attività online da una comunicazione
tradizionale offline, ad esempio con manifesti e cartoline sia per
quanto riguarda la comunicazione coi ragazzi, che quella
istituzionale.
4. Preparare e condurre l’attività formativa sul web 2.0 per gli
educatori, per spiegare le caratteristiche generali del web 2.0 e come
sfruttare gli strumenti 2.0 all’interno del progetto.
4.2 Con-t@tto Spazio Adolescenti Con-t@tto è un portale dedicato ai giovani nato nel 2004 per volontà
dell’ASL di Varese, dove il progetto ChiaVe ha potuto inserirsi e avere
visibilità. Scopo di Con-t@tto è dare spazio e voce ai ragazzi della
73 73
provincia, permettendo di scrivere post su musica, cinema, droghe,
affettività e leggere gli articoli di esperti in vari settori.
Per quanto riguarda ChiaVe, la comunicazione da questo sito è
istituzionale, rivolta tanto agli adulti quanto ai ragazzi. Qui si trovano
informazioni sul progetto e sulle attività che ne fanno parte, oltre che
spunti di riflessione e discussione.
La voce dedicata al progetto è stata aggiunta nel menù dell’home page, tra
i canali esistenti. Cliccandoci sopra si apre una sezione con una propria
home e un nuovo menù sulla sinistra composto, per ora, da sei voci.
Di seguito la descrizione di ciascuna di esse:
• Attività: sono le iniziative del progetto. Ci sono articoli riguardanti
l’accompagnamento al lavoro, l’Educativa di strada, gli interventi
mirati per ragazze e stranieri e la formazione informatica degli
operatori.
• Dis-agio: è un gioco di parole per indicare la condizione giovanile,
talvolta di difficoltà e talvolta di serenità. Si è cercato di
ridimensionare la parola disagio inserendo il trattino, che, tra
l’altro, richiama le altre voci di con-tatto. In questa sezione ci sono
spunti per riflettere sulla condizione giovanile oggi, estratte da
interviste ad esperti o articoli sull’argomento.
• Formazione: in questa parte sono consultabili i riassunti degli
incontri formativi con slide e documenti allegati. Rappresenta una
miniguida per chi fosse interessato o un promemoria per chi ha
seguito il corso.
• Mappatura online: questa sezione è dedicata all’analisi di siti e
social network, per vedere quanto sono presenti i territori del
progetto ChiaVe e i ragazzi della provincia e con quali contenuti.
• Progetto: questa parte è quella più istituzionale, in cui è presentato
il progetto con estratti dal bando e dai documenti ufficiali. In rilievo
sono posti obiettivi e attività.
74 74
• Social network: quest’ultima sezione presenta il social network
dedicato all’attività dell’Eds del progetto ChiaVe.
Figura 1: Home page di www.con-tatto.it
75 75
Figura 2: Home page di ChiaVe su Con-t@tto
4.3 Logo del progetto ChiaVe Il passo successivo alla stesura del piano di comunicazione è stato la
creazione di un logo per il progetto ChiaVe, con l’obiettivo di dare
un’identità riconoscibile e coerente al progetto e alle attività che ne fanno
parte.
Dopo un’attenta analisi dei loghi presenti sul mercato, si è giunti alla
conclusione che per distinguere un progetto dedicato ai giovani era
importante usare il colore e un font che richiamasse un prodotto usato dai
ragazzi dai 14 ai 20 anni.
In questo senso le scelte sono cadute sui colori arancio, azzurro ciano,
verde, fucsia, giallo e rosso e il font richiama il marchio Converse All
Stars.
76 76
Il logo del progetto ChiaVe è composto da sei quadrati dagli angoli
smussati disposti su due colonne. Sul lato destro sono presenti il nome
del progetto e il payoff, girati a 90° antiorari.
Figura 3: Logo del progetto ChiaVe
Nella versione piccola del logo pensata per dimensioni e spazi ridotti, per
motivi di leggibilità, è stato eliminato il payoff.
Inoltre, da un punto di vista pratico, si è pensato di poter riutilizzare in
modo adeguato questi elementi grafici colorati per altre forme di
comunicazione.
4.4 Materiale cartaceo per la conferenza Come anticipato, prima di intraprendere le iniziative legate al web, ci si è
concentrati sulla promozione tradizionale e istituzionale.
La prima occasione è stata l’incontro Come l’aceto sulle fragole88 per il
quale erano necessari i seguenti materiali:
• invito sia da stampare sia da spedire via mail
• cartelloni pubblicitari
• sintesi cartacea del progetto da distribuire ai partecipanti.
Con l’aiuto dei colleghi dell’agenzia ho preparato l’invito di formato 210
mm x 100 mm, fronte e retro, riproposto in figura 4.
88 Si vedano il capitolo 2.1 e le relative note.
77 77
Figura 4: Fronte e retro dell’invito alla conferenza Come l’aceto sulle fragole
L’idea di inserire l’immagine della fragola con l’aceto balsamico è
abbastanza scontata, considerando il titolo dell’incontro. Credo che, oltre
ad essere in tema, mostrare il frutto rimandi alla mente il fatto che la
conferenza sarà un momento serio e conviviale.
78 78
Con la stessa impostazione grafica è stato pensato il manifesto per
l’ingresso della sala, in formato 100 cm x 70 cm (figura 5).
È stato scelto di tenere la stessa impostazioni grafica per questi due
materiali perché sono entrambi legati al medesimo evento, la conferenza.
Figura 5: Manifesto per l’ingresso alla sala il giorno della conferenza Come l’aceto sulle fragole
79 79
La grafica della sintesi del progetto è legata al logo e non all’evento,
proprio perché il piano del progetto ChiaVe è indipendente dalla
conferenza di presentazione (figura 6).
La copertina mostra una porzione di logo in scala di grigio ingrandita e
ruotata, in cui si intravedono alcuni quadrati e parte della scritta.
L’interno è stato pensato per essere semplice e leggibile. È stato usato un
carattere bastoni e un’ampia interlinea doppia. Le sei sezioni del testo
sono associate ad un quadratino colorato. Nel bordo di destra appaiono
incolonnati in verticale i quadrati in scala di grigio: l’unico ad essere
colorato è quello corrispondente al capitolo presente nella pagina.
Il contenuto della sintesi era stato preparato dai tecnici dei Comuni di
Vergiate e Sesto Calende per la candidatura del progetto. È stato
riadattato per la conferenza, in modo da presentare il progetto in modo
completo ma non eccessivamente dettagliato.
80 80
Figura 6: Sintesi cartacea del Progetto ChiaVe presentata alla conferenza Come l’aceto sulle fragole
81 81
4.5 Incontri per la formazione degli educatori Già dal primo incontro con gli educatori della Cooperativa L’Aquilone è
subito emerso un rapporto ambivalente tra loro e le nuove tecnologie,
soprattutto in ambito web.
Gli operatori erano consapevoli dell’importanza della comunicazione
online, ma probabilmente non si sentivano in grado di avviarla.
Per aiutarli a capire gli strumenti web e imparare ad usarli al meglio,
abbiamo organizzato un ciclo di incontri, tre dedicati all’“Alfabetizzazione
sul web 2.0” e due focalizzati su Ning.
4.5.1 Organizzazione degli incontri I momenti di formazione sono stati svolti in cinque giornate, presso la sede
della Cooperativa L’Aquilone in Sesto Calende.
Gli incontri erano dedicati agli addetti del progetto, educatori e
responsabili, ma erano aperti a tutti coloro lo desideravano. Il gruppo dei
sette educatori della cooperativa insieme al loro superiore sono stati
presenti a tutti i momenti formativi, anche se non sempre al completo. Al
primo incontro hanno partecipato anche un tecnico del comune di
Vergiate e la responsabile dell’Informalavoro, oltre che ad un’altra
educatrice esterna al progetto. Nelle due lezioni finali, invece, hanno
partecipato sei educatori, il loro superiore e due ragazzi del servizio civile
dei comuni di Vergiate e Sesto Calende.
L’impostazione del corso prevedeva di affrontare il tema del web 2.0, in
modo semplice, non eccessivamente tecnico ma comunque abbastanza
completo, per dare un quadro esauriente della situazione web che potesse
essere apprezzato anche da persone non amanti né esperte di tecnologia e
internet.
L’obiettivo era di aggiornare gli educatori sul tema del web 2.0 e pensare
ad un format ideale per il social network su Ning.
82 82
4.5.2 Primo incontro di formazione: introduzione al web 2.0 L’incontro introduttivo, della durata di 3 ore, è stato molto teorico e non si
è fatto ricorso alle slide. Si è preferito evitare l’uso del computer a favore di
una maggior comunicazione e partecipazione col gruppo, aiutati anche
dalla lavagna.
Potremmo così sintetizzare per punti gli argomenti trattati.
• Inquadramento del web 2.0 con alcuni concetti chiave come
condivisione, partecipazione/interazione, relazione orizzontale,
socializzazione e creazione di contenuti significativi.
• Caratteristiche e potenzialità del web 2.0: l'accesso a servizi di
“creazione della rete” anche per l'utente poco evoluto, in cui il ruolo
centrale è ricoperto dal singolo utente.
• Esempio importante riportato è stato la campagna elettorale del
presidente Barak Obama, che grazie alla rete ha costruito la propria
campagna elettorale, il consenso nonché la raccolta fondi più ampia
della storia.
• Cambio di paradigma col web 2.0. La relazione che si crea fra gli
utenti è una relazione alla pari, in cui tutti possono offrire il loro
contributo, commentando un articolo o un post, offrendo la loro
riflessione. La conoscenza si distribuisce orizzontalmente e non è
più dall'alto.
• Contenuto online in continua evoluzione: ciascuno propone il
proprio contributo arricchendo un articolo, un'informazione,
offrendo uno spunto anche critico per intensificare una discussione.
• Presentazione dei social network come emblema della modalità
d'interazione orizzontale.
• Effetti micro e macro dell’azione dei social network.
• Miglioramenti tecnologico e infrastrutturale che hanno contribuito
ad un notevole aumento di utenti internet attivi con gli strumenti di
condivisione.
• Attivazione pratica
83 83
Questo primo incontro si è concluso con un’attivazione pratica. I
partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi in base alla loro rete di
amicizie o di lavoro, poi è stato consegnato un foglio a ciascuno, con tre
domande e uno spazio di una riga per la risposta:
1. Cosa stai pensando?
2. Cosa fai stasera?
3. Qual è la cosa più bella che hai fatto nel week end?
Una volta che le persone hanno risposto alle tre domande passano il
proprio foglio ad un’altra persona della propria rete, che può commentare
quello che è già stato scritto, usando la riga segnata sotto. Il foglio passa
ad ogni persona appartenete al gruppo fino a quando sono stati gli
educatori stessi ad essere incuriositi e a chiedere di leggere i fogli delle
altre persone presenti.
Con questo semplice giochino – che non è altro che la dinamica alla base
di Facebook – gli educatori hanno scoperto soprattutto il lato divertente
dei social network. In realtà, ci sono stati un paio di casi in cui le persone
si sono aperte con dichiarazioni più profonde o serie, dimostrando la
possibilità di usare lo strumento in modo più responsabile.
4.5.3 Secondo incontro di formazione: strumenti web 2.0 In questo incontro, della durata di 3 ore, si è mostrata una panoramica
degli strumenti definibili web 2.0. Questa volta sono state preparate delle
slide dove erano presentati schemi riepilogativi e indicati i link per
ciascuna categoria di strumento. Le slide di questo incontro sono
consultabili in Appendice.
Di seguito, la sintesi dell’incontro.
• Contenuti in rete: testi, foto, immagini, video, musica, link,
commenti.
• Piattaforme più o meno specifiche e adatte a ciascun contenuto,
presentate in ordine cronologico.
84 84
• Esempi veri di ciascuno strumento. Casi reali particolarmente
interessanti o emblematici di forum, blog, chat, wiki, social
bookmarking, video sharing, instant messaging e social network
• Considerazioni sul fatto che le caratteristiche dei singoli strumenti
confluiscono nei social network. Ning, in questo senso, può essere
un esempio più completo, offrendo funzionalità di base come blog,
chat, forum, videosharing, photosharing, condivisione di musica e
altre nuove applicazioni.
• Considerazioni sul fatto che questi strumenti confluiscano nel mobile.
4.5.4 Terzo incontro di formazione: format per il social network
Il terzo momento formativo, durato sempre 3 ore, si è focalizzato su
esempi innovativi e dinamici di format, che potrebbero essere usati
nell’interazione su Ning. Anche questa lezione è stata supportata da
alcune slide che riportano link e punti salienti degli esempi fatti. Le slide
sono consultabili in Appendice.
Di seguito, gli esempi presentati con le relative considerazioni.
• Akkilodici, video blog di Con-tatto89. Questo format potrebbe essere
usato per caricare video di presentazione degli educatori oppure
video che presentano o raccontano un evento.
• Olivia e Marino90, linea di cracker Pavesi, legata all’idea dei valori
veri e dello stile italiano. Sul web questa linea ha attivato un blog
dove sono proposti da altri utenti gli Itinerari dello Sfizio, percorsi
interessanti per gastronomia, arte, design e musica.
Il blog di Olivia e Marino presenta diversi format. In particolare, è
molto interessante l’uso che fanno di Google Maps per segnalare un
itinerario. Nel progetto questo potrebbe essere usato per localizzare
89 Si veda: www.contatto.org/sx_canale/home.asp?sez=Akkilodici&id_sezione=57&id_subSez=0&th=1&sm=1. 90 Si veda: www.oliviaemarino.it.
85 85
luoghi di ritrovo, eventi o attività dei ragazzi. Inoltre, sul loro blog
sono presenti i social button, per condividere post coi principali
social network e il pulsante della fan page di Facebook.
• A voi Comunicare91 di Telecom, il blog dell’azienda telefonica italiana
presenta i punti di vista di personaggi famosi attraverso video
interviste, commentabili col testo. Anche nel social network del
progetto si potrebbero caricare videointerviste ad esperti in vari
settori, trovate in rete o registrate dal gruppo.
• Fiat 500 – The best car92, è un blog esclusivamente fotografico, in
cui la ricchezza delle immagini indica più delle parole. Si può
ipotizzare nel social network del progetto una sezione dedicata al
racconto di un evento per immagini.
4.5.5 Quarto incontro di formazione: ABC della scrittura su web Il quarto incontro è stato di natura teorico-pratica ed è durato un paio
d’ore.
Ci si è focalizzati su come scrivere sul web, prendendo spunto anche dai
consigli presenti sul sito www.mestierediscrivere.com.
Di seguito, per punti, gli aspetti spiegati.
• Come strutturare un articolo. L’approccio della piramide rovesciata,
con cui si comunica immediatamente ai lettori cosa c'è di speciale
nel proprio articolo.
• Come gli utenti leggono sul web. Le persone non leggono gli articoli
per intero sul web, ma guardano solo la prima parte e con poche
informazioni decidono se continuare a leggere o cercare altrove.
• Cosa sono i link e l’ipertesto: come sfruttarli per dare il maggior
numero di informazioni senza appesantire un solo articolo.
91 Si veda: www.avoicomunicare.it 92 Si veda: http://500blog.blogspot.com/.
86 86
• Come organizzare il testo per migliorare la leggibilità: il chunking e
la titolatura per suggerire al lettore il contenuto di una parte e
aiutarlo a capire se le informazioni scritte gli interessano.
• Formattazione del testo: l’allineamento e il carattere.
• Stile del testo: guida all’uso di grassetto, corsivo, sottolineato e
colore.
4.5.6 Quinto incontro di formazione: primi passi nel social network su Ning
Questo ciclo di incontri si è concluso con una parte pratica, l’iscrizione e
l’uso del social network dell’Educativa di strada su Ning. Questo è stato
l’oggetto del quinto incontro, durato un’intera giornata lavorativa.
Nonostante gli educatori mostrassero ancora qualche perplessità sull’uso
di questo strumento per integrare le attività di Eds, si sono convinti a
sperimentarlo in prima persona.
Le attività pratiche sono state le seguenti:
• Registrazione a Ning e iscrizione al social network.
• Attenzione alle domande del profilo.
• Panoramica del menù e delle funzionalità presenti.
• Gestione della privacy del proprio account e dei propri contenuti.
• Creazione di gruppi ed eventi.
• Avvio di piccole reti di amici.
• Scrittura di articoli su argomenti a loro noti, cercando di seguire i
suggerimenti dati.
• Domande tecniche sull’inserimento di foto e video.
• Pubblicazione e condivisione degli articoli.
• Rivalutazione della privacy
• Lettura e commento dei post con occhio critico, cioè verificando la
messa in pratica dei consigli dati all’inizio.
87 87
4.5.7 Considerazioni degli educatori sulla formazione Dopo i primi tre incontri l’equipe non era particolarmente soddisfatta del
lavoro formativo svolto. Secondo loro, il corso aveva semplicemente
stimolato gli operatori a pensare ad una strategia educativa sul web 2.0,
con il risultato di aver migliorato le competenze “educativo - informatiche”
del gruppo.
L’equipe avrebbe desiderato, invece, una maggiore qualità dei contenuti
trattati, preferendo approfondire aspetti più tecnici e specifici.
Il gruppo degli educatori ha manifestato la necessità di creare il social
network e dedicarlo alla sola attività dell’Educativa di strada, e non
all’intero progetto ChiaVe, per specificare meglio l’oggetto cui il social
network è dedicato.
Conclusi tutti gli incontri, gli operatori hanno ammesso che la formazione
informatica ha arricchito il loro profilo di un nuovo tassello, saper usare
gli strumenti web 2.0. Queste competenze, seppur di base, sono state
assimilate dagli educatori. I frutti del corso sono evidenti se si pensa che
nei programmi per il 2010 internet è una della azioni prese in
considerazione.
4.5.8 Considerazioni sugli strumenti proposti Nonostante nell’ultimo incontro tutti gli operatori si siano iscritti al social
network e si siano dimostrati da subito attivissimi, l’equipe ha manifestato
di non essere ancora completamente convinta dello strumento. Di seguito
sono esposte le loro perplessità.
1. Rischio di screditare il ruolo educativo e rovinare il rapporto di
asimmetria nella relazione tra educatore e ragazzo. L’osservazione è
lecita se si considera che il web 2.0 è basato sull’orizzontalità dei ruoli.
Gli educatori sono convinti che la relazione che li lega ai ragazzi abbia
il suo cuore nella relazione stessa: per questo motivo devono stare
molto attenti a come la gestiscono per non perderne la conduzione e
non raggiungere l’obiettivo.
88 88
2. Il concetto di amicizia. Usare la parola “amici” su questo social
network è molto delicato. Il concetto di amicizia oggi è stato un po’
travisato, però, un educatore non può usare il termine con la stessa
leggerezza. Il problema si può risolvere cambiando la parola “amici”
con un'altra, ma non è semplice trovare un sinonimo che non sia
freddo o astratto. “Persone”, “connessioni”, “contatti”, “conoscenti”
sono tutte ipotesi su cui riflettere con attenzione. L’uso di “amici” o di
un altro termine sbagliato potrebbe indurre i ragazzi a credere di
essere entrati in una relazione più profonda con gli educatori,
mutando così il rapporto esistente.
Questa preoccupazione è radicata in base all’esperienza degli
educatori. I ragazzi dell’Eds chiedono l’amicizia su Facebook agli
educatori, che la respingono. Gli adolescenti quando li incontrano
chiedono aggiornamenti e gli operatori motivano il loro rifiuto
spiegando ai ragazzi che preferiscono entrare in contatto su Facebook
con loro pari, mentre la relazione tra educatore e ragazzo è diversa.
Questi giovani non comprendono le ragioni, perché a loro volta sono
“amici” su Facebook dei loro genitori e insegnanti, persone con cui
dovrebbero avere una relazione impari.
All’educatore pare veramente strano che un ragazzo ammetta nella
propria cerchia di amici un genitore ma pare altrettanto strano che il
genitore cerchi il contatto con il proprio figlio su Facebook.
All’educatore pare ancora più inverosimile che un insegnante entri a
così stretto contatto con i propri alunni. La figura dell’educatore è
simile a quella dell’insegnate e proprio per questo motivo i ragazzi non
comprendono le motivazioni del rifiuto da parte degli educatori, e
questi ultimi non capiscono le posizioni degli insegnanti.
3. Tutela della privacy degli educatori. Da un lato è una
preoccupazione generale, legata al web e alla diffusione di dati
personali senza controllo. Dall’altro è un timore connesso alla
89 89
possibilità di perdere la propria riservatezza e il proprio status di
educatore nei confronti dei ragazzi che s’iscrivono al social network.
Per questo motivo gli operatori hanno deciso che la propria pagina
fosse visibile solo agli amici, decidendo di concedere l’amicizia su Ning
solo ai propri pari e non ai ragazzi. In questo modo si difende anche il
ruolo dell’educatori di cui si parlava al punto 1.
4. Volontà di agire online esattamente come in strada. Solitamente
non sono singoli operatori ma è la coppia di educatori che fa Eds. Così
l’equipe avrebbe voluto mantenere questa identità di coppia anche
all’interno del social network, creando profili per le coppie di educatori.
In questo modo ci sarebbe stato un numero alto di doppi profili, cioè
educatori iscritti sia come persona sia come coppia. Questa soluzione
avrebbe creato confusione all’interno del social network invece di dare
continuità rispetto alla strada. Inoltre, gli educatori si sarebbero
trovati in difficoltà a gestire i doppi profili.
5. Sfruttamento positivo delle potenzialità degli strumenti, senza
cadere nella banalità. Quest’aspetto è legato non solo alla scelta di un
format interessante per i ragazzi, ma anche alla costanza di attività e
alla presenza degli educatori nel social network. Il gruppo di educatori
è consapevole che gli strumenti web non presidiati o poco aggiornati
sono inutili e dannosi, ma ammette che tenerli attivi e aggiornati in
modo costruttivo sarebbe molto faticoso.
6. Tempi e capacità di gestione. L’equipe ha ammesso che sarebbe
molto impegnativo dedicarsi all’aggiornamento di questi strumenti, a
causa della poca dimestichezza con le nuove tecnologie e allo scarso
tempo disponibile.
Gli educatori lavorano già molto su diversi progetti ed è impensabile
occuparsi della comunicazione sul web all’esterno dell’orario
lavorativo. L’attività di Eds comporta una o due uscite settimanali di
un paio d’ore ciascuna in ogni comune. Una possibilità sarebbe di
portare notebook e chiavetta per la connessione internet durante le
90 90
uscite e lavorare sul web insieme ai ragazzi. Questa potrebbe essere
un’ipotesi interessante, ma credo si renderà necessario che un
educatore designato trovi altro tempo e si dedichi all’interazione sul
social network, come accade per l’Informagiovani di Vergiate.
7. Facebook e il suo dominio. C’è spazio per un’alternativa?
Gli educatori, quando discutono con i ragazzi dell’amicizia su
Facebook, capiscono che per gli adolescenti questo social network
rappresenta molto. Ultimamente, hanno cercato di sondare il terreno
per capire se uno strumento alternativo potesse essere utile per
comunicare con loro. I ragazzi sembrano accettare il compromesso di
avere uno strumento dedicato per entrare in relazione con i loro
educatori. Sotto questo punto di vista Ning potrebbe essere una
soluzione ottimale.
La competizione con Facebook rimane comunque forte. Questo
significa che un’azione sul social network più famoso è necessaria per
far capire che si sta al passo coi tempi. L’aspetto che preoccupa di più
gli educatori è legato al contenuto. Su Facebook questi ragazzi trattano
di argomenti divertenti ma piatti, mentre quando Ning era stato
provato a dicembre poneva al centro il blog, un’attività più complessa.
Un’impostazione di questo tipo sarebbe ottimale per persone più
grandi, mentre sarebbe un insuccesso coi ragazzini.
Non per questo il social network su Ning è un’idea da abbandonare.
Infatti, dando spazio alla mappa e ai video, si è sicuramente raggiunto
un format più vicino agli adolescenti.
8. Foto, video e musica: tra divertimento e privacy.
I ragazzi sono molto interessati video, musica foto, materiali che
presentano però un problema rilevante legato alla privacy dei minori.
Durante le attività o gli eventi organizzati dagli educatori, nei limiti del
possibile, informano le persone che potrebbero essere riprese, ma non
è semplice gestire eventi con molti partecipanti.
91 91
Per evitare complicazioni gli educatori preferiscono limitare la
pubblicazione delle foto e non permettere ai ragazzi di caricarne su
questo sito. Per questo motivo la sezione è al momento disabilitata.
Problemi analoghi sono legati ai video. L’esperienza degli educatori li
porta a credere che sia più semplice gestire questo materiale. La
maggior parte dei video sarebbe prima caricata su YouTube, con un
bacino di utenza più ampio, ed è ipotizzabile pensare che se ci fossero
problemi si presenterebbero prima in quella sede.
Discorso diverso per il caricamento dei programmi della Radio Web. È
ovvio che si debba pagare i diritti, ma questa procedura è già avviata
anche per altre iniziative, quindi non preoccupa particolarmente. Tra
l’altro questo sarebbe un investimento utile considerato che i ragazzi
sono attirati dalla Radio Web e partecipano volentieri alle trasmissioni.
9. Idee per il futuro: il rapporto sulle dipendenze
L’equipe ha lanciato una proposta su come poter sfruttare
ulteriormente Ning. La Cooperativa ha intenzione di raccogliere dati
sull’uso delle sostanze e sulle dipendenze nel Distretto di Sesto
Calende. Non solo per avere un quadro aggiornato del fenomeno, ma
anche per programmare interventi di informazione e prevenzione.
In merito a questo progetto, il gruppo di educatori crede che Ning
potrebbe essere una sede idonea per raccogliere dati e fare
informazione, un ambiente si spera vissuto, frequentato e riservato.
4.6 Ning La creazione del social network usando Ning è la parte centrale della mia
attività. Digitando l’indirizzo www.progettochiave.ning.com è possibile
raggiungere il social network, guardare liberamente i contenuti e
richiedere l’iscrizione.
La prima versione era dedicata all’intero progetto ChiaVe, ma
effettivamente creare un social network dedicato a tutto il progetto era
92 92
un’azione ambiziosa e utopistica. Bisogna considerare che, in realtà, non
tutte le attività che rientrano nel progetto sono già state attivate: ChiaVe è
un’azione che si sviluppa in tre anni e in questi primi mesi pochissime
iniziative hanno già preso forma.
Cercare di racchiudere tutte le persone o gli enti che si occupano di
ciascun aspetto sarebbe stato eccessivo e inutile. Per questo, dopo varie
riflessioni insieme agli educatori, si è arrivati alla conclusione che fosse
meglio dedicare questo social network alla sola Educativa di strada,
attività già in svolgimento che fa parte del progetto ChiaVe.
L’obiettivo generale di creare un social network è di integrare l’attività di
Eds tradizionale con un’azione online. Lo scopo più specifico è quello di
avvicinarsi ai giovani attraverso i mezzi che loro stessi usano e sfruttare
questi strumenti sia in fase di aggancio sia di organizzazione dei lavori.
Per l’Eds questi obiettivi sono doppiamente importanti. Oltre a queste
motivazioni già espresse, gli educatori sono portati ad avvicinarsi ai
giovani nei luoghi di svago e ritrovo. Spesso i ragazzi in situazioni difficili
si trovano in posti degradati, ma non per questo si evitano, anzi. Lo stesso
principio è rapportabile alla rete: non tutti i siti e i contenuti pubblicati in
rete sono buoni, ma schivarli non risolve la questione. Proprio per questo
è importante che gli educatori capiscano questi strumenti e imparino ad
usarli.
La scelta del format e delle funzionalità da inserire è stata fatta in base
agli interessi dei giovani e alle mode del momento.
In un breve incontro con il coordinatore dell’equipe, si è pensato di
focalizzarsi sugli aspetti importanti per i ragazzi e gli educatori dell’Eds.
Per trasmettere l’idea che si parli di un’azione sul territorio, il modo
migliore era comunicare attraverso una mappa. Questo format richiama in
modo diretto la strada, che è il luogo di incontro tra educatori e ragazzi,
mostra luoghi di ritrovo e di interesse per i giovani della zona. Anche le
93 93
altre sezioni sono state inserite per fare notare le attività più stimolanti
per i giovani, come video, radio ed eventi.
Al momento il menù è così organizzato.
• Mappa: è stata inserita questa sezione dove sono proposte le
immagini di Google Maps per mostrare luoghi di interesse giovanile
sui territori dell’Eds. Molto probabilmente verranno predisposte
delle sottosezioni per ogni comune interessato dall’attività.
• Eds: in questa sezione sono spiegati i dettagli dell’Eds nei singoli
territori, come giorni e orari in cui incontrare gli educatori. È ancora
da decidere come impostare questa sezione e se inserire queste
informazioni in altre parti.
• Partecipanti: in questa pagina è possibile vedere tutti quelli che
partecipano al social network.
• Gruppi: gli educatori si occupano di Eds su diversi territori, perciò è
molto probabile che si desideri creare dei gruppi legati ai paesi.
Inoltre, si è ipotizzato che la stessa equipe di educatori volesse
creare un gruppo riservato per condividere e comunicare.
• Video: i ragazzi si mostrano molto incuriositi dai video e trascorrono
molto tempo su YouTube. Selezionarne alcuni di varie categorie –
video musicali, eventi, incontri, videointerviste, svago – e caricarli in
questa sezione pare essere una buona idea.
• Radio: la Radio Web93 è un’iniziativa molto importante e seguita su
questo territorio. L’idea sarebbe di avere nel lettore multimediale
una playlist con i programmi trasmessi.
• Eventi: la sezione dedicata agli eventi serve per porre in evidenza
una festa o un incontro. Inoltre, queste informazioni possono
integrarsi con quelle pubblicate sugli altri social network.
• Blog: è una sezione interessante dove poter condividere con gli altri
riflessioni e commenti, ma è stata volutamente lasciata per ultima
perché forse un po’ complessa per gli adolescenti.
93 Si veda: http://hubcreativi.it/index.php?p=news&o=DisplayNews&id=39.
94 94
Un’attenzione particolare è da dedicare all’impostazione della privacy.
Tema analogo si presentava per la visibilità degli articoli scritti e per la
possibilità di commentarli. È stato spiegato agli educatori che lo scopo di
pubblicare post su Ning era di scrivere contenuti significativi e competenti
su temi che riguardassero i giovani. Per questo non era da escludere che
un articolo risultasse interessante anche ad un estraneo. Per favorire la
diffusione di informazioni e temi stimolanti era opportuno permettere a
chiunque, anche esterno al network, di leggere i post. Inizialmente questa
idea non è stata accolta da tutti. Chi si è rifiutato si è ricreduto quando si
è reso conto che i suoi articoli non potevano essere letti da tutti, o che era
spiacevole non poter leggere il post di un altro.
In conclusione, tutti gli educatori hanno impostato una visibilità massima
per i loro articoli, ricordandosi di poter gestire la privacy per ciascun post.
Discorso differente per quanto riguarda il commento. Può essere fastidioso
ricevere un commento negativo e non costruttivo da una persona estranea
e disinteressata. Come può essere seccante dover aspettare l’approvazione
del proprio commento. In questo caso è stata proposta una soluzione
intermedia: concedere di far commentare liberamente i post a tutti i
membri del social network. È vero che tra i membri ci potrebbero essere
diverse personalità, ma se sono stati ammessi nel social network, c’è
garanzia che siano persone conosciute e interessate.
95 95
Figura 7: Home page del social network dell’Educativa di strada su Ning
4.6.1 Facebook Questa ultima parte è invece dedicata alle iniziative del progetto su
Facebook. Gli addetti dell’Informagiovani di Vergiate hanno aperto una
pagina su questo social network, curata da una giovane educatrice molto
comunicativa.
Giovani Vergiate ha stretto amicizia con più di 150 persone, da novembre
2009, quando ha attivato la pagina in occasione della festa dei quindici
anni del CAG di Corgeno. Il suo profilo è aggiornato con riferimenti ad
eventi, corsi e feste organizzate per i giovani da una rete di operatori del
territorio.
Ad esempio, in questo momento gli ultimi link inseriti riguardano
l’informatica, ai viaggi per i giovani, ad un cineforum della zona e alla
programmazione della Radio Web.
96 96
Figura 8: Profilo di Giovani Vergiate, account dell’Informagiovani di Vergiate
La pagina dedicata al servizio Informagiovani è seguita da un’educatrice
che dedica circa due ore la settimana all’aggiornamento del profilo.
I risultati di questa iniziativa sono ottimi: ragazzi, educatori e operatori del
comune sono entusiasti del suo successo, legato innanzitutto al disuso
dello sportello fisico dell’Informagiovani. L’azione su web è l’attività
principale ed ha riavvicinato l’ente ai ragazzi. Il bacino di Facebook è
molto grande e già circa 150 ragazzi hanno stretto amicizia con Giovani
Vergiate.
Gli addetti hanno preferito non creare una fun page o un gruppo e
iscriversi come una persona perché volevano poter instaurare una
relazione con chi li contattava. Spesso i nuovi amici chiedono nella chat
qualche informazione in più su chi segue direttamente la pagina,
dimostrando di essere attenti e interessati a conoscere chi è dall’altra
parte. Talvolta la formatrice rifiuta l’amicizia di alcuni ragazzi perché li
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conosce e sa che hanno meno di 15 anni, il che significa che non
potrebbero essere iscritti a Facebook. Solitamente alla prima occasione
d’incontro si discute di questo fatto.
Le iniziative di Giovani Vergiate sono legate soprattutto all’organizzazione
di eventi sul territorio della provincia che riguardano i giovani, organizzati
sia nell’ambito di ChiaVe sia da altre società, gruppi o istituzioni. La
risposta dei destinatari è positiva sia online – con la richiesta di
informazioni o l’adesione – che offline, con la partecipazione effettiva a
corsi o eventi.
L’azione di Giovani Vergiate su Facebook funziona solo quando è
l’Informagiovani che raggiunge direttamente tutti i ragazzi, ad esempio
attraverso un messaggio o un invito. Altrimenti pochi consultano il profilo
per vedere se ci sono aggiornamenti e danno feedback sui nuovi contenuti.
Sono stati veramente rari i casi in cui i giovani per primi hanno cercato gli
operatori. Un caso importante è stato quello di un gruppo di ragazzi
amanti della musica, che è entrato in contatto con l’ente per sapere se era
possibile organizzare eventi o fare radio. Questo contatto è stato subito
sfruttato e con questi ragazzi si sono organizzati eventi musicali.
L’altra pagina su Facebook da segnalare è quella dell’Eds di Taino.
Questa attività non rientra territorialmente nel progetto ChiaVe, ma gli
operatori che se ne occupano sono gli stessi, appartenenti alla Cooperativa
L’Aquilone.
La pagina è stata aperta su Facebook a dicembre, quando la formazione
era ancora in corso. Si può affermare che questo è stato il primo passo
autonomo degli educatori nell’uso degli strumenti web 2.0.
La pagina in questione è utilizzata soprattutto per promuovere e gestire gli
eventi organizzati da ragazzi ed educatori sul territorio di Taino.
“Educativa di strada di Taino” è il profilo della coppia di educatori, che
interagiscono coi ragazzi.
98 98
Figura 9: Pagina dedicata all’Eds di Taino
4.7 Manifesto pubblicitario L’ultimo materiale preparato è stato un manifesto per far conoscere le
attività del Progetto ChiaVe nei comuni di Vergiate e Sesto Calende.
L’affissione, inizialmente prevista per dicembre 2009, è stata posticipata a
febbraio 2010.
Il cartellone, formato 100 cm x 70 cm, presenta le sei macro attività
usando bande colorate effetto bordi rovinati, con le tonalità dei quadrati
del logo.
La novità introdotta in questo manifesto è l’indirizzo web dove reperire
informazioni sul progetto: www.progettochiave.it è l’indirizzo a cui si
accede al social network su Ning.
99 99
Figura 10: Manifesto del Progetto ChiaVe da affiggere sui muri cittadini
100 100
5. Conclusioni e sviluppi futuri
5.1 Considerazioni finali Nella fase di start up del progetto le attività di comunicazione sono state
prevalentemente di carattere istituzionale, mentre si è dato l’incipit alle
azioni sul web, anche attraverso la formazione degli educatori.
Di seguito un riepilogo del lavoro svolto:
• Stesura del piano di comunicazione
• Creazione del logo
• Preparazione materiale per la conferenza: invito, manifesto e
documento di sintesi
• Creazione e gestione della sezione ChiaVe sul portale Con-t@tto e
scrittura dei primi articoli
• Preparazione del social network su Ning dedicato all’Eds e scrittura
dei primi contenuti
• Formazione web 2.0 per gli operatori e collaborazione nelle prime
interazioni sul social network.
Osservazioni più importanti si possono fare sulla formazione agli operatori
e sulla scelta del format per il social network su Ning.
Per quanto riguarda la formazione, complessivamente si può essere
soddisfatti del risultato ottenuti. Ecco un breve riepilogo degli argomenti
trattati durante gli incontri.
• Introduzione al web 2.0
• Strumenti web 2.0
• Format giovani per il social network
• ABC della scrittura su web
• Prime azioni nel social network
L’approccio tenuto durante il corso non è stato molto tecnico. Questa
scelta è giustificata dal fatto che, sin dal primissimo incontro di
presentazione, gli educatori non hanno manifestato grande dimestichezza
101 101
con gli strumenti informatici. Per questo motivo si è preferito adottare un
taglio semplice, che fornisse una panoramica abbastanza completa ma
non eccessivamente specialistica.
L’obiettivo principale del corso era mettere a disposizione nozioni e
strumenti idonei per indicare un format esistente o pensarne uno nuovo
adatto all’Eds. Questo obiettivo è stato raggiunto con la scelta di inserire
la mappatura dell’Eds attraverso le mappe di Google Maps.
È importante riconoscere che la formazione ha avuto altri riscontri
positivi. Per la prima volta, gli educatori hanno inserito interventi sul web
nei nuovi programmi e hanno aperto le pagine su Facebook dell’Eds di
Taino e dell’Informagiovani di Vergiate.
Per quanto riguarda i contenuti del social network è ovvio che ci si debba
avvicinare ai gusti e alle tendenze dei ragazzi interessati.
La scelta di focalizzarsi sulle mappe dell’Educativa di strada, attraverso
Google Maps è molto interessante. L’Eds è un’attività che nel suo nome
richiama già l’idea della strada e non c’è modo migliore di rappresentarla
se non attraverso una mappa.
La possibilità di segnalare punti strategici per i giovani, arricchendo il
segnaposto con immagini e video oltre al testo è sicuramente un aspetto
molto importante, che renderebbe il format ancora più originale.
Sulla cartina si possono indicare i posti interessanti per i giovani, in
particolare:
• luoghi di ritrovo “spontanei” dei ragazzi: parchi, bar, piazze, …
• luoghi di ritrovo in collaborazione con l’Eds o altre attività giovanili:
bar e altri locali convenzionati
• luoghi di ritrovo “istituzionali”: CAG, Edubar, biblioteche, sale
polivalenti, …
• luoghi per hobby e tempo libero: sale prove, sede della Radio Web,
piste da skate, campi sportivi, muri legali, …
102 102
• sedi di corsi, concorsi o eventi promossi dall’Eds o da altre
organizzazioni
• percorso fatto dagli educatori di strada e luoghi d’incontro nei
momenti di Eds
In conclusione, la mappa del territorio è un’ottima idea perché:
• rappresenta il collegamento tra le attività reali e il social network
virtuale
• offre informazioni utili in modo immediato e diverso dal solito testo
• può essere un primo motivo di interazione, nel momento in cui i
ragazzi segnalano nuovi luoghi o eventi
5.2 Sviluppi futuri Con il lavoro fin qui svolto si è raggiunto l’obiettivo di integrare alle attività
tradizionali, offline alcune iniziative online:
• sezione riservata al progetto ChiaVe su Con-t@tto
• social network dedicato all’Eds su Ning
• pagine su Facebook rivolte all’Eds di Taino e all’Informagiovani di
Vergiate.
Queste iniziative online rappresentano un punto d’incontro tra la strada e
il web. In questo luogo mediato si sviluppa una relazione virtuale tra i
ragazzi partecipanti alle attività proposte e gli adulti che le gestiscono, che
vivono già una relazione nel mondo reale.
Per dare un senso alle azioni su web, l’interazione in questo luogo non
deve’essere fine a sé stessa. Da questa interazione devono scaturire altre
iniziative reali, fisiche e concrete.
Ecco alcuni esempi di attività che potrebbero essere organizzate in modo
più collaborativo online, usando gli strumenti web 2.0:
• eventi e concorsi sportivi, musicali o artistici
• concerti, attività o feste
103 103
• corsi di varia natura (per fonici, barman, …)
• trasmissioni di programmi dalla Radio Web.
Un aspetto importante riguarda la gestione e l’aggiornamento delle pagine
web, soprattutto quando gli strumenti usati aumenteranno. L’esperienza
diretta ci porta a riflettere su tre questioni:
• gli educatori vorrebbero essere tranquilli della serietà dei contenuti e
del possesso di eventuali autorizzazioni alla pubblicazione
• gli educatori hanno problemi di tempo per gestire questi strumenti
• la filosofia web 2.0 porterebbe ad un’attiva collaborazione di tutti i
partecipanti
In virtù di queste riflessioni, credo che, per quanto riguarda l’inserimento
dei contenuti, il passaggio sarà graduale. Inizialmente il controllo da parte
degli educatori sarà maggiore, ma l’obiettivo finale è quello di collaborare
insieme ai ragazzi. Ciò significa che verrà permesso loro di pubblicare e
condividere materiale senza chiedere permessi interni, il controllo sarà
solo a posteriori.
5.2.1 Prossime iniziative sul web È sicuramente auspicabile che nella prosecuzione del progetto si
intraprendano nuove attività online, per arricchire questo luogo d’incontro
di nuove possibilità.
Azione compatta su Facebook
Facebook è il social network più famoso e usato. Quasi tutti gli adolescenti
hanno un profilo e gli iscritti dedicano molto tempo alla propria pagina.
Per questo motivo Facebook è un luogo dove gli educatori dell’Eds devono
essere presenti perché ci sono i ragazzi.
Dal mio punto di vista la creazione di una fan page è una buona
soluzione. In questo modo la pagina rappresenterebbe solo un canale
promozionale per far conoscere le attività, le iniziative e gli eventi. Non si
104 104
dovrebbe lasciare spazio a commenti o interazioni, promuovendo per
questo il social network su Ning. L’azione dell’Eds deve sfruttare questo
strumento per avvicinare i ragazzi e portarli in siti più protetti, dove
potersi incontrare e comunicare in modo più tutelato.
Affacciarsi a Facebook per l’Eds significherebbe apparire moderna,
aggiornata e vicina ai giovani. Questa posizione sarebbe sicuramente
apprezzata e il movimento dell’Eds acquisterebbe nuovo fascino agli occhi
dei ragazzi.
Gestione istituzionale di video e foto: la questione della privacy, il
canale su YouTube e gli l’album su Flickr
Video e foto sono contenuti interessanti per i giovani d’oggi. La proposta è
di creare un canale su YouTube e un album su Flickr.
La questione principale che riguarda la pubblicazione di questo materiale,
è legata al rispetto della privacy nella pubblicazione di video e foto. È bene
che i responsabili si attivino per trovare il modo di ottenere
l’autorizzazione a condividere il materiale, così da rispettare la normativa
ed essere tranquilli delle proprie azioni.
Creare un canale dedicato a ChiaVe o ai singoli progetti, con un chiaro
riferimento al territorio, è sicuramente un modo migliore di porsi, dà l’idea
della serietà dell’organizzazione del progetto.
Un discorso analogo è da fare per le fotografie. Sarebbe bene creare un
profilo e un album su Flickr, in modo da organizzare al meglio le immagini
legate al progetto.
Dall’analisi online del territorio è emerso che Flickr è usato da persone più
adulte rispetto ai giovani dell’Eds ed anche il contenuto è meno
superficiale. Non per questo il canale foto è da sottovalutare. Se i giovani e
gli adulti vedono un’organizzazione seria dietro a questo progetto, saranno
sicuramente più favorevoli e ben disposti alle iniziative programmate.
105 105
Apertura a Twitter
Twitter, emblema della comunicazione veloce e in tempo reale, è l’ultimo
social network da prendere in considerazione in questo momento. L’uso
diffuso dei cellulari e della navigazione in rete con i dispositivi mobili sono
alla portata di tutti, soprattutto dei ragazzi. Gli adolescenti si connettono
ad internet dal cellulare e navigano soprattutto in Facebook. Dare la
possibilità di interagire anche con Twitter credo sia un’iniziativa
stimolante. I ragazzi sono sicuramente aperti a nuove esperienze e se
ancora non conoscono questo social network, lo potranno facilmente
apprezzare.
Un aspetto interessante è dato dal fatto che strumenti come Twitter,
Facebook ed ora anche Ning si possano integrare fra loro, condividendo
automaticamente i contenuti caricati su uno di questi social network.
Con-t@tto l’aggregatore
Con-t@tto – Spazio Adolescenti credo che fra tutti gli strumenti 2.0
rimanga quello più tradizionale, nonostante sia impostato in modo
interattivo e solitamente gestito dai ragazzi. Se anche le altre iniziative web
proposte andranno a buon fine, è possibile che l’attenzione dei giovani per
Con-t@tto diminuisca.
In ogni caso questo sito offre la possibilità di informare tutta la
popolazione interessata al progetto delle iniziative che si svolgono. Per
questo motivo, la sezione ChiaVe è bene che sia sempre aggiornata, in
modo da far conoscere le attività che si fanno sia online sia offline.
Affiancamento della comunicazione cartacea
Nonostante i ragazzi ormai siano proiettati verso gli strumenti web, credo
sia importante affiancare una comunicazione cartacea. È doveroso
valutare l’azione più efficace da adottare per avvicinare i ragazzi.
Probabilmente la cartolina è una buona idea. Il formato è piccolo e
maneggevole, ma nello stesso tempo si possono inserire le informazioni
106 106
più importanti. Forse i manifesti non sarebbero troppo considerati, anche
se potrebbero richiamare l’attenzione.
Nella cartolina si vede un potenziale in più. Il ragazzo la prende perché ne
è incuriosito oppure perché ne ha parlato con l’educatore e può leggerla
con calma quando desidera.
Ovviamente la cartolina deve fare riferimento ad un sito dove reperire le
informazioni: il social network e Con-t@tto sono entrambe buone ipotesi.
107 107
6. Allegati
Allegato 1: Piano di comunicazione
PIANO DI COMUNICAZIONE PER UN PROGETTO DI
EDUCATIVA DI STRADA Nell’ambito del progetto ChiaVe proponiamo una serie di interventi coerenti ed
integrati con le linee progettuali e con gli attori coinvolti.
Per quanto riguarda il web pensiamo a due iniziative. La prima è l'evoluzione in
stile web 2.0 del portale www.con-tatto.it già esistente, sfruttando i suoi punti di
forza quali la semplicità e l'idea di interattività. La seconda è la creazione di un
social network usando lo strumento NING, dedicato ai ragazzi che partecipano
al progetto e ai loro educatori.
QUALI OBIETTIVI E QUALI STRUMENTI
Obiettivi Il centro del progetto sarà quello di avvicinare le realtà istituzionali e
professionali al mondo giovanile usando i mezzi che questo predilige: per questo
motivo ci sarà un'attenzione particolare agli strumenti web che si useranno. Con
questa attività si vuole cercare di sperimentare l’educativa di strada nel mondo
virtuale, integrandola all’attività tradizionale.
Un’azione fondamentale sarà iniziare e agevolare lo scambio di informazioni tra
i diversi attori:
• istituzioni: dirigenti, assessori
• professionisti: operatori e formatori
• pubblico: ragazzi
Ovviamente saranno possibili modalità di interazione distinte, a seconda degli
interlocutori:
• comunicazione tra le diverse realtà istituzionali e professionali coinvolte
• comunicazione tra operatori, formatori e ragazzi, in tre modalità:
1.1. verticale (indice di una comunicazione istituzionale e formale)
1.2. pari (indice di una comunicazione informale)
1.3. leggermente asimmetrica (più o meno informale a seconda dei casi)
108 108
A seconda della modalità d'interazione il linguaggio e la forma saranno
differenti, pur volendo mantenere uno stile amichevole.
• comunicazione alla pari tra i ragazzi
L'intenzione è di attivare un processo partendo dall'alto – dagli operatori – per
raggiungere e poi coinvolgere direttamente i ragazzi. L'obiettivo è quello di
rendere i ragazzi protagonisti, incentivarli a raccontare e condividere le loro
storie anche attraverso l'uso di articoli, commenti e video (cellulare, camera, ...),
in stile web 2.0.
Ai ragazzi saranno specificati alcuni paletti da rispettare, che potranno essere più
o meno rigidi a seconda dei casi e degli argomenti. Ad esempio in alcune sezioni
ai ragazzi sarà impedito di scrivere poiché dedicate ad alcuni esperti che offrono
consigli o danno informazioni su droghe, alcol o malattie, oppure sono riservate a
norme e leggi pubblicate dagli educatori.
Strumenti Per incentivare i ragazzi a prendere parte alle attività su web in prima persona, si
prevede di creare un social network dedicato al gruppo di ragazzi partecipanti al
progetto e agli educatori, usando la piattaforma NING.
Verrà creata una sezione dedicata al progetto ChiaVe, che sarà da un lato
“autonoma”, cioè raggiungibile con un url diretto, e dall’altro apparterrà al
portale. Infatti, verranno inseriti un canale e una voce di menù destinati al
progetto. Inoltre, vista l'attenzione posta agli eventi musicali e all'uso di sostanze
stupefacenti, sarà possibile prevedere dei collegamenti ad articoli riguardanti
questi temi nelle relative sezioni, con-musica e con-sostanza.
L'attività on-line dovrà essere coerentemente affiancata e supportata da una
comunicazione tradizionale off-line, ad esempio con manifesti e cartoline. In
tal senso, il primo passo sarà la creazione di un logo del progetto ChiaVe per
dare identità riconoscibile e coerente al progetto e alle attività che ne faranno
parte. In questa prima attività non si prevede la cooperazione con ragazzi e
operatori, preferendo studiare il logo in agenzia.
109 109
Risorse
Accanto alla società Hagam parteciperà al progetto Nicole Colombo, in qualità di
tesista del corso di laurea specialistica in Teoria e tecnologia della
comunicazione, dell'interfacoltà di Psicologia e Informatica dell'Università degli
Studi di Milano-Bicocca.
Il compito della laureanda nella fase di start up del progetto consisterà nella:
• partecipazione alla creazione del logo
• attivazione e mantenimento del processo di coinvolgimento dei ragazzi sul
web, attraverso la pubblicazione di articoli e video inerenti al progetto
• creazione social network su piattaforma NING
• redazione dei primi contenuti
• partecipazione ai momenti formativi degli operatori.
PERCHÈ IL WEB? Con l’esperienza di Con-t@tto Spazio Adolescenti si è capito che i giovani hanno
già la tendenza ad interagire coi coetanei ed oggi il web è un media privilegiato
in tal senso, poiché i ragazzi ne fanno già molto uso.
Avvicinarsi ai giovani usando i loro mezzi è sicuramente un metodo per entrare
più facilmente in contatto e proporre iniziative interessanti.
I dati mostrano che sempre più i giovani utilizzano internet, come strumento di
interazione sociale per condividere esperienze, scambiarsi foto, video, messaggi,
per gioco, per studio, per trascorrere il proprio tempo libero. Il social network
sostituisce il vecchio "muretto" e rappresenta un luogo di incontro virtuale, dove
poter esprimere la propria personalità e ampliare le proprie conoscenze, anche
culturali, tramite lo scambio di opere multimediali.
Cos’è il web 2.0 Il web 2.0 è una locuzione utilizzata per indicare uno stato di evoluzione di
internet rispetto alla condizione
Precedente, definita 1.0. Si tende ad indicare come web 2.0 l'insieme di tutte
quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-
utente.
Il filo conduttore del web 2.0 è una nuova filosofia all'insegna della
collaborazione, dell’interazione sociale realizzata grazie alla tecnologia. Il web 2.0
110 110
dà grande spazio alla dimensione sociale e alla condivisione delle risorse:
sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire
invariati (come forum, chat e blog) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad
aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di
fruire, creare e modificare i contenuti multimediali.
Questa situazione è dovuta anche alla facilità di accesso ai servizi, grazie al
basso costo e alle poche competenze tecnologiche richieste. Ciò permette anche
all’utente poco evoluto di scrivere, commentare e pubblicare contenuti.
Il web 2.0 nel progetto ChiaVe Il web 2.0 sembra calzare perfettamente con l’idea del progetto ChiaVe di volersi
avvicinare ai giovani usando i mezzi a loro più congeniali, in modo interattivo,
favorendo una partecipazione attiva e non una comunicazione passiva calata
dall’alto.
L’idea di fondare un social network “personale” piuttosto che usarne altri più
conosciuti e diffusi (es. Facebook, MySpace, Twitter, …) ci pare migliore per “fare
gruppo” tra i ragazzi.
La piattaforma NING ha notevoli vantaggi circa i temi di privacy e usabilità:
• essendo un social network personale con cui possiamo gestire gli accessi,
sarà possibile condividere informazioni, foto, video con persone che
realmente si conoscono e con cui già si condividerebbero. In questi modo il
problema della protezione della propria privacy è notevolmente ridotto
rispetto ai social network più diffusi
• la piattaforma NING è veramente molto usabile sia dal punto di vista
dell’utente “semplice” che dal lato amministrativo e questo permette a tutti
i partecipanti di poter dare il proprio contributo on-line.
Gli operatori – non molto esperti di nuove tecnologie – saranno sicuramente
incentivati all’uso di tale piattaforma grazie a queste caratteristiche di attenzione
alla privacy ed elevata usabilità.
Al fine di rendere possibile e migliore l’interazione sul web saranno previsti dei
momenti formativi per sviluppare le competenze degli operatori circa l'uso del
PC e in ambito web, spiegando loro l'ABC redazionale on-line (scrittura testo,
inserimento video) e il funzionamento del social network su NING lato client.
111 111
Un modo per coinvolgere e interessare i ragazzi, sfruttando al meglio le possibilità
offerte da social network, web e tecnologie, potrebbe essere quello di mostrare le
attività che si svolgono, in modo che siano incuriositi da un'esperienza reale e
siano motivati ad avvicinarsi al gruppo.
Sul web questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso il racconto delle
attività:
• aiutare gli operatori iniziando l’interazione attraverso il social network,
pubblicando articoli e altri contenuti e dall’altro
• gli operatori potrebbero esporre le attività tipo che si svolgono
• alcuni ragazzi potrebbero raccontare una specifica attività che hanno
svolto
Questi racconti potrebbero essere in diversi formati quali video, foto o articoli.
Dal mio punto di vista le testimonianze degli operatori dovranno trasmettere la
serietà del progetto e della attività, mantenendo uno stile informale data la
giovane età degli educatori. I ragazzi potranno permettersi uno stile più
informale e spontaneo.
Queste caratteristiche dovranno trasferirsi al materiale prodotto. Così, è
preferibile che i video degli operatori siano ripresi con una videocamera, mentre
quelli dei ragazzi potranno anche essere ripresi con il cellulare; stesso discorso
vale per le fotografie. Per quanto riguarda gli articoli, lo stile dovrà essere
sempre amichevole e semplice ma più o meno formale a seconda del ruolo
ricoperto.
112 112
Allegato 2: Slide secondo incontro di formazione
113 113
114 114
115 115
116 116
117 117
Allegato 3: Slide terzo incontro di formazione
118 118
119 119
120 120
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Ringraziamenti
Al termine di questo lavoro desidero ringraziare le persone che, in modi
diversi, mi hanno sostenuta nella realizzazione della tesi.
Prof. Roberto Polillo che mi ha spronata ad accettare questo progetto
e mi ha poi aiutata con i suoi consigli nella stesura della tesi.
Dott. Marcello Sarini che con la sua lettura critica, mi ha dato utili
suggerimenti per correggere il mio elaborato.
Dott. Giorgio Prada che mi ha dedicato il suo tempo, permettendomi
di integrare la mia tesi con spunti unici e materiale “introvabile”.
Dott. Sangiorgio Giuseppe che più di tutti in Hagam mi ha sostenuta
e sopportata. Mi auguro che possa essere soddisfatto del lavoro che
porta anche il suo nome.
Tutti i “ragazzi” di Hagam che hanno contribuito a realizzare tasselli
importanti. Senza il loro aiuto questo lavoro non sarebbe lo stesso.
Dott.ssa Luisa di Matteo, Massimiliano Tappari e Silvana Dal Pozzo
per la loro disponibilità a ricevermi e darmi informazioni in tempi
brevissimi.
Marco Bernardi e gli educatori della Cooperativa L’Aquilone che,
rispondendo ai questionari, mi hanno aiutata a ricostruire il quadro
dei ragazzi dell’Educativa di strada e a dare un senso al lavoro
svolto.
Vorrei, infine, ringraziare anche le persone che mi sono state accanto nel
mio percorso di studi.
I miei compagni di corso con cui ho condiviso gioie e dolori in questi
anni di università.
La mia famiglia e i miei amici che mi hanno sempre sopportato e
incoraggiato in tutti questi anni.
Nicole