Comunicare in pubblico per il pubblico

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Comunicare in pubblico, per il pubblico

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Comunicare in pubblico, per il pubblico

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Cosa vi preoccupa maggiormente?

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Questo?

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Questo?

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Questo?

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«Tutti i grandi oratori sono stati pessimi oratori»

R. W. Emerson - filosofo

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Chi è per voi un grande oratore?

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Dall’informazione alla comunicazione, dalla comunicazione allo storytelling

L’inefficacia di un discorso è sovente insita nella confusione degli obiettivi

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Di base, dev’esserci sempre un obiettivo, oppure è una semplice chiacchierata

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EMITTENTE(chi comunica)

CANALE(mezzo scelto)

MESSAGGIO(Ciò che si intende

comunicare)

DESTINATARIO(pubblici a cui ci si

rivolge)

CONTESTO(sfondo entro cui

avviene il processo)

CODICE(linguaggio scelto per

comunicare)

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Informazione

Dare forma ad una realtà “oggettiva”, data per scontata

Non è prevista alcuna forma di costruzione o negoziazione dei significati

L’emittente è il soggetto attivo e si rivolge a soggetti passivi

Non ci sono scambi di ruoli

Non è prevista alcuna forma di ascolto o feedback

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L’informazione ha bisogno delle 5 w+ 1h perché deve (dovrebbe) essere:

Chiara

Inequivocabile

Completa

Accattivante

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Un telegiornale e mezz’ora di intervento in una conferenza non prevedono feedback, ma gli obiettivi sono totalmente diversi

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Lo schema delle 5 w + 1H

• Cosa?

• Dove?

• Quando?

• Chi?

• Perché?

• Come?

• È efficace quando si racconta un fatto, non quando si descrive un fenomeno complesso

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Comunicazione

“mettere in comune”, condividere

innescare uno scambio di informazioni calibrate sull’interlocutore

stabilire un contatto empatico con il destinatario della comunicazione

Ascoltare

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Oltre alle componenti dell’info…

Deve trarre vantaggio dall’ascolto

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Ascolto attivo

•Domande

•Feedback o Strokes

•Parafrasi

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«Il più grande problema della comunicazione è l’illusione che sia stata fatta».Daniel Davenport

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Dalla comunicazione allo storytelling

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Perché la storia?

oPerché ha potere sull’identità e sullapercezione delle cose e, se è costruitabene, diventa tradizione e storia socialeche veicola il sensemaking di soggetti egruppi.

oOgni organizzazione è una comunitàdiscorsiva che configura e riconfigura lapropria realtà percepita attraverso leproprie storie

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Perché la storia?

oPerché la memoria è un dispositivo chefunziona su vettori narrativi, attraversoun sistema di ancoraggi e sequenzecollegate alla stimolazione sensoriale.

o La memoria arricchisce la realtà diulteriori significati, di mini raccontipersonali, che condizionano la maggiorparte dei comportamenti presenti efuturi.

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Una storia si ricorda facilmente perché è al tempo stesso un processo cognitivo ed emozionale, quindi attiva entrambi gli emisferi del cervello e li fa lavorare in sintonia.

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La carica emotiva generata da una storia libera ossitocina che facilita il rilascio di neurotrasmettitori associati a sensazioni di gratificazione piacere e benessere.

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La narrazione efficace presenta determinati elementi ed è sempre inserita in un «format» che il pubblico ha bisogno di riconoscere

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EROE - OBIETTIVO OSTACOLI E CRISI RISORSE E AIUTI

MOTIVAZIONI SORPRESE E COPI DI SCENA

Il meta-copione dell’eroe

LA VITTORIA

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Da «chiacchiere e distintivo» a «chiacchiere

distintive»

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Come si «crea significato?»

• Evidenziazione di un terreno/scenario condiviso

• Processi di identificazione con un personaggio

• Valorizzazione dei contributi (coinvolgimento e partecipazione)

• Sollecitazione di link tra esperienze pregresse e situazione attuale

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Come si «crea significato?»

• Dare voce ai timori (non far sentire le persone sole con le loro dietrologie)

• Giocare su più livelli informativi (dati, esempi, emozioni)

• Sollecitazione dei valori e delle credenze profonde

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Verbale:

Parole, contenuti..

7%

Para Verbale:Tono di voce, ritmo,volume..

38%

Non Verbale:Prossemica, postura del corpo, espressioni..

55%

I livelli espressivi

Albert Mehrabian, con le pinze

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Il «come» pesa più del «cosa»

Questo non vuol dire che il cosa non conti, vuol dire che sottovalutare il come penalizzerà il cosa al punto da farlo sparire

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Contenuti ed enfasi

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Ogni speech va preparato con cura e, soprattutto,

interiorizzato.

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«Normalmente impiego tre settimane a preparare un buon discorso improvvisato».Mark Twain

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Preparazione: il mind mapping

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la scaletta per raccontare fenomeni complessi

• Il concetto-chiave (è l’equivalente del titolo efficace in scrittura)

• Lo scenario e l’analisi dell’andamento

• Le interrelazioni

• La tesi sostenuta

• Focus sulle soluzioni proposte e sul futuro

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Accorgimenti strutturali

• Procedere dal noto verso l’ignoto: partire da numeri risaputi o fatti noti

• Procedere dal semplice verso il complesso: aiuta anche il processo decisionale

• Procedere dal condiviso al discutibile: evitare una frizione iniziale

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L’esecuzione è composta di 3 macro momenti

•Decollo

•Volo

•Atterraggio

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Il decollo

In questo momento, più che mai, occorre calarsi nella testa degli ascoltatori e dar loro ciò che vogliono o evitare ciò che temono

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Catturare l’attenzione

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La struttura del discorso e i «tramite»

Decollo (o attacco)

•Aneddoti, esempi, racconti, metafore, domande, analogie, citazioni, dati, “rottura di schema”, provocazione, spiazzamento, ecc.

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La curva dell’attenzione cala dopo 20 minuti circa

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La struttura del discorso e i «tramite»

Volo (o corpo)

• Mantenere la rotta – lavorare sulla congruenza

• Il pubblico non ricorderà mai tutto ciò che dirai, scegli i punti salienti e insisti su quelli

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La struttura del discorso e i «tramite»

Atterraggio (o chiusura)

• Va segnalato

• Può essere composto di: breve riassunto, invito all’azione, citazione, domanda, presa di impegno, ecc.

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I comportamenti no

• Le premesse (infinite)

• «spero di non annoiarvi…» (perché lo pensi??!)

• Escursus storico piazzato all’inizio

• Esagerata captatio benevolentiae

• «se ci fosse altro tempo…» (non hai calcolato bene i tempi)

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I principi della persuasione applicati al public speaking

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Robert Cialdini docet

• Reciprocità

• Consistenza (impegno)

• Meccanismo della riprova sociale

• Scarsità

• Piacevolezza

• Autorevolezza (o credibilità della fonte)

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Accorgimenti

• Dare una sensazione di concretezza (eliminare parti introduttive o interlocutorie)

• Se è possibile, alzarsi in piedi

• Cercare di guardare subito tutti (dividete un grande uditorio in settori)

• Scegliere un abbigliamento adeguato

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Gestire le criticità

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Le obiezioni? Sono utili e naturali

Si tratta di un riflesso impiegato per:

• Resistere all’invasione del proprio “territorio”

• Assimilare lentamente i cambiamenti

• Darsi importanza

• Ottenere informazioni più precise e complete

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Quando rispondere all’obiezione

• Prima che vengano fatte (il partecipante non la sente come “sua” e non è stimolato a difenderla)

•Appena effettuate (in generale, è bene rispondere immediatamente all’obiezione per evitare che monopolizzi l’attenzione)

•Mai ( a volte l’obiezione è abbastanza debole e, se non le viene data importanza, cadrà da sola durante la lezione)

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• Metodo delle domande – efficace soprattutto con obiezioni pretestuose – costringe l’interlocutore a valutare analiticamente e razionalmente la propria obiezione

• “cosa intende esattamente per?”

• “Nello specifico, quale parte di quello che ho detto la lascia perplesso?”

• “In relazione a cosa afferma questo?”

• “Può aiutarmi a capire meglio quanto ha appena detto?”

Gestire le obiezioni

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Gestire le obiezioni

• Metodo riflessivo – si riformula all’interlocutore la sintesi della sua obiezione sotto forma di domanda

• “Certo. Lei si sta chiedendo …”

• Il concetto può essere così esasperato, minimizzato, esteso, dettagliato, circoscritto..

• “.. Quindi, se ho capito bene, lei non ha mai concluso una cosa buona in tutta la sua vita..”

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Gestire le obiezioni

• Metodo della testimonianza – una persona, o categoria di persone, fa da “testimonial” per superare l’obiezione

• “La pensavo così finché io stesso non ho verificato che il mio pensiero era incompleto … e poi mi sono trovato meglio..”

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Gestire le obiezioni

• Metodo boomerang – si ritorce l’obiezione a nostro vantaggio

• “Questa formazione non mi serve”

• “Infatti l’idea era quella di farla partecipare perché potesse esprimere le sue perplessità, la cosa potrebbe essere anche utile ai suoi colleghi”

• “Credo sia un modo stupido di procedere”

• “In effetti, quella della stupidità è una tentazione che spesso abbiamo, proviamo a verificare se è effettivamente così, oppure non lo sapremo mai”

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Gestire le obiezioni

• Metodo della compensazione – se non se ne può fare a meno, si ammette la veridicità dell’obiezione compensando, però, con numerosi vantaggi più rilevanti

• “Sotto alcuni aspetti quello che dice è vero, ed è anche vero che …”

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• Usare espressioni che attribuiscono responsabilità a terze persone

• “Temo che l’abbiano informata male”

• “E’ un peccato che abbiano cercato di disorientarla così …!”

Gestire le obiezioni

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Oddio, c’ho l’anZia…Dal distress all’eustress

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Una giusta quantità di stress è indispensabile durante una qualsiasi performance

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Lo stress si può evitare? No!

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Un evento è stressante nella misura in cui lo viviamo come tale.Ma siamo in grado di ristrutturare il «frame» di riferimento

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Ridurre lo stress negativo

• Prendere confidenza col luogo dello speech

• Arrivare prima e provare tutti i supporti

• Essere preparati

• Aver creato la propria cassetta degli attrezzi

• Aver elaborato il piano B (e pure quello C)

• Essere coscienti di non dover prendere le obiezioni sul personale

• Viverlo come un ottimo modo per continuare a imparare e restare vivi

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Ora andate e publicspeakkate

Grazie a tutti!