Compost: opportuntà per le pubbliche amministazioni

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38 BUONE PRATICHE marzo 2006 Compost: opportunità per le pubbliche amministrazioni I n Italia, come all’estero, la Pubblica Am- ministrazione investe ingenti risorse economiche per appalti e commesse di- rette alla prestazione di servizi o all’acqui- sto di beni. Il settore degli approvvigionamenti pubbli- ci rappresenta mediamente il 12% del PIL dell’UE, ma raggiunge il 17% in Italia e ad- dirittura il 19% in alcuni Stati membri come la Francia: queste cifre mettono in eviden- za il grande peso economico di questo set- tore. La strategia relativa all’acquisto di beni e servizi sta cambiando: le pubbliche ammi- nistrazioni e gli enti locali vengono indiriz- zati in modo crescente ad individuare dei criteri per gli “acquisti verdi”, ovvero acquisti di beni e servi- zi a elevata compatibilità am- bientale. Il decreto ministeriale 8 mag- gio 2003, n. 203, in applica- zione del comma 4 dell’arti- colo 19 del d.lgs 22/97 (De- creto Ronchi), individua le re- gole affinché gli enti pubblici e le società a prevalente capi- tale pubblico e/o le aziende che gestiscono pubblici servi- zi, orientino i propri acquisti verso prodotti riciclati nella misura del 30% rispetto ai pro- pri bisogni complessivi. Il decreto definisce come “materiale ri- ciclato” un materiale che sia realizzato uti- lizzando “rifiuti derivanti dal post-consu- mo” nei limiti in peso imposti dalle tecnolo- gie impiegate per la produzione del mate- riale medesimo. Considerato un bene da riciclo a tutti gli effetti, il compost è utile per le gestione delle aree verdi e rientra nella quota del 30% degli “acquisti verdi”. Occhio però ai requisiti richiesti per legge I prodotti sono suddivisi in Categorie di Prodotto (per es. mezzi tecnici per il setto- re del verde ornamentale) e il 30% vale per ogni anno solare e per ciascuna categoria di prodotto; non è possibile effettuare compensazioni, cioè l’acquisto di singoli prodotti per un quantitativo superiore al 30% in una categoria non può compensare il mancato acquisto in altre categorie. Si stima che l’applicazione del GPP su va- sta scala potrebbe modificare i comporta- menti d’acquisto di soggetti che comprano circa 1/5 del totale nazionale di beni e ser- vizi. La dimensione dei fenomeni indotti è dunque assolutamente non trascurabile. COMPOST E GPP Date le particolari caratte- ristiche agronomiche, il compost da scarti verdi è indicato per sostituire o in- tegrare la torba che viene massicciamente importata dal Centro e Nord Europa. Le torbiere in Europa sono zone umide che si configu- rano come habitat ecologi- co particolarmente interes- sante e oggetto di protezio- ne, a causa della biodiversi- tà che può ospitare. L’impor- tazione di torba da questi pae- si è cresciuta a ritmo costante ne- gli ultimi anni, fino a raggiungere le 600 mila ton/anno nel 2000. Tale valore corrisponde a circa 4 milioni di metri cubi ipotizzando un peso specifico di 0,15 t/m 3 , per un valore complessivo di circa Compost e GPP OK 8.02 24-03-2006 9:55 Pagina 38

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Le opportunità per le PA di inserire il compost negli acquisti verdi (GPP)

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BUONE PRATICHE

marzo 2006

Compost: opportunitàper le pubblicheamministrazioni

In Italia, come all’estero, la Pubblica Am-ministrazione investe ingenti risorseeconomiche per appalti e commesse di-

rette alla prestazione di servizi o all’acqui-sto di beni.Il settore degli approvvigionamenti pubbli-ci rappresenta mediamente il 12% del PILdell’UE, ma raggiunge il 17% in Italia e ad-dirittura il 19% in alcuni Stati membri comela Francia: queste cifre mettono in eviden-za il grande peso economico di questo set-tore.La strategia relativa all’acquisto di beni eservizi sta cambiando: le pubbliche ammi-nistrazioni e gli enti locali vengono indiriz-zati in modo crescente ad individuaredei criteri per gli “acquisti verdi”,ovvero acquisti di beni e servi-zi a elevata compatibilità am-bientale.Il decreto ministeriale 8 mag-gio 2003, n. 203, in applica-zione del comma 4 dell’arti-colo 19 del d.lgs 22/97 (De-creto Ronchi), individua le re-gole affinché gli enti pubblicie le società a prevalente capi-tale pubblico e/o le aziendeche gestiscono pubblici servi-zi, orientino i propri acquistiverso prodotti riciclati nellamisura del 30% rispetto ai pro-pri bisogni complessivi.Il decreto definisce come “materiale ri-ciclato” un materiale che sia realizzato uti-lizzando “rifiuti derivanti dal post-consu-mo” nei limiti in peso imposti dalle tecnolo-gie impiegate per la produzione del mate-riale medesimo.

Considerato un

bene da riciclo

a tutti gli effetti,

il compost è utile

per le gestione

delle aree verdi

e rientra

nella quota

del 30% degli

“acquisti verdi”.

Occhio però ai

requisiti richiesti

per legge

I prodotti sono suddivisi in Categorie diProdotto (per es. mezzi tecnici per il setto-re del verde ornamentale) e il 30% vale perogni anno solare e per ciascuna categoriadi prodotto; non è possibile effettuarecompensazioni, cioè l’acquisto di singoliprodotti per un quantitativo superiore al30% in una categoria non può compensareil mancato acquisto in altre categorie.Si stima che l’applicazione del GPP su va-sta scala potrebbe modificare i comporta-menti d’acquisto di soggetti che compranocirca 1/5 del totale nazionale di beni e ser-vizi. La dimensione dei fenomeni indotti èdunque assolutamente non trascurabile.

� COMPOST E GPPDate le particolari caratte-ristiche agronomiche, ilcompost da scarti verdi èindicato per sostituire o in-tegrare la torba che vienemassicciamente importatadal Centro e Nord Europa.Le torbiere in Europa sonozone umide che si configu-rano come habitat ecologi-co particolarmente interes-sante e oggetto di protezio-ne, a causa della biodiversi-

tà che può ospitare. L’impor-tazione di torba da questi pae-

si è cresciuta a ritmo costante ne-gli ultimi anni, fino a raggiungere le

600 mila ton/anno nel 2000.Tale valore corrisponde a circa 4 milioni dimetri cubi ipotizzando un peso specifico di0,15 t/m3, per un valore complessivo di circa

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64 milioni di euro e un valore unitario di cir-ca 16 €/m3. In merito ai paesi di provenienzadella torba importata in Italia, la Germania,con oltre il 50% del totale, resta la principa-le fonte di approvvigionamento, seguonoPaesi Bassi e Lituania. In realtà anche neiPaesi europei ricchi di torbiere, i quantitati-vi disponibili sono in diminuzione, sia peresaurimento dei giacimenti, sia per la mag-gior attenzione ambientale dedicata a talizone (zone umide).

Le caratteristiche tecniche dei materialicompostati rispetto alle torbe di sfagno so-no le seguenti: pH più alto; salinità superiore; quantità di acqua disponibile inferiore ri-

spetto ai terricci torbosi; maggiore densità apparente; capacità di scambio cationico (CSC) più

elevata.Un’interessante opportunità sia per le am-ministrazioni pubbliche (come acquirenti)che per le aziende produttrici di compost(come fornitori) è l’applicazione del DecretoMinisteriale 8/05/2003 n. 203, ovvero delDecreto sugli ”Acquisti Verdi”, da parte de-gli enti locali di “beni riciclati”.Il compost, in quanto prodotto della trasfor-

1979 -1999 (in migliaia di tonnellate)

mazione di scarti organici (umido da raccol-ta differenziata, scarti vegetali, ecc.) è con-siderato a pieno titolo un bene riciclato atutti gli effetti e quindi rientrerebbe nellaquota del 30% di “acquisti verdi” che la leg-ge stabilisce come quota minima.Per la costruzione di capitolati al fine dell’in-serimento del compost tra i beni che rien-trano nel 30% di “acquisti verdi”, sarebbeauspicabile – a seconda del settore di acqui-sto – individuare uno o più dei seguenti re-quisiti: il rispetto della LEGGE n.748/84 sui ferti-

lizzanti; il MARCHIO DEL COMPOST CIC (Consorzio

Italiano Compostatori); il riconoscimento quale prodotto CON-

SENTITO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA; l’acquisizione dell’ECOLABEL.L’acquisto di fertilizzanti organici, di com-post e di altri ammendanti interessa tutte leamministrazioni pubbliche che gestisconoaree verdi. Si pensi solo alle grandi cittàquali Milano e Roma dove il Servizio Giardiniconsuma enormi quantità di terriccio oppu-re alla maggior parte dei comuni che appal-tano le opere di costruzione e cura del ver-de.Quindi, anche il compost può rientrare tra lecategorie dei “beni riciclati” e le azioni daintraprendere nei confronti dell’amministra-zione pubblica saranno volte a incentivaretale consumo – ovviamente in coerenza conrigorosi criteri ambientali per assicurarne laqualità.

Parametro Torbe Substrato Compost Compostda sfagno Ideale Verde Misto

Densitàapparente 0,6-0,1 0,15-0,50 0,35 0,40Porosità totale(% vol:vol) >96 >85 82,34 81,32Capacità per l’aria(% vol:vol) 45-50 20-30 28,9 29,9Acqua disponibile(% vol:vol) 24-40 24-40 13,8 15,7pH 2,5-3,5 4,5-6 7,8 8,1Conducibilità(mS m–1) 200-1.600 <2.100 980 3.730CSC(meq l–1) 148,1 100-1.000 236,7 173,5

L’IMPORT DI TERRICCITORBOSI

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BUONE PRATICHE

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� VIA AL REPERTORIO PER GLI AMMENDANTI NEGLI ACQUISTI VERDI

La notizia più recente riguardo al compostnel GPP è che finalmente si possono iscrive-re gli Ammendanti Compostati nel Reperto-rio per il Riciclaggio istituito presso l’ONR(Osservatorio Nazionale Rifiuti). Un piccoloerrore in una precedente circolare limitavala possibilità di iscrizione al registro pergran parte degli ammendanti compostatiprodotti in Italia. Vediamo di cosa si tratta: ildocumento modificato è la circolare 22 mar-zo 2005 del Ministro dell'ambiente e dellatutela del territorio recante: «Indicazioneper l'operatività nel settore degli ammen-danti, ai sensi del decreto 8 maggio 2003, n.203» (GU 8 aprile 2005, n. 81).Nella citata Circolare si chiedeva come re-quisito che l’Ammendante fosse derivatoper il 100% da rifiuti provenienti dalla rac-colta differenziata. È altresì evidente che inrarissimi casi l’impianto di compostaggiotratta solo ed esclusivamente scarti organi-ci provenienti dalla raccolta differenziata.Generalmente, accanto a scarti vegetali(verde) e alimentari (umido) l’impianto trat-ta scarti agroforestali, scarti agroindustriali

che non rientrano nel computo della quotadi raccolta differenziata effettuata in ambitocomunale. La Circolare 23 novembre 2005(GU N. 280 del 1 Dicembre 2005) recita in-vece che «Il limite minimo di rifiuti organiciderivanti da raccolta differenziata è pari al70%».Con l’iscrizione al repertorio, da compiersi acarico di ciascuna azienda produttrice diAmmendanti Compostati, l’ammendantestesso (sia esso Misto che Verde) può essereutilizzato per gli acquisti verdi da parte del-la pubblica amministrazione. Si rammentache l’ente pubblico deve impiegare almeno il30% dei sui beni di consumo derivati dal ri-ciclo. Il compost, o meglio l’AmmendanteCompostato, è tra i materiali che rientranotra quelli impiegabili e “contabilizzabili” nel30%.

� IL POTENZIALE RUOLO DEL SUOLOCOME “SINK” DI CARBONIO E LA STRATEGIA EUROPEA DEI SUOLI

Recentemente si è sviluppato un forte inte-resse sul potenziale ruolo del compostaggionella lotta contro l’effetto-serra e il cambia-mento climatico che esso comporta. Sottotale profilo, va menzionato il ruolo della so-stanza organica nel terreno come “sink” –“pozzo” – di carbonio altrimenti disperso inatmosfera come CO2.È stato rilevato che uno 0,14% di sostanzaorganica in più nel suolo (i tenori medi interreni a buona fertilità dovrebbero esseredell’ordine del 2,5-3%) equivale a fissarenello stesso una quantità di CO2 corrispon-dente alle emissioni complessive dell’interanazione italiana per un anno (includendoemissioni industriali, riscaldamento, tra-sporti, etc). Le pratiche di fertilizzazione or-ganica continuata nel tempo consentono dimantenere o aumentare il tenore in sostan-za organica nel suolo, mentre il loro abban-dono determina, per la progressiva minera-lizzazione della sostanza organica, un tra-sferimento netto di carbonio, sotto forma diCO2, dal suolo all’atmosfera.Il carbonio che viene “fissato” nel suolo informa di humus, a seguito di piani di ripristi-no della fertilità organica tramite il com-post, diventa il “catalizzatore” – come atti-vatore della fertilità del suolo – di tutte le

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funzioni fisiologiche vegetali. Tra cui unaimportantissima, in grado di assimilare ulte-riore CO2 sottraendola all’atmosfera, e chesolo le piante (nessun processo industriale)riescono a condurre: la fotosintesi clorofil-liana. Queste valutazioni cominciano a esse-re adottate come riferimento nella produ-zione normativa comunitaria nel settoreambientale. La Comunicazione sulla Strate-gia per il Suolo, recentemente emanata daparte della Commissione Europea, sottoli-nea fortemente il ruolo della fertilizzazioneorganica sia per la lotta alla desertificazioneche per promuovere il “sequestro” di carbo-nio all’interno del suolo, contribuendo allalotta al “cambiamento climatico”.Va ancora rimarcato che l’Europa Mediterra-nea è inclusa nelle aree a “rischio desertifi-cazione” secondo la Convenzione Interna-zionale contro la Desertificazione. È appenail caso di ricordare che l’impiego di sostanzaorganica è uno strumento di primaria im-portanza per fermare tali processi, grazie al-lo sviluppo delle attività biologiche, alla mi-gliore ritenzione idrica, alla prevenzione deifenomeni di erosione, ecc.È importante sottolineare che diverse Regio-ni (per esempio Piemonte ed Emilia-Roma-gna) hanno già emanato disposizioni per fi-nanziare l’uso del compost nei suoli impoveri-ti, in modo da combattere la desertificazionee promuovere l’accumulo di carbonio. Tali

azioni sono condotte nell’ambito dei Piani perlo Sviluppo Rurale (regolamentazione comu-nitaria sull’agricolture sostenibile). È possibilee verosimile che tali situazioni, vengano imi-tate nel prossimo futuro da altre Regioni e alivello di Unione Europea.

MASSIMO CENTEMERO - COORDINATORE COMITATO

TECNICO CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI.MICHELE GIAVINI - ARS AMBIENTE SRL

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