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COMMUNICATINGC U L T U R A LH E R I T A G E

b r a d y p u s . n e t

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i cardini di

Il territorio grumentinoe la valle dell’Agrinell’antichitàAtti della Giornata di StudiGrumento Nova (Potenza), 25 aprile 2009

a cura di Francesco TARLANO

Baanche nche datiCOMMUNICATINGC U L T U R A LH E R I T A G E

b r a d y p u s . n e t

BraDypUS s.a.COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE

Comune diGRUMENTO NOVA

gI S B N 9 7 8 - 8 8 - 9 0 4 2 9 4 - 1 - 5

7 8 8 8 9 0 9 4 2 9 4 1 5

roma1

Stampato con ilcontributo del

Direzione Regionaleper i Beni Culturali e Paesaggistici

della BasilicataSoprintendenza per i Beni Archeologici

della Basilicata

ALMA MATER STUDIORUMUniversità di Bologna

Dipartimento di Archeologia

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Solo pochi mesi or sono ha visto le stampe il secondo numero della rivista Groma, dedicato alla diagno-stica per l’archeologia. Si tratta sostanzialmente di un manuale di topografia, geofisica e informatica per l’archeologia, nel quale confluiscono i risultati di tre edizioni della scuola estiva dell’ateneo bolognese ‘In profondità senza scavare’, che si è svolta in alcuni siti archeologici di ambito adriatico.

Lo spirito che anima i lavori del gruppo di giovani ricercatori che gravita attorno a questa rivista è, infatti, proprio quello di divulgare alcuni aspetti metodologici e innovativi in relazione all’archeologia dell’Adriatico. A questo vuole alludere il richiamo allo strumento agrimensorio romano: la groma come simbolo del connubio tra antichità e tecnologia. Tuttavia, come si è già accennato, tra le prerogative di queste ricerche c’è anche la circostanza geografica: si tratta di progetti legati all’archeologia delle terre affacciate sul mare Adriatico. Questo si giustifica anche in virtù del legame con in Centro Studi per l’Ar-cheologia dell’Adriatico di Ravenna.

In varie occasioni abbiamo però avuto la possibilità di contaminare le nostre indagini con quelle di altri studiosi che conducevano percorsi su territori affini sul piano del metodo ma spesso lontani dalle coste adriatiche. Così come, la nostra preparazione di fondo di ambito prettamente classico, ci porta comunque a non allontanarci del tutto anche da temi più tradizionali della ricerca archeologica. In tutte queste espe-rienze rimane però lo spirito di fondo del gruppo di ricerca di groma, seppure all’interno di varianti su un tema che non è più strettamente attinente, perché meno metodologico o perché poco adriatico.

Per questa ragione abbiamo pensato di approntare un nuovo ‘contenitore editoriale’ che desse maniera di esprimere anche queste tematiche più liberamente, senza dover ricorrere anche al formato di Groma, che ha anche una sua forte caratterizzazione formale attenta alla didattica e a un tipo di comunicazione facilitato. Con questo intento vede la luce, parallelamente alla rivisita, la collana de “I cardini”, numeri tematici autonomi.

Inaugura questa collana il volume dedicato alle ricerche grumentine, curato da un giovane studioso cre-sciuto all’ombra di Groma e dedicato all’archeologia di un sito certo lontano dalla costa adriatica ma dove si svolgono da tanti anni esperienze di didattica molto vicine a quelle della nostra scuola estiva e condotte anzi da maestri affermati che sono per noi veri punti di riferimento.

Enrico Giorgi, curatore di Groma

I contenuti della collana “I cardini” di Groma vengono diffusi nella versione cartacea ed elettronica secondo la licenza Crea-tive Commons, Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Italia, il che significa che i lettori sono liberi di: riprodurre, distribuire, comunicare ed esporre in pubblico quest’opera, a condizione che il suo contenuto non venga alterato o trasformato, che venga attribuita la paternità dell’opera al curatore/i del volume e ai singoli autori degli interventi, e che infine l’opera non venga utilizzata per fini commerciali.Gli autori e l’editore difendono la gratuità del prestito bibliotecario e sono contrari a norme o direttive che, monetizzando tale servizio, limitino l’accesso alla cultura. Per questo motivo rinunciano a riscuotere eventuali royalties derivanti dal prestito biblio-tecario di opere di questa collana. L’editore garantirà inoltre sempre il libero accesso ai contenuti dei volumi, senza limitazioni alla loro distribuzione in alcun modo.

BraDypUS s.a.via A. Fioravanti, 72, 40129 Bolognawww.bradypus.net; [email protected]. e P.IVA 02864631201ISBN: 978-88-904294-1-5

la collana “I cardini” di Groma è diretta daEnrico Giorgi

la cura e la redazione del presente volume è diFrancesco Tarlano

editing, progetto grafico, composizione a cura diBraDypUS s.a. (Julian Bogdani ed Erika Vecchietti)

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l territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichità

Presentazione VincenzoVertunni,Sindaco di Grumento Nova (Potenza)

Prefazione FrancescoTarlano,Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università di Bologna

Premessa AntonioDeSiena,Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata

Introduzione LorenzoQuilici, Università di Bologna

Geografia e geomorfologia dell’alta Val d’Agri (Basilicata) AntonioPriore,Geologo

Antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’Agri SalvatoreBianco,Museo Archeologico Nazionale della Siritide, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata AdaPreite,Collaboratrice esterna, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. Associazione Nazionale Archeologi ElenaNatali,Collaboratrice esterna, Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”

La sepoltura neolitica in località “Molinara” AntonioPellegrino,Collaboratore esterno, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

Modalità insediative in alta Val d’Agri tra IV e III secolo a.C. AlfonsinaRusso,Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

Aspetti della viabilità di età romana in Lucania LilianaGiardino,Università del Salento, Lecce

I Bruttii Praesentes. Interessi politici ed economici di un’importante famiglia lucana HelgaDiGiuseppe,Associazione Internazionale di Archeologia Classica

La villa romana di Marsicovetere-Barricelle (Potenza) MariaPinaGargano,Collaboratrice esterna, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

INDICE

I Atti della Giornata di StudiGrumento Nova (Potenza), 25 aprile 2009

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La centuriazione nel territorio di Grumentum FrancescoTarlano,Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università di Bologna

Note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il Tardoantico e il Medioevo AntonioCapano,Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, Grumento Nova

Il territorio di Grumentum attraverso l’analisi delle fonti storiche locali MariateresaSacchetta,Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università di Bologna

Tecnologie e metodologie per lo studio del territorio JulianBogdani,EnricoGiorgi,Università di Bologna

Tecniche, strumenti e tecnologie della ricognizione archeologica: storia delle ricerche e nuove esperienze nel territorio grumentino MariangelaTocci,Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università di Bologna

Nuove considerazioni sul tratto lucano dell’Itinerarium Antonini: ipotesi di collocazione di Semuncla e Nerulum attraverso applicazione GIS DarioCianciarulo,Dottorato in Geomatica e Sistemi Informativi Territoriali, Università di Trieste

Considerazioni conclusive AttilioMastrocinque,Università di Verona

Bibliografia

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Tutti abbiamo un conto aperto con il nostro passato.

Uncontochenonriusciamomaiasaldarecom-pletamentedurantetuttol’arcodellanostravita,machepossiamoprovareacolmareconl’eserciziodel-laconoscenza,chehailgrandemeritodialleviarelepenechel’ignoranzainfliggeallanostracoscienza.Questolibro,curatodaFrancescoTarlano,èun

contributoimportanteallaconoscenza.Potreifer-marmitranquillamentequi,perchéquestoègiàunrisultato.Ilrisultatoperònonsilimitaalcontributogenericamenteculturale,bensìaggiungel’elemen-to territoriale, ingradodirendere il lavorocom-pletonella sua impalcatura scientifica.GrumentoèunComunedell’entroterra lucano, riccodiunastoriaanticaemeravigliosaconservatasoprattuttotra lemura della suaGrumentum, città romana icuirestihannocominciatoarivederelaluceversolametàdeglianni’60grazieallavoroealladedi-zionedelProf.DinuAdamesteanu e, successiva-mente,deiSoprintendentichesisonosuccedutinelcorsodeglianni.MaaGrumentoèdasempremancatoquell’ele-

mento che aggiunge l’impronta territoriale aglistudosi.FinoadoraGrumentumhavistonumero-sistoriciosempliciappassionatisusseguirsinellostudiodellasua romanità.Nehabeneficiatocer-tamenteedètornataarisplenderenellamemoriaeinparteanchenellafantasiadichinehacono-sciuto le sorti. Oggi però si aggiunge il tassellomancante:lapresenzadiunostudiosochediGru-mentoèfiglio.La pubblicazione degli atti della Giornata di

StudidedicataaIl territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàsegnaunatappafondamen-

resentazione

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)p. 5

viNceNzo vertuNNiSindaco di Grumento Nova (Potenza)

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tale,cheètraguardoepartenzaaltempostesso.Iltraguardo segna il raggiungimentodiun risultatochevienedastudidiintelligenzechemoltohannodatoallaconoscenzadeinostri luoghiedellano-strastoria.Lapartenzarappresental’originediunnuovopercorsoeforseanchediunnuovomododiricercareeriproporrelanostraidentitàstorica.Numerosirelatorihannoportatoillorocontribu-

toaffinchéilconvegnorisultasserigorosodalpun-to di vista scientificoma comprensibile anche ainonaddettiailavori.Ilrisultatoèstatoeccellenteelanumerosapartecipazionedipubbliconeèstatalatestimonianza.Unpubblicochenonsièlimitatoaunpassaggiosuggeritodaunacomprensibilecu-riosità,mahaascoltatoconinteresselerelazioni,lasciandositrasportareversolespondedellacom-prensione(«chénonfascienza,sanzaloritenere,avereinteso»,Dante,Paradiso,V).È vero, la ricerca archeologica ha un fascino

particolareefacilmentesuscitauninteressecheèalimentatononsolodallaconoscenzadeifattimaè colorato da pennellate di fantasia che rendonoquestascienzaaffascinanteemisteriosa,cheparladibattaglieedipolitica,diimperiedicongiure,dimitologiaedifilosofia.L’archeologo è lo strumen-to attraverso cui tutto torna a rivivere.

Scriverelapresentazioneaquestapubblicazioneè permemotivo di grande orgoglio. Lo è ancordipiùperchéunodeglistudiosichehacontribuitoallarealizzazionedellaGiornatadiStudiequindiallapubblicazionedegliattièunagiovanepromes-sadell’archeologiacheannoveriamofraicittadinidelnostroComune.

È per noi tutti anche una giovane speranza.

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frANceSco tArlANoScuola di Specializzazione in Beni Archeologici, università di Bologna

LapubblicazionediquestiAttièpermeungran-dissimo motivo d’orgoglio, innanzitutto perchésonocittadinodiGrumentoNova,e lagrandiosi-tàdelpatrimonioarcheologicopresentenellemieterre è stata determinante per ilmio impegno daarcheologo nello studio e nella diffusione di unarealtà importantissima nel sud Italia, eppure nonconosciutacomemeriterebbe.All’UniversitàdiBolognahoavutolafortunadi

lavorarealfiancodiarcheologietopografidifamainternazionale,daiqualihoimparatocheilrepertoinsé,oilmonumento,oaddiritturalasingolacittàperdonodisignificatosenoninseritiinuncontestoampio, che può essere la stratigrafia, omeglio ilpaesaggioche licirconda.Horitenutoquindine-cessario organizzare una Giornata di Studi nellaqualeilleit motivnonfossetantolameravigliosacittàdiGrumentum,mailsuoterritorio,menostu-diato,maaltrettanto importanteper ilfineultimodellanostraricerca,ovverolaricostruzionestori-ca;gliAttitengonocontodell’integrazionedituttiquestiambitidistudio.Lagiornatadistudièstatafondamentalenonsolo

per fare il punto della situazione sull’argomento,maancheperimpostareeproporrenuovericerchesulterritorio,inuncostanteeproficuorapportodicollaborazioneconleistituzionilocali,apartiredalComunediGrumentoNovaedallaSoprintendenzaper iBeniArcheologicidellaBasilicata,finoaglialtrientiterritoriali.In un’area così ricca dal punto di vista storico

comelaVald’Agriènecessarioimprontarelelineeguidaperunagiustapianificazioneterritorialete-nendocontodell’archeologiadell’areacomerisor-saprincipaleperunosvilupposostenibileecompe-titivodellazona.Inquestosensoèfondamentale,

refazione

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)p. 6

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perpianificaregliinterventifuturi,lacompilazionedellaCartadellePotenzialitàArcheologiche,stru-mentoutile innanzitutto all’urbanista, quindi agliufficitecnicicomunalieaglientichegestisconoilterritorio.Ilpaesaggio, infatti,èun’entitàincon-tinua trasformazione, la cui evoluzione non puònédeveesserefrenatadall’uomo,madeveesseregestita inmanieracorretta, inmodo taledapoterpreservareper legenerazionifuture ilpatrimonioculturalegiuntofinoanoi.Infine,vorreiringraziareilmiorelatore,Lorenzo

Quilici,eilSindacodiGrumentoNova,VincenzoVertunni, insieme all’intera giunta comunale, peravermidatofiducianell’affidarmiunincaricocosìimportantecomelacurateladiquestovolume.UnringraziamentoparticolarevarivoltoaErika

Vecchietti,senzalaqualequest’operanonavrebbemai visto la luce, per il suo impegno costante sianell’organizzazione della giornata di studi, sia so-prattuttonell’interminabilelavorodiredazionedegliAtti.Ilmiolavorosarebbestatovanosenzailsuo.Desidero ringraziare inoltre Julian Bogdani ed

EnricoGiorgiperavermidatolapossibilitàdila-vorareallorofianco,inmodotaledapoterappren-dere i loro insegnamenti,grazie aiqualimi sonoformatocomearcheologo.Ringrazioinoltre:SalvatoreBianco,AntonioCa-

pano,PierLuigiDall’Aglio,AntonioDeSiena,Ni-colaDiCillo,MariateresaSacchetta,MicheleSilani.Ringrazioquindituttiirelatoridellagiornatadi

studieglistudiosichehannopartecipatoalvolume,arricchendoconilloroindispensabilecontributolostatodellericerchesulterritoriogrumentino.Ringrazioinfinel’interacittadinanzadiGrumen-

toNova, chehapartecipato congrande interesseallagiornatadistudi.

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Ilparcodell’areaurbanadiGrumentumsiponealmomentocomeunadellerealtàpiùinteressantidelpanoramaarcheologicodell’Italiameridionaleperricchezzamonumentale,contestonaturale,qualitàdelpaesaggioeprogrammadiricerca.InBasilica-ta,l’altaVald’Agrirappresentadisicurounodeicomprensoriversocuisonorivoltelemaggioriat-tenzioniperlarealizzazionediprogettifinalizzatiallatutela,allavalorizzazioneeallafruizionedelriccopatrimonioculturaleesistente.La ‘scoperta archeologica’ dell’abitato diGru-

mentum si deve al considerevole impulso dellericerche dato dalla Soprintendenza a cominciaredallafinedeglianni’60delsecoloscorso.Iprimiprogetti,sostenuticongrandelungimiranzadaD.Adamesteanucheneaveva intuito tutte lepoten-zialità ai fini del dibattito scientifico sulle tema-tiche relative alla romanizzazione della regione,hanno riguardato l’esplorazione e il restauro delteatro,loscavosistematicodellavicinadomusconmosaici che si sviluppa sul lato settentrionale, laricognizionedelleemergenzericonoscibilisull’in-teropianoro,ilriconoscimentodelcircuitomurarioeunaseriedisaggistratigraficiperchiarirelefasicronologichedell’impiantourbano.Tuttigliinterventidiscavorealizzatineglianni

successivinell’areadellacittàenelterritorio,an-chegraziealleconsistentirisorsefinanziariemesseadisposizionedalMinisteroper iBeniCulturali,dai fondi comunitari e dalla Regione Basilicata,hanno sostanzialmente seguito le linee guida diquelprogrammadiricercaehannocontribuitoinmaniera concreta a definire e qualificare il parcoarcheologico dell’antico centro di Grumentum.Questaattivitàhavistolacollaborazionecostanteeproficuadeglientilocaliediunapluralitàdiistituti

remessa

ANtoNio De SieNASoprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata

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diricercaitalianiestranierisecondounaconsolida-taprassichehasemprecaratterizzatoleiniziativeeiprogrammidellaSoprintendenza.Sononumeroseleuniversitàchehannocondivisospecificiprogettiscientifici, tra cui Lecce,Roma,Venezia,VeronaeBolognaperricordaresoloquelleitaliane.Que-stoaiutaacomprendereladimensionedell’impe-gnoprofusodamoltineglianni.Analogamente,irisultatidelle indaginisonoconfluiti innumeroserivistedisettore,siaitalianechestraniere,edannospessorescientificoalleattivitàsvoltenelcentro.L’incremento progressivo della base documen-

taria, il miglioramento delle tecniche d’indaginee l’affinamento degli strumenti interpretativi of-fronooggialdibattitoscientificovalidiargomentidi discussione e di analisi storica, impensabili almomentodell’iniziodellericerchesuGrumentum.Esistono ancora numerosi punti interrogativi sulmomentodelladeduzionedellacoloniaesullefasidiformazionedell’abitato.Nuovidocumentipro-venientidalterritorio(MasseriaNigro)edall’areadelforo(casalucana?)sembranodareconsistenzaa formedipopolamentosparsoefissareconpre-cisionenelcorsodelIIIsecoloa.C.ilmomentodiabbandonodellestruttureabitativeconconseguen-tefenomenodiurbanizzazionedellacomunitàru-rale.Alcuneipotesiavanzatedirecenteconvalideargomentazioni e considerazioni di carattere sto-rico-archeologico(A.Mastrocinque),cheinparteconfermanoleintuizionideiprimistudi,sonolate-stimonianzapiùevidentedellavivacitàdeldibattitoscientificoattualmenteincorsosull’argomento.Lestesse,però,confermanolanecessitàdiproseguirele indagini archeologiche, intesequale strumentoindispensabileperampliarelabasedocumentaria,fissareconprecisionelacronologiadeiprincipali

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 7-8

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monumenti pubblici, definire ilmodello dell’im-piantourbanoeanalizzareleformedioccupazionedelterritorioagricolodellacoloniaromana.In questa prospettiva, la collaborazione fatti-

va egenerosadell’AmministrazionecomunalediGrumentoNovaeilcontributoscientificodeivarigruppi di ricerca che operano ormai da anni concontinuità nel comprensorio dell’antica colonia,sonounviatico indispensabileper la realizzazio-nediungrandeprogettocondiviso,finalizzatoallatutela, alla conoscenza e alla valorizzazione del

patrimoniostorico-archeologico,nonsolodiGru-mentum,madell’interaaltaVald’Agri.Iconvegnicheormaiannualmentesitengonoa

Grumento Nova rappresentano momenti impor-tanti perché consentono la conoscenza dei risul-tatidellericerchepiùrecentieallostesso tempoavviano ladiscussione su temi che riguardano ilfuturo dell’area, inteso nella prospettiva di unaampiadialetticascientificaediunacompletava-lorizzazioneturistica.

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La felice idea del Sindaco Vincenzo VertunnidipubblicaregliAttidellaGiornatadiStudisuIl territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’anti-chitàhaconseguitofelicissimirisultati:necostitu-isconounatestimonianzatangibilelapartecipazio-neditanteautoritànelcampodellaStoriaanticaedellaScienzaarcheologica,leesposizionidivalorechesonostatesvolteelenotevolissimenovitàillu-strate,derivatedallescopertedegliscavi.Partendo dalla geologia e dalla geomorfologia

della valle, le relazioni si sono indirizzate alladocumentazione preistorica, all’antropizzazioneenotria, lucana, italiota di età arcaica, ellenisticae tardo repubblicana, almondo romano espressodaquest’ultimaeall’etàimperiale;all’altomedio-evo e al pienomedioevo: insediamenti, tombe enecropoli,monumenti,pianificazioniurbanistiche,fortificazioni,stradeetratturi,acquedotti,divisioniagrarieebonifiche,santuari,ville,gentes.Letema-tichehannoportatoasconfinarenaturalmentealdilàdellaValledell’Agri,versoHerakleaeMetapon-todaunaparte,allavalledelSinnieaCastellucciodall’altra, alBruzio, alVallo diDiano.Così si èsemprepiùampliato il respirostoricodellaGior-natadiStudi,cheèandatobenaldilàdell’espe-rienzalocale,mostrandocomelastoriadellavalledell’Agri venga fortemente a coinvolgere quelladell’interaItaliacentromeridionale.

A tante tematiche, non da ultime ne sono sta-te aggiunte altre quali unexcursus dell’origine edell’evolversi degli studi grumentini nel tempo,didoverosamemoriaperl’impegnoditantementieccelsedelpassato,chehannoportatoallafortunascientifica della valle; e infine tematiche riguar-dantimetodologiedaapplicareallostudiodelter-

ntroduzione

loreNzo quiliciuniversità di Bologna

I

ritorioeaisistemiinformaticiperlarealizzazionedellaCartaarcheologica.L’impegno straordinario sul territorio, assunto

dallaSoprintendenzaperiBeniArcheologicidel-laBasilicatasièpresentatoancheinquestoconte-stoconlacompresenzadistudiosidelleUniversitàdelSalento,diRoma,Bologna,VeronaeTrieste:oltreagliarcheologieaglistorici,geologi,archi-tetti,storicidell’arte,linguisti,epigrafisti,tecnici.Considerandopoicomemoltigiovani sianostatichiamati apartecipareattivamentealle relazioni,rileviamocomelenuovelevenelcampodellari-cercarendanovivaladomandadell’indaginesto-rica,proiettandoinuntangibilefuturolapresenzadelle nuove generazioni. E si deve anche a unagiovanepromessaneglistudil’organizzatorema-teriale del convegno, ilDott. FrancescoTarlano,propriodiGrumento,chevihaimpiegatoognica-pacitàedenergia.GliAttidellaGiornatadiStudimiranoatrasmet-

tereilsensodellaricercanelcampodell’Archeolo-giaedellaStoriaantica,restituendoquellavisioneoperativaedinamicachesonopropridiquestiam-biti: l’eredità cheanoivienedalmondoenotrio,daquello italiotae lucano,daquello romano.Lagrande valle dell’Agri è come uno straordinariomagazzino,nelqualesiconservanonascostetesti-monianzedistoriaed’arteinestimabiliechestaanoitrarreallaluce.IrelatorichesisonocimentatiinquestaGiornata

diStudihannomostratocomeillorolavorosiailprofondofruttodiunmetododiricercacherichie-devasteconoscenze,disciplina,pazienza,capacitàdistabilirerelazionieconfronti,nondaultimaan-cheunamisuratafantasia.Grazienonsoloaglisca-vi,maaquestadisciplina,perseguitaconsagacia,

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 9-10

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oggi noi conosciamo incomparabilmentemeglio,anchesolorispettoamezzosecolofa, levicendedeipopolidell’Italiaindigena,dellacolonizzazio-negreca,deipopoliitalici,dellegentiromane.Ilfascinoparticolarechevienedallaricercaar-

cheologica è stato reso tangibile dal grande con-corsodipubblicoall’evento:con lapartecipazio-neditantagente,pienadiinteresseeprovenienteanchedapaesilontani,questahamostratodiaverbencompresocomeletestimonianzemonumentalidiquelpassato,nascostenelsottosuolo,sonotrattealla lucedallo studiosoconuna sagaceesperien-za,chericonoscequestepresenzeinognipiegapiùripostadel terreno, inogniaffioramentodimuro,dipietreodicocci,cosìchesapersinoricostruirequellochenonsivede.

Organizzato nei prestigiosi locali del CastelloSanseverinodiGrumentoNova,splendidodelre-centerestauroechesiaffacciaapiccosullacollinadegliscavidiGrumentumesulladistesadellavalledell’Agri,conlastessasceltadellasedel’incontrohadimostratoatutticomel’Anticononsioppon-gaalModerno.Proprio ilpassato,assumendounruoloculturaleeformaledeterminantenell’assettocontemporaneo, può essere altrettanto moderno,donandociunaprecisaidentitàstorica.Ilconcettodi tutela dell’ambiente storico, il saper ricercare,riconoscereevalorizzareidocumentichevengonodalnostropassato,èunprodottopropriodellano-straciviltàedellaculturacontemporanea.GliAtti rendono ragione di questa prospettiva

dilavoro.

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eologia e geomorfologia dell’alta Val d’Agri (Basilicata)

ANtoNio PrioreGeologo

G

PremessaIlpresentecontributo1,inseritonell’ambitodella

GiornatadiStudidedicataaIl territorio grumen-tino e la Valle dell’Agri nell’antichità, tenutosi aGrumentoNova(Potenza)nell’aprile2009,inten-de inquadrare laVal d’Agri, in particolare il sitoarcheologicodiGrumentum,sottoilprofilogeolo-gicoegeomorfologico-ambientaleduranteilPlio-Pleistoceneel’Olocene.La necessità di inserire un lavoro di carattere

geologiconascedallaconvinzionechegli aspettinaturalistici di alcune località rappresentano unadellecauseprincipalichehannoindottol’uomoaesplorareequindiacolonizzarenuoviterritori.La disposizione morfologica, le caratteristiche

geografiche,lerisorseenergetichedelsitoinesamehannofattosìchenell’altaVald’Agrisiinsediasse-roinvariefasipreistoricheestorichediversinucleiantropici che, sviluppandosi nel corso dei secoli,hannodatovitaall’attualeassettodellavalle.Negliultimiduemilaannilavalledipersénon

1 il presente articolo è una sintesi, di taglio divulgativo vista la presente sede, di una serie di contributi fondamentali di cui si dà menzione in bibliografia: De Lorenzo 1898; IppoLIto et alii 1973; panIzza 1985; LentInI et alii 1987; Carbone et alii 1988a; Carbo-ne et alii 1988b; D’agenIo 1988; SgroSSo 1988; Carbone et alii 1991; DI nIro et alii 1992; StuIver, reImer 1993; DI nIro, gIano 1995; amato, DImaSe 1997; Carone 1997; gIano et alii 1997a; nI-CoDemo et alii 1997; prIore 1997; aLLoCCa et alii 2000; CremaSChI 2000; LeggerI 2000; menarDI noguera, rea 2000; borraCCInI et alii 2002; bIanCa, Caputo 2003; CoLeLLa et alii 2003; boenzI et alii 2004; zembo 2006; Regione Basilicata 2006; pagLIuCa, ortoLanI 2007; FerrantI et alii 2007; pennetta 2007; boenzI et alii 2008; zembo et alii 2009.

hadifattosubitoimportantimodifichesenonnegliaspettilegatialmondobiologicoeaquellostretta-menteconnessoall’attivitàumana. Inparticolare,losviluppoantropicohaconosciutoun’importanteaccelerazionenegliultimicentoanniquandol’uo-moèintervenuto,nelbeneenelmale,consostan-zialioperediinterventoingegneristicosoprattuttolungol’assefluvialedell’Agri,mediantearginatu-radelfiumeecreazionediunagrandediga (150milionidim³)cheraccoglieegarantiscetutt’ogginotevoliquantitativid’acquaneiperiodidimagra.Comepergliantichiinsediamentiromani,anche

oggicisiponenellaprospettivadiutilizzarelepro-priecapacitàcreativeperricavarenotevoliprofittidallosfruttamentodellanatura.Ma l’interpretazionedegli eventigeologici e la

letturadel territoriodalpuntodivistamorfologi-codannosoloun’apparentespiegazionedelperchétaliinsediamentisisianoimpostatilìdovenoioggili osserviamo.C’è infatti da considerare l’evolu-zione del territorio nell’ambito geocronologicodovetuttosievolveinfunzionedeltempo.Pertanto, per una migliore comprensione degli

accadimentigeologicidiunazonagiànellapresen-tazionesièravvisatalanecessitàdiampliarel’oriz-zontetemporaleconsiderandoanchelefasievoluti-vedelterritorioneiperiodipiùantichi,percogliereafondoqualisianostatiimomentisalientidell’evo-luzionediquest’areadell’Appenninomeridionale.Datochespessononrisultasemplicecomprende-

relascaladeitempigeologici,cosìdiversirispettoaivorticosiritmidievoluzionedellavitaattuale,èstatonecessariodefinirelospaziotemporaleincuicisimuoveovviandoalrischiodidarelafotografiadelmomento,senzaconsiderarel’immediatamenteprimael’immediatamentedopo.

La civiltà esiste con il consenso dei processi geologici,soggetti a modificazioni senza alcun avvertimento

(WillDurant,storicoefilosofo,1885-1981)

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 11-19

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Ilcontributoècorredatodanumeroseimmaginiappositamente scelte nella convinzione che soloavendo degli schemi paleogeografici, anchese molto esemplificativi, si possono megliocomprendere,nellospazioeneltempo,lediversefasievolutivedell’Appenninomeridionaleequindidell’alta Val d’Agri. In qualche caso, sono stateinoltreproposteimmaginidisituazioniambientalirecenti che fanno intendere bene quali potesseroessere gli ambienti del passato, in altri casiricostruzionipresuntedipaleoambienti.Nello sviluppo dell’intervento e della presente

relazione non sono mancate osservazioni geolo-gico-geomorfologiche con accenni alla sismicità,all’idrogeologia dei luoghi e al clima (e alle suevariazioni)presenteaitempidelperiodoromano.Perapprofondimentidicaratteregeologicoevo-

lutivo dellaVal d’Agri si rimanda alla numerosabibliografiaesistentecondatie indicazioni tecni-co-scientificheanchedidettaglio.

Inquadramento temporale: il tempo geologicoPerunbuonorientamentotemporalesicuramente

utile risultauncalendariogeologicocomequelloquisoprariportato,nelqualevengonochiaramen-tedistintileereeiperiodigeologiciinmilionidianni.(fig.1).Gliintervalligeologicipiùsalientichehannoca-

ratterizzatol’evoluzionedellavalledell’Agrisonostatiiseguenti:

Era Mesozoica:periodocorrispondenteallana-scitadellepiùgrandiunitàsedimentariechecom-pongono l’Appennino meridionale rappresentatodadepositidibacinoedadepositidipiattaforma;

Era Cenozoica–periododellegrandideforma-zioni e della nascita dell’Appenninomeridionale(orogenesi dell’Appennino meridionale e forma-zionedelleUnitàgeologiche);

Era Neozoica–periododiformazioneedevolu-zionedell’AltaVald’Agri(ultimieventiorogeneti-ciconlaformazionedell’attualefisionomia).Imovimentitettoniciconfortecomponentetra-

slativa (tettogenesi), trasferendosi dalle aree piùinterne a quelle più esterne, si evidenziano condiverse fasi evolutive dall’Aquitaniano (Mioceneinferiore)alPliocenesuperiore.Seguonounasuc-cessione dimovimenti prevalentemente surrettivi(neotettonica)incuilastrutturaappenninicaèpra-ticamentecaratterizzatadamovimentidi solleva-mentoverticaleinprossimitàdell’asseappennini-cochesièspostatogradualmenteversoest.

Inquadramento spaziale: la geografiadel luogo

Uno sguardo generale su tal parte della valle si ottiene dall’alto della collina su cui siede Saponara; e non esito ad affermare, che questa veduta è da porsi tra le più bel-le, pittoresche e suggestive, che offre la parte continenta-le dell’Italia meridionale. A nord ovest la valle si dilunga e si perde assottigliandosi verso i monti lontani di Brien-za; a nord invece gli strati calcarei e silicei del gruppo del monte Volturino (1.836 m) si innalzano in ampie vo-lute verso il cielo e restano difesi dal nudo, gigantesco baluardo del monte di Viggiano (1.725 m), che verso la valle precipita in erti scaglioni, mentre a oriente si perde gradualmente nelle dolci colline argillose e arenacee di Montemurro e di Spinoso; a sud est un lungo succedersi di colline ondeggianti, dietro le quali si disegna con li-nee taglienti e s’inarca l’aspro dorso del monte Alpe (m 1.906); a sud e a sud ovest s’assiepano montagne bosco-se, che si dilungano innalzandosi e s’adergano finalmente nelle cime nevose del Sirino, campeggianti sul fondo re-moto (GiuseppeDeLorenzo,1897).

CosìGiuseppeDeLorenzo,geologolagonegresevissutotrail1800eil1900,descriveval’altaVald’Agri(figg.2-3),durantelesueperegrinazionineiluoghichefuronositidiantichibacinilacustri.L’alta Val d’Agri è ubicata sull’asse principale

dell’Appenninomeridionaleedèdefinitadarilievilecuiquotesiaggiranodai1.200mdeiMontidellaMaddalenaai2.005mdelMonteSirino.Essaède-limitataanord-nord-estdalgruppomontuosoCal-velluzzo-Volturino-Monte diViggiano-Sant’Enoc,aovestdaiMontidellaMaddalena,asuddalMon-teSirinoedalMonteRaparo,aprendosiversoest-sud-est dove per circa un centinaio di chilometriscorreilfiumeAgriprimadisfociarenelmarIonio.

Fig. 1. Schema esemplificativo geocronologico dall’era arcaica a oggi

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Geologia e geomorfologia dell’alta Val d’agri (Basilicata)

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Lavallesiestendedasudestversonordovestpercirca140km²edèlargamassimo12km,svilup-pandosinellapianaalluvionaleadunaquotamediadicirca600ms.l.m.L’areainteressatadalsitoar-cheologicodiGrumentumsiestendesudiunter-razzoerosionaleposizionatosulladestraidrografi-cadelfiumeAgriaunaquotadicirca587ms.l.m.aipiedidellacollinasucuisorgeilcentroabitatodiGrumentoNovaeinprossimitàdelbacinoartifi-cialedelLagodelPertusillo(fig.4).

La geologia dell’alta Val d’AgriDescrivere l’intera storia geologica della Val

d’Agri può essere piuttosto lungo e dispersivo edescriverla in poche pagine troppo riduttivo, perovviareaciòsiècercatodisintetizzarealmegliolefasisalientiditaleevoluzione,partendodalmo-mento in cuiquesto territorio sipresentavanote-volmentediversodaquellocheosserviamooggi.Molti geologi hanno dato il proprio contributo

per una maggiore comprensione del territorio edellasuaevoluzione,alcunevolteancheconunabuona dose di fantasia stimolando però nel con-temponuoveepiùattinentiricostruzioni.LaVal d’Agri è una valle intermontana di età

quaternariaaimpostazionetettonica,delimitatadafagliebordierediretteadandamentoappenninico,colmatadamaterialedetritico-alluvionale.Lavalleèdefinitadarilievicostituitidaformazionigeolo-gichedinaturacalcareaappartenentialleUnitàdiPiattaforma Carbonatica in sovrapposizione alleUnità Bacinali Lagonegresi, costitute da forma-zionicalcareo-silico-marnose,edalleFormazioniterrigene di natura arenaceo-conglomeratica e si-lico-marnosachetestimonianolosmantellamentodella neocatena appenninica e la deposizione deisedimentiinposizionediavanfossaprovenientidalnascituroarcopeninsulare.Tale porzione di catena appenninica è derivan-

tedalladeformazionedelpaleomarginedipiatta-formamesozoico-terziariodelbordoorientaledelcontinenteafricanocheavvicinandosialcontinen-teeuro-asiaticosièmodificatofinoaraggiungerelaposizioneelaformaattuale.NelMesozoico,periodotemporalecompresotrai

245MAei65MA,gliambientidiquestaporzionegeograficasipresentavanocompletamentediversida quelli attuali e si avvicinavano di molto a

Fig. 2. L’alta Val d’agri vista dai monti della Maddalena

Fig. 3. Stralcio topografico iGM (foglio 505-Moliterno)

Fig. 4. Sito archeologico di Grumentum

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paesaggi di tipo tropicale con isole e penisolecircondate da barriere coralline e da mari apertianche piuttosto profondi. Le strutture geologicheche dominavano gli scenari ambientali dellaTetide erano le Piattaforme Carbonatiche conmarebassoe iBacini in cui si sedimentavano leparticelle prevalentemente di origine organicache flottavano nei mari. Successivamente nelCenozoico, talistrutture iniziaronoaregistrare leprime deformazioni dovute allo schiacciamentodellestesse tra iduecontinentiafricanoedeuro-asiatico che, a causa di importanti movimentigeodinamici,migravanoilprimoversonordesteilsecondoversosudovest.Con l’inizio dell’OrogenesiAppenninica (Mio-

cene inf.–circa25MA), leavvisaglieevolutivesulleUnitàPaleogeografichediventavano semprepiùevidenti.

Oggiambientidipiattaformacarbonaticamoltosimili a quelli del periodomesozoico sono rico-noscibiliinareegeografichecomequellepresentialleBahamasenelMarRosso(fig.5).Loschemageologicopaleogeograficoclassicoe

semplificatopresenta,daovestversoest,alternan-zedipiattaformeebacini,avendoalmenoinquestosettoregeograficoduepiattaformeeduebacinitut-tiappartenentiallaplaccaafricano-adriatica,ossia:-Bacino“occidentale”,-PiattaformaCampano-Lucana,-BacinodiLagonegro,-PiattaformaApula,maconlapossibilitàchecenefosseroaltrettante

strutturesedimentarieanchedidimensionipiùpic-coleposizionateinsituazioniintermedie.Le immagini che seguonopermettono di com-

prenderemeglioladisposizionedeiBaciniedellePiattaforme e la successiva disposizione di ac-

cavallamento delle diverseUnitàGeologiche. Inmaniera esemplificativa la struttura appenninicahaunaconformazionecheèstatadescrittaemo-dificatadaidiversiautoriasecondadeidatiadi-sposizioneedeimodelliscientificidiriferimentoutilizzati.La sovrapposizione delle coltri di ricoprimen-

to con vergenza adriatica costituisce la catena,mentreinposizionipiùorientali(esterne)sisedi-mentanoidepositiplio-quaternariinposizionediavanfossa.Successivamente,durantelafasetettonicapiùre-

centeplio-pleistocenica,epiùprecisamenteduran-te la riattivazionemediopleistocenica, in regimeestensionale,conlaformazionedifagliebordiereorientate120°anord,sièavutalaformazionedinumerosedepressionitettonicheintermontane,tralequaliquelladelbacinodellaVald’Agri.La valle è riconducibile a un basso strutturale

riempito da una successione prevalentemente al-luvionalepotenteanchealcunecentinaiadimetri,appoggiatasi direttamente sul substrato costituitodalleunitàgeologichedioriginemarinaealloctona(figg.7-8).

Fig. 5. possibile scenario ambientale nel periodo mesozoico

Fig. 6. Schema paleogeografico dell’appennino meridionale (da Mostardini et alii 1986)

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Geologia e geomorfologia dell’alta Val d’agri (Basilicata)

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Latettonica,qui,harivestitounruoloprepon-derante, creando le condizioni per far sì che siimpostasse la valle in parte colmata da un ba-cinolacustrenelperiodoplio-pleistocenico,conirelativifenomenidiriempimentosedimentarioe le conseguenti fasi di erosione e di incisionefluvialechecondizionerannosemprepiùlamor-fologiadeiluoghi.Lasuccessionesedimentariache la contraddistingue è definita da apporti disedimentazione intervallati da processi di ero-sione,costituendoperiodidistabilitàmorfologi-caaperiodididinamismoevolutivo.La sequenza sedimentaria del Bacino dell’alta

Val d’Agri può essere sintetizzata in tre succes-sioni sedimentarie principali: un intervallo basa-le costituito prevalentemente da livelli pelitici, eda due intervalli successivi alimentati da apportisabbioso-ghiaioso-conglomeratici derivanti dallosmantellamentoerosivodeirilievicircostanti.Gli areali deposizionali possono essere distinti

in domini di conoide disposti nel settore setten-trionaleedominidipianaalluvionalenelsettoremeridionale.Studi geologici recenti hanno infatti conferma-

tochenelcorsodelPleistoceneinferiore-mediosisonoavutisollevamentidicirca0,5-1,2mm/acor-rispondentiallamediaappenninicadicirca1mm/a.Mentre, nel Pleistocene Superiore si è avuto il

superamento del tasso di incisione verticale delfiumeAgririspettoaquellodeposizionale,conlaparzialeincisionedeidepositi lacustriequindilosvuotamentoidricodelpaleolago(figg.9-10).

Lasuccessionestratigrafico-sedimentariadelBa-cinodellaVald’Agrièilfruttodeiprocessideposi-zionaliederosionali,conlapossibileformazionedipaleosuoli.Ilmodellamentodeipaesaggiècaratte-rizzatodaunafluttuazioneciclicadelleoscillazioniclimatichechehannoportatoallacreazionedifasidi alluvionamentodalladiversadurata intervallatedalunghefasidistabilitàincuisisonocreatiisuoli.

NellavalleduranteilPlio-Pleistocene era presenteanche un’area lacustre, lacui soglia di sbarramentocoincideva all’incirca conl’attuale diga del Lago delPertusillo. Come dimostra-no molti reperti zoologici,nella valle erano presentiancheanimali,quali l’Ele-phas antiquus e il Cervus elaphusormaiscomparsi.Tale soglia di chiusura a

est, alla fine del Pleistoce-ne superiore, venne incisadall’erosione progressivadel fiume Agri che portòallo svuotamento dell’area

Fig. 7. Schema paleogeografico e fasi tetto-genetiche delle principali unità geologiche dell’appennino meridionale (da d’argenio et alii 1973)

Fig. 8 Sezione schematica attraverso l’appennino lucano (da Bosellini 2005)

Fig. 9. Schema geologico della Val d’agri (da Borraccini et alii 2002)

Fig. 10 possibile scenario pleistocenico della Val d’agri

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lacustre e alla creazione lungo l’assefluviale deiterrazzimorfologiciolocenici.L’erosioneelafor-mazionedeiterrazzièbenevidentesoprattuttoper-correndolavalledaestaovest,evariducendosiprogressivamenteversolasorgentedelfiumeAgri,dove si registra comunqueun sollevamento, seb-benenoncosìconsistentecomenellapartebassadell’altaVald’Agri.

La geomorfologia dell’alta Val d’AgriLaVal d’Agri si presenta prevalentementepia-

neggiante,lasuaregolaritàèinterrottadaconoididi deiezione e incisioni fluviali, a testimonianzadell’attività di sollevamento dell’area e dell’ero-sionedeiversanti,edacollineerilievidimodestedimensioniprevalentementecalcareidelsubstratoemergentidallapiana,restidelleantichestrutturesedimentarie.IconoidialluvionalisonosoprattuttoriconoscibiliallabasedeiversantimeridionalidelgruppomontuosodelVolturino–MontediViggia-noetestimonianolefasidimaggioreerosionede-glistessidapartedegliagentiatmosfericiedibenprecisiandamenticlimatici.Laporzionedell’altaVald’Agrisituatainpros-

simità della soglia di sbarramento del paleolagosi presentapianeggiante,ma incisa con terrazzi icui bordi sono alti anche alcune decine dimetri.Èpropriosuunodiquestiterrazzicompletamentebordato da un ciglio di scarpata che si colloca ilsitoarcheologicodiGrumentum.Lasequenzastratigraficadelbacinodell’altaVal

d’Agri, caratterizzata da tassi di sedimentazionedifferenziabiliinapportidipianaediconoideal-luvionale,hacostituitonotevolipilesedimentariealternate da paleosuoli, testimonianze di periodiclimaticicaratterizzatidastabilitàambientale, in-tervallatidaeventidisollevamentoequindidiero-sionenelcorsodelQuaternario.AllafinedelPleistocenesuperioresiregistraun

tassodierosionemaggiorerispettoaquellodisedi-mentazionechedeterminal’incisionedellasogliadapartedelfiumeAgriel’incisionedeisedimentidi piana alluvionale mettendo la sequenza sedi-mentariaagiornosuscarpateripidechecosteggia-no lo stessoassefluviale.Nelperiodoolocenico,l’incisionedeidepositialluvionalidetteinizioallaformazione dei terrazzi morfologici determina-ti all’internodella successione stratigraficadi etàpleistocenica.

LaVald’Agri,finainostrigiorni,hamantenutoin linea dimassima, la stessa fisionomiamorfo-logica, ma i toponimi che ancora oggi vengonousatiper il riconoscimentodiareedellavalle ri-chiamanoproblematichedicarattereidrologicoeidrogeologico:

- Pantano:destraidrografica,nelleimmediatevi-cinanzedelcentroabitatodiPaterno;

- Pantanone:destra idrografica,sul territoriodiTramutola;

- Peschiera:sinistraidrografica,pressoilcentroabitatodiVillad’Agri;

- Pantanelle:destraidrografica,pressoilcentroabitatodiSarconi.

Sonodifattonumeroseleareeicuitoponimire-canolatestimonianzadieventialluvionaliviolenti,soprattuttolungogliassiidrograficiprincipali,suiquali si sono riversati inmanieraviolenta spessodetriti provenienti dalle tracimazioni degli stessi.Necostituisconotestimonianzaquelleformemor-fologichetipichedeiconoididideiezionecostituitidaconglomeraticlinostratificaticonelementipoli-geniciedeterometrici immersi inmatriceargillo-so-sabbiosadicolorebruno.Taliaree,inqualchemodo,inducevanoaevitare

la realizzazione di manufatti e sicuramente con-dizionavano la collocazione delle strutture viarieprincipali. Da queste considerazioni si è risalitoalladefinizionediunpossibile tracciatodellavia HerculiainVald’Agri.La pianura, soggetta a fenomeni di alluviona-

mentoeavereepropriefasidipienanelperiodoromano,nonpresentavamoltisitiidoneiall’antro-pizzazione,moltedelleareeamontedelsitoprin-cipalesipotevanoinfattiimmaginarealluvionate,paludoseoacquitrinose.IlsitodiGrumentum,in-vece,nonostante fosse situato inpianura,godevadellaprotezionedelterrazzomorfologico,altoan-chealcunedecinedimetri sul livellodei torrentiSciauraaovest,MaglieaestesullostessoAgrianord,esoprattuttoeraubicatolontanodaareemal-sane.Lacollocazionefavorevolepermiseagliabi-tantidelsitodisviluppareuntessutourbanoprivodiproblemidicarattereidrogeologicoegeologico,godendodiunanaturalebarrieraprotettiva,vistocheipendiichedelimitanol’areasipresentanoan-chepiuttostoacclivi.I suolibenevolutie ricchianchediapportipi-

roclastici presenti in profondità su tutta la piana

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Geologia e geomorfologia dell’alta Val d’agri (Basilicata)

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permettevano inoltre di sviluppare anche colturespecializzateefavorivanol’impostazionediboschiadaltofusto(fig.11).I suoli presenti sull’area archeologica di Gru-

mentum si posizionano su antichi conoidi di de-iezione incisi,aquotecomprese tra520e800mslm.Superficipianeggiantidelimitatedaprofondeincisioniedaversantidebolmenteomoderatamen-teacclivi,caratterizzatidasubstratidiorigine la-custre, a sedimenti sabbiosi e argillosi.L’usodelsuoloèinprevalenzaaseminativiasciuttieirrigui,subordinatamenteincolti.Sonopresenti suoli a profilo evoluto, decarbo-

natatie lisciviati,accantoasuolimoderatamenteevoluti, per brunificazione e parziale rimozionedeicarbonati.

L’ idrogeologia dell’alta Val d’AgriAltre caratteristiche di notevole importanza

dell’altaVald’Agrisonosicuramentelapresenzadiunafaldaacquiferapiuttostorilevantemapro-fonda e la disposizione lungo i versanti orientalideiMontidellaMaddalenadisorgenticonportateconsiderevoli. Esse hanno costituito già ai tempideiRomaniecostituisconoancoraoggiunapportoconsiderevoleperciòcheriguardaunadellerisorsenaturalipiùimportantiperlosviluppodiqualsiasiiniziativaantropica,l’acqua.La circolazione idrica del bacino dell’alta Val

d’Agripuòesseresuddivisa indue tipiprincipalidicircolazione:ilprimoattribuibileagliacquiferifessuratie/ocarsicialloggiatinelsuosubstratoroc-ciosopre-quaternarioeilsecondoadacquiferipo-rosi impostatisi nella sequenza sedimentariaqua-ternariachecostituisceildepositodiriempimento.Gli acquiferi fessurati presenti prevalentemente

nelledorsalicarbonatichericopronounpiùimpor-tante ruolo rispetto ad acquiferi porosi, i secondialimentati spesso dai primi costituiscono comun-que un importante ruolo di immagazzinamentoidricosotterraneo.Losfruttamentodellerisorseidrichenelpassato

è testimoniato dalla presenza dell’acquedotto ro-mano ben conservato che convogliando le acquedialcunesorgentiposteavalledel rilievosucuisorgeilcentroabitatodiMoliternoeilvicinocen-troabitatodiSarconi,alimentavailsitourbanodiGrumentum.Inoltre, lo sviluppo idrografico dei diversi assi

fluvialicheconfluisconotuttinell’asseprincipaledelfiumeAgri costituisceun importante sistemadialimentazioneidricasuperficiale,disfruttamen-toitticoeforseanchecomeviadicomunicazioneetrasporto.

La sismicità dell’alta Val d’AgriLadinamicitàevolutivadellavalleètestimoniata

anchedallasuasismicitàchehacoinvoltoquestoterritorio numerose volte e con diversa energia.Basti pensare al forte terremoto del 16 dicembredel1857,eallarelativatestimonianzadellostudio-soingleseRobertMalletcheduranteilsuoviaggioinVald’AgrienelvicinoVallodiDianodescrisseneiminimiparticolari, logicamentecon lenozio-niscientifichedeltempo,l’eventocatastroficochecoinvolsenumerosicentriabitatidelleduevalli.Letestimonianzeatalriguardosonopoche,ma

dastudiapprofonditisustruttureantropicherelati-vamenteanchealperiodoromanoemergononuoveindicazionidieventisismicichehannocoinvoltoilterritoriodellaVald’Agri.Le indagini e gli studi di geofisica e storicità

degli eventi sismici inBasilicata e inVal d’Agrimostrano una serie non ben definibile di eventicatastrofici, dal sisma del 300 d.C. (terremoto diAtella,nelVulture),alsismadiPotenzadel1273,connotevolisaltitemporalisenzaalcunanotiziatraunterremotoel’altro.Lasismicitàdellavalleèfondamentalmenteat-

tribuibile alle faglie attive presenti nell’area. Lefagliesismogenetiche,strutturedidebolezzadellacrosta terrestre, determinano spesso situazioni dipericolocausandoterremotididiversaentità.LaVald’Agriè,comegiàdettoprecedentemen-

te,unadepressionetettonicadelimitatadafaglieadirezione appenninica e faglie che interrompono

Fig. 11. Schema evolutivo della morfologia dell’alta Val d’agri

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le precedenti ad andamento antiappenninico. Leevidenze di tali strutture si possono seguire suibordidellavalle inmanierapiuttostonetta, con-siderandosoprattutto ilcambiodipendenza tra iversantieilfondovalle.

Il clima nel periodo romanoNell’Italiameridionale,duranteilQuaternario,si

sonoverificatidueprincipalifenomeni(figg.12-13):- parte degli elementi botanici e zoologici pre-

senti nel periodo pre-quaternario sopravvisseroanchesuccessivamenteinareeconservative,arealifortementedisgiunti;- nei periodi freddi si ebbe un rimescolamento

dellafloraappenninicaenuovicontingentidispe-ciebalcanichechecolonizzaronol’Appenninome-ridionale.Ilclimadelperiodoromanoèditipomediterra-

neoprovenientedalpassaggiodiunciclo freddotendenteadunasuccessivafasediriscaldamentoeadunconseguentearretramentodeighiacciavve-nutitrail300a.C.eil400d.C.Edèproprioquestoilperiodostoricoincuina-

sceesisviluppal’anticonucleoabitativodiGru-mentum.Il clima sostanzialmente mite fu un fattore di

indiscussa importanza per lo sviluppodell’anticaGrumentum, dati gli stretti legami fra condizioniclimaticheerisorseambientali(faunaeflora).

La presenza infatti di numerose specie animalistanzialisulterritorioassicuraval’approvvigiona-mentoproteicoallepopolazionichesistabilironoin questi luoghi. Fin dall’epoca romana viene difattosegnalatalapresenzadiorsi,spessoincom-petizioneconl’uomo,tant’ècheèdaquestomo-mentochesisegnalaladiminuzionediesemplarie la successiva scomparsa di questo plantigrado.Documentataèanchelapresenzadialtrenumero-sespeciecomeilcervo,ilcapriolo,l’aquilareale,ilcinghiale.L’aspettobotanicoeracaratterizzatopiùomeno

dallespeciechesonopresentiattualmente,sicu-ramente con una maggiore estensione areale. Ilparticolare più importante che distingue le dueepoche,quellaattualedaquellaromana,èsenzadubbiol’estensione,dellamacchiamediterranea,deicastagnetiedeiboschidicerrocheoraèpos-sibile osservare solo in alcune aree della pianabendelimitatedell’AltaVald’Agri,qualiilboscodiMaglie.Pertantolapresenzastabiledell’uomohadeter-

minato sicuramente un cambiamento di carattereantropico dei luoghi, considerando che i boschieranoilpiùimportanteapprovvigionamentoener-geticodell’epoca.Quindi l’habitat naturale all’epoca romana era

caratterizzatodaunavallealluvionaleparzialmen-te incisa, incassata tra rilievi montuosi piuttostoelevati, e da un sistema connettivo rappresentatodaboschiadaltofustoconnessitradilorodaareecespugliate; l’habitat antropico invece era carat-terizzatodaareeurbanizzate,appartatiabitativieviarimoltoridottirispettoalterritorio,bendelimi-tatieperfettamenteracchiusinell’habitatnaturale.

C’èanchedaricordarel’alturasucuisorgelanuo-va Grumento, anch’essa sito archeologico di unamenonotastrutturasituatainprossimitàdellachie-samadre(762ms.l.m.),chepotevaessereutilizzatacomepuntodiavvistamentoedicomunicazionepereventualiavvicinamenti indesideratiall’avamposto

Fig. 12. andamento climatico degli ultimi 125 milioni di anni

Fig. 13. Schema cronologico climatico del sub-atlantico (rielabora-zione da Panizza 1985)

Fig. 14. Vista panoramica del sito archeologico di Grumentum e del rilievo su cui sorge la moderna Grumento nova

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Geologia e geomorfologia dell’alta Val d’agri (Basilicata)

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romano,poichéfornivalapossibilitàdiosservareilterritoriocircostantea360º.AtalpropositosiricordanoipassidiLivio2,che

descrisselemanovremilitariromaneutilizzateperscacciarel’invasorecartaginese.Èpropriolacon-formazionemorfologicadelterritoriochediedelapossibilitàdiosservaredall’altodelrilievoappenadescrittoognimanovradelnemicopermettendoaiRomanidiraggirareilnemicosenzaesserevisti.In conclusione si puòdunque affermare che fu

propriol’assettomorfologicoeambientaledelpe-

2 Liv. XXvii, 40-41.

riodocheconsentìaquestoavampostoromanodiinsediarsiedisvilupparsi,distinguersipervitalitàeorganizzazioneurbana;imolteplicielementinatu-raliconsentironol’approvvigionamentoalimentareeidrico,fornironol’energiaperilriscaldamentoeperladifesaeoffrironolematerieprimeperl’edi-ficazionedimanufatti(pietraelegname),anchese,dall’attentaanalisidellestruttureresistitealtempo,vièlaconsapevolezzachealcunimaterialidinote-volepregioprovenisseroanchedaaltrelocalitàdelbacinodelMediterraneo.

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Territorio, archeologia e tutelaLaVald’Agrièunadellecinquevallifluvialiche

sisviluppanosulterritoriodellaBasilicatacondi-rezionenordovest-sudest.Lavalle,cheattraversal’Appenninolucanopercirca50km,presentaunaconformazione ampia e aperta nel tratto iniziale,incorrispondenzadell’anticobacinolacustredietà

pleistocenica,estrettaetortuosaneltrattomedia-no,incorrispondenzadellasogliadell’attualeba-cino artificiale delPertusillo. Si amplia, progres-sivamente,attraverso le formazionidella“collinamaterana”,neltrattodelmedio-bassocorsofluvia-le,finoaimmettersidirettamentenell’apertapianacostieraionicadietàolocenica(fig.1).

IlfiumeAgri,icuiarginiartificialisonooccupatidaunafittavegetazioneripa-riale arborea, rappresentaun’antica via naturale dicollegamentotraiversantiionicoetirrenico,utilizza-tafindallapreistoriacomeviaditransitoediscambieconomico-culturali.Durante il suo corso, il

fiumeattraversaunterrito-rio variegato sotto il pro-filogeo-ambientaleepae-saggistico1.Di particolareinteresse è l’ampio baci-no pleistocenico dell’altavalle, oggi intensamentecoltivato per la presenzadi acqua e per la fertilitàdei terreni. Occupato findall’antichità a tale sco-

1 boenzI, gIura Longo 1994; gIano, poSSIDente, SChIattareLLa 1997; abate et alii 2009; vedi anche il contributo di A. Priore in questo volume.

ntropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’AgriASAlvAtore BiANco

Museo Archeologico Nazionale della Siritide, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

ADA Preitecollaboratrice esterna, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. Associazione Nazionale Archeologi

eleNA NAtAlicollaboratrice esterna, Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico etnografico “l. Pigorini”

Fig. 1. Geofisica satellitare della Basilicata. nell’ovale, localizzazione del territorio della valle dell’agri (rielaborazione grafica: ada preite, elena natali)

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 21-38

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SaLVatoRe Bianco, ada pReite, eLena nataLi

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po,comehaevidenziatolaricercaarcheologica,l’anticobacinohavisto sorgere, soprattuttodal-lametàdelsecoloscorso,una tramadistruttureinsediativerurali,organizzatesecondoilmodello“sparsoelineare”2,chesisonoinnestatesulpre-cedente tessuto delXVIII-XIX secolo costituitodapiccolicasaliemasserie.Intornoèdelimitatodalle imponenti e suggestive formazioni mon-tuosedellaseriecalcareo-silico-marnosa,oggiingranpartebrulleeinanticosicuramentericopertedamantoboschivo,sedidiinsediamentiarroccati,situatiinposizionestrategicaperilcontrollodelfondovalle e delle vie di comunicazione congliadiacentibaciniidrografici.Lespecifichesituazionistratigrafico-strutturalie

laconfigurazionegeo-morfologicadell’area3han-no condizionato le scelte insediative, lemodalitàdisfruttamentodellerisorsenaturalieicomporta-mentidellegentichenelcorsodeimillennisisonosusseguitesulterritorio4.L’ampiaaltavallecostituisceunaparticolarere-

altàgeografico-ambientalegravitantesull’elemen-toassialeformatodallostessocorsofluviale.Cor-rispondenteall’anticobacinolacustresviluppatosinelPleistocene inferiore-medio,sipresentacomeun’ampiaconcaaconfigurazioneovaleallungata,orientatasecondoledorsaliadiacentiindirezionenordovest-sudest, tendente a chiudere, morfolo-gicamente,inprossimitàdiSanMartinod’AgriedellasogliadiMissanello(fig.2).Le due adiacenti realtà orografiche presentano

trattidistintividifferenti:ladorsaleorientaleèpiùimpervia, con alti rilievi scoscesi che superano

2 Modello caratterizzato dalla compresenza, talvolta in aree ben definite, quindi circoscritte, di strutture tipologico-funzionali differenti: residenziali, artigianali, commerciali e industriali.3 Segre 1978; bottInI et alii 1997; pIperno, tagLIaCozzo 1999.4 bIanCo 1985.

anchei1.500metridialtezza;quellaoccidentalealternamontagneerilievicollinaridistintidapro-filoarrotondatoeampiversanti,chedelimitanoilsottostantebacinopianeggiante,a trattipaludoso,inquantosegnatodaunafittarete idrografica lo-cale5.Taleversante,piùaperto,presentaunaseriedivalichicheimmettononelretrostanteepiùva-stobacinodelVallodiDiano.Lapresenzadidet-tivalichi, facilmentepercorribili,ha facilitatofindallaPreistoriairapportiegliscambieconomico-culturali tra igruppiumanidiquest’areaequellistanziatinell’adiacentebacinodelTanagro-Calore(VallodiDiano).L’altaVald’Agri, già frequentatanelle fasi del

Paleolitico medio-superiore6 e antropizzata nelNeolitico e nelle successive fasi protostoriche,dall’Eneolitico all’Età del Ferro7, è stata ininter-rottamentesedediimportantiinsediamentifinoalMedioevo8.Nelleepochesegnatedainstabilitàeconomicae

politico-militare,sononotiabitatidislocatiinposi-zionestrategicasualtureimpervieefacilmentedi-fendibili,dominantiilvastobacinodell’altavalle;alcontrario,nelcorsodiepochestoricheconmag-giorestabilità,tanterealtàinsediativeeproduttivesisonosviluppateanchesulleareedifondovalle.Similisceltesonostatecondizionate,senzadubbio,findaiperiodipiùantichi,anchedafattorigeo-am-bientali,quali l’altogradodi sismicità,capacediprofondisconvolgimentidel territorioedellesue

5 SCanDone 1971.6 industria su selce e calcare riferibile a vari momenti del Pa-leolitico, in particolare industrie litiche musteriane di tecnica levallois è nota dall’area della civita di Paterno e dal territorio grumentino (ricerche di l. Giardino): bIanCo, CataLDo 1994.7 bIanCo 1988a; id. 1988b; id. 1988c; bIanCo, CataLDo 1994; bottInI et alii 1997; De roSa, CeStaro 1999.8 De roSa, CeStaro 2006.

Fig. 2. Geofisica satellitare dell’alta valle dell’agri (rielaborazione grafica: ada preite, elena natali)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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infrastrutture9, lapresenzadell’acquae laportatadelfiumeenonultimelecaratteristichedeisuoliinrapportoalloroutilizzocomespazioeconomico.Frammentariediscontinuisonoidatiarcheolo-

gici relativi alle fasi preistoriche e protostoriche,perlequali,finoallescopertedegliultimianni10,non era possibile delineare un quadro diacronicostorico-culturaleesauriente,essendoalcuniperio-di,comel’Eneolitico(IIImillennioa.C.circa)eilBronzoantico(iniziIImillennioa.C.circa),asso-lutamentenonattestati;moltoscarseeranoanchele testimonianzerelativealle fasidellaprimaEtàdelFerro(iniziImillennioa.C.)11.Per i periodi successivi, le fonti archeologiche

e quelle letterarie consentivano di delineare conprecisione levicendedelmondo indigeno,primainfluenzatodalgrandefenomenodellacolonizza-zionegrecaepoisegnatodallasemprepiùincal-zantepresenzadiRomaapartiredalIIIsecoloa.C.Daquestomomentolagranderealtàarcheologicadi Grumentum, come attestato anche dalle fontiepigrafico-letterarie,divieneilpoloegemonediunvastoterritoriolungolavia Herculiaeriferimentodell’assetto politico-economico della regione finoltrel’etàtardoantica12.La recente realizzazionedella grandeopera in-

frastrutturaledell’OleodottoMonteAlpi-Taranto13(fig.3),voltoallosfruttamentodalvastogiacimen-to petrolifero rinvenuto nei settori orientali del-la valle e simbolodelle più recenti dinamichedisviluppoenergeticoeproduttivoinatto,sedaunlato ha dato origine a un processo di alterazionedegliequilibriecosistemicieforsealteratoitratti

9 boenzI, gIura Longo 1994; gIano et alii 1997b.10 nava 1999; ead. 2000; ead. 2001; ead. 2002a; ead. 2003; ead. 2004; tagLIente 2005; De SIena 2006; oSanna 2007.11 SeStIerI bertareLLI 1957; toCCo 1978; bIanCo et alii 1996; bottInI et alii 1997; bIanCo 1999a.12 bottInI et alii 1997; gIarDIno 1981.13 nava 2000; ead. 2002b; Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata 2009.

paesaggistico-ambientali di un territorio ricco divalenzenaturalistiche14,dall’altroharesopossibileun’intensaattivitàdiricercastorico-archeologica,chehapermessodi ridefinire ilquadrodelpopo-lamentoumanodiquest’area,grazieaun’incisivaazioneditutelaesercitatadallaSoprintendenzaperiBeniArcheologicinell’ambitodiunafattivaesi-nergicacollaborazioneconENI.Dal 1998 a oggi, i lavori eseguiti daENI per

la realizzazione dell’Oleodotto sono stati cura-ti in ambito scientifico, a seguito di protocollid’intesa tra le parti, dalla Soprintendenza per iBeniArcheologici. La realizzazione del CentroOli,deipozziestrattivi,delleretidiraccoltaperlamessainproduzionedeglistessipozziedellacondotta principale per il trasporto del greggiofino alle raffinerie di Taranto, ha determinatoscavi in estensione e inprofonditàdi numeroseinfrastrutturee trinceedimediae lungapercor-renza,rivelatesifondamentaliperleconseguentiscopertearcheologiche15.Le indagini, sia preliminari di superficie (sur-

vey) sia gli scavi archeologici preventivi, hannocosìconsentitodiarricchireconnuovieimportantidatiilquadrodelpopolamentoanticodell’area,dalNeoliticoall’etàtardoanticaemedievale,nonaltri-mentiindividuabili16.

S.B.

Le ricerche archeologiche prima dell’anno 2000. Quadro generaleIlquadroarcheologicodelineabileperl’altaVal

d’Agrifinoall’anno2000eraaffidato,per lefasipiùantiche,allenotiziedeglistorici locali, talorapocoattendibilisulpianostoricoescientifico,alle

14 abate et alii 2009.15 nava 2002b; Soprintendenza per i Beni archeologici della Ba-silicata 2009.16 nava 1999; ead. 2000; ead. 2001; ead. 2002a; ead. 2003; ead. 2004; tagLIente 2005; De SIena 2006; oSanna 2007.

Fig. 3. tracciato dell’oleodotto Monte alpi-taranto (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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SaLVatoRe Bianco, ada pReite, eLena nataLi

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pocheindaginitopografichedisuperficie(survey),e ai dati raccolti in seguito a interventi di scavoeffettuatipermotividiurgenzae/oinoccasionedilavoriinfrastrutturalidipiccolaemediaentità.Laricercaarcheologicasistematicanell’area,iniziatanel1969conl’istituzionedellaSoprintendenzaAr-cheologica,sierafocalizzataquasiesclusivamenteedoverosamentesulsitodiGrumentum17.I primi rinvenimenti preistorici nell’alta Val

d’Agri risalgono al XIX secolo, quando, proba-bilmente in localitàSanGiuliano, in territorio diGrumentoNova,vennerorecuperatirestidifaunafossiledigrandipachidermi(Elephas antiquus)18.Taliresti,confrontabiliconanaloghirinvenimentieffettuatiinaltribacinilacustridelterritorioregio-nale (Venosa,Matera,Atella,Mercure), sonoda-tabili aun lunghissimoperiodo, caratterizzatodaoscillazioni climatiche in senso temperato-caldo(Pleistocenemedio),checonsentivanolavitaaire-lativiinsiemifaunisticipoiestinti19.Lapresenzadell’Uomo inaltaVald’Agriè te-

stimoniatasoloapartiredamomentiavanzatidelPaleoliticomedio,cuisiriferisconoscarseegros-solane industrie litiche su scheggia e su lama ditecnica levalloisrinvenuteingiaciturasecondarianelterritoriodiCivitadiPaterno,diMoliternoediMarsiconuovo20.Anche gli aspetti culturali del Neolitico erano

scarsamente documentati fino a qualche anno fa.MaterialeceramicorelativoallafaseSerrad’Alto(Neoliticomedio-avanzato,secondametàV–iniziIVmillennioa.C.circa)eallafaseDiana-Bellavi-sta(Neoliticorecente,fineV–iniziIVmillennioa.C.circa)erastatorecuperatonelterritoriodiMo-liternoesullaCivitadiPaterno21.

17 gIarDIno 1981; ead. 1992; bottInI et alii 1997.18 la tradizione popolare attribuiva tali resti agli elefanti dell’esercito di Annibale periti nel corso della battaglia del 207 a.c. combattuta presso Grumentum.19 Segre 1978.20 SeStIerI bertareLLI 1957; Segre 1978; bIanCo 1985; bIanCo, CataLDo 1994; bottInI et alii 1997; pIperno, tagLIaCozzo 1999. le industrie litiche musteriane di tecnica levallois sono presenti in diversi ambiti territoriali della regione ma rinvenute sempre in giacitura secondaria a parte le industrie note dalle grotte di Ma-ratea e dalla gravina di Matera. lo strumentario litico dell’alta val d’Agri è conservato presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza e presso il Museo dell’alta val d’Agri.21 LattanzI 1984; CremoneSI 1980; bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994 (in associazione alle ceramiche tipo Serra d’Alto e Diana era anche industria su lama in ossidiana). ceramiche a bande rosse del Neolitico antico-medio sono note da località

Nessun rinvenimento riguardava gli orizzontidella prima età deimetalli (Eneolitico) sviluppa-tisinell’ambitodelIIImillennioa.C.,mentreim-portanti dati erano acquisiti per lamediaEtà delBronzo.AlBronzomedio, faseprotoappenninica(primametàIImillennioa.C.circa),erano,infat-ti,attribuitielementiceramiciprovenientidalsitod’alturadiCivitadiPaterno22,mentre lamaggiorparte delle forme vascolari dallo stesso sito, conitipicimotividecorativiabandepunteggiate,erariferitaallasuccessivafaseappenninicadelBronzomedio(inizisecondametàIImillennioa.C.circa).Anche il sito coevo diMurgia Sant’Angelo di

Moliterno23, comeCivita diPaterno, era colloca-tosulripidopendiodell’omonimacollina,anziinquestocasosuunosperoneroccioso,allacuibasesi apre la grotta eponimadedicata all’Arcangelo.Anchequileformevascolariaimpastopresenta-vanoelementiarcaicidellafaseappenninicainuncontesto riferibile in gran parte alBronzomedioavanzato,attestato,comeaPaterno,dall’esuberan-terepertoriodecorativoabandepunteggiateasvi-luppocurvilineo.Nell’adiacentevalledelSauro,sempreall’inter-

no del bacino idrografico dell’Agri, attestazionirelativeall’etàdeimetallisononotedallalocalitàCastiglione diMissanello, dove sono stati inda-gatiuntumulofunerario,riferibileall’Eneolitico,e un fondo di capanna subcircolare con cerami-cheattribuibiliaunmomentoinizialedell’EtàdelBronzo24;mentre scarse ceramiche appenninichesonostaterinvenutenell’areadellanecropolieno-triadiGuardiaPerticara.NellamediaVald’Agrielementiceramicidell’anticaEtàdelBronzopro-vengonodasepolturedistruttedall’impiantodellasuccessivanecropolienotriadiAlianello-contradaCazzaiola25.Nel vasto areale regionale della fase culturale

“appenninica”può rientrareanche il sitod’alturadi Torre di Satriano di Lucania, documentatoda frammenti ceramici caratterizzati dalla tipica

castiglione di Missanello nell’alta valle del Sauro, mentre cerami-che tipo Serra d’Alto sono note anche dall’area della necropoli enotria di Alianello nella media val d’Agri.22 CremoneSI 1980; bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CI-poLLonI Sampò 1999.23 bottInI 1982; bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; bottInI, bIanCo 1997; CIpoLLonI Sampò 1999.24 bIanCo, CataLDo 1994; bIanCo 1992.25 bIanCo 1992; bIanCo et alii 2000.

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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GrottediLatronico28,nellaprima;l’abitatodiCi-vitadiPaterno,diMurgiaSant’AngelodiMoliter-noequellodiTorrediSatrianodiLucania,nellaseconda.Areaculturalecheasuavoltarientrereb-benelpiùampio“arealeculturaledigravitazionetirrenica”, costituito dalla Basilicata occidentale,dallaCampaniacostieraeinsulare,dallaCalabriatirrenicaedalleIsoleEolie29.Nessunadocumentazionearcheologicacertaesi-

stevaperlaprimaEtàdelFerro(950/925–730/720a.C.circa);mentreperlefasipiùavanzate,corri-spondentialVIIealVIsecoloa.C.,eranonotisolorinvenimentifortuiti,relativiastrutturefunerarieematerialiingiaciturasecondaria30.

S.B.

Le evidenze archeologiche dal 2001 a oggi31. Quadro generaleLa documentazione archeologica disponibile32

permette di ricostruire una linea evolutiva, quasicontinua,dellapresenzadell’Uomonell’altavalledell’Agri, che va dal Neolitico antico al Bronzorecente(fig.4).Leindaginiarcheologichecondottedal 2001 a oggi hanno consentito non solo una

28 CremoneSI 1980; bIanCo et alii 1984; raDI 1999; CIpoLLonI Sampò 1999.29 bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CIpoLLonI Sampò 1999; oSanna 2005.30 SeStIerI bertareLLI 1957; toCCo 1978; bottInI et alii 1997; bIanCo 1999a.31 Si ringraziano tutti gli archeologi e gli operatori di scavo che hanno eseguito le indagini stratigrafiche nei contesti preistorici e protostorici dell’alta valle dell’Agri dal 2001 al 2008 e reso pos-sibile la realizzazione del presente contributo. Si ringraziano, in particolare, gli archeologi: Antonio Affuso, carmela Angerame, tommaso calò, Maria Pina Gargano, francesca Guarneri, ele-na Natali, luciano Padalino, Antonio Pellegrino, teresa Perretti, Mariella Sangineto, Maddalena Sodo e gli operatori di scavo: Donato cocina, Domenico colonna, linkon chowdary, Dome-nico Di Grazia, vincenzo lapadula, vincenzo Petrosino, romeo Pisciottani, vincenzo Senatore, carlo tummillo, Pasquale vespoli.32 la riorganizzazione dell’archivio documentario della So-printendenza per i Beni Archeologici della Basilicata - ufficio centrale di Potenza, non ha reso possibile la consultazione della documentazione tecnico-scientifica relativa ai contesti preistori-ci e protostorici dell’alta valle dell’Agri (scavi, anni 2001-2008). i dati relativi a tutti i contesti preistorici e protostorici, presentati in questo contributo, provengono esclusivamente dalle fonti bi-bliografiche ovvero dalle brevissime comunicazioni pubblicate negli Atti del convegno di Studi sulla Magna Grecia. Si ricorda, inoltra, che a eccezione del contesto funerario neolitico, Sito 38, tutti gli altri siti preistorici e protostorici esplorati nell’alta valle dell’Agri negli anni 2001-2008 non sono stati oggetto di studi interdisciplinari approfonditi. le informazioni riportate in questo contributo, pertanto, sono preliminari e, in futuro, soggette a variazioni.

decorazione a motivi geometrici e a bandepunteggiate, recuperati in giacitura secondarianell’areadell’abitatolucano26.Circa i resti di strutture abitative dell’Età del

Bronzo, note fino all’anno 2000, occorre citarela porzione dimuretto a pianta semicircolare in-dividuatasuunodeipiccoliterrazzisulpendiodiCivita di Paterno, interpretabile come piccolo ri-paroacaratteretemporaneo,mentrelapartebassadell’area interessata dalle frequentazioni antichesembravaesseredelimitatadaunimponentemuroditerrazzamento-contenimento,realizzatoconpie-trame informee rinvenuto in situazionedi crollosulpendiosottostante.L’evidenza topografico-archeologica suggerisce

che gli insediamenti d’altura di Civita di Pater-no,diMurgiaSant’AngeloediTorrediSatrianosiano stati oggetto di frequentazioni stagionali,probabilmentecollegateallepratichedellatransu-manzaestivaabreveeamedioraggio(fondoval-le↔collina↔montagna).Nonsiesclude,però,cheisitid’alturadiCivitadiPaternoediMurgiaSant’Angelo,grazieallaloroposizionetopografi-ca, abbiano svolto un ruolo importante anche suunpiùlungopercorso,chedallapianadell’attualeterritorioagrino,risalendoversoovest,attraversoitantiagevolivalichi,conducevaversoilretrostan-teVallodiDiano;ancheTorrediSatrianopotevaessereunsitoposizionatosuuntracciatodilungapercorrenza,chedall’altoBasentosidirigevaversoibaciniidrograficiadiacenti.Le caratteristiche topografiche dei tre contesti,

situatisuacropolinaturali,facilmentedifendibili,li pongono in posizione dominante sul territoriocircostantee al centrodiunfitto sistemadivallifluvialiedipassichemettevanoinrapidaereci-procacomunicazione idifferenti territori.Aspettiambientali che hanno contribuito, senza dubbio,allo svolgersideicontattimaterialieculturali tralecomunità;contattichenelcorsodiunmomentoavanzato dellamediaEtà delBronzo hanno resopossibile ilcostituirsidiun“arealeculturaleuni-co”tragliinsediamentidell’altavalledelSinniequellidell’altavalledell’Agri:l’abitatodiCapolaTimpa27 e il complesso cultuale e funerario delle

26 CremoneSI 1980; bIanCo 1988a; bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CIpoLLonI Sampò 1999.27 bIanCo 1988b; bIanCo 1988c; raDI 1999; CIpoLLonI Sampò 1999.

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miglioreconoscenzadeiperiodigiànotinell’area,ma anche l’individuazione di alcune fasi crono-culturalinondocumentateinprecedenza,quindidinotevoleimportanzaperl’inserimentodiquest’areanel quadro delle manifestazioni ideologiche,culturaliemateriali,checaratterizzanoconaspetti

edesitidifferentilefasifinalidelNeoliticoequelledell’etàdeimetalliinBasilicataecheneamplianoe approfondiscono la conoscenza. Tali ricerchehanno reso possibile, pertanto, la definizione diunnuovoquadrocrono-culturalepre-protostoricodell’alta valle dell’Agri (fig. 5), che, seppure

Fig. 4 (a fianco). tabella diacronica delle aree antropizzate dell’alta valle dell’agri nel neolitico, eneoli-tico, età del Bronzo. in evidenza, in contorno più spesso, i due periodi crono-culturali maggiormente docu-mentati (elaborazione: ada preite, elena natali)

Fig. 5 (sotto). neolitico, eneolitico, età del Bronzo. alta valle dell’agri (scavi 2001-2008).contesti archeologici: Sito 9 (Valle, Marsicovetere), Sito 10 (croce, Marsicovetere), Siti 38, 39b (Barricelle, Marsicovetere), Sito 31 (pagliarone, Marsiconuovo), Siti 4, 13, 14a/b, 15 (Masseria piccinini, paterno), Siti 24, 25 (Mattinelle, Marsicovetere), Siti 28, 29 (Mas-seria Maglianese, Viggiano), Siti 11, 14, 15 (porcili, Viggiano), Sito a (Vallone San pietro, Viggiano).(eni S.p.a. exploration & produc-tion division. distretto Meridionale)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

27

l’individuazionedell’esistenzadi fasi ancoranondocumentate nell’areale dell’alta valle dell’Agri,come il Neolitico antico a ceramica impressa, ilNeolitico medio-avanzato con ceramica Serrad’Alto,l’Eneoliticofinale-iniziodelBronzoanticoconceramicaa“squame”eLaterzaelafasePalmaCampaniadelBronzoanticoavanzato.Per il Neolitico antico, di particolare impor-

tanza è il ritrovamento in località Barricelle(Marsicovetere)34 di livelli di frequentazioneper-tinentiaun’areaabitativaconceramicaimpressa35.Associati alle ceramiche sono resti di concotto,frammenti d’intonaco di capanna, resti di pasto,

34 oSanna 2007. contesto indagato da Antonio Pellegrino. in corso di studio.35 De SIena 2006. Nella breve nota pubblicata a p. 408, in ri-ferimento alla ceramica impressa del Neolitico antico, si dà una descrizione sommaria dei motivi decorativi e delle forme vasco-lari; le ceramiche, tra l’altro, non sono state ancora oggetto di analisi approfondita. Si è preferito, pertanto, non avendo avuto la possibilità di esaminare direttamente le ceramiche, lasciare la classificazione generica di “ceramica impressa”.

preliminare e soggetto a variazioni, in quantoriferibileaun’areaancoraoggettodiesplorazionisul campo, ne evidenzia il ruolo strategico edeconomico-commercialesvoltogiàinperiodicosìantichi, grazie anche alle favorevoli condizionigeo-ambientali.Sono state esplorate diverse aree abitative

e/o di produzione e aree adibite a uso funerario,databilialNeolitico(fig.6),all’Eneoliticofinale-inizioBronzoantico (fig.7)eall’EtàdelBronzo(fig. 8)33. Le nuove informazioni archeologichehannoresopossibilesiaunamiglioreconoscenzadelle fasi cronologiche e culturali scarsamentedocumentate, come la fase Diana-Bellavista delNeolitico recente e la fase protoappenninica delBronzomedio,indiziatesolodaipochiframmentiprovenientidalsitod’alturadiCivitadiPaterno,sia

33 Si ringrazia eni S.p.A. exploration & Production Division. Di-stretto Meridionale per la disponibilità e la valida collaborazione nella realizzazione della documentazione topografica generale e di fase crono-culturale.

Fig. 6. neolitico. alta valle dell’agri (scavi 2001-2008).contesti archeologici: Sito 9 (Valle, Marsicovetere), Siti 38, 39b (Barricelle, Marsicovetere), Sito 15 (Masseria piccinini, paterno), Siti 11, 14, 15 (porcili, Viggiano).(eni S.p.a. exploration & production division. distretto Meridionale)

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Fig. 7. eneolitico, età del Bronzo. alta valle dell’agri (scavi 2001-2008).contesti archeologici: Siti 14a, 4 (Masseria piccinini, paterno), Sito a (Vallone San pietro, Viggiano).(eni S.p.a. exploration & production division. distretto Meridionale)

Fig. 9. Sito 14. Località porcili (Viggiano, po-tenza). Buche da palo perimetrali - capan-na. neolitico recente (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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industrialiticaediossidiana.L’entitàdeimateria-lirecuperatielapresenzadibucheconresiduidibruciatosuggerisconol’esistenzainanticodiunaqualche struttura abitativa.Dallamedesima loca-lità, altri ritrovamenti si riferisconoauna capan-na (Sito39b)36 e a sepolturedatabili alNeoliticorecente (Sito 38)37. La frequentazione dell’area èdocumentataanchenellefasiavanzatedellamediaEtàdelBronzo(Sito39b).Notevoli, a questo proposito, sono risultati gli

scavicondottinelterritoriodiViggiano,inlocalitàPorcili(Sito11,Sito14,Sito15)38,dovesonostateindagatenumerosefossedicombustioneneolitichechepresuppongonol’esistenzadiunampiovillaggio(vediScheda 1).SempreinlocalitàPorcili,nelSito14,pocodistantedaiprecedenti,èstatoindagatoun

36 oSanna 2007. contesto indagato da francesca Guarneri. Sito inedito.37 oSanna 2007. contesto funerario indagato e oggetto di studio nel contributo di A. Pellegrino in questo volume.38 nava 2003. contesti indagati da elena Natali. Siti inediti.

importantepaleosuoloconalcunebuchedapalo,chedefiniscono il perimetro di una struttura abitativa(fig.9).Imaterialirecuperatirimandanoall’orizzon-tedelNeoliticorecente,faseDiana(fig.10).

Altre testimonianze del Neolitico recenteprovengono dal fondovalle del territorio diPaterno, in localitàMasseria Piccinini, dove, nel

Fig. 8. età del Bronzo. alta valle dell’agri (scavi 2001-2008).contesti archeologici: Sito 10 (croce, Marsicovetere), Sito 39b (Barricelle, Marsicovetere), Sito 31 (pagliarone, Marsiconuovo), Siti 4, 13, 14b, 15 (Masseria piccinini, paterno), Siti 24, 25 (Mattinelle, Marsicovetere), Siti 28, 29 (Masseria Maglianese, Viggiano), Sito 15 (porcili, Viggiano).(eni S.p.a. exploration & production division. distretto Meridionale)

Fig. 10. Sito 14. Località porcili (Viggiano, potenza). anse diana e strumentario litico. neolitico recente (archivio fotografico, Soprin-tendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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Sito1539,sonostatescavateunresiduodipianodifrequentazioneconmaterialeceramicodatabilealNeolitico recente, attribuibile a un contenitore dimedie/grandidimensioniconansaarocchetto(fig.11),eunafossaconmaterialidatabilialNeoliticomedio-avanzato(faseSerrad’Alto)ealNeoliticorecente(faseDiana,fig.12).Lafossa,inparticolare,èunadepressionediformasubcircolareall’internodella quale sono stati recuperati frammenti diossidiana, frammenti ossei di animali (fig. 13),alcunicontraccedilavorazione,enumerosigrumidicarbone(fig.14),lacuidisposizionesuggeriscel’esistenzainanticodiunelementoligneo.Lafossaè sigillatadaun livello alluvionale conciottoli erariframmentid’impasto.

39 nava 2004. contesto indagato da Ada Preite. Sito inedito.

Abrevedistanzadallepresenzeneolitiche,sem-prenelSito15,unasecondadepressionediformaellitticairregolarepoggiasopraillivelloalluviona-le;all’internosonoriconoscibiliconcentrazionidiconcottoeterrenonerastrocircostante.Ilmaterialeceramicoèattribuibileaunmomentoavanzatodel-lamediaEtàdelBronzoper lapresenzadifram-menticonmotividecorativiappenninici.L’età dei metalli, in senso lato, è ampiamente

documentata.Semprenel territoriodiPaterno, inlocalitàMasseria Piccinini, sono stati individuatidiversisitidatabilicomplessivamentedall’Eneoli-ticofinalealBronzomedioavanzato.IlSito14a40ècostituitodaunastrutturaproba-

bilmenteellittica (6metrix4metri)conmargini

40 nava 2004. contesto indagato da Ada Preite. Sito inedito.

Fig. 11. Sito 15. Masseria piccinini (paterno, potenza). Fossa n. 1. ceramica diana. neolitico recente (archivio fotografico, Soprinten-denza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 12. Sito 15. Masseria piccinini (paterno, potenza). Fossa n. 2. ceramica diana. neolitico recente (archivio fotografico, Soprinten-denza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 13. Sito 15. Masseria piccinini (paterno, potenza). Fossa n. 2. Fauna. neolitico recente (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 14. Sito 15. Masseria piccinini (paterno, potenza). Fossa n. 2. carbone. neolitico recente (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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irregolari,scavatanelbancod’argilla.Lastrutturaèattraversatatrasversalmentedallatrinceadiposaperitubi(larghezzapista:6metri),percuinonèstatopossibiledefinirnel’interoperimetro.Lastra-tigrafia,messainlucedalloscavoinestensioneedalsaggiodiapprofondimento,attestalapresenzadidiversilivelliarcheologiciconnumerosimate-riali d’impasto con decorazione a “squame”, tal-voltaassociataalcordoneplasticoa“ditate”(fig.15); poco rappresentata la ceramica con motivodecorativoa“cordicella”equellacondecorazioneincisaformanteun“graticcio”oconle“cuppelle”sottol’orlo,chericordalaceramicadellafaseLa-terza.Traimaterialirecuperatièpresenteunafuse-ruolabiconicad’impasto.Sonopresentistrumentiescheggedilavorazionediselcegrigia,ossidiana,utensilidiosso,traiqualiuncoltelloconlamasi-nuosa,restiosseirelativiapastoenumerosigrumidicarbone.Al medesimo orizzonte crono-culturale, inqua-

drabiletral’Eneoliticofinaleel’iniziodelBronzoantico,èattribuibileilcosiddettoSitoAdiViggia-no,inlocalitàCostaCollina-ValloneSanPietro41

Si tratta di un contesto archeologico costituitodaunpianodifrequentazioneconnumerosiresi-duicarboniosi,lacuidisposizioneequantitàfannoipotizzare l’esistenza in antico di una importantestrutturalignea.Ilivellistratigraficihannorestitui-toceramicaa“squame”eceramicacondecorazio-neplasticaacordoni.Frammentidiceramicaa“squame”,recuperatiin

giaciturasecondaria,provengonoanchedalsito4(vediinfra),inlocalitàMasseriaPiccinini,meglionoto per le presenze dellamediaEtà delBronzoavanzata(faseappenninica).

41 nava 2001. contesto indagato da carmela Angerame. ine-dito. la denominazione del contesto archeologico è postuma all’indagine, in quanto non è stato trovato dalla scrivente alcun riferimento bibliografico al riguardo.

Nell’altavalledell’Agri,almomento,nonsononote strutture funerarie databili all’Eneolitico. Ilconfronto più vicino topograficamente è quellodella media valle dell’Agri, in località masseriaCastiglione (Missanello, Potenza)42, dove sonodocumentati tumuli funerari con struttura a cistalitica,conceramichedatabiliall’Eneoliticofinale-inizioBronzoantico.Il medesimo modello di struttura funeraria e

l’usodelritoainumazionesimantienequasiinal-terato nella fase crono-culturale successiva, bendocumentata nell’alta valle dell’Agri. In localitàPorcili, nella stessa area di frequentazione neoli-tica,èdocumentataun’interessantenecropoli(Sito15)43,databilealBronzoantico,fasePalmaCam-pania(vediScheda 2).Strutture funerarie simili sono state individuate

anche nel territorio di Marsicovetere, in localitàCroce44,databiliaunmomentoinizialedellamediaEtàdelBronzo.Sitrattadiunaltrocomplessofu-nerarioconseistrutturea“tumulo”,tredellequali(tomba3, tomba5, tomba6)peruso funerarioealtretre(struttura4,struttura7,struttura8)didub-bioutilizzo,ricavatenelbancodirocciacalcarea,sistemateadifferentilivellialtimetricieconorien-tamentononuniforme.AunmomentoavanzatodelBronzoanticoeini-

zialedelBronzomediosonocollocabiliduecon-testi(Sito28eSito29),indagatiinlocalitàMas-seriaMaglianese, nel territorio diViggiano45. Lericerche hanno individuato due nuclei insediatividistantitraloro90metricircaetreunitàabitative:unastrutturaapiantacircolare,definitadabucheperimetrali,eduestruttureapiantairregolareconpiano infossato e prive di alloggiamenti per palidisostegno.Latipologiadellaceramicarecupera-ta riportaa formefunzionali tipichedelleareediabitato,ossiaagrandicontenitoriutilizzatiper laconservazione delle derrate alimentari, come do-cumentato,inparticolare,nellaporzioneorientale

42 nava 2002a. contesto funerario, posto sul versante oro-grafico destro del fiume Sauro, indagato da Antonio Affuso nell’ambito dei lavori per la realizzazione dell’oleodotto Monte Alpi-taranto, tronco 2, nel tratto della media valle dell’Agri. Sito inedito.43 nava 2003. contesto indagato da elena Natali. Sito inedito.44 nava 2004. contesto indagato da Ada Preite, luciano Pada-lino, teresa Perretti. Sito inedito.45 tagLIente 2005. contesti indagati da francesca Guarneri e tommaso calò. Siti inediti.

Fig. 15. Sito 14a. Masseria piccinini (paterno, potenza). Struttura 1. ceramica a “squame” e con cordone (archivio fotografico, Soprin-tendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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dellastrutturaapiantacircolare,eapiccoliemedicontenitoriperlamensaelatrasformazionediso-stanzealimentari.Alla media Età del Bronzo, probabilmente ini-

ziale,èdatabileilmaterialeceramicorecuperatoinlivellidiriempimentodiuncanaledidrenaggio,in-dagatonelterritoriodiPaterno,inlocalitàCircello46.APaterno, in localitàmasseriaPiccinini ènota

un’aread’abitato(Sito13)47confondidicapannasubcircolari, poco profondi, con all’interno unospazioadibitoausofunerario/cultuale.IlcontestoèdatabileallamediaEtàdelBronzo.LamediaEtàdelBronzoavanzata,piùconosciu-

tacomeBronzomedio3,èampiamentedocumen-

46 nava 2003. contesto archeologico inedito.47 nava 2004. contesto indagato da Mariella Sangineto. Sito inedito.

tatanell’altavalledell’Agri.Tra idue importantisitidiMurgiaSant’AngelodiMoliterno48equellodiCivitadiPaterno49,siinserisceilSito450inlo-calitàmasseriaPiccininidiPaterno.Ilcontestoar-cheologico(Struttura1)ècostituitodaunagrandefossa(5metrix4metrix1,20metri),scavatanelbancod’argillasterile,diformasubellitticaepare-tirastremateversoilfondo(fig.16).Lasequenzastratigrafica all’interno della fossa è costituita daterrenonero,daterrenomarroneedaconcottoelapresenzadipiùformevascolarineattestaunutiliz-zocomestrutturaabitativa.

48 bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CIpoLLonI Sampò 1999.49 bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CIpoLLonI Sampò 1999.50 nava 2004. contesto indagato da Ada Preite. Sito inedito.

Fig. 18. Sito 4. Masseria piccinini (paterno, potenza). Struttura n. 1. US 3. ceramica con decorazione appenninica (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 16. Sito 4. Masseria piccinini (paterno, potenza). Struttura n. 1. Bronzo medio, fase appenninica (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 17. Sito 4. Masseria piccinini (paterno, potenza). Struttura n. 1. US 3. contenitore a filtro (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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Nei diversi livelli antropici della struttura sonostatirecuperatiframmentidicontenitorid’impastoefiguliniinquadrabilinellafaseappenninica.Sonoriconoscibilileciotolecarenate,leanseadasciaconforotriangolare,lepresecontaccacentrale,icon-tenitoriconcordoniplasticia“ditate”ea“tacche”,unfiltroaimbuto(fig.17)eleparetirecantiimoti-videcorativiincisi,tipicidell’appenninico(fig.18).Presentelostrumentarioliticoediossidiana.Diver-sirestiosseidianimali,pertinentiarestidipasto.Aquesticontestipre-protostoricisiaggiungonole

nuoveinformazionidesuntedallostudiointerdiscipli-naredeimaterialiprotostoricidiTorrediSatrianodiLucania,recuperatiingiaciturasecondarianell’areadell’abitatolucano,attribuitiallafaseavanzatadellamediaEtàdelBronzo,quellaappenninica51.AunmomentoditransizionetrailBronzomedio

avanzatoel’iniziodelBronzorecenteècollocabileilSito31,individuatoinlocalitàPagliarone,nelter-ritoriodiMarsiconuovo52.Ilcontestoarcheologicoècostituitodanumerosecavità,interpretatequalibu-chedapalo,chehannorestituitomaterialeceramicod’impasto,alcuniconevidentitraccediesposizionedirettaalfuoco,enumerosiresiduidibruciato.Aquestirinvenimentipiùimportantieffettuatia

seguito dei lavori ENI, vanno aggiunti numerosialtricontesti53,oggettod’indaginipiùmodestema

51 CremoneSI 1980; bIanCo 1988a; bIanCo, CataLDo 1991-1992; iid. 1994; CIpoLLonI Sampò 1999.52 De SIena 2006. contesto inedito.53 Per il Neolitico, tra gli altri, si ricorda il contesto d’altura, Sito 9, indagato in località valle nel territorio di Marsicovetere. il paleosuolo ha restituito alcune buche, forse per l’alloggio di

indispensabili per la ricostruzionedella sequenzacronologicaedelpopolamentopreistoricoeproto-storicodell’altavalledell’Agri.L’entitàqualitativaequantitativadeidati, raccolticoncriteri rigoro-samente scientifici e su basi stratigrafiche, fannopresupporrelapresenzasiadiinsediamentistabili,anchediampiedimensioni,siadicontestistagio-nali, organizzati e distribuiti sul territorio secon-domodelli insediamentalibenprecisi,adifferen-zadiquanto ipotizzabile sullabasedellevecchieinformazioni. Tra gli aspetti culturali e materialiche emergono dal dato raccolto, particolarmenteinteressanteè lascopertadell’esistenzaanchesulfondovalleeinareeanticamentepaludoseeappa-rentementenonagibilidi insediamentistagionali,databili a fasi piuttosto antiche della preistoria eprotostoriadell’area.L’entità dei dati archeologici, allo stato attuale

delle esplorazioni sul campo, permettono di evi-denziaresiaiduemomenticrono-culturalidimag-giore frequentazione umana del territorio: il piùantico, riferibile al Neolitico recente con la faseDiana-Bellavistae,quellopiù recente, relativoalBronzomedioconparticolareconcentrazionenellafaseavanzata,quellaappenninica; sia ledue sot-tofasicrono-culturalipriveditestimonianze,ossia“vuote” di occupazione antropica: quella relativa

pali, e frammenti ceramici attribuibili genericamente al Neolitico recente, fase Diana. Per l’età del Bronzo, si ricordano il Sito 23 e 24 in località Mattinelle nel territorio di Marsicovetere, databili genericamente al Bronzo medio avanzato, fase appenninica.

Fig. 19. tabella diacronica delle aree antropizzate dell’alta valle dell’agri nel neolitico, eneolitico, età del Bronzo. distribuzione crono-culturale dei siti con, in evidenza, l’occupazione antropica in più momenti (elaborazione: ada preite, elena natali)

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almomentoinizialedelNeoliticomedio54equelloinizialeemediodell’Eneolitico(fig.4).Siriscontra,inoltre,comealcunicontestiqualii

Siti4,14a,14b,15diMasseriaPiccininieCivita,ubicatinel territoriodiPaterno, ilSitodiMurgiaSant’AngelodiMoliterno,ilSito39bdiBarricelle(Marsicovetere)e ilSito15diPorcili (Viggiano)sianostatioggettodifrequentazioneinpiùperiodicrono-culturali;situazione,forse,dovutaallecon-dizionigeo-ambientalifavorevolie/oaparticolariesigenzestrategicheecommerciali.Ancheperal-cunidiquesticontesti,sinotail“vuoto”difrequen-tazione,spessorelativoall’Eneoliticoeallaprimafase dell’Età del Bronzo; momenti documentati,invece, in altri contesti, quasi esclusivamente, difondovalleomedia-collina(fig.19).Ladocumentazionearcheologicadisponibile,in-

fine,evidenziaitrenucleiterritoriali-amministra-tivineiqualisièconcentratalaricercasulcampo:Marsicovetere,PaternoeViggianoconledifferen-zeeleanalogiedioccupazioneantropica.Ilterrito-riodiMarsicovetererisultaesserequelloconl’oc-cupazioneumanapiùantica,risalentealNeoliticoantico,maèprivodifrequentazionenelNeoliticomedio,nell’EneoliticoenelBronzoantico.Queste

54 il “vuoto” crono-culturale della fase iniziale del Neolitico medio potrebbe estendersi a ritroso, ossia nella fase finale del Neolitico antico, se lo studio delle ceramiche impresse del Sito in località Barricelle definisse arcaiche e non evolute tali cera-miche.

fasicrono-culturalisonodocumentate,invece,ne-glialtridueterritori:PaternoeViggiano,neiqualil’antropizzazione sembra iniziare tra il Neoliti-comedio-avanzatoe ilNeolitico recente; restanoscarsamenteattestate,anche,inquestidueterritorilefasidell’Eneoliticoedell’iniziodelBronzoan-tico.NelleareediMarsicovetereediPaterno, lafrequentazioneumanas’intensificanellamediaEtàdelBronzo, inparticolarenella faseappenninica,mentrequestanonèdocumentatanell’areadiVig-giano,dovelafrequentazionesembrainterromper-sinelBronzoantico(fig.20).Èindubbiochelanonindividuazionedialcune

fasicrono-culturalinell’altavalledell’Agri,cono-sciuteinveceinaltriambitigeograficicircostanti,potrebbedipenderesiadaunarealeassenzadife-nomenidiantropizzazionedell’areasiadallostatoattuale delle ricerche. L’impianto dell’OleodottoMonteAlpi-Taranto, che ha dettato la scelta del-leareedaindagare,el’assenzadistudiinterdisci-plinari dei contesti archeologici esplorati, sia perquantoriguardaimaterialisiaperlerelativestrut-ture,hannocondizionatononpocolaricostruzionedelquadroantropicogenerale.

A.P.

Fig. 20. tabella diacronica delle aree antropizzate dell’alta valle dell’agri nel neolitico, eneolitico, età del Bronzo. distribuzione crono-cultu-rale dei siti nell’ambito dei territori amministrativi (elaborazione: ada preite, elena natali)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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Le evidenze neoliticheScheda 1. Viggiano (Potenza), località Porcili.

Sito 11 e Sito 15Sitrattadin.13fossedicombustionerinvenute

suun’areadi700m2circa, incorrispondenzadeiSiti11e15.Lefosse,cronologicamenteriferibilialNeoliticorecente,orizzontediDiana-Bellavista(fineV-inizi IVmillennio a.C. circa), presentanoformeedimensionidifferenti (fig.21); il riempi-mento è costituito da pietre fortemente frattura-te e calcinate e da cospicui residui carboniosi; ilmateriale archeologico associato è molto scarsoerappresentatodaminutiframmentidiceramica,di industria liticaedi fauna; leparetidelle fosseappaiono fortemente rubefatte. Strutture analo-ghesonostate rinvenute innumerosicontestidelNeolitico italiano e francese, fra cui si ricordanoquellidiMiletopressoSestoFiorentino(Firenze),diCatignano(Pescara),diTravo(Piacenza),diVil-leneuve Tolosane e Saint-Michel-du-Touch (AltaGaronna)55.Inquestisiti,estensivamenteindagati,èstatopossibileprecisarecheungrannumerodi

55 Per le strutture italiane vedi: tozzI 1989; martInI 1993; per quelle francesi: vaquer 1981, p. 124.

Fig. 21. Sito 11. Località porcili (Viggiano, potenza). Fosse di combustione. neolitico recente (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

fosseappaionoconcentrateinun’unicaarea,sem-preassociataall’abitato.Inquestosensolapresenzadinumerosestrutturediquestotipoindicherebbe,ancheaViggiano,l’esistenza,nell’areaimmediata-mentecircostante,diunvillaggioo,comunque,dinucleiabitatividiunacertaconsistenza.Le loro caratteristiche strutturali (dimensioni,

formaestratificazioneinterna)appaionocostantiericorrentineidiversicontesti italianiefrancesie,perquesto,talistrutturesembranorispondereafunzionibenprecise:Vaquer56haavanzatol’ipote-sichelestrutturefrancesiservisseroperlacotturadi grossi quarti di animale; per l’essiccazionedipesceedicarne,precedentementepredispostaso-praappositicannucciatieperlatostaturadeicere-ali.Tozzi57eMartini58hannopropostol’ulterioreipotesi,sullabasedelleevidenzeitalianediMiletoeCatignano,chelefossepotesseroassolverean-cheallafunzionedicotturadellaceramica,comeforniall’aperto.Ilprincipiodifunzionamentodellesuddettefosse,

documentateancheda studietnografici59,prevedeladeposizionediunostratodi materiale combustibilesulfondo(legname,paglia,ecc),asuavoltacopertodaunlivellodipietre.Questeultime, una volta riscalda-te, avrebbero rilasciato ilcalore immagazzinato inmodolentoecostante,con-sentendo una cottura gra-dualeeuniforme.

E.N.

56 vaquer 1981, p. 124.57 tozzI 1989.58 martInI 1993.59 guStaFSon et alii 2005.

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Le evidenze dell’Età del BronzoScheda 2. Viggiano (Potenza), località Porcili,

Sito 15 In corrispondenza del Sito 15, soprastante

al livello che ha restituito le numerose fossedi combustione, risalenti al Neolitico recente(Scheda 1), è documentato l’impianto di unastruttura funeraria risalente all’Età del Bronzo.Lo strato relativo a questo periodo apparedecapato nella parte superiore e le strutturemesse in luce sono quindi conservate nella loroporzione inferiore, probabilmente a un livellocorrispondente grossomodo all’antico piano dicalpestio. La struttura, al momento della messain luce, appariva comeun’ampia concentrazionedipietredimedieegrandidimensioni,all’internodella quale erano però chiaramente distinguibilialcuni aggregati litici di forma circolare, il cuidiametrovariavada2a6m.Taliaggregatisonostati definiti con sicurezza poiché parzialmenteisolati dauna fascia liberadi pietreoperché, incorrispondenza del loro perimetro, erano stateposte pietre di maggiori dimensioni.All’internodelleconcentrazionilitichecosìidentificateerano

state sistemate alcune deposizioni singole e, piùraramente,bisome; le sepolture, in totaleundici,sonostatemenzionatecometomba140,142,144,145,146,148,149,150,151.L’importanzadegliaggregatiliticicircolari,associatialledeposizioni,risiede nel fatto che essi potrebbero costituire ilresiduoditombedeltipo“atumulo”costituitodapietre(fig.22).A questa tipologia strutturale fanno eccezione

letombe141e147;inquestiduecasilepietredicoperturasidisponevanoesclusivamenteincorri-spondenzadellafossaenonsiestendevanoarico-prireun’areapiù ampia.L’ipotetico tumulodelletombe141e147potevaesserecostituitoda solaterraenonancheoprevalentementedapietrecomeneglialtricasi.Leundicisepolturerinvenutecomprendonopre-

valentemente inumazioni singole (nove tombe),aeccezionediduediesse,bisome;questeultimecontengonorispettivamente:unadulto+uninfante(tomba142)edueadulti(tomba146).Sitrattaditredici individui complessivi di cui dieci adulti e

Fig. 22. Sito 15. Località porcili (Viggiano, potenza). tombe a tumulo. ipotesi di ricostruzione perimetrale dei singoli tumuli più evidenti (archi-vio fotografico - Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata. elaborazione grafica: elena natali)

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antropizzazione pre-protostorica nell’alta valle dell’agri

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dello scheletro e del corredomanon è chiaro sesianostaterealmentecollocateinquestaposizioneoselasepolturaprevedevaunacassarealizzatainmaterialedeperibile (legno), successivamentede-composta e sfondatadallepietredi coperturadelsoprastantetumulo.

Ivasidiimpastochecostituisconoidiversicor-redi trovano lemaggiorianalogiecon l’orizzontediPalmaCampania(fig.24),checaratterizzal’ini-zio dell’antica Età del Bronzo nell’Italia centro-meridionale.Particolare,ma,perilmomento,pocoindicativodalpuntodivistacronologico,èilcor-redodella tomba149 (individuosub-adulto) (fig.25),costituitodaalcunipiccolivaghidicollanainpietraeunasortadi“disco”inosso,decoratoain-cisione(fig.26).Inoltre,apparesingolarel’assenzadicorredonel-

latomba147,cheperaltro,inbaseallaposizioneeadalcunicaratteristrutturali(dimensionimaggioridella fossa, parziale rivestimento in pietre ecc.),sembrarivestireunacertaimportanzarispettoallealtresepolture.

tresub-adulti60.Laposizionedegliinumatièvaria:preferibilmenteappaionorannicchiatiodistesisullatosinistro;inunsolocaso(tomba145)l’inumatoè stato deposto supino, con le gambe flesse (fig.23). L’orientamento delle sepolture è preferibil-mentenord-sudconilcraniorivoltoversosud(su-destoppuresudovest);solonelletombe144e149ilcranioèrivoltoanordeaest.Tutte le tombe individuate sono caratterizzate

daunafossapocoprofonda(almassimo20cm)incuièstatosistematol’inumatoeilrispettivocor-redo.Lepietredi copertura si trovanoa contatto

60 le analisi antropologiche sono in corso da parte del dr. Do-menico Mancinelli, Dipartimento di Scienze Ambientali, univer-sità degli Studi dell’Aquila.

Fig. 23. Sito 15. Località porcili (Viggiano, potenza). tomba a tumulo n. 145. Bronzo antico (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 24. Sito 15. Località porcili (Viggiano, potenza). tomba n. 145. corredo. Bronzo antico (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

Fig. 25. Sito 15. Località porcili (Viggiano, potenza). tomba a tumulo n. 140. Bronzo antico (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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SaLVatoRe Bianco, ada pReite, eLena nataLi

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Particolarmente significativo il rinvenimento incorrispondenzadelSiton.11,adiacentealSiton.15,diunaconcentrazionedipietreegrandimas-sianalogaaquellaappenadescritta; talesecondaconcentrazioneè stata indagata soloperunapic-colaporzione,datocheprosegueoltreilimitidello

scavo.Essapotrebbeesserepertinenteaunsecon-docomplessofunerarioanchese,perilmomento,nonessendostatarinvenutaalcunasepolturaasso-ciataallepietre, tale interpretazioneresta incerta.Qualoraquest’ipotesifosseconfermata, l’areain-dagatacoinciderebbeconun’ampiazonafunerariaall’internodellaqualesussistonoalmenoduestrut-ture litiche formate rispettivamente da aggregatidipiccolitumuliinpietrae/oterra,probabilmentepertinentiaunitàfamiliarielignaggidistinti.Dalcomplessodeidatirilevatidalleindaginidi

scavoneiSitinn.11e15diViggianoèevidentecomelostudioapprofonditodellestrutturemesseinluceedelmaterialerecuperatoapparedifonda-mentaleimportanzainquantopotràfornireinteres-santie ineditenovità riguardo il rituale funerarioelastrutturasocialedeigruppidell’anticaEtàdelBronzo in Italiameridionale. Infatti, le evidenzemesse in luce costituiscono, per il momento, ununicum strutturale e culturale non ancora docu-mentatonelpanoramaarcheologicoitalianoduran-teunafasecosìantica.

E.N.

Fig. 26. Sito 15. Località porcili (Viggiano, potenza). tomba n. 149. corredo. Bronzo antico (archivio fotografico, Soprintendenza per i Beni archeologici della Basilicata)

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Nel Neolitico, la fertilità dei terreni dell’altaVal d’Agri e le abbondanti risorse idriche ben siprestavanoaiprimiinsediamentidigruppiumanichecominciavanoasostentarsitramitelepratichedell’agricoltura e dell’allevamento. In tale conte-sto, inunazonasituataaipiedidelMonteVoltu-rino,èpossibileinquadrarelasepolturaoggettodiquestointervento(fig.1).

NelLuglio del 2006, in localitàBarricelle, ag-gregatodiabitazioninelterritoriodiMarsicovetere(Potenza),èstatoeffettuatoilritrovamentodicuisi parla, nell’ambito dei lavori per l’infrastruttu-razionepetroliferadell’altavalledell’Agri.Nellospecifico, l’area del rinvenimento è denominata“Molinara”, dall’omonimo torrente che, attraver-sandola,scendedalmonteVolturinoperriversarelesueacquenelfiumeAgri.Ilavoridiscavodellatrinceaperlaposadeitubi

vennerointerrottiquando,allaprofonditàdicircaunmetroemezzorispettoalpianodicampagna,furono individuate due consistenti tracce di con-cotto. L’indagine archeologica che ne è seguita,allo scopo di far luce sull’entità delle evidenze

rinvenute, ha interessato una superficie comples-siva di oltre 200m2, portando al riconoscimentodidiversefasidioccupazionedell’area,dicuiunarelativaallasepolturainquestione1.

Lapiùanticadiquestefasieraproprioquellari-feribilealletraccediconcottoriconosciutedurantelasorveglianza, lìdoveerastatodato il fermoailavori. Si trattava infatti del riempimento di duegrossebuche(diametromedio120cm,profonditàmedia60cm)scavatenellostratosterilediargillaepietre,checostituivalabasedituttalastratigrafia(fig.2).Allorointernoeranoriconoscibilievidentitracce di bruciato che testimoniavano prolungateattivitàdicombustione,e il loro riempimentore-stituiva, oltre ad alcuni reperti faunistici, diversiframmentidiceramicaimpressa.

1 le indagini sono state effettuate sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Alfonsina russo, già funzionaria archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata e coordi-natrice delle attività di sorveglianza archeologica sui lavori eNi, mentre i lavori sul campo sono stati condotti dallo scrivente dal 28 luglio del 2006 al 22 febbraio del 2007.

a sepoltura neolitica in località “Molinara”

ANtoNio PelleGriNocollaboratore esterno, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

L (Marsicovetere-Potenza)

Fig. 1. il paesaggio dell’alta Val d’agri, ai piedi del Monte Volturino, dove è stata rinvenuta la sepoltura in esame

Fig. 2. panoramica della situazione di scavo, in cui sono riconoscibili le buche scavate nel banco di argilla e pietre

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 39-44

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antonio peLLeGRino

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Sitrattadi impastimoltogrezzidecoratiaim-pressioniottenutetramiteunghiateepunzonature,tipicidiunafasearcaicadelNeolitico.Imaterialisono infatti confrontabili con quelli provenien-ti daRendina I2, la prima fase di vita dell’inse-diamentoneoliticodellavalledell’Ofantoo conquellidellafasepiùanticadiTrasano3,nellaMur-giamaterana,ceramichedatabiliallaprimametàdelVImillennioa.C.

2 CIpoLLonI Sampò 2002.3 raDI 2002.

Fig. 3. affioramento degli scheletri dei due individui all’interno della fossa

Fig. 4. i due individui adulti inumati (a e B)

Fig. 5. individuo a

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La sepoltura neolitica in località “Molinara” (Marsicovetere-potenza)

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Lasecondafasedifrequentazionedelsitoère-lativaaunaseriedievidenzerintracciateamenodiunmetroanorddiunadelleduebucheappenadescritte,macronologicamenteinquadrabiliinunperiodocertamentepiùrecente.Qui, il terrenopiùscuro,unaconcentrazionedi

frammentidilamediselceediossidianaealcunirepertiosseidiorigineumana,hannopermessodiriconoscereiltagliodiunafossalungapiùdi10m,largamediamente1,40m.Dal suo riempimento affioravano i resti di una

sepolturabisoma,oltreacentinaiadirepertiliticieceramici,inquadrabiliinunorizzontematurodelNeolitico,nell’ambitodella faciesDiana-Bellavi-sta(fig.3).Idueindividuisepolti(AeB),dietàadulta,era-

nodispostinellazonaestdellafossa,entrambiconilcranioaovestegliartiinferioriaest(fig.4).L’individuoA(quelloposizionatopiùaest)era

inclinato sul fianco sinistro e poggiava sul dorso(fig. 5).Aveva il torace e il bacino rivolti versol’alto;lostessobacinoeraposatosuunlivellopiùbasso rispetto al piano di appoggio del resto delcorpo,quasisitrovasseinunazonapiùprofondadellafossa.Ilfemoredestroavevalatestainfissanelsuoloeladiafisirivoltaversol’alto,fratturataalivellodellametà,mentrelerestantiossadell’ar-to inferioredestroerano totalmenteassenti, forseasportate da disturbi successivi al seppellimento.Ilcranio,diffusamentefratturato,eraruotatover-soovesteinclinatoversol’alto.Lebracciaeranoallargate e disposte perpendicolarmente rispettoall’asse del corpo.Gli avambracci erano parzial-menteflessisugliomeri,conlamanosinistraaper-taeladestrachiusa,portateall’altezzadelcranio.Ungrossodentedierbivoroeraposizionatosullo

sterno,unaltrosullesuecostolesinistre,mentre,inprossimitàdientrambelemani,sirinvenivanoduedentiovicaprini.Numerosi frammenti di lame di ossidiana e di

selceealcunireperticeramici(orliepresecilindri-checoninsellaturacentrale)eranointornoall’indi-viduoAeinparticolarenecircondavanolatestaeiltorace.L’individuoBerainvecedepostosulfiancosini-

stro(fig.6).Isuoipiedisitrovavanoapochicen-timetridalgomitodestrodell’individuoA.Gliartiinferiorieranoleggermenteflessi,quasiparalleli.Iltorace,estesamentefratturato,eraparzialmentein-terratonellasuametàsinistraeilbacinoerarivolto

verso nord. Il braccio destro era quasi completa-mente abdotto, con avambraccio flesso e mano,parzialmente chiusa, posata sul torace. Il bracciosinistroerainveceabdotto;l’avambraccioerafles-soeledita,estese,eranoportatedavantialcranio,cherisultavafratturatoerivoltoversonord.Alcentro, fra leginocchiae l’articolazionedel

gomitosinistro,sirinvenivaunframmentodicor-no;undenteanimalesi trovava inprossimitàdellatosinistrodeltorace,mentreunaltroeraposizio-nato a pochi centimetri dalla parte posteriore delcranio; si rinvenivano altri frammenti ossei nellevicinanze.Unapietra(di7cm)erastatasistematafralamandibolaelaspallasinistra.

Diversi frammentidi lamedi selce e soprattut-todiossidianaeranostatidispostisopraeintornoall’individuoB,insiemeaframmenticeramici,fracuiunapresad’impastonelpuntoincuileduecla-vicolesiarticolanoconlosterno.La zona centrale e occidentale della fossa,

doveeranoevidentidueaccumulidipietre,han-norestituitonumerosissimirepertiosseid’incertaidentità, attualmente in studiopresso i laboratoridi archeozoologiadell’UniversitàdelSalento. Inquestosettoredellasepolturasonostatirinvenuticentinaia di frammenti di strumenti litici, e altrimanufatticeramici,inquantitàmaggiorerispettoaquelliritrovatinellaporzionedellafossacheospi-tavaidueindividui.

Analisi e datazione dei resti antropologiciIrestiantropologicisonostatirecuperaticonla

collaborazione del gruppo di ricerca dell’IstitutodiMedicinaLegaledell’UniversitàdiBari,direttodalProf.FrancescoIntrona.I ricercatori hanno effettuato sui resti umani

una serie di analisi finalizzate a determinare le

Fig. 6. individuo B

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antonio peLLeGRino

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principali caratteristiche fisico-antropologichedeidueindividui.L’analisi del DNA, su campioni provenienti da

entrambigliindividui,hafornitodatiinteressantialivellogenetico,mentrevalutazioniinterminidicro-nologiasonostateeffettuatemedianteradiocarbonio.Neicampioniprovenientidaidueindividuisono

stati riscontrati intervalli di datazione compatibilifra loro.Ciòsignificacheèmoltoprobabileche iduesoggettisianomortiquasicontemporaneamen-te,intornoallafinedelVmillennioa.C.:l’individuoAall’etàdi24anni,el’individuoBall’etàdi20.Danotarelacoincidenzariscontratafrailprofi-

lodiun’estesafratturapresentesull’ossotempo-raledelcraniodell’individuoB,equellodiunapietrache,almomentodelloscavo,eraposizio-nata fra ilmentoe la spalla sinistradellostessoindividuo.Apareredeiricercatorièpossibilechela pietra in questione sia stata lo strumento chehacausatolosfondamentocranico,portandoallamortel’individuoB.

I materiali della sepolturaI materiali rinvenuti all’interno della sepoltura

sonodatidarestiframmentaridicontenitoricera-mici, elementi di industria litica, e resti faunisti-ci.Questiultimisonooggettodianalisi,tuttoraincorso,dapartedelgruppodiricercadelProf.DeGrossiMazzorin,dell’UniversitàdelSalento.

CeramicaIreperticeramicirappresentanolacategoriamate-

rialemaggiormenteattestataall’internodellasepol-tura,ancheselaframmentarietàdeglistessilasciadeidubbisull’intenzionalitàdellalorodeposizione.La percentualemaggiore delle presenze è data

daframmentid’impastofine,acuiseguonofram-mentid’impastosemifine,diargilladepurataein-fine,d’impastogrossolano.Daquinederivaunamaggiore riconoscibilità delle forme nella classedei contenitori d’impasto fine, costituite da olle,tazze,ciotoleescodelle,alcunedellequalimoltoaperte.Taliformeapertesonoregistrateinquantitàmaggiorerispettoalleformechiuse,dateessenzial-mentedarestidipochivasiacollocilindricoeorloestroflesso.Sièorientatiadassegnarequestomateriale,nel

complesso, alla facies neoliticaDiana-Bellavista,datalapresenzadellatipicapresacilindricaconin-sellaturacentrale(fig.7).

Altrielementicaratterizzantilaproduzione“Bel-lavista”,dell’areapuglieseelucana,consistonoinfrequentidecorazioniinciseoaintaglio, taccheepuntiimpressi,presentianchesuinostrimateriali,inalcunicasi(figg.8-9).InareapugliesesihannoconfronticonScamuso4

eSanMatteoChiantinelle5,perlapresenzadianseanastroediciotolecarenate,prodottesiainargilladepuratacheinimpastofine(figg.10-11).Relativamente all’area lucana, Latronico6 offre

interessanti confronti per colli cilindrici con orliestroflessidiolleinargilladepurata.

4 bIanCoFIore, CoppoLa 1997, p. 76, tav. iv.5 tunzI SISto, SanSeverIno 2008, p. 95, fig. 5.6 grIFonI CremoneSI 1978, p. 186.

Fig. 7. Frammento di contenitore con presa cilindrica con insellatu-ra centrale

Fig. 8. Frammento di orlo di contenitore con decorazione a tacche

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La sepoltura neolitica in località “Molinara” (Marsicovetere-potenza)

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IlmaterialedellasepolturadellaMolinararivela,indefinitiva,a livello tipologico,unabuonaana-logiacon ilmateriale liparota (faseC), comenelcasodellescodelletronco-coniche7(fig.12),delleciotolecarenateedelletazzebasse8,tutteattestatenellasepolturainquestione,inimpastofine.

7 brea, CavaLIer 1980, p. 51, fig. 19, J.8 brea, CavaLIer 1980, p. 43, fig. 15.

Industria liticaÈnotevolelaquantitàdimanufattiliticirinvenuti

nellasepoltura,realizzatisusupportidiselcediva-riacolorazioneediossidiana(fig.13).Lacopiositàdistrumentirealizzaticolvetronerodioriginevul-canica,ètipicadellafaciesDiana-Bellavista,acon-fermadelruolocentralechehannoavutoleEolienell’ampiosistemadiscambichehacaratterizzatoquestoperiododellapreistoria9.Èquindiprobabilechel’ossidianarinvenutaincontradaMolinara,siaperiprocessididistribuzionechecaratterizzavanotalefaseneolitica,siaperlecaratteristichefisichedelmaterialerinvenuto(trasparenza,brillantezza),abbiaorigineliparota.

9 tykot et alii 2006.

Fig. 9. Forma aperta decorata mediante incisione lineare sull’orlo

Fig. 10. Frammento di contenitore con ansa a nastro

Fig. 11. ciotola carenata

Fig. 12. Scodella tronco-conica

Fig. 13. Manufatti litici su supporti di selce e di ossidiana

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antonio peLLeGRino

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Il complessodell’industria liticaècostituitodalame, lamelle, troncature,punteegrattatoi,siadiselce che di ossidiana, prevalentemente ritoccati.Soloalcunelamelleeframmentidilamelle,susup-portodiossidiana,appaionoprivediritocco.

ConclusioniTutto il contesto sepolcrale qui proposto pre-

senta degli elementi di difficile interpretazione.Daunesamedellevariesepolturerientrantinellafaciesdiriferimento,Diana-Bellavista,cosìcomenelpiùampioquadrofunerariodelNeoliticoita-liano,sievincel’assenzadievidenzeassimilabilial rinvenimento dellaMolinara. Il quadro di ri-ferimento risulta abbastanza complesso e non siregistrano modalità fisse di seppellimento e disvolgimento di pratiche rituali legate al sesso oall’etàdegliindividui10.La tradizionale posizione degli inumati, nel

Neolitico, è quella rannicchiata; in alcuni casiè supina.Nel nostro caso, invece, i due scheletrisono, uno poggiato sul dorso, con testa rivoltaverso l’alto e arti inferiori scomposti, l’altrostesosulfiancosinistro,conunamanosultorace,l’altra vicina al volto e le gambe leggermente

10 bagoLInI, grIFonI CremoneSI 1994.

flesse. Entrambi sono stati rinvenuti nell’estremazonaestdiunafossalungaunadecinadimetrielargaoltreunmetro;nelrestodellospazio,pietre,materiali ceramici, litici e faunistici, sono statirinvenuti in un apparente stato di incoerenza. Idatirisultantidallostudiodellevariecategoriedimateriali della sepoltura dellaMolinara indicanolo stato di grande frammentarietà dei reperti, almomentodelrinvenimento.Inoltre,ledimensionispropositate della fossa potrebbero far pensare auna sepolturaplurima,maal suo internoc’eranosolo due individui, che occupavano una piccolaporzione dell’escavazione. Non è facile quindidistricarsi in una situazione così atipica e cosìcomplessa, peraltro anche da un punto di vistastratigrafico: non si dimentichi, infatti, che eratotalmente mancante parte dell’arto inferioredestro dell’individuoA, ad attestare un disturbo,successivoalmomentodelseppellimento,chehaintaccato la stratigrafia del contesto circostantelasepoltura.Siauspica, tuttavia,cheunulterioreapprofondimento dell’analisi dei dati relativi aidueindividui,cosìcomedeirestifaunistici,possafornireulterioriindicazioniaifinidiunamigliorecomprensionedelleevidenze.

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LericerchecondotteinaltaVald’Agriapartiredal2000aseguitodeilavoriENIhannoconsentitodiconoscereinmodopiùpuntualeiltipodioccu-pazionedelterritorioelemodalitàinsediativetraIVeIIIsecoloa.C.1.Sitrattadiunafaseparticolar-mentesignificativaperlaVald’Agri,siaperesserecaratterizzatadaun’intensaespansionedemografi-ca,siainquantosiidentificaconunperiodochiavecheinparteprecedeeinparteèparalleloallafon-dazionediGrumentum, ilcentroromanoche ini-zialmente,adifferenzadiVenusia,nonhalostatusdicolonia,eche,sullabasedisaggidiscavo,sem-brasisviluppidagliinizidelIIIsecoloa.C.ÈfuoridiscussionecheallanascitadiGrumentumabbianocontribuitolegenticheabitavanoilterritoriocirco-stanteechesullabasedellerecentiscopertesem-bradunqueintensamentepopolato.Siricostruisceunavallemoltofertile,densamenteabitataesfrut-tatasecondounmodelloagricolocaratterizzatodanumerosefattoriesparseevillaggiconlerelativenecropoli,strettamenteconnessiconlaretedistra-deeditratturi,echevannoaggregandosiagliinizidelIIIsecoloa.C.inuncentrourbanodipianura.Questidati si aggiungonoaquelli acquisiti ne-

glianni’80del1900quandoaseguitodilavoridimetanizzazionesonostatiindividuatiinsediamentidi altura,qualiquellidiMarsicoNuovo,PaternoeTramutola(fig.1).IncertainvecelapresenzadifortificazionidiIVsecoloa.C.,soloipotizzatemanonsupportatedarinvenimentiarcheologici,comequella diMarsicoNuovo, che secondoP.Bottinidovrebbeessere ricalcatadalla fortificazioneme-dioevale2. Qui negli anni ’80 del 1900 vennero

1 ruSSo 2005, pp. 19-57.2 bottInI 1989, p. 24 (Marsico Nuovo) e per le altre fortifica-

individuate due aree abitative, in corrispondenzadiPortaSant’AngeloediCaseNuovenelcentrostoricodiMarsicoNuovo(tral’altroquelladiCaseNuoveharestituitodueanforecommercialiinas-sociazione:un’anforagreco-italicaeunapunicaasiluro)3.APaterno,all’internodell’abitatoattuale,venneintercettatounlivelloarcheologico,riccodiceramicaavernicenera,databiletrafineIVeIIIsecoloa.C.4.Infine,particolarmenteinteressantiletestimonianzevenuteallaluceaTramutola,inlo-calitàCostarelle, dove è stata localizzataun’areadi fornaci destinateper lo più alla produzionedigrandicontenitorietegole,sempredatabiletrafineIVeIIIsecoloa.C.5.Laricostruzionedelpaesaggioagrariodietàtar-

do-classicaedelprimoellenismoprevedeun’occu-pazioneagricolafondatasulpossessodiproprietàterrieredimediaestensione,confattoriepiuttostoampie,talvoltaedificateconparticolarecuraarchi-tettonicaelacuisuperficievariadai390ai700m2,conunaestensionemediadi450m2.SitrattadellefattoriediSerrone1diViggiano(700m2);diSanGiovannidiViggiano(460m2);diValdemannadiMarsicovetere(450m2);diSerrone2diViggiano(430m2);diPianiParetediMontemurro(432m2);diFossoPianodeiVallonidiGrumentoNova(390m2)6(Tabella1).

zioni alle pp. 25-26.3 bottInI 1989, p. 24.4 bottInI 1989, pp. 24-25.5 bottInI 1989, p. 25.6 ruSSo 2005, pp. 28-31 (valdemanna), pp. 42-52 (Serrone 1 e 2, San Giovanni), p. 53 (fosso Piano valloni). DIStaSI 2005, pp. 71-87 (Piani Parete di Montemurro).

odalità insediative in alta Val d’Agri tra IV e III secolo a.C.

AlfoNSiNA ruSSoMuseo Archeologico Nazionale di Muro lucano

M

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 45-48

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aLFonSina RUSSo

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Sito Estensione Fase

Edificio di località Masseria Nigro di Viggiano

1.200 m2 IV-III a.C.

Abitazione in località Mattinella di Marsicovetere

60 m2 V-III a.C.

Fattoria Piani Parete di Monte-murro

432 m2 V-III a.C.

Fattoria di Serrone 1 di Viggiano 700 m2 IV–II a.C.

Fattoria di Valdemanna di Marsi-covetere

450 m2 IV–II a.C.

Fattoria di Serrone 2 di Viggiano 430 m2 IV–II a.C.

Fattoria di San Giovanni di Viggiano

460 m2 IV-I a.C.

Fattoria di Fosso Piano dei Vallo-ni di Grumento Nova

390 m2 IV-I a.C.

FaeccezioneilgrandeedificiodiMasseriaNigrodiViggiano,cheraggiungei1.200m2diestensio-neeche,oltreaessereresidenzaprivatadipresti-gio,tralepiùantichefinoraindagateinVald’Agri,ricopre particolari funzioni: economica, per lapresenzadiampimagazzinidestinatiallaconser-vazionedelsurplusagricolo,ediaggregazionepo-litica,conambientidestinatiabanchetti7.Particolarmentesignificativaèinoltreunastrut-

turaabitativaaduevaniinasse,dicirca60m2,chesembra essere inserita in una maglia insediativaregolare, rinvenuta in localitàMattinella diMar-sicovetere8.Sonoinoltrenoti,perlafasetraIVeiniziIIIse-

coloa.C.,duevillaggipostiinareepianeggianti.Ilprimo,digrandeestensioneètestimoniatodal-

lanecropoliinlocalitàCatacombellediViggiano;le sepolture sono un centinaio solo nella trinceaENI e coprono quattro generazioni: dal secondoquarto del IV al primo-secondo venticinquenniodelIIIsecoloa.C.9.Ilsecondo,nelterritoriodiMarsiconuovo,incon-

tradaPagliarone,èanch’essoidentificatoattraver-sounanecropolidicirca40sepolturechecopronotregenerazioni:dalprimo/secondoquartodelIValprimoventicinquenniodelIIIsecoloa.C.10.Altrefattoriesonoindiziatedallapresenzadine-

cropolicomeinlocalitàValloni,sulpendiodiunadellecollinechedominanoilversantesinistrodelfiumeAgri,dovesonostateindagate17sepolture

7 ruSSo 2005, pp. 33-42.8 ruSSo 2005, pp. 24-28.9 ruSSo 2005, p. 21.10 in corso di pubblicazione.

riferibiliaununicogruppofamiliareinsediatoinuna fattoria ubicata probabilmente sulla sommitàdellastessaaltura.Nonmoltolontanodaquest’ul-tima località, giànel1985, a seguitodi lavori dimetanizzazione,vennero individuati altriduenu-clei di necropoli nelle località Fosso Concetta eVracalicchio,sullecollinechelambisconolastra-damodernachedaViggianoconduceindirezioneMontemurro, ritenute dall’autrice dello scavo, P.Bottini,riferibiliadaltrettantefattorie11.AllafinedelIVsecolo,infine,siriferisceilnu-

cleo di sepolture rinvenute in località Guardem-mauro,inareadipianura12(Tabella2).

Sito Tipologia

Marsico Nuovo, località Pagliaro-ne, in area di pianura

villaggio (40 sepolture)

Paterno, località Valle Romana in area di pianura

fattoria (?)

Viggiano, località Catacombelle, bassa collina

villaggio (91 sepolture)

Viggiano, località Valloni, collina fattoria

Viggiano Serrone, collina fattorie

Viggiano, località Fossato, collina fattoria (?)

Grumento Nova, località Guar-demmauro, pianura

villaggio (?)

Montemurro, località Fosso Con-cetta e Vracalicchio, collina

fattorie

Di tutti questi insediamenti attestati nel IV se-coloa.C.,moltisonoabbandonatinelcorsodellaprimametàdelIIIsecoloa.C.,comeadesempio,nel territoriodiViggiano, l’edificiomonumentalediMasseriaNigro,ilvillaggiodiCatacombelle,diPagliaronediMarsiconuovo,l’insediamentodilo-calitàMattinelladiMarsicovetere,tuttelealtrefat-torie(Valloni,FossoConcetta-Vracalicchio,PianiParete,Guardemmauro).Altri invecemantengono una continuità di fre-

quentazionenelperiodosuccessivoallafondazio-nediGrumentum,finoall’avanzatoII-iniziIseco-lo a.C., tra cui si ricordano le fattoriediSerronee di SanGiovanni diViggiano e di Fosso Pianodei Valloni di Grumento Nova e di ValdemannadiMarsicovetere,anchesecontrasformazioniso-stanzialinelladestinazioned’uso.

11 bottInI 1997, pp. 81-114; ruSSo 2005, pp. 21-24.12 ruSSo 2005, pp. 21-24.

tabella 1. Strutture abitative scavate (LaVoRi eni 2001-2007)

tabella 2. aree di necropoli, seconda metà iV-inizi iii secolo a.c.a fondo bianco: scavi 2000-2007 in relazione ai lavori eni; a fondo grigio: scavi risalenti agli anni ’80 del 1900

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Modalità insediative in alta Val d’agri tra iV e iii secolo a.c.

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Particolarmentesignificativoappare il fattochenel corso del II secolo alcune di queste fattoriepresentanounariconversionedifunzioniconunaprevalenza delle attività produttive: si impiantauna fornace nella fattoria di Serrone 1; si adibi-sce un’area per la lavorazione dell’olio in quellainlocalitàSanGiovannidiViggianoe,infine,unafornaceperlaproduzioneditegoleemattoninellafattoriainlocalitàFossoPianodeiVallonidiGru-mentoNova.Appare pertanto probabile che dopo l’impianto

della città diGrumentum, e dopounperiodone-cessarioall’assestamentopolitico-economicodellanuovaentitàurbana,siavviaanchelariorganizza-zionedellacampagnachecorrisponde,ovviamen-te,aunrinnovatoassettodellaproprietàdellaterra,cheprevede,daunlato,l’abbandonodinumerosefattoriee,dall’altro,unatrasformazionedellestrut-tureruralicheinvecepersistono.Tenendopresentechesitrattadidatiparzialiin

quantoriferibilisoloaunsettoredel territorio,sipassa da una maggiore densità del popolamentoagrario tra IVe III secoloa.C., conunadistanzadicircakm2perlefattorieedikm5-5,5perivil-laggi,aunaminoredensitànelperiodotraIIIeIIsecoloa.C.,conlesolefattorie-villeposteacircakm5-6l’unadall’altra.I tre villaggi di Pagliarone,Mattinella e Cata-

combelle distano mediamente tra di loro circa5-5,5km.Lefattoriepiùvicineaitrevillaggidi-stanoda1,7a2km(vedi,adesempio,perilvil-laggiodiMattinellalefattorienn.14e20distanticirca2km;per il villaggioPagliarone le fattorienn.16e17ubicateacirca2km;per ilvillaggioCatacombellelefattorienn.7e11acirca1,7km).Lefattorie,ingenerale,distanotralorodaunmi-nimo di circa 500m (il caso delle fattorie nn. 2e3cheprobabilmentesonoriferibiliaunpiccoloagglomerato)aunmassimodi3km(nn.14e20).Le fattorie di IV-III sec. a.C. sono infatti con-

nesseadappezzamentidi terrenodimediaesten-sione, sfruttati principalmente per la sussistenzadelgruppofamiliareinsediato.Igrandicomplessiruralicheraggiungonounasuperficiesuperioreaim2600,comeSerrone(m2700)eMasseriaNigro(m21.200), senonpossiamodefinirlevillae, cer-tamentemostrano nette differenziazioni nella di-stribuzionefunzionaledegliambientilegatisiaallagestione e alla lavorazione delle derrate prodottenelfondodigrandeestensione,verosimilmenteda

partedimanodopera servile, sia alle attività arti-gianali (fornace), sia all’esercizio delle funzionipubbliche (politiche?) del proprietario all’internodispazi,comeilcortilecolonnatoperMasseriaNi-gro,destinatiall’accoglienzadellaclientelaprove-nientedaivillaggiedallepiccolefattorie,elementiquesticheinqualchemodoevocanolefuturede-scrizionidiCatone13.Nella fase successiva alla guerra annibalica,

la presenza romana nel territorio inserisce laVald’Agri inunarticolatoeampiocircuitodi scam-bi. Si sviluppano e si specializzano le diverseproduzioni destinate alla commercializzazione,comeadesempiol’olio;nellefattoriesembrapre-valere l’aspettoproduttivosuquello residenziale,comedimostral’impiantodilavorazionedelleoli-veaSanGiovannidiViggiano (fasedi II secoloa.C.), che si imposta in spazi precedentementeadibiti a un esclusivo uso residenziale. L’abitatodiGrumentum,situatosulladestradell’altocorsodell’Agri,erainfattifavorevolmentecollegato,at-traversounafittareteviariachevennepotenziatainetàtardoantica,adaltrerealtàurbanedellaLuca-niacomeHerakleiaeMetapontosullacostaionica,Paestum su quella tirrenica ePotentia eVenusiaverso l’interno. Sempre in riferimento al II sec.a.C.,inparticolareall’etàgraccana,ilLiber Colo-niarumtestimonia,tral’altro,cheilvastoterritoriodiGrumentumerastatoalmenoinpartecenturiato(LilianaGiardinoindividualetraccediduediversecenturiazioni nel territorio grumentino, una dellequalipotrebberiferirsialladivisioneagrariadietàgraccana,Lib. Col. I209,5-10)14.Unmomento di cesura nel territorio, con l’ab-

bandonodelle fattorie sopra citate, si registra tralafinedelIIegliinizidelIsec.a.C.,inanalogiaconquantoaccadeaGrumentum,quandolacittà,schieratasidallapartediRoma,vienedistruttadu-rantelaguerrasociale.Anche le ricognizioni effettuate nella zona

suburbana, in particolare nel settore delimitato,lungo la riva destra dell’Agri, dal Maglia edalloSciaura, testimonianocomeafrontediunaparticolareconcentrazionedisiti, forseancheunvillaggio che si trovava in località San Lorenzo

13 CaranDInI 1989, pp. 112-115; toreLLI 1990, pp. 123-132 (in particolare pp. 129-132).14 gIarDIno 1983, pp. 195-196; ead. 1981, p. 44; ead. 1980, p. 478.

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aLFonSina RUSSo

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sulle rivemeridionalidelMaglia,agli inizidel Isec.a.C.sirilevaunaflessionedegliinsediamentinatinelIIIsecoloa.C.15.Unaripresasiattuanelcorso del I sec. d.C., quando sono attestate soloalcune grandi ville, da collegare allo sviluppodi latifondi di proprietà di famiglie il cui potereeconomico si affermaproprio in questoperiodo.Le poche ville note sulla riva sinistra del fiumeAgrisonocollocateaunadistanzamediadioltre5-6 km; tuttavia, a tale proposito, vanno tenuti

15 CIFanI et alii 1999-2000, pp. 439-457.

Fig. 1. iGM con siti di iV-iii sec. a.c.1. Viggiano, Masseria nigro, edificio; 2. Grumento, Valloni dell’aspro, fattoria; 3. Grumento, Valloni dell’aspro, fattoria; 4. Viggiano, Valloni, necro-poli relativa a fattoria; 5.Viggiano SS.103, fornace relativa a fattoria; 6. Grumento, Guardemmauro, necropoli relativa a fattoria; 7. Viggiano, San Giovanni, fattoria; 8. Viggiano, catacombella, necropoli relativa a villaggio; 9. Viggiano, La Monaca, acciottolato relativo a villaggio (?); 10. Viggiano, La Monaca, fornace relativo a villaggio (?); 11. Viggiano, Serrone, fattoria; 12. Viggiano, Serrone, fattoria; 13. Viggiano, porcili, fattoria; 14. Viggiano, Finita, fattoria; 15. Marsicovetere, Valdemanna, fattoria; 16. Marsicovetere, Serio La civita, fattoria; 17. paterno, Masseria piccinini, fattoria; 18-19. Marsicovetere, Mattinella, villaggio; 20. tramutola, Le tempe, fattoria; 21. Montemurro, coste, sepoltura relativa a fattoria; 22-23. Marsiconuovo, pagliarone, necropoli e strada relativi a villaggio; 24. Montemurro, piani parete, fattoria

nella dovuta considerazione alcuni elementifondamentali: l’epoca dell’impianto originarioe l’effettiva estensione degli edifici. Si tratta dicomplessi residenziali a carattere monumentaleche vengono realizzati in concomitanzacon un’opera sistematica di ricostruzione emonumentalizzazionedell’abitatodiGrumentum,attuataapartiredallametàdel Isecoloa.C.finoall’etàtiberiana.

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liliANA GiArDiNouniversità del Salento, lecce

LostudiodellaviabilitàanticainLucaniahaavu-tounmomentodiattenzioneparticolarmenteinten-satraglianni’70e’90delsecoloscorso.Unprimolavorodisintesisuitracciatiinusoinquestaregio-nenelcorsodell’etàromanaèstatopresentatonel1973daAngeloRussi1.Basandosisullenotiziefor-nitedallefontiletterarie,dagliitinerariedallado-cumentazioneepigrafica,eglihafissatoalcunipuntiacaratteregenerale:l’assenzadi«unaviabilitàsta-bileeregolare»primadellaconquistaromana2;lafunzionepreminentementepoliticaemilitaredellaviaRegio-CapuamnelcorsodelIIsecoloa.C.;loscarsointeressedapartediRomaversolestruttureviariedellaLucanianellungoperiodocronologicocompresotralaguerrasocialeeilIIIsecolod.C.;un’intensaattivitàdiripristinodellaretestradaleinetà tardoantica, documentata daimiliaria e «pro-babilmente da porsi in rapporto con le esigenzeannonarie»3.Lestrademenzionateperl’etàromanasonootto,dicuiquattroalungapercorrenza:lavialitoraneaionica,dicuisiriconoscelapreesistenzainetàgreca;laviaVenusia-Heraclea,ilcuitraccia-tosisviluppaattraversandolevallatedelBradanoe del Basento e correndo sulla sinistra dell’Agri;lavia Herculia,destinataalcollegamentodeiduecentri precedenti, ma con un percorso più lungochetoccalecittàdiPotentiaeGrumentum;laviaRegio-Capuam.Lealtrestraderappresentanodellevariantilocaliatrattilimitatidelleprime,comenel

1 ruSSI 1973, pp. 1940-1946.2 ruSSI 1973, p. 1940. A sostegno di questa ipotesi lo studio-so cita il passo liviano dello scontro del 207 a.c. tra il conso-le romano e Annibale nei pressi di Grumentum e l’espressione «montanis itineribus» in esso presente. vedi anche quanto detto infra, p. 55.3 ruSSI 1973, p. 1941.

casodeiduepercorsialternativitraPotentiaeGru-mentumediquellotraquest’ultimaeNerulum;op-puredellavariantecostieratraSalernoeLaviniumallaviaRegio-Capuam.InquestoquadrodedicatoallestradepiùimportantidellaLucaniamancatut-tavialavia Appia,chehasenz’altrosvoltounruoloprimarioneirapportitraRomael’Italiameridiona-le,manonvienepresainconsiderazionenellapre-cedentesintesiinquantoilsuotracciatosisviluppaaimargininordorientalidellaregionelucana.

Il particolare impulso dato alle indaginiarcheologiche in Basilicata a partire dal 19644 el’affermarsidiun’attenzionespecificaneiconfrontidel tema della viabilità antica hanno portatoalla pubblicazione di numerosi studi dedicatialla ricostruzione della viabilità in uso in settoriterritorialipiùomenoestesidellaodiernaBasilicatanelcorsodituttal’etàantica.Attraversol’impiegodistrumentidiricercaqualiricognizioniterritorialimirate, aerofotointerpretazione e analisi dei datiarcheologici,talistudi(ricerche)hannoconsentitodiindividuareediposizionaresulterrenotracciativiariantichi;didefinirneilrapportocongliaspettiinsediativi e lacronologiad’uso;diproporreedicorreggerel’identificazionedistationesmenzionatesugli itinerari.Alla studiopioneristicodiLorenzo

4 in questo anno viene infatti istituita la nuova Soprintendenza Archeologica della Basilicata, la cui direzione è affidata a Dinu Adamesteanu (1964-1977), promotore di un ampio e articolato progetto di conoscenza della regione rivolto a tutto il territorio e a un arco cronologico che dalla preistoria arriva fino al Me-dioevo. Nel corso di pochi decenni la Basilicata, definita «terra incognita» da Dunbabin (t.J. Dunbabin, the Western Greeks, ox-ford 1948), diventa uno dei maggiori punti di riferimento per la conoscenza della storia dell’italia meridionale. Per un appro-fondimento di questo tema si rinvia a gIarDIno 2004; pugLIeSe CarrateLLI 2005.

spetti della viabilità di età romana in LucaniaA

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 49-56

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LiLiana GiaRdino

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Quiliciper lafasciacostiera ionica5,hannoinfattifattoseguitoleindaginidiR.J.BuckediP.Vinsonper il settore nordorientale e nordoccidentaledellaLucania6;diMariaLuisaMarchiediGiulioSabbatiniperilterritoriovenusino7;dichiscriveperMetaponto-Turiostueperilterritoriogrumentino8;di Paola Bottini e di Olivier de Cazanove perl’ubicazione delle stationes, rispettivamente, diNerulumediLucos9.Leconoscenzesullaviabilitàantica si sono pertanto arricchite di un numeroconsistente di nuovi dati che hanno confermato,ampliato e in parte modificato le considerazioniavanzatedaAngeloRussinel1973,eprimariportate.Glistudipiùrecentiripropongonoperl’etàromanaunareteviariaalungapercorrenzalacuistruttura

5 quILICI 1967.6 buCk 1971; vInSon 1972; buCk 1974; buCk 1975; buCk 1981.7 marChI, SabbatInI 1996.8 gIarDIno 1982; ead. 1983.9 bottInI 1990b; De Cazanove 2008.

dibaseècostituitadallavia Appia,dallavia Popiliaedallaviacostieraionica10;riconosconoaspettidicontinuitàtralaviabilitàromanaealcunitracciatipreesistenti11; sottolineano lo stretto collegamentofunzionale esistente tra deduzione delle colonielatineeorganizzazionedellareteviaria12,comebenevidenziatodaFilippoCoarelliinunostudioestesoall’interapenisolaitaliana13;datanoalIIsecoloa.C.ladefinizionediunsistemaviariochesiconserveràinalterato nell’età imperiale14; riportano lo scarsointeressemanifestatodagliimperatoriromaniversola manutenzione delle strade nel corso dell’etàimperiale15; confermano una rinnovata attenzioneneiconfrontidellaviabilitàpubblicanelcorsodelIVsecolod.C.

10 SmaLL 1999, pp. 560-562; guaLtIerI 2003, pp. 51-54.11 SmaLL 1999, p. 560; guaLtIerI 2003, p. 51.12 guaLtIerI 2003, pp. 51-52.13 CoareLLI 1988.14 guaLtIerI 2003, pp. 52-54.15 SmaLL 1999, p. 562.

Fig. 1. Grumentum. Gli edifici finora indagati (da Mastrocinque 2009, p. 361)

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aspetti della viabilità di età romana in Lucania

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All’internodiquestoquadrogeneralesullosvi-luppo degli studi dedicati alla viabilità antica inLucania un’attenzione particolare va riservata alterritoriogrumentino,oggettospecificodellapre-senteGiornatadiStudi.L’area urbana diGrumentum è stata interessata

da una intensa e costante attività di indagine ar-cheologicaapartiredallafinedegli anni ’60.Nel1969,quandoDinuAdamesteanumiaffidòladire-zionedegliscavichelaSoprintendenzasiaccinge-vaacondurrenell’areaanorddelteatro,lepocheinformazioni note sul centro erano sintetizzate indue brevissimi articoli della Real Encyclopaedie e dellaEnciclopedia dell’Arte Antica16. Le primenovitàemersedagliscavifuronoladefinizionedelmomento iniziale dell’abitato (primi decenni delIII secoloa.C.), l’identificazionedella ‘nascita’diquest’ultimo comeun ‘atto di fondazione’ e l’ac-quisizione dell’esistenza di una fase lucana comemomentopiùanticodellastoriadiGrumentum,finoadalloraconsiderataunacittàromana17.Nelcorsodeidecennisuccessiviarcheologiitalianiestranie-rihannoindagatoleprincipaliareepubblichedellacittà romana (anfiteatro,aerea forense, terme)e ilgrado di conoscenza del centro nel corso dell’etàimperiale è venuto semprepiù ampliandosi18 (fig.1).Un’altra,importantenovitàemersanelcorsode-gliultimiannièdatadall’attenzionechel’Ammini-strazioneComunalediGrumentoNovahainiziatoarivolgerealrecuperodelleproprieradicistoricheealsostegnofinanziariochestaoffrendoallaricerca.Grazie a queste premesse e alla stretta collabora-zione inatto tra laSoprintendenzaper iBeniAr-cheologicidellaBasilicatael’UniversitàdiVerona,GrumentoNovaèdiventatalasedediConvegnian-nuali dedicati specificatamente alla presentazionedeirisultatiscaturitidalleindaginiarcheologiche19.

16 WeISS 1912; CoLonna 1960.17 gIarDIno 1980; ead 1990b. la nuova cronologia ha portato a riflettere sull’effettiva provenienza da Grumentum del famoso cavaliere in bronzo di età arcaica, conservato al British Museum di londra e fino ad allora attribuito a questo centro (ibid., p. 125). Sulla sua attuale attribuzione ad Armento vedi A. ruSSo tagLIente, i cavalieri di Londra e Boston. Un gruppo bronzeo da armento, in «Mitteilungen des Deutschen Archäologischen insti-tuts. römische Abteilung» 105, 1998, pp. 285-294.18 la bibliografia sull’area urbana della città romana si è note-volmente arricchita nel corso degli ultimi anni, pur in assenza di edizioni complete dei singoli monumenti. Per un elenco aggior-nato si rinvia a maStroCInque 2009.19 il primo convegno si è svolto nel mese di giugno del 2008

L’intensa attività di ricerca e di studio dedica-ta al centro urbanodiGrumentum non ha avuto,purtroppo,unugualeriscontronelterritorio.Labi-bliografiarelativaaquest’ultimoèinfattilimitataapochepubblicazioni,distribuiteinunlungoarcoditempo.Leprimerassegnesuirinvenimentiarcheo-logiciesullepresenzemonumentalidietàromanapresentinel territoriogrumentinoappartengonoaduestudiosilocali,EmilioMagaldieNiccolòRa-magli, che, sia pure con un approccio scientificodiverso, ne forniscono un primo, preziosissimoelenco20.Agliultimidecennidelsecoloscorsori-salgonopoialcunistudidedicatiatematichespe-cifiche:laricostruzionedellaviabilitàextraurbanaattraversoilriconoscimentoelostudioditestimo-nianzearcheologiche(tombemonumentali,ponti,iscrizionifunerarie)elariletturadifontiletterarie21(fig.2);l’individuazionediformedioccupazionedelterritorioattraversolarealizzazionediricogni-zionidisuperficie22;lostudiodelladocumentazio-neepigraficadivecchiaenuovaacquisizione23.Il

(maStroCInque 2009).20 magaLDI 1933; magaLDI 1947; ramagLI 1962.21 gIarDIno 1983.22 CIFanI et alii 2000; DI vInCenzo 2003.23 buonopane 2007, con bibliografia precedente.

Fig. 2. tracciati della viabilità a lunga percorrenza nel territorio grumentino (da giardino 1983, tav. XL)

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LiLiana GiaRdino

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dislivellonelgradodiconoscenzacheancoraoggisihatral’areaurbanadiGrumentumeilterritoriocircostantehafinora impedito la formulazionediletturestorichechepermettanounavisioneconte-stualedientrambelerealtà.Unagrandeaspettativaèpertantorivoltaalprogettodicartaarcheologicadelterritoriogrumentino,presentatodaFrancescoTarlanoinquestasedeegiàavviato24.

1.Unodegliaspettifondamentalidellaviabilità,urbanaedextraurbana,èquellodellafunzionalità,valeadirel’esigenzadicollegareinmododiretto,rapidoesicuroareecontraddistintedaunruolopo-liticoedeconomicopreminente.Nelcontestour-banodellecittàantiche,lestradepiùrilevantisonopertantoquelledestinatealcollegamentodelleareepubbliche(agorà,foro,santuari,teatrieanfiteatri)conilterritorioeconaltricentriurbani.NelcasodiGrumentum,peresempio,èstatodatempoeviden-ziato come l’asseviario centrale rivestaun ruolopreminenteall’internodeltessutourbano,inquan-to esso assolve alla funzione sia di collegare traloroleprincipaliareepubblichesiadiraccordarelacittàconlaviabilitàextraurbanaalungapercor-renza,equindiconPotenza,Venosaelavia Appia,daunlato;conlecosteionicaetirrenicadall’altro.Ugualmente, in un contesto territoriale su ampiascala i tracciati della viabilità extraurbana sonosempredeterminati,oggicomeinantico,dallaor-ganizzazioneinsediativaeamministrativadeiter-ritoricheessivengonoacollegare;piùindettaglio,

24 Si vedano tarLano 2010a (c.s.) e il contributo di f. tarlano in questo volume.

dalruolopoliticoedeconomicocheicentriabitatiesistenti rivestono in quel determinato momento(fig.3).Neconseguecheeventuali trasformazio-nicheabbianocomportatounmarcatomutamentodelleformeinsediativeedeconomichepreesisten-tihannoverosimilmenteprovocatoun immediatoadeguamentodellaviabilitàallanuovarealtàeunaconseguentemodifica dei percorsi più antichi.Aulterioresostegnodiquantoquiaffermato,sipuòricordare,adesempio,comeFilippoCoarelliabbiaevidenziatoebendocumentatolostrettorapportoesistentetraladeduzionedellecolonielatineelosviluppodiunaviabilitàfinalizzataa stabilireuncollegamentoveloceesicurotraRomaelenuovefondazioni,equindiidoneaancheagarantireunospostamentorapidodell’esercito.Le riflessioni fin qui esposte intendono sottoli-

nearecomeladefinizionedell’assettopoleograficodellaLucania,einparticolarmododelruolopoli-tico ed economico rivestito dai singoli centri, siaconsideratainquestasedeunapremessanecessariaefondamentaleaqualsiasiipotesiricostruttivadel-laviabilitàalungapercorrenzainusoinetàroma-na.Nellastoriadiquestaregioneèpossibileindi-viduaretremomenticaratterizzatidalverificarsidimarcatetrasformazioniinsediativeedeconomicherispetto ai periodi precedenti. Il primo momentocorrispondealIIIsecoloa.C.,icuidecenniinizialisonosegnatidallacomparsapoliticadiRoma,pro-motricedinuovefondazioni,edagliscontrimilitaridiquest’ultimaconiLucanieconlecittàitaliotedellacostaionica;altrisconvolgimentiterritorialiepolitici,causatidallalungapermanenzadeglieser-citi cartaginese e romano, hannopoi avuto luogoneidecennifinalidellostessosecolo.Traglistudio-sièricorrentelatendenzaaidentificareilIIsecoloa.C.comeilmomentodell’affermarsidinuovefor-mediorganizzazioneinsediativaedisfruttamentoagricolodelterritorio.Inrealtà, inquestoperiodoappaionoevidentideifenomenichehannolepro-prieradicineglieventidelsecoloprecedente,cheinteressanosoprattutto lacampagna25echeconti-nueranno amanifestarsi per tutto il I secolo a.C.Unsecondomomentodiprofondimutamenticor-risponde all’età augustea, quando la nuova orga-nizzazione amministrativadell’Italia realizzatadaAugusto interessa anche la Lucania. È in questo

25 SmaLL 1999, pp. 573-576.

Fig. 3. Grumentum. particolare della pavimentazione della strada urbana centrale

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aspetti della viabilità di età romana in Lucania

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periodochelaRegio III Lucania et Bruttiumvieneadassumerequell’assettopoleograficocheconser-verà inalterato per tutta l’età imperiale: Venusia,Potentia,GrumentumePaestumrappresentanogliunicicentriurbanidellaregione,connotatidaunacomplessità e ricchezza dei propri impianti urba-ni26;icentriitaliotidellacostaionica,dopovicendediversificatenelcorsodel IIe Isecoloa.C.,sonoormairidottiamodestiabitatidilimitataestensio-ne27; l’articolata retedi insediamenti indigeni cheavevacostellatol’areaparacostieraeinternaèqua-siinteramentescomparsa28esoltantopochiinsedia-mentidimodestaestensioneappaionoancoravitaliinquestoperiodo29;lecampagnesonooccupatedaunarticolatosistemadiville30.Ilterzomomentoècostituitodalperiodotardoantico,caratterizzatodaunanuovaridefinizionedeilimitiregionaliedaunparticolaresviluppodelleattivitàproduttivenelter-ritorioediquelleedilizienellecittà.I mutamenti insediativi verificatisi in ciascuno

deiprecedentimomentiavrannocertamentecrea-to lepremesseper la formazionediunaviabilitàregionalediversadaquellaprecedenteefunziona-leallenuoveesigenze.Unariflessionesullecauseche possono aver prodotto i nuovi assetti e sullefinalitàcollegateaiprogettichelehannopromossefornirà anche la base per una comprensione del-leesigenze funzionaliche laviabilitàvieneaas-sumereneidiversiperiodieperunapiùconcretaricostruzione dei relativi tracciati. In questa sedesaràdatounparticolarerisaltoalprimomomento,inquantosiritienecheinessositrovinoipresup-posti,lecircostanzeelecapacitàdisviluppareunaviabilitàalungapercorrenzadiversadaquelladelperiodo precedente e che resterà sostanzialmenteimmutatapertuttal’etàimperiale.

2. TralafinedelIVa.C.eiprimiannidelseco-losuccessivoiltessutopoleograficodellaLucaniasiponecomeunapersistenzadiquantodocumen-tatoperlefasiprecedenti(fig.4): tregrandicittàitaliote costiere (Poseidonia-Paistòs,Herakleia eMetaponto)eunafittaretediabitatilucanidipic-colaemediaestensione,distribuitinell’areamon-

26 ibid., pp. 581-583.27 De SIena, gIarDIno 2001; gIarDIno 2005.28 SmaLL 1999, pp. 564-566.29 ibid., pp. 572-573.30 ibid., pp. 584-591.

tuosainternaenellafasciacollinaresubcostiera31.Icentriindigenisidispongonoaridossodellegran-divallatefluvialicollegantilacostaconl’interno(Ofanto,Bradano,Basento,Cavone,AgrieSinni),oppure lungo i numerosi affluenti che rappresen-tanol’elementodicollegamentotrasversaletralevallatemaggiori.Buckhadocumentatodatempocome inquestoperiodo ilcollegamento tra i sin-goli centri fosse garantito da una serie di stradeprevalentemente abrevepercorso, equindi a ca-rattere locale, i cui tracciati si adattavano all’an-damento naturale del territorio32. La circolazionediparticolariclassidimateriali,qualiperesempioil bucchero, nei centri enotri e nelle città italiotedellaLucaniahainoltredocumentatocomegiànelcorsodell’etàarcaica fosse inusounaviabilitàalungapercorrenza,destinataalcollegamentotralediverse fasce costiere attraverso le vallatefluvia-li33:dalloIonioall’AdriaticorisalendoilBradanoeilBasentofinoall’Ofanto;dalloIonioalTirrenoattraverso l’Agri, ilSinni, ilCaloree ilSele;dalTirrenoall’AdriaticoattraversolaLucaniainterna,percorrendo tratti delle vallate precedenti.Utiliz-zatadallecittàitalioteeverosimilmentepostasottoilcontrollodialcunicentriindigeni,questaviabili-tàsisviluppavaattraversounareteidrograficapar-ticolarmenteestesaeramificata,cheoffrivafacilipercorsinaturalidi fondovalleeagevolipassaggitrasversaliintermedi.

31 guaLtIerI 2003, pp. 29-32.32 buCk 1975, pp. 112-113; id. 1981, p. 342.33 bIanCo 1999b; tagLIente 1999.

Fig. 4. abitati e viabilità in Lucania alla metà del iii secolo a.c. (elaborazione L. Giardino, F. Gabellone)

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LiLiana GiaRdino

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LacomparsapoliticadiRomaprovoca,neide-cenniimmediatamenteposteriorial290a.C.,alcu-nesostanzialinovitàrispettoallasituazioneprece-dente:lafondazionedellecolonielatinediVenusia(291a.C.)ediPaestum(273a.C.);leripetutein-cursionicontroiLucanie i trionfiregistrati tra il297-295o293eil272a.C.;l’inserimentodiguar-nigioniromanenellecittàitaliotediThuriie,forse,diMetaponto;lastipuladiunfoedus prope singu-lare conHerakleia; lo scontro diretto e violentoconTaranto e la conquista della città italiota nel272a.C.Tuttiquestieventi–fondazioni,alleanze,scontri militari – appaiono strettamente collegatitra loro in quanto promossi da Roma all’internodiunprogettounitariorivoltoallaconquistadellaMagnaGreciaedellaretrostantearealucana.Taleprogettocomportal’inserimentodicolonielatine,equindidiavampostimilitari,aimarginidell’arealucana;unrapportononsoltantoconflittualeconilmondolucano;lastipuladialleanzecheromponol’unitarietàdelfronteitaliota.Èverosimileritenerecheunprogettodicosìampiaportatanonpotessenon assegnare un ruolo determinante alla defini-zione,allasistemazionee,soprattutto,alcontrollodella viabilità a lunga percorrenza. Quest’ultimarappresentavainfattiunostrumentoessenzialesiaperilcollegamentodiRomaconlecolonielatinediVenusiaediPaestum,siaperl’attraversamentodell’interaregioneeperunrapidoraggiungimentodelfrontemilitareionicodapartedell’esercitoro-mano.ÈpertantoverosimilesupporrecheproprioneiprimidecennidelIIIsecoloa.C.sisianocreatelepremessenecessarieperlacreazione,oilpoten-ziamento,ditracciativiaristrettamentefunzionalialleesigenzemilitaridiRomaequindifinalizza-ti aun rapidocollegamento traVenusia e lecittàostili (Taranto,Metaponto) o alleate (Thurii,He-rakleia)dellacostaionica.Nelcorsodeglieventichesegnanolafaseinizialedellaconquistaromanasarannostatiutilizzatiitracciatidellavia Appiaedellevia Popilia,direttirispettivamenteaTarantoenell’areathurina,equelloche,attraversandolaLu-caniadanordestasudovest,collegavadirettamenteVenusiaconHerakleia.Riferimentiaquestistessitracciatiricorronodelrestoconfrequenzaneipassiliviani dedicati alle diverse fasi dello scontro traRomaeAnnibale e aimovimenti delle rispettivetruppe.Laloroesistenzaapparequindibendocu-mentataesicuraalmenoapartiredallafinedelIIIa.C.Inaltrasedehoillustratoimotiviperiquali

ritengo che la loro formazionevada anticipata aiprimidecennidelsecoloesiastrettamentecollega-taalprogettopoliticoemilitarediRoma34.

La documentazione archeologica sembra collo-carelanascitadiGrumentumneglistessidecenniincuiprendeformalapresenzaromanainLucaniaconladeduzionedelleduecolonielatinediVenu-sia e diPaestum aimargini nordorientale e nor-doccidentaledellaregione,conl’inserimentodiunpresidioaThuriieconlastipuladiunfoedusconHerakleia.Grumentumnonèpresentenell’elencodelle colonie latine riportato dalle fonti letterarieeinoltrelasuaculturamaterialesembradefinirloinizialmente comeun centro lucano.La sua fon-dazione potrebbe quindi essere interpretata comel’espressionepiù recentediquella tendenza inse-diativa“versolacittà”chesimanifestanelmondolucanoapartiredallafinedel IVsecoloa.C.conlacreazionedinuoviabitatiaimpiantoortogona-le(Laos,Pomarico,CozzoPresepe)35.Grumentum

34 gIarDIno 1983.35 Su questa tematica vedi anche il convegno Verso la città: forme insediative in Lucania e nel mondo italico tra iV e iii sec. a.c., Atti delle Giornate di Studio (venosa, 13-14 maggio 2006), a cura di M. oSanna, venosa 2008.

Fig. 5. cozzo presepe. Ripresa aerea obliqua

Fig. 6. pomarico. La sede dell’abitato dalla valle del Basento

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aspetti della viabilità di età romana in Lucania

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presentatuttaviaalcuniaspettichelodifferenzianodaquestiultimiechesembranoassegnargliunruo-lodiversoespecifico.Lecaratteristicheorografichedell’areasceltaperl’insediamentononcorrispon-donoaquellesolitamentericorrentinegliinsedia-mentilucaniepresentiaCozzoPresepe(fig.4)eaPomarico(fig.5):un’alturadaimarginibendefinitieconunampiodominiovisivosulterritoriocirco-stante36.IlsitosceltoperGrumentum(fig.7)cor-rispondeinfattiaunabassaterrazzacollinarepo-sizionataallaconfluenzadelloSciauraconl’Agri,a diretto contatto con un territorio dalle grandipotenzialitàagricole(fig.5)37.Unsecondoaspettodimarcatadiversitàèlostrettocollegamentotopo-graficoesistenteconlaviabilitàalungapercorren-zache si sviluppa soprattutto lungo i fondovalle.La stradacolleganteVenusia conHerakleia, valeadirelacolonialatinaconlacittàitaliotalegataaRomadaunfoedus prope singulare,passaaridos-sodellatoorientaledellemuradiGrumentum(fig.2),dandocosìaquestocentrounruoloprivilegiatoneicontattistradaliconlaLucaniainterna,Venosaelavia Appia,daunlato;conlacostaionicaelecittàitaliote,dall’altro.L’esistenzadiquestaviabi-litàèconcordementericonosciutadaglistudiosiapartiredalIIsecoloa.C.edaessiinseritainquelcomplessoditrasformazionichecaratterizzanolostesso secolo e di cui si è parlato in precedenza.Tuttavia,comegiàpropostoinaltrasede,esistonoconcretepossibilitàchelasuaformazionesiaav-venutanel IIIa.C.esi ricordanorapidamentegliargomentiaddottiasostegnodellatesi.

36 bIanCo 1999b, p. 360.37 CIFanI et alii 2000, pp. 441-443.

Il passo diLivio relativo alla battaglia svoltasinel 207 a.C. nei pressi diGrumentum traRoma-nieCartaginesi contieneunesplicito riferimentoall’esistenzadiunaviabilitàrapidaesicura(explo-ratis itineribus),contrappostaaun’altrapiùdiffi-coltosa (montanis itineribus) ma verosimilmentepiùbreve38.Laprimaèutilizzataecontrollatadalconsoleromano,provenientedaVenusiaedecisoaimpedirne l’usoalgeneralecartaginese;quest’ul-timogiungeaGrumentumdalBruzioevorrebbeproseguire verso nord, nellaLucania interna, perprovocare la defezione di altri abitati; ma alloscontro diretto preferisce la scelta di una stradaalternativa, anche se più difficoltosa (montanis itineribus).Non èpossibile stabilire se il percor-so seguito da Annibale provenga dalla Calabria(e quindi dalla via Popilia attraverso Nerulum),oppuredallacostaionica(equindidaHerakleia).Dal racconto liviano emerge con evidenza comei due avversari non abbiano nessun interesse neiconfronti diGrumentum, vicinissima all’incrociotra i due tracciati e già racchiusa entrouna cintamuraria,bensìsiscontrinoperl’usomilitarediunacomodaviabilitàdifondovalle.Sempredalpassolivianosiricavanopertantoalcunidatisignificati-visultemadellaviabilitàinLucanianelIIIa.C.:almeno a partire dall’ultimo decennio del secoloesiste ed è utilizzata nelmovimento delle truppeunastradacolleganteVenusiaconlaCalabriaoconlacostaionica;neipressidiGrumentumèpresenteunincrociocheoffreunpercorsoalternativo(mon-tanis itineribus)versolastessaVenusia;ilrapporto

topografico traGrumentum e la prece-denteviabilitàapparemoltostrettoeas-segnaalcentrounapotenzialefunzionedicontrollosullastessa.Èmoltodiffici-leritenerechequantochiaramentecon-statatoperlafinedelIIIsecoloa.C.nonabbia avuto valore anche nei decenniinizialidelsecolo,quandoRomaimpo-staerealizzaunprogrammadiconqui-stanelqualeunusosicurodellaviabi-litàper lospostamentodell’esercitohaunruoloessenziale:partiredaVenusiaeraggiungereintempirapidil’avampostodiThuriielacittàalleatadiHerakleia,sottrattaalpotenteavversariotarantino

38 il console romano, partito il giorno dopo, raggiungerà Anni-bale poco prima di Venusia.

Fig. 7. L’abitato di Grumentum da Grumento nova

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LiLiana GiaRdino

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conunfoedus prope singulare.LadocumentazionematerialepresenteneilivelliinizialidiGrumentumsuggeriscedelrestol’immaginediuncentrodotatodiunacentralitàviariacheloponeincollegamentoconilmondolucanodaunlatoeconlecosteioni-caetirrenicadall’altro:ceramicheepesidatelaiodecorati,strettamenteconfrontabiliconquellidif-fusi inarea lucana (OppidoLucano)39;matriciditipoeracleota40;monetedizeccheitaliotedell’areatirrenica (Neapolis, Velia, Terina) e ionica (Thu-rii,Herakleia,Metaponto,Taranto)eindigenedeiBrettiiediGraxa(Puglia)41.Le riflessionifinquiesposteevidenziano,amio

parere,comelafondazionediGrumentumtroviunacollocazionemoltosignificativaall’internodegliav-venimentichesegnanol’iniziodelIIIsecoloa.C.,einparticolareininiziativeconnesseconilprogram-maespansionisticodiRoma,qualilafondazionediVenusia,l’alleanzaconThuriieHerakleiaelane-cessitàdigarantirerapidispostamentiall’esercito.

3. Al momento della suddivisione regionaleoperata daAugusto il tessuto poleografico dellaLucaniaèprofondamentemutato,aseguitodiunlungoediversificatoprocessochesièsviluppatonelcorsodelIIeIsecoloa.C.Icentriitaliotidellacosta ionica, ancora vitali, appaiono tuttavia for-temente ridimensionati sotto l’aspettourbanisticoe demografico e le uniche città dotate di grandirisorseeconomicheediunapparatoarchitettoni-coall’altezzadel loro ruolopreminente sonoVe-nusia,Grumentum e, verosimilmente,Potentia42.LaLucania del I secolo d.C. è stata giustamentedefinitacomelaregione«fraleareedellapeniso-laitalianaconpiùbassadensitàurbana»43.Tombemonumentali, iscrizioni funerarie e infrastrutture

39 gIarDIno 1980, tav. v, 1-2; ead. 1990b, tavv. iX, Xi-Xiii, Xiv n. 2, Xv.40 gIarDIno 1980, tav. vi, 1-2.41 gIarDIno 1990b, tav. viii 3 (Metaponto); bottInI 1997, p. 116 (terina, Siracusa); munzI 1997c (neapolis, thurii, Herakleia, Me-taponto, taranto, Brettii); CaLomIno 2009 (velia, Reghium, Gra-xa). le monete provengono da settori diversi dell’area urbana e dalla stipe votiva individuata presso la chiesetta di San Marco (bottInI 1997).42 l’ipotesi di una deduzione coloniale di età graccana è al momento basata unicamente sulla menzione di una «praefec-tura potentina» nel Liber coloniarum, mentre sull’attuale sito di Potenza continua a essere assente una documentazione arche-ologica anteriore all’età augustea. Sintesi recenti sul centro sono in guaLtIerI 2003, pp. 96-98; DI noIa 2008.43 guaLtIerI 2003, p. 54.

stradalidocumentanoconevidenzalapresenzadiunareteviariabasatasutrestradedispostelungolefascemarginalidellaregione(via Appia,via Po-pilia,viacostieraionica)eduediattraversamentodellastessa,daVenusiaversolacosteionicaetir-renica(fig.8).QuestoschemaviarioapparecomeunapersistenzadiquelloconcordementeattribuitoalIIsecoloa.C.echeinquestasedesièpropostodiriportarealIIIsecoloa.C.Sonoquestiitracciatiriportatinell’Itinerarium Antonini e lungo iqualisiattestanogliabitatidietàimperiale.Anchenelterritorio grumentino una consistente e articolatadocumentazionearcheologicapermettediidentifi-careeubicaresul terreno,almenonelsettorepiùprossimoall’abitato,duetracciatichesiincrocianoall’esternodell’angolosudorientaledellacittà(fig.1).EssiripropongonoesattamentequellaviabilitàcheerastatadescrittadaLivioperlafinedelIIIse-coloa.C.:entrambiprovengono,secondopercorsidiversi, daVenusia-Potentia e all’altezzadiGru-mentumsidividononuovamente,dirigendosiasu-dovest,versoNerulumelavia Popilia,easudest,versoHerakleiaelacostaionica.Appareevidentecomeinquestafaseleduestradealungapercor-renzanonabbianopiùalcunafunzionemilitareecomel’esigenzadicollegamentoconlacostaioni-carisultifortementeridimensionata,dalmomentochelecittàitaliotehannopersoillororuolopoliti-coedeconomico.

Fig. 8. abitati e viabilità in Lucania in età augustea(elaborazione L. Giardino, F. Gabellone)

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Il recente rinvenimento della villa romana inlocalità Barricelle, nel comune di Marsicovetere(Potenza),hagettatonuovalucesugliinteressidel-lapotente famiglia lucanadeiBruttii Praesentes,viciniallacorte imperialedeiFlaviedegliAnto-nini1(fig.1).Dallefontiepigraficheeletterariesa-pevamochemoltedovevanoessereleproprietàdeiBruttiiinLucania,mafinoranessunalorovillaerastatascavatainestensione,nétantomenosicono-scevano le attività produttive su cui fondarono illoroimperoeconomico2.Idocumentiepigrafici rinvenutidurante losca-

vodellavillahannopermessodiformularealcuneipotesicircaipassaggidiproprietàchehannoin-teressatolastoriadell’edificio3.Leprimeiscrizioni(fig.2)sonorappresentatedaduebolliframmenta-risutegolaeunsigilloinbronzo,rinvenutiinunostratogeneratosi a seguitodel secondo terremotochehadistruttolavilla(fineII-iniziIIIsecolod.C.)situatonella pars rustica delcomplesso,neipressi

1 questo testo riprende e amplia quantro scritto in DI gIu-Seppe 2007. Notizie preliminari sullo scavo della villa di Barricelle sono in ruSSo et alii 2007, 2009a e 2009b; per ulteriori aggior-namenti vedi M.P. Gargano in questo volume.2 una villa con mosaici di ii sec. d.c., scavata solo in minima parte nel territorio di tegianum, contrada San Marco, viene loro attribuita in base al rinvenimento di un’epigrafe dedicata dall’ac-tor idaeus a Bruttia crispina (ciL X, 285, i.it., 3, 1, n. 259): braCCo 1965 pp. 286-287 e tav. iii, 2. la villa scavata nel territorio di Volcei, in località San Nicola, dotata di ricchi rivestimenti parie-tali e arredi scultorei (capitello in marmo, sostegno scanalato in calcare, DySon 1983, pp. 140-168, fig. 297, 299; DI gIuSeppe 1996, pp. 229-230) ha restituito, tra le altre cose, una zampa di cavallo pertinente ad una statua equestre in bronzo (DySon 1983, p. 145, fig. 298). camodeca (1982, p. 153) ipotizza che la statua po-trebbe essere stata dedicata insieme all’epigrafe (ciL X, 408) a c. Bruttius praesens, padre di Bruttia crispina e, quindi, che anche la villa di San Nicola sia una pertinenza dei Bruttii.3 DI gIuSeppe 2007, pp. 105-106.

dell’areadelimitatadaunportico.La tegola meglio leggibile4 (fig. 2, a) reca

un’iscrizione frammentaria in rilievo entro carti-glio rettangolare, contenente parte di una formu-la onomastica abbreviata, in cui si riconosconoun[—-]r?ut. Prae.Ilpraenomenèandatoperdutomentre si conserva parzialmente l’abbreviazionedel gentilizio e integralmente quella del cogno-men.ConsideratiigentilizinotiinLucaniael’ab-breviazionedelcognomen,èapparsasubitoovvia

4 Da uS 88. cartiglio: lungh. cm 7,5; largh. cm 2,6; h. lettere cm 2,1. inv. 408497.

Bruttii Praesentes. Interessi politici ed economici

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 57-65

HelGA Di GiuSePPeAssociazione internazionale di Archeologia classica

I di un’importante famiglia lucana

Fig. 1. posizionamento della villa in contrada Barricelle nel comune di Marsicovetere (potenza)

Fig. 2, a. Frammento di tegola con bollo: [—-]r?ut. Prae. (US 88)

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HeLGa di GiUSeppe

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l’identificazionedelpersonaggiomenzionatoinunmembrodellapotentefamigliadeiBruttii Praesen-tes e di conseguenza la proposta di scioglimentodelbolloèstata[C.velL. B]r?ut(ti) Prae(sentis) es-sendoCaiuseLuciusipraenominausatidaquestafamiglia.Icaratteripaleograficiel’organizzazionedell’iscrizionesuunrigoentrocartigliorettangola-reporterebberoaunadatazionecompresatral’etàaugusteaeilpienoIsec.d.C.,cronologiacoeren-teconunadelle fasiprincipalidellavilla.Nonèescluso,comunque,chequestotipodibollopossaprotrarsianchefinoagliinizidelIIsec.d.C.Perilsecondobollo5(fig.2,b),frammentatoediincertalettura,erastatapropostainprimabattutalalettura[B]a?ssae,maallalucedeipiùrecentienumerosirinvenimenti, relativi esclusivamente ai bolli deiBruttii,èassaiprobabilecheanchequestolosiaecheledueSsianoinrealtàirestimoltoabrasidellaRdiPrae(sentis).

5 Da uS 30. cartiglio: largh. cm 6,8; h. cons. cm 1,8; h. lettere cm 1,7. inv. 408496. Per la prima lettura vedi DI gIuSeppe 2007, p. 114.

Comeènoto,lafunzionedelbollosuopus dolia-re ha suscitato opinioni contrastanti, riassumibiliindueposizionifondamentali:secondoalcunistu-diosisi tratterebbedelnomedelproprietariodel-lafiglinachefabbrica le tegole,secondoaltridelnomedelcommittentedelletegolestesse6.Nonv’èdubbio che entrambe le interpretazioni sono cor-rette e che la diversa funzione del bollo va ana-lizzata in relazioneal contestodi rinvenimentoeall’area geografica. Per una serie di ragioni chevedremosiamoportatiacrederechenelcasodellavilladiBarricelle ibolli indicasserounaproprie-tàdeiBruttii Praesentes. Infatti, aoggi le tegolerinvenutecon lo stesso tipodimarchio sonobendodici,alcuniframmentatialtriintegri,erealizza-ticonpunzonidiversi,tuttirinvenutinell’areadelperistilioinposizionedireimpiego7(fig.3).Ilrin-venimentodibolliintegricipermettedisaperechesitrattadiunCaius Bruttius Praesens,informazio-neche,insiemeallacronologiadeibolli,restringelepossibilitàdiidentificareiproprietaridellavillanelnonnoenelpadredell’imperatriceBruttia Cri-spina,aventientrambilostessopraenomen.Un altro rinvenimento nella villa fornisce un

ulteriore elemento di supporto all’identificazionedi una loroproprietà.Si trattadel giàmenziona-tosigilloinbronzoconformaorbicolarecherecaun’inscrizioneinrilievosuduerigheconandamen-tosinistrorso,entrosigna raffigurantipalmette(?)e foglie(?) stilizzate menzionante unModerati /

Aug. n@. (fig. 2, c), ovveroun sigillo appartenente aduno schiavo di nomeMo-deratusdellafamiliadiunimperatore genericamentedefinito Augusto8. Il si-gillo concepito per essereindossato come un anellorientra nella categoria deisignacula anuli sulla cuifunzione ancora molto si

6 manaCorDa 1993, p. 46; id. 2000, pp. 132-133, 372; SteInby 1993, pp. 140-141.7 Alcune tegole sono state reimpiegate nelle murature della fase tarda della villa, altre riusate capovolte come basi per fo-colari.8 Diam. sigillo cm 6,3; diam. orbicolo cm 3; h. lettere i rigo cm 0,8; ii rigo 1,1. l’anello posteriore ha forma esterna rettangolare: cm 2,7x1,3 e interna circolare. inv. 408498 (DI gIuSeppe 2007, p. 106, fig. 11, b).

Fig. 2, b. Frammento di tegola con bollo: [c. Brut.]P?rae (US 30)

Fig. 2, c. Sigillo in bronzo e relativo calco: Moderati / Aug.n@. (US 88)

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i Bruttii Praesentes. interessi politici ed economici di un’importante famiglia lucana

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discute.Dovevanoservireperapporrefirmeesi-gillisudocumentiopertimbrarematerialedeperi-bile,comeadesempiopane,legno,cuoio,tessutioperlamarchiaturadianimalitramiteriscaldamentodelpunzoneoimpiegodisostanzecoloranti9.Qua-lunque sia la soluzioneè certochenellavillaunservo della casa imperiale svolgeva attività pro-duttiveusandounmarchiodiproprietà.Lagran-dezzadellapartefalcatadelsigilloedell’orbicolo,l’usodiduerigheditesto,chesiaffermaapartiredall’etàadrianea,laformulaAugusti nostrialpostodiCaesaris nostri10, oltre che il contesto storico,spingono a proporre una datazione compresa tral’etàadrianea(117-138d.C.)equelladiCommodo(180-193d.C.).Mavediamoorachisonoquestipersonaggidi

nomeC. Bruttius Praesens e per quale motivounaloroproprietàsarebbefinitanellemanidiunimperatore.

9 vedi DoLLFuS 1967, p. 131; LoretI 1994; DI SteFano manzeLLa, ISoLa 2004. in particolare per punzoni usati su legno, pellame e animali vedi baratta 2007.10 eRc ii, p. 234.

Prosopografia dei Bruttii PraesentesCome accennato, quella dei Bruttii Praesentes

èunadellepiùimportantiepotentifamigliedellaLucania,rimastasullascenapoliticaavariotitolopercircacinquesecoli.Nonèsemplicerintraccia-releoriginidiquestafamiglia(fig.4).Incerto,adesempio,èseuntalL. Bruttius eques romanus rac-comandatonel46a.C.daCiceronealproconsoledellaSiciliaM. Acilius Caninus(Fam.XIII38)eilBruttiuschenel44a.C.soggiornavaadAteneconilfigliodiCicerone(Fam.XVI21,4),fosserolastes-sapersonaeseavesserorapporticoniBruttii Pra-esentes. Il primo personaggio riconoscibile comeappartenente a questa famiglia con un certomar-ginedicertezzaèL. Bruttius MaximusproconsoleaCipro(80-81d.C.)esposatoverosimilmenteconunmembrodellagens Fulvia,dacuinacqueversoil68d.C.C. Bruttius Praesens L. Fulvius Rusticus,consoleunaprimavoltanel118eunasecondavoltanel139d.C.SitrattadelnonnodiBruttia Crispina,verofondatoredellafortunadellafamigliaBruttiacheebbeunacarrieramoltoimportante11.

11 Su questa famiglia vedi CamoDeCa 1982, pp. 152-154; SIme-

Fig. 3. distribuzione dei 12 bolli integri e frammentati di c. Bruttius Praesens nella villa di Barricelle

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HeLGa di GiUSeppe

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LesuefortuneinizianosottoDomiziano,quan-dotral’88ol’89d.C.ottieneiltribunatomilitare;nell’89partecipaallaguerraMarcomannica,meri-tandoidona militaria;trail92eil95èquestorenellaBetica; tra il96e il107viveunperiododicrisiesiritira,forseaseguitodiproblemipolitici,pervivereunavitabucolica tra leproprietàcam-paneequellelucane12.LosappiamodaunaletteradiPlinioilGiovane(Ep.VII,3)13databilenel107

Lon 1993, pp. 95-97, n. 29; SILveStrInI 1994, pp. 82-85; anDermahr 1998, pp. 182-187; bruSInI 2000[2001], pp. 27-35 con bibliogra-fia precedente.12 Per le tappe della sua carriera vedi pICarD 1949, id. 1951, Syme 1985, bruSInI 2000[2001], pp. 28-31.13 [1] tantane perseverantia tu modo in Lucania, modo in cam-pania? ‘ipse enim’ inquis ‘Lucanus, uxor campana.’ [2] iusta causa longioris absentiae, non perpetuae tamen. Quin ergo aliquando in urbem redis? ubi dignitas honor amicitiae tam superiores quam mi-nores. Quousque regnabis? quousque vigilabis cum voles, dormies quamdiu voles? quousque calcei nusquam, toga feriata, liber totus dies? [3] tempus est te revisere molestias nostras, vel ob hoc solum ne voluptates istae satietate languescant. Saluta paulisper, quo sit tibi iucundius salutari; terere in hac turba, ut te solitudo delectet. [4] Sed quid imprudens quem evocare conor retardo? Fortasse enim his ipsis admoneris, ut te magis ac magis otio involvas; quod ego non abrumpi sed intermitti volo. [5] Ut enim, si cenam tibi facerem, dulcibus cibis acres acutosque miscerem, ut obtusus illis et oblitus stomachus his excitaretur, ita nunc hortor ut iucundissimum genus vitae non nullis interdum quasi acoribus condias. Vale. trad.: Dunque, sei tanto ostinato nel dimorare ora in lucania, ora in campania? “Sì”, dirai, “perché io sono lucano ma mia mo-glie è campana”. Ma questa è una buona ragione per una lunga, non per una eterna, assenza. Perché dunque non torni qualche volta in città, dove tu hai uffizi, onori e amicizie di ogni grado?

d.C. in cui lo scrittore rimprovera benevolmentel’amico di aver abbandonato i suoi uffici politiciaRomaperdedicarsial riposoeaipiaceri ruralidellesueproprietà.Trail107eil119d.C.ilnostroPresentedoveva

essere già sposato con Laberia Crispina, figliadel facoltosoconsoleManiusoMarcus Laberius Maximus14, che fu condannato sotto Traianocon il sospetto di congiura contro l’imperatore.Non sappiamo se la moglie campana di cuiparla Plinio nella sua lettera sia proprio questaLaberia Crispinaounaprecedentemoglie,dicuicomunqueignoriamoilnome.MarioTorellièdel

fino a quando vorrai farla da despota? fino a quando ti sveglie-rai quando ti piace? e dormirai quanto ti pare? fino a quando non porterai mai scarpe né toga? e vorrai avere libero il giorno intero? tempo è che tu ritorni alle nostre noie, se non per altro, perché la sazietà non ti scemi codesti diletti. vieni a dar qualche saluto, onde ti riesca più caro l’esser salutato; cacciati in questa turba, onde la solitudine ti ricrei. Ma perché da incauto io trat-tengo colui che cerco di richiamare? forse infatti tu sarai ammo-nito da queste stesse cose ad involverti sempre di più nell’ozio, che io non voglio che tu dismetta, ma che interrompa. Sicchè, sì come io, se ti imbandissi una cena, frammischierei alle vivande dolci le agri e piccanti, onde ravvivare con queste lo stomaco ottuso e intorpidito dal quelle, così ora ti esorto a condire con alcunché di acre codesta tua vita beatissima. Addio.14 Sull’uso di due praenomina diversi – Manius e Marcus – vedi toreLLI 1962, p. 58, figg. 1-2 (= ae 1964, 106.1), p. 60, nota 3. e p. 67. va segnalato, comunque, che anche in un’epigrafe dedi-catoria rinvenuta in Africa proconsolare (ciL viii, 110) Laberia crispina viene definita Marci filia.

Fig. 4. Stemma dei Bruttii Praesentes (rielaborazione da Picard 1950 e da caModeca 1982)

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lo ritroviamo legato della Cilicia; nel 118 o 119d.C.ottiene ilprimoconsolatoediventamembrodel collegio sacerdotale deiXVviri sacris faciun-dis;trail120e122d.C.ècurator aedium sacra-rum et operum locorumque publicorum;trail121e124èlegatodellaCappadocia;trail124eil128dellaMesiaInferiore;intornoal133èproconsoled’Africa;nel138èlegatoinSiria(fig.5);nel139d.C. arriva al secondo consolato e, ricoprendo lacaricainsiemeall’imperatoreAntoninoPio,ottienel’accessoalpatriziatoeforseanchelapraefectura Urbis.Conilsecondoconsolatoeconlapraefec-tura UrbisPresenteraggiungeilculminedellasuacarrierapolitica,rivestendoleduepiùaltecarichedellastato.Pocodopo,probabilmenteversoil140d.C., arrivato al suo settantaduesimocompleannoeavendooperatopoliticamenteemilitarmenteconbencinqueimperatori,ilnonnodiBruttia Crispina muoreprimadiaverconosciutolanipotinachedi-venteràimperatriceingiovanissimaetà.IlfigliodiPresentedalla titolatura lunghissima

L. Fulvius C. f. Pom. Rusticus C. Bruttius Prae-sens Minu[cius—-L]aberius Maximus Pompeius L(ucius) Valens Cornelius Proculus [—-] Aquilius Veientanus,nondovetteesseredamenodelpadre,ricalcandone in parte il percorso, su cui comun-queabbiamomoltemenoinformazioni18.Natotrail119e il120,d.C.daLaberia Crispinadiventatribunomilitare della III legioneGallica in Siria

18 ciL X, 408 = i.it. 3, 1, 18; pFLaum 1966; CamoDeCa 1982, p. 154, n. 3; bruSInI 2000[2001], pp. 34-35.

Fig. 5. tappe della vita privata, politica e militare di c. Bruttius Praesens nonno di Bruttia cri-spina (segnalate nella mappa dai punti grandi)

parere che i Laberii fossero di origine campanao che passassero lìmolta parte del loro tempo15;Camodeca,invece,ritienecheiLaberiifosserodiLanuvium nelLazio,dove ricoprirono importantiincarichipolitici16.Per l’unao l’altra ipotesi nonabbiamo nessuna certezza, per cui la questionedell’origine campanadellamoglieodi unadellemoglidiPresenterimanealmomentoaperta.Riprendendoorailcursusdellasuacarrierapoli-

ticaemilitare,C. Bruttius Praesens tornasullasce-napoliticanel114d.C.conlaconquistadell’Arme-nia,cuiprendeparteegrazieallaqualeottienedaTraianoidona militaria;nel115o116d.C.divienecurator Viae Latinae,unacaricaconsideratadire-trocessionerispettoallacarrierachestavasvolgen-do.Alcunistudiosipensanochel’incaricosiastatovoluto da Presente stesso per riposarsi dalle fati-chemilitari, altri, invece,chesia statauna formadipunizionevolutadaTraianonellafaseincuiilpadrediLaberia Crispina, suo suocero, era statocondannatopersospettodicongiuracontrol’impe-ratore,altriancorachelaretrocessionesialegataalmomentodicrisidiAdrianoacortenellafasedellaguerrapartica17.Verosimilmente,fuquestoilmo-mento incuiPresentestrinse rapportidiamiciziaconl’imperatoreAdrianochedivennesuoprotetto-reeacuirimarràlegatopersempre.Nel117d.C.

15 toreLLI 1962, p. 65. vedi anche anDermahr 1998, p. 314.16 CamoDeCa 1982, p. 153, n. 2. Sulla controversia vedi anche bruSInI 2000[2001], p. 32, nota 66 e ulteriori osservazioni in DI gIuSeppe 2007, pp. 109-110.17 bruSInI 2000[2001], p. 30.

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nel138d.C.;nel145d.C.èquestoreeinseguitopretore;nel153d.C.ottiene ilprimoconsolatoel’ingressotraiSodales Antoniniani;nel177parte-cipaallaspedizionesarmaticaconMarcoAurelioeCommodo.Èinquestaoccasioneverosimilmenteegrazieailegamidiamiciziaintrattenuti,cheMarcoAurelio suggerisce ilmatrimonio traBruttia Cri-spinaesuofiglioCommodo.Il matrimonio, contratto nel 178 d.C. sarà un

matrimonio controverso, durato solo quattordicianni che finirà con l’esilio di Bruttia Crispina,accusatadiadulterio,aCapri,dovefuammazza-ta19.Neglianniimmediatamenteseguentiilmatri-monio,comunque,lefuronotributatimoltionori,qualidedicadistatue(fig.6-8)20,diiscrizioni21eemissioni di monete con la sua effige (fig. 9)22.Inoltre,fuunadellepocheimperatriciameritareiltitolodiAugusta.

19 piR2 B 170, raepSaet-CharLIer 1987, n. 149.20 Busti ritratti sono conservati a Palazzo Massimo roma (da tivoli: nISta 1998, p. 89), al louvre di Parigi (kerSauSon 1996, pp. 330-331, n. 151) e alla NY carlsberg Glyptothek di co-penhagen (pouLSen 1974, pp. 110-111, tav. clXvii); una statua verosimilmente attribuita a crispina che la raffigura in veste di cerere è sempre al alla NY carlsberg Glyptothek di copenha-gen (pouLSen 1974, pp. 111-112, tav. clXiX-clXX).21 ciL X, 285 da parte dell’actor idaeus alla salute di Bruttia crispina.22 Ric iii, pp. 398-400, tav. Xv, nn. 314-321.

Èproprioquestorapportoparentelarechelasciaimmaginareche lavilladiBarricelleappartenutaalnonnodiBruttia Crispina –eforseancheaunbisnonno–siapassatanelpatrimonioimperialeaseguito delmatrimonio e che qui si siano svolteattivitàeconomichecuinecessitava lamarchiatu-ra.Ilsigilloinbronzopotrebbeessereriferitoallatimbraturadelpane,delformaggio,dianimali,dipelliodi tessutidapartediModeratusprobabileservodiMarcoAurelioodiCommodo.Risultana-turalepensareallabollaturadiprodottideperibili,inquanto,sullavillanonsonostatiancorarinve-nutimanufattimarchiaticontalesigillo,problemaquest’ultimo estendibile a tutti i sigilli dellame-desima specie, che pur essendo di frequente rin-venimentoneicontestiarcheologici,nonsonomaiassociatiaiprodotticuieranofunzionali.NonsappiamochisiaquestoModeratus23,mail

suppostolegamecongliAntoninipotrebbeesseresuffragatodaun’epigraferinvenutaaRoma24chemenziona una famiglia di liberti, verosimilmentedi Marco Aurelio, composta da un’Aurelia Publicia ModerataedaunMarcus Aurelius Iulius

23 in italia meridionale il cognomen è poco attestato: ae 1994, n. 498 (larino), ciL iX, 2164 (caudium), ciL iv, 10616 (ercolano), cil X, 1136 (Atripalda).24 ciL vi, 13372.

Figg. 6-7. Busti raffiguranti Bruttia crispina. a sinistra: da nista 1998, p. 89 (palazzo Massimo Roma); a destra: da Poulsen 1974, pp. 110-111, tav. cLXVii (nY carlsberg Glyptothek di copenhagen)

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ModeratusfiglidiunMarcus Aurelius Moderatus.Inoltre, dallaHistoria Augusta apprendiamo cheMarco Aurelio fu molto preso in giro per averinnalzato avariedignitàgli amanti dellamoglie,tra cui un talModeratus25,ma sapere se si trattidello stesso personaggio del sigillo di Barricelleresta almomento questione non dimostrabile. Inogni caso a sostegno dei forti interessi di questafamiglia imperiale nella zona di Grumentumpossiamo addurre la consistente presenza degliAureliiproprionell’epigrafiadellacittà26.

I Bruttii a GrumentumIl radicamento deiBruttii in questa parte della

Lucania è ben testimoniato da varie epigrafi che

25 SHa, Vita Marci 29, 1. vedi SteIn 1932, col. 2318.26 M. aurelius Felicissimus, definito splendidissimus eques Roma-nus (ciL X, 223); aurelia Hermione, cui fa la dedica il padre im-petratus di condizione servile (ciL X, 248), lo stesso che onora anche la moglie aureliae Septiminae: Capano 2007, p. 47; aelius Marcianus, che ricorda nel nome la titolatura di Marco Aurelio (ciL X, 215); aureliae tullinae, cui fa la dedica il marito aurelius Hesperus: Capano 2007, p. 41.

Fig. 8. Statua raffigu-rante Bruttia crispi-na: da Poulsen 1974, pp. 111-112, tav. cLXiX-cLXX (nY carlsberg Glyptothek di copenhagen)

menzionanoprobabililoroliberti27;lastessacittàdiGrumentum offre testimonianze di servi/actores28diL. Bruttius Quintius Crispinusconsolenel18729efratellodiCrispinaodisuofiglioL. Bruttius Cri-spinusconsolenel224d.C.30.LaloropresenzainLucaniasirintracciaancoranelIVsec.d.C.,quan-doèattestatounpontifexeuncorrector Lucaniae et Bruttii,incertoèseritrattidellastessapersona31.Piùdifficile, invece, è rintracciare l’originedei

Bruttii. In letteraturaarcheologicasono tutticon-cordinelsostenerechefosserodioriginelucanaeinparticolarechevenisserodaVolcei32,inbaseadun’epigrafededicatoriaintestataalpadrediBrut-tia Crispinarinvenutainquestacittà(CILX,408).TuttaviailprimoBruttiusnotoinLucaniacompareproprioaGrumentumenonaVolceieappartienealla tribù Sergia, tipica delle aree osco-sabine eumbrepiuttostochelucane,icuimunicipeseranoascrittiallatribùPomptina.SitrattadiunC. Brut-tius C. f. Ser(gia tribu)(CILX,219),edileproque-storechenel57a.C.avevafattoricostruireasuespeseun trattodellemuraurbanediGrumentum.Poichéinepocatardo-repubblicanasonovariiper-sonaggiestraneiallacomunitàlucanachesitrova-vanoincittà33,possiamopensarecheviarrivaronoa seguito della guerra sociale e che qui rimaseroper fondare le loro fortune, acquisendo proprietàneiterritorigravitantiintornoall’abitatoincuiri-vestironoincarichipubblici.Una possibile domus dei Bruttii a Grumentum

potrebbeesserequellacosiddettadeimosaiciscavatadaLilianaGiardino34.Inepocatardorepubblicana/

27 Si tratta di una Bruttia apollonia, Bruttius oriens (ciL X, 249) e Bruttius Maximinus (ciL X, 256) noti a Grumentum e di Bruttius Lupercus, cui fece fare una dedica il patronus tra il ii e il iii sec. d.c. (ciL X, 180) e di un Bruttius Sabinus (ciL X, 181) noti nel territorio tra Marsiconuovo e Marsicovetere.28 ciL X, 238 e gIarDIno 1983, p. 205, n. 57 = munzI 1997b, p. 291, n. 9.29 CamoDeCa 1982, p. 154, n. 5.30 CamoDeCa 1982, p. 154, n. 7.31 Lepore, ruSSI 1972-73, col. 1937; ruSSI 1995, pp. 97-98; Ca-moDeCa 1982, p. 154, n. 9.32 così ad esempio CamoDeCa 1982, pp. 110 e 152; D’ISanto 1993, p. 83; SImeLon 1993, p. 96, nota 141; SILveStrInI 1994, p. 83; CheLottI 1996, p. 18.33 Sono attestati individui ascritti, oltre che alla tribù Sergia, an-che alla oufentina, Falerna (o Galeria) e tromentina: maStroCIn-que 2007. Sull’origine dei Bruttii vedi DI gIuSeppe 2007, p. 111 e SCaLFarI 2009, pp. 128-129.34 gIarDIno 1977; ead. 1980, pp. 489-490; ead.1981, pp. 33-35, 37-38; ead 1990, pp. 207-208; bottInI 1997.

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primoaugustea essa era appartenuta alla gens Stasia nonmeglio nota35 e era poi diventata, perpassaggichecisfuggono,unaprobabileproprietàimperiale. Lo si intuisce dal fatto che la dimoravieneristrutturataintornoallametàdelIIsec.d.C.con tegole provenienti daipraedia di una coppiadi imperatori: [e]x? p?r?(aediis) Augg(ustorum)36,che,vistoquantoabbiamofinoraricostruitoperlavilladiBarricelleeconsideratelepossibilicoppieimperiali, è spontaneo pensare si tratti di MarcoAurelioeCommodo,nellafaseincuipadreefiglioregnarono insieme (176-180d.C.)o forseproprioCommodoeBruttia Crispina,essendoquest’ultimadefinitaAugusta.Ladomus,quindi,potrebbeessereappartenuta in epoca primo-imperiale aiBruttii epoipassatainvirtùdelmatrimonioregalenellares imperiale oppure potrebbe semplicemente esserestata acquisita dalla coppia imperiale. Elementisignificativi in questa prospettiva interpretativaappaionoancheunatestinadi terracottarinvenutanelladomus,cherichiamal’iconografiaantoniana37e l’arredo scultoreo e pittotrico della casaparticolarmentepregiato38.

Gli interessi economiciLaragionepercuiiBruttiirimaserocosìalungo

sullascenapolitica,dallametàdelIsec.a.C.finoalIVsec.d.C.nonpuònonesserelegataanchealpatrimonioaccumulatonelcorsodellalorocarrieramilitare epolitica.L’impero economicocostruitodovevaessereingente,possedendoessimoltissimeproprietà in tutta la fascia centro-settentrionaledella Lucania e dell’Apulia. Tramite le epigrafisi rintraccianoactores, servie libertiche tra il IIe gli inizi III sec. d.C. dovevano lavorare pressoilorofondisituatineiterritoridiVelia39,Volcei40,

35 il loro nome compare su una fistula plumbea rinvenuta nella casa: eperastu(s) fe(cit) / t(iti) Stasi culi: gIarDIno 1981, p. 34; DI gIuSeppe 1997, p. 200, n. 17 = ae 1998, n. 395.36 DI gIuSeppe 1997, p. 196, n. 6 = ae 1998, n. 394 b; DI gIuSeppe 2007, p. 113.37 DI gIuSeppe 1997, p. 207, n. 33.38 vi sono stati rinvenuti un trapezoforo in pavonazzetto, zam-pe leonine in marmo saccaroide, una mano che stringe un lituo e un piccolo torso di satiro in marmo bianco e tutti databili nel corso del ii sec. d.c.: Schede nn. 18-22 a cura di Giuseppe Mesolella, Sabrina violante e claudia valeri in DI gIuSeppe 1997.39 ciL X, 468 e ae 1978, n. 262, ove il gentilizio viene presen-tato nella variante attestata Brittius: vedi SImeLon 1993, p. 96, nota 141.40 i.it., 3, 1, nn. 18, 31-33, 78, 116, 282.

Cosilinum41,Tegianum42,Grumentum43ePotentia44,finoadarrivareall’altavalledelBradano45,dovedirecenteMaurizioGualtierihaindividuatobollideiBruttiinellavilladiMasseriaCicciotti,chesicandidaquindiadessereun’altrapossibileproprietàimperiale inzona, se sipotessedimostrareche ilbolloèun’attestazionediproprietàpiuttostochediproduzione.Altripossedimentisonorintracciabili,oquantomenoipotizzabili,sempretramiteepigrafi,anche a Venusia46, Canusia47 e probabilmenteHerdonia48. In questa parte dell’Apulia, inparticolare nella zona di Lucera, erano presenti

41 i.it., 3, 1, n. 227-228.42 ciL X, 285 = i.it., 3, 1, n. 259.43 gIarDIno 1983, p. 205, n. 57 = munzI 1997, p. 291, n. 9; ciL X, 180-181, 238.44 ciL X, 150, anche qui nella variante Brittius.45 guaLtIerI 2008, p. 201.46 ae 1993, n. 528 = CheLottI 1993, p. 446, n. 1 = 2003, p. 208, n. 119; ciL iX, 425 = CheLottI 1996, pp. 15-18, n. 1; ciL iX, 473, 488-489.47 ciL iX, 338.48 SILveStrInI 1994, p. 85.

Fig. 9. alcune delle monete emesse con l’effige di Bruttia crispina. dall’alto: asse (ric 680); denario (cre pl. 91, 16); denario (cre pl. 91, 18); aureo (cre pl. 92, 5)

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anchepossedimentideiLaberii,parentidiBruttia Crispina,comeabbiamovisto,epassatiperquestonelpatrimonium Caesaris49.Le vocazioni ambientali della Lucania setten-

trionaleattraversatadaunimportantetratturochecollegava l’area del Potentino occidentale conl’Apulia, erano varie e consentivano uno sfrutta-mentoagricoloorientatoversolaviticoltura,l’oli-vicolturae lacerealicoltura,oltreche le tradizio-naliattivitàdiallevamentoediartigianatodoliare.LavilladiBarricelle,adesempio,eracertamentedeputata alla produzione dell’olio e alla cereali-coltura, all’allevamentodegli ovini e caprini conrelativosfruttamentodeiprodottisecondari,qualilatteelana,cometestimoniatodaltorculario,checomprendevaduetorchiperlapremituradelleoli-venellapars rustica,damacinegranarieatrazionemanuale e da abbondanti strumenti tessili legatiagli articolati processi della lavorazione laniera.Inoltre, imonti diMarsicovetere, alle spalle del-la villa, dovevano fornire abbondante legname,anch’esso ampiamente commercializzabile, non-chécarnedicinghialeedicervo,icuirestioste-ologici sono ugualmente documentati in villa. Èchiarochelapossibilitàdidiversificarelosfrutta-mentodellerisorsenaturaligarantivalorolatenutaeconomicaneltempoaprescinderedacrisiocala-mitànaturali.Nonvatrascuratoilfatto,oltretutto,chevariedovevanoessereleloroproprietàanchenelleprovinceincuirivestironoufficipoliticiadaiqualipotevanoarrivareulteriorifortune50.

49 manaCorDa 1995, p. 162; voLpe 1998, pp. 328-331; id. 2001, pp. 337-338; CheLottI 1996, pp. 14-55, ead. 2001, pp. 309-310; De FIno-romano 2001, p. 50.50 Probabili liberti dei Bruttii, o loro discendenti, sono rintrac-ciabili in Africa proconsolare, dove il nonno e il padre di Bruttia crispina erano stati proconsoli. Si tratta di una Lucretia Bruttia praesentilla che richiama anche nel cognomen il legame con la prestigiosa famiglia (Ain tounga: ciL viii, 25919). Non abbiamo nessun elemento certo, invece, per stabilire se altri liberti recanti il gentilizio Bruttius, attestati in luoghi in cui il nonno e il padre di crispina svolsero uffici pubblici, appartengano effettivamente al ramo dei presentes. Si veda ancora per l’Africa proconsolare: ciL viii, 21567 (Mauretania caesarensis), 2914, 2916, 3058, 4263, 4377, 5551, 8021 (Numidia), 24885 (carthago); per le province iberiche: cil ii, 3048, 4043, 4341-4342 (tarragona), 5178 (Mer-tola), 1373 (Basilippo), Hep-1, 528, Hep-10, 533 = ae 2002, +722 (Betica), Hep-10, 534 = ae 2002, +722 (lusitania). Per i Bruttii in Africa si veda anche LaSSère 1977, pp. 173, 195, 286, 288, 446, 460, 629, 641.tra le presenze in Africa proconsolare appare interessante no-tare per l’assonanza onomastica di un Lucius Bruttidius augustalis fabbricante di opus doliare nell’ambito delle figlinae oceanae Mi-nores, diventate di proprietà imperiale tra l’età traianea e quella

Che i Bruttii fossero coinvolti in molti tipidi attività agricole e commerciali può essereindirettamente testimoniato anchedalladedicadiunactoraMercurioperlasalutediunodeiBruttiidefinitoPraesentis nostri edallapresenzadiunapossibilestatuadiMercurio51tragliarrediscultoreidellavillachepossedevano inSabina, in localitàMonte Calvo non lontano da TrebulaMutuesca.La villa in Sabina, nota già da molto tempo, eattualmente in corso di scavo52, fu costruita dalnonnodiBruttia CrispinaedasuamoglieLaberiadopo il 107 d.C., quindi verosimilmente dopo oin concomitanza con il momento in cui la villadi Barricelle aveva subito una prima distruzionedovuta al terremoto che abbiamo avutomodo didocumentaretralafinedelIegliinizidelIIsec.d.C.Lavilla sabina restituisceuncicloscultoreochecomprendestatuediMuse,disatiriepoetiedivinità,qualiNettuno,Mercurio,AtenaeDafne;opereoriginalissime,appositamentecommissionateper la villa53 che nell’insieme testimoniano l’altolivelloculturale,lasensibilitàeilgustodelnonnodiBruttia Crispina,probabilmentematuratineglianni dell’amicizia con l’imperatoreAdriano e inoccasionedeisuoiinnumerevoliviaggiinOriente.Riflessiditantabellezzasisperapossanoessere

individuatianchenellavilladiBaricelleconlapro-secuzionedellericerche.

adrianea e i cui prodotti sono attestati a cartagine, roma, ostia Antica, Porto, frascati, ravenna, cusercoli, Pesaro, Milano, Arles: ciL viii, 22632,7b = ciL 15, 375,20, 373,1-7, 375,1-29, 376,1-9, 378,1-4. Si ricorda, a tal proposito, che la sezione definita Ma-iores delle stesse officine appartennero agli Antonini che delle proprietà dei Bruttii sono i principali eredi. Sulle officine vedi SteInby 1974-1975, pp. 69-71; FILIppI, StanCo 2005, pp. 189-190.51 bruSInI 2000[2001], pp. 249-261.52 vedi toreLLI 1962; aLvIno 2003.53 Sull’arredo scultoreo vedi bruSInI 2000[2001].

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InlocalitàBarricelle1diMarsicovetere(Potenza)(fig.1),inun’areaprospicientel’ampiaefertilepia-nadell’Agri,dominataanorddalmonteVolturinoelambitaadestdaltorrenteLaMolinara,affluentedelfiumeAgri,ilavoridiposacondotterealizzatidall’ENI,incostantecollaborazioneconlaSoprin-tendenzaperiBeniArcheologicidellaBasilicata,hannoportatoalrinvenimentodiunavillaromanadinotevolissimarilevanza2(figg.2-4).

1 intendo ringraziare il comune di Grumento Nova e gli or-ganizzatori del presente convegno di Studio per avermi corte-semente invitato a partecipare ai lavori di questa giornata. un particolare ringraziamento va al Dott. francesco tarlano per l’at-tenzione e per la pazienza dimostrate sia durante la fase orga-nizzativa del convegno che durante la fase di edizione dei dati.2 l’attività di scavo, avviata nel luglio 2006 sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Alfonsina russo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, si avvale del fondamenta-le supporto dell’eNi, nella figura dell’ing. Gianluca Massari, e, per la risoluzione delle quotidiane problematiche di cantiere, della

Ilcomplessoedilizio,scavato,sinoaquestomo-mento,perunaestensionepariam217003esituatoinposizionestrategicalungol’importanteassevia-riodicollegamentoVenusia-Potentia-Grumentum,ricalcato,inetàtardoantica,dallaviaHerculia(fig.5)4,èvissutoduranteillungoarcoditempocom-presofrailIsec.a.C.eilVIIsec.d.C.

renco, nella figura dell’Arch. rosa torzillo. la direzione delle in-dagini archeologiche sul campo è affidata a chi scrive, coadiuvata da una équipe di dieci operai specializzati, qualificati e comuni – i Sigg. linkon chowdary, Domenico Di Grazia, Antonio laudisio, Mario laudisio, Gino Pasquariello, vincenzo Petrosino, romeo Pisciottani, Biase raele, Gerardo tranchitella, carlo tummillo – della ditta caccavo s.r.l.3 l’area di m2 1.700, in parte già indagata, in parte ancor oggi sottoposta ad attività di scavo, non corrisponde all’intera esten-sione del complesso, che sembra essere molto più ampio e articolato. tutti i dati qui proposti, dunque, vanno intesi come preliminari e parziali.4 la via Herculia è un’importante strada costruita in età tardoantica da Diocleziano e Massimiano e restaurata poi da Massenzio, ricalcando un più antico asse viario di collegamen-to fra Venusia, potentia e Grumentum, attraverso Marsiconuovo e l’alta valle dell’Agri. Per un inquadramento storico e topo-grafico della via Herculia si rimanda a buCk 1971 e gIarDIno 1983; per la scoperta del tratto compreso fra Marsiconuovo e Grumentum in territorio di viggiano, in località Porcili, si riman-da a ruSSo 2005a, p. 247.

a villa romana di Marsicovetere-Barricelle (Potenza)

MAriA PiNA GArGANocollaboratrice esterna, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata

L

Fig. 1. carta geografica della Basilicata con ubicazione del comune di Marsicovetere (potenza)

Fig. 2. Fotografia da pallone dell’area scavata

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 67-76

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MaRia pina GaRGano

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Si tratta di una villa rustica, ovvero di uno diquei tanti impiantidalladoppiavocazione–resi-denzialeeproduttiva–che,apartiredalIsec.a.C.,comincianoasorgerenellecampagneinconcomi-tanzaconlosviluppodeilatifondidiproprietàdiricchefamigliearistocratiche,alfinedifavorirneedifacilitarneilcontrolloelagestione.

Dellavillarustica,ilcomplessodiBarricelleri-producefedelmenteilmodellopiùcanonico.Si articola infatti (nella fig. 6, una planimetria

generaleaggiornatadell’impianto5)inunapars ru-stica–checomprendeivanidialloggioeleareedilavorodelpersonalediservizio–localizzatanellazonanordorientaledell’impianto,inunapars fruc-tuaria–cheaccogliegliimpiantiproduttivi-loca-lizzatanellazonasudorientaledell’impianto,einunaampiapars urbana–cheaccogliegliambientiresidenziali – localizzata nella zona occidentaledell’impianto;letrepartessonocollegatefralorodaunampiocortile.Ilquartiereproduttivo (fig.7)consentedi rico-

struire le attività e le colturepraticate all’internodel latifondo gestito dai proprietari della villa egravitanteintornoaessa.Innanzitutto l’olivicoltura, alla quale è stretta-

menteconnessalaproduzionediolio,attestatanellazonameridionaledell’impianto.Quièstatorinvenu-to(fig.8)untorcularcompostodaduetorchiabasequadrata6chefiancheggianounacanalettadiscolo

5 le planimetrie e i rilievi dell’impianto si devono ai Geomm. D. De Maria, S. latorraca e G. Beningasa, topografi renco.6 le basi quadrate dei due torchi sono state ottenute dopo aver tagliato in due punti un setto murario di fase precedente, appartenente a un edificio di età repubblicana su cui il primo

Fig.g 3-4 (sopra e in alto). Fotografie da pallone dell’area scavata

Fig. 5. La villa sul tracciato della via Herculia

Fig. 6. planimetria generale dell’impianto con indicazione delle partes che lo compongono

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La villa romana di Marsicovetere-Barricelle (potenza)

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attraversolaquale,dopoladecantazioneall’inter-nodiunpozzettocentralediformacircolare,l’olioappenamolitovieneconvogliato,tramiteuncoppo,versol’esterno,dovesipuòipotizzareolapresenzadiunavascadiraccolta(illacus)olapresenzaditinidilegno(chegiustificherebbelepotentitraccedilegnocarbonizzatorinvenutenell’area).L’olioprodottovienepoiconservatoinappositi

recipientimolto capienti in argilla (idolia), par-zialmenteinterrati,daiqualilosiattingevasiaper

impianto della villa, di età augustea, si è impostato (ruSSo et alii 2007, pp. 86, 91 e p. 88, fig. 5.a).

ilconsumointernocheperlavendita,certamentefacilitata dalla vicinanza della villa sia a vie flu-viali(iltorrenteLaMolinarainparticolare)cheavieterrestri(l’anticotratturodicollegamentoconGrumentum,conPotentiaeconVenusia).AltraattivitàattestatanelfundusdiBarricelleè

l’allevamentodelbestiameche,liberodipascolarenei campieneiboschichecircondano lavilla, asera viene ricoveratonelle stalle ubicate lungo ilversanteorientaledell’area(fig.7).

All’allevamentodelbestiamesonocollegatedueimportanti attività praticate all’interno dell’im-pianto:lalavorazionedellalanaelaproduzioneditessuti,attestatedalrinvenimentodioggetti(figg.9-10)qualicardiinbronzo,aghidacucitoinossolavorato,fusaioleinargillaoinossolavorato,pesidatelaio,oscilla,connessiallefasidicardatura,difilatura,ditessituraedicucituradeimanufatti.Tuttequesteattivitàsonoovviamentesvolte,se-

condo la più canonica organizzazione della villa

Fig. 7. La pars rustica dell’impianto: il quartiere produttivo, le stalle, gli alloggi servili

Fig. 8. Pars rustica: il torcular del quartiere produttivo

Fig. 9 (a fianco). i materiali: cardo in bronzo (a sinistra) e ago da cucito in osso lavorato (a destra)

Fig. 10 (sotto). i materiali: fusaiola, peso da telaio e oscillum

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rustica, damanodopera servile, che alloggia nel-la zona nordest dell’impianto (fig. 7), all’internoditrevani–l’ambiente3,apiantaquadrata,egliambienti 4 e 5, a pianta rettangolare,a latere diquello–allineati, fra lorocomunicantiattraversotresogliedisposteinasseeapertiasudsulgrandecortilecentrale.

Proprio all’interno di uno di questi ambienti –l’ambiente 3, centrale – è stato rinvenuto, in di-scretostatodiconservazione,loscheletro(fig.11)diunindividuoadulto,dell’etàdi35anni7,rannic-chiatosuunfianco,congliartiinferiorifortementecontrattieilbracciodestrosollevatoversolatesta.Idatistratigrafici–ovveroilfattocheildefun-

tofossealdisopradelpianopavimentaleincoc-ciopestoe aldi sottodel crollodella coperturaedell’elevato dell’ambiente 3 – e la posizione delcorpo–rannicchiata,inun’areaeinunmomentostoricoincuitalemodalitàdideposizionenonri-sultaattestata–escludonochesitrattidiunadepo-sizioneintenzionale.È invece altamenteprobabile che l’individuo–

che, in modo suggestivo, possiamo immaginareessereunservoimpiegatoall’internodell’impianto– sia stato colto damorte improvvisa e violenta,dovutaalcrollodelvanoincuisitrovava:sispie-gherebberocosì la suacollocazionesottogli ele-mentidicrollo,dacuièstatoschiacciato,nonchélaanomalaposizionedelsuobracciodestro,porta-

7 i resti scheletrici sono stati asportati mediante strappo e consegnati al laboratorio di Antropologia fisica dell’universi-tà degli Studi del Salento, dove sono stati sottoposti ad analisi da parte della Dott.ssa Norma lonoce che ha potuto stabilire quanto segue: «l’individuo è in decubito laterale destro, con l’arto superiore sinistro presumibilmente disteso sopra il corpo. l’arto superiore destro, posto sotto il torace, è flesso a 30° ca. verso il piano sagittale mediano. Gli arti inferiori sono flessi a 45° ca. verso il bacino. Sesso maschile; età 30-35 anni; altezza m 1,71 ca.; peso kg 58 ca.».

toallatestaquasiavolerlaproteggeredall’eventoimprovvisoetraumaticochedeveaverlosorpreso.Questo evento è il violento terremoto che di-

struggelavillasulfiniredelIsec.d.C.8.

L’impiantononvieneperòabbandonato,marico-struitogiànelsecolosuccessivo,congrandecuraarchitettonica,notevoleopulenzaespiccataricercadellusso,dicuisonotangibiletestimonianzaalcu-nideirinvenimentieffettuati:lesemicolonne(unadellequaliancorain situ)cheadornanol’accessoalla pars urbana dal cortile; le lastre in marmobiancoeinverdeantico(fig.12)–importatodallaTessaglia–,inalcunicasimodanate,chedecoranoglizoccolideimuridellefauces;glisplendidipa-vimenti incocciopestoconinsertidicolorebian-co,rosso,blu,cherivestonoicubicula,itriclini,lesalediservizioall’internodellapars urbana.È, questa, la parte della villa che durante il II

secolod.C.viveunaveraepropriamonumenta-lizzazione.Il suofulcroè l’imponenteperistilio (fig.13)a

piantarettangolare,delledimensionidim13,40×m10,30, pari a complessivim2 138, scandito da

8 il probabile sisma che ha distrutto l’impianto di fase augu-stea della villa di Barricelle è stato oggetto di studio da parte del Dipartimento di Strutture, Geotecnica e Geologia applicata all’ingegneria dell’università degli Studi della Basilicata – sede di Potenza (ruSSo et alii 2007, pp. 114-118).

Fig. 11. L’individuo rinvenuto all’interno dell’ambiente 3

Fig. 12. Pars urbana: marmi di rivestimento degli zoccoli murari delle fauces

Fig. 13. il peristilio: veduta da pallone

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poderosipilastri(seisuilatilunghi,cinquesuilatibrevi)dicuisonostaterinvenute(fig.14),esonovisibili, inperfettostatodiconservazione,lebasiintonacate realizzate con corsi regolari di pietre,maltaelaterizipostidipiatto,edecoratedasemi-colonne inpietracalcarea lavoratasormontatedacornicimodanate.

Unatalemonumentalitàericchezzadell’impiantoinduconoaporsi alcuni interrogativi inmerito aiproprietaridellavilla,che–fattopiuttostoraroedeltuttoeccezionale–èstatopossibileidentificarecon certezza: si tratta dei membri della ricca e

potente famiglia lucana dei Bruttii Praesentes9,notaallecronachestoricheperaverdatoinataliaconsoliesenatori,nonchéaBruttia Crispina(fig.15),detta“l’imperatricelucana”perchéandatainsposa,nel187d.C.,all’imperatoreCommodo.L’attribuzionedellavillaedelfundusadessaan-

nessoaiBruttii Praesentesèstatapossibilegraziealrinvenimento,incorsodiscavo,didodicitegolebollate(nellafig.16,gliesemplariconibollime-glioconservati)recantisullafacciaavistauncarti-gliodiformarettangolareentroilqualeèriprodot-talaformulaonomastica(induecasicompletadinomen,prenomenecognomen)cherimandaadunCaius Bruttius Praesens, nome siadelpadre chedelnonnodiCrispina.Laproprietàdunquepotrebbeesserestata,inorigi-

ne,delCaius Praesens nonno,dalqualepoiilfiglioomonimol’avrebbeereditataopotrebbeesserstata

9 le origini della famiglia dei Bruttii praesentes, la sua storia, il suo rapporto con la città di Grumentum e la breve e triste vicenda personale dell’imperatrice crispina sono ripercorse in ruSSo et alii 2007, pp. 106-114.

Fig. 14. il peristilio: le basi dei pilastri (so-pra), le semicolonne (a fianco, in alto) e le cornici modanate in pietra calcarea lavorata (a fianco, in basso)

Fig. 15. Bruttia crispina – ritratto in marmo (Museo nazionale Romano – palazzo Massimo alle terme)

Fig. 16. tegole con bollo

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costruitadalCaius Praesenspadre,che l’avrebbepoidatainereditàasuafiglia.L’unicodatocertoèche,aseguitodelmatrimoniofraCrispinaeCom-modo,laproprietàpassadaiBruttii Praesentesallafamigliaimperiale–datocheconferiscerilievoan-coramaggiorealnostrorinvenimento.

Ulteriore conferma dello stretto legame fra lavilla e la famiglia imperiale è il prezioso sigilloinbronzo(fig.17)diformaorbicolare,rinvenutointatto e recante sulla faccia a vista la iscrizioneretrograda in rilievo “MODERATIAVGN”, cheriproduce il nome di un liberto dell’imperatoreCommodo,talModeratus,che,allalucediquantosappiamoinmeritoalleanticheformedigestionedelleproprietàimperiali,sipuòipotizzarefossein-caricatodigestirel’impiantoinnomeepercontodell’imperatore10.Questosecondoimpiantodietàantoninasubisce

purtroppolamedesima,infausta,sortedell’impian-todietàaugustea:vienedistruttodaunterremototralafinedelIIegliinizidelIIIsec.d.C.Lafeliceposizionegeograficaelaprossimitàalla

viaHerculia, però, fanno sì che la villa continuiaessereoccupatapertuttal’etàtardoanticaefinoagli inizi delVII sec. d.C., sia pur con profondirimaneggiamentieradicalimodificazioniplanime-tricheedidestinazioned’uso,cheinteressanoprin-cipalmentelapars urbana:essainfattisitrasformada quartiere residenziale in quartiere artigianale,destinatoallamacellazioneeallacotturadellecar-nianimalieallaproduzionedicalcederivatadallatrasformazione delmateriale lapideo – anche ar-chitettonico–recuperatonell’area.Loattestano:numerosipianidicottura(fig.18),

realizzaticonlaterizipostidipiatto,inalcunicasidelimitatidacordolidipietreoditegole;unban-

10 uno studio preliminare del sigillo, con alcune ipotesi inter-pretative in merito al suo utilizzo sono contenuti in ruSSo et alii 2007, pp. 105-106.

cone-cucinarealizzatocongrossiblocchidipietracalcarea;ifornidomestici,rinvenutiall’internode-gliambientidispostiintornoalperistilio;lavascainmalta (fig. 19) di forma rettangolare probabil-menteutilizzataperlatrasformazionedellapietraincalcetramitel’acqua.

Inquestafaseèilperistiliodell’impianto(ingri-gioscurosullafig.20)asubirelemodificazionipiùprofonde: il suo limitemeridionale, infatti, vieneobliterato dalla costruzione di un poderosomuro(in tratteggio sulla fig. 20) dello spessore di cm7511 e l’ambiente viene ristretto mediante grossiblocchidipietracalcarea(ingrigiochiarosullafig.20)squadratiesbozzati,diriutilizzo,chevengonoallineati,adistanzaregolarel’unodall’altro.Nella prima metà del VII sec. d.C. l’impianto

di Barricelle viene abbandonato probabilmente acausadidissestidinatura idrogeologica(ilcorsodeltorrenteLaMolinara,oggidistantem140circa

11 il muro (uSM 211) che si imposta sul lato meridionale del peristilio, obliterandolo, viene realizzato con materiale di riutiliz-zo, fra cui alcuni elementi architettonici, e in particolare tre semi-rocchi di colonna che dovevano in origine far parte dell’elevato del peristilio. il loro reimpiego nel muro è una ulteriore confer-ma delle profonde trasformazioni strutturali che investono in questa fase il peristilio della villa.

Fig. 17. Sigillo in bronzo

Fig. 18. piano di cottura in laterizi con cordolo di delimitazionein pietre

Fig. 19. Vasca in malta per la produzione della calce

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La villa romana di Marsicovetere-Barricelle (potenza)

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dall’impianto, era, in antico, molto più vicino epuòavercausatoproblemidiquestotipo).Daquestomomentoinpoi,l’impiantononsarà

piùrioccupato.Prima della sua definitiva obliterazione, però,

l’area è ancora oggetto di una ulteriore, seppursporadica,frequentazioneattestatadasettesepol-ture–dicuiseimonosomeeunabisoma–succes-siveall’abbandonodellestrutturedellavilla.Inalcunicasiessetrovanopostoaldisopradei

crollipiùtardi,comealcunetombeinfantili(nellafig.21,ladeposizionemeglioconservata)rinvenu-teall’internodelgrandecortilecentrale;nellamag-

gior parte dei casi, invece,le si realizza intaccando lepreesistentistrutturedell’im-pianto.Unesempioèoffertodaduetombe–unaallacap-puccina,unaafossacopertadaunategolacondecorazio-ne impressa12 – rinvenute anotevoleprofonditàall’inter-nodiunodegliambientidel-lapars urbana,cheaccolgo-no (fig. 22) rispettivamente

12 Sulla faccia a vista della tegola, è una decorazione impressa con punzone, riproducente una croce latina.

unamammadepostasupinaconunbraccialettoinsottilevergadibronzoancoraindossatoalpolsoeilsuobambinomoltopiccolo, forsemortosubitodopolanascita.

L’elemento che rende particolarmente interes-santiquesteduesepoltureè lapresenza(fig.23),afiancodellafossacheaccoglieilbimbo,diunabrocchettainfissaverticalmentenelterreno,dain-terpretarsicomestrumentofunzionaleall’anticaepietosapraticacristianadelrefrigerium,consisten-teinunaseriedigesticompiutidalgruppoalfinedi ‘refrigerare’ il defunto, per ottenerne il ristorodel corpo edell’anima, la beatitudine eterna e lasuaintercessione.Leduesepolture,pertanto,rap-presentanounadellepiùantichetestimonianzedel-ladiffusionedelcristianesimoinBasilicata.

Tanti, di straordinaria fattura, in molti casi digranpregio e di assoluta unicità sono imaterialirestituiti dalla villa e collegabili alle sue diversefasidivita.

Fig. 20. trasformazioni planimetriche del peristilio in età tardoantica

Fig. 21. ambiente 2: deposizione infantile

Fig. 22 (sopra e a sinistra). ambiente 9. tombe di fase tarda: le deposizioni

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MaRia pina GaRGano

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Innanzitutto, la ceramica:molte le forme aper-te(piatti,coppe,coppette)interrasigillataitalica(fig.24,a),databilitrailIsec.a.C.eilIsec.d.C.,decorateconmotivo“arotella”13oconapplicazio-niarilievoriproducentimotivivegetalioanimali14einalcunicasibollatesulfondo,all’interno15.Alla fase antonina rimandano le coppe in terra

sigillataafricanaAeA1(fig.24,b),condecorazio-neresaconbrevitrattiverticali incisisottol’orlorigonfioesullavasca16,ocondecorazionevegetaleafoglied’acquarealizzataallabarbottina17.Numerosiglioggettidellavitaquotidianaresti-

tuitidallavilla:- splendidi pettini in osso lavorato e inciso

(fig.25);-lucerneperl’illuminazionedeivani,deltipo“a

protomidicigno” (fig.26,a18), acanale (fig.26,b19),adisco,conbeccotondoemedaglionevaria-

13 ruSSo et alii 2007, p. 101, tav. iii. 30; p. 102, 30.14 rosette polipetalo o leprotti in corsa (vedi ruSSo et alii 2007, p. 101, tav. iii. 14, 15, 33, 34, 41; p. 99, 14, 15; p. 103, 33, 34, 41).15 i bolli rinvenuti sui materiali in terra sigillata italica, in planta pedis, recano le iniziali “S.M.f.”, riferibili a Sex. Murrius Festus (vedi oxé-ComFort 2000, n. 1212, 1-11 da Pisa) e sono databili fra il 60 e il 150 d.c. (ruSSo et alii 2007, p. 100, tav. ii. 11, 12, 13, 23, 31, 32; p. 99, 11, 12, 13, 23; p. 102, 31, 32)16 tipo lamboglia 1b = Hayes 8A, nn. 3-4, 30, databile fra il 150 d.c. e gli inizi del iii sec.d.c. Si veda ruSSo et alii 2007, p. 102, tav. iv. 44, 45, 50; p. 103, 44, 45, 50.17 tipo lamboglia 4/36A = Hayes 3B, databile fra il 75 d.c. e la seconda metà del ii sec. d.c. Si veda ruSSo et alii 2007, p. 102, tav. iv. 49; p. 103, 49. 18 l’esemplare è una Vogelkopflampen tipo Dressel 4 (pavoLInI 1981, pp. 162-163, tav. XXXi) databile in età augustea (vedi ruS-So et alii 2007, p. 100, tav. ii. 27; p. 102, 27).19 l’esemplare rinvenuto è di produzione africana (vedi atlante i, tipo viii A) ed è databile fra la seconda metà del iv e la metà del v sec. d.c. (vedi ruSSo et alii 2007, p. 104, tav. v. 61; p. 105, 61).

mentedecorato20(fig.27,a),fralequalidipartico-larerilievoèunesemplare(fig.27,b)21riproducen-tesulfondoilbollo“CIVNDRAC”,cherimandaaCaivs Ivnivs Draco,notofabbricantedilucerneattivodurantelasecondametàdelIIsec.d.C.;

20 ruSSo et alii 2007, p. 102, tav. iv. 46, 47; p. 103, 46, 47.21 caius iunius draco è uno dei più grossi e affermati produttori di lucerne dell’Africa del nord attivo durante la seconda metà del ii sec. d.c. i prodotti da lui realizzati e firmati, oltre a essere molto diffusi nella sua terra di origine, vengono esportati anche in italia meridionale e insulare, e fra queste esportazioni è da annoverare anche il nostro esemplare, nonché in area gallica, e sono talmente ricercati da dar vita a produzioni locali e ad imi-tazioni “autorizzate”, sulle quali viene riprodotto anche il bollo, considerato evidentemente un marchio di qualità (per esempla-ri analoghi rinvenuti a egnazia e per la storia del marchio e del suo produttore, si rimanda a FIorIeLLo 2003, pp. 50-52, 60-61). la scena erotica riprodotta sul medaglione della lucerna resti-tuita dall’impianto di Barricelle trova confronto in una lucerna proveniente da Grumento – area di San Marco, riprodotta nella fig. 27, b (bottInI 1997p. 246, 59).

Fig. 23. ambiente 9. tombe di fase tarda: la tegola bollata e la brocchetta per il refrigerium

Fig. 25. i materiali: pettine in osso lavorato e inciso

Fig. 24. i materiali: la ceramica sigillata italica (a) e la ceramica sigillata africana (b)

a

b

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La villa romana di Marsicovetere-Barricelle (potenza)

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Fig. 28. i materiali: anelli in bronzo e vago in ambra e pasta vitrea

Fig. 29. i materiali: fibule del tipo “a cerniera”

Fig. 30. i materiali: fibule a soggetto zoomorfo

Fig. 26. i materiali: lucerna del tipo “a protomi di cigno” (a) e lucerna del tipo “a canale” (b)

a b

Fig. 27. i materiali: lucerna a disco (a); lucerna a disco con bollo di caivs ivnivs Draco (b)

a

b

-oggettidiornamento(fig.28),qualianelli22evaghiinambraeinpastavitrea;fibuleinbronzo,deltipo“acerniera”o“Aucissafibeln”23(fig.29)oasoggettozoomorfo(fig.30),riproducentipavoni,colombeecavallialtrotto;- monete in bronzo (fig. 31, a) e in argento

(fig.31,b)24.

22 ruSSo et alii 2007, p. 104, tav. v. 53; p. 103, 53.23 ruSSo et alii 2007, p. 102, tav. ii. 25, 26; p. 99, 25; p. 102, 26.24 fig. 31, a: moneta in bronzo. D/ testa a sinistra. intorno, le-genda “… ANt … AvGPivS”. r/ concordia stante con patera nella destra. intorno, legenda “coNcorDiA”. Sotto la figura, “S c”. l’emissione risale agli anni di regno di Antonino Pio.fig. 31, b: moneta in argento. D/ testa a sinistra. intorno, legen-da “DivvSANtoNiNvS”. r/ Pira funebre. intorno, legenda “coNSecrAtio”. l’emissione risale al momento successivo alla morte dell’imperatore Antonino Pio, e ne sancisce la diviniz-zazione post mortem.

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MaRia pina GaRGano

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Fig. 31. i materiali: moneta in bronzo (in alto); moneta in argento (in basso)

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a centuriazione nel territorio di Grumentum

frANceSco tArlANoScuola di Specializzazione in Beni Archeologici, università di Bologna

L

Questoarticoloèilrisultatodiunafaseprelimi-naredistudisulterritoriogrumentino:laquestio-nedellesuddivisioninell’agrodiGrumentum,maiapprofonditadaglistudiosi,ecomunquefermaalleindaginideglianni’70delsecoloscorsocondottedaLilianaGiardino,silegaindissolubilmentealletematichediromanizzazioneedioccupazionedelterritoriolucano.Negliultimianni,grazieainote-volisforzidellaSoprintendenzaperiBeniArcheo-logicidellaBasilicata,l’archeologiadell’altavalledell’Agrihasubitounafortespinta.Glistudinonsisonopiùconcentratisolosull’importantissimacittàdiGrumentum,mahannoallargatoiloroorizzontiall’interavallata:soltantoattraversounpiùampiosguardod’insiemesulpopolamentodell’interoter-ritoriosaràpossibilericostruireledinamicheinse-diative attraverso le quali l’occupazione romanaandòaintegrareilpopolamentolucanodell’area.Inquestocontributoverràsviluppatoundiscorso

sulla centuriazione dell’agro grumentino, appenaaccennatoinunostudiosullaviabilitàattornoallacittàdiGrumentum,e inparticolaresulleproble-matichelegateall’identificazionedellavia Hercu-lia1, e si amplierà la questionedelle suddivisioniagrarienell’altaVald’Agri,giàpresentatainun’al-tra sede2, aggiungendo nuovi dati e apportando

1 tarLano 2010a (c.s.).2 tarLano 2010b (c.s.).

nuovi spunti di riflessione alla luce della varietàdellefontichelatopografiautilizzaaifinidellari-costruzionestoricadelpaesaggioantico.

Problematiche metodologicheIlterritoriopostosottolagiurisdizionedell’antico

centrodiGrumentumpresentamoltepliciaspettidastudiareeapprofondire,perchérisultaestremamen-tericcodipotenzialitàarcheologiche:l’areaurbanaapartiredaglianni’60delsecoloscorsoèstatastu-diataalungo;soloapartiredagliultimianni,inve-ce,l’attenzionedegliarcheologisièspostataanchesulleproblematicherelativealpopolamentodelter-ritorio,agliinsediamentiproduttivi,allaviabilitàeallapresenzadiinfrastrutture(fig.1).Ilfattoremorfologicoelanaturadeiterrenihan-

noinfluitonotevolmentesullostatodiconservazio-nedellepersistenzecenturiali3:nellezonecollinarieanfrattuose,eancorpiùinunaregionemontuo-sa come laLucania, le traccedella centuriazionesonoridottealminimo;inoltre,nelmomentoincuil’uomosmettediregimentareleacque,equindidimanutenereicanalidiscolo,l’azioneidrodinamicadeifiumispessocancellaletraccedellesistemazio-niagrarieantiche.Talefenomeno,tipicodelperio-dotardoantico,hainmolticasifattosìcheleinfra-strutture,unavoltaperselelorofunzioniprimarie,decadessero, lasciandoci, nei casi più fortunati, iruderi,oppuretalvolta,lesoletraccediquellachefulamonumentalitàdelleoperedietàromana.Non è un caso che la stragrande maggioranza

dellecenturiazionisisiaconservatanellapianurapadano-veneta,dove,inareevasteepianeggianti,lebonificheidraulicheattuatedaiRomanifurono

3 N. Alfieri in SChmIeDt 1989, prefazione.

Eiusnuncregiones,limites,confiniadeterminabo:eireiegofinitorfactussum.

Ora determinerò le regioni, i limiti, i confini:sono stato scelto come agrimensore.

(Plauto,Poenulus48-49)

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 77-90

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FRanceSco taRLano

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ripristinateoricalcateinetàpost-romana.Inmolticasiinfatti,nonostantelastratigrafiaromanasitro-vasseancheametridiprofondità,ledivisioniagra-riedel territoriodietà romanasisonopreservateperchéaldi sopradelle stesse si sonoperpetuateledivisionimoderne,oppurelaviabilitàharitrac-ciatoipercorsiantichi,conservandoneglischemi,ancheseaquotedifferenti:adesempiolafamosacenturiazionediLugoinrealtàèunaperpetuazionemodernadisuddivisioniantiche,conillivelloro-manoanchea4-5mdiprofondità,copertodastratialluvionali;neglialtimorfologicicircostanti(dossifluviali)lacenturiazionesièconservata,e,poichéil sistemadi canalizzazioni funzionava ancora, ilprolungamentodiquesti assi inetàmedievalehapermesso di ricostruire, inconsapevolmente, sustratimoderni,lamagliacenturialeromana4.Laregio III: Lucania et Bruttii invecepresenta

pochissimi resti di centuriazioni: è infatti l’unicaregione di cui Giulio Schmiedt, nel suo volumesulla centuriazione, non presenta nessuna tavo-la ricostruttiva5. Brunt dice che «la Lucania è lazonapiùmontuosad’Italia, con le alture cheoc-cupano i 3/4 del territorio, una sorta di rete conalcunepiccolevalliisolate,comeunmaretempe-stosopietrificatodauninauditomiracolonaturale;nell’antichitàlevallateeranoancorapiùricchedi

4 Sul tema vedi, recentemente, FranCeSCheLLI, marabInI 2007.5 SChmIeDt 1989, introduzione.

foreste di oggi, e i corsi d’acqua,molti dei qua-li oggi a regime torrentizio, avevano una portatamoltomaggiore.Iprincipaliinsediamentidoveva-noperforzalocalizzarsinellefertilivallate,isolatetralorodamontagneaccidentatechenelimitavanoicommercieicontatticulturali.L’economiadellaregioneerabasatasull’agricolturaeancoradipiùsullapastorizia,ehasoffertonellasuastoriaperiterribiliterremoti,lefrane,leepidemie,ilbrigan-taggioelospopolamento.Moltediquestetragediesonoattestateinetàromana»6.Per attribuire all’età romana le tracce centuria-

li è necessario ritrovare, leggendo le carte topo-grafiche, lemappe catastali o la fotografia aerea,persistenze nella viabilità moderna o in murettipoderali,diunamagliaregolarelecuidistanzetrai limites risultinoesseremultipli (osottomultipli)diunitàdimisuraantiche.Ciòperònonèsemprepossibile,soprattuttoincasicomeilnostro,acausadelleasperitàorografiche.Un altro dato che ci permette di ricostruire la

centuriazioneèlapresenzadimanufattiantichidi-pendentinellalorogiacituradall’ipoteticoschemadidivisioneagraria7.Dopounabrevepresentazionedelterritorioog-

getto di questo studio, e dopo l’analisi dell’uni-ca fonte scritta utile (il Liber Coloniarum), e le

6 brunt 1971, p. 358.7 SChmIeDt 1989, introduzione.

Fig. 1. il centro urbano di Grumento nova e la città romana di Grumentum, fotografia aerea zenitale

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La centuriazione nel territorio di Grumentum

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opere degli studiosi che hanno accennato al pro-blema della centuriazione dell’agro grumentino,si esamineranno le tracce di suddivisioni agrarieipotizzabilicomeantiche leggibilidallacartogra-fia(specialmentedalletavoletteinscala1:25.000dell’edizionedel1954)edallafotografiaaereache,rispettoallacartografia,presentanotevolivantag-gi,perché,soprattuttoconlavisionestereoscopica,mette in evidenza tronchi stradali abbandonati ecopertidallavegetazione,fossicolmati,fondamen-tadimuridivisoriscomparsi(fig.5).Verranno quindi analizzati i dati archeologici

chesiinserisconoall’internodellamaglia,comeilponteromanosulMaglia(fig.6),ilbracciodell’ac-quedottoasuddellacittàdiGrumentum(fig.7),levilleegliimpiantiproduttividisseminatinellaval-lataescavatinegliultimiannidallaSoprintenden-zaperiBeniArcheologicidellaBasilicata.Infinesitenteràdiproporreunaletturad’insiemedellesud-divisioni agrarie romanenell’altavalledell’Agri,con l’ausiliodi tavole ricostruttivedell’ipotesidischemadicenturiazione.Èutileprecisarechenonsempreilimites,solita-

mentecostituitidastrade,odamuriofossi,sonorimastiimmobilineltempo,anzispessohannosu-bito piccoli spostamenti, perdendo il loro rigidotracciato iniziale. Spesso poi i limiti centuriali sisonoconservatimenodellelineedivisorieinterne8.Un’ulterioreprecisazione:risultasostanzialmen-

tepococorrettoparlare,adesempio,dicenturiedi709,68metri:Castagnoliriporta9testimonianzedicenturiechevannodai704/705metrifinoa712(einraricasiaddiritturafinoa720).Èinfattinecessa-rioconsiderarecheiRomaninontenevanocontodiquestedifferenzetrascurabili,perdiverseragioni:1. iRomanimisuravano inactus, e quindi una

centuriaclassicamisurava20x20actus;2.lemisurazionilinearieranoeffettuatedaiRo-

maniconlaperticaeconlatecnicadellacultellatio,percalcolaregliscartididislivello,percuil’erroreumanoantico,spessotrascurabile,ècomunquedatenerpresente;3.all’erroreanticosideveaggiungereilnostro,

perchénoi leggiamo lacenturiazionedallacarto-grafia(soggettaquindi,alpossibileerroredelcar-tografo);

8 ibid.9 CaStagnoLI 1958, pp. 22-23.

4.lanostraletturaavvienesullepersistenzemo-derne,edènormaleche le stradeocomunque letraccemoderneabbianosubitounleggeroscosta-mentodipercorsonelcorsodeisecoli.

Inquadramento storico-topograficoLacittàdiGrumentumfufondatasuunterrazzo

alluvionale di II ordine, suborizzontale, formato-si nel Pleistocene, a causa delle azioni erosive edeposizionalideifiumiAgrieSciaura(fig.2).Lasuperficie sommitale, rialzata edifesadaunorlodi terrazzo (o scarpata) particolarmente acclive,dominal’altavalledell’Agri.Quest’ultimasicon-figura come un bacino intermontano databile alQuaternario,dallaformaovale,estesoindirezionenordovest-sudestperunalunghezzadicirca30kmeduna larghezzamassimadi 12km.L’alta valleècircondatadaunaelevatacoronamontuosa,esichiude nei pressi della diga del Pertusillo, creataartificialmenteneglianni’60delsecoloscorso,neipressidellabarrierachenelPleistocenedelimitavailbacinolacustre10(fig.3).

Ilfondovalleèincisodaunareteidrograficafit-ta e ramificata, chehadepostonel tempoghiaie,sabbie e argille: l’Agri, che rappresenta il corsod’acqua principale, è alimentato da affluenti chescendonodaicrinali,alcuniaregimepermanente,altriaregimetorrentizio.

10 De Lorenzo 1898, pp. 5-27; vedi il contributo di A. Priore in questo volume.

Fig. 2. carta Geologica d’italia: la piana a nord di Grumentum, con i conoidi di deiezione dei torrenti alli e casale, il terrazzo alluvionale sul quale sorgeva Grumentum e la vallata a sud della città romana

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Lageografiafisicaelageomorfologiadelterri-toriohannoprofondamente influenzato ilpopola-mentoanticodellavallata:perquantoriguardalesuddivisioni agrarie, è stata soprattutto l’idrogra-fiaacondizionarelescelteel’orientamentodellacenturiazione. Infatti le canalizzazioni e le operediscoloedideflussodelleacquepotevanofunzio-nare solo se poste in relazione, per le pendenze,all’Agri e ai suoi affluenti, oltre che ai numerosifossi.Inoltre,ifossieifiumicheraggiungonolavalle dal versante nord (quello più accidentato econ lealturepiù imponenti,che raggiungonoan-chequote superiori a1.800ms.l.m.),hanno for-mato numerosi conoidi di deiezione, alcuni deiqualiinsediatiinepocastorica:infattiiconoididideiezione rappresentano, alparidei terrazzi allu-vionali, un’unità geomorfologica particolarmenteprivilegiata per l’insediamento, perché, essendodeglialtimorfologici,risultanofertiliedifesidallealluvioni11(fig.3).

Sulla fondazionediGrumentummolti studiosisi sono espressi con opinioni discordi: giàAda-mesteanuavevasostenutoche«Grumentumave-vagiàunasuastoriaancorprimadell’arrivodeiRomani»12.L’ipotesidelpopolamentolucanodel-lazonaèstataconfermatadaimoltepliciritrova-mentidifattorie,abitatienecropolipreromanedis-seminate lungo l’interavallata. Ilcentrourbano,però,chesipresentacomeunacittàdifondazione,dotatapertantodiunsistemaurbanisticoregolareamaglie ortogonali, evidentemente dovette rap-presentareunpolodiattrazioneperlegentiprece-dentementesparsenelterritorioinampivillaggie

11 vedi i contributi di A. russo, A. Pellegrino e M.P. Gargano in questo volume, per la posizione dell’insediamento di Barricel-le. Per approfondire il discorso dei rapporti tra geomorfologia e insediamenti umani si vedano DaLL’agLIo 2000, pp. 177-192; marChettI 2000.12 aDameSteanu 1967, p. 17.

fattoriedocumentatiarcheologicamente:glistudidiAlfonsina Russo dimostrano ad esempio chel’insediamentoin localitàMattinellae lafattoriainlocalitàValdemannaaMarsicovetere,l’edificiomonumentale in localitàMasseriaNigro(fig.9),lefattorieinlocalitàSerroneelavilla-fattoriainlocalitàSanGiovanniaViggiano(fig.8),lafatto-riadiFossoPianodeiValloniaGrumentoNova(fig.10)subironomodifichenelcorsodelIIIseco-loa.C.13:emblematicoèilcasodell’importantissi-mocomplessopressoMasseriaNigroaViggiano.L’edificiovieneabbandonatonelcorsodelIIIse-coloa.C.,«inconcomitanzacon l’affermarsidelpotereromanonell’area»14.Verrannoabbandonatiinoltre il villaggio di Catacombelle a Viggiano,quellodiPagliaronediMarsiconuovo,lafattoriainlocalitàValloniaViggiano,lefattorieinlocali-tàFossoConcetta-VracalicchioeinlocalitàPianiPareteaMontemurro,lafattoriainlocalitàBoscoGuardemmauroaGrumentoNova15.

Grumentum costituì senza dubbio un centro dicontrollo della vallata (forse una prefettura16 o,meno probabilmente, un conciliabulum), fondatonelprimoquartodelIIIsecoloa.C.,inconcomitan-zaconlededuzionidiVenusia(colonialatinadel291a.C.)ePaestum(colonialatinadel275a.C.):inquestoperiodoiRomani,conducendopolitichedialleanzaconlefrangedell’oligarchiaindigenaaessi favorevoli17, ritenneroopportunoampliare laloro rete di controllo sul territorio intensificandolaloropresenza.Inquestosenso,lafondazionediunanuovarealtàurbanavalettacomeunprocessoa volte anche lungo e laborioso:Grumentum po-trebbeidentificarsipertantocomeunafondazionemista,romano-lucana.PostanelcuoredellaLucania,lacittàcontrollava

unavallata strategicamentemolto rilevante,per icontatti tra la costa tirrenicae il litorale ionicoetrailnordeilsuddellaregione:posizionataall’in-crociodiduedirettriciimportanti,futeatroinfattidiscontritral’esercitoromanoequelloannibalico

13 ruSSo 2005, pp. 19-57.14 ibid., p. 4215 vedi il contributo di A. russo in questo volume.16 brunt 1971, p. 280. Anche guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 45, parlano di prefettura riguardo allo status di Grumentum, ripren-dendo Pais e il Liber coloniarum (i, 209, 5-10).17 ruSSo 2005, p. 45.

Fig. 3. carta Geologica d’italia: l’alta valle dell’agri, con, sulla sinistra idrografica, i conoidi di deiezione creati dall’azione degli affluenti Molinara, acqua del cursore, alli

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La centuriazione nel territorio di Grumentum

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durantelaSecondaGuerraPunica18;ilsuocontrol-lorisultòdeterminanteper«l’utilizzazioneomenodiunacertaviabilità»19.DurantelaGuerraSociale,lacittàsubìgravide-

vastazioni,ealsuotermineacquisìprobabilmentelostatusdimunicipio,efuridedottacomecoloniainetàcesariana20oaugustea.TraIsecoloa.C.eIsecolod.C.ilcentrovienemonumentalizzatoconlacostruzionedegliedificiperspettacolo,dell’areaforense e di tutti gli altri complessi architettoni-ci importanti. Secondo Brunt, invece, la città èda considerarsi una colonia pre-sillana, risultatodell’insediamento graccano21. Comunque, nellavalle,gliassegnatarinonsostituironodeltuttogliindigeni, anzi si affiancarono a essi, con risultatinon sempre pacifici: Grumentum, che evidente-mente era governata daiRomani e dalleélite lo-calialleate,sostenneunviolentoassediodapartedeiLucaninel90a.C.,durantelaGuerraSociale.Crassoinfattinonriuscìaevitarelarivoltaeadi-fendereiRomanichevisieranoinsediatiaseguitodelleassegnazionigraccane22.Lamagistraturaprincipaleattestatadalleepigrafi

èquelladeipraetores duoviri.LatribùallaqualeeraiscrittaGrumentumeralaPomptina.Permegliodefinireiconfinidelterritoriosottolasuagiurisdi-zione,però,questodatononciaiuta,perchéancheicentriconfinantieranoiscrittiallastessatribù23.La città dovette acquistare importanza in età

tardoimperiale: divenne sede vescovile nel 370,quando probabilmente controllava l’intera valledell’Agri24.L’AnonimoRavennate,chescrivenel700d.C.circa,eGuidone,(autoredelXIIsecolod.C.checomunqueattingedalprimo),affermanocheinetàtardailterritoriodiGrumentumavrebbeinglobato quello della decadenteHeraklea, giun-gendo a confinare direttamente con Taranto. Lanotizia,tutt’altrochesicura,probabilmenteripren-devaildatodellaTabula Peutingeriana,secondolaqualelacittàeradirettamentecollegataaTaranto

18 Liv. XXvii, 31-42.19 gIarDIno 1983, p. 217.20 maStroCInque 2007, pp. 118-124.21 brunt 1971, p. 280.22 ibid., p. 437.23 ciL X, 223; 224; 226; 227; 228; 229 passim. ciL X, 131; 137; 138; 169; 344. ciL vi, 2592. cil X, 408; 461. vedi tarLano 2010a (c.s.).24 LanzonI 1927, pp. 324-329.

daunavia publica25.I limiti meridionali di Grumentum dovevano

piùomenoesseresegnatidalcorsodelSinni,neipressidelqualedovevasorgerelastatiodiSemun-cla(pressoSeluci);aovestconfinavaconlecittàdelVallodiDiano,quindiCosilinum,TegianumeAtina, e i limiti andrebbero ricercati più omenonell’areadelconfineodiernotraBasilicataeCam-pania.AnordGrumentumdovevaconfinareconilcentro diPotentia, e i limiti andrebbero ricercatinellospartiacquetral’AgrieilBasento;aestconPandosia, che prima costituiva l’estremo limitedellachora siritica, quindi del territorio dellaci-vitas foederataepoimunicipiodiHeraklea;asudconThurii,delcui territorioNerulumdovevagiàfarparte,secondoSvetonio26(fig.4).

L’altaVald’Agrirappresentaquindiun’areapo-sta sicuramente sotto il controllo diGrumentum:sicuramente quindi suddivisioni agrarie del suoterritoriointeressaronolavallata,fertileepianeg-giante; inoltre l’identificazionediuncatastocen-turialee lasuaestensionepotrebberofar lucesuilimitidell’agrogrumentino.

La centuriazione: le fonti e la storiadegli studi Perlostudiodelterritoriononsipuòprescindere

dallaconsultazionedei testidegliAgrimensori,o

25 tab. peut. vi, 1, in mILLer 1916. la tabula fa però confusione sulla distanza in miglia tra Grumentum e taranto, riportando solo 24 miglia (in realtà i due centri distano circa 180 km). Sulle que-stioni relative agli itinerari antichi e alla viabilità nel territorio di Grumentum vedi tarLano 2010a (c.s.).26 Suet. aug., 3-4.

Fig. 4. ipotesi di definizione del territorio posto sotto la giurisdizio-ne di Grumentum

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FRanceSco taRLano

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Gromatici Veteres.Frontino,Balbo,SiculoFlaccoeIgino,furonoattivitral’etàdomizianeaequellatraianea.Leloroopere,scritteperformareigiova-niagrimensori,furonoraccolteinuncorpusattor-noalVsecolo;allestessefuronoaggiuntevignetteesemplificative.Insiemeaquesti testi, furonoincluseduediffe-

rentiredazionidelLiber Coloniarum,cheèunelen-codicolonie,municipie territoriconindicazionitecnichesulledivisioniagrarieesullemodalitàdiassegnazionedeilotti27.Inunpassodell’opera28siparla della centuriazione della Lucania antica, evienecitataancheunasuddivisioneagrariarelativaaGrumentum:

In provincia Lucania prefecture. Iter populo non debetur. Vulceiana; Pestana, Potentina, Atenas et Consiline, Tege-nensis. Quadrate centuriae in iugera n. CC. Grumentina. Limitibus Graccanis quadratis in iugera n. CC. Decima-nus in oriente, kardo in meridiano.

Ilpassoparlaquindidiunacenturiazione«grac-cana»,neiterritoridialcuneprefettureinLucania(tracuiGrumentum): laprimaquestioneè relati-va all’interpretazione del termine graccanis. Sipotrebbepensareal tipodicenturiazioneclassico(infatti abbiamo centurie quadrate di 200 iugeri,quindidicirca710metriperlato),maanchealladatazione: si vedrà come il dato archeologico ciporteràadatare la centuriazionegrumentinapro-prioalperiodograccano.L’orientamento è secundum coelum, ovvero se-

condoipunticardinali,mentreleviecostituitedailimitesnoneranoapertealpubblico(iter populo non debetur),trannegliactuariieleviepubbliche29.Inuncommentoall’operadeiGromatici Veteres,

BrianCampbellsostienecheGrumentumerapro-babilmente una colonia graccana, sebbene la suafondazionee lasuaurbanisticasidatinoaiprimidecenni del III secolo a.C. Paragona poi i prae-tores duoviri, carica principale della colonia, aimagistratidiNarbo Martius,fondatanel118a.C.,quindiinetàgraccana30.NoiinrealtàsiamocerticheGrumentumavesse

acquisitolostatusdicoloniasoltantodall’etàim-

27 uggerI 2000, pp. 58-59.28 Lib. col., i, 209, 5-10.29 guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 63.30 CampbeLL 2000, p. 403.

periale:un’iscrizione31,databileallafinedelIseco-lod.C.,menzionalacittàcomecolonia32.Guariglia e Panebianco, riprendendo un passo

di Valerio Massimo33, sostengono invece che leassegnazionigraccane inLucania,databilial131a.C.,quindieffettuatedaCaioGracco,furonovi-ritaneenoncoloniarie34.AncheBruntconsideraleassegnazionigraccanefatteaGrumentumeinVald’Agricomeviritaneenoncoloniarie:iprogrammideiGracchi, infatti, nonerano tantofinalizzati alcontrollodelterritorio(chenellafondazionedellecolonietrovavalostrumentoprincipale),mapro-pendevano per una politica sociale di “gestione”della cittadinanza romana, chemediante le asse-gnazioni viritane assicurava alle singole famiglieuna fontedi reddito. Inoltre, bisogna tener contodelfattocheiGracchiassegnavanolottiditerrenidemaniali,quindinonassegnatiinprecedenza.Testimonianzacertadellesuddivisionigraccane

nelVallodiDiano(nellavallataadiacentelaval-ledell’Agri,quindinellaLucaniaantica,sebbeneoggiinterritoriocampano)èdatadalritrovamento(in loco)diseiterminigraccaniorientatisecundum coelum35.Traicippiduesonopertinentiallecentu-riazionidell’agrodiVolcei36,duedell’agrodiAti-na.Unodeiterminipertinentiall’agrodiVolceifurinvenutoaSicignanodegliAlburni,el’indicazio-nedeldecumano–D(ecumanus)XIII–èperfet-tamenteorientatadanordasud,mentrequelladelcardine–K(ardo)I–èperfettamenteorientatadaestaovest37.Unaltro terminepertinenteall’ager Volceianus è statopubblicatodaBracco, il qualesostienecheancheintalcasolacenturiazioneèda-tabilecertamenteal131a.C.,comedelrestoquel-la nell’intera vallata delTanagro; inoltre l’orien-tamento, anche in questo caso, dovrebbe esserenord-sud,conildecumanomassimorappresentatodallaRegio-Capuam;cosìilcardineXIIricordatodall’iscrizione sul cippo rappresenterebbe una li-neadiconfine,lungolaqualenoneraconsentitoilpubblicopassaggio38.

31 ciL X, 228.32 gIarDIno 1981, pp. 15-16.33 Val. Max. vii, 2, 6.34 guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 46.35 i.it. iii, 1, 275-279; vedi anche braCCo 1979, p. 32.36 marzuLLo 1937, pp. 3-35.37 guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 49.38 braCCo 1979, p. 37.

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SecondoMarzullo39, la largaapplicazionedellalex Semproniadel133a.C. inLucaniafuvolutadaP.PopilioLenate, consolenel 132, che avevagiàpromossolarealizzazionedellaviaRegio-Ca-puam,dettaanchevia Popilia,ericordatanell’elo-giumdiPolla40.SembrerebbechePopilio,avversoaiGracchi,avessedistribuitolottiinLucaniaancheafoederatiitalici,mentrelaleggeprevedevasud-divisionidaassegnareaisolicittadiniromani:nel131,l’annodopoquindi,iltriumviroCaioGraccoannullò le distribuzioni di Popilio Lenate e pro-mossenuoveredistribuzioni,che,secondoGuari-glia ePanebianco, prevedevano lotti di 50 iugericiascuno(circa12,5ettari)41.Pertanto, nonostante la mancanza di termini

graccanilungolavalledell’Agri,cheattesterebbe-ro con certezza la centuriazionegraccana aGru-mentum,ritengosicuralatestimonianzadelLiber Coloniarum,cheperilVallodiDianoèconfermataappuntodalrinvenimentodeicippi.Lasistemazioneagrariadel territoriogrumenti-

no,argomentopraticamenteinedito,èstatafinoraaccennata solo da LilianaGiardino, che parla diuna «sorprendente scoperta», ovvero della possi-bileesistenzadi traccediduedifferenticenturia-zioni, diverse l’una dall’altra per orientamento ecronologia, ma sostanzialmente coincidenti nelterritorio, quindi praticamente sovrapposte42. Se-condo la studiosa, alle tracce leggibili dalla car-tografia e dalla fotografia aerea, si sovrappongo-nol’acquedottoelavia publicaasuddellaportacosiddettaAquilia (laportameridionaledellacit-tà): il tracciato dell’acquedotto ricalca la magliacenturiale.Secondoalcunieruditilocali43lastradaanticaaffiancaval’acquedotto(perilqualeeraan-chepossibile innestareunpercorsopiùrettilineo,perviadellageomorfologiaessenzialmentepianadelterritorio),sideducechequestoeraovviamen-tesuccessivoallastradaeallacenturiazionenellaqualesiinserisce(fig.7).Analizzandoletecnichecostruttiveeimaterialidaricognizione,Giardino

39 guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 4940 ciL i, n. 551 = ciL X, n. 6950.41 guarIgLIa, panebIanCo 1937, p. 71.42 gIarDIno 1983, pp. 195-196.43 FIoreLLI 1877, p. 131; CaputI 1902, pp. 152-153; per appro-fondire il discorso sulla viabilità e sulle fonti locali si vedano tarLano 2010a (c.s.) e il contributo di M. Sacchetta in questo volume.

datal’acquedottoallametàdelIsecoloa.C.,dun-quelastradaelasistemazioneagrariasonoprece-dentiallametàdelIsecoloa.C.44:lacenturiazionepotrebbe identificarsi quindi con quella graccanamenzionatadalLiber Coloniarum:comevedremo,ilbracciodell’acquedottoappenaasuddellacittàsiorientanord-sud.Aseguitodi indagini topografichenel suburbio

grumentino,CifaniriprendelostudiodellaGiardi-no,eparladiduecenturiazioninelterritoriogru-mentino.SostienechelaprimacolonizzazionedelterritorioavvennenellaprimametàdelIIIsecoloa.C., in concomitanza con la creazione dell’im-piantourbano, e che, in etàgraccanacome testi-moniailLiber Coloniarum,siavviòprobabilmente«lamisurazioneel’assegnazionedell’agroprece-dentementerequisito»45.

La cartografia, la fotografia aerea e il dato archeologicoParticolare interesse riveste l’ipotesi di Liliana

Giardinodelleduecenturiazionisovrapposte,conorientamento differente. Sicuramente, in questocaso lasituazionesarebbedavveroparticolare: lanecessitàdi ricrearedel tutto leoperedicanaliz-zazione, le divisioni poderali, le strade vicinali,quindi la totalità delle infrastrutture legate a unacenturiazione,potrebbeesserestatacausatasoltan-todauneventotraumaticocheavrebbemessoincrisil’interosistemadivisorio(sipotrebbepensareaunviolentoterremoto,oaun’improvvisavaria-zionedicorsodelfiume,dovutaprobabilmenteaimportanti alluvioni); l’ipotesi, non impossibile,vista anche la lunga storia che ebbeGrumentumdallasuafondazione(iniziIIIseca.C.)finoalsuodeclino(V-VIsec.d.C.),meriterebbedicertostudipiùapprofonditi.Dallo studio della cartografia IGM in scala

1:25.000sonoleggibilitraccepertinentiaduepos-sibilicatastidifferenti:ilprimo,orientatonordest-sudovest,visibile in largapartenellapianaasudeaestdiGrumentum,ilsecondo,orientatonord-sud,visibilesoprattuttonellavalledelfiumeAgri,anordeanordovestdellacittàromana.Leipotesidiricostruzionedellamagliacenturia-

lesisviluppanopartendodaipochiallineamentivi-

44 gIarDIno 1983, pp. 213-214.45 CIFanI et alii 1999-2000, p. 448.

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sibilidallacartografiaesoprattuttodallafotografiaaerea:lepersistenzesonostatericercategrazieallalorodistanzaleunedallealtremisurabileincirca710metrio insottomultipli (limitimediani),esiidentificano con strade carrabili, stradine, mulat-tiere,murettipoderali.Nellafotografiaaereaoltreallestradesonovisibiliinalcunicasianchelimitinonpiùinuso,comefossatiostrutturealdisottodelpelod’erba(fig.5).

Tra idaticartograficispiccanoduegrossiviali,orientatinord-sude intervallatida stradeperpen-dicolari a intervalli di distanze multipli o sotto-multiplidiunitàdimisuraromane.Daquestivialièpartita lapresente ipotesidi ricostruzionedelloschemadidivisioniagrarie. Idueviali,probabil-mentepersistenzediunaviabilitàantica,corronouno attraverso le località Traversiti e MasseriaPuzzolente e l’altro attraverso le località BoscoGuardemmauro,LeVigne,SanGiovanni,Ruggi-ne.Talipercorsi,giàriportatidalleCartedelRizziZannoni,oltrechedall’IGMdel1898,sonosegna-lati anche nella cartografia allegata alleRationes Decimarum Italiae46.Oltrealdatocartograficoeallafotointerpretazio-

ne, le ipotesidicenturiazionesonosupportatedaalcunidatiarcheologici: ilponteromanosulMa-

46 venDoLa 1939, tavole allegate.

glia si imposta su questa maglia centuriale, cosìcome il tratto di strada che affianca l’acquedottoappena a sud della città, e parte dell’acquedottostesso (fino all’ingresso nella città) si impostanosullagrigliacenturialeorientatanord-sud.DelponteinlocalitàBoscodiMaglia(579112-

445803847,538ms.l.m.,fig.6)restaancorainpiediilsolointradosso:tral’impostadelleduearcatein-tercorreunadistanzadi10metri,mentreladistan-

za dalla chiave dell’arco,ribassato,aterraèdi3,30metri.Dellafronterestanoormai, da entrambi i lati,soltanto pochi conci, cheperòcidannolapossibili-tàdimisurarelasedestra-dale, che, sul ponte, eralargaesattamente3metri.Il ponte cavalcava un’an-sadelfiume,che,nelcor-so degli anni ha tagliatoil meandro, per cui oggiscorreparalleloallastrut-tura, orientata est-ovest(come i resti della stradacheraggiungevailponte).Analizzando la messa inoperadeiconciditestata,sinotainquestocasochecisi trovadifronteauna

tipologiadiarcoribassato.SecondoLilianaGiar-dino, l’infrastruttura si daterebbe agli ultimi duesecolidellarepubblica48.Disicurolazonaerainte-ressatadalpassaggiodiunaviaimportantedirettaaest.Findall’etàrepubblicana,lastradaGrumen-tum-HerakleadovevaattraversareilfiumeMaglia;lostessosipuòdireperlavia Herculia,chedovevaandareaTarantoviaMetaponto,ocomunquerag-giungevaillitoraleionico49.

47 Posizionamento e orientamento sono stati effettuati dall’au-tore con tecnologia GPS (sistema di riferimento utM, datum WGS84).48 gIarDIno 1983 (p. 207) sostiene che l’opera fosse stata re-alizzata secondo un procedimento in due tempi tipico di quel periodo; infatti, dopo aver predisposto la fascia a conci radiali, furono effettuate delle gettate orizzontali in opera cementizia, fino a raggiungere il piano stradale. in età imperiale tale procedi-mento fu sostituito dalla gettata unica. oggi non restano tracce dell’utilizzo di questa tecnica: vedi tarLano 2010a (c.s.).

49 Per uno studio più approfondito sul ponte romano sul Ma-glia, e per le ipotesi di viabilità antica si veda tarLano 2010a

Fig. 5. Fotografia aerea zenitale (levate del 1951): tracce di centuriazione orientata nord-sud nella vallata a nord e a nordovest di Grumentum

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(c.s.). Per le fonti storiche e di eruditi locali si veda il contributo di M. Sacchetta in questo volume.

L’acquedotto,dallesorgentiinlocalitàCastagne-to (pressoArvarale-Orto laCorte-Fontana di Pa-risi) aMoliterno, conun tratto lungo circa2kmorientatonordest-sudovest, raggiungeva la locali-tà Spineta diGrumentoNova; da qui raggiunge-va l’area urbana con un tratto in parte in arcate,in parte inmuratura piena, lungo circa un chilo-metro50eorientatoperfettamentenord-sud(fig.7).L’orientamentodell’acquedottoèmoltosignifica-tivo, perché, essendo quest’ultimo una strutturain alzato, sfrutta lependenzee lamorfologiadelterreno:dallecurvedilivelloedallequotesinotacheovviamente l’acquedottopartivadaunpuntopiùaltoperraggiungerneunopiùbasso.Inquestosenso,selamorfologiadelterrenofunzionavaperl’acquedotto, allora doveva funzionare anche perleacquesuperficialieicanalidiscololegatiaunasuddivisionecatastale.Inoltre, negli ultimi anni, un notevole avanza-

mentonellostatodeglistudisullaformadelpae-saggio antico e sulledinamichedel popolamentodellavallataèstatopossibilegraziealrinvenimen-todiville ruralie impiantiproduttivinellavalle:alcune di esse, specialmente traViggiano eGru-mentoNova, sono databili allafine del II secoloa.C.,einseribiliall’internodellagrigliacenturialechesipuòricostruiredalletraccesullacartografiaesull’aerofotografia.GliscavidellaSoprintendenzaperiBeniArche-

ologicidellaBasilicata,diretti daAlfonsinaRus-so,condottinell’altaVald’Agrilungoilpercorsodell’oleodottoViggiano-Taranto, hannomesso inlucemolteplicifattorielucane,che,insediateapar-tiredalIVsecoloa.C.,mutanolelorofunzionipro-prioallafinedelIIsecoloa.C.,prediligendoleat-tivitàproduttiveaquelleresidenziali,finoadalloraprevalenti:lacampagnadiGrumentumapartiredaquestomomentostoricosembrachevengasfrutta-tainmodointensivo,conlapresenzadinumerosivillaggiefattorie51.NeèunesempiolafattoriainlocalitàSerronedi

Viggiano,ilcuiimpiantooriginario,uncomplesso

50 Per una descrizione sulle tecniche costruttive e sul posizio-namento GPS dei resti, si veda tarLano 2010a (c.s.); per le fonti relative all’acquedotto si veda ibid. e il contributo di M. Sacchetta in questo volume.51 Per un approfondimento sulla variazione delle funzioni degli insediamenti nella valle in concomitanza con la centuriazione graccana, e per il posizionamento dei siti si veda il contributo di A. russo in questo volume.

Fig. 6. Grumento nova, località Bosco di Maglia. ponte romano sul fiume Maglia

Fig. 7. Ricostruzione del percorso dell’acquedotto di Grumentum, con i due bracci che seguono i due blocchi centuriali

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residenzialemonumentale, con annessoun luogodiculto,databileallametàdelIVsecoloa.C.,vienetrasformatoinunimpiantoproduttivoagricolonelcorsodel IIsecoloa.C.:nelcortilesi impiantanounfornoeunaseriedicanalette,inoltrevengonocreati vani destinati alla conservazione di derra-tealimentarientropithoi. Infineèstatarinvenutaancheunapiccola zappa, che rimandaall’attivitàagricolaqualebasedell’economiadellazona.Neipressi sono stati ritrovati un denario di Roma inargento,databilealIIsecoloa.C.,eunalucernainbronzo,anch’essadifineIIsecoloa.C.52.

Lastessaridefinizionedeglispaziabitativisubìlafattoria-villalucanadiSanGiovannidiViggiano(fig.8),chenellasecondametàdelIIsecoloa.C.furistrutturataedestinataquasiesclusivamenteadattivitàproduttive:vieneinfattiadibitaallaprodu-zionediolio,convanipavimentatiincocciopestoper impermeabilizzare ambienti a destinazioneproduttiva.Ungrossoambienteassunselafunzio-nediluogodilavorazioneestoccaggiodiderratealimentari.All’internoèstatoritrovatoungrandepithos concariossididiolive.Lapresenzadian-foreolearietestimonial’importanteproduzionediolionellazonaafineIIsec.a.C.Inoltreinumerosimaterialirinvenuti,alcunideiqualilegatiadattivi-tàfemminili,comelalavorazionedellalana,altrilegatiallavorodellaterra,sidatanotuttiacavallotraIIeIsecoloa.C.53.Il complessomonumentale in localitàMasseria

NigroaViggiano(fig.9),dicuisiègiàparlatoper

52 ruSSo 2005, pp. 42-44.53 ibid., pp. 45-52.

viadell’abbandononelcorsodelIIIsecoloa.C.aseguitodi confische in concomitanza con la fon-dazionediGrumentumeconglieventitumultuosiriconducibilialleguerrepirriche,durantelequaliiLucaniparteggiaronoperTarantocontroRoma,venneparzialmenterioccupatonelcorsodelIIse-coloa.C.:alcuniambientifuronoreinsediatiinre-lazioneallosfruttamentoagricolodelterritoriodapartedeiRomani54.LafattoriadiFossoPianodeiVallonidiGrumen-

toNova(fig.10)sisviluppatraIIIeIIsecoloa.C.,etraIIeIsaràadibitaallalavorazionedelleargilledestinateallafabbricazionedivasiolaterizi55.

54 ibid., pp. 33-42.55 ibid., p. 53.

Fig. 8. Viggiano, località San Giovanni. planimetria della iii fase della fattoria, databile al ii secolo a.c. avanzato, e orientata nordsud (rielaborazione da russo 2005, p. 49)

Fig. 9. Viggiano, località Masseria nigro. planimetria della iii fase dell’edificio, contestuale alla rioccupazione di ii secolo a.c. (rielaborazione da russo 2005, p. 40)

Fig. 10. Grumento nova, località Fosso piano dei Valloni. planime-tria della fattoria databile tra ii e i secolo a.c. e orientata nordsud (rielaborazione da russo 2005, p. 55)

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LostraordinariocomplessodiBarricelle-Marsi-covetere,lacuiproprietàfondariaèstataattribuitaallapotentefamiglialucanadeiBruttii Praesentes,chediedeinataliall’imperatriceBruttia Crispina,moglie diCommodo, si impianta su un’area fre-quentataapartiredal IV-IIIsecoloa.C.: laprimafasedellavillasidataallafinedelIIsecoloa.C.,inrelazioneall’occupazionegraccanadelterritorio.Ilcomplessoerainizialmentecostituitodaununicograndeambienteapiantarettangolaredinotevoleestensione,connessoasudconunsettoreprodutti-vodotatodiunampiopianodicotturaenumerosiframmentididolia.Successivamenteilsitosubiràun repentino abbandono durante il I secolo a.C.,forseinconnessioneconledistruzionidellaGuerraSociale,mentreinseguitolavillaverràmonumen-talizzata,divenendodiproprietàimperiale,elesuefasidivitadurerannoperdiversisecoli56.Tuttiquesti impianti si inserisconoall’interno

dellagrigliacenturialeipoteticapropostainque-stasede(fig.11).

Lettura topografica dei dati: nuove ipotesiDalla letturadeidati cartografici sinotanoef-

fettivamente due sistemazioni agrarie con assiposti adistanzemultipli o sottomultipli di unitàdimisuraromane:comeabbiamovisto,unasem-braorientatanordest-sudovest,un’altranord-sud.Leduegriglie sembrano sovrapporsi soprattuttonella vallata dell’Agri, lungo la riva sinistra delfiume,pressolelocalitàPantano,Rivolti,Cerzol-laeMasseriaPiccininidiPaterno,lalocalitàLeTempediTramutola, la localitàBoscoGaldodiMarsicovetere, le localitàLaMarmora,Mattina,SanLorenzo,Pagliari,PagliaArsadiGrumentoNova, a nordovest della città romana.Altre so-vrapposizioniinaltrezonesonomoltoscarse,e,inalcunicasi,trascurabili.Al di là di queste sovrapposizioni, delle quali,

comesivedrà,nondobbiamotenerecontoperviadella geomorfologia fluviale della valle, le trac-ceorientatenordest-sudovest sono in larghissimaparte localizzabili nellapianura a sud e a est delterrazzo su cui sorgevaGrumentum (quindi nel-la vallata a sudest del colle diGrumentoNova),specialmentenell’areadell’odiernaSarconi,dovecorreva l’acquedotto che presentava ilmedesimo

56 ruSSo et alii 2007, pp. 81-119; vedi i contributi di A. russo, M.P. Gargano e H. Di Giuseppe in questo volume.

orientamentodelletraccedivisorie(fig.7).Letracceorientatenord-sudinvecepartonodal

braccio dell’acquedotto appena a sud della città,esonodiffusenell’interavallatadelfiumeAgrianordeanordovestdellacittàromana,enellapianatraGrumentoeViggiano,quindiinun’areamol-topiùestesa,rispettoaquellacaratterizzatadallealtretracce.Sipotrebbe supporrecheunaprima razionaliz-

zazionedelterritoriofuprobabilmenteeffettuataalmomentodellafondazionedellacittà,ovveronellaprimametàdelIIIsecoloa.C.:questaipoteticama-gliacenturialesiorienterebbesecundum naturam;infatti sembrapresentarsicon ilmedesimoorien-tamento (nordest-sudovest)dei tredecumanidel-lacittà57, edelbraccioprincipaledell’acquedotto(quellocheraggiungeSarconi):intuttalapianaasuddiGrumentuml’orientamentodell’acquedottoèlaprovacheleopereperloscolodelleacqueelecanalizzazionidellacenturiazioneorientataallastessamanieradell’acquedotto(nordest-sudovest)funzionavano, sfruttando le stesse pendenze uti-lizzate dall’acquedotto. In unaprogettazionedel-lesuddivisioniagrarieèfondamentaletenercontodellaclivometriadeiluoghi.Moltoprobabilmenteinveceiresti(sparsiinun

territoriocomunquepiùampio,chedaGrumentumraggiungel’ampiavallatadell’Agri,finoallazona,pressoMarsicoNuovo,nellaqualeilfiumedallecollinesiimmettenellapiana),conorientamentonord-sud, sono da collegarsi al dato che emergedalLiber Coloniarum, ovvero alla centuriazionegraccana in Lucania, e anche nell’agro grumen-tino,orientatasecondoipunticardinali: l’ipotesiricostruttivadigrigliacenturialequipropostapar-tepropriodaiduevialinellapianatraGrumentoeViggiano:entrambisembranoricalcare traccia-ti antichi, specialmente la strada rettilinea lungacirca2,2kmeorientatanord-sud,inlocalitàTra-versiti-MasseriaPuzzolente;possiamoquindipre-supporreunastrettarelazionetralacenturiazione

57 la coincidenza dell’orientamento del territorio centuriato con gli assi fondamentali della città su cui gravita è pratica poco diffusa nel mondo romano. Alfieri in SChmIeDt 1989 riporta il solo caso di fano (Fanum Fortunae), dove l’umbilicus della cen-turiazione cade nel foro; a Grumentum i decumani oggi alla luce sono sì di età imperiale, ma perpetuano la maglia ortogonale repubblicana: in indagini sugli strati inferiori (vedi gIarDIno 1981, p. 21, tavv. iX e Xi) sono visibili infatti resti di pavimentazione a ciottoli di fiume, databili alla prima metà del iii secolo a.c.

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e laviabilità58:questadirettricedoveva farpartedellaviaGrumentum-AnxiadescrittanellaTabula Peutingeriana.AllanotiziadelLiber Coloniarum,sicuramente

validaperchéattestatanelVallodiDianodanume-rosicippi,ealletracceleggibilidallacartografiaedallafotoaerea,siaggiungelafontearcheologica:lavariazionedifunzionidialcunisiti,chedacom-plessiresidenzialidiventanofattorie,elacreazionedinuoviimpiantiproduttiviascrivibilipiùomenoalperiodograccano, inaggiuntaall’orientamentoest-ovest del ponte sulMaglia (e quindi del trat-to di strada a esso pertinente) e all’orientamentonord-suddell’acquedotto,portanoaritenereprati-camentecertalacenturiazionegraccananell’agrogrumentino,conimpiantosecundum coelum.L’ipotesididuesistemazioniagrarieindueperio-

didifferentièsenz’altrovalida;si ritiene tuttaviacheentrambiicatasti,diorientamentodifferente,potesseroessereinfunzionecontemporaneamente:nella zona immediatamente a sud diGrumentumeintuttalapianaanord(quindilungolaspondasinistradell’Agri)sipuòsupporrechefuattuatalasuddivisionesecundum coelum,mentrenellapianatraGrumentum e Sarconi la suddivisione era se-cundum naturam(fig.11).La geomorfologia fluviale e le modifiche am-

bientalicheessahaapportatoallageografiafisicaconfermanoquesteipotesi:nonsipuòsottovaluta-rel’importanzadelcontrolloedellasistemazionedella rete fluviale59 quando si studia l’organizza-zioneelapianificazionediunterritoriocosìriccodicorsid’acquacomel’altaVald’Agri,chesicura-menteiRomaniregimentaronopermettereacoltu-raicampi,attraversounaretedrenantecheevitasserigurgiti,ristagniealluvioni.Pertantobisogna innanzitutto tener contodelle

lineedipendenzachecontrollanoloscorrimentodelleacquesuperficiali.Adesempioincorrispon-denza dei conoidi di deiezione l’andamento deicampi tenderà a seguire ladiminuzionedi quotaprogressivageneratadall’altomorfologico,men-tre lungo i terrazzi fluviali l’orientamento delleparcelleseguiràl’andamentodelcorsod’acqua60.Inquestosensosispiegalacompresenzainunter-

58 vedi tarLano 2010a (c.s.).59 DaLL’agLIo 2010 (c.s.).60 ibid.

ritoriodidueblocchicenturialiorientatiinmanie-radiversa.Infattisullasinistraidrograficadell’Agrilapre-

senza di conoidi di deiezione (fig. 3) formati daaffluenti di portata non trascurabile (Molinara,AcquadelCursore,Alli,Casale)cheentranonellavalleapportandounagrossaquantitàdidetriti,chescorrono da nord verso sud, a notevole velocità,quindinonmodificandopraticamentepernulla illorocorso,causaunruscellamentoversovalledanord a sud, funzionale a opere di canalizzazioneorientate nella stessa maniera (quindi secundum coelum).Sulladestraidrografica,especialmenteasuddel

terrazzoalluvionalesulqualesiergeGrumentum,invece,lapresenzaditerrazzicreatidall’erosioneedaldepositodegliaffluentididestradell’Agri(ov-veroSciauraeMaglia;fig.2),haresopiùfunzio-naleunbloccocenturialecheseguisse icorsideiduefiumi,chedasudovestscorronoversonordest,cosìcomeinumerosifossi,quindiunacenturiazio-nesecundum naturam.Il ruscellamentodelleacquehapoi influitono-

tevolmentesullaconservazionedeiresticenturia-li:quelliparalleliaicorsid’acqua(ecioèorientatinord-sud sulla sinistra idrografica, e nordest-sud-ovestnellapianatraGrumentumeSarconi)sisonoconservati ovviamente molto meglio rispetto aquelliperpendicolarialloscorrimentodelleacquesuperficiali.Resta da chiarire una questione: le tracce di

centuriazione orientata nordest-sudovest leggibilisulla sinistra idrografica dell’Agri, dalle localitàPantanoeCerzolladiPaternofinoallelocalitàFo-restaePagliaArsadiGrumentoNova.Iltoponimo“Pantano”ègiàindicativo:letraccenonsonore-lativeaunacenturiazioneromana,quindisonodaescludere nell’ipotesi dimaglia perché la zona èstata interessata da una forte variazione di corsodell’Agriversosudovest,causatadall’azionedegliaffluentidisinistra,dalcorsorettilineo,chescen-dono dalla catena montuosa Volturino-Monte diViggiano.Ilpaleoalveosiriconosceanordestdelcorsoattuale, sianellacartografia, sia soprattuttonellafotografiaaerea.Inconclusione,laletturadellecarteedellafoto

aerea,incrociataall’orientamentodialcunepersi-stenzeviarie e di alcune importanti infrastrutture(l’acquedotto),hapermessoinquestasedediipo-tizzare due blocchi centuriali con orientamento

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La centuriazione nel territorio di Grumentum

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differente,unodeiqualiconfermaildatoriportatonellefontiantiche(l’orientamentosecundum coe-lum di cuiparla ilLiber Coloniarum, che è atte-stato anche nelVallo diDiano, adiacente all’altaVald’Agri);lageomorfologiadellavalleinducearitenerevalideentrambe lemagliecenturiali,dif-ferenziate a seconda dellamorfologia della vallee dell’idrografia della stessa, e aiuta a escluderealcune tracce apparenti di centuriazione, in real-tà fuorvianti; il datoarcheologicodelle fattorie edegliimpiantiproduttivichesisviluppanosoprat-tutto nella secondametà del II secolo a.C. porta

a datare la probabile centuriazione grumentina alperiodo graccano, confermando il dato delLiber Coloniarum: inquestosensosipuòpensarecheiGracchi centuriarono invasta scala laVald’Agrisecundum coelum, sulla sinistra idrografica delfiume,malasciaronoinfunzioneunasuddivisioneagraria(altrettantofunzionale,maorientatasecun-dum naturam) sulla destra idrografica, effettuataprecedentementeallasuddivisionegraccana,oppu-re centuriarono l’intero territorio grumentino condueblocchicenturialidifferenti.

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Fig. 11. ipotesi di ricostruzione del catasto centuriale con i due blocchi di centuriazione con diverso orientamento

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Il metodo della ricercaLa rete viaria antica1 nelle sue linee essenzia-

li sembra rimasta invariatafinoall’etàmoderna;nonostantelasuaimportanza,ilcontrollodelter-reno e lo studiodei percorsi antichi e della retedeitratturi,specieperilperiodomedievale,sonoappenainiziati.Laconoscenzadellaviabilitàrisultaessenzialeal

finedicomprendereladistribuzioneeilcaratteredeisitiarcheologici.Essaforniscel’ossaturapor-tantedel territorioantropizzatoemette in lucelerelazionielefunzionideivaritipidiinsediamentoedelleinfrastruttureeconomicheestrategiche,inuncontestosulqualehannoinfluitovariamenteleescursioniclimatiche2.Al clima freddo e poi umido che caratterizzò

i secoli IX-V a.C. subentrò un clima caldo umi-do,cheintornoalIsec.d.C.sitrasformòincaldosemiarido,cuisuccesse,trailIIeilIVsecolod.C.unclimacaldo,chetrailVeilIXsecoloritornòaesserefrescoumido.IlcaldoprevalsetrailXeilXIIsecolo,matrailXIIIeilXIVsecoloilcli-maridiventòfrescoumido,semprenell’ambitodiun’avanzataglacialesub-atlantica,equinditempe-ratoumidotrailXVedilXVIsecolo3.

1 Si vedano i fondamentali contributi di LaCava 1913; LevI 1967; uggerI 1975, pp. 115-136; FaSoLI 1980, pp. 27-52; gabba, paSquInuCCI 1979; StazIo 1987. Per la Basilicata antica, vedi, oltre a Capano 2004, pp. 287-310 (in particolare p. 301 per l’ubi-cazione del ponte sul fiume Agri): DaLena 1995, pp. 149-209; armentI, IanneLLa 1995, pp. 97-123; greCo 1981a, pp. 10-12, e, più recentemente, guanDaLInI 2003, pp. 43-91.2 Sul tema della geomorfologia e dell’influenza dell’ambiente sul paesaggio antropizzato vedi il contributo di A. Priore in que-sto volume.3 peSCatore, Senatore 2002, p. 217, fig. 6 (schema cronologico dell’olocene riferito al nord europa e all’italia meridionale: da boenzI et alii 2001).

AllafinedelVIsecolol’aumentodellapiovositàapportò numerosi danni idrografici alle zone co-stiere,ecomportòl’impaludamentodiintereareepianeggianti,privedimanutenzionedeidrenaggielungolequalicorrevanolemaggioriarterieviarie.Alcontrario,lezonecollinariedimontagnarisul-tanoallorageneralmentepiùstabili,percui,apartepochifenomenidierosione,ilpaesaggiomodernorisultaneitrattisalientimoltosimileaquellome-dievale.Tuttociòfecesìcheinquest’ultimoperio-dolaviabilitàprediligesseipercorsidicrinaleodimezzacosta,alsicurodalleacque.Latecnicacostruttivamedievaledellepavimen-

tazioni stradali, a differenza di quella romana, èdifficilmentericonoscibileedatabile,ancheperchéqueste,per lamaggiorparte, sonorimaste inusofinoall’etàcontemporanea,conrifacimentiecon-tinue manutenzioni delle pavimentazioni; questovaleancheperiponti,chespessovenivanorifattioriparati.Allorasidetteluogoaunsistemadico-municazionepiùcomplessodiquelloprecedente,piùduttileediversificatoneipercorsi,rinnovandol’efficacia delle piste naturali e generalizzando iltrasportosumulooasino.Possiamo distinguere tre diverse funzioni del-

le strade: vie di transito che uniscono due centrimaggiori,unodeiqualioentrambi,compresinelterritoriostesso;vie di collegamentotracentrimi-noriinternialterritorio,ofraessielevieditran-sitoprincipali;vie di serviziocheunisconoicen-trimaggiori ominori a insediamenti sparsi, o adareeagricoleoproduttive(mulini,cascine,pascoli,ecc.).Èevidentecheleviedicomunicazione,frut-todiprogettionatespontaneamente,sisviluppanosempre per soddisfare determinate necessità; chesianostrademulattiere,carrabili,osemplicemente

ANtoNio cAPANoMuseo Archeologico Nazionale dell’Alta val d’Agri, Grumento Nova

ote sulla viabilità e sui tratturi nella LucaniaN tra il Tardoantico e il Medioevo

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 91-132

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antonio capano

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unsentieroounapistabattuta,essivannocomun-queconsideratifruttodell’azionee,primaancora,della selezione antropica sulle diverse possibilitàoffertedallamorfologiadelterritorio.Lesceltedipercorsodi una strada ci possono aiutare a com-prenderelasuaepocadiutilizzazione,cosìcomelariduzionedellalarghezza,chepassadai4,50-5mdell’epocaromanaa1,60-2minepocamedievale,el’aumentodellependenzedeitracciatichepassa-nodal10-15%al60-80%,chepresupponeilpas-saggiodaltrasportosucarroaquelloaspalla,oadorsodimulo.L’eliminazionedeltrasportosucar-rorendepossibilelacostruzionedeipontiaschienad’asinoconun’unicastrettaarcata,cherendepiùleggeraemenocomplessal’operadicostruzione,espallettelateralinonpiùaltedi50cminmododanonostacolare i carichi sporgentidaldorsodeglianimali. Seguendo questa consuetudine costrutti-va,ilmodopiùagevolepersuperareunabarrieramontana,ossiaililpercorsopiùbreve,nonèquellochesisnodalungoiversantiperguadagnaregra-dualmentequota,maquellocheraggiungerapida-mente,conripidiestrettitornanti,uncrinale.OsservandolacartografiaIGM1:25.000eilqua-

drod’unionecatastalecisiaccorgedellacentrali-tàdiuncaposaldo,nonsoloperlasuapreminentealtitudine,ma anche per le numerosemulattiere,sentierietratturichecostellanoilsuoterritoriofor-mandounassettostradalearaggieracheconfluisceversoun’altura,laqualeassumenelperiodoanticoe,spessoanchemedievale,ilruolodisnodoviariodiquestoambito:bastaosservarelaretedeitratturicheconvergonopressoilnotositoarcheologicodiSerra eRossano diVaglio4. Il sito di Saponaria,essendo inserito tra questi percorsi, era al centrodiunaragnateladicollegamenti,chepermettevanodispostarsiabbastanzarapidamentetralelocalitàprincipalidelsuoterritorio;mal’esserefacilmenteraggiungibile,sededimercati,dunqueluogodovegliscambieicontattieranopiùvivaci,avevaan-cheisuoiaspettinegativi,acausadelladiffusione,aquei tempimolto frequente,dimalattie edepi-demie verso le quali, di fronte all’impotenza deipresìdimedici,unicorimedioeralachiusuradelleportecittadineedellestrade,neltentativoimpos-sibilediinterromperetuttiicontatticonl’esternochedomandavalasalvezza.

4 Capano 2001, p. 15, fig. 1.

Ilcentro,essendosededifierechesisvolgevanoannualmenteall’internodelsuoterritoriodacon-siderarsi, quest’ultimo, un centro di espansioneeconomica dovuta ai progressi dell’agricoltura edell’artigianato,delcommercioesoprattuttodellemanifatturetessili,necessitavadiunaviabilitàef-ficienteintutteledirezionitopograficamenterag-giungibili: «centrale e strettamente collegato confiereemercatieranaturalmente,siaperipoterisu-perioricheperlecomunitàlocali,ilproblemadellestradeedellaviabilità.Lestradeovepossibile,do-vevanoessereraddrizzate,inghiaiateondeevitarelaformazionedipozzanghere,dotatedipontidovei guadi dei corsi d’acqua si dimostravanomoltodifficili. Soprattutto di fondamentale importanzaperchisirecavaotornavadalmercatoeralapoli-ticadellasicurezza»5.Inoltre, il progressivo diffondersi dell’insedia-

mentod’alturaperragionidisicurezzaeperfon-dazionimonasticheavevaportatol’esigenzadifarnascere una nuova viabilità, atta a congiungere inuovicentrisortisullealture.Unastrettaconnes-sionetracastelliestradeèsempreesistita,anchesec’èdafareunadistinzionetracastellichesorgeva-nonecessariamenteinzonestrategicamenteimpor-tanti,adesempioacontrollodeivalichi,ecastellichenascevanoinveceperunaduplicemotivazio-ne,comenelnostrocaso:daunlatoessisoddisfa-cevanoesigenzeeconomico-agrarie,divenendoneltemposedidigrandiaziendeagricole,dall’altrosiinnalzavano a controllo e a presidio dei percorsistradalisucui ilcastellostessoesercitava lapro-priagiurisdizione.Pertanto, anche il sitomedievalediSaponaria,

chesostituìquellodiGrumentum,vennefortifica-tononsoloperlasicurezzadellapopolazionecheprecedentementeabitavalacampagnacircostante,enonsoloperleesigenzeeconomicheecommer-ciali del tempo; sorse anche con finalità di vigi-lanza su una via di comunicazione importante almomentoincuisiformòilcentrofeudale(quandola via Herculia non era stata abbandonata), tro-vandosiaessereunimportantecentrogeografico,nododelsistemadidifesaedicontrollobasatosuicastelli, collocato lungo la direttrice della stradachemettevaincomunicazione,tramiteBurgentia,

5 bIanCo 2009, pp. 33-50; CherubInI 1997, pp. 121-122.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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attualeBrienza6,eMarsico,sededeiSanseverinoedellaDiocesi,daunlatoAtenaLucana7,ilVallodiDiano,laCampaniaelaCalabria,tramitelaviaromanaCapua-Rhegium,edall’altroPotenzaelaPuglia.Saponariaèinseritainunquadrounitariocontrollato,attraversoisuoifunzionari,daunpote-reregio,quando,sulfiniredelXIIIsecolo,gliAn-gioini, dovendo fronteggiare l’agguerrita fanteriadegliAlmugàveri,crearonouna‘cortinadiferro’aguardiadellestradefluviali,comequelladell’altaVald’Agri,incuilanostralocalitàebbeunruolodeterminante.LetavoletteIGMdel1956conservano,ancorain

molticasi,latoponomasticadioriginemedievale8,isentieri,cioèlestrademedievali,efornisconounavisionedelterritorioprecedentealletrasformazio-niavvenutenell’ultimoquartodelsecoloscorso9.

6 Su Brienza vedi Capano 1989.7 Capano 2008, pp. 116-127: «Macchia topografica di una par-te del Distretto di Potenza [...]», Potenza, 10 luglio 1824, in cui sono segnalate le due «Strade consolari» che si dipartono dal ponte (romano) di Auletta: l’una con tracciato presso «Salvi-tella», vietri di Potenza per il capoluogo, l’altra attraversante il vallo di Diano, per lo più lungo il tracciato della romana capua-Rhegium. tra le due consolari è la viabilità tito-Atena.8 l’unica possibilità di recuperare alla storia migrazioni di piccoli e grandi abitati, mutazioni nelle colture, costruzione e abbando-no di fortificazioni, spesso rimane quella offerta dalla topono-mastica; essa fornisce, infatti, gli indizi atti a individuare edifici o insediamenti scomparsi e come tale ci consente la ricostruzione del paesaggio umano lì dove nessuna traccia materiale è rimasta a testimoniare l’intervento dell’uomo. All’interno delle mutazioni alle quali è soggetto l’insediamento rurale, molto spesso acca-de che una chiesa abbia maggiori possibilità di sopravvivere al contesto in cui è inserita. la continuità di esistenza sul terri-torio della fabbrica di una chiesa come unica testimonianza di un centro demico distrutto o abbandonato o la presenza dei ruderi di un monastero deserto, insieme alle infrastrutture che erano sorte al suo intorno, incidono in modo rilevante sulla mi-crotoponomastica del luogo. quando, infatti, anche le strutture fisiche cadono in rovina avviene che il sito sul quale sorgevano venga segnalato dalla continuità di sopravvivenza del toponimo legato a esse o alla loro memoria. ciò non avviene solo con gli edifici ecclesiastici poiché una serie di espressioni toponimiche inerenti ad ambienti urbani e suburbani permette insospettabili ricostruzioni urbanistiche, l’individuazione di tracciati di antiche fortificazioni e di scomparsi castelli. Si veda in proposito: mon-FrIn 1965, p. 110; SettIa 1975, pp. 237-328, in partcolare p. 239. Più in generale: peLLegrInI 1974, pp. 401-476; SettIa 1984; Comba 1985, pp. 369-404.9 bIanCo 2009, sul metodo: il catasto redatto nel decennio na-poleonico (1806-1815) e quello degli inizi del Novecento han-no permesso una lettura particolareggiata delle attività umane effettuate sul territorio, nel corso dei secoli, fra cui la viabilità e i manufatti lungo il suo corso; le tavolette iGM del 1996 (serie 25) hanno invece restituito la fisionomia del territorio attuale e le trasformazioni in esso avvenute durante la seconda metà del secolo scorso, così come le ctr (carta tecnica regionale, scala 1:5.000). Sono state inoltre analizzate fotografie aeree che

Dunque, gli snodi viari da cui si dipartono leprincipali stradedi collegamento tra il caposaldodi Saponaria,isuoicasali,comeilGrumentino10,le fiere del suo territorio, le chiesette sparse nelterritorio,eimaggioricentrisedidisignoria(vediMarsiconuovo, sede dei Sanseverino diMarsico,Tramutola, feudo della Badia di Cava,Montesa-noconlabadiadiCanossa,primabenedettina,poidellaCertosadiPadula)sisituano,aeccezionediquest’ultima, soprattutto a nordovest e a est delcentroabitato,dicuiinquestasedenonsianalizzala viabilità interna11, cioè nei luoghi geografica-mentepiùaccessibili,percorsidallavia Herculia,einquellimenoscoscesidelsuoterritorio.

L’eredità della transumanza antica e medie-vale in epoca moderna e contemporaneaAncorainetàcontemporanea,secondola tradi-

zioneorale,«leattivitàoperativedeivaccarieranoraggruppateinduegrandiperiodistagionali:ilpri-mosemestreestate-autunnoeilsuccessivoinver-no-primavera»12.

L’approssimarsi delle mutazioni climatiche segnava l’avvio delle migrazioni dalla pianura alla montagna e viceversa. In questi spostamenti ciclici, alla ricerca di vegetazione erbacea, i vaccari compivano due diversi tipi di transumanza. La prima, di durata giornaliera, si svolgeva all’interno della stessa proprietà fondiaria, con

insieme alle cartografie, unitamente al rilievo aerofotogramme-trico comunale, sono state georeferenziate secondo coordina-te geografiche note e implementate in un Sistema informativo Geografico (Sit o GiS). in un secondo momento si è tenuto conto di ricognizioni sul campo al fine di verificare l’esistenza dei sentieri, la loro tipologia, la loro tecnica costruttiva, la presenza di manufatti lungo il loro percorso e la tipologia degli stessi. Seguendo le direttrici delle mulattiere nelle diverse direzioni to-pografiche si riscontrano gli antichi tracciati che collegavano e collegano ancora oggi «i centri abitati, sedi del potere feudale». vedi inoltre aDameSteanu 1963; SabatInI 1963; Cavanna 1967; aLvISI 1973; FaSoLI 1980, pp. 27-52; Comba, SettIa 1984; DI vaSto 1984; CambI, terrenato 1994; FranCovICh, noyé 1994; DaLena 1995; Cagnana 1996, pp. 71-74; reSCIo 1998, pp. 53-57; id. 1999; DaLena 2000, pp. 279-317; reSCIo 2003a, pp. 411-417; id. 2003b..10 Sui casali di Saponaria vedi FaLaSCa 1997, p. 42, nota 20, con riferimento a roSeLLI 1790, pp. 95-98: oltre al Grumentino lo studioso segnala nel territorio quelli di Santa lucia, tramutola vecchia ai rungi, San rato, San Giuliano.11 Per quanto concerne la viabilità interna alle mura, solita-mente si tratta di un sistema viario formatosi nei secoli, e a cui anche i tempi recenti hanno dato un loro forte contributo con l’innestarsi di nuovi edifici, a volte creando nuove strade. ciò che si può presupporre, da confronti con centri urbani interessati da scavi archeologici, è la lastricatura delle strade sin dai tempi normanni (elaborazione da bIanCo 2009, nota 17).12 CeCere 1998, pp. 101-105. Sulla transumanza e sulla civiltà pastorale lucana vedi anche moLFeSe 2002, pp. 100-101, 216, 220.

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il trasferimento della mandria dalla masseria di marina a quella di media montagna, l’altra, invece, della durata di alcuni giorni, era diretta sui pascoli montani della Lata, presso Laurenzana o sulle alture del Sirino. Queste aree boschive, di proprietà comunale, venivano offerte all’in-canto per una gestione annuale o pluriennale. In taluni casi, invece, porzioni di queste plaghe montane apparte-nevano agli stessi proprietari delle mandrie13.La prima decade di giugno, in vista del viaggio di tran-sumanza, a tutte le vacche veniva appeso al collo un collare di acero o di cerro, con un campanaccio di me-die dimensioni (2-3 kg) [...]. Il suono grave, prodotto dal batacchio, disperdendosi nella campagna annuncia-va la partenza14.Il campanaccio più pesante (5 kg) veniva posto sul col-lo della vacca che per indole era portata a precedere il branco e per questo detta cimaróla. In genere si trattava della vacca sterpa più esperta e vigorosa: un’esemplare che aveva già praticato la transumanza e, pertanto, ne ricordava il percorso. Quando giungeva ai crocevia ed era incerta sulla direzione da seguire, si fermava e ri-partiva solo dopo le indicazioni ricevute dal mandriano. Gli occultamenti di fasce di Tratturo Regio, causati da sconfinamenti di semina, non impedivano alla vacca po-dolica di riconoscerne il percorso. Essa, infatti, avendolo accuratamente memorizzato compiva l’attraversamento incurante della coltura15.Il mandriano era in grado di riconoscere ogni capo del-la sua mandria dal timbro musicale espresso dal cam-panaccio16. Similmente ai pastori, anche i vaccari praticavano la transumanza. Un manipolo di equini, allineati in fila in-diana, precedeva la spedizione, trasportando le attrezza-ture, i viveri e l’equipaggiamento necessario per affron-tare la trasferta17.

13 CeCere 1998, pp. 101-102. le masserie ubicate lungo le sponde delle fiumare Agri-Sauro e cavone-Salandrella, come del resto anche quelle dislocate lungo la piana metapontina, utilizzavano sia forza-lavoro locale che personale proveniente dai centri montani dell’interno potentino: calvera, carbone, castelsaraceno, castronuovo Sant’Andrea, fardella, Moliterno, Montemurro, teana, ecc.14 CeCere 1998, p. 102. le variegate modulazioni timbriche di questi strumenti, poveri ma al tempo stesso ricchi di arcadica musicalità, esaltavano l’avvenimento eccitando mandriani e bo-vini. questo tripudio di suoni dal ritmo monocorde, rompendo il silenzio effondeva giubilo nella campagna, contagiando mo-mentaneamente i numerosi contadini impegnati sui loro campi.15 CeCere 1998, p. 102. Giunti a destinazione, gli animali guida venivano immediatamente liberati dei grandi campanacci e so-stituiti con altri di dimensioni più ridotte.16 un suono dalla singolare peculiarità perché non prodotto serialmente. A ogni vacca veniva assegnato un nome: chiaraluna, chiara Stellina, ecc., se il vaccaro si era ispirato agli astri, cicori-edda, Palmaredda, rosina, ecc., se desunto dal mondo vegetale. Nomi, invece, di città o di musicisti se a proporli erano guardiani più colti, ma sprovvisti di estro poetico e immaginativo.17 CeCere 1998, p. 103. i cofani e i due lati del basto erano ricolmi degli attrezzi per la caseificazione (tini di legno, téina, càccavi di rame di diverse misure, secchie di legno, la spersola, la gràmina, la schiumarola, lo spino e il colatoio) e di provviste alimentari (forme di pane, panedde, olio, pasta, sale e le stoviglie più strettamente necessarie). il corredo tradizionale del vaccaro comprendeva un ombrello, l’accetta, la roncola, il bastone dal manico ricurvo o a becco d’anatra, un coltello a serramanico,

Le aree di pascolo maggiormente frequentate dalle man-drie di bovini durante la monticazione estiva erano il bosco della Lata e la montagna del Sirino. Per raggiun-gere queste alture le carovane miste di uomini e animali percorrevano le piste tratturali dislocate lungo le arterie fluviali Agri-Sauro e Cavone-Salandrella; a seconda che la sede di partenza fosse più prossima al primo o al se-condo alveo.Le mandrie provenienti dalle Coste della Cretagna, in territorio di Ferrandina, risalivano il torrente Salan-drella fino al fosso di Valdienna (nei pressi di Accettura). Superato il Sirro della Russia s’immettevano nel torren-te della Rossa e confluivano nel Basento. Risalito que-sto fiume, per qualche chilometro, deviavano prima nel torrente Camastra, e poi nel Serrapotamo, attraverso il quale raggiungevano la cima del monte Caldarosa (1.491 m s.l.m.). Da qui, scendendo attraverso la fiumarella di Viggiano, confluivano nell’Agri guadandolo. La spedizio-ne raggiungeva il Sirino (2.005 m) dopo aver costeggiato il sito archeologico di Grumentum, attraversato il centro urbano di Sarconi e risalito il torrente Maglia.Il viaggio durava 5 giorni. Lo stesso tempo impiegato dalle mandrie del metapontino per raggiungere il mas-siccio del Sirino. La prima tappa si effettuava nelle adia-cenze della masseria Serracavallo, la seconda presso il torrente Camastra, la terza nei pressi della Serra di Mon-temurro, la penultima tra Grumentum e Sarconi e, infine, la conclusiva sull’altura del Sirino. Le spedizioni dirette sul Sirino, provenienti dalle masse-rie attigue al Sauro, risalivano per un pezzo questa arte-ria fluviale, proseguendo poi lungo il torrente Favaleto. Per ristorarsi, mandriani e animali sostavano sulla Serra di Montemurro, seconda tappa passata all’addiaccio in prossimità della cappella della Madonna di Servigliano. All’alba le mandrie discendevano il torrente Rifreddo e si portavano sulle sponde dell’Agri [...]. Verso il tramonto la carovana riprendeva il cammino pernottando in pros-simità della cappella della Madonna di Loreto, ubicata sotto Moliterno. Ai primi bagliori dell’alba, percorrendo le sponde del torrente Maglia, fiancheggiato da rigogliosi castagni, la spedizione riprendeva il viaggio raggiungen-do nel pomeriggio il versante nord del Sirino. Un tra-gitto coperto complessivamente in 4 tappe, alla media di circa 15-20 km giornalieri. L’azienda Berlingieri di Policoro risultava il maggiore affittuario delle locazio-ni presenti sul Sirino (Cavallaro, Samuele, Roccarossa e Mognana)18.

Saponara in epoca borbonica, come si evincedall’Atlante diBenedettoMarzolla(1831)nonri-sultacollegataconicomuniviciniconunastradaregolare,anchesenon‘carriabile’,madeveservir-sidisentieri,perlopiùantichitratturiemulattiere,per raggiungereSarconieMoliternooSpinosoeMontemurrooViggianoeCorleto,mentrel’unicastradadegnaditalnomeèquellachedaCalvello,Abriola,ePignolagiungeaPotenza19perTramuto-laeperMarsicoNuovo.

il pungituro, la ròina, qualche pelle di pecora, delle coperte, un tascapane di cuoio, 1’impastraturo e la pastóra.18 CeCere 1998, pp. 103-105.19 gIuStInIanI 1804, p. 340.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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PerilLagonegreseunautiletestimonianzasullaviabilitàanticacipervienedalPesce, ilquale, inrelazionealviaggiodiCarloV,riporta:

Ristretto così l’itinerario di Sua Maestà da Castrovil-lari a Padula ed Auletta, è indubitato che egli dové ne-cessariamente transitare per Lagonegro, sia perchè in quel tempo esisteva ancora un comodo sentiero, avanzo dell’antica via Aquilia o Popilia, secondo il cui corso fu poscia costruita la via rotabile delle Calabria, come s’è riferito al Cap. XVI Part. I. sia perché non v’era altra via né lungo le sponde del Tirreno scabrose e ripide, né al di là dal monte Sirino con lo sbocco nel Vallo di Diano20.

Prospettorelativoaicomunieallaviabilitàanti-canell’altaVald’Agri:

20 peSCe 1913, pp. 228-229, sul viaggio di carlo v. inoltre, in epoca moderna «rimase tuttavia sulle rovine dell’antica via popi-lia un disagevole sentiero come unico mezzo di comunicazione delle calabria e della Basilicata con la capitale Napoli, ed esso, nei dintorni di lagonegro, provenendo dalla limitrofa provincia di Salerno, scendeva per la contrada e la via San rocco e pel fossatello, ed immetteva nella parte bassa del paese».

Comuni via Herculia, Tabula Peutingeriana, Edrisi° /età medievale*, Gaudio-so**; Rizzi-Zannoni***, Giustinia-ni****,

Toponimi (Catasto provvisorio*, Mappe catastali**, IGM°)

Note

Saponara/Grumento Nova

Collegata con Nerulum attraverso la valle del Cogliandrino e l’attuale località Castel Seluci; e con Heraklea attraverso Spinoso, Castelsaraceno, Roccanova (Sant’Arcangelo), Tursi/Anglona, Policoro. La via Herculia la poneva in contatto con Potentia attraverso Anxia, donde si raggiunge-va l’area del Vulture e Venusia. Una bretella per Potentia doveva passare per l’Arioso e Pignola, un’altra per Satriano e Tito.

Cammino di Viggiano*, Ponte della Chianca*, Ponte Grumentino, Ponte Pagano*, Ponte San Vito*, Selce per selice, strada*.Strade comunali**: Cammino dell’Aquila, Cammino di Viggiano, Marsico V.-Saponara, Moliterno-Viggiano, San Giuliano-Moliterno, Saponara-Montemurro, Saponara-Spinoso, Strettole Straniere, Tramutola-Saponara, Tramutola-S.Giuliano, Valle del Carro, Varco della Piazza, Varco del Pozzo.

Marsiconuovo Tramite il Pergola per Brienza, donde, da un lato per Atina (Atena Lucana) e dall’altro per Potentia.

Bocca del Passo*, Capoviario*, Cro-ce di Marsico, Croce di Sala*, Cro-cevia*, Crocevia del Castiglione*, Monte Cavallo*°, Monte Cavalluc-cio*, Monte di Barre Arre, collegato al passo da pagare: barra?*, Passo in Capo Agri*, Passo (lo) di San Vito*, Ponte delle Cianche* (anche strada vicinale), Ponte delle Pecore*(anche strada comunale e vicinale), Stretto di Panno*, Strettole*, Taverne arse*, Tempa del Carraio*, Varco San Pietro*, Zaccaniello, collegato all’allevamento*.Strade comunali (Mappe catastali): Sala Consilina-Marsico Nuovo, Scar-pano San Martino, Valle Romana.Strade vicinali: Sala C.-Paterno, Vettura (volgarmente è il cavallo o l’asino).

Nel 1239 deve provvedere alla efficienza del castello di Muro (Lucano), donde la necessità di una efficienza della rete stra-dale relativa; Fiera di Sant’Elia e trasferimento in inverno degli animali in Puglia (Capitoli e Grazie: XVI sec.).

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Comuni via Herculia, Tabula Peutingeriana, Edrisi° /età medievale*, Gaudio-so**; Rizzi-Zannoni***, Giustinia-ni****,

Toponimi (Catasto provvisorio*, Mappe catastali**, IGM°)

Note

Marsicovetere A 4 miglia da Viggiano ***; 12 miglia tra MV. e Saponaria (1154); a fine XVIII sec. MV. è collegata a nord con Calvello con un percorso, a est dell’Omino e poi a ovest del Tempone della Posta; a sud, presso la Valle, da un lato, un tracciato SSE, a ovest de ‘Il Palazzo’ e, quindi, de ‘La Raia’ raggiunge Tramutola. Dall’altro, con un percorso orientato a sudest, e incrociando l’altra strada Tramutola-Viggiano, e superando la località ‘Le Mattine delle Rose’, si giunge a Saponara. Nel 1777 MV. è registrata a 25 miglia dalla Marina di Policastro, e a 14 mi-glia dalla Regia Strada per le Calabrie (Atto di vendita dalla famiglia Carac-ciolo a Bernardo Brussone, in ASP, Intendenza, Atti demaniali, b. 640)

Barricella *° (sbarramento per l’esazione dei diritti di passo); Cro-ce*, Crocelle*, Crocevia*° (anche strada comunale), tutti con il signi-ficato di incrocio di strade; Mandra vecchia° (ricovero per bestiame: transumanza); Monte la Croce°, Tre Confini°.Strade comunali: Marsiconuovo-Marsicovetere; da quest’ultima a Calvello; e a Pedale (le Grotte) o a Saponara; Molinara-MV, passante sotto La Civita (Insediamento antico da esplorare e identificare).Strade vicinali: delle Crocecchie; Strettola del Casale; Volturino-Avellane.Tratturo comunale di Marsicove-tere.

Nel 1239 Marsicovetere deve provvedere insieme a Tramu-tola, Saponaria, Molterno e Sarconi alla manutenzione del castello di Calvello; il che presuppone quanto detto per Marsiconuovo.

Moliterno A fine XVIII sec. M. è collegata a nord con Saponara attraverso un percorso posto a est de Il Monte e Santa Maria; a sud con Lagonegro.

Forche di Sora*, collegate a un varco stretto; Fosso Vucolo*, forse per vucculo, diminutivo di Vucca, bocca, varco; Ponte di Sora*, Quat-tro Confini*, Serra la Giumenta*, collegato alla viabilità ed alla tran-sumanza; Sorgente Scarazzo (IGM), cosiddetta per la vicinanza di un ricovero in muratura per pecore e bestiame; Varco Canelli (IGM); Var-co Lomino-Pietra Ferrata (Catastale e IGM); Varco lo Ponzio*.Strade comunali: del Procaccio, addetto al trasporto di posta e pas-seggeri; del Procaccio di San Nicola; Moliterno-Lauria per il Chiaito; San Martino-Calvarosa; Strettola; Strada Vecchia del Pisciacchio; Vecchia San Nicola.Strade vicinali: Sorgituro-Forlutolo.Tratturi: del Magnano, Tratturo comunale Tempa di Franco-Tempa lo Conte.

Montemurro Un’antica viabilità dal Monte Aquila, ma anche dal Vallo di Diano, raggiun-geva Stigliano e la costa ionica per il tramite della Serra di Montemurro (presso il santuario della Madonna di Servigliano) e di Guardia Perticara. Altro tratturo raggiungeva la Serra di M., passando a nordovest di M. e proseguendo verso nord accanto all’antica cappella di Servigliano e il passo di San Vito, quale continua-zione di un antico percorso che dal Pertusillo sull’Agri, attraverso i Piani di Migliarino, si congiungeva con il percorso controllato da ‘Le Rocche’ di Castelvetro (per Castelvetere, insediamento fortificato, primo nucleo medievale di M. (Capano 2001). Da Montemurro a Viggiano sono sei miglia, così come da Viaggiano a «Marsico l’antica» (1154).La «via grande» che fiancheggia l‘Agri è documentata nel 1068 (donazione di Roberto, conte di Montescaglioso alla chiesa di Tricarico). Nel 1635 è registrata la distanza di 3 miglia da Spinoso e a fine XVIII secolo a 46 miglia da Matera (Giustiniani 1804).

Buttacarro*°, Croce (La)*, Croce-via*, Crocevia della Valle*, Quin-tanella*, Passo (lo)*, Ponte dello Spinoso*, Ponte di S.Martino*, Varco del Conte*, Varco di carriola*.Strade comunali Saponara-Lau-renzana, Saponara-Montemurro, Scaletta-Santo Jaso, Serra Cavallo, Traversa-Soccorso; strade vicinali: Foresta-Montemurro, Molino-Le Rocche, Pietre delle Quintane.

Nel 1239 M. è tenuta alla manu-tenzione del castello di Anzi.Nel catasto provvisorio (1817) sono attestate le taverne a le Piane della Maddalena e alle Piane di Sant’Angelo. Il toponimo Dannano deriverebbe da ganeanum, luogo di taverne, mentre i toponimi Servigliano e Vallarano traggono origine dai prediali tardoantichi delle famiglie Servilia e Valeria.Allevamento/transumanza: Jozza per Jazzo, Scarajazzale, come scarazzo, Parata, capanna per il pastore o terreno per il pascolo.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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Isentierieitratturisonostatiil tramiteessenzia-le traareenonsoloconfinantifindai tempipiùre-moti, a partire dall’affrancamento dell’uomo dallaraccolta spontaneadei frutti, edalNeolitico,quan-doconl’affermazionedeivillaggi,dell’agricolturae

delcommerciosicreanopiùcostanticontatti tra lepopolazioni,siaviaterracheviamare21.Ilterritorio

21 Si vedano i siti neolitici dell’area ofantina in CIpoLLonI Sampò 1980, pp. 283-311.

Comuni via Herculia, Tabula Peutingeriana, Edrisi° /età medievale*, Gaudio-so**; Rizzi-Zannoni***, Giustinia-ni****,

Toponimi (Catasto provvisorio*, Mappe catastali**, IGM°)

Note

Sarconi Vi passava l’acquedotto augusteo di Grumentum che seguiva per un tratto la viabilità locale che, a sua volta, si intersecava con la via Herculia.

Cozzo Cavallo (IGM), Fosso Varco Liotti*, Varco Cariola*, Varco le Mura*.Strade comunali: Moliterno-Sarconi, S.Cristoforo-Palamento, Saponara-Spinoso, Sarconi-Montemurro.

Tra le arterie principali segna-late dal Galanti nel 1792 era la «Strada della Calabria», che seguiva il percorso Padula-Sar-cone (miglia 98 da Napoli)-San Chirico (Raparo)-Senise-Tursi, in buona parte ricalcante il tracciato antico. Nel 1807, nelle operazioni preliminari al catasto del decennio napoleonico, sono registrate la via detta Tempone dell’Annunziata, la via della Piazzola, la via che va alla Serra del Sambuco, quella di Santa Maria de Martiri, l’altra detta del Varcolano (da Varco), quella «che conduce a Moliterno», e di Varco Laino, per lo più soltanto sterrate ancora al 1831 (Atlante di Benedetto Marzolla).

Spinoso Villaggio di origine alto medievale, in un territorio frequentato fin dall’an-tichità (insediamento fortificato di IV secolo a.C. in località Castelli).

Carratello*, Imbrosta*°, Piana Cor-ridora* (Corritori: strada vicinale), Ponte (il)*, Scarazzali*, Serra lo Vado*°(del Varo: strada vic.).Strade comunali: del Procaccio; Moliterno-Spinoso; Montemurro-Mo-literno; Pilone-Cornaletta; Viggiano-Spinoso-Montemurro.

Documentato dal 1150, S. nel 1362 insieme al villaggio di San Nicola di Tempagnata risultano casali di San Chirico al Raparo. Al tempo di Venceslao Sanse-verino è attestata la «strada pubblica che va a Spinoso».Allevamento: toponimi Im-prosta, Scarazzali, luoghi di ricovero per greggi.

Tramutola Nel 1807 sono attestate le strade di Vallegianni, San Carlo, Santa Croce, quelle che «un’altra detta della Madonna delle Salelle da Saponara va in Marsiconuovo», l’altra («via pub-blica») che dal luogo detto Santino viene in questo Comune; inoltre la strada del Vallone dell’Abete e quella «detta della Manga, e Collata», da colla, valico su altura oltre che colli-na, quindi con ubicazione settentrio-nale e collinare.

Cammino*, Croce*, Crocevia*, Madonna del Soccorso*, Pedale della Croce*, Valdilonga (mappa catastale), Vianova*.Strade comunali: Cammino dell’Aquila, Quattroconfini, Tramutola-Melito, Strada vecchia Marsico-Tramutola.

Villaggio di origine altomedieva-le, in un territorio frequentato fin dall’antichità (insediamento fortificato di IV secolo a.C. in località Castelli).

Viggiano Territorio attraversato dalla via Herculia. Citata da Edrisi che riporta sei miglia da Montemurro a Viggiano. La viabilità Napoli-Val d’Agri nel 1677 risulta comoda fino ad Eboli «da dove poi a pena (poteva) andarvi la lettiga per esserne strade brecciose conche si (rendeva) il camino molto malage-vole, e particolarmente d’inverno» (Apprezzo Pinto: Capano 2001, p. 205). A fine Settecento il collegamento con Saponara passa per la Madonna della Grumentina, mentre altri tracciati sono ripercorsi dalle attuali strade provinciali 25 e 25 bis e dalla Nazio-nale per Corleto.

Boccaglia di Cicato* (da bocca, var-co), Crocecchia*, Cugno dei pasto-ri*, Fontana de’ Vaccari*, Fosso di Ponte Casale*, Guadisciola* e Gua-disciano, relativo ad un guado più che a un bosco, Piano de’ pastori*, Ponte dell’Uomo (IGM), Ponticelli*, Scarozzo, per Scarazzo, rifugio per pecore, Vaccariccio*, Vado agresta*, Vado Francesco*, Varco*, Varco Carrara*, Via del Casale*; Strade co-munali: Crocecchia, Marsicovetere-Viggiano, Salvatore-Viggiano, Prima Croce; strade vicinali: Santa Croce, Vado Francese, Vecchio tratturo.Tratturi: tratturo regio per Corleto, tratturi comunali: della Mattina, di Marsicovetere, per Corleto; tratturo comunale vecchio per Corleto e quello di Valle della Cocozzara.

Un tratturo detto ‘Vado agre-ste’, costeggiando la località Santa Barbara, limitrofa alla chiesetta di rito italo-greco di Santa Maria ‘La Preta’ (ora del Casale), posta su un costone roccioso che si affaccia sul torrente Casale, perviene sa-lendo alle contrade, altrettanto di origine medievale, di San Marco, Sant’Oronzio e San Leo-nardo, fino alla collina (Motta) e ai pozzi, sottostanti agli orti ricavati all’esterno delle mura dell’abitato (Capano 2001, pp. 207-208).

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lucano,comequellodellaVald’AgriabitatofindallaPreistoria(DeLorenzo)22,utilizzaperglispostamentialcunipassaggi istmici, segnati,primadallevie ar-mentizie,poidallestradeconsolariromaneeinfinedalleferrovieedallestrademoderne, lungoifiumieiloroaffluenti.L’intensificarsidegliscambiduran-tel’EtàdelBronzo,aseguitoanchediunclimapiùfrescoefavorevoleaipascolieallatransumanza,siconfermaneisitidelBronzomediodiCivitadiPa-ternoediMurgiaSant’AngelodiMoliternonell’altavalledell’Agri23,mentrenelperiododellacolonizza-zionegrecadell’Italiameridionalesiattivanocospi-cuiscambitralecittàdellaMagnaGrecia,insensocommerciale,adesempioconlapresenzadiartigianilaconicicherealizzanoifregifittilineipalazziregalidellalocalitàBraidadiVaglioopressol’acropolidiSatriano,oanchepolitico,comequellitraMetapontoePoseidonia,dicuisiservonoancheimercantietru-schipervendere i lorocalderonibronzei24.Lecittàmagnogreche, che hannogià aperto al loro interno

22 CremoneSI 1980, pp. 405-433; bIanCo 1985, pp. 13-27; bot-tInI 1997, pp. 37-40.23 bottInI 1997, pp. 45-61.24 principi ed eroi 2009, p. 33: nella chora di Metaponto: fitta occupazione di tipo agricolo, presenza di numerose fattorie, e accurata divisione in lotti del territorio. tra la fine del vii e l’inizio del vi secolo a.c. : prima definizione della viabilità con lo stabilir-si di almeno due assi stradali: il primo per la zona di Pizzica-Pan-tanello giungeva al santuario di San Biagio alla venella; il secondo dalla zona portuale alla città e, infine, al santuario extraurbano delle tavole Palatine. vi secolo a.c.: le fattorie sembrano occu-pare le posizioni più sicure, presso le città o nelle vicinanze della roccaforte di cozzo Presepe, mentre in un momento successi-vo si allineano lungo le rive del Basento, alla distanza di circa 600 m e in modo più irregolare lungo il corso della venella e degli altri affluenti. Nella seconda metà del secolo vengono poste in città e in campagna le linee essenziali della divisione del territo-rio. iv secolo a.c.: si definisce il lotto unifamiliare all’interno del quale si colloca la fattoria. Nonostante il frazionamento della proprietà si cerca di non rompere l’uniformità degli appezza-menti, si pongono come limiti del lotto i confini naturali e si dispongono le abitazioni nei pressi degli assi di percorrenza e delle risorse idriche. Metà del iv secolo a.c.: la falda freatica sale in pianura di circa mezzo metro e gli insediamenti abitati-vi vengono spostati nell’entroterra e sugli altipiani. Si avrà una maggiore fedeltà agli assi di ripartizione territoriale e verranno evitati i punti bassi, le valli dei fiumi e dei loro affluenti. l’assenza nelle campagne di un forte sentimento religioso nei confronti di Demetra, dea dell’agricoltura per eccellenza, potrebbe forse indicare che nella chora si venera la natura soprattutto nel suo aspetto originario, selvaggio e incontaminato, di cui sono simboli Artemide e Dioniso, e non in quello addomesticato, coltivato e sottomesso all’uomo rappresentato da Demetra. Diversi luoghi di culto erano legati ad una sorgente e monumentalizzati,come a San Biagio e a Pizzica Pantanello, o talvolta isolati, nei pressi di abitazioni rurali, e considerati piuttosto come centri di devozio-ne cui facevano capo più fattorie che riservati a culto privato (barberIS 1995, pp. 11-40, in particolare p. 36).

unaviabilitàminoredicollegamentotralelottizza-zioni agrarie utili alla suddivisione organica delleproprietàpubblicheeprivate e tra essee ilmondoindigeno,ratificanopercorsigiàutilizzatienevalo-rizzanoaltripiùconsonialleesigenzedeltempo.

Dal Tardoantico all’Alto Medioevo: la Lucania tra la guerra greco-gotica e la con-quista longobardaLa viabilità, ancor più nell’antichità, non può

non tener conto delle trasformazioni relativeall’occupazionedelterritorioeallaproprietàfon-diaria,all’interazionediareecoltivabili,diboschiepascoli,alrapportotralacittàdiGrumentumelacampagna,all’ubicazionedivillae edivicidietàtardoromanaealloroabbandonotraTardoan-ticoeAltoMedioevo,allarealizzazionedinuoviinsediamenti25.Giàsiènotatochelevillae/fattorienellamaggior

parte,purdifondazionemedioetardorepubblica-na, continuano a essere occupate fino alla TardaAntichità,echenelcorsodelII-IIIsecolod.C.sidotanodiimpiantitermali;questiavolteassumonouncaratterepubblico, inquantoubicateall’inter-nodiunamansiocomeletermediCallesorteincorrispondenzadellastatio ad flumen Bradanum.Essesiavvalgonodellareteviariaedicommercideltempoe,riguardoallenecessitàinterne,rivela-noconlestruttureproduttiveedimagazzinounanotevoleindipendenza.Fornaci destinate alla produzione di vasellame

d’usocomuneedilaterizipotrebberoessereindiriz-zatenonsoloalsoddisfacimentodiunfabbisognolocale,maattraversoilreticolodellaviabilitàinter-na,ancheaunapartedelterritoriocircostante,comepuòessereaccadutoper la fornacedi II-IIIsecolod.C.della localitàVallonidiViggiano; il chevaleancheperlaproduzionedellalanaconl’allevamen-toovicaprino,perlafilaturadellastessa,documen-tataadesempionellavilladiSanPietrodiTolvedauna fuseruolacon ilnomediun libertodioriginegrecanicaL. Domitius Cnidus,enellafullonicadellavilladiMasseriaCiccottidiOppidoLucano26.

25 ruSSo, guerrInI 2009, pp. 75-79. Studi specifici su tale pe-riodo: SaLvatore 1996, pp. 600-615; SmaLL 1999, pp. 559-600; gIarDIno 1991, pp. 827-858; bottInI 1991, pp. 859-864; berteLLI 2006, pp. 505-563.26 DI gIuSeppe 1996, pp. 237-239; guaLtIerI 2008b, pp. 265-303; DI gIuSeppe 2009.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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La viabilità interna segna il legame tra le villepostespessoinlocalitàlontanedacentriurbani,daporti, davieprincipali, per lopiù autonomee inperiodo imperialegiàaffidatea libertio famigliediamministratori,gliactores,comeilSabidiusdiGrumentum,cheimplicavanolalontananzadeiric-chi proprietari, che in taluni casi erano gli stessiimperatori,comepergliAurelii,chesiispiravanoall’imperatoreM.Aurelio,dicuisisonorinvenuterecenti documentazioni epigrafiche nella localitàSanLaverio, pressoGrumentum, o iBruttii, cheneibolli rinvenutinellavilladella localitàBarri-cellediMarsicovetere,confermanolapresenzadiestese proprietà, grazie anche alla parentela conCrispina,mogliedell’imperatoreCommodo27.LaLucaniaeilBruttiumcostituivanolaIIIRe-

gionelladivisioneamministrativaaugustea,chefu confermata daGiustiniano e non fu rinnova-tasinoall’invasionelongobarda,comeciricordaPaoloDiacono,ancheseallorarappresentalase-staprovincia.Procopionellasuastoriadellaguerragotica,ri-

cordacheimontidellaLucaniasiestendevanofinoalBruziolasciandosolodueaccessimoltostretti,«unodeiqualiiLatiniinlorolinguachiamanoPie-tradelSangue, l’altrodaqueidelpaeseTabula»:il primo passaggio può essere identificato con il“TimponeRosso”,situatoacirca1kmasudestdiCassano,lungolatraiettoriaSarmento-Raganello-Eiano, un diverticolo di collegamento tra la lito-raneavia de Apuliaelavia ab Regio ad Capuam;ilsecondositroverebbelungolavia de Apulia,aTorreBollitapressoNovaSiriScalo28.Per Procopio, conoscitore dei luoghi, vi era-

noleviemaestreopubbliche,diorigineromana,d’importanzastrategicaper ilcollegamentotra lediversepartidelMezzogiorno;questeperragioniorografiche seguivano con andamento rettilineotracciatipedemontani, lungoibacinifluvialioli-toranei, e i sentieri aspri e difficili, pocopiù chemulattiere,conpercorsitortuosieprecari,dicrestaodicrinalegeneralmentenotisoltantoagliindige-ni e occasionalmente agli esploratorimilitari. La

27 Sull’actor Sabidius vedi bottInI 1997; sugli aurelii di Grumen-tum vedi Capano 2007, pp. 38-45; sulla villa della contrada Bar-ricelle di Marsicovetere vedi ruSSo et alii 2007, pp. 81-119, non-ché i contributi di M.P. Gargano e di H. Di Giuseppe in questo volume.28 DaLena 2006, pp. 5-6.

presenzadiunefficienteefunzionalereticolomi-croviario,organicoalterritorio,èattestatasindalprimoMedioevodall’ampiobacinod’utenzadellafieradiMarcellianum,che,ubicatanelnodoviarioincuiladirettriceab Capua ad Regiums’interse-cavaconlastradadirettaversoGrumentumelaVald’Agri,moltoverosimilmenteneipressidiMonte-sanoScalo,interessavatuttalaLucania,l’ApuliaeilBruzio.Laretedellepiccolestrade,generalmen-temulattiere,sentierie tratturi, inLucania,comedelrestointuttoilMezzogiorno,eraestremamentefragileevariabile,legataacircostanzeclimatichee stagionali, come l’innevamentodeimonti oglismottamenti e gli impaludamenti causati dallepiogge: piccole strade sterrate, sorte anche spon-taneamente, per collegare localmente i centri diinteressesocialeolesingoleproprietàepersoddi-sfareimolteplicibisognidicomunicazionelocale.Il loro sviluppoè legato all’espansione antropicaeairitmidiurbanizzazionechesegnanoilprinci-pioelecondizionidimodificazionedelterritorio.Gliitinerariminori,battutidaviandantiedabestieda soma, raccordandosi con le arterie pubbliche,permettevano di collegare agevolmente le variepartidellaregione,l’internoallecosteconpercorsiflessibili,adattiancheaicarritiratidabuoi,dicuivieragrandeabbondanzanellaregione,chebensiadattavanosiaaisentieridifficilietortuosicheailunghiepiùagevoliitinerari: ilgeneraleGiovan-ni,peresempio,dallaLucaniacondusseaRomaicarricarichidicerealitiratidabuoiseguendounastradacostiera.

Gli itinerari costieri e interni tra la guerra bizantino-longobarda e l’Alto MedioevoGliitinerarilitoranei,piùcomodieagevoli,ven-

nero utilizzati in alternativa a quelli interni sinoall’etàmoderna,comedocumentanoiresocontidiviaggiodiLeandroAlbertiediRicharddeSaint-Non.Tuttavia,laddovelefascelitoraneenonera-no transitabili per l’inclemenza del tempo o perl’asperitàorografica,cometraLauriaeLagonegroolungolacostatraMarateaeAscea,sindalVIse-colosiutilizzavanoleviemarittimedicabotaggio.Altrestradecorrevanofindall’antichitàlungola

costacollegandoSapriaMarateaeaScalea.Sapri,che nel nome di origine greco-bizantina (“putri-do”)ricordalafasciacostierapredadellapaludeelapreferenzaperlevieinterne,èpostalungo«unitinerarioche,risalendoicontraffortisettentrionali

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delMonteCoccovello,permette ilpassaggioallavallatadelNocee,daqui,alSinni,erafacilmenteaccessibile sia via terra daBuxentum, sia dal re-troterra,daunvalicochecomunicacon lamediavalle del Bussento e anche dalla valle del Noceper ilvalicodiRivelloequindidallaviaCapua-Regium.Lapresenzadiunmonumento funerarioapiantaquadrangolareaduepianiconparamentoinlaterizio,circa3kmsopraSaprisutalepercor-so,fainfattiritenereprobabilechevipassasseundiverticoloditaleviaditraffico»;inoltrelalocalitàpotevaesserestataalcentrodell’itinerariobattutodaSanNilodalMercurionaSanNazario.Seguen-doilpercorsodelfiumeMercuri-Lao,epassandoper Papasidero (CS), egli giunse alla spiaggia diScalea.Diqui costeggiando ilmare (Tortora-Ca-strocucco)passòperMaratea,SaprieCamerota29.Un’altra strada, che «daPolicastro andava aSanGiovanniaPiroepoifinoaTropea»funel1266af-fidataallaresponsabilitàdelbaiulodiPolicastro30.Belisario,perrecarsidaOtrantoaRoma,proce-

dettelungolecostetirreniche;gliinviatidiGrego-rioMagno,tagliatiglialberidialtofusto,necessaria ricavarne traviper lacoperturadellachiesadeiSantiPietro ePaolo, e trasportatiusque ad mare in locum aptum trahere,risalironoilTirrenosinoaOstia.Nel 663Costante II, sbarcato aTaranto,«raggiunseRomaattraversoiltradizionaleitinera-rio–via Traianaevia Appia–checollegavaiportipugliesiall’anticacapitale;epoi,disceseinSiciliaperlaviaditerradaNapoliaReggio,servendosiforsedellaPopilia[...]»31.AlorovoltaiSaraceni,anchedopolasconfittadelGarigliano(915)«col-pironosoprattuttoicapisaldibizantinilungoladi-rettrice che dalla Calabria raggiungeva la PugliaattraversolaLucaniaOccidentale»32.«L’ubicazionedelleeparchieelacapillaritàdel-

la loro rete viaria interna, che in taluni casi puòessereanchedinaturafluviale,confermanocheleperegrinazioniegliinsediamentimonasticis’irra-dianoesidispongonosecondolatramadelleviedicomunicazione interna ed interregionale. L’epar-chiadiLagonegro–lacuiesistenzaètuttaviapoco

29 Sull’itinerario di San Nilo vedi ebner 1979, pp. 66-68 e note; inoltre, aLLegro 1997, pp. 35-38.30 Sulla strada medievale da Policastro a tropea vedi ebner 1982, p. 337.31 burgareLLa 1982, p. 30.32 ibid., p. 34.

probabile–è intersecataneisuoicentriurbanidiLauria,LagonegroeRivellodall’anticavia Popi-lia33.IlLatinianoncorrispondeallevallidell’AgriedelSinni,fiumicheparefosseronavigabiliinetàmedioevale»34.Ilpassaggiodall’antichitàalMedioevonelMez-

zogiornoè«caratterizzatodaunaformadireces-sionedemografica,conconseguentespopolamentodi città e campagne.Dappertutto l’abbandono dilavoriidraulicielospopolamentocausaronol’im-paludamento di vaste zone e la diffusione dellamalariache,facendopeggiorarelecondizioniam-bientali,aggravaronolospopolamento»,causandolascomparsadisedivescovilicomeMarcellianum.«Lapopolazionerurale,pertanto,abituataavive-resparsaneicampioneipagievici,chenumero-sieranosortilungolestradeeaipiedidellecittàpreromane situate su pianori e colline, cominciòprestoariconcentrarsiinvecchienuovicentridisommità, chegraziealla lorovisibilità reciproca,garantivanounorganicosistemadidifesaedicon-trollodellaviabilitàdiuncomprensorio35.

Gli itinerari della guerra e della fedeLa guerra greco-gotica e l’instabilità politica

pertuttol’AltoMedioevoinciseronegativamentesull’assettoviariodellaregione,icuiassiportan-tieranoancoraleantichedirettriciromane:lavia Appia,laviaCapua-Reggio(via Annia-Popilia),lavia Herculia.Lavia AppiainLucaniaseguivauntracciatoad

andamento pressoché uniforme (Aquilonia-Pons Aufidi-Venusia-Silvium), condizionato da fattoriorograficie idrografici.Alcuniponti romani,usa-ti ancoranelMedioevo,consentivanodi superaremodesti corsi d’acqua, tra cui il più rilevante eral’Ofanto,pressoilqualesorgeval’importantestatio ad pontem Aufidiricordatanegliantichiitineraria.Ancheneltrattolucanol’Appia,traVeVIIse-

colo,persegranpartedellasuaimportanzaefun-

33 guILLou 1965, pp. 119-149, in particolare p. 140.34 ibid., p. 18. in generale, sulla viabilità in età bizantina: pertuSI 1964, pp. 91-92, ove si sottolinea che le antiche vie romane, in particolare la traiana, l’appia, la popilia e la Latina «saranno le grandi direttrici lungo le quali si muoveranno i monaci italo-greci nei secoli iX-X».35 Per la campania vedi vItoLo 1976, pp. 53-81. Sulla visibilità reciproca dei castelli in Basilicata vedi reSCIo 2003, pp. 50-54; id. 2003b sulle valli dell’Agri, del Basento e del Melandro. Sulla viabilità medievale vedi reSCIo 2003, pp. 40-43; id. 2003b.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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zionalitàavantaggiodelladirettriceTraiana,che,conunpercorsopiùagevoleepiùbrevedicircaungiornodicammino(6-7miglia),conducevaaipor-tipugliesidell’Adriaticoeal santuariomicaelicodelGargano;tuttavia,essafuperiLongobardila«strata maior quae vadit in Tarentum»,usatapercollegareicentriagricoliinterni,perlatransuman-zaversolecosteadriaticheeionicheeperiltran-sitodiqualcheesercito,comequellodiCostanteIInel663.Ladecadenzadell’Appialimitòlaconcen-trazioneantropicaeiprocessidisviluppoecono-micoeculturale(legati inbuonaparteall’attivitàcommerciale, al flusso di pellegrini e ai viatoresdirettialsantuariomicaelicodelGargano,aiportipugliesi e aGerusalemme) a quelle aree interes-satedaarteriepiù recenti, come idue ramidellavia Herculia.Dopolaconquistadellaregione,in-fatti, anche iBizantiniutilizzarono sempremenol’Appia.DaVenosa,unimportantecroceviadacuilestradesiirradiavanointutteledirezioni,lavia Herculia,dopoavertoccatounastazionedipostaubicataad flumen Bradanum,asuddiLagopesole,proseguivaperPotentiaeGrumentumcollegando-siallaCapua-ReggiopressoLagonegro,anorddiNerulum (Rotonda?)eSummurano (Morano).DaGrumentum,unaltroramodellavia Herculia,at-traversoSpinoso,SanMartinod’Agri,Roccanova,Sant’ArcangeloeTursi,raggiungevailversanteio-nicoaHeraklea(Policoro).Conildegradoel’ab-bandonodellavia Appia,dicuidivenneintegrativainalcuni trattio alternativa, sindallafinedel IVsecolo,lavia Herculiaacquistòrilevanzacomeim-prescindibilearteriadicollegamentotraimaggioricentrilucaniecometestimonianzadifatticulturaliereligiosi:bastaricordareilmartiriodiSant’Oron-ziochesembraavvenuto«sottolemuradellacittàdiPotenzaneipressidelfiumeBasento».Ancoraoggiesiste«unacontradadenominataSant’Oron-zionellaqualeèsituatounpontedietàromanacheduranteilMedioevovenivachiamatoanch’essodiSant’Oronzio»;inoltreimportanticattedralieranodislocate «lungo l’itinerario della via Herculia.Sono noti i collegamenti stradali che mettevanoin comunicazioneVenosa conGrumento passan-doperAcerenzaePotenza»36.Significativaèan-che«lavicendadeidodicimartiridiHadrumetum(Hammamet)che,arrestatiaCartagineefattisbar-

36 peLLettIerI 1996, p. 37.

careaReggio,vennerofattiproseguireviaterraperPotenza,cioèattraversolecontradepiùimportantideltempo,perpubblicizzarneilmartirioeprovo-care sgomento e freno nelle prime comunità cri-stianedelMeridione.L’iter martyrumsisnodòdaReggio,lungolaTraianeaionica,attraversoLocri,sinoaSquillace.AttraversounanticodiverticoloistmicoraggiunseCosenzaperimmettersisullaviaCapua-Reggio e proseguire sino a Marcilianum(Marcellianum),doveimboccòlavia HerculiachecollegavaGrumento,PotenzaeVenosa»37.

Economia e insediamentoInepoca tardoantica ladiminuzionedegli inse-

diamentiedelmaterialeimportatopuòconnettersia una organizzazione insediativa e produttiva di-pendentedalleesigenzedellatifondo,incuiilsi-stemafondiariopassadaiprincipidellacentralitàaldecentramentoeallaspecializzazionedelleunitàproduttive,ancheconlacostruzionedinuovefor-naci(adesempiol’allevamentoaSanGiovannidiRuoti, l’artigianatoaCalle).Sidisgreganelcon-tempo l’unitàdellavilla con i settori residenzialiequelliproduttivi,chedaiprimisidistaccanoesiposizionanoancheneivarifondichecompongonoillatifondo,spessodotatianchedivillae,conferen-doallaviabilitàlocaleunautilizzazionediserviziointerno,mentresiformanoviciepagi,cioèdimorepercontadiniecoloniovillaggiintornoallevillecome aCugnodeiVagni diNovaSiri; ciò favo-risce l’istituzione deimercati locali, come lafie-ra di SanCipriano aMarcellianum, tra Padula eSalaConsilina,documentatafinoalVIsecolod.C.,cuisigiungetramiteunfittoreticoloviario;madiquestibeneficianosoprattutto igrandi latifondistichesonostatiingradodiconvertirelaproduttivitàagricolatradizionaleconleesigenzedellapoliticaannonaria,chehagravatosullaLucania,imponen-dolafornituraaRomadicarneporcinaper300.000assistiti.AHerakleacomeaGrumentumsiregistralagravecrisidellasecondametàV-VIsecolod.C.

37 peLLettIerI 1996, pp. 37-38, nota 34: da vIggIano 1975, pp. 236-237: dopo aver raggiunto Messina, «in qua permorati alia die transferantes Regium descenderunt, dimissoque navigio terram Brutiorum lustrantes, Locras applicaverunt; deinde iter agentes per-venerunt consentiam; post inde profecti cirratim. ibi igitur Valerianus iussit militibus, ut una cum martyribus agerent, quatenus eos posset Maximiano Romam perducere. Moventes inde Grumentum profecti sunt, et die altero Marcillianum properantes, deinde civitatem vene-runt potentiam [...]».

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che,conformementeallacrisidellacittàabeneficiodellacampagnanonpermettedimanutenerelareteviariaprincipale,comelacitatavia Herculia,che,costruitadaDioclezianoeMassimianoErculionel311,ristrutturatadaMassenzioeancorainusosot-toTeodosioeArcadio,cadealloraindisuso38.TralasecondametàdelIVeilVsecolod.C.èdatatalacaenatioabsidatadellavillaromanadellacon-tradaMalvaccarodiPotenza,giàdettaMalvarcaro,per la vicinaviabilità di collegamento con l’areadelMarmo-Platano39,e lacontemporaneavilladiMasseria Ciccotti di Oppido Lucano40.Anche lavilladiTorredegliEmbriciinagrodiRioneroinVulture,alconfineconAtella,lungounimportanteasseviario, costruita tra il II e il I secolo a.C., èabbandonatadopoilIVsecolod.C.

Il Vallo di Diano, la valle dell’Agri e Gru-mentum tra il Tardoantico e la conquista longobardaSecondorecentistudidi topografiaantica,rela-

tivialVallodiDiano,laviaConsolare,asecondadelle caratteristiche dei luoghi, passava, nell’am-bito della centuriazione, dal cardine massimo aldecumano(tratto tra leNarese ilForum Popili),onontenevacontodell’ortogonalitàdeilimites,acausadell’orografiadelterritorioedeifortidisli-velli,oltrechedellaposizionedelnordgeograficodiversoper l’assialitàdelleduevallate (del trattocitato edelVallodiDiano)41.Ci troveremmo, se

38 Pavoni, in CaranDInI et alii 1993, pp. 190-191; DI gIuSeppe 1996, p. 243.39 A Malvaccaro nella terza fase di vi sec. d. c. si è riscontrata la riutilizzazione di parte della struttura abitativa e destinazio-ne a necropoli dell’area a nord della villa, con due sepolture a fossa terragna con o senza copertura fittile, una infantile, l’altra di adulto. Succede dopo un periodo di abbandono collegato a un evento traumatico, una frequentazione più degradata, forse ‘abusiva’ di vi-viii secolo d.c., come si deduce dalla imitazione dei vasi a listello della tarda produzione ceramica africana.40 ruSSo 2005a, p. 245.41 ambrogI 2008, pp. 17-36: «la via consolare incrocia ad ango-lo retto la stradina che dalla chiesa di San Pietro [...] scende giù verso il moderno abitato di Polla e va a congiungersi in modo perfetto al ponte di origine romana che scavalca il fiume tana-gro. la parcellizzazione catastale e il sistema viario indicano con certezza i limiti dell’antico foro, che probabilmente ebbe ad oc-cupare un laterculus di centuria integrandosi perfettamente con il sistema centuriato dell’agro contermine [...]. la centuriazione del vallo di Diano avvenne sui due versanti della valle, seguen-do le linee di pendenza del terreno e i valloni delle acque [...]. la sua estensione si allargava al territorio collinare dei versanti scendendo fino a lambire i terreni paludosi, mentre dalle colline si estendeva in pochi punti su piccoli rilievi. in questi casi per la

leipotesifosserovalide,inquellaparticolarecon-dizione di continuità tra città e agro centuriato,per cui l’areaurbana è perfettamente inserita nelreticolo viario.Una prova certa dell’orientazioneesattaèdataanchedalritrovamentorecentediuntrattodistrada,emersonelcorsodeilavoridiam-pliamento per l’ammodernamento dell’autostradaSalerno-ReggioCalabria.Ilpezzodistradalastri-cata in basoli di pietra di media dimensione, incuisivedonopersinoisegnidiusuralasciatidaicarri,cheilBraccoriportaalXVIIIsecoloricalcauntrattoviariopiùantico,cherisultaparalleloalsistemacenturiatodelineatoeperpendicolareallaVia Consolare (attuale Strada Statale n. 19 delleCalabrie)42.In microaree di studio sotto gli abitati di Sala

e Padula ricorrono ancora le partizioni in lunghestrisce di terreno, che rimandano ancora alla do-minazionelongobardadellecontrade,chefrazionòulteriormenteilterritoriodivisoinepocaromana.Anche per l’area diMarcellianum siamo in pre-senza di evidenti tracce di partizione ortogonale,anche se tali indicazioni proprio in contiguità albattisterodiSanGiovanniinFontesifannoradeoscompaiono,segnochelafrequentazionedell’areainetàmedievalecancellòinmodoquasidefinitivole traccepiù antiche. Il ritrovamentodi una stra-daromana(nonlastricatamainterrenobattuto)43,

suddivisione del territorio centuriato si procedeva al metodo della cultellatio. tratti di centurie, soprattutto dove il terreno era più accentuato in rilievi, erano lasciati al pascolo oppure erano solamente divise in quattro quadranti di centuria».42 braCCo 2005, pp. 237-243: «la via potrebbe essere un limes, anche in considerazione della sua larghezza [che risulta] di 2 metri (8 palmi), misura vicina agli 8 piedi previsti per le vie pub-bliche e private delle centurie. lo scarto evidente dell’orienta-zione delle centurie tra Polla e Atena è una prova ulteriore che il confine attuale tra i due paesi segnava i limiti delle prefetture di atina e Volcei. in quest’area i toponimi rurali sono un ottimo indice della presenza storica di centuriazione, infatti ricorrono qui termini quali “limitone”, “Barra”, “limite del Pozzo”, “ta-verna”, evidenti segni ‘scritti’ della partizione agraria di epoca romana [...]. la partizione agraria cambia ancora orientazione nei territori di Padula, rimanendo costante in quello di Sala con-silina, evidente segno dell’altro limite di prefettura tra atina e cosilinum”. il Bracco non nega che la strada settecentesca ri-prendesse il tracciato di un sentiero più antico (braCCo 2005, p. 238) che, tra l’altro, aggiungiamo noi, incrociava la Strada delle calabrie, identificata con la romana capua-reggio c., e altra via-bilità interna di collegamento tra i centri abitati di Polla e Atena lucana nelle loro evoluzioni medievali e moderne, e assistita da cappelle, come quella della Madonna di loreto.43 le notizie su questa strada sono state fornite allo scrivente, durante una visita a San Giovanni in fonte insieme alla missio-ne archeologica dell’università di Bari diretta da Gioia Bertelli,

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lungolaviadettadelProcaccia,proprioallespal-ledelBattistero,confermasullacartalapresenzadell’orientazione centuriata stabilita, in analogiaconil territoriocontermine.L’abbandonoallepa-ludidellacenturiazione,nelperiodotardoromanoealtomedievale,coinciseconildegradodelterrito-riostesso,laforzacentripetadeinuoviagglomera-timedioevali trasformarono il reticolatoquadratodell’assettoromanoinquelloastelladiformame-dioevale.Con la ‘cattura’ dei limites sia dapartedeinuovicentrisortiinqueisecoli,siaconimo-nasteri,ivillaggielechieseimportanti,cheassun-sero lafunzionedinuovipoliaggregativiciviliesociali,siperseromoltedelletraccediperiodoro-mano.Ancoranell’AltoMedioevo, il funzionariodiCorteCassiodoro,presenteallafieradiSanCi-prianodiMarcellianumpotevaosservaregliestesilatifondidellavallatadianense,segnocheigrandiappezzamenti di terreno avevano allora del tuttoricompresso,dentroilorolimiti, leestensionidelprogettograccanooriginariodellacenturiazione.Quantoalleesiguefontiletterariepervenuteciin

relazioneallaLucaniadopolacadutadell’ImperoromanodiOccidente, sappiamo che le lettere si-nodalidipapaGelasio,«databilitrail494e495,manifestanounasituazionediinstabilitàistituzio-nale,checertamentesiriflettesullamanutenzioneesulcontrollodistradeediviandanti,cuiiprae-cepta sinodalia del papa cercavano in qualchemododiporre rimedio.Dalle letterediGelasio IsievincecheallafinedelVsecoloesistevano inLucaniaalcunesediepiscopali,qualiquellediVe-nusia,Acheruntia,PotentiaeGrumentumlaquale,quantomeno alla fine delV secolo, a differenzadellealtre,erasprovvistadivescovoeaffidataadarcidiaconi, diaconi e clerici che sembrano farecapo alla sede episcopalediMarcellianum, pres-soCosilinum (localitàCivitadiPadula)44.E solonella secondametà delVI secolo, da un’epistoladipapaPelagioconosciamoilnomediunvesco-vodellasedediGrumentum,Tulliano45,forsedellastessaprestigiosa famigliadelTulliano citatonel

che sta scavando il sito classico-altomedievale della località San laverio presso Grumentum, dalla Dott.ssa Anna Di Santo, re-sponsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino, che ringrazio.44 kehr 1935, p. 1885, p. 89, nn. 1-2. Su Marcellianum vedi Fon-SeCa 2006, p. 238.45 kehr 1935, p. 375, n. 4.

Bellum GothicumdiProcopio46,traipiùpotentiericchipossessoresromanisuperstitidellaLucaniaediunpersonaggioprotagonistadegliavvenimentidellaguerragoticacheinteressanolaregioneallametàcircadelVIsecolo,quandoGiovanniilSan-guinario,rappresentantedell’imperatorebizantino,prometteaTulliano,inprecedenzaalleatodeiGoti,privilegifiscali in cambiodi truppe ausiliarie re-clutatetraicontadinideiproprilatifondi,“aguar-diadell’unicoaccessoallaregione,cheeramoltostretto, affinché i nemici non potessero entrare adevastareipaesi lucani”.Allalucedi taledescri-zioneedeicontestualiriferimentidiProcopio[...]èlecitosupporrecheTullianopresidiasseunodeivarchicheimmettevanonelVallodiDiano:forseleNares Lucanae(lo‘Scorzo’)eildifficilevalicodiCampostrino, dai quali si passa alla piana delSele,oppureilvalicodiAtenaLucana,cheimmet-tenell’altaVald’Agri»47.LaLucania,comesievincedallepaginediCas-

siodoro,vienecomunqueinteressatadadureepe-santidevastazionidurantelaguerratraBizantinieGoti,inquantolamaggiorpartedellapopolazionerurale,probabilmenteistigatadaigrandiproprieta-riterrieri,evidentementeacausadellecondizioniprecariedivita,defezionadalregnodeiGotiafa-voredell’ImperodiBisanzio48.Il battistero di Marcellianum era ubicato «nel

nodo in cui la frequentatissima arteria Reggio-Capuas’intersecaconquellachesidiramaversoGrumentum e laVal d’Agri49, il bacino d’utenzadellafierasiestendebenaldifuoridellaLucaniaeinteressal’attualeCalabria, laPugliaelaCam-pania, ciascunadellequali invia ipropriprodottitipici».Lestradeprincipalipresentanoanchenu-merosi inconvenienti: «l’esercito inviato a difen-derelaprovinciadall’imminenteattaccodelgene-ralebizantinoBelisariodevastalecoltureecompieindiscriminate rapine, forse per vettovagliarsidirettamente nelle campagne [...]». Durante talespedizione (536 d.C.) «l’esercito imperiale poté

46 haury 1962-1964, p. 376. breCCIa 2006, pp. 52-57: tulliano è figlio di venanzio, corrector Lucaniae et Bruttiorum sotto teodori-co (507-511 d.c.).47 burgareLLa 1982, p. 24, nota 46; greCo 1981b, p. 128.48 FrIDh 1973, pp. 469-470. la guerra, durata venti anni, si ri-solve in favore dell’imperatore d’oriente, che reintegra i vecchi possessores nelle loro proprietà fondiarie (ibid., p. 77).49 burgareLLa 1982, p. 15; gabba, 1975, p. 159; greCo 1981b, p. 128.

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marciaretranquillamentedaReggioaNapolirisa-lendoilterritoriobruzio-lucano,mentrelaflottaloseguivanavigandosottocostanelTirreno.Èleci-tosupporrecheilpercorsoseguitosiastatoquellodella via costiera tirrenica che, fin dall’antichità,era“ausiliariarispettoaltrafficomarittimo”lungoquellasponda»50.

Grumentum tra il Tardoantico e l’Alto MedioevoMancanoallostatoattualeperquestocompren-

sorio ricerche inquestadirezionealpuntoche lastessa fine della città romana diGrumentum, as-surtaalruolodisedediocesana,cosìcomelefasiinizialideivarisitiincastellatidellazona,nonsonoancora convincentemente indagati e interpretati.La presenza di sepolture diVII-iniziVIII secolonellazonadellec.d.“TermeImperiali”aGrumen-to,allalucedeldibattitosullesepolturein urbe,vaormaiintesacomechiaraspiadell’esistenzadellacittàancheseormaidestrutturata,cambiataedun-que‘altra’dallacittàromana.«Le fonti letterarie ed epigrafiche di età tardo-

antica e altomedioevale disponibili perGrumen-tum, pur essendomolto poche, forniscono alcunidatibenprecisi: la continuitàd’uso, ancoranellasecondametà del IV secolo, di una via pubblicacolleganteGrumentumconPotentiaeVenusiaver-sonorde,secondoiltracciatoriportatodallaTabu-la Peutingeriana, direttamente conTarantoversosudest51;1’identificazionedel trattosettentrionaledellaprecedentestradaconlavia Herculia,docu-mentatadaungruppodimiliariacheneattestanoanche i ripetuti interventi dimanutenzione alme-nofinoall’etàdiArcadio52; l’esistenzadellasedevescovilegrumentina,menzionatanelVeVIse-colodaiponteficiGelasioI,PelagioIeGregorio

50 burgareLLa 1982, pp. 18-21 e nota 29; Lepore 1963, p. 212; Lepore, ruSSI 1973, p. 1946. 51 tab. peut.., vii, i, in mILLer 1916, col. 378. Sulla variazione di tracciato proposta da Miller per il tratto Grumento-tarento (mIL-Ler 1916, fig. 103) e sulla inesattezza di tale correzione, vedi gIarDIno 1982, pp. 161-163.52 gIarDIno 1991, p. 828, nota 4; ciL, iX, 6056-6070 (= X, 6961-6975). l’assenza di miliaria nell’area a sud di Marsico Nuo-vo ha reso problematica l’identificazione del tracciato della via Herculia dopo Grumentum; ipotesi diverse sono state avanzate da: LugLI 1963, p. 34; kIrSten 1963, p. 153 (Grumentum-nerulum); buCk 1971, pp. 66-87 (grumentum-herakLea); gIarDIno 1982, pp. 161-163; ead. 1983, pp. 195-217 (Grumentum-taranto).

Magno53;lacontiguitàtraiterritoridiGrumentumeTaranto,riportatadall’AnonimoRavennateedaGuidone, rispettivamente alla fine delVII e agliinizidelXIIsecolo54.Allefontiprecedentisideveaggiungerel’agiografiadiunmartiregrumentino,sanLaviero,redattadaRobertodaRomananelXIIsecolo, ma pubblicata soltanto cinque secoli piùtardidaUghellinellasuaItalia Sacra55.Quantoallacittàantica,«lasuaimportanzapo-

liticaeamministrativanell’ambitodellaLucaniaedellastessaItaliameridionaleèulteriormenteriba-ditadallaviabilitàpubblicaapercorrenzainterre-gionale. Ipercorsi indicatidall’Itinerarium Anto-nini,letraccerilevabilisullefotoaeree,letombemonumentalieleiscrizionifunerarierinvenutenelterritorioprovanocomeGrumentum,almenoapar-tiredallaprimaetà imperialeenonostante la suaubicazioneinunazonamontuosainterna,sisvilup-pinelleimmediatevicinanzediunimportantein-crociostradale.Lasuafeliceposizionetopograficaconsente rapidie facili collegamenticon lacostaionicaversosudest,conlacostatirrenicaelavia Popiliaversosudovest,econVenusiaelavia Ap-piaversonord56.Lapresenzadiunpontesull’Agriall’altezzadiSanMartinod’Agri,equindimoltopiùanorddeltracciatoversoHerakleaindividuatodaBucksullabasedellafotografiaaerea57,sembraconfermarelatestimonianzafornitadallaTabulaedocumentare lamaggiore rilevanza, a partire dalIVsecolo,diunaviadirettaGrumentum-Taranto.Un’ulteriore citazione diGrumentum si ha nel

599, a circa trent’anni dall’invasione longobardadell’Italia, quando papaGregorioMagno ricordaLuminosusservodellachiesadiSantaMaria58,pro-babilmente da identificare con la chiesa di SantaMaria l’Assunta, l’unico edificio cristiano attual-mentenotoall’internodellemura,ancheseinpo-sizione periferica, in prossimità dell’anfiteatro, efacilmente raggiungibile, tramite una strada che

53 JaFFè 1885, p. 89 n. 678 (492-496 d.c.), p. 93 n. 727-728 (496 d.c.), p 133 n. 1015 e 1017 (558-560 d.c.), e p 197 n. 1737 (599 d.c.); raCIoppI 1889, ii, p. 127.54 an. Rav., iv, 35, 3-5; Guid. 49, 12-13; gIarDIno 1981, p. 14.55 ugheLLI 1659, p. 493; raCIoppI 1881.56 it. ant., 99-104; mILLer 1916, coll. 368, 376-378; buCk 1971, pp. 66 ss.; Lepore, ruSSI 1973, pp. 194-1944; gIarDIno 1983, pp. 197 ss.57 buCk 1971, fig. 7A; gIarDIno 1983, p. 207, 212, figg. 13-14.58 reCChIa 1998, pp. 440-441: si parla di luminoso che asseri-sce di subire, con la moglie, violenze da Salusio.

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attraversaval’attualefiumeSciaura,dalla localitàSanLaverio,sedediunachiesapaleocristianaatrenavateconattiguocimitero,formatodatombeallacappuccina eda cippi inscritti, impostatasi suunnucleodinecropoliromanapiùantico59.Al di fuori dellemura,manelle immediatevi-

cinanzedellacittà,eneipressidellabiforcazionedellavia HerculiaperNerulum,eraanchelachie-sadiSanMarcoconannessosepolcreto,databiletralafinedelVIegliinizidelVIIsecolo60.Dalletestimonianze archeologiche acquisite di recenteapparecheilcentrourbanodiGrumentumregistrialcune importanti trasformazioni nel corso delVsecolo; alcuni quartieri manifestano un’estremadinamicità economica, come avviene con la tra-sformazioneinpanificiodiunadomusvicinaallecd.“TermeImperiali”.D’altrondenonbisognatra-scurarechelasistemazionedellavia Herculia,agliinizidelIVsecolo,potenzial’economiadiquestiterritori.UnparzialeabbandonosiattuaapartiredallafinedelVIsecoloquandolacittàsembraaversubitounterremoto.

Il territorio di Grumentum nell’alta Val d’AgriPerquantoriguardailterritoriodellacittàdiGru-

mentum,cheperlesuecaratteristichenonpotevaaspirarecome l’areabradanica,vicinaall’Apulia,alla commercializzazione in vasta scala dei pro-dotticerealicolie,forseanchedellalana,purnonmancandovi la pastorizia61, le indagini condotte

59 Capano 2007, pp. 38-45.60 bottInI 1990a, pp. 64-97; ead. 1991, pp. 859-864, nota 1; ead. 1997, pp. 327-335. Successivamente al v sec. d.c. anche all’inter-no del circuito murario vengono occupati in modo precario gli edifici preesistenti e si comincia a seppellire accanto a essi: ad esempio la necropoli, da tabile in un periodo compreso tra gli inizi del vii e quelli dell’viii secolo, individuata di recente nell’area delle c.d. “terme imperiali” da thaler.61 «in particolare le grandi pianure della fascia pre-murgiana che in antico, come in parte ancor oggi, dovevano costituire un sistema agro-pastorale basato in prevalenza su cultura grana-ria e allevamento ovino (boag 1999): i prodotti di quest’ultimo dovevano, almeno in buona parte, confluire nel non lontano mercato dei grandi centri di produzione laniera concentra-ta fra Venusia e canusium, come ben attestato da molte fonti antiche. tali presumibili collegamenti del territorio bradanico in esame con l’area murgiana sono, almeno in parte, confermati da un eccezionale documento epigrafico proveniente dalla villa di San Pietro di tolve, che attesta l’assai probabile presenza di proprietà di domitia Lepida (membro della famiglia imperiale, zia di Nerone), i cui cospicui interessi fondiari nell’area murgia-na sono attestati dalle fonti letterarie» (guaLtIerI 2008b, p. 265, nota 2, e pp. 286-287). Sul rapporto Masseria cicciotti, basata su un’economia diversificata in un territorio di «fattorie/case

lungolarivasinistradelfiumeAgrirestituisconol’immaginediun’areadensamentepopolatanellafasetraIVeVIIsecolo,grazieairestauridellaretestradaledietàtetrarchicaealnuovoruolodicen-tralitàamministrativaedigestionedellaproduzio-nesvoltadallevillae,alcunedellequali,dislocateaccantoastradedilungapercorrenzaoincroci,ta-loraimportantitratturi,diventatiregiinetàarago-nese62,ovalichi63,potevanoavere«lafunzionediospitareiviandantiedesserequindiancheluoghidisosta»64.Nell’agrodiGrumentum, relativamenteall’area

sudesudoccidentaledel territoriocompreso tra ifiumiMaglia eAgri per l’età repubblicana, sonostatisegnalatiaseguitodiricognizionidisuperfi-cie12 siti, favoriti dalla riorganizzazione seguitaallecenturiazionigraccane,enelperiodoimperia-le(I-IIIsecolod.C.)6siticorrispondentiapiccoleemediefattoriedispostelungotracciativiari;nelTardoantico(IV-VIsecolod.C.)soltanto4siti,dicui nessuno nuovo, grazie all’impulso dato dallacostruzione della via Herculia e dall’istituzionedellanuovasedevescovile65.LacrisidelVeVIsecolod.C.avrebbefavorito

un popolamento a carattere sparso nel territorio,ove si afferma il latifondo che fa capo alla villadellalocalitàFinaide,terminelongobardochein-dicalapietradiconfine66.Questaealtrisiti,come

rurali di medie dimensioni sui fianchi delle colline, che fornivano il vino trasportato entro una gran quantità di anfore a fondo piatto prodotte localmente, olio e pascoli per le pecore» e la rete viaria principale, che attraversava l’italia collegando le coste adriatica, tirrenica e ionica, vedi FraCChIa 2008, p. 298).62 DI gIuSeppe 2008, pp. 355-357: «la continuità della vocazione laniera della zona è ulteriormente confermata da un’epigrafe del 1592, rivenuta non lontano dalla villa, in contrada epitaffio, che ricorda il pagamento di un dazio per il passaggio di mandrie e greggi (ibid., pp. 386-387 e note 63-64; gabba, paSquInuCCI 1979, pp. 138-139; moLeS 1993, pp. 115-128) e da toponimi, come Difesa da Piede, Difesa da capo» (vedi Capano 1989, p. 86).63 come quello di Pietrastretta, «che assicurava il passaggio dalla lucania occidentale verso il Potentino interno»: DI gIuSeppe 2008, pp. 393-394 e nota 1; Capano 1986.64 È il caso dell’impianto termale pertinente alla villa di San Gilio di oppido lucano: DI gIuSeppe 2008, pp. 320-321.65 Al periodo della diocesi può risalire quale probabile infra-struttura di servizio, il non lontano “panificio”, datato al vi secolo d.c. e ubicato presso le “terme imperiali” (nava 2001, p. 763). Sepolture ricondotte sulla base di analisi osteologiche ai longo-bardi si insediano tra le strutture di edifici prospicienti le “terme imperiali” di Grumentum, siglandone l’abbandono.66 Sulla villa della località finaide e sui siti tardoantichi nell’agro di Grumentum vedi CIFanI et alii 1999-2000, pp. 450-453, 456-457. Sul significato del toponimo finaide, da finis, confine, con

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quellodellalocalitàSanPietroel’altroinlocalitàCalderotto «si avvalgono delle reti di comunica-zione e di commercio instaurate in età imperiale[...].Èchiaramenteipotizzabileunaretediviabilitàdicollegamentotraisitieilcentrourbano,proba-bilmentestradesterratedicuinonèstatopossibilerintracciare ipercorsi»67.Le tombemonumentali,dicuiunaacilindrosubasamentoquadrato,pres-solaportameridionalediGrumentumeun’altraasemplicecilindro,ubicatapressoilboscoMaglia,circa2kmaestdiGrumentum,anch’essadipri-maetàimperiale68,sonostaterinvenutelungoper-corsiviaricheconducevanoversolacostaionica.Lanecropolisituataall’esternodellafacciatadellachiesadellalocalitàSanMarco,dedicata,piùcheall’evangelista,«alsantovescovodiAecae,legatoallavicendadeimartiridiHadrumetum,ilcuipie-toso itinerarionell’Italiameridionale toccòancheGrumentum»69, indica, comunque, il protrarsi nelVIIsecolod.C.(lamonetad’orodiEraclioèdeglianniQuarantadelsecolo)dell’insediamentoruraleanche dopo la decadenza della città antica70, ovepermanelasedediocesana,quasiunicaformaor-ganizzativasiareligiosacheciviledopoleguerregreco-gotichedelVIsecolod.C.71,che,tral’altro,avevanoprodottoungradualeabbandonodelleter-recoltivateelaloroconversioneforestaleperl’al-levamentodeimaiali72.La necropoli diViggiano-Porcili è sita in una

località ove sono stati riscontrati oltre a resti dinecropolidelNeolitico recente edell’anticaEtàdelBronzo, ambienti di una fattoria di età elle-nisticaubicata lungo lavia Herculia, il cui per-corso inglobava«uncertonumerodi tratturigià

il suffisso derivante da *snaida, segno di confine, già segno che si fa su un albero, vedi peLLegrInI 1990, p. 276, con riferimento a finaita di Atella (Pz), a fineta di forenza (Pz), e a finaide presso francavilla Marittima (cS). Sul significato di «limite altimetrico dei terreni coltivati», vedi arena 1979, pp. 89-90.67 gIarDIno 1983, pp. 210-217; ead. 1994, p. 895.68 Sulle tombe monumentali, vedi gIarDIno 1983, pp. 202-203.69 bottInI 1990a, p. 91, e nota 9; braCCo 1958, p. 199; buCk 1971, pp. 70-71. Su San Marco, vedi SantIS 1986, pp. 155-170.70 Nella città di Grumentum, presso il foro, strati di crollo si-gillano un piano di frequentazione tardoantico (iii-iv sc. d. c.) (nava 2003, p. 987), e ambienti adiacenti alla Basilica vengono destinati ad attività metallurgica senza sostanziali modifiche in età tardoimperiale (ibid., p. 991), ciò avviene in un ambiente a est del caesareum, che riflette uno «stravolgimento dello stile cittadino dell’area forense» (De SIena 2006, p. 422).71 CIFanI et alii 1999, pp. 456-457.72 SmaLL 1999, p. 593.

esistenti»73,mentre più nuclei familiari sono ri-sultatiafferentiaunavillaoaunvicus,oltreaicoevisepolcreti,costituitidapochetombe(tra4e 8) e probabilmente pertinenti a singoli gruppifamiliari74. L’indagine archeologica ha restitu-ito 24 strutture funerarie a inumazione, databilitra ilVI e ilVII secolo, il che ricorda l’ultimafase dell’esistenza di importanti villae lucanecomequella di SanGiovanni diRuoti75. Il con-testo di scavo è reso più interessante dalla pre-senzadiuntrattodistradaanticaorientatoquasiperfettamenteest-ovest,copertadaunostratodicrolloeconsistenteinunbattutodisoli10cmdiciottoli,frammentidipietre,tegole,coppimoltosminuzzatiecompattati.Lastrada,larga2,30m,presentaunostratopreparatoriodicirca20cm,elargoben6,60m,per lopiùcostituitodapietredipiccoledimensioni,frammentiditegole,coppiemattoni,chesovrastaunulteriorestrato, largo8m, formato da pietre dimaggiori dimensioni.Essa è delimitata a sud da un cordolo di pietreallineatedigrandidimensionieanorddaunmurolargo1metro, realizzatoasecco,probabilmentedelimitanteun’areasepolcrale.Questaècostituitada24 sepolture con tipologia alla cappuccina, acassa,a fossa terragna,monosomeobisome,si-miliaquellecontemporaneediVI-VIIsecolorin-venutepressolachiesadella localitàSanMarcodiGrumentum76, laqualecon lasuacostruzionehafavoritoun’aggregazionedemicadocumentatadalle30sepolturedi IV-Vsecolod.C. rinvenutenellevicinanze77.La letteratura storica ricorda l’antica via Her-

culiachecorrevaaipiedidelpromontoriosucuisorgeViggiano;maatalpropositocisonoancoramolti punti da chiarire per attribuire con certez-za il tratto di strada rinvenuto al tragitto segnatodall’anticastradaromana78.Lazonacheinoriginesipresentavapaludosa,oggièpianeggiantedopo

73 id. 2008, p. 427.74 Sul sito archeologico della località Porcili, vedi ruSSo et alii 2009a, pp. 79-82 e guerrInI 2009, pp. 83-88.75 SmaLL 2008, p. 465: le strutture della villa erano in uso nel tardo vi-inizi vii secolo, periodo coincidente con l’invasione lon-gobarda iniziata nel 568; essa continuò ad essere occupata in parte fino alla seconda metà del vii secolo.76 bottInI 1990a, pp. 64-87; ead. 1991, pp. 859-864; ead. 2004, pp. 949-951.77 nava 2001, p. 764.78 buCk 1971, pp. 66-87.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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diverseazionidibonificaoperate sul territorioalfinedirenderlocoltivabileeproduttivo79.Unavilla lussuosaconmosaiciviene impianta-

tanelperiodotardoanticoinlocalitàMaioranodiViggiano80,lungounadellestradedicollegamentotra lavalledelBasentoe laVald’Agri,percorsoche si ricollega al citato tracciato della via Her-culia81. «L’edificio si sviluppa scenograficamenteacirca800mdialtitudine,sfruttandolanaturaleorografia,suunaseriediterrazzenaturali,ricchedisorgentid’acqua,degradantidaestaovest,versola valle del fiumeAgri. Il complesso è collocatoin prossimità di un importante asse viario anticoche, provenendo da Potenza-Anzi, attraversa tra-sversalmente l’altavalledell’Agri.Si trattadiunpercorsoalternativoallavia Herculia, importanteviapublicaromanachecollegavaVenusiaaPoten-tiaeaGrumentum,attraversoMarsiconuovo,perproseguiresuccessivamentefinoallacostaionica82,inunmomentodirafforzamentodellavia HerculiaacuradiDioclezianoeunritornoallacampagnadei ricchiproprietari.Si trattadiuna realizzazio-ne unitaria che ha sfruttato l’orografia del suolo,degradante da est verso ovest, la cui tecnica co-struttivaèsimileaquelladeiperiodiIIeIIIdellavilla-praetoriumdiSanGiovannidiRuoti,datatitra la secondametàdel IVe ilV secolod.C.Lefasitardedioccupazionedellavilla[...]sembranoconfermare ilquadro tratteggiato sullabasedelleevidenzefunerarie.Possiamoipotizzarecheipic-colinucleifunerari individuatidebbanoafferireastruttureinsediativediminoreimpegnoeinferiorequalitàchedifficilmenterisultanoleggibilisulter-

79 ruSSo et alii 2009a, p. 79, nota 19.80 ruSSo 2005a, pp. 241-256.81 buCk 1971, pp. 66-87; gIarDIno 1983, pp. 195-217.82 l’edificio, orientato in senso est-ovest, si articola in una serie di vani adiacenti a un’aula absidata centrale con fontana antistante. il lusso e l’accuratezza costruttiva si rivela dalle pavi-mentazioni a mosaico, dai ricchi rivestimenti delle pareti in ala-bastro, dall’uso del marmo pavonazzetto per la fontana. la villa s’impianta nel corso del iv-prima metà del v secolo. Dopo l’ab-bandono, da riferirsi a un evento traumatico, probabilmente un incendio documentato da uno strato di bruciato, inquadrabile nel vi secolo, gli ambienti meridionali vengono riutilizzati con un evidente cambiamento nella destinazione funzionale «e dotati di una rozza pavimentazione in laterizi allettati su malta che si imposta sui mosaici. Sembra possibile che la frequentazione tar-da e parziale della struttura possa ascriversi nell’ambito del vi-vii secolo, come lascerebbe intendere la presenza di ceramica comune, verosimilmente di produzione locale o sub-regionale, che imita i vasi a listello della tarda produzione di sigillata africa-na» (ruSSo 2009, p. 78).

reno.Leattestazionifunerariesipongonodunquecomepreziosoindiziopercomprendereledinami-cheinsediatinecoeve».In localitàBarricelle diMarsicovetere, vicina al

torrenteMolinara, affluentedi sinistradell’Agri, eneipressidellavia Herculia,siè, invece,scopertaunavillaruralediI-IIeIV-Vsecolod.C.,orientatainsensonordest-sudovest,alcuiabbandonosirife-riscelasistemazione,aldisopradellostatodicrollodiunambiente,diunatombainfantile,privadicor-redo,formatadaunacassaditegoleriutilizzate83.NellalocalitàCostaCollinadiViggiano,epreci-

samentenelVallonediSanPietro,risaleall’Ene-olitico/Età delBronzo (III-IImillennio a.C.) unastrutturaoriginariamente in legnocollegatacomeriparoaipercorsidellatransumanza,maancheallaviabilitàutilizzatainseguito,inetàromana,chehafavoritolarealizzazionediunafornacenelperiodomedioimperiale e un piccolo insediamento ruraletardoantico/altomedievale(VI-VIIsecolod.C.),dicuisonostateindividuateduesepolture84.AViggiano-LaMonaca«èstato individuatoun

nucleodi tombedietàpost-classicaubicatoa30masudestdiuntracciatostradale(identificatopercirca25m!)checorreinsensonordovest-sudest.La strada è costituita da uno strato di terramol-tocompattaall’internodelqualesonostateallet-tatepiccolepietreeciottoli insiemeapietriscoeframmentidilaterizietegole.Sebbeneisuoilimitinonsisianoconservatiperfettamentelungotuttoiltracciatointercettato,l’assestradalesembralimita-todaunfilaredipietredimaggioridimensioni.Perlacronologiadellastradasidisponedel terminus post quemfornitodauncrollo,databilealIVseco-lod.C.,copertoinpartedaltracciatostradale».LetombediVI-VIIsecolod.C.,posteall’internodiunmuro di recinzione orientato nord-sud, investonoil tracciatodel tratturomodernochesiaffiancaaquellopiùantico85.

83 De SIena 2006, pp. 413-414. la prima coppia sistemata in tombe del tipo a cassa in blocchi di pietra calcarea e coperta da spessi lastroni, ha restituito un coltello in ferro posizionato sopra il bacino e una fibbia in bronzo; l’altra una spada in ferro, disposta lungo il fianco destro del defunto con la punta rivolta verso l’alto, e nove bottoni/borchie sulla cassa toracica. Da no-tare nella seconda coppia che una tomba è stata riutilizzata per ben quattro volte, anche con due corpi (ibid., pp. 414-415). Sulla villa in località Barricelle vedi anche il contributo di M.P. Gargano in questo volume.84 nava 2001, p. 748.85 Su viggiano, località la Monaca, vedi vaCCa 2009, pp. 103-

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Per quanto riguarda le strutture abitative, sonostate individuate tre grandi villae. La prima, tut-torainedita,inlocalitàPedaliLeGrottediMarsi-covetere,scavataparzialmentenel2001aseguitodilavoridiemergenza,siimpiantanelcorsodelIsecolod.C.econoscequattroperiodidivitafinoall’abbandono,traVeVIsecolo.Inunperiododipocosuccessivoiruderidellavillasonostatiriuti-lizzaticonfinalitàsepolcrali.Un’altra importante villa è in corso di scavo a

Marsicovetere, lungo il torrenteLaMolinara, af-fluentedisinistradell’AgriedominataanorddalMonteVolturino.Sitrattadiungrandecomplessoedilizio, impiantato in età augustea con una fasemonumentalediIIsecolo,dicuisisonoindividua-ti,perilmomento,lapars rustica eilperistilioconunaseriedivanicircostantifacentipartedelquar-tiere residenziale.L’importanza del rinvenimentoè data dall’attribuzione della proprietà fondiaria,attraversounaseriedibollisutegoleeunsigilloin bronzo, alla potente famiglia lucana deiBrut-tii Praesentes,chehadatoinataliall’imperatriceBruttia Crispina,mogliediCommodo.Leindaginipiùrecentihannoevidenziatounatardaoccupazio-nedellavilla,chesidatatralafinedelVIeilVIIsecolo e interessa in particolare il peristilio e gliambienti circostanti, che subiscono pesanti rima-neggiamenti e profondimutamenti nella destina-zioned’uso: ilquartiere residenziale si trasformain quartiere artigianale86.Tra imateriali di parti-colarepregioricordiamounafibulaaformadica-vallinoconsuperficiedecorataaocchididado,cherichiamal’importanzadiquestoanimaleneiviaggienellaguerra.Unulteriorenucleodisepoltureèstatoscoperto

in località Pagliarone diMarsiconuovo87, a circa100mdaunanecropolidiIV-IIIsecoloa.C.;sonostaterinvenutequattrosepolturediVI-VIIsecolod.C.,orientate insensonordovest-sudestedispo-ste per coppie, non distanti anch’esse dall’anticotracciatodellaviaromanacheattraversavalaVald’Agri,pressocuidovevaesserestatocostruitoin

106. in riferimento al tratturo moderno e alla strada antica: vaC-Ca 2009, p. 103, fig. 41.86 ruSSo 2009, p. 78. Sulla prosopografia di crispina e sulla villa di Marsicovetere vedi anche gli interventi di H. Di Giuseppe e di M.P. Gargano in questo volume. 87 Sulla località Pagliarone di Marsiconuovo, vedi ruSSo 2009, pp. 77-78; gargano 2009, pp. 96-99; guerrInI 2009, pp. 100-102.

epocalongobardailvillaggio.Essehannorestituitoimportantielementidicorredo,tracuiorecchiniinoroacestello,scramasaxespadeinferro,speroniinbronzo,fibbieedelementidecoratidicintureinbronzo88.«Inconclusione,lanecropolidellalocalitàPorci-

li,perilnotevolenumerodideposizioni,eillungousodellanecropolidellalocalitàValloniSanPietrosonoinconnessioneconunabitatosparsoaltome-dievale incuiconvivonogentidiorigine romanacon gruppi dominanti longobardi attestati soprat-tutto nelle sepolture della seconda metà del VIIsecolo conpiù ricchi corredi (arminegli uomini,gioielliinoronellesepolturefemminili),anchesel’adozionedellacassaliticarientranellatradizionetardoromana,ese restadachiarirese tale tipodiinsediamento è in continuità omeno con struttu-reruralidietàromana.Probabilmentesi trattadifaraelongobardeallocateinsitistrategiciinrela-zionealcontrollodellaviabilità,rappresentataso-prattuttodallavia Herculia,edelterritorio».Nonèuncasochequattrodeiseinucleiscoperti«sonolocalizzatiinposizionedifondovalleinprossimitàdeltracciatoviarioidentificatoconlavia Herculia (Porcili, Lagaridda e Pagliarone, La Monaca); espessosiverificalaconnessioneolastrettaprossi-mitàconsitigiàoccupatidaareefunerarieinepocapreromanae romana (aPorcili eaPagliarone),asuggerirelapossibilecontinuitàdioccupazionedeimedesimisiti[...]purconevidentidestrutturazioniecambididestinazioned’uso,dallevillediPedaliLeGrotte, e in località Barricelle89, quest’ultimasignificativamente localizzata a sud del tracciatodell’Herculia di fronte al sepolcreto di Pagliaro-ne. In ogni caso le attestazioni archeologiche dicarattere funerario e/o insediativo, documentanoalmenofinoalVIIsecololavitalitàeimportanzadiquestaarteriaviariaelatenutadiunabitatopar-cellizzatodi fondovalledimedia epiccola entitàdislocatoaimarginidellaviabilitàstessaetaledafarapparireiltracciatodell’Herculia‘presidiato’.Alleareefunerarie,edunqueagliinsediamentidifondovalle,siaggiungonoipiccolinucleifunerari

88 Per confronti, vedi paroLI 1995, pp. 180, 213, 248, 294.89 Sull’ultima fase della villa di Barricelle, che non supera la metà del v secolo d.c., vedi l’intervento di M.P. Gargano in ruS-So et alii 2007, pp. 81-119, in particolare p. 97, e in questo stesso volume.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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dimezzacosta(ValloniSanPietro)90edimontagna(“Valdemanna”, collegata al longobardo “Wald”,bosco, e “Man”, uomo) a documentare ulterior-mentel’esistenzadiunpopolamentoruralesparso.Dopo ilVII secolo non sembrano cogliersi più

indiziarcheologicidiunacontinuitàd’usodique-stearee funerarie,nédel reimpiegodelle struttu-redellevillae:l’abitatoruralesparsoperpiccoliemedinucleisembrascomparire,possiamoimmagi-nareafavorediformeaccentratedipopolamento91.Restaancoradacapireilruolorivestitodall’arri-

vodeiLongobardiinquestoprocessoditrasforma-zionedelpaesaggioruralecosìcomesieraandatoastrutturareeconnotaretraVIeVIIsecolo92.Quantoallaconquistalongobarda,essasiindividuaapar-tire dallo scorcio delVI secolo, «proprio in con-siderazione dei danni subiti da quelle vicine sedivescovilie,inparticolare,delfattochel’espansio-nes’irraggiasecondoilreticolostradaleromano»93.Enella stessaGrumentum tombemedievali in-

teressano spazi all’interno di abitazioni, edificipubblici e «lo strato di abbandono che ha com-pletamentericopertoeannullatolastradabasolataromana94, che in alcuni punti, tra ladomus con imosaicieilForo,èstatarecisatrasversalmentenelrispettodiproprietàprivate».

La costa ionica e la viabilità tra il Tardoan-tico e il MedioevoTralefontiletterarierelativealperiodotardoan-

ticoealtomedioevalediMetaponto,chesonomol-

90 Sulla località valloni San Pietro vedi guerrInI 2009, pp. 90-96.91 Analoghe trasformazione si registrano nelle villae dell’italia meridionale: voLpe, turCaIano 2005.92 guerrInI 2009, pp. 106-110 e note 100 e 102. Per un inqua-dramento storico-topografico del territorio lucano tra iv e vii secolo, in particolare per l’insediamento rurale tardo romano, si rimanda a DI gIuSeppe 1996, pp. 189-252; più recente la sintesi riguardante la Basilicata tra tardoantico e Alto Medioevo di ber-teLLI 2006, pp. 505-563. in relazione all’insediamento religioso rurale si rimanda a FavIa 1999, pp. 312-349, in particolare per Grumentum alle pp. 313-320. geLIChI 2001, pp. 228-229, nota 93, ipotizza che fenomeni di graduale e progressivo abbando-no delle campagne dovevano essere già in atto ma che l’arrivo dei longobardi li dovettero accelerare soprattutto nelle aree di confine. in direzione opposta i risultati delle indagini degli ultimi anni nel territorio dell’apulia, dove fino al vi secolo si registra un aumento degli insediamenti rurali soprattutto di piccole fattorie (voLpe 2006, pp. 221-249). una sintesi recente è stata elaborata su scala nazionale da brogIoLo 2003, pp. 591-622, e per il Duca-to di Benevento da rotILI 2003, pp. 827-878.93 CILento 1966, p. 55.94 LattanzI 1984, p. 326; gIarDIno 1991, p. 834, nota 19.

toscarse95,quellechesidistribuisconoinunarcoditempocompresotralametàdelIVegliinizidelXIIsecolo96,«fornisconosoltantounaindicazioneditipoviario,citandoMetapontocomestatiodellavia costiera ionica colleganteTaranto con laCa-labriameridionale;inunsolocaso–sullaTabula Peutingeriana–sitrovaattestatol’insolitotoponi-modiTuriostuinluogodeltradizionaleMetapon-tum»;ma,erroneamente,ilMiller,«sorpresodallanovitàdelnomeTuriostu,loattribuivaaunastatiodaubicarsisul tracciatoGrumentum-Heraklea»97.Daaggiungere,nell’areadelcastrumdiMetapon-to, i duemiliaria di Giuliano l’Apostata, uno ingiaciturasecondariael’altroancorain situ98;unita-menteallaTabula,essicostituisconounapreziosatestimonianza diretta della recuperata importanzadell’anticaviacostieraionicaedellaconnessasta-tiodiMetapontonelcorsodelIVsecolo99;unodeiqualicollocato,comeelementodiunmonumentocelebrativodopo lamorte dell’imperatore, all’in-terno della basilica paleocristiana, costruita nellaprimametà del IV secolo e abbandonata già nelV100,ancheseulteriorielementiinduconoaconsi-derarelapossibilepresenzadiunasecondabasili-canelVsecolod.C.Dopounincendionellapartefinaledelsecolo,eunarioccupazionenellaprimametà del VI secolo, come anche nella contradaMele,occupataapartiredallasecondametàdelIVsecolo, l’area viene definitivamente abbandonatanellasecondametàdelsecolo.Nel corso del IV secolo d.C. l’abitato diMe-

taponto si estendeverso est,finoalla costa, oveviene costruita una struttura portuale che creaancheunnuovoo rinnovato collegamento tra lacittàeilterritorioepartecipa,comelavilladiSanGiovanni di Ruoti, alla ripresa produttiva dellaregione nel corso delV secolo, prima dei citatiavvenimenti traumatici di fine secolo.NellaTa-bula Peutingeriana, che è una guida stradale diriferimentoancheinetàmedievale,ètrascrittoil

95 gIannotta 1980, pp. 69-72; gIarDIno 1991, p. 837, nota 26.96 gIannotta 1980, pp. 69-72, nota 28; tab. peut., vii, 1; an. Rav., iv, 31 e v, 1; Guid., 29 e 72.97 mILLer 1916, col. 378.98 gIarDIno 1982, pp. 155-159, nota 95, e tavv. 43-48.99 Sulla “rinascita” della viabilità pubblica in lucania e nell’italia meridionale in genere posteriormente all’età costantiniana, e sul probabile collegamento con le esigenze annonarie di roma, vedi Lepore, ruSSI 1973, p. 1941.100 gIarDIno 1991, p. 844.

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nomediTuriostualpostodiMetapontum, ilcheprobabilmentenoncontraddice la rilevanza eco-nomicaacquisitadall’anticacoloniagreca,ormairistrettasisoprattuttonelcastrum,traIVeVIse-colod.C.,mane riporta ilnomeconcui eraor-maiidentificata,il«portodiTuri»,lavicinaTuri.Aessa inquelperiodo facevanocapo iquartieriportuali della città, scoperti nel 1982 in localitàMele, la cui importanza, rispetto all’ambito ur-bano, è confermata «da unamaggiore rilevanzaassegnata alla viabilità est-ovest, quindi lineadicosta-interno, rispettoaquellanord-sud»edallacostruzione, all’internodelcastrum, di «sempli-cicase-fattorie,separateleunedallealtre,econalcuniambientidestinatiallaconservazionedellederratealimentari»ediunabasilicaconorienta-mento est-ovest, «con ingresso sul latoocciden-tale,apiantarettangolareprivadiabside»,datataalla primametà del IV secolo per l’utilizzo delmiliariumdiGiulianol’Apostata,pertinenteaunmonumento celebrativo in loco per la colmatu-radiunafossa, insiemeadaltromateriale,pocodopolamortedell’imperatore,ilcuiinteresseperlaviabilitàmetapontinaèconfermatodalsecondocipporinvenuto«ingiacituraprimariaaimarginidell’asseest-ovestmeridionale».DuranteilVse-cololabasilicaèridottaadeposito-cantina,colmodi anfore commerciali diffuse nel Mediterraneonel corso del secolo; esso viene abbandonato asua volta per un incendio nell’ultimoquarto delsecolo, precedentemente la rioccupazione menointensa della primametà delVI secolo e il suodefinitivoabbandono,siglatodallapresenzadiungruppo di 3 sepolture tipiche degli insediamentilongobardidifineVI-metàVIIsecolod.C.101.Nella zona Mele gli edifici-magazzino sono

correlati a «una struttura portuale, probabilmentecorrispondenteaunbacinoretrodunalericonosci-biletral’areaabitatadelcastrumelalineadico-staantica»102, e forse«il riconoscimentodel lagodiSantaPelaginacomesededelportoedell’inse-diamento diVII-X secolo, proposto daG.Noyé,rimanesolounavalidaeaccettabileproposta»103;comunque,proprio«inprossimitàdelsettoreme-ridionaledelcastrum, sinota ilconvergerediun

101 gIarDIno 1991, pp. 844-850.102 De SIena 1990, pp. 301 ss.103 noyè 1984, pp. 21-22; id. 1988, pp. 122-124.

asseviarioconandamentorettilineo,checollegailterritorioconl’areaportuale»104.Alcunidiplomimedioevalidellavicinaabbazia

diMontescaglioso105attestanolapersistenzadelto-ponimogrecofinoall’XIsecolo,quandoessovienesostituitoprimadaCivitas Sanctae Trinitatisepoi,apartiredagliinizidelXIIIsecolo,daTurris Ma-ris106,“TorrediMare”,«topograficamentecollega-toconilnuovocorsodelBasento»incuiilprimoterminerichiama,piùchelapresenzadiunatorre,iltoponimo“Turi”presenteanchenellaomonimachiesa vescovile presso Guardia Perticara. Que-staultimadenominazione,nella formavolgaredi“TorrediMare”, ricorresunumerosecartenauti-cheecorograficheredattetraXVeXVIIIsecolo107.

Dall’epoca altomedievale ai secoli centrali del Medioevo«Ilritornoaunastrutturainsediativaditipourba-

nosiavrànuovamentesoloapartiredall’XIsecolo,conilconsolidarsielosvilupparsidiinsediamentid’alturaqualiSaponara,MarsicoNuovo,Marsico-vetere,Moliterno ecc. [...].Questonuovoassettopoleografico dell’antico territorio grumentino re-steràpoiattivofinoall’etàmoderna,modificatodirecentedallarisistemazionediunarapidaviabilitàdi fondovalle, che ha determinato lo sviluppo dipiccolicentridipianura(Villad’Agri,Sarconi)108.Sicuramente l’asse dell’Herculia-Grumentum-

Potentia-Venusia già nell’Alto Medioevo eraun’arteriamoltoattivanonsoloperiltrafficocom-merciale e per il collegamento tra le più antichediocesidellaLucania(Marcellianum-Grumentum-Potentia),maancheperladiffusionedelcristiane-simo, per i pellegrinaggi aNola presso la tombadiSanFelice, soprattuttonelgiornodella sua fe-sta(14gennaio),eversoilsantuariomicaelicodelGargano.Venosa,inparticolare,importantecivitaslongobardadiconfine traVIIe IXsecolo,diven-neluogodisostaediassistenzasuunitinerariodipellegrinaggio che, proprio tramite questo ramodell’Herculia, collegava il versante tirrenico aquelloadriatico,dove,sulGargano,sitrovavanoil

104 gIarDIno 1983, pp. 195-217.105 tanSI 1746.106 LaCava 1891, pp. 179-184, 243 ss.; noyè 1984, p. 21.107 vedi, ad es., quelle di Giorgio Giovanni da venezia (1494), Mercadore (inizi 1600), Salmon (1761) e A. zatta (1783).108 gIarDIno 1991, pp. 836-837.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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santuariomicaelicoeunospizioperpellegrinifat-tocostruiredaiLongobardi.Poi,neisecolicentralidelMedioevoful’itinerariopiùutilizzatodaimer-cantimelfitaniperraggiungerelecostetirreniche.Ladirettriceab Regio ad Capuam,denominata

comunemente via Popilia, nelMedioevo conser-vò,conqualchevariantespecialmenteneivalichiappenninici, il tracciato originario segnato nellaTabula Peutingeriana, nell’Itinerarium Antonini enellaCosmographiadell’AnonimodiRavenna,ripresopoidaGuidoneneiGeographica.L’aspraorografiacondizionòdecisamente lo sviluppodeltracciato, che nel versante lucano si snodava trapercorsidicrestaedicrinale,«peraspri,etstranibalzi,etanchepericolosidapassare;neiqualiso-glionodimorareiladroniperspogliare,rubbare,etuccidereipassaggieri[sic]»,trafoltiboschidaglialberimoltoalti«chepaionoconlacimatoccareilcielo».AttraversoilVallodiDiano–unaltopianocheincideprofondamenteilrilievoaovestdelPol-linodopoPolla–seguivailcorsodelTanagrosinoallaconfluenzacolfiumeCaloreprimadiattraver-sareilrilievodelPollinooccidentaleepenetrareinCalabriaperilvalicodiCampoTenese.Tralastatio ad CaloremeSammuranum(punti

chesegnavanoidealmenteiconfiniconlaCampa-niaelaCalabria)sonoregistratetretappeinterme-die:Marcelliana,CesarianaeNerulo.L’incastellamento e la formazione di nuovi in-

sediamenti dalX secolopiù chemutarne sostan-zialmenteilpercorso, loreseropiùarticolatoconl’aperturadinuovestrade,secondounatramaapet-tine.Questoschemaviariodisegnailnuovoaspet-todellaviabilitàlucanamedievaleattraversocuisirealizzaronolabonificadelterritorio,iprocessidierosionedelmantovegetativo, leesteseformediurbanizzazione,leaggregazioniantropiche.Inoltre,dopolariconquistabizantinadelIXse-

coloelacreazionedeltemabizantinodiLucaniadocumentato nella prima metà dell’XI secolo, ilcentro amministrativoTursi era legato ancor piùalle vie fluviali e terrestri della regione. Esso, lacuiprimamenzionerisaleal968d.C.,quando lacittà viene citata con il nome diTurcico oTorrediTurcico nella legazione ottoniana del vescovoLiutprando[...]è situato traduefiumi importantiche attraversano la regione, il Sinni e l’Agri [...]Nell’antichitàquesta eraunaposizione strategicainquantodaessasipotevanocontrollarelaviaco-stieralungol’asseCalabria-Puglia,levieperl’in-

ternolungol’alveodeifiumiSinnieAgrielastra-dacollinareAnglona-TursiperSant’Arcangelo109.Imonasteri italo-greci eranogeneralmenteubi-

catilungol’alveodifiumi,concuistabilironoun«legamesinergico»,comeildirutomonasterode-dicatoaSanGiuliano,restauratodaSanLuca,ubi-cato«iuxta flumen Agrumenti»,cioèlungol’Agri.Le strade romane, denominate frequentemente

viae publicae ostratae maiores, continuaronoadavereunruolocentralenellecomunicazionedellaLucania.Solo dalla seconda metà del X secolo la rete

viariacominciòadampliarsiconunaseriediper-corsi legati alla trasformazione fondiaria cui det-tero impulso imonaci italo-grecichedisboscaro-noebonificaronomoltezonemontuose,aprirononuove strade interne e riutilizzarono desueti sen-tieri.Testimonianze significativedeipercorsi chesegnarono il territorio lucano nel X secolo sonopresenti nella vita diSanVitale diSicilia,mortoaRapollanel990: il santodallaSiciliapervennein Calabria, quindi, seguendo un itinerariomon-tuoso,«peregratis eremis, montibus et speluncis»,verosimilmente la Capua-Reggio sino all’anticastazionediCaprasis(Casello-SanMarcoArgenta-no),raggiunselosvincoloperlavia de Apulia,dadovesidiressenelterritoriodiCassano«in monte qui dicitur Liporachi».Discesodalmonte,Vitalerimasenella zona,neipressidellavia de Apulia,«in locis inviis et inhabitabi libus quae nunc dicitur Petra Roseti: ubi multa latrocinia multaque fiebant homicidia»,dove le frequentipiogge inondavanoleterreerovinavanolestrade.PetraRosetieraunimportante snodo viario lungo la via litoranea aconfinetraCalabriaeApulia,secondoIdrisiluogodi frontiera traFranchi eLongobardi, chenon siidentificherebbeconRoseto,mamoltoverosimil-menteconlalocalitàdiTorreBollita,pressoNovaSiriScalo.InfattiilgeografodiCeutacollocaPie-tradiRosetoaunadistanzadi12migliadaRosetoCapoSpulico e di 6miglia dal fiumeSinni: unadistanza corrispondente esattamente aTorreBol-lita,puntodiconfinetra laLucania longobardaequella bizantina.Vitale, poi, partendo daOriolo,pocodistantedaNovaSiri, effettuòun itinerariomontuoso,collegatoallavia Herculia,chelocon-dusseadArmentoattraversoCersosimo,Noepoli,

109 Lapenta, quILICI 2003, p. 145 e nota 5.

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Senise,Fardella,Calvera,SanChiricoRaparo,SanMartino d’Agri, guado del fiumeAgri presso lamasseriaSant’Angiolo.Nell’871 riporta il Chronicon Salernitanum:

«Agarenorum rex[...]Abdila cum sexaginta duo mi-lia pugnatorum per Calabriam Salernum venit»110.«OrbenesesiconsideracheduranteilpontificatodiGiovanniVIII(872-882)avvenneladistruzionediGrumentum e che questa città era collegata alVallodiDianomedianteunramunculuscheaMar-cellianumsistaccavadallaviaCapua-Reggio,toc-cavaCosilinume,dopo25migliadaquestacittà,raggiungevaGrumentum,èprobabilecheiSarace-ni, risalendodallaCalabriao,piùprobabilmente,accedendovialritornodopoilfallitoassediodiSa-lerno,sisianofermatiperqualchetemponelVallodiDiano,spingendosiancheall’internoattraversolediramazionichepartivanodall’anticastradaro-mana.TaleitinerariofupercorsoanchedaRuggeroIIdirettodallaCalabriaaSalerno»111.Anchenell’altaVald’Agri,aGrumentumsiso-

stituisce Saponaria,ma,comenelVallodiDiano,«findagliinizidelIXsecolo,èpossibilecogliereiprimisintomidiunaripresademograficaediunmaggiore movimento delle campagne attraversoleoperedibonificaemiglioria.Sottolapressionedell’incrementodemografico leparti dellegrandiproprietàgestiteineconomiadalproprietariosidi-sintegranoevengonoassegnateadungrannumerodiconcessionari[...]iproprietarisialaicisiaeccle-siasticiincanalanolapressionecontadinaversoleterreincoltedeilorodomini,cercandodivaloriz-zarleconlaconcessionedivantaggiosipattiagrarie di allettanti concessioni di libertà personale…eriunendolapopolazioneincentrispessofortifi-cati [...] basedi quelle nuove entità signorili chenelX secolo,vediamosemprepiùnumerose [...]quest’operadi colonizzazioneedidissodamento,tesaaguadagnareall’agricolturaleterredellavalleinvasedalleacqueeinfestateallamalaria,dovetteiniziaregiàversolafinedelXsecoloperprotrarsifinoallaprimametàdelsecoloXIV,nonostantelabattutad’arresto segnatanegli ultimidecennidelXIIIsecolodallaguerradelVespro.Ilrisultatopiùvistosofuilsorgereaipiedideicentridisommitàdi tutta una serie di casali, che si vennero colle-

110 chronicon Salernitanum 1956, cap. 111, p. 124.111 burgareLLa 1982, pp. 44-45 e nota 6.

gandoaimarginidellavalle,perlopiùneipressidellesorgentisgorganti lungola lineadicontattotraiterrenipermeabilimontagnosiequelliimper-meabilidellavalle[...].Diquesticasaligranpartescomparirà nei secoli XIV-XV, alcuni definitiva-mente. Il fatto poi che gran parte di essi porti ilnomedisanti,ciautorizzaapensarecheessisor-serointornoadunachiesaounmonastero112[...].LaconseguenzapiùgravedellaGuerradelVesprofuperòquelladifavorirenellezonechenefuronoinvestitelaconcentrazionedellapopolazioneinlo-calitàmeglioprotette[...]intuttoilMezzogiornocominciano a formarsi, per effetto anche di altrecause, quegli immensi spazi vuoti che poi carat-terizzeranno per tutta l’etàmoderna il paesaggioagrario meridionale», cui si aggiunge l’aumentodelleterreinfeudateinbeneficiodicolorocheave-vano collaborato congliAngioini. Pertanto ci fuungeneraleriassettodelterritorioconilpassaggiodaunaccentramentoamagliefitteeperpiccoliag-glomeratiaunaccentramentoamagliepiùlargheeagglomeratipiùgrandi».Ciòcausò«ilritornoapascoloedalboscoditerrecheeranostatemesseacolturasottolaspintadell’incrementodemogra-fico;ildisboscamentoelamessaacolturaditerremarginaliraggiunseroaiprimidelsecoloXIVli-velliassaialticonconseguenteaggravamentodeldisordineidrico;lapaludeelamalariadivenneropertanto parte integrante del paesaggio agrario edellacondizionedivitadellepopolazioni;ilrisul-tatoful’abbandonodefinitivodellelocalitàmala-riche di fondovalle, l’aumento della popolazionenellezonesalubri,lemigrazionigiornalieretralepartipiùelevateepiùbassedellostessocomune,losfruttamentoestensivoapascoloeacolturacerea-licoladiscontinuadelfondovalleelacoltivazionefinoall’esaurimentodeiterrenisullecollineesullemontagne».NeglistatutidiDianolenormecheri-guardano la transumanzaoccupanoquasi lametàdelcontenuto113.

Al tempo dei NormanniLavia AppiarisultamenoutilizzatadellaTraia-

na, almeno sino ai primi decenni dell’XI secolo,allorché,riconsolidandoleloroposizioninelCate-panato,lerestituironounacertafunzionestrategica

112 ibid., pp. 46-50.113 ibid., pp. 53-57.

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fondando lungo il suo corso alcuni castra, comeMelfi.NeisecolicentralidelMedioevo,iltracciatodell’anticastradaromanarisultanotevolmentemo-dificatoperrispondereaibisognideinuovicentriabitati:daGravinadiPugliaallastrata que itur de Tarento-Materam.Successivamente,altripercorsiespresseromegliolemutateragionipolitiche,so-ciali e culturali, come la strada descritta daGui-done(1119),sconosciutaall’AnonimodiRavenna,chedaOríaaGrumentotoccavaalcunimonasteribenedettini e importanti centri episcopali, comeTaranto, Mottola, Castellaneta, Montescaglioso,Matera,Banzi,AcerenzaeMuro.Idrisiricordaipinichecrescevanoinabbondan-

zalungolerivedelBradanoechetagliativeniva-notrasportatisinoalmaredallacorrentefluviale;seneestraevapeceecatramedicuisirifornivanomoltipaesi.Dalla fine dell’XI secolo sono costruiti alcuni

ponti, comequellodell’AgrieneipressidiPoli-coro,costruitonel1110daRuggerodiPomareda;ifiumidellacostaionicaeranoguadabilid’estate,mentred’invernoconl’aumentodellaportatadive-nivanotuttinavigabilialmenoallafoce114.Unaltrotracciatodianticaorigine,chenelMe-

dioevoebbeunosviluppoinrapportoall’antropiz-zazioneinternadellaregioneeaicollegamenticonl’ApuliaelaCalabria,èlaviaTraianeaionica,chedal XII secolo viene denominata via de Apulia.Essaprocedevaconuntracciatoirregolareevaria-bile tramezzomiglioeunmigliodallacostaperlapresenzadizonepaludoseemalaricheedicorsid’acqua guadabili con zattere e barchette d’esta-te, intransitabili d’inverno per le piene che spes-sotravolgevanoimalfermipontidilegno.Erauntracciatomarginalenell’ambitodelsistemaviarioromano,mentreassunseuna funzionepiù impor-tantegiànell’ambitodelleoperazionimilitaridellaguerragreco-gotica.Negliitinerarimedievali,chegeneralmente ricalcano gli itineraria romani, iltrattolucanodellaTraianeaionicaapparepiuttostodesolato:l’AnonimoeGuidoneviregistranosoloduecentriabitati:MetapontoeHeraklea/Policoro.Lavia de Apulia,giàricordatadaProcopiocome

itinerario litoraneo che collegava Reggio, Thu-rii,TarantoeOtranto,eralapiùfrequentatadaglieserciti,ecorrispondevaall’importanteasseviario

114 ibid., pp. 13-15.

dietàgrecasulqualesiaffacciavanogliimpiantiagricoliposizionati«sulprimoallineamentodicol-line»,deiqualiunterzocontinuaavivereoltrel’etàellenistica,trenonsuperanol’etàaugustea,undicigiungonofinoalII-IIIsecoloetrefinoalMedioe-vo.Essisonoperlopiùrappresentati,ancheinetàimperiale,nellafasciacompresatraifiumiSinnieCavone,adifferenzadiquellarientrantetrailSin-nie l’Agri,chesembraconservare lecaratteristi-che colonialimagnogreche. Il complesso termalediCugnodeiVagnidiNovaSiriutilizzavalasuevascheperbagnicurativi,mentrealtrisettorieranodestinatialsoggiornodegliutenti,chetransitavanolungolavicinaviapubblicachecollegava(ecol-legaoracomeStradaStataleJonica)«tuttiicentridell’arcoionicodaTarantofinoaReggioCalabria[...]. Inoltre, immediatamente a valle, e proprionelpuntodiincrociotralaviacostieraelastradaprovenientedallaLucaniainterna,ricorreiltopo-nimosignificativodi“LaTaverna”,riferitoaunastazionedipostamoderna,lacuipersistenzad’usoda periodi più antichi è stata giudicata tutt’altrocheimprobabiledaLorenzoQuilici»115.Nell’areacompresa traCugno deiVagni e il Sinni dovevasicuramente trovarsiSemnum, l’unicastatiodellaviacostieraionicacitatadallaTabula Putingeriana(VII,1-2)periltrattocompresotraTuris(Turi)eHeraklea.«Ladistanzadi4migliaindicatasull’iti-nerario,secorretta,neindical’ubicazionea1kmdaCugnodeiVagni,sullatodestrodelfiumeearidosso della struttura portuale presente alla suafoce.Ilgrandecomplessotermalevienequindiadoccupareunaposizioneprivilegiatarispettoadal-cunedellecomponentieconomichepiùimportan-tidell’interocomprensorio:ilportosulSinnielaviabilitàa lungapercorrenza»;quindi,«unadelletanteinfrastrutturediserviziochesolitamenteaf-fiancano e integrano la presenza di una strutturaportuale»116.Anche papa Urbano II il 20 novembre 1092

avrebbepercorsounlungotrattoditaleviarecan-dosidaSantaMariadellaMatina(SanMarcoAr-gentano)aTaranto,sostando«in Anglona civitate»,perpoiproseguireallavoltadiTaranto,deviandoprobabilmenteperMatera eproseguendoperTa-rantolungol’anticavia Appia.

115 gIarDIno 2003; quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 225.116 gIarDIno 1999, pp. 175-187, in particolare pp. 181-182; ead. 2003, p. 198, n. 70.

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Undecisivosviluppodellaviabilitàinternasive-rifica,comunqueapartiredagliultimiannidell’XIsecolo,allorché,inseguitoalconsolidamentodeldominionormanno,siprocedetteviaviaaunage-neralerisistemazionedelterritorioincuiacquista-vanorilievo il riassettodellediocesie, inmisuramaggiore, l’organizzazionedel dominiomonasti-co.Ilpotenziamentodellagiurisdizionemonastica,inparticolarequellacavense,sostituendoillatifon-doelasuaorganizzazionelaica,favorìilripopola-mentoel’aperturadinuovestrade,permisedigua-dagnareallacolturamoltezoneboscoseodeserte,diprovvedereallamanutenzionedella reteviariaprimariaediquelladiservizio,dirafforzaregliar-ginideicorsid’acqua,diaprirenuovepeschiere.Interessantenelmeritol’attivitàdeimonacibene-dettini del monastero di Banzi, avamposto dellachiesaacherontina lungo la stradamedievalechecollegavaOria aGrumento.Le delimitazioni deiconfinidelletenutedelmonasterobantinoconsen-tonononsolodiricostruirelafittatramadell’ordi-toviarioprimarioesecondariodiunavastazonapostanelcuoredellaLucania,madirilevareanchela funzionalità dei raccordi con le vie pubbliche,che, adattandosi all’articolatamorfologia del ter-ritorio,segnatoda lame, lamelunghe, lamestelle,valloni, serroni e seguendo la complessa geogra-fiadeicorsid’acqua,permettevanodiraggiungereterrae vacuae,boschi,orti,fiumare,fontane,riga-gnoli,fiumi,sorgenti,insediamentiruralieurbanie, spesso, rappresentavanoopportune scorciatoie:collegamenti interni attraverso cui si alimentava-nol’attivitàruraleeilcommercio.Nell’ambitodiquestacompositaviabilità,estremamentearticola-tamaaltrettantofunzionale,unitinerariopoconotounivarapidamenteilcuoredellaLucaniaalSanniointeressandoalcunitrattidell’Appiaedell’Hercu-liacollegatetralorodaundiverticolo.Accanto alle grandi trasformazioni fondiarie,

dovuteancheall’iniziativadeipiccoliproprietari,erainattounlentoprocessoditrasformazionede-glischemimentalistimolatodanuovivettoricul-turali,tracuiilmonachesimolatino,eundiversoapprocciopoliticoaiproblemiagrarieall’assettodelterritorio,incuiacquistavainteresseprioritariol’intera retedicomunicazioni impostatanonsolosulleantiquaeopublicae,maanchesustratellae,semitae,anditus,viae,convicinales,carrese e suquelle viae novae che assumevano la denomina-zione in rapporto a elementi caratterizzanti del

percorsoo,allecittàcollegate,comevia Venusina.Inquestanuovatramaviaria,puntualmentedocu-mentatadaIdrisi,Materaassunseunruolocentraleinrapportoainumerosivillaggidirecenteforma-zione dell’area apulo-bizantina,mentreAcerenzae,soprattutto,Potenzagravitavanonell’areaditra-dizionelongobarda.Materapostalungolatraietto-riachedaTarantoconducevaaNapoliseguendoilversante pugliese;Potenza collegata direttamenteall’areasalernitana.Losviluppodellamagliavia-ria lucana venne stimolato dalla centralità politi-caereligiosadialcunecittàcomeMelfi,Venosa,AcerenzaePotenza,dallanascitadinuovivillaggirurali,dalsistemacastellare,daimonasterigrecielatini,rupestriesubdiali,che,distribuitilungope-culiariarterie,divennerocroceviadiunarete.Loschemaviariodi Idrisi, sullecuidistanzesideveesseremolto cauti in quanto spesso inattendibili,apparesommarioeincerto.Questopuòesseredi-pesodalfattocheriordinandogliappuntidiviag-gioabbiaconfusodistanzeecittà.

«[...] da Sant’Arcangelo a Roccanova sei miglia, a Co-lobraro dodici, a Senise – verso destra – dodici, a Gan-nano – posta a sinistra – ancora dodici miglia; il fiume Agri interseca queste due terre. Da Sant’Arcangelo al munitissimo Castel Missanello sei miglia; per Gablichio [Gallicchio] due miglia; da Sant’Arcangelo a Buns’.drat [?], in direzione ovest, sei miglia; per San Martino d’Agri tre miglia; per Montemurro sei miglia; per Viggiano sei miglia; per Marsico Vetere sei miglia; per Saponara di Grumento dodici miglia; per Sarconi tre miglia. Da Se-nise a Tursi dodici miglia; per Anglona sei miglia; per Carbone diciotto miglia».

L’onere della realizzazione delle opere stradalilucane,comepurequellodellaloromanutenzionee vigilanza, del resto, ricadeva sui feudatari,sullechiese localiesuimonastericheviavevanointeressieconomici:lodimostralacostruzionediunpontesull’Agri,neipressidiPolicoro,dapartedelcitatoRuggerodiPomareda (1110)per agevolareil transito per la viaque ducit apud Tarentum. Ilponte, costruito dalla vedova diRuggero, acquisìnotevolerilievoperiltrafficolitoraneo,ancheperlapresenzadiunospedalechedivenneoggettodilititraimonasteridellaSantissimaTrinitàdiVenosa,diSant’EliadiCarboneediSantaMariadiPisticci,che a vario titolo ne rivendicavano la proprietà.Tranne alcuni tronconi di strade consolari, come1’HerculiaelaCapua-Reggio,l’interaretestradalelucana presentava un fondo in terra battuta oricavatonellegiogaietufacee,privodelmantellodi

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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ciottoliedipietrameminutoodiparticolarioperedidrenaggio,incertipuntipermeabile,inaltrifacileall’impaludamento.Ciòrendevagravosoilviaggioefrequenteillamentoperl’asperitas viarum.I portolani medievali segnalano lungo la costa

ionica iporti attrezzatidi“Policole” (Policoro)e“Torre de mare” (Torre diMare/Metaponto) chedavaancheilnomealgolfo,mentrel’alluvionedel1243,spostandol’alveodelBradanoeforseanchedel Basento distrugge una struttura portuale cheavevasostituitol’anticoportodiMetaponto.Allora «sopravvivono le tracce dell’imponente

sistema di edificazione di castelli dislocati lungoletraiettoriedelleprincipaliviedicomunicazionedi impianto romano di cui i fortilizi punteggia-noladelineazioneessenzialedivettorisu lunghedistanze e reinterpretano in chiave difensiva lacomplementarietà117. Sostanzialmente il successodell’operazione doveva dipendere dalla integra-zionediterre,signoriefeudali,entiecclesiasticiecasaliconicastellistationes.Lostatutum de repa-racionibus in proposito delinea il progetto viariofedericiano»118.IlcastrumdiBrienzaera«dipresi-dioaPertosa,AulettaeMarsico».Il castello di Miglionico, nella cui stratigrafia

sono statedocumentate fasi antichedi frequenta-zione fin dall’VIII sec. a.C. oltre chemedievali,era intensamente collegato all’area materana119.AllostessomodoNuovaSiri,ovel’anticacortedelcastello,oggiPiazzaMazzini,harivelatoagliar-cheologiunafaseanticadiinsediamentodellafaseinizialedell’etàdelBronzo»oltreaquellamedie-vale120, giustificata dall’esigenza di controllare laviabilitàtraleattualitreregioni.

117 vuLtaggIo 1982, p. 10, nota 120; Sthamer 1926, p. 97; WIL-LemSen 1977, p. 25.118 vuLtaggIo 1982, p. 11, nota 121: sottolinea le distanze geo-grafiche tra i castelli e le terre nominate nell’inchiesta de repara-cione. FaSoLI 1980, pp. 34-40.119 De SIena 2006, p. 455: «anteriormente alla fase di vasche realizzate nel cortile nel Xvii-Xviii secolo, messe in relazione ad attività conciarie, presenta strati di terreno contenenti ceramica ingobbiata e invetriata e dipinta policroma e di protomaiolica del Xiii secolo, ed ancora al di sotto tracce di una struttura abitativa panellenica e di sepolture a enchytrismos, dall’ampia frequentazione tra l’viii ed il iii secolo a.c.».120 ibid., p. 457: «con abbondanti resti osteologici (per lo più ovicaprini ma anche cervo), cui sono seguite le strutture di-fensive del castello con materiale ceramico di fine Xiii-prima metà Xiv secolo e resti osteologici. tra la fine del Xvi e il Xviii secolo giunge il momento dell’obliterazione con la realizzazione di strutture per il deposito e la raccolta dell’acqua».

Gli AngioiniLa politica di rigore e di tutela del paesaggio

degli Angioini, se interrompeva la consuetudinedi realizzare forme spontanee di urbanizzazione,comelestrade,eriducevailfenomenodeldisbo-scamento, paradossalmente vi accentuava la pre-senzadelbanditismoedelbrigantaggio,cheanni-dandosineiboschi,necontrollavanolerisorseelestrademaestre.Foreste,selve,paludi,prati,fossi,corsi d’acqua, laghi, valli, colli, caratterizzavanol’habitat fisicodellaregionelentamenteantropiz-zataeinqualchesettoremodificataanchedalleca-lamitànaturali.Iboschimoltoestesinonostantel’attivitàmona-

sticae l’impegnodegliabitantinel tracciaresen-tierieoperediurbanizzazione,dominaronoincon-trastati, insieme alle vie disagevoli che nel XVIsecolol’Albertiricordacome«vietortuose,sasso-se,etfangosene’tempidelverno,tantofaticose,etfastidiose»121.Nel1279ilgiustizierelocaleinformavailsovra-

nodinonpotertrasportarelegnameepietrelavora-teaMelfiperlaristrutturazionedelcastello«prop-ter asperitatem viarum»:unproblema,quellodellascabrositàdelfondostradale,chenessungovernodell’epocariuscìarisolvereperragionitecnologi-cheenonpermancanzadirisorse.Lapoliticastra-daledeisovraniangioini,pertanto,sirisolseinunaseriediiniziativelegislativeche,piùchemigliorarelaqualitàdellareteviaria,tendevanoarenderlapiùsicura attraverso una scrupolosa vigilanza in unaregioneincuiloscollamentotraipoteriperifericiequellocentralefavorivailproliferaredeibrigantiel’accentuarsideipericoli122.Infatti,perripristina-relalegalità,CarloId’Angiòincentivòicustodes stratarum conpiù ricchi stipendi, comePietrodiPietrafixa,dipendentedelbaiulodiPotenza,perlacustodiadellastradadaPotenzaaBrienza123;mailproblemadellasicurezzarimasedigraveattualitàperl’aumentodelbrigantaggiocheimpedivaper-sinoinormaliinterventididiserbo124.Il diverticolo da Torre di Mare a Gravina era

il collegamento più rapido con i porti pugliesidell’Adriaticogiàinetàangioina,quandoCarloI

121 vuLtaggIo 1982, p. 18.122 ibid., p. 18, nota 106.123 ibid., p. 18, nota 108.124 ibid., p. 18, nota 109.

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antonio capano

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nomina Pagano diMatera responsabile della suacustodia.Dalla focedelBasento, lungo lavia de Apulia,unaltrosentiero,seguendoilcorsodelfiu-me,conducevaaPotenza.Nell’invernodel1284«Almugàveri ingrannu-

meroinfestaronolaValdiCratielaBasilicataenel1285MatteoFortunaallatestadiduemilaguerri-glieriguadagnòdaMorano,dondemosseperMon-talto, Regina, Rende, Bracalla, Laino, Rotonda,Castelluccio,LauriaeLagonegro»125.I frequenti pantani, formatisi dopo lo spopola-

mento che colpì la regione tra la fine delXIII el’inizio del XIV secolo, e le bande dimalfattorisconsigliavanoilpassaggiodellaviaTraianeaioni-caeneriducevanoiltrafficochesiriversavasullaviamarittimadicabotaggi,comedimostranoipel-legrinaggiviamareversoilsantuariocataldianodiTaranto126 egli itinerarideiviaggiatori, daLean-droAlbertiaRicharddeSaint-Non.Nelmerito,sialimentavanocuriose leggendee superstizioni, alpuntocheanchequalchesovranocomeManfredi«maipercolàvollepassare»127.

Il Basso Medioevo e gli AragonesiNel1482S.FrancescodiPaolamuoveallavol-

tadiNapoli,percorrendo laviadelleCalabrie. Ilbiograforiportal’itinerariodaluipercorso,incuiècontemplataunasostaaPolla128.Dalla ispezione cheAlfonso, duca di Calabria

conducenel1489lungolalitoranea,«strada,concontinuitàsulversanteionico,dicontrollodelsi-stemaditorriedifesedelRegno»,troviamocitatiRocca Imperiale, Torre aMare, Policoro, Taran-to, la fiumara diCastrocucco, il punto fortificatodiMaratea;ediritornoatalemissioneeglipartedaPolicoro,«utilizzando,perraggiungerel’ultimotrattodiPadula,Diano,AulettaeSalerno,ilcam-minosnodatesilungolaVald’Agri:Tursi,Senise,SanMartino,fiumeChiricofinoall’incrocio,pres-soSaponara,delpontedellaChiancasull’Agrieil torrente Sciagura»129. E poiché i «Sanseverino

125 ibid., p. 120, nota 163; amarI 1886, pp. 205, 224.126 vuLtaggIo 1982, nota 76.127 ibid., nota 79.128 ibid., p. 124, nota 184; toSCano 1675, pp. 310-315.129 vuLtaggIo 1982, pp. 112-113, nota 138; LeoSteLLo 1883, p. 210. Per Saponara, l’antica Grumento, che proprio dalla posi-zione a ridosso dell’Agri assume funzione di svincolo viario è indicativa l’elementare rappresentazione cartografica del regno Napolitano (1558) di Pirro logorio che strozza sull’approdo al

conSalerno[...]offendeanoilrestodellaCampa-nia,conleviediCalabriaediBasilicata130,lazonadi scorrimento ebolitana non fu sguarnita, [...] eugualmentenonvennerotrascuratiirifornimentidiforzeediarmineicastellidiSaponara,MissanelloeTursi»131.Nel1497,inoltre,siordinadiprocederealla fortificazione delleRocche diTursi eRoccaImperiale132.Dalle ingiunzioni di pagamento, inviate tra il

1482eil1498dallaRegiaCameradellaSommariaai ‘passagerii’e ‘cabelloti’ inservizioalpassodiPolla,sievincononotiziecircostanziatesull’iden-tità dei viaggiatori e sulla qualità dei carichi tra-sportatilungoledirettricid’accessoediattraver-samentodelVallodiDiano.Venivano trasportatesete,mandriedeirinomatiallevamenticosentiniodalleriserveequinecalabresilacircolazionedelbe-stiameeraincanalatalungoilvettoresettentrionaledellaviadelleCalabrieindirezionedelSalernitanoe,nondimeno,sullosboccosudorientaledellaVal-le delTanagro di raccordo, perGrumentum, conlaVald’Agri.Ètraquestasubregione,infatti,eilBasentochecorrevanoiconfinidelledipendenzelucaneepugliesidellaCertosa:perSantaMariadiPisticci,SanBasiliodeAppio,Sant’AndreaeSanNicoladiPomarico,SanMicheleArcangelo.Traleterretenuteinfeudo,dicuigiàerastatotitolareAntonello(Sanseverino),primadellaconfiscase-guitaallacongiuradel1485,edellequaliilfiglioè reintegrato nel 1506, figuranoMarsico, servitadaunastrada“usque Padulam”,Tramutola, sullastradadiGrumento.Nel1488allafieradiSenisesonopresentiinqualitàdivenditoriAngeloeColadiDiano,Arbusto,Cola,ColadeRogerieMercu-riode laRayadiCasalnuovo,e ilprocuratorediSanLorenzooperatorituttiprovenientidacentridi

sito del corso del fiume, ora in mazzettI 1972, tav. v.130 vuLtaggIo 1982, p. 42.131 ibid., nota 140: disposizioni del 15 giugno 1487: Regis Fer-dinandi primi, instructionum liber (10 maggio 1486-1488), per cura di l. volpicella, Napoli 1916, doc. Xvi-Xvii, pp. 31-33 e doc. lXvii, pp. 120-123.132 ibid., p. 114, nota 141; barone 1885, p. 41. l’itinerario della “via de calabria” viene percorso anche da roberto Sanseverino incaricato di ricondurre all’obbedienza le popolazioni ribelli in calabria (vuLtaggIo 1982, p. 115). il 17 novembre ferrante, sulla via di ritorno a Napoli dalla calabria, si trova a laino, e giunge il 21 ad Aletta, seguendo la traiettoria del lagonegrese e del vallo di Diano; analogamente Alfonso v il 22 ottobre 1444 sostò ad Auletta e dal 24 al 26 a Padula. Proveniva da Napoli in direzione per crotone (ibid.).

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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produzionearmentizia,chespintisisullaviadellaVald’Agrisvolgononelradunodel10-12maggiocontrattazionidibestiame133.Interessanol’areanelsuocomplessoipuntidismerciocomeRofrano134,raggiungibileperlaviacilentanadelBussento,La-gonegro,Laino135sullaviadelleCalabrie,chesonoinseritinellaretediimmediatoaccessoalVallo136.Dinotevoleimportanzasonolefiere,chesicele-brano in connessione con festività e«garantisco-noladistribuzionelungolaviadiattraversamentodellazonainternadelSalernitano»137,daunlato,edellaVald’AgrieLagonegrese,dall’altro.«Lapastoriziainmisurapreminentecondiziona

la circolazionedelVallo:viandantipercorrono letraiettorie di approdo ai punti di abbeveraggio edipastura;necopronoledistanzesecondoi tem-pifissielentidellospostamentodellegreggi[...].Rispettoanziallostrettorapportointercorrentetranucleiinsediativievie,pubblicheovicinali,men-zionati nelle fonti come riferimenti topografici,persinoladistinzionetral’arteriadiattraversamen-to del comprensorio – ricordata in un registro dicancelleriadel1270-1271comela“strata qua itur a S. Petro dela Polla usque per totum tenimentum Lacusnigri”– e i raccordi collaterali o, ancora, iramiautonomidellecontradetornasìdaausilioperricostruirelageografiadellestrade,manonvaleariprodurrelastrutturadellaretedicomunicazionisedimentata su piccoli spostamenti e su ridottis-simi percorsi, funzionali a raggiungere terre ‘va-cue’,orti,vigne,piazze,fontaneofiumi,sorgenti,fiumare»138.ARotonda,CastelluccioeCasalbuono,ipedaggi

sonoabolitisolonel1469139,maancoranel1508«risultafunzionanteilpassodiLaurialungolaviadelleCalabrieche,delparidiquellodiPolla,nonfiguranelnoverodeipassivietatinédiquelliam-messinel1469»140.

133 ibid., pp. 79-86.134 ibid., p. 86, nota 33; grohmann 1969, p. 192 e App. v, pp. 457-459, 461-462).135 grohmann 1969, pp. 189-192.136 vuLtaggIo 1982, pp. 79-84, e nota 22; SaCCo 1916, p. 238.137 vuLtaggIo 1982, pp. 86-87.138 ibid., p. 94.139 JaCovettI 1792, pp. 136-137.140 ibid., p. 137, nota 1; vuLtaggIo 1982, p. 104, nota 102.

Il Medioevo: viabilità e insediamenti in LucaniaAMonteSerico,«inetànormannailsitositro-

vavatraduebivi,dacuididipartivanoaltrequat-troviecheseguivanooradellestratae(ostratel-laeocarrarae),oradelledirettricinaturali,qualiigretitorrentiziequellifluviali.Essepermettevanoilcollegamentoconimportanticentriabitati,casa-liecastelli141.Lacollinaubicataa600mcircaslminposizionedominantesull’altavalledelBrada-no,èoccupatanellasommitàdauninsediamentomedievale142.NelVulture«l’accortezzaelalungimiranzapro-

priedelsovranoavevanopiùvolteportatoloSve-voainteressarsidiquestoponte(sull’Ofanto,pro-spicientelachiesadiSanNicola)postosulvecchiotracciato dellavia Herculia, ancora utilizzata nelMedioevo, evalico importanteper attraversare ilfiumeinunazonamenomalsanaeimperviarispet-toadaltriguadidell’Ofanto».ASatrianum,leplanimetrieelaboratesullabase

dellacartografiacatastaleedell’IGMpermettonodiindividuaresentieriemulattiereutilizzatigiàinepocaanticachemedievale,comela“Trazzerade-gliStranieri”(poiStradacomunale)143.

141 maSInI 1996, p. 81 e note 8-13 con relativa bibliografia. il colle di Monte Serico ospita «a ovest i ruderi del castello e a est una chiesa moderna dedicata alla vergine, che ci ripropone lo schema dell’insediamento medievale di Satrianum. Sul versante sudovest della collina è stata scavata una necropoli del vi secolo a.c., ma si ipotizza una frequentazione dall’età del Bronzo fino al Medioevo».142 SatrIano 2004, pp. 272-274. era collegata a sudovest, trami-te la viabilità che passava a ovest dell’isca della Badessa e accan-to alla taverna Mennunni, con oppido lucano; a nordovest con Palazzo San Gervasio, passando a nord della Serra Giannina e della Serra della rocca; a sudest con irsina passando a est della fontana vetere, della costa dei Serpenti e, quindi, della Serra Monteavuto e presso la Pelosa; con Gravina di Puglia a est-sud-est risalendo, ad esempio, per il crocevia di Serra la regina, e, quindi, a sud di Monte Marano e costa Boldrini (iGM, f. 188 Se, scala 1:25.000).143 vi si è scavata la c.d. “cattedrale di Santo Stefano marti-re”, a tre navate, absidale, costruita nell’Xi secolo, a ovest della quale sono stati scoperti edifici disposti intorno a una corte interna provvista di cisterna, identificati in un episcopio che do-veva ospitare la comunità ecclesiastica tra il Xii e il Xv secolo, periodo in cui l’area fu abbandonata, forse a causa della peste delle ghiandole; sepolture la interessarono nel Xii e Xiii secolo. formelle di terracotta sono inquadrabili nel Xii secolo e duran-te la fase di ristrutturazione dell’edificio, come ad Anglona. Sulla “trazzera degli Stranieri”, segnalata sull’iGM, vedi oSanna 2008, in particolare p. 156, fig. 5. inoltre FabbrI, SerIo 2008, pp. 157 ss.: «tutte le unità topografiche sono dislocate a notevoli distanze l’una dall’altra (circa a 2 km in linea d’aria), ma sempre in pros-simità di assi viari, di corsi d’acqua e su zone morfologicamente

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L’abbazia di Sant’Angelo al Raparo, insistentesuunagrottanaturale,forsegiàricoveronell’EtàdelBronzo,epoidedicataalcultomicaelico,co-struitatralafinedelXsecoloegliinizidell’XI144,noneramoltodistantedallaviabilitàutilizzatafindall’antichità(via Herculia).ACersosimo,overimaneiltoponimoCastello,

la viabilità, ancora afineXVIII (RizziZannoni)collegava a sud con Terranova, passando per il“Casalnuovo”ecurvandoaovestscendevalungol’assenord-sudfiancheggiandoilfiumeSarmento.Indirezionenord il percorso continuava indire-zionenordestfinoaimmettersi inun’altrastradachecosteggiandoilCanaleLappio,fiancheggiavailSarmento,dacuiunadiramazioneraggiungevaNoja (Noepoli), e continuavafino aColobraro ealSinni145.NellapartebasaledellacollinadellalocalitàTor-

ri di Guardia Perticara, acropoli naturale situataallaconfluenzadelTorrentePiscioneconilfiumeSauro, frequentata in età medievale, resti di unedificiodicultohannofattopensarealmonasterofondatodaElia, nipotediVitalediCastronuovo,costruitodopo lasuamorteavvenutanel1016,edanneggiatodopoleincursionisaracenedel1031,cuisarebbesuccedutaunavitastentatafinoall’etàangioina146.Ilsitoeraalcentrodellaviabilitàinte-ressantelavalledelfiumeSauro,collegatoanor-dovestconCorleto(Perticara)attraversola“TimpaGrecia”,asud,attraversandoilSauro,conArmen-to,asuavoltaincomunicazioneattraversol’Agriconun’importanteviabilitàprovenientedaViggia-no, e con SanMartino (d’Agri); a nord-nord-est

emergenti». Sulla favorevole ubicazione di Satriano, vicina al Ba-sento e alla viabilità da Salerno a taranto e alla costa adriatica; e sui reperti in ceramica e in vetro che mostrano contatti con la campania e l’apulia, e quanto alla prima, anche con Anglona e la costa ionica, vedi WhItehouSe 1970, pp. 189-219, in particolare p. 217.144 Accanto alla chiesa sono state ricavate nella roccia tombe, che dall’Xi secolo (anche di Xii secolo: moneta in lamina d’ar-gento della zecca di Barbona-Provins) sono datate fino in pieno Xv, precedentemente cioè alla fase di declino successivo al Xvi secolo.145 un edificio di iii secolo a.c., intaccato da una fossa sub-circolare contenente ceramica medievale, documenta una fre-quentazione del sito almeno fino al Xii secolo d.c.146 Nel monastero di Sant’elia sono state identificate le strut-ture in ciottoli e malta di un grande ambiente, probabile edificio di culto, con pavimento in battuto ricoperto da tracce di bru-ciato, sotto il quale sono state rinvenute sepolture con orien-tamento est-ovest, con inumato supino all’interno di cassa litica realizzata con lastre informi di arenaria.

conGorgoglione,passandoperlelocalitàMattinaoLago,dondesiprocedevaperAccetturaoperCi-riglianoeStigliano,notocentroditransumanza;asudovestperMontemurrodopo ilbiviopresso lachiesadiSantaMariadelSauroeleTempediAr-mento147.IlsitofortificatomedievalediAltojannidiGrot-

tole(MT),postotrailTorrenteBiliosoasudeilfiu-meBradanoanord,sorvegliavaun’anticaviabilità,anchetratturale,chedaunlatopiegavaanordtralelocalitàTimmarielaMartella,dall’altroprose-guivaperlalocalitàTreConfinie,tramiteMonte-scagliosopotevacollegarsiconGinosaelaPuglia.Talesitosarebbeesistitogiàinetàaltomedievale,quandorientravanelPrincipatodiSalerno;poifuoccupatodaiSaraceniequindicaddesottoildomi-nioangioinoearagonese,finallasuascomparsaapartiredalXVIsecolo148.Ilpons Aufidi,identificatoconilpontediSanta

Venere,divenneunosnodoviarionotevoleincuiconfluivaanchelavia Herculia,che, tagliandolaregionetrasversalmente,lacollegavaattraversolavallediVitalbaall’ApuliaeallaCalabria,incardi-nandopiùdiognialtrastradalediverseesigenzedellecomunitàlocali,diascetiemonaci,diprin-cipi e sovrani, come ricordanonei secoli centralidelMedioevol’itinerariodaArmentoaRapolladiSanVitale (X secolo) e poi i frequenti viaggi diRobertoilGuiscardo(XIsecolo),RuggeroII(XIIsecolo),FedericoII(XIIIsecolo),CarloId’Angiò.Ifiumianchealloracaratterizzavanoilpaesaggioagrario e forestale della regione e favorivano losviluppo dell’economia feudale, ponendosi in al-ternativavantaggiosaaltrasportoterrestre,edelleattivitàcollegateapeschiereeamulini.

Quadri ambientali e viabilità nel LagonegresePerlafloraabbondantenelSirinosonostatisem-

prefavoritiipascoliestivicherichiamanolatran-sumanza,soprattuttoequinaebovina149.«Lecolline

147 Si è tenuto conto del rizzi zannoni di fine Xviii secolo e dell’iGM 1:25.000 che, tra l’altro, segnala a sud di Guardia Perti-cara, tra le contrade Mauto e Piano croce un “tratturo regio”.148 un recinto murario di forma ortogonale, entro cui erano edifici per il presidio militare, era rinforzato nel tratto occiden-tale da una torre addossata a un edificio precedente di forma rettangolare, detto il “torrazzo”. Da notare anche un torrino di forma quadrangolare, munito di finestra ad angolo acuto, che trova confronti con insediamenti di età sveva nell’italia meridio-nale, specie in Sicilia. Alle pendici del colle era disposto il villaggio.149 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 138: «Monte Sirino possiede

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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che separano il più alto corso del Sinni dal Co-gliandrinosiarticolanoesiestendonoailatidiunadorsalechecorresinuosadasudanord,finoallospartiacqueconl’Agri»che«facilitailpercorsodiun’anticamulattiera,checorre ingeneresui900-1.100mepermettesudorsalilateralialtrecomuni-cazioni»;sono importanti traquesteultimequellediMancaFràscina che conduce sull’altoSirino equellediGrampollinara(trailtratturocontracciatonord-nord-oveste,asud,le“CasePascalicchio”)eMazzarellacheportanosulCogliandrino150.IlcrinalediCornale,Mancamelano,Capolavel-

lo, Serra del Sambuco, Tempa Pagliera, Tasseta,cheseparalavalledelSinnidaquelladell’Agri,èpercorsodaun’anticamulattieracheconvogliasudiséaltremulattieredicrinalechescendonoidueversanti.Tra esse sonopiù importanti quelle chesalgonodaSarconiedaMoliterno,cioèdall’areagrumentina, e scendono a Castelsaraceno e La-tronico. Questo grande asse mulattiero, che ten-dea seguire tutto ilcrinale tra iduefiumifinoaSant’ArcangeloeTursi,èstatodiprimariaimpor-tanzaperlatransumanzaneisecoliscorsiedèstatopropostoperl’identificazioneconlavia Herculia.Ancheoggiquestirilieviaccolgonoalpascoloesti-vograndimandriediboviniedicavalli, favoriteda ricche sorgive scaturenti pure in posizione disommità,comelefontaneCaccavotta,SambucoeCugnuschino,Ciamberrante,Fontana.Il Monte Alpi domina interamente la regione,

conlarupespettacolare,stupefacentenellestrati-ficazionisezionatesullaverticaledellepareti,alteanche400-500m151.Sullavetta,dovesonolerovi-

una flora tipica ed esclusiva, tra la quale riveste particolare in-teresse la veccia del Sirino, fossile vivente di una specie che si fraziona oggi dai Pirenei all’Armenia; egualmente è endemico l’astragalo del Sirino, che forma pallidi cuscini spinosi sempre-verdi. con essi, ad altitudini di 1.800-2.000 m, si espandono il ranuncolo, l’antillide montana, la siderite sicula e la trinia dalec-hampi. Sui rilievi ondulati alla base del massiccio gli spazi sono contesi ai boschi dai pascoli, favoriti da mille sorgive, e la sisleria e l’avena, il trifoglio nelle vallette danno spazio d’estate al fiorire dei gigli bianchi e delle piccole campanule; sulle rocce delle sor-genti abbonda il capel venere».150 ibid., p. 137. Serra delle figliate, Manca della croce, tem-pa del capitano, Serra la croce, tempa la Murgia, cozzo del Demanio, tempa l’inferno, cozzo Pescone, cozzo del Principe, tempa del conte.151 ibid., p. 142, nota 5. il monte è stato sfruttato occasio-nalmente, forse fin dal Xvi secolo, sicuramente dal Xviii, per l’estrazione di marmo statuario e cipollino, soprattutto alabastro calcareo che costituiva un materiale decorativo assai apprezzato (marmo di latronico).

nedellacappelladiSant’Angelo152,sedaunapartelavisuale trovaun limite suimontidelPollinoedelSirino,dall’altraacielotersopuòraggiungereilTirrenoeloIonio,ilBasentoeilmassicciodelVulture».Sulmonte sono pascoli e prati permanenti. Su

questiultimi,assaiestesi,sipraticasoprattuttol’al-levamentostagionaleovino. IlversanteasuddelSinnisalefinoallosbarramentodeiMontiZaccanasulvalicoperCastelluccio(1.580m),SerraRoton-dachedominailvalicoperLauria(1.285m).Glialtririlievi,assaipiùestesiechesonosegui-

ti circa dalla strada che percorre questo versantedallaMontagnolaalvalicodiLauria,siallargano,manmanochesisalealledorsalidivalico,versoCastellucciooLauria,distesedifelciedipratiper-manenti,conilpascolostagionalediovini,capriniebovini.Oltre alla risorsadel legname153, quelladell’al-

levamento derivato dalla transumanza era fon-damentale all’economia della regione nei secoliscorsi.SullatomontanodiSerraRotonda,aquota914m,èunpiccololagocheneripeteilnome;el’Arcieri, che scrive allametà dell’Ottocento, la-mentandogiàilfortedeclinodelsistema,ricordaper un non lontanopassato, nel solo territorio di

152 ibid., pp. 141-142, nota 5: oggi non restano quasi più tracce delle fondazioni della cappellina, sulla vetta orientale, a quota 1.892 m s.l.m.: è ricordata ancora intera da arCIerI 1853, p. 98, mentre era già ridotta alle fondazioni nei primissimi anni del Novecento, quando SaLmoIraghI 1903, pp. 185, 206, ne accenna e avanza l’opinione che fosse andata distrutta con il terremoto del 1857, dato che da circa mezzo secolo non si praticava più la processione che, con gran concorso di popolo, saliva il monte da latronico. Sia Arcieri che Salmoiraghi ricordano la cappella come dedicata alla Santa croce, mentre popolarmente viene ricordata come di Sant’Angelo: vedi Basilicata calabria 1980, p. 363, ove pure si citano i ruderi di una cappella basiliana dedicata a Sant’Angelo (dizione già presente nelle edizioni precedenti, del 1965 e del 1938). SaLmoIraghI 1903, p. 196, propone un’origine basiliana di questa chiesetta, che sappiamo poi dedicata all’As-sunta e venerata dagli abitanti di latronico con una processione annuale che coinvolgeva le sorgenti, il 15 agosto; la chiesa è stata di recente del tutto ricostruita (D’angeLo 1992).153 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 143, nota 12. la cartografia documenta questi vastissimi boschi nei secoli scorsi: vedi ad esempio quelli delineati tra castelsaraceno e l’altissimo corso del Sinni nella carta del regno di Napoli di N.M. Stigliola e M. cartaro alla fine del cinquecento; quelli de la cerreta sul cogliandrino, nella carta della Basilicata di G.A. Magini nei primi anni del Seicento: vedi vaLerIo 2003, figg. 1-2.

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Latronico154,lapresenzadi19.000capi155.Vieranoneisecoliscorsi,oltreallecasesparse,

solo piccoli gruppi di abitazioni, che corrispon-donoasitiarcheologicirilevatidurantelaricercadi superficie. Le comunicazioni erano date dallemulattierelungoilfondovalledelSinniedelCo-gliandrino,conallacciamentiaivalichiperSarconieMoliterno,perLauriaeLagonegro,perCastel-luccio. Come indice dell’arretratezza dei luoghiancora nonmoltissimi anni fa, è significativo unpassodiSalmoiraghisuCastelsaraceno,del1903:«mancadiunaccessocarrabile.PurtropposihannotuttorainItaliadeicentriabitati,doveèsconosciu-taquellasemplicemacchina,cheglieroid’Omeroviderogirare,laruotadiuncarro»156.La prima strada, l’attuale Statale Sapri-Ionio

N.104, tortuosa, lunghissima,è stata iniziatadalgovernoborbonicogliultimiannidelRegnoeri-sultavaancoranoncompletataneitrattiLatronico-FardellaeavallediSenisenel1873,enel tratto

154 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 143, nota 14; aLeSSIo 1939 e rohLFS 1974, p. 155, collegano a λουτρóν, bagno, con un colle-gamento ai Bagni di latronico.155 arCIerI 1853, pp. 78-79, dove, solo per la transumanza de-rivata dai Gesuiti del feudo di Policoro, annovera l’arrivo, ogni anno, di 9.000 pecore, 430 vacche, 200 bufali, 26 polledri, 11 giumente, 2 cavalli e 3 somari.156 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 144; SaLmoIraghI 1903, p. 182

LatronicoeFardellanel1903157.La toponomastica del Lagonegrese richiama

la presenza del bestiame transumante, di paludi(Pantano, Pantanello, Pantanone, Malpantano),bacini idrici (Lago),sorgentiefontane(Acquara,Acquamorta, Fonte, Fontana, Grampollinara, perlagrandequantitàdisorgenti),recipientiperani-mali (‘caccav’:caldaiausatadaipastori; ‘gavito-ne’:recipientedilegnopostoaccantoaipozziperabbeverareglianimali);nomidianimaliselvatici(Fossodell’Orso,Lupara,Ciàvole,FossoVolparo,Fosso dei Tassi), e l’allevamento (Cavallo, Coz-zoCavallo,SerraGiumenta,Pecorella,Pecorone,MonteZaccanaperrecintodianimali).

Sipresentadiseguitounprospettorelativoallaconnessioneviabilità-insediamentiantichinelLa-gonegrese(conasteriscosonoevidenziatisitido-cumentatiinpiùperiodi).

157 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 144, n. 20: vedi atlante Vallardi 1880, ff. 86, 120-121 del 1868, ove neppure compare; carta d’italia 1870, dove non appare eseguita tra lagonegro e chiaro-monte; carta provincie Meridionali 1873, situazione citata; nei ff. 210-211 dell’iGM del 1897 manca tra latronico ed episcopia e non vi sono ancora i ponti sul Sinni e sul cogliandrino; la strada appare completata nella carta corografica del Regno d’italia in scala 1:500.000 dell’iGM del 1932, f. 25, rilevamento del 1924: vedi SaLmoIraghI 1903, p. 182, nota 3; vaLerIo 2003, figg. 1-2.

Tracciato Viae Nerulum Tracciato

Grumentum-Nerulum via Herculia Rotonda San Chirico R.*, Calvera e Teana*, Francavilla*, Viggianello, Rotonda(Semuncla = *)

Strada autonoma Castelsaraceno, Latronico*, Agromonte (Colle dei Greci)*, (Semuncla = * o a Serra del Sambu-co tra Ca. e La.

Castelluccio Inf.

Valle del Cogliandrino, Seluci* (Taverna), valico per Castelluccio (Semuncla = * o alla foce del Cogliandrino)

Cronologia dei siti Siti (da Quilici, Quilici GiGli 2003) Siti e vie

Età protostorica (Età del Bronzo)

874*, 885 (Bosco di Seluci); Sotto la Rocca di Seluci, 910

875 Confine tra il comune di Lauria e Castelluccio S.; sentieri che salgono da Seluci e da Croce di Langra convogliati da una mulattiera ai passi di Castelluccio

Età arcaica 866, 870, 893*, 894, 895, 904, 923, 930

876 Sulla d. della mulattiera che da Seluci porta al valico di Castelluccio

Età ellenistica/lucana 867, 868, 869, 871, 872*, 873*, 875, 876, 877, 878, 879, 882, 887*(Castello Seluci); 888* (Sella di Seluci), 889, 890, 891, 892, 895, 896, 897, 898 (Strada di Seluci), 899 (Strada di Langra), 900 (Strada della Madonna del Carmine), 901(I Pantano), 902, 903, 905, 907, 908, 909, 911, 912, 913, 914, 915, 916, 917, 918, 921, 922* (La Taverna), 924, 929

882 (Ponte di Fiumicello), 883?

Età tardo-repubbli-cana

873*, 880* (fattoria), 893*, 919* (Casale sul Mozzarella), 926*, 928*

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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Seluci e l’insediamento e la viabilità nel Lagonegrese dall’antichità all’età moderna e contemporaneaSipresentadi seguitouna schedaturadi sintesi

(elaborazionedaQuilici, Quilici GiGli 2003):

Località:PontediFiumicelloSito:882Descrizione: Posto «sulla convergenza di importan-

timulattiere staccandosidaquella che seguivaquestolatodelSinni,echesichiamavaLoStradone158,diquiun sentiero salealCastellodiSelucieunaltro salivaal valico per Castelluccio.Quest’ultimo, assai impor-tante per le comunicazioni interregionali, si diramavadall’altramulattiera sulla sinistra della foce del fossoFiumicello,passavaallasuadestraall’altezzadelponte,comeèancorasegnatonellaTavolettaIGM[...],emon-tavaindirezionediTemponeePerruttiere,doveavveni-vailvalico.Lamulattiera(dettalocalmentePassante),oggisiconservasoloatratti,[...]essendostatasostituitadastradeasfaltated’utilizzolocale,dinuovotracciato.Un tratto di circa 150m [...] ancora conservato nellasuavecchiastruttura,traMontagnolaeCupone,aval-le di quota 7,95: era largo circa 2,9-3,0m, compresotramurettidipietrameasecco larghi45cm159;possi-biletrattoodiramazionedellavia Herculiaprovenien-tedaGrumentum,per ilsuperamentodiquestovalicoindirezionediNerulum160.Aldi làdelvalico lavilladiMagaglione, possibilemansio della via Herculia»;importanza«diquestamulattieraneitrafficipassatitraGrumentumeCastelluccio»,cuisicollegherebbeilto-ponimo‘FossoOspedale’,cosiddetto«dalpioricovero

158 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 170, nota 213: «contrariamen-te a quanto potrebbe far intendere il nome, per Stradone si intende sentiero: toponomastica 2001, Baragiano, p. 122, tito, p. 138».159 ibid., nota 214: «in Lagonegrese 1982, pp. 11 e 16, questa mulattiera viene indicata come un tratturo di transumanza largo fino a 7 m, usato e capace in passato al transito di 1.200-1.500 capi di bestiame, condotti da un gruppo di 30-40 persone: vi deve essere stata confusione con un altro tratturo».160 ibid., pp. 150-155.

sortoperiviaggiatorilungolavia,delqualeinpassatosarebberoesistitiiruderi»161.

Località:OrtodeiMonaciSito:884Descrizione:Restidiunvillaggioe,sottoilboscodi

Seluci,diunachiesettapertinenteaduncenobiodiepo-cabizantinaenormanna162.

Località:CrocediLangra(=frana)Sito:897Descrizione: «dorsale calcarea che si allunga tra i

900ei1.050ms.l.m.asudovestdelMontediSeluci;mulattieresuiduelati:quellasettentrionalenascedallafocedelFiumicellosulSinni,sottoilmontediSeluci163,quella di sopramonte dalla base dello stesso rilievo;convergonopoianordovest,oltrequesterupiindirezio-nedellecollinediSalomone,perLauria.Lamulattieradi sopramonte, conservata presso laCroce di Langra,rozzacrocedilegnositaallasommitàdelpercorso,chesegnaunvalicoaquota1.020m,eraanchetratturo(lar-ga4,8m),compresotramuridipietrameasecco.Cir-ca200mavalledellaCroce, aquota1.000ms.l.m.,essaaffiancaunanfiteatrodirocce,regolarizzatoanchedall’interventoumano,chelehacollegateincircoloconmurettidipietrea secco: stazzoper ilbestiameancoroggiadibitoalpascolobovinostagionale»;mentre«sullatonordest,sottolepiùalterupi,siapronodellepiccolegrotte,forseoccasionaleriparoantropico»164.

Località:IlPantanoSito:901Descrizione:postoallabasedellecollinediSelucisul

Sinni,siriferisce«agliimpantanamentichedetermina-va il Sinni amonte della Forchia, oggi trasformati inlagoconlachiusadiunadiga[...]amontedelvecchiotratturocheseguivaillatodelfiume»165.

161 bottInI 1988, p. 274; Bottini in quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 262 e nota 13.162 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 172, nota 220; LaCava 1891, pp. 31-32.163 ibid., p. 211, nota 334.164 ibid., p. 211.165 ibid., p. 213.

Cronologia dei siti Siti (da Quilici, Quilici GiGli 2003) Siti e vie

Età imperiale 880*, 925, 926* (Molino di Pecorel-la), 919*, 927 (Frusci: tesoretto); 928*

Età tardo antica 874*, 881

Età altomedievale 874*(Grotta di S. Angelo), 884*, 887* (Castello Seluci)(monete di VI, VII, X, XI, XIII, XIV sec.); 888* (Sella di Seluci), 906 (Serra Roton-da: tardo bizantina-normanna), 922 *(La Taverna),

884 (Orto dei Monaci)

Età medievale 872*(sorgente, case coloniche, chiesa Santissima Trinità): XII-XIII; 884*(età normanna?), 887* (Castel-lo Seluci)

Indeterminato 886 (Grotta di Monte Seluci)

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Località:SerraRotondaSito:906Descrizione:«altodirupatomontecalcareochedomi-

na‘ilpassodelCavallo’;quota830ms.l.m.,traquestomonte eMonte Sirino, permette il passaggio dal ver-santedelSinniaquellodelNoce[...].Propriosullagu-gliapiùoccidentaledellavetta,aquota1.275,sonolerovinediunachiesetta,dettadellaMadonnadiCroci-cedda,giàmetadiunafestail3maggiodiognianno.Neipressiframmentidiceramicadietàtardo-bizantinaenormanna»166.

Località:“Vecchiastrada”Sito:907Descrizione:sottoilviadottodellanovaviaSinnica,

anordestdellavecchiastrada,«siconservaancora,perquantodisusataeridottaasentiero,lavecchiamulattie-rachesalivaalvalicodiLauria(850ms.l.m.),prove-nendodalfondovalledelSinni,chesuperavacirca550mpiùinbassodiunaspettacolarecataratta»167.

Località:Sant’AlojaSito:911Descrizione:«sulpiùaltocorsodelSinni,sottolavet-

tadiMontePapa,una seriedimulattiereconfluisceaunponticello chepermette le comunicazioni tra i dueversanti[...]ilsantochequisiveneravaeraSant’Eligio,probabilmente in quanto protettore dei cavalli, dato illuogodipascoloeditransumanzaestiva»168.

Località:VenitielloSito:912Descrizione:dorsale«percorsapertuttalalunghezza

daunamulattiera,inparteoggitrasformatainunacarra-reccia,cheportaallospartiacquedell’Agri».

Località:Pascalicchio(perpascoloprivato)Sito:915Descrizione:«collinedisinistradelSinni,primadella

confluenzadeltorrenteCogliandrino;iltoponimocarat-terizzaancheungruppodicase»169.«Sullacollinaade-stradeltorrenteCogliandrino,350mamontedelponteconilqualelaStataleSapri-Ionioscavalcailcorsod’ac-qua[...]a50mdelpercorsodellavecchiamulattierachecosteggiailrivostesso».

Località:MazzarellaSito:918Descrizione:crinalecollinarecon«importantemulat-

tierache,oltre,portaallospartiacquedell’Agri;mentrealatodeltorrentenecorrevaun’altra,oggiinparteso-stituitadaunastrada».

Località:TavernaSito:922

166 ibid., pp. 217-218.167 ibid., p. 220.168 ibid., pp. 221-222. Per Sant’eligio, vedi f. Negri, in Biblioteca Sanctorum iv, cc. 1064-1073.169 quILICI, quILICI gIgLI 2003 pp. 222-223.

Descrizione:«allasinistradeltorrenteCogliandrino,unchilometroamontedellasuaconfluenzanelSinni,lavecchiastataleSapri–Ioniosuperailtorrente:inque-sto punto si trovaun agglomerato di vecchi casali, direcentecresciutocongrandicaseintensive.Ilsitopren-deilnomedaunavecchiastazione,dataquilaconver-genzadivetustemulattiere,provenientidaGrumento,Castelsaraceno, Latronico. Il sito è forse attestato daidocumenti già nelMedioevo, comunque all’inizio delSeicento quando, prendendo il nome dal sottostantepantanodelSinni,vieneriportatonellacartografiacolnomediMalpantano»170.

Località:FossoTrùvoloSito:924Descrizione:difrontea«unvecchiocasale,100ma

sudestdelkm26,800dallaviachescendedaCastelsa-racenoaTaverna.Trailcasaleelastradapassaanchelavecchiamulattierachelastradahasostituito.Alatodeltratturo e attorno al casale si osservamateriale antico[...].LacollinadiPecorella(sito925)chescendeversoTavernatrailtorrenteCogliandrinoeilFossoTrùvolo,èpercorsa longitudinalmentedaunavecchiamulattie-ra,provenientedaCastelsaraceno.Subitoaestdidovelamulattieraincrociailkm24,4dellastradachevienesempredaquelpaese,èunpiccoloagglomeratodicase,cheoccupaunlievepoggietto»171.

Località:Sant’AntonioSito:928Descrizione: «lungo la strada che, seguendo l’alto

corso del Torrente Cogliandrino, a sinistra di questo,porta a Grumento (nell’IGM è ancora segnata comecarrareccia e proveniente da Castelsaraceno), sul latodestrosorgeunacappellinadedicataaSant’Antonio.Laviaquièincassatatraripestretteeattornoallacappellasgorganoquattroricchesorgive[...].IlpassochedivideilcrinaledeltorrenteCogliandrinodaquellodelfiumeMaglia[...]collegailbacinodelSinniaquellodell’AgritraSelucieGrumento,proprioalvalicoaquota993ms.l.m.,ovepassalastradaattualeesonoalcunicasalini».

Località:SitoLinomolloSito:929Descrizione:esso«accoglienonsololaviadivalico,

maincrociasuquestalevecchiemulattierechecollega-vanoidueversantiseguendolecontiguedorsalicollina-ri:unamontalasinistradelCogliandrinodallasuazonadifoce,seguendoilcrinalediTempaCapitano,SerralaCroce,TempalaMurgia,SerraAlvaneta,CozzodelDe-manio,escendeaMoliternoeSarconilungoilcrinalediMancal’AcquaRossa;l’altrasaleancoradallasinistradella foce delCogliandrino, daTaverna, daiBagni diLatronicoilsottocostadiMonteAlpiperTempaCapez-zolo, scendendo poi a Sarconi attraverso leCoste deiMonacioTempadiPannoelaMadonnadiMontàuro.Ilnostrositodicrinalecollegaipercorsi».

170 Per i siti 218 e 222, ibid., pp. 224-226.171 ibid., pp. 227-228.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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Località:CozzodiMancamelanoSito:930Descrizione:«circaduechilometrianordestdelvali-

codiLinomollo,dovepassalastradachecollegal’altoSinniconl’Agri,siponesullaposizionediquestocri-nale[...]raggiungei1.156mesicollocasulpercorsoeall’incrociodiimportantimulattiere»172.

Nellafaseimperialepiùavanzatasiponeilpro-blema dell’identificazione di Semuncla173 e delpercorso indicato dall’Itinerarium Antonini traNerulum e Grumentum: identificazione propostadaalcuni studiosiattornoaSelucioTaverna, sulpercorsodiGrumentumperCastelluccio;percorsoanchesuggeritodaalcunicomepertinenteallavia Herculia.Oranonparedipoterriconoscere,trasversalmen-

tealterritorioquiesaminato,alcunatracciadistradanonsolodigrandecomunicazione,maanchecarra-bile.Ipercorsiriconoscibilioriconosciuti,comelaviaPassantedasottoSelucialvalicodiAcquafred-daoPerruttiere,sembranoascrivibiliamulattiere,per quanto possano essere state ben attrezzate altrafficodasomaeaquelloditransumanza.Nonabbiamoriscontratoalcunachiarapresenza

diinsediamentoperl’etàimperialeavanzata,men-trel’efficienzadiunagrandestradaavrebbedovutorichiamarlipernumeroequalità.Ancheilriscon-troo ilpossibile riscontrodimoneted’epoca suiluoghiindiziatinonmiparepossanorisolversiconlapresenzadiunastazionepostale,chedovrebbeaver lasciato più congruamente, almeno, abbon-danza di tegole, ammettendo pareti in materialedeperibile,ediceramicavascolare.Èdarimarcarechenonabbiamonotato,intuttoilterritorio,cera-micasigillatachiara.Indefinitiva,lacontradasiproponecomemolto

secondariainpienaetardaetàimperiale;lostessocommercio del legname, che potrebbe averla in-teressata,avrebbedovutorichiedereun’efficienzaveicolare,salvopensareallaviad’acquaoffertadalSinni,chesappiamonavigabileancoraconchiattenelmediocorsoinferioreinetàangioina174.L’area

172 ibid., pp. 230-232.173 Sulla localizzazione di Semuncla e nerulum vedi anche il contributo di D. cianciarulo in questo volume. 174 ibid., p. 238, nota 422: per notizie antiche, medioevali e moderne sulla navigabilità del corso inferiore rimando a quILICI 1967, pp. 151-152. CappeLLI 1963, p. 263, ricorda come il Mona-stero di carbone avesse una chiatta da trasporto che navigava

potrebbeinveceesserestataassaiutileperl’alleva-mento,speciequellosuino,chehacaratterizzatoiboschidellaLucanianeicommercidell’Italiame-ridionaleinetàtardoanticaealtomedioevale.Ineffetti èpiùpresente ladocumentazione tar-

doantica: unapiccolanecropoli a destra delFos-so Fiumicello (sito 881), indicativamente com-presa tra lametàdel IV e l’iniziodelVI secolo,e la frequentazione probabilmente già nel V-VIsecolo,siaquestapercultooperabitazione,del-laGrottadiSant’ArcangelosottoMonteZaccana(sito874).SiconsideriancoraladocumentazionenumismaticadiSeluci,conmoneteorientalidelVeVIsecolofinoall’etàgiustinianea (sito887). Ilmancatoriscontrodiunadocumentazioneedilizianellacontradaelararitàdiquellavascolaresonovalidiindiziperriproporrecomunqueunapovertàinsediativa:diquesto,anzi,puòesseresignificatival’occupazione di una caverna, analogamente conquantoavvieneconlegrottediLatronicoche,giàoccupate in età preistorica, vengono nuovamenteabitatenelV-VIsecolo175.LacavernadiSant’Arcangelo,conilcultodiSan

Micheleeilpozzettodiraccoltadell’acqua,èas-saiindicativadiquestaedellafasealtomedioevale,cosìcomeabbiamoriconosciutoaltriluoghidicul-todell’Angelosuimontidiquestastessavallata.Sulla nostra area non abbiamo alcuna traccia

archeologica,oletteraria,cheriguardiisecolidopol’etàgiustinianea,dallametàdelVIa tutto il IX,quandotuttavialapresenzalongobardaesaracenaè attestata nella parte inferiore della vallata, nonsoloconTursi,maancheaValsinnieaColobraro.Valsinni, cioè la vecchia Favale, potrebbeessere stata proprio di fondazione saracena,identificando in essa laF.yàd del geografo araboIdrisi, e significativo della penetrazione saracenanell’alta valle è comunque il vicino paese diCastelsaraceno176.Alcunemonete diX-XI secoloripropongono comunque Seluci nella piena fasetardo bizantina (sito 887). Seluci è pertanto, inquest’epoca,unpiccoloepicentroterritoriale,che

sul Sinni. Sulle potenzialità di navigazione nel medio e basso cor-so in età medioevale e ancora in età angioina vedi anche For-tunato 1968, p. 166; DaLena 2000, pp. 129, 135, 139. Mi piace ricordare ancora l’immagine che del fiume offre antonInI 1797, p. 149: «va con profondo letto a gittarsi in mare».175 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 239, nota 425.176 Capano 2006.

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conosciamodocumentatoconcertezzasoloinetàangioina,pocoprimadiscomparire(probabilmentenelXIVsecolo,dopolaguerradelVespro?)177.«Può essere ancora indicativa di questa fase la

chiesettadiMadonnadiCrocicedda,sullavettadiSerraRotonda,acontrollovisivodelvalicodiPe-coronetralavalledelSinniequelladelNoce.IlpiccoloinsediamentodiMontagnola(sito872),lachiesettadiSant’Aloia (sito911), l’insediamentodiTaverna(sito922)potrebberoavertrovatoorigi-negiàinquestaetà».ElachiesettadellaSantissimaTrinitàdellaMon-

tagnola(sito872)potrebbeessereun’attestazionedella penetrazione benedettina e un documentodellanuovafasenormanna.Un documento molto autorevole per la nostra

area enon soloper l’epocache rappresenta, è ladescrizionedelSerrapotamoedelSinninell’operadelgeografoaraboIdrisi178:«Ladescrizionesinotainnanzituttoperilfatto

checonferiscemaggioreimportanzaalSerrapota-morispettoalSinni,chequasiappareunaffluentedell’altro.InrealtàIdrisitramiteladescrizionedeltracciatodeifiumi,dàpesoaunpercorsoitinerariointerno,daimontidiCarboneperCalveraeCastro-nuovo,Senisee,quindi,perF.yàd,cioèValsinni179(434),eShant Bard. K.mmayrah(Anglona?).Èdaintendereche i collegamentipiù importanti aper-ti dalla valle del Sinni non avvenissero lungo diquestaamontediSenise,masuicrinalio ifian-chimontanianorddelfiume,usando,piùinaltodiCarbone,lamulattieracheancorasegnaMonte

177 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 239, note 426-427. «in questo stesso luogo, proprio la fase bizantina sembra documentata dal castello di Seluci e, più in generale, quella bizantino-normanna dalla sua stazione di sottomonte (sito 888) e dal contiguo borgo dell’orto dei Monaci (sito 884)».178 ibid., 2003, p. 240, nota 433: rIzzItano 1994, p. 135. il testo originale di questa importantissima opera è ancora inedito. il passo: «passiamo ora a parlare, con la maggiore diligenza pos-sibile, dei principali corsi d’acqua che bagnano questi territori, cominciando con un accenno al fiume di Senise [il Serrapota-mo]. esso scaturisce dai Monti carbone, scorre fra calvera e castronuovo, passa davanti a Senise stesso ma dopo un breve tratto eccolo unirsi al Sinno. corre quindi davanti a F.yàd, arriva di fronte a Shant Bard. K.mmayrah e di là volge al mare. quanto al fiume Sinno, esso sgorga dal monte Sirino e fluisce fino a congiungersi con il fiume di Senise; insieme proseguono in dire-zione di F.yàd indi verso Shant Bard. Kmmay ah e infine sfociano nel mare. il monte Sirino fronteggia viggiano: fra chiaromonte e viggiano e fra il monte citato e chiaromonte cor rono dodici miglia, quindi quindici fra il monte stesso e viggiano».179 quILICI, quILICI gIgLI 2003, p. 240, nota 434.

Pallareta,TimpaAlta,SerraLaSpina,Castelsara-ceno, Serra del Sambuco eMancamelano con ilvalicoperl’AgrielecomunicazioniconViggiano,ricordatoanch’essoappuntodaIdrisi:èunastrada[...]diorigineanticaechepermettevapurefacil-mentepercorsitrasversali,qualiquelli,chequiin-teressano,perilvalicodiPecoroneperlavalledelNoce, quello di Seluci e soprattutto diLatronicoperlavalledelMercure»180.«Esaminandolacartografia,sirilevaimmediata-

mentecomel’alturadiSelucicostituiscailfulcrodi una rete di percorsi essenziali per la viabilità,sia antica che moderna, nella parte meridionaledellaregione:sonoeloquenti,inproposito,tantolecarteIGMcherisalgonoallafinedelsecoloscor-so,quantoquellediepocarecente.Purnell’intri-co di strade, tratturi e sentieri che caratterizza lazona (molti dei quali prendono nome proprio daSeluci)181echeoffreun’ampiasceltatrapercorsidicresta,dimezzacostaedifondovalle,siriconosco-noduetracciatiprincipali,perbuonapartetuttorautilizzatiocomunquepercorribili,chesisviluppa-nolungoledirettriciest-ovestenord-sud,natural-mentecon ledeviazioni impostedallacomplessaorografiadellazona.Primadirettrice:fiumeSinni>pendicidelmassicciodelSirino> indirezioneovestfinoalvicinovalicodiPecorone>concadelNoce: a) da costeggiare lungo ilmargine setten-trionale(perarrivareaLagonegroepoialVallodiDiano);b)continuaresulladirettriceprecedente>collinadiSerraCittà(Sirinos?),pressoRivello>sinoaSapri,sullacostatirrenica.Direttricesudo-vest>ilmare:a)passoLaColla>portoattualediMaratea;b)corsodelfiumeNoce(eBlanda).Ilsecondotracciatoadandamentonord-sud,per

ilquale,inbaseadunaseriedidati,diordinesiastoricochearcheologico,siriproponel’identifica-zioneconunramodellaromanavia Herculia182che

180 ibid., p. 240.181 bottInI 2003, p. 259, nota 1: «nel quadro d’unione dei ca-tastali di lauria, troviamo intorno alla rocca ben quattro vicinali pressoché omonime: la “strada vecchia” di Siluce e le tre deno-minate rispettivamente “di Siluce medio”, “di Siluce alto” e “di Si-luce di basso” (nonché, naturalmente, la strada del castello, che conduce sulla cima di questo). il percorso più esterno all’area, in direzione est, porta il significativo nome di “strada vicinale dei Passanti”; la strada vicinale del Sinni, che segue il fiume, coincide invece con il cosiddetto “Stradone”, usato per la transumanza verso la piana di Sibari e lo Jonio».182 bottInI 1990a, p. 159 e nota 9. il testo base sul percorso della via Herculia resta buCk 1971; tuttavia, l’andamento di alcuni

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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daGrumentum,nell’altaVald’Agri,puntavaversosud-sud-estesidirigevaversoNerulum,nellacon-cadelMércure-Lao,doveavvenival’intersezioneconlastradachecollegavaCapuaaReggio,altri-menti nota come via Popilia. La questione delladenominazione(nonchédell’epocadirealizzazio-ne) del principale asse di collegamento nord-sudsulversantetirrenicodellapenisolanonpuòancoradirsidefinitivamentechiusa183.Lungoquestotron-co stradale, a una distanza di 27miglia daGru-mentum,l’Itinerarium AntoninicollocaunastatiodinomeSemuncla(assentedaaltrefontiantiche),chevaristudiosihannocollegato–nonsenzafon-damento–colnomelatinodelfiumeSinni(Sem-num,cheancoranellacartografiaIGMdifine1800èdenominato“Senno”),ediconseguenzaubicato,perl’appunto,nell’areadiSeluci184.Perl’identifi-cazionedeltracciatoviarioanticosipotrebbepar-tire anche dalla semplice constatazione di comeancoroggi,lasciandoGrumentoindirezionesudepercorrendolastradaprovincialechesegueilcor-sodeltorrenteCogliandrino,siraggiungalacon-fluenzatraquestoeilSinniinbrevetempoeaunadistanzainmigliaassaiprossimaaquellaindicatanell’itinerariocitato,ecomedall’areadiSelucisiarriviinmodorapidoeagevoleallaconcadiCa-stelluccio(all’internodellaqualesidevecollocaresenzadubbioNerulum),avendopergiuntalasceltatrapiùpercorsi185.

tratti di tale asse viario va rivisto in funzione dei dati archeologici acquisiti nell’ultimo trentennio: si veda, ad esempio, per quanto riguarda la zona di Grumentum, gIarDIno 1983, pp. 214-215.183 Da ultimo, La torre 1990, pp. 151-152.184 bottInI 2003: vedi mannert 1823, pp. 152-153; Lombar-DI 1832, pp. 240-241. il toponimo è inserito anche nella car-ta dell’italia meridionale del Mercadore, risalente agli inizi del Seicento (dove, però, a causa della proiezione trasversa, non è facile istituire precisi raffronti con la topografia moderna); nella cartografia successiva compare invece l’equivalente del nome attuale, per lo più nella forma singolare e con alternanze vocali-che nella prima (Seluce, Siluce e – più raramente – Soluce), che è assai poco plausibile ricollegare a quello presente nell’itinerario romano, ed è forse da riferire piuttosto alla ricchezza di boschi del suo territorio (raCIoppI 1889, ii, p. 49); la forma “Seleuci” sembrerebbe attestata solo in fonti medievali (peDIo 1985, p. 89), mentre quella di “castello di Siruce” (LaCava 1891, p. 350) è altrimenti ignota, e viene anzi contestata nella quasi coeva relazione di un agente demaniale chiamato a decidere sul pos-sesso del territorio, conteso proprio per la ricchezza delle sue risorse forestali tra il comune di lauria e la Diocesi di Policastro (SaLerno 1895, p. 7).185 «Di contro, il tracciato proposto in alternativa, una volta oltrepassato Sarconi, si dirigerebbe verso sudest salendo rapi-damente di quota, e si svolgerebbe poi lungo una serie di rilievi

Il percorso individuato lungo il Cogliandrinoprosegue,aldilàdellaconfluenzacolSinni,sullaspondasinistradelfiume,chevarcavanellazonaanorddiSeluci(dove,incorrispondenzadiunre-stringimentodell’alveo,erapiùagevoleilguado);continuandoverso sud, è costretto ad aggirare lamole rocciosadelCastelloepiegare indirezionesudorientale.Oltrepassato il piccolo agglomeratodi Tempone, si biforca, offrendo la scelta tra untracciatochesiincuneafrairilievidiAcquafreddaedelMonteMisciarolara,epuntadirettamentever-sol’attualeCastelluccioSuperiore,eunsecondo,dipocopiù lungo,cheaggiradaest ilmedesimomonteesiricongiungealprecedentesullependicimeridionali delMonte Cardalano; risulta pertan-to non facile, senza precisi agganci archeologici,identificare con l’uno o con l’altro ramo l’anticastradadirettaaNerulum(anchese,aprimavista,sembrapreferibileilpiùrapidoapercorrersi).Ali-vellodiipotesi,sipuòsupporreunavariazioneditracciatoverificatasinelpassaggiodall’etàprero-manaaquellaromana:perquest’ultima,ineffetti,fontid’archivioattestanolapresenzadiunaproba-bilevillanellalocalitàdiMagaglione,toccatadalpiùorientaledeiduetronchiviaridescritti.

di altezza variabile tra gli 850 e i 1.100 m (e oltre), per toccare il sito di Serra del Sambuco, dove alcuni studiosi hanno ritenuto si potesse ubicare Sernuncla (FIoreLLI 1877, p. 131; bozza 1888, p. 84; LaCava 1891, p. 41). Anche senza tenere conto del fatto che il vecchio tratturo con tale andamento torna a immettersi nella valle del cogliandrino, esso si presenta però assai meno pra-ticabile del precedente, soprattutto nella stagione invernale, e risulta utile se la meta è l’area delle attuali castelsaraceno e San chirico raparo, mentre comporta una deviazione verso est se si vuole raggiungere l’alta valle del Sinni. D’altro canto, a raffor-zare ulteriormente l’ipotesi di ubicazione nell’area di Seluci della statio romana – per la quale si ritengono da scartare, per ragioni squisitamente topografiche, non soltanto la già citata Serra del Sambuco, ma anche la stessa San chirico (mommSen in ciL X, 1, p. 27). Di recente (armentI, IanneLLa 1995, p. 117), è stata avanzata anche la candidatura di castelsaraceno, ma accanto a essa le autrici stesse pongono quella della frazione cogliandrino, sul torrente omonimo, e, a maggior ragione, siti ancora più a est, come francavilla sul Sinni (mILLer 1916, c. 378), calvera o teana (LugLI 1963, p 34). Più verosimilmente il raCIoppI 1889, i, p. 371, propende per una collocazione di Semuncla nei pressi di latronico o di Agromonte. È presente nella stessa zona, in colle-gamento con la rotabile post-unitaria, spostatasi più a monte di quella di inizio ottocento (probabilmente a causa del progressi-vo impaludarsi dell’impluvio, ora occupato da un lago artificiale), il toponimo “la taverna”, che, come documentato da un’ampia casistica, ricorre in età moderna in corrispondenza di molti punti di sosta già presenti nel sistema viario romano, e da questo pas-sati senza troppe variazioni negli itinerari postali» (bottInI 2003, pp. 257-269, in particolare pp. 259-263). Sulla problematica della viabilità in età moderna, vedi Capano 2009.

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Entrambi,inognicaso,intersecano,asuddellabiforcazionedicuisièdetto,unpercorsotrasver-sale (proveniente anch’esso dall’area di Seluci),che si immette nella valle del torrente Peschieraper raggiungere l’altopianoche fada spartiacquetrailbacinodell’altoSinniequellodelMércure.L’utilizzo di quest’ultimo ha trovato di recenteconfermanell’individuazionediunpiccoloabitatosullependicimeridionalidelmonteNandiniello,interritorio di Castelluccio Superiore.Articolato inpiùvani(concoperturaintegoloni–perlopiùafaldaunica–oppureacieloaperto)che,daquanto

emersofinora, sonoda riferire aduedistinti edi-fici,essocomprendevaancheunapiccolafornace(probabilmente destinata al fabbisogno locale dilaterizievasellame,comedocumentatodanume-rosiscartidicottura)erivela,nellatecnicacostrut-tiva,particolarecuraper ildrenaggiodelleacquemeteoricheinscorrimentosullapendicepresceltaper l’insediamento. L’economia era, intuibilmen-te, basata sull’agricoltura, sullapastorizia e sullosfruttamentodelle risorse boschivedell’area, tut-toraconsistenti.

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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tav. i. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna tra cilento, Vallo di diano e Basilicata.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:1. BuXeNtuM/cAPuA-reGiuM2. BuXeNtuM/cAPuA-reGiuM (tracciato alternativo)3. cAPuA-reGiuM (da Buonabitacolo verso Lagonegro)4. SapRi/RiVeLLo5. GRUMento noVa-MoLiteRno-MonteSano S.M./cAPuA-reGiuM

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tav. ii. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna tra il potentino, Grumentum e il Vallo di diano.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:5. aLta VaL d’aGRi-VaLLo di diano (Grumento nova-tramutola-civita di padula/cosilinum)6. GruMeNtuM-caSteLLo di SeLUci-NeruluM7. GruMeNtuM-HerAKleA10. aLta VaL d’aGRi-VaLLo di diano (Grumento nova-tramutola-civita di padula/cosilinum)11. viA HerculiA (Marsiconuovo-Grumentum)12. MaRSicoVeteRe-ViGGiano-GUaRdia peRticaRa o GRUMento noVa13. padULa-MaRSiconUoVo-SaSSo di caStaLda-BRienZa18. viA HerculiA, diverticolo (Potentia-il palazzo-La Maddalena-Marsiconuovo)19. viA HerculiA, itinerario antico (Potentia-tito-Satriano-Sasso-pergola-Marsiconuovo)

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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tav. iii. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna tra il potentino, Val d’agri e Vallo di diano.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:10. aLta VaL d’aGRi-VaLLo di diano (Grumento nova-tramutola-civita di padula/cosilinum)11. viA HerculiA (Marsiconuovo-Grumentum)13. padULa-MaRSiconUoVo-SaSSo di caStaLda-BRienZa14. atena LUcana-BRienZa15. BRienZa-SaLa conSiLina16. BRienZa-Sant’anGeLo Le FRatte-caGGiano17. BRienZa-SatRiano-tito18. viA HerculiA, diverticolo (Potentia-il palazzo-La Maddalena-Marsiconuovo)19. viA HerculiA, itinerario antico (Potentia-tito-Satriano-Sasso-pergola-Marsiconuovo)

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tav. iV. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna tra Marsicovetere, Viggiano, Guardia perticara o Grumentum.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:12. MaRSicoVeteRe-ViGGiano-GUaRdia peRticaRa o GRUMento noVa

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note sulla viabilità e sui tratturi nella Lucania tra il tardoantico e il Medioevo

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tavv. V-Vi. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna tra Grumentum ed Heraklea.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:7. GruMeNtuM-HerAKleA

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tav. Vii. proposta di individuazione della viabilità antica e medioevale/moderna nel lagonegrese.i numeri sulla carta sono identificativi degli itinerari:3. cAPuA-reGiuM5. GRUMento noVa-MoLiteRno-MonteSano S.M./cAPuA-reGiuM6. GruMeNtuM-caSteLLo SeLUci-NeruluM6a. GruMeNtuM-NeruluM (per Sarconi-Moliterno-castelsaraceno)7. GruMeNtuM-HerAKleA8. cAPuA-reGiuM (da Lagonegro a castelluccio per Rivello, Nerulum e Lauria)9. cAPuA-reGiuM (da Lagonegro a castelluccio: tracciato alternativo)

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l territorio di Grumentum attraverso l’analisi

MAriAtereSA SAccHettAScuola di Specializzazione in Beni Archeologici, università di Bologna

I

Questocontributosiproponediessereunasin-tesidelle informazioni,dalSettecentoaoggi, sulterritoriorelativoallaGrumentumromana,nonchéunostrumentodiagevoleconsultazioneperquan-tidesiderinoapprofondirelostudiotopograficodiquestarealtà,chenonpuòprescinderedall’interro-garelefontilocali.Riguardoletestimonianzearcheologichenelter-

ritoriocircostante l’abitatodiGrumentum,undi-scretonumerodiinformazioniprovienedagliscrit-tidieruditichehannovisitatoestudiatol’areanelcorsodeisecoli.Dall’analisi delle fonti pervenuteci, seppure

spessositrattididescrizionigenericheenonpun-tuali,siricostruirannoimutamentiintercorsinellostatodiconservazionedeirestieavolteanchenel-lalorodestinazioned’uso,cercandodiinterpretarein qualemisura abbiano influenzato il paesaggioanche nei periodi successivi alla romanizzazionedell’area.Alfinediunapiùagevole trattazionedelle te-

maticheprepostesièdecisodiprocedereall’espo-sizione,informadielenco,deisingolimonumen-ti, citando e confrontando le testimonianze reseinmerito dai diversi studiosi locali e riportandoconsiderazionipersonaliaseguitodiricognizioniautoptiche.

1. I “Rotundi” o “Rotunni”Nelle opere di alcuni eruditi locali si ritrovano

notizie relative alla presenza dimausolei dimo-destedimensioni,presentisulterritoriogrumenti-no,chenellatradizionelinguisticalocalevengonomenzionaticolnomediRotundioRotunni.In particolare gli eruditi riportano descrizioni

relative ai due esemplari meglio conservati, uno

dei quali localizzato presso la porta meridionaledell’abitatodiGrumentum, l’altro in localitàBo-scodiMaglia.Nel1983LilianaGiardino1harealizzatoun’ana-

lisi approfonditadei diversiRotundi dislocati sulterritorio,soffermandosianch’essainmanierapar-ticolareggiata suiduemeglioconservati e indivi-duandonealtriduesulterritorio.

1.1. Grumento Nova, località San Giuseppe, struttura tumuliformeAovestdelbiviocheintercettalaviaproveniente

dallaportasuddell’abitatodiGrumentum, laco-siddettaPorta Aquilia,sidistingueunmonumentoinopus caementicium di forma subcircolare, chesiconfiguracomelasovrapposizionediuncorpocilindricosuunabasecubica(fig.1).Ilmonumento, realizzato interamente con ciot-

toli di fiume tenuti insieme damalta, con isolatiframmentiditegolesoprattuttonelcorpocilindri-co,raggiungeun’altezzadi4,5metrieunacircon-ferenzadicirca18metri2.Nelpuntodiraccordodeiduecorpidifabbrica,

la copertura cilindrica presenta esternamente dueregistri: uno superiore leggermente rientrante incuilamaltaapparebenlevigata,daconsiderarsiinorigineprobabilmentesedediunfregiocontinuo,eunoinferiorechefuoriusciva3aggettantepercirca20centimetri,conunacornicediblocchiparallele-pipedicalcareidellospessorecompresotrai20ei40centimetri.

1 gIarDIno 1983, pp. 200-203.2 Per le misure precise dei diversi elementi architettonici della struttura vedi tarLano 2010a (c.s.).3 i blocchi sono stati asportati ma restano evidenti le loro trac-ce in negativo.

delle fonti storiche locali

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 133-143

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MaRiateReSa SaccHetta

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Labasecubicainveceapparecompattaecarat-terizzatadallapresenzadiunpiccolovanoalsuointerno, al quale si accedeva probabilmente daun’apertura situata sul lato orientale, fortementecompromessodaoperazionidistruttivedi epochesuccessive.Deltuttoassentelostratodirivestimentoester-

no,moltoprobabilmenteinstucco4,mentrequellointernodovevaessereinmarmo5.Nelleimmediatevicinanzedelcomplesso,Fran-

cescoTarlanosegnalalapresenzadialcunetegoleecoppi isolati,attinentimoltoprobabilmenteallacoperturadell’edificio6.Dallaparticolareggiataanalisideltumulorealiz-

zata da LilianaGiardino nella sua pubblicazionesulla viabilità grumentina7, si colgono importanticonfrontiutiliaifinidelladatazionedelmanufatto:l’esemplarechelastudiosacitacomepiù«vicino,sia geograficamente sia soprattutto come dimen-sioni, è poi costituito dal monumento funerariosituatosullavia Popilia,inprossimitàdell’attualePolla,einnalzatoinetàclaudiadaInsteia PollainonoredelpadreC. Utianus Rufus».Sullabaseditali confronti e sull’assenza di laterizi all’internodell’opus caementiciumlastudiosadatailtumulo«agliinizidell’etàimperiale,ecomunquenonpo-steriormenteallametàdelIsec.d.C.».

4 gIarDIno 1983, p. 200.5 come testimoniato per il Rotundo in località Bosco di Maglia.6 tarLano 2010a (c.s.).7 gIarDIno 1983, p. 201.

1.2. Grumento Nova, località Bosco di Maglia, struttura tumuliformeCirca50metriasudovestdell’attualestradadi-

rettaalBoscodiMaglia,aimarginidiunpianorochesovrastalavalledelfiumeMaglia,sonovisibilii restidiunastruttura tombale inopus caementi-ciumrealizzataconciottolidifiumelegatidapocamalta,costituitodaunacoperturacilindricapostasuunabasecubica.Lastrutturasipresentacollas-sataversosudesterottainpiùpartimatuttaviasiriesconoastabiliremisureeacoglieredettagliim-portantiperlasuaricostruzione(fig.2).L’altezzadelmausoleoèdicirca3metri,perun

diametrodicirca4metrieunacirconferenzapariacirca14metri8.Sulla superficie esterna del tumulo, in corri-

spondenzadelpuntoincuilacoperturacilindricasiinnestasullabasecubica,siosservaundoppioordinediregistri.Ilregistrosuperioreleggermen-terientrante,incuilamaltaapparebenlevigata,doveva ospitare un fregio continuo; quello infe-riore,postoacirca2,20metridialtezza,incattivecondizioni di conservazione, si presenta invececome un anello di blocchi a forma di parallele-pipedochefuoriescedalrestodellastrutturapercirca40centimetri.Lungo il lato est del basamento cubico è ben

distinguibile l’ingresso a un vano didimensioni ridotte, evidenziato dalletraccediunapiccolatettoiasull’archi-trave;l’aperturaèdiformarettangolareehaun’altezzadi1,80metri.Il rivestimento del vano si conserva

esclusivamenteincorrispondenzadellavoltainternadellacoperturacilindrica,dove sono ancora riconoscibili lastrecalcareeaformadiparallelepipedodi-sposte obliquamente, e inoltre, inseri-to tra icaementadell’operamurariaèpresenteungrossobloccorettangolaredimarmo chemisura 1 x 0,80metri,compatibile con l’architrave9; questorivestimentoèassenteinvecesullepa-

reti, nonostante il Ramagli ne dia ancora notizianel195810.

8 Per le misurazioni precise dei diversi elementi architettonici della struttura vedi tarLano 2010a (c.s.).9 tarLano 2010a (c.s.).10 ramagLI 1962, p. 160.

Fig. 1. Grumento nova, località San Giuseppe,struttura tumuliforme

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il territorio di Grumentum attraverso l’analisi delle fonti storiche locali

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Ilrivestimentoesternodelmausoleodovevaes-sereinstucco,comegiàpropostoperilpreceden-te esemplare analizzato,ma non ne resta alcunatraccia11.Tuttavia, contrariamente al Rotundo situato

presso la porta meridionale dell’abitato diGru-mentum, sulla superficie esterna di quest’altroesemplareèpossibileancoracoglierel’originariaposizionedellalastrarecantel’iscrizionefunerariasulla destra dell’ingresso al piccolo vano situatoall’internodellabase;questodatoèmoltoimpor-tante per stabilire l’antico tracciato della stradache oggi passa a nordest dell’edificio mentre inanticodovevapassareasuddiquesto,poichésoloconquestoorientamentol’epigrafepotevaessereagevolmenteletta12.Relativamentealladatazione laGiardinocollo-

calatombamonumentaletragliinizidell’etàim-perialeelametàdelIsec.d.C.,sullascortadelleevidenti similitudini tipologiche con l’esemplareanalizzatoprecedentemente13.

Si riportano di seguito alcuni passi scritti daglieruditirelativamenteaiRotundi,alfinediricostruirelastoriadiquestimonumentiattraversoleepoche.IlCirelli14,chescriveintornoallametàdell’Otto-

cento,riportatestualmente:«varietombeotumuliisolati sonopressoGrumento,difiguracircolare,

11 gIarDIno 1983, p. 202.12 ibid.13 ibid., p. 203.14 CIreLLI 1852, p. 141.

perciò detto uno di essi Rotundo con finimentopiattoesporgenteaguisadigronda,edell’altez-zadiquindicioventipalmi.Sicredonomassidifabbricaconpochissimovuotoaldidentro.Seneosservaunoancoraintattopressolacittà,edunal-troscantonatoegiacenteboccone,dentrodicuiunvano, di figura riquadra, era rivestito di lastre dipietrabiancaotravertino,partetolteviaedinparteancoraaderentiedaffumigatedalfuococheipor-cajuolivi accendono,quandovi si riparanodallapioggiaodalfreddo».Dall’operadelCirelli, superficialenelle indica-

zioni a carattere topografico, apprendiamoalcuniparticolariarchitettonicisupportatiavoltedami-surazioni, e veniamo informati inoltre dello spo-gliodeimarmidirivestimento,nonchédelriutiliz-zoditalistrutturecomerifugiodalleintemperiedapartedipastori.Dal Caputi15 apprendiamo che percorrendo il

viottolo d’entrata alla città di Grumentum, neipressidellacappelladiSanGiuseppe«volgendolo

sguardoadestra,sihasottogliocchiuntumulodiformacircolare,piùlargochealto,sfregiatoincimaeallerozzebasi,dovesiattaccòunacasettarurale,nondissimiledaunaltro,ondelacontradasiappellaRotunno,argomentodinobiliguerrieriivispentiinbattaglia».Un’informazioneinteressantericava-

bileleggendoquestocontributo,datatoagliinizidelNovecento,attestailriuti-lizzodelRotunnopressoPorta Aquilia,ilcuistatodiconservazioneappare inalcuneparticompromesso,comecorpodi fabbrica cui, all’epocadelladescri-zione,sipoggiòunastrutturaabitativa.Tuttavia l’impatto che il monumento

producevisivamenteeculturalmentesulterritorioesugliabitantièancorataledadareilnomeallacontradaincuisitrova.IlCaputifamenzionediunaltroRotunno,senzariportareperòalcunainforma-zionecircalasuacollocazionetopografica.Magaldi16ariguardosilimitaariportareinvece

leinformazionifornitedaisuoipredecessorisenzaalcunaosservazionepersonale.

15 CaputI 1902, p. 153.16 magaLDI 1933, pp. 330-342.

Fig. 2. Grumento nova, località Bosco di Maglia,struttura tumuliforme

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TraidiversieruditidelNovecento,sicuramenteuno tra ipiùscrupolosinelladescrizionedeiRo-tundirisultaessereilRamagli17:«Inunabellara-dura,sulpuntoincuiiltratturocominciaascende-reversoilMaglia,mivennemostratosulladestraunenormeammassolapideodetto“U Murgione”[...].ÈInfattiunafabbricacircolare,dondeilnome“Rotundo”,simileadaltre,dicuisivedonoavanzialtrovenelVallo diGrumento.Ha il diametrodimetriquattroel’altezzadimetritre,egiaceriversapercrollodellabasedallatoorientale,[...].Mostraunafasciaosolcoesternolungolacirconferenza,duelunghefenditureedungrossoforoperilqualesientranelsuovanointerno,chemancainvecenelRotundodellavallettadiSanGiuseppe,alleportedella“Città”(ladistanzatra idue“Rotundi”èdicircatrequartid’oradicammino).Latradizioneviindicaunrifugiodibriganti[...]».Ramaglifornisceunaseriedidettagliarchitet-

tonici emetrici sulla tombamonumentale pres-so il fiumeMaglia e inoltre, per la primavolta,unavariantelinguisticadeltermineRotundo:“U Murgione”.

Liliana Giardino18, nel suo contributo segna-la inoltre i restididuestrutturemonumentalinelterritoriodiGrumento,nonindicateinprecedenzadaglieruditilocali,lequaliinvirtùdelleloroca-ratteristichetipologichevengonointerpretatedallastudiosacometombe.Laprimastruttura«si trovam.900caasuddi

Grumento, sul margine orientale di una terrazzache si affaccia sul vallone nel quale passa l’ac-quedotto19»dellaqualenon restanoche lacertidistruttureappenaaffiorantidal terreno, riutilizzateinparteperunacasettaruralemoderna.Nonostanteilcattivostatodiconservazionedel-

lastruttura,taledanonpermettereun’ipotesisullaplanimetria, il rinvenimentodiuncapitellodi le-senaangolareafogliediacantoinpietracalcareahaportatolaGiardinosostenerechesitrattassediuna tipologia più complessa e tarda nell’ambitodell’età romana imperiale, rispettoagli esemplariprecedentementeanalizzati.

17 ramagLI 1962, pp. 159-160.18 gIarDIno 1983, p. 203.19 ibid.

L’altra tomba monumentale20 è situata a 500metri a est dalla precedente.A seguito dello stu-dioeffettuatosufotoaereedeglianni’50,relativeall’area, la studiosa segnala lacrescitaconanda-mentocircolaredellavegetazioneincorrisponden-za di alcuni resti relativi conmolta probabilità aunastrutturatombaleapiantacircolare.Neipressidellatombaèstatorinvenutounfram-

mentodicornicemodanatainpietracalcarea.

2. Ponti e cunicoliTralenotizieriportatedaglieruditilocalialcu-

nesonorelativeapontiecunicolidietàromanasparsisulterritoriocircostantel’abitato:inparti-colaresonomenzionatiuncunicolosituatoinlo-calitàTraversitiedueponti,icuirestisonosituatirispettivamente in localitàBoscodiMaglia e inlocalitàPettodelCavaliere,iqualiverrannoana-lizzatidiseguito.

2.1. Grumento Nova, località Traversiti, cunicoloCirca300metrianorddellalocalitàGiudea,200

metriaestdellalocalitàSanLaverioe100metriasuddellalocalitàTraversiti,incastonatanellacolli-nachecosteggiailfiumeAgrisullaspondasinistra,èvisibileunagalleriapostaaun’altezzadi525me-tris.l.m.21(fig.3).L’operaèstatarealizzatainopus caementicium,

conciottolidellamisuradicirca40centimetridi-spostiinfilarimoltoregolari,tenutiinsiemedaunamaltamoltoconsistente.La galleria durante l’inverno viene completa-

mentesommersadall’invasodellagoartificialedelPertusillo;l’azionedidepositodidetritiesercitatadallagoeilcrolloparzialedellastrutturarendonoimpossibile penetrarvi all’interno22 anche duran-telastagionesecca,quandoil livellodelleacquescendelasciandoscopertol’ingresso.L’apertura introduce a un corridoio che ha un

andamento perpendicolare al fiume Agri, la cuilarghezzaèparia61centimetriepresentaunaco-perturaavoltaabotte.Sulfondodelcorridoiosiscorgeun trattodipareteconandamento trasver-

20 ibid.21 Per la localizzazione precisa dell’opera sul territorio: tarLa-no 2010a (c.s.).22 tarLano 2010a (c.s.) riporta l’altezza attuale dell’ingresso alla galleria che misura circa 50 centimetri e inoltre le misure relative alla larghezza del cunicolo.

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sale: questo primo tratto di corridoio sfocerebbeinunaltrocorridoioparalleloalcorsodelleacque,secondo quanto attestano le testimonianze deglieruditilocalicheriuscironoapenetrareall’internodelcunicolo.Siandrannoadanalizzarediseguitonellospeci-

ficoletestimonianzesulcunicolo.

IlprimostudiosoadarnenotiziaèilLombardi23,ilqualeneglianni’30dell’Ottocentodescrivecosìlagalleria:«DallaparteoppostadelfiumeAcrivede-siancorauncamminosotterraneoformatoalamia,altosettepalmielargoquattro,conpavimentosel-ciato,dicuinonsiconoscenél’usonél’estensione,nonessendosenevisitatocheunbrevetratto».L’eruditoforniscealcunielementirelativiadal-

tezzaelarghezzadelcunicoloeallapresenzadiunapavimentazione,manondàalcunainterpretazionesulla destinazione d’usoné sulla reale estensioneesviluppoarchitettonicodell’operapoichéneper-corseall’epocasolounbrevetratto,nonspecifican-doseacausadicrollioperaltriimpedimenti.Al1852risaleinvecelatestimonianzadelCirel-

li24 ilquale scrive:«[...] forsea segreta sortita incasodiassediocondirezioneversoilsantuariodisalus infirmorum,dalpocotratto,chesipuòpercor-rere,finchènonmanchil’aria».InquestopassoilCirelli,cheneriesceavisitaresolounpiccolotrat-to,dàun’interpretazionesullafunzionedell’opera:questocunicolosarebbestatorealizzatocomevia

23 LombarDI 1832, p. 238.24 CIreLLI 1852, p. 141.

difugaincasodiassedioversoilSantuariodellaMadonnadiGrumentina.Mancanotuttaviainfor-mazionirelativeall’architetturadell’opera.IlCaputi25,cheriesceaforniredatipiùaccurati

sul corridoio parallelo al corso dell’Agri, riportainvece:«avendo ilfiumedivertitounpoco il suocorsodall’altraripa,inmezzoacuièlabocca,unduemetri su ‘l pelo delle acque, si potè agevol-mentevisitarel’agostodel1895»;aggiungeinoltreinnotaunapiantaesplicativadelsistemadicorri-doichesisnodanodiseguitoaltrattoinizialeper-pendicolarealfiumeepuntualizza«sientradallaboccaa,disottoadunavoltadelmodostessochel’altrabc,laquales’incontraapochipassi.Conlascortadiunlumesiesploròillatoallanostrasini-stra,checamminaparalleloallacorrentiaefinisceacirca80metri.».

Sullascortadeidatiraccoltisull’ampiezzadelcu-nicoloeinvirtùdellasuacollocazionearidossodelfiumeAgri,siritienepienamenteplausibilel’ipote-sidiFrancescoTarlano26,cheproponediinterpre-tarequest’operacomeunsistemadidistribuzionedell’acquadelfiumeforseaiterrenicircostanti.Il livello dell’acqua del fiume, che secondo le

fonti antiche doveva essere navigabile27 e quindiavereunaportatamaggiorerispettoalpresente,po-tevaraggiungereillivellodelcunicoloinparticolarmododurantelestagionipiùpiovoseeconvoglia-re l’acquaneidiversi terreni; per la stessa ragio-ne sembra poco plausibile l’utilizzo del cunicolocomeunaviadifugachesisarebbetrovatainonda-tadalleacqueincasodipienadelfiume.Visto il cattivo stato di conservazione dell’in-

frastrutturael’assenzadiunostudioapprofonditosullasuaarchitettura,risultadifficileproporreunadatazionesullabasedellasolatecnicaedilizia.

2.2. Grumento Nova, località Bosco di Maglia, ponte sul fiume MagliaIrestidiunpontechesuperavailfiumeMaglia28

sonosituatiinlocalitàBoscodiMagliaacirca250

25 CaputI 1902, p. 160.26 tarLano 2010a (c.s.).27 Strab. vi, 264.28 oggigiorno il ponte non attraversa più il fiume che nel frat-tempo ha divagato, scorrendo parallelamente a esso lasciando spazio a una folta vegetazione.

Fig. 3. Grumento nova, località traversiti, ingresso del cunicolo sul fiume agri

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metriasudest29dalRotunnoanch’essoinlocalitàBoscodiMaglia,precedentementeanalizzato,neipressi di un’area d’insediamento d’età repubbli-cana30. L’unico elemento dell’infrastruttura anco-ra visibile è l’intradosso la cui lunghezzamisura10metri, l’altezzamassima3,30metri,mentreladistanzatraletracceancoravisibilideiparamentiesterni realizzati «con blocchi parallelepipedi di-spostiradialmenteelegaticonmalta»31èdi3me-tri32;quest’ultimodatoconsentedivalutarelarealeampiezzadellasedecarrabile(fig.4).Dallatipologiadell’arco,ribassato,edall’assen-

zadialtreimpostechefaccianopresupporreunnu-meropiùelevatodiarcate,sievincechelaportatadelfiumedovesseessereall’epocalimitata.Accan-toall’intradossoorientatoinsensoest-ovestsonopresentisulterrenorestidistrutturedaentrambiilatiinasseconl’orientamentodelponte.

UnapropostadidatazionevienefornitadaLilia-naGiardino33,laqualesullabasedellatecnicaco-struttivasostienecomemoltoprobabile«l’apparte-nenzadiquestopontesulMagliaallafinedell’etàrepubblicana»34. La costruzione del ponte sareb-

29 gIarDIno 1983, p. 206.30 munzI 1997a, pp. 153-154 e CIFanI et alii 2000, pp. 446-451 in base a una serie di rinvenimenti ipotizzano sulle rive meridio-nali del Maglia, in località San lorenzo, la presenza di un vicus, abbandonato nel corso del i secolo a.c. e successivamente so-stituito da fattorie attive fino al v-vi secolo d.c.31 gIarDIno 1983, pp. 206-207.32 Per le misure esatte si veda tarLano 2010a (c.s.).33 gIarDIno 1983, p. 207.34 la datazione del ponte all’età repubblicana già prospetta-ta dalla Giardino sarebbe supportata dall’orientamento della fabbrica, impostato secondo il medesimo orientamento della centuriazione graccana testimoniata dal Lib. col. i, 209, 5-10 . vedi anche tarLano 2010a (c.s.).

beavvenuta,continualastudiosa, induetempi35:«dapprimaunafasciaaconciradialiconmalta,epoiunaseriedigettateorizzontaliinoperacemen-tiziafinoaraggiungereilpianodellastrada».Ilpontevennegiàinprecedenzamenzionatodal

Ramagli36conilnomedi“PonterottosulMaglia”:«[...]unarcoribassatoinpietralocale,senzaipi-loni di sostegno e senza il piano superiore dellastradachevipassava[...].Romanasembralamal-ta,che,quasicomemarchiodifabbrica,cementasaldamentelestrutture.Ilfornicemisuraunalun-ghezzadicircametrinove,conunafrecciadime-tritredalpelodell’acquaelalarghezzaanchedimetritre.Poichéilfiumehamutatocorso,ilpontenoncavalcapiùlacorrente,masiallungainsen-soparalleloadessa.Laluceeraorientatadanordasudelastradalopercorrevadaestaovest».IlRamaglivisionailpontenel1958,riportandounaricca descrizione dell’architettura dell’infrastrut-tura,deimaterialidicostruzione, lemisuredellepartichelacompongonoeinoltreinformazionisulmutamentodelcorsofluviale.IlRamaglicontinuariportandoanche ipotesidiviabilità antica in re-lazionealponteinesame:«Èincertosesiadietàromanaomedievale.Seèdietàromana,essodo-vevaesserecavalcatodallaviachedaEraclea,di-rigendosiforseaNerulum,passavaprobabilmenteper un sobborgo grumentino, di cui si ritrovanoavanzipressoSarconi»37.

2.3. San Martino d’Agri, località Petto del Cava-liere, ponte sul fiume AgriRestidiunpontechedovevaattraversareilfiume

AgrivengonosegnalatiperlaprimavoltadaLilia-naGiardino38acirca12kmaestdiGrumentum,alkm13dellaSS598.Della struttura antica si conservano in elevato

duepiedritti appartenenti a un’arcata; questi pre-sentano un nucleo interno in opus caementiciumrealizzato,secondolastudiosa,conlatecnicadella

35 Sull’argomento vedi anche il contributo di f. tarlano in que-sto volume.36 ramagLI 1962, pp. 158-159; in una nota il ramagli informa che già prima di lui visitò il Ponterotto il Prof. Antonio Pricolo, che ne fece menzione in una lettera al Magaldi pubblicata dal ramagli stesso nella rivista «Aspetti letterari», fasc. i-iii, del 1959.37 Per le questioni relative alla viabilità antica del territorio di Grumentum vedi tarLano 2010a (c.s.), dove sono trattate nuove ipotesi a riguardo.38 gIarDIno 1983, p. 207.

Fig. 4. Grumento nova, località Bosco di Maglia, intradosso del ponte sul fiume Maglia

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gettataunica,conunparamentoinblocchiparalle-lepipedi inpietracalcareanell’intradosso,mentrenelrestodeipiedrittisiosservalapresenzadipa-ramenti inopus reticolatum. InbaseaquestidatiLilianaGiardinoproponeunadatazionepiùrecen-terispettoalpontesulfiumeMaglia.Tuttavianonsonostateriportatemisurerelativeairestiancoraevidenti,néipotesidiricostruzionedell’arcoedel-lasedecarrabile.La studiosa continua riportando alcune ipotesi

di inserimento del ponte nel sistema viario anti-co:«Lasuaevidentepertinenzaadunastradacheattraversal’AgririproponeilproblemarelativoaltracciatodellastradacolleganteGrumentumconlacostaionica»39.

3. L’acquedottoI resti dell’acquedotto che serviva l’abitato di

Grumentumsonostatioggettodiricognizioniede-scrizionisindalSettecento;graziealdiscretostatodiconservazioneincuiancoraoggisipresentanoquesticorpidifabbricaèpossibilericonoscereconesattezzailpercorsodell’infrastrutturaestabilirnelatipologia.Siripercorreorailtracciatodell’acquedotto,dal-

lesorgentisinoall’ingressonell’areaabitata,ripor-tandoinformazionirelativealleevidenzearcheolo-gicheancoraosservabilieattuandoconfronticonlenotiziedeglieruditideisecoliscorsi.Lesorgentidacuivenivacaptatal’acquasitro-

vavano a circa 5 km a sud dell’abitato romano,pressolalocalitàCastagneto40,aipiedidelcollesucuisièinsediatoilpaesediMoliterno.Procedendo verso nord, dopo aver oltrepassato

iltorrenteSciauraconunpiccoloponte41,l’acque-dotto continuava verso le contrade denominatePantano,MercatoeValledelMonaco42,pergiun-geresinoallatomeridionaledell’abitato43,perpoi

39 Per le questioni relative alla viabilità antica del territorio di Grumentum si rimanda a tarLano 2010a (c.s.), dove sono tratta-te nuove ipotesi a riguardo.40 roSeLLI 1790, p. 49; LombarDI 1832, p. 237; CIreLLI 1852, p. 51; CaputI 1902, p. 152; magaLDI 1933, pp. 330-342; ramagLI 1962, p. 69; gIarDIno 1983, p. 208.41 LombarDI 1832, p. 237; CIreLLI 1852, p. 51; CaputI 1902, p. 152.42 questa vallata che corre a sud della città è designata dalla cartografia iGM col toponimo Spineta.43 roSeLLI 1790, p. 23; LombarDI 1832, pp. 237-238; CaputI 1902, p. 152; ramagLI 1962, p. 69.

proseguireall’internodiquesto.Tuttaviaoggisonoriconoscibilisoloquattrotrattidiacquedottopres-solelocalitàMercato,BoscodelPrincipe,SpinetaeSanGiuseppe.

3.1. Sarconi, località Mercato, acquedottoDiquesto trattodi acquedotto restaunmuretto

continuochesiconservaperun’altezzadicirca50centimetrieperunalunghezzadicirca1chilome-tro; ilsuopercorsorisultaessereparalleloall’an-damentodiunasseviariochegli scorreaccanto,ancoraoggiinuso44.Il muretto è stato realizzato in opus caementi-

ciumconparamentoesternoinoperaquasiretico-lata;nellapartesuperioredelmurettosidistinguelacanalettaentrolaqualeeranoalloggiateletuba-turechetrasportavanol’acquaversolacittà.All’epocaincuiscrivevailLombardieraancora

visibileuntrattodiacquedottoincontradaPantanoasuddiSarconi45,maogginonrisultaesserepiùdistinguibile.

3.2. Grumento Nova, località Spineta, acquedottoLungolavallatachesiestendeasuddell’abita-

toromano,acirca500metriindirezioneestdallastradacomunale,sonodislocatiirestideipilastridisostegnodellearcatedell’acquedotto,designatidaalcunieruditilocalicoltermine«pilieri»46.Sulterrenosonoancoravisibilialmeno51corpi

difabbrica,chesisusseguonopercirca330metrilungolavallata(fig.5).I pilastri presentano paramenti esterni in opera

reticolata e un nucleo interno in opus caementi-cium,conpietredimisuravariabiletenuteinsiemedamalta; inalcuni trattiè riconoscibileneglian-golideipilastri,laddovecioèiniziaval’intradossodell’arco, il paramento in opera vittata realizzatocon filari orizzontali di blocchetti. Tra i pilastriconservatisiunodiseguitoall’altrosièmisurataladistanzadi1,85metri47;diconseguenzasiipotizzatalemisuraancheperlalucedellearcatechedove-vanosovrastarli.

44 Per le questioni relative all’importanza e alla datazione di questo asse viario e dell’acquedotto che in questo tratto si svi-luppa parallelamente a esso si veda tarLano 2010a (c.s.).45 LombarDI 1832, pp. 237-238.46 CaputI 1902, pp. 152-153; magaLDI 1933, pp. 330-342; ra-magLI 1962, pp. 69-70.47 tutte le indicazioni relative alle misure dei corpi di fabbrica analizzati sono riprese da tarLano 2010a (c.s.).

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L’altezzamassima raggiunta dai resti è di 4,50metri,mentrequellaminimaraggiungepochicen-timetririspettoalpianodicalpestioattuale.

3.3. Grumento Nova, località Bosco del Princi-pe, acquedottoQuesto trattosipresentasottoformadiunmu-

retto continuo lungo circa 5metri, la cui altezzamassimaraggiungei2metri,laminimai50centi-metricirca.Nellapartesuperioreèancoraosser-

vabilelacanalettacheospitavaletuba-tureplumbee48.Il paramento esterno che avvolge il

nucleo interno in opus caementicium sipresentacomel’insiemedi tecnichecostruttivedifferenti49,chedenotanori-maneggiamentiinetàsuccessive.

3.4. Grumento Nova, località San Giuseppe, acquedottoCirca 50 metri a nordovest dalla

cappella di San Giuseppe, posta inprossimità della porta meridionale diGrumentum, sono visibili i resti deltrattofinaledell’acquedotto,impostatosuldeclivioa sudovest dell’abitato e perfettamente orientatoin linea con il tratto di acquedotto che prosegueall’internodellacintamuraria(fig.6).Questo tratto di acquedotto poggiava su una

strutturacontinua inopera reticolata,alcontrario

48 gIarDIno 1983, p. 209: la studiosa riporta anche le misure ipotizzabili per le tubature in piombo che dovevano avere in questo tratto la larghezza di 37 centimetri, la profondità massi-ma di 25 centimetri, mentre lo spessore della spalletta oscillava tra i 39 e i 41 centimetri.49 ibid.: la studiosa distingue (partendo dal basso) un paramen-to in opera incerta con pietre e tegole e un altro in opera vittata con pietre di fiume tra lateres e bordate superiormente da un filare di laterizi e pietre.

deltrattodislocatolungolavallatainlo-calitàSpineta,cheprevedevaunsistemadiarcatesucuivenivanofatticorrereicanalichetrasportavanol’acqua.Anchequestotrattoèstatorealizzato

con un paramento esterno in opus re-ticolatum, mentre il nucleo centrale èstato realizzato in opus caementicium conpietredallemisurevariabiliemal-ta;tuttavia,inalcunitrattisonovisibiliinterventidiepocasuccessiva,realizza-

tiinoperavittata,conciottolialternatialaterizi.Neipuntiincuisièconservatomeglioilcorpodi

fabbricaraggiungei2,50metridialtezza,maalcu-nirestinonsuperanoi40-50centimetrid’altezza.LilianaGiardino50 proponedi far risalire la co-

struzione dell’acquedotto intorno alla metà del Isec.a.C.,utilizzandocomeunicoelementodatantelatecnicaedilizia,mancandodatidiscavo.

La studiosa riconosce un’affinità tra la realiz-zazione del paramento esterno utilizzato per lemuraurbane,datatedaLugli51al57-51a.C,e ilparamento esterno dell’acquedotto; ma un altroelemento che fa propendere verso tale datazioneè la tendenza a rimarcare il limite tra la parte infondazioneelaparteinelevatodiquesticorpidifabbrica, attraversounafiladi ciottolidifiumeel’impiego di «blocchetti di misura gradualmentedecrescentedalbassoversol’alto»52.

50 ibid., pp. 209-210.51 LugLI 1957, p. 503.52 gIarDIno 1983, pp. 209-210.

Fig. 5. Grumento nova, località Spineta, resti delle arcate dell’acquedotto

Fig. 6. Grumento nova, località San Giuseppe, tratto dell’acquedotto prossimo alle mura meridionali dell’abitato di Grumentum

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Si ripropongonoora i passi relativi alla descri-zionedell’acquedottopropostidaglieruditi localinellediverseepoche.DelMonaco53riportanel1713apropositodeire-

sti:«lerovinedegliantichiaquidottichesieguonoperlospaziodiduemigliaincirca».IlRoselli54allafinedelSettecentoscrivevarela-

tivamenteallalocalizzazionedellasorgenteeallatoponomasticadelluogoincuil’acquavenivacap-tata:«diquestifontiperennirendonotestimonian-ze chiarissime le fabbriche degli acquidocci, chefinalpresente sivedonoseguireper lo spaziodimigliatre,liqualientrolaCittàl’acquaconduce-vano,dispostiesituatisopraunaquantitàd’archi:eperchériuscivamalagevoleilcamminoalcorsodell’acqua,peressereilterritoriounpo’vallato;eperdarglilapendenza,chesiricercava,fud’uopoch’erettisifosseromoltiarchidifabbrica,perpotertrasportareecondurrenellaCittàilcorsodell’ac-qua, condarlequelpresidio, chevi si doveva. Ilprincipiodiquestesorgentilequaliracchiudevanoicondotti,dasottolaterradiMoliternosiricono-sce,distantedacircamigliatre,[...]dadovel’ac-quaspicciava;nascendodacolàunbuonrigagnoloabulicami[...].Equelluogol’acquaCastagnetasiappelladaqueiTerrazzani.».Segue la testimonianza rilasciata dal Lombar-

di55 nel 1832: «più considerevoli sonogli avanzidell’acquedottochericevevaleacquechesorgononel luogo dettoCastagnito ai piedi del colle ovesiedeMoliternoepelcorsodiduemigliaemez-zo le trasportava aGrumento.Un picciolo pontesi elevava sul fiumeSora, sul quale l’acquedottopassavaepenetravanellacittàperaltropontealdisopradellaPorta Aquilia.Nonindifferenti ruderiditaleacquedottosiscorgononellecontradedettePantanieMercato,intenimentodiSarconi,ovelemurachelosostengonosonoaltepalmiseielarghetre e quattro once.Nella valle detta delMonacovedesi l’acquedottosostenutodamoltiarchi,cia-scunodell’ampiezzadisettepalmi,equivilemurasono alte nonmeno di palmi sedici. Sulla stradadetta di S.Giuseppe, e presso il sito dellaPorta Aquiliasiosservanoduecondotti,unosovrappostoall’altroedivisidatenacissimocemento».

53 DeL monaCo 1713, p. 16.54 roSeLLI 1790, p. 49.55 LombarDI 1832, pp. 237-238.

LadescrizioneeffettuatadalLombardirisultaes-seretralepiùparticolareggiatepervenuteci.Lostudiosoci informasulla lunghezzadell’ac-

quedottodallasorgentefinoall’abitato,annotandolemisuredialcunicorpidifabbrica,eriportalano-tiziadellapresenzainpassatodiunponte,nonpiùvisibile56,collocatonelpuntodiraccordodell’ac-quedottoconl’abitato.Riporta inoltre un’informazione importante ai

finidella ricostruzionedella tipologiadell’acque-dotto: nell’Ottocento era ancora visibile la som-mitàdiun trattodell’infrastruttura, sitopresso lachiesettadiSanGiuseppe,sulqualeeranodistin-guibiliduecondutturesovrapposteincuidovevanoesserecollocateletubatureplumbeechetrasporta-vanol’acqua.UnaltrodatofornitodalLombardiciportaaco-

noscenzadell’esistenzadiuntrattodiacquedottoanchepressolalocalitàPantano,ogginonpiùvi-sibile.Lombardi testimonia infinechenell’Otto-cento learcatenellavalledelMonacoeranoan-coravisibili.IlCaputi57riportaleinformazionidesuntedagli

eruditichenescrisseroinprecedenzaaggiungendodeiparticolari:«ilcanaledicircatremiglia,benchèrottoesbranato,lasciòlesuevestigianépilieri,daseiasedicipalmialtietredispessore,insostegnodell’arcataonde siderivarono leacquedalla sor-givaCastagneto sottoMoliterno, passando per ilpiccolopontediSoraelungolecontradePantani-MercatoinqueldiSarconi,adoppioordinedicon-dottil’unoall’altrosovrapposti,comeosservaronoilRosellieilLombardi,visibilinelrialtopressolaCittà,nellavignaCavallo[...].SalendodalpontesuloSciaura,[...]cavalcavalapubblicavia,dovecominciailpiano,un’amplacurva,continuazionedell’acquidotto,delqualerimaneallasinistra,spal-lachefudisostegno,unenormepezzodireticolatafabbrica,altometri3,60che,rottoallebasi,sireg-gedipropriopesoinbilico.»Magaldi58 nel 1933 scriveva, non apportando

particolari novità: «le terme grumentine e la cit-tà tuttaquanta erano rifornitedi acquaottimadaun acquedotto ad arcate che era alimentato dallasorgente “Castagneto” sotto Moliterno. Avanzi

56 oggi da quel medesimo punto passa la strada moderna.57 CaputI 1902, pp. 152-153.58 magaLDI 1933, pp. 330-342.

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MaRiateReSa SaccHetta

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dell’acquedotto si riconoscono oggi nei Pilieri,comesonchiamatilocalmenteipilastrichesoste-nevanountempolearcate».IlRamagli59scriveinvecenel1962:«avevaGru-

mentounacquedottoadoppioordinedicondottisovrapposti.Due sorgenti alimentavanoGrumen-to:l’acquadelPapael’acquadelCastagneto,en-trambe in agro diMoliterno.Dell’acquedotto re-stano nel suburbio poveri avanzi, detti “Pilieri”(pilastri),osservabililungounavallettaalladestradellastradachevadaS.LuciaaS.Giuseppe.Dasud a nord, già tra querci plurisecolari, qualcunadellequalicrollavadinanzialvisitatoreconimma-neschianto,suquegliinformiruderi,aicolpidellascurealbericida,chepoilehaabbattutetutte.Nel-laprimametàdell’Ottocento,quandonescriveval’archeologo Lombardi, erano ancora visibili gliarchidell’acquedotto».IlRamaglisostieneche,ol-treallasorgenteinlocalitàCastagneto,anchelaco-siddetta“acquadelPapa”alimentassel’abitatodiGrumentum,localizzandoleduesorgentinell’areasottostante il colledovesiè insediato ilpaesediMoliterno,areacaratterizzatadanumeroserisorgi-ve,ottimafontediapprovvigionamentoidrico.

4. Strutture di epoca romana e riutilizzi presso l’abitato odierno di Grumento Nova

4.1. Grumento Nova, Chiesa Madre di Sant’Antonino Le fondazionidellaChiesaMadrediSant’An-

tonino, nell’odierno abitato di Grumento Nova,insistono inparte al di sopradi resti di strutturedi età romana: all’internodella chiesa si accede,tramiteunagradinata,allivellosottostantelapa-vimentazione attuale, nel quale, al di sotto delletraccedellafaseprecedentedellachiesadel1118edeisuccessivi rifacimentidel1561edel1635,sono stati rinvenuti ampi lacertimurari in operareticolata,rintracciatiancheall’esternodellachie-sa, lungo il lato destro60, sui quali sarebbe sortounedificioleggermentepiùgrandedatabiletrail1050-1100.

59 ramagLI 1962, pp. 69-70.60 Sia i lacerti murari in opus reticolatum, sia i resti della chiesa del 1118 presentano un orientamento estnordest-ovestsudo-vest rispetto all’attuale orientamento nordest-sudovest della chiesa di Sant’Antonino.

Circa la destinazione d’uso dei resti di età ro-manaesistonodifferenti ipotesi: secondoalcuni61potrebbetrattarsidiunastrutturapostaacontrollodellavallata,vistoilposizionamentosulpuntopiùaltodelcolle,databileaiprimiduesecolidell’im-perosullabasedellameratecnicaedilizia.

Tuttavia la presenza di materiale di reimpiegonelleimmediatevicinanzelasciaspazioaognitipodiinterpretazionecircalanaturadell’insediamen-to:sonostatiinfattirintracciatiuncapitellocorin-zio di età romana riutilizzato come vasca di unafontana (fig. 7) e una stele funeraria reimpiegatanellemura a sud della chiesa (fig. 8), accanto aiquali si trovanodisseminati in tutto l’attualeabi-tato,frammentidiunastatua,unabasedicolonnaiscritta,unatestabarbutadettadiSanBiagio,riuti-lizzatasullameridianadellachiesadiSantaCateri-nadiAlessandriaelastatuadelcosiddetto“pretoreduoviro”all’internodelgiardinoPerrone.Altristudiosi62suppongonochelastrutturadietà

romanaaldisottodellachiesafosseuntempiode-dicatoalcultodiSerapide,chesidiffusenelmon-doromanodalIIsecolod.C.finoalVsecolod.C.:nel1730DelMonacofecerifaregliintonacidellanavatacentraledellachiesae inquellaoccasionevenneroallalucealcunivasidalcontenutorossa-stro63.AriguardoilRosellinel1790scrive:«cosìnonèinverisimilechetutteebuonapartedidettemurael’interiorestrutturastatafussequellachefu

61 tarLano 2010a (c.s.).62 roSeLLI 1790, p. 103; FaLaSCa 1997, pp. 44-48.63 roSeLLI 1790, p. 103; FaLaSCa 1997, p. 45.

Fig. 7. Grumento nova, chiesa Madre di Sant’antonino, capitello corinzio di età romana riutilizzato come vasca di una fontana

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il territorio di Grumentum attraverso l’analisi delle fonti storiche locali

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fattadaprincipioperSerapideechequelsanguefossequellodelsacroriputavasisopravanzantenelTauroboljeneiCriobolj,cioèneisacrificideitoriedeimontoni»64.La tesi dei sacrifici compiuti nel tempio viene

valutatacomeplausibiledaFalasca65, invecenonrisultasupportatadaRacioppi66.InfinePaolaBottini67supponeche,datiirinveni-

mentinell’abitatodiGrumentoNova,potessetrat-tarsidiuncomplessosacroconannessounninfeo,manonforniscealcunorizzontecronologicoentrocuicollocareiresti.

64 roSeLLI 1790, p. 103.65 FaLaSCa 1997, p. 47.66 raCIoppI 1889, p. 72.67 bottInI 1997, pp. 357-358.

5. ConclusioniTutta la letteratura antica, di qualsiasi genere

essasiaequalunquefinalitàsiproponga,cihatra-smessounagrandequantitàdidati,importantiperla ricostruzionedel passato anche sotto il profilotopografico.NelcasodiGrumentum, l’analisidelletestimo-

nianzetramandatecidaglieruditilocalihapermes-so di localizzare resti oggi scomparsi, di indivi-duare imotividella sceltadi toponimi relativi alterritorio,diconoscerel’evoluzionedelpaesaggiointornoalleantichevestigiaromane.Mettendoaconfrontoeintegrandoidatiraccolti

dallevariericognizionieffettuateinepochediversenelterritoriosièinoltrepotutoconstatareemoni-torarelostatodiconservazionedeiresti,registrarespogliocrollidistruttureericostruireaposterio-riparamentierivestimentichericoprivanoalcunimonumenti, restituendo loro,almenoparzialmen-te,l’originariafisionomia.

Fig. 8. Grumento nova, chiesa Madre di Sant’antonino, stele fune-raria reimpiegata nelle mura esterne meridionali dell’edificio

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ecnologie e metodologie per lo studio del territorio

JuliAN BoGDANi, eNrico GiorGiuniversità di Bologna

T

IntroduzioneQuestointervento,lontanodaltemacentraledel

resto del volume e quindi dall’archeologia dellavalledell’Agri,sirivolgeinveceadalcuniproble-mi dimetodo nell’ambito della ricerca archeolo-gica.Sitratta,dunque,ditemicomunquegeneral-menteattinenti,seconsideratiappuntodapuntodivista delmetodo e dei problemi legati ad alcunerecenti tendenze dell’indagine archeologica, conparticolareriguardoneiconfrontidellatopografia,dellageofisicaedellagestioneinformaticadeidati.L’interessecheci riconduceaquesti argomentièmaturatonegliultimianniinsenoalcomunelavo-rodiungruppodigiovaniricercatoridelDiparti-mentodiArcheologiadell’UniversitàdiBologna,organizzatoattornoalLaboratorio di Rilievo delle Strutture Archeologiche (www.groma.info).Leat-tivitàpiùrecentidiquestoteamsisonoconcentratenellasperimentazioneditecnologiediverseperlostudio e la valorizzazione del territorio e dei sitiarcheologiciabbandonati.Questeesperienzesonoconfluitenell’organizzazionedi treScuoleEstiveInternazionali,dal titolo In profondità senza sca-vare,ehannospessoprodottorisultatichecisonoparsi degni di essere divulgati. In quest’ottica siponeilmanualeintroduttivo,dedicatoalladiagno-sticaperl’archeologiaeallaprogettazionediban-chedateperiBeniCulturali,chehadapocovistolastampa1.Abenvedere,si trattadimetodologiedipersé

nonnuoveperlaricercaarcheologica.L’integrazio-netraimetodidianalisidiarcheologia,topografia,geomaticaegeognostica,infatti,nonsipuòcertoconsiderare un’innovazione. La stessa considera-

1 gIorgI 2009.

zionevaleperl’applicazionedicomplessisistemidi gestione dati (dalle banche dati tradizionali, aquelledipiù recente concezioneallebanchedatigeografiche e GIS). Semmai bisogna cominciareaconsiderarequestetecnichenellorocomplesso,soprattuttoper la lorocapacitàdisvilupparespe-cificiprotocollidi intervento integrato,comeunabranca dello studio dell’antichità che comincia adefinirsiconunapropriaautonomiadimateriafon-datasuldialogomultidisciplinare.Inquestosensoall’archeologo,purchéabbiamaturatosensibilitàecapacitàadeguatedidialogoconicolleghidialtrediscipline,spettalabarradeltimonesoloperchéleapplicazioni si svolgono nel suo ambito di ricer-ca.Laprincipalenovitàdiquestoapproccio,ano-stromododivedere,staneltentativodiaffrontarequestemetodologieinunamanierailpiùpossibileintegrata,nelduplice tentativodisintetizzare tut-talaricercaprecedentecollegataallatecnologiaealsuousoinarcheologiadaunaparte,edisperi-mentareeformularedeiprotocollidiintervento,obest practices, applicabili in contesti e situazionidifferentidall’altra.Untentativodiapprocciooli-stico, dunque, in grado di superare la pur neces-sariaseparazionespecialisticadellevarietecniche,perguadagnarelosguardod’insiemechepermettediricostruireilcontestoanticonelsuocomplesso2.Questo,infatti,vuolecontinuarearimanereilfineultimodellaricercaarcheologica3.

2 riguardo a questo termine (“olismo”), coniato da Jan Smuts nel 1926, certo specialistico ma significativo nel presente conte-sto, ci piace ricordare la definizione dello stesso autore nell’ox-ford english dictionary: «[...] la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti attraverso l’evoluzione creativa».3 A tal proposito, anche in riferimento al complesso problema della nuova definizione di appositi percorsi formativi, si rimanda

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 145-152

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jULian BoGdani, enRico GioRGi

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Ci è parso, dunque, di trovare la ‘via d’uscita’aquestocomplessoproblemanellacollaborazioneinterdisciplinare,concepitanoncomeunagiustap-posizionedicompetenzeall’internodelprogettodiricerca,macomeunaveracontaminazione,cercan-dodicrearespazidisovrapposizionechepermetta-nounapiùfluidacomunicazioneefavoriscanoloscambio di informazioni e dei risultati.Abbiamoquindicercatodiporrealcentrodelle ricerche lesingolepersone,cercandodiincentivareladiversi-tàdiinteressiinmododaintegrareilpiùpossibileivarimetodielevarietecnologie,purpartendodaunaunicabasecomunecheèsemprequelladellaformazionearcheologica.Abenvedere,ildibattitosulrapportotratecnolo-

giaearcheologiaèormaiquasisuperato,nelsensoche la larghissima diffusione di alcuni strumentidiampioeconsolidatoutilizzohacausatoilcam-biamentoradicaledialmenounafasedellaricercaarcheologica, ossia quella preliminaredi raccoltadel dato. Questa vuole essere una constatazionepriva di giudizi di merito. Non si vuole, infatti,intendere necessariamente questo cambiamentocomeunmiglioramento,dalmomentochelaqua-litàdeidati acquisiti dipende comunque,più chedallostrumento,soprattuttodall’atteggiamentodelricercatore.Cionondimeno, si tratta di un radica-lecambiamento.Lostandarddidefinizionedelladocumentazionearcheologicaèoggiinviaditran-sizione; superata una prima fase che si potrebbedefinire genericamente “tradizionale”4, siamo nelpienodella fase della digitalizzazione, caratteriz-zatadaunadocumentazionemista,cartacea(tradi-zionale)enumerica(informatica),maconunapre-dilezioneper l’ultima5.Unpasso avanti notevoleinquesto sensoèavvenutograzieallapossibilitàsempremaggiorediacquisiredirettamentesulpo-sto(inmanieraautoptica)idatiinformatodigitale.Perciòilprossimofuturosembrapassareattraverso

al dibattito presieduto da Daniele Manacorda e pubblicato in gIorgI 2009.4 “Analogica” o “cartacea” potrebbero esser altri due sinonimi.5 Se fino a poco tempo fa si stampava la documentazione numerica per essere consultata (si considerino i rilievi, per esempio), ora si digitalizza quasi tutta quella parte della docu-mentazione che nasce cartacea. È chiaro che non si finirà mai di stampare il digitale, ma è l’inversione dell’importanza quello che preme sottolineare in questa sede: oggi viene considerato come originale la versione numerica, mentre prima l’originale, o la copia buona, era quella cartacea.

lacompletadocumentazionedigital ready6,perpoiraggiungerequellainteramentedigital born7.Il progresso dell’archeologia verso il digitale è

stato accompagnato da due spinte complementa-ri,chehannocoinvolto laricerca,apartirealme-no dalla diffusione delmetodo stratigrafico.Unaspintacentrifuga,cheportaisingoliarcheologiaspecializzarsi indisciplinesemprepiùspecifiche,e una centripeta, che vede l’archeologia come ilnucleounitarioversoilqualetendonounaseriedicompetenzeesterne,checollaboranoconl’archeo-logo:si trattadelconcettodimultidisciplinarietà.Oggi, però, la multidisciplinarietà si è notevol-mentesviluppataehaassuntounaspettodiversodaquellochepotevapresentarequalcheanno fa:l’archeologononassorbepiùpassivamente le in-formazioni chegli arrivanodagli altri specialisti,ma,grazieall’esperienzamaturatanellasuaforma-zionespecialistica,èingradodireperireluistessogranpartedelleinformazionialuiutiliocomunqueèingradodistabilireundialogomeglioarticola-toconglispecialistideivarisettori.Naturalmentenonvamaipersodivistailcarattereolisticodellaricerca archeologica: il valore e il significato deisingolidatiedeisingolispuntidiricercaèdigranvoltamaggiorequandovaconsideratonelsuoin-sieme;ilfineultimodellaricercaarcheologica,os-sialaricostruzionedeicontestiantichi,èpossibilesolamenteintegrandoeconfrontandotuttiidatiinnostropossesso.È chiaro da questo discorso come, per quanto

riguardalametodologiadellaricerca,unproblemasignificativoècostituitooggidellagestionedellacosiddetta pesantezza archeologica8, vale a direla grande quantità di informazioni di cui oggi

6 Si intende con questo termine quella documentazione che pur nascendo in formato cartaceo tradizionale, viene raccolta con il chiaro fine di essere subito digitalizzata. questa finalità cambia, naturalmente, anche il procedimento stesso della rac-colta. in forma digital ready sono, per esempio gran parte dei rilievi tradizionali destinati ad essere vettorializzati per essere integrati con quelli realizzati con strumentazione elettronica / fotogrammetrica. Sempre digital ready sono oggi anche gran parte degli archivi schedografici creati in un cantiere, destinati a essere inseriti in archivi numerici.7 con digital born si intende la documentazione che nasce da subito digitale, come per esempio i rilievi di una stazione totale, le riprese fotografiche con macchine digitali oppure le banche dati (di studio o di catalogazione per esempio) che vengono compilate direttamente su un calcolatore, senza passare per un formato cartaceo.8 Si veda a questo proposito Laurenza, putzoLou 2008.

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tecnologie e metodologie per lo studio del territorio

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si dispone per lo studio di contesti e tematicheanche circoscritte. I dati che vengono raccoltioggiduranteunaricercasulcampooduranteunostudiomultidisciplinare di un dato contesto sononumericamente di gran lunga più importanti diquanto si poteva fare venti anni fa,ma la nostracapacitafisicadigestionediinformazionièrimastalastessa.Quellichesonocambiati,però,sonoglistrumenti; l’avanzamento tecnologico, che haportatoall’ingrandirsiadismisuradeidatiraccoltisulcampo,offreanchegli strumentiadattiper lalorogestioneeanalisi.

Archivi e banche dati, la prospettiva del webInquestadirezioneilruologiocatodallebanche

dati,nellafilieradellagestionedeidatiarcheolo-gici,ècentrale.Nellastoriadell’informatizzazione dell’archeologialebanchedatisonostatedasubi-toprotagoniste.Dopomoltiannidisviluppodelletecnicheedeglistrumentiperlaricercacisitrovadinuovodavantiaquestostrumentoconnuovedo-mandeerichieste.Nonètantolamoledidaticherisultaessereun

problemanellacorrettagestionedelleinformazioniarcheologiche9, bensì la loro eterogeneità. La di-sponibilitàoggidi soluzionisoftware ingradodigestire complesse strutturedi banchedati inma-nierarelazionale10inmodosempliceeintuitivohasicuramente molto semplificato il lavoro dell’ar-cheologo,chenondimenonecessitadicompetenzeparticolari per la loro ottimizzazione. Importantipassiinavantisonostatifatti,negliannipiùrecen-ti,anchenellagestionecentralizzataerelazionaledeidatigraficiinsensolato.Siintendecompren-dereinquestacategorianonsolamenteidatifoto-grafici,maanche(esoprattutto) idatigeografici.Iprincipalimotoridibanchedati, infatti, si sonodotatidiestensionispaziali, funzionalitàcheper-mettonodigestireeinterrogarenonsoloitesti,maanchelegeometrie.

9 Da sempre, la scalabilità è stata tenuta nella giusta consi-derazione nella creazione di una banca dati. la scalabilità nelle banche dati è la proprietà di non perdere in prestazioni (velocità e integrità di dati) con l’aumentare delle informazioni contenute nella banca dati stessa; la scalabilità dipende in massimo grado dalla struttura della banca dati, definita dall’archeologo.10 Si tratta dei cosiddetti rDBMS, acronimo di Relational data Base Managing System, Sistema di Gestione relazionale di Ban-che Dati, ovvero sistemi in grado di gestire banche dati articola-te in varie tabelle relazionate logicamente l’una con l’altra.

Questo discorso, per quanto possa sembraretroppo tecnico, èutileper introdurreun concettopiuttostoimportante,cheèquellodellebanchedatiintegrate, strumenti capacidigestire inmodo re-lazionale laquasi totalitàdeidatiprodotti inunaricercaarcheologica.Èchiarocomel’interfacciadiquestacomplessastrutturanonpossacheessereunsistema informativo geografico, unGIS appunto.Sul ruolo deiGIS nella ricerca archeologica si èdiscussomoltonelpassato; sièdiscussoa lungosulfattochepotesseessereomenounostrumentoutilizzabileinambitoarcheologicoesièdiscussosulleeventualinovità,alivellocontenutistico,chepoteva portare alla disciplina11. Oggi, dopo circavent’annididibattito,sipuòritenerequestodiscor-so in grandeparte superato.Comunque si vogliaconsiderarequestomezzo,adesempiocomesotto-utilizzato, limitato, limitante,complessoo tropposemplificatore;inognimodo,nonesisteoggiunostrumentodiversodalGISperintegrarelamolte-plicitàdeidatiraccoltidallaricercaarcheologica.Sipuòdiscuteresuimodidiutilizzoesulprodottocheci sideveaspettare,manonè indiscussionepiùlostrumentoinsé:laquestionenonèpiù“GISsì”o“GISno”,ma“GIScome?”.Aquesto tipodi istanzasiarrivaanchepercor-

rendo un’altra strada, ovvero quella dell’impattodellaricercaarcheologicasulquotidianorapportodell’uomo con il territorio. Gli enti preposti allagestione e pianificazione del territorio sul qua-leoperal’archeologo–esulqualesipresupponee si spera la ricercaarcheologicadebbaavereunritorno–hannoormaidefinitivamente adottato ilGISqualestandardperladocumentazioneelade-scrizionedelterritorio.Ènecessario,dunque,cheanchelaricercaarcheologica,perinterloquireconilquotidiano,parliunlinguaadatta.Laquestionedei formati non va trascurata quando si tratta dicondivisione,e lostandarddelladocumentazioneèunaquestionechesidevedeciderenonsolamen-teall’internodelteamdiricerca,macoinvolgendoanche l’amministrazione locale, in modo da ga-rantireun’agevolecircolazionedeidati, con l’in-dubbioguadagnodiunamiglioreepiù ragionatagestioneepianificazionedelterritorio.

11 azzena 1997, DJInDJIan 1998, D’anDrea, nICCoLuCCI 2000, Forte 2002, De FeLICe et alii 2008. Per una sintesi bibliografica si veda bogDanI 2009.

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jULian BoGdani, enRico GioRGi

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La diffusione della rete telematica (internet) inmodocosìimportanteemassiccionellavitadituttii giorni ha portato come conseguenza un rapidocambiamento nella metodologia della raccolta esoprattutto della gestione dei dati. Comincianoultimamentearafforzarsisempredipiùesigenzedicondivisioneecollaborazione, aiutateanchedallegià citate tendenze alla multidisciplinarietà checaratterizzanooggipiùchemai la ricercaarcheo-logica. La capillare diffusione della rete internetpermetteoggidicondivideree lavorare in‘multi-utenza’ (ossia con numerosi operatori simultanei)su banche dati e archivi, senza necessariamentedover essere fisicamente tutti riuniti in un unicoluogo12.Restaintesochegliaccessiaidatisensibi-li (siaper l’elaborazionesiaper laconsultazione)devono essere tutelati e le condivisioni devonoessere regolate da debiti sistemi di controllo (permezzodeicosiddettiprivilegi di accesso).Inquestosensolacollaborazioneel’assensodelleistituzio-ni di tutela, come le Soprintendenze competenti,è necessaria, fondamentale e indispensabile. Inquesto modo condivisione, multiutenza, aggior-nabilità divengono quindi requisiti fondanti deisistemiGIS, che portano sulla rete non solamen-te idatialfanumericidellebanchedatimaanche,ad esempio, quelli cartografici e geografici. IlwebGISnon è altro, dunque, cheun sistemaGIScompleto, con la cartografia tematica organizzatainmodoragionato,conlapossibilitàdianalisiediconseguenzacapacediprodurrenuovecartografietematiche.Questosistemapuòessereconsultato,inalcunicasianchegestitoemodificato,suunaretedilavoroepuòavereun’estensionelimitata(intranet)o globale (internet), con accessi controllati (retiprotette)oliberi(retiaperte).Questi sistemi hanno, oltre agli innumerevoli

vantaggi,ancheilorolimiti.Ilprimograndelimite,cheperòisistemiweb-based(conidatinellaretetelematica) condividono con le soluzionidesktop

12 Si tratta di una esigenza che era stata predetta già agli inizi della diffusione della rete. D. Manacorda, già nel 1998, scriveva: «Non credo ci siano dubbi sul fatto che il futuro ci riserva un incremento della produzione e dell’uso di banche-dati archeo-logiche consultate in rete. Sarà forse questo lo strumento che offrirà la possibilità del controllo delle fonti che sono all’origine di interpretazioni derivate da elaborazioni anche sperimentali di masse di dati che sarà sempre più difficile proporre analitica-mente nel corpo delle edizioni archeologiche» (D. Manacorda, Relazione nella tavola rotonda, in guIDobaLDI et alii1998, pp. 273-281, particolare p. 279).

piùtradizionali(conidatinelproprioPC),èquel-loriguardanteledimensioninellequalièpossibiledescrivere la realtà,ossia legeometriee idati ingenerale.Attualmentenonesistonosoluzionisod-disfacentipergestirelaterzadimensione.Possia-mopresumere,tuttavia,cheilrapidosviluppoeilconseguenteabbassamentodelcostodi strumentidimisurazionetopograficaingradodiforniredati3D di alta o altissima definizione (come il laser scannerelafotogrammetriaterrestre)incentiveràlosviluppodellatecnologiaperlacorrettagestionedi questi prodotti; almomento attuale, però, unasoddisfacenteintegrazioneconilrestodeidatirac-coltideveancoraessereraggiunta13.Nellostessomodoècondivisotrastrumentiweb-

basededesktopancheunaltrolimite,cheriguardalaquartadimensione,quellacronologica.Sitrattainquestosensodivalorizzarelacartografiaelafo-tografiaaereanellasuastratificazioneesequenzastorica,perevidenziarepropriol’archeologiaoperlomenolastoriadeipaesagginaturalieantropiz-zati.Sitrattaperòquestavoltadiun’esigenzachel’archeologocondivideconpochissimialtriprofes-sionistipresentinelmercato,ilcherendedifficileelentolosviluppodisoluzionitecnicheadeguate14.

Casi applicativi: il progetto SITARC e il webGIS della valle del CesanoIl primo punto di forza dei sistemiweb-based

(che si tratti di soluzioni database, di soluzioniGISodisoluzioniintegrate),èchesono,pergranpartedegliutenti,sistemiready-to-use,nonneces-sitandonédiinstallazionisoftwareeneppuredelladisponibilità di sistemi operativi particolari o dihardware specifico; possono essere dunque usatida qualsiasi postazione (spesso anche dispositi-vi portatili quali smartphone o tablet PC) dotatadiunaconnessioneinternet(oallareteintranetdilavoro),edannopochissimiproblemidicompati-

13 Sembra significativo, comunque, che attualmente la solu-zione di scala geografica più diffusa e di maggior successo, in grado di gestire in maniera piuttosto soddisfacente anche la ter-za dimensione sia proprio uno strumento web-based, ovvero Google earth.14 Ancora una volta è lo staff di sviluppo di Google earth che sta ultimamente sperimentando la navigazione anche nella quar-ta dimensione, con la possibilità di caricare cartografie temati-che nel senso cronologico (nella fattispecie fotografie satellitari scattate in momenti diversi). È possibile pensare uno sviluppo archeologico di questa importante dimensione.

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tecnologie e metodologie per lo studio del territorio

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bilità15.Secondariamente,permettonodigestireinmodoottimalelamultiutenza,offrendolapossibi-litàdiconsultazionedeidati–sempreaggiornati–aunnumeroillimitatodiutentitramiteretiinternetointranet.Idatisono,poi,disponibilinonsoloinletturama, tramite sistemidi controllodi accessieautorizzazioni,ancheinscrittura,offrendointalmodopienaelasticitàall’interosistema.Inquestedirezionivannodueprogetti,parallelinellefinali-tàmadiversinellacostruzioneenellasceltadeglistrumenti,chesivengonodiseguitoaesporre.

Il progetto SITARCSitrattadiunprogettodiricercaascalaterritoria-

leriguardantelaporzionemeridionaledell’attualeAlbania (nell’antichitàconosciutacon ilnomediCaonia,partedell’Epirosettentrionale)16. Ilcuoredelprogetto(SITARCstaperSistemaInformativoTerritorialeArcheologicodellaRegioneCaona)èstata la creazionedi unabancadati, gestibile sulweb(conidovutosistemidicontrollodiaccesso)17.Inquestabancadati,organizzatasecondostandardrecenti,èandatoaconfluireungrandenumerodidatididiversaprovenienza,acominciaredaidati

15 Non essendo necessario installare nulla non è neppure ne-cessario tenere aggiornato alcun software, il che porta a notevoli risparmi di tempo/spese, per quanto riguarda la consultazione.16 il progetto è una collaborazione tra il Dipartimento di Ar-cheologia dell’università di Bologna e l’istituto Archeologico Albanese di tirana.17 bogDanI, gIorgI 2007, bogDanI gIorgI 2008.

prodottidallericercheprecedenti(studiobibliogra-fico)sinoagiungereaquelliacquisiticonricogni-zioniprogrammate.Sitratta,inoltre,diunarchiviomultiutente finalizzato a monitorare lo stato delpatrimonio archeologico in particolare e cultura-leingenerale18.Nelcorsodellericognizionisonostati ‘mappati’ e posizionati con strumentazioneGPStuttiquestielementiel’informazioneraccoltaèstatainseritanellabancadati.Attualmentesonodisponibili due interfacce diverse a questo archi-vio:unGIStradizionale(desktop)dicaratterepret-tamente archeologico, e un’estensione geografica(GeoFace,fig.1)visualizzabileonline,dicaratterenonsolamentearcheologico,maancheturisticoinsensolato.Privilegidiaccessoelivellidiautenti-cazione19sonostaticoncordati inaccordoconglienti locali, in modo da proteggere il patrimonioculturaledaeventuali rischidiunaconsultazionetroppolibera20.Inquestocasosièpartitidaundatabase(online)

percreareunsistema integratodicontrolloege-stionedeldatoarcheologico,cheriguardanonsolo

18 Nella banca dati sono state inserite varie schede riguardanti monumenti di carattere non prettamente archeologico, come chiese e altri edifici di culto (e Beni culturali in senso lato), do-cumentati durante le ricognizioni.19 quali utenti possono accedere, a quale livello di informazioni e con quali diritti di accesso (sola lettura o lettura/scrittura, ecc.).20 Si fa riferimento qui alla necessità di proteggere alcune in-formazioni, come il posizionamento troppo preciso di siti sen-sibili (ad esempio le necropoli) da eventuali atti di vandalismo e trafugamento.

Fig. 1. progetto SitaRc. L’interfaccia geografica GeoFace, in grado di visualizzare online, in lettura e in modofoca, i dati tabellari e spaziali contenuti nel database

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illivelloterritoriale,maanche,alivellodisito,leoperazioniarcheologichesvoltinellesingoleareedi indagine a cura della Missione ArcheologicaItalo-AlbaneseaPhoinike.

Il webGIS della valle del CesanoDiversaèl’esperienzadiunaltroprogetto,nella

sostanza simile a quello SITARC, riguardante leindaginisvolte(eancoraincorsodisvolgimento)nella città antica diSuasa (Castelleone di Suasa,Ancona)enelsuoterritorio(valledelfiumeCesa-no).QuiilDipartimentodiArcheologiadell’Uni-versitàdiBolognaconduce,dapiùdiventi anni,regolaricampagnediscaviericerche,siaalivellodisito,chealivelloterritoriale21.ParallelamenteaquestericerchesièmanmanocreatoemantenutounsistemaGISditipotradizionale,attoacontene-reper lopiù le indagini territoriali,eultimamen-te anchequelle intra-sito. Si è cercato recentissi-mamentediaprirequestaesperienzaaunnumeromaggiorediutentiecollaboratori(principalmenteverso gli organi della Soprintendenza per i BeniArcheologici delleMarche e con i rappresentantidell’amministrazionelocale–ilComunediCastel-leonediSuasaeilConsorzioCittàRomanadiSua-sa, che comprende numerosiComuni del territo-rio),attraversolarealizzazionediunapiattaformawebGIS, ingradodi portare in rete tutta lamoledidatidicomuneinteresseprodottiinquestianni,inmodo da offrire alla Soprintendenza uno stru-mentodicontrolloedigestionedelpatrimonioar-

21 Si veda da ultimo gIorgI, Lepore 2010 (c.s.), con bibliografia precedente.

cheologicodellazona,eaglientilocaliunostrumentoutileall’am-ministrazione, valorizzazione eprogrammazione del proprio ter-ritorio. Inquestocasosi trattadiuna ‘traduzione’ dello strumentoGIStradizionale innuoveforme.Il formato originale dei dati (so-stanzialmentevettoriedatiraster)è stato mantenuto invariato, inmodo da non considerare chiusonessunodeidueprodotti(nèquel-lodesktop,eneppurequelloweb),inmododapermettere interazio-nianchesuccessivamente.Nonsi

èvoluto, infatti,creareunostrumentostaticochepermettesse la condivisione delle ricerche svoltefinoaquestomomento,maunambientedi lavo-rocondivisoecollaborativochetuttiipartecipantipossonoarricchireconlepropriecompetenze.

Comunicazione e divulgazioneQuesteconsiderazioniciconsentonodiintrodur-

re, infine, alcune riflessioni circa il cambiamentoche lenuove tecnologie (soprattutto ladiffusionedellereti)hannoportatinegliimportantissimi(matalvolta dimenticati) campi di comunicazione edivulgazione.Allostatoattualesitrattadeiambi-tichepiùdialtrisonorimastiindietro,legatialleformepiùtradizionali,mailcuisviluppoeottima-legestioneprometterisultatisicuriesoddisfacenticoncostimoltobassi.Quellacheattualmentepossiamodefinireera di

internetsoloinminimaparte,spessopurtroppotra-scurabile,hacoinvolto ilmondodella ricercaar-cheologicainmanieramassiccia,anchesequestoèunlimiteingranparteristrettoallarealtàitaliana.Lesedidellepubblicazioniscientificherimangonotutt’oraquelletradizionalicartacee,esolounami-nimaetrascurabilepartedellabibliografiaèattual-mente rintracciabile e raggiungibile sulla rete22.Ciò non vuol dire chemanchino i sitiweb dedi-catiall’archeologia;tutt’altro,masoloinrarissimicasiillorofineèquellodiessereunprodottoedi-

22 Per fortuna, come si è detto sopra, si tratta di una realtà per lo più italiana, mentre tutti i più importanti organi internazionali pubblicano, oltre ai formati cartacei, anche edizioni online, facil-mente (e molto spesso gratuitamente) accessibili da un nume-ro di gran lunga maggiore (e soprattutto con costi minori) di utenti-studiosi. Sul tema vedi anche baLDInI LIppoLIS et alii 2010.

Fig. 2. progetto webGiS della valle del cesano (provincia di ancona)

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tecnologie e metodologie per lo studio del territorio

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torialefinito,confinalitàcomunicativedichiaratesindall’inizioesoprattuttoconcontenutirealizzatiperquestofine.Solitamenteisitiwebvengonoco-struiticomevetrinedoveesporreleproprieattivitàenonvengonoconcepiticomecanalicomunicativiautonomi, in assoluta controtendenza con quantosuccedeperaltricampidelsapere.Èchiaroche leesperienzepiùmatureavanzate

inaltricampidellaconoscenza,oppurenellastessaarcheologia inaltripaesidove ildivario tecnolo-gico,ossiaildigital divide,èmenoaccentuatodiquelloitaliano,indicanolastradaancheallaricercaarcheologica.Ilwebdiventasemprepiùunluogofisico e concreto di discussione, condivisione eanche di istruzione. È quindi naturale che anchel’editoriaarcheologicasiorientiprestoversoque-stostrumento,chesegnaun’opportunitàdidemo-cratizzazionedelsaperechedeveesserecolta23.Inognicaso,seilbuonfinediquestatendenzaèaffi-datoalleleggidimercato,unosforzomaggiorevafatto,dapartedituttiisoggetticoinvoltinelpro-cessodicostituzionediunprogettoarcheologico24diqualsiasitipoessosia,nelladirezionedelladi-vulgazionedeirisultati.Èquestoilveromomentonelqualel’archeologiarestituiscealterritoriodovehaoperatoilsuocontributo,motivoperilqualeènecessarioriconoscereaquestomomentounruo-loimportanteintuttoilprocesso.Lacreazionedicontenuti scientifici di alta qualità rimane senzadubbioilfineultimodell’attivitàdell’archeologo,manonvadimenticatoche il suoruoloèdi fon-damentaleimportanza,anchenelladefinizionedeicontenutiedeicanalicherestituirannoallacomu-nitàlaconoscenzaecoscienzadellaricercaarcheo-logica.Ancoraunavoltailruolocheipiùrecenticanalicomunicativipossonogiocareinquestafaseèevidenteenonhabisognodiessererimarcato.Un contributo interessante in relazione a que-

stotipodidivulgazione,significativoperilbassoimpattoeconomicoinrapportoallavaliditàdeiri-

23 in questa direzione va la possibilità dello strumento di rag-giungere un numero grandissimo di utenti in tempi velocissimi e senza alcuna spesa da parte loro. inoltre è palese come il web permetta un notevole risparmio da parte di chi i contenuti li co-munica (l’editore), risparmio che può essere investito nello svi-luppo di forme e piattaforme comunicative più nuove, nonché nella creazione stessa dei contenuti (investimento sulla ricerca).24 Non si tratta solo degli archeologi che materialmente scava-no o fanno le ricognizioni, ma di tutti gli enti coinvolti solitamen-te in un progetto, soprattutto Soprintendenze Archeologiche ed enti locali.

sultatiraggiunti,vieneadesempiodalportalewebdel“ProgettoSuasa”(ConsorzioCittàRomanadiSuasa)25:www.progettosuasa.it. In questo caso ilwebvienearricchitodicontenutiavarilivelli,finoadiventarenonsolounavetrinadelsitoarcheolo-gicoodelmuseo,maunveroeproprioluogoar-cheologicoeunmuseoluistesso,doveèpossibilecamminare,guardare,chiedereinformazioniinunarealtà virtuale fortemente aiutata dalle ricostru-zioni3Dodallevisionipanoramiche.Sipuò,adesempio,visitareilmuseoe‘interrogare’levetrineper avere informazioni sui reperti, oppure si può‘visitare’l’areaarcheologicadelfororomanosce-gliendodivederlacom’èoraoppurecomedovevaessereinepocaantica.Unaltroesempio,similenellefinalitàmaprofon-

damentediversonellaforma,èdatodalportalede-dicato all’Algeria Punica (www.cherchel-project.eu)26,dovemancanoglieffettigraficitridimensio-nalima i testi scientifici sono stati rivestitidiunlinguaggioediunaformaaltamentecomunicativi,dandolapossibilitàancheall’utentenonspecialistadivenireacontatto,comprendendola,conlarealtàantica.L’approcciodivulgativoèsaldamentesor-rettodacontenutiscientificamenteaccuratiedetta-gliati,maattiadesserelettiecompresiapiùlivelli:acominciaredall’archeologospecialista,chetrovanellabibliografiaglistrumentiperrisalireallefon-ti,perproseguireconl’appassionatodiarcheologiachericonoscegli strumentidella ricercadietro lapresentazioneedèingradodiricostruireilpercor-soaritroso,finoadarrivarealnormalevisitatore,ilqualesenzaappesantirsidelcomplessoapparatodicuisiaccompagnalacomunicazionescientificadellaricercaegrazieaunlinguaggiopiùaccessi-bileèmessoingradodi‘immergersi’pienamentenellarealtàantica27.

25 Si veda l’intervento di M. zaccaria in gIorgI, Lepore, 2010 (c.s.).26 Progetto di ricerca dell’istituto di Studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo Antico (iSciMA) del consiglio Nazionale del-le ricerche (cNr), sotto la direzione scientifica di l.i. Manfredi.27 Anche l’editoria cartacea può essere concepita in modo comunicativo, sia dal punto di vista contenutistico, sia da quello grafico: i contenuti possono essere presentati attraverso ap-profondimenti successivi (per non appesantire la lettura senza rinunciare alla densità informativa), in modo da adattarsi a diver-si tipi di utenti e di approcci; l’impiego sistematico di elementi cromatici e visivo-iconici (a guisa di rimandi o segnalibri) aiuta il lettore a orientarsi all’interno dell’opera e rende più immediata la comprensione dei rimandi (vedi ad esempio i progetto grafi-co di «Groma» 2, gIorgI 2009).

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jULian BoGdani, enRico GioRGi

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Infine, riguardo al tema delle pubblicazioniscientificheonline,chenonvoglionoconsiderarsiaccessorierispettoaquellecartaceepiùtradiziona-li,cipiacericordarel’esperienzadelprimonumerodellanostrarivista«Groma»,consultabilesulsitowww.groma.info/rivista,chehaaccoltoanchecon-tenutiulterioririspettoallarivistatradizionale,le-gatiall’attivitàdellaboratoriodirilievo.Inquestosensociparesignificativo,adesempio,ildibattitocheèstatorinvigoritoinrelazioneaunimportantemonumento dell’antica Sarsina (Forlì-Cesena), ilcosiddetto‘donariodiCesioSabino’,chehapre-so lemosse proprio dalla critica nei confronti diun’attivitàdidatticaicuirisultatisonostatidivul-gatinell’edizioneonlinedellarivista28.

28 Si fa qui riferimento alla vivace polemica metodologica ac-cesa da J. ortalli in un recente contributo (Variabili di sistema nella tarda antichità: i nuovi assetti territoriali e l’epilogo di Sarsina romana, in «Studi romagnoli» liX, 2008, pp. 71-96, in partico-lare pp. 88 e ss.), la quale ha avuto il dupice pregio non solo di aver ripreso, alla luce di nuovi dati, il dibattito sulla lettura di un importante monumento sarsinate, da tempo trascurato dagli studiosi (il cd. ‘donario di cesio Sabino’), ma anche di aver dato a una pubblicazione online lo stesso peso scientifico di un’edizione cartacea.

Inconclusione,sivuolesottolineareancoraunavoltacomequestoaspettodelladivulgazionenonsi debba assolutamente ritenere elemento di se-condaria importanza nell’interezza del processodella ricerca archeologica. Ci sembra, anzi, cheil compitodi formulareemettere inpiediquesteformedicomunicazionesiaancoraunavoltacom-petenzadell’archeologo,vistoche la competenzaprettamente archeologica è centrale, ma restanonecessarie specifiche competenze legate anche alcampodellecomunicazioni.Tornadunqueinmen-tel’opportunitàdifavorirelaformazionedifigureprofessionaliibridedicuisiègiàparlato,seppureriguardoadaltrecontaminazioni,all’iniziodique-stocontributo.

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MAriANGelA tocciScuola di Specializzazione in Beni Archeologici, università di Bologna

Laricognizionearcheologica,intesacome«l’in-siemedelletecnicheedelleapplicazioninecessa-rie alla individuazione di insediamenti archeolo-gici abbandonati, di periodi cronologici diversi,cheabbianolasciatosulterrenotraccevariamenteconsistenti»1, rappresenta uno strumento fonda-mentaleperlostudiocomplessivodiunterritorioeperlaricostruzionedelsuopaesaggioantico.Èinvirtùditaledichiarazionecheèimportante

dareattenzioneagliaspettimetodologicideipro-getti di ricognizione archeologica effettuati neglianninel territoriogrumentino, siapervalutare lerelazionitraimetodieglistrumentiadottatieiri-sultatidellescoperte,siaperfornireunabasees-senzialeper il lavorodi tutti coloroche studianoquestoterritorio.Attraversoquindiunabreveesposizionedeipro-

gettipassatiediesperienzenelterritorioincuisonostatacoinvoltapersonalmente2,verrannomesseinevidenza le strategie d’indagine, le tecniche, glistrumentielenuovetecnologie,verificandocomeessihannostrutturatolaricerca.Unprimopassoperilriconoscimentodieviden-

zeanticheattraversoletraccevisibilisulterrenoèstatocompiutodaR.J.Buck3 negli anni ’70, conl’obiettivodiidentificareiltracciatodellavia Her-culia: egli si è affidato all’integrazione di fonti

1 CambI 2000, p. 250.2 ci si riferisce alle scuole estive organizzate dall’Assessora-to alla cultura del comune di viggiano e dal laboratorio di fotogrammetria-circe del sistema dei laboratori dell’università iuAv di venezia, sotto la direzione scientifica del Prof. f. Guer-ra, grazie anche al contribuito della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. in maniera particolare ringrazio f. Guerra per avermi dato la possibilità di partecipare attivamente all’organizzazione e all’attuazione di queste attività.3 buCk 1971, pp. 66-87.

agiografiche (Acta Sanctorum), itinerarie antiche(Tabula Peutingeriana,Itineratium Antonini),epi-grafiche e a una puntuale lettura delle fotografieaeree, tecnicache rappresentauna formadi rico-gnizioneindiretta,perchésiservediquestotipodiimmaginiperindividuareinvaritipidianomalieinesseriscontrabili(solopercitarequalcheesempio:diversogradodicrescitadellavegetazione,diver-sogradodiumiditàdelterreno,particolareorienta-mentodeicampicoltivati)dellepossibilitraccedirestiarcheologici4.Servendosidialcunefotografieaeree dellaR.A.F., Buck hamesso in evidenza ipossibiliproblemidi tale tecnica: inprimo luogol’incompletacoperturaaereadelleareedaindaga-re;insecondoluogoladifficoltànelvalutaredal-le foto la fase cronologica a cui appartengono letraccericonducibiliadassistradali.Eccoperchéaunaprimaindividuazionedizonepromettentisullefotografieaeree,èseguitapoiun’indaginedirettasulcampo.Solo utilizzando tali strumenti e integrando la

tecnicadellafotointerpretazioneconl’osservazio-nedirettasulterreno,lostudiosohaipotizzatol’in-terotracciatodiquestoimportanteasseviariodeltardo impero, che, secondoBuck, doveva partiredaHeraclea, e attraverso le città diGrumentum,Potentia,dovevagiungereaEquum Tuticum5.Questo lavoro,prendendo inesameun territorio

piuttostovastochesegueicirca160kmstimatiperla lunghezzadellastradaantica,nonpermette,perviadellecarteapiccolascalautilizzate,diricavarespecifiche informazioni riguardo l’articolazione

4 CambI, terrenato 1994, pp. 128-129.5 Per le successive ipotesi di identificazione del tracciato vedi gIarDIno 1983, pp. 210-217; tarLano 2010a (c.s.).

storia delle ricerche e nuove esperienze nel territorio grumentinoecniche, strumenti e tecnologie della ricognizione archeologica:T

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 153-157

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MaRianGeLa tocci

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del tracciato viario in prossimità della città diGrumentum6.Taliinformazionisipossonoricavaredalle ricerche di L. Giardino, svoltesi nel corsodi alcuni anni, che hanno fornito non solo nuovisupporti grafici dettagliati dell’area intorno aGrumentum,mahannorappresentatounafontepernuovidatiattraversoun’attivitàdirettasulterritorio7.Illavoroharappresentatolarealizzazionediat-

tivitàdiricercasvolteincollaborazioneconlaSo-printendenzaArcheologicadellaBasilicataepro-grammatedaD.Adamesteanu,SoprintendentealleAntichitàdellaBasilicatafinoal1977,econtinuatedaE.LattanziedaA.Bottinidal1977al1981.Avendo come obiettivo la comprensione

dell’estensione dell’antica città di Grumentum el’organizzazione del suo territorio circostante, laprimafasediquestarealizzazionehavistoladefi-nizione“dell’universo”8,ovverolaporzionedispa-ziogeograficosucuiconcentrare le ricerche,cheèstataindividuatainun’areapiuttostograndedelterritoriogrumentino,comprendentelaparteurba-naequellaextraurbana.Durantequestafasesonostatecompiuteperlustrazioniinunprimomomentonell’areaurbana9,incuisonostaterilevatetuttelestruttureaffiorantie traessesonostati identifica-ti con sicurezza imonumenti pubblici della città(foro,Capitolium,termerepubblicaneeimperiali)chesisonoaggiuntiaquellimeglionoticomeilte-atroel’anfiteatro,oltrecherestidimuridiinsulae,diterrazzamenti,epochitrattidellemuraurbane.La ricerca sul terreno, unita alle notizie di scavodell’arcipreteDaniodegliinizidelSettecentoeri-portatedalDelMonaco10eall’osservazionedifotoaeree,hafornitodatiancheperlaricostruzionedeltessutostradaleurbano.Sono stati inoltre individuati alcuni tratti viari

connessi conunaorganizzazioneagraria regolaredelterritoriogrumentinoedèstatascopertaancheuna seconda centuriazione, che presenta orienta-mentoecronologiadifferentirispettoallaprima11.Queste prime scoperte hanno sollevato subito unproblemadicaratterestoricochehaportatoariva-

6 gIarDIno 1983, p. 199.7 gIarDIno 1980, pp. 477-538; ead. 1983, pp. 195- 217.8 thompSon 2001, p. 405.9 gIarDIno 1980, p. 47810 DeL monaCo 1713, pp. 34-37; vedi gIarDIno 1980, p. 492.11 Sul tema vedi anche il contributo di f. tarlano in questo volume.

lutareeridimensionarelericerchesuccessive:essesi sono infatti concentrate sulla definizione dellefasistorichedellacittàesullaarticolazionedelsuoterritorio in relazione ad altri interventi pubblici,diversi dalla centuriazione. Sulla base di questiobiettivi, è stata avviata in un secondomomentoun’indaginetopograficadirettasulterreno.Essahaavuto come presupposto indispensabile l’analisidi fonti scritte comegli itineraria (in particolarel’Itinerarium AntoninielaTabula Peutingeriana),lefontiepigrafichecomeungruppodimiliaria12,el’integrazionedelleinformazionidistoriciqualiil Cirelli13, il Caputi14, ilMagaldi e ilRamagli15,senzadimenticareivalididatiprovenientidaalcu-nefotografieaereeplanimetricheedellacartogra-fiaIGMdel1954.Lafasesuccessivaèconsistitanell’indagineveraepropriasulterreno,attaaveri-ficarelacorrispondenzatraleindicazioniscritteeleeventualianomalieaereofotograficheconciòcheerarealmentepresenteedesistente,individuando,documentandoeverificandolostatodiconserva-zionedialcuneevidenzearcheologiche,cometom-bemonumentali,ilpontesulfiumeMaglia,ilpontesull’Agriealcunitrattidell’acquedotto16.Questo tipo di indagine potrebbe rappresentare

l’approcciononsistematicodellaricognizionear-cheologica17,ovverouna ricognizionenonmirataallacoperturacompletadelterritorioscelto,mase-lettivaeautoptica,magariristrettaazonepromet-tentidefiniti“sitiparticolari”18,iqualiconservanotraccepiuttostoevidentiinelevatoechepossonoessere segnalati da vari tipi di fonti. Tale lavorocosìstrutturatohacostituitounatappafondamen-taleperlaricostruzionedellaviabilitànelterritoriogrumentino, in particolare della situazione viarianellafasciaadiacenteallacittàstessa19.Esiste,tuttaviaunaltrotipodiricognizione,che

ha avuto anch’esso realizzazione nel territorio diGrumentum,echevienedefinitosistematico.Que-sta tecnicaèstatasceltanell’ambitodella ricerca

12 ciL iX, 6056-6070 (= X, 6961-6975). vedi gIarDIno 1983, p. 198.13 CIreLLI 1852.14 CaputI 1902.15 ramagLI 1962.16 gIarDIno 1983, pp. 199, 210; tavv. Xli, Xlviii.17 CambI, terrenato 1994, pp. 124-126.18 CambI 2003, pp. 81-84.19 gIarDIno 1983, tav. Xl.

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tecniche, strumenti e tecnologie della ricognizione archeologica: storia delle ricerche e nuove esperienze nel territorio grumentino

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topograficaprogettataedeffettuatanel1992dallaCattedradiArcheologiaGrecaeRomanadell’Uni-versità di Roma “La Sapienza”, con la collabo-razione della SoprintendenzaArcheologica dellaBasilicata20.Latecnicaadottataèstatafunzionaleagliobiettividellavoro,cheinquestocasohannoriguardato,oltrecheleprioritarie«esigenzeditu-telaecatalogazionepreventivadisitiestrutture»,anche«ladefinizionedelladimensionesincronicaespazialedell’assettoinsediativonellevarieepo-che e la conoscenza delle dinamiche diacronichedelpopolamento,dall’etàpreromanaaquellatar-doanticaealtomedievale»21.Èchiarocheper taliobiettivièstatonecessarioscegliereunaporzionegeograficadistudiomoltoampia, individuatanelsuburbiodell’anticaGrumentum.Nelcorsodiquesta ricercasiè tenutopresente

diunaspetto fondamentaledella ricognizionear-cheologica, ovvero la visibilità22, che determinaunaclassificazionedeiterrenidaanalizzareecheèstatadefinitaesaminandoilquadrogeopedologi-codel terrenoe il rilevamentodelleareecoperteda vegetazione. Come punto di partenza dunqueè stataadottata laCarta Geologica d’Italia23 conl’integrazione di osservazioni dirette sul terreno.Aessasièaffiancata lastesuradiunacarta del-la visibilità,chehaconsideratol’usodeidifferentitipidisuoloelapresenzapiùomenocostantedel-la vegetazione. In base a questi fattori, sono sta-te distinte tre classi di visibilità24: nella prima dialtavisibilitàsonostatiraggruppatiterreniadibitiavigneti,fruttetiecampiarati;laclassedimediavisibilitàhainvececaratterizzatoicampidigranoastoppieeicampiperilpascolo;nell’ultimacosti-tuitadaboscoeforesteceduelavisibilitàèaunostadio basso.Questi validi strumenti sono servitiper laprogettazionedellaricercasucampo,dovela ricognizione è stata condotta con sistematicitàeinmodointensivonelleareediprimaesecondaclasse, chepotevano restituiremaggiori informa-zionisulpopolamentoruraleantico,mentreèstatasceltaun’areacampione,indagatamenosistemati-camente,nellezoneabassavisibilità,chepotevano

20 CIFanI et alii 2000, pp. 439-460.21 ibid., p. 439.22 Su questo specifico aspetto della ricognizione archeologica vedi guIDI 1994, pp. 45-46; CambI, terrenato 1994, pp. 151-158.23 carta Geologica d’italia, lauria, foglio 210.24 CIFanI et alii 2000, p. 441.

rappresentareiluoghipergliinsediamentid’alturad’etàpreromanaealtomedievale.Leareeinteressatedalprimoapprocciosonola

fascia posta a sud della città antica tra i torren-ti Sciaura e Maglia, comprendendo anche l’areaa nord della località la Cerreta eMadonna delleGrazie,mentrequellaconridottavisibilitàèl’areatra i 650-700 e 800metri che comprende boschie pascoli, comeMurgia Sant’Angelo, sorgenti diFabbricataeSanNicola.Unavoltaindividuati isiti,essisonostaticata-

logaticonschedediSITOeUTesonostatiloca-lizzatisullacartografiadibasedisponibile,ovveroletavolette1:25.000dell’IGM,affiancateinalcunicasidastralcidipiantecatastaliinscala1:1.000.Irisultatiprodottisonoilfruttodellavorocon-

dottonelcorsodiquattrosettimanedaunamediadiquattroarcheologichehannocopertounasuper-ficiedi8km2,conun’intensitàdi10giorni-uomoperkm2.Questo importante contributo che, attraverso

l’impiegodiunaparticolaretecnicadiricognizionearcheologica,hachiaritoalcuneproblematichere-lativealledinamicheinsediativeneivarimomentistorici che vanno dalla protostoria e giungono alXVII-XVIII secolo, non si può tuttavia ritenereesaustivoperlaricostruzionesicuradelpaesaggioantico,inquantononsonostateindagatealtrepor-zionidelterritorio25.Un’altra esperienza di ricognizione è

stata condotta nell’agosto del 2006 da partedell’UniversitàdiVeronanell’ambitodellaricercasulle mura diGrumentum26, nata in seguito allenuove riletturedi tre iscrizioni tardorepubblicanedapartediA.Buonopane27eairisultatidell’attivitàarcheologicanelForosottoladirezionescientificadiA.Mastrocinquedell’UniversitàdegliStudidiVerona28.L’indagine,attaall’identificazionedellemuracittadine,haavutocomepuntodipartenzailvagliodelletestimonianzelasciatedallefontiantichesulle mura, la consultazione della bibliografiaedita, l’osservazione di una foto aerea del 1955realizzata dall’IGM e di supporti cartografici a

25 ibid., p. 457.26 CamerLengo, SorIano 2009, pp. 273-361.27 buonopane 2006-2007, pp. 315-341.28 Per il resoconto di scavo: maStroCInque 2006, pp.1-7; maLa-CrIno 2008, pp.81-88; CanDeLato et alii 2009, pp. 63-77; FuSCo et alii 2009, pp. 176-216; SaraCIno et alii 2009, pp. 302-314.

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MaRianGeLa tocci

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piccolo denominatore e a grande denominatorein base alle specifiche esigenze di dettaglio29. Siè passati poi a valutare l’ambito paesaggisticoe il grado di visibilità delle aree in cui lavorareconun sopralluogo, in seguitoalquale è emersocomeunafittacoperturavegetazionalesiaancoraoggi una caratteristica peculiare delle zone preseinesame,rendendoproblematical’individuazionedelletraccearcheologiche.Attraversounpercorsodicirca3kmchepartedasudovesteprocede insenso orario, sono state posizionate le evidenzearcheologichevisibili, tralasciandoilsettorenordeilsettoreestdoveunafoltavegetazioneharesonon praticabile il lavoro di ricognizione. Per ilposizionamentodellestruttureèstataimpiegatalatecnicadelrilevamentosatellitaretramiteutilizzodiricevitoreGPS,graziealqualeèstatopossibiledeterminare in tempi rapidi e con precisione lacollocazioneel’altimetriadellestruttureaffioranti.Sono poi stati utilizzati strumenti per la raccoltae la registrazione dei dati, come schede cherappresentanounarielaborazionedelmodellodellascheda di Unità Topografica per rispondere alleesigenzespecifichelegatealladocumentazionedievidenzemurarie, epoi informatizzate.Aesse, èstataaffiancataancheunadocumentazionegraficachesièavvalsadelmetododellafotogrammetriaperlarappresentazionedeglialzaticonservati.Laricognizionecompiuta,seppureinunaporzio-

ne geografica limitata, ha comunque fornito utiliindicazioni,nonsolosullostatodiconservazionedi tutte le strutturemurarie intorno alla città,masoprattuttosullapossibileappartenenzadellestes-seadiversefasicronologiche30.Nell’ambitodella ricerca sullaviabilitànel ter-

ritorio grumentino31 condotta nel 2007, F. Tarla-nohacompiutoalcuneperlustrazioniatteaporreall’interno di un unico sistemadi riferimento siale localitàgiànotedalle fontiedallabibliografiaprecedente,dicuihadocumentatoillivellodicon-servazione,siainuovisitiindividuati.Labattituradelterrenohaseguitountipodiapprocciomirato

29 in particolare sono state utilizzate la carta topografica in scala 1:25.000 dell’ iGM 210 i Ne (Grumento Nova); la mappa aereofotogrammetrica in scala 1:2.000 dell’Area Archeologica di Grumentum (Potenza); la planimetria generale di Grumentum in scala 1:1.000 (Studio Groma).30 CamerLengo, SorIano 2009, pp. 285, 287.31 tarLano 2010a (c.s.).

aluoghidiparticolareinteresse.Aessohafattose-guito il lavorodi localizzazionedei resti archeo-logici noti e inediti con il sistema GPS. Inoltreognilocalitàèstatacontrassegnatadaunaschedadisitoecatalogatainundatabase.Irisultatiportatidaquestaricerca,oltrecheidentificaresullabasedi resti archeologici il tracciato della via Hercu-lia,hannoprodottoancheutili informazionisullapossibile localizzazione di un altro tracciato via-rio,notodallaTabula Peutingeriana,chedaGru-mentumportavaaPotentia,passandoperlastatiodiAnxia, individuato inunpercorsoconorienta-mentonord-sud,cheparteanorddellacittàantica,passando a est del Comune diViggiano, per poiattraversareivalichiversoLaurenzana.Quest’ultimaindaginefocalizzerebbel’attenzio-

ne nella zona a nord dell’area archeologica, noninteressatadaaltrericerche,incuidovrebberoperòessereconsideratialcuniaspettilegatiallageomor-fologiaeall’altimetriadelterritorio.Può rientrare nell’ambito della ricognizione ar-

cheologica, nella sua specificità di indagine defi-nitanegliultimiannicome«ricognizionesottolasuperficie»32,ilrecenteinterventomultidisciplina-recondottodaM.Bavusi,D.Chianese,S.I.GianoeM.Mucciarelli33.Sonostateinfatticompiutein-daginiutiliall’individuazionedelpercorsodell’ac-quedottodell’anticacittàdiGrumentum,proceden-doconunavalutazionegeologicaegeomorfologicadelsuolosucuisiinnestal’acquedotto,conlaloca-lizzazionedelletraccearcheologichevisibilidellastrutturaconunricevitoreportatileGPS,conl’in-dividuazione di lacerti sepolti attraverso indaginimagnetometriche ad alta risoluzione e con l’usodellatecnologiasismicapassivaHVSR(Horizon-tal to Vertical Spectral Ratio), attaaverificare larelazione interconnessa tra alcune deformazionipresentisuirestidell’acquedottoeattivitàsismicheavvenutenelcorsodeglianninelterritorio.Questometodomultidisciplinarechesièservito

ditecnologiedifferentihaportatoallacorrelazioneinununicoquadrodei trattigiànoti34edinuovidatirelativiall’acquedotto.Un ulteriore aspetto importante in un progetto

di ricognizione archeologica, che solo di recente

32 CambI, terrenato 1994, pp. 126-128.33 bavuSI et alii 2004, pp. 1791-1801.34 Capano 1999, pp. 167-169.

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tecniche, strumenti e tecnologie della ricognizione archeologica: storia delle ricerche e nuove esperienze nel territorio grumentino

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trova spazionelladiscussionemetodologica35, ri-guardaladocumentazionedeirinvenimenti.Oltreall’usodi schedeadatteper la registrazionedelleevidenze,chenegliesempicitatisonostateampia-menteutilizzateemodificate inbasealle specifi-cheesigenze,cisiriferisceinmanieraparticolarealleformedidocumentazionedirilievoedianalisiutili alla comprensionedelle evidenze rilevate.Aproposito di questa specifico aspetto si possonoannoverare le attività svolte nel corso di alcunedelle scuole estive organizzate dall’AssessoratoallaCulturadelComunediViggianoedalLabo-ratorio di Fotogrammetria-Circe del sistema deiLaboratoridell’UniversitàIUAVdiVenezia,sottoladirezionescientificadiF.Guerra,grazieanchealcontribuitodellaSoprintendenzaperiBeniAr-cheologicidellaBasilicata.IterritoridiGrumentoedellavicinalocalitàdiViggianosonostatiinte-ressati,infatti,negliultimitreannidaquestenuoveformediesperienzadirettasul terreno, incui,at-traversounapprocciodidattico,sivalutanonuovemetodologie e tecnologie comemezzi di ricerca,documentazioneeanalisididatiarcheologiciear-chitettonici,inpartegiàampiamenteutilizzateperalcuneareemonumentalidellacittà36.Essesonorisultateparticolarmenteutiliinattivi-

tàchepotrebberoesserericondotteaformedirico-gnizionenonsistematicaeindirizzataaicosiddetti“siti particolari”, come ilmausoleo nella localitàBoscodiMaglia,ilpontesulfiumeMaglia,alcunestruttureemersedalprosciugamentodell’areadelLagoPietradelPertusilloelachiesettadiSantaMa-rialaPretaincontradaSantaBarbaranelComunediViggiano,periqualiènecessariorilevare,docu-mentareoaggiornareidatiaessirelativi,neitempigeneralmentebreviperquestotipodiricognizione.Tali evidenze storico-archeologiche, trovandosiincontestiimperviconunafittavegetazione,nonpossonoessereindagatedaimetoditradizionalidirilievostrumentale (total station)eancheconunrilievodirettosiincontranonotevolidifficoltàdatalalorocomplessitàequindiilrelativonumeroalto

35 CambI 2003, pp. 81-84.36 baLLettI et alii 2007; baLLettI, guerra 2007, pp.16-21.

dipuntidamisurare.Eccoperchésonostatespe-rimentate e integrate diverse tecnologie che van-nodallasempliceacquisizionefotografica,conadesempiolacreazionedipanoramirealtime,allapiùarticolatatecnicadirilievofotogrammetrico,oltrechel’usoditecnologiaGPS,utilequest’ultimaperfornireintempibrevieconprecisionelaposizio-negeograficadi unqualsiasi oggetto sul terreno.Per quelle emergenze chepossono essere più fa-cilmenteraggiungibili,èstatosperimentatocomel’usodellatecnologia laser scannerpossafornireunanotevolequantitàdidatiintempibrevissimieconunelevatogradodiprecisione.Nelcorsodell’ultimascuola,effettuatanelmese

disettembredel2009,cisièconcentratisullage-stioneedelaborazionedelleevidenzearcheologi-cherilevate.Sièprocedutoconilposizionamentotramite la tecnologiaGPSdi alcuni siti ricogniti,seguita da una rielaborazione informatizzata deidati acquisiti sul campo, di una loro schedaturapreliminareediunaorganizzazioneinundataba-se.Questaraccoltaèstatapoielaboratainunsiste-ma informativogeografico (GIS),grazie alqualeèstatopossibilefarinteragirediversitipididatierappresentarelelororelazioni,fornendounvalidostrumentodianalisie interpretazionedelpaesag-giostorico37.Dall’esposizionediquestericercheedesperien-

zeèemersocomelasceltadi tecniche,strumentieterogeneietecnologiedifferentisiacondizionatafortemente dagli obiettivi da raggiungere: appareevidente come la ricognizione archeologica rap-presentiunmetododuttileperlaricostruzionedelpaesaggioantico.Perquestapeculiarità,campagnedi ricognizione archeologica dovrebbero esseresvoltecostantementeinunterritorio,inquantoper-metterebberouninterventotempestivodisalvatag-giodituttequelletestimonianzearcheologichecheemergono in seguito a scoperte casuali e rappre-senterebbeunaiutoallatutelaeallaconservazionedelleemergenzenote.

37 Sul tema vedi anche il contributo di J. Bogdani ed e. Giorgi in questo volume.

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Questocontributodescrivelametodologiautiliz-zataperaffrontare ilproblemadellacollocazionedelle mansiones citate nell’Itinerarium Antoninideltrattolucanochenonhannoancoraunacolloca-zionebenprecisa.LemansionesinquestionesonoquellediSemunclaeNerulum.Moltistudiosihan-notentatodirisolveretaleproblemaemoltesonoleipotesisullalorocollocazione1.L’intenzionediquesto lavoroèquelladimostrare i dati prodottidalle analisi effettuate attraverso un’applicazioneeseguitasuunsoftwareGIS. Inparticolareèsta-tautilizzataunaformulagiàsperimentatainstuditerritorialilegatiallaviabilità2,chehapermessodifornire nuove ipotesi di collocazione delleman-sionessopracitate.LaformulainquestioneèstatapresadauncontributodiTalianoGrasso,docen-tedell’UniversitàdellaCalabria,incuiattraversol’applicazione dellamedesima è possibile indivi-duarelemansioneschenonhannoancoraunacol-locazionesicura.Spiegheròinseguitolaformulaelasuaapplicazione.

Utilizzo della formula di Taliano GrassoSpessoèdifficilericostruireunsistemaviarioro-

mano,specialmenteinmancanzaditestimonianzearcheologichee architettoniche.Nel casoquide-scrittomisonoavvalsosoloedesclusivamentedidatioffertidall’Itinerarium Antonini.Idatidescrit-ti in questo studio sono stati ricavati applicandounaformularipresadaunostudiodiArmandoTa-lianoGrasso3.Talemetodorisultautilepercercaredilocalizzaremansionesemutationesmenzionate

1 vedi anche il contributo di A. capano in questo volume.2 CIanCIaruLo, gherDevICh 2005.3 taLIano graSSo 1996, p. 181.

negli Itineraria, che risultano topograficamenteindeterminate. Tale formula può essere applicataall’internodiunsegmentostradaledefinitodaduecentrinotichecontenganoalmenounatappadalo-calizzare.Laformulasibasasulrapportoesistentetralalunghezzadelpercorsochecollegaduesta-zioniriportatadagliItinerarieilpercorsoterrestrepiùbrevepossibileinlinead’ariatralestesse.Laformulainquestioneè:X=B*C/AdoveconAsi intendeladistanzatraduecentri

noticitatidagliItinerari,conBlalorodistanzainlinea d’aria, conC la lunghezza del percorso traunodeicentrinotieunatappaintermedianonloca-lizzata,conXladistanzainlinead’ariatraunodeicentrinotielatappaintermedianonlocalizzata.

Le mansiones dell’Itinerarium Antonini del territorio lucanoNell’attualeterritoriolucanoeranodislocatedi-

versemansionescitatenell’Itinerarium Antonini4.Riassumotramitequestatabella5inomieledistan-zeinmigliadellemansionesutilizzateedanalizza-teinquestocontributo:

Località Miglia romane Km

Acidios

Grumentum XVIII 26,64

Semuncla XVII 25,16

Nerulo XVI 23,68

Summurano XVI 23,68

tabella 1. Mansiones del territorio lucano con relative miglia e km di distanza

4 it. ant. 103-105, in CaLzoLarI 1996.5 1 miglio romano = 1480 metri; attualmente, la località di Summurano si trova in territorio calabrese.

uove considerazioni sul tratto lucano dell’ Itinerarium Antonini:N ipotesi di collocazione di Semuncla e Nerulum attraverso applicazione GIS

DArio ciANciAruloDottorato in Geomatica e Sistemi informativi territoriali, università di trieste

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)pp. 159-161

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daRio cianciaRULo

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Sonostateeffettuateanalisidiquestotiposulter-ritoriogrossetanoeirisultatisonostatimoltoin-teressanti6.CercheròdidimostrarechelaformulapropostadaTalianoGrassopuòrisultareefficaceeforniredatiinteressantianchesulterritoriolucano.ProveròquindiadapplicarelaformuladiTalianoGrassoevisualizzareilrisultatotramitelacreazio-nedibufferinambienteGIS.Lemansionesdisi-curacollocazionesonoquellediGrumentoeSum-murano.RisultanoinvecedidifficilecollocazionequellediSemunclaeNerulum.Di seguito elenco i dati ricavati per l’applica-

zionedellaformulasullemansionesinteressatedaquestostudio:

A B C X

Grumento-Summurano 72,52 52,39

Da Grumento a Nerulum 48,84 35,28

Da Summurano a Nerulum 23,68 17,11

Grumento-Summurano 72,52 52,39

Da Grumento a Semuncla 25,16 18,18

Da Summurano a Semuncla 47,36 34,21

tabella 2. dati necessari per l’applicazione della formula di taliano Grasso

Utilizzando un software GIS è stato possibilecrearedeibufferapartiredallavarielocalitàsopracitate,ognunaconildiametrocorrispondentealva-loreXcalcolatoutilizzandolaformuladiTalianoGrasso.L’intersezionedeibufferottenuti,indicalazonaincuidovrebbericaderelamansioricercata.Irisultaticosìottenutisonovisibilinellafig.1.

6 CIanCIaruLo, gherDevICh 2006; CIanCIaruLo, gherDevICh 2007.

Risultati finaliDall’applicazione di tale formula sul territorio

lucanoesullesuemansionessonoemersideidatiinteressanti che potrebbero servire da spunto pernuovi studi e approfondimenti. I risultatiottenutidall’applicazionedellaformuladiTalianoGrassosupiattaformaGIShannofornitoimportantinuoveipotesidicollocazionedellamansionesanalizzate.Il primo caso analizzato è stato quello di Se-

muncla. Come è possibile vedere dalla fig. 2,l’intersezione dei buffer creati su GIS indicanoun’areachesi trovamoltovicinoallelocalitàdiSeluci,TaverneedèmoltovicinoanchealpuntoincuiilCogliandrinosiimmettenelfiumeSinni.Illavoroquipropostorisultaconcordeconglistu-disull’argomento.Ilsecondocaso,invece,quellodiNerulum,visi-

bilenellafig.3,mostraun’areadovel’intersezionedeibufferricadeimmediatamenteanorddellacit-tadinadiViggianello.Questodatoalmomentorap-presentaunanovità.Nessunostudiosoavevaipo-tizzatolacollocazionediNeruluminquestazona.Loscopodiquestostudiononèstatoquellodi

individuareconcertezzal’esattacollocazionedellemansionesinquestione,maèstatoquellodipoterfornireun’areadiprobabilitàincuipotrebberica-derel’esattacollocazionediesse.Inoltrealtrofon-damentalescopodiquestocontributoèstatoquellodipresentareunametodologiache,semigliorataecombinataconaltreapplicazionidianalisispazialesuGIS,possaungiornorisolvereilproblemadellacollocazionediSemuncla7eNerulum8.

7 Sulle ipotesi di collocazione di Semuncla si vedano quILICI 2003 e tarLano 2010a, i quali rimandano alla bibliografia pre-cedente. tra le ipotesi più verosimili ricordiamo: francavilla sul Sinni, castelsaraceno, latronico, Serra del Sambuco, Seluci.8 Sulla collocazione di nerulum si veda bottInI 2003, pp. 259-269.

Fig. 1. Risultati ottenuti attraverso l’applicazione della formula di taliano Grasso. in grigio chiaro la collocazione di Nerulum, in grigio scuro la colloca-zione di Semuncla

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nuove considerazioni sul tratto lucano dell’itinerarium Antonini: ipotesi di collocazione di Semuncla e Nerulum attraverso applicazione GiS

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Fig. 2. Risultati ottenuti attraverso l’applicazione della formula di taliano Grasso per la localizzazione della mansio di Semuncla

Fig. 3. Risultati ottenuti attraverso l’applicazione della formula di taliano Grasso per la localizzazione della mansio di Nerulum

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Unavoltaglistudidipuntainarcheologiaeranodestinatiallacomprensionedeifenomenieconomi-ciesociali.Adessoglistudidipuntasonopiuttostodicaratteretecnologicoometodologico.Inrealtà,attualmentesistavivendounafasedirie-

laborazionedelpatrimonioarcheologico,allaricercadinuovemetodologie,lequalistannotrovandoan-chefinalitànuoveediversedaquellediuntempo.Si-curamenteunaconoscenzapiùrazionaleescientificadelpatrimonioarcheologicosaràlapremessaafutu-rescoperteepermetteràancheunasuafruizionepiùconsapevoledapartedelpubblicononspecialistico.LaGiornata di Studi Il territorio grumentino e

la valle dell’Agri nell’antichità verte specialmen-tesull’archeologiaterritoriale.Inquestoambitoglistudiosidicasanostrasonoall’avanguardiaestannoiniziandoaraccoglieretutteleinformazionisuareecircoscrittedelterritorioitaliano.L’occasionedellagiornataèimportanteperconfrontaremetodologieedesperienze.La tecnologiamodernapermettedidocumentarefacilmenteilpatrimonioarcheologicoitalianoneisuoicontestidirinvenimentoeormaiitempidovrebberoesserematuriperlavorisuampiascala.Laconoscenzaesattadelpatrimonioarcheo-logico nella sua dimensione territoriale porterà auna suamigliorevalorizzazione, a unapossibilitàdirispettarlodapartedichihalaresponsabilitàdeigrandilavoripubblicieaunadiffusioneampiadelsapereattraversolostrumentoinformatico.Infatti esperienze pionieristiche della Carta ar-

cheologicadelVenetoodellavalledelSinniaope-radiLorenzoQuilicipossonooraesserecontinuatedalavorichesiservanodipiattaformeinformati-che, su cui confluiscanomassedi dati ordinate asecondadeiComunieconsultabilifinneidettagliattraversoseriedilink.

onsiderazioni conclusive

Il territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichitàAtti della Giornata di Studi (Grumento Nova, Potenza, 25 aprile 2009)p. 163

Attilio MAStrociNqueuniversità di verona

C

Vadettochel’amoreperilnostropatrimoniocul-turale è inversamente proporzionale rispetto alleresponsabilitàdei soggetti cheseneoccupano. IlMinisteroperiBenieleAttivitàCulturalisiimpe-gnasempremenoeinvestesempremenonellava-lorizzazioneenellaconservazionedelpatrimonioculturale,mentreisingolicittadini,especialmenteigiovani,sonosemprepiùinteressatiallasuacono-scenzaevalorizzazioneemoltidilorociscommet-tonolalorosceltadivita.PerfortunaalcuniEntilo-cali,especialmentealcuneRegioni,sidimostranosensibili.MoltiComuni,comequellodiGrumentoNova,sonosemprepiùattentiallapropriaereditàculturaleeartistica,eviinvestononellamisuradelpossibile,ma,inassenzadiunprogrammaunitariosulterritorionazionale,almenoleRegionisembra-noavviarsi ad assumere responsabilitàdipromo-zioneedicoordinamento.Soloalcune fra lorosistannoconfrontandoinquesticampoestannode-finendo programmi territoriali vasti, condotti conmetodologie avanzate.Anche alcune grandi areemetropolitaneoassociazionidipiùComunisistan-nomuovendo, perché comprendono l’importanzadiunaconoscenzaprecisa,anchedalpuntodivistatopografico,delloropatrimonioarcheologico.Primaopoisitornerànuovamenteadattualizzare

l’antichità come si è fatto negli studi sul socialedeglianni’70e’80,mac’èdasperarechel’attualegenerazione di giovani studiosi possa realizzareuna più seria e completa base documentariadell’archeologia. E c’è da sperare che i moltigiovanilaureatiodottoridiricercaitalianipossanoapplicare quanto hanno imparato a fare conuna serietà e un impegno che meriterebbero unmaggiore rispettoeunamaggioreconsiderazionedapartedelleistituzioni.

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Il volumeIl territorio grumentino e la valle dell’Agri nell’antichità

è stato stampato presso:Officine Grafiche Litosei, Rastignano (BO)

nel mese dimarzo 2010

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