COME ERAVAMO PREVIDENZA · 2020. 1. 28. · del 1972 del Professor Armando Sapori (già Rettore...

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE ANNO XXXIV - N. 159 - MARZO 2015 DIRETTORE RESPONSABILE: DUCCIO GUASPARRI • COMITATO DI REDA- ZIONE: GIANCARLO BALLERINI - FRANCO LAMPREDI Registrazione al Tribunale di Firenze numero 2892 del 15 ottobre 1980 Stampa: SAFFE srl - Via S. Morese, 12 - CALENZANO - Firenze • Non si stampa- no scritti anonimi e gli autori rispondono dei loro scritti • TRIMESTRALE GRA- TUITO • SEDE: VIA CAVOUR, 82/A - FIRENZE - TELEFONO 055/28.29.25• Po- ste italiane Sped. in abb. postale -70% DCB Firenze Il libro di Asso e Nerozzi è per i tipi de Il Sole 24 ore, si avvale di 400 pagine e di una copertina piut- tosto spartana. Nonostante sia stato edito come libro-strenna, ha ben poco dei libri della specie di ‘una volta’, caratterizzati da molte illustrazioni e poco scritto. Qui è esattamente il contrario, qualche bella fotografia (non solo di reper- torio aziendale) e un testo “rigoro- so e documentatissimo”, come ben lo compendia Roberto Bar- zanti, autore delle pregevoli sche- de tematiche inserite nel testo, “collegate a varie guise al Monte” che costituiscono, tutte, autenti- che preziosità del volume. Riman- go per un momento al citato Bar- zanti – già Vice Presidente del Parlamento europeo, già sindaco di Siena – e mi riferisco proprio ad una delle sue schede, quella nella quale dirime la vexata quaestio della data di nascita del Monte. Nasce nel 1472 come Monte Pio senese: lo stabilisce, dopo severe e approfondite ricerche, l’expertise del 1972 del Professor Armando Sapori (già Rettore della Bocconi e Ordinario di Storia Economica a Villa Favard – Facoltà di Econo- mia e Commercio dell’Università di Firenze). Per inciso segnalo l’u- nico lapsus che ho trovato nel li- bro, proprio in questa scheda, do- ve appunto si dice che nel 1972 a Siena si celebrava il “mezzo seco- lo” di vita dell’Istituto, anziché il mezzo millennio. E vengo al testo di Asso e Ne- rozzi. Si inizia col 1929, l’anno del- la più grande crisi del Novecento che il Monte attraversò relativa- mente indenne “grazie ad un cre- scente prestigio dovuto a secolari tradizioni di sana e prudente ge- stione”. Negli anni Venti il MPS “assume un ruolo di vera e propria àncora di stabilità per il sistema bancario dell’Italia centrale” e fu coinvolto in costose e complesse operazioni di salvataggio, come quello del Credito Toscano e della Banca di Firenze poi fuse in una nuova società, la Banca Toscana (cfr. articolo seguente). Il personaggio che ricoprì la ca- rica di Provveditore più a lungo fu Alfredo Bruchi: dal 1916 al 1939 e che dal 1936 al 1944 ne fu anche Presidente. Dal 1939, a seguito dell’avversione degli Enti locali al- l’accentramento delle cariche di presidente e provveditore nella stessa persona che portò al cam- biamento dello statuto, provvedito- re fu Piero Valiani che tenne quel- la carica fino al 1948. Nel 1936 con l’entrata in vigore della coeva legge bancaria, il Monte divenne Banca Agente (cioè operatrice sull’estero) e ac- quisì la qualifica di Istituto di Dirit- to Pubblico, così come il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale del Lavoro, il San Pao- lo di Torino cui si aggiunse suc- cessivamente il Banco di Sarde- gna. Questa ‘promozione’ se da un lato evitò che il Monte fosse ri- compreso fra le Casse di Rispar- mio – con i connessi limiti territo- riali ed operativi – dall’altro lato aprì un ampio e duro dibattito con la città di Siena. Il tema del con- tendere fu la SENESITÀ della banca che secondo le istituzioni cittadine, con questa trasformazio- ne, sarebbe stata seriamente compromessa. Una battaglia che si ripeterà più volte nel periodo storico preso in esame … e anche dopo! Ad un certo punto nel libro si definisce graziosamente questa perenne diatriba “dialettica sulla governance”. Il decennio 1929-1939 viene considerato dagli AA. basilare per- ché si crearono i presupposti per la prima formidabile crescita del Monte. La Banca era suddivisa in quattro distinte Sezioni, la sezione bancaria (che comprendeva la Di- rezione), la sezione Cassa di Ri- sparmio dalla cui attività traeva maggiormente i propri utili, la se- zione Credito Fondiario e la sezio- ne Monte di Pietà. Fra il 1933 e il 1936 il Monte, fra l’altro, contribuì alla costituzione della Facoltà di Scienze nell’Università di Siena e alla realizzazione dell’Enciclope- dia Italiana. Nel decennio 1940-1950, la se- conda guerra mondiale purtroppo dominò anche lo scenario econo- mico di riferimento. Il Monte fu chiamato a contribuire al finanzia- mento delle notevoli esigenze bel- PREVIDENZA a cura di gb/ Rivalutazione pensioni 2015 Come anticipato nel numero di Dicembre la rivalutazione delle pen- sioni per l’anno 2015 è veramente modesta ma, come vedremo, alla fi- ne dell’anno, registreremo un totale annuo inferiore a quello del 2014. L’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed im- piegati ha fatto registrare nel 2014 una continua diminuzione e così il decreto del Ministero dell’Economia del 20.11.2014 ha stabilito che il valore provvisorio di rivalutazione per l’anno 2015 è dello 0,3%. Inoltre, visto che l’inflazione definitiva per l’anno 2014 è stata dell’1,1% contro l’1,2% previsto ed applicato nel 2014, l’Inps recupererà que- st’anno la differenza dello 0,1%. Per le pensioni lorde superiori a sei volte il trattamento minimo Inps il recupero – come da calcoli effettuati e riportati dal Sole24Ore – sarà di 61,88 euro (recuperi minori per le pensioni più basse) e così, in defini- tiva, tutte le pensioni subiranno una diminuzione, rispetto a quan- to corrisposto nel 2014, nonostante che tutti i trattamenti benefici- no quest’anno della rivalutazione come dimostrato dalla sottostante tabella. Beneficiano sì della rivalutazione come detto, però, occorre te- ner presente che è effettuata su un valore provvisorio dello 0,3% calcolato a novembre 2014, mentre a fine anno è stato calcolato un valore dello 0,2% e quindi con le pensioni dell’anno prossimo, nel 2016, l’Inps recupererà una nuova differenza dello 0,1%. L’inps giustifica tale procedura col fatto che il rinnovo delle pensioni viene effettuato a novembre, per poterle corrispondere dal 1° gennaio dell’anno successivo e poi mantenerle invariate per tutto l’anno. Le pensioni lorde mensili superiori a 14 volte il trattamento minimo In- ps, pari per il 2014 a 500,88 euro, sono poi soggette al prelievo di soli- darietà come indicato nella sottostante tabella. Le pensioni di reversibilità, se il beneficiario ha altri redditi, ai sensi della Legge 395/1995 (Legge Dini) subiscono una decurtazione del 25%, 40% o 50% secondo vari scaglioni, che variano annualmente in base al trattamento minimo Inps. Il trattamento minimo Inps 2015 è 502,39 e quindi gli scaglioni, aumentano leggermente e, per l’anno in corso, sono quelli riportati nella sottostante tabella. Dette riduzioni non vengono applicate se il beneficiario fa parte di un nucleo familiare con figli, minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’assicurazione generale obbligatoria. Segnalo che l’importo mensile dell’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili totali per l’anno 2015 è di 508,55 euro. liche nonché a partecipare ai rigidi provvedimenti mirati a contenere l’inflazione. Superò quei difficili an- ni soprattutto grazie ad una “ge- stione oculata del portafoglio titoli che impiegò in garanzie collaterali per mantenere la migliore liquidità possibile”. Una notazione margi- nale (ma non troppo). Durante gli anni della guerra non pochi servizi divennero precari, ma la Banca, con la fattiva collaborazione del personale, riuscì ad ovviare a mol- ti disagi. Tra le difficoltà da supe- rare c’era anche quella di mante- nere i collegamenti amministrativi – naturalmente all’epoca soltanto cartacei – fra Siena e le varie di- pendenze. Fu allora predisposto un servizio corriere auto attivo dal- la fine del 1943 a tutto il giugno 1944. Al termine del conflitto il ‘model- lo Monte’ entrò in crisi per la scar- sa dinamicità e difficoltà di inseri- mento nell’ambito del credito com- merciale. E non di poco peso furo- no i danni subiti a causa dei bom- bardamenti dagli immobili della Banca. Il provveditore Piero Valia- ni nel 1945 li conteggiò in oltre 85 milioni di lire (di allora), onere tan- to rilevante da compromettere se- riamente la redditività degli anni successivi: nel 1947 il bilancio del Monte fu in perdita di 70 milioni. Un’altra grossa questione fu quella che si aprì in quel periodo … per poi continuare fino ai tempi più recenti. Ci fu un duro interven- to di Luigi Einaudi (allora ‘soltanto’ Vice Presidente del Consiglio) che illustra a sufficienza l’oggetto della disputa; egli dissentì con veemen- za avverso la linea di tendenza, anzi la pretesa secondo la quale i partiti politici disponevano le nomi- ne degli organi amministrativi e di- rettivi degli Enti Pubblici (nel cui ambito era ricompreso il Monte) “pertanto si rende necessario ab- bandonare siffatto indirizzo e con- siderare soltanto i requisiti obietti- vi della capacità e dell’integrità personale dei candidati” (sic!). Fin dai primi anni Cinquanta, con la guida del Provveditore Al- fredo Benincore, il Monte riacquisì COME ERAVAMO di Duccio Gasparri (segue a pag. 2) Non sono andato a sfogliare un vecchio album di fotografie, ma ho letto il libro scritto dai due docenti uni- versitari Pier Francesco Asso e Sebastiano Nerozzi “IL MONTE NEL NOVECENTO 1929-1995”. A voler es- sere pedanti il mio titolo “Come eravamo”, a tutti i potenziali lettori di Voce Nostra, può apparire improprio poi- ché (quasi) nessuno di noi è stato dipendente MPS ma soltanto inquilino ‘di lusso’ della Casa Madre. Tante pagine del libro mi sono apparse familiari, una sorta di cronaca di vita vissuta; ecco perché il titolo risulta coe- rente. Sui primi trent’anni mi limito ad un fugace cenno in quanto Giancarlo Politi – nell’articolo che segue a que- sto: “Le origini della Banca Toscana” – ne ha colto da par suo gli aspetti più inerenti. Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Collegi dei Revisori e dei Probiviri, la Dotazione Emilio Terrosi e la Redazione di Voce Nostra porgono ai Soci, ai loro Familiari ed a tutti i Lettori di questo perio- dico i migliori auguri per le prossime festività Pasquali.

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE

ANNO XXXIV - N. 159 - MARZO 2015DIRETTORE RESPONSABILE: DUCCIO GUASPARRI • COMITATO DI REDA-ZIONE: GIANCARLO BALLERINI - FRANCO LAMPREDIRegistrazione al Tribunale di Firenze numero 2892 del 15 ottobre 1980Stampa: SAFFE srl - Via S. Morese, 12 - CALENZANO - Firenze • Non si stampa-no scritti anonimi e gli autori rispondono dei loro scritti • TRIMESTRALE GRA-TUITO • SEDE: VIA CAVOUR, 82/A - FIRENZE - TELEFONO 055/28.29.25• Po-ste italiane Sped. in abb. postale -70% DCB Firenze

Il libro di Asso e Nerozzi è per itipi de Il Sole 24 ore, si avvale di400 pagine e di una copertina piut-tosto spartana. Nonostante siastato edito come libro-strenna, haben poco dei libri della specie di‘una volta’, caratterizzati da molteillustrazioni e poco scritto. Qui èesattamente il contrario, qualchebella fotografia (non solo di reper-torio aziendale) e un testo “rigoro-so e documentatissimo”, comeben lo compendia Roberto Bar-zanti, autore delle pregevoli sche-de tematiche inserite nel testo,“collegate a varie guise al Monte”che costituiscono, tutte, autenti-che preziosità del volume. Riman-go per un momento al citato Bar-zanti – già Vice Presidente delParlamento europeo, già sindacodi Siena – e mi riferisco proprio aduna delle sue schede, quella nellaquale dirime la vexata quaestiodella data di nascita del Monte.Nasce nel 1472 come Monte Piosenese: lo stabilisce, dopo severee approfondite ricerche, l’expertisedel 1972 del Professor ArmandoSapori (già Rettore della Bocconie Ordinario di Storia Economica aVilla Favard – Facoltà di Econo-mia e Commercio dell’Universitàdi Firenze). Per inciso segnalo l’u-nico lapsus che ho trovato nel li-bro, proprio in questa scheda, do-ve appunto si dice che nel 1972 aSiena si celebrava il “mezzo seco-lo” di vita dell’Istituto, anziché ilmezzo millennio.

E vengo al testo di Asso e Ne-rozzi. Si inizia col 1929, l’anno del-la più grande crisi del Novecentoche il Monte attraversò relativa-mente indenne “grazie ad un cre-scente prestigio dovuto a secolaritradizioni di sana e prudente ge-stione”. Negli anni Venti il MPS“assume un ruolo di vera e propriaàncora di stabilità per il sistemabancario dell’Italia centrale” e fucoinvolto in costose e complesseoperazioni di salvataggio, comequello del Credito Toscano e dellaBanca di Firenze poi fuse in unanuova società, la Banca Toscana(cfr. articolo seguente).

Il personaggio che ricoprì la ca-rica di Provveditore più a lungo fuAlfredo Bruchi: dal 1916 al 1939 e

che dal 1936 al 1944 ne fu anchePresidente. Dal 1939, a seguitodell’avversione degli Enti locali al-l’accentramento delle cariche dipresidente e provveditore nellastessa persona che portò al cam-biamento dello statuto, provvedito-re fu Piero Valiani che tenne quel-la carica fino al 1948.

Nel 1936 con l’entrata in vigoredella coeva legge bancaria, ilMonte divenne Banca Agente(cioè operatrice sull’estero) e ac-quisì la qualifica di Istituto di Dirit-to Pubblico, così come il Banco diNapoli, il Banco di Sicilia, la BancaNazionale del Lavoro, il San Pao-lo di Torino cui si aggiunse suc-cessivamente il Banco di Sarde-gna. Questa ‘promozione’ se daun lato evitò che il Monte fosse ri-compreso fra le Casse di Rispar-mio – con i connessi limiti territo-riali ed operativi – dall’altro latoaprì un ampio e duro dibattito conla città di Siena. Il tema del con-tendere fu la SENESITÀ dellabanca che secondo le istituzionicittadine, con questa trasformazio-ne, sarebbe stata seriamentecompromessa. Una battaglia chesi ripeterà più volte nel periodostorico preso in esame … e anchedopo! Ad un certo punto nel libro sidefinisce graziosamente questaperenne diatriba “dialettica sullagovernance”.

Il decennio 1929-1939 vieneconsiderato dagli AA. basilare per-ché si crearono i presupposti perla prima formidabile crescita delMonte. La Banca era suddivisa inquattro distinte Sezioni, la sezionebancaria (che comprendeva la Di-rezione), la sezione Cassa di Ri-sparmio dalla cui attività traevamaggiormente i propri utili, la se-zione Credito Fondiario e la sezio-ne Monte di Pietà. Fra il 1933 e il1936 il Monte, fra l’altro, contribuìalla costituzione della Facoltà diScienze nell’Università di Siena ealla realizzazione dell’Enciclope-dia Italiana.

Nel decennio 1940-1950, la se-conda guerra mondiale purtroppodominò anche lo scenario econo-mico di riferimento. Il Monte fuchiamato a contribuire al finanzia-mento delle notevoli esigenze bel-

PREVIDENZAa cura di gb/

Rivalutazione pensioni 2015

Come anticipato nel numero di Dicembre la rivalutazione delle pen-sioni per l’anno 2015 è veramente modesta ma, come vedremo, alla fi-ne dell’anno, registreremo un totale annuo inferiore a quello del2014. L’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed im-piegati ha fatto registrare nel 2014 una continua diminuzione e così ildecreto del Ministero dell’Economia del 20.11.2014 ha stabilito che ilvalore provvisorio di rivalutazione per l’anno 2015 è dello 0,3%.Inoltre, visto che l’inflazione definitiva per l’anno 2014 è stata dell’1,1%contro l’1,2% previsto ed applicato nel 2014, l’Inps recupererà que-st’anno la differenza dello 0,1%.

Per le pensioni lorde superiori a sei volte il trattamento minimo Inps ilrecupero – come da calcoli effettuati e riportati dal Sole24Ore – sarà di61,88 euro (recuperi minori per le pensioni più basse) e così, in defini-tiva, tutte le pensioni subiranno una diminuzione, rispetto a quan-to corrisposto nel 2014, nonostante che tutti i trattamenti benefici-no quest’anno della rivalutazione come dimostrato dalla sottostantetabella. Beneficiano sì della rivalutazione come detto, però, occorre te-ner presente che è effettuata su un valore provvisorio dello 0,3%calcolato a novembre 2014, mentre a fine anno è stato calcolato unvalore dello 0,2% e quindi con le pensioni dell’anno prossimo, nel2016, l’Inps recupererà una nuova differenza dello 0,1%.

L’inps giustifica tale procedura col fatto che il rinnovo delle pensioniviene effettuato a novembre, per poterle corrispondere dal 1° gennaiodell’anno successivo e poi mantenerle invariate per tutto l’anno.

Le pensioni lorde mensili superiori a 14 volte il trattamento minimo In-ps, pari per il 2014 a 500,88 euro, sono poi soggette al prelievo di soli-darietà come indicato nella sottostante tabella.

Le pensioni di reversibilità, se il beneficiario ha altri redditi, ai sensidella Legge 395/1995 (Legge Dini) subiscono una decurtazione del25%, 40% o 50% secondo vari scaglioni, che variano annualmente inbase al trattamento minimo Inps. Il trattamento minimo Inps 2015 è502,39 e quindi gli scaglioni, aumentano leggermente e, per l’anno incorso, sono quelli riportati nella sottostante tabella.

Dette riduzioni non vengono applicate se il beneficiario fa parte di unnucleo familiare con figli, minori, studenti o inabili, individuati secondo ladisciplina dell’assicurazione generale obbligatoria.

Segnalo che l’importo mensile dell’indennità di accompagnamentoper gli invalidi civili totali per l’anno 2015 è di 508,55 euro.

liche nonché a partecipare ai rigidiprovvedimenti mirati a contenerel’inflazione. Superò quei difficili an-ni soprattutto grazie ad una “ge-stione oculata del portafoglio titoliche impiegò in garanzie collateraliper mantenere la migliore liquiditàpossibile”. Una notazione margi-nale (ma non troppo). Durante glianni della guerra non pochi servizidivennero precari, ma la Banca,con la fattiva collaborazione delpersonale, riuscì ad ovviare a mol-ti disagi. Tra le difficoltà da supe-rare c’era anche quella di mante-nere i collegamenti amministrativi– naturalmente all’epoca soltantocartacei – fra Siena e le varie di-pendenze. Fu allora predispostoun servizio corriere auto attivo dal-la fine del 1943 a tutto il giugno1944.

Al termine del conflitto il ‘model-lo Monte’ entrò in crisi per la scar-sa dinamicità e difficoltà di inseri-mento nell’ambito del credito com-merciale. E non di poco peso furo-no i danni subiti a causa dei bom-bardamenti dagli immobili dellaBanca. Il provveditore Piero Valia-ni nel 1945 li conteggiò in oltre 85milioni di lire (di allora), onere tan-to rilevante da compromettere se-riamente la redditività degli annisuccessivi: nel 1947 il bilancio delMonte fu in perdita di 70 milioni.

Un’altra grossa questione fuquella che si aprì in quel periodo… per poi continuare fino ai tempipiù recenti. Ci fu un duro interven-to di Luigi Einaudi (allora ‘soltanto’Vice Presidente del Consiglio) cheillustra a sufficienza l’oggetto delladisputa; egli dissentì con veemen-za avverso la linea di tendenza,anzi la pretesa secondo la quale ipartiti politici disponevano le nomi-ne degli organi amministrativi e di-rettivi degli Enti Pubblici (nel cuiambito era ricompreso il Monte)“pertanto si rende necessario ab-bandonare siffatto indirizzo e con-siderare soltanto i requisiti obietti-vi della capacità e dell’integritàpersonale dei candidati” (sic!).

Fin dai primi anni Cinquanta,con la guida del Provveditore Al-fredo Benincore, il Monte riacquisì

COME ERAVAMOdi Duccio Gasparri

(segue a pag. 2)

Non sono andato a sfogliare un vecchio album di fotografie, ma ho letto il libro scritto dai due docenti uni-versitari Pier Francesco Asso e Sebastiano Nerozzi “IL MONTE NEL NOVECENTO 1929-1995”. A voler es-sere pedanti il mio titolo “Come eravamo”, a tutti i potenziali lettori di Voce Nostra, può apparire improprio poi-ché (quasi) nessuno di noi è stato dipendente MPS ma soltanto inquilino ‘di lusso’ della Casa Madre. Tantepagine del libro mi sono apparse familiari, una sorta di cronaca di vita vissuta; ecco perché il titolo risulta coe-rente.

Sui primi trent’anni mi limito ad un fugace cenno in quanto Giancarlo Politi – nell’articolo che segue a que-sto: “Le origini della Banca Toscana” – ne ha colto da par suo gli aspetti più inerenti.

Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Collegi dei Revisori e deiProbiviri, la Dotazione Emilio Terrosi e la Redazione di Voce Nostraporgono ai Soci, ai loro Familiari ed a tutti i Lettori di questo perio-dico i migliori auguri per le prossime festività Pasquali.

Page 2: COME ERAVAMO PREVIDENZA · 2020. 1. 28. · del 1972 del Professor Armando Sapori (già Rettore della Bocconi e Ordinario di Storia Economica a Villa Favard – Facoltà di Econo-mia

Pagina 2 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

a pieno il ruolo di banca commer-ciale fortemente legata al territorioe intenta a curare in modo partico-lare i settori artigianato, commer-cio, imprese medie e piccole an-che per l’export, nonché l’agricol-tura che ancora costituiva unabranca importante dell’economia.Negli anni Cinquanta si ebbe unanetta, quasi ostinata opposizionedella Banca d’Italia a concedere alMonte l’apertura di nuovi sportelliostacolando di fatto il suo inseri-mento in nuove aree operative. Inogni caso, sia pure lentamente, ilMonte riuscì a crescere accodan-dosi al gruppo delle banche più invista del Paese. E ciò avvenne inconcomitanza con gli anni del ‘mi-racolo economico’: “una crescitanella crescita”, come ben sintetiz-za un paragrafo del libro nel qualeappunto si segue l’attività del Mon-te nell’arco di tempo che va daiprimi anni Cinquanta al 1973. Ineffetti sono gli anni in cui la Bancarealizza un forte sviluppo scalandonotevolmente le classifiche inter-nazionali sulla base della raccolta.Nel 1958 il Monte era al 168° po-sto fra le banche mondiali; al 95°posto nel 1963, al 58° nel 1968.Così pure, a livello nazionale, pas-sò dal 14° posto nel 1959 al 9° nel1963 e al 7° nel 1966. Da notareinoltre che il Monte nel 1961 fu fi-nanziariamente determinante nelcostituire la Facoltà di Economia eBanca nella Università di Siena efu decisivo protagonista nella valo-rizzazione dell’Accademia Musi-cale Chigiana, fondata nel 1958.Non mancarono mai, neppure nelperiodo del ‘boom’, segnali più omeno marcati di criticità. Proprio inquegli anni, ad esempio, si evi-denziò che il Monte – fra le grandiBanche – aveva il più basso rap-porto fra i fondi propri e i mezziamministrati. Tuttavia il buon posi-zionamento nel territorio, la raccol-ta in costante progresso, il buonbacino di utenza sul versante degliimpieghi – anche con la conces-sione a famiglie e PMI di piccoliprestiti – la Banca riuscì a mitigarele lacune reddituali derivanti dal di-minuito apporto della intermedia-zione attingendo dai buoni risultatidelle esattorie e della SezioneCredito Fondiario.

Già ai tempi di Aurelio Gandiniprovveditore (1962-1967), il Montecominciò ad agire in maniera piùaggressiva nel variegato ambitodelle operazioni attive. Si ridusselo sconto effetti a beneficio di ope-razioni di credito diretto fiduciario.Con riguardo alla gestione della li-quidità la Banca iniziò ad operaresul mercato interbancario nazio-nale e internazionale. Né si puòtrascurare, d’altro canto, una parti-colarità che comportò, in certi pe-riodi, appesantimento nella liqui-dità e al conto economico: la scel-ta del riacquisto delle proprie car-telle fondiarie per mantenerne sta-bile il prezzo sul mercato.

Dalla seconda metà degli anniSessanta con la guida del Provve-ditore Paolo Pagliazzi (1968-1976) e più ancora con la gestionedi Giovanni Cresti (1976-1983), ilMonte entrò a far parte della gran-de finanza nazionale entrando apieno titolo nel cosiddetto ‘salottobuono’. Fu allora che si intensificòil suo inserimento fra le bancheche partecipavano al collocamen-to delle obbligazioni Mediobanca;

e prese parte attiva alla costituzio-ne della Centrofinanziaria. Si potépoi porre in atto una discretaespansione territoriale ed operati-va, in un primo tempo faticosa-mente perseguita e realizzata inprevalenza – se non esclusiva-mente – attraverso salvataggi eacquisizioni di ‘banchine’ minori e,successivamente, per ‘meriti ac-quisiti’ e per il mutato atteggia-mento nella politica degli sportellida parte della Banca d’Italia. Dasottolineare che l’espansione terri-toriale non recise mai il ‘cordoneombelicale’ fra la Banca e il ‘suo’territorio: pur nei tribolati anni del-la crisi petrolifera e dei massimalisui prestiti il Monte continuò ad as-sistere da vicino tutti i settori deltessuto economico locale, nonchéa distribuire una cospicua partedegli utili sotto forma di assistenzae beneficenza.

Scelte gestionali oculate, soprat-tutto con Cresti alla guida, privile-giarono il finanziamento all’indu-stria leggera, ai distretti industrialie artigianali, facendo molta atten-zione a non esporsi troppo nei set-tori della chimica, della siderurgia,della grande industria meccanicae limitando il finanziamento a fa-vore della pubblica amministrazio-ne.

Da rimarcare l’acceso contrasto– anche questo ricorrente – fral’Amministrazione del Monte e lecomponenti locali circa i criteri didistribuzione degli utili. Nel 1970,al fine di evitare l’assegnazione ‘apioggia’, spesso poco trasparente,l’allora giovane sindaco di SienaRoberto Barzanti delineò i criteriper una erogazione funzionale in-dividuando quattro grandi enti be-neficiari: il Comune, la Provincia,l’Università e l’Ospedale.

Gli AA. prendono poi in esamegli anni del consolidamento: dal1974 al 1983. Quel periodo si aprìcon tumultuosi cambiamenti, un’e-levata conflittualità sociale, stu-dentesca e sindacale, il terrori-smo, i mutamenti nei costumi ses-suali. In ambito bancario si accen-tuò notevolmente il regime di con-correnza. Nel contempo le banchesubirono una forte disintermedia-zione sul versante della raccolta afavore del Tesoro. Assai pesantifurono poi i provvedimenti dellaBanca d’Italia che imposero vinco-li di portafoglio e massimali all’e-spansione del credito con gravi ri-percussioni all’economia del Pae-se per la conseguente riduzionedelle fonti di finanziamento. È diquegli anni il fenomeno della dop-pia intermediazione: le banche“formalmente vincolate ad effet-tuare operazioni nel breve termi-ne, finanziavano, attraverso l’ac-quisto di obbligazioni degli istitutispeciali, le posizioni debitorie alungo termine delle imprese”. Intale scenario il Monte ebbe i proprinegativi riscontri, tuttavia non fecemai mancare il suo intervento di‘ultima istanza’ nelle aree tradizio-nali di insediamento .

Passi in avanti furono compiutinella diversificazione delle attivitàfinanziarie, nel settore assicurati-vo, nel leasing, nel factoring e sulfronte della internazionalizzazionedella Banca. Nel 1978 il Monte ac-quistò la IIB (Italian InternationalBank) con una operazione di grup-po cui parteciparono la Banca To-scana, il Credito Commerciale e il

Credito Lombardo. Sul fronte dellerappresentanze, tra il 1970 e il1978, furono aperti gli uffici di Lon-dra, Francoforte, Tokyo, New York,Singapore e San Paolo. Pur nellecomplessità determinate fra l’altrodall’aumento delle spese per ilpersonale, dal costo della raccol-ta, nonché dall’incremento dellesofferenze e da una forte crisi del-le esattorie, Cresti attuò una con-sistente politica di accantonamen-ti prudenziali per il rafforzamentodel patrimonio. Fu tra l’altro creatoun Fondo per oneri futuri e unFondo di riserva rischi straordinariche fecero pervenire il totale deiFondi Rischi al 15% degli impie-ghi.

Gli anni Ottanta coincisero conun periodo di crescita economicae con una politica di liberalizzazio-ne dei flussi finanziari e creditizi.Negli anni che vanno dal 1983 al1990 con la Presidenza del Pro-fessor Piero Barucci e il Provvedi-tore Carlo Zini (1983-1993) laBanca consegui vette apicali:4.000 miliardi di lire di patrimoniodi cui 1.946 miliardi ‘disponibili’,786 miliardi in immobili e 1.219 mi-liardi in partecipazioni. Grazie aquesti dati nel 1990 il Monte risultòla prima banca italiana nella spe-ciale classifica stilata dalla rivistaThe Banker.

Ci si avviava così verso gli anniNovanta con i migliori presuppostiper affrontare le nuove sfide sia alivello nazionale che internaziona-le. Ma proprio nel 1990 emerseroforti divergenze fra Barucci e Zinicirca le linee strategiche da perse-guire nella governance della Ban-ca. Tali ‘dissapori’ provocarono ledimissioni di Barucci nel Maggiodel 1990. Zini rimase alla guidadel Monte fino al Giugno1993.

Fu a metà anni Novanta, con lapresidenza del Professor GiovanniGrottanelli de’ Santi, ProvveditoreVincenzo Pennarola, che si attuòla trasformazione della Banca daIstituto di Credito di Diritto Pubbli-co a Società per Azioni. Tale cam-biamento provocò fortissime ten-sioni fra le istituzioni senesi e laBanca. Ci volle addirittura una leg-ge (Novembre 1993) per rendereobbligatoria la trasformazione,dalla quale, naturalmente, deriva-rono rilevanti cambiamenti sul pia-no statutario. Ma la condicio sinequa non della senesità non fu, inquella sede, compromessa. Attra-verso l’istituzione della Fondazio-ne MPS; la nomina dei suoi mem-bri amministrativi, compreso il Pre-sidente della Deputazione, conti-nuava ad essere riservata al Co-mune e alla Provincia di Siena. Al-l’epoca della costituzione la Fon-dazione era il socio largamentemaggioritario con oltre il 90% delCapitale Sociale della Banca. Poile cose mano a mano cambiarono.In peggio.

Attualmente la Fondazione hasolo il 2,5% del Capitale dellaBanca e, nonostante il patto di sin-dacato di voto che fino a ‘ieri’ con-sentiva di mantenerne il controllo,dal primo luglio p.v. il Tesoro di-verrà il socio di maggioranza rela-tiva della Banca a fronte dei 243milioni di interessi maturati suiMontibond e pagati con azioniMPS. Così la senesità svanirà.

Dal 1995 al 2001 il nostro DivoGronchi ricoprì la carica di Ammi-nistratore Delegato della Banca,Presidente il Prof. Pier Luigi Fabri-zi. Furono ancora anni ‘floridi’ e le

numerose problematiche che pursi presentarono furono superatebrillantemente....ma questa è pro-prio un’altra storia che esula dalperiodo preso in esame dagli AA:(queste note in corsivo rappresen-tano un ‘fuori testo’ del recensore).

Nelle pagine conclusive del librotra l’altro si legge:

“....la Banca è stata per interegenerazioni di senesi il canale pri-vilegiato attraverso cui costruirenon solo percorsi individuali di cre-scita professionale e di riconosci-mento sociale, ma per affermare,attraverso il proprio lavoro, la vita-lità di antiche radici cittadine e ilvalore di un’istituzione che erapercepita come patrimonio colletti-vo”... “L’assetto estremamenteprudenziale e rigoroso della ge-stione, la ritrosia a intervenire ingrandi affari e operazioni....il te-nersi quanto più possibile lontanoda attività di natura speculativa...inun contesto in cui episodi di malagestione potessero dar luogo a in-terventi di salvataggio da parte diIstituti più forti....il Monte ha sem-pre preferito procedere con passolento ma sicuro nell’ampliamentodell’attività e nell’estensione dellasua presenza territoriale ...su sca-la nazionale, internazionale e po-tenzialmente mondiale....”.

Ecco, questo ERA il Monte deiPaschi di Siena nel secolo breve!

Chiudo qui il commento del libro“IL MONTE NEL NOVECENTO” lecui pagine (quasi tutte) hannosubìto l’affronto dell’evidenziatorecon cui ho marcato, come facevoda studente, i numerosi punti sa-lienti e le notazioni più significati-ve. Pur avendo a che fare con unlavoro di notevole mole, circostan-ziato e puntuale sul piano scientifi-co, oltreché storico-economico estatistico con istogrammi, tabelle,grafici e diagrammi a canne d’or-gano, il testo risulta sempre chiaroe scorrevole; molto funzionali per illettore le note a margine della pa-gina anzichè in calce. Con tali pe-culiarità il recensore dovrebbeconsigliarne l’acquisto; ma il sug-gerimento risulterebbe improponi-bile essendo (come detto) un libro-strenna. Non per gli ex dipendentidella Banca Toscana poiché il no-

stro CRAL lo rende reperibile alprezzo del tutto simbolico di setteeuro.

Riterrei d’altronde riduttivo e ina-deguato non estendere la fruibilitàdi questo testo a studenti, studiosio a lettori in genere. Bene sarebbeche il Monte provvedesse – maga-ri fra qualche tempo – ad una suaristampa per commercializzarla.

Per esigenze di stampa invioquesto scritto al Capo RedazioneGiancarlo Ballerini il 19.02.2015quando ancora la BCE non ha da-to benestare al capital plan pro-spettato dal Monte dei Paschi per‘rimediare’ alla bocciatura deglistress trest di fine 2014; ma anchea seguito della ‘pulizia’ apportatanei conti e dell’aumento del Capi-tale Sociale fino a tre miliardi dieuro deliberato dal C.d.A., si puòritenere che l’OK sia in diritturad’arrivo.

Noi pensionati Banca Toscanadobbiamo augurarci che tale ope-razione, unitamente all’ingressodel Tesoro nel Capitale socialedella Banca e ad una auspicata ri-presa dell’economia del Paese,possa consentire al Monte di vol-tare pagina e recuperare, con unaritrovata solidità, la fiducia e il pre-stigio di COME ERAVAMO, requi-sito che è venuto meno a causadel dissennato e criminoso dise-gno di Mussari & C. (compagni).

[email protected]

P.S. Già un’altra volta ho ‘usato’lo spazio riservato all’articolo diapertura per commentare un libro(ricordo: IL CODICE SALIMBENInel n.153 del nostro periodico). Altermine della recensione mi scusaicon i lettori per avere abusato del-la loro pazienza. Questa volta midovrei prostrare genuflesso, manon lo faccio. Per una semplice ra-gione: coloro che solitamente de-dicano qualche decina di minuti al-la lettura di Voce Nostra continue-ranno a farlo e benevolmente sop-porteranno la lunghezza del testo.E sono loro grato perché in ognicaso mi ripagano sul piano moraledel tempo che ho impiegato a re-digerlo. Gli altri non contano: nonfanno share.

D.G.

Solidarietà Sociale Via Cavour, 82/Aai Pensionati B.T. 50129 Firenzee loro familiari Telefono 055282925

DOTAZIONE EMILIO TERROSIDELL’ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA

Il comitato Esecutivo dell’Associazione ha deliberato di assegnare per l’anno in cor-so la somma di Euro 3.100,00 per l’attività istituzionale della “DOTAZIONE”.A seguito della suddetta delibera il Comitato di Gestione della “Dotazione” indice il:

BANDO PER L’ASSEGNAZIONE DI DOTI “EMILIO TERROSI” 2015

da destinare a CASI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI, ATTIVITÀ PROFESSIONALIE/O DI STUDIO DI LIVELLO SUPERIORE A FAVORE DI SOCI PENSIONATI DELLA BAN-CA TOSCANA, CHE NE FARANNO RICHIESTA SCRITTA PER LORO STESSI, LORO FAMI-LIARI, FIGLI O NIPOTI DIRETTI ANCHE SE NON CONVIVENTI, che ne saranno ritenutimeritevoli ad insindacabile giudizio del Comitato di Gestione della “Dotazione” stessa.

Gli interessati dovranno inviare domanda,debitamente documentata, alla “Dotazione Emi-lio Terrosi”,c/o Associazione Dipendenti della Banca Toscana collocati in pensione.Via Ca-vour, 82/A - 50129 Firenze.Le domande dovranno pervenire all’indirizzo sopra indicato ENTRO E NON OLTRE il 31dicembre 2015 tenendo presente che il “COMITATO”, che si riserva di chiedere docu-mentazioni ulteriori se necessario, si impegna ad evadere le richieste con sollecitudine.

FIRENZE, 16.12.2014

p. IL COMITATO DI GESTIONE DELLADOTAZIONE E.TERROSIf.to A. Balloni - Presidente

p. L’Ass Dipendenti della Banca Toscana collocatiin pensione

f.to M. Mariotti - Presidente

(“COME ERAVAMO”... continua da pag. 1)

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Voce Nostra • ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 Pagina 3

Conoscevo vagamente la storiadella Banca Toscana poiché, inrealtà, me ne ero occupato quantobasta per soddisfare una dovero-sa curiosità, visto che ho trascorsoquasi 36 anni nella struttura e li hotrascorsi felicemente..

Mi è stato regalato un pregevolevolume dal titolo: “Il Monte nel No-vecento 1929-1995’’ nel quale hoscoperto tutti i dettagli della storiadella nostra ex banca.

Principalmente ho scoperto idettagli di quella che allora eraun’Italietta di provincia ove imper-versavano le solite conventicole dipoliticanti, finanzieri, industriali,greggi di passacarte. Questo ag-gregato di gente ha lasciato vastafigliolanza anche ai giorni nostrispecialmente nella Roma arruffatasotto ogni punto di vista, ove im-perversano le solite facce, i soliticuli di pietra che si scambiano lepoltrone e gli strapuntini cooptan-dosi a vicenda nella spartizionedelle varie torte di denaro pubbli-co.

Infatti si trattò di diverse miliona-te di denaro pubblico del regime diallora che permisero l’acquisizioneda parte del Monte di quella chedivenne la Banca Toscana. Infatti ilMonte era all’epoca l’Istituto di di-ritto pubblico longa manus del go-verno per sistemare le cose ed icespugli finanziari arruffati cheproliferavano in tutta Italia.

Sarebbe stato un bell’investi-mento comprare gratis la banca erivenderla ai giorni nostri per al-meno sette-otto miliardi di euro sela cosa fosse stata fatta a tempoopportuno; quel tempo opportunoche un politico simpaticamente lo-quace, ora molto in auge e nonprivo di scilinguagnolo, chiama:“kairòs” forte delle sue conoscen-ze della lingua greca. Infatti, la ric-chissima lingua greca, ha due pa-role per indicare il tempo: “kronòs”per indicare il suo scorrere e“kairòs” per indicare il “tempo op-portuno” o “tempo favorevole” e si-mili significati. Invece la Banca To-scana è stata uccisa ed il suo mar-chio è giacente per non aver ap-profittato del “kairòs” nei primissi-mi anni 2000.

Leggendo il libro in questione(sto scimmiottando il Manzoniquando, per scrivere i PromessiSposi, fa finta di avere trovato unmanoscritto con la trama del ro-manzo) mi accorgo che, come di-ceva quel vecchietto di Rifredi checonobbi tanti anni fa e che noncredeva nella bontà dei prodottibasandosi sulla sola lettura dell’e-tichetta. LE ETICHETTE ED ISOLDI SONO DI CARTA EQUANDO SERVONO SI STAM-PANO. In effetti il denaro pubblicoper comprare la B.T. fu stampatomostrando che il “quantitative ea-sing” è sempre esistito al momen-to del bisogno. Allora, però, il regi-me non consentiva le parole stra-niere; oggi, invece, chi non sisciacqua la bocca vomitando qual-che motto in un para-english di pe-riferia è considerato ignorante.

La storia si ripete; occorreva im-mettere liquidità nel sistema poi-ché molta liquidità nel 1929 erastata “drenata” generando DE-FLAZIONE per il prestigio del regi-me di avere la LIRA FORTE, cioè

la parità “90” con la Sterlina di SuaMaestà. Un po’ come la fissazioneItalica di fine secolo scorso cheaderì all’euro per avere “una mo-neta forte” che è il contrario dellaconvenienza economica di tutti itempi poiché una moneta forte ta-glia le esportazioni e genera di-soccupazione. Ora Draghi suda lesette camicie per reimmettere li-quidità nel sistema cercando unpo’ di inflazionare i prezzi (Corsi ericorsi...).

Seguitando a leggere il libro dicui sopra, a pag 36 vedo una chia-rissima e folgorante idea del ma-nagement della B.T. del 1930; ideache rese immediatamente la B.T.famosa, prospera e principale “in-side competitor” (uso le parolestraniere per non sfuggire alle mo-de) del Monte. L’idea magica e ba-nale fu IL DECENTRAMENTOOPERATIVO DELLE FILIALI a di-retto contatto con la clientela incontrasto con l’ammuffito sistemafatto di delibere apicali attraverso illabirinto uggioso, inutile e danno-so dei vari corridoi per arrivare al-la direzione centrale.

Le delibere in loco, dette “in au-tonomia”, non erano licenza di uc-cidere e neppure erano “lesa mae-stà” dell’ammuffita direzione gene-rale, ma erano i moderni strumen-ti di fattiva gestione.

In tempi successivi, per scim-miottare le mode straniere, si in-ventarono i “budget” spesso setto-rizzati per prodotto cosicché le di-rezioni generali improvvidamentesi intrufolarono di nuovo nella sa-na politica di produttività delle filia-li laboriose e con direttori capaci eresponsabili (fatte rarissime ecce-zioni). E qui devo dire la mia: ciò

ORIGINI DELLA BANCA TOSCANAdi Giancarlo Politi

mi fece divenire un po’ un ribellenella B.T. Ciò mi causò rugginecon certi capetti da me giudicatiinetti nella gerarchia. Avevo ed hoil vizio di considerare superiori ge-rarchici solo quelli che ne sannopiù di me e che ho sempre rispet-tato, riverito, apprezzato ed obbe-dito; ma ho sempre disprezzato,neppure tanto nascostamente, co-loro che erano stati messi nellagerarchia dalla politica senza me-riti professionali. Tuttavia ciò mi hasolo tagliato qualche scalino nellacarriera (che è stata modesta eche non ho cercato più di tantoperché mi bastava quel che ave-vo; compresa la libertà d’opinio-ne). Ho avuto anche la fortuna diuscire dal lavoro prima che arri-vassero i famosi prodotti “assicu-rativi” di radice 121 da vendere aman bassa. Mi sarei rifiutato divenderli senza spiegarli alla gentee forse mi sarei fatto del male.

Concludendo a me ed a molti al-tri è sempre piaciuto lo spirito dicorpo B.T. Noi anomali burocrati,pur se leggermente ribelli, riusci-vamo a produrre fatturato infi-schiandoci del budget selettivo maadottando il budget globale. A noiinteressava il prodotto totale e nonle singole componenti del budgetche, talvolta, potevano cannibaliz-zare il budget totale.

Purtroppo tutti abbiamo lavoratoinvano poiché ci hanno ucciso labanca che, attraverso il decentra-mento delle filiali, aveva riscopertol’uovo di Colombo per produrrefatturato e reddito. Forse è statal’invidia dei burocrati che ha ucci-so la B.T. colpevole di essere trop-po efficiente ed efficace.

G.P.

I NOSTRI GRANDI VETERANIIn occasione del 1° numero dell’anno 2015 anche quest’anno la reda-zione di Voce Nostra ed il Presidente dell’Associazione rivolgono un ca-loroso augurio ai Soci che hanno raggiunto il 31.12.2014, o già su-perato in precedenza, i bellissimi traguardi di età.

103 anni(104 il 16 marzo 2015)

Nencioni Rosmundo Cascina100 anni

(101 il 21 febbraio 2015)Petri Gina ved. Pieri Ponte Buggianese

90 anni ed oltreMigliorini Anna ved. Bertieri PontassieveZanchi Libera ved. Tani S. Giovanni ValdarnoTaccola Irio PiombinoMasini Lina ved. Bertoli UzzanoCaverni Giovanna ved. Marcantoni ViareggioDavoli Maria Adriana. ved. Franceschetti FirenzeNozzoli Ada ved. Benozzi FirenzeNencioni Paola ved. Cocchi FirenzePasquini Irma ved. Pertici Colle Val D’ElsaMarlia Edi ved. Berno LivornoMonti Augusta ved. Costa MassaCaioli Ginetta FirenzeFilippini Pierina ved. Nesti Campi BisenzioPacinotti Anna Maria ved. Niccolai PistoiaNocentini Leonida ved. Balloni FirenzePartini Milena ved. Fanetti ArezzoMarlia Delia ved. Favilla MassarosaCalamandrei Giuseppe PesciaZipoli Primetta ved. Casini Campi BisenzioNelli Osvaldo FucecchioScarabicchi Gino FirenzeLazzerini Augusto FirenzuolaLopes Maria Giuseppa FirenzeLepri Leda ved. Comparini FirenzeBraschi Margherita ved. Bigazzi FirenzeMasini Silvano FirenzeVallini Irene ved. Gagliardi PisaFontani Dina ved. Bellini FirenzeBerta Maria ved. Brandolese FirenzeCarobbi Margherita ved. Chelucci PratoFei Emma ved. Signorini FirenzeGiotto Maria ved. Cianchi FirenzeCipriani Magdala FirenzeCocchi Vinicio FirenzeChilleri Gino ScandicciGori Norma ved. Iozzelli PratoSalvi Vera ved. Savelli FirenzeGiusti Noemi G. ved. Menicucci CapannoriRossi Diva ved. Rocchi FirenzeBettini Silva ved. Costagli FollonicaLorenzi Anna Maria ved. Bendinelli FirenzeMirabucci Casperchi Alberto CiternaRadicchi Miria ved. Consani PoggibonsiPieri Silvana ved. Quilici CapannoriPrincipe Mario FirenzeFilippini Franco PisaBruti Elisa ved. Muzzi FirenzeFailli Vezio S.GimignanoMartelli Rosanna FirenzeParigi Aldo FirenzeAngeli Elia ved. Paoli BientinaFregosi Annunziata ved. Buccianti FirenzeBaldaccini Rosa ved. Fabiani PontassieveAllori Olinto FirenzeBanti Lido LivornoSalvadori Silvana ved. Caselli SienaCecchi Danilo FirenzeGrassi Ilva ved.Zeppini PontederaGabrielli Liliana FirenzeNacci Alvaro CertaldoRossi Lia ved.Frediani Massa MarittimaMassagli Vinicia ved. Buti LuccaFuligni Dino Figline ValdarnoCarradori Renzo Mario BolognaPaoli Mara ved Nisti FollonicaGioli Sergio FirenzeMarra Mara ved. Sita San Casciano V.PesaFranchi Renzo FirenzeRenieri Adele ved. Bandini CastelfiorentinoVirgili Gianfranco PisaMandelli Alda FirenzeSalvadori Amelia ved. Giannini Sinalunga

Statistica: Soci oltre 103 anni: 1 – Soci oltre 100 anni: 1 – Soci oltre 90anni: 71 (= 2013)Totale Maschi: 23 (= 2013 ) – Totale Femmine: 50 (- 2 rispetto 2013) dicui 44 vedove (- 2 rispetto 2013).

NUOVI SOCIDal 1° febbraio 2014 al 31 gennaio 2015

Settesoldi Fabrizio Sesto FiorentinoDel Grande Marisa ved. Pignatelli CapannoriFerraro Lidia ved. Provvedi PistoiaDella Lunga Stefano Campi BisenzioNocentini Maria Pia ved. Marchi Gambassi TermeCortese Cania ved. Lizza FirenzeBaggiani Piero ScandicciRomeo Umberto PontassieveConticini Mauro BibbienaFusini Luciana ved. Friani FirenzeDi Iasio Maria Grazia ved. Quattrini Casole d’ElsaFarolfi Giuseppe Castel di CasioCraparotta Paola ved. Giglioli LivornoSgalambro Emma ved. Pacileo VagliaMassini Vanni Sesto FiorentinoFognani Maria Linda Firenze

“Quando la città retta a democrazia si ubriaca, con l’aiuto dicattivi coppieri, di libertà confondendola con la licenza […], quan-do il cittadino accetta che chiunque gli capiti in casa, da qua-lunque parte provenga, possa acquistarvi gli stessi diritti di chil’ha costruita e c’è nato; quando i capi tollerano tutto questoper guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divo-ra e corrompe ogni regola ed ordine […], così muore la demo-crazia: per abuso di se stessa, e prima ancora che nel sangue,nel ridicolo”.

PLATONE, ‘La Repubblica’, Cap. VIII; Atene, 370 a.C.

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donna e una finissima sabbia sulgreto”.

Interessanti anche le descrizioniche Louise fa di Firenze. Dal per-corso di ronda sulle mura: “Lechemin de ronde est ombragé parune avenue solitaire pleine d’om-bre. Une sorte de parapet domineles jardins qui s’étendet en penteaudessous; au delà les Domes eles clochers de Florence montenten relief; les coupoles des églisesSanta Croce et Santa Maria delFiore scintillent au soleil. A madroite….”.

Nel girare per Firenze e per pa-lazzi non manca una sosta al Pa-lazzo Portinari Salviati Da Ceppa-rello, nel 1865 sede del Ministerodi Grazia e Giustizia. Oltre alla de-scrizione del palazzo ci sono variefoto d’interni, come il cortile degliImperatori, la grande sala al primopiano e quadri di Alessandro Allori(1535-1607 – allievo del Bronzino)che, a suo tempo, curò tutto l’in-tervento pittorico del palazzo perconto di Jacopo Salviati.

Il libro è poi arricchito da svaria-te interessanti vedute di Firenze diFabio Borbottoni (artista italiano1820-1902) e con la riproduzionedi molti schizzi di Joseph Pennell(artista americano 1857-1920).

N.B.- Il libro può essere acqui-stato presso il CRAL al prezzo, peri Soci, di € 20,00. (Prezzo di co-pertina € 25,00).

Pagina 4 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

Le polveri sottili fanno grandidanni

Si dice “vitale come l’aria che re-spiriamo”, ma studi recenti metto-no in dubbio questo detto e dimo-strano che l’aria inquinata di tantenostre città rappresenta in realtàun pericolo per la salute e aumen-ta anche il rischio di tumore al pol-mone.

Camminare per strada può es-sere poco indicato non solo per iltraffico che è spesso causa di inci-denti e stress, ma anche per colpadell’aria inquinata che si respira inmolti centri urbani.

Lo smog è ben noto a chi vivenelle città – il termine nasce infattiall’inizio del Novecento dall’unionedelle parole inglesi fumo (smoke)e nebbia (fog) per descrivere il ve-lo grigio che copre gli insediamen-ti industriali del tempo. La differen-za è che oggi è evidente che le so-stanze inquinanti presenti nell’ariae spesso prodotte dalle attivitàdell’uomo hanno un impatto enor-me sulla salute. Dall’inizio del No-vecento la situazione si è notevol-mente modificata ed è cambiato diconseguenza anche lo smog, tan-to che dal grigio della Londra di untempo si è passati oggi alla cappagiallo-arancio di metropoli comePechino. È diversa infatti la com-posizione dell’inquinamento cheoggi si definisce “fotochimico”(contenente soprattutto ozono), edè diversa anche la sua distribuzio-ne: in Europa e negli Stati Uniti i li-velli di molti inquinanti atmosfericistanno diminuendo grazie a politi-che mirate, ma la situazione è adir poco drammatica nelle grandicittà dei Paesi emergenti, primofra tutti la Cina.

Inquinamento e cancro, il legame c’è

Cancerogene per l’uomo. È cosìche gli esperti dello IARC (Agen-zia internazionale per la ricerca sulcancro) di Lione hanno classifica-to le sostanze inquinanti presentinell’aria. Questa definizione lapi-daria è frutto di un accurato lavorodi ricerca e revisione durato anni esintetizzato nella pubblicazione“Air pollution and cancer” (Inquina-mento dell’aria e cancro disponibi-le gratuitamente sul sito web dell’i-stituto (www.iarc.fr). E nel luglio2013 uno studio pubblicato sullarivista Lancet Oncology ha definiti-vamente dimostrato che il legametra inquinamento atmosferico ecancro esiste. Gli esperti hanno di-mostrato che respirare aria inqui-nata danneggia a livello moltoprofondo l’organismo, andando atoccare il DNA.

Nelle persone esposte agli inqui-nanti atmosferici per motivi profes-sionali sono infatti più frequenti lemodificazioni cromosomiche e so-no stati osservati cambiamenti deilivelli di espressione di geni coin-volti nella riparazione del DNA,nell’infiammazione e nella rispostaallo stress ossidativo.

“Studiare l’inquinamento am-bientale e il suo impatto sulla salu-

te è davvero molto difficile” spiegaVittorio Krogh, direttore dell’Unitàdi epidemiologia dell’Isituto tumoridi Milano, che assieme agli altri ri-cercatori italiani ed europei ha pre-so parte allo studio ESCAPE. “Bi-sogna tener conto di numerosi fat-tori che possono influenzare i ri-sultati”. Come spiegano gli autori,la forza di questo studio è data so-prattutto dalle sue dimensioni –sono stati coinvolti nove Paesi eu-ropei e oltre 300.000 persone – edella sua durata che ha sfiorato i13 anni. E i risultati non lascianomolto spazio ai dubbi: il rischio ditumore del polmone aumenta del18 per cento ogni volta che il PM2,5 aumenta di 52 g/m3 e del 22per cento per ogni aumento di 102

g/m3 del PM10.“Lo studio ha portato a un’altra

importante conclusione” precisaKrogh, “il rapporto tra aumento delrischio di tumore e inquinamento èlineare”. In altri termini non esisteuna soglia al di sotto della qualestare al sicuro: “I limiti imposti a li-vello europeo – e spesso superatinelle città italiane – sono un’indi-cazione di massima, ma ancheuna riduzione minima delle polverisottili porta vantaggi per la salutedi fumatori e non fumatori” spiegal’epidemiologo.

Cambiare si può

Le cause dell’inquinamento del-l’aria sono diverse da Paese ePaese, ma in Italia e nelle nazionioccidentali sono in genere rappre-sentate dalle automobili, dal riscal-damento domestico e da vari pro-cessi industriali. “A livello indivi-duale è difficile cambiare la situa-zione” sottolinea Krogh, “ciascunodi noi può impegnarsi per esempioa lasciare a casa la macchina, maservono interventi più ampi e coor-dinati a livello nazionale per otte-nere davvero un buon risultato”.Ad oggi, purtroppo, questi inter-venti non sono effettuati nel nostroPaese e il risultato è che il livello diinquinamenti delle città italianeche hanno preso parte allo studio(Torino, Varese e Roma) è tra i piùalti e secondo solo a quello di Ate-ne in Grecia. “La via però esisteed è già stata tracciata in altri Pae-si” sostiene Krogh ricordando peresempio gli incentivi per il rinnovodel parco macchine o lo sviluppodi una rete di mezzi pubblici ecolo-gici. “Alla luce dei risultati più re-centi dobbiamo quindi includeretra le cause del tumore al polmoneanche l’inquinamento dell’aria,ma, fortunatamente, è un fattoreche può essere controllato, cosìcome il fumo di sigaretta che restadi gran lunga la principale causa diquesto tipo di tumore” affermanogli autori di un commento allo stu-dio ESCAPE.

Fonte: Tratto dal numero di gen-naio 2014 di “Fondamentale”, pe-riodico dell’Associazione Italianaper la Ricerca sul Cancro che neha gentilmente autorizzata la ri-produzione.

SALUTEa cura di Cristina Ferrario

Lucia Bruni - Federico Napoli -Attilio BrilliFirenze 1865Quattro passi nella capitaleSilvana Editoriale

Il libro è stato pubblicato, per ini-ziativa del “CRAL già Banca To-scana”, in occasione dei festeg-giamenti per i 150 anni di Firenzecapitale.

È una passeggiata immaginarianella Firenze del 1865 (da quel-l’anno capitale d’Italia), fatta dauna poetessa francese, LouiseColet (1826-1876) – che già avevavisitato la città cinque anni prima –accompagnata questa volta daCarlo Lorenzini, in arte Collodi(giornalista e scrittore fiorentino1826-1890) che le fa scoprire luo-ghi e abitudini del costume cittadi-no.

Una passeggiata attraversostrade, piazze, vicoli, chiassi, inparte a piedi, in parte in un como-do landau, visitando botteghe,caffè, trattorie, fiaschetterie, an-dando a spettacoli all’Arena Gol-doni ed alla Pergola. È un curioso,indovinato e simpatico modo di far

conoscere la storia di Firenze at-traverso i dialoghi tra i due interlo-cutori; gli incontri con pittori, connobili e popolani; ascoltando i rac-conti di fatti storici veramente ac-caduti; le discussioni sul problemadella ristrutturazione e dell’ammo-dernamento della città; la descri-zione delle feste come il “palio deicocchi” in Piazza Santa Maria No-vella e di quelle che si svolgono al-le Cascine.

Leggendo il libro si scopre unaFirenze che forse anche molti fio-rentini non conoscono come, adesempio, la numerazione dellecase. Riporto una conversazionetra la poetessa francese e Collodi:“Ho notato che… ci sono numeridiversi per la stessa casa… In Viadei Cerretani ho visto un numerooltre quattromila”. “Certo mada-me, siete un’ottima osservatri-ce…I più alti appartengono allastoria ormai trascorsa, quella delGranduca: era stata la Grandu-chessa Elisa Baciocchi Bonapartea volere questa numerazione; ipiù bassi a quella di oggi: dopo ilCinquantanove tante cose sonocambiate, anche i numeri delleabitazioni”.

Poi i bagni sull’Arno. “Ci sonostabilimenti sull’Arno?” chiedeLouise” – “Certo, di tutti i tipi e pertutte le tasche. Quello adatto pernoi è… alle Mulina dei Renai, do-ve ci sono camerini coperti conl’incannicciato divisi per uomo e

SCAFFALE

Detrazioni fiscali per la casa

La Legge di stabilità ha confer-mato le detrazioni fiscali sugli in-terventi edilizi.

In particolare:• La detrazione del 50% per le ri-

strutturazioni edilizie e del 65%nel caso di lavori per misure an-tisismiche effettuati su immobiliubicati in zone ad alta pericolo-sità sismica.

• La detrazione del 65% ancheper l’acquisto e la messa in ope-ra di schermature solari (tendeesterne, dispositivi di protezionesolare in combinazione con ve-trate) per un massimo di 60.000euro.

• La detrazione del 65% ancheper interventi riguardanti particomuni condominiali.

• La detrazione del 65% per l’ac-quisto e la messa in opera d’im-pianti di climatizzazione inverna-le con caldaie a condensazioneo con pompe di calore ad alta ef-ficienza, comprese le spese perla sostituzione di scaldacqua tra-dizionali con quelli a pompa dicalore per la produzione di ac-

qua calda, fino ad un valoremassimo di 30.000 euro.

• Bonus mobili fino ad Euro10.000 insieme alla ristruttura-zione degli immobili.

Ricordo poi il Bonus per chicompra ed affitta pari al 20% delprezzo di acquisto (Ved. Voce No-stra n.158 pag. 7).

Ampliamento prima casa

L’acquisto di una stanza per am-pliare un immobile, acquistato asuo tempo usufruendo dei benefi-ci riservati alla “prima casa”, puòusufruire dello stesso regime di fa-vore purché sussistano i requisiti ele condizioni previste dalla normaagevolativa. (Risoluzione Agenziadelle Entrate n.25/E del 2005).

Riduzione canone di locazione

In caso di riduzione del canonedi locazione di un contratto in es-sere è opportuno registrare il rela-tivo atto, tanto più che ai sensi del-l’art. 19 del Dl.133/2014 la registra-zione dell’atto, con il quale le parti

CASA MIAa cura di gb/

dispongono esclusivamente la ri-duzione del canone di un contrattodi locazione in essere, è esente daimposta di registro e bollo.

Mercato immobiliare

Dopo la lieve ripresa registratanei primi mesi del 2014, i prezzidegli immobili hanno continuato acalare e gli analisti del settore(Gabetti, Nomisma, Tecnocasa,Scenari Immobiliari, ecc.) preve-dono per gli immobili residenziali,per l’anno in corso, quotazioni an-cora in calo (-2,5%). Ciò, nono-stante la leggera ripresa nell’ero-gazione di mutui dovuta alla ridu-zione degli spread.

La discesa dei prezzi procede apiccoli passi, gli acquisti avvengo-no quasi esclusivamente da chi ègià proprietario di una casa e desi-dera una nuova abitazione più bel-la o più comoda, approfittando delcalo dei prezzi e della convenien-za dei mutui.

Fermi invece gli acquisti per im-mobili da mettere a reddito, poichébuona parte dell’affitto va in tassee spese di manutenzione.

L’amore mai può invecchiare, i ricci possono perdere il bruno,le guance possono impallidire e incavarsi, ma nei cuori che co-noscono l’amore, mai ci sarà il freddo e il gelo dell’inverno ma ilcalore e il sole dell’estate.

*Eben Eugen Rexford*Scrittore e poeta americano (1848-1916)

a cura di gb/

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Voce Nostra • ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 Pagina 5

Ieri, sabato sera. Mentre “spapa-ranzato” su una delle poltrone delmio salotto seguivo sui canali diSky l’anticipo serale della serie Adi calcio, dal tinello, dove mia mo-glie seguiva su un altro televisoreun altro programma, come succe-de sempre quando io seguo pro-grammi sportivi a lei ostinatamen-te ostici, ho sentito che dal pro-gramma che aveva messo in ondausciva una voce che da anni, damolti anni, non avevo più sentito.Come succede alla mia età, ma mirisulta che anche ai più giovani dime accade, non sono riuscito acollegare quella voce ad un nome.È una sfida che si ripete più volteal giorno: come si chiama? Qual èil suo nome? E non mollo la lottafinché non realizzo. Quando mitrovo di fronte ad un vecchio ami-co o un collega che da molto nonvedo, uso uno strattagemma chenon so quanto può essere validoma che riesce, comunque, a to-gliermi dall’immediato impaccio:non appena ci incontriamo, al mo-mento che stiamo per aprire boccaper salutarci, ne esco: “salve, co-me stai? È un pezzo che non civediamo!” Poi, senza dargli il tem-po di ribattere, esplodo: “ma saiche non mi ricordo come ti chia-mi!” Il malcapitato, normalmentemi dice il suo cognome ed io conla migliore faccia di bronzo che miriesce mettere insieme, rispondo:“no...no...il cognome me lo ricordoè il nome di battesimo, perché cichiamavamo per nome, vero? maadesso non mi viene in mente!”Così, comunque il mio interlocuto-re interpreti il mio atteggiamento,esco da quel grande imbarazzoche normalmente assale chi sisforza di ricordare nomi che sonoscivolati via dalla mente come lee-mail che vengono eliminate pe-riodicamente dai nostri PC.

Devo dire che a volte incontropersone che io non ricordo ma cheloro mi chiamano con nome co-gnome, composizione della fami-glia, si informano dei miei hobbiespreferiti e sono così precisi chegiurerei che si sono aggiornati pri-ma di incontrarmi! È mi fanno unarabbia...!

Forse, dico, per loro sono statouna persona importante ed ho la-sciato un segno indelebile nellastoria della loro vita...lo penso masono certo che non è così...

Ma quella voce che veniva dallaTV del tinello era solo una voce enon potevo certamente applicarela mia strategia ad un attrezzo chepoteva avere tutte le caratteristi-che tecniche di questo mondo macertamente non un briciolo di quel-le umane.

Lo conoscevo il proprietario diquella voce. Ne avevo presenteanche l’aspetto fisico ma il nome...ad un tratto, nel bel mezzo dellamia lotta mentale per inquadrare ilpersonaggio, eccolo manifestarsi!Insieme al nome, mi tornò allamente la circostanza che me loavrebbe sempre fatto ricordare!

Gilberto Govi! L’impareggiabileattore genovese interprete di nu-merose commedie, ambientatequasi tutte o, forse tutte, nella suacittà.

Un attore la cui maestria edumanità aveva fatto innamorare le

platee e che grazie alle nuove tec-niche di comunicazione avevanofatto si che tutti potessero goder-ne!

Non sapevo quale delle sue ma-gistrali interpretazioni stavano tra-smettendo. Ma non mi interessa-va, perché il suo essere lì quellasera aveva risvegliato in me unlontano ricordo...

Feci un rapido calcolo e conven-ni che si trattava di un ricordo mol-to vecchio di circa mezzo secolo.Cinquant’anni fa esatti!...

A quel tempo lavoravo e vivevoa Firenze. Alloggiavo da parentiacquisiti di mia moglie. Ma la fami-glia, la mia famiglia, viveva nellacittadina natale. Eravamo in tre:mia moglie, mia figlia ed io. Nonavevo trasferito anche loro perchésperavo che il mio soggiorno nellabella città del Giglio fosse breve,come in effetti fu. Dopo due anni dipermanenza a Firenze fui trasferi-to verso altri lidi per brevi soggior-ni legati e motivati dal mio lavoro.Pertanto il resto della mia famigliacontinuò ad abitare nella casa avi-ta finché non incominciai a benefi-ciare di permanenze più duraturenel tempo, nell’ordine di anni e so-lo a quel punto presi la mia fami-glia e me la tirai dietro...

Questo è un inciso che ho volu-to fare per illustrare meglio lo svol-gimento dei fatti che andrò a nar-rarvi... mi sembra di esprimermicome uno degli antichi trovatoriche nel basso medioevo con il liu-to sotto braccio giravano i paesi araccontare storie...

Succedeva che qualche volta,quando durante la settimana insi-steva una festa e non potevo crea-re il “ponte”, mia moglie, insieme amia figlia, la quale poteva perdereanche un giorno di scuola tantoera brava nello studio, mi raggiun-gevano a Firenze e passavamo ilgiorno di festa tutti insieme e tuttiospiti della famiglia che mi allog-giava. Mia moglie era sempre ben-venuta in quella casa. I nostri ospi-ti, la moglie si chiamava Lina ilmarito Luigi, per gli amici Luigino eper gli ex colleghi di lavoro dell’uf-ficio del dazio era il “secco mali-gno”! una qualifica che ebbi mododi appurare gli calzava a pennello!Erano già di età avanzata con unafiglia che aveva ed ha grossi pro-blemi di vista. Lia, si chiama, eranostra coetanea, era sposata conun autista della Lazzi ed avevanoun figlio dell’età della nostra. Per-tanto la presenza di mia moglie,che non stava mai con le mani inmano, per quell’uno o due giorniche si fermava a Firenze era perloro un piccolo sollievo.

Mi avevano ospitato cedendomiuna cameretta che in altre occa-sioni avevano affittato a studenti.Nelle città universitarie è consue-tudine. Mi avevano cercato nellapensioncina dove avevo preso al-loggio appena arrivato a Firenze eavevano fatto tanta opera di per-suasione che mi avevano convintoa trasferirmi da loro. Non era unasoluzione perfetta perché mi vin-colava a tenere alcuni comporta-menti limitativi della mia libertà:non potevo rientrare quando vole-vo perché se rientravo prima cheloro scendessero a cena, trovan-domi io in casa si sentivano in ob-

bligo di invitarmi alla loro tavola.Se invece ritardavo un po’ e li tro-vavo ancora a cena, si sentivanoin obbligo di offrirmi un bicchiere divino che, qualche volta, riuscivo arifiutare, mentre spesso ero co-stretto ad accettarlo grazie alle in-sistenze del capofamiglia: il sorLuigino (alias il Secco Maligno)che altrimenti, in caso di rifiuto, sisarebbe molto offeso... così dice-va... ma non sapeva il meschinoche il sottoscritto rifiutava, nonperché non gradisse il vino, maperché nel suo stomaco galleggia-va un toast su un mare di latte per-ché era quella la mia abituale ce-na! E latte e vino erano il peggiorconnubio alimentare che potesseesistere! Ma, a volte, ho dovutoaccettare... e che nottate eranoquelle!

Ma non potevo rifiutare la lorogenerosa offerta di ospitalità. Lostipendio mi consentiva appena dimantenere la mia famiglia a casaed io a Firenze...ed evitare la spe-sa per dormire era un grande sus-sidio. Pertanto, concludo, molteserate le passavo a giro per lestrade o in un cinema per il qualeriuscivo ad ottenere i biglietti gra-tis. E, fortunatamente, dove lavo-ravo ne venivano offerti molti el’addetto alla distribuzione avevaun occhio benevolo nei miei ri-guardi. A volte, specialmente d’e-state, mi fermavo ed attendevo,nel cinema dotato di aria condizio-nata, l’ora propizia per rientraresenza incontrare, ancora alzati, ibuoni samaritani con il rischio chepotessero tentare di mettere incondizioni disastrose il mio stoma-co, con i loro buoni propositi...

Poi, rendendosi forse conto delmio modo di vivere mi invitarono acena una volta la settimana; cosache io gradii molto. Così, tutti i gio-vedì sera, uscivo dal mio randagi-smo serale e, per una sera, pas-savo alcune ore nel calore di unafamiglia.

Comunque non potevo accetta-re tutto senza che potessi, almenoin parte, sdebitarmi. Quando miamoglie veniva a Firenze, faceva-mo noi la spesa per tutta la fami-glia, ma era una circostanza che siverificava molto saltuariamente enon lo ritenevamo sufficientemen-te significativo come segno di rico-noscenza.

C’era un oggetto che stava di-ventando indispensabile in tutte lefamiglie che iniziavano ad usarlo eche nella famiglia che mi ospitavanon aveva ancora fatto la sua pre-senza; era il televisore. C’era unmotivo: ritenevano che a causadei problemi alla vista della figliaLia, l’uso del televisore potesseportare nocumento alla sua meno-mazione. Ne parlai ampiamentecon Mario, marito di Lia, e dopomolte esitazioni convenimmo, an-che con l’approvazione dell’inte-ressata, che ripetutamente avevapregato i genitori di non privarsi diquesta “macchina” che stava sem-pre più entrando nella vita degliitaliani, decisi di acquistarlo e far-ne dono ai miei ospiti, sfidando leeventuali opposizioni del capo fa-miglia Luigino, chiamato “seccomaligno”. Con la complicità di Ma-rio ci mettemmo in cerca dell’affa-re più conveniente. Dopo pochi

tentativi trovammo un bellissimo“Allocchio Bacchini” , uno scatolo-ne pazzesco di quei tempi che po-tevo pagare con cinquemila lire almese. Avrei messo alcuni anni perpagarlo ma confidavo in una pro-mozione, che prevedevo prossi-ma, da consentirmi di abbreviare itempi del pagamento. Fu, infatti,così. Grazie ad un sostanziosorimborso per una lunga trasferta dilavoro effettuata, fui in grado disaldare il mio debito in tempi piùbrevi del previsto.

Così nella “nostra” casa entrò latelevisione. Dopo iniziali deboli op-posizioni verbali la tv prese il po-sto che gli spettava. Iniziò un nuo-vo modo di passare le serate. Conla scusa di assistere a qualchespettacolo televisivo, potevo rien-trare ad un’ora quasi decente per-ché, per potere prendere parte al-lo spettacolo, tutti terminavano lacena fra le 20,30 e le 21,00. Ed io,quando ero invitato e lo ero quasitutte le sere, arrivavo qualche mi-nuto prima dell’inizio della trasmis-sione e, a volte, con la scusa chenon mi interessava l’argomentotrattato, mi ritiravo nella mia came-ra. Ero riuscito con un compro-messo, a salvare la loro e la miaprivacy. All’epoca ancora non siusava questo termine...

Poi venne un giorno...da temposi parlava, sia in giro, sia in fami-glia, dell’avvenimento sportivoclou che doveva centralizzare l’at-tenzione degli appassionati di cal-cio di tutta Europa. I più interessa-ti all’avvenimento erano i tifosi del-la due nazioni che avrebbero datoluogo ad una manifestazione, chedi anno in anno ingigantiva, grazieanche alla televisione, che portavanelle case e nei bar lo spettacolo,altrimenti riservato ad una mino-ranza circoscritta entro i limiti dellenazioni interessate. Era la finaleper la Coppa dei Campioni, oraChampions League.

La folla appassionata di calciocominciava a parlarne settimane,se non mesi prima e, quando arri-vava il giorno, chi a casa chi neibar, strizzato in un mezzo all’“uma-nità” più povera, che non possede-va ancora un televisore, assisteva-no al big match al quale le duesquadre finaliste erano arrivate do-po estenuanti qualificazioni.

Ma quest’anno la grande novitàera che nella finale avrebbe gioca-to una squadra italiana.

Non sto ad insistere quanto pre-gustassimo quel giorno, anzi,quella sera, il mio amico Mario,genero del sor Luigino, alias Sec-co Maligno, ed io.

A rendere ancora più piacevolel’attesa della serata era anche laprospettiva che mia moglie e miafiglia mi avrebbero raggiunto a Fi-renze per passare alcuni giorni in-sieme. C’era di sicuro qualche fe-stivitá in mezzo ma, onestamente,non mi ricordo...

Arrivammo al giorno tanto attesoe già dal giorno precedente, Marioed io, incominciammo ad organiz-zare la serata davanti alla TV. Tut-ti gli altri occupanti della casa, di-co TUTTI! Erano a conoscenza diquello che avevamo programma-to. E noi avevamo dato per scon-tato che un avvenimento del gene-re doveva avere la priorità su qual-

siasi altro programma, pertanto,davamo ancora per scontato chetutti fossero d’accordo... per que-sto motivo non ci preoccupammodi chiedere conferma ed approva-zione agli altri potenziali aventi di-ritto di usufruire del comune tra-smettitore...

Bisogna puntualizzare che all’e-poca la RAI TV trasmetteva solosu due canali: il I° ed il 2° canaleed i programmi del 2° erano quasisempre di scarso interesse... e lapartita era trasmessa sul primo...

Ci mettemmo a tavola un po’ tar-di quella sera, ma niente di cuipreoccuparsi, avevamo come rife-rimento il TG... che era appena ini-ziato; al suo termine sarebbe ap-parso l’indimenticabile “Carosel-lo”, ancora un po’ di chiacchiereper fare passare il tempo e poi, al-le 21, sarebbero entrate in campole squadre!

Non mi preoccupavo, i tempierano rispettati, un po’ di pazienzae poi... mancava Mario, ma era at-teso da li a momenti. Non mipreoccupavo neanche di questoperché, pensai, la sua presenza omeno non mi avrebbe impedito diassistere alla partita... pensieroegoista del quale mi pentii subito.

Ma quando eravamo già tutti se-duti a tavola e Piero, il bellissimogatto nero della casa, incomincia-va già a fregarsi contro le miegambe... ecco arrivare Mario!

“Forza Mario, altrimenti ti perdil’inizio della partita” lo salutai tuttoallegro... ma, a questo punto, dal-la parte dove era seduto il padro-ne di casa, il sor Luigino si levòuna voce: “ma che partita, io vo-glio vedere Gilberto Govi sul se-condo canale”. Sul momento nondetti peso alla frase, pensai aduno scherzo; ma guardandomi in-torno, notai che i volti dei compo-nenti la famiglia avevano assuntoun atteggiamento preoccupato edi loro sguardi, compreso quello diMario, erano tutti rivolti verso dime. Ma continuai a non preoccu-parmi: in fondo ero un loro ospiteed i “desiderata” di un ospite do-vrebbero essere considerati sa-cri... mi illudevo...

Però l’atteggiamento assuntodai presenti mi mise a disagio. Fuipreso da una certa inquietudine.Qualche cosa si stava mettendo inmezzo e rischiava di fare saltaretutto il programma... non lo crede-vo ancora possibile, pensavo cheil sor Luigi voleva essere il prota-gonista della serata, voleva comeal solito portare l’argomento su unpiano tutto suo personale perpoi...ma non volevo vivere neldubbio e, pur rendendomi contoche, trovandomi in casa d’altri,non mi stavo comportando da per-sona rispettosa delle buone usan-ze, azzardai: “...ma sor Luigi, lapartita c’ è solo stasera mentreGovi si può rivedere in altra occa-sione. I programmi vengono siste-maticamente ripetuti. Penso chesarà questione di attendere alcunigiorni...”

Ma non senza motivo i colleghidel suo ufficio lo avevano chiama-to “secco maligno”... la sua rispo-sta fu telegrafica: “a me un mi gar-ba il pallone”.

LA FINALEdi Ugo Bacci

(segue a pag. 6)

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L’attenzione di tutti presenti erafocalizzata su noi, compresa miamoglie che conosceva il mio umo-re in certe situazioni.

Così, in un’atmosfera del tuttodiversa dall’inizio della serata, cimettemmo a tavola. Non credevoche la serata dovesse finire così,nella mente mi passavano un ma-re di pensieri. Non era possibileche io dovessi subire questa situa-zione, dovevo fare qualche cosa...ed all’improvviso, prima che por-tassi alla bocca il primo boccone,avevo preso una decisione... al-zandomi dalla sedia e rivolto a tut-ti e senza chiedere consenso amia moglie: “scusate, ma io escosperando di trovare un bar doveviene trasmessa la partita. Tornoappena terminato l’incontro, scu-sate di nuovo” e dando un’ultimaocchiata a mia moglie che appari-va sbalordita, raccolsi la giacca emi precipitai giù per le scale e per-corsi la strada dove sapevo cheesisteva un bar con la televisione.Fortunatamente, pur essendo ilbar discretamente affollato, grazieanche alla cortesia di alcuni av-ventori, riuscii a trovare un angoloche mi consentiva di assistere al-l’incontro “clou” della stagione cal-cistica.

E davanti ad un bicchierone dilatte e due sandwiches, mi prepa-rai a godere lo spettacolo che sta-va per cominciare. Non nego che,più che passava il tempo, più mirendevo conto del mio irrispettosocomportamento nei confronti dellepersone che avevo lasciato un po’basite nella casa dove venivoospitato. Ma ormai era fatto... ecercai di godere dello spettacolosenza pensare ad altro. Avrei vistodopo come rimediare...

Fu uno spettacolo straordinario,intenso, che si concluse con la pri-ma vittoria di una squadra italiananella finale della prestigiosa Cop-pa dei Campioni.

Finito, tornai verso casa, ma adogni passo che mi riportava, da do-ve ero partito, il mio umore si stavaspogliando di tutta l’euforia dellaserata al bar, per vestirsi di un sen-so di colpa che, più mi avvicinavoalla destinazione, più diveniva pe-sante e fastidioso, come un cappot-

to indossato in un ambiente surri-scaldato. Non vedevo l’ora di levar-mi di dosso questo senso di colpa.

Come Dio volle arrivai attraversole diverse rampe di scale, semprebuie, al piano della mia espiazio-ne, perché, pensavo, non l’avraipassata liscia da parte di mia mo-glie che non si peritava di rimar-carmi, giustamente, le cose che,raramente (!) non incontravano lasua approvazione.

Suonai, mi fu aperto, entrai e fuiaccolto da mia moglie che mi indi-rizzò un’occhiata più esplicativache un fiume di parole. Tenevo unatteggiamento contrito che volevadare ad intendere che ero dispia-ciuto, addolorato, che non avreifatto più quella cosa, che pregavotutti di perdonarmi ma l’atteggia-mento degli altri, della Signora Li-na, di Lia, di Mario rispettivamentemoglie, figlia e genero del “seccomaligno” mi sorprese, perchésembrava si sentissero più in col-pa di me. La spiegazione mi giun-se subito dopo. La Signora Lina misi rivolse: “ci dispiace dell’atteg-giamento di Luigino ma è fatto co-sì. Se poi s’impunta su una cosa,niente e nessuno riesce a farlo re-cedere. Ma gliele ho già cantateio”. Rimasi così sorpreso e com-mosso dalla signorilitá e compren-sione della brava Signora Lina chea stento mi trattenni dall’abbrac-ciarla!

Il sor Luigino era già a letto e,nel tempo a venire, evitammo, en-trambi, di ritornare sull’argomento.

A proposito, mi dimenticavo. Lapartita oggetto e soggetto di que-sto racconto si svolse il 22.5.1963e vide Milan e Benfica battersi perla Coppa nel prestigioso stadio diWembley a Londra; il risultato fu di2 a 1 a favore della squadra delMilan dove militavano le ora vec-chie glorie: Maldini, Trapattoni, Al-tafini che con una sua doppiettarovesciò il risultato ed annullò ilvantaggio dell’1 a 0 con il quale ilBenfica conduceva grazie ad ungoal di Eusebio, un altro mito delcalcio di allora.

Era la prima volta che una squa-dra italiana si aggiudicava la pre-stigiosa Coppa. Ed io c’ero...

U.B.

Tutto iniziò con una breve telefo-nata dal circolino: Vieni subito, èmorto Tuo zio e il cane non fa av-vicinare nessuno! Era già passatal’ora di cena e me ne stavo tran-quillo a casa, in ciabatte, di fronteal televisore.

Avverto mia moglie, m’infilo lescarpe, lei indossa velocementeun abito scuro, due colpi di spaz-zola ai capelli e siamo già in mac-china indirizzati a casa di mio ziofalegname.

Viveva da decenni nella frazionedi S. Miniato chiamata La Serra, lìaveva anche una bottega da fale-gname.

Mio zio non si era sposato e nonaveva altri nipoti all’infuori di me,come compagno di vita avevasempre avuto un cane, anzi diver-si cani, perché Lui ne aveva sem-pre avuto uno e, appena questomoriva, mio zio correva subito acercarne un altro, giovane, da cre-scere e addestrare.

Il cane viveva sempre con Lui,sia in casa, sia in bottega, lo ac-compagnava anche al circolo, trevolte al giorno per il caffè, dopopranzo e dopo cena la partita acarte con gli amici con il cane ac-cucciato accanto ai piedi.

L’ultimo era di taglia medio-pic-cola, completamente nero, un pe-lo riccioluto, corto, il naso un po’imbiancato dall’età e un occhio inparte velato, anche questo sinto-mo di un’età non più giovanile.

Lampo era il suo nome, gli si ad-diceva più da giovane, ora sem-brava più un “accelerato” che un“rapido”.

Giunti davanti a casa vedemmoun capannello di sette o otto per-sone, quasi fossero di guardia allaporta, dentro si sentiva il canesbraitare, guaiti lagnosi alternatida un furioso abbaiare, sembravaimpazzito.

Entrai subito, poggiai un ginoc-chio in terra, allungai il braccio e lamano e feci vedere a Lampo unadi quelle piccole salsicce seccheche gli piacevano tanto, il premioche gli dava sempre mio zio quan-do faceva qualcosa di buono.

Lampo dai, falla finita, vieni quae calmati, Beppe non può sentirtipiù. È ancora qui, insieme con noima in una nuova dimensione, d’o-ra in poi sarà sempre con noi, nonci abbandonerà mai. Non abbaiarepiù, lascia che porti Beppe in ca-sa, lo stenda sul letto, lo lavi e glimetta dei vestiti puliti, non possia-mo lasciarlo così, sdraiato sul ce-mento del pavimento di bottega.

Il cane era sempre stato intelli-gente, attento e vigile su tutto ciòche avveniva intorno a lui, questavolta appariva veramente spaesa-to, come fosse un po’ impazzito.

Avvicinai a lui anche una ciotolad’acqua pulita e questo lo distolseun po’, si allontanò di qualche pas-so da mio zio, si lasciò legare alguinzaglio e allora potei accompa-gnarlo fuori della bottega e rin-chiuderlo nel vecchio pollaio.

Dopo un giorno e mezzo abbia-mo fatto il funerale. Alla fine unodegli amici di mio zio mi chiese:del cane che ne fai? Se non haiposto a casa tua, in S. Miniato evuoi lasciarlo qui lo tengo io. Staitranquillo che con me si troveràbene, come con tuo zio.

Scossi la testa, più volte. Ti rin-grazio Dante, penso che mio zioavrebbe voluto che tenessi il il ca-ne e così feci.

A quasi sessanta anni di età nonho mai avuto un cane, e nemmenomia moglie. Pensiamo entrambiche sia una cosa abbastanza faci-le, lo porti fuori tre volte al giorno,gli dai da mangiare una volta, dueo tre volte l’anno lo porti dal vete-rinario per le vaccinazioni, acquapulita sempre nella ciotola e qual-cosa da lanciargli ogni tanto pergiocare a “riportino”.

Arrivati a casa, in S. Martino de-cisi di far sgranchire le gambe alcane e fargli prendere conoscenzacon il suo nuovo habitat, fatto disalite e discese, ben diverso dalpiatto paesaggio di La Serra e del-la Val d’Egola. Ci incamminammolentamente verso il curvone, scen-diamo giù verso S. Miniato Basso,passata la casa del Fiaschi, il ca-ne comincia ad agitarsi e tirare ilguinzaglio, faccio fatica a tenerlo.Si fionda verso il ciglione e inizia ascavare una buchetta nel terreno.

Lampo o che sei grullo, che fai?Vieni qui! Lascia stare, smetti discavare, t’insudici tutto e fai danniai vicini.

Con tanto impegno e fatica rie-sco a distogliere il cane dalla bucaappena fatta, ricopro il tutto con laterra smossa, un po’ alla meglio e,mentre il cane non la smetta di ug-giolare, lo riporto verso casa. Luisbatte in continuazione il naso sul-la tasca, dove tengo le salsiccesecche, decido di dargliene unaper calmarlo un po’ e lo riporto acasa. Lo brontolo un po’, perchéimpari, ma non troppo perché mipare un po’ partito di testa.

Per tutta la settimana usciamotre volte il giorno, le passeggiate sifanno sempre più lunghe fino allametà della discesa per San Minia-to Basso e poi ritorno, o fino alpiazzale e rientro, o verso Cigoli oquasi fino al Cimitero. Solo unpaio di volte il cane si fa riprende-re dalla fregola di scavare, io lo di-

stolgo, lo porto via, lo brontolo e luiinizia sempre a sbattere il nasosulla tasca, fino a quando non gliallungo la salsiccia.

Il sabato decido di andare al cir-colino, a La Serra, dove andavasempre mio zio. Mentre chiacchie-ro con i Suoi vecchi amici raccon-to anche a Loro fino a quando unomi dice: Oh “nini” ma Te che lavo-ro fai? Io nulla, sono in pensione,ho lavorato quasi trenta anni aSanta Croce, tagliavo le pelli peruna pelletteria: borse, portafogli,cinture, custodie per occhiali,guanti ecc.

Allora ascolta me, il cane è fur-bo, non grullo e sa far bene il suomestiere, quando scava tiralo via,metti la mano nel buco e scavaanche te, delicatamente, vedraiche in quel buco troverai un beltartufo. La salsiccia che reclama èil suo premio, così l’aveva abituatotuo zio.

Sei te che sei un po’ scemo o al-meno un po’ ignorante, ma staitranquillo lasciati portare dal canee lui t’insegnerà.

Rimasi di stucco, che figura dascemo. Non sapevo come scusar-mi con il cane, allora lo presi e loportai alla toilette, giù a S. MiniatoBasso e gli feci dare una bella la-vata, poi di corsa dal veterinario.

Fortunatamente non c’eranogrossi problemi, l’occhio sinistroaveva perso diversi decimi di vi-sta, ma era solo l’età. Il cane ci ve-deva ancora abbastanza. Il cuorenon era più quello di un giovanot-to ma bastava avere l’accortezzadi non farlo correre troppo.

Da quel giorno le tre uscite quo-tidiane avevano anche uno scopoin più: cercare tartufi.

A sessant’anni son dovuto ritor-nare a scuola per prendere il pa-tentino di cercatore autorizzato eson contento che adesso possodedicarmi a quest’attività insiemea Lampo.

Non è solo il cane del mio vec-chio zio, è una piccola miniera d’o-ro.

Pagina 6 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

(“LA FINALE”... continua da pag. 5)

Gli incontri culturali organizzati da “Toscana Oggi” – che da vari annisi tengono a Firenze ed a Prato (Ved. Voce Nostra N. 158) – ora, anchea Grosseto.

L’inaugurazione del ciclo dei thè a Grosseto è avvenuto il 28 gennaiou.s. con la Prof. Elena Giannarelli che – nel Salone dei ricevimenti diPalazzo vescovile in Corso Carducci 11 – ha trattato il tema “Santi, bri-ganti, cantastorie: Viaggio in Maremma”.

Dopo la conferenza thè e pasticcini.

Questi gli incontri a Grosseto del corrente anno:

• Mercoledì 25 febbraio: LucianaPollini – A veglia in Maremma:linguaggi e identità tra racconti aaneddoti.

• Mercoledì 25 marzo: Silvia Fa-stelli –“Tu sei bellezza” Viaggiotra i filosofi nel loro rapporto conl’Assoluto.

• Mercoledì 29 aprile: Carlo La-pucci – Migrazioni di leggende

I THÈ DI TOSCANA OGGI

dalla Scozia e dall’Africa nellaMaremma toscana.

• Mercoledì 27 maggio: SamueleDuranti – Maria e la letteratura:percorso tra gli autori che hannoomaggiato la Madonna.

• Mercoledì 10 giugno: Giuseppi-na Scotti – La figura della donnanella Maremma grossetana.

Tutti gli incontri dalle 16 alle 18 presso il Salone dei ricevimenti di Pa-lazzo vescovile in corso Carducci, 11. Gli incontri sono riservati agli ab-bonati del settimanale e a chi, per parteciparvi, sottoscrive un nuovo ab-bonamento all’ingresso del locale.

Ad ogni incontro thè e delizie della stagione.

IL CANE DEL FALEGNAMEdi Stefano Bartoli

L’ANGOLO DEL BUONUMORE

Dal medico: “Caro signore, la sua malattia è ereditaria….” – “Bene,bene… allora mandi la sua parcella ai miei antenati!”

***

“Senta, dottore, non riesco proprio a comprendere il suo modo di cu-rare mio marito” – “E perché signora?” – “Perché ieri si è raccomanda-to di non farlo agitare, di evitare qualsiasi emozione…. Poi oggi gli hamandato la parcella!”

***

Dal medico: “Dottore, dottore, sento delle voci e non vedo nessuno…”– “E quando le capita? – “Quando sono al telefono…”

***

Dallo psichiatra: “Dottore – dice un paziente – ho un problema. Tutte lenotti sogno una porta. Io sono davanti e tiro la maniglia, tiro, tiro ma laporta non si apre. È una cosa grave?”- “Non saprei – dice il dottore – hanotato se c’è scritto qualcosa sulla porta?” – “Sì, c’è scritto Spingere!”

È bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se sia-mo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamodi tutto per esserlo.

Epicuro (341-270 a.C.)

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Voce Nostra • ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 Pagina 7

MODELLO 730/2015 REDDITI 2014

Dopo i dubbi e le perplessità,espresse sull’ultimo numero di Vo-ce Nostra, ora ci sono delle cer-tezze, anche se il progetto delmodello precompilato partequest’anno in via sperimentale.

L’Agenzia delle Entrate metteràa disposizione dei contribuenti –che hanno presentato ilMod.730/2014 per i redditi 2013 eche hanno ricevuto dal sostitutod’imposta la “Certificazione Unica2015” (da quest’anno sostituisce ilCUD e contiene più dati. I sostitutid’imposta devono consegnarla aipercettori dei redditi entro il 28febbraio ma, scadendo di sabato,slitta a lunedì 2 marzo e trasmet-terla telematicamente all’Agenziadelle Entrate entro il 7 marzo ma,cadendo di sabato, slitta a lunedì9 marzo; è prevista una sanzionedi 100 euro a carico dei sostitutid’imposta per ogni certificazionetardiva od errata) – ilMod.730/2015 precompilato, sulsito internet www.agenziaentra-te.gov.it, a partire dal 15 aprile p.v.

Per accedere al sito è necessa-rio avere il “codice Pin”, che puòessere richiesto: • online, accedendo al sito sopra

indicato e inserendo alcuni datipersonali,

• per telefono, chiamando il nu-mero 848.800.444 (costo telefo-nata urbana)

• recandosi personalmente ad unUfficio dell’Agenzia delle Entra-te.È possibile accedere alla pro-

pria dichiarazione precompilataanche tramite un Caf o un pro-fessionista abilitato previa con-segna di un’apposita delega.

L’Agenzia delle Entrate per lapredisposizione del Mod.730 pre-compilato utilizza le seguenti infor-mazioni:• i dati contenute nella Certifica-

zione Unica (CU) che i sostitutid’imposta devono inviare entro il2 marzo ai contribuenti ed entroil 9 marzo all’Agenzia delle En-trate, (contiene i redditi di lavorodipendente o pensione, le rite-nute Irpef, le addizionali regiona-li e comunali, i dati dei familiari acarico)

• i dati relativi agli interessi passi-vi sui mutui, ai premi assicurativie ai contributi previdenziali chevengono comunicati all’Agenziadelle Entrate dai soggetti cheerogano i mutui, dalle imprese diassicurazione e dagli enti previ-denziali,

• alcuni dati presenti nella dichia-razione dell’anno precedentecome i dati sui fabbricati e suiterreni, le rate di detrazione perspese per il recupero del patri-monio edilizio, risparmio energe-tico ecc.

• tutti i dati presenti nell’Anagrafetributaria, come, ad esempio, iversamenti effettuati con i Mo-delli F24 e i contributi versati peri lavoratori domestici (colf).

• il criterio per la compilazione daparte dell’Agenzia delle Entratesarà quello di inserire solo datisicuri; in caso di dubbi, i dati sa-ranno riportati in un prospettoinformativo in calce al modello.

Quando si presenta

Il Mod. 730/2015 deve esserepresentato entro il 7 luglio, sianel caso di presentazione direttaall’Agenzia delle Entrate, sia nelcaso di presentazione al sostitutod’imposta, Caf o professionista.

Come si presenta

Direttamente all’Agenzia delleEntrate tramite il sito dell’Agenziaindicando i dati del sostituto d’im-posta che farà il conguaglio ecompilando la scheda per la desti-nazione dell’8, del 5 e del 2 permille dell’Irpef.

Il Modello precompilato può es-sere corretto con l’inserimento de-gli oneri detraibili e deducibili, co-me, ad esempio, la maggioranzadei contribuenti dovrà fare per ag-giungere le spese mediche. I datisaranno rielaborati e sarà messo adisposizione del contribuente unaltro Mod.730 con i risultati dellarielaborazione. A seguito dell’ac-cettazione del modello, senzamodifiche o modificato e dellatrasmissione a mezzo Internet,sarà messa a disposizione delcontribuente, con lo stesso mez-zo, la ricevuta di avvenuta presen-tazione.

In alternativa alla presentazionetramite sito Internet il Mod. 730precompilato può essere presen-tato al proprio sostituto d’imposta(ricordo che l’Inps non fa più que-sto servizio) ad un Caf o ad unprofessionista abilitato esibendotutti i documenti necessari, perchépossano verificare la conformitàdei dati riportati nella dichiarazio-ne e rilasciare un visto di confor-mità e con ciò assumendosi le re-lative responsabilità. Il contribuen-te deve conservare i documentipresentati per la dichiarazione2015 fino al 31.12.2019, termineentro il quale l’Agenzia delle En-trate può richiederli per un control-lo.

Mod.730/2015 nonprecompilato

I contribuenti non sono obbligatiad utilizzare il modello precompila-to. Possono disinteressarsi del730 predisposto dall’Agenzia delleEntrate e presentare la dichiara-zione, come gli anni scorsi, ad unCaf o ad un professionista abilita-to. Questi effettuerà i relativi con-trolli come detto per il modello pre-compilato.

Possono presentare il Mod.730/2015 ordinario, tramite un Cafo un professionista abilitato, an-che quei contribuenti che nel 2014hanno percepito redditi di lavorodipendente (colf, badanti, lavora-tori che hanno perso il posto di la-voro) e che nel 2015 non hannoun sostituto d’imposta che possaeffettuare il conguaglio. In caso diliquidazione a debito il Caf o il pro-fessionista consegnerà al contri-buente il Mod. F24 debitamentecompilato e questi effettuerà il pa-gamento presso sportelli bancari opostali o, in via telematica, utiliz-zando i servizi online dell’Agenziadelle Entrate.

Se risulta un credito il rimborsosarà eseguito direttamente dall’A-genzia delle Entrate mediante ac-credito sul conto corrente bancarioo postale del contribuente, se que-sti ha comunicato il proprio codiceIBAN. Se non è stato comunicatoil codice IBAN, per importi inferioria 1.000 euro l’Agenzia delle Entra-te invierà un invito a presentarsipresso un qualsiasi ufficio postaleper riscuotere il rimborso in con-tanti; per importi superiori il rim-borso avverrà mediante emissionedi un vaglia della Banca d’Italia.

Quali le novità del Mod.730/2015 redditi 2014, a parte ilmodello precompilato già am-piamente sopra descritto, e tra-lasciando quelle che non interes-sano i pensionati:• nel caso di opzione per la cedo-

lare secca la misura dell’aliquotaagevolata è ridotta dal 15 al10%,

• è riconosciuta una deduzionedal reddito complessivo del 20%delle spese sostenute, fino adun massimo di 300.000 euro, daripartire in otto quote annuali,per l’acquisto o la costruzione diimmobili ad uso abitativo da de-stinare, entro sei mesi dall’ac-quisto o dal termine dei lavori dicostruzione, alla locazione peruna durata non inferiore ad ottoanni (rigo E32),

• agli inquilini di alloggi sociali adi-biti ad abitazione principale è ri-conosciuta una detrazione di900 euro, se il reddito comples-sivo non supera 15.493,71 euroe di 450 euro se il reddito nonsupera 30.987,41 euro (rigoE71). Se la detrazione risulta su-periore all’imposta lorda gli saràriconosciuto un credito pari al-l’importo che non ha trovato ca-pienza nell’imposta,

• è riconosciuto un credito d’impo-sta del 65% delle erogazioni li-berali effettuate a sostegno dellacultura (rigo G9),

• per i premi assicurativi sonoprevisti due limiti di detraibilità:quelli per assicurazioni relativial rischio di morte o di invaliditàpermanente non inferiore al 5%sono detraibili per un importonon superiore a 530 euro (righida E8 a E12, codice 36); quelliper assicurazioni rischio di nonautosufficienza nel compimentodegli atti della vita quotidianasono detraibili per un importonon superiore a 1.291,14 euro,al netto dei premi per il rischiodi morte o invalidità permanen-te (righi da E8 a E12. Codice37),

• sono elevate dal 24 al 26% ledetrazioni relative alle erogazio-ni liberali effettuate a favore del-le Onlus (righi da E8 a E12, co-dice 41) e alle erogazioni a favo-re dei partiti politici (righi da E8 aE12, codice 42). Le erogazioni afavore dei partiti politici per im-porti compresi tra 30 e 30.000euro,

• è prorogata la detrazione del50% per le spese relative a in-terventi di recupero del patrimo-nio edilizio e per quelle effettua-te per l’acquisto di mobili ed elet-trodomestici di classe non infe-riore alla A+, per l’arredo dell’im-mobile; queste ultime per un im-

porto non superiore a 10.000euro,

• è prorogata la detrazione del65% per le spese relative agli in-terventi per il risparmio energeti-co degli edifici e per quelle rela-tive all’adozione di misure antisi-smiche su edifici ubicati in zonesismiche ad alta pericolosità,

• sono state modificate (aumenta-no) le detrazioni spettanti per iredditi di lavoro dipendente edassimilati fino ad un reddito di55.000 euro. (Nessuna variazio-ne per i redditi da pensione),

• non sono più deducibili i contri-buti sanitari obbligatori a favoredel SSN versati con il premio diassicurazione RCA per i veicoli,

• non è più richiesta l’indicazionedello stato civile del contribuente(celibe, coniugato, vedovo, se-parato ecc.),

• è stata istituita una unica scheda(Mod.730-1) per la destinazionedell’8, del 5 e del 2 per mille del-l’Irpef da presentare anche se èstata operata solo una dellescelte consentite.

Local tax

Il Governo non è riuscito a vara-re la nuova “local tax” ed è quindirimasta in vigore l’imposta unicacomunale (Iuc) nelle tre compo-nenti Imu, Tasi e Tari. La Legge distabilità ha però bloccato, per il2015, il livello massimo di imposi-zione della Tasi al 2,5 per mille,uguale a quello del 2014. In as-senza del blocco i Comuni avreb-bero potuto aumentare l’aliquotafino al 6 per mille, penalizzando il

comparto dell’abitazione principa-le. Resta per il 2015 la possibilitàper i Comuni di introdurre l’aliquo-ta supplementare Tasi dell 0,8 permille, a condizione però di preve-dere specifici sconti.

Tasso dell’interesse legale

Con Decreto dell’11 dicembre2014, pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 290 del successivo 15dicembre, il Ministero dell’Econo-mia e delle Finanze, sulla base delrendimento medio annuo lordo deititoli di Stato di durata non supe-riore e 12 mesi e del tasso di infla-zione annuo, ha ridotto di “mezzopunto” la misura del tasso dell’in-teresse legale che così , ora, è adun livello mai registrato.

Riporto, sia a fini statistici, siaper l’uso e l’utilità di chi deve ri-chiedere o corrispondere interessilegali, la tabella, più volte pubbli-cata su questo periodico, aggior-nata con la variazione di cui sopra.

NOTIZIE FISCALIa cura di Giancarlo Ballerini

ROMPICAPOUn mulo percorre il tratto di strada, dalla stalla alla località dove viene

caricato con un peso di 10 chili, alla velocità di 12 Km all’ora. Il percor-so del ritorno, con il carico, lo copre alla velocità di 4 Km all’ora.

Quale è la velocità media tenuta dal mulo su tutto il percorso?

Soluzione del rompicapo pubblicato su Voce Nostra N. 158Il numero in alto a destra di ogni gruppo di numeri è dato dalla som-

ma degli altri due numeri divisa per due. 7+15 = 22:2 =11.

Il colpo della strega

È conosciuto da molti: è quel do-lore intenso, nella parte bassa del-la schiena, per il quale, chi ne ècolpito, tende a rimanere piegatoin due. Trattasi di un attacco dilombalgia acuta. Ma sapete per-ché è detto “colpo della strega?C’è una leggenda secondo la qua-le streghe orrende e bruttissime sipresentavano agli uomini sotto for-ma di donne bellissime e deside-rabili. Gli uomini, ammaliati, si chi-navano per fare un baciamano e,per un sortilegio, venivano blocca-ti in quella posizione piegati indue.

Sono in corso le celebrazioniper i 150 anni di Firenze capita-le ma: CORFINIUM, prima capi-tale d’Italia?

A dispetto dell’eseguità dei restiarcheologici dell’antica

Corfinium, in gran parte copertidalle costruzioni successive, lefonti storiche ed epigrafiche sonoricche di informazioni, e ci parlanodel ‘quarto d’ora’ di gloria di que-sto piccolo centro, quando dal 90all’88 a.C. fu capitale della Legadei popoli italici, che si unirono neltentativo di ribellarsi a Roma. Nel-la circostanza, cambiò il suo nomechiamandosi Italia, denominazio-ne destinata a un futuro fortunato,che compare, fra l’altro, incisa inalcune monete del tempo (la Lega,organizzata come stato unitario,con istituzioni che ricalcavanoquelle romane, batteva anche mo-neta). Da questa contingenza di-scende il passo successivo che,compiendo una certa forzaturastorica, vede Corfinio autoelegger-si “prima capitale d’Italia”.

Fonte:Tratto da “TESORO ITA-LIA – Il Patrimonio negato”, librostrenna 2015 del TCI.

CURIOSITÀa cura di gb/

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Pagina 8 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

Qualche numero

Il 27 novembre u.s. l’Istat ha co-municato il numero dei nati in Ita-lia nel 2013: 514.308 e cioè quasi20.000 in meno rispetto al 2012.Siamo ai minimi storici. Visti talidati ho ricercato e riporto nella sot-tostante Tabella i dati dal 1946,ogni dieci anni fino al 2006, e, suc-cessivamente, ogni anno fino al2013.

Note: Il Tasso di natalità è il rapporto

tra il numero delle nascite in unapopolazione durante un determi-nato periodo di tempo e la quantitàdella popolazione nello stesso pe-riodo. Misura la frequenza dellenascite di una popolazione in unarco di tempo (generalmente unanno) ed è calcolato come rappor-to tra il numero di nati in quel pe-riodo e la popolazione media.

Il Tasso di fecondità, normal-mente indicato come TFT indica ilnumero medio di figli per donna.Solo un TFT pari a 2,1 permettead una popolazione di mantenerecostante la propria struttura demo-grafica.

I dati del 2013 rappresentano unfenomeno preoccupante se si raf-frontano, come ho fatto, con i datidegli anni passati. Nel 1946 conuna popolazione di 45.540.000 in-dividui le nascite furono1.039.432, il tasso di natalità 23,0e quello di fecondità 3,01. Da allo-ra, nonostante l’aumento della po-polazione, e ciò aggrava il feno-meno, si registra una continua di-minuzione delle nascite.

Quali possono essere le cau-se? Forse la congiuntura econo-mica sfavorevole e il fatto che, ri-spetto al passato, le donne sonocostrette a lavorare per neces-sità; le famiglie non possono an-dare avanti con un solo reddito equindi rinviano il momento di unagravidanza, anche per la pauradelle donne di perdere il posto dilavoro. Quando poi ritengono ilmomento adatto per aver un fi-glio con l’età avanzata la fertilitàè ridotta.

Altra causa la continua postici-pazione delle prime nozze: gli uo-mini ora si sposano in media a 34anni e le donne a 31. Dieci anni fal’età media era, rispettivamente, di32 e 29 anni. Quanto alla postici-pazione delle prime nozze entranoin campo fattori strutturali quali ilrestare in famiglia per il prolunga-mento degli studi, la difficoltà ditrovare un lavoro e, senza reddito,l’impossibilità di un’abitazione pro-pria. Aumentano i giovani tra 18ed i 30 anni che restano con i ge-nitori: il 78,3% dei maschi ed il66,7% delle donne.

A parte la posticipazione dellenozze ne diminuisce anche il nu-mero. Nel 2013 sono stati celebra-

ti in Italia 194.057 matrimoni con-tro 207.138 nel 2012 (- 13.081 ).

Altri numeri: Le nascite diminuiscono ma la

speranza di vita alla nascita (vitamedia) aumenta: nel 2013 è giun-ta a 79,8 anni per gli uomini e a84,6 anni per le donne. Il progres-so è notevole: nel 1880 la speran-za di vita alla nascita era di 35,4anni, nel 1900 di 42,8 anni, 54,9nel 1930 e 65,5 nel 1959. Nel con-testo internazionale, nel 2012, al-l’interno dell’Unione Europea, solola Svezia, con 79,9 anni per i ma-schi, ha una situazione miglioreper quel che riguarda le condizionidi sopravvivenza, mentre per lefemmine la condizione più favore-vole si trova in Spagna (85,5) e inFrancia (85,4); l’Italia, dunque èuno dei Paesi più longevi.

Qualche altro numero

Da una indagine scientifica – ef-fettuata dall’Istat, dal Coordina-mento nazionale dei centri di Ser-vizio per il volontariato e dallaFondazione volontariato – presen-tata lo scorso 2 dicembre a Roma,risulta che il volontariato coinvolgein Italia 6,53 milioni di persone, dicui 4,14 milioni attivi in organizza-zioni (associazioni, comitati, movi-menti, gruppi informali), 2 milionidi volontari individuali e gli altri chesvolgono la loro attività sia in strut-ture che da singoli.

Il tasso di volontariato è in cre-scita: 6,9% nel 1993, il 10% nel2011, il 12,6% nel 2013. Sono cit-tadini di almeno 14 anni che svol-gono un lavoro volontario, definitocome “attività prestata gratuita-mente e senza alcun obbligo”. Lafascia di età che maggiormente sidedica al volontariato è quella tra i55 ed i 64 anni (15,9%), scende,con lo scendere dell’età e registrail valore più basso (10%) nella fa-scia di età tra i 14 e i 24 anni, mascende anche nella fascia di per-sone più anziane: tra le personecon più di 75 anni si registra, perovvi motivi, il più basso tasso divolontariato (5,9%).

L’indagine distingue i volontari invari settori: il 32,4% in Associazio-ni di ispirazione religiosa , il 26,8%nel settore della sanità e della pro-tezione civile, il 9,8% in Associa-zioni sportive detti “laici dellosport”.

Dall’indagine emerge un dato in-teressante e cioè che oltre la metàdei volontari individuali costitui-scono la rete di aiuti informali trapersone che si conoscono e svol-gono soprattutto servizi alla perso-na; sono soprattutto donne, casa-linghe. Poi ci sono anche medici,professori e insegnanti che, perqualche ora a settimana, mettonoa disposizione la loro professiona-lità.

Ai volontari è stato richiesto ungiudizio sulla loro esperienza: lametà ha detto che “si sente megliocon se stesso” o “che ha cambiatoil suo modo di vedere le cose”. So-lo un volontario su 20 ha espressoun giudizio negativo perché hacomportato “più svantaggi chevantaggi” o perché “non è cambia-to niente”.

Ancora numeri, ma nonstatistici

Sapete come è composta quella“macchina”, assai complessa checi consente di deambulare, cioè il“piede”?

Da 52 ossa, 42 articolazioni, 38muscoli e 214 legamenti che lavo-rano in perfetta armonia. Trattiamoi piedi come un banale strumentodi appoggio ma rappresentano unvero e proprio miracolo d’ingegne-ria.

Michelangelo li ha definiti “uncapolavoro di ingegneria eun’opera d’arte”.

Un’alterazione di questo sistemamuscolo scheletrico può determi-nare ripercussioni su tutto l’organi-smo; un loro appoggio errato si ri-percuote nel tempo su schiena,spalle, ginocchia ecc. Per questomotivo, avere piedi sani è la pre-messa per il benessere dell’interoorganismo.

Altri numeri sul meraviglioso cor-po umano:

Il cervello pesa circa 1400 gram-mi; è pari al 2 per cento del nostrocorpo e contiene 100 miliardi dicellule. Il cuore spinge ogni giorno12 tonnellate di sangue. I vasisanguigni, compresi i piccoli capil-lari, possono coprire una superfi-cie di 300 metri quadrati. La lun-ghezza media dell’apparato circo-latorio è di 160 mila chilometri,quasi 4 volte la circonferenza ter-restre (40.075 chilometri). Il cuoremette in circolo quotidianamente15 mila litri di sangue.

Siamo fedeli?

Non si tratta qui di essere fedelial proprio partner ma ai contratti dielettricità, gas, telefoni, conti cor-renti, assicurazione RC auto.

Esaminando la tabella e il grafi-co sottostante si nota che ci sononotevoli differenze tra settore esettore. Il più basso “divorzio” è re-gistrato per le utenze elettriche,seguite da quelle del gas e, quasia pari merito, dai settori della te-lefonia fissa e dei conti correnti. Ilsettore in cui si registra la maggiormobilità è quello della telefoniamobile, seguito da quello delle as-sicurazioni RC Auto. Per questoultimo settore la mobilità è favoritada Internet, poiché, in rete, è pos-sibile confrontare e scegliere lapolizza più conveniente. Quantoalla telefonia mobile la mobilità èdovuta, oltre alla continue propo-ste della concorrenza, alla facilitàdel cambio di gestore ed al mante-nimento del numero.

Lavoratori domestici (colf)

L’Inps con la circolare n.12/2015ha comunicato gli importi dei con-tributi da pagare per l’anno 2015(prima rata 2015 entro il 10 aprilep.v) per i lavoratori domestici ita-liani e stranieri. Poiché l’incremen-to dei prezzi al consumo nel 2014rispetto al 2013 è stato solo dello0,2% ciò ha determinato solo lieviritocchi delle fasce di retribuzioneoraria ed una piccola variazionedel contributo da pagare per la fa-scia oltre 9,59 euro.

Ecco la relativa tabella:

I cani e il cancro

Quale relazione ci può esseretra i cani ed il cancro, o meglio, mipiace dire, tra i cani ed il tumore?Ho letto un articolo su “Panorama”che riporta notizie e dati usciti su“The Journal of Urology”, e ripresida giornali come il “New York Ti-mes” e riviste scientifiche come“Nature”.

I cani sono due pastori tedeschidi circa sei anni (Liù e Zoe) in for-za al Centro militare veterinariodell’Esercito italiano di Grosseto.Questi cani, opportunamente ad-destrati, riescono a riconoscere iltumore alla prostata con una sen-sibilità di oltre il 98%, indipenden-temente dallo stadio e dal valoredel Psa, la proteina nel sangueche viene misurata per diagnosti-care il tumore alla prostata.

Questo l’esperimento effettuatoper Panorama al Centro militareveterinario di Grosseto.

Hanno disposto in cerchio in unastanza sei contenitori metallicicontenenti ciascuno un batuffolodi cotone. Solo uno dei batuffoli èstato impregnato dell’urina di unmalato di tumore alla prostata, glialtri cinque impregnati di urina dipersone sane.

Liù fa un giro veloce annusando-li a uno a uno. Poi ripete il giro piùlentamente e, arrivato al conteni-tore con il batuffolo impregnatodell’urina del malato, lo annusa piùa lungo e poi si siede. Ha fiutato iltumore alla prostata! Come pre-mio l’istruttore gli lancia una palli-na e Liù è felice.

L’esperimento viene ripetuto conZoe che, dopo avere annusato tut-ti i contenitori, si ferma e si siededavanti a quello contenente il ba-tuffolo di urina del malato. Anchein questo caso l’istruttore gli lanciauna pallina e la corsa festosa si ri-pete.

Il tenente colonnello Lorenzo Ti-du, un veterinario specializzatocon un Master sull’etologia dei ca-ni, è riuscito ad insegnare a Liù eZoe – sebbene selezionate ed ad-destrate per cercare esplosivi inzone di guerra – a riconoscere ilcomposto organico del tumore allaprostata ignorando altre sostanzeche possono interferire. Per esem-pio, il paziente potrebbe far uso didroghe o altro.

A conclusione degli esperimenti

e dello studio, gli specialisti hannoconcluso che le urine dei malati ditumore delle prostata contengonoun composto volatile che i cani,opportunamente addestrati, sonoin grado di individuare con unanotevole accuratezza, teorica-mente superiore a quella attual-mente a disposizione con i presididiagnostici tradizionali PSA (anti-gene prostatico-specifico) e bio-psia.

Passaporti

Il contributo amministrativo per ilrilascio del passaporto è passatoda 40,29 a 73,50 euro al netto delcosto del libretto comprensivo dichip e impronte digitali. In com-penso è stata abolita la tassa an-nuale di 40,29 euro prevista per iviaggi extra Unione Europea.

Marche da bollo

Il provvedimento dell’Agenziadelle Entrate del 12 gennaio u.s.ha modificato le caratteristichedelle etichette per la stampa dellemarche da bollo emesse dai ta-baccai. Resta la stessa strutturadel contrassegno per quanto ri-guarda forma, dimensioni ed eti-chetta autoadesiva. Varia il coloredel fondo che da verde diventa ce-leste.

Bollo auto storiche

Con il 1° gennaio 2015 è sparital’agevolazione del bollo per le au-to immatricolate da più di 20 anni.Resta confermata l’agevolazionedel bollo solo per le auto immatri-colate da più di 30 anni, conside-rate storiche.

Lavorare da casa

Quello che varie volte ha propo-sto il nostro Socio Giancarlo Politisarà possibile dai dipendenti delgruppo Intesa Sanpaolo. Infatti,nello scorso mese di dicembre traAzienda e Sindacati è stato siglatoun accordo in base al quale i di-pendenti potranno lavorare da unluogo diverso dall’ufficio assegna-togli in banca e cioè da casa, manon solo e non necessariamente,ma anche, ad esempio, dall’ufficiodel cliente o da un qualsiasi altroluogo. Ciò avverrà in via speri-mentale da marzo a dicembre2015; i dipendenti interessati po-tranno aderire volontariamente; laprestazione lavorativa fuori dellabanca sarà possibile per non piùdi 8 giorni al mese.

Roberto Aschieri e Tiberio Ca-rello, segretari di coordinamentoFabi/IntesaSanpaolo hanno det-to: “Quest’accordo è innovativo:coniuga le esigenze di produtti-vità dell’Azienda con quelle per-sonali e di vita dei lavoratori”. Ba-sti pensare, ad esempio, ad unalavoratrice con un bambino pic-colo, eventualmente malato: selavora da casa è più tranquilla edil rendimento lavorativo è miglio-re di quello se fosse in Ufficio macon la mente ‘a casa’. Inoltre,con quest’accordo, possibile conle nuove tecnologie, il lavoratore,evitando il pendolarismo, guada-gna tempo per le sue attività per-sonali.

NOTIZIE VARIEa cura di Giancarlo Ballerini

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Voce Nostra • ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 Pagina 9

LA RIVALUTAZIONE DELLA MONETAPubblichiamo, com’è ormai consuetudine da alcuni anni, la tabella con i coefficienti Istat che consentono di aggiornare valori in Lire ed in Euro di anni passati in valori dell’anno 2014. Come usare la tabella:Per rivalutare al 2014 un importo espresso in moneta di un determinato anno occorre moltiplicare detto importo per il coefficiente corrispondente a quell’anno. Se la cifra è espres-

sa in Lire e desideriamo che la cifra rivalutata sia espressa in Euro, è necessario effettuare prima la rivalutazione con la modalità di cui sopra e, successivamente, convertire l’impor-to in euro dividendolo per 1.936,27. Se la cifra è espressa in Euro, la cifra rivalutata con l’applicazione del coefficiente della tavola risulterà in Euro; qualora si desiderasse in Lire sarànecessario moltiplicare l’importo per 1936,27. Esempio: Lire 100.000 del 1970 corrispondono ad Euro 908,60 del 2014. Infatti: Lire 100.000 x 17,593 (coefficiente anno 1970) = Lire175.930 : 1936,27 = Euro 908,60.

Emissioni N.ro Data emissione Valori facciali- “Il Senso civico” in occasione del centenarioterremoto della Marsica 1 13.01.2015 0,80- Lo Sport dedicato a Torino capitale europea

dello sport 1 30.01.2015 0,80- 150° anniversario della proclamazione di

Firenze Capitale d’Italia 1 03.02.2015 0,80- “Le ricorrenze”: Carnevale di Sciacca e

Carnevale di Putignano 2 05.02.2015 0,80- Aldo Manunzio nel V centenario della scomparsa 1 06.02.2015 0,80- Floricultura italiana ed esposizione floristica

Giovani di Confagricoltura 1 19.02.2015 0,80 - Alberto Burri nel centenario della nascita 1 12.03.2015 0,80- Biblioteca naz.Vittorio Emanuele III in Napoli –

Istituto Guglielmo Tagliacarne per la promozionedella cultura economica-Biblioteca Lucchesiana Agrigento 3 Marzo 0,80

- Senso civico dedicato operazioni “Mare nostrum” 1 Marzo 0,80- 70° anniversario della Liberazione 2 25.04.2015 0,80- Esposizione Universale “Milano 2015” 2 Aprile 0,80- Dedicato alla Scuola di Barbiana 1 Aprile 0,80- Dedicati a: Gianduiotto Caffarel – Fratelli Branca

Luigi Lavazza 3 Aprile 0,80- Europa 2015 2 0.9.05.2015 0,80 -0,95- Celebrativi Prima Guerra Mondiale 2 24.05.2015 0,80- Dedicati al Turismo: Bressanone –Valnerina -

Tricarico – Isola di Burano – Manifesto Storico 5 Maggio 0,80- Dedicato alla ciliegia di Vignola 1 Maggio 0,80- Mostra internazionale nuovo cinema di Pesaro

nel 50° anniversario della fondazione 1 22.06.2015 0,80- Dedicato al dono del sangue 1 Giugno 0,80- Dedicato squadra vincitrice campionato italiano

di calcio serie A 1 Giugno 0,80- S.Filippo Neri nel V centenario della nascita 1 22.07.2015 0,80- Capitanerie di Porto – Guardia costiera nel 150°

anniversario della fondazione 1 Luglio 0,80- Dedicato alle Dolomiti 1 Luglio 0,80- Dedicati a: Teatro stabile Torino – Forte di Fenestrelle -

Castello Malatestiano – Teatro Petrarca Arezzo –Museo archeologico Sibaritide – Castello ColombaiaTrapani – Tempio S.Maria Consolatrice in Todi 7 Luglio 0,80

- Palio del Golfo della Spezia 1 01.08.2015 0,80- Campionati del mondo di canoa e paracanoa 1 13.08.2015 0,80- S.Giovanni Bosco nel bicentenario della nascita

(emissione congiunta con la Città del Vaticano) 1 16.08.2015 0,80- Anno internazionale della Luce 1 Settembre 0,80- Dedicati ai Parchi, giardini e orti botanici d’Italia:

Orto botanico Trieste – Parco archeologico di Vulci –Giardino alpino Campo Imperatore – Parco nazionaledell’Asinara 4 Settembre 0,80

- Dedicato al tartufo 1 Settembre 0,80- Istituto Affari Internazionali nel 50° della fondazione 1 11.10.2015 0,80- Vini DOC: Asti (Piemonte) – Bagnoli friulano (Veneto)

Castel del Monte rosso riserva (Puglia) – Chianti

Classico (Toscana) – Colli asolani (Veneto)- DolcettoDiano d’Alba (Piemonte) – Dolcetto Ovada superiore(Piemonte) – Elba aleatico passito (Toscana) – Fianodi Avellino (Campania) – Gavi (Piemonte) – Ghemme(Piemonte) – Lison (Venezia Giulia) – Recioto Valpo=licella (Veneto) – Valtellina superiore (Lombardia)-Verdicchio di Matelica riserva (Marche) 15 Ottobre 0,80

- Giornata della Filatelia 2 Ottobre 0,80- Santo Natale 2 Ottobre 0,80-0,95- Simposio regionale per le Marine dei Paesi del

Mediterraneo e del Mar Nero 1 Ottobre 0,80- Pier Paolo Pasolini nel 40° della scomparsa 1 02.11.2015 0,80- Banca Popolare di Milano nel 150° anniversario della

fondazione 1 12.12.2015 0,80- Parco scientifico e Tecnologico di San Marino-Italia(emissione congiunta con la Repubblica San Marino 1 definire 0,80

CITTÀ DEL VATICANO

Programma filatelico per l’anno 2015

1 - Pasqua di Resurrezione2 - Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco3 - Ostensione della Sacra Sindone4 - Anno Internazionale della Luce5 - Pontificato di Papa Francesco MMXV5 - EXPO 2015 Esposizione Universale Milano6 - Europa 2015 “Vecchi Giocattoli”8 - V Centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila e di San Filippo Neri9 - Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi10 - 70° anniversario dell’Onu e della fine della II Guerra Mondiale11 - 1400° anniversario della morte di San Colombano di Bobbio12 - 150° anniversario della fondazione dell’U I T13 - I viaggi di Papa Francesco nel mondo – anno 201414 - IV centenario della nascita di Papa Innocenzo XII15 - Santo Natale

INTERI POSTALI1 - Cartoline Postali2 - Aerogramma3 - Busta filatelica 2015

REPUBBLICA DI SAN MARINO

Programma filatelico per l’anno 2015

- Europa 2015 “Giocattoli antichi”- Expo Milano 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita- Giornata Internazionale della Felicità- 10° Anniversario della scomparsa di San Giovanni Paolo II- Squadra Vincitrice del Campionato Italiano di Calcio 2014-2015- Serie Turistica – Arte e Architettura a San Marino- Rivoluzione della Stampa 3D- 150° Anniversario dell’abolizione della pena di morte a San Marino- Coppa del Mondo FIFA Femminile 2015- Giornata Mondiale del Bacio- Artista Femminile Internazionale- UNESCO – Patrimoni dell’Umanità –Viaggio in Italia n. 3- Parco Scientifico Tecnologico San Marino – Italia- Giornata Mondiale degli Insegnanti- Giornata Mondiale della Toilette- Natale 2015

N.B. I presenti programmi filatelici sono indicativi e possono subire variazioni.

FILATELIAa cura di Franco Lampredi

ITALIA

Programma filatelico per l’anno 2015

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Pagina 10 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

LA DISOCCUPAZIONE 21/01/2015

Ci sono ormai milioni di giovanidisoccupati fra cui quelli che noncercano più il lavoro perché si so-no stancati di inseguirlo inutilmen-te. Ci sono inoltre altre milionate didisoccupati di mezza età.

Nel chiasso generale della politi-ca, nelle promesse vaghe e deli-ranti dei politici di mestiere, nel ci-nismo collettivo tutto proteso ver-so il consumismo, mi pare che ladisoccupazione preoccupi solo chiè disoccupato. È disumano. Fin-ché il danno non ci tocca da vici-no, siamo tutti beatamente insen-sibili a questa piaga che fa dire aibeoti economisti di maniera: “stia-mo uscendo dalla recessione an-che se rimane il problema della di-soccupazione”; come se la disoc-cupazione fosse una cosa “a relic-tis” e non il problema numero uno.Ma si può essere più BEOTI di co-sì?

La disoccupazione uccide la di-gnità della persona; è il lavoro chedà nobiltà alla vita.

Le fabbriche chiudono per tasse,burocrazia, concorrenza straniera;ma non solo le fabbriche chiudo-no; le fabbriche possono ancheriaprire, specialmente nelle eccel-lenze italiane della meccanica, delcibo, del turismo, ma quello chepreoccupa in una visione di lungadurata, sono le aziende agro-ali-mentari che vedono una cadutaverticale di occupati in agricolturaed allevamento. Se chiudono que-ste, non riaprono più per decenni.

Purtroppo i salotti buoni vedonola campagna con l’occhio bucolicoe georgico del cittadino e dell’am-bientalista di maniera. Tali sogget-ti spesso immaginano un ipotetico“verde” diffuso in ogni dove in unaidealizzazione infantile della cam-pagna ove immaginano il contadi-no con camicia a quadri, fiore inbocca che rimira i campi o chezappa come se danzasse al suonodel vento che fischia fra gli olivi.

Invece, guardando le cose da vi-cino, la campagna è una tragedia:verso marzo 2015 cadranno i vin-coli delle quote latte; tutti potrannoprodurne quanto ne vogliono. Ilguaio è che anche tutti gli altriPaesi concorrenti potranno pro-durlo a manetta ricoprendoci diprodotti incontrollati ed a bassoprezzo.

Allora la politica, quella vera seesiste ancora, deve trovare il si-stema di coniugare le eccellenzeitaliane anche con la campagna.Ad esempio: promuovere l’agrituri-smo collegato ad aziende che al-levano le diverse qualità bovine,suine, ovine, caprine, aviarie e viadicendo, concedendo incentivi talida invogliare le masse di disoccu-pati a lavorare anche nelle campa-gne, costituendo cooperative odaltre strutture che assicurino chele specie animali, che si stanno ra-refacendo, inizino il processo in-verso. Ho sentito dire, ad esem-pio, che la razza bovina della Gar-fagnana è ridotta a 50 esemplari.

Non possiamo dipendere dall’e-stero per i prodotti alimentari dellaspecie, ancorché fossero uguali ainostri, poiché se la campagna ca-de, cade la civiltà e cade anche il

territorio poiché, con l’animale checalpesta e bruca l’erba, è garanti-ta anche la pulizia dei terreni e laloro stabilità contro le frane tipichedei terreni abbandonati.

Se l’Italia è la prima nel mondoper le eccellenze di: cibo, moda,arte, turismo e, se vuole che que-ste eccellenze crescano e non sia-no erose irreversibilmente anchedal lassismo verso i lavori rurali, sideve garantire anche la genuinitàdei prodotti, la bellezza di un certotipo di turismo legato alla natura evia dicendo. Tutto è collegato.“Tutto scorre”, come diceva Eracli-to. Se la città vuole vivere, deve vi-vere anche la campagna; e ciò,non come una volta in un patetico“amarcord”, ma MEGLIO CHEUNA VOLTA ed in forma più orga-nizzata e civile.

USCITO DAL COMA20/01/2015

Un tizio sudafricano è uscito dalcoma dopo 12 anni ed ha dichia-rato di essere sempre stato co-sciente, ma totalmente incapacedi comunicare con l’esterno. Met-tiamo il caso che in vita avesse re-datto il cosiddetto testamento bio-logico optando per l’eutanasia e,posteriormente, in costanza di co-ma se ne fosse pentito ed avessevoluto annullarlo, come avrebbepotuto farlo se non poteva espri-mersi? La realtà è che il testamen-to è negozio giuridico ESSEN-ZIALMENTE REVOCABILE; inol-tre esso può disporre delle sostan-ze del testatore con effetti solo po-st mortem del medesimo. Quindi ènullo se intende disporre della vitadel testatore vivente. Le forzature“pseudogiuridiche” che riguardanola vita, oltre ad essere talvolta fuo-ri legge, sono anche misere nellaloro portata filosofica.

DRAGHI VS WEIDMANN 15/01/2015

Draghi ha asfaltato Jens Weid-mann della Bundesbank; il “quan-titative easing” indiretto si farà poi-ché persino la Corte Europea neha confermato la legittimità. Pur-troppo, per la nostra civiltà occi-dentale, il macigno del fideismo te-desco su ogni argomento è d’in-ciampo all’economia ed alla pace.I Tedeschi si erano fissati nella lot-ta cieca all’inflazione come cieca-mente si infilano sempre nei cul desac della storia ed ora siamo alladeflazione e tutti piangono. Peral-tro l’immissione di liquidità di Dra-ghi è tardiva ormai; le economiedel sud-Europa sono state massa-crate dal rigore folle del fideismotedesco e Draghi potrà solo mette-re delle toppe temporanee. Il mon-do va con un solo pistone; quellodegli USA che hanno sempre ca-pito che stampare moneta è ossi-geno per l’economia. I più anti-eu-ropei di fatto sono i fanatici dellamoneta unica la quale, anzichéunire, fracassa le economie in undelirio che ci ricorda l’altro deliriodel 1933. Il ritorno alle monete na-zionali temporaneamente sarebbesalutare nell’attesa di allargare l’u-nione europea agli USA ed alla

Russia adottando il Dollaro. Èun’utopia, lo so; ma come vannoora le cose, non resta che rifugiar-si nelle utopie. Una unione politicaeuropea è impossibile; troppo dif-ferenti sono le culture e le lingue;bisogna rassegnarci a consegnar-ci armi e bagagli a chi ha l’autoritàper governare il mondo. Purtroppoil processo di unione europea, ini-ziato nel 1957 e mai completato, èsolo un pollaio che genera unamaledetta immensa spesa mangiaPIL per mantenere un manipolo diburocrati inetti che ci portano allarovina.

EURO 2015 SEMPRE PEGGIO 3/01/2015

Coloro che tifano euro, vuoi perpecoronismo, vuoi per ignoranza,vuoi per perfidia, sono anti-euro-peisti per eccellenza. Infatti l’Euro-pa delle Patrie e delle monete èuna bella cosa; ma l’elemento cheha scatenato la rovina dell’UnioneEuropea è stata proprio la danna-ta moneta unica che ha svalutato ilmarco ed altre monete cosiddette“forti” e rivalutato le monete cosid-dette “deboli” cosicché la Germa-nia ha aumentato l’occupazioneperché ha aumentato le esporta-zioni e l’Italia è nella disperazioneoccupazionale proprio perché, conla moneta “forte”, si è sparata suipiedi. Infatti le nostre aziende unavolta esportatrici, a causa dell’eu-ro supervalutato rispetto alla lira,chiudono e licenziano”. I discorsi liporta via il vento” .....

Se, invece avessimo mantenutoognuno le nostre monete (come lavolpe britannica ad esempio)avrebbe vinto la vera concorrenzae le monete si sarebbero rivaluta-te e svalutate altalenando a se-conda del mercato.

Quindi è stata proprio la monetaunica la pillola avvelenata per rovi-nare intere nazioni per comprarleper un tozzo di pane. La prima èstata la Grecia ad entrare nel pa-nico. Suggerirei agli gnomi diBruxelles di fare un bagno d’umiltàe di riunirsi in segreto per usciretutti insieme dalla moneta unica inuna notte di domenica piovosa inmodo da non privilegiare nessuno.Il lunedì sarebbe il mercato a sta-bilire chi è più bravo e chi lo è me-no. Ma credo che la Germania,per salvare se stessa, non per-metterà di fare affondare la Greciapoiché la Germania ha in panciamiliardate di debito greco con ce-dole a due cifre. Ma non la salveràcon soldi tedeschi bensì con il“fondo salva stati” alimentato datutti noi. Ecco il trappolone in cuisiamo caduti. Se la Grecia salteràe rifiuterà di pagare il debito, laGermania sarà coperta dal fondosalva stati che basta solo per sal-vare la Grecia e non altre nazioniche cadessero in défault. Tuttaviail défault greco riporterebbe laGrecia in un’area di moneta svalu-tata che richiamerebbe investitorida tutto il mondo e ridarebbe oc-cupazione ai Greci.

Va spiegato che è l’euro la formapiù perversa e concreta di ANTI-EUROPEISMO. Troppi si sciac-quano la bocca con le frasi fatte enon ragionano su quel che dicono

ma, pecorescamente, seguono ilpensiero omologato.

Purtroppo Mitterand fu un poetaed un filosofo (cioè alieno dalle co-se concrete) quando si illuse di“punire la Germania” approvando-ne la riunificazione a condizioneche abbandonasse il D.Mark edabbracciasse una ineffabile mone-ta unica costruita nel laboratorio diFaust da un gruppo di incompe-tenti.

Se invece Mitterand avesseascoltato quanto diceva De Gaullea suo tempo circa “L’Europa dellePatrie”, avrebbe lasciato il D.Markai Tedeschi; ed al D. Mark si sa-rebbe impiccata la loro economiacon un marco in continua rivaluta-zione. Le cose sarebbero andatemeglio per tutti con la filosofia diDe Gaulle che avrebbe obbligato iTedeschi a galoppare di più. Inve-ce se ne stanno in undici in difesadella porta e non lasciano passareun pallone.

Auguriamoci che qualche animabella si ricreda del mal fatto e, nel-la famosa domenica notte piovo-sa, qualcuno ci riporti alle nostrevecchie monete contribuendo cosìa rigettare le basi per l’Europa del-le Patrie. È tecnicamente impossi-bile un’Europa unita come un solostato. Siamo realisti: troppo diffe-renti sono le culture al suo interno,troppe sono 24 lingue, troppo dif-ferenti sono i sistemi fiscali, troppodifferenti sono le leggi sul lavoro evia dicendo. Bisogna accontentar-si di una zona di libero scambioper mantenere la pace al nostrointerno. In quanto a politica l’Euro-pa non conta nulla se non si deci-de a schierarsi chiaramente versol’occidente ed a collaborare anchecon la Russia, poiché la Russia èculturalmente parte dell’occidenteadesso. Le sanzioni sono ridicole,dannose, inutili ed immotivate.Credo che anche Obama ci abbiaripensato poiché ricorre al vecchioKissinger per intavolare un dialogocon la Russia. Meglio tardi chemai.

SAN BENEDETTO E L’EUROPA3/2/2015

A ben riflettere il fondatore dell’i-dea “Europa”, all’indomani dellacaduta dell’Impero Romano, fuBenedetto da Norcia che fondò uf-fici e rappresentanze diplomatiche(monasteri) in tutto il continenteunificandolo più di quanto avessefatto Roma il cui impero era resta-to sostanzialmente romanocentri-co e non federale. Si può dire cheBenedetto scrisse la prima Costi-tuzione Europea e cioè la “Regola”che, nell’ORA ET LABORA, rias-sumeva egregiamente l’essenzaspirituale e quella laica e praticadel vivere nella società moderna“fondata sul lavoro”. Meravigliaquindi che gli gnomi di Bruxellesnon si siano mai riuniti a Monte-cassino per celebrare il PadreFondatore dell’Europa moderna eper riscriverne la costituzione piùdecente e meno pavida e compro-missoria di quella che ci hannopropinato. Ma sono sempre intempo per rimediare.

I FANATICI DELL’EUROPASONO I NEMICI DELL’EURO 13/12/2014

Ho incontrato un vecchio profes-sore tedesco di macroeconomiache mi ha spiegato una cosa fon-damentale: chi ha voluto l’euro pri-ma dell’unione politica è un anti-europeo. Infatti, la moneta unica fuuna forzatura degli incompetentiche credevano di avere la pietra fi-losofale per costruire l’unità euro-pea nel mentre crearono una pillo-la avvelenata che affama le nazio-ni più deboli, le costringe a rigorecontinuo uccidendo le basi dell’e-conomia con l’aiuto del fondo mo-netario, che fa da becchino, poi-ché esso induce la nazione sottotorchio ad ulteriori dissanguamen-ti. Ma siccome c’è una legge fisicache dice che ad ogni azione corri-sponde una reazione contraria,succederà che il paese oggi nellefauci del fondo monetario (la Gre-cia) si ribellerà e farà crollare lamoneta unica gettando nel panicotutta l’architettura europea, co-struita su palafitte, anziché su fon-damenta di pietra.

Il professore in questione mi haanche spiegato che se le nazioniavessero mantenuto le sovranitànazionali sulle loro monete, gliscossoni economici di crescitaavrebbero avuto ammortizzatorinegli aggiustamenti delle varie pa-rità monetarie. Alla fine sarebbenata in forma naturale la monetaunica su un terreno europeo giàdissodato, arato, concimato.

Invece i soliti fanatici incompe-tenti nostrani andarono dietro adue pifferai (che hanno nome ecognome e che ora stanno nasco-sti) che ci trascinarono nella mo-neta unica che non aveva ragionetecnica di esistere in quella fase.

In conclusione i veri anti-europeisono i fanatici del moloch euroche, a breve, Tsipras farà crollaretrascinando dietro le rovine di tuttii paesi fragili.

Ecco come si rovina una popola-zione di 500.000.000 di abitantiche avrebbero potuto vivere in pa-ce se avessero fatto le cose pergradi.

LA PAGINA DI GIANCARLO POLITI

La terrache pareva incoltariposando – riposavae attendevache il seme benedettoarrivasse portato dal ventocon divinavelocità e fortuna.

*Clarissa Pincola Estès

*scrittrice, poetessa epsicoanalista statunitense.

L’amore è la chiave prin-cipale che apre tutte le por-te dell’impossibile.

Proverbio cinese

L’adulazione è come l’ac-qua di Colonia. Si può an-nusare, ma non bisognaberla.

Anonimo

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Voce Nostra • ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 Pagina 11

GHERARDO DELLE NOTTI –QUADRI BIZZARRISSIMI ECENE ALLEGRE

A Firenze – Galleria degli Uffizi –per il ciclo “Firenze 2015 Un annoad Arte” una mostra dedicata aGherardo delle Notti che mette inevidenza la presenza in Italia del

pittore nel primo Seicento e so-prattutto l’entusiastica ricezionefiorentina che assicurò quattrograndi tele alle collezioni medicee.La mostra presenta circa 40 dipin-ti di Gerrit vab Honthorst che do-cumentano, sia la fase iniziale piùcruda e nordica con opere come ilCristo morto con due angeli e laPreghiera di Giuditta prima didecapitare Oloferne, sia quellapiù famosa e matura influenzatada Caravaggio. A questa secondafase i risultati che hanno reso ce-lebre il pittore come le tele convi-viali fiorentine: Cena con sponsa-li, Buona ventura, Cena consuonatori di liuto. Particolarmen-te importante la presenza di trepale d’altare: quella genovese perla Chiesa di Sant’Anna (Santa Te-resa incoronata da Cristo), quellaper Santa Maria della Scala a Ro-ma (Decollazione del Battista) e lagrande tela della Chiesa dei Cap-puccini di Albano del 1618 (Ma-donna in gloria con i Santi France-sco e Bonaventura).

I quadri eseguiti in Italia sono af-fiancati da dipinti eseguiti in Olan-da nei primi anni dopo la partenzadall’Italia con opere che vannoschiarendosi come nel quadroViolinista allegro. A Gherardo,che deve il suo soprannome al ta-lento per le scene notturne rischia-rate da lucerne e candele, sonostate affiancate opere di altri pitto-ri dei Paesi Bassi, specialmentedediti alle medesime ricerche lu-ministiche.

Completa l’esposizione il con-fronto con alcuni maestri attivi sul-la scena romana insieme a Ghe-rardo come i suoi concittadiniDirck van Baburen e Hendrick Ter-brugghen. Inoltre opere di Bartolo-meo Manfredi, autore come Ghe-rardo, di scene conviviali.

La mostra è poi arricchita dallapresenza di un dipinto di Caravag-gio, eseguito nel 1609, il Cava-denti che fu decisivo per la messaa punto dei temi prediletti dal pitto-re olandese.

Firenze – Galleria degli Uffizi –Piazza degli Uffizi, 1

Fino al 24 maggio 2015 – Ora-rio: 8.15/18.50 – Lunedì chiuso.Biglietto: Intero € 12,50 – Ridotto€ 6,25. Catalogo Giunti Editore.

IL MEDIOEVO IN VIAGGIO

È la mostra al Museo Nazionaledel Bargello in occasione dei 150anni di Firenze Capitale e dellafondazione del Bargello. Si aprirà

il 20 marzo p.v. ed è previsto chesi articolerà in cinque sezioni.La rappresentazione del mondo

Questa sezione affronterà, attra-verso una selezione di carte epiante geografiche dal XII al XV iconfini del mondo conosciuto e lavisione che se ne aveva nel Me-dioevo.La salvezza dell’anima:pellegrini, predicatori, chierici

Il pellegrinaggio è la forma piùnota del viaggio del Medioevo. Lasezione intende illustrare le varietipologie dei pellegrini medioevali,il loro “corredo” di viaggio (scarpe,vesti ecc.), le loro insegne distinti-ve secondo le mete raggiunte,quali, generalmente, i più grandisantuari d’Europa.La guerra: crociate, cavalieri,spedizioni militari

Testimonianze dei viaggi dei cro-ciati di stretta rilevanza storicaprovenienti dal Museo di Cluny,come la croce pettorale dei cava-lieri della prima Crociata (1096-1099). Racconti di viaggio dellaCrociate, da quello sfortunato delre Luigi IX a quello fantastico diFebusso e Briusso nella redazioneitaliana del manoscritto della Bi-blioteca Nazionale di Firenze. Iviaggi per terra e per mare sonopoi documentati da tanti piccoli og-getti devozionali e souvenir dellaTerra Santa. Il loro stile, la presen-za di reliquie legate ai luoghi dellaPassione di Cristo evocano, al pa-ri dei racconti di viaggio, il saporedella distanza e il fascino per l’e-sotico e per quelle eroiche missio-ni cristiane.Il viaggio di affari: mercanti,banchieri, messaggeri

In questa sezione, di stampoprettamente laico, sono esposti itipi di viaggio per affari svolti percommercio e per mercato, ma an-che per missioni politiche e cioèda professionisti itineranti comediplomatici, ambasciatori ecc. Lefigure dei mercanti sono richiama-te da una serie di oggetti e stru-menti del loro mestiere, come lescarselle, le custodie dei docu-menti, le tessere mercantili, le let-tere di cambio ecc.Il viaggio di immagine: le cortiin movimento

Anche piccole distanze poteva-no costituire, in termini simbolici,un viaggio: le periodiche trasfertedel sovrano o del signore nei suipossedimenti, col seguito di digni-tari ed il fastoso corredo da viag-gio per sottolineare la visibilità po-litica o sociale e confermare lapropri autorità e garantire l’ordine,o come il viaggio delle spose ari-stocratiche che lasciano la casadel padre per raggiungere quelladel marito a conferma di una nuo-va alleanza politica fra potenti ca-sati.

Firenze – Museo Nazionale delBargello – Via del Proconsolo, 4

Dal 20 marzo al 21 giugno 2015– Orario: da lunedì a domenica:8.15/17.00 – Chiuso 1a.3a e 5a do-menica e 2° e 4° lunedì del mese.

’900 – UNA DONAZIONE

A San Gimignano, nelle sale del-la Galleria d’Arte Moderna e Con-temporanea Raffaele De Grada, la

mostra “900 Una donazione”, pre-senta una preziosa collezione diopere d’arte di celebri artisti delNovecento italiano – Valerio Ada-mi, Massimo Campigli, CarloCarrà, Felice Casorati, Giorgio DeChirico, Filippo De Pisis, RenatoGuttuso, Mario Mafai, Ennio Mor-lotti, Fausto Pirandello, Mario Siro-ni, Ardengo Soffici – recentementepervenuta alla detta Galleria d’Ar-te.

Quanto alla donazione di Gian-franco Pacchiani (1923-2013 scrit-tore fiorentino vissuto a Roma)consta di tredici opere di rilevantevalore artistico d’importanti espo-nenti della pittura italiana del No-vecento e si aggiunge a quelladella moglie dello stesso, FiammaPomponio, relativa a varie opered’arte del secoli XIV-XX: maioli-che, bronzi, sculture.

La donazione si deve all’ideazio-ne ed all’intercessione dello stori-co dell’arte Gabriele Borghini, san-gimignanese a lungo vissuto a Ro-ma, già Soprintendente ai benistorici e artistici per le Province diSiena e Grosseto, alla cui memo-ria i coniugi Pacchiani hanno volu-to dedicare la donazione.

Buona parte delle opere proven-gono dalla Galleria romana di Giu-seppe Zanini, abile caricaturista,amico di Federico Fellini e di moltialtri artisti italiani del periodo, conil quale Gianfranco Pacchiani eb-be un grande rapporto di stima edamicizia

San Gimignano (SI) – Galleriad’Arte Moderna e Contempora-nea Raffaele De Grada – Via Fol-gore, 19

Fino al 30 agosto 2015 – Orario:Fino al 31 marzo: 11/17.30 – Dal1° aprile: 9.30/19.

Biglietto: Intero € 7,50 – Ridotto€ 6,50.

ROSSO FIORENTINO – ROSSOVIVO

A Volterra, con il 23 maggio2014, ha avuto inizio un ciclo dieventi e iniziative artistiche – pro-mosso dal Comune di Volterra, incollaborazione con la Diocesi e laCuratela di Vittorio Sgarbi – cheterminerà il 31 dicembre 2015.

Chi visita la città può godere diuna esposizione diffusa che ha co-me fulcro centrale il più grande ca-polavoro di Giovan Battista di Ja-copo, detto Rosso Fiorentino: LaDeposizione dalla Croce, defini-ta da Vittorio Sgarbi “l’anima diVolterra”. Dipinta nel 1521 per laCappella della Croce di San Fran-cesco a Volterra, questo quadrorappresenta un importante mo-mento nella storia dell’arte italianaquando pittori come il Rosso ela-borarono una pittura che andasse

oltre a quanto aveva raggiunto conil Rinascimento.

“In Rosso Fiorentino si possonovedere cubismo, astrattismo, arteconcettuale – ha detto VittorioSgarbi – e il pubblico può ammira-re Rosso Fiorentino attraverso illavoro di vari artisti. È molto inte-ressante pensare che alcuni diquesti artisti potrebbero non avermai conosciuto le opere di Rosso,ma ne riproducono l’irregolarità,l’eccentricità o l’essenzialità”.

È una esposizione diffusa ed in-fatti opere di scultori e pittori sonoesposte presso:

Pinacoteca Civica – Orario: tuttii giorni 9/19

Ecomuseo dell’Alabastro – Ora-rio: tutti i giorni 9/19

Battistero di San Giovanni: –Orario: tutti i giorni 10/18

Palazzo dei Priori – Orario: tutti igiorni 10/17.30

Museo Etrusco Guarnacci –Orario: tutti i giorni 9/19

Teatro Romano – Orario: tutti igiorni 10.30/17.30

Biglietto: Intero € 14,00 –Ridotto€ 12,00

AMBROGIO LORENZETTI

A Massa Marittima (GR) nelcomplesso museale di S. Pietro al-l’Orto un’esposizione che analizzanel dettaglio “La colomba ritrova-ta” capolavoro del grande maestrosenese Ambrogio Lorenzetti. Nemette in luce la complessa simbo-logia e la grande sensibilità religio-sa ed umana dell’autore.

La mostra pone una particolareattenzione ad uno degli elementipiù discussi dell’opera, lo “Spec-chio della Fede”, oggetto di un’at-

tenta analisi fotografica che hapermesso di ritrovare i segni dellapresenza della raffigurazione dellacolomba, simbolo dello SpiritoSanto.

Una delle grandi opere icono-grafica dell’artista è “La Maesta”,dipinta tra il 1335 e il 1337, proba-bilmente per la chiesa agostinianadi San Pietro al’Orto. È un’opera digrande interesse per la sua com-posizione, densa di novità formalie di contenuti legati alla dottrinadella Chiesa, per l’originalità delladisposizione delle figure e per lacostruzione dei volumi.

L’esposizione propone un per-corso visivo che permette di ap-profondire Massa Marittima me-dioevale, il clima politico ed artisti-co, la simbologia del dipinto, la vi-ta di Ambrogio Lorenzetti, le tecni-che artistiche dell’epoca e “svela”la colomba, non tanto con la docu-mentazione fotografica, quantocon un’ipotesi di ricostruzione pit-torica.

Massa Marittima (GR) – Com-plesso museale di S. Pietro al-l’Orto – Corso Diaz, 36

Fino al 30 maggio 2015 – Bi-glietto: Intero € 5,00 – Ridotto €

3,00 – Catalogo BCP Progetti.

SIGNORINI FATTORI LEGA E IMACCHIAIOLI DEL CAFFÈMICHELANGELO – RIBELLI SINASCE

Al nuovoMuseo di Ar-te Contem-p o r a n e aLu.C.C.A –Lucca Cen-ter of Con-

temporary Art – una panoramicasull’arte toscana dell’Ottocentoche include non solo i macchiaiolie, tra questi, non esclusivamenteSilvestro Lega e Giovanni Fattori,ma anche Cristiano Banti, Giusep-pe Abbati, Luigi Bechi, GiovanniBoldini, Raffaello Senesi, OdoardoBorrani, Vincenzo Cabianca, VitoD’Ancona, Cesare Ciani, Nico Co-sta e la famiglia Tommasi conAdolfo, Angiolio e Lodovico, artefi-ci di un rinnovamento pittorico cheapre le istanze al linguaggio delNovecento. Degli artisti di quel pe-riodo i critici scrivono che è impor-tante segnalare il carattere perso-nale del ‘colpo d’occhio’ a confer-ma di quell’emozione improvvisache distingue colui che guarda dacolui che ‘vede’.

Si tratta dei “giovani ribelli” chehanno segnato l’Ottocento tosca-no, spesso con gli scritti, ma so-prattutto con la pittura. Intendeva-no affermare il loro credo esteticocon le opere e, a dispetto di unacontemporaneità che non li ap-prezzava e forse addirittura li com-pativa, continuarono a lavorare neltentativo di rieducare una societàviziata che vedeva nell’arte solouna produzione commerciale perarredare le case della nuova bor-ghesia.

Lucca – Museo di Arte Con-temporanea Lu.C.C.A – LuccaCenter of Contemporary Art –Via della Fratta, 36.

Fino al 6 aprile 2015 –

DONNA – VITA È AMORE

È la mostra, in concomitanzacon quella dei Macchiaioli di cuisopra, dell’artista Anna Cecchetti(moglie del nostro socio GiovanniGaruglieri) che si tiene al pianoterra del Lucca Museum, grande

M A N I F E S TM A N I F E S T A Z I O N I I N TA Z I O N I I N T O S C A N AO S C A N A E . . .E . . .a cura di gb/

(segue a pag. 12)

Page 12: COME ERAVAMO PREVIDENZA · 2020. 1. 28. · del 1972 del Professor Armando Sapori (già Rettore della Bocconi e Ordinario di Storia Economica a Villa Favard – Facoltà di Econo-mia

Palazzo di tre piani, ove al primo esecondo piano si tengono mostredi grandi artisti del passato; al pia-no terra ed al piano inferiore mo-stre di artisti contemporanei sele-zionati dalla Direzione del Museo.

Ecco, dopo il successo dell’An-tologica dello scorso settembre inPalazzo Medici Riccardi, per i suoicinquanta anni di attività artistica,Anna Cecchetti è stata invitata adesporre, nel prestigioso LuccaCenter of Contemporary Art.

Anna ha colto l’invito ed esponeuna selezione delle proprie operedi pittura e scultura.

Lucca – Museo di Arte Con-temporanea Lu.C.C.A – LuccaCenter of Contemporary Art –Via della Fratta, 36.

Fino al 6 aprile 2015 –

BOLDINI – LO SPETTACOLODELLA MODERNITÀ

I Musei San Domenico di Forlìospitano – fino al 14 giugno p.v. –una rassegna dedicata a GiovanniBoldini, il pittore ferrarese arrivatoal successo come ritrattista di si-gnore dell’alta società. Furono in-fatti le gran dame a Parigi a sanci-re il suo successo. A differenza diToulouse Lautrec che rappresentail mondo femminile dei café chan-tant, lui quello ricco. Non era bello,ma faceva strage di cuori e gua-dagnava molto denaro. Le donnerappresentate da Boldini sonoslanciate e flessuose, con sguardi

ammiccanti, belletti rossi, ciglia adali di gabbiano, carni perlacee, ac-conciature impeccabili, tutto unfrusciare di sete, organza e rasi edappariscono dipinte come sotto unvetro traslucente.

In mostra circa duecento opere.Tra queste “La divina in Blu” –acquerello su carta , “Autoritrattoa Montorsoli” – olio su tela, “Ri-tratto di Marthe Regnier” – oliosu tela, “Conversazioni al Caffè”– olio su tavola. Acconto ai dipintigli schizzi di studio, i disegni, gliacquerelli, la grafica che rivelano illinguaggio e la genialità di Boldinie come sia stato un artista estre-mamente versatile, non solo per ladiversità dei mezzi impiegati – si ècimentato infatti anche nella deco-razione murale dipingendo congrandi paesaggi toscani un am-biente della Villa La Falconierapresso Pistoia di cui vengono

esposti alcuni pannelli – ma ancheper i generi che ha praticato.

Una sala con confronti con alcu-ni grandi pittori del passato: conVelàzquez e, in particolare, conl’aristocratica, sontuosa ritrattisti-ca di Van Dyck.

Forlì – Musei San Domenico –Piazza Guido da Montefeltro, 12

Fino al 14 giugno 2015 – Orario:da martedì a venerdì: 9.30/19.00 –sabato, domenica, giorni festivi:9.30/20.00 – lunedì chiuso – Bi-glietto: Intero € 11,00 – Ridotto €9,00 (audioguide incluse) – Cata-logo Silvana Editoriale.

FIRENZE: FOTOGRAFIA DIUNA CITTÀ TRA STORIA EATTUALITÀ

Per ricordare il 150° anniversa-rio del trasferimento della capitaleda Torino a Firenze, l’Ente Cassadi Risparmio di Firenze ha orga-nizzato – con la partecipazione

della Sezione Didattica del PoloMuseale Fiorentino e la collabora-zione dell’Istituto Geografico Mili-

tare – la mostra con la quale pro-pone all’attenzione del pubblico e,in particolare, alle scolaresche, lasingolare collezione di 120 vedutedel centro di Firenze, dipinte daFabio Borbottoni (1823-1901), chedocumentano la Firenze del Gran-ducato e cioè, come appariva pri-ma delle grandi trasformazioni ur-banistiche con vedute delle murae delle porte della città, dell’anticoquartiere del Ghetto, dell’Arno edei ponti che l’attraversano.

In mostra, per un confronto, oltrealle opere di Borbottoni, anchequelle di altri vedutisti dell’epoca,

Pagina 12 ANNO XXXIV • N. 159 • MARZO 2015 • Voce Nostra

MALTAGLIATI A MODO MIO

Ricetta per 6 personeIngredienti

Carne macinata di manzo Gr. 300Burro Gr. 50Prosciutto cotto Gr. 50Maltagliati Gr. 500Funghi secchi Gr. 25Parmigiano grattugiato Gr. 50Una carota – Una cipollina – Unacostala di sedano – Olio extra ver-gine d’oliva – Una strizzatina didoppio concentrato di pomodoro –Mezzo bicchiere di vino rosso –Sale, Pepe, Noce moscata q.b.

LA RICETTADI FRANCHINO

Tritare finemente le verdure edepositarle in una casseruola conolio extra vergine d’oliva.

Aggiungere la carne tritata, ilprosciutto tagliuzzato, pomodoro, ifunghi in precedenza ammollati inacqua fredda e sale. Rosolare, ag-giungere il vino e fare cuocere percirca un’ora.

Nel frattempo avrete lessati, in ab-bondante acqua salata, i maltagliati;scolarli e deporli in un recipiente diportata. Condirli con il sugo prepara-to in precedenza, aggiungere il bur-ro, pepe, parmigiano e nove mosca-ta; mescolare il tutto e...

Buon appetito!

facenti parte della collezione del-l’Ente Cassa di Risparmio, e variefotografie di Saverio Di Meo.

L’Istituto Geografico Militare do-cumenta, con carte planimetrichedella città, i cambiamenti dell’as-setto urbanistico intervenuti, inparticolare, tra il 1843 e il 1870.

La mostra è dotata di un touchscreen che consente una letturamultimediale di Firenze prima edopo l’Unità d’Italia.

Firenze – Ente Cassa di Rispar-mio di Firenze – Via Bufalini, 6

Fino al 5 aprile 2015 – Ingressogratuito.

(“MANIFESTAZIONI”... continua da pag. 11)