coldiretti milano e lodi

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ANNO XVIII - N. 4 BIMESTRALE - Poste Italiane SpA - Spedizione in abb. postale - D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano - NOVEMBRE - DICEMBRE 2010 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO - TELEFONO 02/5829871 Più soldi ai veri agricoltori. E’ questo uno degli orientamenti contenuti nel documento sulla nuova Pac presentato dalla Commissione Europea. La relazione conferma l’attuale struttura a due pilastri: la PAC futura dovrebbe contenere un primo pilastro più “ambientale” e più equamente distribuito e un secondo pilastro più orientato alla competitività e innovazione, al cambiamento climatico e all’ambiente, in vista del potenziale utilizzo della produttività latente, specialmente nei nuovi Stati membri, contribuendo al tempo stesso al perseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020. La volontà dell’Esecutivo è di orientare il sostegno esclusivamente agli agricoltori attivi e remunerare i servizi collettivi che essi forniscono alla società, aumentandone l’efficacia e l’efficienza, contribuendo a dare ancor più legittimità alla PAC. Ma la nuova Pac punterà anche a semplificare e migliorare il funzionamento della filiera alimentare che, secondo la Coldiretti, fino a oggi ha vissuto grosse distorsioni soprattutto per quanto riguarda i redditi degli agricoltori. Per questo, secondo la Ue, saranno necessario alcuni aggiustamenti, come per esempio l’estensione del periodo di intervento e estensione della clausola di salvaguardia, nonché dell’aiuto all’ammasso privato per altri prodotti. SERVIZI ALLE PAG. 2 e 3 L’anno terribile dei suini: quotazioni in affanno, import dall’estero e spese in salita SERVIZIO A PAG. 6 Iniziativa realizzata con il contributo di Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura Da gennaio 2011 solo questi numeri di fax: Abbiategrasso 02/58298519 Codogno 02/58298539 Cuggiono 02/58298559 Lodi 02/58298579 Magenta 02/58298599 Melegnano 02/58298819 Melzo 02/58298839 Monza 02/58298859 Vimercate 02/58298899 Gli allevatori continuano a viaggiare sul filo del rasoio fra costi in aumento e una remunerazione del prodotto che non è in linea con l’aumento delle quotazioni che è stato registrato sui più popolari formaggi Dop, come il Grana e il Parmigiano. Intanto a livello europeo diverse novità sul fronte quote e contratti. SERVIZI ALLE PAG. 4 e 5 Latte: le stalle resistono, i caseifici incassano Presentato il documento sul futuro della Pac: produzione, difesa del territorio, meno distorsioni commerciali Più soldi ai veri agricoltori Più equilibrio nella filiera Il nostro giornale si rinnova. Dal prossimo numero di gennaio 2011, infatti, le otto pagine tabloid saranno tutte a colori e su carta patinata, per esaltare le immagini e favorire la leggibilità. Viene confermata la ca- denza mensile e continueranno a esserci tutte le ultime notizie su attualità, fisco, economia, previdenza, energia e vita sindacale, che interessano le aziende. Le copie non saranno più spedite a casa, ma ogni socio potrà ritirare la propria nei rispettivi uffici di zona della Coldiretti oppure consultarla sul sito Internet della Federazione, con aggiornamenti in tempo reale e un contatto diretto e sempre più stretto con la struttura al servizio delle imprese. “Il Consiglio della Federazione di Milano e Lodi – spiega il Direttore Enzo Pagliano – pur nell’ottica di un risparmio di risorse non ha voluto privare i soci di un utile strumento di lavo- ro e di informazione. Il Grano continuerà quindi a essere a disposizione delle aziende on line e in tutti gli uffici della Coldiretti”. Il giornale sarà quindi anche consultabile sul sito della Coldiretti di Milano e Lodi che è stato appena aperto e che è www.milano.coldiretti.it o attraverso il collegamento al sito della Coldiretti Lombardia all’indirizzo www.lombardia.coldiretti.it. Giornale a colori e nuovo sito Internet: copie disponibili negli uffici Coldiretti, dal 2011 stop alla spedizione per posta Su www.milano.coldiretti.it è possibile leggere il giornale on line e tutte le notizie di Coldiretti

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periodico di coldiretti milano e lodi mese di novembre dicembre

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ANNO XVIII ­ N. 4 BIMESTRALE ­ Poste Italiane SpA ­ Spedizione in abb. postale ­ D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano ­ NOVEMBRE ­ DICEMBRE 2010DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO ­ TELEFONO 02/5829871

Più soldi ai veri agricoltori. E’ questouno degli orientamenti contenuti neldocumento sulla nuova Pac presentatodalla Commissione Europea. Larelazione conferma l’attuale struttura adue pilastri: la PAC futura dovrebbecontenere un primo pilastro più“ambientale” e più equamentedistribuito e un secondo pilastro piùorientato alla competit ività einnovazione, al cambiamento climaticoe all’ambiente, in vista del potenzialeutilizzo della produttività latente,specialmente nei nuovi Stati membri,contribuendo al tempo stesso alperseguimento degli obiettivi dellaStrategia Europa 2020. La volontàdell’Esecutivo è di orientare il sostegnoesclusivamente agli agricoltori attivi eremunerare i servizi collettivi che essiforniscono alla società, aumentandonel’efficacia e l’efficienza, contribuendo adare ancor più legittimità alla PAC. Mala nuova Pac punterà anche as e m p l i f i c a r e e m i g l i o r a r e i lfunzionamento della filiera alimentareche, secondo la Coldiretti, fino a oggiha vissuto grosse distorsioni soprattuttoper quanto riguarda i redditi degliagricoltori. Per questo, secondo la Ue,s a r a n n o n e c e s s a r i o a l c u n iaggiustamenti, come per esempiol’estensione del periodo di intervento eestens ione del la c lauso la d isalvaguardia, nonché dell’aiutoall’ammasso privato per altri prodotti.

SERVIZI ALLE PAG. 2 e 3

L’annoterribile

dei suini:quotazioniin affanno,

importdall’esteroe spesein salita

SERVIZIO A PAG. 6

Iniziativa realizzata con il contributo diRegione Lombardia

Direzione Generale Agricoltura

Da gennaio 2011solo questi

numeri di fax:Abbiategrasso 02/58298519

Codogno 02/58298539Cuggiono 02/58298559

Lodi 02/58298579Magenta 02/58298599

Melegnano 02/58298819Melzo 02/58298839Monza 02/58298859

Vimercate 02/58298899

Gli al levator i continuano aviaggiare sul filo del rasoio fra costiin aumento e una remunerazionedel prodotto che non è in linea conl’aumento delle quotazioni che èstato registrato sui più popolariformaggi Dop, come il Grana e ilParmigiano. Intanto a l ive l loeuropeo diverse novità sul frontequote e contratti.

SERVIZI ALLE PAG. 4 e 5

Latte:le stalle

resistono,i caseificiincassano

Presentato il documento sul futuro della Pac: produzione, difesa del territorio, meno distorsioni commerciali

Più soldi ai veri agricoltoriPiù equilibrio nella filiera

Il nostro giornale si rinnova. Dal prossimo numero di gennaio 2011, infatti, le otto pagine tabloid sarannotutte a colori e su carta patinata, per esaltare le immagini e favorire la leggibilità. Viene confermata la ca-denza mensile e continueranno a esserci tutte le ultime notizie su attualità, fisco, economia, previdenza,energia e vita sindacale, che interessano le aziende. Le copie non saranno più spedite a casa, ma ognisocio potrà ritirare la propria nei rispettivi uffici di zona della Coldiretti oppure consultarla sul sito Internetdella Federazione, con aggiornamenti in tempo reale e un contatto diretto e sempre più stretto con lastruttura al servizio delle imprese. “Il Consiglio della Federazione di Milano e Lodi – spiega il Direttore EnzoPagliano – pur nell’ottica di un risparmio di risorse non ha voluto privare i soci di un utile strumento di lavo-ro e di informazione. Il Grano continuerà quindi a essere a disposizione delle aziende on line e in tutti gliuffici della Coldiretti”. Il giornale sarà quindi anche consultabile sul sito della Coldiretti di Milano e Lodiche è stato appena aperto e che è www.milano.coldiretti.it o attraverso il collegamento al sito dellaColdiretti Lombardia all’indirizzo www.lombardia.coldiretti.it.

Giornale a colori e nuovo sito Internet:copie disponibili negli uffici Coldiretti,

dal 2011 stop alla spedizione per posta

Su www.milano.coldiretti.it è possibile leggereil giornale on line e tutte le notizie di Coldiretti

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2 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Speciale Pac

L a n u o v a P a c p u n t e r à as e m p l i f i c a r e e m i g l i o r a r e i lf u n z i o n a m e n t o d e l l a f i l i e r aa l i m e n t a r e c h e , s e c o n d o l aColdiretti, fino a oggi ha vissutogrosse distorsioni soprattutto perquanto riguarda i reddit i degliagricoltori. Per questo, secondo laUe, saranno necessar io alcuniaggiustamenti, come per esempiol ’ e s t e n s i o n e d e l p e r i o d o d iintervento ed estensione dellaclausola di salvaguardia, nonchédell’ aiuto all’ammasso privato peraltri prodotti.-Una proposta di revisione dellapolitica di qualità sarà presentataalla fine del 2010, per migliorare ils i s t e m a d i i n f o r m a z i o n i a iconsumatori;- L a t t e : s a r a n n o p r e s e n t a t eproposte giuridiche a breve, sullabase delle raccomandazione delGruppo di esperti ad alto livello(queste proposte saranno foriere dialtre iniziative collegate a specificisettori);-Zucchero: verranno esaminateopzioni per il futuro (dopo 2014/15)per la competitività del settore eper la fine del sistema quote ( datada stabilire);-Migliorare il funzionamento dellacatena di approvvigionamentoalimentare: esaminare l’attuales q u i l i b r i o d e l p o t e r e d inegoziazione tra gli attori dellafiliera, il grado di concorrenza adogni livello della filiera, le relazionic o n t r a t t u a l i , i l b i s o g n o d iristrutturazione e consolidamentodel settore agricolo, la trasparenzae il funzionamento dei mercati deiderivati dei prodotti agricoli.

Sviluppo RuraleI l futuro sostegno allo svi lupporurale deve integrare pienamenteg l i obb l igh i e le oppor tun i tàprovenienti dall’ambiente e dalc a m b i a m e n t o c l i m a t i c o econtinuare a fornire un’ampiag a m m a d i b e n e f i c i p e rl’agricoltura, la campagna e lasocietà nel suo insieme per lacompetitività dell’agricoltura, losviluppo sostenibile delle risorsenaturali, uno sviluppo territorialeequilibrato nelle zone rurali dell’UE,consentendo al le popolaz ionilocali di mettere in valore le loropotenzialità e di migliorare i legamitra le zone rurali e quelle urbane .Nel contesto del cambiamentoclimatico e l’innovazione, servonomisure ambientali locali mirate adi d e e i n n o v a t i v e i n f a v o r e d iimprese e di governance locale. Ènecessar io cogl ie re le nuoveopportunità di svi luppo localec o m e i c a n a l i a l t e r n a t i v i d id is t r ibuz ione che aggiungonovalore alle risorse locali. Dovràessere data una certa importanzaal sostegno per lo sviluppo dellavendita diretta e dei mercati locali.Rispondere ai bisogni specifici deigiovani agricoltor i e dei nuovisoggetti del settore dovrà essereuna priorità.In termini di strumenti, un ampiamolteplicità di dispositivi potrebberorisultare utili, promuovendo metodi diproduzione con un legame allespecificità locali e considerando leesigenze specif iche degli Statimembri per accrescere la loroefficienza economica. Inoltre, ènecessario migliorare le misure diinterconnessione, specialmente con

la creaz ione di pacchett i peraffrontare i bisogni di gruppi o settorispeci f ic i (es . p iccole az iendeagricole, zone montane), favorendoil contributo degli agricoltori per unm i g l i o r c o l l e g a m e n t o c o n l ecaratteristiche del paesaggio, nelr i s p e t t o d e l l a b i o d i v e r s i t à edell’adattamento al cambiamentoclimatico (infrastrutture verdi) ooffrendo incentivi, attraverso ladifferenziazione degli aiuti, al finedi un migliore orientamento deglistessi.I n o l t r e , pe r g l i S t a t i m e m br i ,d o v r e b b e e s s e r e m e s s a ad i s p o s i z i o n e u n a “ s c a t o l a d istrumenti” di gestione del rischioper a iu tare g l i agr ico l to r i adaffrontare, contestualmente, i rischidi produzione e di reddito, quales o s t e g n o a g l i s t r u m e n t i d ia s s i c u r a z i o n e e d a i f o n d i d imutualizzazione , in coerenza congli altri strumenti della PAC.

Orientamenti politiciSono tre, per il momento, i grandiorientamenti politici che possonoe s s e r e p r e s i i n d o v u t aconsiderazione per la decisionefinale, previa analisi di impatto.

Opzione 1:I n t r o d u z i o n e d i g r a d u a l ic a m b i a m e n t i c o n c e n t r a t i s um o d i f i c h e e m i g l i o r a m e n t inell’area di maggior criticità dellaPAC:Pagamenti diretti: maggiore equitànella distribuzione dei pagamentid i r e t t i t r a g l i S t a t i m e m b r i( lasciando immutato l’attualesistema dei pagamenti diretti).Misure di mercato: rafforzamentodegli strumenti di gestione deir i s c h i , c o n o t t i m i z z a z i o n e esemplificazione degli strumenti dimercato esistenti.S v i l u p p o r u r a l e : m a n t e n e r el’or ientamento già in atto peraumentare i fondi per affrontare les f ide legate al cambiamentoc l i m a t i c o , a l l ’ a c q u a , a l l abiodiversità, alle energie rinnovabilied all’innovazione.

Opzione 2:Una r i forma del la pol i t ica per

assicurare la sua sostenibilità ed unmig l io r equ i l ib r io t ra i d ive r s iobiettivi politici, gli agricoltori e gliStati membri. Orientamento perfare fronte alle sfide economiche,a m b i e n t a l i e s o c i a l i , e a lraggiungimento degl i obiett iv idella Strategia Europa 2020 .Pagamenti diretti: più equità nelladistribuzione dei pagamenti direttit r a g l i S t a t i m e m b r i e d u nsostanziale cambiamento dellaloro strutturazione:-un livello base d’aiuto da utilizzarecome sostegno al reddito,.

- u n a i u t o o b b l i g a t o r i osupplementare per specifici benipubblici “ambientali”-un pagamento supplementareper compensare specifici impegnia favore della natura–una componente volontaria diaiuto accoppiato per specif icisettori e regioniIstituzione di un nuovo regime perle piccole aziende agricole e unplafonamento ( limite superiore pergli aiuti) del livello di aiuto di base(considerando il contributo delleg r a n d i a z i e n d e a g r i c o l e

all’occupazione nelle aree rurali).Misure di mercato: migliorare esemplificare gli attuali strumentidi mercato dove necessario.S v i l u p p o r u r a l e : a d e g u a r e eintegrare gli strumenti attuali con lepriorità UE, con aiuti mirati all’a m b i e n t e , a l c a m b i a m e n t oclimatico e/o ristrutturazione edinnovaz ione, e per rea l i z zarei n i z i a t i v e l o c a l i e r e g i o n a l i .Rafforzare gli attuali strumenti dig e s t i o n e d e l r i s c h i o e di n t r o d u r r e u n s i s t e m a d is t a b i l i z z a z i o n e d e l r e d d i t ofacoltativo, compatibile con laS c a t o l a V e r d e O M C , p e rcompensare importanti perdited i r e d d i t o . P o t r e b b e e s s e r econtemplata la redistr ibuzionedei fondi t ra gl i Stat i membr ibasata su criteri oggettivi.

Opzione 3:U n a r i f o r m a d e l l a P A C p i ùradicale, maggiormente rivoltaagl i obiett iv i ambiental i ed alc a m b i a m e n t o c l i m a t i c o ,allontanandosi dal sistema di aiutial reddito e dalla maggior partedelle misure di mercato.Pagament i d i re t t i : abo l i z ioneprogressiva dei pagamenti direttine l la loro attuale forma, conl’istituzione di pagamenti per laf o r n i t u r a d i b e n i p u b b l i c ia m b i e n t a l i e p a g a m e n t is u p p l e m e n t a r i p e r s p e c i f i c isvantaggi naturali.Misure di mercato: abolizione ditutte le misure di mercato, ade c c e z i o n e d e l l e c l a u s o l e d isalvaguardia che possono essereattivate in periodi di crisi grave.S v i l u p p o r u r a l e : l e m i s u r es a r e b b e r o p r i n c i p a l m e n t econcentrate al cambiamentoc l i m a t i c o e d a g l i a s p e t t iambientali.Inf ine, la Commissione precisache le opzioni summenzionatepresentano, evidenti vantaggi es v a n t a g g i n e l s o d d i s f a r e g l iobiettivi della nuova PAC comee v i d e n z i a t o d a l l aC o m u n i c a z i o n e e c h e s a r ànecessario valutarli sulla base delloro impatto sociale, ambientaleed economico.

Confermata l’utilità di canali alternativi di distribuzione come quello che Coldiretti sta creando per il vero Made in Italy

Quella filiera da “aggiustare”L’Europa vorrebbe correggere le distorsioni nel passaggio dal campo alla tavola

Enzo PaglianoDIRETTORE RESPONSABILE

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEVia Ripamonti 37/A

Milano ­ Tel. 02/5829871 (r.a.)

RedazioneFabio Bonaccorso

Registrazione Tribunale di Milanon. 83 dell’8/02/1992

Hanno collaborato a questo numero:Marco Castellani, Adriano Cislaghi,Gigi Simonazzi, Francesco Goffredo,

Andrea Repossini, Marco Lunati

Progetto grafico e impaginazionePMP Srl ­ Lodi

FotografieArchivio “il Cittadino”

StampaSigraf spa ­ Treviglio (BG)

AssociatoUnione StampaPeriodica Italiana

Page 3: coldiretti milano e lodi

Nel negoziato che si apre occorreassicurare che la Politica Agricola Co-mune (Pac) mantenga un ammonta-re adeguato di risorse del bilancio co-munitario con l’attuale distribuzionedi risorse tra Stati membri per consen-tire di raggiungere i tre obiettivi condi-visibili di mantenere una produzionealimentare stabile, una gestione so-stenibile delle risorse naturali e azioneclimatica e uno uno sviluppo territo-riale equilibrato . E’ quanto afferma laColdiretti in riferimento alla Comuni-cazione sul futuro della politica agri-cola comune dal titolo: “La PAC ver-so il 2020: per rispondere alle sfide fu-ture dell’alimentazione, delle risorsenaturali e dei territori” adottata dalCollegio dei Commissari e presentatadal commissario Dacian Ciolos. La vo-lontà dell’Esecutivo - riferisce laColdiretti - è di orientare il sostegnoesclusivamente agli agricoltori attivi eremunerare i servizi collettivi che essiforniscono alla società, aumentando-ne l’efficacia e l’efficienza, contri-buendo a dare ancor più legittimitàalla PAC e per questo secondo laColdiretti occorre valorizzare il ruolodegli agricoltori come produttori di ci-bo e non di commodities, avvicinan-doli ai consumatori, anche per rispon-dere alla domanda di informazione edi trasparenza da parte di questi ulti-mi. Bisogna creare le condizioni giuri-diche per sostenere la gestione degliagricoltori di filiere corte e trasparenti,anche come strumenti di valorizzazio-ne della diversità e di contrasto aldumping ambientale. E’ necessarioremunerare comportamenti virtuosiverificabili da parte degli agricoltorisul fronte sociale ed ambientale. Unacombinazione degli strumenti di politi-ca agricola con un nuovo sistema diprevenzione del rischio è - concludela Coldiretti - la condizione necessariaper affrontare le sfide del mercatoglobale.Il 18 novembre 2010 il Collegio deiCommissari dell’Unione Europea haadottato la Comunicazione sul futurodella politica agricola comune dal ti-tolo: “La PAC verso il 2020 - Risponde-re alle sfide future dell’alimentazione,delle risorse naturali e del territorio”.Nel pomeriggio del 18 novembre2010 la comunicazione è stata pre-sentata dal commissario Dacian Cio-los, prima alla commissione agricoltu-ra del Parlamento europeo e, suc-cessivamente, al Praesidia del CO-PA/COGECA.In Italia la Comunicazione è statapresentata nel pomeriggio del 18 no-vembre nella sede della rappresen-tanza della Commissione Europea aRomaLa Comunicazione è un documentodi orientamento che servirà per lasuccessiva consultazione istituzionaleche precederà la presentazione del-le proposte legislative programmateper il luglio 2011.Il documento conferma l’attualestruttura a due pilastri: la PAC futuradovrebbe contenere un primo pila-stro più “ambientale” e più equa-mente distribuito ed un secondo pila-stro più orientato alla competitivitàed innovazione, al cambiamento cli-matico ed all’ambiente, in vista delpotenziale utilizzo della produttivitàlatente, specialmente nei nuovi Statimembri, contribuendo al tempo stes-so al perseguimento degli obiettividella Strategia Europa 2020.La volontà dell’Esecutivo è di orienta-re il sostegno esclusivamente agliagricoltori attivi e remunerare i servizicollettivi che essi forniscono alla so-cietà, aumentandone l’efficacia el’efficienza, contribuendo a dare an-cor più legittimità alla PAC.La PAC è evoluta nel tempo ed il per-corso di riforma ha portato ad unastruttura completamente nuova. Maulteriori cambiamenti sono ritenutinecessari al fine di rispondere allenuove sfide ( sicurezza alimentare,ambiente e cambiamento climatico,equilibrio territoriale) e al fine di con-

tribuire alla Strategia Europa 2020(crescita intelligente, crescita sosteni-bile, crescita inclusiva).In particolare, nell’ambito della sfidarelativa alla sicurezza alimentare, neldocumento, si mette in evidenza cheil ruolo primario dell’agricoltura è rap-presentato dall’approvvigionamen-to alimentare. Di conseguenza, poi-ché, in futuro, la domanda mondialedi cibo continuerà a crescere, l’UEdovrebbe essere in grado di contri-buire a soddisfare tale domanda.

In relazione a quanto sopra, tre sonogli obiettivi principali della PAC:Obiettivo 1: Una produzione alimen-tare stabileA tal fine è necessario contribuire airedditi agricoli e limitare la loro varia-bilità; migliorare la competitività delsettore agricolo e aumentare la suaquota di valore nella filiera alimenta-re; compensare le difficoltà produtti-ve nelle regioni con svantaggi natu-rali specifici.Obiettivo 2: Gestione sostenibile delle

risorse naturali e azione climatica Peril perseguimento di tale obiettivo ènecessario garantire pratiche di pro-duzione sostenibili ed assicurare l’au-mentata fornitura di beni pubbliciambientali; promuovere la crescitaverde attraverso l’innovazione; per-seguire azioni di mitigazione e adat-tamento in modo che l’agricolturapossa rispondere al cambiamentoclimatico.Obiettivo 3: Sviluppo territoriale equili-brato

E’ necessario sostenere l’occupazio-ne rurale e mantenere il tessuto so-ciale delle zone rurali, migliorarel’economia rurale e promuovere ladiversificazione per permettere agliattori locali di utilizzare il loro poten-ziale e di ottimizzare l’uso delle risorselocali addizionali; considerare la di-versità strutturale nei sistemi agricoli,migliorare le condizioni per le piccoleaziende agricole e sviluppare merca-ti locali dal momento che in Europa,strutture aziendali e sistemi produttivieterogenei, contribuiscono all’attrat-tiva e all’identità delle regioni rurali.

Orientamento della riformaGli strumenti della futura PAC dovreb-bero essere strutturati intorno a duepilastri: ogni pilastro dovrebbe esserecomplementare all’altro senza inter-ferenza e basato sull’efficienza.

Pagamenti direttiSono necessari adattamenti per laredistribuzione, la revisione dei criterie un miglior orientamento del soste-gno, per aggiungere valore e qualitàalla spesa.Per ottenere equità nella distribuzio-ne dei pagamenti, considerandoche il tasso forfettario non è una solu-zione realizzabile, un orientamentopossibile potrebbe essere un sistemache limiti i guadagni e le perdite degliStati membri, garantendo che gliagricoltori, in tutti gli Stati membri, ri-cevano in media una quota minimadel livello medio europeo di paga-menti diretti.La struttura futura dei pagamenti di-retti potrebbe essere basata sui se-guenti principi:- Un aiuto al reddito di base attraver-so la concessione di un pagamentodiretto base disaccoppiato che ga-rantisca un livello uniforme di soste-gno obbligatorio a tutti gli agricoltoriin uno Stato membro (o in una regio-ne). Per migliorare la distribuzione sa-rà considerata l’introduzione di untetto massimo (“capping”) per i pa-gamenti diretti ricevuti dalle grandiaziende agricole, con effetti atte-nuati dall’intensità dell’occupazione.- Una componente ambientale obbli-gatoria dei pagamenti diretti tramite ilsostegno a misure ambientali applica-bili in tutto il territorio dell’UE, dandopriorità alle azioni che affrontano gliobiettivi climatici ed ambientali: misu-re agro-ambientali semplici, di interes-se collettivo, annuali e non contrattualiche vadano oltre la condizionalità e si-ano collegate all’agricoltura (es. pa-scolo permanente, la copertura vege-tale, la rotazione delle colture ed set-aside ecologico). Valutando la possi-bilità di includere i requisiti delle attualiaree NATURA 2000 e di valorizzare al-cuni elementi degli standard dellebuone condizioni agricole e ambien-tali (BCAA).- Un sostegno al reddito addizionale,per la promozione dello sviluppo so-stenibile dell’agricoltura in aree consvantaggi naturali specifici, a tutti gliagricoltori di tali aree, come un’inte-grazione al sostegno fornito nell’am-bito secondo Pilastro previsto per lezone svantaggiare.- Un aiuto accoppiato volontario cheprenda in considerazione i problemispecifici in certe regioni, per tipologiedi agricoltura che sono importantiper motivi economici e/o sociali, conlimiti definiti (superfici, rese o numerodi capi).- Un regime di sostegno semplice peri piccoli agricoltori, al fine di accre-scere la competitività ed il contributoalla vitalità delle aree rurali e al ridi-mensionamento degli oneri burocra-tici.- La semplificazione delle regole dicondizionalità, con l’inclusione dellaDirettiva quadro sull’acqua.In questo contesto, bisognerà indivi-duare una migliore definizione degli“agricoltori attivi”, per destinare soloa loro il sostegno, in risposta alle criti-che della Corte dei Conti europea.

Presentato da Bruxelles il primo documento di orientamento, Coldiretti: non diminuire le risorse a disposizione

Aiuti solo ai veri agricoltoriLa nuova Pac punterà a produzione alimentare, gestione delle risorse e difesa dell’ambiente

Speciale PacNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 3

Una task force di specialisti dellavacanza “agrislow”. Sono i trentapartecipanti, arrivati da tutte le pro-vince, del corso che si è tenuto a no-vembre a Milano, presso la Coldiretti,destinato a formare i futuri titolari diaziende agrituristiche in Lombardia.“Il 40 per cento è rappresentato dagiovani o comunque da personesotto i 35 anni, con un 60 per cento didonne” spiega Alessandra Morandi,Presidente di Terranostra, l’associa-zione di Coldiretti che raggruppa leaziende del settore.“Ogni giorno le 1.246 realtà presentinella nostra regione servono oltre 60

mila pasti al giorno svolgendoun’opera unica nella diffusione dellacultura gastronomica lombarda –aggiunge – ma adesso molti voglio-no attrezzare le cascine per farle di-ventare una base da cui partire allascoperta del territorio, dei suoi monu-menti e anche delle sue città, cer-cando di intercettare un turismo di-verso rispetto a quello semplicemen-te gastronomico”.La task force “agris low” dellaColdiretti ha studiato la normativa invigore in Lombardia per quanto ri-guarda l’agriturismo, la parte fiscale,il marketing, le opportunità della di-

dattica e anche lo sviluppo sosteni-bile e l’ambiente.“Il trend di crescita del settore, che inLombardia è del 7 per cento rispettoal 3 che si registra a livello nazionale –spiega la Morandi – è il segnale chela domanda di servizi agrituristicicontinua a rimanere sostenuta, no-nostante gli 8 mila posti letto già pre-senti nelle aziende agrituristiche del-la regione. Per questo puntiamo auna sempre maggiore professionaliz-zazione dei nostri operatori e anchea un miglior utilizzo di Internet per farconoscere le aziende a una più va-sta platea di consumatori”.

Task force della vacanza “agrislow”,l’agriturismo vince grazie alle donne

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4 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Territorio

Il mercato del latte in Lombar-dia, ma più in generale in Italia, staconfermando quel trend positivoche ha connotato tutto il 2010.Infatti, nonostante il periodo del-l’anno non sia storicamente dei mi-gliori, le richieste di latte restanobuone, così come gli scambi e diconseguenza il prezzo del lattespot si mantiene su livelli interessan-ti.Complici, la produzione che sten-ta a riprendere dopo il fisiologicocalo estivo e i prezzi del latte fran-cese e tedesco che si mantengo-no elevati rendendo poco interes-sante il loro acquisto, il valore dellatte “libero”, quello definito tecni-camente spot, si mantiene sopra i420 €/ton. e con alcuni contratti difornitura particolari che a fine no-vembre hanno superato i 430€/ton.Quotazioni eccezionali se si consi-dera che normalmente a dicem-bre il prezzo del latte spot solita-mente è in forte discesa e se si tienepresente che anche alcuni caseifi-ci che producono Grana Padano,a causa del “differenziale” impostodal Consorzio, stanno immettendo(in verità, poco) latte sul mercatoAnche nelle nostre province di Mi-lano e Lodi, le cooperative di com-mercializzazione del latte, faticanoa soddisfare le richieste di prodottoche giungono dall’industria di tra-sformazione.A allora la domanda che ci si poneè: perché anche il prezzo del lattea contratto non aumenta?Sostanzialmente perché se il prezzodel latte spot lo decide il mercato,“domanda e offerta”, il prezzo dellatte a contratto lo determina latrattativa tra l’industria e il produt-tore, ed il prezzo sottoscritto rimanetale per dodici mesi a prescinderedall’andamento del mercato.E se non si trova un accordo tra leparti si va avanti a fatturare il lattead un prezzo sostanzialmente deci-so unilateralmente da chi acquistache tende ad imporre accordi al ri-basso agli allevatori.Ne consegue che oggi, il prezzodel latte a contratto è di circa 37-38 cent/€ , prezzo che poteva esse-re ritenuto congruo un anno fa mache ad oggi, a causa dell’impen-nata del costo di cereali e protei-che che a sua volta ha comporta-to un forte rialzo del prezzo di farinee mangimi, non è più possibile rite-nere sufficiente.Purtroppo è difficile ipotizzare, per-lomeno nel breve periodo, uncambio di atteggiamento da par-te dell’industria, questo non perchéi produttori e le loro OrganizzazioniProfessionali abbiano rinunciato arivendicare un prezzo più dignitosoper il nostro latte, ma molto sempli-cemente perché a fronte delle re-criminazioni del mondo produttivo,quello della trasformazione rispon-de col solito mantra che recita piùo meno così: “La GDO non è dispo-nibile a rivedere i listini, quindi nonsiamo in grado di sostenere unprezzo del latte superiore a quelloche attualmente paghiamo”.È la solita vecchia storia, poiché inostri industriali non sono in gradodi farsi valere nella trattativa con legrandi catene di distribuzione di cuisono fornitori e allora si rifanno sugliallevatori.Detto ciò, nonostante la situazioneeconomica per i produttori non siarosea, di certo non è neppure tragi-ca come lo scorso anno.Il valore del Grana, formaggio lea-der per eccellenza, che continuaad apprezzarsi di settimana in set-timana, trascina al rialzo ancheGorgonzola, Taleggio e ProvoloneDOP e non, e lo stesso dicasi perburro e panna che mai come inquesto momento sono richiesti,hanno dato un po’ di fiato ai pro-duttori che, almeno alcuni, hanno

ripreso ad investire sugli alleva-menti.Così, se poco più di un anno fa era-vamo a contare le stalle che sul ter-ritorio stavano chiudendo, oggi indiverse cascine vi sono cantieriaperti per la ristrutturazione, l’am-

pliamento o la costruzione ex novodi stalle per bovine da latte.La stessa fiera del bovino da lat-te di Cremona, che nel 2009 siera svolta in un clima funesto ele presenze dei produttori ave-vano fatto registrare un record

negativo, quest’anno ha ritro-vato una certa partecipazionee una visione non così nera per ilfuturo.Sfortunatamente, non tutte le azien-de possono trarre beneficio direttodalle floride quotazioni dei caseari.

Nella realtà, solo i produttori as-sociati ai consorzi/cooperative ditrasformazione potranno goderedei prezzi di Grana e C., poiché èper sin ovvio dire che alla stesuradei bilanci, questi si vedranno ri-conoscere dividendi di tutto ri-spetto.Di contro, una buona parte delGrana prodotto così come Gor-gonzola, Provolone, Taleggio e altriformaggi, sono prodotti da caseifi-ci privati che, stanno sì riconoscen-do sotto forma di premio un quid inpiù ai produttori conferenti ma, maiquanto potrebbero realisticamen-te pagare per il latte che trasfor-mano.Questa la situazione in Italia, ma inEuropa e nel mondo com’è il mer-cato del latte?Va detto che il mercato nazionaleè molto differente da quello Euro-peo e ancor più da quello mondia-le.Il latte italiano viene trasformato informaggi per una quota che supe-ra l’80%, della parte rimanente unbuon 14/15% è destinato a latte fre-sco e solo una piccolissima percen-tuale è destinata alle cosiddettecommodity.Nel resto del mondo, fatta eccezio-ne per la Francia, le proporzioni so-no quasi opposte!Germania, Danimarca, Olanda,ma soprattutto Stati Uniti, Canada,Nuova Zelanda, sono grandi pro-duttori di latte in polvere, burro, ca-seinati, cheddar, ecc… tutti pro-dotti utilizzati dall’industria alimen-tare, con dinamiche di prezzo piùsimili a quelle di altre materie primacome carbone o ferro che non aquelle dei nostri formaggi.Quindi, se è vero che in questo mo-mento i prezzi di queste commodi-ties, è sostenuto da una richiestapiù che buona dovuta anche aduna evidente ripresa economicapost crisi, quale potrebbe essere illoro mercato tra tre mesi, è difficilestabilirlo.Infine, un breve accenno a quelliche sono i risultati produttivi dellacampagna lattiero-casearia2009/2010.Per la prima volta dall’introduzionedella quote latte, l’Italia non ha su-perato il quantitativo nazionale ga-rantito.Merito questo dell’assegnazioneanticipata che l’ex Ministro LucaZaia ottenne dall’Unione Europeanel 2008, ma anche di una produ-zione in leggera flessione rispetto aquella della campagna preceden-te.Possiamo dire, col senno di poi, cheil provvedimento del Ministro Zaia,criticato, vituperato, denigrato daipiù, un paio di risultati li ha ottenuti.Ha responsabilizzato i produttoriche in effetti si sono attenuti nellastragrande maggioranza ai nuoviparametri produttivi individuali e ciha permesso come sistema Paesedi non versare soldi alle casse dellaUE.Ora, non ci resta che attendere po-chi giorni per verificare se un pocoin ritardo rispetto agli altri risultaticonseguiti, il decreto otterrà anchedi far pagare le multe accumulatein anni di esuberi dalle aziende chenon hanno rispettato la normativasulle quote latte.Scade infatti il prossimo 31 dicem-bre il termine ultimo per il versa-mento della 1° rata relativa alla ra-teizzazione introdotta dal cosiddet-to decreto Zaia e i produttori chehanno sempre rispettato le norma-tive che via via si sono susseguitema, soprattutto quelli che nel 2003per regolarizzarsi aderirono ala ra-teizzazione ai sensi della Legge119/2003 alla stessa data dovrannoeffettuare il versamento della 7° ra-ta, attendono con impazienza diverificare se alla lunga “la legge èuguale per tutti”.

Il prodotto spot a fine anno si è confermato sopra i 42 centesimi al litro, però le industrie puntano sempre al ribasso

Non cala la domanda di latteIl mercato tiene e i formaggi salgono, ma per gli allevatori non c’è ancora il giusto guadagno

Latte e riso controil “jet lag” da cuscino

Latte e riso contro il rischiodel “jet lag” da cuscino. Si trat-ta infatti di alimenti in grado dicontr ibuire a un passaggiomorbido fra diversi fusi orari. Se-condo gli esperti del Centro dimedicina del sonno del SanRaffaele di Milano - interpellatidalla Coldiretti– prodotti ad altocontenuto glucidico come il ri-so e la pasta, oppure il latte checontiene triptofano, o anche unpiatto di brodo, sono utili nelcoadiuvare una buona regola-zione del ritmo del dormiveglia.

Tra i cibi da evitare, almenola sera, ci sono quelli troppopiccanti o troppo conditi e, inogni caso, a cena meglio resta-re leggeri.

Un buon bicchiere di vinonon è controindicato, a patto dinon eccedere. Nella tradizionecontadina – spiega la ColdirettiLombardia – non manca nep-pure la camomilla (diffusa sia inmontagna che in pianura) che,raccolta a giugno quando erain fiore, veniva fatta essiccareper preparare infusi rilassanti.

Quanto poi a non esagerarecon il cibo alla sera – commen-ta la Coldiretti– fino a qualchedecennio fa questo non era unproblema per le famiglie deicontadini, perché non è che cifosse chissà quale abbondan-za, come ricorda bene qualcheanziano.

Casomai c’era il dilemmacontrario e il sonno, magari,non veniva per la fame. Per for-tuna quei tempi sono passati eadesso i problemi sono altri.

Il farro riparte da Milano e dalla Brianza,cereale della salute citato anche nella Bibbia

Arriva la pasta al farro Made in Italy. Grazie a un’alleanza fra 19agricoltori della Coldiretti e il pastificio Latini di Osimo, questo tradi-zionale cereale dell’agricoltura italiana è tornato sui campi dellaBrianza. Il primo raccolto del 2010, su una superficie di oltre 70 ettari,ha raggiunto quota duemila quintali, da cui si sono ottenute quasi280 mila scatole da mezzo chilo di pasta che da dicembre si posso-no trovare nel farmers’ market di di Monza ogni giovedì mattina, maanche fra gli scaffali di “Peck” storica gastronomia meneghina. Tra-filata al bronzo, con una lenta essiccatura, la pasta al farro è natagrazie alla collaborazione fra la Camera di commercio di Monza eBrianza e la Coldiretti.

Il farro è uno dei cereali meno calorici (335 calorie per 100 gram-mi), contiene il 15 per cento di proteine, è adatto per essere combi-nato con i legumi. La pasta di farro possiede un contenuto di fibredieci volte maggiore alla comune pasta di semola. Ha poi un con-tenuto molto basso di colesterolo: 56 volte in meno delle uova. E’ uncereale antichissimo, citato anche nella Bibbia.

Per i consumatori – spiega la Coldiretti di Milano e Lodi – è un’oc-casione per riscoprire un prodotto sano e di grande valore, che na-sce dal territorio grazie a una filiera garantita tutta italiana. La pastaal farro – suggerisce la Coldiretti – è anche un’idea alternativa peril primo piatto del pranzo di Natale o all’interno di un cesto di regali.Si stima che durante le feste verranno spesi oltre due miliardi di europer prodotti alimentari tipici.

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Speciale LatteNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 5

Un conto da 373 milioni di euro. E’quello presentato dalla Commissione Ueall’Italia sulla questione delle quote latte.L’annuncio è stato dato a fine novem-bre con una lettera inviata al Ministerodell’Agricoltura. Il nostro governo ha die-ci settimane di tempo per rispondere, al-trimenti si rischia la procedura d’infrazio-ne. In particolare, Bruxelles vuole saperecome e perché alcune centinaia di alle-vatori hanno chiesto la sospensione el’annullamento delle multe, dopo cheuna relazione del Nucleo Carabinieri delMipaaf ha messo in discussione i criteri dicalcolo del tenore di grasso del latte e,di conseguenza, le cifre relative alla rea-le produzione, con eventuali surplus. LaCommissione chiede poi conto al nostroPaese della mancata riscossione dellemulte direttamente dagli allevatori. An-che nei casi in cui il tribunale non ne haordinato la sospensione. Secondo la Ue,per le campagne 1995-96 e 2001-02 l’Ita-lia deve ancora riscuotere 5,8 dei 12,7milioni di euro dovuti dai produttori, a cuisi aggiungono 17,6 milioni, su un totale di66 milioni, di multe non contestate. Perun totale di 23,4 milioni Per l’annata 2002-03, l’importo da prelevare ammonta a36 milioni, su un totale di 48,6. E a questi siaggiungono sei milioni, su 26,7 non con-testati, per un totale di 42 milioni. Infineper i periodi 2003-2004 e 2008-2009 man-cherebbero ancora 307 milioni. Per arri-vare quindi alla cifra finale di 373 milioni.Bruxelles si lamenta per la lentezza delleprocedure di riscossione dei prelievi.

La Ue si lamenta per la lentezza delle procedure di riscossione e dell’incoerenza di alcune decisioni prese a livello politico dal nostro Paese

Un conto da 373 milioni di euroLa Commissione europea ha fatto il calcolo del debito che l’Italia deve pagare per le quote latte

Il modello di accordo obbligatorio dal primo gennaio 2011

Intanto in Spagna si organizzanocon un contratto unico per il latte

A partire dal 1 gennaio 2011 leoperazioni di compravendita nelsettore del latte saranno regolatein Spagna da un modello di con-tratto obbligatorio che attualmen-te è in corso di elaborazione daparte dell’organismo interprofes-sionale. L’applicazione di questocontratto è sostenuta dall’ammini-strazione agricola e sarà fatta in li-nea con le raccomandazioni dellaUE. Bruxelles farà infatti prima dellafine dell’anno una proposta di re-golamento sulla politica dei con-tratti nel settore. Nel 2009 è statoconcordata l’adozione volontariadi un sistema di contratti per ga-rantire un prezzo stabile. Un annoe mezzo dopo, però, solo seimiladei 22mila allevatori del settore uti-lizzano questa formula. L’autorita’della concorrenza ha specificatoche l’adozione dei contratti obbli-gatori non dovra’ tradursi in unprezzo minimo.

Quote, Bruxelles non escludecompensazioni per gli allevatori

La commissione europea ha appro-vato il 9 dicembre scorso un rapportosulla situazione del mercato del latte ele conseguenti condizioni per una gra-duale eliminazione del sistema dellequote.Dato che solo tre stati membri (Dani-marca, Olanda, Cipro) hanno prodottopiù della propria quota nella campa-gna 2009/2010 e che le quote hanno or-mai un prezzo bassissimo, che ha giàraggiunto lo zero in alcuni stati membri, ilrapporto conclude che l’ «atterraggiomorbido» sta funzionando bene nellastragrande maggioranza dei 27 paesi

dell’Ue. in queste circostanze, la com-missione ritiene che non ci sia motivo dirivedere le decisioni assunte nell’ambitodello health check della Pac riguardo algraduale aumento delle quote e alla lo-ro eliminazione dal primo aprile 2015.

Per fornire una ulteriore salvaguardia,il rapporto suggerisce che in casi ecce-zionali e laddove le misure in vigore si ri-velassero insufficienti, la commissionevaluti l’introduzione di un meccanismoche consenta ai produttori di esserecompensati per una riduzione delle pro-prie consegne in modo da evitare serisquilibri nel mercato.

Etichette,nel mirino

il verocioccolato

solo di cacaoIl fatto che l’Unione Europea

ostacoli il cioccolato puro di ca-cao dopo aver aperto al formag-gio senza latte e al vino senza uvaè l’evidente dimostrazione di uncomportamento contraddittorioche spesso mette in difficoltà i pro-dotti del Made in Italy. E’ quanto af-ferma la Coldiretti in riferimento al-la condanna dell’ Italia da partedella Corte di giustizia europea peravere autorizzato la denominazio-ne ‘’cioccolato puro’’ sulle etichet-te per i prodotti solo a base di soloburro di cacao per distinguerli daiprodotti che contengono grassivegetali come succedanei. A subi-re gli effetti delle normative comu-nitarie erano state - riferisce laColdiretti - telline, cannolicchi e al-tri pesci della tradizione gastrono-mica regionale messe al bando apartire dal primo giugno 2010 conl’entrata in vigore delle nuove nor-me sulla pesca. Ma numerosa è lalista delle prese di posizione ambi-gue come ad esempio per - sottoli-nea la Coldiretti - un altro impor-tante prodotto della dieta mediter-ranea come il vino per il quale, acausa della riforma europea dimercato del settore vitivinicolo, èstata autorizzata la possibilità dizuccheraggio per i paesi del nordEuropa, ma anche la produzione ela commercializzazione di vini ot-tenuti dalla fermentazione di fruttidiversi dall’uva come lamponi e ri-bes, dopo che l’Unione Europeaaveva già dato il via libera all’in-vecchiamento artificiale del vinoattraverso l’utilizzazione di pezzi dilegno al posto della tradizionalematurazione in botti di legno. Un in-ganno che - continua la Coldiretti -si aggiunge alla possibilità di ven-dita nell’Unione Europea nei nego-zi, o attraverso internet, di kit per lapreparazione casalinga in meno diun mese di vini come il Chianti, ilBarolo o il Valpolicella, per effettodi una curiosa interpretazione del-la legislazione. In realtà - continuala Coldiretti - nonostante l’impe-gno dell’Unione nel tutelare le de-nominazione dei prodotti alimen-tari tipici continuano a proliferareanche all’interno dell’Europa. E’ ilcaso - spiega la Coldiretti - dei for-maggi tipici dove, dopo il Parme-san, è stato scoperto in Romania ilParmezan, ma anche la Fontinasvedese, il Parmi olandese, la po-lenta che diventa “palenta” inMontenegro, il barbera biancovenduto un supermercato rumeno,il Cambozola in Germania o la pa-sta Milaneza venduta in Portogallo.Piu’ recente la decisione dellaCommissione Europea di non ac-cogliere la proposta italiana di de-creto ministeriale che obbliga adindicare l’origine del latte impiega-to nel latte a lunga conservazionee in tutti i prodotti lattiero caseari,ma vieta anche - continua laColdiretti - l’impiego di polveri dicaseina e caseinati nella produzio-ne di formaggi. Con la norma sistabiliva chiaramente che il for-maggio si fa con il latte e non conle polveri mentre l’Unione Europeaconsente - precisa la Coldiretti -che possa essere incorporato finoal 10 per cento di polvere di casei-na e caseinati nel formaggio, alposto del latte. Le contraddizionidelle scelte politiche europee sonoevidenti - sottolinea la Coldiretti.

A quanto emerso dal verticed e l l a F e d e r a z i o n e d e g l iallevatori (BDM) a Eudorf, gliallevatori tedeschi respingonola t o t a le abo l i z io n e de l lequote latte dopo il 2015. I lp r e s i d e n t e d e l l a B D M h as o t t o l i n e a t o a l l ’ i n i z i od e l l ’ a s s e m b l e a c h e l aF e d e r a z i o n e a u s p i c a u ns i s t e m a d i c o n t r o l l o d e lmercato più f less ib i le. I 40centesimi per coprire i costi diproduzione sono la richiestabasilare. Romuald Schaber hacitato i successi determinatidalla cooperazione della BDM.“Grazie alle vaste proteste - hadetto - sono stati stanziati 300milioni di euro a favore degliallevatori. In ambito nazionale.La cr i s i degl i a l levator i haoramai una rilevanza pubblica.I cittadini sostengono la lottadegli allevatori».

I tedeschinon voglionol’abolizionedelle quote

Il rischio frodi aumenta con il forte import di latte dall’estero

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Intanto il costo della razione alimentare per ogni capo destinato alle Dop è aumentata di 35 euro rispetto al 2009

Suini, siamo alla resa dei contiAziende italiane con il fiatone: prodotti importati dall’estero e poca trasparenza in etichetta

L’Anas, associazione nazio-nale allevatori suini ha predi-sposto un portale che mette di-rettamente in contatto chiun-que sia interessato all’acquistodi carni e salumi delle pregiate‘razze suine autoctone’ con gliallevatori-produttori.L’accesso al portale è sul sitowww.anas.it e i servizi informati-vi previsti sono: indirizzi, recapitie link ai siti web aziendali, deipunti vendita di carni e salumidegli allevamenti iscritti al regi-stro anagrafico delle razze sui-ne autoctone che hanno ade-rito all’iniziativa; informazionistoriche e tecniche sulle razze;origine del prodotto, attraversol’inserimento della matricoladel suino da cui sono derivatele carni. ogni suino - spiegal’Anas - è identificato ed i datipiù rilevanti della sua vita (na-scita, parto, ecc.) sono regi-strati nella banca dati del regi-st ro anagraf ico, gest i to daAnas sotto la vigilanza del Mini-stero delle politiche agricolealimentari e forestali.La banca dati è liberamenteaccessibile e consente la com-pleta tracciabilità del prodotto.In particolare è possibile acqui-sire, per ogni suino utilizzato perla produzione di carni e salumiin vendita, l’allevamento di ori-gine, la data di nascita, i geni-tori. I suini delle razze autoctonesono allevati in modo estensivonel rispetto di antiche praticherurali. questo tipo di allevamen-to rappresenta un modello di

agricoltura sostenibile e multi-funzionale.Le razze, che fino a qualchedecennio fa rischiavano l’estin-zione, sono state recuperate esono conservate grazie alla vir-tuosa collaborazione di centi-naia di appassionati allevatorie di Anas.Si tratta - precisa l’associazione- dell’apulo-calabrese allevatadal Lazio alla Calabria, dellaCasertana presente prevalen-temente in Campania, dellaCinta Senese allevata in diverseregioni italiane ma maggior-mente concentrata in Toscana,Umbria e Lazio, della Mora Ro-magnola presente nelle provin-ce della Romagna, del Nero Si-ciliano in Sicilia, e della Sarda inSardegna. la commercializza-zione diretta dei prodotti tra-sformati in azienda rappresentaun’importante opportunità pergli allevatori di valorizzare il pro-prio impegnativo lavoro e per iconsumatori di nutrirsi con ali-menti naturali e con caratteri-stiche organolettiche inegua-gliabili.Il nuovo servizio Anas mette inrete tanti piccoli allevatori-pro-duttori, che operano nei diversiterritori rurali spesso marginalicon un bagaglio di tradizioni edantica cultura contadina. E’un’iniziativa che rafforza la sal-vaguardia della biodiversitàanimale e che tutela il patrimo-nio socio-culturale delle varie-gate aree rurali del nostro pae-se.

Il settore suinicolo si trova alla resadei conti. Le motivazioni che hannocontraddistinto questa annata comela peggiore dell’ultimo decennio sonosostanzialmente due: il non adeguatoprezzo del suino DOP e l’improvviso in-nalzamento dei costi alimentari.Basti pensare che nel ciclo d’alleva-mento di un suino DOP la razione ali-mentare ha un costo di circa 35 euro inpiù rispetto allo stesso periodo dell’an-no scorso, con un prezzo medio del sui-no DOP dall’inizio dell’anno di euro1,20 al kg inferiore di qualche centesi-mo rispetto al 2009.Gli operatori del settore sono forte-mente preoccupati e disorientati, il nu-mero delle aziende che ha deciso dichiudere gli allevamenti ed occuparsid’altro è in continua crescita, bastapensare che nelle province di Milanoe Lodi il numero delle scrofe che pro-ducevano suinetti DOP destinati alleproduzioni dei prosciutti di Parma eSan Daniele è diminuito di 10.000 unità.Ci sono però dei dubbi che questo ca-lo di riproduttori di suini DOP possa por-tare un beneficio agli allevatori super-stiti perché i suinetti che si smettono diallevare in Italia vengono rimpiazzatidai paesi esteri, Olanda, Danimarca,Germania, Spagna, complice una le-gislazione sull’etichetta che sui prodottinon Dop non obbliga a indicare l’origi-ne della materia prima togliendo quin-di ai consumatori la possibilità di capireche ti prodotto hanno davanti e quin-di riducendo la loro libertà di scelta. Ildato dell’aumento dell’import nei pri-mi 6 mesi del 2010 rispetto allo stessoperiodo dell’anno precedente è im-pressionante + 112,7% in sei mesi più dimezzo milione di suinetti esteri hannotrovato collocazione nel nostro paese.L’Italia più di tutti gli altri paesi è desti-nazione di suinetti da ingrasso che so-no le eccedenze produttive degli altri

paesi prima citati. Come già detto,una non chiara o meglio assente leg-ge sull’etichettatura della carne suinae dei prodotti lavorati della salumeriaitaliana ingannando il consumatorecertamente sta affossando i prodottiitaliani che da una settimana con l’al-tra devono competere non solo conun mercato europeo e globale e que-sto lo accetterebbero ma con le sven-dite di suini e carne suina che avven-gono puntualmente in paesi che si tro-vano in sovra produzione.L’Italia oggi produce circa il 50% del

fabbisogno di carne suina e solo 1 pro-sciutto su 4 stagionati in Italia è di un su-ino italiano. Sembra però che il rischiooramai conclamato di perdere il patri-monio suinicolo nazionale e per nazio-nale intendo suino nato e allevato inItalia, non preoccupi la nostra industriadi trasformazione e incerti casi si ha la forte impressione che anche la politicanon sia particolarmente attenta aquesto settore.Non la pensano così oltralpe, in Fran-cia la produzione suinicola è statasempre leggermente superiore al fab-

bisogno 102,103% ma nel 2009 la pro-duzione suinicola francese ha copertoil 97% del fabbisogno nazionale e im-mediatamente il Ministero dell’Agricol-tura d’oltrlpe ha stanziato un contribu-to per ogni suinetto nato in Franciaquesto è più che un sostegno agli alle-vatori, va interpretato come un segna-le forte che la scelta politica nazionaleè quella di difendere il patrimonio pro-duttivo nazionale.Gli allevatori italiani chiedono oramaida tempo l’etichettatura delle carni edei salumi perché hanno la certezza di

produrre un suino che per qualità dellecarni è unico al mondo, basta pensa-re che il suino italiano destinato allaDOP è l’unico suino al mondo alimen-tato esclusivamente a cereali e siero dilatte, con una tracciabilità completache garantisce al consumatore ognifase dell’allevamento.Senza dubbio le carni e i salumi deisuini Made in Italy godrebbero dellafiducia e l’apprezzamento dei con-sumatori ma purtroppo il consuma-tore non sa come scegliere carni ita-liane.

Nel corso dell’assemblea dei sociAnas per il rinnovo degli organi colle-giali, il presidente Giandomenico Gu-smaroli ha illustrato le motivazioni percui non si è ricandidato alla guida del-l’associazione e ha colto l’occasioneper un’approfondita disamina delle ini-ziative portate a compimento e degliscenari futuri. Gusmaroli ha sottolineatoi risultati raggiunti dalla selezione del li-bro genealogico, che è il punto di riferi-mento produttivo dei circuiti delle dopitaliane e ha ricordato il contributo assi-curato dal registro anagrafico al recu-pero, alla conservazione ed alla valoriz-zazione delle razze suine autoctone. Ilpresidente si è quindi soffermato sull’at-tività dell’osservatorio Anas, avviata nel2005. Ad oggi l’osservatorio ha diffuso302 schede informative settimanali e sicontano 398 iscritti. L’iniziativa che hamaggiormente inciso e che guideràl’evoluzione organizzativa di Anas èstata la rivisitazione dello statuto, ap-provato dai soci il 27 novembre 2007 ediventato operativo con l’autorizzazio-ne della Prefettura di Roma il 18 no-vembre 2008. Secondo Gusmaroli ilnuovo statuto consente all’Anas di ri-spondere con maggior efficacia allecomplesse esigenze della suinicolturaitaliana attraverso l’attuazione di tuttele iniziative necessarie per migliorare, in-crementare, valorizzare e promuoverel’allevamento suinicolo ed i prodotti daesso derivati. Per quanto riguarda le re-lazioni interprofessionali, i passaggi piùsignificativi sono stati l’istituzione del ta-volo della filiera suinicola presso il mini-stero delle politiche agricole alimentarie forestali. Il lavoro del tavolo si è so-stanziato nella sigla del protocollo d’in-tesa della filiera suinicola il 5 dicembre

2007, del piano degli impegni esecutivinel luglio 2008 e di un addendum nel lu-glio 2009. Attraverso questi accordi,parte agricola ed industriale avevanostabilito degli obiettivi comuni per lo svi-luppo del comparto, tra cui l’identifica-zione di un mercato unico nazionale(da cui è nata la commissione unicanazionale cun dei suini da macello el’impostazione di un «contratto tipo»), ladefinizione di un modello condiviso divalutazione delle carcasse, la valorizza-zione dei tagli della carcassa diversidalle cosce, la programmazione di vo-lumi produttivi correlati agli sbocchi dimercato, un piano produttivo dei ‘suinileggeri’, l’eradicazione della malattiavescicolare dal territorio italiano. Pur-troppo – secondo Gusmaroli - i com-portamenti delle parti non hanno per-messo l’implementazione degli accor-di sottoscritti e l’unica iniziativa che è di-ventata operativa nonostante diversedifficoltà di funzionamento è la Cun deisuini da macello, a cui Anas assicurasupporto tecnico attraverso la raccoltaed elaborazione di dati ed il coordina-mento dei commissari agricoli. Gusma-roli ha poi sottolineato come l’associa-zione abbia allargato la compaginesociale a nuove figure della filiera suini-cola, oltre ad avviare il progetto in col-laborazione con Aia per la valorizzazio-ne delle carni suine con il marchio “Ita-lialleva” e la sottoscrizione con i Consor-zi del prosciutto di Parma e di San Da-niele di un protocollo di intesa per un ri-lancio delle politiche di qualità con ini-ziative tecniche ed organizzative, iltutto in un quadro di «equa ripartizionedel valore aggiunto tra i diversi anellidella filiera produttiva e tra produzionee distribuzione.

Anas, rinnovati gli organi collegiali

Gusmaroli non si ricandidae fa il bilancio del mandato

Alluvione,mille maialini

al VenetoMille suinetti pronti a partire peril Veneto alluvionato. Li mette-ranno a disposizione gli alleva-tori lombardi per aiutare i col-leghi che hanno avuto le stalledanneggiate dal muro d’ac-qua che si è abbattuto neltriangolo di territorio compresofra Padova, Vicenza e Verona.Il Veneto sta vivendo uno mo-mento difficile e non possiamocerto tirarci indietro di frontealle richieste di aiuto che stan-no arrivando da quelle zone -spiega la Coldiretti - per questoci coordineremo con i colleghidi quella regione per interveni-re nel modo migliore e nell’am-bito delle nostre possibilità.Siamo pronti con i suinetti, mase al posto degli animali fossemeglio mandare finanziamenti,allora partiremo con una rac-colta fondi per offrire un soste-gno economico per i fabbiso-gni delle aziende e la ripresadell’attività. In ogni caso nonresteremo con le mani in ma-no.Intanto in Veneto anche leaziende agricole hanno fatto laconta dei danni, con circa 150mila animali morti annegati frapolli, tacchini, conigli, maiali emucche. Stalle e capannoniper il riparo degli attrezzi e deitrattori vengono progressiva-mente ripuliti dal fango, mentreè in corso la valutazione sullecolture rimaste sommerse, al-cune delle quali probabilmen-te dovranno essere ripiantate.

Dalla Cinta senese alla Mora romagnola

Al via il nuovo portaleper le razze autoctone

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TerritorioNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 7

Aumentano a ottobre 2010 i costi a caricodegli agricoltori. L’indice Ismea dei prezzi deimezzi correnti di produzione agricoli, che si èportato a 131,2 (base 2000=100), ha registratoun aumento dello 0,5% rispetto al mese di set-tembre e del 3,9% su ottobre 2009. Le rilevazio-ni evidenziano, in particolare, un forte rincarodei mangimi, in crescita del 2,3% rispetto almese precedente e del 13,6% rispetto all’ana-logo periodo dello scorso anno. Stabili, nel raf-fronto mensile, i prodotti energetici, mentre ladinamica tendenziale indica un aumento del4,6%, con punte del 5,3% per la voce energiaelettrica e del 5,1% per i carburanti. In contro-tendenza il capitolo degli animali da alleva-mento, i cui prezzi hanno ceduto a settembreil 3,6% su base mensile e l’1,8% rispetto all’ana-logo periodo del 2009. Per i concimi si rileva unaumento dello 0,9% su base congiunturale, at-tribuibile in particolare agli incrementi degliazotati (+1,5%) e dei fosfatici (+1%) e dello0,7% su base tendenziale. Per le restanti voci dispesa, antiparassitari, salari, sementi, speseper assicurazioni e emolumenti a terzi, non siregistrano variazioni di rilievo, ad eccezionedei salari e delle sementi che evidenziano unacrescita su ottobre 2009 rispettivamente del2% e del 1,5%. Secondo Coldiretti questi datievidenziano il difficile periodo che stannopassando le aziende agricole e che, nono-stante tutto, restano in prima linea per conti-nuare a garantire ai consumatori alimenti Ma-de in Italy garantiti e sicuri.

Latte, formaggi, frutta, piantineda orto, vino ma anche cavalli dirazza. C’è una buona fetta di agri-coltura lombarda fra le 13 aziendedi Coldiretti che l’ 11 novembre2010 a palazzo dei Giureconsulti aMilano sono state premiate dalPresidente Roberto Formigoni edall’assessore regionale Giulio DeCapitani per il loro impegno nella

produzione agroalimentare Madein Italy.

Il riconoscimento è andato an-che a tre aziende delle province diMilano, Lodi e Monza Brianza: Giu-seppe Galbiati di Gorgonzola (Mi-lano), Alberto Dedè di Borghetto(Lodi), Elena Cazzaniga di LentateSul Seveso (Monza e Brianza).

Saranno premiati inoltre: Fran-

cesca Monaci di Branzi (Bergamo),Giovanni Dal Grande di Lomazzo(Como), Silvia Pozzoli di MarianoComense, Giuseppe Zecchi di Do-vera (Cremona), Giulio Testori diTraona (Sondrio), Luca Gasparottidi Tirano (Sondrio), Ettore Prandinidi Lonato (Brescia), Antonio Ciap-pesoni di Bulciago (Lecco), VittorioStefanoni di Monzambano (Man-

tova), Lino Maga di Broni (Pavia).Tradizione e progresso, qualità e

origine, sicurezza e trasparenza:sono questi i principi a cui si ispira-no le aziende della Coldiretti –spiega la Coldiretti di Milano e Lodi– quel lo che noi vogl iamo èun’agricoltura che garantisca red-dito alle aziende e vantaggi aiconsumatori, con una filiera tutta

italiana e una rete di spacci, con-sorzi e mercati di Campagna Ami-ca in grado di offrire una valida al-ternativa per la diffusione dei veriprodotti Made in Italy. Il premiodella Regione Lombardia alle no-stre aziende è un ulteriore ricono-scimento agli sforzi che stanno estiamo compiendo in questa dire-zione.

Balzo della spesa per i mangimi e per l’energia, Coldiretti: aziende in prima linea per continuare a produrre

Costi agricoli in aumentoA ottobre rincaro del 3,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso

Al “gran galà” dell’agricoltura premioalle aziende Coldiretti per il Made in Italy

Da “regiure”a manager:la marcia

delle donneNon solo famiglia. Non solo mamme, mo-

gli e sorelle. “La donna in agricoltura sta di-ventando anche manager: lavora in azien-da, gestisce la finanza, pianifica gli investi-menti, segue i conti e tratta con i fornitori”spiega Pina Alagia, responsabile delle im-prenditrici della Coldiretti Lombardia che l’8novembre scorso, a Milano ha riunito 40campionesse dell’agricoltura al femminileper un incontro di aggiornamento sulla poli-tica agricola europea. La relazione, tenutada Stefano Leporati, funzionario del settoreeconomico della Coldiretti nazionale, ha ri-guardato la scadenza del 2013 per la nuovagestione delle risorse Ue su coltivazioni, al-levamenti, latte (che rappresenta in Lom-bardia il 40 per cento della produzione ita-liana) e conservazione del territorio.“Nella nostra Regione – commenta PinaAlagia – sono 17 mila circa le donne impie-gate in agricoltura, come titolari o come di-pendenti, ma in realtà il loro ruolo è moltopiù esteso perché, anche se non figuranodirettamente, hanno un’influenza centralenelle decisioni dei mariti o degli altri com-ponenti della famiglia sulla gestione del-l’azienda. Il tutto favorito da un atteggia-mento in genere più analitico rispetto agliuomini”. Le ultime ricerche sui consumi indi-cano che prima di un acquisto il 33 per cen-to delle donne confronta diversi prodotticontro il 15 per cento degli uomini, il 32 percento parla con il personale di vendita ri-spetto al 21 per cento degli uomini, il 46 percento tratta per avere uno sconto contro il25 per cento dei maschi.“E’ chiaro che poi ogni famiglia fa storia asé – afferma la Alagia – ma il dato è che ladonna diventa sempre più colonna portan-te dell’azienda agricola”. In molte zone dal-la bassa Lombardia questa figura che “reg-ge” conti e fatture viene chiamata appuntola “regiura”, vera manager della cascina.“Ma alla fine – conclude Pina Alagia – pernoi donne la cosa più importante resta sem-pre la famiglia”.

E’ nato CreditAgri Italia, s.c.p.a, ente digaranzia fidi ed assistenza tecnica e finan-ziaria, il primo Consorzio fidi nazionale per ilsettore agroalimentare. A darne notizia èla Coldiretti che ha promosso il nuovo or-ganismo convenzionato con 140 istituti dicredito che vanta una base sociale di12mila imprese, un giro di finanziamenti di1,3 miliardi di euro con un milione di impre-se agricole italiane come clienti potenziali.Si tratta del risultato del processo di aggre-

gazione di otto confidi territoriali promossidalla Coldiretti, così da poter fornire unmaggior valore aggiunto attraverso la pia-nificazione ed attuazione di interventi digaranzia in linea con le disposizioni intro-dotte dall’Accordo di Basilea II.L’obiettivo è migliorare e arricchire l’offertadei servizi proposti alle aziende, grazie a uncostante rapporto col sistema bancario ead accordi di partenariato, con prodottiappositamente pensati e costruiti per ri-

spondere alle esigenze del settore agrico-lo.A guidare il confidi nazionale è stato chia-mato Giorgio Piazza che sarà supportatodal Consiglio di amministrazione formatoper i prossimi tre anni, dal Consigliere Dele-gato Roberto Grassa e dai Consiglieri diamministrazione Paolo Rovellotti, FrancoGatti, Giuseppe Romano, Angelo Della Va-lentina, Antonio Fois, Aldo Mattia e Giovan-ni Carnemolla.

Assistenza alle aziende agricole e garanzie con gli istituti di credito sui finanziamenti

Nato il confidi dell’agroalimentareCon CreditAgri Italia uno strumento in più per dare risorse alle imprese

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8 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Fisco

Arriverà una stangata in più oltre a quelle già previste, ma è possibile evitarla se viene dimostrata la buona fede dell’azienda

Maxi sanzione per il lavoro neroIl ministero del Welfare ha fornito i chiarimenti per quanto riguarda l’applicazione delle multe

Il Ministero del Lavoro e delle Poli-tiche Sociali, all’indomani dellapubblicazione in Gazzetta Ufficialedel cosiddetto Collegato Lavoro,ha fornito, i chiarimenti necessari inmateria dì maxi sanzione ancheper dare agli ispettori un’indicazio-ne omogenea di comportamentospecialmente nel periodo appenasuccessivo all’emanazione delprovvedimento.Vediamo di seguito le novità.Presupposto della maxi sanzione:Il presupposto per •l’applicabilitàdella maxi sanzione è in via esclusi-va, l’impiego di lavoratori subordi-nati in assenza di comunicazionepreventiva ai Centri per l’impiego.È cambiata pertanto la definizionedi “lavoratore in nero”. Tale è il la-voratore subordinato «sconosciuto»alla Pubblica Amministrazione.Per espressa previsione normativasono esclusi dall’ambito di applica-zione della norma i datori di lavorodomestico, con la specificazioneche per lavoratori domestici devo-no intendersi solo gli addetti al fun-zionamento della vita familiare edelle convivenza familiarmentestrutturate.Pertanto, non si considerano talicoloro che prestano attività pressoun imprenditore o professionista(ancorché ad es. addetti alle puli-zie dell’impresa o dello studio coin-cidenti con la residenza anagraficadello stesso).Natura aggiuntiva della maxi san-zione.La maxi sanzione ha natura aggiun-tiva rispetto alle sanzioni già previ-ste in caso di occupazione in nero(mancata informativa, mancataregistrazione sul LUL, evasione con-tributiva e assicurativa etc.), rima-nendo esclusa la sola sanzione pre-vista per l’omessa comunicazioneUNILAV (da 100 a 550 euro), di fattoquindi «assorbita” dalla maxi san-zione.Tra le fattispecie sanzionatorie ag-giuntive alla maxi sanzione rientra-no pienamente anche quelle di na-tura penale ovvero in via esemplifi-cativa quelle relative all’occupa-zione di :- lavoratori extracomunitari clande-stini o irregolari;- minori assunti in violazione dellenorme di legge.La maxi sanzione per tali fattispecienon è diffidabile in quanto le viola-zioni commesse non sono sanabiliovvero la condizione dei soggetti ètale da renderli comunque non oc-cupabili e quindi non regolarizzabilida parte del datore di lavoro.Cause di esclusione (scriminanti);La maxi sanzione non viene irroga-ta quando, pur in assenza di comu-nicazione obbligatoria di assunzio-ne, l’illecito non çonfigura la fattis-pecie di lavoro sommerso in quan-to evidenzia la volontà del datoredi lavoro di non occultare il rappor-to.Detta volontà deve essere riscon-trabile da elementi oggettivi quali:. documentazione previdenziali,eai fini contributivi (ho presentato di-chiarazione contributiva o meglioho anche pagato i contributi per illavoratore);- denuncia spontanea del datoredi lavoro,Nel merito:Documentazione previdenziale aifini contributiviNon si applica la maxi sanzione aldatare di lavoro che ha effettuatogli adempimenti contributivi previ-denziali (presentazione di: DM10.DMAG, EMENS, UNIEMENS) così di-mostrando di non avere voluto ef-fettivamente occultare il rapportodi lavoro. Il Ministero chiarisce chel’unica documentazione atta a“scriminare” è quella contributiva,non essendo sufficiente esibire ilcontratto individuale di lavoro o al-tra documentazione fiscale o assi-

curativa o il libro unico del lavoro.Tra gli adempimenti contributivi va-lidi si ricomprendono anche quellidestinati a Fondi diversi dal Fondolavoratori dipendenti come adesempio la gestione separata. Per-tanto, in caso di .accesso ispettivo,nell’ipotesi dovesse venir diversa-mente qualificato il rapporto di la-voro (da parasubordinato a subor-dinato), l’accertamento della su-bordinazione non determineràl’applicazione della maxi sanzione,qualora il datore di lavoro abbia re-golarmente assolto all’obbligo rela-tivo alla gestione separata, dimo-strando con data certa preceden-te alla verifica.Denuncia spontanea del datore dilavoroLa maxi sanzione non viene irroga-ta qualora antecedentemente alprimo accesso ispettivo o ad unaconvocazione per l’espletamentodel tentativo di conciliazione, il da-tare di lavoro «regolarizzi spontane-amente e, integralmente, per l’in-tera durata, il rapporto di lavoro.A tal fine il Mi-nistero precisache di normala regolarizza-z ione pot ràavvenire solocon rapportodi lavoro su-bordinato atempo pienoed indetermi-nato o con-tratto par timecon reg imeorario non in-fe r io re a 20ore settimana-li. Ciò equivalea dire che nonsono previstealtre forme diregolarizzazio-n e c h e n o ncomport inouna sorta di«ammissionedi subordina-zione» del rap-porto.Il Ministero pre-cisa altresì pre-supposti, ter-mini, modalitàe condizioni della denuncia spon-tanea che riassumiamo di seguito:PresuppostiAssenza di accertamenti, verifiche,accessi, controlli, richieste di docu-menti, informazioni, conciliazione,da parte di organi ispettivi.TerminiLa enuncia spontanea deve esserepresentata entro il giorno 16 delmese successivo a quello di effetti-va instaurazione del rapporto.ModalitàAttraverso UNILAV con data di ef-fettiva instaurazione del rapportoovvero mediante denuncia spon-tanea del debito previdenziale eassistenziale entro 12 mesi dal 16del mese successivo a quello di ef-fettiva instaurazione del rapporto.CondizioniPagamento dei contributi e premiper l’intero periodo di occupazionein nero, unitamente alle sanzioni ci-vili, entro 30 giorni dalla denunciaspontanea mediante UNILAV condata di effettiva instaurazione delrapporto.Pertanto pur non applicabile la ma-xi-sanzione per lavoro nero sarannoper contro sanzionabili tutte le altreviolazioni conseguenti all’omessacomunicazione UNILAV, mancatainformativa al lavoratore, mancataregistrazione LUL, ecc.Altre ipotesi di non irrogazione dellamaxi sanzioneCo.Co.Co., anche a progetto, as-sociazione in partecipazione, tiroci-niNon sarà applicabile la maxi san-

zione a fronte della corretta regola-zione e qualificazione del rapporto,pur se omessa la dovuta comuni-cazione di assunzione (UNILAV).Non sarà altrettanto applicabile lamaxi sanzione, qualora, in presenzadelle dovute comunicazioni. ne siadisconosciuta fa natura giuridicacon conseguente conversione inrapporto di lavoro subordinato.Lavoro autonomo ex art. 2222 ccNon sussistendo alcun obbligo dicomunicazione preventiva (UNI-LAV) l’esclusione della maxi sanzio-ne opera solo se il committente ènella condizione dì fornire docu-mentazione attestante il contrattod’opera stipulato con il lavoratoreautonomo e quest’ultimo possa farvalere iscrizione alla CCIAA il pos-sesso di partita IVA ovvero sia pro-ducibile documentazione fiscal-mente valida e precedente all’ac-certamento;Lavoro occasionate accessorioNon è applicabile la maxisanzionequalora si sia in presenza della do-vuta comunicazione preventiva al-

l’INAIL, seppur dovesse essere di-sconosciuta la natura giuridica delrapporto.Per contro l’omessa comunicazio-ne preventiva all’INAIL dà luogo al-l’applicazione della maxi sanzione,in quanto viene data per accerta-ta la subordinazione con conse-guente conversione in lavoro su-bordinato.Prestazioni di attività lavorativa an-che non manuale, rese, con o sen-za retribuzione, da coniuge, figli an-che naturali o adottivi, altri parenti,affini, affiliati, affidati, soci lavoratoridi cooperative e di altre societàNon è applicabile la maxi sanzionequalora si sia in presenza della do-vuta comunicazione ex ari. 23 DPR1965 n 1124, seppur dovesse esseredisconosciuta la natura giuridicadel rapporto con conversione in la-voro subordinato.Per contro l’omessa denuncia exart. 23 DPR 1965 n 1124 all’INAIL dàluogo all’applicazione della maxisanzione in quanto viene data peraccertata la subordinazione conconseguente conversione in lavorosubordinato.Delega ad intermediariLa maxi sanzione non opera nel ca-so in cui il datare di lavoro abbiadelegato agli adempimenti lavori-stica, e quindi anche alla comuni-cazione obbligatoria, ad interme-diari abilitati quali consulenti o asso-ciazioni datoriali (ad esempio la Fe-derazione Coldiretti), se i suddettisoggetti siano impossibilitati a tra-smettere UNILAV a causa di chiusu-

ra per festività o ferie, purché il da-tore di lavoro interessato:- abbia effettuato la comunicazio-ne obbl igator ia v ia fax conmod.“UNIURG”;- documenti il conferimento di inca-rico degli adempimenti lavoristici ela chiusura/ferie del soggetto inca-ricato nel periodo di riferimento;- sia trasmesso il modello UNILAV nelprimo giorno successivo utile allariapertura degli uffici dell’interme-diario incaricato.Assunzioni per causa di forza mag-giore o eventi straordinariLa maxi sanzione in caso di accessoispettivo non verrà comminataqualora siano opponibili circostan-ziate motivazioni che hanno datoluogo ad assunzioni per causa di.forza maggiore o eventi straordi-nari, cioè in tutte le ipotesi in cui ildatare di lavoro non poteva puradottando l’ordinaria diligenza,provvedere l’urgenza dell’assunzio-ne il numero ed i nominativi dei la-voratori.Nel qual caso gli organi di vigilanza

dovranno an-notare nel ver-bale di primoaccesso tal ioggettive cir-costanze.Sanzioni civiliprevidenzialiN e l c a s o d ievasione pre-videnziale edassicurativaper lavoro ne-ro è stato abo-lito il tetto mini-mo di 3.00 eu-ro e le sanzionicivil i dovutesono aumen-tate del 50%Conseguente-mente, li tota-le della rego-larizzazione,per ogni lavo-ratore in nero,sa rà par i a icontr ibut i epremi dovuti,alle sanzioni ci-vili, maggiora-te del 50%.Ovviamente,

presupposto per l’applicazione del-le sanzioni civili è la scadenza deltermine per il pagamento dei con-tributi.Potere di diffidaA differenza della precedente nor-mativa, ora è previsto che sia appli-cabile, anche alla fattispecie del-l’occupazione in nero, la diffida aregolarizzare le inosservanze sana-bili entro il termine di trenta giornidalla notifica del verbale.In caso di occupazione totalmentein nero - L’ottemperanza alla diffidaconsentirà al trasgressore di regola-re la propria posizione pagando lasanzione in misura variabile in misu-ra di 1.500,00 euro per ciascun sog-getto irregolare (anziché da1.500,00 a 12.000,00 euro) cui andrà(aggiunta la somma di 37,50 euro(anziché 150,00 euro) per ciascunagiornata di lavoro irregolare.In caso di occupazione parzial-mente in nero - L’ottemperanza al-la diffida consentirà al trasgressoredi regolare la propria posizione pa-gando la sanzione in misura variabi-le di 1.000,00 euro (anziché da1.000,00 a 8.000,00 euro) aumenta-ta di 7,50 euro (anziché 30,00 euro)quale maggiorazione per ciascunagiornata di lavoro irregolare.Ambito temporale di applicazionedelle sanzioniCome noto l’illecito dell’occupa-zione irregolare ha natura perma-nente ovvero si consuma oltre iltempo di commissione (omessa co-municazione) e fino alla cessazionedella condotta (con la regolarizza-

zione o con l’accesso ispettivo).Il momento di consumazione dell’il-lecito è rilevante ai finì dell’indivi-duazione della normativa da appli-care, in ,quanto in materia di illecitiamministrativi si applica comunquela legge che vigeva al tempo in cuil’illecito è stato consumato, anchese meno favorevole rispetto al regi-me sanzionatorio vigente al mo-mento dell’irrogazione della sanzio-ne.Deroghe a tale principio sono statelegittimate solo nelle seguenti ipo-tesi:- se l’accertamento/contestazionesi esplica decorsi cinque anni dallaconsumazione dell’illecito•(prescri-zione).- in caso di abrogazione dell’illecitoe quindi del potere punitivo dellaPubblica; Amministrazione;- se, perdurando l’evento, la cessa-zione della condotta antigiuridicaavvenga sotto la nuova norma piùfavorevole.Quindi avuto riferimento alla datadi entrata in vigore del collegato la-voro: il 24 novembre 2010, potran-no ricorrere i seguenti casi:- se la cessazione della condotta il-lecita (accesso ispettivo) è avvenu-ta e il verbale si è chiuso prima del24 novembre 2010, si applica in totola precedente disciplina sanziona-toria (che non prevede la diffida);- nel caso di accertamenti ancorain corso al 24 novembre 2010 nonconclusi con verbale e anche nelcaso di procedimenti con rapportoal Direttore della Direzione Provin-ciale del Lavoro per la determina-zione dell’ordinanza-ingiunzione,ferma l’applicazione della prece-dente disciplina (a livello sostanzia-le non opererà quindi la differenzia-zione tra lavoratori totalmente innero e parzialmente in nero), vi è lapossibilità di applicare gli aspettiprocedurali e quindi la diffida (sal-vo che per lavoratori extracomuni-tari e minori. rapporti non sanabili) ele riduzioni.- nel caso di illecito iniziato (com-messo) prima del 24 novembre2010 e cessato (accertamento) do-po tale data sì applica in toto lanuova disciplina inclusa la diffida.Pluralità di trasgressoriIn presenza di diversi trasgressori, lamaxi sanzione si applica a tuttimentre, la maggiorazione giorna-liera va imputata separatamentecon addebito ad ognuno dei re-sponsabili per il periodo di irregola-re lavoro a proprio carico.Sospensione dell’attività imprendi-torialeLa modifica in ordine al presuppo-sto di applicabilità della maxi•san-zione (lavoratore subordinato in as-senza di UNILAV) non produce al-cun effetto nei confronti della disci-plina relativa al provvedimento disospensione dell’attività imprendi-toriale rispetto alle modalità con laquale viene determinata la forzaoccupata (anche non subordina-ta) ai fini della misura pari o superio-re al 20%.Il differente riferimento alla forzao c c u p a t a n o n i n f i c i a l acompatibì1ità tra maxi sanzione econtestuale adozione della so-spensione dell’attività imprendito-riale laddove ricorrano i presuppo-sti specifici (datore di lavoro im-prenditore) del provvedimento, lacui competenza resta esclusiva de-gli Organi di Vigilanza del Ministerodel Lavoro (sono esclusi quindiGuardia di Finanza, e organi ispetti-vi previdenziali ovvero Organi cui èstata invece estesa la competenzain materia di maxi sanzione).Alla luce della recente sentenzadella Corte Costituzionale n. 310del 5 novembre 2010 il Ministero delLavoro con nota n 18802 dell’8 no-vembre 2010, conferma che il prov-vedimento di sospensione va speci-ficatamente motivato.

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L’annosa questione dei danni cau-sati dalla fauna selvatica ed inselvati-chita alle attività agricole e zootecni-che si è fatta nel corso degli anni sem-pre più grave fino a raggiungere livellidi vera e propria emergenza.Purtroppo bisogna constatare che leazioni messe in campo dagli Enti edalle Istituzioni competenti hannoprodotto risultati limitati e comunqueinsufficienti rispetto alle reali necessitàdi tutela delle imprese agricole maanche della sicurezza di tutti i cittadi-ni.In particolare le popolazioni degli un-gulati – cinghiale in primis - sono cre-sciute in modo esponenziale, occu-pando anche zone non vocate perqueste presenze faunistiche e oltre adeterminare ingenti danni all’agricol-tura provocano danni all’ambiente emettono a repentaglio la sicurezzadelle persone e della viabilità. Nonpochi, infatti, sono i casi di incidentistradali, anche molto gravi, provocatida questi animali.Oltre alla fauna selvatica autoctonae – come detto in particolare ai gran-di ungulati – gravi problemi derivanoanche da altre specie selvatiche, in-selvatichite od “aliene” come , nutrie,piccioni, storni, passeri, cormorani, ar-deidi, ecc. che, proliferate ben oltre ilimiti, fanno quotidiane incursioni neicampi, devastando le colture, negliallevamenti ittici, nelle aziende, pro-vocando danni economici e sanitari.Tali animali sono considerati benepubblico ma i danni da loro causativengono al massimo ritenuti ammissi-bili di essere indennizzati (e non com-pletamente risarciti).Indennizzi che, oltretutto, arrivano inritardo e che solitamente non copro-no che la metà del danno economi-co subito dall’impresa, anche a cau-sa dei guasti della malaburocrazia.Attualmente in Italia i danni causatidalla fauna selvatica secondo unastima (sicuramente insufficiente) ba-sata su precedenti dati Eurispes, am-montano a circa 70 milioni di Euro/an-no: l’agricoltura è oggi l’unica attivitàdi impresa dove è possibile distrugge-re senza garantire i giusti indennizzi.Non è più accettabile che si lascinosole le imprese dinanzi all’assedio deiselvatici, pregiudicandone il ruoloeconomico, per lo sviluppo del territo-rio e dell’ambiente.Occorre allora una decisa inversionedi rotta.Occorre una nuova e più efficacepolitica di gestione e controllo dellafauna selvatica da parte delle com-

petenti Istituzioni cambiando radical-mente l’approccio sino ad oggi adot-tato: non si tratta più, infatti, di gestirela fauna ai fini prettamente faunisti-co-venatori, ma piuttosto per riequili-brane la presenza in funzione di pre-minenti esigenze di carattere socialeed economico.Per questi motivi, ma anche per rilan-ciare un confronto su caccia, agricol-tura e tutela dell’ambiente, tre attivi-tà che possono tra loro interagire po-sitivamente per la gestione del territo-rio, la Regione Lombardia deve farsiparte attiva per sostenere la necessi-tà di urgenti modifiche alla Legge na-zionale n. 157/92, cogliendo così l’oc-casione anche per adeguare la leg-ge ai recenti orientamenti di politicaagricola comunitaria, rinnovando al-cuni principi della pianificazione fau-nistico-venatoria del territorio e dellaprogrammazione dell’attività venato-ria, tenendo conto dei nuovi strumen-ti di tutela dell’ambiente previsti dal-l’UE e valorizzando la multifunzionalitàdelle imprese agricole.

Nel contempo, è necessario che taliprincipi di tutela e valorizzazione del-l’agricoltura vengano inseriti anchenella normativa regionale, con modi-fiche mirate della l.r. n. 26/93, nonchéconsentendo il prelievo in derogadella specie storno.E’ evidente, infatti, che la causa dellasituazione attuale è da ricercare an-che nell’inadeguatezza degli stru-menti posti in atto dalla legge n.157/92 e quindi per la Lombardia dal-la l.r. n. 26/93: non solo le misure diprevenzione contemplate non hannoprodotto i risultati sperati, ma nean-che il ricorso agli abbattimenti selettiviha dimostrato adeguata efficacia.Coldiretti ha proposto che tra le mo-difiche della legge nazionale vengaprevista la possibilità per Regioni eProvincie, nell’ambito dei Piani fauni-stico venatori, di stabilire in modo pro-gressivo:a)misure di prevenzione;b)misure ordinarie di controllo;c)misure straordinarie di controllo,qualora gli interventi di prevenzione

dei danni e le misure or-dinarie di controllo dellafauna selvatica si rilevinoinefficaci a limitare i dan-ni.L’obiettivo è quello diesercitare il controllo fau-nistico inteso come attivi-tà di contenimento nu-merico, di allontana-mento ed eradicazionedella fauna che si rendanecessaria per il soddi-sfacimento di un prima-rio interesse pubblico.Con particolare riferi-mento ai cinghiali, checostituiscono un proble-ma specifico, si rendononecessarie delle normequadro che già a livellodi piani faunistico-vena-tori stabilissero una deli-mitazione del territorioper aree, al fine di indivi-duare fasce per così diredi tolleranza della pre-senza dei cinghiali a se-conda della destinazio-ne d’uso e della vocazio-ne di suddette aree.In particolare sarebbeopportuno prevedere:1)aree a prevalente de-stinazione agricola in cuinon è ammessa la pre-senza di cinghiali;2)aree a rilevante com-

presenza di agricoltura ed ambientinaturali in cui è tollerata una bassadensità di cinghiali;3)aree a prevalente destinazione na-turalistica caratterizzate dalla presen-za di zone boscate in cui è consentitauna maggiore presenza di cinghiali.Alle regioni dovrebbe essere, quindi,concessa la facoltà di stabilire limiti didensità diversi da quelli indicati, tenu-to conto delle specifiche condizionilocali, da raggiungere con attività dicontrollo che non vanno assimilate al-l’esercizio venatorio.Non è attraverso la caccia che si risol-ve il problema del corretto equilibriodella presenza della fauna selvaticasul territorio.Occorre distinguere questo tipo diabbattimento da quello che noi chie-diamo in situazione di urgenza, ancheaffidando la soluzione del problemaall’autorità prefettizia, con ordinanzecontingibili e urgenti, in quanto si trat-ta di un problema di sicurezza.La sicurezza non è soltanto quella del-l’ordine pubblico, ma anche quella

del territorio, legata a un problemanon gestibile.Occorrono più incisivi interventi dicontrollo delle popolazioni di cinghia-le e di tutte le specie “problemati-che” attraverso previsioni extra ordi-nem, precisando che il controllo dellafauna selvatica e inselvatichita non èun’azione di caccia, bensì un inter-vento necessario e di pubblica utilità.In attesa di tali modifiche Coldiretti Lom-bardia avanza le seguenti proposteoperative alle competenti Istituzioni:

definizione, di concerto con le rap-presentanze di tutte le componentiinteressate, delle aree territoriali daconsiderarsi non vocate alla presenzadel cinghiale a causa della rilevantepresenza di attività agro-silvo-pasto-rali e dei piani di controllo delle popo-lazioni di cinghiale da attuarsi in dettearee, anche qualora fossero precluseall’esercizio dell’attività venatoria diconcerto con i rispettivi Enti Gestori,con catture e abbattimenti volti al-l’obiettivo irrinunciabile di limitare alminimo, tendendo a zero, il numero dicinghiali ivi presenti, assicurando poinel tempo il mantenimento dei risulta-ti ottenuti;

potenziamento e sviluppo operati-vo dei soggetti abilitati alle azioni dicontrollo tramite catture ed abbatti-mento;

intensificazione dell’attività di vigi-lanza allo scopo di impedire immissio-ni illegali di esemplari di cinghiale;

intensificazione dei prelievi effettua-bili anche nelle zone ritenute vocateadottando criteri di mantenimento enon di aumento ulteriore delle popo-lazioni presenti;

definizione di progetti mirati – anchea carattere sperimentale - di preven-zione dei danni da realizzare con il fi-nanziamento da parte della Regione,Province, Enti Parco e degli ATC/CAinteressati;

revisione e aggiornamento delle di-sposizioni amministrative provincialirelative alle prassi di stima e risarci-mento dei danni provocati alle coltu-re agricole, garantendo la disponibili-tà di adeguate risorse finanziarie pub-bliche e private, come previsto dallal.r. n. 26/1993 e successive modifica-zioni ed integrazioni, prevedendol’obbligo che il computo dei danni siaeffettuato sulla base dei prezziari deiprodotti agricoli vegetali e degli ani-mali pubblicati sui Mercuriali delle Ca-mere di Commercio o in alternativadelle quotazioni riportate dall’ISMEA;

monitorare e garantire nel tempol’esito positivo delle azioni che verran-no intraprese per il controllo, la pre-venzione ed il risarcimento dei dannialle colture agricole;Inoltre è necessario:

definire in modo certo la natura giuri-dica degli ATC e dei CA al fine di mi-gliorarne l’attività gestionale in terminidi efficacia, operatività e trasparenza;

prevedere una diversa destinazio-ne dei proventi delle tasse di con-cessioni governative e regionali checonsenta di istituire un fondo a soste-gno dell’impresa agricola il cui lavo-ro sia finalizzato alle attività di ripristi-no e miglioramento ambientale efaunistico;

valorizzare il ruolo dell’impresa agri-cola attraverso la multifunzionalitànelle attività di gestione e manuten-zione del territorio, previste dal de-creto legislativo 18 maggio 2001, n.228 Orientamento e modernizzazio-ne del settore agricolo, a norma del-l’articolo 7 della legge 5 marzo 2001,n. 57, e nelle attività faunistiche efaunistico-venatorie.

garantire adeguate risorse finan-ziarie per i risarcimenti dei danni chedevono essere concessi prioritandogli imprenditori agricoli professionalidi cui al d.lgs. 29 marzo 2004, n. 99;

definire un sistema assicurativo in-centivato per la copertura dei dannida fauna selvatica tramite l’istituzio-ne di una apposita sezione nel Fon-do di Solidarietà Nazionale per le ca-lamità naturali.

In Italia un conto da 70 milioni di euro all’anno per le devastazioni di cinghiali, nutrie, piccioni, storni e altre specie

Imprese agricole sotto assedioSempre più grave la situazione dei danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni

TerritorioNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 9

Il Ministero spagnolo dell’ambiente haultimato un catalogo di specie esotiche in-vasive che dovranno essere sradicate perla protezione di quelle autoctone. L’elen-co include 168 specie animali e vegetali,che vanno dalla formica pazza allo schi-dione rosso, dalla cozza zebra alla rana to-ro, al visone americano, al procione od or-setto lavatore, che si riproducono in ma-niera incontrollata. Ma anche gli esempla-ri di cani e gatti selvatici che si trovano in li-bertà nell’ambiente. La bozza di catalogoapre, inoltre, la possibilità di sterminare nelmomento in cui viene rilevata e per som-ma urgenza ogni nuova specie invasivanon contemplata nell’elenco e dà alle co-munità autonome la possibilità di fissarecataloghi complementari a quello del go-verno. D’altra parte, dalla ‘’lista nera’’ so-no escluse alcune specie esotiche chepotranno essere conservate, ma andran-no tenute sotto controllo in alcune zone.Fra queste, il siluro dell’Ebro, l’arrui’ (un tipo

di muflone) in Sierra Espuna o il pesce gat-to nell’Ebro o nel Tajo. Si tratta di speciecon interesse per la caccia e la pesca chesaranno conservate, assieme ad altre chesvolgono una funzione ecologica.La legge spagnola del patrimonio natura-le e di biodiversità del 2007 prescriveva lacreazione di un elenco di specie invasive,per unificare la lotta, che è di competen-za delle regioni. Il testo riconosce che l’in-troduzione di alcune varietà «negli ecosi-stemi locali provoca gravi pregiudizi allespecie e agli habitat autoctoni, ma ancheall’economia, alla produzione agricola,agli allevamenti e forestale, e incluso allasalute pubblica». Fra le 88 specie di pianteo vegetali incluse nella lista nera figuranol’alga caulerpa, l’unghia di gatto e perfinospecie ormai familiari, come l’agave. Fra imammiferi, l’orsetto lavatore che fu im-portato dal governo negli anni Settantadagli Stati Uniti per combattere il paludi-smo.

In Spagna hanno compilatola lista nera degli “stranieri”

Un cinghiale abbattuto nel Lodigiano dopo lo scontro con una macchina

La nutria è una delle specie più invasive che ci siano al mondo

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10 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Territorio

Nel 2008 Coldiretti promuove lacreazione della Fondazione Cam-pagna Amica con l’obiettivo di af-fermare la condivisione di valori traproduttori agricoli e consumatori,quali la sicurezza alimentare e am-bientale, il legame tra prodotti ali-mentari e territorio, l’italianità delleproduzioni, la genuinità e la distinti-vità.Nasce così il progetto di Coldirettiper il Paese: la costruzione di una fi-liera agricola tutta italiana firmatadagli agricoltori.«Agricola» perché gli agricoltori so-no protagonisti dal campo alla ta-vola con una filiera di loro proprie-tà, controllata, corta ed efficiente.«Italiana» perché realizzata conprodotti che provengono solo edesclusivamente dai campi e dagliallevamenti italiani quale valore di-stintivo del Made in Italy. «Firmata»perché gli agricoltori ci mettono lafaccia e stimolano i cittadini ad unconsumo informato e consapevole.Nell’ottica di questa progettualitàsono nati i Mercati di CampagnaAmica, strumenti per collocare di-rettamente sul mercato i prodottialimentari dei nostri imprenditoriagricoli e per comunicare e infor-mare i consumatori dei valori distin-tivi ed esclusivi dei prodotti della fi-liera agricola italiana.Nel 2009 con la nascita dell’AlboNazionale dei Punti CampagnaAmica viene introdotta la secondafase del progetto; all’albo sono ac-

creditati tutti i punti vendita situatipresso le aziende agricole, le coo-perative, i consorzi e gli agriturismi,oltre i mercati. È un nuovo ed impor-tante passo che rende sempre me-no distante il traguardo dei 20.000punti vendita firmati dagli agricolto-ri che il Presidente Confederale Ser-gio Marini ha annunciato il 30 Aprile2009 in occasione dell’AssembleaNazionale di Coldiretti.La rete di Campagna Amica, dun-que, per estensione territoriale, am-piezza degli operatori agricoli, ri-sposta dei consumatori e volume divendite dirette, non ha eguali in Eu-ropa ed è seconda solo agli StatiUniti. Tutto ciò, ne fa di essa il “terzoincomodo” tra la grande distribu-zione e il commercio tradizionale.In Lombardia il giallo di CampagnaAmica è diventato sinonimo di origi-ne italiana, salubrità, genuinità e le-game con il territorio e i cittadiniconsumatori possono fare affida-mento su di una rete di 250 puntivendita che aumentano con unacadenza di cinque a settimana, 60dei quali sono situati nelle provincedi Milano, Lodi, Monza e Brianza.Oggi, i risultati ottenuti ci permetto-no di costruire un nuovo modello ri-voluzionario per il settore distributivoagroalimentare.Nei punti vendita esistenti in Lom-bardia, infatti, la presenza fisica deinostri imprenditori è un requisito fon-damentale per fidelizzare i cittadiniconsumatori e per promuovere un

ritorno all’acquisto consapevoleche soprattutto nelle grandi areemetropolitane ha lasciato spazio al-l’acquisto d’impulso.Questa filiera orizzontale nel 2011verrà consolidata parallelamentecon lo sviluppo di nuovi canali com-merciali innovativi capaci di rispon-dere alle esigenze dei produttori edei consumatori nella stessa manie-ra dei punti vendita esistenti.La rete dei produttori di CampagnaAmica, in possesso dei dati e dellestatistiche relativi all’intera produ-zione agroalimentare lombarda edin partnership con le piattaforme lo-gistiche multi prodotto e multi ca-nale di U.N.C.I. e C.A.P., regolerà lemodalità di distribuzione attraverso i

canali della ristorazione collettiva edei gruppi d’acquisto ma in parti-colare introdurrà la figura dei Far-mer’s Shop, la vera evoluzione dellaVendita Diretta in modalità Orga-nizzata (V.D.O.); si tratta di veri epropri negozi in cui il consumatorepuò acquistare le eccellenze agro-alimentari italiane, stagionali ed algiusto prezzo, servendosi dagli scaf-fali o dal banco del fresco comenella classica bottega di quartiere,con in più la garanzia che dietro ilmarchio di Campagna Amica cisono decine di migliaia di agricolto-ri italiani che dalla Sicilia al Trentinosono pronti a garantire freschezza egenuinità dei prodotti in vendita.Il nuovo modello conia la cosiddet-

ta filiera verticale i cui vantaggi so-no individuabili nella flessibilità (inte-sa come volumi e varietà dei pro-dotti, individuazione dei target di ri-ferimento e gestione dei rapporticommerciali) e nella responsabiliz-zazione dei soggetti coinvolti, uncocktail vincente per garantiremaggiore efficienza rispetto ai Far-mer’s Market e maggior efficacia ri-spetto alla G.D.O.Gli imprenditori agricoli delle provin-ce di Milano, Lodi, Monza e Brianza,allo stato dell’arte, risultano i più vir-tuosi nonché i primi ad aver speri-mentato questo nuovo modello di-stributivo tramite la fornitura di pro-dotti agroalimentari a chilometrozero nelle mense scolastiche, ospe-daliere e ai gruppi d’acquisto fami-liare. Nel Comune di Parabiago(MI), il 28 Novembre 2010, è statoinaugurato il primo Farmer’s Shopdel Nord Italia, un’iniziativa natadalla collaborazione di sei aziendeagricole lombarde e un comitato dicittadini; nel punto vendita deno-minato “I Sapori della Campagna”sono in vendita prodotti alimentari,in filiera agricola italiana, prove-nienti da dieci aziende agricole diCampagna Amica e dei ConsorziAgrari.La V.D.O. rappresenterà uno stru-mento per rafforzare i Farmers’Market esistenti e favorirne la creazio-ne di nuovi e darà la possibilità alleaziende di vendere ancora meglio ipropri prodotti in ogni parte d’Italia.

Arriva il negozio degli agricol-tori. Il primo shop alimentare akm zero del nord Italia è statoinaugurato domenica 28 no-vembre 2010 a Parabiago sullastrada del Sempione, al numero60, su un’area che per una voltanon ospiterà il solito supermerca-to.L’iniziativa è nata dalla collabo-razione fra i cittadini di Parabia-g o e g l i a g r i c o l t o r i d e l l aColdiretti che, insieme, hannodeciso di rilevare la gestione diuno spazio di 140 metri quadratie di attrezzarlo come un vero ne-gozio, con scaffali pieni di pro-

dotti del territorio e dei Consorziagrari e con tre addetti: un ma-cellaio e due commesse divisefra il reparto ortofrutta e quellodei salumi e dei formaggi.“Questa iniziativa rappresentauna delle evoluzioni delle vendi-te dirette – spiega Andrea Re-possini, responsabile dei farmers’market di Campagna Amicanelle province di Milano e di Lodi– ed è anche un’altra rispostache diamo ai bisogni della gen-te”. Infatti nel quartiere San Laz-zaro di Parabiago, dove verràaperto il farmers’ shop, non esi-stevano negozi di alimentari e i

cittadini erano alla ricerca diuna soluzione che abbinasse lacomodità della spesa alla quali-tà dei prodotti.“Con questa collaborazione –aggiunge Repossini - crediamodi aver messo in piedi un buonservizio per la comunità”. Sugliscaffali si potranno trovare car-ne, miele, salumi, formaggi, vino,prodotti di oca, verdura, olio, risoe pasta. Il farmers’ shop “Saporidella campagna” sarà apertotutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle16 alle 20. Sarà possibile fare laspesa anche la domenica finoalle 12.30.

Inaugurazione a Parabiago, folla già dal primo giorno. È il debutto di questa nuova formula per tutto il nord Italia

Apre il primo “farmers’ shop”Un negozio che è nato dalla collaborazione fra i cittadini e gli agricoltori

La nuova distribuzione alimentareinizia con la rete di Campagna Amica

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Cresce in Europa l’opposizione al biotechnel piatto con una netta maggioranza del 61per cento, in aumento rispetto al 57 per centodel 2005, che è molto contraria ai cibi geneti-camente modificati, sulla base del nuovo son-daggio Eurobarometro sulle scienze della vitae le biotecnologie divulgato l’11 novembre2010, giorno di San Martino ha un ruolo di pri-mo piano nella tradizione contadina dove se-gna il passaggio da una annata agraria all’al-tra, una sorta di capodanno dell’agricoltura.Gli europei presentano una ancora maggioreopposizione alla clonazione animale a fini ali-mentari con solo - sottolinea la Coldiretti - il 18per cento dei favorevoli. La forte contrarietàespressa dai consumatori sui prodotti geneti-camente modificati è cresciuta negli ultimicinque anni ed è la conferma che non è sem-plicemente il frutto di una valutazione emoti-va. Si tratta invece - conclude la Coldiretti - diuna ulteriore dimostrazione della volontà di unnumero crescente di cittadini di respingere leprovocazioni e le forzature (consapevoli o me-no) attuate con la coltivazione o il commerciodi ogm illegali, come è già avvenuto recente-mente con l’importazione illegale di riso con-taminato dagli Usa o in Italia per il mais e inSvezia per la patata biotech non autorizzaticon le decisioni di distruggere i raccolti. Al-l’opposizione dei consumatori devono rispon-dere le Istituzioni e gli agricoltori come dimo-stra il fatto che - conclude la Coldiretti - si sonoridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europeidove si coltivano Ogm con un drastico crollodel 12 per cento delle semine nel 2009.

Coldiretti: ennesima dimostrazione che qualsiasi forzatura in tal senso è assolutamente fuori luogo

Cresce ancora il no agli OgmIl 61% dei consumatori è contrario, bocciata anche la clonazione degli animali a fini alimentari

TerritorioNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 11

Mentre otto europei su dieci han-no dichiarato la loro contrarietà alcommercio di carne clonata, secon-do l’ultimo sondaggio Eurobarome-tro, al meeting del Comitato Consulti-vo sui Novel Foods e sui nuovi processialimentari (Acnfp), è stata considera-ta una richiesta ipotetica di commer-cializzazione entro il RegolamentoNovel Foods, per approvare carne olatte da bovini clonati e dalla loroprogenie. Il Comitato è stato interro-gato circa la evidenza disponibile suicloni e i loro discendenti, e se tale evi-denza fornisce elementi sufficientiper la valutazione di carne, latte datali animali, sotto il Regolamento No-vel Foods. Tra i punti che sono statisottolineati dal Comitato della FoodStandard Agency: la sostanzialeequivalenza (non vi è evidenza di dif-ferenze) nella composizione tra car-ne e latte da animali convenzionali eda animali clonati, per cui non vi sa-rebbero di conseguenza rischi di sicu-rezza alimentare; ogni potenziale dif-ferenza tra animali convenzionali eprogenie di un clone è improbabileche esista dalla seconda generazio-ne in avanti; i consumatori possonovolere una etichettatura certa deiprodotti da cloni e da progenie deicloni. Il Board della Agenzia ingleseper la Sicurezza Alimentare (Fsa) con-sidererà l’opinione del Comitato Ac-nfp, comitato consultivo indipenden-te che fornisce pareri alla Fsa. Inoltre,la Fsa ha dichiarato che prenderà inconsiderazione, prima di fornire ogniparere ai ministri inglesi, anche la re-cente proposta della CommissioneEuropea di bandire carne e latte daanimali clonati, così come ogni altrosviluppo della materia. Il parere delComitato arriva dopo che nei mesiscorsi si era diffusa la notizia che car-ne da animali clonati sarebbe stataimmessa lungo la filiera alimentare,creando un allarme nel sistema di al-

lerta rapida europeo (Rasff). Il regola-mento Novel Foods è ancora conge-lato, e tra i punti del contendere pro-prio quello sulla clonazione. In parti-colare, il braccio di ferro in corso è traParlamento Europeo, che avevachiesto una legge a parte sulla clo-nazione animale, e la Commissione,che intendeva inserire i cibi da ani-

mali clonati tra i Novel Foods sempli-ci. Ora, le aperture della Commissio-ne Europea in tal senso, non lasciava-no però presagire una soluzione bre-ve, con possibilità di prolungare unvuoto normativo destinato a far di-scutere. Tra i punti sul tavolo, dopo ilparere del Comitato Europeo sull’Eti-ca, pure aspetti di benessere e salute

animale, stante l’elevato tasso di ani-mali clonati con malattie e disfunzio-ni. John Dalli, Commissario Europeoalla Salute, era stato recentementecriticato proprio per aver dichiaratoche gli aspetti etici non entrano nellasfera di valutazione della Ue. Per con-tro, il Comitato Europeo sull’Etica, nel2008 aveva consegnato il proprio pa-rere alla Commissione Europea in ri-sposta ad uno specifico quesito:“considerato l’attuale livello di soffe-renza e di problemi di salute dellemadri surrogate e degli animali clo-nati, il Gruppo Europeo sull’Etica(Gee) esprime i propri dubbi sul fattoche la clonazione animale per scopialimentari sia eticamente giustificata.L’ulteriore ricerca scientifica chiariràse questo valga anche per la prole.Attualmente il Gee non vede argo-mentazioni convincenti per giustifica-re la produzione di alimenti da cloni edalla loro prole”. Circa la valutazionedel rischio alimentare e di benessereanimale, Efsa ha rilasciato due opi-nioni. L’ultima, evidenziava come an-cora vi fossero tutta una serie di incer-tezze e mancanza di dati per poterdare un parere conclusivo, su animalidiversi da bovini e suini. Nonostantequesto però, a fine novembre propriol’agenzia ce controlla gli alimenti inGran Bretagna ha affermato chenon c’è differenza fra carne clonatae naturale, aprendo un pericolosovarco alla bistecca mostro.Negativo anche il commento dellaColdiretti. “La commercializzazione dicarne, latte e formaggi provenienteda animali clonati è un rischio inac-cettabile – ha sottolineato la mag-giore organizzazione agricola - cheoltre ad un problema di scelta consa-pevole da parte dei consumatori e dirispetto della biodiversità pone evi-denti perplessità di natura etica cheoccorre affrontare prima che siatroppo tardi”.

Siamo grati per la precisazioneche pone fine alle rituali strumen-talizzazioni dei troppi interessatiche, sulla questione Ogm, prova-no inutilmente a tirare il Vaticanoper la giacca. E’ quanto ha affer-mato il presidente della ColdirettiSergio Marini in riferimento alledichiarazioni del Direttore dellaSala Stampa della Santa Sedepadre Federico Lombardi secon-do il quale il documento sugliOgm frutto di una settimana distudi sponsorizzata dalla PontificaAccademia delle Scienze ‘’è sta-to firmato dai partecipanti e haquindi il valore della loro autoritàscientifica’’, ma ‘’non deve esse-re considerato come “statement”della Pontificia Accademia delleScienze’’ e ‘’tanto meno comeuna posizione ufficiale della San-ta Sede o del magistero dellaChiesa sull’argomento’’. Infatti lapubblicazione su una rivistascientifica di uno studio sullepiante transgeniche non si puòcerto considerare un via liberaagli Ogm da parte del Vaticanocome è stato chiarito in occasio-ne di un analogo pronunciamen-to di un Ecclesiastico della stessaAccademia sulle colonne del-l’Osservatore Romano lo scorso 3marzo in un articolo in cui si leggeche «tra le diverse prese di posi-zione alcuni media hanno credu-to di leggere anche un ipoteticopronunciamento favorevole daparte del Vaticano. Che non c’e’stato» precisando che ‘’si e’ par-lato di un esplicito ‘si’ all’uso diorganismi geneticamente modi-ficati in agricoltura’. E’ quanto haaffermato anche il Consigliereecclesiastico della Coldiretti, Re-nato Gaglianone, nel richiamarea maggiore prudenza e rispettosulle posizioni espresse dal Vati-cano per evitare il rischio di stru-mentalizzazioni sempre in ag-guato su temi cosi sensibili.

L’agenzia britannica sulla sicurezza alimentare ha aperto un pericoloso varco per la “bistecca mostro”

Scontro sulla carne clonata:la minaccia parla inglese

La Chiesanon si è espressa

a sostegnodel cibo biotech

Dalla carne al pomodoro i consumatori non ne vogliono sapere degli organismi geneticamente modificati, ancora troppi dubbi e timori sulla loro salubrità

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12 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Territorio

Franciosi: ”Sviluppo innovativo delle imprese agricole, agricoltura di prossimità, sostegno alla crescita, riduzione degli sprechi”

L’Expo guarda all’agroalimentareProgetti su filiera corta del pane, recupero delle cascine, microchip per identificare le carni

La Cina sta spingendo i produttoriagricoli a piantare e a produrre mol-te più verdure per far fronte alla re-cente impennata dei prezzi dei pro-dotti alimentari. Il governo prevededi aumentare del 7% la superficie inacri destinata alla coltivazione diverdure, e del 7,5% la produzione diortaggi, ha reso noto Han Changfu,ministro dell’Agricoltura, attraversoalcune dichiarazioni pubblicate sulsito web del ministero che dirige.

L’obiettivo è di raddoppiare la su-perficie destinata alla coltivazione diverdure rispetto all’1,8% del 2009, edovrebbe consistere in un aumentodel 3,3% rispetto al 2008, secondo idati della Beijing Orient AgribusinessConsultant. La nuova misura puntaa contenere l’impennata dei prezzidelle verdure, che, quest’anno, so-

no raddoppiati per alcuni prodotti,come lo zenzero e l’aglio, mentre inaltri casi, come in quello dei cereali,hanno riportato aumenti più conte-nuti. I prezzi cerealicoli, per esempio,sono aumentati di un 30%-60%.«Dovremmo fornire un importanteaiuto a sostegno di quei prodottiagricoli che presentano un significa-tivo gap tra la domanda e l’offerta,e aumentare la produzione e la ca-pacita’ di trasformazione di questiprodotti, al fine di aumentare l’offer-ta del mercato», ha spiegato JiangDingzhi, vicepresidente della ChinaBanking Regulatory Commission,esortando le banche a prestare piu’denaro al settore agricolo. Nelle ulti-me due settimane, i prezzi di alcuniprodotti sono diminuiti, dopo una se-rie di misure di inasprimento; uno svi-

luppo, questo, che ha consentito algoverno di sostenere una rapida vit-toria. La National Development andReform Commission ha elencato neldettaglio le riduzioni di prezzo chehanno interessato le principali com-modity, come il cotone, la gomma,l’olio di soia, lo zucchero e il rame.«Il rapido calo dei future e’ ascrivibi-le, in primo luogo, alla diffusione diuna comunicazione del Consiglio diStato concernente la stabilizzazionedei prezzi, in modo tale da proteg-gere i mezzi di sostentamento di ba-se, e in secondo luogo, al netto calodei prezzi globali delle commodity,ha spiegato la commissione, facen-do riferimento alla diminuzione delprezzo dello zinco, della soia, delmais e della gomma. La NDRC ha ci-tato alcuni dati che mostrano come

il prezzo del cotone sia diminuito del24% rispetto ai picchi massimi di no-vembre, il calo piu’ consistente tratutte le commodity. Negli ultimi dodi-ci mesi, il prezzo del cotone e’ quasiraddoppiato, a causa della scarsaofferta, a livello globale e nazionale,dovuta alla siccita’.Inoltre, i prezzi dei prodotti agricolihanno fluttuato, quest’anno, in ri-sposta ad una serie di fattori quali lasiccità registrata nel Mar Nero, e leprevisioni di un raccolto più conte-nuto negli Stati Uniti; la domanda ci-nese èsolo una delle variabili, seppurimportante, che determina l’oscilla-zione dei prezzi. La Commissione ha,inoltre, continuato a inveire controgli speculatori che, sostiene, stannodeterminando l’aumento dei prezzidei prodotti alimentari.

Mentre ripartono le esportazionilombarde di prodotti alimentari nel2010 dopo la flessione registrata nel2009, l’Expo si prepara a presentare almondo i suoi progetti sull’agroalimen-tare che vedono in prima linea i temida sempre sostenuti da Coldiretti. So-no 17 le proposte progettuali raccoltedal Tavolo agroalimentare per Expoavviato dalla Camera di commerciodi Milano con il coinvolgimento di as-sociazioni di categoria, istituzioni eaziende del settore agroalimentare.Quattro i filoni progettuali seguiti: svi-luppo innovativo delle imprese agri-cole, per renderle più competitivecreando risparmi economici ed ener-getici attra-verso l’inno-vazione e i ltrasferimentodi know howtecnologico;agricoltura dipross imità,per riqualifi-care il territo-rio agricolo in-torno a Mila-no attraversola creazionedi “filiere cor-te”, che aumentino l’efficienza dellafiliera agro-alimentare tra Milano e ilParco Sud, riducendo al minimo il per-corso delle merci dal “campo” alla“tavola” (filiera del pane e filiera orto-frutticola); sostegno alla crescita del-le imprese agroalimentari attraversola valorizzazione dei prodotti Made inItaly, con la creazione di un networkdi negozi, come canale alternativoalla grande distribuzione organizzata,per incrementare l’accessibilità almercato alle PMI agroalimentari, ridu-zione degli sprechi attraverso il recu-pero di alimenti inutilizzati dalla ristora-zione ma ancora commestibili a sco-pi sociali, di sostegno a individui o fa-miglie in difficoltà economica.Tra i diciassette progetti delle impre-se, la filiera corta del pane, il risana-mento delle cascine lombarde, lapromozione dei prodotti lombardi tra-mite percorsi culinari nazionali ed in-ternazionali, la creazione di nuovi ca-nali distributivi che attivino contatticon la distribuzione locale a livello in-ternazionale, il riutilizzo degli alimentiin eccesso della ristorazione a favoredelle famiglie in difficoltà, l’uso più ef-ficiente dei terreni agricoli tramite latecnologia, la certificazione dellecarni in collaborazione con Agrimer-cati-Camera di Commercio, Universi-tà di Milano e Università de La Plata inArgentina, funziona con microchip,lettore collegato al Dna dell’animaleper verificare se arriva dall’alleva-mento e dalla nazione descritta neldisciplinare con conseguenza di unaforte garanzia per il consumatore.“Il tema dell’alimentazione - ha dichia-rato Carlo Franciosi, Presidente dellaColdiretti di Milano e Lodi - tocca in mo-do diffuso le abitudini quotidiane deicittadini e la qualità della vita e assumeuna rilevanza ancora maggiore in vistadella Expo 2015. La Camera di com-mercio è tra i promotori di Expo e con iTavoli per Expo coinvolge le impresedel territorio che sviluppano piani di la-voro in grado di generare indotto e cre-are fin da subito ricadute economiche.Oggi l’attenzione va proprio ai progettialimentari e mirati allo sviluppo: in que-sto ambito il Tavolo agroalimentare,che presiedo, ha raccolto diciassetteprogetti mirati allo sviluppo innovativodelle imprese agricole, alla agricolturadi prossimità, alla valorizzazione del ma-de in Italy, alla riduzione degli sprechicon il recupero di alimenti inutilizzati maancora commestibili. Una via concretaper promuovere la partecipazione del-le imprese e l’attivazione di nuovi pro-getti che possono avere benefici terri-toriali ma anche a livello internazionalecome previsto nello spirito di Expo.Intanto le esportazioni agroalimentarilombarde sono cresciute del 4,1% inun anno e complessivamente supe-

rano il miliardo e mezzo di euro nei pri-mi sei mesi. Milano copre il 28,3% delleesportazioni regionali e il 45% delle im-portazioni per un interscambio diquasi 1,8 miliardi. Seguono Pavia eMantova per le esportazioni (rispetti-vamente 14,9% e 10,2%) e Lodi e Bre-scia per le importazioni (9,8% e 8,4%).

Complessivamente la Lombardia nel-la prima metà del 2010 ha rappresen-tato il 20,9% delle esportazioni italianedi settore verso il mondo e il 28,6% del-le importazioni. I prodotti lombardi so-no apprezzati soprattutto in Europache assorbe da sola l’83,7% del-l’export per un valore di 1,3 miliardi di

euro, ma anche dal continente ame-ricano (7,3% del totale) e dall’Asia(6,1%). In crescita tra 2009 e 2010 leesportazioni verso l’Asia (+5,6%) el’Europa (+4,7)%. Tra i prodotti piùesportati, quelli lattiero-caseari(24,3%), i prodotti da forno (14,9%) ela carne lavorata e conservata

(14,5%), inclusi i salumi. Sono quasi6.000 le imprese attive come industriealimentari e delle bevande in Lom-bardia, il 10% del comparto italiano. AMilano ha sede circa una impresa sucinque (26,5%), una su sette a Brescia(14,3%), una su nove a Bergamo(11,4%).

I prezzi salgono e Pechino vuole più merce sui mercati per tenere le quotazioni sotto controllo

Intanto la Cina spinge sulla produzione di verdure

IMPORT­EXPORT DI PRODOTTI ALIMENTARI LOMBARDINEL MONDO PER PROVINCIA. VALORI IN EURO

TERRITORIO2009 2010 Peso 2010 Var 201072009

import export import export interscambio import export interscambio import exportVarese 156.964.312 78.933.078 179.605.848 81.072.511 260.678.359 6,1% 4,9% 5,6% 14,4% 2,7%Como 109.226.013 74.438.137 90.243.715 82.461.213 172.704.928 3,1% 4,9% 3,7% ­17,4% 10,8%

Sondrio 81.356.723 16.715.698 61.339.355 15.988.924 77.328.279 2,1% 1,0% 1,7% ­24,6% ­4,3%Milano 1.233.989.847 492.370.399 1.327.226.298 472.438.534 1.799.664.832 45,0% 28,3% 39,0% 16,8%* 7,6%*

Bergamo 98.089.463 106.828.186 102.809.139 122.627.165 225.436.304 3,5% 7,4% 4,9% 4,8% 14,8%Brescia 229.463.949 140.835.971 246.223.267 152.755.374 398.978.641 8,4% 9,2% 8,6% 7,3% 8,5%

Pavia 162.660.613 288.981.226 191.051.146 247.677.643 438.728.789 6,5% 14,9% 9,5% 17,5% ­14,3%Cremona 119.718.626 126.457.788 137.024.543 141.271.474 278.296.017 4,6% 8,5% 6,0% 14,5% 11,7%Mantova 121.458.593 163.846.385 138.927.316 169.559.871 308.487.187 4,7% 10,2% 6,7% 14,4% 3,5%

Lecco 53.039.076 73.093.171 70.307.609 74.787.066 145.094.675 2,4% 4,5% 3,1% 32,6% 2,3%Lodi 294.525.828 38.607.700 288.241.438 48.976.119 337.217.557 9,8% 2,9% 7,3% ­2,1% 26,9%

Monzae della

Brianza0 0 114.358.771 57.312.715 171.671.486 3,9% 3,4% 3,7% nd nd

Lombardia 2.660.493.043 1.601.107.739 2.947.358.445 1.666.928.609 4.614.287.054 100,0% 100,0% 100,0% 10,8% 4,1%Italia 9.440.785.584 7.350.566.755 10.293.783.802 7.960.214.729 18.253.998.531 28,6% 20,9% 20,9% 9,0% 8,3%

Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2010 e 2009* la variazione è calcolata considerando il dato di Monza e Brianza

IMPORT­EXPORT DI PRODOTTI ALIMENTARI LOMBARDI NEL MONDO PER MERCE. VALORI IN EUROMERCE 2009 2010 Peso 2010 Var 10/09

import export import export import export import exportCarne lavoratae conservata e

prodotti a basedi carne

659.425.104 220.692.543 631.765.365 241.944.129 21,4% 14,5% ­4,2% 9,6%

Pesce, crostaceie molluschi

lavorati econservati

303.415.871 51.454.870 319.970.129 42.259.798 10,9% 2,5% 5,5% ­17,9%

Frutta e ortag­gi lavorati e

conservati133.308.516 51.918.927 135.639.525 58.861.278 4,6% 3,5% 1,7% 13,4%

Oli e grassivegetali e animali 234.379.929 142.674.642 346.237.665 130.355.675 11,7% 7,8% 47,7% ­8,6%

Prodotti delleindustrie

lattiero­casearie530.746.703 360.209.088 595.786.735 404.285.601 20,2% 24,3% 12,3% 12,2%

Granaglie,amidi e di prodotti

amidacei148.146.614 174.270.447 192.585.998 149.449.362 6,5% 9,0% 30,0% ­14,2%

Prodotti daforno e farinacei 65.206.610 232.674.181 74.558.685 248.502.757 2,5% 14,9% 14,3% 6,8%

Altri prodottialimentari 423.571.582 339.178.450 467.925.080 360.346.485 15,9% 21,6% 10,5% 6,2%

Prodotti perl'alimentazione

degli animali162.292.114 28.034.591 182.889.263 30.923.524 6,2% 1,9% 12,7% 10,3%

Totale prodottialimentari 2.660.493.043 1.601.107.739 2.947.358.445 1.666.928.609 100,0% 100,0% 10,8% 4,1%

Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2010 e 2009

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TerritorioNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 13

La produzione di energia rin-novabile rappresenta una ne-cessità ambientale e una occa-sione di sviluppo imprenditoriale,anche per il settore agricolo chenon può diffondersi se non nel ri-spetto della legalità e degli ele-menti identitari dei territori, cherappresentano le leve di uno svi-luppo economico equilibrato esostenibile. E’ quanto afferma laColdiretti in riferimento all’appro-vazione in Consiglio dei Ministridel decreto legislativo sulle fontirinnovabili proposto dal Ministerodello Sviluppo economico. Oc-corre evidenziare l’importanza diuno sviluppo delle energie rinno-vabili nel Paese rispettoso degliequilibri ambientali e paesaggi-stici dei diversi territori che - sot-tolinea la Coldiretti - non puòprescindere da una pianificazio-ne, a livello locale, che sappiarealmente integrare lo sviluppoenergetico ed economico nel-l’ambito di una puntuale valuta-zione ambientale, territoriale epaesaggistica. L’incrementodella produzione di energia rin-novabile, deve avvenire - preci-sa la Coldiretti - garantendo il mi-nor consumo possibile di territo-rio ed il riutilizzo di aree già de-gradate da attività antropiche.Per quanto riguarda gli impiantidestinati all’inserimento in areeagricole, occorre prevedere -continua la Coldiretti - una verae propria valutazione agronomi-ca, oltre che territoriale, con loscopo di verificare la compatibi-lità con il sistema produttivo lo-cale e rispettare gli equilibri ne-cessari al mantenimento neltempo dell’attività agricola in ta-le area. Per quanto riguarda laproduzione di energia da bio-massa e da biogas, è necessario- sostiene la Coldiretti - individua-re criteri capaci di considerare leprestazioni ambientali degli im-pianti in un’ottica estesa di ciclodi vita, privilegiando, ad esem-pio, il concetto di filiera corta, diprovenienza e di tracciabilitàdella materia prima in base adaccordi quadro; la produzione dibiogas esclusivamente da refluizootecnici; la cogenerazione dabiomasse solide combustibili apiccola scala; le tecnologiecomplementari alla produzioneenergetica come, ad esempio,per quanto attiene alla produ-zione del biogas, l’abbattimentodei livelli di azoto nel digestato; iprocedimenti più efficienti e vir-tuosi, come l’uso a fini energeticidei sottoprodotti agricoli. Il prov-vedimento sulle rinnovabili nonconsente di costruire su terreniagricoli impianti fotovoltaici aterra di potenza superiore a unmegawatt. Inoltre la grandezzadegli impianti dovrà essere diret-tamente proporzionale alla su-perficie agricola posseduta, inmodo che non si possa utilizzarepiù del 10 per cento del terrenoa disposizione per sviluppare im-pianti fotovoltaici a terra.

Approvato il decreto legislativo sulle rinnovabili: per il solare al suolo le strutture dovranno essere proporzionate alle aree coinvolte

Bioenergie, serve più equilibrioColdiretti: valutare ogni situazione ed evitare di stravolgere il territorio e le produzioni agricole

Un importante stop al-le speculazioni dei gran-di impianti fotovoltaiciche sottraggono campifertili facendo impenna-re i prezzi per l’ acquistoe l’affitto dei terreni che,è bene ricordarlo, sonoun fattore di produzioneper le imprese agricole.E’ quanto afferma il pre-sidente della ColdirettiSergio Marini nell’espri-mere apprezzamentoper le modifiche appor-tate dal Ministro dellePolitiche Agricole Giancarlo Galan allo schema didecreto legislativo sulle fonti di energia rinnovabileche è stato approvato dall’ultimo Consiglio dei Mi-nistri. Il testo dello schema di decreto, senza com-promettere le nuove opportunità di reddito che ilfotovoltaico può offrire alle imprese agricole, pre-vede che - riferisce la Coldiretti - “Decorso un an-no dalla data di entrata in vigore” “per gli impiantifotovoltaici con moduli collocati a terra in areeagricole, l’accesso agli incentivi statali è consenti-to a condizione che ”a) la potenza nominale del-l’impianto non sia superiore a 1 MW; b) il rapportotra potenza nominale dell’impianto e la superficiedel terreno nella disponibilità del proponente nonsia superiore a 50 kW per ogni ettaro di terreno”.

Il Presidente Marini: bene lo stopalle speculazioni sul fotovoltaico

Oscar dell’agricoltura, al via le iscrizioni:Lombardia in corsa per l’edizione 2011

Al via le iscrizioni alla quintaedizione del Premio Oscar Gre-en, l’importante evento pro-mosso da Coldiretti Giovani Im-presa, per dare un giusto rico-noscimento alle giovani impre-se agricole italiane che hannoiniziato un percorso di innova-zione, ricerca e diversificazione,dando vita a realtà imprendito-riali che hanno accolto e rilan-ciato la sfida della globalizza-zione. Sarà possibile iscriversi alconcorso fino al prossimo 28febbraio 2011, provvedendo al-la compilazione dell’iscrizionesul sito web www.oscargreen.it

All’ultima edizione lombardadel premio hanno partecipato60 aziende di tutte le province ei riconoscimenti sono andati, fragli altri, a un allevatore e pro-duttore di formaggi di bufalacampana in pianura padana, aun floricoltore che ha fatto del-le orchidee un’attività a livellointernazionale in America edEuropa, a una creatrice di “sa-

lumi su misura” realizzati in basealle richieste del cliente e a ungiovane che ha salvato dal-l’estinzione il fagiolo borlotto ti-pico della Lombardia.All’Oscar Green 2011 possonoiscriversi tutti i soggetti della fi-liera agricola Made in Italy co-stituiti dagli agricoltori che nonsono risultati vincitori nelle ulti-me tre edizioni. Le sei categorie

di premi sono state concepiteper riconoscere maggiore pre-stigio a quelle attività che han-no consentito il raggiungimentodi obiettivi fondamentali per leimprese dei giovani agricoltori,obiettivi quali la multifunzionali-tà, la capacità di diversificazio-ne nonché la contes tua leestensione dell’ambito di azio-ne della propria attività non so-

lo al la real tà pret tamenteaziendale ma anche a quelladei consumatori, conquistan-done la fiducia attraverso lagaranzia dell’alta qualità deiprodotti.Le categorie sono: “Stile e cul-tura d’impresa”, “Sostieni lo svi-luppo”, “In-generation”, “Espor-tare il territorio”, “CampagnaAmica” ed “Oltre Filiera” perraccontare le storie di tutti gliimprenditori che hanno il co-raggio di rischiare e dare vitaad ”un’altra storia” quella del-l’Italia vera, delle imprese chefanno grande il nostro Paese.

Impianti finiti nel 2010,ecco le tariffe previste

Il Gestore dei servizi elettrici (Gse) ha reso noto che le tariffe incentivanti previsteper l’anno 2010 col Conto energia per il fotovoltaico saranno riconosciute a tutti i sog-getti che, entro il 31 dicembre 2010, abbiano concluso l’installazione dell’impianto fo-tovoltaico. “Molte saranno le imprese agricole che sfrutteranno questa opportunità -afferma il Presidente dell’Associazione le Fattorie del Sole-Coldiretti, Giorgio Piazza -.Di fatti, grazie al conto energia e al bonus del 5% per lo smaltimento dell’amianto,molte aziende stanno ammodernato le proprie stalle ma scontano gravissimi ritardiper la connessione dell’impianto alla rete elettrica nazionale”.Pertanto per le imprese che concluderanno i lavori entro il 31 dicembre 2010, è ne-cessario che entro la medesima data sia stata comunicata la fine dei lavori all’ammi-nistrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, al gestore di rete e al Gse e chel’entrata in esercizio non sia oltre il 30 giugno 2011 (Legge 13 agosto 2010, n. 129 c.d.“Salva Alcoa”). Il Gestore dei servizi elettrici ha predisposto al riguardo una procedu-ra operativa che dettaglia i requisiti necessari e le modalità per la presentazione del-le comunicazioni di fine lavori allo stesso Gse.L’invio di quest’ultime avverrà esclusivamente per via telematica attraverso una spe-cifica sezione del portale applicativo web, attualmente dedicato al conto energia,alla quale sarà possibile accedere nel periodo compreso tra il 1 dicembre 2010 e il 31dicembre 2010. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’Associazione leFattorie del Sole-Coldiretti, all’indirizzo di pagina internet Procedura per la gestionedelle comunicazioni di fine lavori degli impianti fotovoltaici.

Le aree nella fascia di pianura di San Colombano al Lambro fra Milano e Lodi dove si vuole realizzare un maxi impianto fotovoltaico a terra

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14 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010Previdenza

I coltivatori diretti coloni e mezzadrisono assicurati obbligatoriamente al-l’Inail, quindi sono tutelati non solo sesubiscono un infortunio sul lavoro, maanche se contraggono una malattia acausa e nell’esercizio del lavoro svoltoo dei materiali utilizzati (es. esposizionea sostanze dannose, rumore, ecc.).Le malattie professionali si differenzia-no dagli infortuni sul lavoro in quantosono originate da una causa lenta eprolungata nel tempo (es. il lento pro-cesso di assorbimento di sostanze tossi-che da parte dell’organismo), al con-trario dell’infortunio sul lavoro che si ca-ratterizza per una causa violenta e im-provvisa (es. una caduta dall’alto).Il riconoscimento della malattia profes-sionale comporta il conseguente in-dennizzo economico da parte del-l’Inail oltre all’erogazione delle neces-sarie cure mediche riabilitative. In ognicaso, per i coltivatori diretti le prestazio-ni economiche e sanitarie sono condi-zionate alla regolare iscrizione neglielenchi Inps e, per i titolari di azienda,anche al regolare versamento dellacontribuzione Inail, la cui riscossione èaffidata all’Inps, unitamente ai contri-buti previdenziali.Le malattie di origine professionale ri-conosciute dalla Legge in agricolturasono elencate in una apposita tabellae sono associate a una o più attività olavorazioni. Se la malattia denunciatarientra in questo elenco il lavoratore,per vedersi riconoscere il relativo in-dennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale unadelle attività che in base alla tabellaespongono al rischio di quella malat-tia.Rientrano ad esempio nell’elenco del-le malattie professionali in agricoltura:le malattie causate da esposizione asostanze dannose, quelle causate da

radiazioni solari, per le lavorazioni svol-te prevalentemente all’aperto; la sor-dità da rumore; l’ernia discale lombarecausata da lavorazioni svolte conmacchine che espongono a vibrazionitrasmesse al corpo intero: trattori, mieti-trebbia, vendemmiatrice semovente;malattie da sovraccarico degli arti su-periori: tendiniti e sindrome del tunnel

carpale, ecc.Sono comunque indennizzabili dal-l’Inail anche le malattie non presentinella tabella di Legge: in tal caso, pe-rò, il lavoratore deve dimostrarne l’ori-gine lavorativa, vale a dire che la ma-lattia si è verificata a causa e nell’eser-cizio del lavoro svolto.Data la complessità della materia e le

possibili ricadute per le aziende (appli-cazione della Rivalsa Inail) è necessa-rio che in caso di sospetta malattiaprofessionale gli interessati prendanocontatto tempestivamente con gli uffi-ci del patronato EPACA.Gli operatori forniranno tutta l’assisten-za necessaria, provvedendo in primoluogo ad inviare tempestivamente la

denuncia all’Inail, al fine di evitare laperdita dei benefici economici e of-frendo al contempo un servizio gratui-to di consulenza medico legale qualifi-cata.Per conoscere l’ufficio Epaca più vici-no si può telefonare al numero verde800.667711 o visitare il sito Internet ht-tp://www.epaca.it/.

Fra le patologie riconosciute anche quelle causate dall’esposizione a sostanze dannose o alle radiazioni del Sole

Malattie professionali, le tutelePrevisto l’indennizzo economico da parte dell’Inail e le necessarie cure mediche riabilitative

L’invito del Santo Padre è un inco-raggiamento per i quasi centomila gio-vani che hanno deciso di costruire il lo-ro futuro di lavoro nelle campagne do-ve rappresentano la componente piùdinamica ed innovativa del settoreagricolo, nonostante le difficoltà da af-frontare ogni giorno . E’ quanto ha af-fermato il delegato nazionale diColdiretti Giovani Impresa, Vittorio San-giorgio nell’esprimere apprezzamentoper le parole del Papa che nel corsodell’Angelus in occasione della giorna-ta del Ringraziamento ha sostenutoche «non pochi giovani hanno già scel-to questa strada, anche diversi laureatitornano a dedicarsi all’impresa agrico-la, sentendo di rispondere così non soloa un bisogno personale e familiare, maanche a un segno dei tempi, a unasensibilità concreta per il bene comu-ne». In Italia - sottolinea Sangiorgio - cisono quasi centomila giovani che han-no scelto di porsi alla guida di aziendeagricole che rappresentano la com-ponente più dinamica dell’agricolturaitaliana e rispetto al passato si segnalal’ingresso di giovani provenienti da fa-miglie, attività e studi extragricole inpercentuale maggiore. Secondo unaindagine della Coldiretti le aziendeagricole dei giovani possiedono, infatti,una superficie superiore di oltre il 54 percento alla media (9,4 ettari rispetto allamedia nazionale di 6,1), un fatturatopiù elevato del 75 per cento della me-dia (18.720 Euro rispetto alla media na-zionale di 10.680) e il 50 per cento di oc-cupati per azienda in più. Inoltre - conti-nua la Coldiretti - le giovani leve dellacampagna hanno una maggiore pro-

pensione al biologico (3,7 per centodelle aziende rispetto alla media nazio-nale di 2,1 per cento), ma incontranoqualche difficoltà nell’acquisto del ca-pitale terra che solo nel 54 per centodei casi è in proprietà rispetto al 74 percento della media nazionale. E ancora- osserva la Coldiretti – si vanno svilup-pando, proprio grazie all’impegno e al-l’azione dei giovani, i binomi agricoltu-ra-turismo e agricoltura-attività sociali,

con sempre nuove opportunità in con-tinua evoluzione. A frenare gli entusia-smi dei tanti giovani che vorrebberotrovare occasioni di lavoro in campa-gna ci sono i tanti ostacoli all’ingresso,al costo dei terreni al credito, ma an-che il peso della burocrazia: un giova-ne che vuole aprire un’impresa agrico-la o un agriturismo impiega oggi alme-no due anni e mezzo per farlo, a causadella burocrazia che limita di fatto -

precisa Sangiorgio - la libertà di impre-sa. Le pastoie burocratiche risultano es-sere uno degli ostacoli principali all’av-vio dell’attività agricola - concludeColdiretti - come evidenziato ancheda un’indagine Coldiretti-Swg dallaquale emerge che 4 giovani su dieci in-dicano le lungaggini nell’esame e nellapredisposizione di domande e docu-menti come il principale problema delsettore agricolo.

Supplementodi pensione

Tutti i lavoratori, se conti-nuano a lavorare dopo averpercepito la pensione pos-sono chiedere all’INPS il sup-plemento della pensione. Ilsupplemento s i presentacinque anni dopo la decor-renza della pensione o delprecedente supplemento.Una sola volta due anni do-po la data di compimentodell’età pensionabile ( 65anni uomo 60 anni donna ).Gli uffici della Coldiretti at-traverso il Patronato Epacasono a disposizione per lapresentazione delle doman-de in via telematica all’Isti-tuto e per la consulenza perla verifica del diritto al sup-plemento.

Infortunisul lavoro

Tutti gli infortuni sul lavoroche prevedano una progno-si superiore ai tre giorni devo-no essere denunciati entro48 ore all’inail ed all’autoritàdi pubblica sicurezza (ovepresente oppure sindaco delcomune in cui è avvenutol’infortunio ). La mancatadenuncia comporta sanzioniper l’azienda. il certificatomedico non è la denuncia.in caso di infortunio quindi ènecessario recarsi immedia-tamente presso gli uffici delpatronato Epaca o del laColdirett i per gli adempi-menti del caso.

PANORAMALe nuove leve dell’agricoltura hanno però maggiori difficoltà all’acquisto dei terreni per produrre

Centomila giovani nei campi per il futuro,il riconoscimento del Papa all’Angelus

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PrevidenzaNovembre ­ Dicembre 2010 Il Nuovo Grano ­ 15

Sono molti i coltivatori diretti che nelcorso della propria vita hanno svolto va-rie attività lavorative, anche con iscrizio-ne a enti previdenziali diversi. Oggi se-gnaliamo un’importante novità che in-teressa coloro che in passato hannosvolto un impiego pubblico con versa-mento di contributi all’Inpdap.L’Inpdap, l’istituto di previdenza chegestisce le pensioni dei dipendenti pub-blici, ha introdotto la possibilità – fino adoggi preclusa – di ottenere la liquidazio-ne della pensione anche da parte dicoloro che al momento del raggiungi-mento dei requisiti per la pensione nonsono più iscritti all’Inpdap, in quantohanno cessato il rapporto di impiegopubblico. Tecnicamente questo istitutoprende il nome di “Pensione differita”.A differenza di quanto già previsto per ilavoratori dipendenti e autonomi iscrittiall’Inps, per poter ottenere la liquidazio-ne della pensione da parte del-l’Inpdap, infatti, fino ad oggi era richie-sto non solo il raggiungimento dei requi-siti contributivi e/o di età utili per il dirittoa pensione, ma anche che il raggiungi-mento di tali requisiti avvenisse in co-stanza di svolgimento di un’attività lavo-rativa pubblica.In caso di soggetti non più dipendentipubblici al momento del pensionamen-to, tale vincolo si poteva aggirare, fino apoco tempo fa, trasferendo tali contri-buti gratuitamente all’Inps, in modo daavere una “pensione privata”. Tuttavia,tale possibilità è venuta meno dal 31 lu-glio scorso, a seguito dell’abrogazionedella Legge che la istitutiva, rendendoparticolarmente gravoso in questi casil’accesso alla pensione per coloro chein passato avevano lasciato un lavoropubblico per dedicarsi ad un’altra atti-vità lavorativa autonoma o dipenden-te nel settore privato, con conseguenteiscrizione ad altro ente previdenziale.Per consentire l’accesso a pensione an-che a questi soggetti senza necessità diun ingente esborso economico (ricon-giunzione onerosa) da parte loro,l’Inpdap ha introdotto la “Pensione dif-ferita”, chiarendo che erogherà la pen-sione di anzianità o vecchiaia, in pre-senza dei requisiti contributivi minimiprescritti, anche se l’interessato, al rag-giungimento del requisito anagraficominimo previsto dalla legge, non svolgaun’attività lavorativa che comportil’iscrizione all’Inpdap.Per la complessità della materia, racco-mandiamo a tutti coloro che hanno deicontributi versati in diverse gestioni pre-videnziali (Inpdap, Enasarco, Enpam,Enpals, Cassa Geometri, ecc.) di rivol-gersi al Patronato Epaca: gli operatoriforniranno gratuitamente tutta la con-sulenza necessaria per consentire di va-lutare la scelta più conveniente. Per co-noscere l’ufficio Epaca più vicino si puòtelefonare al numero verde 800.667711oppure visitare il sito Internet http://www.epaca.it/.

La manovra economica è ormailegge. Vediamo le novità di mag-giore rilievo all’interno della Finan-ziaria che interessano le pensioni deilavoratori autonomi (coltivatori di-retti, coloni e mezzadri, artigiani ecommercianti).Dal 2011 scattano le nuove decor-renze pensionistiche In primo luogo,è stato modificato, non solo per i la-voratori dipendenti, ma anche per ilavoratori autonomi, l’intervallo ditempo che intercorre tra la matura-zione dei requisiti richiesti per il dirittoa pensione e quello di effettiva de-correnza della pensione stessa (lecosiddette finestre di uscita). Attual-mente, le uscite previste per il pen-sionamento sono scadenzate nelcorso dell’anno e differenziate inbase alla tipologia della pensione

da liquidare (vecchiaia e anzianità).Dal 2011, sia per le pensioni di vec-chiaia che di anzianità, anche con40 anni di contributi, sarà previstaun’unica finestra di uscita. In parti-colare, per i lavoratori autonomi lapensione decorrerà trascorsi 18 mesidalla maturazione dei requisiti. Dal2011, anche le pensioni di vecchiaiae anzianità in totalizzazione (l’istitutoche consente di poter sommare iperiodi contributivi esistenti pressodue o più enti di previdenza, così daottenere un’unica pensione) saran-no liquidate decorsi 18 mesi dallamaturazione dei requisiti.Dal 2015 arriva l’età pensionabile infunzione dell’incremento dell’aspet-tativa di vitaLa nuova Legge ha, inoltre, introdot-to un nuovo sistema che comporta

la modifica, ma solo a decorreredall’anno 2015, degli attuali requisitidi età previsti per la pensione, chesaranno adeguati in base all’incre-mento dell’aspettativa di vita rileva-ta dall’Istat.In particolare, saranno passibili di re-visione, sia per i lavoratori dipenden-ti che autonomi:- l’età pensionabile di vecchiaia (65anni per gli uomini e di 60 anni per ledonne);- i requisiti di età per il pensionamen-to di anzianità. Questo vuol dire cheper le pensioni di anzianità, l’ade-guamento inciderà esclusivamentesull’attuale sistema delle “quote”date dalla somma di età anagrafi-ca + anzianità contributiva e soloper quanto riguarda il requisito del-l’età. Nessun adeguamento, quindi,

per le pensioni di anzianità liquidatecon 40 anni di contributi, indipen-dentemente dall’età.L’adeguamento riguarderà, invece,anche l’età di 65 anni per avere di-ritto all’assegno sociale.Nel 2015 tale aggiornamento nonpotrà superare, in ogni caso, i tremesi e non verrà comunque effet-tuato nel caso di diminuzione dellasperanza di vita. L’adeguamentosuccessivo scatterà, in deroga, nel2019 ed a regime poi con cadenzatriennale.Per maggiori informazioni racco-mandiamo a tutti gli interessati di ri-volgersi al Patronato Epaca. Per co-noscere l’ufficio Epaca più vicino, èpossibile telefonare al numero ver-de 800.667711 o visitare il sito Inter-net http://www.epaca.it/.

Fino a oggi questa opportunità era preclusa, gli specialisti dell’Epaca sono a disposizione per chiarimenti e servizi

Via libera alla pensione “differita”Possibile la liquidazione Inpdap anche per i coltivatori che hanno lavorato nel settore pubblico

Modificato l’intervallo di tempo tra la maturazione dei requisiti per la pensione e quello di effettiva decorrenza

Le nuove regole per i lavoratori autonomi

videnziali e assistenziali.Requisiti. Per ottenere il pagamentodell’importo aggiuntivo le condizionida rispettare sono due: la prima ri-guarda l’importo della pensione, l’al-tra il reddito complessivo del pensio-nato e del coniuge.Importo delle pensioni L’importoaggiuntivo è pagato in misura inte-ra se l’importo complessivo annuodelle pensioni è minore o uguale al-l’importo annuo del trattamento mi-nimo, che per il 2010 è – provvisoria-mente, in attesa dei valori definitivi –di 5.992,61 euro. Nel caso in cui l’im-porto complessivo delle pensioni siacompreso tra i 5.992,61 euro e i6.147,55 euro annui (somma deltrattamento minimo più l’importoaggiuntivo stesso), l’importo ag-giuntivo viene corrisposto in misuraridotta.I limiti di reddito I limiti di reddito da non

superare per ottenere il bonus differi-scono a seconda che il pensionato siao meno coniugato. In particolare, il bo-nus spetta ai pensionati che non supe-rano i seguenti redditi annui:- Pensiona-to solo: 8.988,92 euro. - Pensionato co-niugato: 17.977,83 euro.L’importo aggiuntivo non spetta se ilpensionato coniugato possiede red-diti propri superiori al limite previstoper il pensionato solo anche se il red-dito, cumulato con quello del coniu-ge, risulta essere inferiore al limite pre-visto per i soggetti coniugati; devonoessere rispettati, in pratica, entrambi ilimiti (personale e coniugale).I redditi da dichiarare sono quelli as-soggettabili all’Irpef percepiti dal tito-lare e dal coniuge per lo stesso annoin cui deve essere erogata la presta-zione; pertanto, in attesa della suc-cessiva verifica a consuntivo, l’impor-to aggiuntivo viene erogato dall’INPS

in via provvisoria con la tredicesimamensilità ovvero, in assenza di tredi-cesima, con l’ultima mensilità corri-sposta nell’anno.Oltre all’importo aggiuntivo in misuraprovvisoria per l’anno in corso, con larata di pensione di dicembre verràcorrisposto:- l’importo aggiuntivo perl’anno precedente, se spettante enon corrisposto;- il conguaglio diquanto erogato in misura provvisoriaper l’anno precedente se, sulla basedei redditi, risulta spettante un diversoimporto.Per avere maggiori informazioni rac-comandiamo a tutti gli interessati di ri-volgersi al Patronato Epaca: gli ope-ratori forniranno gratuitamente tuttal’assistenza necessaria.Per conoscere l’ufficio Epaca più vici-no è possibile telefonare al numeroverde 800.667711 o visitare il sito Inter-net http://www.epaca.it/.

Previdenza, il bonus di fine annoper chi ha l’integrazione al minimo

Bonus in arrivo per coloro che per-cepiscono la pensione integrata altrattamento minimo e hanno redditibassi. L’Inps ha reso noto che l’aumen-to, per l’anno in corso, sarà corrispostoai potenziali aventi diritto, risultanti ne-gli archivi dell’Istituto, in misura provvi-soria in attesa che l’Istituto proceda al-la verifica reddituale definitiva.Cosa è? E’ un importo aggiuntivo sul-la pensione, introdotto dalla Finanzia-ria del 2001, che viene corrisposto, diregola unitamente alla tredicesimamensilità, in presenza di particolaricondizioni reddituali, ai titolari di unao più pensioni il cui importo complessi-vo annuo non superi il trattamento mi-nimo.L’importo aggiuntivo non costituiscereddito e, pertanto, non è certificatonell’imponibile fiscale della pensionee non deve essere dichiarato per lacorresponsione delle prestazioni pre-

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16 - Il Nuovo Grano Novembre ­ Dicembre 2010

Auguridi

Buon Natalee

FeliceAnno Nuovo