CNT Magazine #5 - Maggio 2013

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MAGAZINE CNT Ad un passo dalla B La critica situazione del Genoa L’nter e l’Europa Il giusto mercato per ripuntare al Triplete Ambizioni giallorosse La nuova Roma tra mercato ed Europa Petkovic-Lazio Il futuro biancoceleste passa da quì anno I - n. 5 - mensile maggio 2013 WEMBLEY VESTE TEDESCO + INTERVISTA ESCLUSIVA Tifosi blucerchiati sull’ipotesi nuovo stadio

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CNT Magazine è online! Il quinto numero di questa nuova avventura, più ricco che mai! 56 pagine di novità ed esclusive: tutto sulla serie A ed i suoi protagonisti alla corsa scudetto, le emozioni della Champions League e dell’Europa League, il valzer di panchine che si annuncia a giugno, le vicende di mercato di Cavani e non solo. L’occhio alla Lega Pro, tutto sui campionati esteri e sugli altri sport, il ritorno in pista della Formula 1 e della Moto Gp e le nostre esclusive!

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MAGAZINECNT

Ad un passo dalla BLa critica situazione

del Genoa

L’nter e l’EuropaIl giusto mercato per ripuntare al Triplete

Ambizioni giallorosseLa nuova Roma tra mercato ed Europa

Petkovic-LazioIl futuro biancoceleste

passa da quì

anno I - n. 5 - mensile maggio 2013

WEMBLEYVESTE

TEDESCO

+INTERVISTA ESCLUSIVA Tifosi blucerchiati sull’ipotesi nuovo stadio

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anno I - n. 5 - mensile maggio 2013

editoreCalcio News Time - Magazinewww.calcionewstime.com

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redattoriClemente AgrestaLaura CanepaLuca CarbonaroFrancesco CavaDomenico ChiparoNicolò DesogosLoris FasielloFranco FrateloretoMattia GianniniMarco GiulianiLuigi IppolitoVittorio MasiMatteo MorettoAngelo PalladinoNicola RIgliacoLuca Strapazzon

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MAGAZINECNT

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EditorialeIl magazine visto con gli occhi di chi lo ha ideato e ne ha seguito lo sviluppo.

Eccoci nuovamente qui, con il 5° numero di CNT – Magazine, pronto a catturare la vostra attenzione e a dedicarvi un paio d’ore di sana lettura. Informazioni, interviste, editoriali e tanto altro: questo

è il succo, e non solo, del nostro prodotto, liberamente scaricabile online da tutti i nostri lettori e a dispo-sizione di tutti coloro che ne vogliono usufruire. Il mese scorso vi abbiamo invitato a scrivere ai nostri redattori, per sottoporre loro domande e curiosità circa i loro articoli: anche questo mese vi invitiamo a farlo, scrivendo una mail a: [email protected], indicando in oggetto il nome e cognome dell’autore a cui volete scrivere e ponendo la vostra domanda.

ANGELO PALLADINODirettore

Il Benvenuto del Direttore di Calcio News Time ai lettori: uno sguardo alla nuova offerta d’approfon-dimento calcistico ed un ringraziamento all’intera redazione.

Le domande più interessanti saranno riportate sul prossimo numero del magazine, con tanto di ris-posta del redattore a cui le avete indirizzate. Bene, che altro dire se non augurarvi una buona lettura e invitarvi a seguirci sul nostro sito Calcionewstime.com, alla nostra pagina facebook CalcioNewsTime e sul nostro profilo twitter CalcioNewstime!

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Sommario

Editoriali36 L’Italia dello spread anche nel ranking

Uefa

38 Balotelli: da uomo tabloid a trascinatore Milan

40 Tra svincolati e non, tutti i nomi di un mercato estivo infuocato

44 L’importanza di chiamarsi “Stadio”

04 Sommario

06 Champions League: uno sguardo alla finale di Wembley

14 Juventus: ad un passo dallo scudetto. Tutti i retroscena di un’annata da incorniciare

18 Napoli: il giusto mercato per rilanciarsi in Champions League

22 Milan: tra secondo e terzo posto, i preliminari vantaggio o svantaggio?

24 Genoa: ad un passo dalla B, ecco cosa deve fare la società per il prossimo anno

28 Inter: ad un passo dall’Europa. Il giusto mercato per risognare il Triplete

30 Roma: tra mercato ed Europa, le ambizioni giallorosse, ed il giusto progetto per tornare a vincere

32 Lazio: la giusta soluzione anche per il prossimo anno, Petkovic

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Sampdoria: intervista ai cittadini sull’ipotesi nuovo stadio

Che la Sampdoria abbia l’inten-zione di realizzare un nuovo sta-dio, ormai si sa da qualche anno e Genova su questo argomento si è sempre spaccata in due gruppi: chi è d’accordo e chi non lo è. Per gli abitanti, il capoluogo ligure, è bello perchè da un lato si ha la montag-na e dall’altro il mare; questa con-formazione, penalizza però le nuo-ve costruzioni come ad esempio lo stadio in questione e la sua even-tuale posizione nella città.

Lasciando da parte la fede calcis-tica, gli abitanti e i negozianti de-lla zona cosa pensano di questo progetto? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato al-cuni gestori di bar della zona della Foce e alcuni cittadini che abitano in essa.

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46 Formula 1: verso il Gran Premio di Spagna.

48 Moto GP: Honda e Yamaha, scontro tra titani

52 Tennis: ultima fermata in direzione Parigi, Internazionali d’Italia

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ChAMPIONS LEAGUEuno sguardo alla finale di wembley

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FRANCESCO CAVA

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tanto agognata “Coppa dei Campioni” non è stato così semplice per i due club tedeschi, essendosi scontrati proprio con le società che hanno fatto la storia di ques-ta competizione.

Partiamo dal Borussia Dortmund, la squadra di Klopp ha dovuto fronteggiare le prime e più ardue difficoltà nella fase a gironi, la sorte non parve essere dalla parte dei tedeschi in questa fase includendo nel gruppo Real Madrid, Ajax e Manchester City. Il carattere di questa grande squadre è trasparso già da queste prime par-tite, nonostante avesse di fronte a sè club titolatissimi e tra i migliori al mondo è riuscito a collezionare quat-tro vittorie e due pareggi senza essere mai sconfitta in questa fase, qualificandosi per gli ottavi di finale come testa di serie del proprio gruppo, sopra il Real di Mou-rinho. Nella fase ad eliminazione diretta il Borussia ha

L’antico sobborgo di Wembley, che ospiterà il 25 ma-ggio 2013 la finalissima di questa edizione di Cham-pions League, si colorerà completamente di nero, gia-llo e rosso, i colori della bandiera tedesca, nazione che ha saputo imporre il proprio dominio calcistico su tut-ti gli altri paesi, scrivendo un nuovo capitolo del calcio, riuscendo, dopo tanti anni ad accantonare i nomi dei grandi club spagnoli, facendoli a stento comparire ne-lla stesura di questa nuova pagina calcistica.

Borussia Dortmund e Bayern Monaco, questi i club che infiammeranno Wembley e l’intera città di Lon-dra; da una parte il Dortmund, il club inatteso che ha saputo farsi strada tra le grandi con classe, grinta e cuore, dall’altra il Bayern, che non ha più bisogno di presentazioni avendo ormai imposto un nuovo regi-me calcistico, una dittatura che ha ipnotizzato ogni suo avversario, fondata sul buon gioco, la velocità ed un organizzazione di squadra che è difficile da trovare in un qualsiasi altro club del mondo. Certo la strada per arrivare in finale e competere fino all’ultimo per la

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prima dovuto affrontare lo Shaktar agli ottavi, che non è riuscita però a creare troppi grattacapi ai tedeschi; successivamente il Malaga ai quarti, grande sorpresa di questa Champions League, gli spagnoli hanno infa-tti dimostrato un buon gioco e non hanno raggiunto le semifinali per pochissimo, per 120 secondi se vogliamo essere precisi, è stato quello infatti il tempo necessa-rio al Dortmund per infrangere i sogni del Malaga nella partita di ritorno dei quarti, dimostrando una grinta in-vidiabile riuscendo a sovvertire un risultato inequivoca-bile nei due minuti di recupero della partita passando dal 2 a 1, a favore degli spagnoli, al 3 a 2 in loro favore. Lo scoglio più grande pareva quindi essere per Klopp e i suoi la semifinale, ma ci avevano preso gusto, e anche se gli avversari sarebbero stati nuovamente gli spagnoli del Real Madrid non si sono arresi e hanno affrontato le due partite che compongono questa fase con un cinis-

mo inumano, riuscendo a ottenere un risultato più che positivo all’andata in casa propria, un secco 4 a 1 (non bastano neanche i due gol nella gara di ritorno al Real per la remuntada), sottolineando non solo la forza de-lla squadra, ma anche quella dei singoli, Robert Lewan-dowski ha infatti annientato da solo il Real segnando tutti i quattro gol, involandosi sempre più verso il titolo di capocannoniere di questa edizione di Champions, per non parlare poi di Gotze e Reus che hanno im-presso in ogni partita di questa competizione un loro marchio indelebile. Ed è con questi giocatori che Klopp spera di sbancare Wembley, di portare a casa la coppa dalle grandi orecchie, di poter riscattare se stesso e il proprio club contro un Bayern che non ha lasciato, in campionato, spazio a nessun altro.

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Il Bayern Monaco ha dovuto anch’egli superare impervi ostacoli per raggiungere questa finale, ed è sicuramen-te più che intenzionato a non interrompere la striscia positiva di vittorie proprio a Wembley contro i conna-zionali del Borussia. Meno difficile rispetto a quello de-gli avversari è stato il girone della squadra di Heynckes che ha dovuto fronteggiare Bate Borisov, Lille e Valen-cia, uscendo, proprio come il Dortmund, testa di serie del girone. I grattacapi sono arrivati per il Bayern agli ottavi di finale, dove i tedeschi hanno dovuto affronta-re l’Arsenal, indiscusso talento del calcio inglese. No-nostante il risultato positivo dell’andata, che vedeva i tedeschi vincere per 3 a 1 in casa degli inglesi, la gara di ritorno ha mostrato un lato più umano del Bayern che ha sofferto un po di stanchezza, di pressione, sicura-mente anche il gioco dell’ Arsenal perdendo per 2 a 0 in casa propria ma qualificandosi lo stesso ai quarti grazie

alla regola dei gol fuori casa. Questo nuovo lato svelato contro gli inglesi aveva fatto ben sperare i successivi avversari, la Juventus in primis, caricando la squadra di Torino conscia di poter ottenere un buon risultato, delle sue potenzialità già dimostrate in campionato, e inoltre veniva da un ottavo di finale, contro il Celtic, che aveva dato fiducia agli uomini di Conte. Il Bayern è però riuscito a dimostrare ancora una volta la sua supremazia con due risultati secchi, 2 a 0 all’andata e lo stesso al ritorno, demolendo il sogno italiano e per-seguendo il suo. Si giunge così alla partita più impor-tante, si è ad un passo dalla finale e si deve giocare contro la squadra più forte del mondo, il Barcellona. Heynckes è riuscito però a spodestare anche loro, li ha costretti a togliere scettro e corona e consegnarglieli definitivamente, riuscendo a vincere in casa per 4 a 0 e al Camp Nou per 3 a 0, un Barcellona sicuramente

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privo di Messi, ma si sa che una squadra di questi livelli non può contare su un singolo nonostante pallone d’oro da quattro anni consecutivamente, che sia la fine di un ciclo che aveva visto il Barcellona sul tetto del mondo cal-cistico ?

Comunque si sviluppi questa finale sarà una delle più spettacolari degli ultimi anni, due squadre che si conos-cono bene, una partita giocata tra desiderio di rivalsa e di vittoria, permeata di campioni, insomma una finale tutta da seguire quella dello Wembley Stadium.

Vuoi porre una domanda all’ [email protected]

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FRANCESCO CAVA

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Borussia Dortmund- Bayern Monaco: finale di Champions League 2012-2013, in programma a Wembley il 25 Maggio.

In chiaro sulla rete Mediaset (canale 5) o disponibile per gli abbonati Sky e Premium

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LA TUAPASSIONE

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LA NOSTRA

SFIDA

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ChI E’ L’ANTIJUVE? - (Agosto 2012) La squadra di Antonio Conte vince a Pechino la “Supercoppa”contro il Napoli e parte favorita per la riconquista dello Scudet-to. C’è un solo dubbio: “Ci sarà una squadra in grado di

ostacolare il cammino della Juve?”

Inizia il campionato e la Juventus propone nuova-mente quanto mostrato l’anno scorso, una squadra

ad un passo dalloSCUDETTOTutti i retroscena di un annata da incorniciare.

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imbattibile capace di fare possesso palla e di andare a segno anche con i centrocampisti ed i difensori. L’unica squadra a tenere il passo di quella di Conte è il Napo-li di Mazzarri che, vincendo 3 a 0 nello scontro diret-to contro la Lazio, riesce a riportarsi a pari punti con i bianconeri, fermati in casa da un’ottima Fiorentina, gui-data da Vincenzo Montella. Gli azzurri tengono il passo della Vecchia Signora in attesa del match valido per il primo posto, Juventus – Napoli del 20 Ottobre, match che vince la Juventus, grazie alle reti di Martin Caceres e di Paul Pogba. La supremazia dei campioni d’Italia con-tinua, ma il 3 Novembre, dopo quasi un anno e mezzo di imbattibilità, la squadra del tecnico leccese (squalifi-cato dal Giudice sportivo e quindi costretto ad assistere alle partite dalla tribuna) esce sconfitta dallo Juventus Stadium, battuta per 3 a 1 dai rivali dell’Inter. A questo punto il titolo di “antijuve” passa dal Napoli all’Inter, che esce, per così dire, “maledetto” per la vittoria contro i bianconeri: da questo 3 a 1, infatti il percorso dei neraz-zurri di Stramaccioni sarà tortuoso e pieno di ostacoli e delusioni nel loro cammino verso la Champions League.

Il 25 del mese di Novembre la Juventus viene sconfit-ta dall’altra squadra di Milano, il Milan di Massimiliano Allegri: l’“antijuve” ora potrebbe essere una tra Lazio e Napoli, le due squadre più vicine in classifica ai torine-si. Per la gara di Palermo torna in panchina, sostituito sino a quel momento per squalifica dal vice Alessio, Antonio Conte, il vero leader dei bianconeri: tra “Tim Cup” e “UEFA Champions League” la squadra del lec-cese sembra sempre più indirizzata verso la conquista dello Scudetto, grazie anche a due reparti, difesa e cen-trocampo, a cui non manca davvero niente per lottare, ad alti livelli, sia in Italia che in Europa. La vera “an-tijuve” sembra essere sempre più la Juventus stessa, unica, in grado di ostacolare il proprio percorso …

IL “BUIO” DI GENNAIO E LA VOLATA VERSO LO SCUDETTO - (Gennaio 2013) La Juventus esce nuova-mente sconfitta dal suo Stadium, questa volta battuta in rimonta e in inferiorità numerica dalla Sampdoria del neotecnico Delio Rossi. “Non deve succedere più!” dice Conte, ma in quattro partite disputate i bianconeri

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LORIS FASIELLO

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rimediano appena 5 punti - pareggiando contro Par-ma e Genoa e vincendo contro l’Udinese -, pochi per una squadra che punta a vincere il campionato. A fine gennaio, inoltre, i campioni d’Italia vengono eliminati in semifinale di Coppa Italia da una buona Lazio, capace di uscire imbattuta tra andata e ritorno.

Persa la coppa nazionale, testa al campionato ed al sogno Champions: la Juventus vuole riconfermarsi in Italia e andare il più avanti possibile in Europa, per tornare ad essere una delle grandi del calcio moderno. Se non si considera la sconfitta contro la Roma, “rige-nerata” dal vice di Zeman, Andreazzoli, il cammino dei bianconeri da febbraio ad oggi è stato perfetto: si vince con le piccole, si vince a Torino contro la Fiorentina, si pareggia a Napoli – mantenendo il distacco sugli azzu-rri di Mazzarri -, si vince a Milano contro l’Inter, a Roma contro la Lazio e, infine, nuovamente a Torino contro il Milan.

A 5 giornate dalla fine, con un vantaggio di +11 sul Napoli e di +18 sul Milan lo Scudetto sembra sempre più vicino e lo si potrebbe festeggiare già a Torino, nel derby contro i cugini del Torino allenato da Ventura, se i napoletani dovessero essere sconfitti dal Pescara, ul-tima in classifica e con un piede già in b.

Non ci sono rimpianti dopo un’annata di questo calibro: la Juventus si è dimostrata più forte e intelligente di quella vista l’anno scorso, riuscendo a vincere partite che prima si sarebbero pareggiate o perse; il turnover risulta sempre efficace ed utile per fare rifiatare i gioca-tori più importanti per le partite più importanti, grazie ad un’ottima rosa, in cui si sono integrati tutti ed in cui le riserve riescono a sostituire efficacemente i titolari; la Vecchia Signora ora può vantare in rosa un giovane fuoriclasse come Paul Pogba, appena 20 enne e gioca-tore di grande prospettiva; infine, la squadra di Conte è riuscita a ben figurare anche in Europa, conferman-dosi tra le prime 8 della competizione ed uscendo, in-

fine, contro il Bayern Monaco, superiore sia sul piano economico che sul piano tattico rispetto alla Juve, che, come ricorda spesso Antonio Conte, partecipava per il primo anno alla Champions, dopo essere tornata al vertice solo lo scorso anno, dopo due settimi “deluden-ti” posti.

L’ANNO DEL TRIPLETE? - Ad agosto la Juventus era partita con un solo obiettivo: fare bene ed andare il più avanti possibile in tutte le competizioni. Missione pos-sibile per la squadra di Antonio Conte che, dopo il mer-cato estivo, risulta essere ben allestita per giocarsela alla pari con tutti sui tre fronti, Campionato – Coppa Italia e Champions League.

In Campionato i bianconeri riconfermano la loro su-premazia e, escluso qualche momento di vulnerabilità, riescono a consolidare, senza troppi problemi, il primo posto in classifica.

In “Tim Cup” la Juventus parte bene vincendo dappri-ma, usufruendo del turnover, per 1 a 0 contro il Cagliari e successivamente contro il Milan ai quarti di finale per 2 a 1, dopo i tempi supplementari; infine, in semifinale, dopo il pari di Torino e la sconfitta di Roma, i bianconeri escono, anche per merito dello sfortuna, contro la La-zio che, il prossimo 26 Maggio, si giocherà la finale nel derby contro la Roma.

In “UEFA Champions League”, invece, la squadra di Conte, nella fase a gruppi, parte lenta, inconscia dei propri mezzi: i campioni d’Italia ottengono solo 3 punti nelle 3 partite d’andata del girone, pareggiando rispet-tivamente 2 a 2 a Stamford Bridge contro il Chelsea, 1

JuvEntus

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a 1 allo Juventus Stadium contro lo Shakhtar Donetsk e 1 a 1 contro i danesi del Nordsjaelland; ma, dopo le prime tre partite d’andata, la Juventus scopre il suo va-lore europeo trionfando in tutte e 3 le gare di ritorno del girone, vincendo a Torino per 4 a 0 contro i danesi e per 3 a 0 contro i “Blues” di Di Matteo ed, infine, vincendo alla Donbass Arena per 1 a 0 contro la squadra di Lu-cescu, ottenendo così il primato nel girone. Avversaria della Vecchia Signora per il turno degli ottavi di finale è il Celtic, Campione di Scozia, squadra poco attrezzata per ostacolare la Juventus che, con meno difficoltà del previsto, vince 3 a 0 al Celtic Park e 2 a 0 allo Juventus Stadium. Ai quarti di finale arriva il momento per la Juve di affrontare il Bayern Monaco, vice campione d’Europa. I bavaresi, favoriti sulla carta, passano senza molti pro-blemi il turno vincendo 2 a 0 sia all’Allianz Arena sia allo Juventus Stadium. E’ la fine del sogno europeo per la squadra di Conte che, per gioco e risultati, ha meritato di arrivare ai quarti di una competizione, a cui non par-

tecipava da anni.

COMMENTO - Considerando che la Juventus fino a 2 stagioni fa arrivava settima e che non era, per gioco, una “squadra”, quello che ha costruito Antonio Conte in meno di due stagioni è grandioso. Egli ha formato un team capace di dominare in campionato e di impo-rre la sua superiorità in Italia, inferiore in Europa solo a Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Real Madrid e Barcellona. La Vecchia Signora non ha da invidiare nu-lla alle “Big” d’Europa se non il reparto offensivo, perché Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah e Marchisio sono tutti ottimi giocatori che, con uno o due attaccanti capaci di seg-nare con continuità, formerebbero una Juventus non solo in formato Scudetto, ma anche in formato Cham-pions! Vuoi porre una domanda all’ [email protected]

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il giusto mercato per rilanciarsi inChAMPIONS

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ANGELO PALLADINO

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A meno di clamorosi ribaltoni dell’ultima giornata, il Napoli affronterà la prossima Champions League. In chiave europea, i tifosi azzurri si aspettano sicuramen-te qualcosa in più rispetto agli anni passati: il tempo del ritorno in Champions è passato due anni fa, quan-do il Chelsea, poi campione d’Europa, buttò fuori con una clamorosa rimonta gli azzurri dalla competizione. La deludente prestazione del Napoli in Europa Lea-gue di quest’anno fa molto riflettere su quanto questa squadra possa essere competitiva in ambito interna-zionale. Rivedendo alcuni match della stagione che si sta per concludere, salta subito all’occhio l’esigenza del Napoli di trovare dei giocatori di qualità che possano garantire alte prestazioni sia in Italia che in Europa.

Le soluzioni adottate da Bigon durante il mercato es-tivo non hanno soddisfatto Mazzarri ed i tifosi che, durante il prossimo mercato estivo, si aspettano un

napoli

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CENTROCAMPO - L’assenza di un regista di ruolo si sente eccome. Il Napoli dipende principalmente dalle ripartenze di Marek Hamsik e dai contropiedi innescati da Dzemaili e Inler che, tuttavia, non sempre riescono a dare il cento per cento. La soluzione ideale sarebbe anche qui una giovane promessa. Il più ambito in tal senso è Verratti, attualmente al PSG: strapparlo alla compagine francese sarà quasi impossibile, ma ten-tar non nuoce. Servirà comunque un notevole investi-mento economico per poter soltanto tentare l’assalto al giovane talento italiano, strappato alle grinfie del Pescara proprio dai francesi nello scorso mercato es-tivo.

ATTACCANTI - La possibile partenza di Cavani mette in discussione l’intero reparto. Qualora il Matador do-vesse andar via, sarà necessario trovare un rimpiazzo di talento, capace di garantire quantomeno venti gol a stagione. In quest’ottica, Pablo Osvaldo potrebbe rappresentare una soluzione importante, seppur l’at-taccante della Roma non abbia mostrato segni di con-tinuità, anche a causa di alcuni infortuni che lo hanno tenuto lontano dai campi di gioco. Se Cavani dovesse andare al City, potrebbe arrivare a Napoli uno tra Dze-ko e Aguero, due ottime soluzioni in chiave europea. Insigne rappresenta senza ombra di dubbio il futuro del Napoli: nella prossima stagione dovrà diventare giocatore titolare e inamovibile, con Pandev relegato al ruolo di sostituto del giovane partenopeo.

rinnovamento generale della squadra che, quest’anno più che mai, nonostante il secondo piazzamento, ha di-mostrato tutti i suoi limiti. Andiamo così ad evidenziare, reparto per reparto, la situazione degli azzurri.

PORTIERI - Morgan De Sanctis è arrivato oramai al li-mite. Non più in grado di affrontare ad alti livelli il cam-pionato italiano, risulta inadeguato in ambito europeo. L’alternativa Rosati ha più volte dimostrato di essere un rimpiazzo tutt’altro che favorevole, incassando gol a ripetizione. Sperare di trovare un portiere eccellente a prezzo ridotto è quasi un’utopia: il Napoli deve dun-que spingere su di un rimpiazzo di qualità, che possa garantire al Napoli il tempo necessario per far crescere una giovane promessa. Consigli dell’Atalanta potrebbe essere, in quest’ambito, un ottimo sostituto di De Sanc-tis, con l’attuale portiere azzurro relegato al ruolo di se-condo portiere e rimpiazzo nelle partite di Coppa Italia.

DIFENSORI - La linea difensiva del Napoli, seppur ri-sulti la seconda difesa del campionato, ha più volte evidenziato numerose mancanze creando non pochi problemi all’estremo difensore. Urge anche qui un rin-novamento: Rolando non ha convinto Mazzarri e per questo non sarà quasi certamente riscattato. Bisogna affidarsi anche qui a giovani di prospettiva e talento come Angelo Ogbonna, attuale difensore del Torino e ambito da numerosi club italiani ed esteri. Un difensore di qualità e di esperienza servirà comunque a questo Napoli, soprattutto in ambito europeo. Qui la situazione si fa più complessa, poiché sarà necessario un investi-mento non da poco per strappare uno o due giocatori alle altre squadre.

napoli

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Milan

?

tra secondo e terzo posto.

Dal possibile passaggio ai quarti di Champions ed il secondo posto, alla lotta

per proteggere l’attuale terzo. La situazione attuale del Milan

i preliminari: vataggio o svantaggio

La squadra è giovane, commette errori, ma merita di raggiungere il traguardo Champions! I numeri del bilancio del Milan danno sostanze alle mie parole ed al mio lavoro

In una settimana il Milan ha dovuto ridimensionare altamente i propri sogni di “rimonta”: dalla sfida ca-salinga giocata contro il Napoli di Mazzarri, all’ultimo match andato in scena allo Juventus Stadium, il divario dalla seconda è aumentato di ben tre punti(ora Napoli a più 7 a cinque giornate dal termine). Il dato davvero preoccupante è però un altro: la Fiorentina, quarta, ora dista soltanto 1 misero punticino. E per come stanno giocando i Viola c’è da avere più di una preoccupazione.

I ragazzi di Allegri hanno disputato un girone di ritor-no stratosferico, al di sopra di ogni aspettativa. Da Mi-lan-Juventus a Juventus-Milan, il Diavolo ha collezio-nato 42 punti complessivi, ben 2 in più della stessa capolista. Dati che valorizzano il lavoro del Conte Max, tanto criticato ad inizio stagione. Certo, il gioco s’è visto a sprazzi ma bisogna ricordarsi quanto il Diavolo si sia dovuto adattare alle necessità, cambiando pelle: ceduti i campioni, largo ai giovani. I frutti si sono visti: El Sha-arawy e De Sciglio, tanto per dirne due, sono letteral-mente sbocciati ed ora più che mai rappresentano il futuro del Club.

Era difficile mantenere il ritmo da scudetto avuto ne-lle venti giornate precedenti alla sfida contro il Napoli, un calo fisiologico se lo aspettavano tutti. Fisicamente in primis, mentalmente poi. La squadra però non può

farsi sfuggire l’obiettivo, vitale, della qualificazione in Champions.

Berlusconi ha lanciato l’allarme: Niente Champions? ‘Spero proprio di no, sarei preoccupatissimo’. Il Presi-dentissimo ha ragione perchè il progetto del Diavolo ha bisogno di quegli incassi per poter fare il salto di qualità. Introiti fondamentali sia in vista della campag-na acquisti estiva sia del pareggio di bilancio. I conti in positivo sono diventati una priorità a Milanello. Gallia-ni ha rincarato la dose: “Se arriveremo terzi sarà una stagione positiva...”. Mancare l’obiettivo significhereb-be fallimento totale e possibile messa in discussione proprio dell’allenatore.

Terzo posto si, una priorità assoluta. Poco importa che si debba affrontare i preliminari ad Agosto, poco importa iniziare la preparazione estiva molto prima rischiando di sfasare i ritmi atletici nel corso del cam-pionato: la Coppa dalle grandi orecchie viene prima di tutto.

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MilanAUTORE

MATTEO MORETTO

La squadra è giovane, commette errori, ma merita di raggiungere il traguardo Champions! I numeri del bilancio del Milan danno sostanze alle mie parole ed al mio lavoro

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“Il Milan fuori dalla Champions? Spero proprio di no, altrimenti

sarei preoccupatissimo. Non mi accontento del terzo posto in

Italia, si può arrivare ancora più avanti”

“Se riusciremo ad arrivare terzi, la società considererà la stagione positiva, viste anche

le partenze eccellenti della scorsa estate, e non parlo solo di

Thiago silva ed Ibrahimovic”

“Il presidente Berlusconi puo’ dire quello che

vuole. Allegri e’ un grande allenatore, spero

resti con noi il piu’ possibile. E spero che

andremo in Champions”

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ad un passo dallaSERIE B

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AUTORELAURA CANEPA

Grifoni in crisi, una storia che si ripete: già l’anno scorso il Genoa dovette affrontare una stagione pessima sotto tu-tti i punti di vista. Una serie di allenatori si sedettero sulla panchina rossoblu con pochi successi e performance de-cisamente insufficienti; da Malesani a Marino, poi ancora Malesani ed infine De Canio che dovette risollevare il mo-rale dei giocatori dopo il famoso 1-4 contro il Siena in casa. Partita divenuta fin troppo famosa. La salvezza arrivò, ma le prestazioni furono pessime incorniciando diversi record negativi, tra cui quello della squadra più “bucata” del cam-pionato.

La stagione 2012-2013 cominciò proprio con Gigi De Canio che ripartendo dalla brutta annata appena passata cercò di creare un gruppo, ma qualcosa non funzionò ed i risulta-ti furono piuttosto mediocri: 2 vittorie con Cagliari e Lazio, 3 pareggi e 3 sconfitte. (9 punti in 8 partite)

L’ultima sconfitta in casa contro la Roma (2-4) siglò l’eso-nero di De Canio e l’arrivo di Delneri che riuscì a sorpren-dere tutti facendo pure peggio del collega: 2 vittorie con Atalanta e Bologna, 2 pareggi e 9 sconfitte. (8 punti in 13 partite)

A fine gennaio tornò Ballardini che, in passato, fece già molto bene ai rossoblu. Cominciò con un bel pareggio in casa Juve e continuò con ottimi risultati; poi arrivarono Roma, Milan, Fiorentina, Napoli ed i Grifoni entrarono in crisi nera. La carica che aveva dato mister Ballardini a tut-ta la squadra sembrò essersi di colpo esaurita per far pos-to alla paura.

La società ammette di aver fatto degli errori e di aver cer-cato di correggerli a Gennaio; ma, seppur qualcosa sia mi-gliorato, gli errori stanno letteralmente travolgendo il Ge-noa nel baratro della B.

Il presidente Enrico Preziosi, in una recente intervista, dis-se: “Ci salveremo sicuramente, il calendario e’ dalla nostra parte. Certo che, se continuiamo a pareggiare e perdere..”.

L’allenatore Davide Ballardini non sembra più fiducioso: “Ora è sempre più difficile, dobbiamo vincere almeno tre partite. Ma questa è una squadra che non sa più farlo”.

La società ligure non fa progetti per la prossima stagione

GEnoa

Nel luglio 2003 Preziosi acquista il Genoa, appena retrocesso in Serie C1, puntando ad una ricostruzi-one che portasse ad un rilancio a brevissimo termine. Inaspettata-mente, però, la società genovese in agosto veniva ripescata in serie B a causa di uno stravolgimento gi-udiziario innescato dal Catania che, a forza di sentenze e ricorsi, aveva costretto la riorganizzazione del campionato di Serie B bloccando le retrocessioni.

Dopo una stagione (2003-04) di transizione, il Genoa si classifica al 1º posto nel campionato cadetto 2004-05. l declassamento all’ultimo posto dovuto all’illecito sportivo commesso nell’ultima giornata trasforma quello che doveva es-sere il ritorno del Genoa nella mas-sima serie dopo dieci anni in una retrocessione in Serie C1. La soci-età dovrà anche scontare 3 punti di penalizzazione nel campionato successivo.

Nel 2006-07 La prima squadra, affi-data a Gian Piero Gasperini, centra la promozione in serie A al primo tentativo, chiudendo il torneo ca-detto al 3º posto dietro Juventus e Napoli (col quale festeggia la promozione nello scontro diretto dell’ultima giornata) ed evitando i playoff grazie ai 10 punti di vantag-gio sulla quarta in classifica.

Gestione Preziosi e risalita in serie A

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visto che tutto dipende dalla salvezza o meno del Gri-fone. E’ ovvio che in caso di retrocessione il progetto sarà diverso da quello in caso di salvezza.

Si rimanda quindi tutto a Maggio; tirate le somme si potrà poi riunirsi a tavolino e mettere in piedi un proge-tto che abbia la possibilità di far crescere un Genoa che fino a qualche anno fa sembrava aver preso la strada giusta e che oggi si ritrova a dover ricominciare tutto da capo.

Ogni anno la società ligure ha sempre investito molto nel calciomercato creando ogni anno un gruppo diffe-rente; così facendo ogni stagione bisognava lavorare sul gruppo, sullo spogliatoio, etc.

Se il presidente avesse fatto solo qualche acquisto mi-rato, tenuto alcuni innesti fatti negli anni precedenti e dato maggior valore ai suoi collaboratori, forse adesso il Genoa non si troverebbe in questa situazione.

Le parole del direttore di Tuttomercatoweb, Michele Criscitiello, rappresentano il pensiero di molti: “Il pro-blema del Genoa è il Presidente che ha delle ottime in-tuizioni ma poi sbaglia tutto quando vuole, per forza, dimostrare di saper fare”.

Lo stesso Preziosi si addossa le colpe degli errori fat-ti: “Abbiamo fatto troppa confusione e questo si paga. Sono il primo responsabile di questo“.

“la serie B sarebbe una mortificazione per la città, ma bisognerebbe accettarla altrimenti lo sport non sareb-be più sport. Noi continuiamo a sperare nella salvezza e sono convinto che ci salveremo perché abbiamo le qualità morali e tecniche. Siamo quelli di un mese e mezzo fa, ma ci siamo trovati di fronte squadre molto importanti”.

“Non rifarei tutte le mie cavolate. Uno dei motivi è aver fatto giocare 35 giocatori diversi, forse ci vuole più ar-monia. Certamente un tourbillon così non aiuta. An-che l’anno scorso l’avevo detto, e poi ci sono ricaduto”.

Dopo due pessime stagioni, si suppone che il presiden-te abbia capito cosa deve fare per rilanciare il Genoa; se così non fosse mi sembra opportuno dargli qualche suggerimento:

- NON vendere calciatori “preziosi” alle milanesi che riescono a vincere anche senza che le andiamo a fa-vorire.

- NON cambiare rosa ogni stagione; occorrono pochi acquisti mirati che rafforzino un gruppo già esistente.

- NON cambiare continuamente allenatore, ma cercare di dare una certa continuità e credibilità alla squadra.

Attualmente la situazione in classifica vede il Genoa, il Palermo ed il Siena a maggior rischio retrocessione e sotto il Pescara già dato per spacciato.

GEnoa

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Il Genoa è favorito perché in calendario ha tutte partite alla portata rispetto a quelle già disputate.

Il Siena, invece, dovrà affrontare in questo finale di cam-pionato tutte squadre maggiormente in forma come la Fiorentina, il Milan ed il Napoli.

Anche il Palermo ha qualche match piuttosto difficile come per esempio quello con la Juventus capolista.

Seppur favorito il Genoa si trova adesso ad un passo dalla B e non sembra aver trovato ancora la giusta ra-bbia, l’unica reazione che salverebbe il Grifone da una sicura retrocessione.

GEnoa

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DA

TuTTo

rIfArE

intEr

Un po’ per allontanare le delusioni di quest’anno e un po’ per pensare a un futuro che si spera più roseo, l’In-ter ha cominciato a lavorare per la prossima stagione. Arrivata la conferma di Stramaccioni si lavora per rida-re slancio al progetto tecnico avviato la scorsa estate. I primi obiettivo sono quelli mancati l’anno scorso: es-

terni alti in grado di saltare l’uomo e un terzino destro.

L’obiettivo è puntare su giocatori giovani con un basso stipendio e abbastanza facili da raggiungere perché i soldi scarseggiano ed è difficile fare pazzie. Alcuni sono già dati per fatti come Ruben Botta, Marco Andreo-

lli, Hugo Campagnaro e Mauro Icardi. Soprattutto quest’ultimo è molto atteso a Milano dove avrà Mi-lito ad insegnarli i trucchi del mestiere.

Chiaramente questi acquisti non saranno sufficienti a rilanciare una squadra che deve essere migliorata in più di qualche reparto. In questa stagione molti giocatori hanno deluso mentre altri formeranno si-curamente l’ossatura di base per l’anno che verrà. Handanovic, Ranocchia, Juan Jesus, Kovacic, Guarin, Palacio saranno i confermati e su di loro verrà edifi-cata la nuova Inter; il resto si vedrà.

Uno dei nomi caldi per l’attacco è Sanchez, il cile-no ex Udinese, disposto a tornare volentieri in Italia. Il costo del cartellino è molto elevato per cui sarà difficile per l’Inter strapparlo ai blaugrana ma un tentativo va fatto. Già l’anno scorso si sono persi Lavezzi e Lucas due che avrebbero potuto cambiare l’andamento della stagione, meglio evitare altri bu-chi questa estate.

Con Zanetti ormai agli sgoccioli della carriera e con Jonathan che non dà le sicurezze giuste, l’urgenza sarà un terzino destro. Si è parlato molto di Jung ma il giovane tedesco ha rinnovato da poco con l’Ein-tracht ed è difficile si possa muovere in estate. Un nome gettonato è Van der Wiel del PSG, dato in par-

ad un passo dall’EUROPAIl giusto mercato per puntare nuovamente al Triplete

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tenza dalla Francia, o Montoya del Barcellona.

Comunque vada il mercato in entrata saranno da va-lutare alcuni giocatori della rosa attuale. Alvarez sta vivendo un buon finale di stagione ma merita un’altra chance? Schelotto e Rocchi saranno tenuti oppure era-no solo di passaggio? Giovani come Benassi, Obi, Dun-can, Longo, Livaja e altri meritano di essere lanciati con convinzione oppure sono da scartare?

Molte risposte attendono l’ambiente interista nelle prossime settimana e il lavoro è appena iniziato. In tutto ciò cade l’incertezza del futuro di Branca dato in possibile partenza visto i gravi errori nelle ultime campagne di mercato. Basterà la sua testa per poter puntare nuovamente al Triplete? Probabilmente ser-virà qualcosa di più ma è meglio mettersi in cammino velocemente se non si vogliono aspettare altri 20 anni prima di tornare a vincere.

AUTORELUCA STRAPAZZON

intEr

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roMa

traMERCATO edEUROPA

Le ambizioni giallorosse ed il giusto progetto per tornare a vincere

In 3 per una panchina: Allegri, Mazzarri ed Andreazzoli

Missione: ritorno in Europa. Questo è l’imperativo in casa giallorossa alla luce della buona risalita in clas-sifica in campionato e della qualificazione in finale di Coppa Italia. Tornare in Europa, anche se non dalla porta principale ma da quella dell’Europa League, è un punto imprescindibile per il futuro della nuova Roma a stelle e strisce. Un altro flop non è ammesso, gli ame-ricani puntano forte sul marchio e la visibilità europea garantisce numerosi introiti. Dopo il primo anno piut-tosto deludente, e buona parte di questo secondo, la Roma deve dare una svolta al suo progetto. La società, in questo senso, ha stretto accordi con le multinazio-nali Nike e Wolkswagen, ora tocca alla squadra portare i risultati anche sul campo.

Ma a chi affidare questo progetto? Dopo i fallimenti di Luis Enrique e Zeman, Andreazzoli sembra aver ripor-tato serenità e competitività nell’ambiente giallorosso. In molti spingono per una sua conferma, alcuni sena-tori come Totti e De Rossi in primis, ma l’ufficialità si saprà solo a maggio, prima della finale contro la Lazio come ha precisato Sabatini. I nomi che circolano sono

tanti: da Allegri a Mazzarri, da Pellegrini a Blanc, tutte ipotesi suggestive, ma piuttosto complicate.

Bisognerà ripartire anche dal mercato dei giocatori de-cidendo cosa fare di alcune pedine importanti che da troppo tempo non rendono come ci si attende. Osvaldo è quello che sembra più prossimo ad abbandonare Tri-goria dopo un’annata piuttosto travagliata. E dire che ad inizio anno era il bomber giallorosso, con Zeman che era riuscito a sfruttare al meglio le sue caratteristiche. Poi l’addio del tecnico boemo, il rigore di Genova scip-pato a Totti, le liti con i tifosi, i viaggi con la fidanzata ed ecco che il rapporto con l’ambiente è precipitato. Altra questione riguarda Daniele De Rossi, il centrocampista della Nazionale anche in questa stagione non ha ga-rantito il rendimento che ci si aspettava finendo ad-dirittura in panchina con Zeman. Andreazzoli lo ha ri-messo al centro del progetto, ma le prestazioni sono rimaste al di sotto dei suoi standard alla luce anche del suo stipendio faraonico. Anche quest’estate le voci di un suo possibile addio non mancheranno con le Big d’Europa pronte a fare offerte milionarie pur di averlo.

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roMa

AUTOREMATTIA GIANNINI

traMERCATO edEUROPA

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Si ripartirà sicuramente da Mattia Destro, l’attaccante azzurro ha dimostrato di poter ricoprire il ruolo di pri-ma punta con profitto e si candida a bomber gialloros-so del futuro, con un mondiale alle porte da conquista-re. Anche Totti e Lamela restano al centro del progetto, se sul primo non c’è alcun dubbio, la prossima stagione sarà fondamentale per raggiungere Piola come miglior marcatore ogni epoca della serie A, sul secondo bisog-na respingere le lusinghe del Manchester City, pronto a tutto pur di averlo. Un buon modo per mettere a tacere le voci su un addio del “Coco” può essere quello di un rinnovo del contratto con adeguamento dell’ingaggio, Sabatini ne sta già parlando con il manager dell’attac-cante argentino.

Insomma il progetto Roma è pronto per la fase 3, la fase che non ammette più errori e che, dopo tanto se-minare, pretende di raccogliere. Un trofeo può essere

portato a casa già quest’anno, sarebbe il miglior modo per finire questa stagione e iniziare la successiva, una stagione in cui una Coppa Italia potrebbe non bastare se non venisse accompagnata da ottimi risultati sia in campionato che in Europa. The best is yet to come!

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lazio

Mancano poche gare alla conclusione della stagione, è tempo di bilanci. La Lazio vista quest’anno ha una traiettoria simile a quella del Doctor Jekyll e Mr.Hide: Bene, benissimo fino alla 19a giornata, uno sfacelo nel ritorno.

La prima metà della stagione è stata sorprendente: contraddistinta da un cammino inarrestabile in Europa e da un girone d’andata in cui la Lazio ha eguagliato il record di punti della squadra scudettata di Eriksson (39) facendo sognare i propri tifosi. Nel girone di ritorno invece, il rendimento della squadra è stato invece di-sastroso. Gli infortuni di Klose e Mauri, il mancato mer-cato di riparazione e lo scarso rendimento di giocatori come fondamentali, hanno contribuito al crollo vertica-le della squadra che ha collezionato appena 12 punti in 14 partite. La Lazio dal giro di boa in poi ha vinto solo tre volte, contro avversari di rango inferiore come Ata-lanta, Pescara e Catania. Va da sé che la rincorsa al pia-zzamento in Champions è sfumata e si è complicata persino quella all’Europa League. I biancocelesti giunti fino ai quarti in Europa, sono usciti dalla competizione contro il Fenerbahce, un avversario che sembrava più che alla portata. Nonostante l’arbitraggio disastroso dell’andata ad opera dello scozzese Collum, la Lazio poteva fare qualcosa di più.

Adesso gli unici due obiettivi rimasti alla squadra sono la conquista della qualificazione alla prossima Europa League attraverso il campionato, e la Coppa Italia, dove affronterà la Roma in un derby che sarà eccessiva-

mente carico di significati. Il crollo della Lazio, purtro-ppo, è un film già visto dai tifosi nelle ultime tre sta-gioni, e va imputato soprattutto alla dirigenza, che ha avuto il merito di trovare un ottimo tecnico ma non di mettergli a disposizione una rosa competitiva. Anzi, a Petkovic sono state tolte due alternative come Diakitè e Cavanda, giocatori dei quali il tecnico avrebbe avuto bisogno a causa dei tanti infortuni. Ancora una volta è emersa tutta l’incapacità della dirigenza nel gestire casi disciplinari o volontà diverse da quella di Lotito.

Se la Lazio vuole fare un salto di qualità, deve ripartire proprio da Petkovic, che rischia di diventare l’unica nota positiva della stagione. Dal suo arrivo ha stupito tutti: ha dato un gioco e un’identità precisa alla squadra. Le colpe della flessione non sono imputabili a lui che si è trovato a gestire una situazione di emergenza con gli uomini contati. Il tecnico di Sarajevo, per i suoi ottimi risultati è addirittura finito nel mirino di squadre come il Borussia Dortmund, che lo vorrebbe per un eventuale dopo-Klöpp. Per convincerlo a restare a Roma Lotito lo investirà di pieni poteri, alla stregua dei manager in-glesi. Ma potrebbe non bastare, perché deve cambiare anche l’atteggiamento della dirigenza che deve dimos-trarsi più ambiziosa e garantire al tecnico una rosa che possa competere su più fronti.

la giusta soluzione anche per il prossimo anno:

PETkOVIC

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“PETkOVIC? NON MI RISULTA ChE SIA MAI STATO MESSO IN DISCUSSIONE”

lazioAUTORE

MARCO GIULIANI

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Claudio Lotito

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saMpdoria

Che la Sampdoria abbia l’intenzione di realizzare un nuovo stadio, ormai si sa da qualche anno e Genova su questo argomento si è sempre spaccata in due gruppi: chi è d’accordo e chi non lo è. Per gli abitanti, il capoluo-go ligure, è bello perchè da un lato si ha la montagna e dall’altro il mare; questa conformazione, penalizza però le nuove costruzioni come ad esempio lo stadio in ques-tione e la sua eventuale posizione nella città. Qualche anno fa, il compianto ex-presidente Riccardo Garrone, dichiarò che per portare la Sampdoria in alto, sarebbe stato necessario uno stadio di proprietà; propose al Co-mune genovese un ambizioso progetto per la zona del

plessi per il solito motivo della viabilità, essendo la zona Fiera a pochi metri dal centro della città. Lo sta-dio, di forma ovalizzata, prevede circa 32000 posti per gare nazionali ed internazionali e il parcheggio presso il piazzale Kennedy. Inoltre la struttura, essendo più bassa di tre metri rispetto all’attuale Palasport, non presenterebbe alcun impatto ambientale.

La società blucerchiata non punta solo alla cos-truzione dell’impianto di calcio, ma anche a quella di una vera e propria “città dello sport”, con il tentativo di far crescere anche le altre discipline attraverso la

ponente, che fu bocciato più volte per motivi di viabili-tà. Il nuovo impianto avrebbe portato numerosi posti di lavoro attraverso l’introduzione di bar, ristoranti e non solo. Nonostante ciò, l’ex-patron blucerchiato, esaspe-rato dai continui rifiuti, minacciò addirittura di costruire il nuovo stadio fuori città (Serravalle Scrivia). Dopo la vicenda Cassano e la retrocessione in serie B, Riccardo Garrone si allontanò lentamente dal mondo del calcio, inserendo a poco a poco suo figlio Edoardo in società. Il neo Presidente, blucerchiato Doc, oggi porta avanti le idee del padre scomparso e ha creato un nuovo proge-tto che vedrebbe sorgere il nuovo impianto nella zona della Fiera genovese, a due passi dal mare.

Il 12 aprile, Edoardo Garrone e l’amministratore dele-gato Rinaldo Sagramola, a Palazzo Tursi, hanno pre-sentato il nuovo progetto ai consiglieri comunali, che ne sono rimasti affascinati ma allo stesso tempo per-

creazione di un nuovo Palasport con palestra, centri sportivi, negozi tematici e concerti; nella proposta, è in previsione anche un collegamento tra la zona Foce e il Porto Antico con area pedonale e ciclabile. I tempi previsti per la realizzazione sono racchiusi tra i 24 e i 36 mesi, dall’inizio dei lavori. Se tutto questo fosse realizzato, come sostiene il Presidente, Genova potre-bbe ritrovarsi moltissimi posti di lavoro e visti i tempi che corrono, non sarebbe una cosa da poco. Alla fine dell’incontro Garrone si è detto fiducioso, sottolinean-do che si è trattata solo di una prima presentazione, in cui ha comunque visto un forte interesse da parte dei consiglieri comunali per un impianto che andrebbe a “rinforzare” non solo la Sampdoria, ma anche la cit-tà. Per quanto riguarda solo la parte calcistica, il nuovo Patron ha voluto ricordare come l’Inghilterra e la Ger-mania siano calcisticamente cresciute, dopo la crea-zione di stadi di proprietà. Ovviamente non mancano

un nuovo progetto per la società e la città dal nome: STADIO

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saMpdoria

AUTORELUCA CARBONARO

i mugugni, i genovesi spesso hanno come una sorta di paura per le nuove opere e tendono spesso a risponde-re “no”, ancor prima di conoscerne i dettagli.

Lasciando da parte la fede calcistica, personalmente mi allineo con l’idea della società blucerchiata, specialmen-te in un momento in cui la Fiera e tutta la città, è in un difficile momento di crisi economica, turistica e di posti di lavoro; ma gli abitanti e i negozianti della zona cosa pensano di questo progetto? Per rispondere a questa domanda ho voluto intervistare personalmente alcuni gestori di bar della zona della Foce e alcuni cittadini che

“Sono contrario perchè sono preoccupato dalla viabilità e perchè la zona della Foce, come ad esempio Piazza Rossetti, è una delle poche destinate ai bambini. Credo anche che per la nostra città sia un problema avere due stadi.” ( Ezio, 76 anni, abitante della zona );

“Certo che sono favorevole! Uno stadio vicino al mio locale sarebbe il massimo per i miei affari! Studieran-no il modo di organizzare la viabilità adeguatamente.” ( Titolare di un bar nella zona );

“Penso che i commercianti siano ovviamente favore-voli, ma noi residenti no; il motivo è che le nostre case si svaluterebbero, inoltre sarebbe stravolta la tranqui-llità di questa zona.” ( Marco, 52 anni, abitante della zona );

“Inizialmente ero contraria per la viabilità, ma docu-mentandomi ho cambiato idea, poiché il progetto di Garrone non comprende solamente la creazione di uno stadio, ma anche di altre strutture che porterebbero molti posti di lavoro. Quindi sono d’accordo, perchè Ge-nova è una città che tende a mantenere le tradizioni, ma così facendo difficilmente si rinnova.” ( Veronica, 23 anni, abitante della zona ).

abitano in essa:

“Sono favorevolissimo! Ne andrebbero bene anche due! A parte gli scherzi, il mio bar sarebbe proprio di fronte allo stadio, per questo sarei d’accordo.” ( Mario, titolare del bar “La Rosa Dei Venti” );

“Anche se sono genoano, penso che ci voglia, perchè sarebbe una cosa positiva anche per la città. Il proget-to creerebbe anche molti posti di lavoro.” ( Roberto, 33 anni, abitante della zona );

“Sarei favorevole per i miei affari; chi è contrario, lo è per il rumore, il caos e perchè pensa che le proprie abitazioni si svalutino. Purtroppo i genovesi sono sempre contrari alle novità e trovano sempre il modo di ostacolare le nuove opere, a prescindere da quali esse siano. Questa è Genova purtroppo..” ( Titolare di un bar della zona );

Come si può notare, i commercianti sono ovviamente d’accordo alla creazione dell’impianto, che in tempo di crisi, sarebbe un grande aiuto per gli affari; sono invece divisi in due gruppi gli abitanti: i più giovani sono per il “si”, avendo più voglia di rinnovo, crescita e dovendo lo-ttare ogni giorno con la disoccupazione. I più “anziani” invece, forse perchè già occupati, propendono invece per il “no”.

Sicuramente non sapremo in breve tempo se tutto ciò sarà realizzato, ma una cosa è certa: questo stadio deve ancora sorgere ma fa già parlare di sé.

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un nuovo progetto per la società e la città dal nome: STADIO

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“Gli inglesi dicono di essere imbattibili, superiori a tutti. Gli spagnoli sostengono di fare il calcio più spettacola-re. E gli italiani?! Beh, glielo lasciano credere!”

EditorialE

l’italia del calcio in caduta libera

Vecchi stadi, pochi fondi, nessun risultato. Ranking Uefa impietoso

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Page 37: CNT Magazine #5 - Maggio 2013

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Così recitava lo slogan di un noto videogioco per con-sole alcuni anni fa. Belle parole incalzanti insomma per il calcio nostrano, definito quindi il migliore al mondo per la sua grandiosa eccellenza. Questo, però, sembra qualcosa di puramente virtuale. Già, perché stando alla realtà dei fatti, l’Italia non ha una condizione positiva nel settore del pallone.

Stadi fatiscenti, addirittura alcuni non a norma, con una sicurezza molto labile e difficile da garantire, legge sulla privatizzazione degli impianti ancora non ben de-finita. Questo per quanto riguarda le strutture e l’orga-

nizzazione. E se si pensa anche al livello agonistico?! Il campionato del bel paese certo sarà uno dei più ardui, con ogni gara che non ha un risultato sicuro, la clas-sifica il più delle volte corta e con sette squadre che sembrano essere alla pari. Ma complice di ciò è anche la “fuga dei campioni” e l’abbassamento di livello dei top club tricolori, come Milan, Juventus e Inter, prima invincibili e detentori incontrastati del titolo, ora senza quella continuità avuta in passato e con un’egemonia rivalutata .

E non capita soltanto dentro le nostre mura! In Euro-pa, infatti, le cose non vanno certo meglio: attualmen-te, nessun nostro team presente fra quelli classificati sia alle semifinali di Champions che di Europa League. Quest’anno, solo due rappresentanti del nostro calcio nel più prestigioso torneo continentale, la squadra di Allegri e di Conte, eliminate poi dal Barcellona e dal Ba-yern di Monaco, chi agli ottavi e chi a quarti; una pre-senza comunque molto povera per chi invece aspira a tanto. Anche nella competizione che ha sostituito la Coppa Uefa le cose sono andate così così. La situa-zione, purtroppo, è questa da molto tempo e l’ultima italiana a vincere qualcosa fuori il proprio territorio è stata quella dei nerazzurri allenati da Mourinho, nel 2010. Senza dubbi, non basta raggiungere la finale de-ll’Europeo con la nazionale per dire di aver fatto qual-cosa di buono.

Il tutto si riflette in maniera scontata sul ranking dei club stilato ogni stagione dalla Uefa. L’Italia è quarta a poco meno di sessantacinquemila punti (64.147); i tedeschi, che ci precedono, hanno quasi ottantamila punti (per la precisione 78.186) e sono irraggiungibili anche per il prossimo biennio. Di fatto, nel 2015, le de-legate alla partecipazione alla Champions saranno an-cora due direttamente classificate e una ai preliminari. Anche nell’altra manifestazione europea tutto immu-tato: spazio per due club più il vincitore della coppa di Lega.

Allora, lo slogan riportato di sopra non risulta esse-re veritiero. Piuttosto, verrebbe da dire “Non ci resta che piangere” riprendendo stavolta il titolo di un film di Troisi. Non c’è bisogno, però, di essere così tragici: la risalita, con relativa riaffermazione, non è impossibile. Vero, sarà un progetto a lungo termine, ma non infat-tibile. Per ottenere i frutti sperati bisogna soprattutto investire fondi, avere fiducia nei propri settori giovanili e formare nuove leggi, proprio come hanno imparato a fare Inghilterra, Spagna e Germania, le quali ospitano i migliori talenti di questo sport oltre che essere sul po-dio del ranking.

EditorialEAUTORE

LUIGI IPPOLITO

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balotelli: da uomo tabloid a trascinatore milan

EditorialE

Gennaio 2013. Inizio del mercato. Il mercato Milan sem-bra essere in una fase di stallo e, seppur sia Berlusconi che Galliani, avessero promesso che la squadra avre-bbe dovuto essere rinfozata di nomi ce n’erano tanti..ma solo sui giornali. Nessuno era arrivato ancora a Mi-lanello, ma Galliani evidentemente non stava a braccia conserte. Troppo importante il suo ruolo per starsene a guardare gli altri senza rafforzare la squadra e conti-nuare a credere nella rimonta Champion’s. Il nome che, pochi si aspettavano, arriva solo nel finale..ed è un col-po a sorpresa! Chi scende dall’aereo? Mario Balotelli. Il nome scalda il tifo rossonero che accoglie l’attaccante con una miriade di cori così coinvolgenti da portarlo a saltare tra le vie di Milano (dopo la solita cena con l’a.d) insieme ai suoi tifosi con tanto di sfottò ai cugini, ma non entusiasmava la critica. Molti avevano da ridire su Balotelli definito Bad Mario per le sue “balotellate”non ultimo il problema con la Fico con la quale ha avuto una figlia che il giocatore si ostina a non conoscere. Ma, so-ffermandosi sugli aspetti in campo, facevano notare come fosse stato poco utilizzato da Mancini (col quale ha avuto un vivace battibecco in allenamento) e sopra-ttutto avesse dimostrato poco senso di responsabilità

e professionalità per il modo di approcciarsi alle partite e agli allenamenti..per non parlare della vita notturna in cui per usare un eufemismo l’attaccante era poco attento alle “sane regole di un atleta”. Bene. La critica si spacca in due tra i pro e i contro e la società orga-nizza una maxi conferenza stampa dove l’attaccante risponde alle varie domande dei giornalisti, “scartando” gli argomenti sulle balotellate che fanno imbestialire Galliani delle quali non vuol proprio sentire parlare. La conferenza stampa avviene il mercoledì e domenica in casa il Milan ospita l’Udinese. Balotelli è destinato ad andare in panchina sia perché è arrivato da poco sia perché Pazzini finora aveva fatto bene sia perché “definito” fuori forma e di non avere i 90’ nelle gambe. Bene nel riscaldamento pre-partita Pazzini accusa un problema muscolare e chi viene chiamato a sostituirlo.. Balotelli.. e chi sennò? Bene, l’attacante impiega solo 20’’ per impiensire il portiere Padelli che inizia ad avere “brividi di freddo” e non solo per la fredda temperatura di Gennaio di Milano. Il gol però è nell’aria, il Milan gio-ca bene e ha già avuto parecchie occasioni quando El Shaarawy si invola sulla fascia sinistra e mette dentro per Balotelli che di sinistro batte Padelli. E’ già 1-0!

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balotelli: da uomo tabloid a trascinatore milan

EditorialE

AUTOREDOMENICO ChIPARO

Non è finita qui però, l’Udinese infatti pareggia con Di Natale che sfrutta un errore di Bonera e batte Amelia ma al 94’ ci vuole tutta la freddezza di Balotelli per bat-tere il portiere friulano dagli 11 metri. Il Milan vince così la sua partita grazie a una doppietta del neo arrivato e soprattutto aggancia i cugini nerazzuri al quarto posto. La seguente partita vede il Milan opposto al Cagliari di Ivo Pulga. I rossoblù vanno in vantaggio con una rete di Ibarbo, ma ancora una volta è Balotelli a trascinare il Milan ma questa volta riesce solo a pareggiare i conti dato che l’arbitro gli annulla un euro gol perché su cross di Abate il guardalinee vede che il pallone sia del tut-to uscito. Solo 1-1 per il Milan ma anche questo punto vede quindi la firma dell’attaccante rossonero. La pros-sima partita vede i rossoneri contrapposti al Parma di Donadoni e..chi è decisivo anche questa volta? Ancora Balotelli! E’ lui infatti a siglare la rete del temporaneo 2-0 direttamente su calcio di punizione facendo gioire anche Galliani che ha detto di non essere a conoscen-za del suo “piede fatato”. E’ il 24 Febbraio e arriva l’ora della partita più attesa. Balotelli gioca “di nuovo” a San Siro ma non perché il Milan fa due partite in casa ma perché i rossoneri sono impegnati nel derby coi nera-zzuri e quindi è la giornata in cui l’attaccante milanista ritrova il suo passato. Nella partita dell’ex è un grande Handanovic a fermarlo e il voto gazzetta del portiere nerazzurro dice tutto..8. Segna El Shaarawy al quale risponde Schelotto che non segnava da un anno quan-do il Milan sprecò occasioni su occasioni. In quella par-tita il milanista si infortuna alla caviglia che l’obbliga a saltare la Lazio partita nella quale avviene il sorpasso ai danni dei laziali con un sonoro 3-0. Il num 45 torna in panchina nel match successivo col Genoa e.. dopo l’1-0 firmato Pazzini entra in campo per sostituirlo e firma il gol che chiude defini-

tivamente il match. Una settimana più tardi il Milan ospita il Palermo e chi decide la partita? Domanda da zero lire.. Balotelli! L’attaccante firma una doppietta che stende i rosanero. Dopo aver ottenuto la settima-na vittoria interna il Milan è chiamato a respingere gli attacchi viola e battere il Chievo fuori casa. Il Milan so-ffre ma sulla punizione di Balotelli, Montolivo in tap in batte Puggioni. Alla prossima inizia il trittico pesante in cui i rossoneri debbono incontrare Fiorentina-Na-poli e Juventus in rapida successione. Nella partita coi viola l’attaccante non va a rete ma in questo caso per protestare per un rigore non concesso per un “mani” nitido di Roncaglia in piena area di rigore l’arbitro di porta Doveri rivela all’arbitro di aver avuto delle frasi ingiuriose e la Corte Federale lo squalifica per tre gior-nate. A nulla può il ricorso che lo costringe a saltare Napoli e Juventus nelle quali i rossoneri ottengono un solo punto. Un Milan senza Balotelli è sembrato aver perso lucidità in attacco e un vero punto di riferimento. Col Napoli infatti è andato a segno Flamini mentre con la Juventus l’attacco non ha prodotto granchè se non qualche tiro da fuori. La sua assenza si è vista e notata ma adesso col Catania è pronto a tornare e a ripren-dersi il suo Milan per condurlo verso i preliminari di Champion’s del prossimo anno. La voglia di vincere di Mario è contagiosa e con lui in campo i rossoneri sem-brano di un’altra pasta. Ora che la Fiorentina è a un punto Balotelli non può “mancare” all’appello e sa bene che non c’è più tempo di essere oggetto di tabloid e ba-lotellate. Bisogna essere maggiormente “responsabili” e l’annullamento del viaggio per New York ne è stato un esempio. Il Balo sembra aver convinto “finalmente” tutti. I più scettici non sanno più a cosa aggrapparsi perché è stato talmente decisivo che nessuno potre-

bbe sostenere diversamente. Più di un gol a partita mostra l’evidente surplus dell’arrivo dell’attaccante. Se sia o meno il nuovo Ibra non è lecito saperlo, ma di sicuro il Milan ha “rivitalizzato” uno dei più gran-di talenti italiani e soprattutto un tesoro per la Nazionale che rivede nella coppia El Sha-Balo il presente e il futuro. Chi lo critica ha altri in-teressi che non centrano niente col calcio.E’ così determinante da non lasciare spazio ad alibi. Il Milan con Balotelli è una macchina da guerra ed è pronto a vincere la “battaglia” con la Fiorentina. L’elmetto è stato messo e adesso che la distanza è di un solo punto il Milan ha vera-mente bisogno del suo condottiero per raggiungere l’obiettivo. Vincere? Con Balotelli si può!

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EditorialE

tra svincolati e non, tutti i nomi di un mercato estivo Un focus sulla sessione di mercato estivo alle porte, con tutti i nomi più importanti interessati dalle trattative

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EditorialE

AUTORECLEMENTE AGRESTA

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Il campionato 2012-2013 sta volgendo al termine con qualche sorpresa e qualche conferma. L’incertezza è sicuramente più per la zona retrocessione che per l’al-ta quota. Partiamo con lo certezze o quasi: Juventus campione per il secondo anno consecutivo (11 punti di vantaggio, anzi 12 considerando gli scontri diretti sono davvero troppi, anche per coloro nati sotto il segno de-lla scaramanzia); Napoli con un piede e mezzo nella Champions diretta; Milan e Fiorentina in una palpitan-te lotta per la terza piazza; Pescara retrocessa in B. Per l’Europa League e gli altri posti retrocessione c’è ancora qualche dubbio. Nonostante tutto, che la stagione sia positiva o negativa, l’occhio al nuovo anno si guarda sempre tramite il mercato, la campagna acquisti. Le speranze disattese in questo campionato per alcuni o il completare i tasselli di un progetto quasi perfetto per altri si rintracciano in un comune denominatore: il cal-ciomercato estivo.

Citiamo solo alcuni dei nomi che circolano maggior-mente sui mass media e potrebbero, anzi renderan-no infuocato il mercato estivo: Cavani, Ibrahimovic, Jovetic, Benzema, Sanchez ma anche Pogba e Niang (quest’ultimi difficilmente lasceranno Juve e Milan a meno di offerte stellari). Juve che vuole colmare il gap visto in Champions e cerca un pezzo da novanta per fare il salto di qualità. Milan che dopo aver ripianato una strage nella campagna estiva scorsa fatta di ven-dite eccellenti, ha messo a segno colpi di promettente futuro, esempio Saponara, ma vuole qualcuno che dia qualità immediata ed esperienza a questa squadra. In-ter che vive nel caos più completo e ha un numero di obiettivi impossibili da enumerare. In bilico c’è lo stesso Stramaccioni (si vocifera anche un suggestivo Zeman), ma tanti altri rischiano il posto a partire da Cassano,

Samuel e Cambiasso. Ad oggi, lo staff nerazzurro vorre-bbe puntare su Alvarez, Jesus, Palacio e cercare nuova linfa per sostituire gli ormai “fine carriere” Zanetti, Chi-vu etc. Fiorentina e Lazio cercheranno di scoprire con oculatezza giocatori ormai dimenticati o sottovalutati per riproporli alla grande come successo quest’anno, oppure portare alla ribalta autentici giovani sconosciu-ti. Per la Roma, invece, il mercato è in primis rivolto al proprio allenatore (Andreazzoli sembra sulla via della riconferma) e successivamente creare una squadra di qualità ma anche di sicuro avvenire attraverso qualche top player e di certo qualche altro giovane. Il Napoli è forse quella con il giocatore più pregiato, Edinson Ca-vani (clausola rescissoria di 63 milioni di euro), e quindi sulla bocca di tutti. Un’eventuale vendita alla Juventus vorrebbe dire suicidio in territorio Nazionale; mentre una vendita all’estero significherebbe un aumento del gap con le altre formazioni estere.

Un aspetto da non trascurare è ciò che può offrire la serie cadetta, sempre più abile a sfornare autentici ta-lenti come El Shaarawy, Insigne, Immobile per i club di serie A. Il nome su cui molte grandi squadre hanno già messo l’occhio è il trequartista/attaccante Domenico Berardi, in forza alla capolista Sassuolo, di soli 18 anni e dal sicuro avvenire. Tecnico, veloce definito il “Van Persie della Sila” è già a quota 10 reti in campionato. L’asta è già iniziata tra Napoli, Juventus, Inter e Roma, ma l’interesse si è esteso fino agli occhi del Manches-ter United. Si spera possa emulare quanto fatto da El Shaarawy, prelevato dal Padova e letteralmente es-ploso con il Milan. Sarà un altro fenomeno? Chissà ma le premesse non ammettono altre ipotesi.

Poi, oltre ai big e alle nuove leve, c’è anche il prolife-

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ro mercato degli svincolati, sempre appetibile perché, soltanto con la spesa dell’ingaggio, spesso si portano a casa colpi di primo livello. Ora forniamo l’elenco de-gli svincolati a giugno 2013 che di sicuro animeranno la sede dell’Ata Hotel Quark, dove avvengono le trattative di calciomercato.

Ecco la lista: ABBIATI (P, Milan), CONSIGLI (P, Atalanta), ANDUJAR (P, Catania), ANDREOLLI (D, Chievo), CAM-PAGNARO (D, Napoli), CESAR (D, Chievo), DIAKITE’ (D, Lazio), SAMUEL (D, Inter) AMBROSINI (C, Milan) MAR-CHESE (D, Catania)

MATUZALEM(C, Lazio), FLAMINI (C, Milan), PEREZ (C, Bologna), PEROTTA (C, Roma), TISSONE (C, Sampdoria), BIANCHI (A, Torino), MICCOLI (A, Palermo).

Ognuno dei nomi sopracitati può smuovere le sorti in positivo o negativo di una squadra. Ad oggi dei mila-nisti solo Abbiati e Ambrosini sembrano sulla via della riconferma. Samuel dovrebbe concludere quasi sicura-mente l’esperienza con l’Inter. Anche Miccoli sembra orientato a cambiare casacca soprattutto se sarà serie B per il Palermo. Per gli altri ci sono tante congetture, ma è difficile fare pronostici con così tanto anticipo. Spesso i colpi si decidono il 31 agosto quindi potete ben capire…

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Per decenni la Serie A è stata definita come il campio-nato più bello del mondo, e gli spalti difficilmente si mostravano mezzi vuoti se non addirittura totalmente deserti all’occhio del tifoso. Ma allora ci si deve doman-dare cosa effettivamente sia cambiato soprattutto ne-ll’ultimo decennio. A tal proposito si potrebbe innanzi-tutto “dare la colpa” del fenomeno dello svuotamento degli stadi italiani proprio alle televisioni: se è innega-bile che le offerte delle varie pay tv siano riuscite ad incollare alla poltrona di casa svariate centinaia di tifo-si, questa non può essere considerata, però, come una spiegazione risolutrice valida a 360°, soprattutto se ci si sposta, ad esempio, in Germania. Nel campionato te-desco, infatti, pur in presenza della vendita dei diritti televisivi, gli stadi presentano, ad ogni partita, gradi-nate e tribune stracolme, non solamente della singola “figura di tifoso”, ma di colori, bandiere, coreografie e

striscioni che oramai qua da noi sono sempre più rari da poter ammirare. Quindi la spiegazione della vendita dei diritti televisivi non può essere considerata un vero e proprio alibi, o quantomeno non se si decide di guar-dare al di là del nostro naso o meglio campionato. Il problema di fondo è riscontrabile molto probabilmente in altri fattori, primo fra tutti la fatiscenza e l’invivibili-tà proprio dei nostri stessi stadi. Quest’ultimi, di fatto, dovrebbero essere delle strutture capaci di offrire in-teressi ma soprattutto servizi non solamente il giorno della partita, ma durante tutta la settimana, proprio per far vivere e rendere remunerativo sette giorni su sette lo stadio. Purtroppo nel nostro caso, spesso e volentieri, tale struttura risulta essere una sorta di ca-ttedrale nel deserto, totalmente incapace di produrre introiti che non siano strettamente legati allo svolgi-mento di un match; ristoranti, fast food o negozi di va-

l’importanza di chiamarsi stadio

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rio genere sono delle chimere da noi, dove al massimo si riescono a scorgere dei piccoli bar, che di certo non aiutano ad ottenere una maggiore affluenza. Ma ques-to è solo un piccolo esempio di quanto in Italia si sia rimasti indietro da questo punto di vista, basti pensare anche a quelle che sono le norme sulla sicurezza: con il passare del tempo, infatti, la FIFA ha introdotto norme di questo tipo sempre più rigide e che non sono state quasi mai recepite dalle società italiane, facendo sì, ad esempio, che risulti sempre più difficile che una fina-le di una competizione europea possa svolgersi da noi. Per non parlare, poi, dei manti erbosi di gioco, anch’essi tasto assai dolente purtroppo: oramai non si contano più quelle che sono le rizollature necessarie ogni anno per mantenere il terreno di gioco praticabile, anche se spesso si svolgono partite in cui i calciatori, ancor prima che dover stare attenti agli interventi degli avversari, sono obbligati a tenere gli occhi ben aperti dove metto-no i piedi, per non rischiare una distorsione alla caviglia, o ancor peggio al ginocchio. Fortunatamente sembra che negli ultimi anni si stia capendo quale sia l’impor-tanza di avere stadi, oltre che di proprietà, soprattut-to funzionali e che possano attirare tifosi, o perchè no anche turisti, dal lunedì fino alla domenica. L’esempio ormai noto da tutti in Italia è lo “Juventus Stadium”, che indubbiamente risulta essere riconosciuto da tutti come un gran valore aggiunto alla società torinese, la quale, ad esempio, ha legato a tale struttura un mu-seo dedicato alla storia della “vecchia signora”, costante meta non solo dei supporters bianconeri ma anche, più in generale, di turisti. Stessa fortuna purtroppo non ha avuto il Presidente del Cagliari Cellino con “l’Is Arenas”, visto che i rossoblù, per varie vicissitudini burocratiche e di sicurezza, si sono visti costretti a giocare o a porte chiuse o addirittura in un altro stadio, come a Trieste. Ad Udine, invece, sembra che la costruzione di un nuova struttura sia imminente, e per una società come quella di Pozzo, abituata a far cassa con lo “scouting”, potre-bbe essere un’ulteriore occasione di ottenere nuovi in-troiti da reinvestire, poi, nel potenziamento della squa-dra friulana. Ma anche a Genova è il caso di dire che le acque si stiano muovendo: infatti Edoardo Garrone, riuscendo ad ottenere un parere positivo dalle autori-tà comunali per la realizzazione di un secondo stadio in città, ovviamente a tinte blucerchiate, deve ora di-mostrare che una struttura di questo tipo porterebbe solo che benefici nel quartiere in cui verrebbe realizzato, fra cui maggiori incassi per i negozi esercenti nelle sue vicinanze, senza, però, gravare sulla circolazione, che a Genova, si sa, è già abbastanza congestionata di suo. Gli esempi fatti, però, sono tutti di recente data, ma po-chi probabilmente sanno o si ricordano che già a metà degli anni ‘90 qualcuno intraprese la strada dello stadio di proprietà, ossia la Reggiana, con la costruzione dello Stadio del Giglio, che non ebbe l’impatto che si ipotizzò

purtroppo. Da quest’esperienza non certo felice sono passati quasi vent’anni, e chi decide oggi di seguire lo stesso percorso, rifacendosi anche ad esperienze es-tere, sa perfettamente che costruire un nuovo stadio di proprietà è indubbiamente un grande impegno, ma che soprattutto una sua realizzazione non è sinonimo in automatico di ricavi certi. Proprio per questo motivo, per evitare di fare il passo più lungo della gamba, sono necessari studi di settore approfonditi ed in particolar modo adattati a seconda della realtà cittadina in cui si vuole costruire un edificio di questa tipologia.

EditorialE

AUTOREMASI VITTORIO

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Stiamo assistendo ad un vero e proprio Campionato avvincente. Le prime due gare del Mondiale 2013 ci hanno mostrato una fisionomia di come sarà il prose-guo della stagione. Una Ferrari ritrovata, una Red Bull ancora ben solida, una Mercedes in ripresa , una Lotus sorprendente e senza dimenticare, una più che delu-dente McLaren, sono più di un indizio che rendono irre-sistibile e tutto da vivere, questo affascinante mondo delle quattro ruote.

Nel 3° round cinese, abbiamo assistito alla rinascita della Ferrari tornata finalmente alla vittoria. Non si ve-deva una Rossa così da molto, troppo tempo. Il debut-to promettente all’esordio stagionale, portò di nuovo il sorriso sul volto di un’ormai quasi rassegnato Fernan-do Alonso. Tre anni di alti e bassi, una continuità mai raggiunta e un carisma che va oltre la sofferenza, per chi come lui, ha in mente solo la vittoria, non sono certo di grande aiuto per risollevare il morale. Al terzo tenta-tivo però, tutto sembra essersi risolto, vista la lezione di guida inflitta al rivale Vettel, con ben due sorpassi nell’arco di un’intera gara.

Una fiducia però presto ridimensionata, sette giorni dopo in Bahrain. Sul circuito di Sakhir abbiamo as-sistito invece, ad un vero è proprio scambio di ruoli. Alonso, trionfatore la domenica prima a Shanghai con una splendida prestazione viene bruscamente frena-to dalla sfortuna. Può starci una cattiva gestione degli pneumatici o qualche irresponsabile errore di strate-gia, ma quando l’ala posteriore, che aziona il DRS, non si chiude e una disgraziata gomma, si buca per ben due volte, non si può dare certo la colpa al Domenicali o al Horner di turno.

Tutto storto per la Ferrari tutto idilliaco, o quasi, per la Red Bull che spegne (per adesso) le polemiche interne con il nemico Webber, e si gode una strameritata vitto-ria. Screzi a parte, la scuderia austriaca continua la sua crescita “alternata”. E le due vittorie su quattro, fanno significare che forse, è tutto sotto controllo. Quando invece, dall’altra parte, chiudi 8° e 15° le dichiarazioni a caldo hanno un’aria di delusione. In realtà gli uomini in rosso possono stare tranquilli per il gran passo di gara che la monoposto del pilota spagnolo ha dimostrato di avere, mettendo in atto una rimonta, non da poco,

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verso il gran premio di

SPAGNA

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Raikkonen: a bordo della Lotus è lui la sorpresa della stagione

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dall’ultima posizione.

Intanto l’accoppiata Raikkonen-Lotus, silenziosamente si avvicina alla totale perfezione. Una sempre più che efficace strategia al muretto e un miglioramento an-cora da trovare in qualifica, possono essere la giusta sorpresa di questo mondiale. Un -10 dalle “Lattine blu” e un +20 dalla Rossa, possono rendere ancora più sti-molante la battaglia per la conquista del titolo iridato.

Le tappe in Cina e Bahrain hanno mostrato però anche le prime lamentele da parte di tutti i Team del paddock, per quanto riguarda una, se non la più fondamentale, protagonista della stagione 2013. E cioè, gli pneuma-tici, vera incognita per gran parte degli addetti ai lavori, preoccupati per l’alto degrado che, oltre a sconvolgere ogni minima e dettagliata strategia, danneggia la per-formance in pista dei piloti, i veri protagonisti assoluti, di questo sport.

La Pirelli per il momento rigetta ogni critica al mittente difendonsi dietro al regolamento firmato e approvato dalle stesse scuderie ad inizio stagione. Il vero colpevole

può essere identificato, nemmeno a farlo a posta, in quel volpone di Ecclestone che, per ottenere uno spe-ttacolo garantito, sarebbe disposto a tutto pur di non far crollare il suo impero mediatico. E ci mancherebbe anche, che nonostante le rappresaglie interne nello Stato, non rinnovasse per altri 5 anni il rapporto di co-llaborazione con lo Sceicco-Presidente (Dittadore) del Bahrain.

I prossimi venti giorni di pausa saranno certamente utili per tutti, per chiarire meglio le idee. Il 12 maggio in Spagna comincerà la tanto attesa tournèe europea, tutte le scuderie apporteranno sicuramente novità tecniche e tutti i piloti torneranno ad affrontarsi in un clima decisamente più confortante e piacevole.

Quindi occhi ben puntati sulle prossime e decisive tap-pe del vecchio continente. Perché tra poco, la Formula 1, entrerà nel vivo delle emozioni.

forMula 1

AUTOREFRANCO FRATELORETO

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Raikkonen: a bordo della Lotus è lui la sorpresa della stagione

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AUTORENICOLA RIGLIACO

Moto Gp

honda e yamaha: lotta traTITANI

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A dispetto del periodo di con-fusione ed instabilità a livello globale, il circus della MotoGP sta vivendo un “punto di equi-librio”, in cui sembra che niente e nessuno possa sconvolgere il baricentro del campionato. Honda e Yamaha infatti, con-fermando i risultati dei test invernali, hanno iniziato ques-to mondiale alternandosi al successo in maniera specu-lare. Queste due prime gare ne sono l’emblema, con la do-ppietta Yamaha in Qatar, alla quale Honda ha prontamente replicato in Texas. Un equili-brio assoluto che, almeno per ora, non lascia spazio alla con-correnza.

Separate da tre punti in cam-pionato, queste due squadre rappresentano il vertice dello sviluppo e della tecnica. Alle loro spalle ci sono due colos-si, ossia le due maggiori case produttrici di motociclette a livello mondiale. Senza con-tare i loro piloti, che incarna-no quanto di meglio il mer-cato possa offrire: con la coppia Lorenzo-Rossi per lo “Yamaha Factory Racing”, alla quale si contrappone il binomio Pedrosa-Marquez per il “Team HRC”. Insom-ma, due titani dell’industria che si sfidano in una lotta a suon di milioni di euro, sfoderando arsenali di tut-to punto. In una situazione come questa, ovviamente, non ci sono spiragli per gli outsiders, relegati al ruolo di comparse. Ci prova il “Ducati Team”, terzo con i suoi 33 punti. Un risultato che sembra quasi ridicolo se con-frontato con i 74 e 71 delle squadre ufficiali di Honda e Yamaha. A Borgo Panigale, con l’arrivo del capace Dovizioso, si stanno cercando nuove soluzioni tecniche e, sebbene appaiano sulla strada giusta, sono ancora troppo lontani per infastidire i ciclopi nipponici. Anche il team francese “Tech-3”, squadra satellite di casa Ya-maha, ce la mette tutta per ben figurare ed i 24 punti dell’arrembante Cal Crutchlow ne sono la riprova, ma sinceramente è enorme il divario tra un team privato, che vive di sponsor, ed aziende che ogni anno realizza-no fatturati incalcolabili. Pertanto, possiamo dirlo sen-za problemi, questo campionato sarà una lotta a due.

Le due moto rivali, seppur profondamente diverse nella tecnica, si equivalgono dal punto di vista delle prestazioni. La Yamaha M1 trova il suo punto di for-

za nell’avantreno, preciso in staccata e fulmineo nell’in-serimento in curva, donando alla moto una guidabilità estrema. La RC213V di casa Honda, al contrario, gioca le sue carte migliori al retrotreno, con una moto micidia-le in fase di accelerazione e che, con le sue dimensioni compatte, sembra essere stata cucita sulle misure di Pedrosa e Marquez, i quali non sono proprio dei gigan-ti. Insomma, di volta in volta, sarà la conformazione del tracciato a decretare quale tra questi due gioielli d’ingeg-neria sarà favorito, con i piloti che dovranno dare il cen-to per cento per fare la differenza. Eppure, nonostan-te le premesse, non deve certo sfuggirci il vero, e forse unico, inconveniente di questi “dream team” che, come avviene spesso, a dispetto di una perfezione apparente, nascondono delle dicotomie interne molto interessanti. Entrambe le squadre, infatti, presentano una situazione tesa a livello di gestione dei piloti. In casa Yamaha abbia-mo un Rossi ritrovato (almeno in parte) che non intende certo essere relegato al ruolo di scudiero di Jorge Loren-zo il quale, quasi fosse un robot, non sbaglia un colpo. In casa Honda, se possibile, le cose non vanno meglio. L’ultima vittoria del prodigioso Marc Marquez ad Austin ha inasprito Pedrosa il quale, nonostante la sua espe-rienza, ancora una volta si vede sopravanzato dal rivale

MotoGp

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di turno. Il sorpasso in gara del giovane Marquez sul compagno è suonato come un vero e proprio schiaffo e, si sa, i piloti sono famosi per legarsi al dito aneddoti come questo, pertanto la risposta dello spagnolo non tarderà ad arrivare. Honda e Yamaha, dunque, difficil-mente potranno contare sull’affiatamento dei propri riders, che al momento di fare squadra non ne voglio-no sapere.

Ognuno, dunque, porterà avanti la propria battaglia in una guerra “omnium contra omnes”, che sicuramente regalerà agli spettatori parecchie emozioni. Attual-mente, dopo due gare, i “fab four” sono tutti racchiusi nell’arco di soli undici punti, con Lorenzo e Marquez in vetta a pari merito. La prossima tappa sarà il 5 maggio in Spagna, sul circuito di Jerez. Una pista che, almeno sulla carta, dovrebbe favorire le Yamaha ed in parti-colare Rossi, che gradisce quel tracciato. Staremo a vedere.

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Apertasi verso la metà di Aprile con il masters di Monte Carlo, la stagione della terra rossa entra nel vivo e con essa entreranno in scena tutti i tornei del cosiddetto ‘’Slam rosso’’, ovverosia l’ondata di competizioni che porteranno i tennisti del circuito WTA e ATP a disputa-re il secondo Slam stagionale, il Roland Garros a Parigi. Insieme al già citato masters monegasco, il masters di Madrid e gli internazionali d’Italia formano un tridente di tornei qualificati come masters 1000, all’interno dell’ ‘’ATP World Tour’’, in preparazione allo Slam parigino, secondi solo, a livello di prestigio ed importanza, ai 4 tornei dello Slam. Oltre ai 3 masters, si disputano in questo periodo della stagione altri tornei meno impor-

tanti, tra i quali citiamo: Barcellona, Bucarest, Estoril, Monaco di Baviera e Nizza. Per quanto riguarda le competizioni del circuito femminile le categorie attri-buite sono diverse, e nel calendario WTA figurano solo Madrid e Roma come tappe comuni ai due circuiti pro-fessionistici. Già inaugurata a Charleston, torneo ‘’Pre-mier’’, la stagione della terra rossa vedrà come tappe fondamentali i tornei di: Stoccarda (Premier), Madrid (Premier Mandatory), Roma (Premier 5) e Bruxelles (Premier). Inquadrata la situazione per i due circuiti, focalizziamo l’attenzione sul torneo che viene consi-derato dagli addetti ai lavori il più importante torneo sulla terra rossa dopo il Roland Garros; stiamo parlan-

INTERNAZIONONALI D’ITALIA

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do naturalmente degli Internazionali d’Italia, che ogni anno portano a Roma appassionati di tennis prevalen-temente da tutta Italia ma anche dal resto del mondo.

Collocati nella seconda settimana di Maggio, gli Inter-nazionali d’Italia costituiscono da anni l’ultima fermata prima del fatidico impegno parigino. La competizione si svolge a Roma e teatro dell’evento è il foro italico sito alla base di Monte Mario. Il centrale del foro italico, de-dicato al celebre tennista italiano Nicola Pietrangeli, rappresenta il fiore all’occhiello dell’intero complesso sportivo e la capienza complessiva dell’impianto sfiora i 9500 posti. Per quanto riguarda il torneo vero e proprio,

giunto alla 70ª edizione, nello scorso anno a trionfare furono, Rafael Nadal, nel tabellone maschile, e Maria Sharapova, in quello femminile; il record di maggior numero di vittorie tra gli uomini è detenuto proprio dal maiorchino con le 6 vittorie sul centrale romano, mentre tra le donne è la statunitense Chris Evert ha guidare questa speciale classifica, Evert che tra il 1974 e 1982 ha trionfato 5 volte nella competizione. Gli in-ternazionali d’Italia hanno sempre regalato momenti straordinari alla disciplina tennistica; tanti sono gli in-contri rimasti nella memoria degli sportivi, tante le ba-ttaglie combattute sulla terra rossa del centrale, io ne ricordo una in particolare: era il 14 Maggio 2006 quando

INTERNAZIONONALI D’ITALIA

ultima fermata in direzione parigi:

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un giovanissimo Rafael Nadal affrontava sul centra-le del foro italico lo svizzero Roger Federer; l’elvetico era allora l’unico e vero padrone della scena tennisti-ca mondiale con all’attivo già 7 titoli dello slam (oggi 17), il tennista di Manacor invece era ancora agli esor-di, ma incominciava comunque a incutere timore agli avversari, sopratutto sull’amata terra battuta. Qualche settimana prima i due si erano affrontati a Monte Car-lo dove ad avere la meglio era stato Rafa; Federer che non era l’ultimo arrivato, assaporava da settimane la rivincita ed aspettare il Roland Garros non sembrava la scelta migliore, ecco che l’occasione si presenta quel 14 Maggio a Roma uno contro l’altro, faccia a faccia. I due tennisti danno vita ad una finale pazzesca: 5 ore e 5 minuti di guerra, sportiva si intende, 5 set giocati, 3 ‘’tie-break’’; a vincere è Nadal nonostante i due ‘’match point’’ sprecati da Federer.

L’edizione 2013 degli internazionali vedrà protagonisti molti dei ‘’big’’ del pianeta tennistico. Anche se ancora non esistono conferme, i vari Nadal, Djokovic, Federer, Sharapova e Williams, senza dimenticare naturalmen-te le azzurre Errani e Vinci, daranno spettacolo, per

nove giorni, sul Pietrangeli a partire da Sabato 11 Ma-ggio; sempre nella giornata di Sabato, alle ore 12 circa, si terrà il consueto sorteggio dei tabelloni di singolare. Ogni giornata, come già accadeva nelle ultime edizio-ni, è suddivisa in due sessioni, la sessione mattutina e quella serale; gli organizzatori comunicano come orario iniziale le 11 sulla SuperTennis Arena e le 12 sul Nicola Pietrangeli. Il dato di maggiore rilevanza però, a qual-che settimana dall’inizio degli Internazionali d’Italia, è l’incredibile successo delle prevendite; risultano infatti esauriti da mesi i biglietti delle semifinali e delle finalis-sime del torneo maschile e femminile, gli organizzatori comunicano che (il dato si riferisce a Martedì 9 Aprile) la prevendita ha fruttato un incremento sull’incasso del 24% rispetto allo stesso dato riportato lo scorso anno nello stesso periodo. La copertura televisiva dell’even-

to sarà garantita da diverse reti: il torneo maschile sarà trasmesso integralmente dall’emittente satelli-tare Sky; sarà invece la rete SuperTennis a curare la trasmissione integrale del torneo femminile; Italia 1, inoltre, trasmetterà una delle due semifinali e la finale del torneo maschile. I presupposti per vedere un otti-mo torneo ci sono tutti, ora la palla passa ai giocatori.

A oggi è difficile prevedere chi riuscirà a trionfare ne-lle finali romane, ma possiamo comunque azzardare qualche pronostico razionale, indicando i principali fa-voriti alla vittoria finale. Nel tabellone maschile oltre ai ‘’Fab Four’’ (Rafa, Nole, Roger ed Andy), se presen-ti, sarà difficile trovare un altro giocatore che abbia le carte in regola per vincere la competizione, forse solo Tsonga o Del Potro potrebbero in un certo qual modo

tEnnis

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ambire ad un risultato importante a Roma. Eliminati gli ‘’outsiders’’, tra i ‘’Fab four’’ Rafa e Nole al momento sono favoriti rispetto a Roger ed Andy: Murray non ha convinto affatto a Monte Carlo e la terra rossa, è risa-puto, non è una superficie che lo scozzese ama molto; Federer d’altro canto si è concesso una breve pausa prima della volata verso Parigi e se i primi incontri vol-gono bene alla lunga potrebbe dare parecchio fastidio, rimane comunque un incognita. La miglior finale pos-sibile auspicabile sarebbe Nadal-Djokovic, un ‘’remake’’ della sfida di Monte Carlo: un Rafa al top, sulla terra rossa è imbattibile o quasi, la variabile fisico-ginocchio è l’ago della bilancia per il Maiorchino che se starà bene potrà comunque dire la sua ad alti livelli; poi c’è Novak, che, forte del trionfo monegasco, ha finalmente ritro-vato il giusto equilibrio psico-fisico, equilibrio perso nei

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tornei americani, dopo un ottimo inizio di stagione, e attenzione: se Nole avesse già deciso di uscirne vinci-tore dal foro italico, preparatevi, perché saranno guai grossi per tutti.

Nel tabellone femminile la situazione pare meno com-plicata, anche se le variabili sono comunque molte-plici e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Maria Sharapova sarà chiamata a difendere il titolo, impresa ardua, visto le pretendenti al trionfo finale, ma non im-possibile visto che la bionda russa è in continua cresci-ta: sono stati soprattutto i tornei americani a eviden-ziare questo fatto, mettendo in risalto un Maria nuova, vincente e più agguerrita che mai. Impossibile non in-cludere tra le papabili alla vittoria degli internazionali Serena Williams che, nonostante lo scarso ‘’feeling’’ con la superficie, potrebbe rappresentare la più seria alternativa a Masha, fossi in Maria la terrei bene d’oc-chio. Candidatura inevitabile anche per Victoria Aza-renka; Vika dopo l’Australian Open non ha brillato tan-tissimo anzi, le sue prestazioni sembrano in calo, ma attenzione a non darla per vinta perché le risorse della bielorussa sono infinite. Tra le ‘’outsiders’’ mettiamo la

cinese Na Li, finalista lo scorso anno e in grande spol-vero in questo 2013, mettiamo la polacca Agnieszka Radwanska da sempre mina vagante nei tornei WTA e mettiamo anche Sara Errani che, oltre alle immense gioie di Fed Cup e del doppio con la Vinci, vorremmo vedere con le braccia alzate in segno di vittoria in un match di singolare magari sul Nicola Pietrangeli, ma-gari in una finale, chi lo sa.

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