Clavajas - il nesti pais n° 3

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 1 Associazione Culturale Clavajas Numero Speciale Estate 2007 Clavajas il nesti paîs

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pubblicato il 12 agosto 2007

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 1

Associazione Culturale Clavajas

Numero Speciale Estate 2007

Clavajas il nesti paîs

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Sommario Editoriale

La storia di L.Raimondi Cominesi

La festa di S. Lorenzo

Pittori in soccorso di Clavais

Sogno e realtà

L'arte dell'ingegno... per non

dimenticare (gli Artigiani FEDELE,

dal "NORT" di Ovaro)

Associazione Culturale Clavajas

Il giro d’Italia sullo Zoncolan

Fatti invernali e primaverili

Com’è stato il tempo a Clavais

L’angolo della poesia di

E.Giacometti e G.Tulisso

Le soluzioni dei giochi

Le ricette di Clara e Lisa

Lavori in corso

Enduro a Clavais Un’inutile polemica

Cari amici, siamo in ritardo! C’eravamo proposti di fare uscire questo numero a giugno, ma non ce l’abbiamo fatta. Questo numero è comunque più corposo degli altri e visto che la distribuzione coincide con la Sagra di S. Lorenzo speriamo abbia successo.

Cos’è successo di nuovo a Clavais? La cosa più importante è che i giovani del paese hanno

costituito l’Associazione Culturale Clavajas per dar vita ad un organismo che, speriamo, raccolga tutte le ormai poche energie del villaggio.

Nelle pagine interne troverete lo Statuto. Per iscriversi è necessario versare € 10 annue. La prima attività che metterà alla prova la neonata

Associazione sarà l’organizzazione della parte gastronomica e musicale della tradizionale festa di S.Lorenzo che avrà luogo l’11 e il 12 agosto 2007. Un impegno piccolo ma non da poco e che richiederà l’aiuto di tutti quanti saranno disposti a collaborare.

La seconda sarà il proseguire nella preparazione, redazione e stampa di questa piccola e modesta pubblicazione che, con questa edizione, è giunta al 3° numero.

Ai giovani vanno i miei più cordiali auguri di buon lavoro!

Giacomo

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Clemes, Mina e Gino

CLAVAIS: LA STORIA (2.a parte) di Luigi Raimondi Cominesi

Non abbiamo informazioni o reperti che ci

portino alla preistoria o alla storia antica di Clavais, tranne una tomba (longobarda?) scoperta durante scavi occasionali nel “bearc" della Famiglia Giacometti, forse segno della presenza di altre sepolture, mai ricercate per quanto ne sappia. Una campagna di scavi di assaggio potrebbe

interessare "CueL-Qual” in quanto luogo dominante l’imbocco dei territorio, nonchè “Cjasaruelas” per verificare la veridicità della memoria popolare che dice essere stato colà il primo villaggio di Clavais. Non trascurerei ” La Val", se non altro per acquisire conferme più geologiche che paletnologiche, anche se la morfologia del terreno potrebbe svelare insediamenti insospettati. Invece, per quanto riguarda l' attività agro -

pastorale che ha avuto la preminenza sulle altre attività lavorative degli abitanti, ho raccolto dati certi che risalgono al Medioevo. Infatti esistevano nell’ area del “Cumun" diversi “masi": i nomi dei più antichi proprietari o gestori sono di origine perlomeno transalpina: "Voldorico di Clavais(1275)"; ”Pagino ... Federico figlio Walterii de Clavages et aliis (settembre 1269)”; mentre Filippo (1300) e Pietro et vidua de Prencis”, più tardi, rivelerebbero proprietari valligiani, locali. Fino ad oggi non ho trovato la esatta

collocazione di questi “masi” : esiste una certezza per la Braida; ci sono dubbi attorno al

nucleo di “Praat”, nonchè al grande supposto "Prato Chiuso" che inglobava il “bearc" dei Giacometti ed altri terreni adiacenti. A Clavais si allevavano animali bovini da latte,

da carne, da tiro, ovini e caprini e pertanto erano di uso comune termini quali “Veide", ”Malgari”, ”Fedari”, "Cjamà”, "Cjarià" ora meno frequenti, così come come “Cjot”, ”Cjalciumit”, "Purcitar” che interessavano l’allevamento dei maiali praticato in quasi tutte le famiglie, insieme con quella di altri animali “minuti”. La produzione agricola che soprattutto “La

Taviela” fomiva comprendeva coltivazioni estensive di mais, di grano saraceno,di patate,di fagioli, ma altresì di canapa per la tessitura,nonchè di piante eduli ed erbe medicamentose coltivate negli orti. A Clavais si allevavano api, per certo fino dal 1400;uno degli ultimi apicultori è stato Antonio Del Missier-"Toni di Moneana"- la cui famiglia era legata alle vicende della Braida ma anche di "Cleva”. Fra i lavori non agricoli prevaleva il

bracciantato degli immigrati, ma soprattutto la tradizione di fabbri ferrai da “Nicolino fabbro (1348)", a “Nicolinus Dolzan faber quondam Philipussi de CIavagis" 1395) ,facitori di carri e di ruote di carro, spentasi da quaiche decennio con l’evoluzione tecnica e teconologica. L'ultimo Maestro Fabbro può essere considerato Piero Zarabara, dopo la migrazione dei Fedeli "fabbri" dall’Istria a Clavais (seconda metà deI 17° secolo) e da Clavais a Ovaro (inizi deI 20°

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secolo). Un segno della "faria" si trovava nel toponimo indicante l’antica osteria del paese che appunto era detta “Dal Fari” e chiusa da qualche anno. Altrettanto importante era la schiera dei

falegnami e dei mobilieri, degli arredatori con i Puschiasis,i Giacometti,i Fedele di Livo; ho notizie di boscaiali, di scalpellini,di muratori,di pianellari, di pittori, il che dimostra che Clavais aveva un alto grado di autosufficienza nella gestione della propria vita economica. La Latteria e la Segheria anche se dismesse, ne sono una patente dimostrazione. Queste maestranze,quando momenti di crisi

travagliavano il paese,emigravano all’ estero,e non solo in Europa,riportando sempre segni di lode e di riconfermata fiducia per l' abilità professionale e per l’onestà dei rapporti sociali nei Paesi di immigrazione. Fra le arti praticate la caccia, con buone

doppiette in tempi recenti, da cacciatori con propria “uniforme", quali Ermanno Giacometti e Silvio Solaro, vanto della Comunità Venatoria del Canal di Gorto. Gli uomini di Clavais parteciparono ad alcune

guerre; si sa che un gruppo di loro combattè addirittura contro i Turchi nel 15° secolo sotto la Repubblica di Venezia, mentre altri furono coinvolti nelle guerre deI 20° secolo, come combattenti: ebbero dei feriti e perfino dei grandi invalidi. Clavais fu occupata neI 1917-1918 dalleTruppe austrotedesche e nel 1943-1945 dai Tedeschi deI 3° Reich e dai Cosacchi collaborazionisti. Alcuni abitanti ebbero contatti con il CLN, con la Resistenza e con i Georgiani disertori dei Tedeschi che combatterono ad Ovaro contro gli occupatori (1-2 maggio 1945.). Un cenno particolare va fatto per le donne di

Clavais: avevano “sulle spalle” la famiglia, i lavori in stalla, nell’ orto, nei campi, in cucina; falciavano, rastrellavano; portavano letteralmente sulle spaile i “bleons,”, raccoglievano il “fuet", facevano figli e li educavano;allorchè il marito emigrava per lavorare "fuori di Clavais", si accollavano altre responsabilità, non ultima la presenza in Vicinia. Sapevano guidare buoi,cavalli,muli, sapevano

cucire e arare. Le case si chiamano con il loro nome:"da Codema", “da Tramontina”: sono evidenti segni di un matriarcato rurale mai scomparso: io, per esempio, sono , a Clavajas, "Vigj di Paola", una proprietà ormai

semisecolare... Erano donne coraggiose che dovevano

affrontare crisi familiari, economiche , guerre, invasioni, oltraggi; andavano a piedi in Friuli, camminando con "i scarpez” che avevano tagliato e cucito con le proprie mani, vi riportavano “cos" carichi di ogni cosa:farina di mais, sale, specie in tempi di carestia. Pregavano, cantavano in chiesa, andavano fino

nella Lesachtal in pellegrinaggio, mantenevano (e mantengono) curato e addobbato il sacro edificio. Erano e sono rispettose della religione e delle tradizioni degli avi. Una storia da scrivere tutta, la loro.

Oggi Clavais sta vivendo una nuova stagione

storica: molte vecchie abitazioni, ex “staulirs” o ex "stalis” sono stati ristrutturati e, fortunatamente, in modo tale da non stravolgerne in modo irreparabile il primitivo aspetto architettonico; nuovi edifici sono stati eretti in “Ronc", in "Plait", rompendo una consuetudine che durava dalla notte dei tempi; ma, in generale, si è conservato l’impianto urbanistico del paese che, anche per questa ragione, è uno dei piu interessanti di tutto il Gorto. Un paese da amare e da difendere per quello che è stato per ciò che rappresenta per tutti noi e per un' attenta utilizzazione delle sue risorse ,non solo turistiche, in un prossimo futuro. Con la vendita di vecchi edifici e

l’insediamento permanente a temporaneo ("seconda casa”) di cittadini provenienti da altri Comuni, da altre Regioni e persino dall' Estero, anche il tessuto umano si è disgregato e sì è ricomposto mutando l’ essenza originaria.. Attualmente sono dieci le famiglie che

mantengono una loro presenza plurisecolare a Clavais; sono il nocciolo che resiste dal 1600 e da

prima ancora:gli altri sono relativamente “più giovani”; gli ultimi sono in paese da un paio di decenni o da qualche anno appena. Un’ altra storia da scrivere.

Errata corrige A pag. 2 del numero precedente di dicembre 2006 in “Clavais: la storia” colonna 1a, righe 3 e 4, va corretto in “….. dal millequattrocento…..” eliminando “….. da più di millequattrocento anni….”

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La Festa di San Lorenzo: Testimonianza di Marco Brovedan a cura di Mirco E’ una piovosa giornata dei primi giorni di luglio; sui monti una spolverata di neve fuori stagione. Il tempo fa i capricci. Approfitto di questa giornata per intervistare a casa sua Marco Brovedan, un veterano della Festa, che l’ha vista nascere e l’ha seguita passo passo fino ai giorni nostri. Lo trovo un po’ provato; ha appena trascorso un breve periodo di degenza in ospedale. Mi accoglie con un caloroso saluto e una disponibilità d’altri tempi. Sempre sorridente e pronto alla battuta trascorre le sue giornate impegnandosi per il paese, tra la pulizia e la manutenzione, con cura quasi maniacale, delle sue proprietà e la passione per l’intaglio del legno; lavori che sono molto apprezzati nelle varie mostre locali. E’ stato per molti anni presidente della Consulta Frazionale, partecipando attivamente al progresso di Clavais. Marco, in che anno si è svolta la prima edizione della Festa? E come è nata? Se non mi sbaglio era l’anno 1975; l’organizzatore fu Arduino Candido. Poiché già in quegli anni c’era bisogno di fare varie domande burocratiche, e Arduino s‘era dimenticato di farle, toccò a me pensarci. Gli ho dato una mano e così si è potuta celebrare la prima edizione della Sagra. E cosa c’era, cosa si fece quella prima volta? I miei ricordi sono vaghi, ma ricordo che si improvvisava – i tempi erano duri, allora – ma c’era tanta genuinità da parte di tutti. Si facevano le polente nelle case, piatti unici con salsiccia. C’erano poi complessi musicali improvvisati e si ballava sopra la latteria. Che spaventi! In quegli anni il pavimento era un po’ precario, si aveva paura che tutti finissero di sotto! Con gli anni la Sagra ha visto la partecipazione non soltanto degli abitanti della frazione ma anche di gente che veniva da fuori. Qual’è l’anno che ricordi di più e perché? Ricordo bene l’anno in cui si è fatto il “Rodeo del Purcît”. A memoria non ricordo di aver visto mai

tanta gente qui a Clavais. Era tutto pieno; perfino la terrazza di Ida – che da sulla piazza – era gremita di gente. Ma ricordo anche quando vennero i ballerini dello STAR DANCE di Colza … e sì, quelli sono stati anni significativi!

Agosto 1978 – fervono i preparativi per la Festa di S.Lorenzo (nella foto di Marco si riconoscono Giancarlo “Jack” Fedele, Bruno Zarabara, Salve Zanier, Olivo Fedele, Lorenzo Brovedan, Luciano Zanier. Quali sono le differenze tra la Sagra di una volta e quelle di adesso? Una volta la Sagra si festeggiava anche durante la settimana; se cadeva per esempio il martedì la festa si faceva quel giorno. C’era la Messa e la Processione e poi tutti a ballare al “Fari”, senza far tardi però perché la mattina seguente, alle prime luci dell’alba si doveva andare in montagna a far fieno. Successivamente si è pensato di farla nel fine settimana così da portare un po’ di gente anche da fuori – i complessi e le varie attività erano sempre più onerose e bisognava pagarle. Lascio Marco, ma con la promessa di tornare a trovarlo per parlare un po’ anche del suo hobby - l’intaglio del legno. Il cielo su Clavais ha rasserenato.

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La Festa di San Lorenzo: Testimonianza riportata da Patrick Heady La testimonianza è riportata nel cap. III, pag. 84 e 85 del libro : “Il popolo duro. Rivalità, empatia e struttura sociale in una valle alpina” di Patrick Heady.

Storia raccontata nel 1990 da una donna di circa

sessant’anni ( gli eventi devono essersi perciò svolti

negli anni ’40 del secolo scorso)

« Quando eravamo ragazze, a Clavaias, c’era la festa di San Lurinç. C’era la messa, la benedizione, venivano cantati dei salmi, la processione della statua del Santo attraversava il paese. Il giorno prima venivano due musicisti; si teneva un ballo in latteria. A quel tempo la gente non veniva da lontano. Arrivava da Vuezzas, Grac e Liarias. Ballavamo, era una bella fiesta . Il giorno seguente era San Lurinç. Il prete veniva su da Liarias. Era arrabbiato perché avevamo ballato. Invece di partecipare all’intera fiesta, disse soltanto una messa molto sbrigativa. Durante la predica ci criticò duramente e fuori dalla chiesa si scagliò contro i genitori che ci avevano dato il permesso di ballare. C’era un giovanotto che non aveva tanta paura,

non era granché religioso e andava in chiesa solo per obbedire ai suoi genitori. A uno che gli aveva chiesto “perché non vai a messa?”, aveva risposto che sua sorella era suora e che pregava per tutti, lui compreso. Il prete si infuriò di nuovo perché si era ballato anche la settimana successiva. Quel giovane allora disse al prete: “sior plevan, i vin disbalât quel che abbiamo ballato l’altro giorno” e tutti si sono messi a ridere. In seguito i giovani scoprirono chi era la donna

che aveva spifferato al prete che avevamo ballato. Uno di essi preparò un sacco di volantini, ben scritti in stampatello, e durante la notte li appesero in paese. C’era scritto in carnico: Nel giorno di San Lurinç il prete furioso invece di fare una bellissima fiesta ha detto solo la messa e ha distribuito liquore amaro a tutti i giovani. E la siora ….. guardandoci storto come una badessa lo ha detto al sior plevan. Brutta donna pettegola, occupati di fare maglioni e scarpets e non farti gli affari dei giovani.

Dopodiché questa donna provò vergogna. In seguito tutti vennero a sapere chi aveva

scritto il volantino. Nessuno però le disse nulla, perché se lo avessero fatto, lei sarebbe andata dalla polizia, che ce l’avrebbe fatta pagare. La domenica in cui abbiamo ballato per la

seconda volta, ci fu un temporale – una grandinata – e allora una di queste vecchie, che pensavano che il prete fosse nel giusto quando diceva che ci sarebbero state punizioni divine, venne da mia madre – c’eravamo io e una mia amica – e questa vecchia si mise a urlare che il temporale era colpa nostra perché eravamo andati a ballare. Allora mia madre mi diede una sberla. Avevo vent’anni ». Nota dell’autore: Traduzione mia. Basata su appunti presi mentre la donna mi ripeteva lentamente la storia.

Arcobaleno sui monti

…….. alla ricerca delle persone immortalate nelle vecchie foto …………. (da sinistra: Elvira, Jack, Marco, Bruno, Clemes)

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Articoli dalla stampa.

Da “La vita cattolica” del 14 aprile 2007 DEDICATA AGLI ACQUARELLI LA SECONDA EDIZIONE DEL CONCORSO “ NOVE

MUSE” CHE HA LA FINALITA’ DI PROMUOVERE LA FRAZIONE DI OVARO.

Pittori in soccorso di Clavais Entusiasti gli abitanti. Il parroco don Valentino Costante: “E’ l’unico mezzo per far conoscere le loro tradizioni e il loro territorio, destinati, altrimenti, a cadere nel dimenticatoio”.

Alla ricerca del tempo perduto. La Carnia si rivela luogo fertile per i giovani artisti alla ricerca di un passato ricco di tradizioni e del fascino del mondo antico. Ripropone anche quest’anno, infatti, l’appuntamento con il concorso artistico “Nove muse per Clavais”, il cui scopo principale è far conoscere al grande pubblico la bellezza e le tradizioni del piccolo abitato del comune di Ovaro.

Adagiata sui fianchi del Monte Zoncolan (m. 1750), a 826 metri sul livello del mare, Clavais regala, infatti, ai suoi abitanti (una trentina) e visitatori una superba vista sulle maggiori cime delle Alpi Carniche (Coglians, Dolomiti Pesarine) e della Va Degano.

Il soggetto degli artisti in concorso è, dunque, una splendida cornice naturale, caratterizzata da un susseguirsi di boschi e di prati, punteggiati qua e là da vecchi stavoli ancora ben conservati, dove respirare il profumo del tempo andato, grazie anche alle tipiche abitazioni dall’architettura spontanea, dai caratteristici

tetti tegole Bieberschwanz, e alla chiesa di San Lorenzo, di origine medioevale.

L’occhi dell’artista, nell’arco delle diverse stagioni dell’anno, sarà chiamato a narrare la realtà umana, sociale, ambientale e paesaggistica della borgata di Ovaro. L’iniziativa, giunta alla seconda edizione, è promossa dal comitato festeggiamenti di S.Lorenzo di Clavais e dalla parrocchia di S. Vito di Liariis, con il patrocinio del comune di Ovaro.

Una giuria di esperti valuterà le opere, individuando i tre vincitori, che saranno premiati nel corso dei festeggiamenti della tradizionale Sagra di S. Lorenzo, con l’assegnazione di 300 euro al primo classificato, 200 euro al secondo e 100 euro al terzo.

Una mostra delle opere pervenute sarà allestita nel Centro socio-culturale del comune di Ovaro.

Gabriella Gerin

Da “I viaggi di Repubblica” del 15 marzo 2007

Sogno e realtà

Dante Spinotti, direttore della fotografia di numerosi successi hollywoodiani come “L.A. Confidential” e “Heat”, racconta le tradizioni, l’ambiente e la storia della sua terra, aspra e affascinante.

Nella fiabesca Clavais, 40 case e 48 abitanti, altri cugini degli Spinotti stanziano fino all’autunno inoltrato, per poi svernare in pianura, a Udine. In casa Tavoschi in Fedel, tra la cucina e il fogolar (quello carnico è diverso da quello friulano, più basso, in modo da poterci appoggiare

comodamente i piedi) permangono tracce di serene meditazioni, anche se sotto il secchiamo in pietra del settecento è stato ucciso cent’anni fa l’ultimo lupo del paese. Ma quelle mura hanno nascosto nel maggio del ’45 i georgiani disertori dei tedeschi durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra,

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quando, a questa terra secolarmente invasa è toccata anche una difficile convivenza con i cosacchi; e quando tedeschi e cosacchi si avvicinavano a Clavais le donne avvertivano il paese facendo ondeggiare las bleons, i lenzuoli per raccogliere il fieno.

A raccontarci queste e altre storie, nel prato sul retro che guarda la Val Pesarina, è Luigi Raimondi Cominesi, diventato a buon diritto lo storico ufficiale di Clavais, sebbene per i valligiani rimanga sempre un cuc, termine intraducibile con radici matriarcali che significa

qualcosa come “l’uomo che si è accasato”. Il Vigj di Paola, il Luigi di Paola, è venuto quassù dopo avventurose vicende dalla natia Fiume per sposare Paola Tavoschi circa cinquant’anni fa, ma ha pazientato alcuni decenni prima di entrare in osteria: l’accoglienza carnica ha tempi lunghi.

Gloria De Antoni

Dal sito Internet www.donneincarnia.it

L'arte dell'ingegno... per non dimenticare (gli Artigiani FEDELE, dal "NORT" di Ovaro)

Documenti e note di Maria Fedele

da sinistra: De Caneva O., Fedele Fedele, Mirai

Gino, Fedele Annibale Da vecchi documenti scritti, risulta che i

Fedele abitassero a Clavais già dal 1700, proprietari della “Butega” e quindi, oltre che contadini ed artigiani tuttofare, muratori e falegnami, furono anche commercianti.

Da più recenti testimonianze: una Maria Fedele, madre di Pietro Brovedan, è stata comproprietaria della vecchia Osteria “Dal Fari” di Clavais, fino al 1900. Del ceppo Fedele, gli ultimi discendenti abitanti ancora oggi a Clavais, sono i figli e nipoti di: Pietro Brovedan e Vigia da Butula e di Luigi Brovedan e Alba.

Sesto ramo dei Tavoschi-Fedelli notai, il mio bisnonno Fedele Luigi (allora capomastro anche all’estero in Germania), dopo avere costruito e rivenduto due case a Clavais, scende ad Ovaro già nel 1900, con la moglie Giovanna Tinello e sei figli: Fedele – Francesco – Annibale – Maria – Letizia – Lucia.

E da: agricoltori, falegnami, muratori, fabbri e quant’altro, diventano abili e stimati Maestri Fabbriferrai e Falegnami.

Anche la Carnia a quel tempo fu colpita dal grande problema dell’emigrazione. Fortunatamente non fu il caso dei Fedele che, da Clavais si trasferirono ad Ovaro. Se fossero scesi più vicino alla Provincia, probabilmente con il loro grande ingegno, avrebbero potuto fare grandi cose.

Nonno Luigi, sul terreno acquistato, iniziò a costruire la prima parte di abitazione che poi divenne Osteria/Locanda ed “Albergo al Nord”. Allo sviluppo dell’albergo, con il tempo, rimase il figlio più giovane, Annibale a cui poi subentrò la moglie Giovanna. . . . . Attualmente è ancora in funzione come Caffè, gestito da Aldo, -figlio del nipote Celso -. Nonno Luigi con tutta la famiglia, quando ci fu esodo dalla Carnia nella guerra 15 – 18, partì con poche cose su un carro e giunse adad Avellino, dove morì e fu sepolto.

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Nel frattempo l’albergo fu custodito da una cugina di Luint ed al al loro rientro, i Fedele poterono riprendere le loro attività, anche se alleggeriti di molti beni . . . . .

Con successive modificazioni ed ampliamenti il fabbricato ha dato anche ricezione all'ufficio Postale di Ovaro. E così pure fu dato in uso ai Dirigenti della Miniera , un garage poi costruito al limitare del fabbricato. L’albergo funzionava e quindi fu creata una sala da ballo in quanto sia lui che i figli suonavano vari strumenti e conoscevano bene la musica. ( Da qui la passione per gli strumenti musicali e l’inizio della “LIUTERIA”.)

PREMIATA FABBRICA STRUMENTI

MUSICALI "FEDELE FEDELE & FIGLI".

Fisarmonica 1925 – Cipriano Fedele

Per gli strumenti che costruiva, usava legni

di alberi da frutta, usati anche dai grandi maestri cremonesi.

In quel periodo non vi era nessuna commercializzazione di legnami pregiati come acero marezzato proveniente dai Balcani, o abete rosso.

In liuteria questi legni sono i migliori in assoluto. Si sposano perfettamente fra di loro.

Premiati già nel 1922 ad Udine, tutti gli strumenti musicali della Famiglia, compresi vari ottoni, sono stati distrutti dall’incendio delle scuole e del vecchio municipio, nel maggio del 1945. (Il fabbricato “Al Nord” era stato fatto sgomberare dai cosacchi che dovevano

predisporre lì un loro ospedale. Pertanto, tutto il materiale musicale e di officina e falegnameria, era stato depositato nella casa di una zia, -che abitava proprio di fronte alle scuole, - distrutta dal fuoco).

Sono rimasti solo gli strumenti che venivano usati dai singoli e che li avevano custoditi personalmente: Violino – premiato nel 1922 - Renato Violino 1923 - Cipriano Fisarmonica 1925 - Cipriano Violino 1924 - Celso Chitarre 73/74 - fatte da Cipriano Chitarre e mandolini 97/98 - fatte da Sergio, figlio di Cipriano

Parte di questi strumenti sono stati donati al Museo Carnico, dove possono essere visti dagli estimatori.

Finita la guerra, era tanta la voglia di ripartire e di dimenticare, ed in cartiera, in un prefabbricato, viene istituito il DOPOLAVORO Cartiera di Ovaro, ( TAKAZE’) , e si ricompone una orchestrina che dà modo di allietare feste da ballo molto frequentate – giungevano anche da Tolmezzo in bicicletta

FALEGNAMERIA Il bisnonno Luigi con i figli, ha sviluppato una

Falegnameria, dove ha imparato il mestiere anche il nipote Celso (figlio di Fedele) e ha dato lustro sia a mobili ad intarsio che da intaglio. (Tale falegnameria è stata portata avanti da Francesco e successivamente da suo figlio Luigi – Vigi dal Nort – fino al terremoto del 76. Da qui uscivano anche gerle, ceste, gabbie per uccelli, rastrelli e manici per utensili vari

Famiglia Fedele Fedele e Valle Maria

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Associazione culturale Clavajas

ATTO COSTITUTIVO

L'anno duemilasette, addì 12 del mese di maggio, a Ovaro, in Via Clavais n. 6, su iniziativa dei Signori:

DA POZZO CLARA, NOT EMIL , NOT DENIS, PUSCHIASIS DARIO, ZANIER ERWIN, ZANIER MIRCO, DE FRANCESCHI FABIO

è costituita l'associazione culturale denominata: "CLAVAJAS". L’ attività e la vita dell’ Associazione vengono regolate dal seguente STATUTO:

ART. 1. COSTITUZIONE. Si è costituita con sede in via Clavais, 6 , 33025 OVARO (UD) un'associazione che assume la denominazione di :“CLAVAJAS”. Essa è una libera Associazione di fatto, apartitica e apolitica, con durata illimitata nel tempo e senza scopo di lucro, regolata a norma del Titolo I Cap. III, art. 36 e segg. del codice civile, nonché del presente Statuto.

ART. 2. COMPITI DELL'ASSOCIAZIONE. Sono compiti dell'Associazione:

• proporsi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi sociali e culturali assolvendo alla funzione di maturazione e crescita umana e civile;

• diffondere e promuovere la cultura, le arti e le tradizioni popolari locali;

• ampliare la conoscenza di tale cultura attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni;

• porsi come punto di riferimento per quanti, soprattutto giovani, vogliano accrescere la propria conoscenza storico-culturale.

ART. 3. ATTIVITÀ DELL'ASSOCIAZIONE. L’Associazione intende promuovere varie attività, in particolare:

• attività culturali: convegni, conferenze, concerti, dibattiti, seminari, proiezioni di film e documentari.

• attività editoriale: pubblicazione di un

giornalino, pubblicazione di atti di convegni e seminari, nonché degli studi e delle ricerche compiute.

• attività sportive: promozione e organizzazione di iniziative sportive, con particolare riguardo all’ambiente,

• attività sociali: organizzazione di feste e manifestazioni culturali e sportive

ART. 4. ASSOCIATI. Il numero dei soci è illimitato; all'Associazione possono aderire tutti i cittadini di ambo i sessi che abbiano compiuto il 14° anno di età. ART. 5. DOMANDA DI AMMISSIONE. Per essere ammesso a socio è necessario presentare domanda al Consiglio Direttivo con l’osservanza delle seguenti modalità ed indicazioni: 1) indicare nome e cognome, luogo e data di nascita, residenza; 2) dichiarare di attenersi al presente statuto ed alle deliberazioni degli organi sociali. ART. 6. AMMISSIONE E DIMISSIONE DEI SOCI. La presentazione della domanda di ammissione da diritto immediato a ricevere la tessera sociale. E' compito del Consiglio Direttivo ratificare tale ammissione entro trenta giorni. Nel caso che la domanda venga respinta l'interessato potrà presentare ricorso sul quale si pronuncia in via definitiva la prima assemblea ordinaria. Le dimissioni da socio vanno presentate per scritto al Consiglio Direttivo. ART. 7. SERVIZI AI SOCI. I soci hanno diritto di usufruire dei servizi dell'Associazione e di partecipare a tutte le manifestazioni indette dall'Associazione stessa. ART. 8. DOVERI DEI SOCI. I soci sono tenuti: 1) al pagamento della tessera sociale; 2) all’osservanza dello statuto, degli eventuali regolamenti interni e delle deliberazioni prese dagli organi sociali. ART. 9. RIMOZIONI DEI SOCI.

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 11

I soci sono espulsi o radiati per i seguenti motivi: 1) quando non ottemperino alle disposizioni del presente statuto, ai regolamenti interni o alle deliberazioni prese dagli organi sociali; 2) quando si rendano morosi nel pagamento della tessera e delle quote sociali senza giustificato motivo; 3) quando in qualunque modo arrechino danni morali o materiali all'associazione. Le espulsioni e le radiazioni saranno decise dal Consiglio Direttivo a maggioranza assoluta dei suoi membri. I soci radiati per morosità potranno, dietro domanda, essere riammessi pagando una nuova quota di iscrizione, senza altre formalità, se non quelle previste per le iscrizioni. I soci espulsi potranno ricorrere contro il provvedimento nella prima assemblea ordinaria. ART. 10. PATRIMONIO. Il patrimonio sociale è indivisibile ed è costituito: 1) dal patrimonio mobiliare ed immobiliare di proprietà dell'Associazione; 2) dai contributi, erogazioni e lasciti diversi; 3) dal fondo di riserva. ART. 11. SOMME VERSATE. Le somme versate per la tessera e per le altre eventuali quote sociali non sono rimborsabili in ogni caso. ART. 12. BILANCIO. Il bilancio comprende l'esercizio sociale dal primo gennaio al trentuno dicembre di ogni anno e dev'essere presentato all'Assemblea entro il trentuno di marzo dell'anno successivo. ART. 13. RESIDUO BILANCIO. Il residuo attivo del bilancio sarà devoluto come segue: il 10% al fondo di riserva; il rimanente a disposizione per le iniziative citate negli articoli 2 e 3. ART. 14. ASSEMBLEE DEI SOCI. Le assemblee dei soci possono essere ordinarie e straordinarie. Esse sono convocate con annuncio scritto ad ogni socio. ART. 15. ASSEMBLEA ORDINARIA.

L'assemblea ordinaria viene convocata ogni anno nel periodo che va dal primo gennaio al trentuno marzo successivo. Essa : 1) approva le linee generali del programma di attività per l'anno sociale; 2) procede alla nomina a maggioranza semplice delle cariche sociali alla scadenza del loro mandato. 3) elegge la commissione elettorale composta da almeno tre membri che controlla lo svolgimento delle elezioni; 4) approva il bilancio consuntivo e preventivo; 5) approva gli stanziamenti per iniziative previste dall'articolo 3 del presente statuto; 6) delibera su tutte le questioni attinenti alla gestione sociale. ART. 16. ASSEMBLEA STRAORDINARIA. L'assemblea straordinaria è convocata: 1) tutte le volte che il Consiglio Direttivo lo reputi necessario; 2) ogniqualvolta ne facciano richiesta motivata almeno 2/5 dei soci. Essa dovrà avere luogo entro trenta giorni dalla data in cui viene richiesta. ART. 17. REGOLAMENTO DELL'ASSEMBLEA. In prima convocazione l'assemblea, sia ordinaria che straordinaria, è regolarmente costituita con la presenza di metà più uno dei soci. In seconda convocazione, sia ordinaria che straordinaria, è regolarmente costituita qualunque sia il numero dei soci intervenuti e delibera validamente a maggioranza assoluta dei voti dei soci presenti su tutte le questioni poste all'ordine del giorno; la seconda convocazione può aver luogo mezz'ora dopo la prima. In caso di scioglimento o di modifica dello statuto essa deve deliberare comunque con l’approvazione di almeno 2/3 dei soci. ART. 18. VOTAZIONI DELL'ASSEMBLEA. Le votazioni possono avvenire per alzata di mano o a scrutinio segreto. Alla votazione partecipano tutti i soci presenti. ART. 19. STRUTTURA DELL'ASSEMBLEA. L'assemblea, tanto ordinaria che straordinaria, è presieduta da un presidente nominato dall'assemblea stessa; le deliberazioni apportate dovranno essere riportate su apposito libro dei verbali.

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 12

ART. 20. COMPOSIZIONE E DURATA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Il Consiglio Direttivo è composto da un minimo di tre consiglieri (due più il Presidente) eletti tra i soci che si candidano durante l’assemblea e restano in carica due anni. ART. 21. ELEZIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Ogni due anni l'Assemblea Ordinaria elegge il Presidente e gli altri componenti del Consiglio Direttivo. ART. 22. STRUTTURA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Il Consiglio Direttivo elegge nel suo seno il Segretario amministrativo e fissa eventualmente le responsabilità degli altri consiglieri in ordine all'attività svolta dall'Associazione per il conseguimento dei suoi fini sociali. ART. 23. RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Il Consiglio Direttivo si riunisce convocato dal Presidente o dai 2/3 dei suoi membri o, secondo regolamento interno del Consiglio stesso, in date periodiche prefissate. ART. 24. DELIBERE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Le deliberazioni del Consiglio Direttivo sono prese a maggioranza assoluta dei presenti alla riunione. Sono ammesse deleghe scritte tra i suoi membri ed in caso di parità il voto del Presidente vale due. ART. 25. DEL CONSIGLIO DIRETTIVO. Il Consiglio Direttivo deve: 1) redigere i programmi di attività sociale previsti dallo statuto sulla base delle linee approvate dall'assemblea dei soci; 2) curare l'esecuzione delle deliberazioni dell'assemblea; 3) redigere i bilanci; 4) compilare i progetti per l'impiego del residuo del bilancio da sottoporre all'assemblea; 5) stipulare tutti gli atti e contratti di ogni genere inerenti all'attività sociale; 6) formulare il regolamento interno dell'Associazione;

7) deliberare circa l'ammissione, la sospensione, la radiazione e l'espulsione dei soci; 8) favorire la partecipazione dei soci all'attività dell'associazione. ART. 26. MANSIONI DEL PRESIDENTE. Il Presidente ha la rappresentanza e la firma sociale, valide per qualsiasi operazione bancaria, di compravendita o di qualsiasi altra natura a nome dell'Associazione. In caso di assenza o impedimento del Presidente, tutte le sue mansioni spettano ad un componente nominato dal Consiglio Direttivo. ART. 27 SCIOGLIMENTO DELL’ ASSOCIAZIO NE Lo scioglimento dell’Associazione è deliberato dall’assemblea straordinaria. Essa delibera a maggioranza assoluta sulla destinazione del patrimonio residuo. ART. 28. DECISIONI ASSEMBLEARI. Per quanto non compreso nel presente statuto decide l'assemblea a maggioranza assoluta dei partecipanti. ART. 29. CARICHE SOCIALI. Le cariche sociali non sono retribuite. Art. 30. LEGISLAZIONE NAZIONALE Per quanto non previsto dal presente statuto valgono le norme di legge vigente in materia. I presenti nominano inoltre i seguenti signori a componenti Comitato Direttivo provvisorio, che sarà modificato o ratificato in successive apposite elezioni: Clara Da Pozzo, Presidente; Denis Not, Segretario; Mirco Zanier, Consigliere.

La prima tessera dell’Associazione

ASSOCIAZIONE

CULTURALE

CLAVAJASCLAVAJASCLAVAJASCLAVAJAS

2007

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 13

Il Giro d’Italia sullo Zoncolan (a cura di Mattia)

Il chiosco a Clavais per il Giro d’Italia Da sinistra: Nicola, Arianna, Mirco, Mattia, Federico, Clara

Il Giro d’Italia visto da Nicola

Il 30 maggio 2007 è passata nel comune di Ovaro la 17° tappa del 90° giro d’ Italia. Con essa è arrivata anche un’ondata di gente come non si era mai vista nei nostri paesi. Sulla strada dello Zoncolan non c’ era un metro che non fosse occupato dai tifosi.

La tappa con partenza in Austria, a Lienz, arrivava in Italia attraverso il Trentino Alto Adige, per poi attraversare il Cadore e giungere così in Carnia; e dopo essere passata per Forni Avoltri, Rigolato, Tualis, Ravascletto e Comeglians arrivava finalmente a Ovaro, saliva a Liariis e poi su, sul temuto Monte Zoncolan. Per un totale di 146 Km, è stata una delle poche tappe con arrivo in salita, e soprattutto con arrivo sullo Zoncolan, a 1.700 m di quota, considerata dagli esperti la salita più dura d’ Europa. Con questi attributi la tappa si preannunciava molto interessante e come se non bastasse sarebbe stata decisiva per la classifica e la maglia rosa. Alla fine, forse inaspettatamente, ha vinto Gilberto Simoni com’ era successo pochi anni prima; solo che allora lo Zoncolan venne scalato da un altro versante, quello di Sutrio.

Per l’occasione Ovaro e Liariis erano stati completamente addobbati con striscioni, cartelli, bandierine… Molti erano i chioschi allestiti lungo la strada da Ovaro al Monte Zoncolan; e anche noi a Clavais nel nostro piccolo avevamo un chiosco, dove la gente venuta ad assistere al giro poteva assaggiare alcune delle specialità locali.

L’incasso è stato devoluto all’ “A.G.M.E.N.” di

Trieste un’associazione di genitori che aiuta i bambini malati di cancro.

Anche se c’è stato qualche problema organizzativo, tutto è filato liscio e senza incidenti.

Sono stati due giorni indimenticabili!

Giovanni e Mirco sullo Zoncolan alle prove generali del 30 aprile

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 14

fatti invernali e primaverili

6 gennaio 2007: la cena dei coscritti nell’ex-latteria. “Coloro che sono nati nello stesso anno si considerano reciprocamente come coscrits. Questo vocabolo include anche le donne, quantunque esse non siano soggette alla coscrizione. I coscrits talvolta si salutano in modo scherzoso col termine classe, intendendo con questo che appartengono alla medesima classe d’età”. da “Il popolo duro” di Patrick Heady

13 maggio 2007: Festa della Madonna di Fatima: il 2° quadro Sotto un cielo che minacciava pioggia si è svolta la tradizionale e suggestiva processione per la festa della Madonna di Fatima. 4 i quadri preparati dai parrocchiani indicanti gli episodi più significativi del miracolo. Ve ne presentiamo alcuni.

13 maggio 2007 Festa della Madonna di Fatima – il 4° quadro

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 15

Com’è stato il tempo a Clavais……(a cura di Arianna)

MEDIA MENSILE temperatura pressione umidità cond.cielo mese

°C hPa % ottavi

dicembre 4,7 1025,4 62,3 2,5

gennaio 4,8 1011,6 62,9 3,6

febbraio 7 1011,9 61,4 3,3

marzo 8,8 1011,8 59,4 3,8

aprile 15,8 1010,8 58,3 2,4

maggio 16,8 1004,1 62,7 4,7

temperatura in gradi Celsius (°C); pressione in ettopascal (hPa), umidità aria in %,

condizione cielo in ottavi (esempi: coperto = 8/8, sereno = 0/8)

DICEMBRE GENNAIO FEBBRAIO

valore giorni valore giorni valore giorni

temperatura massima(°C) 13 1,23,25 16 14,00 18 20

temperatura minima(°C) -3 29 -6 27 -3 6

pressione massima(hPa) 1.036 22,23,31 1.036 15 1.028 2

pressione minima(hPa) 1.006 5 994 24 999 13

umidità massima(%) 76 8,0 71 18,22,23,24 74 7,8,9,22,25

umidità minima(%) 43 21 38 3 42 4,27

n° giorni pioggia/neve 6 5 4

MARZO APRILE MAGGIO

valore giorni valore giorni valore giorni

temperatura massima(°C) 21 14 25 14,16,25 27 22,25

temperatura minima(°C) -3 22 5 3 9 16,17,19

pressione massima(hPa) 1030 12 1027 2 1014 16,00

pressione minima(hPa) 990 20 999 29 990 28

umidità massima(%) 82 19 73 1 78 17,27

umidità minima(%) 42 22 48 5 54 10,11,18,19

n° giorni pioggia/neve 6 5 12

andamento delle temperature da dicembre a maggio

-5

0

5

10

15

20

25

0 50 100 150 200

tem

pera

tura

(°C

)

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 16

L’ANGOLO DELLA POESIA

PAΊ

Cuant che l’alba a ši švea e cul bon timp a para fûr tal cîl il so colôr, devûr ogni ramaç plan plan al creš il clâr fin ch’al š’impia ta lûš il mont intîr e dut š’indora, dut ši rišqâlda dut ši švea e a ši mûf e il son dal timp al creš a inondâ il cûr. Ràis di sorêli cuiets tai vôi ai šparniğa il seren tra il bošc e i prâts e l’anima a sošpira e a ši rištora fra i ôrs das monts ch’a cjàlin e las rôsas dal ort ch’as rit al cîl. Paîš poiât tal biel e ta serenitât vištît cul clâr dai mûrs e cu viets scûrs e tanc’ balcons šierâts tal vert dismenteât dulà ch’al cor ator bessôl il gno pensîr. Paîš perla d’amôr sušpîr da mê fadia dulà che incjmò i torni a cerî libertât in mût che la mê anima a torni a cjapâ flât. Ennio Giacometti 14/06/20

Panorama sul Col Gentile

LA MIA TOMBA

La mia tomba sarà nel prato,

nascosta sotto l’erba.

I fiori non servirà portarli, l’acqua scorrerà attraverso me

e d’inverno attenderò l’abbraccio della neve.

Sentirò sul capo passi svelti

di bambini felici e di un nuovo cane,

e la notte non mi farà paura.

Aspetterò, ogni giorno, che a rischiarare il buio tu venga a parlarmi.

Gianni Tulisso Clavais, 10 dicembre 2005 Una rosa di Clavais

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 17

Le soluzioni dei giochi del numero precedente – dicembre 2006

Il cruciverba

1 c 2 b i c i c l e t t a

n

g 3 d a 4l f a r i 5 p

h a 6 l u c i a

i t 7 b t 8 v a l e n t i n o 9n a v a s

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CHI SONO?

Da sinistra: Aurora Misdaris di Begheron, Luzìa di Begheron, Cesira Del Missier (da Braida), Maria Del Missier (da Braida), Ines Vidale (di Bataia), Corinna Zuliani, Giacomina Gonano (Minuta di Seloni), Rosina Polzòt (da Gnèsa)

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 18

Le ricette (di Clara e Lisa)

Primi piatti Gnocchetti verdi alla ricotta (Clara) Ingredienti per 4 persone: 500 gr. di zucchine, 250 gr. di farina (aggiungerne di più, se necessario), 250 gr. di ricotta fresca, 1 uovo, 1 cucchiaio d’olio, Sale, pepe, per il condimento: burro fuso aromatizzato all’erba cipollina, formaggio grattugiato. Lavare le zucchine, tagliarle a pezzi e cuocerle al vapore per circa 15 minuti. Schiacciarle con lo schiacciapatate in una terrina e aggiungere la farina, il sale, l’olio e l’uovo. Amalgamare bene. Mettere sul fuoco una pentola piena d’acqua e portarla a bollore, salarla e provare a gettarvi un cucchiaino di impasto per vedere se ha la giusta consistenza affinché gli gnocchi non si sfaldino, altrimenti aggiungere altra farina. Questo procedimento è necessario perché la quantità di farina dipende dall’acquosità delle zucchine. A questo punto si può procedere alla cottura di tutti gli gnocchi: prendere un cucchiaino d’impasto alla volta e gettare acqua salata facendo cuocere fino a che gli gnocchi non vengono a galla, quindi versare in una pirofila e condire con il burro fuso aromatizzato all’erba cipollina e formaggio grattugiato. Minestra di piselli freschi (Clara) Ingredienti per 4 persone: 500 gr. di piselli freschi 1 cipolla intera 1 mazzetto di prezzemolo 3-4 chiodi di garofano 1 stecca di cannella Acqua quanto basta 2 cucchiai d’olio Riso Sale. In una pentola far rosolare i piselli nei due cucchiai d’olio, aggiungendo il prezzemolo tritato e la cipolla in cui avremo infilzato i chiodi di garofano e la stecca di cannella. Far cuocere i piselli lentamente, aggiungendo un po’ d’acqua se

necessario. Quando i piselli saranno cotti aggiungere tanta acqua bollente quanta ne servirà per ottenere una minestra per 4 persone (circa 2 litri), versare 4 pugnetti di riso e far cuocere fino a cottura di quest’ultimo. Regolare di sale e servire aggiungendo a piacere del formaggio grattugiato.

Secondi piatti Fettine stufate della nonna Antonietta (Lisa) Ingredienti per 4 persone: 500 g di fettine di vitello tagliate molto sottili (con l’affettatrice), 1 spicchio d’aglio, 1 pugno di prezzemolo tritato, 1 pugno di parmigiano grattugiato, sale, pepe, burro. Strofinare le fettine con il sale e il pepe, mescolare il prezzemolo con il parmigiano. Soffriggere in un pentolino stretto l’aglio in un cucchiaio d’olio (poi toglierlo), adagiare le fettine a strati, versando sopra nel mezzo il battuto e pezzi di burro. Cuocere ben coperto e a fuoco molto basso per almeno un’ora.

Contorni Cavoçin (Clara) Ingredienti per 6 persone: 1 zucca normale e di medie dimensioni, 1 piccolo mazzetto di prezzemolo, 1 mazzetto di sedano, 6 chiodi di garofano, Cannella in stecca, Sale, pepe. Pulire la zucca, privarla dei semi e della scorza e quindi tagliarla a pezzetti. Scaldare in una padella 2 cucchiai d’olio e aggiungere la zucca e il sedano e prezzemolo tritati. Aggiungere la stecca di cannella e i chiodi di garofano, salare, pepare e far cuocere coperto a fuoco lento fino a che la zucca non risulterà ben cotta. Schiacciare con la forchetta per ottenere una specie di purea. Quindi servire.

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 19

Dolci Vlaflip (Lisa) Tipico dolce olandese per bambini, semplice da fare e sano. Si riempie un bicchiere alto e trasparente con dello yogurt bianco fino poco sotto la metà, poi si versa prima lentamente un cucchiaio di sciroppo da frutta (o pezzi di frutta), si conclude con il ‘vla’, una specie di crema. Ai bambini il compito di mescolare con un cucchiaino con il manico lungo. Si può decorare a piacere. Ingredienti per il vla: ½ lt. di latte, ½ bustina di vanillina, 1 o 2 uova, 40 gr. di zucchero, 25 gr. di maizena, un pizzico di sale. Riscaldare il latte con la vanillina, nel frattempo sbattere le uova, aggiungere il sale, lo zucchero e la maizena. Versare molto lentamente il latte caldo sulle uova, sempre mescolando. Riversare il composto nella pentola e far bollire, sempre mescolando, per 3 o 4 minuti. Far raffreddare, girando ogni tanto la crema per evitare la formazione di pellicola. Dolce rustico alle pere (Clara) Ingredienti per una tortiera di 24 cm. di diametro: 250 gr. di farina, 100 gr. di zucchero, Una presa di sale, 125 gr. di burro, 1 uovo, 1 cucchiaino da tè raso di lievito in polvere, 600 gr. di pere (anche sciroppate), 50 gr. di zucchero, 2 cucchiai di cognac, 1 cucchiaino di cannella in polvere. Impastare sulla spianatoia il burro freddo a pezzetti con lo zucchero, la farina, il lievito e l’uovo aggiungendo un pizzico di sale e il lievito. Far riposare la pasta in frigorifero. Nel frattempo preparare il ripieno mettendo le pere sbucciate e tagliate a fettine in una terrina aggiungendo il cognac, lo zucchero e la cannella in polvere. Con i matterello tirare metà della pasta ad uno spessore di 1 cm., quindi rivestire una tortiera imburrata con la pasta facendo attenzione di avere un bordo di almeno 2 cm. per contenere il ripieno di pere. Versare il ripieno e coprire con l’altro disco di pasta ottenuto con la metà della frolla lasciata in parte. Infornare la

torta a 180° per circa 40 minuti. Servire tiepida spolverizzata di zucchero a velo.

Conserve

L’agrodolce (chutney) di prugne (Lisa) Clavais produce prugne in abbondanza e dopo averne mangiate fino ad avere mal di pancia e dopo averne riempita la dispensa con le marmellate, non si sa più cosa farne. Ecco un suggerimento, anche se so che la combinazione carne + frutta non è molto usuale in Italia. Si tratta di una salsa che si accompagna bene con la carne grigliata o con la selvaggina. I miei amici italiani, dopo un momento di diffidenza, la apprezzano molto. Ingredienti: 1 chilo di prugne, 3 tazze di aceto, 600 g di zucchero, 1 cipolla grande, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaino di sale, 1cucchiaino di pepe, 1 cucchiaino di senape. Affettare la cipolla e l’aglio e farli bollire per 10 minuti nell’aceto. Aggiungere il sale e le spezie e per ultimo le prugne lavate e snocciolate. Lasciare bollire per mezz’ora. Versare ancora caldo nei barattoli. Una volta aperta si conserva in frigorifero. PS: Le prugne possono essere sostituite con le albicocche.

Il 3° quadro della Festa della Madonna di Fatima – 13 maggio 2007

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 20

Lavori in corso (di Giacomo) Molti sono i lavori in corso di costruzione e

ristrutturazione: alcuni sono iniziati lo scorso anno e sono già a buon punto, altri marciano con una tabella di marcia ….. all’italiana e rischiano di superare ogni record di durata!

La ristrutturazione di casa De Franceschi

La nuova casa di Francesco (a proposito: benvenuto tra noi!)

Ancora lavori in corso in casa Bacchetta -

Plozer Nella prima settimana di luglio il prato

antistante la ex-latteria è stato recintato e sono apparsi alcuni attrezzi di lavoro. Che sia la volta buona per iniziare i famosi lavori di ristrutturazione? No. Si trattava di lavori di sistemazione nel torrente Travò. Ma si dice che ad agosto anche nell’ex-latteria qualcosa si muoverà…..

Nel frattempo peggiora notevolmente lo

stato delle strade nell’abitato e in quelle per Tauz e Braida. Le buche si moltiplicano: cosa aspetta il Comune per intervenire?

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 21

Le moto nei boschi: due modi di vedere le cose (di Giacomo) Cronache da alcuni siti Internet:

“Tutti insieme appassionatamente. Ovvero, nella splendida cornice di Ovaro si sono svolti lo scorso fine settimana i campionati regionali, triveneti e sloveni di enduro. Con un contorno fantastico di pubblico, i centauri si sono sfidati sul magnifico tracciato di Ovaro, impegnativo e duro, al punto che sono state anche numerose le cadute, per fortuna senza gravi conseguenze.”

“Un bel contesto di gara in grado di mettere d’accordo gli oltre 340 partenti radunatisi nell’ospitale cittadina udinese di Ovaro gradito sia dai piloti più navigati che dai semplici appassionati.”

“ Due le speciali altrettanto piacevoli e tecniche, un cross-test posto subito dopo il via caratterizzato da veloci contropendenze e salti naturali ed un enduro-test con settore iniziale disposto su prato in salita, seguito da un sottobosco dalle sembianze finniche con la fitta presenza di radici con rush finale in un’ insidiosa discesa.”

Un concorrente durante la prova speciale a

Liariis Dal programma ufficiale della gara:

“ Le gare di Enduro vengono sempre organizzate nel pieno rispetto della natura che ci circonda e nel pieno rispetto delle regole e delle norme vigenti”.

Legge Regionale 23/4/2007 n° 9

Norme in materia di risorse forestali Sezione III

Disciplina del transito con veicoli a motore Articolo 71 (Divieti)

1. ………. sono vietate la circolazione e la sosta dei veicoli a motore sui percorsi fuoristrada, compresi sentieri, mulattiere e percorsi agro-pastorali.

2. I divieti di cui al comma 1 si applicano nei boschi…..e, in particolare, sulle aree alto nivali e praterie al di sopra del limite boschivo.

Articolo 74 (Sanzioni)

La violazione del divieto di circolazione e sosta stabilito dall’art. 71, comma 1, comporta il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 40 euro a 250 euro.

Il troi che sovrasta Clavais due giorni dopo la prova speciale. Prima della gara esisteva soltanto un sentiero che fiancheggiava, a destra, il tronco a terra. Gli enduristi ne hanno aperti altri, sempre nel rispetto della natura e delle norme vigenti ………. Che dire? Ci auguriamo che le Istituzioni svolgano innanzitutto attività di informazione, ma anche di controllo e di vigilanza e facciano rispettare le leggi della propria regione !!!! Certo che dopo l’autorizzazione data alla gara del 1° luglio, per la quale Comunità Montana e Comune hanno fatto a gara in ogni sorta di violazioni e deroghe alle leggi già vigenti, non ci si aspetta granché…….

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Numero 3 luglio 2007 Clavajas pagina 22

Una risposta doverosa

Nel verbale prot. 238 del 24 luglio 2007, a proposito di una riunione tenutasi per l’organizzazione della 10° staffetta di S. Lorenzo dell’11 agosto p.v. è riportato che l’Assessore Sopracase: “plaude all’iniziativa del giornalino edito dall’Associazione, strumento valido di comunicazione e informazione. Osserva tuttavia che neppure un cenno è stato dedicato a due iniziative che hanno reso lustro a Clavais: la Staffetta di S. Lorenzo e il concorso “Le nove Muse”, organizzate rispettivamente dall’ U.S. Ovaro e dalla Parrocchia. Aggiunge che se si è trattato di una disattenzione o dimenticanza vi è la massima indulgenza e comprensione; se al contrario l’omissione è stata voluta o scelta, si tratta di un imperdonabile segno di ostilità e di chiusura verso i promotori delle suddette iniziative”.

Ringrazio per le parole di plauso dell’Assessore Sopracase e gli confermo che il giornalino è nato come strumento per unire la piccola comunità di Clavais e spero che continui su questa strada, senza pregiudizi e con la massima apertura a tutte le opinioni.

D’altronde la piccola festa con il pranzo dello scorso giugno 2006 per la distribuzione del 1° numero ne è la riprova.

E prendiamo atto che il Comune assicura la massima attenzione alla neonata Associazione Culturale Clavajas.

Forse l’Assessore Sopracase non sa, quindi è meglio rammentarglielo, che fino a questo numero il giornalino non ha avuto nulla a che fare con l’Associazione Culturale Clavajas.

E d’altronde come poteva essere altrimenti, visto che l’Associazione ha visto la sua nascita solo nella primavera del 2007?

Mi sono preso la responsabilità di ideare ed editare questa modesta pubblicazione, coordinando, con quel poco di esperienza che i miei 62 anni mi consentono, il lavoro e le idee di giovani e non che a Clavais vivono o soggiornano.

E gli ricordo che già dal 1° numero (numero 0) del giugno 2006 in prima pagina avevo scritto: “Speriamo che la lettura susciti in voi interesse e la voglia di partecipare in prima persona a questa piccola avventura. Chi volesse partecipare è pregato di mettersi in contatto o telefonando ai numeri di Mirco o Giacomo

(seguono numeri) o inviando una lettera

all’indirizzo: Mirco Zanier (segue indirizzo). Abbiamo così ricevuto e pubblicato

contributi volontari importanti di Luigi Raimondi Cominesi, di Ermanno Giacometti, di Gianni Tulisso, di Elio Zuliani, di Gigi Reggi.

Abbiamo ricevuto e pubblicato il contributo di Don Valentino Costante.

Mirco ha intervistato alcuni degli abitanti di Clavais.

E tutto è stato riportato integralmente, così come ci è giunto.

Certo l’Assessore non poteva sapere che in questo numero c’era anche riportato, già dalla prima bozza del maggio scorso, anche un articolo tratto da La Vita Cattolica relativo al concorso “Nove Muse per Clavais”.

Per questo quindi ci autoassolviamo e meritiamo la sua indulgenza e comprensione.

Non abbiamo invece parlato della Staffetta di S. Lorenzo, che ha reso lustro a Clavais.

Colpa grave sembra; tale da portare l’Assessore a formulare due ipotesi di giudizio nei nostri confronti: indulgenza e comprensione o rimprovero e gogna pubblica!

Ma a questo punto mi domando: perché nessuno, almeno dei collaboratori all’organizzazione di Clavais, si è fatto avanti per proporre un articolo della storia, della tradizione di questa gara sportiva, se è ritenuta così importante una sua dimenticanza anche nel nostro piccolo giornalino?

“E’ bene ribadire che un politico, grande o piccolo che sia, può legittimamente criticare fino in fondo il lavoro dei giornali per inesattezze, improprietà, e tanto più per notizie false o artificiose, com’è ben evidente. Ma se una notizia è degna di essere pubblicata, e quanto, lo decidono i giornalisti in base alle regole del loro mestiere e nessun altro”.

Non possiamo certo essere definiti neppure lontani parenti di giornalisti, ma quanto scritto sopra vale comunque per i grandi quotidiani come per i piccolissimi tentativi come questo.

Senza che questo rappresenti un segno di ostilità e di chiusura.

Gian Giacomo Biadene