Clavajas - il nesti pais n° 10

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N° 10 dicembre 2010 Clavajas il nešti paiš pag.1 SOMMARIO Editoriale pag. 1 Un lago a Clavais? pag. 2 Conosciamoci pag. 4 Il Natale di una volta pag. 5 Dante (Bepi da Butula) pag. 6 Le ricette pag. 7 Un Perugino a Clavais pag. 8 Chi sono? pag. 9 Le cronache pag. 10 L’ angolo della poesia pag. 12 Le foto del calendario pag. 13 Friuli Mandi Nepal Namastè pag. 15 Editoriale dicembre 2010 Siamo pronti a presentare il decimo numero del giornalino … … con una novità in redazione … Infatti questa edizione è stata curata interamente da Mattia che dopo aver seguito Giacomo nella preparazione delle precedenti edizioni si è dedicato alla ricerca e scelta del materiale,all’impaginazione e alla stampa. Lo ringraziamo per l’impegno con cui ha lavorato. BUONE FESTE,BUON ANNO E BUONA LETTURA A TUTTI!! Clara

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pubblicato il 2 gennaio 2011

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N° 10 dicembre 2010 Clavajas – il nešti paiš pag.1

SOMMARIO

Editoriale pag. 1

Un lago a Clavais? pag. 2

Conosciamoci pag. 4

Il Natale di una volta pag. 5

Dante (Bepi da Butula) pag. 6

Le ricette pag. 7

Un Perugino a Clavais pag. 8

Chi sono? pag. 9

Le cronache pag. 10

L’ angolo della poesia pag. 12

Le foto del calendario pag. 13

Friuli Mandi Nepal Namastè pag. 15

Editoriale dicembre 2010

Siamo pronti a presentare il decimo

numero del giornalino …

… con una novità in redazione …

Infatti questa edizione è stata curata

interamente da Mattia che dopo aver

seguito Giacomo nella preparazione

delle precedenti edizioni si è

dedicato alla ricerca e scelta del

materiale,all’impaginazione e alla

stampa.

Lo ringraziamo per l’impegno con cui

ha lavorato.

BUONE FESTE,BUON ANNO E

BUONA LETTURA A TUTTI!!

Clara

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N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 2

UN LAGO A CLAVAIS ?

Guardando lo stupendo paesaggio che si può

ammirare lungo la “Via dai Lofs” di Clavais

dove questa costeggia il “Plan di Val”

nessuno avrà pensato che circa 18000 anni

fa in questo grande prato ci fosse stato un

lago! Ma c’è da dire che questa estesa

spianata erbosa si trova in una posizione

morfologicamente anomala; per un occhio

più esperto, potrebbe trovarsi li solo

considerando il ripiano come parte di una

superficie di Kame (deposito accumulato

contro uno sbarramento glaciale). Ciò fa di

questa zona di Clavais un interessante

geosito.

Cerchiata di nero la zona dove un tempo si trovava il lago originato dallo sbarramento creato dalla lingua glaciale che scorreva nella Val Degano.

Questo brano a cura di Corrado

Venturini e Antonella Astori è tratto dal

libro “Geositi del Friuli Venezia Giulia”

Il ripiano di Clavais (circa 400x200m) può

in apparenza essere considerato una vera e

propria anomalia dato che si colloca sospeso

a 300m sul fondo valle e interrompe le

abituali morfologie di questo tratto vallivo,

caratterizzate da tozzi rilievi arrotondati.

Questi ultimi sono l’ effetto prodotto dall’

esarazione glaciale würmiana sui litotipi

(brecce di dolomie, di calcari dolomitici, di

marne e di calcari). Lo stesso paese di

Clavais è sorto all’ estremità di uno di

questi colli.

Nella stessa zona, a poca distanza, un altro

rilievo dello stesso genere è visibile tra

Liariis e Chialina. Queste morfologie

glaciali sono a loro volta separate una dall’

altra da incisioni torrentizie più o meno

profonde.

Nella fascia che si affaccia sulla Val

Degano, in sinistra ideografica tra Ovaro e

Comegliàns, il Rio Navas è di gran lunga il

corso più inciso e profondo. È utile citarlo

perché rappresenta la ragione della

presenza del ripiano di Clavais.

La storia che caratterizza questo segmento

di vallata è comune a quella della zona di

Illeggio, lungo la valle del Bût. Come per

quest’ ultima durante la de glaciazione

würmiana – circa 18 000 anni fa – i versanti

vallivi avevano già perso la coltre glaciale

anche se una lingua di ghiaccio, spessa

qualche centinaio di metri e progressivo

ritiro, continuava ad occupare la Val

Degano. Occorre immaginare il contesto

dell’ area alpina orientale così come si

presentava durante la fase di rapido

disgelo.

La lingua glaciale che scorreva nel fondo

della Val Degano era ancora alimentata dai

ghiacciai attivi sui rilievi di alta montagna

(giogaia del Monte Coglians), in lento

movimento verso le quote inferiori.

Genesi dei depositi di sbarramento glaciale (Kame) sono spesso il riempimento di effimeri bacini lacustri.

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Intanto le zone di media montagna,

compresa l’ area di Clavais fino al

retrostante Monte Zoncolan, si

presentavano già del tutto deglaciate. In

queste aree già liberate dai ghiacci si era

ormai affermato un reticolo fluvio-

torrentizio in rapida evoluzione. Ai nuovi rii

e torrenti si associava un intenso trasporto

solido verso i fondovalle principali, ancora

occupati dalle lingue glaciali in progressivo

ritiro.

Dal versante occidentale del Monte

Zoncolan il Rio Navas erodeva e

trasportava detriti. Raggiunte le quote

inferiori le sue acque trovavano un ostacolo

al deflusso: si trattava della spessa lingua

glaciale che ancora occupava il fondo della

Val Degano.

Kame di Clavais. La piatta superficie del deposito un tempo confinava con la lingua glaciale della Val Degano.

L’ ostacolo diede origine a un lago di

sbarramento che prese forma appena a

nord dell’ attuale paese di Clavais. Dal Rio

Navas giungevano al lago acqua e

abbondanti detriti torrentizi. Questi ultimi

col tempo (meno di un secolo?) colmarono l’

invaso sostituendone la superficie con un

materasso orizzontale di ghiaie che

trasformò lo specchio lacustre in una piatta

zona ghiaiosa. Depositi alluvionali di questo

tipo, propiziati da un ostacolo glaciale e

accumulati contro di esso, sono definiti con

il termine specialistico Kame.

Dato che l’ antica superficie del lago è

stata sostituita dalle ghiaie fluviali (ripiano

di Clavais), e sapendo che l’ anomala

superficie piatta si sviluppa intorno a 820

m di quota, si può dedurre che la sommità

della lingua glaciale in progressivo ritiro

doveva attrarsi intorno a quell’ altezza. Il

suo spessore dunque non era inferiore ai

300m dato che il fondo della val Degano si

trovava anche allora intorno ai 500m slm.

Successivamente la lingua glaciale in ritiro

ha dato spazio al ritorno del torrente

Degano. Al tempo stesso il Rio Navas è

riconfluito in esso. Nel farlo ha dovuto

eliminare il salto di raccordo dal ripiano di

Clavais al fondo della Val Degano. Lo ha

fatto tramite una rapida quanto intensa

erosione che ha cannibalizzato parte degli

stessi depositi per poi spingerlo ad

approfondirsi nel substrato roccioso

perniano, finendo con lo sviluppare la

poderosa incisione citata in precedenza. I

depositi fangosi lacustri coperti da

sedimenti di un delta ghiaioso che intanto

avanzava e progressivamente colmava il

lago) sarebbero visibili e se esposti lungo il

profondo solco erosivo del rio Navas se la

vegetazione non avesse trovato facile

diffusione colonizzando in modo massiccio

le sponde del corso torrentizio.

Nicola alle prese con la prima neve

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CONOSCIAMOCI …

ARRIVARE A CLAVAIS

Chi è nato in Carnia, o giù di li, sa

perfettamente dove si trova Clavais;

conosce il piano gentile che accoglie il

paese ed il verde bosco che lo circonda, sa

che il sole lo scalda per tutto il giorno ed

arrivarci è agevole.

Ma chi, come me, è nato fra due fiumi nella

“Bassa” Pianura Padana “dove il giù è su ed il

su è giù” dove d’ inverno il freddo e l’

umidità ti entrano nelle ossa e “la nebbia è

così fitta che ci puoi appoggiare la

bicicletta”; dove d’ estate il caldo è

terribile e ti tiene costantemente

imperlato di sudore, dove si combatte tutti

i giorni una guerra di sopravvivenza con le

zanzare; li nessuno conosce l’ esistenza di

Clavais, pochissimi conoscono la Carnia,

nessuno sa cos’ è il Coglians, pochi

pochissimi conoscono il Peralba. Ma proprio

tutti conoscono il Piave, sanno dove si trova

e conoscono la sua leggenda ed oltretutto

conoscono i fiumi gemelli: Tagliamento e

Isonzo.

Un giorno Andrea e Sara ci proposero (a

Carla e me) di fare una camminata alle

Sorgenti del Piave, noi accettammo di buon

grado la proposta, soprattutto io che pur

avendo lavorato in Friuli non mi ero mai

spinto oltre Rivolto, Udine e Tarcento. Fu

così che un fine settimana del settembre

2005 risalimmo di buon ora la Val Degano

fino a Forni Avoltri e Cima Sappada e

proseguimmo fino al parcheggio del

Rododendro. Lasciata la macchina ci

incamminammo a piedi (anche se la giornata

non prometteva bel tempo) ma il desiderio

di salire, la voglia di camminare ed arrivare

alla meta, ci spinsero verso l’ alto fino dopo

il mezzogiorno, non arrivammo mai a vedere

l’ acqua delle Sorgenti, ma tutta quella

cadutaci sulle spalle superò ampiamente la

nostra sopportazione. Fu comunque l’

occasione di visitare, il giorno appresso in

auto, il territorio di Forni, Ravascletto,

Comegliàns e Sutrio rendendoci conto del

bellissimo territorio di questa parte della

Carnia.

Nello e la sua nipotina

nell’ autunno 2005 Passammo molti fine

settimana in giro per la Carnia,

accompagnati da Roberto di Terzo, finchè

arrivammo a Clavais; la prima immagine del

paese fu quella di una famosa canzone

“disteso come un vecchio addormentato” e

ci piacque molto. Vedemmo la Val Degano

dalla Braida, la vecchia latteria, la

piazzetta, la vecchia osteria, la chiesa, la

grande casa, la corte chiusa, un magnifico

piccolo giardino, un grande prato verde,

tante belle case vecchie e ristrutturate

con i portoni e le finestre incastonate da

stipiti e architravi di pietra, i camini

fumanti, le piccole strade, l’ inesistenza di

traffico, il silenzio profondo rotto soltanto

dal cinguettare dei passeri, dal chiocciare

delle galline, dal tossire della panda rossa

che non partiva e dall’ abbaiare di un cane.

Notammo che molte porte erano aperte pur

non vedendo i suoi residenti, pensammo che

fosse segno di accoglienza e che comunque

“alcune innovazioni” non erano ancora

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arrivate. In fine arrivammo all’ unica casa in

vendita, ci sembrò molto dimessa, un po’

cupa , l’ intonaco raffazzonato, il tetto

rabberciato la vista chiusa al pian terreno

fra la via dei lupi e i fabbricati; l’ interno

era però abitabile con tanto spazio per il

giorno e molto di più per la notte. Salendo

le scale rampa dopo rampa, guardando dalle

finestre cominciammo a vedere lo spazio

intorno a noi, finchè arrivando al piano più

alto il respiro arrivò fino al Tàlm e a tutti i

monti della val Pesarina , al Crostis al

Coglians ai monti di Volaia e forse, a

guardar bene, anche al Fleons e all’

Avanza.

Nei giorni successivi, dopo le considerazioni

di tutti familiari, decidemmo che avremmo

passato il nostro tempo libero fra i

bellissimi monti della Carnia, dove piove

tanto ma il sole, quando c’ è, ripaga

ampiamente la sua attesa. Da allora sono

passati alcuni anni , abbiamo conosciuto

molte persone, abbiamo girovagato per

molti paesi , abbiamo percorso molti

sentieri. Non ci sentiamo cittadini carnici

perché, come diceva mio padre,”chi vin da

zoca sa d’legn” ovvero “chi viene dal ceppo

ha sapore di legno”, che sta a significare

che la tradizione, la cultura, l’ educazione, l’

origine di ogni persona non si possono

cancellare; ma non ci sentiamo neppure

stranieri perché le persone che abbiamo

conosciuto per ragioni di lavoro, per

amicizia, per necessità, o anche soltanto

per scambiare qualche chiacchiera ci hanno

accolto nel migliore dei modi, ci fanno

sentire ospiti graditi. Noi tutti siamo

convinti di non aver sbagliato nel scegliere

la Carnia e in particolare Clavais come

nostra seconda residenza.

Nello Camellini

Carla, Matteo, Sara, Ana Paula, Andrea,

Sofia e Giosuè e speriamo qualcun altro …

Il NATALE DI UNA VOLTA

Com’ era il Natale una volta? Cosa si faceva

e come si viveva questo periodo di feste?

Ce l’ hanno raccontato Clemes e Rina da

Butula che ogni giorno aspettando il pane o

a casa di Clemes si incontrano ricordando i

vecchi tempi …

Il Natale una volta (dalla fine degli anni

quaranta) non veniva “festeggiato” tanto

come oggi, ma era comunque un giorno

molto importante. Si andava a Messa di

mezzanotte (Madins). Per scaldarsi, prima

di partire, si faceva il “sofrit” una specie di

crema con farina cotta e vino rosso. -Poi si usciva senza cappotti o giacche solo un sciarpa di lana di pecora “ca piçiava” -racconta Rina - con la neve ghiacciata che scricchiolava sotto i çiucui o las galoçias, fatti da Vico di Vît, eppure non si aveva freddo, almeno non come adesso-.

. Rina e Clemes aspettano il pane

Per il pranzo del giorno dopo si uccideva

una gallina o una pecora, poi la si appendeva

in soffitta e si mangiava un po’ alla volta

perché avrebbe dovuto durare per un bel

po’. Chi poteva permetterselo ammazzava

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un vitello tenendone solo metà, l’ altra metà

veniva venduta.

Il giorno di Natale, ricorda Clemes,-in molte case si facevano i cjaršons che si mangiavano solo nelle giornate di festa, due o tre volte l’ anno, mia madre però stava nell’ osteria e non aveva mai il tempo per prepararli. Il panettone non esisteva, ma si preparavano delle focacce che venivano portate a cuocere nelle case in cui c’ era il forno per il pane. poi più recentemente si portavano a cuocere a Liariis da Nel dal pan-. Un tempo pochi facevano il presepe come

dice Rina che allora abitava a Pradibosco:

-preparavamo delle statuine di carta ripiegate e poi dipinte prendendo le sagome da qualche libro di scuola, con l’ aggiunta di qualche casetta di cartone e qualche candela-. Solo dopo sono comparsi i primi

alberi di Natale.

Una volta nel periodo di natale non si

facevano regali, i bambini dovevano

aspettare l’ ultimo dell’ anno e i sops per

ricevere qualche noce,mele,patate, qualche

pannocchia, -solo in Bidut, dice Clemes, ci davano i mandarini-. Un giorno importante per i bambini era l’

Epifania: - preparavamo una calza per la befana ,racconta Rina, spesso trovavamo una vujšcja e carbone, i più fortunati trovavano anche qualche caramella, qualche mentina di quelle bianche rosse e verdi ed eravamo felicissimi, i bambini di adesso invece hanno tutto e ancora non sono contenti. Quasi quasi era meglio una volta…

DANTE

Nella versione di Bepi da Butula

Questa “poesia” veniva spesso recitata da

Bepi da Butula che probabilmente ne è l’

autore; il testo ci è giunto grazie all’

infallibile memoria di Amadio De Caneva a

cui va il nostro ringraziamento.

Un ritratto di Bepi da Butula

Ho fatto un viaggio nell’ aldilà

ed eccomi sono, eccomi qua,

io di esser morto mi sognai

e nell’ altro mondo mi ritrovai.

Di tanti amici due o tre soltanto

mi accompagnarono al camposanto,

di tutti gli altri fu tutt’ altra gente,

nessun amico e nessun parente.

Ci fu uno strozzino che per solo dire

mi avanza seimila lire.

intanto mia moglie si disperava

portare il lutto non le si adattava,

in cuor suo diceva ella,

-oh che peccato ancor son bella-

intanto giunsi alle porte del paradiso

e bussai pallido in viso,

mi apre San Pietro tutto adirato

-brutto sfacciato vai fuori di qua-

-e perché mai- dissi a San Pietro

-non ho mai rubato e neppure ammazzato-.

-entra allora disse San Pietro -

ma subito feci tre passi indietro

c’ era mia suocera, e gridai –per dio

se ci sta lei non ci sto io-.

Allora dritto all’ inferno

me ne andai e ciò che vidi trasecolai

c’ era il mio sarto, il salumaio,

il farmacista e il calzolaio,

appena mi videro si esaltarono:

-pagaci subito lor mi gridarono-.

e dalla gran paura mi risvegliai

e in questo porco mondo mi ritrovai!

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LE RICETTE

Di Clara e Lisa

ROTOLO DI PATATE E SPINACI

Ingredienti per 6 persone:

1 kg di patate

250 g di farina

1 uovo

Burro

Un kg di spinaci

300 g di ricotta

Parmigiano reggiano grattugiato

Un tuorlo – pangrattato – sale – pepe.

Lessate le patate con la buccia.

Scolatele, sbucciatele e passatele con lo

schiacciapatate.

Trasferite il purè ottenuto sulla

spianatoia,lasciatelo intiepidire e

impastatelo con la farina,l’uovo,

25 g di burro fuso e un pizzico di sale.

Fate sciogliere in una padella 30 g di

burro;unite gli spinaci lavati, salateli,

mettete il coperchio e cuoceteli a fuoco

medio finché saranno asciutti,poi tritateli.

Lavorate la ricotta per renderla cremosa;

poi incorporate il tuorlo,80 g di

parmigiano,gli spinaci sale e pepe.

Stendete la pasta di patate su un foglio di

carta da forno in modo da ottenere un

grande rettangolo.

Spalmatevi sopra il ripieno di ricotta e

spinaci.

Arrotolate la preparazione,chiudete il

rotolo nella carta da forno e legatelo ai

bordi con spago da cucina.

Lessatelo in acqua salata per 30 minuti.

Sgocciolatelo,fatelo raffreddare, eliminate

la carta forno e tagliatelo a rondelle,che

disporrete in una pirofila ben

imburrata,spolverizzate con abbondante

parmigiano e irrorate con burro fuso.

Gratinate per qualche istante e servite.

SALATINI

Per 6 persone:

150 gr burro

60 gr di formaggio grattugiato stagionato

di circa 7-8 mesi

½ tazza di panna

1/2cucchiaino di sale

½ cucchiaino di paprica

250 gr di farina

½ cucchiaino di lievito in polvere

2 tuorli

Per guarnire: semi di papavero, semi di

sesamo,pistacchi tritati,cumino,sale grosso

In una terrina mettere il burro

ammorbidito a temperatura ambiente,i

formaggi,il sale,la paprica.

Versate la panna e amalgamate bene fino

ad ottenere un composto omogeneo.

Setacciate la farina e il lievito e

impastateli con il composto.

Dapprima si formerà un impasto

sbriciolato, poi con le mani impastate

velocemente in modo da ottenere una pasta

liscia. Formate una palla,avvolgetela in un

foglio di pellicola e mettetela in frigorifero

per due ore.

Cospargete la pasta di farina e stendetela

sottile mezzo centimetro.

Ritagliate con le formine dei

biscotti,pennellate la superficie con il

tuorlo d’uovo e cospargete a piacere con i

semi di papavero,sesamo,cumino …

Cuoceteli in forno caldo a 200° per 10-15

minuti. Servire preferibilmente caldi

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FARAONA DI NATALE

Ingredienti per 6 persone:

2 faraone

cipolla,

prezzemolo

capperi

1 limone

Cuocere le faraone nel forno o sul fuoco.

Fare un sughetto con olio o burro, le

interiora delle faraone, la cipolla tritata, 2

cucchiaini di capperi tritati, molto

prezzemolo, sale e pepe. Aggiungere il

succo di un limone e far bollire per almeno

2 ore. Servire con la polenta.

TARTUFI DI PANETTONE

200 gr di panettone

Un cucchiaio di liquore a piacere: rum,

cointreau…

40 gr di mandorle a filetti o noci o nocciole

150 gr di cioccolato bianco

50 gr di cacao amaro

½ bicchiere di latte

2 cucchiai di panna

Tagliate il panettone a pezzettini togliendo

la crosta più superficiale. Mettetelo a

bagno con il latte,il liquore,la panna,poi

strizzatelo.

Aggiungete le mandorle e mescolate

delicatamente in modo da ottenere un

impasto omogeneo.

Prendete piccole quantità ,formate delle

palline che passerete nel cacao amaro dopo

averle a piacere ricoperte con il cioccolato

bianco,sciolto e fatte raffreddare.

UN PERUGINO A CLAVAIS

L’amicizia di Lisa e Giacomo ci ha portato a

trascorrere qualche giorno di vacanza

questa estate a Clavais. In passato io

l’avevo solo intravisto d’inverno per poche

ore, di ritorno dalla settimana bianca:

molta neve e un paese alquanto deserto e

infreddolito. Devo dire che in agosto,

quando sono arrivato, ho quasi avuto

l’impressione di aver sbagliato luogo, se non

fosse stato per le segnaletica. Prati verdi,

cielo azzurro, le montagne come imponenti

quinte di uno splendido scenario naturale.

Ma soprattutto molta gente, di ogni età,

impegnata nell’organizzazione della festa

del paese. E’ stato bello trovarsi in questo

ambiente familiare e accogliente. Ma

altrettanto piacevole è stato degustare i

piatti tipici della vostra cucina tradizionale.

Un momento della sagra di Clavais

Credo che nella preparazione dello spirito

per apprezzare tutto quello che abbiamo

provato, un ruolo importante sia stato

svolto anche da una rilassante passeggiata

in quota che ci ha permesso di ammirare

uno straordinario panorama sulle vostre

cime più belle, solo meno note delle più

famose Dolomiti ma non per questo meno

affascinanti. Certo i nostri occhi non sono

abituati a tanta asprezza e vastità: i nostri

orizzonti sono normalmente definiti dalle

dolci colline umbre cosparse di chiese,

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abbazie, borghi e castelli medievali. Al

massimo possiamo provare l’ ebbrezza della

quota se ci spingiamo in qualche escursione

sull’Appennino umbro-marchigiano.

Probabilmente nelle nostre diverse

“bellezze” italiane sta il segreto della

bellezza della nostra Italia. Così come io e

mia moglie siamo stati conquistati dalle

bellezze e dalle bontà friulane, sono certo

che se qualcuno di voi vorrà trascorrere

una fine settimana in Umbria, tra Perugia,

Assisi, Gubbio, Spoleto, Todi, Orvieto o

lungo le sponde del Lago Trasimeno tornerà

nella propria terra arricchito di nuove

esperienze sensoriali. Proprio come è

successo a noi. Altra luce, altri colori, altri

sapori, altre architetture. Ma tutto

altrettanto bello; non comparabile ma

certamente bello. Purtroppo questo è il

destino dell’Italia: essere bella, diversa ma

bella. Chiedere un parere in proposito, a chi

riesce a guardarci con occhi disinteressati,

per avere conferma. Oppure leggere cosa

pensano del nostro paese gli osservatori o i

turisti stranieri. Coloro che non vogliono

convincersi di questo, sono destinati ad

avere una visione riduttiva e parziale della

realtà. E ancora più grave sarebbe se quelle

stesse persone potessero decidere le sorti

politiche e istituzionali delle nostre terre.

Al riguardo mi piace ricordare che nel 2011,

anche l’organizzazione del Giro d’Italia di

ciclismo vuol rendere omaggio alla

ricorrenza del 150° anniversario dell’unità

d’Italia. E lo fa disegnando un percorso che

toccherà i luoghi simbolo della nostra

storia. Tra questi luoghi è stato inserita

anche la salita dello Zoncolan: LA

MONTAGNA. Io e miei amici, con cui divido

la passione per questo sport, il 20 maggio

saremo sulle vostre strade per provare,

insieme ad altre migliaia di persone, una

fatica nuova. Ma anche per gustare i vostri

cjaršons e i vostri vini. Oltre che ammirare

i vostri paesaggi e apprezzare la vostra

ospitalità. Che saremo ben lieti di poter

ricambiare. A conclusione di queste brevi

considerazioni “a ruota libera”, non mi

resta che augurare a tutta la vostra

comunità i migliori auguri di Buon Natale e

un 2011 non meno felice e ricco di

opportunità di quanto non sia stato il 2010.

Maro Tingoli

l’unico perugino membro dell’Associazione

culturale Clavajas!

Uno scorcio di Clavais coperto dalla prima neve già il 26 di novembre ma per Natale è stata sciolta tutta dalla pioggia …

CHI SONO?

NOI NE RICONOSCIAMO SOLO DUE …

E VOI RICONOSCETE LE PERSONE DI

QUESTA FOTO??

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CRONACHE

Di Mattia e Mirko

FESTA DEL CASARO

La prima domenica di settembre, nella sede

dell’ Associazione Culturale di Clavajas si è

svolta la prima edizione della festa del

casaro.

Questa prima iniziativa da me intrapresa,

con l’ aiuto di molti soci e anche di molti

casari, ha riscosso un discreto successo; la

giornata fresca al mattino e ventosa nel

pomeriggio, ha comunque dato modo di

conoscere e apprezzare questa

professione, che ha fatto un po’ la storia

dei nostri paesi.

Una volta il mestiere di casaro o come si

dice da noi, il “fedâr”, aveva un compito

rilevante nell’ economia del paese: era colui

che trasformava il latte in formaggio,

dando vita così a una catena di

trasformazione fondamentale per il

sussidio delle generazioni precedenti, ed

era così chiamato anche perché, oltre all’

arte del formaggio, sapeva far nascere i

vitelli durante il parto delle mucche.

Lorenzo all’ opera

Abbiamo voluto, tramite questa iniziativa,

spiegare e perché no, coinvolgere anche le

persone che di questo mestiere ne

sapevano ben poco.

La festa si è svolta tra dimostrazioni della

lavorazione del latte (mozzarella), incontri

fra casari e la gente del posto, assaggi di

formaggi, il tutto allietati dalla musica di

due provetti fisarmonicisti che hanno

sfornato un repertorio mica tanto male per

essere due casari!! Il ricavato della

giornata è stato devoluto in beneficenza

alle già conosciute associazioni: A.G.M.E.N.

e “Friuli Mandi Namastè”.

L’ iniziativa è piaciuta tanto che si pensa già

ad una seconda edizione, questa volta a

detta dei casari, più “consistente”, quindi

per il prossimo anno si preannuncia un

CLAVAIS A TUTTO FORMAGGIO!!!

TELETHON 2010 CLAVAIS PRESENTE

Tra venerdì 17 e sabato 18 dicembre nell’

arco di 24 ore si è svolta a Udine la

staffetta TELETHON 2010, una staffetta

24x1 che si snoda su un percorso di circa

un chilometro nel centro di Udine, per

capirci “zona Castello e piazza primo

maggio”.

Io e mio fratello Luciano avevamo già

deciso da diverso tempo di parteciparvi, e

quindi dopo vari allenamenti nei nostri

ritagli di tempo ci siamo iscritti tramite la

S.A.F. autoservizi di cui mio fratello è

dipendente , (colgo l’ occasione per

ringraziare la SAF per l’ opportunità

concessami altrimenti non sarei riuscito a

iscrivermi alla competizione).

Volendo fare anche bella figura, ho

accettato l’ orario che era verso le 22 di

sera, ma aimè proprio in quel frangente

aveva iniziato a nevicare come non mai in

quel di Udine, rendendo quell’ atmosfera

pre-natalizia quasi un freno per la

prestazione, finendo la mia ora con 10 giri

complessivi, fortunatamente senza cadute.

Meglio è andata a mio fratello Luciano che

correva al mattino, finendo la sua ora in 14

giri!! Non male per due provetti atleti.

Concludendo vorrei lanciare un’ idea “chissà

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N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 11

se anche l’ associazione Clavajas, visto che

pullula di nuove leve, riuscirà un giorno a

partecipare a questa manifestazione?

SAGRA DI SAN LORENZO

La 36° edizione della tradizionale Sagra di

San Lorenzo di Clavais , svoltasi quest’ anno

il 7-8 agosto, ha riscosso il solito successo,

guastata solo da un po’ di pioggia verso le

23.00 di domenica sera.

Ma la vera novità di quest’ anno è stata il

concorso “Disegna una maglietta per

Clavais”. Un “concorso” nato un po’ per caso

da un’ idea venuta all’ ultimo minuto ma che

ha avuto un gran successo: quasi 40 i

bambini e adulti che hanno disegnato sulle

sagome di cartone la loro maglietta di

Clavais. Alla fine si è votato decretando il

seguente verdetto: Giulia Chiarandini con

16 voti prima classificata nella categoria

bambini. Mentre tra gli adulti hanno

dominato i clavajani col l’ ex-equo tra la

poetica maglietta di Erwin e quella più

artistica di Tiziana.

Le magliette del concorso

Un ringraziamento a nome dell’

Associazione Culturale Clavajas, va a

Renato Nassivera, che durante la sagra ha

preparato la polenta sul momento, fornendo

anche una dimostrazione di quest’ “arte”…

Si racconta che tra sabato e domenica,

aiutato dall’ apprendista Lucio, abbia

preparato oltre 10 polente.

I polentari al lavoro

L’ A.S.D. OVARESE

La nostra associazione nel mese di

dicembre ha messo a disposizione la propria

sede “Villa Ines” per due cene di fine

stagione dell’ Associazione Sportiva

Dilettantistica Ovarese; la squadra di

calcio di Ovaro (in cui giocano fra gli altri,

tre clavajani: Mattia nella categoria

juniores e Federico e Nicola

rispettivamente nei giovanissimi e nei

pulcini).

Quindi abbiamo festeggiato a Clavais i

trionfi calcistici del 2010: dopo la vittoria

della Supercoppa e della Coppa Carnia da

parte della prima squadra, gli juniores si

sono aggiudicati il titolo di campioni carnici

dominando l’ intera stagione; ed in fine i

giovanissimi che guidano, ampiamente in

testa alla classifica, il campionato ancora in

corso che riprenderà a primavera

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IL PRESEPE

Ecco una foto del grazioso presepe di legno

che l’ ingegnoso Dario e qualche aiutante

hanno allestito all’ inizio del paese.

(Vincenzo, Riki e Luca fanno le statuine)

L’ ANGOLO DELLA POESIA

Grazie asinello

Grazie asinello grigio

per quel che hai fatto

Grazie che eri là

per accompagnarli

Che eri disposto

a portare Maria

da Nazareth a Betlemme

per la notte scura

Grazie asinello grigio

là nella vecchia stalla.

Riposa dopo quel lungo viaggio

per monti e per valli.

Grazie perché l’hai portata

nella pioggia e nel freddo

Grazie per il tuo sforzo,

grazie per la tua fedeltà.

(Anonimo. Ttitolo originale: Dank je wel ezeltje. Traduzione di Lisa)

La lucetta

nel nostro albero

verde come non mai

solo una luce non splende

non si vede

si trova nascosta

nessuno la nota

la lucetta

non è rotta

semplicemente non splende

e noi...

la lasciamo fare

in fin dei conti è nascosta

ma ad una certa ora

nella notte

quando le altre luci sono spente

vediamo improvvisamente

e quasi da non credere

quella lucetta

calda e bella come mai

scintillare in silenzio

e ci ricordiamo

che a Natale

ogni luce vuole splendere

Jeroen Swaan

(Titolo originale: Lampje.

Traduzione di Lisa)

ULTIME NOTIZIE

Federico Puschiasis ha esordito nel Corpo

Bandistico Val di Gorto suonando il flicorno

baritono in occasione del Concerto di

Natale, complimenti!!

Il 23 dicembre 2010 all’ età di 91 anni si è

spento Gino Plozzer.

Classe 1919, alpino reduce di Grecia e

Albania, tenace lavoratore, sposato con

Mina da 67 anni.

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LE FOTO DEL CALENDARIO

IN QUESTE PAGINE ECCO

QUALCHE INFORMAZIONE

SULLE FOTO DEL CALENDARIO

DI CLAVAIS 2011

A sinistra la foto di copertina

fornitaci da Bruno Zarabara:

veduta di Clavais da Nombladiš

GENNAIO

Foto di Tiziana Puschiasis, anni ‘80:

vecchio scorcio Caiota – da Ciana

FEBBRAIO

Foto di Tiziana, 1978: Gino Crosilla,

fedel e Dario Puschiasis spalano la neve

sul vecchio ponte

MARZO

Foto di Tiziana Puschiasis:

vecchio scorcio di Clavais

APRILE

Vecchia cartolina del 1957

“foto Valent e Modotti”

Fornita da Clemes Solaro

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MAGGIO

Foto di Claudia Plozer:

le mucche in Tàuz

GIUGNO

foto di Clemes Solaro, 1929:

esterno osteria “dal Fari” con il il

piccolo Tita

LUGLIO

Foto di Claudia Plozer:

Mina, Gino e Alba

AGOSTO

Foto di Claudio Fedele:

SETTEMBRE

Foto di Tiziana Puschiasis:

stavoli “dal Fari” e di Maria di

Gneša

OTTOBRE

Foto di Clemes Solaro, 1946:

a scuola nella latteria

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FRIULI MANDI NEPAL NAMASTE’

L’associazione FRIULI MANDI NEPAL

NAMASTE’ è stata creata per aiutare i

bambini di alcune zone del Nepal. Vi

premettiamo che il nostro gruppo, non è a

scopo di lucro, e nasce casualmente dopo un

trekking in Tibet che ha tramutato la

nostra voglia di avventura in voglia di

aiutare persone. Purtroppo, come in molti

paesi, anche in Nepal le realtà relative

all'infanzia, in certi strati sociali sono

talvolta drammatiche. Spesso l'estrema

povertà e l'abbandono penalizzano di fatto

i bambini anche nel loro diritto ad una

educazione scolastica e, conseguentemente

alla prospettiva di un più dignitoso futuro.

Vogliamo illustrarvi i risultati ottenuti con

le nostre iniziative e lo stato dei progetti

in corso.

Presidio sanitario 'Fabio Agostinis'

A Salleri, nel Solukhumbu, sta sorgendo,

completamente a nostra cura, un centro

medico periferico. La struttura è stata

quasi completata. Si prevede di renderlo

operativo entro l'estate del prossimo anno.

Porterà il nome di Fabio Agostinis, nostro

Socio ed illustre alpinista scomparso

prematuramente nell'ottobre 2008.

Splendid Valley

Fino a tutto il 2006 l’attività si è

concentrata a favore degli alunni più

bisognosi tra i 200 della Splendid Valley

School di Palubari, defilata località a 30 km

dalla capitale Kathmandu. Nel febbraio

2007, appena la situazione politica lo ha

permesso sono iniziati i lavori di

costruzione di un nuovo edificio scolastico

di 16 aule, eseguiti da maestranze locali con

il coinvolgimento della popolazione

dell’intera vallata. Sono terminati dopo 9

mesi, tanto da permettere ai 250 alunni

l’uso della nuova scuola dal 2 novembre

2007. Attualmente sono in corso i lavori di

ampliamento per poter utilizzare un piano

dell’edificio ad asilo.

Casa famiglia 'Friuli Nepal Children'

Con il nostro totale sostegno offriamo ai

bambini un tetto, vitto e la possibilità di

frequentare regolarmente una scuola. Il

personale è composto da assistenti e

insegnanti in grado di accudire e assistere i

bambini in tutte le loro attività extra

scolastiche.

Il costo annuale totale del progetto è di

12.000 euro all'anno, equivalenti a 50 euro

al mese per ogni bambino.

NOVEMBRE

foto di Tiziana Puschiasis:

“las colomberas di Bidut”

DICEMBRE

foto di Tiziana Puschiasis:

scorcio Moneana

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Orfanotrofio YAUC

Abbiamo visitato la struttura e consegnato

vestiario per i bambini ospitati. Aspettiamo

la chiusura del loro bilancio annuale per

valutare le loro necessità ed adeguare il

nostro futuro intervento, li abbiamo

comunque rassicurati sulla continuità del

nostro aiuto.

Pulchoki School

Nuova scuola a Badhikel

Al momento è stata completata la

demolizione della vecchia scuola e si sta

provvedendo all’acquisto dei relativi

materiali edili. Al nostro fianco abbiamo

l’Associazione “ADRIANA per i nostri

bambini ONLUS” che supporta il progetto

al 50% e "Friul Adventures". Contiamo di

rendere agibile la nuova scuola entro la

metà del 2010. Naturalmente è nostro

desiderio consegnarla completa di

arredamento ed attrezzature, per questo

ci affideremo, come per la precedente

esperienza, a singole e mirate iniziative,

per le quali auspichiamo di trovare dei

sostenitori.

La scuola ospiterà 250 bambini dei corsi

elementari e la spesa si aggirerà attorno

agli 100.000 euro.

Human Right Park

Nell'estate 2009 è iniziata la

collaborazione con l'associazione 'Human

Right Park'. L'attività dell'associazione

svolge anche un ruolo di prevenzione

attraverso le frequenti visite presso le

scuole delle aree remote, per informare le

scolaresche dei pericoli rappresentati dalle

organizzazioni malavitose, che spesso

adescano le giovani con promesse

ingannevoli.

Ospedale Shankarapur

Siamo entrati a contatto con l'ospedale

durante un nostro sopraluogo nel 2007,

Abbiamo assistito alla nascita prematura di

due gemelle, mantenute in vita solo grazie

ad alcune coperte.Da qui il nostro proposito

di aiutarli donando due incubatrici.

Essendo la struttura privata, non è prevista

l'assistenza gratuita e, grazie alla nostra

donazione, verranno così garantiti dei posti

letto anche per i pazienti indigenti.

Nell’ospedale sono iniziati da 2 anni corsi

per infermiera, ai quali partecipa anche

Janaki la nostra ex alunna ed orfana che

abbiamo già aiutato direttamente negli

studi in questi ultimi anni.

Nell'ottobre 2008, alla presenza dei

responsabili dei rispettivi “Circoli

Fotografici Anaxum” e “L’Officina” con i

quali abbiamo sostenuto l'iniziativa, sono

state consegnate ufficialmente le due

incubatrici e il monitor.

Associazione di Volontariato

FRIULI MANDI NEPAL

NAMASTE’

Organizzazione non lucrativa di

utilità sociale

Sede: Via Pineta 5 – 33010

Malborghetto – Valbruna (UD)

Tel. +39 (0) 428 41901

C.F. 94092230302

Iscritta dal gennaio 2005 al N°

897 del Registro Generale delle

Organizzazioni di Volontariato nei

settori sociale e di solidarietà

internazionale. La nuova scuola a Badhikel