CERIMONIA DELLA FIRMA DELLA CARTA DI CLAN NEL TO110 · Clan. È bene che questo momento esplicativo...

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Gruppo Torino110 Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani Corso Palestro, 14 – 10122 Torino Tel. +390115620604 – +393420519727 C.F.: 97789860018 www.to110.it Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n.72 - Legge 383/2000 WAGGGS / WOSM Member CERIMONIA DELLA FIRMA DELLA CARTA DI CLAN NEL TO110 PREMESSA La Carta di Clan è il documento identitario della comunità R/S e ne orienta le azioni facendo sintesi di esperienze vissute, delle idealità condivise, dei bisogni analizzati e degli obiettivi da raggiungere, che ispireranno la programmazione del clan/fuoco. Attraverso la firma, ogni rover e scolta afferma l’adesione individuale alla Carta di Clan; questo momento sancisce il passaggio dal cammino sui passi di scoperta a quello sui passi di competenza. Per il Clan/Fuoco Universitario, questo documento ha orientativamente la durata di un biennio. Viene periodicamente rinnovata in ragione delle esperienze significative che la comunità può vivere e va ciclicamente riscritta quando i rover e le scolte non la sentono più propria o, comunque, a esaurimento di un ciclo generazionale. Viene firmata da ogni rover e scolta, come atto individuale e consapevole. 1 Questo momento è previsto dopo un certo periodo di vita nella Comunità, proprio perché rispetto alla conoscenza teorica del testo della Carta di Clan si preferisce la sua sperimentazione esperienziale da parte di ciascuno. LA CERIMONIA Ci si dispone in cerchio e nel mezzo, su un tavolo ben preparato, la versione redatta della Carta di Clan, una penna stilografica (o di aspetto solenne) e una candela accesa. È bene che sia presente anche la Forcola. Canto Quando tutto è pronto, la cerimonia ha inizio con il canto, tra quelli di seguito proposti o con un altro, opportunamente scelto. Vocazione L’unico Maestro L’acqua, la terra e il cielo San Francesco (O Signore fa’ di me uno strumento…) Canzone di san Damiano Mani Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 165-166. 1 – – 3

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CERIMONIA DELLA FIRMA DELLACARTA DI CLAN

NEL TO110

PREMESSA La Carta di Clan è il documento identitario della comunità R/S e ne orienta le azioni facendo sintesi di esperienze vissute, delle idealità condivise, dei bisogni analizzati e degli obiettivi da raggiungere, che ispireranno la programmazione del clan/fuoco. Attraverso la firma, ogni rover e scolta afferma l’adesione individuale alla Carta di Clan; questo momento sancisce il passaggio dal cammino sui passi di scoperta a quello sui passi di competenza. Per il Clan/Fuoco Universitario, questo documento ha orientativamente la durata di un biennio. Viene periodicamente rinnovata in ragione delle esperienze significative che la comunità può vivere e va ciclicamente riscritta quando i rover e le scolte non la sentono più propria o, comunque, a esaurimento di un ciclo generazionale. Viene firmata da ogni rover e scolta, come atto individuale e consapevole. 1

Questo momento è previsto dopo un certo periodo di vita nella Comunità, proprio perché rispetto alla conoscenza teorica del testo della Carta di Clan si preferisce la sua sperimentazione esperienziale da parte di ciascuno.

LA CERIMONIA Ci si dispone in cerchio e nel mezzo, su un tavolo ben preparato, la versione redatta della Carta di Clan, una penna stilografica (o di aspetto solenne) e una candela accesa. È bene che sia presente anche la Forcola.

Canto Quando tutto è pronto, la cerimonia ha inizio con il canto, tra quelli di seguito proposti o con un altro, opportunamente scelto.

Vocazione L’unico Maestro L’acqua, la terra e il cielo San Francesco (O Signore fa’ di me uno strumento…) Canzone di san Damiano Mani

Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 165-166.1

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Lettura della Parola di Dio Rimanendo in cerchio e in piedi, l’AE, o in sua assenza un capo, legge il brano biblico scelto opportunamente, anche fra i seguenti suggeriti. Dal primo Libro di Samuele (16,1-13) Il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: «Sono venuto per sacrificare al Signore». Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta?». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio». Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare Sammà e quegli disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Samuele si alzò e andò a Rama.

oppure:

Dal Libro del Siracide (1,29 – 2,6) Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno. Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione.

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Abbi un cuore retto e sii costante , non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui.

oppure:

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

oppure:

Dagli Atti degli Apostoli (4,32-35) La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.

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oppure:

Dagli Atti degli Apostoli (15,22-29) Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».

oppure:

Dagli Atti degli Apostoli (11,19-26) Intanto quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.

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Firma dell’impegno Prima di firmare la Carta di Clan, i rover e scolte più «anziani» possono dare lettura del contenuto della Carta.

Terminato ciò, avviene l’interrogazione e la presa di coscienza dell’impegno.

Nel caso in cui solo alcuni debbano firmare la Carta di Clan, si proceda come segue:

CAPO C/F N., che cosa chiedi alla Comunità? FIRMANTE Di firmare la Carta di Clan. CAPO C/F Esprimi, pertanto, le motivazioni della tua richiesta.

Il rover o la scolta esprimono in modo sintetico le ragioni per le quali chiedono di firmare la Carta di Clan. È bene che questo momento esplicativo sia ben preparato in precedenza, in modo da non perdersi in discorsi iniqui.

Quindi il capo prosegue:

CAPO C/F N., firmando la Carta di Clan dichiari di aver verificato il suo contenuto, approvandolo in ogni sua parte; ti impegni a rispettarne i valori in essa descritti con ardore e fedeltà.Sei consapevole di questa tua scelta?

FIRMANTE Sì, ne sono consapevole. CAPO C/F Noi tutti siamo contenti che tu firmi.

Il rover o la scolta si avvicina al tavolo e firma la Carta di Clan con il proprio nome e cognome e, tra parentesi, il nome totemico, se esiste.

Nel caso in cui la Carta di Clan sia stata riscritta e debba essere firmata da tutti, si proceda come segue:

CAPO C/F Carissimi ragazzi, avete redatto la Carta di Clan e vi apprestate a firmarla. Datene prima lettura della versione definitiva.

Si legge la Carta di Clan a voci alternate tra rover e scolte. Poi si procede con l’interrogazione comunitaria:

CAPO C/F Firmando la Carta di Clan dichiarate di aver verificato il suo contenuto, approvandolo in ogni sua parte e vi impegnate a rispettarne i valori in essa descritti con ardore e fedeltà.Siete consapevole di questa vostra scelta?

C/F Sì, ne siamo consapevoli.

E con ordine, uno alla volta, firmano il documento con il proprio nome e cognome e, tra parentesi, il nome totemico, se esiste.

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Rinnovo della Promessa Scout Terminato il momento delle firme, tutta la Comunità rinnova la Promessa Scout, facendo il saluto Scout. Quindi si intona il Canto della Promessa.

CAPO C/F Rinnoviamo ora la Promessa: TUTTI Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio:

per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;per aiutare gli altri in ogni circostanza;per osservare la Legge scout.

Canto della Promessa

RE LA Dinnanzi a voi m’impegno sul mio onor RE LA RE e voglio esserne degno per Te o Signor

SOL RE LA RE RIT.: La giusta e retta via mostrami Tu SOL RE (LA) (RE) e la Promessa mia accogli, o Gesù.

Leale alla mia Legge sempre sarò, se la Tua man mi regge io manterrò!

Il rover più giovane si avvicina alla candela e la spegne. Poi rompe il cerchio.

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CERIMONIA DELL’INVIO IN HIKE NEL TO110

PREMESSA L’hike è un significativo momento di introspezione e ricerca interiore che consente ai rover e alle scolte di vivere in solitaria un’esperienza di avventura e di vita all’aperto sul modello di una breve route. È un’occasione di valore per apprezzare il dono di un tempo di riflessione, di solitudine e di preghiera personale; un tempo per imparare a dominare le proprie paure, a sentire il bisogno e scoprire la gioia dell’incontro con l’altro sulla strada. Viene vissuto in uno stile di severa essenzialità, sperimentando la dimensione della povertà. Con l’ausilio di una traccia di riflessione, l’hike rappresenta un momento importante di vita interiore e può diventare occasione per riflettere sul proprio Punto della strada (o sulla scelta della Partenza), prima di condividerne i risultati e confrontarsi con la comunità.2

LA CERIMONIA La Comunità R/S con i capi, si dispone in cerchio. Lo zaino – già preparato – ai piedi di ciascuno.

Canto Quando tutto è pronto, la cerimonia ha inizio con il canto, tra quelli di seguito proposti o con un altro, opportunamente scelto.

E la strada si apre Strade di coraggio (Route nazionale 2014) Camminerò Mani

Lettura della Parola di Dio Rimanendo in cerchio e in piedi, l’AE, o in sua assenza un capo, legge il brano biblico scelto opportunamente, anche fra i seguenti suggeriti. Dal Vangelo secondo Marco (6,7b-13) Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la

Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 197.2

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polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

oppure:

Dal Libro di Giosuè (1,1-9) Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a Giosuè, figlio di Nun, aiutante di Mosè: «Mosè, mio servo, è morto. Ora, dunque, attraversa questo Giordano tu e tutto questo popolo, verso la terra che io do loro, agli Israeliti. Ogni luogo su cui si poserà la pianta dei vostri piedi, ve l’ho assegnato, come ho promesso a Mosè. Dal deserto e da questo Libano fino al grande fiume, l’Eufrate, tutta la terra degli Ittiti, fino al Mare Grande, dove tramonta il sole: tali saranno i vostri confini. Nessuno potrà resistere a te per tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te: non ti lascerò né ti abbandonerò. Sii coraggioso e forte, poiché tu dovrai assegnare a questo popolo la terra che ho giurato ai loro padri di dare loro. Tu dunque sii forte e molto coraggioso, per osservare e mettere in pratica tutta la legge che ti ha prescritto Mosè, mio servo. Non deviare da essa né a destra né a sinistra, e così avrai successo in ogni tua impresa. Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, per osservare e mettere in pratica tutto quanto vi è scritto; così porterai a buon fine il tuo cammino e avrai successo. Non ti ho forse comandato: «Sii forte e coraggioso»? Non aver paura e non spaventarti, perché il Signore, tuo Dio, è con te, dovunque tu vada».

oppure:

Dal Salmo 23 Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne

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tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.

oppure:

Dalla Lettera agli Ebrei (13,1-3; 5-9; 20-21) L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così possiamo dire con fiducia:Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.Che cosa può farmi l’uomo?Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla grazia e non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne fanno uso. Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

oppure:

Dalla Lettera di san Giacomo (1,2-12) Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla. Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni. Il fratello di umili condizioni sia fiero di essere innalzato, il ricco, invece, di essere abbassato, perché come fiore d’erba passerà. Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce. Così anche il ricco nelle sue imprese appassirà. Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.

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Mandato in hike CAPO C/F Ora state per partire per il vostro hike. Ricordatevi che:

L’hike è incontro con la strada, come realtà fisica, fatica e rapporto con la natura.

CAPO C/F L’hike è incontro con se stessi, le proprie domande, le proprie paure; è tempo per fare un resoconto e una verifica degli impegni presi.

CAPO C/F L’hike è incontro con l’altro, chiunque esso sia: il compagno di strada, l’escursionista che percorre lo stesso tratto di strada con voi, la persona che vi ospita in casa, coloro ai quali offrirete un piccolo servizio.

CAPO C/F L’hike incontro con Cristo, vostro amico e compagno di viaggio. La sua presenza si manifesta nell’ascolto della sua Parola, nel volto del fratello, nella contemplazione della bellezza del Creato.

Consegna dei viveri e del percorso e saluto È bene ricordare, a questo punto, le caratteristiche proprie di questa esperienza: solitudine, vita all’aperto, avventura, stile essenziale nella povertà. Essendo un tempo d’introspezione, di silenzio, di attenzione, sarà importante lasciare spazio alla curiosità, al desiderio di conoscenza per cercare risposte, aprendosi al Mistero e prendendosi cura della propria dimensione interiore. Si sottolinei con gravità la necessità di limitare l’uso del cellulare (anche per motivi di rintracciabilità o in caso di emergenza), delle sigarette, ecc. Se opportuno, chi vuole può lasciare ai capi le proprie «tentazioni». 3

Successivamente viene chiamato il rover o la scolta o la coppia – o, se opportuno, la piccola pattuglia. Chi si sente chiamato, messo lo zaino sulle spalle, si avvicina davanti al capo; riceve la busta e, fatto il saluto Scout ai capi e a tutto il cerchio, esce e si incammina.

Si può adottare questa formula o usarne altre simili.

CAPO C/F Ricordate che l’hike è un tempo d’introspezione, di silenzio, di attenzione. Pertanto, se vorrete, potrete lasciare a noi capi le vostre «tentazioni», ciò che ritenete «pietre d’inciampo» per il vostro cammino. Come ai Romani, san Paolo dice a voi oggi: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede» .4

Abbiate cura di utilizzare il cellulare solo se necessario; ed essere, possibilmente, sempre raggiungibili. Contattateci per ogni pericolo ritenuto da voi insormontabile.Noi capi pregheremo per voi e con voi. 5

Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 197, 199.3

Rom 5,8-9a.4

Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 197-201.5

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CAPO C/F NN. [chiamando uno, o la coppia o la pattuglia] R/S Eccomi.

Chi vuole consegna ai piedi dei capi il materiale che non vuole portare, poi riceve busta e viveri e saluta.

R/S [Salutando i capi] Buona strada. CAPI [Rispondendo, insieme] Buona strada.

Terminato il saluto ai capi, alla Comunità:

R/S [Salutando] Buona strada. C/F [Rispondendo] Buona strada.

– ! –13

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ACCOGLIENZAAL TERMINE DI UN HIKE

NEL TO110

PREMESSA Al ritorno [da un hike] è indispensabile curare l’accoglienza affettuosa del rover e della scolta che ritrovano il luogo conosciuto dopo l’esperienza della precarietà. Tale accoglienza può avvenire in un contesto liturgico, se non addirittura con una celebrazione eucaristica, seguito da un momento di festa e da uno spazio dove esprimere le risonanze dell’esperienza con tutta la comunità R/S. 6

LA CERIMONIA

PRIMA FORMA (Celebrazione dell’eucaristia) Questa forma è da considerarsi percorribile in presenza di un AE e quando l’hike riguarda tutti i rover e scolte del C/F. Si abbia cura di preparare, nel luogo di rientro dagli hike, un altare con la mensa eucaristica già pronta, la Forcola e la Parola di Dio bene in vista. A lato un banchetto per l’aperipranzo. Se qualcuno avesse avanzato del cibo durante l’hike che è ancora mangiabile ma presto deperibile, può condividerlo mettendolo sul tavolo per il banchetto.

Accoglienza Mano a mano che rientrano, i rover e le scolte verranno accolti con l’abbraccio di pace da parte di un capo e con queste parole:

CAPO C/F Bentornato fratello.Togliti i calzari e i calzini.Se hai qualche cibo da condividere puoi metterlo sul banchetto, poi vieni a mangiare un pezzo di pane e cioccolata con noi.

E si accompagna il rover o la scolta a sedere in cerchio attorno alla mensa eucaristica, dandogli pane e barretta di cioccolato.

Quando tutti sono stati accolti, i capi – scalzi anch’essi –, con una borraccia lavano i piedi ai rover e alle scolte, poi li profumano con delle gocce di unguento profumato. Si abbia cura di preparare l’acqua, degli asciugamani e un unguento adatto. Se le possibilità lo consentono, ci si può cingere ai fianchi un grembiule con il quale asciugare i piedi. Intanto si può eseguire un canto fra questi:

Servo per amore Servire è regnare

AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 201.6

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La cerimonia prosegue con la Liturgia eucaristica propria, come segue.

Liturgia eucaristica AE Il Signore sia con voi. TUTTI E con il tuo spirito. AE In alto i nostri cuori. TUTTI Sono rivolti al Signore. AE Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. TUTTI È cosa buona e giusta.

AE È veramente giusto lodarti e ringraziarti, * APadre santo, Dio onnipotente ed eterno, *in ogni momento della nostra vita,nella salute e nella malattianella sofferenza e nella gioia, *per Cristo tuo servo e nostro Redentore. **Nella sua vita mortale * B egli passò beneficando *e sanando tutti coloroche erano prigionieri del male. **Ancor oggi come buon samaritanoviene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito *e versa sulle sue ferite *l’olio della consolazione e il vino della speranza. **Per questo dono della tua grazia, *anche la notte del dolore *si apre alla luce pasquale del tuo Figlio crocifisso e risorto. **E noi, * Ainsieme agli angeli e ai santi, *cantiamo con voce unanime *l’inno della tua gloria: **

Santo Si scelga il canto del Sanctus più conosciuto e cantato da tutti.

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Preghiera eucaristica L’AE, con le braccia allargate, dice:

Ti glorifichiamo, Padre santo:tu ci sostieni sempre nel nostro cammino soprattutto in quest’orain cui il Cristo, tuo Figlio,ci raduna per la santa cena. Egli, come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi.

Congiunge le mani, e tenendole stese sulle offerte, dice:

Ti preghiamo, Padre onnipotente, manda il tuo Spirito su questo pane e su questo vino,

congiunge le mani, e traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo:

perché il tuo Figlio sia presente in mezzo a noi con il suo corpo ✠ e il suo sangue.

Congiunge le mani.

Nelle formule seguenti, le parole del Signore si pronunziano con voce chiara e distinta, come è richiesto dalla loro natura.

La vigilia della sua passione, mentre cenava con loro,

prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

prese il pane e rese grazie,lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. Presenta alla comunità l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

– ! –16

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Prende il calice, e tenendolo alquanto sollevato sull’altare, prosegue:

Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

inchinandosi leggermente

Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.

Fate questo in memoria di me. Presenta alla comunità il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.

Poi dice:

Mistero della fede.

La comunità acclama dicendo:

Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

Poi l’AE, con le braccia allargate, prosegue:

Celebrando il memoriale della nostra riconciliazione annunziamo, o Padre, l’opera del tuo amore.Con la passione e la croce hai fatto entrare nella gloria della risurrezione il Cristo, tuo Figlio, e lo hai chiamato alla tua destra, re immortale nel tempo e Signore del Creato.

Guarda, Padre santo, questa offerta che, insieme al pane e al vino e alle nostre fragili vite, ti abbiamo presentato:è Cristo che si dona con il suo corpo e il suo sangue,e con il suo sacrificio apre a noi il cammino verso di te.

– ! –17

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Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito dell’amore, lo Spirito del tuo Figlio.

Fortifica il tuo popolocon il corpo e il sangue del tuo Figlio,e rinnovaci a sua immagine. Benedici il nostro Papa N.,il nostro Vescovo N.,e la nostra comunità.

Ti preghiamo inoltre affinché tutti i membri della Chiesasappiano riconoscere i segni dei tempie si impegnino con coerenza al servizio del Vangelo.

Rendici aperti e disponibili verso i fratelliche incontriamo su nostro cammino,perché possiamo condividerne i dolori e le angosce, le gioie e le speranze,e progredire insieme sulla via della salvezza.

Ricordati anche dei nostri fratelli e parentiche sono morti nella pace del tuo Cristo,e di tutti i defunti dei quali tu solo hai conosciuto la fede: ammettili a godere la luce del tuo voltoe la pienezza di vita nella risurrezione.

Concedi anche a noi, al termine di questo pellegrinaggio, di giungere alla dimora eterna, dove tu ci attendi.

In comunione con la beata Vergine Maria, con san Giuseppe suo sposo, con gli Apostoli e i martiri,San Paolo, nostro patrono, [san N., santo del giorno o altri santi da ricordare]e tutti i santi

congiunge le mani

innalziamo a te la nostra lode nel Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

– ! –18

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Prende sia la patena con l’ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

La comunità acclama:

Amen.

– ! –19

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Riti di comunione Deposto il calice e la patena, il sacerdote, a mani giunte, dice:

Come Gesù con i suoi amici, anche noi, stringendoci attorno a Lui, presente in mezzo a noi, come comunità di fratelli, preghiamo Dio, nostro Padre, dicendo insieme:

Tutti, con le braccia rivolte verso l’alto, dicono:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

E, con i palmi delle mani vicine e in segno di elemosina, proseguono:

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

L’AE, con le bracci allargate, continua:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni,e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento,nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

Congiunge le mani.

La comunità tutta conclude la preghiera con l’acclamazione:

Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

L’AE, con le braccia allargate, dice ad alta voce:

Signore Gesù Cristo, che ha detto ai tuoi apostoli:

– ! –20

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«Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai peccati delle nostre individualità, ma fa’ che anche noi, come te, guardiamo alla bellezza della fede comune della nostra comunità: e donale unità e pace per compiere la tua volontà.

Congiunge le mani.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Tutti rispondono:

Amen.

L’AE prende l’ostia, la spezza e lascia cadere un frammento nel calice, dicendo sottovoce:

Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

L’AE, con le mani giunte, prega dicendo:

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,per la comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue liberaci da ogni colpa e da ogni male,fa’ che siamo sempre fedele alla tua legge e non siamo mai separati da te.

Genuflette, prende l’ostia, e presentandola alla comunità, dice ad alta voce:

Beati noi che siamo invitati alla mensa con il Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

E continua, dicendo insieme alla comunità:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

L’AE, prosegue:

Il Corpo e il Sangue di Cristo ci custodiscano per la vita eterna.

– ! –21

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Tutti rispondono:

Amen.

L’AE si comunica sotto le due specie, per intinzione. Poi posiziona dalla parte dell’altare rivolto ai comunicandi il corporale e le specie eucaristiche e invita a fare la comunione. È conveniente che si usi a tale scopo un’unico pane che i comunicandi spezzeranno mano a mano che si accosteranno alla mensa eucaristica. Intanto si inizia il canto di comunione, opportunamente scelto.

Terminata la distribuzione della comunione, l’AE asterge la patena sul calice e quindi il calice. Mentre asterge la patena e il calice, dice sottovoce:

Il sacramento ricevuto con la bocca sia accolto con purezza nel nostro spirito, o Signore, e il dono a noi fatto nel tempo ci sia rimedio per la vita eterna.

Condivisione del pasto e degli hike Terminato il canto e osservato, per un tempo conveniente, il «sacro silenzio», un capo introduce il momento del pasto e del Punto della strada con queste parole o altre simili:

CAPO C/F Come i primi discepoli che «ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore» , così anche noi, dopo aver pregato e partecipato 7

alla mensa con il Signore vogliamo rendere il momento del pasto un tempo di gioia e semplicità, nel quale, se lo desideriamo, possiamo condividere a gruppi l’evento disarmante del nostro hike, e preparare il cuore alla condivisione del nostro cammino durante il Punto della strada.

Segue quindi il pasto mentre si può condividere il momento dell’hike, mantenendo un clima austero. È bene che i capi presenzino nei gruppi.

Punto della strada Terminato il pasto – attorno alla mensa eucaristica, se possibile –, la comunità e i capi si riuniscono e inizia la condivisione del Punto della strada.

Il Punto della strada è lo strumento principale della progressione personale del rover e della scolta, momento […] di rilettura delle esperienze e delle competenze individuali, di verifica del proprio cammino rispetto a valorizzi riferimento e impegni assunti, di coscienza, fantasia e desiderio per la nuova pianificazione di passi futuri. È fatto di obiettivi concreti che toccano la vita del ragazzo nella sua globalità, all’interno della comunità e al di fuori di essa.

At 2,46.7

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Si articola in quattro fasi: fase della coscienza, ovvero di messa a fuoco di sé, delle proprie relazioni e del cammino percorso; fase del confronto, spazio per raffrontare i propri passi con la Promessa, la Legge, la Parola di Dio e la carta di clan; fase del progetto, per trasformare le osservazioni così raccolte in nuovi obiettivi e percorsi; fase del programma, utile a stabilire e presentare alla comunità gli impegni concreti e verificabili per il raggiungimento degli obiettivi di progressione. 8

Si curi, pertanto, questo momento, con particolare attenzione al singolo, senza perderne di vista il significato comunitario. È opportuno che si diano indicazioni ai rover e alle scolte di come si svolgerà questo momento, per viverlo nella concretezza della pianificazione degli obiettivi, nella rilettura e verifica delle esperienze fatte, nella condivisione con la comunità del proprio percorso di progressione personale, per costruire relazioni sempre più autentiche e profonde con la comunità e i capi, sentendosi supportato. È importante percorrere la strada della novità in quanto a modalità e stili, invitando i ragazzi all’esercizio di tener traccia per iscritto di quanto si prefiggono, come aiuto alla verifica autonoma ed efficiente. 9

Conclusione Terminata la condivisione del Punto della strada, l’AE, se presente, conclude con la benedizione come segue:

AE Preghiamo. O Padre, che ci hai accolti alla tua mensa,fa’ che il tuo Spirito operante in mezzo a noici confermi nella tua volontàe ci renda davanti a tutti testimoni del tuo Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

TUTTI Amen.

AE Il Signore sia con voi. TUTTI E con il tuo Spirito. AE Ci benedica Dio onnipotente

che è Padre e Figlio e Spirito Santo. TUTTI Amen.

AE Andiamo in pace. TUTTI Rendiamo grazie a Dio.

AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 152.8

Cfr. Idem, 153-154.9

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SECONDA FORMA (Liturgia dell’accoglienza) Questa seconda forma di accoglienza dal rientro da un hike è da prediligere quando non tutta la Comunità di C/F partecipa all’hike oppure se non è presente un AE. Inoltre si utilizzi se le possibilità spaziali, temporali o spirituali – a fronte di una attenta riflessione da parte dello Staff – non consentono la realizzazione della prima.

Si prepari in precedenza, per l’occasione, il pasto, offerto dai capi durante il momento di condivisione.

Accoglienza Mano a mano che rientrano, i rover e le scolte verranno accolti con l’abbraccio di pace da parte di un capo e con queste parole:

CAPO C/F Bentornato fratello.Togliti i calzari e i calzini; poi vieni a mangiare un pezzo di pane e cioccolato con noi.

E si accompagna il rover o la scolta a sedere in cerchio, dandogli pane e barretta di cioccolato.

Ascolto della Parola di Dio Quando tutti sono stati accolti nel cerchio, l’AE – o un capo, in sua assenza – legge il brano biblico proposto.

Dal Libro dell’Esodo (3,1-6) Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.

A questo punto è bene fare una piccola riflessione che abbia come spunto «l’altro è per noi “terra sacra”». Si possono anche usare queste parole, o altre simili:

CAPO C/F Scalzi, perché Dio parla al nostro cuore rivelandosi nel nostro fratello. Perché l’altro diventa per noi il «roveto ardente». Il cuore di ciascuno di noi deve pertanto essere considerato «terra sacra», portatore di semi di vita divina e davanti al quale dobbiamo «toglierci i sandali» per poterci avvicinare e approfondire il Mistero. 10

Cfr. FRANCESCO, Esort. Ap. post-sinodale Chirstus vivit, n. 67.10

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Consegna della veste del pellegrino Si può ora consegnare una maglietta bianca a ciascun rover e scolta che ha partecipato all’hike, adottando queste parole o altre simili:

CAPO C/F N., ricevi questa maglietta bianca. Essa è per noi che la vediamo su di te il segno che i nostri sguardi ti vedono uomo [donna] rinnovato [rinnovata] nello spirito.Sia per te il segno di una storia ancora da scrivere sulla tua pelle, nella continua conversione di tutta la tua persona. Sii sacro!

E si indossa la maglietta bianca, tornando al proprio posto.

Canto Terminato questo momento si può eseguire il canto proposto o un altro, adeguato:

L’acqua, la terra e il cielo

. Condivisione del pasto e degli hikeTerminato il canto, secondo le necessità, si può continuare con un aperi-pranzo insieme, in cerchio, e ascoltare il racconto del vissuto dell’hike da parte di chi l’ha fatto. Se l’hike è stato fatto da tutta la Comunità e si utilizza questa seconda forma, è bene che la condivisione sia fatta a gruppi e non in plenaria.

Si può introdurre il momento del pasto e della condivisione con queste parole o altre simili:

CAPO C/F Come i primi discepoli che «ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore» , così anche noi, dopo aver ascoltato la Parola di 11

Dio, vogliamo rendere il momento del pasto un tempo di gioia e semplicità, nel quale possiamo condividere l’evento disarmante del nostro hike.

Segue quindi il pasto mentre si può condividere il momento dell’hike, mantenendo un clima austero. È bene che i capi presenzino.

At 2,46.11

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CERIMONIA DELLA PARTENZA NEL TO110

PREMESSA L’intero percorso educativo in Associazione è caratterizzato da un orizzonte comune che è quello della Partenza. Essa è la testimonianza di una piena e consapevole adesione del rover e della scolta ai valori dello scautismo come stile di vita permanente, testimoniata da scelte concrete di fede, di servizio e di impegno politico.

La Partenza è il riconoscimento di una radicazione profonda dello stile espresso dalla Promessa e dalla Legge scout che il rover o la scolta desiderano vivere coerentemente nella propria quotidianità. È momento di scelta e impegno che, da un lato, sancisce il fine e la fine del percorso educativo in AGESCI e, dall’altro, l’inizio di un nuovo cammino in autonomia, contraddistinto dai valori propri dell’uomo e della donna della Partenza. Tre sono le scelte di riferimento che nel ragazzo assumono via via identità e concretezza. Ciascuna di queste scelte è strettamente correlata alle altre, in modo indissolubile: la solidità dell’impegno che il rover o la scolta vogliono assumere per il loro futuro si fonda dunque su una valida e significativa interiorizzazione di tutte e tre queste scelte, proprio come la solidità di uno sgabello è garantita dall’integrità di ciascuna delle sue gambe…12

LA CERIMONIA 13

I convenuti si dispongono a forma di quadrato funzionalmente alla cerimonia e, se possibile, rispettando questa modalità: i capi da un lato, di fronte i partenti e davanti i loro zaini. Lateralmente la Comunità di Clan/Fuoco e di fronte gli invitati (parenti, amici, già TO110).

Quando tutto è pronto, la cerimonia ha inizio con il canto.

Insieme

AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 146.12

Tutta la cerimonia è in forma plurale. Solo dove specificato si faccia al singolare per ogni partente.13

– ! –26

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SOL Insieme abbiam portato un dì RE7 lo zaino che ci spezza, MI7 insieme abbiam goduto al fin SOL del vento la carezza.

RE7 MI7 RIT.: Insieme, insieme è un motto di fraternità. SOL Insieme nel bene crediam, crediam.

Insieme abbiamo appreso ciò che il libro non addita, abbiam compreso che l’amor è il senso della vita.

RIT.: Insieme, insieme …

Lettura della Parola di Dio Ci si può sedere. Rimangono in piedi i capi e i partenti. L’AE, o in sua assenza un capo, legge il brano biblico scelto opportunamente, anche fra i seguenti suggeriti. Dal Libro della Genesi (12,1-4) Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

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oppure:

Dal libro della Genesi (17,1-8) Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso». Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: «Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».

oppure:

Dal Libro della Sapienza (9,1-6; 9-10) Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l’uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla. Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti. Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito.

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Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20) Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

oppure:

Dal Vangelo secondo Luca (14,25-35) Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Buona cosa è il sale, ma se anche il sale perde il sapore, con che cosa verrà salato? Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti».

oppure:

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-39) Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

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oppure:

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,43-50) Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

oppure:

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,3-9; 12-17) Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

oppure:

Dal Vangelo secondo Giovanni (15,9-17) Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi

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siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

oppure:

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,23b-33) Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

oppure:

Dagli Atti degli Apostoli (2,42-47) [I discepoli] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

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Manifestazione della richiesta e lettura dell’impegno 14

Rivolgendosi personalmente ad ogni partente, un capo o più capi – uno alla volta – interrogano i partenti con queste parole o altre simili.

CAPO C/F N. che cosa chiedi alla Comunità di Clan/Fuoco? PARTENTE Di essere accompagnato alla Partenza. oppure, anche solo: La Partenza.

Terminate le interrogazioni, un capo si rivolge a tutti i partenti dicendo:

CAPO C/F Carissimi Rover e Scolte, avete compreso che il passo si è allungato rispetto a quello della Comunità: è giunto il momento di guidare da soli la vostra canoa. Avete maturato valori e idealità per la vostra vita nello scautismo e siete proiettati verso la vita adulta.Illustrate alla comunità i progetti di servizio che alimenteranno il vostro percorso al di fuori del Clan/Fuoco, in coerenza con la Promessa e la Legge scout. 15

Ognuno dei partenti manifesta le sue decisioni leggendo ciò che ha preparato. Al termine, ognuno rinnova la Promessa Scout fatta, facendo il saluto scout. Quindi si intona il Canto della Promessa.

CAPO C/F NN. [dicendo tutti i nomi] rinnovate ora la vostra Promessa, che oggi diventa per voi impegno di adulto.

PARTENTE Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese;per aiutare gli altri in ogni circostanza;per osservare la Legge scout.

Canto della Promessa

Si ometta l’interrogazione se la cerimonia della partenza si è già svolta nel C/F di origine. 14

Cfr. AGESCI – BRANCA ROVER E SCOLTE, Manuale della Branca Rover e Scolte, 147-148.15

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RE LA Dinnanzi a voi m’impegno sul mio onor RE LA RE e voglio esserne degno per Te o Signor

SOL RE LA RE RIT.: La giusta e retta via mostrami Tu SOL RE (LA) (RE) e la Promessa mia accogli, o Gesù.

Leale alla mia Legge sempre sarò, se la Tua man mi regge io manterrò!

Consegna dei simboli 16

Vengono distribuiti ai partenti – da Rover e Scolte del Clan/Fuoco (possibilmente del primo anno), alternati – i seguenti simboli, leggendo il loro significato. Se necessario, si possono scegliere altri simboli, rispettando il seguente schema.

CAPO C/F Ricevete ora le offerte che secondo la tradizione della nostra Comunità vengono fatte a chi parte.

Forcola ROVER Ricevete la Forcola. Essa racconta che siete uomini e donne capaci di

scegliere. Scegliere di vivere sulle orme di Cristo e rimanendo fedeli a una legge di cui riconoscete il valore; scegliere di compiere il proprio dovere nel territorio mettendosi al servizio di ogni fratello che incontrerete lungo la strada. 17

Omerali SCOLTA Ricevete gli Omerali della Partenza. Il giallo, segno del cuore dei Lupetti

e delle Coccinelle; il verde, segno dell’esperienza dell’avventura degli Esploratori e delle Guide; il Rosso, segno della vita donata nel servizio del Rover e delle Scolte.

Pane ROVER Ricevete il Pane. Dal seme piantato che muore in terra nasce la spiga.

Dal lavoro della terra e dalle mani dell’uomo abbiamo ricevuto il pane quotidiano, cibo guadagnato dal sudore della fronte. È pane spezzato per l’ospitalità, per condividere il cammino, per fare comunione nella celebrazione dell’Eucaristia.

Tutta questa parte si ometta se la cerimonia della Partenza è già stata svolta nel C/F di origine. 16

Cfr. PROPOSTA EDUCATIVA, Il test della forcola.17

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Moneta SCOLTA Ricevete questa moneta, passata di mano in mano fino a voi. Ha il

valore di profitti ingiusti e di lavoro che ha ricevuto la sua giusta mercede. Ci ricorda che la giustizia umana non è perfetta e che le cose del mondo sono equivoche; che il Creato è fatto di ombra e di luce, che l’umanità è peccato e grazia e che non possiamo sottrarci a tutto questo ma possiamo scegliere come parteciparvi.

Pizzico di sale ROVER Ricevete un po’ di sale. Esso è l’ingrediente fondamentale di ogni

pietanza: dà sapore ed esalta i sapori. Non lasciate che la vostra vita diventi insipida! Siate «sale della terra» per molti fratelli e sorelle che 18

incontrerete nel vostro servizio.

Granello di senape SCOLTA Un piccolo seme, quello della senape, che diventa un grande e robusto

arbusto. Ricevetelo, ricordando che nel vostro piccolo siete chiamati a portare tanti frutti di vita; e che la vostra vita difende la Vita. 19

Accetta ROVER Ricevete l’accetta. Non sia per voi strumento di morte, ma utensile

dell’«uomo dei boschi» , capace di stare nella natura, inoltrarsi 20

nell’avventura, costruire basi solide, abbattendo davanti a voi gli ostacoli sul vostro cammino.

Bussola SCOLTA Ricevete la bussola. È lo strumento che usavano i marinai per orientarsi

in mare aperto, quando tutti i riferimenti sembravano perduti. Sia un monito a focalizzare sempre lo sguardo verso la rotta della vita; vi ricordi qual è il «Nord» delle vostre scelte; vi aiuti a non perdere i «punti cardinali» della vostra esistenza.

Bibbia ROVER Ricevete il Libro della Parola di Dio. La sua lettura regolare nella

meditazione vi accompagni nella strada insieme a Gesù Cristo. Come ai discepoli di Emmaus, Egli si avvicina e cammina con voi, svela le Scritture e spezza il pane. 21

Mt 5,13a.18

Cfr. Mt 13,31-32.19

Cfr. AGESCI, Regolamento metodologico, art. 25.20

Cfr. Lc 24,13-35.21

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Lanterna SCOLTA Ricevete la luce della lanterna: fuoco della fede, guida nel cammino,

faro nelle tenebre.

Benedizione Ad uno ad uno, se pochi, i partenti si presentano davanti all’AE e, in ginocchio, ricevono la benedizione. Altrimenti, tutti inginocchiati, ricevono la benedizione comunitaria. Se non è presente il sacerdote, la benedizione è impartita da un capo, senza la formula e i gesti propri del ministro ordinato.

CAPO C/F Presentatevi ora davanti a N. [nome del capo] per ricevere la benedizione del Signore.

AE Il Signore faccia risplendere per te il suo voltoe ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo voltoe ti conceda la pace.Ti benedica e ti custodisca il Signore nel nome del Padre ✠ e del Figlio e dello Spirito Santo. 22

oppure, se l’AE non è un sacerdote o è sostituito da un capo, a mani giunte dice:

CAPO C/F Ti benedica il Signore e ti custodisca.Il Signore faccia splendere per te il suo voltoe ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo voltoe ti conceda pace.

Conclusione della cerimonia e partenza Per tradizione, quest’ultimo momento è dedicato allo scambio dei doni e all’abbraccio affettuoso e di pace al Clan/Fuoco. Iniziando dai partenti, proseguendo con la Comunità ed eventualmente gli ospiti, si consegnano e si lasciano i doni particolari. Dev’essere un momento sobrio rimanendo nella solennità della cerimonia. Seguono i saluti informali e gli abbracci.Solo i capi consegneranno nel momento del Saluto finale i loro doni ai partenti.

Si può introdurre questo momento con le seguenti parole o con altre simili:

CAPO C/F Cari partenti, siamo giunti al termine della «strada» che vi ha portato a lasciare definitivamente la Comunità.

Cfr. Nm 6,24-26. È anche, tradizionalmente, la preghiera fatta da san Francesco d’Assisi al suo 22

amico frate Leone.

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Come è tradizione del nostro Gruppo, ora potete scambiarvi i doni che avete preparato e salutarvi con un abbraccio affettuoso e di pace fra di voi. Inizierete voi, poi il Clan/Fuoco; infine gli invitati.

Terminato questo momento, si conclude con il saluto Scout e l’allontanamento.

Quindi, caricato lo zaino sulle spalle, ciascun partente viene chiamato da un capo:

CAPO C/F N. PARTENTE Eccomi.

Poi davanti al capo, con il regalo per lui in mano:

CAPO C/F Lo Spirito in te è… [epiteto scelto come augurio e consegna regalo].[Salutando] Buona strada.

PARTENTE [Rispondendo al capo] Buona strada.

Terminato il saluto e l’abbraccio di ciascun capo, il partente, rivolto alla Comunità:

PARTENTE [Salutando] Buona strada. C/F [Rispondendo] Buona strada.

Concluso il saluto da parte di tutti i partenti, essi escono dal consesso mentre la Comunità intona a voci scoperte il canto Madonna degli Scout, finché, via via, la distanza non ne smorzerà il suono.

Madonna degli Scout

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Page 35: CERIMONIA DELLA FIRMA DELLA CARTA DI CLAN NEL TO110 · Clan. È bene che questo momento esplicativo sia ben preparato in precedenza, in modo da non perdersi in discorsi iniqui. Quindi

Gruppo Torino110 Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani

Corso Palestro, 14 – 10122 Torino Tel. +390115620604 – +393420519727

C.F.: 97789860018 www.to110.it

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale n.72 - Legge 383/2000 WAGGGS / WOSM Member

Madonna degli scout, ascolta, t’invochiam, concedi un forte cuore a noi ch’ora partiam. La strada è tanto lunga, il freddo già ci assal, respingi tu, Regina, lo spirito del mal.

RIT.: E il ritmo dei passi ci accompagnerà là verso gli orizzonti lontani si va. E il ritmo dei passi ci accompagnerà là verso gli orizzonti lontani si va.

E lungo quella strada non ci lasciare tu, nel volto di chi soffre facci trovar Gesù. Allor ci fermeremo le piaghe a medicar e il pianto di chi è solo sapremo consolar.

RIT.: E il ritmo dei passi...

Forse lungo la strada bianca la Croce apparirà è Croce che ricorda chi ci ha lasciato già. Pur tu sotto una croce, Maria, restasti un dì: per loro ti preghiamo sommessamente qui.

RIT.: E il ritmo dei passi...

Forse lungo il cammino qualcun s’arresterà, forse fuor della pista la gioia cercherà: allora, Madre nostra, non lo dimenticar e prendilo per mano e sappilo aiutar.

RIT.: E il ritmo dei passi...

Or sulla strada andiamo cantando, esplorator, la strada della vita, uniamo i nostri cuor. Uniscici, Maria, guidandoci lassù alla casa del Padre, nel gaudio di Gesù.

RIT.: E il ritmo dei passi...

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INDICE

CERIMONIA DELLA FIRMA DELLA CARTA DI CLAN NEL TO110 3 .....................

CERIMONIA DELL’INVIO IN HIKE NEL TO110 9 ..............................................

ACCOGLIENZA AL TERMINE DI UN HIKE NEL TO110 14 .................................PRIMA FORMA (Celebrazione dell’eucaristia) 14 ..........................................................SECONDA FORMA (Liturgia dell’accoglienza) 24 ..........................................................

CERIMONIA DELLA PARTENZA NEL TO110 26 ................................................

INDICE 38...................................................................................................

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