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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 30 settembre - 1 ottobre 2018

Pagina I

INCENTIVI ALLE PROFESSIONI

"RESTO AL SUD" SI ESTENDE ANCHE AGLI STUDISole 24 Ore 01/10/18 P. 1 BUSSI CHIARA 1

INFRASTRUTTURE

CHI SONO VERI SIGNORI DEL PONTECorriere Della Sera -Corriereconomia

01/10/18 P. 12 3

AMBIENTE

Gli ecomostri non vanno giùItalia Oggi Sette 01/10/18 P. 18 6

CYBERSECURITY

GLI ATTACCHI HACKER AGLI AVVOCATI ORA PUNTANO ANCHE AI PICCOLISole 24 Ore 01/10/18 P. 9 UVA VALERIA 9

ECONOMIA

Le risorse contese tra i poteriCorriere Della Sera 01/10/18 P. 1 Ernesto Galli DellaLoggia

11

EQUO COMPENSO

Arno Kompatscher.Italia Oggi Sette 01/10/18 P. 41 15

FORMAZIONE

Dallara: "La F1, l'Indy e le supercar qui sogni e progetti diventano realtà"Repubblica Affari Finanza 01/10/18 P. 23 Luciano Nigro 16

CENTRO PER L'IMPIEGO

Centri per l'impiego, la sfida della riforma in cinque mesiCorriere Della Sera 30/09/18 P. 9 19

AIUTI DI STATO

AIUTI DI STATO, IL REGISTRO FA GOLItalia Oggi Sette 01/10/18 P. 17 LENZI ROBERTO 20

INDUSTRIA 4.0

Industria 4.0 al bivio: serve il nuovo piano Rischio boomerangSole 24 Ore 30/09/18 P. 9 Carmine Fotina, LelloNaso

21

INFRASTRUTTURE

Nuove infrastrutture un toccasana per il PilRepubblica Affari Finanza 01/10/18 P. 10 Andrea Boltani 23

PROFESSIONI

NUMERO CHIUSO NEL MIRINO: SI PUNTA SULL'ORIENTAMENTOSole 24 Ore 01/10/18 P. 1 BRUNO EUGENIO 25

Open day e colloquio per valutare le attitudiniSole 24 Ore 01/10/18 P. 8 27

Domande motivazionali all'interno dei quizSole 24 Ore 01/10/18 P. 8 28

Semestre formativo più esame finale per selezionare i futuri mediciSole 24 Ore 01/10/18 P. 8 29

Formazione specifica già alle superioriSole 24 Ore 01/10/18 P. 8 30

PROFESSIONISTI

Tra affitti, minimi e rendite finanziarie le flat tax valgono già 16 miliardiSole 24 Ore 01/10/18 P. 3 31

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INDICE RASSEGNA STAMPA

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Pagina II

ITS

I governatori scommettono sugli Its, lo Stato menoSole 24 Ore 01/10/18 P. 5 34

SICUREZZA INFORMATICA

KASPERSKY: "CYBERPIRATI IN AGGUATO ATTENTI ALL'IOT E AI BIG DATA"Repubblica Affari Finanza 01/10/18 P. 1 GERINO CLAUDIO 35

ENERGIA E AMBIENTE

ACQUA, L'ITALIA FUORI REGOLA SACRIFICA IL RINNOVO DELLA RETERepubblica Affari Finanza 01/10/18 P. 41 FROJO MARCO 38

SICUREZZA INFORMATICA

Ransomware e cryptojacking più armi in mano agli hacker sotto assedio finanza e aziendeRepubblica Affari Finanza 01/10/18 P. 36 Andrea Frollà 40

SICUREZZA NEI CANTIERI

L'allarme sicurezza su strade e ponti "Senza manutenzione 100mila chilometri"Repubblica 01/10/18 P. 21 Fabio Tonacci, 44

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

«L'intelligenza artificiale esige sempre il controllo del professionista»Sole 24 Ore 01/10/18 P. 9 46

IMMOBILI

Sulla sede dell'ufficio la mossa più vantaggiosa è il leasing con riscattoSole 24 Ore 01/10/18 P. 11 47

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Pagina 1

Foglio 1 12

.professioni

«Resto al Sud»si estendeanche agli studi

«Resto al Sud» apre aiprofessionisti. L'estensionedella misura, che finanzial'avvio dell'attività, saràinserita nella manovra 2019.Bussi e Landolfi --a pagina lo

«Resto al Sud»Anche i professionistipotranno accedereai finanziamentiper l'avvio di attivitàda parte dei giovani

- Nella manovra 2019 si punta a estendere ailiberi professionisti la misura «Resto alSud» che incentiva l'avvio di attività nelMezzogiorno.

Bussi e Landolfi ---a pagina io

Per segnalazioni scrivere a:professioni@i lsole24ore.com

Verso la manovra. Annunciata l'estensione degli incentivi, operativi da gennaio 2018, per finanziare l'avvio di attivitàda parte di giovani tra 18 e 35 anni nelle regioni del Meridione: finora gli iscritti agli Albi erano esclusi

«Resto al Sud» apre ai professionistiChiara BussiFlavia Landolfi

stensioneai liberiprofessio-ni e innal-zamentodell'età dei

beneficiaria 45 anni». La ministraper il Mezzogiorno Barbara Lezziha scelto la platea del convegno or-ganizzato dal Collegio nazionaledegli agrotecnici a Lecce il 21 set-tembre scorso per annunciare, conun video-intervento, le novità inarrivo sugli incentivi di «Resto alSud» che finanziano l'avvio di nuo-ve attività nel Mezzogiorno. La pro-posta, fanno sapere fonti del mini-stero, sarà presentata nel testo del-la legge di bilancio 2019 e, se verràconfermata, entrerà in vigore ilprossimo 1° gennaio, salvo ulterioripassaggi tecnici.

Una buona notizia per i profes-

sionisti italiani: dopo aver superatocon molta fatica lo scoglio del rico-noscimento della pari dignità ri-spetto alle imprese nell'accesso aifondi Ue e al fondo di garanzia perle Pmi, potranno presto contare suun nuovo strumento per finanziarele spese legate all'avvio dello studio

Barbara Lezzi , ministraper il Mezzogiorno,agli agrotecnici:«Innalzeremo anche l'etàportandola a 45 anni»

in otto regioni: Abruzzo, Basilicata,Calabria, Campania, Molise, Puglia,Sardegna e Sicilia. Un'opportunitàfinora possibile per i principali set-tori, da cui però erano esclusi. «Pergli agrotecnici e per tutto il mondodelle professioni può rappresentareuna molla importantissima per far

partire le attività e creare nuovi stu-di», dice Roberto Orlandi, presiden-te del Collegio nazionale agrotecni-ci, promotore della richiesta diestensione della misura. Il Collegioha già siglato una convenzione conInvitalia, soggetto gestore della mi-sura, per offrire assistenza gratuitanel territorio agli aspiranti impren-ditori. «Per noi -prosegue Orlandi -si tratta innanzitutto di un doveremorale: lo sforzo è quello di metterea sistema le iniziative per rilanciarel'occupazione». La rete degli agro-tecnici conta su 2 0 3 esperti per cia-scuna delle regioni interessate dallamisura e fa da collante con Invitalia.«Da aprile scorso a oggi - dice Stefa-no Bruni, coordinatore di «Resto alSud» nell'ambito del Collegio - ab-biamo raccolto 40o richieste di con-sulenza: forniamo assistenza e or-ganizziamo eventi informativi».

Dal debutto avvenuto il15 gen-naio scorso, secondo Invitalia sonostate approvate 1.387 domande che

consentiranno investimenti per91,3 milioni . Su una dotazione di1,25 miliardi a valere sul Fondo disviluppo e coesione sono state fi-nora approvate agevolazioni per43,05 milioni per un contributomedio di 31 .035 euro.

«A nove mesi dal suo avvio -commenta l'ad di Invitalia Dome-nico Arcuri - «Resto al Sud» è unamisura di successo . II nostro obiet-tivo è incrementare ancora questarilevante domanda di sviluppocontinuando a sostenere chi vuolrealizzare la sua buona idea di im-presa, creandosi il lavoro e, spesso,dando occupazione anche ad altri.A casa propria, anziché andare acercare fortuna altrove». Arcurisottolinea inoltre «i tempi rapidi»di Invitalia nell'esaminare le do-mande «ben al di sotto dei 6o gior-ni, grazie anche alla nuova app checonsente ai beneficiari di seguirel'iter in tempo reale».

L RIPRODUZIONE RISERVATA

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Incentivi alle professioni Pagina 1

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AsPagina 1

Foglio 212

COME FUNZIONA E CON QUALI RISULTATI

0LA MISURA

Fino a 5omila europer finanziare il debutto

Gli obiettiviÈ un incentivo, operativo dal 15 gennaio2018, che sostiene la nascita di nuoveattività imprenditoriali avviate daigiovani nelle regioni del Mezzogiorno.A definirne le regole è il decretodel 9 novembre 2017 n. 174

Le spese ammissibiliRistrutturazione o manutenzionestraordinaria di beni immobili, perl'acquisto di impianti, macchinari,attrezzature e programmi informativie le principali voci utili all'avviodell'attività

Le agevolazionill bonus copre il 100% delle speseammissibili attraverso un contributo afondo perduto paria] 3s%dell'investimento complessivo e unfinanziamento bancario pari al 65%dell'investimento complessivo,garantito dal Fondo di garanzia per lePmi. il finanziamento, pari a somila europer ogni richiedente, può arrivare a unmassimo di 200mila euro nel caso di 4richiedenti già costituiti in società o inprocinto di costituirsi

I REQUISITI E LA DOMANDA

Focus su industria,artigianato e servizi

I settori interessatiFinora l'incentivo riguardava le nuoveattività nei settori di industria, artigianato,trasformazione dei prodotti agricoli,pesca, acquacoltura, fornitura di servizialle imprese e alle persone e turismo.Nella proposta della legge di bilancio 2019si puntaaestenderlo anche ai liberiprofessionisti

I beneficiariFinora le agevolazioni sono state rivolte aigiovani tra i 1s e i 35 anni residenti inAbruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Nellaproposta di legge di bilancio 2019 l'età deipotenziali beneficiari verrà innalzata a45anni. La misura è aperta anche a società,cooperative, ditte individuali costituitedopo il 21 giugno 2017 o entro 6o giornidopo l'ok della valutazione

Come si presenta la domandaLa domanda si presenta esclusivamenteonline attraverso la piattaforma web diInvitalia, allegando il progettoimprenditoriale. L'incentivo è a sportello,quindi le domande vengono valutate inordine cronologico mediamente entro 2mesi dalla presentazione

IL BILANCIO

Finora ok a 43 milioni,Campania in testa

Le domande approvateSu 4.292 domande presentate dal 15gennaio al 1s settembre 2o1s quelleapprovate sono state 1.387 contro 1.770richieste respinte. Se si restringe il focussul territorio in testa figura la Campaniacon 647 domande accolte. SeguonoCalabria (236), Sicilia (221), Abruzzo eSardegna (83), Puglia (67), Basilicata(27) e Molise (23).1149% delle domandeha riguardato nuove attività nel settoreturistico e culturale, seguito da attivitàmanifatturiere e artigianali (23 percento). II 40% dei beneficiari ha trai 3o e i 35 anni. Le donne rappresentanoil 42 per cento

Le agevolazioniComplessivamente su una dotazionedi 1,25 miliardi di euro sono statefinora approvate agevolazioniper 43,05 milioni. Il contributo medioè di 31.031 euro

Le ricadute economicheLe domande approvate daranno vitaa investimenti pari a 91,3 milionicon un'occupazione prevista di 5.272unità nelle otto regioni interessatedalla misura

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Incentivi alle professioni Pagina 2

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La certificazione per eseguire lavori pubblici ce l'hanno in 300Ma solo in 30 potrebbero rifare il Morandi. Eccoli...

CHI SONOVERI SIGNORI

DEL PONTEdi Antonella Baccaro

C è una sigla che ormai anche i pro-fani in tema di lavori pubblicihanno imparato a conoscere, da

quando la tragedia del crollo del ponte di Ge-nova ha reso necessario individuare chi tecnica-mente lo possa ricostruire. La sigla è 0G3 e corrispon-de alla certificazione, rilasciata da specifici organismi (leSOA, Società Organismo di Attestazione), che la legge richie-de obbligatoriamente alle imprese costruttrici interessate apartecipare a gare d'appalto pubbliche, relative a una precisacategoria di opere: strade, autostrade, ferrovie, metropolita-ne e, appunto, ponti e viadotti.Senza attestazione 0G3 dunque, non è possibile costruire

un ponte o un viadotto, come è stato sottolineato con riferi-mento soprattutto alle due imprese pubbliche tirate in ballodal M5S per la ricostruzione, Fincantieri e Italferr, che quellacertificazione non posseggono.Ma allora quali e quante sono le imprese nel nostro Paese

dotate di questa attestazione? In Italia le aziende private conquesto requisito sono circa 300, ma non tutte possono aspi-rare a ricostruire un ponte, come quello Morandi, i cui costidi ripristino si aggirano, secondo le prime proiezioni, intor-no ai 200-300 milioni. Già, perché oltre a 13 distinte categoriedi opere, l'attestazione SOA prevede anche delle classi di im-porto. Dunque, l'impresa, ottenutala qualificazione, può par-tecipare a gare ed effettuare lavori soltanto per le categorie diopere e per le classi di importo pari a quelle per cui è stataattestata, maggiorato, nel caso dell'importo, di un quinto.Le categorie attuali sono otto (più due intermedie): fino a

258 mila euro, fino a 516 mila, fino a un milione e 33 mila, finoa un milione e 50o mila, fino a due milioni e 582 mila, fino atre milioni e 50o mila, fino a cinque milioni e 162 mila, fino adieci milioni e 329 mila, fino a 15 milioni e 494 mila e infinefino a venti milioni e 658 mila. Categoria quest'ultima checorrisponde in realtà a un importo illimitato e nella qualerientrano dunque i lavori del ponte di Genova. Questo re-stringe di molto il campo dei possibili concorrenti, perché leimprese italiane private che possono presentarsi per un im-porto illimitato sono poco più di una trentina (vedi tabella inpagina).Ma non basta neanche questo. Per gli appalti supe-

riori all'importo dell'ultima categoria, l'impresa, oltrea essere in possesso dell'attestazione SOA coerente,deve aver realizzato, nei cinque anni precedenti al

bando di gara, unacifra d'affari non infe-riore a tre volte l'impor-to a base dell'asta. Re-quisito che la stazioneappaltante avrà cura diverificare.

Che cosa fare

Certo, ci sono delle scorciatoie. Per quanto riguarda l'impor-to, i lavori possono essere spacchettati in lotti di valore infe-riore. Quanto alle categorie di lavori, per tornare al caso delponte, Fincantieri e/o Italferr senza l'0G3 potrebbero rien-trare in gioco attraverso un'associazione temporanea di im-prese di tipo «verticale». Si tratta di un gruppo di imprese incui la principale (mandataria) esegue i lavori della categoriaprevalente (in questo caso 0G3) mentre le altre (mandanti) sioccupano di quelli rientranti in altre categorie per le qualihanno la relativa attestazione SOA.La procedura contenuta nel decreto sul ponte di Genova pre-

senta molti aspetti «innovativi» che saranno messi alla provadei ricorsi. A partire dall'esclusione di quello che, a tutti glieffetti, è ancora il concessionario di quel tratto autostradale.Un aspetto che sarà oggetto di impugnativa da parte di Auto-strade ma che è ricorribile anche da parte di altre impresedello stesso tipo, interessate a costruire il ponte, escluse dallanorma con l'unica motivazione esplicita «di evitare un inde-bito vantaggio competitivo nel sistema dell e concessioni au-tostradali».Il governo ha poi deciso di avvalersi della direttiva europea

che apre alla possibilità di derogare alle norme ordinarie sul-l'affidamento dei lavori pubblici, che imporrebbero la proce-dura competitiva, purché l'appalto venga aggiudicato a «per-sone giuridiche a controllo pubblico».E tale potrebbe essere l'associazione temporanea di imprese

Infrastrutture Pagina 3

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che si andrebbe a costituire e che, sempre secondo la diretti-va, può comprendere nel capitale soggetti privati, «a condi-zione che si tratti di una partecipazione che non comportacontrollo o potere di veto e che non conferisca un'influenzadeterminante sulle decisioni della persona giuridica control-lata».

Fin qui la sperimentazione, poi però ci sono i punti fer-mi. Tra i quali rientra la qualificazione SOA delle impre-se coinvolte nei lavori. Sulla quale nessuna deroga èconsentita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GovernoII ministro delleInfrastrutture DaniloToninelli: ha licenziatogiovedì il decretoper il ponte di Genova

Big tricolorePietro Salini, alla guida diSalini Impregilo, l'aziendaitaliana di maggioredimensione con i requisitiper fare grandi opere

Infrastrutture Pagina 4

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La classificaLe società di costruzione specializzate nellarealizzazione di ponti .Valore della produzione2017 in migliaia di euro evariazione sul 2016

Astaldi

Pizzarotti

Cmc

Rizzani de Eccher

Bonatti

Ghella

Cmb

Itinera

Pavimentai

Italiana Costruzioni

Vianini Lavori

Intercantieri Vittadello

I.Co.P.

Todini Costruzioni Generali

Collini Lavori

Sale

Pessina Costruzioni

De sanctis Costruzioni

Cogeis

Paz

Imp. Milanesi Geom . Sergio

Vitali

Strabag

Impresa Luigi Notaci

Alea"ndr

Interstrade

Sales

Impresa Bacchi

Matarrese

Oberosler

Carena

Donati

1.160.969

564.061

39.947

24.350

24.147

1,9%

59,00fo

5,2%

16,9%

-4,7%

9,1%

5,1%

30,6%

4,7%

-9,5%

42,0%

E45,4%

-30,1%

-32,2%

-26,9%

-22,8%

-1,2%

14,2%

1,4%

14,6%

10,5%

-19,9%

28,0%

-45,0%

-28,3%

5,9%

31,8%

-17,8%

-22,8%

n.s.

n.s.

Fonte elaborazione Guamari su dati di bilancio 2017d elle imprese

Infrastrutture Pagina 5

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Legainbiente punta il dito contro l'inerzia rispetto all abusivismo dal 2004 a oggi

Gli ecomo stri non vanno giùDemoliti 14.018 immobili su 71.450 soggetti a ordinanza

Pagina a curaDI TANCREDI CERNE

Gli immobili abusivirestano in piedi. Ne-gli ultimi 15 anni,più dell'80% delle

ordinanze di demolizione diedifici non sono mai stateeseguite e la trascrizionenei registri immobiliari daparte dei comuni è avvenutasoltanto nel 3% dei casi. Inumeri allarmanti sono sta-ti resi noti da Legambienteal termine di un lavoro dianalisi sui dati forniti da1.804 comuni italiani (il22,6% del totale), dal 2004a oggi. «Dall'ultimo condonoedilizio avvenuto nel 2004,in Italia sono stati abbattuti14.018 immobili rispetto ai71.450 colpiti da ordinanzedi demolizione», hanno av-vertito gli esperti di Legam-biente, confermando lo stato

di inerzia di fronte all'abusi-vismo e alle prescrizioni dilegge rispetto alle proceduresanzionatorie.

Entrando nello specificodell'analisi, il Friuli Vene-zia Giulia si è distinto comeregione più efficace a livellonazionale in termini di ab-battimenti eseguiti in rela-zione al numero di ordini didemolizione emessi (65,1%).Sul versante opposto, la ma-glia nera è andata alla Cam-pania, dove si è dato seguitoalla demolizione di appenail 3% delle esecuzioni. Sem-pre al Sud, la Sicilia detieneil 9,3% del totale nazionaledelle ordinanze emesse edi queste ne ha eseguite il16,4%, la Puglia ha abbat-tuto il 16,3% degli immobilicolpiti da ordinanza (pari al3,2% del totale nazionale).Mentre la Calabria ha fattoregistrare il 3,9% delle ordi-nanze nazionali con appenail 6% delle esecuzioni.

«L'abusivismo lungo co-sta continua a essere quelloquantitativamente maggio-ritario», si legge nel rap-porto di Legambiente. Senei comuni dell'entroterrala media delle ordinanze didemolizione è infatti paria 23,3 per ogni comune,spostandosi verso il marequesto dato si decuplica ar-rivando a toccare i 247,5 or-dini di abbattimenti. Al di làdella latitanza delle ruspe,esiste in Italia un ulterioreelemento di preoccupazionelegato alla scarsa propensio-ne dei comuni ad applicarela legge (dpr 380/2001) se-condo cui «se il proprieta-rio di un immobile abusivonon rispetta l'ingiunzionealla demolizione entro 90giorni, lo stesso viene au-tomaticamente acquisitoal patrimonio immobiliarepubblico». Sempre l'artico-lo 31, al comma 4, prevedeinoltre che «l'accertamentodell'inottemperanza allaingiunzione a demolire,costituisce titolo per l'im-missione nel possesso e perla trascrizione nei registriimmobiliari».

Questo significa che il pa-trimonio edilizio abusivo,colpito da ordine di abbat-

timento non eseguito entroi tempi di legge, è a tutti glieffetti proprietà del comune,che lo può demolire o desti-nare a usi di comprovatapubblica utilità.

«E evidente che negli uf-fici comunali preposti quasinessuno pensa di dover se-guire queste prescrizioni,visto che solo il 3,2% degliabusi non demoliti risultaoggetto di acquisizione al

patrimonio comunale», han-no continuato gli analisti diLegambiente secondo cui ilnumero più consistente ditrascrizioni è risultato ap-pannaggio dei comuni sici-liani: il 16% del totale regio-nale ha infatti provveduto aformalizzare l'acquisizionedegli immobili abusivi. Tuttele altre regioni hanno oscil-lato tra il 3,7% dell'Abruzzoe lo 0,1% del Trentino-AltoAdige, passando per il 2,3%della Puglia, l'1,9% dellaCampania, 1'1,5% del Lazioe lo 0,7% della Calabria. «Lamancata ufficializzazionedell'acquisizione, oltre aessere una grave omissionedi atti d'ufficio, comportaanche una responsabilitàper danno erariale», si leg-ge nel rapporto. «Spesso,infatti, accade che le caserestino nella disponibilitàdegli abusivi che ne godonosenza alcun titolo e senzaoneri». Per tornare ai nume-ri, lo scorso anno, il lavorodelle forze dell'ordine sul ci-clo illegale del cemento haportato alla luce 3.908 in-frazioni, una media di 10,7ogni ventiquattro ore, e alladenuncia di 4.977 persone.Un dato in leggera flessionerispetto all'anno preceden-te, ma che testimonia come,dopo anni di recessione,l'edilizia, e quindi anchequella in nero, ha ricomin-ciato a lavorare. È cresciuto

il numero delle persone ar-restate, da 11 a 48, e quel-lo dei sequestri, da 1.166 a1.178. Il 46,2% dei reati siè concentrato in Campania,Sicilia, Puglia e Calabria.Ed è proprio la Campania aguidare la classifica nazio-nale come regione leader intema di abusivismo con 702infrazioni accertate (18%del totale), 878 denuncee 243 sequestri. Al secon-do posto, la Calabria con478 reati, quindi la Pugliacon 418 e il Lazio con 347.Quinta la Lombardia con253 infrazioni, seguita dallaToscana con 251 e dalla Sici-lia con 206. «La provincia diAvellino si è imposta comela nuova capitale del mat-tone selvaggio, con 248 in-frazioni scoperte dalle for-ze dell'ordine nel corso del2017, una ogni due giorni»,hanno aggiunto da Legam-biente. Seguono, di misura,Napoli, con 239 infrazioni,quindi Cosenza con 177.«Rispetto al boom degliultimi decenni del secoloscorso, l'abusivismo non èscomparso, ha sostanzial-mente scelto di non daretroppo nell'occhio, è diven-tato una pratica più subdo-la e quindi meno facile daindividuare», ha conclusoLaura Biffi, curatrice deldossier di Legambiente.

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Rapporto tra immobili non demoliti e trascrizioni *

Regioni Ordinanze da eseguire Immobili trascritti

Campania 16.100 310

Sicilia 5.548 887

Lazio 4.915 73

Veneto 4.669 77

Toscana 3.836 106

Lombardia 3.068 70

Calabria 2.648 18

Piemonte 2.405 72

Emilia Romagna 2.284 45

Sardegna 2.047 38

Puglia 1.886 44

Liguria 1.795 47

Umbria 1.764 8

Trentino Alto Adige 1.681 1

Abruzzo 724 27

Basilicata 722 10

Marche 662 2

Molise 293 3

Friuli Venezia Giulia 287 10

Valle d'Aosta 98 2

Totale 57.432 1.850

Fonte: Legambiente su dati Comuni italiani (2004 - giugno 2018)

* Registro immobiliare pubblico (2004-2018)

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Non mancano i buoni esempiDemolire si può. C'è un'Italia abusivache resiste alle ruspe. Ma esistono areedella penisola in cui , anche se lenta-mente, gli abusi vengono abbattuti. È ilcaso del Salento , dove la procura dellaRepubblica di Lecce ha dato il via daalcuni anni a importanti interventi didemolizione.Qualche buona notizia arriva anche

dalla Calabria , dove a febbraio i pro-prietari di un abuso in costruzione, apochi metri dal mare nell 'area marinaprotetta di Capo Rizzuto , nel Crotone-se, hanno deciso di abbatterlo senzaaspettare che lo facesse il comune o

la procura.E sono in corso interventi di autode-molizione nel comune di Rocca di Papa,cittadina dei Castelli Romani , su ordi-ne della procura di Velletri ; così comesono stati abbattuti all'inizio dell'annodue immobili in un territorio difficilecome quello di Casal di Principe e diCaserta costruiti in aree a vincolo diinedificabilità.Sempre in Campania , le ruspe sono en-trate in azione a Terzigno , dove era sta-to realizzato abusivamente un interoimpianto sportivo all'interno del Parconazionale del Vesuvio.

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Conferenza mondiale a Roma. L'«International bar association», che si riunisce da domenica,lancia l'allarme cybersecurity - Pronte le linee guida con le strategie di difesa per gli studi minori

Gli attacchi hacker agli avvocatiora puntano anche ai piccoli

Valeria Uva

ecnologia amica e, altempo stessa, nemicadei legali. Sarannoqueste due facce dellaprofessione a tenerebanco alla conferenza

mondiale degli avvocati organiz-zata dall'Iba (International bar as-sociation) a Roma da domenica efino al 12 ottobre.

Il meeting annuale delle associa-zioni mondiali dei legali - che si terràper la prima volta in Italia - sarà unalunga maratona di oltre 200 eventidedicati a tutti i rami del diritto. Matra questi un ruolo centrale è occu-pato appunto dai temi legati agli svi-luppi tecnologici e anche alle sueconseguenze etiche (si veda l'inter-vista a fianco). Una rivoluzione ne-anche troppo silenziosa con la qualetutti gli avvocati stanno già facendoi conti. Insidie comprese.

Uno degli argomenti centrali del-la conferenza sarà la cybersecurity,ovvero la protezione delle informa-zioni dei clienti dai pirati informati-ci. L'associazione degli avvocati pre-senterà le proprie linee guida sul te-

dovranno anche sforzarsi meno perviolare i loro sistemi».

La risposta degli studi va organiz-zata su tre fronti: la tecnologia, l'or-ganizzazione e la formazione di tut-to il personale. Secondo l'Iba gli in-vestimenti tecnologici non sono cosìingenti: «In una scala di 14 misureda prendere - informa Walker - aipiccoli ne raccomandiamo soloquattro». Cruciale è soprattutto pre-pararsi a un attacco. Le line guidaspiegano, ad esempio, che in ognistudio occorre creare una task forcedi avvocati che si attiva una voltatentata l'intrusione e che compie iprimi, strategici, passi. Poi bisognagarantire a tutto il personale unaformazione specifica, addestrarli ariconoscere le mail sospette e a tene-re comportamenti prudenti. A co-minciare dallo stop agli account diposta privata in ufficio.

Gli altri spuntiLa conferenza Iba partirà con la cenadel 7 ottobre, in pratica il giorno do-po la chiusura del congresso delConsiglio nazionale forense (si vedal'articolo in basso). Ad aprire i lavorilunedì 8 ottobre sarà Romano Prodi;

ma, dedicate soprattutto alle realtà a seguire oltre 200 tra workshop edi dimensioni medio-piccole. «Gli panel. «Si parlerà molto delle applí-studi legali sono nel mirino degli cazioni dell'intelligenza artificiale -hacker - anticipa Simon Walker, anticipa Gianmatteo Nunziante, so-

presidente della task force Iba sulla cio dello studio Nunziante Magronecybersecurity - ormai sono conside- e membro del management board dirati l'anello debole della catena di chi Iba -: le attività routinarie nel giro didetiene informazioni commerciali pochi anni saranno svolte dai robotpreziose». Difficile valutare l'am- ed è inutile negare che si perderannopiezza del fenomeno, perché nessu- anche posti di lavoro».na azienda sotto attacco natural- Tra gli altri spunti anche il giro dimente ha interesse a diffondere la vite sui consulenti fiscali, che ogginotizia per non spaventare i clienti. sempre più rischiano, per i consigli

Ma proprio i più piccoli sono an- forniti ai clienti di essere coinvolti inche i più vulnerabili. «Hanno barrie- prima persona e chiamati a rispon-re di accesso meno sofisticate - ag- dere anche penalmente. Tra i princi-giunge Walker - e per questo sono pali Paesi che hanno introdotto ob-prediletti dagli hacker: forse con un blighi di comunicazione (disclosure)attacco non faranno tanti soldi, ma per gli advisor fiscali c'è il Regno

unito. «Qui dal 2017, secondo ilCriminal offence act, uno studio puòessere considerato responsabile in-sieme con il cliente di evasione oelusione fiscale», spiega Clare Ar-cher, capo del dipartimento fiscaledi Penningtons Manches e membrodel comitato fiscale Iba. La legisla-zione inglese sarà messa a confrontocon altre esperienze in questo cam-po, compreso quelle italiane.

Gli interventi degli oltre 1400esperti saranno ad ampio rag-gio: dall'anticorruzione (argomentoaffrontato dall'Ordine di Roma) al-l'antiriciclaggio, dai diritto umani aigrandi arbitrati internazionali.Maoltre all'aggiornamento professio-nale, la conferenza è da sempreun'occasione per stringere rapporticommerciali e professionali: fittoanche il calendario degli eventi,so-ciali e dei negoziati 132b-

C RIPRODUZIONE RISERVATA

Simon Walker.

Presenterà a

Roma le linee

guida Iba perla

cybersecurity:

«La formazione di

tutto lo staff è

centrale: il so%

degli attacchi è

dovuto a errori

umani»

Ritaglio stampa ad uso esclusivo dei destinatario, non riproducibile.

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Foglio 212

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II congresso Iba.Dal 7 al 12 ottobreRoma ospiterà laconferenzadell'Internationalbar associationche si svolgeràalla «Nuvola»dell'Eur (nellafoto). Attesi oltre6milapartecipanti da120 giurisdizionidiverse

Intervista a Steven M. RichmanComitato etico Ass. avvocati americani

«L'intelligenza artificialeesige sempre il controllodel professionista»

intelligenza artifi-l d Èciale neg i stu i?

un vino vecchio inuna botte nuova».

Steven M. Richman, avvocato ameri-cano specialista per ClarkHill di con-tenzioso internazionale, si interessada anni dei risvolti etici di program-mi di intelligenza artificiale nellaprofessione. Secondo lui l'avventodei robot negli studi di fatto noncambiai fondamentali deontologicidella professione, quelli che lui defi-nisce appunto «il vino vecchio».

Per l'associazione degli avvocatiamericani (Aba) Richman è uno deidue presidenti del comitato etico.Al congresso Iba di Roma affronte-rà i risvolti deontologici dell'Ai inuna sessione dal titolo: «Intelli-genza artificiale: è tempo di unaregolamentazione?».

Avvocato Richman, sono neces-sarie nuove regole per governare leapplicazioni di intelligenza artifi-ciale negli studi ?

Non credo che gli obblighi mo-rali per un avvocato siano diver-si. Già oggi i legali devono super-visionare il lavoro dei loro assi-stenti o delle funzioni date in ou-tsorcing. Gli stessi principidevono guidare l'uso delle nuovetecnologie: l'avvocato è sempreresponsabile, anche per il re-sponso di un robot.

In che modo l'avvocato applicaladeontologia all'Ai?

La prima regola è non essere pigri.Bisogna sforzarsi di capire le nuovetecnologie per proteggere i clienti.Non c'è differenza tra piccoli e gran-di studi: tutti devono comprenderele potenzialità tecnologiche.

«Bisogna non essere pigrie sforzarsi , piccolie grandi studi , di capirele nuove tecnologieper proteggere i clienti»

Quali sono le applicazioni piùdiffuse nella professione ?

C'è un discreto utilizzo di Ainelle due diligence o nella con-trattualistica.

Cosa pensa dei software preditti-vi in grado di anticipare addiritturai verdetti delle Corti o la brevettabi-lità di un oggetto?

Ci stiamo chiedendo se prima diessere utilizzati debbano passare deitest. In ogni caso dovrebbero essereanalizzati a fondo per capire se equanto siano strumenti validi.

Quale spaziorestapergliavvocati?A noi resta l'istinto. Il software ti

può dare un risultato che tu puoi pe-rò voler modificare per altre ragionistrategiche. Per questo l'avvocatodeve sempre revisionare di personai risultati di un'analisi condotta conl'intelligenza artificiale.

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Arno Kompatscher. Il pre-sidente della provincia au-tonoma di Bolzano avvia untavolo per discutere l'applica-zione dell'equo compenso alleprestazioni dei professionisti

Equo compenso Pagina 15

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D allas: "LaF1,1'5 Indyelesuperarqui sogni e progetti diventarlo realtà"

Luciana Nìgro

Varano deMeiegari, Parmaembra un'astronave atterrata

S sulle prime colline del par-mense, mimetizzata tra i colli colsuo colore cangiante. La sua missio-ne? Raccogliere la storia di un uo-mo, di un'impresa e di una terra eportare nel futuro la passione dell'E-milia perle auto più veloci dei mon-do. Per questo nella rampa traspa-rente che collega le aule dove studia-no i progettisti della Formula Unodel futuro e i ragazzini imparano agiocare con la meccanica e i compu-ter, ci sono 24 automobili da sognoche raccontano mezzo secolo di cor-se. Sorge accanto alla fabbrica el'hanno chiamata Dallara Academyin omaggio a un uomo di 82 anni, co-nosciuto nel mondo delle corse inogni angolo del pianeta, un ingegne-re che per tutta la vita ha sfidato ilvento. Un signore che ha lavorato al-la Ferrari e alla Maserati, che, unavolta alla Lamborghini, inventò lamitica Miura prima di passare allaformula uno con De Tomaso e diaprire una propria fabbrica di supercar: oggi è l'unico produttore al nmon-do di Indycar, le macchine che corro-no a Indianapolis, e sforna bolidi perla formula uno, la formula due, la for-mula tre e ogni genere di competizio-ne su quattro ruote. Quel signore sichiama Giampaolo Dallara. Nellasua azienda a Varano de' Melegarila-vorano 670 persone, quasi tutti inge-gneri, ricercatori di materiali, espertidi aerodinamica e calcoli numerici estruttura li che usano sofisticati com-puter, gallerie del vento e modernis-sinmi simulatori per produrre mono-posto da corsa e telai in fibra di car-bonio e per elaborare progetti con imarchi più prestigiosi, non solo del-la Motor Valley della via Emilia, maanche Porsche, Audi e Bugatti.

Un'avventura iniziata quasi percaso, nel 1959. Dallara studiava inge-gneria aeronautica al politecnico diMilano quando gli dissero che Ferra-ri cercava uno come lui. «Stavo perprendere il brevetto da pilota, niamollai il volo per fiondarmi a Mara-nello - racconta l'ingegnere - Laprima cosa che Enzo Ferrai! mi mo-strò fu una parete piena di pezzi rot-ti: era la bacheca degli errori da nonripetere, quelli dai quali ognuno do-vrebbe imparare». Imparò in fretta ilgiovane ingegnere. Tanto in frettache nel 1966 alla Lamborghini firmòl'auto più prestigiosa dell'azienda diSantAgata Bolognese. E pochi annidopo decise di provarci da solo. «Lamia prima fabbrica era il garage del-la casa di mio padre. Riuscivo a man-tenere la famiglia e a pagare due otre collaboratori grazie a una buonaconsulenza della Lancia». Avvio fati-coso, commesse col contagocce, pri -ma in Italia poi in Francia e final-mente in Inghilterra. Ma intanto col-labora in formula uno con la W1ril-liams di lackie Ickx e John Clarke epartecipa alla progettazione di autoLancia dalla Stratos alla Beta Monte-carlo. Negli anni Ottanta e Novantacol marchio Dallara i primi grandisuccessi, dalla formula tre alla 500miglia di Indianapolis. Ed è qui chediventa unico fornitore delle Indy-car. «Mica uno scherzo - ricordal'ingegnere - avevamo un concor-rente, G-Force, che mirava allo stes-so risultato: per sette-otto anni ci sia-mo sbranati, ma alla fine ce l'abbia-mo fatta».

Nel 2007, a settant'anni compiu-ti, Dallara si cerca un compagno distrada. Sceglie un grande manager,Andrea Pontremoli, nato a 30 chilo-metri dalla sua casa e dalla sua fab-brica, nella valle del Ceno. È il figliodel mugnaio, diventato Ad e presi-dente di Ibm Italia, uomo di talentoche condivide la passione per le mac-chine e che incontra spesso nei finesettimana. Gli chiede di diventare so-cio e amministratore delegato, inqualche modo continuatore dellasua avventura. Insieme fanno cresce-re ancora, a ritmo supersonico l'im-presa: da cento a quasi settecento di-pendenti, fatturato 106 milioni concrescite a doppia cifra, una factory aIndianapolis e l'acquisto di uri azien-da gioiello specializzata nella lavora -

zione dei materiali compositi, la Ca-mattini meccanica, che dà l'avvio aun centro di ricerca avanzato. Dalla-ra sforna centinaia di auto e telai ul-trraleggeri, e consulenze per chiun-que voglia gareggiare. li 40% delleentrate, infatti, è costituito da proget-ti e ricerche sull'aerodinamica, i ma-teriali la dinamica del veicolo. Studiportati avanti da un team di espertigrazie ad apparecchiature avanzatis-sime, una sofisticata galleria del ven-to, un super-computer per i calcolifluidodinanzici, il simulatore di gui-da. Chi pensa alla fabbrica non im-maginerebbe amai un luogo così.

«Ma un'azienda è il chiodo fis-so di Pontremoli riesce ad esserecompetitiva se rende competitivol'intero territorio in cui opera, se in-veste nelle infrastrutture, in cultura,in formazione». Daquiprima l'impe-gno per creare una "innovationfarri" nella vicina Fomovo che unarete di aziende hanno costruito peravvicinare i ragazzi alla cultura tecni-ca. Un'attività che ha portato l'istitu-to tecnico locale che perdeva iscrittia rotta di collo a triplicare il numerodegli allievi dando vita a un Liceo discienze applicate. Il secondo passo èstato quello di lanciare un super-cor-so universitario con 14 atenei dell'E-milia-Romagna, con la Regione econ tutte le aziende della Motor Val-ley. Un miracolo di gioco di squadrache ha coinvolto 10 eccellenze, daFerraci a Ducali, da Magneti Marellia Toro Rosso. L'hanno battezzatoMuner, Motorvehicle University ofEmilia Romagna e uno dei sei corsidel secondo anno del master, quellointitolato "racing car design", la pro-gettazione di auto da competizione,non poteva che tenersi a casa Dalla-ra. Perla precisione allaDallaraAca-denry, quell'astronave atterrata ac-canto alla fabbrica.

A inaugurare questo gioiello, co-stato diversi milioni di euro, con i ret-tori delle università, i governatoridello stato dell'Indiana Eric Holm-comb e dell'Emilia Stefano Bonacci-ni, c'erano lean Todt, Romano ProdieAlex Zanardi, la citi hard bike olim-pionica è stata progettata e costruitanei laboratori Dallara. Insieme han-no raggiunto il grande auditoriumda 350 posti, i laboratori, le aule distudio, costruiti in tre tronchi di co-no che richiamano le colline che fan-no da corona all 'acadeniy. Insiemesono entrati nella rampa passeggian-do tra magnifiche Miura, Dallara,Lancia, Ktni, Renault, 24 magnificimodelli che sono un viaggio nellalunga avventura dei bolidi semprepiù leggeri, più veloci, più attenti allasicurezza. «Colpisce - sospira Dalla-ra - che allora il serbatoio del carb u-rante fosse davanti al pilota». Que-sto centro di ricerca e cultura per ra-gazzi e studiosi, pieno di auto e digiochi per imparare la meccanica di-vertendosi, di sofisticate apparec-chiature sulle quali sbagliare e impa-rare dai propri errori immaginandole quattro mote del futuro è un rega-lo al territorio, interamente donatoda Giampaolo Dallara che, sottoli-nea Pontremoli, «non ha barche, vi-ve nella casa di famiglia e qui ha inve-stito 55 annidi guadagni».

«Ho avuto tanto nella miavita da-gli altri - si schermisce l'ingegnere- questo è la mia voglia di restituirequalcosa. Ma in questo, tra tanti gio-vani pieni di entusiasmo, ho già lamia ricompensa». Dev'esserci qual-cosa di contagioso da queste parti, l'i-dea che lavorare insieme può dar vi-ta a grandi cose e che gli individuicrescono quando si riconoscono inuna conninitä. Alla fine della cerimo-nia è un gesto di Alex Zanardi a spie-garlo meglio di un saggio di sociolo-gia. Mostra la medaglia d'oro vintaalle paralinipiadi con la sua hand bi-ke e dice: «Questa è per voi, credoche stia meglio qui che in casa mia».Così, semplicemente.

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[ LA SCHEDA ] I MERCATI DI DALLARACome funziona Ripartizione geografica

l'Universitàdelle auto da corsa STATI UNITI

43%Arrivano da India, Cina,Germania. Si iscrivono

dall'Iran , dalla Spagna e dallaMalesia. Vengono da ogni

parte dei pianeta In unfazzoletto di terra emiliana per

studiare alla MotorvehicleUniversity of Emilia Romagna(Muner), sei lauree magistrali

RESTODEL MONDO38%

sui motori voluti dai quattroatenel della regione e dalle

istituzioni locali con lacollaborazione dl tutto IImeglio dell'industria dei

motori della via Emilia:Ferrari , Lamborghini , Dallara,

Ducati, Haas FiTeam, HpeCoxa , Magneti Marelli,

Maserati , Pagani , ScuderiaToro Rosso . ««Non esiste in

nessun 'altra parte del mondouna tale concentrazione di

capacitàtecnica e diIntelligenze legata al mondodei motorir, dice con orgoglioAndrea Pontremoli , Ad della

Dallara che ospita uno dei seimaster e che è anche il

presidente dell'associazioneM uner . II su per-corso

universitario , nato nel 2016fin questi giorni partono i corsi

del secondo anno ) e un raroesempio dl collaborazione

all'emiliana . ' Non avremmomai potuto crearlo -

racconta PontremoIl -senzail supporto di Sergio

Marchionne , di StefanoDomenicali della Lamborghini,

di Claudio Domenicali dellaDucati e di tutti gli altri amiciche hanno creduto in questa

impresa,, . La particolaritàdei corsi è che accanto

ad esperti ingegneriuniversitari a tenere le lezioni

sono proprio i managerdi queste superaziende.

n PoRRC6lRIONE RIIE-

[ I VOLTI l

GiampaoloDallara (1)fondatore epresidentedella DallaraSotto, l'adAndreaPontremoli(2) sotto la cuiguida l'aziendaè cresciuta da100 a quasi700 dipendenti

1

L-GERMANIA9%

A lato e qui sopra , immaginidella Dallara Academy.Qui sotto, un momento di unagara di Formula Indy. negli Usa ,di cui Dal lara è fornitore unico

Sopra,l'esterno della

DallaraAcademy

Sotto,la Z Bike,

la handybikeprogettata erealizzata daDallara perle

competizioni diAlex Zan&di

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GIAMPAOLO D ALLARA HALAVORATO IN FERRARI ELAMBORGIIINI PRIMA DI

REALIZZARE LA SUA IMPRESAFORNITORE UNICO DA ANNI

DEI BOLLDI DELLE CORSE USAHA MESSO SU UN MAXI CENTRO

DI FORMAZIONE CONTUTTIGLI ATENEI EMILIANI E LA

CREMA DELLA MOTOR VALLEY

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Centri per l'impiego,la sfida della riformain cinque mesi

di Mario Sensini

el 2017 il ricor-so ai Centri perl'impiego è sta-to ritenuto uti-

le solamente dal 2,4% di chicerca un lavoro». Potrebbe ba-stare solo questo numeretto,lasciato agli atti della Com-missione Lavoro del Senatoquest'estate dal presidentedell'Istat, Giorgio Alleva, perrappresentare tutte le inco-gnite legate al Reddito di citta-dinanza, la misura più impor-tante della legge di bilanciodel 2019. E la più costosa, per-ché per l'assegno di 78o euroal mese a chi non ha reddito esi impegna a cercare lavoro el'adeguamento delle pensioni,ci vogliono più di lo miliardidi euro l'anno, 17 a regime.Rendere operativo il nuovoreddito entro marzo, comevorrebbe il M5S, date le condi-zioni dei Centri da cui passe-ranno le pratiche, soprattuttoal Sud, sembra un'operazionequasi impossibile.

Ai senatori impegnati nel-l'indagine conoscitiva, Allevaha confermato tutte le per-plessità espresse nelle audi-zioni dai sindacati, dalle im-prese, dai consulenti del lavo-ro, sul funzionamento dellarete dei Centri per l'Impiego,

creata dopo il Jobs Act. Una re-te di 552 agenzie dove lavora-no 8.189 dipendenti (costano3io milioni l'anno), in parte atempo determinato, come i1.6oo che sono in corso di as-sunzione, 6oo dei quali dove-vano gestire il Reddito di in-clusione di Gentiloni. Precari,dunque, che cercano lavoro aidisoccupati, come dicono isindacati.

In ogni caso sono pochi,perché gli stessi Centri denun-ciano una carenza di almeno5.5oo dipendenti per svolgereal meglio le funzioni previsteoggi, e destinate a cambiaredomani, con un'enfasi moltomaggiore sulla formazione. Ilche presuppone l'esigenza diavere personale più qualifica-to, quando già oggi quasi tuttii Cpi lamentano la carenza difigure specialistiche. Il 12% deidipendenti dei Centri ha solola licenza media, il 56,3% è di-

plomato e il 28% laureato.Fatto sta che i Cpi non fun-

zionano. Chi cerca lavoro inItalia lo trova soprattutto gra-zie ad amici, parenti o cono-scenti (il 40,7% dice l'Istat), operché si rivolge direttamentead un'azienda (il 17,4%). Solo il2,4% di chi trova un'occupa-zione deve ringraziare i Cen-tri. Fanno meglio anche leagenzie private di intermedia-zione del lavoro, che riesconoad occuparne il doppio.

Dopo tre anni di funziona-mento del sistema i risultatisono molto deludenti, ma orail governo giallo verde devetrovare una soluzione se vuoledare un senso al Reddito dicittadinanza, ed evitare che sitrasformi in un incentivo anon fare nulla. Ci saranno as-sunzioni e verranno probabil-mente riorganizzate anche lesedi, perché i bacini di utenzadei Cpi sembrano definiti sen-za criterio: alcuni non arriva-no a servire 5o mila cittadini,altri superano i 200 mila.

Il problema è grave soprat-tutto nel Mezzogiorno . Lì dovela disoccupazione è più alta, iCentri hanno le difficoltàmaggiori . Anche a farsi cono-scere. Al Sud le persone che sirivolgono ai Centri sono deci-samente meno che nel CentroNord.

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Foglio i

Contpiti e num eri del database reali._zato da Inritalia per il Mise per facilitare i controlli

Aiuti di stato , il registro fa golOttenuto il riconoscimento di best practice europea

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

I 1 «grande fratello» delministero dello svilup-po economico sugli aiuticoncessi alle imprese ha

ottenuto il riconoscimentodi «best practice» europea.Il data-base pubblico, rea-lizzato da Invitalia, è statopresentato lo scorso 21 set-tembre 2018 al Workshop onnational state aid registriesdell'iniziativa State sid mo-dernization- SAM, presso laDirezione generale della con-correnza (DG Competition)della commissione europea.Lo strumento, cofinanziatodal Programma operativo na-zionale «governane e capaci-tà istituzionale», è operativoda agosto 2017 con lo scopodi rafforzare, nonché rende-re trasparenti ed efficaci, icontrolli amministrativi ne-cessari per concedere agevo-lazioni nella forma di aiuti distato o aiuti in «de minimis».In sostanza, prima dell'ope-ratività del registro, gli entigestori di aiuti pubblici dove-vano principalmente affidarsialle dichiarazioni di atto no-torio rilasciate dalle impre-se. Grazie al registro, invece,gli enti potranno, una voltaa regime, verificare diretta-mente con un click gli aiuticoncessi a una determinataimpresa, effettuando quindii dovuti controlli sul rispet-to del tetto «de minimis», delcumulo con altri aiuti e altricontrolli similari. Il registro èraggiungibile al sito internetwww.rna.gov.it.

Censiti oltre 450 milaaiuti concessi dall'avviodel registro . La funzione delregistro è quella di consentireuna verifica, prima della con-cessione di un aiuto, di tuttele agevolazioni pubbliche as-segnate a un dato soggetto edeventuali casi di superamentodei massimali. I quindi pri-mariamente rivolto a soggettipubblici e privati che operanocon risorse pubbliche destina-te ad agevolazioni e incentivialle imprese nella forma diaiuti in de minimis odi aiutidi stato, per rendere efficacii controlli sulle imprese. Dicontro, grazie all'accessibilitàlibera, il registro rappresentaanche un valido supporto perle imprese che vogliano mo-nitorare la situazione degliaiuti ottenuti, anche al finedi rilasciare correttamen-te eventuali dichiarazionidi atto notorio richieste perpartecipare ai bandi. Lo stru-mento sta pian piano accre-scendo la propria portata; aun anno dalla pubblicazione,sono 1.836 i regimi di aiutocensiti, oltre 5 mila gli uten-ti registrati e quasi 1.300 isoggetti giuridici accreditatial portale. Gli aiuti concessidall'avvio dell'iniziativa sono

I dati dei registro nazionale degli aiuti di stato

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oltre 450 mila, per un valorecomplessivo che supera i 9miliardi di giuro.

Il portale del registro. Ilregistro consiste in un por-tale che dispone di un'areapubblica incentrata sul teniadegli aiuti, con una sezionededicata alla trasparenza,e di un'area riservata alleamministrazioni titolari e aisoggetti gestori degli aiuti,tramite la quale possono ac-cedere alla banca datie popolarla. Attraver-so il registro è infattipossibile effettuarela registrazione delle«misure di aiuto» alleimprese, comprensivadelle informazioni ri-chieste dalla normati-va europea in materiadi trasparenza. Il si-stema, in fase di regi-strazione della misu-ra di aiuto, rilasceràun codice identificati-vo. E inoltre possibileanche la registrazionedegli «aiuti individua-li», comprensiva delleinformazioni necessa-rie, per la verifica delrispetto dei massi-mali «de minimis» edel divieto di cumulodelle agevolazioni di cui allanormativa nazionale e euro-pea. Altri servizi del «RegistroAiuti» sono la gestione dellalista cosiddetta 'Deggendorf»,relativa ai soggetti tenuti allarestituzione degli aiuti illega-li e oggetto di una decisionedi recupero della commissio-ne europea e la possibilità dipoter disporre di visure rela-tive agli aiuti «de minimis» eagli aiuti di stato già concessie registrati. Le informazionisulle misure di aiuto e sugli

wwrwwrw.rna.gvw.it

aiuti individuali registra-te nel «Registro Aiuti» sonorese pubbliche e accessibiliin un'apposita sezione delsito dedicata alla trasparen-za, consultabile senza restri-zioni e senza necessità diautenticazione, anche per iltramite di funzioni di ricercaavanzate.

Futuro da banca datidei bandi . Il ministero dellosviluppo economico sta valu-

tando un'ulteriore iniziativadi potenziamento del regi-stro, per cui ha lanciato unaconsultazione pubblica. Inparticolare, una prima ipo-tesi di potenziamento partedal presupposto che i bandisono uno degli snodi basilaridel processo degli aiuti e laloro tempestiva esposizione,quindi al momento della pub-blicazione, sarebbe positivasia per i beneficiari, impresee soggetti interessati, sia perle amministrazioni. l'ipotesi

è quindi quella di rendere ilregistro nazionale degli aiutidi stato un portale che possaoffrire visibilità su tutte leopportunità di aiuto attivatein Italia, supportando così inmodo efficiente l'attività diricerca e di valutazione daparte dei diversi soggetti inte-ressati. Questo nuovo serviziopermetterebbe di rappresen-tare con i reali tempi esecu-tivi l'intero ciclo del processodi pubblicazione di un bando

e delle concessioni degli aiuticonseguenti. Nell'intenzionedel Mise, dal punto di vistaoperativo, il meccanismo saràanalogo a quello già vigenteper la concessione e prevedeche l'amministrazione registriil bando pubblicato ottenendoun codice bando univoco di ri-ferimento.

Rendicontazioni senzasegreti per le ammini.strazioni . La fatturazioneelettronica consentirà alle

amministrazioni di control-lare le rendicontazioni deibandi attraverso il registronazionale degli aiuti di sta-to. Secondo il Mise, la pro-grammata entrata a regimedella fatturazione elettronicaobbligatoria per tutti gli ope-ratori economici e tutte leimprese, gestita dal Sistemadi interscambio-Sdi, offriràimportanti opportunità diinnovazione nell'ambito delprocesso di rendicontazionedelle spese a partire dal 2019.In particolare, la disponibili-tà sul registro nazionale deidati delle concessioni e l'in-teroperabilità attivabile conil sistema Sdi per ottenere idati di fatturazione, consen-tirà un controllo automaticocirca il rispetto del requisitodell'annullamento dei titolidi spesa. Inoltre, la disponi-bilità dei dati di concessione efatturazione renderà struttu-ralmente disponibili a tutte leamministrazioni alcune infor-mazioni aggiuntive granularisulla tipologia di spesa, faci-litando quindi il controllo dicumulo, oggi supportato dallasola possibilità di ricevere levisure degli aiuti concessi. Inconseguenza di queste inno-vazioni, il processo istruttoriosulle richieste di erogazionidovrebbe beneficiare di unasensibile velocizzazione, ri-ducendo quindi i tempi di in-casso dei contributi da partedelle imprese interessate. Inuovi servizi che il Mise ipo-tizza per il futuro riguardanola «timbratura virtuale» delle

fatture e la registrazio-ne delle spese rendi-contate. Il servizio ditimbratura si basa sullacircostanza che con lafatturazione elettronicale fatture sono validateed emesse centralmentecon garanzia di controlliformali e sostanziali chene è assicurano l'univo-cità; identificando lefatture connesse a unarendicontazione dellespese e associandole allaconcessione, sarà quin-di possibile sostituireall'attuale annullo fisicoquello digitale, renden-do impossibile l'utilizzodella fattura per altreconcessioni al di fuo-ri del cumulo legale. Ilservizio di registrazione

delle spese, invece, si baseràsul fatto che il corredo infor-mativo della fattura elettro-nica consentirà di utilizzaredelle codifiche predefiniteper le spese esposte e, quindi,adottando codifiche condivi-se nel documento trasmesso,sarà possibile operare valu-tazioni puntuali sul rischio dicumulo associato e facilitareil controllo di ammissibilitàdella spesa rispetto a quantoprevisto dal bando.

- ©R,prot,:,oneriser'ata

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Aiuti di Stato Pagina 20

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Industria 4.0 al bivio:serve il nuovo pianoRischio boomerang

di Carmine Fotinae Lello Naso

e imprese e i tecnici di In-dustria 4.0 lanciano l'al-larme: senza incentivi perla formazione e senza unpiano pluriennale lo svi-luppo digitale del sistema

industriale rischia di bloccarsi. Lamission della proroga di un anno delPiano Industria 4.0 è chiara: far acce-dere agli incentivi il 51% delle impre-se che nella prima tornata non hausufruito degli aiuti, prevalente-mente piccole aziende. C'è poco, in-vece, per consolidare gli investimentidel 49% che ha già acquisito macchi-ne digitali con lo sconto fiscale. Si ri-schia così di depotenziare gli investi-menti degli ultimi tre anni.

Gli incentivi della prima fase han-no consegnato al sistema industrialeitaliano 5omilamacchine utensili dinuova generazione, quasi il 20% delintero patrimonio installato. Ma no-nostante la metà delle imprese abbiai requisiti per ricorrere agli incentivi,i segnali di calo dell'intensità sonoevidenti. La produzione di beni stru-mentali, il fatturato e anche gli ordi-nativi sono in decisa frenata. Il caval-lo delle macchine non beve più con lastessa intensità di prima. La prorogadovrebbe dargli una nuova spinta.

Sono invece in netta ascesa le ri-cadute avalle di Industria 4.0. Fattu-rato e ordinativi del comparto deicomputer e dell'elettronica segnala-no una crescita a doppia cifra. L'ulti-ma rilevazione, quella relativa a lu-glio, registra un aumento del fattu-rato del 14,7% e degli ordinativi del12,2% rispetto al 2017. La produzioneindustriale degli stessi beni è invececresciuta dell'1,3%, in controtenden-za rispetto all'indice generale. «Ildato di luglio registra l'effetto degliacquisti dei software», dice il presi-dente di Confindustria digitale ElioCatania. «Abbiamo evidenze da par-te delle nostre imprese di un au-mento della domanda di sistemi, diconnessioni, di tutto quanto è ne-cessario per mettere a regime lineedi produzione 4.0».

Per rafforzare il trend è in arrivo la

proroga dell'iperammortamento perinvestimenti effettuati nel 2019, macon possibile consegna del bene finoa giugno 2020. Un rinnovo molto at-teso, che verrà declinato con un van-taggio particolare perle Pini. Proprioagli investimenti inferiori, fino a5oomila euro, è riservata l'aliquota dimaggiorazione più alta, pari al 18o%(si veda Il Sole 24 Ore del 28 settem-bre), un incentivo maggiore ancherispetto alla norma vigente. La tesiseguita dai tecnici del governo è mol-to chiara: Industria 4.0, benché nonabbia mai previsto vincoli di dimen-sioni, è stato uno straordinario vola-no perle grandi imprese già alle pre-se con programmi di digitalizzazio-ne. Ora si impone però un cambio dipasso che traghetti nella nuova di-mensione le imprese meno prepara-te o più reticenti, che a maggior ra-gione hanno bisogno di essere sup-portate nei processi di formazione.Qualcosa comunque si muove e, son-dando il mercato, anche la sensibilitàdi queste imprese sembra in crescita.

Antonio Cibotti, responsabilemarketing di Bucci Industries, multi-nazionale tascabile di Faenza cheopera nell'automazione dei processi,conferma la tendenza. «Monitorag-gio remoto e manutenzione preditti-va - dice - stanno rapidamente pas-sando dalla teoria di qualche anno faalla pratica. Le grandi imprese ormaici chiedono solo sistemi che consen-tano il monitoraggio remoto delle li-nee. Ma anche piccole e medie im-prese stanno imboccando questastrada con decisione. Sono strumentidi facile accesso, assimilabili a tablete smartphone. Non si tratta di inve-stimenti proibitivi, tutt'altro. Lo sco-glio maggiore è convincere l'impren-ditore a mettere i dati dell'impresasul cloud. Ma è una strada tracciata.I produttori di macchine costruiran-no solo linee a controllo remoto».

La via tecnologica è segnata, lenuove misure hanno l'obiettivo diavviare alla trasformazione il 49%delle imprese a potenziale 4.0 chenon ha fatto investimenti per evitareche si allarghi il digital divide indu-striale. Le imprese rimaste indietrosono di settori in difficoltà struttura-

le e perlopiù localizzate nel Mezzo-giorno, le più difficili da convincere.

Poi ci sono le imprese che hannogià investito nel digitale e non vannoabbandonate al loro destino. «Neglianni Novanta, durante la prima fasedella digitalizzazione», dice MarcoBettiol, professore di Economiaaziendale all'Università di Padova,«le imprese avevano creato siti inter-net aziendali. La gran parte non li hapiù aggiornati pensando di aver con-cluso l'opera. Adesso il rischio è cherimanga fermo il processo di aggior-namento delle tecnologie per chi hafatto investimenti 4.0 soprattuttosotto la spinta degli incentivi». Unostudio della stessa Università di Pa-dova fatto prima del Piano Industria4.0 stima che nel Nord (Triveneto,Lombardia, Piemonte ed Emilia Ro-magna) le imprese che hanno adot-tato tecnologie digitali sono il 18%deltotale. Sono aziende di tutte le di-mensioni, anche piccole e piccolissi-me. «Il discrimine - dice Bettiol -non è la dimensione né il fatturato. Ainvestire nel digitale senza incentivisono state soprattutto le imprese piùinternazionalizzate e a forte conno-tazione innovativa. Sono i più moti-vati». Ma il resto, chi è ancora fuoridal processo e chi è dentro ma deveessere assistito nell'implementazio-ne e nell'aggiornamento, è arischio.

«È apprezzabile - dice Catania -che il Governo dia continuità agli in-centivi. Ma sarebbe più utile dare alleimprese una garanzia di stabilità neltempo. È altrettanto importante de-fiscalizzare la formazione dei dipen-denti e dei tecnici». È una prospettivadi lungo periodo. «Super e iperam-mortamento sono stati uno shockpositivo per le imprese», dice MarcoTaisch, responsabile dell'Osservato-rio Industria 4.o del Politecnico diMilano. «Bisogna insistere con lepiccole imprese per non allargare ildigital divide con le grandi e tra Norde Mezzogiorno. La conferma degliincentivi è un'ottima decisione maservirebbe un piano di medio-lungoperiodo che incentivi anche la for-mazione e renda meno farraginosi imeccanismi per attivarla».

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Industria 4.0 Pagina 21

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AFP

Imprese che hanno almeno un intervento programmatoValori in percentuale

E TOTALE 1-9 10-49 50-249 E 250 E OLTRE

Imprese 4 .0: gli investimenti previsti

0 10 20 30 40

Gli incentividella primafase hannofavoritol'acquistodi somilamacchineutensili dinuova ge-nerazione

Italia

E 10,0

7,3

22,5

33,1

35,1

10,6. .. .. .. .. ... ... .. ... ... ... .. ... .. . .. .. 7,4

Centro-Nord 23,4

34,4

35,4

Mezzogiorno

Fonte: www.met-economia.it

11 1,1 8,1

7,1

17,5. 22,8

32,1

Industria 4.0 Pagina 22

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Nuove úúmstruttureun toccasana per il Pil

Andrea Boltan .1

T opinione che gli in-vestimenti pubbliciabbiano effetti positi-vi sulla crescita delPil è consolidata.

L'Ocse dimostra che aumentando laquota di investimenti sul totale dellaspesa pubblica si hanno effetti positivisulla crescita, soprattutto nei Paesiche hanno dotazioni di capitale pub-blico non troppo elevate. Gli investi-menti più redditizi in termini di cresci-ta sono quelli per infrastrutture sanita-rie (ospedali e loro attrezzature), per ri-cerca e sviluppo, perla formazione dicapitale umano (istruzione), per tra-sporti e comunicazioni. C'è poi evi-denza, stavolta a dirlo è il Fmi, di unnesso positivo tra efficienza degli inve-stimenti e crescita. Non solo nel sensoche una maggior efficienza degli inve-stimenti dà maggiori benefici in termi-ni di crescita ma nel senso che investi-menti inefficienti nel passato hannodato luogo a una inadeguata dotazio-ne di capitale pubblico per qualità ecomposizione. Nuovi investimenti,più efficienti, avranno elevati rendi-menti al margine. Sostituire infrastrut-ture pubbliche vecchie e inefficienticon nuove ed efficienti ha impatti am-piamente positivi sulla crescita.

Tra 112007 e il 2017 gli investimentifissi lordi annui della PA in Italia si so-no ridotti del 24% in termini nominalie del 36% in termini reali. L'accresci-mento dello stock di capitale dipendedal segno degli investi menti al netto diquanto speso per il rimpiazzo del capi-tale non più produttivo. Se gli investi-menti netti sono positivi lo stock di ca-

pitale cresce; se sono negativi lo stockdi capitale si riduce. In Italia, la distru-zione di capitale pubblico, iniziata nel2012, si è aggravata, visto che nel 2017si è registrato un investimento pubbli-co netto negativo per 10,6 miliardi. Insei anni, una perdita di 41 miliardi dicapitale pubblico. Solo la ripresa degliinvestimenti privati ha permesso dichiudere il 2017 con un saldo comples-sivo solo di poco negativo (-2,2 miliar-di). Ma negli ultimi sei anni la distru-zione complessiva di capitale ha supe-rato i 71 miliardi. L'andamento peggio-re tra i grandi paesi dell'Eurozona.

Il guaio è che in Italia anche gli inve-stimenti netti privati, in calo dal 2008,sono divenuti negativi dal 2013 al2016, mentre negli altri grandi paesidell'Eurozona sono sempre rimasti po-sitivi e sono in crescita dal 2013, Secon-do le stime del Del di aprile, la cadutadegli investimenti pubblici ha sottrat-

to circa un punto percentuale alla cre-scita del Pil italiano tra 2007 e 2017.Per non parlare del mancato effetto an-ti ciclico. Il Def prevedeva, a legislazio-ne vigente, 149,5 miliardi di spesa perinvestimenti pubblici lordi nel qua-driennio 2018-21. Il Fondo per il rilan-cio degli investimenti infrastrutturali(2017-33) è dotato da solo di 83,7 mi-liardi. Le risorse ci sono: è importantespenderle nei tempi previsti e farequello che è stato deciso e iniziato mol-to tempo fa. Rinviare ancora o, peggio,rimettere tutto in discussione fa solodanni. Non c'è bisogno di aumentareil deficit per stanziare nuovi fondi, fin-tanto che l'efficienza delle proceduredi progettazione, autorizzazione e spe-sa non sarà stata migliorata. Anche sespostare risorse da spesa corrente a in-vestimenti a parità di deficit non do-vrebbe fare male, soprattutto se si de-stinassero alle n-ianutenzioni straordi-narie di cui conosciamo l'urgenza.

Nel complesso, gli investimenti peropere connesse ai trasporti si sono ri-dotti più degli altri investimenti pub-blici. Infatti, la loro quota è scesa dal21,6% al 18% degli investimenti pubbli-ci (lordi) totali. La caduta della spesaper infrastrutture di trasporto è parti-colarmente accentuata negli enti loca-li, fin dall'avvio della crisi economica efinanziaria: un riflesso anche dei pro-g essivi vincoli procedurali alla spesadegli enti locali imposti dal governocentrale. Il l° marzo sorso il ministerodelle Infrastrutture ha emanato un av-viso per la "presentazione di istanzeper accesso alle risorse per il trasportorapido di massa", in cui si chiede allecittà metropolitane di sottoporre pro-poste per potenziamento o costruzio-ne di metropolitane e metrotranvie dafinanziare o co-finanziare. Ogni richie-sta dev'essere accompagnata da unaprogettazione di fattibilit, lungo le li-nee guida emanate in precedenza dal-lo stesso Mit, che comprende non soloun dettagliato piano finanziario ma an-che una analisi dei costi e dei beneficisociali per le nuove opere o una anali-si costi-efficacia per il potenziamentodi opere esistenti. La selezione delleproposte dovrà avvenire in base a crite-ri trasparenti specificati nel bando,compresa la "attivabilità del progettoin tempi certi". Il bando scade a fineanno. Sarà interessante verificare se ilmetodo avviato avrà avuto l'effetto dimigliorare l'efficienza delle procedureche conducono agli investimenti pub-blici e il contributo alla crescita. Sem-pre che il ministro in carica non scelgadi far saltare tutto.

C-RIRROL,CIONE RE;ER VATA

Infrastrutture Pagina 23

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A Bruxellessulla manovradecideranno igeneralia 12 stelle

Infrastrutture Pagina 24

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11S.Ienú o ..g Pagina 1

GY•/1/ Foglio 1 12

Numero chiuso nel mirino:si punta sull'orientamentoUNIVERSITÀ

Domani le graduatoriedi merito: ad architetturaidonei inferiori ai posti

Il numero chiuso resta nel miri-no del governo gialloverde. Do-po l'annuncio del ministro dellaSalute, Giulia Grillo, di voler eli-minare i test di ingresso a medi-cina per virare sul modello fran-cese anche il Programma nazio-nale di riforma approvato giove-dì insieme alla Nota diaggiornamento al Def torna sul-l'argomento. Annunciando una

revisione del sistema di accessoprogrammato che punti sull'au-mento delle attività di orienta-mento per gli studenti.

Domani intanto è attesa lapubblicazione delle graduatoriedi merito nazionali per i test diingresso che si sono svolti nellescorse settimane: medicina, ar-chitettura e veterinaria. Per me-dicina in lingua inglese biso-gnerà attendere invece il io ot-tobre. Ma gli aspiranti architettihanno già fatto registrare un fe-nomeno particolare: i 5.720candidati idonei sono risultatiinferiori ai 7.148 posti messi abando per il 2o18.

Bruno e Gobbi -a pag. 8

Architettura7.148

5.720

Medicina40,447

9.644

Il «filtro» ai professionisti del futuro . Domani le graduatorie nazionali di merito per i test d'ingressoIl governo vuole modificare il sistema: il Programma di riforma, però, indica solo un orientamento rafforzato

Numero chiuso verso la riforma lightma architettura ha già troppi posti

Eugenio Bruno

Governo che va, pro-posta di modificadel numero chiusoche viene. Alla lungalista di ministri chelo hanno messo nel

mirino, salvo poi fare puntualmen-te retromarcia, si è aggiunta di re-cente Giulia Grillo. La titolare (pen-tastellata) della Salute nei giorniscorsi ha proposto la cancellazionedei test di ingresso a medicina avantaggio del modello francese. Eci ha pensato il suo collega (leghi-sta) dell'Interno, Matteo Salvini, arincarare la dose dichiarando che,se dipendesse da lui, lo conserve-rebbe solo nelle facoltà umanisti-che. Ma il Pnr, Programma nazio-nale di riforma, varato giovedì scor-so insieme alla Nota di aggiorna-mento al Def, in realtà cita unamini-revisione incentrata su un

maggiore orientamento. Tutto ciòin attesa delle graduatorie nomina-tive nazionali per i corsi ad accessoprogrammato che saranno pubbli-cate domani (il lo per medicina inlingua inglese).

La proposta per medicinaCome dimostrano i numeri qui ac-canto non è così semplice immagi-nare un intervento unico per tuttii corsi ad accesso programmato.Medicina è il caso più urgente. In-nanzitutto per la platea interessata.Anche nel 2018 gli aspiranti "camicibianchi" risultati idonei ai test diingresso hanno superato di oltrequattro volte i posti disponibili. Persuperare la discrepanza tra do-manda e offerta la ministra Grillosta pensando al modello francese.Lo stesso che sposta la selezione al-la fine del primo anno sulla base deicrediti ottenuti e che aveva già affa-scinato il Governo Renzi. Senzaperò che l'idea sia stata tradotta in

Così le selezioni 2018

• IDONEI

• POSTI DISPONIBILI

Veterinaria4.079

pratica. Complici le resistenze deirettori che avrebbero non poche

difficoltà a sistemare, anche fisica-mente, 4omila matricole.

II caso architetturaUna soluzione che va bene per me-dicina non è detto che sia adattaper architettura. Anzi. Quest'annoi vincitori dei quiz sono stati infe-riori ai posti messi a bando: 5.720a fronte di 7.148 disponibili-tà. Tant'è vero che, per i professio-nisti del settore (su cui si veda altroarticolo in pagina) il tema sembraessere più l'attualità o meno dellagraduatoria unica nazionale e del-le procedure di mobilità che l'abo-lizione del numero chiuso. Vista lapolarizzazione sempre più in attodelle domande verso poche, gran-di, scuole. Con tanti piccoli ateneiche ricevono sistematicamente unnumero di richieste inferiore aglispazi liberi.

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D Sole28

0IS

Le soluzioni allo studioDi Giulia Grillo si è detto. E la solu-zione che guarda oltralpe sembravatrovare d'accordo anche il Carroc-cio. In una proposta di legge depo-sitata alla Camera dal deputato le-ghista Paolo Tiramani si proponela cancellazione del numero chiusoper medicina e odontoiatria, archi-

II trend delle selezioni

tettura e veterinaria. Affidando áun decreto ministeriale del Miur ilcompito di stabilire «i meccanismiselettivi per gli studenti iscritti acorsi universitari, consistenti nellafissazione di quote minime di esa-mi di profitto da superare, nel pri-mo anno di corso».Con deroghe ad hoc per studentilavoratori, con familiari a carico o

Partecipanti, idonei e posti disponibili per i corsi ad accesso programmato

MEDICINA

70000

0

63.043

10.440 9,790 9189 8.912

2014 2015 2016 2017 2018

PARTECIPANTI

59.743

IDONEI

40.447

POSTIDISPONIBILI

9.644

VETERINARIA

7.000 6.901. ... .. ... 6.752 ..................... 6.594 .. ........... PARTECIPANTI

6.277

6.000 ....... V......... 5.893 .. 5.768 .................

3.000 3.547. ....................._.:..._........................ ............ ................. ...

2.000

1.000 .. 772........797........'653—- ..655..........._.......

o

2014 2015 2016 2017 2018

Fonte: Ministero dell'Istruzione

6.603

IDONEI

4.079

POSTIDISPONIBILI

757

MEDICINA IN INGLESE

Pagina 1Foglio 2 1 2

difficoltà di salute. Ma il Pnr ap-provato giovedì rende il quadro unpo' meno certo. Limitandosi a pro-porre la revisione del numerochiuso «attraverso un modello cheassicuri procedure idonee a orien-tare gli studenti verso le loro effet-tive attitudini». Rimescolando difatto le carte.

7.000

6.235

1.000 ....................r.....................................,..................:......

_: RIPRODUZIONE RISERVATA

PARTECIPANTI

6.794

POSTIDISPONIBILI

278 204 196a.yvc

4150

2014 2015 2016 2017 2017

ARCHITETTURA

12.00011.666 .... ..............

5.000

2014 2015 2016 2017 2018

7.148

6.779

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Professioni Pagina 26

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2 - ARCHITETTI

Open day e colloquioper valutare le attitudiniIl calo di idonei rispetto aiposti nonpreoccupala categoria.Perchégliiscrittiall'Ordine sono comunque sovradimensio-nati rispetto alle esigenze se è vero che nel nostro Paese cisono 2,5 architetti ogni mille abitanti, contro 1,33 della Ger-

mania e o,45della Francia Ma una riforma del siste-madi accessoprogrammato serve comunque per-ché quello attuale è «totalmente errato». A dirlo èPaolo Malara, coordinatore del dipartimento Uni-versità, tirocini ed esami di Stato del Consiglio na-zionale degli architetti (Cna), che sottolinea comealcunescuolestorichediarchitetturasianoaddirit-turainoverboolting(iPolitecnicidiMilanoeTorinoad esempio). Eaggiunge: «lltest attuale nonfasele-

Cna. Paolo zione rispetto alla vocazione e all'attitudine degliMalara, studenti». Sul tavolo c'è giàunaproposta che è statacoordinatore inviata al ministro dell'istruzione Marco Busset-dipartimento ti. Due ipunti qualificanti: unaselezioneall'ingres-università so preceduta daglii open day di orientamento ein-

centrata su un colloquio attitudinale; un tirocinioobbligatorio inuscitaprimadell'esamedi Stato,magarisem-plificato. Con un occhio di riguardo - conclude- anche perleattività di laboratorio. «Non è possibile - spiega - avere unrapportodocente/studentidiia9ooloo. Dobbiamoscende-re a i a 25 03ocome nel resto d'Europa».

-Eu. B.C RIPRODUZIONE RISERVATA

Professioni Pagina 27

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3 - VETERINARI

Domande motivazionaliall'interno dei quiz«In futuro rischiamo di avere tanti veterinari a spasso enessuno che vogli andare in una stalla». È lo scenario deli-neato da Gaetano Penocchio, presidente della Federazionenazionale degli Ordini veterinari (Fnovi), a supporto della

Fnovi.

Gaetano

Penocchio

al vertice della

Federazione

richiesta già avanzata dalla categoria di rivederei test di ingresso. «Perun corso che chiamerei adaccesso programmato e non a numero chiuso -aggiunge - perché iveterinari che già ci sono ba-stano e avanzano. Tant'è che uno su sei di quelliche ci sono in Europa è italiano». A suo giudizioil vero problema è che chi si iscrive alla facoltà diveterinaria lo fa immaginando di curare cani, gat-ti e altri pets. Difficilmente di doversi recare in unmattatoio o in una porcilaia. Da qui la sua richie-stadi rafforzare le attività di orientamento in unafase antecedente alle iscrizioni oltre che di dise-gnare diversamente i corsi di laurea. E su questoc'è già un'interlocuzione in corso con i direttoridei dipartimenti universitari per fare fronte co-

mune. «Lavera esigenza non è sul numero degli ingressima sui profili», sottolinea. Pervalutare a monte l'interessereale a svolgere laprofessione - dice - «servirebbero delledomande di tipo motivazionale all'interno dei test».

-Eu. B.L 'RIPRODUZIONE RISERVATA

Professioni Pagina 28

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L'INTERVENTO

Semestre formativo più esame finale per selezionare i futuri mediciPaolo Miccoli

n un dibattito sugli accessiprogrammati è utile osservare idati Anvur di monitoraggio cheaffermano inequivocabilmente

come la regolarità delle carrieresia superiore per gli studenti chesi sono immatricolati a seguito diuna selezione nazionaleall'ingresso. Attraverso le "Schededi monitoraggio annuale dei corsidi studio" Anvur calcolatrimestralmente e fornisce agliatenei indicatori specifici riferibilialle carriere degli studenti.

L'indicatore "Percentuale distudenti iscritti entro la duratanormale del Cds che abbianoacquisito almeno 4o Cfu nell'annosolare" (2013-2017) mostra comela produttività sia superiore perquesti studenti, in particolarequelli di scienze della formazioneprimaria e odontoiatria.

Anche l'indicatore "Percentualedi Cfu conseguiti al I anno su Cfuda conseguire" evidenzia come laproduttività degli studenti,calcolata al primo anno, siasuperiore.

Analogamente si evidenziamaggiore tenuta di questi studentinel passaggio tra primo e secondoanno, un momento delicato dellacarriera universitaria. L'indicatore"Percentuale di studenti cheproseguono nel II anno nellostesso corso di studio" è prossimoal1oo% per i corsi ad accessoprogrammato contro una media

I dati dicono che le carrieresono più regolariper gli immatricolatidopo il test di ingresso

dell'8o% per gli altri corsi: 96% permedicina e chirurgia, 93% per lelauree magistrali delle professionisanitarie e 92,5% per scienze dellaformazione primaria.

Malgrado però le ottimepremesse di avvio, l'indicatore"Percentuale di laureati entro ladurata normale del corso"evidenzia anche significativedifferenze all'interno di questicorsi. Con una media del 51,9% peri corsi non ad accessoprogrammato, valori superiori sihanno per le professioni sanitariemagistrali (86,1%); medicina echirurgia (58,1%), odontoiatria(67,6%), ma con valori critici perveterinaria (29,0%)e architettura (19,5%).

Proprio la performance, buonama non eccezionale, che cirestituisce questo indicatore per ilcorso di medicina, sia purealterato dall'annoso problema deitempi di scorrimento successivi alconcorso nazionale, induce aqualche riflessione.

Il numero di post per i corsi dilaurea in medicina è definito inbase al potenziale formativo degliatenei e alle necessità di questoprofessionista, come emergonodalla Conferenza Stato Regionipresso il ministero della Salute.Ultimamente la questione delnumero chiuso a medicina ha peròassunto un impatto socialenotevole, legato soprattuttoall'altissimo indice fra domandepresentate e posti disponibili. Si èparlato in passato, ma sembra orariemergere, di un modello capacedi garantire una partecipazionemolto più ampia agli studi medici,modello "francese", che prevedeun accesso indiscriminato, conuna selezione effettuata altermine del primo anno, modelloperaltro considerato obsoleto

nella stessa Francia. Talepartecipazione inoltre sarebbeoggi difficilmente compatibile conle nostre risorse , soprattuttoquelle strutturali del Sistemasanitario nazionale.

Forse si potrebbe pensareall'istituzione di un "semestre diformazione in scienze della vita"di tipo abbreviato (settembre-novembre) con esame nazionalefinale ma dove gli studenti, se nonammessi , si vedrebberoriconosciuti tutti i Cfu conseguiti,validi anche nei corsi di studio dialtre aree scientifiche . Certo losforzo per gli atenei appareimponente e da sostenere conmaggiori risorse, con produzionedi moduli di formazionepropedeutici on-line gratuiti efacendo uso di modalitàdi e-learning.

L'autore è presidente dell'Anvur

© RIPRODUZIONE RISERVATA

.professioni

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i - MEDICI

Formazione specificagià alle superiori

«I test a medicina, così come sono, nonvanno: non è possibileche un giovane debba giocarsi il futuro nel giro di un'ora odue, su quesiti che abbracciano lo scibile umano. Ai ragazzivanno date chance diriuscitacollegate aunpercorso formati-vo che abbiano già intrapreso». Filippo Anelli, presidente del-la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei medici e degli

odontoiatri, non si stracciale vesti su una eventualeabolizione delnumero chiusoperl'accesso allema-tricole. Ma se resteranno? «Nellavalutazione aifinidell'accesso - afferma- andrebbero consideratigliultimi due anni delle scuole superiori, tenendo con-todi due aspetti: deivoti, che così contribuirebberoal punteggio, ma anche di una formazione mirataall'attività di medico o in generale di sanitario».L'obiettivo insomma è valorizzare l'impegno a

Fnomceo . scuolaeportareiragazzigiàpreparati aitest. Come?Filippo Anelli, «AbbiamogiàsperimentatoconilMiurintemadipresidente formazione biomedicaunsistema chefunziona -della ricorda Anelli -: tante scuole hanno attivato con iFederazione professionisti percorsi di approfondimento e di co-

noscenza del lavoro futuro. Si potrebbe prevedereun programma, da svolgere magari nel pomeriggio. E senzadifferenze tra istituti superiori: chiunque può partecipare eprepararsi per un test sul programma studiato nei due annidi formazione precedenti».

-Barbara Gobbi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Verso la manovra:come cambiano le imposte

Anche se è rinviata al 2021 l'Irpef al 23 e 33% , non si ferma la crescita delle sostitutiveIn arrivo quelle per le locazioni di negozi e per le partite Iva fino a 65mila euro di ricavi

Tra affitti, minimi e rendite finanziarielo okle fiat tax valgono già 16 miliardi

Cristiano Dell'OsteGiovanni Parente

e fiat taxgiàinvigorevalgonopiùdi i6miliardi. Dalle ritenute sugli interessibancari alla cedolare secca sugli affitti dellecase, le imposte "piatte" hanno generato nel2017un gettito pari all'8,9% dell'Irpef (chefrutta all'Erario 182,6 miliardi). E l'incidenza

è destinata a salire con la manovra p er l'annoprossimo . Che conterrà - tra l'altro - l'innalzamento a65mila euro della soglia di ricavi per accedere al regimeforfettario e lafiat tax per gli affitti dei negozi.

Mentre la Nota di aggiornamento al Documento dieconomia e finanza (Nadef) rinvia al 2021 l 'obiettivodi ri durre a due le aliquote Irpef (al23 e 33% oltre i75mila euro), la ricognizione del Sole 24 Ore delLunedì dimostra che - già oggi - l'Irpef serve a tassareper lo più i redditi di lavoro dipendente e di pensione.Due fonti di guadagno da cui arriva oltre 1'8o% delreddito complessivo dichiarato.

Le sostitutive sui redditi dacapitale esistono findalla riforma del 1973-74 (quando l 'Irpef, appenaintrodotta , aveva 32 aliquote) e negli anni sono statecopiate in molti Paesi . Ma, aldilà delle rendite, latendenza a introdurre prelievi alternativi -automatici od opzionali - è esplosa negli ultimi anni.Il caso più popolare è quello della cedolare sugli affitti:scelta da482milacontribuenti al debutto, nel 2011,nelle dichiarazioni reddituali dell'anno scorso hatagliato il traguardo dei2 milioni di opzioni, con ungettito di 2,5 miliardi. E altre opzioni siaggiungeranno dal 2019 con laprospettata cedolaresui negozi locati da persone fisiche, anche se moltodipenderà dal perimetro (limitata ai nuovi contrattisarebbe a costo zero; estesa a quelli esistenticosterebbe 900 milioni).

Altri due meccanismi recenti molto gettonati sonoil regime dei minimi (oggi non più accessibile, ma

ancora operativo per chi vi è entrato fino al 2014) e ilforfettario per le piccole partite Iva. Una soluzioneprescelta nei primi sei mesi di quest'anno da 123milaprofessionisti e mini-imprese che hanno avviato unanuova attività. Di fatto, quattro nuove partite Iva sudieci. ll gettito delle sostitutive pagate damini mi eforfettari sfiora il miliardo di euro, e crescerà conl'innalzamento a 65milaeuro della soglia peraccedere al forfait, previsto nell'ambito della manovrafinanziaria. La stessa legge di Bilancio punta adallentare altri due requisiti d'accesso: la spesa inbenistrumentali e i compensi per i collaboratori.

Altri prelievi alternativi che si sono aggiunti negliultimi anni sono quelli sui rendimenti del Tfr e i premidi produttività. E ci sono anche le misure nascoste.Come l'effetto sostitutivo dell'Imu, che dal 2o12 harimpiazzato l'Irpef sui redditi fondiari degli immobilinon locati (poi ripristinata al5o% per le case situatenel Comune in cui risiede il possessore).

C'èdachiedersi, di questo passo, cosa resterànell'Irpef. Ridurre le aliquote da cinque aduenonrisolverebbe il paradosso di un'impostanatapertassare tutti i redditi e ormai limitata solo ad alcuni diessi. Oltretutto, la presenza della no tax area e l'elevataincidenza dei bonus fanno sì che in alcuni s caglioni ilprelievo medio effettivo sia attualmente inferiore al23%: addirittura al 5,3% per i redditi fino al5milacuro eal14,3%entro i 28mila. Se poi, come si legge nellaNadef,iltagliodelle aliquote sarà finanziato (anche)con il taglio dei bonus, si rischia di fare una p arata digiro. In effetti, su67miliardi di detrazioni Irpef, 42 sonoriservati adipendenti e pensionati e, come rilevò a suotempolacommissioneguidatadaMauroMarè, nonsono agevolazioni, ma elementi strutturali del prelievo.C'è poi anche una questione nominalistica, perché unprelievo con due aliquote non èpropriamente flat(ecomunque, la Costituzione chiede pur sempre che ilsistemafiscale nel complesso siaprogressivo).Anche questi sono i paradossi delle sostitutive.

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IL TEMAIN TRE GRAFICI

I redditiDa pensionie lavoro l'80%delle somme

• Solo 15o miliardisugli 843 dichiarati afini Irpef derivano daaltri tipi di reddito

Il prelievoL'aliquotaeffettiva calaconi bonus

• La no tax arealimita il prelievoreale nel primoscaglione Irpef

Aliquote Irpef nominalied effettive . Dati in %

NOMINALE EFFETTIVA

Gl i scon ti

Ai dipendenti42 miliardidi detrazioni

• Escludendo quelleai familiari restano 12miliardi di bonus sucasa, salute, scuola

Le agevolazioni Irpef.In milioni di euro

DEDUZIONI

Reddito complessivo Irpef

Finoal5mila

23 5,3

Prima casa

8.793

dichiarato. In milioni di euroDa15a2smila Altre deduzioni

TOTALE 27 14,3 26.326842 977.

D ilDETRAZIONI

a 2s a 55m aLavoro 38 21,4 Per lavoro e pensionedipendente 42.102o assimilato441 451

Da 55 a 75m i I a

Per carichi familiari.41 28,2

12.627Redditodi pensione

Oltre 75mila1• Altre43

251.116 "" -..... . . 12.824

Altriredditi

Fonte: Elaborazione del Sole 24 Oredel lunedì su dati Statistiche fiscali 2017

150.410

NEL DDL SEMPLIFICAZIONI

Tassazione su misuraper i professionisti

Tra le sostitutive rimaste sulla carta c'è l'Iri,l'imposta sul reddito imprenditoriale cheavrebbe dovuto parificare all'Ires (24%) ilprelievo personale sui proventi dell'attivitàd'impresa. È stata rinviata con decorrenza daquest'anno (e senza benefici per gli accontid'imposta), ma il rischio concreto è che vengadefinitivamente depennata, anche nel contestodell'ipotizzata riduzione di aliquota sugli utilireinvestiti nelle imprese.

Da una sostitutiva all'altra, però, unmeccanismo simile all'Iri potrebbe arrivare per iprofessionisti. In pratica, una tassazione light al24% dei proventi lasciati nello studio. Lo prevede ilDdl semplificazioni, che ha cominciato il suo iterin commissione Finanze alla Camera. Il costostimato per l'Erario è di circa 50o milioni, dacoprire con la riduzione delle agevolazioni fiscali.

I I E FAffitti negozi.

A lanciare l'ipotesi

di una cedolare

secca con

aliquota al 21%

per le locazioni di

immobili C1 e loro

pertinenze in

vista della

prossima

manovra è stato il

sottosegretario

all'Economia,

Massimo Bitonci

(Lega)

24%L'ALIQUOTAPER GLI STUDINel Ddlsemplificazioniviene previstauna tassazionefiat del 24%(allineata all'Ires)per i proventilasciati nellostudio e nonprelevati

I rischi.

Per il presidente

del Consiglio

nazionale dei

commercialisti,

Massimo Miani, il

solo ampliamento

della soglia di

fatturato del

regime dei minimi

è «altamente

distorsivo, perché

crea il paradosso

di premiare,

anche a parità di

fatturato, le

partite Iva che

non si aggregano,

che non

investono e che

non assumono»

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I numeri

II gettito annuo delle principali imposte sostitutive dell'irpef . Dati in milioni di euro

LE FLAT TAXGIÀ ESISTENTI

Ritenuta sugli interessidelle bancheInclude ritenutealla fonte interessi,premi e altri proventiversati da istitutidi credito ai titolaridi conto corrente edi deposito e certificati

1.858

Imu sui redditifondiari*L'Imu dal 2012

sostituisce l'Irpefapplicata sui fabbricatinon locati

4.119

Ritenuta sugli interessidelle obbligazioniInclude le ritenutealla fonte sugli interessie gli altri altri proventiversati dai soggettiche hanno emessoobbligazioni e titolisimilari

Detassazionepremi di produttivitàSostitutiva del 1o%sulle somme versateai dipendentidel settore privatocon limite redditualedi accesso al beneficiodi 5omila euro

3.787

Altre ritenute suiredditi di capitaleInclude le trattenutesu proventi finanziaridiversi da quelli indicatiai due punti precedenti

170

Impostasostitutiva sul TfrImposta sostitutivadel 17% sullerivalutazioni del Tfrmaturate dal 2001

Gettito16 .281 LE PROPOSTE

totale 2017 PER IL 2019

Sostitutive su redditi dacapitale e plusvalenzeInclude le sostitutive susui redditi di capitale esui redditi diversi, sullegestioni individuali dipatrimoni e plusvalenzeda cessione d'aziendao partecipazioni

213

Vecchio regime deicontribuenti minimiSostitutiva, su baseopzionale, dell'impostasui redditi e delleaddizionali regionalie comunali pari al 5%

2.568

Cedolare secca sugliaffitti delle abitazioniSostitutiva al 21%sui canoni di locazionedi mercato e al 10%sui contratti a canoneconcordato

"Nuovo" regimeforfettarioSostitutiva al 15%,

su base opzionale,sul reddito risultantedall'applicazione airicavi di un coefficientedi redditività variabile inbase al tipo di attività

Cedolare seccasugli affitti dei localicommerciali*Sostitutiva al 21% sugliaffitti dei negozi, acosto zero solo suinuovi contratti o conspesa stimata di aoomilioni su quelli esistenti

Estensione del regimeforfettario finoa65milaeurodi girod'affari*Innalzamento del tettodei ricavi ora al 30milaeuro peri professionistie variabile perle altre imprese

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GLI INVESTIMENTI IN FORMAZIONE

I governatori scommettono sugli Its, lo Stato meno

S

e sulle politiche attive siviaggia "a ruota libera" daRegione a Regione, sugli in-vestimenti in formazione la

situazione nei territori appare un po'più polarizzata. Con l'8o% degli oltre830 milioni investiti, tramite avvisinel 2017, indirizzati, quasi ovunque,alla prima formazione, vale a direquella per l'acquisizione di un titolo.Con una peculiarità. Riguarda gli Its,gli Istituti tecnici superiori, a oggil'unico canale di istruzione terziariaspecialistica non accademico, che ap-paiono nei piani di ben 12 Regioni,per un importo complessivo di circa52 milioni di euro (ben quattro voltein più rispetto ai 13 milioni ordinarimessi ogni anno a livello statale dalMiur - rifinanziati con 65 milioni neltriennio, con la precedente legge diBilancio, su input del Mise per spin-gere industria 4.0).

Il restante 20% dei fondi indicatine-gliavvi si regionali 2017è andato inveceallaformazione "non ordinamentale",soprattutto quellapermanente e conti-nua. Anche qui, c'è una curiosità. Il Pie-monte, che, lo scorso anno, ha investito42 milioni di euro per aggiornare lecompetenze dei lavoratori.

Nel rapporto suformazione profes-sionale e lavoro curato da Cnos-Fap eNoviter, emerge, anche, come, all'in-terno del capitolo «Iefp» (Istruzione eformazione professionale) ampio spa-zio sia stato dato, dagli avvisi regionali,all'implementazione del modello dua-le, rivisitato appena tre anni fa con la

riforma del mercato del lavoro. E cheha portato a una discreta crescita deicontratti di apprendistato di primo li-vello, che hanno avuto, in tutt'Italia,un'impennata: il 32% in più. Entro idue anni i179%dei contratti è diventatopoi a tempo indeterminato. Un risulta-to significativo, che si somma alle per-formance occupazionali, da anni posi-tive, dell'intera filiera «Iefp»: più del5o% dei ragazzi che hanno concluso ilciclo di studi triennale ha trovato unimpiego nell'arco dei tre anni.

830MILIONISono le risorseinvestite dalleRegioni perle attivitàdi formazione.Agli Istitutitecnicisuperiori sono

andati 52

milioni, a fronte

dei 13 statali

Residuale, poi, è risultato il finan-ziamento regionale alle attività di for-mazione continua, oggi, in realtà, inlarga parte appannaggio dei fondi in-terprofessionali e della bilateralità.Scarsi anche i fondi peri brevi corsi dispecializzazione (per esempio, gliOss, gli Operatori socio sanitari). Pertutti gli anni'9o hanno rappresentatouna linea di intervento significativa.Oggi, invece, è quasi scomparsa.

-Cl. T.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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ITS Pagina 34

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rflefflaKaspersky:"Cyberpiratiin agguatoattenti all'IoTe ai Big Data"Claudio Gerinoa pagina 24

Kaspersky: "Big Data e Internet of thingsla cyberimmunityè ancora lontana"i 1.' á NTÉRi PïSTd R/$. 1

DOPO ANNIDI SILENZIOPARLA IL FONDATORE DIUNO DEI COLOSSIDELL'ANTI- PIRATERIA: "LEGRANDI INFRASTRUTTUREINFORMATICHE RESTANOESPOSTE ALLE EFFRAZIONICHE VANNO PREVENUTECON CRITERI INNOVATIVI"

Claudio Gerino

E ugene Kaspersky è a capodi una delle quattro più

grandi multinazionali che com-battono il cybercrime e il mal-ware. Questa è la prima intervi-sta dopo anni di "silenzio", inesclusiva per Affari & Finanza.

Grandi infrastrutture strate-giche nel mirino del cybercri-me e del terrorismo . Quali peri-coli reali oggi e quali protezio-ni sarebbero necessarie?

«La sicurezza delle infrastrut-ture critiche è al primo posto del-le mie preoccupazioni, sto cer-cando di far passare questo mes-saggio ai decision maker di tuttoil mondo, in modo che questaproblematica venga inserita nel-le agende che riguardano la dife-sa nazionale. È un problema chenon può essere messo in dubbioo trascurato. La mancanza di si-curezza adeguata nelle infrastrut-ture critiche può avere effetti gra-vi, persino tragici. In quanto per-sona che comprende chiaramen-te i peggiori scenari del cyber-ter-rorismo, esorto tutti a ricordareche viviamo in un mondo moltofragile, che dipende totalmentedal cyber. Dovremmo protegger-ci dal crimine informatico e capi-re anche che la possibilità di una

guerra informatica è qualcosa dimolto reale».

Parliamo di Big Data. Sulcloud e nei giganteschi archivielettronici di aziende , enti, ser-vizi governativi ci sono miliardie miliardi di dati sensibili, sia ri-guardanti le singole persone,sia le imprese e le strutture am-ministrative. Come è possibileconciliare sicurezza , privacy euso legittimo di questi dati?

«Questo è un altro punto che ri-chiederebbe un intervento del go-verno. Sono sicuro che nei prossi-mi anni vedremo grandi cambia-menti nel modo in cui vengonogestiti i dati e nelsentimento dellepersone nei riguar-di della protezio-ne delle proprie in-formazioni perso-nali. Si verificheràun cambiamento natu-rale ma fondamentalenelle abitudini. La diretti-

va Ue sulla privacy, il "Gdpr", èstata un buon passo avanti in que-sta direzione. Speriamo che rego-lamenti di questo tipo venganopresto adottati in tutto il mondo.Sono un sostenitore di questo ti -po di cambiamenti».

Altro tema caldo , Internet ofthings. Le apparecchiature do-mestiche, le autovetture, i wea-reble device sono connessi fraloro, parlano direttamente, siscambiano dati e sono poten-zialmente a conoscenza di in-formazioni critiche. Come pro-teggere l'Internet of things e co-me sarà possibile uniformare imodi e l'utilizzo di questi dati?

«In effetti, stiamo già vivendonel futuro che ci aspettavamo.L'Internet of Things è intorno a

noi; siamo già parte di un mon-do iper-connesso. Ed è tanto pe-ricoloso quanto utile per noi. I di-spositivi IoT semplificano la no-stra vita, ma quanti di questi pos-sono davvero essere consideratiaffidabili è una domanda apertain questo momento. Abbiamotrovato una soluzione per proteg-gere l'ambiente loT introducen-do il concetto di "cyber immuni-ty". Riteniamo che i dispositiviconnessi dovrebbero inizialmen-te essere progettati con un'archi-

tettura microkernel sicura e conun livello di sicurezza che isolatutti i suoi moduli per limitarequalsiasi comportamento insoli-to da parte dei dispositivi loT.Quindi, invece di proteggere que-sti dispositivi, suggeriamo di ren-derli sicuri fin dall'inizio, nella fa-se di progettazione. È già possibi-le fare questo, utilizzando il no-stro sistema operativo Kasper-sky Lab per dispositivi connessiintegrati»

Intelligenza artificiale. Stasempre più prendendo piedenei nostri device più utilizzati.A che punto siamo in questocampo , ovviamente in riferi-mento alle protezioni e alla si-curezza?

«Sarò sincero con voi: odio iltermine 'intelligenza artificiale',perché non è altro che un'inven-zione di marketing. L'unica intel-ligenza che accetto è l'intelligen-za umana. L'intelligenza artificia-le non è altro che un computerintelligente con capacità di au-toapprendimento. Ci sono mol-tissimi scenari apocalittici a cuiriesco a pensare nella sicurezzainformatica, ma una "rivolta del-le macchine" non è uno di que-sti. Sono sicuro che, man mano

che le tecnologie si svilupperan-

no, l'IA ci aiuterà nella nostra vi-ta quotidiana, proprio come fal'Intemet of Things. E ancorauna volta, qualsiasi tecnologiadell'IA dovrebbe essere costruitasicura fin dalla progettazione eprotetta in modo da non poter es-sere sfruttata dai criminali infor-matici».

I nostri device sono diventatila "scatola nera" della nostra vi-ta. Contengono informazionisempre più particolareggiatesu noi, su quel che facciamo,sul nostro rapporto con il mon-do. La consapevolezza di doverproteggere questa "scatola ne-ra", però, non corrisponde an-cora alla realtà di quanto que-ste informazioni possano esse-re appetibili (anche legittima-mente). Che fare?

«Esatto. Affidiamo ai nostri di-spositivi mobili ogni tipo di infor-mazione privata - banche, docu-menti importanti, foto e video,messaggi (spesso con dettaglimolto personali) e molto altro an-cora. E non molti pensano davve-ro alla protezione del proprio cel-lulare. Ma il malware mobile sisviluppa come un fulmine, co-me le altre minacce informati-che. Ad esempio, proprio alla fi-ne di agosto abbiamo assistitoad un forte aumento della prolife-razione del Trojan per AndroidAsacub, che sfrutta quella pecu-liare debolezza umana che è lacuriosità. Una volta scaricato clic-cando su un link a voi personal-mente indirizzato, questo mal-ware è in grado di leggere i testiin arrivo, inviare messaggi e in-tercettare importanti dati finan-ziari dando la possibilità di ruba-re denaro dai conti bancari. E cer-

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Sicurezza informatica Pagina 35

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A Vca di contaminare tutti i vostricontatti inviando messaggi per-sonalizzati. Questo è solo unesempio di un recente malwaremobile. Ma ce ne sono molti altri- spyware per cellulari, app dan-nose che diventano qualcos'al-tro, dirottamento DNS, Trojanbancari..... La lista continua!»

Ci sarà mai la possibilità di si-stemi omogenei e condivisi perla difesa e la protezione dellaprivacy?

«Spero sinceramente che cisarà! Spero che i governi com-prendano presto la necessitàdella protezione dei dati a livel-lo nazionale e lavorino per ga-rantirla. Sono sicuro che è solouna questione di tempo. Comedetto, il GDPR è uno dei primipassi in questa direzione, ma ov-viamente perla sicurezza e la di-fesa c'è molto di più che sempli-ci leggi e regolamenti».

&RIPROOUZIONE RISERVATA

Pagina 1Foglio 2 1 3

[iLP ...

II ragazzo che "uccideva " i programmi maligni

EugeneKaspersky,52 anni, ha unpatrimonio di1,4 miliardi didollari

Nato nel 1965 a Novorossiysk , In Russia , EugeneKaspersky ora viene identificato come " Il papa dei virus",a causa del suoi 22 anni dl esperienza nella lotta controi malware . Appassionato di matematica , si è laureatonel 1987 in criptografia , telecomunicazioni e scienzeinformatiche . Nell'ottobre del 1989 , mentre stavalavorando In un centro di ricerca , scopre Il primo virusinformatico , diventato famoso col nome dl "Cascade".Il ragazzo che uccide I virus ", nel 1991 realizza il primoprogramma anti-malware e nei 1997 fonda i "KasperskyLab". È Ad dal 2007 e la sua azienda è la quartanel mondo per la produzione di software antivirus.

PHISHING , I SETTORI SOTTO ATTACCONON FINANZIARIO . FINANZIARIO. .64,3% 36„7%

Gli uomini diKaspersky:AndreyTikhonov (1)chief operatingofficer;Costin Raludirector globalresearch (2);VyacheslavZakorzhevsky(3) head ofanti-malware

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A F

I PROGRAMMI "MALWARE"Riscontrati presso i clienti di Mobile Banking, in migliaia60

55

50

45

40

35

30

25

15

10

11il Ill IV

'15I Il

16Ili IVI 1 Il III IV

'17

Pagina 1Foglio 3 1 3

MILALe aziende che si rivolgonoa Kaspersky Labperla loro sicurezzainformatica: sonodislocate in 200 Paesi

DIPENDENTIL'organico di Karsperkycompresi i consulenti.Lavorano perla maggiorparte in Russia ma stannopertrasferirsi a Zurigo

MILIONIGli utenti individuali chehanno installato sul lorocomputer un softwareantivirus della Kaspersky

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Sicurezza informatica Pagina 37

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R F . Pagina 41Foglio 1 1 2

Acqua, l'Italia fuori regolasacrifica il rinnovo della rete

LE SANZIONI CHE PIOVONODALL'UNIONE EUROPEA PERIL MANCATO RISPETTO DELLEMISURE COMUNITARIEFINISCONO PER TOGLIERERISORSE AGLI INVESTIMENTISUL SISTEMA IDRICO CHE È UNCOLABRODO. IL CRESME FARAIL PUNTO CON UNO STUDIOPRESENTATO AD ACCADUEO

Marco Frojo

Milano

I1 sistema idrico italiano faacqua da tutte le parti e, co-

me se non bastassero i danni eco-nomici ed ambientali che ne de-rivano, c'è anche la beffa dellesanzioni europee. Il Belpaese, in-fatti, non rispetta la normativacomunitaria in materia di riciclodelle acque ed è quindi costrettoa pagare delle sanzioni, soldi chevengono ulteriormente sottrattiagli urgenti lavori di ammoder-namento della rete idrica. Il pun-to della situazione lo ha fatto ilCresme che, in occasione dellamostra Accadueo che si terrà infiera a Bologna dal 17 al 19 otto-bre, presenterà il "Primo rappor-to congiunturale e previsionalesull'innovazione e sul mercatodelle reti e dei sistemi acquedotti-stici, fognari e di depurazione inItalia 2018-2020".

"Il trattamento delle acque re-flue urbane è un tema particolar-mente delicato per l'Italia chenon è riuscita ad adeguarsi entroi tempi previsti a quanto dispo-sto dalla Direttiva 91/271/CEE.La situazione di non conformitàsi è protratta per oltre dieci annie adesso l'Italia è costretta a paga-re delle sanzioni - si legge nelrapporto redatto da Cresme -

La direttiva europea del 1991 sultrattamento delle acque reflueurbane stabiliva infatti che tuttigli agglomerati urbani dovevanoessere provvisti, entro precisescadenze temporali, di una retefognaria per convogliare i refluiad impianti di trattamento conrequisiti tecnici adeguati alla di-mensione dell'utenza e alla sen-sibilità dei recapiti finali. Questescadenze temporali sono stateampiamente superate da non po-chi agglomerati urbani del no-stro Paese".

Il mancato rispetto degli obbli-ghi in materia di raccolta dell'ac-qua in determinati agglomeratiurbani non è però l'unica infra-zione delle regole europee daparte dell'Italia in materia di ac-qua. Il Belpaese ha infatti già su-bito due condanne da parte del-la Corte di Giustizia Europea eper quel che riguarda la primaha già iniziato a pagare.

"La Corte di Giustizia Ue consentenza del 19 luglio 2012 (Cau-sa C 565/10) ha accertato la viola-zione da parte dello Stato italia-no per 109 agglomerati, che scari-cano in aree sensibili - prose-guono gli esperti del Cresme -Dopo quasi quattro anni dallasentenza (11 febbraio 2016), alloscadere del termine fissato nellalettera di diffida, gli agglomeratinon conformi erano ancora 80 (aal 31 marzo 2018 sono ancora74). La Commissione Europeanel maggio del 2017 ha presenta-to un ricorso nel quale chiedevadi condannare l'Italia a pagareuna penalità di poco meno di350 mila euro oltre una sanzioneforfettaria pari a circa 40 mila eu-ro al giorno (con un importo mi-nimo di 62,7 milioni di euro) a de-

correre dal 19 luglio 2012, data dipronuncia della prima sentenza,sino alla data in cui sarà pronun-ciata una nuova sentenza o finoall'esecuzione della stessa".

La nuova sentenza è stata pro-nunciata il 31 maggio 2018 e laCorte di Giustizia Ue ha condan-nato l'Italia ad una sanzione di25 milioni di euro oltre 30 milio-ni di euro per ciascun semestredi ritardo fino alla completa mes-sa a norma. Al termine del primosemestre (31 novembre 2018) lapenalità verrà ridotta di una quo-ta percentuale calcolata sulla ba-se del numero di abitanti equiva-lenti messi a norma. Gli agglome-rati ancora difformi sono 74 e ge-nerano complessivamente un ca-rico inquinante di circa 6 milionidi abitanti equivalenti.

Per il superamento delle infra-zioni con Delibera CIPE 60/2012sono stati finanziati 183 interven-ti per il collettamento e la depura-zione delle acque in Basilicata,Calabria, Campania, Puglia, Sar-degna e Sicilia per un importo to-tale di 1,6 miliardi ma, nonostan-te questo impegno, la situazionecontinua a presentare parecchiproblemi. Con un altro pronun-ciamento (10 aprile 2014, CausaC 85/13) la Corte di Giustizia Ueha accertato la violazione da par-te dello Stato italiano per altri 41agglomerati, ognuno con caricogenerato superiore ai 10 mila abi-tanti equivalenti e a maggio del2017 la Commissione Europeane segnalava ancora 24.

E le cose dovrebbero, purtrop-po, ancora peggiorare: nel 2014,infatti, la Commissione Europeaha avviato una nuova proceduradi infrazione, della quale emergeuna nuova contestazione che ri-

guarda la non conformità agli ar-ticoli 3, 4 e 5 per ben 883 agglo-merati e la non conformità all'ar-ticolo 5 per 55 aree sensibili. Amarzo del 2015 la CommissioneEuropea segnalava ancora 817agglomerati non conformi e 32zone sensibili in cui non eranosoddisfatte le prescrizioni sulla ri-duzione del quantitativo di fosfo-ro e azoto in ingresso agli impian-ti di trattamento. E quindi una fa-cile previsione che le multe sia-no destinate a crescere con leprossime sentenze. In Italia oggici sono 3.132 agglomerati per iltrattamento delle acque di cui856 ancora non a norma.

La situazione risulta partico-larmente critica in Sicilia dove ri-sultano ancora 48 agglomeraticon condanna C 565-10 su un to-tale nazionale di 74. Questo signi-fica che il 65% degli agglomeraticondannati per scaricare in aree"sensibili" è localizzato in Sicilia,il restante si divide principalmen-te tra Calabria, Campania, Ligu-ria e Puglia. Gli agglomerati concondanna C 85-13 sono invecelocalizzati prevalentemente nelNord Italia, tra Lombardia e Friu-li Venezia Giulia, dove non vienerispettata la richiesta di Bruxel-les di costruire impianti dimen-sionati in base alle variazioni sta-gionali di carico, cosa che colpi-sce in particolar modo le zone tu-ristiche. Infine il maggior nume-ro di agglomerati soggetti allanuova procedura 2014-2015,sempre relativa all'adeguamen-to delle reti fognarie e dei sistemidi trattamento, anche in funzio-ne del livello di sensibilità dell'a-rea di scarico, è localizzato in Si-cilia (175 agglomerati su 330), inCalabria (128 su 236), in Campa-nia (108 su 151) ma anche inLombardia (92 su 399).

J RIPRODUZJONE RIÇERVATA

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R F .LA GESTIONE DELL'ACQUA IN ITALIALitri per abitante al giorno, anno 2015

NORD OVEST

NORD EST

CENTRO

SUD

ISOLE

ITALIA

Pagina 41Foglio 2 1 2

[L'EVENTO]

Cinque focus, il salone ha un'anima hi-techLa fiera Accadueo 2018 (Bologna Fieredal 17 al 19 ottobre) si svilupperà su

cinque focus - innovazione, internaziona-lizzazione , digital, industry e manutenzione- che daranno ad espositori e visitatori lapossibilità di trovare il punto di incontro tradomanda di know how e offerta tecnologica.Con la nuova edizione della manifestazioneverrà valorizzato tanto l'interesse pubblicoquanto la filiera industriale , grazie ai tre per-corsi tematici della manifestazione: Urban

Chi spreca meno acqua lungo la penisola? La Regione più virtuosa èla Valle d'Aosta

Gli sprechi diacqua si

avvicinano al60%

dell'erogato. Incima alla lista

nera delleRegioni ci sonola Basilicata, la

Sardegna, IlLazio e la

Sicilia

dedicato al mondo dei servizi idrici dalle tec-nologie alla gestione della risorsa acqua; In-dustry pensato per i fornitori e i produttori ditecnologie, sistemi di trattamento, apparec-chiature e servizi dedicati alla gestione delleacque in ambito industriale; CH4 un focusspeciale dedicato alle tecnologie e ai sistemiper il trasporto e la distribuzione del gas rivol-to a un settore al centro di importanti pro-spettive di sviluppo.

PERDITE ACQUA, LE REGIONI VIRTUOSEIn % sul volume immesso in rete, anno 2015n PERDITE TOTALI s• ACQUA EROGATA

V. D'AOSTA

PROV. BOLZANO

LOMBARDIA

TRENTINO A. A.

E. ROMAGNA

PROV. TRENTO

LIGURIA

L MARCHE

LE REGIONI CHE SPRECANO DI PIÙIn % sul volume immesso in rete , anno 2015 E PERDITE TOTALI

BASILICATA

SARDEGNA

LAZIO

SICILIA

ABRUZZO

FRIULI V. G.

MOLISE

UMBRIA

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ACQUA EROGATA

1I10

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Ransomware e cryptojackingpiù armi in mano agli hackersotto assedio finanza e aziende

NEL 2017 CASI CLAMOROSIMA QUEST'ANNO GLI ASSALTIDEL CYBERCRIME RISCHIANODI AUMENTARE GENERANDOUNA PROFONDA SENSAZIONEDI FRAGILITA DEI SISTEMI;L'ULTIMO ALLARME POCHIGIORNI FA DAEUROPOL

Andrea Frollà

Milano1 avanzata inarrestabile

L dei ransomware, la pe-renne innovazione del cyber-crime, l'assedio spietato alla fi-nanza e i danni milionari alleaziende. Ormai anche il più ot-timista degli ottimisti fatica atrovare un qualche segnale dimiglioramento nello scenarioglobale della sicurezza infor-matica di governi, imprese econsumatori. E chi pensava diaver visto abbastanza nel 2017,mandato in archivio dagliesperti come l'anno del "saltoquantico" del crimine digitale,potrebbe ricredersi con i contidi fine 2018. Un'escalation sem-pre più cara soprattutto per i1mondo dell'innovazione, nonsolo economicamente. I danniingenti causati dall'ondata dioffensive informatiche rischia-no infatti di generare una pro-fonda sensazione di insicurez-za, minando la vitalità e lo svi-luppo dell'intera economia di-gitale.

La corsa del c bererlmeNon c'è parte del mondo in

cui gli hacker non siano riuscitinegli ultimi anni a creare ilcaos a suon di virus trasmessivia e-mail, social network e sitiweb. E se non fosse stato perlegrandi offensive su scala globa-le dello scorso anno (WVranna-cry+ e NotPetya giusto per citarele due più dirompenti), il temadella sicurezza informatica sa-rebbe rimasto confinato agli ad-detti ai lavori chissà per quantotempo. Non basta però la mag-giore attenzione al fenomeno acolmare l'importante ritardoaccumulato nel corso del tem-po, soprattutto in termini quali-tativi. E non è casuale che pro-prio sulla rapida evoluzionedel cybercrime sì concentrinogli allarmi delle grandi istituzio-ni internazionali, come quellolanciato qualche giorno fadall'Europol.

Della nuova edizione delrap-porto annuale sul crimine in-formatico elaborato dell'Agen-zia UE colpisce in particolare lavastità delle minacce. Tra gran-di classici e new enti yr c'è soloda scegliere. Si va dall'ormainoto ransomware (il virus cheblocca le funzioni di computero altri dispositivi chiedendo unriscatto per ripristinare la nor-malità) stimato in rallentamen-to ma in ascesa nel mondo fi-nanziario. Fino al meno famo-so cryptojaclcing, un virus chesi impossessa della larghezzadi banda Internet e della poten-za di elaborazione dei pc degliutenti per "estrarre" criptovalu-

te. E che sta creando notevoliflussi di reddito perle casse delcybercrime. Si osserva in gene-rale un fermento che, sostienel'Europol, può essere contrasta-to solo con la cooperazione ditutti, dalle authority pubblichealle aziende private fino almondo accademico.

Affari d'oroL'evoluzione della qualità

dei crimini informatici doweb-be essere già di per sé sufficien-te a spiegare la portata del feno-meno. Ma scorrere la sfilza deinumeri sconfortanti sull'avan-zata del cybercrime, in partico-lare quelli sui costi economici,aiuta a rendersi conto ancormeglio di quanto sia alta l'asti-cella della gravità. Secondo lestime contenute nell'ultimorapporto del Clusit, l'Associa-zione italiana per la sicurezzainformatica, dal 2011 a oggi ilvolume delle offensive registra-te in tutto il mondo è cresciutodel 240%. Solo lo scorso annol'insieme di truffe, estorsioni,furti di denaro e di dati persona-li effettuati online ha coinvoltocirca un miliardo di personenel mondo, con danni ai sfngo-

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li utenti stimati in 180 miliardidi dollari (36% dei danni tota-li).

Oltre al cybercrime finalizza-to a sottrarre informazioni, de-naro o entrambi, a preoccupa-re è soprattutto lo spionaggioinformatico e in particolarequello industriale che ricom-prende il furto di proprietà in-tellettuale, in crescita del 46%.In generale, rileva il rapportodel Clusit, le aziende piùbersa-gliate sono quelle che operanonei settori finanza, ricerca, te-ch e sanità. Particolarmente al-larmante è la stima sui danni re-gistrati nel nostro Paese: quasi10 miliardi di curo, cioè 10 vol-te la spesa in sicurezza informa-tica. Mentre a livello globale,aggiunge l'ultimo Cost of Cy-bercrime Study diAccenture, ilcosto degli attacchi informaticiè aumentato del 62% in cinqueanni arrivando a toccare i 12milioni di dollari per azienda(il picco negli Usa con 21 milio-ni, circa 7 milioni in Italia).

Sotto scaccoTra i settori più esposti alle

minacce informatiche nonpuò che rientrare, e occupare

un posto di rilievo, l'ambito fi-nanziario. Qui la superficie ag-gredibile dagli hacker si sta fa-cendo sempre più ampia, invir-tù di un uso intensivo delle tec-nologie informatiche e di unforte sviluppo dei servizi eroga-ti online. E a fare gola non è so-lo l'enorme massa di denaromovimentata quotidianamen-te dagli operatori del settore,ma anche la possibilità di pro-vocare danni ingenti con rica-dute sistemiche, dovuta allacentralità della finanza nei si-stemi economici. Si pensi peresempio allo stretto legamecon il comparto assicurativo

che tra l'altro, ospitando un in-gente numero di informazioniriservate sugli assicurati, rap-presenta a sua volta un merca-to ad elevato rischio informati-co.

Il tema dell'interdipenden-za informatica risulta partico-larmente sentito dalle authori-tyitaliane, come dimostra l'ulti-mo rapporto elaborato dalGruppo di coordinamento sul-la sicurezza cibernetica messoin piedi dalla Banca d'Italia edall'Istituto per la vigilanza sul-le assicurazioni (Ivass). Unostudio ricco di spunti e riflessio-ni, da cui emerge con forza il ti-more per la diffusione di unapercezione di insicurezza trautenti e aziende: «L unfenome-no che può minare il funziona-mento dei mercati basati sulladisponibilità, sull'integrità esulla riservatezza di dati - av-vertono gli esperti - Inoltre,nel medio termine gli attacchiinformatici potrebbero rallen-tare l'adozione di nuove tecno-logie, con riflessi negativi sullaproduttività e sulla crescita».

Il fattore umanoUna spinta al progresso del-

la cybersecurity arriverà senzadubbio dall'artificial intelligen-ce (Al). Secondo le previsionidi Gartner, entro il 2025 saràquasi normale utilizzare solu-zioni di sicurezza basate sullecosiddette tecnologie di machi-ne leaming, cioè di apprendi-mento automatico dei sistemidi elaborazione dati. Sarannoperò l'approccio all'innovazio-ne e la familiarità con le tecno-logie a fare la differenza. Suquesto fronte arrivano segnalipositivi da un'anticipazionedella ricerca "Retail Transfor-mation" realizzata dal DígitalTransforniation Institute e dal

Cfmt in collaborazione conSwg e Assintel. L'intelligenzaartificiale è infatti la tecnologiapiù conosciuta in Italia: l'80%degli utenti italiani dichiara disapere bene o in generale cosasia. Ciò non toglie però il chia-roscuro dal quadro.

«Gli italiani hanno un atteg-giamento molto positivo rispet-to alla tecnologia, non consoli-dato tuttavia da una conoscen-za reale delle relative dinami-che», spiega il presidente delDigital Transformation Institu-te, Stefano Epifani, che mettein guardia contro gli effetti ne-gativi di questa "conoscenzaïn-genua" in ambito sicurezza:«L'anello debole della cyberse-curity resta il fattore umano: anulla serve progettare sistemisicuri se le persone non si ren-dono conto delle implicazionidei loro comportamenti sba-gliati. Le tecnologie stanno ren-dendo e renderanno semprepiù labili i confini online-offli-ne conclude Epifaní Eccoperché la dimensione dellaconsapevolezza, tanto delle op-portunità quanto dei rischi, sa-rà fondamentale».

CRIRRO. LRIIXJE RI.`.ER?ATA

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46%LO SPIONAGGIOOltre al cybercrime fl nalizzatoa sottrarre informazioni,denaro o entrambi. apreoccupare è soprattutto lospionaggio informatico e inparticolare quello Industrialeche ricomprende il furto diproprietà intellettuale, increscita dei 46%.

IL COSTOil costo degli attacchiinformatici è aumentato del62% in cinque anni arrivandoa toccare i 12 milioni didollari perazîenda. Il pïccoènegli Stati Uniti d'Americacon 21 milioni, mentre inItalia si arriva a circa 7milioni.

Gli investimentiperarginaregliattacchi deglihackercrescono manon sonoancorasufficientiSoltano nelnostro Paese sistimanoquasi10 miliardi dieurodi danni,10 volte laspesa insicurezzainformatica

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LA SPESA MONDIALE IN CYBERSECURIIYRipartizione per segmenti di mercato, in milioni di dollari

INFRASTRUTTURE

SICUREZZA DELLE RETI

SOFTWARE

SERVIZI..................................CONSUMER 5.984 n 6.661

12,583 15.337

52.315

fnme €irme A¡nr0U191

[L'INIZIATIVA]

Unione Europea in campo per informare i cittadini sulla minaccia

Sensibilizzare , Informare e formarei cittadini , le aziende e le istituzioni sultema della cybersecurity per proteggerel'ecosistema europeo dal cybercrime.

questo l'obiett Ivo che nel mesedi ottobre animerà lo EuropeanCyber Security Month, la campagnapromossa dall'Unione Europeae organizzata dall'Enisa , l'Agenziadell'Unione europea perla sicurezzadelle informazione e della rete.La manifestazione itinerante organizzataIn tutti gli Stati Ue metterà al centrotutti gli aspetti centrali della sicurezzaInformatica , dalle tecnologiealle competenze . Un'iniziativa chein Europa assume un valore particolarein virtù della geografia del cybercrimeeuropeo . La maggior partedelle minacce Informatiche checolpiscono l'Europa , rileva l'Europo,nasce Infatti all'interno del continente.E visti 1 numeri allarmanti segnalatidall' Europol , non c 'è tempo da perdere.In Europa si trovano diversi Paesi

con I tassi globali più elevati di attacchisubiti. Austria , Germania,Ungheria , Italia, Russia , Spagna e RegnoUnito sono tra 1 più bersagllatidalle e-mail che contengono malware.Mentre Irlanda , Norvegia , Svezia,Paesi Bassi , Portogalloe Franciasono alcuni del Paesi che figurano nellalista degli Stati più colpiti dalle e-mailche sfruttano la presenza di link dannosie messaggi spam . Tra gli ambitiIn cui si registra un fermento particolarespicca quello del pagamenti,soprattutto In Romania e Bulgaria.Da un punto di vista tecnologico,preoccupa In modo specificola proliferazione degli attacchi chesfruttano le falle nel dispositividi Internetofihings . Un aiuto In questocontesto complicato è attesodal regolamento europeo In materia diprivacy che, prevede l'Agenzia UE perlalotta al crimine , dovrebbe favorire unamaggiore segnalazione delle violazioni.

Y R PRCCUZIGNE RI.`.ER T.°v

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L'emergenza

L'allarme sicurezzasu strade e ponti"Senza manutenzioneio o mila chilometri"Le Province: da quattro anni tagliate tutte le risorsenecessarie alla gestione della rete viaria interna"Per le opere a rischio servono almeno 2,5 miliardi"

FABIO TONACCI, ROMA

Concentrata sul dito delle maceriedel Ponte Morandi, l'Italia non stavedendo la luna. E la luna, in temadi strade, viadotti e gallerie a ri-schio, è una rete di circa 100milachilometri di viabilità provincialesu cui nessuno, da almeno quattroanni, ha denaro da spendere per lamanutenzione straordinaria. Ter-mine divenuto familiare dopo latragedia di Genova, questo dellamanutenzione straordinaria: com-prende quei costosi interventi perrattoppare l'asfalto, rifare i guar-drail, mettere in sicurezza i vecchiponti, riparare eventuali errori diprogettazione. Il presidente dell'U-nione province d'Italia, Achille Va-riati, che è uomo di buon senso,non ci gira attorno: «Non abbiamopiù soldi, lo Stato se li è presi quasitutti. Come facciamo ad aprire icantieri?».

Variati ha dato anche un nomealla capillare innervatura provin-ciale della penisola. Le stradedell'eguaglianza. «Perché collega-no l'entroterra italiano, le campa-gne, i paesini più remoti, alla colon-na vertebrale delle autostrade edelle statali gestite da Anas. Da es-se dipende lo sviluppo economicolocale».

Dopo il crollo del Morandi, il mi-nistro delle Infrastrutture DaniloToninelli ha chiesto a tutti gli entilocali un monitoraggio delle operea rischio e l'indicazione del fabbiso-gno per realizzare gli interventi dimessa in sicurezza. Mercoledì pros-simo saranno presentati i risultatiraccolti dagli enti provinciali, mastando a quanto risulta a Repubbli-ca, il fabbisogno si aggirerà sui 2,5miliardi di euro.

Province e città metropolitanegestiscono attualmente 130.000chilometri di rete italiana e 30.000tra ponti e gallerie. Al netto dellecittà metropolitane, alle provincetocca la responsabilità di circa100.000 chilometri. Peccato peròche, da quando è partita nel 2013 labattaglia politica per abolirle, ab-biano le casse perennemente semi-vuote. Una battaglia neanche vin-ta, tra l'altro, rimasta appesa a pro-clami e leggi a metà: alle 76 provin-ce italiane, infatti, è rimasta la dele-ga su scuole e viabilità, ma contem-poraneamente hanno visto piùche dimezzarsi il budget a disposi-zione. Lo Stato fa un prelievo forzo-so (definito "irragionevole" dallaCorte dei Conti) sulle loro entrate,rappresentate da un aliquota d'im-posta sulle assicurazioni auto e suipassaggi di proprietà dei veicoli.«Il risultato è che abbiamo dovutoridurre del 60 per cento gli investi-menti e le manutenzioni su stradee scuole», ammette Variati. Quelpoco che entra in bilancio lo utiliz-zano per servizi come la cura delverde pubblico, la pulitura dellestrade dalla neve, le riparazioni ur-genti nelle scuole, e per il funziona-mento della stazione unica appal-tante a cui si possono appoggiare icomuni per fare i bandi di gare, at-tiva in 50 province su 76.

Nel 2014, alla ricerca di un bari-centro dove far calare la scure del-la spending review, i trasferimentistatali alle province vennero azze-

rati. Zero nel 2015, zero nel 2016. Ipresidenti di provincia sono statiperciò costretti a chiudere 5.000km di strade, divenute ormai im-percorribili lingue d'asfalto buche-rellato, e a ridurre il limite di veloci-tà a 30-50 km all'ora su un terzodella rete. «La situazione era tal-mente grave - ricorda Variati -che nel 2017 abbiamo convinto l'al-lora ministro Delrio a finanziareun fondo per la manutenzionestraordinaria. Ha messo 1,6 miliar-di, spalmati però su 6 anni: vuol di-re che ad oggi possiamo spendere2.000 euro a chilometro all'anno.Sapete cosa ci facciamo con quellacifra?». La domanda è retorica e larisposta si intuisce.

Il confronto, nelle tabelle stilatedall'Unione province d'Italia, parlachiaro: per "curare" un chilometrodi strada, Anas ha a disposizione 22mila euro all'anno, le concessiona-rie autostradali in media 120milaeuro all'anno. Quando a Vicenza,dove Variati è stato prima sindacopoi presidente provinciale, hannorifatto 6 km di tangenziale hannospeso 80 milioni di euro. Per dire.

Dopo i tagli, dagli uffici tecniciprovinciali arrivano solo allarmi:Cosenza (2.574 km) dispone solo di1.328 euro a km per manutenzionee investimenti; Pavia (1.980 km) ha3.750 euro, il 50 per cento in menorispetto a 5 anni fa; Pesaro Urbinopassa dai 3.380 euro a km del 2010

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ai 1.399 di oggi; Grosseto (1.836 km)ha a disposizione 1.216 euro per lamanutenzione, il 655 per cento inmeno rispetto al 2013. Da Nord aSud, più o meno, la solfa è questa.

«L'obiettivo minimo è ritornaread avere almeno 4mila euro in me-dia a chilometro», ribadisce Achil-le Variati. «Ma per farlo lo Stato cidovrebbe trasferire, oltre al fondoaperto da Delrio, altri 280 milionil'anno. Altrimenti strade e viadottiprovinciali rimarranno così comesono». Privi di manutenzioni, conil monitoraggio strutturale fatto avista, in decadenza. E sottoposti aun traffico di auto e tir che, daglianni Ottanta, è quintuplicato.©R IPR ODUZIO NE RISERVATA

I nume <

2 0C'\ Glieuroperkm.t0 J Per fare la

manutenzione leprovince hanno 2.000 euro a km.L'Anas 20mila, Autostrade 120mila

I km chiusi5,00 A fronte dellascarsezza di fondi

le province hanno già chiuso oltre5mila chilometri di strade

e ponti le province chiederannoa Toninelli 2,5 miliardi di euro

I miliardi chiestiPer mettere insicurezza strade

Sicurezza nei cantieri Pagina 45

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Intervista a Steven M. RichmanComitato etico Ass. avvocati americani

«L'intelligenza artificialeesige sempre il controllodel professionista»

intelligenza artifi-i l li di? Èc a e neg stu

un vino vecchio inuna botte nuova».

Steven M. Richman, avvocato ameri-cano specialista per Clark Hill di con-tenzioso internazionale, si interessada anni dei risvolti etici di program-mi di intelligenza artificiale nellaprofessione. Secondo lui l'avventodei robot negli studi di fatto noncambia i fondamentali deontologicidella professione, quelli che lui defi-nisce appunto «il vino vecchio».

Per l'associazione degli avvocatiamericani (Aba) Richman è uno deidue presidenti del comitato etico.Al congresso Iba di Roma affronte-rà i risvolti deontologici dell'Ai inuna sessione dal titolo: «Intelli-genza artificiale: è tempo di unaregolamentazione?».

Avvocato Richman , sono neces-sarie nuove regole per governare leapplicazioni di intelligenza artifi-ciale negli studi?

Non credo che gli obblighi mo-rali per un avvocato siano diver-si. Già oggi i legali devono super-visionare il lavoro dei loro assi-stenti o delle funzioni date in ou-tsorcing. Gli stessi principidevono guidare l'uso delle nuovetecnologie: l'avvocato è sempreresponsabile, anche per il re-sponso di un robot.

In che modo l'avvocato applicaladeontologia all'Ai?

La prima regola è non essere pigri.Bisogna sforzarsi di capire le nuovetecnologie per proteggere i clienti.Non c'è differenza tra piccoli e gran-di studi: tutti devono comprenderele potenzialità tecnologiche.

«Bisogna non essere pigrie sforzarsi , piccolie grandi studi , di capirele nuove tecnologieper proteggere i clienti»

Quali sono le applicazioni piùdiffuse nella professione ?

C'è un discreto utilizzo di Ainelle due diligence o nella con-trattualistica.

Cosa pensa dei software preditti-vi in grado di anticipare addiritturai verdetti delle Corti o la brevettabi-lità di un oggetto?

Ci stiamo chiedendo se prima diessere utilizzati debbano passare deitest. In ogni caso dovrebbero essereanalizzati a fondo per capire se equanto siano strumenti validi.

Quale spazio resta per gli avvocati?A noi resta l'istinto. Il software ti

può dare un risultato che tu puoi pe-rò voler modificare per altre ragionistrategiche. Per questo l'avvocatodeve sempre revisionare di personai risultati di un'analisi condotta conl'intelligenza artificiale.

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Intelligenza artificiale Pagina 46

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La scelta per l'immobile

Sulla sede dell'ufficiola mossa più vantaggiosaè il leasing con riscatto

S

ugli immobili utilizzati co-me studio dal professioni-sta la scelta più convenien-te è un contratto di loca-

zione finanziaria con successivo ri-scatto del bene. La vendita, almenocinque anni dopo l'acquisto, faràscattare la completa detassazionedell'eventuale plusvalenza.

In linea di principio, gli immobi-li acquistati dal professionista en-tro il 31 dicembre 2006 o dal 1° gen-naio 2010 in avanti non sono am-mortizzabili e questo ha un effettodiretto sulla detassazione delleplusvalenze. Per il solo ammorta-mento fanno eccezione gli immo-bili acquistati entro il 14 giugno1990 e nel triennio 2007-2009.

Mentre la cessione (o autocon-sumo) di immobili acquistati primadel 199o non dà mai luogo a plusva-lenza. Stesso discorso per gli im-mobili strumentali acquistati dal2010: le istruzioni alla dichiarazio-ne dei redditi confermano, in viaindiretta, che la cessione non gene-ra plusvalenze. Tuttavia, l'immobi-le, (acquistato post 2010) e utilizza-to come studio, può produrre unaplusvalenza tassabile come redditodiverso anziché come reddito di la-voro autonomo.

In questo caso, se non sonopassati più di cinque anni dall'ac-quisto, la differenza tra prezzo divendita e costo, rappresentereb-be un reddito diverso (articolo 67,comma 1, lett. b) del Tuir). In altreparole, la plusvalenza fuoriescedal reddito professionale, mapartecipa comunque alla forma-zione del reddito complessivotassabile. Invece se sono passatipiù di cinque anni la plusvalenzarisulta "affrancata" da qualsiasiforma di imposizione.

L'operazione di gran lunga piùconveniente è allora la stipula diun contratto di leasing per un im-

mobile con categoria catastaleA/lo (ufficio), seguita dal riscattodel bene al termine del contratto dilocazione. Infatti i canoni di loca-zione finanziaria sono deducibiliin ragione della quota maturataogni anno in un periodo minimo didieci anni (si veda anche il Sole 24Ore del 18 giugno). A questo si deveaggiungere che l'Iva è detraibileintegralmente.

Alla fine del contratto il profes-sionista potrà riscattare il bene an-che se il costo di riscatto non potràessere ammortizzato, godendoquindi dei benefici della proprietà.

Una volta decorso il periodominimo di cinque anni, in caso divendita (o di autoconsumo),l'eventuale plusvalore non saràin ogni caso sottoposto a tassa-zione. La differenza positiva trail ricavato ed il costo non parteci-pa alla formazione del reddito dilavoro autonomo. La stessa diffe-renza non costituisce neppurereddito diverso ai sensi dell'arti-colo 67 del Tuir.

In un caso però l'acquisto e ladestinazione di un immobile stru-mentale all'attività professionale,anche senza leasing, potrebbe es-sere comunque conveniente: sel'acquisto del professionista è ef-fettuato rivolgendosi ad una socie-tà costruttrice, l'Iva applicata ri-sulta comunque detraibile (perlacategoria catastale A/io) e perquesto neutrale (l'Iva è una merapartita di giro).

Mentre l'imposta di registrorappresenta un costo deducibile,ma non completamente neutrale.Tuttavia la verifica deve essere ef-fettuata caso per caso: se il profes-sionista acquirente è un medico,infatti, l'Iva risulta in ogni caso in-detraibile in quanto le operazioniposte in essere sono esenti.

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