Cenni sulla corrosione di scambiatori di calore e condensatori
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Cenni sulla corrosione di scambiatori di calore e
condensatori.
Sebbene sia una scienza interdisciplinare che coinvolge metallurgia, elettrochimica e
termodinamica, la corrosione non è un soggetto complesso.
Per facilitare la nostra discussione di scienza della corrosione, consideriamo il caso di una lega di
rame in una soluzione acquosa aerata. Una possibile complessiva reazione è la seguente:
Rame + ossigeno disciolto → Ossido di rame (oso)
(2Cu + O → Cu2O)
L’ossigeno disciolto nell’acqua, reagisce con il rame per dare ossido di rame monovalente.
Questa reazione complessiva è il prodotto di due o più reazione elettrochimiche, reazioni cioè che
comportano un cambio distruttivo del metallo e un flusso di corrente elettrica. Sulla superficie
metallica, ci sono due siti elettrochimicamente attivi: anodi e catodi. I siti anodici si corrodono,
mentre quelli catodici restano inalterati.
Questa figura mostra schematicamente una piccola regione di superficie metallica, affetta da
corrosione, che contiene un’area catodica ed un’area anodica. La reazione elettrochimica che
avviene all’anodo produce ioni metallici positivi ed elettroni. Quest’ultimi si spostano, attraverso il
metallo, alla vicina area catodica dove sono consumati o producendo ioni caricati negativamente o
scaricando ioni caricati negativamente. L’effetto finale è un flusso di corrente dall’area catodica a
quella anodica, le cariche sono trasportate da elettroni nel metallo e dagli ioni carichi nella
soluzione.
La reazione mostrata in precedenza, l’ossidazione del rame ad ossido di rame, può ora essere
suddivisa nei suoi componenti anodico e catodico, come di seguito.
Reazione complessiva
2Cu + O → Cu2O
Corrente di
ioni negativi
catodo
Mezzo
corrosivo
anodo
Flusso di
elettroni
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Reazione anodica Reazione catodica
2Cu →2Cu+ + 2e
- O + H2O + 2e
- → 2OH
-
2Cu+ + 2OH
- → Cu2O + H2O
E’ importante capire che, per mantenere la neutralità delle cariche, le reazioni anodica e catodica
avvengono alla stessa velocità: così, se l’ossigeno viene rimosso dalla soluzione, entrambe le
reazioni vengono drasticamente ridotte. La riduzione dell’ossigeno è, probabilmente, la più
importante reazione che avviene nei condensatori, ma anche l’idrogeno può ridursi, particolarmente
in ambiente acido.
Aree anodiche (o catodiche) esistono o sono create su zone specifiche della superficie metallica a
causa di interazione, in queste zone, tra il metallo, l’ambiente, e, possibilmente, sollecitazioni
imposte. I dettagli di questa interazione determina il meccanismo di corrosione.
Tipi di corrosione
Generalizzata (uniforme)
Selettiva
Galvanica
Vaiolatura (pitting)
Sotto schermo (crevice)
Erosione-corrosione
Da solfuri
Tensocorrosione (stress corrosion)
Corrosione fatica
Intergranulare
Infragilimento per idrogeno
Corrosione generalizzata
Se la corrosione procede a velocità costante sull’intera superficie metallica, l’attacco è definito
corrosione generalizzata o uniforme. Qui, le aree anodiche si spostano da una zona alla prossima
per il variare delle locali condizioni ambientali e microstrutturali all’interfaccia metallo/ambiente
corrosivo. Questo continuo spostamento delle zone anodiche porta ad una relativamente uniforme
rimozione del metallo. Come illustrato nella seguente Fig. 1), il metallo può corrodersi per formare
ioni metallici solubili, composti insolubili come ossidi o idrossidi o entrambi. In qualche caso, si
può formare rapidamente un prodotto di corrosione insolubile, privo di pori, rotture o altri difetti e
talmente compatto da costituire una sostanziale protezione contro il procedere della corrosione
Quando ciò accade, il prodotto di corrosione insolubile è chiamato film passivante.
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Fig. 1)
Corrosione selettiva
Può essere considerata una forma di corrosione generale dove l’elemento di lega più reattivo si
corrode preferenzialmente lasciandosi dietro uno strato superficiale ricco dell’elemento di lega più
nobile.
La dezincificazione dell’ottone e la grafitizzazione della ghisa, sono gli esempi più frequenti di
corrosione selettiva.
Corrosione selettiva di una piastra tubiera in ottone.
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Corrosione selettiva di una piastra tubiera in ottone Muntz accoppiato a tubi in Titanio.
La corrosione è penetrata all’interfaccia piastra/tubo per 7 mm, in un anno.
( nella foto è rappresentata una sezione trasversale della piastra)
Piastra tubiera in ottone Muntz, accoppiata ad un fascio in acciaio inox superferritico, dopo sei mesi
di esercizio in acqua di mare.
Rame
metallico
ottone
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Particolare della foto precedente . Si nota lo stato di corrosione selettiva della piastra.
Corrosione galvanica
La corrosione galvanica è una corrosione accelerata di un metallo che si ha per il contatto elettrico
con un metallo più nobile, in una soluzione conduttiva. Per un dato ambiente, i metalli possono
essere classificati, in ordine alla loro reattività o tendenza ad ossidarsi, in una serie detta serie
galvanica.
SERIE GALVANICA PER ACQUA DI MARE
Elemento meno nobile (potenziale più negativo)
Zinco
Ferro (acciaio al C)
Inox 304 (se attivo)
Inox 316 (se attivo)
Ottone navale o Muntz
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Ottone ammiragliato – Al-Brass
CuNi 90/10
CuNi 70/30
Inox 304 (se passivo)
Inox 316 (se passivo)
Titanio
Grafite
Elemento più nobile (potenziale più positivo)
Senza contatto elettrico Con contatto elettrico
Corrosione per vaiolatura (pitting)
Il termine pitting è spesso usato in modo improprio per descrivere altre forme di corrosione, come
corrosione sotto schermo, erosione corrosione o corrosione galvanica. Il termine dovrebbe essere
usato solamente per descrivere la corrosione conseguente a rotture localizzate del film di una
superficie metallica completamente esposta all’ambiente corrosivo. Certi tipi di ambienti corrosivi,
come gli ambienti alogeni, sono noti per essere particolarmente efficaci nell’indurre rotture
localizzate del film e per accelerare la conseguente crescita del pit. Una volta che il pit si è
innescato, è particolarmente difficile che il sito anodico possa ripassivarsi, in quanto all’interno del
pit, l’ambiente diventa sempre più aggressivo ( pH più basso, più alto contenuto di Cl-).
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Corrosione sotto schermo (crevice corrosion)
Nella seguente figura, sono rappresentati due esempi di corrosione sotto schermo. La corrosione
sotto schermo è un corrosione localizzata su di un’area schermata dalla piena esposizione
all’ambiente, per una stretta prossimità tra il metallo e la superficie di un altro materiale. Questo
tipo di corrosione solitamente inizia per lo sviluppo di celle a differente concentrazione di ossigeno
tra aree schermate e non.
La bassa concentrazione di ossigeno sotto allo schermo, inibisce la reazione catodica (riduzione
dell’ossigeno) e quindi la principale reazione è la dissoluzione anodica. La concomitante reazione
catodica può facilmente avvenire sull’area non schermata dove l’ossigeno è abbondante. Perciò, la
corrosione sotto schermo, come il pitting, tende ad accelerare nel tempo, come l’ambiente tra
superficie e schermo diventa più acida e più concentrata in Cl- (se presenti).
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Vista della superficie interna di un tubo in Al-Brass di un condensatore. L’insediamento di un
balano ha innescato la corrosione sotto schermo.
Particolare della foto precedente a maggior ingrandimento.
Erosione – corrosione.
Nei condensatori, l’erosione-corrosione è limitata alle leghe di rame. L’erosione-corrosione è una
forma di attacco localizzato che si sviluppa in zone dove la velocità dell’acqua è superiore alla
velocità limite specifica del materiale, causando la rottura del film protettivo di ossido di rame. In
queste zone si sviluppano zone anodiche e le forme che si generano sono influenzate dalle
condizioni locali di flusso dell’acqua.
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Velocità limite dell’acqua.
Materiale Velocità mt/sec
Acqua dolce Acqua di mare
Ottone ammiragliato 2 1.2
Al-Brass 3 2.2
CuNi 70/30 6 3
CuNi 70/30 mod. 7 4
Titanio > 10
Flusso dell’acqua
Vista della superficie interna di un tubo in Al-Brass di un condensatore Morfologia tipica dei
processi erosivi-corrosivi
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Sezione longitudinale del campione della foto precedente
La fotografia mostra il fenomeno di erosione-corrosione che è stato innescato dalla “spanciatura”
del tubo dopo la zona di mandrinatura fatta con parametri errati.
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Tubo della fotografia precedente visto dalla parte esterna.
Tubo in Al-Brass. La zona a destra della linea tratteggiata, presenta segni evidenti di erosione. Il
fenomeno è stato causato dalla presenza di inserti in plastica (a sinistra della linea tratteggiata) che
hanno perturbato il flusso.
La foratura del tubo (in Al-Brass) è avvenuta per erosione dall’interno ed è stata causata da
turbolenza indotta da un’ammaccatura esterna.
Corrosione da solfuri
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La fotografia riguarda un tubo in Al-Brass ricoperto da uno strato di γ-FeOOH ottenuto
additivando l’acqua con Fe++
. La superficie del tubo era stata, in precedenza, trattata con sferette di
gomma cosparse di carborundum che hanno asportato lo strato passivante naturale.. Una minima
incisione dello strato di γ-FeOOH è stata sufficiente per esporre la superficie sottostante,
depassivata, all’azione dei solfuri.
Come la precedente
Flusso dell’acqua
La morfologia del difetto mostra le zone di ripresa stagionale ( o comunque in tempi successivi).
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Tensocorrosione (Stress Corrosion)
La tensocorrosione (conosciuta come SCC, cioè Stress Corrosion Cracking) è una forma di
corrosione localizzata che avviene per l’azione congiunta di sollecitazioni tensionali ed un ambiente
corrosivo specifico. In teoria, tutti i materiali sono suscettibili di SCC in certe condizioni di
sollecitazione ed ambiente corrosivo. Tuttavia, l’ambiente che produce SCC in un materiale, può
essere completamente innocuo in un altro materiale.
Sul lato acqua di raffreddamento, avarie per SCC si possono verificare in ogni punto della
lunghezza del tubo, ma sono state osservate più frequentemente sulle zone di mandrinatura
( sollecitazione meccanica) o in punti dove i tubi siano stati meccanicamente danneggiati. Avarie
sono spesso associate con la presenza di depositi all’interno dei tubi. E’ presumibile che la presenza
di depositi produca le condizioni necessarie perché la SCC si sviluppi.
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SCC in un ottone.
Tensocorrosione da cloruri.
Interessa soprattutto gli acciai inossidabili della serie 300, tipo AISI 304 e 316, anche se ne sono
sensibili, in misura minore, gli acciai inossidabili austeno-ferritici (duplex). Si manifesta nelle
seguenti condizioni:
Temperatura superiore a 60 °C
Concentrazione di Cl- in soluzione superiore a 10 ppm
Stato tensionale o residuo, σ, superiore al 30% del carico di snervamento.
Al di sopra di 60 °C, la temperatura di insorgenza del fenomeno è tanto più alta quanto minore è la
concentrazione di Cloruri.
Infragilimento da idrogeno.
Nel caso di fasci tubieri o condensatori, questo fenomeno interessa il Titanio, ed ha origine da
potenziali maggiori di -0.750 mV (Ag/AgCl) che provocano alcalinizzazione della superficie del
tubo e scarica di idrogeno. Questo passa nel materiale dove forma TiH4 al bordo dei grani. TiH4 è
un composto ad elevata durezza che rende fragile il materiale.
Questo tipo d’inconveniente succede allorché a protezione della piastra tubiera (generalmente in
lega di rame, più raramente in acc. C), si installa un sistema di protezione catodica ad anodi
sacrificali in Zn od a corrente impressa. Nel primo caso, il potenziale che assume la piastra e la
prima parte dei tubi è attorno a -1.0 V, in sicura zona di scarica dell’idrogeno. Nel secondo caso, in
teoria, il sistema dovrebbe autoregolarsi sul potenziale imposto, ma, o per malfunzionamenti o per
risposte errate degli elettrodi di controllo o per difficoltà nel mantenere il potenziale per variabilità
della salinità, spesso la scarica dell’idrogeno si verifica comunque.
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Per evitare con ottimo margine di sicurezza questo inconveniente è sufficiente rivestire ad alto
spessore con Phencote 2000 la piastra tubiera. In questo modo si interrompe di fatto il circuito
elettrico, e si evitano il fenomeno e gli oneri di manutenzione.
Titanio con TiH4