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Celeste numero 69 - Marzo 2012

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monte (è proprio il caso di dirlo) dell’ormai quo-tidiano bollettino di guerra fra i no-Tav della Val Susa e le forze dell’ordine si collocano vent’anni

di scontri, polemiche, dimostrazioni di forza e prese di posizione che oggi sono confluiti tutti nel grande collettore dell’assurdo e dell’incomprensibile. Voglio dire che a parte quella valle alpina, al resto dell’Italia è assolutamente incomprensibile quello che sta accadendo giorno dopo giorno. Assistiamo attoniti ad una guerra quotidiana fra dimostranti e forze dell’ordine come se si trattasse della deportazione sui treni piombati di uomini, donne, bambini, sottoposti a colonizzazione forzata e costretti a lasciare manu militari la loro terra d’origine. Ma si tratta solo di un treno, di bucare la montagna e di adeguarsi al resto dell’Europa, un atteggiamento così ostile e combattivo appare francamente sproporzionato rispetto alle rivendicazioni dei residenti. Già, qui sta uno dei punti chiave della vicenda: le due parti sono così impegnate a randellarsi di santa ragione che si dimenticano regolarmente di propagandare con tutti i mezzi possibili (e non sarebbero pochi) i perché del gran rifiuto o dell’assoluta necessità di completare l’ormai famoso corridoio ferroviario Lisbona-Kiev. È come se la logica del randello avesse preso il sopravvento sulla logica degli argomenti, è più importante darsele a scadenza giornaliera che spiegare correttamente i sì e i no, forse soprattutto questi ultimi.A queste condizioni è chiaro che la questione è venuta a noia a tutti, quello che non si conosce e non si capisce fini-sce in un angolo e così i resistenti della Val Susa finiscono per apparire sempre di più come degli apache ristretti con la forza in una riserva fra le montagne e lì tenuti perché riottosi ad ogni forma di accordo e trattato. Mi domando quanto senso abbia una intransigenza così testarda, ben sapendo

La riserva indianaL’alta Val Susa contro la Tav ormai è come un territorio apache

assediato dai soldati blu

che mai uno Stato sovrano ha ceduto ad una minoranza indipendentemente dalle sue buone o meno buone ragioni; soprattutto quando il confronto diventa scontro. È chiaro a tutti a questo punto che il treno è una cartolina sullo sfondo della montagna contesa, la battaglia è sfuggita di mano ai primi contestatori ed è diventata affare di altri, con altri scopi, con altri metodi. Se non si riconosce questo dato in-volutivo della faccenda si fa un pessimo servizio alla realtà storica, ai rapporti civili e anche alla politica che si ostina a pontificare su un pateracchio che, come al solito, non è riuscita a gestire neanche in vent’anni di contrapposizioni.Certo, è difficile dire quanto la questione possa interessare il cittadino di Cagliari o di Palermo o anche solo di Napoli (più vicina), ma il treno ad alta velocità non è affare dei valligiani se non in parte, è una questione di interesse nazionale e di fronte a questo il diritto dei singoli si deve limitare, magari in cambio di garanzie e tutele del caso. Ma come al solito da noi l’interesse comune dura fatica a farsi riconoscere, maschera fra le maschere degli interessi particolari e locali.

Adi Riccardo Monaco

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on vogliamo sposare, sia ben chiaro, la causa di un localismo fine a se stesso,o metterci in difesa arroccata di qualche categoria, o infine

essere facili profeti di qualche sventura, ma semplice-mente porre fatti in discussione, contribuire per quel poco che siamo in grado di dare e fornire informazione e anche, speriamo, opinione. Il momento fatidico dovrebbe essere nel prossimo settembre, quando a livello di tutta l’Italia si dovrà provvedere a ridisegnare la geografia dei tribunali e in quel momento si aprirà nuovamente la di-scussione, con esito quasi certo, per le 2 sezioni staccate del tribunale di Padova, e cioè Este e Cittadella. L’esito è quasi certo, anche se il buon senso porta a dire che in via Tommaseo a Padova non vi sono spazi in più e che quindi il nuovo carico di procedimenti andrebbe ad aumentare una situazione già difficile, con un incremento dei tempi per ottenere, da parte dei cittadini, giustizia in tempi certi. Il tutto in un sistema giudiziario che già attualmente non brilla per i tempi veloci nel fornire risposte ai cittadini come pure alle imprese. Da parte di qualcuno inol-tre si fa notare, ed è la situazione più importan-te, l’aggravio dei costi che si verrebbe a creare per tutti, sia per gli operatori veri e propri, ma anche per i normali utenti. Alcuni esempi per dare un segnale del disagio e della difficoltà: la media della distanza, per i comuni che attualmente sono sotto la com-petenza del tribunale di Este, passa da 14 km a 42, con un incremento di rapporto di 1 a 3. D’altro canto il tempo

di percorrenza raddoppia per lo meno, senza dimenticare che i costi per la percorrenza aumentano pure del 300%. Ciliegina sulla torta, se qualcuno non vuole muoversi in auto, per non aumentare i disagi e non spendere per il parcheggio, sperando di trovarlo, pensare di riuscire a trovare dei mezzi pubblici che permettano a una persona di spostarsi in maniera agevole, per giungere all’orario prefissato e far ritorno a casa propria a orari accettabili è molto complicato. È chiaro quindi, anche senza porre in gioco i disagi, pur legittimi, degli addetti ai lavori, che si arriverebbe a un aggravio di costi ed a un incremento dei disagi.Sull’altro piatto della bilancia è possibile anche arrivare ai conti della spesa, e cioè provare a stabilire quanto costerebbe ai cittadini mantenere il servizio, distinto da quello del tribunale, dei giudici di pace a Este. Si tratta di un servizio che in questo momento è attivo su 3 comuni della Bassa padovana, e cioè Este, Monselice e Montagnana. Seguendo i conti della spesa già effettuati sul piatto dal primo cittadino di Este, alla fine delle discussioni si tratta di un costo di 2 euro a cittadino, se spalmati su 37 comuni che gravitano nell’area e sui 150 mila abitanti afferenti. Per tornare al discorso precedente, quanto verrebbe a costare a un cittadino medio, che deve recarsi a Padova, partendo da un paese nei dintorni? Di sicuro ben più di 2 euro, somma che spesso tutti noi spendiamo per tante piccole cose che possiamo evitare, oppure non dimen-tichiamolo, il costo di 2 caffè. Ma i primi segnali che si intuiscono sono difficili da decifrare, pur essendo com-prensibili. Non tutti i comuni si dichiarano disponibili ad aderire alla proposta che parte da Este, e non possiamo del tutto condannare o ribadire che non comprendono nulla, visti i tagli per le amministrazioni pubbliche. In compenso alle riunioni indette per protestare contro la situazione, oltre agli amministratori locali e agli addetti ai lavori i cittadini non erano presenti o quasi. Segno che non interessa? Di certo un primo segnale è atteso per l’inizio del mese di aprile. Da quella data tutte le udienze preliminari non saranno più ad Este, ma saranno affidate a Padova.

Con cadenza quasi ciclica, si ritorna a parlare e discutere sulla sorte della sezione staccata del tribunale ad Este.

Tribunale a Este, che passione. di Michele Santi

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Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Montagnana - Fra storia e architetturaMontagnana ripropone la sua attenta presenza come luogo deputato alla salvaguardia di un patrimonio storico ed architettonico. La sezione locale di Italia Nostra ha indetto un convegno sul tema “Il paesaggio e i tecnici”, in collaborazione con la fondazione “Sandro Lucco” ed il Centro Studi sui Castelli. Nella mattinata di venerdì 16 marzo sono stati proposti gli interventi dell’architetto Maria Letizia Panajotti, del professor Renzo Fontana, del professor Marco Pasa, della docente Claudia Roboglio e della dottoressa Maria Luisa Boriani, con il coordinamento della giornalista Costanza Lunardi.

Noventa Vicentina - 8 marzoTre artiste hanno messo in mostra la loro produzione all’insegna di “Donna…Donne suggestioni della materia”, momento espositivo pro-posto a Noventa Vicentina sino al 18 marzo, in apertura nelle due giornate del fine settimana, all’interno di villa Barbarigo. A mettersi in gioco sono state la pittrice Cristina Masiero, San-dra Baruzzi nella scultura e Michela Battistella nella fiber art.

Valle San Giorgio - Renzo e Lucia in scenaEsperienza di teatro che passa attra-verso la messa in scena di un classico della letteratura. Nell’ambito della ras-segna “Giovani a teatro”, presso la sala teatrale “San Giorgio”, nell’omonima località, Valle San Giorgio, nei pressi di Baone, organizzata dal Coordinamento Pastorale Vicariale di Este, i giovani attori dell’istituto Atestino di Este mettono in scena “I Promessi Sposi del…Bignami”. Un lavoro teatrale in cui i ragazzi si misurano con una rie-laborazione in cui a fare da guida per il lavoro è lo stesso Manzoni, e dove i protagonisti sono rivisti naturalmente in una chiave moderna.

Monselice - L’abate BrunacciRicordo particolare per un anniversario atteso e sentito come importante. A 300 anni dalla nascita dell’abate Giovanni Brunacci la sua Monselice gli dedica, per la giornata di domenica 1 aprile, un annullo filatelico speciale, che sarà disponibile per gli appassionati nella stessa giornata presso lo sportello speciale che sarà aperto presso il Complesso monumentale di san Paolo. Un segno della scelta di ricordare l’opera e la vita di un autore che ha contri-buito moltissimo alla storia di Monselice e della diocesi di Padova.

Noventa Vicentina - Libero webInternet libero e gratuito pure a Noventa Vicentina, all’insegna della possibilità per tutti o quasi, se ne hanno voglia e un pizzico di capacità fra computer e telefonini di ultima generazione, di navigare anche mentre si passeggia o si trascorre qualche ora con gli amici in movi-mento fra una bottega, un porticato e una piazza. Al momento il servizio è usufruibile in piazza IV Novembre e in piazza Co-lonna, luoghi di incontro e di ritrovo, ed è libero, previa identificazione per chi lo richiede.

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Monselice - Sora nostra acquaL’amministrazione comunale di Mon-selice si mette in gioco con impegno per proporre un concorso sul tema de “L’acqua! Risorsa preziosa”, riservato ai giovani alunni e studenti delle scuole dell’obbligo nelle province di Padova, Rovigo e Vicenza. Lo scopo è quello di far approfondire ai giovani l’impor-tanza dell’acqua, nelle sue diverse sfaccettature, anche se l’attenzione è posta di certo sugli aspetti più scienti-fici, senza tralasciare però quelli storici o legati al territorio. Spazio quindi per il liquido vitale sentito e visto in tante maniere, a partire come ricordato dalla storia e dal mito, ma senza scordare l’atmosfera o gli organismi, l’acqua ter-male, gli stati fisici e le risorse idrogeo-logiche e quanto altro ispiri la creatività giovanile. La premiazione è prevista nell’ambito della manifestazione “Tre giorni in viaggio con la scienza”, in programma dall’8 al 10 giugno.

Monselice - Dionisio e i suoi quadriMostra di pittura per ricordare un protagonista nell’arte figurativa, legato in particolare alla cultura veneta e padovana. Per tutto il mese di febbraio e nella prima metà di quello di marzo il complesso monu-mentale di san Paolo a Monselice ha ospitato una mostra dedicata al pittore Dionisio Gardini. Una produ-zione, quella dell’artista padovano, che sa mettere assieme con impron-ta nuova e moderna i tratti di segno legati all’attenta tradizione classica.

Monselice - Scienze per tuttiPer conoscere e gustare meglio la scienza nel suo lato più curioso, a partire dalle risorse diverse, è pronta a Monselice la mostra interattiva “Scienza e meraviglia”, curata dall’as-sociazione “La fucina delle scienze”, in collaborazione con l’amministra-zione della città ai piedi della Rocca e la Provincia di Padova. Lo scopo è quello, lodevole nel momento in cui questo settore viene trascurato nell’istruzione curricolare, di far co-noscere e provare da vicino le prime esperienze fra biologia, chimica e fisica, grazie naturalmente alle possi-bilità già presenti all’interno del mu-seo delle macchine termiche “Giulia e Orazio Centanin”. Oltre all’invito alle scolaresche, è possibile pure anche partecipare a percorsi monotematici su argomenti specifici in programma una settimana al mese. La mostra si conclude il 1 giugno.

Este - Tutto un mese al fem-minilePercorsi di incontri in occasione dell’8 marzo, a Este, festa della donna, rigorosamente per ricordare che “l’altra metà del cielo” ha diritto completo di cittadinanza, ma pure per mostrare la capacità, non indiffe-rente del gentil sesso, nel riuscire ad esprimersi in tante maniere creative.L’inizio si è visto con una mostra fotografica quasi completamente al femminile, dal titolo “Never again”, per dire un basta definivo alla vio-lenza sulle donne. Se non basta, oltre alle informazioni bibliografiche e consigli di lettura della biblioteca civica, incontro con la giovane autrice Flavia Piccinni, che si è confrontata con un pubblico di stu-denti delle scuole superiori. Ancora, per una settimana, mostra di varie forme d’arte nella Pescheria Vecchia, a cura dell’associazione “Tessitori di speranze” con pittura, fotografia, ritratti, scultura con diversi materiali, il tutto rigorosamente al femminile. Giornata con il Museo nazionale Atestino aperto gratuitamente per le donne nella giornata dell’8 mar-zo, mentre il culmine delle diverse proposte si è visto nel secondo fine settimana di marzo, con visite guida-te allo stesso Museo, e una sfilata di moda, dove le studentesse dell’indi-rizzo artistico dell’istituto “Ferrari” di Este hanno dato prova della loro bravura con abiti ispirati al futurismo e realizzati con materiali di recupero. Per finire, martedì 13 marzo, presso la biblioteca civica, sono stati pre-sentati due testi sulla condizione femminile nell’ebraismo, mentre una nuova mostra viene inaugurata presso la Pescheria Vecchia sabato 24 marzo.

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10 Una chiesa da salvareÈ quella degli Zoccoli ad Este, a rischio di sprofondare e di

restare scoperchiata.140 pali lunghi più di 12 metri salveranno la chiesa degli Zoccoli. I l Comune ha approvato il progetto esecutivo della prima parte dell’intervento di recupero dell’edificio sacro, che versa in condizioni preoccupanti. Gli Zoccoli sono chiusi da anni perché non c’erano più le condizioni di sicurezza necessarie, ma fra qualche mese la situazione potrebbe essere risolta. Il progetto prevede che vengano infissi nel terre-no 140 pali di sostegno, che verranno ancorati allo strato argilloso in profondità. Le fondamenta della chiesa, infatti, poggiano su di uno strato del tutto inaffidabile: la fascia sotterranea pare essere composta da materiale di riporto e non consente, dopo molti secoli, una stabilità adeguata. L’intervento si svilupperà comunque in due direzioni e andrà a sistemare anche il tetto. La copertura è stata lesionata dagli agenti atmosferici, che hanno creato una voragine fra le tegole. Per ora solamente un telo di plastica protegge gli interni dalla pioggia. Il primo stralcio della campagna di restauri costerà circa 900 mila euro. Il finanziamento principale arriva dall’Ar-cus, la società statale nata per tutelare il patrimonio culturale, e consiste in 500 mila euro. Altri 243 mila euro verranno forniti dalla Regione, mentre il Comune

ne metterà 117 mila.Dal Municipio fanno sapere che questo primo inter-vento servirà solo a mettere in sicurezza la chiesa, che potrà tornare al suo antico splendore solo in un secondo momento. Per ripristinare anche gli interni servirebbero milioni di euro, che in questo periodo di ristrettezze finanziarie rimangono un’utopia. Resta ancora da capire se gli Zoccoli verranno riaperti al pubblico, almeno per qual-che visita o in occasioni particolari, una volta conclusa la prima fase del progetto. I lavori di consolidamento partiranno alla fine dell’estate e dureranno almeno un anno e mezzo.

Ferdinando Garavello

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U n giorno mi fece visita una signora. Era stata da me qualche anno prima per fare alcuni incontri. In seguito alla morte del marito era

caduta in uno stato di intensa malinconia; ma dopo poche sedute aveva dovuto andare a vivere in una città lontana e non avevo più avuto sue notizie. Ora invece me la ritrovavo davanti, completamente mutata, con uno sguardo sereno, contento. Mi disse che aveva trovato un altro compagno, ed era felice; ma ciò che l’aveva completamente ristabilita era stato “rendersi conto di quanto fosse stata fortunata nella vita”. Era cresciuta in una famiglia numerosa, senza padre, ma con una madre allegra, positiva, piena di grinta e voglia di vivere; nonostante i problemi quotidiani da af-frontare aveva fatto da padre e da madre ai suoi figli in una maniera straordinaria, seminando in loro la fiducia in se stessi, quella fiducia che solo un genitore sa dare: convincendoli di essere pieni di valore e potenzialità. Così, nonostante la povertà e l’assenza del padre, un senso di ottimismo li aveva costantemente supportati. La madre aveva dovuto fare i lavori più umili e pesanti per poter mantenere la famiglia; ma non aveva mai fatto pesare su nessuno le sue fatiche, le sue preoccupazioni. Molte erano le persone che li commiseravano, ma loro quasi non capivano quelle parole. Infatti la signora mi disse di ricordare quegli anni come tra i più belli e spe-

Think positive!

Il pensiero positivo dona gemme anche

ai più disagiati, in realtà i veri ricchi.

di Mariagrazia Parigi

ciali della sua vita; ed ora comprendeva quanto anche la madre fosse stata contenta della sua famiglia, della sua esistenza, nonostante tutto quello che le era capitato; e l’aveva sempre espresso apertamente: “Ragazzi, siete la luce della mia vita, e ne vado fiera!”. La signora ne comprendeva ora il senso, ora ch’era an-ziana, ma che grazie a quelle parole aveva potuto vivere l’esistenza con la stessa gioia della madre. Quindi, mi disse, lo doveva a lei, al suo esempio, se tante volte, e soprattutto dopo la perdita del marito, aveva trovato una grande grinta dentro di sé, e con essa la voglia di vivere ancora con gusto l’esistenza. Un ricordo su tutti le bal-zava davanti agli occhi, in maniera emblematica: aveva dieci anni, ed erano stati sfrattati dalla loro casa per andare a vivere in un’abitazione ben più misera, piccola e in periferia; un senso di disperazione aveva pervaso tutti, ma la madre era riuscita a convincerli a mettere a posto quell’edificio fatiscente; la loro forza numerica e la loro creatività fecero riaffiorare una casetta dignitosa e di tutto rispetto; la vicinanza ai prati e al verde inoltre rese la situazione piena di spazi e opportunità. E ben presto la serenità tornò a risplendere nei loro cuori. Crebbero così, poveri ma sereni, e con tante idee da concretizzare. Quindi la signora mi salutò e mi lasciò l’ennesima conferma della bellezza della positività, del potere della sua espressione, della forza della sua creatività.

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L’articolazione della mandibola è una articolazione com-plessa costituita da: due porzioni ossee (il condilo della mandibola e la fossa articolare dell’osso temporale), da un disco fibrocartilagineo, da dei legamenti e da una cap-sula fibrosa. La mandibola è mossa nei vari movimenti di apertura, protrusione e lateralità dai muscoli masticatori. Una noxa che colpisca l’una o l’altra di queste strutture può dare patologie e sintomi di tipo diverso. La disfun-zione temporo-mandibolare statisticamente colpisce la popolazione adulta in una percentuale che va dal 40 al 75% ed è più frequente nel sesso femminile. Può colpire però anche bambini e adolescenti. I segni e i sintomi che ricorrono più frequentemente si possono riassumere in: tensione muscolare dei muscoli facciali e del collo, rumori di click o scrosci aprendo e chiu-dendo la bocca, difficoltà ad aprire la bocca, dolore nello sbadigliare e nel masticare, stanchezza muscolare, mal di testa, dolore all’orecchio (che può simulare una otite), ru-more di fischi o tinniti, senso di orecchio tappato, vertigini.Le cause che possono essere associate nel determinare la patologia della disfunzione temporo-mandibolare sono: cattive condizione dell’occlusione come morsi aperti ante-riori, morsi crociati posteriori, assenza di denti posteriori, chiusura della mandibola deviata da interferenze dentali (dovute ad esempio ad otturazioni o protesi mal eseguite),

Disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare.

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STUDIO DENTISTICO Dott. LUIGI CESARO Medico chirurgo odontoiatra

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bruxismo (il digrignare i denti) ma anche traumi, colpi di fru-sta da incidenti stradali, artrosi e artriti, stress emozionale.La terapia deve essere impostata dopo una accurata anamnesi e visita con il supporto di esami come la Rx delle articolazioni, la Risonanza Magnetica ed esami strumentali che registrano i movimenti della mandibola come l’assiografia elettronica, l’esame kinesiografico e l’esame elettromiografico.I presidi terapeutici per la cura della disfunzione delle articolazioni temporo-mandibolari possono essere di tipo diverso: farmacologico, fisioterapico, terapia con byte o in certi casi intervento chirurgico.Una volta ottenuta la regressione della sintomatologia può essere utile stabilizzare l’occlusione a seconda dei casi con il molaggio selettivo dei denti, con la costruzione di una protesi adeguata o con il trattamento delle arcate dentarie mediante apparecchi ortodontici.Gli specialisti che hanno competenza specifica per la diagnosi e la terapia di questa patologia nell’ambito dell’ odontoiatria sono gli gnatologi e la specialità si chiama Gnatologia.Nel nostro studio dentistico trattiamo la di-sfunzione dell’articolazione della mandibola e valutiamo l’eventuale relazione con problemi posturali ed ortodontici.

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I vigili del fuoco atestini spengono quest’anno 50 candeline. Va in scena il 31 marzo e il primo di aprile, all’interno dei giardini del castello, la grande festa per il mezzo secolo del distaccamento di Este. Spulciando gli archivi, a dire il vero, risulta che una presenza del Corpo all’ombra della porta vecchia è attestata sin dal 1957. In quel periodo, però, c’era solo un operatore che smistava le telefonate e le richieste d’intervento a Padova. Nel 1962, invece, è stata costituita la prima squadra antincendio: il comando era formato da un caposquadra, un autista e quattro militari. Il primo capodistaccamento è stato D’Ambro, seguito nel corso degli anni da Zancarini, Iannuzzi, Lunardi, Michelotto, Nicolli, Minozzi, Carraro, Turato, Pizzeghello, Merlin e Michelotto. Nel corso degli anni le cose sono molto cambiate e ora lavorano nel distaccamento 32 pompieri, che coprono la giornata dividendosi i quattro turni di presenza. La caserma estense è competente per un’area molto vasta, dai confini con le province di Vicenza, Verona e Rovigo sino al monselicense. Dalle sponde dell’Adige ai rilievi collinari degli Euganei, i pompieri devono essere pronti a gestire

una gamma incredibile di emergenze. Si va dal “semplice” incendio, che può essere domestico, di sterpi o boschivo, sino alle alluvioni. Passando per aperture porte, soccorsi a persona, salvataggi di animali in difficoltà e molto altro ancora. Un capitolo molto importante della casistica affidata ai vigili del fuoco, che devono intervenire anche nell’eventualità di sinistri sulla autostrada A13, riguarda gli incidenti stradali. Il lavoro dei pompieri verrà spiegato a grandi e piccoli nella giornata di sabato 31: i bambini potranno conoscerlo grazie a un percorso divertente, salvando un micetto bloccato su di un albero o spegnendo un piccolo incendio. Domenica, infine, spazio alle premiazioni e alla storia del distaccamento. I cui mezzi saranno a disposizione del pub-blico per tutto il giorno.

Non tace mai quella dei pompieri, ad Este da ben

mezzo secolo.

Per chi suona la campana

di Ferdinando Garavello

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ospedale di Monselice polverizza il record dei mille nati all’anno e si prepara alle difficili sfide del futuro. Nel 2011, per la prima volta, più di

mille neonati hanno visto la luce nel reparto di ostetricia e ginecologia del plesso ospedaliero monselicense. Nel 2010 erano stati 846, mentre l’anno precedente erano nati 883 bimbi. L’età media delle mamme italiane è di 32,8 anni, quella delle gestanti extracomunitarie è di soli 28 anni: l’età media complessiva si assesta attorno ai 31,7 anni. Il 25 per cento dei nati arriva da mamme straniere. Il 65 per cento di queste ultime proviene dal Nord Africa, il resto dall’Europa dell’est. L’unità operativa dell’ospedale di Monselice è dotata di sale parto di nuova concezione, con la possibilità per le

Tante sono le nascite registrate nel 2011 all’ospedale della Rocca.

donne di portare avanti il travaglio su di un letto speciale che consente grande libertà di movimento. Ma ci sono anche le vasche per il parto in acqua. Di recente sono stati acquistati tre nuovi ecografi di ultima generazione, frutto di un investimento complessivo di 200 mila euro. Fra questi c’è un’apparecchiatura di altissima gamma con scansione 3D: uno strumento all’avanguardia per lo studio della morfologia del cuore fetale e per la diagnosi sempre più accurata di eventuali malformazioni. “Sicuramente questo risultato - sottolinea il dottor Paolo Lucio Tumaini, direttore dell’unità operativa complessa di ostetrica e ginecologia - premia gli sforzi compiuti dall’azienda per mi-gliorare gli standard di qualità del servizio offerto”. Ma non è tutto. “Voglio sottolineare - continua infatti il medico - come queste nuove acquisizioni siano state valorizzate al meglio anche dalla presenza di uno staff medico e infermieristico assolutamente competente e sensibile alle esigenze delle gestanti. Siamo consapevoli che queste ultime si appoggiano a noi per seguire un percorso carico di gioia e di emozioni, ma che inevitabilmente porta con sé anche qualche piccola ansia”. “Siamo impegnati - gli fa eco il direttore generale, Giovanni Pavesi - nell’offrire un’assistenza completa durante la gravidanza, cercando per quanto possibile di fornire i servizi di primo livello direttamente sul territorio, senza la necessità quindi di recarsi sempre in ospedale”. “Così la nostra assistenza inizia fin dai primi giorni, con l’attività dei consultori distrettuali - conclude il direttore - e prosegue con le visite e le ecografie ambulatoriali a Este, Monselice, Conselve e Montagnana, fino al travaglio vero e proprio”.

Mille nati a Monselice

di Ferdinando Garavello

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Arriva l’estate! Non fatevi cogliere impreparati.

Da Ksport alcuni consigli per stare bene con voi stessi e con gli altri.

L’inverno che ci siamo lasciati alle spalle passerà alla storia come uno dei più freddi di tutti i tempi, ma ormai il ghiaccio e la neve dei mesi scorsi sono solo un brutto ricordo. Tutt’in-torno la natura è pronta a mostrarci la sua bellezza e dentro di noi comincia a farsi sentire la voglia d’estate.Ma siamo certi di essere pronti per questo importante ap-puntamento? D’estate le occasioni per stare insieme agli altri sono molto frequenti: si esce più spesso, si va in vacanza, ci si innamora... E per stare bene con gli altri è fondamentale stare bene innanzitutto con se stessi e con il proprio corpo. Ritrovare il proprio benessere è semplice se sap-piamo come farlo.

Buttiamo giù i chili di troppo!Alla base del benessere fisico c’è un’alimentazione sana ed equilibrata, ma talvolta “mangiare un po’ di tutto” non è sufficiente a raggiungere la forma fisica che desideriamo. In questi casi deve entrare in campo una dieta specifica per la riduzione del peso corporeo.Ksport vi propone la Dieta Tisanoreica di Gianluca Mech. Sana, veloce e alla portata di tutti, la Dieta Tisanoreica vi consente di perdere fino a 8 Kg in 40 giorni. La Tisanoreica è una dieta basata sull’attivazione della chetogenesi, un meccanismo di scioglimento dell’adipe

per ricavarne energia. In pratica funziona così: riducendo al minimo l’apporto di carboidrati, il corpo attinge energia dai grassi, che rappresentano le nostre “riserve” energetiche.Al termine della dieta, oltre a sentirvi più “leggeri”, vi senti-rete anche estremamente energici e vitali. Questo perché gli alimenti della dieta Tisanoreica sono sani e di ottima qualità. Il costo? Solo 4 euro a pasto!

Tonifichiamo il nostro corpo!Lo sapevate che svolgere 45 minuti di moderata attività fisica per tre volte a settimana vi aiuta a perdere peso e riduce del 60% il rischio di malattie cardiovascolari (una delle principali cause di morte in Italia)?Lo so a che cosa state pensando: la palestra costa troppo, non avete abbastanza tempo, alla sera siete troppo stan-chi. Ma la salute ha un prezzo? Certamente no, ed è per questo che Ksport vi offre una vasta gamma di prodotti di alta qualità per svolgere nella comodità di casa vostra l’attività fisica di cui avete bisogno per restare in forma e in salute. Tapis roulant, cyclette, ellittiche: da Ksport troverete l’attrezzo per l’homefitness che fa per voi a un prezzo imbattibile.Una volta recuperato il benessere fisico sarete pronti per un’estate da protagonisti, e sarete consapevoli di come un’alimentazione sana e una regolare attivi-tà fisica possano diventare la basi per un nuovo stile di vita! Inoltre da Ksport potrete trovare abbigliamento e mate-riale tecnico per le arti marziali, integra-tori alimentari, ap-parecchi delle migliori marche per magneto-terapia, cavitazio-ne, pressoterapia, epilazione ed elet-trostimolazione.

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Baffo vede una farfalla, tenta di afferrarla con la zampa, salta: lei, lieve, vola via.

di Chiara Scavazza

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a tua foto scorre veloce sul pc, piccolo meticcio abbandonato, solita storiella della volontaria del canile. Mia figlia vuole un cane, è da un po’ che

insiste. Va bene andiamo a vederlo, solo un’occhiata per farla contenta e non sentirsi dire un domani tu non hai voluto. Scherzate, io voglio. Via al canile, un giretto verso il buio, una struttura fatiscente, un abbaiare infinito e un cane educato all’ingresso. Le gabbie sono quasi vuote perché gli animali sono stati trasferiti in un’altra struttura. Tanto meglio, sorrido. In effetti tu non sei qui. Andiamo piccola, sussurro a mia figlia, nonostante i suoi occhi si siano posati su un cucciolo di labrador di appena quattro mesi. La convinco che è destino, se non sei qui un motivo ci deve pur essere. La strada del ritorno è assurda-mente leggera per me. Sento di poter vivere anche senza un cane nonostante ne abbia avuti in passato. Giunte a casa mia figlia, testarda, si collega a internet e ti cerca, mamma, grida, ho solo sbagliato rifugio, come, che storia è questa? Si ricomincia. Fammi vedere, mi siedo davanti al monitor e leggo. Quanti destini sfortunati. Vabbé domani facciamo un salto, lo dico senza convinzione. E arriva domani, fa freddo, c’è la nebbia e gocce di umidità spes-se come pioggia ci investono. Ti abbiamo visto, sì carino, taglia piccola, nove chili, dieci mesi. Non ti portiamo via, ci pensiamo, grazie e arrivederci. Un cane è un grande impegno ma una parte di me cede all’imprevi-sto convinta che il giorno a venire porti con sé sempre del bene e mi convinco, elaborando le ragioni di mia figlia, che questo cane sia un’op-portunità. L’indomani ripartiamo con l’intenzione di portarti a casa. Preaffido, mi sembra un’ottima soluzione, sessanta giorni di prova, freno l’ansia. Tu piccolo scricciolo sali in macchina senza battere ciglio, semplicemente ti siedi dietro a me e lecchi le mani di mia figlia. Pensare che noi non abbiamo ancora fatto nulla! Inizia così la nostra storia, con sguardi lucidi, occhiate vivaci, guaiti e lunghe passeggiate. Quanto camminiamo, io e te. Mi è stato detto che hai sofferto molto. Ma io parto da questo presente e con fermezza ti faccio capire come muoverti in casa, sembri capire. Ti do limiti concreti e so che, come i bambini, pure tu ne hai bisogno. Mi sei grato e me ne accorgo. Cammini tranquillo al mio fianco, affondi il muso nell’erba e nell’asfalto, salti davanti a una farfalla e corri veloce come fossi uno dei tanti figli del vento nonostante la placca di ferro nella zampa posteriore destra. Nessuno se ne accorgerebbe vedendoti volare. Guardandoti capisco cosa significhi vivere leggeri. Italo Calvino ha dedicato la prima delle “Lezioni americane”

alla leggerezza e scrive: “Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro (…)”. Ed è qui il punto, sgravare, togliere peso alle cose. Etty Hillesum, morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943 nel suo Diario 1941-1943, annota: “L’uomo occidentale non accetta il dolore come parte di questa vita: per questo non riesce mai a cavarne fuori delle forze positive. Quando mi deporteranno ecco cosa mi mancherà: qui a casa basta che allunghi una mano, e subito ritrovo le parole e i frammenti di cui il mio spirito ha bisogno in un deter-minato momento. Bisogna invece che abbia tutto in me stessa. Si deve anche essere capaci di vivere senza libri e senza niente. Esisterà pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare e abbastanza spazio dentro di me per congiungere le mani in una preghiera (…)”. Ecco la leggerezza intesa come levità, sospensione e sottrazione di peso che è un valore positivo, non legge-rezza nell’accezione negativa di frivolezza o superficialità, fin troppo abusata. Baffo non conosce i miei pensieri, trotterella rilassato, fiuta curioso, marca il territorio. Semplicemente. Continuiamo a camminare, io e Baffo.

LeggerezzaL

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Il DivisionismoLa luce del moderno.

Rovigo, Palazzo Roverella 25 febbraio - 24 giugno 2012.

l Divisionismo è stata una delle più emozionanti stagioni dell’arte italiana negli ultimi secoli e ora una grande mo-stra la ripropone, con un taglio nuovo e con una scelta

eccellente di opere. Il periodo divisionista illuminato dall’esposizione è quello tra il 1890 e la fine della Prima Guerra Mondiale. Il Divisionismo è un movimento pittorico italiano che si sviluppa a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo e si evolve per un periodo piuttosto lungo. Secondo alcuni studiosi trovò il suo esponente principale in Pellizza da Volpedo, secondo altri in Giovanni Segantini. I principi che ne codificarono le direttive furono delineati da Gaetano Previati che ne sviluppò le linee influendo sia sul territorio ligure che su quello lombardo. L’atto ufficiale che sancisce la nascita del Divisionismo è alla Triennale di Milano dove, nel 1891 viene esposto il quadro “Le due madri” di Giovanni Segantini. Il Divisionismo prende anche spunto dal Pointillisme francese, derivato dalla corrente impressionista, che accosta nella tela attraverso puntini, e non pennellate, colori puri senza mischiarli. La tecnica del Pointillisme consente di ottenere la massima luminosità accostando i colori complementari. Con tale tec-nica l’artista si prefiggeva di ottenere la scomposizione del colore sulla scorta delle conoscenze scientifiche dell’epoca, scomposizione e acquisizione naturale dei colori a livello retinico. Secondo tale principio, è la retina dell’osservatore a dover ricomporre tonalità e sfumature derivate dalla pittura “per punti”. Nel Divisionismo i puntini diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si sovrappongono. Pittura di luce, colore ma anche e soprattutto pittura di emozioni. È l’avvio di un’altra grande storia tutta italiana: Plinio Novellini e i grandissimi Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo. E ancora, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà e molti altri. A promuoverla sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e L’Accademia dei Concordi di Rovigo, in collaborazione con Provincia di Rovigo. Main sponsor: Intesa Sanpaolo.

Palazzo Roverella - Via Giuseppe Laurenti, 8 - RovigoOrari di apertura della mostra: Feriali: dalle 09.00 alle 19.00 - Sabato e Festivi 09.00 - 20.00

Chiuso i lunedì non festivi.Per info: Tel. 0425.460093 - [email protected] - www.mostradivisionismo.it

Enrico Lionne - Fuori Porta San Giovanni - 1911 - olio su tela

Carlo Carrà - Uscita dal teatro - 1909 - olio su tela

Benvenuto Benvenuti - La nascita di Venere - 1907 - olio su tela

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Inquadra il QRcodecol telefoninoe scopri di più!

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Gold newsVicenza Winter gioielli

Si è chiusa il 19 gennaio, la sei giorni di VicenzaOro Win-ter, Salone internazionale. La partecipazione italiana ha registrato la presenza di tutte le più importanti aziende che operano nei diversi distretti produttivi della Nazione. I dati confermano le proiezioni: circa 7.500 le presen-ze straniere, mentre quelle italiane si sono attestate intorno alle 8.650. Complessivamente, la presenza dei buyers per i 6 giorni di manifestazione ha registrato il dato delle oltre 27.000 visite a VicenzaOro Winter e T-Gold ultime tendenze di oro e gioielli.VicenzaOro ha evidenziato un’interessante vitalità della produzione gioielliera mondiale, con un’offerta fortemente incentrata sulle nuove tendenze, design e innovazione e la volontà della produzione made in Italy di imporsi a livello internazionale per le sue eccellenze.I buyer provenienti da 120 Paesi diversi hanno ma-nifestato interesse e buona propensione rispetto alle collezioni presentate. Interessanti performance sono state raggiunte da Bra-sile, Russia, da alcune economie dell’Europa Centro-Orientale e dall’area del Golfo. Risultati leggermente in calo sono stati ottenuti da alcuni mercati consolidati come Francia, Germania, Grecia, Portogallo, com’era atteso alla luce del quadro economico-finanziario dell’area.

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Miss Italia farà visita a Este

Sì, la notizia è confermata, miss Italia, Stefania Bivone approderà ad Este il 31 marzo, grazie alla nostra capar-bietà aziendale e alla complicità dell’azienda Miluna, sponsor e realizzatrice della corona delle miss. Un momento da celebrare con amici e clienti in compa-gnia della bellissima Stefania che ha sbaragliato le altre concorrenti con il 74,8% di preferenze, contro il 15,3% per Mayra Pietrocola e il 9,9% per Sarah Baderna. Ma chi è la nuova Miss? Nata a Reggio Calabria il 15/05/1993, Miss Italia ha 18 anni e vive a Sinopoli (RC), insieme ai genitori. Alta 1,79 metri, occhi marroni, capelli castani, è al quinto anno di liceo scientifico, aspira a laurearsi in Giurisprudenza, ma sogna anche di affermarsi nel campo dello spettacolo come cantante. L’avventura di Stefania a Miss Italia inizia quasi per caso: dopo aver partecipato alle prime selezioni di Miss Italia quasi per gioco, quando ha ottenuto il tito-lo di Miss Calabria ha cominciato a credere davvero nell’opportunità offerta dal Concorso Miss Italia sarà presente ad Este, in via Giacomo Matteotti ospite della Ferro Gioielli dalle 17.00 alle ore 19.00

Fabrizio Ferro

Salone internazionale - Vicenza Stefania Bivone - Miss Italia 2011

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Frammenti quotidiani e scrostature.

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“Perplesso” intitolava una delle sue “Prediche inutili” il pre-sidente Einaudi. Di motivi per essere perplessi ce ne sono tanti ed ora ne passiamo in rassegna qualcuno. Da tempo immemorabile si sente ripetere: se non ci fosse evasione fiscale, tutti i contribuenti onesti pagherebbero meno tasse. A lume di buon senso può essere vero. Ma non potrebbero le cose andare diversamente? Cioè, scoperti gli evasori e assicurata all’erario una cospicua massa di nuovi introiti, siamo sicuri che lo stato utilizzerebbe le nuove risorse per alleggerire la pressione fiscale sui contribuenti loro malgrado onesti? O non c’è invece il rischio che le nuove masse di denaro acquisite con la lotta gli evasori vadano in nuove spese e che le promesse di equità fiscale passino in cavalleria? Oggi al governo ci sono i tecnici che, almeno per il momento, non mostrano l’intenzione di farsi rieleggere; ma pensiamo ad un ritorno in scena dei politici di lungo corso: con tutti quei quattrini in mano - l’evasione è di cir-ca 160 miliardi all’anno, secondo le stime della Corte dei Conti - a chi non verrebbe la tentazione di irrigare i propri bacini elettorali, momentaneamente rinsecchiti dalla cura Monti, gratificando teatranti senza pubblico, riviste senza lettori, fondazione più o meno imprecisate, senza contare i viaggi di studio e i gemellaggi? Dati i precedenti qualche perplessità si può avere. Per cui “sieno dannati gli evasori fiscali / che la dichiarazione mai non fanno” (ispiriamoci al sommo Poeta!), ma tutti gli altri non si illudano.

Riforme della giustizia: anche qui la perplessità è d’obbligo. Nel 2005 abbiamo letto l’ultima sentenza su piazza Fon-tana (dicembre 1969); oggi, febbraio 2012, apprendiamo dai giornali che sono state richieste nuove perizie per identificare senza ombra di dubbio l’esplosivo impiegato per la strage di piazza della Loggia (maggio 1974). La prima riforma dovrebbe essere quella di evitare il ridicolo; poi tutto il resto.

Negli anni Settanta, ai tempi dei primi choc petroliferi, si favoleggiava che la razionalizzazione dei punti vendita (vale a dire meno distributori) avrebbe contribuito a calmierare i prezzi di benzine e affini. Oggi si afferma il contrario: libe-ralizzare l’installazione di nuovi punti vendita contribuirà a tenere i prezzi sotto controllo. Perplessità e scetticismo sono d’obbligo, e purtroppo sono anche la condanna di chi ha buona memoria.

Politica e istituzioni hanno costi eccessivi: chi osa negarlo? In proposito, che ne sarà delle province? Le province saran-no abolite, come titolano i giornali? Oppure si ridurranno? O si consorzieranno? O magari nasceranno enti intermedi fra le Regioni e i comuni (tutto può accadere) incaricati di gestire funzioni e risorse delle ex province?Qualcuno poi può spiegare a che cosa servono e quanto costano quegli organismi che ebbero i loro momenti di gloria ai tempi della programmazione economica dei primi governi di centrosinistra? Mi riferisco al CIP (Comitato interministeriale prezzi), al CIPI (Comitato interministeriale programmazione industriale), al CIPE (Comitato intermini-steriale programmazione economica); e che dire del CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, previsto addirittura dalla Costituzione), residuo di corporativismo e di piani quinquennali? Non sarebbe il momento di rifletter-ci e magari mandarne qualcuno, consiglieri compresi, in onorevolissima quiescenza? Purché poi non sorgano enti liquidatori la cui azione si protragga nei decenni…

Infine la madre di tutte le domande: riusciranno i nostri eroi a ridurre il numero dei parlamentari? E i sopravvissuti non avocheranno a sé stipendi e benefici dei colleghi politica-mente scomparsi, magari con la scusa del maggior carico di lavoro? La fiducia nei momenti di crisi è d’obbligo, ma anche in questo caso i precedenti autorizzano qualche perplessità.

Perplesso di Fabio Orpianesi

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Trieste a buffet26

di Lamberto Cicognani

Viaggi brevi, escursioni, scoperte per week-end e tempo libero

Di motivi per un giretto a Trieste se ne trovano sempre parecchi: il castello di Miramare, o quello di Duino, o ancora quello di San Servolo appena dentro l’entroterra sloveno, la cattedrale di San Giusto o le rive dove si è fatta tanta storia patria con pagine anche altamente drammatiche come la risiera di San Sabba o la foiba di Basovizza sulle alture circostanti la città.Ma la proposta odierna punta in due direzioni forse poco usuali ma non meno allettanti: in centro città cercate e trovate le statue in bronzo a grandezza naturale e perfettamente realistiche di alcuni fra i più grandi let-terati del Novecento che a Trieste, città cosmopolita ed eclettica,nacquero o soggiornarono lasciandovi un’im-pronta indelebile. Parliamo dei romanzieri Italo Svevo e James Joyce e del poeta Umberto Saba. Incontrarli per strada, in atteggiamenti usuali come se fossero vivi e veri fa sempre un certo effetto, è sicuro!L’altra direzione è la cerca, sempre nel cuore della city, di alcuni dei locali da ristorazione più caratteristici della città, i cosiddetti buffet. Il termine francese nel dialetto triestino sta ad indicare un locale dove si serve prevalentemente carne di maiale bollita, tenuta al caldo nel bancone riscaldato e dentro pentoloni detti “caldaie”. Il buffet rimanda alla mensola della credenza sulla quale si riponeva la carne del ma-iale macellato in casa. Sono locali veramente particolari questi, dove ad ogni ora è possibile gustare non solo uno dei tanti tagli bolliti (anche solo per un succulento panino) sposati dalle salse gagliarde della tradizione mitteleuropea, ma anche una serie di piatti tradizionali accompagnati da un ottimo calice o da una birra di ricca personalità. I buffet hanno affiancato la storia della città in quanto ritrovi popolari nel senso più ampio del termine e sono la

più compiuta forma di democrazia alimentare su piazza: al buffet ci vanno tutti, ma proprio tutti, senza distinzioni fra giacca e cravatta e tuta da lavoro. È la festa dei pezzi bolliti: il cotechino, la coppa, la lingua e una parata di salsicce, ma anche il prosciutto caldo cotto in crosta di pane, tartine, stuzzichini, spunci, diremmo noi, che fanno la somma con la jota, minestra d’orzo, il baccalà, le patate in tecia, con le cipolle, il pesce in genere, il gulasch e i vari dessert, strudel e gubane. E non è detto che sia finita così. Cosa desiderare di più?Inoltre si può scegliere fra uno spuntino veloce al banco e un comodo pranzo al tavolo. I vini e le birre sono a scelta sicura e accompagnano un’esperienza che va al di là del semplice consumo di cibo: al buffet è come assaggiare una città intera con una buona fetta della sua storia consumata fra Est ed Ovest, splendida cerniera fra due mondi in cerca di integrazione.

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Maccheroncini primavera

In gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gustodi Lamberto Cicognani

Gnocchetti sardi con piselli, speck e zafferano

Mille e una pasta! Noi italiani, ma sempre più anche altri buongustai, alla pasta e alle sue infinite variazioni proprio non vogliamo rinunciare, soprattutto se il piatto proposto si arricchisce con qualche procedimento di cottura che vada al di là della semplice abbondante acqua salata.Allora, maccheroncini, zucchine e una sapiente gratina-tura, la primavera si propone con gusto, equilibrio e una certa corposità. Vediamo per sei persone ingredienti e procedimento: 500 gr. di maccheroncini, 500 gr. di zuc-chine, mezza cipolla, una carota, una gamba di sedano, basilico, un tuorlo d’uovo, 60 gr. di burro, 30 gr. di farina, mezzo litro di latte, 200 gr. di mozzarella, un mestolo di brodo, pangrattato, sale e pepe. Facciamo sciogliere in un casseruolino la metà del burro unendovi la farina, un pizzico di sale e pepe, versiamo poco per volta il latte e portiamo ad ebollizione sempre rimescolando; avremo così una besciamella omogenea. Lasciamo intiepidire e incorporiamo il tuorlo d’uovo. Tritiamo cipolla, carota e sedano piuttosto finemente, quindi tagliamo le zucchine lavate a fettine. In un tegame facciamo rosolare il trito di verdure con il resto del burro o in olio d’oliva, aggiungiamo

le zucchine, saliamo, pepiamo, versiamo il brodo e lascia-mo a fuoco medio per circa mezz’ora facendo attenzione a che il composto non asciughi troppo. Facciamo cuocere i maccheroncini come al solito, condiamo con il sugo di zucchine e con un po’ di basilico finemente tritato. Nel frattempo avremo tagliato a tocchetti la mozzarella che andremo ad unire alla pasta girando bene il tutto. Versiamo tutto in una pirofila, unta e cosparsa al fondo da un po’ di pangrattato. Copriamo finalmente con la besciamella e inforniamo a 220 gradi per circa 15 minuti per la gratinatu-ra. Maccheroncini da servire ben caldi, la mozzarella deve filare e non deve avere il tempo di raffreddare e indurire, sarebbe un triste epilogo per il piatto e per i commensali.In abbinamento possiamo bere un bicchiere di Sauvignon del Collio goriziano, profumato e saporoso ma leggero, non in contrasto con la mozzarella e la besciamella.Questo potrebbe anche essere considerato un piatto unico, seguito da un dessert o da frutta fresca e secca senza timore di alzarsi da tavola con l’impressione di non aver pasteggiato come si deve: mangiamo per allungarci la vita, non per accorciarla!

Ingredienti per 4: 350 gr. di gnocchetti sardi, 150 gr. di piselli, 100 gr. di speck tagliato a dadini, 1 cipolla piccola, 100 ml di panna da cucina, 4 cucchiai di olio extravergine, 2 cucchiai di par-migiano, 1 bustina di zafferano, sale e pepe q.b.

In una padella soffriggete la cipolla, unite i piselli e la-sciate insaporire per alcuni minuti, coprite, aggiungete mezzo bicchiere di acqua, saltate a parte lo speck, unitelo ai piselli, aggiungete la panna e lo zafferano, sciolto in poca acqua, sale e pepe, cucinate il tutto per dieci mi-nuti. Cuocete la pasta, scolatela al dente e saltatela nel condimento, spolverizzate con il parmigiano.Vino consigliato: Monica di Sardegna.

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Ingredienti per 4/6 persone: 1 stinco di vitello da 1,3 kg, 2,5 dl. di spumante secco, 20 gr. di burro, 1 cipolla, 3 cucchiai olio extravergine, basilico, alloro, prezzemolo, salvia, sale e pepe, rosmarino.

Sbucciate e affettate la cipolla, lavate tutte le erbe aromatiche. Pulite lo stinco e metterlo in un recipiente che lo possa contenere. Aggiungete allo stinco la cipolla e tutte le erbe aromatiche, versate lo spumante, bagnandolo uniformemente, lasciate marinare lo stinco per cinque ore al fresco. Trascorso il tempo, scolate lo stinco dalla marinata e asciugatelo, mettete olio e burro in una casseruola, fate scaldare a fuoco basso, aggiungete lo stinco e rosolatelo, insaporite con un pizzico di sale e pepe, girate spesso, irroratelo con la marinata e cuocete a fuoco dolce per due ore. A cottura ultimata scolate lo stinco, lo trasferite su un piatto da portata. Filtrate il fondo di cottura, mettetelo sul fuoco, fatelo ridurre qualora non fosse abbastanza denso e versatelo in una salsiera. Tagliate lo stinco a fette ver-ticali e servitelo con la salsina di cottura.Vino consigliato: Bardolino rosso.

Ricette a cura di Marina Gallo

Stinco di vitello allo spumante

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Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.A cura di Chiara Scavazza

in collaborazione con Libreria Gregoriana - Este

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InseparabiliInseparabili sono sempre stati l’uno per l’altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. A nulla valgono le differenze: l’indolenza di Filippo opposta alla determinazione di Samuel. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e in pochi mesi, Filippo, grazie al suo cartoon di denuncia sull’infanzia violata, diventa molto famoso. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e una storia sentimentale sempre più catastrofica. Nemmeno la granitica madre può intervenire nella corsa della loro esistenza; però, difenderà fino all’ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti.(“Inseparabili” di Alessandro Piperno, Mondadori, 347 pagg., 20,00 euro)

La donna che mi insegnò il respiroHayat Shah è un ragazzino musulmano della provincia americana. La sua vita procede tra scuola, baseball e corse in bicicletta. Finché un giorno arriva Mina, un’amica della madre venuta a vivere negli Stati Uniti e da allora tutto cambia. Mina porta con sé un fascino discre-to che conquista tutti. La sua religiosità profonda fa entrare la fede musulmana nella vita familiare e colpisce Hayat. Mina si innamora di un ebreo, Nathan, e sarà l’intervento segreto di Hayat a impedire il matrimonio. Le conseguenze del suo comportamento gli si sveleranno anni dopo aver conosciuto il tragico destino di Mina. (“La donna che mi insegnò il respiro” di Ayad Akhtar, Mondadori, 325 pagg., 18,00 euro)

Il negativo dell’amoreCica vive in una piccola città del Nord, ha sette anni e due cicatrici sulla schiena. Walker è un bambino down, primogenito di una pittoresca famiglia pugliese, sogna di diventare un eroe imbattibile. Dieci anni dopo Cica e Walker sono due adolescenti alle prese con l’amore e la ricerca del proprio posto nel mondo. Sono nati a mille chilometri di distanza, non si co-noscono, non sanno di avere lo stesso candore e lo stesso coraggio. Un incontro esplosivo li porterà finalmente ad accettare la “diversità” con cui convivono da sempre. (“Il negativo dell’amore” di Maria Paola Colombo, Mondadori, 329 pagg., 18,00 euro)

Il prigioniero del cieloBarcellona, dicembre 1957. Nella libreria dei Sempere entra un individuo misterioso che ac-quista una preziosa edizione del Conte di Montecristo e la lascia in custodia a Daniel perché la consegni al suo amico Fermin. Il libro porta una dedica inquietante: “Per Fermin Romero de Torres, che è riemerso tra i morti e ha la chiave del futuro”, firmato “13”. Tra malintesi, imbrogli e minacciosi ricordi dal passato inizia l’indagine di Daniel per decifrare quella dedica enigmatica e capire quali segreti nasconde il suo amico. (“Il prigioniero del cielo” di Carlos Ruiz Zafòn, Mondadori, 349 pagg., 21,00 euro)

Fai bei sogniNarra la storia di un segreto celato in una busta per quarant’anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso: il timore di vivere. Dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa: un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per perdersi. Il protagonista, Uno, cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa perché il cielo lo spaventa, e anche la terra. Un libro sulla verità e sulla paura di affrontarla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, è sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. (“Fa bei sogni” di Massimo Gramellini, Longanesi, 209 pagg., 14,90 euro)

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32 La gioia di scrivereNell’arco di poco più di un decennio Wislawa Szymborska è diventata un autore di culto anche in Italia. Grazie a una sicurezza di tocco, la Szymborska sa infatti affrontare temi proibiti come l’amore, la morte e la vita in genere, anche nelle sue manifestazioni più irrilevanti e banali, e trasformarli, di conseguenza, in versi di colloquiale naturalezza e straordinaria semplicità. Il volume raduna l’intera produzione poetica della Szymborska, inclusa la recentissima raccolta “Qui”, apparsa in Polonia nel 2009.(“La gioia di scrivere” di Wistawa Szymborska, Gli Adelphi, 735 pagg., 19,00 euro)

Il cabalista di PragaPraga, 1547. David Gars allievo del rabbino Juda Loeb, il MaHaRal, il capo spirituale di Praga, quando in città scoppia la peste, mette in salvo Eva, la nipote del rabbino. Scampato il pericolo e ricondotta Eva a Praga, inizierà a viaggiare per conoscere gli studiosi del suo tempo e le loro teorie. Al rientro a Praga, Eva è diventata una ragazza bellissima, e David se ne innamora, ma intanto riprendono le persecuzioni dei cristiani verso gli ebrei. Il rabbino dovrà allora fare appello ai suoi poteri mistici e alle sue conoscenze esoteriche, e costruire il Golem, un gigante d’argilla che possa proteggere il popolo ebraico dai suoi persecutori.(“Il cabalista di Praga” di Marek Halter, Newton Compton, 314 pagg., 9,90 euro)

La buona novella“Negli ultimi mesi si sta diffondendo un po’ ovunque una grande paura, per questa crisi inarrestabile, per l’incalzante mancanza di lavoro, e per il futuro dei nostri giovani. Eppure non dobbiamo farci prendere dal panico: la strada verso la soluzione c’è, ed è alla portata di tutti, anche se difficile da praticare”. Don Gallo ci mostra che la crisi che stiamo attraversando può essere un momento di crescita, di ricostruzione del tessuto sociale. Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche e partire dal piccolo.(“La buona novella” di Don Andrea Gallo, Aliberti, 158 pagg., 15,00 euro)

Non ti addormentareOgni mattina Christine si sveglia senza ricordi. Non sa a chi appartenga la casa in cui si trova, l’uomo che le dorme accanto le è totalmente estraneo, e anche il suo viso. È suo marito a darle ogni giorno le coordinate della sua vita, a spiegarle chi è lui, chi è lei, e che cosa le è accaduto anni prima, l’ incidente che ha modificato radicalmente la sua vita, privandola dei ricordi e costringendola a ricominciare ogni giorno tutto daccapo. Ma Ben le dice tutto? Perché su una pagina del suo diario Christine ha scritto “non fidarti di Ben”? (“Non ti addormentare” di S.J. Watson, Piemme, 419 pagg., 19,00 euro)

Diario di una schiappa. La dura veritàGreg ha sempre avuto una gran fretta di crescere. Ma diventare grandi è veramente uno spasso come si crede? Fra riunioni di famiglia, lezioni sui “fatti della vita”, una piccola battaglia con la nuova colf e un’apocalittica notte trascorsa a scuola, Greg dovrà affrontare nuove ed esila-ranti avventure senza il fedele amico Rowley. Ce la farà da solo? E quale sarà la dura verità? (“Diario di una schiappa. La dura verità” di Jeff Kinney, Il Castoro, 217 pagg., 12,00 euro)

Crostate. Dolci per eccellenzaIl volume raccoglie 80 ricette di dolci per realizzare non solo crostate con basi soffici o sfoglia-te, ma anche quiche dalle farciture fantasiose. Adatte alla tavola di tutti i giorni le specialità selezionate piacciono a tutti per la semplicità degli ingredienti e l’armonia dei sapori. Per ogni ricetta, oltre agli ingredienti e alla spiegazione passo dopo passo, sono indicati il grado di difficoltà, i tempi di preparazione e quelli di cottura. Tanti suggerimenti, curiosità e consigli di maestri pasticceri per rendere ogni proposta un gustoso successo. (“Crostate. Dolci per eccellenza” De Agostini, 188 pagg., 9,90 euro)

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Due manuali pratici“Nell’odierna società le problematiche delle demenze sono in continuo aumento in quanto siamo di fronte ad una vera e propria “epidemia silente”. So bene che trattare della demenza e delle problematiche che questa innesca a livello familiare e sociale è un tema molto complesso che richiede competenze, attenzioni e sensibilità particolari. Usando una similitudine potrei dire che è come porsi di fronte ad un ampio specchio d’acqua ferma per osservare tutti i cerchi concentrici che, un sasso lasciato cadere, disegna sulla sua super-ficie. La malattia di Alzheimer e più in generale tutte le forme di demenza infatti rompono le consuetudini di una vita. Esse modificano sostanzialmente il fluire ciclico e ritmico dei gesti; minano i più piccoli e banali aspetti della giornata: quelli che tutti diamo per scontati”.(Tratto dalla premessa “I risvolti sociali delle Demenze” - Libretto Le Demenze - Manuale pratico per i familiari delle persone affette da Malattia di Alzheimer e altre forme di Demenza - del Presidente A.I.M.A.D. Euganea

TERAPIE NON FARMACOLOGICHE NELLA DEMENZA DI ALZHEIMER

MANUALE PRATICO PER GLI OPERATORI SOCIO-SANITARI

autori

Dott. Lino PasquiE.P. Pamela Masiero

Statuetta bronzea di Devota OranteCaldevigo V° sec. a.C.

Museo Nazionale AtestinoEste (PD)

A.I.M.A.D. EUGANEAEste - O.n.l.u.s.

Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e Demenzeka

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LE DEMENZEMANUALE PRATICO PER I FAMILIARI

DELLE PERSONE AFFETTE DA MALATTIA DI ALZHEIMER E ALTRE FORME DI DEMENZA

autori

dott. Lino PasquiPier Gianni Tinello

A.I.M.A.D. EUGANEAEste - O.n.l.u.s.

Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e Demenze

Statuetta bronzea di Devota OranteCaldevigo V° sec. a.C.

Museo Nazionale AtestinoEste (PD)

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Este O.n.l.u.s., Pier Gianni Tinello).L’Associazione A.I.M.A.D. Euganea Este O.n.l.u.s., il 15 Marzo 2011 ha pubblicato due manuali: uno per i familiari, dal titolo Le Demenze - Manuale pratico per i familiari delle persone affette da Malattia di Alzheimer e altre forme di Demenza, e l’altro per gli operatori socio-sanitari dal titolo Terapie non farmacologiche nella demenza di Alzheimer - Manuale pratico per gli operatori socio-sanitari.Tali pubblicazioni sono state realizzate con il contributo del Centro Servizio Volontariato Provinciale di Padova e con il Patrocinio dell’A. ULSS 17.Hanno collaborato alla realizzazione degli opuscoli il Dott. Lino Pasqui, il Presidente A.I.M.A.D. Euganea Este O.n.l.u.s. Pier Gianni Tinello e l’educatrice professionale Pamela Masiero.Questi manuali hanno come obiettivo principale quello di orientare le famiglie che assistono i malati di Alzhei-mer e altre forme di demenza nella conoscenza delle malattie neurodegenerative e dei servizi presenti nel territorio dell’ULSS 17 e di fornire un aggiornamento agli operatori socio-sanitari sulle terapie non farma-cologiche.

La redazione informa

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36 Adozioni del cuoreRudy Gentile, un nome e un co-gnome per questo cane davvero particolare dal passato trava-gliato, uno di quei cani ai quali sembra che il destino voglia regalare solo storie sfortunate.

Dapprima la permanenza in un canile difficile, poi l’ado-zione e un nuovo abbandono. Nonostante il suo handi-cap, è sordo e quasi cieco, è un cane profondamente riconoscente e ti segue ubbidiente. Per lui si cerca una famiglia che veda al di là della sua menomazione. Taglia media contenuta (circa 15 chili), è microchippato e sterilizzato.

Tristano, trovato in fin di vita ora è rinato ma aspetta un’adozione. Era in fin di vita quando è stato trovato, poco più che cucciolo, chissà da quanto tempo senza cibo né acqua. Adesso Tristano si

è ristabilito ed è un giovane e splendido cane di taglia medio grande. Carattere socievole, allegro ed equilibra-to, Tristano va d’accordo con i suoi simili, non si sa con i gatti. Si cerca per lui una casa e una famiglia che lo faccia sentire parte del “branco”. Tristano è vaccinato

Rosa, taglia piccola, circa sei chili, due anni scarsi, già steri-lizzata. Rosa è buona con tutti: essendo così piccola è stata morsa, ha un orecchio un pò sbrindellato, ha dovuto lottare

per la ciotola quotidiana con gli altri cani del canile. Va molto bene al guinzaglio, è ubbidiente e non sporca in casa, è in regola con vaccini e chip, ed è sanissima.

Gli animali verranno affidati solo a persone disponibili a visite pre e post affido e a firma di foglio d’affido.

Incontro con gli autori mon-selicensiUltimi due incontri dell’ottava edizio-ne di “Monselice Scrive: una città, i suoi libri, i suoi scrittori” promossa dalla Biblioteca comunale con l’obiettivo di formare una cultura letteraria locale che qualifichi la città indicando valori e sentimenti condivisi. Sabato 24 marzo alle ore 16.00Massimiliano Giugni presenta l’au-tore Giuseppe De Concini e il suo libro “Il Pastore di Amber”.Sabato 7 aprile alle ore 16.00Sara Saorin presenterà l’autrice Isa-bella Paglia e il suo libro “Di mamma ce n’è una sola?”

OrarioTutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 - chiuso il martedì

Tel. 041.2405.411 - e-mail: [email protected]

Arte Europea 1949-1979 (29 febbraio - 6 maggio 2012)La Collezione Peggy Guggenheim presenta una serie di opere del secondo dopoguerra raggruppate da Peggy e raramente esposte. I dipinti e le sculture in mostra ripercorrono gli anni “veneziani” della mecenate americana, che visse a Palazzo Venier dei Leoni dal 1949 al 1979, e che, nonostante l’allontanamento da

Per info Antonella 320 2318993 o Raffaella 377 1734245

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New York, perno della nuova vita artistica, nel 1947, continuò la sua attività di collezionista e mecenate. A chiudere l’esposizione un omaggio a Marion Richardson Taylor (scomparsa nel 2010), artista eclettica che si è sempre cimentata in più tecniche, dai murales di matrice astratta alle nature morte cubiste, dai ritratti ai piccoli disegni intimisti, dove a farla da protagonista è unicamente il colore. Grazie al lascito dell’artista alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York nel 1998, il museo veneziano le dedica la sua prima monografica.Venezia - Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni.

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