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Celeste numero 74 - Luglio 2014

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a violenza sulle donne non è solo una di quelle cose che si vedono al telegiornale o che si leggono sulle prime pagine dei quotidiani na-

zionali. È una serpe che striscia anche nelle case di Este e della Bassa Padovana: silenziosa, drammatica eppure privata. Ma sono sempre di più le vittime che decidono di far sentire la propria voce. In un anno 76 donne si sono rivolte allo sportello Donne Deste di Este, gestito dal centro Veneto Progetti Donna e nato proprio per ascoltare i bisbigli di un territorio che troppo spesso non vuol parlare, non vuol vedere e non vuole sentire. Nella sede di via France-sconi, all’interno dell’antico chiostro delle Consolazioni, è attivo per due giorni alla settimana – martedì dalle 10 alle 13 e mercoledì anche dalle 14.30 alle 16.30 – uno sportello dedicato a chi è vittima di ogni genere di vio-lenza. Andando a fondo fra i dati pubblicati dal centro risulta come, su 76 richieste di aiuto, 55 siano arrivate da donne italiane e solo 18 da straniere. Tutti i Comuni dell’area a sud dei colli Euganei sono rappresentati, con un picco relativo a Este e Monselice. Abbiamo deciso di pubblicare, a corredo di questo servizio, i dati relativi alle tabelle che riportano le informazioni raccolte dallo sportello. Si tratta di numeri che rendono solo in parte l’idea di una situazione molto grave, ma che possono spiegare i fatti molto meglio di tante parole.

Ad esempio, andando in ordine alfabetico, scopriamo che allo sportello si sono rivolte 2 donne di Anguillara, una di Arquà, due di Arre, tre di Bagnoli e altrettante di Baone, due di Battaglia, tre di Bovolenta, due di Cartura, una di Castelbaldo, quattro di Conselve, sette di Due

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Lo sportello Donne Deste, creato per aiutare le vittime della violenza di genere, conferma che anche nell’estense esistono molte situazioni drammatiche.

Carrare, diciotto di Este, tredici di Monselice, due di Mon-tagnana e altrettante di Ospedaletto. Nella lista figurano, oltre a tre richieste da Santa Margherita d’Adige, una per Comune da Megliadino San Vitale, Merlara, Pernumia, Sant’Urbano, Tribano, Villa Estense e Vo’.

«Come si può notare la maggioranza delle donne è resi-dente nei Comuni di Este e di Monselice – confermano le esperte del centro – che hanno una popolazione maggiore di 15 mila abitanti e afferiscono ad un presi-dio ospedaliero importante nel territorio dell’Ulss17. La maggior affluenza di donne con problemi di violenza di questi territori è da attribuirsi alla presenza di sportelli dedicati alle problematiche femminili, e ad un lavoro costante di sensibilizzazione, che facilitano l’emersione del fenomeno». Per quanto riguarda i dati raccolti lo sportello sottolinea come in alcuni casi la rilevazione risulti in parte incompleta, perché molte delle persone che si rivolgono ai centri antiviolenza non sempre intra-prendono un percorso strutturato. Anzi, spesso dopo un primo contatto si ritraggono per ripresentarsi magari nei mesi successivi o a volte dopo qualche anno. La fascia più colpita è quella che va dai 31 ai 60 anni, ma ci sono casi anche fino ai 70 anni.

Sette sono comprese fra i 21 e i 30 anni, diciotto fra i 31 e i 40, diciannove fra i 41 e i 50, dieci fra i 51 e i 60, due fra i 61 e i 70. A questi dati si aggiungono 20 accessi per i quali non è stato possibile definire l’età.

«La maggior parte delle utenti hanno un’età compresa tra i 31 e i 50 anni – spiegano le referenti del centro

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Violenza&Silenzio

di Ferdinando Garavello

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- quindi sono donne in età lavorativa e con figli ancora in giovane età. I minori coinvolti sono infatti 65. Per la maggioranza dei casi, si tratta di donne sposate o conviventi». Allo sportello si rivolgono soprattutto don-ne che si ritrovano coinvolte in situazioni di violenza familiare: sono ben 51 su 76, a conferma del fatto che quasi sempre il seme del dolore germoglia nelle case e in famiglia. Il problema è che solo una percentuale molto bassa delle vittime decide di uscire dall’ombra e i dati forniti riguardano la punta dell’iceberg. Sott’acqua rimangono centinaia, forse migliaia di casi più o meno gravi. Il centro ha fornito anche uno schema relativo al tipo di violenza segnalato.

Una casa protetta per chi non può più ri-manere a casa.

A Este sono inoltre attive alcune strutture protette per donne vittime di violenza. Il progetto “Casa per donne vittime di violenza” ha avuto un importante riconoscimento anche a livello istituzionale: la Conferenza dei sindaci dell’Ulss17 ha approvato di recente un protocollo d’intesa per la gestione delle case-rifugio e delle case di seconda accoglienza per donne vittime di violenza. Approvando questo documento, i sindaci hanno riconosciuto di fatto l’importanza del servizio e si sono impegnati a sostenere anche economicamente le loro cittadine qualora avessero necessità di utilizzare le case di accoglienza. Le istituzioni daranno vita anche ad un Tavolo di coordinamento sulla tematica della violenza di genere che vedrà partecipi i vari attori del territorio dell’Ulss17 che si occupano del pro-blema nei diversi aspetti.

Trentasette casi si basano su violenza fisica, ma 30 riguardano la violenza psicologica. E ci sono pure pres-sioni economiche, casi di stalking e addirittura fatti di violenza sessuale.

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Il progettoLa pastorizia e l’allevamento di pecore intesi come pos-sibilità di sviluppo imprenditoriale: dal turismo alla lana, passando per i formaggi e la gastronomia. E le pecore potrebbero tornare a far parte del paesaggio euganeo dopo decenni di oblio. È partito qualche settimana fa il progetto “Pecora Euganea”, che vede protagonisti Confindustria e il Parco regionale dei colli Euganei. Per adesso è stato dato il via allo studio di fattibilità, ma l’iter proseguirà rapidamente e una volta trovati i punti di forza del piano si potrà partire ufficialmente. Il Parco ha aderito infatti all’iniziativa Mimprendo 2014, presentando un progetto pilota che propone una serie di attività create per incentivare e promuovere la reintroduzione della pastorizia ovina stanziale. Un’idea vincente, che si basa su un basso impatto ambientale nel territorio dell’area protetta euganea.

Antiche tradizioni e nuove proposte«Il progetto mira a condurre uno studio per una ripresa di antiche tradizioni – spiegano i promotori dell’impor-tante iniziativa – quali l’allevamento stanziale di ovini all’interno del Parco, sfruttando da una parte l’attività di pascolamento come strumento per garantire la conserva-

Un progetto di Confindustria e del Parco regionale dei colli Euganei riporterà la pastorizia nel comprensorio collinare padovano.

Le pecore tornano sui colli Euganei

Mimprendo? Sì, grazieIl progetto in sintesiMimprendo propone un’esperienza formativa colle-gata a una competizione fra team multidisciplinari di studenti e laureati, impegnati a sviluppare reali progetti innovativi proposti da aziende ed enti. Offre una metodologia operativa, ideata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Padova e dal collegio universitario Don Mazza, capace di generare reciproci vantaggi alle aziende e ai laureandi. Il piano ha pure una pagina Facebook dedicata: è il gruppo “Pecora Euganea”, dove è possibile trovare informazioni e foto, e si può anche compilare un questionario online.

zione di alcune superfici agricole, come prati aridi e altre zone di pascolo marginali o in abbandono, e dall’altra la creazione di nuove opportunità di lavoro e di reddito attraverso la riscoperta e la promozione di prodotti locali tradizionali, attività ludiche ed eventi gastronomici». In soldoni le pecore, oltre a tenere in ordine le aree incolte dei colli, potrebbero diventare nuovamente fonte di gua-dagno, cultura e turismo. Anzi, agriturismo.

Una pecora estinta & una parente strettaVisto che la pecora padovana, tipica un tempo del ter-ritorio collinare, sembra essere ormai estinta da una settantina d’anni, l’interesse dei ricercatori si è portato su altre razze ovine da reintrodurre nel comprensorio dei colli. L’attenzione è stata rivolta quindi verso la pecora Brogna, considerata autoctona del Veneto e attualmente diffusa nella Lessinia. La razza è simile alla padovana per comportamento e attitudini produttive: è un tipo di pecora molto rustica, che si adatta a varie tipologie di pascolo e che si può facilmente riconoscere per la taglia media e il vello rossiccio. Di solito si alleva in piccole greggi e la forma di allevamento è quasi sempre di tipo stanziale. La Brogna è a tripla attitudine ed è allevata per la carne, per la produzione di latte e per la lana.

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6 Il restauro della pala del Tiepolo riporterà l’opera all’antico splendore, ma gli atestini la rivedranno solamente l’anno prossimo.

Santa Tecla sotto i ferrill’interno del duo-mo di santa Tecla a Este si conti-

nua a sentire la mancan-za della pala del Tiepolo, che è ancora oggetto di un restauro necessario e attento. Un’iniziativa, quella dell’in-tervento, che si è resa necessaria dopo molto tempo, anche per porre rimedio ad altri lavori che erano stato compiuti sul capolavoro di Giovan Batti-sta Tiepolo, e che in diverse occasioni avevano purtrop-po non tanto contribuito al mantenimento del miglior stato di conservazione del capolavoro, ma ad accen-tuare le difficoltà legate alla sua conservazione. Una situazione molto difficile e delicata, che gli addetti ai lavori incontrano anche con diverse altre opere, spesso oggetto di rattoppi condotti con molta buona volontà, ma a volte con poca consapevolezza dell’intervento e con poca informazioni sulla storia e sui materiali che compongono il capolavoro. Nel caso particolare della tela conservata nell’abside abbaziale a Este, le difficoltà aumentano per diversi altri fattori, come la grandezza della pala e i materiali usati per la sua creazione. Infatti le stesse dimensioni del capolavoro hanno creato difficoltà non indifferenti anche solo nel momento della sua rimozione, in quanto si tratta di saper gestire un’opera che ha la bellezza di oltre 400 anni di vita, e che è stata per lungo tempo collocata in un ambiente umido e in un equilibrio non certo stabile, tanto che la stessa tela ha subito delle piegature dovute alla necessità di adattarsi al telaio che la sostiene. Detto questo, il quadro comincia a

presentare delle prime sorprese, che iniziano a stupire i prestatori, visto che comincia ad apparire, dopo le pri-me pulizie, un colore e un incarnato, nelle parti che ritraggono i volti in particolare, che fanno pensare a un utilizzo molto diverso del colore da parte del Tiepolo, nel momento nel quale è stato chiamato a dipingere il soggetto sacro. Secondo il restauratore che ha presentato il lavoro, un accostamento non troppo ardito è quello con il risul-tato finale dell’intervento compiuto all’interno della Cappella Sistina, dove il Giudizio Universale di Mi-chelangelo si è lentamente svelato agli studiosi con delle tonalità ben diverse, molto più chiare di quello che ci si aspettava. Segnali

quindi che la pala continua a rivelare le sue bellezze in-terne, e la conferma che ci si trova di fronte a un grande lavoro che il Tiepolo ha saputo realizzare in maniera ma-gistrale. Per gli studiosi rimangono pure aperte alcune questioni, fra cui le precise modalità della realizzazione, anche se sembra che il Tiepolo, artista richiesto in molti luoghi negli ultimi anni della propria vita, abbia lavorato su un progetto presentato alla committenza. Ancora incerti invece i tempi per il ritorno della pala nella sua collocazione nell’abside del duomo abbaziale di santa Tecla, appunto per la complessità dell’intervento di re-stauro. Non semplice da risolvere pure la questione dei costi della stessa opera di rimessa a nuovo.

Michele Santi

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irittura d’arrivo per gli ultimi ritocchi nel primo stralcio dei lavori per il duomo abba-

ziale di santa Tecla. Un primo segnale positivo è dato dal fatto che non vi sono stati imprevisti particolari, per cui il programma è stato sostanzial-mente rispettato, anche se con un lieve spostamento in avanti nelle pre-visioni, dovuto alla necessità di una serie di interventi nella copertura. Questi ultimi hanno però permesso di effettuare un ulteriore intervento per migliorare il comportamento in caso di un evento sismico, in linea con le ultime normative. Concluso questo primo lotto di lavori, l’interno del duomo abbaziale mostra già dei segnali interessanti, a livello soprattutto del recupero dell’antico intonaco che rivesti-va le pareti, e che per qualche secolo era stato nascosto alla vista dei fedeli e dei visitatori da strati di polvere e diverse so-stanze che si erano depositate. Rimangono invece da completare le parti basse delle murature, e alcuni interventi aerei. Non sono mancati gli interventi sulla parte esterna, in particolare per ripulire e mettere in sicurezza i soffitti, con una pulizia dal guano e dai danni portati dalle piogge in varie parti esterne. I lavori proseguono poi con l’intervento sul battistero, l’antico luogo dedicato al battesimo dei nuovi cristiani, che si presenta con una interessante par-ticolarità dal punto di vista artistico. Si tratta dell’unica parte esterna al fabbricato del duomo i cui paramen-

Il duomo di Santa Tecla si rifà il trucco

ti sono intonacati con una particolare tonalità di cocciopesto a grana fine, rivestimento che verrà reintegrato e che permetterà di ammirare un curioso accostamento di colori. I lavori, diretti dall’architetto Claudio Seno, sono stati seguiti con attenzione dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Veneto, con la sorveglianza data dall’architetto Rita Berton e dalla dottoressa Ileana Dalla Puppa. Se il primo lotto dei lavori, che dovrebbe concludersi con la fine dell’estate, non ha creato difficoltà, qualche nuvola in più potrebbe invece farsi avanti con il secondo lotto dei lavori che prevede l’intervento all’interno del duomo, nella parte bassa al di sotto del cornicione principale. Esclusi dall’intervento due degli altari, quello del Santissimo Sacramento e quello del Crocifisso, oggetto di restauri recenti, i lavori dovrebbero interessare poi gli impianti elettrico e termico, con la necessità di trovare soluzioni adeguate per dare illuminazione a tutto il luogo sacro e riscaldare in maniera adeguata senza interventi troppo invasivi. Per il riscaldamento la scelta è quella di mantenere la caldaia nella sistemazione odierna e l’attuale sistema ad aria con alcune modifiche per dare calore senza aumentar troppo l’umidità all’interno. In par-ticolare si prevede invece di riscaldare il presbiterio con dei tappetini radianti. Urgente anche il restauro della parte absidale, e in particolare del tavolato ligneo che dovrà accogliere al suo ritorno la pala del Tiepolo. Non ancora certa una data di inizio, ma il secondo lotto dovrebbe partire comunque per la fine di quest’anno. Punto dolente è invece il costo di quest’ultimo intervento, che dovrebbe aggirarsi intorno ai due milioni di euro.

Il primo passo del lungo restauro è concluso, ora si pensa già al secondo stralcio dei lavori.

di Michele Santi

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©Tuzza Fotografia

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La dottoressa Lucia Leone a Medicina, il dottor Gianluca Bisinella a Ortopedia e Traumatologia.

Due nuove nomine nello staf f medico dell’Ulss17, entrambe all’insegna della va-lorizzazione dello staff medico dell’azienda

sanitaria locale: si tratta della dottoressa Lucia Anna Carmela Leone, che da qualche giorno ha assunto l’incarico di direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina, e del dottor Gianluca Bisinella, nominato direttore dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia.La dottoressa Leone si è laureata in Medicina e Chi-rurgia con il massimo dei voti all’Università di Padova, dove ha conseguito, sempre con la lode, anche la specializzazione in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. Dal 2001 al 2011 ha lavorato all’ospedale di Este, dove ha svolto incarichi di crescente respon-sabilità, affiancando all’attività clinica un costante impegno nella ricerca, mentre dal 2011 al 2014 è stata dirigente medico presso la Gastroenterologia dell’Ulss8 di Asolo e Castelfranco.Per il dottor Gianluca Bisinella, invece, la nuova nomina conferma di fatto la bontà del lavoro svolto nell’ultimo anno come responsabile facente funzione dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e Trauma-

tologia. Laureatosi e specializzatosi all’Università di Padova con il massimo dei voti, ha avuto significative esperienze formative a Londra e New York prima di approdare all’Ulss17 nel 2010, dove si è affermato come uno dei maggiori esperti di chirurgia protesica dell’anca, nel trattamento delle fratture complesse in pazienti politraumatizzati e nell’ortopedia oncologia. Numerose le sue pubblicazioni scientifiche, nazionali e internazionali, su questi temi.

Due nuovi primari all’Ulss17

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Nel mese di Settembre il personale di Fisiomed Este, interamente in possesso di Laurea in Fisioterapia, sarà a disposizione, senza alcun impe-gno, per informare gli utenti in merito al modo di prevenire lo stato di malat-tia dovuto a una postura scorretta. Via libera quindi a un chek-up gratuito per bambini e adulti con valutazione funzionale provvista di una serie di pratici consigli di igiene posturale.

Settembre: “Mese della prevenzione posturale”

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a seconda delle abitudini personali. C’è da sottolineare che, col passare del tempo, queste posture errate, ol-tre al dolore, causano degenerazione articolare e infiammazione dei tessuti molli circostanti. Per non parlare dei problemi di emi-crania, dolori a livello del tratto cer-vicale, quali cervicalgia e torcicollo, dolori vertebrali, muscolo-scheletrici che possono interessare l’area delle spalle e della schiena, dolori in zona lombare, all’anca, alle ginocchia, infiammazione del nervo sciatico e menisco, insomma tutta una serie di complicazioni che influiscono sulla qualità della vita.Fisiomed Este, da sempre attenta alle iniziative di prevenzione, stupisce ancora una volta con questo check-up gratuito che rappresenta un contributo concreto ed efficace per risolvere i problemi posturali che affliggono la stragrande maggioranza della popo-lazione. Allora cogliamo l’opportunità: a Set-tembre tutti da Fisiomed Este.

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Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Vent’anni di equo e solidale Vent’anni d’esperienza e di dono all’insegna della solidarietà. Ha festeggiato in forma silenziosa e con stile sommesso, come a ricordare la propria presenza senza fronzoli nel centro di Este, la Bilancia, l’associazione per il commercio equo e solidale, con assaggi di varie specialità, fra cui un saporito caffè e i prodotti provenienti dalla Palestina, e l’opportunità di ammirare le ceramiche dalla Tunisia. Se non bastava, la possibilità di imparare a produrre il pane con la pasta ma-dre, mentre nel pomeriggio il ricco ma semplice programma è proseguito con la degustazione di altri prodotti, e l’accompagnamento musicale di strumenti etnici. Conclusione in serata con un aperitivo equosolidale. La proposta dell’associazione, conosciuta in particolare per la presenza con un punto vendita in piazza Trento, è quella di far conoscere i prodotti che proven-gono dalle nazioni svantaggiate, e che vengono coltivati e lavorati dalle popo-lazioni indigene retribuite in maniera giusta e proporzionata al loro lavoro. Una forma semplice per dare tutela al lavoro di chi è maggiormente svantaggiato.

La scuola dell’infanzia messa a nuovoDopo un lungo periodo, inaugurata con alcune aree rimesse a nuovo la scuola dell’infanzia di santa Maria delle Grazie ad Este. Il fabbricato è stato ampliato, per dare spazio dignitoso e sufficiente alla sezione primavera, destinata ad ospitare i piccolissimi, mentre sulla facciata è stato creato un avancorpo che ha permesso di ricavare una mo-derna cucina per la preparazione dei pasti caldi in loco per i piccoli utenti. Nell’occasione sono stati compiuti degli interventi sull’impianto elettrico ed idraulico, e nella parte posteriore sono stati creati dei nuovi spazi che permettono di utilizzare al meglio un’area giochi. In particolare, grazie al contributo di Sesa, è stato colloca-to un nuovo manto erboso. Dopo l’inaugurazione, avvenuta alla presenza del vicario episcopale per la catechesi e la scuola monsignor Franco Costa, per la parrocchia delle Grazie e per tutti i generosi rimane l’impegno di completare il pagamen-to di tutti i lavori, cifra che, al netto di contributi provenienti dalla regione Veneto e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, si ag-gira intorno ai 300.000 euro.

Nastro rosso in casa CelesteIl nostro collaboratore, Michele Santi, ha aggiunto un altro titolo alla sua già ricca collezione di esami universitari. Nel marzo di quest’anno ha infatti coronato un altro suo sogno, conseguendo la laurea specialistica in Scienze delle Religioni, discutendo una tesi in Storia della Chiesa moderna, dal titolo “Per una Chiesa di adulti: prime indagini sull’episcopato di mons. Filippo Franceschi a Padova, tra fede e cultura (1982 – 1988)”. Un lavoro impegnativo, che ha permesso di conseguire un buon risultato, che per il nostro si unisce ad altri due titoli simili. Al neo (pluri) dottore i rallegramenti di Celeste.

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Torna a splendere la MadonnettaUn bene prezioso di Este torna a farsi conoscere dopo un lungo periodo di oblio. Cogliendo l’occasione data dal restauro della facciata della ex chiesa di santa Maria Annunziata, detta comunemente la “Madonnet-ta”, la sezione di Este di Italia Nostra ha voluto mettere a disposizione di appassionati e cultori di storia locale un lavoro che contiene al suo inter-no la storia del luogo sacro, con la ricostruzione delle vicende relative alla chiesetta e alla confraternita dei Battuti che ne volle la costruzione. Nella seconda parte il progetto di restauro elaborato da tempo dall’ar-chitetto Antonio Zogno, con l’ipotesi della creazione di una scuola di grafica. In conclusione un contri-buto sulla storia delle confraternite nell’estense.

Dario Fo a MonseliceSerata speciale a Monselice con la presenza di un protagonista della cultura del nostro tempo. Dario Fo, attore, uomo politico, premio Nobel per la letteratura ha presentato il suo ultimo lavoro teatrale, dal titolo provo-catorio “In fuga dal senato”, che è sta-to ispirato alla figura della compagna della sua vita, Franca Rame, che ha vissuto accanto a lui difficile vicende politiche e non solo. Uno spettacolo dai risvolti comici, che prende il via dal libro completato negli ultimi giorni di vita della stessa attrice, e che invita comunque alla discussione, nel puro stile di Dario Fo.

Il Ferrari sugli scudi Annata di grandi soddisfazioni, all’in-segna in particolare dello sport e del teatro per l’Istituto di istruzione supe-riore “Ferrari” a Este. Le soddisfazioni maggiori sono giunte negli ultimi tem-pi nel settore degli studi sul Dna, dove Guglielmo Finotti ha vinto il Dna-Day 2014 – Essay Contest, bandito dalla società europea di genetica umana. Nel concorso regionale “Youschool” il premio ex aequo della critica è andato alla classe quarta linguistico, che ha presentato il lavoro “L’uomo che arava le acque”, mentre la seconda indiriz-zo scienze applicate ha ottenuto il premio della critica al concorso “Bevi sano. Chiudi il tappo, apri il rubinetto”, indetto dal centro Veneto Servizi.

Dalle scienze alla moda Una parte del gruppo moda della quinta del progetto “Michelangelo” dell’istituto d’arte “Corradini” ha trionfato nel concorso FashionGame di Padova.

Dalla moda al ricco palmares di teatroUn “segnalato speciale” al festival nazionale del teatro scolastico a Cesena per il laboratorio teatrale “Corradini”, che ha pure portato, all’interno della rassegna “Teatran-do”, uno spettacolo nel carcere femminile della Giudecca a Venezia. Da parte sua, Il laboratorio Elisa ha ottenuto la menzione speciale per la recitazione al concorso “Festival delle scuole 2013-14 di San Lazzaro di Savena” con Edipo balla il valzer, una rilettura in chiave solo un poco moderna del dramma classico che si pone attorno alle inquietudini del protagonista. Solo un respiro per ricordare che il primo posto nella fase regionale delle Olimpiadi di italiano è stato conquistato da Maila Pasetto, della seconda classico. Da qui il passo verso lo sport, dove si possono ricordare solamente due fra i vari allori conquistati. Le allieve del Ferrari hanno conquistato fra l’altro il podio più alto nel campionato pro-vinciale di atletica leggera, la regina di tutti gli sport, con alcune vittorie individuali. A questo si uniscono il se-condo posto provinciale nella palla-volo femminile, il secondo provinciale per il nuoto femminile, il terzo nella pallacanestro maschile e il secondo regionale nel badminton misto. Ciliegina sulla torta con Maria Gio-vanna Salvan che è campionessa in salto triplo ai campionati italiani indo-or di atletica, nella categoria allievi.

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i contattò un signore che era sempre stato considerato da tutti una persona molto buona e generosa; sposato da tempo, aveva

avuto tre figli e mi confessò, con un velo d’imbarazzo, come fosse sempre stato attratto dal più giovane, forse per il suo carattere estroverso e la gentilezza dei suoi modi. Da quando era nato un’allegra confusione aveva regnato nella casa, coinvolgendo tutti in un turbinio di emozioni. La famiglia aveva vissuto in maniera sempli-ce, senza pretese, ma con quella serenità che riempie l’esistenza. Così la vita era trascorsa, giorno dopo giorno, sui binari d’ una impalpabile bellezza. Poi era accaduto un fatto che aveva incrinato drammaticamente la situa-zione: il figlio più giovane si era innamorato di una ragazza extracomunitaria. Il signore, cattolico e praticante, all’inizio non ci aveva dato peso, ma quando aveva visto la relazione tra i due ragazzi farsi sempre più se-ria, aveva iniziato a ostacolare il figlio in tutti i modi: discutendo con lui sulla profonda differenza di religione, litigando sulle diversità culturali e disquisendo sui problemi legati alle razze; infine gli aveva proibito di uscire, perché in quel rapporto, “non riusciva a vedere nulla di buono”. Così la serenità familiare era scomparsa definitivamente, per lasciare posto a una guerriglia ver-bale e sotterranea. In casa l’aria divenne irrespirabile. Poi un giorno, il ragazzo, ormai ventenne e più che mai innamorato del suo amore extracomunitario, annunciò la decisione di andare a vivere con la giovane. Il padre, a quelle parole, perse del tutto il lume della ragione, e inconsapevolmente si lasciò trasportare da un’intensa aggressività, sia verbale che fisica, dettata da un dolore lancinante che sentiva crescergli dentro. Non riusciva

a credere che, proprio uno dei suoi figli, cresciuti così cristianamente, potesse unirsi a una donna di un’altra religione. Il ragazzo, amareggiato da quel comportamen-to, se ne andò, lasciando il padre incredulo su ciò che stava accadendo e su quella insospettabile cattiveria che aveva manifestato. Il figlio e la ragazza, nonostan-te la crisi economica trovarono un lavoro umile, che comunque poteva permettere ad entrambi di vivere la loro storia d’amore. Col trascorrere dei giorni, il signore iniziò a stupirsi dell’aggressività che l’aveva travolto. Mentre per il figlio provava una profonda ammirazione per il coraggio dimo-strato, per se stesso sentiva vergogna e smarrimento. Allora gli spiegai che nell’uomo l’aggressività, più che un’eccezione, è una caratteristica; e sembra essere an-tica milioni di anni, più antica dell’amore e dell’amicizia. E quanto più il legame è stretto, tanto più esiste un’ag-gressività altamente sviluppata. Sembra quindi non ci possa essere amore senza aggressività (Lorenz 1966). Nel caso del signore, oltre al suo amore ferito, giocava un ruolo anche la “paura” di tutto ciò che è diverso, straniero, vissuto come pericoloso, perché sconosciuto e appartenente a un’altra specie, a un altro popolo. La sua indole “buona” era svanita di fronte alla rabbia e al terrore che il figlio potesse appartenere a un altro “gruppo”. Ma la conoscenza di queste caratteristiche umane può condurre al loro controllo, diminuirne la distruttività, e attraverso la razionalità si può cambiare il comportamento. Il signore dopo avermi ascoltato, disse che ora era pronto a chiedere perdono al figlio e alla sua fidanzata; ma soprattutto a chiedere perdono a sé. Se ne andò sereno, e con delle informazioni importanti su ciò che gli era accaduto.

MIl coraggio di cambiare

Quando la paura di ciò che è diverso viene

vissuta come un limite.di Mariagrazia Parigi

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Infortunistica stradale e del lavoro

L’importanza di una giusta consulenza

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utte le mattine cammino con Baffo, il mio cane, un meticcio di taglia piccola, tra argini, distese di campagna, campi di grano e mais. Dicono

bastino ventuno giorni per creare un’abitudine, ormai sono tre anni, quindi la nostra è una necessità. Ora, il mattino cui mi riferisco, il nostro giro sta terminando, in lontananza la macchina, il sole inizia a scaldare, una giornata come tante. Poi, di fronte a noi, compare una lepre. Due orecchie esagerate, un musetto buffo, si guarda intorno e ciò, che più mi lascia sbalordita, non si sposta. Ci vede arrivare ma è tranquilla. Baffo, invece, distratto da ogni singola traccia di urina lasciata da un suo simile, la punta. Alza la zampa, si appiattisce e, con uno scatto fulmineo, parte all’inseguimento. E la lepre scappa. Lei va a destra, lui a sinistra. Mi dico che fiuto, invece sbucano dall’erba alta altre orecchie sproporzio-nate e la caccia ha inizio. C’è da dire che il mio cucciolo ha in sé molte razze ma, su tutte, prevale l’istinto dello spinone. Sono tassativamente contro la caccia eppure ammiro quel minuscolo cacciatore che mi passa accanto con una corsa inattesa e s’inoltra nei campi di grano e mais. Lo perdo di vista. Le orecchie appiattite all’indietro, gli occhi, due invisibili fessure, i baffi che aderiscono sul

Momento di gloriaUn’alba sull’argine tra lepri, grano, scatti fulminei.

E il respiro dell’estate.16

muso, le zampe sollevate. Una spada fulminea che rotea nell’aria, fendendola. Mi limito ad assistere impotente alla scena. So che le lepri non si faranno prendere, lo so, ma non è quello il problema. Ora li sento lontani mentre altri cani abbaiano furiosi ed eccitati al loro passaggio. La mia preoccupazione è che oltre i campi c’è la strada, le macchine, gente che va al lavoro. Il mio cuore batte all’impazzata. Chiamo Baffo, urlo, fischio ma l’odore della selvaggina è più attraente. Di me, che me ne sto seduta sull’erba dopo uno scivolone scendendo il declivio, purtroppo indosso le ballerine. Non so che fare. Allora, aspetto. La metafora della vita, l’attesa. Mentre il vento mi accarezza la pelle, fa ondeggiare i rami degli alberi carichi di frutti maturi, le rondini mi sfiorano e il cucciolo vive il suo momento di gloria, mentre qualcuno, irritato dalla mia voce disperata, si sveglia un po’ prima del solito. Lì, sola, capisco il senso flebile e silenzioso dello scorrere del tempo. Che non esiste. Potenza in fieri di un eterno presente, semplice coreografia immutata da secoli. Se chiudo gli occhi c’è un mare calmo, un incessante schiumare verso uno scoglio, la riva, verso qualcosa, un donarsi in un rivolo, un aprire le braccia, un percepire l’universo dentro di sé. Non sono nel mondo

T

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ma è il mondo dentro di me, in una nota che respira. Ed è fiato che genera vita. Immagini che scorrono veloci impresse su un corpo che se graffiato sputa sangue. È il sudore di uomini, donne, animali, alberi, i loro sogni. Siamo vivi pur morendo. Vita chiama vita. La mor-te è un pensiero, una flessione, un inginocchiarsi, un capo che si china per spiccare il volo. Tolte le braccia si dispiegano ali e fendo l’aria come il mio cucciolo. Sento l’odore della lepre, della terra umida, l’aroma intenso e fresco del grano mentre sono il residuo di infinite stelle e universi. Il dolore e la gioia della rugiada hanno un ritmo che non conosco, non ancora. Un mattino d’estate. Apro gli occhi e i musetti simpatici delle lepri mi scrutano. Non mi temono, saranno a non più di un metro. Una lacrima quando il mio cucciolo giunge con la bocca spalancata e la lingua ciondoloni. Sente la mia energia turbata perciò si muove cauto, con il muso basso. O forse la sua morti-ficazione è dovuta al non averla catturata, la preda. Gli metto il guinzaglio. Ci incamminiamo verso la macchina e so che quello che ho vissuto con apprensione per timore venisse investito per lui è stato un momento di pura felicità. Il dispiegarsi del suo destino, la sua natura, è quello che è, e null’altro. Gli faccio i complimenti, era troppo veloce per te piccolo scricciolo, ma che scatto, glielo sussurro con voce ferma e orgogliosa. È un dialogo

a livello energetico, me lo hanno insegnato gli animali, a dosare l’energia. Vale più di qualunque altro dettaglio. Un muro, uno scontro, un abbraccio, una fessura laterale, una paura, un sogno, un desiderio prima di esistere sono energia. Pura e limpida. Luce. Tutto prima di essere ciò che è nella nostra realtà, ai confini dell’universo, in princi-pio, quando non è ancora esplosione, o mistero, tenero e violento, avventura o tenebra che ruggisce dentro, liquido dorato che si fonde con la materia, svuotando la mente da qualsiasi pregiudizio, ogni cosa prima di essere è un atto poetico illogico, provocante, meraviglioso. Infinito.

Chiara Scavazza

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18 Parlare per crescere, ascoltare per far

maturare.

Grande successo per l’iniziativa, organizzata dal gruppo genitori dell’Istituto Comprensivo di Ponso e sponsorizzata da Fisiomed Este Poliambulatorio Medico e Fisioterapico, “Ascoltiamo i nostri figli, attiviamoci per loro”: tre serate rivolte a genitori, insegnanti ed educatori, condotte dalle dottoresse Vera Blasutti e Raffaella Guarini, psicologhe e psicoterapeute che hanno esperienza nel campo della psicologia scolastica e nelle problematiche dell’età evolutiva. Nel mirino tematiche molto attuali e di grande interesse: i social network, il bullismo e le dipendenze.“Per prevenire certi comportamenti a rischio – sostengono le psicologhe – è importante lavorare sin da quando i bambini sono

Social network, bullismo e dipendenze: come affrontarli serenamente e superare le sfide dei temi più scottanti del

momento per i giovani e le famiglie.

piccoli per instaurare con essi una relazione che dia sicurezza dal punto di vista affettivo e che permetta di supportarli e valorizzarli, mantenendo aper-ti i canali di comunicazione e confronto attraverso l’ascolto empatico. È inoltre essenziale che gli adulti siano modelli di comportamento per i giovani, insegnando loro ad affrontare le situazioni della vita con un atteggiamento critico e riflessivo, per sviluppare un’adeguata autosti-ma che sia di supporto per le sfide quotidiane”.Il bullismo è un fenomeno sociale caratterizzato dall’isolamento della vittima e dall’appoggio di cui spesso i comportamenti del bullo godono nel gruppo dei coetanei, pertanto è necessario in una azione antibul-lismo passare attraverso progetti e iniziative che responsabilizzino i ragazzi stessi.Nelle azioni di bullismo troviamo numerose dinamiche che riguardano la sfera emotiva, comportamentale e relazionale dell’individuo e nella sua evoluzione e diffusione concorrono diversi aspetti da quello culturale a quello familiare. Ecco perché è indispensabile attivare momenti di informazione e sensibilizzazione rivolti a tutte le fasce di età e ai

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diversi ambiti educativi in modo che, collaborando tra figure educative, si possa fronteggiare in modo efficace questo fenomeno. Per quanto riguarda la questione dei social network i genitori devono innanzitutto alfabetizzarsi al mondo digi-tale, e non demonizzare questi mezzi senza conoscerli. È importante dare ai ragazzi delle regole nell’uso del computer e dei mezzi informatici, in modo che siano consapevoli dei rischi che corrono e in grado di tutelarsi da essi, come nei casi di furto d’identità o condivisioni indesiderate di materiali personali quali foto e filmati.I giovani devono utilizzare la realtà virtuale facendo attenzione al rapporto con l’altro, mentre spesso il non vedere innesca fenomeni di de-umanizzazione e di disinibizione, in cui il rispetto della persona viene meno così come il considerare le sue emozioni.Vanno inoltre insegnate ai ragazzi le abilità sociali ne-cessarie per affrontare il mondo dei pari e degli adulti, e in questo sia i genitori che gli educatori possono fungere da modelli positivi.Per quanto riguarda il tema delle dipendenze, è stato trattato in modo ampio, facendo riferimento sia alle sostanze (da quelle legali come l’alcool a quelle illega-li), che ai comportamenti (gioco d’azzardo, shopping compulsivo…) e mettendo in evidenza come alla base

di queste azioni ci sia il bisogno di sentire emozioni positive e forti; i ragazzi rischiano di affidare a qualcosa di esterno a sé questa possibilità invece che crearla attivamente.Alla base di qualunque intervento di prevenzione si ritrovano comunque alcuni elementi di base, che per-mettono uno sviluppo equilibrato: conoscere le emozioni e imparare a gestirle, comunicare in maniera efficace, sviluppare senso critico, sviluppare l’autostima.I genitori devono essere presenti e supportare la cresci-ta dei figli, ma non devono cadere nell’iperprotettività, stile educativo molto dannoso. Chi cresce sotto una campana di vetro non sa gestire le situazioni quotidiane e tanto meno gli imprevisti e rischia quindi di essere facile preda di chimere adolescenziali.È stato inoltre attivato lo “Sportello di Ascolto”, un ser-vizio preventivo-promozionale dove si può parlare delle proprie difficoltà e dove si viene guidati all’attivazione delle risorse personali.

Dott.ssa Raffaella Guarini [email protected]

Dott.ssa Vera [email protected]

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Finalmente Giulia Fogolari non è più solo un ricordo nella memoria degli amanti dell’arte, degli archeologi e degli esperti di storia nostrana: alla storica direttrice del Mu-seo Nazionale Atestino è stata dedicata una via a Este. Si tratta per la verità di una via secondaria, che collega la viabilità maggiore con la casa di riposo Santa Tecla. Ma è pur sempre una via. All’archeologa dedichiamo un breve ricordo e queste poche righe biografiche, nella speranza che la sua vita sia d’esempio e che molti altri decidano di seguire la sua strada. Giulia Fogolari nasce a Venezia l’1 gennaio 1916. Il pa-dre, Gino, cresciuto a Trento presso gli zii con il cugino Cesare Battisti, fu uomo di grande apertura e autonomia di pensiero. Avviata agli studi umanistici “per un sapere ordinato e armonioso”, come spesso amava ripetere, ne seguì la strada nell’amore e nell’impegno per Vene-zia, per le Venezie, per la loro storia e le radici del loro lontano passato di cui fu prima e insuperabile maestra. Da giovane studiosa di archeologia, si laureò a Padova nel 1938 con Carlo Anti, seguendo interessi legati alla civiltà classica, in particolare alla plastica greca. Nel 1949 come Ispettore di ruolo presso la Soprintendenza per l’Antichità delle Venezie, che allora aveva ampia giurisdizione dal Trentino Alto-Adige all’Istria, orientò i suoi interessi e la sua passione di studiosa verso la storia antica e l’archeologia dell’amata terra veneta. La civiltà paleoveneta, o dei Veneti antichi, grazie alla passione, alla costanza, ai vasti risultati conseguiti dai suoi numerosi studi, andava definendosi in modo sempre più chiaro e preciso nel panorama delle civiltà dell’Italia preromana.

Una strada per Giulia Fogolari

Fra Este e Prà una via dedicata all’archeologa, fondamentale punto di riferimento per il Museo Nazionale Atestino nel secolo scorso.

Il suo interesse di studiosa per la protostoria dell’arche-ologia veneta si formò però presso il Museo Nazionale Atestino di Este, di cui tenne la direzione dal 1948 al 1963 e per la cui valorizzazione curò la seconda e la terza edizione della Guida nella Collana del Poligrafico dello Stato. Nel 1950 scavò a Carceri d’Este una necropoli pre-romana e romana e ne pubblicò la relazione in “Notizie scavi” del 1953; nel 1959-60 esplorò un ampio tratto di necropoli in proprietà Capodaglio, nel settore meridionale dell’antico centro atestino; tra il 1960 e il 1964 riprese gli scavi nell’area della Casa di Ricovero, riportando alla luce numerose tombe preromane dell’importante necropoli settentrionale, di cui lasciò gli accurati appunti di scavo del suo assistente Giovan Battista Frescura. In questi anni di direzione del Museo Nazionale Atestino apportò con le sue indagini sul campo e i suoi studi un contributo determinate alla conoscenza del Veneto preromano, in sintonia con le nuove prospettive di ricerca. Nel 1965 pubblicò con Otto Hermann Frey su “Studi etruschi” un lavoro di definizione cronologica delle fasi centrali della civiltà atestina, fondata su alcuni capisaldi costituiti dai materiali di importazione, lavoro fondamentale per tutti gli studi successivi.Socio e membro attivo di vari organismi accademici nazionali e stranieri, promosse la definitiva edizione critica degli antichi e nuovi scavi delle necropoli di Este, di cui sono apparsi i primi due volumi a cura di Anna Maria Chieco Bianchi e Loredana Capuis, nei “Monu-menti antichi dell’Accademia dei Lincei”. E la nomina nel 1988 ad Accademica dei Lincei fu sicuramente uno dei più emozionanti, tra gli innumerevoli riconoscimenti. La sua biografia non sarebbe però completa se non fosse ricordato il suo impegno politico che esercitò con grande riservatezza. Iscritta alla Federazione Universitari Cattolici, poi all’Associazione dei Laureati Cattolici, fu eletta membro del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana dal I Congresso, dal 1946 fino al 1956. Fu mem-bro dal 1948 al 1969 del Movimento femminile della Democrazia Cristina e delegata regionale per elezione, dal 1946 al 1973. La sua scomparsa avviene a Venezia il 12 gennaio 2001.

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In cucina con la ratatouilleIn gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

La ratatouille, un piatto tradizionale provenzale a base di verdura stufata, originariamente nasce come piatto per contadini poveri, preparato in estate con le verdure fre-sche. Il nome del piatto deriva dall’occitano “ratatolha” che significa “rimestare”. La ricetta originale non aveva le melanzane essendo reperibili nello stesso periodo dell’anno altre verdure.

Al loro posto, venivano usati pomodori, zucchine, pepe-roni verdi e rossi, cipolla e aglio. La ratatouille francese si può servire come piatto a sé accompagnata da riso, patate, o pane, oppure come semplice contorno. Ricette simili esistono anche nella cucina italiana, in particolare la somiglianza è evidente con la peperonata e la caponata siciliana.

Ingredienti: 400 gr. trofie, 300 gr. di salmone norvegese, 2 lime, un bicchierino di limoncello, qualche fogliolina di menta, 1 cipolla bianca, 100 gr. di formaggio spalmabile, olio extravergine d’oliva, sale e pepe qb.

Per il sugo: tagliate la cipolla a coltello molto sottile e soffriggetela leggermente con un po d’olio d’oliva, aggiungete poi il salmone precedentemente sminuzzato, salate e pepate. Sfumate tutto con il limoncello. Aggiungete le foglie di menta la scorza del lime e il succo. Cuocete la pasta e una volta cotta versatela in padella con il sugo di salmone e il formaggio spalmabile e qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.

Trofie con salmone menta e lime

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Ingredienti:Per la pasta frolla salata: 200 gr. di farina 00, 20 gr. fecola di patate, 125 gr. burro, 25 gr. parmi-giano, 45 gr. uova intere, 35 gr. tuorlo, 4 gr. sale, 1 gr. noce moscata.Per la ratatouille: 100 gr. carote, 100 gr. cipolla bianca, 100 gr. patate, 100 gr. melanzane, 100 gr. zucchine, 100 gr. piselli freschi, 100 gr. pepe-roni, 30 gr. olio extra vergine, 300 gr. ricotta di pecora, 60 gr. parmigiano, 30 gr. amido di mais, sale e pepe qb.Per il crumble al pecorino: 125 gr. farina, 125 gr. burro, 125 gr. farina di mandorle, 75 gr. pecorino, sale e pepe qb.

Crostata ratatouille

Pasta frolla salata: impastate il burro morbido con la fo-glia, il sale, la noce moscata e il parmigiano grattugiato. Aggiungete un po’ per volta le uova e i tuorli, una volta assorbiti, unite 1/3 della farina miscelata con la fecola di patate. Lasciate girare la macchina per 20 secondi, quindi aggiungete la farina restante. Rivestite con la pasta una tortiera da circa 22 cm di diametro, quindi fate una precottura in bianco per circa 10 minuti a 170°.Ratatouille: tagliate tutte le verdure a dadini e saltatele in padella con olio, sale e pepe. Unitele alla ricotta di pecora, cosi come il parmigiano grattugiato e l’amido di mais.Crumble al pecorino: miscelate tutte le polveri insieme in una ciotola e sabbiatele con il burro non troppo morbido, sfregando il tutto tra le mani in modo da formare tanti pic-coli granuli di pasta. Farcite fino al bordo la tortiera di pasta frolla salata con il ripieno di ricotta e verdure. Completate la superficie con il crumble di pecorino senza pressare eccessivamente. Infornate a 170° per circa 30 minuti.

Ricette a cura di Paola Arzenton e Marina Gallo

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24 Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.A cura di Chiara Scavazza

in collaborazione con Libreria Gregoriana - Este

ImerioImerio è un ragazzo che nel 1960 ha ventitré anni ed è a un soffio dalla vittoria nella temibile tappa del Passo del Gavia al Giro d’Italia. È Imerio Massignan, veneto di Valmarana, che vince la classifica scalatori al suo primo Tour de France. Il narratore di questo romanzo-mémoire segue le tracce di un gruppo di tifosi con un cartello che inneggia a Imerio sul Gavia e incontra un intreccio di storie di pedali e d’emigrazione. Trova Imerio, che a Brian-gon perde una tappa sotto gli occhi dei tifosi, e lo ritrova oggi a quarant’anni di distanza.(“Imerio” di Marco Ballestracci, Instar Libri, pagg. 128, euro 13,00)

E poi ti ho trovatoIl giorno delle prime volte. Così Kate chiama il primo giorno di primavera, una ricorrenza speciale che le riporta alla mente le emozioni che hanno segnato la sua vita. Ma ai mo-menti di gioia si accompagna anche il ricordo dell’evento che, tredici anni fa, le ha stravolto l’esistenza. Kate ha dovuto fare una scelta difficilissima che tuttora la perseguita e che non vuole dimenticare, nella speranza che il destino le riservi l’opportunità di riannodare i fili di un legame reciso. E l’opportunità si manifesta con una richiesta d’amicizia su Facebook, accettarla le farà scoprirà che ciò che abbiamo smarrito può essere ritrovato. (“E poi ti ho trovato” di patti Callahan Henry, Editrice Nord, pagg. 354, euro 16,40)

Vita migliore“Vita migliore” racconta di Deki, un ragazzo serbo che all’inizio della storia ha dodici anni e mezzo e un pò alla volta diventa adolescente, ma parla anche dell’Ingegnere suo pa-dre, di Sve sua madre, della sua nonna-vampiro, e di Ivana, di Milica, di Uros il Piccolo, di Scabbia, di Mihailo. Racconta del quartiere 62° nord della Nuova Belgrado, dei ragazzi che vivono nei palazzoni grigi costruiti dal regime titoista, di una generazione che cresce tra le rovine di un sistema totalitario, molto più coinvolta nelle rivalità tra i diversi quartieri che nei conflitti interetnici e di religione. (“Vita migliore” di Nikola P. Savic, Bompiani, pagg. 281, euro 12,90)

Quando leggerai questa lettera Victor Monteoscuro ha perso la donna che amava. Decide di prendersi un anno di congedo, sperando di ritrovare un po’ di pace. Mentre è in Nord Africa Victor assiste a una strana scoperta: una fossa colma di ossa dei soldati caduti nella disfatta di Annual del 1921. Tra quei resti, Victor trova una bottiglia che contiene una lettera, il messaggio d’addio di un capitano spagnolo rivolto alla donna che amava, una certa Noelia. Victor sente che deve consegnare quel messaggio riemerso dal passato. Comincia così una ricerca appassionante nella quale coinvolge amici, parenti e soprattutto una preziosa compagna di avventure.(“Quando leggerai questa lettera” di Vicente Gramaje, Longanesi, pagg. 322, euro 14,90)

Un disastro è per sempreVuoi sposarmi?” Abby non ha dubbi: è Travis l’uomo che vuole accanto a sé per tutta la vita. Lui è l’unico a sapere cosa c’è nel profondo della sua anima. “Sì.” La risposta di Travis viene direttamente dal cuore. Un cuore ferito, che era chiuso in una corazza impenetra-bile finché non è arrivata lei. Qualcosa di speciale unisce Abby e Travis. Quando il fatidico momento si avvicina sono nervosi. Sono giovani e si conoscono da pochi mesi. E lui è il ragazzo sbagliato per eccellenza e lei una ragazza in fuga da se stessa. Eppure davanti all’altare, mano nella mano, ci sono solamente loro, per sempre. (“Un disastro è per sempre” di Jamie McGuire, Garzanti, pagg. 127, euro 14,90)

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Volevo solo averti accantoTeatro dell’Opera di Chicago. C’è Elliot Rosenweig, il più ricco mecenate della città. All’im-provviso fra la folla appare un uomo anziano, tra le mani stringe una pistola che punta alla testa di Rosenweig. Con lo sguardo risoluto lo accusa di essere Otto Piatek, il macellaio di Zamosc, feroce criminale nazista. Ma nessuno sparo riecheggia nel teatro e Ben Solomon, un ebreo scampato ai campi di sterminio, viene trascinato in prigione. Nessuno crede alle sue accuse tranne Catherine Lockhart, una giovane avvocatessa disposta ad ascoltarlo. (“Volevo solo averti accanto” di Ronald H. Balson, Garzanti, pagg. 420, euro 14,90)

La fragile bellezza del giornoErnesto è un sessantenne. Da poco ha perso la moglie, il grande amore della sua vita. Gli sono rimasti due figli, entrambi sposati, e due nipoti. Ernesto è un romanziere di suc-cesso. Ma ciò che gli è capitato gli ha tolto il gusto della scrittura. Fino a quando conosce un’amica di sua nuora. Una donna giovane che inaspettatamente riaccende in lui un senso delle cose che fino a quel momento si era assopito. E l’amore torna a bussare alla porta.(“La fragile bellezza del giorno” di Giorgio Montefoschi, Bompiani, pagg. 222, euro 17,00)

Tutta la luce del mondoIn un Medioevo “pieno di stupore” nasceva Giovanni di Bernardone, poi conosciuto come Francesco. L’uomo di Assisi, colui che vedeva la luce e la bellezza del suo Maestro Gesù in ogni volto di persona, animale, nel sole, nella luna, nella terra. Aldo Nove in questo libro non si limita a ricostruire la storia di Francesco. Lo fa dal punto di vista del nipote Piccardo, un ragazzino dapprima spaurito di fronte alle scelte radicali dello zio, ma poi pervaso da una grande ammirazione. (“Tutta la luce del mondo” di Aldo Nove, Bompiani, pagg. 294, euro 18,00)

Braccialetti rossiEspinosa malato per dieci anni, è riuscito a guarire, trasformando il male in una grande esperienza. A guardarlo è lui stesso, capace di contagiare gli altri con la propria vitalità. E racconta in questo libro la propria giovinezza segnata dal tumore. E non c’è niente di astratto, solo la semplice volontà di mettere in pratica tutta la bellezza di quelle “lezioni”. In ventitré capitoli Albert Espinosa mostra come unire la realtà quotidiana ai sogni più segreti, come trasformare ogni istante di vita, anche il più cupo, in un momento di gioia. (“Braccialetti rossi” di Albert Espinosa, Salani, pagg. 167, euro 12,90)

Tutto inizia e finisce al Kentucky ClubUn bar di altri tempi, a pochi isolati dal ponte che unisce due nazioni estremamente diverse, è al centro di sette storie collegate fra loro. Storie di confine. Due città che si guardano in faccia: negli Stati Uniti c’è El Paso, in Messico Ciudad Juàrez. Considerata la più violenta area del mondo al di fuori delle zone di guerra, Juàrez è il teatro sconvolgente e drammatico di crimini efferati. El Paso invece, è il Nord: un miraggio. (“Tutto inizia e finisce al Kentucky Club” di Benjamin Alire Sàenz, Sellerio, pagg. 246, euro 16,00)

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28 Sos cani e gatti smarritiChiunque smarrisca il proprio cane è tenuto a darne im-mediata segnalazione al competente canile civico ASL, ma avvisare anche il Servizio Veterinario della ASL competente per territorio. I provvedimenti da porre subito in atto allo smarrimento del proprio animale per rendere più efficace la ricerca sono:- affiggere nella zona dello smarrimento numerosi cartelli, specie negli Ambulatori Veterinari della zona e nei luoghi di transito di molte persone (grandi negozi), dove sia indicata una breve descrizione del cane, meglio se corredata da foto, e il numero di telefono del proprietario;- avvisare, oltre che il proprio canile di competenza, anche i canili ASL limitrofi e i canili privati o di associazioni più importanti sul territorio. Lasciare la segnalazione a tutte le associazioni protezionistiche locali a cui spesso si rivolgono coloro che trovano un animale abbandonato- contattare i giornali locali che solitamente hanno a dispo-sizione uno spazio di annunci gratuiti per le segnalazioni di questo genere;- effettuare delle ricerche personali in zona non limitandosi alla stretta cerchia di vie dove il cane è stato smarrito in quanto i cani possono compiere tragitti molto lunghi anche in poche ore.

Per il gatto valgono le stesse misure poste in essere per il cane eccetto la segnalazione ai canili pubblici e privati, segnalarlo invece ai vari gattili. Intensificare le ricerche personali da svolgere in zona perché, se un cane randagio attira solitamente l’attenzione della gente e può avere maggiori possibilità di essere ritirato da qualcuno, questo normalmente non avviene con i gatti che sono spesso scambiati per semplici randagi.

Rimedi contro pulci e zecche.Con l’arrivo dell’estate è bene proteggere i nostri amici a quattro zampe da zecche, pulci e altri parassiti. In commercio ci trovano molti prodotti “chimici” per il trattamento antiparassitario, ma anche le erbe possono essere altrettanto efficaci e si rivelano più innocue per l’animale. Ci sono prodotti a base naturale come spray o polveri, ma anche shampoo antipulci realizzati con l’impiego di ingredienti vegetali, repellenti a base di oli essenziali di citronella, menta e geranio, eucalipto da applicare sul pelo evitando il contatto con muso e occhi. Ne basta una sola goccia, diluita in acqua, con cui tamponare il pelo. In alternativa, possono essere usati degli integratori che agiscono direttamente sulla pelle, come il lievito di birra o mezzo spicchio d’aglio al giorno, che, mischiati alle crocchette, rendono il pelo folto e la pelle sgradevole agli insetti. Chiedete comunque consiglio al veterinario che saprà orientarvi al meglio. Occupatevi scrupolosamente della pulizia della cuccia e dei luoghi della casa riservati all’animale, in modo da evitare una eccessiva propagazione dei parassiti.

Undici mesi salvata in extremis da un grave maltrattamento. Docile e giocosa 14 chili di voglia di vivere che aspettano un affetto vero.Info: Raffaella sms 347 3076496 o [email protected]

Pinscher buongustaio e cicciottello, adulto taglia mini. Ha tanta paura dei bambini piccoli e non va d’accordo con i gatti. Affettuoso ed educato poiché abituato in appartamento da sempre cerca una famiglia vera.Info: Raffaella sms 347 3076496 o [email protected]

Due mesi di baffi e pelo, un ma-schietto e due femminucce, salvati dall’ennesima brutalità degli umani, sapranno sicuramente essere com-pagni discreti e affettuosi per chi li saprà accogliere.Info: Antonella 339 4635011

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