Celeste 55

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Celeste numero 55 - Maggio 2009

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l recente dramma dell’Abruzzo ancora una volta ha intriso i fazzoletti degli italiani con terrificante puntua-

lità all’ora di cena : bambini nati quasi sotto le macerie, nonnine centenarie salvate da uno scavo miracoloso, tendopoli percorse da un brivido di orgogliosa dignità e tanta voglia di ricominciare, raccolte fondi da ogni parte e gran defilé dei politici con le scarpe di vernice fra le macerie abruzzesi. E giù lacrime, nelle case alle ore dei pasti, davanti al sacerdote del nostro tempo libero (ma sarà poi libero?), la TV, l’occhio si fa lustro, le dita corrono a digitare un SMS di solidarietà e il pensiero si ripromette di mandare qualcos’altro a chi raccoglie per poi distribuire.Ma io no. Stavolta non me la sento, l’occhio resta asciutto e se il senso di solidarietà non viene meno, viene meno l’obbligo morale del dolore condiviso, sostituito da un ben preciso senso di rabbia e di ribellione verso un establi-shment cieco, sordo e supponente. Nessuno ha ascoltato il sindaco de l’Aquila che ben prima del 6 aprile (la scossa mortale) aveva chiesto per via gerarchica lo stato di ca-lamità naturale per l’infinito sciame sismico (con danni) che andava scuotendo l’aquilano già da tempo. Nessuno ha ascoltato il tecnico del laboratorio di geofisica del Gran Sasso che aveva qualche indicazione utile da dare solamente leggendo una rete di rilevatori, anzi, è stato denunciato per procurato allarme, ma lui intanto la sua famiglia l’ha messa al sicuro.Nessuno ha inciso il bubbone di opere pubbliche (ospeda-le, casa dello studente…) costruite in dispregio alla legge in una zona altamente sismica, con materiali poveri e senza

Non ci resta che piangerecollaudi (chi controlla i controllori?); ma anche l’edilizia privata è risultata spesso un castello di carte, sabbia al posto di cemento e tondini simili a ferri da calza. È questa l’Italia che volevamo?È questo il modo di essere governati? Ne ha uccisi più il terremoto o la corruzione di politici e affaristi? No, per queste domande dalle risposte scontate non me la sento di piangere su questo povero latte versato che sono le vittime e i sopravvissuti, ma dico che comunque non ci resta che piangere, giorno per giorno, prima e dopo le catastrofi che si potrebbero in parte evitare, i cui effetti si potrebbero in parte ridurre se potessimo liberarci dei briganti in doppio-petto, quelli che, a disastro avvenuto, ci chiedono lacrime e solidarietà. Ovviamente il terremoto adesso si trascina dietro la sua coda di varano di inchieste, accertamenti, ricerca della verità, di responsabili, di chi ha malversato, di chi sapeva e ha taciuto, di chi doveva intervenire e non lo ha fatto, e, contestualmente, viene promesso che la ricostruzione sarà sorvegliatissima, filtrata dall’occhio delle istituzioni, quelle stesse che avrebbero dovuto già farlo prima di questa maledetta primavera che non vuole arrivare e che sui terremotati ha scaricato acqua gelata e freddo pungente. E il Belice, il Vajont, l’Irpinia, la Val Nerina? La nostra storia recente è scossa da tragedie che solo in parte sono da addebitare alla natura matrigna e nelle quali, purtroppo, la mano dell’uomo, o meglio la sua colpevole assenza, ci ha messo del suo. Perciò non piango.

Riccardo Monaco

Ancora una sciagura vissuta a denti stretti: ma non si poteva fare

qualcosa prima?

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L’acqua della Bassa

Una nuova cultura dell’acqua per la Bassa nei piani del Con-sorzio di Bonifica: programma-zione e previdenza.

Acquisire una nuova cultura per la bonifica, ma più in ge-nere nella difesa e nella salvaguardia del territorio. Ne è convinto Paolo Vigato, presidente del Consorzio Euganeo, nonostante le numerose difficoltà. L’indicazione dell’area come Bassa Padovana, fa compren-dere con chiarezza la situazione. Si tratta di un territorio che storicamente si è sempre scontrato con il territorio da togliere alle acque, un lavoro iniziato nell’Alto Medioevo dai monaci di Santa Maria delle Carceri e proseguito con l’impegno della Repubblica veneta sino ai primi consorzi moderni.“Abbiamo passato un momento di rischio, con una piena particolare nel mese di dicembre, spiega Vigato, in parti-colare quando non potevamo più scaricare nelle opere di secondo grado, sotto gestione del Genio Civile, e quindi abbiamo dovuto interrompere il funzionamento delle idro-vore sull’asta dei corsi d’acqua Fratta - Gorzone. A quel punto si rende necessario invasare l’acqua all’interno del territorio, con circa 1.000 ettari allagati artificialmente”. “Dobbiamo imparare a gestire l’acqua nel nostro territorio - conclude Vigato - non dimenticando mai che il nostro è un grande catino naturale. Quindi è necessario creare delle grandi vasche di laminazione, nei pressi dell’asta Fratta – Gorzone dove si scarica l’acqua dal sollevamento idraulico, come pure delle vasche di rac-colta nei pressi delle aree urbane, con in contemporanea un’estensione della rete di bonifica”.Nei progetti dell’Euganeo, considerando l’età vetusta di al-cuni manufatti idraulici – la botte di Lozzo risaliva al 1567 – è necessario porre mano a un progetto di ammoderna-mento delle idrovore più anziane, come la Ca’ Giovannelli o la Vampadore, come pure a varie opere idrauliche.Un’altra azione incisiva è già in corso nei confronti delle nutrie, i grossi roditori che costruiscono le proprie tane

all’interno degli argini, provocando frane e rischi non indifferenti nei canali pensili, con costi che ricadono sulla collettività.Nel corso del 2009 sono previsti diversi altri interventi, fra cui il rinnovo di alcune attrezzature per lo sfalcio e il diserbo dei canali, la costruzione di alcune paratoie meccanizzate in corrispondenza di ponti su vari scoli e la manutenzione di alcuni manufatti nei comuni di Este e Vescovana, per un totale di 87.500 euro.Un’altra serie di opere pubbliche è pure a progetto con cantieri aperti in base all’assegnazione dei finanziamenti. Si tratta del terzo lotto della sistemazione delle opere di bonifica nei comuni di Carceri ed Ospedaletto Euganeo, per una spesa prevista di oltre un milione e mezzo di euro, mentre ne sono previsti 2 e mezzo per la realizzazione del primo lotto degli impianti di irrigazione a servizio delle aree a coltura specializzata nei Colli Euganei. Sono in corso ancora gli interventi per l’adeguamento idraulico nell’area del bacino Gorzon Medio, e per l’ade-guamento dei punti di prelevamento nel bacino Mona-stero a Montagnana. Per finire, buoni segnali invece per l’intervento sulla “Botte di Lozzo”, il manufatto idraulico che era collassato oltre un anno fa, mettendo in crisi tutto il sistema di regimazione delle acque nell’area dei Colli Euganei, ma anche lungo tutta la dorsale della strada re-gionale Riviera Berica. La sistemazione completa dell’area, con gli accessi e il rifacimento delle strade, dovrebbe esser completata, piogge permettendo, entro il mese di aprile. L’intervento complessivamente ha avuto un costo di 4.675.000 euro.Il territorio del consorzio Euganeo supera di poco i 70.000 ettari di terreno, dei quali il 70% necessita di sollevamen-to meccanico delle acque di scolo. Sono 25 gli impianti idrovori impegnati per questo scopo.

Michele Santi

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Vent’anni di Parco20 anni di impegno per la tutela di un’area che al suo interno dimostra peculiarità non indifferenti. L’Ente Parco Colli Euganei festeggia quest’anno il suo 20° anniversario di fondazione, con una serie di avvenimenti che hanno come scopo in partico-lare la valorizzazione del territorio. Nel periodo che va dagli inizi della nascita dell’Ente a oggi si intuisce un cambiamento di prospettiva, come viene delineato con decisione dall’attuale Presidente del Parco, l’architetto Chiara Matteazzi: “Per l’oggi si nota una mag-giore consapevolezza da parte delle persone che abitano all’interno del nostro territorio, mentre all’inizio il Parco era considerato come un vincolo, come un intralcio alla vita normale di ogni giorno, ed ora invece si comprende che sono date delle opportunità, in particolare in alcuni settori produttivi. Penso solamente alle grandi possibilità, per chi lavora nel settore vitivinicolo e in quello dell’agri-turismo, al un valore aggiunto che viene dato da un territorio protetto”. Un’opportunità che in parte agli inizi, forse proprio sulla scorta di speranze e attese diverse, ma pure di esempi collegati a realtà simili, non è stata del tutto considerata al meglio, non dando spazio completo al volto peculiare del territorio degli Euganei. La scelta coraggiosa della creazione di un Parco infatti all’inizio si è dovuta misurare con la realtà interna, che ha portato a dover formulare un sistema di regolamentazione all’inter-no del quale hanno dovuto trovar spazio adeguato sia la tutela ambientale che la valorizzazione delle persone che vi risiedono. “Si tratta di un territorio protetto – prosegue la Presidente Matteazzi – ed all’inizio la proposta di poter utilizzare in armonia tutte le risorse a disposizione non è stata compresa al meglio. Per l’oggi si registra invece una maggiore volontà di lavorare assieme. Un solo esempio: gli

albergatori dell’area termale stanno prendendo coscienza dell’importanza di presentare un’offerta diversa, e cioè non solo le terme ma anche l’ambiente”.Per il ventennale del Parco un regalo speciale, oltre alle numerose manifestazioni che contribuiscono a valorizzare tutto l’ampio territorio, è stata anche la presentazione di un Piano destinato a dare soluzione all’annosa questione della collocazione delle antenne radiotelevisive sulla sommità del monte Cero, nei pressi dell’abitato di Calaone. Al momento l’Ente prosegue fra l’altro nell’impegno per la difesa del territorio, e pure degli agricoltori che vi risie-dono, con i diversi sistemi di lotta contro la presenza dei cinghiali. Esclusa l’opzione della caccia, impraticabile in un’area fortemente antropizzata e delicata, l’azione di eliminazione viene attuata con sistemi meno invasivi, come le gabbie e i chiusini per la cattura dei suidi. Nell’ambito più legato alla festa, le prossime proposte del Consiglio dell’Ente sono quelle della creazione di un Consiglio pensato su misura per i ragazzini, chiamati a esser protagonisti del domani, e di una festa con i gio-vani ventenni che risiedono nel territorio, in coincidenza del loro compleanno con quello del Parco. Il Parco Colli Euganei ha la sua sede ufficiale a Este, in via Rana Ca’ Mori, in una villa veneziana recuperata lungo l’argine del canale Bisatto. Accanto al luogo di incontro istituzionale sono operative alcune sedi distaccate, come Ca’ Emo nei pressi di Monselice, e Villa Marina a Galzignano Terme, fiore all’occhiello nell’ambito dell’educazione ambientale. Sono circa 50.000 le persone che risiedono all’interno del territorio del Colli Euganei.

Michele Santi

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Il Parco dei Colli Euganei compi vent’anni e continua a crescere...

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Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsHPV TestUssl 17 che prosegue con forza nel-la via della prevenzione e sperimen-ta per prima a livello nazionale una campagna di screening oncologico con un nuovo metodo di test. Sono circa 50.000 le donne, in età compresa tra i 25 e i 64 anni, nel territorio dell’Ussl 17, che potranno usufruire del nuovo test, denomina-to Hpv, per la diagnosi preventiva del cancro alla cervice uterina. Questo metodo di indagine è desti-nato a sostituire il tradizionale Pap test, rispetto al quale presenta un maggior grado di accuratezza. La campagna rientra nell’ambito di una convenzione stipulata fra la Regione Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per la realizzazione di un piano triennale di screening onco-logici nelle province di Padova e Rovigo,per una spesa complessiva di oltre 17 milioni di euro. A livello locale, l’investimento com-plessivo per l’Azienda Ussl 17 sarà pari a 2,3 milioni di euro, con un fi-nanziamento di circa 750 mila euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Monselice - Parla con loroCorsi per comprendere meglio come saperci rapportare con la prole of-ferti a Monselice dalla Fondazione Exodus. La proposta, formulata per le diver-se età della crescita dei ragazzi, è partita dal periodo della scuola dell’infanzia, prendendo in conside-razione le paure dei piccoli. Da qui il cammino è continuato con l’attenzione sulla costruzione dei valori, le diverse realtà dei gruppi classe, mentre giungendo all’età adolescenziale la riflessione si è spostata sul ruolo del gruppo in questa età delicata, il mondo dell’affettività e delle emozioni, e i difficili momenti di incontro fra genitori e figli.

Monselice - Scatto più scattoSport da mettere in valorizzazione anche attraverso un concorso fo-tografico. Il Progetto Giovani del comune di Monselice, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Gio-vanili e con Violatio, ha proposto il concorso dal tema “Ogni scatto che racconti un momento di sport”, aperto sia ai singoli che alle scuole sia primarie che secondarie di pri-mo grado all’interno del comune. Oltre agli interessanti riconosci-menti per i vincitori, da segnalare che tutte le opere fotografiche ammesse al concorso saranno pro-iettate nel centro storico cittadino nelle 4 serate conclusive del mese di maggio.

a cura di Michele Santi

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Monselice - La buona musicaBuona musica nel complesso monumentale di San Paolo a Monselice, all’in-segna della lirica e delle arie tratte da diverse celebri opere. Mesi di marzo e aprile che hanno visto alternarsi diversi protagonisti, da un concerto per la Festa della Donna a 2 recital rispettivamente del soprano Jolanta Stanelyte e del tenore Daniele Gaspari. La conclusione del ciclo ha proposto invece uno spettacolo dal titolo “Rac-contando Tosca”, dall’opera di Giacomo Puccini, che ha permesso di rivivere ancora una volta le emozioni suscitate dalla vicenda di un amore contestato nell’atmosfera dei palazzi romani.

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10 Monselice - La storica Rocca25 esperti per tracciare un bilancio sulla storia della città della Rocca. È stato di recente presentato il volume “Monselice nei secoli”, che al suo interno contiene numerosi contributi, legati dall’attenzione nei diversi secoli per i momenti più salienti vissuti da uno dei luoghi più suggestivi della provincia di Padova. Da notare, senza nulla togliere alla validità degli altri saggi, la ricca parte seconda, con diversi lavori che testimoniano l’attenta ricerca sulle fonti, come pure aperture su aspetti diversi, segno dell’attenta cura con cui nasce il lavoro. Il testo, che ha visto la cura di An-tonio Rigon, docente all’università di Padova, come diversi altri autori, oltre che in formato cartaceo clas-sico, è pure disponibile in supporto informativo.

Noventa - Racconti e ricordiPresentato a Noventa Vicentina l’ultimo lavoro di un autore che nell’età della maturità ha saputo scoprire il gusto di far rivivere le atmosfere di un tempo. Si intitola “Racconti del filò” l’ultimo lavoro di Marcello Lazzarin, scrittore di origini montagnanesi che vive attualmente

Noventa - RelaxOccasione per conoscere da vici-no una tecnica che può aiutare a controllare le diverse emozioni e contribuire ad educare la persona in diversi ambiti della propria vita. Viene proposto dal Centro Territoria-le permanente per l’Istruzione e la Formazione in età adulta, a Noventa Vicentina, un corso di sofrologia o ri-lassamento dinamico, che permette di misurare noi stessi ma anche di imparare a gestire al meglio uno dei piccoli drammi della nostra esisten-za moderna, lo stress.

Rassegna e concorso fotografici che abbracciano temi diversi a Noventa Vicentina. La manifestazione conclusa agli inizi del mese di maggio, ha visto porre l’attenzione sia sull’ormai tradizio-nale concorso fotografico, indetto dal club “Il campanile”, come pure su una rivisitazione sul lungo lavoro del

Noventa - Foto in mostra

in terra vicentina. La presentazione, con letture animate, ha avuto luogo nella raffinata cornice della sala Pa-radiso all’interno di Villa Barbarigo a Noventa Vicentina. L’autore, che ha voluto stendere i ricordi della sua infanzia, quando le persone si radunavano nella stalla, unico luogo di incontro nelle fredde notti di inverno, ha affrontato per vivere anche la fatica dell’emigrazione in Svizzera, per lavoro, dove ha dato dimostrazione della sua capacità di pedagogo come insegnante nelle scuole elementari.

fotografo Mario Lasalandra, con una mostra sui 45 anni della sua carriera dietro l’obiettivo. A fare da cornice una mostra colletti-va del Leek Photographic Club della cittadina inglese di Leek, dal titolo “English Wild Life”, e le esposizioni di Gelmino Veronese e Adriano Favero, assieme a una mostra collettiva dello stesso sodalizio organizzatore.

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n giorno venne a farmi visita un signore per pormi una domanda importante che l’aveva tormentato tutta l’esistenza.

Gli chiesi di raccontarmi la sua vita. Cominciò quindi a narrarmi come, fin da bambino, avesse sempre sofferto di avere avuto un padre che non si era mai occupato di lui e che aveva manifestato un comportamento molto ambiguo: esteriormente ogni gesto sembrava rivolto al figlio e agli altri, ma in pratica tutte le azioni e i suoi pen-sieri convergevano su se stesso e sui propri interessi. In-somma un incredibile opportunista, un attore nato, che viveva fondando la sua esistenza sulla menzogna. Nel paese in cui risiedeva era considerato proprio come aveva cercato di apparire: quasi un “santo”, cosa che irritava notevolmente il figlio. Quest’ultimo, crescendo, aveva iniziato a scontrarsi con questo padre così strano, esigendo da lui una maggiore correttezza e un minimo di sincerità. Ma nulla cambiò mai: il genitore negò sempre le sue reali intenzioni, pur manifestando il suo sfrenato egoi-smo e lasciando al figlio la briga di rimediare i guai che spesso combinava. Così, oltre alla beffa, a lui restava anche il danno. La madre dell’uomo, persona buona e gentile, intanto soffriva in silenzio. Morì in quegli anni, lasciando il vuoto che lascia una persona mite: incolmabile. Quindi il padre, rimasto vedovo e solo, la-sciò che il figlio si occupasse di lui; praticamente gli si aggrappò completamente, senza darlo mai a vedere, e

l’altro, preso dai sensi di colpa, non lo abbandonò mai. Così il tempo era trascorso : il signore si era sposato, aveva avuto dei figli e si era sempre “tirato dietro” que-sto padre, dice, come un peso incredibile; e più andava avanti più gli era chiaro quanto questo approfittava della sua bontà. Avrebbe desiderato un gesto di sincera gratitudine, di comprensione dello sforzo che lui, come figlio, faceva per rendergli la vita più serena; ma nulla, solo i rintocchi sgraditi e costanti dell’ipocrisia, scanditi da quell’as-surdo egoismo; e sempre guai da rimediare e la vita oscurata da quella difficile presenza. Quindi il padre invecchiò, si ammalò e iniziò la sua len-ta discesa verso la morte. Ed ora il signore mi chiede perché egli sia giunto a fare così tanto per una persona che non avrebbe meritato tutto ciò. Nella sua vita egli

è stato costantemente accompagnato dalla sensazione di essere derubato, di non essere amato, di essere preso in giro. Eppure non ha mai esitato ad aiutarlo. Io alla sua domanda rispondo che non è raro scoprire un intenso amo-

re nascosto in un figlio il cui padre sembra essere stato esclusivamente brutale, oppressivo ed egoista (come del resto accade ad un genitore verso i figli). Questo signore gli ha voluto bene, comunque, nonostante la sofferenza, nonostante il disinteresse e l’egoismo che questo padre ha manifestato. Credo però ora sia giunto il momento di guardare al futuro con serenità, pensan-do alla correttezza che lo ha sempre contraddistinto e soprattutto perché il suo compito non è mai stato facile: quello di amare comunque.

Maria Grazia Parigi

Un padre si aggrappa al figlio con un comportamento ambi-guo e ipocrita e il figlio si sen-te preso in giro per una vita.

Il falsario

Si ama al di là della ragione e del male stesso.

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alazzo Crepadona a Belluno ospita fino al 12 lu-glio una eccezionale mostra dedicata ad Andrea Brustolon, inarrivabile scultore del legno che vi

nacque nel 1662 e raggiunse un tale livello di perfezione che Honoré de Balzac, un secolo dopo, lo definì “Michelan-gelo del legno…” Ancora un genius loci a Belluno, dunque, dopo le mostre dedicate ad Ippolito Caffi e a Tiziano, tutti fi-gli di quella terra che Brustolon seppe far parlare attraverso uno dei suoi materiali più tipici, il legno. Nelle sue opere, sacre e profane, Brustolon ha raggiunto livelli eccelsi di maestria, di pathos e di grandezza. Fi-glio di un intagliatore, Giacomo e di Maria Auregne, Andrea nacque nel centro di Belluno, a due passi dalla chiesa di San Pietro in un palazzo quattrocentesco.Tutti segni di un destino precoce: il padre Giacomo e lo zio Agostino Ridol-fi, buon pittore, si accorsero presto delle sue inclinazioni artistiche e lo mandarono ragazzo a Venezia, a bottega dall’artista genovese M. Filippo Parodi (sue opere anche a Padova in Santa Giustina e a Sant’Antonio), portatore della lezione del Barocco romano di Gian Lorenzo Bernini. E proprio Roma, scrigno ricolmo d’arte antica, sarà la tappa successiva del giovane Andrea che non tradisce le aspet-tative: lo studio dell’antichità gli frutterà il Marc’Aurelio del museo Correr di Venezia. Risalito a nord, proprio a Venezia, Andrea comincia a lavorare molto per i ricchi e nobili patrizi veneziani: solo per un “fornimento” di mobili per i Venier lavora ben dieci anni, mentre i Pisani gli chiedono dodici sedie in legno di bosso, allegoria dei mesi dell’anno destinate alla reggia di Strà e oggi al Quirinale a Roma. Sul finire del 1600 Andrea torna definitivamente nel-la sua Belluno e adorna le parrocchiali delle sue montagne di opere incomparabili come il reliquiario di Santa Teodora e il tabernacolo di Canale d’Agordo. Il 1700 lo vede attivo

Andrea il baroccoIn mostra a Belluno 100 opere di Andrea Brustolon, massimo

scultore del legno fra ‘600 e ‘700

da Cortina a Venezia, nuovamente, alla chiesa dei Frari e ancora per i nobili veneziani, per i quali concepisce ed esegue opere di mobilio che vanno al di là dell’artigianato di alta qualità e diventano arte assoluta. Muore nel 1732 e viene sepolto in San Pietro a Belluno, là dov’era nato e dove molti anni dopo verrà collocata la Pala della Crocifis-sione da lui eseguita negli ultimi anni di vita, uno dei suoi massimi capolavori. L’opera di Brustolon nella mostra è indagata nel contesto pittorico e artistico del suo tempo e del suo territorio, da Venezia alle sue montagne e rivela un artista che, pur calato interamente nel clima artistico del Barocco trionfante, ne evita gli eccessi stucchevoli e si mantiene fedele all’onestà di fondo del materiale scelto per esprimersi, il legno.

Per info: Mostra Brustolon, Belluno, Palazzo Crepadona, fino al 12 luglio, www.brustolon.it, tel. 800 904424.

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16 A.A.Amici anonimiLa rete, il forum, un mare di “amici” senza volto.

È un po’ la moda del momento. Basta iscriversi, l’impor-tante è avere un nome, essere nel gruppo. Sentirsi parte di una comunità. Anche se questa è virtuale, talvolta non veritiera. Comunque lui aveva deciso di far parte della grande community per ritrovare, tra l’altro, vecchi amici, compagni di scuola o ex. Diceva così. A dirla tutta se questo era il motivo banale per cui si era iscritto, quello più profondo era il gusto eccessivo di sapere, conoscere, vedere l’altra faccia del mondo. Un’extimity intesa come una pubblicazione del privato che da qualche parte deve fondare le proprie radici. Cosa spinge un’infinità di persone a mettersi in piazza, sulla bocca di tutti, sempre calcolando che non tutte le persone dicono la verità, anzi molti nascon-dono dietro false informazioni un’identità subdola? Una banca dati talmente grande da poter essere venduta al miglior offerente visto che già alcuni servizi segreti hanno avanzato tale richiesta. Comunque di tutto questo lui era più o meno cosciente; cosi un po’ per gioco e un po’ per

curiosità, aveva iniziato a scrivere, chattare, sentirsi parte di un tutto che era così grande da lasciarlo senza fiato. Si chiedeva ogni giorno perché mai avrebbe dovuto sforzarsi di cercare amici veri quando di virtuali ne possedeva un sacco e mezzo, equivalenti a tre quintali di sabbia che se fosse stata farina ci avrebbe almeno fatto il pane. Certo, ogni tanto si domandava come mai con quelle persone si era perso di vista già al liceo, ragionandoci un pochino si rendeva conto che, alla resa dei conti, non avevano avuto nulla in comune allora, tra i banchi di scuola, e continua-vano a non aver nulla pure ora tra le lettere di una tastiera. Ma gli ologrammi virtuali prendevano il sopravvento e,

anche se avrebbe tanto desiderato prendere un caffè guardando negli occhi qualcuno, si riteneva felice per la quantità eccessiva di informazioni raggiunte. Se c’era un mondo tecnologico e moderno lui c’era. L’importante era esserci. Navigare si può, anche se non condivido, affidare la propria vita a un computer è da stupidi. Perché gli amici veri devono avere un volto e rughe credibili sulla pelle, occhi blu, azzurri, verdi, marroni, mani sudate o ghiacciate, essere leggeri come i colori freddi che pesano meno di quelli caldi, ma ciò che più conta è che i veri amici si contano. Gli altri sono conoscenti che fanno da contorno, ma che scappa-no come le olive con l’osso sul piatto. Scivolano da tutti i cantoni. Tale banale, forse superflua, differenza avrebbe dovuto tenerla a mente quel mattino quando uscì di casa per non farvi più ritorno. Perché il mare virtuale gasa, ma non è dolce navigare tra le sue onde. Non trovò certo mani premurose che lo afferrarono mentre la prua della sua vita s’inabissò. Perché capita pure che la confusione di un mondo in movimento stordisca e si faccia poi fatica a tenere il passo con il silenzio del cammino di un uomo. A volte gli amici veri deludono, ma sono in carne e ossa e se fingono il teatro della vita li smaschera. Vogliamo mettere una cena in compagnia? Perché ciò che conta è la percezione di non sentirsi soli, poco importa se si ride a crepapelle o si finisce per ingoiare lacrime, ma caspita essenziale è sentire il respiro di chi ci sta accanto, sentirlo regolare o affannoso. Avere il coraggio di mandare a quel paese qualcuno, o di abbracciarlo. Fare gesti che implicano un mettersi in gioco e non un semplice ciak. Forse in questo 2009 riscoprire il gusto delle cose semplici disarma, ecco perché molti pre-feriscono mettersi in vetrina come manichini. Hanno pure l’ardire di scrivere “mi raccomando, non dirlo a nessuno”. Che altro aggiungere? Beviamoci un caffè.

Chiara Scavazza

Guardarsi negli occhi, stringersi la mano, asciugarsi una lacrima. Possiamo farne a meno?

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La paura è un meccanismo protettivo utile alla crescita del bambino in quanto innesca in lui delle risposte di difesa che lo aiutano ad affrontare meglio le situazioni di pericolo. In alcuni casi però questo meccanismo sfocia in una forma patologica: questo avviene quando la reazione emotiva del bambino di fronte a situazioni in sé non pericolose è incontrollata al punto di non permettere alcun intervento terapeutico. Quando questo “terrore” esagerato riguarda il dentista, si parla di odontofobia. Questo tipo di paura nasce nel bam-bino per 3 principali motivi:1) Esperienze negative vissute in un ambiente sanitario (non necessariamente in un ambulatorio dentistico).2) Influenza di discorsi sentiti in ambito familiare (“se non ti lavi i denti ti viene la carie e dovrò portarti dal dentista… allora vedrai!”).3) Suggestioni negative derivanti da messaggi pervenuti dai mass media (nei film il dentista fa sempre soffrire), o da racconti di compagni.Per trattare questo tipo di “patologia” è indispensabi-le coinvolgere i genitori. Nella maggior parte dei casi i genitori hanno lo stesso tipo di paura, e solo l’età consen-te loro di avere l’autocontrollo necessario per dominarla. Per

Il bambino e la paura del dentista

L’odontofobia (paura del dentista) è molto comune tra i bambini e spesso rende impossibili le cure dentarie nei piccoli.

Cosa fare per superarla?

questo è fondamentale che i genitori trasmettano serenità e fiducia e mantengano una presenza fisica nel corso della visita. Noi consentiamo per esempio che la mamma tenga in braccio il bambino anche nel corso delle terapie. È fonda-mentale che i genitori non minaccino il bambino di punizioni (“quando andiamo a casa ti faccio vedere io”) nel caso che

questi non voglia proprio saperne di aprire la bocca nel corso della prima visi-ta. È poi assolutamente indispensabile che l’ap-proccio degli operatori sia il più possibile amichevo-le, usando tecniche alla “Patch Adams” (clown-terapia); per questo nel nostro studio affidiamo il

bambino fobico ad un professionista in grado di operare di-straendolo dalle sue paure. In fase di trattamento te-rapeutico vero e proprio può essere di grande aiuto l’uso del protossido di azo-to, noto anche come gas esilarante, per via dei suoi effetti euforizzanti. Questo, inalato a concentrazioni dal 10% al 60% in miscela con ossigeno, dà una sensazio-ne di rilassamento fino ad una leggera ebbrezza.

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a Città della Speranza è una Fondazione costituita nel 1994 da imprenditori veneti e privati cittadini per costruire a Padova un nuovo reparto di Oncoemato-

logia Pediatrica. Dopo aver costruito le strutture ospedaliere, i laboratori di ricerca e il Day Hospital di Padova e il Day Hospital Pediatrico di Vicenza, la Fondazione si è impegnata nel finanziamento di progetti di ricerca scientifica garantendo almeno un milione di euro all’anno. Tutti i progetti finanziati sono approvati da un Comitato Scientifico Internazionale a garanzia del corretto utilizzo dei fondi destinati alla ricerca in progetti di elevato valore scientifico. Questa decisione nasce dalla consapevolezza che ricerca e assistenza sono due dei pilastri che permettono di aumentare la percentuale di guarigione delle neoplasie infantili (oggi è all’80% contro il 20% degli anni ’70). Accanto alla ricerca e alla cura ci sono molteplici attività che affiancano i bambini curati, come il servizio scolastico, spettacoli offerti da volonta-ri e altre attività. L’elevato livello raggiunto in ambito europeo dalla Clinica di Padova ha portato la Fondazione a intrapren-dere un altro grande progetto: il nuovo Istituto di Ricerca per le patologie pediatriche “Fondazione Città della Speranza” con una particolare attenzione a quelle emato-oncologiche; un istituto che diventerà un polo d’eccellenza per lo studio

delle malattie infantili. Un investimento importan-te di 20 milioni di euro per una struttura che si svilupperà su oltre 15 mila metri quadrati a Padova e che darà spa-zio a 350 ricercatori. Un grande impegno dal punto di vista economico, che la Fondazione è in grado di so-stenere grazie anche all’aiuto di aziende, enti pubblici e privati e singoli cittadini che fin dalla sua nascita l’hanno sostenuta. Aumenteranno così gli spazi dedicati alla cura e all’assistenza nella Clinica di Oncoematologia Pediatrica. È importante

ricordare che il reparto di Pediatria di Monselice diretto dal dott.Rossetti offre un importantissimo punto d’appoggio per quanto riguarda tutta una serie di interventi, analisi e presta-zioni che non richiedono l’intervento diretto dell’Ospedale di Padova. Tutti i pazienti della nostra zona possono usufruire di questi servizi evitando così molti comprensibili disagi. Un gruppo di volontari di Este si è interessato per diffondere la conoscenza della “Città della Speranza” partendo dalla festa patronale di S.Girolamo di Meggiaro organizzata a settembre da don Orlando Zampieri; nell’occasione sono stati allestiti due stand presso i quali, oltre a distribuire materiale informa-tivo, sono stati venduti gadget e dolciumi, quindi si è tenuto un incontro con alcuni dottori della clinica Oncoematologica pediatrica di Padova finalizzato alla spiegazione degli obiettivi della Fondazione. Il ricavato delle iniziative è stato consegnato sia al prof.Carli (primario del reparto di oncoematologia) sia all’associazione Pianeta Bimbo Onlus. Durante il mercatino di Natale sono stati venduti gadget e panettoni e raccolti quasi 10.000 euro, poi donati interamente alla Fondazione. Il 22 aprile, presso il Cinema Teatro Farinelli si è tenuta la comme-dia “Done Omani Marideve” della Compagnia Gruppo Teatro Vecchio Veneto di Bresega. Grazie alla generosità degli attori e della società Veneta Cinema e Teatro l’intero incasso è stato donato alla Fondazione. Nel corso dello spettacolo è stato uf-ficializzato il gemellaggio tra il Comune di Este e la fondazione “Città della Speranza”. Altro prestigioso appuntamento il 21 giugno prossimo presso la Chiesa “Madonna della Salute” dove si terrà il 2° Concorso di Pittura Estemporanea”. Le prime tre opere premiate verranno messe all’asta e il ricavato verrà devoluto alla Città della Speranza.

I Volontari della Città della Speranza

Città della SperanzaLa Fondazione finanzia e gestisce l’aspetto economico di progetti di ricerca scientifici nel campo delle patologie maligne infantili per garantire il corretto impiego delle risorse.

Un momento della cerimonia del gemellaggio.

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News HamiltonLa celebre casa oro-l o g i e r a c e l e b r e r à quest’anno il 75° anno della nascita di Helvis Presley. Bene, ma cosa centra Elvis con Ha-milton? Ecco la Storia: 1961, The King of Rock and Roll indossava un orologio mito per quell’epoca, il modello Ventura appunto dell’Hamilton, che compare al polso di Elvis anche nel film “Blue Hawaii”. Particolarità dell’orologio era che fu il primo orologio elettrico al mondo, alimentato da batte-ria. Sarà disponibile da ottobre in edizione limitata. La leggenda nella leggenda.

Curiosità aureeChi è il maggior produttore di oro al mondo? Il Sud Africa! Questo ci veniva da sempre detto.Non più. Dopo 100 anni, questo Pae-se per de il prima-to. Con le sue 272 tonnellate metri-che del 2007, il

Sud Africa passa in seconda posizione superato dalla Cina con le 276 tonnellate rilevate nello stesso periodo. C’è da meravigliarsi che la Cina sia finita in testa anche per la produzione di oreficeria? E l’Italia? Relegata, per così dire, al quarto posto nel mondo.

News dalle miniereNella miniera africana Letseng, nel regno di Lesotho, è stato estratto uno dei diamanti più grandi del mondo: circa 500 carati. La noti-zia della scoperta è stata diffusa dal Gruppo Gem Diamonds che controlla il 70% della miniera, men-tre il governo di Lesotho detiene il rimanente 30%.

“il sole 24 ore del 23.09.2008”

Gold news A cura di Fabrizio Ferro

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Narra la tradizione che il famoso e mitico Galileo Ga-lilei, mentre assisteva a una funzione religiosa nella cattedrale di Pisa fu incuriosito dai movimenti che compiva un lampadario che esiste ancor oggi. Le oscillazioni del lampadario gli suggerirono, a quan-to pare, la teoria dei movimenti isocroni, secondo la quale le oscillazioni di un pendolo sono uguali e indipendenti dalla loro ampiezza. Galileo in quel periodo era schierato dalla parte di Copernico la cui opera e studi erano stati messi al bando dalla Chiesa Cattolica nel 1616. Fu così che il fiero Galileo nel 1633 fu costretto dalla Santa Inquisi-zione a ritirare le sue tesi che si basavano sugli studi copernicani, incarcerato e successivamente graziato ma costretto a vita nella sua villa di Firenze. Fino a qui la storia la fa da padrona, non tutti sanno però, che Galileo fu un precursore anche nelle intui-zioni rivolte agli orologi. Difatti, in questo periodo quando oramai era logorato dalle umiliazioni subite, vecchio e quasi cieco, lo scien-ziato incaricò il figlio Vincenzo di costruire un tipo di scappamento efficace che servisse alla regolazione del tempo, con il risultato di portare lo scarto orario, che a quel tempo si poteva misurare in circa 30/40 minuti giornalieri a solo 5/8 minuti. La sfortuna volle che il figlio morì prima di aver assolto l’incarico e, Johan Philipp Treffler, meccanico della bottega di Galileo, riprese il progetto e nel 1657 co-struì un orologio regolato da un bilanciere.

Galileo Galilei e l’orologio, tecnica e genialità.

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Andar per giardiniGrande novità della VIII edizione della manifestazione “Este in Fiore” è stato l’appuntamento con le visite guidate a quattro giardini privati di Este.

Grazie a questa opportunità alcuni visitatori hanno potuto ammirare i giardini di Villa Albrizzi, Villa Kunkler, Vigna Contarena e Barchessa di Vigna Contarena. Un viaggio non solo per ammirare la natura e la bellezza dei fiori, ma per riappropriarsi di un contesto culturale che attraverso i secoli è giunto sino a noi. Si va dal giardino romantico con tanto di vallette e sentieri a quello dove orto e frutteto si confondono in un unico spiazzo. Colori, profumi e geometrie si alternano dando l’impressione di ritrovarsi in un mondo lussureggiante e atemporale. Ecco alcuni scorci dei giar-dini, attimi immortalati dall’obiettivo di Renzo Polonio che con maestria è riuscito a fissare le emozioni rendendole tangibili e ammirabili.

Barchessa Vigna Contarena

Villa Kunkler

Villa Albrizzi

Vigna Contarena

Foto di Renzo Polonio

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Nella splendida cornice della Piazza Maggiore di Este si svolgerà dal 14 al 21 giugno il Torneo delle Contrade di calcio a 5, giunto alla sua terza edizione.Organizzato dalla società sportiva Futsal Este C5 con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, il Torneo si basa sullo spirito di competizione tra i quartieri e le frazioni della città di Este: per un’intera settimana le 8 contrade si sfideranno in appassionanti sfide calcisti-che; un clima di sano campanilismo e l’allestimento di squadre ben organizzate, ricche di giocatori di talento provenienti dalla nostra zona, saranno sicuramente un motivo di interesse per gli spettatori presenti; sulla base di questi presupposti gli organizzatori confidano di accrescere quest’anno il notevole seguito di pubblico, riscontrato nelle due precedenti edizioni. Per arricchire ulteriormente il programma, si dispute-ranno nel corso della manifestazione anche tornei tra formazioni femminili e giovanili. Tutti i risultati delle partite, classifiche e forum di di-scussione saranno disponibili sul sito www.futsaleste.itLa società organizzatrice del Torneo è Futsal Este C5, che rappresenta la più “vecchia” società di calcio a 5 del Veneto.

Attualmente l’organico delle squadre è composto da:- squadra maschile, che dal 1984 ad oggi può contare nel suo palmares vari campionati provinciali vinti negli anni ‘80 e la permanenza per molti anni nel massimo campionato regionale di serie C1. È stata la prima squadra nel Veneto a vincere per due anni consecutivi (1991 e 1992) la Coppa Regionale. Nel 1991 ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia Nazionale ed è stata semifinalista nei playoff per la promozione al campionato nazionale di serie B nel 1998. Quest’anno, dopo una cavalcata trionfale fatta di 30 vittorie su 30 partite, ha ottenuto la promozione

in C1;- squadra femminile, che nata nel 1997 è stata la prima squadra della provincia di Padova a raggiungere il massimo campionato regionale di SERIE A nel 2003 e permanenza da allora nella categoria, garantita anche per la prossima stagione; - dal 2003 Futsal Este ha inoltre iniziato, con l’iscrizione ai campionati regionali delle squadre maschili per le categorie “Giovanissimi” e “Allievi” a percorrere la strada del settore giovanile. Dalla stagione sportiva 2007/2008, inoltre, partecipa al campionato regionale di categoria anche una nostra squadra “Juniores”;- da tre anni, infine, la società ha formato anche una squadra giovanile femminile categoria “Juniores” che all’esordio nella competizione si è aggiudicata il titolo di “campione regionale” e che nelle due stagioni successive è arrivata rispettivamente in finale e semifinale per il titolo.

Il calcio in piazza

Nella splendida cornice della Piazza Maggiore di Este si svolgerà dal 14 al 21 giugno il Torneo delle Contrade di calcio a 5, giunto alla sua terza edizione.

Torneo delle Contrade C5 “Città di Este”

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Si dice laguna e si pensa a Venezia, con le immancabili isole di Murano, Burano, Torcello, San Francesco del Deserto e via così, ma forse non tutti sanno che anche nella Saccisica, la zona di Piove di Sacco, nel comune di Codevigo si trova una porzione consi-derevole di laguna nella parte medio inferiore della laguna veneziana: è la cosiddetta Valle Millecampi, che lambisce anche il territorio di Campagnalupia. Sono più di 1600 ettari bagnati da un lago che arriva fino alla terra-ferma e da tortuosi canali lagunari. Fra canneti e vegetazione palustre l’acqua salsa e l’acqua dolce si alternano e si rincorrono con il gioco delle maree, ma la mano dell’uomo non è estranea all’attuale aspetto di valli e barene: gli interventi di regolazione idraulica effettuati dal Magistrato alle Acque della Serenissima Repubblica di Venezia a partire dal 1500 in poi hanno conferito a questa parte di laguna l’aspetto che ha conservato a tutt’oggi anche considerando le moderne opere idrauliche come le idrovore e le nuove canalizzazioni. Porta d’accesso alla Valle Millecampi è il Casone delle Sacche, posto sull’isola Fo-golana (ma ci si arriva senza dover navigare perché unita alla terraferma da un piccolo ponte); si tratta di un tipico casone di valle che fino ad un secolo fa ospitava i cacciatori che si davano alle battute di caccia in valle. A differenza di altre costruzioni simili sparse per la laguna, questo casone è stato recuperato dalla Provincia di Padova che ne ha fatto un Ecomuseo e il punto di partenza per escursioni a piedi, in bicicletta, a cavallo, in canoa lungo gli itinerari approntati da esperti conoscitori dei luoghi. Il riferimento generale per

La laguna a Millecampiogni tipo di informazione, visto che i soggetti coinvolti sono parecchi fra associazioni, cooperative ed enti pubblici, è il Comune con la Pro Loco di Codevigo in via Vittorio Emanuele III, 33 a Codevigo, tel. 049 9776266 o 049 5817585 o ancora sul sito www.comune.codevigo.it Come ci si arriva: percorrendo la statale Romea fino al km. 99 e lì imboccando via Valle Fogolana, poi seguendo le indicazioni per il Casone delle Sacche. Organizzandovi per tempo, cioè prima di partire, avrete a disposizione ben sette itinerari da percorrere con i mezzi di cui sopra, di barena in barena, fra valli da pesca e

casoni lagunari, seguendo la bonifica del Brenta, a cavallo fra le bonifiche storiche, fra corti e castelli, negli ambienti

della civiltà contadina e seguendo le bonifiche più recenti. L’ambiente è suggestivo e se ci fossero anche i cavalli selvaggi si potrebbe pensare di stare in una nostra piccola Ca-margue: flora e fauna, soprattutto gli

uccelli acquatici con le loro lunghe zampe da cicogna e il becco allungato per pescare o becchettare vermi nel fango

sono motivo di reale interesse, ma non dimenticate che questa è anche zona di pregiati prodotti tipici, soprat-tutto in questa stagione, dal radicchio chioggiotto all’asparago bianco di Conche, insalate, ortaggi, meloni, ma anche pescato di allevamento e sel-vaggio, molluschi, crostacei, branzini, orate, anguille, granchi, seppie. E infatti lungo la Romea non mancano ristoranti e trattorie che mettono in lista tutte queste specialità, senza contare i ristorantini tipici che, lascia-te le lusinghe della strada di grande scorrimento, si sono acquattati fin dentro la laguna e lì vi aspettano con il focolare acceso.

Viaggi brevi, escursioni, scoperte per week-end e tempo libero

di Lamberto Cicognani

Sette itinerari da percorrere a piedi,

in bicicletta, a cavallo o in canoa

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Frugalità e sapienza sono le parole d’ordine che andrebbe-ro difese a spada tratta per una cucina, quella tradizionale regionale sempre preferibile alle follie neobarocche di certi chef persi dietro alla cucina molecolare e più impegnati a firmare copie del loro ultimo libro piuttosto che a raffinare il tocco di una vellutata. Alla Liguria, talvolta aspra e forte come nelle poesie del Nobel Eugenio Montale, frugalità e sapienza non mancano e ne fa fede un piatto semplice ma immortale come la torta Pasqualina, legata alla Pasqua ma buona tutta la primavera. Gli ingredienti: 400 gr. di farina bianca, due cucchiai di extravergine d’oliva, sale, acqua. Da qui si ricaverà della pasta di pane; per il ripieno servono 500 gr. di bieta, 200 gr. di ricotta, 50 gr. di burro fuso, 6 uova, 1 cucchiaio di erba maggiorana possibilmente fresca, 4 cucchiai di par-migiano grattugiato, 4 cucchiai di pecorino grattugiato, 1 bicchiere di latte, 1 bicchiere d’olio, sale e pepe.Ottenuta la pasta di pane, fatene 14 pezzi uguali a pagnot-tella. Fate cuocere la verdura in poca acqua e poco sale, poi tritatela e mettetela in una terrina, dove aggiungerete

La torta pasqualinaIn gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

Ingredienti: 350 gr. di pasta sfoglia, 250 gr. d’aspa-ragi, 100 gr. di groviera, 3 uova, 1,5 dl di panna, 1,5 dl di latte, noce moscata, farina, sale, pepe.

Pulite gli asparagi e tagliate la parte più dura del gambo, lessateli, sgocciolateli bene e tritateli lasciando intere le punte. Stendete la sfoglia a disco, adagiatela in una teglia rotonda leggermente infarinata. Distribuite gli asparagi sulla superficie. Cospargeteli di groviera grattugiata. In una ciotola sbattete uova, panna, latte, noce moscata, sale, pepe e versate a filo sulla quiche. Mettete in forno a 180°C per circa 25 minuti. Servite calda. Vino consigliato: Soave “superiore” DOC.

Quiche agli asparagi

Ingredienti: 350 gr. di pasta sfoglia, 250 gr. di porri (solo parte bianca), 50 gr. di burro, 2 uova, ¼ di litro di latte, sale, pepe.

Tagliare i porri a fettine sottili, scottarli per 5 minuti in acqua bollente, poi brasarli nel burro. Spalmare legger-mente di burro una tortiera e rivestirla di pasta. Stendere sul fondo i porri, che nel frattempo si saranno raffreddati, versarvi sopra un composto preparato con uova ben sbattute, mescolate al latte e ben condite con sale e pepe. Mettere a cuocere in forno a 180°C per 25 minuti circa. Questa quiche va servita tiepida.Vino consigliato: Bianco di Custoza DOC.

Quiche ai porri

di Lamberto Cicognani

la ricotta sbriciolata, due uova intere, sale, pepe, la mag-giorana e metà del formaggio grattugiato. Lavorate il tutto con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un impasto omo-geneo. Stendete la pasta al matterello fino ad ottenere 14 fogli molto sottili. Ungete una tortiera, adagiatevi la prima sfoglia, ungete e continuate fino alla settima. Su questa va adagiato tutto il ripieno livellato con il cucchiaio di legno con il quale vanno creati degli avvallamenti dove versare le restanti uova a crudo. Aggiustate di sale e pepe, cospar-gete con il formaggio avanzato, sovrapponete una sfoglia, ungetela e continuate fino alla settima; chiudete i bordi stringendoli con le dita, ungete la superficie, bucherellatela con una forchetta e infornate per circa quaranta minuti: risultato garantito. Questa torta salata risale al 1400, ne esiste una variante ai carciofi, ma la vera Pasqualina è fatta con le biete, meno costose perché di stagione. Le sfoglie di pasta, tirate sottilissime, dovrebbero essere 33 come gli anni di Cristo, ma ne bastano anche meno. Il segreto della ricetta sta nella preparazione della pasta che va impastata senza uova e deve essere veramente molto sottile.

Ricette a cura di Stefano Pavan

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Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.30

L’estate dei nostri segretiCornelia Brown decide di trasferirsi col marito in un sobborgo di Philadelphia. Qui fa nuove amicizie però non sempre è facile aprirsi a persone nuove e magari diverse da sé. C’è la bionda e perfetta Piper e la ragazza madre Lake. Ciascuna nasconde dei piccoli grandi segreti e sarà proprio l’amicizia con Cornelia ad aiutare le tre donne a proteggere gli affetti più cari.(L’estate dei nostri segreti” Di Marisa De Los Santos, Piemme, 494 pagg., 20,00 euro)

La collezionista di storieNidali è palestinese, egiziana e greca. Nata in America e cresciuta in Kuwait. Adora Wonder Women e conosce il Corano. Quando Saddam dichiara guerra al paese lei con la famiglia scappa in Egitto. Qui saranno le storie che compone a farle compagnia e così pure quando ritorneranno in America in cerca di fortuna. La storia di una ragazza cresciuta in un mondo tradizionalista ma piena di speranze e turbamenti come tutte le ragazze del mondo.(La collezionista di storie” di Randa Jarrar, Piemme, 320 pagg., 17,50 euro)

Il gioco delle veritàRoberta una giovane donna passa in rassegna la sua vita e una dolorosa consapevo-lezza la induce a scoprire le radici del suo disagio presente che riesce a minare la sua esistenza e il suo rapporto coniugale. Mette a confronto la sua generazione con quella della madre, femminista convinta, che l’aveva affidata al compagno, che di fatto l’ha cresciuta. Dissipando le ombre del pas-sato Roberta riuscirà a trovare una sua stabilità emotiva e a riconciliarsi col presente.(“Il gioco delle verità” di Sveva Casati Modignani, Sperling & Kupfer, 500 pagg., 19,90 euro)

Europa Cristiana LiberaMagdi Cristiano Allam dopo la conversione al cristianesimo avvenuta il 22 marzo 2008, ha deciso di porre fine dopo trentacinque anni a una brillante carriera giornalistica per scendere in campo politico fondando un nuovo partito, i Protagonisti Per l’Europa Cristia-na. Un’esortazione con cui chiama tutti gli uomini a difendere principi non negoziabili che stanno alla base della nostra civiltà quali verità e libertà, fede e ragione, valori e regole.(“Europa Cristiana Libera” di Magdi Cristiano Allam, Mondadori, 173 pagg., 18,00 euro)

Disputa su Dio e dintorniUn dialogo stimolante in cui il non credente Corrado Augias e il credente Vito Mancuso si sfidano parlando non solo di Dio ma anche della vita. Quella di ogni giorno con i soliti interrogativi etici ed esistenziali. Si affrontano i temi più disparati senza che l’idea dell’uno prevalga sull’altro. L’importante è pensare, cercando di rispondere alle domande della vita e non evitare di interrogarsi.(“Disputa su Dio e dintorni” di Corrado Augias e Vito Mancuso, Mondadori, 261 pagg., 18,50 euro)

I doni della vitaPierre Hardelot, erede delle omonime cartiere, ha una fidanzata che non ama ma che la famiglia vuole fargli sposare per mantenere saldi i rapporti tra alta borghesia. Lui, però, sposerà un’altra donna che appartiene alla piccola borghesia, senza dote seguendo solo la sua passione, ripercorrendo trent’anni di storia francese, fino all’oc-cupazione della Francia da parte dei tedeschi. (“I doni della vita” di Irène Némirovsky, Biblioteca Adelphi 536, 218 pagg., 18,00 euro)

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32 RapaciSecondo Sergio Rizzo il fantasma del nuovo statalismo si aggira per l’Europa. Un resoconto di come la manomorta pubblica ritorna nell’economia italiana con mi-gliaia di imprese locali controllate dai Comuni, dalle Regioni e dalle inutili Province. Aziende comunali per gestire gioco d’azzardo, società morte che resuscitano solo per piazzare amici e conoscenti. Un viaggio che porta a vedere le molte incongruenze del nostro Paese.(“Rapaci” di Sergio Rizzo, Rizzoli, 270 pagg., 19,50 euro)

Più scuro di mezzanotteUn romanzo di sangue e amore, una storia di mafia penetrante e violenta, dove nulla viene lasciato alla retorica. Una pagina toccante e spietata attorno alla carriera di Nino Giaconia, uomo d’onore affiliato al clan emergente dei Corleonesi intorno alla metà degli anni Ottanta.(“Più scuro di mezzanotte” di Salvo Sottile, Sperling & Kupfer, 346 pagg., 18,90 euro)

Le Cordon Bleu Scuola di cucinaPiù di 700 tecniche culinarie spiegate passo per passo per garantire il successo in cucina illustrato con 2000 foto per mostrare la preparazione e la presentazione dei piatti. Le Cordon Bleu è l’istituto più famoso al mondo con oltre un secolo di eccellenza alle spalle con filiali in tutto il mondo. (“Scuola di cucina”, Dix Editore, 352 pagg., 10,00 euro)

Enciclopedia del giardinaggioVengono indicate le tecniche per progettare e realizzare il giardino nel modo più adatto al proprio stile di vita. Le proposte sono presentate in modo semplice illu-strando soluzioni, tecniche di semina, idee per creare in base a colori e forme.(“Enciclopedia del giardinaggio” Dix Editore, 368 pagg., 10,00 euro)

Grande Enciclopedia Geografica IllustrataSi descrive la formazione della Terra, il clima, le condizioni metereologiche, le sco-perte geografiche nonché l’impatto dell’uomo sul riscaldamento globale. Si passa poi alle regioni, ai continenti e nazioni con illustrazioni, mappe e testi semplici, chiari e aggiornati. Per riscoprire ogni angolo della Terra.(“Grande Enciclopedia Geografica Illustrata” Dix Editore, 487 pagg., 10,00 euro)

La corsa della bilanciaLuca Lampo e Lin Mei Bilai frequentano la prima media, Tom Boleno è il bidello della scuola e tutti tre dovranno combattere ad Apax contro un’orda di uova carnivore. Solo Luca però parteciperà alla corsa della Bilancia in sella a una moto di ghiaccio. Davide Morosinotto è cresciuto a Este, ora vive a Bologna come giornalista.(“La corsa della Bilancia” di Davide Morosinotto, Mondadori Junior, 345 pagg., 8,50 euro)

Un inconfessabile segretoNella tranquilla ed agiata vita londinese della famiglia Donington qualcosa di ina-spettato sta per cambiare la sorte di tutti e soprattutto della bella ed affascinate Eleanor: può il suo rapimento diventare la più incredibile esperienza che abbia mai vissuto? Sì, se il rapinatore è il temerario Will Drake, capitano dell’omonima nave Draque.(“Un inconfessabile segreto” di Monia Vettorello, Enrico Folci Editore, 176 pagg., 13,00 euro)

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Beauty, salute e benessere a portata di mano

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Fondamentali per la regolazione dei liquidi nel corpo e per il funzionamento dei reni sono alcuni sali di sodio e potassio presenti nel nostro organismo e la cui carenza può alterare il nostro stato naturale di salute; allo stesso modo il calcio, il magnesio, il silicio in percentuali va-riabili fra loro sono assolutamente necessari alla vita. Ultimamente ci sono trattamenti soprattutto omeopatici che tendono a “leggere” sul viso e sulla pelle la man-canza nell’organismo di alcuni di questi sali e a fare in modo che vengano reintegrati assumendo prodotti adatti a stimolare la produzione autogena del sale risultato carente. Su questa linea abbiamo sperimentato nella nostra pratica quotidiana un trattamento che dà risultati immediati ed è propedeutico a tutta una serie di altre applicazioni che potremmo definire “di stagione” e ne-cessarie ad affrontare degnamente l’estate. Contro la ritenzione idrica, la pelle asfittica, a buccia d’arancia, abbiamo combinato l’azione del bagno di vapore con quello di sali e altre sostanze nel modo che vedremo. Si comincia con un bagno di vapore di circa dieci minuti, seguito da un relax con applicazione di asciugamani bagnati con acqua fredda; si torna nel bagno di vapore per altri cinque, dieci minuti e poi ancora cinque minuti di relax. Dopo questo fondamentale preambolo, si proce-de con un cocktail di tre sali di sodio, il cloruro di sodio (il sale da cucina), il fosfato biacido di sodio, il solfato anidro di sodio, mixati con soluzioni anticellulitiche e con olii vitaminici. Questo mix viene riscaldato per renderlo più facilmente manipolabile e viene passato su tutto il corpo tramite un massaggio totale, dalla testa ai piedi,con particolare attenzione al collo che spesso tende a gonfiarsi. Il mas-saggio dura dai 45 ai 60 minuti, dopo i quali si torna al bagno a vapore ancora con il mix addosso perché possa entrare nella pelle dilatata dal calore. Fatto anche que-sto si passa alla doccia per togliere il superfluo e alla

Silhouette…al salereazione accompagnata da un olio vitaminico che viene passato sulla pelle per ripristinare l’idratazione naturale. Alla fine del trattamento il corpo appare sgonfio e rilassa-to, la pelle al tatto risulta liscia e vellutata dal momento che il trattamento ha rimosso l’ispessimento corneo e anche il viso registra un tono di benessere interno dovuto al riequilibrio salino passato attraverso la pelle ed entrato in circolo. Questo trattamento è adatto contro l’aumento del peso, la cellulite, l’adipe, è realmente efficace e si pone come primo passo rispetto ad altri trattamenti come i massaggi per la stimolazione muscolare, solo per fare un esempio, perché mette il corpo in grado di recepirli meglio.

Sonia Lunardon

Riequilibra i liquidi, “asciuga” la figura e rende la pelle più luminosa: è l’azione combinata di vapore e sale.

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La redazione informa36

Cinque giorni a Bad WindsheimUn gruppo di 11 ragazzi down si è recato in questi giorni a Bad Windsheim, all’interno di un programma di integrazione socio-culturale. Accompagnati da 10 genitori e 8 educatori e volontari, ospitati da famiglie locali o strutture alberghiere questo viaggio ha rappresentato, come quelli fatti negli anni scorsi, una valida opportunità per questi ragazzi che si sono ritrovati a gestire esperienze nuove anche dal punto di vista linguistico. Grazie alla caparbietà di un gruppo di genitori e degli educatori che hanno costituito l’Associazione Down A.D.I. i ragazzi hanno costituito un gruppo artistico “I Ragazzi di più” che recita e canta. Inoltre dal novembre 2001 l’Associazione gestisce in centro a Este un alloggio, di proprietà comunale, che ospita nei fine settimana un piccolo gruppo di ragazzi down che si mette alla prova con la vita quotidiana, facendo la spesa, cucinando e sperimen-tando il loro grado di autonomia in una situazione di vita extrafamiliare. Durante il viaggio a Bad Windsheim, oltre alla visita del Freilandmuseum, della Residenz di Wurzburg, Veitshochheim, del castello Feste Marienberg e della vicina Rothenburg, si sono pure esibiti in una rappresentazione teatrale di Pinocchio mentre durante la celebrazione reli-giosa della domenica hanno contribuito con i loro canti. Un grazie particolare, oltre che ai genitori, agli educatori e ai volontari, va alla Presidente e alle socie dell’Inner Wheel di Este per il contributo al viaggio.

Libreria Gregoriana Estense compie vent’anni.In occasione del ventesimo anniversario dell’apertura, la Libreria Gregoriana Estense organizza, in collaborazione con il Vicariato di Este,un paio di incontri culturali con due persone di grande spessore.

Venerdi 05 giugno alle ore 21.00 - don Bruno Ferrero direttore delle edizioni salesiane ELLEDICI fa-moso autore di “Piccole storie per l’anima” (12 volumi) e di diversi testi di catechesi e formazione pastorale di bambini e ragazzi parlerà delle sue storie e della loro forza educativa.Venerdi 12 giugno alle ore 21.00 - ritorno di Vittorio Messori famoso giornalista e scrittore cattolico con il suo ultimo libro “Perchè credo. Una vita per rendere ragione della fede”.Gli incontri avranno luogo presso l’Oratorio di San Valen-tino Duomo Santa Tecla, Este.

Corso di fotografiaUn corso di fotografia si terrà a Este il 6, 13, 20 Luglio 2009 e una giornata da definire insieme ai corsisti con uscita pratica. I temi trattati saranno: la macchina fotogra-fica e i suoi accessori, la composizione e la luce, diversità tra la fotografia analogica e digitale, esercitazione pratica di fotoritocco digitale.Costo del corso 25.00 euro. Per info ed iscrizioni: [email protected]

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