Celeste 59

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Celeste numero 59 - Marzo 2010

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“Vivere d’aria…”, “Pane, amore e…”, modi di dire che oggi rischiano di non significare più niente, o meglio di rappresentare una reale minaccia alla no-stra salute; che l’inquinamento ambientale fosse da noi una certezza era un dato scontato, che ci fossero pesanti sospetti anche su quello che ci viene propinato come “aria pura, acqua di sorgente e cibi genuini”, pure, ma che fossimo arrivati ad un punto di non ritorno ce lo spiega in un libro-denuncia un giornalista, Emiliano Fittipaldi, da poco sugli scaffali con un inquietante quanto documentato saggio dal titolo eloquente, “Così ci uccidono. Storie, affari e segreti dell’Italia dei veleni.”Le cifre di Fittipaldi sono impressionanti, si va dai 35.000 morti e dal mezzo milione di persone che ogni anno in Italia si ammalano per l’aria, l’acqua e il cibo pesantemente inquinati, ai quasi 6800 chilometri quadrati di territorio nazionale imbevuti di veleni come spugne che rilasciano nel tempo ciò che hanno trattenuto, ai 15 milioni di italiani considerati a rischio perché troppo vicini alle fonti di quei veleni. Il tutto sorretto da atti giudiziari, carte riservate, indagini della magistratura e dei corpi investigativi a tutela del territorio. Tutto nero su bianco, dal prodotto di marca confezionato con ingredienti scadenti se non pericolosi per la salute alle discariche abusive il cui percolato scende in profondità fino alle falde acquifere, all’aria che, a cominciare dalla diossina, contiene di tutto: uno ha voglia di smettere di fumare, e dopo? Dove sta la ragione di tutto questo, di questa correità fra industria, malavita organizzata, politica, pubblica amministrazione? Semplice, nel profitto selvaggio, quello che chiude ogni bocca, che fornisce motivazioni sovrabbondanti, che giustifica ogni sussulto di coscienza, che allontana su uno sfondo laggiù all’orizzonte le figure rinsecchite o maculate di quei poveretti che, prima di altri, ci si sono ammalati fino al rischio della vita. Si racconta di un antichissimo re, Mitrida-te, signore del Ponto, che, nel timore di essere avvelenato da una congiura di palazzo, assumeva ogni giorno una piccolissima quantità di veleno per abituarcisi e diventare immune; un fenomeno conosciuto che anche oggi si chiama mitridatismo, ma che a quanto pare non funziona a fronte delle dosi

L’Italia dei velenimassicce che ogni giorno un sacco di sfortunati devono inghiottire. O forse sì? O forse ci stiamo abituando ed è in corso una silenziosa selezione “naturale” alla fine della quale reste-ranno solo quelli che il veleno non ha saputo annichilire? Questo non cambia l’impostazione del problema, tutte queste forme di inquinamento calpestano ogni articolo del codice e ci condannano ad una sorta di lager non riconosciuto dal quale non si esce più una volta entrati, proprio come quegli altri lager, proprio con lo stesso disprezzo per la vita degli altri, ieri considerati esseri inferiori, oggi acquirenti e consumatori finali con un’unica funzione: spendere e comprare, e dire sì. Ovvio che non si può dividere in modo manicheo tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra, il fatto è che mai come oggi chi sceglie il male sem-bra non averne nessuna cognizione, tanta cecità non si è mai riscontrata, le nostre società sono diventate così asettiche e così poco inclini alla rifles-sione che nessuno degli avvelenatori, ne sono certo, si sofferma a pensare a quello che sta facendo, no, pensa solo al premio, a ciò che potrà trarne, al piacere così oculato del profitto, alla completa assenza di odore del denaro che, come già ben sapevano i romani, non olet, non sa di niente.

In un libro-dossier la mappa di aria, acqua, cibo che proprio bene non fanno.

di Riccardo Monaco

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l nuovo anno da poco iniziato ha portato con sé l’ennesima discussione, dai toni anche accesi, sulla situazione per quanto concerne i finanziamenti ne-

cessari alla prosecuzione dell’opera, giunta attualmente sino nei pressi di Carceri. Tutto ha preso il via o quasi da una delibera della pro-vincia di Padova, che destinava gli introiti che derivano dalla cessione di quote azionarie della stessa Provincia all’interno della Società delle Autostrade Brescia - Padova al raddoppio della nuova Statale del Santo, la SS 308, e al completamento della Strada Regionale 10.La delibera è stata approvata con l’astensione dei 10 consiglieri della Lega Nord. Da qui una presa di posizione diretta del partito Democratico, che ha ribadito come a suo avviso non vi sia la volontà di vincolare i fondi per l’opera che ci riguarda. Lo stesso partito manifestava inoltre la preoccupazione che l’arteria stradale rischiasse di fermarsi all’intersezione con il casello della Valdastico Sud, nei pressi di Santa Margherita d’Adige, ribadendo nella stesso tempo la necessità che invece il tracciato potesse raggiungere Montagnana, e da qui proseguire nella provincia di Verona. Da parte della Lega Nord la risposta non si fa attendere. “Per noi la regionale 10 è una priorità - commenta l’asses-sore comunale di Montagnana e consigliere provinciale Andrea Draghi - e quello che è stato detto è solamente una strumentalizzazione politica. Non è stato specificato dove vanno i soldi e quanto ne ricava la Provincia, e per questo ci siamo astenuti, in attesa di chiarimento. Personalmente non vedo l’ora che sia realizzata la nuova regionale 10”.E da pochi giorni, mentre stendiamo queste righe, è giunta l’interessante novità che i fondi per il completamento sono stati reperiti. Per di più è scomparsa anche la possibilità di project financing, ossia della possibilità di affidare a privati il completamen-

to della stessa arteria stradale, dietro pagamento di un pedaggio per gli utenti. La novità viene dalla possibilità che intervenga, come soggetto privato, la società Veneto Strade, emanazione della Regione Veneto per la gestione delle strade regionali.La possibilità che la società pubblica intervenga come so-cio privato passa attraverso un emendamento che è stato proposto da Piergiorgio Cortelazzo, consigliere regionale del Pdl. “Abbiamo presentato un emendamento in questo senso nella finanziaria regionale, per consentire all’azien-da di trasformarsi in un vero soggetto privato. Si tratta di una sperimentazione vera e propria, che ci permette di risolvere questa situazione. È chiaro che quando saran-no installati i caselli per il pedaggio sulla nuova strada, i residenti saranno esentati dal pagamento”.È probabile che la gestione abbia per lo meno una durata trentennale, per consentire il recupero dei costi.Quanto costerà arrivare da Carceri sino a Marega? A conti fatti, oltre a quello che è già stato speso in precedenza, serviranno almeno 200 milioni di euro, dei quali 80 do-vrebbero arrivare da fondi pubblici. Il restante, una bella cifra, è la quota da recuperare attraverso il socio privato.Nell’attesa che l’iter proceda, la regionale 10, si ferma nella campagne tra Carceri e Palugana, da dove numerosi mezzi pesanti si riversano nuovamente sul vecchio trac-ciato, in località Ponte della Torre, nei pressi dell’istituto salesiano Manfredini. La stessa azienda Veneto Strade ha in programma la re-alizzazione, con uno stanziamento di un milione e mezzo di euro, la risistemazione dell’intersezione fra la regionale 10 e la provinciale 91 Moceniga, per far fronte a una situazione sempre più difficile. Intanto, dopo un inizio di buon auspicio, gi stessi utenti già intuiscono che la nuova regionale comincia a essere intasata, nonostante tutte le buone intenzioni.

Strada regionale 10

Eppur si muove. Forse è proprio il detto attribuito a Galileo il più adatto alla

lunga, speriamo fruttuosa, attesa per il completamento della strada regionale

10 nella Bassa padovana.

di Michele Santi

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Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Monselice - Ida la GiustaMonselice ha voluto ricordare con un appuntamento speciale una figura particolare di cittadina. Si tratta della monselicense Ida Lenti Brunelli, che è stata insignita del titolo di “Giusta fra le nazioni”, per aver salvato 3 bambini di origine ebraica nel corso del secondo conflitto mondiale. Nella Giornata della Memoria, il 27 gennaio di quest’anno, alla presenza di autorità civili e religiose, è stato presentato il libro “Non abbando-narli”, del quale sono stai pure letti alcuni brani. In conclusione è stata proiettata un’intervista realizzata con la stessa protagonista.

Monselice - Parlo arabo?Attenzione per comprendere una cultura e un mondo diverso a Monselice. Ha preso il via dalla metà del mese di gennaio, presso l’Istituto Comprensivo Sta-tale “Guinizzelli”, un corso di lingua araba per adulti, con l’idea di poter aprire gli orizzonti delle persone nei confronti di questa cultura. Un altro scopo viene indicato dallo stesso dirigente dell’Istituto, il professor Franco Costa: “«Questo corso vuol essere un investimento per il territorio; in particolare, vorremmo che i ragazzi stranieri arrivati in Italia da piccoli, potessero tornare nella loro terra d’ori-gine sapendo parlare la loro lingua, in modo da alfabetizzarli in questo senso e riavvicinarli alla loro cultura originaria, perché non perdano le proprie radici, nel mentre si opera per la loro integrazione sociale e culturale». Informazioni presso la segreteria dell’istituto.

Montagnana - Da Giorgione agli IncaMontagnana ricorda un grande protagonista dell’arte che ha lasciato impronte forti nella città murata. Sino all’11 del mese di aprile sono attive iniziative per conoscere sempre meglio l’opera di Giorgione nella Bassa padovana, in occasione del quinto centenario della morte del grande artista. Possibilità speciali di visite guidate nei giorni domenicali e festivi al duomo di santa Maria Assunta, per ammirare i lavori attribuiti al pittore, i due affreschi “David” e “Giuditta”, mentre al sabato, dalle ore 15, è possibile seguire un percorso tematico per comprendere l’architettura muraria vista da Giorgione. Per informazione: 0429/81320.Incontri per approfondire alcuni dei percorsi di arte moderna a Montagnana, nell’ambiente insolito dell’Osteria Due Draghi nella via principale del centro storico. Dopo un inizio, nella giornata del 15 febbraio, le proposte sono per il 2 marzo, con un approfondimento sulla mostra dedicata a Cima da Conegliano nel paese omonimo, e per martedì 13 aprile, con uno sguardo all’antica civiltà degli Inca, con un pensiero rivolto alla mostra aperta a Brescia e dedicata alla cosiddetta “civiltà dell’oro”. L’iniziativa è dell’associazione Arumbaba in collaborazione con l’assessorato agli interventi giovanili del comune di Montagnana.

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Pozzonovo - “Parola d’Autore” Interessante avvio d’anno e di iniziative per l’Associazione Culturale “Tersi-core” di Pozzonovo: un breve ma accattivante ciclo di incontri con l’autore apertosi il 16 febbraio con Gianni Brunoro, uno dei massimi esperti della storia del fumetto e autorevole critico dei comics. Brunoro ha presentato il suo più recente lavoro, “Corto come un romanzo nuovo”, dedicato alla celebre saga di Corto Maltese, il personaggio più noto di Hugo Pratt. Il 9 marzo in scena Ferdinando Camon, con un excursus sulla sua produzione e un vivo dibattito da “Un altare per la madre” ai titoli più recenti: ai primi di aprile infine serata con Massimo Carlotto e i suoi romanzi noir che non tralasciano di indagare anche sulla controversa realtà del Nord-est italiano. Interviste e conduzione a cura di Riccardo Monaco, direttore di Celeste, serate ospitate in municipio.

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Noventa Vic. - Il mondo in rosaMondo femminile da trattare con i guanti e con sempre maggiore attenzione. Nella giornata dell’8 marzo, a Noventa Vicentina, nella sala Paradiso all’in-terno di Villa Barbarigo, a partire dalle 18.30, momento di cultura e di festa.Si inizia con la presentazione del libro “Penso bene: mi sento meglio”, con la presenza dell’autrice, la psicologa e psicoterapeuta Maria Strocchi. Partecipa alla serata il coro “Rigo d’argento”, mentre la conclusione è con un aperitivo e una serata conviviale.

Noventa Vic. - Cinema e libriRassegna di cineforum che ha preso da poco il via a Noventa vicentina, presso il cinema Famiglia su iniziativa dell’Assessorato alla cultura. 5 pro-poste diverse con titoli molto legati all’attualità, a partire dall’apocalittico 2012, per continuare con 4 pellicole più legate all’ambito della commedia, sia nell’ambito italiano che soprattutto in quello internazionale.Le proiezioni sono alle ore 21, con biglietto a 6 euro e tessera di abbona-mento in vendita a 20 euro. Prosegue a Monselice la rassegna vetrina per scrittori legati da vincoli di residenza o di affezione con la città della Rocca. Si va dai lavori di un appassionato studioso di storia locale come Ro-berto Valandro, per proseguire con i contributi di diversi altri autori che danno dimostrazione di vitalità per un territorio che sembra spesso essere trascurato dalla “grande” cultura, ma che non manca di riservare sorprese più che lusinghiere. Dopo i passaggi già visti, nell’aula dedicata ad Aldo Businaro all’interno della biblioteca del castello in Monselice, segnaliamo l’ultimo dei lavori, e cioè “Viaggio d’au-tunno” di Giacomo Fina, ennesima raccolta di poesie in cui si fondono le diverse immagini di un passato ricco di esperienze.

Noventa Vic. - Diritto di votoNoventa Vicentina ha scelto la strada della consultazione elettorale o quasi per decidere su un tema sicuramente sentito da residenti e fruitori in genere di servizi nella zona del centro storico. Per un mese, dal 4 al 31 gennaio, i cittadini italiani residenti, a partire dall’età di 15 anni, sono stati chiamati a esprimere il proprio parere sull’apertura o sulla chiusura della viabilità di fronte a Villa Barbarigo, la sede comunale. Si tratta certamente di un’occasione per dare spazio espressivo alla volontà della popolazione e per superare la difficoltà di scelte in seguito facili da criticare per l’amministrazione comunale.

Montagnana - Arte di gruppoAppuntamento quasi tradizionale a Montagnana per la mostra collettiva della 13a Biennale d’Arte del Gruppo Artisti della Saccisica. All’interno della Sala Austriaca di Castel san Zeno, nei pressi di porta Padova, nello stesso complesso che ospita pure la biblioteca e il Museo civico, è possibile infatti ammirare i lavori di questo sodalizio di artisti. Orari: dal mercoledì alla domenica dalle 10.00 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00, con orario particolare domenica 28 marzo, dalle 16 alle 19. Ingresso libero.

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Montagnana - Cultura venetaHa preso il via a Montagnana, giunto al terzo anno, il corso di cultura e dialetto veneto per le scuole primarie e secondarie, con lezioni in classe condotte dall’esperto Giuseppe Battaglia e corsi per insegnanti.Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale non vuole essere un’inizia-tiva di parte, ma l’occasione per ribadire l’importanza della conoscenza sia del dialetto parlato, come pure delle tradizioni e delle usanze di un tempo, spesso poco conosciute.

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Cima da Conegliano, poeta del paesaggio

Dal 26 febbraio al 2 giugno 2010, oltre quaranta opere in esposizione a Palazzo Sarcinelli, Conegliano.

razie al singolare sostegno dei principali musei d’Eu-ropa e degli Stati Uniti, per

cento giorni sarà possibile ammirare i più grandi capolavori di Giovanni Battista Cima (da Conegliano, Cone-gliano, 1459/1460 - 1517/1518), uno dei massimi interpreti della scuola veneta del XV secolo, genio del Rinascimento italiano grazie alla descrizione meticolosa e attenta della realtà vissuta concretamente.

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Le opere sono ospitate negli spazi del cinquecentesco Palazzo Sarcinelli, restaurato per l’occasione. Un’op-portunità imperdibile per godere delle opere del poeta del paesaggio nella città che ne fu ispiratrice e che tanto segnò l’artista. Infatti Cima è stato il primo artista che ha segnato il passaggio dall’utopia del paesaggio ideale alla resa concreta della sua terra. Accanto alle grandi pale d’altare si potranno così contemplare le opere devozionali e l’importante produzione mitologica, spesso eseguita per cassoni nuziali, che hanno reso Cima da Conegliano il massimo interprete della cultura

umanistica veneziana. Inoltre una specifica sezione sarà dedicata alla grafica, esponendo una decina di fogli attribuita nel tempo al Cima. In esposizione tra gli altri: San Girolamo nel deserto, il Riposo durante la fuga in Egitto con i santi Giovanni Battista e Lucia, la Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo e Giro-lamo, l’Incredulità di San Tommaso, Teseo alla corte di Minosse, Teseo e il Minotauro.

Info: Numero Verde 800 775083, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle18.00. www.cimaconegliano.itCima da Conegliano, Sant’Elena.

Cima da Conegliano, Riposo durante la fuga in Egitto con i santi Giovanni Battista e Lucia.

Cima da Conegliano, Teseo alla corte di Minosse.

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n giovane mi contattò per raccontarmi alcune cose che gli stavano a cuore. Mi disse che da tanto tempo non faceva ciò che desiderava, e sentiva dentro di sé un gran peso. Era stato fidanzato con una ragaz-

za che aveva amato tantissimo, e che amava ancora; l’aveva lasciata qualche mese prima, a causa delle continue divergenze di opinione su di lei con la propria famiglia. Il ragazzo quindi mi confidò che, a forza di discutere con i suoi familiari, aveva assunto il loro punto di vista; infatti era giunto al limite di non sapere più con che ragazza avesse a che fare. All’inizio aveva considerato il rapporto con lei entusiasmante e pieno di interessi; infatti lei era una persona vivace, piena di amici e che amava coinvolgersi nelle questioni sociali; solare ed allegra, l’aveva conquistato con la sua positività; lui, più riservato, dopo poco aveva deciso di seguirla nelle attività sociali; col tempo, invece, si era

lasciato convincere dai suoi genitori che non era una ragazza abbastanza seria, e quindi non adatta a lui. Così, in seguito a vari litigi con lei, aveva maturato

l’idea d’interrompere il rapporto. Dopo pochi giorni che l’aveva lasciata, si era sentito annientato dalla sua assenza; in seguito, il vuoto che lei gli aveva lasciato, era diventato incolmabile. Il giovane avvertiva di non poter vivere senza di lei, e non sapeva più che fare

al pensiero di quello che avrebbero pensato i suoi genitori. Intanto il tempo passava e lui diveniva sempre più triste ed apatico. Restò quindi letteral-mente “di stucco” quando, un giorno, suo padre e sua madre, vedendolo così depresso, gli consigliarono di tornare a cercarla. Non riuscendo a credere a quelle parole, rimase intontito per parecchi giorni. Si sentiva tradito da loro, che, prima l’avevano spinto a lasciarla, poi, gli avevano consigliato di tornare

Di testa, di cuoreSi sceglie da soli almeno, sbagliando,

non si recrimina con nessuno

da lei. Ed ora quel giovane è qui a chiedermi se sia giusto o meno, tor-nare a cercarla. Io credo innanzitutto che dovrebbe iniziare a pensare con la propria testa. È una persona abba-stanza grande per farlo. E dovrebbe smettere di mettere in mezzo a tutte le questioni i suoi genitori, anche solo col pensiero; essi, probabilmente, quando vengono realmente inter-pellati, esprimono le loro opinioni, i loro pensieri, e non son certo lì ad obbligare “all’obbedienza”nessuno. Penso inoltre che questo giovane dovrebbe guardare di più dentro se stesso e fare ciò che sente nel cuore, senza delegare la responsabilità del-le sue decisione ad altri, sottoscritta compresa. L’approvazione delle persone, genitori compresi, è sicura-mente importante; ma nell’età adulta l’approvazione di se stessi, dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, dovrebbe avere un posto di riguardo nell’esistenza di ogni persona. E tutto ciò nel rispetto dei pensieri degli altri, anche se opposti ai propri.

Maria Grazia Parigi

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Così, in seguito a vari litigi con lei, aveva maturato l’idea d’interrompere il rapporto.

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Massimiliano era nato nel 1940 prima che la guerra mietesse tutti i suoi morti, tra cui il padre Sebastiano, che non conobbe mai poiché partito per la guerra che la moglie era incinta. Di lui non conservava ricordi, ma una cosa era certa: papà amava gli aerei. Nella rimessa in fondo al campo, a fianco della casa, c’era un Fokker Dr.1, un cimelio del 1917. Un mattino il padre si era alzato di buon’ora e l’aveva trovato sul campo. Proprio lì, come fosse la cosa più naturale al mondo. Il pilota era a terra a pochi metri dal velivolo, morto. Per evitare domande impertinenti lo aveva seppellito dietro la rimessa, un Pater e un Gloria. Il Fokker venne nascosto nella rimessa e per farlo fu necessario amputargli un pezzo di ala; si optò per quella sinistra che era già spezzata. Dissero che lo ammirò per ore perché ci sono persone che lo sentono lo spostamento d’aria dell’elica, il sibilo del motore, l’accele-razione a vuoto, il rumore scoppiettante dell’accensione. La leggerezza di un corpo in salita, un pugno allo stoma-co e il brivido di essere costola di una nuova ossatura, avambraccio di un’ala fiera e sferzante. Un caccia tedesco utilizzato durante la prima guerra mondiale. Monomotore e monoposto. La propulsione affidata a un Oberursel Ur.II. Due mitragliatrici LMG 08/15 da 7,92 mm. La cosa sorprendente era che profumava di more. Non di metallo accartocciato. Solo di more mature. E ora valla a capire questa storia delle more. Poi Sebastiano partì per la guerra, la moglie coprì l’aereo con lenzuola macchiate. Sprangò la rimessa. Fu lì che il piccolo Massimiliano ritrovò l’aereo, dopo alcuni anni. Delicatamente srotolò il lenzuolo. Lo vide per la prima volta con la luce viola e

rosa del tramonto. Lo sfiorò. Uscendo, lasciò socchiusa la porta della rimessa e uno spicchio di luna entrò a sa-lutarlo. Il Fokker era partito un pomeriggio d’agosto da Kreutz. Martin Jagdstaff, il giovane pilota, voleva arrivare a Loso prima di sera. Era il trecentoventesimo esemplare, l’ultimo costruito. L’aveva ereditato dal padre. Quel giorno decise di far sgranchire il motore, ce la farà, pensò. Ci volle un po’ prima di sentirne il rombo fragoroso, poi si alzò in volo con disinvolta andatura. Volava a trecento piedi, con l’aria greve e le nuvole gonfie. A quel ritmo sa-rebbe arrivato a Loso dopo poche ore. Mentre sorvolava Fiusch, Martin si accorse che attorno all’abitacolo c’erano delle piccole succose more. More! esclamò. Ecco uno si concentra sul volo e caspita una mora ti fa l’occhiolino. Allungò la mano per prenderla: squisita. Lì, a trecento piedi d’altezza, alla velocità di centocinquanta chilometri all’ora, una mora, dico, una mora gli aveva fatto allungare la mano creando in lui il desiderio di mangiarla. Fredda, succosa. E fu quell’unica mora che non lo fece arrivare a Loso. Perché il frutto gli procurò in bocca un eccesso di saliva che gli andò di traverso. Sfortuna? Può darsi, certo è che da quel giorno Martin Jagdstaff smise di volare, di respirare, di vedere il sole sbuffare assonnato al tramon-to. Smise di mangiare more. Si accasciò sull’abitacolo e l’aereo vorticò un poco, affondando le ali in una nuvola grassa che lo fece scendere adagio. Atterrò nel campo di Sebastiano e nell’urto Martin venne sbalzato fuori, sette metri a ovest del Fokker, quanto basta per conservarlo intatto con il caschetto di cuoio slacciato. Sembrava dormisse se non fosse stato per quel rivolo di sangue,

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Due figli, un aereo lasciato in eredità. Talvolta basta una mora per comprendere la punteggiatura. E il destino.

di Chiara Scavazza

L’aereo

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o era succo di mora?, che gli fuoriusciva dalle labbra. Aveva labbra carnose Martin. Da baciare. Così riflettè Sebastiano quando lo trascinò dietro la rimessa, pensò a quelle labbra non ancora bluastre ma cremisi, con le dita le sfiorò, poi ritrasse la mano sentendone il freddo. Per questo lo seppellì accanto alla rimessa, se avesse allungato la mano avrebbe potuto comunque toccare il suo Fokker. Sempre. Da qualunque lato. Semplicemente aprendo gli occhi, scostando la terra. E fu il piccolo Massimiliano a trovare il prezioso carico di bordo: una lettera arrotolata.“Martin, amore mio, vorrei abbracciarti. Sapere che dovrò attendere tre mesi prima di rivederti mi fa impazzire. Ma il nostro amore resisterà. Ti scrivo lettere che ripiego e chiudo con un nastro rosa pallido. Un giorno le leggerai, aprendo lentamente mille nastri di seta pallida. Mille volte, ti amo. La fortuna ti sia compagna. Possa lei più di me accarezzarti le mani. Se mai il destino dovesse dividerci vorrei respirare il tuo ultimo respiro. Ti ricordi quando una piccola goccia di mora è fuoriuscita dalla bocca? Rimarrai per me come quel lineare rivolo, una strada dritta. Un caldo nido. Ritorna presto da me, amore. Tua Alice, per sempre”. Dire che Massimiliano ne avesse compreso l’intensità è dire una bugia, però più dell’aereo in sé gli piaceva sapere che da qualche parte qualcuna lo stava aspettando. C’è

sempre in tale certezza un abisso di umana pazzia, un nastro di seta pronto a legare con carta di riso la Gioia. Che è il vero segreto della vita. Non la gioia astratta, ma quella che nasce dalla consapevolezza che stiamo mo-rendo. Tutti. Questo disfarsi che abbonda di forza e che si trasforma in leggerezza quando avrebbe bisogno di appigli. E invece tutto scivola via. Il nastrino di seta. Che tiene unite due vite. Senza che loro se ne rendano conto.Così Massimiliano comprese il potere della punteggiatura (visti i punti della lettera) a cui è affidato il compito di riprodurre le pause e l’espressività della lingua parlata. Rabbia un punto fermo, tenerezza una virgola, abbraccio un apostrofo, perdono una parentesi. Comprese che deve sempre muoversi con rapidità, invadere e confondere il cuore umano. Ma più di tutto deve racchiudere l’arte del vivere.

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Gold newsBasilea, città del tempo L’obbiettivo era prenotare una camera che non fosse troppo lontana dalla Fiera. Sì, perché tra le 70.000 mila persone che ogni anno vanno a Basilea per la fiera, ci sono pure io. Mi giro un pò di siti, anche se l’hotel dove prenoto di solito la camera da un anno all’altro mi riserva il posto, però è a 25 km circa. Trovo a 12 km, spendo un pò di più ma li risparmio in tempo, che chissà perché determina il senso di tutte le cose. Lo misuriamo fin dagli albori della civiltà, bastoni conficcati nel terreno, meridiane, candele tacchettate, vasi comunicatori d’acqua, clessidre, ecco. Basilea per questi giorni si trasforma nel centro di raccolta di tutti i marchi mondiali che producono misuratori di tempo! Ci saranno tutti, dai progettisti alle grandi industrie, pronti a sviluppare nuove tecnologie e nuovo design. Nella prossima uscita presenterò le ultime tendenze della Fiera.

Il mondo inizia da qui Mesi intensi per i futuri sposi, fiere di settore con proposte e tendenze che esplorano sempre soluzioni alternative. Si comincia di solito con la scelta della chiesa dove celebrare il sacro rito, la scelta del ristorante che, a quanto sento, si prenota un anno prima, il vestito della sposa che spazierà dal bianco, al crema, al lilla chiaro andando sui colori più forti come il rosso, il blu, anche qui i tempi sono di almeno sei mesi, alle bomboniere e ai fiori e finalmente le fedi! La moda degli anni ‘70 le voleva in metallo nobile bianco e finissime, negli anni ‘80 le si proponeva in giallo con una misura un pò più larga e a volte con un piccolo diamante, gli anni ‘90 vedono l’ingresso con prepotenza dell’oro bianco e del platino accompagnati sempre più sovente da diamanti. Oggi, i canoni sono variati ancora a favore del metallo giallo, proposto sempre più spesso in simbiosi con l’oro bianco e i diamanti, anelli nuziali fatti a mano anche su disegno dai futuri sposi che, verranno almeno due mesi prima per scegliere il loro pegno d’amore nuziale.

GN701, tutti lo abbiamo portatoEbbene sì, se non lo abbiamo usato lo abbiamo visto usare da amici. Che sarà questa misteriosa sigla? Parto dagli albori, 1986 lancio in Italia della ref GN701, oggetto in plastica stampato ad iniezione di colore nero, da allora se ne sono visti di tutti i colori, letteralmente, fino alla smisurata cifra ad oggi, di 400 milioni di pezzi venduti nel mondo. Sto parlando dello Swatch, mito in tutto il mondo e fenomeno nell’orologeria che fa ancor scuola. Dopo un quarto di secolo, a febbraio, ha rilanciato la mitica referenza nei colori classici del nero, bianco, arancio, rosso, verde, azzurro, viola, blu, marrone, panna e, assolutamente, monocromatici! Nicolas G. Hayek o dottor Swatch, intanto promette manifestazioni mondane ed eventi in tutto il mondo. Già a Milano si sono svolte le famose feste Swatch con personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo che esibivano con orgoglio i loro Swatch che, più vecchi erano, più preziosi figuravano.

A cura di Fabrizio Ferro

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Dieci anni d’impegnol 15 Marzo 2000, 10 anni fa veniva creata ad Este l’ Associazione A.I.M.A. Euganea Este O.n.l.u.s. Nata dall’esigenza di mettere in comune varie esperien-

ze: familiari che assistevano quotidianamente i malati di Alzheimer, medici di famiglia e specialistici per favorire finalità di solidarietà sociale nei confronti dei soggetti affetti da Alzheimer e patologie affini e dei loro familiari. L’Associazione è diventata nel corso degli anni un punto di riferimento consolidato e insostituibile per i malati di Alzheimer e le loro famiglie. L’attività di promozione di progetti innovativi e l’organiz-zazione di eventi e manifestazioni volte a sensibilizzare la cittadinanza, di corsi di formazione per operatori socio-sanitari, familiari, badanti, al fine di far conoscere l’Alzheimer, definito “epidemia silente del terzo millen-nio”, rappresentano tuttora una risorsa fondamentale per il territorio della Bassa Padovana. Nel corso della sua attività l’Associazione ha creato un’importante rete di collaborazioni con Enti pubblici, Enti privati, Associazioni di Volontariato, Parrocchie promuovendo un dialogo a 360° e una cultura del volontariato.L’Associazione, opera nei 46 comuni del territorio dell’ULSS 17, ha un bacino d’utenza di circa 3.000 famiglie, princi-

palmente affianca le persone affette da questa malattia con i loro familiari.Il numero di mala-ti di Alzheimer è in continuo aumento.

Infatti in Italia colpisce 600.000 persone, 1.000.000 se si considerano anche gli altri tipi di demenza, numero desti-nato a raddoppiare entro il 2025, e ogni anno si contano 60.000 nuovi casi. La malattia comporta costi molto elevati, che possono es-sere quantificati in 40/50.000 euro l’anno, dei quali l’85% è a carico della famiglia che assiste.

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Ma che cos’è l’Alzheimer? È una ma lattia del cervello de-scritta per la pri ma volta nel 1906 dal neurologo te desco Alois Alzheimer, dal quale ha preso il nome. Principale causa di demenza (oltre il 70% dei casi), in termini tecnici è una patologia neu rodegenerativa complessa e multi fattoriale i cui meccanismi di svi luppo non sono ancora completa mente chiariti. Gli unici trattamenti oggi disponibili agiscono solo sui sintomi, la terapia andrebbe cominciata da subito ma purtroppo questo non avviene perché la per-sona o un familiare è spinto a rivolgersi ad uno specialista quando i disturbi cognitivi vanno ad interferire con la vita quotidiana e quindi in fase avanzata.La malattia si presenta in maniera devastante e degradan-te, una lenta ma inarrestabile riduzione dell’autonomia, una progressiva perdita della memoria, la comparsa dei disturbi comportamentali, l’incapacità di una pur minima vita di relazione.

Il PresidentePier Gianni Tinello

Info: A.I.M.A. Euganea Este O.n.l.u.s - Tel. e fax: 0429 602390e-mail: [email protected] - www.aimaeuganeaeste.com

L’Alzheimer è definita un’epidemia silente del terzo millennio.

Convegno VIIa Giornata Alzheimer - Alzheimer: parliamone in-sieme. Sala Gino Galante presso Centro Servizi Banca AtestinaEste, 19 Settembre 2009

L’ Alzheimer è una patologia neu rodegenerativa complessa e multi fattoriale.

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20 Influenza A, processo breve, riscaldamento globale...

Botta e rispostadi Fabio Orpianesi

n suggerimento al ministro Brunetta che ha esortato, come sa esortare lui, i giovani a lascia-re il nido a diciotto anni; altrimenti –dice- non

imparano a crescere; intendeva dire ovviamente nel senso della maturità, ché in senso fisico bisogna accontentarsi di quello che Natura ci ha regalato. Fra l’altro egli stesso affer-

ma che a trent’anni non sapeva ancora rifarsi il letto. Or-bene, se vogliamo che i “bamboccioni” imparino almeno a rifarsi il letto, invece di dare loro un asse-gno mensile di 500 euro, non sarebbe il caso di ripristinare la cara, vecchia naja e affidarli alle paterne cure del sergente di giornata?

Dov’è finita l’influenza A che doveva essere addirittura più tremenda della “spagnola” del primo dopoguerra? Persa, svanita nel nulla. Un telegiornale, riferendo il parere di un illustre clinico, aveva detto “la curva della pandemia rag-giungerà il picco a dicembre”: chiarissimo, soprattutto a chi non ha pratica dei grafici né di greco classico (pandemia) e, quando sente parlare di curve, pensa a Sabrina Ferilli o tutt’al più alla tangenziale. Invece un giornale locale aveva più titolato “guida all’influenza A”, che poteva anche signifi-care suggerimenti per prendersi l’influenza A, tenersela da conto e magari trarne profitto, così come, di tanto in tanto, si pubblica una guida all’investimento sicuro in Borsa o sul mercato immobiliare; a proposito di profitti, non viene il sospetto che nel caso dell’influenza A qualcuno, per dirla col Manzoni, abbia fatto “bottega sul pubblico spavento”?Processo breve: salterà l’1% dei processi, afferma il ministe-

ro di Grazia e Giustizia; salterà il 50% dei processi in corso, ribatte l’Associazione nazionale magistrati; anche facendo il doppio del doppio del primo dato e la metà della metà del secondo, arriviamo ad una oscillazione fra il 4 e il 12,5 per cento: probabilmente nessuno dei due la racconta giusta; ma qual è l’estensione della bugia?

Clima: Italia nella morsa del gelo; eccezionale nevicata su Washington: niente di strano in pieno inverno. Ma allora dov’è finito il riscaldamento globale, per controbattere il quale si sono riunite a Copenaghen ben 15.000 persone fra politici, scienziati, giornalisti e catastrofisti in servizio 24 ore su 24? Non mancano però gli “ecoscettici”: sì, perché di imminente glaciazione infatti si parlava nei primi anni Sessanta del secolo scorso: una pittoresca tavola della Domenica del Corriere, disegnata da Walter Molino, rap-presentava il Vesuvio coperto di neve fino alla base e gli iceberg in minaccioso avvicinamento nel golfo di Napoli; se ne riparlò a metà degli anni Ottanta, a seguito dell’inverno 1985, durante il quale ci fu un freddo birbone. Negli anni Novanta invece fulminea ritirata dei ghiacciai e rischio desertificazione nelle regioni del Meridione. La fantasia sovreccitata vedeva le autostrade del Sud divenute piste di sabbia, i TIR sostituiti da carovane di beduini montati sui dromedari; con questo faceva pendant il rischio salinizza-zione della pianura padana, sventato, in uno dei primi anni del nuovo Millennio da un’estate piovosa: ebbene? Spariti entrambi dagli onori delle cronache.

Dov’è finito il buco dell’ozono? Anche qui, come in politica, i negazionisti ne avevano per l’appunto negata l’esistenza, i revisionisti invece affermavano che è sempre esistito, ma si sposta, si modifica, si dilata o si restringe e in ogni caso è “nulla per noi”, come il timore della morte per i filosofi antichi. Poiché i mutamenti climatici, a detta degli studiosi stessi, avvengono in decine di migliaia di anni, ecco la do-manda conclusiva che riassume tutte le precedenti: dove è finito il buonsenso?

U

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Prendersi cura della propria pelle vuol dire preservare il proprio benessere generale perché se l’epidermide va in deficit idrico conseguentemente si spegne. Ecco perché è importante fin da giovani, e non solo quando lo sguardo appare meno brillante e più affaticato, ac-quisire alcune sane abitudini come quella di detergere quotidianamente la pelle del viso con acqua e un tonico specifico secondo il proprio tipo di derma. L’obiettivo è di pulire senza irritare preservando il corretto equilibrio di idratazione. Dopo la pulizia è indispensabile usare al mattino e alla sera creme biologiche a base di principi attivi naturali per reidratare e ammorbidire la cute. Naturalmente la crema del mattino ha il compito di frenare la fuga di sali minerali e di respingere gli attacchi di sole, vento e smog, mentre quella della notte di ripristinare le funzionalità cutanee. Per potenziare l’effetto di questo rituale quotidiano una volta al mese ci si può rivolgere a una consulente di bellezza. Ecco perché lo Studio Estetica Federica a Este in via Principe Amedeo, 47/D ama proporre alle proprie clienti trattamenti mirati per il viso non invasivi. Si inizia con un peeling biologico in grado di asportare le cellule morte, che opacizzano la

Tocco di velluto

La costanza di piccoli gesti dà i suoi frutti. Lo Studio Estetica Federica a Este propone trattamenti al viso mirati a esaltare la bellezza della pelle in modo del tutto naturale.

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pelle, e che lascia un’ immediata sensazione di benes-sere. Tale operazione permette di aumentare l’effetto di principi attivi contenuti in fiale o concentrati che verranno applicati sulla pelle del viso con un delicato e piacevole massaggio. Trattamenti personalizzati altamente idratanti, nutrienti e tonificanti per far splendere al meglio la propria ener-gia. Il tutto con estratti vegetali, oli di fiori e vitamine utilizzati da mani esperte che permettono alla pelle di riacquistare splendore e volume in pochi gesti mirati.

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Viaggi brevi, escursioni, scoperte per week-end e tempo libero

Fra gli olivi di Campodi Lamberto Cicognani

Una proposta per una gita fuori porta mentre l’inverno lascia il posto ai primi tepori primaverili: la meta è l’inesauribile Lago di Garda, sponda orientale, cioè veronese. Da Peschiera risalite la Gardesana fino a Brenzo-ne, tenete d’occhio la vo-stra destra fino a quando non troverete segnalata la frazione di Marniga, che sale dalla litoranea fino ad una modesta quota, parcheggiate e cercate la via S. Piero, una laterale della strada che fa da spina dorsale al piccolo borgo. Vi trovere-te subito immersi in un altro tempo: alte e antiche case e, sotto i piedi, un acciottolato in salita che altro non è se non una vecchia mulattiera che porta sulle colline circostanti, porta d’accesso all’incombente Monte Baldo. La salita è ripida ma si preannuncia corta, prendetevela con calma e abbiate la pazienza di lasciarvi alle spalle il pugno di case di Marniga, vi troverete immersi in boschi di olivi “che fan di santità pallidi i clivi…” per dirla con il poeta e sotto di voi il lago fino all’altra sponda, e dietro il Baldo che sembra messo là a far da sentinella. La mulattiera si fa piana, continua a salire mentre l’orizzonte si apre e intorno a voi cogliete i resti della passata stagione, dei melograni stinti, cachi disalberati, bacche ancora rosse dell’inverno trascorso, ma l’aria, ah, quella, è già di un altro tempo.

L’arrivo è a Campo, una frazione della frazione, si direbbe, un borgo diroccato che non si capisce se ci abita qualcuno,

sembra di no, ma sotto il volto di ciò che resta dell’antico maniero c’è una moto da trial nuova di zecca e nessuno nei paraggi. Una locale associazione culturale durante il periodo natalizio ha curato un’esposizione di piccoli e ingenui prese-pi sulle porte di alcune case, esattamente come a Tesero,

vicino a Cavalese, in Tren-tino (vicinissimo peraltro) con ben altro effetto. Ma Campo è come un paese fantasma, si capisce che la gente ci sale, ma lo stato di abbandono è evidente, anche se in-dubbiamente pittoresco. Un’ordinanza del sindaco avverte che il pericolo che cada qualche te-gola dai tetti smangiati dal tempo è reale, ma è innegabile che questo passa in secondo piano rispetto alla bellezza del luogo e del paesaggio e all’invito dei tanti sentieri segnalati con i i tempi di

percorrenza che portano ad altri borghi sparsi sulle pendici dei colli circostanti. Un vecchio lavatoio con l’acqua che scor-re copiosa e freddissima, serrature arrugginite, muri tenuti insieme dalla tenace edera, lo sguardo penetra attraverso gli olivi curatissimi e si perde sul lago; laggiù c’è Malcesine e poi Torbole e la punta nord del lago con Riva e Arco di Trento, uno spettacolo. A Campo nei giorni della Pasqua la gente del posto sale portandosi dietro la colazione al sacco, i bigoli con le albo-relle, piccoli pesci lacustri, le immancabili uova sode e tutto quello che serve per un déjeuner sur l’herbe, tradizione consolidata da queste parti e, forse, un po’ privata, una cosa per gli abitanti del posto, ma quello che va ricordato è che in piena estate, nelle notti d’agosto con le stelle cadenti, a Campo fra gli olivi si tengono concerti di musica classica o comunque da meditazione (come i grandi vini) per restare sospesi, notti e note senza tempo, in un luogo magico, fuori dal mondo, pieno di suggestioni e di ricordi lontani, come la cappella del villaggio, anonima e imbiancata fuori ma antichissima e affrescata dentro, forme e colori di un medioevo lontanissimo e saggiamente nascosto. I dintorni di Campo sono ricchi di pievi e antichità e questo non è un percorso turistico di massa: chi sale quassù cerca il silenzio e il paesaggio, con le poche tracce che l’uomo vi ha lasciato; il mondo, quello dei rumori è altrove. Non qui.

La salita è ripida ma corta e vi troverete immersi in boschi d’ulivi

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Ingredienti per 4 persone: 16 cappesante, 1 dl. di panna, 2 piccoli scalogni, 1 dl. di fumetto di pesce, 20 gr. di burro, 1 dl. di vino bianco, 1 pizzico di pistilli di zafferano (oppure una bustina), 1 pomodoro maturo e sodo, un mazzetto di prezzemolo, sale e pepe q.b.Aprite le cappesante, staccate i molluschi e tagliate la noce a metà in senso orizzontale. Versate la panna in un tegamino e riducetela della metà, tritate gli scalogni. Sbollentate il pomodoro, pelatelo e riducetelo a dadini, tritate il prezzemolo. Fondete il burro in un tegame, fate rosolare tre minuti circa le cappesante, sgocciolatele. Nello stesso tegame mettete gli scalogni tritati e un pizzico di sale e pepe, poi versate il fumetto di pesce, il vino bianco, la panna e fate ridurre a un terzo. A fuoco vivace unite alla salsa lo zafferano dopo un minuto il pomodoro a dadini e il prezzemolo. Trasferite di nuovo i molluschi nel tegame, lasciandoli scaldare qualche minuto, quindi togliete il recipiente dal fuoco, disponete le cappesante sul piatto da portata e servitele con il fondo di cottura. Vino consigliato: Terre di Franciacorta bianco (Lombardia).

Cappesante allo zafferano

Ricette a cura di Marina Gallo

È la cappasanta, il mollusco bivalve più consumato in assoluto dopo ostriche e cozze sul mercato mondiale, nome scientifico Pecten Jacobaeus, un po’ perché assomiglia ad un pettine con le sue costolature che si allargano a ventaglio sulla conchiglia, e poi perché deve la sua fortuna oltre che alle sue carni squisite, al fatto di essere stata legata a S. Giacomo. Ma andiamo con ordine, il santo di cui si parla è quello del pellegrinaggio più famoso del Medioevo, ovvero Santiago de Compo-stela, in Galizia, Spagna. Innumerevoli pellegrini vi si recavano a piedi da tutta Europa e poiché sulle spiagge della Galizia abbondavano le conchiglie e, si dice, il santo talvolta le usasse per

La cappa nobileIn gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

di Lamberto Cicognani

aspergere di acqua benedetta le folle, come delle piccole coppe, si diffuse l’uso tra i fedeli di riportare da quel viag-gio una di quelle conchiglie da legare al bastone da viaggio o al collo, indizio certo del pellegrinaggio avvenuto. D’al-tronde come non ricordare la Nascita di Venere del Botticelli con la dea che sembra uscire proprio da una di queste conchiglie in formato maxi? Le cappesante ci sono tutto l’anno anche se il periodo migliore va dalla pri-mavera alla fine dell’estate, non sono proprio economiche come le sardine ma sono veramente un gran boccone, tra l’altro ricco di omega 3, toccasana per il colesterolo.La preparazione più ricorrente è quella

al gratin, con una farcia di pan grattato, prezzemolo, aglio schiacciato, grana grattugiato, olio e brodo. Il tutto va ridotto sul fuoco fino ad una consisten-za cremosa ma non liquida. Aperta e pulita bene la cappa dalla sua parte filamentosa per salvare solo la noce (bianca) e il corallo (arancione tenero), usando la valva inferiore come piattino, si stende la farcia e si irrora leggermen-te ancora con un po’ di olio d’oliva extra-vergine, forno a 200° per dieci minuti fino ad ottenere un bel colore dorato e dall’aspetto croccante. Servitelo per aprire la mensa accompagnandolo con un bianco non troppo secco e fruttato, un Soave veronese ad esempio, o un Ascevi del Collio Goriziano.

Ingredienti per 4 persone: 16 cappesante, 15 gr. di farina, 300 gr. di lische e ritagli di pesce, 1 cipolla, 15 gr. di burro, 3 cucchiai di vino bianco, 1 pizzico di senape in polvere, 1 pezzetto di sedano, un mazzetto di prezzemolo, qualche grano di pepe.Lavate le lische e i ritagli di pesce, metteteli in un tegame con cipolla affettata, il sedano tritato, il prezzemolo, il vino e 2 grani di pepe. Versate 2,5 decilitri d’acqua e portatela a ebollizione, schiumando continuate la cottura a fuoco dolce per 20 minuti. Filtrate il brodo con un telo da cucina. Aprite le cappesante, staccate i molluschi e dividete in due la noce. Fondete il burro, aggiungendovi la farina, e fatela tostare qualche minuto con la senape in polvere,il pepe, un pizzico di sale. Aggiungete 2 dl di brodo di pesce e cuocete per sei minuti circa. Unite al brodo le cappesante e cuocetele per tre minuti. Servite ben calde. Vino consigliato: Locorotondo bianco (Puglia).

Cappesante alla diavola

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Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.26

La bottega dei desideriIspirato alla vera vita dell’autrice, il romanzo racconta con tatto e sensibilità una storia di abbandono e di rivincita. Il mondo di Nora cade in un solo istante quando suo marito viene arrestato. Piena di rabbia e dolore si ritrova a fare i conti con una realtà non facile da gestire. Tre figli da mantenere con tutti i beni pignorati e le vecchie amicizie dissolte come il vento. Aiutata da Beatriz, la baby-sitter, si rimetterà in gioco capovolgendo la sua vita. Ricomincerà proprio dalla Bottega dei desideri, un luogo dove oltre ai dolci si assa-porano ricordi e si realizzano sogni.(“La bottega dei desideri” di Karen Weinreb, Garzanti, 334 pagg., 18,60 euro)

La follia di una donna innamorataAgnes Dempster è una ragazza incantevole e, agli occhi della gente, fortunata. Bella come tutte le donne della stirpe alla quale appartiene. Ma nessuno sa che in famiglia è sempre stata trattata come una creatura insignificante. La madre quando è nata non ha mostrato alcun interesse per lei poiché la sua attenzione era ancora rivolta alla morte della sorella. Si inventa un nuovo mondo e qui incontra Frank Holt, un affascinante seduttore, innamorandosene perdutamente. Tradita cadrà preda della follia più assoluta. Basato su una storia vera avvenuta alla fine del 1890 nel Vermont.(“La follia di una donna innamorata” di Susan Fromberg Schaeffer, Neri Pozza, 660 pagg., 19,00 euro)

Bianca come il latte rossa come il sangueLeo è un sedicenne che si barcamena tra scuola, amici, calcetto, scorribande in moto-rino e iPod. Vive la scuola come uno strazio fino a quando un nuovo supplente di storia e filosofia lo sprona a vivere intensamente e a cercare il suo sogno. Che nel suo piccolo si chiama Beatrice, mentre Silvia rappresenta la sua realtà. Romanzo di formazione che contrappone il bianco che è assenza e privazione al rosso colore della passione, dell’amore e del sangue.(“Bianca come il latte rossa come il sangue” di Alessandro D’Avenia, Mondadori, 252 pagg., 19,00 euro)

L’agenzia dei desideriUn romanzo divertente in cui Delphine, trentacinquenne, apre un’agenzia dei desideri “Per voi” dove realizza sogni a tempo e a pagamento. È stata l’anziana signora Derovitski a educarla alla difficile arte della finzione tramite la lettura di avvincenti romanzi rosa. In una galleria di personaggi con vicende bizzarre la giovane riesce sempre a cavarsela a parte quando incontra l’amore che le si offrirà senza volere nulla in cambio, minando il suo innato cinismo.(“L’agenzia dei desideri” di Dominique Mainard, Bompiani, 255 pagg., 17,50 euro)

AzazelSi narrano la vita e le avventure di un monaco cristiano del V sec. d.C. in un mondo reso violento dai conflitti dottrinali tra i Padri della Chiesa e lo scontro tra i nuovi credenti e i tradizionali sostenitori del paganesimo. Il monaco Ipa vive in una cella di due metri per lato, con un tavolino, un calamaio e una vecchia lampada. Nel monastero si ritrova a fare i conti anche con il suo cuore in tempesta. Dopo aver conosciuto la bella Marta i sussulti delle angosce e i fremiti della passione si sono impadroniti della sua anima.(“Azazel” di Youssef Ziedan, Neri Pozza, 380 pagg., 18,00 euro)

A cura di Chiara Scavazza in collaborazione con Libreria Gregoriana - Este

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28 La vita ai supplementariGiovanni Galli si racconta: gli esordi nel calcio, i trionfi nel Milan, la quotidianità, la sua vita familiare tranquilla fino alla prova più dura, la tragica morte di un figlio. E dimostra con pa-catezza che il dolore può trasformarsi in una nuova occasione per essere di aiuto agli altri. Ecco nascere la Fondazione intitolata al figlio che da anni sostiene anche economicamente ragazzi la cui vita è stata cambiata da un incidente stradale. Ecco il volontariato e l’impegno in Africa. L’autore lancia un messaggio: non fermarsi mai, ogni giorno è un nuovo giorno.(“La vita ai supplementari” di Giovanni Galli, Rizzoli, 159 pagg., 15,00 euro)

Le figlie del libro perdutoUna storia di mistero e stregoneria scritta dalla discendente di Elizabeth Howe ed Elizabeth Proctor, due donne che subirono il processo per stregoneria a Salem alla fine del dicias-settesimo secolo. Connie è una giovane dottoranda all’Università di Harvard, impegnata in una ricerca sui processi di Salem, nel New England che videro più di centocinquanta persone accusate di stregoneria. Costretta a vendere la vecchia casa di famiglia scoprirà che l’antica dimora contiene preziosi tesori e un segreto custodito da generazioni dalle donne della sua famiglia e tramandato attraverso un libro proibito: il Libro delle Ombre.(“Le figlie del libro perduto” di Katherine Howe, Salani, 423 pagg., 18,60 euro)

BloodIl vampiro Lestat vuole fare del bene e redimersi ma tale desiderio contrasta con la sua condizione di creatura della notte. Ma quando incontra la bellissima Mona Mayfair in fin di vita decide di abbandonare i suoi sogni di purezza e trasformarla con il battesimo del sangue. Si ritrova ad aiutare la ragazza che deve fare i conti con la sua nuova identità di vampiro e con lo spaventoso segreto che l’ha quasi portata alla morte.(“Blood” di Anne Rice, Longanesi, 358 pagg., 18,60 euro)

Israele, viaggio nell’arte e nella storia della Terra SantaQuesto libro è un viaggio nel tempo e nello spazio, lungo il Giordano e tra le colline della Galilea riunendo frammenti di una storia che abbraccia millenni. Un viaggio che esplora l’eredità di grandi civiltà. Le immagini sono corredate da un testo esaustivo di facile lettura. Cartine dettagliate, disegni a colori riportano alla luce lo splendore della Gerusalemme del tempo di Erode, Cesarea, Megiddo e tanti altri siti leggendari.(“Israele” di Sarah Kochav, Ed. White Star, 292 pagg., 29,00 euro)

Il libro del destino – Il principe delle nebbieLa Compagnia delle cinque razze libere si mette in cammino ala ricerca di alleanze per combattere il malvagio Signore delle nebbie. Eynis e Jadifh scappano prima della partenza e i pericoli che dovranno affrontare insieme li uniranno sempre più. Gli spiriti amorphi però tentano di impossessarsi dell’anima di Jadifh per trasformarlo in un mostro crudele che, nel contempo, deve anche combattere contro il suo Destino che l’ha trasformato dodici anni prima nel Principe delle Nebbie.(“Il libro del destino, Il principe delle nebbie” di Elisa Rosso, Piemme, 424 pagg., 19,00 euro)

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bituato sin da giovane all’arrampicata, allo sci d’alpinismo, al tennis, al nuoto e alla corsa Antonio Ferro non si lascia abbattere dalla

diagnosi. Affronterà con stoica determinazione i due in-terventi di protesi, la lunga riabilitazione e nel farlo ecco svolgersi la vera storia di questo racconto. Senza un ordine cronologico l’autore si racconta con candida franchezza. Oltre all’ iperattività fisica, note di elegante bellezza per la moglie Elisa, i quattro figli, gli amici, il cane Leo. Passando con disinvoltura dalla poesia alla ricerca dell’Assoluto che lo ha portato da un monastero indo cristiano, dove ha sussurrato un non-senso respirato all’infinito, alla Medaglia Miracolosa di San Benedetto. È un’Ave Maria recitata a bassa voce contro la roccia fredda del dolore. Ma non c’è tra queste pagine la fuga, piedi che scappano lontano, imprecazioni di rabbia che fendono l’aria e spar-gono disordine. C’è, invece, una tenerezza di fondo che disarma, una scheggia folle che è nata per lottare, e in qualche modo vincere. A modo suo. Simile a una ferrata che parte brusca, in salita, con pochi appoggi per i piedi.

Si muove veloce sulla roccia, senza temere il vuoto, anzi è pronto a darsi al vento pur di in-filare i polpastrelli nelle ferite della pietra, acca-

rezzarne i fori, tendere alla cima. Che è ascesi. Verso una finestra di cielo azzurro e terso. Così vive la vita a piene mani, con quell’assurdo coraggio che appartiene solo a coloro che ricercano la verità per dare un senso sostanziale alla vita, e i suoi passi decisi incalzano verso

Dall’Agner all’AgnerAntonio Ferro è un medico estense che si dedica alla

prevenzione e si ritrova a quarant’anni a fare i conti con un’artrosi bilaterale giovanile idiopatica.

la meta pronti a conquistare ogni giorno un piccolo ma decisivo me-tro. Il tutto avvol-to dall’abbraccio serrato e premu-roso della moglie perché, come si intravvede dalle pagine, c’è sempre una voce che gli va incontro senza difesa, un cuore che si fa grembo per accogliere le battaglie di questo marito. E stringere insieme a lui la vita che si schiude in un volo. Questo libro è un grido che si increspa per diventare compagno di viaggio. Non solo una testimonianza catartica ma consigli pratici destinati ad aiutare coloro che si trovano ad affrontare lo stesso percorso di malattia. Per uscirne non menomati ma rinati, questo è il messaggio che al di là delle parole deve restare vivo e impresso nella mente. E nell’anima del lettore.

(“Dall’Agner all’Agner, storia di due ali nuove” di Antonio Ferro, Felice Larosa Editore, 131 pagg., 12,00 euro in vendita presso la Libreria Gregoriana Estense a Este, Proloco di Este, Libreria Moderna a Monselice e nel sito ilmiolibro.it)

Chiara Scavazza

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A

Un’autobiografia ricca di emozioni, sentimenti ed aspirazioni.

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La primavera è la stagione adatta per rimettere a posto le linee della nostra silhouette in modo facile e rapi-damente verificabile: si tratta di una applicazione che si avvale di tre fasi al termine delle quali il risultato di solito si “tocca con mano”.

Le problematiche affrontate sono tre, l’edema (cellu-lite edematosa), la lipolisi (adiposità localizzata) e la tonificazione dei tessuti che altrimenti risulterebbero rilasciati. Per ottenere il risultato bisogna ricorrere ad una sinergia di olii essenziali, principi attivi che ci permettono di agire sul drenaggio dei liquidi, sulla cir-colazione sanguigna, sulla lipolisi e sulla tonificazione. Gli olii essenziali, particolari per la loro composizione, vengono sottoposti ad una lavorazione chiamata dina-mizzazione.

Questo procedimento, di derivazione omeopatica, fa in modo che ogni olio moltiplichi la sua funzionalità ed energia. Ed ecco il trattamento completo: si applica su tutto il corpo una lozione acidificante per deconge-stionare, rinfrescare, stimolare e preparare alle fasi successive. Successivamente si passa all’olio sinergico drenante, applicandone alcune gocce sui principali gangli linfatici ed eseguendo delle manovre di svuotamento nelle zone delle ascelle, dell’inguine, del cavo popliteo e sopra e sotto il piede. Si passa all’olio sinergico lipolitico che

di Sonia Lunardon

Bellezza, tre mosse in una

migliora la circolazione sanguigna e riattiva il metabo-lismo cellulare ad azione lipolitica, cioè di scioglimento dei grassi. Infine tocca all’olio sinergico tonificante che stimola e rinfresca. Le ultime due fasi sono eseguite con un massaggio energizzante e stimolante su tutto il corpo, o drenante a seconda delle necessità.Eseguiti questi interventi si passa al cosiddetto “calco” per il quale si adopera del normale solfato di calcio. In genere si usano 700 gr. di polvere sciolti in acqua fino ad ottenere una pasta morbida che applicata al corpo si addensa proprio come un calco di gesso e ne assume l’aspetto.

Dopo quaranta minuti di applicazione il gesso viene rimosso e si nota come il giro-vita, i fianchi, le cosce ecc. si siano ridotti di volume acquistando un aspetto più affusolato e compatto. L’eliminazione di liquidi e lo scioglimento dei grassi sono visibili e rendono ragione ad un trattamento che va eseguito un paio di volte alla settimana per un totale di quattro o cinque applicazioni per proseguire poi con altri interventi specifici.

Tre mosse in una serve come trattamento propedeutico ad altri percorsi di salute e bellezza e presenta il van-taggio di verificare seduta stante tutta la sua efficacia, che deve però essere confermata da un corretto stile di vita e da tutte le attenzioni necessarie a preservare la linea e l’integrità del nostro organismo.

Scacco agli inestetismi della

cellulite con un trattamento

trivalente dagli effetti immediati

Beauty, salute e benessere a portata di mano.

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La redazione informaFestival degli Aqui-loni a Weifang in CinaArnaldo Mazzetto del Gruppo “Atheste Team Aquilonisti” di Este e il suo amico aquiloni-sta Carlo Anzil del Gruppo “Svole Alt” di Udine sono stati invitati a partecipare al 27° Weifang International Kite Festival in Cina e 6° Campionato del

Mondo di Aquiloni che si svolgerà dal 20 al 22 aprile prossimo in Cina e sono gli unici italiani accreditati al celebre festival cinese, considerato il più famoso al mon-do. Arnaldo Mazzetto farà volare il “Marco Polo’s Twin Stars”, un aquilone tridimensionale di ultima generazione da lui ideato e costruito dalla forma circolare (diametro mt- 3,50) di una doppia stella multicolore a sedici punte. L’aquilone vola in posizione verticale ed è costruito con tessuto di nailon ripstop, sostenuto esternamente solo da un cerchio di alluminio speciale.

Pinocchio in mostra a L’artificio e Usate Rarità“L’Artificio” e “Usate Rarità” hanno festeggiato i loro primi sei mesi di attività con la mostra “Pinocchio, caris-simo Pinocchio”. All’interno del negozio a Este si sono resi visitabili moltissimi pupazzi in gomma, celluloide, cartone, paglia. Tante marionette in legno e snodabili. Ampia rassegna dedicata ai giochi con l’indimenticabile “Tombola Pinocchio” e il primo Memory con il personaggio collodiano chiamato, assieme a soli altri cinque simboli, a raffigurare l’Italia.La libreria era dotata di testi rarissimi con illustrazioni sugli stessi eseguite dagli artisti più im-portanti. Comparto discografia: la competenza Roberto Bevilacqua ha permesso d’avere moltissimo materiale sia su supporto in vinile (33, 45, 78 giri) che in audio cassetta, piuttosto che in cd. Di spessore storico rilevantissimo una raccolta di dischi che narrano la storia facendosi leggere su un suppor-to cartaceo. Di canzoni ampia rappresentanza: dalle dolcissime note della datata ninna nanna “Carissimo Pinocchio” fino alle interpretazioni moderne. A chiudere la mostra era presente con due sue tele su Pinocchio la vincitrice del I° premio al Trofeo internazionale di pittura “Città di Stoccolma” Anna Elisa Sartori. La mostra su Pinocchio è itinerante.

Da Rembrandt a Gauguin a Picasso, l’incanto della pittura.Prorogata fino al 21 marzo la mostra Da Rembrandt a Gauguin a Picasso. L’incanto della pittura. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston, ospitata a Rimini nelle sale di Castel Sismondo. L’esposizione accoglie 65 capo-lavori della pittura europea dal ‘500 al ‘900 provenienti da uno dei più prestigiosi Musei del mondo, il Museum of Fine Arts di Boston e ripercorre quattro secoli di pittura, da Tintoretto a Veronese, da Rembrandt a Van Dyck, da Velasquez a El Greco, da Canaletto a Tiepolo, da Manet a Degas, da Monet a Cézanne, da Gauguin a Van Gogh, da Matisse a Picasso. Info: Rimini, Castel Sismondo, piazza Malatesta, dal lunedì al giovedì e domenica ore 9.00 -19.00, venerdì e sabato ore 9.00 - 20. 00.

Caravaggio alle Scuderie del QuirinaleLa mostra, intitolata “Caravaggio”, è stata ideata per celebrare il IV centenario dalla morte del grande artista lombardo. A partire dal 20 febbraio e fino al 13 giugno 2010 sarà possibile presso le scuderie del Quirinale ve-dere i suoi quadri provenienti dai più importanti musei di tutto il mondo. In mostra opere tra le più rappresentative, come il Fanciullo con canestro di frutta custodito nella Galleria Borghese di Roma, il Bacco degli Uffizi di Firenze, la Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana di Mila-no che per la prima volta esce dalla sua sede, Davide con la testa di Golia dalla Galleria Borghese di Roma, I musici dal Metropolitan Museum di New York, il Suonatore di liuto del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e altri capolavori dai più importanti musei d’Italia e del mondo; una sorta di omaggio all’unicità dell’opera di Caravaggio.

CinematequeTerminano a marzo i cinque appuntamenti con la fede, il dubbio, la storia nel cinema a cura di “Gli Alberi Teatro”. L’attività “Cinema Musica Libri in Biblioteca” promossa dalla Biblioteca Civica di Este in collaborazione con l’Asso-ciazione culturale “Villa Dolfìn Boldù”, Gruppo “Gli Alberi Teatro” di Este e l’Associazione “La Banca del Tempo” di Este, continua con gli appuntamenti, il mercoledì sera, fino al 24 marzo.Dopo la proiezione di Ordet di Karl Theodor Dreyer, La via lattea di Luis Bunuel, Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, ora è la volta di mercoledì 10 marzo con Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973) e mercoledì 24 marzo con Z - L’orgia del potere di Costa-Gavras (1969).Ogni proiezione (ore 21.00 in Biblioteca a Este) è introdot-ta, commentata e utilizzata come spunto per presentare alcune proposte di lettura.

Arnaldo Mazzetto con il suo aquilone

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