Cassazione, trascurare un disabile è reato di maltrattamento · Al progetto, che ha il patrocinio...

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Cassazione, trascurare un disabile è reato di maltrattamento Atteggiamenti rudi e indifferenti nei confronti di un disabile possono costare alla badante che lo ha in affidamento una condanna per maltrattamenti. Lo sottolinea la Cassazione, esaminando il caso di una donna ucraina condannata dalla Corte d'appello di Roma a 8 mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti di un uomo affetto da sindrome di down (le cui esigenze erano paragonabili a quelle di un bambino di 3-4 anni), al quale faceva da badante. L'imputata, in base a quanto ricostruito nel processo, aveva sempre tenuto un "atteggiamento molto rude e imperioso" nei confronti del disabile "sgridandolo ad alta voce", "non curandosi" della sua igiene personale, "trascurandone l'alimentazione", lasciandolo anche spesso solo per intrattenersi con le amiche. A denunciare la vicenda era stato il fratello del disabile che, durante le visite all'uomo, lo aveva trovato sempre più magro, triste, dimesso e malcurato. La sesta sezione penale della Suprema Corte, pur dichiarando prescritto il reato, ha riconosciuto l'imputata responsabile di maltrattamenti: tale reato, infatti "è integrato non soltanto da specifici fatti commissivi direttamente opprimenti la persona offesa, sì da imporle un inaccettabile e penoso sistema di vita ma altresì da fatti omissivi di deliberata indifferenza verso elementari bisogni esistenziali e affettivi di una persona disabile". Gli ermellini, inoltre, ricordano che "le caratteristiche delle esigenze vitali e dei ben definiti bisogni di socialità e affettività di una persona con sindrome di down "debbono considerarsi, nell'attuale momento storico, acquisiti al patrimonio di conoscenza collettivo, in guisa da non richiedere alcuna speciale perizia e preparazione tecnica o medica, che trascendano il buon senso, una comune sensibilità e un doveroso rispetto per la diversità di una persona disabile, per limiti cognitivi e difficoltà motorie, quale un portatore di sindrome di down". Sensibilità e rispetto, conclude la Corte, "tanto più doverosi e ineludibili se connessi", come nel caso in esame, "a un rapporto professionale di affidamento e cura nella persona portatrice di handicap". fonte: italiaoggi.it – 1 marzo 2013

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Cassazione, trascurare un disabile è reato di maltr attamento

Atteggiamenti rudi e indifferenti nei confronti di un disabile possono costare alla badante che lo ha in affidamento una condanna per maltrattamenti. Lo sottolinea la Cassazione, esaminando il caso di una donna ucraina condannata dalla Corte d'appello di Roma a 8 mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti di un uomo affetto da sindrome di down (le cui esigenze erano paragonabili a quelle di un bambino di 3-4 anni), al quale faceva da badante. L'imputata, in base a quanto ricostruito nel processo, aveva sempre tenuto un "atteggiamento molto rude e imperioso" nei confronti del disabile "sgridandolo ad alta voce", "non curandosi" della sua igiene personale, "trascurandone l'alimentazione", lasciandolo anche spesso solo per intrattenersi con le amiche.

A denunciare la vicenda era stato il fratello del disabile che, durante le visite all'uomo, lo aveva trovato sempre più magro, triste, dimesso e malcurato. La sesta sezione penale della Suprema Corte, pur dichiarando prescritto il reato, ha riconosciuto l'imputata responsabile di maltrattamenti: tale reato, infatti "è integrato non soltanto da specifici fatti commissivi direttamente opprimenti la persona offesa, sì da imporle un inaccettabile e penoso sistema di vita ma altresì da fatti omissivi di deliberata indifferenza verso elementari bisogni esistenziali e affettivi di una persona disabile".

Gli ermellini, inoltre, ricordano che "le caratteristiche delle esigenze vitali e dei ben definiti bisogni di socialità e affettività di una persona con sindrome di down "debbono considerarsi, nell'attuale momento storico, acquisiti al patrimonio di conoscenza collettivo, in guisa da non richiedere alcuna speciale perizia e preparazione tecnica o medica, che trascendano il buon senso, una comune sensibilità e un doveroso rispetto per la diversità di una persona disabile, per limiti cognitivi e difficoltà motorie, quale un portatore di sindrome di down". Sensibilità e rispetto, conclude la Corte, "tanto più doverosi e ineludibili se connessi", come nel caso in esame, "a un rapporto professionale di affidamento e cura nella persona portatrice di handicap".

fonte: italiaoggi.it – 1 marzo 2013

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Inps, sportello on-line attivo il nuovo servizio

Attivo da oggi il servizio di sportello mobile dell’Inps per l’erogazione agevolata di prodotti istituzionali ai cittadini che potrebbero trovare difficoltà nell’uso dei canali di contatto ordinariamente messi a disposizione degli utenti.

Lo Sportello mobile nasce dall’esperienza del “Servizio mobile per disabili ed anziani”, progetto sperimentale premiato nel 2010 con l’United nations public service award delle Nazioni Unite, il più prestigioso riconoscimento all’eccellenza nel servizio pubblico, istituito nel 2003 dall’Onu per premiare le amministrazioni che si distinguono con progetti altamente innovativi.

In una prima fase, il servizio sarà destinato a circa 605 mila invalidi civili, sordi e ciechi civili ultraottantacinquenni titolari delle indennità di accompagnamento speciale e di comunicazione. Allo sportello mobile si potrà accedere chiamando i numeri telefonici dedicati e identificandosi attraverso un codice personalizzato. I numeri telefonici da chiamare e il codice identificativo sono comunicati con una lettera che l’Inps sta inviando in questi giorni a tutti gli interessati.

Il servizio sportello mobile verrà svolto nelle sedi Inps principalmente da personale centralinista disabile (in particolare ipovedenti e non vedenti), anche al fine di favorirne una migliore integrazione socio-lavorativa.

fonte: denaro.it – 1 marzo 2013

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Il malato dà la pagella all’ospedale. A Torino il T ripAdvisor della Sanità

Sul portale dell’Asl To2 i pazienti possono esprimere un parere sulla qualità dell’assistenza ricevuta e sulla cortesia del personale

Un voto alla Sanità. La qualità dei servizi dell’Asl To2 da oggi si misura online. Chiunque sia ricorso alle cure in un ambulatorio territoriale o negli ospedali Maria Vittoria, San Giovanni Bosco e Amedeo di Savoia potrà d’ora in poi dare un giudizio sull’assistenza ricevuta. È sufficiente collegarsi al sito www.aslto2.piemonte.it e si potrà accedere al questionario informatizzato.

«Questo nuovo servizio ai cittadini, unico on line finora in Piemonte – spiega il direttore delle relazioni esterne dell’Asl To 2, Pier Carlo Sommo – coniuga una delle funzioni specifiche degli Uffici Relazione con il Pubblico, cioè il rilevamento della qualità percepita, con le più moderne tecnologie del Web 2.0, mantenendo il sito web aziendale tra i più evoluti e completi del Piemonte».

«Quanto è soddisfatto dell’accoglienza in reparto?», «Quanto dell’assistenza ricevuta dai medici e dagli altri operatori sanitari?», «Ha ricevuto istruzioni per il proseguimento delle cure dopo le dimissioni?». E ancora: «Quanto è soddisfatto della pulizia degli ambienti?», «Quanto di quella dei servizi igienici?». Il questionario è anonimo, a risposte chiuse, e i giudizi verranno pubblicati sul sito, «nel segno della trasparenza più assoluta».

fonte: lastampa.it – 4 marzo 2013

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La prima Carta dei Diritti delle persone con disabi lità in ospedale

La prima “Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale”. Sarà presentata giovedì 7 marzo, ore 9.00-13.30, presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica di Roma (Sala Italia - Largo F. Vito 1), realizzata per la prima volta in Italia dalla cooperativa sociale Spes Contra Spem e adottata dal Policlinico universitario “A. Gemelli”, a partire dal processo di riorganizzazione delle proprie attività avviato con il Piano strategico 2012-16. Al progetto, che ha il patrocinio di Ministero della Salute e Consiglio Regionale del Lazio, hanno aderito associazioni attive a livello nazionale nel settore della disabilità: Fish, Duchenne Sibilings, ABC-Bambini Cerebrolesi, Fantasia, Associazione Persone Down e Disabili Visivi. La carta nasce dall’esperienza concreta delle difficoltà cui vanno incontro persone con disabilità e caregivers in caso di necessità di ricovero ospedaliero. Suo obiettivo è l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità in ospedale, diritti previsti per tutti i pazienti ma che nel caso delle persone con disabilità necessitano, per essere pienamente fruiti, di accorgimenti e strumenti particolari. La Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale sarà presentata da Luigi Vittorio Berliri, presidente di Spes Contra Spem, da Nicola Panocchia (dirigente medico del Policlinico Gemelli) e da Maria Luisa Di Pietro (docente di Medicina Legale alla Cattolica di Roma), componenti del comitato scientifico di Spes Contra Spem. Saranno inoltre illustrate le migliori esperienze nazionali nell’ambito dell’assistenza ai pazienti disabili e sarà fatto il punto sulle problematiche inerenti il tema, con testimonianze di persone con disabilità, caregivers, famiglie e associazioni. Contestualmente alla presentazione della Carta saranno delineate le attività messe in campo dal Policlinico Gemelli per soddisfare le istanze presenti nella Carta ed oggetto di audit con le associazioni dei pazienti, con relatori Andrea Cambieri, direttore sanitario, Alberto Fiore, responsabile U.O. Qualità e accreditamento, e Antonio Giulio de Belvis, direttore U.O.C. Programma governo clinico e Percorsi clinico-assistenziali. fonte: salutedomani.com – 4 marzo 2013

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"Questa notte è la mia", romanzo di un malato di Sl a Longanesi porta in libreria "Questa notte è la mia" di Alberto Damilano. L'autore nel 2009 si è ammalato di sclerosi laterale amiotrofica (oggi vive grazie alla nutrizione e alla respirazione artificiali). La trama - A quarant’anni Andrea è un giornalista fallito che ha abbandonato da tempo ogni speranza di condurre una vita felice e ogni ambizione lavorativa. Quando viene colpito dalle prime avvisaglie di una terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica, Andrea sembra paradossalmente ritrovare le energie e le forze del passato. Rifiutandosi di diventare un caso umano da compatire, decide di aiutare Francesco, un giovane praticante del giornale, in una pericolosa indagine sulla corruzione e le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni torinesi. Lavorare a questo difficile e intricato caso aiuterà Andrea a riscattarsi, mentre il progredire della malattia lo spingerà ad affrontare ogni giorno qualcosa di diverso e a conquistarsi, a ogni nuovo respiro concesso dalla vita, il tempo per pensare, progettare, amare. Nella fascetta Massimo Gramellini ha scritto: “Credevo di leggere il racconto di una malattia e invece ho trovato una cura” L'autore - Alberto Damilano nasce nel 1955 a Fossano, nel cuneese. Medico, dopo la laurea si trasferisce nell'hinterland torinese, dove si occupa di malattie mentali e tossicodipendenze. Nel 2009 si ammala di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che in poco tempo lo paralizza completamente. Oggi vive grazie a nutrizione e respirazione artificiali. Ha un blog: http://grandeuno.blogspot.it/ fonte: affaritaliani.libero.it – 4 marzo 2013

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Non solo esami: nella cartella clinica "umana" i pa zienti si raccontano

Prima nel mondo, parte la sperimentazione al San Filippo Neri della "cartella clinica umana", dove i racconti dei pazienti saranno inseriti insieme a esami e anamnesi Chi meglio di noi stessi conosce la nostra storia, con i nostri trascorsi e le varie vicende che hanno interessato la nostra salute? Certamente nessuno, e il bagaglio di informazioni che la narrazione in prima persona della propria "storia clinica" può trasmettere è senz'altro ricchissimo sotto diversi profili. Non è un caso che il rapporto con il proprio medico di base rappresenti il primo e più importante tassello per una iter terapeutico proficuo. E' dunque da questo presupposto che è stata attuata, prima nel mondo, la realizzazione della "cartella clinica umana", messa a punto all'ospedale San Filippo Neri. In pratica, saranno i pazienti a raccontare e scrivere, di loro pugno, le loro storie personali che saranno inserite nella cartella clinica, esattamente come esami ed anamnesi. Si tratta di una prassi assolutamente innovativa, volta appunto ad arricchire il profilo clinico del paziente, così da averne una visione completa, anche sotto aspetti non strettamente medici. Il modello su cui ci si è basati è un modello di narrazione ideato dalla scrittrice Rosalba Panzieri, con la direzione scientifica del Professor Massimo Santini, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e Presidente della società mondiale di ritmologia. Ed è proprio la molteplicità degli aspetti coperti da questo strumento, ad essere sottolineata dal Professor Santini, che afferma: ''Inserire in cartella clinica, come proposto dalla scrittrice e condiviso da noi medici e dalla Direzione di questo ospedale, il profilo individuale disegnato dal paziente, oltre ad essere una prassi assolutamente innovativa in campo sanitario, consente al medico di capire in pochissimo tempo anche le caratteristiche personali, sociali, psicologiche del paziente, rivelando quindi una utilita' che si riflette sui fini globali dell'assistenza''. Nello specifico, si tratta del cosiddetto ''modello narrativo Alfa'', nel quale il paziente narra chi è, quali preoccupazioni gli sono prossime, ma anche quali desideri tiene a realizzare, risolve l'esigenza di uno spazio di espressione, nel mezzo del percorso terapeutico, che sia scevro di pregiudizi e condizionamenti nel quale l'individuo può raccontare chi sente di essere, in qualsiasi declinazione si percepisca, senza timore di misurazioni o valutazioni diagnostiche, sviluppando anzi un concetto di accoglienza dell'unicità dell'individuo da cui la medicina non può prescindere e che assume una importanza rilevante per il buon esisto delle cure mediche. Si può a tutti gli effetti parlare di rivoluzione nella metodologia assistenziale, dove il paziente, prima ancora che la sua patologia, viene messo al centro. Il metodo della cartella clinica umana è il risultato del primo laboratorio di ricerca stabile in Italia 'letteratura e teatro in corsia', realizzato dalla scrittrice presso il S.Filippo Neri in collaborazione con il Professor Santini e con il Professor Vincenzo Loiaconi, Direttore della Chirurgia delle Aritmie. Raccontarsi nella malattia sembra dunque sempre più importante non solo sul piano psicologico, ma anche clinico. Una bella strada che forse vale la pena di percorrere. fonte: disabili.com – 5 marzo 2013

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A Chieti prima Carta dei diritti del cittadino disa bile Creare “uno sportello virtuale che accorci le distanze tra i fruitori dei servizi, la P.a, e le associazioni che i servizi li rendono, avvicinando domanda ed offerta nel settore sociale così da garantire migliori servizi”. E’ questo per Umberto Di Primo, sindaco di Chieti e delegato Anci al Personale, l’obiettivo della “Carta dei diritti del cittadino disabile nel Welfare municipale” che è stata presentata nei giorni scorsi nel capoluogo teatino. Si tratta di un progetto innovativo, il primo in Italia, che “ha il vantaggio – sottolinea il sindaco – di mettere in sinergia gli attori del territorio: comune, università di Chieti ed associazioni del terzo settore”. Tutto questo “in vista della realizzazione di politiche municipali che possano facilitare l’effettiva fruizione dei diritti da parte dei disabili”. Un progetto che Di Primio si augura possa decollare subito, anche grazie alla sua “forma telematica innovativa”, che non tralascia però il “coinvolgimento umano che è centrale per garantire una migliore qualità dei servizi”. Il progetto prevede come primo step l’apertura dello ‘Sportello informa diritti’ del comune di Chieti, che si rivolge alle persone con disabilità, alle loro famiglie, alle associazioni ed ai servizi sociali. “Tale struttura non darà solo informazioni, ma metterà in rete tutte le associazioni del terzo settore, le famiglie e gli utenti”, sottolinea il Professor Antonello Canzano, docente di Sociologia dei fenomeni politici a Chieti, e partner con la sua cattedra del progetto. Lo sportello offrirà tra l’altro consulenza gratuita su agevolazioni fiscali e tributarie, formazione ed agevolazioni sul luogo di lavoro, associazionismo, volontariato, cooperazione sociale, ausili, protesi e tecnologie, barriere architettoniche e certificazione di handicap ed invalidità. Il passo successivo sarà l’istituzione di una consulta municipale del terzo settore con il compito di monitorare e vigilare sulla realizzazione degli interventi. “L’originalità di questo progetto – aggiunge Canzano – risiede anche nel fatto che l’iniziativa ha rappresentato un caso di democrazia deliberativa che ha coinvolto oltre al comune, l’università, ed il mondo del volontariato e cooperativo rappresentato dalla cooperativa “Girasole”. fonte: disablog.it – 7 marzo 2013

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Telefono Rosa premia "Prigioniera della violenza", video contro la violenza su non udenti Uno spot realizzato da due studentesse non udenti è tra i vincitori della quinta edizione del concorso "Mondi e culture diverse" del Telefono Rosa sul tema della violenza per discriminazioni ROMA - Il disegno di una gabbia, simbolo del silenzio cui la condizione di disabilità sensoriale dei non udenti sembra condannare e la storia di una principessa che supera la prigionia raccontata da una ragazza che, con il linguaggio dei segni Lis sottotitolato, spiega cosa è l'amore e come liberarsi dalla violenza. E' il soggetto di "Prigioniera della violenza", lo spot video realizzato da due studentesse non udenti della scuola Duca degli Abruzzi di Roma, arrivato secondo all'edizione 2013 del concorso "Mondi e culture diverse" indetto dall'Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa - Onlus e la cui premiazione si è tenuta questa mattina nella sala Giulio Cesare in Campidoglio. Il concorso, diretto alle scuole, nell'ambito delle attività del Telefono Rosa per la prevenzione della violenza, è stato dedicato quest'anno al tema "Violenza assistita, o violenza dovuta a discriminazione per razza, cultura e/o orientamento sessuale". Come è stato ribadito durante la presentazione, cui hanno partecipato Monica Cirinnà, come presidente del Comitato delle Elette del Comune di Roma, e Laura Vassalli, responsabile relazioni esterne del Telefono Rosa, la quinta edizione del concorso "Mondi e culture diverse" ha avuto come obiettivo particolare il superamento del pregiudizio e la lotta alle diverse forme di violenza: Dall'omofobia, alla violenza contro chi professa culture e religioni diverse. Tra gli aspetti sottolineati c'è il fatto che due dei tre video premiati sono stati realizzati da ragazzi: Il primo classificato è uno spot contro lo stupro e il terzo affronta il tema della violenza dei padri contro i figli. All'Istituto Sordi di Via Nomentana a Roma, la rassegna di cinema sordo Segni di cinema si è tinta di rosa in occasione della Giornata Internazionale della Donna, con la proiezione di due film di registe donne. Nell'ambito dell'evento, che è stato introdotto dal professor Ivano Spano, è stato proiettato anche il video "Prigioniera della violenza" premiato nel concorso "Mondi e culture diverse". Sono intervenuti la scrittrice Chiara Ingrao, la Presidente Ente Nazionale Sordi per la Regione Veneto Ida Collu e Elena Improta, presidente dell'Associazione "Oltre lo Sguardo Onlus - percorsi protetti davanti a noi" nata nel 2006 per favorire l'inclusione e la socializzazione delle persone con disabilità. Improta ha condiviso con il direttivo dell'associazione nazionale Volontarie del Telefono Rosa un progetto da presentare all'assessorato regionale alle Politiche Sociali affinché operatrici del Telefono Rosa vengano formate con il linguaggio dei segni e possano sostenere, orientare e tutelare, le donne non udenti che, per la loro disabilità, che spesso le porta a condizioni di isolamento, sono particolarmente vulnerabili alla violenza, fisica o psicologica. fonte: superabile.it – 11 marzo 2013

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"Raperonzolo": leggere al di là delle parole C'era una volta una principessa rinchiusa in una torre altissima, aveva una lunga treccia di capelli dorati e si chiamava Raperonzolo. E' questo il titolo del nuovo libro della collana Pesci Parlanti della casa editrice Uovonero: un grande classico della letteratura per l'infanzia reso fruibile per tutti, anche per chi ha difficoltà a concedersi il piacere della lettura, grazie a una nuova forma comunicativa. La storia è stata tradotta con il sistema di pittogrammi del Picture Communication Symbols. Il PCS è un codice di comunicazione elaborato negli Stati Uniti che comprende ad oggi circa 13.000 simboli e che viene applicato in ambito terapeutico così come didattico-educativo: alla scrittura tradizionale vengono associate immagini semplici, pittogrammi appunto, che permettono la codifica del testo anche ai più piccoli che non sanno ancora leggere o a chi ha problemi cognitivi o difficoltà nella lettura, come i bambini autistici o dislessici. Le pagine, di cartone, hanno una particolare e unica sagomatura che rende il libro facile da sfogliare per chiunque e maneggevole. Anche i materiali sono stati studiati apposta: è stato pensato per essere ancora più resistente, per durare più a lungo, in particolare in contesti come le biblioteche, le scuole o i servizi riabilitativi, dove è soggetto a un utilizzo più intenso. A renderlo ancora più bello, i disegni di Antonio Boffa, illustratore per l'infanzia e pittore, che attraverso le sue illustrazioni rimanda a un mondo magico e ad atmosfere oniriche e fatate. Raperonzolo è solo l'ultima delle proposte editoriali di Uovonero, una casa editrice illuminata che considera il diritto alla lettura un diritto veramente di tutti e, nel corso dei suoi tre anni di vita, ha fatto di questo motto il suo principio ispiratore. Il progetto editoriale di Uovonero nasce infatti rivolgendosi in primo luogo a tutti coloro che, per vari motivi, hanno difficoltà ad accedere al piacere di leggere un buon libro e si articola in una serie di collane che mostrano tutte una particolare attenzione verso la diversità e la disabilità: libri con rinforzi comunicativi, che utilizzano strumenti di comunicazione aumentativa e alternativa per bimbi in età prescolare o con difficoltà cognitive; libri che raccontano varie forme di disturbo da parte di chi lo vive in prima persona; libri che aiutano gli altri a capire e ad accettare chi è diverso; materiali dedicati in particolare a persone con autismo per sviluppare le autonomie personali o le abilità sociali ed infine, una collana di giochi per divertirsi e imparare, nel rispetto delle diversità e della collaborazione non competitiva. fonte: superabile.it – 13 marzo 2013

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Attestati di esenzione, nuovo decreto definisce per iodo minimo di validità per malattie croniche e invalidanti

Meno burocrazia per i rinnovi degli attestati di esenzione dal ticket per malati cronici e disabili. Con il decreto decreto 23 novembre 2012 il Ministero della salute ha definito in accordo con le Regioni e Province autonome il periodo minimo di validità dell'attestato, fissando in molti casi una durata illimitata. Gli attestati di esenzione per le malattie croniche e invalidanti, rilasciati dalle ASL, quando rinnovati o emessi per la prima volta dovranno avere una validità non inferiore a quella fissata nell’allegato 1 del decreto. Il decreto riduce gli adempimenti amministrativi ed elimina oneri di accertamento impropri a carico della pubblica amministrazione. Dà infatti attuazione a quanto previsto dal cosiddetto "Decreto semplificazioni", convertito dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35. E dà uniformità alle procedure a livello nazionale. Prima del decreto del 23 novembre, i malati cronici dovevano ripetere, in alcuni casi anche ogni anno, gli adempimenti necessari per rinnovare l'esenzione. fonte: salute.gov.it – 18 marzo 2013

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Contrassegni invalidi di lunga durata Al nuovo contrassegno per il parcheggio dei disabili rilasciato su modello europeo si applica la regola della scadenza allineata al giorno del compleanno del titolare. Purché si tratti di autorizzazioni permanenti, aventi validità pluriennale. Lo ha chiarito il Dipartimento per la funzione pubblica con il parere del 5 marzo 2013. L’allineamento della scadenza di tutti i documenti di identità e di riconoscimento alla data di nascita del titolare è una novità recente, introdotta dall’art. 7 del dl 5/2012, convertito nella legge 35/2012. Dopo un primo periodo di incertezza a questa curiosa disposizione si è allineata anche la Motorizzazione che ora rilascia le patenti normali con scadenza allineata al giorno del compleanno. Mentre nessuno si è ancora preoccupato di attivare o perlomeno richiedere questa semplificazione anche in materia di patenti nautiche, un comando di polizia locale ha richiesto chiarimenti in materia di contrassegni invalidi. I nuovi permessi blu, conformi alle disposizioni comunitarie ed in vigore dallo scorso anno grazie al dpr 151/2012, specifica la nota della polizia locale, devono necessariamente qualificarsi come documenti di riconoscimento ai sensi dell’art. 1 del dpr 445/2000. In virtù di questa classificazione a parere dei vigili anche a questi contrassegni che hanno validità 5 anni deve applicarsi la rivoluzione copernicana della scadenza allineata alla data di compleanno del titolare. La Funzione pubblica ha confermato questa interpretazione, perlomeno in riferimento ai contrassegni permanenti, ovvero con scadenza quinquennale. Specifica infatti la nota centrale che sono condivisibili le motivazioni che portano a ritenere il contrassegno invalidi come «un documento di riconoscimento ai sensi dell’art. 1, lett. c) del dpr n. 445/2000. Detto contrassegno, si sensi della normativa vigente, è rilasciato da una pubblica amministrazione italiana su supporto cartaceo, è strettamente personale, riporta nome e cognome del titolare ed è munito di fotografia e firma». In buona sostanza anche a questi documenti si applica quindi l’allineamento della scadenza al compleanno del titolare previsto dal dl 5/2012. fonte: italiaoggi.it – 18 marzo 2013

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Imparare l'italiano: per sordi stranieri arriva un manuale ad hoc "Sordi e stranieri: due condizioni che incidono sulla competenza linguistica e che, secondo la nostra esperienza, hanno molti punti di contatto per quanto riguarda la didattica dell'insegnamento dell'italiano come L2 (lingua seconda)": si apre così l'introduzione del nuovo "Manuale di lingua italiana per sordi stranieri" di Simona Bonanno, Francesca Delliri, Enrico Dolza ed Enrica Maglione, Cartman Editore 2012, che verrà presentato domani, 15 marzo, presso l'Istituto Statale Sordi di Roma. Si parte da una semplice considerazione: nel processo di apprendimento di una nuova lingua, persone sorde e persone straniere presentano molti punti in comune: "gli errori linguistici compiuti dai sordi stranieri sono gli stessi compiuti dai sordi italiani o dagli stranieri udenti". Errori simili, di ortografia, morfologia e sintassi, evidentemente sono la manifestazione di bisogni simili, quindi anche le proposte didattiche ed educative possono essere accomunate. Nel caso di persone sorde straniere questa condizione è amplificata perché ci si trova di fronte a chi è straniero della lingua due volte: spesso l'adulto sordo immigrato non ha appreso neanche la prima lingua nel paese d'origine e questo rende estremamente difficile l'apprendimento di una lingua seconda. A maggior ragione per il fatto che di solito chi emigra lo fa in un'età adulta, quando si è superato il cosiddetto "periodo critico", cioè l'età dell'infanzia in cui si realizza quel processo di acquisizione naturale della lingua. Il manuale intende colmare il vuoto delle proposte educative rivolte ai sordi stranieri, una popolazione in crescita nella società italiana, soprattutto nelle scuole, la cui presenza pone forti interrogativi di metodo per la didattica. Troppo spesso, infatti, il parlare e il comprendere una lingua viene dato per scontato e considerato un dato naturale, dimenticando tutti quei processi cognitivi molto complessi che sono alla base della sua acquisizione. L'approccio seguito dagli autori del manuale, tutti esperti linguisti , educatori e mediatori della comunicazione, è quello della linguistica generativista di Chomsky. Un metodo che consiste nel presentare la lingua così com'è nei contesti comunicativi, evitando le rigide spiegazioni grammaticali e l'assimilazione meccanica, in favore di un'acquisizione più spontanea possibile. In termini operativi secondo questo approccio, molto diffuso negli studi contemporanei, è preferibile utilizzare le cosiddette "coppie minime" e le opposizioni di frasi: è l'accostare due frasi che differiscono per un solo elemento che fa vedere e scoprire la struttura profonda di una lingua, al di dell'apprendimento delle regole. Attraverso immagini, fumetti, colori e dizionari illustrati che consentono di sfruttare al meglio le possibilità comunicative offerte dalla vista, il manuale si pone diversi obiettivi: innanzitutto quello linguistico, cioè l'avvicinamento all'italiano scritto; poi l'obiettivo comunicativo, cioè l'immersione dello studente nel contesto comunicativo vivo della lingua, attraverso la simulazione di diverse situazioni d'uso; infine, l'obiettivo educativo, cioè il dare informazioni pratiche sui servizi presenti sul territorio, in modo da favorire l'inclusione sociale, che è anche il mezzo più efficace per realizzare l'integrazione del sordo straniero. Attraverso i nove capitoli del libro si vuole, cioè, stimolare non solo l'apprendimento della lingua, ma l'autonomia sociale degli studenti: e lo si fa con una didattica aperta e interattiva che prevede esercizi di role play, lavori di gruppo, discussioni guidate e riproduzione di contesti reali, come il supermercato, il bar o il ristorante, per imparare a interagire in modo adeguato. fonte: disabilitasenzabarriere.it – 18 marzo 2013

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Online il mensile di 10 ragazzi disabili per spiega re emozioni e problemi Raccontare la propria storia, soprattutto far capire cosa vuol dire essere disabile e vivere ogni giorno con le difficoltà che ciò comporta: è questa la 'pulsione' che guida la redazione de “Sogni di cristallo” il cui primo numero è stato pubblicato l'11 marzo Raccontare la propria storia, soprattutto far capire cosa vuol dire essere disabile e vivere ogni giorno con le difficoltà che ciò comporta: è questa la ‘pulsione’ che guida la redazione de “Sogni di cristallo”, mensile online realizzato da una redazione di 10 ragazzi con disabilità intellettive e psicorelazionali, il cui primo numero è stato pubblicato l’11 marzo. Finanziatore e ideatore di questa iniziativa la cooperativa “Fraternità e amicizia” di Milano, nata nel 2007, specializzata proprio nell’offrire servizi e assistenza a ragazzi con deficit cognitivi lievi. “L’idea di un giornale – spiega Raffaella Ganzelli, direttore della testata – è partita qualche anno fa, insieme ad alcuni ragazzi che avevano la capacità di scrivere. Si tratta di persone con deficit cognitivi lievi, che apparentemente non presentano gravi problematiche, ma che in realtà percepiscono il disagio di essere disabili, spesso non comprendendone le motivazioni, vivendo in contesti di solitudine e scarso confronto con i coetanei, con grande sofferenza”. Così si è iniziato prima con qualche articolo pubblicato sul sito della cooperativa (www.fraternitaeamicizia.it), fin quando non si è deciso di rendere il progetto più ‘professionale’ e organizzato. Con il finanziamento della cooperativa, la sponsorizzazione di una farmacia di Milano e l’aiuto di un giornalista professionista, è stata costituita la redazione, composta da giovani la cui età va dai 24 ai 42 anni. Il giornale può essere letto o dal sito della cooperativa, o iscrivendosi alla mailing list ([email protected]). “Il nostro è un mensile aperto – continua Ganzelli – che vuole promuovere il pensiero e le idee non solo della redazione, ma anche di chiunque voglia contribuire, come medici, genitori, altre cooperative e associazioni, inviando i propri contributi. Esiste un’altra disabilità, più mascherata, che ha però bisogno ugualmente di ascolto e di considerazione”. Come dimostrano anche le parole dei redattori di “Sogni di cristallo”. “Ho deciso di partecipare – racconta Antonio, 30 anni – perché voglio trasmettere agli altri le mie emozioni, spiegare cosa significa avere questi problemi e andare avanti. Non siamo soltanto piccole figure, ma persone uguali agli altri. E abbiamo scelto il nome ‘Sogni di cristallo’ perché il cristallo, come noi, è molto prezioso”. Così anche Alessandro, 42 anni: “E’ la prima volta che collaboro a un giornale – precisa – Vogliamo raccontare la disabilità in tutte le sue facce, cos’è, i problemi, i nostri valori e le qualità di una persona disabile. Ci rivolgiamo a istituzioni, famiglie e ragazzi e i temi variano dall’attualità alla cultura e poesia, al mondo della disabilità appunto”. Una ‘piccola’ iniziativa che può contribuire a rendere ‘interessanti’ persone che all’apparenza non lo sono, che “hanno difficoltà a trovare occupazioni, ad integrarsi, a costruirsi un futuro, che non hanno fisici prestanti – conclude Ganzelli – non sono dei leader, a volte sono lenti a comprendere informazioni o eseguire consegne, e non rispondono alle immagini di forza e bellezza che riempiono l’immaginario di molti giovani. Ma a cui vanno restituite dignità, decisionalità, e sogni”. fonte: ilfattoquotidiano.it – 21 marzo 2013

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Promozione dei diritti e integrazione delle persone con disabilità

È disponibile il testo del primo Programma d’azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità in attuazione della legislazione nazionale e internazionale, ai sensi dell'art. 5, co. 3, della Legge 3 marzo 2009, n. 18. Il programma è stato approvato in sessione plenaria dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Il programma italiano, che segue l’invio alle Nazioni Unite nel novembre del 2012 del primo Rapporto sull’implementazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, segna la realizzazione di un ulteriore, importante obiettivo da parte dell’Osservatorio. Grazie, infatti, al confronto svolto in seno all’organismo e ai gruppi di lavoro aperti, sotto il coordinamento del Comitato tecnico-scientifico, le cui attività sono state costantemente seguite dal Sottosegretario Maria Cecilia Guerra, è stata confermata la proficua interazione fra istituzioni e società civile, raggiungendo così un fondamentale risultato nel quadro della elaborazione di politiche a favore delle persone con disabilità. Ai sensi del Decreto interministeriale n. 167 del 2010, il testo approvato dall’Osservatorio sarà adottato con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, sentita la Conferenza unificata, che si esprime entro trenta giorni, e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. fonte: lavoro.gov.it – 21 marzo 2013

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Invalidi civili, per la pensione conta il reddito f amigliare Per la concessione della pensione agli invalidi civili si deve terne conto del “cumulo dei redditi familiari”. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Cassazione, con la sentenza 7320/2013, respingendo il ricorso di una signora della provincia di Roma, volto ad ottenere l’accertamento del suo diritto alla pensione di inabilità. E secondo il Supremo collegio non ricorrano neppure i presupposti “per il sollecitato intervento delle Sezioni unite sulla questione controversa, ove si consideri che le conclusioni espresse nelle decisioni di questa Corte numero 5003 e 4677 del 2011 costituiscono il risultato di una compiuta considerazione e valutazione delle variegate disposizioni normative succedutesi nel tempo” al punto che “può dirsi ormai superato il denunciato contrasto giurisprudenziale e consolidato l’orientamento” adottato nel caso concreto. Il principio – Per i giudici di Piazza Cavour, dunque, “deve ritenersi giuridicamente corretto l’orientamento seguito dalla sentenza impugnata, in base al quale, ai fini dell’accertamento della sussistenza del requisito reddituale per l’assegnazione della pensione di inabilità agli invalidi civili assoluti, di cui alla legge 118 del 1971, articolo 12, assume rilievo non solamente il reddito personale dell’invalido, ma anche quello (eventuale) del coniuge, onde il beneficio va negato quando l’importo di tali redditi, complessivamente considerati, superi il limite determinato con i criteri indicati dalla norma”. La vicenda – La Corte d’Appello di Roma, il 5 novembre 2007 aveva già dato torto alla donna rilevando che dalla certificazione dell’Agenzia delle entrate risultava che i suoi redditi, cumulati con quelli del coniuge, “superavano i limiti di legge stabiliti per ottenere il trattamento pensionistico richiesto”. Nessuna violazione costituzionale – Con riguardo, poi, alle doglianze della ricorrente secondo cui in tal modo si violerebbero le norme costituzionali a tutela della famiglia “mette conto rilevare come l’attribuzione di un rilievo preclusivo dell’intervento pubblico al reddito famigliare di cui i singoli componenti beneficiano, discende dal riconoscimento, nel vigente sistema di sicurezza sociale, di meccanismi di solidarietà particolari, concorrenti con quello pubblico, ugualmente intesi alla tutela dell’uguaglianza e della libertà’ dal bisogno in attuazione dell’articolo 3 comma II° del la Costituzione”. Del resto, argomenta ancora la Cassazione, “il reddito famigliare, a seguito della sostituzione del testo dell’articolo 13 della legge 118 del 1971 ad opera dell’articolo 1, comma 35, della legge 247 del 2007, costituisce necessario parametro di riferimento anche per la concessione dell’assegno mensile, consistendo la provvidenza in questione in una erogazione destinata non già ad integrare il minor reddito dipendente dalle condizioni soggettive della persona invalida (come aveva ritenuto la giurisprudenza della Cassazione e della stessa Corte Costituzionale) ma a fornire all’invalido – allo stesso modo che la pensione di inabilità – un minimo di ‘sostentamento’ atto ad assicurarne la sopravvivenza”. Inps, posizione da rivedere – La questione del cumulo dei redditi era balzata di recente all’onore delle cronache a seguito di una circolare (149/2012) con cui l’Inps aveva adottato come criterio base quello del reddito familiare. A seguito delle polemiche però l’istituto di previdenza due settimane dopo tornò sui suoi passi e con il messaggio 717/2013 “ritirò” la circolare tornando al vecchio orientamento.

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Nel messaggio del 14 gennaio scorso, infatti, si leggeva che “In attesa della preannunziata nota ministeriale a chiarimento della complessa materia dei limiti reddituali delle pensioni di inabilità civile ed in considerazione di una interpretazione costituzionalmente orientata degli artt. 12 e 13 della legge n. 118/1971, si ritiene di non modificare l’orientamento amministrativo assunto a suo tempo dal Ministero dell’Interno (circ. Ministero dell’Interno n. 5 del 20.6.1980) e successivamente confermato nel tempo da questo Istituto all’atto del subentro nella funzione di erogazione delle provvidenze economiche per le minorazioni civili. Pertanto, sia nella liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido”. fonte: ilsole24ore.com – 25 marzo 2013

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Mondovì: nuovo Centro Diurno per soggetti autistici

Verrà inaugurato in una data simbolica e scelta appositamente per sottolineare l’importanza dell’evento: martedì 2 aprile, alle 15,30, Giornata Mondiale dell’Autismo.

Il nuovo Centro Diurno per soggetti autistici, sorto a Mondovì presso la Colonia del Beila, verrà inaugurato in una data simbolica e scelta appositamente per sottolineare l’importanza dell’evento: martedì 2 aprile, alle 15,30, Giornata Mondiale dell’Autismo. Questa struttura è stata fortemente voluta dalla Colonia Agricola Provinciale di Mondovì, in accordo co l’associazione Autismo Help, dott. Claudio Bo. Il centro, costato circa 2 milioni di euro (spesa sostenuta dalla Colonia Agricola Provinciale con un contributo di 500 mila euro della Regione) è stato realizzato recuperando Cascina Nibal, già residenza del generale Durando, un eroe del Risorgimento. Fra l’altro l’edificio è stato restaurato in maniera rigorosa senza intaccare neppure uno dei muri portanti, recuperando affreschi e manufatti d’epoca. I restauri sono stati progettati dallo "Studio Mamino" con gli architetti Lorenzo Mamino e Giovanna e Manola Chiarlone. Il Centro diurno, pienamente rispondente agli standard regionali, potrà ospitare sino a 20 utenti, anche se, nella fase di avvio, avrà solo 7 o 8 ospiti. Una parte dell’edificio è stata sistemata e lasciata al grezzo, qui è prevista la realizzazione di un Centro residenziale in grado di ottimizzare l’offerta e i costi.

Mella Giornata Mondiale dell’Autismo, fra l’altro, Mondovì si presenta come protagonista a partire dal Centro Autismo Casa, presso l’ospedale di Mondovì, vero Centro di eccellenza, punto di riferimento non solo regionale per la diagnosi e la terapia di questa sindrome. Infatti, sempre martedì 2 aprile, a Torino, si avrà la presentazione del Progetto T4A “Touch for Autism” dove i dottori Arduino e Fioretto porteranno l’esperienza di Mondovì. Sabato 6 aprile, infine, al Park Hotel di Mondovì si terrà il corso formativo: “Disturbi dello spettro autistico, dall’individuazione precoce al trattamento”. Una serie di eventi che si inseriscono in un momento non facile per l’assistenza ai disabili, voluti anche per lanciare un grido d’allarme sulla carenza di fondi in un settore che è misura del grado di civiltà di una nazione. Alle 15,30 è prevista la visita al Nuovo Centro Diurno e inaugurazione. Saluto del Presidente della Colonia Agricola Provinciale, dott. Fausto Nasi, saluto delle autorità, Relazioni sulla storia e le finalità della realizzazione arch. Lorenzo Mamino (progettista), dott. Paolo Leggero (Interactive)

Alle 17, invece, presso la Sala convegni Colonia del Beila, Sergio Ornato, già presidente della Colonia Agricola Provinciale, illustrerà gli scopi, progetti e finalità della Colonia dell’ente presentando il libro di Attilio Iannello: “La Colonia Agricola Provinciale di Mondovì”. Quindi si terrà una tavola rotonda sui problemi dei soggetti autistici adulti e sulle strutture attivate a Mondovì come centro di eccellenza sulla diagnosi e la terapia di questa sindrome. L’importanza dell’inserimento sociale e lavorativo. Interverranno: dott. Maurizio Arduino (responsabile Centro Casa Asl Cn 1), dott. Claudio Bo (Autismo Help), dott.sa Gloria Chiozza (direttore sanitario Asl Cn 1), dott. Enrico Ferreri (Asl Cn 1), dott.ssa Daniela Cusan (direttrice del Cssm). È prevista la presenza del sindaco di Mondovì, Stefano Viglione e dei sindaci del territorio, dei consiglieri regionali del territorio, del vice presidente della Fondazione Crc, Guido Bessone, e dei parlamentari Enrico Costa, Fabiana Dadone e Mino Taricco.

fonte: targatocn.it – 25 marzo 2013

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Limiti di reddito degli invalidi totali: nuova Sent enza di Cassazione In questi giorni la Corte di Cassazione (Sezione Lavoro, Sentenza n. 7320 del 22 marzo 2013) si è nuovamente pronunciata sulla questione dei limiti reddituali da applicare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili. Per la seconda volta la Corte, dopo indicazioni di segno opposto, afferma che il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, se presente. Ribadisce, quindi, quanto già affermato nella Sentenza del 2011 (Sezione Lavoro, n. 4677 del 25 febbraio 2011). La nuova Sentenza ha ingenerato rinnovati timori nei diretti interessati. Va subito precisato che la Sentenza della Cassazione non è cogente al di fuori del caso di specie e non ha, men che meno, il valore di una legge o di una disposizione amministrativa verso gli altri invalidi civili interessati che percepiscano assegni o pensioni di invalidità. Vale la pena di ricostruire i fatti. Nella Circolare INPS 149/2012 era previsto un grave elemento di novità che riguardava i soli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità. Fino ad oggi il limite reddituale considerato è quello relativo ai redditi strettamente personali. Dal 2013 sarebbe stato considerato anche quello del coniuge. Quella decisione amministrativa di INPS non si basava su alcun dettato normativo, ma sulla già citata Sentenza della 4677 Corte di Cassazione (Sezione Lavoro). La conseguenza immediata della Circolare sarebbe stata che gli invalidi totali titolari, assieme al coniuge di un reddito lordo annuo superiore a 16.127,30 euro, avrebbero perso il diritto alla pensione (275,87 euro al mese). In seguito alle opportune reazioni di sindacati e associazioni e di una presa di posizione del Ministero del Lavoro, con il Messaggio della Direzione Generale INPS n. 717 del 14 gennaio 2013, INPS ha sospeso l’applicazione di quella disposizione amministrativa. Contemporaneamente è stato aperto un confronto, ancora in corso, fra INPS e Ministero del lavoro per chiarire la questione. Nel frattempo i limiti reddituali continuano ad essere quelli di sempre (individuali). Cosa può accadere ora? È improbabile che questa Sentenza, che ripete nella sostanza i contenuti della precedente, condizioni in modo determinante il confronto fra INPS e il Ministero del Lavoro (peraltro in fase di ricambio istituzionale), ma non va nascosto il rischio che le decisioni che potrebbero essere assunte non siano favorevoli alle persone con disabilità. Se da un lato l’applicazione dei limiti reddituali “coniugali”, fra l’altro per i soli invalidi civili e non per i ciechi o i sordi, produrrebbe una evidente disparità di trattamento, dall’altro è plausibile l’ipotesi di applicazione dell’ISEE anziché del mero reddito imponibile IRPEF come attualmente previsto. Ma va anche detto che una siffatta ipotesi avrebbe necessità di un “passaggio” alle Camere. Ovviamente la soluzione migliore risiede in un intervento politico e legislativo del Parlamento. In tal senso ricordiamo che, nella precedente legislatura, era stata depositata una specifica Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231, prima firmataria Onorevole Miotto) con l’intento di sanare definitivamente l’intera questione, fornendo l’interpretazione autentica della norma originaria (in verità piuttosto farraginosa). La Proposta, assegnata nel 2011 alla XII Commissione Affari Sociali, purtroppo, non è mai stata calendarizzata né, quindi, posta in discussione. fonte: handylex.org – 26 marzo 2013

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Assistenza sanitaria: i diritti “a portata di mano” .

È stata voluta dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dall’Adiconsum Veneto, dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e dall’OBV (Osservatorio Biomedicale Veneto), ed è ora a disposizione di tutti i Cittadini la guida I Nostri Diritti. Guida pratica sulle prestazioni di assistenza protesica (protesi, calzature, tutori, carrozzelle, etc.) erogabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), strumento scaricabile gratuitamente in internet, che può aiutare gli assistiti nell’iter previsto per l’erogazione dei dispositivi medici su misura (carrozzine, protesi, ortesi ecc.), ricordando i vari passaggi necessari.

«Spesso – spiegano i promotori dell’iniziativa – ai Cittadini con disabilità vengono negati i diritti alla libera scelta e a dispositivi adeguati alle esigenze della propria persona. Talora, infatti, i passaggi e i filtri per ottenere ciò di cui si ha diritto, diventano una vera e propria “via crucis”. Ecco il perché di questo strumento, nel quale i passaggi da compiere vengono sintetizzati in alcuni punti che ricordano cosa si deve esattamente fare, per arrivare dalla prescrizione del medico specialista di un ausilio alla fornitura dello stesso».

In questa agile guida, non mancano nemmeno informazioni sui tempi di erogazione e anche sul diritto del Cittadino alla libera scelta del medico e del fornitore, fatto di cui gli assistiti non sono a conoscenza, molto più spesso di quanto si possa pensare.

A corredare poi i contenuti, vi sono una serie di riferimenti normativi, fornendo ai Cittadini gli strumenti essenziali per essere consapevoli dei loro diritti. «Ad esempio – viene ancora sottolineato – la guida mette bene in evidenza un elemento spesso poco conosciuto, quale il diritto di ricevere, per iscritto, motivazioni all’eventuale diniego dell’Ufficio Protesi e Ausili, su richiesta, entro il termine di trenta giorni, così come per qualsiasi altro atto pubblico. Lo prescrive la Legge 241/90, assai poco conosciuta, se non sottaciuta»

La guida di cui si parla nel presente testo è scaricabile gratuitamente qui.

fonte: superando.it – 28 marzo 2013

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«Io prima di te», tra amore disabilità ed eutanasia Si intitola «Io prima di te» il nuovo romanzo di Jojo Moyes, giornalista e scrittrice inglese che attualmente ha deciso di dedicarsi completamente alla scrittura abbandonando il lavoro all”«Indipendent». Il libro ha riscosso molto successo, e risulta essere il più votato nella storia del «Richard and Judy Book Club». La trama si presenta come la classica storia d’amore da romanzo, scandita dalle vicissitudini dei suoi protagonisti: Louisa Clark, ventiseienne londinese dalla vita abitudinaria trascorsa tra le confortanti mura del bar in cui lavora e le serate al pub con Patrick, lo storico fidanzato di una vita. Will Traynor, intraprendente giovane di buona famiglia con una carriera ben avviata e una passione per i viaggi e le avventure. Due avvenimenti sconvolgeranno l’esistenza dei due protagonisti, costringendoli a rivedere la vita che avevano programmato: Louisa perderà il lavoro, Will rimarrà paralizzato a seguito di un brutto incidente. Saranno proprio questi due eventi a rimescolare le carte, e a muovere i fili del destino che, come nelle più romantiche storie d’amore, li farà incontrare cambiando per sempre le loro vite. Ma «Io prima di te» non è solo questo: la semplicità della storia è condita da un insieme di ingredienti che si mescolano alla perfezione tra di loro, scanditi da una narrazione essenziale ma mai banale, creando un’armonia che attrae e affascina. Il dramma della tetrapelgia costringe Will ad una vita di restrizioni, negando lui la possibilità di fare da solo anche il più semplice dei gesti. È il forte contrasto tra la sua vita passata e quella presente, tra l’immagine del Will che era e del Will che è diventato, tra la difficoltà ad adattarsi alla perdita di tutto quello che amava di più e l’impossibilità estrema di accettazione a una non-vita che il destino gli ha imposto. La gabbia d’oro che si è costruita Louisa, nella più totale assenza di rischio, è al riparo da un dolore passato, ma forse ancora troppo presente; un dolore che non ha mai raccontato a nessuno e che inibisce quella sua voglia di sognare, forse, non ancora sopita del tutto. E al centro dell’amore (quell’amore puro fatto di essenza e presenza, di affinità ed emozioni) c’è il grande tema dell’eutanasia, grande oggetto di contrasto del nostro millennio. Ma se il rischio di banalità è alto nella trattazione di una tematica di così forte impatto attuale, la scrittrice si dimostra brava ad osservare sempre la situazione da una prospettiva esterna, senza inserirsi nell’annoso e vivace dibattito sulla questione, riportandola per voce dei chiamati in causa. Ed è l’intima delicatezza con cui vengono raccontate le sensazioni, le aspettative, i dolori e le scelte di Will a vincere, richiamando al rispetto, aiutando la riflessione, e proponendo una prospettiva interiore al di là di questioni legali e morali battute dai media e dai tribunali: il diritto di essere felici. fonte: ilreferendum.it – 28 marzo 2013

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Orso Azzurro: un e.shop di giocattoli per bimbi spe ciali Si chiama Orso Azzurro il nuovo negozio on line specializzato nella vendita di giocattoli e strumenti educativi per bambini portatori di handicap fisico o mentale o con un deficit particolare. Più di 200 gli articoli a disposizione Arriva online un eshop di giochi davvero speciale: si chiama Orso Azzurro ed è specializzato nella vendita di giocattoli e strumenti educativi per bambini portatori di handicap fisico o mentale o con un deficit particolare. L'idea è venuta a due donne di Castelnuovo Rangone (Modena), Federica Dosi, che per esperienza diretta ha constatato quanto sia difficile reperire giocattoli e articoli di qualità e le informazioni più complete su come questi strumenti possano aiutare a stimolare l'apprendimento o agevolare nello studio e Nicoletta Pellacani, una mamma tecnologica che ha messo a disposizione la sua conoscenza dei nuovi strumenti di comunicazione e dei social network per dare vita con Federica ad un ricco e completo negozio on line. «Orso Azzurro offre giocattoli e strumenti educativi adatti anche ai cosiddetti normodotati - precisa Federica Dosi - e la scelta degli articoli è stata fatta insieme ad educatori e pedagogisti che ho voluto coinvolgere nel mio progetto, assieme naturalmente a tanti genitori conosciuti in rete. Molti dei nostri articoli rispondono ad uno dei bisogni fondamentali dell'infanzia: quello di giocare. E per i genitori rappresentano una scelta di qualità fra gli strumenti educativi che stimolano l'apprendimento o lo studio». Molti i marchi esclusivi, non ancora presenti sul mercato italiano, come Erzi, Rubbaru, Learning Resources, Fun and Function, Siebensachen. Le spedizioni in Italia e in Europa avvengono in pochi giorni e a prezzi concorrenziali, (gratuite in Italia con una spesa superiore ai 79 euro) e grazie alla Gift Card, è possibile anche lasciare al destinatario la libertà di scegliere quando e come utilizzare il buono spesa. Info: www.orsoazzurro.it fonte: style.it – 28 marzo 2013