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    Indagine nazionalesul maltrattamento dei bambini e degliadolescenti in Italia Risultati e Prospettive

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    Premessa 1

    Glossario 5

    Capitolo 1 L’importanza di conoscere le dimensioni del maltrattamento in Italia 6

    1.1 La promozione di un sistema permanente di monitoraggio della violenza sui bambini:il progetto dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza 6

    1.2 Il ruolo del CISMAI e di Terre des Hommes nel promuovere un sistema di monitoraggio in Italia 8

    1.3 Il monitoraggio quale strumento fondamentale per il contrasto del maltrattamento 9

    1.4 Monitoraggio del maltrattamento: la situazione italiana 12

    1.5 Analisi comparativa sulla rilevanza del maltrattamento a livello internazionale 14

    Capitolo 2 Metodologia dell’indagine e signicatività dei dati 16

    2.1 Il Piano Campionario 17

    Capitolo 3 I risultati dell’indagine 19

    3.1 I minorenni presi in carico dai Servizi Sociali in Italia 193.2 I minorenni presi in carico dai Servizi Sociali per maltrattamento 21

    3.3 Le tipologie di maltrattamento 24

    3.4 Gli interventi attivati dai Comuni per i minorenni maltrattati 27

    Capitolo 4Il caso di Roma 28

    4.1 I minorenni maltrattati sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria 28

    Capitolo 5 

    Conclusioni 32Capitolo 6 Raccomandazioni 34

    Appendice Nota metodologica 36

    A Il Piano Campionario 36

    B I Comuni rispondenti 38

    C L’indagine e le fasi di rilevazione 40

    D La struttura della scheda di rilevazione dati: obiettivi specici e domande 42

    E Le tabelle 44

    Indice dei graci e delle tabelle 48

    Bibliograa 49

    SOMMARIO

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    Ho fortemente voluto questolavoro di ricerca per misurare eanalizzare, no in fondo, la portatadel maltrattamento e della violen-za su bambini e adolescenti.

    Il risultato mi investe con unarealtà con la quale mi misuro ognisettimana, direi purtroppo quasiogni giorno, per i fatti di cronacae per le molte segnalazioni chericeviamo dai singoli e dalle asso-ciazioni. È insomma una realtà cheben conosco, eppure la lettura delleviolenze e dei maltrattamenti subi-ti dai minorenni, chiusi in numerisenza appello e senza possibiliinterpretazioni, mi pone quesitiantichi e riessioni dure.

    Vorrei condividere con quantistanno lavorando per arginarequesto fenomeno le mie riessionipiù immediate scaturite da quantoemerge da questa ricerca.

    Primo, i danni. Segni profondi,vissuti incancellabili, sanabilinella misura in cui si lavora e ci siimpegna ad aiutare i minorennivittima di maltrattamenti. E quitorniamo ad uno dei temi cariall’Authority: l’ascolto. Spesso la

    soglia di attenzione verso gli under18 è limitata, viziata da pregiudizi(«sono vuoti, sono apatici, nonseguono…»), mentre dovremmosempre ascoltare i ragazzi, alzareil livello dell’attenzione invece chel’ansia di controllo. Quante volte sisarebbero potuti evitare orrori piùgrandi se solo avessimo ascoltatodi più quella ragazza, letto i segnalidi sofferenza di quella bambina,preso sul serio quel ragazzino…

    Secondo, che la violenza come

    la povertà, spesso si eredita, lodimostrano le tante storie che iragazzi mi hanno raccontato inquesti mesi girando l’Italia, storieche di frequente replicano quella

    di uno dei genitori (la donna natain prigione che ora è in prigionecon la glia piccola; il sedicennerecluso per reati di camorra, glistessi del padre…). La violenza è

    cioè quasi sempre una lingua chesi impara da piccoli, è un «lessicofamigliare», comune alle diverseclassi sociali, oppure è una rispostaad un contesto sociale degradato.In presenza di uno Stato attento,uno Stato che fa lo Stato con poli-tiche di sostegno e recupero, conuna scuola capace di forgiare, quel«lessico famigliare» trova un anta-gonista in un sistema di valori e disolidarietà: e con ogni probabilitàsi stempera no a scomparire, noa tradursi in un nuovo linguaggio.

    Terzo, se viene violato il rappor-to di ducia primario, quello fragenitore e glio, tra la cerchia deiparenti, degli amici più intimi e ilminorenne: come si può pensareche un bambino o una ragazzapossa credere in qualcosa? I geni-tori, gli adulti di riferimento sonoil nostro primo e più importantetramite col mondo, di lì passa nonsolo l’equilibrio personale, maanche il rapporto con l’esterno. Se

    in famiglia scorre violenza, saràdicile per un minorenne riusciread avere una normale relazionecon il «fuori», non solo per il dannosubìto (e per i sensi di colpa e lavergogna che, come sappiamo,spesso accompagnano la vittima),ma perché il mondo fuori non puòessere che cattivo visto che il mon-do “dentro” lo è già stato.

    Quarto e ultimo: il terreno dicoltura. Nessuno di noi è un’isolacome ci ricordava Aristotele, siamo

    immersi in una società, siamocondizionati da ciò che ci circondae dalla cultura del periodo, siamocollegati l’uno all’altra. E allora,mi viene da domandarmi se non si

    stia alimentando una cultura dellaviolenza “normalizzata” (leggi vi-deogiochi, serie tv, lm, ecc.) e delsessismo esasperato, con la merci-cazione dei corpi, considerati dei

    veri e propri «oggetti». Non solo:una cultura che certica che tuttisono liberi di prendersi ciò chevogliono pur di appagare i propridesideri. Anche quando ciò chevogliono danneggia un adolescenteo un bambino.

    Avere dati adabili e comparabilinegli anni è solo il primo passo,occorre poi lavorare, come stiamocercando di fare insieme ai tantisoggetti attivi in questo ambito, perrendere più ecaci i nostri inter-venti. A partire proprio dalla pro-mozione di una cultura fondata suidiritti umani, sul senso profondodella collettività e della solidarietà.Se non si terranno presenti questiaspetti, ci ritroveremo a brevetravolti e segnati dai numeri alatidei maltrattamenti, delle violenzea danno dei minorenni. Ma noifaremo di tutto, perché ciò nonsucceda.

    PREMESSAVincenzo Spadafora Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    Il lavoro svolto dall’Autorità Ga-rante per l’Infanzia e l’Adolescenzanella conoscenza del fenomenoe nel monitoraggio del maltrat-tamento minorile si è rivelato di

    particolare importanza e costitui-sce una prima tappa signicativanel tentativo di riempire un vuotoinformativo. L’ISTAT ha fornitosupporto nella denizione del dise-gno di indagine.

    Come più volte raccomandato, in-fatti, dalle organizzazioni interna-zionali, è essenziale sviluppare unsistema di informazioni e monito-raggio del maltrattamento dell’in-fanzia per disegnare e adottarepolitiche ecaci per la soluzionee prevenzione dei problemi deiminorenni, nonché per il moni-toraggio della protezione stessadell’utenza presa in carico.

    In tal senso, l’indagine sul maltrat-tamento dei bambini e degli ado-lescenti in Italia rappresenta unaprima sperimentazione di rilievoche permette di iniziare a denirei contorni del disagio sociale. Rile-vazioni di questo tipo necessitanotuttavia di un investimento ancora

    più ampio che permetta di garanti-re la periodicità dell’informazionee soprattutto la sua completezza.

    In futuro sarà fondamentale realiz-zare un approccio più comprensivoalla conoscenza del fenomeno,che preveda come prima fase ilcensimento delle fonti inerenti almaltrattamento dei minorenni,cito come esempio l’indagine sullaviolenza contro le donne dell’ISTATche raccoglie alcune informazionisulla violenza sessuale vissuta pri-

    ma dei 16 anni o la violenza sicasubita da parte dei genitori, o lefonti giudiziarie che, anche se limi-tatamente al fenomeno di violenzaconclamata, offrono il quadro delle

    vittime e degli autori di reato mino-renni.

    Altresì importante la ricognizionedelle tante esperienze territo-

    riali e associative sul territorio,che sebbene non forniscano datiomogenei, sono testimonianzadi una ricchezza conoscitiva e diuna elevata sensibilità. Da questaprima analisi dovrebbe derivarel’identicazione dei gap conoscitivie l’individuazione delle possibilistrategie per colmarli, al ne didisegnare strumenti utili e standar-dizzati sul territorio nazionale.Essenziale anche l’attenzione allefasce più vulnerabili dei minoren-ni, ad esempio le vittime di sfrut-tamento economico, i rifugiati e irichiedenti asilo, i rom o i minoren-ni in situazioni di gravi limitazionisiche o psichiche.

    Si ringrazia l’Autorità Garante peril prezioso lavoro svolto che rap-presenterà un tassello fondamenta-le nel processo di denizione di unsistema di informazioni adeguateutili per le politiche.

     Linda Laura Sabbadini Istituto Nazionale di Statistica

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    I Comuni sono gli enti cui il sistemagiuridico pone in capo l’erogazionedelle prestazioni sociali e l’organiz-zazione dei relativi servizi e dellerisorse ad essi destinate e sono

    il luogo in cui i diritti diventanoconcretamente esigibili e questo ètanto più vero per i minorenni inquanto categoria più debole.

    L’impegno delle amministrazionilocali nel promuovere e tutelare idiritti delle persone di minore età,applicando il pieno riconoscimentodella specicità della condizioneminorile e del superiore interessedel minore in ogni questione che loriguardi, deve diventare ancora piùforte quando il minore in questio-ne è vittima, anche solo presunta,di maltrattamenti o abusi.

    ANCI ha partecipato a questaricerca consapevole che si tratti diun importante primo passo versouna sempre più approfonditaconoscenza di queste delicatissimetematiche e dell’avvio di una rac-colta sistematica di dati attraversol’utilizzo di un linguaggio comune.Ed è grazie alla disponibilità dei Co-muni che si sono resi disponibili a

    partecipare che si è potuti giungerea questa prima “Indagine naziona-le sul maltrattamento dei bambinie degli adolescenti in Italia”.

    Riteniamo infatti necessarioaffrontare queste problematichecon conoscenze che consentanoagli operatori dei servizi, interventimirati e a supporto dei minorennicoinvolti e delle loro famiglie.

    Questa ricerca ci impone un im-pegno maggiore ad organizzare

    un preventivo lavoro in rete traServizi Sociali dei Comuni e quellispecialistici del servizio sanitario,al ne di garantire quella tempesti-vità della presa in carico competen-

    te e attenta ai bisogni dei minoren-ni vittime di maltrattamenti.

    Non possiamo non evidenziare chein questo periodo di crisi i Comuni

    si debbano confrontare anche conle dicoltà connesse alla ridu-zione dei fondi disponibili per lepolitiche sociali, una realtà che hadirette ricadute anche negli inter-venti a favore dei minorenni. Oltrealla contrazione generalizzata deglialtri fondi destinati agli interventisociali, più specicatamente preoc-cupa la riduzione dei nanziamen-ti riservati all’attuazione dei dirittidei minorenni ascrivibili alla legge285/1997, riduzione che certo nonrappresenta un segnale di impulsoverso il rafforzamento dell’azionedi tutela.

    Ringraziamo l’Autorità Garante perl’Infanzia e l’Adolescenza che hapromosso la ricerca e auspichiamoche la procua collaborazione atti-vata con CISMAI, Terre des Hom-mes Italia, ISTAT possa proseguireper costruire insieme un sistemapermanente di monitoraggio dellaviolenza sui bambini, indispen-sabile per poter programmare

    interventi soprattutto in un’otticadi prevenzione.

     Achille Variati Sindaco di Vicenza e delegato ANCI al welfare

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    L’indagine sul maltrattamento deibambini e degli adolescenti in Ita-lia, promossa dall’Autorità Garanteper l’Infanzia e l’Adolescenza erealizzata in collaborazione con

    CISMAI, Terre des Hommes, con ilsupporto di ANCI e di ISTAT, offreun contributo fondamentale allarappresentazione della dimensio-ne del fenomeno nel nostro Paesee colma un vuoto di conoscenzesegnalato da anni a livello istituzio-nale e dalla società civile.

    La rilevazione costante dei dati sul-la condizione dei bambini e degliadolescenti è una responsabilitàistituzionale per gli Stati parti chehanno raticato la Convenzione suidiritti del fanciullo al ne di moni-torare l’effettiva e concreta appli-cazione dei diritti da essa sanciti.Inoltre, in relazione alle situazionidi abuso e sfruttamento sessuale,specici obblighi di monitoraggiodiscendono anche dalla Conven-zione del Consiglio d’Europa sullaprotezione dei bambini control’abuso e lo sfruttamento sessuale,che il nostro Paese ha raticato conla legge 1 ottobre 2012, n. 172.

    L’articolo 10 c. 2 della Convenzio-ne richiede, infatti, che gli Statiistituiscano “meccanismi per laraccolta di dati o punti di informa-zione a livello nazionale o localee in collaborazione con la societàcivile, che consentano, nel rispettodelle esigenze legate alla protezio-ne dei dati personali, l’osservazio-ne e la valutazione dei fenomeni disfruttamento e di abusi sessuali adanno dei bambini”.

    In questa direzione si è mosso

    anche il Dipartimento per le PariOpportunità sostenendo la creazio-ne di una banca dati che raccoglie,con l’apporto delle Amministrazio-ni centrali, in particolare del Mini-

    stero dell’Interno e della Giustizia,tutte le informazioni utili per ilmonitoraggio del fenomeno.

    La banca dati rappresenta uno

    degli strumenti a disposizionedell’Osservatorio per il contrastodella pedolia e della pornograaminorile, che ha il compito diacquisire e monitorare i dati e leinformazioni relativi alle attivitàdelle pubbliche amministrazioniper la prevenzione e la repressionedella pedolia.

    I risultati di questa indagine of-frono una importante prospettivacomplementare a quella propo-sta dai ussi informativi raccoltinella banca dati, descrivendoci ilfenomeno dal punto di vista deiServizi Sociali territoriali e dell’in-tensità del lavoro che investe leoperatrici e gli operatori, e ai qualisiamo profondamente riconoscentiper le energie dedicate a fornirele informazioni alla base di questaimportante iniziativa.

     Ermenegilda Siniscalchi Capo Dipartimento Pari Opportunità

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    Coinvolgimento di un minorenne in atti sessuali, con o senza contattosico, a cui non può liberamente consentire in ragione dell’età e dellapreminenza dell’abusante; lo sfruttamento sessuale di un bambino o diun adolescente; la prostituzione infantile; le diverse forme di pedo-porno-graa.

    Comuni posti alla periferia delle Città metropolitane.

    Comuni posti al centro dell’area metropolitana secondo la denizione

    ISTAT (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli,Bari, Palermo, Catania, Cagliari).

    Nuovi casi registrati entro un determinato arco temporale.

    L’abuso o maltrattamento all’infanzia è costituito da tutte le forme dimaltrattamento sico e/o psicologico, abuso sessuale, trascuratezza o trat -tamento trascurante o sfruttamento commerciale o di altro tipo, che hacome conseguenza un danno reale o potenziale alla salute del bambino,alla sua sopravvivenza, sviluppo o dignità nel contesto di una relazione diresponsabilità, ducia o potere (OMS, 2002).

    Presenza di un danno sico dovuto ad aggressioni siche, maltrattamenti,punizioni corporali o gravi attentati all’integrità sica e alla vita.

    Relazione emotiva caratterizzata da ripetute e continue pressionipsicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, riuto, denigrazione e sva-lutazioni che danneggiano o inibiscono lo sviluppo di competenzecognitivo-emotive fondamentali quali l’intelligenza, l’attenzione, la perce-zione, la memoria.

    Somministrazione di cure inadeguate ai bisogni sici e/o psichici del bam -bino, e soprattutto alla sua età ed al suo sviluppo (discuria, in caso di curedistorte; ipercuria, in caso di cure eccessive).

    Tutti i casi presenti entro una popolazione denita in un determinatomomento o intervallo di tempo.

    Processo attraverso il quale il Servizio Sociale, a fronte di una domandaespressa o inespressa, progetta ed eroga una o più prestazioni/interventirivolti al minore e alla sua famiglia, sulla base della propria specicacompetenza istituzionale.

    Si intende la grave e/o persistente omissione di cure nei confronti delbambino o gli insuccessi in alcune importanti aree dell’allevamento, chehanno come conseguenza un danno signicativo per la salute o per losviluppo e/o un ritardo della crescita in assenza di cause organiche.

    Situazione nella quale un minorenne assiste, direttamente o indiretta-mente, o percepisce gli effetti di atti di violenza compiuti su gure diriferimento per lui o lei affettivamente signicative.

     Nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia Trentino-Alto Adige,Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna); Centro (Toscana, Umbria,Marche, Lazio); Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Cala-bria, Sicilia, Sardegna).

    Abuso sessuale

    Cintura metropolitana

    Città metropolitana

    Incidenza

    Maltrattamento all’infanzia

    Maltrattamento sico

    Maltrattamento psicologico

    Patologia delle cure

    Prevalenza

    Presa in carico del minore

    Trascuratezza sica e/o affettiva

    Violenza assistita

    Regioni per ripartizione geogra-ca

    GLOSSARIO

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    La promozione di un sistema permanente di monitoraggio dellaviolenza sui bambini: il progetto dell’Autorità Garante per l’Infanzia el’Adolescenza

    1.1

    L’Autorità Garante per l’Infanzia el’Adolescenza viene istituita con lalegge 12 luglio 2011, n. 112. L’Italiarisponde così alle raccomandazioniespresse dai principali organismiinternazionali, in particolare dalComitato ONU sui Diritti dell’In-fanzia, dotandosi di un organismoindipendente per la protezione epromozione dei diritti delle perso-ne di minore età.

    Il tema dell’abuso e maltrattamen-

    to dell’infanzia ha costituito unodei principali focus di attenzionedel lavoro di questi anni. In parti-colare, anche in alleanza con chida tempo si occupa di questi temi,è emersa con forza la necessità, daun lato, di conoscere e monitorareil fenomeno in modo completo epuntuale – anche a fronte dell’am-pio sommerso –, dall’altro, disviluppare modalità che permetta-no di agire in un’ottica preventivaoltre che riparativa. Abbiamo cosìrealizzato delle collaborazioni, con

    attori istituzionali e non, per poterintervenire su leggi, politiche eprassi e realizzare analisi e propo-ste che mirano a creare un sistemanel suo insieme più ecace nellapresa in carico dei casi di maltrat-tamento sui minorenni.

    A livello internazionale la violen-za e gli abusi sono un tema piùvolte affrontato: sia le Convenzionidelle Nazioni Unite che la Carta deiDiritti Fondamentali dell’UnioneEuropea riconoscono l’abuso e losfruttamento sessuale quali viola-zioni dei diritti dei minorenni, inparticolare del diritto alla prote-zione. L’Unione Europea nel 2011ha emanato una Direttiva specica

    relativa alla lotta contro l’abuso elo sfruttamento sessuale dei mino-renni e la pornograa minorile.

    Il Rapporto “Toward a world free from violence”  sulla violenza control’infanzia nel mondo, pubblicatodal Rappresentante Speciale perle violenze contro i minorenni delSegretario Generale delle NazioniUnite nell’ottobre 2013, fornisceun quadro esaustivo del fenomenoa livello mondiale evidenziando

    quanto povertà, disuguaglianze econdizioni di disagio possano costi-tuire fattori di rischio. Il Rapportosottolinea inoltre la necessità di po-litiche solide per la prevenzione e ilcontrasto, anche per mettere ne alfenomeno dell’impunità, oltre allanecessità di una raccolta di dati si-stematica e di una ricerca continuasul fenomeno della violenza e degliabusi sui minorenni.Il Rapporto sottolinea anche lanecessità di dare priorità agliinterventi preventivi, dedicando

    particolare attenzione all’accre-scimento delle competenze deiprofessionisti del settore, all’ascol-to e partecipazione dei minorenni(che possono fornire indicazionipreziose per rendere più ecaci leazioni di prevenzione e contrasto)e alla prospettiva di genere.

    In Italia, nonostante esista unsistema normativo di buon livelloe siano state sperimentate buonepratiche per la tutela e l’assistenzadei minorenni maltrattati, sembraperò mancare un sistema integratoche garantisca sucienti stru-menti per l’attuazione concreta diquelle leggi. A questo si aanca unproblema di scarsa “cultura” della

    violenza, che si evidenzia sia in unsommerso dicilmente calcolabile,ma evidente, sia in una dicoltàa dotarsi di strumenti di cono-scenza e monitoraggio del feno-meno, nonché di valutazione dellepolitiche speciche messe in atto.Si riscontra anche una insucienteformazione degli operatori, anchedi quelli del mondo della scuola edella sanità, che dovrebbero saperriconoscere e farsi carico dei casiche intercettano quotidianamente.

    L’esperienza di ricerca di CISMAIe Terre des Hommes si è concretiz-zata negli scorsi anni nella “Prima

     Indagine nazionale quali–quantita-tiva sul maltrattamento a danno dibambini” , che ha fornito un quadrosui dati del fenomeno in Italiaraccolti attraverso i casi in caricoai Servizi Sociali e nello studionazionale “Tagliare sui Bambini èdavvero un risparmio?”  condottodalle stesse realtà in collabora-zione con l’Università Bocconi,

    che ha chiaramente dimostrato,anche attraverso comparazioniinternazionali, quale sia il costo dimedio e lungo periodo, anche intermini economici, del mancatoinvestimento sull’infanzia. Questistudi hanno suscitato l’interessedell’Autorità Garante che ha volutoapprofondire la sperimentazionedella raccolta dati, estendendola adun numero statisticamente validodi Comuni, contribuendo a fornire,tra l’altro, gli strumenti per rispon-dere alle raccomandazioni ed agliimpegni presi dall’Italia di fronteagli organismi internazionali.

    Questo lavoro rientra nel com-plesso delle iniziative intraprese

    CAPITOLO 1

    L’IMPORTANZA DI CONOSCERE

    LE DIMENSIONI DELMALTRATTAMENTO IN ITALIA

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    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    dall’Autorità in questo campo,quando possibile in collaborazionecon i Garanti delle regioni e delleprovince autonome attivi in Italia.

    Tra le altre, l’istituzione di unaCommissione Consultiva per laprevenzione e cura del maltratta-mento, che ha avuto il compito diindividuare proposte concrete permigliorare il sistema di prevenzio-ne e presa in carico dei minorennimaltrattati; la predisposizione diuna proposta, in collaborazionecon la Rete “Batti il 5”, sui LivelliEssenziali delle Prestazioni perl’Infanzia e l’Adolescenza, che in-clude uno specico paragrafo con

    proposte dettagliate in materia diviolenza e maltrattamento; il Pro-tocollo con il Dipartimento dellaPubblica Sicurezza che ha prodottoun Vademecum per gli operatoridelle Forze di Polizia per meglioaffrontare le situazioni di criticitàche quotidianamente incontranonel loro lavoro con i bambini e gliadolescenti, e, inne, la promo-zione di studi e approfondimentisul tema dei minorenni vittime diabuso, in particolare lo studio delladottoressa Giuliana Olzai “Abuso

    sessuale sui minori. Scenari, dina-miche, testimonianze” , che analizzadiverse storie di violenza, raccon-tate attraverso le evidenze proces-suali e i racconti delle vittime.

    Ovviamente, per ottenere un realecambio di passo sulla capacitàdelle istituzioni di tutelare i nostribambini e ragazzi è indispensabileche si agisca per assicurare allevittime di abusi, compresi i mino-renni che assistono alle violenze,tutti gli strumenti per affrontare e

    superare il trauma, anche metten-do in atto meccanismi di ascolto epartecipazione. È necessario che siintervenga in termini di prevenzio-ne e rilevazione precoce dell’abuso.

    Su questo medici, pediatri ed inse-gnanti possono giocare un ruolo dirilievo, per il rapporto privilegiatoche hanno con i minorenni e lefamiglie, ma per questo è fonda-mentale assicurare, nella forma-zione universitaria e poi con unacostante attività di aggiornamento,gli strumenti utili per riconoscere egestire questi fenomeni. È impre-scindibile che la presa in carico siacompleta e risponda anche all’esi-genza di intervenire sul trauma.

    Questa ricerca ha prodotto risultatiinteressanti ed allarmanti allo stes-so tempo, che si integrano agli sfor-zi fatti dalle altre amministrazioni,

    e mette in evidenza le disomoge-neità territoriali che costituisconoancora un elemento discriminantenell’accesso ai diritti. Per questol’indagine entra a pieno diritto nellavoro di promozione e protezionedei diritti dell’infanzia, e auspichia-mo possa aver costituito un puntodi svolta.

    È la dimostrazione che le sinergietra diverse istituzioni (fondamen-tale il sostegno di ANCI e ISTAT), ilsupporto delle associazioni e delle

    organizzazioni, l’impegno dimo-strato dagli enti locali, nonostantele oggettive dicoltà a rispondereal questionario, possono dare ri-sposte concrete. Un sistema di tute-la è possibile iniziare a immaginar-lo. L’Autorità, con i suoi partner, haprovato anche a costruirlo.

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    Il ruolo del CISMAI e di Terre des Hommes nel promuovereun sistema di monitoraggio in Italia

    1.2

    CISMAI, rete italiana di centri e ser-vizi pubblici e privati contro il mal-trattamento e l’abuso all’infanzia, eTerre des Hommes, organizzazioneinternazionale per la protezionedei bambini, da tempo sono con-sapevoli e sollecitano le istituzionianché l’Italia si doti di un sistemadi raccolta dati statisticamenteadabile in grado di quanticarela dimensione del fenomeno delmaltrattamento all’infanzia nelnostro Paese.

    Entrambe le organizzazioni par-tecipano sin dalla sua nascita alGruppo di Lavoro per la Conven-zione Onu sui Diritti dell’Infanzia(CRC), deputato ad un monitoraggiocostante dei diritti dei bambini nelnostro Paese attraverso la stesuradi un rapporto annuale.

    Nell’ultimo Rapporto del Gruppo dilavoro CRC (2013 – 2014), si eviden-zia che il Comitato ONU ribadiscela necessità che l’Italia si doti diun “sistema nazionale di raccolta,analisi e distribuzione dei dati e diun’agenda di ricerca sulla violenza eil maltrattamento contro i bambini”  (CRC/C/ITA/CO/3-4, punto 44).

    L’elaborazione di ecaci strate-gie di contrasto della violenza suibambini e gli adolescenti, sia inun’ottica di prevenzione che di pro-tezione e cura, non può che esserefondata su una conoscenza siste-matica e scienticamente validadella dimensione epidemiologicadel fenomeno.

    Per dare una prima risposta a que-sta esigenza, le due organizzazionihanno realizzato nel 2012-2013un’indagine pilota su un campionedi 40 Comuni, non statisticamenterappresentativi della realtà italiananel suo complesso, e pur tuttaviautili a dare una prima rudimen-tale fotograa dell’ampiezza delfenomeno.

    I risultati emersi da tale primissi-

    ma analisi, che ha raggiunto unapopolazione di oltre 4,9 milioni diresidenti e di 758.932 bambini eadolescenti, hanno anticipato undato preoccupante. Lo 0,98% deiminorenni residenti in Italia, in-

    fatti, è risultato in carico ai ServiziSociali per solo maltrattamento,percentuale che sale all’1,49%,se si considerano anche i casi diminorenni presi in carico per altreragioni ma risultati poi vittime dimaltrattamento.

    Questi dati successivamente sonostati utilizzati per uno studio suicosti della violenza sui bambiniin Italia dal titolo “Tagliare sui

     Bambini è davvero un risparmio?” ,condotto da CISMAI e Terre des

    Hommes in collaborazione con l’U-niversità Luigi Bocconi di Milano.

    Da tale originale indagine è emersoche nell’anno tipo (2010), sceltodallo studio, il maltrattamentoall’infanzia è costato allo Stato 13miliardi di euro, a copertura dellespese (dirette e indirette) generatedall’abuso. La spesa si attesta inve-ce a circa 1 miliardo (940 milioni)all’anno laddove sono consideratii costi correlati all’incidenza delfenomeno, ossia l’incremento pro-

    dotto dai soli casi nuovi ogni anno.

    Lo studio dimostra come la man-canza di investimenti sistematicidi lungo periodo nella prevenzio-ne del maltrattamento producamaggiori costi sociali e sanitariper lo Stato nel breve e medioperiodo. Investire di più e meglionella prevenzione della violen-za sui bambini signicherebbe,quindi, produrre un decisivocambiamento strutturale dellapolitica della spesa con evidentibeneci economici per il bilanciodello Stato, oltre alla realizzazio-ne di una più ecace tutela deidiritti dei bambini.

    Alla luce di queste innovative ri-cerche per il nostro Paese, CISMAIe Terre des Hommes hanno accoltocon grande favore la propostadell’Autorità Garante per l’Infan-zia e l’Adolescenza di realizzareinsieme la presente indagine, cheha nalmente puntato all’obiettivo

    di dotare l’Italia di una metodolo-gia validata scienticamente per laquanticazione del fenomeno dellaviolenza sui bambini, grazie allacollaborazione con ISTAT e ANCI.

    È infatti importante ricordare chela presente esperienza progettualeè la prima ad aver adottato unametodologia riconosciuta a livellointernazionale e già propria dei piùavanzati studi europei in mate-ria, fattore che quindi permetteall’Italia di uscire dal novero deiPaesi privi di dati, permettendoun’analisi comparativa del fenome-no a livello internazionale.

    8

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    Il monitoraggio quale strumento fondamentaleper il contrasto del maltrattamento

    1.3

    La raccolta dei dati e il monito-raggio sul fenomeno del maltrat-tamento all’infanzia costituisconouno strumento indispensabile perla conoscenza del fenomeno, l’ado-zione di ecaci politiche di contra-sto e prevenzione, la misurazionedei risultati di queste politiche.Già l’Organizzazione Mondiale del-la Sanità (OMS), nel suo primo rap-porto su violenza e salute1, richia-mava la necessità di un approcciodi salute pubblica alla violenza,fondato su una “rigorosa imposta-

    zione del metodo scientico” , cheaveva come primo step l’individua-zione della “maggiore quantità diconoscenze di base relative a tutti

     gli aspetti della violenza – attraver-so una sistematica raccolta dei datisulle dimensioni, la portata, le ca-ratteristiche e le conseguenze dellaviolenza a livello locale, nazionale einternazionale” .

    Lo stesso Rapporto nella Racco-mandazione 2 ribadiva l’obiettivoper tutti gli Stati di “migliorare lacapacità di raccolta dei dati sullaviolenza” , che, all’interno di unpiano di azione nazionale perla prevenzione della violenza,contemplasse: “la creazione o ilmiglioramento della capacità na-zionale di raccogliere e analizzarei dati relativi ad ampiezza, cause econseguenze della violenza. Questidati sono necessari per ssare le

     priorità, guidare l’elaborazione del programma e monitorare il progres-so del piano di azione (…). In alcuni

     paesi la soluzione più eciente per il governo centrale potrebbeconsistere nell’investire un’istitu-zione, un’agenzia o un’unità del

     governo della responsabilità diraccogliere e confrontare le in-

     formazioni delle autorità sanita-rie, giudiziarie e di altro genereche hanno contatti regolari conle vittime e i responsabili dellaviolenza. Tale istituzione potrebbeessere un “centro di eccellenza”, conresponsabilità relative alla docu-mentazione delle dimensioni della

    violenza all’interno del paese, alla promozione o alla conduzione dellaricerca e alla formazione di perso-

    1 World Health Organization, World Report on Vio-lence and Health, 2002; trad. it. Violenza e salute nelmondo, in Quaderni di sanità pubblica, CIS Editore,n. 133-134, Anno 27, 2004

    nale per queste funzioni. Dovrebbecreare legami con altre istituzionie agenzie simili al ne di scambiaredati, strumenti e metodi di ricerca.

     La raccolta dei dati è un elementoimportante a tutti i livelli, ma è alivello locale che vengono denitela qualità e la completezza dei dati.

     È necessario elaborare sistemiche siano realizzabili in modosemplice ed ecace dal punto divista dei costi, adeguati al livellodi competenze del personale cheli utilizza e conformi a stan-

    dard nazionali e internazionali. Ancora, si dovrebbero prevedere procedure per la condivisione deidati tra le autorità coinvolte (qualiquelle responsabili per la salute, la

     giustizia penale e la politica sociale)e le parti interessate, e si dovrebbecontemplare la capacità di effettua-re analisi comparative” 2.

    Si tornerà su questi aspetti nelleConclusioni allo studio, in quan-to questa Raccomandazionecostituisce, a oltre 12 anni dalla

    sua formulazione, una sda ancoraaperta nelle istituzioni del nostroPaese, cui questa indagine intendeoffrire un primo contributo.

    Una raccomandazione specicaagli Stati ad attuare un sistemaorganico di raccolta dati sullaviolenza sui bambini è stata ancheformulata nel 2006 da Paulo SérgioPinheiro nel Rapporto indipenden-te3 curato per le Nazioni Unite:“Raccomandazione 11. Svilup-

     pare e istituire un sistema di ri-cerca e di raccolta dati a livellonazionale.107. Raccomando agli Stati di po-tenziare e migliorare la raccoltadi dati e i sistemi informativi,

     per individuare i gruppi piùvulnerabili, per aggiornare le

     politiche e la programmazionea tutti i livelli e per verifcare i

     progressi compiuti nella preven-zione della violenza sui bambini.Gli Stati dovrebbero utilizzare degliindicatori nazionali basati su

    standard accettati internazio-nalmente e fare in modo che i

    2 OMS, 2004, pag. 343

    3 ONU, Assemblea generale, Paulo Sergio Pinheiro, I diritti dei bambini. Rapporto a cura dell’esperto indi- pendente delle Nazioni Unite incaricato di realizzareuno studio sulla violenza sui bambini, Agosto 2006

    dati siano raccolti, elaboratie resi pubblici per verifcare i progressi raggiunti nel corsodel tempo. Nel caso in cui nonsiano stati ancora istituiti e attivati,dovrebbero essere previsti, su tuttoil territorio nazionale, gli uci ana-

     graci. Gli Stati dovrebbero anchecreare e aggiornare una banca datirelativa ai bambini senza genito-ri e a quelli presenti negli istitutidi detenzione. I dati dovrebberoessere disaggregati per sesso, età,aree urbane/rurali, caratteristiche

    delle famiglie, livello di istruzione eorigine etnica. Gli Stati dovrebberomettere a punto anche un piano perla ricerca nazionale sulla violenzasui bambini, che prenda in esame

     gli ambienti in cui viene perpetratae che sia realizzata anche attraver-so interviste a bambini e genitori,

     prestando particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili”  (ONU, 2006).

    Nello stesso anno, anche ISPCAN( International Society for Preven-tion of Child Abuse and Neglect)

    e OMS hanno ribadito in diversistudi e lavori la necessità di svilup-pare strumenti atti a migliorare laraccolta dei dati sulle violenze adanno dei minorenni all’internodella famiglia e in altri contesti,in quanto “la ricerca, la raccoltaregolare di dati, il monitoraggio ela valutazione dei programmi sonoessenziali per il successo di un ap-

     proccio sistematico al maltratta-mento sui minorenni” 4.

    “La raccolta routinaria di dati sulmaltrattamento sui minorenni deveessere basata su denizioni accet-tate e standardizzate, in modo chele categorie siano uniformi e i set didati possano essere effettivamentecomparati. Per un buon sistemadi sorveglianza epidemiologica, ledenizioni operative devono essereadottate con chiarezza e concordatetra i differenti settori coinvolti nellaraccolta di dati.Questo processo di identicazione eaccordo sulle denizioni operative,

    tuttavia, comporta tempo e dovreb-be essere svolto attentamente. La

    4 World Health Organization – ISPCAN, Preventingchild maltreatment: a guide to taking action and gene-rating evidence, 2006; trad. it. OMS-ISPCAN, Prevenireil maltrattamento sui minori. Indicazioni operative estrumenti di analisi, 2009

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    denizione del caso dovrebbe esseresensibile e specica, dovrebbe esseresemplice e non ambigua e dar luogoa un numero limitato di falsi positivie falsi negativi. Classicare i casicome “conclamati”, “sospetti” o“non comprovati”, e riportarli all’in-terno di queste categorie può essereutile per assicurare sia che un nu-mero minore di falsi positivi vengaincluso, sia che un numero minoredi casi veri venga tralasciato.

     In molti paesi, uno o più servizi rac-colgono e elaborano le informazionisui casi registrati di maltrattamentosui minorenni. I sistemi di sorve-

     glianza epidemiologica dovrebberobasarsi su questi sistemi esistenti,laddove possibile e coordinare ide-

    almente i sistemi esistenti utilizzatidai diversi settori se sono indipen-denti gli uni dagli altri. Molto lavo-ro è già stato fatto per identicarei componenti di un buon sistemadi sorveglianza epidemiologica delmaltrattamento sui minorenni, esu come costruirne uno. La tavola1.1 evidenzia le caratteristiche diun buon sistema di sorveglianzaepidemiologica” (OMS-ISPCAN 2009,pag. 41)

    Un importante contributo alla

    denizione di un sistema di moni-toraggio sulla violenza all’infanziaè venuto anche da ChildONEurope,il network europeo di OsservatoriNazionali sull’Infanzia, che nel2009 ha redatto, grazie a un ampiogruppo di lavoro coordinato daDonata Bianchi e Roberta Ruggie-ro dell’Istituto degli Innocenti diFirenze, il documento Guidelineson Data Collection and MonitoringSystems on Child Abuse5. Lo studioconsente, per la prima volta, diavere una panoramica a livello

    europeo sugli standard, le deni-zioni, i criteri e le esperienze chepossono aiutare lo sviluppo sia diun sistema di raccolta dati che dimonitoraggio sul maltrattamen-to, che contempla le dimensioniistituzionale (quadro normativosulla raccolta dati), culturale (omo-geneità delle denizioni di abuso,caratteristiche, etc.), organizzativa(ruoli dei soggetti, fonte dei dati,etc.), metodologica (come i datisono raccolti, trattati, analizzati,condivisi, etc.).

    La rilevazione dei dati è consi-derata nello studio un elemento

    5 ChildONEurope, Guidelines on Data Collection and Monitoring Systems on Child Abuse, Firenze, 2009

    fondamentale per i governicentrali e regionali per una seriedi ragioni: » la valutazione e il monitoraggio

    delle condizioni, circostanze,tendenze del benessere deibambini e l’impatto sociale dellaspesa pubblica e delle politicheper l’infanzia e l’adolescenza;

     » la conoscenza del numero deibambini vittime di abuso, lecaratteristiche della violenza, lecondizioni di vita, le caratteri-stiche della famiglia e degli abu-santi, le dimensioni e l’impattodella violenza, la comprensionedei fattori di rischio e protettivi,l’organizzazione dei servizi edegli operatori;

     »   la verica sulle tipologie diservizio disponibili alla vittimedi abuso per migliorare l’assi-stenza, l’aiuto, l’attuazione delleleggi, la conoscenza sull’ecaciadei servizi, gli esiti degli inter-venti;

     » la comparazione del fenomeno ele politiche nel corso del tempoper monitorare i cambiamentiprodotti (dimensione longitudi-nale dell’analisi);

     » la valutazione dei costi socialied economici e gli esiti della pre-

    venzione primaria, secondaria eterziaria.

    Il documento di ChildONEuropedistingue la raccolta dati dal moni-toraggio. Il monitoraggio è, infatti,strutturato su una raccolta regola-re di dati circa i nuovi eventi (adesempio, i bambini segnalati ognianno ai servizi di protezione o allapolizia come vittime di abuso) esui risultati di ricerche su speciciaspetti del problema.Il monitoraggio richiede continu-

    ità e dovrebbe essere basato sudati amministrativi o rilevazioni,individuali o aggregati, raccoltia intervalli regolari. Questi datidevono essere disseminati alle per-sone e agli stakeholder per favorireazioni e programmi di intervento.Monitoraggio può anche essereconsiderato sinonimo di “sorve-glianza”, ovvero una raccolta,analisi, interpretazione sistematicae continua di dati specici per pia-nicare, implementare, valutare lasalute pubblica e le pratiche sociali.

    Il sistema di sorveglianza (mo-nitoraggio) può essere distinto indue tipologie: » sorveglianza (monitoraggio)

    attiva, strutturata su una raccol-ta dati specica per investigarel’incidenza del problema (adesempio con interviste e rileva-zioni presso polizia, tribunali,Servizi Sociali e di salute, scuole,etc.);

     » sorveglianza (monitoraggio)passiva, basata su dati esistentiche sono adattati agli scopi dellasorveglianza.

    Il documento di ChildONEuropeidentica poi almeno 4 categoriedi indicatori utili per il monitorag-gio: la domanda e l’accessibilità alservizio (ad esempio, numero deibambini che accedono ai servizi diprotezione); le risorse (ad es., i costi

    del trattamento di un bambinovittima); il processo (ad es., il tem-po di permanenza in comunità);gli esiti (ad es., rivittimizzazione,etc.)6.

    L’ISPCAN nel 2012 ha pubblicatoun manuale7 curato da NicolePetrowski. Il manuale si apre conla constatazione che, nonostantele dicoltà metodologiche nellaraccolta e comparazione dei datisul maltrattamento sui minorenni,la violenza contro i bambini è

    sempre più riconosciuta come unproblema diffuso e grave in ogniPaese, comunità, gruppo sociale,etnico, culturale, economico e reli-gioso, con conseguenze devastantia breve e lungo termine per lasalute e il benessere dei bambini.Secondo il manuale, gli obiettividella raccolta dati e del monitorag-gio sul maltrattamento all’infanziasono: » registrare e monitorare i casi di

    maltrattamento; » sviluppare criteri omogenei per

    riconoscere e classicare i casidi abuso all’infanzia;

     » misurare l’incidenza del mal-trattamento dei bambini in unoStato;

     » misurare la gravità del maltrat-tamento sui bambini;

     » misurare le caratteristichefamiliari, dei caregiver  e delbambino, associate con il mal-trattamento;

    6 Un importante contributo alla ricerca di Comuniindicatori europei è rappresentato dal progettoDAPHNE III “Coordinated Response to Child Abuse

    and Neglect via Minimum Data Set (CAN via MDS)”,realizzato da istituzioni di 8 paesi europei (per l’Italiail progetto è coordinato dall’Istituto degli Innocentidi Firenze)

    7 International Society for the Prevention of ChildAbuse and Neglect (ISPCAN), Data Collection and

     Monitoring Systems: A Resource Guide for Child Maltreatment Data Collection, 2012

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     » misurare gli interventi nelleindagini sul maltrattamento;

     » informare i decisori politici sui

    possibili rischi e sulle tendenzache colpiscono la salute e la sicu-rezza dei bambini;

     » promuovere lo sviluppo di pro-grammi e iniziative di preven-zione;

     »   identicare le aree di ricerca; » ispirare le pratiche professio-

    nali; » individuare le priorità per la

    prevenzione e l’intervento.

    Le principali fonti di dati perstimare la magnitudo del maltratta-

    mento sui bambini vengono divisedi norma in due tipologie: datiepidemiologici e dati basati suisingoli casi.

    L’epidemiologia consente unamisurazione basata sull’inciden-za (numero di nuovi casi in unapopolazione denita entro unospecico periodo di tempo) o sullaprevalenza (tutti i casi presenti en-tro una popolazione denita a unpreciso punto o periodo di tempo).In molte parti del mondo, l’assenzadi dati epidemiologici sul maltrat-tamento all’infanzia può costituireil presupposto del riuto di accet-tare che la violenza all’infanzia siaun aspetto grave e diffuso nella

    propria società sia da parte deidecisori politici che dell’opinionepubblica in generale.

    I dati epidemiologici possonocontribuire direttamente aprevenire il fenomeno delmaltrattamento in quanto: » offrono una denizione quanti-

    tativa del problema,» forniscono informazioni

    sistematiche sull’incidenzae la prevalenza, le cause e leconseguenze a livello locale,regionale, nazionale,

    » consentono la precoce iden-ticazione delle tendenze

    emergenti e delle aree proble-matiche nel maltrattamento in-fantile, i cambiamenti periodicie longitudinali nella prevalenzae nei fattori di rischio,

     » suggeriscono priorità per laprevenzione,

     » indicano i mezzi per valutarel’impatto degli sforzi di preven-zione,

     » offrono un quadro sinotticosulla distribuzione geogracadei casi di maltrattamento.

    Sebbene i dati epidemiologiciriportino i casi segnalati e registra-ti che rappresentano una piccolapercentuale rispetto a quelli che sivericano, è altresì essenziale con-

    durre ricerche campionarie, anchedi tipo probabilistico, sulla popola-zione rappresentativa che possano

    consentire di stimare l’effettivadimensione del problema8.

    Le informazioni basate sui casiregistrati dai servizi di protezione,pur rappresentando una ridottaproporzione di tutti i casi di mal-trattamento, consentono di averedati direttamente raccolti dallefamiglie o dalle persone che acce-dono ai servizi. Nonostante questolimite, esse aiutano ad assicurarela continuità dell’informazione suicasi trattati, anche in dimensione

    longitudinale, e a pianicare iservizi.

    I bambini a rischio con esperien-ze di maltrattamento entranofrequentemente in contatto conuna molteplicità di servizi, ognu-no dei quali può rappresentareuna risorsa per rilevare il mal-trattamento e intervenire. Glistrumenti di rilevazione estesia tutte le agenzie hanno, quindi,anche l’effetto diretto di favorirel’emersione del maltrattamento.

    8 Signicativa di questa tipologia di ricerca cam-pionaria è stata l’indagine del Centro Nazionale diDocumentazione sull’Infanzia e l ’Adolescenza, Vite inbilico. Indagine retrospettiva su maltrattamenti e abu-si in età infantile, a cura di Donata Bianchi e EnricoMoretti, Questioni e documenti n. 40, ottobre 2006

    Cosa fa funzionare un sistema di sorveglianza epidemiologica?

    Adattato da: Injury survellance guidelines, Geneva, Word Health Organisation, 2004.

    1.1

    Semplicità Il sistema dovrebbe produrre i dati necessari nel modo più semplice e diretto possibile

    Flessibilità Il sistema dovrebbe poter essere modicato con costi minimi in base alle condizioni operative e aidati richiesti

    Accettabilità Le persone che devono fornire le informazioni, attraverso interviste e altre modalità, dovrebbe-ro essere disponibili a partecipare ed essere coinvolte nella progettazione del sistema, laddovepossibile

    Adabilità Un sistema adabile è quello che scopre una schiacciante proporzione di casi nella popolazionedi riferimento e esclude la maggior parte dei falsi casi, questo signica che il sistema dovrebbeavere un’alta sensibilità, specicità ed un alto valore predittivo positivo. Questo permette ai desti-natari nali di darsi dell’accuratezza dei dati

    Utilità Il sistema dovrebbe essere pratico, accessibile e accrescere la conoscenza sul problema

    Sostenibilità Il sistema dovrebbe essere di facile mantenimento ed aggiornamento, con adeguate risorse nan-ziarie ed umane dedicate per poter assicurare le operazioni in itinere

    Puntualità Il sistema dovrebbe generare informazioni aggiornate con ritardi minimi

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    Monitoraggio del maltrattamento: la situazione italiana1.4

    Il monitoraggio sulla condizionedell’infanzia ha costituito dasempre uno dei maggiori aspettidi vulnerabilità del sistema ita-liano, sottolineato dai numerosirichiami del Comitato ONU sullaConvenzione di diritti dei bambi-ni. Infatti, nonostante le numerosenorme della legislazione italianasul monitoraggio di specici seg-menti del maltrattamento all’infan-zia e i tanti impegni presi nei Pianinazionali di azione e di interventi

     per la tutela dei diritti e lo sviluppo

    dei soggetti in età evolutiva, tutte lemisure e le iniziative non sono sta-te attuate o hanno dato luogo a epi-sodiche raccolte dati, prive di tuttii requisiti di stabilità, continuità,sistematicità che un sistema dimonitoraggio dovrebbe avere.

    Già, nelle Osservazioni Conclusi-ve del 2003, il Comitato ONU, purapprezzando i passi avanti com-piuti con l’istituzione del Centronazionale di documentazione edanalisi per l’Infanzia e l’Adolescen-

    za, continuava a rilevare la caren-za di dati in alcune aree previstedalla Convenzione, esprimendopreoccupazione per il fatto che idati venissero ancora raccolti sullabase di un approccio incentratosulla famiglia piuttosto che sullabase di un approccio che prendessein considerazione il bambino comesingolo individuo. Il Comitato ONUesprimeva, inoltre, preoccupazioneper la mancanza di coerenza tra idiversi enti incaricati della raccoltadati e tra le varie Regioni.

    Anche le Osservazioni 2006 delComitato ONU reiteravano la racco-mandazione all’Italia anché:

    a. rafforzasse il proprio meccani-smo per la raccolta e l’analisisistematica dei dati disaggregatisu tutti gli individui al di sottodei 18 anni, per tutte le areepreviste dalla Convenzione, conparticolare attenzione ai gruppimaggiormente vulnerabili, tra

    cui i bambini disabili, i bambinirom, i bambini appartenenti afamiglie di immigrati, i bambininon accompagnati, i bambinivittime di violenza e i bambiniappartenenti a nuclei familiari

    economicamente e socialmentesvantaggiati;b. utilizzasse questi indicatori

    e dati in modo ecace per laformulazione e valutazione dellepolitiche e dei programmi perl’applicazione e il monitoraggiodella Convenzione;

    c. assicurasse coerenza nel pro-cesso di raccolta dati da partedelle varie istituzioni, a livellonazionale e regionale.

    Nelle ultime Osservazioni Conclu-

    sive del 2011, il Comitato ONU alpunto 16, pur prendendo atto dellacreazione di un sistema infor-mativo nazionale sull’assistenzae la tutela dei minorenni e delleloro famiglie che doveva esserecompletato nel 20129, confermai propri timori per la scarsità deidati disponibili sul rispetto deidiritti dei minorenni, in particolarele statistiche sui bambini vittimedi violenza, privati dell’ambientefamiliare (compresi i minorenniin adamento), vittime di sfrutta-

    mento economico, affetti da disabi-lità, adottati, rifugiati e richiedentiasilo. Esprime inoltre preoccupa-zione per le notevoli differenze esi-stenti nella capacità e nell’ecaciadei meccanismi di raccolta dei datia livello regionale.

    Al successivo punto 17 il ComitatoONU raccomanda all’Italia di ga-rantire che il sistema informativonazionale sull’assistenza e la tuteladei minorenni e delle loro famiglieraggiunga la piena operatività edisponga delle necessarie risorseumane, tecniche e nanziarie peressere ecace nella raccolta delleinformazioni pertinenti in tutto ilPaese, rafforzando così la capacitàdell’Italia di promuovere e tutelarei diritti dei minorenni. In partico-lare, raccomanda all’Italia l’ado-zione di un approccio pienamentecoerente in tutte le regioni, permisurare e affrontare ecacemen-te le disparità regionali.

    È utile richiamare le norme e gliimpegni che in questi anni preve-devano misure per il monitorag-

    9 Il SINBA – Sistema Informativo Nazionale Bambi-ni e Adolescenti, promosso dal Ministero del Lavoroe delle Politiche sociali, è ancora in attesa di pienaattuazione

    gio di specici aspetti connessi almaltrattamento o a condizioni diparticolare vulnerabilità: dallaL. 451/1997 che istituì il CentroNazionale di documentazione eanalisi per l’Infanzia e l’Adolescen-za (CNDA), alla L. 269/1998, allaL. 38/2006 sull’Osservatorio per ilcontrasto alla pedolia.

    Nei 4 Piani nazionali di Azione,redatti dall’Osservatorio Nazio-nale per l’Infanzia e l’Adolescen-za, e no ad oggi approvati10,

    la questione della raccolta datisulla condizione dell’infanziacostituisce sempre una priorità.Come si sa, non solo la legge pre-vedeva l’approvazione di un Pianodi Azione ogni due anni (ad oggisarebbero dovuto essere almeno 8i Piani di Azione, mentre ne sonostati approvati soltanto 4), mamolti di questi impegni non sonostati realizzati in quanto i Piani diAzione non dispongono di risorsecerte.

    Già nel Piano di Azione 1997-1998si auspicava l’approvazione dileggi che istituissero un sistema diOsservatori nazionali e regionali,leggi poi approvate ma che nel lun-go termine non sono riuscite a daresistematicità ad un usso informa-tivo continuo e permanente di dati.

    Nel Piano 2000-2001, si affermaespressamente che “contro i mal-trattamenti e gli abusi nei confrontidei minorenni il Governo intendeimpegnarsi: nel reperimento dei datirelativi a questo fenomeno e nellamappatura dei servizi e delle risorsedisponibili nel settore” .

    Nel Piano 2002-2004, erano diver-si gli impegni del Governo per ilrafforzamento della conoscenzadei fenomeni dell’abuso, fra i qualisi ricordano:

    1. Realizzare il Sistema Informa-tivo Nazionale sulla condizionedell’Infanzia e dell’Adolescenza;

    2. Promuovere l’istituzione in ogniRegione di un’anagrafe di tutti iminorenni fuori dalla famiglia

    10 L’ultimo è del 2011, mentre attualmente l’Osser-vatorio nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza staelaborando quello del prossimo biennio

    12

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    che possa essere uno strumentodi analisi costante e di follow upper una verica delle politicheattuate, con particolare riferi-mento alla banca dati dei mino-renni dichiarati adottabili;

    3. Individuare sistemi di regi-strazione costanti e omogeneidell’incidenza (numero casi peranno) del fenomeno dell’abusoall’infanzia in tutte le sue forme,con l’adeguata denizione disub-categorie e degli elementicaratterizzanti e avviare un’or-

    ganica ricerca “retrospettiva”sulle vittime di abuso sessuale(analisi della prevalenza).

    Sulla base di queste previsioni ilCentro nazionale di Firenze avviòuna importantissima e meritoriaattività di costruzione di sistemi estrumenti di rilevazione, produ-cendo le prime ricerche sperimen-tali sia in rapporto al sistema dimonitoraggio epidemiologico (conuna sperimentazione realizzatain alcuni contesti regionali) sia in

    rapporto alle ricerche retrospettive(si ricorda la ricerca dal titolo Vitein bilico11). Tuttavia, tali lavori sonorimasti isolati, anche per le dicol-tà di coordinamento con le Regioni.

    Rispetto ai numerosi impegni inquesta materia del Piano 2010-2011, è suciente rinviare al“Rapporto di sintesi sugli esiti delmonitoraggio del III Piano bienna-le nazionale di azioni” , elaboratodall’Osservatorio nazionale, nelquale si realizza un’ampia disani-ma circa la necessità di costituireuna banca dati completa e coordi-nata, per “organizzare e integrarein modo tematico il patrimonio in-

     formativo e informatizzato già pro-dotto e presente nelle Amministra-zioni, nonché essere da stimolo perla creazione di canali di interazione

     più snelli tra i sistemi informativiesistenti. Dovrebbero essere intro-dotte tre novità: focus sulle vittime enon più solo sui reati e sugli autori;integrazione di banche dati esistenti

    e valorizzazione del principio dicooperazione tra Amministrazionicentrali; integrazione delle informa-

    11 Vite in bilico. Indagine retrospettiva su maltrat-tamenti e abusi in età evolutiva, a cura di DonataBianchi ed Enrico Moretti, cit..

    zioni dalla denuncia alla sentenzadenitiva con elementi di conoscen-za anche sull’applicazione deglistrumenti di tutela del minore negliiter giudiziari e sui provvedimentidi protezione stabiliti dall’autorità

     giudiziaria minorile” .

    Si sottolinea, inoltre, che il S.In.Ba. – Sistema Informativo NazionaleBambini e Adolescenti, promossodal Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali – non indirizza“l’attenzione alla specicità degli

    abusi e dei maltrattamenti”  per “lanon specicità di S.In.Ba. sul temamaltrattamenti e abusi e quindiancor di più sul tema pedolia e

     pornograa minorile” .

    Il Decreto del Ministero del Lavoroe delle Politiche sociali n. 206 del16 dicembre 2014, recentementepubblicato sulla Gazzetta Uciale(GU n. 57 del 10 marzo 2015), rela-tivo al Regolamento che attua nal-mente il Casellario dell’Assisten-za (art. 13 D.L. 31 maggio 2010, n.

    78, convertito dalla legge 30 luglio2010, n. 122), rappresenta una im-portante novità che può essere allabase di un sistema permanente dimonitoraggio del maltrattamento,in quanto prevede la realizzazionedi un’anagrafe nazionale di tutticoloro (minorenni compresi) chericevono prestazioni sociali e valu-tazioni multidimensionali da partedel Servizio Sociale professionale,coordinata dall’INPS e alimentatadai dati di tutti gli enti locali e glienti erogatori di servizi, a comin-ciare dai Comuni. Il Casellarioprevede anche lo specico moduloS.In.Ba., nalizzato alla banca datisulla valutazione multidimensiona-le per la presa in carico.

    Le informazioni raccolte sui mino-renni vengono identicate nellaTabella 3.1. allegata al Decreto,che contiene numerose informa-zioni relative alla condizione delbambino, comprese quelle sulmaltrattamento. Si auspica che in

    fase attuativa tale importante baseinformativa di monitoraggio possaprevedere voci di maggiore det-taglio e specicità sia rispetto alleforme di maltrattamento (con rela-tivo nomenclatore delle denizioni,

    secondo la letteratura scientica)sia rispetto agli autori.

    L’introduzione del Casellariodell’Assistenza e del SistemaInformativo S.In.Ba. consentirà,in questo modo, al nostro Paesedi avere a disposizione una bancadati completa, aggiornata, per-manente, di tipo censuario e noncampionario, sul modello del Re-gister inglese, anche per gli aspetticoncernenti il maltrattamento suibambini e sugli adolescenti.

    È utile inne ricordare che l’Osser-vatorio nazionale per il contrastodella pedolia e della pornograaminorile sta lavorando a un siste-ma di raccolta dati tra le diverseamministrazioni centrali delloStato, al ne di integrare in un’u-nica banca dati le informazioniattualmente parcellizzate e ri-spondere alle indicazioni previste,tra l’altro, dalla Convenzione delConsiglio d’Europa sulla protezionedei minorenni dall’abuso e dallo

    sfruttamento sessuale, nota comeConvenzione di Lanzarote.

    Questa breve cronistoria circa itentativi di adottare nel nostroPaese un sistema informativo e-cace sul maltrattamento costituiscela cornice entro la quale si realizzala presente indagine, che ha avutoanche l’obiettivo di sperimentareun primo sistema di monitoraggiodel maltrattamento all’infanzia inItalia e di promuovere la sua ado-zione a regime alle Istituzioni delnostro Paese.

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    è stato abusato sicamente da bambino1 adulto su 4

    di aver subito un abuso psicologicoil 36% degli adulti dichiara

    hanno subito abuso sessuale da bambini1 donna su 5 e 1 uomo su10

    è vittima di violenza1 anziano su 17

    è stata vittima di violenza sica o sessualeperpetrata dal proprio partner1

     donna su

    3

    Epidemiologia della violenza:alcuni dati dal Global Status Report on Violence Prevention,OMS, 2014

    1.2

    Analisi comparativa sulla rilevanza del maltrattamentoa livello internazionale

    1.5

    Sistemi di registrazione e di moni-toraggio dei casi di abuso e mal-trattamento sono presenti in moltiStati. Tuttavia, a livello mondiale,l’Organizzazione Mondiale dellaSanità è stata la prima organizza-zione a tracciare un bilancio com-plessivo sull’epidemiologia dellaviolenza in tutte le sue forme conil recente Global Status Report onViolence Prevention 201412, pubbli-cato l’11 dicembre 2014.

    Il Global Status è il risultato di un

    lungo lavoro operato dai FocalPoint OMS in 133 paesi, fra i qualianche l’Italia, con una coperturapari all’88% della popolazionemondiale. Dalla pubblicazione del

     Rapporto mondiale su violenza esalute del 2002, il Global Status rea-lizza, a distanza di 12 anni, il puntodella situazione sull’epidemiologiadella violenza in tutte le sue forme(violenza interpersonale in tutte lesue forme, omicidio, violenza suibambini, violenza giovanile, vio-lenza domestica, violenza sessuale,

    violenza sugli anziani, etc.) e sullostato di avanzamento delle misuredi tutela e di prevenzione, adottatedai singoli Stati.

    Nell’infograca qui a lato sono ri-portati alcuni dei dati presenti nelRapporto sopra menzionato.

    Il Rapporto stima che: » 1 adulto su 4 (25%) nel mondo

    è stato abusato sicamente dabambino;

     » il 36% degli adulti dichiarano diaver subìto un abuso psicologi-co;

    » 1 donna su 5 (il 20%), 1 uomo su10 circa (5-10%) ha subito abusosessuale da bambino;

     » 1 donna su 3 è stata vittima diviolenza sica o sessuale perpe-trata dal proprio partner;

    » 1 anziano su 17 è vittima diviolenza.

    Per quanto riguarda le misure diprevenzione e contrasto:

     » il 71% dei Paesi ha un Piano diprevenzione della violenza suibambini;

     » solo il 41% dei Paesi svolge

    12 WHO, Global Status Report on Violence Preven-tion 2014, Geneve, 2014

    indagini sul maltrattamentoall’infanzia;

     » solo nel 23% dei Paesi si pratical’home visiting  in modo sistema-tico;

     » solo il 15% dei Paesi investesistematicamente nella forma-zione per prevenire l’abusosessuale infantile.

    Sempre l’OMS ha pubblicato nel2013 un Rapporto sulla prevenzionedel maltrattamento all’infanzia in

     Europa13, che ha illustrato nuovi

    dati drammatici sull’epidemiologiadella violenza:

    13 WHO Regional oce for Europe, Europeanreport on preventing child maltreatment, 2013, dispo-nibile all’indirizzo: http://www.euro.who.int/__data/ assets/pdf_le/0019/217018/European-report-on-pre -venting-child-maltreatment.pdf 

     » 852 bambini < 15 anni muoionoogni anno in Europa per mal-trattamento (il tasso più alto ènei bambini sotto i 4 anni; tutta-via l’Italia è agli ultimi posti pernumero di omicidi);

     » 18 milioni di bambini sono vit-time di abuso sessuale (il 13,4%delle bambine e il 5,7% deibambini);

     » 44 milioni di bambini sono vitti-me di violenza sica (22,9%);

     » 55 milioni di bambini sonovittime di violenza psicologica

    (29,6%).In Inghilterra lo storico ed ecien-te sistema di monitoraggio sullaviolenza all’infanzia, creato con ilRegister dei casi di maltrattamento

    14

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    Prevalenza del maltrattamento in Stati Uniti,Canada e Australia

    1.3

    1,21% dei bambini sonovittime di abusi

    0,97% dei bambini sonovittime di abusi

    0,68% dei bambini sonovittime di abusi

    Stati Uniti

    Canada

    Australia

    nato con il Children Act, pubblicaannualmente dati puntuali: » nel 2013 sono stati 595.300 i

    bambini in carico ai Servizi So-ciali, pari al 52,07‰ dei bambini(con un incremento del 10,8%nel 2014)14;

     » i bambini in carico ai Serviziper maltrattamento sono stati127.100, pari all’11,15‰ deibambini;

     » nel 2014 il 47,2% dei bambiniin stato di bisogno necessita diprotezione dall’abuso e dal mal-

    trattamento; » riguardo le tipologie di abuso, latrascuratezza si attesta media-mente al 44%, il maltrattamentosico al 15%, gli abusi multipli al10%, il maltrattamento psicologi-co al 23%, l’abuso sessuale al 7%.

    Si forniscono qui alcune stime diprevalenza del maltrattamento inaltri Stati15: »   Stati Uniti: l’1,21% dei bambini

    sono vittime di abuso sul 4,78%dei casi analizzati (60% trascu-

    ratezza, 10% maltrattamentosico, 12% abusi multipli, 11%maltrattamento psicologico, 7%abuso sessuale);

     » Canada: lo 0,97% dei bambinisono vittime di abusi su 2,15%dei casi analizzati (38% trascu-ratezza, 23% maltrattamentosico, 12% abusi multipli, 11%maltrattamento psicologico, 7%abuso sessuale);

     » Australia: lo 0,68% dei bambinisono vittime di abuso sul 3,34%dei casi analizzati (34% trascu-ratezza, 28% maltrattamentosico, 34% maltrattamento psi-cologico, 10% abuso sessuale).

    Rispetto alle forme di maltratta-mento, le stime internazionaliindicano: » 3,7–16,3% (5–35% cumulativo)

    dei bambini ogni anno subisco-no gravi violenze domestiche;

     » 24–29% è la prevalenza delmaltrattamento sico in Siberia,

    Russia, Romania;14 Fonte: Department of Education

    15 Per una rassegna più ampia: Cfr. Gilbert, R.Widom, C. Browne, K. Fergusson, D. Webb, E. Janson,S. (2009), Burden and consequences of child maltreat-ment in high-income countries, in Child Maltreatment1, 373 (9667), 1-14.

     » 10–20% è la prevalenza stimatadella violenza assistita negli StatiUniti;

     » 4–9% è la prevalenza di maltrat-tamento psicologico in Svezia,Stati Uniti, Regno Unito.

    Recentemente (2012) è stata altresìcondotta una ricerca epidemio-logica sulla violenza in 9 Paesidell’area balcanica. La ricerca,intitolata “BECAN (Balkan Epide-miological Study on Child Abuse and

     Neglect)” e rintracciabile all’indi-rizzo www.becan.eu, riguardavala prevalenza epidemiologica delmaltrattamento a 11, 13 e 16 anni,condotta con la somministrazionedi un questionario I-CAST, elabora-to dall’ISPCAN, su un campione dicirca trentamila ragazzi e genitori.Si tratta di un’altra tipologia distima di prevalenza e di incidenza

    rilevata direttamente dal campionedi popolazione di riferimento e nondai casi segnalati ai servizi pubbli-ci: i dati sono, pertanto, di magni-tudo di gran lunga maggiore (lastessa OMS stima che i casi emersi

    di maltrattamento all’infanzia sia-no solo 1 ogni 9 effettivi).

    Come vedremo più avanti, graziealla presente ricerca, promossadall’Autorità Garante per l’In-fanzia e l’Adolescenza e attuatada CISMAI e Terre des Hommes,con la collaborazione di ISTATe ANCI, possiamo nalmentecomparare questi dati interna-zionali anche con quelli italiani,allineando il nostro Paese ai siste-mi di monitoraggio e alle indaginipromosse dagli Stati che possiedo-no una lunga tradizione di analisisul fenomeno del maltrattamento.

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    CAPITOLO 2

    L’indagine sulla prevalenza delmaltrattamento in Italia era statagià sperimentata per la prima voltada CISMAI e da Terre des Hommesnell’anno 201316, sulla base di dati

    relativi all’anno 2011.

    La scelta adottata fu quella diutilizzare come fonte dei dati il Ser-vizio Sociale dei Comuni italiani,che, sulla base della legislazioneitaliana vigente, rappresenta il ser-vizio locale responsabile della tute-la di tutti i bambini. Questa sceltarispondeva anche ai modelli giàutilizzati nel Regno Unito e in altriStati. I Comuni che avevano giàaderito ad un manifesto di impegniverso l’infanzia, promosso sempredalle due organizzazioni, venneroindividuati come campione per lasomministrazione della scheda.Pur se in un contesto limitato (nelcomplesso la ricerca riguardò unapopolazione minorile di quasi750.000 residenti), l’indagine em-pirica consentì per la prima voltadi stimare il numero dei bambinimaltrattati in Italia in carico ai Ser-vizi Sociali: circa 100.000 bambinicon un tasso di prevalenza pariallo 0,98% (1 bambino ogni 100).

    L’indagine ha avuto una grandeeco nel Paese ed è stata alla basedel successivo studio, promosso daCISMAI e Terre des Hommes e at-tuato dall’Università Luigi Bocconidi Milano, sui costi della violenzaall’infanzia17.

    Sulla base di questi lavori, al ne digarantire la continuità della seriestorica e di rafforzare e dare mag-giori basi scientiche all’indagine,

    16 Cismai-Terre des Hommes, Maltrattamento suibambini: quante le vittime in Italia? Prima Indagine

    nazionale quali–quantitativa sul maltrattamento adanno di bambini, 2013, disponibile sul sitohttp://bit.ly/1aLeldh

    17 CISMAI-Terre des Hommes-Università Bocconi,Tagliare sui bambini è davvero un risparmio? Spesa

     pubblica: impatto della mancata prevenzione dellaviolenza sui bambini, 2013, disponibile sul sitohttp://bit.ly/1B6iwsF 

    l’Autorità Garante per l’Infanzia eAdolescenza ha ritenuto necessariofavorire la prosecuzione e la valo-rizzazione di tale lavoro di studiodel fenomeno del maltrattamento,

    anche al ne di farsi promotoredi un’iniziativa che costituiva unapriorità di intervento per l’effettivaapplicazione della Convenzionedell’ONU sui diritti dell’infanzianel nostro Paese. In considerazionedell’esperienza già maturata conla ricerca sperimentale, l’AutoritàGarante per l’Infanzia e l’Ado-lescenza ha adato a CISMAI eTerre des Hommes il compito dellarealizzazione di una indagine sullabase di un campione di Comunistatisticamente rappresentativodella popolazione minorile italianache elaborasse anche un nuovostrumento di rilevazione dei datipiù rispondente ai fabbisogni infor-mativi essenziali.

    Obiettivi di questo progettosono stati: » sviluppare la conoscenza delmaltrattamento dei minorenniin Italia, fornendo una fotogra-a del fenomeno al 31-12-2013rispetto ad estensione terri-

    toriale, tipologie di maltratta-mento, differenze di genere,nazionalità, età, misure diintervento adottate dai servizi;

     » attivare una rete di collabo-razione inter-istituzionale, apartire da ISTAT e ANCI in sededi progettazione e svolgimentodell’indagine, coinvolgendo infase di disseminazione e diffu-sione i Ministeri, le Regioni, lealtre Istituzioni;

     » sperimentare un approcciosistematico alla raccolta dati

    sulla prevalenza del maltratta-mento al ne di promuovere lasua stabile adozione da partedelle Istituzioni pubblichepreposte.

    Mediante una scheda di rilevazionedati inviata ai Servizi Sociali dei Co-muni campione sono stati indagatigli aspetti quantitativi e qualitatividel fenomeno del maltrattamento

    su bambini e adolescenti.La scheda è stata realizzata daCISMAI in collaborazione con Terredes Hommes ed è stata condivisada tutti i partner del progetto18.

    La scheda, oltre ad avere una fun-zione di rilevazione, ha consentitoai Comuni stessi di realizzare unreport automatico, grazie alla ge-nerazione di graci e tabelle sullabase dei dati inseriti. Tale funzionedi autoconoscenza è stata partico-larmente apprezzata dalle Ammini-strazioni partecipanti.

    18 La scheda tipo è riportata in appendice allapresente pubblicazione

    METODOLOGIA

    DELL’INDAGINEE SIGNIFICATIVITÀ DEI DATI

    16

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    Il campione nale dell’indagineFonte: ISTAT

    2.1

    11 metropolitani 3 393.871 3 393.871

    12 cintura metrop. 231 477.006 13 65.658

    13 < 10.000 ab. 2.491 943.093 27 21.325

    14 ≥ 10.000 ab. 195 734.806 20 216.481

    Strato Tipologia ComuniComuni

    nellostrato

    Popolazione minoriletotale relativa

    ai Comuni nello stratoNumero

    Popolazione minoriletotale relativa

    ai Comuni rispondenti 

    21 metropolitani 2 86.467 2 86.467

    22 cintura metrop. 51 125.083 4 13.084

    23 < 10.000 ab. 1.188 668.461 20 17.581

    24 ≥ 10.000 ab. 230 1.010.544 24 358.961

    31 metropolitani 1 50.595 1 50.595

    32 cintura metrop. 87 240.871 9 66.203

    33 < 10.000 ab. 727 344.683 13 11.432

    34 ≥ 10.000 ab. 169 796.997 27 212.383

    41 metropolitani 5 425.923 4 373.842

    42 cintura metrop. 112 484.921 9 50.279

    43 < 10.000 ab. 2.029 927.402 17 11.953

    44 ≥ 10.000 ab. 376 1.876.763 38 456.115

    Totale 7.897 9.587.486 231 2.406.230

       N   o   r   d  -   O   v   e   s   t

    Universo Campione

       C   e   n   t   r   o

       N   o   r   d  -   E

       s   t

       S   u   d   e

       I   s   o   l   e

    Il Piano Campionario2.1

    La popolazione di riferimento è

    costituita dai Comuni italiani, suiquali l’indagine ha l’obiettivo distimare il numero di minorenni incarico ai Servizi Sociali per ragionilegate a maltrattamenti e abusi.Sono stati inizialmente selezionati251 Comuni dall’universo dei 7.898Comuni italiani che hanno unapopolazione minorile di almeno 20unità19.

    I Comuni sono stati straticatirispetto all’incrocio della ripar-tizione territoriale a 4 modalità

    (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sude Isole) e 4 tipologie comunali (Co-muni metropolitani, Comuni dellacintura metropolitana, altri Comu-ni no a 10.000 abitanti, altri Co-muni oltre 10.000 abitanti), per untotale di 16 strati. La selezione dei

    19 Si vada l’appendice metodologica per i dettaglidi campionamento.

    Comuni campione è stata effettuata

    con probabilità proporzionali allapopolazione di minorenni presentein ciascun comune. I 12 Comunimetropolitani sono stati consideratiautorappresentativi e inclusi concertezza nel campione.

    In totale, i Comuni che hanno presoparte alla rilevazione sono stati231, in 77 casi è stato necessariooperare delle sostituzioni (si vedapagina 36 e sgg)20. Di conseguenza20 Tra i Comuni che non è stato possibile considera-re vi è Roma Capitale (strato 31), in quanto: » Roma Capitale non è dotata di un sistema informa-tivo centralizzato sui minorenni in carico ai ServiziSociali; non è stata pertanto in grado di compilarela scheda di rilevazione, ad eccezione di due Muni-cipi che hanno fornito i dati richiesti;

    » non erano quindi disponibili tutti i dati relativi alnumero complessivo dei minorenni in carico aiServizi e, fra questi, di quelli maltrattati;

     » Roma Capitale ha fornito soltanto una propria rile-vazione interna, in cui sono riportati i minorenniseguiti in quanto segnalati dall’Autorità Giudizia-ria: un dato parziale e non comparabile ai ni diquesta rilevazione.

    per ottenere le stime riferite alla

    popolazione di interesse, è stato ne-cessario correggere i pesi campio-nari dei Comuni rispondenti (de-niti all’inverso della probabilità diinclusione assegnata sulla base deldisegno campionario) mediante unfattore correttivo di post-strati-cazione basato sui totali noti dellapopolazione di minorenni a livellodi singolo strato.

    L’indagine ha coperto un bacinoeffettivo di 2,4 milioni di popola-zione minorile residente in Italia

    (il 25% della popolazione mi-norile italiana) e si conferma adoggi la prima ed unica esperienzastatisticamente signicativa di que-sto tipo, mai realizzata nel nostroPaese, no ad oggi privo di unafotograa così puntuale ed aggior-nata sul maltrattamento a danno diminorenni.

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

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    bacino effettivo di popolazione minorileresidente in Italia coperta

    con l’indagine

    2,4 milioni

    I Comuni rilevati: suddivisione del campione per regione

    2.2

    Ai Comuni del campione è statainviata una scheda composta didue parti: una prima parte “Schedada compilare” e una seconda partechiamata “Prospetto e graci”, chesi autocompilava generando gracidi sintesi. La parte denominata“Scheda da compilare” era com-posta da una parte introduttiva equattro domande numeriche.Nella scheda di rilevazione i princi-pali dati richiesti sono stati:»   anagraca del Comune;» numero dei minorenni in carico

    ai Servizi Sociali e distinzioneper genere e per fasce d’età (0-3anni, 4-5 anni, 6-10 anni, 11-17anni);

    » numero di minorenni in caricoai Servizi Sociali per maltratta-mento e distinzione per genere ecittadinanza (italiana e stranie-

    ra);» numero di minorenni in caricoper maltrattamento, distinzionerispetto a tipologie di maltratta-mento (trascuratezza sica e/oaffettiva, maltrattamento sico,

    violenza assistita, maltrattamen-to psicologico, abuso sessuale,patologia delle cure) e motivo dipresa in carico (minorenni presiin carico dai Servizi Sociali persolo maltrattamento e mino-renni presi in carico dai ServiziSociali per altri motivi ma cherisultano anche maltrattati);

    » tipologie di servizio cui hannoavuto accesso i minorenni mal-trattati (adamento familiare,comunità, assistenza domicilia-re, assistenza economica, centrodiurno, altro servizio, nessuno).

    Le problematiche segnalate daiComuni per la compilazione sonostate essenzialmente riconducibilia questioni di carattere organiz-zativo e tecnico, legate principal-mente a denizioni e metodi di

    rilevazione differenti già utilizzatidai servizi: dicoltà di reperimen-to dei dati anagraci, in quanto dicompetenza di altri uci comunali;co-presenza di altre rilevazioninello stesso periodo; dicoltà nel

    reperire i dati laddove il ServizioSociale è esternalizzato o esiste unpiano di zona, che raggruppa piùComuni; problematiche relativealla diversità dei sistemi informati-vi utilizzati dai Servizi Sociali.

    Alcuni Comuni hanno espressola necessità di essere supportatinell’adozione di un sistema dimonitoraggio uniforme a livellonazionale, come il Comune diVenezia che ha rivolto un appelloall’Autorità Garante per l’Infanziae l’Adolescenza anché si facciapromotore di questo bisogno comu-ne alle Istituzioni. Molti sono statii Comuni che hanno espresso unapprezzamento per lo strumentoutilizzato, che consente anche alComune stesso di avere a disposi-zione subito dati e graci sulla con-

    dizione dei minorenni sul proprioterritorio.

    Lombardia

    41

    Piemonte

    15

    Puglia

    16

    Liguria

    7Toscana21

    Umbria

    4

    Sardegna

    8

    Sicilia10

    Abruzzo6 Molise

    3

    Marche

    10

    Emilia Romagna

    17

    Friuli Venezia-Giulia

    7

    Veneto

    17

    Trentino A.A.9

    Basilicata

    1

    Calabria5

    Campania

    19

    Lazio

    15

    18

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

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    I RISULTATIDELL’INDAGINE

    CAPITOLO 3

    Questo capitolo riporta le stimeeffettuate su scala nazionale deirisultati dell’indagine.

    Si è deciso di adottare, in questasede, la terminologia riconosciutaa livello internazionale (ISPCAN,ChildONE, etc.) che denisce “prevalenza” la quota di tutti i casipresenti entro una popolazione de-nita in un determinato momentoo intervallo di tempo, a differenzadei nuovi casi registrati, sempre

    entro un determinato arco tempo-rale, che viene classicata come“incidenza”.

    Contrariamente alla precedenteindagine, si è scelto di calcolare laprevalenza su 1000 minorenni, an-ziché su 100, al ne di fornire datipiù precisi in sede di comparazionea livello nazionale e locale.

    Come anticipato nel Capitolo 2,il campione nale è quindi rap-

    presentativo della popolazioneminorile residente in Italia al31-12-2013 ad eccezione di quelladi Roma Capitale, dove risiedonooltre 400 mila minorenni. Stantel’importanza di Roma Capitale, unospecico approfondimento sui datiforniti dal Comune è presentato nelCapitolo 4.

    I minorenni presi in carico dai Servizi Sociali in Italia3.1

    Il primo oggetto di indagine è statoil numero complessivo di mino-renni che sono seguiti in Italia daiServizi Sociali dei Comuni (Graco3.1). Il dato nale evidenzia che47,7 minorenni su 1000 sonoseguiti dai servizi: i bambini e iragazzi italiani che si trovano inuno stato di bisogno e per i qualiè stato attivato un intervento deiServizi Sociali sono quindi pari a457.453.

    I dati raccolti ci indicano che ri-spetto alle aree geograche ci sonodelle differenze. Infatti, nell’A-rea Nord i minorenni in caricoai Servizi sono più del doppio diquelli seguiti dai Servizi nel Sud:63,1 su mille al Nord, 44,5 al Centroe 30,5 al Sud (Graco 3.1). Ancherispetto alla tipologia di Comuniemerge una tendenza alla maggio-re prevalenza nelle città metropo-litane rispetto all’area della cintura

    metropolitana e degli altri Comuni(v. Tabella E.1 in appendice).

    Già questi primi dati fornisconoalcuni spunti di riessione: » si evidenzia una tendenza gene-

    rale che registra un progressivodecremento della presa in caricodei minorenni scendendo daNord verso Sud;

    » il dato è inversamente pro-porzionale rispetto ai livelli dibenessere socio-economico dellesingole Regioni, che compongo-no le due Aree del Paese, mentreci si attenderebbe un maggiorlivello di bisogno per i minoren-ni del Sud;

     » ciò potrebbe indicare una mag-giore dicoltà dei Servizi Socialinel Sud ad intercettare e prende-re in carico i minorenni in statodi bisogno rispetto a quelli delCentro e del Nord. Al Sud si regi-stra una minore copertura dellesituazioni di bisogno rispetto aiminorenni dell’area Nord.

    Rispetto al genere dei minorenniin carico ai Servizi Sociali (Gra-co 3.2) la prevalenza dei maschi

    supera quella delle femmine: suscala nazionale infatti ogni millebambini/ragazzi i maschi in caricoai Servizi Sociali sono 50,2 mentrele femmine sono 45,3.

    In valore assoluto sarebbero234.904 i minorenni maschi incarico ai Servizi in Italia contro200.048 femmine.

    La prevalenza dei minorenni incarico cresce al crescere dell’età(Graco 3.3). Si passa, infatti, da29 bambini su mille in carico noa 3 anni, ai 54 tra 11 e 17 anni.Percentualmente preadolescentie adolescenti in carico ai Servizi So-ciali sono il 42,1% del totale, 28,2%i bambini nella fascia delle scuolaprimaria, l’11,2% quelli nella fascia4-5 anni e l’11,8% quelli in primainfanzia.

    Questi risultati, che mettono inevidenza come il Servizio Socialeintervenga soprattutto quando ibambini sono già cresciuti, sembre-rebbero confermare quanto notoda tempo in merito al nostro Paesedove emerge uno scarso sviluppo

    di servizi per la prevenzione pre-coce del maltrattamento, comerilevato anche dal recente GlobalStatus dell’OMS.

    Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

    19

  • 8/9/2019 Indagine Nazionale Sul Maltrattamento Dei Bambini e Degli Adolescenti in Italia Risultati e Prospettive 2015

    22/52

    Prevalenza dei minorenni in carico ai Servizi Socialiper area geograca sul totale della popolazione minorile Fonte: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - CISMAI - Terre des HommesRiferimento: Tabella in appendice E.1

    NB: 3 Comuni non hanno fornito il dato relativo al numerodei minorenni in carico ai Servizi Sociali

    NB: 9 Comuni non hanno fornito il dato relativo ai minori in carico per genere

    63,1‰

    44,5‰47,7‰

    30,5‰

    Nord

    media italianaCentro

    Sud

    3.1

    Prevalenza dei minorenniin carico per genere sul totaledella popolazione minorileFonte: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza -CISMAI - Terre des HommesRiferimento: Tabella in appendice E.2

    45,3‰ 50,2‰3.2

    Prevalenza dei minorenni presi in carico dai Servizi Socialiper fasce d’età sul totale della popolazione minorileFonte: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - CISMAI - Terre des HommesRiferimento: Tabella in appendice E.3

    29,1‰0-3

    4-5

    6-1011-17

    51,4‰

    50,9‰

    54,2‰

    3.3

    NB: 17 Comuni non hanno fornitola distinzione per età

    20

    Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza | CISMAI | Terre des Hommes

  • 8/9/2019 Indagine Nazionale Sul Maltrattamento Dei Bambini e Degli Adolescenti in Italia Risultati e Prospettive 2015

    23/52

    NB: 2 Comuni non hanno fornito il dato relativo ai minorenni in carico per maltrattamento

    3.4Prevalenza dei minorenni maltrattati su quelli presiin carico dai Servizi Sociali per area geograca Fonte: Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - CISMAI - Terre des HommesRiferimento: Tabella in appendice E.4

    Nord

    totale Italia

    Centro

    su 1000 minorennipresi in carico, quasi

    156 sono maltrattati

    su 1000 minorennipresi in carico, quasi200 sono maltrattati

    su 1000 minorennipresi in carico, quasi

    260 sono maltrattati

    su 1000 minorennipresi in carico, più di273 sono maltrattati

    Sud

    199,5‰

    155,7‰

    259,9‰

    273,7‰

    In questo paragrafo vengono ana-

    lizzati i minorenni maltrattati incarico ai Servizi Sociali italiani al31-12-2013.

    La stima indica che ci sono oltre91mila minorenni maltrattati inItalia.

    I minorenni in carico per maltrat-tamento, sul totale di quelli com-plessivamente seguiti dai Servizi

    Sociali, sono più numerosi al Sud

    e al Centro rispettivamente 273,7 e259,9 ogni mille minorenni seguiticontro i 155,7 casi al Nord (Graco3.4). In Italia ogni mille minorenniin carico ai Servizi Sociali circa 200sono seguiti per maltrattamento.

    Più in general