canYoning 27

20
notiziario dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2011 27 numero > il punto sul 2011 > ambiente il 9° raduno internazionale il RIC in Nepal e gli altri eventi forre pulite in evidenza > gocta dalle Ande ai Pirenei

description

Associazione Italiana Canyoning | notiziario "canYoning" n° 27 | novembre 2011

Transcript of canYoning 27

Page 1: canYoning 27

notiziario dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2011 27num

ero

> il punto sul 2011

> ambiente

il 9° raduno internazionaleil RIC in Nepal e gli altri eventi

forre pulite in evidenza

> goctadalle Ande ai Pirenei

Page 2: canYoning 27

ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONINGwww.canyoning.it ^ [email protected] c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)

in queste pagine ^ torrente Boggia (Bodengo) ^ Gordona ^ SO ^ foto nicoletta termine

luca dallari ^ presidente AIC

l ’ e d i t o r i a l e

“Si riparte, è quello che bisogna fare, è quello che va fatto,è il modo per onorare chi lo ha fatto sempre, con il ritmo nel cuore, con la luce negli occhi.Quel sorriso mi ha scaldato il cuore, mi ha dato una spinta,ho risentito la sua voce che mi ha detto di alzarmi, di divertirmi più che posso, di impegnarmi più che posso, di vivere più che posso.”

Queste sono le parole con cui un artista ha salutato un campione che faccio mie, io che non ho il dono di saper scrivere con parole quello che vorrei che gli altri provassero.Sono le parole con cui anche io voglio dare il commiato ad un amico, che è stato un esempio in quanto a passione ed entusiasmo.Maurizio Biondi, triestino, tecnico fuori dal comune, capace di inventare ed elaborare in maniera continua ed appassionata, anche dopo avere scoperto di essere malato.Per tutto questo tempo ha continuato la sua attività per l’associazione, per la sua SNC, e per il CNSAS.è stato tra i fondatori dell’AIC, direttore della Scuola Nazionale Canyoning dalla fondazione, nel 2000, per oltre dieci anni, membro della Commissione Forre del Cnsas e poi istruttore nazionale della Scuola Nazionale Forre del Cnsas stesso.Ha contribuito a dare un impronta moderna al torrentismo in Italia, introducendo e innovando tecniche oggi di patrimonio comune e diventando un punto di riferimento per chi ha fatto o fa parte di questa associazione.

Tutto questo a testimonianza di come Maurizio si sia dedicato alla vita e al torrentismo con un entusiasmo straordinario, divertendosi, impegnandosi, vivendo più che ha potuto.

Page 3: canYoning 27

27

indice

contributi la spedizione Gocta 2010 04

ambiente forre pulite : punti di vista 08

ambiente forre pulite : gli interventi 10

approfondimento le dinamiche di gruppo 12

SNC RIC 2011 in Nepal 12

agenda 360° info 16

news & info dove, cosa, come 17

associazione libertà è partecipazione 18

associazione PS al calendario 19

in copertinamaurizio biondi in azione

rio Stigia - Titschenbach ^ Salorno ^ BZfoto giorgio santi

num

ero

r edaz ioneluca dallari

daniele geunafrancesco michelacci

marta tosco

hanno co l laboratofrancesco berti

sebastiano broilierwin kob

bruno messananni pizzorni

contatt ic/o daniele geunavia madonnina 5

10065 pinerolo ^ [email protected]

realizzazione graficadallarik >< graphics

Page 4: canYoning 27

ca

nY

on

ing

4

nitu moreno

traduzione magui aguillar daniele geuna

La Leggenda narra che gregorio, abitante deL viLLaggio di cocachimba, durante una deLLe sue visite soLitarie a gocta, vide apparire una sirena neL cuore deLLa cascata.

gregorio prese a visitare La sirena di gocta, La quaLe Lo ricompensò degLi incontri con oro e pietre preziose che Lui custodiva geLosamente, nascondendoLi aLLa mogLie.

questa però, sospettosa dei ritardi di gregorio, trovò un giorno neLLe tasche deL marito uno di quei piccoLi tesori e decise quindi di seguirLo di nascosto fino aL fiume.

quando La sirena arrivò ed iniziò a parLare con gregorio, La mogLie non riuscì a contenere La geLosia e si diresse rumorosamente verso i due.

La sirena La vide e, rapidamente afferrato gregorio, scomparve con Lui neLLe profondità deLLa cascata.

di Loro non si seppe mai più nuLLa.

in ambito torrentisticoquesta impresa sportiva costituisceLa più aLta caLata ad oggiattrezzata e discesa

Page 5: canYoning 27

GOCTA 2010la spedizione

Page 6: canYoning 27

ca

nY

on

ing

6

Il 5 luglio 2010 nella provincia andina di Bongarà (Amazzonia peruviana) una squadra spagnola è riuscita ad equipaggiare, per discesa di tipo torrentistico, la quarta cascata più alta della Terra che, con i suoi 725 metri, supera il mitico Trou de Fer, il Ravine Blanch (640 m) e la Gran Cascata della Gavierne sui Pirenei francesi (442 m). Si tratta in campo sportivo, della più lunga discesa di cascata mai effettuata finora.Il 17 luglio tutti i componenti della spedizione si concentrano a Madrid per distribuire i materiali, all’una di notte il nostro aereo decolla per Lima: arrivo previsto alle 6 del mattino (ora locale). Effettuati alcuni acquisti e scambiati gli Euro per i Soles, partiamo sul furgone che abbiamo noleggiato alla volta della selva amazzonica: ci aspettano 24 ore di viaggio e 30 giorni di avventura. Il paesaggio si trasforma man mano che la meta si avvicina: da arido e roccioso, il colore della vegetazione prende il sopravvento. Al nostro arrivo al paese di Cocachimba (250 anime) nel distretto di San Pablo de Vallera cerchiamo con gli occhi la Grande Cascata e la vediamo per la prima volta: alta, imponente, maestosa...Il comitato di benvenuto a Cocachimba è costituito da Eliana ed Edison, 2 ragazzi

della comunità locale che, con grande generosità, ci hanno aiutato a superare tutti gli ostacoli di logistica che si ponevano, dal vitto all’alloggio, dalle guide per la selva al deposito dei materiali.Alla fine abbiamo risolto con 2 grandi tende che abbiamo montato e con le stanze di un ostello. Per il cibo abbiamo optato di servirci a rotazione da tutte le case che offrivano questo servizio (come per le guide), offrendo così un’opportunità a tutta la comunità.

Prime apertureFinalmente il 20 giugno abbiamo effettuato la prima incursione sull’altipiano di Gocta per verificare le vie d’accesso alle montagne. Un temporale ci sorprende verso mezzogiorno e possiamo osservare dal vivo l’impressionante risposta dei torrenti. Le inondazioni si verificano all’improvviso e il flusso passa da un livello minimo a uno impressionante in pochi minuti. Questa è la nostra prima lezione: se l’onda di piena ci sorprende sulle verticali non avremo molte possibilità di fuga. Installiamo anche un campo avanzato che ci servirà da supporto per le discese dei torrenti. Nei giorni successivi ci organizziamo in gruppi (discesisti, supporto, riprese video)

e riusciamo a scendere quattro canyon: il Golondrina Superior, l’Inferior, il Cucharita e il Lejia. Il primo contatto con la roccia ci serve per apprendere che le formazioni rocciose dei tratti superiori (arenarie) che danno origine a grandi verticali risultano essere troppo tenere per ancoranti ad espansione: ovviamo al problema con viti metalliche triangolari e ancoraggi chimici.Al contrario, le formazioni rocciose dei tratti inferiori (dolomie nodulari) risultavano molto dure, tanto che abbiamo consumato diverse punte del trapano. I giorni 25 e 26 giugno (nono e decimo di spedizione) li abbiamo spesi a studiare le difficoltà della Grande Cascata di Gocta: scopriamo che non esiste accesso alla parte superiore del torrente. Secondo i racconti delle guide un ingegnere di Lima con l’aiuto di due locali è riuscito a raggiungere la cascata, aprendo un sentiero a colpi di machete attraverso la giungla. Ma questo è successo più di due anni fa e la pista non esiste più. Decidiamo così di darci più tempo e ci dedichiamo a scendere il salto inferiore della Grande Cascata. Alle 6.30 del dodicesimo giorno iniziamo a l’avvicinamento al nostro obiettivo: i 540 m del secondo salto di Gocta. Alle 8.30 iniziamo la discesa.

Page 7: canYoning 27

ca

nY

on

ing

7

Un mancorrente di 50 m ci avvicina alla testa della prima cascata (80 m), dopo questo primo salto se ne susseguono altri otto (90, 10, 15, 25, 40, 60, 95, 140 m).Abbiamo scelto di scendere sul versante orografico destro, abbiamo trovato che fosse più protetto ma nonostante questo è pieno di muschio e molto scivoloso.Le difficoltà del terreno hanno fatto sì che la progressione sia stata lenta, quasi al buio riusciamo a installare l’ultima doppia e finiamo la discesa con l’ausilio delle frontali, ma con il conforto di sapere che le corde toccano il suolo.Il giorno seguente (29 giugno) una parte del gruppo va a riposare, mentre un’altra corre a esplorare Chorro Negro, un canyon con circa 500 m di verticali suddivisi in tre salti. Si conclude anche questa discesa a notte fonda (sta diventando un’abitudine).Nei giorni successivi ci impegniamo a esplorare altri torrenti (Mirano, Mata, Palomita Inferior, Escalon Inferior) e un temporale innalza di brutto i livelli della Grande Cascata, costringendoci a posticiparne ancora la discesa.

Il 4 luglio il volume dell’acqua sembra essersi abbassato e, preparata la logistica, ci avviciniamo. Anche se è una verticale più corta (231 m), in fondo abbiamo l’incertezza di non sapere che cosa incontreremo prima del salto. Alle 6.30 del 5 luglio con zaini e cavalli torniamo sopra Gocta. Due guide ci aiutano ad aprire un sentiero dall’affluente Isupata. Per accedere all’alveo di Gocta dobbiamo scendere due dislivelli di 15 e 40 m; altri due risalti li incontriamo prima della Grande Verticale. Sulla Grande Cascata scendiamo utilizzando le cenge lungo la linea che abbiamo individuato dal basso, anche se scopriamo che dei piccoli strapiombi ci costringono a effettuare qualche pendolo.La discesa del salto superiore viene effettuata con tre doppie (35, 70, 105 m), alle 16 raggiungiamo il nostro obiettivo: la discesa di Gocta è realtà.I giorni successivi vengono spesi a cercare ed aprire canyon minori nelle vicinanze: esploriamo anche alcuni torrenti con tratti ipogei e identifichiamo due possibili obiettivi per le future spedizioni.

Dal momento che il nostro progetto aveva come obiettivo l’esplorazione dei canyon, ma anche la cooperazione per lo sviluppo delle comunità locali, organizziamo con le autorità provinciali due momenti di incontro con le popolazioni locali.Spieghiamo loro il lavoro svolto e il possibile impatto del turismo sportivo; per gli abitanti di Cocachimba teniamo un seminario e un laboratorio di tecniche verticali (nodi, attrezzature, discesa di calate, etc), in cambio ci organizzano per il 13 luglio una festa di commiato. È in quell’occasione che consegniamo alla comunità una scorta di medicinali che abbiamo portato dalla Spagna e, anche grazie ai materiali provenienti dalle sovvenzioni, lasciamo molto materiale didattico alle scuole locali.È con grande tristezza che il 15 luglio lasciamo Cocachimba e la selva amazzonica del Perù con la promessa di tornare per continuare il nostro viaggio e la cooperazione.

squadra Gocta 2010Amancio Catalán, Antón Sendra, Antonio Salguero, Carlos Sánchez, Cecilio López, David Bueno, Jesús Antoranz, José Antonio Catalán, José María Orihuela, José Martínez, Juan Calleja, Juan Miguel Moreno, Marisa Piedra y Xavier Munné.

spedizione del 2011 Tra maggio e giugno 2011 una squadra formata da Nitu e Charly ha effettuato un sopralluogo in previsione di una nuova spedizione nel 2012. I risultati sembrano incoraggianti: vengono individuate nuove forre e con esse nuove grotte da esplorare, non mancano sorprese dal punto di vista archeologico, diversi resti ben conservati lungo i canyon e nelle grotte.Continua il lavoro per la diffusione del nostro lavoro attraverso la pubblicazione di articoli sui principali quotidiani peruviani, il filmato della spedizione 2010 - presentato in prima italiana al Raduno di Tavagnasco e Donnas 2011 - viene proiettato all’Inkafest di Huaraz.

Attualmente si sta lavorando alla prossima spedizione Yubilla 2012 per continuare il lavoro iniziato nella zona, tra gli altri obbiettivi la formazione di guide locali per l’accompagnamento nei canyon.

altre informazioni su www.barrancosenperu.es

Page 8: canYoning 27

ca

nY

on

ing

8

forre pulite

interviste di bruno messa

tratte da Internet

gruppi strutturati hanno realizzato alcuni interventi sul proprio territorio, altri associati di varia provenienza si sono aggregati per realizzare interventi in luoghi anche assai distanti dalle loro residenze, altri ancora non hanno risposto alla chiamata ritenendola una operazione inutile o astenendosi dal porsi il problema.Senza avere alcuna pretesa di esprimere giudizi assoluti, ma con l’idea di far maturare nei lettori una posizione consapevole in merito, abbiamo sottoposto ad alcuni

“prototipi standard” di psicologia torrentistica poche domande circa le campagne di pulizia dei torrenti.

Con l’idea di lasciare loro assoluta libertà nelle risposte abbiamo inoltre deciso di citare le nostre “fonti” con nomi di fantasia, in modo che non si sentissero limitate dal successivo giudizio dei lettori.

Colonnello Douglas MortimerI: Buongiorno Colonnello Mortimer, vorremmo innanzitutto chiederle cosa pensa delle periodiche iniziative di pulizia dei torrenti promosse da AIC su tutto il territorio nazionale?Col. D: Il mio giudizio spietato è che siano semplicemente inutili: ininfluenti ai fini della pulizia dei torrenti, inconcludenti per ciò che attiene all’improbabile educazione etica di coloro che riversano pattume dai tornanti e futili dal punto di vista del torrentista.I: Colonnello non le sembra di essere eccessivamente critico in proposito?

Col. D: Mi avete chiesto un parere e ve l’ho dato, se volevate “balle” dovevate specificarlo nella formulazione del quesito.I: Quali altre soluzioni vedrebbe allora al problema dello scarico indiscriminato del ciarpame nei torrenti?Col. D: Escludendo le pene corporali, per le quali non abbiamo giurisdizione, sono convinto che un’ottima soluzione potrebbe essere scaricare vagonate di rifiuti sugli usci di casa dei responsabili, allo scopo di renderli consapevoli delle proprie azioni per via di reciprocità.I: Si rende conto che tali azioni sfiorano l’illegalità e sono certamente fuori da qualsiasi via percorribile da una associazione come AIC?Col. D: Se volevate una soluzione da Pulcinella dovevate chiederla a Pulcinella, se ne volevate una da Yogi dovevate telefonare a Yellowstone, se chiedete al Colonnello D. Mortimer questa è la mia risposta.I: Parliamo allora di quale sia la sua opinione sui soci che partecipano a questi interventi.Col. D: Vedo eco-idealisti che non comprendo, entusiasti associazionisti che non comprendo e perditempo avventurosi che non comprendo, sostanzialmente potrei dire che non comprendo la sua domanda.I: Vorrebbe aggiungere qualcosa a conclusione di questa breve intervista?Col. D: Una volta El Indio mi ha detto che se un uomo con la pistola incontrava un uomo con il fucile, quell’uomo era morto, credo sia vero.

Mr. PinkI: Buonasera Mr. Pink, so che si trova in latitanza a Los Angeles e cercherò di essere breve per evitare che possano rintracciarla. Cosa pensa Mr. Pink delle iniziative come

“puliamo il mondo” e più nello specifico degli interventi nei torrenti in cui si pratica il canyoning svolti dai soci AIC nelle passate stagioni?Mr. P: Innanzitutto non mi va che continuiate a chiamarmi Mr. Pink, se volete potreste chiamarmi Mr. Green; un nome che ritengo assai più adatto al ruolo che rivesto in questa felice quanto precaria occasione.I: Non ci consideri irrispettosi Mr. Pink, ma se ci rivolgiamo a lei lo facciamo in funzione della sua notorietà con tale nome, diversamente tanto varrebbe richiedere un parere anonimo.Mr. P: D’accordo d’accordo, ma per favore limitiamoci ad un più breve Mr. P.I: Va bene Mr.P, come risponde quindi alla nostra domanda?Mr. P: Sono naturalmente entusiasta di ogni iniziativa ecologica e sono in particolare soddisfatto per quelle più recenti, che hanno visto la sinergia di forze diverse come Lega Ambiente, i comuni, il Soccorso e naturalmente l’Associazione italiana Canyoning.I: Lei ha mai partecipato a queste uscite e cosa ha provato nel farlo?Mr. P: Certo che ho partecipato, cerco di organizzarne almeno una all’anno e trovo che siano un momento per dare al torrentismo un senso che va al di là della semplice esperienza

Colonnello Douglas MortimerPer qualche dollaro in più, 1965, Sergio Leone“Quei due piuttosto che averli alle spalle è meglio averli di fronte, in posizione orizzontale... possibilmente freddi”

Mr. PinkLe Iene, 1992, Quentin Tarantino“Anch’io una volta ho lavorato al minimo sindacale ma non ero tra i fortunati che la società considera degni di mance”

Capt. Hector BarbossaPirati dei Caraibi, 2007, Gore Verbinski“Bracciate il pennone sottospecie di mozzi! È il giorno della morte che dà alla vita il suo valore!”

Dr. StranamoreIl dr. Stranamore, 1964, Stanley Kubrick“Coi reattori nucleari potremmo disporre di energia per secoli. Col sole artificiale manterremmo la vita vegetale, potremmo allevare gli animali e macellarli!”

Nelle ultime stagioni AIC ha patrocinato numerose iniziative di pulizia di torrenti in tutta Italia ed in proposito la risposta da parte dei soci è stata di volta in volta diversa;

1

Page 9: canYoning 27

ca

nY

on

ing

9

personale, un’occasione per promuovere l’idea che l’azione comune di uomini di buona volontà sia in grado di cambiare in meglio le cose e le persone. Sento in verità che siano eventi in grado di fare di ciascuno di noi una persona migliore.I: Non le pare di esagerare? Parliamoci chiaro, si tratta di iniziative frammentarie che non cambiano certo il mondo, ed il suo entusiasmo, ancorché legittimo, mi pare un po’ fuori luogo, soprattutto in considerazione del riscontro numericamente limitato dei soci AIC. Parliamo di poco più di due dozzine di partecipanti su un volume di 600 soci attivi nell’anno 2010, non è certo un movimento di massa con effetti globali.Mr. P: Ha naturalmente ragione in ogni sua cinica valutazione dei fatti, la vorrei però invitare a riflettere su alcuni punti: già il fatto che queste azioni limitate ci diano la possibilità di portare alla comune attenzione il problema è un oggettivo miglioramento della situazione; il fattivo supporto di AIC è un solco in cui far crescere analoghe iniziative nei prossimi anni, quando speriamo che i numeri dell’associazione saranno lievitati, magari di un fattore 10, inoltre l’entusiasmo è un elemento per così dire socio-virale ed io confido in un contagio, magari lento, ma costante e senza limiti.I: Cosa pensa quindi dei partecipanti a queste azioni e soprattutto cosa pensa di quei soci che non hanno partecipato?Mr. P: A coloro che si sono sporcati le mani penso come a degli illuminati, degli altri penso che forse non siano ancora stati raggiunti dall’illuminazione pubblica e che debba essere dovere di AIC “portare loro la luce”, come dicono i miei amici galeotti Jake ed Elwood Blues. Ora pero sento delle sirene un paio di isolati a nord e vorrei evitare che qualcuno mi noti cosi vestito da becchino ad un telefono pubblico, mi ha fatto piacere parlarle. Dimenticavo un’ultima cosa, mi raccomando una certa riservatezza con i detective che dovessero contattarla dopo la pubblicazione.

Dottor StranamoreI: Buongiorno Her Doctor, mi posso rivolgere a lei in questi termini Her Doctor?Dott. S: Certo certo, anke se sono macciore penzatore di pianeta lei non teve di sentirsi intimitito da kvesta enorme disparità intellettiva, ya?I: La domanda che ho già rivolto ad altri torrentisti è stata ed è anche per lei:” cosa pensa delle periodiche iniziative di pulizia dei torrenti in cui si pratica il canyoning?”Dott. S: Kvelo che io pensa è che, da uno stretto punto ti fista ekologhico, kveste iniziative non puliscono significativamente il torrente; sono uno poko come di passare aspirapolvere ti kasa tua dentro ti segheria industriale, kvalkosa aspiri ma trukioli saranno sempre troppi e segheria ne proturra sepre più ti kvanti tu possa di aspirare, ya? Kvelo che io pensa da un punto ti fista più ghenerale è ke tali iniziative anno un inkommensurabile ritorno di immaghine per AIC e, cosa ancor più importante, per torrentismo.I: Si potrebbe dire che abbiano un elevato valore di marketing e un’inferiore valenza pratica quindi?

Dott. S: Ya, naturlich.I: Non mi consideri insensibile ai problemi ecologici, ma mi può spiegare perché un torrentista standard, soggetto universalmente noto per essere scarsamente avvezzo ai problemi di immagine e assai più propenso alla fisica e tangibile natura delle cose, dovrebbe intraprendere una iniziativa di marketing, attività universalmente annoverata fra le più alte espressioni di frittura aerea?Dott. S: Kvesto tuo, piccola testolina pensante, è un legittimo raghionamento; kvelo che a te manka e il concetto ti prospettiva, tu raghiona in 2 timensioni come farebbe lucertola in deserto, non in uno universo multitimensionale come fa ti scienziato in mondo. Raghionando con una prospettiva temporale 0, tua valutazione ha uno suo senso loghico. Con una prospettiva temporale ti settimane o mesi tuo ragionamento comincia a skrikkiolare. Con una prospettiva anche ti pochi anni, cosa utile se tu non ha intenzione di morire in un futuro relativamente prossimo, è facile intuire ke pulizia di torrente è una iniziativa ti altissimo valore propagandistico. Se AIC pulisce torrente con supporto ti Komune territorialmente competente, fa bella figura con komune che fa bella figura con elettore, komune è primo elemento per proteccere torrente perchè può limitare inquinamento e può sostenere torrentismo in seno a superiori istituzioni; inoltre pulire, contrariamente a sporcare, è azione universalmente conosciuta come positifa e canyoning difenta elemento traslato ti positifità, senza contare che tu fa una puona azione e chi non si sente più meglio se fa puona azione. Il cittadino poi non sa che cosa sia il canyoning e in maggioranza pensa che sia andare in barka con pagaia tra i boski, come gondoliere ti montagna: se invece fede donne maskerate da Eva Kant e uomini mascherati da Diabolik aggirarsi per interfenti akrobatici tesi alla pulizia di luoghi bellissimi e segreti delle sue stesse vicinanze, sua percezione di torrentismo cambia, o quantomeno comincia ad esistere una percezione di torrentismo in ti suo cervello, come un seme da cui può sbocciare fiore, anche se in alcuni casi anche pianta infestante. Partecipare a pulizia ti torrente da quindi ad AIC magghiore visivilità istituzionale e a torrentismo maggiore visibilità assoluta, oltre a portare un limitato miglioramento ti torrente. In ultimo suggerisco una ulteriore racione statistica per partecipare a ti queste missioni, se si considera che dai cavalcavia e dai tornanti vengono a folte tismessi corpi di reato turante inseguimenti, è certamente più probabile trovare malloppo frutto ti effrazione in caveau ti banka svizzera su fondo di torrente tiskarika piuttosto che su spiaccia o in ristorante alla mota, perché non considerare kvesto un ottimo motifo per partecipare.

Comandante Hector BarbossaI: Parler, Parler !!!!! Non mi trafigga con quell’enorme spiedo comandante la prego, sii buonino.Cmd. B: Invocare il “parler” mi costringe ad ascoltarla prima di gettarla ai pescecani, mi dica dunque di cosa intende parlare marinaio.

I: In effetti non sono un marinaio, sono qui come emissario della redazione del periodico AIC solo per intervistarla brevemente in base alla sua smisurata esperienza di torrentista circa gli interventi di pulizia dei torrenti percorsi dai “canyoners”.Cmd. B: Ma se è un inviato di quei cani maledetti dell’AIC doveva dirlo subito, non le avrei affondato il bastimento.I: Guardi non c’è problema, al momento mi accontenterei di essere lasciato su un atollo lungo una battuta via commerciale alla fine dell’intervista e se nel frattempo mi facesse slegare lo apprezzerei tantissimo.Cmd. B: Spari dunque, inviato.I: Grazie Comandante, mi si stavano staccando le mani da tant’erano stretti i legacci. Qual è dunque la sua opinione sulla uscite in torrente per il rastrellamento della mondezza che ivi vi si arrovoglia a causa delle sconsiderate azioni umane?Cmd. B: Sostanzialmente la cosa non mi interessa.I: In che senso Comandante? Sappiamo che lei è un torrentista di lungo corso ed ha al suo attivo centinaia di forre, com’è possibile che non abbia una opinione in proposito?Cmd. B: Questo non è ciò che ho detto, io ho una opinione e tale opinione è che l’attività di pulizia dei torrenti non mi interessa.I pezzi di plastica nei torrenti sono come la polvere sotto gli armadi a 8 ante, non se ne accorge nessuno, a parte mia nonna che è paranoica della pulizia; che senso avrebbe togliere quella polvere quando l’unica occasione in cui la rivedrò sarà forse tra 25 anni in occasione del prossimo trasloco; senza contare che poi, in quel remoto futuro, rimarrà comunque in eredità al nuovo inquilino?I: Perché allora pensa che molti torrentisti partecipino attivamente a queste iniziative?Cmd. B: Non so quali siano le loro motivazioni, forse hanno più illusioni ed ideali di quanti non possa averne un pirata indurito da decenni di imbarchi e mille battaglie.I: Si definirebbe un disilluso dei sette mari e dei mille torrenti, se così si può dire?Cmd. B: Non proprio, diciamo che dal mio punto di vista è preferibile percorrere con piacere erotico torrenti non intasati da reflui maleodoranti o pieni di ciarpame

“metalloplastico”, piuttosto che ripulire siffatte cloache come uno spazzino in neoprene; è un po’ come se preferissi abbordare galeoni zeppi di ricchezze invece di soccorrere i deportati di navi schiaviste alla volta delle Americhe, certo l’impatto etico delle due cose è evidentemente diverso, ma io faccio canyoning mica il frate francescano. Ci vuole vocazione per certe cose.I: Allora comandante io remo in quella direzione per 2 giorni e arrivo a Savona, non è che mi fate uno scherzo e muoio di stenti in pieno Pacifico?Cmd. B: Vadi sicuro, non faccio scherzi a quelli di AIC, mia zia era anche lei celiaca e io rispetto le opere caritatevoli.I: Allora addio comandante.Cmd. B: Addio ddio dio io o....

Nomi,cose, luoghi e fatti qui narrati sono frutto di pura invenzione e non si riferiscono, se non incidentalmente, a elementi reali, ma anche forse no.

Page 10: canYoning 27

10

ca

nY

on

ing

forre pulite2gi

anni

di s

alv

o |

mile

na a

rgio

las

le forre, i lavori, le foto, gli artefici degli interventi di pulizia svolti nel 2011 grazie al progetto Puliamo la Forra:

Isernia, Toscana e Sardegna

pulizia del rio selvano (Fosso delle Pilli)Comune di Fabbriche di Vallico | Lucca

realizzata prevalentemente da soci apians, soci AIC, una guardia forestale, alcuni amici del CNSAS e altri torrentisti

La pulizia di questo torrente è iniziata, in maniera saltuaria, praticamente dalla sua scoperta, una quindicina di anni fa, ma negli ultimi anni è stata fatta ad inizio di ogni stagione, più o meno sempre dalle stesse persone. Considerando che il fosso era la naturale discarica degli abitanti dei due borghi a monte e che probabilmente oggi gli incivili sono ormai quasi estinti, tutto il materiale che arriva in torrente negli ultimi anni è probabilmente portato dalle acque piovane che lo raccolgono dai tanti casolari e metati (ndr - un piccolo edificio o locale, realizzato in pietra o mattoni, destinato alla essiccazione delle castagne; denominazione è tipica dell’Appennino tosco-emiliano - fonte Wikipedia) presenti sulle due sponde che ancora oggi vengono usati come appoggio nella piccolo agricoltura del luogo.La pulizia del torrente ha spesso riguardato anche la rimozione di tronchi trasportati dalle piene, spesso casusa di situazioni di grosso pericolo, oltre al taglio con seracchi e motoseghe; in alcuni casi si è provveduto all’immersione con respiratori per andare a porre il taglio direttamente sul fondale.Ci auspichiamo che tale evento possa ripetersi tutti gli anni, allargando sempre più la cerchia dei volontari “spazzini”.

Materiale recuperatotubi di plastica, cassette di plastica, fili di ferro e rame, sacchetti di nylon, bottiglie di plastica, parti di sedie in metallo, grosse parti di bidoni in plastica e metallo, scarpe e tessuti, pezzi di polistirolo e lamiere.

pulizia della forra di sarcerei Comune di Gairo | Ogliastra

testo di Milena Argiolasintervento realizzato dal Gruppo Spaccaforra di Sassari, gruppi speleo di Cagliari, Oristano e Nuoro e altri torrentistiì

Si è svolta ieri la prima Forre Pulite della Sardegna, location Gairo, forra Rio Sarcerei, uno stupendo canyon purtroppo utilizzato anche come discarica abusiva, vista anche la vicinanza della strada.

Grazie alla presenza di ben 56 volontari arrivati da tutta l’isola e alla passione di un assessore del Comune di Gairo che ci ha messo a disposizione buste per la raccolta, mezzi per lo smaltimento, il supporto dei barracelli e un’ambulanza, siamo riusciti a pulire interamente la forra.Al suo interno abbiamo recuperato: materiali ferrosi, dalle carcasse di auto alle ruote di macchina con tanto di pneumatici, dalle reti metalliche e filo spinato ai materassi che spesso erano completamente inglobati nelle radici degli alberi (Sarcerei è in un bosco di castagni), lavatrici, termosifoni, bombole di gas, bottiglie di vetro e di plastica, buste, senza dimenticare svariati cadaveri di macellazione probabilmente clandestina.La cosa più incredibile è stata la presenza di centinaia e centinaia di cassette di polistirolo con cui, nella prima parte, abbiamo “creato” una montagna alta più di 4 m poi parancata fuori; lungo il resto del torrente invece lo stesso polistirolo era completamente sgretolato e abbiamo riempito una decina di sacconi.

Mi preme ringraziare tutti i torrentisti presenti e i gruppi speleo di Cagliari, Oristano e Nuoro, grazie al loro lavoro volontario hanno fatto sì che Sarcerei riprendesse a respirare e grazie al loro buon umore lavorare è stato un vero divertimento.

L’augurio è che gli abitanti di Gairo, prima di lanciare i loro sacchetti nel canyon, si ricordino che dentro il loro bel paese hanno tanti bei cassonetti colorati atti allo scopo.

Domenica 30 Ottobre si torna a Sarcerei per completare l’opera di pulizia.

Page 11: canYoning 27

pulizia del rio san michele a foce Comune di Castel San Vincenzo | Iserniatesto di Gianni Di Salvo

campo base onlus di Isernia è un’Associazione non lucrativa impegnata da anni nella tutela e nella valorizzazione dell’ambiente, in particolare quello della montagna molisana. Affiliata all’Associazione Italiana Canyoning,

ne condivide appieno gli obiettivi, miranti la divulgazione del torrentismo nonché l’assoluta tutela dei canyon e dei relativi corsi d’acqua disseminati su tutto il territorio nazionale.Nell’ottica di tale filosofia, ritenne valida la condivisione del progetto denominato Clean up the world 2009. Un’operazione che coinvolse il personale di Campo Base Onlus nella pulizia di tre forre in Molise, tra cui forse la più bella della Provincia di Isernia, in pieno Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, la forra di san michele a foce, situata nel comune di Castel San Vincenzo (IS), ai piedi del massiccio delle Mainarde Molisane.In quell’occasione furono recuperati circa 25kg di rifiuti di ogni genere, compresi pezzi di elettrodomestici.

A due anni di distanza siamo lieti di aver aderito all’iniziativa Clean up the World 2011, inserita anche nell’ambito del progetto del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise denominato Finestrini sul Parco.Domenica 25 settembre, una nostra squadra di forra, ha realizzato la pulizia dell’alveo del torrente che scorre ai piedi dell’eremo di San Michele, contemporaneamente un’altra nostra squadra si è occupata di ripulire la zona del parcheggio e il sentiero che giunge all’eremo.In totale sono stati recuperati più di 20 kg di materiale plastico e metallico.Ci dispiace però comunicare che alcuni manufatti metallici restano nell’alveo perché troppo pesanti da poter essere portati fuori nella stessa giornata. Il tempo meteorologico instabile ci ha suggerito di completare la discesa della forra nel più breve tempo possibile per non mettere a rischio l’incolumità dei volontari intervenuti. Ci ripromettiamo però di recuperare il suddetto materiale quanto prima.Piena soddisfazione è stata espressa dal Presidente di Campo Base Onlus, dr. Antonio Cardillo il quale, ringraziando l’AIC, l’Ente Parco e tutti i partecipanti alla delicata operazione, ha dato appuntamento alla prossima bonifica.Riteniamo che si siano create le basi per un dialogo proficuo con le istituzioni locali e con l’Ente Parco, per sensibilizzare la popolazione verso le tematiche ambientali, nonché per far conoscere lo spirito che accomuna tutti i torrentisti, nella pratica di quest’attività.

Page 12: canYoning 27

ca

nY

on

ing

12

approfondimentogi

ovan

ni p

izzo

rni

Nel corso degli anni mi sono trovato più volte a dover affrontare situazioni imbarazzanti, nel momento di decidere se affrontare o no una discesa, a seguito dei fatti venutisi a creare.Un esempio tipico e chiarificatore è quello di trovarsi ad affrontare una discesa in condizioni (portata, meteo,situazione degli ancoraggi, numero o livello dei partecipanti etc) ben diverse da quelle che avevamo preventivato o immaginato.E’ chiaro che una posizione di completa incoscienza, ovvero la non percezione del problema, ci pone completamente al riparo dal dover fare valutazioni e scelte conseguenti; ma se, per esperienza vissuta o innato buonsenso ci rendiamo conto di incamminarci in un sentiero del quale non vediamo chiaramente la meta, diventa un obbligo morale affrontare il problema e porvi rimedio.La questione assume un rilievo ancora maggiore se, per motivi di esperienza, livello tecnico, capacità fisiche, innata visione strategica, carisma, ricoprite un più o meno palese ruolo di leader.Prima di approfondire le situazioni è d’obbligo procedere a una classificazione dei gruppi all’interno dei quali ci potremmo trovare: la tipologia del gruppo determina in maniera preponderante tutte le scelte successive. Al fine di chiarire meglio il quadro espositivo, dividerò in sezioni le varie situazioni al fine di rendere più chiaro e semplice il quadro anche con l’aiuto di esempi concreti

1) Gruppi a gerarchia definitaSono i gruppi all’interno dei quali le gerarchie e i ruoli sono predefiniti e determinati da precisi criteri di selezione e di merito. Il tipico esempio è quello delle squadre di soccorso del CNSAS all’interno delle quali il ruolo e le prerogative del capo squadra sono accettate e rispettate da tutti i componenti in maniera pseudo-militare.

2) Gruppi a gerarchia accettataSono i gruppi all’interno dei quali le

gerarchie e i ruoli vengono concordati (e di conseguenza accettati) anticipatamente. L’esempio di riferimento è quello dei corsi ove il ruolo dell’istruttore è indiscutibile e quello dell’allievo non è suscettibile di

“interpretazioni”.

3) Gruppi Orizzontali di I°, II° e III° categoriaSono gruppi formati da persone con caratteristiche tecnico-fisiche pressoché uguali: dette caratteristiche possono essere di livello alto, medio e basso. Nel primo caso, l’alto livello dei componenti rende superfluo il ruolo del leader: le decisioni sono concertate in modo rapido e preciso e rendono oltremodo efficace l’operatività della squadra. Nel secondo caso il livello medio dei componenti pone tutti sullo stesso piano creando situazioni di confusione e incertezza. Nessuno ha il coraggio di imporsi ma tutti vogliono dire la loro. Nel migliore dei casi tutto si risolve con tediose perdite di tempo, nel peggiore si va a litigare. Nel terzo caso il livello basso dei componenti pone pochi problemi dal punto di vista conflittuale poiché tutti sono consci della loro “pochezza”. Se le difficoltà sono commisurate ai partecipanti (forra facile) la gita si trascinerà con tempi geologici ma con scarsi pericoli; in caso contrario può accadere di tutto!

4) Gruppi Verticali di I° e II° categoriaSono gruppi formati da persone con caratteristiche tecnico-fisiche molto diverse fra loro. La suddivisione in categorie è determinata dal fatto che le persone si conoscano fra di loro o meno; le due categorie vengono ulteriormente suddivise in Ia° e IIa° in base al livello medio espresso dalla squadra che viene tarato sul componente più debole. (in seguito, attraverso esempi, chiarirò meglio i criteri di classificazione).

Effettuata questa doverosa classificazione, possiamo passare ad analizzare nello

specifico l’argomento della nostra trattazione: appare chiaro che non andremo a sviscerare le problematiche dei gruppi 1, 2 e 3 in quanto esulano da ciò che siamo proposti, per dedicarci interamente al gruppo 4.

I gruppi verticali di I° e II° categoria sono quelli che, tipicamente si vengono a formare durante i raduni estivi, mini-raduni e incontri di torrentismo in genere.

I° CategoriaI gruppi di prima categoria, in teoria, dovrebbero essere al riparo da problematiche gravi: la gente si conosce e quindi non si va incontro a spiacevoli sorprese. La persona/e di maggiore esperienza e preparazione è quella che verosimilmente “ prenderà per mano” l’intera squadra sin dalle prime fasi, ovvero dalla scelta del percorso. Detta scelta dovrà essere tarata sulle “caratteristiche” dell’anello debole. La conoscenza del percorso e la presenza di persone di fiducia possono far tendere la scelta anche su percorsi con difficoltà più marcate. Ho usato il condizionale perché , molto spesso, entrano in gioco variabili che scombussolano completamente le carte in tavola. Esempio: durante il raduno di fine anno in Sardegna si muove un gruppo di 13 persone alla volta di Piscina Irgas. Canyon che, in condizioni normali è da ritenersi facile, si presentava con una portata superiore ai 300lt/sec, facendolo diventare automaticamente per “specialisti”. Alla partenza della forra incominciano le discussioni; ognuno vuole dire la sua e le frasi sono del tipo: “c’è troppa acqua , torno indietro”, “noo.. si può fare”,” dividiamoci in due squadre”, “ma io ce la potrei fare?” etc. Fortunatamente, in questi casi, la cosa da fare è molto semplice: se è possibile si va a fare un’altra cosa, in caso contrario tutti al bar. (Infatti siamo andati a fare Muru Mannu e la giornata è andata alla grande). Assolutamente da non fare è dividere la squadra. Per esperienza vissuta

analizziamo le diverse tipologie di gruppi per capirne le dinamiche e le problematiche

le dinamiche di gruppo nel canyoning

gior

gio

ma

uri

Page 13: canYoning 27

ca

nY

on

ing

13

è la madre di tutti gli errori: è impossibile pronosticare che cosa accadrà. E’ una scelta saggia che non lascia scontenti. Anche quelli che avrebbero potuto fare la discesa devono farsene una ragione:se si va ad un raduno, si deve essere disposti ad accettare le regole del gioco. Se voglio fare la forra a tutti i costi vado con la mia squadra abituale. Al raduno ci sono altri valori in gioco.

I° Categoria “a”Le persone sono conosciute e con buona preparazione torrentistica. In altre parole sappiamo quali sono i limiti e ne conosciamo anche le potenzialità; ma cosa ben più importante sappiamo come rispondono allo stress, alla fatica, agli incitamenti, agli insegnamenti. Con questo tipo di squadra, in linea di principio non ci sono limiti a ciò che si può fare, ovviamente, nel rispetto dei valori e dei compiti assegnati. E’ la classica squadra con la quale si può anche andare in esplorazione o a fare canyon “ambiziosi”. Cito un esempio per tutti:Sara, la compagna di Skeno. Torrentista di buon livello ma di sicuro non uno “squalo da acqua bianca”! Viene abitualmente in esplorazione svolgendo con diligenza i compiti che le vengono assegnati. Questo è il suo grande punto di forza: ascoltare e applicare quello che viene indicato. Se a questo si unisce il fatto che si fida dei suoi compagni il gioco è fatto: ha fatto il Mondelli con una acqua che molti (e dico molti) non hanno mai visto. Ovvio, sulle prime era timorosa ma poi, una volta capito il gioco, tutto è filato liscio.

II° Categoria Ci troviamo insieme a persone che non conosciamo e che ci lasciano “perplessi” sulle loro potenzialità. Potrà sembrare un discorso brutale ma l’esperienza permette di fare valutazioni anche a prima vista. Esempi concreti potrei farne a decine: persone in sovrappeso, bambini, attrezzatura

“discutibile”, assenza di strategia (nessuno si preoccupa delle corde, della trousse d’armo etc), persone che arrivano in ritardo, chiacchieroni, gente che parte senza sapere dove andare e chi più ne ha più ne metta. In queste condizioni è d’obbligo un approccio altamente prudenziale: la legge di Murpy la farà da padrona. Come potenziale leader assumo questo tipo di comportamento: scelta oculata del percorso, ovvero, forra che conosco alla perfezione. Unitamente alle mie potenzialità, ovvero conoscenze tecniche e preparazione psico-fisica, la perfetta conoscenza dell’ambiente mi permetterà di rimediare a qualsiasi inconveniente.Questo non è delirio di onnipotenza ma puro

e semplice buon senso: entro in quella forra con quella squadra perché sono certo, al di la di ogni ragionevole dubbio che qualunque cosa accada sarò in grado di porvi rimedio. Se non fosse così sarei un incosciente. Questo è il classico caso di quando porto gruppi di scout in forra: divertimento assicurato ma nell’assoluta sicurezza. Ma la stessa cosa è accaduta durante il raduno estivo in occasione delle gite organizzate dalle scuola .

II° Categoria “a”In questo ultimo caso ci troviamo insieme a persone che non conosciamo ma che per tutta una serie di motivi ci ispirano fiducia: nell’incontro preliminare, ti accorgi già dalle parole che i toni sono misurati ma esprimono sicurezza e buon senso. L’approccio è garbato ma attento: anche la persona che ti sta di fronte ti sta studiando e sta facendo le sue valutazioni. Valutazioni che non durano ore: quando si parla la “stessa lingua” è facile comprendersi; e quando ci si comprende non bisogna parlare per ore “di questo e di quello”: ci si dividono gli incarichi e si stabilisce l’appuntamento per il giorno seguente. E’ quello che è accaduto questa estate al raduno. Dopo i primi giorni di pioggia c’era la necessità impellente di discendere forre per valutarne la fattibilità per i partecipanti. Dopo la valutazione

“visiva” del lunedì pomeriggio della parte alta del Rasiga, avevo deciso di andare a fare la parte bassa il giorno successivo. Manifestata la mia intenzione in zona segreteria vengo avvicinato da una francese che solo dopo scopro essere Marie Crousier che mi chiede se può, insieme a due suoi amici aggregarsi per la discesa. Dico di si perché mi sento in una botte di ferro: prima del raduno ho già fatto il Rasiga 3 volte e, quindi, ho le idee molto chiare. In più, avendo visto la portata della parte alta do per certo, che dopo la captazione sarà un gioco da ragazzi.Classicamente vengo smentito dai fatti: la parte alta ha meno acqua della bassa dopo la captazione! Ciò è dovuto al fatto che il tubone che arriva dall’altra valle rilascia tanta acqua! A questo punto nel Rasiga ci sono 300lt/sec e i francesi mi chiedono cosa fare! Non sono mai andato in forra con loro! Mi viene una idea geniale e gli domando :se non ci fossi stato io sareste entrati? Mi rispondono “probabilmente si”. Mi basta, si parte. Scopro sin dalle prime battute dei compagni attenti e preparati con i quali ci si intende con un colpo d’occhio. La discesa è impegnativa ma la squadra è all’altezza.

CONSIDERAZIONI FINALI1) Appare chiaro che la trattazione non può ritenersi esaustiva dell’argomento: la mutevolezza dell’ambiente forra unitamente alla complessità dell’elemento umano rendono impossibile la definizione di situazioni chiare e , di conseguenza, la stesura di protocolli da applicare di volta in volta. Lo scopo di questo articolo non è dare delle soluzioni ma, bensì, evidenziare un problema sino ad oggi ignorato o sottovalutato. Ognuno, ripensando al suo vissuto, potrà elaborare l’argomento valutando gli errori commessi al fine di non ripeterli in futuro.

2) Per esperienza vissuta, c’è una cosa che posso affermare con assoluta certezza: lo smembramento del gruppo è sempre e comunque un errore. Sono giunto a queste conclusioni dopo anni di attese estenuanti durante le quali mi sono accorciato la vita. Dividere il gruppo per fare cose diverse implica inevitabilmente che una delle due squadre finirà per prima e dovrà attendere l’altra. L’attesa è di per sè logorante quando si è nei tempi preventivati, figuriamoci quando si va fuori tempo massimo e incomincia a venire buio!

3) Quando vado con gruppi che non conosco mi fido soltanto delle mie valutazioni. Quello che mi dicono altri, magari anche conoscenti, sulle caratteristiche e le qualità di caio e sempronio, lo considero alla stregua di una informazione dubbia e, quindi , da prendere con estrema cautela. (se non addirittura da ignorare). Troppe volte ho visto persone decantate come “draghi da forra” fare cose da mettersi le mani nei capelli.

4) E ,infine, quando andiamo con persone al di fuori della nostra cerchia abituale, non dimentichiamo che anche se non sono nostri amici stretti, siamo stati noi a scegliere di andare con loro! Unirsi a un gruppo per avere la garanzia della navetta, delle corde, per andare a “smarcare”, perché c’è una donna che mi interessa, per un passaggio in auto, perché altri mi hanno “mollato” o “tirato il pacco” etc…è una cosa di una tristezza abissale. Spero di affermare una idea condivisibile se dico che il canyoning è molto di più.Il Raduno in Ossola ha voluto incarnare proprio questa idea attraverso tutte le manifestazioni e attività proposte:gli incontri con i locali, le gite “internazionali” con la scuola, il cenone finale sono gli ingredienti che fanno di un raduno di torrentismo un

“incontro di popoli”.

Page 14: canYoning 27

ca

nY

on

ing

14

Nepal, una lingua di terra stretta tra le due nazioni più popolose del pia-neta. A nord la Cina, o meglio, il Tibet; a sud, l’India. Una nazione con una superficie pari a circa la metà dell’Italia, con quasi 29 milioni di abitanti, ma con una morfologia ed un clima totalmente diversi. In Nepal è possibile passare dalla pianura del Gange per arrivare sino alle cime più alte della Terra, passando per una giungla tropicale.Il Nepal è anche una regione ricchissima di acqua, tant’è vero che la maggior parte degli affluenti del Gange proviene proprio da queste catene montuose, talvolta anche dal Tibet.Ed è proprio in Nepal che si è giocata la scommessa messa in atto dalla Fédération Française de Spéléologie, con la sua Ecole Française de Descente de Canyon, insieme alla Nepal Canyoning Association e all’Hi-malayan Canyon Team: un raduno internazionale di canyoning.Dal 7 al 13 aprile, superando ogni previsione, ben 160 partecipanti hanno animato la valle di Marsyanghi, da dove parte il famoso e battuto circuito dell’Annapurna. I lodge di Syange e dei villaggi limitrofi si sono riempiti di questa moltitudine colorata di stranieri, che non ambivano a conquistare le più alte cime, ma avevano lo scopo di promuovere il canyoning in Nepal, proprio in occasione dell’anno del turismo.

Al RIC 2011 ha partecipato, in veste ufficiale, anche una delegazione della Scuola Nazionale Canyoning, oltre a diversi soci dell’AIC. L’obiettivo de-gli istruttori partecipanti non era solo quello di conoscere un ambiente diverso, ma di verificare se le tecniche standard insegnate abitualmente nei corsi “europei” si adattassero anche in un contesto apparentemente diverso.

Vi è da dire che durante il RIC 2011 si sono scesi percorsi diversi tra di loro, anche se quasi tutti accomunati da grandi verticali. In tutti vi era però la necessità di conoscere bene le tecniche di progressione.Il team francese che aveva esplorato questi canyon nel 2004, ha provve-duto a sistemare tutti gli ancoraggi, raddoppiandoli laddove necessario. Per le caratteristiche dei torrenti nepalesi però, gli ancoraggi sono ine-vitabilmente in posizioni esposte, per limitare al minimo gli sfregamenti della corda, e al riparo dalle grandi piene monsoniche. Ciò ha comportato un continuo ed obbligatorio uso di mancorrenti e deviatori.Nonostante le tecniche divulgate dalla Scuola italiana spesso siano con-siderate, a torto, troppo elaborate e complesse, si è riusciti a dimostrare che facendo le cose con i giusti criteri si sono completate le discese in tempi minori rispetto agli altri partecipanti. Inoltre, e non è da poco, non sono state lesionate corde come invece successo ad altri canyonisti. Gli sfregamenti erano notevoli, con rocce molto taglienti. Vi erano alcune calate nelle quali tutti hanno inesorabilmente lesionato la corda, tutti tranne il gruppo dell’AIC.Si è colta anche l’occasione per testare i diversi materiali offerti dagli sponsor della SNC (box nella pagina successiva), equipaggiamenti che hanno ampliato le dotazioni della Scuola.

Durante il RIC 2011 si sono purtroppo verificati alcuni incidenti, analiz-zando i quali si è capito come almeno due di questi si sarebbero potuti evitare con una corretta gestione della discesa e, soprattutto, del distacco dall’ancoraggio. Per fortuna, le conseguenze non sono state drammatiche come avrebbero potuto invece essere, per quanto sia da immaginare la difficoltà di un soccorso in una zona lontana da centri abitati e priva di un soccorso organizzato. In un caso è intervenuto da Kathmandu un elicottero, non attrezzato però come eliambulanza, che ha provveduto a trasportare il ferito in uno dei più attrezzati ospedali della città. I com-plimenti vanno sicuramente ai componenti della Nepal Canyoning Asso-ciation, di stanza al campo base, che si sono prodigati per intervenire nei soccorsi; e anche ai nostri soci, presenti durante un incidente, che hanno contribuito attivamente all’evacuazione del ferito.

Nei lunghi e ripidi avvicinamenti, attraversando spesso villaggi sperduti, si veniva accompagnati sino all’entrata dei canyon da bambini curiosi, sicuramente più atletici dei torrentisti. Con meraviglia, in più di un’oc-casione questi stessi bambini si facevano trovare alla base delle calate, scendendo da chissà quali sentieri. L’aspetto forse più curioso era dato dalla temerarietà con cui questi bambini cercassero di seguire i torrentisti, saltando scalzi da un masso all’altro. E, spesso, portandosi via le maglie rapide dagli ancoraggi, prendendole come trofei.

A conclusione del RIC 2011, una cena con i responsabili della NCA ha suggellato la collaborazione con l’AIC, gettando le basi per una comune attività. Il Nepal è ricco di canyon, molti ancora da esplorare e da far conoscere, che stanno solamente aspettando.

erwin kob

RIC 2011

Syanghe Khola ^ foto francesco berti

la partecipazione dellaScuola Nazionale Canyoningall’International Canyoning RendezvousCircuito dell’Annapurna, Nepal

Page 15: canYoning 27

ca

nY

on

ing

15

Per la Scuola Nazionale Canyoning il RIC 2011 in Nepal, uno dei paesi più ammirati da trekker e alpinisti di tutto il mondo, non è stato solamente un viaggio per torrenti ma anche un banco di prova per attrezzature tecniche e d’abbigliamento, fornite da alcune case co-struttrici. Abbiamo sperimentato capi di abbigliamento, sacche da spedizione, corde, zaini da canyoning e kit-boule, imbracature, caschi, moschettoni e discensori. In realtà alcune erano già state ampiamente provate da molti Istruttori presenti in Nepal, altre sono state delle novità, spesso piacevoli.Per buona parte del viaggio abbiamo indossato delle calzature La sportiva, modello boulder X e ganda guide. Le scarpe sono risultate subito molto confortevoli e all’altezza degli spostamenti su mulattiere, spesso piuttosto sconnesse ed anche nel tempo libero, in città per capirci, si sono comportate egregiamente. Considerando la bassa quota alle quali sono state indossate (max 1500 metri), sono risultate un po’ troppo calde per la stagione, ma comunque con una buona traspirazione. Voto 7, per entrambi i modelliNel tempo libero e durante il viaggio, abbiamo avuto modo di provare il marsupio camp overmind, ritenuto poco capiente ma al contempo non troppo ingombrante. Voto: 6,5La millet ci ha sorpreso con il gilet Wind-free vest in tessuto termico Element Shield Windfree, molto apprezzato per le finiture, la qualità del tessuto, la vestibilità e soprattutto di sera, quando le temperaturescendevano un po’ ma non al punto da dover indossare una giacca. Voto: 9Il trasporto delle attrezzature è stato effettuato con due diversi modelli di sacche da spedizione: camp mesa e trangoWorld expedicion, entrambe da 140 litri. I tre voli per arrivare in Nepal, gli scali negli aero-porti di Nuova Delhi e Kathmandu, il viaggio in bus da Kathmandu a Syange, location del RIC, hanno messo a dura prova la resistenza di queste sacche. Entrambi

i modelli sono risultati sufficientemente capienti per contenere l’attrezzatura personale completa e parte di quella di gruppo, operazione facilitata anche dai limiti di peso imposti dalle compagnie aeree. Gli spallacci, in verità poco confortevoli, hanno comunque reso il trasporto delle sacche, del peso di almeno 20 kg, più agevole. I materiali di costruzione, leggeri ma non per questo poco resistenti, non hanno rubato troppo peso al carico. Discreta la tenuta delle cuciture e degli attacchi per il lucchetto di sicurezza, poco scorrevoli le zip. Voto: 7 per Camp Mesa, 6.5 per TrangoWorldEd ora passiamo alle attrezzature specifiche per il torrentismo.trangoWorld canyon 50, uno dei sacchi da canyoning sperimentati, è risultato resistente e non troppo pesante, ma non privo di pecche: poco confor-tevole durante gli avvicinamenti, la tasca superiore è interna alla patta e quindi poco utile e soprattutto lo svuotamento dall’acqua è molto lento. Voto: 6Tutt’altra impressione ci ha fatto il rodcle ta-kamaka 55. Molto leggero, solo in apparenza meno resistente rispetto ad altri sacchi da canyoning, infatti non ha evidenziato segni di usura precoci. Buona l’ergonomia e la comodità anche con carichi sostenuti, ottimo lo svuotamento, migliorabili la chiusura e i sistemi di bloccaggio delle cinghie che spesso penzolano fastidiosamente. In generale è risultato tra i più validi prodotti presenti attualmente sul mercato. Voto: 7,5rodcle ci ha fatto provare anche il kit-boule sera 60 in grado di contenere perfettamente corde da 8,5/9 mm di 60 - 80 metri. Costruito con il medesimo materiale del Takamaka 55, è risultato resistente ai lanci ed efficace nello svuotamento dall’acqua. Unica perplessità su come gli spallacci si richiudono al suo interno, accorgimento che se da un lato facilita l’inse-rimento del kit-boule nelle sacche, dall’altro ostacola la fuoriuscita della corda che tende ad avvolgersi alle cinghie interne. Voto: 6,5

SIRNERI KHOLAForra molto aperta nella Valle di Kathamandu a soli 35 km dal centro, 8 calate in rapidissima successione fino a 50 metri di altezza, acqua abbondante. Molto particolare per il suggestivo av-vicinamento tra infinite risaie e popolazioni locali. Rientro su opera idraulica artigianale per portare acqua ai villaggi più in basso.SANSAPU KHOLAUna tra le forre più belle percorse, situata sotto il paesino rurale di Sansapu, sulla sinistra idrografica del Marsyangdi River, avvici-namento molto panoramico fino a scorgere le anticime del Ganesh Himal, forra molto continua, molteplici calate investite dall’acqua, ancoraggi esposti e mancorrenti obbligatori. Nota particolare una vasca sifone e sanguisughe all’ uscita.RAINDU KHOLABreve forra con granito di colori strabilianti, una decina di calate, acqua molto fredda. Situata sulla destra idrografica del Marsynagdi River, avvicinamento facile e su comoda pista, calate consecutive, uscita direttamente sulla strada carrozzabile. Molto frequentata dai bambini locali che ne fanno una piscina nelle ore più calde del giorno.GOPTE KHOLAQualche km più a valle di Syanghe, verso Bulbhule. Avvicinamento panoramico tra bellissimi e faticosissimi terrazzamenti di riso, forra con poca acqua, con 2 calate finali da 60 m che ricordano il Fleur Jaune della Réunion, uscita quasi sulla strada tra numerose coltivazioni spontanee di marijuana.SYANGHE KHOLALa forra più spettacolare del raduno, situata sopra il paesino di Syanghe è stata ammirata molte volte dai torrentisti che passava-no sotto alle due cascate finali di 140 e 90 metri. Avvicinamento lungo ed aereo su numerosissimi gradini che portano al culmine della forra posta di fronte alle cime del Manaslu. Acqua abbon-dantissima e turbolenta, calate tecniche e teleferiche obbligatorie portano in rapida successione alla vasca sifone che si attraversa con un traverso sopra alla calata da 140 m che offre una panoramica mozzafiato sui villaggi di Ghermu e Syanghe. Uscita direttamente dentro al villaggio tra i numerosi locals.TARWALI KHOLAPiccolissima forra situata alle spalle del nostro lodge, aperta du-rante il raduno, avvicinamento facile e veloce, 5 calate ravvicinate e rientro su comoda pista in piano. Molto carine le due calate finali scavate nel granito.

TEST MATERIALI

I PER

CORS

I

foto erwin kob

Sansapu Khola ^ foto francesco berti

Raindu Khola ^ foto francesca ciotola

foto erwin kob

Page 16: canYoning 27

AGENDA > info a 360°

mardereLLo e cLaretto

I due gioielli nei pressi della Val di Susa, a Novalesa (TO), sono putroppo entrambi pressoché impraticabili a cusa dei danni riportati dal 70% degli ancoraggi durante la devastante piena e le conseguenti colate detritiche dovute all’inondazione dello scorso settembre.

torrente boggia

In seguito a tre incidenti mortali occorso a normali bagnanti che non praticavano canyoning, il comune di Gordona ha interdetto il canyoning nelle ore notturne; evidente l’intenzione di sollevare il soccorso dalle problematiche poste da operazioni svolte non alla luce del giorno.

divieti neL vione (bs)

Istituiti i divieti di sosta e di svestizione all’uscita della parte alta, in corrispondenza del ponte sul tornante della SP 38. Anziché appendere le mute ai guard rail (multe già in corso, a botte di 100 euro!) una buona alternativa è il poggio a Piovere (Massimina) che mette a disposizione parcheggio e spogliatoio.

raduni ed eventi

Si susseguono con rapidità i raduni in tutta Europa; tra settembre ed ottobre Torrentisti in Cantina, Morbegno (SO), Rassemblement Inter-Fédéral 2011, nelle Hautes-Alpes francesi ed incontro a Trin, nel cantone svizzero dei Grigioni. Infine il raduno patrocinato AIC Feuilles Mortes, in valle d’Aosta, 29 e 30 ottobre.

novo sito e catasto onLine

3... 2... 1...Ancora poca, pochissima pazienza e il nuovo sito dell’AIC sarà in rete.Stessa sorte anche per il nuovo catasto forre che diventerà presto consultabile online!

ric 2012 - brasiLe

Nel 2012 il Brasile ospiterà l’international meeting of canyoning. Il raduno si terrà in Serra da Canastra, stato di Minas Gerais, dal 21 al 27 aprile 2012.Info su www.ricbrazil2012.org

nuove nomine e incarichi sociaLi

marcello carminati, a fianco, è il nuovo Coordinatore Regionale della Lombardia. Per contattarlo:[email protected] ruolo di tesoriere, all’interno del Consiglio Direttivo, passa invece daPaolo Giannelli a Luca bianchi. Paolo potrà così dedicarsi più liberamente all’incarico di webmaster.

ponga racing

A Llavorsì, in Catalogna, si è svolta a settembre una competizione di torrentismo a squadre.7 team da 3 persone, 3 manches a disposizione per scendere nel minor tempo possibile un tratto di canyon ogni giorno diverso. Obbligatori la dotazione di materiale ed il rspetto del regolament!

assembLee generaLe de corse canYon

Sabato 26 e dmonica 27 novembre, nella zona del Colle di Bavella, in Corsica, si svolgerà l’Assemblea Generale. Discese di canyon, festa, barbecue, falò, musica, drinks, gara di slack e arrampicata...

Codula Fuili ^ Dorgali ^ Nuoro ^ foto marco benzi

Page 17: canYoning 27

ca

nY

on

ing

17

ca

nY

on

ing

17

A 10 anni dalle prime corde prodotte, Korda’s ha presentato la sua nuova corda da canyon bicolore, la iris 10, terza generazione di corde prodotte dall’azienda catalana.La Iris adotta il sistema costruttivo summum che combina i sistemi Estability, che offre coesione tra la calza e l’anima, e Titan, grazie al quale viene aggiunta una terza struttura alla corda, una serie di filamenti longitudinali in grado di creare un’autentica armatura.Korda’s è attualmente l’unico produttore ad offrire corde semistatiche prefinite, ossia in grado di eliminare la necessità di bagnarle prima dell’utilizzo, riducendo sensibilmente l’accorciamento della corda durante la sua vita e mantenendone intatte le caratteristiche tecniche.La Iris 10 è una evoluzione delle Dana 10 e Fina 9,5 e, secondo il produttore, garantisce la sicurezza massima che può offrire ad oggi una corda semistatica.Omologata di tipo A (secondo la EN 1891), è la prima corda a sviluppo bicolore longitudinale.

NUOVA CORDA SEMISTATICA IRIS 10 DA KORDA’S

interdetta La percorrenza deLL’aveLLoPurtroppo al già ben noto divieto di percorrenza sancito dal Parco delle Dolomiti Bellunesi, si aggiunge anche quello del Parco Nazionale della Maiella.Viene interdetta infatti la percorrenza dell’Avello, la forra per eccellenza del sud Italia, tanto stretta e buia in alcuni punti da obbligare a transitarvi girandosi sul fianco e accendendo la frontale.La motivazione, come riportato dal dr. Marco Carafa, dell’Ufficio Gestione e Monitoraggio Biodiversità del Parco, è data dalle numerose emergenze faunistiche e floristiche presenti in zona e dal fatto che l’area è ricca di siti riproduttivi di varie specie protette. Obbediamo...Potete trovare la lettera integrale sul forum InfoCanoyn by AIC, nella sezione Abruzzo.www.aic-canyoning.it/forum/

snc - coLLaborazioni tecnicheDa alcuni anni la Commissione Tecnica dell’associazione coincide con la SNC ma è solo recentemente che si sta cercando di dare inizio a cooperazioni tecniche per testare e valutare i materiali da canyoning presenti sul mercato e sondare la possibilità di sviluppare prodotti specifici secondo le indicazioni della nostra Scuola. In quest’ottica sono nate le collaborazioni con Bestard, produttrice spagnola di calzature, ma soprattutto con Korda’s, azienda stranota anch’essa spagnola, che confeziona le corde che già attualmente la SNC adotta nei propri corsi. Tempo al tempo, la strada è lunga ma molto molto interessante.

i “quaderni” deLLa efcFinalmente il notiziario AIC “canYoning” non è più una mosca bianca nel mondo delle pubblicazioni in materia di torrentismo, o meglio, le mosche bianche ora sono una in più. è di recentissima pubblicazione infatti il primo

“quaderno” a cura della école Française de Canyon, incentrato sul RIF 2010, organizzato in collaborqazione con l’AIC e svoltosi in Sardegna nell’aprile 2010.Non troppo tempestivo forse, è però un prodotto molto interessante e professionale. Ci auguriamo future collaborazioni a vantaggio della circolazione delle informazioni, attualmente veicolate al 90% attraverso la rete.

manuaLe tecnico deLLa snaforUscirà probabilmente nel 2012 il manuale SNaFor (Scuola Nazionale per Tecnici di Soccorso in Forra), attessissimo dai tecnicisti del torrentismo.Sarà diviso in due sezioni: tecniche di Progressione e tecniche di Soccorso.La prima ci riguarda direttamente, riassume lo stato dell’arte della tecnica torrentistica e ricalca specularmente le tecniche SNC; i numerosi capitoli affrontano in maniera esauriente tutte le fasi della progressione in canyon e forniscono quell’insieme di nozioni ormai irrinunciabili. La seconda parte riguarda invece il soccorso, enumera e sviscera capillarmente le numerose manovre che deve conoscere il soccorritore. Il manuale sarà fotografico ma conterrà anche la descrizione dettagliata della manovre prese in esame.Sicuramente un acquisto consigliabile, in fondo si può considerare come il primo presidio di prevenzione.

caratteristiche tecniche

Diametro 9,9 mmScorrimento calza 0%Allungamento 2,60%Accorciamento -0,5 % (*)Forza shock (F0,3) 440 daNMateriale PoliammidePunto fusione 254 ºCResistenza rottura 2600 daN

Esistono ormai in commercio diversi moschettoni a pera, HMS, in versione “light”, ossia dal peso ridottissimo.Sono prodotti e distribuiti da varie aziende e vanno dai 55 agli 80 grammi, mantenendo però inalterate le caratteristiche di resistenza. Un risultato ottenuto grazie a nuovi profili alleggeriti che, con lo stesso principio delle travi da costruzione, svuotano la sezione del moschettone dal materiale che localmente non contribuisce alla resistenza strutturale del pezzo.Gli appassionati dell’equipaggiamento leggero possono correre a rifornirsi ma, attenzione, nell’uso concomitante con altri attrezzi: con talune maglie rapide sono infatti possibili incastri ed in alcuni casi il cordino del nodo Bachmann rischia di non tenere.Non provare per credere!

MOSCHETTONI HMS ULTRALEGGERI

Page 18: canYoning 27

lig

ur

ia 2

011

am

bie

nt

e fo

rr

a

è tutto partito da un’abile trappola tesaci dai soliti volponi alla quale abbiamo abboccato con tutti i gruppi a nostra disposizione (la verità la racconto sottovoce e di persona). Tant’è, ci tocca organizzare un raduno... il tempo di girarti e tutti i gruppi a disposizione si riducono a un pugno di 3 persone in fase organizzativa diventate un manipolo di 8 e ¾ - con i figli di Andrea - durante lo svolgimento del raduno.I luoghi del nono raduno sono stati una novità (dopo un bis di Ossola, un trittico di lombardie un bis di nord-est), la zona a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta, la “terra tra le due terre” che avrebbe dovuto stimolare le fantasie dei torrentisti nazionali e non ma anche il primo degli ostacoli

alla evidentemente scarsa curiosità dei torrentisti nazionali e non. In controtendenza con gli anni precedenti, le presenze si sono ridotte assai con 209 iscritti; la crisi, la poca propensione ad esplorare territori nuovi, un po’ di stanca generalizzata.Noi ci siamo sentiti soddisfatti così, per dirla con il filosofo: chi ha voluto esserci c’era e siete stati tutti una piacevolissima presenza. In occasione del Raduno è stata allestita a cura del professor Costa Emanuele, una grandiosa mostra sull’acqua che il comune di Donnas (AO) ha ospitato all’interno della biblioteca offrendoci inoltre un’elegantissima sala per le proiezioni dei film degli amici spagnoli della squadra

di Gocta 2010 (ringrazio qui Fulvio il gran visir/bibliotecario per il supporto durante le proiezioni e le conferenze, Nitu e Antonio della squadra di esplorazione Gocta per l’amicizia e la cortesia). Durante il raduno che aveva per tema “l’acqua che berremo” si sono tenute, con un buon successo di pubblico, tre conferenze sulla biologia dei fiumi (Dott. S. Fenoglio, Università del Piemonte Orientale - Alessandria) e sulle proprietà chimiche e fisiche del monossido di diidrogeno (Dott. E. Costa, Università degli studi di Torino).Il campo tende è stato ospitato presso gli impianti sportivi di Tavagnasco (TO), l’immensa palestra ha ospitato la mensa dove si sono consumate tutte le cene e il preludio della festa finale il cui culmine ha avuto luogo nell’area ristoro “il Bar-ranco” ed è proseguita per gran parte della notte del 14 agosto. In media ci sono state 60 persone ogni giorno in fiume, le forre più gettonate il rio Noaschetta (Valle Orco) e i torrenti Pacoulla e Comboè (Valle d’Aosta), in totale quasi 1000 percorrenze complessive nelle forre del raduno.Ringrazio qui le amministrazioni di Tavagnasco e Donnas, il Prof. Costa e il Dott. Fenoglio, il Sig. Torno, la Korda’s, gli “inserzionisti” Vertigini Sport, il Buranchetto e da Maillorca la ditta Bestard. La tipolitografia “Giuseppini” di Pinerolo, la regione Valle d’Aosta, la CVA Compagnia delle Acque Valle d’Aosta che ha sponsorizzato in toto la mostra e tutte le persone che hanno lavorato per la riuscita del Raduno 2011 ad opera del gruppo Piemonte Canyoning e della Compagnia Canyoning Cai Pinerolo.

Dal 30 settembre al 2 ottobre 2011 abbiamo partecipato con uno stand alla prima Fiera expo delle dolomiti di Longarone, nel Bellunese. La nostra presenza è stata decisa dopo l’allettante invito da parte dell’ente fiera e finalizzata alla promozione della nostra realtà associativa, in una zona dove il torrentismo soggiace ancora ad assurdi divieti.La fiera tutto sommato non ha però appagato le nostre aspettative. Oltre alla parte dedicata a tradizioni, arte, mestieri e cultura locali, qualche negozio in stile outlet ed una zona dedicata all’editoria sul mondo della montagna, c’era un’ampia parte dedicata ai vari parchi delle Dolomiti, Friuli, Veneto e Trentino ma del parco delle Dolomiti Bellunesi, con il quale stiamo lavorando da tempo per risolvere le problematiche inerenti al divieto di torrentismo, …nessuna traccia. O meglio uno stand molto grande e mirabolanti tenso-strutture ma nessun umano di rappresentanza: è quindi sfumata al momento la possibilità di riallacciare nuovamente i rapporti vis a vis.Riguardo alla parte attività sportive, presenti stand del CNSAS Veneto, nordic walking, Scuola Nazionale Snowboard, trekking e MTB.

Il nostro stand, gestito da Sebastiano Broili e Cristian Vogrig, si presentava al meglio con striscioni AIC e SNC, foto del socio Pietro Torellini, schede, opuscoli, notiziari e schermo che trasmetteva a ciclo continuo video e foto della nostra attività. Nel complesso le richieste di informazioni sono state molte anche se spesso vertevano su come mai non avessimo le canoe; molto interesse hanno avuto invece i pieghevoli sulla sicurezza, richiesti anche dalle Guide Alpine per i propri clienti.Ritorno di immagine dunque lontano dai risultati auspicati, a causa soprattutto del contesto nel quale ci siamo trovati. Indubbiamente diverse persone hanno potuto vedere e capire cos’è il torrentismo ma, anche in una zona come quella che ha ospitato l’evento, la nostra resta una realtà di nicchia, poco conosciuta.

preservazione ambientale delle forre, regolamentazione, divieti e interdizioniQuesto il tema della tavola rotonda sulle problematiche e le prospettive legate agli aspetti ambientali del torrentismo che si è svolta lo scorso giugno presso il Muvita Science Center di Arenzano (GE), messo a disposizione dal Parco Naturale Regionale del Beigua.Organizzata dall’AIC, l’incontro ha messo a confronto diverse associazioni nazionali che a vario titolo e con diversi interessi fanno torrentismo in Italia, al fine di cercare le basi per un dialogo, trovare punti di interesse comune ed individuare aree di pertinenza di ognuno dei soggetti presenti per dare inizio a un riconoscimento reciproco di fatto non ancora ufficializzato.Presenti all’incontro Juri Montese in qualità di delegato nazionale per il torrentismo della scuola nazionale speleologia del cai, Sebastiano Lopes, consigliere nazionale e responsabile della Lega montagna uisp di Genova e Andrea Ferrari, vice presidente dell’associazione italiana guide canyoning.è mancata purtroppo la presenza delle Guide Alpine, il cui referente per il torrentismo Andrea Viano ha dovuto rinunciare, e dei parchi liguri di Beigua, Aveto e Portofino, di quello delle Dolomiti Bellunesi e di quello dell’Alto Garda Bresciano.La discussione ha affrontato l’aspetto ambientale del torrentismo, materia di comune interesse per tutti: Laura Grassi (Scienze Naturali dell’Università di Genova) ha presentato la propria tesi sulla “Valutazione del disturbo antropico del canyoning”, Marcello Carminati (CR Lombardia) ha esposto il progetto AIC “Forre pulite” e Ruggero Bontempi, naturalista e consulente per la commissione consultiva del Parco del Alto Garda Bresciano, ha illustrato l’attuale situazione ambientale e l’impatto dell’attività torrentistica all’interno del parco.I risultati delle indagini indicano, quasi superfluo dirlo, la non rilevanza dell’impatto del torrentismo, a fronte di una sempre più dilagante ansia da interdizione, ad oggi mai del tutto giustificata.Risultati a parte, l’incontro è stato molto proficuo dal punto di vista della condivisione delle intenzioni e degli obiettivi tra le associazioni presenti, con possibili cooperazioni future legate, almeno inizialmente, al tema ambientale. Prima fra tutte, un sintetico manifesto ambientale che accomuni le varie associazioni e che funzioni come voce unitaria del mondo torrentistico in materia ambientale, nel confronto con le Amministrazioni e le altre associazioni e aziende che hanno nei torrenti il proprio interesse.L’augurio è che su questa base possa poi nascere un confronto più ampio, che verta su temi quali sicurezza e tecnica, cercando eventuali punti di convergenza tra le varie realtà torrentistiche nazionali.

LIGURIA 2011 - AMBIENTE FORRA

ExPO DELLE DOLOMITI

9° RADUNO INTERNAzIONALE DI CANYONING FIRMATO AIC “L’ACQUA CHE BERREMO”

Page 19: canYoning 27

ca

nY

on

ing

19

Prodo ^ Orvieto ^ TR ^ foto daniele galiotto

San Michele a Foce ^ IS ^ foto antonio cardillo

Antelope Canyon ^ Utah ^ USA ^ foto marco strani

ca

le

nd

ar

io A

IC 2

012

...(.

..SE

AV

ES

SIM

O 1

5 M

ES

I)

Page 20: canYoning 27

Parco NaturaleRegionale dell’Aveto

Parco NaturaleRegionale del Beigua

Parco Naturale Regionale di Portofino

iscrizioneQuote associative per l’anno sociale 2012- socio singolo 30 euro- socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro- socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC)- gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata al

gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro

Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo:www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone (TR) specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600 000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2012” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Nel caso 1 invece la notifica è automatica.I rinnovi andranno notificati dal socio o dal coordinatore di ciascun gruppo alla Segre-teria dell’Associazione, allegando copia della ricevuta di pagamento, via mail all’indirizzo [email protected] o a mezzo fax al +39 0744 1921423. Si rammenta che i pagamenti paypal comportano onerose commissioni per l’Associazione, si auspica pertanto l’impiego delle altre due modalità in fase di rinnovo.

Associazione Italiana Canyoningpresidente Luca Dallari ([email protected])vice presidente Guido Armaroli ([email protected])segretario Guido Biavati ([email protected])tesoriere Luca Bianchi ([email protected])consiglieri Paolo Giannelli ^ Francesco Radicchi ^ Enrico Sclavocommissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace ([email protected])commissione scientifica Paolo Madonia ([email protected])ufficio stampa Christian Roccati ([email protected])ufficio editoria Cosimo La Gioia ([email protected])contatti aziende Milena Argiolas ([email protected])ufficio assicurazioni Sara Morando ([email protected])contatti internazionali Rosemarie Siegl ([email protected])ambiente ed ecologia Mauro Santamaria ([email protected])merchandising Luca Dallari ([email protected])ufficio coordinatori regionali Francesco Radicchi ( [email protected]) redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^ Marta Tosco ([email protected])gestione sito web Paolo Giannelli ^ Gabriella Russo ([email protected])

coordinatori regionaliLe persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere even-ti. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]

Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453Romagna Francesco Michelacci ^ tel 347 9186715Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069Friuli Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 347 4349947Lazio Fabio Ferranti ^ tel 339 7548906 Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407Lombardia Marcello Carminati ^ tel 333 1007081Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966 Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo ^ tel 335 6110291Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa ̂ tel 347 0436933Puglia Fausto Meleleo tel ^ 333 3464460Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554Umbria Mirco Lazzari ^ tel 339 8324904 Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 335 5431143Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 348 3398199Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595

associazioni affiliateA.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ̂ www.movimentoenatura.it ̂ tel 011 9882022 A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ [email protected] Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001 Banda Bauscia Milano ^ [email protected] ^ cell 349 1835818CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ tel 0183 273509CAI Sezione Sanremo - Alpi Liguri Sanremo (IM) ^ cell 328 0157293 Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ [email protected] Udine ^ [email protected] ^ cell 348 6965069Club CAI Perugia Etruskanyoning Corciano (PG) ̂ [email protected] ̂ cell 335 7957808Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121 202711 Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573Grigue Canyoning Recco (GE) ̂ www.griguecanyoning.org ̂ [email protected] Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ̂ [email protected] ̂ cell 347 9186715Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ̂ www.gruppogrotte.it ̂ cell 347 3667873Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ̂ www.speleocanyon.it ̂ cell 349 4442044Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823Gruppo Speleologico Urbinate Urbino ̂ www.gsurbinospeleo.it ̂ [email protected] Zompafossi Montefranco (TR) ̂ [email protected] ̂ cell 347 7009897Odissea Naturavventura Nave (BS) ^ [email protected] ̂ cell 348 2214569Piemonte Canyoning Torino ^ [email protected] ^ cell 335 6110291Spaccaforra Sardegna Canyoning Sassari ^ [email protected] ^ cell 329 6111324Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ [email protected] Club Latina ^ [email protected] ^ cell 335 7881237Sercant Adventures Sommacampagna (VR) ^ www.sercantadventures.it

Scuola Nazionale Canyoningistruttori formatori > Erwin Kob (Direttore) ^ Marco Biasioni ^ Roberto Coppo ^ Roberto Recchioni ^ Giovanni Pizzorniistruttori > Francesco Berti ^ Guido Biavati ^ Sebastiano Broili ^ Silvia Carlarino ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Jvan Chemello ^ Marco Cipriani ^ Luca Dallari ^ Alessandro De Simoni ^ Carlo Gatti ^ Mirco Lazzari ^ Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre ^ Uberto Liuzzo ^ Roberto Locatelli ^ Andrea Mantovani ^ Cristiano Massoli ^ Francesco Michelacci ̂ Juri Montese ̂ Mattia Pilato ̂ Salvatore Ribichesu ̂ Stefano Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Gabriella Russo ^ Marco Saccardo ^ Giorgio Santi ^ Roberto Schenone ^ Romy Siegl ^ Paolo Spreafico

Associazione Italiana CanyoningScuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz”

> negozio onlineSul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è possibile acquistare libri, manuali, felpe e t-shirt tramite il negozio on line.Per i soci AIC il prezzo dei libri è scontato rispetto a quello di copertina. Per acquisti cumulativi da parte di gruppi le spese di spedizione si riducono.Contattare preventivamente l’Ufficio Editoria [email protected] prima di effettuare il versamento. www.canyoning.it/acquistiaic

> assicurazione polizza del torrentistaEssere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo Studio Mangano s.r.l. di Roma. Le condizioni generali della polizza per l’anno 2012 e ogni altra info saranno a breve disponibili sul sito dell’AIC, www.canyoning.it. Per richieste scrivere a [email protected]

La responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’Associazione Italiana Canyoning e della redazione di canYoning.Chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. Per collaborare scrivere a [email protected].

negozio online > > > negozio online> > > negozio online> > > negozio online > > > negozio online> > > negozio online > > > negozio online > > > libri & video > > >

assicurazioni > > > assicurazioni > > > assicurazioni > > > assicurazioni > > > assicurazioni> > > assicurazioni > > >

> corsi SNC Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è disponibile il calendario dei corsi della Scuola Nazionale Canyoning, continuativi o articolati su più weekend, in programma per il 2012.www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current

corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > >

www.canyoning.it

[email protected]