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canY oning.it NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > maggio 2009 22 numero associazione italiana > agenda > non solo Guara assemblea 2009 incontri e raduni alla conquista della Spagna > torrentismo globale seconda parte del nostro giro del mondo torrentistico

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Associazione Italiana Canyoning | notiziario "canYoning" n° 22 | maggio 2009

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canYoning.it

NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > maggio 2009 22num

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associazione italiana

> agenda

> non solo Guara

assemblea 2009incontri e raduni

alla conquista della Spagna

> torrentismo globaleseconda parte del nostro

giro del mondo torrentistico

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONINGwww.canyoning.it ^ [email protected] c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)

in queste pagine ^ Lodrino Superiore ^ Canton Ticino ^ CH ^ foto marco strani

Dopo tanto silenzio mi rifaccio avanti per comunicare le mie dimissioni dal ruolo di Presidente dell’Associazione Italiana Canyoning e da membro del consiglio direttivo della stessa.Purtroppo per la vita associativa ma fortunatamente per quella professionale e personale, il lavoro ha subito una forte accelerazione e richiede tante assenze da casa e dal pc, rendendolo ora incompatibile con il ruolo di Presidente.Purtroppo con le mie dimissioni il Consiglio Direttivo si troverebbe ad operare sotto il numero legale consentito, per cui in automatico decade anche quest’ultimo.Il nostro interesse è quello di concludere e portare l’Associazione fino all’assemblea di Maggio in cui verranno indette le elezioni per il rinnovo delle cariche.Ora come ora è necessario che qualcuno di voi si metta la mano sulla coscienza e cominci a pensare di divenire soggetto attivo del futuro dell’AIC, presentandosi alle nuove elezioni.Vi chiedo quindi di superare questo scoglio psicologico e darvi da fare.Negli ultimi 4 anni l’Associazione è stata mandata avanti dal solito ristretto gruppo, ora è necessario un cambiamento. Di carne al fuoco ce ne è tanta davvero e sarebbe un peccato veder sprecati i nostri sacrifici.Concludo ringraziando chi finora mi ha supportato e chi mi ha sopportato.Il lavoro svolto è stato tanto, si poteva fare sicuramente meglio ma anche peggio.I risultati ci hanno dato ragione.Ora sta a voi continuare.

christian vento ^ presidente uscente AIC

l ’ e d i t o r i a l e

*Questo è il testo della mail con cui Christian Vento, dopo 2 mandati consecutivi da Presidente, prende commiato dalla parte operativa della nostra associazione, per rifiatare e godersi finalmente le comodità della vita da socio spettatore.

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indice

editoriale 02

interviste oltre confine 04

zoom l’alluvione in Valle Pellice 08

associazione carta, penna e discensore... 09

contributi preparazione fisica 10

agenda 360° info 11

percorsi non solo Guara 12

ambiente news dalle dolomiti bellunesi 15

associazione organigramma e contatti 16

in copertinatorrente Baes ^ Tignale ^ BSfoto francesco michelacci

num

ero

r edazioneluca dallari

daniele geunafrancesco michelacci

marta tosco

hanno col laboratoelisabetta arrijvan chemello

enrica espositogianfranco gnecchi

paolo madoniaenrico sclavo

contatt ic/o daniele geunavia madonnina 5

10065 pinerolo ^ [email protected]

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interviste di daniele geuna dagli archivi degli intervistati

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Fidel Valdivie Murillo_CubaHa iniziato col lavorare con i turisti sul finire degli anni ‘90 e, poco a poco, ha fatto il suo cammino fondando un dipartimento di sport d’avventura in un’agenzia del turismo statale. Appassionato di arrampicata, di sport a contatto con la natura e speleo, nel suo lavoro riesce a coniugare le sue passioni. Fanno parte di questo gruppo Juan Carlos e Enrique (Kiki) Ocaña, due fratelli con grande esperienza speleologica, e Alexander Matienzo, guida alpina e forte speleologo proveniente dal parco naturale della regione di Topes de Collantes.

Amber Tamang_NepalDa Katmandu, è il segretario nazionale della Nepal Canyoning Association. Il torrentismo è attività recente in Nepal (grazie alle federazioni francese e americana che nel gennaio 2008 hanno organizzato il primo corso per istruttori) ed è sostanzialmente legato alle attività delle agenzie turistiche. www.nepalcanyoning.org.np

Gertjan van Pelt_OlandaViene da Rotterdam, il porto dell’Olanda.Ha 31 anni e lavora nel più grande centro sportivo del suo paese dove fa la guida in una palestra artificiale di ghiaccio e si occupa del settore montagna. www.explostam.com

Darren Trew_AustraliaDi Darren purtroppo non abbiamo un a foto ma solo i dati salienti: 35 anni, provenie da Katoom-ba, nelle Blue Mountain, a circa 140 kilometri a ovest di Sydney.

Rich Carlson_USAÈ il presidente dell’ACA, l’American Canyoneering Association. Nato in Arizona, da qualche anno si è trasferita a Cedar City nello Utah. Pratica il torrentismo da parecchi anni e, con suo gran piacere, anche grazie al torrentismo ha viaggiato tantissimo. www.canyoneering.net

oltre i confini

prosegue il nostro girovagare per il mondo torrentistico, alla scoperta dello stato del canyoning e delle differenze con la situazione italiana

Raccontaci come hai iniziato con il canyoning

Amber TamangNon sono una guida specializzata in torrentismo, mi piacerebbe approfondire gli aspetti tecnici di questa disciplina per farlo entrare nelle mie at-tività lavorative come guida turistica. In Nepal le possibilità lavorative sono offerte essenzial-mente dalle risorse naturali che possiamo far visitare ai turisti e i canyon ne sono una parte spettacolare.

Rich CarlsonHo iniziato a praticare il torrentismo nel 1977, sono diventato guida e formatore nel 1990.

Darren TrewNon ricordo, essendo giovane pochi anni fa, credo.

Fidel Valdivie MurilloA Cuba il torrentismo non si pratica da molti anni. Noi cominciammo a scendere le prime cascate e presto ci fu chiaro che per sviluppare le tecniche a fini turistici ci serviva un esperto. Incontrammo su internet Marc Tremblay di

Quebec-Canyoning che oltre ad avere un’ottima formazione e una grande esperienza, lavora nel settore del turismo in Canada che è un mercato naturale per Cuba. Lo invitammo a Cuba e fu grazie a lui che iniziammo a imparare le tecniche e a familiarizzare con l’equipaggiamento. Con Marc, che nel frattempo è diventato un nostro grande amico, abbiamo esplorato moltissimi fiumi. Lungo questi tracciati poi i clienti di Marc sono venuti a praticare il torrentismo da noi, ora cerchiamo di incrementare il numero di queste visite. Questo è il nostro obbiettivo primario adesso.

Gertjan Van PeltHo iniziato 9 anni fa passando dagli scout alle attività outdoor, all’arrampicata, alla speleo e approdando infine al canyoning.

Quante persone praticano il torrentismo nel tuo paese?

Amber TamangIn Nepal i frequentatori di canyon sono pochini: la gente per necessità si deve occupare di altre priorità… Ad oggi ci sono nel mio paese 2 guide

che han-no conseguito il brevetto in Francia e altri 20 ragazzi che l’hanno conseguito in Ne-pal. Riconosco che al momento i nostri numeri sono ancora piccoli ma sta per avere luogo un altro stage di formazione per guide, lentamente stiamo crescendo.

Rich CarlsonÈ difficile dire quante persone pratichino il torrentismo negli USA. L’unico ente che racco-glie dati sui frequentatori di canyon è il parco nazionale di Zion che rilascia 20.000 permessi all’anno, per azzardare un ipotesi direi che ci sono tra i 30 e i 40mila canyoneers. È possibile che molti abbiano fatto torrentismo con un commerciale durante una vacanza, conside-rate poi che viene chiamato canyoneer anche l’escursionista che risale o discende un tratto del Virgin River, proprio in questo parco, ma in realtà si tratta di passeggiate, niente di più.

Darren TrewNon ne ho la minima idea.

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qui a fianco e in senso orario

Alexander Matienzo da Cuba, palestra di ice-canyoning per Gertjan van Pelt, 2 immagini dal Nepal e Fidel Valdivie Murillo in azione.

Fidel Valdivie MurilloIn realtà la pratica del torrentismo è molto difficoltosa per i cubani per un problema di economia personale che non è sempre buona. L’equipaggiamento costa molto, i siti per pra-ticarlo sono lontani dalle città e questo implica costi elevati.

Gertjan Van PeltPenso che ci siano tra le 1300 e le 1600 perso-ne che praticano il torrentismo nel nostro pae-se. Di questi il 90% sono clienti di commerciali. Tolta un piccola percentuale di guide e addetti ai lavori resta un 6% di praticanti.

Ci puoi raccontare qualcosa sui canyon e sui torrentisti del tuo paese?

Amber TamangIl canyoning è storia recente in Nepal. Negli anni ‘90 ci sono state le prime apparizioni di torrentisti poi, verso il 2000, alcuni torrentisti francesi hanno iniziato un’azione di sviluppo del canyoning nel nostro paese. La Nepal Canyoning Association è di fatto composta da guide turistiche e di montagna che offrono quest’attività ai propri clienti. Ci sono una ventina di siti attrezzati per la pratica del torrentismo in Nepal.

Rich CarlsonI canyons qui sono estremamente differenti gli uni dagli altri. Abbiamo una zona molto ricca di forre nel Colorado Plateau che si estende dallo Utah meridionale al nord dell’Arizona. Qui le forre sono bellissime sculture nell’are-naria, quasi mai con acqua che le percorre, alcuni sono mooolto stretti, così chiusi che per percorrerli tocca passare, come in un meandro in grotta, a diversi metri dal fondo. Altri nascondono sul fondo delle calate delle enormi marmitte dalle quali è difficile uscire.

Scoraggiamo l’utilizzo di ancoraggi artificiali così alla sfida si aggiunge un po’ di creatività negli armi. Gli ancoraggi vengono fatti uti-lizzando clessidre, corpi morti e… ancoraggi umani! Si stanno esplorando fiumi acquatici anche in Oregon, in California, in Arizona, in Colorado e nello stato di Washington.

Darren TrewData la vastità del paese qui troviamo ogni tipo di canyon: da quelli sempre percorsi dal-l’acqua, come quasi tutti qui nelle Blue Moun-tains, ai canyon grandi, molto grandi (King’s canyon ad es.) in gran parte abbandonati dalle acque (il King’s canyon si trova in pieno deserto nel red center ed è il relitto di una super forra, a dire il vero l’acqua c’è ma devi andarla a scovare proprio verso il fondo ed è parecchio fredda, specie se consideri che attorno l’aria si aggira sui 40° d’estate, ndr). Come ancoraggi usiamo chiodi e armi naturali.

Fidel Valdivie MurilloGeneralmente i torrenti di Cuba non sono particolarmente impetuosi e scorrono lungo le direttrici N-S o viceversa a causa della forma dell’isola stretta e lunga. I rilievi si raccolgono in 4 sierras principali: Cordillera di Guanigua-naco verso ovest, il gruppo di Guamuaya verso

il centro e ad est troviamo la Sierra Maestra e il Nipe Sagua Baracoa. Ad ovest c’è la più grande zona carsica dell’isola e qui i corsi d’acqua hanno scavato grandi caverne senza però dar luogo a forre. Nella zona del Guamua-ya si trovano i siti principali per la pratica del torrentismo. È una grande zona carsica e le sorgenti si trovano molto in alto, i paesaggi sono spettacolari e la concentrazione di forre è grande. Qui troviamo i canyon del Rio Caburnì, del Rio Vegas Grande, del Cabagan, l’Arroyo della Majagua e del Macagua. Il dislivello maggiore lo troviamo all’est con il Salto Fino,

il più grande di Cuba.

Gertjan Van PeltI paesi Bassi non hanno rilievi nei quali trovare canyon. È in progetto una struttura artificiale dove sarà possibile praticare il torrentismo. Al momento ci è possibile fare pratica per le manovre di corda presso i muri di arrampicata e per le acque bianche presso un centro di pratica del kayak e del rafting ma sono sempre strutture artificiali.

Esiste nel tuo paese un’ associazione a livello nazionale che si occupa di torrentismo?

Amber TamangÈ stata fondata da poco la Nepal Canyoning Association di cui sono il segretario. Attual-mente ci stiamo occupando di sviluppare quanto più possibile quest’attività. Proprio in questi giorni abbiamo finito un altro corso per la formazione di nuove guide e stiamo lavoran-do per aprire i più alti percorsi di canyoning del mondo in un posto che si chiama Manang nella zona dell’Annapurna.

Rich CarlsonViene normalmente riportato che il torrentismo è stato inventato in Europa: questo non è vero.

Da decenni negli USA si pratica il canyoning. È vero piuttosto che il torrentismo è diventato popolare molto più in fretta in Europa anziché negli Stati Uniti, ed è altrettanto vero che le tecniche di corda sono state sviluppate in Europa ed esportate da noi. L’ACA è nata nel

‘99 in Arizona. Attualmente abbiamo 4700 membri iscritti e sul sito dell’ACA trovate tutto quel che ci riguarda, compreso un forum attivo. Attualmente non pubblichiamo un notiziario, provvederemo presto. L’ACA tra le altre cose ha un punto di rappresentanza in Messico e stiamo dando una mano alla nascita di diverse

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associazioni nei paesi dell’America latina. A marzo abbiamo organizzato uno stage tra istruttori in Messico, ci piacerebbe incontrare anche dei partecipanti dall’Italia.

Darren TrewNo, in Australia ci sono diversi singoli, a volte organizzati in piccoli gruppi che fanno torrentismo ma nessuna organizzazione centrale.

Fidel Valdivie MurilloStiamo facendo una sorta di promozione al torrentismo principalmente all’interno della Sociedad Espeleologica (che è fortissima, ndr). Alexander Matienzo ha presentato un’inte-ressante relazione sul torrentismo e sui suoi possibili sviluppi, sono stati organizzati degli incontri di pratica di manovre torrentistiche però al momento non c’è niente di incipiente. Penso che un passo avanti per lo sviluppo e la diffusione del canyoning a Cuba potrebbe esserci con la fondazione di un’associazione di torrentismo, sono certo che ci sono le po-tenzialità per fare molta esplorazione e per lo sviluppo dell’attività.

Gertjan Van PeltIn Olanda non esiste un’associazione che si occupa di canyoning ma presto ci sarà. Un piccolo gruppo di canyoneers (io tra gli altri) si sta sforzando di formarla: si chiamerà Canyon Team Netherlands.

C’è una scuola nazionale di torrentismo e, per quel che riguarda il soccorso, quali organismi se ne occupano?

Amber TamangSiamo molto attivi nella formazione di nuovi torrentisti (parliamo sempre di guide, ndr), in marzo si è svolto uno stage di formazione. Questi corsi fanno tutti capo alla NCA. Al mo-mento attuale non abbiamo ancora un corpo di soccorso specializzato per il torrentismo ma stiamo prendendo in seria considerazione l’opportunità. Penso che in un futuro pros-

simo avremo quest’organizzazione attiva e funzionante.

Rich CarlsonSì. Offriamo corsi a tutti i livelli, dal semplice avvicinamento agli advanced. Organizziamo inoltre corsi di soccorso in forra e programmi di certificazione per guide. Sono considerati i migliori in lingua inglese, raccogliamo iscrizioni da tutto il mondo. Attualmente teniamo eventi formativi in Messico, in Asia, negli Stati Uniti

e in Costa Rica e ne stiamo pianificando in Sud America. Come già detto, organizziamo anche corsi per il soccorso in fiume. In molte zone le operazioni di soccorso sono deman-date alle squadre dello sceriffo della Contea. Alcune di queste sono molto ben preparate ma solo poche hanno ricevuto una formazione specifica per il torrentismo. Dal momento che il canyoning acquista sempre una maggiore popolarità, aumentano anche le richieste per la formazione. Nello Zion National Park operano le migliori squadre di soccorso del paese ma sono responsabili solo dell’area di loro competenza.

Darren TrewIn Australia le operazioni di soccorso in mon-tagna sono svolte dal corpo di polizia, è loro competenza anche il soccorso in forra.

Fidel Valdivie MurilloSiamo proprio agli inizi dell’attività, non esiste ancora una scuola. A livello speleologico l’Italia e Cuba hanno lavorato molto insieme, siamo molto affini. Insieme credo che si potrebbe collaborare per lo sviluppo del torrentismo nel nostro paese, c’è ancora moltissimo da fare. La Sociedad Espeleologica ha più di 50 anni e continuano a saltare fuori nuove grotte, il canyoning sta nascendo ora.

Conosci l’AIC?

Amber TamangA dire il vero l’ho conosciuta proprio attraver-so le vostre mail di richiesta. Ho fatto diversi

giri sul vostro sito e mi piace molto.

Rich CarlsonSi certo. Molti vostri soci partecipano atti-vamente sul nostro forum e in diversi hanno mandato foto ai concorsi fotografici che ab-biamo organizzato. Ai meeting internazionali poi ho incontrato molti soci AIC.

Darren TrewA parte qualche visita sul sito e la rivista che avete lasciato a Katoomba (fino là siamo an-

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altre immagini dal Nepal, fonte www.nepalcanyoning.org.np

dati a distribuirle! ndr), non ho mai avuto occasione di incontrare torrentisti italiani.

Fidel Valdivie MurilloConosco l’AIC per mezzo del sito internet attraverso cui posso tenermi aggior-nato sulle altre realtà torrentistiche. La nostra attuale posizione deve essere simile alla vostra degli inizi. Con molta voglia di esplorare, al contempo però limitati dal fatto di non avere una scuola di formazione o un’associazione alle spalle. Ora avete fatto un buon lavoro e avete già qualche anno di storia, noi ci arriveremo.

Gertjan Van Pelt

Conosco l’AIC e ho partecipato al raduno internazionale di Mor-begno, è stato fantastico esserci.

Puoi parlarci dei tuoi progetti canyonistici per il futuro?

Amber TamangPrevedo per noi un futuro di grande impegno nelle attività della Nepal Canyoning Association. Il 2011 sarà per noi l’anno del turismo, stiamo lavorando con le autorità governative per fare entrare il canyoning tra le attività turistiche riconosciute dallo stato. Naturalmente stiamo preparando degli eventi per celebrare quest’occasione. Essendo proprio agli inizi per noi è importante collaborare con le organizzazioni di altri paesi e mi auguro che questo primo contatto tra le nostre associazioni sia solo il primo di una proficua serie. Il fatto di essere menzionati nel vostro notiziario sarà per noi una cosa molto positiva, mi auguro di incontrarvi presto, grazie!

Rich CarlsonMi piace viaggiare e mi auguro di incontrare nei prossimi raduni internazionali le persone che ho contattato via internet. Con la fine del 2009 avrò sceso almeno un canyon in 6 diversi continen-ti, mi manca l’Antartide. Mi piace insegnare e, credo, continuerò a farlo concentrando i miei sforzi nella formazione di guide e istruttori. Grazie mille, ciao.

Darren TrewTemo che mi toccherà lavorare, noi pratichiamo il torrentismo sostanzialmente per ragioni commerciali, ciò non toglie che se passerete nelle Blue Mountains ci si possa trovare e organizzare un’uscita insieme.

Fidel Valdivie MurilloContinuare ad esplorare: recentemente siamo stati al Cañon del Rio La Majagua, nel Parco Codina a 20 km della città Trinidad (centro turistico Parque de Collantes), dove abbiamo esplorato una splendida forra. Il livello delle difficoltà è basso e trovi di tutto: dai salti ai corridoi allagati da attraversare a nuoto, ai toboga e una serie di 7 cascate una delle quali attraversa una grotta. Il paesaggio è magnifico e dalla partenza vedi il Mar dei Carabi.Arrivederci a Cuba!

Gertjan Van PeltMi piacerebbe andare alla Reunion, ai mitici Trou de Fer, Taka-maka e Bras Rouge. Prossimamente faremo un viaggio negli Stati Uniti e abbiamo un progetto esplorativo in Cina. Tra le altre cose stiamo lavorando alle tecniche di ice-canyoning e a dei prodotti mirati per questa branca del nostro sport.Greetz a tutti!

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Intensità delle precipitazioni e pioggia cumulata, durante l’evento, alla stazione del Colle Barant (ARPA - Piemonte)

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Si distingueva, nello scarno panorama locale, il Rio Ruspart o Rospard per il suo maggiore sviluppo, per le belle forme erosive che si incontravano al suo interno e per la particolarità dei suoi passaggi ipogei. Questi fattori, uniti alla vicinanza alla nostra città, hanno fatto di questo torrente una “classica di fine stagione”.Ma dal mese di maggio del 2008 tale situazione è radicalmente cambiata…Le precipitazioni intense e diffuse che hanno investito la fascia alpina e prealpina del pinerolese nei giorni del 28 e 29 maggio 2008 hanno determinato condizioni di elevata criticità sui versanti e sulla rete idrografica. Nei bacini alpini direttamente coinvolti le precipitazioni hanno causato il generalizzato superamento delle soglie pluviometriche, favorendo l’innesco di fenomeni franosi sui versanti e l’innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua con conseguente sviluppo di intensi fenomeni d’erosione ed inondazione.Per i torrentisti è stata un’occasione per osservare i segni lasciati da questi fenomeni: la Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (CCCP) ha affrontato numerose discese nei mesi estivi lungo l’asta del Torrente Rospard, testimoniando come la morfologia di tale corso d’acqua sia profondamente cambiata a seguito dell’evento alluvionale di maggio.

Assetto geografico generale e lineamenti geologico – morfologiciIl Torrente Rospard è un affluente di sinistra del Torrente Pellice e ad esso è sotteso un bacino con estensione areale pari a circa 6,5 km2, compreso tra le quote di 2260 e 650 m s.l.m. Oltre alle numerose linee di drenaggio, non sempre attive, il settore medio alto del bacino è drenato da due principali aste torrentizie; infatti un importante tributario in sinistra idrografica, il Torrente Rigard, confluisce nel Rospard alla quota di 850 m s.l.m. Dal punto di vista geologico regionale, il bacino del Rospard si estende in corrispondenza del “Massiccio Cristallino interno del Dora-Maira”, rappresentato principalmente da rocce quali micascisti e gneiss minuti, all’interno del quale possono essere presenti corpi decametrici di metabasiti (presenti nel settore di testata del bacino). Ove non affiorante, il substrato roccioso è celato al di sotto dei depositi che costituiscono la coltre superficiale che, come verrà illustrato successivamente, possono essere interessati da processi di instabilità dovuti alla saturazione e fluidificazione di terreni incoerenti a seguito di precipitazioni intense e prolungate.

Bacin

o Precipitazioni totali nei mesi di aprile e maggio espresse in mm di pioggia (settimane giorno/mese) To

tale

dalal

31/3 7/4 14/4 21/4 28/4 5/5 12/5 19/56/4 13/4 20/4 27/4 4/5 11/5 18/5 25/5

Pellice 2,8 25,6 70,4 14,2 7,5 12,2 25,5 73,7 231,8

Dati pluviometrici dell’evento A seguito di una instabilità meteorologica che ha interessato il Piemonte occidentale nel 2008, già dal mese di aprile sul territorio regionale sono state registrate precipitazioni diffuse e continue che hanno superato i valori medi stagionali: in aprile i quantitativi sono stati in media superiori del 30% rispetto i valori storici (1960-1990), mentre nei primi 25 giorni del mese di maggio le precipitazioni si sono attestate sui valori medi. Nella settimana precedente l’evento, i valori di pioggia sono stati consistenti, accentuando quindi gli effetti al suolo delle precipitazioni intense del 28-30 maggio.

Per quanto riguarda più strettamente le precipitazioni relative all’evento alluvionale in esame, i dati di piovosità hanno fatto registrare che:- il giorno 27 è stato caratterizzato da precipitazioni localmente forti nel

bacino del Pellice con 52,8 mm al Colle Barant (Bobbio Pellice);- il giorno 28 è stato dapprima caratterizzato da una pausa nelle

precipitazioni, riprese poi nell’arco dello stesso giorno; - il culmine delle precipitazioni giornaliere è stato raggiunto il 29: 312,2

mm al Colle Barant;- il giorno 30 si registrano precipitazioni residue che vanno ad

esaurimento.

Occorre sottolineare come per tutta la durata dell’evento la quota neve è stata sempre prossima a 3000 m per cui la maggior parte delle precipitazioni è avvenuta in fase liquida, costituendo un’ulteriore aggravante per gli effetti al suolo. Inoltre, la stazione meteorologica della rete regionale più vicina al bacino del Torrente Rospard è localizzata al Colle Barant (a circa 10 km di distanza), pertanto è possibile che le piogge locali siano state superiori od inferiori ai valori riportati. Infatti, durante eventi violenti, possono generarsi celle temporalesche che interessano le testate di alcuni bacini ed essere molto più attenuate nei bacini adiacenti.Complessivamente, nel corso dell’evento, un considerevole numero di stazioni dell’arco alpino ha registrato oltre 200 mm di pioggia: in particolare al Colle Barant sono caduti 425,8 mm.

Stazione Precipitazioni totali giornaliere espresse in mm di pioggia Totale

27/5 28/5 29/5 30/5Colle Barant 52,8 20,4 312,2 40,4 425,8

Un altro parametro importante è l’intensità delle precipitazioni, intesa come altezza della precipitazione in un definito intervallo di tempo. In riferimento al bacino del Torrente Pellice e dei tributari, gli strumenti di monitoraggio regionale hanno evidenziato un picco di precipitazioni nell’intervallo di tempo compreso tra le ore 9 e le 10 di circa 45 mm, in seguito al quale si sono attivati i principali fenomeni a carico dei versanti e delle aste torrentizie. Effetti delle intense precipitazioni: la scoperta di un “nuovo” RospardIn linea generale, durante l’evento del maggio 2008, le portate sono state contenute all’interno degli alvei di piena dei corsi d’acqua principali, con processi erosivi a carico delle sponde e con locale danneggiamento delle opere di difesa già presenti. Differente è il caso delle aste torrentizie tributarie, la cui risposta è stata molto variabile e determinata dal carattere

il torrenteRospard

dopo l’alluvione delmaggio 2008 in Valle Pellice

Fino al maggio 2008 gli unici torrenti nelle valli valdesi degni di nota, dal punto di vista torrentistico-sportivo, erano un interessante percorso nella conca del Pra ed un affluente di sinistra del Rio Subiasco, nel leggendario Vallone degli Invincibili, indissolubilmente legato all’epopea del popolo valdese durante le persecuzioni.

elisabetta arri ^ daniele geuna

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Bibliografia* ARPA Piemonte - Rapporto preliminare sull’evento alluvionale del 28-30 maggio 2008; Parte 1 e 2* CNR IRPI Torino - Colata detritica torrentizia in località Garin, Comune di Villar Pellice (TO), Rapporto d’evento* Provincia di Torino – Evento alluvionale maggio 2008, Primo rapporto

estremamente impulsivo delle precipitazioni e dalla loro distribuzione areale non uniforme. In corrispondenza di entrambi i versanti del Torrente Rospard e del Torrente Rigard sono state osservate numerose frane superficiali con estensioni decametriche per saturazione e successiva fluidificazione dei depositi incoerenti della coltre detritico-colluviale (soil-slip); generalmente la superficie che separa il substrato roccioso dai depositi rappresenta il piano di scorrimento preferenziale. Nella propagazione verso valle, le frane hanno dato origine ad una miscela solido-liquida che si è progressivamente incanalata nell’asta del Rospard e, mediante un processo di auto alimentazione, ha asportato e trasportato il materiale detritico presente lungo l’alveo, fino a formare una vera e propria colata detritico-torrentizia (debris-flow), capace di portare verso valle blocchi di dimensioni plurimetriche. In corrispondenza di lunghi tratti dell’alveo del Torrente Rospard, i processi erosivi hanno avuto un’intensità tale da asportare completamente i depositi detritici e da portare il substrato roccioso in condizioni di affioramento, mettendo alla luce antiche morfologie che mostrano come il corso d’acqua avesse già inciso il proprio letto nella roccia, modellando meandri, anse, marmitte e cascate (foto 1).I processi erosivi e di trasporto si sono arrestati in corrispondenza del settore di conoide (area di sbocco vallivo del torrente nel fondovalle principale) ove il corso d’acqua presenta una pendenza decisamente inferiore e, pertanto, la corrente subisce un netta diminuzione di velocità alla quale corrisponde la riduzione della capacità di carico e quindi la frazione solida trasportata viene rapidamente depositata (foto 2).Localmente anche lungo l’alveo si sono verificati fenomeni di deposito in corrispondenza di “pozze” riempite da materiale detritico.La quantità di materiale mobilizzato durante l’evento alluvionale nel bacino del Torrente Rospard può essere stimata valutando il volume dei depositi abbandonati nel settore di conoide (determinando l’area e uno spessore medio di tali depositi). Per confronto, nel bacino adiacente del Rio Cassarot, di dimensioni molto inferiori (pari circa ad un decimo dell’estensione areale del bacino del Torrente Rospard), è stato ipotizzato un volume di materiale mobilizzato di circa 40.000 m3 (CNR IRPI).Osservando invece singoli tratti dell’asta torrentizia, grazie ai rilievi del Gruppo CCCP effettuati sia precedentemente sia a seguito dell’evento alluvionale, è stato possibile constatare le variazioni della morfologia dell’alveo in settori altrimenti difficilmente raggiungibili.Di particolare rilievo è la cascata impostata su sovrapposizione di enormi blocchi con altezza pari a 12 metri che si incontra a poche centinaia di metri dall’ingresso e che non era presente prima dell’evento e la sorgente ferruginosa che precede il toboga da 20 metri che precedentemente doveva avere flusso sub alveolare. I passaggi ipogei che caratterizzavano il vecchio percorso del torrente sono scomparsi essendo stati trasportati altrove i blocchi entro i quali si formavano.

Foto 1 e 2Alveo del Rospard modellato nella roccia; in entrambi gli scatti sullo sfondo si può osservare la quantità di materiale detritico asportato. Sulla destra il colore dell’acqua e del deposito sulla roccia indica la presenza della sorgente ferruginosa

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UNA MANO ALLA PENNA E UNA AL CATASTO

Il Catasto delle Forre d’Italia, redatto dalla Commissione Catasto dell’AIC, è uno strumento in continuo sviluppo e vive del contributo dei torrentisti.Per mantenerlo aggiornato quindi è fondamentale il supporto dei singoli sia per l’inserimento di nuovi dati e percorsi, sia per l’eventuale correzione di sostanziali differenze tra i dati accatastati e quelli riscontrati durante la discesa. L’indirizzo a cui comunicare i dati è [email protected] consultazione del Catasto, nella sua versione completa, è riservata ai soci AIC ma una versione sintetica è a disposizione di chiunque sul sito dell’associazione.Carta, penna e discensore...

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gianfranco gnecchi

Passato l’inverno la maggior parte di noi esce dal forzato letargo torrentistico e si appresta ad affrontare la nuova stagione. Ognuno col suo bagaglio tecnico accumulato grazie alle sue esperienze tira fuori l’attrezzatura per dargli una controllatina, effettua magari un paio di acquisti per rimpiazzare o aggiungere quello che serve al proprio equipaggiamento ed alla prima occasione buona la stagione ha inizio. Tutto normale, tutte le primavere succede la stessa cosa e ogni anno siamo tutti ben felici di ricominciare a percorrere i nostri amati torrenti.I materiali ormai specifici per la nostra attività sono sicuri e sempre più pratici e leggeri, il livello del torrentista medio è abbastanza buono e le informazioni sui vari percorsi e sulle loro condizioni, grazie ad internet e guide varie, sono accessibili a tutti. Come logica conseguenza ogni anno quindi il nostro bagaglio tecnico e di esperienze ci spinge naturalmente, chi più chi meno, ad affrontare forre o condizioni sempre più impegnative sia tecnicamente che fisicamente.Ovviamente dobbiamo programmare bene le nostre uscite e la verifica delle informazioni sul percorso, sulle difficoltà tecniche e sui materiali necessari sono ormai una buona consuetudine per tutti. Ciò che forse talvolta viene trascurata o sopravalutata è la propria preparazione fisica e la propria condizione in relazione ai percorsi che vorremmo percorrere o che andiamo a percorrere. È ormai ben noto che nella pratica della nostra attività, negli ultimi anni, i tempi di percorrenza dei canyon che frequentiamo sono diminuiti notevolmente e questo è da imputare, oltre ovviamente ai sopracitati materiali ed alle tecniche diffuse, anche ad un approccio più sportivo all’attività soprattutto quando si tratta di torrentismo “di ripetizione”.Il primo rischio che si corre ora è che i percorsi nuovi e vecchi vengano relazionati con questo taglio sportivo, con tempi i di percorrenza riportati validi per gruppi ben allenati ma troppo ridotti per chi invece ha un approccio meno sportivo e più escursionistico alla pratica del torrentismo.Il secondo è che, forte di un’attrezzatura perfetta e di buone capacità tecniche, qualcuno potrebbe intraprendere la discesa di un canyon al limite o al disopra delle proprie capacità fisiche.Perché allora insieme al controllo primaverile dell’attrezzatura ed alla rispolveratina alle tecniche di corda non effettuiamo un controllo autocritico sulle nostre condizioni fisiche ed eventualmente provvediamo a migliorarci con un po’ di salutare attività fisica? Nel nostro sport non esistono competizioni come in altre discipline e non abbiamo tempi da battere, quindi questo allenamento non servirebbe per migliorare le nostre prestazioni torrentistiche fine a sé stesse, ma proprio come in molti altri sport un’adeguata preparazione fisica ci consentirebbe di praticare la nostra attività con maggior sicurezza, minor sforzo e con un margine di energia in più, utilissima nel malaugurato caso che si renda necessario averla. Oltretutto, con una buona preparazione fisica, la discesa di forre lunghe ed impegnative ci risulterebbe più agevole e ci si aprirebbe un ventaglio di possibilità in più tra i canyon che potremmo percorrere.È scontato che tutti questi ragionamenti non devono interessare a chi, per sua fortuna pratica attività fisica, meglio ancora se in montagna, costantemente per tutto l’anno, inverno compreso. La riflessione è più che altro rivolta a chi, purtroppo per lui, nei mesi più freddi non ha modo di tenersi allenato praticando sport.Per stilare una tabella di allenamento non è necessario avere grosse credenziali o conoscenze, basta ragionare sui movimenti che facciamo nel corso delle nostre giornate in forra e ripeterli

“a secco” con continuità per un periodo di qualche mese. Quindi marcia, corsa, trazioni alla sbarra, flessioni, addominali, stiramenti ecc... sono solo alcune delle cose che si possono fare per prepararsi fisicamente e in autonomia alla nostra attività preferita.Così facendo gli avvicinamenti e le marce sul greto ci sembreranno meno stancanti, il peso degli zaini risulterà meno gravoso, sulle lunghe calate braccia ed addominali non grideranno vendetta e quando dovremo recuperare ed insaccare metri e metri di corde quest’ultime non ci sembreranno più lunghe di quello che sono in realtà.Insomma, senza nessuna velleità da “speed-canyoneer” o da “canyon-maratoneta”, il consiglio è solo quello di dotarsi di un po’ di spirito autocritico e capire se è il caso di lavorare sul proprio fisico al fine di prepararsi adeguatamente allo sport che amiamo e pratichiamo con così tanta passione.

la preparazione fisica nel torrentismo moderno

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Fosso Campione, Prodo ^ Terni ^ foto pietro torellini

> associazioneAGENDA > info a 360°

PROCANYON 2008

Durante il 2008 sono stati riattrezzati e resi ProCanyon 5 percorsi: 2 in Piemonte, 1 in Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Approvati anche un terzo in Piemonte e 1 in Liguria. I dettagli sul sito AIC,www.canyoning.it

OUTDOOR DAYS

Dal 22 al 24 maggio, nel Garda Trentino, si svolge Outdoor Days, una 3 giorni di esposizioni, test, attività e competizioni all’aria aperta.

NUOVE GUIDE SULL’ITALIA

È già in distribuzione il secondo volume di Caracal e Sancho Panza Le Tour de l’Europe en Canyon, su Italia centrale e meridionale, Sicilia, Sardegna, Balcani e Grecia.Di nuova uscita anche Canyoning Nord Italia, di Pascal Van Duin, con le schede di 100 dei più bei torrenti dell’italia Settentrionale.

MEETING INTERNAZIONALI 2009

Questo l’elen

NUOVI PANNELLI NEL PARCO DEL BEIGUA

Nell’ambito del progetto ProCanyon, la collaborazione con il Parco del Beigua, in Liguria, ha portato alla realizzazione di pannelli informativi da posizionare alla partenza dei sentieri di accesso alle forre, all’interno dell’area del parco.

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Viaggio per la Spagna torrentistica meno famosa: Madrid e la zona centro

in questa pagina la profonda incisione finale del barranco de Hocecilla vista dal par-cheggio a valle

pagina a fianco l’inforramento iniziale del Poyatos

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Avvicinamento in autoda Madrid prendere la autostrada A-6 (Madrid-La Coruña) uscita 39, da qui prendere la M608, direzione Manzanares al Real.Circa in corrispondenza dell’inizio di Manzanares al Real prendere il bivio alla sinistra (indicazione La Pedriza de Manzanares). Dopo un kilometro circa entrare nel parco (posto di guardia), seguire sempre la strada che, snodandosi nel territorio del parco conduce al parcheggio in corrispondenza della sbarra che ne preclude la circolazione ai mezzi. Parcheggiare. Avvicinamento a piedisuperare la sbarra e proseguire a piedi per la strada asfaltata (poi in terra battuta) per 3 kilometri che costeggia il fiume dove d’estate sono solitamente presenti numerosi bagnanti e merenderos. In corrispondenza del cippo del km9 si raggiunge un ponte sopra il Manzanarre. Immediatamente prima del ponte sale a sinistra (destra orografica del Manzanares) una scalinata larga e comoda, seguirla, in breve si trasforma in un sentiero; dopo circa 5 minuti il sentiero attraversa su una passerella il torrente, qui si può valutare la portata. Passare quindi sulla sinistra orografica e proseguire per il sentiero ora meno visibile ma sempre segnato

da numerosi ometti. Con numerosi e stretti tornanti abbastanza faticosi prendere quota nella vegetazione spesso troppo abbondante allontanandosi progressivamente dal rio, che però si continua a sentire. Si raggiunge una pineta (possibili numerose deviazioni per raggiungere punti panoramici sulle cascate). Nella pineta il sentiero progressivamente si avvicina al rio nel suo tratto in piano posto a monte delle cascate e quando possibile raggiungere l’alveo.RientroDopo la nona ed ultima calata proseguire per il greto circa 100 metri su placche levigate; prima sulla sinistra orografica, poi sulla destra si incontra la possibilità di uscire per traccia di sentiero abbastanza “vegetale” segnato comunque con abbondanti ometti; la traccia a destra porta alla passerella incontrata all’andata, la traccia a sinistra porta prima al sentiero di salita quindi alla passerella. Raggiungere il parcheggio seguendo a ritroso il percorso dell’andata.NoteIl parco della Pedriza è meta abituale delle scampagnate del week-end del madrileno medio, quando i parcheggi sono pieni il parco chiude l’accesso alle auto.

Pare che dopo la nona calata ve ne siano altre 4 che porterebbero direttamente alla passerella; né chi scrive, né i torrentisti madrileni interpellati hanno mai trovato queste calate, arrendendosi tutti al primo dislivello non attrezzato e non evitabile.

Quando alla fine del 2007 l’azienda dove lavoro mi comunicò che avrei passato il 2008 presso la filiale spagnola di Madrid, il primo pensiero fu rivolto alle più note forre della Spagna continentale ovvero quelle della Sierra de Guara, da tutti descrittami come un autentico paradiso torrentistico. Muta e imbrago nella valigia, in primavera, preso contatto con due torrentisti locali che già erano stati ai nostri raduni internazionali, iniziai l’attività con il loro attivo gruppo.La Spagna torrentistica presenta, per chi vive e lavora in Madrid, un grandissimo inconveniente dettato dalle distanze: infatti nella zona più prossima alla capitale si contano solo due percorsi torrentistici, di cui però uno solo si può considerare davvero interessante: l’unica possibilità per la pratica del nostro sport preferito è quindi fare dei grandi chilometri e raggiungere le altre Sierras che compongono il sistema Iberico centrale. Se invece si hanno a disposizione più giorni e si mette in conto un raggio di azione di almeno 4-500km… beh, si ha solo l’imbarazzo della scelta tra Pirenei, Sierra Nevada, Asturie….La zona più prossima quindi alla capitale e più generosa torrentisticamente è la zona di Cuenca, situata approssimativamente a 200km ad est di Madrid; questa regione, caratterizzata da altipiani e profonde gole scavate in un calcare eccezionale, è già conosciuta dagli amanti dell’arrampicata sportiva e presenta al contempo alcuni veri “gioielli” torrentistici.Tutti i canyon della zona sono contraddistinti da un buon incassamento e da ambienti sempre e costantemente selvaggi ma al contempo presentano lo svantaggio di essere molto stagionali: fuori da periodi di pioggia si corre il rischio di incontrarli asciutti o con uno scorrimento insufficiente. (o gelati come capitato al sottoscritto a Pasqua).Il torrente (o barranco) più conosciuto, percorso ed apprezzato della zona risulta l’”Arroyo de la Dehesa” o canyon di Poyatos, situato vicino al paesino di Poyatos, questo percorso è contraddistinto da 2 profondi inforramenti, uno iniziale e uno più corto finale, mentre la parte centrale, più aperta, è quella che presenta le maggiori verticali (max. 23m), tuffi e toboga non mancano; con acqua e con una giornata di sole è un torrente assolutamente imperdibile, navetta possibile oppure un’oretta di avvicinamento tra pareti verticali e panorami sulla forra. È il classico percorso con cui iniziare e concludere la stagione torrentistica.Altre possibilità in zona, per citare i più classici, si trovano presso Santa Cristina, con Hoz Somera e i due Hocecilla, combinabili in giornata, gole profondamente scavate con l’unico inconveniente di essere troppo brevi. L’unico torrente invece che si possa definire effettivamente “madrileno” è la parte iniziale del Rio Manzanarre (avete presente dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno? ecco quel Manzanarre). È un percorso assolutamente differente dal precedente, in quanto molto più tecnico e con problemi di portata spesso eccessiva sino a giugno-luglio; assenti tuffi e toboga si tratta di una serie di calate consecutive. L’ideale per una mezza giornata. Allego scheda tecnica per chi si trovasse in estate nella capitale spagnola con il materiale e volesse rinfrescarsi un po’.Uno dei maggiori vantaggi di lavorare in Spagna è che quasi tutte le aziende, come orario, il venerdì terminano l’attività dopo il pranzo, questo

località La pedriza, Sierra de Guadarama difficoltà V4 A3 IItempi 1h 30’ + 2h + 50’dislivello mt 150 (1500-1350)lunghezza 650 mcalate 9, max 20 mtancoraggi ottimi (2008)navetta 0 kmperiodo cons. luglio > settembreopere idriche nessunascappatoie torrente aperto con numerose

possibilità di uscire sulla sinistra tranne che tra la 6° e la 9° calata

rio Manzanares, cascate de los Chorros

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a fianco la bellissima C50 del La Larri superiore

significa, per chi fa torrentismo, poter partire subito ed avere mezza giornata a disposizione per spostarsi nella zona scelta per i torrenti del week-end, bisogna poi aggiungere che le possibilità di alloggiamento sono maggiori e più economiche e che la maggior parte delle autostrade non sono a pagamento.In questo articolo faremo una piccola ed assolutamente non esaustiva panoramica delle zone meno conosciute spagnole che ho girato per torrenti con il gruppo dei madrileni.L’angolo più lontano della Spagna è quella parte che si trova a Nord del Portogallo, la Galizia. I torrenti qui sono scavati in un granito antico e presentano sempre una portata molto alta per le forti precipitazioni dovute alla vicinanza all’oceano.Imperdibile, in Ourense al confine con il Portogallo, il Fecha, torrente abbastanza severo e con verticali molto continue nella sua parte centrale; immediatamente al di là del confine invece troviamo l’Arado, più ludico del precedente. Ideali entrambi in estate per poter incontrare la giusta portata.Spostandoci ad est altra regione di gran interesse è quella delle Asturie, vicino alla catena dei Picos d’Europa. La zona migliore è quella immediatamente fuori dal parco dei Picos d’Europa (purtroppo all’interno del parco è vietata la pratica del torrentismo….) in particolare il parco di Ponga e tutta la valle del Rio Sella. La roccia qui è generalmente calcare e i percorsi si sviluppano molto in verticale e risultano incassati solo a tratti, unico neo la molta vegetazione. L’ambiente incontaminato e ancora molto selvaggio aggiunto al fatto che il torrentismo qui non è molto diffuso e praticato (a parte eccezioni legate allo sfruttamento da parte di imprese multi-sport limitato ad alcuni percorsi) rendono la regione una assoluta delizia per gli amanti di questo sport, mentre le potenzialità sono altissime. (Significativo il fatto che l’unica guida che raccoglie dettagliatamente i torrenti più interessanti di questa zona è stata realizzata solo quest’anno).Autentica “chicca” la traversata speleo-torrentistica della cueva de Valporquero: una serie di pozzi asciutti in un abisso per arrivare poi sul fiume sotterraneo fino ad uscire con le ultime due calate in una breve forra.Spostiamoci ancora verso est tra le zone che ho avuto occasione di visitare in questo anno di lavoro e torrentismo in Spagna e vengo quindi a raccontarvi qualcosa di una zona che in realtà avrebbe ben poco da essere scoperta e pubblicata: i Pirenei Aragonesi, in particolare la zona di Ainsa e Broto.Questa zona è poco distante da Guara e presenta torrenti per tutti i gusti, tutti contraddistinti da una buona continuità e forti incassamenti… una vera delizia dove aver solo l’imbarazzo della scelta. Uno su tutti il Sorrosal a Broto, la cui calata finale (40+45m con pozza pensile) termina a pochi metri dal paese (una calata molto esibizionista) e che a monte di questo cascatone raccoglie tutto quello che un torrente dovrebbe avere: calate tecniche, strettoie, toboga e tuffi possibili fino a più di 15 metri. Una delizia da non perdere. Altro imperdibile il “Lalarri superiore”,

torrente dalle caratteristiche alpine con splendida vista sul Monte Perdido ed una calata da 50 metri a parere di tutti la più bella calata di tutti i Pirenei.Infine veniamo alla zona più meridionale che ho visitato: la Sierra Nevada, vicino a Granada, in Andalusia: un altro piccolo paradiso torrentistico, dove, scegliendo con accortezza si possono incontrare torrenti con

l’acqua giusta durante tutto l’anno: da quelli tipicamente primaverili che in estate seccano ad alcuni che, in funzione del disgelo e della piovosità della stagione, si possono percorrere solo in pochi mesi e talvolta nemmeno tutti gli anni.Un torrente su tutti per la sua ludicità è sicuramente il Rio Verde, poco fuori Granada, poche calate facili e bei tuffi in un’acqua sempre cristallina e un ambiente semplicemente bello, e, per chi vuole di più,

la possibilità di concatenare la discesa con uno dei suoi affluenti, più tecnici e verticali…Purtroppo sono rimasto in Spagna solo un anno ed ho anche dovuto lavorare (ogni tanto) per cui ho potuto realizzare solo una ventina di torrenti e solo nelle zone che vi ho descritto; il potenziale è ovviamente molto maggiore anche al di fuori delle zone che ho recensite, sicuramente un motivo per tornarci, oltre ovviamente ai tanti nuovi amici incontrati.

l’ambiente incontaminato e ancora molto selvaggio rendono la regione una assoluta delizia dalle potenzialità altissime

Un giorno del 1988 facevo un po’ di trekking su per i monti della Svizzera Francese.Camminavo camminavo camminavo e pochi degli amici australiani mi stavano dietro. Ricordo bene che vedevo le mie scarpe da ginnastica che si muovevano velocemente, salivano su erba, pietre e gradoni. Il fiato corto ma neanche tanto. L’importante era arrivare in cima e, possibilmente, arrivare per prima. Adam mi stava dietro ed ora, ripensandoci, mi guardava un po’ confuso. Andavo su che manco dovessi arrivare agli Dei in tempo per il tè del pomeriggio. Gli altri, più indietro, trotterellavano allegramente, cazzeggiando come sempre...Improvvisamente una furia umana mi stordì orecchie e corpo “STOOOPPPP... la vuoi smettereeee!!??? ti vuoi fermare o NOOOO!!!” Due lentigginose braccia bionde mi sollevarono di peso e mi trascinarono su una panchina fissata su una terrazza naturale che guardava la valle” GUARDAAAA GUARDAAA PER UNA VOLTA... GUARDA DOVE DIAVOLO SEI!!

“ E... beh... ci guardai...Tutto intorno a me era un susseguirsi di alberi, abeti, conifere in generale, tutto verde, prati ovunque, fiori colorati. Il cielo era blu come fatto al computer. Non una nuvola. Ma gli alberi… oh... erano dappertutto e scalavano le montagne come soldatini a riposo. Tranquille le cime si muovevano con il vento, si piegavano a ritmo. Non li avevo mai guardati in vita mia. Fu davvero quella la prima volta che vidi un albero. E fu lì che mi innamorai veramente della vita...

enrica

quando vidi

avevo 22 anni...

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Idea balzana o futura collaborazione?

Da pochi mesi, grazie alla sana e vivace “insistenza” di Mauro, Legambien-te Lombardia ha iniziato a conoscere l’Associazione Italiana Canyoning.I lettori potrebbero chiedersi cosa può realmente accomunare queste due associazioni che appaiono così lontane. In fondo Legambiente tratta tematiche puramente ambientali, mentre l’AIC è associazione sportiva e di movimento. Eppure interessi comuni ce ne sono.Basti pensare al desiderio comune di poter vivere e godere un torrente sano, pulito e possibilmente ricco di fauna e flora locale.Bene, da questo terreno comune è nata una iniziale discussione che, speria-mo, ci porterà a breve a collaborare attivamente. Collaborare in concomi-tanza di campagne nazionali come Goletta dei Laghi, che Legambiente dedica alla qualità delle acque dei laghi, o Operazione Fiumi, campagna deputata a mappare il rischio idrogeologico sul territorio italiano. O anche con azioni spot, meno strutturate, ma con lo scopo ultimo di far conoscere la realtà dei torrenti lombardi e italiani e di portare le istituzioni e gli enti deputati a migliorare la loro qualità che, ci dispiace dirlo, a volte è scarsa e ben lontana dalle leggendarie “chiare, fresche e dolci acque”.Possiamo dunque solo ipotizzare una sinergia tra le due associazioni, però pensate semplicemente a quali effetti potrebbero esserci se i membri di AIC mappassero situazioni di disagio ambientale e che, appurate accuratamente le cause, assieme ai circoli locali di Legambiente all’interno delle campagne succitate, potessero essere rese visibili ai media tramite dossier o comunicati stampa. Pensiamo possa essere la “scossa” giusta per muovere al positivo le amministrazioni locali e gli enti di controllo. Ma dove iniziare nel concreto? Una prima idea potrebbe riguardare la mappatura e l’analisi descrittiva di due torrenti lombardi limitrofi ai laghi di Como e di Garda dei quali evidenziare i problemi ambientali durante la campagna estiva Goletta dei Laghi, con blitz, conferenze stampa o percorsi preventivamente concordati tra le due associazioni e altre entità territoriali. Potrebbe essere la rampa di lancio questa per la nostra “idea balzana”?

Che le forre del bellunese siano tra le più belle d’Italia, site in luoghi ancora incontaminati e selvaggi, dove ci si può immergere nel silenzio e nella solitudine, accompagnati solamente dal fragore dell’acqua, lo può confermare chiunque ha avuto la fortuna e l’occasione di metterci piede.Ma sapere che questi contesti risiedono in zone dove vige il divieto assoluto di praticare il torrentismo, cominciava a stare stretto...Per un po’ di anni le cose sono rimaste immutate, fino a che nel 2007, dopo lo scambio di opinioni in lista e nel forum su questa situazione che necessitava di essere chiarita, l’AIC ha deciso di intraprendere la strada per la creazione di un canale di confronto e dialogo con l’Ente Parco.Dedicati diversi mesi alla raccolta di materiale didattico e diversi incontri con le entità che potevano essere coinvolte in questo progetto, l’8 febbraio del 2008 siamo stati ricevuti per la prima volta dal Vice Direttore e da un funzionario.In tale occasione è stata presentata l’associazione, si è discusso sulla natura di questo divieto e sulla possibilità di riaprire, anche se in maniera controllata e limitata, il territorio del parco alla pratica del

torrentismo.Come si sapeva e ci è stato spiegato, all’atto della creazione del parco è stata vietata la pratica del torrentismo con la consapevolezza che fosse un’attività praticata da un numero limitato di persone, ma non avendo ben chiaro quale fosse il suo impatto con l’ambiente circostante. Era quindi stata fatta una scelta prudenziale, a priori.Soddisfatti per l’inaspettata apertura alle nostre proposte, ci siamo lasciati con l’impegno di fornire un dossier contenente tutte le informazioni in nostro possesso sugli itinerari torrentistici ed una prima analisi con una proposta per un possibile regolamento del canyoning all’interno dei confini del parco.Dopo diversi mesi di lavoro, sono stati presentati questi dossier in occasione del secondo incontro, il 22 ottobre 2008, questa volta con il direttore, il Dr. Nino Martino. In questa occasione, oltre che all’individuazione delle forre su cartina geografica, compresi accessi e rientri, è stata consegnata una relazione con scheda sulla valutazione dell’impatto ambientale del torrentismo nelle forre, nella quale si distinguevano i percorsi che secondo una prima valutazione potevano essere aperti e quelli che invece dovevano

essere interdetti.L’esito di quest’ultimo incontro è andato oltre le più rosee aspettative. I nostri interlocutori si sono dimostrati alquanto soddisfatti del lavoro svolto, ritenendolo punto di partenza per una valutazione dei tecnici del parco, con l’obiettivo di cercare di riaprire alla frequentazione quelle forre che non dovessero presentare equilibri ecologici troppo fragili. Si è parlato anche di una possibile convenzione con AIC per trasformare il materiale cartaceo da noi prodotto in formato digitale compatibile con il loro sistema informatico. Si è parlato della realizzazione di filmati, di foto, di installare una stazione del progetto C6... si è parlato guardando al futuro. E già questo penso sia una grande conquista. Allo stato delle cose non c’è nulla di concreto ed ufficiale,ma gli incontri fatti riaprono completamente uno scenario che fino a qualche tempo fa sembrava molto problematico.A breve torneremo nella sede del Parco, consegnando tutto il materiale in formato elettronico, per ufficializzare la collaborazione, con la speranza di poter comunicare una prima lista di forre completamente accessibili.

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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

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Supereroi contro l’inquinamento

Questa è l’esperienza che riporta Mauro Santamaria, socio AIC Per denunciare l’inquinamento presente in 2 torrenti lombardi ha sentito:

* ASL: prov. Como, Lecco, Brescia e Sondrio, ottenendo risposte sempre diverse... “problemi del Comune”, “del corpo forestale”, “contattare l’ARPA”, “mandare denuncia ai Carabinieri”.

* ARPA: dopo aver parlato con un Dirigente Chimico, un Responsabile della Direzione e un addetto Info Acqua del Dipartimento di Como, un Dirigente Chimico del Dipar-timento di Lecco, trova finalmente riscontro in un Responsabile della Direzione del dipartimento di Brescia ma non riesce comunque a fissare una data per l’incontro.

* CARABINIERI: prego rivolgersi altrove...* POLIZIA: “sentire il Comune...”* COMUNE: “dovete parlare con organi tipo ASL e ARPA”* LEGAMBIENTE: nessuna risposta

Dopo circa 6 mesi di lavoro il risultato è stato pari a zero.

Opposta l’esperienza riportata da un altro socio, Vittorio Artusi:Valsassina (LC), parte finale del torrente Pioverna (orrido di Bellano). In seguito alla denuncia sporta da un privato, abitante nelle vicinanze del torrente, intervengono prima la ASL e poi l’ARPA compiendo prelievi e analisi delle acque.Dopo 2 mesi avviene la chiusura (tutt’ora in corso, dopo 2 anni) di un’industria locale che immetteva sostanze nocive nel corso d’acqua, a monte del percorso torrentistico.

Infine, una buona news da Michele Zandonati del Gruppo Grotte E. Roner e socio AIC:“A distanza di 8 anni finalmente è in corso di demolizione la fossa Imhoff della frazione Toldo di Trambileno (TN), per tutto questo tempo responsabile dell’inquinamento della sottostante forra del torrente Leno, dato che è stato completato il collegamento alla rete fognaria cittadina. La presenza di cospicue quantità di neve sul soprastante monte Pasubio lasciano ben sperare per una efficace pulizia primaverile.”Per inciso, proprio il Gruppo Grotte E. Roner è stato fra i promotori dell’iniziativa.

Dunque, dove sta la differenza? Stessa regione e stessi enti. Forse nel querelante, o nell’interlocutore del momento? Nelle motivazioni? Nella nocività dell’inquinamento? C’è da lavorare, questo è certo, ma la collaborazione ancora embrionale con Legambiente può essere il primo grande passo per l’umanità (torrentistica). Pensiamoci.

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Parco NaturaleRegionale dell’Aveto

Parco NaturaleRegionale del Beigua

Parco di Portofino

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coordinatori regionaliLe persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere even-ti. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]

Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453Romagna Francesco Michelacci tel 0547 673261 / 347 9186715Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili tel 348 6965069Friuli Venezia Giulia Romy Siegl tel 040 9381029 / 347 4349947Lazio Alessandro De Simoni tel 335 1905115Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407Lombardia Andrea Forni ^ tel 338 8449760 / 320 2360608Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo tel 011 2731197 / 335 6110291Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa tel 0163 826150 / 347 0436933Puglia Fausto Meleleo tel 0832 248181 / 333 3464460Sardegna Salvatore Richibesu tel 347 8138248Sicilia Diego Leonardi tel 329 9188187Toscana Romano Perotto tel 055 4210677 / 337 337700Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554Valle d’Aosta Andrea Mantovani tel 0165 45726Veneto - Verona Francesco Cacace tel 045 7725445 / 348 3398199Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello tel 347 5968595

iscrizioneQuote associative per l’anno sociale 2009 - socio singolo 28 euro- socio minorenne figlio di socio singolo 14 euro- socio sostenitore quota libera (minimo 40 euro) - associazioni e società affilliate 125 euro comprendente una tessera intestata

all’Associazione + 4 tessere singole intestate a 4 soci dell’Associazione; la quota di iscrizione per i Soci è di 14 euro

Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo:www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone (TR) specificando la causale “quota sociale 2009” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 340 8144909).3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600 000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2009” e darne comunicazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 340 8144909).Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Nel caso 1 invece la notifica è automatica.

partners commercialiAlcuni tra i seguenti partners commerciali AIC mettono a disposizione esclusivamente dei Soci AIC un vero e proprio listino visualizzabile sui rispettivi siti (di seguito riportati).

ASPORT’S Mountain Equipment ̂ Chies D’Alpago (BL) ̂ www.asport-s.com ̂ tel +39 0437 470129 LA VENTA Exploring Team ̂ www.laventa.it ̂ [email protected] ̂ fax +39 0422 320981SPORTLAND COMPANY ^ [email protected] SPORT ^ www.vertiginisport.com

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associazioni affiliateA.S. Olympic Rock Trieste ^ www.olympicrock.it ^ cell 333 6900659 / 368 3500049A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ̂ www.movimentoenatura.it ̂ tel 011 9882022Adventure Team Triggiano (BA) ^ www.adventureteam.eu ^ cell 392 5526901Ass.ne Sigmasophy Institute Sutri (VT) ^ www.sigmasophy.com ^ tel 0761 609351Banda Bauscia Milano ^ [email protected] ^ cell 349 1835818CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ 0183 273509Campo Base Isernia ^ http://campobaseonlus.spaces.live.com ^ [email protected] Rude Clan Canyoning Genova ^ www.cicarudeclan.com ^ cell 335 7520295Club CAI Perugia Etruscanyonig Corciano (PG) ̂ [email protected] ̂ cell. 335 7957808Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121.202711Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187Etna Discovery Slam Tour Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514G.S. CAI Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ tcell 347 0436933G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633GOA Canyoning Genova ̂ www.cailiguregenova.it ̂ cell 348 1541706Gruppo Alpino ”C. Battisti” (Sottosez. CAI Verona) Corrubbio di Negarine (VR) ^www.cesarebattisti.org ^ tel 045 8018833Gruppo Canyoning Ranciga Morbegno (SO) ̂ [email protected] ̂ cell 335 8031018Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ̂ [email protected] ̂ cell 347 9186715Gruppo Grotte ”Emilio Roner” CAI SAT Rovereto Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it Gruppo Speleologico CAI Malo Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ̂ www.speleocanyon.it ̂ cell 349 4442044Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823Gruppo Torrentistico X-Gatt Canyoning Introbio (LC) ̂ www.x-gatt.com ̂ cell 0341 980341Gruppo Zompafossi Montefranco Montefranco (TR) ̂ [email protected] ̂ cell 392 5259385MKF Vara Chiavari (GE) ^ www.arrampicate.it ^ tel 338 2819725Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ̂ www.monrosarafting.it ̂ tel 347 3200303 / 340 6638975Piemonte Canyoning Torino ^ [email protected] ^ cell 335 6110291Scout dell’Alcantara Motta Camastra (CT) ^ www.golealcantara.it ^ tel 0942 985010Slow Canyon Team Roma ^ [email protected] ^ cell 335 7516223Spaccaforra Sardegna CanyoningSassari ^ cell 329 6111324Toboga Club Latina ^ www.torrentismo.it ^ cell 329 3212271Toscana Canyoning Team Firenze ^ [email protected] ^ cell 333 3560368

^ Nell’articolo a pagina 18, nel riquadro sull’assemblea ordinaria dei soci AIC “MATESE 2008” il Consiglio Direttivo non è stato eletto in Matese nel 2008 ma a Stroncone nel 2007, per il triennio 2007/09.

corrigeerrata

n°21

> corsi AIC Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning si può trovare il calendario dei corsi nazionali e locali della Scuola Nazionale Canyoning in programma per il 2009www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current

> ASSEMBLEA ORDINARIA SOCI AIC 2009 sabato 30 MAGGIO 2009 Il giorno 30 Maggio 2009, si terrà l’Assemblea Ordinaria dei Soci dell’Associazione Italiana Canyoning presso l’Ostello della Gioventù, via Casa Corti VALBON-DIONE (BG). L’assemblea avrà luogo in prima convocazione alle ore 18.00 ed in seconda convocazione alla ore 18.30

Ordine del giorno:1. Elezione del nuovo CD2. Approvazione bilancio consuntivo 2008

Per le modalità di candidature e voto ed ulteriori informazioni: www.canyoning.it/assemblee/assembleasoci2009.htm

> assicurazione polizza del torrentistaA fine marzo 2006 è stata riformata la convenzione tra l’AIC e la Compagnia Faro Assicurazioni.Per tutte le informazioni: www.canyoning.it oppure e-mail [email protected]

Associazione Italiana Canyoning www.canyoning.itScuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz” [email protected] utiliConsiglio Direttivo [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] catasto [email protected] scientifica [email protected] Tecnica [email protected] stampa [email protected] editoria [email protected] aziende [email protected] assicurazioni [email protected] privacy [email protected] internazionali [email protected] notiziario [email protected] Sito Web [email protected] Forum [email protected]