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> viaggi un Montenegro finalmente dolce > prime volte figli & forre canY oning.it NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2007 numero 20 associazione italiana > raduno AIC resoconto dal Ticino

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Associazione Italiana Canyoning | notiziario "canYoning" n° 20 | novembre 2007

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> viaggiun Montenegro

finalmente dolce

> prime voltefigli & forre

canYoning.it

NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > novembre 2007 num

ero 20

associazione italiana

> raduno AICresoconto dal Ticino

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONINGwww.canyoning.it ^ [email protected]

sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)segreteria c/o Emanuele Bena ^ via Sant’Ambrogio 28 10139 Torino ^ tel 347 4181305 ^ tel/fax 011 796266

in queste pagine ^ torrente Sorba, Varallo Sesia, Vercelli ^ foto paolo testa

l ’ e d i t o r i a l e

Anche questo 2007 sta volgendo verso la fine.Un anno caratterizzato da anomalie meteorologiche che hanno ten-tato di metterci i bastoni tra le ruote, ma alla fine la nostra voglia di canyoning ha prevalso sulle forze della natura.Credo che possiamo annoverare questo 2007 come il più proficuo degli ultimi anni: abbiamo superato quota 500 con le iscrizio-ni, sono nati tanti gruppi locali (indice, questo, che la nostra intuizione di inizio mandato non era sbagliata per nulla...), diversi raduni effettuati, tante iniziative prese ed ancora non è finita.

Come molti di voi sapranno, ad agosto si è svolto il 5° Raduno Internazionale di Torrentismo organizzato dall’Associazione Ita-liana Canyoning.Il gruppo organizzatore (Marco e Mauro) per la prima volta ci hanno portato fuori dai confini Italiani, per l’esattezza in Svizzera, ospitati dalla comunità di Biasca, un vero paradiso del Canyoning.Per questo evento abbiamo avuto una partecipazione mostruosa, circa 260 iscritti provenienti da tutto il mondo. I nostri ospiti si son trovati un’organizzazione da far paura, avendo a disposizione un ampio campeggio gratuito, zone docce, possibilità di cenare tutti insieme in una bella sala al coperto, una sala colazioni, la sala video con proiezioni quotidiane, diversi gadget ed altro ancora, quindi cosa dire? Complimenti per l’ennesima volta agli organizzatori!!!Sono stati scesi i canyon più belli della zona, senza esser incorsi in incidenti gravi, solo un paio di caviglie saltate...Possiamo migliorarci ancora ma molto è stato fatto, comunque, vedremo il prossimo anno.

A fine settembre si è svolta la prima ‘gara ecologica’ durante lo svolgimento del Sibilla Canyoning.Si sarebbe dovuta svolgere solo il sabato, ma i ragazzi si sono immedesimati nella parte ed hanno continuato anche la domenica a raccoglier la sporcizia, riuscendo a portar fuori da Fosso il Rio un bel copertone d’auto: grande Enrico!!Fortunatamente il Parco dei Sibillini è una zona piuttosto ‘pura’ e pulita, si son asportate poche cose, del tipo bottiglie di pla-stica, qualche pezzo di corda e cordini vari e diversi fazzoletti di carta, pacchetti di cibo e sigarette.L’unico rammarico è quello del totale disinteresse da parte dell’Ente Parco dei Sibillini il quale, nonostante diverse mail spedite per renderlo partecipe ed informato dell’iniziativa, non ci ha degnato di una risposta.

Signori miei, ora vi lascio alla lettura di questo notiziario augurandovi che la voglia di forre continui anche durante i pros-simi freddi mesi invernali.

Ciao ciao

christian vento ^ presidente AIC

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indice

editoriale 02

ambiente il manifesto ambientale 04/05

eventi teva extreme outdoor games 06

eventi 5° raduno internazionale AIC 06

viaggi canyoning in montenegro 07

itinerari torrente Sabbiola e rio Secco 08/09

contributi storia di un salvataggio bestiale 10

eventi alpi 365 expo 10

contributi la loro prima volta... 12/13

contributi genitori & figli in forra 14

agenda 360° info 15

associazione organigramma e contatti 16

in copertinatorrente Boggia, val Bodengo ^ Gordona ^ Sondrio

foto pietro torellini

num

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redazioneluca dallari

daniele geunaandrea peruch

hanno collaboratojvan chemellomarco leonini

paolo madoniafulvio pastore

paolo testaroberto schenone

contattic/o luca dallari

via barbareschi 205/20A16149 genova

[email protected]

realizzazione graficadallarik >< graphics

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AMBIENTE

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grandi problemi

> nell’UE si producono 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno> ogni cittadino italiano produce in media 470 chili di rifiuti

l’anno> ogni anno in Italia si producono 29 milioni di tonnellate di rifiuti

solidi urbani, 80 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e 4 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi

piccoli accorgimenti

> portiamo sempre con noi un sacchetto per raccogliere e riportare indietro tutti i nostri rifiuti

> i rifiuti organici prima di deteriorarsi “sporcheranno” i nostri amati luoghi per tutta la stagione torrentistica, a discapito degli altri

> gli animali per fortuna sopravvivono anche senza i nostri avanzi

> cogliere fiori selvatici può significare bloccarne la riproduzione, e poi i fiori in foto non appassiscono

> camminare sul fondo del torrente, quando questo è sabbioso o sassoso, può compromettere la sopravvi-venza di un ecosistema ricco e vario costituito da micro organismi e macro invertebrati

> ricordiamoci che grida e rumori disturbano gli animali e riducono la possibilità di incontrarne

> l’auto inquina ed è rumorosa sempre, ma non sempre è necessario parcheggiare sull’azimut dei punti di partenza ed arrivo del percorso

> alpeggi e pascoli spesso sono proprietà private che vanno rispettate

montagna allo stato PURO l’attitudine all’altitudine

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6 mesi

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100 anni

4000 anni

tempi di degradazione dei rifiuti solidi

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AMBIENTE

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A maggio di quest’anno si è laureata Maria Grazia Turoni, studentessa di Scienze Ambientali dell’Università di Palermo, che ha svolto una tesi di laurea sui suoli delle gole, in collaborazione con l’AIC. I risultati preliminari

si sono mostrati alquanto interessanti per la pratica delle attività torrentistiche in aree protette, in quanto sembrerebbe che i suoli delle gole siano più poveri (in termini di evoluzione e di contenuto di materia

organica) dei corrispondenti suoli all’esterno. Allo scopo di consolidare i dati acquisiti, l’argomento verrà sviluppato nel corso del 2007 da due altre studentesse della Laurea specialistica in Scienze Ambientali dell’Università di Palermo (Silvia ed Annalisa i loro nomi), seguite dalla prof.ssa Adriana Bellanca.La tesi prevederà l’analisi mineralogica, del contenuto di materia organica e degli elementi in tracce (molti di questi ultimi sono anche indice di un potenziale inquinamento).In questa seconda fase l’AIC avrà un ruolo ancora più attivo che nella fase precedente, in quanto le analisi saranno condotte sui campioni raccolti dai soci durante la stagione torrentistica 2007.Durante l’assemblea che si è svolta in aprile a Stroncone sono state distribuite boccette di plastica

e schede da compilare a molti dei soci presenti che, devo dire con piacere e gratitudine, hanno aderito in maniera entusiastica all’iniziativa.

Ad oggi risultano ancora scoperte le aree dell’Italia insulo-meridionale, con particolare riferimento a Sardegna e Calabria-Puglia-Molise. Cerchiamo quindi qualche volenteroso torrentista bazzicatore di queste

aree che si faccia avanti per fornire il proprio contributo. Chi è interessato può contattare Paolo Maodnia a questo indirizzo: [email protected]

PREMESSAo Una forra (o gola) è un ecosistema che sotto certe condizioni presenta un’estrema delicatezza e vulnerabilità, e che in ogni caso, essendo

uno degli ultimi ambienti della superficie terrestre che mantiene una certa inaccessibilità, presenta caratteristiche di naturalità che vanno di per sè conservate come valore.

o Il mantenimento di un buon stato di salute dell’ecosistema forra è sempre e comunque prevalente rispetto alla sua fruizione turistica e/o ludico-sportiva, essendo compresa in questi casi la pratica del torrentismo, sia sotto forma amatoriale che commerciale.

CONSIDERAZIONI GENERALI*o La forra è un ambiente in cui chiunque senta il bisogno di ambienti incontaminati può ancora sperimentare un incontro diretto con la

natura e viverne in libertà la solitudine, i silenzi, i fragori, le dimensioni, le leggi naturali, i pericoli. Il valore dell’attività torrentistica risiede anche nella sua potenziale capacità di stimolare un rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale in grado di dare un senso non effimero all’avventura torrentistica.

o Il desiderio di diffondere la conoscenza dell’ambiente forra e del torrentismo attraverso la messa in opera di vie ferrate o percorsi at-trezzati, nonché l’adozione di sistemi di accompagnamento commerciale “usa e getta”, rischia di produrre gravi danni sia alle forre che ai praticanti a livello amatoriale, in quanto trascura il valore della natura selvaggia come cardine della qualità del torrentismo. Hanno preso piede approcci all’ambiente forra che, per il loro predominante carattere consumistico-spettacolare, diffondono messaggi ambigui e favoriscono l’affermarsi di una mentalità incline a considerare la gola come un semplice supporto per attività sportivo-ricreative.

o L’unicità dei luoghi circostanti le gole è inoltre compromessa dalla penetrazione dei mezzi di trasporto meccanici. Riteniamo elementi che possano degradare il fascino ambientale sia l’uso di mezzi aerei per depositare torrentisti in quota, sia l’utilizzo di mezzi meccanici laddove non ne sia normalmente consentita la circolazione.

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING SI IMPEGNA A PROMUOVERE LE SEGUENTI NORME COMPORTAMENTALI1) Rinunciare alla percorrenza di itinerari torrentistici, sempre e comunque ovvero in alcuni particolari periodi dell’anno, qualora questa

possa determinare danni gravi all’ecosistema presente nella gola interessata;2) Non effettuare trasformazioni permanenti del livello di accessibilità di una forra, mettendo in opera presidi fissi quali cavi di acciaio. Ausili

di questo genere potranno essere utilizzati esclusivamente:a) in forre già soggette a trasformazione turistica;b) in forre il cui livello di accessibilità è di tipo escursionistico e dove un numero limitato di presidi fissi, tranne dove sia vietato per

l’esistenza di norme di protezione ambientale, serva solo ad eliminare punti di pericolo senza danneggiare l’ecosistema;c) in forre di tipo escursionistico dove, fermo restando la verifica di compatibilità ambientale dell’intervento, per le particolari caratteri-

stiche morfologiche sia possibile realizzare percorsi attrezzati adatti a soggetti che presentano handicap psico-fisici;3) In sede di esplorazione di un nuovo itinerario torrentistico, non essendo certo il suo valore e non potendosi quindi escludere la mancanza

di interesse e quindi l’assenza di successive ripetizioni, utilizzare il meno possibile materiali artificiali per la posa in opera temporanea di corde di progressione, sfruttando laddove possibile ancoraggi naturali. Si intende che il mantenimento della sicurezza di progressione è un principio non derogabile, per cui tutto il materiale necessario e sufficiente ad assicurarla va comunque utilizzato.

4) In sede di armo stabile di un itinerario di torrentismo interessante, e quindi soggetto a ripetizioni anche frequenti, mettere in opera solo ed esclusivamente presidi fissi atti a vincolare alla roccia corde mobili di progressione che verranno rimosse al termine della percorrenza della gola. I presidi fissi ritenuti necessari e sufficienti sono:a) Punti di ancoraggio per corde mobili di progressione, relative sia al superamento di verticali che di traversi orizzontalib) Punti di ancoraggio per corde mobili destinate ad operazioni di soccorsoc) Punti di ancoraggio accessori, definendo con questo termine quei presidi fissi arretrati rispetto alle verticali, necessari a mettere in

opera corde mobili destinate a favorire la progressione di soggetti poco esperti5) L’utilizzo di qualsiasi altro tipo di presidio fisso che non sia funzionale alla sicurezza ma solo alla comodità, quali ad esempio gradini o

cavi metallici, è da ritenersi assolutamente incompatibile con le suddette norme di comportamento.

*liberamente ispirate alle “Tesi di Biella” di Mountain WildernessMANIFESTO AMBIENTALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING

> news i soci per l’analisi dei suoli Clue du Riolan ^ Alpes-Maritimes ^ foto Roberto Schenone

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Per il quinto anno consecutivo l’associazione, supportata organizzativamente dalla sezione lombarda, ha messo in piedi il suo classico appuntamento clou estivo, il Raduno Internazionale di Canyoning.Per la prima volta l’evento si è svolto oltre i confini nazionali, a Biasca, nella Svizzera ticinese, area ricca di splendide forre.L’affluenza è cresciuta rispetto alle edizioni passate per la rinomanza della zona, ai molti ancora sconosciuta perché fuori dai percorsi classici, benché centrale a livello europeo.Abbiamo contato più di 250 unità provenienti da tutta Europa, italiani in testa, seguiti da spagnoli, tedeschi, francesi, polacchi, inglesi e addirittura brasiliani e statunitensi.Gli ampi consensi raccolti sono stato il frutto di un ventaglio di proposte torrentistiche a breve distanza dal quartier generale, adatte ad ogni livello anche se mediamente lunghe e alcune con passaggi impegnativi. L’abbondanza d’acqua unitamente alle belle giornate

hanno fatto il loro gioco. Una combinazione che, insieme ad un’accoglienza esemplare da parte dell’amministrazione locale che ha fornito gratuitamente ai campeggiatori spazi verdi, servizi e sale al coperto, ha fatto del raduno un vero e proprio indimenticabile happening.La sezione lombarda ci ha dato dentro per non sfigurare facendo le cose in grande: sala refettorio con catering serale, dove poi venivano proiettati i vari audiovisivi artigianali degli intrepidi registi in erba (alcuni lavori davvero encomiabili per qualità e montaggio, segno che il torrentismo filmato sta salendo di livello). Nella stessa sala venivano serviti gli aperitivi del dopo-forra e per non far mancare davvero nulla e rendere quanto più economico e alla portata di ogni tasca, i lombardi si sono cimentati nella somministrazione delle colazioni.Fra i momenti salienti delle serate di proiezioni, grande riscontro ed attenzione ha ottenuto l’intervento della società di soccorso REGA che a braccetto con

due società idroelettriche per il contenimento ed il rilascio delle acque hanno mostrato, con supporto filmato, l’articolato loro intervento qualora si tratti di recupero di infortunati o di prevenzione degli infortuni stessi con un’adeguata informazione a noi praticanti, onde avere sempre gli strumenti necessari per sapere a cosa si va incontro affrontando una forra in Ticino.L’iscrizione all’incontro dava diritto a una serie di gadgets e regalie davvero molto gradite, fra cui l’immancabile t-shirt ricordo, un simpatico sasso fermacarte dipinto con l’effige associativa, un pass identificativo e dulcis-in-fundo il fiore all’occhiello, il tanto agognato libretto delle forre di zona, tanto utile quanto indispensabile ed ambito sia per l’occasione che per quelle a venire.Nella hit delle forre percorse spiccano l’Iragna, il Cresciano, il Lodrino, l’Osogna e l’Ambra con a seguire tutta un’altra serie di percorsi meno rinomati ma comunque degni di essere percorsi, certi di un appagamento ludico e tecnico che può dire di non conoscere pari.

5° RADUNO INTERNAZIONALE dell’Associazione Italiana Canyoning

Nel weekend del 12 e 13 maggio si è svolto a Rassa (Val Sesia, Piemonte) una nuova edizione del Teva Extreme Outdoor Games, manifestazione internazionale unica nel suo genere in Europa, organizzata dall’Associazione T.E.O.G. Valsesia. Si tratta principalmente di quattro competizioni (kayak, skyrunner, mtb e bouldering) dove vengono invitati i migliori specialisti nazionali e interna-zionali i quali si sono esibiti nelle gare organizzate in loco (kayak e bouldering) e nelle zone limitrofe. Dall’anno scorso il Gruppo Speleologico CAI Varallo è stato chiamato per presentare il Canyoning. Ci siamo trovati davanti al fatto di “inventarci” come promuo-vere l’attività del Canyoning senza andare in torrente! Come abbiamo fatto?Beh, il paese di Rassa è attraversato dal torrente Sorba il

quale viene alimentato da un altro torrente (il Gronda), e la confluenza si trova anch’essa in paese. Proprio qui due piccole rapide sono state attrezzate per simulare le tecniche di discesa in corda davanti al pubblico stipato sui muretti e sul ponte.Dall’altra parte una cascata verticale di circa cinquanta metri (la nostra salvezza!), anche se con poca portata è stata at-trezzata ed è stata oggetto oltre che di dimostrazioni anche di riprese video effettuate da operatoti Rai e Sky. Nella picco-la gola all’inizio del paese è stata allestita una teleferica di circa trenta metri, così come dal ponte del paese ma lunga ben sessanta metri, con dimostrazioni di discesa con grande euforia degli spettatori, e con tanto di riprese dall’elicottero. Inoltre nelle due giornate sono state organizzate anche due escursioni per una quindicina di neofiti, i quali hanno voluto

provare per la prima volta l’emozione del torrentismo, nel tratto attrezzato del torrente Sorba. Con noi sono stati sempre presenti alcuni amici, che con le loro video camere scafandrate hanno filmato tutto l’evento. Inoltre è stato alle-stito uno stand con fotografie, materiali e alcuni degli ultimi numeri della rivista AIC in omaggio ai visitatori interessati e ai partecipanti alle escursioni.Insomma, la manifestazione è stata un’ottima vetrina, ed ha avuto un buon successo. È stata un ottimo veicolo pubblici-tario per il canyoning: molte le persone che hanno assistito alle dimostrazioni, che hanno visitato lo stand, quelli che hanno partecipato alle escursioni in torrente (di cui ben otto poi si sono iscritti al corso!).Ovviamente contiamo di ripeterlo anche il prossimo anno, magari inventandoci qualcosa di nuovo

TEVA EXTREME OUTDOOR GAMES

testo e foto paolo testa

di marco leonini

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Già da un paio d’anni era in programma questo sopralluogo nelle inesplorate ed affascinanti terre del Montenegro, da tempo si passavano ore con il naso incollato al monitor del computer ad ingrandire zoom dopo zoom le cartine topografiche della zona in cui il buon Skeno intendeva mettere il naso; per non parlare di tutti quei “voli” fatti su Google Earth. Partire dalla terra vista dal satellite, passare all’Europa ed ingrandire sempre più sul Montenegro, la baia di Kotor, per poi addentrarci verso l’interno e sorvolare il Parco Nazionale del Durmitor. Caspita! Pochi giorni prima di partire, nell’immaginario mi sembra quasi di esserci già stato. Finalmente, al secondo tentativo e dopo aver volutamente aperto gli occhi alla dea bendata (era il 2006 quando due giorni prima di partire è saltato tutto e quest’anno ci siamo arrivati vicini), il 3 agosto riusciamo a partire.Increduli, visti i precedenti, ci sentiamo alla mezzanotte del venerdì: il gruppo di Genova è in autostrada, ed il gruppo di Malo... idem.Un calvario per arrivare a Trieste poi giù verso Spalato e Dubrovnik. Arriviamo in quest’ultimo verso le 16 e decidiamo, dopo 17 ore di macchina, di trovare un campeggio ed aspettare i genovesi.L’arrivo nelle terre Croate non è certo dei migliori, un incendio dalle dimensioni mostruose serpeggia per tutta la costa Croata. Al calare del sole sembra essere domato, ma l’arrivo dell’oscurità abbatte ogni illusione... siamo praticamente circondati da lingue di fuoco che si alimentano minuto dopo minuto di un terribile vento che arriva dal mare.Finalmente verso le 3 del mattino riusciamo a trovare gli altri, bloccati inesorabilmente in colonna. Titubanti decidiamo di piantare la tenda e riposare, vista l’infinità di ore trascorse in macchina. Qualche ora di sonno e poi via verso il Montenegro. In un grigio paesaggio provato da una notte di fuoco, raggiungiamo il confine e il miraggio del cartello “CRNA GORA” ci risolleva il morale. Attraversiamo le Bocche di Cattaro, che penetrano per 28 Km la costa e che costituiscono una simbiosi armonica tra vari ambienti naturali e un ricco patrimonio artistico: rappresentano il più grande fiordo del Mediterraneo ed anche il più bello.L’area è fortemente carsica: l’acqua delle abbondanti precipitazioni invernali scompare nel sottosuolo, dove forma fiumi sotterranei che sfociano nel mare, causandone il basso tasso di salinità. A causa della particolare conformazione geografica, con le montagne che si affacciano sul mare, le Bocche di Cattaro presentano una grande varietà climatica: si passa dal clima mediterraneo a quello sub-alpino. Con gli occhi sgranati ed il naso incollato al finestrino, affascinati da questi incantevoli paesaggi raggiungiamo Kotor nel tardo pomeriggio e, mentre una parte del gruppo si mette alla ricerca di un campeggio, l’altra “punta” subito l’uscita della forra che il giorno dopo è in programma: “Skurda”. Un deciso solco nella montagna che parte 900 metri più in alto ed arriva tra le vecchie mura della città, per poi buttarsi direttamente in mare.Risaliamo per un centinaio di metri il letto del torrente e subito il paesaggio si mostra in tutta la sua bellezza, alte pareti levigate disegnano morbide linee che risalgono la stretta forra, praticamente però semiasciutta... Abbassiamo il naso e lo spettacolo è già meno interessante... Qualche bella pozza di colorata acqua verde dove sguazzano serpentini morti... Alla sera il gruppo è un po’ indeciso se buttarsi dentro... ma una telefonata di un amico speleo di Belgrado ,già in viaggio per raggiungerci e fare la forra con noi, risolve ogni dubbio. Il giorno seguente, una volta raggiunti gli amici Ivan e Nemanja si parte.Con una serpentina di curve, per quasi 20 chilometri, risaliamo il pendio fino a rag-giungere l’attacco della forra. Armati di tutto il necessario cominciamo a scendere per qualche centinaio di metri fino a raggiungere un vecchio ponte in pietra sul fondo della valle. Qualche foto di rito e poi giù sul letto del torrente. Il primo salto, probabilmente bypassabile, lo facciamo su uno sbarramento artificiale di una ventina di metri, per poi inforrarci tra strette pareti e sbucare in un altro salto ben levigato di una quarantina di metri. Tutta la progressione è un alternarsi di tratti inforrati, in ambienti ben levigati, con tratti molto aperti dove camminando si perdono decine e decine di metri. Alternando passaggi funambolici per non cadere in stagnanti pozze d’acqua e accompagnati sempre da una quantità infinita di curiosi serpenti arriviamo nel tardo pomeriggio, dopo avere superato l’incredibile strettoia finale con 12 calate e 200 metri di dislivello, alle porte di Kotor. Soddisfatti delle 22 calate (riattrezzare praticamente in toto) e dei 735 metri di dislivello totali, mettiamo il bollino su uno dei 4 obiettivi del viaggio. Per festeggiare

il primo torrente ceniamo nella suggestiva e affascinante “Kotor by night”, a base di ottima carne e buona birra... apprezzando esplicitamente il bel turismo dei paesi dell’est... Il giorno seguente si riparte: destinazione Parco nazionale del Durmitor, costeggiando il fiume Tara. Il canyon, 1300 metri di profondità, è il secondo canyon più profondo al mondo dopo quello del Colorado. Questa regione custodisce un vero e proprio tesoro naturale per la sua unicità e autenticità, tanto da essere dichiarato Parco Nazionale e anche patrimonio mondiale dell’UNESCO. Lungo tutto il tratto stradale che costeggia il canyon siamo assorti nell’ammirare la prepotenza del paesaggio: profonde gole e grandi valli si buttano nel fiume Tara, quasi tutte però risentono dell’aspetto carsico dell’intera zona. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Žabljak, capitale del turismo montano in Montenegro. Affittati due accoglienti mini appartamenti, ad un prezzo alquanto modico, a cena si programma il giorno seguente: “Nevidio”. Bella discesa acquatica sul fiume Komarnica, prevalen-temente suborizzontale, con tratti decisamente inforrati ed a volte veramente stretti. In una serie di salti di medio/bassa altezza le corde non vengono mai utilizzate. L’acqua cristallina non manca mai, anzi, bisogna fare molta attenzione ad eventuali precipitazioni, visto che il bacino a monte ha dimensioni non indifferenti ed il rischio di piena è alto. La forra finisce appena la valle si riapre ed un sentiero, segnalato da un‘invisibile “ometto” di pietra, si alza verticale sulla destra ed in un’ora ci riporta al punto di partenza, evitando di percorrere un altro chilometro di forra e qualche oretta di rientro. Bollino numero 2.Torniamo presto verso Žabljak e decidiamo quindi di fare un sopralluogo, con cartine in mano, alla forra del giorno dopo. Ci spostiamo dall’altro versante per poter osservare la morfologia del canyon che dall’altopiano del Durmitor arriva sulle rive del fiume Tara, 600 metri più in basso. “Jezerac” ha tutte le caratteristiche per essere qualcosa di interessante, ma il troppo calcare non è un buon segno per chi cerca acqua che scorre in superficie. Il giorno seguente partiamo presto, sacchi in spalla ci incamminiamo verso il punto di accesso localizzato il giorno prima. Seguendo una lieve traccia di sentiero cominciamo a perdere quota lungo il letto asciutto del torrente. Armate le prime calate, e abbandonato il leggero scorrimento che c’era più in alto, ci rendiamo tristemente conto che fino alla fine ci aspetterà una “Borneo-discesa”, alternata da sassoni, qualche salto e fitta vegetazione. Dopo 6 calate, la più alta intorno ai 25 metri, e 560 metri di dislivello, arriviamo ben “sfregiati” nel pomeriggio sulle rive del fiume, esattamente nel punto dove i commerciali di rafting raccolgono i clienti. Bollino numero 3.Qualche trattativa per rimediare un passaggio evitando di farsi una quindicina di chilometri a piedi e ci si trova nuovamente a tavola a degustare le specialità locali e parlare della forra del giorno dopo. Altra valle che parte alla stessa altezza di Jerzerac, qualche chilometro più a valle e sulla riva opposta: “Suhodo”. Con la macchina riu-sciamo a portarci, in qualche modo, all’attacco della forra. Anche qua ci accompagna uno scorrimento d’acqua, più consistente di quello del giorno prima, e questo che ci fa ben sperare. Troviamo quasi subito una serie di salti, uno di seguito all’altro, in un tratto abbastanza inforrato, ma come immaginavamo l’acqua ha seguito il corso più breve per raggiungere il fiume Tara. La forra, comunque, risulta piacevole, con ambienti bellissimi che ci accompagnano per quasi 600 metri di dislivello e 12 calate, di cui la più alta di circa 30 metri. In qualche periodo dell’anno, presumibilmente, la forra presenta scorrimento. Arrivati sul fiume Tara non ci resta che improvvisare il ritorno lungo le rive del fiume, accompagnati dai resti delle piene invernali attaccati 4-5 metri sopra noi sui rami degli alberi. Il paesaggio è comunque fantastico, con alte pareti scoscese ed acqua cristallina che ci accompagnano per l’intero percorso. Lungo il tragitto incrociamo un paio di imponenti risorgenze e siamo costretti ad un paio di risalite nel bosco per evitare di andare a mollo nel fiume.Infine raggiungiamo il punto di arrivo del rafting... dove il ruvido titolare del “pub lungo Tara” ci guarda per la seconda volta in due giorni con l’aria di chi proprio non riesce a capire cosa caspita mai staranno facendo questi pellegrini... Bollino numero 4.L’ultimo giorno di questa settimana esplorativa montenegrina, purtroppo sotto un’incessante pioggia, lo dedichiamo ad un giro veloce sul massiccio del Durmitor dominato da una cima incurvata chiamata Meded. Oltre a queste vette ci sono altri “gioielli” come altopiani erbosi e vallate, ghiacciai e acque ghiacciate anche in piena estate, aree coperte da bellissime conifere, boschi di betulle e ginepri, pittoreschi borghi e pascoli estivi. Peccato però non si abbia più tempo a disposizione... chissà forse più avanti...

Il Montenegro è un piccolo stato dei Balcani che si affaccia sul Mar Adriatico. Confina con Serbia, Albania, Croazia e Bosnia-Erzegovina. Precedentemente unito alla Repubblica di Serbia, dal 3 giugno 2006 la Repubblica del Montenegro è uno stato indipendente, proclamato con un referendum sull’indipendenza nel maggio 2006, evento che ha definitivamente segnato la fine di quella che un tempo fu la Jugoslavia. Fino al 1919 il Montenegro aveva vissuto un lungo periodo di indipendenza, prima di fatto, poi sancita dal Congresso di Berlino del 1878.La popolazione di circa 600.000 abitanti, di cui circa 140.000 concentrati nella capitale Podgorica, è composta da varie etnie: il gruppo principale è costituito dai montenegrini (43%), i serbi costituiscono la minoranza più importante (31%), seguiti da albanesi (15%) e bosniaci (7%). La religione più praticata è quella cristiano ortodossa, ma è rilevante anche la presenza musulmana. Sulla costa, inoltre, vive ancora una minoranza dalmata, di religione cattolica. Da notare che le città marinare di Cattaro e Castelnuovo (Herceg Novi) fino agli anni ’20 del secolo scorso presentavano forti minoranze italiane, derivanti dalla dominazione veneziana dei secoli scorsi, testimoniata dalle splendide cittadine medioevali di Cattaro e Perasto, i due centri in cui attualmente vivono i residui 500 abitanti di origine e lingua italiana.Grande più o meno come il Trentino-AltoAdige, il Montenegro ha un territorio prevalentemente montuoso, con vette che arrivano fino ai 2500 metri del Durmitor, nel nord ovest del paese. Importanti corsi d’acqua solcano gli altipiani: il Tara forma un meraviglioso canyon lungo circa 80 km ed insieme al Piva forma la Drina, importante affluente del Danubio, mentre la Moraca, anch’essa caratterizzata da un bel canyon, alimenta il lago di Scutari, vicino alle coste adriatiche. Il calcare domina su tutto il territorio montenegrino, dando luogo a notevoli fenomeni di carsismo. Le coste sono molto frastagliate e solo nella parte più meridionale, al confine con l’Albania, si trovano lunghe spiagge sabbiose. Spettacolari sono le Bocche di Cattaro, un fiordo che si insinua per chilometri all’interno della linea costiera, ed il villaggio di Sveti Stefan. Il clima è caratterizzato da estati calde ed asciutte ed inverni freddi e nevosi, ad eccezione della costa, ben protetta dalle catene montuose del Lovcen e dell’Orjen e quindi temperata anche nella stagione fredda.Dal punto di vista del turista il Montenegro è una meta facilmente accessibile (raggiungibile dalla Croazia, dalla Bosnia, dalla Serbia o con traghetti diretti da Ancona e Bari), molto conveniente e, a dispetto dei pregiudizi, sicura. L’euro è la moneta che ha corso legale. Per l’ingresso dalla Croazia e dalla Bosnia è sufficiente la carta di identità. Le strade sono piuttosto tortuose, spesso strette ed in condizioni precarie, rendendo considerevoli i tempi di percorrenza. Le strutture turistiche (alberghi e campeggi) sono molto presenti sulla costa e scarse nell’interno, ad eccezione delle località montane di Zabljak e Kolasin.

Alberto Apolloni Jvan Chemello e Lillo Panizzon (GS CAI Malo)Andrea Bruzzone, Sara Morando e Roberto Schenone (GOA Canyoning Genova)

Juri Montese (GS CAI Sanremo)

testo e foto jvan chemello

MONTENEGRO il racconto

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premessaL’estate scorsa parlando con gli amici di esplorazioni, di colpo mi venne in mente che qualche anno fa avevo esplorato un torrentel-lo in una valle laterale della nostra Val Sesia. Già, qualche anno fa, e me ne ero scordato! Filippo (Dall’Aglio nda) fece quell’espressione della serie “c’è un torrente attrezzato e io non lo so?” Organizziamo l’uscita, ma siccome lo avevo attrezzato diversi anni fa (meno esperienza e soprattutto senza trapano!) non ricordavo quasi nulla del percorso. Stavolta ci attrezziamo per bene e così dopo tanto tempo sono ritornato a frequentare questo torrente, a torto dimenticato. Con Elena, Filippo e Luca lo abbiamo riattrezzato in modo più consono. La cosa che mi ha più sorpreso durante la discesa è stata che alcuni maillon rapide e addirittura una piastrina erano spariti! Mah!

presentazioneIl torrente Sabbiola è un classico torrente mon-tano di medio-bassa quota con un’alimenta-zione idrologica nivo-pluviale, mediamente con una portata di circa 100 l/s, con un’acqua molto limpida e non presenta nessun tipo di inquinamento se si escludono quattro baite fre-quentate durante il periodo estivo. Il torrente è di medio-facile percorrenza e con molte vie di fuga in caso di emergenza. L’ingresso si trova a circa 900 m slm ed ha un dislivello di 150 m. È piuttosto divertente, presentando diverse situazioni, dal tuffo alla calata, dal toboga ad alcuni tratti a nuoto. Vista la sua portata mediamente scarsa consiglio di frequentarlo in presenza di un buon flusso, altrimenti sarebbe piuttosto noioso.

accessoPrendendo la SS 299 della Val Sesia si ar-riva fino a Varallo e da qui si sale verso la val Mastallone (direzione Fobello – Rimella). Dopo circa 1 km, dopo il famoso Ponte della Gula, si prende un secco tornante a destra con indicazione per Sabbia. Ad un tornante si prende la strada che conduce alla frazione Crosi fino alla fine della strada asfaltata, dove si parcheggia l’auto.

avvicinamentoDalla macchina si segue il sentiero che proce-de verso monte proprio sul bordo del torrente alla sua destra orografica. Dopo circa 10’ si passa su un vecchio ponticello il quale porta il sentiero alla sinistra orografica. Dopo aver passato quattro affluenti il sentiero ritorna quasi parallelo al torrente e, quando si vede una piccola e vecchia pavimentazione a secco del sentiero, lì è l’ingresso del torrente.Il tempo di avvicinamento è di circa 50’.

descrizioneIl torrente comincia con una calatina verticale di circa 6m (“la Placca”) con la possibilità anche di tuffo in una marmitta di discrete dimensioni. Subito dopo un altro tuffo di 4m porta in un laghetto da attraversare con una nuotata. Una breve camminata porta ad una cascata inclinata (“l’Ibrida”), dove a metà della stessa è possibile staccarsi dalla corda e tuffarsi dalla cengia dentro una piccola lama. Quindi si arriva forse al punto più emozionante del torrente: una cascata inclinata di 10m (“la Bella”) armata sotto l’acqua che, quando è molta, ti piomba tutta addosso e quasi ti sommerge, finendo nel grande calderone dove la corrente ti spinge fin dall’altra parte. Una discesa in corrente e una cascatella di 5m portano alla “Doppia”,

un salto-cascata di 6m diviso in due da un enorme masso incastrato proprio nel mezzo della discesa. Da qui si cammina per un tratto dentro “La Tetra”, una piccola gola con pareti di roccia piuttosto alte, chiusa dagli alberi, dove il sole non riesce ad entrare.Una specie di toboga a curve di circa 8m invita a stendersi e lasciarsi trasportare ma in caso di portata notevole è meglio evitare il rischio di farsi sbattere contro la roccia. Un’altra piccola gola piuttosto chiusa (“la Goletta”) porta all’ul-

tima calata in corda, una cascata verticale di 9 m. (“la Cascata degli Anelli”), con alla base un laghetto e dove ci si può fermare a prendere un po’ di sole.Da qui inizia l’ultimo tratto del torrente: un enorme masso invita a fare qualche tuffo in una bella lama (“la Capriola”), con acqua limpidissima e un poco profonda. Poco dopo si arriva alla “Tumbulata”, due brevi toboga in sequenza, dove bisogna prenderli al centro per non rischiare qualche botta al fondoschiena!

Ancora un altro piccolo toboga e si arriva al pezzo forte della discesa: “il Saltoboga”, un toboga a forma di U, dove l’acqua ti spinge e ti fa fare un salto dentro un gigantesco calderone (tipo Gardaland!). Divertentissimo! Ma in alternativa si può fare un salto di 4m. Subito un altro toboga (“l’Onda”), che in caso di grandi portate, l’acqua ti sommerge durante la sua discesa. Ultimo scivolo (“il Baby”) poi si esce sulla destra riprendendo il sentiero che porta in 3’ all’auto.

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luogo Val Sabbiola, Val Sesia (VC)difficoltà V2 A2 IItempi 50’ + 2h 30’ + 5’dislivello mt 150 (900-750)calate 9, max 10 mtcorde consigl. 1 corda da 30 mtnavetta 0 km

in alto > la “Cascata Bella”qui sopra > la “Cascata degli Anelli”a fianco > il “Saltoboga”

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Percorso ormai quasi storico ma poco ripetuto, il Rio Secco presenta scorrimento dopo periodi di abbondanti piogge ma se si ha la fortuna di trovarlo nelle condizioni ideali ripaga le fatiche necessarie a raggiungerlo. Grande ambiente e belle calate, con un finale che lascia spazio anche al divertimento. Molti i risalti da disarrampicare.

accessosi lascia la autostrada A10 al casello di Genova Voltri. Si prende la SS1 Aurelia in direzione Savona, si attraversa tutta la delegazione di Voltri ed al termine, prima del ponte sul Cerusa, si svolta a destra in direzione Fabbriche. La strada si inoltra nella valle per alcuni chilometri. Raggiunta Fabbriche si prosegue fino al bivio

per Sambugo, sulla sinistra, poco prima della frazione di Fiorino. Si scende per pochi metri, si varca il Cerusa e si prende a destra. Dopo alcuni tornanti ed un tratto quasi rettilineo si supera il Rio Secco su un ponte. Si parcheggia sul primo tornante dopo il ponte.

avvicinamentodall’esterno del tornante si raggiunge il greto del rio e lo si attraversa, passando subito in riva sinistra. Si prende un sentiero piuttosto evidente che sale fino ad un bivio (arrivo di una teleferica) dove si prende a destra. La mulattiera prosegue in salita decisa con vari tornanti fino alla collina dove si incontra una strada sterrata ed una cappelletta. Si prende a sinistra direzione nord ovest e si raggiunge rapidamente un gruppetto di abitazioni (Case Moscone – quota 430 m). Dopo circa 50 metri si lascia la sterrata e si sale a sinistra, raggiungendo la strada asfaltata che collega Fiorino a Case Soggi. Si segue l’asfalto fino alle case (quota 450 m). Dietro le case si entra (cancello da richiudere) in un pascolo recintato che si attraversa, incontrando un secondo cancello. Subito prima un sentiero sale ripido a sinistra e raggiunge un terzo cancello, più in alto. Si entra ora in una rada pineta e si raggiunge velocemente un palchetto di caccia. Poco dopo una traccia sale a mezza costa in diagonale, in direzione del rio. Si sale fino a raggiungere una piccola sella (praticamente una discontinuità nella linea del crinale) a quota 620 m. Poco più in basso un vecchio sentiero si inoltra lungo le pendici della forra, con una cengia sostenuta da muretti a secco. Terminata la parte più aerea si prosegue per tracce fino al rudere di Cà di Pesci, a quota 635, vicino ad un piccolo affluente del rio. Il sentiero si perde definitivamente, ma l’assenza di alberi rende l’orientamento piuttosto semplice. Si prosegue a mezza costa, prendendo leggermente quota e superando altre due vallette affluenti di sinistra, fino al Giasse da Rua (quota 665), inconfondibile casetta col tetto in tegole rosse parzialmente integro. Dal Giasse un sentiero abbastanza marcato sale verso uno sperone roccioso a quota 700 e da qui si raggiunge agevolmente il primo risalto del torrente.

descrizionesi comincia la discesa superando tre risalti che portano alla prima calata: una bella verticale di circa 20 metri con laghetto alla base. Altre due disarrampicate precedono una calatina di 6 metri ed un altro risalto di una dozzina di metri. Il percorso in questo tratto è poco inforrato e consente di uscire abbastanza agevolmente. Un tratto di marcia di un centinaio di metri precede

una bella calata di 12 metri e vari risalti che fanno sì che la forra diventi progressivamente più profonda. Si incontra quindi la massima verticale di circa 30 metri che dà inizio alla parte più interessante del percorso, essendo seguita immediatamente da due calate di 24 e 11 metri, con un bel tratto inforrato. Un affluente in riva destra precede cinque minuti di marcia, dopo i quali la forra torna a stringersi con un tratto di laghetti e risalti che precede ancora una bella calata di circa 10 metri. La forra è ora

piuttosto marcata anche se mai stretta, con bei laghetti ed alcuni risalti che consentono anche qualche bel tuffo fino a 5 metri di altezza (in alternativa disarrampicate fino al IV grado). Una passerella in metallo al termine del tratto inforrato segna la fine delle difficoltà, restano ancora pochi minuti di marcia sul greto per raggiungere il parcheggio a valle.

notasi può verificare il livello al parcheggio a valle.

interesse generale discretodifficoltà V3 A2 IIItempi 1h 45’ + 3h 30’dislivello mt 410 (700-290)lunghezza circa 1,8 kmcalate 7, max 30 mtcorde consigliate 2 corde da 60 mtancoraggi insufficienti (2006)navetta 0 kmperiodo cons. primavera e autunnogeologia serpentinoesposizione estscappatoiemolte e piuttosto comode nella prima parte, complica-te dopo la cascata da 30; pochi i tratti pericolosi.cartografiaMultigraphic, Appennino Ligure 3-4 (1:25000), Istituto Geografico Centrale 16 (1:50.000)

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BAMBI E’ CRESCIUTOma continua a combinare casini...

Il dehors di uno dei due bar del paese è affollato di torrentisti che mangiano e be-vono, sembra un po’ la scena della taverna di Guerre Stellari… riti di saluto che manco

tra i vichinghi, pacche che si abbattono come portali sulle schiene, grugniti e com-plimenti per la velocità di percorrenza dello squadrone “esodo” (20 tra maschietti e femminucce) che hanno disceso il Claretto sup. in 6 (!) ore.“…ok, un mese fa stavamo ri-armando ma eravamo in 11 e ce ne abbiamo messe 8 di ore… siamo proprio un po’ schiappe” …poi,

mentre con il binocolo osserviamo le tra-versie di un gruppo di francesi sulle ultime cascate, veniamo a sapere che un gruppo di genovesi (Sergio O. e c.) che scendeva

il Rio Malo (…nomen-omen) è incappato in una vasca a monte della calata da 60, in un esemplare di cervo maschio con una zampa rotta.

“cacchio che peccato, non ne uscirà mai vivo, speriamo almeno che muoia in fretta”“…a fine estate, con tutto il grasso che ha accumulato di freddo non morirà di certo…”

“…beh, speriamo in un infarto…con-tutto-quel-grasso”“…l’è na sturia dulurusa ma guarda che è intrattabile, un bestione da 200 kili con un

palco di corna così, se ti avvicini ti affetta come un salame…” Fine della storia… ma non per tutti.“Guardare le palle di un cervo porta fortu-na assai” (proverbio popolare di Venaus)

Infatti Dario (mio fratello) non si da pace, non vuole lasciare che la bestia muoia e incomin-cia un immenso giro di telefonate a guardie

Sabato 15 settembre, uscita del Claretto (Novalesa,Val Susa, TO), durante i 2 giorni di uscite patrocinate dall’AIC, ritornando verso il paese con Ema, ore 16:30. Esterno/giorno.

Dario non si da pace, non vuole lasciare che la bestia

muoia e incomincia un immenso giro di telefonate

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Invitata a partecipare ad Alpi 365 a Torino, l’Associazione Italiana Canyoning, rappresentata in quest’occasione dai soci di Piemonte Canyoning, ha riscosso un buon successo.Discreto lo sbattone per stampare i 3 nuovi cartelloni che illustrano la nostra attività: una mega fotona, un cartellone attività che si propone di spiegare che cosa sia il torrentismo e uno più specifico sull’ambiente canyon: come si generano i canyon (piratato a P. Madonia, grazie postumo), una breve parentesi poetica e un riquadro sull’inquinamento.Abbiamo provveduto a stampare anche una serie di depliants sull’associazione in generale, utilizzando in parte i testi dei vecchi prodotti. Buona anzi ottima l’affluenza di pubblico inte-ressato e, direi, ottima anche la figura della nostra associazione.A parte i ringraziamenti, doverosi, a chi si è impegnato per i buoni risultati di cui sopra e i volonterosi standisti/e, non sono mancate le parentesi divertenti come la nascita della “criatura”, il manichino torrentista recuperato in quel di Arnad 24 ore prima che iniziasse tutto.

torino 4/7 ottobre 2007 > Alpi 365, l’AIC c’era...

[ Individuare l’identità alpina attraverso

una riflessione sulla montagna è

l’obiettivo dichiarato di Alpi 365 Expo,

che dal 4 al 7 ottobre ha rappresentato

le Alpi in tutte le loro valenze ]

testo e foto daniele geuna

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forestali, enti parco, cacciatori, torrentisti, protezione animali, fin anco curie vescovili, per tentare il primo soccorso di un ungulato il cui nome già non sembra voler portare bene (…è stato ungulato!).E invece quattro giorni dopo l’avvistamento riesce a contattare l’ufficio delle Guardie Venatorie della provincia di Torino nella persona del signor Tolosano che si presta al soccorso, anzi allerta oltre che i suoi uomini (e donne) anche i pompieri di Susa e il nucleo elicotteri dei VVFF di Torino che mettono a disposizione un elicottero. Dopo una prima ricognizione delle Guardie Vena-torie (i guardia caccia di chatterlayniana memoria), venerdì 21 settembre parte dalla caserma dei pompieri di Susa8 una carovana

di macchine alla volta del Rio Malo; tra di loro anche Bruno Camoletto, Andrea Montarulo, Dario e me: i virgulti di Piemonte Canyoning. Raggiunto il sito dove giace la bestiola (peso stimato 180 kili), vengono approntate le ca-late. Scendono le Guardie Venatorie e Ezio (il veterinario d’assalto) che si cala con il fucile a tracolla, da una cengia spara il dar-do soporifero ma Bambi ha ancora energie

sufficienti per alzarsi in piedi e camminare attraverso il greto appoggiandosi sull’arto fratturato che si piega in posizioni innaturali poi, finalmente, la codeina fa il suo effetto, inizia a barcollare e si accovaccia, al sole e fuori dall’acqua. Subito i ragazzi lo raggiungono, ci danno il per-messo di scendere e bloccano zampe e corna mentre il dotto-re procede all’amputazione del moncherino. La frattura era completa, solo un lembo di pelle tratteneva quel po’ di zampa. Qualche punto di sutura e un casino infernale annun-cia l’arrivo dell’elicottero da Caselle che cala gli operatori e la rete per fare il più grande salame di cervo vivo mai tentato.

“Qualche minuto e volerai a valle, bello mio” gli dico mentre lo accarezzo (quando mai mi capiterà ancora di coccolare un cervo?) e penso a che bellissimo gesto sia stato quello di Dario che non si è dato per vinto alle prime difficoltà, a quello di questa brava gente che si è fatta un culo così, a questi servizi che mi rendono un po’ meno infelice di pagare le tasse e non vederle solo sfumare in voli di

Stato, perchè un equivoco vada a vedere un granpremio con famigli al seguito.Il finale per questa volta è in allegria: il cervo

si è ripreso, è stato siringato di antibiotici e subito portato in una riserva naturale (ci dicevano che non bisogna portarli nei centri di recupero per animali selvaggi, lo stress delle cure invece di salvarli li uccide) e ora, pur zampettando

su tre soli punti ha una possibilità di sopravvivere, nel torrente sarebbe certamente perito dopo una lunga agonia (esperimenti condotti da qualche pazzo negli U.S.A., hanno dimostrato che i cervi muoiono di fame dopo 45/50 giorni).Coglierei l’occasione per ringraziare, a

nome mio e del cervo, i sigg. ri Bianco, Plano, Nemo,Villani e Peverelli dei VVFF, le ottime Guardie Venatorie della Provincia di Torino, il sig. Tolosano, Leone (che faceva le riprese), Alberto, Diego, Valter, Marco, Piero, Luca, il veterinario d’assalto il sig. Ezio e chi si è sbattuto perché questa storia avesse un lieto fine, sopra tutti Dario che ci ha creduto da subito.

“Bambi è vivo e lotta con noi” (il mio sms che annuncia la fine delle operazioni)

[ Individuare l’identità alpina attraverso

una riflessione sulla montagna è

l’obiettivo dichiarato di Alpi 365 Expo,

che dal 4 al 7 ottobre ha rappresentato

le Alpi in tutte le loro valenze ]

complimenti alle quasi 130 foto ricevute, a quelle pubblicate e a tutte quelle che avrebbero meritato una pagina che non hanno potuto avere, per colpa di un anno che ha solo 12 mesi.

grazie a tutti !

> calendario 2008

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GENITORI & FIGLI in forra qualche semplice consiglio per le prime esperienze

Se ha letto nei vostri occhi il piacere e l’emozione che si prova nel fare canyoning, sorge quasi naturale il suo desiderio di provare e condividere con voi queste emozioni

Ogni genitore torrentista, prima o poi, ha pensato di fare provare l’esperienza del canyoning al proprio figlio/a. Quando sono ancora piccoli magari tu, appassionata/o di forre e cascate, lasci il pargolo al marito o alla moglie, o meglio, voi, mamma e papà, lasciate il “cucciolo” ai nonni e vi godete qualche bella ed impegnativa discesa in compagnia di amici.Ma, prima o poi, pensate: “Un giorno, quando cresce, voglio portare anche il mio bambino”.Credo sia naturale e anche bello il desiderio di fare condividere anche ai propri figli (o meglio: con i propri figli) una così bella esperienza di natura. Subito avanzano però alcuni dubbi: “quando potremo portarlo?” e “ dove potremo portarlo?”. Ma prima forse prima bisogna chiedersi e soprattutto chiedergli: “vuoi venire?”.Certo: se ha letto nei vostri occhi il piacere e l’emozione che si prova nel fare canyoning, sorge quasi naturale il suo desiderio di provare e condividere con voi queste emozioni. Ma per lui deve essere un piacere ed una curiosità solo sua. Se non cogliete questa curiosità, se preferisce stare in compagnia degli amici a giocare in cortile, lasciate stare. Forse non è ancora il momento o forse non gli avete passato nei geni quel vostro “furore di forra”.Sicuramente è più divertente per lui per la prima esperienza coinvolgere anche uno o due amici del cuore. D’altra parte il canyoning è una attività di montagna di carattere sociale (lo si fa abitualmente in gruppo) e sarà per lui più bello e giocoso poter condividere questa esperienza con qualche amico.Ma a partire da quale età? È difficile dirlo perché dipende da bambino a bambino in base alle sue qualità motorie e al suo sviluppo. Comunque una età adatta credo sia attorno a 8/9 anni.Fondamentale è l’individuazione di dove portarlo. La scelta deve essere ovviamente posta su un percorso facile, molto ben conosciuto, breve (i tempi specie all’inizio si possono dilatare di molto), con poca portata e in estate,

quando temperatura dell’aria e dell’acqua non “mangiano” velocemente le riserve di energia dei nostri bimbi. Teniamo conto che spesso per loro spesso vale la “regola dell’on/off”: cioè sino ad un attimo prima magari sprizzano di energia e poi improvvisamente, quasi senza segni premonitori, hanno la “batteria a terra”. Quindi: percorso breve, acqua “calda” e meglio se con possibilità di vie di uscita. Siamo lì per divertirci e soprattutto per fare divertire loro. Quindi niente curiosità strane di nuovi itinerari anche se magari la guida li indica come adatti ai principianti.Ovviamente per i nostri bimbi/ragazzi valgono gli accorgimenti e le regole tecniche che valgono sempre in presenza di principianti (e non solo), …senza mai distrazioni. Quindi assolutamente d’obbligo due torrentisti esperti: uno sempre davanti a tutti e l’altro che chiude il gruppo.Quando si deve utilizzare la corda, uno fa la manovra superiore (corda ovviamente sbloccabile) e l’altro fa sicura dal basso tenendo sempre il capo della corda, in modo che, se il bimbo perdesse la presa durante la calata, lui può tensionare dal basso la corda ed evitare una discesa non controllata. Sull’armo facciamo la manovra con il mezzo barcaiolo e non con l’otto a contrasto perché i bimbi pesano poco e se occorre dare corda (o per qualche strano motivo recuperare corda) la cosa riesce più facile.È inoltre molto importante verificare sempre con attenzione che il bimbo scenda lungo la verticale per evitare possibili pendoli se poi “partisse” un piede. È vero che c’è l’altro operatore in basso che tiene il capo inferiore della corda, ma comunque è meglio evitare. Se la roccia è scivolosa lungo la via di calata facciamoli sdraiare. Eviteranno di sbattere se gli “scappa” il piede e per loro è anche più divertente. Se la portata del percorso è veramente modesta, consiglierei inizialmente per un paio di salti di calare il bambino per fargli capire (senza dover lui concentrarsi anche sul discensore) quale è

la corretta postura del corpo e la gestualità durante le calate.Ovviamente per le calate saremo noi genitori a passare la corda nel discensore del nostro bambino, ma non rinunciamo a spiegargli sempre cosa facciamo e perché lo facciamo: vedrete che imparano molto velocemente.Passiamo a tuff i e toboga: quest i rappresentano certamente l’aspetto ludico del canyoning. Figuratevi allora quale divertimento possono costituire per i nostri ragazzi. Valgono ovviamente le raccomandazioni generali (mai salti forzati, sondare la pozza…) con in più la regola di procedere molto per gradi. Quindi mai salti mirati o con spinta o troppo alti; deve esserci la possibilità di poter anche sbagliare senza per questo correre pericoli: quindi pozza di ricezione ampia e altezza del salto decisamente modesta.Non dimentichiamo però mai che spesso ci si fa male nei posti e nei modi apparentemente più semplici. Massima attenzione quindi anche durante la progressione orizzontale indicando sempre la presenza di appoggi scivolosi e massima attenzione anche nelle descalate più banali. Occorre assisterli con la massima cura anche in questi passaggi. Al minimo dubbio tiriamo fuori la corda dal sacco ed assicuriamoli.La regola generale è sempre e comunque quella del divertimento nella calma e nella massima prudenza per non fare prendere loro (e pure a noi genitori) inutili paure e non correre il rischio che la prossima volta non vogliano più condividere con noi una così bella esperienza di vita nella natura.Un ultimo consiglio: se vediamo qualche animale indichiamoglielo cercando di spiegare (se possibile) le sue abitudini; ed ovviamente se troviamo qualche bottiglia di plastica o altro rifiuto facciamoglielo raccogliere e mettere nel nostro zaino; è meglio non perdere nessuna occasione per un po’ di educazione ambientale (…anche per noi adulti).

testo fulvio pastore ^ foto andrea dalla vittoria

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> associazioneAGENDA > info a 360°

ELEZIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2007/2010

Questi i nominativi ormai noti dei nuovi Consiglieri AIC e le rispettive cariche per il prossimo triennio.presidente: Christian Ventovice presidente: Francesco Bertisegretario: Emanuele Benatesoriere: Roberto Schenonealtri consiglieri: Milena Argiolas, Maurizio Biondi, Matteo Maragotto

PRO-CANYON 2007

Nell’ambito del progetto di riattrezzamento e monitoraggio dei canyon italiani hanno ottenuto il bollino ProCanyon i rii Secco e Grognardo in Liguria, il torrente Ania in Toscana e la forra di Roccagelli in Umbria. Approvati inoltre i progetti di riarmo della Val Pilotera (SO) e del fosso le Vene (IM).

STIPULATA UNA NUOVA CONVENZIONE CON KONG

Grazie ad essa i Soci AIC possono godere di sconti dal 20 al 30% presso lo spaccio aziendale, della KONG (via XXV Aprile 4, Monte Marenzo, Lecco), attuale sponsor tecnico del progetto ProCanyon.

2° livello

ASSEMBLEA STRAORDINA-RIA DEI SOCI AIC

Convocazione per il giorno sabato 3 novembre in occasione del Raduno Speleo in Garfagnana.Tale assemblea sarà effettuata in prima convocazione alle ore 13.00 ed in seconda convocazione alle ore 14.30.

1° livello

2° livello

NUOVI COORDINATORI REGIONALI AIC

Emilia:Alessandro MarchiUmbria:Claudio MacchiariniSicilia:Diego LeonardiTrentino Alto Adige:Marcello Carli

NUOVE NOMINEINCARICHI SOCIALI

Il ligure Christian Roccati collaborerà con Piero Golisano, attuale addetto stampa, per la corretta divulgazione dell’immagine dell’AIC e del torrentismo attraverso gli organi d’informazione.Milena Argiolas, di Cagliari, è invece il nuovo Responsabile dei Rapporti con le Aziende per l’AIC.

3° livello

val d’Osogna ^ Canton Ticino ^ foto cristiano massoli

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partners commercialiLe offerte proposte sono riservate ai Soci AIC. Maggiori dettagli su offerte e variazioni dei listini nella newsletter AIC (riservata ai Soci).

AET NATURE ^ www.aetcanyoning.com ^ tel +33 4 93044764ALPINGUIDE Guide Alpine Arco Lago di Garda ^ [email protected] ^ tel +39 0464 422273 ^ cell +39 346 7000590ARTISTIC SPORTSWEAR ^ [email protected] ^ tel +49 522144442ASPORT’S Mountain Equipment ^ [email protected] ^ tel +39 0437 470129 ^ fax +39 0437 470172LA VENTA Exploring Team ^ [email protected] ^ [email protected] ^ fax 0422 320981RAFTING UMBRIA ^ [email protected] ^ cell +39 348 3511798 / 328 0143735RESURGENCE ^ www.resurgence.fr ^ tel +33 5 59217856ROC! ^ www.rocsport.it ^ [email protected] ^ tel +39 079 200047SPORTLAND COMPANY ^ [email protected]

associazione italiana canyoningConsiglio Direttivo ([email protected])Presidente Christian Vento ([email protected])Vice-Presidente Francesco BertiSegretario Emanuele Bena ([email protected])Tesoriere Roberto SchenoneConsiglieri Milena Argiolas ^ Maurizio Biondi ^ Matteo Maragotto

Commissione Catasto Paolo Bolis ([email protected])Commissione Scientifica Paolo Madonia ([email protected])Commissione Tecnica Maurizio Biondi ([email protected])Ufficio Stampa Piero Golisano ^ Christian Roccati ([email protected])Ufficio Editoria Cosimo La Gioia ([email protected])Ufficio Assicurazioni Sara Morando ([email protected])Contatti aziende Milena Argiolas ([email protected])Consulente privacy Mauro Santamaria ([email protected])Redazione notiziario Luca Dallari, Daniele Geuna, Andrea Peruch ([email protected])Gestione Forum Alessandro De SimoniWebmaster Paolo Giannelli, Stefano Rossi, Gabriella Russo ([email protected])

scuola nazionale canyoning ([email protected])Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Roberto Coppo ^ Erwin Kob (ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni

Istruttori > Francesco Berti ^ Marco Biasioni ^ Francesco Cacace ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Luca Dallari ^ Alessandro De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^ Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre ^ Uberto Liuzzo ^ Cristiano Massoli ^ Andrea Nadali ^ Giovanni Pizzorni ^ Stefano Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Roberto Schenone ^ Romy Siegl ^ Paolo Spreafico

associazioni affiliateAss. Aqua Germignaga (VA) ^ www.euforione.supereva.it ^ tel 0332 813001A.S.A.N. “Su e giù” Nettuno (RM) ^ www.asan.it ^ cell 333 9238077Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ cell 320 9772806Ass. ҮΨλsophy Institute Sutri (VT) ^ www.sigmasophy.com ^ tel 0761 609351 A.S. Olympic Rock Trieste ^ www.olympicrock.it ^ tel 040 825222Adventure Team Triggiano (BA) ^ www.adventureteam.eu ^ cell 392 5526901CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ cell 335 8124109Cica Rude Clan Canyoning Genova ^ www.cicarudeclan.com ^ cell 347 5038073Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121 202711Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187Etna Discovery Slam Tour Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514G.A. “C. Battisti” Corrubbio di Negarine (VR) ^ www.cesarebattisti.org ^ tel 045 8018833G.E. H2otto Cesenatico (FC) ^ [email protected] ^ cell 347 9186715G.G. Brescia “Corrado Allegretti” Rodengo Saiano (BS) ̂ www.ggb.it ̂ cell 347 4473822G.G. “Emilio Roner” CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.itG.S. CAI Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595G.S. CAI Sezione Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933G.S.F. Besenello Rovereto (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044G.S. Leccese ‘Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ tel 0832 248181 ^ cell 338 8947823G.S. Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633G.S.T. “G. Guedoz” Legnano (MI) ^ [email protected] ^ cell 347 9196696G.T. Albatros Monterotondo Scalo (RM) ^ [email protected] ^ cell 328 0671599G.T. X-Gatt Canyoning Introbio (LC) ^ www.x-gatt.com ^ tel 0341 980341GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 333 6021775Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ [email protected] ^ cell 392 5259385Liguriadventure Bargagli (GE) ^ www.liguriadventure.it ^ cell 349 6762389MKF Vara Chiavari (GE) ^ www.mkfvara.org ^ cell 338 2819725Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303Odissea Naturavventura Nave (BS) ^ [email protected] ^ cell 348 2214569Piemonte Canyoning Rivoli (TO) ^ [email protected] ^ cell 335 6110291Scout dell’Alcantara Motta Camastra (CT) ^ www.golealcantara.it ^ tel 0942 985010Slow Canyon Team Roma ^ [email protected] ^ cell 335 7516223Toboga Club Latina ^ www.torrentismo.it ^ cell 329 3212271Toscana Canyoning Team Firenze ^ [email protected] ^ cell 333 3560368

coordinatori regionaliLe persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere eventi.Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]

Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453Romagna Francesco Michelacci ^ tel 0547 673261 / 347 9186715Friuli Sebastiano Broili ^ tel 348 6965069Venezia Giulia Romy Siegl ^ tel 040 9381029 / 347 4349947Lazio Alessandro De Simoni ^ tel 335 1905115Liguria - Levante e Genova Gian Luca Biagini ^ tel 010 2464605 / 338 1399802Liguria - Ponente e Nizzardo Fulvio Pastore ^ tel 0184 535923 / 348 7801533Lombardia Mauro Santamaria ^ tel 349 1835818Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo tel 011 2731197 / 335 6110291Piemonte - Sesia, VC, NO, VB, Cusio-Ossola Paolo Testa ̂ tel 0163 826150 / 347 0436933Puglia Fausto Meleleo ^ tel 0832 248181 / 333 3464460Sardegna Salvatore Ribichesu ^ tel 347 8138248Sicilia Diego Leonardi ^ tel 329 9188187Toscana Romano Perotto ^ tel 055 4210677 / 337 337700Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554Umbria Claudio Macchiarini ^ tel 347 6868569Valle d’Aosta Andrea Mantovani ^ tel 0165 45726Veneto - Verona Francesco Cacace ^ tel 045 7725445 / 348 3398199Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello ^ tel 347 5968595

Quote associative per l’anno sociale 2008 (con validità fino al 31/12/2007)- socio singolo 25 euro- socio minorenne figlio di socio singolo 12,50 euro- socio sostenitore quota libera (minimo 40 euro) in regalo la t-shirt AIC- associazioni e società affiliate 110 euro comprendente una tessera intestata

all’Associazione + 4 tessere singole intestate a 4 soci dell’Associazione; la quota di iscrizione per ulteriori Soci è di 14 euro

Il pagamento può essere effettuato nei 3 seguenti modi:1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD all’indirizzo:www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning specificando la causale quota sociale 20083. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando nell’ordine di bonifico la causale quota sociale 2008Nel caso 1 la notifica di pagamento è automatica.Nei casi 2 e 3 va conservata la ricevuta dell’avvenuto pagamento e va data comuni-cazione via mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 347 4181305).

biblio-videoteca riservata ai soci AIC50 Canyons in Central Greece G. Andreou ^ euro 35,00 ^ soci AIC euro 28,00Canyoning in Francia R. Coppo - L. Dallari - R. Schenone ^ euro 19,00 ^ soci AIC euro 16,00 Canyoning in Lombardia P. van Duin ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 22,00Canyoning nel Mediterraneo C. Conca - D. Leonardi - P. Madonna ̂ euro 13,00 ̂ soci AIC euro 10,00 Canyons de Madère ^ euro 23,00 ^ soci AIC euro 22,00Canyons de Haute-Provence F. Jourdan - J.F. Florina - P. Tordjman ̂ euro 20,00 ̂ soci AIC euro 17,00Canyons Slovenes F. Jourdan - J.F. Florina ^ euro 16,00 ^ soci AIC euro 14,00Cascades Gorges & Canyons des Préalpes d’Isère et de Savoie B. Hauser ^ euro 22,00

^ soci AIC euro 18,00Come fare canyoning C. Conca ^ euro 14,00 ^ soci AIC euro 11,50Creta Canyoning Y. Bromirakis ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 24,00Descentes de Canyons en Ardèche F. Jourdan - J.F. Florina ̂euro 20,00 ̂soci AIC euro 17,00Descentes de Canyons en Savoie F. Martin - C. Altazin ^ euro 17,00 ^ soci AIC euro 16,00Figlie dell’acqua e del tempo G. Antonini ^ euro 21,69 ^ soci AIC euro 17,00Gli ambienti di Forra - Geologia e Idrologia P. Madonia ^ euro 5,00Gole & Canyons Vol. 1 - Italia Centrale V. Carlin - T. Dobosz - G. Ecker - A. Pinotti - R. Recchioni

^ euro 18,00 ^ soci AIC euro 15,50Gole & Canyons Vol. 2 - Italia Nord Est M. Biondi - F. Cacace - R. Schenone ^ euro 19,00 ^

soci AIC euro 16,50Gole & Canyons Vol. 3 - Italia Nord Ovest F. Cacace - R. Jarre - D. Ruotolo - R. Schenone ^

euro 23,00 ^ soci AIC euro 19,50 (volumi 1+2+3 euro 60,00 ^ soci AIC euro 46,00)Le Tour de l’Europe en Canyon S. Coté ^ euro 25,00 ^ soci AIC euro 22,00Male Vesse (Vallèe de la Bléone, Francia) S. Coté ^ euro 19,00 ^ soci AIC euro 16,00Profonde Gole M. Sivelli, M. Vianelli ^ euro 10,50Valutazione del rischio da piena in forra P. Madonia ^ euro 4,00l pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento del nostro Negozio Virtuale e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD all’indirizzo: www.canyoning.it/acquistiaic2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto + le spese di spedizione sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning specificando la causale3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto + le spese di spedizione sul conto BAN-COPOSTA 11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” presso BANCOPOSTA Ufficio Genova Centro Via Dante 4B/N intestato ad Associazione Italiana Canyoning specificando la causalePer le modalità 2 e 3 è necessario versare le spese di spedizione (contattare Cosimo la Gioia, tel 320 4010459 ^ [email protected], per conoscere l’opportuna tariffa postale)

foto francesco berti

Parco Naturale Regionale dell’Aveto

Parco Naturale Regionale del Beigua