CANYONING NELLE ALPI OCCIDENTALI - 69 itinerari in Valle Aosta, Piemonte, Liguria

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COLLANA LUOGHI VERTICALI CANYONING NELLE ALPI OCCIDENTALI Daniele Geuna Dino Ruotolo EDIZIONI VERSANTE SUD 69 itinerari in Valle d’Aosta Valli dell’Ossola Valle Orco Valli di Lanzo Valle Susa Val Pellice Valli del cuneese Liguria di ponente

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Questo libro è rivolto a un pubblico eterogeneo, tra le schede ci sono fiumi di difficoltà assai variabili: si va dal percorso ludico a quello decisamente impegnativo. Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, l’immenso palcoscenico che questo lavoro propone copre un’area di 16.000 kmq, decine di valli e centinaia di vallette laterali. Innumerevoli corsi d’acqua che hanno inciso attraverso la roccia la loro storia millenaria modellando opere bellissime. Sculture di pietra e acqua, dove il vento, le variazioni climatiche e il tempo sono gli elementi hanno lasciato il proprio tratto. Una scena incantevole formatasi in lunghissime ere entro la quale muoversi col rispetto di chi è un battito di ciglia, anzi di 75 milioni di battiti di ciglia: l’arco della nostra vita.

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COLLANA LUOGHI VERTICALI

CANYONING nelle

ALPI OCCIDENTALI

Daniele GeunaDino Ruotolo

EDIZIONI VERSANTE SUD

69 itinerari inValle d’AostaValli dell’Ossola Valle OrcoValli di LanzoValle Susa Val PelliceValli del cuneese Liguria di ponente

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Prima edizione Marzo 2010ISBN 978-88-87890-94-5

Copyright © 2010 VERSANTE SUD S.r.l. Milano via Longhi, 10, tel. 027490163www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina

Testi Daniele Geuna, Dino Ruotolo

Disegni Daniele Geuna

Simbologia Iacopo

Stampa Monotipia Cremonese (CR)

Ringraziamenti Quello che avete tra le mani è il risultato di moltissimi viaggi su e giù per le valli dell’arco alpino occidentale: migliaia di chilometri, centinaia di ore, rilevando, scrivendo, chiedendo, non capendo, consultando...Desideriamo ringraziare tutte le persone che ci hanno sostenuto in questa bella avventura, in ordine assolutamente casuale… ad capocchiam:Adriana “la tosta” Massa, “la piccola” Maria Panzani, Luca “capo” Deambrogio, Chiara Chiriotti e Ale, Julien Granero, Dario Geuna, Niccolò Patron, Ugo Macerata, Simone Garbo, Elisabetta “Bettina” Arri e Daniele, Luigi Barcellari, Nancy Tourn, Marco Bassi, Giampaolo Paira, Andrea Dalla Vittoria, Emanuele Costa e tutta la Compagnia Canyoning Cai Pinerolo (l’acciaio e il vapore della C.C.C.P.); Bruno Camoletto, Alberto Tonietti (gli inossidabili highlanders/evergreen), Roberto Degani, Emanuele Bena e tutto il gruppo Piemonte Canyoning; Andrea Mantovani, Marco Foretier e relative famiglie per gli innumerevoli ottimi consigli e per averci aperto le porte di casa e della valle d’Aosta; Luca Dallari, Silvia Carlarino, Roberto Schenone, Stefania Martini del Gruppo torrentistico G.O.A. Canyoning di Genova; Matteo “magister” Rivadossi (lui passeggia e io corro…); Paolo Spreafico, Romy Siegl e tutte le amiche e amici che ci hanno supportato e sopportato in questi anni, grazie, soprattutto per la vostra amicizia: che bella compagnia!Un sentito ringraziamento a Versante Sud per la fiducia riposta in noi.

NotaIl canyoning è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pra-tica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni di-sponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.

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Daniele GeunaDino Ruotolo

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EDIZIONI VERSANTE SUD

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Presentazione di Matteo Rivadossi

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Scrivere la presentazione di un libro immagino sia sempre un esplicito lusinghiero riconoscimento dell’autorevolezza in materia. Ma quando capita a uno sportivo – ahimè - non ci sono dubbi: la fase matura della propria attività è già iniziata da un pezzo! Con questa riflessione potrei anche liquidare i simpaticissimi autori, Daniele e Dino che conosco appena, ma sarebbe troppo difficile sfuggire al loro entusiasmo.

Nella libreria di chiunque abbia respirato la montagna, i saggi e i romanzi classici giacciono soffocati da cataste disordinate di pubblicazioni monotematiche e tecniche capeggiate dalle guide. Un ospite curioso, dall’occhio smaliziato, saprebbe distinguerle immediatamente in due famiglie: gli elenchi asettici di itinerari compilati a tavolino e i titoli che trasudano la magia di certi luoghi. Rispettivamente testi che rimarranno sullo scaffale con le loro foto improbabili, la carta patinata e la traduzione da operazione editoriale e quelli che, tra un’avventura e l’altra, godranno sempre di un angolo privilegiato sul comodino. O in bagno, se mi permettete l’informalità più sincera.Con la solita copertina grinzosa e le pagine sgualcite anticipate dalla memoria. Tracce di sogni che hanno sedotto generazioni: chi è cresciuto senza cibarsi di guide?

Il torrentismo è parente povero dell’alpinismo ma non può esimersi. Sono certo che questa antologia regalata al canyoning appartenga alla seconda categoria. Di quelle scritte da viaggiatori per viaggiare insomma. Mi piace pensarla appunto come una sorta di enciclopedia di viaggio con epicentro Torino ma a interesse italiano. Tutt’altro che una selezione dei percorsi al top in cerca di gloria ma piuttosto una panoramica rappresentativa della peculiarità di un territorio vasto e articolato, quello delle alpi Occidentali, cucito da un unico filo conduttore:

l’esplorazione. Da speleologo ho assaporato anche la fisiologica deformazione di raccontare queste valli attraverso il disegno, i profili. Forse troppo schematici ma fondamentali per rimanere in presa diretta con la loro intimità.Arcinote, sconosciute o dimenticate ma sempre speciali: vi accorgerete che le gole descritte da Daniele e Dino saranno innanzitutto luoghi fisici e non sentieri da mountain bike o monotiri da falesia.Noi lettori ora possiamo solo goderne. Esplorare senza dannarci. Senza curarsi di cosa abbia inghiottito quel vortice di anni di ricerca, di chilometri di fiumi ma anche di asfalto, di modeste aspettative ma soprattutto di sonore fatiche laminate adesso in pagine di pura idrografia sportiva.Tranquilli: non mi sono fatto sedurre dalla tastiera! Credo che tale impegno documentativo sia una delle pochissime opere capace di ridare al torrentismo moderno un’identità territoriale. Senza idealizzare: una guida che abbia la capacità di accompagnare.

Matteo Rivadossi Brescia, 13 novembre 2009

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Strani incontri al Plù (foto D. Geuna) 7

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Introduzione degli Autori

Canyoning nelle Alpi occidentali

Una guida alle forre dell’arco alpino di nord-ovest. L’esigenza di un libro che divulgasse nuovi dati sulle forre di questa zona, dopo anni che non ne veniva pubblicato uno aggiornato, si era fatta impellente. Nuovi itinerari vengono esplorati ogni anno da un sempre maggior numero di praticanti. I risultati non si sono fatti attendere: a decine si contano i nuovi percorsi.Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, l’immenso palco-scenico che vi proponiamo in questo lavoro copre un’area di 16.076 kmq, decine di valli e centinaia di vallette laterali. Innumerevoli corsi d’acqua che han-no inciso attraverso la roccia la loro storia millenaria modellando opere bellissime. Sculture di pietra ed acqua, dove il vento, le variazioni climatiche e il tem-po sono gli elementi che hanno lasciato il proprio tratto. Una scena incantevole formatasi in lunghis-sime ere entro la quale muoversi col rispetto di chi è un battito di ciglia, anzi di 75 milioni di battiti di ciglia: l’arco della nostra vita.Ospiti velocissimi ma che, allorquando penetrano in dimensioni temporali di questa portata, hanno il privilegio e la fortuna di lasciare alle spalle l’ansia della rincorsa a un tempo limitato, per rallentare, per fermarsi a osservare e ascoltare.Il canto delle cascate o degli uccelli che popolano i canyon, il guizzare degli agilissimi abitanti della par-te subacquea, sono tutti elementi di una sinfonia cui il torrentista ha la fortuna di assistere.Un’eterna “prima” che si rinnova con lo scorrere delle acque che a queste sculture vive cambia forma: con i cambi di stagione che trasformano i colori o cristallizzano il panorama, una vera e propria danza del pianeta e del tempo di un mondo che era prima di noi e sarà dopo di noi. Questa guida è il frutto di diversi anni di gestazione, di controlli, di decine di uscite dedicate unicamente allo scopo di documentare al meglio le discese, ma non sarà totalmente scevra da inesattezze, ce ne ren-diamo conto. Noi vi abbiamo messo tutto l’impegno di cui siamo stati capaci. Ogni discesa è un’avventura a sè: di anno in anno i fiumi cambiano, gli ancoraggi e gli stratagemmi artificiali che mettiamo in campo per spingerci dove non ci sarebbe possibile farlo senza, subiscono il de-terioramento dovuto all’esposizione alle intemperie, inoltre eventi alluvionali e frane modificano profon-damente la morfologia dei fiumi, tenetelo sempre presente.

Questo libro è rivolto a un pubblico eterogeneo, tra le schede ci sono fiumi di difficoltà assai variabili: si va dal percorso ludico a quello decisamente impe-gnativo. Va da sè che la scelta deve essere calibrata alle effettive capacità del gruppo che effettua la discesa. Non esitate a chiedere consiglio ai gruppi e alle guide, soprattutto cercate di trovare l’essenza del torrentismo che potrebbe essere, a nostro giudizio, sì l’ebbrezza del salto o della discesa con l’acqua lungo le cascate, ma anche cogliere l’immensa fortuna di visitare luoghi meravigliosi e delicati, da rispettare e proteggere. Non abbiamo voluto inserire un paragrafo che il-lustrasse che cosa è il canyoning, se siete venuti in possesso di questo volume, dovreste già saperlo. Qui si tratta di suggerire vie d’acqua, non cercare di insegnare come discenderle. Allo stato attuale l’unica associazione dedicata interamente al torrentismo operante nel nostro Paese, è l’Associazione Italiana Canyoning (www.canyoning.it).Al suo interno operano anche dei referenti regionali ai quali rivolgersi per avere tutte le informazioni sul canyoning, sulla Scuola Nazionale Canyoning e i suoi corsi di formazione, sulle molteplici attività svolte dai suoi aderenti. Vi invitiamo a prendere visione del sito ed eventualmente contatto con il coordinatore della vostra regione per poter praticare questa splendida attività in tutta sicurezza.

Daniele

Perché questa guida

L’idea è nata più per gioco che con l’intento di fare una cosa seria. In realtà sapevamo fin dal primo momento che di una guida canyoning del nord ovest d’Italia c’era proprio bisogno. Era necessario catalogare i canyon già conosciuti, sicuramente non pochi, ma anche, e soprattutto, scoprire e far conoscere zone delle nostre parti che fino al quel momento erano del tutto inesplorate. Questo ha dato l’occasione a un gruppo di amici di iniziare ad avventurarsi anche per gole che mai erano state percorse, sospinti soprattutto dall’entusiasmo del mio amico Daniele che, come una macchina da guerra, ha coinvolto e incentivato molte altre persone per un lavoro che ora ha finalmente dato i suoi frutti. La scoperta della valle dell’Orco si deve soprattutto a lui, perché, fin dall’inizio, ha intuito l’importanza di tale zona per questa attività

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9Torrente Borettaz. S. Carlarini in posa (foto L. Dallari)

sportiva. Questa valle, conosciuta soprattutto per l’arrampicata, con le celebri pareti del Caporal e del Sergent, o per le vie di montagna del Piantonetto, o ancora per le cascate di ghiaccio come Balma Fiorant, e per altre mille attività legate alla montagna estive e invernali, offre ora una nuova possibilità per vivere e scoprire questo territorio, e ciò grazie principalmente al lavoro di Daniele, ma anche mio e dei nostri amici. Qualcuno dirà che non è possibile paragonare uno sport come l’alpinismo o le cascate di ghiaccio al canyoning. Eppure, sono sicuro che la molla che scatta nella testa e spinge le persone ad avventurarsi su vie di montagna, non è molto diversa da quella che ci spinge verso le discese delle gole dei canyon: in entrambi i casi la componente è la ricerca dell’avventura, l’emozione della scoperta, del crescere e del misurarsi con la natura, qualcosa a cui si deve rispetto, che sia una cascata d’acqua da discendere come percorso di canyoning oppure da risalire con picca e ramponi in inverno. È questo lo spirito che ha dato il via a questa guida, la ricerca

delle nostre possibilità, dei nostri limiti, di quello che siamo, attraverso questo sport, come potrebbe anche essere per altre attività sportive. La ricerca di nuovi percorsi ci ha permesso di crescere insieme, di vivere momenti belli, avventurosi ed entusiasmanti che auguriamo a tutti quelli che ripercorreranno queste gole. Attraverso i suoi dati semplici e immediati ci auguriamo sia possibile rivivere le emozioni che noi abbiamo provato per realizzarlo, in un territorio ricco di storia, legato alla montagna e alla sua scoperta. Anche se molto rimane ancora da fare, questo libro può essere un punto di partenza per una diffusione più ampia del torrentismo nelle nostre zone, compresa la Valle d’Aosta, territorio fin’ora poco conosciuto per il canyoning e terreno quasi esclusivo di compagnie commerciali. In chiusura non posso che ringraziare di cuore tutti quelli che hanno partecipato con me e Daniele a questo bellissimo viaggio.

Dino

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Breve guida alla consultazione

Per semplificare la consultazione abbiamo diviso il territorio delle alpi occidentali in macro aree che non tengono conto di una precisa appartenenza geografica: potrà capitare di trovare delle forre nella sezione dedicata alla Valle d’Aosta che, in realtà, appartengono alla regione Piemonte.

Ogni scheda riporta i dati essenziali del percorso in oggetto:¢ Una breve presentazione: poche righe per dipingere un veloce ritratto della discesa.¢ Dati geografici: comune di appartenenza, bacino idrografico di appartenenza, cartografia, copertura della rete dei cellulari e per finire, un giudizio di interesse generale basato sulla seguente scala: nessuna stella insufficiente Í sufficienteÍÍ discretoÍÍÍ buonoÍÍÍÍ ottimo/super

Segue uno schema riepilogativo dei dati salienti del canyon.Quota di partenza/arrivo: rilevata con altimetro e/o con mezzi informatici e la consultazione di carte topografiche.Periodo entro cui consigliamo di effettuare la discesa (mese inizio/mese fine) in condizioni di meteo favorevole. Si tenga presente che basta un periodo di instabilità meteorologica o un temporale per rendere non attendibili questi suggerimenti.Difficoltà: espresse secondo la scala delle difficoltà dei percorsi canyon elaborata dalla Federation Française Montagne Escalade e dalla Ecole Française Canyoning.Scala adottata anche dall’Associazione Italiana Canyoning. Vedi paragrafo dedicato.Tempi di avvicinamento/rientro: altro dato che richiede ponderazione: abbiamo stimato il tempo di un gruppo di camminatori medi, senza nessuna pretesa di battere record, anzi..

Tempi di percorrenza: si intende il tempo stimato che ci impiega un gruppo di 4 persone autonome nelle tecniche di discesa e che procede con una progressione normale.Numero di calate: si intende, in linea di massima, il numero di calate nelle quali è consigliabile l’utilizzo di una corda per assicurare la discesa. Dislivelli facilmente disarrampicabili e/o evitabili, non sono riportati in questa numerazione. Corde consigliate: la lunghezza e il numero minimo delle corde da portare con sé per affrontare la discesa. La dicitura “+sos” indica l’opportunità di portare, oltre alle corde consigliate, una corda di soccorso pari almeno alla lunghezza della calata più lunga.Sviluppo: la lunghezza del percorso torrentistico vero e proprio, esclusi l’avvicinamento e il rientro.Ancoraggi: indica la qualità degli ancoraggi posti in loco che abbiamo potuto rilevare al momento della nostra discesa, (riportiamo l’anno). A titolo esemplificativo riportiamo il giudizio e il comportamento da tenere nella seguente tabella:

Geologia: il tipo/tipi di roccia incassante il percorso torrentistico. Non è un dato banale, la roccia si comporta in maniera differente, ad esempio, durante un temporale: un calcare molto fratturato o delle peliti danno risposte che, relativamente alle condizioni generali del bacino a monte, si differenziano moltissimo.Navetta: espressa in chilometri, quantifica la

Giudizio ancoraggi Comportamento

Esplorativi-scadenti -insufficienti

Prevedere quasi certamente operazioni di riarmo

Sufficienti-discreti Prevedere integrazioni agli armi

Buoni-ottimi Armi che difficilmente richiederanno operazioni di reintegro

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lunghezza del tragitto tra parcheggio di accesso a monte e parcheggio a valle ed eventualmente l’opportunità di evitarla sgambettando un po’…Scappatoie: indica la presenza di sentieri che permettono di allontanarsi dal canyon durante la discesa. In mancanza di vie di fuga, segnaliamo la presenza di zone di sicurezza e/o l’inesistenza di entrambe.Accesso: la descrizione sommaria di come raggiungere in auto il punto di partenza a valle. Se l’itinerario richiede la navetta, segue la descrizione dell’accesso al parcheggio a monte. Abbiamo fatto partire le descrizioni dalla città di Torino.Avvicinamento a piedi: una fase spesso difficoltosa. Molti itinerari si trovano in zone servite da sentieri, quando però i sentieri

diventano tracce poco intuibili…incominciano i problemi. Abbiamo cercato, in questi casi, di dare una descrizione quanto più precisa del percorso, facendo riferimento a punti caratteristici o ai punti cardinali. Si tratta comunque di elementi vaghi e di difficile interpretazione. Descrizione: viene fornita una descrizione degli elementi di difficoltà e non solo, che si incontreranno durante la discesa del torrente. Rientro: il percorso da seguire per riguadagnare il parcheggio dei veicoli più vicino alla zona di uscita del torrente.Note: riporta altre caratteristiche della forra oggetto della scheda e integra la presentazione, viene riportata la data e gli autori della prima discesa nota.

Torrente Chiussuma (foto B. Camoletto)

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Quota di partenza Start altitude Altitude de départ Einstieghöhenmeter

Periodo consigliato Suggested period Période conseillée Empfohlene Jahreszeit

Difficoltà Difficulty-hardness Cote Schwierigkeit

Quota di arrivo Arrival height Altitude d’arrivée Ausstieghöhenmeter

Avvicinamento Approach Temps d’approche Zustieg

Numero calate Descents Descenties Anzahl Abseilstellen

Calata max. Highest descent Cuthe maxi Höchste Abseilstelle

Dislivello Difference in level Dénivellation Abstieg

Percorrenza Time of route Temps de parcours Fahrzeit

Corde consigliate Suggested ropes lenght Longeur de corde conseillée Seilempfehlung

Sviluppo Length Longueur Distanz

Rientro Time of return Temps de retour Zitangaben für di Rückkehr

Ancoraggi Anchors Amarrages Standplätze

Geologia Geology Gèologie Geologie

Navetta Approaching shuttle Navette Autoumstellung

Scappatoie Way out Èchappatoire Fluchtwege

Caratteristiche Distinctive features Caractéristique Charakteristik

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1200 m

6 - 9

v5 a4 III

700 m

20’

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80 m (40+40)

500 m

2,00 h

2x70 + sos

800 m

10’

Graniti

Sì, Yes, Ja, Oui No, No, Nein, Non

Sì, Yes, Ja, Oui No, No, Nein, Non

01AFFLUENTE Destro-Sinistro

CARTOGRAFIA IGC n. 4

ÍÍÍ

Valle d’Aosta > Aosta > Pollein

RegioneRegion RegionRegion

ComuneMunicipalityCommuneGemeinde

Right-Left Side tributary of… / Affluent r.g.-r.d. de… / Links- Rechs Zufluß

Cartography / Carte / Geographische Kart

Copertura cellulare / mobile/ portable / Handy

Interesse generale / General evaluation / Intérét / Interesse

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Sistema di valutazione delle difficoltà in canyonSi tratta di una scala elaborata dalle Federazioni francesi che si occupano di torrentismo, è stata adottata anche dall’Associazione italiana canyoning (A.I.C.).Si basa sul giudizio di tre fattori: la verticalità del percorso espressa con la lettera “v” un numero da 1 a 7;l’aquaticità del percorso, lettera “a” seguita da un numero da 1 a 7;

l’impegno richiesto facendo riferimento alla durata stimata della discesa, alla possibilità e quanto tempo si stima necessario per porsi fuori dal pericolo di piena.La presenza e l’intervallo di tempo tra eventuali scappatoie (uscite possibili). Questi fattori sono espressi in numeri romani da I a VI.

Vedi tabelle a lato e sotto.

Tabella di valutazione dell’engagement-impegno richiesto/durata

Engagement/ Durata

Criteri

I Possibilità di porsi fuori dalla piena facilmenteScappatoie facili presenti su tutte le parti del percorso.Tempo di percorrenza del canyon (avvicinamento, discesa, rientro) inferiore a 2 ore.

II Possibilità di porsi fuori dalla piena al massimo in 15 minuti di progressione.Scappatoia/e raggiungibili al massimo in mezz’ ora di progressione.Tempo di percorrenza del canyon fra 2 e 4 ore.

III Possibilità di porsi fuori dalla piena al massimo in 30 minuti di progressione.Scappatoia/e raggiungibili al massimo in 1 ora di progressione.Tempo di percorrenza del canyon fra 2 e 4 ore.

IV Possibilità di porsi fuori dalla piena al massimo in 1 ora di progressioneScappatoia/e raggiungibili in, al massimo, 2 ore di progressione.Tempo di percorrenza del canyon fra 8 ore e 1 giornata.

V Possibilità di porsi fuori dalla piena al massimo in 2 ore di progressione.Scappatoia/e raggiungibili in, al massimo, 4 ore di progressione.

VI Possibilità di porsi fuori dalla piena in più di 2 ore di progressione.Scappatoia/e raggiungibili in un tempo superiore a 4 ore di progressione.Tempo di percorrenza del canyon superiore a 2 giorni.

Abbreviazioni in uso nella guida:

A.N.= Armo naturaleC.= Calata I.= IngressoM.c.= Mancorrente Q. = QuotaS.P.= Salto possibileR.S. = Riva sinistra idrografica (spalle alla sorgente)R.D. = Riva destra idrograficaT.= TobogaU.P.= Uscita possibile

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Tabella di valutazione delle difficoltà in canyonDifficoltà v = carattere verticale a = carattere acquatico

1 (molto facile) Nessuna calata, corda normalmente inutile per la progressione.No passaggi arrampicata

Assenza d’acqua o marcia in acque calme.Nuo-tate facoltative.

2 (facile) Presenza di calate ad esecuzione facili e inferiori ai 10 m. Passaggi di arrampicata facili e non esposti.

Nuotate non più lunghe di 30 m in acque calme.Salti semplici inferiori a 3 m scivoli corti o in leg-gera pendenza.

3 (poco difficile) Verticali con portata debole. Presenza di calate di ac-cesso ed esecuzione facili inferiori ai 30 m separate da terrazzi che consentono il raggruppamento. Posa di mancorrenti semplici. Marcia tecnica che richiede attenzione e ricerca dell’itinerario su terreno che può essere scivoloso o accidentato o nell’acqua. Passaggi di arrampicata fino al 3C, non esposti,che possono richiedere l’utilizzo di una corda.

Nuotate non più lunghe di 30 m.in acque calme. Progressione in correnti deboli. Salti semplici da 3 a 5 m. Scivoli lunghi o con pendenza media.

4 (abbastanza difficile)

Verticali con portata debole o media che possono porre problemi di squilibrio o bloccaggio. Presenza di calate di accesso difficile e/o superiori ai 30 m. Concatenamento di calate in parete con soste con-fortevoli. Necessaria gestione degli sfregamenti delle corde, posa di mancorrenti delicati, calate o arrivi non visibili dall’armo, ricezione in vasca dove occor-re nuotare. Passaggi di arrampicata fino al 4C o A0 esposti e/o che richiedono l’uso di tecniche d’assicu-razione/ progressione

Immersioni prolungate comportanti una perdita di calore piuttosto consistente. Corrente media.Salti semplici da 5 a 8 m.S alti con difficoltà di partenza, di traiettoria o di ricezione inferiori a 5 m. Sifoni larghi ma inferiori a 1 m per lunghez-za e/o profondità. Scivoli molto lunghi o a forte pendenza.

5 (difficile) Verticali con portata media o forte, superamento che necessita una buona gestione della traiettoria e/o dell’equilibrio. Concatenamento di calate in parete con soste aeree. Superamento di vasche durante la discesa. Superficie scivolosa o presenza di ostacoli.Recupero della corda difficoltoso. Passaggi di arram-picata esposti fino al 5C o A1.

Immersioni prolungate in acqua fredda compor-tanti una notevole perdita di calore. Progressione in correnti abbastanza forti, tali da incidere sulla traiettoria del nuoto, sulle possibilità di sosta e su-gli ingressi in corrente. Difficoltà obbligate legate a fenomeni di acqua bianca che possono provo-care un bloccaggio temporaneo. Salti semplici da 8 a 10 m. Salti con difficoltà di partenza traietto-ria o ricezione da 5 a 8 m. Sifoni larghi.

6 (molto difficile) Verticali con portata forte o molto forte. Cascate consistenti. Superamento difficile che necessita una gestione efficace della traiettoria e dell’equilibrio. Installazione delle soste difficile:messa in opera de-licata di armi naturali (blocchi incastrati etc.) Accesso alla partenza della calata difficile (installazione di mancorrenti delicati). Passaggi di arrampicata espo-sti, fino al 6° o A2. Superficie scivolosa o instabile. Vasche di ricezione fortemente turbolente.

Progressione in corrente forte, tale da rendere dif-ficoltosi il nuoto, la sosta, l’ingresso in corrente. Movimenti di acqua marcati che possono provo-care un bloccaggio prolungato del torrentista. Salti semplici da 10 a 14 m. Salti con difficoltà di partenza,di traiettoria e di ricezioneda 8 a 10 m. Sifoni larghi ma inferiori a 3 m per lunghezza e/o profondità. Sifone tecnico fino a 1 m con corrente o cheminement.

7 (estremamente difficile)

Verticali con portata molto forte o estremamente forte. Cascate molto consistenti.S uperamento molto difficile che necessita l’anticipo e la gestione specifi-ca della corda, della traiettoria, dell’equilibrio e del ritmo della discesa. Passaggi di arrampicata esposti superiori al 6° o A2. Visibilità limitata e ostacoli fre-quenti. Possibili passaggi in corso o alla fine della calata in una o più vasche con movimenti d’acqua potenti. Controllo della respirazione, passaggi in apnea.

Progressione in corrente molto forte, tale da rendere difficoltosi il nuoto, la sosta, l’ingresso in corrente. Movimenti di acqua violenti che possono provocare un prolungato bloccaggio del torrentista. Salti semplici superiori a 14 m. Salti con difficoltà di partenza, di traiettoria e di ricezione superiori a 10 m. Sifoni superiori a 3 m per lunghezza e/o profondità. Sifone tecnico superiore a 1 m con corrente o cheminement o senza visibilità.

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Le valli nelle quali si sviluppano le escursioni proposte in questa guida permettono di avere un ampio sguardo geologico sulla catena al-pina e, in particolare, sulla regione nota nella letteratura specifica con il nome di Arco delle Alpi Occidentali, segmento che racchiude i ri-lievi montuosi dalla Val Formazza fino alle Alpi Liguri; sebbene, sia durante gli avvicinamenti sia lungo le calate nei torrenti si possano am-mirare paesaggi e aspetti geologici molo diffe-renti, i vari complessi rocciosi sono accomunati dalla lunga evoluzione che contraddistingue l’orogenesi alpina.I processi tettonici che hanno interessato l’Eu-ropa e l’Africa hanno generato le Alpi occi-dentali, formate da un’alternanza di rocce pro-venienti dai margini continentali e di altre di pertinenza oceanica (ofioliti), tramandando la testimonianza di un antico oceano e di antichi continenti che non rispecchiano l’assetto geo-grafico attuale.A grande scala le Alpi possono essere para-gonate a un domino le cui tessere sono state progressivamente ruotate verso terra e impi-late una sopra l’altra: le Alpi in senso stretto (Alpi s.s.) sono le tessere ruotate verso l’attuale Europa, il Sudalpino è invece rappresentato dalle tessere cadute verso l’antica Africa e che geograficamente costituiscono le prealpi del canavese e la zona dei grandi laghi piemontesi. Il risultato dell’attuale struttura è frutto di lun-ghi processi che hanno modificato le rocce sia in modo plastico per l’incremento delle tem-perature e delle pressioni che caratterizzano i processi orogenetici (ne sono una testimonian-za le pieghe) sia in modo fragile (rappresentato dalla faglie). Nella catena alpina a vergenza europea si distinguono, dal basso all’alto strutturale e dall’esterno (lato franco-svizzero) della catena verso l’interno (margine africano):¢ il Dominio Elvetico o Elvetico-Delfinese, che rappresenta la parte del paleomargine eu-ropeo coinvolta nell’orogenesi alpina;

¢ il Dominio Pennidico, il quale comprende tutte le unità ad affinità oceanica (Dominio Piemontese o Zona dei Calcescisti con Pietre Verdi) e un gruppo di falde di prevalente ba-samento, indicate come falde pennidiche e tradizionalmente articolate in falde pennidiche inferiori (Verampio, Antigorio, Lebendum e Monte Leone in Val d’Ossola), medie (Gran San Bernardo e Ambin) e superiori (Monte Rosa, Gran Paradiso e Dora-Maira); le succes-sioni permo-mesozoiche che rappresentano la copertura sedimentaria scollata dall’originale basamento delle falde pennidiche medie sono indicate anche come Dominio Brianzonese;¢ il Dominio Austroalpino, costituito dalla parte del paleomargine africano coinvolta nel-la catena alpina a vergenza europea.Al margine meridionale delle Alpi s.s. si esten-de il Dominio Sudalpino, costituito dalla por-zione dall’antico paleomargine africano coin-volta solo parzialmente dai processi orogenetici alpini.

Per comprendere meglio la geometria attuale dei domini che compongono le Alpi occorre ripercorrere sinteticamente, ma per passi, la lunga storia evolutiva della catena montuosa, durata 300 milioni di anni.

¢ 300 milioni di anniLe terre emerse erano costituita da un unico continente (Pangea) circondato da un grande oceano (Pantalassa); in corrispondenza del-l’attuale Europa vi era un ampio golfo che si apriva verso Est.

¢ 256 milioni di anniI lembi che delimitano il golfo incominciano a distanziarsi. È in corso la formazione di un nuovo oceano: dapprima la crosta continentale si spacca quindi si creano delle lunghe fratture in corrispondenza delle quali il magma risale e, solidificandosi nelle profondità del mare, origi-na alla nuova crosta oceanica.

Alpi occidentali: un tuffo nella geologia di Elisabetta Arri

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La formazione della crosta oceanica è uno dei tas-selli dei processi che portano alla continua, lenta ma costante rigenerazione della parte superficiale del nostro pianeta. Le dorsali oceaniche sono in partico-lare i settori dove si crea nuova litosfera.

¢ 190 milioni d anniL’oceano, denominato Tetide è formato: non esiste più un unico continente ma due distinti settori denominati Laurasia a nord e Gondwana a sud. Lungo i loro margini, le particolari condi-zioni climatiche e chimico-fisiche delle acque fa-voriscono la crescita di grandi barriere coralline.

¢ 140 milioni di anniLa Tetide raggiunge la sua massima ampiezza: il vasto oceano presenta nel settore mediano una dorsale del tutto simile a quelle che caratterizza-no gli oceani attuali. Le lave sono ricoperte da sedimenti sempre più fini man mano che ci si allontana delle coste.La lava eruttata lungo le dorsali e raffreddata for-ma le rocce ofiolitiche: nelle Alpi, montagne nate dall’oceano, sono particolarmente abbondanti le testimonianze di queste rocce, riconoscibili dal colo-re verde, per cui in linea generale prendono il nome di “Pietre Verdi”.

¢ 130 milioni di anniI due continenti, a causa di variazioni interne al mantello (porzione intermedia del pianeta terra) si riavvicinano. Le rocce della litosfera oceani-ca vengono trascinate al di sotto della placca continentale del Gondwana, insieme ai depositi marini che la ricoprivano e a brandelli di crosta continentale.I processi di subduzione, attualmente in corrispon-denza di aree vulcanicamente attive del pianeta (cintura di fuoco del Pacifico), sono responsabili del metamorfismo delle rocce che, trasportate in condi-zioni di temperature e soprattutto pressioni molto elevate, differenti dal loro ambiente di origine, subi-scono piegamenti, fratturazioni e rimineralizzazioni (metamorfismo di alta pressione).

¢ 30 milioni di anniIl lunghissimo processo di riavvicinamento dei due continenti causa la scomparsa della Tetide: è da questo scontro che nasce il rilievo delle Alpi, catena che viene progressivamente ispessita e allargata per la traslazione e l’accavallamento di

porzioni molto vaste di litosfera continentale e di brandelli di crosta oceanica e delle coperture sedimentarie che le ricoprivano.È il periodo con tasso di sollevamento più eleva-to dell’edificio alpino: anche se non costate, per-ché segmentate da numerose faglie e fratture, le Alpi crescono dell’ordine di qualche centimetro all’anno. La collisione di due continenti comporta un notevole ispessimento della crosta terreste: la compressione e l’aumento dei volumi porta le rocce nuovamente a condizioni di temperatura (notevolmente innalzata) e pressione lontane dal loro precedente stato: è il metamorfismo di alta temperatura. Le rocce più profonde subiscono anche processi di fusione e il magma risale verso la superficie lungo le faglie e le fratture: tale processo è testimoniato da numerosi affioramenti di rocce magmatiche.

¢ 20 milioni di anniA partire da questo periodo, con il sollevamen-to del Dominio Sudalpino la catena alpina è costituita nelle sue linee essenziali: emersa inte-ramente dall’oceano è sottoposta a processi di continuo rimodellamento da parte degli agenti atmosferici, dei fiumi e di imponenti ghiacciai.

La descrizione di ogni singola zona geografica all’interno della quale si snodano le varie escur-sioni di torrentismo sarà accompagnata da una breve introduzione che guiderà chi affronta le calate nelle incisioni torrentizie verso il ricono-scimento di qualche curiosità geologica, che permetterà di inserire il singolo luogo nel vasto panorama appena descritto.

Per approfondimenti:Società Geologica Italiana, Guide Geologiche Regionali, Volumi 1,2,3 – BE-MA editrice.Carta Geologica d’Italia (scala 1:10.000) consul-tabile al sito www.apat.it.

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Indice

VALLE D’AOSTA Valle d’Aosta 18 1 Torrente Arpisson 22 2 Torrente Comboe 24 3 Torrente Borettaz Parte alta 28 4 Torrente Borettaz Parte bassa 30 5 Torrente Prouve 32 6 Torrente Bouro 34 7 Torrente Pacoulla 36 8 Torrente Chalamy 38 9 Brenve Di Champorcher 4010 Torrente Brion Parte alta 4211 Torrente Brion Parte bassa 4412 Torrente Fiusa 4613 Torrente Tenalle - Orrido Di Hône 4814 Torrente Fer 5015 Rio Piovano 5216 Torrente Chiussuma 5417 Torrente Breuson 5618 Torrente Colomba 5819 Torrente Licony 6020 Torrente Clavalité 6221 Torrente Nissod 64

PIEMONTEValli dell’Ossola 6622 Rio Antolina 7023 Torrente Rasiga 7224 Valbianca 7425 Torrente Mondelli 7626 Rio delle Rovine 78 Valle Orco 8027 Rio Mares 8428 Rio Praie 8629 Rio Asum 8830 Cascate in fronte a Fey 9031 Torrente Eugio Parte alta 9232 Torrente Eugio Parte bassa 9433 Rian Centrana 9634 Rian Pasò 9835 Vallone di Diserta 100

Valli di Lanzo 10236 Rio Crosiasse 10637 Torrente Plu 108

Valle di Susa 11038 Rio Sessi 11439 Orrido di Foresto 11640 Rio Marderello Parte alta 11841 Rio Marderello Parte bassa 12042 Rio Claretto Parte alta 12243 Rio Claretto Parte bassa 12444 Rio Gioglio 12645 Rio Malo 128

Val Pellice 13046 Rio Rospart 13447 Rio Rospart 1° affluente in riva destra 13648 Rio Rospart 2° affluente in riva destra 13849 Torrente Subiasco affluente riva sinistra 14050 Vallone del Torrente Liussa 142

Valli del cuneese 14451 Rio a valle del Colle dell’Agnello 14852 Torrente Fiutrusa 15053 Rio Prale 15254 Rio delle Fuse 154

LIGURIAPonente ligure 15655 Valle Para 16055 Rio Montixi 16257 Torrente Barbaira Basso 16458 Rio Muratone 16659 Rio Campali 16860 Gola Di Buggio 17061 Rio Lona 17262 Rio Boetto 17463 Rio Balsaire 17664 Torrente Argentina 17865 Rio Grognardo 18066 Rio Infernetto 18267 Rio Santa Lucia 18668 Cascate d’Arroscia 18869 Torrente Ferraia 190

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Torino

Pinerolo

Cuneo

Imperia

Genova

Alessandria

Tortona

Milano

ComoVarese

Vercelli

Ivrea

Aosta

DomodossolaLocarno

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Valle d’Aosta

La regione meno estesa d’Italia e la meno popolata: un posto magico.Si trova qui il cuore delle alpi: vicino a Courmayeur si trova infatti la faglia crostale (il fronte Pennidico) che ha permesso lo scorri-mento tra la placca europea e quella africana, che ha generato le alpi.Quasi tutta la superficie della regione è mon-tuosa, tra questi rilievi si trovano una quaranti-na di “4000” e la più elevata vetta d’Europa. Il 5% circa della superficie della regione è occupata da ghiacciai le cui acque di fusione contribuiscono anche ad alimentare 22 aste torrentizie principali, ma innumerevoli sono i torrenti che scendono verso la Dora Baltea.Da sempre terra di confine, ovunque si trova-no tracce della sua lunga e complessa storia. Resti di culture neolitiche sono visitabili presso l’area megalitica di St. Martin de Corleans che si suppone fosse la zona dove sorgeva l’antico insediamento di Cordelia, sopra la quale i romani fondarono Aosta (Augusta Praetoria Salassorum) presso l’incrocio delle vie del grande e piccolo San Bernardo verso il 25 A.C., dopo la definitiva sconfitta dei Salassi. In seguito numerose popolazioni si contesero queste terre così importanti per il controllo dei valichi tra il resto d’europa e il mediterraneo. Nel medio evo anche a causa della morfologia del suo territorio che favoriva un certo isola-mento, la nobiltà feudale ebbe per un lungo periodo grandissima importanza. Sorsero nel corso dei secoli numerosi forti e castelli, molti dei quali attualmente visitabili, appartenenti a questa o quella casata.La tradizione gastronomica del territorio val-dostano è caratterizzata dall’uso di una gran varietà di prodotti locali e da influenze svizze-re e francesi.Dai pascoli i prodotti caseari, dai boschi le castagne e i funghi, la selvaggina e i prodotti della terra, per creare gustosissimi piatti quali la celebre fonduta, il lardo di Arnad, il Mont Blanc…

Brevi cenni di geologia.La Valle d’Aosta, orientata prevalentemente secondo la direzione E-O, permette un viaggio attraverso tutti i principali domini che costitui-scono le Alpi occidentali a vergenza europea: dal Domino Austroalpino al Dominio Elvetico-Delfinese. Come curiosità si segnala la discesa del Torrente di Licony e del torrente Colomba (in prossimità di Morgex). Geologicamente appartenengono alla Zona delle Brecce di Tarantasia una particolare serie detritica (fly-sch) delle coperture pennidiche scollatesi dal-l’originale basamento. Esse sono formate da brecce calcaree, conglomerati e calcescisti depositati al margine dell’antico paleomargi-ne continentale, e successivamente coinvolte nell’orogenesi e nel metamorfismo alpino. La morfologia del paesaggio invece racconta una storia più recente: durante la maggiore espansione delle glaciazioni quaternarie, il ghiacciaio baltico occupava tutta l’attuale se-zione della valle della Dora e i ghiacciai che in essa confluivano, con minore capacità di approfondirsi nella roccia, hanno modellato le valli laterali. Per tale ragione i corsi d’acqua tributari che oggi solcano le antiche valli gla-ciali, si immettono nella valle principale con fragorose cascate che cadono dal “gradino di valle”.

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Torrente Comboé (foto M. Foretier) 21

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Borgofranco

Settimo Vittone

Arnad

Fènis

Chatillon Saint-Vincent

Valtournenche

Aosta

Courmayeur

Morgex

Monte Bianco

Chamonix

Champorcher

Gressoney

Carema

Saint-Pierre

Cogne

Pollein

Champdepraz

Hône Donnas

Pont Saint-Martin

Ivrea

Gaby

Monte Rosa

Cervino

Gran Paradiso

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Borgofranco

Settimo Vittone

Arnad

Fènis

Chatillon Saint-Vincent

Valtournenche

Aosta

Courmayeur

Morgex

Monte Bianco

Chamonix

Champorcher

Gressoney

Carema

Saint-Pierre

Cogne

Pollein

Champdepraz

Hône Donnas

Pont Saint-Martin

Ivrea

Gaby

Monte Rosa

Cervino

Gran Paradiso

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Valle

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01AFFLUENTE Destro torrente Dora BalteaCARTOGRAFIA IGC n. 4

Torrente Arpisson

Lungo e bel percorso, un po’ penalizzato dalla presenza di numerosi tronchi che ingombrano parti dell’alveo (nella zona più alta). Portata sempre importante.

Accesso a valleCon l’autostrada TO-AO portarsi ad Aosta e uscire. Raggiungere la località di Pollein. Cercare il bivio per la borgata Tarençan/Mulin e parcheggiare nell’ampia area appena oltre il ponte sul rio Arpisson, Q.700. Non es-sendo segnalato da alcun cartello, come riferimento per trovare il bivio, cercare la caserma dei pompieri volontari di Pollein (Sapeur Pompiers) che si trova appena all’inizio della strada. Accesso a monteRidiscendere verso la strada regionale e portarsi in direzione di Aosta, svoltare a sinistra sulla S.R.18 in direzione degli impianti sciistici di Pila. Risalire fino al Km 5+500 e svoltare a sinistra verso Rivierer Dessous. Continuare a salire tra boschi e pascoli superando il ponte sul rio Comboè, raggiungere l’unico bivio, dove si prende la strada che sale a destra (Arpisson) fino alla fine dell’asfalto. È possibile parcheggiare nei pressi di una grande casa bianca.

Avvicinamento a piediProseguire lungo la strada sterrata fino a raggiungere dopo qualche cen-tinaio di metri una fonte (vasche da bagno utilizzate come abbeveratoi per le mucche). Poco oltre imboccare un’evidente sentiero pianeggiante che si diparte sul lato sinistro della strada. Dopo un centinaio di metri, la traccia passa lungo un canale di irrigazione e iniziano dei segnavia rosso/bianco per sentiero 2.1. Qualche tornante fa guadagnare quota e attraversa il torrente Arpisson a Q.1150.

Quota di partenza: 1150 m.

Periodo: 8-9

Difficoltà: v5 a4 III

Quota di arrivo: 720 m.

Avvicinamento: 20’

Numero calate: 26

Calata max: 80 m. (40+40)

Dislivello: 430 m.

Percorrenza: 4 h

Corde: 2x60 + sos

Sviluppo: 2 km.

Rientro: 10’

Ancoraggi: (2009)

Geologia: Graniti

Navetta: 11,8 km.

Scappatoie: zone di sicurezza

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Valle d’Aosta > Aosta > Pollein

Matteo Rivadossi in azione (foto D. Geuna)(foto B. Camoletto)

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DescrizioneQualche minuto di marcia e semplici disarrampicate conducono alla prima C.15, segue C.20 e inizia la zona inforrata. Sequenza di brevi risalti (max.15 m) e lunga serie di calate: 19/12/16/6/6/4/5/15/20. Una C.21 con getto concentrato evitabile scendendo sulla destra orografica, porta alla bella calata da 80 (armo e frazionamento a -40 in R.S.).

Ancora una calata da 25: attenzione al flusso che si concentra proprio dove ci si cala (una nicchia in riva orografica destra può dare un attimo di respiro). Alla base, un sentiero poco evidente in riva destra offre una via di fuga (Q.810 circa), se si vuole con-tinuare: C.10+2 e si arriva all’armo in riva sinistra per il mancorrente che porta all’armo naturale (gros-so pino 10 metri più in basso) con il quale scendere il primo risalto dell’ultima lunga calata da 50 m circa (frazionamento a metà circa spostato in riva sinistra). Qualche disarrampicata e un breve tratto di marcia porta alle opere di captazione e quindi alla traccia di uscita in R.D.

RientroPochi metri separa l’uscita dal parcheggio a valle Q.700.

NoteAttenzione! Dal parcheggio a valle non è possibile giudicare quale sarà la reale portata presente al-l’interno del canyon, sempre piuttosto importante: prese d’acqua a monte del parcheggio. Verificare prima di entrare a Q.1150. Prima discesa: A.Cambiolo (1997 - parte centrale del percorso), M. Rivadossi, L. Tanfoglio, S. Zipponi (08/1998 - parte alta e bassa) Musica consigliata: Meddle, Pink Floyd.

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C

C

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USCITA R.D.Q 710

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A.N.R.S.

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I Q.1150

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XX

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XX Fraz. R.S.

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C.40

C.40

C.50

Acqua bianca

Torrente Arpisson

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Torrente Comboé. La C28 dall’oblò (foto M. Foretier) 29