camminiamoinsieme n2

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REDAZIONE P. Damian Frunza Salvatore Burrometo Irene Cafiso iamo al 2° numero di «Camminiamo Insieme». L’accoglienza del 1° numero sia Sper la novità sia per l’impegno e la collaborazione del gruppo giovanile parrocchiale, sia del gruppo adulti, è stata molto positiva ed incoraggiante per continuare con maggiore entusiasmo nel presentare tematiche diverse da riflettere o personalmente o collettivamente. Oggi, scrivendo, non è carnevale, ma fra breve è carnevale e il periodo di Quaresima è vicinissimo. Nel periodo di carnevale il nostro gruppo teatrale presenterà una brillante commedia. Alcuni ragazzi in giorni diversi aiutati dal gruppo giovanile si esibiranno in canti e scenette. Gli adulti avranno il compito esclusivo di battere le mani! Terminato il carnevale, avremo il tempo della riflessione e meditazione. Le ceneri sul capo, l’inizio della quaresima, la via crucis ogni venerdì, ci dicono subito che siamo in un periodo forte di preparazione alla Pasqua. Il periodo della Quaresima, con la caratteristica propria di preghiera, digiuno, penitenza, carità, diventerà La voce del Parroco... Gita a Caltagirone 6 Gennaio, giorno dell’Epifania: freddo, vento e pioggia a più non posso e domani si va a Caltagirone!!! «Ma cu stu tiempu?... ma chi siemu pazzi!!» Nella notte nevica e le raffiche di vento sono così impetuose che fanno temere davvero. L’indomani, il miracolo! Cielo, terra, sole splendente, temperatura freddissima e si parte. Tutti presenti sul pulmann, con guanti, sciarpe e cappelli, accolti dal gioioso saluto di Padre Damiano che nella fretta di arrivare per primo dimentica il giaccone. «Lui il freddo non lo sente!?». Le voci allegre dei giovani, l’atmosfera familiare e fraterna riscaldano subito l’atmosfera protraendosi per l’intera giornata che trascorrerà velocemente, ma si sa le cose belle finiscono presto. All’arrivo il primo saluto a Don Luigi Sturzo, un siciliano di cui essere fieri, sulla sua tomba ho pregato di intercedere presso Dio per darci urgentemente una classe politica, regionale e non, più seria e credibile. Spero mi abbia ascoltata. Poi visita ai presepi, tutti belli, tutti interessanti, visita anche alla pinacoteca del carcere borbonico fatta in frettissima perché l’orario di chiusura incombeva . Peccato perché meritava più tempo. Nel pomeriggio giro sul trenino turistico e passeggiata alla famosa villa comunale e poi ancora altri presepi. All’imbrunire Santa Messa solo per noi in una chiesa appartenente circa 100 anni fa ai «Conventuali». All’interno l’atmosfera è rimasta ancora impregnata di francescanesimo, questo mi ha fatto sentire un po’ triste temendo che tutto ciò accada anche a noi,ovvero di non avere più i nostri frati con noi. «San Francesco pensaci tu!» Dopo la messa sembrava tutto concluso, il giusto epilogo di una giusta giornata e invece no! Bussiamo alla porta del convento dei Cappuccini che ci fanno attendere prima di aprire, d’altronde loro all’interno non sentono freddo, noi si che eravamo nel posto giusto dove soffiava un vento gelidissimo. Finalmente ci apre un anziano e piccolo monaco ma piccolo davvero con una lunghissima barba bianca e con tanta voglia di parlare. Quanti affreschi all’interno e quante cose preziose da vedere, solo quel convento meritava una sola giornata. Sulla via del ritorno le risate e i canti dei giovani ancora sprizzanti energia hanno tenuto svegli gli stanchi ultracinquantenni. E’ stato bello stare tutti insieme e speriamo presto di ritrovarci di nuovo e gioire fraternamente. Grazie a te Concetta e grazie a lei Padre Damiano. E-mail [email protected] Sede Parrocchia Angelo Custode C.so V. Veneto 328 Tel. 0932.622143 Hanno collaborato: P. Angelo Sparacino P. Damian Frunza Chiara Boscarino Giovanna Nobile Gianluca Tidona Gianni Divita Anna Corallo Giovanni Iacono Anna Licitra Francesca Pelligra Flavia Bognanni Mariuccia Bellina Gianni Tidona Grafica e foto: Salvatore Burrometo Insieme Parrocchia Angelo Custode Frati Minori Conventuali - Ragusa Mariuccia Bellina Anno 1 - n° 2 Febbraio 2012 Camminiamo del Cristo. Il significato di questo tipo di croce subì un importante sviluppo nella tradizione francescana. S.Francesco infatti la utilizzò nella sua comunità dopo averla conosciuta all'interno della comunità religiosa di S. Antonio Eremita a cui fu legato, una comunità, questa, che si occupava dell'aiuto ai lebbrosi. Una rappresentazione più comune è invece quella della croce con la cima e un braccio traversale, che si può presentare nelle forme greca e latina. Mi sembra di aver letto da qualche parte, (e se mi sbaglio correggetemi e farò presente il mio errore nel prossimo numero del giornale) che i quattro rami raffigurano i quattro elementi e quattro virtù umane: il piede, piantato nella Terra, simboleggia la fede; il ramo superiore la speranza; la larghezza è la carità; la lunghezza, la perseveranza. Inoltre, a differenza della croce greca, che rappresenta la natura divina del Cristo, la croce latina ne ricorda la natura umana. Infine, e credetemi, sto per finire, la utilizzata soprattutto nelle icone ortodosse e in essa il primo braccio conteneva il “titulus crucis” (ancora una volta l'INRI), il secondo le braccia del Cristo e il terzo rappresentava l'appoggio dei piedi inchiodati. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma non credo sia il caso di rubarvi altro tempo. Sperando di non avervi annoiati troppo, vi saluto, augurandomi che vorrete ancora fare in futuro quattro chiacchiere con me. croce con la cima e due bracci trasversali, detta di Lorena dallo stemma dell'omonima famiglia, rappresenta nel braccio superiore l'iscrizione “INRI” , e nell'inferiore le braccia di Cristo; mentre la Croce con la cima e tre bracci trasversali fu Cari lettori, rispondo subito alle domande che immagino vi affollino la mente in questo momento. No, non si tratta di un nuovo spazio dedicato alla cucina, e, chi ha pensato di aver trovato nel giornalino parrocchiale una nuova ricetta per i dolcetti di Carnevale, temo resterà deluso. Con ogni probabilità fareste meglio a tralasciare questo articolo e a dedicarvi direttamente al successivo, così da non correre il rischio, alla fine di questo spazio di cui sono responsabile, di chiedervi la ragione per cui abbiate sprecato preziosi minuti per qualcosa, questo, che non so ancora definire. Ai più coraggiosi che hanno deciso, forse incautamente, di andare oltre la prima frase, mi sento in dovere di porgere delle sincere scuse e delle giustificazioni. So bene che in un qualsiasi altro giornale non avreste mai trovato (se non in particolari circostanze) una narrazione in prima persona, né il giudizio, il punto di vista di chi scrive. Malgrado ciò mi permetterò di non tener conto, in queste righe, delle regole citate. Userò insomma, senza alcun titolo né plausibile spiegazione, una sorta di licenza poetica e, piuttosto che “costruire” un articolo, dialogherò con voi come se ci trovassimo a chiacchierare davanti a un buon caffè ... Stanno per terminare le premesse, ma confesso subito che qualche minuto fa, prima di mettermi a scrivere, pensando e ripensando a cosa avrei voluto raccontarvi, mi dicevo che avrei potuto riportare, ad esempio, una riflessione sulla giornata della memoria, o che avrei potuto rimpinzarvi con considerazioni pseudo- didascaliche su “forconi”, Costa Concordia e crisi; avrei persino potuto parlare della tensione per gli esami di maturità, di ciò che si prova quando muore il gatto o qualcosa del genere..,ma parleremo d'altro e forse inizierò così, all'improvviso, smettendo di farneticare e portandovi alla mente l'immagine di una croce, ora simbolo per antonomasia della Quattro chiacchiere e un caffè Flavia Bognanni religione cristiana. A tale proposito mi sembra necessario ricordarvi che per molto tempo si era preferito rappresentare Gesù Cristo mediante simboli che a Lui si riferissero (come il pesce, l'agnello, il pane..) poi come Cristo Pantocratore o Cristo Risorto. La croce era infatti concepita come testimonianza della violenza dei pagani e, per questa ragione, veniva evitata nell'iconografia cristiana. Ne entrerà a far parte solo con l'imperatore Costantino, al quale, alla vigilia della battaglia di ponte Milvio (si, proprio quello dei lucchetti dell'amore di Moccia), apparve in cielo la scritta “In hoc signo vinces” ovvero “In questo segno vincerai” con accanto, appunto, una grande croce. E Costantino vincerà, sconfiggerà Massenzio e dedicherà la vittoria a Dio, il Dio dei cristiani, di cui, tra l'altro, proibirà le persecuzioni. Ed ecco la croce. Simbolo indiscusso dell'amore di Dio per gli uomini. Simbolo della remissione dei peccati del mondo. Pensando alla croce, tra le prime cose che mi tornano in mente, vi sono i diversi modi in cui essa può essere rappresentata. Sebbene sia sicura che voi conosciate i diversi significati di ciascuna raffigurazione, essendone io fino a non molto tempo fa totalmente estranea, li confronterò con voi. E comincerei parlando della raffigurazione a cui la nostra parrocchia è probabilmente più affezionata: la croce senza cima, o Tau. <<Segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono>> leggiamo in Ezechiele (Ez 9,4). La lettera "tau" è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico e rappresenta il Compimento rola Divina, la venuta della Pa RAGUSANI FAMOSI La ragusana che frequenta molto la chiesa? Enza Aristia. Il ragusano seduto sempre sull'uscio di casa? Nello Scalone. Il ragusano che affitta auto e pulman? Lino Leggio. Il professore ragusano che da voti bassissimi? Meno Di Quattro. La ragusana che perde il cellulare e dopo un po' ce l'ha in mano? Lory Trovato. Il centenario che gode di ottima salute? Campo Felice. Il ragusano che difende il pianeta dagli UFO? Salvo La Terra. BATTUTACCIA Il dottore si è innamorato della propria paziente. Poco male. Il fatto è che il medico è un veterinario. Il Valore della Vita Anna Licitra Giovanna Nobile 6 per noi tutti una crescita spirituale verso una vera conversione; «Convertitevi e credete al Vangelo» ... «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai». Raniero Cantalamessa scrive: La campana che oggi suona per chiamarci alla conversione, domani suonerà per chiamare altri alla nostra dipartita da questo mondo. Non avvenga che il giorno della morte ci sorprenda all’improvviso e noi, presi da paura, cerchiamo tempo e spazio per fare penitenza e non lo troviamo. Lui però viene con noi nel deserto per lottare contro il male ch’è dentro di noi... è morto una volta per sempre per i peccati degli uomini, giusto per gli ingiusti...per condurci a Dio Padre. Nel ringraziare tutti coloro che collaborano alla riuscita del giornalino parrocchiale auguro una preparazione meravigliosa alla Pasqua. Il Signore dia a ciascuno di voi la forza nella lotta, luce nel cammino, accettazione per ogni visione distorta da parte dei nostri fratelli sull’operato sincero, silenzioso, efficace che ognuno di noi ha svolto e svolge dinnanzi a Dio e ai fratelli. Pace e Bene. Il vostro parroco P. Angelo La vita non ha più valore per cui Dio l’ha creata, viviamo in un mondo dove tutto è lecito: lavorare con falsità, non rispettare le leggi né cose altrui, insomma possiamo fare tutto e nessuno ci deve riprendere, altrimenti scateniamo un quarantotto. Ma dove è andato a finire l’innato amore che Dio ha posto in ogni sua creatura? Riusciremo a dare un senso alla vita, a riempirla di un amore che abbraccia tutti nella libertà di spirito e senza condizioni? Solo se lasciamo entrare uno spiraglio di luce nei nostri cuori e ci facciamo guidare da Lui, la vita riprenderà il valore per cui Dio l’ha creata, ovvero l’amore. Se non abbiamo compreso l’amore, non possiamo salvare il mondo.

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REDAZIONE

P. Damian FrunzaSalvatore BurrometoIrene Cafiso

iamo al 2° numero di «Camminiamo Insieme». L’accoglienza del 1° numero sia Sper la novità sia per l’impegno e la

col laborazione del gruppo giovani le parrocchiale, sia del gruppo adulti, è stata molto positiva ed incoraggiante per continuare con maggiore entusiasmo nel presentare tematiche diverse da riflettere o personalmente o collettivamente. Oggi, scrivendo, non è carnevale, ma fra breve è carnevale e il periodo di Quaresima è vicinissimo. Nel periodo di carnevale il nostro gruppo teatrale presenterà una brillante commedia. Alcuni ragazzi in giorni diversi aiutati dal gruppo giovanile si esibiranno in canti e scenette. Gli adulti avranno il compito esclusivo di battere le mani! Terminato il carnevale, avremo il tempo della riflessione e meditazione. Le ceneri sul capo, l’inizio della quaresima, la via crucis ogni venerdì, ci dicono subito che siamo in un periodo forte di preparazione alla Pasqua. Il periodo della Quaresima, con la caratteristica propria di preghiera, digiuno, penitenza, carità, diventerà

La voce del Parroco...

Gita a Caltagirone6 Gennaio, giorno dell’Epifania: freddo, vento e pioggia a più non posso e domani si va a Caltagirone!!! «Ma cu stu tiempu?... ma chi siemu pazzi!!» Nella notte nevica e le raffiche di vento sono così impetuose che fanno temere davvero. L’indomani, il miracolo! Cielo, terra, sole splendente, temperatura freddissima e si parte. Tutti presenti sul pulmann, con guanti, sciarpe e cappelli, accolti dal gioioso saluto di Padre Damiano che nella fretta di arrivare per primo dimentica il giaccone. «Lui il freddo non lo sente!?». Le voci allegre dei giovani, l’atmosfera familiare e fraterna riscaldano subito

l’atmosfera protraendosi per l’intera giornata che trascorrerà velocemente, ma si sa le cose belle finiscono presto. All’arrivo il primo saluto a Don Luigi Sturzo, un siciliano di cui essere fieri, sulla sua tomba ho pregato di intercedere presso Dio per darci urgentemente una classe politica, regionale e non, più seria e credibile. Spero mi abbia ascoltata. Poi visita ai presepi, tutti belli, tutti interessanti, visita anche alla pinacoteca del carcere borbonico fatta in frettissima perché l’orario di chiusura incombeva . Peccato perché meritava più tempo. Nel pomeriggio giro sul trenino turistico e passeggiata alla famosa villa comunale e poi ancora altri presepi. All’imbrunire Santa Messa solo per noi in una chiesa appartenente circa 100 anni fa ai «Conventuali». All’interno l’atmosfera è rimasta ancora impregnata di francescanesimo, questo mi ha fatto sentire un po’ triste temendo che tutto ciò accada anche a noi,ovvero di non avere più i nostri frati con noi. «San Francesco pensaci tu!» Dopo la messa sembrava tutto concluso, il giusto epilogo di una giusta giornata e invece no! Bussiamo alla porta del convento dei Cappuccini che ci fanno attendere prima di aprire, d’altronde loro all’interno non sentono freddo, noi si che eravamo nel posto giusto dove soffiava un vento gelidissimo. Finalmente ci apre un anziano e piccolo monaco ma piccolo davvero con una lunghissima barba bianca e con tanta voglia di parlare. Quanti affreschi all’interno e quante cose preziose da vedere, solo quel convento meritava una sola giornata. Sulla via del ritorno le risate e i canti dei giovani ancora sprizzanti energia hanno tenuto svegli gli stanchi ultracinquantenni. E’ stato bello stare tutti insieme e speriamo presto di ritrovarci di nuovo e gioire fraternamente. Grazie a te Concetta e grazie a lei Padre Damiano.

[email protected]

SedeParrocchia Angelo CustodeC.so V. Veneto 328Tel. 0932.622143

Hanno collaborato:

P. Angelo SparacinoP. Damian FrunzaChiara BoscarinoGiovanna NobileGianluca TidonaGianni DivitaAnna CoralloGiovanni IaconoAnna LicitraFrancesca PelligraFlavia BognanniMariuccia BellinaGianni Tidona

Grafica e foto:Salvatore Burrometo

Insieme

Parrocchia Angelo CustodeFrati Minori Conventuali - Ragusa

Mariuccia Bellina

Anno 1 - n° 2 Febbraio 2012

Camminiamo del Cristo. Il significato di questo tipo di croce subì un importante sviluppo nella tradizione francescana. S.Francesco infatti la utilizzò nella sua comunità dopo averla conosciuta all'interno della comunità religiosa di S. Antonio Eremita a cui fu legato, una comunità, questa, che si occupava dell'aiuto ai lebbrosi. Una rappresentazione più comune è invece quella della croce con la cima e un braccio traversale, che si può presentare nelle forme greca e latina. Mi sembra di aver letto da qualche parte, (e se mi sbaglio correggetemi e farò presente il mio errore nel prossimo numero del giornale) che i quattro rami raffigurano i quattro elementi e

quattro virtù umane: il piede, p i a n t a t o n e l l a Te r r a , simboleggia la fede; il ramo superiore la speranza; la larghezza è la carità; la lunghezza, la perseveranza. Inoltre, a differenza della croce greca, che rappresenta la natura divina del Cristo, la croce latina ne ricorda la natura umana. Infine, e

credetemi, sto per finire, la

utilizzata soprattutto nelle icone ortodosse e in essa il primo braccio conteneva il “titulus crucis” (ancora una volta l'INRI), il secondo le braccia del Cristo e il terzo rappresentava l'appoggio dei piedi inchiodati. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma non credo sia il caso di rubarvi altro tempo. Sperando di non avervi annoiat i t roppo, vi saluto, augurandomi che vorrete ancora fare in futuro quattro chiacchiere con me.

croce con la cima e due bracci trasversali, detta di Lorena dallo stemma dell'omonima famiglia, rappresenta nel braccio superiore l'iscrizione “INRI” , e nell'inferiore le braccia di Cristo; mentre la Croce con la cima e tre bracci trasversali fu

Cari lettori,rispondo subito alle domande che immagino vi affollino la mente in questo momento. No, non si tratta di un nuovo spazio dedicato alla cucina, e, chi ha pensato di aver trovato nel giornalino parrocchiale una nuova ricetta per i dolcetti di Carnevale, temo resterà deluso. Con ogni probabilità fareste meglio a tralasciare questo articolo e a dedicarvi direttamente al successivo, così da non correre il rischio, alla fine di questo spazio di cui sono responsabile, di chiedervi la ragione per cui abbiate sprecato preziosi minuti per qualcosa, questo, che non so ancora definire. Ai più coraggiosi che hanno deciso, forse incautamente, di andare oltre la prima frase, mi sento in dovere di porgere delle sincere scuse e delle giustificazioni. So bene che in un qualsiasi altro giornale non avreste mai trovato (se non in particolari circostanze) una narrazione in prima persona, né il giudizio, il punto di vista di chi scrive. Malgrado ciò mi permetterò di non tener conto, in queste righe, delle regole citate. Userò insomma, senza alcun titolo né plausibile spiegazione, una sorta di licenza poetica e, piuttosto che “costruire” un articolo, dialogherò con voi come se ci trovassimo a chiacchierare davanti a un buon caffè ... Stanno per terminare le premesse, ma confesso subito che qualche minuto fa, prima di mettermi a scrivere, pensando e ripensando a cosa avrei voluto raccontarvi, mi dicevo che avrei potuto riportare, ad esempio, una riflessione sulla giornata della memoria, o che avrei potuto rimpinzarvi con considerazioni pseudo-didascaliche su “forconi”, Costa Concordia e crisi; avrei persino potuto parlare della tensione per gli esami di maturità, di ciò che si prova quando muore il gatto o qualcosa del genere..,ma parleremo d'altro e forse inizierò così, all'improvviso, smettendo di farneticare e portandovi alla mente l'immagine di una croce, ora simbolo per antonomasia della

Quattro chiacchiere e un caffèFlavia Bognanni

religione cristiana. A tale proposito mi sembra necessario ricordarvi che per molto tempo si era preferito rappresentare Gesù Cristo mediante simboli che a Lui si riferissero (come il pesce, l'agnello, il pane..) poi come Cristo Pantocratore o Cristo Risorto. La croce era infatti concepita come testimonianza della violenza dei pagani e, per q u e s t a r a g i o n e , v e n i v a e v i t a t a nell'iconografia cristiana. Ne entrerà a far parte solo con l'imperatore Costantino, al quale, alla vigilia della battaglia di ponte Milvio (si, proprio quello dei lucchetti dell'amore di Moccia), apparve in cielo la scritta “In hoc signo vinces” ovvero “In questo segno vincerai” con accanto, appunto, una grande croce. E Costantino vincerà, sconfiggerà Massenzio e dedicherà la vittoria a Dio, il Dio dei cristiani, di cui, tra l'altro, proibirà le persecuzioni. Ed ecco la croce. Simbolo indiscusso dell'amore di Dio per gli uomini. Simbolo della remissione dei peccati del mondo. Pensando alla croce, tra le prime cose che mi tornano in mente, vi sono i diversi modi in cui essa può essere rappresentata. Sebbene sia sicura che voi conosciate i diversi significati di ciascuna raffigurazione, essendone io fino a non molto tempo fa totalmente estranea, li confronterò con voi. E comincerei parlando della raffigurazione a cui la nostra parrocchia è probabilmente più affezionata: la croce senza cima, o Tau. <<Segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono>> leggiamo in Ezechiele (Ez 9,4). La lettera "tau" è l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico e rappresenta il Compimento rola Divina, la venuta della Pa

RAGUSANI FAMOSI

La ragusana che frequenta molto la chiesa? Enza Aristia.

Il ragusano seduto sempre sull'uscio di casa? Nello Scalone.

Il ragusano che affitta auto e pulman? Lino Leggio.

Il professore ragusano che da voti bassissimi? Meno Di Quattro.

La ragusana che perde il cellulare e dopo un po' ce l'ha in

mano? Lory Trovato.

Il centenario che gode di ottima salute? Campo Felice.

Il ragusano che difende il pianeta dagli UFO? Salvo La Terra.

BATTUTACCIA

Il dottore si è innamorato della propria paziente.

Poco male.

Il fatto è che il medico è un veterinario.

Il Valore della Vita Anna Licitra

Giovanna Nobile

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per noi tutti una crescita spirituale verso una vera conversione; «Convertitevi e credete al Vangelo» ... «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai». Raniero Cantalamessa scrive: La campana che oggi suona per chiamarci alla conversione, domani suonerà per chiamare altri alla nostra dipartita da questo mondo. Non avvenga che il giorno della morte ci sorprenda all’improvviso e noi, presi da paura, cerchiamo tempo e spazio per fare penitenza e non lo troviamo. Lui però viene con noi nel deserto per lottare contro il male ch’è dentro di noi... è morto una volta per sempre per i peccati degli uomini, giusto per gli ingiusti...per condurci a Dio Padre. Nel ringraziare tutti coloro che collaborano alla riuscita del giornalino parrocchiale auguro una preparazione meravigliosa alla Pasqua. Il Signore dia a ciascuno di voi la forza nella lotta, luce nel cammino, accettazione per ogni visione distorta da parte dei nostri fratelli sull’operato sincero, silenzioso, efficace che ognuno di noi ha svolto e svolge dinnanzi a Dio e ai fratelli. Pace e Bene. Il vostro parroco P. Angelo

La vita non ha più valore per cui Dio l’ha creata, viviamo in un mondo dove tutto è lecito: lavorare con falsità, non rispettare le leggi né cose altrui, insomma possiamo fare tutto e nessuno ci deve riprendere, altrimenti scateniamo un quarantotto. Ma dove è andato a finire l’innato amore che Dio ha posto in ogni sua creatura? Riusciremo a dare un senso alla vita, a riempirla di un amore che abbraccia tutti nella libertà di spirito e senza condizioni? Solo se lasciamo entrare uno spiraglio di luce nei nostri cuori e ci facciamo guidare da Lui, la vita riprenderà il valore per cui Dio l’ha creata, ovvero l’amore. Se non abbiamo compreso l’amore, non possiamo salvare il mondo.

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Aspetti sociali della pratica religiosaUna serie di studi scientifici e sociologici, soprattutto americani, porta ad affermare che “la religiosità può influenzare gli atteggiamenti e i valori di una persona, i quali danno il senso e scopo alla vita, e aiuta le persone a vedere i problemi in modo diverso”. Da questi lavori emerge che l'uomo religioso ha una capacità razionale migliore, vive una vita più lunga sana e felice (si traduce in una differenza media di sette anni di vita in più per le persone religiose), si comporta in modo più civile e soffre meno depressione e ansia. Diversi studi dimostrano che la partecipazione ad una comunità religiosa protegge dalle malattie cardiovascolari, sopratutto grazie al salutare stile di vita che queste persone adottano. I benefici per la salute possono anche essere in parte dovuti al sostegno sociale e di amicizia derivati dalla frequenza alle funzioni religiose; infatti le persone che sono attivamente religiose tendono a prendersi più cura di se stessi in ambiti sanitari e anche questo può in parte spiegare il loro stato di longevità. Molte persone affette da dolore cronico si affidano alla loro fede religiosa per affrontare meglio il dolore; la fede, inoltre, spesso accelera la guarigione dalla depressione nei pazienti più anziani. Infatti in

Giovanna Nobile

Francesca PelligraEducati per educare

er educazione si intende il processo attraverso il quale un gruppo s o c i a l e i n t e r v i e n e P

intenzionalmente nella formazione delle nuove generazioni.L'educazione risale dalla civiltà greca evolvendosi nel tempo fino ai giorni nostri . Nella nostra civiltà l'educazione è alla base della formazione del bamb ino pe r po t e r relazionarsi nella società e per vivere bene all' interno della famiglia. Inizialmente l'educazione del bambino avviene nel nucleo familiare in cui i genitori hanno il compito di allevare i figli, però i genitori si domandano spesso quale stile educativo è giusto applicare o se è meglio essere permissivi o rigidi... In psicologia non ci sono modelli educativi vincenti o fallimentari, ci devono essere delle regole da rispettare, ovvero la capacità di dire "no" al bambino

è un fattore educativo di primaria importanza. Quando gli adulti non sono capaci di contraddirli o imponendo la propria autorevolezza, i bambini a causa

d i q u e s t i d i s a g i acquistano un senso di onnipotenza. Le regole e i "no"nei confronti dei bambini andrebbero visti come dei limiti che portano a riflettere sui propri comportamenti.

Quindi il concetto di autorevolezza è l'opposto di autorismo, che implica violenza verbale e fisica, aggressività e non disponibilità all'ascolto. La rigidità e l'iperprotezione rappresentano i due estremi del comportamento genitoriale che causano conseguenze negative nella crescita dei figli: un adulto troppo rigido non è capace di mediare le proprie idee con le esigenze del bambino in cui si rischia di perdere qualche tappa evolutiva del piccolo. Approvazione o rimprovero

Gianni Divita e Anna Corallo

CRESCERE COME GENITORI MENTRE SI CRESCONO I FIGLI

La famiglia è il primo e fondamentale ambiente educativo, essa lascia un segno determinante nella vitadei figli. I bambini imparano ciò che vivono, per questo occorre aiutarli a trovare nella vita di ogni giorno l'amore, la fede, l'amicizia ,il coraggio ,la tolleranza…. Educare è un diritto e un obbligo di noi genitori, ma un genitore non nasce “imparato”, va a scuola per tutta la vita , spesso infatti si cresce mentre si crescono i figli . In questa crescita ogni famiglia è aiutata da una grande risorsa di partenza, un “patrimonio naturale”: è l'amore che un papà e una mamma hanno per i propri figli. Solo partendo da quest' amore si può iniziare il cammino della crescita e dell'educazione dei figli. Educare non significa solo ottenere una buona disciplina , ma vuol dire vivere in prima persona e con coerenza quanto si esige dai propri figli, coinvolgere i figli con giusto equilibrio nelle decisioni familiari. Educare vuol dire anche puntare sull'affetto e non su castighi o ricompense per insegnare ai figli la gioia di fare o non fare qualcosa liberamente per amore. Amare comporta anche saper dire di” no”, quando è necessario, con le opportune motivazioni.

Tutto ciò porta a riappropriarsi del ruolo di “ genitore” perché alla fine è questo che serve ai nostri figli , anche se certe volte sarebbe più facile comportarsi solo da “amico” senza assumersi alcuna responsabilità della loro crescita materiale e spirituale. Ma spesso trasmettere i valori-base dell'esistenza e del buon comportamento coglie impreparati numerosi genitori che scoraggiati si dichiarano sconfitti e cedono il loro ruolo a catechisti, insegnanti , e persino alla tv. Non essere preparati a questo compito, comunque, non può essere una giustificazione per chiudere gli occhi, ma uno stimolo ad aprirli di più. Sicuramente, se si agisce con fede cristiana secondo i valori trasmessi dal Vangelo, tutto diventa più facile e naturale, infatti, il desiderio profondo di una mamma e di un papà è far conoscere ai propri figli Gesù come loro Salvatore, preparandoli a vivere da buoni cristiani. Due genitori in…crescita.

sono elementi fondamentali attraverso cui il bambino costruisce l'interazione con i genitori iniziando a elaborare il super-io (coscienza morale). Il bambino duncque si sente approvato quando fa qualcosa che i genitori ritengono giusto o sbagliato; le punizioni e le urla eccessive nel bambino suscitano stato d'ansia.Il comportamento iper-protettivo da parte della mamma o del padre fa crescere i figli incapaci di far da soli le proprie esperienze, ma hanno bisogno di essere sempre guidati, diventano insicuri e non sono in grado di superare le difficoltà quotidiane e di sbagliare. Ci sono anche genitori che trascurano i figli, i bambini si accorgono di essere trascurati quando diventano ansiosi, devono superare dei problemi e cercano affetto. In conclusione l'adulto deve far capire (al figlio) gli errori commessi, facendo percepire i doveri e inoltre il genitore deve essere un modello esemplare anche per ottenere un rapporto fondato sul dialogo, amore e fiducia che porta al fine dell'educazione.

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Infatti in uno studio effettuato su pazienti depressi e ospedalizzati per patologie come malattie cardiache e ictus, quelli che presentavano un forte livello di “religiosità intrinseca” hanno recuperato più velocemente rispetto ai non religiosi. Sicuramente perchè la credenza religiosa fornisce una visione del mondo, dell'uomo e della malattia che permette di comprendere e accettare meglio la sofferenza e la morte e fornisce anche una base per la stima di sé che è più resistente rispetto ad altre fonti di autostima. Gli scienziati hanno rilevato che le persone religiose coltivano di più i contatti sociali esprimendo un forte desiderio di interdipendenza con gli altri, rimangono sposati più a lungo, sono più motivate dall'onore (desiderio di essere fedeli alla moralità dei genitori e del gruppo etnico), hanno più desiderio di famiglia e curano di più i figli. Dei notevoli benefici sono anche riscontrabili tra i giovani praticanti. Infatti in loro c'è meno propensione all'uso di alcool, al fumo, all'uso di droghe, a portare un'arma, a fare a botte, a bere prima di guidare, sono meno propensi al taccheggio, al furto, alla violazione di

domicilio e al procurare incendi, ma sono più propensi a mangiare bene, a indossare le cinture di sicurezza ecc.. Intervistando i genitori, si è scoperto anche che gli adolescenti più religiosi hanno “marinato” meno la scuola, hanno ricevuto meno sospensioni ed espulsioni. Uno studio recentissimo del giugno 2011 dimostra come l'aumento della religiosità non solo riduce la criminalità e la delinquenza, ma promuove anche un sano comportamento sociale e si arriva, così, alla conclusione che la religione può essere un potente antidoto contro la criminalità e quindi un fattore di protezione generale e le istituzioni religiose sono un importante alleato, anche se spesso ignorato, nello sforzo della nazione per promuovere la salute dei giovani di oggi e degli adulti di domani. Un'altra indagine ha rilevato che la religione cristiana diminuisce notevolmente la credulità popolare in cose come sogni, UFO, case infestate, comunicazione con i morti e l'astrologia. Eppure -notano i ricercatori-, resta diffusa l'opinione che le persone religiose siano particolarmente credulone. Le persone religiose sono più felici di quelle senza spiritualità infatti coloro che celebrano il Natale dando significato cristiano sono, nel complesso, più felici di quelli che celebrano le feste natalizie nel pieno spirito del consumismo, e che il troppo materialismo nella nostra vita può essere terribile per la felicità. I risultati sono apparsi in una accurata ricerca, titolata: “La religiosità e la sua associazione con la felicità, scopo della vita e auto-realizzazione”. La ragione per cui le persone religiose sono più felici è perchè riescono a dare un senso, uno scopo più adeguato alla loro vita rispetto alle persone non religiose, prova convincente che la fede religiosa e i comportamenti religiosi sono in grado di incoraggiare la gente ad esercitare l'autocontrollo e regolamentare in modo più efficace le loro emozioni e comportamenti, in modo che possano perseguire gli obiettivi prefissati. “Le persone religiose sembrano avere uno scopo più grande nella vita, è per questo che sono più felici”. Nel complesso, andare in chiesa fornisce maggiori contatti sociali, un valido sostegno emotivo e un benessere psicologico, riducendo così l'isolamento e la disabilità mentale che affligge molti anziani; ci si concentra sull'amore, sul perdono e sull'altruismo, cioè un'estrema sintesi del messaggio cristiano. Il fatto che le persone religiose tendono ad avere un più elevato self-control aiuta a spiegare perché le persone religiose hanno meno probabilità di usare droghe, abusare di alcol e avere a che fare con la criminalità e la delinquenza. Lo psicologo Inzlicht ha spiegato: “Pensare alla religione regala calma quando si è sotto pressione. Rende meno stressati quando si fanno degli errori”. Questi studi possono aiutarci a capire qualcosa di realmente interessante su chi ha fede e sugli effetti 'terapeutici' della preghiera. Le evidenze scientifiche secondo cui le persone religiose vivono più a lungo e tendono a essere più sane e più felici però non ci deve improvvisare devoti senza essere credenti: l'effetto infatti non vale per gli atei.

La nostra Libertà P. Damian Frunza

l risultato immediato del tentativo di vivere la spiritualità di Gesù oggi è la libertà. Impariamo gradualmente a mollare la presa, a liberaci dagli attaccamenti, a gettar via le stampelle, a ignorare il nostro bisogno di aver successo, a superare le Ipreoccupazioni per la nostra reputazione. Paure, ansie, ossessioni e comportamenti compulsivi cominciano a

ridimensionarsi e a svanire man mano che impariamo a ridere dei nostri ego. Per alcuni il massimo sollievo è ľ esperienza della libertà dalla colpa. Le nostre cattive azioni non saranno usate contro di noi. Siamo perdonati. Siamo liberi. Scoprire la verità su noi stessi dà avvio al processo di liberazione personale. Scoprire la verità sul mondo di oggi, riconoscendo apertamente e onestamente ciò che accade nel mondo umano e nelľ universo, può essere un ̓ esperienza liberante. "La verità vi farà liberi"(Gv 8, 32). L’esperienza di essere una cosa sola con tutti e con tutto nelľ universo ci libera dalla tirannia dei nostri ego isolati.Posssiamo respirare di nuovo. Possiamo fidarci di Dio e delľ universo che ci parla di un Dio amorevole. Possiamo rilassarci. „Tutto sarà bene ed ogni sorta di cosa sarà bene”, come dice Giuliana di Norwich in tono incoraggiante. Siamo liberi. La base della libertà radicale è la fiducia. Diventiamo liberi man mano che impariamo gradualmente a comprendere ľ amore di Dio per noi, che ci porta ad arrenderci e a riporre tutta la nostra fiducia in Dio. ”Quanti sperano nel Signore”, afferma il profeta Isaia „mettono ali come aquile” (Is 40, 31). La fiducia in Dio ci dà il coraggio di avere larghe vedute e la libertà di esplorare percorsi di pensiero nuovi e poco ortodossi. Avremo persino la libertà di dire, talvolta, in tutta onestà: „Non lo so”. Soprattutto, saremo capaci di dire: „In fondo non importa”. La libertà interiore che impariamo da Gesù ci permette di vivere senza riserve, accettando noi stessi così come siamo, e tutti gli altri esseri umani - compresi i nostri nemici - così come sono. Il graduale processo di distacco rimuove gli ostacoli che impediscono ľ amore, e presto scopriamo che siamo abbastanza liberi da amare ľ intero universo, come San Francesco.

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Page 3: camminiamoinsieme n2

na delle tante parole che

oggigiorno ci dovrebbe Uaccomunare per sentirci piu'

vicini al Nostro

S i g n o r e G e s ù

C r i s t o , è l a

C A R I TA ' . L a

Sacra Scrit tura

dice: «Dio è carità»

[ 1 G v 4 , 1 6 ] .

Q u a n d o n o i

parliamo di carità

noi parliamo dello

stesso mistero di Dio, nel senso che la

carità è il comportamento e la radice del

comportamento di Dio verso l'uomo.

L'esposizion

e di questo

comportame

nto e la sua

narrazione

s o n o

p r e s e n t i

nella Sacra

Scrittura, ed

il momento perfetto di questa rivelazione

è Gesù. Oggi le persone bisognose,

purtroppo, sono aumentate in modo

esponenziale, soprattutto per la

situazione economico-politica di questi

ultimi anni.Molte persone infatti, dopo una vita di sacrifici per cercare di avere una vita dignitosa, si sono trovate all'improvviso s e n z a u n l a v o r o e q u i n d i economicamente in difficoltà, anche per affrontare le spese quotidiane per il loro

La Carità Gianni Mazza e Gianna Desimone

Gianfranco IaconoPER…CORSO D'AMORE E perché no… di amicizia

A n c h e quest 'anno la P a r r o c c h i a d e l l ' A n g e l o C u s t o d e s i a c c i n g e a d iniziare il corso d e d i c a t o a i fidanzati che i n t e n d o n o

intraprendere il cammino sponsale. Conosciuto meglio come corso prematrimoniale, viene visto da molti come una inutile perdita di tempo in un periodo, quello immediatamente antecedente il giorno del si, nel quale si è oberati da impegni con muratori, mobi l i e r i , f io ra i , fo togra f i e chippiùnehapiùnemetta. Si, una inutile perdita di tempo. Ma tra gli impegni materiali perché non trovare un momento per noi stessi, per il nostro spirito, per il nostro essere? Quanti vogliono intraprendere una vita insieme (quando dura, e di questi tempi la mano sul fuoco non c'è la mette nessuno) costellata di successi di danaro, di facile carriera? E l'amore? Ah, quello c'è… ci sposiamo! Ma è vero amore o è una infatuazione destinata a

frantumarsi al primo intoppo? Chi ha mai pensato a questo? Nessuno. Da fidanzati la vita si vede con bel paio di occhiali rosa con una deliziosa montatura a fiori. Ma non è così; la dura realtà è in agguato, pronta a stendere la gamba e a fare lo sgambetto quando meno si aspetta. Torniamo al corso prematrimoniale. Ormai, data la mia esperienza di animatore, mi immagino le facce che vedrò il primo incontro. Manca il display acceso in fronte con la scritta: ma che ci sto a fare qui! Nessuna coercizione. Dobbiamo parlare, metterci in gioco, riconoscere i nostri difetti (sicuramente sono molti di più delle virtù), presentare noi stessi, quelli che siamo veramente. Ma vuoi che mi racconti in pubblico? Sognatelo, a me serve il pezzo di carta che deve aggiungersi all'incartamento necessario. Perché ti sposi in Chiesa? Lo fanno in tanti… e poi i miei ci tengono. Capisco. Credete in Dio. (Silenzio)…Si ci credo ma… veramente… Perché sei qui? Si deve fare! Un momento, a me fa piacere essere qui (qualcuno del gruppo comincia a sciogliersi) credo che sia un'esperienza positiva, condividere con gli altri le proprie esperienze…

intervengono altri; la tensione diminuisce; la discussione si fa più interessante. Passa il tempo e la discussione si fa sempre più interessante. Tempo scaduto; il primo incontro è finito…La provocazione del parroco “Chi ritiene di non poter venire ai prossimi incontri, può già ritirare l'attestato”. “Mai sia!… allora ci vediamo… la prossima volta… la discussione è importante e devo ancora dire qualcosa…” Arrivederci… alla prossima”. Le coppie animatrici ci guardiamo con un sospiro di sollievo; anche il Parroco è più rilassato. Il buon Dio che è stato sempre con noi e ci ha dato la forza e la grazia di vivere una esperienza positiva destinata a lasciare un'impronta profonda nell'io di tutti. Il corso è decollato, abbiamo trovato tanti nuovi amici. Chi vuole condividere questa esperienza con noi, può contattarci allo 0932 622146 (Parrocchia Angelo Custode), 0932 244017 (coppia animatrice Giovanni e Agata) e 0932 653599 (coppia animatrice Gianfranco e Ivana). Il nostro corso inizierà il 24 febbraio e sarà con cadenza bisettimanale. Ciao.

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L'Ordine Francescano Secolare nella Parrocchia Angelo Custode di Ragusa Gianni Tidona

stanza senza interferire con lo svolgimento dell'incontro. La fratenità ha da diversi anni adottato a distanza un bambino della missione in Messico e che con la nostra personale autotassazione economica manteniamo. Almeno una volta al mese ci si organizza in un momento serale di preghiera comunitaria, generalmente negli ultimi giorni del mese, invitando tutta la parrocchia. Con gioia annunciamo che giorno 11 febbraio sono stati presentati alla comunità intera quattro nuovi novizi che inizieranno la loro formazione per l'appartenenza all'Ordine.

dimenticando la nostra appartenenza all'Ordine.Pertanto si propone alla fraternità di fare veramente parte della vita parrocchiale in tutte le sue espressioni: catechismo, corale, giovani, oratorio, consigli parrocchiali, ministri straordinari, ecc.Attualmente i nostri incontri settimanali si svolgono in due momenti:

· il mercoledì pomeriggio per tutta la fraternità che non ha problemi di orari di lavoro;

· Il mercoledì sera per i professi e per altri (coppie e non) che lavorano.

L'OFS è una espressione della famiglia cristiana nel mondo, ecco il perché della nostra decisione di invitare giovani coppie nei nostri incontri, affinché possano prendere consapevolezza dell'esperienza francescana. L'incontro viene svolto di sera, a volte in parrocchia e a volte a turno nelle proprie case, per permettere che tutta la famiglia possa essere insieme e nel contempo che i bambini giochino in una

La Fraternità O.F.S. della P a r r o c c h i a A n g e l o Cus tode d i Ragusa, conta oramai diversi decenni dalla

sua esistenza, attualmente conta circa venti professi attivi. Sono presenti altri professi, ma l'età raggiunta e/o motivi di salute non permettono loro una presenza attiva e costante e alcuni sono immobilizzati in casa.La fraternità non li ha dimenticati e periodicamente sono visitati e confortati.Il consiglio della Fraternità, insieme all'assistente spirituale, seguendo le linee guide nazionali e/o regionali si è incamminato nella scuola del Poverello d'Assisi, per riscoprire la nostra vocazione e soprattutto per mettere in atto i doni che il Signore ci ha donato. Non

L'attività sportiva in Parrocchia

a diversi anni la Parrocchia ha aderito al programma sportivo del CSI. Sono presenti circa dieci bambini compresi tra i 10-13 anni e con loro abbiamo Dpartecipato a diversi tornei inter-parrocchiali nell'ambito della Diocesi. I

risultati sono positivi sia dal punto di vista sportivo che dal punto di integrazione tra i bambini, difatti abbiamo invitato ad aderire all'attività sportiva anche dei bambini

mussulmani, ortodossi e di varie etnie. Un aiuto esterno ci ha permesso di realizzare la personalizzazione della squadra. Inoltre la disponibilità di diversi adulti (genitori e altri) ha permesso la partecipazione dei ragazzi ad incontri anche in città limitrofe a Ragusa.

sostentamento.Francesco diceva: “Cominciate col fare il necessario, poi cio' che e' possibile e al l ' improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile”. Cosi' da un idea nata dal nostro parroco P.Angelo, da circa un anno la nostra parrocchia “Angelo Custode” dà un aiuto con il Banco Alimentare, che si occupa dei problemi della fame e della poverta' con il c o n c e t t o “ d o n o e condivisione” mediante raccolta dalle industrie di alimenti di prima necessita'. Nella nostra parrocchia a cadenza periodica si cerca di dare un piccolo aiuto a tutti i bisognosi. Tanti sono quelli che si sono avvicinati alla nostra Parrocchia per avere questo piccolo aiuto, anche

se alcuni di essi provano non poco “imbarazzo” ad accettare il “pacco alimentare”. “Il modo migliore di realizzare un sogno e' quello di svegliarsi”,cosi' diceva Padre Pio. Per

noi tutto ciò è un avvenimento c h e c i f a scoprire di avere un cuore capace d i g r a t u i t a ' , perche' amati per primi di un amore gratuito e che rende liberi. Continueremo

anche quest'anno a fare questo tipo di carità poiché la carità stessa non è un evento che si verificherà soltanto in un lontano futuro, ma può aver inizio anche oggi con questi piccoli gesti, in questa vita terrena, a condizione però

che tutte le nostre scelte non siano condizionate dal nostro egoismo, ma siano motivate da sentimenti di pace, di fratellanza, di amore, di comprensione, di tolleranza, di solidarietà, verso coloro che soffrono e verso il mondo intero.

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