iNBiCi magazine anno 7- n2 febbraio2015

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periodico in distribuzione gratuita www.inbici.net Anno VII - N˚ 2 - Febbraio 2015 foto ANDREA MIGLIORATI Domenica 29 marzo 11 a Granfondo Rampichiana MTB Cortona - AR

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foto ANDREA MIGLIORATI

Domenica 29 marzo

11 a Granfondo Rampichiana MTB

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FERRARA, UN TESORO DENTRO LE MURADA CAPITALE DELL’ARTE A PROVINCIA “CYCLE-FRIENDLY”, DOVE LE PISTE CICLABILI ATTRAVERSANO GLI ANTICHI LUOGHI CHE OSPITARONO L’ARIOSTO E MANTEGNA

Incastonata nella bassa pianura emiliana, la città di Ferrara sorge sulle sponde del Po di Volano, che separa la città medio-evale dal primitivo borgo di San Giorgio e delimita il confine con i nuovi insedia-menti contemporanei a sud delle mura. Ferrara godette di un importante periodo aureo, quando nel Basso Medioevo e nel Rinascimento, sotto il governo della fa-miglia degli Este, venne trasformata in un centro artistico di grande importanza, ar-rivando ad ospitare personalità come Lu-

dovico Ariosto e Torquato Tasso, Niccolò Copernico e Paracelso, Andrea Mantegna e Tiziano, Giovanni Pico della Mirandola e Pietro Bembo. Durante il Rinascimento a Ferrara si realizza una delle più impor-tanti progettazioni urbanistiche della storia europea moderna, l’Addizione Erculea, il primo esempio di pianificazione ragiona-ta degli spazi urbani, commissionata nel 1484 dal duca Ercole I d’Este all’architetto Biagio Rossetti. L’UNESCO le conferisce il titolo di Patri-monio Mondiale dell’Umanità per la pri-ma volta nel 1995 come città del Rinasci-mento e poi, nel 1999, riceve un ulteriore

riconoscimento per il Delta del Po e per le Delizie estensi. Ferrara inoltre è una dei 4 capoluoghi di provincia (assieme a Bergamo, Lucca e Grosseto), il cui centro storico è rimasto quasi comple-tamente circondato dalle mura che, a loro volta, hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario nel cor-so dei secoli. Ferrara, con Pisa e Ra-venna, è anche una delle prime città del silenzio citata nelle Laudi di Gabriele D’Annunzio.

Ferrara è antica sede universitaria e sede arcivescovile. Ospita importanti centri culturali: la Pinacoteca Naziona-le di Palazzo dei Diamanti, la sede della Fondazione Ermitage Italia, il Museo Ar-cheologico Nazionale, il Museo del Risor-gimento e della Resistenza, il Museo d’ar-te moderna e contemporanea Filippo de Pisis, il Museo della Cattedrale, il Museo Giovanni Boldini e numerosi altri musei.Ferrara è la “città italiana delle biciclet-te”, dove l’utilizzo di questo mezzo da parte dei cittadini è tra i più alti in Euro-pa: nel 1991 la percentuale di utilizzo era del 30,7% contro il 30% di Copenhagen o il 27,8% dell’Olanda. Nel 2000 un’indagine realizzata da DataBank su un campione rappresentativo ha ribadito che il 30,9% dei ferraresi continua ad utilizzare la biciclet-ta, ma il popolo dei ciclisti ferraresi è pari a circa l’89,5% dei suoi 135.000 abitanti.Ad ogni accesso della città è posto un car-tello con la scritta “Ferrara città delle bici-clette” seguito dalla citazione dell’adesione alla rete europea delle città amiche della bicicletta “Cities for Cyclists”. La città sto-rica viene infatti considerata come un’uni-tà urbanistica che privilegia l’integrazione della componente ciclistica, mentre per l’esterno-città sono state realizzate appo-site piste ciclabili.

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foto ANDREA ALLASIO

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LA PORTA D’ORIENTEFIN DALL’ANTICHITÀ HA SEMPRE VISSUTO IN SIMBIOSI CON IL SUO PORTO: STORIA DI BRINDISI, LA CITTÀ CHE, PER CINQUE MESI, È STATA ANCHE CAPITALE D’ITALIA

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La leggenda vuole che Brindisi sia stata fon-data da Brunto, figlio di Ercole, da cui deri-verebbe il nome, ma verosimilmente la sua etimologia è Messapica: il nome della città deriverebbe, dunque, da Brunda che nella lingua messapica significa Testa di Cervo, dalla conformazione del porto, per questo da sempre considerato tra i più sicuri del mare Adriatico e che ha sempre segnato il destino della città.Ai Messapi è da attribuire la fondazione del-la città nel VIII secolo a.C., che divenne una località di rilevante importanza grazie alla lavorazione del bronzo e dei metalli: qui si fabbricavano armi, monete e si riparavano flotte. Divenne la “città del bronzo”, una del-la prime civiltà industriali del continente.Brindisi ha vissuto la massima grandezza durante il periodo dell’Impero Romano: nel 267 a.C. i romani si impadroniscono della città stabilendone una colonia e ne fecero il

loro principale scalo commerciale e militare con l’Oriente, il porto divenne da allora uno dei principali dell’Italia. Con la caduta dell’impero romano (V seco-lo), Brindisi subisce un inevitabile decadi-mento, la città viene conquistata e domina-ta da Goti, Ostrogoti e Greci. Il dominio dei bizantini continuò anche durante le invasio-ni saraceniche e longobarde sino all’avven-to dei Normanni (circa il 1071), che ridettero lustro alla città ricostruendola.La città divenne la “Porta d’Oriente” grazie all’importanza conferitale dai Crociati che da questo porto salpavano verso la Terra Santa.Dal 1707 al 1734 si è avuta la dominazione austriaca, durante il quale epidemie, terre-moti e carestie crearono non pochi problemi. Nel 1869, con l’apertura del canale di Suez, dal porto di Brindisi parte la Valigia delle In-die, collegamento navale sino a Bombay ad opera Britannica.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Brindisi diviene teatro d’importanti operazioni na-vali: nel settembre del 1915 un attentato fa esplodere ed affondare nel porto la coraz-zata Benedetto Brin, mentre la città viene bombardata circa 30 volte da incursioni ae-ree nemiche. Dal suo porto partono navi e sommergibili della flotta italiana e alleata per 207 azioni navali, verrà pertanto concessa alla città la Croce al merito di guerra. Anche con la Seconda Guerra Mondiale Brindisi viene bombardata da aerei nemici subendo vasti danni ad edifici ed abitazioni. Il 10 settembre del ’43 sbarcano il re Vittorio Emanuele III con la regina, e sino al febbraio del ’44 Brindisi è Capitale d’Italia.Attualmente la città, popolata da circa 100mila abitanti, è meta di transito di tu-risti in viaggio verso la Grecia e altri paesi dell’est, grazie al suo porto che continua ad esercitare con successo, dopo secoli di storia, il ruolo di “Porta verso l’Oriente”. Oggi l’economia è basata sull’industria, ma non bisogna dimenticare il ruolo determi-nante di città di floride tradizioni agricole e di pesca, grazie al suo clima ed al suo varie-gato e ricco territorio.

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Inbici Magazine Direzione e Amministrazione Via Delle Scalette, 431 - 47521 Cesena (FC)

Direttore Responsabile Roberto Feroli In Redazione Roberto Feroli, Dr. Roberto Sgalla, Paolo Aghini Lombardi, Fabrizio Fagioli (Equipe Velòsystem), Dr. Iader Fabbri, Equipe Enervit, Gian Paolo Mondini, Nicoletta Brina, Matteo Gozzoli, Aldo Zanardi, Ricky Mezzera, Mario Facchini, Andrea Pelo Di Giorgio, Dr. Maurizio Radi, Gianluca Barbieri, Roberto Bettini, Paolo Mei, Roberto Zanetti, Dr. Alessandro Gardini, Dr. Piero Fischi, Luciana Rota, Lorenzo Comandini Fotografi Playfull, Studio5, Foto Castagnoli, Bettini Photo, Ido Talenti, Leonardo Morelli, Newspower Archivio fotografico Gianni Rocchi Distribuzione Italian Business Management LTD Responsabile Grafica Loredana Cramarossa Responsabile Facebook Gianni Rocchi Stampa Wafra Responsabile marketing Sara Falco

Diritti e proprietà INBICI MAGAZINE - SARA FALCO EDITORE - Reg imprese n° REA FO 323603 Iscrizione Registro Tribunale di Forlì nr. 3/2013 del 5 aprile 2013.Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, foto e disegni senza autorizzazioni della SARA FALCO EDITORE.

Per la tua pubblicità info:Maurizio Rocchi t. 393 9838319 Sara Falco t. 342 0685969 ufficio marketing 0547 300826 w. www.inbici.net e. [email protected]

Inbici magazine Inbicimagazine

SOMMARIO

100La 24 Ore della Serenissimaa cura di Newspower

52Il Coach a cura di Iader Fabbri

92Oltre l’ostacoloa cura di Roberto Zanetti

42La Leggendaria Charly Gaula cura di Newspower

86Trentino MTB 2015a cura di Newspower

36Protagonistia cura di Paolo Mei

76Biomeccanica InBicia cura di Fabrizio Fagioli

26Ruote Roventia cura di Roberto Sgalla

58Donna In... Bici a cura di Paolo Mei

18Il Personaggioa cura di Paolo Mei

72Il telaio idealea cura di Roberto Zanetti

22ACSI Ciclismoa cura della Redazione

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66 CENTROCITTÀ

a cura della REDAZIONE

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QUALCOSA MENO DI 7000 CHILOMETRI PER ATTRAVERSARE SECOLI DI CULTURA

E 150 PARCHI. NATURA E STORIA SI INCONTRANO SU QUESTA PISTA CHE VA DAL MAR NERO

AL MAR DI BARENTS

PISTE CICLABILI: L’IRON CURTRAIN TRAIL TAGLIA L’EUROPA IN DUE, COME UNA VOLTA LA CORTINA DI FERRO

Spulciando notizie che permettano di mantenervi sempre ag-giornati, ci sarebbe piaciuto raccontarvi con dovizia di particolari quanto sia aumentata la vendita di auto elettriche in Inghilterra: + 4% in un anno! Oppure farvi sapere che è nato Zephyrus, un nuovo trick made in Italy che spingendo sui pedali può portare fino ai 45 chilometri orari. Una velomobile dalla guida intuitiva che potrebbe (forse) diventare una seconda auto…Invece preferiamo restare fedeli alla nostra rubrica e puntare tut-to sulla presentazione di una pista ciclabile. E non una qualsiasi. Ma una più fascinosa, più lunga, più verde. Eh sì, perché le piste ciclabili sono ricche di fascino. Impossibile affermare il contrario. Hanno fascino perché conducono, fanno da guida. Ti portano, a volte anche molto lontano. Possono portarti da una parte all’al-tra della città, oppure farti anche attraversare un intero territorio. O ancora, come nel caso che vi raccontiamo questo mese, por-tarti a spasso per poco meno di 7mila chilometri. È vero, serve tempo; probabilmente qualche settimana. Ma potrebbe davvero valerne la pena.Dal Mar Nero, al confine tra Bulgaria e Turchia, fino al Mar di Ba-rents, a due palle di neve da Lapponia e Polo Nord. Guardando la carta geografica del vecchio continente, ecco una riga arcuata spingersi verso sinistra, tagliare il centro e risalire, infilando come perline una dopo l’altra Croatia, Serbia, Ungheria, Austria, Repub-blica Ceca, Germania, Polonia, Lituania, Russia, Finlandia. È la “pista ciclabile della Cortina di Ferro”. Si passa in bici dove una volta il confine segnava la differenza tra due mondi, a cui la fine della seconda guerra mondiale aveva spento i cannoni ma non cambiato il modo di pensare. Dal 1945 e fino alla sua fine, la guerra fredda ha contraddistinto un lungo periodo in cui dall’altra parte di quella riga c’era il nemico. E la riga non era immaginaria, ma fatta di confini, check point, drappelli di soldati, punti di guar-dia, transenne e sbarre. Da un lato, quello destro, l’Est. All’op-posto, l’Ovest. Tutto diverso: automobili, musica, cibo, sigarette, divertimenti, abbigliamento. programmi tv, libri, giornali, negozi. Tutto diverso.Oggi, grazie al progetto dell’eurodeputato tedesco Michale Cra-mer, pensato e presentato dieci anni or sono, la pista è una affa-scinante realtà. Lunga 6800 chilometri, è una vera e propria cin-tura verde che sostituisce la cintura della morte che divideva in profondità due lifestyle. Cadono i muri, cessa la guerra fredda, la cortina di ferro diventa una meravigliosa pista ciclabile: via i fucili, arrivano le bici. Il top.Tra l’altro questa incredibile pista ciclabile attraversa ben 150 parchi naturali. Ed anche per questo si prefigura come una straordinaria opera di condivisione, che chilometro dopo chilometro trasuda ciò che il vecchio continente è stato per un buon mezzo secolo. L’Iron Curtrain Trail è un modello funzionante e sostenibile, un trait d’union di tutta la cultura europea finalmente fuori dall’isolamento, che ha preso luoghi di battaglia e sofferenza tramutandoli in una lunga stri-scia protagonista continentale della mobilità dolce.Storia e natura, sport e cultura. L’Europa poggia sui propri cardini fondamentali e si stringe attorno alla nuovissima pista ciclabile da quasi 7mila chilometri.

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NOVITÀ EDIZIONE 2015ISCRIZIONI CHARITY:

DAL 20 FEBBRAIO 200 POSTI PER IL PROGETTO IART, A SOSTEGNO DELLA RICERCA CONTRO I TUMORI“FOODSTYLE” È IL TEMA DELL’EDIZIONE 2015: CIBO PER LO SPORT… CIBO PER LA VITA

MAGLIA UFFICIALE: IN ARRIVO LA BELLISSIMA DIVISA IN EDIZIONE LIMITATA

Sono tante le novità in arrivo per la 19° Granfondo Selle Italia Via del Sale, l’appuntamento più atteso di primavera, in partenza il prossimo 12 aprile dalla splendida location ‘vista mare’ della spiaggia Fantini Club di Cervia.

ISCRIZIONI CHARITY: PEDALA CON NOI PER LA RICERCA CONTRO I TUMORIAnche quest’anno la Granfondo Selle Italia Via del Sale sceglie di affiancare alla sfida sportiva quella solidale. Dal 20 febbraio saranno così disponibili duecento ultime iscrizioni a sostegno di un’importante causa, ossia lo studio di una nuova tecnica di cura dei tumori al seno in avvio all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS.Le duecento iscrizioni speciali a prezzo maggiorato (quote a par-tire da 50 euro) saranno disponibili sul sito granfondoselleitalia.org dalle ore 9.00 di venerdì 20 febbraio. Le differenti quote con-sentiranno di partire in griglia blu, in griglia rossa d’onore, oppu-re davanti a tutti in griglia Vip, per vivere un’esperienza davvero unica, con ingresso in griglia riservato e la nuvola dei ciclisti alle proprie spalle. Il ricavato sarà devoluto alla messa a punto della IART, ossia una nuova metodica sperimentale ideata dal Prof. Giovanni Paganelli, Direttore della Medicina Nucleare dell’IRST IRCCS, che potrebbe permettere alla cura conservativa dei tu-mori della mammella di compiere un deciso passo in avanti.Ad impreziosire ulteriormente la connotazione benefica della manifestazione sarà anche una speciale Serata Charity, in pro-gramma venerdì 10 aprile, a cui parteciperanno numerosi volti noti del mondo dello sport e del giornalismo.

TEMA EDIZIONE 2015: FOODSTYLE«Gli animali si nutrono, l’uomo mangia, solo l’uomo intelligente sa mangiare». L’aforisma del gastronomo francese J. Anthel-me Brillat-Savarin racchiude i segni distintivi del tema della 19° Granfondo Selle Italia Via del Sale.

Foodstyle è inteso come stile di alimentazione e stile di vita. Oggi un miliardo di persone soffre la fame nel mondo e un miliardo di obesi soffre di malattie. Cibo e nutrizione rappresentano dunque la più grande sfida di questo millennio.Con il progetto ‘HQ Lifestyle’ – dove HQ sta per Hight Quality – gli organizzatori della Granfondo Via del Sale hanno comincia-to da un anno un percorso di ricerca che mette al primo posto proprio l’alta qualità dello stile di vita basato su un’alimentazione consapevole, genuina e bilanciata, insieme ad una sana attività fisica e ad un approccio alla vita positivo.Quali sono le nostre abitudini alimentari? Il modo in cui sceglia-mo cosa mangiare, prepariamo i pasti e li consumiamo, fa la differenza sul nostro benessere fisico, mentale e spirituale. La Granfondo Via del Sale, dunque, come pretesto per riportare l’attenzione su un tema di grande interesse per tutti. Tema che verrà ampiamente discusso durante un incontro con medici ed esperti nel giorno che precede la gara, Sabato 11 aprile alle ore 11.00, presso il Fantini Club.

MAGLIA UFFICIALE GRANFONDO SELLE ITALIA VIA DEL SALE

Per la nuova edizione la granfondo lancia la sua divisa ufficiale. Da febbraio sarà possibile acquistare online la bellissima maglia in tessuto tecnico di alta qualità oppure il completo composto da maglia e salopette, disponibili in edizione limitata e personalizza-bili con il proprio nome. Le foto e tutte le info saranno disponibili a breve sul sito granfondoselleitalia.com.

Sportur - viale Caduti per la Libertà 52/C, 48015 Cervia (RA) tel. +39 0544 974395, fax +39 0544 975757 [email protected]

UFFICIO STAMPA SPORTUR: Miriam Evangelisti [email protected] - tel. 0544 974395

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Info e iscrizioni: www.granfondoselleitalia.com

Info: +39 0544 [email protected]

#granfondoselleitalia

12 APRILE 2015

19°CERVIA, FANTINI CLUB

ISCRIZIONICHARITY

dal 20 Febbraio200 ultimi posti

Pedala con noi per la ricerca

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10 L’EDITORIALEl’editore MAURIZIO ROCCHI

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LA GIACCA ANTIVENTO E ANTIPIOGGIA ULTRALEGGERA

IDROREPELLENTE E TRASPIRANTE

LA MAGLIA ANTIVENTO CON TRATTAMENTO NANOTECNOLOGIA CHE LA RENDE

RESISTENTE ALLA PIOGGIA

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Si punta ai 1400 iscritti per una classica del-la mountain bike del centro Italia.Edizione numero 11. Una delle primissi-me manifestazioni dell’anno, domenica 29 marzo. Al via anche Francesco Casagran-de, che la vuole vincere ma non c’è ancora riuscito. Partenza ed arrivo nella piazza cen-trale di Cortona, provincia di Arezzo.Ci prova e ci riprova, Francesco Casagran-de, a vincere questa benedetta Rampichia-na. Sul podio, l’inossidabile atleta ci è salito, ma sempre e solo sugli altri due gradini, mai sul più alto. Lo scorso anno finì secondo, dietro Tiago Ferreira. Ci riproverà anche in questa undicesima edizione, in programma il 29 marzo con la partenza fissata alle ore 10, comodo anche per chi in provincia di Arez-zo ci arriverà all’ultimo momento. Ormai una classica del centro Italia che dovrebbe porta-re al via 1300 biker. Non sono pochi, consi-derando anche che nel 2005, alla primissima organizzata, erano 69 i partenti. Siamo a Cortona. Anche nel 2015 si parte e si arriva da questa località dal sapore me-dioevale. Un paese appena più di un borgo, con qualche splendida chicca come il con-vento dei francescani e piazza Signorelli, un vero gioiellino. Per l’occasione, bardata di arco per partenza ed arrivo.Non ci risultano nati a Cortona ciclisti che abbiano fatto la storia di qualche Giro o Tour. Ma di un gran pedalatore, che ha origini fa-migliari in questa cittadina e dove ora vive, ne abbiamo piena conoscenza. Lorenzo Cherubini, Jovanotti insomma, a Cortona ha famiglia, ci vive e ci lavora, essendosi costru-ito lì anche uno studio di registrazione che è anche laboratorio creativo, foresteria ed un po’ pure planetario. Lui, di pedalate, in Ita-lia e nel mondo, ne ha fatte e molte. Alcune di queste, vere e proprie imprese, lo hanno portato, ad esempio, a percorrere la Carrete-ra Austral, l’arteria con poco asfalto e molto ciotolame che attraversa il Cile e scende fino alla Terra del Fuoco, fino ai pinguini della Pa-tagonia. Terminata di costruire nel 1996, vo-luta per scopi militari da Pinochet nel 1976, è lunga qualcosa come 1240 chilometri.

Ma torniamo a Cortona, e torniamo alla Rampichiana. Rispetto al classico percor-so, la versione new riporta qualche modi-fica dovuta al dissesto idrogeoligico che, anche se per minime parti, ha cambiato il volto in numerosissime manifestazioni, da nord a sud. Non è particolarmente dura; è una delle primissime manifestazioni di sta-gione, le gambe non sono al massimo, i polpacci non pompano come invece pom-peranno a giugno. Comunque percorsi ed iscrizioni come sempre sul sito ufficiale www.rampichiana.com.La Rampichiana rientra nella Coppa di To-scana e nel Circuito 3 Regioni Scott, ed anche questi elementi dovrebbero contri-

buire a portare il numero degli iscritti non in-feriore ai 1300. In questo senso molto lo può fare anche la sfilza di commenti positivi delle precedenti edizioni, compresa ovviamente quella del 2014, un vero e proprio successo.Da qui la nostra copertina. La continua ricer-ca dell’eccellenza passa anche attraverso organizzatori come Giuseppe Peruzzi e tut-ta la sua ASD Cavallino; e quando questo è possibile, vale sempre la pena di dare loro lo spazio che meritano. Il mondo delle ruote grasse non ferma la propria crescita, la Ram-pichiana prosegue a far parlar bene di sé, Cortona ben rappresenta una Toscana bella ed ospitale. Gli ingredienti ci sono tutti!

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VERONA APRE LE PORTE A COSMOBIKE SHOW LA NUOVA FIERA DELLE DUE RUOTE

A SETTEMBRE 2015, VERONA OSPITERÀ UNA NUOVA E SPLENDIDA AVVENTURA CHIAMATA COSMOBIKE SHOW,LE ANTEPRIME E I MODELLI 2016, L’AREA RISERVATA AL DEMO DAY E POI SPAZIO ALLE AZIENDE GIOVANI

ED INNOVATIVE DEL SETTORE. CON UN NUOVO FORMAT LA FIERA DI VERONA SI APPRESTA A VIVERE QUESTO GRANDE APPUNTAMENTO DELLE DUE RUOTE A PEDALI DALL’11 AL 14 SETTEMBRE

In una Granfondo, nella vita, negli af-fari, in amore ed amicizia. A volte, le cose cambiano. Succede, senza un vero motivo. Oppure con talmente tanti motivi che non ha alcun senso stare a pensarci, tantomeno ricordarli.Ed ogni tanto succede che a cambiare siano le regole. Anche quando si parla di bici!!! Cambiano perché la bicicletta diventa protagonista anche come stru-mento privilegiato di mobilità urbana. Lo abbiamo sentito ripetere più volte: si risparmiano i soldi della benzina, si evi-tano le code in auto, ci si muove all’aria aperta, è salutare per fisico e portafogli. Ma a questi concetti, chi aveva dedicato addirittura quattro giorni?Lo farà, dall’11 al 14 settembre, Cosmo-Bike Show, a Verona Fiere, con il suo CosmoBike Mobility Salone Europeo del Ciclismo Urbano. Una delle tante novi-tà della nuova fiera dedicata al mondo delle ruote a pedali, un nuovissimo ap-puntamento che fa il proprio ingresso in questo 2015, e pare farlo da protagoni-sta, già dai primi passi.

Proprio su CosmoBike Mobility, Paolo Coin, che organizza insieme a Verona Fiere, ha le idee decisamente chiare. «Il mondo del ciclismo urbano si com-pone di migliaia di operatori che offrono prodotti e servizi innovativi ma che, in mancanza di spazi dedicati, non riesco-no a farsi conoscere da chi realmente decide che forma avranno le nostre cit-tà. CosmoBike Mobility si pone l’obiet-tivo di far incontrare domanda e offerta e di creare un appuntamento stabile e continuativo per questo mondo che è di fondamentale importanza per le città del terzo millennio». In quest’ottica si insinua perfettamente lo STARTUP@COSMOBIKESHOW, attra-verso cui sarà possibile promuovere gli imprenditori e le loro idee. L’obiettivo è infatti quello di sostenere imprese giova-ni, o anche appena nate, ovviamente nel settore del ciclo, e che realizzino o pro-pongano prodotti e servizi ad alto tasso di innovazione. Vuol dire dare a tanti la possibilità di una vetrina di gran pregio, aderendo tra l’altro ad una delle mission

che da sempre contraddistingue Verona Fiere, ovvero la promozione internazio-nale del sistema industriale del nostro Paese e dell’eccellenza che da sempre contraddistingue il Made In Italy.Il primissimo giorno di fiera, l’11 di set-tembre, sarà invece dedicato alle pro-ve su strada. Si tratta del CosmoBike Demo Day. Alle Torricelle, sulle colline di Verona, si potranno provare in antepri-ma tutti i modelli del 2016. Una gustosa sfilza di splendidi nuovi modelli su cui sarà possibile pedalare per avere le pri-me incredibili sensazioni su tutte le serie di prodotto che usciranno poi al pubbli-co l’anno successivo.Ora, che sia da neve o da sabbia, elet-trica o leggerissima, fat o tandem, il quartiere fieristico di Verona non perde-rà neppure un pezzo di questa grande storia, ospitando un intero mondo, in continua crescita, e di cui la nuova fiera a Verona è prima testimone.CosmoBike Show. Imperdibile! E se vuoi saperne di più corri a consultare il sito veronafiere.it!

COSMOBIKE SHOW

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ENJOY

THE BIKE

WORLD

INTERNATIONAL B IKE EXHIBIT ION VERONA 11/14 settembre 2015WWW.COSMOBIKESHOW.COM

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L

BICI CLUB TERRE DI SIENA

IL NUOVO CIRCUITO TOSCANO DELLE LUNGHE DISTANZE

a cura della REDAZIONE

LE COLLINE E LA PROVINCIA DI SIENA SARANNO PROTAGONISTE DI UNA PRIMAVERA SCOPPIETTANTE, GRAZIE AL FRESCO INGRESSO IN CALENDARIO DI UNA NUOVA CHALLENGE CICLOTURISTICA CHE NASCE CON L’OBIETTIVO DI FAR VIVERE I COLORI E I PANORAMI DI UNA PROVINCIA DA SEMPRE VOTATA AL CICLISMO. QUATTRO PROVE IN PROGRAMMA CON DISTANZE PER I PALATI FINI, QUELLI DEGLI SPECIALISTI DI ENDURANCE

[email protected]

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La primavera internazionale del ciclismo che conta aprirà i battenti sabato 7 mar-zo con la “Strade Bianche”, organizzata da RCS Sport, con la novità della prova professionistica femminile. La provincia di Siena, da sempre legata a questo evento (sin dalla prima edizione la gara ha avu-to la partenza in provincia e l’arrivo nella pittoresca Piazza del Campo nel centro di Siena), sarà protagonista di un nuovis-simo circuito cicloturistico, il “Bici Club Terre di Siena”. «Ogni paesaggio diventa spettacolo nelle Terre di Siena», questo è lo slogan che campeggia sul sito ufficiale del nuovo circuito, consultabile sul web all’indirizzo www.biciclubterredisiena.it.

Sull’onda dell’entusiasmo della corsa professionistica, ecco creato un calenda-rio di ben quattro prove che si preannun-ciano soprattutto originali e diverse da quelli che vengono definiti “eventi di mas-sa”. Si inizierà proprio il giorno della festa della donna, l’8 marzo 2015, con la prima prova, denominata proprio “Terre di Siena Ciclotour”, con partenza e arrivo a San Gimignano. L’organizzatore, Paolo Ma-rucci (già Patron della Gran Fondo della Vernaccia), ha predisposto insieme al suo valente staff ben tre differenti percorsi. Il più impegnativo è senza ombra di dubbio il Randonnée di ben 200 km, sullo stes-so percorso della gara dei professionisti,

con parecchi strappi e numerose porzioni di sterrato che metteranno a dura prova muscoli e biciclette degli iscritti. Per co-loro che non vorranno esagerare ecco pronto il Rando, sulla distanza di 100 km, con 2 porzioni di sterrato, gli stessi pri-mi 2 tratti che verranno affrontati il gior-no prima dai professionisti. Per le gambe meno allenate sarà possibile partecipare al “corto” di 54 km, privo di tratti sterra-ti. La Randonnée di 200 km sarà valida per ottenere il punteggio che permetterà di partecipare alla mitica e leggendaria “Paris-Brest-Paris”, una delle “vedette” del panorama endurance mondiale.La seconda prova sarà in programma il 29 marzo 2015, quando andrà in scena il “Grand Tour della Valle di Merse” con ben 300 km di emozioni e colori. Anche in questo caso si potrà ottenere il punteggio per poi misurarsi alla Paris-Brest-Paris.Per la terza prova, in programma il 3 maggio 2015, la location prescelta è ancora una volta San Gimignano, con il “Grand Tour UNESCO”. In questo caso la distanza cresce e si arriva a 400 km e anche questa prova sarà occasione per ottenere le credenziali necessarie alla “Paris-Brest-Paris”.L’ultima prova in programma andrà in scena il 31 maggio 2015, e sarà la più dura, vista la distanza da percorrere: 600 km. La sede è quella di Ropolano Terme, il nome della manifestazione è “Grand Tour Terre d’Etruria”. Saranno toccate tutte le zone delle acque termali e anche in questo caso si potrà ottenere il pun-teggio per partecipare alla Paris-Brest-Paris.

Una vista panoramica delle terre di Siena

San Gimignano

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È

IL PERSONAGGIO

MARCO AURELIO FONTANA MAGLIA CANNONDALE, SPIRITO HARDROCK

a cura di PAOLO MEI [email protected]

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È indubbiamente il più forte mountain biker italiano di sempre. Il notissimo “prorider” è nato in provincia di Milano nel 1984, residen-te a Castell’Arquato in provincia di Piacenza, ma di chiare origini meridionali. Un italiano a tutto tondo che ha nella tecnica e nella mentalità le sue arme vincenti. Dotato di una scaltrezza fuori dal comune, Marco Aurelio è il simbolo italiano del fuoristrada a livello internazionale. Si divide tra Mountain bike e ciclocross, specialità nella quale ha vestito più volte la maglia di campione nazionale. Nelle ruote “grasse”, ha ottenuto la meda-glia di bronzo olimpica a Londra nel 2012 e la medaglia di bronzo mondiale 2014 in Nor-vegia ad Hafjell al termine di una delle sue stagioni più travagliate e difficili. Il purosan-gue della Cannondale Factory Racing, oltre

ad essere un cultore della lingua inglese e un ottimo comunicatore a livello mediatico ha le idee chiare e un grande obiettivo: Rio 2016.

Buongiorno Marco Aurelio, lei è la prima medaglia olimpica italiana maschile della storia nel settore della Mountain Bike. Un ex Commissario Tecnico del fuoristrada, Gregori, diceva: «campioni del mondo per un anno, olimpionici per tutta la vita». Quanto vale quel bronzo olimpico?«Gregori era un grande a detta di tutti e aveva ragione, le medaglie Olimpiche sono veramente pesanti e a differenza di quel-le Mondiali sono veramente globali. Il mio bronzo vale tantissimo per me e per il mo-vimento ma sono consapevole che l’oro ha un’altra dimensione.»

Quel sellino rotto a pochi minuti dal ter-mine ha fatto il giro del mondo e proba-bilmente le ha regalato ancor più notorie-tà. Ricapitolando, tre uomini al comando Kulhavy, Schurter e Fontana, che con-cluderanno in questo ordine. Ma Fon-tana senza il problema tecnico avrebbe potuto vincere? «Se la sarebbe giocata fino in fondo ma con i se ed i ma non si arriva da nessuna parte. Volata a tre, poi chissà.»

Rimaniamo in tema olimpico. Pochi, in-giustamente, ricordano Pechino 2008. È corretto dire che fu l’ultima corsa del Fontana formato Hard Rock? Insomma

Marco Aurelio Fontana ai Campionati Italiani Ciclocross 2014 di Orvieto

foto MARIUS MAASEWERD / EGO PROMOTION

foto GIANFRANCO SONCINI/BETTINIPHOTO

Tempo di

lettura 9 min

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l’epilogo della storia di un giovane che si affacciava nel mondo dei “veri” a solo 24 anni con alle spalle una squadra di ma-trice poco più che familiare. Hard Rock: fatica, divertimento e cos’altro? «Fu sicuramente il culmine di un cammino incredibile fatto da un gruppo di amici molto affiatati che da una piccola realtà piacentina sono diventati una squadra di livello nazio-nale con un atleta di livello mondiale. Anno magico il 2008 con trasferte sempre col sorriso, esperienze pazzesche e tanto di-vertimento. La fatica onestamente non me la ricordo ma probabilmente ha fatto parte anch’essa della stagione! L’Hard Rock per certi versi è il mio team tutt’ora.»

Dal 2009 ecco il contratto con Cannon-dale. Forse il team più organizzato al mondo. Tecnici, meccanici, mezzi al top e compagni di squadra che sembrano accuratamente scelti per far coppia con “Fonzie”. Tra questi Manuel Fumic. Com-pagni, amici e quasi fratelli. Giusto?«Tre parole esatte. Compagni, amici e come si dice in Inglese ‘brothers from another mo-ther’. ‘Mani’ è veramente una grande per-sona con stile da vendere, qualità da biker assolute e una personalità semplicemente unica. Abbiamo molte cose in comune e vi-viamo la nostra vita di ‘Lucky boy’ in modi simili. Ricordo che lui quando ero in Hard Rock era un vero idolo per me e dopo poco tempo siamo diventati compagni di squa-dra... com’è piccolo il mondo!»

Cannondale Factory Racing a quanto pare investe sui corridori ma anche sulla loro immagine, in gara e lontana dalle gare. Lei poi, è probabilmente il biker ita-liano più “mediatico”. Quanto è importante la comunicazione per un biker moderno? «La comunicazione è fondamen-tale perché la community è gigan-

te e molti ‘social’ quindi sono attivi 24 h al giorno e hanno sete di notizie. Io riesco mol-to bene in questo lavoro grazie alla natura-lezza nel dialogare con i fan ma soprattutto alle persone che lavorano con me e mi aiu-tano ad avere sempre un’immagine fresca e ‘stilosa’.»

Veniamo alla sua ultima stagione, quel-la del 2014. Una stagione difficile, tra-vagliata, forse la più complicata della sua carriera. Risultati avari per tutta la stagione. La m e d a g l i a o l i m p i c a p a r e v a appan-nata.Ma come solo i grandi campioni san-no fare, ecco che in Norvegia, in set-tembre, il Prorider ha tirato fuori il coniglio dal cap-pello.

La medaglia tra gli elite ad Hafjell nel-l’XC. Tanta roba.«Già, una stagione difficile con momenti di sconforto ma con tanto lavoro alle spalle che alla fine (e solo alla fine) ha ripagato. Onestamente se sapessi di arrivare ancora a podio Mondiale rifarei tutte le fatiche ed i sa-crifici fatti anche con risultati modesti perché l’emozione di Hafjiell è stata veramente for-te. Si impara tanto dalle sconfitte e sono de-terminato e pronto a non rifare gli errori del 2014 e puntare a tornare quello del 2012.»

Cadel Evans, Ryder Hesjedal, Jean Chri-stophe Péraud, Peter Sagan: 4 nomi non casuali. 4 uomini che, come lei hanno scritto pagine importanti nel settore del fuoristrada. Atleti che hanno vinto il Tour e il mondiale, la Freccia Vallone, il Giro, il podio al Tour, la maglia verde al Tour e numerose classiche. Insomma, a quanto pare chi arriva dalla MTB sembra avere un futuro anche su strada. Il “prorider” proverà su strada? «Hai fatto nomi di Atleti con la A maiuscola e ti ringrazio per avermi paragonato a loro. La strada ha un fascino particolare e con anni di storia alle spalle attrae tante perso-ne. Quello che tanta gente non riesce bene a capire è che dietro quello scatto, quella vo-lata, quella fuga per arrivare alla vittoria della Freccia Vallone, alla Maglia Verde e a tutti i traguardi che hai nominato c’è tantissimo

Marco Aurelio Fontana in azione

foto ILARIO BIONDI/BETTINIPHOTO

foto KRISTOFFER H. KIPPERNES

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lavoro ed una vita particolare che chi corre su strada decide di intraprendere. Io non so se sono fatto per quel tipo di vita ma sicura-mente sono attratto da alcune corse come la Strade Bianche, la Roubaix e tutte le grandi Classiche quindi magari un giorno mi vedre-te ai nastri di partenza con le ruotine strette gonfiate belle dure!»

Adesso la provoco: a noi di INBICI, per il suo modo di avvicinarsi alle gare e ai tifosi, lei ricorda un certo John Tomac. E mi creda vorrei che lo prendesse come un grande complimento. «Altro che complimento! JT è una leggen-da e se rivedete un suo video oggi nel 2015

sembra dannatamente un video attuale. Era incredibile, sfondava lo schermo e guidava come un pazzo. Che mito... ma se devo es-sere sincero c’è un solo biker che ritengo sia ancora più grande di lui e si chiama Steve Peat.»

Continuo a provocarla: quella maglia di campione italiano XC che le sfugge da due anni quanto le rovina il sonno?«Non puoi capire... (ti dò sempre del tu) il Tri-colore è come un tatuaggio per me, me lo sento marchiato sulla pelle, solo che quando non lo vinco è come se non potessi mai farlo vedere... Però non nego che gli avversari ci sono e sono forti. I gemelli Braidot e Gerard

Kerschbaumer sono talenti di livello Mondia-le quindi ci sta che mi mettano in difficoltà.»

Siamo nei mesi freddi, quello del Ciclo-cross, specialità nella quale si è appena confermato campione nazionale. Noi siamo tra quelli che la vorrebbero al via del mondiale. Togliamo il dubbio ai tifosi?«Mondiale: Sì!!! Tutti a Tabor e a carte scoperte!»

Stupiscono di lei la determinazione e la straordinaria capacità di centrare l’obiet-tivo negli appuntamenti importanti. Fon-tana in quel caso non sbaglia mai. Ha una ricetta particolare o le viene tutto facile? «Semplicemente mi ‘gaso’ quando c’è la gara importante. È una sensazione, una cosa che parte dallo stomaco, difficile da descrivere. A volte penso che sia quasi come andare in guerra.»

Risposta secca: ha un idolo, un modello?«Steve Peat.»

Di Rio 2016 cosa ci dice? «Che in Brazil un mezzo meridionale come me sarà difficile da battere.»

Lei lo sa che tutta la redazione di INBICI ha prenotato un tavolo per il Fufenaffen 2016, vero? Non vorremmo ricordarle il perché della prenotazione.«You’re Welcome as we say! Siete i benve-nuti e mi raccomando quando arrivate allac-ciatevi le cinture.»

Marco Aurelio Fontana in azione alla prova di Coppa del Mondo di Ciclocross Roma 2014

foto ILARIO BIONDI/BETTINIPHOTO

foto MICHELE MONDINI

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F

ACSI CICLISMOa cura della REDAZIONE

UN SETTORE IN GRANDE CRESCITA QUELLO DEL CICLISMO, MOLTE SONO LE GRANFONDO SU STRADA E QUELLE DELLA MOUNTAIN BIKE CHE SCELGONO DI AFFILIARSI CON ACSI PER I LORO EVENTI

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Fra i diversi enti del mondo del ciclismo amatoriale ce n’è uno che in questi ultimi anni sta crescendo molto rapidamente gra-zie alla vasta gamma di servizi che offre a tesserati, società affiliate e organizzatori di gare. Il Settore Ciclismo dell’ACSI si è sicuramente affermato nell’ultimo biennio come uno degli enti più attivi nel panorama ciclofondistico italiano, ma non solo, dato che il sodalizio è attivo nella promozione di tutte le attività legate al mondo delle due ruote e propone al fianco delle gran-fondo su strada anche cronometro, cronoscalate, mountain bike, ciclocross e molto altro ancora. Il vero motore delle atti-vità promosse dal Settore Ciclismo dell’ACSI sono i valori che animano quest’ente, prima fra tutti la grande passione per la bici ma anche la voglia di stare assieme, la promozione dello sport amatoriale e del benessere derivante dall’attività fisica, lo spirito di aggregazione e, ovviamente, la tutela della salute. La crescita del Settore Ciclismo dell’ACSI è sia quantitativa, con un numero sempre maggiore di tesserati e di manifestazio-ni che decidono di entrare a far parte dei circuiti nazionali e ter-ritoriali ACSI, sia qualitativa con eventi di grande spessore ed una vasta gamma di servizi destinati ai singoli tesserati e alle società. Uno dei punti di forza dell’offerta messa in campo da ACSI Settore Ciclismo è senza dubbio legato al tesseramento, già aperto da settimane per la stagione 2015. Le quote asso-ciative sono state ridotte, ma è sul versante assicurativo che ACSI offre quel quid in più rispetto a molti altri enti. I tesserati ACSI, infatti, godono di una copertura assicurativa che pochi altri enti possono garantire ed estesa non solo alle manifesta-

zioni, ma anche a gite, allenamento, tragitti di andata e ritorno per recarsi agli eventi e molto altro ancora. Insomma, i ciclo-amatori che scelgono di tesserarsi con ACSI saranno coperti per 24 ore al giorno da una polizza solida che li tutelerà durante le proprie attività in bicicletta, sia in gara che in allenamento: tutti i dettagli sulle modalità di tesseramento e sull’assicurazio-ne sono rintracciabili sul sito ufficiale www.acsi.it/ciclismo.

Granfondo della Vernaccia, San Gimignano (SI)

Granfondo di Monteriggioni MTB

Granfondo Colnago, Desenzano del Garda

Tempo di

lettura 6 min

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I calendari Nazionali, Provinciali, Gran Fondo, Medio Fondo e Fondo ACSI propongono eventi in ogni angolo della penisola per tutto il corso dell’anno e nel 2015 il carnet di gare che si svolgono sotto l’egida del Settore Ciclismo dell’ACSI si è arric-chito di molti appuntamenti come, ad esempio, la Granfondo della Vernaccia di San Gimignano (SI) o la Granfondo Castello di Monteriggioni, sempre nel Senese, per quanto riguarda la mountain bike. L’impegno di ACSI, quindi, è capillare e tanti altri accordi con i diversi organizzatori sono in fase di defini-zione sia per quanto concerne la strada che per la MTB e le altre discipline. «Gli eventi ACSI – come sottolinea il Respon-sabile Nazionale del Settore Ciclismo ACSI Emiliano Borgna – coprono l’intero territorio nazionale e sono davvero numerose le manifestazioni con cui collaboriamo, sia nelle zone di tradizionale vocazione ciclistica, sia al Sud. Penso agli eventi in Calabria o a Messina: sullo Stretto, infatti, sarà di scena la Granfondo Vincen-

zo Nibali organizzata dal fan club del campione siciliano e dove è atteso come ospite il vincitore della Grande Boucle 2014». La forza di ACSI risiede nella passione dello staff, nel vo-lontariato e nella grande col-laborazione che si instaura con gli organizzatori di gare, ma non mancano nemmeno tante aziende importanti che supportano l’ente nelle pro-prie attività e offrono agli af-filiati numerosi benefici quali sconti su abbigliamento, materiale tecnico e molti altri vantaggi. Il lungo elenco di regioni in cui ACSI è presente con le granfondo include prove in Liguria, Piemonte, Lombar-dia, Veneto, Friuli Venezia

Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Lazio ed anche a San Marino. Nella maggior parte dei casi, si tratta di veri e propri punti di riferimento nel panora-ma ciclistico amatoriale, come la Granfondo delle Cinque Terre di Deiva Marina (SP), la Granfondo Colnago di Desenzano del Garda (BS), la Granfondo Selle Italia di Cervia (RA) o la Gran-fondo fi’zi:k di Marostica (VI), per citarne solo alcune.Il settore ciclismo dell’ACSI, come detto, copre a 360° il mon-do del pedale e nel ricco menù di gare 2015 non mancano nemmeno appuntamenti dedicati al cicloturismo come la Stra-rossini di Pesaro ma anche al ciclocross, al ciclismo femminile, alla pista, alle gare a circuito, alle categorie giovanili e a tutte le specialità della MTB, il tutto con un occhio di riguardo alla promozione sociale che la pratica sportiva ciclistica offre a tutti i praticanti.

Info: www.acsi.it/ciclismo

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Granfondo Selle Italia - La Via del Sale: Max Lelli e Mario Cipollini

Granfondo Cicloturistica Strarossini (PS)

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UNESCO CYCLING TOUR

CULTURA, STORIA E PAESAGGI DA VIVERE CON UN’UNICA PASSIONE

a cura della REDAZIONE

PRESENTATO SABATO 24 GENNAIO 2015 A FERRARA L’UNESCO CYCLING TOUR, CHE APRIRÀ I BATTENTI CON LA PRIMA EDIZIONE DELLA “GRANFONDO DEL PO” A FERRARA. LE ASPETTATIVE IN TERMINI DI RISCONTRO SONO ALTISSIME, TENUTO CONTO DEI “NUMERI” CHE MUOVONO QUESTO CIRCUITO, LEGATO TANTO ALLO SPORT QUANTO AL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE ITALIANO

[email protected]

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Il circuito UNESCO Cycling Tour è stato presentato sabato 24 gennaio presso la Sala dell’Arengo del Municipio in piazza del Municipio con una conferenza stam-pa a cui hanno partecipato numerose autorità. Erano presenti Massimo Maisto (Vice Sindaco di Ferrara), Simone Mer-li (Assessore allo Sport), Roberto Serra (Assessore al Commercio), Alessandro Gualazzi (Responsabile UNESCO Cycling Tour e in rappresentanza della Gran Fon-do Straducale di Urbino) e Simone Zan-nini (in rappresentanza di Po Rivers ASD, organizzatore della Gran Fondo del Po, prova di apertura).

Oltre al folto pubblico erano presenti anche Sandro Steven, in rappresentan-za della Bra Bra Specialized, Giuseppe Sfragaro, che ha raccolto il testimone da Sergio Bombieri, in seno alla Gran Fon-do Damiano Cunego di Verona, Franco Belloglio e Massimo Nunziati (organizza-tori della Gran Fondo Internazionale del-le Cinque Terre e della riviera Spezzina). Presente anche Paolo Marrucci, patron

della Gran Fondo della Vernaccia, a te-stimonianza del forte legame che unisce l’UNESCO Cycling Tour alla prova To-scana, nonostante l’uscita dal circuito della stessa. L’arrivederci al 2016 per la Vernaccia pare essere molto più che un semplice augurio.

L’UNESCO Cycling Tour ha lo scopo di raccogliere fondi da devolvere al restauro e alla conservazione del patrimonio arti-

stico italiano e la creazione (o rivalutazio-ne) di percorsi turistici con siti UNESCO.Primo appuntamento, come detto, a Ferrara, dove i chilometri da percorrere saranno 133, lungo le strade che costeg-giano il fiume Po nelle province di Fer-rara e Rovigo, il 1° marzo. Il 3 maggio sarà il turno della Bra Bra Specialized. Terza prova il 2 giugno a Verona con la Gran Fondo Damiano Cunego. La quarta prova sarà la Gran Fondo Straducale di

Urbino il 28 giugno. Chiude il calendario la Gran Fondo delle Cinque Terre a Deiva Marina in programma il 13 settembre.

Grazie all’UNESCO Cycling Tour, negli ul-timi 5 anni gli amanti delle due ruote e turisti che hanno visitato le città del circuito sono stati oltre 60.000. Sono ben 6500 le presenze che tengo-no conto solo degli atleti per il 2014, a cui va aggiunto un buon 60% di familiari e ac-compagnatori. A livel-lo web, ben 400.000 sono stati i contatti annuali sul sito inter-net. Insomma, i nu-meri e l’indotto della Challenge sono di pri-missimo livello.

foto WWW.ESTENSE.COM

Castello Estense a Ferrara

Il panorama delle Langhe e Roero

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C

RUOTE ROVENTI

E SE PRENDESSIMO ESEMPIO DAL CICLISMO?

a cura di ROBERTO SGALLA

LA RINASCITA DI QUESTO SPORT, CERTIFICATA DALL’ULTIMO ENTUSIASMANTE GIRO D’ITALIA, È LA METAFORA DI UN’ITALIA CHE, CON ETICA E SACRIFICIO, HA LA POSSIBILITÀ DI RISCATTARSI

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Chi nutrisse dubbi sulla vitalità del ciclismo si riveda le immagini della gente che assie-pava le strade del Giro d’Italia e non solo le tortuose strade che salgono alle mete epiche: Montecampione, Montegrappa, Zoncolan…Ho avuto il privilegio di seguire le ultime tappe; mi ha impressionato la marea di gente assiepata ai lati della strada tra Ge-mona e Trieste, nell’ultima frazione.Va bene, era domenica; ma in tutti i pa-esi attraversati – e la zona è abbastanza antropizzata – la popolazione era in strada per vedere il fugace passaggio dei ciclisti; una macchia di colore che a 50 km transi-tava davanti ai loro occhi.Usando categorie sociali, possiamo dire di aver visto uno “stadio lineare” ma senza i problemi, le violenze e le polemiche tipiche degli stadi italiani.Il tifo era “per tutti” e, comunque, chi in-citava un corridore non correva il rischio di essere “processato” od offeso perché “nemico”.

Uno stadio “rosa” con coreografie che sarebbe bello raccogliere in un libro foto-grafico, coreografie fatte in casa solo per amore dello sport; bici di tutte le forme e dimensioni colorate di rosa; animali vivi o impagliati, vestiti di rosa; fiori giganti rea-lizzati con piatti di plastica rigorosamente rosa shocking; nastri sulle piante; l’erba tosata per inneggiare al Giro.Tra le altre mi ha colpito una bici realizzata da una stazione dei Vigili del Fuoco: una bici costruita con scale e manichette su uno sfondo rosa.

Oramai si corre il rischio di essere ripetitivi, nel ciclismo non c’è il nemico, si tifa in modo “globale”, si riconosce il campione, lo si “adotta”, qualsiasi sia la sua prove-nienza o nazionalità.Ma, purtroppo anche il cicli-smo annovera tra le fila dei suoi tifosi dei “cretini”.

Tempo di

lettura 5 min

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Bene ha fatto Marino Bartoletti (complimenti! ampiamente meritato il premio “Ischia” al miglior commentatore sportivo nella sua quotidiana tra-smissione di avvio della tappa: un appuntamen-to pieno di leggerezza ma con tanta cultura, dati, storie, valori; gior-nalisti così sono sem-pre più rari) ad istituire il “premio” al più “cretino”.Ho partecipato ad un solo giorno alla scelta e devo dire che è stato difficile individuarne uno solo, perché, purtrop-po, erano in parecchi a dimostrare il “peggio” di loro stessi.Ho visto, ad esempio, uno pseudo-tifoso che, con un animale impagliato (una povera volpe), incitava un corridore o chi con maschere impossibili li infastidiva.Ma l’oscar del “cretino” lo merita lo pseu-do-tifoso che ha costretto a metter i piedi in terra a Francesco Manuel Bongiorno nella tappa dello Zoncolan.

Il Giro ha fatto emergere una nuova gene-razione di ciclisti di 23, 24 anni; il futuro è tra questi. Alcuni italiani, tra questi Fabio Aru, terzo in classifica finale. Uno scalatore sardo a cui le montagne non fanno paura.E allora non ci sono problemi!?Sicuramente no, ma molti di meno di quelli che hanno sport più ricchi e non di più di quelli di un paese che fa fatica a far emer-gere la speranza e la volontà di riscatto.Non dimentichiamoci che molti commen-tatori ripetono che siamo un paese in grande difficoltà e non solo economica, ma morale; una crisi di classe politica e di-rigente senza precedenti. Un paese che, oltre alle difficoltà occupazionali e di equa redistribuzione delle ricchezze, deve trova-

re un nuovo passo sul piano dell’etica e dei valori. Eppure il ciclismo (non pren-detemi per utopista o trop-po innamorato del ciclismo) è una metafora in “positivo” di quello che dovrebbe es-sere il paese.La fatica, l’impegno, come premessa per il risultato, onestà, rispetto dell’avver-sario, una scala valoriale, in cui etica e moralità sono al primo posto, il tifo non vio-lento (a parte i cretini che non sono “molti”, ma per esibizionismo e qualche al-tra “patologia psicologica”,

pensano che correre dietro ad un corridore in salita impegnato in uno sforzo notevole sia “incoraggiarlo”!).Mi è piaciuto e plaudo al corridore che ha tol-to gli occhiali ad uno di questi e glieli ha gettati nel bosco.Archiviato un “gran-de Giro” con nuovi campioni, tanti tifo-si convinti che non possiamo archiviare i problemi che ci sono, ma che sono comuni a molti sport, ma che ci fa dire che il cicli-smo, e permettetemi di dire anche l’Italia, sono vivi.

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foto LAPRESSE

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foto BETTINIPHOTO

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SEI GIORNI DI GAND 2014

ILJO KEISSE (BEL) - MARK CAVENDISH (GBR)

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I

MARCIALONGA CYCLING CRAFT

IL 14 GIUGNO L’EDIZIONE NUMERO 9. ALL’INTERNO DI UN WEEK END RICCO DI APPUNTAMENTI

a cura di NEWSPOWER

SEMPRE A PREDAZZO, NELLE SPLENDIDE VALLI DI FIEMME E FASSA. SABATO 13, TRA I TANTI, UN MOMENTO DEDICATO AI PIÙ GIOVANI CON LA MINI CYCLING. ISCRIZIONI SUL SITO WEB, MA NUMEROSE INFO SUI VARI CANALI SOCIAL DI UNA MANIFESTAZIONE IN NETTISSIMA CRESCITA

[email protected]

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In bicicletta – cantava Riccardo Cocciante – alla domenica mattina si passeggia e si pedala senza fretta. Quando si parla e si pensa alle due ruote tra le Valli di Fiemme e Fassa in Tren-tino, però, il… ritornello che salta subito alla mente è quello di Marcialonga Cycling Craft e per l’occasione l’incipit del noto brano di Cocciante va leggermente rivisto. Domenica matti-na, esatto, anche nel 2015 la granfondo tra le Dolomiti si svolgerà di domenica, precisamente il 14 giugno prossimo e Predazzo sarà ancora una volta teatro di partenza e arrivo di gara. Ecco appunto, stiamo parlando di una gara, un evento che negli ultimi anni è cresciuto con forza entrando tra le immancabili di stagione per ogni appassionato o pro delle ruote fine sul pianeta ‘lunghe distanze’. Non è tanto una passeggiata rilassante lungo i viali di un giardino quindi – sempre para-frasando il nostro cantautore – ma è una cavalcata di 80 km e 1894 metri di disli-vello complessivi se si sceglie la varian-te Mediofondo, o 135 km e 3279 metri di dislivello se si ha benzina sufficiente nelle gambe per affrontare il tracciato Granfondo. Quella in finir di primavera prossima sarà la 9a edizione della Marcialonga Cycling Craft, con i percorsi appaiati che nei primi 80 km attraverseranno per intero o quasi la Val di Fiemme, entreranno in

Alto Adige per salire a Monte San Pietro e sul Passo Lavazé e ridiscenderanno in provincia di Trento direzione centro di Pre-dazzo. E mentre i mediofondisti si godranno il meritato riposo, chi avrà scelto il “lungo” proseguirà verso la Val di Fassa e da Moena attaccherà il Passo San Pellegrino, per poi sconfinare in terra veneta con il Passo Valles prima di rientrare a gran

La partenza della Marcialonga Cycling Craft 2014

Il gruppo affronta un tornante della Marcialonga 2014

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foto NEWSPOWER

foto NEWSPOWER

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velocità fra i boschi del parco naturale di Pane-veggio sino alla finish line di Predazzo. Alla Marcialonga Cycling Craft 2014 Astrid Schartmueller e il vicentino Roberto Cunico fu-rono i primi a tagliare il traguardo dell’itinerario lungo, mentre nel corto si imposero Andrea Pon-talto e la trentina Serena Gazzini. A metà giugno prossimo scopriremo chi scriverà il proprio nome nell’albo d’oro di Marcialonga Cycling Craft che, nel frattempo e pensando forse un po’ al relax in sella cantato da Cocciante, propone una piacevo-le soluzione per gli amatori del pedale ma anche della tranquillità e degli scenari da favola che le Dolomiti sono in grado di offrire. Grazie al brevetto

Marcialonga Cycling Craft, infatti, si potranno affrontare gli itinerari di gara al di fuori della competizione, ammirando le bellezze delle Valli di Fiemme e Fassa e timbrando il brevet-to, proprio come quando si va per rifugi, ad ognuno dei cinque punti di controllo presenti sul percorso. Il periodo di validità del brevetto va da giugno a settembre.Il programma di contorno alla gara vera e pro-pria è in via di definizione per giugno, ma si sa già che l’intero fine settimana, come da tradizione, sarà dedicato alle due ruote e agli appassionati di ogni età. In calendario c’è di sicuro la MiniCycling, l’iniziativa dedicata ai ci-clisti in erba che sabato 13 giugno salteranno in sella a Predazzo. Da non perdere saranno poi l’Expo, il pasta party e molto altro ancora.Marcialonga Cycling Craft è il secondo dei tre appuntamenti firmati Marcialonga e inseriti nel trittico della Combinata Punto3 Craft. L’aper-tura è stata il 25 gennaio con la granfondo sugli sci più famosa d’Italia, che tra Fiemme e Fas-sa ha richiamato quasi 8000 sciatori di ogni calibro e provenienza. A giugno sarà il turno delle due ruote per poi concludere la corsa a settembre con la Marcialonga Running. Le iscrizioni alla Marcialonga Cycling Craft 2015 sono chiaramente aperte tramite il sito ufficiale www.marcialonga.it e attualmente la

quota in vigore è di € 30 con incluso il fantastico gadget tar-gato Craft, ovvero una giacca sportiva, antivento, impermea-bile con cappuccio e color verde fluo che può anche essere comodamente ripiegata in tasca. Sempre dal sito ufficiale è disponibile il link ai Friends Hotel, gli alberghi nelle due vallate dolomitiche che propongono servizi speciali a misura di cicli-sta, dai locali sorvegliati per la bici alla colazione anticipata e mappe della zona per non lasciarsi sfuggire davvero nulla in Val di Fiemme e Val di Fassa. Uno sguardo ai canali Facebook, YouTube e Twitter di Marcialonga è vivamente consigliato, così come un salto sui portali turistici delle due località per scoprire e organizzare un fine settimana o magari anche qualche giorno in più da vivere… pedalando, passeggiando, in gara, ma anche senza fretta in Trentino.

Gruppo di atleti al comando della Marcialonga Cycling Craft 2014

foto NEWSPOWER

foto NEWSPOWER

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METEOR 1915/20

UNA BICICLETTA CHE HA ATTRAVERSATO DUE GUERRE PER TORNARE AL SUO SPLENDORE ORIGINALE

a cura di LUCA COLOMBA

L’AZIENDA PRODUTTRICE È INATTIVA DA ORMAI 80 ANNI, MA L’ATTENZIONE MANIACALE E MASSIMO RISPETTO DEI PEZZI ORIGINALI RIPORTANO ALLA LUCE UN PEZZO D’EPOCA ANCORA BELLISSIMO

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Nel presentare questa eccezionale bicicletta da donna, devo precisa-re che la storia della Meteor non è quasi più rintracciabile, essendo un’azienda tedesca che visse la sua realtà dalla fine del novecento fino al millenovecentotrenta circa.La Meteor, con sede in Germania, veniva fabbricata in due stabili-menti, uno presso la sede delll’a-zienda e l’altro in Inghilterra. Non è possibile dire dove questa bici sia stata assemblata dal momen-to che in entrambi i siti venivano costruite allo stesso modo senza alcuna differenza, nemmeno nelle grafiche. Soprattutto in Inghilterra, la Meteor era considerata una bici di alto livello, quale in effetti è, al punto da trovar-la anche in alcuni quadri dipinti da pittori del territorio.Alla fine degli anni Venti, nel dopoguerra, la fabbrica venne venduta ad un imprenditore francese che modificò il nome in “Meteor Paris”. Di qui in poi, di questo marchio si sono perse le tracce. Questa bicicletta, avendo vissuto gli anni della prima guerra mondiale, è stata as-semblata con parti metalliche niche-late; ma essendoci in quel periodo una carenza di cromo e nichel, che venivano utilizzati per gli armamenti, venne equipaggiata con cerchioni in legno, che furono successivamente abbandonati per ritornare ai più resi-stenti e duraturi in ferro.Per fare in modo che questa stu-penda bicicletta Meteor da donna possa nuovamente brillare di luce propria, bisogna intervenire con un restauro che però non cancelli il suo passato. Dopo averla completamente smon-tata, le parti frenanti, il manubrio ed il blocco centrale delle pedivelle vengono sabbiate e nichelate. La sabbiatura è stata fatta in una for-ma leggera in modo da non danneggiare alcun pezzo. Il risultato, come si può ve-dere nelle foto, ha portato ad avere tutte le parti lucide ma non perfettamente lisce, e proprio questo particolare, accompagnato dal colore giallastro della nichelatura, se-gna il tempo che deve rimanere indelebile ed in particolare evidenza.

La scelta di nichelare e di non cromare, è stata dettata dal fatto che la cromatura è nata nel 1927 e di conseguenza sarebbe stato sbagliato effettuare questa lavorazione.Il telaio e la forcella, nel frattempo, sono in verniciatura con il carter ed i parafanghi.Anche questa lavorazione richiede tempo, dal momento che dopo aver verniciato

tutti i particolari di colore nero, un artigiano si è dedicato a rifare tut-ti i filetti color oro a mano libera. Per dare autenticità al telaio, i fregi sono stati riprodotti con maniacale attenzione, in modo da ottenere un risultato che rispecchi l’originale. Le scritte ed i marchi, riprodotti in negativo con maschere adesive, vengono poi verniciate con i colori istituzionali.A questo punto, è arrivata la par-te più difficile da ricreare, la sella. Non essendoci più molti artigiani del cuoio, non è stato facile trovare chi potesse aiutarmi nel restauro di questo particolare. A fine lavorazio-

ne, si potrà apprezzare quanto un lavoro di restauro fatto ad arte possa dare lustro, anche perché la sella è una delle parti più in vista e sottoposta quindi a maggior giu-dizio. La scelta ha portato ad un cuoio co-lor mogano, che una volta messo in forma, ha restituito sapore retrò alla bicicletta.Anche le ruote sono state smontate com-pletamente per poter levigare e trattare con l’impregnante i cerchi, che pur avendo un centinaio d’anni sono ancora in ottime

condizioni. Anche in questo caso sono rimasti dei piccoli segni dati dall’uso, ma che volutamente non sono stati rimossi. I nipples, che sono in ottone, sono stati lucidati e riutilizzati per assemblare le ruote con dei nuovi raggi.Come ultimo lavoro, quando tutte le parti della bicicletta sono state rimesse a nuovo, arriva la fase più affascinante. È infatti giunto il mo-mento di rimontare tutti i compo-nenti e ridare vita ad una bici che, dopo aver resistito alle guerre ed al degrado dato dagli anni, torna a splendere prendendo posto in una collezione privata di biciclette stori-che, per raccontare in tutta la sua elegante bellezza una storia ormai

cancellata dal tempo.Le uniche parti non originali che sono state utilizzate per il restauro sono i copertoni, i raggi e le manopole in legno.

Si ringraziano per la collaborazione: cicli Colomba, carrozzeria Balmas, cromatura Pulvirenti, colorificio “il colore”.

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GRAN FONDO DEL CAPITANO

NEL 2015 ANCHE IL CAMPIONATO MONDIALE SPRINT E IL CAMPIONATO ITALIANO GIORNALISTI SI DISPUTERÀ A BAGNO DI ROMAGNA

a cura della REDAZIONE [email protected]

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Dal mese scorso di gennaio sono aper-te ufficialmente le iscrizioni all’edizione del 2015 della Gran Fondo del Capita-no, ormai una classica granfondo ama-toriale, trattandosi della sesta edizione, che si disputerà il 7 giugno prossimo e che porterà con sé alcune novità di rilie-vo. L’evento farà parte come al solito del Campionato Italiano ACSI, del Circuito Romagna Challenge e del Circuito degli Italici, ma quest’anno sarà anche il palco-scenico della prova unica del Campiona-to del Mondo Sprint per giornalisti e del campionato italiano in linea per giornalisti. Un evento nell’evento, dunque, che cata-lizzerà le attenzioni di appassionati e non per diversi giorni.

La Gran Fondo del Capitano, nata per ini-ziativa dell’associazione “Le Strade del Benessere” che si proponeva di dare un supporto al territorio dell’Alta Valle del Savio mettendone in evidenza e in risalto le eccel-lenze, i prodotti tipici e le strutture ricettive, consisterà come al solito di due percorsi: il primo di 131 km, la Gran Fondo appunto, ed il secondo di 92 km, la Medio Fondo. Ma dicevamo dei due grandi eventi, uno addirittura di levatura mondiale, che ca-ratterizzeranno l’edizione del 2015, quella nella quale gli organizzatori si augurano di poter raggiungere la quota di almeno 1300 partecipanti anche grazie alle tante opzio-ni che l’iscrizione comporta: un eccellente “pacco gara” o la possibilità di poter tra-

scorrere una giornata da ospiti nelle strut-ture alberghiere della zona. A proposito di ricezione. L’edizione 2015 sarà caratterizzata, come dicevamo, dalla presenza di oltre 100 giornalisti che arrive-ranno in pratica da tutta Europa e da alcune località extraeuropee. La presenza di una élite di tale levatura farà sì che gli organiz-zatori cominceranno già da venerdì sera ad organizzare eventi di richiamo per i turisti presenti e per tutti gli appassionati di cicli-smo. Sabato 6 giugno, poi, sarà il momento del Mondiale Sprint, una sorta di sprint lan-ciato che si svilupperà su un tracciato di 300 metri in rettilineo. Per arrivare al 7 giungo a all’epilogo: la Gran Fondo, la Medio Fondo ed il Campionato Italiano per Giornalisti.

foto BISO

Un’immagine della partenza dell’edizione 2014

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a cura di PAOLO MEI

PROTAGONISTI

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Buongiorno Alan, benvenuto su INBICI. Ogni storia, ogni favola ha un inizio. Vuo-le raccontarci il “suo” inizio?«Buongiorno a voi. Ho iniziato nel 1993, avevo nove anni. Mio babbo faceva il DS dei bimbi nella società del mio paese (la SC Cotignolese) ed era una sorta di punto di riferimento per i giovani ciclisti della zona. Vedevo ogni giorno tantissimi ragazzini in-torno a casa, giovani ciclisti diretti da mio babbo, appunto. Un bel giorno gli chiesi: “Posso iniziare a correre anch’io?”. Lui non aspettava altro!»

Lei è indubbiamente uno dei gregari più conosciuti e apprezzati del gruppo. Gre-gari si nasce?«Gregari un po’ si nasce, un po’ si diven-ta. Bisogna fare una distinzione: da una parte colui che prometteva di diventare un campione e poi, strada facendo si accorge di non essere all’altezza delle aspettative e così inizia a mettersi a disposizione dei corridori vincenti. Dall’altra parte troviamo colui che, passato senza le credenziali del

fenomeno, un po’ alla volta riesce a rita-gliarsi uno spazio importante come uomo squadra crescendo sempre di più. Io ap-partengo alla seconda categoria.»

È appagante tutta questa fatica per un capitano?«Diciamo che tutto questo ha un senso. Soprattutto quando riesci a renderti conto di essere un privilegiato a correre in bici, cioè di fare quello che sognavi quando eri bambino. È ovvio e scontato che anche io

all’inizio desideravo diventare un cam-pione. Crescendo ho raggiunto la

consapevolezza che anche fati-care per un grande campione è un privilegio e una fortuna che

pochi hanno.»

Lei sa “limare”?«Diciamo che se vuoi es-sere un buon gregario, saper ‘limare’ è un ob-bligo. Io sono tra quelli che ha pochi problemi nel farlo, nel senso che ho poca paura. Non mi considero comunque un ‘kamikaze’, cioè uno di quelli che ‘o passo o andiamo per terra’, di quelli ce ne sono già troppi.»

Il 2014 si chiude con due notizie,

nel suo caso. Quella buona è un podio stra-ordinario ottenuto ai

campionati italiani a cronometro alle spal-le di due specialisti come Adriano Ma-lori e Dario Cataldo. Una bella soddisfa-

zione, per uno che, comunque, da Under

23 aveva vinto il titolo di specialità vero?«Per me ottenere il ter-zo posto al campionato

ALAN MARANGONI, QUANDO IL VENTO IN FACCIA È UNA RAGIONE DI VITAPROFESSIONISTA DAL 2009, È “PASSATO” GRAZIE A REVERBERI NELLA CSF GROUP. OTTIMO PASSISTA, INCARNA ALLA PERFEZIONE UNO DEI RUOLI PIÙ ANTICHI DEL CICLISMO: IL GREGARIO. CORRIDORE GENEROSO ALL’INVEROSIMILE, FA PARTE DEI CORRIDORI “DEL PASSATORE”, ALCUNI DEI QUALI HANNO IMPROVVISATO MUSICA E CANZONI SUL PODIO FIRMA DEL GIRO D’ITALIA A LUGO, LA SUA CITTÀ NATALE

Alan Marangoni lavora per i compagni alla Tirreno-Adriatico 2014

foto BETTINIPHOTO

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italiano dietro a due atleti di spessore come Malori e Cataldo è stata proprio una gran-de soddisfazione. Diciamo che è stato un premio per tutto il lavoro che svolgo per la squadra durante l’anno. Nel 2006 effettiva-

mente vinsi il titolo italiano negli Under 23 e fu una delle svolte della mia carriera perché iniziai a credere per davvero nei miei mez-zi. Chissa, magari un giorno lo vincerò tra i professionisti: sognare non costa nulla.»

La notizia meno buona è invece rap-presentata dal fatto che un gruppo fantastico, non solo di corridori, con-clude la sua “esistenza” nel mondo World Tour: il Team Cannondale.

La grinta di Alan al Giro delle Fiandre 2012

foto BETTINIPHOTO

foto BETTINIPHOTO

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«A dire la verità non chiuderà Cannonda-le, ma chiuderà il ‘gruppo Amadio’ che era partito nel 2005 con il progetto Liqui-gas. È un vero peccato perché non cala il sipario su un team, ma su una grande famiglia. Dopo quattro anni splendidi vis-suti con loro, vedere finire tutto è stato un pugno allo stomaco per noi tutti.»

Chiusa la parentesi Cannondale, vuo-le parlarci del suo 2015, della sua nuo-va squadra dei suoi nuovi obiettivi e soprattutto del suo “nuovo capitano”.«L’obiettivo principale per me sarà fare una bella ‘campagna del nord’ fino alla Parigi-Roubaix e guadagnarmi la certez-za di fare il Giro d’Italia. Non ci sarà più un solo capitano con tutta la squadra in

supporto dall’inizio alla fine, ci saranno corridori eccellenti come Hesjedal, Ta-lansky, Daniel Martin e l’emergente For-molo. Per le corse a tappe siamo molto

attrezzati, mentre siamo un po’ carenti nel settore ‘cacciatori’ di tappe e clas-siche del pavé. Ci saranno sicuramen-te più occasioni per cercare qualche

foto BETTINIPHOTO

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soddisfazione personale. Una cosa è cer-ta: saremo molto, molto agguerriti!»

Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta di Spagna: lei ha partecipato a tutti e tre i grandi Giri. Differenze?«Il Giro ha salite dure e percorsi spesso nervosissimi, ma lo stress non è esage-rato. Personalmente, il fatto di correre nel mio Paese mi fa dare qualcosa in più. Il Tour è una guerra totale. Le salite sono meno dure, ma i ritmi sono india-volati dall’inizio. C’è una costante lotta per stare davanti. Inoltre, trovi migliaia di persone lungo il percorso, che certa-mente rendono la corsa più pericolosa.

Insomma ti ritrovi a dover stare attento ai corridori che sono in gruppo con te e anche alle persone che stanno troppo in mezzo. Certamente la cornice di pub-blico è straordinaria e le emozioni che ti regala il Tour per tre settimane consecu-tive non le vivi da nessun’altra parte. La Vuelta invece, è una via di mezzo tra Giro e Tour. In Spagna ci sono i percorsi ner-vosi simili al Giro e il caldo tipico del Tour. Le tappe sono più corte e forse per que-sto è meno stressante. Ma sia chiaro: è tutt’altro che una passeggiata! Forse gli sforzi più esasperati li ho fatti proprio alla Vuelta. In ultimo, se ci arrivi dopo aver corso tanto per tutta la stagione, non è facile arrivare in fondo.»

Grazie Alan è stato davvero un piace-re intervistarla.«Grazie a voi, un saluto ai lettori di INBICI!»

Alan Marangoni in azione al Campionato Italiano Cronometro 2014

foto BETTINIPHOTO

foto BETTINIPHOTO

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C

CAFFÈ BIKE-FRIENDLY

MANGIA E BEVI CON A FIANCO LA TUA BICI

a cura della REDAZIONE

MA ANCHE L’AMBIENTAZIONE È TUTTA SULLE DUE RUOTE. PER UNA ESPERIENZA COMPLETA CHE BIANCHI HA INIZIATO A REALIZZARE PRIMA IN SVEZIA ED ORA ANCHE IN ITALIA. MA NEL NOSTRO PAESE ED IN TUTTA EUROPA SONO NUMEROSI I LOCALI PRONTI AD OSPITARVI IN SELLA

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Ce ne sono in tutta Europa, da Londra a Berlino, da Stoccolma a Lisbona pas-sando per Madrid. Ce ne sono anche in Italia, sparsi tra Roma e Milano, Modena ed Alessandria, Monza e Genova, Torino Parma e Bergamo. E chissà quanti altri ne esistono, magari in piccoli paesi, op-pure nati da pochi giorni, che non hanno avuto l’onore della cronaca perché semi-sconosciuti.Vi vogliamo raccontare un po’ di storia dei bike caffè, o meglio, di caffè e locali in gene-rale che possono definirsi “bike-Friendly”, amici della bicicletta. Qualcuno potrebbe dire “bene, un bell’elenco di posti in cui non metterò mai piede”. Fermo restando che non faremo un elenco (facilmente reperibile on line), speriamo che nessuno di voi let-tori abbia formulato questo primo pensie-ro come reazione al nostro incipit. Anzi, al contrario, ci piacerebbe, e ne siamo sicuri, che il vostro approccio alla lettura di questo pezzo sia caratterizzato da curiosità e ma-gari dal desiderio di farci presto un salto, in uno di questi locali sparsi un po’ per tutta Europa.I primi nascono nel nord del vecchio con-tinente. È normale, perché l’Italia sforna grandi campioni ed ogni anno sempre più perfeziona il suo splendido Giro, ma la cultura della bici, quella nasce prima nelle zone dove della bici più che uno sport si fa un vero e proprio modo di vivere. Leci-ta quindi la domanda: perché non posso portare all’interno del mio locale preferito la mia bicicletta? Oppure, perché non posso andare a colazione in un luogo che parla di bici, la mia passione?

La risposta parte da Londra. Più di uno i lo-cali in cui potete serenamente portare con voi il vostro cavallo di ferro. Questo articolo non è un elenco, si diceva qualche riga so-pra… ma poiché Londra è meta di vacan-za (e di viaggio di sola andata) per molti, moltissimi italiani, come non suggerire a loro il “Lock 7 Cycle Cafe”? Una volta un negozio di bici, ora invece vi servono caffè lunghi o più classici tè delle 5 pm, con la vostra bike al fianco. Ah, dimenticavamo… si trova in Pritchards Road. Invece in Old Street, sempre a Londra, c’è il “Look mum no hands”. Traduzione “Guarda mamma, senza mani”. Qui oltre alla tipica english breakfast potete pure partecipare a diver-si convegni (a questo punto per restare in tema chiamiamoli “meeting”), tipo su come sistemare la bici, riparare una ruota e via discorrendo.

Lasciamo Londra? Neppure il tempo di chiederlo ed eccoci in Svizzera. Sono così, loro, precisi, Non a caso, come di-ceva Orson Welles (inserì questa battuta nel film “Il terzo uomo”) «In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno pro-dotto Michelangelo, Leonardo da Vinci ed il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù».A dire il vero non è proprio così, caro Wel-les, ma la battuta del panciuto regista ci è servita per introdurre qualcosa che in effetti solo gli svizzeri potevano pensare. Signore e signori, benvenuti al Velokafi,

drive in per ciclisti. Inerisci la bike alla base di un tavolino di legno, in apposita fessu-ra, e consumi caffè e pasta direttamente in sella. Ti sfogli il giornale e se segnali attraverso Facebook o Foursquare che in quel momento lì ti trovi, il caffè è pure gratis. Avranno pure prodotto l’orologio a cucù, ma sono comunque avanti un bel po’.

Veniamo a noi, in Italia! Ed iniziamo con i Bianchi Café. Nascono in Svezia, dove ce ne sono tre, in altrettante diverse località. In Italia il primo è stato inaugurato a Milano, più dovrebbe aprire a Roma, e poi ancora a Londra e New York, portando in terra este-ra anche un po’ del buon sapore tipico solo del made in italy! Che c’è da dire… poco, nel senso che il marchio lo conosciamo e lo conoscete. Prendere un caffè od anche una sana spremuta all’interno del tempio della storia Bianchi può essere esperienza assai interessante. Ed anche allo stesso tempo, una via maestra tracciata a be-neficio di altri che vogliano intraprendere questa stessa storia. Se intanto lo volete provare, caffè, sala ristorante e dehors, al-lora lo trovate in via Cavallotti, a due pas-si da piazza del Duomo e da piazza San Babila.

Niente elenco, si diceva. Però lasciateci ri-cordarvene qualcun altro. Ladri di Bicilette a Roma, Pai Bikery a Torino, Le Biciclette Art Bar e Bistrot a Genova, Bike Bar ad Alessandria, La Bicicletta a Modena, Bi-keCafeShop a Collecchio in provincia di Parma…

Il Bianchi Café a Milano

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LA LEGGENDARIA CHARLY GAUL

IL 19 LUGLIO A TRENTO UNICA TAPPA UCI WORLD TOUR. E FRANCESCO MOSER DISEGNA IL PERCORSO DELLA CICLOTURISTICA D’EPOCA

a cura di NEWSPOWER

LO “SCERIFFO” NATO A GIOVO, POCHI CHILOMETRI DA TRENTO, METTE LA FIRMA SU UNA DELLE NOVITÀ DI QUEST’ANNO. E SICCOME È LA DECIMA EDIZIONE DELLA CHARLY GAUL, PER LA SERA PRIMA DEL VIA È STATA ORGANIZZATA ANCHE UNA FESTA CELEBRATIVA. PER GLI ACCOMPAGNATORI COME SEMPRE TUTTA LA GRANDE OFFERTA DEL TRENTINO

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L’arrivo dell’inverno non sembra aver fer-mato la voglia di ciclismo fra gli appassio-nati, e con le temperature miti di questa stagione un po’ bizzarra non è raro imbat-tersi in cicloamatori intenti a pedalare fra Trento, la Valle dei Laghi e le pendici del Monte Bondone. Le strade trentine, insom-ma, sembrano non poter fare a meno dei ciclisti e, ancora una volta, nel mese di lu-glio verranno invase dai granfondisti di tutto il mondo per “La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone”, anche nel 2015 unica tappa italiana dell’UCI World Cycling Tour. La gara organizzata dall’ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e dall’ASD Charly Gaul Internazionale nel 2015 festeg-gia il suo decennale e c’è da scommettere

che Elda Verones ed il suo staff faranno le cose in grande stile per celebrare degna-mente questo importante traguardo. Sul fronte agonistico, viene confermata la doppia proposta con la prova a cronome-tro in programma venerdì 17 luglio nella Valle dei Laghi, mentre domenica 19 sarà la volta della gara in linea con i suoi due percorsi “granfondo” e “mediofondo”, che porteranno i ciclofondisti a calcare le orme di Charly Gaul sui tornanti del Monte Bon-done. La cronometro misura 24 km e avrà partenza e arrivo a Cavedine snodandosi sui saliscendi della Valle dei Laghi, mentre la domenica saranno due le opzioni a di-sposizione degli appassionati: il “mediofon-do” di 57 km e il “granfondo” da 141 km.

La partenza della gara in linea è prevista per tutti da una delle piazze più belle d’Ita-lia, vale a dire Piazza Duomo, il “salotto di Trento” e, dopo lo start a velocità control-lata fra le vie del centro, si punterà verso Lavis e la Strada del Vino, dove la salita di Maso Roncador, immersa fra i vigneti dello spumante Trento DOC, rappresenta l’op-portunità ideale per scaldarsi prima delle temibili rampe del Monte Bondone. Dopo la prima asperità di giornata la corsa farà ritorno a Trento ove sarà posto il bivio fra i due tracciati, a quel punto il “mediofon-do” punterà dritto verso il Monte Bondone salendo lungo l’ascesa intitolata proprio a Charly Gaul fino ai 1654 metri di quota del traguardo di Vason. Il “granfondo”, invece,

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Atleti di testa durante una fase della Charly Gaul 2014

foto NEWSPOWER

foto NEWSPOWER

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lambisce il MUSE, l’innovativo Museo delle Scienze della Città di Trento e prosegue in pianura sino ad Aldeno, dove i ciclisti attac-cheranno il Monte Bondone dal versante di Garniga Terme, per poi scollinare a Viote e scendere in picchiata verso la Valle dei La-ghi. Dopo aver costeggiato i diversi specchi d’acqua di quest’angolo di Trentino, i cor-ridori affronteranno l’ultima ascesa di gior-nata, quella che da Cadine e Sopramonte porta alla finish line di Vason dove “compu-terini” e GPS dei granfondisti segneranno un dislivello complessivo di 4000 metri. L’evento “La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone” non si limita solamente a

granfondo e cronometro, anche quest’anno gli organizzatori allestiranno tante iniziative di contorno, come un’Expo ricca di stand e non mancheranno nemmeno i tanti VIP che amano presenziare alla granfondo Charly Gaul come fecero lo scorso anno il presi-dente della Federciclismo Renato Di Rocco assieme a Jury Chechi, Francesco Moser, Gilberto Simoni e molti altri ancora. Una delle grandi novità del 2015 vede coinvolto proprio Francesco Moser che disegnerà il percorso della cicloturistica d’epoca abbi-nata a “La Leggendaria Charly Gaul”. Saba-to 18 luglio, quindi, sarà possibile pedalare con bici storiche e abbigliamento vintage in una prova inserita anche nel calendario del Giro d’Italia d’Epoca. L’“appuntamento con la storia” farà da preludio alla grande notte di festeggiamenti per il decennale de “La Leggendaria Charly Gaul” che sarà di scena la sera della vigilia della granfondo.

Trento e i suoi dintorni offrono a cicloama-tori e seguito un’infinità di opportunità per trascorrere un piacevole soggiorno durante il week end di gara e sul sito www.disco-vertrento.it sono disponibili tutti i pacchetti vacanza legati a “La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone”. Il sito web ufficiale della manifestazione è stato recen-temente rinnovato e qui si possono trova-re tutti i dettagli su iscrizioni, regolamento, percorsi, link a tour operator specializzati e molto altro ancora. Per rimanere costante-mente aggiornati ci sono anche il canale YouTube e la pagina Facebook della ma-nifestazione oltre a #laleggendaria10 sulle diverse piattaforme social.

Info: www.laleggendariacharlygaul.it

Il gruppo ancora numeroso sulle prime rampe della Charly Gaul 2014

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foto BETTINIPHOTO

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CICLOCROSS ZONHOVEN SUPERPRESTIGE 2015

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Una bella immagine della spiaggia di Cattolica

2NOTEVOLE L’ADESIONE DI BEN 22 BIKE HOTEL, STRUTTURE PREDISPOSTE ALL’ACCOGLIENZA DEL CICLISTA, ACCOMPAGNATORI/FAMIGLIA E NATURALMENTE DELLE BICI. IN OMAGGIO UNA NOTTE IN PIÙ PER FERMARSI FINO A MARTEDÌ, QUANDO PASSERÀ IL GIRO D’ITALIA

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2 regioni. 2 percorsi. 22 bike hotel. La novi-tà è fatta di ciò che prima non c’era, esat-tamente come in uno spettacolo di magia, dove è con l’illusione che si dà vita a quel che pochi minuti prima si faceva fatica an-che solo ad ipotizzare. Qui invece niente trucchi niente inganni, ma numeri. I numeri della primissima edizione della Granfondo degli Squali Cattolica e Gabicce Mare. Emi-lia Romagna e Marche, 130 ed 80 chilome-tri, ed un intero comprensorio che si stringe attorno ad una idea per renderla concreta.

A farla ancora più forte, oltre a numero-si sponsor che si sono subito avvicinati a questa neonata manifestazione, anche una azienda che per scelta accosta il proprio nome solo a compagni di viaggio affidabili e sicuri. È Prestigio, (azienda leader nella realizzazione di bici tutte italiane con telaio completamente su misura. Bici da strada e MTB, ed ora anche da sabbia, con la nuo-vissima SandX Prestigio). Bene, Prestigio è più di un top sponsor; è un vero e proprio partner della Granfondo degli Squali, aven-done da subito spostato idea e progetto ed avendo deciso di fare insieme un percor-so che inizia il prossimo maggio di questo 2015 e si vedrà dove potrà portare negli anni a venire.

Due percorsi, dicevamo. La scelta degli organizzatori premierà i partecipanti. Nel senso che il prossimo 17 maggio si peda-

lerà senza eccessivi dislivelli, 1050 metri nel percorso corto, da 80 chilometri, e 1850 nel percorso lungo, da 130 chilometri. E poi, un premio per tutti ci sarà davvero. Non soltan-to una prima edizione un filo più morbida delle altre granfondo, ma anche una meda-glia, comunque un riconoscimento, per tutti i partecipanti, per tutti coloro che arriveran-no in fondo a questa primissima edizione. Come fino ad ora ha fatto solo la Nove Colli, in programma la settimana successiva.

La partenza da Cattolica, dicevamo. L’ar-rivo del lungo a Gabicce Mare. Non più in provincia di Rimini (Romagna), ma di Pesa-ro Urbino (Marche). Poi tra le due località ci sono appena un paio di chilometri, ed allo-ra, a gara finita, si torna a Cattolica, dove nello scenario dell’acquario si consumerà il pasta party a base di pesce.

Ancora qualche parola sulla granfondo da 130 chilometri. Mercatino Conca, Urbino, Mondaino, e poi Montegridolfo, splendido borgo medievale, ed ancora Tavullia, Star-da di San Bartolo, Casteldimezzo, Gabicce Monte ed infine Gabicce Mare. Un percor-so “mari e monti” che trasuda fascino e divertimento, un mix di Adriatico e Colline romagnole e marchigiane, unite solo dalle pedalate dei partecipanti.

Quanti: non c’è un numero specifico fissato, è una primissima volta, gli organizzatori più

di tanto non si sbilanciano e presagiscono «non meno di 1000». Possibile ben di più, a dire il vero. Per via della location di partenza ed arrivo, del percorso, del periodo scelto, del territorio più in generale, delle aziende sponsor e del pasta party, perché no?! Ed infine, anche per via dell’amministrazione, che ha recentemente stanziato una cifra a cinque zeri superiore al mezzo milione di euro per portare a compimento un’idea che piacerà a cittadini e turisti, una via ciclabile che mette in comunicazione il territorio di Cattolica, tutto segnato da un’unica pista in cui le bici abbiano la precedenza.

Ed a proposito di turisti, tutti, anche gli iscritti alle due gare, possono essere turisti; gli basta fermarsi una notte in più, che oltre-tutto è omaggio, anche perché martedì 19 maggio, su quelle stesse strade, passa poi il Giro d’Italia.

Prestigio. L’azienda guidata dall’AD Giancar-lo Di Marco ha visto bene. Stava inserendo nel calendario, il 17 maggio, una propria manifestazione. Non ha esitato a spingersi verso la Granfondo degli Squali, Cattolica e Gabicce Mare, lasciandole la prima pagina ed anzi affiancandola e supportandola in una organizzazione che vedrà il proprio successo direttamente derivante da un enorme entu-siasmo e dalla volontà di creare una mani-festazione che possa fare storia nel tempo. Tutte le info su granfondosquali.it.

GRANFONDOa cura della REDAZIONE

CATTOLICA E GABICCE MARE, UNITE PER UN GRANDE EVENTO SPORTIVO.PRESTIGIO, L’AZIENDA SAMMARINESE LEADER NELLA PRODUZIONE DI BICICLETTE SARÀ LO SPONSOR PRINCIPALE DELLA MANIFESTAZIONE

DEGLI SQUALI

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B

BRUNO FILIPPI

DUE RUOTE E INNUMEREVOLI MASSAGGI

a cura di PAOLO MEI

DA BIAGIO CAVANNA A GIANNETTO CIMURRI IL MONDO DEL CICLISMO È DA SEMPRE “LEGATO” ALLE MANI DEI MASSAGGIATORI CHE LAVORANO INCESSANTEMENTE PER AIUTARE I CORRIDORI NEL RECUPERO E DOPO GLI INFORTUNI. BRUNO FILIPPI È UNO DI LORO, UN PERSONAGGIO CHE GRAVITA ATTORNO ALLE DUE RUOTE, NON SOLO A PEDALI. FISIOTERAPISTA, SEGUE I CORRIDORI DELLA FORMAZIONE FRANCESE AG2R, OLTRE AD ESSERE UNO DEGLI UOMINI DELLA PRESTIGIOSA CLINICA MOBILE DEL MOTOGP

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Buongiorno Bruno e benvenuto tra i lettori di INBICI. Vuole presentarsi sinteticamente ai nostri lettori?«Buongiorno a tutti. Sono nato nel 1969, sono un romagnolo ap-passionatissimo di bicicletta. Fisioterapista da ormai 20 anni, divi-do la mia professione tra il mio studio privato, il motomondiale e il world tour di ciclismo.»

Fisioterapista, dunque. Un ruolo importantissimo sia per il cicli-smo sia per il motociclismo. Che differenza c’è tra questi due mondi a livello generale e a livello muscolare? «Si tratta dello stesso ruolo in due contesti completamente differen-ti per logistica, struttura e gestione degli atleti.All’interno della clinica mobile ovvero su un bilico speciale parcheg-giato all’interno dei circuiti in prossimità di pista e paddock, che in funzione ha una superficie di ben 70 mq e una disponibilità di 7 lettini, tutti i piloti delle diverse categorie vengono assistiti da 6 o 7 fisioterapisti.Nel ciclismo, invece, un solo fisioterapista più 4 massaggiatori ge-stiscono gli 8 o 9 corridori di un solo team nelle camere degli alber-ghi, dove si pernotta, con strumenti facilmente trasportabili.‘Muscolarmente’ parlando è difficile fare un confronto. Sostanzial-mente chi corre in moto deve essere preparato su forza e resi-stenza di ogni distretto, mentre al ciclista occorrono gambe ben preparate sotto tutti i punti di vista. Anche se non rientra nella do-manda sottolineo per entrambi i casi anche il discorso psicologico, importantissimo e strettamente legato alla prestazione muscolare.»

Lavorare alla Clinica Mobile significa, imma-giniamo, essere sem-pre pronti ad interve-nire. Cosa passa nella testa di un fisioterapi-sta quando si accinge a prendersi cura dei pi-loti più carismatici del mondo? «È molto gratificante po-tersi esprimere professio-nalmente con i top-biker del motociclismo. Le emozioni devono essere controllate per dar po-sto alla concentrazione sul problema da gestire. La cosa predominante è riuscire nell’intento, con-

tribuire alla buona prestazione del pilota che, ovviamente, apprezza tale sforzo.La soddisfazione più grande è quando il pilota fa risultato e viene a ringraziarci con lo champagne del podio in clinica.»

Parliamo ora di ciclismo. Lei “presta” le sue mani ad una squa-dra World Tour francese: l’Ag2R. Come si svolge in questo caso la sua attività?«La mia presenza è importante nelle corse a tappe, dove assie-me a me lavorano anche un medico sportivo e 4 massaggiatori. In albergo, nel post tappa si eseguono sempre prima i massaggi a tutti i corridori; solitamente a me vengono affidati quelli di punta, coloro che ‘fanno classifica’. Ma durante la serata, prima e dopo cena, sono a disposizione per gestire i problemi di chiunque abbia bisogno. Tratto di tutto: cervicali, mal di schiena, contratture parti-colarmente ostili e dolorose, ferite, abrasioni, contusioni irritazioni cutanee e altro ancora. Per svolgere queste mansioni uso strumenti e metodiche che fanno parte della mia esperienza professionale: bendaggi, medicazioni, terapie manuali e strumentali e anche sup-porto psicologico. Gli atleti vanno sempre incoraggiati e stimolati. Il mio compito è quello di fare in modo che ogni singolo possa partire nella tappa successiva con la condizione migliore possibile.»

Nel ciclismo si dice che le mani del massaggiatore siano in grado di “tastare” e misurare la cilindrata e lo stato di forma del corridore. È vero?«Chi ha la capacità di riuscire a tradurre ciò che sente attraverso la sensibilità delle proprie mani e comportarsi di conseguenza uti-lizzando la giusta tecnica per risolvere il problema è sicuramente in grado di farlo. Che poi sia un fisioterapista oppure un massaggiato-re non è importante. Occorrono passione per la propria professio-ne, buona preparazione, esperienza e intuito.Una frase che mi sento ripetere spesso da chi tratto è: “il tuo modo di massaggiare le gambe è diverso da tutti quelli che ho provato fino adesso, capisci quali sono i punti che danno più fastidio.” Questo dovrebbe essere normale; non si lavora sulle gambe con manovre a memoria, ma ascoltando ed agendo di conseguenza.»

Carlos Alberto Betancur, Jean Christophe Péraud e Domeni-co Pozzovivo: mica tre sprovveduti. Lei ha l’onere e l’onore di

Bruno Filippi con l’atleta dell’Ag2R La Mondiale Domenico Pozzovivo

Bruno Filippi sulla Clinica Mobile al lavoro con un pilota della MotoGP

Tempo di

lettura12 min

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curare tre corridori straordinari. Uno scattista che va fortis-simo in salita, un ex biker specialista di corse a tappe e uno scalatore puro. Come si differenziano a livello muscolare?«Diciamo che le caratteristiche muscolari spesso non collimano con la specialità dell’atleta. In questo caso, ad esempio, l’impres-sionante massa delle gambe di ‘Beta’, così lo chiamiamo, a tutto farebbe pensare meno che a un ciclista che non teme nessun tipo di salita, anzi, più è ripida e meglio è.Anche Péraud, non più giovanissimo, con una struttura piuttosto leggera, ci ha stupito più volte per la sua altissima resistenza sule lunghe pendenze.‘Pozzo’ è un ciclista particolare. Tutti mi chiedono come possa, con la sua particolare anatomia, essere così forte. Non dimenticate, ol-tre alle salite, cosa è capace di fare nelle crono.»

Si dice anche che il momento dei massaggi sia, soprattutto du-rante le corse a tappe uno dei pochi momenti di “svago” dei cor-ridori, nel quale gli stessi quasi si confessano col massaggiato-re, andando a creare un rapporto personale anche forte. Giusto? «Come dicevo prima è importantissimo il supporto psicologico dei ragazzi, soprattutto nei momenti difficili. Psicologia e sociologia fan-no parte della base scolastica del fisioterapista, il quale deve essere in grado di sostenere moralmente ogni tipo di paziente. Instaurare un buon rapporto e ottenere fiducia significa avere già margine nel successo del trattamento. Poi, ovviamente è anche una questione di feeling. Nel motociclismo (forse per superstizione) se si tratta un pilota e questo fa risultato, accade spessissimo che continui a farsi gestire dallo stesso fisioterapista.È normale che se un atleta si trova bene con un operatore, chieda di esser seguito costantemente, ma per una serie di problematiche gestionali non è sempre possibile.»

Il massaggio, a livello ciclistico, si differenzia anche a livello di tipologia del corridore?«Più che per tipologia per esigenze e necessità. Ad esempio se mi riferiscono di sentire le gambe dure, che non girano bene, devo fare in modo che l’indomani non ci sia più la stessa sensazione e che girino decisamente più leggere. Un bravo operatore deve essere in grado di farlo. Comunque le differenti caratteristiche corporee richiedono un adattamento nell’approccio di trattamento.»

Qual è il corridore o comunque l’atleta muscolarmente più im-pressionante che lei abbia mai curato? «Be’, è chiaro che ‘cronomen’, passisti e velocisti hanno quasi sempre una struttura mostruosa. Damien Gaudin e Patrik Gretsch sono particolarmente imponenti ad esempio. Ma sottolineo ancora una volta le gambe di Betancur: quelle, quando le vedi e ci lavori, non le scordi più.»

A volte il vostro lavoro è incredibile ed impressionante: nella motoGP, per esempio, certi centauri riescono a risalire in sel-la a distanza di pochi giorni da incidenti pazzeschi. Questo è quello che stupisce i comuni mortali. Com’è possibile? «Niente di magico. È proprio la potenzialità e la capacità di chi li segue e li cura che rende possibile quello che sembra un miraco-lo. Chiaramente ci devono essere le condizioni cliniche per poterlo fare, ed anche una buona dose di… pazzia.Nel ciclismo questo aspetto è ancora molto contraddetto; a mio avviso non si conosce ancora bene il potenziale della fisioterapia moderna. Questo anche a causa degli innumerevoli ciarlatani che vendono fumo ovunque e che inquinano la qualità di chi, invece, sa fare bene il suo mestiere assumendosi le proprie responsabilità.»

Tra i recuperi più veloci, lei è stato artefice di quello di Dome-nico Pozzovivo, rientrato a tempo di record per il Lombardia 2014 dopo un grave incidente. In questo caso qual è stato il “cammino” di Domenico sulla via del rientro?

«Questo episodio testimonia un po’ quello che dicevo sopra.Domenico ha subito una complessa frattura di tibia e perone du-rante l’allenamento prima della Vuelta. Dopo 3 giorni dall’intervento di fissaggio con placca e viti è venuto da me con le idee molto chiare: “Voglio fare Milano-Torino e Lombardia, si può?” Si può fare tutto se ci sono i requisiti giusti. Così ho attuato un pia-no terapeutico intensivo che rispettasse la situazione clinica, senza alcun rischio ma difficile, e dopo 5 giorni era già sui rulli.Ho lavorato in sequenza su fase infiammatoria con crio-terapia e linfodrenaggio, scarico dell’edema, medicazione ed elasticizzazione della cicatrice. A seguire mobilizzazione dell’intero arto, recupero dell’articolarità del ginocchio, elettrostimolazione del quadricipite. Due trattamenti al giorno intervallati da una fase attiva su rulli, tavo-lette propriocettive e messa in carico.Tutto è andato benissimo fino a che siamo usciti su strada. La gran-de determinazione di “Pozzo” ha fatto il resto, e dopo poco più di un mese era presente alle due corse quando la prognosi giornalistica parlava di almeno 70 giorni prima del ritorno su bici. Abbiamo subìto critiche di ogni genere, forse perché tale percorso non coincideva con i protocolli ortopedici standard (a mio avviso decisamente retro-gradi) e perché un rientro così inaspettato ha dato fastidio a qualcu-no, ma la determinazione e le ottime condizioni hanno dimostrato che non c’è nulla di strano né pericoloso. Domenico sta benissimo, la sua gamba è come prima e soprattutto il suo entusiasmo per la prossima stagione è altissimo. Cosa c’è di meglio per il morale di un atleta?»

Quanto è importante, oggi, il massaggio nella bici e quanto nella moto?«Nella bici è fondamentale, anche nei periodi di allenamento. Le gam-be devono essere sempre ‘pulite’, se si lasciano riempire di tossine queste vanno in accumulo e disturbano il percorso di ricerca della condizione rendendo poi il lavoro di smaltimento più complesso.Nel motociclismo, vista la gestualità della disciplina, si lavora più su braccia, spalle e schiena con l’obiettivo di contrastare la tendenza alla rigidità e alla congestione di tali distretti. C’è da dire che una buona parte dei motociclisti si allena su bici per quanto riguarda le gambe, quindi lavoriamo anche su quelle.»

Grazie Bruno! Le auguriamo un grande 2015!«Grazie a Voi per avermi dato la possibilità di sottolineare informa-zioni spesso confuse. Buon anno a tutti.»

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TOUR OF UTAH 2014

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foto BETTINIPHOTO

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IL COACH

LE INSOSPETTABILI VIRTÙ DEL SALE DELL’HIMALAYA

a cura di IADER FABBRI

FONDANTE PER LA VITA, IL SALE SVOLGE IMPORTANTI FUNZIONI PER TUTTO L’ORGANISMO. QUELLO DELL’HIMALAYA È IN PARTICOLARE UN PREZIOSO VEICOLO ENERGETICO. A DIFFERENZA DI ALTRI CHE SONO CERTAMENTE NOCIVI

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Il sale è un elemento tanto semplice quanto indispensabile per la vita stessa. Senza al-cuni sali minerali come il sodio e il potassio in esso contenuti il nostro sistema nervoso centrale verrebbe compromesso, mentre al contrario, pochi grammi di troppo, possono trasformarlo in un veleno per l’organismo. Il sale rosa cristallino dell’Himalaya è un sale fossile, antico di centinaia di milioni di anni, integrale, ricco di minerali e bioenergica-mente puro. Per le sue numerose proprietà, questo sale può essere usato per curarsi, mantenersi giovani, cucinare e per altri sva-riati e numerosi impieghi a vantaggio della nostra salute e del nostro benessere.

Il sale è anche fondamentale per la nostra stessa esistenza, perché, consentendo la conduzione di corrente elettrica, è fonda-mentale per i processi bio-elettrici che coin-volgono cellule e sistema nervoso: l’orga-nismo umano ha infatti bisogno di almeno 0,2 grammi di sale senza i quali si avrebbero seri problemi in tutti i processi di trasmissio-ne di segnali sensoriali e motori del sistema nervoso stesso. Ma il pericolo maggiore oggi è il suo abuso: in Europa il consumo di

sale giornaliero è di 15/20 grammi, mentre i reni riescono ad eliminarne solo 5/7 grammi con conseguenze molto dannose.

Vediamo ora le proprietà del sale himalay-ano. Vi sono disciolti alcuni minerali in pro-porzioni variabili e circa 84 oligoelementi in tracce ed è soprattutto dal punto di vista biofisico che si rivela un prezioso veicolo energetico: diverse ricerche biofisiche han-no dimostrato l’efficacia del sale cristallino sull’organismo umano effettuando una mi-surazione dello stato bio-energetico, ossia la vitalità degli organi. In poche parole, si rie-sce, eseguendo queste misurazioni prima e dopo aver bevuto la soluzione idrosalina, a determinare gli effetti del sale cristallino sulla salute, osservando le reazioni elettriche ed energetiche e i loro cambiamenti. Questi studi hanno dimostrato una accresciuta vi-talità dell’organismo nel suo insieme, oltre che un miglioramento nei meccanismi di autoregolazione del corpo. Il sale cristallino ha la capacità di stimolare l’organismo a depurarsi riequilibrando i deficit energetici, purché non subisca alcun tipo di manipo-lazione, restando integro come si è formato

Chi è IADER FABBRI Classe ’78, dalla sua esperienza di atleta, matura la voglia di approfondire le proprie conoscenze, passando dall’insegnamento di varie discipline a trainer in molti eventi per aziende sportive, lavorando come mental coach e preparatore atletico.Finiti gli studi da dietista si laurea presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Camerino in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei prodotti della salute. Partecipa come relatore a congressi e conferenze e offre consulenze ad aziende di integrazione alimentare e a varie società sportive.Iader è Consulente in ambito Nutrizionale per tutte le nazionali di Ciclismo della Federazione Ciclistica Italiana, Strada, MTB e BMX. È preparatore del Team Gresini Racing di Motomondiale e membro dell’equipe medico-scientifica della Nazionale Italiana di Football Americano. Oggi esercita la sua attività di professionista presso il suo Poliambulatorio “FIT” a Faenza.

[email protected]

di lettura 7 min

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nei millenni. I sali fossili terapeutici sono sali di miniera dalle alte proprietà bioenergeti-che e sono essenzialmente due: il sale cri-stallino e il sale “halite”.

Il sale “halite” o “sale diamante himalayano” è considerato il sale cristallino più pregiato. È un sale fossile naturale privo di inquina-mento che possiede elevate qualità bioe-nergetiche, perché si forma nella parte più interna dei giacimenti di sale himalayano, quella più lontana dagli elementi minerali. Il colore, di solito, è naturalmente bianco per l’assenza o le lievi tracce di minerali men-tre il reticolo, perfetto sia internamente che esternamente, rende questo sale unico al mondo.

Il sale cristallino himalayano si è formato anch’esso con le enormi pressioni e il calore che nei millenni ne hanno formato il reticolo perfetto solo internamente, perché all’ester-no si presenta in forma grezza. Il colore va dal rosso-bruno al rosa chiaro a seconda della concentrazione e dal tipo di minera-li disciolti in esso, viene estratto il più delle volte a mano e si trova in commercio in tre tipi di pezzature: fine, granulato e a pezzi.

Gli altri sali buoni, che possono cioè essere utilizzati efficacemente sulle nostre tavole sono il salgemma e il sale marino non raffi-nato. Il primo è un sale fossile come quello cristallino, dove però i minerali che lo com-pongono non sono legati al reticolo cristalli-

no o lo sono solo in parte superfi-cialmente. Que-sto lo rende un prodotto naturale e non aggressivo come il sale da cucina comune, ma i minerali non sono comunque facilmente assi-milabili dall’orga-nismo e i reticoli imperfetti non for-niscono il prezio-

so quantitativo di energia del sale cristallino. Le tonalità di colore sono simili a quelle del sale cristallino himalayano da cui si può di-stinguere solo con certificati di provenienza.Il sale marino non raffinato viene solitamen-te estratto per evaporazione dall’acqua marina delle saline in vari paesi bagnati dal mare. Purtroppo i mari però sono ormai inquinati da fertilizzanti, prodotti chimici, petrolio, anidride solforosa e monossido di carbonio oltre che dai metalli pesanti degli scarichi industriali, trasformando anche il sale marino in un veleno per l’organismo. Dal punto di vista biofisico non ha inoltre una conformazione reticolare cubica ed è pertanto meno interessante dal punto di vista energetico.

I sali cattivi, quelli che devono invece as-solutamente essere evitati perché molto

pericolosi per la nostra salute, sono il sale da cucina raffinato, il sale iodato e il sale fluorato.

Il sale da cucina raffinato è il tipo di sale più usato e conosciuto, solitamente è salgem-ma o sale marino raffinato industrialmente. È al 99,97% cloruro di sodio e il restante 0,03% antiagglomeranti, talvolta nocivi. I procedimenti di raffinazione per estrarre i minerali e gli oligoelementi rendono il sale semplice cloruro di sodio che viene rico-nosciuto dall’organismo come elemento nocivo, che quindi per cercare di espellerlo circonda le molecole di cloruro di sodio con molecole di acqua, privandosi dell’acqua le-gata alla loro stessa struttura morendo: ogni grammo di cloruro di sodio necessita di oltre 20 grammi di acqua per poter essere elimi-nato. Il sale in eccesso viene ricristallizzato e si deposita nelle articolazioni e nelle giun-ture provocando artriti, reumatismi, gotta e disturbi renali. Il trattamento del sale iodato invece è un vero e proprio paradosso: ven-gono eliminati per raffinazione i minerali e gli oligoelementi naturalmente presenti nel sale, tra cui lo iodio, per poi essere additiva-to artificialmente con piccole quantità di io-dio, la cui provenienza non è comunque ga-rantita da nessun organismo certificatore. Il sale fluorato è addirittura un prodotto della nostra era industriale: i fluoruri sono tossi-ci a livello enzimatico e cellulare, colpendo soprattutto reni, fegato e cuore, apparato scheletrico e sistema nervoso.

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Il Sale Rosa Cristallino Himalayano

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GRANFONDO MTB: QUALCHE ADDETTO IN PIÙ SUI PERCORSI NON GUASTEREBBE…TROPPO SPESSO LUNGHI TRATTI DI PERCORSO LASCIANO LARGAMENTE A DESIDERARE PER QUANTO RIGUARDA IL PERSONALE SUL PERCORSO: A RISCHIO BIKER E ORGANIZZATORI

54 SICUREZZA IN GARAa cura di GIANLUCA BARBIERI

[email protected]

Sembra strano, ma spesso le gare XCO “cross country olimpico”, cioè a circuito, anche se più tecniche rispetto alle gran-fondo, risultano essere più sicure. Perché? Perché il percorso di gara, anche se alta-mente tecnico, prima di tutto è gestito e messo in sicurezza in modo oculato, poi perché gli addetti al percorso sono con-centrati tutti in pochi chilometri, ma soprat-tutto perché, anche chi arriva da lontano, può provare il tracciato prima della gara. Quest’ultima conclusione è forse la più im-portante, perché la sicurezza della gara è soprattutto nelle mani di ogni biker che vi partecipa.Ed è ovvio che, se si dà l’opportunità di provare il tracciato al biker, questo può trarre le conclusioni più giuste per poter affrontare nel migliore dei modi l’impegno sportivo, scegliendo anche di apportare scelte tecniche appropriate sul mezzo, ma soprattutto può decidere, in anticipo, il li-mite fino al quale spingersi per affrontarlo.Questo, purtroppo, spesso non succede nelle granfondo o marathon, in Italia, ma anche all’estero. In molti casi i biker che si apprestano ad affrontare una XCP o una MX granfondo (cross country point to point) o marathon, quest’ultima gara con tracciato superiore ai 60 km, corrono alla cieca, cioè senza provare il percorso prima della gara. Ecco che noi di INBICI magazine, in base alle numerose segnalazioni pervenuteci e all’esperienza che abbiamo maturato cor-rendo le granfondo italiane, ci sentiamo di consigliare quanto segue:

1. Spesso non si riescono a provare tutti i tracciati perché i proprietari dei fondi con-cedono il passaggio solo nel giorno della gara: lì va posta un po’ più di attenzione perché il percorso non è stato provato e, se un biker si fa male in quel frangente, l’organizzatore non ha appigli nei confronti dell’infortunato. Ecco allora la necessità di rafforzare il personale sul percorso, ponen-do attenzione sui tratti più impegnativi.

2. Spesso si notano tratti di percorso lun-ghissimi, sguarniti da personale: ci si ricor-di che gli incidenti più gravi accadono nei tratti più improbabili, quelli in cui il biker si

rilassa, statistiche alla mano. Ecco allora che consigliamo di non puntare solo sui tratti più impervi, nel posizionamento del personale, ma di aggiungere ogni tanto qualcuno per dare sicurezza anche ai bi-ker. In questo caso i biker si sentono anche più protetti in gara; credeteci, correre de-cine di chilometri senza vedere un’anima viva non è piacevole.È successo, in alcuni casi, che siano stati gli stessi concorrenti ad avvisare i soccorsi

posti a chilometri di distanza dall’infortu-nio: questo provoca un ritardo nei soccorsi che, nei casi gravi, poi, verrà fatto pesare sull’organizzatore con conseguenze pe-santi e spiacevoli.Ci si ricordi che in una gara può succedere di tutto, ma se l’organizzatore può dimo-strare il buon senso e di non aver specula-to sui servizi e sul personale, può ritenersi tranquillo, più che dal punto di vista legale, da quello morale!

foto STEFANO BOSI/OMNIAFOTO

foto NEWSPOWER

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SUSANNA ZORZI

CAMPIONATI DEL MONDO PONFERRADA 2014 foto BETTINIPHOTO

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Ci vuole una strategia giusta per rimettersi in for-ma dopo la pausa delle vacanze invernali e soprattutto per impostare al meglio un obiettivo importante come una gran fondo importante che sia la Nove Colli o la Selle Italia o la Maratona dles Dolomites quando caldo verrà. Insomma, tutti in sella e vediamo di iniziare col piede giusto… mettendolo nelle scarpette di un preparato-re e nutrizionista esperto e appassionato come Iader Fabbri, fra l’altro, “il nutrizio-nista in azzurro”, chiamato dal CT Davide Cassani ad allenare anche a tavola le Nazionali di ciclismo! Da Iader Fabbri ecco alcuni con-sigli rapidi ed efficaci per rimettersi in sella in modo giusto dopo la pau-sa e qualche volta dopo i bagordi delle feste invernali: 1. Rimettersi “in Zona”, se la conosci questa dieta sai già che puoi riprendere da dove hai interrotto e gli ef-fetti arriveranno subito. Se non la si conosce è il momento giusto per iniziare ad approcciare la strategia bilanciata che ci consente di perdere i chili di troppo ma non l’energia e la forza. Bilanciare a tavola e durante il giorno ci consente di non essere mai affamati e di avere energie da spendere in bici nelle nostre uscite/allenamenti settimanali. 2. Ci vuole una bilancia e meglio ancora un test sulla Tanita, per capire rapporti esatti massa magra e grassa… Il peso non sempre ha un significato corretto legato alla performance, ma il miglior rap-porto massa magra e grassa è fondamentale. Non hai mai provato? Se vuoi, prenota un test al Nutrition Center for Sport & Wellness di Enervit, a Milano, (ma ci sono centri di valutazione un po’ in ogni regione, basta informarsi dal proprio medico sportivo o dal proprio centro fitness) per capire da dove si comincia. E quale obiettivo avrai anche a tavola. Riduci zuccheri e carboidrati complessi, aumenta, triplica verdura e frutta e pensa alla parte proteica essenziale (meglio se pesce e carni magre), condisci solo con olio extra vergine d’oliva a crudo! Mangia tre volte al giorno più due spuntini bilanciati. Dimen-tica per sempre quel vecchio falso mito del carico di carboidrati….

3. Impara da subito a gestire bene i tuoi integratori. Prima, duran-te e dopo sono i tuoi momenti chiave per una strategia perfetta energetica. Devi capire come gestire e quando i tuoi integratori. Perché siano efficaci, ti permettano di gestire bene le tue ener-gie e soprattutto, aspetto che molti senza sapere trascurano, per avere coscienza della fase di recupero che diventa essenziale in funzione dell’allenamento successivo o del prossimo obiettivo. Ecco dunque i primi tre passi importanti verso la rua prima gran fon-do del 2015: alimentazione bilanciata, valutazione massa grassa / massa magra, conoscenza delle strategie energetiche e di recupero. L’avventura può iniziare.

Forse non lo sai ma sul sito www.enervitsport.com ogni evento ha una pagina dedicata che propone anche una strategy energetica studiata ad hoc dagli esperti dell’Equipe Enervit. Allenamento, ali-mentazione, integrazione: loro li provano sul campo e poi ne ven-gono fuori strategie per tutti. Da provare, testare in fase di training prima che in gara, da adattare alle proprie esigenze e caratteristi-che. Se devi ripartire, riparti dalla scienza e dai consigli di chi in bici ci va per passione e per mestiere. Potendo scegliere…Ti abbiamo convinto? Non ti basta? Altri utili consigli li puoi ascolta-re ogni domenica, dalle 12, su Radio Deejay nel programma Deejay Training Center sponsored by Enervit, in cui si parla di attività spor-tiva e di corsa. Il programma condotto da Linus con Stefano Baldini e Davide Cassani, ti guiderà a vivere al meglio la tua passione con aneddoti, consigli, curiosità. I Deejay Trainers sono pronti anche a rispondere alle tue domande, in diretta o sulla pagina di Facebo-ok dedicata al programma radiofonico pensato, proprio per “chi lo sport lo fa”. Seguici!

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affronta. Oltre a mettere in campo l’integrazione per l’endurance, ben supportato nei momenti delicati prima e durante quei momenti, la Ricerca di Enervit propone

anche una linea di outdoor bar che puntano soprattutto al gusto e alla qualità senza essere troppo condizionati dalla funzione e dalla necessità.

Le barrette Enervit Power Time sono ideali in ogni momento della giornata “sportiva” o comunque in movimento. E sono volutamente golose per dare piacere alla tua energia in tasca!

Questo grazie anche agli ingredienti naturali come miglio, semi di zucca, datteri e soprattutto la quinoa, ottima fonte di nutrienti coltivata dalle popolazioni precolombiane già nel 5000 a.C.,

uno dei pilastri storici dell’alimentazione delle popolazioni dell’America Latina.La nuova e gustosa barretta Enervit Power Time Quinoa e Frutta è lo snack ideale per tutti i

momenti. Disponibile anche nelle varianti “frutta secca”, “frutta e cereali” e “nocciole e cioccolato” è una barretta ricca di vitamina B3, che contribuisce al normale metabolismo

energetico e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, e di vitamine C ed E per la protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Enervit Power Time sono le barrette scelte dalla Nazionale italiana di ciclismo, fanno parte della linea Enervit Sport, una linea

completa di prodotti per ogni esigenza di integrazione, che aiuta a programmare la propria strategia in ogni momento dell’attività sportiva: prima, per aumentare

la disponibilità di energia, durante per combattere la fatica, dopo per un recupero rapido e ottimale. Enervit Power Time Quinoa e Frutta

(nuovo gusto!) Prezzo al pubblico a partire da euro 2,10

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Iader Fabbri in ricognizione con la nazionale azzurra

RIMETTIAMOCI IN… BICI! CON IADER FABBRI

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PRIMADURANTEDOPOOGNI ALLENAMENTO E OGNI GARA

PrimaDurante

Dopo

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Official partner Sport nutrition partner

ADV Calabr_ InBici-225X305_12-2014.qxp_ADV 225 x 305 in bici 10/12/14 13:23 Pagina 1

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Buongiorno Martina. Lei è giovanissi-ma, ancora non è approdata alla cate-goria Junior, ma il suo palmarès è già molto ricco. Da dove nasce la sua pas-sione per la Mountain Bike?«I miei genitori andavano in bici da strada e un giorno il nostro ciclista ci ha proposto

di fare una gara da lui organizzata. Quando siamo arrivati, dopo aver visto tutti i bam-bini vestiti come professionisti, volevamo tornare a casa, solo che ormai era tardi perché il nostro amico ci aveva già visto. Sia io che mio fratello ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo anche vinto la gara.

Così abbiamo iniziato ad usare sempre di più la mountain bike girando intorno a casa nostra, non potete immaginare le cadute! In seguito ho continuato seguendo le orme dei miei fratelli.»

Affascinata dal mondo del ciclismo su strada? «Sì, mi affascina molto guardare le gare su strada: classiche, grandi giri e altre corse. Spesso io e mio fratello Matteo, qualche giorno prima di qualche gara su strada, ci cimentiamo a indovinare quale sarà il podio.Tra gli stradisti il mio idolo è Contador, ma tifo anche Sagan e Diego Rosa (ex biker, ndr). Allenarmi su strada mi diverte tantissimo.»

Quali sono le caratteristiche tecniche? «La salita è il mio punto di forza mentre non amo la pianura. Mi piacciono le salite cor-te, dove bisogna essere esplosivi, altro mio punto forte.In discesa comincio a cavarmela, però ri-spetto a qualche mia avversaria straniera perdo ancora qualcosa nei passaggi più difficili. Proprio su questo sto lavorando con mio fratello per diventare il più com-pleta possibile, visto che ormai i percorsi all’estero stanno diventando sempre più tecnici e la discesa conta parecchio.»

Lei fa parte di un team relativamente piccolo, il Velo Club Courmayeur Mont Blanc. Non certo uno squadrone. Per contro, a volte proprio le squadre meno famose in alcuni casi riescono a dare maggiore tranquillità agli atleti di punta come lei. È così?

MARTINA BERTA, MOLTO PIÙ DI UNA SPERANZA

ARRIVA DA RIVAROLO, MA AMA VIVERE E ALLENARSI IN VALLE D’AOSTA, NATA E CRESCIUTA SULLE RUOTE LARGHE DELLA MOUNTAIN BIKE, MARTINA HA LE IDEE CHIARE SU PRESENTE E FUTURO. POCO INCLINE A PROGRAMMAZIONE E TABELLE, LA GIOVANE PORTACOLORI DEL VELO CLUB COURMAYEUR MONT BLANC, AMA TRASCORRERE I SUOI INVERNI SULLE PISTE DI SCI DA FONDO, LIMITANDO LE USCITE IN BICI IN VISTA DELLA STAGIONE 2015. NEL 2014 È RIUSCITA A RIPETERE L’IMPRESA, GIÀ REALIZZATA NEL 2012 E 2013: VINCERE LA MEDAGLIA D’ORO AI CAMPIONATI EUROPEI GIOVANILI A GRAZ, IN TERRA AUSTRIACA

Martina Berta

Donna In... Bicia cura di PAOLO MEI

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lettura 7 min

Martina Berta con Roberto Gal, sponsor del VC Courmayeur Mont Blanc, mostra sorridente la maglia tricolore

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«Nel Velo Club Courmayeur mi trovo mol-to bene per il fatto che non ho pressioni e sono libera nelle mie decisioni. È una cosa a cui tengo tanto e che ritengo molto im-portante, poiché voglio crescere con cal-ma e tranquillità. In ogni caso ci sarà tutto il tempo per approdare in qualche team im-portante. Dovrò impegnarmi per migliorare e tutto andrà di conseguenza. Infine mi tro-vo molto bene con i ragazzi della squadra e con i due accompagnatori Rudy e Sonja. Ultimo, ma non meno importante Roberto Gal (ex fondista, ex MTBiker, ex Direttore Agonistico della Nazionale francese di sci di fondo, ndr) per il supporto che mi ha for-nito e continua a fornirmi.»

Martina Berta fa notizia quando non vince, cioè quasi mai. Quante volte ha vinto quest’anno? Non crede che con-tinuare a vincere possa creare dei pro-blemi qualora in futuro le vittorie doves-sero incominciare a calare?«L’ultimo anno ho vinto tredici gare. Il fat-to di aver sempre vinto potrebbe causa-re qualche problema in futuro, però sono consapevole che non si può sempre vin-cere e i campionati italiani di questo anno, nei quali non ho vinto, sono stati un ottimo insegnamento per me.»

Ha un modello sportivo, non obbligato-riamente ciclistico a cui si ispira? «Marco Aurelio Fontana e Manuel Fumic sono i miei idoli per eccellenza perché quando vanno in bici hanno uno stile uni-co. In particolare Fontana è per me un grande esempio, non solo per le sue gran-di capacità ma anche per la sua tenacia che lo porta a non arrendersi mai.»

Parliamo di allenamento invernale: lei è tra coloro che privilegiano altri sport, per esempio lo sci da fondo. Come si svolge la sua preparazione nella stagio-ne fredda. È seguita da qualcuno? «Nella stagione invernale pratico lo sci di fondo, al quale tengo molto. Mi serve, inoltre, per stac-

care la spina dalla stagio-ne ciclisti-ca. Durante questo pe-riodo la per-sona che mi segue negli allenamenti

e che mi prepara gli sci è Gianluigi Carrara. Approfitto della vostra intervista per ringra-ziarlo di cuore. Generalmente scio tre volte la settimana (il weekend più un altro gior-no). Due giorni la settimana faccio riposo, alcune volte tre. Il resto dei giorni vado a correre o faccio esercizi di ginnastica.» Nella bella stagione invece, spazio alla bicicletta. Si dice che lei sia poco av-vezza alle tabelle di preparazione. Rac-contiamo ai lettori come si svolge la sua settimana-tipo in estate? «Sì, fino ad ora non ho seguito tabelle di preparazione, nelle mie uscite ero ac-compagnata da mio fratello. Nella mia ‘settimana-tipo’ vi erano sempre due o tre giorni di riposo. Il resto dei giorni andavo in mountain bike a curare la tecnica con mio fratello o in bici da strada. Le mie uscite durano in media 1h e 15’-1h e 30’.» Campionessa europea per tre anni di fila. Non proprio la gara della parroc-chia. Condividiamo le emozioni di quei giorni? «Il primo anno (2012) in cui ho partecipato ai campionati europei non sapevo nean-che cosa potevo aspettarmi. Nella staffetta eravamo andati bene, poi il giorno dopo ho fatto un disastro nella prova di abilità. Sono riuscita a far bene le restanti due tappe e quando ho realizzato che ero riuscita a vin-cere la classifica finale dei campionati euro-pei non ci credevo, ero emozionatissima. Il secondo anno (2013) ho partecipato con la squadra nazionale e siccome ero appena passata di categoria non sapevo cosa aspettarmi. Alla fine sono riuscita a far bene le prime tre prove e nell’ulti-ma ho con-

trollato. È stato bellissimo, anche perché ero molto felice di aver vestito i colori azzur-ri. Inoltre è stata una bella esperienza an-che per il fatto che all’interno della squadra nazionale c’è un bellissimo clima, che mi ha senz’altro aiutato e che ha anche reso molto divertente la trasferta. L’anno scorso, a causa del fango, hanno cambiato qual-che prova e purtroppo hanno tolto la gara di cross-country vera e propria. Comunque sono riuscita a limitare i danni nelle due pro-ve a me meno congeniali, vincendone una e arrivando in volata con la prima nell’altra. Ovviamente ero molto soddisfatta e molto contenta.»

Programmi e obiettivi per la prossima stagione?«Difficile rispondere a questa domanda: quest’anno passo nella categoria ju-nior, non posso pre-vedere ciò che riu-scirò a fare e quindi è difficile prefissarsi obiettivi.Sicuramente farò del mio meglio, spe-rando di riuscire a difendermi in ambi-to internazionale. In base al rendimento riuscirò a capire me-glio a quali obiettivi potrò mirare.»

Grazie mille Marti-na, e buon 2015!«Grazie a voi, buone pedalate a tutti.»

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Martina sul gradino più alto del podio nel Campionato Europeo di mountain bike giovanile 2012

Martina Berta per la terza volta campionessa d’Europa

Martina nella stagione invernale pratica lo sci di fondo

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foto GRUBERND

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foto NEWSPOWER

FRANCESCO CIPOLLETTAGRANFONDO DELLA VERNACCIA 2014

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BIKE PASSION

TUTTE LE NOVTÀ DEL 2015

a cura della REDAZIONE

MARCHI E MODELLI CHE GENERANO INTERESSE. GRANDE ATTENZIONE AL MONDO FEMMINILE GRAZIE A SPECIALIZED. E POI IL PICCOLO GIRO DELL’EMILIA ROMAGNA ED UN NUOVO BIKE FEST

Uno dei primissimi show room di tutto il territorio, ed oltre. Non è un caso che, grazie anche al rinnovato web site, Bike Passion di Faenza sia diventato non solo il punto di riferimento per un squadra da 300 iscritti, ma anche per chi cerca un telaio particolare ed una assistenza so-pra le righe. Solo così si spiegano clienti che arrivano da altre città, da altre pro-vincie, addirittura da altre regioni.

Un negozio bello, quindi. Dove è possibile trovare tanto. E dove a farla da padrone sono alcuni dei più importanti marchi del mondo. Tra questi, Specialized. L’azienda americana, nata nel 1974 in California, sta dedicando grande attenzione al mon-

do woman, in continua espansione. Con telai ad hoc, modelli costruiti su misura per le esigenze dell’altra metà del pedale. Compresi componenti ed accessori, tutti studiati proprio per le specifiche esigenze delle atlete. La tensione di Specialized e del suo progetto donna la si trova anche entrando in Bike Passion, che a questo aspetto ha dedicato una parte comunque significativa della propria attività.

Così lo store di Marco Stradaioli e Mirko Dalprato continua a conquistare spazi: con la professionalità di un servizio di eccellenza, ed anche con 3 meccanici a disposizione in grado di risolvere celer-mente molti problemi.

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Il futuro prossimo «La prospettiva è tutta sul discorso fat bike» conferma Stradaioli. «Stanno riscuotendo un successo enor-me, si informano in tanti e tutti i marchi ne hanno avviato la produzione. Sono sicuro che cresceranno molto già questa prima-vera, soprattutto perché può essere un mezzo molto divertente».

Tante le novità di sicuro interesse. Ad esempio nel settore video, con il meglio di Garmin e GoPro. Cresce poi il numero di iscritti alla squadra Bike Passion, 300 circa,

cresce l’impegno necessario alla sua mi-glior gestione, ed aumentano anche le partecipazioni a manifestazioni in giro per l’Italia. Isole comprese, in particolare per il Giro della Sardegna, in cui il team Bike Pas-sion riconferma la propria presenza anche per il 2015. E poi tanti altri appuntamenti, sia per i più esperti che per chi invece vuole provare l’emozione di trovarsi in un flusso di ciclisti con la sua divisa Bike Passion, ma in maniera assolutamente più tranquilla, ad un livello cicloturistico. Poi, ovviamente, la par-tecipazione alla Granfondo Davide Cassani, l’evento di casa. Ed una novità, una anti-cipazione: «Per la fine di settembre 2015 organizzeremo un piccolo giro di Romagna, su 4 tappe». Facile prevederlo, in terra di

ciclismo diventerà in poco tempo una mani-festazione di sicuro interesse.

Torniamo allo show room, perché questo, in fondo, è Bike Passion. Nei 600 metri quadrati si trova davvero tutto il necessario per dare pieno sfogo alla propria passione. Bici anche usate, e poi accessori ad ogni livello, ed un’assistenza, anche meccani-ca, rapida ed afficace. Tutti elementi che contribuiscono a rendere quella faentina una realtà dinamica, in continua crescita e sviluppo.

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GRANFONDO FI’ZI:K

NELL’INCANTEVOLE MAROSTICA SCATTA LA SESTA EDIZIONE. ORMAI UNA VERA E PROPRIA CLASSICA DI PRIMAVERA

a cura di NEWSPOWER

SI GUARDA ALL’ESTERO, CON L’ISCRIZIONE A 10 EURO PER CHI VIENE DA FUORI ITALIA. ED AI PRIMI 100 CLASSIFICATI ALLA CRONOSCALATA DEL 14 MARZO UNA POSIZIONE DI PRIVILEGIO NELLA GRIGLIA DELLA GRANFONDO, IN PROGRAMMA IL 26 APRILE

[email protected]

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La Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica, alla sua sesta edizione nel 2015, è già entrata nell’immaginario di tutti i ciclofondisti e c’è da scommettere che domenica 26 aprile le strade del Vicentino verran-no invase da appassionati provenienti da tutta la penisola, ma non solo. L’evento organizzato dall’ASD B Sport e da Studio RX nel giro di un lustro si è conquistato un posto di primo piano nel calendario italiano delle granfondo e si può tranquillamente affermare che la Granfondo fi’zi:k sia diventata una vera e propria classica di prima-vera. L’edizione 2015 della gara sarà ricca di novità, a partire dalla triplice proposta di percorsi. I tracciati, infatti, da due passeranno a tre e l’intento degli organizzatori è quello di far vivere al maggior numero possibile di appassionati l’evento targato fi’zi:k. L’itinerario “corto” di 80 km rappresenta un’opportunità perfetta per coloro che ad aprile non sono ancora nel pieno nella forma, per i ciclisti che per la prima volta si avvicinano al mondo delle granfondo o an-cora per chi preferisce fare una gara veloce ma intensa, invece di godersi i tradizionali percorsi “mediofondo” da 110 km e “granfon-do” di 165 km. Tutte e tre le proposte avranno partenza e arrivo dal cuore medievale di Marostica, Piazza degli Scacchi, ma l’itinerario breve non si spingerà sull’Altopiano di Asiago come i due “fratelli

La partenza della scorsa edizione foto NEWSPOWER

foto NEWSPOWER

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Un atleta impegnato nella Krono fizik-La Rosina 2014

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maggiori”, le cui altimetrie presentano salite quali Castelletto di Rotzo, Verenetta o Monte Corno. La triplice proposta messa in campo dagli organizzatori consentirà agli appassionati di godersi appieno le numerose attrattive offerte da quest’angolo di Vicenti-no. Il centro di Marostica è famoso per la cinta muraria medievale, con i due castelli che caratterizzano la skyline della cittadina, men-tre nei dintorni si possono ammirare le dolci colline con i ciliegi in fiore (siamo in primavera) e, salendo ancora, i paesaggi montani dell’Altopiano di Asiago con boschi e pascoli di montagna. L’altra grande novità del 2015 è legata alle quote di partecipazione che quest’anno sono state ribassate dagli organizzatori: tutti i dettagli per strappare un posto in griglia si trovano sul sito ufficiale della manifestazione www.granfondofizik.it, mentre non mancheranno nemmeno quest’anno i granfondisti stranieri attratti dai bei percor-si vicentini, dalla fama del brand fi’zi:k e… dal prezzo d’iscrizione bloccato a 10 € per i residenti all’estero. Una grande conferma 2015 è quella della Krono fi’zi:k-La Rosina, la cronoscalata che sabato 14 marzo farà da vero e proprio pro-logo al main event di domenica 26 aprile: i primi 100 classificati, infatti, avranno un posto nella griglia “Regine” della granfondo del 26 aprile. La “Krono”, alla sua seconda edizione, si snoderà lungo i 4,9 km che separano il centro di Marostica dal culmine della mitica salita della Rosina e la finish line sarà piazzata proprio di fronte all’Hotel Ristorante che dà il nome alla celeberrima erta marosti-

cense. Iscrizioni a prezzo poco più che simbolico anche per la Krono fi’zi:k-La Rosina con quota fissata a 10 € per gli uomini e a 8 € per le ladies. La Granfondo fi’zi:k nel corso degli anni ha visto fra i suoi partecipanti anche tanti ospiti VIP, in virtù delle numerose sponsorizzazioni con cui la multinazionale di componenti vicentina sostiene atleti e team professionistici e sicuramente il prossimo aprile diversi pro saranno presenti al fianco degli appassionati, come i vari David Millar, Giovan-ni Visconti, Bernhard Eisel o Daniel Oss fecero lo scorso anno. Per quanto concerne i circuiti, infine, la Granfondo fi’zi:k è la se-conda tappa del noto Alé Challenge ed inaugura il neonato circuito Maglia Nera By Pinarello che include alcune delle più celebri gran-fondo venete. La Granfondo fi’zi:k è prova valida del Campionato Nazionale e Provinciale ACSI Vicenza e, inoltre, è gemellata con la Granfondo Città di Asolo: questa partnership unisce due delle più caratteristiche “città murate” del Veneto e consentirà agli iscritti della Granfondo fi’zi:k di partecipare a prezzo agevolato all’evento trevigiano.La Granfondo fi’zi:k, dunque, è saltata in sella e la “primavera” marosticana chiama all’appello tutti gli amanti delle ruote fine, pri-ma alla Krono fi’zi:k-La Rosina del 14 marzo e poi alla prova in linea di domenica 26 aprile. Per informazioni e news sulle gare di Marostica basta consultare il sito www.granfondofizik.it o l’evento Facebook “Granfondo fi’zi:k-Città di Marostica”.

foto NEWSPOWER

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GIRO DELLE MINIERE 2015

UN TERRITORIO UNICO INCONTRA LA PERFETTA OSPITALITÀ. DAL 2000 SI PEDALA NELLA NATURA DEL SULCIS, TRA CAGLIARI, IGLESIAS E SANT’ANTIOCO

a cura della REDAZIONE

DAL 31 MAGGIO AL 3 GIUGNO, TRA PANORAMI MOZZAFIATO ED IL PARCO GEOMINERARIO, IN UN’EDIZIONE CHE PRESENTA ANCHE LA NOVITÀ DI UNA CRONOMETRO A SQUADRE. SQUADRE DA MEZZA ITALIA HANNO GIÀ DATO LA PROPRIA ADESIONE

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Il Giro delle Miniere è rinato nel 2000, su-scitando subito notevole interesse ed ap-prezzamento per l’organizzazione, e per il percorso proposto, che attraversa paesag-gi davvero unici, e non solo in Italia. Al suo primissimo anno, era stato proposto come manifestazione a livello Regionale, mentre nelle edizioni successive la SC Monteponi ACD gli ha dato un differente abito, portan-dolo quindi a livello nazionale con il chiaro intento di farlo crescere anno dopo anno. È così che si è arrivati a questa edizione del 2015, la numero 16. In particolare, da ormai 6 anni il Giro delle Miniere prolunga le sue giornate di gara a tappe nelle varie località del Sulcis Iglesiente. Si tratta di un territorio per cui vale la pena spendere due parole; spesso infatti la Sardegna è cono-sciuta solo per il suo meraviglioso mare e le sue suggestive coste; ma quest’isola non è solo mare, ma anche Sulcis, con la sua natura incontaminata e ricca di siti archeo-minerari aperti al pubblico ma interessanti anche da vivere. Quale migliore occasione per conoscerla, visitando i suoi percorsi e ammirando le bellezze dei suoi luoghi in sella ad una bicicletta? Il Giro delle Miniere vuole regalare ai suoi atleti anche questo spettacolo, motivo per cui sono state pro-poste anche quest’anno le altre tre giornate di Giro nelle varie località sulcitane: Valler-mosa, Siliqua e Portoscuso.

Al via della manifestazione ci saranno atleti di livello nazionale ed internazionale. Sa-ranno presenti varie rappresentative pro-

venienti dalla Toscana, Lazio, Campania, Molise, Piemonte, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria e Veneto. E come negli anni scorsi, anche per questa 16esima edizione saranno garantite le ri-prese televisive del Giro delle Miniere che saranno poi trasmesse sul canale in chia-ro di SKY Chanel 920. Lo spazio riservato sarà di novanta minuti, all’interno dei quali si potranno vedere le fasi più importanti e le azioni più belle della gara, con riprese che proporranno anche le bellezze del territorio mostrando spettacolari paesaggi all’interno dei siti archeominerari; il tutto completato dalle interviste alle personalità e alle autorità del nostro territorio, tra cui il Commissario del Parco GeoMinerario e i vari Assessori Regionali, Provinciali e Comunali. L’obbiet-tivo della SC Monteponi ACD, infatti, ol-tre a quello prettamente sportivo, è di far conoscere e valorizzare quella particolare zona della Sardegna che si chiama Sulcis, cercando di incrementare e migliorare il tu-rismo della zona dell’Iglesiente-Guspinese; presentando agli atleti della Penisola, e non solo, le bellissime spiagge e i paesag-gi della Costa Verde e sfruttando al meglio la visibilità che la manifestazione può offrire grazie agli almeno 500 partecipanti tra at-leti, tecnici ed accompagnatori. Il Giro delle Miniere, con la prima giornata dedicata al Trofeo Parco Geominerario Memorial Ro-berto Saurra, è abbinato al Parco Geomi-nerario, sorto proprio con l’approvazione della nuova Legge con l’intento di incre-mentare il turismo.

Il via ufficiale è previsto per la mattina del 31 Maggio ad Iglesias, nella Zona Indu-striale Sa Stoia per trovare poi il traguar-do dopo 118 km sul viale Monteponi della stessa città. In questo percorso misto verrà offerto agli atleti un panorama paesaggisti-co mozzafiato, che costeggia i comuni di Vallermosa, Gonnosfanadiga, Arbus e Flu-minimaggiore, dove sono presenti alcune affascinanti costruzioni di epoca nuragica e romano punica. La seconda giornata di gara si terrà invece nel pomeriggio del 1° Giugno a Portoscuso. Il percorso vallona-to costeggerà il lungomare della cittadina, dove è presente l’unico polo industriale an-cora attivo nel Sulcis Iglesiente. Il panorama suggestivo del mare, che domina incontra-stato le bellissime coste, accompagnerà i corridori per tutta la lunghezza del trac-ciato. Il comune di Vallermosa ospiterà la manifestazione nel terzo giorno di gara. Gli atleti saranno impegnati in un circuito pia-neggiante con alcuni saliscendi da ripetere per 3 volte. Il percorso si sviluppa ai pie-di di un colle di origine vulcanica sul quale è posizionato il Castello di Acquafredda, una struttura fortificata di epoca medioe-vale, costruzione attribuita al nobile pisano Ugolino della Gherardesca, citato anche da Dante nel 33esimo canto dell’Inferno. Infi-ne, il Giro delle Miniere si concluderà con la novità di questa manifestazione, la Crono-metro a Squadre nella quarta e conclusiva giornata di gara con un percorso di 29 km pianeggiante nel comune di Siliqua.

Il Giro delle Miniere è una manifestazione che dalla Sardegna sta costantemente ac-crescendo il proprio appeal nei confronti di tutta Italia. E che si distingue anche per l’orgoglio con cui la società organizzatrice si impegna, di anno in anno, per migliorare il proprio evento ma anche per contribu-ire allo sviluppo del ciclismo sull’isola dei quattro mori. Una terra di meraviglie pa-esaggistiche, ma anche di riconosciuta ospitalità, che non mancherà di sorpren-dere e far innamorare tutti gli sportivi che sceglieranno di partecipare al Giro delle Miniere!

Tempo di

lettura 6 min

Fanghi Rossi - Miniera di Monteponi a Iglesias

foto PAOLO PINTUS

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MESTIERI IN BICICLETTA

DALL’ARROTINO AL CASTAGNARO, DAL BARBIERE AL LATTAIO, A FABRIANO UNA SINGOLARE MOSTRA DI MEZZI D’EPOCA, QUANDO L’UOMO, PER LAVORARE, SCEGLIEVA LE DUE RUOTE

[email protected]

C’era una volta il venditore di giocattoli. E il cinematografo ambulante, il robusto portapacchi delle poste, il riparatore del caldano di rame, il vetraio e il vendito-re di gelati. Con tutte le sue statuine, poi, anche il presepe ambulante. Tutto su due ruote, rigorosamente a trazione umana: la bicicletta.Ai “Mestieri in bicicletta” è dedicata la mostra presso la galleria delle Arti di Fa-briano. Le bici esposte sono l’esempio di fantasia e praticità, nelle loro modifi-che e adattamenti. Tutto secondo la ne-cessità dell’artigiano.Il percorso espositivo, composto da bi-ciclette originali, è arricchito da foto d’e-poca in bianco e nero e ricostruisce l’am-biente sociale e culturale in cui gli artigiani e le loro biciclette si muovevano.“Mestieri in bicicletta” rivela, in tutta la sua drammaticità, lo sforzo e la fatica per risolvere i problemi della quotidiani-tà di un tempo e ricominciare a vivere, con il sudore del proprio lavoro, un’esi-stenza dignitosa nei periodi difficili del dopoguerra della prima e della seconda guerra mondiale.La mostra è uno spaccato di storia ita-liana a partire dagli anni venti fino agli anni sessanta ed ha un valore sociale ed educativo per quanti hanno il piacere di visitarla.

www.mestieriinbicicletta.it

a cura della REDAZIONE

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PRESTIGIO E GRANFONDO DEGLI SQUALI

L’AZIENDA DI SAN MARINO È MAIN SPONSOR DELLA NUOVISSIMA GRANFONDO

a cura della REDAZIONE

«UN EVENTO COSÌ IMPORTANTE ORGANIZZATO DA UN FANTASTICO TEAM DI PERSONE» QUESTE LE PAROLE DI GIANCARLO DI MARCO, AMMINISTRATORE DELEGATO DI PRESTIGIO. UNA PRIMA VOLTA A CUI L’AZIENDA PRODUTTRICE DI TELAI COMPLETAMENTE TAILOR MADE NON POTEVA DAVVERO MANCARE

[email protected]

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La Granfondo degli Squali Cattolica e Ga-bicce Mare sta preparando la sua primis-sima edizione, in programma il prossimo 17 maggio. A sostegno della manifesta-zione, che si annuncia come una delle più importanti novità nel panorama fondistico nazionale, l’organizzazione ha raccolto una serie di attività che hanno scelto di esse-re partner, ma soprattutto protagonisti sin dall’inizio di questa nuovissima avventura. Tra questi, Prestigio ricopre un ruolo di par-ticolare rilievo, perché da subito ha sposa-to la causa. «Non solo per una vicinanza geografica» precisa Giancarlo Di Marco, Amministratore Delegato di Prestigio, con sede a San Marino. «Ma anche perché in questo evento crediamo davvero molto, e siamo sicuri che sarà un successo».

L’accordo è stato firmato da Prestigio e l’ASD Veloclub di Cattolica, società orga-nizzatrice, in collaborazione con il Ciclote-am 2001 Gabicce, col patrocinio dei Co-muni di Cattolica e Gabicce Mare e delle Associazioni Bike Hotel Cattolica e Bike Hotel Gabicce Mare. Un insieme di impre-se con cui Prestigio condivide la scelta della Granfondo degli Squali, manifesta-zione su cui l’azienda leader nella costru-zione di telai su misura e completamente italiani punta con estrema sicurezza.

Promossa anche a prova di campionato italiano fondo ACSI, quello del 17 maggio sarà anche un appuntamento di grandissi-mo interesse che vedrà impegnati gli atleti su due percorsi, uno corto da 80 km ed uno lungo da 130 km, che si snoderanno tra mare e colline, attraversando due regio-ni, Romagna e Marche, con arrivo a Gabic-ce Mare. Altro motivo per cui Prestigio ha deciso di appoggiare il progetto è dato dal fatto che l’evento coinvolgerà tutto il terri-torio con una serie di iniziative collaterali, eventi e opportunità per il pubblico di cicli-sti ed accompagnatori, proposte dai privati o dalle associazioni che parteciperanno.

«Non potevamo non esserci – prosegue Di Marco – un evento così importante a pochi passi dalla nostra realtà, un progetto dedi-

cato al ciclismo amatoriale, quindi anche ai nostri clienti. Un’occasione unica per in-contrare amici e conoscerne di nuovi, per presentare nuovi modelli e nuove iniziative, in collaborazione con un fantastico team di persone, gli organizzatori, che condividono con noi la passione per questo sport. Una gioia, inoltre, poter essere accompagnati da un testimonial d’eccezione, Michele Bar-toli, che sarà con noi ai nastri di partenza».

Per Prestigio un’occasione, indiretta ma comunque significativa, anche per pro-muovere non solo le proprie bici da stra-da, realizzate integralmente con fattura artigianale italiana, ma anche la nuovissi-ma SandX, una sorta di mountain bike dal peso non superiore agli 8 chilogrammi, passo più lungo e raggio di sterzata più ampio, per una manovrabilità ottimale an-

che sulla sabbia, fondo per cui la SandX è stata immaginata e costruita. Una bici splendida, tutta da provare, che sul model-lo di altre nazioni europee, Olanda in parti-colare, potrebbe diventare di divertimento e gran moda, e vivere un vero e proprio boom sui tanti chilometri di costa del no-stro paese, soprattutto in periodi come la primavera e l’autunno.Tornando alla Granfondo degli Squali ed alla partnership con Prestigio, vale anche la pena ricordare che, evento nell’evento, si correrà anche il V Campionato Italiano Gommisti – Trofeo Vredestein, ideato da Apollo Vredestein Italia, nota azienda olan-dese produttrice di pneumatici, da qualche anno impegnata anche nel ciclismo e so-stenitrice di questa importante manifesta-zione, che affiancherà Prestigio come main sponsor alla granfondo.

L’outlet dell’azienda Prestigio a San Marino

L’amministratore delegato di Prestigio Giancarlo Di Marco

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72 IL TELAIO IDEALE

ERAKLE TSUNA BICI PENSATA PER TUTTI

a cura di ROBERTO ZANETTIfoto di ROBERTO ZANETTI e ALFONSO RAVIZZA

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Tempo di

lettura 8 min

A chi non piacerebbe, anche solo per un giorno a prescindere dalle tristi vicende collegate al personaggio, emulare le gesta epiche di Marco Pantani? La storia di Carrera e di Pantani, ne-gli anni in cui “il pirata di Cesenatico” diede inizio alla propria leggenda, è strettamente legata a Davide Boifava (patron e fon-datore, con Luciano Bracchi di Carrera-Podium) e alle biciclet-te che escono dallo stabilimento di Calcinato, in provincia di Brescia. Devo ammettere d’aver provato una certa emozione quando, pensando a questo connubio indissolubile, ho messo per la prima volta il mio fondoschiena sulla sella della Erakle TS, la specialissima che Carrera-Podium ci ha messo a disposizio-ne per questo servizio. Ovviamente nulla a che vedere con le biciclette di “una volta”, se così si possono definire; non sono passati cent’anni dai modelli di allora ma i materiali, le linee, le geometrie e le grafiche applicate alle bici da corsa hanno subito un’evoluzione così veloce che, alle volte, diventa difficile confrontarle.La Erakle TS appartiene a quella new generation di biciclette che non passano inosservate; sarà per la sagoma delle sue tubazioni nelle quali, in primo piano, viene messo in evidenza l’imponente tubo obliquo e la generosa scatola del movimento centrale, oppure per la sobria colorazione nero opaco abbinata all’azzurro e all’arancio scuro, tonalità sapientemente mischiate con cura ed eleganza.Ma non è solo per l’aspetto estetico che la Erakle TS piace, ci sono una serie di fattori personali legati alle caratteristiche di guida e ai componenti scelti da Carrera-Podium che ci sembra meritevole esaltare dopo averci pedalato in queste ultime due settimane di test, verifiche e considerazioni.

La nostra prova:In primis va detto che i sette chilogrammi riscontrati sulla bilan-cia sono stati una vera sorpresa.Seconda cosa, vista la dimensione delle tubazioni, pensavamo che il peso potesse essere un punto a sfavore della Erakle TS. Invece, i moderni processi di lavorazione di Carrera-Podium, hanno portato questa bici a una leggerezza inaspettata che non è solo teorica ma effettiva, percepibile soprattutto quando si pe-dala! Maneggevolezza (in alcune fasi di corsa sembra quasi un “giocattolino”) e rigidità laterale assoluta, ottenuti dall’impiego di materiali pregiati quali la fibra di carbonio High Module stratifica-ta – Pre-Preg 40Tons e 60Tons – permettono una padronanza di guida pressoché totale e, aggiungerei, anche ben gradita.Proprio per questo motivo consigliamo la Erakle TS, come an-che suggerisce Carrera-Podium nelle pagine del catalogo 2015 dedicate alle varie tipologie di utilizzo delle proprie bici, a chi si cimenta nei “lunghi” delle gare amatoriali o a quegli appassio-nati che prediligono le tante ore passate in sella. Macinatori in-stancabili di chilometri che, se percorsi con la bici giusta come potrebbe essere la Erakle TS da noi testata, possono davvero fare la differenza a livello prestazionale tra un ciclista qualunque e un buon granfondista che si difende bene su ogni tracciato.

NELLA NUOVA COLLEZIONE 2015 DI CARRERA-PODIUM È RACCHIUSA LA TRADIZIONE ITALIANA ALLA STATO PURO. «ANTICIPARE E INNOVARE», QUESTO IL LORO MOTTO AL QUALE AGGIUNGEREI: «SENZA STRAVOLGERE». OVVERO MANTENERE UN INVISIBILE FILO CONDUTTORE TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO PER RIMARCARE IL GIUSTO RUOLO CHE L’AZIENDA DI DAVIDE BOIFAVA HA CONSEGUITO NEI SUOI ANNI DI STORIA

Test bike

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Perché comprarla:Carrera-Podium ha sviluppato in collaborazione con Chimi Chip il sistema Podium Chip. Tutte le biciclette della collezione 2015 offrono di serie questo in-novativo metodo di riconoscimento del prodotto. Podium Chip è anche un’efficace garanzia contro il furto e permette di avere la completa tracciabilità della vita della bici Carrera. Grazie al Podium Chip, annegato nel telaio, è infatti possibile verificare l’originalità, la sua corretta manutenzione e l’assistenza post vendita.

Caratteristiche tecniche:

• Telaio: carbonio monoscocca Pre-Preg T-700sC HM50 T – Hs40 – Hs60 T 1K• Cambio: Shimano Dura Ace 9000• Deragliatore: Shimano Dura Ace 9000• Guarnitura: Shimano Dura Ace 9000 compact 50x34 – pedivelle 172,5 mm• Catena: Shimano Dura Ace 9000• Ruota libera: Shimano Dura Ace 9000 11x28T• Movimento centrale: Press Fit 30• Freni: Shimano Dura Ace 9000

• Forcella: CM35 Carbon 60HM 1K – peso 375,00 gr• Serie sterzo: FSA integrata 1-1/8” – 1,5”• Attacco manubrio: FSA OS-99 CSI in carbonio 120 mm• Piega manubrio: FSA K-Force Compact in carbonio 42 cm esterno - 40C/C• Reggisella: Carrera aero• Sella: Selle Italia SLR Flow• Cerchi: Vision Metron 40 full carbon• Coperture: Continental Sprinter 22 mm tubolari• Mozzi: Vision• Portaborraccia: Elite PVC• Taglie: XS – S – M – L – XL• Colori: base opaca su tre varianti colore e grafiche• Peso telaio: 1025,00 gr, Tg. M – forcella e reggisella esclusi• Peso bici completa (come in foto): 7,00 kg, completa di pedali, come bici testata (in foto)

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Test bike

La Carrera-Podium Erakle TS nella versione testata, con ruote Vision Metron 40 full carbon e gruppo completo meccanico Shimano Dura Ace 9000

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Il Produttore e Distributore per l’Italia:Podium srlVia Statale, 5225011 Calcinato (BS) Tel. +39 030 9964322Fax: +39 030 9964820E-mail: [email protected] site: www.carrera-podium.it

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Accessori e materiali utilizzati per il test:

• Casco: Carrera Nitro www.carreraworld.com• Occhiali: Smith Pivlock Overdrive www.safilo.com• Scarpe: Diadora Jet Racer www.diadora.com• Abbigliamento: Carrera www.carrera-podium.it• Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it• Pedali: Look Keo 2 Max Blade www.lookcycle.com

Disponibile da:Luglio 2014

Tempo di consegna:Tre settimane a seconda della disponibilità in magazzino

Il passaggio dei cavi avviene all’interno del telaio che è già predisposto per l’installazione di gruppi elettronici

Il reggisella è serrato

da un collarino a doppia vite che permette una chiusura perfetta e sicura

La forcella in carbonio 60HM 1K, dal peso di 375,00 gr si va ad inserire nella robusta serie sterzo integrata da 1-1/8” – 1,5”

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CICLOCROSS, TELAIO E REGOLAZIONI DI ASSETTO: QUALI SONO I RIFERIMENTI BIOMECCANICI?

76 BIOMECCANICA INBICI

Il ciclocross da sempre cugina “povera” delle discipline su strada, da sempre mol-to amata nei paesi bassi e in Francia, sta riscuotendo negli ultimi anni un nuovo ed entusiastico interesse da parte di molti praticanti delle ruote lisce.Già al momento dell’acquisto di una nuo-va bici o dell’adattamento di una biciclet-ta da strada esistente si presentano una serie di dubbi circa alcune scelte tecniche riguardanti il telaio e i componenti.Per comprendere meglio le scelte tec-niche di telaio, componenti e assetto occorre focalizzare su quali siano le ca-ratteristiche di percorso e di impegno bio-meccanico tipiche di questa disciplina.

I percorsi ciclocross sono costituiti da lun-ghi tratti di fuori strada, sentieri di cam-pagna con terra e fango, sterrati, prati e boschi, intervallati a brevi tratti in asfalto e con un fondo e pendenze in qualche caso variabili. Spesso il tracciato prevede cur-ve molto angolate e tratti di “single-track” ovvero dove passa una sola bicicletta per volta. In qualche tratto inoltre, il ciclista è costretto per pendenza e/o fango a scen-dere dalla bici e affrontare il percorso a piedi trasportando la bici in spalla e que-sto di solito in circa il 10% del percorso.

Quindi in sintesi estrema variabilità con tratti brevi ma molto impegnativi dove il bilanciamento del mezzo e dei baricentri e la guidabilità del mezzo giocano un ruolo fondamentale.

Queste caratteristiche del ciclocross han-no già trovato da parte delle aziende che propongono biciclette dedicate tutta una serie di risposte tecniche in termini di ge-ometrie e di componenti.Il telaio ciclocross deve essere legger-mente più corto 10-20 mm rispetto al te-laio utilizzato su strada al fine di garantire una maggiore compattezza della struttura e dell’assetto del ciclista.L’altezza dello sterzo risulta anch’essa ri-dotta al fine di favorire non l’aerodinamica ma una migliore distribuzione del peso anche sulla ruota anteriore oltre che la compattezza della geometria.L’angolo del piantone è invece più avan-zato al fine di favorire una posizione del baricentro corporeo più avanzata utile a supportare i numerosi passaggi impegna-tivi del tracciato.In termini di guidabilità del mezzo l’an-golo di sterzo più steso indietro (meno verticale rispetto alla strada) si abbina ad un rake della forcella più ampio così

da favorire un aumento del passo e della sensibilità di manovra nei passaggi tec-nici più difficili.

Per quanto riguarda la scelta dei com-ponenti pedale e scarpa da MTB sono obbligati ma con l’accorgimento di una regolazione della tacchetta più arretrata al fine di ridurre l’impatto sul tricipite del polpaccio già molto impegnato nell’af-frontare i tratti impegnativi di corsa. La sella, giusta nella larghezza posteriore, dovrebbe risultare più stretta nella parte anteriore al fine di favorire i frequenti spo-stamenti del baricentro corporeo. Infine il manubrio più largo allo scopo di favorire una maggiore sensibilità della guida nei passaggi tecnici difficili con fango e ter-reno pesante.

L’altezza della sella nei due assetti deve rimanere inalterata, salvo eventuali adat-tamenti necessari nel caso in cui le pedi-velle montate nelle due biciclette siano, di lunghezza diversa in quanto la scelta può giustamente ricadere su una pedivella più corta rispetto a quella utilizzata su strada al fine di favorire l’agilità anche nei tratti più pesanti del percorso.L’arretramento della sella deve, invece, subire un leggero avanzamento verso la verticale del movimento centrale allo sco-po di avanzare il baricentro corporeo a supporto dei maggiori picchi di potenza da imprimere sul pedale.Lo scarto o dislivello fra sella e manubrio deve risultare maggiorato in quanto, come già detto, deve favorire un bilanciamento migliore del peso sulla ruota anteriore nei passaggi con terreno pesante.Al contrario la distanza sella-manubrio deve subire una riduzione allo scopo di favorire una maggiore compattezza del ciclista e spostamenti più precisi e fini del baricentro corporeo utili a gestire le parti più dure e tecniche del percorso.Tutto ciò non può non prescindere da una attenta valutazione biomeccanica da parte di tecnici biomeccanici competenti sull’ergonomia e la biomeccanica appli-cata al ciclismo. Buon “fango” a tutti.

*Responsabile Tecnico Velosystem®

a cura di FABRIZIO FAGIOLI*

[email protected]

foto BETTINIPHOTO

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Laboratorio biomeccanico professionale offre tutti i servizi Velosystem

Punto attrezzato per l’offerta dei servizi base per il comfort del ciclista

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4° TROFEO ANTONINO SCOPELLITI A VILLA SAN GIOVANNI (RC)

IL 22 MARZO LA QUARTA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DEDICATA AL MAGISTRATO ANTONINO SCOPELLITI

a cura della REDAZIONE

LA CORSA PUNTA AD AUMENTARE IL NUMERO DEI PARTECIPANTI. È VALIDA COME PROVA DEL CAMPIONATO ITALIANO ACSI. E CON LE CONVENZIONI ALBERGHIERE STUDIATE DALL’ASD CICLO BIKE VILLESE È POSSIBILE VISITARE UN TERRITORIO DI GRANDE CULTURA E TRADIZIONE

[email protected]

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Ci sono luoghi in cui la passione per la bici è in continua crescita pur senza vantare decadi di storia. Ci sono luoghi in cui passato e presente si incrociano nella memoria di accadimenti che restano nelle coscienze ancor prima che nelle cronache. E poi ci sono luo-ghi dove proprio con la bici è possibile celebrare quei fatti che, pur-troppo, sono entrati nella storia di una regione, di un paese intero.A Villa San Giovanni, il 22 marzo, si disputa la quarta edizione della fondo dedicata ad Antonino Scopelliti, magistrato che fu ucciso il 9 agosto del 1991. Era in vacanza; in quel periodo stava preparan-do il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Sulla stele del magistrato, che si trova a Piale, in un piccolo piazzale con affaccio mozzafiato sullo Stretto di Messina, la fondo si ferma ed osserva un minuto di raccoglimento, come ricor-da Antonio Bova, presidente della Ciclo Bike Villese. Che ammette «di essere salito in bici per la prima volta sei anni fa. Ma un po’ in tutta la Calabria di queste manifestazioni non se ne sono mai fat-te. Per noi si tratta della quarta edizione, ci aspettiamo 350 iscritti, per il territorio senza dubbio un buon numero».Sul sito della Ciclo Bike Villese si trova regolamento, percorso ed altimetria. Ed il programma, che oltre al passaggio sul luogo della memoria di cui sopra, prevede anche l’ovvio pasta party. Ci sono tutti, gli ingredienti, insomma. Anche perché la manifestazione è valida come prova del Campionato Italiano ACSI, prova di Coppa di Sicilia, Campionato Interregionale Sicilia-Calabria, Campiona-to Interforze. Tutto il 22 marzo, a testimoniare il desiderio di voler davvero dare forza ad un evento che è anche un dito puntato sul

calendario, un segno rosso su di un giorno di 24 anni fa. Una memoria che si può mantenere anche grazie allo sport, alla

bici in particolare.La medio fondo chiede alle gambe dei parteci-

panti 82 chilometri, 112 la fondo. Si parte e si

arriva

a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. A disposizio-ne ci sono diverse convenzioni alberghiere, attraverso cui poter prolungare il soggiorno, anche perché ad una decina di chilometri Reggio Calabria ospita i famosi Bronzi di Riace. E sempre vicino si possono ammirare Scilla e Bagnara Calabra, dove tra borghi, castelli, belvedere, chiese e torri, è possibile scoprire un territorio di grande fascino ed ospitalità.La fondo di Villa San Giovanni, quarto Trofeo Antonino Scopelliti, segna la crescita del ciclismo amatoriale nel sud Italia. Così facen-do si unisce alla Nibali, in Sicilia, ed al ciclismo sardo, sempre più vivo e in parte trascinato dalle imprese di Fabio Aru, promessa del ciclismo italiano a cui abbiamo dedicato la copertina del numero precedente. Una zona d’Italia, questa del sud, che sta crescendo in organizzazione di eventi come questo, del 22 marzo, il quale farà conoscere sempre più le naturali bellezze di un territorio ricco di arte, storia e tradizione.

La partenza dell’ultima edizione

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TRAGUARDI RAGGIUNTI

FRED CASADEI, L’AMATORE A TUTTO TONDO

a cura di PAOLO MEI

È NATO A ROMA, SICILIANO DI ADOZIONE, VIVE A TORINO E AMA LA FOTOGRAFIA. SPOSATO E PADRE DI DUE BAMBINI, FRED CASADEI È IL PROTOTIPO DEL CICLOAMATORE VERO E, SOPRATTUTTO MODERNO: PEDALA SEI GIORNI A SETTIMANA E COMUNICA SU TWITTER

[email protected]

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Buongiorno Fred e benvenuto nella ga-lassia INBICI. In che modo lei si è avvici-nato alla bicicletta?«Buongiorno a voi e a tutti i lettori. Intan-to grazie a INBICI per questa intervista, ne sono onorato.Ho cominciato per caso quando mi si rup-pe l’auto e dovevo andare a lavorare. Ogni giorno mi alzavo qualche minuto prima per regalarmi qualche colpo di pedale di in più… e parlo di 4 anni fa! Letteralmente fol-gorato. Poi di lì a pochissimo la mia prima bici da corsa, un amore e un’attività, il cicli-smo, che mi ha trasformato letteralmente: da persona sedentaria a sportivo convinto, perdendo anche, nel frattempo, 24 kg.»

Quali sono i percorsi e le gare che lei predilige?«Mi piacciono molto i cosiddetti ‘mangia e bevi’, strappi ripetuti e salite di un paio di km, in quei casi dò il meglio di me. Quando, alla Fausto Coppi, ho fatto il Fauniera (22,5 km di salita) ho capito che forse non sono

tagliato per ascese così lunghe anche se me la sono cavata e mi sono gestito bene, mai piede a terra, mai crampi. Inoltre, se piove mi trovo anche meglio, anzi di più, il divertimento aumenta.»

Risposta secca: strada o mountain bike?«Strada!»

Raccontiamo ai nostri lettori, che sono prevalentemente amatori, come è strut-turata la sua giornata tipo?«Avendo famiglia, alle 6.30 faccio una cola-zione robusta e un piccolo spuntino un paio d’ore più tardi e a metà mattinata si parte per l’allenamento che cambia a seconda del periodo. In questo periodo alleno il fon-do. Quando faccio uscite brevi ‘integro’ la giornata sportiva con lo stretching, esercizi posturali in generale e talvolta anche un po’ di running.»

Lei ha oltrepassato la soglia dei 40 anni, una famiglia con due figli. Quanto è diffi-cile ritagliarsi gli spazi per una passione come il ciclismo che richiede comunque tempo e denaro?«Spesso è una questione di testa, il vo-ler fortemente una cosa. Qualche anno fa quando facevo i turni in fabbrica mi sveglia-

vo alle 4 del mattino per potermi allenare ed essere a lavoro alle sei puntuale, allenarmi nella pausa pranzo o subito dopo la fine del turno di lavoro. Poi si sa, la bici aiuta a ca-pire che bisogna fare sacrifici, non solo sui pedali ma anche nella vita!»

Il 2015 è ormai arrivato, quali sono le so-luzioni tecniche che adotterà sulla sua bicicletta e quali sono i suoi obiettivi sta-gionali?«Mi piacerebbe acquistare le ruote a medio profilo, credo mi si addicano e quelle pro-vate finora hanno confermato questo pen-siero. I miei obiettivi sono, prima di tutto di-vertirmi e conoscere persone che abbiano questa passione. Poi spero essere di aiuto alla mia squadra, il GranBike Velo Club di Torino ma anche imparare dai miei com-pagni, ci sono atleti davvero molto bravi e molto più esperti di me quindi l’occasione sarà buona per tutti. L’impegno c’è e anche la voglia è tanta.»

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L’ALPE CIMBRA DI FOLGARIA LAVARONE LUSERNA

TUTTO PRONTO PER UNA VACANZA SULLA NEVE A TUTTA FAT BIKE!!!

L’Alpe Cimbra di Folgaria Lavarone in Trentino, da sempre vocata ad accoglie-re gli appassionati di MTB ( ricordiamo la famosa competizione 100 km dei Forti), a partire da questa stagione invernale è ancora più vicina che mai ai biker: in primis lo è geograficamente, infatti ba-sta uscire al casello di Rovereto nord e in 20 minuti di macchina ecco che si ar-riva sull’Alpe (oppure per chi arriva dal nord-est imboccando la bretella Piovene Rocchette (A31) continuare dall’uscita autostradale in direzione Trento) e quindi facilmente raggiungibile da tutte le città del Centro-Nord Italia; ma lo è ancor di più in termini di prodotto: sono circa 60 i km di single track che sono stati prepa-rati tra Folgaria e Lavarone per la pratica delle Fat Bikes.

Le Fat Bikes (ruote grasse) sono delle bici particolari che arrivano dagli Stati Uniti e sono dotate di gomme più larghe che consentono di pedalare su single track appositamente battuti e su terreni cedevoli. Si tratta di tracciati studiati ad hoc e battuti per offrire emozioni a chi non può fare a meno della bici nemmeno con l’arrivo della stagione più fredda!

A Folgaria sono al momento quattro i percorsi individuati tra Costa (6 km par-

ticolarmente indicati per i neofiti), Serra-da (8 km una bellissima discesa con un dislivello importante ammirando i forti e le malghe), Passo Coe (5 km passando per il lago, Base Tuono e Malga Zonta) e Forte Cherle (10 km immersi nella natura selvaggia e incontaminata). Il program-ma proposto da Bike Rent Folgaria pre-vede anche la possibilità di romantiche uscite in notturna con cena in rifugio.

A Lavarone durante la stagione inverna-le il bike park mette da parte le discipli-ne del Downhill e del Freeride, per de-dicarsi all’enduro e alle fat bike con la tracciatura di vari single track immersi in panorami mozzafiato. Il tracciato più lungo si sviluppa per più di 15 km lun-go vecchie strade forestali immerse nei meravigliosi boschi dell’Alpe Cimbra e attraversa le piccole e caratteristiche

frazioni di Lavarone per tornare poi al punto di partenza. Il tracciato più corto, di 9 km, dopo un primo tratto in comune con quello più lungo, si divide per por-tare anche il ciclista meno allenato ad immergersi in un paesaggio incantevole e lungo strade forestali dalle quali po-trà ammirare le sculture degli artisti che hanno reso magico il famoso “respiro degli Alberi”.

Le fat bike sono noleggiabili in loco. Info su alpecimbra.it

Per informazioni: Ufficio Stampa: Dr.ssa Daniela Vecchiato +39 329 0554256Via Roma 60, 38064 Folgaria (TN)Tel. 0464 720538 Fax 0464 723018E-mail: [email protected] Sito web: www.alpecimbra.it

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Ogni linea Biotex è caratterizzata da elementi unici che la contraddistinguono per termicità, vestibilità, compressione e design, ma tutte hanno lo scopo di migliorare le prestazioni del corpo durante l’attività aerobica.BIOFLEX WARM è l’intimo termico a compressione graduata, per garantire le massime prestazioni e la più elevata protezione a chi pratica sport invernali. La vestibilità modellata enfatizza la muscolatura, il tessuto è altamente isolante e traspirante. Termicità e traspirazione garantite dalla fibra BTX yarn in Polipropilene in oltre l’85% del capo, intrecciata con filati tecnici elasticizzati.

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Il Trentino d’inverno lo si pensa generalmen-te di bianco vestito. Gli eventi invernali e gli sport sulla neve sono di casa sulle monta-gne e tra le vallate delle provincia di Trento che, nonostante le non proprio abbondanti precipitazioni naturali, nelle settimane pas-sate hanno ospitato situazioni di spessore nazionale, europeo e mondiale in particolar modo per quanto concerne lo sci di fondo. Gennaio infatti ha mandato in pista gare di Coppa del Mondo come il Tour de Ski o la Combinata Nordica – che per chi non co-noscesse la disciplina si compone di gare di salto con gli sci e successive prove di fondo – o la mitica Marcialonga, la più popolare granfondo invernale d’Italia con quest’an-no 7700 partecipanti al via. In tutto questo la Val di Fiemme è stata centro nevralgico di questi eventi e la stessa vallata dolomi-tica in estate smetterà la divisa “bianca” e salterà in sella con le mountain bike. Con lei anche Val di Non, Altipiani di Lavarone, Fol-garia e Luserna, Val Rendena, Val di Sole e Valsugana per un risultato finale che sarà Trentino MTB 2015. A dicembre ci eravamo lasciati ai traguardi tagliati dall’edizione 2014 del circuito in fuoristrada, che numeri alla mano ha conta-to oltre 5000 biker al via, tutti ra-dunati in Trentino da 20 regioni e quasi 70 province. I vincitori, sempre per dovizia di informa-zione sportiva, sono stati Ivan Degasperi del Team Todesco e Lorena Zocca della SC Barbie-ri nelle Assolute, con il trentino che ha anche trionfato nella M1. Gli altri primi della classe 2014 rispondono ai nomi di Stefano Dal Grande (Open), Gianluca Boaretto (Elite Sport), Daniel Tassetti (Junior), Georgy Dmi-triev (M2), Stefan Ludwig (M3), Michele Bazzanella (M4), Tarci-sio Linardi (M5) e Silvano Janes (M6), mentre la squadra con il maggior numero di punti totaliz-zati è stata il Team Todesco.

Venendo all’anno in corso, tra circa tre mesi, contando anche quello di uscita di questo numero di INBICI, si torna in griglia per la settima edizione di Trentino MTB e come si vociferava a fine anno passato le gare della serie saranno sei, nell’ordine ValdiNon Bike (3 maggio), 100 Km dei Forti (14 giugno), Dolomitica Bren-ta Bike (21 giugno), La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme (2 agosto), Val di Sole Ma-rathon (30 agosto) e la chiusura affidata alla 3T Bike del 4 ottobre. Per cinque mesi le ruote grasse prenderanno possesso del Trentino e dei cuori di migliaia di biker, anche perché le novità non mancano per questa edizione in rapido avvicinamento.

Questo è il tempo per tutti di programmare gli appuntamenti e le uscite durante la primavera e l’estate, e per facilitare il compito dal punto di vista del portafoglio e degli “incastri”, gli organizzato-ri trentini di Trentino MTB hanno pensato a sconti e calendari…ridotti. Cosa significa lo spieghia-mo immediatamente. L’iscrizione cumulativa all’intero circuito, sot-toscrivibile fin da ora seguendo le istruzioni su www.trentinomtb.com, viene proposta a € 140 an-ziché € 166, e se si pensa che sei gare siano troppe o altri impegni inderogabili occupano già il ca-lendario nelle giornate degli even-ti trentini, nessun problema, da quest’anno è possibile registrarsi anche a 5 eventi con la tariffa di € 120 invece di € 141. Novità numero due. La rivista INBICI che da sempre segue e vi racconta Trentino MTB per filo e per segno, ha deciso quest’an-no di farvi uno splendido regalo, o meglio lo farà in collaborazione con il challenge trentino premian-do ad ogni gara il concorrente che arriva da più lontano con un origi-nale completo tecnico.Tornando alle iscrizioni, anche per il 2015 sarà in vigore la Pro-posta Offerta Speciale Team riser-vata alle squadre numerose che

Tony Longo conduce il gruppo di testa nel verde della Val di Sole Marathon 2014

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potranno staccare i tagliandi di registrazione con formule 3x2 (da 7 a 12 membri della squadra, ogni 3 concorrenti uno è gratuito) – o 2x1 (oltre i 13 concorrenti, ogni 2 biker uno non paga!). Si parla ovviamente di iscrizione cumulativa che però a conti fatti, grazie a questa speciale promozione, risulta senza dubbio vantaggiosa. Ogni prova di Trentino MTB sarà anticipata da una gara “Mini” riservata ai giovani appassionati delle ruote artigliate, e sarà oc-casione per ammirare i talenti del futuro mentre si godono una giornata di divertimento e sorrisi insieme ai pari età di tutta Italia.Dal punto di vista del regolamento, il montepremi complessivo di Trentino MTB 2015 andrà oltre i 40.000 Euro, i “Friend of Trentino

MTB” – lo scorso anno i “brevettati” furono oltre 100 – saranno debitamente riconosciuti, ci saranno le gare Jolly con il 20% di punteggio in più (nel 2015 sono la 100 Km dei Forti e La Vecia Fe-rovia) e anche i Bonus Finisher cumulabili per chi chiude cinque o sei gare. In ultimo, per chi ama le sfide in salita, si potrà concorrere ad altri speciali premi con la Classifica dello Scalatore misurata tappa dopo tappa lungo un salita significativa nei vari eventi. Questo è quanto, in breve ovviamente, nei prossimi numeri vi rac-conteremo ogni manifestazione sempre nei dettagli perché Trentino MTB sarà anche quest’anno tutto da scoprire. Nel frattempo una visi-ta al sito ufficiale www.trentinomtb.com è vivamente consigliata.

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La partenza della ValdiNon Bike 2014

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MENTE IN SELLA a cura di CLAUDIA MAFFI

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«I campioni che praticano sport di resi-stenza, come il ciclismo e la mountain bike ad esempio, possiedono delle ca-ratteristiche mentali particolari, e diverse, rispetto agli altri atleti?» questa è una delle prime domande alle quali, in passato, la psi-cologia dello sport ha cercato di dare una ri-sposta. Ebbene, la risposta c’è ed è afferma-tiva! Un gruppo di ricercatori in psicologia, a seguito di osservazione ed esperimenti con-dotti su differenti campioni di atleti, ad oggi afferma che i campioni di sport di resistenza possiedono, a livello mentale, tutta una serie di caratteristiche ben precise. Questo dato è molto interessante per tutti coloro che prati-cano sport estremi e che, magari, pensano ad intraprendere una carriera agonistica in questo settore. Sapere che esistono delle capacità mentali che, se ben sviluppate, possono contribuire all’esecuzione di una performance ottimale rappresenta di certo uno stimolo ad affiancare alla prepara-zione atletica classica anche una pratica di allenamento mentale.La letteratura psicologica evidenzia ben 4 abilità che, messe assieme, compongono l’atteggiamento mentale caratterizzante gli atleti di successo, ossia qualità che favori-scono lo sportivo nel raggiungimento di una buona prestazione. E attenzione! Non sto parlando di chissà quali “virtù divine” innate

e immutabili, bensì di un atteggiamento mentale che chiunque, anche gli atleti che ne sono sprovvisti, possono allenare e svi-luppare al pari di altre abilità fisiche. Troppo spesso ci si dimentica che dietro ad un campione c’è, prima di tutto, un uomo e come tale non è fatto solo di muscolatura sviluppata e doti atletiche ma anche di valori, esperienze di vita, una vita affettiva compo-sta da familiari e amici. Ogni atleta, oltre alla “gamba buona”, possiede una personalità sua, propria, ed è principalmente questa a guidarlo nelle sue scelte di vita e anche di allenamento; e così nello sport, come nella vita, il giusto atteggiamento mentale favo-risce l’impegno e la buona riuscita nella prestazione. Vediamo assieme le 4 carat-teristiche che compongono l’atteggiamento mentale “vincente”:1. Molti atleti di successo possono essere definiti “realisticamente ottimisti” e per ot-timismo non mi riferisco al far finta che non esistano le difficoltà, tutt’altro! L’atleta otti-mista, semplicemente, è ben consapevole delle difficoltà ed imprevisti nei quali potreb-be incappare in gara e le accetta, fiducioso di poterle affrontare. L’ottimismo di faccia-ta, all’opposto, consiste nell’imbrogliare se stessi ripetendosi degli incoraggiamenti che l’atleta per primo sente come falsi, per cui costituisce un modo assolutamente contro-producente di affrontare le difficoltà; il falso ottimista finisce soltanto per illudersi e così facendo, di fronte ai primi ostacoli di gara, sarà portato più facilmente ad abbattersi: «ecco, essere ottimisti non serve a niente! Io ci ho provato a pensare che andasse tutto bene, però mi è andata male anche oggi». Convincersi che andrà tutto bene, senza però esserne davvero convinti, non aiuta affatto l’atleta in difficoltà; un vero campio-ne non perde tempo “piangendo” una gara andata male o un errore commesso durante la competizione ma cerca, piuttosto, di ca-pire dove ha sbagliato, cosa è andato storto e guarda già avanti, riflettendo su cosa può concretamente fare per andar meglio la volta successiva;2. Un’altra importante abilità, caratterizzante gli atleti di successo, è la capacità di “tol-lerare le frustrazioni” e consiste nel per-severare verso i propri obiettivi agonistici, nonostante le sconfitte. Nel ciclismo e nella MTB frustrazioni ed incognite sono all’ordine

del giorno: quante volte avete la sensazione di impegnarvi tanto eppure i risultati sembra che non arrivino? Quante volte arrivate alla fine di una gara e dite “Oggi mi aspettavo di ottenere di più? E come vi sentite quando un brutto infortunio manda a monte un intero anno di preparazione? Come ben sappiamo i risultati di un atleta in gara non dipendono esclusivamente dalla sua dotazione fisica, o dall’impegno profuso in allenamento, sono anche molte altre le variabili che possono ostacolare la performance finale! Gli atleti che scelgono questo sport stringono un patto quotidiano con la fatica e la frustrazione ed è con queste due “amiche” che dovranno fare i conti ogni giorno;3. Un’altra abilità mentale, ben sviluppata in molti atleti di successo, è “l’auto-efficacia” ossia la stima nelle proprie capacità di ri-uscita; ciò non vuol dire sopravvalutarsi ma riconoscere sia i propri punti deboli sia i punti di forza per porsi obiettivi realistici in linea con le proprie potenzialità. Gli atleti professionisti guardano alle gare principalmente come ad una sfida continua nei confronti di se stes-si e dei propri limiti, non come ad eventi nei quali aver paura di un’eventuale sconfitta. Un atteggiamento mentale di questo tipo favo-risce nell’atleta la nascita di un sentimento di curiosità e la volontà di mettersi alla prova che, relegando in secondo piano l’ansia per la possibile sconfitta, predispone men-te e corpo a fare del proprio meglio nel mo-mento presente;4. Da ultimo, ma non ultimo, in un atleta di successo non può mancare l’Autodiscipli-na, la quale riassume un po’ tutte le abilità appena elencate e consiste nella capacità di porsi obiettivi reali e concreti adatti alle proprie capacità personali, impegnandosi a fondo nel raggiungerli con la consapevo-lezza dei sacrifici e difficoltà che si dovranno affrontare.

Tutti possono acquisire la “mente del cam-pione”, iniziando con lo sviluppare ciascuna di queste caratteristiche e per farlo il primo passo consiste nel riflettere sui propri abituali modi di pensare: lasciate a casa i pensieri controproducenti e demotivanti, prendete consapevolezza di ciò che potete e sapete fare ed inseguite i vostri obiettivi a suon di pedale, lasciandovi guidare dal gusto della sfida con voi stessi.

ACQUISIRE LA TESTA DEL CAMPIONE:L’ATTEGGIAMENTO MENTALE VINCENTE

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ORTLER BIKE MARATHON

FA IL PIENO DI ISCRITTI, A GIUGNO MTB PUNTATE SULLA VAL VENOSTA

a cura di NEWSPOWER

SABATO 6 GIUGNO 1A EDIZIONE DELLA ORTLER BIKE MARATHON A GLORENZA (BZ). 850 PARTECIPANTI DA TANTE NAZIONI PER LA NUOVA GRANFONDO ALTOATESINA. BIKE TOUR PER SCOPRIRE GLI STERRATI DELLA VAL VENOSTA E APPROFONDIRE LA TECNICA CICLISTICA. ISCRIZIONI IN PIENA CORSA

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«Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne». (Kant)Per chi nella propria vita sportiva o anche solo da turista o curioso abbia visitato le montagne dell’Alta Val Venosta, monotonia è probabilmente una parola mai saltata alla mente. Questa parte di Alto Adige offre in ogni stagione scenari mozzafiato, e perché allora non andarvi alla scoperta in sella alla propria mountain bike? Se lo sono chiesti Gerald Burger e il suo team e la risposta è venuta da sé: Ortler Bike Marathon, prima edizione il prossimo 6 giugno. La proposta agonistica per la fine della primavera è di un doppio percorso, un Classic di 51 km e 1600 metri di dislivello ed un Marathon da 90 km e dislivello di 3000 metri, immersi nel Parco dello Stelvio ai piedi dell’imponente massiccio dell’Ortles.Gli organizzatori altoatesini riempiono così una sorta di piccola mancanza tra i tanti eventi in questo angolo di regione, ovvero

una granfondo di mountain bike dove spet-tacolo, adrenalina e divertimento siano ele-menti cardine dallo start al finish. Glorenza è uno splendido borgo medievale nel cuore dell’Alta Val Venosta, uno dei “Borghi più belli d’Italia” racchiuso in una cinta muraria con torri, porte e vedette che lo configurano come una vera e propria cittadina fortificata, un tempo animata da uomini a cavallo, carri e carrozze e ora pronta a ricevere centinaia di ruote artigliate. L’accoglienza sarà, come è forse superfluo sottolineare, delle migliori nel classico stile elegante, aperto e amiche-vole della gente altoatesina. La gara da Glorenza porta a Burgusio, frazione del comune di Malles dove uno sguardo, e perché no, una visita prima o nel dopo gara a Castel Principe sarà dovuta. Qui i due tracciati si dividono, i “marato-neti” si arrampicano per circa mille metri di dislivello tra sentieri, single track e stradine panoramiche fino agli oltre 2200 metri del

Lago dei Preti (in tedesco Pfaffensee). In discesa poi si piomba sulle sponde dei la-ghi di Resia (quello del campanile immerso, esattamente!) e di San Valentino dove i due percorsi si riuniscono, visto che chi sceglie la variante corta arriva direttamente qui da Burgusio. Nella seconda parte non c’è di sicuro da annoiarsi, con una salita panora-mica e stuzzicante che porta poi a discen-dere verso Mazia, Castel Coira, Sluderno e Glorenza per chiudere.Questo per quanto riguarda il giorno della gara del 6 giugno, ma l’Alta Val Venosta propone un ventaglio di cultura, relax, sport e divertimento che in 24 ore solamente non si riesce ad esplorare in toto. Ecco allora la proposta di un periodo di più giornate nel segno della MTB dal titolo: “Le giornate di allenamento e prova con Urs Graf”. Escur-sioni, test di materiali, workshop e chiara-mente il tagliando di partecipazione alla Ortler Bike Marathon sono inclusi.

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La bella iniziativa è in programma dal 31 maggio al 10 giugno e gli appassionati pos-sono scegliere fra due pacchetti-vacanza da 3 o 6 giorni, con Urs Graf, ex allenatore della nazionale svizzera di XC, e altri tecnici a fare da esperti trainer e guide. Al termine della vacanza, inoltre, spazio ai premi con un partecipante che potrà vincere un sog-giorno per 2 persone presso l’Hotel Gufler di Sluderno. Le informazioni su “Le giornate di allenamento e prova con Urs Graf” sono su www.suedtirolbike.info.L’Ortler Bike Marathon è ovviamente anche disponibile e felice di accogliere biker di ogni tipo e curiosi sulle piattaforme Social, Facebook in primis, oltre al sempre aggior-nato sito ufficiale www.ortler-bikemarathon.it dove si rintracciano le modalità di registra-zione, il regolamento completo e le ultimis-sime news giorno dopo giorno verso il pros-simo 6 giugno. Le iscrizioni alla Ortler Bike Marathon 2015 procedono a spron battuto, nel mese di gennaio si sono oltrepassati gli 850 prenotati al via che per una debuttante, a oltre quattro mesi dalla gara, è un risultato non da poco, con atleti e appassionati pro-venienti da tutta la penisola ma anche da Germania, Svizzera, Austria, Liechtenstein, Australia, Gran Bretagna, Romania, Olanda, Francia e Ungheria. Fino a fine maggio è in vigore la tariffa di € 55 comprensiva di uno zaino tecnico come pacco gara insieme ad altri allettanti gadget. Una parte dei proventi delle iscrizioni verrà donata ad un’associa-zione di volontariato, Assisport Alto Adige, che sostiene con forza le attività di giovani talenti sportivi altoatesini.Il menu sembra quindi completo. La prima Ortler Bike Marathon si prepara a portare alla scoperta di montagne straordinarie, natura incontaminata e piccoli borghi dove tuffarsi nella storia sarà immediato e facile come… andare in bicicletta. E che nessu-no venga a parlare di monotonia in Alta Val Venosta.

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OLTRE L’OSTACOLO92

IL PRESENTE E IL FUTURO DI BOTTECCHIA

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Troppo spesso guardiamo al mondo dell’off road solo prendendo in consi-derazione brand americani e tedeschi e trascuriamo a priori i marchi di casa no-stra. È anche vero che la mountain bike è nata negli Stati Uniti ma ricordiamoci che, in fatto di biciclette (e non solo…), a noi italiani ben pochi possono insegnare qualcosa.Il telaio Gardena, in carbonio monoscoc-ca UD full suspension 27,5” con perno passante da 12 mm ed escursione 100 mm, realizzato con tecnica DMMT, è la risposta di Bottecchia nel segmento del-le full suspended. Le aziende straniere che, in questi ultimi anni, stanno mono-

polizzando il mercato devono, a nostro parere, cominciare a temere anche i competitor italiani perché la proposta del prestigioso marchio veneto è davvero molto concorrenziale.MTB particolarmente indicata per il cross country (anche qui, di solito, si usa una terminologia americaneggiante quando sarebbe più facile, in italiano, dire “pe-dalare nei boschi”), la Gardena 27,5” si contraddistingue per uno sloping ar-moniosamente arquato e dal tubo dello sterzo differenziato (1” 1/8 sopra – 1” ½ sotto) mentre, la scatola maggiora-ta alla congiunzione della parte inferiore del telaio, permette di adottare un mo-

vimento centrale Press Fit da 86 mm. Il progetto, realizzato come sempre per le bici da competizione dal Reparto Cor-se di Bottecchia, esalta le peculiarità del nuovo diametro di ruota da 27,5” (la tendenza più attuale della MTB). Esso racchiude la combinazione perfetta tra l’alta velocità di rotolamento e il facile su-peramento degli ostacoli, caratteristiche delle 29”, con manovrabilità, agilità e ac-celerazione tipica, invece, delle vecchie (per così dire) 26” che sono praticamente andate fuori produzione.Analizzando il carro posteriore a quattro fulcri di tipo Host Link si nota come sia stato concepito per conferire, tramite i

a cura di ROBERTO ZANETTIfoto di ROBERTO ZANETTI e MONICA ANELLO

LA MOUNTAIN BIKE CHE ANDREMO A PRESENTARE IN QUESTO SERVIZIO RAPPRESENTA, COME SI EVINCE DAL TITOLO, IL PUNTO DI PARTENZA E LA PROSSIMA TAPPA DI UNO SVILUPPO PROGETTUALE STUDIATO CON CURA DAL REPARTO CORSE DI BOTTECCHIA. DA QUI PARTE LA SFIDA E SI COMINCIA A PEDALARE!

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Bike test La visione frontale della Bottecchia Gardena 27,5 in azione

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cuscinetti, rigidità e resistenza superiori ai normali standard di produzione. La so-spensione centrale avviene tramite l’am-mortizzatore Rock Shox Monarch XX PL mnr 165 mm, posizionato sotto il tubo orizzontale, ed è comandato da un leve-raggio in fibra di carbonio con lockout al manubrio (così come la forcella anteriore Reba, sempre di Rock Shox), soluzio-

ne personalmente molto apprezzata.Tutte queste qualità costruttive che abbiamo rilevato nel corso della no-stra prova consentono al biker una migliore distribuzione delle forze e dei pesi che gravano sul carro posteriore. Inoltre, cosa di non poco conto, au-mentano la resistenza agli stress de-rivanti dalle sollecitazioni del terreno

Caratteristiche Tecniche

• Telaio: Carbonio monoscocca UD full

suspension da 27,5” con perno passante da 12 mm ed escursione 100 mm

• Cambio: Sram X9• Deragliatore anteriore: Sram X9• Deragliatore posteriore: Sram X9• Guarnitura: doppia Sram X9• Catena: Sram X9• Ruota libera: Sram X9 - 10V• Movimento centrale: Press Fit 86 mm• Freni: Avid Elixir 7• Dischi: Shimano Ø 180 anteriore e Ø 160

posteriore• Forcella: Rock Shox Reba RL 27,5 100 mm pl

axle15• Ammortizzatore centrale: Rock Shox Monarch XX PL mnr 165

mm• Serie sterzo: integrata da 1” 1/8 sopra, 1” ½ sotto• Attacco manubrio: Ritchey WCS 4-Axis in alluminio• Manubrio: Ritchey WCS 31,8 flat in allumino• Reggisella: Ritchey WCS 31,6x400 in alluminio• Sella: San Marco Concor Dinamik Protek• Cerchi: DT Swiss 466 Ø 27,5• Coperture: Schwalbe 27,5x2,10 Rapid Rob• Mozzi: Shimano F/615 R/axle 12 mm• Pedali: Ritchey• Taglie: S – M – L• Colori: nero-arancio opaco (come modello

testato in foto)• Peso telaio: gr. 1750,00 grezzo in taglia M• Peso bici completa (come in foto): 13,5 kg completa di pedali

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Bike test

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e permettono una sicurezza di guida impeccabile anche dove diventa veramente impegnativo spingere a fondo sui pedali, tra-zione costante e tanta potenza da sfruttare fino in fondo.

Il Produttore e Distributore per l’Italia:Bottecchia Cicli Srl V.le E. Ferrari, 15/17 30014 Cavarzere (VE) Tel. +39 0426311724 Fax: +39 0426311710 E-mail: [email protected]

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Accessori e materiali utilizzati per il test• Casco: Carrera Nitro www.carreraworld.com• Occhiali: Salice ITA 004 www.saliceocchiali.it• Abbigliamento:

INBICI by Vifra www.vifra.it• Strumentazione:

GPS Garmin 500 www.garmin.it• Portaborraccia: Elite in alluminio www.elite-it.com

In evidenza:Progettato e realizzato nel più classico dei made in Italy, il telaio Gardena è stato studia-to con le più recenti soluzioni tecniche e con geometria HPG. Nel look sportivo di questa mountain bike bi-ammortizzata firmata Bottecchia sono in evi-denza le finiture molto curate e la moderna grafica nero-arancio opaco, decisamente in tema col mezzo proposto.

Il carro posteriore a quattro fulcri, di tipo Host Link, conferisce rigidità e resistenza

I comandi del deragliatore anteriore Sram X9 e il lock out dell’ammortizzatore centrale

sono posizionati in prossimità della manopola sinistra del manubrio

Il disco anteriore Shimano Ø 180 mm abbinato ai freni Avid Elixir 7

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Accessori e materiali utilizzati per il test• Casco: Carrera Nitro www.carreraworld.com• Occhiali: Salice ITA 004 www.saliceocchiali.it• Abbigliamento:

INBICI by Vifra www.vifra.it• Strumentazione:

GPS Garmin 500 www.garmin.it• Portaborraccia: Elite in alluminio www.elite-it.com

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GRAN FONDO VENA DEL GESSO E RALLY DI ROMAGNA

PONTE DEL 2 GIUGNO DA BIKER A RIOLO TERME (RA)DOMENICA 31 MAGGIO 2A GRAN FONDO VENA DEL GESSO A RIOLO TERME (RA)

LA BIKE-MARATHON È SECONDA TAPPA DEL CELEBRE RALLY DI ROMAGNA, DI SCENA DAL 30 MAGGIO AL 3 GIUGNOCINQUE GIORNI DEDICATI ALLE RUOTE ARTIGLIATE A RIOLO TERME

LA GRAN FONDO VENA DEL GESSO INSERITA NEI CIRCUITI 3 REGIONI SCOTT E PRESTIGIO MTB

COMUNE DIRIOLO TERME

VIa edizioneRally di Romagna

MTB 2015dal 30 maggio al 3 giugno

Riolo Terme (RA)

INFO:www.rallydiromagnamtb.it

Il ponte del 2 Giugno a Riolo Terme (RA) e sull’Appennino Tosco-Romagnolo si svolgerà nel segno delle ruote artigliate delle mountain bike. Dal 30 maggio al 3 giugno, infatti, fra il centro ravennate e gli off road appenninici si svolgerà la 6a edizione del Rally di Romagna, che an-che quest’anno include fra le sue tappe la Gran Fondo Vena del Gesso in calen-dario domenica 31 maggio. Tutte le gare avranno come palcoscenico il Parco Regionale della Vena del Gesso Roma-gnola, fra calanchi e grotte della dorsale gessosa più imponente d’Italia che dà il nome a quest’area protetta, riconosciuta come sito d’importanza comunitaria per la sua particolare conformazione geo-morfologica e per la ricchezza della flora. Gli spettacolari passaggi fra le cave di gesso sono uno degli aspetti che rendono il Rally di Romagna unico nel suo genere e che attirano ogni anno a Riolo Terme biker da tutta Europa, ma non solo, dato che nelle scorse edizioni al via della gara erano presenti anche concorrenti austra-liani e statunitensi. Grazie alla partnership fra gli organizzatori di Romagna Bike Grandi Eventi e Saint-Gobain Gyproc, gli appassionati di ruote grasse possono godersi lo scenario “lunare” della Cava di Monte Tondo, un palcoscenico inimitabile per una gara di mountain bike: si tratta, infatti, di una zona abitualmente interdet-ta al pubblico proprio perché all’interno

della cava avviene l’estrazione del gesso. Saint-Gobain Gyproc, main sponsor del Rally di Romagna, è un’azienda multina-zionale fortemente impegnata nell’inno-vazione “green” e nella gestione soste-nibile delle proprie cave. Saint-Gobain Gyproc opera, infatti, come membro re-sponsabile nella comunità, valorizzando il territorio e assicurandosi che l’estrazione del gesso sia condotta minimizzando gli impatti ambientali. Il gesso estratto dal-la Cava di Monte Tondo viene impiegato per la produzione di soluzioni innovative per l’edilizia ecosostenibile, nel limitrofo stabilimento di Casola Valsenio, contri-buendo al progresso economico della vallata del Senio. La sponsorizzazione e la promozione di attività turistico-culturali e sportive, tra cui il Rally di Romagna, sono tra le azioni di sviluppo sostenibile portate avanti da Saint-Gobain Gyproc per rinforzare i legami con i propri territori.Sempre per rimanere in tema di… gesso, la 2a Gran Fondo Vena del Gesso di do-menica 31 maggio è pronta ad animare una delle giornate più scoppiettanti del Rally di Romagna: il percorso verrà rin-novato rispetto alla scorsa edizione e misurerà circa 50 km con un dislivello di circa 1500 metri. Inoltre il tracciato, come in tutte le altre frazioni del Rally, si sno-derà sugli sterrati del Parco Regionale Vena del Gesso Romagnola, altro partner importante dell’organizzazione. La Gran

Fondo sarà quindi la seconda tappa del Rally di Romagna, e per i biker il ponte della Festa della Repubblica sarà un’oc-casione perfetta per trascorrere qualche giorno dedicato alla MTB a Riolo Terme e dintorni. Il centro ravennate sarà il cuore pulsante della “cinque giorni” romagno-la e, oltre ad ospitare partenza e arrivo di tutte le tappe del Rally di Romagna, sarà sede del villaggio Expo con le ultime novità dedicate al mondo della mountain bike e ai suoi appassionati. Fra i tanti eventi di contorno in programma a ridos-so delle gare spiccano la Festa della Bir-ra di di sabato 30 maggio e il mercatino con le numerose specialità enogastrono-miche romagnole. Lo scorso anno la Gran Fondo Vena del Gesso fu appannaggio di Leopoldo Roc-chetti e Roberta Monaldini, mentre il Ral-ly di Romagna è stato terreno di caccia degli atleti stranieri con i successi del portoghese Ricardo Vicente e della tede-sca Ivonne Kraft.La Gran Fondo Vena del Gesso, infine, fa parte di due dei più importanti challenge di mountain bike nazionali come il Circu-ito 3 Regioni Scott ed il Prestigio MTB. Per tutte le informazioni sulla granfondo e sul Rally di Romagna basta accedere al sito ufficiale www.rallydiromagnamtb.it dove si possono trovare tutti i link relativi a iscrizioni, regolamento e alle attrattive tu-ristiche offerte da Riolo Terme e dintorni.

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COMUNE DIRIOLO TERME

VIa edizioneRally di Romagna

MTB 2015dal 30 maggio al 3 giugno

Riolo Terme (RA)

INFO:www.rallydiromagnamtb.it

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a cura di LUCA ALÒ

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Pezze di Greco, piccolo centro del meridione, ha regalato al pubbli-co e ai corridori una giornata mite, panorami incantevoli e un’orga-nizzazione di primo livello con il doveroso omaggio al suo campio-ne: Vito Di Tano. Vincitore assoluto è stato Marco Aurelio Fontana, il bronzo olimpico di Londra 2012 nella Mountain Bike.Gli ulivi e i muretti a secco di Pezze di Greco sono stati il contorno sug-gestivo dei campionati italiani di ciclocross 2015. La regia dell’ASD Narducci-Team Edil Luigi Cafano, ente organizzatore, ha radunato Re-nato Di Rocco (Presidente FCI), Nino Benvenuti (Oro olimpico nel pu-gilato nel 1960), Davide Cassani (Ct della nazionale di ciclismo su stra-da) e ovviamente “l’enfant du pays”, il campione di casa Vito Di Tano.La gara più importante, quella degli elite, ha visto il monologo del milanese Marco Aurelio Fontana. Il “prorider” ha letteralmente entu-siasmato il pubblico con alcuni passaggi al limite dell’aderenza sull’o-stico percorso di gara. L’atleta della Cannondale ha così centrato la sua ottava maglia tricolore di specialità della sua carriera. Seconda piazza per l’italo-svizzero targato Guerciotti Brian Falaschi, terzo po-sto per Luca Braidot della Forestale.Tra gli Under 23 la notizia più importante è la sconfitta del grande favorito. Gioele Bertolini (Guerciotti) nulla ha potuto contro la sfortu-na e a causa di guasti tecnici e cadute ha chiuso ottavo nella gara vinta dal sempre più convincente Nadir Colledani (Trentino Rosa Anima Nera), capace di battere Luca De Nicola (Lazio Ciclismo) e Manuel Todaro (Guerciotti).Tra gli Junior Jakob Dorigoni (Cadrezzate Guerciotti), domina lo sprint ai danni di Stefano Sala (Guerciotti), con terzo Daniel Smar-zaro (Carraro).Tra le Elite, la migliore è stata ancora una volta Eva Lechner (CSE). La biker altoatesina ha fatto il vuoto anticipando la corregionale, targata Carraro, Anna Oberparleiter. Terza posizione per Elena Va-lentini (Guerciotti).Guerciotti protagonista tra le Under 23 con Alice Maria Arzuffi ca-pace di precedere Chiara Teocchi della Bianchi e Alessia Bulleri, l’elbana della Forestale.La migliore junior è stata l’eclettica Sofia Beggin (Wilier Breganze), prima davanti ad Alessia Verrando (Cadrezzate Guerciotti) e Allegra Maria Arzuffi (Guerciotti).Tra le esordienti femminili, “primo anno”, vittoria di Martina Zanga (Bramati), seconda Emma Faoro (Moro Trecieffe), terza Giada Bor-

ghesi (Carra-ro). Tra le “se-condo anno”, A l e s s a n d r a Grillo (Fiorin) prevale su Be-atrice Pozzo-bon (Mosole) e Gaia Masetti (Paletti). Tra le allieve “primo anno” domi-nio di Nicole Fede, davanti a Ilaria Pola (Melavì Focus) e Denise Pauletto (Sportivi del Ponte). Tra le “secondo anno” vittoria di Sara Casasola (Trentino Rosa AN) davanti a Francesca Baroni (Melavì Focus) e Francesca Selva (Scorzè).Negli esordienti “primo anno” vittoria di Gabriele Torcianti (Superbike), secondo Marko Niemiz (Manzanese), terzo Alessandro Minguzzi (La Fenice). Nei “secondo anno”, va a segno Nicolò Buratti (Manzanese), secondo Alessandro Verre (Loco B.),terzo Emanuele Huez (TBS).Negli allievi “primo anno” dominio di Loris Conca della Cadrezzate, seconda piazza per Samuele Carpene, terza per Tommaso Della Val-le (Sportivi del Ponte). Tra i “secondo anno” vittoria di Alberto Branca-ti, davanti a Filippo Zana (Contri Autozai) e Alessandro Picco (Footon).Nelle categorie amatoriali, da ricordare i vincitori delle maglie trico-lori maschili con Alberto Riva (M1), Mirco Balducci (M2), Massimo Folcarelli (M3), Maurizio Carrer (M4), Biagio Palmisano (M5), Aldo Mares (M-Over), Alban Nuha (Elite sport). Nella classe femminile si sono imposte Sabrina Di Lorenzo (Elite Master), Chiara Selva (M1), Paola Maniago (M2).Ecco le impressioni a caldo dei protagonisti.Marco Aurelio Fontana (Cannondale Factory Racing): «Sono riuscito a fare la mia gara su un percorso tecnico e difficile da interpretare, perché molto veloce. Un pubblico stupendo mi ha regalato tanti ap-plausi. Dedico la vittoria a Livia Gentile, la moglie di Vito, e a Walter Belli, downhiller che sta lottando dopo una terribile caduta in Austria».Eva Lachner (Centro Sportivo Esercito): «È stata la giornata perfetta, nonostante il caldo. Mi sono divertita tanto e ho apprezzato il grande tifo dei pugliesi che a bordo pista mi hanno incitata. Adesso il mio prossimo appuntamento importante sono i mondiali di Tabor».

IL GRANDE CICLOCROSS ABBRACCIA IL SUD

LA PUGLIA È STATA LA GRANDE PROTAGONISTA DELLA MASSIMA RASSEGNA NAZIONALE DEL CICLOCROSS PER IL 2015

L’IMPERATORE MARCO AURELIO FONTANA TRIONFA

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Marco Aurelio Fontana con la maglia tricolore

L’arrivo vittorioso di Marco Aurelio Fontana nella cat. EliteSul podio Tricolore Under 23 Nadir Colledani, Luca De Nicola, Manuel Todaro con i campioni Nino Benvenuti e Francesco Moser

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LA 24 ORE DELLA SERENISSIMA

L’ESTATE DELLA MTB PASSA DA BARBARANO VICENTINO

a cura di NEWSPOWER

LA 24 ORE DELLA SERENISSIMA SARÀ PROVA UNICA DI COPPA DEL MONDO ENDURANCE ACSI. SABATO 4 E DOMENICA 5 LUGLIO A BARBARANO VICENTINO (VI) LA SESTA EDIZIONE DELLA 24H. EVENTO INSERITO ALL’INTERNO DEL FESTIVAL DELLA SERENISSIMA. ADVENTURE & BIKE TEAM AL TIMONE DELLA MANIFESTAZIONE

[email protected]

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Alle pendici dei Colli Berici, nel Vicentino, c’è un paese dove la mountain bike e la passione per lo sport sono di casa. Barbarano Vicentino ospiterà a luglio la sesta edizione della 24 Ore della Se-renissima: l’evento endurance organizzato da Adventure & Bike Team ha celebrato lo scorso anno il suo primo lustro e sabato 4 e domenica 5 luglio è pronto a tornare ad animare il centro di Barbarano e gli off road dei Berici. La gara di mountain bike sarà il cuore pulsante del Festival Endurance della Serenissima, vera e propria festa dello sport che coinvolge l’intera comunità di Barbarano durante le due giornate di gara. Oltre alle ruote ar-tigliate, infatti, gli impianti sportivi del paese vicentino ospiteranno anche tanti altri sport in versione “endurance 24h” come beach volley, calcio a 5, spinwalking, bocce e ancora nordic walking, podismo e tennis, oltre alla Mini 24h della Serenissima dedicata ai biker in erba. Un festival da non perdere per gli amanti dello sport, per i diversi team ma anche per espositori, famiglie e semplici appassionati che potranno gareggiare o semplicemente divertirsi godendosi gli eventi a corollario del Festival. Barbarano aprirà le proprie porte agli sportivi e saranno tante le iniziative dedicate a favorire l’aggregazione ed il coinvolgimento del territorio nel Festi-val Endurance della Serenissima, un evento davvero sentito per la comunità e per questo unico nel suo genere. Le famiglie di

Barbarano ospitano letteralmente in casa propria i biker e durante le due giornate di gara non è raro trovare le tende degli atleti nei giardini privati. Inoltre, fin dagli anni scorsi, è stata anche lanciata un’iniziativa di successo denominata “adotta un solitario”. La “24 Ore”, infatti, è aperta sia alle squadre che ai singoli biker e, grazie a questa brillante idea degli organizzatori, i partecipanti potranno godere non solo dell’ospitalità locale per l’alloggio, ma anche di veri e propri sponsor personalizzati: i partner locali della manife-stazione si sobbarcano i costi d’iscrizione dei singoli partecipanti in cambio di visibilità su numeri e pettorali degli atleti.Il quartier generale della 24 Ore e del Festival è dislocato, come detto, presso gli impianti sportivi di Barbarano Vicentino, mentre i Colli Berici faranno da “arena” naturale alla gara con un circu-

ito che misura circa 7 km e presenta un dislivello di 200 metri. La 24 Ore della Sere-nissima si distingue da sem-pre per i servizi di prim’ordine, sia che si tratti di quelli legati alla corsa come assistenza meccanica, docce, spoglia-toi, cronometraggi in tempo reale, sia quelli relativi alla logistica o agli eventi di con-torno. Il pasta party, ad esem-pio, sarà “all you can eat” con i partecipanti che nel corso delle due giornate potranno rifornirsi ai ristori in qualsiasi momento lo desiderino. L’Ad-venture & Bike Team, inoltre, gode del supporto di sponsor importanti come Melegatti, Sportler, Elettroveneta, Jolly Sgambaro, DoPla, Corratec, Fonti Lissa, Remeha, per ci-tarne alcuni.Infine, non va dimenticata la sicurezza, vero e proprio pun-to fisso degli organizzatori:

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oltre al personale qualificato della Protezione Civile, il 4 e 5 luglio saranno pronti ad intervenire anche ambulanze con i rianimatori, elisoccorso e una squadra del Soccorso Alpino a comporre un piano d’emergenza che include servizi non richiesti in questo tipo di gare. La 24 Ore della Serenissima, inoltre, è un evento solidale e da sempre affianca alla gara l’iniziativa “Io Corro con Emma”, per raccogliere fondi a favore di una bambina affetta da una rara pa-tologia e lo scorso anno l’evento di Barbarano ha anche devoluto una quota delle iscrizioni a Telethon.La prova fa parte del circuito nazionale 24h MTB Italian Challenge organizzato proprio dall’Adventure & Bike Team e che assieme all’evento vicentino include prove endurance anche a Finale Li-gure (SV), Stevenà (PN) e Roma. La 24 Ore della Serenissima è anche tappa dell’“Endurance Tour” con la “6 Ore dei Canonici” inserita all’interno della 24h, sarà valida come Trofeo Elettroveneta e per la “Gran Combinata della Serenissima” assieme all’Atestina Superbike di Este (PD) e alla South Berica di Sossano (VI). L’e-vento di Barbarano sarà prova unica di Coppa del Mondo En-durance ACSI: un accordo importante come testimoniato dalle parole del presidente del Settore Ciclismo dell’ACSI, l’avvocato Emiliano Borgna. «L’evento di Barbarano si distingue per la qualità dell’organizzazione ed è soprattutto per questo motivo che noi puntiamo molto su questo tipo di manifestazioni. Già dall’anno scorso la 24 Ore è entrata sotto l’egida ACSI e vogliamo conti-nuare assieme il nostro percorso dato che la collaborazione con Adventure & Bike è ottima».Insomma, gli ingredienti per una grande festa di sport ci sono tutti e ora non resta che attendere sabato 4 e domenica 5 luglio, quando Barbarano Vicentino verrà invasa dai biker e dagli sportivi per il Festival Endurance della Serenissima.

Info: www.adventure-bike.com

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PREMIATI I VINCITORI DEL GIRO D’ITALIA D’EPOCA

L’EVENTO È AVVENUTO NELLA SPLENDIDA CORNICE DELLA CITTÀ ESTENSE DI FERRARA

a cura di PAOLO AGHINI LOMBARDI [email protected]

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Simbolo di Ferrara è il Castello Estense, fortezza del 1385 eretta come palazzo fortificato per proteggere gli Estensi dopo una rivolta popolare, ma trasformato rapi-damente in dimora residenziale e abbellito da saloni riccamente decorati.Proprio qui, nella piazza del Castello il consiglio direttivo del Giro d’Italia d’Epoca ha dato appuntamento agli appassionati delle bici d’epoca per la premiazione fina-le 2014 domenica 23 Novembre.Alle ore 9 la carovana ha preso il via muo-vendosi tra le strade della bellissima città Estense, portando allegria, colore e diver-timento, tra i cittadini ferraresi che hanno assistito al passaggio della bella comitiva.Da mettere in evidenza il fatto che Fer-rera è considerata la città delle biciclette, poiché qui nel centro storico si viaggia esclusivamente in bicicletta, tant’è che la cittadina viene considerata come la “Am-sterdam di Italia”Alle ore 11,30 all’interno della bellissima sala estense si sono svolte le premiazioni, dove sono stati premiati gli organizzatori delle singole tappe del giro d’Italia d’epo-ca, tutti coloro che si sono aggiudicati il brevetto di bronzo, di argento e d’oro per la partecipazione alla prove 2014 come da regolamento e sono stati consegnati riconoscimenti alle aziende che da anni sono vicine e sostengono il movimento “Vintage”.

Gradito ospite è stato Giancarlo Brocci “patron” dell’Eroica che ha illustrato alla platea i programmi futuri della manifesta-zione vintage di Gaiole, ricordando quan-to sia importante il movimento delle bici d’epoca per il ciclismo nazionale.Terminata la premiazione, pranzo presso la dimora cinquecentesca Duchessa Isa-bella, che è uno degli esempi più affasci-nanti della Ferrara Rinascimentale.Terminato il pranzo tutti in sella della amata bicicletta e via a smaltire il lauto pranzo.

La sala estense con l’intervento di Giancarlo Brocci “patron” dell’Eroica

Premiazioni organizzatori

Ferrara, piazza del Castello

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SPECIALE FITOTERAPIA

IL GIUSTO IMPIEGO DEI DERIVATI VEGETALI NELLO SPORT E NEL BENESSERE

a cura del dottor ALESSANDRO GARDINI*

PREMESSA ALLA NUOVA RUBRICA “SALUTE & BENESSERE”, SUL PROSSIMO NUMERO DI INBICI MAGAZINE

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Negli ultimi tempi, la fitoterapia e la nutra-ceutica, grazie agli enormi sviluppi nella tecnologia di fabbricazione dei fitoestratti e dei nutrienti, e soprattutto alle normati-ve che gli organi nazionali ed internazionali hanno introdotto (EMEA, EFSA, Ministero della Salute, FDA per citarne alcuni), sono diventate uno dei maggiori strumenti di lavoro per gli operatori sanitari del campo nutrizionale, dal medico, al farmacista al biologo nutrizionista. Questo sviluppo così imponente e veloce degli ultimi anni, grazie ai mezzi di comu-nicazione, a internet ed ai social network ha fatto sì che il professionista sia sempre più obbligato ad aggiornarsi ed approfon-dire le tematiche che si presentano quo-tidianamente. In affiancamento quindi alle terapie medi-cinali tradizionali e non, farmacologiche o meno, un ruolo altrettanto importante ha la nutrizione specifica per le esigenze fisiolo-giche dell’individuo e l’integrazione alimen-tare. Diceva Ippocrate tanti secoli fa «se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose

di nutrimento ed esercizio fisico avremmo trovato la strada per la salute».Per medicinale intendiamo in linea gene-rale ogni sostanza, o associazione di so-stanze, curativa o profilattica di determi-nate patologie, quindi capace di esercitare un’azione farmacologica, immunologica o metabolica. Per integratore intendiamo invece tutte quelle preparazioni formulate per contenere una fonte concentrata di nu-trienti, siano esse vitamine, amminoacidi, minerali, acidi grassi o per contenere so-stanze ad effetto fisiologico quali fibre e per l’appunto gli estratti vegetali. Mentre il medicinale è formulato per cura-re, l’integratore a base di fitoterapici nasce per avere un effetto fisiologico di supporto a determinate patologie e protocolli farma-cologici, oppure con uno scopo preventivo su determinati disturbi che nel tempo si potrebbero risolvere da soli. L’integratore alimentare a base di nutrien-ti, invece ha lo scopo di integrare la die-ta tutte quelle volte che questa presen-ta punti critici, e non è sufficiente per lo

svolgimento delle attività quotidiane. Ne-gli atleti e negli sportivi, più in generale, occorre valutare sempre, in maniera il più possibile professionale, le reali esigenze nutrizionali e metaboliche e non affidarsi al fai da te o a personale poco qualificato e molto commerciale. Gli integratori fitoterapici devono esse-re formulati in accordo con le normative vigenti e tenendo conto delle parti delle piante medicinali indicate nelle liste mini-steriali, inoltre il preparato vegetale ancora prima di diventare integratore deve essere standardizzato. Nell’acquisto di un qualsiasi integratore è quindi fondamentale leggere in etichetta tutto quello che la legge impone, solo così potremmo salvaguardarci da eventuali contraffazioni. In farmacia, quotidianamente, si ricevo-no aggiornamenti dagli organi di control-lo, sia sui medicinali sia sugli integratori che presentano contraffazioni o problemi inerenti alla salute, grazie a questi rigidi controlli possiamo avere sempre a di-sposizione dei cittadini, o in questo caso dello sportivo-ciclista, prodotti di elevata qualità e sicurezza. Molti di questi estratti di piante sono og-getto di innumerevoli studi e trial clinici, e proprio su questi mi baserò, sia sfogliando la letteratura a disposizione, sia interpre-tando gli studi che periodicamente vengo-no pubblicati sulle riviste internazionali del settore, per fornire al lettore qualche infor-mazione in più per il mantenimento del suo benessere.Nella rubrica andremo a trattare, le pian-te dal punto di vista della salute sia come aiuto alle patologie, sia come supporto allo sportivo con determinate esigenze, sia al benessere in senso lato.

*Farmacista Responsabile Reparto Sport e Nutrizione

Farmacia del Bivio

[email protected]

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PROMOSPORT 2015TROFEO MARE & COLLINA,

TOUR 3 REGIONI, ITALIAN 6 RACES SCOTT,

DA METÀ FEBBRAIO AL 27 SETTEMBRE

NUOVA SPINTA ALL’ORGANIZZAZIONE CREATA DA IVANO OGNIBENE.

UNA TAPPA ANCHE NELLE MARCHE, INSIEME A TANTI APPUNTAMENTI

ORMAI CONSOLIDATI. TRA MILANO MARITTIMA

E GRANFONDO DEL VERDICCHIO, MTB PER TUTTI GUSTI!

2015 al via, come l’attività di Promosport, che per la stagione 2015 si arricchisce ulteriormente, proponendo un calendario di attività come sempre tutto dedicato alla mountain bike, specialità cross. Il trofeo Mar&Collina, di cui scriveremo tra qualche riga, e poi il circuito Tour 3 Re-gioni ed ancora l’Italian 6 Races Scott.Il Tour 3 Regioni mette in sella Emilia Romagna, Toscana ed Umbria. Unite da uno splendido appennino, generoso nel mettere a disposizione sentieri con la S maiuscola, pronti ad essere solcati dal-le ruote grasse di mezz’Italia. Sette tap-pe su territori che trasudano italianità, e percorsi selezionati per il giusto mix tra fatica, divertimento, spettacolo.Altra manifestazione, il Circuito Italian 6 Races Scott. Anche in questo caso sette tappe, a tradire il nome stesso, 6 Races, 6 gare, ma ad annunciare l’ingresso del-la Granfondo del Verdicchio, a Matelica, in provincia di Macerata. Percorsi nuo-vi, selezionati con la solita cura, ed un ampia gamma di attrattività turistiche per tutti gli accompagnatori.

Si tratta di una serie di manifestazioni che riconfermano quanto organizzato da Promosport, di Ivano Ognibene e Franca Ricci, in ormai molti anni di attività, ma con una rinnovata spinta data da nuove prove inserite nel già ricco calendario. Da un lato, la volontà degli organizzatori di curare con sempre maggiore attenzione un mondo, quello delle ruote grasse, in continua espansione; dall’altro, il desi-derio di venire incontro alle richieste dei biker, anche loro sempre più attenti a percorsi, pasta party, assistenza, e tutto quello che fa MTB.L’apertura vera e propria dell’attività ago-nistica è fissata per il 15 febbraio, a Ma-rina Romea (RA), dove si terrà la prima delle cinque del Trofeo Mare & Collina. Le successive, a Milano Marittima (RA) il 22 febbraio, a Lido Di Dante (RA) il primo giorno di marzo, l’8 marzo a Castroca-ro Terme (FC), infine il 15 marzo a Fratta Terme (FC). Proprio in quest’ultima loca-lità si terranno anche le premiazioni del circuito, perfettamente aderente al suo nome, trasportando i biker dalle pinete

del ravennate alle colline romagnole, in cui non mancano percorsi con passaggi anche decisamente divertenti. La prova di Fratta Terme del 15 marzo, che chiude il Mare & Collina, diventa la prima delle otto che invece compongo-no il cartellone del Romagna Bike Cup 2015. Le altre sette, allora: 19 aprile a Borgo Tossignano (BO), 19 maggio a Monte Grimano (PU), 7 giugno ad Oz-zano Emilia (BO), 5 luglio a Santa Sofia (FC), 12 luglio alle Balze di Verghereto (FC), 2 agosto a Montecoronaro (FC) ed infine 27 settembre a Cesena. Un ca-lendario molto interessante, come pos-sono testimoniare i tanti che hanno già pedalato sui questi percorsi nelle pre-cedenti edizioni, percorrendo i sentieri e le affascinanti alture delle alte colline in provincia di Forlì. Senza dimenticare un passaggio anche fuori regione, nelle Marche, in provincia di Pesaro Urbino, ad impreziosire il Romagna Bike Cup della prossima stagione.Ciliegina sulla torta, la data del 5 luglio, proprio quella di Santa Sofia, sarà vali-da anche come Criterium nazionale della Consulta, un appuntamento nell’appun-tamento, un impegno in più per Promo-sport che propone quindi una novità di grande interesse.Nello scenario della diga di Ridracoli, il 26 luglio si correrà invece il Campiona-to Italiano di Escursionismo. In un luogo speciale appunto, quello del Parco delle Foreste Casentinesi, dove pedalando è possibile incontrare fauna selvatica e gu-stare una flora davvero unica in Italia.

Per tutte le info è possibile utilizzare i seguenti contatti: cell 338 6834464, fax 0543 64754, mail [email protected]. Calendari e regolamenti sono invece di-sponibili sul sito romagnamtb.it.

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1ª tappa D 15 MARZO FRATTA TERME (FC)2ª tappa D 19 APRILE BORGO TOSSIGNANO (BO)3ª tappa D 10 MAGGIO MONTE GRIMANO (PU)4ª tappa D 07 GIUGNO OZZANO EMILIA (BO)

5ª tappa D 05 LUGLIO SANTA SOFIA (FC) 6ª tappa D 12 LUGLIO BALZE - Verghereto (FC) 7ª tappa D 2 AGOSTO MONTECORONARO (FC)8ª tappa D 27 SETTEMBRE Case Castagn. CESENA (FC)

Calendario2015

Premiazioni Finali Romagna BikeCup (11 ottobre 2015 ore 15,30)

UISPsportpertutti

Circuito tappe

senzascarto

5in

COSTO ISCRIZIONI agonisti: - PREISCRIZIONI € 13,00 - DOMENICA € 15,00 - ESCURSIONISTI € 8,00

Circuitoin tappe

con

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Premiazioni Finali Mare & Collina DOMENICA 15 MARZO ore 12,30 Fratta Terme (Fc)

www.tour3regioni.it - www.romagnamtb.it - [email protected] - cell. 338.6834464

Versamento su CCP 11965449 e/o CC Bancario IBAN: IT27 V 07601 1320 000001196 5449 intestato a:Promosport - Via Federico Bondi, 24/A - 47121 Forlì e inviare Copia Versamento, con dati anagrafi ci, società, codice società, numero tessera al fax 0543 64754

ABBONAMENTI SINGOLO CIRCUITO CUMULATIVO

Entro il 1° febbraio: Mare e Collina � 50,00 Mare e Collina + Romagna Bike � 130,00

Entro il 1° marzo: Romagna Bike Cup � 90,00 Romagna Bike + Caveja Bike Cup � 150,00

1ª tappa Domenica 15 FEBBRAIO MARINA ROMEA (RA)

2ª tappa Domenica 22 FEBBRAIO MILANO MARITTIMA (RA)

3ª tappa Domenica 01 MARZO LIDO DI DANTE (RA)

4ª tappa Domenica 08 MARZO CASTROCARO TERME (FC)

5ª tappa Domenica 15 MARZO FRATTA TERME (FC)

Circuito Caveja Bike Cup

Esordienti - Allievi e JunioresGRATUITA

Cognome ........................................................................................ Nome ............................................................................ Nato il .........................

Via .......................................................................................................... Cap ..................... Città .........................................................................................

Società ..................................................................................... N° codice Società ................................ N° Tessera .........................................

Sesso M F Agonista Escursionista

Tel. .................................................................... E-mail ..............................................................................................................................................................

Abbonamenti singoli: � 50,00 � 90,00 Abbonamenti comulativi: � 130,00 � 150,00

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abbonamento

euro 50,00

DOMENICA 5 LUGLIO -

DOMENICA 26 LUGLIO -

Caveja Bike Cup

abbonamento

euro 90,00

È previsto uno sconto per le società che iscriveranno più di dieci atleti,ogni dieci abbonamenti sottoscritti l’undicesimo è gratuito.

News perSOCIETÀ

Quote abbonamenti

ItaItallyy

www.cycleclub.eu

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NO SHORTCUTS. PEDALANDO IN KENYA CON SCOTT SPORTS ITALIA

SOLCANDO LE PISTE DELLA SAVANA CON LA GAMMA MTB SCOTT 2015

a cura di ALDO ZANARDI [email protected]

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I grandi brand hanno le loro filosofie, e non sempre queste contem-plano l’aspetto umano. Viene curata molto l’immagine e all’impor-tatore resta il compito di spingere i rivenditori a grandi programmi. Un buon cliente è considerato chi sa fare grandi volumi di vendite, senza considerare i metodi che portano a tali risultati.Scott Sports Italia si distingue da tutto questo. Fin da quan-do come Acerbis Italia SpA, nella sede di Albino (BG), seppe strutturare uno staff tecnico-commerciale di altissimo spessore professionale.Ma vediamo un po’ di storia del prestigioso brand statunitense.SCOTT nasce nel 1958, dall’innovativa rivoluzione tecnica realiz-zata dall’ingegnere Ed Scott, che a Sun Valley, in Idaho, inventò il primo bastone da sci in alluminio che immediatamente sostituì quelli in bamboo e acciaio. Quell’invenzione rivoluzionaria sancì la nascita di un nuovo marchio: SCOTT che da subito si posizionò sul mercato come leader nel settore dello sci. Alla base della filosofia di Ed c’era la volontà di portare sul mercato innovazioni tecniche.Per anni Scott opera solo nel mondo dello sci, ma nel 1970 entra nel settore del motocross, prima con una mascherina, poi seguita da stivali, manopole e accessori vari. Sempre all’avanguardia opera in questi settori per anni e, nel 1978, nasce il quartier generale Eu-ropeo, con la sua sede in Svizzera a Givisiez, nei pressi di Friburgo.

Bisogna attendere il 1986 per l’entrata nel mondo del ciclismo, quando venne presentata la sua prima mountain bike.L’innovatività del marchio non si ferma, e il 1989 fu un anno im-portante nella storia del ciclismo perché Scott presentò il manu-brio aerodinamico. Quel manubrio venne utilizzato dall’americano Greg Lemond, vincitore quell’anno del Tour de France.

Nel 1991 la Compagnia entrò nel settore della produzione di so-spensioni da mountain bike con Unishock.Nel 1992, SCOTT presentò la sua prima bici biammortizzata se-guita a breve da scarpe e caschi da bici.Nel 1994 venne prodotta una linea di guanti da neve.Il 1997 vide l’introduzione di una linea di abbigliamento tecnico da sci. L’anno successivo iniziò la produzione di sci.Nel 1998 SCOTT presentò la bici biammortizzata più leggera del mondo. Il nome “G-Zero” diventò ben presto una pietra miliare nell’industria delle bici. Nel 2001 SCOTT presentò la bici da strada Team Issue con il telaio più leggero al mondo (meno di 1 kg) superato nel 2003 dal CR1 (895 grammi).2003: arriva la Genius, una mountain bike rivoluzionaria, un con-cetto completamente nuovo di bici biammortizzata con ammor-tizzatore regolabile in tre posizioni (lock-out mode, all-travel mode, e traction mode). Ben presto le riviste del mondo furono piene di articoli riguardanti la Genius. Il suo successo fu coronato dalla vittoria di Thomas Frischknecht a Lugano (CH), nella prima edi-zione del campionato mondiale marathon.Nel 2006 esordisce con una collezione di scarpe da running uo-mo-donna, nate da un contratto con un laboratorio di ricerca e sviluppo a Portland in Oregon.

Scott nel 2008 celebra il suo cinquantesimo compleanno, 50 anni di impegno nel mondo dello sport. I tempi sono cambiati e Scott è diventata il punto di riferimento nei settori Bici, Motorsport, Running e Wintersport. Nonostante questo, la visione che ispirò Ed Scott è rimasta inalterata: INNOVATION-TECHNOLOGY-DESIGN.

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Gruppo prima di un’escursione da Watamu

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Nel 2010 lancia la nuova leva Twin Loc, che permette al biker di cambiare o di bloccare l’escursione della bici senza staccare le mani dal manubrio. Il biker può scegliere tra full travel, traction mode e forcella e ammortizzatore Equalizer 2 completamente bloccati.

Arriviamo al 2011 con la nuova Scale, la Genius LT e una colle-zione di E-Bike.La nuova MTB Scott Scale, pesando meno di 899 grammi, è il te-laio in carbonio più leggero. Il Campione del Mondo Nino Schur-

ter ha vinto con questa bici la Overall MTB World Cup.La Genius LT ridefinisce nuovamente l’All Mountain.LT significa Long travel, escursione ne-cessaria nelle situazioni in cui dopo una discesa impegnativa si deve pedalare per risalire. Nessun problema grazie alla Ge-nius LT, la bici all mountain con telaio in carbonio più leggera. Il Twin Loc permet-te di cambiare l’escursione dell’ammor-tizzatore da lock out a 185 o 110 mm. Grazie alla stretta collaborazione con il gigante dell’elettronica Bosch, Scott è la prima compagnia ad offrire una E-Bike sy-stem facile da usare e bella esteticamente.

Dopo questa doverosa presentazione della storia del brand, torniamo a parlare della filosofia aziendale.Da decenni, Franco Acerbis, Presidente di Scott Sports Italia, rappresenta Scott in Italia. Affiancato da uno staff di grande esperienza, integrato con nuovi innesti per seguire i settori che man mano si ag-giungevano alla gamma proposta dal vul-

canico brand statunitense, è sempre stato un riferimento a livello nazionale. Nella storica sede di Albino (BG) viene coordinato tutto il mercato italiano, sotto la supervisione del General Managar Do-natella Suardi, capace manager che si è guadagnata la stima e il rispetto di tutti gli operatori del settore. Al loro fianco un’altra figura storica, Mario Noris, che da atleta, del quale è difficile elencare i successi visto il lunghissimo curriculum sportivo, prima come professionista su strada per poi essere uno dei pionieri della MTB, dove per anni è stato uno degli uomini di punta a livello naziona-le e internazionale. Mario, con il ruolo di Bike Sales Manager da decenni si occupa del settore bike, affiancato a sua volta da validi collaboratori, tra i quali citiamo Guido Camozzi, recentemente promosso al ruolo di Junior Sales Manager. Ma sono tante le figu-re professionali che compongono la struttura di Scott Sports Italia e sarebbe veramente lungo citarli tutti.Uno degli aspetti fondamentali, che è stato sempre tenuto in pri-mo piano, è l’interazione con i clienti, che sono sempre stati sup-portati e assistiti con grande attenzione. Tutto questo ha portato alla selezione di un folto gruppo di clienti storici, con i quali, da decenni, la collaborazione ha prodotto un rapporto di reciproca soddisfazione. La copertura della distribuzione a livello nazionale è sempre stato uno degli obbiettivi del gruppo, con grande at-tenzione a non saturare le singole zone, in modo da garantire ai singoli rivenditori un adeguato bacino nel quale operare. Nuovi innesti vengono effettuati dove ne viene individuata la necessità. I bike test, l’assistenza e la formazione tecnica, sono tutte inizia-tive programmate in collaborazione, al fine di garantire uno stan-dard qualitativo di altissimo livello. I “Corsi Tecnici Scott”, che si tengono sia ad Albino sia in altre sedi sparse sul territorio nazio-nale, hanno lo scopo di formare o aggiornare il personale tecnico dei dealer sulla componentistica, sia Scott che su quella montata come allestimenti sulla gamma distribuita, il tutto in collaborazione con i partner tecnici di Scott.Un’altra iniziativa che viene da anni portata aventi, è quella del viaggio di fine anno, dove la dirigenza di Scott Sports Italia, invita

foto REBOLDI

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i suoi migliori clienti in una meta affascinante, dove poter trascor-rere una settimana di relax, confrontandosi, e discutere sulle stra-tegie in un clima informale, oltre a testare la nuova gamma MTB. Quest’iniziativa è volta a consolidare i rapporti di reciproca stima, sia tra azienda e i clienti, e tra i clienti stessi, in modo che la diretta conoscenza li predisponga a un miglior rapporto di collaborazione e rispetto.

Con lo slogan “NO SHORTCUTS”, ovvero, nessuna scorciatoia, dritti verso il nostro obiettivo (questo è il nuovo slogan di Scott), quest’anno la meta è stata il Kenya, dove un gruppo di quasi 100 persone ha potuto trascorrere una vacanza in uno dei paradisi naturalistici del globo. A guidare il gruppo erano i vertici di Scott Sports Italia, Franco Acerbis e Donatella Suardi, coadiuvati da Mario Noris e Guido Camozzi e altri collaboratori.Al seguito della comitiva sono state portare anche una trenti-na di bike della gamma 2015. Tutti i modelli di punta, Scale e Spark RC, sia 27.5” che 29” e le versioni 710 e 910, sono state messe quotidianamente a disposizione dei partecipanti, con le quali è stato possibile fare delle escursioni, guidate e assistite, su un territorio incantato, spingendosi dalle spiagge bianche nei pressi di Malindi, fino a lambire la savana, un autentico paradiso naturalistico.Presenti nel gruppo anche atleti di alto livello, come Franz Hofer e Daniele Mensi, quest’ultimo al suo comiato dalla famiglia Scott dopo anni di proficua collaborazione, e Denise Karbon, grande campionessa di sci alpino, che non ha certo bisogno di presen-tazioni, basti ricordare due medaglie mondiali, le numerosissime vittorie e la conquista della coppa del mondo di slalom gigante nel 2008. Denise, compagna di Franz Hofer, ha partecipato anche ad alcune escursioni in bici, dimostrando che le doti atletiche le permetterebbero di primeggiare anche in questo sport.Buona parte del gruppo non ha certo voluto perdere l’occasione di partecipare a un safari nella savana, un’esperienza unica, che ha portato un folto gruppo nel resort di Doa Doa, nella riserva “Kulalo Ranch” confinante con il Parco Nazionale dello Tsavo

Est, sulle rive del fiume Galena, a circa 120 km da Watamu, dove, al Bravo 7 Islands Resort, il gruppo aveva la base logistica.Due giorni intensissimi, a stretto contatto con la natura e i Masai, che hanno guidato gli ospiti all’interno del resort, affascinando tut-ti con i loro suggestivi racconti, spiegando la loro storia e tradizio-ni, traducendo dallo swahili tanti termini, rendendoli comprensibili anche a noi occidentali.

Racconti serali dei Masai al Doa Doa

Zanardi-Camozzi-Poletti nella savana

foto REBOLDI

foto ALDO ZANARDI

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Ma il piatto forte è stato il safari con le jeep nella savana, all’interno del Parco Nazionale Tsavo Est, una delle tante riserve faunistiche istituite in Kenya al fine di preservare fauna e flora, dove gli animali selvatici possono vivere in libertà. La parola “safari” è alquanto inquietante, porta alla mente i tempi in cui veniva considerato uno sport per ricchi, armati di fucili, che si dilettavano nell’abbattere le fiere, solo per puro divertimento. Fortunatamente oggi questo non accade più, i turisti sono sempre “armati”, ma fortunatamente di attrezzature fotografiche, per immortalare questi splendidi animali, che lottano per sopravvivere, conservando un delicato equilibrio che si è rischiato di distruggere definitivamente. All’interno del Parco Tsavo Est si possono, con un po’ di fortuna, vedere tutti

gli animali endemici, solo il rinoceronte non è più presente, quasi completamente estinto a causa dei bracconieri che ancor oggi lo cacciano per il suo corno, a cui sono attribuite proprietà magiche frutto di credenze completamente infondate. I pochi esemplari ri-masti sono stati trasferiti in una riserva protettissima, dove si sta tentando il ripopolamento.Noi siamo stati molto fortunati, e nel corso delle due giornate ab-biamo potuto ammirare quasi tutti gli animali della riserva, leoni, ippopotami, zebre, giraffe, gazzelle, elefanti, impala, babbuini, struzzi e altri ancora, persino lo sfuggente ghepardo, un animale molto riservato e difficilmente osservabile.

Non si poteva certo perdere l’occasione di una pedalata nella sa-vana, e lo staff Scott ha fatto arrivare al Doa Doa tre MTB, con le quali si sono potute percorrere alcune decine di chilometri nella savana, opportunamente scortati. Un’esperienza unica, dal sapore della grande avventura, anche se il caldo torrido non ha certo reso agevole la performance. Ma non si poteva perdere quest’occasio-ne, immortalata dagli scatti del fotografo ufficiale Natale Reboldi.

Il rientro a Watamu ha lasciato tutti con un senso di nostalgia, ma nella mente un ricordo indelebile, consci di aver avuto la fortuna di ammirare una delle meraviglie della natura. Le lunghe piste vallo-nate, i fiumi, la vegetazione, gli animali e il meraviglioso tramonto nella savana, tutti ricordi che non potranno mai essere cancellati.

Gli ultimi giorni sono trascorsi in relax, con alcune escursioni in MTB per visitare i dintorni di Watamu, Malindi e i tanti villaggi della zona, dove, al nostro passaggio, i bambini accorrevano per salu-tarci, incuriositi da questi strani turisti.

L’avventura in Kenya terminava con grande dispiacere, ma il lega-me tra Scott Sport Italia e i suoi clienti ne usciva come sempre raf-forzato. I confronti e lo scambio di opinioni facevano capire quanto questa filosofia aziendale abbia successo, con obbiettivi comuni, oltre alla certezza di disporre di un gamma prodotti sempre all’a-vanguardia, rispettando i dettami di Ed Scott: “INNOVATION-TECHNOLOGY-DESIGN” e allora “NO SHORTCUTS”!

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CICLI TARTAGGIAL’EDEN DEL CICLISTA

a cura di ROBERTO ZANETTI – foto di ROBERTO ZANETTI

CHE SI USI LA BICI, QUALUNQUE ESSA SIA, TUTTI I GIORNI O UNA VOLTA OGNI TANTO VALE LA PENA “METTERE DENTRO IL NASO” DA CICLI TARTAGGIA. QUALCOSA DI NUOVO DA VEDERE O DA IMPARARE NELLA VITA, COSÌ COME NEL CICLISMO, C’È SEMPRE; MEGLIO NON LASCIARSI SFUGGIRE CERTE OPPORTUNITÀ, POTRESTE PENTIRVENE…

Sempre più spesso i negozi di biciclette sono dei punti di ritrovo per ciclisti e appassionati dove passare qualche momento in com-pagnia e condividere con gli amici la passione per il ciclismo.Cicli Tartaggia di Gattico, in provincia di Novara, non è solo quello che abbiamo appena detto ma è un riferimento ben preciso per coloro che amano la bici e praticano il ciclismo in tutte le sue forme e le sue discipline. Appena usciti dall’autostrada (la A26 Genova-Gravellona) al casello di Arona, basta svoltare a sinistra e in poco meno di un chilometro si è già arrivati, ovviamente per chi viene dalla vicina Lombardia o dall’alto Piemonte; mentre, per i “locali”, è decisamente più semplice raggiungere questo autentico paradiso delle due ruote dove poter trovare tutto ciò che si cerca inerente al variegato universo della bicicletta.Nel fornitissimo punto vendita (circa 350 mq), inaugurato nel 2012 dopo molti anni passati nel piccolo negozio della vicina Oleggio Castello (precisamente dal 1998), ad accogliere i ciclisti non vi sono delle “veline” in minigonna e tacco dodici ma lo stesso Bep-pe Tartaggia con suo nipote Manuel. Due seri professionisti del proprio mestiere che vi sapranno consigliare e indirizzare nel modo migliore la scelta del mezzo o la riparazione più conveniente da fare sulla propria bicicletta. Sì, perché Beppe Tartaggia, oltre ad essere rivenditore ufficiale di alcuni principali marchi come Bianchi, Wilier, Pinarello, Haibike, FSA, Vision, Zipp, Corima, Fulcrum (solo per ci-tarne qualcuno), è anche un meccanico qualificato così come Ma-nuel, che dietro all’imponente bancone di lavoro è sempre prodigo e disponibile nel sistemare velocemente ogni piccolo problema.Tanta esperienza, qualità di manodopera, simpatia ed efficienza sono le armi vincenti di Cicli Tartaggia; un insieme di valide moti-vazioni per fare visita ad un negozio che fa tendenza, che segue le mode, che soddisfa le richieste di una clientela sempre più esi-gente, attenta e preparata sulle molteplici novità che il mercato del ciclo propone giorno dopo giorno.

L’intervista:Ma chi è Beppe Tartaggia?Già, ma chi è Beppe Tartaggia? Lasciamolo dire a lui in questa breve intervista che ci ha rilasciato durante la nostra visita in negozio.

Beppe, parlaci di te e del tuo passato da corridore.«Sono stato negli anni ’90 uno dei migliori dilettanti italiani, uno dei gio-vani più promettenti fino ad arrivare al professionismo per due stagioni, nel 1996 e nel 1997 nella Gewiss. Da dilettante ho vinto un campionato italiano nel 1995 e alcune classiche come la Firenze-San Patrignano, il Gran Premio Carnago e la Montecarlo-Alassio ma la voglia di provare qualcosa di nuovo, pur sempre nel ciclismo, mi ha spinto ad aprire un negozio di biciclette. Da allora (nel 1998) la piccola bottega di Oleg-gio Castello (80 mq) proprio sulla via principale, la Strada Regionale 142, divenne il punto d’incontro per decine di amatori ed appassiona-ti che hanno trovato, nel mio punto vendita e nei miei suggerimenti da ex corridore professionista, un interlocutore attendibile e fidato.Nel 2012 decisi di fare il grande salto con il trasferimento nel nuo-vo negozio di circa 350 mq e ampio parcheggio annesso, sempre lungo la Strada Regionale 142 ma qualche chilometro più in là, nel comune di Gattico. Un cambio coraggioso, visti i tempi e l’instabile condizione economica che stiamo vivendo, ma necessario per dare nuovo impulso all’attività, e perché no, anche un maggior contributo alla promozione dello sport del ciclismo che in questa zona è molto sentito e praticato.»

I clienti che entrano nel tuo negozio, principalmente, cosa chie-dono e cosa cercano?«Nel mio punto vendita di Gattico i ciclisti possono trovare tutto quello che desiderano per assecondare la loro passione: biciclet-te da corsa, MTB, city bike, bici elettriche, bici da bambino e un sempre nutrito assortimento di ‘usato’, prontamente revisionato e garantito dal nostro staff. Disponiamo inoltre di un’ampia gamma di accessori per migliorare

la qualità e la sicurezza della bicicletta rendendola ancora più performante: ruote, selle, manubri, gruppi, rulli, divise, scarpe. Possiamo inoltre for-nire tutto quello che serve per praticare al meglio il ciclismo in tutte le stagioni dell’anno gra-zie all’ampia sezione dedicata all’abbigliamento tecnico, ai caschi e a strumenti tecnologici oramai indispensabili come i ci-clo computer, i cardiofrequenzi-metri o, per esempio, i rilevatori di potenza.»

Il punto vendita:Cicli TartaggiaVia Piola, 84/A 28013 Gattico (NO)Tel. +39 0322 843417E-mail: [email protected] [email protected]

Beppe Tartaggia e suo nipote Manuel, meccanico qualificato, all’entrata del punto vendita di Gattico, in provincia di Novara con alcuni modelli di “specialissime” esposti in vetrina (Wilier, Pinarello, Bianchi)

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