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Disegno di legge n. 1334-A/R CAMERA DEI DEPUTATI Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019- 2021 N. 1. ORDINI DEL GIORNO Seduta del 7 dicembre 2018 La Camera, premesso che: il sistema delle entrate locali pre- senta un quadro complesso a causa del sovrapporsi – a decorrere dal 2011 – di numerosi interventi normativi, anche con carattere di urgenza, che hanno più volte modificato la disciplina introdotta dal de- creto legislativo n. 23 del 2011 sul federa- lismo fiscale municipale, sia direttamente che nell’ambito di numerosi provvedimenti legislativi. Tale stratificazione è stata par- ticolarmente rilevante per la tassazione im- mobiliare comunale che, nel corso del tempo, ha assunto un’articolazione del tutto di- versa da quella immaginata dal legislatore del 2011; nel corso dell’esame in sede refe- rente del disegno di legge di bilancio 2019 (A.C. 1334), alcune proposte emendative presentate hanno inteso semplificare e ri- condurre ad un unico testo normativo la disciplina dell’imposizione immobiliare di- retta locale; in tale ambito, le proposte hanno altresì inteso unificare la disciplina dell’im- posta Municipale Propria – IMU e quella della Tassa sui Servizi Indivisibili – TASI, poiché la menzionata stratificazione nor- mativa degli ultimi anni ha portato ad una

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Disegno di legge n. 1334-A/R

CAMERA DEI DEPUTATI

Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021

N. 1.

ORDINI DEL GIORNO

Seduta del 7 dicembre 2018

La Camera,

premesso che:

il sistema delle entrate locali pre-senta un quadro complesso a causa delsovrapporsi – a decorrere dal 2011 – dinumerosi interventi normativi, anche concarattere di urgenza, che hanno più voltemodificato la disciplina introdotta dal de-creto legislativo n. 23 del 2011 sul federa-lismo fiscale municipale, sia direttamenteche nell’ambito di numerosi provvedimentilegislativi. Tale stratificazione è stata par-ticolarmente rilevante per la tassazione im-mobiliare comunale che, nel corso del tempo,ha assunto un’articolazione del tutto di-versa da quella immaginata dal legislatoredel 2011;

nel corso dell’esame in sede refe-rente del disegno di legge di bilancio 2019(A.C. 1334), alcune proposte emendativepresentate hanno inteso semplificare e ri-condurre ad un unico testo normativo ladisciplina dell’imposizione immobiliare di-retta locale;

in tale ambito, le proposte hannoaltresì inteso unificare la disciplina dell’im-posta Municipale Propria – IMU e quelladella Tassa sui Servizi Indivisibili – TASI,poiché la menzionata stratificazione nor-mativa degli ultimi anni ha portato ad una

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sostanziale sovrapponibilità delle due im-poste, con riferimento sia alla base impo-nibile, sia ai soggetti passivi, tanto più chea decorrere dal 2016 l’abitazione principaledei contribuenti è esente da entrambe leforme di prelievo;

i tempi del dibattito e la complessitàdell’argomento non hanno consentito unariflessione sufficientemente approfonditasull’assetto vigente dell’imposizione immo-biliare, che richiederebbe un’urgente ri-forma complessiva, volta a semplificare leimposte e ricondurre la relativa disciplinaad un testo normativo unico, organico, chesia di semplice comprensione e consulta-zione per i contribuenti e per gli ammini-stratori locali, chiamati ad applicare lenorme in un eterogeneo tessuto geograficoed economico;

nel corso del dibattito parlamentarenon è stato possibile, inoltre, verificarecompiutamente tutti gli effetti finanziariconnessi a siffatto processo di riforma, iquali, verosimilmente, non solo si riflettonosulla pressione fiscale complessiva, mahanno risvolti rilevanti sulla contabilità deicomuni e su rapporti finanziari tra questiultimi e lo Stato;

in tale contesto, la V Commissione,esaminando il disegno di legge di bilancio,è comunque riuscita ad operare alcunesignificative modifiche alla disciplina delleimposte immobiliari locali: in particolare, èraddoppiata – dal 20 al 40 per cento – lapercentuale di deducibilità dalle impostesui redditi dell’IMU dovuta sugli immobilistrumentali; viene estesa la riduzione del50 per cento della base imponibile IMU eTASI, prevista per gli immobili concessi incomodato d’uso a parenti in linea retta,anche al coniuge del comodatario in casodi morte di quest’ultimo, in presenza difigli minori; si consente ai comuni di con-fermare, anche per gli anni 2019 e 2020, lastessa maggiorazione della TASI già dispo-sta per gli anni 2016-2018 con deliberaconsiliare,

impegna il Governo:

a riformare complessivamente l’impo-sizione immobiliare comunale nell’ottica di

semplificarla, unificando l’IMU e la TASI inuna sola imposta dal momento che, come siè visto, attualmente condividono la mede-sima base imponibile;

a ispirare tale processo di riforma adalcuni specifici principi:

la tendenziale invarianza di gettito,che deve tenere conto anche dell’innalza-mento della percentuale di deducibilità in-trodotta dal disegno di legge di bilancio;

la necessità di definire a regimel’aliquota massima al 10,6 per cento: inconsiderazione del fatto che attualmentecirca 1.000 comuni applicano la maggiora-zione dello 0,80 per cento con riferimentoalla TASI, occorre dunque individuare so-luzioni condivise con le amministrazionilocali che, non sottraendo risorse ai Co-muni e al contempo non innalzando lapressione fiscale sui contribuenti, stabili-scano una volta per tutte la misura del-l’imposta a regime, eliminando situazionitransitorie che si trascinano di anno inanno generando disparità di trattamentosia fra le amministrazioni che fra i contri-buenti;

la semplificazione del rapporto de-gli enti locali coi cittadini, che consenta atutti i comuni di inviare ai contribuenti unbollettino precompilato per il pagamentodelle imposte immobiliari locali;

la semplificazione anche delle deli-bere comunali in materia di imposte im-mobiliari, con lo scopo di predisporre unmodello uniforme e semplificato di deli-bera in materia di tassazione immobiliarelocale, che faciliti l’azione degli ammini-stratori e, al contempo, consenta al Mini-stero dell’economia e finanze di raccoglieree catalogare uniformemente i dati prove-nienti dai Comuni, con finalità ricognitiveed informative.

9/1334-AR/1. Gusmeroli, Centemero, Ca-vandoli, Covolo, Ferrari, Gerardi, Ales-sandro Pagano, Paternoster, Tarantino.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’anno

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finanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

le caratteristiche dei corsi a indi-rizzo musicale nelle scuole secondarie diprimo grado sono tuttora disciplinate daldecreto ministeriale 6 agosto 1999, n. 201;

il 13 aprile 2017 è stato approvato ildecreto legislativo n. 60, pubblicato in Gaz-zetta Ufficiale n. 112 del 16 maggio 2017 erubricato « Norme sulla promozione dellacultura umanistica, sulla valorizzazione delpatrimonio e delle produzioni culturali esul sostegno della creatività, a norma del-l’articolo 1, commi 180 e 181, lettera g),della legge 13 luglio 2015, n. 107 »;

per la realizzazione di quanto pre-visto nel suddetto decreto legislativo eranecessaria l’emanazione di cinque decretiattuativi da parte del Miur entro 180 giornidall’entrata in vigore del decreto legislativo,dunque entro il 30 novembre 2017;

decreti attuativi in oggetto dovevanoriguardare l’accreditamento dei soggetti delterzo settore, il Piano delle arti, i Poli aorientamento artistico e performativo, i corsia indirizzo musicale nelle scuole seconda-rie di I grado e l’armonizzazione dellafiliera musicale;

uno specifico decreto avrebbe do-vuto definire « le indicazioni nazionali perl’inserimento dell’insegnamento dello stru-mento musicale nelle scuole secondarie diprimo grado, in coerenza con le indicazionirelative all’insegnamento della disciplinadella musica, tenuto anche conto delle com-petenze richieste per l’accesso ai licei mu-sicali; b) gli orari; c) i criteri per il moni-toraggio dei percorsi a indirizzo musicale »;

ad oggi non risulta che siano statiemanati i decreti attuativi in oggetto;

in molte parti d’Italia i provvedito-rati agli studi si trovano in difficoltà nel-l’attivazione delle sezioni a indirizzo mu-sicale delle scuole secondarie di primo gradononostante le domande sempre crescenti diattivazione di nuove sezioni da parte dellefamiglie;

l’incremento delle sezioni a indi-rizzo musicale nelle scuole secondarie di

primo grado garantirebbe sostegno e pro-spettiva ai licei musicali e ai conservatori,oltre a rientrare nel più generale quadro diattenzione alla cultura musicale;

risultano ampie disponibilità di do-centi di strumento abilitati a seguito difrequenza in conservatorio dei bienni abi-litanti in didattica strumentale che ad oggisono inseriti nelle graduatorie ad esauri-mento del personale docente senza alcunaprospettiva di impiego stabile sul proprioterritorio,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di emanare quantoprima i decreti attuativi in oggetto, al finedi garantire la dovuta propulsione e il ne-cessario ampliamento delle sezioni musi-cali delle scuole secondarie di primo gradosu tutto il territorio nazionale.

9/1334-AR/2. Nitti.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per Vannofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

la Repubblica promuove e sostienelo spettacolo nella pluralità delle sue di-verse espressioni quale fattore indispensa-bile per lo sviluppo della cultura ed ele-mento di coesione e di identità nazionale,strumento di diffusione della cultura ita-liana nel mondo nonché quale componentedell’imprenditoria culturale e creativa edell’offerta turistica nazionale;

la Repubblica riconosce, altresì, ilvalore formativo ed educativo dello spetta-colo, anche per favorire l’integrazione econtrastare il disagio sociale, e il valoredelle professioni artistiche e la loro speci-ficità;

il 21 febbraio 2018, il Mibact e laFederazione italiana « Il Jazz Italiano –IJI » hanno sottoscritto una Dichiarazionedi intenti al fine di promuovere lo sviluppo

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della cultura jazzistica. Tra i principaliobiettivi della Dichiarazione viene sottoli-neata l’esigenza di dare continuità al Bandoannuale per la promozione della musicajazz prevedendo la conferma degli stanzia-menti per il triennio 2019-2021,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica,idonee iniziative, volte a promuovere e so-stenere, anche attraverso adeguati finan-ziamenti, appositi progetti finalizzati al so-stegno del settore della produzione e pro-mozione della musica jazz.

9/1334-AR/3. Carbonaro.

La Camera,

premesso che:

l’atto Camera 1334 recante « Bilan-cio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021 », prevede all’articolo52 la costituzione di équipe formative ter-ritoriali volte a promuovere progetti di in-novazione didattica e digitale nelle scuole,cui sono destinati docenti che possono es-sere esonerati dall’esercizio delle attivitàdidattiche;

è disposto, altresì, che le risorsestanziate per consentire alle scuole di at-tuare azioni coerenti con il Piano nazionalescuola digitale (PNSD) sono ripartite sullabase di procedure selettive,

impegna il Governo:

1) a valutare l’opportunità di promuo-vere misure e progetti di educazione dif-fusa e d’innovazione didattica nelle scuole,compatibilmente con i vincoli di finanzapubblica, nonché a prevedere la possibilitàdi esonerare dall’esercizio delle attività di-dattiche un numero massimo di 200 do-centi, nonché professori universitari e ri-cercatori di didattica e pedagogia, per pro-gettare e guidare percorsi di educazionediffusa in spazi esterni alla scuola, garan-

tire la diffusione di azioni legate al Pianoper la scuola digitale, nonché per promuo-vere azioni di formazione del personaledocente e di potenziamento delle compe-tenze degli studenti sulle metodologie di-dattiche innovative;

2) a valutare l’opportunità di preve-dere che le équipe territoriali abbiano, al-tresì, lo scopo di esercitare autonomia diricerca-azione e sperimentazione di per-corsi negli spazi esterni alla scuola, te-nendo conto delle esigenze del contestoculturale, sociale ed economico delle realtàlocali;

3) a valutare l’opportunità di preve-dere che i succitati docenti siano indivi-duati dal Ministero dell’istruzione, dell’u-niversità e della ricerca tramite una sele-zione ad evidenza pubblica, per titoli edesami e che lo stesso ministero nomini ilcoordinatore nazionale delle équipe terri-toriali;

4) a valutare l’opportunità di preve-dere che in ogni regione sia eletto un co-ordinatore regionale come disciplinato dalcoordinatore nazionale;

5) a valutare l’opportunità di preve-dere, altresì, che l’équipe territoriale redigaun rapporto annuale, da inviare al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca e alle Commissioni parlamentari com-petenti per relazionare sugli sviluppi dellaloro azione e trasmettere i dati sullo svi-luppo prodotto negli istituti scolastici inte-ressati dagli interventi.

9/1334-AR/4. Di Lauro.

La Camera,

premesso che:

Il provvedimento in esame, recante« Bilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021 », prevede all’articolo38 l’istituzione di un Fondo di 525 milioniper ciascuno degli 2019, 2020 e 2021 per ilristoro dei risparmiatori che hanno subitoun danno ingiusto, riconosciuto con sen-tenza del giudice o con pronuncia dell’Ar-

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bitro per le controversie finanziarie, nellaprestazione dei servizi e delle attività diinvestimento relativi alla sottoscrizione e alcollocamento di azioni emesse da bancheaventi sede legale in Italia poste in liqui-dazione coatta amministrativa, dopo il 16novembre 2015 e prima del 1° gennaio2018;

anche l’articolo 47 della Costitu-zione garantisce la tutela del risparmio ditutti i cittadini e non solo quelli che hannosubito un danno ingiusto in ragione dellaviolazione degli obblighi di informazione,diligenza, correttezza e trasparenza previ-sti dal decreto legislativo del 24 febbraio1998, n. 58, nella prestazione dei servizi edelle attività di investimento relativi allasottoscrizione e al collocamento di stru-menti finanziari emessi da banche aventisede legale in Italia sottoposte ad azione dirisoluzione ai sensi del decreto legislativodel 16 novembre 2015, n. 180, o comunqueposte in liquidazione coatta amministrativadal 17 novembre 2015 al 31 dicembre 2017;

dal tenore letterale dell’articolo 38del provvedimento in titolo appare evidentela preclusione dell’accesso al detto fondoda parte dei risparmiatori delle società« Emittenti strumenti finanziari diffusi trail pubblico in misura rilevante », ancorchéingiustamente danneggiati, generando unadisparità di trattamento in contrasto conl’articolo 3 della Costituzione nonché laviolazione del principio della « tutela delrisparmio » sancito dal suddetto articolo 47della Costituzione,

impegna il Governo:

1) a valutare l’opportunità di intra-prendere, nel rispetto dei vincoli di finanzapubblica, idonee iniziative, anche di carat-tere normativo, volte a prevedere che irisparmiatori persone fisiche, o i loro suc-cessori mortis causa, nonché il coniuge, ilconvivente more uxorio o i parenti entro ilsecondo grado, che hanno acquistato stru-menti finanziari di debito emessi da so-cietà, che non svolgono attività di interme-diazione finanziaria e/o bancaria, iscrittenell’elenco tenuto dalla Consob degli « Emit-

tenti strumenti finanziari diffusi tra il pub-blico in misura rilevante », dichiarate fallitecon sentenza passata in giudicato ovverosottoposte ad altre procedure concorsuali, icui amministratori legali o di fatto, sianostati condannati, anche con sentenza nondefinitiva, per il reato di cui all’articolo 130del decreto legislativo n. 385 del 1993, ov-vero per le quali sia stato accertato che isoci, gli amministratori o la medesima so-cietà abbiano raccolto abusivamente rispar-mio tra il pubblico, abbiano accesso alFondo per il ristoro dei risparmiatori di cuiall’articolo 38 ovvero, in alternativa, adogni altro Fondo preposto al risarcimentoed all’indennizzo dei risparmiatori danneg-giati dalla violazione degli obblighi infor-mativi e da ogni altro genere di violazionenormativa;

2) a valutare l’opportunità di preve-dere che il suddetto ristoro sia concessonella misura almeno pari al 30 per centodel valore degli strumenti finanziari di de-bito emessi dalle suddette società ed acqui-stati dai risparmiatori e nel limite massimocomplessivo di centomila euro per ciascunrisparmiatore, comprensivo di accessori dilegge ove riconosciuti, a condizione che irisparmiatori abbiano subito un danno in-giusto riconosciuto con sentenza del giu-dice o con pronuncia dell’Arbitro per lecontroversie finanziarie in ragione dellaviolazione degli obblighi di informazione,diligenza, correttezza e trasparenza previ-sti dal testo unico delle disposizioni inmateria di intermediazione finanziaria dicui al decreto legislativo 24 febbraio 1998,n. 58, nonché in ragione della predisposi-zione di prospetti informativi contenentidati, notizie o informazioni risultati nonveritiere ovvero in ragione di omissioni oalterazioni di dati o informazioni e notizierelativi alla situazione patrimoniale, eco-nomica e finanziaria delle società.

9/1334-AR/5. Gallo.

La Camera,

premesso che:

all’articolo 52 dell’A.C. 1334, leggedi Bilancio 2019, titolato « équipe formative

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territoriali per il potenziamento di misureper l’innovazione didattica e digitale nellescuole » prevede la costituzione di équipeformative territoriali per il potenziamentodelle competenze degli studenti e per pro-muovere azioni di formazione del perso-nale docente;

l’attività di potenziamento promuoveil diritto allo studio, l’ampliamento dell’of-ferta formativa e l’inclusione;

l’istituto del potenziamento di cuialla Legge 13 luglio 2015, n. 107 e in par-ticolare, l’articolo 1, commi 180 e 181,lettera e) è già vigente nelle altre classi diconcorso mentre non ha trovato applica-zione per la scuola dell’infanzia;

l’intero settore « zero sei » assumeun prioritario carattere educativo, da cuideriva una funzione di impulso e coordi-namento di carattere nazionale;

il decreto legislativo 13 aprile 2017,n. 65, individua come imprescindibile « l’i-stituzione del sistema integrato di educa-zione e di istruzione dalla nascita sino a seianni » e, in particolare, lo fa attraversol’articolo 12 comma 7. Considerato che lostesso decreto legislativo n. 65 del 13 aprile2017 ha raccolto queste evidenze e orien-tato il sistema nella direzione di un poten-ziamento dei servizi per i bambini piùpiccoli;

il Piano di azione nazionale plurien-nale per la promozione del Sistema inte-grato di educazione e di istruzione di cuiall’art. 8 del decreto legislativo 13 aprile2017, n. 65 ha definito per un triennio, ladestinazione delle risorse disponibili perconsolidare, ampliare e qualificare il Si-stema integrato, nei limiti delle risorse delFondo nazionale di cui all’articolo 12 deldecreto legislativo e in relazione alle ulte-riori risorse messe a disposizione dagli altrienti interessati;

l’articolo 12, comma 7, del decretolegislativo n. 65 del 2017, ha previsto l’as-segnazione alla scuola dell’infanzia stataledi una quota parte (non quantificata) del-l’organico di potenziamento definito dallatabella 1 della L. 107/2015;

la legge 11 dicembre 2016, n. 232Bilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2017 e Bilancio pluriennale peril triennio 2017-2019 all’articolo 1 comma364 ha previsto che per il pubblico impiegosono complessivamente stanziati, per le fi-nalità di cui ai commi 365 e 366, 1.920,8milioni di euro per l’anno 2017 e 2.633milioni di euro a decorrere dall’anno 2018;

il comma 366 prevede che per ilconcorso alle finalità di cui al comma 364del presente articolo, nello stato di previ-sione del Ministero dell’istruzione, dell’u-niversità e della ricerca, è iscritto un fondocon una autonoma dotazione di 140 milionidi euro per l’anno 2017 e 400 milioni dieuro a decorrere dall’anno 2018, da desti-nare all’incremento dell’organico dell’auto-nomia di cui all’articolo 1, comma 201,della legge 13 luglio 2015, n. 107;

la legge n. 107 del 2015 prevedeall’articolo 1, comma 69 un ulteriore con-tingente di posti: All’esclusivo scopo di farfronte ad esigenze di personale « ulterioririspetto a quelle soddisfatte dall’organicodell’autonomia come definite dalla pre-sente legge, a decorrere dall’anno scolastico2016/2017, ad esclusione dei posti di soste-gno in deroga, nel caso di rilevazione delleinderogabili necessità previste e discipli-nate, in relazione ai vigenti ordinamentididattici, dal regolamento di cui al decretodel Presidente della Repubblica 20 marzo2009, n. 81, è costituito annualmente condecreto del Ministro dell’istruzione, dell’u-niversità e della ricerca, di concerto con ilMinistro dell’economia e delle finanze, unulteriore contingente di posti non facentiparte dell’organico dell’autonomia né di-sponibili, per il personale a tempo indeter-minato, per operazioni di mobilità o as-sunzioni in ruolo »,

impegna il Governo:

1. a valutare l’opportunità di desti-nare opportune finanziamenti al fine diconsolidare, ampliare e qualificare il Si-stema integrato di cui al decreto legislativo13 aprile 2017, n. 65, nei limiti delle risorsedel Fondo nazionale di cui all’art. 12 del

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decreto legislativo e in relazione alle ulte-riori risorse messe a disposizione dagli altrienti interessati;

2. a valutare l’opportunità di incre-mentare la qualità del servizio scolastico,attraverso il potenziamento dell’offerta for-mativa alla scuola dell’infanzia.

9/1334-AR/6. Casa.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Bilancio di pre-visione dello Stato per Vanno finanziario2019 e bilancio pluriennale per il triennio2019-2021, prevede diverse disposizioni inmateria di scuola tra cui alcune relativeall’edilizia scolastica;

ad oggi intorno alla figura del diri-gente scolastico persistono gravi incon-gruenze normative: da un lato viene attri-buita ai dirigenti scolastici la responsabilitàdella sicurezza e della manutenzione degliedifici scolastici in quanto datori di lavoro,dall’altro viene ignorato il fatto che i sud-detti edifici sono di proprietà degli Entilocali e soltanto a loro la normativa vigenteimpone gli obblighi relativi agli interventistrutturali al fine di mettere in sicurezza gliedifici;

l’articolo 1, comma 143 della legge13 luglio 2015, n. 107, cosiddetta « Buonascuola », prevede una delega al Governoaffinché, attraverso un proprio decreto, in-crementi l’autonomia contabile delle istitu-zioni scolastiche ed educative statali per lasemplificazione degli adempimenti ammi-nistrativi e contabili;

il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, attraverso il decreto28 agosto 2018, n. 129 ha emanato unRegolamento recante istruzioni generali sullagestione amministrativo-contabile delle isti-tuzioni scolastiche ai sensi dell’articolo 1,comma 143, della legge 13 luglio 2015,n. 107;

l’articolo 39 del decreto Ministeriale129/2018 prevede norme relative alla ma-

nutenzione degli edifici scolastici, in parti-colare al comma 4 stabilisce che i dirigentiscolastici possono effettuare, con eventualifondi propri e d’intesa con il proprietario,interventi di manutenzione ordinaria e stra-ordinaria degli edifici scolastici e delle loropertinenze;

considerato che:

in questo modo la responsabilità deilavori ricadrebbero interamente sul diri-gente scolastico che non ha competenze nérisorse per gestire anche la manutenzionedegli immobili di proprietà degli Enti lo-cali,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intervenire tem-pestivamente sul comma 4 dell’articolo 39del regolamento di cui al Decreto del Mi-nistero dell’istruzione, dell’università e dellaricerca, 28 agosto 2018, n. 129 al fine diriequilibrare le discrasie presenti attri-buendo agli Enti locali proprietari degliedifici le opportune responsabilità che inquesto momento sono a carico dei dirigentiscolastici, meri gestori del servizio scola-stico.

9/1334-AR/7. Villani.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

il provvedimento in esame prevedel’attivazione di ulteriori borse di studio peri medici di medicina generale, tramite ilcomma 4 dell’art. 40 che recita: « al fine diattivare ulteriori borse di studio per i me-dici di medicina generale che partecipanoai corsi di formazione di cui al decretolegislativo 17 agosto 1999, n. 368, le dispo-nibilità vincolate sul fondo sanitario nazio-nale di cui all’articolo 3 del decreto-legge30 maggio 1994 n. 325, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 19 luglio 1994 n. 467,

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sono incrementate di 10 milioni di euro adecorrere dall’anno 2019. Conseguente-mente, il livello del finanziamento del fab-bisogno sanitario nazionale standard cuiconcorre lo Stato, di cui al comma 1, èincrementato di un corrispondente im-porto a decorrere dall’anno 2019. »;

considerato che:

biologi, chimici e fisici, farmacisti,veterinari, infermieri e altre professionisanitarie sono risorse umane e professio-nali fondamentali e indispensabili in ogniazienda sanitaria locale o ospedaliera;

gli specializzandi sanitari non me-dici che prestano la propria opera per ilServizio sanitario nazionale, al pari di quelliin medicina, sono figure essenziali per ilmantenimento di reparti e laboratori eforniscono servizi fondamentali per il cit-tadino;

allo scopo di non rendere maggior-mente accessibile la formazione che derivadall’obbligo di svolgere un tirocinio profes-sionalizzante all’interno dei percorsi di spe-cializzazione ospedaliera per professioninon mediche,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di estendere l’atti-vazione di nuove borse di studio alle spe-cializzazioni ospedaliere per professioni nonmediche, proporzionalmente alle ore di ti-rocinio svolte.

9/1334-AR/8. Tuzi.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

il provvedimento in esame, all’arti-colo 78, contiene misure in merito al fab-bisogno finanziario delle Università;

considerato che:

in Italia il dottorato di ricerca rap-presenta il terzo livello di studi, massimo

grado di istruzione universitaria. I Dottoridi ricerca costituiscono una risorsa fonda-mentale anche e soprattutto al di fuoridell’Università, per lo sviluppo e l’innova-zione del nostro paese. Durante il percorsoper diventare Dottori di ricerca si svilup-pano in modo scientifico e rigoroso le ri-cerche che permettono un avanzamentoscientifico in una determinata materia. Que-sto consente ai Dottori di ricerca di ap-prendere un metodo che soddisfi cono-scenze e competenze complesse e interdi-sciplinari. Le competenze acquisite, se ade-guatamente valorizzate, possono promuoverela competitività delle imprese italiane, l’ef-ficienza della pubblica amministrazione,una scuola propositrice di cultura. I Dot-tori di ricerca, in virtù della loro attività diricerca di alto profilo rappresentano unvettore in grado di contribuire alla trasfor-mazione e al miglioramento dei processi inmolteplici ambiti, assumendo quel ruolo dimotore di trasferimento di conoscenza einnovazione nella ricerca, nella scuola, nelleimprese, nelle professioni e in tutte le at-tività produttive, nella pubblica ammini-strazione;

in un numero crescente di atenei,per poter iscriversi al dottorato di ricerca,i dottorandi di ricerca con borsa sonotenuti a pagare tasse e contributi in quelloche rappresenta un vero e proprio tributosul talento;

il beneficio economico garantito dalleborse di studio, erogate dal MIUR cosìcome da diversi Enti sia italiani che stra-nieri, al fine di permettere allo studente diportare avanti un’attività di ricerca origi-nale all’interno dei nostri atenei, è sensi-bilmente ridotto dalla tassazione sull’iscri-zione ai corsi di dottorato di ricerca stessioperata da alcuni atenei;

l’articolo 1 comma 262 della legge11 dicembre 2016, n. 232 recita: « Gli stu-denti dei corsi di dottorato di ricerca chenon sono beneficiari di borsa di studiosono esonerati dal pagamento delle tasse ocontributi a favore dell’università. Il rego-lamento di cui al comma 254 stabilisce ilcontributo annuale dovuto dagli iscritti aicorsi o scuole di specializzazione. »;

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allo scopo di esonerare dal paga-mento delle tasse o contributi a favore delleuniversità anche i dottorandi di ricercapercettori di borsa di studio,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di bilancio, idoneeiniziative, anche di carattere normativo alfine di abrogare all’articolo 1 comma 262della legge 11 dicembre 2016, n. 232 leseguenti parole: che non sono beneficiari diborsa di studio.

9/1334-AR/9. Bella.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

in questa legge di bilancio si impe-gnano i fondi per l’assunzione di ricerca-tori (articolo 32);

il salario accessorio è la dote che inogni ente finanzia le parti della busta pagaaggiuntive rispetto alle voci fisse nazionali;

nella generalità degli enti pubblici iprecari ricevono le voci accessorie dallostesso fondo cui hanno accesso anche idipendenti a tempo indeterminato per cuil’assunzione a tempo indeterminato di per-sonale in servizio con contratti a tempodeterminato (stabilizzazione) non ha oneria carico né dei soggetti interessati né delloStato;

negli enti e nelle istituzioni di ri-cerca, invece, le buste paga sono spessofinanziate da singoli progetti o da assegnidi ricerca, e non pesano sul fondo dell’enteo dell’ateneo. Con la stabilizzazione, quindi,chi è già dipendente a tempo indeterminatodovrebbe dividere le risorse con chi entragrazie alla stabilizzazione, causando un ov-vio cortocircuito;

l’articolo 23 (Salario accessorio esperimentazione), comma 2 del decreto le-gislativo nr. 75 del 25 maggio 2017 recita:« Nelle more di quanto previsto dal comma1, al fine di assicurare la semplificazioneamministrativa, la valorizzazione del me-rito, la qualità dei servizi e garantire ade-guati livelli di efficienza ed economicitàdell’azione amministrativa, assicurando alcontempo l’invarianza della spesa, a decor-rere dal 1° gennaio 2017, l’ammontare com-plessivo delle risorse destinate annual-mente al trattamento accessorio del perso-nale, anche di livello dirigenziale, di cia-scuna delle amministrazioni pubbliche dicui all’articolo 1, comma 2, del decretolegislativo 30 marzo 2001, n. 165, non puòsuperare il corrispondente importo deter-minato per l’anno 2016. A decorrere dallapredetta data l’articolo 1, comma 236, dellalegge 28 dicembre 2015, n. 208 è abrogato.Per gli enti locali che non hanno potutodestinare nell’anno 2016 risorse aggiuntivealla contrattazione integrativa a causa delmancato rispetto del patto di stabilità in-terno del 2015, l’ammontare complessivodelle risorse di cui al primo periodo delpresente comma non può superare il cor-rispondente importo determinato per l’anno2015, ridotto in misura proporzionale allariduzione del personale in servizio nel-l’anno 2016 »;

allo scopo di equiparare il salarioaccessorio degli enti e delle istituzioni diricerca con la generalità degli enti pubblici,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di bilancio, idoneeiniziative, anche di carattere normativo, alfine di rimuovere il limite imposto dall’ar-ticolo 23, comma 2 del decreto legislativonr. 75 del 25 maggio 2017, agli Enti ed alleIstituzioni di Ricerca indicati dall’articolo 1del decreto legislativo 25 novembre 2016,n. 218, limitatamente alle procedure di re-clutamento straordinario ai sensi dell’arti-colo 20 commi I e 2 del suddetto decreto.

9/1334-AR/10. Melicchio.

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La Camera,

premesso che:

l’articolo 4 comma 1 del disegno dilegge di bilancio 2019, contiene disposizionifinalizzate ad ampliare significativamentela platea dei beneficiari del regime forfe-tario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89della legge n. 190 del 2014 prevedendo, perl’accesso al regime stesso, un plafond unicodi fatturato, pari a 65.000 euro ragguagliatiad anno, ed eliminando le previgenti re-strizioni in ordine al costo dei beni stru-mentali (20.000 euro) e alle spese per pre-stazioni di lavoro (5.000 euro);

tuttavia la lettera f) del primo commadel suesposto articolo 4, contiene una pre-visione che risulta, in contrasto con lospirito di semplificazione ed estensione dicui è permeato l’intero provvedimento, inquanto sopprime, infatti, il primo periododell’articolo 1 comma 73 della legge n. 190del 2014, nella parte in cui è stabilital’esclusione dei contribuenti che applicanoil regime forfetario da studi di settore eparametri, lasciando in vigore il secondoperiodo che prevede, invece, l’assoggetta-mento dei medesimi contribuenti a speci-fici obblighi informativi in dichiarazione,relativamente all’attività svolta;

il menzionato regime si caratterizzaper la marcata semplificazione degli adem-pimenti dichiarativi e contabili, preveden-dosi oltre all’esclusione da imposta sul va-lore aggiunto, anche quella da scritturecontabili: il calcolo del reddito imponibileai fini dell’imposta sostitutiva avviene ap-plicando al volume complessivo annuo diricavi o compensi un coefficiente di reddi-tività variabile in base ai codici di attivitàATECO. Sono, pertanto, irrilevanti ai finidella determinazione dell’imposta, le vocidi costo o spesa eventualmente sostenutedal contribuente;

deve rammentarsi, infine, che in baseall’articolo 2, comma 1, lettera b), del de-creto ministeriale 23 marzo 2018, ai con-tribuenti che applicano il regime forfettarionon si applicano gli indici sintetici di affi-dabilità fiscale istituiti con l’articolo 9-bis,del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50,

convertito con la legge 21 giugno 2017,n. 96,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, nel-l’ambito delle prossime iniziative norma-tive, l’esonero totale per i contribuenti cheapplicano il regime forfettario di cui all’ar-ticolo 1, commi da 54 a 89 della leggen. 190 del 2014, per ogni adempimentorelativo a studi di settore, parametri, indicidi affidabilità finanziaria nonché per gliobblighi informativi similari.

9/1334-AR/11. Migliorino.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 4 comma 1 del disegno dilegge di bilancio 2019, contiene disposizionifinalizzate ad ampliare significativamentela platea dei beneficiari del regime forfe-tario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89della legge n. 190 del 2014 prevedendo, perl’accesso al regime stesso, un plafond unicodi fatturato, pari a 65.000 euro ragguagliatiad anno ed eliminando le previgenti restri-zioni in ordine al costo dei beni strumentali(20.000 euro) e alle spese per prestazioni dilavoro (5.000 euro);

la lettera d) del primo comma delrichiamato articolo 4, prevede l’esclusionedalla fruizione del beneficio nei riguardidei contribuenti che partecipano, contem-poraneamente all’esercizio dell’attività, asocietà di persone o associazioni o impresefamiliari di cui all’articolo 5 del TUIR,ovvero ad associazioni in partecipazione,nonché a tutte le società a responsabilitàlimitata, laddove nella previgente formula-zione tale restrizione era limitata esclusi-vamente a quelle trasparenti di cui all’ar-ticolo 116 del medesimo TUIR, pur condi-videndo lo spirito antielusivo della dispo-sizione, il sottoscrittore del presente attoevidenzia, tuttavia che la suesposta esclu-sione appare eccessiva ed iniqua laddovel’attività di impresa, arte o professione eser-citata dal contribuente, risulti sostanzial-

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mente differente da quelle svolta dalle so-cietà partecipate, così da potersi ragione-volmente escludere l’artificiosa commi-stione delle attività finalizzata a scopi diindebita riduzione del prelievo fiscale,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere nelleprossime iniziative, un intervento norma-tivo ad hoc volto ad escludere dall’accessoal regime forfetario di cui all’articolo 1,commi da 54 a 89 della legge n. 190 del2014, i contribuenti le cui attività sonoclassificabili, ai fini ATECO, come identicheo similari a quelle svolte dalle società dipersone, associazioni, società a responsa-bilità limitate o imprese familiari di cuiall’articolo 5 del TUIR da essi partecipate.

9/1334-AR/12. Currò.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 4 comma 1 del disegno dilegge di bilancio 2019, contiene importanti,disposizioni finalizzate ad ampliare signi-ficativamente la platea dei beneficiari delregime forfetario di cui all’articolo 1, commida 54 a 89 della legge n. 190 del 2014prevedendo, per l’accesso al regime stesso,un plafond unico di fatturato, pari a 65.000euro ragguagliati ad anno ed eliminando leprevigenti restrizioni in ordine al costo deibeni strumentali (20.000 euro) e alle speseper prestazioni di lavoro (5.000 euro);

il successivo comma 2, sostituiscel’allegato n. 4 alla legge n. 190 del 2014senza modificare il meccanismo sostanzialedi determinazione dell’imponibile soggettoall’imposta sostitutiva, basato sull’applica-zione al volume complessivo annuo di ri-cavi o compensi di un coefficiente di red-ditività variabile in base ai codici di attivitàATECO; pertanto risulta ammessa, la de-ducibilità analitica dei soli contributi pre-videnziali versati in ottemperanza a dispo-sizioni di legge, con esclusione di ogni altravoce di costo o di spesa;

ad avviso del sottoscrittore del pre-sente atto, nonostante si ampiamente con-

divisibile la ratio semplificatoria insita nelmenzionato sistema di determinazione del-l’imponibile, risulta tuttavia necessario con-siderare che esso determina un disincen-tivo all’assunzione di risorse umane in senoall’attività imprenditoriale, artistica o pro-fessionale del contribuente; dal punto divista della tassazione finale, infatti, il so-stenimento dei suddetti costi sarebbe irri-levante dal momento che ne è esclusa lapuntuale deducibilità; l’estensione della pla-tea dei beneficiari del regime forfettario,previsto dal disegno di legge di bilancio2019, risulta pertanto, ad avviso del sotto-scrittore del presente atto, auspicabile inrelazione ai benefici circolari per l’econo-mia nazionale, in quanto tra l’altro, favo-risce piuttosto che disincentivare l’utilizzodel fattore lavoro,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, com-patibilmente con i vincoli di bilancio, un’i-niziativa normativa ad hoc, volta ad intro-durre la deduzione analitica delle spese perlavoro dipendente, parasubordinato ed au-tonomo, in favore dei contribuenti, cheaccedono al regime forfetario di cui all’ar-ticolo 1, commi da 54 a 89 della leggen. 190 del 2014, anche nei limiti di unasoglia annuale massima, periodicamente ag-giornabile.

9/1334-AR/13. Trano.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Bilancio di pre-visione dello Stato per l’anno finanziario2019 e bilancio pluriennale per il triennio2019-2021, all’articolo 11 prevede misurevolte a prorogare le detrazioni fiscali pergli interventi di efficienza energetica, ri-strutturazione edilizia e per l’acquisto dimobile;

Considerato che:

la necessità di incentivare sistemi diriscaldamento ad alta efficienza energeticacome previsto dal regolamento delegato (UE)

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n. 811/2013 della Commissione, del 18 feb-braio 2013,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare misurevolte ad incentivare la sostituzione di im-pianti di climatizzazione invernale centra-lizzati, anche a servizio di più unità immo-biliari o di edifici adibiti a uso non resi-denziale, con impianti dotati di generatoridi calore con efficienza almeno pari allaclasse A di prodotto.

9/1334-AR/14. Terzoni.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, ripor-tante il Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021, si concre-tizza anche in una serie di misure orientateallo sviluppo, agli investimenti e all’inclu-sione sociale;

i Programmi di riqualificazione ur-bana prevedono un insieme coordinato diinterventi volti alla riqualificazione di partidegradate di città; questi sono stati tra iprimi a prevedere la partecipazione delsoggetto privato e rappresentano materiadi interesse per una pluralità di operatori efinanziatori. I suddetti programmi sonostati finanziati ai sensi dell’articolo 2 comma2 della legge n. 179 del 1992, ed avviatisecondo le procedure previste dal DecretoMinisteriale del 21.12.94 e rifinanziati inparte attraverso progetti pilota con deli-bera CIPE 23 aprile 1997 a valere sullerisorse assegnate con la legge n. 341 del1995;

a partire dal 2014, il monitoraggioavviato dal Ministero delle infrastrutture edei trasporti ha riscontrato numerose dif-ficoltà nell’organizzazione e gestione di pro-grammi complessi – caratterizzati da unamolteplicità di interventi interconnessi traloro – da parte dei comuni, condizione acui si è accompagnato il recepimento di

numerose istanze di proroga corredate darelazioni esplicative;

il decreto ministeriale del Ministerodelle Infrastrutture e dei Trasporti del 9settembre 2015 – riportante Disposizioniper il definitivo completamento dei pro-grammi di riqualificazione urbana – hastabilito che per le opere pubbliche e pri-vate comprese negli Accordi di programmaoriginari o nelle loro modifiche approvate infase di vigenza degli Accordi stessi e per le« opere pubbliche già » alla data di pubbli-cazione del suddetto Decreto, il termine diultimazione risulta prorogato secondoquando definito nel cronoprogramma ap-provato dal Collegio di Vigilanza;

i Programmi di riqualificazione Ur-bana si sostanziano in interventi di naturacross-cutting, che comportano non solo lariqualificazione estetica delle aree più de-gradate, ma concorrono ad un contempo-raneo approccio teso a: favorire in manieraefficace l’inclusione sociale delle fasce dipopolazione residenti nelle aree caratteriz-zate da degrado urbano; supportare l’uti-lizzo di tecnologie ed impianti infrastrut-turali innovativi ed avanzati nell’ottica diuna maggiore sostenibilità economica edambientale; incoraggiare lo sviluppo di unadimensione culturale attiva nelle aree ur-bane più disagiate; attrarre – al fine diincentivare la partecipazione e collabora-zione alla realizzazione delle infrastruttureindicate nei programmi – imprese giovanilie start-up ed aziende innovative capaci diaccelerare uno sviluppo integrato del ter-ritorio,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di chiarire in ma-niera precisa il contenuto della disciplinadel decreto ministeriale 9 settembre 2015per il completamento dei Programmi diRiqualificazione Urbana, in modo da su-perare le incertezze applicative determi-nate dalla molteplicità delle casistiche ve-rificate in ambito nazionale.

9/1334-AR/15. Lattanzio.

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La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per Vannofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

in questi anni si sono susseguitenorme (come la Legge 221/2015 meglionota come Collegato Ambientale alla leggedi bilancio) che hanno sostanzialmentemesso in atto una riforma della governancesulla gestione del suolo. Le nuove setteAutorità di Distretto Idrografico sono isoggetti deputati a fornire il quadro cono-scitivo unico della pericolosità e del rischioconnesso ai fenomeni di dissesto idrogeo-logico, e a redigere il Piano di BacinoDistrettuale. I piani di bacino sono attuatiattraverso programmi triennali di inter-vento che sono redatti tenendo conto degliindirizzi e delle finalità dei piani medesimie contengono l’indicazione dei mezzi perfarvi fronte e della relativa copertura fi-nanziaria (Articolo 69 decreto legislativo152/06);

in base alla norma, una quota noninferiore al quindici per cento degli stan-ziamenti complessivamente deve essere de-stinata a:

a) interventi di manutenzione or-dinaria delle opere, degli impianti e deibeni, compresi mezzi, attrezzature e mate-riali dei cantieri-officina e dei magazziniidraulici;

b) svolgimento del servizio di po-lizia idraulica, di navigazione interna, dipiena e di pronto intervento idraulico;

c) compilazione ed aggiornamentodei piani di bacino, svolgimento di studi,rilevazioni o altro nelle materie riguardantila difesa del suolo, redazione dei progettigenerali, degli studi di fattibilità, dei pro-getti di opere e degli studi di valutazionedell’impatto ambientale delle opere princi-pali;

dalla lettura del decreto legislativo152/06, sembrerebbe che in Italia la ge-stione del rischio idrogeologico parte ob-

bligatoriamente dai Piani stralcio di Bacinoche vengono attuati, appunto, mediante pro-grammi triennali di intervento. Tuttavia,dal 2001 i piani e programmi delle Autoritàdi Bacino non sono stati più finanziati; solonell’ottobre scorso è stato deliberato il « Pro-gramma manutenzione 2018 », ossia unprimo stralcio di un Programma triennaledi interventi correlato ai nuovi Piani digestione, destinando una prima somma di50 milioni di euro di risorse ministeriali, daripartire per l’importo di 10 milioni di europer ogni distretto;

la « Difesa del Suolo », come defi-nita all’articolo 54 del disegno legislativo152/06, è « il complesso delle azioni edattività riferibili alla tutela e salvaguardiadel territorio, dei fiumi, dei canali e collet-tori, degli specchi lacuali, delle lagune, dellafascia costiera, delle acque sotterranee, non-ché dei territori a questi connessi, aventi lefinalità di ridurre il rischio idraulico, sta-bilizzare i fenomeni di dissesto geologico,ottimizzare l’uso e la gestione del patrimo-nio idrico, valorizzare le caratteristiche am-bientali e paesaggistiche collegate ». La « Mi-tigazione del rischio idrogeologico » è, in-vece, l’attività mirata al contenimento di-retto di fenomeni di dissesto urgenti eindifferibili, attraverso la realizzazione diinterventi specifici. Premettendo che en-trambe le strade debbano venir perseguite,soprattutto in una fase critica come questain cui i cambiamenti climatici e la fragilitàdel suolo Italiano stanno mettendo a ri-schio una gran parte del territorio nazio-nale, è doveroso ribadire però che sia ne-cessario pianificare in forma ordinaria ladifesa del suolo e in via del tutto straordi-naria la mitigazione del rischio idrogeolo-gico (come, per altro, affermano la Diret-tiva Quadro sulle Acque e sulla Gestionedel rischio Alluvioni),

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di procedere nel-l’iter intrapreso dal Ministero dell’Am-biente con il « Programma manutenzione2018 » garantendo una continuità di finan-ziamenti in materia di difesa del suolo (inlinea con la « programmazione triennale di

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interventi a scala di distretto ») consistentiessenzialmente in interventi di manuten-zione delle opere e del territorio, interventidi mantenimento di condizioni di correttoassetto del territorio, interventi strutturali« estensivi » funzionali alla diffusa del ter-ritorio a carattere ordinario e straordina-rio, interventi di sistemazioni idrauliche(garantendo la polizia idraulica e il prontointervento) e forestali, con particolare at-tenzione al reticolo idrografico minore e alterritorio collinare e montano.

9/1334-AR/16. Daga.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per Vannofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

i principi di diritto affermati dallaCorte di Cassazione nella sentenza n. 3618del 2016, con riferimento all’assoggettabi-lità ad IMU delle piattaforme petrolifere,nella parte in cui si rileva che la redditivitàdeve essere riferita allo svolgimento di at-tività imprenditoriale – industriale e nonalla diretta produzione di un reddito daparte della struttura;

il regio decreto-legge n. 652 del 1939,stabilisce che fabbricati da accatastare sonoanche le costruzioni sospese o galleggianti« stabilmente assicurate al suolo »;

i terminali galleggianti ubicati nelmare territoriale, destinati all’esercizio del-l’attività di rigassificazione del gas naturaleliquefatto, sono ancorati in maniera fissa econtinuativa al fondo marino mediante ap-posito sistema di ancoraggio e prevedono ilpermanente posizionamento di attrezza-ture asservite alla struttura;

per tali strutture permane uno statodi incertezza sulla portata della normativaapplicabile e sui presupposti che consen-tono di limitare il pagamento dell’Imu allasola porzione del manufatto destinata aduso abitativo e di servizi civili, ai sensi

dell’articolo 1, comma 728, della legge dibilancio n. 205/2017,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intervenire nor-mativamente al fine di ridefinire ed am-pliare i presupposti oggettivi per l’assogget-tamento ad IMU dei terminali di rigassifi-cazione con riferimento alle complessivestrutture funzionali all’attività imprendito-riale.

9/1334-AR/17. Davide Aiello.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021, recate misure fina-lizzate a promuovere la ripresa dell’econo-mia nazionale;

in questo contesto il Governo haritenuto di adottare una politica espansiva,basata su un profondo mutamento di stra-tegia che ha come obiettivo la promozionedel benessere dei cittadini e la difesa deiloro diritti attraverso il ridimensionamentodei privilegi e la riduzione degli sprechi;

vanno in questo senso le misurecontenute nel provvedimento in esame fi-nalizzate a dare ristoro ai cittadini e altessuto delle attività produttive situate neiterritori colpiti da eventi naturali estremi;

ultime in ordine di tempo le deva-stazioni arrecate da piogge eccezionali inun’ampia parte del Paese: dal Veneto allaSicilia, passando per la Liguria, il Veneto eil Friuli Venezia Giulia;

la ripresa del tessuto sociale, eco-nomico e produttivo di questi territori devepassare attraverso azioni di sostegno con-creto e tangibile, in particolare per le zonegià connotate da criticità strutturali di svi-luppo come quelle della regione Sicilia,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, an-che con future iniziative legislative, inter-

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venti di carattere finanziario a sostegnodella popolazione della Regione Sicilia in-teressata dagli eccezionali eventi atmosfe-rici verificatisi tra il 2 e il 4 novembre 2018.

9/1334-AR/18. Licatini.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Bilancio di pre-visione dello Stato per Vanno finanziario2019 e bilancio pluriennale per il triennio2019-2021, all’articolo 16 stanzia il fondoper gli investimenti degli enti territoriali eall’articolo 64 il finanziamento dei piani disicurezza per la manutenzione di strade edi scuole delle province delle regioni astatuto ordinario;

considerato che:

la strada statale n. 7 collega la cittàdi Matera designata « Capitale della cultura2019 » con la strada statale n. 407 « Basen-tana », attraverso la quale la stessa città diMatera si collega con l’autostrada A1, conil capoluogo di regione Potenza e con l’areadel Metapontino;

la messa in sicurezza della statalen. 7 risulta fondamentale per l’adegua-mento e il completamento del collegamentomediano Murgia – Pollino che collega l’au-tostrada A24 con la strada statale n. 407« Basentana »;

l’opera di messa in sicurezza dellastrada statale n. 7 dal km 562 all’innestocon la strada statale n. 407, di complessivi10 km, di competenza esclusiva Anas, èinserita nel contratto di governo 2016/2020ma priva dei finanziamenti necessari;

il costo complessivo dell’opera, comeda stima Anas è di circa 60 milioni di euro;

la messa in sicurezza e l’adegua-mento del collegamento mediano A24 –Strada statale n. 407 « Basentana » è tra leopere infrastrutturali strategiche previstedal Dossier Matera Capitale europea 2019;

considerato inoltre che:

In concomitanza con l’evento euro-peo « Matera 2019 » è previsto un aumento

considerevole dei flussi da e per Matera,provenienti soprattutto dall’autostrada A1,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di bilancio, idoneeIniziative, volte a finanziare l’opera o adattivarsi presso Anas affinché nell’aggior-namento del contratto di governo previstoper l’anno 2019 venga inserito il finanzia-mento per la messa in sicurezza della stradastatale n. 7, dal km 562 all’innesto con lastrada statale 407 « Basentana ».

9/1334-AR/19. Rospi.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

l’articolo 23, comma 2, del decretolegislativo 152/06 prevede la procedura divalutazione di impatto sanitario soltantoper i progetti di cui al punto 1) dell’allegatoII alla parte seconda del decreto legislativoe per i progetti riguardanti le centrali ter-miche e altri impianti di combustione conpotenza termica superiore a 300 MW;

l’articolo 252 del d.lgs. 152/06 defi-nisce i Siti di Interesse Nazionale (SIN) aifini della bonifica come aree « individuabiliin relazione alle caratteristiche del sito, allequantità e pericolosità degli inquinanti pre-senti, al rilievo dell’impatto sull’ambientecircostante in termini di rischio sanitarioed ecologico, nonché di pregiudizio per ibeni culturali ed ambientali ». Uno dei prin-cipi da seguire per l’individuazione di que-sti siti è la presenza di un « rischio sani-tario ed ambientale che deriva dal rilevatosuperamento delle concentrazioni soglia dirischio deve risultare particolarmente ele-vato in ragione della densità della popola-zione o dell’estensione dell’area interes-sata »;

L’articolo 1 della legge n. 208/2015,commi 149, 150 e 151, ha prorogato i

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termini per gli incentivi sull’energia elet-trica prodotta dagli impianti alimentati dabiomasse, biogas e bioliquidi;

l’erogazione degli incentivi è subor-dinata alla decisione favorevole della Com-missione Europea. Entro il 31 dicembre2018, i produttori interessati dalle disposi-zioni di cui ai Commi 149 e 150 comuni-cano al Ministero dello Sviluppo Econo-mico le informazioni dovute ai fini dellaverifica di compatibilità con la disciplina inmateria di aiuti di Stato a favore dell’am-biente e dell’energia per gli anni 2014-2020,di cui alla comunicazione 2014/C 200/01della Commissione Europea;

la Commissione UE ha richiesto conuna nota dell’8 dicembre 2017 (COMP B.3AC/AM/MB/kd*D*2017/116863) una seriedi approfondimenti che, di fatto, hannorappresentato l’avvio di una possibile pro-cedura di infrazione, con indagine sui pre-gressi regimi di incentivazione;

il Ministero dell’Ambiente, per i pro-fili di competenza in materia di bonifica,fornisce il proprio contributo all’Autoritàcompetente al rilascio delle autorizzazioni,rappresentando il quadro ambientale del-l’area e richiamando le disposizioni nor-mative che prevedono la valutazione delleinterferenze dell’opera con le attività dibonifica e la tutela sanitaria per i fruitoridell’area;

l’erogazione di incentivi alla produ-zione di energia da impianti biogas puòscaturire nella proliferazione di tali instal-lazioni, che seppure di taglia ridotta pos-sono facilmente superare nel complesso, inzone dense di tali impianti, la soglia limitedi 300 MW di cui all’articolo 23 del disegnolegislativo 152/2006, necessitando quindi diuna valutazione di impatto sanitario a mag-gior ragione quando tale impatto va a so-vrapporsi a situazioni ambientali e sanita-rie già compromesse come quelle dei SIN,

impegna il Governo:

1. a valutare l’opportunità di intra-prendere, nel rispetto dei vincoli di bilan-cio, idonee iniziative, anche di carattere

normativo, al fine di evitare la possibilità diincorrere in una procedura di infrazione alivello comunitario relativa agli eccessiviaiuti di stato alla produzione di energiaelettrica da biomasse, biogas e bioliquidi,limitandone la disponibilità in termini dianni futuri e/o restringendone il campo diapplicazione per tipologia di impianto oper contesto territoriale;

2. valutare l’opportunità di prevedereazioni volte a eseguire Valutazioni di Im-patto Sanitario all’interno di ogni proce-dura di Valutazione di Impatto Ambientaleper progetti ricadenti all’interno, o nellearee limitrofe, di Siti di Interesse Nazionaleai fini di Bonifica.

9/1334-AR/20. Ilaria Fontana.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, recanteil « Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021 », prevedeall’articolo 79 disposizioni in merito a si-tuazioni emergenziali;

i molteplici contesti emergenziali dirilievo nazionale conseguenti alle eccezio-nali avversità atmosferiche che, anche direcente, hanno interessato numerose re-gioni italiane richiedono una complessivarevisione della disciplina prevista dalla de-libera del Consiglio dei Ministri del 28luglio 2016 in riferimento alle modalità distanziamento dei finanziamenti e di eroga-zione dei contributi massimi concedibili;

la percentuale di ristoro dei dannisubiti da parte dei privati in conseguenzadi eventi alluvionali si assesta su percen-tuali piuttosto basse (appena il 10 per cento,a distanze tre anni dall’evento);

con particolare riferimento alle mo-dalità per la ricognizione dei fabbisogni eper la quantificazione dei danni al patri-monio edilizio privato e alle attività eco-nomiche e produttive, sarebbero auspica-bili procedure semplificate che prevedanoil superamento della stima sommaria dei

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danni affidata in prima istanza al cittadino,consentano il recupero dei costi per leprestazioni tecniche richieste ai professio-nisti, e prevedano misure di sostegno pergarantire l’avvio in tempi brevi degli inter-venti di ripristino del patrimonio mobiliaree immobiliare distrutto o allagato, anche alfine di assicurare uniformità di tratta-mento nei confronti dei cittadini danneg-giati dagli eventi calamitosi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di provvedere, an-che in successivi provvedimenti normativi,alla ridefinizione dei criteri e delle direttiveper la ricognizione dei fabbisogni e per laquantificazione dei danni al patrimonioedilizio privato e alle attività economiche eproduttive danneggiati dagli eventi calami-tosi indicati in premessa, prevedendo a talfine congrue misure finanziarie per i rim-borsi ai privati.

9/1334-AR/21. Berti.

La Camera,

premesso che:

in sede di esame del Bilancio diprevisione dello Stato per Vanno finanzia-rio 2019 e bilancio pluriennale per il trien-nio 2019-2021, all’articolo 79, nell’ambitodelle disposizioni su alcune situazioni emer-genziali, prevede al comma 6 il finanzia-mento della zona franca urbana della cittàmetropolitana di Genova per la quale siautorizza la spesa di 50 milioni di euro perciascuno degli anni 2019 e 2020 in ragionedel tragico evento occorso;

esigenze parimenti emergenziali sor-gono rispetto alla città di Taranto che,quale « area ad elevato rischio di crisi am-bientale », presenta insediamenti industrialidi rilevante dimensione che influenzano inmodo considerevole i profili socio-econo-mici, ambientali e paesaggistici; l’elevataantropizzazione, inoltre, incide ulterior-mente sugli ecosistemi;

si pone allora la necessità di prov-vedere al finanziamento anche della zona

franca urbana di Taranto. Si tratterebbe diuno strumento utile per la rimozione deldegrado delle aree cittadine maggiormenteinteressate dal disastro ambientale taran-tino, per contrastare i fenomeni di esclu-sione sociale e per riqualificare quartieriurbani caratterizzati da gravi fenomeni didegrado urbano, sociale ed economico;

è noto che la allora legge finanziariadel 2008 ha esteso a tutto il territorionazionale l’istituzione delle ZFU, inizial-mente limitate alle zone del Mezzogiorno.Parimenti noto è che le delibere CIPE del2008 e del 2009 includono anche alcuneparti della città di Taranto;

le agevolazioni sono numerose e ri-levanti, eppure ci sono state difficoltà at-tuative e ritardi, che hanno portato solo nel2013 alla adozione di un decreto ministe-riale per stabilirne termini, condizioni, li-miti e modalità. Per vero la Puglia hasubito particolari ritardi ed esclusioni, poisanate;

emerge dunque la necessità di pro-muovere un modello di sviluppo rispettosodell’ambiente e della natura, comprensivodi appositi istituti tributari che interven-gano a fronte di emergenze e disastri am-bientali, sia in funzione – auspichiamo –preventiva sia anche riparatoria dell’equi-librio turbato;

il ricorso alla leva fiscale deve esserdestinato ad avvantaggiare attività econo-miche impegnate nel processo di bonifica esoggetti che siano stati danneggiati dall’ef-fetto dell’inquinamento,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di finanziare, com-patibilmente con i limiti di finanza pub-blica, nonché di estendere all’intero terri-torio comunale della città di Taranto lacosiddetta zona franca urbana in confor-mità alle finalità di interesse pubblico pre-viste tese alla rimozione del degrado ur-bano e al contrasto dei fenomeni di esclu-sione sociale, destinando le agevolazionipreviste in favore di attività economicheimpegnate nel processo di bonifica e sog-

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getti che siano stati danneggiati dall’effettodell’inquinamento.

9/1334-AR/22. Vianello.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

a partire dal 2016 le tre Città Me-tropolitane e i sei Liberi Consorzi dellaRegione siciliana sono stati tutti coinvoltiin una gravissima crisi finanziaria che hacompromesso l’erogazione dei servizi all’u-tenza e ha messo in discussione la conti-nuità del rapporto di lavoro dei dipendenti;

la riduzione e/o azzeramento deitrasferimenti statali e il cosiddetto prelievoforzoso operato dallo Stato dal 2012 attra-verso il contributo di finanza pubblica hacontribuito a rendere disastrosa la situa-zione finanziaria delle ex province;

inoltre, nel quadro della comples-siva riforma delle province in itinere, nelcui ambito il versamento delle risorse adapposito capitolo del bilancio statale è spe-cificamente destinato al finanziamento dellefunzioni provinciali non fondamentali ed alpassaggio delle relative risorse agli entisubentranti, va data adeguata considera-zione al diverso disegno strategico del le-gislatore regionale siciliano, che, a diffe-renza di quanto previsto a livello nazionale,ove prevale una riallocazione presso altrilivelli di governo, tende al mantenimento eaddirittura all’implementazione delle fun-zioni precedentemente assegnate agli entiintermedi;

a fronte di tale prelievo forzoso, loStato, ai sensi del comma 754 della legge208/2015 ha assegnato un contributo infavore delle ex province e delle città me-tropolitane delle sole Regioni a statuto or-dinario, dell’importo complessivo di 495milioni di euro nell’anno 2016, 470 milionidi euro per ciascuno degli anni dal 2017 al2020 e 400 milioni di euro annui a decor-

rere dall’anno 2021 finalizzato al finanzia-mento delle spese connesse alle funzionirelative alla viabilità e all’edilizia scola-stica;

non si è però intervenuto a favoredegli enti di area vasta delle Regioni astatuto speciale, che rimangono comunqueobbligati a fornire il contributo per la fi-nanza pubblica, in virtù dell’intesa stipu-lata tra Stato e Regione Siciliana il 20giugno 2016;

l’articolo 64 del disegno di legge dibilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 prevede un contributo afavore delle sole province delle regioni astatuto ordinario pari a 250 milioni di euroannui per gli anni dal 2019 al 2023, fina-lizzato al finanziamento di piani di sicu-rezza a valenza triennale per la manuten-zione di strade e scuole, per cui, ancorauna volta, le Regioni a statuto specialevengono tagliate fuori da un’assegnazionedi risorse che diventa quanto mai impro-crastinabile in questo momento di enormedifficoltà per le finanze locali;

l’articolo 63 del disegno di legge dibilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 prevede che la ridefini-zione dei rapporti tra lo Stato e le Regionia Statuto speciale entro il 31 marzo 2019tramite apposito accordo bilaterale;

nel caso di inadeguati livelli di fi-nanziamento risulta inevitabilmente pre-giudicato quel principio di adeguata corri-spondenza tra risorse e funzioni (articolo119, comma 4, della Costituzione) qualenaturale declinazione del diritto di egua-glianza sostanziale dei cittadini alla conti-nuità nella fruizione dei diritti di rilevanzasociale. A questo riguardo, la Corte Costi-tuzionale, nella recente sentenza n. 10/2016, ha chiarito che questo diritto costi-tuisce « un profilo di garanzia fondantenella tavola dei valori costituzionali, chenon può essere sospeso nel corso del lungoperiodo di transizione che accompagna lariforma delle autonomie territoriali »;

l’articolo 16 comma 1 del decreto-legge n. 50/2017 è stato dichiarato illegit-timo dalla sentenza della Corte Costituzio-

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nale n. 137/2018, nella parte in cui, modi-ficando l’articolo 1 comma 418-bis dellalegge n. 190/2014, non prevede la riasse-gnazione alle regioni e agli enti locali, su-bentranti nelle diverse regioni nell’eserciziodelle funzioni provinciali non fondamen-tali, delle risorse acquisite dallo Stato, pereffetto dell’articolo 1, commi 418 e 419della legge 190/2014 e connesse alle stessefunzioni non fondamentali;

l’articolo 16 comma 4 del disegno dilegge di bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 prevede che icomuni non capoluoghi di provincia ricor-rano alla stazione unica appaltante costi-tuita presso le province e le città metropo-litane per gli appalti di lavori pubblici,tuttavia non tenendo nel dovuto conto lediverse realtà e condizioni che sussistonopresso le province e città metropolitane inItalia, che allo stato, in alcuni casi, dimo-strano di non essere in grado di gestireneppure le proprie gare, a causa di insuf-ficienti capacità di programmazione e pro-gettazione, per cui, laddove in alcune realtàricorrere alla stazione unica appaltante re-alizzerebbe sicuramente le finalità di con-tenimento della spesa pubblica e di effi-cienza degli appalti, in altre, rischierebbedi creare l’effetto opposto, paralizzandoanche l’attività di gara dei comuni noncapoluogo di provincia che si vedrebberoobbligati a ricorrere alle stesse,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di avviare un ta-volo di lavoro permanente tra Ministerodell’Economia e delle Finanze e RegioneSiciliana in vista del nuovo accordo Stato-Regione che, partendo da un’analisi dellasostenibilità finanziaria degli accordi pre-cedenti in tema di enti di area vasta econsiderando il rispetto degli stessi accordi,garantisca soluzioni istituzionali e finan-ziarie adeguate e condivise e un monito-raggio costante dei rispettivi impegni al finedi garantire l’effettiva funzionalità delle exprovince.

9/1334-AR/23. Varrica, Ficara, Marzana,Giarrizzo, Lorefice, Martinciglio, Alaimo.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

a partire dal 2016 le tre Città Me-tropolitane e i sei Liberi Consorzi dellaRegione siciliana sono stati tutti coinvoltiin una gravissima crisi finanziaria che hacompromesso l’erogazione dei servizi all’u-tenza e ha messo in discussione la conti-nuità del rapporto di lavoro dei dipendenti;

la riduzione e/o azzeramento deitrasferimenti statali e il cosiddetto prelievoforzoso operato dallo Stato dal 2012 attra-verso il contributo di finanza pubblica hacontribuito a rendere disastrosa la situa-zione finanziaria delle ex province;

inoltre, nel quadro della comples-siva riforma delle province in itinere, nelcui ambito il versamento delle risorse adapposito capitolo del bilancio statale è spe-cificamente destinato al finanziamento dellefunzioni provinciali non fondamentali ed alpassaggio delle relative risorse agli entisubentranti, va data adeguata considera-zione al diverso disegno strategico del le-gislatore regionale siciliano, che, a diffe-renza di quanto previsto a livello nazionale,ove prevale una riallocazione presso altrilivelli di governo, tende al mantenimento eaddirittura all’implementazione delle fun-zioni precedentemente assegnate agli entiintermedi;

a fronte di tale prelievo forzoso, loStato, ai sensi del comma 754 della legge208/2015 ha assegnato un contributo infavore delle ex province e delle città me-tropolitane delle sole Regioni a statuto or-dinario, dell’importo complessivo di 495milioni di euro nell’anno 2016, 470 milionidi euro per ciascuno degli anni dal 2017 al2020 e 400 milioni di euro annui a decor-rere dall’anno 2021 finalizzato al finanzia-mento delle spese connesse alle funzionirelative alla viabilità e all’edilizia scola-stica;

non si è però intervenuto a favoredegli enti di vasta area delle Regioni a

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statuto speciale, che rimangono comunqueobbligati a fornire il contributo per la fi-nanza pubblica, in virtù dell’intesa stipu-lata tra Stato e Regione Siciliana il 20giugno 2016;

l’articolo 64 del disegno di legge dibilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 prevede un contributo afavore delle sole province delle regioni astatuto ordinario pari a 250 milioni di euroannui per gli anni dal 2019 al 2023, fina-lizzato al finanziamento di piani di sicu-rezza a valenza triennale per la manuten-zione di strade e scuole, per cui, ancorauna volta, le Regioni a statuto specialevengono tagliate fuori da un’assegnazionedi risorse che diventa quanto mai impro-crastinabile in questo momento di enormedifficoltà per le finanze locali;

nel caso di inadeguati livelli di fi-nanziamento risulta inevitabilmente pre-giudicato quel principio di adeguata corri-spondenza tra risorse e funzioni (articolo119, comma 4, della Costituzione) qualenaturale declinazione del diritto di egua-glianza sostanziale dei cittadini alla conti-nuità nella fruizione dei diritti di rilevanzasociale. A questo riguardo, la Corte Costi-tuzionale, nella recente sentenza n. 10/2016, ha chiarito che questo diritto costi-tuisce « un profilo di garanzia fondantenella tavola dei valori costituzionali, chenon può essere sospeso nel corso del lungoperiodo di transizione che accompagna lariforma delle autonomie territoriali »;

l’articolo 16 comma 1 del decreto-legge n. 50/2017 è stato dichiarato illegit-timo dalla sentenza della Corte Costituzio-nale n. 137/2018, nella parte in cui, modi-ficando l’articolo 1 comma 418-bis dellalegge n. 190/2014, non prevede la riasse-gnazione alle regioni e agli enti locali, su-bentranti nelle diverse regioni nell’eserciziodelle funzioni provinciali non fondamen-tali, delle risorse acquisite dallo Stato, pereffetto dell’articolo 1, commi 418 e 419della legge 190/2014 e connesse alle stessefunzioni non fondamentali;

l’articolo 16, comma 4, del disegnodi legge di bilancio di previsione dello Stato

per l’anno finanziario 2019 prevede che icomuni non capoluoghi di provincia ricor-rano alla stazione unica appaltante costi-tuita presso le province e le città metropo-litane per gli appalti di lavori pubblici,tuttavia non tenendo nel dovuto conto lediverse realtà e condizioni che sussistonopresso le province e città metropolitane inItalia, che allo stato, in alcuni casi, dimo-strano di non essere in grado di gestireneppure le proprie gare, a causa di insuf-ficienti capacità di programmazione e pro-gettazione, per cui, laddove in alcune realtàricorrere alla stazione unica appaltante re-alizzerebbe sicuramente le finalità di con-tenimento della spesa pubblica e di effi-cienza degli appalti, in altre, rischierebbedi creare l’effetto opposto, paralizzandoanche l’attività di gara dei comuni noncapoluogo di provincia che si vedrebberoobbligati a ricorrere alle stesse,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di garantire che,laddove la stazione unica appaltante costi-tuita presso le province e le città metropo-litane per gli appalti di lavori pubblici nonsia in grado di eseguire le procedure digara in maniera tempestiva ed efficace,nelle more del raggiungimento di standardadeguati, vi sia la possibilità e non l’obbligoper i comuni non capoluogo di provincia diricorrervi.

9/1334-AR/24. Giarrizzo, Ficara, Varrica,Marzana, Lorefice, Martinciglio, Alaimo.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

a partire dal 2016 le tre Città Me-tropolitane e i sei Liberi Consorzi dellaRegione siciliana sono stati tutti coinvoltiin una gravissima crisi finanziaria che hacompromesso l’erogazione dei servizi all’u-tenza e ha messo in discussione la conti-nuità del rapporto di lavoro dei dipendenti;

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la riduzione e/o azzeramento deitrasferimenti statali e il cosiddetto prelievoforzoso operato dallo Stato dal 2012 attra-verso il contributo di finanza pubblica hacontribuito a rendere disastrosa la situa-zione finanziaria delle ex province;

inoltre, nel quadro della comples-siva riforma delle province in itinere, nelcui ambito il versamento delle risorse adapposito capitolo del bilancio statale è spe-cificamente destinato al finanziamento dellefunzioni provinciali non fondamentali ed alpassaggio delle relative risorse agli entisubentranti, va data adeguata considera-zione al diverso disegno strategico del le-gislatore regionale siciliano, che, a diffe-renza di quanto previsto a livello nazionale,ove prevale una riallocazione presso altrilivelli di governo, tende al mantenimento eaddirittura all’implementazione delle fun-zioni precedentemente assegnate agli entiintermedi;

a fronte di tale prelievo forzoso, loStato, ai sensi del comma 754 della legge208/2015, ha assegnato un contributo infavore delle ex province e delle città me-tropolitane delle sole Regioni a statuto or-dinario, dell’importo complessivo di 495milioni di euro nell’anno 2016, 470 milionidi euro per ciascuno degli anni dal 2017 al2020 e 400 milioni di euro annui a decor-rere dall’anno 2021 finalizzato al finanzia-mento delle spese connesse alle funzionirelative alla viabilità e all’edilizia scola-stica;

non si è però intervenuto a favoredegli enti di area vasta delle Regioni astatuto speciale, che rimangono comunqueobbligati a fornire il contributo per la fi-nanza pubblica, in virtù dell’intesa stipu-lata tra Stato e Regione Siciliana il 20giugno 2016;

l’articolo 64 del disegno di legge dibilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 prevede un contributo afavore delle sole province delle regioni astatuto ordinario pari a 250 milioni di euroannui per gli anni dal 2019 al 2023, fina-lizzato al finanziamento di piani di sicu-rezza a valenza triennale per la manuten-

zione di strade e scuole, per cui, ancorauna volta, le Regioni a statuto specialevengono tagliate fuori da un’assegnazionedi risorse che diventa quanto mai impro-crastinabile in questo momento di enormedifficoltà per le finanze locali;

nel caso di inadeguati livelli di fi-nanziamento risulta inevitabilmente pre-giudicato quel principio di adeguata corri-spondenza tra risorse e funzioni (articolo119, comma 4, della Costituzione) qualenaturale declinazione del diritto di egua-glianza sostanziale dei cittadini alla conti-nuità nella fruizione dei diritti di rilevanzasociale. A questo riguardo, la Corte Costi-tuzionale, nella recente sentenza n. 10/2016, ha chiarito che questo diritto costi-tuisce « un profilo di garanzia fondantenella tavola dei valori costituzionali, chenon può essere sospeso nel corso del lungoperiodo di transizione che accompagna lariforma delle autonomie territoriali »;

l’articolo 16 comma 1 del decreto-legge n. 50/2017 è stato dichiarato illegit-timo dalla sentenza della Corte Costituzio-nale n. 137/2018, nella parte in cui, modi-ficando l’articolo 1 comma 418-bis dellalegge n. 190/2014, non prevede la riasse-gnazione alle regioni e agli enti locali, su-bentranti nelle diverse regioni nell’eserciziodelle funzioni provinciali non fondamen-tali, delle risorse acquisite dallo Stato, pereffetto dell’articolo 1, commi 418 e 419della legge 190/2014 e connesse alle stessefunzioni non fondamentali;

l’articolo 16 comma 4 del disegno dilegge di bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 prevede che icomuni non capoluoghi di provincia ricor-rano alla stazione unica appaltante costi-tuita presso le province e le città metropo-litane per gli appalti di lavori pubblici,tuttavia non tenendo nel dovuto conto lediverse realtà e condizioni che sussistonopresso le province e città metropolitane inItalia, che allo stato, in alcuni casi, dimo-strano di non essere in grado di gestireneppure le proprie gare, a causa di insuf-ficienti capacità di programmazione e pro-gettazione, per cui, laddove in alcune realtàricorrere alla stazione unica appaltante re-

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alizzerebbe sicuramente le finalità di con-tenimento della spesa pubblica e di effi-cienza degli appalti, in altre, rischierebbedi creare l’effetto opposto, paralizzandoanche l’attività di gara dei comuni noncapoluogo di provincia che si vedrebberoobbligati a ricorrere alle stesse,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere inter-venti al fine di consentire che gli enti diarea vasta delle Regioni a statuto specialesiano dotati delle risorse necessarie a ga-rantire l’erogazione degli stipendi al perso-nale dipendente, l’erogazione dei serviziall’utenza, la realizzazione degli investi-menti e la continuità nella fruizione deidiritti di rilevanza sociale.

9/1334-AR/25. Ficara, Varrica, Giarrizzo,Marzana, Lorefice, Martinciglio, Alaimo.

La Camera,

premesso che:

l’A.C. 1334 recante Bilancio di pre-visione dello Stato per l’anno finanziario2019 e bilancio pluriennale per il triennio2019-2021 dispone stanziamenti e inter-venti a sostegno degli investimenti in capi-tale di rischio, per favorire lo sviluppo delletecnologie e delle applicazioni di Intelli-genza Artificiale, Blockchain e Internet ofThings, e per agevolare l’acquisizione diconsulenze specialistiche finalizzate a so-stenere i processi di trasformazione tecno-logica e digitale attraverso le tecnologieabilitanti previste dal Piano Impresa 4.0;

il 2017 è stato un anno record per ilventure capital in Europa, con un aumentodel 30 per cento dell’ammontare investitorispetto al 2016, in un panorama che havisto però investiti in Italia solo 133 milionidi euro (0,004 per cento del PIL), contro i900 milioni della Spagna (0,02 per centodel PIL), gli 1,2 miliardi della Svezia (0,023per cento del PIL), i 2,5 miliardi dellaFrancia (0,04 per cento del PIL) e i 7,1miliardi del Regno unito (0,06 per cento delPIL) e, nonostante la crescita che si sta

manifestando in Italia nel 2018, il settorerimane gravemente sottosviluppato al puntoda manifestare impatti negativi sulla com-petitività dell’intero sistema economico esulla creazione di posti di lavoro qualifi-cati;

nel nostro paese il finanziamentoprivato delle imprese innovative, sia nelleforme proprie del venture capital che so-prattutto in quelle del seed capital, scontala forte frammentazione e scarsa propen-sione al rischio degli investitori istituzionaliitaliani, che affiancate all’eccessivo livellodi regolamentazione determinano una nettachiusura verso i pochi operatori che siavventurino nello sviluppo di questi stru-menti;

se all’incoraggiamento dato da unfattore di traino pubblico si accostasseroprovvedimenti semplificativi nonché pre-miali quali un taglio molto significativo sultrattamento fiscale del capital gain, por-tando a rivolgere nella sperata direzione uninvestimento anche solo dell’1 per milledelle gestioni e della liquidità, si ricavereb-bero benefici enormi, dati gli attuali risicativolumi di investimento italiani;

ancor maggiore sarebbe l’impattopositivo di un simile beneficio sul rispar-mio gestito, che attualmente, data l’esiguitàdi questo mercato nel nostro Paese, esiguitàche rappresenta in quanto tale un fattoredi imprevedibilità dei ritorni, destina laporzione di portafoglio indirizzata a questosettore di preferenza a fondi, e fondi difondi, di altri paesi;

l’economia dell’innovazione italianarisulta caratterizzata da svariati spin-off daricerca che sopravvivono con fondi pub-blici, da poche start-up partecipate da ope-ratori professionali, da alcune PMI e dapoche grandi imprese, oltre ad accusareritardi dovuti ai ripetuti tagli alla ricercascientifica di base e agli ostacoli di carat-tere organizzativo e giuridico che frenano iltrasferimento tecnologico;

il recente rapporto Istat sull’inno-vazione nelle imprese, relativo agli anni2014- 2016, se mostra rispetto al prece-dente triennio segni incoraggianti dovuti

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anche all’effetto di misure « orizzontali » disostegno pubblico agli investimenti in ca-pitale tangibile e intangibile e in ricerca esviluppo, evidenzia altresì un calo dellapropensione innovativa nel settore dei ser-vizi, accompagnato da una diminuzione delgià piuttosto limitato numero di accordi dicooperazione per l’innovazione stipulati dalleimprese innovatrici in senso stretto, non-ché dei nuovi prodotti da esse proposti sulmercato, soprattutto su quello internazio-nale;

oltre a non essere indirizzata all’e-conomia dell’innovazione intesa in sensostretto, la rilevante componente di do-manda per investimenti indotta dalle ac-cennate misure di incentivazione « orizzon-tali » degli ultimi anni, ha coinvolto inmisura relativamente scarsa settori quali lalogistica ed ha soprattutto determinato un« timing concentrato » di scelte di rinnovodei macchinari che le imprese avrebberocomunque compiuto, magari diluendole neltempo, e che la prospettiva del vantaggioofferto ha semplicemente anticipato, in molticasi senza uno specifico disegno strategicodi innovazione;

analizzando congiuntamente la do-tazione di capitale e la digitalizzazione, siindividuano nel nostro Paese cinque profilidi propensione alla trasformazione digitale,che evidenziano una situazione che neces-sita di un ulteriore stimolo: le « Indiffe-renti », con bassa digitalizzazione, sono il63 per cento delle imprese; le « Sensibilivincolate », con media digitalizzazione ebasso capitale, il 22 per cento; le « Digitaliincompiute », con alta digitalizzazione ebasso capitale, sono il 2,3 per cento; le« Sensibili », con media digitalizzazione emedio-alto capitale, sono il 9,7 per cento;infine, le « Digitali compiute », con alta di-gitalizzazione e alto capitale, rappresen-tano il 3 per cento;

nel contesto sopra illustrato si av-verte, dunque, la necessità di potenziare ilmercato dei capitali di rischio, favorendogli investimenti in seed e venture capital distrumenti finanziari a sostegno dell’econo-mia reale come PIR ed ELTIF, anche at-traverso opportuni piani di incentivazione,

al fine di sostenere le imprese innovativenelle fasi di stand-up, start-up e scale-up;appare opportuno semplificare il settoredella gestione dei capitali di rischio, esen-tando le società di investimento a bassaraccolta, quali i fondi Angel o Seed Capital,le syndication di investimento, i fondi side-car degli acceleratori, anche in presenza diun gestore, dal regime autorizzativo e dallavigilanza di Banca d’Italia propri degli OICR;

la riduzione dell’aliquota di tassa-zione sul capital gain per investimenti instart-up innovative italiane, avrebbe comerisultato quello di indurre nuovi operatoridi Seed e Venture Capital a stabilire la sededelle proprie operazioni in Italia, con ef-fetti positivi non solo sulla crescita dellaliquidità nel sistema ma anche sul numerodi operatori attratti a competere sul mer-cato dei capitali di rischio;

l’introduzione di nuovi incentivi esemplificazioni in favore delle start-up in-novative, oltre a potenziare quelli esistenti,legandoli alla raccolta di capitale di rischio,ridurrebbe lo squilibrio competitivo datodalla semplicità dei sistemi legislativi na-zionali confinanti con l’Italia, ed anzi ren-derebbe il Paese a sua volta un attrattorenei confronti di talenti ed imprenditoristranieri,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di bilancio, idoneeiniziative, anche di carattere normativo, alfine di colmare la grave distanza competi-tiva tra l’Italia e le omologhe nazioni OCSEnell’industria dell’innovazione, altrimentidetta filiera del venture business, conside-rando la urgente necessità di introdurretanto misure di semplificazione quanto in-centivi di natura fiscale nelle componentidella filiera quali le start-up innovative, gliinvestitori in capitale di rischio, gli opera-tori intermedi tra prime e secondi, nonchédi stabilire una adeguata modalità di coor-dinamento tra le politiche e gli incentivinazionali e quelle territoriali.

9/1334-AR/26. Carabetta.

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La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

il turismo è un settore economicoprimario che contribuisce per il 10,4 percento al PIL mondiale e sostiene 313 mi-lioni di posti di lavoro (occupazione direttae indiretta) con previsioni di crescita glo-bale attorno al 3,4 per cento per anno inmedia;

questi dati sono perfettamente inlinea con la situazione del turismo nelnostro Paese, dove nell’ultimo anno – percause complessive ma anche specifiche delsettore il contributo totale del settore al-l’economia è stato pari al 13 per cento delPIL, con prospettive di crescita sempre piùsolide e impatti occupazionali che raggiun-gono il 14 per cento;

nel 2017 gli arrivi internazionali,attestatisi intorno agli 1,32 miliardi di tu-risti, sono cresciuti del 6,8 per cento ri-spetto all’anno precedente. In Italia sonostati 58,7 milioni i viaggiatori stranieri, inaumento dell’11,8 per cento rispetto al 2016.Si tratta del più alto tasso di incrementofra i Paesi top five. La bilancia turistica deipagamenti di Banca d’Italia ha riportato unsaldo netto positivo di 14.598 milioni dieuro nel 2017 (+5,7 per cento sul 2016). Iviaggiatori stranieri in Italia hanno speso39.155 milioni di euro (+7,7 per centorispetto al 2016) mentre la spesa turisticadegli italiani all’estero è stata di 24.557milioni di euro (+8,9 per cento sul 2016);cresce dunque la voglia di visitare l’Italia edi godere delle sue bellezze e non soloartistiche: quello che attrae il turista nelnostro Paese, infatti, è ciò che comune-mente chiamiamo Made in Italy;

il rapporto Tourism for developmentdell’UNWTO sottolinea come il turismo puòfunzionare da volano per lo sviluppo so-stenibile, la crescita economica, la curadell’ambiente e la cura del patrimonio cul-turale;

si delinea dunque un’idea di turi-smo legato ad un concetto più ampio eapprofondito di Made in Italy, con parti-colare attenzione alle specificità del SudItalia – e segnatamente delle sue aree in-terne – il cui potenziale di attrattività ri-sulta ancora per la gran parte inespresso;

tra le direttrici lungo le quali simuove l’azione del Governo nel settore delturismo ci sono, tra le altre, quelle relativeallo sviluppo del settore nelle zone del SudItalia mediante iniziative coordinate, di am-pio respiro, imperniate sulla valorizzazionedelle specificità territoriali, fondate sul bi-nomio enogastronomia e turismo e pro-muovere le specificità territoriali anche dellearee interne, in ottica di costruzione diun’offerta realmente efficace, oltre che eco-nomicamente efficiente;

anche a tale scopo sono dedicate lerisorse di cui al programma 3.1 « Sviluppoe competitività del turismo » contenuto nellaTabella 12 relativa allo stato di previsionedel Ministero delle politiche agricole, ali-mentari, forestali e del turismo, allegata alprovvedimento in esame;

per il Sud Italia lo sviluppo delturismo è, altresì, strettamente connessoalla cura del territorio e allo sviluppo dellesue infrastrutture: a questo proposito sipensi a quale sforzo si sta compiendo perrendere adeguatamente fruibile l’intero ter-ritorio compreso tra la Basilicata e Pugliache nel 2019 sarà attraversato da ingentiflussi turistici in concomitanza con l’inau-gurazione dell’anno che vede Matera capi-tale europea della cultura;

il 2019 sarà, altresì, in Italia l’annodel turismo lento, una delle forme menoinvasive di turismo che mira a promuoverela qualità e l’esperienza contrapponendosial turismo di massa, veloce e di consumoche poco valorizza le tipicità di un luogo, laconoscenza e la scoperta di cibi biologici ea chilometri zero, la propensione a desti-nazioni attente dal risparmio energetico ealla raccolta differenziata per perseguirevalori sostenibili verso un turismo più sanoe reale. Chi viaggia in chiave slow è deter-minato ad andar oltre la brochure e desi-

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dera conoscere l’impatto ambientale di unastruttura turistica e la sensibilità ecologicadei gestori o la provenienza e del ciboprima di acquistare un determinato servi-zio,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,anche mediante l’utilizzo delle risorse dicui al citato programma 3.1 « Sviluppo ecompetitività del turismo » idonee inizia-tive, anche di carattere normativo, finaliz-zate al sostegno di proposte imprenditorialiper lo sviluppo del turismo responsabile esostenibile nelle aree interne del Sud Italiae a favorire nuovi progetti imprenditorialidi aziende con sede nel sud Italia cheindirizzino la loro azione, in particolare,alla valorizzazione e promozione dei terri-tori in chiave sostenibile.

9/1334-AR/27. Masi.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

la legge di bilancio è il provvedi-mento più qualificante nella vita di unGoverno e non solo da un punto di vistaeconomico: esso, infatti, reca nelle misurecontenute un’idea del Paese nell’oggi masoprattutto di quello che si vuole esso di-venti;

la politica di bilancio evidenziatanel provvedimento in esame ha l’obiettivodi promuovere la ripresa dell’economia na-zionale, puntando sull’incremento della pro-duttività del Paese e del suo potenziale dicrescita: in questo contesto è stata adottatauna politica espansiva che punti sul rilan-cio degli investimenti pubblici, sulla mo-dernizzazione delle infrastrutture, sul so-stegno alle fasce più deboli della popola-zione e sul rilancio e l’irrobustimento delnostro tessuto imprenditoriale, in partico-

lare di quello che poggia sull’attività dellemicro, piccole e medie imprese;

numerose nella manovra per il 2019le misure per la crescita e l’internaziona-lizzazione delle attività economiche e pro-duttive dove la necessaria intraprendenzaimprenditoriale trova il necessario sup-porto nell’azione pubblica;

misure strettamente connesse conquelle relative al rilancio degli investimentidegli enti territoriali per lo sviluppo infra-strutturale del Paese;

sono le Pmi quelle che più hannosofferto della crisi economico-finanziaria eche dimostrano maggiori criticità nell’af-frontare le sfide della globalizzazione; inquesto quadro necessitano un’attenzionemaggiore le attività del commercio, quelledei negozi di vicinato, in particolare, che inseguito alla crisi, nell’impossibilità di con-tinuare a sostenere i costi di gestione ele-vati e affitti troppo alti sono stati costrettia licenziare i propri dipendenti e a chiu-dere. Un danno non solo sotto il profiloeconomico ma anche sociale; sulla base diun’indagine di Confcommercio del 2017sono le imprese del commercio al dettagliocon sede fissa nei centri storici a soffrire dipiù, con un tasso di mortalità di impresapiù alto rispetto alle imprese fuori dalcentro storico;

la sopravvivenza del negozio di-pende anche dal livello dei canoni di affittoe in particolare, dal rapporto dei canoni delcentro e della periferia: ogni 10 per centodi incremento di questo rapporto com-porta, a parità di altre condizioni, unariduzione dell’8 per cento del negozio delcentro; 630 chiusure su 3.470 nel periodo2008-2016 (oltre al 18 per cento);

questo fenomeno riduce la qualitàdella vita dei residenti del centro storicodei Comuni italiani, e l’appeal turistico dellenostre città. Senza i negozi, nelle città c’èmeno luce, meno bellezza, meno socialità esoprattutto meno sicurezza,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendereiniziative tempestive per riqualificare e va-

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lorizzare le aree urbane, con particolareriguardo al recupero dei centri storici, apartire dal sostegno alle attività commer-ciali anche attraverso un’efficace politica diagevolazioni fiscali e di erogazione di con-tributi per il pagamento dei canoni, dellespese sostenute per l’apertura, la ristruttu-razione del locale, l’ampliamento dell’atti-vità, per la dotazione di strumentazioninuove, comprese quelle necessarie per ipagamenti tramite moneta elettronica, e disistemi di sicurezza innovativi, nonché perl’accrescimento dell’efficienza energetica.

9/1334-AR/28. De Toma, Rachele Silve-stri, Alemanno.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

l’evasione e l’elusione fiscale, feno-meni fortemente destabilizzanti per l’eco-nomia e per la giustizia sociale del Paese,costringono, sempre più, le istituzioni pre-poste a recuperare le mancate entrate nellecasse dello Stato, aumentando la pressionefiscale, con una ricaduta paradossalmentepunitiva sui cittadini e i professionisti one-sti, che pagano regolarmente le tasse;

i dati OCSE e ISTAT sono chiari: lapressione fiscale in Italia ha raggiunto per-centuali superiori al 40 per cento, a partiredal 2010, collocando il Paese al sesto postotra quelli aderenti all’OCSE (dati aggiornatial 2016);

l’evasione fiscale caratterizza per-centualmente anche i settori della liberaprofessione, generando fenomeni di con-correnza sleale particolarmente gravi in unperiodo così complesso del mercato dellaprofessione, soprattutto nell’ambito dell’e-dilizia;

un primo ma significativo risultatonel contrasto dei fenomeni di evasione edelusione fiscale era stato già raggiunto conl’introduzione degli sgravi fiscali IRPEF per

le ristrutturazioni, che riguardano anche icompensi dei professionisti. Queste misureoltre a rilanciare il mercato delle ristrut-turazioni, hanno ridotto l’evasione fiscalelimitatamente all’ambito degli interventi sullecostruzioni esistenti;

nell’ottica di allargare la portatadella norma si rende necessario, dunque,stabilire regole chiare e trasparenti per leprestazioni professionali da rendere allacommittenza privata per tutti gli interventiregolamentati dal testo unico sull’edilizia,comprese le nuove costruzioni, quale stru-mento per contrastare l’evasione fiscale eper salvaguardare contestualmente il la-voro dei professionisti onesti, in regola conil fisco,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendereidonee iniziative, anche di carattere nor-mativo, finalizzate a prevedere lo stop delprocedimento amministrativo autorizzativoqualora la richiesta dei titoli edilizi edurbanistici abilitativi all’Ente o l’Ufficio pre-posto non sia corredata dalla dichiarazionesostitutiva dell’atto di notorietà del profes-sionista o dei professionisti sottoscrittoridegli elaborati progettuali attestante il pa-gamento dei compensi relativi alla presta-zione resa in cui sono riportati gli estremidel bonifico bancario, eseguito nel rispettodelle norme sulla tracciabilità dei flussifinanziari, con la quale si attesta l’avvenutopagamento delle spettanze.

9/1334-AR/29. Alemanno.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

nel quadro delle misure finalizzatealla riduzione della pressione fiscale il prov-vedimento in esame prevede l’estensionedell’imposta sostitutiva unica con aliquotadel 15 per cento ai contribuenti che hanno

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conseguito ricavi, ovvero percepito com-pensi, nell’anno precedente fino a 65 milaeuro;

la disposizione citata prevede chenon possano avvalersi del nuovo regimeforfettario gli esercenti attività d’impresa,arti o professioni che partecipano contem-poraneamente a imprese familiari, soggettiche vanno ad aggiungersi a quelli già esclusidal regime forfettario sulla base della nor-mativa vigente, che partecipano a società dipersone, ad associazioni ovvero a società aresponsabilità limitata o ad associazioni inpartecipazione;

il mondo delle piccole e micro im-prese, così come quello delle startup sialimenta di sistemi come il work for equitye l’equity crowdfunding che consentono atanti professionisti di investire in società dicapitali o di associarsi per avviare unaattività di impresa;

ci sono molti liberi professionistiche decidono di investire quote in societàdi capitali attraverso il work for equity el’equity crowdfunding o di avviare una at-tività di impresa con altri professionisti;

in Italia fare impresa presenta unaserie di barriere all’ingresso dovute allaburocrazia e alla difficoltà di reperire ca-pitali di investimento, gap colmato spessocon l’intervento in fase seed di liberi pro-fessionisti che mettono a disposizione i lororisparmi;

è da rilevare, altresì, che qualora unproprietario di quote volesse alienarle, ol-tre alla difficoltà a reperire soggetti acqui-renti a causa della rigidità del mercato, sitroverebbe anche a dover sostenere ingentispese notarili e tasse; il libero professioni-sta titolare di quote di impresa non ènecessariamente un imprenditore e, quindi,verrebbe discriminato senza motivo fon-dato;

in questo quadro la suddetta previ-sione di esclusione, secondo i sottoscrittoridel presente atto, reca inevitabili effettinegativi: iscrive una seria ipoteca sulla so-pravvivenza delle imprese di cui i profes-sionisti sono detentori di quote, disincen-

tiva l’utilizzo di strumenti partecipativi alcapitale delle imprese come il work forequity e l’equity crowfounding per il finan-ziamento delle startup e delle piccole im-prese, scoraggia l’investimento in startupitaliane da parte dei liberi professionistiche magari dirotteranno i loro capitali suinvestimenti in società di Paesi con unregime fiscale più favorevole; disincentiva,infine, la nascita di nuove imprese fruttodell’aggregazione di liberi professionisti,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di escludere o ap-portare eventuali variazioni del regime for-fetario di tutti i liberi professionisti chehanno quote in società, associazioni, im-prese familiari.

9/1334-AR/30. Orrico, Rizzone.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

il settore alimentare è tornato ailivelli di produzione del 2007 ed è fra quelliche stanno trainando la ripresa italiana:nei primi due mesi del 2018 l’industriaalimentare italiana è cresciuta del 4,9 percento, contro un aumento della produzionetotale nazionale del 3,4 per cento;

non cresce solo la produzione macresce anche l’export, vero motore dellosviluppo del settore, il quale dopo averregistrato un aumento del 6,3 per cento nel2017, nei primi sette mesi del 2018 ha vistocrescere del 3,3 per cento (oltre 20 miliardidi euro) la vendita di prodotti Made in Italyrispetto allo stesso periodo dello scorsoanno;

principali mercati di sbocco dei pro-dotti agroalimentari italiani sono quelli del-l’Unione Europea mentre per quanto ri-guarda i principali comparti produttivi irisultati migliori sono stati riportati dalle

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vendite all’estero dei settori « vino e mosti »e « latte e derivati »;

l’Italia è il secondo produttore almondo di uva da tavola dopo la Cina;

la produzione di uva da tavola nelnostro Paese si è assestata, al netto di unlento trend decrescente, su circa un milionedi tonnellate provenienti da Puglia e Sicilia;

si assiste ad una ripresa delle espor-tazioni, che nell’ultimo anno hanno supe-rato le 480 mila tonnellate (dati Eurostat),mentre i primi tre mercati di destinazionesono Germania, Francia e Polonia;

nella legislazione cinese in materiadi importazione, in particolare nel settoreortofrutticolo, permangono molteplici di-vieti e limitazioni;

nel quadro di una progressiva aper-tura del gigante asiatico agli stili di vitaoccidentali il Governo ha in più occasionioperato ai fini del superamento delle bar-riere non tariffarie per l’export;

un ostacolo che occorre superareper proseguire nel percorso di riequilibriodei rapporti commerciali nell’agroalimen-tare dove le importazioni dalla Cina hannosuperato del 29 per cento il valore delleesportazioni che nel 2017 erano state paria 448 milioni di euro, anche per effettodelle barriere commerciali;

anche alla luce dell’aumento degliscambi commerciali tra Cina e paesi UE nelsettore agroalimentare negli ultimi anni edalla firma di numerosi protocolli tra loStato asiatico ed i paesi dell’UE, sarebbeauspicabile un accordo tra Italia e Cina perl’esportazione di uva da tavola,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendereogni utile iniziativa per favorire accordinegoziali con la Cina finalizzati alla espor-tazione dell’uva da tavola italiana al fine diampliare i mercati di riferimento nel set-tore agroalimentare.

9/1334-AR/31. Cassese.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

in ordine agli investimenti in infra-strutture destinati allo sviluppo con rica-dute per l’intero Paese, i sistemi portualiintegrati e concorrenziali costituiscono unagrande occasione, con riferimento all’effi-cienza, all’adeguamento delle infrastrut-ture di collegamento ed alla promozione diinterventi di miglioramento del sistema lo-gistico e rappresentano una sfida da co-gliere,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di incentivare, nel-l’ambito del trasporto, l’utilizzo del portodi Brindisi come punto di snodo, ancheattraverso sgravi e snellimento e delle pro-cedure a fronte della sua posizione e dellepotenzialità di sviluppo.

9/1334-AR/32. Macina.

La Camera,

premesso che:

esaminato l’A.C. 1334 recante Bi-lancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021;

il disegno di legge in titolo, reca,all’articolo 49, misure per il sostegno delsettore agricolo;

gli eventi climatici avversi che sisono abbattuti nelle regioni italiane neimesi di ottobre e novembre 2018, hannocausato danni a moltissime aziende agri-cole;

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a causa di questi eventi, molti lavo-ratori del settore agricolo perderanno moltegiornate lavorative;

considerato che:

è necessario intervenire per soste-nere i succitati lavoratori agricoli a tempoindeterminato e determinato,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare confuturi interventi normativi, un rafforza-mento delle misure di cui all’articolo 21,della Legge n. 223 del 1991 anche attra-verso una progressiva parificazione del re-gime previdenziale, assistenziale e salarialedei lavoratori a tempo indeterminato edeterminato.

9/1334-AR/33. Marzana.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame, nell’am-bito dell’articolo 54, contiene misure utili afavorire l’occupazione e l’inclusione so-ciale, interventi necessari anche per soste-nere coloro che si trovano in posizione didifficoltà nell’accedere al mercato del la-voro ovvero bisognosi di formazione e in-serimento nel mercato del lavoro, soprat-tutto nelle regioni del Mezzogiorno, in taliaree, sono presenti da molti anni i cosid-detti lavoratori socialmente utili (LSU) e ilavoratori di pubblica utilità (LPU);

con il decreto legislativo n. 468 del1997 è stato introdotto la figura dei lavo-ratori socialmente utili e per tali categoriedi lavoratori sono state adottate misure peril rifinanziamento delle attività svolte e perla loro stabilizzazione presso gli enti pub-blici o società private, per lo più coopera-tive appaltatrici di servizi pubblici esterna-lizzati, in deroga alla normativa ordinaria;

considerato che:

in molte aree ad emergenza occu-pazionale, la platea dei soggetti coinvoltinei progetti, è costituita oltre che da LSU

anche dai Lavoratori di Pubblica Utilità(LPU), alcuni dei quali privi ormai da annidi qualsiasi sostegno economico o di trat-tamenti di cassa integrazione e mobilità;

il bacino nazionale dei lavoratoriimpiegati in lavori socialmente utili e dipubblica utilità, si compone di circa 14.500lavoratori dislocati soprattutto nelle re-gioni del Mezzogiorno: Campania, Sicilia,Basilicata, Puglia e Sardegna, impiegati prin-cipalmente presso molti enti locali;

le misure adottate da oltre un de-cennio a favore di questi lavoratori precari,inserite spesso in contesti ad alto tasso didisoccupazione, hanno consentito solo unaparziale stabilizzazione degli LSU e LPU,ossia un capitale umano di precariato sulquale le Pubbliche Amministrazioni e glienti locali dovrebbero intervenire ancheattraverso una mirata politica di stabiliz-zazioni,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di sanare il vuotonormativo generato sulla materia che adoggi è regolata dall’obsoleto decreto legi-slativo n. 81 del 28 febbraio 2000, avviandoinoltre, sin da ora, un tavolo tecnico diconcertazione con le regioni e gli enti localiinteressati, volto a ridurre, per quanto dicompetenza, il bacino storico nazionale deilavoratori di cui in premessa, al fine disuperare definitivamente le situazioni diprecarietà di tale tipologia lavorativa.

9/1334-AR/34. Amitrano.

La Camera,

premesso che:

in Italia vengono prodotti ogni annocirca 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti daprodotti assorbenti per la persona (PAP)fra cui prodotti per la protezione dell’i-giene femminile, dei neonati, dei disabili,degli anziani, arrivando a costituire il 30per cento in volume dei rifiuti che fini-scono in discarica nelle aree a elevata rac-colta differenziata; in Italia vengono utiliz-zati detergenti domestici, per la persona e

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industriali privi di certificazioni ecobiolo-giche in enormi quantità;

il mercato dei PAP lavabili e com-postabili ha minimi fatturati nonostantel’esistenza di molti brevetti e lo sviluppoindustriale degli stessi. Dai PAP si puòanche recuperare fosforo. Il ciclo geochi-mico del fosforo è notevolmente sovvertito,è il limite planetario più sovvertito in Italiasecondo Steffen. I detergenti sopracitatideterminano un importante impatto am-bientale e necessitano di un importanteimpegno per la depurazione, che prevedeun incremento della quantità dei fanghi didepurazione prodotti;

è necessario proseguire i lavori dellapiattaforma del fosforo per procedere aintegrare in rete amministratori, impren-ditori e ricercatori. La ricerca va estesa allaprevenzione e alla riduzione dei fanghi didepurazione, ottenibile per esempio conl’utilizzo di detergenti ecobiologici,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, compatibilmentecon i vincoli di finanza pubblica, di ridurrel’IVA o altre misure di defiscalizzazione eincentivo, comprese campagne informative,per i prodotti caratterizzati da elevata so-stenibilità ambientale come PAP lavabilie/o compostabili e i detergenti con certifi-cazione ecobiologica o altri prodotti simi-lari.

9/1334-AR/35. Zolezzi.

La Camera,

premesso che:

accolte con favore le agevolazioniintrodotte a sostegno del settore primario;attesa la necessità di ulteriori interventivolti a semplificare gli adempimenti per leaziende agricole e agroalimentari;

considerato che dal prossimo 1° gen-naio 2019 con l’entrata in vigore dell’ob-bligo di fatturazione elettronica, il forni-tore è tenuto ad inviare la fattura al Si-stema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia

delle entrate che, entro un termine mas-simo di 5 giorni, ne verifica la correttezzae la invia al destinatario;

posto tuttavia che la data di rice-zione della fattura da parte del destinatarioè, secondo l’Agenzia delle entrate, quella incui la fattura stessa viene inviata dal Si-stema al destinatario;

visto che come noto, per il settoreagroalimentare vige, a garanzia del rispettodei tempi di pagamento, la norma di cuiall’articolo 62 della legge n. 27 del 2012 chedispone che i termini di pagamento decor-rano dall’ultimo giorno del mese di ricevi-mento della fattura;

preso atto pertanto, alla luce diquanto sopra esposto, che se il termineentro cui effettuare il pagamento decorredall’ultimo giorno del mese di ricezionedella fattura, che di fatto corrisponde alladata di comunicazione della stessa al de-stinatario da parte del SdI, il disallinea-mento che si genera può comportare unoslittamento di oltre 30 giorni dei pagamentiin favore delle aziende del settore agroali-mentare,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intervenire nor-mativamente al fine di precisare che per ilsettore agroalimentare i termini di paga-mento decorrano comunque dall’ultimogiorno del mese nel quale il Sistema diInterscambio comunica la fattura al desti-natario.

9/1334-AR/36. Gallinella.

La Camera,

premesso che:

accolte con favore le misure intro-dotte al fine di sostenere il comparto pri-mario attraverso interventi per favorire losviluppo socio economico delle aree rurali;

preso atto tuttavia della necessità difornire un sostegno particolare ad alcunisettori quali quello castanicolo la cui pro-duzione quest’anno è destinata a crollare a

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meno del 10 per cento del potenziale pro-duttivo;

considerato che nelle more dell’appro-vazione di un Piano di settore in grado difinanziare investimenti mirati soprattuttonella ricerca, è indispensabile assicurareun primo sostegno alle aziende danneggiateda tale crisi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di destinare per leannualità 2019 e 2020 apposite risorse fi-nalizzate al sostegno delle aziende del set-tore castanicolo, compatibilmente con i vin-coli di finanza pubblica.

9/1334-AR/37. Del Sesto.

La Camera,

premesso che:

accolte con favore le agevolazioniintrodotte a sostegno del settore primario,in particolare gli interventi diretti in favorelo sviluppo socio economico delle aree ru-rali, le disposizioni sulla xylella fastidiosa,gli interventi indiretti sulle clausole di sal-vaguardia Iva e accise, compresa la steri-lizzazione degli aumenti delle accise suicarburanti, il rifinanziamento della « nuovasabatini », la proroga delle detrazioni sullesistemazioni a verde;

ritenute tuttavia particolarmente pe-santi le conseguenze causate alle impreseagricole dalle avversità atmosferiche assi-milabili a calamità naturali, eventi eccezio-nali, eventi di portata catastrofica, verifi-catesi in questa annata agraria;

considerato, pertanto, fondamentaleammettere queste imprese agricole agli in-terventi previsti per favorire la ripresa del-l’attività economica e produttiva di cui al-l’articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo2004, n. 102 e successive modificazioni eintegrazioni, nei limiti dell’entità del danno,nei termini previsti dagli orientamenti eregolamenti comunitari per gli aiuti di Statonel settore agricolo, in deroga all’articolo 1,comma 3 lettera b) del medesimo decreto

legislativo, per coloro i quali non abbianopotuto sottoscrivere le relative polizze as-sicurative di cui agli articoli 2 e 2-bis delmedesimo decreto legislativo;

visto che l’attuale dotazione delFondo di solidarietà nazionale, stabilita dal-l’articolo 15 del decreto legislativo n. 102del 2004, si ritiene non sufficiente a farfronte alle numerose richieste provenientidai territori danneggiati dai suddetti feno-meni avversi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di rifinanziare ilFondo di solidarietà nazionale, interventiindennizzatori, di cui al capitolo 7411 dellostato di previsione del ministero delle po-litiche agricole, alimentari, forestali e delturismo.

9/1334-AR/38. Gagnarli.

La Camera,

premesso che:

accolte con favore le agevolazioniintrodotte a sostegno del settore primario,in particolare gli interventi diretti in favorelo sviluppo socio economico delle aree ru-rali, le disposizioni sulla xylella fastidiosa,gli interventi indiretti sulle clausole di sal-vaguardia Iva e accise, compresa la steri-lizzazione degli aumenti delle accise suicarburanti, il rifinanziamento della « nuovaSabatini », la proroga delle detrazioni sullesistemazioni a verde;

ritenuto tuttavia strategico interve-nire anche sulla grave crisi in cui versa datempo la pastorizia, specialmente quellasarda, che è strutturata su circa 15 milaaziende zootecniche con un indotto di oltre40 mila addetti, circa 3 milioni di capi, unaproduzione di 300 mila tonnellate di latte,oltre 380 mila quintali di prodotti caseari,la maggioranza dei quali indirizzati allatrasformazione di pecorino romano DOP, ilpiù rilevante in tutta Europa, in termini divolumi prodotti e valore generato, tra iprodotti derivanti dal latte di pecora;

considerato che:

tra le criticità più rilevanti del set-tore, si segnala la mancanza di disponibi-

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lità di dati produttivi ufficiali omogenei etrasparenti, a partire dai quantitativi dilatte munto, una scarsa tracciabilità cheimpedisce un’azione di programmazioneproduttiva reale con conseguente deprez-zamento dei prodotti;

per poter seguire l’andamento delmercato ed avere dati immediati e certifi-cati l’Unione Europea ha introdotto delledisposizioni che regolano le informazioniutili sui quantitativi di latte crudo chevengono consegnati, per garantire tale co-municazione periodica, il primo acquirentenotifica i quantitativi consegnati al proprioStato membro e quest’ultimo li comunicaalla Commissione europea;

tutto questo in un’ottica di svilupposostenibile della produzione per poter as-sicurare un giusto tenore di vita ai produt-tori di latte, ed allo stesso tempo, dareforza al loro potere contrattuale, all’in-terno della filiera, al fine di una più equadistribuzione del valore aggiunto;

tenuto conto che:

per il latte vaccino, il decreto mini-steriale 7 aprile 2015, in applicazione del-l’articolo 151 del Regolamento europeon. 1308 del 2013, ha definito le modalitàdelle dichiarazioni obbligatorie e gli adem-pimenti dei primi acquirenti riconosciuti,fornendo un valido strumento per la rego-lamentazione e la programmazione dellarelativa filiera;

ritenuto quindi indispensabile inter-venire con urgenza mediante azioni con-crete e interventi strutturali per rilanciareun settore che rappresenta una strategicarisorsa economica e sociale,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di istituire unapiattaforma informatica al fine di attuarela banca dati per la filiera del latte ovino-caprino e bovino, (sia di produzione ita-liana che di provenienza estera), e del for-maggio stoccato per la stagionatura nonchéad estendere al comparto del latte ovi ca-prino il decreto ministeriale 7 aprile 2015in materia di dichiarazioni obbligatorie,

compatibilmente con i vincoli di finanzapubblica.

9/1334-AR/39. Cillis.

La Camera,

premesso che:

accolte con favore le agevolazioniintrodotte a sostegno del settore primario;visto tuttavia che le avversità atmosfericheche hanno colpito vasti territori della re-gione Puglia tra lo scorso 26 febbraio e 1marzo hanno irrimediabilmente danneg-giato moltissime aziende agricole;

preso atto che l’eccezionalità dellegelate verificatesi nei suddetti territori si èmanifestata nella intensità distruttiva deglieventi meteorici a fronte dei quali nessunaragionevole previsione poteva risultare ef-ficace;

ritenuta la necessità di consentirealle aziende danneggiate che non hannosottoscritto polizze assicurative agevolate acopertura dei rischi di cui al decreto legi-slativo n. 102 del 2004 di accedere agliinterventi compensativi previsti dal citatodecreto,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di consentire alleaziende pugliesi che hanno subito dannidalle gelate eccezionali verificatesi dal 26febbraio al 1° marzo 2018 e che non hannosottoscritto polizze assicurative agevolate acopertura dei rischi, in deroga all’articolo1, comma 3, lettera b) del decreto legisla-tivo 29 marzo 2004, n. 102 e successivemodificazioni e integrazioni, di accedereagli interventi previsti per favorire la ri-presa delle attività produttive di cui all’ar-ticolo 5 del medesimo decreto nei limitidella dotazione ordinaria del Fondo di so-lidarietà nazionale.

9/1334-AR/40. L’Abbate.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame disponel’istituzione di un fondo finalizzato al ri-

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lancio degli investimenti degli enti territo-riali per lo sviluppo infrastrutturale delpaese;

nel provvedimento in oggetto è pre-visto che tale fondo disponga di una dota-zione annua cospicua per far fronte a nu-merosi interventi, in particolare nei settoridi spesa dell’edilizia pubblica, della manu-tenzione della rete viaria della prevenzionedel rischio sismico e della valorizzazionedei beni culturali e ambientali,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, an-che in successivi interventi normativi, l’i-stituzione di Osservatori ambientali in areed’uso o d’interesse militare con funzione diconsulenza per le regioni dove insistonopoligoni militari all’aperto, nell’ambito dellerisorse umane, finanziarie e strumentalidisponibili.

9/1334-AR/41. Corda, Aresta, Chiazzese,Dall’Osso, Del Monaco, D’Uva, Ermel-lino, Frusone, Galantino, Iorio, Iovino,Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo,Traversi.

La Camera,

premesso che:

gli articoli 231 comma 4, 279 e 297del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66« Codice dell’ordinamento militare » disci-plinano la normativa relativa all’uso e al-l’assegnazione degli alloggi di servizio deimilitari appartenenti alle Forze Armate,nonché il programma pluriennale per glialloggi di servizio in parola, costituenti in-frastrutture militari ed opere destinate alladifesa nazionale;

la vetustà degli edifici ad uso allog-giativo e la mancanza di risorse finanziariedegli ultimi anni hanno causato un graveinvecchiamento del parco infrastrutturaledisponibile che necessita di imponenti at-tività di manutenzione straordinaria, dimessa a norma, di adeguamenti antisismicistrutturali;

il concreto supporto al personalemilitare attraverso azioni di recupero del-l’esistente parco alloggiativo migliorerebbein generale le condizioni di vita del perso-nale militare e delle relative famiglie, mi-tigando le problematiche logistiche deri-vanti dalla movimentazione del personalenei trasferimenti di sede, notoriamente fre-quenti per i militari;

nell’attuale momento storico di tra-sformazione dello strumento militare sa-rebbe necessario per le Forze Armate ra-zionalizzare la propria organizzazione edistribuzione sul territorio nazionale, nelrispetto e con attenzione nei confronti delproprio personale;

il programma pluriennale pianifi-cherebbe interventi di ammodernamento erinnovamento sui complessi logistici peralloggi militari per famiglie e sugli edificidedicati ad alloggi di servizio collettivi, pre-senti nelle basi a maggior criticità di af-flusso di personale e nei centri urbani adalta densità abitativa,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di porre inessere tutte le azioni necessarie finalizzateall’ammodernamento ed al rinnovamentodel parco alloggiativo Alloggi Militari perFamiglie (AMPF) e Alloggi di Servizio Col-lettivo (ASC) delle Forze Armate.

9/1334-AR/42. Roberto Rossini, Corda,Aresta, Chiazzese, Dall’Osso, Del Mo-naco, D’Uva, Ermellino, Frusone, Galan-tino, Iorio, Iovino, Rizzo, Giovanni Russo,Traversi.

La Camera,

premesso che:

ai sensi e per gli effetti dell’articolo229 del Decreto legislativo 5 marzo 2010,n. 66 « Codice di ordinamento militare »presso gli stabilimenti e le officine militaripossono essere istituite, con decreto delMinistro della difesa, scuole allievi operaiper la formazione professionale di operaioccorrenti alle Forze armate;

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ai sensi del predetto art. 229, pressole stesse scuole possono essere svolti corsiper l’addestramento, la qualificazione e l’ag-giornamento degli apprendisti e degli altrioperai delle Forze armate;

ai sensi e per gli effetti del comma1 dell’art. 45 del Decreto legislativo 5 marzo2010, n. 66, gli stabilimenti e gli arsenalimilitari, organi di produzione e di lavoro acarattere industriale del Ministero delladifesa, per il supporto tecnico e logisticodelle Forze armate, assolvono di massima,nei limiti e con le modalità stabilite dallenorme del codice e del regolamento, i se-guenti compiti:

a) produzione di mezzi e mate-riali;

b) riparazioni, manutenzioni e tra-sformazioni di mezzi e materiali non ese-guibili presso gli organi logistici di forzaarmata;

c) conferimento di commesseesterne, con tutte le conseguenti attività dicontrollo e collaudo;

d) studio ed esperienze; realizza-zione di prototipi;

e) analisi, studio e controllo inmateria di costi e prezzi anche ai fini diun’azione calmieratrice dei prezzi di mer-cato;

f) formazione e aggiornamento aidiversi livelli e per specialità del personaletecnico dipendente dal Ministero della di-fesa;

ai sensi e per gli effetti del comma2 dell’articolo 45 del Decreto legislativo 5marzo 2010, n. 66, gli stabilimenti e arse-nali militari, inoltre, concorrono allo stu-dio, nel rispettivo settore, dello sviluppo diattività industriali di particolare interessemilitare e della loro eventuale conversioneai fini della produzione bellica;

ai sensi e per gli effetti del comma3 dell’articolo 45 del decreto legislativo 5marzo 2010, n. 66, con decreto del Mini-stro della difesa sono stabiliti:

a) tipo, finalità, compiti specificidi cui al presente articolo, numero e dislo-

cazione, in relazione alle esigenze delleForze armate e del progresso scientifico etecnico;

b) l’ordinamento e la ripartizioneinterna dei compiti di ciascuno stabili-mento e arsenale militare e delle rispettivesezioni staccate,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di intrapren-dere, nel rispetto dei vincoli di bilancio,idonee iniziative, anche di carattere nor-mativo, le seguenti azioni:

i Centri di formazione presso gli sta-bilimenti e gli arsenali militari svolgano,anche mediante collegamenti con realtàterritoriali pubbliche e private, corsi diformazione, aggiornamento e specializza-zione per il personale militare e civile delMinistero della difesa, appartenenti ai pro-fili dell’area funzionale seconda del settoretecnico-scientifico informatico, avvalen-dosi, prioritariamente di personale docentemilitare e civile in servizio, con qualifichedi formatore;

i programmi di studio, di comprovatasignificatività formativa, composti da mo-duli di base e specializzazione tecnico-professionale, siano approvati dal Ministrodella difesa, su proposta del Capo di StatoMaggiore della difesa, di concerto con ilSegretario generale della difesa.

9/1334-AR/43. Ermellino, Corda, Aresta,Chiazzese, Dall’Osso, Del Monaco, D’Uva,Frusone, Galantino, Iorio, Iovino, Rizzo,Roberto Rossini, Giovanni Russo, Tra-versi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevedeall’articolo 36 un incremento pari a 70milioni di euro a partire dal 2020 delFondo di cui al decreto-legge n. 113 del2018 per il riordino dei ruoli e delle car-riere del personale delle Forze di polizia edelle Forze armate;

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l’impiego del personale nell’attualedispositivo « Strade Sicure » produce, altermine del semestre di servizio, un totaledi circa 60 giorni di assenza, tra recuperi difestività non fruite ed ore di straordinarionon remunerate;

al fine di soddisfare esigenze con-nesse con la tutela dell’ordine e della sicu-rezza pubblica,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, an-che in successivi interventi normativi, com-patibilmente con i vincoli di finanza pub-blica, opportune misure finalizzate a re-munerare le prestazioni di lavoro straor-dinario svolto dagli appartenenti alle ForzeArmate, impegnati ai sensi dell’articolo 1,comma 688 della legge 27 dicembre 2017,n. 205.

9/1334-AR/44. Galantino, Corda, Aresta,Chiazzese, Dall’Osso, Del Monaco, D’Uva,Ermellino, Frusone, Iorio, Iovino, Rizzo,Roberto Rossini, Giovanni Russo, Tra-versi.

La Camera,

premesso che:

le unità del Genio militare svolgonoun ruolo fondamentale non solo per leprimarie funzioni di difesa e salvaguardiadelle libere istituzioni ma anche, in un’ot-tica « dual use », per tutte le attività diconcorso con la protezione civile ed incircostanze di pubbliche calamità;

il loro intervento è stato di fonda-mentale importanza in tutte la recente at-tività di concorso alle popolazioni colpiteda calamità naturali fornendo, grazie ailoro mezzi ed equipaggiamenti, un contri-buto determinante, per le iniziali attività dirimozione delle macerie ed il ripristinodelle vie di comunicazione;

il preminente utilizzo degli assettidel genio militare nelle citate circostanzedetermina un’eccezionale usura di mezzi,attrezzature e materiali in dotazione, in

relazione ai quali si rende necessario inte-grare gli ordinari stanziamenti di bilanciocon le necessarie dotazioni finanziarie al-locate per consentire al Paese di avere adisposizione un asset moderno e tecnologi-camente avanzato indispensabile per farfronte alle possibili situazioni di emergenzanazionale,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, an-che in successivi interventi normativi, mi-sure finanziarie opportune dirette al ripia-namento ed al potenziamento di mezzi,attrezzature e materiali da destinare alleunità operative del genio militare.

9/1334-AR/45. Rizzo, Corda, Aresta,Chiazzese, Dall’Osso, Del Monaco, D’Uva,Ermellino, Frusone, Galantino, Iorio, Io-vino, Roberto Rossini, Giovanni Russo,Traversi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevedenuove assunzioni straordinarie nelle Forzedi polizia (Polizia di Stato, Carabinieri,Guardia di finanza, Polizia Penitenziaria)finalizzate all’incremento dei servizi di pre-venzione e di controllo del territorio e ditutela dell’ordine e della sicurezza pub-blica, connessi, in particolare, alle esigenzedi contrasto al terrorismo internazionale;

nell’ambito dell’ampliamento dell’O-perazione « Strade Sicure », sarebbe neces-sario avviare operazioni di ricognizione ae-rea costante, prevedendo l’impiego degliaeromobili a pilotaggio remoto in dota-zione o da acquisire (per potenziare dettacapacità), da integrare nel dispositivo inatto per l’Operazione Strade Sicure e/o perinterventi emergenziali ed altri sistemi divideosorveglianza e sorveglianza passiva alfine di assicurare attività di deterrenza econtrollo dei reati contro il patrimonioambientale e delle aree boschive maggior-mente a rischio di incendi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere mi-sure finanziarie idonee, compatibilmente

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con i vincoli di bilancio, a garantire unamaggiore efficienza nelle operazioni di cuiin premessa.

9/1334-AR/46. Frusone, Corda, Aresta,Chiazzese, Dall’Osso, Del Monaco, D’Uva,Ermellino, Galantino, Iorio, Iovino, Rizzo,Roberto Rossini, Giovanni Russo, Tra-versi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevededisposizioni per far fronte al fabbisognosanitario nazionale;

il sostegno psicologico per gli appar-tenenti alle Forze armate è un sostegnoindispensabile, soprattutto per coloro chesono stati impegnati in missioni di pace eanche per le loro famiglie che, durante taleoperatività, talvolta, non ricevendo un ade-guato supporto psicologico, vanno soggettea traumi indelebili soprattutto se il lorocongiunto appartenente alle Forze armateè deceduto o è rimasto ferito in terrastraniera,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, an-che in successivi provvedimenti normativi,misure dirette a garantire un servizio disostegno psicologico per gli appartenentialle Forze armate impegnati in missione ealle loro famiglie.

9/1334-AR/47. Del Monaco, Corda, Are-sta, Chiazzese, Dall’Osso, D’Uva, Ermel-lino, Frusone, Galantino, Iorio, Iovino,Rizzo, Roberto Rossini, Giovanni Russo,Traversi.

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede di

Conferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019-2021, specificamente diretto a preve-dere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

le misure citate dovranno riguar-dare, in particolare, la revisione del sistemadi compartecipazione alla spesa sanitaria acarico degli assistiti al fine di promuoveremaggiore equità nell’accesso alle cure;

risulta inoltre evidente che all’in-terno dei sistemi sanitari regionali, le mi-sure di compartecipazione per le diversetipologie di prestazioni si presentano dif-ferenziate, e di conseguenza anche gli im-porti da corrispondere e le esenzioni pre-viste;

un primo passo che porti ad unaefficace programmazione e ad un efficien-tamento dei costi, non può non dirigersiverso una riduzione della spesa farmaceu-tica;

alcuni medicinali compresi in fasciaA sono prescrivibili a carico del ServizioSanitario Nazionale (SSN) soltanto per de-terminate indicazioni. Le indicazioni percui è previsto il rimborso del farmaco sonospecificate nelle « note AIFA » (Agenzia Ita-liana del Farmaco). In questi casi è ilmedico prescrittore che, sulla base di quantoindicato dall’AIFA, stabilisce se il pazienteha o meno diritto ad ottenere il farmaco inregime assistenziale. Se il paziente ne hadiritto, il medico appone sulla ricetta l’in-dicazione del numero della nota AIFA negliappositi spazi. Solo a queste condizioni laricetta è rimborsata dal SSN;

l’AIFA ha, inoltre, previsto che al-cuni farmaci siano erogati solo sulla basedi Diagnosi e Piano Terapeutico formulatida Centri specialistici individuati dalle re-gioni, allo scopo di assicurarne l’appropria-tezza diagnostico-assistenziale. I medici spe-cialisti abilitati alla redazione dei PianiTerapeutici devono svolgere la propria at-tività presso i Centri Specialistici delleAziende Sanitarie Regionali o a DirezioneUniversitaria, degli Istituti di Ricovero e

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Cura a Carattere Scientifico e delle strut-ture accreditate con il SSR;

accade che alcuni farmaci che ab-biano indicazioni terapeutiche diverse con-tenenti lo stesso principio attivo, se erogatiin fasce diverse o con piani terapeutici,abbiano rilevanti differenze di prezzo,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intervenire, an-che previo un utile e accurato monitorag-gio, nell’ambito delle misure atte a control-lare i prezzi dei farmaci, affinché i farmaciche contengono lo stesso principio attivoanche se con indicazioni terapeutiche di-verse ed erogati con piano terapeutico, ab-biano sempre il medesimo prezzo.

9/1334-AR/48. Bologna, Massimo EnricoBaroni, D’Arrando, Lapia, Lorefice,Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza,Sapia, Sarli, Sportiello, Trizzino, Tro-iano, Leda Volpi.

La Camera,

premesso che:

nel testo in esame, l’A.C. 1334 re-cante Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021, all’art. 40viene specificato un incremento del fabbi-sogno sanitario nazionale di 2 miliardi dieuro per il 2020 e di 1,5 miliardi di europer il 2021: lo stesso è confermato, per il2019, nella somma di 114,435 miliardi dieuro;

tra le misure previste dal comma 3del succitato articolo della legge di Bilan-cio, al punto b) si fa riferimento ai seguentipunti: riorganizzazione dell’offerta ospeda-liera e riorganizzazione dell’assistenza ter-ritoriale con particolare riferimento allecronicità ed alle liste di attesa. Al punto e),altresì, si sottolinea la necessità di promuo-vere la ricerca in ambito sanitario;

il sistema sanitario dovrebbe conti-nuare ad affrontare sfide importanti comela sostenibilità economica e la integrazione

dei sistemi sanitari regionali italiani, pertutto quello che riguarda le patologie rare,con particolare attenzione ai « tumori rari »;

i « tumori rari » sono esclusi, adoggi, dall’ambito delle patologie rare, poi-ché essi vengono trattati nell’ambito dellereti oncologiche;

i « tumori rari » ad oggi rappresen-tano circa il 23 per cento delle nuovediagnosi di tumore in Italia, con quasi 86mila nuovi casi l’anno: si riscontrano circa200 casi di tumore raro che costringonoalla convivenza con tale patologia oltremezzo milione di italiani;

ormai da diversi anni la promo-zione di una rete nazionale dei tumori rariviene continuamente posta all’attenzionedella pianificazione del SSN e mai piena-mente attuata;

la proposta di Intesa Stato Regioni,sul tema in premessa, è stata recepita indata 21 settembre 2017 e prospetta solu-zioni, tra le altre, su alcuni aspetti di ca-rattere prioritario:

il collegamento con le Reti Oncolo-giche per mirare ad una integrazione or-ganizzativa, nella prospettiva essenziale dicoinvolgere la totalità dei pazienti con tu-mori rari ed a facilitarne l’accesso, sia allarete che contestualmente alle cure;

il collegamento con gli EuropeanReference Networks – Reti di riferimentoeuropee – ERN;

favorire la fruizione delle presta-zioni in telemedicina, garantire un altolivello di informazione appropriata e lapartecipazione attiva dell’associazionismo.Essa è organizzativamente connessa (pressoAGENAS) alle funzioni di promozione, mo-nitoraggio e valutazione;

la nascita e la crescita di tali retirappresenterebbe un punto fisso di riferi-mento per tutti i pazienti affetti da « tu-mori rari », come anche un impulso allaricerca che sarebbe favorita dal continuoscambio in connessione di flussi di cono-scenza;

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ad oggi la costituzione di tali retitarda a realizzarsi concretamente, sia perla non completa individuazione dei centridi riferimento, sia per il giudizio di appro-priatezza delle cure erogate dalle struttureai pazienti oncologici;

la differenziazione dell’erogazionedelle cure nelle diverse regioni, renderebbeancora più necessario ed urgente un impe-gno per la concreta creazione dei centri diriferimento per i tumori rari;

l’accesso alle cure, in particolar modonelle regioni insulari come la Sardegna,risulta essere ancora difficoltoso e tutto ciòviene aggravato dai piani di rientro sanita-rio varati dalla Giunta regionale. Essi pe-nalizzano ulteriormente i pazienti, allun-gando le liste d’attesa persino per i pazientioncologici, a causa dei continui tagli dipersonale,

impegna il Governo:

1) a valutare l’opportunità di portarea compimento il processo di costituzioneed individuazione dei centri nazionali per itumori rari, favorendo di fatto l’omogeneiz-zazione dei trattamenti dei pazienti onco-logici su tutto il territorio nazionale;

2) a sostenere la ricerca in ambito dimalattie rare ed in particolar modo perquello che riguarda i « tumori rari »;

3) a valutare l’opportunità di promuo-vere – anche con il sostegno delle associa-zioni dei pazienti e delle loro famiglie –attività rivolte ad una più efficace organiz-zazione dei servizi sanitari, soprattutto perl’assistenza dei pazienti, sia a livello indi-viduale che familiare.

9/1334-AR/49. Lapia, Lorefice, Mammì,Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia,Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, LedaVolpi, Bologna, Massimo Enrico Baroni,D’Arrando.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 4, comma 1, della legge 11gennaio 2018, n. 3, prevede che tutti i pro-

fessionisti regolarmente abilitati che inten-dano esercitare una professione sanitariain qualunque forma giuridica, hanno l’ob-bligo di iscriversi all’albo professionale diriferimento;

tale obbligo riguarda i 17 profili –dai fisioterapisti agli ortottisti, dai tecnicidi laboratorio ai dietisti, dagli igienisti den-tali ai tecnici audiometristi – per la primavolta inclusi in un albo professionale e chedevono effettuare l’iscrizione in uno deineonati albi che compongono il nuovo Or-dine, sia nella libera professione sia nel-l’ambito della dipendenza presso strutturepubbliche o private; infatti stessa scadenzacogente vale anche per i professionisti im-piegati come dipendenti del Servizio sani-tario nazionale (SSN);

in caso di non ottemperanza, si ri-schia di incorrere nel reato di esercizioabusivo della professione, le cui pene esanzioni sono state inasprite dalla stessalegge 11 gennaio 2018, n. 3, che all’articolo12 prevede infatti da sei mesi a tre anni direclusione e multe da 10 mila a 50 milaeuro;

si rischia dunque anche il licenzia-mento, soprattutto in ambito privato doveper l’assunzione non è stato espletato alcunconcorso pubblico;

diverse migliaia di professionisti nonhanno la possibilità di iscriversi perché inpossesso di vecchi titoli formativi ora nonpiù idonei, come i titoli antecedenti al 1999e rimasti esclusi dalle norme sull’equipol-lenza e sull’equivalenza, previste dall’arti-colo 4, comma 2, della legge n. 42 del 1999,dopo l’introduzione dei diplomi universi-tari dal 1992 e dei corsi di laurea istituitidal 2001. Tale problema potrebbe riguar-dare anche titoli regionali rilasciati fino al2008,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di affrontare quantoesposto in premessa e generato dall’articolo4, comma 1, della legge 11 gennaio 2018,n. 3, ai sensi del quale per l’esercizio diciascuna delle professioni sanitarie, in qua-

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lunque forma giuridica svolto, è necessarial’iscrizione al rispettivo albo, emanato senzaaver tenuto conto delle problematiche espo-ste in premessa e che rischia di causare seririflessi occupazionali per i professionistidella Sanità coinvolti.

9/1334-AR/50. Lorefice, D’Arrando.

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede diConferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019-2021, specificamente diretto a preve-dere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

secondo quanto si apprende dallalettura del report I.S.T.A.T. relativo allaNatalità e fecondità della popolazione re-sidente per l’anno 2017, risultano iscritti alregistro dell’anagrafe n. 458.151 bambini,ovvero oltre 15 mila in meno rispetto al2016, mentre, con riferimento al periodotemporale 2014-2017, le nascite hanno re-gistrato un decremento pari a circa 45 milaunità;

dalla lettura del citato report, il nu-mero di figli per donna, relativamente al-l’anno 2017, è pari a 1,32, con una dimi-nuzione rispetto all’anno 2010 (ove esso erastimato attorno a 1,46), con ciò determi-nando effetti negativi per il ricambio gene-razionale e accrescendo i problemi di wel-fare;

come affermato dalla World HealthOrganization (WHO), una coppia è consi-derata « infertile » se dopo 24 mesi di rap-porti regolari e non protetti non riesce aconcepire un figlio;

l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.)segnala che l’infertilità riguarda circa il 15

per cento delle coppie e che le cause di essasono molteplici e di diversa natura;

secondo i dati contenuti nel Regi-stro Nazionale Procreazione MedicalmenteAssistita, aggiornato al 31 marzo 2015, lecoppie ricorrono a tecniche di feconda-zione medicalmente assistita per le se-guenti cause e secondo le seguenti percen-tuali:

1. per infertilità maschile: 29,3per cento;

2. per infertilità femminile: 37,1per cento;

3. per infertilità maschile e fem-minile: 17,6 per cento;

4. per infertilità idiopatica: 15,1per cento;

5. per fattore genetico: 0,9 percento;

la prevenzione cosiddetta seconda-ria riduce le cause di infertilità medianteprogrammi di screening, mentre la preven-zione cosiddetta terziaria interviene, sulledette cause, con diagnosi tempestive, curefarmacologiche e terapie adeguate;

gli screening sulla fertilità da inclu-dere nel programma di prevenzione riguar-dano sia la fertilità maschile che quellafemminile e vengono individuati, dalla co-munica scientifica, in plurimi esami speci-fici,

impegna il Governo:

1) ad individuare le più opportunemisure, in un’ottica di prevenzione secon-daria, volte a promuovere programmi discreening finalizzati a prevenire l’infertilitàe rivolti, in particolar modo, ai giovaniadulti;

2) a verificare la possibilità di adot-tare interventi finalizzati a favorire la na-talità, rimuovendo gli squilibri sanitari esociali connessi alla disomogenea situa-zione registrabile tra le varie regioni;

3) a prevedere misure volte a favoriree implementare le linee di ricerca biome-

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dica in grado di incrementare le potenzia-lità diagnostiche e terapeutiche nell’ambitodell’infertilità.

9/1334-AR/51. Mammì, Menga, Nappi, Ne-sci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello,Trizzino, Troiano, Leda Volpi, Bologna,Massimo Enrico Baroni, D’Arrando, La-pia, Lorefice.

La Camera,

premesso che:

al fine di garantire i livelli essenzialidi assistenza, la legge di bilancio all’esamestabilisce che il livello del finanziamentodel fabbisogno sanitario nazionale standardcui concorre lo Stato, per il 2019 è confer-mato in 114.435 milioni di euro, per il 2020è incrementato di 2.000 milioni di euro e,per l’anno 2021, di ulteriori 1.500 milionidi euro;

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede diConferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019- 2021, specificamente diretto a pre-vedere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

le misure citate dovranno riguar-dare, in particolare, la revisione del sistemadi compartecipazione alla spesa sanitaria acarico degli assistiti al fine di promuoveremaggiore equità nell’accesso alle cure, inquanto risulta piuttosto evidente la spere-quazione nell’erogazione delle prestazionisanitarie;

molte sono le cause di tale spere-quazione, a cominciare dalla incoerenzadelle riforme costituzionali adottate in Ita-lia nell’ultimo ventennio e da un federali-smo che mal si concilia con i vincoli finan-ziari di matrice europea; in tale contesto, siinserisce altresì quello che è stato un pro-gressivo definanziamento del SSN, come

ampiamente rilevato dagli osservatori dellaSanità e dagli organi d’informazione e, comedocumentato, a più riprese, tanto dallaRagioneria generale dello Stato quanto dallaCorte dei conti;

inoltre nel tempo hanno trovatopiena attuazione le misure di contenimentodella spesa, con gravi conseguenze, a par-tire dalla drastica riduzione dei posti lettodella rete ospedaliera, che doveva esserearmonizzata con un’implementazione del-l’assistenza territoriale; in realtà alla tantasolerzia nel definire i tagli dei posti lettonon ha fatto da contraltare la definizionedei requisiti strutturali, tecnologici ed or-ganizzativi minimi dei presidi territoriali/ospedali di comunità previsti nel punto 17del Patto della Salute 2014-2016;

sarebbe auspicabile anche tenerconto delle nuove sfide, inclusa quella am-bientale; appaiono infatti emblematici i datiaggiornati sull’incidenza delle forme tumo-rali e le cifre impressionanti sulla percen-tuale di persone che si trovano costrette arinunciare alle cure;

appare dunque indispensabile ricon-siderare il meccanismo di riparto dellerisorse, correlando il fabbisogno al reale ediversificato bisogno della comunità e alladomanda di salute, sulla base della preva-lenza di patologie, introducendo il parame-tro basato sul dato epidemiologico e te-nendo conto della popolazione affetta damalattie croniche invalidanti, sulla scortadei dati rilevati dai piani annuali dellaprevenzione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di elaborare nuovie diversi parametri per la distribuzionedelle risorse destinate alla Sanità, al fine disuperare le forti disuguaglianze esistentinel Paese in termini di accesso alle cure eper rispondere al diversificato bisogno dellacomunità e alla domanda di salute.

9/1334-AR/52. Nesci, Provenza, Sapia,Sarli, Massimo Enrico Baroni, Bologna,D’Arrando, Lapia, Lorefice, Mammì,Menga, Nappi, Sportiello, Trizzino, Tro-iano, Leda Volpi.

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La Camera,

premesso che:

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede diConferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019-2021, specificamente diretto a preve-dere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

la crisi di finanziamento e di go-verno che sta vivendo il Servizio SanitarioNazionale sembra proporsi come la scor-ciatoia per una privatizzazione dell’interosistema, sempre più imminente;

tutto ciò nonostante la caratterizza-zione principale del nostro sistema sanita-rio sia sempre stata la garanzia di un’as-sistenza omogenea ed equanime per tuttele persone con bisogno reale e su tutto ilterritorio di competenza, garanzia certa-mente ancora lontana dall’essere conse-guita;

è ancora strategicamente determi-nante contrastare l’organizzazione di sepa-rati servizi tesi alla concorrenza sfrenatafra loro (modello a canne d’organo) e pro-vare a frenare l’incremento ingiustificatodell’offerta di prestazioni, spesso non ap-propriate; le buone pratiche che molti ope-ratori sanitari portano avanti sono tante ediffuse;

ci sono esempi reali di come siapossibile – senza sprechi e con le risorsepresenti – governare il sistema sanitariogarantendo la messa in atto di tutti glistrumenti per facilitare l’accesso alle cureda parte dei pazienti;

alla luce delle nuove sfide che ilnostro sistema sanitario si ritrova a doveraffrontare per i prossimi anni, si rende-rebbe necessario che le aziende sanitarielocali tornino ad essere il fulcro dell’interosistema, territorio per territorio: esse do-vrebbero assicurare lo svolgimento diretto

delle attività di prevenzione e delle presta-zioni di base (cure primarie, assistenza aldomicilio e presso le strutture residenzialie semiresidenziali, continuità terapeutica,assistenza agli anziani, assistenza ai malatiterminali, controlli di qualità e per l’accre-ditamento) tramite proprie strutture e ser-vizi;

se questo sistema si realizzasse,stando anche agli impegni che il Governoassume con il provvedimento di legge inesame e che riguardano il potenziamentodel sistema sanitario nazionale sotto variaspetti, ne deriverebbe una forte responsa-bilizzazione dei Direttori Generali che sa-rebbero incentivati a realizzare e far fun-zionare i servizi in loco, riducendo ineffi-cienze e sprechi;

è proprio tale figura che, dietrodirettive nazionali e regionali, tenendo pre-sente che la sanità rimane oggi esclusivacompetenza delle regioni, si adoperano perriorganizzare l’offerta sul territorio e pergarantire l’omogeneità di accesso a tuttal’utenza: tuttavia, molto spesso, nella realtàaccade il contrario; i piani di rientro varatidalle regioni e messi in atto dai DirettoriGenerali dipendono esclusivamente, per lamaggior parte delle volte, da indici statisticie capitoli di spesa, dimenticando le realiesigenze dei pazienti a fronte dei servizierogati;

tale mandato, qualora previsto, da-rebbe ai direttori generali maggiori respon-sabilità, guidando le loro scelte in manierapiù oculata e diretta alle reali esigenzedella popolazione, pur tenendo conto deivincoli previsti dalla normativa vigente inmateria di spesa e di riorganizzazione dellarete sanitaria,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere, tra gliobiettivi dell’agenda politica, l’adozione dimisure volte ad affidare ai direttori gene-rali delle aziende sanitarie, ai direttori am-ministrativi ed infine anche ai direttorisanitari, il mandato di tutela di salute della

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popolazione residente nei Comuni che fannocapo a quella specifica ASL.

9/1334-AR/53. Provenza, D’Arrando, La-pia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi,Nesci, Sarli, Sportiello, Trizzino, Tro-iano, Leda Volpi, Sapia, Massimo EnricoBaroni, Bologna.

La Camera,

premesso che:

al fine di garantire i livelli essenzialidi assistenza, la legge di bilancio all’esamestabilisce che il livello del finanziamentodel fabbisogno sanitario nazionale stan-dard cui concorre lo Stato per il 2019 èconfermato in 114.435 milioni di euro, peril 2020 è incrementato di 2.000 milioni dieuro e, per l’anno 2021, di ulteriori 1.500milioni di euro;

il decreto del Presidente del Consi-glio dei ministri del 12 gennaio 2017, re-cante i nuovi livelli essenziali di assistenza,al Capo II, articolo 2, nell’ambito dellaprevenzione collettiva e della Sanità pub-blica include anche la salute animale el’igiene urbana veterinaria e, in particolare,prevede l’attuazione del programma per lalotta al randagismo e il controllo del be-nessere degli animali d’affezione;

nel nostro Paese le terapie di curaper gli animali sono detraibili al 19 percento delle spese sostenute e l’IVA sul cibodi animali di affezione è al 22 per cento,quasi come fosse un bene di lusso;

molte persone meno abbienti rinun-ciano alle cure per i propri animali diaffezione anche a causa della forte tassa-zione;

i benefici del possesso di animalid’affezione trovano sempre maggiori evi-denze scientifiche sugli anziani e sui bam-bini;

l’articolo 15, comma 1, lettera c-bis)del decreto del Presidente della Repubblica22 dicembre 1986 n. 917 prevede una de-trazione Irpef del 19 per cento delle speseveterinarie sostenute nell’anno fino ad un

importo massimo di 387,34 euro, per laparte che eccede la franchigia di 129,11euro. Il limite di detraibilità è unico pertutte le spese veterinarie sostenute, indi-pendentemente dal numero di animali pos-seduti. La possibilità di portare in detra-zione tali spese è limitata alle sole speseveterinarie sostenute per la cura di animalilegalmente detenuti a scopo di compagnia oper la pratica sportiva, mentre non sonodetraibili le spese per la cura di animalidestinati all’allevamento, alla riproduzioneo al consumo alimentare e di animali diqualunque specie allevati o detenuti nell’e-sercizio di attività commerciali o agricole,né in relazione ad animali utilizzati perattività illecite;

le spese veterinarie ammesse alladetrazione riguardano: le prestazioni pro-fessionali rese dal veterinario, l’acquisto dimedicinali veterinari prescritti dal veteri-nario, le spese per analisi di laboratorio einterventi presso cliniche veterinarie;

una eventuale estensione della de-traibilità fiscale, con un possibile innalza-mento del limite della stessa, può creare lecondizioni per far emergere possibili casidi evasione fiscale nel settore, facendo inquesto modo guadagnare alle casse dell’e-rario statale nuovi introiti. Tale misura,allo stesso tempo, potrebbe essere di soste-gno alle famiglie che possiedono animali dicompagnia, ma che si trovano in condizionidi difficoltà economica,

impegna il Governo:

1) a valutare l’opportunità di intra-prendere misure finalizzate ad estendere ladetraibilità fiscale per le spese veterinariesostenute per ciascun animale da compa-gnia legalmente detenuto non a scopo dilucro;

2) a verificare se vi siano le condizioniper innalzare il limite della detraibilitàfiscale delle spese veterinarie detraibili so-stenute in un anno;

3) a valutare l’eventualità di abbas-sare l’aliquota dell’IVA sul cibo per animalid’affezione, valorizzando in questo modo il

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valore sociale e il ruolo sempre maggioredegli animali d’affezione nella vita quoti-diana, così come accade in molti Paesieuropei.

9/1334-AR/54. Sarli, D’Arrando, Troiano,Bologna, Massimo Enrico Baroni, Lapia,Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci,Provenza, Sapia, Sportiello, Trizzino,Leda Volpi.

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede diConferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019-2021, specificamente diretto a preve-dere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

attualmente in Italia la contracce-zione risulta interamente a carico dei cit-tadini e delle cittadine tranne che in alcuneregioni (Puglia, Lombardia, Emilia Roma-gna e Toscana) dove invece ne viene assi-curata la gratuità e l’accessibilità e, inognuna di queste, diverse sono le categoriedi persone a cui è garantita;

lasciare alla gestione e alla volontàdelle Regioni, o addirittura ai singoli con-sultori, la possibilità di poter rendere ac-cessibile e gratuita la contraccezione signi-fica creare forti diseguaglianze territorialiche non assicurano a tutti i cittadini e atutte le cittadine il pieno godimento di undiritto;

infatti, il costo della contraccezioneresta ancora troppo elevato per tante donne,coppie e famiglie in condizioni di disagioeconomico e ciò genera difficoltà nel rego-lare la fertilità, programmare e distanziareadeguatamente le gravidanze, nonché nel-l’evitare la diffusione di malattie sessual-mente trasmissibili;

dal rapporto dell’European Parlia-mentary Forum on Population and Deve-lopment del 2018, sulla diffusione e l’ac-cesso alle moderne tecniche di contracce-zione in 46 Stati d’Europa, l’Italia risultacollocata al 26esimo posto tra i Paesi in cuiesistono rimborsi per diverse tipologie dicontraccettivi e in cui si realizzano politi-che che mirano a facilitare l’accesso allacontraccezione di giovani e donne con bassoreddito, e non risulta nemmeno presentetra i 18 paesi che rimborsano le spese peri mezzi di contraccezione agli utenti ap-partenenti agli adolescenti a particolari ca-tegorie;

nonostante in ambito legislativo iriferimenti alla contraccezione gratuita sianoriportati sia nella legge n. 405 del 1975, cheistituì i consultori, sia nella legge n. 194 del1978 che regolamenta l’interruzione volon-taria di gravidanza e la tutela sociale dellamaternità, la questione non è mai statarisolta uniformemente a livello nazionalecon un intervento che armonizzasse le ini-ziative regionali con importanti ricadutesulla salute e con la conseguenza che nelnostro Paese la contraccezione non è an-cora erogata a carico del Servizio SanitarioNazionale privando, di fatto, la possibilità adonne, uomini e coppie di farvi ricorsoconsapevolmente;

la gratuità, così come richiesto dalComitato per la contraccezione gratuita econsapevole, dovrebbe riguardare: il dispo-sitivo intra-uterino al rame che garanti-scono una protezione anticoncezionale dilunga durata eliminando il rischio di di-menticanza; gli estro-progestinici (pillole diseconda generazione che offrono il migliorprofilo di sicurezza rispetto al rischio dieventi tromboembolitici, anello vaginale, ce-rotti) per cui si richiede la prescrivibilitàfino a 6 confezioni; pillola progestinicaindicata per chi non può assumere estro-geni e durante l’allattamento; dispositiviintra-uterini con progestinico indicati an-che nel trattamento della metrorragia; im-pianto sottocutaneo con progestinico chegarantisce una protezione contraccettiva di3 anni eliminando il rischio di dimenti-canza ed è utilizzabile anche in allatta-

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mento; preservativi almeno per minori eper partner di persone HIV positive;

si ricorda che dati allarmanti sonostati raccolti dall’istituto Superiore di Sa-nità riguardo la diffusione dell’HIV chesolo nel 2016, in Italia, ha registrato 3.451nuove diagnosi di infezione pari a un’inci-denza di 5,7 nuovi casi ogni 100.000 resi-denti. L’85,6 per cento delle segnalazioni èattribuibile a rapporti sessuali non protetti;

l’articolo 2 della legge n. 194 del1978, così detta « La somministrazione suprescrizione medica, nelle strutture sanita-rie e nei consultori, dei mezzi necessari perconseguire le finalità liberamente scelte inordine alla procreazione responsabile è con-sentita anche ai minori » e l’articolo 4 dellalegge n. 405 del 1975 prevede « Le altreprestazioni previste dal servizio istituitocon la presente legge sono gratuite per tuttii cittadini italiani e per gli stranieri resi-denti o che soggiornino, anche temporane-amente, su territorio italiano » la contrac-cezione gratuita deve essere accessibile an-che ai minori e a coloro che soggiornino inItalia anche temporaneamente,

impegna il Governo:

1) a valutare la possibilità di renderegratuiti i dispositivi contraccettivi medici eormonali, meccanici e di barriera, almenoper i minori di 26 anni, per le donne finoa 12 mesi dopo un’interruzione di gravi-danza, ovvero un parto, per coloro affettida una malattia sessualmente trasmissibilee per coloro che sono già esentati dallacompartecipazione al costo delle spese sa-nitarie;

2) a valutare l’opportunità di renderegratuiti i preservativi almeno ai minori, allepersone affette da HIV e ai loro partner ea coloro a cui sia stata diagnosticata unamalattia sessualmente trasmissibile.

9/1334-AR/55. Sportiello, Trizzino, Tro-iano, Leda Volpi, Bologna, Massimo En-rico Baroni, D’Arrando, Lapia, Lorefice,Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza,Sapia, Sarli.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 42, titolato « Programmi diedilizia sanitaria » contiene disposizione voltea incrementare il livello delle risorse desti-nate ad interventi di edilizia sanitaria eammodernamento tecnologico, innalzandola dotazione dagli attuali 24 miliardi dieuro a 26 milioni di euro;

oltre a condividere pienamente l’in-cremento delle risorse ivi previsto, nonchéil complessivo impiego delle stesse per ilfinanziamento di nuovi interventi di edili-zia sanitaria e di ammodernamento tecno-logico, appare altresì opportuna una rico-gnizione e analisi sui vari provvedimenti dichiusura che hanno riguardato, negli ultimianni, sull’intero territorio nazionale, i puntidi primo intervento/soccorso. Molti di essi,infatti, sono stati chiusi senza tenere contodelle caratteristiche orografiche del terri-torio e dei rispettivi bacini d’utenza e que-sto ha prodotto per molti cittadini seriedifficoltà ad accedere alle cure d’emer-genza, non potendo più contare su un puntodi assistenza sanitaria di prossimità. Ciò haprodotto il conseguente prevedibile sovraf-follamento di gran parte delle strutture diprimo intervento/soccorso esistenti, con unabbassamento della qualità dei servizi of-ferti;

decisioni di cui sopra, adottate ap-punto senza tenere conto della conforma-zione orografica del territorio e del relativobacino di utenza, hanno coinvolto ad esem-pio anche il Molise, con la contemporaneachiusura lo scorso 1 luglio dei punti diprimo intervento/soccorso di Venafro e La-rino. Una decisione che – come affermatodal Presidente dell’Ordine dei Medici diIsernia – « è inaccettabile perché priva icittadini di un servizio fondamentale e per-ché avvenuta senza consultare i medici, leorganizzazioni sindacali e lo stesso Ordineisernino », disattendendo totalmente l’arti-colo 32 della Costituzione che definisce « latutela della salute come fondamentale di-ritto dell’individuo e interesse della collet-tività »;

i punti di primo intervento/soccorsosiano, invece, di strategica importanza per

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i cittadini, perché se ben potenziati pos-sono servire da filtro per l’utenza e con-tribuire alla realizzazione di una più effi-cace ed efficiente rete territoriale di assi-stenza medico-ospedaliera oltre che a un’ef-fettiva tutela del diritto alla salute sancitodall’articolo 32 della Costituzione;

in un caso simile a quello sopracitato, il Tar dell’Umbria, con la sentenzan. 98/2018 ha valutato come « irragione-vole la soppressione e/o trasferimento de-finitivo di presidi di pronto soccorso checostringano l’utenza a rivolgersi a servizi ilcui espletamento richieda un aumento deitempi di percorrenza, a maggior ragionenei casi in cui la conformazione orograficae le condizioni di viabilità della zona inci-dono negativamente sulla rapida e normalepercorribilità stradale soprattutto nel pe-riodo invernale a causa delle prevedibiliavverse condizioni climatiche »;

il Ministro della salute ha manife-stato di recente la necessità di rilanciare lasanità pubblica nel nostro paese, attraversol’attuazione di alcuni prioritari interventitra cui anche il potenziamento su tutto ilterritorio nazionale delle unità di perso-nale impiegato nelle operazioni di accetta-zione, primo intervento e urgenza,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, compatibilmentecon i vincoli di finanza pubblica, di pro-muovere su tutto il territorio nazionale unpiano straordinario di potenziamento dellestrutture sanitarie di primo intervento/soccorso, anche attraverso la riapertura diquei presidi territoriali ubicati, come quellidi Venafro e Larino, in aree particolar-mente impegnative dal punto di vista oro-grafico, nonché caratterizzate in alcuni mesidell’anno, da condizioni climatiche preve-dibilmente avverse.

9/1334-AR/56. Testamento, D’Arrando.

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento all’esame si pre-vede che l’accesso delle regioni all’incre-

mento del livello del finanziamento, per glianni 2020 e 2021, viene subordinato allastipula di una specifica intesa in sede diConferenza permanente Stato-regioni e pro-vince autonome per il Patto per la salute2019-2021, specificamente diretto a preve-dere misure di programmazione e di mi-glioramento della qualità delle cure e deiservizi erogati e di efficientamento dei co-sti;

l’analisi dei dati della mortalità edell’incidenza delle patologie di maggioreimpatto rappresentano una fonte insosti-tuibile non solo per la descrizione dellostato di salute della popolazione, ma so-prattutto per stimare in maniera accuratale necessità e specificità in termini di ri-chiesta di prestazioni sanitarie dei singoliterritori e per individuare eventuali clusterdi aumentata incidenza che possono sug-gerire una correlazione con fattori ambien-tali e quindi indirizzare studi epidemiolo-gici mirati. Tuttavia la frammentazione cheattualmente riguarda i registri di malattia(alcuni totalmente assenti in alcune Re-gioni) rende inefficace e inutilizzabile que-sta importante arma di indagine sugli am-biti prioritari di intervento e di valutazionedi efficacia delle azioni della Sanità Pub-blica;

in quest’ottica, la consultazione deiregistri di malattia su un’unica piattaformapresso il ministero della Salute renderebbepossibili analisi epidemiologiche efficaci ri-ducendo i costi di mantenimento, il tuttonell’ottica di un controllo sul persegui-mento delle funzioni istituzionali e sull’u-tilizzo delle risorse pubbliche;

allo stesso modo, per una migliorprogrammazione sanitaria sarebbe utile cheil Ministero potesse visualizzare diretta-mente tramite la medesima piattaformadigitale le informazioni relative alla nume-rosità del personale medico occupato neivari Reparti dei presidi ospedalieri, nonchégli accessi soprattutto nei Pronto Soccorsoal fine di una corretta pianificazione delleassunzioni e di pianificazione di offertasanitaria;

in particolare, sarebbe auspicabileche nella citata piattaforma potessero es-

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sere inserite dal medico le principali dia-gnosi di cui si ha interesse a creare unregistro (tumori, malattie infettive, ictus,diabete, ipertensione ecc...), evitando quindila dispersione su singoli registri su baseterritoriale o regionale, e anche l’anagrafevaccinale. Queste informazioni sarebberodisponibili in forma anonima per il Mini-stero della salute (che potrebbe finalmentecommissionare studi epidemiologici com-pleti e progetti di prevenzione mirati) e pergli operatori sanitari in caso di ricovero delpaziente o accesso in pronto soccorso evi-tando così le inutili difficoltà e le perdite ditempo a reperire informazioni anamnesti-che quando il paziente afferisce ad un altroreparto o altro ospedale;

nel medesimo applicativo si po-trebbe far convergere tutte le informazioniconcernenti il personale reale, il numerodel personale sanitario operante in ognireparto (dato necessario anche per predi-sporre una realistica programmazione delleassunzioni) e che renda visualizzabili i po-sti letto disponibili totali – al fine di mo-nitorare la programmazione regionale – equelli disponibili effettivamente in temporeale per essere accessibile dal personalemedico del 118 allo scopo di conoscere inogni momento l’effettiva disponibilità diposti letto in ciascuna struttura ospedalieraitaliana, e da remoto, attraverso app gesti-bile attraverso smartphone/tablet, e poteraltresì trasmettere durante il trasporto inurgenza i dati di eventuali analisi condottee la tipologia di intervento necessario al-l’arrivo del paziente presso la strutturaospedaliera,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di istituire un’u-nica piattaforma informatica nazionale perla gestione centralizzata dei dati sanitari, alfine di evitare dispersioni e perdite di in-formazioni tra Regioni e Ministero e ga-rantire altresì una maggiore trasparenza.

9/1334-AR/57. Leda Volpi, Menga, Nappi,Lorefice, Sportiello, Trizzino, Troiano,Bologna, Massimo Enrico Baroni, D’Ar-rando, Lapia, Mammì, Nesci, Provenza,Sapia, Sarli.

La Camera,

premesso che:

al disegno di legge recante Misureper il contrasto dei reati contro la pubblicaamministrazione e in materia di traspa-renza dei partiti e movimenti politici, conun ordine del giorno, il Governo è statoimpegnato a valutare l’opportunità di adot-tare criteri obiettivi e trasparenti per de-terminare le piante organiche delle Procurein Italia basati su dati oggettivi quali, adesempio, la popolazione servita, le attivitàeconomiche nel circondario, numero di co-muni serviti, l’estensione totale del territo-rio servito;

il territorio bergamasco è un terri-torio molto esteso, sul quale è difficile,come ha espresso il Procuratore circonda-riale di Bergamo, fare sinergia;

la conformazione territoriale, etero-genea e frazionata, rende particolarmentecomplicato il lavoro delle forze dell’ordineimpiegate sul territorio;

la Procura circondariale di Ber-gamo ha sollevato diverse criticità opera-tive riguardanti le unità complessive delCorpo dei Carabinieri, le quali risultanoessere insufficienti a fronteggiare le diverseproblematiche territoriali. In particolare leunità del Corpo dei Carabinieri facentecapo al Nucleo Investigativo, unità chia-mata a risolvere casi di particolare rile-vanza ed importanza come omicidi e ra-pine. Inoltre ha messo in evidenza le cri-ticità inerenti i criteri di ripartizione sulterritorio nazionale delle forze dell’ordinee in particolare la ripartizione del corpodei carabinieri;

l’articolo 30 del provvedimento inesame, dispone assunzioni straordinarienelle Forze di Polizia,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, nell’ambito diquanto già previsto dall’articolo in pre-messa, di adottare misure che possano in-tervenire sui criteri di ripartizione delleforze dell’ordine sul territorio nazionale

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con particolare attenzione alla ripartizioneterritoriale delle unità facenti capo al-l’arma dei Carabinieri.

9/1334-AR/58. Termini, Scagliusi, Bar-buto, Barzotti, Luciano Cantone, Cari-nelli, De Girolamo, De Lorenzis, Ficara,Grippa, Liuzzi, Marino, Raffa, Paolo Ni-colò Romano, Serritella, Spessotto.

La Camera,

premesso che:

il dissesto idrogeologico costituisceun tema di particolare rilevanza per l’Italiaa causa degli impatti sulla popolazione,sulle infrastrutture lineari di comunica-zione e sul tessuto economico e produttivo.Il forte incremento delle aree urbanizzate,verificatosi a partire dal secondo dopo-guerra, spesso in assenza di una correttapianificazione territoriale, ha portato a unconsiderevole aumento degli elementi espo-sti a frane e alluvioni e quindi del rischio.Le superfici artificiali sono passate infattidal 2,7 per cento negli anni ’50 al 7,65 percento del 2017. L’abbandono delle areerurali montane e collinari ha inoltre deter-minato un mancato presidio e manuten-zione del territorio;

in particolare i principali dati delRapporto dell’ISPRA 2018 sul dissesto idro-geologico in Italia segnalo che 7.275 co-muni (91 per cento del totale) sono a ri-schio per frane e/o alluvioni; il 16,6 percento del territorio nazionale è classificatoa maggiore pericolosità; 1,28 milioni diabitanti sono a rischio frane e oltre 6milioni di abitanti a rischio alluvioni;

considerato che:

tra le finalità del fondo per gli in-vestimenti degli enti territoriali di cui al-l’articolo 16 del provvedimento in esame, èprevista una quota per il rilancio degliinvestimenti nel settore del dissesto idro-geologico;

la regione Abruzzo ha caricato lenecessarie informazioni per il finanzia-mento degli interventi sulla piattaformaRENDIS e che tale procedura è funzionale

alla presentazione delle richieste da partedelle regioni, alla successiva procedura divalutazione da parte del Ministero dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare (MATTM) e delle Autorità di bacinodistrettuale (AdD) e al successivo finanzia-mento degli interventi da parte di MATTM;

la direzione generale per la salva-guardia del territorio delle acque del com-petente MATTM ha effettuato la verificadella coerenza degli interventi, presentatidalla regione Abruzzo, con le finalità delfinanziamento e valutato la completezzadella relativa e obbligatoria documenta-zione sulla progettazione;

la costa adriatica che rappresenta il6 per cento della costa mediterranea, il 17per cento di quella italiana e che pertantopuò essere praticamente considerata unacittà lunga 1470 chilometri. La massicciaurbanizzazione avvenuta negli ultimi cin-quanta anni la rende gravemente vulnera-bile, sempre più spesso le piogge provocanodanni ingenti interessando anche strutturedi notevole interesse architettonico-paesag-gistico,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di attivarsi tempe-stivamente per formalizzare l’atto integra-tivo all’accordo di programma con la re-gione Abruzzo per il finanziamento degliinterventi per la messa in sicurezza dellacosta orientale.

9/1334-AR/59. Grippa, Scagliusi, Barbuto,Barzotti, Luciano Cantone, Carinelli, DeGirolamo, De Lorenzis, Ficara, Liuzzi,Marino, Raffa, Paolo Nicolò Romano,Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 114 comma 3 della Costi-tuzione dispone che: « Roma è la Capitaledella Repubblica. La legge dello Stato di-sciplina il suo ordinamento »;

la legge 5 maggio 2009, n. 42, re-cante « Delega al Governo in materia di

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federalismo fiscale, in attuazione dell’arti-colo 119 della Costituzione », all’articolo24, definisce puntualmente l’ordinamentotransitorio di Roma Capitale;

il contratto per il Governo del cam-biamento nel recepire le criticità della Ca-pitale d’Italia, stabilisce di « disegno attua-tivo delle disposizioni costituzionali su RomaCapitale (articolo 114 della Costituzione),con legge dello Stato », anche attraverso« un nuovo patto tra la Repubblica e la suaCapitale, restituendole nuova e definitivadignità »;

codesto ramo del Parlamento haapprovato in data 27 novembre 2018 lamozione n. 1-00048 in cui il Governo siimpegna tra l’altro, ad adottare tutte leiniziative necessarie al fine di garantire unrafforzamento dell’ordinamento di RomaCapitale in attuazione dell’articolo 114, terzocomma, della Costituzione, a partire daldecentramento amministrativo e dal ruolodei municipi, in attuazione dell’articolo 5della Costituzione; ad adottare iniziativeper realizzare un progetto di rilancio diRoma Capitale e della macchina ammini-strativa capitolina; ad implementare, attra-verso le iniziative di competenza, la ri-forma del federalismo fiscale al fine dicompletare l’attuazione dell’articolo 119della Costituzione, che prevede non sol-tanto l’equilibrio dei bilanci degli enti localie territoriali, nel rispetto dei vincoli eco-nomici e finanziari derivanti dall’ordina-mento dell’Unione europea, ma anche l’au-tonomia di entrata e di spesa;

considerato che,

è stata rappresentata dal Comune diRoma la necessità di procedere ad unarevisione progettuale della Linea C dellametropolitana nonché l’acquisto di nuovomateriale rotabile per la medesima linea edi assicurare con urgenza la manutenzionestraordinaria delle linee A e B. Le risorsehanno l’obiettivo di contribuire al comple-tamento del programma per l’adeguamentodi cui al decreto interministeriale del 21ottobre 2015 in materia di prevenzioneincendi, già in parte attivato con le risorsedi cui all’art. 1 comma 140 della legge

n. 232 del 2016 – annualità 2017, nonchéper effettuare interventi prioritari di ma-nutenzione straordinaria finalizzati all’im-plementazione della funzionalità e deglistandard di sicurezza;

la stessa amministrazione, a frontedi dati oggettivi sul tasso di incidenti dovutiallo stato della piattaforma stradale, ha piùvolte segnalato la necessità di prevedereuno stanziamento finalizzato ad assicurareil rifacimento profondo della piattaformastradale nonché la necessità di provvederecon urgenza alla manutenzione delle stradedi Roma,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di prevedereun finanziamento straordinario volto a sop-perire alle annose emergenze della Capitaled’Italia in tema di trasporto pubblico localee di sicurezza stradale;

a promuovere una revisione norma-tiva che coinvolga la Capitale in iniziativedi autonomia differenziata, ai sensi dell’ar-ticolo 116 terzo comma, della Costituzionecon particolare riferimento al trasportopubblico, locale e la sicurezza stradale.

9/1334-AR/60. Francesco Silvestri, Bal-dino, Salafia, Liuzzi, De Toma, Flati,Bella, Daga, Carelli.

La Camera,

premesso che:

il sistema aeroportuale calabreseconsta di tre aeroporti di interesse nazio-nale ex decreto del Presidente della Repub-blica 201 del 2015 siti in Lamezia Terme,Reggio Calabria e Crotone, gestiti dallasocietà SACAL con sede in Lamezia Terme;

il territorio del crotonese risulta dasempre servito da una strada statale vetu-sta ad una sola carreggiata altamente pe-ricolosa e tristemente famosa come stradadella morte per l’elevata sinistrosità e fer-rovia ad unico binario non elettrificato coninsufficiente traffico interregionale;

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l’aeroporto S. Anna di Crotone rap-presenta, pertanto, l’unica importante ri-sorsa di immediata fruibilità per il territo-rio dell’intera fascia jonica calabrese co-stretta a vivere, a causa della mancanza diinfrastrutture adeguate, un regime di iso-lamento con gravi ripercussioni e limita-zioni del diritto alla mobilità dei cittadini;

l’isolamento della città di Crotone edel comprensorio tutto si ripercuote inmaniera drammatica sull’economia del ter-ritorio, danneggiando gravemente le atti-vità produttive e commerciali, nonché leattività turistiche dell’intera area jonica co-stretta a vivere una situazione disastratarispetto all’area tirrenica;

l’aeroporto attualmente è aperto conuna operatività limitata ad una sola trattasettimanale RyanAir Bergamo/Crotone;

l’aeroporto di Crotone ha necessitàper consentire gli indispensabili lavori diristrutturazione e messa in sicurezza non-ché per implementare la sua operatività, distanziamenti adeguati che consentano ilripristino di voli regolari, anche mediante ilriconoscimento degli oneri di servizio pub-blico, al servizio dell’intero comprensoriodella fascia jonica calabrese;

risulta che nella recente legge dibilancio, così come licenziata dalla Com-missione della Camera dei Deputati, siastato approvato all’unanimità in data 3dicembre 2018 l’emendamento n. 16.012con il quale vengono stanziati 15 milioni dieuro per il 2019 e 10 milioni di euro per il2020 in favore dell’aeroporto di ReggioCalabria;

ragioni di equità, anche al fine digarantire il diritto alla mobilità dei citta-dini della fascia jonica gravemente lesodall’isolamento infrastrutturale, impon-gono di riequilibrare la situazione aeropor-tuale calabrese e di impegnare per Crotonele stesse cifre che sono state riconosciuteall’aeroporto di Reggio Calabria anche incoerenza con le recenti dichiarazioni delMinistro delle infrastrutture e dei trasportiche ha recentemente ribadito come l’obiet-tivo per l’aeroporto di Crotone sia il ripri-

stino, nel più breve tempo possibile, dell’o-peratività del medesimo,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere ri-sorse ed interventi volti ad assicurare ilrilancio, la messa in sicurezza e la pienafunzionalità dell’aeroporto di Crotone, allaluce di quanto previsto in favore dell’aero-porto Reggio Calabria anche al fine digarantire il pieno diritto alla mobilità deicittadini della fascia jonica calabrese e aporre i presupposti per riequilibrare ledifferenti situazioni che si registrano suidue versanti calabresi.

9/1334-AR/61. Barbuto, Scagliusi, Bar-zotti, Luciano Cantone, Carinelli, De Gi-rolamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa,Liuzzi, Marino, Raffa, Paolo Nicolò Ro-mano, Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 11, comma 2-ter del de-creto-legge 25 novembre 2015, n. 185 con-vertito dalla legge 22 gennaio 2016, n. 9 haprevisto, per incentivare il trasporto merciper ferrovia, uno stanziamento di €100.000.000 annui, successivamente ridottia euro 95.000.000, iscritto nello stato diprevisione del Ministero dei Trasporti. Sitratta di benefici per imprese che effet-tuano il trasporto merci, compresi quellitransfrontalieri, aventi origine o destina-zione nelle regioni del Mezzogiorno e, conalcune limitazioni, anche alle imprese fer-roviarie che effettuano il trasporto mercisull’intera infrastruttura ferroviaria nazio-nale;

tali risorse, ai sensi della predettanormativa, sono attribuite alle imprese fer-roviarie a compensazione dei costi supple-mentari per l’utilizzo della infrastrutturaferroviaria, inclusi quelli relativi al traghet-tamento ferroviario delle merci ed ai ser-vizi ad esso connessi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare misurevolte a stanziare le risorse necessarie, com-

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patibilmente con le risorse di finanza pub-blica, che promuovano il trasporto dellemerci per ferrovia.

9/1334-AR/62. De Girolamo, Scagliusi,Barbuto, Barzotti, Luciano Cantone, Ca-rinelli, De Lorenzis, Ficara, Grippa,Liuzzi, Marino, Raffa, Paolo Nicolò Ro-mano, Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 647, della leggen. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) hariconosciuto contributi per 45,4 milioni dieuro per l’anno 2016, di 44, 1 milioni dieuro per l’anno 2017 e di 48,9 milioni dieuro per l’anno 2018 per l’attuazione diprogetti per migliorare la catena intermo-dale e decongestionare la rete viaria, ri-guardanti l’istituzione, l’avvio e la realizza-zione di nuovi servizi marittimi per il tra-sporto combinato delle merci o il miglio-ramento dei servizi sulle rotte esistenti, inarrivo e in partenza da porti situati inItalia, che collegano porti situati in Italia onegli altri Stati membri dell’Unione euro-pea o dello Spazio economico europeo (cd.marebonus). Tali contributi sono stati suc-cessivamente parzialmente decurtati;

allo stato attuale la misura "mare-bonus" registra la fase di esercizio dei ser-vizi marittimi, sui quali sono in fase diimplementazione gli specifici miglioramentiqualitativi previsti dalla base giuridica voltaal riconoscimento degli incentivi, ciò postoè possibile confermare che la misura hariscontrato interesse sia da parte degli ope-ratori marittimi e degli autotrasportatori evisto con interesse dagli operatori dellalogistica e dal sistema della portualità:

sono stati presentati più di 50 pro-getti, fra azioni di miglioramento operativoe tecnologico ed attivazione di nuovi servizimarittimi, da parte delle principali compa-gini armatoriali operanti su rotte che im-pegnano porti italiani; fra le attività previ-ste nei progetti si possono segnalare ancheazioni rivolte al miglioramento delle infra-strutture logistiche portuali. Tale aspetto

dei progetti contribuisce a conferire garan-zia di stabilità degli effetti nel lungo pe-riodo con positivi impatti sulla filiera deitrasporti intermodali e combinati;

il regolamento disciplinante la mi-sura "marebonus" prevede fra l’altro il mo-nitoraggio del mantenimento degli upgradequalitativi per i successivi 36 mesi cheseguono il termine dell’ultima annualità dicontribuzione;

l’articolo 1, commi 648 – 649, dellalegge n. 208 del 2015 (legge di stabilità2016), ha altresì riconosciuto risorse sta-tali, nella misura di 20 milioni di euro perciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, afavore delle imprese che utilizzano la fer-rovia per il trasporto combinato di merci,con origine e destinazione nei nodi logisticidel territorio nazionale o degli Stati mem-bri dell’Unione Europea o dello Spazioeconomico europeo (cd. ferrobonus). An-che tali contributi sono stati successiva-mente parzialmente decurtati;

quanto all’efficacia della misura "fer-robonus" deve rilevarsi che entro i terminiper la presentazione delle domande sonopervenute oltre 70 istanze e che sono an-cora aperti i termini per la rendicontazioneche costituirà oggetto di apposita valuta-zione. Allo stato è plausibile confermare ilprevedibile successo della misura nonché leforti aspettative degli operatori del tra-sporto intermodale (MTO), delle impreseferroviarie e delle imprese di autotra-sporto. A ciò si aggiunge che il riconosci-mento del contributo è legato alla dimo-strazione di un incremento in termini divolumi di traffico ferroviari lungo l’arcotemporale di efficacia della misura. Neconsegue l’evidente correlazione fra la mi-sura d’incentivazione e la sua efficacia in-trinseca posto che obiettivo primario e re-quisito di base della misura è costituitoproprio dalla generazione di un aumentodelle percorrenze ferroviarie di treni merci,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare misurevolte al rifinanziamento delle misure de-scritte in premessa, compatibilmente con i

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vincoli di finanza pubblica, al fine di darerinnovato impulso agli incentivi a favoredel trasporto delle merci via mare e ferro-viario attraverso progetti di miglioramentodel sistema del trasporto intermodale edella catena logistica prevedendo l’integra-zione del finanziamento con risorse daiscriversi nello stato di previsione del Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasporti.

9/1334-AR/63. Scagliusi, Barbuto, Bar-zotti, Luciano Cantone, Carinelli, De Gi-rolamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa,Liuzzi, Marino, Raffa, Paolo Nicolò Ro-mano, Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

l’A.C. 1334 definisce il bilancio diprevisione dello Stato per l’anno finanzia-rio 2019 e il bilancio pluriennale per iltriennio per gli anni dal 2019 al 2021 lalegislazione UE si è evoluta negli ultimianni ed ha meglio delineato, anche a se-guito del c.d. « diesel-gate », i compiti delleAutorità nazionali;

attraverso la recente adozione delnuovo regolamento quadro sulla omologa-zione e sorveglianza del mercato, regola-mento 2018/858/UE, si prevede, dal 2020,un controllo ogni 40.000 immatricolazionie pertanto si rende necessario procederealla implementazione dei controlli di con-formità, di omologazione e dei parametriemissivi dei veicoli nuovi di fabbrica e deiveicoli circolanti;

per far fronte alle esigenze semprepiù evidenti nei contesti di sicurezza stra-dale ed inquinamento con apposito inter-vento normativo, attraverso la legge n. 208del 28/12/2015, sono stati attribuiti al Mi-nistero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT)i fondi per la realizzazione di una « Cam-pagna straordinaria di prove su veicoli nuovidi fabbrica e su veicoli circolanti nonché diincrementare le verifiche di conformità suveicoli e dispositivi a tutela della sicurezzastradale e della salute pubblica »;

a seguito dell’elaborazione dei datidi consuntivo raccolti ed elaborati dal Mi-

nistero delle Infrastrutture e dei Trasportisu tale campagna, la cui conclusione èprevista al termine del 2018 e che ha in-teressato circa 2.500 tra veicoli e dispositividi sicurezza, testati, in conformità con lenorme comunitarie, in laboratori e centriprova dislocati sull’intero territorio nazio-nale e che ha riguardato veicoli (M1 e N1),ciclomotori (L1, L2 e L6), motoveicoli (L3,L4, L5 e L7), bus (M2 e M3), autocarri (N2e N3), rimorchi (01, 02, 03, 04) e velocipedia pedalata assistita (così come definiti dallaDirettiva Europea 2002/24/CE e dal succes-sivo Regolamento UE 168/2013), nonchédispositivi per la sicurezza, ovvero sistemidi ritenuta bambini, pneumatici, ruote, guar-nizioni di attrito e caschi (così come defi-niti rispettivamente dai Regolamenti ECEONU di riferimento), i costi delle provesono stati stimati, oltre che sulla base del-l’attuale campagna, anche tramite indaginidi mercato presso alcuni tra i principalilaboratori presenti sul territorio nazionale,nonché sulla base di interlocuzioni confunzionari del MIT su pregresse esperienzenei singoli ambiti di indagine;

dall’analisi del conto economico delprogramma si desume l’importo di circa5.000.000 euro,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di dare attuazioneal mandato comunitario e a rendere siste-matiche le attività di controllo in premessaanche attraverso il rifinanziamento co-stante, compatibilmente con i vincoli difinanza pubblica, e strutturale delle attivitàdi controllo sulla conformità, sull’omologa-zione e sulle emissioni inquinanti dei vei-coli.

9/1334-AR/64. De Lorenzis, Scagliusi, Bar-buto, Barzotti, Luciano Cantone, Cari-nelli, De Girolamo, Ficara, Grippa, Liuzzi,Marino, Raffa, Paolo Nicolò Romano,Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento all’esame prevedeassunzioni nella pubblica amministrazione

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volte a migliorare l’efficienza e l’efficaciadell’azione amministrativa nonché l’ac-cesso dei cittadini ai servizi di interessepubblico;

il Ministero delle Infrastrutture adei Trasporti gestisce quasi il 40% di tuttigli investimenti pubblici in Italia e per-tanto, ha la necessità di accelerare gli in-vestimenti e velocizzare l’impegno delle ri-sorse al fine di garantire la spendibilità deifondi stanziati;

risulta sempre più difficile soddi-sfare la domanda dell’utenza, sia per ilsettore delle infrastrutture, sia per il set-tore dei trasporti e motorizzazione cheinteressa a vario titolo gli interessi di granparte della popolazione, riguardante circa40 milioni di titolari di patente guida ecirca 46 milioni di veicoli circolanti;

l’organico del Ministero attualmenteè di circa 7.350 unità. Nonostante le pro-cedure di mobilità poste in essere e leassunzioni effettuate su autorizzazione dellapresidenza del Consiglio dei Ministri, giàrispetto all’organico di diritto sono dispo-nibili circa 450 posti;

la carenza di personale rispetto agliaumentati compiti istituzionali è sia nellestrutture centrali, ove appare fondamen-tale rafforzare, con l’apporto di professio-nalità sia giuridiche che tecniche, i compitie le funzioni di valutazione e analisi deiprogetti e le procedure di appalto, sia negliuffici periferici (motorizzazione civile e prov-veditorati alle opere pubbliche), ove si ri-scontra una forte carenza di funzionari e dioperatori per le operazioni tecniche, consituazioni di particolare criticità prevalen-temente al Centro Nord;

si evidenzia come il DPCM 30.9.2014prevedeva 7.760 unità, mentre nel 2001,quando furono accorpati i Ministeri deitrasporti e dei lavori pubblici, l’organico didiritto era pari a 11.00 unità e da allora ilMinistero ha assunto ulteriori rilevanti com-piti come il Registro italiano dighe e lavigilanza sui concessionari autostradali;

inoltre, considerato, il prossimo pen-sionamento di gran parte del personale

oggi in servizio, al fine di evitare una pa-ralisi delle attività in essere presso il Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasportirisulta necessario attuare un piano straor-dinario di reclutamento, teso a ripristinareuna situazione di normale operatività, edidonea a fronteggiare tutti i compiti istitu-zionali attribuiti al Ministero, nonché arafforzare i servizi ad alto contenuto spe-cialistico e tecnico, in particolare per losviluppo ed il rilancio degli investimentipubblici e per il raggiungimento di più altiindici di sicurezza,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, compatibilmentecon i vincoli di finanza pubblica, di preve-dere nuove assunzioni presso il Ministerodelle Infrastrutture e dei Trasporti, indi-spensabili a garantire l’operatività e lo svol-gimento delle funzioni essenziali del Dica-stero.

9/1334-AR/65. Luciano Cantone, Scagliusi,Barbuto, Barzotti, Carinelli, De Giro-lamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa, Liuzzi,Marino, Raffa, Paolo Nicolò Romano,Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

l’Italia è in notevole ritardo rispettoal raggiungimento degli obiettivi interna-zionali ed europei relativi alla riduzionedell’inquinamento veicolare e moto veico-lare, nonostante alcune iniziative virtuosepromosse a livello nazionale, regionale elocale;

sarà fondamentale, nei prossimi anni,il sostegno da parte dello Stato alla do-manda di veicoli che rendano il trasportoprivato compatibile con i parametri euro-pei sempre più stringenti in materia diemissioni, traendo spunto anche dall’espe-rienza acquisita a livello europeo e inter-nazionale in relazione a politiche pubbli-che che stimolino la riqualificazione elet-trica del parco circolante;

è inoltre ampiamente dimostrato chei benefìci della mobilità elettrica si tradu-

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cono in una maggiore tutela della salute deicittadini, creando di conseguenza cicli vir-tuosi,

considerato che:

il numero dei ciclomotori circolantiin Italia è molto elevato ed inoltre il nu-mero dei mezzi circolanti delle categorieEuro 1, 2 e 3 è ben più alto che nel restodei paesi europei;

il provvedimento in esame pone fi-nalmente le basi per una reale sostituzionedei veicoli più inquinanti verso una svoltaecologia attesa da decenni,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di assumere ini-ziative volte ad estendere quanto dispostodal provvedimento in esame in materia dibonus-malus sulle emissioni di CO2g/kmdelle nuove autovetture anche ai moto vei-coli.

9/1334-AR/66. Serritella, Scagliusi, Bar-buto, Barzotti, Luciano Cantone, Cari-nelli, De Girolamo, De Lorenzis, Ficara,Grippa, Liuzzi, Marino, Raffa, Paolo Ni-colò Romano, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge di bilancio diprevisione dello Stato, per l’anno finanzia-rio 2019, prevede numerose e articolatemisure in materia di politiche di coesione edi interventi nel Mezzogiorno, anche attra-verso il rifinanziamento complessivo delFondo per lo sviluppo e la coesione (FSC),pari a 4 miliardi di euro e il Fondo dirotazione per l’attuazione delle politichecomunitarie (cosiddetta Fondo IGRUE), paria 30 miliardi di euro a partire dal 2022;

in tale quadro, nell’ambito della stra-tegia nazionale per lo sviluppo delle « Areeinterne » del Paese, di cui all’articolo 1,comma 13, della legge 27 dicembre 2013,n. 147, – legge di stabilità 2014 nonchédelle misure previste dalla legge 6 ottobre2017, n. 158, tale strumento costituisce una

delle opzioni strategiche di intervento delnuovo ciclo di programmazione 2014-2020,definite nell’ambito dell’Accordo di parte-nariato, in quanto ha il duplice obiettivo diadeguare la quantità e la qualità dei servizid’istruzione, salute, mobilità (cittadinanza)e di promuovere progetti di sviluppo chevalorizzino il patrimonio naturale e cultu-rale di queste aree, puntando anche sullefiliere produttive locali (mercato);

parte prevalente del territorio ita-liano a tal fine, (circa il sessanta per centodel territorio nazionale) è contraddistintodalla presenza di piccoli comuni, forte-mente in ritardo per i servizi essenziali,quali: scuola, sanità, mobilità e infrastrut-ture, la cui marginalizzazione di tali areeassume quindi rilevanza « nazionale » e sullecui complessità, sono intervenute in favore,le delibere CIPE (n. 80 del 2017, n. 43 del2016, n. 9 del 2015) che hanno assegnatorisorse per la Strategia nazionale per losviluppo delle « Aree interne »;

la regione Puglia di concerto con ilDipartimento nazionale di sviluppo e coe-sione, nell’ambito delle decisioni previstedalla strategia nazionale, ha individuato alriguardo, tre nuove « Aree interne »: il SudSalento, la Murgia e il Gargano, (che siaggiungono a quella dei Monti dauni isti-tuita nel 2015) le cui misure d’intervento,rispondono all’esigenza di contrastare lospopolamento e la marginalizzazione, fa-cendo leva su due importanti assi di poli-tica economica, quali: il miglioramento deiservizi alla persone e l’innesco, di processilocali di sviluppo;

l’articolo 1 della legge 6 ottobre2017, n. 158, recante « misure per la valo-rizzazione dei piccoli comuni », prevede alcomma 2, lettera n) che i comuni rientrantinelle aree periferiche e ultraperiferiche,individuate nella strategia nazionale per losviluppo delle « Aree interne » del Paese, (dicui al suesposto articolo 1, comma 13, dellalegge 27 dicembre 2013, n. 147) possonobeneficiare dei finanziamenti concessi dalFondo per lo sviluppo strutturale, econo-mico e sociale dei piccoli comuni, incre-mentato di 10 milioni di euro annui adecorrere dall’anno 2018, come disposto

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dall’articolo 1, comma 862 della legge 27dicembre 2017, n. 205 – legge di bilancio2018;

ad avviso del sottoscrittore del pre-sente atto, sia le risorse statali, che regio-nali in favore delle « Aree interne », inparticolare quelle riferite alle regioni delMezzogiorno, nonostante l’attenzione dimo-strata dal legislatore e dalle istituzioni na-zionali e locali negli ultimi anni, appaionotuttora insufficienti, per migliorare i livellisocioeconomici periferici come ad esempiole aree territoriali della Murgia pugliese, icui ritardi nei servizi essenziali quali istru-zione, mobilità, welfare e sanità, costitui-scono attualmente un’emergenza, da affron-tare con politiche rigorose attraverso ade-guate risorse pubbliche;

la necessità di monitorare l’effettivoimpatto, che lo strumento normativo per losviluppo del Paese, (e in particolare delMezzogiorno) delle « Aree interne », avrànegli anni successivi, (considerato che nellemedesime aree, le comunità locali, scon-tano tre grandi elementi di crisi: la gene-rale crisi economica e produttiva del Paese,la demolizione del welfare urbano e lacaduta del valore della casa) risulta, adavviso del sottoscrittore del presente atto,pertanto indispensabile; al fine di invertireuna direzione di crisi economica e di ab-bandono culturale che da troppi anni hacontraddistinto negativamente le aree pe-riferiche e marginali del territorio nazio-nale,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di prevedere,compatibilmente con i vincoli di bilancio,nell’ambito delle prossime iniziative legi-slative, misure volte a incrementare le ri-sorse finanziarie in favore dei comuni ri-entranti nelle aree periferiche e ultraperi-feriche, come individuate nella strategianazionale per lo sviluppo delle aree internedel Paese;

ad emanare il decreto previsto dall’ar-ticolo 3, comma 2 della legge 6 ottobre2017, n. 158, concernente la predisposi-

zione del Piano nazionale degli interventiper la riqualificazione dei piccoli comuni.

9/1334-AR/67. Angiola.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame recanorme in materia di Bilancio di previsionedello Stato per l’anno finanziario 2019 ebilancio pluriennale per il triennio 2019-2021;

in particolare, il titolo IX del dise-gno di legge reca disposizioni in materia dientrate e il capo I disposizioni in materia dientrate tributarie;

i canoni annui per i permessi diprospezione, ricerca e coltivazione di idro-carburi nella terraferma e nel mare terri-toriale sono regolate dall’articolo 18 deldecreto legislativo 5 novembre 1996, n. 625;

i canoni vigenti appaiono eccessiva-mente ridotti ed economicamente favore-voli alle compagnie petrolifere che operanonel territorio e nelle acque territoriali ita-liane;

le attività inerenti la prospezione,ricerca e coltivazioni di idrocarburi produ-cono un forte impatto ambientale sui ter-ritori circostanti, ponendo in essere molte-plici effetti che sovente risultano dannosiper la salute della popolazione oltre cheper il territorio sul quale hanno sede,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di rivedere al ri-alzo gli attuali canoni annui per i permessidi prospezione, ricerca e coltivazione diidrocarburi nella terraferma, nel mare ter-ritoriale e nella piattaforma continentaleitaliana, al fine di destinare maggiori ri-sorse ad opere di bonifica ambientale deiterritori danneggiati dalle medesime atti-vità.

9/1334-AR/68. Liuzzi, Scagliusi, Barbuto,Barzotti, Luciano Cantone, Carinelli, DeGirolamo, De Lorenzis, Ficara, Grippa,

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Marino, Raffa, Paolo Nicolò Romano,Serritella, Spessotto, Termini.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento all’esame prevede,tra le altre, misure volte alla valorizzazionedei beni ambientali;

i rifiuti sono una delle principaliminacce agli ecosistemi marini e rappre-sentano un rischio crescente alla biodiver-sità, l’ambiente, l’economia e la salute;

la plastica rappresenta il 95 percento dei rifiuti in mare aperto, infatti sistima che, in tutto il mondo, ogni annocirca 8 milioni di tonnellate di plasticafiniscano in mare, e la quantità è destinataad aumentare;

il nostro mare è considerato unadelle zone critiche del pianeta, infatti nelMediterraneo la concentrazione dei rifiutiin mare è pari a quella delle cosiddette« isole galleggianti » dell’Oceano Pacifico;

inoltre la plastica con il tempo siframmenta, diventando un pericolo ancorapiù insidioso, destinata spesso a esser in-goiata da quegli stessi pesci, crostacei emolluschi che arrivano poi sulle nostretavole, mettendo a rischio anche la saluteumana;

oltre a danneggiare l’ambiente, l’in-quinamento da plastica provoca danni eco-nomici ad attività come il turismo e lapesca, inoltre i rifiuti in mare costituisconoanche un problema economico: si calcolache ogni anno in Europa si spendano 630milioni di euro per la pulizia delle coste;

ad oggi in Italia il recupero dellaplastica in mare da parte di pescatori evolontari sensibili alla tutela dell’ambientemarino trova un limite non solo nel divietodi raccolta, ma anche nella impossibilitàdel conferimento in adeguate strutture equindi del successivo corretto smaltimentodei rifiuti raccolti,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendereidonee iniziative, anche di carattere nor-

mativo, volte a consentire il recupero dellaplastica dispersa in mare anche a pescatorie volontari, autorizzandone la raccolta eindividuando modalità e strutture per ilcorretto conferimento dei rifiuti raccolti inmare, anche valutando altresì la possibilitàdi introdurre incentivi fiscali e ulteriorimisure volte a incoraggiare e rafforzare lastrategia di recupero e riduzione dei rifiutiin mare.

9/1334-AR/69. Trizzino.

La Camera,

premesso che:

sono sempre più precari i conti deiComuni italiani e sono a rischio i livelliessenziali di assistenza ai cittadini;

il quadro di crisi che emerge da undocumento pubblicato dal Consiglio nazio-nale dei dottori commercialisti e degli esperticontabili è preoccupante: nel 2017 sono 67gli enti locali deficitari, 151 in « predisse-sto » e 107 in dissesto;

le statistiche dicono che negli ultimianni sta crescendo il numero dei comuni indissesto e quelli più a rischio sono i piccoliComuni, specialmente in alcune zone delpaese: Campania, Calabria e Sicilia;

al fine di garantire i servizi essen-ziali ai cittadini residenti nei comuni indissesto, è opportuno derogare alla norma-tiva generale per procedere all’assunzionedi figure professionali infungibili (ragio-niere, tecnico) in caso di assoluta carenzadi organico, anche attraverso la stabilizza-zione dei precari,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di consentire aglienti di cui in premessa di procedere, inderoga all’articolo 9, comma 1-quinquies,del decreto-legge n. 133 del 2016, conver-tito con modificazioni dalla legge n. 160del 2016, all’assunzione di figure professio-nali infungibili, in caso di assoluta carenzadi organico, e all’assunzione di personale aifini dell’attuazione delle disposizioni di cui

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all’articolo 20 del decreto legislativo n. 75del 2017, compatibilmente alle esigenze difinanza pubblica e al fine di garantire ilregolare funzionamento degli enti in disse-sto e assicurare l’effettiva attuazione deirelativi percorsi di risanamento.

9/1334-AR/70. Cancelleri.

La Camera,

premesso che:

nella seconda sezione del disegno dilegge in esame, nell’ambito della Tabella 2della seconda sezione, recante lo stato diprevisione del Ministero dell’economia edelle finanze, ed in particolare la Missione3 riguardante « L’Italia nell’Europa e nelmondo » e il programma 3.1 concernente la« Partecipazione italiana alle politiche dibilancio in ambito UE », appare non ade-guatamente finanziato il Fondo istituito aisensi degli articoli 11, 12 e 13 della legge 7luglio 2016, n. 122, come modificati dallalegge 20 novembre 2017, n. 167, che rico-nosce il diritto all’indennizzo ai cittadinidell’Unione europea vittime di reati inten-zionali violenti,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di verificare glieffetti applicativi delle disposizioni richia-mate in premessa, al fine di adottare even-tuali ulteriori iniziative normative volte adotare il Fondo di ulteriori risorse finan-ziarie, compatibilmente con le risorse difinanza pubblica.

9/1334-AR/71. Ianaro.

La Camera,

premesso che:

il sistema tributario italiano ricono-sce numerose agevolazioni a favore dellepersone portatrici di disabilità;

per quanto riguarda l’acquisto diautomobili la normativa vigente prevedeper tale categoria una detrazione Irpef del19 per cento della spesa sostenuta sull’ac-

quisto, l’IVA agevolata al 4 per cento sul-l’acquisto, l’esenzione dal bollo auto e l’e-senzione dall’imposta di trascrizione suipassaggi di proprietà;

i soggetti che hanno diritto a bene-ficiare delle suddette agevolazioni sono:non vedenti e sordi; disabili con handicappsichico o mentale; titolari dell’indennità diaccompagnamento e disabili con grave li-mitazione della capacità di deambulazioneo affetti da pluriamputazioni; disabili conridotte o impedite capacità motorie. Leagevolazioni sono riconosciute solo se iveicoli sono utilizzati, in via esclusiva oprevalente, a beneficio delle persone disa-bili. Se il portatore di handicap è fiscal-mente a carico di un suo familiare (pos-siede cioè un reddito annuo non superiorea 2.840,51 euro), può beneficiare delle age-volazioni lo stesso familiare che ha soste-nuto la spesa nell’interesse del disabile;

con la legge 9 aprile 1986, n. 97(Disposizioni per l’assoggettamento all’im-posta sul valore aggiunto con aliquota ri-dotta dei veicoli adattati ad invalidi) venivaintrodotta l’aliquota IVA agevolata per l’ac-quisto di veicoli utilizzati dai portatori diinvalidità. A tutt’oggi, l’aliquota agevolata èstabilita al 4% ma solo per gli acquisticircoscritti ai veicoli con motore a benzinao con motore diesel; la legislazione vigentein materia non è stata adeguata all’evolu-zione dei tempi, essendo ad oggi la catego-ria dei veicoli adibiti alla circolazione dellepersone disabili limitata ai veicoli « tradi-zionali » a benzina o a gasolio, escludendotutti quei veicoli che, come autorevoli vociinsistono nell’affermare, sono destinati aconquistare il mercato dove è già rilevantela loro presenza; il riferimento è ai modelliibridi (HEV, Hybrid electric vehicle), ai vei-coli ibridi che si possono ricaricare « allaspina » (PHEV, Plug-in hybrid electric vehi-cle), ai mezzi 100 per cento elettrici (BEV,Battery electric vehicle) e alle vetture ali-mentate da celle a combustibile (FCEV,Fuel cell electric vehicle);

ciò si traduce nell’anacronistico in-conveniente che un disabile, già avente di-ritto alle agevolazioni per l’acquisto del-l’auto (con le specificazioni sopra indicate),

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non può usufruire dell’agevolazione dell’a-liquota IVA del 4 per cento sull’acquisto diun veicolo ibrido o elettrico, ossia di untipo di veicolo che, in un futuro non troppolontano, potrebbe rappresentare il nuovomodo ecocompatibile per viaggiare se non,addirittura, l’unico disponibile sul mercato,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intraprendere,nel rispetto dei vincoli di bilancio, idoneeiniziative, anche di carattere normativo,volte a estendere l’aliquota agevolata perl’acquisto di veicoli utilizzati dai disabilianche ai veicoli ibridi ed elettrici.

9/1334-AR/72. Donno, Adelizzi, Angiola,Buompane, D’Incà, Flati, Gubitosa, Ga-briele Lorenzoni, Lovecchio, Manzo, Mi-siti, Sodano, Trizzino, Zennaro.

La Camera,

premesso che:

la Statale 52 Gamica ha registratonegli anni continue frane e smottamentiisolando il Comelico, a volte anche persettimane come è successo nel 2014 co-stringendo i residenti a utilizzare anchestrade silvo-pastorali riadattate;

in considerazione di tali disagi, condeliberazione della Giunta regionale delVeneto n. 91 del 27 gennaio 2015, venivaapprovato l’atto di indirizzo sulle prioritàdi infrastrutturazione della viabilità sul ter-ritorio e individuati gli interventi di com-petenza ANAS ritenuti migliorativi dellarete infrastrutturale stradale;

con riferimento a tali interventi, dicui si richiedeva il finanziamento all’in-terno dei piani di investimento della so-cietà, veniva predisposto un elenco il cuiordine numerico costituiva ordine di prio-rità;

al primo posto delle priorità venivainserito l’intervento denominato « Variantealla SS. Gamica – galleria Coltrando dalkm 86+050 al km 88" » in comune di SantoStefano di Cadore in provincia di Belluno,

che prevede la realizzazione di una va-riante mediante un tratto di galleria lungacirca 1600 metri;

con lettera del dicembre 2014 delPresidente di ANAS al Presidente dellaRegione Veneto veniva confermata la di-sponibilità della società ad acquisire il pro-getto preliminare per risolvere la situa-zione di criticità della citata statale all’in-gresso del Comelico, considerando, peral-tro, la spesa (all’epoca stimata in 55 milionidi euro) contenuta e recuperabile da altreopere non immediatamente cantierabili;

nella stessa comunicazione si con-fermava che l’intervento sarebbe stato in-serito tra quelli prioritari da sottoporreall’esame e all’approvazione del ministerodelle Infrastrutture e dei Trasporti;

il piano operativo Fsc (Fondo Svi-luppo e Coesione) 2014-2020 deliberato dalCipe, assegnava al Veneto circa 170 milioniper la realizzazione di opere infrastruttu-rali necessarie al territorio regionale e diquesti, 55 milioni erano destinati alla pro-vincia di Belluno per la galleria di Col-trando;

con lettera del maggio 2015 del Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasportiveniva confermato l’appalto dell’opera nel2017 e venivano forniti anche alcuni datitecnici: la previsione del costo progetta-zione, l’inserimento dei lavori di realizza-zione della galleria nel piano pluriennale2015-2019 e l’inoltro a stretto giro del Con-tratto di programma al Cipe per la neces-saria approvazione;

nel 2017 i sindaci del Cadore accet-tavano la proposta dell’ANAS di riversarele risorse destinate alla variante Coltrandoin un progetto di miglioramento della via-bilità lunga la strada statale 51-bis traPieve e Lozzo ed in diversi punti dellastrada statale 52, per consentire una mag-giore scorrevolezza sulle strade esistenti,sospendendo quindi il progetto iniziale, masenza che questo fosse considerata unaalternativa alla realizzazione della galleria;

i tragici eventi alluvionali delle ul-time settimane hanno riproposto in termini

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ancor più drammatici le condizioni dellaviabilità dell’area di Santo Stefano di Ca-dore, lasciando ancora una volta isolati dalmondo per via delle frane e degli smotta-menti provocati dal maltempo numerosipaesi evidenziando la grande fragilità dellastatale Gamica in quanto unico accesso checollega il Comelico e Sappada con il restodel Bellunese e della regione;

nel corso di un incontro con il Mi-nistro dei Trasporti e delle Infrastrutture,Toninelli, i sindaci hanno fatto presentecome la galleria avrebbe consentito facil-mente il transito dalla valle del Comelico intutta sicurezza;

per il Ministro Toninelli « questadella galleria è sicuramente una delle prio-rità », « non è economicamente così impor-tante, il costo; e allora spero, una voltaanalizzato nel dettaglio il dossier, di por-tarlo avanti il più velocemente possibileperché queste comunità vanno rilanciate »e lo stesso AD di ANAS Armani (allora incarica) affermava: « Completeremo la gal-leria paramassi e a febbraio concluderemola progettazione della Coltrando, che poiporteremo alla Via »,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di definire le pro-cedure e le risorse necessarie all’avvio deilavori della galleria del Coltrando, dandoseguito all’impegno preso recentemente dalMinistro dei Trasporti e delle Infrastrutturecon i sindaci e la cittadinanza dei comuniinteressati all’opera, al fine di garantire lasicurezza e la continuità di collegamentosulla direttrice principale Belluno-Treviso-Venezia, anche in considerazione degli eventialluvionali che hanno recentemente colpitoi territori del Comelico e della Valle delPiave.

9/1334-AR/73. D’Incà.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, recanteil « Bilancio di previsione dello Stato per

l’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021 », prevedeall’articolo 79 disposizioni in merito a si-tuazioni emergenziali;

nella città di Messina continuano adinsistere, da oltre cento anni, per effetto delterremoto che nel 1908 ha colpito la cittàlasciando numerose famiglie senza abita-zione, insediamenti di baracche dove risie-dono circa 3.000 nuclei familiari. In taliinsediamenti, che si estendono su un’areavasta, le condizioni igienico-sanitarie e so-ciali assumono connotazioni di massimacriticità, con massiccia presenza di amianto,rifiuti abbandonati ed assenza di rete fo-gnaria e servizi;

la situazione socio-sanitaria e am-bientale è di tale gravità da richiedere unintervento urgente di risanamento e ripri-stino delle condizioni di salubrità e vivibi-lità dell’intero insediamento, al fine di ga-rantire il diritto fondamentale alla salutedell’individuo nel contesto sociale di rife-rimento tutelato dall’articolo 32 della Co-stituzione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di assumere ini-ziative volte al risanamento delle aree de-gradate della Città di Messina e al ripri-stino, nel confronto con l’ente di governolocale, di adeguate condizioni igienico-sanitarie, allo stato gravemente carenti, pre-vedendo a tal fine congrue misure finan-ziarie.

9/1334-AR/74. D’Uva.

La Camera,

premesso che:

per i disabili è molto difficile pren-dere in locazione un immobile: nel mercatoimmobiliare, sono molto rare le offerte diappartamenti privi di barriere architetto-niche e quindi accessibili ai disabili;

anche qualora l’inquilino con ri-dotte capacità motorie, oppure chi ne eser-cita la tutela o la potestà, intenda sostenere

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interamente la spesa degli interventi, visono ostacoli rilevanti, anche di naturanormativa;

in base all’articolo 2 della legge 13del 1989, le deliberazioni dell’assembleadel condominio che hanno per oggetto gliinterventi per eliminare le barriere archi-tettoniche negli edifici privati devono es-sere approvate dall’assemblea del condo-minio, in prima o in seconda convocazione,con un numero di voti che rappresenti lamaggioranza degli intervenuti e almeno lametà del valore dell’edificio;

nel caso in cui l’assemblea deliberil’esecuzione dei lavori le relative spese sonoripartite tra i condomini in base ai mille-simi di proprietà; nel caso in cui invecenell’assemblea venga deliberato il rifiutoall’esecuzione dei lavori necessari il disa-bile potrà comunque eseguire i lavori aproprie spese, ma a condizione che taliinterventi non rechino danno al decoroarchitettonico dell’edificio, non ne alterinola stabilità o la sicurezza e non rendanoalcune parti comuni dell’edificio inservibilial godimento e all’utilizzo anche di un solocondomino;

anche qualora gli interventi neces-sari siano a carico del disabile e rispettinoqueste condizioni, il disabile deve comun-que attendere la delibera, per assumere laquale il condominio ha a disposizione tremesi dalla richiesta fatta per iscritto,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di incentivarei proprietari di immobili a eliminare lebarriere architettoniche negli edifici privatie a offrirli in locazione a persone disabili,anche mediante l’applicazione di aliquoteagevolate nei contratti di affitto con porta-tori di handicap, nel caso di opzione per lacedolare secca;

a valutare l’opportunità di prevedere,anche mediante opportune modifiche nor-mative, termini brevi per le delibere con-dominiali richieste da disabili o da proprie-tari locatori di immobili a disabili, per gliinterventi necessari all’abbattimento delle

barriere architettoniche negli edifici pri-vati.

9/1334-AR/75. Penna.

La Camera,

premesso che:

la legge di stabilità 2015 ha elevatodal 10 al 22 per cento l’aliquota IVA ap-plicabile al pellet di legno;

dal 1° gennaio 2015 è più vantag-gioso acquistare legna ricavata dal tagliodegli alberi – che beneficia dell’aliquotaridotta del 10 per cento – piuttosto chepellet, a cui ancora oggi si applica l’aliquotaordinaria al 22 per cento;

considerato che:

oltre due milioni di famiglie in Italiausano il pellet per riscaldarsi; il prelievotributario è particolarmente gravoso, se siconsidera la previsione di un rialzo deiprezzi del pellet per il 2019, anche pereffetto dell’aumento del prezzo del pro-dotto importato: cresce infatti il consumo,come valida alternativa al carbone, nei pa-esi produttori, che hanno ridotto le espor-tazioni;

l’elevato consumo registrato nell’ul-timo anno per le temperature rigide e perl’aumento di domanda per usi industrialiha ridotto gli stock di pellet e ha determi-nato un incremento dei prezzi, in partico-lare del pellet di qualità Al, con minoriemissioni di CO2;

il settore del pellet impiega oltre42.000 unità lavorative, di cui circa 20.000nella produzione e distribuzione del pro-dotto; la sola produzione di pellet ha unaricaduta occupazionale pari a 8,3 unitàlavorative per milione di euro fatturato;l’incidenza del valore aggiunto della pro-duzione di pellet è 7 volte superiore ri-spetto a quello derivante della raffinazionedel petrolio;

l’Italia è un paese leader, a livellointernazionale, nella produzione e nellatecnologia di apparecchi domestici alimen-tati a pellet, che esportiamo – per oltre il

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35% della produzione, in Europa e NordAmerica;

ritenuto che:

l’impiego di pellet per usi domesticie industriali contribuisce al raggiungi-mento degli obiettivi di Europa 2020 intermini di energia rinnovabile e sostituiscei combustibili fossili principali responsabilidel cambiamento climatico;

il minor prelievo fiscale su questocombustibile determina un incremento deiconsumi – e quindi del relativo gettito IVA,un aumento della produzione della venditae quindi delle entrate tributarie dal settoredelle stufe alimentate a pellet,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di applicare l’ali-quota agevolata del 10 cento alle cessionidel pellet di legno.

9/1334-AR/76. Aprile.

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento in esame sonopresenti numerosi interventi in materia dicultura e spettacolo;

la tutela del diritto d’autore e deidiritti connessi riveste un ruolo fondamen-tale per la valorizzazione del lavoro intel-lettuale e delle opere di ingegno e, di con-seguenza, per la promozione culturale e losviluppo artistico del nostro Paese;

la liberalizzazione dell’attività di in-termediazione del diritto d’autore e deidiritti connessi al diritto d’autore sta pro-gressivamente esplicando i suoi positivi ef-fetti in favore degli Artisti e Interpreti edEsecutori, secondo quanto indicato dalladirettiva europea 2014/26/UE finalizzataproprio a favorire e tutelare gli interessidegli autori e degli artisti aventi diritto;

sull’attività di intermediazione deidiritti connessi al diritto d’autore, gli inte-ressi degli artisti interpreti ed esecutorigrava ancora l’enorme lentezza e man-

canza di trasparenza con cui procede ladistribuzione ad oltre 20 mila artisti inter-preti ed esecutori aventi diritto delle sommeloro spettanti a seguito della procedura diliquidazione dell’IMAIE Istituto per la tu-tela dei diritti degli Artisti Interpreti edEsecutori;

il 14 luglio 2009, l’IMAIE fu estintodal Prefetto di Roma e messo in liquida-zione ex articolo 16 disp. att. c.c., a causadella manifesta incapacità gestionale nel-l’individuazione dei titolari di diritti con-nessi ai diritti d’autore ai fini della conse-guente distribuzione dei compensi;

allo scopo di continuare a garantirela tutela dei diritti degli artisti interpreti edesecutori e per garantire i livelli occupa-zionali dell’IMAIE, con il DL 30 aprile2010, n. 64, convertito in legge 29 giugno2010, n. 100, recante « Disposizioni urgentiin materia di spettacolo e attività culturali »è stato istituito il Nuovo IMAIE che hamantenuto la stessa organizzazione gestio-nale ed amministrativa, nonché le figure dirappresentanza e dirigenziali del prece-dente Istituto;

nel 2009 furono nominati, dal tri-bunale di Roma, tre Commissari liquida-tori con lo scopo di procedere alla ripar-tizione di circa 120 milioni di euro maidistribuiti dall’istituto;

dopo circa 4 anni dall’espletamentodel proprio incarico, caratterizzato da scarsirisultati, a causa delle grandi difficoltà nellosvolgere il proprio compito, i Commissariliquidatori hanno avviato « una valutazionecomparativa di offerte » per l’affidamentoad un soggetto terzo del servizio finalizzatoal completamento dell’attività di attribu-zione e di ripartizione dei compensi per-cepiti a partire da luglio 2009;

secondo quanto si evince dagli attidei Commissari liquidatori le uniche duesocietà coinvolte nella valutazione compa-rativa sono state la Seacon S.r.l., che operanel settore della progettazione di operemarittime e idrauliche, e il Nuovo IMAIE,cui è stato assegnato l’incarico;

secondo quanto riferito dai Com-missari liquidatori l’incarico al Nuovo IMAIE

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è stata conferito poiché quest’ultimo avevapresentato un’offerta economica migliore:infatti avendo ricevuto in comodato d’uso ildatabase dell’IMAIE in liquidazione e avendofatto su quest’ultimo delle migliorie, il NuovoIMAIE sarebbe stato nelle condizioni mi-gliori per effettuare i ricalcoli dei compensispettanti agli artisti. Per eseguire tali rical-coli il Nuovo IMAIE percepisce un com-penso di circa 730 mila euro l’anno;

nel corso delle audizioni svolte nel2014 dalla Commissione Istruzione pub-blica e beni culturali del Senato della Re-pubblica, proprio in merito alla proceduradi liquidazione del vecchio IMAIE, i Com-missari liquidatori avevano dichiarato che« l’attività di contrattualizzazione e di re-cupero delle somme afferenti i diritti ma-turati dagli artisti, interpreti ed esecutorifino alla data del 14 luglio 2009 » fossesostanzialmente esaurita e che « la proce-dura è impegnata nel completamento delleattività di attribuzione dei proventi riferitiai diritti incassati per il periodo 1.1.2008-14.7.2009 »;

nella stessa occasione i Commissariliquidatori dichiaravano altresì che il loroobiettivo era quello di « completare l’atti-vità nel corso dei primi nove mesi del 2014e depositare lo stato passivo finale dell’Enteentro la fine dell’esercizio 2014 »;

quanto dichiarato dai Commissariliquidatori si è, quindi, rivelato nei fattiinattendibile e dimostra l’assoluta ineffica-cia dell’attività degli stessi Commissari li-quidatori, visto che dopo oltre 9 anni dal-l’avvio della procedura di liquidazione diIMAIE persisterebbero, secondo quanto pub-blicato sul sito IMAIE in liquidazione, circa70 milioni di euro, che non sono statiancora distribuiti agli artisti aventi diritto;

l’affidamento dell’attività di liquida-zione al Nuovo IMAIE rischia di produrresignificative alterazioni della concorrenza:gli aventi diritto denunciano da tempo unaforte mancanza di trasparenza in merito aicriteri in base ai quali vengono corrispostele somme derivanti dalla procedura di li-quidazione che, peraltro, in alcuni casi,risultano pervenire anche ad artisti appar-

tenenti ad altre società di collecting senzache queste ultime possano verificare lacorrettezza dell’operato e degli importi nel-l’interesse dell’artista rappresentato; il Go-verno accogliendo la Risoluzione Doc. XXIVn. 21 del Senato della Repubblica dell’11marzo 2014 e l’Ordine del Giorno n. 9/03540-A/018 del 21 aprile 2016 si era giàimpegnato a garantire una soluzione ra-pida a questa vicenda che, invece, continuaa produrre danni all’intera categoria degliaventi diritto con il solo effetto di raffor-zare la posizione dominante dell’ex mono-polista Nuovo IMAIE,

impegna il Governo:

1) a valutare l’opportunità di interve-nire, con iniziative di propria competenza,per stabilire, il termine della procedura diliquidazione di cui in premessa affidandoalla Presidenza del Consiglio dei ministri ilcompito di individuare, con apposito de-creto e su proposta del Ministero per i benie le attività culturali, le modalità ed i criteridi distribuzione del residuo attivo dellaliquidazione agli artisti e interpreti o ese-cutori aventi diritto;

2) ad attivarsi affinché, anche per iltramite dell’Autorità della Concorrenza edel Mercato, vengano avviate le opportuneverifiche rispetto all’operato del NuovoIMAIE nella procedura di liquidazione diIMAIE.

9/1334-AR/77. Battelli.

La Camera,

premesso che:

l’Italia è un Paese a medio-alta pe-ricolosità sismica, dato scientifico ben nor-mato, e rispetto ad altri Paesi a pericolositàsismica ben maggiore, ha un patrimonioedilizio pubblico e privato altamente vul-nerabile, come testimoniano gli eventi si-smici che hanno colpito il territorio aqui-lano nel 2009, l’Emilia Romagna nel 2012ed il centro Italia a partire dal 2016, cau-sando numerose vittime;

l’Italia è un paese ad elevato rischioidrogeologico come dimostrano gli effetti

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che eventi meteorologici più o meno im-portanti comportano in termini di inonda-zioni ed eventi franosi. Tale situazione pro-voca vittime come nel caso delle ultimealluvioni in Calabria, Sicilia, Sardegna;

a causa di eventi calamitosi, il tes-suto economico e sociale dei territori col-piti ne risente sia in termini di danni agliedifici ed alle infrastrutture, sia in terminidi danni alle aziende, sia in termini diperdite di vite umane e conseguentementedei traumi psicologici dei familiari dellevittime, in particolare per chi perde unproprio figlio, specie se minorenne, e per ibambini e ragazzi in età adolescenziale epre-adolescenziale che perdono uno o en-trambi i genitori,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di reperire risorseeconomiche adeguate al fine di istituire unFondo Permanente per i Familiari delleVittime degli Eventi Calamitosi, ricono-scendo, fatte salve le provvidenze previsteda altre disposizioni di legge, il diritto al-l’indennizzo a carico dello Stato ai suddettifamiliari e garantendo loro il supporto psi-cologico costante di professionisti, attra-verso le strutture sanitarie del territorio,compatibilmente con i vincoli di finanzapubblica.

9/1334-AR/78. Gabriele Lorenzoni.

La Camera,

premesso che:

la legge 7 marzo 1996, n. 108, chereca disposizioni in materia di usura, haistituito presso l’ufficio del Commissariostraordinario del Governo per il coordina-mento delle iniziative anti-racket il « Fondodi solidarietà per le vittime dell’usura »;

il Fondo provvede alla erogazione dimutui senza interesse di durata non supe-riore al decennio a favore di soggetti cheesercitano attività imprenditoriale, commer-ciale, artigianale o comunque economica,ovvero una libera arte o professione, i qualidichiarino di essere vittime del delitto di

usura e risultino parti offese nel relativoprocedimento penale;

il Fondo è surrogato, quanto all’im-porto dell’interesse e limitatamente a que-sto, nei diritti della persona offesa versol’autore del reato; la concessione del mutuoè esente da oneri fiscali,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere che ilfondo di solidarietà per le vittime dell’u-sura provveda all’erogazione dei mutui senzainteresse, non solo a favore degli impren-ditori o professionisti, bensì anche a favoredelle persone fisiche vittime del medesimoreato.

9/1334-AR/79. Martinciglio.

La Camera,

premesso che:

le vittime di arresto cardiaco sonooltre 70.000 ogni anno e oltre l’80 per centodei decessi avviene lontano da ospedali estrutture sanitarie: a casa, negli uffici pub-blici, nelle strade, sul lavoro;

l’arresto cardiaco non dà segni pre-monitori e colpisce chiunque e dovunque,spesso a causa di una sopraggiunta aritmiachiamata fibrillazione ventricolare, che com-promette la vita della persona;

se non si interviene entro i primi 5minuti dall’arresto cardio-circolatorio som-ministrando una scarica elettrica al cuoreattraverso l’utilizzo di un « defibrillatoreDAE semiautomatico esterno », le possibi-lità di salvezza per la persona colpita sonopraticamente nulle;

il cosiddetto decreto Balduzzi del 24aprile 2013 sancisce l’obbligo di dotazionedi defibrillatore DAE (Defibrillatore Auto-matico Esterno) e di presenza di personaledebitamente formato e aggiornato per tuttele Associazioni Sportive, sia quelle profes-sionistiche (per le quali l’obbligo vige daanni) sia per quelle dilettantistiche per lequali l’obbligo è stato confermato dal de-creto interministeriale 26 giugno 2017;

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con decreto 18 marzo 2011 il Mini-stero della Salute elenca i criteri per ladistribuzione dei defibrillatori semiautoma-tici DAE sul territorio;

il decreto del 18/03/2011 (GazzettaUfficiale n. 129 del 6/6/11) ha stabilito icriteri di diffusione dei Defibrillatori semiautomatici Esterni (DAE) ed i luoghi dovedeve essere garantita la loro presenza, ov-vero i luoghi di aggregazione cittadina, luo-ghi molto frequentati o ad alto afflussoturistico, in strutture dove si registra ungrande afflusso di pubblico;

tuttavia la delega conferita alle Re-gioni non impone nessun obbligo di instal-lazione dei succitati dispositivi cd. « salvavita »,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di emanare nuovelinee guida che prevedano l’obbligatorietàdi diffondere i succitati defibrillatori semiautomatici nei luoghi pubblici, di cui aldecreto 18 marzo 2011, anche attraversoincentivi fiscali, che prevedano la riduzionedell’IVA al 4 per cento, utile ad aumentarela quantità di dispositivi al servizio dellacittadinanza e le possibilità di sopravvi-venza di migliaia di persone ogni anno.

9/1334-AR/80. Romaniello.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge bilancio contienemisure per la riduzione della pressionefiscale;

il 3 dicembre è iniziata in Polonia laCOP24, la Conferenza sul cambiamento cli-matico organizzata dalle Nazioni Unite perfare il punto sui problemi, le sfide e lepossibili soluzioni per affrontare il riscal-damento globale, e in primis per tagliaredrasticamente le emissioni di anidride car-bonica;

tutti i Governi nazionali hanno fi-nora eluso l’impegno che attraverso la De-lega Fiscale 2014 il Parlamento della XVII

legislatura aveva loro affidato per una re-visione in chiave ecologica della fiscalitàche disincentivi il depauperamento dellerisorse ecologiche in coerenza con la Stra-tegia Energetica Nazionale e il Clean EnergyPackage in fase di approvazione da partedell’UE;

tale revisione sarebbe coerente conle indicazioni di ONU, OCSE, IMF e BancaMondiale;

a tal fine, la prima direzione diintervento da intraprendere sarebbe quelladi delegare il Ministero dell’economia aprovvedere affinché i sussidi dannosi al-l’ambiente identificati nel « Catalogo deisussidi ambientalmente dannosi e dei sus-sidi ambientalmente favorevoli » siano eli-minati. Tali sussidi dannosi ammontano intotale, secondo la tabella 14 del citato Ca-talogo, a oltre 16 miliardi di euro; in primabattuta, la fine dei regimi di favore delleaccise sui combustibili fossili avrebbe unimpatto stimabile di circa 4 miliardi dieuro;

aumenti consistenti di gettito po-trebbero derivare anche dalla riparametra-zione delle accise sui prodotti energeticisulla base delle emissioni-serra associabilial loro consumo, che potrebbe essere inuna prima fase a parità di gettito perstabilire successivamente il valore unitariodelle accise per emissioni di CO2 sulla basedei prezzi nel mercato europeo di permessiad emettere CO2 (Emission Trading Sy-stem), con un minimo pari a 30 €/T CO2

aumentato di 2 €/T ogni anno successivofino al quinto;

è inoltre auspicabile progettare unariparametrazione dell’IVA sulla base dell’e-missione di gas-serra associabile alla pro-duzione e al consumo di ogni categoriamerceologica censita, a parità di gettitoatteso;

tali interventi, contenuti nell’emen-damento 4.01 a prima firma del presenta-tore del presente atto, respinto in Commis-sione, risponderebbero al principio del « chiinquina paga », citato dal Vice Presidentedel Consiglio Luigi Di Maio a propositodella cosiddetta « Ires verde » che dovrebbe

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essere introdotta dal disegno di legge re-cante introduzione di misure fiscali agevo-late per le società che riducono le emissioniinquinanti, annunciato dal Governo tra icollegati alla decisione di bilancio a com-pletamento della manovra di bilancio 2019-2021;

le ingenti risorse liberate da taliinterventi potrebbero essere destinate alladiminuzione di altre imposte, a partire daquelle sul reddito da lavoro, e per il creditodi imposta per investimenti in riduzionedell’impatto ambientale nei settori coinvoltidal taglio degli sconti,

impegna il Governo

a ridurre la spesa fiscale dannosa all’am-biente secondo le linee di intervento deli-neate in premessa, permettendo una ridu-zione delle imposte in particolare sui red-diti e un aumento dei trasferimenti pub-blici all’innovazione sostenibile.

9/1334-AR/81. Magi.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge di bilancio pre-vede misure in favore delle persone condisabilità (es. commi 51, 146, 303, 371);

è necessario attivare interventi infavore delle persone con disabilità soprat-tutto quelli relativi all’innovazione tecno-logica delle strutture, contrassegni e segna-letica per assicurare una più agevole mo-bilità alle medesime persone con disabilità;

infatti risulta fondamentale agevo-lare la circolazione e la sosta dei veicolidelle persone con deambulazione sensibil-mente ridotta intervenendo anche per evi-tare eventuali abusi sulle autorizzazioniconcesse alle medesime persone con disa-bilità;

è opportuno pertanto promuovereinterventi diretti ad assicurare alle personecon disabilità una mobilità piena. Infatti ècompito dello Stato rimuovere quelle « bar-riere » che ancora oggi impediscono alle

persone con disabilità di accedere ai servizied a qualsiasi struttura in piena autono-mia,

impegna il Governo

ad attivare interventi che prevedano mi-sure tali da facilitare l’accesso alla pienamobilità delle persone con disabilità inmodo da assicurare a loro la piena auto-nomia ed in particolare incentivare gli in-terventi relativi alla circolazione stradale.

9/1334-AR/82. Caiata.

La Camera,

premesso che:

il Disegno di Legge n. 1334-A all’ar-ticolo 68 reca « Disposizioni concernenti ilProgramma straordinario di intervento perla riqualificazione urbana e la sicurezzadelle periferie delle città metropolitane edei comuni capoluogo di provincia »;

alcuni Comuni capoluogo che hannostipulato le convenzioni nell’ambito del Pro-gramma di cui al comma 1 del succitatoarticolo – convenzioni concluse sulla basedi quanto disposto ai sensi del decreto delPresidente del Consiglio dei ministri 29maggio 2017, pubblicato nella Gazzetta Uf-ficiale n. 148 del 27 giugno 2017, nonchédelle delibere del CIPE n. 2/2017 del 3marzo 2017 e n. 72/2017 del 7 agosto 2017,adottate ai sensi dell’articolo 1, comma141, della legge 11 dicembre 2016, n. 232,– fermo restando gli impegni finanziariassunti a carico degli stessi e lo stanzia-mento delle somme previste a carico deiprivati si trovano nella necessità di dovererimodulare gli interventi indicati, anche inragione di una più attenta verifica deglistessi,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di rendere note,nelle forme ritenute più opportune, le mo-dalità di possibile riprogrammazione degliinterventi di cui Programma in premessacitato.

9/1334-AR/83. Foti.

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La Camera,

premesso che:

le conseguenze drammatiche dellecatastrofi naturali che hanno coinvolto ne-gli ultimi anni quasi tutte le regioni italianehanno ricondotto all’attenzione dell’opi-nione pubblica il problema della tutela edella manutenzione del suolo. Un pro-blema che non ha ancora prodotto e sedi-mentato nel nostro Paese politiche territo-riali in grado di assumere il ruolo fonda-mentale della conservazione del suolo nonsolo per la funzione produttiva agricola,ma anche per una corretta regolazione delciclo dell’acqua, funzioni entrambe com-promesse irrimediabilmente dalle trasfor-mazioni urbanistiche;

per questo tutelare il suolo è ilprimo modo di proteggere uomini, piante eanimali. Ogni anno in Europa sparisconosotto il cemento mille chilometri quadratidi suolo fertile, un’estensione quasi pariall’intera città di Roma;

il fenomeno del consumo del suoloha dimensioni globali ed è monitorato daalcuni anni, con attenzione, anche dalleistituzioni internazionali. La crescita dellapopolazione urbana su scala mondiale èinfatti inserita in un trend che sta condu-cendo nel ristretto arco temporale di unsecolo, dal dopoguerra alle previsioni per il2050, i residenti nelle aree urbanizzate dacirca un terzo della popolazione rurale adoltre il doppio, con sei dei nove miliardi diabitanti stimati al termine della proiezioneche vivranno nella nuova dimensione delladiffusione urbana;

l’Unione europea, con la proposta didirettiva COM(2006) n. 232 definitivo, haassunto l’orientamento in base al quale ilsuolo deve essere protetto, così come lealtre matrici ambientali, in primo luogo daifenomeni di impermeabilizzazione ed inquanto riserva di carbonio. Alcuni Statimembri hanno del resto già adottato inte-ressanti misure di prevenzione: la GranBretagna, ad esempio, ha stabilito che al-meno il 60 per cento delle nuove urbaniz-zazioni debba avvenire su aree dismesse(brownfield), mentre la Germania ha fis-

sato un target decrescente di consumo che,partendo da una media di 30 ettari/giorno,dovrà giungere a zero al 2050. Eurostatconduce inoltre un monitoraggio delle ten-denze in atto nei Paesi membri dell’Unioneeuropea che colloca l’Italia abbondante-mente al di sopra della media europea, conuna percentuale di aree artificiali e cemen-tificate che supera il 7 per cento;

i dati ufficiali sul fenomeno del con-sumo di suolo sono raccolti in Italia, conmetodologie sostanzialmente diverse, dal-l’istituto superiore per la ricerca e la pro-tezione ambientale (ISPRA), facente capoal Ministero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare. Il consumo di suoloin Italia continua a crescere, come confer-mato dai dati più recenti relativi ai primimesi del 2016. Nel periodo compreso tranovembre 2015 e maggio 2016 le nuovecoperture artificiali hanno riguardato altri50 chilometri quadrati di territorio, ovvero,in media, poco meno di 30 ettari al giorno;

una velocità di trasformazione dipiù di 3 metri quadrati di suolo che, nel-l’ultimo periodo, sono stati irreversibil-mente persi ogni secondo. Il consumo disuolo continua a coprire irreversibilmentearee naturali e agricole con asfalto e ce-mento, edifici, e fabbricati, strade e altreinfrastrutture, insediamenti commerciali,produttivi e di servizio, anche attraversol’espansione di aree urbane, spesso a bassadensità. I dati della nuova cartografia SNPAmostrano come, a livello nazionale, il con-sumo di suolo sia passato dal 2,7 per centostimato per gli anni ’50 al 7,6 per cento del2016, con un incremento di 4,9 punti per-centuali e una crescita percentuale del 184per cento. In termini assoluti, il consumo disuolo ha intaccato ormai 23.039 chilometriquadrati del territorio nazionale;

il dossier « Suolo minacciato, ancoracemento oltre la crisi », realizzato da Le-gambiente, a cui fanno da cornice i datidell’ISPRA ha confermato che il consumodi suolo in Italia è in aumento anche nel2017. La superficie naturale si è ridotta diulteriori 52 kmq l’anno scorso: ogni dueore viene costruita un’intera piazza Na-vona, ogni secondo vengono coperti con

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cemento o asfalto 2 metri quadrati di ter-ritorio;

quasi un quarto, il 24,61 per cento,del nuovo consumo di suolo netto tra il2016 e il 2017 avviene all’interno di areesoggette a vincoli paesaggistici. Di questo, il64 per cento si deve alla presenza di can-tieri e ad altre aree in terra battuta desti-nate, in gran parte, alla realizzazione dinuove infrastrutture, fabbricati, non neces-sariamente abusivi, o altre coperture per-manenti nel corso dei prossimi anni;

i nuovi edifici rappresentano il 13,2per cento del territorio vincolato personell’ultimo anno. Sul fronte del dissestoidrogeologico, il 6 per cento delle trasfor-mazioni del 2017 si trova in aree a peri-colosità da frana ed oltre il 15 per cento inquelle a pericolosità idraulica media;

il consumo di suolo non tralascianeanche le aree protette: quasi 75 milaettari sono ormai totalmente impermeabili;

per quanto riguarda la ripartizioneterritoriale, i territori maggiormente urba-nizzati corrispondono al quadrante nord-ovest del Paese (8,6 per cento), sebbene ledinamiche espansive più vivaci riguardinoil nord-est e l’Italia centrale. Alla Lombar-dia compete il « record nazionale » di su-perfici urbanizzate, stimate al 12,8 per centodel territorio;

le tante storie italiane di spreco diterritorio, frutto della mancanza di regolenazionali e comunitarie sulla tutela delcomparto ambientale del suolo ci raccon-tano di autostrade, aeroporti, ville e inse-diamenti e centri commerciali;

questa malattia che affligge l’Italiadeve essere affrontata in tempi rapidi e conazioni strutturali,

impegna il Governo

a considerare, al fine della riduzione delconsumo del suolo per la tutela del suolo ela rigenerazione urbana legato alla perditadi valore ecologico, ambientale e paesaggi-stico che esso determina, l’istituzione di unFondo per la tutela del suolo e la rigene-

razione urbana legato alla perdita di valoreecologico, ambientale e paesaggistico cheesso determina, alimentato da un contri-buto parametrato ai proventi degli onerirelativi all’urbanizzazione primaria e se-condaria e al costo di costruzione. Un Fondoper destinare risorse ad interventi per: a)minimizzare il rischio idrogeologico e si-smico; b) la realizzazione delle opere diurbanizzazione primaria e secondaria; c) ilrisanamento di complessi edilizi compresinei centri storici e in altri tessuti urbani datutelare; d) all’acquisizione delle aree daespropriare, nonché, una quota delle ri-sorse dell’eventuale fondo, a interventi dimanutenzione ordinaria e straordinaria deipatrimoni degli enti locali.

9/1334-AR/84. Bersani, Muroni.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 23 della legge di bilancioper il 2019 reca disposizioni finalizzate alcompletamento dei piani di recupero oc-cupazionale, prevedendo che le risorse in-dicate dal citato articolo 23 possano esseredestinate dalle regioni per le finalità del-l’articolo 44 comma 11-bis del decreto le-gislativo, 148 del 2015 nonché a quelledell’articolo 53-ter del decreto-legge 24 aprile2017 n. 50 convertito con modificazionidalla legge 21 giugno 2017 n. 96;

è necessario ora giungere alla sta-bilizzazione degli Lsu e Lpu un precariatostorico che in Calabria riguarda circa 4.500persone, a tal fine il Governo è chiamato adare seguito alle legittime rivendicazionidei lavoratori interessati fornendo sia glistrumenti finanziari necessari che le mo-difiche normative per garantire la stabiliz-zazione dei citati lavoratori;

la Regione Calabria nel documentoeconomico per il 2019 ha storicizzato unimpegno economico di 39 milioni del Bi-lancio regionale, garantendo così la propriaparte di impegno programmatico per darerisposta concreta ai 4.500 lavoratori, che

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hanno permesso l’espletamento di serviziessenziali in diverse realtà della Calabria,

impegna il Governo:

1) al fine di proseguire nel processo diprogressiva e definitiva stabilizzazione dellaintera platea dei lavoratori ex LSU ed LPUdella Calabria, a prevedere già nell’iter dellalegge di bilancio in esame adeguate risorseeconomiche per l’anno 2019;

2) a prevedere, altresì, la proroga diulteriori 12 mesi, fino al 31 dicembre 2019,delle disposizioni di cui all’articolo 1 commi223-225 legge n. 205 del 2017, autoriz-zando le amministrazioni a prorogare icorrispondenti rapporti di lavoro a tempodeterminato, anche in deroga alla norma-tiva vigente rispetto al limite dei 36 mesi,con i soggetti che partecipano alle proce-dure fino alla loro progressiva e definitivastabilizzazione.

9/1334-AR/85. Stumpo.

La Camera,

premesso che:

il Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennale 2019-2021 all’ar-ticolo si interviene, in diversi ambiti, sulladestinazione delle risorse per le regioni dautilizzare per i servizi ai cittadini;

l’articolo 117, secondo comma, let-tera m) della Costituzione, scrive che loStato ha la legislazione esclusiva sulla de-terminazione dei Livelli essenziali delle pre-stazioni concernenti i diritti civili e socialiche devono essere garantiti su tutto il ter-ritorio nazionale (LEP);

i LEP sono una cornice indispensa-bile per ridurre le diseguaglianze territo-riali e per garantire una equa distribuzionedei servizi fondamentali;

la Conferenza Stato-regioni ha avan-zato la richiesta di « attivazione in tempibrevi del Tavolo tecnico preposto alla de-finizione dei livelli essenziali delle presta-zioni, anche al fine di rivedere gli attuali

meccanismi di calcolo che risultano pena-lizzanti per alcune regioni »;

permangono nelle regioni del Mez-zogiorno rilevanti diseguaglianze rispetto alresto del Paese e che l’erogazione delleprestazioni che garantiscono i diritti socialie civili sono gravemente deficitarie,

impegna il Governo

ad attivarsi per l’adozione dei LEP e, perintanto, affinché i LEP siano poi effettiva-mente garantiti in modo omogeneo su tuttoil territorio nazionale, a rendere disponibiliper le regioni del sud, un fondo perequa-tivo aggiuntivo e straordinario in percen-tuale alla popolazione residente, che con-senta al Mezzogiorno di recuperare il gapin termini di erogazione di servizi essen-ziali rispetto al centro-nord.

9/1334-AR/86. Conte.

La Camera,

premesso che:

il Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennale 2019-2021 all’ar-ticolo 28 (Assunzioni nella pubblica ammi-nistrazione), comma 4, prevede, al fine dipotenziare il funzionamento degli uffici giu-diziari e di garantirne la piena funziona-lità, e di prevenire, nel contesto carcerario,fenomeni derivanti dalla condizione di mar-ginalità sociale dei detenuti, nonché di re-alizzare una rete territoriale di istituti acustodia attenuata per detenute madri e difar fronte alle esigenze di funzionamentodegli istituti penali per i minorenni, diautorizzare il Ministero della giustizia adassumere, nell’ambito dell’attuale dota-zione organica, per il triennio 2019-2021,con contratto di lavoro a tempo indetermi-nato, un contingente massimo di 3.000 unitàdi personale amministrativo non dirigen-ziale;

considerato che:

a oggi oltre duemila candidati risul-tati idonei al concorso per Assistenti Giu-

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diziari, del novembre 2016, non hanno an-cora trovato collocazione nell’organico deitribunali;

che continuano a persistere gravicarenze di personale nell’organico degli uf-fici giudiziari che incidono negativamentesullo svolgersi dell’attività giudiziaria, arre-cando grave danno ai cittadini,

impegna il Governo

a considerare con attenzione, nelle moredelle normative vigenti, per le prossimeassunzioni negli uffici giudiziari, coloro chesono risultati idonei all’ultimo concorsoper assistente giudiziario.

9/1334-AR/87. Occhionero.

La Camera,

premesso che:

il Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennale 2019-2021 all’ar-ticolo 57 (Misure di razionalizzazione dellaspesa pubblica), comma 2, prevede che ilMinistero dell’interno ponga in essere pro-cessi di revisione e razionalizzazione dellaspesa per la gestione dei centri per l’immi-grazione in conseguenza della contrazionedel fenomeno migratorio, nonché inter-venti per la riduzione del costo giornalieroper l’accoglienza dei migranti, dai quali,previa estinzione dei debiti pregressi, de-vono derivare risparmi connessi all’attiva-zione, locazione e gestione dei centri ditrattenimento e di accoglienza per stranieriirregolari per un ammontare almeno pari a400 milioni di euro per l’anno 2019, a 550milioni di euro per l’anno 2020 e a 650milioni di euro annui a decorrere dal 2021,

impegna il Governo:

affinché l’entità di tali risparmi siavalutata adeguatamente rispetto all’effet-tivo andamento dei flussi migratori;

affinché i risparmi previsti non inci-dano nella condizione dei centri per l’im-migrazione, che devono essere adeguati per

la permanenza in condizioni di dignità egiusta assistenza per i migranti e di sicu-rezza per loro e le popolazioni dei comunidove i centri sono presenti;

affinché attivi tutti gli strumenti dicontrollo per garantire che le condizionilavorative di coloro che sono impegnatinella gestione dei centri rientrino in tutte legaranzie previste dalla legge.

9/1334-AR/88. Palazzotto.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 39 della legge di bilancioper il 2019 in esame reca risorse per lariduzione dei tempi di attesa delle presta-zioni sanitarie in attuazione del Piano na-zionale di governo delle liste di attesa;

secondo quanto disposto dal comma2 dell’articolo 39 le risorse saranno ripar-tite tra le regioni secondo modalità indivi-duate con decreto del Ministro della salute,di concerto con il Ministro dell’economia edelle finanze, previa intesa in sede di Con-ferenza permanente per i rapporti tra loStato, le regioni e le province autonome diTrento e di Bolzano, da adottare entrosessanta giorni dalla data di entrata invigore della presente legge;

il comma 3 dell’articolo 39 disponeche il monitoraggio degli effetti derivantidagli interventi di cui all’articolo 39 è ef-fettuato dal Comitato paritetico perma-nente per la verifica dell’erogazione deilivelli essenziali di assistenza;

l’articolo 39 non detta misure di-verse nella ripartizione delle risorse chetengano anche conto delle differenze terri-toriali in particolare tra le regioni meridio-nali e quelle del centro nord;

il VI Rapporto dell’Osservatorio ci-vico sul federalismo in sanità, presentatoda Cittadinanzattiva-Tribunale per i dirittidel malato, registra un’Italia in cui le di-suguaglianze sui tempi di attesa appaionosempre più marcate fra le varie aree delPaese;

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secondo il VI Rapporto dell’Osser-vatorio civico sul federalismo in sanità, diCittadinanzattiva-Tribunale per i diritti delmalato, la garanzia dei servizi il confrontotra le regioni è impietoso. La maglia neraspetta alla Campania che, insieme alla Ca-labria, due regioni che il Ministero dellasalute valuta come inadempienti rispettoall’erogazione dei livelli essenziali di assi-stenza, mentre al primo posto risulta ilVeneto;

i lunghi tempi d’attesa non fannoaltro che creare le condizioni affinché l’al-ternativa alle prestazioni del servizio pub-blico diventano le strutture convenzionate,o i servizi a pagamento intramoenia effet-tuati dai medici in ospedale al di fuoridell’orario di lavoro;

si riscontra quindi come le lungheliste di attesa hanno incentivato lo sviluppodi un’offerta privata di servizi spesso con-correnziale con quella pubblica, per costo etempi di risposta;

il completo esaurimento delle listedi attesa ovvero la loro riduzione a tempifisiologici rappresenta uno delle questioniprincipali che pesano sul Servizio sanitarionazionale, e le liste di attesa sono diretta-mente collegate alla garanzia dell’accessoalle prestazioni nelle diverse regioni ita-liane;

se la riduzione delle liste di attesa èuna esigenza strutturale, per le regioni delsud e quelle insulari è una priorità, pergarantire il diritto alla salute, alla preven-zione e alla cura in tempi certi;

lo stanziamento previsto dall’arti-colo 39 per il triennio 2019-2021 si riferisceall’ammodernamento tecnologico delle in-frastrutture legate ai centri di prenotazioneregionali, anche se sarebbe stato auspica-bile destinare risorse per l’assunzione dipersonale per garantire la prestazione deiservizi nelle regioni dove è più necessario,

impegna il Governo:

a prevedere in sede di ripartizionedelle risorse di cui all’articolo 39 finaliz-zate all’ammodernamento tecnologico delle

infrastrutture dei centri di prenotazioneregionali di tenere conto delle differenzeterritoriali con particolare riferimento alleregioni meridionali e insulari per garantirea queste un ammodernamento tecnologicouniforme in tutte le regioni;

ad affrontare la questione delle listedi attesa in maniera strutturale a destinarealtresì risorse per l’assunzione di personaleal fine di garantire la prestazione delleprestazioni in tempi adeguati in particolarenelle regioni meridionali anche al fine diaffrontare la questione delle migrazionisanitarie verso il centro nord.

9/1334-AR/89. Rostan.

La Camera,

premesso che:

dalle modifiche apportate dalla Com-missione l’articolo 35 che concerne l’ispet-torato nazionale del lavoro dispone nellospecifico che l’ispettorato è autorizzato adassumere a tempo indeterminato un con-tingente di personale, prevalentemente ispet-tivo, pari a 300 unità per ciascuno deglianni 2019 e 2020 e a 330 unità per il 2021;l’incremento da 2 a 4 posizioni dirigenzialidi livello dirigenziale generale e da 88 a 94posizioni dirigenziali di livello non generaledella dotazione organica dell’ispettorato;l’ispettorato è autorizzato all’assunzionedelle suddette unità dirigenziali non gene-rali, nonché di ulteriori 12 unità dirigen-ziali di livello non generale. Inoltre, si pre-vede un incremento del 10 per cento degliimporti dovuti per la violazione di normein materia di tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro;

sono diminuite le assunzioni di per-sonale ispettivo previste per il 2021 e in-trodotte assunzioni per dirigenti generali enon generali, nonché diminuiti gli importidelle sanzioni in materia di violazione normeprevenzione (da 15 a 10 per cento) rispettoal testo originario,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori misure mirate a so-stenere la prevenzione e la sicurezza sul

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lavoro, aumentando ulteriormente il nu-mero degli ispettori del lavoro per controllipiù efficaci e abbassando la contribuzioneassicurativa e previdenziale a chi pro-muove contratti stabili.

9/1334-AR/90. Speranza.

La Camera,

premesso che:

attualmente, la nuova prestazionedi assicurazione sociale per l’impiego (NA-SpI) viene corrisposta per una durata parialla metà dei periodi lavorati e contribuitiin un quadriennio. Tale sistema di calcolo,adottato per ragioni di contenimento dellaspesa non più giustificabile, penalizza so-prattutto i lavoratori e le lavoratrici impe-gnati in attività caratterizzate da cicli sta-gionali;

l’articolo 3 della legge 15 giugno1984, n. 240 prevede per detti lavoratori,un inquadramento, ai fini previdenziali, nelsettore dell’agricoltura. A parziale derogadi ciò e limitatamente alla cassa integra-zione guadagni, ordinaria e straordinaria,alla mobilità, alla cassa unica assegni fa-miliari e all’assicurazione contro gli infor-tuni sul lavoro, si applicano le disposizionidel settore dell’industria, sia agli effettidella contribuzione che delle prestazioniper i soli dipendenti con contratto di lavoroa tempo indeterminato;

l’articolo 2 del decreto legislativo 4marzo 2015, n. 22, che ha disciplinato laNASpI, con la funzione di fornire unatutela di sostegno al reddito ai lavoratoricon rapporto di lavoro subordinato cheabbiano perduto involontariamente la pro-pria occupazione, ha escluso da detto trat-tamento i dipendenti a tempo indetermi-nato della Pubblica Amministrazione e glioperai agricoli a tempo determinato o in-determinato;

l’abolizione della mobilità a partiredal 1° gennaio 2017 sommata all’esclusionedalla NASpI fa sì che agli operai agricoli atempo indeterminato delle cooperative eloro consorzi che trasformano, manipolano

e commercializzano prodotti agricoli e zo-otecnici prevalentemente propri o conferitidai loro soci, non sia riconosciuta alcunacopertura in caso di disoccupazione,

impegna il Governo

ad adottare misure al fine di estendere ildiritto della prestazione NASpI ai lavora-tori a tempo indeterminato di imprese co-operative e loro consorzi che esercitanoattività di trasformazione, manipolazione ecommercializzazione.

9/1334-AR/91. Epifani.

La Camera,

premesso che:

l’ambiente scolastico, in quanto co-munità educante, deve essere luogo in cuiciascun alunna e ciascun alunno possanofruire appieno di tutte le opportunità dicrescita e di sviluppo personale che ven-gono loro offerte, imparando ad interagirecon gli altri in un rapporto positivo e nelpieno rispetto delle regole del vivere civile.Anche quello del pasto è considerato mo-mento educativo in senso generale e, piùspecificatamente, un’opportunità offerta allealunne ed agli alunni di avvalersi di unacorretta educazione alimentare;

il dibattito relativo alle mense sco-lastiche da giugno del 2016 si è animatointorno alla questione relativa alla possibi-lità di consumare a scuola il pasto dome-stico. Tale alternativa è stata resa possibileda una sentenza della Corte di Appello diTorino che ha riconosciuto il diritto deglialunni ricorrenti di usufruire in modo par-ziale del tempo mensa attraverso la con-sumazione, negli stessi locali destinati allarefezione scolastica, del pasto preparato acasa, in alternativa al servizio mensa. Insenso contrario è invece successivamenteintervenuto il Tribunale di Napoli che conordinanza ha espresso parere negativo allarichiesta di una famiglia di portare il pastoda casa sostenendo che: « al diritto allalibertà di scelta individuale del genitorevadano contrapposti altri diritti fondamen-

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tali della collettività, anch’essi di rangocostituzionale, come il diritto all’ugua-glianza e alla salute, alla partecipazione auna comunità sociale, quale appunto quellascolastica ». Da quel giorno il tema dell’ac-cesso alla mensa scolastica ha assunto unruolo sempre più centrale anche nell’am-bito del dibattito sulla tutela dei dirittidell’infanzia e dell’adolescenza;

il Governo stesso, nel corso dellapassata legislatura, ha più volte ricono-sciuto l’importanza della mensa e la neces-sità di mettere in campo forme di monito-raggio per verificare sistematicamente sesiano garantiti in modo uniforme su tutto ilterritorio nazionale i diritti civili e sociali aisensi dell’articolo 117, comma 2 lettera m)della Costituzione con riferimento ai mi-nori, in particolare su come gli enti localigarantiscano un servizio di refezione. Ildecreto legislativo 13 aprile 2017, n. 63,all’articolo 6 definisce il servizio di refe-zione scolastica come « un servizio priori-tario per il supporto al diritto allo studio »,limitandosi però a disciplinare la possibi-lità per gli Enti locali di prevedere la gra-tuità totale o parziale dell’accesso al servi-zio, lasciando così alla loro discrezionalitàl’individuazione dei criteri di comparteci-pazione economica da parte delle famiglie,senza nuovi o maggiori oneri per la finanzapubblica;

la normativa, infatti, definisce an-cora oggi la mensa come un servizio pub-blico a domanda individuale, ovvero unservizio che l’ente locale non ha l’obbligo difornire, ma che può garantire solo compa-tibilmente con le proprie esigenze di bilan-cio. Di contro la mensa dovrebbe esserericonosciuta come un servizio pubblico es-senziale, garantendo così la possibilità adogni alunno, in qualsiasi comune abiti, diaccedervi con le stesse possibilità. Con ilsistema attualmente vigente purtroppo siriscontra una forte disomogeneità sia intermini di offerta del servizio che di tariffe,agevolazioni, restrizioni ed esclusioni;

inoltre, occorre evidenziare che ladifferenza di livello del servizio offerto traenti locali non riguarda soltanto l’ammon-tare dei loro investimenti, ma anche la

percentuale di compartecipazione ai costirichiesta alle famiglie. Anch’essa infatti èlasciata alla scelta degli enti locali, i quali,di volta in volta, possono stabilire la per-centuale di copertura finanziaria da garan-tire rispetto al costo complessivo del servi-zio di ristorazione scolastica, stabilendo,così, diversi livelli di spesa da parte dell’u-tenza. L’unico vincolo legislativo attual-mente vigente, al contrario, pone il limitedel 36 per cento come soglia minima dicontribuzione da parte dell’utenza, per queicomuni che sono riconosciuti come strut-turalmente deficitari, così come previstoall’articolo 242 del decreto legislativo 18agosto 2000, n. 267,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative al fine di orien-tare i dirigenti scolastici, le famiglie ed ilpersonale della scuola nell’ottica di un’ef-ficace gestione della ristorazione scolasticache tenga conto delle diverse esigenze, tu-telando il diritto alla ristorazione deglialunni, considerata la mensa quale stru-mento di inclusione, integrazione ed edu-cazione alimentare, la cui offerta non ègarantita in modo uniforme sul territorio;

a prevedere un investimento oppor-tuno di risorse economiche, destinato allacopertura del costo del servizio di refezionescolastica.

9/1334-AR/92. Fratoianni.

La Camera,

premesso che:

i commi dal 6 a 8 dell’articolo 57prevedono l’abrogazione delle norme sulleagevolazioni tariffarie per le spese di tele-fonia, di connessione dati per le impreseeditoriali e di comunicazione, a decorreredal 1° gennaio 2020;

nello specifico il comma 6 sopprimele agevolazioni tariffarie previste dall’arti-colo 28, commi da uno a tre, della legge 5agosto 1981, n. 416, che prevede la ridu-zione del 50 per cento delle tariffe telefo-niche fatturate dai gestori dei servizi tele-

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fonici, compresa la cessione in uso di cir-cuiti telefonici e a banda larga per le im-prese editrici; dall’articolo 11 della legge 25febbraio 1987, n. 67 e dall’articolo 8 dellalegge 7 agosto 1990, n. 250, che attribui-scono lo stesso beneficio anche alle im-prese di radiodiffusione sonora con requi-siti specifici; dall’articolo 23, comma 3,della legge 6 agosto 1990, n. 223 che haesteso i medesimi benefici ai concessionariper la radiodiffusione televisiva in ambitolocale;

il comma 7 dispone l’abrogazioneanche del comma quattro dell’articolo 28della citata legge n. 416 del 1981 che pre-vede che le riduzioni tariffarie previste dalprimo al terzo comma si applichino condecorrenza dal primo giorno del mese suc-cessivo a quello della richiesta;

il comma 8 stabilisce l’abrogazione:dell’articolo 11, comma 1, lettera a), dellacitata legge n. 67 del 1987, che ha estesoalle imprese di radiodiffusione sonora leriduzioni tariffarie di cui all’articolo 28della legge citata n. 416 del 1981 e preve-deva anche che tali riduzioni fossero ap-plicate anche ai consumi di energia elet-trica, ai canoni di noleggio e di abbona-mento ai servizi di telecomunicazione diqualsiasi tipo, compresi i sistemi via satel-lite; dell’articolo 8, comma 1, lettera a),della citata legge n. 250 del 1990, che haesteso alle radio locali con requisiti speci-fici le riduzioni tariffarie dell’articolo 28della legge n. 416 del 1981, compresa l’ap-plicazione anche ai consumi di energiaelettrica; del riferimento all’articolo 28 dellalegge n. 416 del 1981, contenuto nell’arti-colo 23, comma 3, della citata legge n. 223del 1990, che prevede che le agevolazionidegli articoli 28, 29 e 30 si applichino alleradiotelevisioni locali con determinate ca-ratteristiche;

il comma 9 prevede l’abrogazionedel comma 5 dell’articolo 1 della legge 26ottobre 2016, n. 198, che ha disposto l’e-manazione di un regolamento di delegifi-cazione per istituire e disciplinare un con-tributo per le spese sostenute per l’utilizzodi servizi di telefonia e di connessione dati,sostitutivo delle vigenti agevolazioni tarif-

farie riconosciute alle imprese editrici eradiotelevisive,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di ripensare allemisure in favore dell’editoria, al fine diproseguire nel sostegno economico di unsettore fondamentale per il pluralismo del-l’informazione, fondamentale elemento dellanostra democrazia repubblicana.

9/1334-AR/93. Fornaro.

La Camera,

in sede di discussione del disegno dilegge in esame, « Bilancio di previsione delloStato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021 »;

premesso che:

si ritiene necessario incentivare glistrumenti di gestione sostenibile delle ac-que, per contrastare le problematiche re-lative allo spreco, la scarsità e i crescenticosti di approvvigionamento di tale beneprezioso;

in particolare, tra i sistemi in gradodi offrire un immediato contributo ai finipredetti, esistono gli impianti di recupero eriutilizzo delle acque meteoriche che ga-rantiscono un ingente risparmio idrico del-l’acquedotto di rete, che può arrivare finoal 50 per cento, grazie allo stoccaggio inserbatoi dell’acqua piovana opportuna-mente trattata; dunque, per favorire gliinvestimenti nel settore in questione, vannoriconosciute delle detrazioni fiscali, cosid-detti ecobonus, per le spese di installazionee messa in opera dei sistemi di recuperodell’acqua piovana,

impegna il Governo

ad adottare idonei provvedimenti per in-trodurre una detrazione dall’imposta lordadelle spese sostenute per l’installazione emessa in opera di impianti certificati direcupero e riutilizzo delle acque meteori-che.

9/1334-AR/94. Rizzetto, Rampelli, Zuc-coni.

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La Camera,

premesso che:

il 26 settembre 2018 è stata appro-vata dalla regione Toscana la legge n. 54del 2018, « Modifiche alla legge regionale25 marzo 2015, n. 35 », recante disposi-zioni in materia di cave con l’obiettivo disuperare alcune ambiguità interpretativerelative al perimetro delle autorizzazionicomunali;

la legge regionale n. 35 del 2015prevede che, nel caso in cui un imprendi-tore titolare di un’autorizzazione, abbiarealizzato scavi superiori per oltre 1.000metri cubi ai volumi autorizzati dal pro-getto di coltivazione, la sua autorizzazionedecada;

in mancanza di una interpretazioneautentica, relativa alla definizione di « pe-rimetro autorizzato » su cui insiste la cifralimite degli scavi emersa in seguito ai con-trolli effettuati nel 2016 e nel 2017, laregione Toscana ha deciso (con la leggen. 54 del 2018) di stabilire un periodo dimoratoria che terminerà il 5 giugno 2019,termine entro il quale l’applicazione dellalegge n. 35 del 2015 sarà stringente;

ad oggi, in tutti i casi riscontrati didifformità tra quanto autorizzato e quantoprelevato, l’attività estrattiva è stata imme-diatamente bloccata. Con la legge n. 54 del2018, agli imprenditori che hanno realiz-zato abusi superiori ai 1.000 metri cubinon sarà revocata la licenza durante taleperiodo transitorio, ma saranno chieste lapresentazione e la realizzazione di un pro-getto di messa in sicurezza e risistemazioneambientale dell’area che tenga conto degliimpatti complessivi derivanti dalle lavora-zioni difformi;

tale progetto di messa in sicurezzadovrà essere realizzato entro 180 giornidalla sua approvazione, che la regione To-scana dovrà rilasciare entro 60 giorni dallasua presentazione;

appare evidente come, in questo pe-riodo che può durare alcuni mesi, le atti-vità estrattive delle cave interessate ver-ranno sospese;

secondo gli ultimi dati disponibilisono circa 1.200 i lavoratori impiegati nellacave di marmo presenti in Toscana;

il presidente della regione ToscanaEnrico Rossi ha dichiarato il 17 ottobre2017 che la modifica alla legge n. 35 del2015 è stata « effettuata per venire incontroai problemi occupazionali che si sono cre-ati con la chiusura di tre cave a Carrara, aseguito degli interventi di controllo attuatidalla Regione. Con questa modifica acce-leriamo la presentazione dei progetti per lasicurezza e stabiliamo che in 180 giorni leattività devono mettersi in sicurezza, sevogliono riprendere ad estrarre. Il nostroobiettivo non è chiudere, ma far in modoche l’attività si svolga regolarmente nelrispetto dell’ambiente e dei lavoratori »;

le associazioni sindacali hanno ri-marcato come non esista ad oggi, una ti-pologia di ammortizzatore sociale che possasostenere quei lavoratori delle cave la cuil’attività è sospesa in attesa degli interventiprevisti dalla citata legge n. 54 del 2018della regione Toscana. « Non si può stare180 giorni senza prendere lo stipendio, inattesa che ripartano le autorizzazioni allacoltivazione. Occorre un ammortizzatoresociale per questa categoria. Qualunquecosa possa sopperire al fatto che i lavora-tori debbano fermarsi per sei mesi »: hannorimarcato alcuni esponenti sindacali sullastampa;

lo stesso Rossi ha risposto ai sinda-cati (a quanto si apprende dai media) chequesta problematica era già stata segnalata« al ministero qualche mese fa, ma che daRoma non sono arrivati riscontri positivi »;

valutato che norme similari a quelleintrodotte dalla regione Toscana potreb-bero essere assunte da altre regioni e con-seguentemente la platea di lavoratori inte-ressati dalla sospensione di una attivitàestrattive in cava potrebbero aumentaresensibilmente;

ad oggi non esistono strumentinormativi per assicurare forme di ammor-tizzatori sociali efficaci a sostenere i lavo-ratori delle cave la cui attività è sospesa aisensi di determinate leggi regionali;

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tale tematica è già stato oggettonei mesi scorsi, alla Camera dei deputati, diuna interrogazione parlamentare (interro-gazione a risposta in Commissione 5-00766)alla quale non è ancora pervenuta risposta;

preso atto che nel provvedimento inesame « Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021 »(A.C. 1334) sono presenti, all’articolo 23,norme che riguardano gli ammortizzatorisociali;

l’emendamento 23.13 al provvedi-mento in esame, ritenuto ammissibile manon discusso nel corso dell’esame in Com-missione Bilancio e ripresentato per l’Aula,prevede « il trattamento straordinario diintegrazione salariale per crisi aziendale afavore dei dipendenti delle imprese titolaridell’attività estrattive nelle cave qualorasiano state rilevate difformità nell’attivitàdi escavazione che diano luogo alla sospen-sione o decadenza delle autorizzazioni ri-lasciate »,

impegna il Governo

ad attivare nel primo provvedimento utilestrumenti normativi urgenti al fine di as-sicurare forme di ammortizzatori socialiefficaci a sostenere i lavoratori delle cave lacui attività è sospesa in seguito ad appositiprovvedimenti regionali come le leggi re-gionali della Toscana n. 35 del 2015 e n. 54del 2018.

9/1334-AR/95. Nardi.

La Camera,

premesso che:

il Corpo nazionale dei vigili del fuococostituisce una delle realtà più importantiper la sicurezza dei cittadini svolgendoquotidianamente attività di prevenzione, vi-gilanza e soccorso a sostegno di soggettipubblici e privati grazie al proficuo impe-gno del proprio personale;

la carenza di organico che riguardail Corpo nazionale dei vigili del fuoco co-

stituisce comunque un fattore di evidentepreoccupazione;

l’articolo 16-ter, comma 1, della legge6 agosto 2015, n. 125 (Conversione in legge,con modificazioni, del decreto-legge 19 giu-gno 2015, n. 78, recante disposizioni ur-genti in materia di enti territoriali) haautorizzato l’assunzione straordinaria dipersonale nella Polizia di Stato (1.050 unità),nell’Arma dei carabinieri (1.050 unità), nellaGuardia di finanza (400 unità), per cia-scuno degli anni 2015 e 2016;

per tali assunzioni si è attinto in viaprioritaria alle graduatorie dei vincitori deiconcorsi approvate non prima del 1° gen-naio 2011, riservati ai volontari in fermaprefissata quadriennale (articolo 2199,comma 4, lettera b), decreto legislativo n. 66del 2010) ovvero ai volontari delle Forzearmate raffermati o in congedo, indetti incaso di disponibilità di ulteriori posti ri-spetto a quelle programmati (articolo 2201,comma 1, decreto legislativo n. 66 del 2010).Per i posti residui, è previsto lo scorri-mento delle graduatorie (per i medesimiconcorsi) degli idonei non vincitori. Perl’Arma dei carabinieri, per i posti residui èaltresì autorizzato l’ampliamento dei postidei concorsi riservati ai volontari in fermaprefissata annuale (articolo 2199, comma4, lettera a));

tale norma ha di fatto escluso arbi-trariamente numerosi idonei inseriti nellegraduatorie antecedenti all’anno 2011 cre-ando una notevole disparità di trattamentorispetto alle qualifiche acquisite;

in particolare verso i circa 1.000giovani idonei del concorso pubblico per814 vigili del fuoco, di cui al bando indettocon decreto ministeriale n. 5140 del 6 no-vembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Uf-ficiale 4a serie speciale, n. 90, del 18 no-vembre 2008, in attesa di assunzione datroppo tempo;

con il comma 288, articolo 1, dellalegge n. 205 del 27 dicembre 2017 sonostati successivamente finanziate 400 assun-zioni attingendo dalla graduatoria relativaal citato concorso pubblico a 814 posti divigile del fuoco;

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tale norma, pur risolvendo alcunedisparità, non ha però individuato una so-luzione per tutti gli idonei antecedenti al2011;

l’attuale Governo ha annunciato divoler esaurire la graduatoria del concorsopubblico per gli 814 vigili del fuoco;

il Senato in data 20 settembre 2018ha inoltre approvato un ordine del giorno(atto numero 9/717-B/84) che impegna ilgoverno a prorogare suddetta graduatoriaal fine di procedere allo scorrimento degliidonei del concorso per 814 vigili del fuocoal fine di procedere al potenziamento degliorganici del Corpo dei Vigili del fuoco;

nel provvedimento in esame « Bilan-cio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021 » (A.C. 1334) sonopresenti all’articolo 31 norme relative adassunzioni straordinarie nel Corpo nazio-nale dei vigili del fuoco,

impegna il Governo

a prevedere nel prossimo provvedimentoutile, coerentemente con quanto previstodal citato ordine del giorno 9/717-B/84, lenorme e le risorse necessarie per portare atermine il percorso intrapreso per esaurirela graduatoria relativa al bando indetto condecreto ministeriale n. 5140 del 6 novem-bre 2008, destinando le necessarie assun-zioni extra con riferimento unicamente allagraduatoria cosiddetta « 814 » ed elimi-nando la grave disparità di trattamento conriguardo alle altre graduatorie di stabiliz-zazione già esaurite.

9/1334-AR/96. Ciampi.

La Camera,

premesso che:

le associazioni culturali, qualora co-stituite nella forma dell’associazione senzascopo di lucro, oggi godono di importantiagevolazioni fiscali e semplificazioni am-ministrativo-contabili e, tra le facilitazionipiù rilevanti, è utile ricordare l’attuale frui-

bilità di regimi fiscali forfettari previstidalla legge 16 dicembre 1991, n. 398 edall’articolo 145 del decreto del Presidentedella Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917,recante il Testo unico delle imposte suiredditi, nonché la de-commercializzazionedei corrispettivi specifici versati da asso-ciati e tesserati per la partecipazione alleattività istituzionali del sodalizio;

tale regime, inizialmente introdottoper le sole associazioni sportive dilettanti-stiche (e relative sezioni non aventi scopodi lucro) è stato successivamente estesoanche alle associazioni senza scopo di lu-cro e associazioni pro-loco (articolo 9-bis,decreto-legge n. 417 del 1991), alle societàsportive dilettantistiche senza scopo di lu-cro (articolo 90, comma 1, legge n. 289 del2002) nonché alle associazioni bandistiche,cori amatoriali, filodrammatiche, di musicae danza popolare legalmente riconosciute esenza fini di lucro (articolo 2, legge n. 350del 2003);

tra gli aspetti caratteristici della leggesopra citata si evidenzia, ai fini delle im-poste dirette, la determinazione forfettariadella base imponibile relativa alle attivitàcommerciali svolte mediante l’applicazionedi un coefficiente di redditività del 3 percento; inoltre l’opzione della legge com-porta una serie di agevolazioni anche inmateria di IVA, nonché la sostituzione del-l’obbligo delle scritture contabili e fiscalicon la tenuta del « Registro IVA contri-buenti minori » di cui al decreto ministe-riale 11 febbraio del 1997 opportunamenteadattato;

in conformità a quanto previsto dal-l’articolo 148, comma 3, del decreto delPresidente della Repubblica 22 dicembre1986, n. 917, recante il Tuir, e dall’articolo4, comma 4, del decreto del Presidentedella Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, leassociazioni culturali e di promozione so-ciale possono godere, nel rispetto di deter-minate condizioni, della piena esenzionefiscale, ai fini dell’Iva e delle imposte di-rette, sulle somme corrisposte dai fruitoriper i servizi erogati dalle stesse;

il decreto legislativo n. 117 del 2017(cosiddetto Codice del Terzo settore), tut-

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tavia, ha escluso le associazioni culturalidalla futura applicazione dell’articolo 148,comma 3, del decreto del Presidente dellaRepubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (ar-ticolo 89, comma 4);

per le associazioni culturali, per-tanto, per effetto della riforma del Terzosettore, a partire dal periodo di impostasuccessivo all’autorizzazione della Commis-sione europea di cui all’articolo 101, comma10, del decreto legislativo n. 117 del 2017,e, comunque, non prima del periodo diimposta successivo di operatività del Regi-stro unico degli enti del Terzo settore, verràmeno la possibilità di fruire della de-commercializzazione delle « quote di fre-quenza » versate dai propri associati/tesse-rati nonché esclusa l’applicabilità del re-gime forfettario di cui alla legge n. 398 del1991;

l’intento del legislatore è sembrato,dunque, quello di indirizzare gli enti nonprofit operanti in ambito culturale verso latrasformazione in associazioni di promo-zione sociale (Enti del Terzo settore) ga-rantendo così la fruizione, a Registro unicofunzionante, della de-commercializzazionedei corrispettivi specifici versati dai propriassociati e familiari conviventi nonché degliassociati di altre associazioni che svolgonola medesima attività e che per legge, rego-lamento, atto costitutivo o statuto fannoparte di un’unica organizzazione locale onazionale per la partecipazione alle attivitàistituzionali (articolo 85 comma 1, del Co-dice del Terzo Settore);

come Associazioni di PromozioneSociale o come Enti del Terzo Settore po-tranno usufruire di un regime fiscale for-fettario standard (articolo 80 del Codice),nonché di un regime forfettario ad hoc aisensi dell’articolo 86 del Codice, peggiora-tivo però rispetto all’attuale regime ex leggen. 398 del 1991,

impegna il Governo

a mettere in atto tutte le iniziative legisla-tive di competenza, già durante l’esamedella Legge di bilancio, al fine di concedereun regime fiscale di maggior vantaggio alle

bande musicali costituite sotto forma diassociazioni culturali senza scopo di lucro,valutando contestualmente la possibilità diun’equiparazione al regime fiscale appli-cato alle associazioni sportive dilettantisti-che, come illustrato in premessa.

9/1334-AR/97. Emanuela Rossini,Gebhard, Plangger, Schullian.

La Camera,

premesso che:

in sede di esame della Nota di ag-giornamento al DEF 2018, discussa nelmese di ottobre, il Governo ha previsto, conriguardo alle misure di sostegno alle fami-glie, « un potenziamento della rete dei ser-vizi territoriali, con particolare riferimentoagli asili nido e alle strutture, anche pri-vate, per l’assistenza all’infanzia, nonché ilrafforzamento del sostegno alla genitoria-lità intervenendo sui congedi parentali, in-troducendo nuove forme di incentivazionedegli investimenti nel welfare familiare azien-dale e di promozione, un’adeguata dota-zione del Fondo per le politiche della fa-miglia e del Fondo per il sostegno del ruolodi cura e di assistenza del caregiver fami-liare »;

durante l’esame in Commissionesono stati affrontati pochi temi riguardantile misure di sostegno alle famiglie, nono-stante gli annunci del Ministro Fontana e,tra questi, c’è il congedo parentale per ipadri, prorogato per il 2019 ed esteso a 5giorni, nonché il finanziamento del Fondoper le politiche della famiglia per il 2019, lecui risorse saranno destinate a finanziareuna serie di obiettivi, tra i quali le iniziativedi conciliazione del tempo di vita ai sensidel nuovo comma 1250, lettera n), dellalegge n. 296 del 2006, come modificatodall’articolo 1, comma 251, del presenteatto;

sembra che, nelle intenzioni del Go-verno, nella finalizzazione di cui alla let-tera n) siano incluse iniziative e misureaggiuntive al voucher baby-sitting e al Buonoper il pagamento di rette relative alla fre-quenza di asili nido;

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tenuto conto che il documento dellaCommissione Europea, la Relazione perpaese relativa all’Italia (SWD(2018) 210 fi-nal, del marzo 2018), stigmatizza l’attualesistema frammentario di bonus a sostegnodelle famiglie ed evidenzia quali potreb-bero essere gli effetti, invece, di una razio-nalizzazione di tali prestazioni; in tale ot-tica, sono presentati i risultati di simula-zioni riferite all’abrogazione di quattro mi-sure attualmente in vigore a sostegno dellefamiglie (assegno di maternità concesso daicomuni; « voucher baby sitting »; l’assegnodi natalità o « bonus bebé », « bonus mammadomani » o premio alla nascita), in favoredell’istituzione di una misura permanente estrutturale finalizzata alla conciliazione vita-lavoro e al supporto alla genitorialità,

impegna il Governo

ad assumere le iniziative legislative di com-petenza, già nel passaggio della legge dibilancio 2019, almeno per prorogare ancheper il biennio 2019-2020 la possibilità perle madri lavoratrici, sia dipendenti cheautonome e imprenditrici, di richiedere, altermine del congedo di maternità ed entrogli 11 mesi successivi, in alternativa alcongedo parentale, i voucher per l’acquistodi servizi di baby sitting oppure un contri-buto per fare fronte agli oneri della retepubblica dei servizi per l’infanzia o deiservizi privati accreditati, per un massimodi sei mesi.

9/1334-AR/98. Gebhard, Emanuela Ros-sini, Plangger, Schullian.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, prevedetra l’altro, un finanziamento specifico perlo sviluppo sia di nuove tecnologie antitu-morali CAR-T, sia nella prevenzione pri-maria cardiovascolare, con la creazione diuna Rete oncologica e una rete cardiova-scolare;

lo scorso 11 luglio presso la Dire-zione generale della prevenzione sanitaria

si è insediato il Coordinamento Inter-istituzionale con il compito di attuare il« Piano per l’innovazione del sistema sani-tario basata sulle scienze omiche », appro-vato con Intesa Stato Regioni del 26 ottobre2017;

tale documento tiene conto nei suoicontenuti di alcuni atti di pianificazionestrategica nazionali e internazionali. In par-ticolare, viene riconosciuta la profonda ecopernicana innovatività portata dalla ge-nomica per gli effetti possibili sulla salutedegli individui. Il piano definisce, altresì, lalinea strategica per integrare tale innova-zione all’interno dell’attuale contesto pro-grammatorio;

l’Italia si è impegnata sottoscri-vendo l’obiettivo di ridurre per il 2020 del25 per cento il rischio di mortalità prema-tura per malattie cardiovascolari, cancro,diabete e malattie respiratorie croniche al-l’interno del « WHO Global action pian forthè prevention and control of non-commu-nicable diseases 2013-2020 »;

inoltre, le conclusioni del Consigliodell’Unione Europea sulla medicina perso-nalizzata per i pazienti pubblicate il 7/12/2015 invitano gli Stati membri a svilupparepolitiche centrate sul paziente e basatesull’uso delle informazioni genomiche, in-tegrandole nei programmi di sanità pub-blica;

con il decreto ministeriale 13 feb-braio 2016 « Documento di indirizzo perl’attuazione delle linee di supporto centralial Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 », viene assegnato al « Tavolo per lagenomica » il compito di proporre uno spe-cifico atto di pianificazione che promuovauna capacità di sistema attraverso l’analisidei Big data, rendendo normativamenteagevole la condivisione dei dati e definendoun assetto di sistema delle valutazioni HTAapplicate a questo campo,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di supportare, an-che attraverso le opportune iniziative dinatura finanziaria, lo stato di avanzamento

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delle attività di attuazione del « Piano perl’innovazione del sistema sanitario basatasulle scienze omiche » affidato al Coordi-namento Inter-Istituzionale presso la Dire-zione generale della prevenzione sanitaria,data l’importanza che rappresenta per lasalute pubblica.

9/1334-AR/99. Lorenzin.

La Camera,

premesso che:

l’A.C. 1334-A reca all’articolo 57 mi-sure di razionalizzazione della spesa pub-blica;

come sottolineato dalla Corte deiConti, « in un periodo di generalizzata ri-duzione delle spese sociali a causa dellacongiuntura economica, le contribuzioni afavore delle confessioni continuano, in con-trotendenza, ad incrementarsi senza che loStato abbia provveduto ad attivare le pro-cedure di revisione di un sistema che di-viene sempre più gravoso per l’erario » (de-liberazione del 23 dicembre 2016, n. 16/2016/G);

il meccanismo alla base di tale si-stema si rinviene nella legge 20 maggio1985, n. 222, che all’articolo 47, comma 3prevede che le destinazioni dell’otto permille vengono stabilite sulla base delle scelteespresse dai contribuenti in sede di dichia-razione dei redditi; in caso di scelte nonespresse, la destinazione si stabilisce inproporzione alle scelte espresse;

come rilevato sempre dalla Cortedei conti – che è intervenuta per ben trevolte negli ultimi anni rilevando gli ele-menti di debolezza della normativa – invirtù di tale meccanismo ognuno è coin-volto, indipendentemente dalla propria vo-lontà, nel finanziamento delle confessioni,dal momento che i soli optanti decidonoper tutti, e il riparto anche delle scelte nonespresse avvantaggia soprattutto i maggioribeneficiari. « Il sistema, pertanto, risultanon del tutto rispettoso dei principi diproporzionalità, di volontarietà e di ugua-glianza »;

la Conferenza episcopale italiana,che nel 1990 incassava 210 milioni di euro,a partire dal 2002 riceve un gettito quin-tuplicato di circa un miliardo di euro, men-tre nello stesso periodo le spese per ilsostentamento del clero (la principale de-stinazione cui la legge vincola l’uso deifondi) sono poco più che raddoppiate;

peraltro lo Stato è l’unico competi-tore per l’otto per mille che ha deciso dinon farsi pubblicità, almeno fino al 2017,come sottolineato a più riprese anche dallaCorte dei Conti, scelta che ha compromessola possibilità di ottenere maggiori introiti,

impegna il Governo

a formalizzare la richiesta alla Conferenzaepiscopale italiana di avviare la proceduraprevista dall’articolo 49 della legge 20 mag-gio 1985, n. 222, al fine di modificare l’ar-ticolo 47 della stessa legge riducendo l’ali-quota e modificando il meccanismo dellequote inespresse.

9/1334-AR/100. Benedetti, Magi.

La Camera,

premesso che:

al fine di incrementare i servizi diprevenzione e di controllo del territorio edi tutela dell’ordine e della sicurezza pub-blica, connessi, in particolare, alle esigenzedi contrasto al terrorismo internazionale ilpresente provvedimento prevede, tra l’al-tro, un piano di assunzioni straordinarienelle Forze di polizia di 8000 unità;

la legge 1° dicembre 2018, n. 132,cosiddetto « Decreto Sicurezza », amplia lecompetenze e gli oneri delle forze di poli-zia, in maniera particolare per quanto ri-guarda la sicurezza urbana, la lotta alterrorismo e al crimine organizzato nonchéil sistema di controllo e di accoglienza degliextracomunitari;

i controlli alle frontiere italiane conla Francia e l’Austria reintrodotti da Parigie Vienna per l’allerta terrorismo e migranti,secondo una relazione del Parlamento eu-

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ropeo, negli ultimi due anni sono costati,all’Unione Europea, circa 40 miliardi diEuro;

in questo contesto internazionalesarà sempre più importante, per la sicu-rezza pubblica, non solo dotare tutte leforze di polizia di strumenti tecnologiciidonei a contrastare, prevenire e combat-tere il terrorismo e la criminalità organiz-zata, ma anche avere in forza agenti cheabbiano la conoscenza di diverse lingue;

la legge di bilancio 2018 all’articolo1, comma 293, nel prevedere espressa-mente una riserva di legge per il personalebilingue su tutte le nuove assunzioni hacontribuito a creare un clima di ritrovataserenità con le popolazioni di frontiera,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, nell’ottemperareal piano di assunzioni straordinarie nelleForze di polizia, di riservare una adeguataquota, comunque non inferiore all’uno percento e a stabilizzare, con strumenti nor-mativi idonei, le norme sul bilinguismo chenell’anno in corso hanno contribuito a ri-creare un clima di serenità e collabora-zione con le popolazioni di frontiera.

9/1334-AR/101. Plangger, Schullian,Gebhard, Emanuela Rossini.

La Camera,

esaminato l’Atto Camera 1334, re-cante Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021,

premesso che:

le Camere di Commercio italianeall’estero (CCIE) riconosciute dallo Statoitaliano sono 77, operanti in 55 Paesi delmondo; associano, su base volontaria, 20.000imprese, sviluppando annualmente più di300 mila contatti di affari;

le CCIE sono connesse « a rete » inun sistema di promozione, radicato suiterritori esteri, che costituisce un punto diriferimento per le comunità di affari italo-

locali e un supporto di servizio alle piccolee medie imprese italiane;

le CCIE, ai sensi delle leggi n. 518del 10 luglio 1970 e n. 549 del 1995, sonodestinatarie annualmente di un cofinanzia-mento sul valore dei programmi di promo-zione realizzati, nell’ambito delle disponi-bilità di cui alla tab. 3 – Stato di previsionedel Ministero dello sviluppo economico, alcap. 2501;

ogni anno viene effettuata la ripar-tizione delle disponibilità sul capitolo sullabase del valore dei programmi presentatiallo stesso Ministro dello sviluppo econo-mico, che nel 2018, sulla base di un per-corso seguito negli anni precedenti, ha ri-guardato il 100 per cento dei fondi dispo-nibili sul cap. 2501, pur rimanendo larga-mente insufficiente a cofinanziare le spesesostenute dalle CCIE;

sulla base delle percentuali di con-tribuzione degli scorsi anni, la contribu-zione pubblica a favore delle CCIE si ècollocata, in media, a meno del 30 percento della spesa rendicontata, rispetto allaprevisione normativa di un massimo del 50per cento;

tali organismi hanno visto, in seianni, ridurre sensibilmente il cofinanzia-mento pubblico, mettendo a repentaglio lacontinuità di servizio, la capacità di rap-presentanza degli interessi imprenditorialiall’estero, nonché l’attivo supporto ai pro-cessi d’internazionalizzazione delle piccolee medie imprese italiane;

nell’anno 2018 il Ministero dello Svi-luppo Economico ha ricevuto programmidi attività delle Camere per una spesa pre-vista superiore a 36 milioni di euro,

impegna il Governo

a valutare la necessità, di destinare e lerisorse assegnate al Programma 3.2 di so-stegno all’internazionalizzazione delle im-prese e alla promozione del made in Italyal supporto delle attività delle Camere dicommercio italiane all’estero assicurandoalle stesse, in sede di ripartizione del cap.2501 un contributo comunque non infe-

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riore al 95 per cento della dotazione glo-bale del capi o, per realizzare un più ade-guato cofinanziamento della spesa sui pro-grammi promozionali già realizzati nel-l’anno 2018 con risorse proprie.

9/1334-AR/102. Borghese, Tasso, Billi, DiSan Martino Lorenzato Di Ivrea.

La Camera,

premesso che:

il presente provvedimento all’esamedella Camera dei Deputati prevede, tra l’al-tro, il rifinanziamento del Fondo di cuiall’articolo 1, comma 365, della legge 11dicembre 2016, n. 232, destinato ad assun-zione nella pubblica amministrazione atempo indeterminato, in aggiunta alle fa-coltà di assunzione previste a legislazionevigente;

lo stesso provvedimento autorizza ilMinistero della Giustizia per l’anno 2019,in aggiunta alle facoltà assunzionali previ-ste dalla normativa vigente, ad assumeremagistrati ordinari già vincitori di concorsoe a bandire, sentito il Consiglio superioredella magistratura, ulteriori procedure con-corsuali; Recentemente il Ministro dellagiustizia ha presentato il cosiddetto « Uffi-cio di prossimità », – entro il 2019 aperturadi 1000 uffici – strumento di raccordo nonsolo per gli uffici giudiziari ma anche conle strutture istituzionali con cui l’utentedeve interfacciarsi per poter tutelare insede giudiziaria i suoi interessi;

la VII Commissione del CSM conrisoluzione del 18 giugno 2018 ha eviden-ziato, ancora una volta, l’endemica carenzadi risorse umane disponibili per un cor-retto funzionamento degli Uffici per il pro-cesso;

saranno molteplici i soggetti, circa850 unità, che alla data del 31 dicembre2018, terminata l’esperienza formativa dicui all’articolo 1, comma 1121 della legge27 dicembre 2017, n. 205, verrà attribuitoil titolo professionalizzante ai sensi dell’ar-ticolo 16 legge 28 dicembre 2017, n. 205,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, al fine di garantireil corretto funzionamento sia degli uffici

per il processo, sia dell’istituendo ufficio diprossimità, di stabilizzare nelle forme cheriterrà più opportune tutte le risorse oggiimpegnate come tirocinanti negli Uffici peril processo.

9/1334-AR/103. Vitiello, Caiata.

La Camera,

premesso che:

l’occupazione femminile rappresentaun tasto dolente per il nostro Paese, spe-cialmente se rapportato alla media euro-pea. Come risulta, infatti, dal database diEurostat, l’occupazione femminile italianacalcolata nella fascia d’età 15-64 anni èferma al 49 per cento, rendendoci fanalinodi coda nell’eurozona a 28 Stati ove siattesta, invece, nel medesimo periodo, al 62per cento, con un divario di 13,2 puntirispetto alla media, seguita soltanto dallaGrecia;

secondo i calcoli di Eurofund, ilsotto utilizzo del capitale umano femminilenel sistema produttivo italiano ammontava,nel solo 2017, a 88 miliardi di euro, ossia il5,7 per cento di tutta la ricchezza prodottaogni anno in Italia. Detto in altri termini(fonte Banca d’Italia), un aumento del tassodi partecipazione femminile al lavoro dal49,1 per cento al 60 per cento comporte-rebbe, quasi automaticamente una crescitafino al 7 per cento del PIL. Ad analogheconclusioni sono giunti il FMI ed altri or-ganismi internazionali;

ai suddetti dati, in sé drammatici,occorre affiancare quello del gap salariale,poiché a parità di mansioni, le donne spessoguadagnano meno degli uomini, essendoloro riservati ruoli inferiori, in settori abasso reddito, con contratti part-time o atempo determinato che fanno loro raggiun-gere più difficilmente ruoli di vertice, no-nostante quello femminile sia il capitaleumano più formato e scolarizzato;

a questo scenario si aggiunge unaltro aspetto non irrilevante a livello diimpatto sulla ridotta partecipazione delledonne al mercato del lavoro: una bassa

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condivisione tra i componenti della fami-glia della gestione dei carichi di cura legata,strettamente connessa all’arretrata defini-zione dei ruoli all’interno delle mura do-mestiche ancora fortemente condizionatada un retaggio culturale di stampo patriar-cale ed una carenza cronica e strutturale diservizi pubblici per l’infanzia – e più ingenerale per la cura della famiglia – cheobbliga troppo spesso le donne ad abban-donare il lavoro o a limitare le ambizioni dicrescita e di sviluppo perché non adegua-tamente sostenute nella gestione fami-gliare;

la questione della partecipazionefemminile al mercato del lavoro è, inoltre,intimamente legata alla crisi demograficaitaliana: bassi livelli di occupazione fem-minile intrecciati alle condizione di preca-rietà lavorativa sono, infine, i principaliresponsabili della denatalità che affliggeormai da tempo il nostro Paese;

tale scenario impone un brusco esignificativo cambio di rotta, di cui non viè minima traccia neanche nel provvedi-mento all’esame dell’aula, che l’agenda po-litica di governo continua a disconoscere,con gravi ripercussioni sull’economia ita-liana e sulla tenuta sociale del Paese;

solo un piano straordinario per l’oc-cupazione femminile, che contempli nuovistrumenti contrattuali per la parità di ge-nere ed il potenziamento dei servizi socialie del welfare sarebbe in grado di: incenti-vare l’occupazione femminile stabile e di-gnitosamente retribuita; contrastare lo squi-librio di genere nei diversi territori e settorioccupazionali e nei trattamenti retributivi;salvaguardare la dignità e l’incolumità delladonna sui luoghi di lavoro ed in ambitodomestico; garantire l’inserimento o il rein-serimento nel mercato del lavoro a donnevittime di violenza di genere; sostenere inambito lavorativo la genitorialità, promuo-vendo una cultura di conciliazione dei tempidi vita e di lavoro e di maggiore condivi-sione dei compiti di cura dei familiari al-l’interno della coppia;

occorre pertanto avviare un pro-fondo percorso di ripensamento delle po-

litiche e delle azioni a favore dell’occupa-zione femminile, anche quale fattore ca-pace di stimolare la crescita economica,atto a rimuovere quegli ostacoli che impe-discono la piena valorizzazione della ri-sorsa femminile sul lavoro,

impegna il Governo:

ad avviare un piano straordinario perl’occupazione femminile al fine di:

1. favorire la conciliazione tra tempolavorativo e tempo familiare per uomini edonne, attraverso misure di welfare azien-dale a sostegno della famiglia e politichefamily friendly (smart working, telelavoro,banca delle ore, flessibilità degli orari) efavorire forme di congedo che coinvolganoanche i padri;

2. incentivare i datori di lavoro alfine di aumentare la domanda di lavorofemminile attraverso sgravi contributivi;

3. implementare e garantire la pre-senza su tutto il territorio nazionale diinfrastrutture e servizi a sostegno dellafamiglia e della genitorialità (asili nido,nidi-famiglia, educatori famigliari, doposcuola, servizi di sostegno per genitori an-ziani, ecc.) per agevolare la permanenza efavorire il ritorno al lavoro delle donnedopo la maternità;

4. favorire e premiare lo sviluppo ela diffusione di politiche virtuose che con-sentano di certificare l’assenza di discrimi-nazioni nei processi aziendali e la garanziadi equità di genere sia a livello di oppor-tunità e di accesso alla partecipazione allavoro, sia a livello di parità retributiva.

9/1334-AR/104. Boldrini.

La Camera,

premesso che:

l’individuazione dei sussidi dannosio favorevoli sotto il profilo ambientale èun’attività che va inquadrata nell’ambitosia delle politiche di spesa pubblica siadella politica fiscale;

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la legge 28 dicembre 2015, n. 221,contiene misure in materia di tutela dellanatura e sviluppo sostenibile, valutazioniambientali, energia, acquisti verdi, gestionedei rifiuti e bonifiche, difesa del suolo erisorse idriche. Suddetta legge, nota comeCollegato ambientale, oltre a promuoveremisure di green economy per il conteni-mento dell’uso eccessivo di risorse, all’ar-ticolo 68 prevede che il Ministero dell’am-biente, della tutela del territorio e del marepredisponga, con cadenza annuale, un Ca-talogo dei sussidi ambientalmente dannosie dei sussidi ambientalmente favorevoli;

la conoscenza dei sussidi ambien-talmente rilevanti, sia dannosi che favore-voli, costituisce un elemento fondamentaleper il disegno di politiche ambientali edeconomiche efficienti. Politiche che devonoessere all’altezza delle sfide globali lanciatecon l’Accordo di Parigi sui cambiamenticlimatici, l’Agenda 2030 dell’ONU per unosviluppo sostenibile, con i suoi 17 obiettivi(SDG) che rappresentano un impegno dainserire nella programmazione politica edeconomica del Governo e il Piano d’azionedi Addis Abeba per una finanza sostenibile;

a tal riguardo, i sussidi sono intesinella loro definizione più ampia, che col-lima con quella dell’Organizzazione per laCooperazione e lo Sviluppo Economico(OCSE), e comprendono, tra gli altri, gliincentivi, le agevolazioni, i finanziamentiagevolati, le esenzioni da tributi diretta-mente finalizzati alla tutela dell’ambiente;

in linea di principio tutti i sussidipubblici dovrebbero essere favorevoli al-l’ambiente, tuttavia, con riferimento allavalutazione di compatibilità ambientale deisussidi, il Catalogo (pubblicato nel dicem-bre 2016) individua 57 forme di sussidiodannoso per l’ambiente, per una spesa fi-nanziaria complessiva di euro 16,2 mi-liardi, a fronte di 46 forme di sussidiofavorevole all’ambiente, per un valore dieuro 15,7 miliardi; inoltre, dall’analisi emer-gono 27 sussidi « incerti » (che richiedonoulteriori valutazioni in quanto presentanoimpatti ambientali sia positivi che negativi)per un valore complessivo di euro 5,8 mi-liardi mentre è stata individuata una sola

misura « neutrale », per un importo di euro3,5 miliardi;

nel dettaglio, si rileva che oltre il 97per cento dei sussidi dannosi (15,7 miliardidi euro) è costituito da sconti fiscali, men-tre meno di mezzo miliardo ossia il 3 percento è dato da sussidi diretti. Appareevidente la necessità che, in fase di predi-sposizione delle norme, sia effettuata ancheuna valutazione ambientale preventiva deisussidi;

la rimozione e il conseguente « reim-piego green » delle risorse derivanti dallaricollocazione dei sussidi ambientalmentedannosi consentirebbe di attivare le stra-tegie di raggiungimento degli obiettivi COP21 con importanti benefici sia sul versantedell’abbattimento della CO2 sia sul versanteoccupazionale;

come da interlocuzioni avute conl’Onorevole Laura Castelli, Sottosegretariodi Stato al Ministero dell’economia e dellefinanze, in occasione della discussione pressola Commissione Bilancio del provvedi-mento, emerge una volontà da parte del-l’attuale esecutivo di andare nella direzionedi una progressiva rimozione dei sussidiambientali dannosi a beneficio dei sussidiambientali favorevoli, tuttavia, è stata an-che dichiarata una difficoltà ad agire neitempi di approvazione del provvedimentoin oggetto,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di attuare unriequilibrio della fiscalità generale in chiaveambientale, avviando un processo di rial-locazione dei sussidi ambientalmente dan-nosi a vantaggio dei sussidi ambiental-mente favorevoli e prevedendo che il mag-gior gettito sia destinato prioritariamentealla riduzione della tassazione sul lavorogenerato dalla green economy, alla diffu-sione e innovazione delle tecnologie e deiprodotti a basso contenuto di carbonio e alfinanziamento di modelli di produzione econsumo sostenibili, nonché alla revisionedel finanziamento dei sussidi alla produ-zione di energia da fonti rinnovabili;

a valutare la possibilità di istituire,presso il Ministero dell’ambiente, della tu-

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tela del territorio e del mare, un fondodotato e alimentato da risorse di origineriallocativa gestito dal CIPE e avente fina-lità di sviluppo sostenibile con particolareriguardo alla nuova occupazione perma-nente, prevedendo al contempo di desti-nare una parte non inferiore al 20 percento delle risorse di origine riallocativa adazioni di compensazione a favore dell’oc-cupazione nei settori che cedono risorse eprevedendo un piano specifico per l’agri-coltura, settore in cui sono più numerosi isussidi diretti dannosi per l’ambiente;

ad assicurare che sia sempre attuatauna valutazione ambientale ex ante deisussidi previsti dalle disposizioni normativee che entro il 30 giugno di ogni anno siaeffettuato l’aggiornamento del Catalogo deisussidi ambientalmente dannosi e dei sus-sidi ambientalmente favorevoli, di cui al-l’articolo 68 della legge 28 dicembre 2015,n. 221.

9/1334-AR/105. Pastorino.

La Camera,

premesso che:

nel 2017, anche se il dato non èancora ufficiale, si stima che le emissioni digas serra in Italia siano cresciute fra lo 0,5per cento e l’1 per cento negli ultimi 4 anni,in presenza di una modesta ripresa econo-mica, il processo di decarbonizzazione sem-bra essersi fermato: l’intensità energeticadel Pil è rimasta costante attorno ai 120 tepper milione di euro; i consumi di energiatra il 2014 e il 2017 sono tornati a crescereda 166 a oltre 170 Mtep: le rinnovabili,dopo la forte crescita del periodo 2005-2013, nell’ultimo quinquennio si sono quasifermate intorno al 17 per cento del fabbi-sogno energetico, con una modesta crescitadal 17,4 nel 2016 al 17,7 per cento nel 2017;

dal Documento di programmazioneeconomica e finanziaria e dal disegno dilegge in esame, si evince che la sostenibilitàe le scelte di green economy non siano frale priorità di questo Governo;

si attendono ancora misure impor-tanti quali: il nuovo decreto sulle rinnova-

bili; la risoluzione delle questioni aperteper l’End of Waste; il recepimento dellenuove Direttive europee sui rifiuti e l’eco-nomia circolare e il Piano delle misure perl’energia e il clima;

l’Italia spende, secondo Legambiente,ogni anno 14,8 miliardi di euro pubbliciper aiutare direttamente o indirettamentela produzione e il consumo di gas, carbonee petrolio;

secondo InfluenceMap, tra i paesidel G7 l’Italia è quello con i maggiorisussidi alle fonti fossili in rapporto al PIL.Siamo allo 0,63 per cento a fronte di unamedia europea dello 0,17 per cento e moltooltre lo 0,20 per cento degli Stati Uniti e lo0,23 per cento della Germania;

secondo il Fondo Monetario Inter-nazionale, nel 2015 i sussidi alle fonti fos-sili a livello mondiale sono stati pari a5.300 miliardi di dollari (10 milioni didollari al minuto), pari al 6,5 per cento delPIL mondiale e più della spesa sanitariatotale di tutti i governi del mondo. L’au-mento rispetto al 2013 è del 10,4 per cento;

tra chi aiuta di più le fossili secondoi dati FMI: la Cina con 2.272 miliardi didollari (+22 per cento), seguita da StatiUniti con 699 miliardi (+14 per cento) eRussia con 335 miliardi (5.7 per cento). InEuropa, la maggior sostenitrice delle fontifossili è la Germania con 55,6 miliardi di $(+10.5 per cento), seguita da Regno Unitocon 41,2 miliardi (+12.2 per cento), Franciacon 30,1 miliardi (+13.2 per cento), Spagna(24,1 miliardi), Repubblica Ceca (17,5 mi-liardi) e Italia (13,2 miliardi, dato questodel FMI leggermente inferiore a quantostimato da Legambiente, appunto 14,8 mi-liardi):

eliminare gli incentivi alle fossili con-sentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 di750 milioni di tonnellate, cioè il 5,8 percento delle emissioni globali al 2020, con-tribuendo al raggiungimento della metà del-l’obiettivo climatico necessario a contenerel’aumento di temperatura globale di 2° C;

nelle raccomandazioni che la Com-missione Europea ha inviato nel 2015 al

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governo italiano (Country Specific Recco-mendations) il nostro Paese viene bacchet-tato per il ritardo nell’introdurre tasse mo-dulate secondo il principio del « chi in-quina paga », come la carbon tax, e nelrimuovere aiuti dannosi per l’ambiente,come quelli alle fossili;

l’adozione di una carbon tax è ora-mai da lungo tempo suggerita per interio-rizzare e mitigare parte degli impatti am-bientali e sanitari legati all’impiego dei com-bustibili fossili. L’introduzione di una fisca-lità ambientale, era stata prevista anche inItalia con la « delega fiscale » del 2012. Unanorma che non è mai stata approvata,malgrado una carbon tax avesse già fattouna effimera comparsa alla fine degli anniNovanta;

questo strumento fiscale è applicatocon successo in Canada e in diversi paesieuropei, dagli UK alla Svizzera. La Svezia,paese che l’ha introdotta nel 1991, ha al-zato progressivamente il suo valore fino a136 dollari/t ottenendo tra il 1990 e il 2013una riduzione del 22 per cento delle emis-sioni a fronte di un aumento del Pil del 58per cento. Considerato l’attuale basso prezzodei combustibili fossili, molte istituzioni,dalla Banca Mondiale all’Agenzia Interna-zionale dell’Energia, hanno caldamente sug-gerito l’opportunità di tassare le emissionidi CO2;

una carbon tax pari a 30 € a ton-nellata genererebbe un gettito pari a 15miliardi, che potrebbero essere reinvestitinella green economy;

è auspicabile che l’Italia abbandonil’uso delle fonti fossili. Un’Italia che strut-turalmente e strategicamente si affida alleenergie rinnovabili e all’efficienza energe-tica;

è necessario definire in tempi breviun piano clima ed energia che abbia comeobbiettivo nel 2030 l’Italia Carbon-free,

impegna il Governo:

a prevedere l’introduzione di un con-tributo ecologico per favorire il persegui-mento di un progressivo contenimento delle

emissioni di anidride carbonica derivantidal consumo di combustibili fossili impie-gati in processi di combustione in modo darendere il nostro Paese coerente con gliobiettivi dell’Accordo di Parigi;

a definire in tempi brevi un pianoclima ed energia che abbia come obbiettivo,nel 2030, l’Italia Carbon-free.

9/1334-AR/106. Muroni.

La Camera,

premesso che:

il lavoro, in questa manovra, è statoil « convitato di pietra » nonostante il go-verno si fosse imposto, in sede di approva-zione della Nota di aggiornamento al DEF2018, l’ambizioso obiettivo di orientare ol-tre 9 dei 22 miliardi di euro di spesaprevisti in deficit dalla manovra verso po-litiche di indirizzo innovative e misure con-crete capaci di contrastare la straordinariasituazione di disagio economico in cui versaun’ampia fascia del Paese, ricorrendo aduna misura di sussidio, il reddito di citta-dinanza, che potrebbe paradossalmente sco-raggiare la ricerca di un lavoro o addirit-tura favorire quello sommerso;

inoltre la manovra per il triennio2019-2021 traccia un percorso diverso overimangono carenti le risorse per gli inve-stimenti, poiché si è preferito privilegiare laspesa corrente ed introdurre misure chenon determinano maggiore e migliore oc-cupazione, ma che rischiano di tradursi inmere politiche assistenzialistiche;

stando alle anticipazioni del go-verno il reddito di cittadinanza costitui-rebbe un’integrazione al reddito familiarefino a 780 euro mensili, estremamente ri-levante per chi è in condizioni di povertà eche rispetto ai tagli di trasferimenti edinvestimenti pubblici registratisi negli ul-timi due decenni, rappresenterebbe un saltodi qualità politico ed economico;

di contro la medesima misura rap-presenterebbe una resa sul fronte occupa-zionale, facendoci rassegnare all’assistenzaper milioni di persone, in specie giovani

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qualificati, in particolare nel Mezzogiorno,potenzialmente in grado di contribuire at-tivamente alla propria comunità dramma-ticamente sofferente per tanti bisogni in-soddisfatti;

la stragrande maggioranza dei Co-muni italiani ha progetti canteriabili e gliinvestimenti pubblici, nonostante le litaniedegli editorialisti liberisti impermeabili allarealtà, sono la componente più efficace perdare ossigeno all’economia reale;

pertanto 1 miliardo all’anno delladotazione finanziaria prevista dall’ex arti-colo 21 per il cosiddetto « Reddito di Cit-tadinanza », potrebbe essere allocata su pro-grammi di « Lavoro di cittadinanza », con-centrati nel Mezzogiorno;

i suddetti programmi di lavoro diCittadinanza sarebbero promossi e gestitida enti locali ed associazioni di cittadi-nanza attiva. Sugli enti locali ricadrebberole spese organizzative, i programmi bene-ficiari di finanziamenti verrebbero selezio-nati attraverso un bando nazionale. L’im-porto spettante per la prestazione di « La-voro di Cittadinanza » sarebbe pari all’im-porto massimo del Reddito di Cittadinanzaal quale si aggiungerebbe la contribuzioneprevidenziale ordinaria;

i programmi finanziabili devono es-sere finalizzati, a seconda delle abilità ecompetenze dei lavoratori coinvolti nel pro-gramma, alla fornitura di servizi di curadell’ambiente (naturale e storico), delle per-sone e della comunità, in aggiunta a quelliche l’amministrazione pubblica deve garan-tire, come: 1) attività di ristrutturazione diimmobili pubblici da adibire a case diquartiere, dove organizzare attività gratuiteper le fasce più bisognose della popola-zione, bambini e anziani, in orari scopertirispetto ai turni di lavoro; 2) attività disupporto allo studio, giochi da tavolo, let-tura quotidiani o libri per ragazzi, attivitàludico-ricreative e sportive; 3) cataloga-zione e digitalizzazione degli archivi dimusei e biblioteche civiche; 4) servizio disorveglianza e guida presso musei, biblio-teche, siti pubblici di interesse storico eartistico se privi di presidio o non fruibili al

pubblico del tutto o solo parzialmente; 5)recapito domiciliare di spesa alimentare ofarmaceutica per gli anziani; 6) messa insicurezza del territorio da rischio idrogeo-logico; 7) coltivazione e cura di orti egiardini cittadini; 8) lotta ai parassiti chedanneggiano le coltivazioni,

impegna il Governo

ad avviare i programmi di « Lavoro di cit-tadinanza », concentrati nel Mezzogiorno,finalizzati alle attività indicate in premessa.

9/1334-AR/107. Fassina.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 380 del disegnodi legge di bilancio demanda a un decretodel Ministro dell’Economia e delle Finanze,di concerto con il Ministro delle politicheagricole alimentari forestali e del turismo,da adottare entro il 31 gennaio di ciascunanno ai sensi dell’articolo 34, comma 1, deldecreto del Presidente della Repubblica 26ottobre 1972, n. 633, il compito di innal-zare le percentuali di compensazione ap-plicabili a legno e alla legna da ardere, nellimite di spesa di 1 milione di euro annuia decorrere dal 2019;

essendo le percentuali di compen-sazione per il legno ferme da anni al 2 percento, si tratta di una misura attesa dalsettore, che soffre da anni una crisi, aggra-vata ulteriormente dalla recente ondata dimaltempo che ha distrutto vastissime areeboschive in molte regioni d’Italia;

per quanto importate, la destina-zione di 1 milione di euro a copertura dellaspesa è comunque insufficiente per aiutareadeguatamente gli operatori del settore,

impegna il Governo

a provvedere con il prossimo provvedi-mento utile e compatibilmente con le ri-sorse finanziare disponibili, a innalzare ul-teriormente le percentuali di compensa-

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zione applicabili a legno e alla legna daardere.

9/1334-AR/108. Schullian, Gebhard,Plangger, Emanuela Rossini.

La Camera,

premesso che:

l’accesso al cibo e ad una alimen-tazione sana e corretta è un diritto datutelare e garantire, attraverso politichepubbliche e, secondo un principio di sus-sidiarietà, anche attraverso la partecipa-zione attiva di altri soggetti quali ad esem-pio gli enti del terzo settore;

la povertà alimentare riguarda pur-troppo molti cittadini, anziani e famigliecon minori, a rischio di emarginazione so-ciale;

l’opera quotidiana e capillare di mi-gliaia di associazioni impegnate su questofronte, consente di rispondere attraverso ladistribuzione di generi alimentari alimentiad un bisogno sociale crescente, e accom-pagnare tali cittadini verso un percorso diinclusione sociale;

per rispondere a tale esigenza, glienti del terzo settore approvvigionano iloro magazzini, gli empori solidali, le mensedi solidarietà, attraverso diversi strumentitra i quali si annoverano le donazioni diimprese agevolate attraverso la legge 166/2016, i fondi europei gestiti a livello nazio-nale da Agea, e il fondo nazionale per gliaiuti alimentari agli indigenti;

tale fondo nazionale è stato istituitopresso il MIPAAFT con decreto-legge 22giugno 2012, n. 83, convertito con modifi-cazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134,per il finanziamento dei programmi nazio-nali di distribuzione di derrate alimentarialle persone indigenti nel territorio dellaRepubblica italiana;

l’articolo 1, comma 399, della legge28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità2016), ha rifinanziato il Fondo di 5 milionidi euro a decorrere dall’anno 2017;

si rileva che nell’ultimo triennio, talirisorse sono sempre state incrementate an-che in corso d’anno fino a giungere a 12milioni di euro nell’anno 2015, 10 milionidi euro nell’anno 2016 e 9 milioni di euronell’anno 2017;

con la nuova legislatura non sonostate aggiunte risorse ulteriori ai 5 milionidi euro definiti in modo strutturale dal2017, e nemmeno la legge di bilancio perl’anno finanziario 2019 integra il Fondoper la distribuzione di derrate alimentarialle persone indigenti così come richiestodal Tavolo di coordinamento permanentesugli indigenti istituito presso Ministero dellepolitiche agricole;

interrompere questo percorso e di-minuire le risorse disponibili, rischia diindebolire le reti sociali sul territorio elasciare senza sostegno molte persone in-digenti, mentre ancora si devono definire icontorni del promesso reddito di cittadi-nanza,

impegna il Governo

ad aumentare per il 2019 lo stanziamentoa favore del Fondo per la distribuzione diderrate alimentari alle persone indigenti alfine di dare continuità al sistema di aiutialimentari evitando il ridimensionamentodella distribuzione di alimenti ai più po-veri.

9/1334-AR/109. Gadda, Cenni, Cardinale,Dal Moro, D’Alessandro, Incerti, Portas.

La Camera,

premesso che:

la maggioranza delle imprese agri-cole soggette a tassazione in base alle re-gole catastali non hanno avuto accesso allenuove disposizioni sul super ed iper am-mortamento per l’acquisto dei beni stru-mentali nuovi in quanto il sistema di de-terminazione del reddito non prevede larilevanza dei costi e dei ricavi effettivi;

l’agricoltura 4.0, in Italia è una re-altà con un mercato di 100 milioni di euro,

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il 2,5 per cento di quello globale che vale3,5 miliardi di euro; si avvale di 300 nuovesoluzioni tecnologiche, dai sensori ai droniin campo, al packaging intelligente o attivo,utilizzate lungo tutta la filiera;

tenuto conto che:

il settore agricolo deve essere desti-natario degli incentivi per gli investimentiinnovativi previsti dal Piano nazionale in-dustria 4.0 presentato dal Governo, in modoparticolare per quanto riguarda il settoreAgrifood,

impegna il Governo

a sostenere gli investimenti mirati nellaricerca e nello sviluppo delle tecnologie peragricoltura estendendo pienamente le mi-sure di industria 4.0 al settore agricolo.

9/1334-AR/110. Critelli, Gadda, Cenni,Cardinale, Dal Moro, D’Alessandro, In-certi, Portas.

La Camera,

premesso che:

l’ondata di maltempo che ha colpitopesantemente il nostro Paese nei mesi diottobre e novembre 2018 ha causato gravidanni in molte Regioni italiane in partico-lar modo nelle regioni settentrionali cau-sando numerosi danni, compromettendol’equilibrio ecologico ed ambientale di variearee montane, mettendo a rischio la stabi-lità idrogeologica;

al danno ambientale si è aggiuntoquello economico con importanti ripercus-sioni sulla filiera del legno, sull’agricolturae sul turismo;

i cittadini delle aree montane hannoancora una volta dimostrato di essere unacomunità coesa e solidale ma il Governodeve assolutamente fare la propria parte,con interventi e finanziamenti appropriati;

le risorse messe finora a disposi-zione delle amministrazioni per superarel’emergenza, per poter sostenere la rina-scita delle aree interessate e il ripristino

delle principali attività economiche risul-tano ad oggi insufficienti;

risulta necessario, prevedere l’isti-tuzione di un Fondo nazionale per le zoneagricole e montane colpite dagli eventi ca-lamitosi del mese di ottobre e novembre2018, con una congrua dotazione finanzia-ria da destinare al finanziamento dei se-guenti progetti:

a) interventi a sostegno delleaziende agricole, zootecniche e forestalidanneggiate tra i quali: rimozione dei dannida tempesta; recupero dei depositi di mezziagricoli, delle serre e dei capannoni distoccaggio; interventi di messa in sicurezzadei territori interessati; messa in sicurezzadelle aree a valle; ripristino della viabilitàagro-forestale; impiego di prodotti fitosa-nitari; salvaguardia dei prati destinati apascolo e recupero dei terrazzamenti; ri-pristino degli agriturismi danneggiati; ma-nutenzione di vie di comunicazione pub-bliche sollecitate dal trasporto di legname;

b) misure finanziarie a favore deiproprietari di aree boschive quali: sostegnoallo smercio dei grossi quantitativi di le-gname; realizzazione di vie d’esbosco prin-cipali; realizzazione di piazzali di depositodel legname; recupero delle strutture turi-stiche montane; prestazioni straordinarieper ripristinare la normale agibilità deglispazi forestali; crediti d’investimento perl’acquisizione di macchinari e veicoli perfronteggiare l’emergenza;

c) interventi a sostegno degli ope-ratori turistiche ed economici volti a ripri-stinare gli impianti danneggiati, la perditadi reddito, la perdita del magazzino, creditid’investimento per l’acquisizione di mac-chinari e veicoli per fronteggiare l’emer-genza, interventi per incentivare la promo-zione del territorio e delle attività econo-miche;

d) l’istituzione di una zona francae la definizione delle agevolazioni alle im-prese localizzate all’interno della mede-sima nei territori dei comuni della Provin-cia di Belluno colpita dagli eccezionali eventiatmosferici del 28 ottobre 2018 per il quale

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è stato dichiarato lo stato di crisi dallaRegione Veneto,

impegna il Governo

a stanziare risorse adeguate e a porre inessere provvedimenti legislativi elencati inpremessa necessari per difendere il terri-torio e sostenere le attività economiche eproduttive nelle zone agricole e montanecolpite dagli eventi calamitosi del mese diottobre e novembre 2018.

9/1334-AR/111. De Menech, Gadda, Cenni,Cardinale, Dal Moro, D’Alessandro, In-certi, Portas, Enrico Borghi, Rotta, Mo-retto, Zardini, Pellicani, Zan.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame all’Arti-colo 49 prevede « Interventi per favorire losviluppo socioeconomico delle aree rurali »attraverso il sostegno delle attività agricole,per contrastare lo spopolamento e l’abban-dono dei terreni agricoli situati in questearee;

gli articoli 3 e 174 del Trattato sulfunzionamento dell’Unione europea stabi-liscono gli obiettivi di coesione economica,sociale e territoriale, insieme a quelli dipari opportunità per le zone con svantaggistrutturali e permanenti,

impegna il Governo:

a istituire un Piano nazionale dellearee rurali interne finalizzato al finanzia-mento dei seguenti interventi, dando prio-rità ai giovani agricoltori ed alle impreseagricole a conduzione femminile:

a) promozione di misure per tute-lare la maternità delle lavoratrici, delleimprenditrici, e la conciliazione dei tempidi vita e di lavoro attraverso la creazione diservizi alle famiglie e di politiche di wel-fare, a partire dall’attivazione di agri asilied agri nidi, di servizi di sostituzione, e lacorresponsione di voucher per l’acquisto diservizi di baby-sitting, ovvero per fare fronte

agli oneri della rete pubblica dei servizi perl’infanzia o dei servizi privati accreditati;

b) attivazione e potenziamento delservizio di trasporto pubblico nei territorirurali e introduzione di incentivi per l’ac-quisto di abbonamenti di viaggio al fine dipromuovere un reale ed effettivo dirittoalla mobilità;

c) promozione di interventi per l’in-stallazione e l’utilizzo della banda larga eultralarga nelle zone rurali, prevedendoagevolazioni fiscali per imprese agricoleche utilizzano le infrastrutture digitali;

d) sostegno all’economia agricola cir-colare in un’ottica di sostenibilità integraledell’attività economica, anche attraverso at-tività di formazione e informazione aglioperatori e ai cittadini;

e) incentivazione di un’offerta agri-cola aggregata e della progettazione terri-toriale anche attraverso il sostegno e lacreazione di distretti del cibo.

9/1334-AR/112. Incerti, Gadda, D’Ales-sandro, Cenni, Cardinale, Dal Moro, Por-tas.

La Camera,

premesso che:

secondo i dati delle organizzazioniagricole sarebbero oltre 300 milioni di euroi danni provocati al comparto agricolo dallapresenza incontrollata di ungulati;

la presenza massiccia di ungulatinelle aree rurali, e ormai anche periferichedei centri urbani, è diventato anche unproblema di ordine pubblico e di sicurezzain particolare per gli agricoltori e non solo,basti pensare al numero di incidenti stra-dali in numero crescente dovuto proprioalla presenza di animali selvatici;

ad aggravare la situazione vi è an-che il timore della estensione dei casi dipeste suina in Europa di cui i cinghialipossono essere diffusori;

il Ministro dell’Agricoltura interve-nendo all’assemblea annuale della Cia ha

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annunciato di voler chiedere al MinistroCosta, all’Ispra e agli assessori regionali lacostituzione di un tavolo al quale dovreb-bero sedere anche i Ministri della salute equello per le autonomie e gli affari regio-nali;

si fa presente che già nell’anno 2017è stato istituito, in sede di Conferenza Uni-ficata, un Tavolo per il coordinamento degliinterventi territoriali in materia di dannida fauna selvatica, al quale hanno parte-cipato, oltre alle Regioni, anche i Ministericompetenti (Agricoltura, Ambiente, Salute)ed ISPRA;

il tavolo già in quella occasione hamesso a punto alcune proposte di modificaal quadro legislativo vigente, alle quali,tuttavia, al momento non è ancora statodato seguito;

si pone un problema di sicurezzasanitaria e di risarcimento per le attivitàeconomiche danneggiate,

impegna il Governo

a predisporre in tempi rapidi e comunquenon oltre 60 giorni dalla approvazione dellapresente legge, d’intesa con le Regioni e conil coinvolgimento delle organizzazioni dicategoria, un piano d’azione, che riprendale conclusioni del tavolo del 2017, conmisure adeguate e corrispondenti risorsefinanziarie da destinare ad interventi disnellimento burocratico per la richiesta deirisarcimenti, nonché per il ristoro e il sup-porto del comparto agricolo per i danniderivanti dalla presenza di animali selva-tici.

9/1334-AR/113. D’Alessandro, Gadda,Cenni, Cardinale, Dal Moro, Incerti, Por-tas.

La Camera,

premesso che:

in data 24 settembre 2018 si è ve-rificato un incendio di vaste proporzioniche ha devastato un ampio territorio nei

comuni di Vecchiano, Bufi, Calci e Vicopi-sano (provincia di Pisa);

soltanto l’intervento tempestivo dinumerose unità di vigili del fuoco prove-nienti dalla Toscana e dall’Emilia Roma-gna, con il supporto della protezione civile,di numerosi volontari e l’utilizzo di Cana-dair ed elicotteri antincendio ha impeditoconseguenze ancora più tragiche;

l’incendio, che ha causato l’evacua-zione di circa 700 persone dalle loro abi-tazioni, ha interessato circa 1.400 ettari dibosco e coltivazioni, ha distrutto centinaiadi ettari di oliveti, quasi tutti coltivati interrazzamenti, castagneti, minacciato abi-tazioni rurali e alcuni agriturismi;

i danni ufficiali stimati ad oggi dalcentro intercomunale di protezione civile« Monte Pisano » sono i seguenti:

danni agli immobili abitativi: per gliedifici già ispezionati e danneggiati in modototale o parziale il danno complessivo èpari a 3.100.000 euro;

danni a strutture, manto stradale edimpianti pubblici: il totale dei danni stimatiè di 228.000 euro;

danni al patrimonio agricolo: la su-perficie olivata terrazzata danneggiata dal-l’incendio è elevatissima per un totale sti-mato di piante bruciate di circa 400 aettaro coltivato a oliveto e il danno agro-nomico a frutti pendenti è stimabile incomplessivi 4.500.000 euro; sono circa 1.004ettari la superficie di bosco distrutta com-prendente anche castagni da legno per unastima di danno pari a 2.400.000 euro;

spese di somma urgenza: la stimadei costi comprende tutte le spese imme-diate sostenute e stimate in corso di ese-cuzione, per gli interventi attivati per larimozione delle situazioni di pericolo inatto per la salvaguardia dell’incolumità dellacittadinanza è pari a 135 mila euro;

danni alle attività economiche: ilresoconto sommario dei danni da mancataattività di aziende presenti nelle aree col-pite dall’incendio è quantificato in 80 milaeuro;

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gli uffici regionali stimano inoltre,sulla base delle rilevazioni satellitari, cheper la ricostituzione dei quasi mille e quat-trocento ettari bruciati serviranno 8 mi-lioni e mezzo di euro;

i risarcimenti dovranno, inoltre, con-siderare le perdite economiche e di produ-zione che inevitabilmente si ripercuote-ranno nei prossimi anni oltre i gravissimidanni subiti dall’indotto (come ad esempioi frantoi) e relativi alla promozione turi-stica e ricettiva legata all’olio;

questa grande emergenza, che haspinto le istituzioni ad organizzarsi persostenere i territori colpiti, oggi richiedeinterventi rapidi per garantire anche lasopravvivenza di molte aziende agricole,anche attraverso l’adozione di misure stra-ordinarie come il reimpianto delle coltiva-zioni andate distrutte dal fuoco;

il presidente della regione ToscanaEnrico Rossi ha firmato il decreto cheattiva lo stato di emergenza regionale e haprevisto lo stanziamento di 850 mila europer gli interventi forestali e di ripulitura, ealtri 350 mila per i lavori che i consorzirealizzeranno a valle attorno ai corsi d’ac-qua. Una seconda fase, dopo i rilievi, ri-guarderà il riassetto idrogeologico e le speseper i lavori di somma urgenza già effettuatedai comuni e il ripristino della strada pro-vinciale sul Monte Serra;

il Ministro Gian Marco Centinaio,dopo aver effettuato alcuni sopralluoghinelle zone colpite dall’incendio sui MontiPisani e dopo aver acquisito le necessarieinformazioni, ha assicurato il suo impegnoper il riconoscimento dello stato di emer-genza nazionale;

il 3 ottobre 2018 il governo, rispon-dendo all’interrogazione n. 5-00597, rela-tiva agli incendi che hanno colpito i MontiPisani, dichiarava l’intenzione di attivare invia del tutto eccezionale interventi compen-sativi a ristoro della produzione perduta afavore delle imprese agricole danneggiate,

la regione Toscana ha successiva-mente avviato la procedura per la richiesta

di calamità naturale e lo stato di emer-genza;

valutato che il Governo non ha atti-vato il Fondo di solidarietà nazionale, di-sciplinato dal decreto legislativo n. 102 del2004 per gli aiuti alle imprese agricolecoinvolte, in quanto gli incendi non sonoassimilabili alle avversità atmosferiche edalle calamità naturali;

il Governo ha rifiutato lo stato diemergenza perché i danni non sarebberostati abbastanza ingenti: nella lettera in-viata alla Regione Toscana la Presidenzadel Consiglio dei Ministri ha infatti scrittotestualmente: « non risulta l’incendio di cuitrattasi abbia coinvolto in modo significa-tivo le strutture e le infrastrutture presentinell’area percorsa dal fuoco »;

in data 22 novembre 2018 il Mini-stro delle Politiche agricole Gian MarcoCentinaio ha annunciato di aver firmato undecreto che consentirà alla Regione To-scana di attivare le misure del proprioProgramma di sviluppo rurale 2014-2020 asostegno degli investimenti per il ripristinodei terreni agricoli e del patrimonio fore-stale danneggiati dall’incendio sul MonteSerra;

appare evidente che, con questo ul-timo provvedimento, il governo ha soltantoconsentito formalmente che la Regione To-scana potesse stanziare appositi fondi eu-ropei, ottenuti grazie alla sua lungimiranteprogrammazione, per alcuni danneggia-menti agricoli ed ambientali. Si tratta quindidi un atto formale di esclusivo buonsensoin cui non viene concesso alcun aiuto ul-teriore rispetto a quelli già previsti dallaUnione europea;

« il Piano di sviluppo rurale dellaToscana – ha commentato in merito ilPresidente della Regione Enrico Rossi –prevede infatti di attivare alcune misurestrettamente legate al ripristino del boscodanneggiato. Avendo la Regione già censitoi danni, adesso gli imprenditori agricoli egli enti pubblici potranno chiedere il ri-storo dei danni subiti. Zero risorse inveceda Roma – prosegue Rossi – per il rico-noscimento dell’emergenza nazionale e

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quindi per le strutture che questo incendioha distrutto »;

considerato che nel provvedimento inesame « Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021 »(A.C. 1334) sono presenti, all’articolo 79,norme che riguardano « esigenze emergen-ziali »;

alcuni emendamenti al provvedi-mento in esame (numero 79. 69 a primafirma dell’on. Susanna Cenni e numero 79.142 a prima firma dell’onorevole LuciaCiampi), ritenuti ammissibile ma non di-scussi nel corso dell’esame in CommissioneBilancio e riproposti in Aula, prevedono lostanziamento di apposite risorse per i danniai privati e per il ripristino idrogeologicodei territori colpiti dagli incendi verificatisinei comuni della Provincia di Pisa, Calci,Vicopisano e Buri, nel mese di settembre2018,

il 29 novembre 2018 la Commis-sione Agricoltura della Camera dei Depu-tati ha approvato all’unanimità una risolu-zione su tale tematica (numero 8-00008 aprima firma dell’onorevole Susanna Cenni)che impegna il governo a:

verificare la necessità di adottare, alpiù presto, le iniziative normative di com-petenza, d’intesa con la regione Toscana,ove necessario anche di natura straordina-ria e urgente, assicurando il necessariosostegno finanziario alle imprese agricoledanneggiate e agli altri soggetti il cui inter-vento sarebbe finalizzato a mettere in si-curezza il territorio interessato;

promuovere, nell’ambito delle pro-prie competenze, al fine del reintegro edella ricostituzione delle aree e delle col-ture pregiudicate, la collaborazione tra entidi ricerca, università, associazioni di cate-goria e agricoltori per una corretta proget-tazione e gestione del reimpianto delle col-ture perse nell’incendio;

adottare iniziative per tutelare e in-centivare, nel suo sviluppo, la secolare etradizionale produzione agricola dei MontiPisani, nonché risorsa naturale e rurale

qualitativamente elevata del territorio to-scano e fiore all’occhiello della produzioneolivicola italiana;

le uniche misure ad oggi messe incampo sono a carico dei comuni coinvoltidall’incendio e della regione Toscana,

impegna il Governo:

ad integrare nel primo provvedimentoutile, coerentemente con quanto annun-ciato da autorevoli esponenti dell’esecutivo,le risorse già stanziate dalla regione To-scana al fine di risarcire le aziende ed iprivati colpiti dagli incendi verificatisi neicomuni della Provincia di Pisa, Calci, Vi-copisano e Buri, nel mese di settembre2018;

a stanziare risorse apposite al fine diripristinare l’equilibrio idrogeologico dei ter-ritori interessati;

promuovere un maggiore e più effi-cace controllo del territorio del Monte Serra,colpito da numero incendi nel corso deglianni, anche al fine di prevenire altri atti dinatura dolosa.

9/1334-AR/114. Cenni, Ciampi, Ceccanti.

La Camera,

premesso che:

i commi da 256 a 268 dell’articolo 1del provvedimento in esame disciplinano lemodalità di funzionamento di un nuovoFondo per il ristoro dei risparmiatori chehanno subito un danno ingiusto in rela-zione all’investimento in azioni di bancheposte in liquidazione coatta amministrativanell’ultimo biennio, usufruendo dei serviziprestati dalla banca emittente o da societàcontrollata;

il ristoro è definito nella misurapari al 30 per cento dell’importo onnicom-prensivo riconosciuto o liquidato nelle sen-tenze o pronunce dell’autorità giudiziaria odell’Arbitro per le Controversie Finanziarie(ACF), entro il limite massimo complessivodi 100.000 euro per ciascun risparmiatore:la procedura disposta si pone in continuità

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con quella prevista dall’articolo 11, comma1-bis del decreto n. 91 del 2018, recanteproroghe di termini;

contrariamente agli originari inten-dimenti dell’attuale Esecutivo, la proceduradisposta, inoltre, conferma il principio didanno ingiusto in ragione della violazionedegli obblighi di informazione, diligenza,correttezza e trasparenza di cui al testounico delle disposizioni in materia di in-termediazione finanziaria, proprio comeprevisto dalle procedure originariamentedefinite dai Governi della XVII legislaturain materia di ristoro dei risparmiatori;

il nuovo Fondo per il ristoro deirisparmiatori di cui al provvedimento inesame sostituisce però quello istituito nellascorsa legislatura dalla legge di bilancio2018 (articolo 1, commi da 1106 a 1108,della legge n. 205 del 2017,) avente comun-que analoghe finalità e la cui operativitàdoveva essere stabilita con decreto del Pre-sidente del Consiglio del ministri, su pro-posta del Ministro dell’economia e dellefinanze, da emanarsi entro novanta giornidalla data di entrata in vigore della stessalegge di bilancio 2018;

da fonti stampa si è appreso che talinorme attuative predisposte dal Governouscente, hanno subito a marzo 2018 unarresto, per volontà di alcune forze politi-che, che avrebbero chiesto di non proce-dere con l’emanazione dei citato decreto,per lasciare al successivo Esecutivo il com-pito di stabilire in che modo risarcire irisparmiatori, anche al fine di consentireun ampliamento della platea degli aventidiritto;

nei fatti l’attuale Governo ha rallen-tato un processo che aveva invece conferitouna concreta speranza ai risparmiatori col-piti, dapprima posticipando il richiamatotermine del citato decreto del Presidentedel Consiglio del ministri al 31 ottobre 2018e, infine, al 31 gennaio 2019, come risultaai sensi dei citato decreto n. 91 del 2018;

peraltro questo rallentamento si èconcretizzato nell’approvazione con il prov-vedimento in esame di misure decisamentesfavorevoli verso chi ha diritto al ristoro,

poiché questo viene erogato entro limitiquantitativi particolarmente stringenti, siaper quanto concerne la misura del ristorosia il limite massimo individuale, a frontedi promesse elettorali che avrebbero do-vuto garantire un ristoro integrare a tuttigli azionisti coinvolti;

nella formulazione originaria del di-segno di legge, la lettera f) del comma 3dell’articolo 38 prevedeva, inoltre, che l’ac-cettazione del pagamento a carico del Fondoequivalesse a rinuncia all’esercizio di qual-siasi diritto e pretesa connessa alle stesseazioni: su impulso delle opposizioni, grazieagli emendamenti soppressivi della dispo-sizione proposti e, infine, con l’approva-zione nel corso dell’esame in commissioneV di un emendamento sostenuto da tutte leforze politiche, confluito nella lettera f),comma 258, dell’articolo 1, per i soggettiche accedono al Fondo resta impregiudi-cato il diritto di agire in giudizio per ilrisarcimento della parte di danno ecce-dente il ristoro erogato;

nessuna altra modifica è stata ap-provata alla disciplina in esame, e restafermo, come previsto dalla formulazioneoriginaria del disegno di legge, che il Fondooperi entro i limiti della dotazione finan-ziaria e fino al suo esaurimento secondo ilcriterio cronologico della presentazione delladomanda avanti l’autorità giudiziaria ordi-naria o l’ACF, meccanismo che potrebbedeterminare l’esclusione dal ristoro di al-cuni risparmiatori che presentano istanza,qualora le risorse stanziate non si rivelas-sero sufficienti,

impegna il Governo

in coerenza con quanto annunciato in sededi campagna elettorale, a valutare gli effettiapplicativi delle disposizioni richiamate inpremessa, al fine di innalzare la misura delristoro erogato, considerando il 30 per centosoltanto a titolo di acconto dell’importoonnicomprensivo riconosciuto o liquidatonelle sentenze o pronunce in favore deirisparmiatori, nonché ad innalzare il limitemassimo complessivo individuale, e ad in-crementare per gli anni successivi le risorse

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Page 93: CAMERA DEI DEPUTATIdocumenti.camera.it/leg18/fascicoloSeduta/xhtml/...tuare azioni coerenti con il Piano nazionale scuola digitale (PNSD) sono ripartite sulla base di procedure selettive,

destinate all’operatività del Fondo istituitodal presente provvedimento, al fine di ga-rantire a tutti i risparmiatori per i quali siastato riconosciuto un danno ingiusto l’in-tegrale ristoro di quanto dovuto.

9/1334-AR/115. Navarra, Marattin.

La Camera,

premesso che:

nel contesto globale attuale la lottaai cambiamenti climatici e l’incentivo apolitiche che salvaguardino le condizioniambientali sono temi ormai imprescindibilinei processi legislativi ed amministrativi. Intale contesto le città si definiscono comeambienti estremamente delicati, dove lanecessità di abbassare le emissioni nocivedei motori endotermici dei veicoli, oltre chediminuire il traffico stesso, devono spingereil legislatore e le amministrazioni a con-vergere su politiche di incentivo verso ti-pologie di mobilità alternative, ambiental-mente sostenibili e che permettano unariduzione dei volumi di traffico nelle strade;

la mobilità elettrica, settore in forteevoluzione negli ultimi anni grazie al co-stante miglioramento tecnologico nel set-tore e all’introduzione nel mercato di vei-coli innovativi a prezzi sempre più acces-sibili, rappresenta una reale possibilità permigliorare le condizioni ambientali gene-rali delle città italiane e ridurre le emis-sioni. Oltre ai veicoli che da una propul-sione endotermica si stanno convertendo aquella elettrica, si registra nel mercato unacrescente offerta di veicoli innovativi noncontemplati dal decreto legislativo 30 aprile1992, n. 285 e per questo non autorizzati acircolare nelle strade italiane. È da notareche tali veicoli in altri paesi europei sonogià stabili realtà della mobilità cittadina;

la crescente necessità di introdurrenella mobilità delle nostre città veicoli so-stenibili può essere sostenuta dall’incre-mento dell’offerta di veicoli innovativi elet-trici. L’introduzione di veicoli elettrici in-novativi nelle nostre città non riguarda soloil mercato privato ma anche il mercatodella mobilità in sharing, a tal proposito si

registrano molte aziende che stanno intro-ducendo in città europee servizi di mobilitàelettrica in condivisione;

l’esplorazione di tale innovazionesia da parte di privati cittadini che diaziende del settore della sharing mobilitynon risulta percorribile ad oggi non es-sendo tali veicoli, secondo decreto legisla-tivo 30 aprile 1992, n. 285, ammessi allacircolazione nelle strade italiane. Con que-sto dispositivo il governo permette alle am-ministrazioni di locali di attivare delle spe-rimentazioni in deroga al Codice della stradaall’interno di aree limitate delle propriecittà per un periodo di 18 mesi, onde potervalutare l’impatto di tali veicoli nella mo-bilità cittadina e fornire al legislatore glistrumenti per poter normare tale mercatoe la circolazione degli stessi veicoli;

tale manovra risulta strategica peril raggiungimento di più obiettivi, quali losviluppo di lirici mobilità elettrica matura,che diminuisca le emissioni nocive e mi-gliori le condizioni dei traffico, la nascita diun mercato di tali mezzi con conseguenteindotto per l’economia nazionale nonchél’arrivo di investimenti esteri nel settoredello sharing mobility, con evidenti rica-dute positive in termini occupazionali;

nel presente disegno di Legge diBilancio è stato approvato un emenda-mento che consente la sperimentazione dellasharing mobility autorizzando i Comuniall’introduzione di modalità operative persvolgere tale sperimentazione,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di dare lafacoltà ai comuni che intendono avviareuna sperimentazione di determinare i con-fini dell’area operativa all’interno della qualesvolgere la sperimentazione. Fatto salvo laseguente facoltà sono da prevedere almenole seguenti prescrizioni:

i veicoli non possono essere soggetti alimitazioni di circolazione, ovvero potrannocircolare liberamente su strada, area pe-donale, pista ciclabile;

la velocità massima consenta dovràessere di 20 km/h su strada e ciclabile, 10km/h in area pedonale;

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a valutare gli opportuni provvedi-menti regolamentari, nell’ottica di favorireuna selezione basata sulla qualità del ser-vizio e non sulla quantità, dando la facoltàad ogni comune di definire il numero mi-nimo e massimo di veicoli che ogni opera-tore è autorizzato a gestire, ovvero devedefinire tale quantità come multiplo dell’a-rea coperta dal servizio (x veicoli per ognikm quadrato coperto);

a prevedere una periodica verifica dellapermanenza dei requisiti di idoneità allasperimentazione, da parte dei Comuni spe-rimentatori;

a valutare gli opportuni provvedi-menti regolamentari finalizzati ad un pro-cedimento autorizzativo da parte dei Co-muni interessati dalla sperimentazione, chepreveda la pubblicazione di una manifesta-zione d’interesse in conformità con le normeche regolano la pubblicità degli atti deglienti locali, in ogni caso almeno 30 giorni dipubblicazione prima di avviare qualsiasivalutazione delle domande pervenute;

la predetta autorizzazione dovrà con-sentire a tutti gli operatori che presentinoun progetto in linea con quanto stabilitodalla manifestazione d’interesse e che nonincorrano nei requisiti d’incompatibilità fis-sati dal Comune, di essere autorizzati allasperimentazione; è comunque facoltà deiComuni escludere dalla possibilità di rice-vere l’autorizzazione in risposta alfa Ma-nifestazione di Interesse, gli operatori cheabbiano avviato il servizio senza autoriz-zazione del comune stesso;

a valutare l’opportunità di istituire untavolo con gli operatori del servizio onderecepirne suggerimenti, indicazioni e richie-ste al fine di avviare un dialogo costruttivocon il settore. La convocazione di tale ta-volo dovrà essere resa pubblica preventi-vamente entro un tempo congruo, primadella stessa. Ogni comune dovrà poi perio-dicamente convocare un tavolo con tutti glioperatori.

A valutare l’opportunità di fissare untetto massimo di contributo per il Comuneper ogni veicolo in strada. I fondi prove-nienti da tale iniziativa dovranno essere

vincolati a spese d’investimento finalizzateal miglioramento della mobilità alternativasostenibile (per esempio: piste ciclabili, co-lonnine di ricarica elettrica).

9/1334-AR/116. Soverini, Benedetti.

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge« Bilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021. »;

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazionevigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e inparticolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governo

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intende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

inoltre, la delega relativa a specificiinterventi in favore dei detenuti stranieri,delle donne recluse e delle detenute madrinon è stata attuata;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dandoseguito ad uno degli obiettivi prioritari delleriforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era statoampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale;

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi oattingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (in

ruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

si è poi attuato l’Ufficio per il Pro-cesso anche nell’ambito del Processo am-ministrativo, dopo la positiva esperienza inambito civile;

per l’anno 2017 era stato portato acompletamento il processo di riorganizza-zione del Dipartimento per la giustizia mi-norile e di comunità con particolare ri-guardo al settore dell’esecuzione penaleesterna;

il disegno di legge di bilancio pre-vede il definanziamento di 900 mila eurodel capitolo relativo alla rieducazione deidetenuti che riguarda per 500 mila euro lespese per lo svolgimento di attività di istru-zione e scolastiche (articolo 19 OP) e per400 mila euro lo svolgimento di attivitàculturali ricreative e sportive (articolo 27,comma 9, OP). Ciò, nonostante il Ministeroabbia inserito la valorizzazione della cul-tura, dell’istruzione e della formazione pro-fessionale, tra gli obiettivi strategici dellapropria azione;

non sono previsti stanziamenti pergli Istituti a custodia attenuata per dete-nute madri e, anzi, con un emendamentoapprovato in sede referente in commis-sione bilancio, è stato specificato che leassunzioni di personale non dirigenzialepresso il Ministero della Giustizia non sonodestinate alla prevenzione dei fenomeniderivanti dalla condizione di marginalitàsociale in carcere e la realizzazione di unarete territoriale di istituti a custodia atte-nuata per detenute madri,

impegna il Governo

a garantire, con futuri provvedimenti, larealizzazione, l’ammodernamento e la ma-nutenzione degli istituti di custodia atte-nuata per detenute madri di cui all’articolo285-bis del codice di procedura penale e a

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ripristinare i fondi destinati alla rieduca-zione dei detenuti.

9/1334-AR/117. Pollastrini, Bazoli, Ve-rini.

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge« Bilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021. »;

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

l’aumento dello spread si ripercuotesull’intera economia, ossia su famiglie, im-prese e istituzioni finanziarie che deten-gono il risparmio nazionale, e rispetto adaprile è già costato al contribuente quasi1,5 miliardi di euro di interessi in più e,ipotizzando tassi coerenti con le attualiaspettative dei mercati, costerebbe oltre 5miliardi di euro nel 2019 e circa 9 nel 2020dalle stime della Banca d’Italia;

gli effetti della protratta incertezzadegli investitori sugli orientamenti del Go-verno, in costante conflitto con le istitu-zioni europee, e sulla credibilità dell’impe-gno a conseguire i risultati di crescita an-nunciati, hanno determinato una crescitadei tassi di interesse sul debito pubblicoche rischia dunque di vanificare tutto l’im-

pulso espansivo atteso dall’Esecutivo conl’approvazione della Legge di bilancio;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazionevigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

a fronte delle giustificazioni del Go-verno (assunzioni che compensano i tagli)ricordiamo che l’aumento di 17,1 milioniprevisto come effetto finanziario della Se-zione I e dunque delle assunzioni di per-sonale di magistratura ordinaria è ampia-mente assorbito dalla diminuzione di circa39,2 milioni di euro, derivante da interventidi Sezione II;

in particolare gli articoli 28 e 29riguardano l’assunzione di personale am-ministrativo e di magistrati, amministrativie ordinari;

oltre alle assunzioni appare fonda-mentale garantire il buon funzionamentonell’organizzazione giudiziaria,

impegna il Governo

nell’ambito delle sue proprie prerogative astanziare le adeguate risorse finanziarieaffinché l’indennità di trasferta competaanche ai Magistrati dell’Ufficio del Massi-mario e del Ruolo della Corte di cassazioneche svolgono le funzioni di cui al terzocomma dell’articolo 115 del regio decreto30 gennaio 1941, n. 12.

9/1334-AR/118. Ferri.

La Camera,

premesso che:

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e in

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Page 97: CAMERA DEI DEPUTATIdocumenti.camera.it/leg18/fascicoloSeduta/xhtml/...tuare azioni coerenti con il Piano nazionale scuola digitale (PNSD) sono ripartite sulla base di procedure selettive,

particolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governointende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

inoltre, la delega relativa a specificiinterventi in favore dei detenuti stranieri,delle donne recluse e delle detenute madrinon è stata attuata;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dandoseguito ad uno degli obiettivi prioritari delleriforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era statoampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale;

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi o

attingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (inruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

si è poi attuato l’Ufficio per il Pro-cesso anche nell’ambito del Processo am-ministrativo, dopo la positiva esperienza inambito civile;

per l’anno 2017 era stato portato acompletamento il processo di riorganizza-zione del Dipartimento per la giustizia mi-norile e di comunità con particolare ri-guardo al settore dell’esecuzione penaleesterna;

in sede di esame in Commissionebilancio, è stato approvato un emenda-mento che ha previsto che, ferma restandola dotazione organica complessiva, sonorimodulati gli organici all’interno delle spe-cifiche funzioni esercitate. In particolare:1) nell’ambito della Corte di cassazione, èaumentato di 5 unità (da 60 a 65) – l’or-ganico dei magistrati con funzioni direttive– ed è ridotto di 15 unità (da 455 a 440)quello dei magistrati con funzioni non di-rettive; 2) è aumentato di 10 unità (da 9.611a 9.621) l’organico dei magistrati di meritodi primo e secondo grado, dei magistratidistrettuali e di coordinamento nazionalepresso la Direzione nazionale antimafia eantiterrorismo, dei magistrati con funzionisemidirettive di primo grado, di primo gradoelevate e di secondo grado,

impegna il Governo

a provvedere in sede di rideterminazionedelle piante organiche degli uffici giudiziaria seguito delle nuove assunzioni a porreparticolare attenzione alla destinazione diun maggior numero, proporzionalmente ade-guato rispetto agli effettivi fabbisogni diorganico, di nuovi magistrati per le fun-zioni giudicanti e requirenti di merito diprimo e di secondo grado, per quella dimagistrato distrettuale, di coordinamentonazionale presso la Direzione nazionale

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antimafia e antiterrorismo e semidirettivedi primo grado, di primo grado elevate e disecondo grado.

9/1334-AR/119. Vazio, Bazoli, Verini.

La Camera,

premesso che:

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e inparticolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governointende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dandoseguito ad uno degli obiettivi prioritari delleriforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era statoampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-

bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale.

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi oattingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (inruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

il disegno di legge di bilancio pre-vede ulteriori assunzioni nel settore dellagiustizia,

impegna il Governo

nell’ambito delle sue proprie prerogative aprovvedere alle assunzioni di cui in pre-messa mediante scorrimento della gradua-toria del concorso indetto con Decreto 18novembre 2016 – Concorso pubblico an. 800 posti a tempo indeterminato per ilprofilo professionale di Assistente giudizia-rio, area funzionale II, fascia economicaF2, nei ruoli del personale del Ministerodella giustizia. Qualora siano indisponibilitali professionalità nelle graduatorie in vi-gore, si provvede mediante l’indizione diconcorso pubblico.

9/1334-AR/120. Miceli, Bazoli, Morani.

La Camera,

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-

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gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazionevigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e inparticolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governointende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

inoltre, la delega relativa a specificiinterventi in favore dei detenuti stranieri,delle donne recluse e delle detenute madrinon è stata attuata;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dando

seguito ad uno degli obiettivi prioritari delleriforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era statoampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale;

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi oattingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (inruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

si è poi attuato l’Ufficio per il Pro-cesso anche nell’ambito del Processo am-ministrativo, dopo la positiva esperienza inambito civile;

per l’anno 2017 era stato portato acompletamento il processo di riorganizza-zione del Dipartimento per la giustizia mi-norile e di comunità con particolare ri-guardo al settore dell’esecuzione penaleesterna;

il disegno di legge di bilancio pre-vede il definanziamento di 900 mila euro

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del capitolo relativo alla rieducazione deidetenuti che riguarda per 500 mila euro lespese per lo svolgimento di attività di istru-zione e scolastiche (articolo 19 OP) e per400 mila euro lo svolgimento di attivitàculturali ricreative e sportive (articolo 27,comma 9, OP). Ciò, nonostante il Ministeroabbia inserito la valorizzazione della cul-tura, dell’istruzione e della formazione pro-fessionale, tra gli obiettivi strategici dellapropria azione,

impegna il Governo

a potenziare ulteriormente il personale de-gli Uffici di servizio sociale preposti all’e-secuzione penale esterna dei minori (Ufficidi Servizio sociale per minorenni) e degliadulti (Uffici per l’esecuzione penaleesterna).

9/1334-AR/121. Verini, Bazoli.

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge« Bilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019 e bilancio pluriennale peril triennio 2019-2021. »;

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazione

vigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

rispetto alla dotazione a legisla-zione vigente, pari a 8.379,5 milioni, lamissione registra una decurtazione di circa37 milioni di euro, decurtazione che inte-ressa principalmente i Programmi per l’Am-ministrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale; di parti-colare gravità ci appare il taglio di 10milioni di euro al Fondo per il finanzia-mento del processo penale e dell’ordina-mento penitenziario e minorile: a frontedelle giustificazioni del Governo (assun-zioni che compensano i tagli) ricordiamoche l’aumento di 17,1 milioni previsto comeeffetto finanziario della Sezione I e dunquedelle assunzioni di personale di magistra-tura ordinaria è ampiamente assorbito dalladiminuzione di circa 39,2 milioni di euro,derivante da interventi di Sezione II;

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e inparticolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governointende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dandoseguito ad uno degli obiettivi prioritari delle

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riforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era statoampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale;

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi oattingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (inruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

si è poi attuato l’Ufficio per il Pro-cesso anche nell’ambito del Processo am-ministrativo, dopo la positiva esperienza inambito civile;

per l’anno 2017 era stato portato acompletamento il processo di riorganizza-zione del Dipartimento per la giustizia mi-norile e di comunità con particolare ri-guardo al settore dell’esecuzione penaleesterna;

rilevato che il disegno di legge dibilancio taglia risorse al comparto giustiziaa cominciare dal Fondo per l’attuazione

della riforma del processo penale e dell’or-dinamento penitenziario, di cui all’articolo1, comma 475, della legge 27 dicembre2017, n. 205, le cui finalità sono state,inoltre, estese agli interventi urgenti desti-nati alla funzionalità delle strutture e deiservizi penitenziari e minorili;

tale Fondo, in base ad un interventonella Sez. II del Bilancio, risulta infatti, peril 2019, definanziato di 10 milioni di euro,così pure per il 2020 e 2021,

impegna il Governo

a prevedere, attraverso ulteriori iniziativenormative, il ripristino della dotazione fi-nanziaria del Fondo per l’attuazione dellariforma del processo penale per ciascunodegli anni 2019-2021 e a garantire e im-plementare la funzionalità e l’organizza-zione degli uffici e delle strutture di ese-cuzione penale esterna e per la messa allaprova, anche al fine di favorire il decre-mento della popolazione penitenziaria econcorrere così a determinare positivi ef-fetti anche in termini di complessiva sicu-rezza sociale in ragione della conseguenteriduzione della recidiva.

9/1334-AR/122. Bordo, Verini.

La Camera,

premesso che:

sul fronte della tutela delle vittimedi violenza contro le donne e in funzionepreventiva, in merito alle risorse, la legge dibilancio di questo Governo conferma condecisione la tendenza di questa maggio-ranza alla « disattivazione » sostanziale dellepolitiche, avviate dai Governi del Partitodemocratico, volte al contrasto e alla pre-venzione della violenza contro le donne ealla tutela delle vittime vulnerabili;

lo scorso 7 novembre 2018 è stataapprovata dalla camera una mozione delPartito Democratico che impegnava il Go-verno a mettere in campo tutte le iniziativenecessarie a rendere efficace il complessosistema di strumenti e di tutele citati inpremessa, con l’obiettivo di raggiungere la

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piena applicazione della Convenzione diIstanbul, ad assumere iniziative per prose-guire nella strada tracciata dai GoverniLetta, Renzi e Gentiloni, attuando la stra-tegia delineata dal Piano nazionale 2017-2020 e implementando e monitorando lelinee guida nazionali per l’assistenza socio-sanitaria alle donne che subiscono violenzae che si rivolgono ai pronto soccorso; adassumere iniziative per favorire il coordi-namento tra processo penale, civile e pro-cedimenti presso i tribunali per i mino-renni, al fine di garantire un’efficace pro-tezione delle donne e dei loro figli e perevitare l’affido condiviso nei casi in cui visia violenza domestica; a promuovere laparità tra i sessi e la prevenzione dellaviolenza di genere attraverso l’educazionescolastica, assumendo iniziative per desti-nare a tale scopo nuove risorse finanziarie;a promuovere strumenti e procedure divalutazione del rischio di letalità per lavittima, gravità, reiterazione e recidiva delreato, partendo dai protocolli di valuta-zione del rischio sviluppati nell’ambito de-gli studi e delle ricerche sulla violenza digenere e ai protocolli investigativi in via didiffusione presso le forze dell’ordine conspecifico riferimento a questa materia (adesempio, il protocollo Eva); ad assumereiniziative per investire risorse adeguate perla formazione specifica e per il necessarioaggiornamento del personale chiamato adinteragire con la vittima, polizia e carabi-nieri, magistrati, personale della giustizia,polizia municipale e personale sanitario,anche nell’ambito di specifiche provvistefinanziarie destinate alla violenza di ge-nere; ad assumere iniziative per favoriremodalità organizzative condivise, utili adassicurare la trattazione prioritaria dei pro-cedimenti e la protezione alla vittima an-che in ambito processuale, così come indi-cato nelle linee guida del Consiglio supe-riore della magistratura; ad adottare poli-tiche volte a garantire la parità di genere ead incrementare l’occupazione femminile,elemento quest’ultimo fondamentale per laliberazione delle donne dalla violenza; adassumere iniziative per dare attuazione al-l’articolo 17 della Convenzione di Istanbul;

nel cosiddetto « contratto » di Go-verno si parlava, inoltre, di raddoppiare ilFondo per le donne vittima di violenza;

in realtà nel disegno di legge pre-sentato dal Governo non vi era traccia diquesto aumento: anzi, il disegno di legge dibilancio taglia risorse al comparto giustiziaa cominciare dal Fondo di rotazione per lasolidarietà alle vittime dei reati di tipomafioso, delle richieste estorsive, dell’usurae dei reati intenzionali violenti nonché agliorfani per crimini domestici di cui all’ar-ticolo 11 della legge 7 luglio 2016, n. 122,modificata dall’articolo 6 della legge 20novembre 2017, n. 167, e dall’articolo 11,comma 4, della legge 11 gennaio 2018, n. 4;

che in sede di esame in commis-sione bilancio a tale fondo sono stati de-stinati 10 milioni di euro per ciascuno deglianni 2019, 2020 e 2021,

impegna il Governo

a stanziare ulteriori risorse da destinare alFondo di rotazione per la solidarietà allevittime dei reati di tipo mafioso, delle ri-chieste estorsive, dell’usura e dei reati in-tenzionali violenti nonché agli orfani percrimini domestici di cui all’articolo 11 dellalegge 7 luglio 2016, n. 122, modificata dal-l’articolo 6 della legge 20 novembre 2017,n. 167, e dall’articolo 11, comma 4, dellalegge 11 gennaio 2018, n. 4, nonché alPiano nazionale anti violenza contro ledonne.

9/1334-AR/123. Bazoli, Boschi, Annibali,Morani, Pollastrini, Verini, Vazio, Mi-celi, Bordo, Ferri.

La Camera,

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

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gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazionevigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

il Governo, che si è già distinto peravere affossato la delega sulla riforma del-l’ordinamento penitenziario, assesta conquesta legge di bilancio un altro fondamen-tale colpo alla ricerca di soluzioni norma-tive che possano meglio adeguare il sistemaalla finalità rieducativa della pena e inparticolare, alla individualizzazione del trat-tamento, secondo la linea indicata dall’ar-ticolo 27 della Costituzione: il Governointende intervenire sul problema carcerisolo facendo leva sull’edilizia penitenziaria,distraendo risorse dal Fondo per l’attua-zione della riforma del processo penale eper l’ordinamento penitenziario appena va-rata e della quale (come hanno ampia-mente sottolineato anche gli autorevoli au-diti sulla materia della prescrizione in sededi esame del A.C. 1189) si aspettano i tempitecnici necessari per valutarne gli effetti;

nella scorsa legislatura il Ministerodella Giustizia aveva dato il via a circa4.250 assunzioni nel comparto, a confermadello sforzo nel rafforzamento degli orga-nici del personale amministrativo, dandoseguito ad uno degli obiettivi prioritari delleriforme dei precedenti esecutivi nonché del-l’impegno assunto dal precedente Governoin tema di assunzioni con gli uffici giudi-ziari e con i vincitori e gli idonei;

anche per quanto riguarda l’intro-duzione del processo telematico, era stato

ampiamente avviato dal precedente Go-verno, che si è speso per il conseguimentodell’obiettivo in termini normativi, organiz-zativi e di progettazione (sta proseguendo ilprocesso di digitalizzazione nei tribunali siè allargato il Processo civile telematico pressola Corte di Cassazione e si sono allineati icantieri di lavoro che riguardano il Pro-cesso amministrativo telematico, il Pro-cesso penale telematico, il Processo conta-bile telematico, il Processo tributario tele-matico);

sul fronte organizzativo, oltre al raf-forzamento del personale amministrativo eal suo riequilibrio rispetto al numero dimagistrati (è stato varato un piano straor-dinario di 5.400 assunzioni in tre anni) èstato bandito il primo concorso dopovent’anni ed è stata avviata la riqualifica-zione del personale;

nel triennio 2017-2019, inoltre, ilsettore giustizia bandendo nuovi concorsi oattingendo a graduatorie valide può giàreclutare ulteriori mille amministrativi (inruoli non dirigenziali) con contratto a tempoindeterminato. Tali ingressi andavano adaggiungersi all’assunzione straordinaria dialtri 1.000 assistenti giudiziari prevista daldecreto sul processo amministrativo tele-matico approvato in agosto;

si è poi attuato l’Ufficio per il Pro-cesso anche nell’ambito del Processo am-ministrativo, dopo la positiva esperienza inambito civile;

con il decreto ministeriale 20 otto-bre 2015 è stata indetta la procedura diselezione di 1.502 tirocinanti per lo svolgi-mento dell’ulteriore anno di perfeziona-mento presso la struttura organizzativa de-nominata « ufficio per il processo »;

la legge di bilancio per il 2017 pro-lungava di ulteriori 12 mesi, e dunque pertutto il 2017, la durata del periodo diperfezionamento che dovrà essere svoltonell’ufficio giudiziario ove il tirocinante èad oggi assegnato e confermava che losvolgimento positivo di questa ulteriore at-tività formativa è un titolo di preferenzanei concorsi nella P.A. e in particolare perle procedure concorsuali indette dall’am-ministrazione della giustizia;

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attualmente il bacino dei cosiddettitirocinanti conta circa 2000 lavoratori im-piegati, di cui 850 direttamente inseritinell’Ufficio del processo,

impegna il Governo

a prorogare il periodo di perfezionamentoche può essere svolto presso gli uffici giu-diziari dai soggetti che hanno completato iltirocinio formativo presso i medesimi uf-fici, già previsto dalla legge di stabilità2013: lavoratori cassintegrati, in mobilità,socialmente utili e disoccupati.

9/1334-AR/124. Morani.

La Camera,

premesso che:

l’esame del disegno di legge di bi-lancio per il 2019 si inserisce in un contestomacroeconomico che desta forti preoccu-pazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018il prodotto interno lordo italiano ha rista-gnato, per la prima volta dopo ben 14trimestri consecutivi di crescita;

gli effetti della politica di bilancionon possono infatti essere valutati come seessa fosse isolata, dal momento che risen-tono delle condizioni finanziarie, partico-larmente determinanti se in rapporto al Pilil debito pubblico è elevato: dopo soli seimesi di Governo i segnali di indebolimentodell’economia sono allarmanti, la volatilitàsui mercati finanziari è tornata ad aumen-tare e i tassi di interesse sul debito pubblicosono divenuti molto elevati;

per quanto concerne il settore giu-stizia rispetto alla dotazione a legislazionevigente, pari a 8.379,5 milioni, la missioneregistra una decurtazione di circa 37 mi-lioni di euro, decurtazione che interessaprincipalmente i Programmi per l’Ammi-nistrazione penitenziaria e quello riguar-dante la Giustizia civile e penale;

premesso che:

sul fronte della tutela delle vittimedi violenza contro le donne e in funzionepreventiva, è necessario intervenire sul trat-

tamento degli uomini violenti nella fase diesecuzione della pena, le cui modalità diespiazione, secondo l’articolo 27 della Co-stituzione, devono avere una funzione rie-ducativa;

in modo particolare, per questa ti-pologia di reati, caratterizzati dalla abitua-lità delle condotte e della recidiva specificaestremamente elevata, il carcere, senza untrattamento specifico, si rivela inefficace.Espiata la pena, essi tendono infatti a com-mettere altri reati della stessa natura;

per questo motivo, occorre preve-dere all’interno degli istituiti penitenziariun trattamento intensificato cognitivo-com-portamentale;

come sottolineato anche dal Presi-dente della sezione autonoma delle misuredi prevenzione del Tribunale di Milano,dott. Roia, nella seduta n. 35 del 6 dicem-bre 2017 della Commissione Parlamentaredi Inchiesta sul femminicidio, nonché suogni forma di violenza di genere « Il trat-tamento degli uomini violenti è però fon-damentale e l’esperienza ci mostra che que-sti uomini devono essere sottoposti ad untrattamento – uso il termine in manieraimpropria, gergale, non scientifica – cioèad un percorso che, in regime di deten-zione, faccia loro capire che quello chehanno fatto costituisce un crimine. Moltiuomini, infatti, ritengono di non avere fattoniente di grave; mentre il rapinatore sa diavere commesso una rapina, l’uomo che sitrova in carcere ad espiare cinque o seianni perché ha maltrattato la propria com-pagna e ha preteso da lei rapporti sessualiin assenza di volontà non è consapevole diavere commesso un reato; anzi, è alla com-pagna che attribuisce una sorta di cattivaazione che a lui fa trascorrere degli anni incarcere. In questi casi, quindi, la sanzionetende ad incattivire questa persona. Gliuomini non trattati fanno registrare unaltissimo tasso di recidiva: quando esconodal carcere agiscono violenza o nei con-fronti della ex partner oppure nei confronti

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di altre donne. Da questo punto di vista,quindi, bisogna spendere delle risorse »,

impegna il Governo

nell’ambito delle sue proprie prerogative, astanziare le risorse necessarie volte a ga-rantire e implementare la presenza di pro-fessionalità psicologiche esperte all’internodegli istituti penitenziari per consentire untrattamento intensificato cognitivo-compor-tamentale nei confronti degli autori di reaticontro le donne e per la prevenzione dellarecidiva.

9/1334-AR/125. Annibali.

La Camera,

premesso che:

nella relazione di accompagnamentoal presente disegno di legge, il Governodichiara di puntare sull’incremento dellaproduttività del Paese e del suo potenzialedi crescita anche al fine di conseguire nelmedio termine la riduzione del rapportodebito/PIL;

tali obiettivi non possono prescin-dere dal sostegno all’occupazione femmi-nile, che in Italia ancora non è pienamentesviluppata, nonostante il raggiungimentonegli ultimi anni di un record storico, e chesi realizza pienamente attraverso la con-creta ed effettiva possibilità di conciliare lavita privata e la vita lavorativa, senza te-mere esclusioni o penalizzazioni;

nel testo finale del provvedimento,tuttavia, non vi è traccia di alcune azionipositive fondamentali per incrementare evalorizzare la presenza femminile nel mondodel lavoro, e che invece sono state messe incampo negli ultimi anni;

in particolare, nella scorsa legisla-tura sono state introdotte dai governi aguida PD alcune importanti disposizioni,che hanno rappresentato tra l’altro un si-gnificativo veicolo di sviluppo culturale edeconomico in materia di condivisione deicompiti di cura dei figli a all’interno dellacoppia, nel quadro del percorso iniziato col

Jobs Act per ridurre il gap uomo-donna suiluoghi di lavoro;

tra queste, la norma introdotta invia sperimentale per il triennio 2016-2018dall’articolo 25 del decreto legislativo 15giugno 2015, n. 80, finalizzata all’incenti-vazione della contrattazione di secondo li-vello destinata alla promozione della con-ciliazione tra vita professionale e vita pri-vata, ha contribuito ad ampliare il perime-tro di riferimento della legislazione inmateria e costituisce un modello virtuoso,apprezzato da lavoratrici, lavoratori e partisociali;

in attuazione di tale disposizione,nel biennio 2017-2018, sono stati stanziati110 milioni di euro destinati al finanzia-mento, sotto forma di agevolazioni ai da-tori di lavoro del settore privato, che me-diante la stipula di contratti collettivi azien-dali, adottano misure di conciliazione travita professionale e privata e un welfareaziendale, migliorative o aggiuntive rispettoa quelle già previste a livello nazionale;

stante l’avvicinarsi del termine diefficacia della predetta norma, appare ne-cessario operare al fine di disporne la pro-roga per i prossimi anni,

impegna il Governo

ad adoperarsi, sin dal primo provvedi-mento legislativo utile, al fine di prorogarel’efficacia della disposizione finalizzata al-l’incentivazione della contrattazione di se-condo livello destinata alla promozione dellaconciliazione tra vita professionale e vitaprivata.

9/1334-AR/126. Boschi, Marco Di Maio,Rossi, Moretto, Cenni, Gavino Manca,Prestipino, Fregolent, Annibali, CarlaCantone, Cantini, Viscomi, De Filippo,Ferri, Schirò, Ascani, Migliore, Nardi,Pezzopane, Quartapelle Procopio, Ciampi,Bruno Bossio, Zardini, Enrico Borghi,Melilli, Mor, Pini, Incerti, Del Barba,Giachetti, Scalfarotto, Pizzetti, Di Giorgi,Gadda, Zan, Verini, Paita, Siani, PiccoliNardelli, Sensi, Noja, Mura, Ungaro.

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La Camera,

premesso che:

il commercio al dettaglio, spesso ar-ticolato su base familiare rappresenta unelemento indispensabile del nostro tessutoeconomico nonché, in taluni casi, l’unicaattività effettivamente presente nei territoridei piccoli comuni, specialmente se dislo-cati in aree geografiche disagiate;

questo settore, che nelle città piùgrandi costituisce anche una sorta di pre-sidio sociale rispetto a fenomeni di degradourbano, è tenuto a confrontarsi con le sfideassai complicate di una concorrenza sem-pre più agguerrita, rappresentata in modoparticolare dalla rete della grande distri-buzione;

nel corso delle ultime settimanepresso la X Commissione (Attività produt-tive) della Camera è stato ampiamente di-battuto il tema del commercio, ed è statosvolto un ampio ciclo di audizioni dal qualesono emerse le principali problematichedell’intero sistema, la cui soluzione richie-derebbe, piuttosto che un intervento restrit-tivo sugli orari di apertura degli esercizicommerciali, come ventilato dalla maggio-ranza parlamentare, l’adozione di misurevolte a promuovere la capacità dei centriurbani, soprattutto piccoli e medi, di valo-rizzare l’esperienza del commercio al det-taglio, immaginando altresì nuovi moduliorganizzativi e distributivi, anche puntandosulle potenzialità dell’e-commerce;

in tale contesto, la possibilità difinanziare contributi integrativi per il pa-gamento di canoni di locazione o di con-tributi per le spese relative a interventi diristrutturazione edilizia e di eliminazionedelle barriere architettoniche, compresequelle per l’acquisto di mobili, nell’otticapiù complessiva di favorire processi di mo-dernizzazione delle predette microimprese,anche sotto il profilo tecnologico, sarebbeuna risposta concreta ed effettiva alle ri-chieste di sostegno arrivate dagli operatoridel settore del commercio al dettaglio,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di istituire un Fondodedicato al sostegno organico delle microim-

prese attive nel settore del commercio aldettaglio.

9/1334-AR/127. Moretto, Benamati, Bo-nomo, Gavino Manca, Mor, Noja, Nardi,Zardini.

La Camera,

premesso che:

il testo del provvedimento in esamereca alcune disposizioni che interessano ilsettore economico-imprenditoriale che siriferisce ad aziende ad alto contenuto in-novativo;

in particolare viene modificata ladisciplina del credito d’imposta per spesedi ricerca e sviluppo, prevedendo l’abbas-samento della quota agevolabile e il mas-simo importo annualmente concedibile la-sciando ferma la normativa previgente cheprevedeva l’agevolazione al 50 per centoper le spese per contratti di ricerca stipu-lati con università, enti di ricerca e orga-nismi equiparati, e con altre imprese, com-prese le start-up e PMI innovative;

viene inoltre istituito un Fondo disostegno al Venture Capital, per sostenerela sottoscrizione da parte dello Stato, tra-mite il MISE, di quote o azioni di fondi diVenture Capital e contestualmente si pre-vede la chiusura del Fondo rotativo per ilfinanziamento di operazioni di Start up;

si attribuisce alle PMI un contributoa fondo perduto per l’acquisizione di con-sulenze specialistiche finalizzate a soste-nere i processi di trasformazione tecnolo-gica e digitale attraverso le tecnologie abi-litanti previste dal Piano Impresa 4.0.

con alcune modifiche approvate incommissione, per il periodo di imposta incorso al 31 dicembre 2018 e per quellosuccessivo, il citato contributo viene rimo-dulato a favore delle micro e piccole im-prese delle medie imprese e nel caso diadesione ad un contratto di rete;

le misure introdotte tuttavia nonsono sufficienti per dare uno shock al si-stema e recuperare il gap tra l’Italia e gli

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altri grandi paesi europei in termini diinvestimenti in start-up innovative;

i dati degli ultimi anni, infatti, in-dicano che l’Italia è, tra i paesi che attirameno investimenti privati verso le start-upinnovative risulta pertanto urgente fornireun sistema di incentivi fiscali di caratterestrutturale per tutti gli investitori in start-upinnovative, prevedendo la possibilità, siaper i privati sia per le imprese, di dedurrealmeno il 70 per cento del proprio investi-mento in start-up innovative; la detassa-zione del guadagno in conto capitale e lapossibilità di dedurre fiscalmente almenola metà dell’eventuale perdita sull’investi-mento. Parimenti, le imprese che investonoin fondi di Venture Capital o che costitui-scono il proprio fondo di Corporate Ven-ture Capital nonché quelle che utilizzino lestart-up come fornitori, dovrebbero poterdedurre almeno il 70 per cento del proprioinvestimento;

l’impatto del mondo digitale sul fun-zionamento dell’attuale sistema economicoè rilevante e le start- up sono centrali perla creazione di lavoro; deve essere quindicentrale l’impegno per favorire queste im-prese affinché l’Italia diventi sempre di piùla casa ideale per i talenti innovativi;

la concessione di agevolazioni dicarattere fiscale rientra tra le misure con-crete volte a valorizzare la capacità diintraprendere attività innovativa, necessa-ria in un periodo in cui c’è bisogno diun’iniezione di fiducia, dell’impatto digitalesul funzionamento dell’attuale sistema eco-nomico,

impegna il Governo

a finanziare progetti concreti, condivisi coni soggetti maggiormente interessati alla nor-mativa di settore, per introdurre misurefiscali di incentivo a carattere strutturale ingrado di attrarre investimenti privati sullestart-up e sulle PMI innovative, che assu-mono sempre maggiore rilevanza nel cre-are il tessuto produttivo e i posti di lavorodi domani.

9/1334-AR/128. Mor, Moretto, Benamati,Bonomo, Gavino Manca, Nardi, Noja,Zardini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 63 del provvedimento inesame determina il contributo complessivoagli obiettivi di finanza pubblica delle re-gioni a statuto speciale Friuli-Venezia Giu-lia, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta perciascuno degli anni dal 2019 al 2021. Ilcontributo al pagamento del debito pub-blico richiesto a ciascuna autonomia dovràessere determinato da accordi bilateralicon lo Stato (entro il 31 marzo 2019) ed ècomunque definito in via provvisoria nelcaso in cui non vengano raggiunti accordi;

per la regione Sardegna, l’accordosottoscritto il 21 luglio 2014 (recepito daldecreto-legge n. 133 del 2014, articolo 42,commi 9-12), oltre a definire la misura delconcorso alla finanza pubblica della re-gione, ha stabilito per essa il passaggio alladisciplina del pareggio di bilancio a decor-rere dall’anno 2015;

dal 2010 la Regione sostiene inte-gralmente i costi della sanità, del trasportopubblico locale e della continuità territo-riale e dal 2012 concorre principalmente alperseguimento degli obiettivi nazionali difinanza pubblica attraverso gli accantona-menti disposti dallo Stato a valere sullequote di compartecipazione al gettito sta-tutariamente spettanti alla Regione;

l’ammontare delle risorse sottratteal bilancio regionale con i predetti accan-tonamenti, pari a euro 3,5 miliardi dal2012 al 2017, risulta con tutta evidenzaeccessivo in relazione alle condizioni eco-nomiche dell’isola;

a decorrere dall’anno 2009 lo Statoper risanare i conti pubblici ha drastica-mente ridotto i trasferimenti erariali spet-tanti ai comuni e alle province sarde;

come anche riconosciuto dalla Cortecostituzionale nella sentenza 275/2007, lamateria della finanza locale è devoluta allacompetenza esclusiva della Regione in forzadell’articolo 3, comma primo, lettera b)dello Statuto speciale (« Ordinamento deglienti locali e delle relative circoscrizioni »);

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la Regione già finanzia ordinaria-mente la finanza locale con ingenti trasfe-rimenti e assegnazioni specifiche, nel 2016,come da rendiconto generale della Regioneparificato dalla Corte dei conti, la Missione18 (Relazioni con le altre autonomie terri-toriali e locali) ha inciso sul bilancio regio-nale per ben il 13,62 per cento sulla com-petenza e per il 15,52 per cento sulla cassarappresentando la seconda voce del bilan-cio regionale;

al fine di definire una nuova Intesasul contributo alla finanza pubblica per iltriennio 2018-2020 la Regione Sardegna hapresentato formalmente in data 24 marzo2017 al Governo la sua richiesta di nuovaIntesa con una forte riduzione degli accan-tonamenti basata su una attenta analisidella situazione economica della Regioneche indica che il peso degli accantonamentidella Sardegna rispetto alla ricchezza pro-dotta nella regione è decisamente superiorealle altre RSS,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di attivare unnegoziato per la definizione di un nuovoassetto dei rapporti economici e finanziaritra lo Stato e la Regione Sardegna per:

consentire una forte riduzione del-l’ammontare degli accantonamenti dispostidallo Stato a valere sulle quote di compar-tecipazione ai tributi erariali spettanti allaRegione, previsti per il prossimo triennio,per il contributo della regione Sardegnaagli obiettivi di finanza pubblica;

arrivare ad una compiuta assun-zione da parte della Regione delle funzioniriguardanti la « finanza locale » ancora eser-citate dallo Stato;

prevedere per la Sardegna, un tettomassimo alla possibilità di disporre a ca-rico della Regione nuovi o maggiori con-tributi per il risanamento della finanzapubblica.

9/1334-AR/129. Gavino Manca.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 15, comma 3, del decretolegislativo 18 agosto 2000, n. 267 stabilisce

che, al fine di favorire la fusione dei co-muni oltre ai contributi della regione, loStato eroga, per i dieci anni decorrentidalla fusione stessa, appositi contributi stra-ordinari commisurati ad una quota deitrasferimenti spettanti ai singoli comuniche si fondono;

secondo l’articolo 20, comma 1-bis,del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 7agosto 2012, n. 135 a decorrere dall’anno2016, ai comuni che danno luogo alla fu-sione è attribuito un contributo straordi-nario commisurato al 40 per cento deitrasferimenti erariali attribuiti per l’anno2010, elevato al 50 per cento per l’anno2017 e al 60 per cento a decorrere dal-l’anno 2018, nel limite degli stanziamentifinanziari previsti e comunque in misuranon superiore a 2 milioni di euro perciascun beneficiario;

il medesimo articolo stabilisce che,in caso di fabbisogno eccedente le dispo-nibilità sia data priorità alle fusioni o in-corporazioni aventi maggiori anzianità eche, in caso contrario, le risorse siano ri-partite a favore dei medesimi enti in basealla popolazione e al numero dei comunioriginari;

secondo il DM 27 aprile 2018, qua-lora le richieste di contributo erariale ri-sultino superiori al fondo stanziato, nelladeterminazione del trasferimento viene datapriorità alle fusioni o incorporazioni aventimaggiori anzianità, assegnando un coeffi-ciente di maggiorazione del 4 per cento perle fusioni con anzianità di contributo di unanno, incrementato del 4 per cento perogni anno di anzianità;

dal 2014 al 2017, anche grazie allenorme approvate nel corso della XVII le-gislatura, il numero delle fusioni è quasiraddoppiato e nel 2017 sono stati assegnaticomplessivamente contributi per 37.549.370milioni di euro;

a legislazione vigente a decorreredal 2019 le risorse finanziarie stanziate perla concessione del contributo straordinarioalle fusioni attraverso le principali autoriz-zazioni di spesa (articolo 1, comma 446

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della legge n. 232/2016; articolo 1, comma164 della legge n. 662/1996; articolo 3,comma 6 del decreto del Presidente delConsiglio dei ministri 10 marzo 2017 n. 232;articolo 1 comma 869 della legge n. 205 del2017) ammontano a 46.549.370 euro;

alla data attuale, tenendo conto dellefusioni già istituite e quelle di nuova isti-tuzione a decorrenza 2019, il contributo daerogare si aggira intorno ai 58 milioni dieuro, con il grave rischio quindi che ilcontributo promesso – e sulla base delquale i cittadini hanno approvato le fusioninei rispettivi referendum – risulti ex postridotto per mancanza di capienza nel cor-rispondente capitolo di bilancio,

impegna il Governo

ad incrementare le risorse previste per icomuni che danno luogo a fusioni per nonlimitare il carattere fortemente incenti-vante delle misure previste a legislazionevigente ed evitare che i comuni che stannopianificando questi processi non percepi-scano in misura piena il contributo dedi-cato.

9/1334-AR/130. Marattin.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 4, della legge 11dicembre 2016, n. 232 (Legge di bilancio2017), ha riconosciuto per ciascuno deglianni 2017 e 2018 il credito di imposta perla riqualificazione delle strutture ricettiveturistico alberghiere, già istituito all’arti-colo 10 del decreto-legge 31 maggio 2014,n. 83, portandola alla misura del 65 percento a condizione che gli interventi aves-sero anche finalità di ristrutturazione edi-lizia, riqualificazione antisismica o energe-tica e acquisto mobili, ed estendendola an-che alle strutture svolgenti attività agritu-ristica;

la misura si è rivelata molto efficacee fondamentale per il turismo che è uno deiprincipali settori dell’economia italiana,

impegna il Governo

a prendere iniziative volte a migliorare laqualità dell’offerta ricettiva per accrescere

la competitività delle destinazioni turisti-che italiane mediante la proroga delle mi-sure di incentivazione fiscale per la riqua-lificazione delle strutture ricettive turisticoalberghiere in scadenza.

9/1334-AR/131. Benamati, Moretto, Bo-nomo, Gavino Manca, Mor, Noja, Nardi,Zardini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 1096, della legge27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di bilancio2018), ha previsto che la società RAI –Radiotelevisione italiana S.p.A. possa av-viare immissioni in organico di giornalistial livello retributivo minimo previsto dalcontratto di categoria, attingendo priorita-riamente alle graduatorie di giornalisti pro-fessionisti riconosciuti idonei elaborate aseguito delle selezioni avviate nel 2013 e nel2014;

la ratio della norma, che tra l’altroha reso permanente l’esclusione (già intro-dotta provvisoriamente dall’articolo 6,comma 4, del decreto-legge n. 244 del 2016)della RAI S.p.A. dall’applicazione dellenorme sul contenimento della spesa previ-ste dalla legislazione vigente a carico delleamministrazioni pubbliche, è quella di con-sentire immissioni in organico « in un’ot-tica virtuosa di risparmio a medio-lungotermine »;

in particolare, nel 2014 la RAI haavviato una procedura di selezione di 100giornalisti professionisti per far fronte afuture esigenze, la cui graduatoria finale havalidità di 3 anni dalla sua pubblicazione,avvenuta nel 2015, e che non è stata esau-rita con le assunzioni successivamente av-venute;

nel corso del prossimo anno, unaserie di giornalisti andranno in quiescenzae sarà necessario integrare l’organico alfine di assicurare il pieno ed efficace svol-gimento delle attività e delle funzioni at-tribuite alla società concessionaria del ser-vizio pubblico radiofonico, televisivo e mul-timediale;

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si ritiene opportuno limitare la di-screzionalità nella selezione del personaleche svolge la professione di giornalista pressoil servizio pubblico radiotelevisivo e, in ognicaso, vincolandola a parametri di eccel-lenza, evitando quindi di equiparare aiconcorsi pubblici la partecipazione a corsidi formazione di scuole che, seppur auto-revoli, non possono ritenersi equivalentigiacché l’autorevolezza delle scuole di for-mazione è in qualche modo decisa dalmercato, che nel caso della RAI non puòessere invocato trattandosi di una situa-zione di monopolio,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative per con-sentire che la società RAI – Radiotelevi-sione italiana S.p.A. possa procedere per iltriennio 2019-2021 all’immissione in orga-nico di personale in sostituzione dei gior-nalisti che accedono al pensionamento, at-tingendo prioritariamente, sino al relativoesaurimento, alle graduatorie degli idoneidelle precedenti procedure di selezione del2013 e del 2015, al fine sia di tutelare idiritti maturati dai vincitori sia di evitarepratiche poco trasparenti e un inutile sper-pero di denaro pubblico.

9/1334-AR/132. Boccia, Lacarra, Pezzo-pane, Bartolozzi, Bruno Bossio.

La Camera,

premesso che:

con la Legge di bilancio 2017 (leggen. 232 del 2016) sono state introdotte age-volazioni fiscali volte a incoraggiare inve-stimenti a lungo termine nelle imprese,specialmente nelle piccole e medie imprese(PMI), attraverso investimenti qualificati epiani di risparmio a lungo termine (PIR);

la citata legge, all’articolo 1, commida 100 a 114, prevede l’esenzione fiscaleper i redditi di capitale e i redditi diversipercepiti da persone fisiche residenti inItalia, al di fuori dello svolgimento di atti-vità di impresa commerciale, derivanti da-gli investimenti effettuati nei predetti PIR a

condizione che gli strumenti finanziari incui è investito il PIR siano detenuti peralmeno 5 anni ed entro il limite individualedi 30.000 euro all’anno e, comunque, dicomplessivi 150.000 euro;

in particolare, il comma 102 pre-vede che, in ciascun anno solare di duratadel piano, per almeno i due terzi dell’annostesso, le somme destinate nel PIR debbanoessere investite per almeno il 70 per centodel valore complessivo in strumenti finan-ziari – anche non negoziati nei mercatiregolamentati o nei sistemi multilaterali dinegoziazione – emessi o stipulati con im-prese fiscalmente residenti in Italia o inStati membri dell’Unione europea; la pre-detta quota del 70 per cento deve essereinoltre investita per almeno il 30 per centodel valore complessivo in strumenti finan-ziari di imprese diverse da quelle inseritenell’indice FTSE MIB di Borsa italiana o inindici equivalenti di altri mercati regola-mentati;

la normativa richiamata sta avendoeffetti fortemente positivi sull’economia na-zionale, con risultati ben oltre le aspetta-tive e ampie prospettive di crescita: se-condo le stime degli uffici studi delle prin-cipali case di investimento italiane la rac-colta cumulata al 2021 potrebbe superare i70 miliardi; ciò nonostante le masse gestitee amministrate dal private banking nonsono ancora interessate dagli strumenti pre-visti se non in maniera molto marginale;

un innalzamento dei limiti indivi-duali e di quello complessivo all’investi-mento si stima permetterebbe di estendereanche alle masse del Private Banking ibenefici fiscali dei PIR, con un ulteriorerafforzamento degli effetti positivi di talipiani di risparmio sull’economia del Paese;

lo strumento dei PIR rappresentainoltre una straordinaria opportunità persostenere una politica industriale volta arafforzare la patrimonializzazione delle im-prese italiane, e tra queste in particolarequelle di medio-piccole dimensione, in con-tinuità con quanto disposto dai Governidella XVII legislatura;

l’esame in Commissione V dellaLegge di bilancio per il 2019 ha visto l’ap-

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provazione di un solo emendamento adintegrazione della disciplina richiamata, che,all’articolo 1, comma 128, introduce unulteriore vincolo di destinazione dei relativiinvestimenti effettuati, prevedendo che unaquota non inferiore al 3 per cento delvalore complessivo del Piano debba essereinvestita in strumenti finanziari non nego-ziati nei mercati regolamentati o nei si-stemi multilaterali di negoziazione di PMI;

il provvedimento in esame non haperò né rivisto al rialzo i limiti quantitativiall’investimento in PIR né previsto modifi-che che sostengano, in particolare, le PMIche investono nell’innovazione – come lestart-up innovative, le PMI e gli incubatoricertificati – con l’obiettivo di favorire lacompetitività delle stesse e la loro capacitàdi gestire i cambiamenti, complessi e veloci,in atto nel sistema economico, anche at-traverso una migliore patrimonializzazione,

impegna il Governo

a incoraggiare gli investimenti a lungo ter-mine nelle imprese nazionali attraverso ilsostegno allo strumento dei piani di rispar-mio a lungo termine (PIR), innalzando lesoglie relative al limite individuale e a quellocomplessivo, oggi pari rispettivamente a30.000 euro annui e 150.000 euro, e pro-muovendo altresì la canalizzazione del ri-sparmio privato in PIR verso le impresetecnologicamente avanzate, al fine di soste-nere la patrimonializzazione delle start-upinnovative, delle PMI innovative e degliincubatori certificati.

9/1334-AR/133. Fregolent.

La Camera,

premesso che:

il testo in esame prevede all’articolo15 che una quota di risorse del fondo vengaattribuito a forme di sperimentazione in-novativa per la mobilità elettrica;

si tratta di una misura attesa emolto importante in prospettiva per il set-tore della mobilità,

impegna il Governo

a prevedere entro trenta giorni dalla ap-provazione della presente legge la predi-

sposizione di tutti gli atti necessari per laoperatività della norma e che la quota peril suddetto fondo non sia inferiore al 33 percento.

9/1334-AR/134. Nobili.

La Camera,

premesso che:

uno dei problemi più rilevanti pre-senti nella pubblica amministrazione è co-stituito dal cosiddetto « precariato sto-rico »;

nella scorsa legislatura sono stateapprovate norme che forniscono strumentiper il definitivo superamento di questofenomeno;

in particolare, l’articolo 20 del de-creto legislativo n. 75 del 2017 ha datoattuazione al criterio di delega di cui al-l’articolo 17, comma 1, lettera a), dellalegge n. 124 del 2015, che richiedeva la« previsione nelle procedure concorsualipubbliche di meccanismi di valutazione fi-nalizzati a valorizzare l’esperienza profes-sionale acquisita da coloro che hanno avutorapporti di lavoro flessibile con le ammi-nistrazioni pubbliche, con esclusione, inogni caso, dei servizi prestati presso ufficidi diretta collaborazione degli organi poli-tici e ferma restando, comunque, la garan-zia di un adeguato accesso dall’esterno »;

nel citato articolo, si prevede, neltriennio 2018-2020, la facoltà, per le am-ministrazioni, di procedere alla stabilizza-zione del personale non dirigenziale chepossegga determinati requisiti: risulti inservizio presso l’amministrazione che pro-cede all’assunzione, sia stato reclutato atempo determinato con procedure concor-suali e abbia maturato, al 31 dicembre2017 almeno tre anni di servizio, anche noncontinuativi, negli ultimi otto;

allo stesso tempo, le amministra-zioni interessate possono bandire, nellostesso triennio 2018-2020, specifiche pro-cedure concorsuali riservati, in misura nonsuperiore al 50 per cento dei posti dispo-nibili, per l’assunzione a tempo indetermi-

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nato di personale non dirigenziale che alladata di entrata in vigore del provvedimentoin esame possegga determinati requisiti:risulti titolare di un contratto di lavoroflessibile presso l’amministrazione che ban-disce il concorso e abbia maturato, alladata del 31 dicembre 2017, almeno tre annidi contratto, anche non continuativi, negliultimi otto anni;

l’articolo 28, commi da 1 a 3, delpresente provvedimento rifinanzia il Fondoper il pubblico impiego per la parte relativaalle nuove assunzioni a tempo indetermi-nato presso la pubblica amministrazione,individuate nell’ambito delle vacanze di or-ganico e in aggiunta alle facoltà assunzio-nali previste dalla legislazione vigente;

è necessario proseguire nell’azionedi stabilizzazione del precariato « storico »,

impegna il Governo

a continuare l’attuazione del processo distabilizzazioni individuato dall’articolo 20del decreto legislativo n. 75 del 2017 al finedi superare definitivamente il fenomenodel precariato storico in tutte le ammini-strazioni, anche negli enti territoriali e nelcomparto sanità e, al contempo, consen-tendo alle amministrazioni centrali l’uti-lizzo delle risorse di cui all’articolo 28 delpresente provvedimento.

9/1334-AR/135. Madia.

La Camera,

premesso che:

il servizio di trasporto ferroviarioTrenord evidenzia da tempo una serie dicriticità a discapito dell’utenza costrettaquotidianamente a dovere fronteggiare si-stematici disservizi;

lo scorso 15 novembre in un comu-nicato congiunto il Ministro delle Infra-strutture e il Presidente della regione Lom-bardia hanno testualmente affermato cheTrenord sarà una priorità per lo Stato, perla Regione e per le Ferrovie dello Stato daqui al prossimo 2020;

nel richiamato comunicato si fa ri-ferimento ad una agenda condivisa cheverrà illustrata di volta in volta a partiredal mese di febbraio, per informare sulleiniziative concrete che si assumeranno inmerito al trasporto ferroviario;

su alcune tratte regionali la situa-zione è ormai al collasso e l’utenza è esa-sperata;

ci sono delle priorità ineludibili cheriguardano il rinnovo del materiale rota-bile, l’implementazione dei sistemi di sicu-rezza, l’incremento del personale per unarete che serve uno dei territori più avanzatidella intera Europa continentale,

impegna il Governo

a prevedere adeguati investimenti per mi-gliorare il servizio di trasporto ferroviarioin Lombardia in particolare per le trattepiù critiche, ad istituire, in sede ministe-riale, un Osservatorio sulla qualità del sud-detto servizio e a prevedere una relazioneannuale da inviare al Parlamento.

9/1334-AR/136. Pizzetti, Colaninno.

La Camera,

premesso che:

la chiusura del Ponte di san Micheletra Calusco e Paderno D’Adda sta determi-nando palesi criticità non solo alla mobilitàdei cittadini ma anche sul tessuto econo-mico e produttivo del comprensorio terri-toriale;

il commissariamento, affidato al-l’Amministratore delegato di Rfi, per gliinterventi al suddetto Ponte, introdotto me-diante la norma inserita nella legge di con-versione n. 16 novembre 2018, n. 130, pub-blicato sulla Gazzetta Ufficiale 19 novem-bre 2018, n. 269, del decreto-legge 28 set-tembre 2018, n. 109 conosciuto come« Decreto Genova » non risulta essere ingrado di affrontare le criticità presenti sulterritorio;

nell’ambito dei lavori parlamentaridi conversione del richiamato decreto-legge

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è stato accolto un ordine del giorno iln. 9/1209-A/45 che impegnava il Governo avalutare l’opportunità di prevedere sin dallaprossima manovra di bilancio misure per leimprese aventi sede operativa nelle pro-vince di Bergamo e Lecco, nonché agliartigiani e commercianti con sede o unitàlocale ubicate nella medesima zona, la cuiattività risulti essere condizionata negati-vamente dalla chiusura alla circolazionedel Ponte nonché un contributo straordi-nario a sostegno della rimodulazione deiservizi di trasporto pubblico (locale) perfronteggiare i disagi derivanti per l’utenza;

nell’ambito della legge di stabilitàper l’anno 2019 nonostante la presenza dialcuni emendamenti presentati che richia-massero quei precisi impegni assunti dallostesso esecutivo non è stato dato seguitocon la introduzione di specifiche norme;

questo ritardo rischia di aggravareulteriormente il disagio economico del com-prensorio territoriale interessato dalla chiu-sura con un inevitabile rischio per le im-prese presenti,

impegna il Governo

a riconoscere la condizione di disagio per ilterritorio in oggetto derivante dalla chiu-sura del Ponte di San Michele e a valutarel’opportunità di introdurre, nell’ambito diuno dei prossimi provvedimenti di Go-verno, misure di sostegno per le impreseinteressate e per il sistema di trasportopubblico locale finalizzato ad assicurare lamobilità dei cittadini ed in particolare deipendolari.

9/1334-AR/137. Carnevali.

La Camera,

premesso che:

gli eventi calamitosi registrati a Ve-nezia e nel suo comprensorio nel mese diottobre/novembre con il nuovo record diacqua alta per città hanno determinatonotevoli danni al patrimonio storico e ar-tistico della città;

particolarmente colpita è risultataessere la Basilica di San Marco con ingentidanni che rischiano di comprometterneseriamente la bellezza e la sua sicurezza;

le istituzioni locali, le competentiautorità culturali e la città intera ha chiestouna adeguata attenzione da parte del go-verno affinché vengano posti in essere tem-pestivi interventi per la messa in sicurezzadi questo incommensurabile patrimonio ar-tistico di caratura mondiale,

impegna il Governo

a valutare la possibilità entro trenta giornidalla approvazione della presente legge adattivare un tavolo istituzionale per indivi-duare e porre in essere gli interventi ne-cessari per la tutela della Basilica di SanMarco.

9/1334-AR/138. Pellicani.

La Camera,

premesso che:

la previsione del definanziamentodella tratta ferroviaria Lucca-Pistoia pari a5 milioni di euro costituisce un durissimocolpo per i territori in questione;

si tratta di un’area che necessitafisiologicamente di un potenziamento dellarete di trasporto pubblico e la ferrovia inoggetto rappresenta un investimento infra-strutturale atteso dalle comunità di riferi-mento proprio in relazione alla necessità dimigliorare la qualità e l’efficienza dei col-legamenti; Il definanziamento rischia dipregiudicare il diritto alla mobilità per gliabitanti di questi territori e di avere rica-dute negative anche in ambito economico;

tale misura è stata adottata senzaaver in alcun modo coinvolto i territoriinteressati,

impegna il Governo

ad attivare in tempi rapidi un confrontocon la Regione Toscana, con le Province diLucca e Pistoia, con gli enti locali interes-

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sati e le forze economiche e sociali al finedi riconsiderare la scelta assunta e di va-lutare il ripristino del finanziamento dellatratta ferroviaria Lucca-Pistoia consideratala sua rilevanza per il territorio e le legit-time attese dei cittadini per un più effi-ciente servizio di trasporto.

9/1334-AR/139. Cantini.

La Camera,

premesso che:

occorre proseguire nel processo distabilizzazione della intera platea dei lavo-ratori ex LSU ed LPU della Calabria;

per poter conseguire questo obiet-tivo è indispensabile prorogare le disposi-zioni di cui all’articolo 1, commi 223, 224 e225 della legge 27 dicembre 2017, n. 205;

le amministrazioni interessate, d’in-tesa con la Regione e le organizzazionisindacali, devono poter essere autorizzate aprorogare i corrispondenti rapporti di la-voro a tempo determinato, anche in derogaalla normativa vigente rispetto al limite dei36 mesi, fino alla loro progressiva stabiliz-zazione;

il personale utilizzato nel contin-gente degli LSU – LPU e lavoratori impie-gati in attività socialmente utili, che conti-nui a prestare servizio nel corso della ri-chiamata proroga, proprio per favorire ilprocesso di stabilizzazione, può essere in-quadrato, anche in sovrannumero, alle di-pendenze delle Amministrazioni presso lequali viene utilizzato, o in altre nell’ambitodella Regione Calabria con la posizionefunzionale ricoperta,

impegna il Governo

a reperire le risorse finanziarie necessarieper la progressiva e totale stabilizzazionedella platea dei lavoratori di cui in pre-messa, rendendo strutturale la dote finan-ziaria prevista dalla normativa vigente asostegno di tale processo, nonché ad atti-vare specifici percorsi per l’inquadramento,anche in sovrannumero, per le amministra-

zioni presso le quali sono impiegati o nel-l’ambito della Regione Calabria.

9/1334-AR/140. Bruno Bossio.

La Camera,

per sapere:

in Liguria a seguito delle recentis-sime ondate di maltempo si sono verificatiingentissimi danni ad infrastrutture e ma-nufatti con costi elevatissimi;

numerose amministrazioni locali in-teressate hanno evidenziato una serie dicriticità legate al cosiddetto patto di stabi-lità interno che impedisce di fatto l’utilizzodi risorse che pure vi sono e che potreb-bero essere impegnate proprio per il ripri-stino di opere e manufatti;

in molti casi si tratta di comuni neiquali vi è una incidenza molto rilevante diseconde case sulle quali lo Stato incassa il65 per cento dell’IMU pagata dai cittadini;

l’impiego di queste risorse sarebbeimportantissimo non solo per gli interventidi ripristino ma anche come strumenti fi-nanziari di garanzia per l’accensione dimutui agevolati considerata la certezza delleentrate;

tale meccanismo di flessibilità sa-rebbe utile in questa fase per dare sollievoa territori duramente provati dal mal-tempo,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di attivare un ta-volo di confronto con la Regione Liguria ele amministrazioni locali interessate al finedi prevedere la sospensione almeno perl’anno 2019, per i comuni colpiti dal mal-tempo, il patto di stabilità interno e con-sentire loro di usare le risorse provenientidall’IMU per la quota parte destinata alloStato con l’obiettivo di procedere alla messain opera di interventi di ripristino e ma-nutenzione su manufatti e infrastrutturedanneggiati dagli eventi calamitosi nonchéper attivare anche con Cdp mutui agevolati

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per investimenti nel campo della manuten-zione e messa in sicurezza del territorio.

9/1334-AR/141. Andrea Romano, Paita.

La Camera,

premesso che:

la Valbasento è una delle principalie più importanti area industriali della Ba-silicata e dell’intero Mezzogiorno;

da tempo attraversa una lunghis-sima fase di crisi che ha determinato unprogressivo ridimensionamento delle atti-vità industriali presenti e una conseguentedrammatica contrazione della occupazione;

suddetta area nel 1987 è stata laprima area industriale nel processo di rein-dustrializzazione a seguito delle dismis-sioni da parte delle partecipazioni stataliad essere interessata su scala nazionale daun Accordo di Programma;

gli strumenti di negoziazione pro-grammata purtroppo non hanno determi-nato i risultati sperati dal punto di vistaoccupazionale;

l’area rimane strategica per infra-strutture e collegamenti ed è in parte ri-cadente nell’ambito della ZES jonica conl’area portuale di Taranto;

occorre raccogliere in pieno questaopportunità per rendere nuovamente at-trattivo suddetto sito e allocare nuove im-prese,

impegna il Governo

a promuovere entro sessanta giorni dallaapprovazione della presente legge un tavoloistituzionale aperto alle parti sociali dato-riali e sindacali, per riconoscere suddettaarea industriale quale « area di crisi com-plessa » ai sensi della normativa vigente apartire dalla legge n. 181 del 1989 e acce-dere ai relativi finanziamenti per porre inessere tutte le iniziative opportune per ilrilancio economico, produttivo ed occupa-zionale del sito.

9/1334-AR/142. Anzaldi.

La Camera,

per sapere:

il protocollo d’intesa raggiunto gra-zie al lavoro dell’allora Ministro Delrio conle associazioni di categoria presso il tavolotecnico del MIT, con l’obiettivo di ridefinirela Legge Quadro sui servizi pubblici non dilinea (taxi e NCC), costituisce una validabase da cui partire per modernizzare unsettore importantissimo per la mobilità;

occorre una logica concertativa fi-nalizzata a superare diffidenze e pregiudiziche ostano una soluzione condivisa perproblematiche oggettive che paralizzano unsettore invece che in altre realtà risultaessere dinamico e in grado di creare occu-pazione;

con il tavolo tecnico presso il MITdel 2017 ed il protocollo d’intesa si è indi-viduato un percorso che prospetta solu-zioni importanti per il settore come adesempio la previsione di una norma tran-sitoria, il passaggio delle competenze per ilrilascio dei titoli autorizzativi dai comunialle regioni, la possibilità di avere più ri-messe nel proprio ambito regionale, non-ché quella di operare senza rientro nellarimessa in ambito di una stessa giornatalavorativa ed in ambito regionale;

per ora l’emergenza più avvertitadagli operatori di settore è quella di unaproroga termini che consenta di affrontarele problematiche qui riportate in manieraorganica e strutturale,

impegna il Governo

a prevedere la proroga al 31 dicembre 2019delle disposizioni previste dal comma 1136lettera b) della legge n. 205 del 2017 eripartire dalle conclusioni del tavolo tec-nico presso il MIT del 2017 per una ri-forma strutturale del settore.

9/1334-AR/143. Losacco.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, commi da 363 a 366,introducono modifiche all’attuale assetto

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normativo del CONI di cui all’articolo 8 deldecreto-legge n. 138 del 2002,mutando ladenominazione della società per azioni« CONI Servizi Spa » in « Sport e SaluteSpa »; modificando il meccanismo di finan-ziamento dell’attività sportiva nazionale daparte dello Stato; ridisegnando la gover-narne della società di nuovo conio; attri-buendo all’Autorità di Governo competentein materia di sport le competenze attual-mente spettanti al MIBAC ai sensi dellapredetta disposizione;

il riassetto della governance del CONIavrebbe dovuto richiedere una riflessioneapprofondita con gli organi parlamentari,con gli enti locali e un’interlocuzione con ilmondo dello sport e in particolare con irappresentanti delle federazioni sportive,cui sono iscritti oltre dieci milioni di ita-liani;

gli interventi e le spese in materia diSport registrano l’intenzione del Governo arinunciare alle politiche di sostegno al set-tore,

impegna il Governo

a prevedere, al fine di avviare una riformacondivisa,- attraverso opportune iniziativeanche normative – un confronto con gliorgani parlamentari, con il Comitato olim-pico nazionale (CONI), con le federazioni econ gli Enti Locali primi soggetti interessatiai nuovi assetti del settore.

9/1334-AR/144. Rossi, Prestipino, Ascani,Piccoli Nardelli, Anzaldi, Ciampi, DiGiorgi, Franceschini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, commi 412 e 413, in-crementa il limite di spesa relativo alladotazione organica dei docenti in misuracorrispondente a 2.000 posti aggiuntivi nellascuola primaria, al fine di ampliare le pos-sibilità di tempo pieno nella stessa;

le modalità per l’incremento deltempo pieno nella scuola primaria devono

essere stabilite con decreto del Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca, sentita la Conferenza unificata, daemanare entro 60 giorni dalla data di en-trata in vigore della legge;

la previsione di posti aggiuntivi nonrisponde alle reali esigenze e non consentel’estensione del tempo pieno da soddisfarel’intero fabbisogno;

l’ampliamento del tempo pieno ri-chiede anche la disponibilità di strutture eservizi,

impegna il Governo

a prevedere – al fine di rispondere allereali esigenze e consentire l’estensione deltempo pieno e soddisfare l’intero fabbiso-gno – risorse adeguate ad avviare un pianoassunzionale di almeno 40 mila posti ag-giuntivi e ad estendere la disponibilità dellestrutture e dei servizi, necessari all’amplia-mento del tempo pieno.

9/1334-AR/145. Prestipino, Ascani, Pic-coli Nardelli, Anzaldi, Ciampi, Di Giorgi,Franceschini, Rossi.

La Camera,

premesso che:

le norme a sostegno del settore sco-lastico si traducono in riduzioni di spesadeterminate da importanti modifiche dinorme che andranno ad impattare negati-vamente sul settore;

tra le misure finalizzate a garantirela continuità didattica sarebbe stato impor-tante prevedere una norma di incrementodell’organico dell’autonomia;

l’articolo 1, comma 413, si limita aprevedere la dotazione organica dei docentiin misura corrispondente a 2.000 posti ag-giuntivi nella scuola primaria,

impegna il Governo

ad avviare – attraverso opportune inizia-tive anche normative – un piano struttu-rale di interventi finalizzato a garantire la

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continuità didattica, incrementando l’orga-nico dell’autonomia, di cui all’articolo 1,comma 201, della legge 13 luglio 2015,n. 107.

9/1334-AR/146. Ascani, Piccoli Nardelli,Prestipino, Anzaldi, Ciampi, Di Giorgi,Franceschini, Rossi.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 476, del prov-vedimento in esame, riduce di € 20 milionilo stanziamento disponibile per il 2019 perla così detta Card cultura per i diciottenni,prevista a partire dal 2016.

dall’attivazione, 3 novembre 2016,ad oggi, risultano spesi circa 220 milioni dieuro in libri, quasi l’80 per cento dei totali268 milioni di euro spesi in cultura. Unsuccesso per un Paese come il nostro, dovesi legge poco;

inoltre, i ragazzi hanno acquistatomusica registrata per il 12,42 per cento: insoli otto mesi, dall’ottobre 2017 a maggio2018, gli acquisti di musica tramite 18apphanno realizzato consumi per oltre 12 mi-lioni di euro, sensibilizzando così i giovaniall’acquisto di contenuti legali sul web eallo stesso tempo stimolandoli all’utilizzodelle nuove tecnologie;

inoltre, l’articolo 1, comma 477, delprovvedimento in esame, prevede risparmidi spesa mediante la riduzione dei creditid’imposta attribuiti agli esercenti di salecinematografiche, agli esercenti di attivitàdi vendita di libri al dettaglio, nonché alleimprese produttrici di prodotti editorialiche effettuano investimenti in editoria eprogrammi di ristrutturazione economica;

tali tagli determinano per gli eser-centi delle sale cinematografiche una ridu-zione del credito di imposta di quasi 4milioni; per i librai di 1,25 milioni (unquarto della dotazione complessiva) e perle imprese produttrici di prodotti editorialidi 375 mila euro;

i tagli effettuati sono inversioni dimarcia rispetto agli ultimi anni, in cui per

il patrimonio e le attività culturali sonostate stanziate ingenti risorse e sono statiintrodotti strumenti innovativi,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi del provve-dimento in esame, al fine di rivalutare,attraverso opportune iniziative anche nor-mative, il taglio di 20 milioni della CardCultura e la riduzione dei crediti d’impostaattribuiti agli esercenti di sale cinemato-grafiche, agli esercenti di attività di venditadi libri al dettaglio, nonché alle impreseproduttrici di prodotti editoriali, conside-rate un indebolimento per il settore dellacultura.

9/1334-AR/147. Piccoli Nardelli, Ascani,Franceschini, Prestipino, Anzaldi, Ciampi,Di Giorgi, Rossi.

La Camera,

premesso che:

preso atto dei limiti delle misureadottate nella manovra per il rafforza-mento della ricerca pubblica sia per lamancanza di un investimento adeguato, siaper la mancanza di un quadro program-matico dover collocare interventi che silimitano a tamponare le situazioni più cri-tiche ma che non consentono di utilizzarein maniera coordinata le scarse risorsepubbliche a disposizione dei Ministri;

ribadito che la programmazione stra-tegica nel settore della ricerca richiede unmomento di sintesi e di impulso che devenecessariamente collocarsi a livello Gover-nativo essendo la ricerca un investimentostrumentale al perseguimento di quasi tuttele politiche;

richiamata l’attenzione sulla circo-stanza che il sistema pubblico della ricercain Italia è un sistema complesso con 91università (61 statali e 30 non statali di cui11 telematiche), 20 enti nazionali di ricercaidentificati dall’articolo 1 del decreto legi-slativo n. 218 del 2016 vigilati da diversiMinisteri (istruzione, università e ricerca;politiche agricole alimentari e forestali; am-

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biente e tutela del territorio e del mare;lavoro e politiche sociali; salute e sviluppoeconomico);

visto l’articolo 1, comma 97 del di-segno di legge inserito tra le misure per lacrescita (Titolo 2) nel capo dedicato allemisure per lo sviluppo e gli investimenti,che prevede la costituzione di una strutturadi missione presso la Presidenza del Con-siglio dei ministri denominata « Investita-lia » per il supporto alle attività del Presi-dente del Consiglio dei ministri relative alcoordinamento delle politiche del Governoe dell’indirizzo politico e amministrativodei Ministri in materia di investimenti pub-blici e privati;

ritenuto che una struttura di mis-sione presso la Presidenza del Consiglio deiministri possa essere costituita a legisla-zione vigente, anche nelle more di un in-tervento legislativo organico per aggiornarela legislazione sulla programmazione na-zionale della ricerca di cui al decreto legi-slativo n. 204 del 1998;

ritenuta strategica la presenza diuna struttura temporanea a supporto delPresidente del Consiglio dei Ministri per ilcoordinamento delle politiche del Governoche destinano risorse per attività di ricerca;

ritenuto che una struttura di mis-sione potrebbe provvedere a: verificare evalutare gli effetti delle politiche pubblichenel settore della ricerca e dell’innovazione;individuare le problematiche connesse allamancata attuazione degli interventi; prov-vedere all’individuazione e alla ricogni-zione delle fonti di finanziamento; pro-porre interventi di particolare rilevanzastrategica per il raggiungimento degli obiet-tivi generali; dare impulso e coordinare lestrutture competenti dei Ministeri deputatialla gestione degli interventi di promozionee sostegno per la missione « Ricerca e in-novazione »,

impegna il Governo

a istituire nell’ambito della Presidenza delConsiglio dei ministri di una struttura dimissione ai sensi dell’articolo 7, comma 4,

del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303,per assicurare il coordinamento, impulso eattuazione dei programmi affidati ai diversiMinisteri nell’ambito della missione n. 17« Ricerca e innovazione » o di altre missioniche comportino attività di ricerca scienti-fica e tecnologica.

9/1334-AR/148. Di Giorgi, Ascani, PiccoliNardelli, Prestipino, Anzaldi, Ciampi,Franceschini, Rossi.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, commi 204-206, del prov-vedimento in esame mantiene al cento percento delle cessazioni le facoltà assunzio-nali del Corpo nazionale dei vigili del fuocoed incrementa la pianta organica della qua-lifica di vigile del fuoco per complessive1.500 unità;

a copertura dei posti, si ricorre invia prioritaria alla graduatoria relativa alconcorso pubblico a 814 posti di vigile delfuoco – in procinto di essere esaurita –, ein subordine per il settanta per cento deiposti della graduatoria del concorso pub-blico a 250 posti di vigile del fuoco, e per ilrimanente trenta per cento mediante ri-corso alla graduatoria relativa alla stabi-lizzazione del personale volontario,

impegna il Governo

a garantire l’esaurimento di entrambe legraduatorie e a dar seguito agli impegniassunti con il personale volontario aventi irequisiti previsti dalla vigente normativa.

9/1334-AR/149. Paita.

La Camera,

premesso che:

il Direttore della National Intelli-gence, degli Stati Uniti, James R. Clapper,ha definito la minaccia cyber « più grandedi quella terroristica »;

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solo tra marzo e aprile 2018, l’Italiaè stata il quarto bersaglio preferito al mondoper attacchi dei ransomware – un tipo dimalware che limita l’accesso del dispositivoche infetta, richiedendo un riscatto da pa-gare per rimuovere la limitazione;

più dell’80 per cento di conversioneal fanatismo islamico avviene sul web cheviene utilizzato anche per il reclutamentodegli jihadisti. Uno strumento, quello ciber-netico, utilizzato dai terroristi anche a scopoemulativo come si è constatato negli ultimianni;

nel primo semestre 2017, il 47 percento delle imprese italiane ha subito at-tacchi informatici e secondo una stima delDipartimento delle informazioni per la Si-curezza, 1’80 per cento delle aziende ita-liane è sotto attacco, ma non lo sa;

uno scenario che si traduce in mi-lioni di euro persi per pagare i riscatti(ransomware) o ripristinare sicurezza edefficienza dei sistemi informatici infettati, ei danni collaterali relativi a proprietà in-tellettuale trafugata, infrastrutture pubbli-che strategiche minacciate;

dinanzi ad una minaccia così seria epreoccupante, è decisamente inadeguata laesigua cifra di 1 milione di euro per iltriennio, stanziato nel provvedimento inesame, al fine di potenziare le dotazionistrumentali per la difesa cibernetica, so-prattutto se confrontati, ad esempio, coiquasi 2,2 miliardi di euro previsti dal go-verno britannico in cinque anni attraversola National Cyber Security Strategy 2016 to2021,

impegna il Governo

a prevedere nel primo provvedimento utile,adeguati stanziamenti per la realizzazionedi progetti di cybersecurity proporzionatiall’elevato rischio a cui il nostro paese e lenostre aziende, sono esposte.

9/1334-AR/150. Cardinale, Pagani, Lotti,Losacco, Carè, De Menech, Rosato, En-rico Borghi.

La Camera,

premesso che:

il gruppo aeronautico Piaggio Aero-space, rappresenta un’eccellenza nazionalenell’industria di settore e occupa circa 1.300lavoratori tra la sede principale e l’indotto.Essa è impegnata sul versante dell’avia-zione civile e militare, specializzata nellaproduzione del velivolo commerciale P. 180e del velivolo a pilotaggio remoto P.1HH, undrone progettato per scopi militari e per lasorveglianza e la ricognizione aerea, ma-rittima e del territorio;

il programma dei velivoli a pilotag-gio remoto P.1HH e lo sviluppo del droneP.2HH, evoluzione del modello attualmentein produzione, appare strategico, non soloper l’eccellenza della ricerca nostrana intal campo, ma anche per la sopravvivenzaeconomica dell’azienda stessa e di conse-guenza dei suoi lavoratori;

i dipendenti, attualmente in stato diagitazione, hanno incontrato il Presidentedella Regione Liguria e altri rappresentantidelle istituzioni locali e il prossimo 7 di-cembre è stato convocato al Ministero dellosviluppo economico il Tavolo sulla vicendaPiaggio Aerospace;

il via libera al programma plurien-nale per la produzione dei droni, che spal-merebbe i finanziamenti sui 15 anni avenire, garantirebbe la sopravvivenza del-l’azienda e il mantenimento del livello oc-cupazionale,

impegna il Governo

a prevedere nel primo provvedimento utile,adeguate risorse a sostegno dei programmipluriennali avviati dalla società Piaggio Ae-rospace, anche al fine di garantire la so-pravvivenza dell’azienda e il livello occu-pazionale dei 1.300 lavoratori di Villanovad’Albenga.

9/1334-AR/151. Pagani, Losacco, Carè, DeMenech, Rosato, Lotti, Enrico Borghi.

La Camera,

premesso che:

la complessa riforma di razionaliz-zazione delle funzioni di polizia, che ha

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comportato l’assorbimento del Corpo fore-stale dello Stato, in particolare nell’Armadei Carabinieri, ha presentato alcuni pro-blemi di carattere attuativo che necessitanodi interventi legislativi integrativi;

come anche rilevato dalla Commis-sione Speciale del Consiglio di Stato, insede di parere n. 1653/2017, reso sulloschema di decreto legislativo recante dispo-sizioni integrative e correttive al decretolegislativo n. 177 del 2016, si ravvisa l’esi-genza di ulteriori interventi legislativi voltia superare le criticità attuative;

appare opportuno, dunque, predi-sporre una misura atta a consentire il pas-saggio del personale coinvolto dal provve-dimento di cui sopra in altre amministra-zioni diverse dall’Arma dei Carabinieri,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di verificare, nelprimo provvedimento utile, la praticabilitàdi eventuali transiti del personale in servi-zio nell’Arma dei carabinieri e nel Corpodella Guardia di finanza, già appartenenteal disciolto Corpo forestale dello Stato, inaltra amministrazione statale, con le sal-vaguardie adeguate, al fine anche di ottem-perare alle considerazioni della Commis-sione Speciale del Consiglio di Stato.

9/1334-AR/152. Enrico Borghi, Losacco,Carè, De Menech, Rosato, Lotti, Pagani.

La Camera,

premesso che:

l’Organizzazione delle Nazioni Unite(ONU), è nata nel 1945 e ad essa aderiscono193 Stati del mondo sul totale dei 196riconosciuti sovrani. È un’organizzazionecon importanti successi al suo attivo, egrandi opportunità a venire: oltre a dare uncontributo considerevole alla pace e allasicurezza, è stata fondamentale nel terzopilastro sul quale poggia tutta l’Organizza-zione, lo sviluppo. Inoltre le Nazioni Unitesono da sempre in prima linea per l’eman-cipazione delle donne, la salvaguardia del-l’ambiente, la protezione dei bambini, la

riduzione della fame e della povertà, nelcombattere malattie e tanto altro ancora,con un approccio di dialogo multilateralefondamentale e imprescindibile nell’epocaglobalizzata nella quale viviamo;

nel 2015, in una intervista conte-nuta nel libro II Metodo Salvini, a Dome-nico Ferrara e Francesco Maria Del Vigo, inmerito all’Onu, l’attuale Ministro dell’in-terno disse: « invece di spenderli qua, isoldi, li spendi là, mettendo alle spallequesti organismi inutili come l’Onu, chenon capisco a cosa serva; io toglierei anchela sottoscrizione dell’Italia a questi organi-smi internazionali, l’Onu è l’ente inutile pereccellenza, costa 16 miliardi, non so qualesia la quota dell’Italia, ma io inizierei asmettere di pagarla »;

nel testo in esame viene decurtato ilcontributo italiano all’Onu,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere nelprimo provvedimento utile il rifinanzia-mento del contributo erogato dall’Italia al-l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

9/1334-AR/153. Fassino, Scalfarotto.

La Camera,

premesso che:

la promozione della lingua e dellacultura italiane all’estero rappresenta unasset strategico per il Paese nella prospet-tiva di una sua autorevole proiezione nellasfera globale e di una più organica promo-zione integrata del Sistema Italia nel mondo;

essa risponde alla triplice esigenzadi assecondare la ricerca di identità cheproviene dalle generazioni di italo discen-denti, collocate ormai in contesti intercul-turali, di soddisfare la domanda di appren-dimento dell’italiano e della cultura che losottende, proveniente da una crescente areadi « italsimpatia », di corrispondere ai bi-sogni formativi dei figli dei protagonistidelle nuove emigrazioni e delle nuove mo-bilità;

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con la legge 11 dicembre 2016 n. 232,articolo 1, comma 587 (legge di bilancio2017) è stato istituito il « Fondo per ilpotenziamento della promozione della lin-gua e della cultura italiane all’estero », do-tato di 150 milioni di euro distribuiti in 4anni (20 milioni per il 2017, 30 per il 2018e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni2019 e 2020;

il comma 588 dell’art. 1 della me-desima legge ha stabilito le modalità diripartizione di tale Fondo pluriennale tra ilMAECI, il MIUR e il MIBACT, che nel 2019e nel 2020 potranno usufruire per le loroattività, per ciascuno degli anni indicati,rispettivamente di 36.250.000 euro, 6.750.000euro e 7.000.000 euro;

con tali risorse, già nei primi dueanni trascorsi, è stato possibile sostenere inmodo adeguato l’impegno della Dante Ali-ghieri nel mondo e ristorare una serie divoci di investimento linguistico- culturaleche a seguito dei tagli negli anni di risana-mento finanziario si erano fortemente ri-dimensionati, mettendo in crisi attività esoggetti promotori;

le risorse apportate dal Fondo sonostate utilizzate, infatti, oltre che per leattività della Dante Alighieri, per il soste-gno agli Istituti di cultura, per l’istituzionee il funzionamento delle cattedre di italia-nistica in università straniere, per borse distudio, per la promozione all’estero delnostro patrimonio artistico e culturale, peril sostegno delle arti creative, e per varialtri interventi;

il ridimensionamento o l’interru-zione improvvisa di queste attività compor-terebbe una grave regressione di iniziativequalificanti e determinerebbe una condi-zione di minorità del nostro Paese nellaconcorrenza alla quale è esposto da partedi altri attori linguistici e culturali attivisulla scena mondiale, oltre ad azzoppareuna gamba fondamentale il sistema di pro-mozione del Sistema Italia nel mondo,

impegna il Governo

a considerare con attenzione e disponibilitàl’esigenza di dare continuità ai suaccennati

interventi, prorogando il finanziamento delFondo anche nel 2021, che nel bilanciotriennale 2019-2021 risulta ancora sco-perto.

9/1334-AR/154. Schirò, La Marca, Un-garo, Carè.

La Camera,

premesso che:

nella precedente legislatura è statoistituito il cosiddetto « Fondo Africa », cheprevede interventi straordinari nei Paesiafricani prioritari situati sulle rotte migra-torie, a favore della cooperazione e delrafforzamento delle capacità di alcuni Statiafricani in ambito migratorio, attraversoun approccio integrato nei rapporti delnostro paese con i partner africani interes-sati;

l’importanza del Fondo, è tale an-che per proseguire l’apprezzabile percorsoche l’Italia ha intrapreso negli anni prece-denti e che ci ha consentito di riportarel’attenzione della politica italiana sull’A-frica, attraverso scambi diplomatici, stru-menti di investimenti e anche il Fondo perl’Africa, rafforzando così il binomio dellasolidarietà e sicurezza;

il fondo si esaurirà nel 2019 e nonsono stati previsti ulteriori rifinanziamentinel testo in esame;

entro il 2050 la popolazione delcontinente africano sarà la più grande e lapiù giovane del mondo. Il numero di gio-vani in Africa sarà dieci volte più granderispetto al numero di giovani nell’UnioneEuropea. Nell’arco di questo secolo, il rad-doppio della popolazione africana sarà de-terminante per il destino del mondo;

a tal proposito, nessun governo oc-cidentale, e per di più di frontiera come ilnostro, può ignorare il fenomeno demogra-fico dell’Africa, e ciò che ne conseguirà,nelle proprie policy di sicurezza, di coope-razione allo sviluppo, ma anche di oppor-tunità di commercio internazionale e cre-scita del proprio export,

impegna il Governo

a tenere in considerazione, nei prossimiinterventi normativi, la possibilità di pre-

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vedere strumenti idonei a governare la com-plessità del « fenomeno africano », ancheattraverso un congruo rifinanziamento delFondo Africa.

9/1334-AR/155. Scalfarotto.

La Camera,

premesso che:

l’attività di enti di ricerca in campointernazionalistico deve essere di supportoalle istituzioni del Paese e, per definizionecorrispondono ad una visione di tipo plu-rale in grado di approfondire la cono-scenza della politica internazionale, pro-muovere il dibattito e contribuire alle po-licy della politica europea ed internazio-nale;

la materia era regolata da oltre trentaanni dalla Legge 28 dicembre n. 948, cheha assicurato criteri congrui ed equi atti agarantire non solo il riconoscimento dellealte professionalità operanti nel settore, maanche la continuità di azione all’opera deisuddetti enti interessati e senza che nes-suno abbia mai sollevato dubbi circa l’a-deguatezza della suddetta normativa;

è stato approvato un emendamentocon il quale si abroga la legge 948/1982 e siamplia la platea degli aventi diritto al con-tributo pubblico anche a « organizzazioninon lucrative di utilità sociale »;

gli stanziamenti per gli enti inter-nazionalistici sono sempre inferiori allareale esigenza che la maggior parte di que-sti istituti hanno per poter onorare al me-glio il prezioso lavoro dei propri ricerca-tori, spesso giovani con alti profili, chevengono pagati al di sotto del loro impegnoe competenze,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di verificarela praticabilità della nuova disposizioneanche con i soggetti interessati e, in ognimodo, nell’emanazione dei decreti attua-tivi, di tenere conto delle salvaguardie pre-senti nella precedente normativa in mate-

ria che tutelavano la serietà e il valorescientifico di questi organismi;

a valutare l’opportunità di verificarela congruità degli incrementi degli stanzia-menti all’uopo finalizzati alla luce dell’am-pliamento della platea dei soggetti benefi-ciari riconosciuti.

9/1334-AR/156. Quartapelle Procopio,Scalfarotto.

La Camera,

premesso che:

le Camere di Commercio italianeall’estero (CCIE) riconosciute dallo Statoitaliano sono 77, operanti in 55 Paesi delmondo; associano, su base volontaria, 20.000imprese, sviluppando annualmente più di300 mila contatti di affari;

le CCIE sono connesse « a rete » inun sistema di promozione, radicato suiterritori esteri, che costituisce un punto diriferimento per le comunità di affari italo-locali e un supporto di servizio alle piccolee medie imprese italiane;

le CCIE, ai sensi delle leggi n. 518del 10 luglio 1970 e n. 549 del 1995, sonodestinatarie annualmente di un cofinanzia-mento sul valore dei programmi di promo-zione realizzati, nell’ambito delle disponi-bilità di cui alla tabella 3 — Stato di pre-visione del Ministero dello sviluppo econo-mico, al cap. 2501;

ogni anno viene effettuata la ripar-tizione delle disponibilità sul capitolo sullabase del valore dei programmi presentatiallo stesso Ministro dello sviluppo econo-mico, che nel 2018, sulla base di un per-corso seguito negli anni precedenti, ha ri-guardato il 100 per cento dei fondi dispo-nibili sul cap. 2501, pur rimanendo larga-mente insufficiente a cofinanziare le spesesostenute dalle CCIE;

sulla base delle percentuali di con-tribuzione degli scorsi anni, la contribu-zione pubblica a favore delle CCIE si ècollocata, in media, a meno del 30 percento della spesa rendicontata, rispetto alla

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previsione normativa di un massimo del 50per cento;

tali organismi hanno visto, in seianni, ridurre sensibilmente il cofinanzia-mento pubblico, mettendo a repentaglio lacontinuità di servizio, la capacità di rap-presentanza degli interessi imprenditorialiall’estero, nonché l’attivo supporto ai pro-cessi d’internazionalizzazione delle piccolee medie imprese italiane;

nell’anno 2018 il Ministero dello svi-luppo economico ha ricevuto programmi diattività delle Camere per una spesa previstasuperiore a 36 milioni di euro,

impegna il Governo

a considerare l’opportunità di destinare lerisorse assegnate al Programma 3.2 di so-stegno all’internazionalizzazione delle im-prese e alla promozione del made in Italy alsupporto delle attività delle Camere di com-mercio italiane all’estero assicurando allestesse, in sede di ripartizione del capitolo2501, un contributo comunque non infe-riore al 95 per cento della dotazione glo-bale del capitolo, per realizzare un piùadeguato cofinanziamento della spesa suiprogrammi promozionali già realizzati nel-l’anno 2018 con risorse proprie.

9/1334-AR/157. Carè, Ungaro, Schirò, LaMarca.

La Camera,

premesso che:

i consolati onorari hanno avuto uncostante e proficuo ruolo di supporto delleattività consolari destinate ai connazionaliresidenti all’estero, soprattutto nei Paesinei quali le grandi estensioni geograficherendono particolarmente difficili e onerosii contatti diretti con le ordinarie struttureconsolari;

la funzione di tali strutture di sup-porto si è resa ancor più necessaria aseguito della chiusura negli anni scorsi dioltre cinquanta sedi consolari e del bloccodel turnover del personale del MAECI, che

ha determinato il ridimensionamento dicirca un terzo dell’organico disponibile;

a fronte di tali accresciute e obiet-tive difficoltà, la domanda di servizi daparte dei nostri connazionali all’estero èaumentata progressivamente, sia a seguitodell’incremento dei flussi in uscita dall’Ita-lia che del balzo della richiesta di alcuneprestazioni, ad esempio la concessione e ilrinnovo dei passaporti;

l’attività dei Consoli e dei Vice Con-soli onorari è prestata a titolo gratuito ecomporta non solo una notevole disponi-bilità di tempo ma anche un impegno disistemazione logistica e organizzativa;

nel bilancio del MAECI queste ac-cresciute responsabilità dei consoli e ViceConsoli onorari non hanno trovato finoraun’eco adeguata, tant’è che il capitolo 1284del programma Rappresentanza all’esteroe servizi ai cittadini e alle imprese, desti-nato al sostegno delle loro attività, nonraggiunge la dote di 200.000 euro per tuttoil mondo, una cifra veramente irrisoria;

la rete dei consolati onorari, in più,è continuamente erosa dall’applicazionedella norma, ormai anacronistica, com-presa nel Capo III della Convenzione diVienna del 24 aprile 1963 sulle relazioniconsolari, ripresa dalla Circolare del Mini-stero degli Affari Esteri n. 3 del 16 luglio2010, che prevede la cessazione dalle fun-zioni al compimento del settantesimo annodi età, mentre tali funzioni — di naturagratuita – in realtà possono essere piùfacilmente assunte ed assolte proprio quandogli impegni professionali e di lavoro diven-tano meno stringenti,

impegna il Governo:

a considerare l’opportunità di renderela dotazione del capitolo 1284 del bilanciodel MAECI più adeguato alle obiettive ne-cessità di funzionamento dei consolati ono-rari e alle esigenze di collaborazione con leordinarie strutture consolari;

di farsi promotore della modifica dellanorma che impone la cessazione dalle fun-

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zioni al settantesimo anno di età, spo-stando tale termine a 75 anni.

9/1334-AR/158. La Marca, Carè, Schirò,Ungaro.

La Camera,

premesso che:

esprimiamo particolare preoccupa-zione per il serio calo di interesse e atten-zione del governo per le politiche di coo-perazione internazionale allo sviluppo;

in materia di aiuto pubblico allosviluppo (APS), la progressione dell’Aps ne-gli ultimi anni, è passata da un rapportoAps/Pil pari allo 0,19 per cento nel 2014,allo 0,22 nel 2015, allo 0,27 nel 2016, finoquasi a raggiungere lo 0,30 per cento nel2017 (0,295 per cento), con l’impegno diallinearsi alla media europea pari allo 0,50per cento del Pil, rendendo così raggiungi-bile l’obiettivo dello 0,7 per cento secondogli impegni assunti con l’Agenda 2030. NellaNota di aggiornamento del Def, approvatadal Consiglio dei ministri il 27 settembrescorso, era stata confermata, nel Focus« Aiuto pubblico allo sviluppo », « l’esigenzadi continuare ad assicurare adeguati e gra-duali incrementi delle risorse destinate alleattività di cooperazione allo sviluppo » e« l’impegno del governo volto a perseguire ilpercorso di adeguamento stabilendo, per iltriennio 2019-2021, i seguenti obiettivi dispesa intermedi: 0,33 per cento del Rnl nel2019, 0,36 per cento nel 2020 e 0,40 percento nel 2021 »;

le promesse annunciate nel DEFsono state tradite dal disegno di Legge dibilancio, dove difatti lo stanziamento pre-visto per l’Aps è pari a solo 5,077 miliardia fronte di circa 5,8 per il 2018 previstinella Nota di aggiornamento al DEF e co-munque inferiori ai 5,277 miliardi neces-sari per mantenere l’attuale livello dello0,30 del Pil;

inoltre, non vengono incrementatiper il triennio neanche gli stanziamenti perle politiche dell’Agenzia italiana per la co-operazione allo sviluppo (Aics) che rappre-

senta lo strumento per ampliare e qualifi-care in particolare la cooperazione bilate-rale dell’Italia, ma solo quelle riguardanti ilpersonale della suddetta Agenzia;

fermo restando che la cooperazioneallo sviluppo rimane per noi un investi-mento necessario, in un contesto geopoli-tico complesso e fragile come quello che citroviamo a vivere, per il futuro delle rela-zioni politiche ed economiche del nostropaese, per mantenere e garantire il pesopolitico e di indirizzo necessario per con-tare a livello internazionale; uno strumentoimprescindibile per affrontare e governare,in modo integrato, ad esempio, anche iltema dei movimenti migratori,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere nelprimo provvedimento utile un sostegno ade-guato alle politiche di aiuto pubblico allosviluppo.

9/1334-AR/159. De Maria, Scalfarotto.

La Camera,

premesso che:

recenti statistiche, confermate an-che dall’ISTAT, riportano che dal 2010 l’e-migrazione dall’Italia è in un costante au-mento;

le registrazioni di italiani all’esterosono passate da 3,1 milioni nel 2006 a oltre5 milioni nel 2018, secondo i dati dell’A-nagrafe degli italiani residenti all’estero(AIRE), per altro inferiori a quelli rilevati alivello consolare. Più della metà hanno com-piuto un’effettiva esperienza migratoria ri-spetto a quanti hanno acquisito la cittadi-nanza all’estero per discendenza;

la maggior parte dei migranti ita-liani si dirige in altri paesi europei, prin-cipalmente in Gran Bretagna, Germania,Francia e Svizzera;

il costante incremento dei flussi inuscita e la diversificazione sociale, cultu-rale e professionale di coloro che ne sonoprotagonisti inducono a inquadrare il fe-

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nomeno nei termini di una vera e propria« nuova emigrazione », al cui interno simanifestano possibilità occupazionali e pro-spettive di tutela dei diritti molto differen-ziate;

la migrazione di persone altamentequalificate, per altro, è un fenomeno signi-ficativo e tende a crescere, stando ai datiche segnalano il possesso di una laurea o diun titolo post-laurea da parte della metàdei giovani che lasciano il Mezzogiorno(SVIMEZ). Tra gennaio a dicembre 2017 sisono iscritti all’Aire, quasi 243 mila con-nazionali. Il 37,4 per cento di chi parte(cioè quasi 48 mila persone) ha tra i 18 e i34 anni. Non sempre, per loro, emigraresignifica migliorare, soprattutto se le iden-tità sono ancora in formazione. Inoltre,secondo un recente sondaggio, il 34 percento degli under 35 anni in Italia si dicedisposto a cambiare nazione per trovare unimpiego e un 22 per cento è convinto che ilproprio futuro sarà all’estero, anche se unaridotta minoranza (14 per cento) ha giàavuto esperienze lavorative in un’altra na-zione;

un caso emblematico è rappresen-tato dalla capitale britannica, Londra, dovevivono 250 mila italiani. Potrebbe essereuna tra le più popolose città italiane dopoRoma, Milano, Napoli e Torino. In Europa,Londra è la metropoli estera con il maggiornumero di italiani e nel mondo è secondasolo a Buenos Aires (290 mila italiani),

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di:

introdurre nei « Centri per l’im-piego » nazionali, anche un servizio di in-formazione e orientamento sulle possibilitàdi occupazione all’estero, sui trattamentisalariali e sulle coperture previdenziali neidiversi Paesi;

prevedere in un portale online de-dicato agli italiani all’estero, un capitolorelativo alle offerte di lavoro qualificatoproponendo tabelle di confronto tra le ca-ratteristiche sociali ed economiche del pa-ese scelto e l’Italia, in un’ottica di circola-

rità dell’esperienza formativa e professio-nale all’estero;

prevedere nell’ambito dei « Piani Pa-ese » richiamati dal Decreto n. 64 del 2017il potenziamento dell’offerta educativa initaliano all’estero nel quadro di una for-mazione interculturale, con particolare ri-ferimento ai figli degli espatriati e al loroinserimento nei sistemi scolastici locali cheprevedano percorsi di integrazione per lalingua e la cultura italiana, nonché unaprogrammazione culturale degli Istituti dicultura capace di soddisfare le esigenzemultidisciplinari dei nuovi arrivati;

estendere le agevolazioni fiscali sul-l’imponibile attualmente concesse a do-centi, ricercatori, laureati e lavoratori spe-cializzati che rientrano in Italia anche ailavoratori dipendenti ed autonomi finoraesclusi purché siano stati iscritti all’AIREper almeno 2 anni e rientrino in Italia inmaniera permanente;

consentire, per tramite di adeguatistrumenti normativi, ai cittadini italiani iquali lavorano e vivono all’estero, sebbenenon iscritti all’Aire e con residenza fiscalein Italia, di detrarre le imposte versateall’estero dall’imponibile in Italia (senzarischiare la doppia imposizione fiscale mapagando solo sanzioni amministrative) an-che in caso di omessa presentazione inItalia della dichiarazione, o di omessa in-dicazione, dei redditi prodotti e già tassatiall’estero;

rinegoziare le convenzioni bilateralicontro le doppie imposizioni fiscali stipu-late dall’Italia che prevedono la tassazioneconcorrente, o doppia imposizione, sullepensioni o sui redditi dei lavoratori;

prevedere la stipula di accordi bi-laterali sull’assistenza sanitaria basati sullareciprocità con i Paesi extracomunitari diemigrazione italiana al fine di garantire lacopertura sanitaria ai nostri connazionali iquali si recano all’estero per lavoro, turi-smo o studio e agli emigrati iscritti all’AIREche rientrano in Italia per brevi periodi,senza dover ricorrere all’acquisto di po-lizze assicurative spesso molto onerose;

istituire un tavolo tecnico che vedala presenza dei rappresentanti dei Mini-

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steri competenti, dell’Inps e dei patronatinazionali con il preciso compito di moni-torare lo stato delle convenzioni di sicu-rezza sociale vigenti, di verificare la lorocompatibilità con le modifiche intervenutenel nostro sistema previdenziale e la even-tuale conseguente necessità di rinegozia-zione;

verificare inoltre, a fronte dell’au-mentata mobilità internazionale di lavora-tori e lavoratrici — sia in uscita che iningresso in Italia – la necessità di stipularenuovi accordi bilaterali di sicurezza so-ciale, completando il quadro giuridico disalvaguardia dei diritti sociali, e aggiornarequelli in vigore, a garanzia di una piùadeguata ed efficace tutela previdenziale.

9/1334-AR/160. Ungaro, Schirò, Carè, LaMarca.

La Camera,

premesso che:

nella relazione collegata al presentedisegno di legge, il Governo afferma divoler adottare misure di sostegno al redditodelle persone in difficoltà e di contrastoalla diseguaglianza e all’esclusione sociale;

in materia di sostegno al reddito, epiù specificamente di ammortizzatori so-ciali, il provvedimento in oggetto prevedeuna sola disposizione, contenuta nel comma148, finalizzata alla proroga dei tratta-menti di cassa integrazione guadagni stra-ordinaria e di mobilità, anche in deroga,riguardanti i lavoratori dipendenti daaziende operanti nelle aree di crisi indu-striale complessa;

l’obiettivo della salvaguardia del red-dito dei lavoratori, coniugata al rafforza-mento della struttura produttiva del si-stema imprenditoriale italiano, è stato alcentro delle politiche adottate dai governi aguida PD nella scorsa legislatura e deverappresentare un tema fondamentale an-che per l’Esecutivo in carica;

a tale proposito, appare emblema-tico il caso riguardante la Italcementi,azienda leader nel settore dei materiali per

le costruzioni, dal 2016 di proprietà dellaHeidelberg Cement Group, oggetto di unlungo e severo piano di riorganizzazioneaziendale, i cui sviluppi sono stati seguiticon attenzione dai precedenti governi chehanno operato, al fine di tutelarne il tes-suto occupazionale nella complessa fase ditransizione da un assetto proprietario al-l’altro, anche mediante l’introduzione dispecifiche norme volte a estendere le di-sposizioni in materia di CIGS oltre i limitistabiliti dalla disciplina vigente;

la vicenda riguardante la sostenibi-lità produttiva e occupazionale degli stabi-limenti del gruppo Italcementi continuatuttavia a destare una giustificata preoccu-pazione tra i lavoratori e nei territori in-teressati; tra questi, le principali ricadutenegative coinvolgono i siti lombardi e, piùin particolare, quelli bergamaschi;

se non adeguatamente monitorato esupportato dall’attuale Governo, il pro-cesso di riorganizzazione industriale dellaItalcementi rischia di provocare centinaiadi licenziamenti e uno strutturale indebo-limento produttivo dei predetti territori,

impegna il Governo

ad adoperarsi al fine di sostenere la tutelaoccupazionale dei dipendenti della Italce-menti, favorendo un accordo tra le parti,utile al riconoscimento del rinnovo degliammortizzatori sociali, unico strumento ingrado di salvaguardarne il posto di lavoroe il reddito degli interessati nel corso dellacomplessa fase di riorganizzazione azien-dale.

9/1334-AR/161. Martina, Carnevali.

La Camera,

premesso che:

la gravissima congiuntura economi-co-finanziaria in cui versava il Paese, in-dusse l’allora Governo Monti a varare unaingente manovra finanziaria incentrata, tral’altro, su una drastica operazione di in-nalzamento dell’età pensionistica e sull’a-bolizione delle pensioni di anzianità. Una

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decisione che, sin dal suo esordio, eviden-ziò notevoli problemi attuativi su numerosiprocessi di ristrutturazioni aziendali e suipercorsi di vita lavorativa costruiti sul pre-vigente regime pensionistico;

già in fase di conversione del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito,con modificazioni, dalla legge 22 dicembre2011, n. 214, con appositi ordini del giorno,fu segnalata l’esigenza di individuare spe-cifiche soluzioni normative volte a dareuna ragionevole e tempestiva risposta aitanti lavoratori che si sarebbero trovati, aseguito dell’entrata in vigore delle nuovedisposizioni, senza occupazione, senza am-mortizzatori sociali e senza trattamentopensionistico. Un tema che ha visto unlungo e complesso lavoro normativo perrisolvere il fenomeno degli esodati, creatodalla riforma Fornero;

tale impegno ha portato al varo diben otto salvaguardie che hanno interes-sato complessivamente poco più di 142.000lavoratori che si sono visti accolta la ri-chiesta di pensionamento sulla base delleregole previgenti il citato decreto-legge 201/2011;

nonostante lo sforzo per la ridu-zione del danno, non si è riusciti a conclu-dere definitivamente il processo di salva-guardia di tutti i soggetti interessati;

anche la sinora solo ipotizzata in-tenzione di reintrodurre il meccanismo dellequote, fissandone la soglia al valore di 100,potrebbe non costituire la soluzione percoloro che sono rimasti esclusi dalle ottosalvaguardie ad oggi adottate, pertanto ap-pare necessario procedere alla formula-zione della nona salvaguardia, previo con-fronto con le organizzazioni sindacali e coni comitati di rappresentanza degli esodati,

impegna il Governo

ad adottare, per quanto di propria compe-tenza, e previo un approfondito confrontocon le organizzazioni sindacali ed i comi-tati di rappresentanza dei lavoratori eso-dati, urgenti e circostanziate misure per lasalvaguardia definitiva dei lavoratori che,

pure a parità di condizione sostanziale conchi ne ha già beneficiato, ancora risultanoesclusi dalle procedure per l’accesso al trat-tamento pensionistico con le regole previ-genti la riforma introdotta dal citato decreto-legge 201/2011.

9/1334-AR/162. Zan, Serracchiani, Gri-baudo, Carla Cantone, Lacarra, Lepri,Mura, Viscomi.

La Camera,

premesso che:

le riforme in materia pensionisticaintercorse nell’ultimo decennio hanno pro-gressivamente garantito la sostenibilità fi-nanziaria del sistema previdenziale nel lungotermine, tuttavia non sono riuscite ancoraad assicurare un futuro previdenziale perle giovani generazioni che possa rappresen-tare un trattamento economico dignitosoanche durante il godimento dell’assegnopensionistico;

sembrerebbe opportuno affrontaretale tema attraverso meccanismi che pos-sano conseguire un regime di solidarietàintergenerazionale, che veda prioritaria-mente la partecipazione della fiscalità ge-nerale e, in parte, dei percettori di tratta-menti pensionistici molto elevati, secondolo schema seguito con precedenti provve-dimenti che hanno superato il vaglio dicostituzionalità;

le disposizioni contenute nel prov-vedimento in oggetto, pur impegnando si-gnificative risorse finanziarie, non affron-tano il tema della previdenza per le giovanigenerazioni di lavoratori,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare, nel-l’ambito degli annunciati interventi in ma-teria previdenziale, specifiche misure voltead assicurare condizioni minime per i fu-turi trattamenti pensionistici dei giovanilavoratori che dovessero trovarsi con car-riere lavorative discontinue e importi pen-sionistici inferiori a 1,5 volte il trattamentominimo INPS.

9/1334-AR/163. Lepri, Serracchiani, Gri-baudo, Carla Cantone, Lacarra, Mura,Viscomi, Zan.

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La Camera,

premesso che:

le disposizioni contenute nel prov-vedimento in oggetto, pur impegnando si-gnificative risorse finanziarie per indistintiinterventi in materia pensionistica finaliz-zati all’introduzione di ulteriori modalitàdi pensionamento anticipato, non solo noncorrispondono alle più volte annunciateintenzioni di introdurre nuovi requisiti ana-grafici e previdenziali, attraverso la quota100 né, tanto meno, alla promessa eletto-rale di abrogare la cosiddetta riforma For-nero;

nel frattempo, non essendo stataprevista la proroga dell’APE sociale, in sca-denza il prossimo 31 dicembre, migliaia dilavoratori non avranno alcuna soluzioneper andare in pensione prima dei terminiprevisti dalla Fornero. I lavoratori disoc-cupati, o quelli che assistono un congiuntodisabile, o hanno una disabilità superioreal 74 per cento, o ancora hanno svoltoattività gravose non potranno più antici-pare di tre anni il pensionamento;

peraltro, anche da quanto si puòdedurre dalle infinite anticipazioni sullaipotizzata quota 100, non sembra che sipossa rassicurare le suddette categorie dilavoratori circa la possibilità di poter con-tinuare ad usufruire dell’anticipazione del-l’età pensionabile in ragione della loro spe-cifica condizione lavorativa o personale;

in ogni caso, allo stato delle cose,l’unica certezza è che, senza una prorogadelle disposizioni che hanno introdotto l’Apesociale, fino all’eventuale varo delle nuovemisure di flessibilità pensionistica, tali la-voratori non avranno alcuna possibilità dianticipare il pensionamento,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di adottare,nelle more dell’entrata in vigore delle an-nunciate misure di nuova flessibilità del-l’età pensionabile, le opportune disposi-zioni che consentano alle migliaia di lavo-ratori tutelati dall’Ape sociale di poter con-tinuare ad avvalersi di tale istituto;

a definire le nuove disposizioni pen-sionistiche assicurando che il nuovo regimericomprenda le attuali forme di tutela chevengono riconosciute alle categorie di la-voratori presi in considerazione dalle normeche hanno introdotte l’Ape sociale.

9/1334-AR/164. Carla Cantone, Serrac-chiani, Gribaudo, Lacarra, Lepri, Mura,Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

le disposizioni contenute nel prov-vedimento in oggetto, pur impegnando si-gnificative risorse finanziarie per indistintiinterventi in materia pensionistica finaliz-zati all’introduzione di ulteriori modalitàdi pensionamento anticipato, non solo noncorrispondono alle più volte annunciateintenzioni di introdurre nuovi requisiti ana-grafici e previdenziali, attraverso la quota100 né, tanto meno, alla promessa eletto-rale di abrogare la cosiddetta riforma For-nero;

altrettanto disattesa, per il mo-mento, è la promessa di prorogare il regimedella cosiddetta « opzione donna », intro-dotta dall’articolo 1, comma 9, della legge23 agosto 2004, n. 243, più volte prorogatadai precedenti Governi;

tale strumento, pur comportandoun significativo ridimensionamento del trat-tamento pensionistico, stante l’applicazionedel calcolo contributivo anche sui periodilavorativi antecedenti l’entrata in vigoredella legge 8 agosto 1995, n. 335, rappre-senta per tante lavoratrici un importanteopportunità per lasciare anticipatamente illavoro;

a favore di tale misura, nel corsodegli ultimi anni e anche nei mesi passati,c’è stata una forte mobilitazione delle donne,delle rappresentanti del Comitato OpzioneDonna e delle organizzazioni sindacali;

in risposta a tali sollecitazioni, se-condo le dichiarazioni del vicepresidentedel Consiglio dei Ministri e Ministro dellavoro e delle politiche sociali, la proroga

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delle suddette disposizioni avrebbe trovatospazio nella legge di bilancio,

impegna il Governo

a dare concreta e positiva risposta allelegittime aspettative delle tante donne chehanno sollecitato la proroga delle disposi-zioni che consentono l’anticipo pensioni-stico, attraverso la cosiddetta « opzionedonna ».

9/1334-AR/165. Mura, Serracchiani, Gri-baudo, Carla Cantone, Lacarra, Lepri,Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

le disposizioni contenute nel prov-vedimento in oggetto, pur impegnando si-gnificative risorse finanziarie per indistintiinterventi in materia pensionistica e per ilcontrasto della povertà, tra cui, in partico-lare, si indica anche l’introduzione di unanon meglio precisata pensione di cittadi-nanza, non offrono in realtà alcuna solu-zione concreta;

nel cosiddetto « contratto di pro-gramma », alla base dell’accordo di Go-verno, compare anche la proposta di « un’in-tegrazione per un pensionato che ha unassegno inferiore ai 780 euro mensili, se-condo i medesimi parametri previsti per ilreddito di cittadinanza »;

in merito va segnalato che il nu-mero delle pensioni di importo fino a 500euro ammonta ad oltre 4,5 milioni e per-tanto l’ipotesi di innalzarne l’importo com-porterebbe oneri finanziari di molti mi-liardi, accentuando le difficoltà di bilancioche tanto problemi sta già creando al no-stro Paese;

la giusta esigenza di incrementare ilreddito delle persone che percepiscono pen-sioni tanto basse non sembra raggiungibile,almeno nel breve e medio periodo, conmisure di tale natura;

più opportunamente e realistica-mente si potrebbe operare attraverso l’in-

cremento della cosiddetta quattordicesimaper le pensioni basse, introdotta dall’arti-colo 5, del decreto-legge 2 febbraio 2007,n. 81, convertito, con modificazioni, dallalegge di conversione 3 agosto 2007, n. 127,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare, nellemore della definizione di norme specifichee concrete volte ad introdurre la pensionedi cittadinanza, misure volte ad incremen-tare gli importi riconosciuti ai sensi delcitato articolo 5, del decreto-legge 81 del2007.

9/1334-AR/166. Lacarra, Serracchiani,Gribaudo, Carla Cantone, Lepri, Mura,Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

dopo oltre 25 anni dal varo dellalegge 27 marzo 1992, n. 257 con la quale sipose il bando dell’estrazione, dell’importa-zione, della commercializzazione e dellaproduzione di prodotti contenenti amianto,tale sostanza rappresenta ancora una gra-vissima minaccia per la salute di tantilavoratori e cittadini che negli anni sonostati esposti alle sue fibre cancerogene; trai molti meriti della citata legge 257 del 1992vi è senz’altro anche quello relativo allemisure previdenziali riconosciute ai lavo-ratori che hanno manipolato l’amianto, unlimitato risarcimento per il rischio con-nesso alla presenza di sostanze tanto peri-colose e la cui latenza nociva può durarediversi decenni;

l’emergenza amianto non è ancorafinita con la chiusura delle fabbriche: l’a-mianto è un nemico subdolo, che colpisce adistanza anche di molti anni e che continuaa fare vittime ancora oggi; durante la scorsaLegislatura, molteplici sono stati gli inter-venti normativi volti a superare alcune delleincongruenze ancora presenti nel nostroordinamento rispetto alle legittime aspet-tative di tanti lavoratori che non si sonovisti riconoscere le previste provvidenze

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previdenziali, pur avendone sostanzial-mente i requisiti professionali;

la legge finanziaria per il 2008 haistituito presso l’Inail, con contabilità au-tonoma e separata, il « Fondo per le vittimedell’amianto », finanziato con risorse pro-venienti per tre quarti dal bilancio delloStato e per un quarto dalle imprese. Isoggetti destinatari della prestazione eco-nomica del Fondo sono i lavoratori titolaridi rendita diretta, ai sensi del decreto delPresidente della Repubblica 30 giugno 1965,n. 1124, ai quali sia stata riconosciuta unapatologia asbesto-correlata per esposizioneall’amianto, nonché i familiari dei lavora-tori vittime dell’amianto, titolari di renditaa superstiti, tenuto conto che il rischio dicontrarre una patologia correlata all’espo-sizione all’amianto non è limitata al solorischio lavorativo, con l’articolo 1, comma116, della legge 23 dicembre 2014, n. 190sono state estese le prestazioni erogate dalsuddetto Fondo, in via sperimentale per glianni 2015-2017, ai malati di mesoteliomariconducibile a « rischio ambientale » o a« esposizione familiare »; l’articolo 1, comma292, della legge 28 dicembre 2015, n. 208ha previsto che gli eredi dei malati dimesotelioma non professionale deceduti nelcorso dell’anno 2015 possono accedere albeneficio assistenziale indipendentementedall’esercizio del diritto alla prestazioneuna tantum da parte del de cuius. Inoltre,con l’articolo 3, comma 3-quinquies deldecreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244 con-vertito in legge 27 febbraio 2017, n. 19, èstata disposta l’estensione dell’accesso alFondo in favore degli eredi dei malati dequibus deceduti nel corso dell’anno 2016,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di adottare lemisure necessarie volte a riconoscere atutti i lavoratori che siano stati espostiall’amianto per un periodo non inferiore adieci anni, antecedentemente al 1° ottobre2003, la rivalutazione dei suddetti periodiai fini della determinazione dell’importopensionistico;

a valutare la possibilità di prorogareper il prossimo triennio l’erogazione del

beneficio assistenziale, riconosciuto ai ma-lati di mesotelioma che abbiano contrattola patologia, o per esposizione familiare alavoratori impiegati nella lavorazione del-l’amianto ovvero per esposizione ambien-tale.

9/1334-AR/167. Serracchiani, Gribaudo,Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura,Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

nella relazione di accompagnamentoal presente disegno di legge, il Governodichiara di puntare sull’incremento dellaproduttività del Paese e del suo potenzialedi crescita anche al fine di conseguire nelmedio termine la riduzione del rapportodebito/PIL;

tra gli strumenti maggiormente utilial riguardo, sono da considerare quelli re-lativi alla conciliazione tra vita professio-nale e vita privata, straordinari veicoli disviluppo culturale ed economico del Paesee dei suoi cittadini;

nella scorsa legislatura, i governi aguida PD hanno introdotto o potenziatoalcune importanti misure volte alla promo-zione di una cultura di maggiore condivi-sione dei compiti di cura dei figli all’internodella coppia e di agevolazione delle moda-lità di rientro al lavoro delle donne;

tra queste è inclusa la disposizioneche consente alle mamme lavoratrici di-pendenti di ottenere, al termine del periododi congedo di maternità e per gli undicimesi successivi, in alternativa al congedoparentale, la corresponsione di voucher perl’acquisto di servizi di baby sitting o di asilonido;

nel corso dell’esame della legge dibilancio 2017, la maggioranza parlamen-tare rappresentata dal Partito Democraticoha approvato un emendamento che ha estesol’efficacia della norma, per il biennio 2017-2018, anche alle lavoratrici autonome oimprenditoriali;

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tali interventi legislativi hanno per-messo di facilitare la conciliazione tra vitaprofessionale e vita privata di molte donneper le quali, fino ad allora, non erano statiapprontati strumenti legislativi ed econo-mici adeguati;

alla luce di quanto esposto appareindispensabile operare al fine di prorogarela norma in oggetto,

impegna il Governo

ad adoperarsi, sin dal primo provvedi-mento legislativo utile, al fine di disporre lamessa a regime dell’efficacia della disposi-zioni inerenti la possibilità per le madrilavoratrici dipendenti e autonome, di usu-fruire, al termine del periodo di congedo dimaternità, per gli undici mesi successivi ein alternativa al congedo parentale, dellacorresponsione di voucher per l’acquisto diservizi di baby-sitting o di asilo nido.

9/1334-AR/168. Campana, Serracchiani,Gribaudo, Carla Cantone, Lacarra, Le-pri, Mura, Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

nella relazione di accompagnamentoal presente disegno di legge, il Governodichiara di puntare sull’incremento dellaproduttività del Paese e del suo potenzialedi crescita anche al fine di conseguire nelmedio termine la riduzione del rapportodebito/PIL;

per raggiungere tali obiettivi è indi-spensabile rafforzare la struttura del set-tore pubblico italiano, avendo particolarecura delle esigenze e delle legittime aspet-tative del personale del comparto pubblico;

a tale proposito, le risorse stanziateper la contrattazione collettiva e finalizzateal rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021, appaiono estremamente esigue e nonrispondenti alle reali necessità di valoriz-zazione del lavoro svolto dai dipendentipubblici;

le proposte emendative presentatedai componenti del gruppo parlamentaredel PD, volte a incrementare le risorsedestinate alle predette finalità, non sonostate accolte dal Governo e dalla maggio-ranza che lo sostiene,

impegna il Governo

ad adoperarsi, sin dal primo provvedi-mento utile, allo scopo di destinare ingentirisorse aggiuntive finalizzate a consentire,in fase di contrattazione collettiva nazio-nale, un appropriato rinnovo contrattualeper i dipendenti della pubblica amministra-zione.

9/1334-AR/169. Viscomi, Serracchiani,Gribaudo, Carla Cantone, Lacarra, Le-pri, Mura, Zan.

La Camera,

premesso che:

l’importante azione riformatrice por-tata avanti nella passata legislatura ha con-seguito significativi risultati sul piano del-l’ampliamento delle tutele per intere plateedi lavoratori che ne erano storicamenteprivi;

tra i principali atti si possono ricor-dare la legge 81/2017, con la quale si èsanata una frattura storica nel mondo dellavoro, riconoscendo finalmente diritti evalore ai professionisti; oppure le misurecon le quali si è dato accesso ai fondistrutturali europei, si è riservato un nuovoregime fiscale forfettario, si è abbassatal’aliquota previdenziale Inps dal 33 al 25per cento, sono state messe al sicuro lecasse professionali dal rischio bail-in, si èintrodotto il principio dell’equo compensonei rapporti con i committenti più forti, fracui la pubblica amministrazione;

un lavoro che meriterebbe di essereportato avanti con misure che, pur senzagravare sulla finanza pubblica, consenti-rebbero a circa due milioni di lavoratoriprofessionisti, per il tramite dell’azione de-gli enti di previdenza di diritto privato, divedersi riconosciute forme di tutela di na-

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tura socio-assistenziale, di promozione esostegno del reddito e dell’esercizio dellalibera professione, in particolare per favo-rire l’ingresso di giovani professionisti nelmercato del lavoro, nonché di welfare;

si tratta di un intervento che è at-teso da questi lavoratori e che renderebbemeno squilibrato il nostro mondo del la-voro,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare, sin daiprossimi provvedimenti di carattere econo-mico, appropriate misure volte ad esten-dere le suddette tutele per i professionisti,avvalendosi del ruolo e delle disponibilitàfinanziarie degli enti previdenziali privati.

9/1334-AR/170. Gribaudo, Serracchiani,Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura,Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

il servizio sanitario nazionale è l’u-nico comparto della pubblica amministra-zione che da più di dieci anni è sottopostonon solo al blocco del turn over ma anchealla riduzione della spesa per il personale,impedendo così una corretta erogazionedei servizi sanitari;

se da una parte il comparto dellasanità, è stato chiamato in questi anni aprofonde riforme organizzative indotte nonsolo dai vincoli economici ma anche dalprogredire delle conoscenze scientifiche non-ché dalle opportunità offerte da nuovi far-maci e dalle nuove tecnologie dall’altra èobbligato a vincoli di spesa imposti nel2004 ridotti del 1,4 per cento;

le regioni, in questi anni, hannofatto un significativo sforzo di conteni-mento della spesa del personale in sanitàcome documentato dal rapporto 2017 delMef « quarto monitoraggio della spesa sa-nitaria » che attesta « La spesa per i redditida lavoro dipendente rappresenta, nel 2016,il 31 per cento della spesa complessiva. Tale

percentuale risulta sensibilmente ridottarispetto a quella del 2000 (39,8 per cento),segnalando pertanto una dinamica infe-riore a quella media. In particolare, il tassodi variazione medio annuo della spesa peri redditi da lavoro dipendente si attestamediamente al 4,7 per cento nel periodo2001-2005, passa al 2,1 per cento nel pe-riodo 2006-2010 e al –1,3 per cento nelperiodo 2011-2016 »;

nell’ultima legge di bilancio, si ècercato di attenuare la rigidità dei limitifissati riconoscendo in sede di monitorag-gio una flessibilità dell’0,1 per cento (arti-colo 1 comma 454 della legge 205/2017).Quindi la legislazione in vigore prevedeattualmente al comma 73 della legge 191del 2009 che « Alla verifica dell’effettivoconseguimento degli obiettivi di cui alcomma 3 del presente articolo si provvedecon le modalità previste dall’articolo 2,comma 73, della legge 23 dicembre 2009,n. 191. La regione è giudicata adempienteove sia accertato l’effettivo conseguimentodi tali obiettivi. In caso contrario, per glianni dal 2013 al 2019, la regione è consi-derata adempiente ove abbia raggiunto l’e-quilibrio economico e abbia attuato, neglianni dal 2015 al 2019, un percorso digraduale riduzione della spesa di perso-nale, ovvero una variazione dello 0,1 percento annuo, fino al totale conseguimentonell’anno 2020 degli obiettivi previsti all’ar-ticolo 2, commi 71 e 72, della citata leggen. 191 del 2009 »;

lo stesso accordo di Governo al ca-pitolo 21 « Sanità » indica che « il problemadei tempi di attesa è susseguente anche alladiffusa carenza di medici specialisti, infer-mieri e personale sanitario. È dunque in-dispensabile assumere il personale medicoe sanitario necessario »,

impegna il Governo:

ad individuare, in tempi brevi, le mi-sure economiche e strumentali necessarieaffinché anche il comparto sanità, come glialtri comparti della Pubblica amministra-zione, possa essere oggetto di politiche as-sunzionali volte a garantire una corretta

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applicazione dei Livelli essenziali di assi-stenza su tutto il territorio, rimuovendo,anche nello specifico, il limite imposto nel2004, ridotto del 1,4 quale tetto di spesaper il personale sanitario;

a prevedere misure economiche e nor-mative volte alla stabilizzazione, all’internodel comporto sanità, di personale medico esanitario attualmente impiegato con rap-porti di lavoro non direttamente collegabili,all’azienda sanitario o ospedaliera comecontratti interinali o di somministrazione.

9/1334-AR/171. De Filippo, Carnevali,Campana, Ubaldo Pagano, Pini, RizzoNervo, Schirò, Siani.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame rideter-mina il livello di finanziamento del fabbi-sogno sanitario nazionale per il triennio2019- 2021 subordinando l’accesso delleregioni all’incremento previsto per gli anni2020 e 2021 rispetto al 2018 alla sottoscri-zione di una specifica intesa in Conferenzapermanente per i rapporti tra lo Stato, leregioni e le province autonome di Trento eBolzano definendone le misure;

all’inizio il riparto regionale del fi-nanziamento sanitario pubblico avvenivasulla base della spesa storica, ossia sullabase della popolazione residente pesata,con pesi che tenevano conto del profilo deiconsumi sanitari della popolazione resi-dente, suddivisa per classi di età e sesso;

il decreto legislativo 68 del 2011 sucosti e fabbisogni standard in sanità intro-duce, rispetto al sistema di riparto fra leregioni delle risorse destinate ai livelli es-senziali di assistenza in vigore dagli anninovanta, due innovazioni: il depotenzia-mento della ponderazione della quota ca-pitaria per (sole) classi di età della popo-lazione e la individuazione di regionibenchmark;

nonostante la modifica intervenuta,negli ultimi anni un insieme di fattori po-litici, economici e organizzativi hanno de-

terminato il consolidamento di una condi-zione di frammentazione e difformità ter-ritoriali in cui a regioni in grado di assi-curare servizi e prestazioni all’avanguardiase ne affiancano altre in cui è difficoltosogarantire anche solo i Livelli Essenziali diAssistenza e le disuguaglianze tra le per-sone si sono fatte sempre più evidenti conla conseguenza che non tutti riescono adaccedere alle cure di cui hanno bisogno neiterritori in cui vivono;

per ovviare a tale situazione diventaquindi necessario individuare criteri di ri-parto che consentano un riequilibrio terri-toriale attraverso l’applicazione di indici dideprivazione che tengano conto, in parti-colare, delle difficoltà in cui versano leregioni meridionali e insulari,

impegna il Governo:

a predisporre misure economiche enormative volte alla definizione di un si-stema sanitario più equo che dia alle Re-gioni maggiormente in difficoltà, in parti-colare quelle del Sud, adeguati strumentiper fronteggiare le difficoltà strutturali e ilgap di risorse che esse scontano rispetto aquelle del Nord per porre fine a quel mec-canismo per cui le Regioni più ricche, avendopiù possibilità di investimento, sono anchequelle più virtuose a scapito di quelle piùpovere, che vengono ancor più depaupe-rate;

ad intervenire affinché il criterio dideprivazione economica con un peso pon-derato non inferiore al 10 per cento davalere sull’intera quota sia inserito qualecriterio aggiuntivo nel riparto del Fondosanitario nazionale al fine di ridurre lamobilità passiva tra le regioni e le listed’attesa.

9/1334-AR/172. Ubaldo Pagano, De Fi-lippo, Carnevali, Campana, Pini, RizzoNervo, Schirò, Siani.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevedeuna serie di misure nel settore sanitario tra

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cui le risorse per la riduzione dei tempi diattesa delle prestazioni sanitarie e la mo-dulazione del livello del finanziamento delfabbisogno sanitario nazionale standard acui concorre lo Stato;

tra le varie misure non vi è peròquella volta alla riduzione del superticket,ovvero i 10 euro che i cittadini devonopagare su ogni ricetta, per le prestazioni didiagnostica e specialistica, nonostante piùvolte il Ministro della Salute abbia dichia-rato essere un obiettivo di questo governo,fin da questa legge di bilancio, la sua abo-lizione;

la legge di bilancio 2018 (l’articolo1, comma 804 della legge 27 dicembre 2017n. 205) aveva previsto al fine di conseguireuna maggiore equità e agevolare l’accessoalle prestazioni sanitarie da parte di spe-cifiche categorie di soggetti vulnerabili, unFondo per la riduzione della quota fissasulla ricetta (articolo 1, comma 796, letterap), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, edelle misure di cui alla lettera p-bis) conuna dotazione di 60 milioni di euro annuia decorrere dall’anno 2018,

impegna il Governo

ad individuare le risorse economiche ne-cessarie, oltre a quelle già stanziate, peraddivenire ad una effettiva abolizione su-perticket sulle ricette relative alle presta-zioni di diagnostica e specialistica garan-tendo così il diritto alla salute sancito dallaCostituzione a tutti i cittadini.

9/1334-AR/173. Rizzo Nervo, De Filippo,Carnevali, Campana, Ubaldo Pagano, Pini,Schirò, Siani.

La Camera,

premesso che:

secondo gli ultimi dati ISTAT riferitiall’anno 2017 e pubblicati nel mese di no-vembre u.s. i bambini iscritti all’anagrafeper nascita sono stati 458.151 bambini,oltre 15 mila in meno rispetto al 2016portando ad una diminuzione nell’arco di 3anni di 45 mila unità;

per far fronte a questa costantedecrescita della natalità è necessario nonsolo riordinare e potenziare le misure disostegno economico per i figli ma ancheincrementare gli stanziamenti per la diffu-sione dei servizi per la primissima infanzia;

a partire dal 2007 il legislatore ita-liano ha iniziato a prevedere finanziamentistraordinari utilizzando strumenti diretti eindiretti, che sono stati integrati con laprogrammazione dei fondi europei tra cuil’intervento più importante promosso negliultimi anni è stato il Piano straordinarioper lo sviluppo dei servizi socio educativiper la prima infanzia istituito con la leggefinanziaria del 2007 (legge n. 296 del 2006,articolo 1, comma 1259, che prevedeva unfinanziamento statale e regionale triennale;

negli stessi anni è stata promossa lasperimentazione nazionale delle sezioni Pri-mavera, sezioni aggregate anche alle scuoledell’infanzia e finanziate dallo Stato, desti-nate ad accogliere bambini nella fascia dietà 24/36 mesi nonché, dal 2011, infine, èstato promosso il Piano Azione Coesione(PAC), un intervento statale rivolto a quat-tro regioni del sud – Calabria, Campania,Puglia e Sicilia – per finanziare, tra glialtri, anche i servizi per la prima infanzia;

nel 2017, con il decreto legislativon. 65 del 13 aprile, è stata avviata la pro-gressiva attuazione del sistema integrato dieducazione e di istruzione dalla nascitafino a sei anni, istituito nell’ambito dellariforma del sistema nazionale di istruzionee formazione conosciuta come la « Buonascuola » (legge n. 107 del 2015) « al fine digarantire ai bambini e alle bambine pariopportunità di educazione, istruzione, cura,relazione e gioco, superando disuguaglianzee barriere territoriali, economiche, etnichee culturali, nonché ai fini della concilia-zione tra tempi di vita, di cura e di lavorodei genitori, della promozione della qualitàdell’offerta educativa e della continuità trai vari servizi educativi e scolastici e lapartecipazione delle famiglie »;

per attuare questo sistema inte-grato, il Piano di azione nazionale plurien-nale ha previsto una dotazione di 209 mi-

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lioni di euro nel 2017, 224 milioni nel 2018e 239 milioni l’anno a decorrere dal 2019puntando così ad aumentare, in partico-lare, l’offerta dei servizi zero/tre, oggi moltodisomogenea a livello territoriale (dal 39,9per cento di copertura in Val d’Aosta al 6,4per cento della Campania);

nonostante tali interventi messi incampo negli ultimi dieci anni il settore deiservizi per la prima infanzia destinati aibambini di età inferiore ai tre anni nonriesce ancora a garantire una offerta diqualità diffusa su tutto il territorio nazio-nale,

impegna il Governo:

a confermare e rafforzare le risorsedestinate al raggiungimento degli obiettiviindicati nel decreto emanato sul sistemaintegrato in coerenza con le politiche eu-ropee e conformemente agli obiettivi defi-niti nel decreto legislativo n° 65 del 2017tra i quali il raggiungimento di almeno il 33per cento della popolazione al di sotto dei3 anni di età a livello nazionale, diffusionedei servizi educativi per l’infanzia in al-meno il 75 per cento dei comuni, anche informa associata, generalizzazione progres-siva della scuola dell’infanzia per tutti ibambini tra 3 e 6 anni, l’inclusione di tuttii bambini con difficoltà, qualificazione uni-versitaria del personale dei servizi educa-tivi e per l’infanzia, obbligo di formazionein servizio per il personale del sistemaintegrato, coordinamento pedagogico terri-toriale;

a definire delle aree a priorità educa-tiva nelle aree marginali del Paese e adinvestire in modo mirato e diretto risorsenazionali e comunitarie destinate all’infan-zia e al potenziamento del sistema inte-grato 0-6;

a convocare la Commissione per l’e-ducazione e l’istruzione zero-sei anni perl’emanazione delle linee guida pedagogicheprevista dal decreto legislativo 65/2017, diregolare lo sviluppo dell’intero sistema emonitorare l’uso corretto dei finanzia-menti;

a realizzare una campagna informa-tiva efficace congiunta tra Miur e Ministero

della Salute sull’importanza del nido e suimetodi per stimolare linguisticamente i bam-bini e le bambine nei primi mille giorni divita.

9/1334-AR/174. Siani, De Filippo, Carne-vali, Campana, Ubaldo Pagano, Pini,Rizzo Nervo, Schirò.

La Camera,

premesso che:

in Italia la gratuità della contracce-zione, anche se non esiste una normativaspecifica si desume dall’ordinamento vistoche riferimenti ad essa si possono indivi-duare sia nella legge 405 del 1975 cheistituisce i consultori famigliari che nella194 del 1978 che regolamenta la tutelasociale della maternità e l’interruzione vo-lontaria di gravidanza, visto che entrambele leggi si basano sull’idea e sull’obiettivoche la contraccezione debba essere gra-tuita, così come l’accesso ai consultori;

nella realtà, però, in Italia a qua-rant’anni di distanza dall’approvazione delledue leggi la situazione è molto diversa esolo alcune regioni hanno introdotto lacontraccezione gratuita per alcune catego-rie di persone;

a differenza di altri Paesi europeicome Belgio, Francia e Regno Unito doveesistono i rimborsi per diverse tipologie dicontraccettivi nonché ci sono politiche perfacilitare l’accesso alla contraccezione digiovani e donne a basso reddito, l’Italia nonha una politica chiara a livello nazionale e,infatti, non risulta né tra gli 11 Paesi conun sito istituzionale di informazione sullapianificazione riproduttiva né tra i 18 cherimborsano agli utenti, in particolare lecategorie deboli e gli adolescenti, su speseper i mezzi di contraccezione;

secondo il rapporto dell’« EuropeanParliamentary Forum on Population andDevelopment », che a ha presentato i datisulla diffusione e l’accesso alle modernetecniche di contraccezione in 46 stati del-l’Europa geografica, l’Italia si piazza al26esimo posto dopo stati come Svezia, Esto-

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nia, Spagna, Portogallo, Moldavia e Austria,mentre tra i Paesi dell’Europa occidentale,risulta addirittura fanalino di coda,

impegna il Governo

ad individuare le risorse economiche ne-cessarie per predisporre a livello nazionale,anche in via sperimentale, una campagnadi distribuzione di dispositivi anticoncezio-nali, medici e ormonali nonché di contrac-cettivi meccanici o di barriera gratuita peralmeno ognuna delle seguenti categorie:persone sotto i 26 anni; persone con ISEEinferiore a 25.000 euro; persone che sonobeneficiari di protezione internazionale; per-sone sieropositivi o che hanno malattiesessualmente trasmissibili; persone porta-trici di HPV; alle donne entro sei mesidall’interruzione volontaria di gravidanza,alle donne post partum entro i dodici mesidal parto.

9/1334-AR/175. Pini.

La Camera,

premesso che:

la piena inclusione sociale delle per-sone con disabilità è un problema ancoraaperto nel nostro Paese nonostante l’Italiaabbia ratificato, con legge 3 marzo 2009n. 18, la Convenzione delle Nazioni Unitesui diritti delle persone con disabilità, adot-tata a New York il 3 dicembre 2006;

diritti fondamentali quali il dirittoalla salute, allo studio, all’inserimento la-vorativo, all’autodeterminazione, malgradoi progressi raggiunti negli ultimi anni, de-vono ancora essere riconosciuti ad un nu-mero elevato di cittadini ai quali occorreassicurare la possibilità di cogliere tutte leopportunità di cui godono gli altri indivi-dui;

in particolare, in forza dell’articolo19 della Convenzione dell’ONU, gli Statifirmatari « riconoscono il diritto di tutte lepersone con disabilità a vivere nella so-cietà, con la stessa libertà di scelta dellealtre persone, e adottano misure efficaci edadeguate al fine di facilitare il pieno godi-

mento da parte delle persone con disabilitàdi tale diritto e la loro piena integrazione epartecipazione nella società », assicurando,tra l’altro, che « le persone con disabilitàabbiano accesso ad una serie di servizi adomicilio o residenziali e ad altri servizisociali di sostegno, compresa l’assistenzapersonale necessaria per consentire loro divivere nella società e di inserirvisi e impe-dire che siano isolate o vittime di segrega-zione »;

a tutt’oggi, in Italia, il pieno godi-mento dei diritti fondamentali sanciti dalcitato articolo 19 non è totalmente assicu-rato, essendo spesso limitata la partecipa-zione da parte delle persone con disabilitàalla vita sociale ed economica del nostroPaese a causa di barriere comportamentali,ambientali, culturali ed economiche;

al fine di incidere effettivamentesugli ostacoli che impediscono la realizza-zione dell’articolo 19 della Convenzionedell’ONU, occorre investire, in modo quan-titativamente e qualitativamente adeguato,su misure di sostegno alle persone condisabilità in condizione di non autosuffi-cienza che consentano loro, attraverso per-corsi di autonomia e progetti di vita indi-pendente, di sviluppare il più possibile ilproprio potenziale e che offrano un realesupporto alle loro famiglie, su cui attual-mente grava il carico maggior delle attivitàdi cura e di aiuto;

per assicurare il massimo grado diequità, efficacia ed efficienza di tali misure,occorre che le stesse siano articolate se-condo una valutazione multidimensionaledelle necessità effettive del destinatario dellaprestazione, riconoscendolo come protago-nista del proprio percorso di vita,

impegna il Governo:

ad istituire, in aggiunta alle misure giàattualmente previste nel nostro ordina-mento dell’indennità di accompagnamentoo di quella di comunicazione, un assegnopersonale di cura di un importo graduatodestinato specificamente alla realizzazionedi progetti individualizzati per l’inclusione,l’autonomia, la vita indipendente di per-

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sone con disabilità grave, o per percorsi dideistituzionalizzazione delle stesse, o per ilsostegno a persone con disabilità grave incondizioni di necessitare di assistenza vi-tale;

ad assicurare che le condizioni per ilriconoscimento e la graduazione di taleassegno siano stabiliti secondo criteri ido-nei a commisurare il grado di gravità, lecondizioni e necessità specifiche e l’inten-sità del sostegno individuale necessario.

9/1334-AR/176. Noja, Carnevali.

La Camera,

premesso che:

la legge n. 112 del 2016 (cosiddetta« Dopo di noi ») ha previsto all’articolo 3,comma 1, l’istituzione di un Fondo perl’assistenza alle persone con disabilità grave,prive del sostegno familiare, con una do-tazione pari a 90 milioni di euro per l’anno2016, a 38,3 milioni di euro per l’anno 2017e a 56,1 milioni di euro annui a decorreredal 2018;

la legge n. 205 del 2017 (legge dibilancio per il 2018), nell’ambito dei defi-nanziamenti disposti ai sensi dell’articolo23, comma 3, lettera b), della legge n. 196del 2009, ha previsto la riduzione delladotazione del citato Fondo per un ammon-tare pari a 5 milioni di euro per ciascunodegli anni 2018 e 2019, verosimilmente inconsiderazione del fatto che le risorse delcitato Fondo potrebbero essere reintegrateper effetto del meccanismo previsto dall’ar-ticolo 9, comma 2, della predetta leggen. 112 del 2016;

già il Governo si è impegnato conl’approvazione dell’ordine del giorno 9/851-A/1 a reintegrare le risorse del Fondo di cuiall’articolo 3, comma 1, della legge n. 112del 2016, per un ammontare pari a 5 mi-lioni di euro per ciascuno degli anni 2018e 2019, anche attraverso l’adozione di unapposito provvedimento d’urgenza nel corsodel corrente anno finanziario,

impegna il Governo

a imputare i 2 milioni aggiuntivi per l’anno2019, così come previsto dall’emendamento

Tab. 2. 1 a prima firma Carnevali, al capi-tolo 3553 « Fondo per l’assistenza alle per-sone con disabilità grave prive del sostegnofamiliare » dello stato di previsione del Mi-nistero del lavoro e delle politiche sociali,missione 3 Diritti sociali, politiche sociali efamiglia programma 3.2 Trasferimenti as-sistenziali a enti previdenziali, finanzia-mento nazionale spesa sociale, program-mazione, monitoraggio e valutazione poli-tiche sociali e di inclusione attiva.

9/1334-AR/177. Sensi, Carnevali, De Fi-lippo, Campana, Ubaldo Pagano, Pini,Rizzo Nervo, Schirò, Siani.

La Camera,

premesso che:

con il decreto legislativo 6 marzo2017, n. 40, il Servizio Civile Nazionalediventa Universale puntando in questo modoad accogliere la totalità delle richieste dipartecipazione da parte dei giovani che,per scelta volontaria, intendono fare un’e-sperienza di grande valore formativo e ci-vile, in grado anche di dare loro compe-tenze utili per l’immissione nel mondo dellavoro;

attraverso un percorso virtuoso iprecedenti governi sono passati dai 896giovani volontari del 2013, al numero « re-cord » di 53.363 ragazze e ragazzi partitivolontari nell’anno 2018 a fronte di più di100 mila richieste, con uno stanziamento dicirca 300 milioni di euro;

l’attuale legge di bilancio contieneuno stanziamento di soli 148 milioni, suf-ficienti a mala pena per la partecipazionedi 20.000 volontari, meno della metà del-l’anno precedente;

al fine di continuare il percorsointrapreso verso la realizzazione di un Ser-vizio Civile veramente universale sarebbenecessario uno stanziamento totale di al-meno 400 milioni di euro,

impegna il Governo

ad individuare risorse economiche neces-sarie a consentire un reale raggiungimento

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del Servizio Civile Universale, evitando cosìil dimezzamento del numero dei volontarie venendo incontro alle aspettative dellemigliaia di giovani che annualmente vor-rebbero partecipare a questa fondamentaleesperienza di vita.

9/1334-AR/178. Bonomo.

La Camera,

premesso che:

l’istituto nazionale di statistica(ISTAT), nell’ultimo « Rapporto BES 2017:il benessere equo e sostenibile in Italia »,evidenzia come l’indice di abusivismo edi-lizio si attesti sul valore di 19,6 costruzioniabusive ogni 100 autorizzate: si tratta dun-que di un fenomeno attuale e ancora gra-vissimo, sebbene in lieve calo rispetto al-l’indice di 19,9 su cento dell’anno prece-dente;

il rapporto mette in luce come, du-rante la crisi economica, che ha portato alcrollo dell’attività edilizia in Italia, l’inci-denza dell’edilizia illegale sia più che rad-doppiata, tenendo conto che nel 2007 laproporzione era di 9 costruzioni abusiveogni 100 autorizzate;

i livelli del fenomeno restano per-tanto preoccupanti, specialmente nelle re-gioni dell’Italia centrale, dove si stima chenel 2016 le nuove costruzioni residenzialiabusive equivalgano a quasi un quinto diquelle autorizzate, e ancor più nel Mezzo-giorno, dove la proporzione sfiora il 50 percento;

gli indici di abusivismo sono, poi,particolarmente elevati in Molise, Campa-nia, Basilicata, Calabria e Sicilia, risultan-dovi ampiamente superiori alla media delMezzogiorno. Si tratta quindi di un valoreinaccettabile, che si distacca nettamente daquello medio degli Stati dell’Unione euro-pea e che conferma l’incapacità di tornareai livelli antecedenti la crisi, quando –come si è detto – il dato era di 9 costru-zioni illegali ogni 100 autorizzate;

l’impatto dell’abusivismo sul tessutourbanistico e sulla sicurezza idrogeologica

e sismica si conferma devastante ancheperché efficaci politiche di contrasto fati-cano a imporsi. L’abusivismo edilizio è unfenomeno che non risparmia purtroppo iluoghi più belli del paese, da Nord a Sud,cospargendolo di manufatti che spesso ri-mangono allo stato incompiuto di scheletri,oppure di villette e alberghi che privatiz-zano aree di spiaggia o sorgono in mezzo ailetti dei fiumi o in aree esposte al rischioidrogeologico. Tali abusi si legano a doppiofilo con le cave illegali, con la movimenta-zione di terra e la produzione di calce-struzzo e con l’attività delle imprese gestitedalla criminalità organizzata;

il dossier di Legambiente « Abbattil’abuso. I numeri delle (mancate) demoli-zioni nei comuni italiani », del settembre2018, è stato realizzato dall’associazione apartire dai dati forniti da 1.804 comuniitaliani (il 22,6 per cento del totale), conuna analisi del fenomeno dal 2004, annosuccessivo all’ultimo condono edilizio, adoggi e il quadro complessivo che emergeconferma la sostanziale inerzia di fronteall’abusivismo e alle prescrizioni di leggerispetto alle procedure sanzionatorie e diripristino della legalità. Il fatto che oltre 6mila i comuni non abbiano inoltre rispostoall’indagine di Legambiente e che 84 ab-biano, invece, negato le informazioni ri-chieste, dimostra che purtroppo ancora oggi– in mancanza di un censimento nazionaledel fenomeno e con dati in circolazionespesso carenti, contraddittori o palese-mente sottostimati, siamo di fronte a in-formazioni gelosamente custodite;

siamo di fronte a un fenomeno com-plesso, immerso in un pantano burocraticoche si è allargato a dismisura con i trecondoni edilizi, che hanno puntualmenterilanciato nuove stagioni di abusivismo, conl’inerzia dei Comuni e con lo stallo pro-dotto dai ricorsi amministrativi mai giuntia sentenza. Proprio per questo è indispen-sabile intervenire nella materia, perché oc-corre riscattare interi territori e le lorocomunità, riportando legalità, sicurezza, bel-lezza, economia sana e turismo;

attuare quindi un piano nazionaledi demolizione dei manufatti abusivi, an-

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che tramite strumenti normativi adeguati eagili non soltanto serve a tutelare la bel-lezza del territorio nazionale e la sicurezzaidrogeologica e sismica dei nostri concitta-dini, ma rappresenta anche un’arma effi-cace di deterrenza contro la criminalitàorganizzata, la corruzione e la concorrenzasleale verso imprese edili che lavorano one-stamente;

per questo proponiamo di porre suiPrefetti la responsabilità delle demolizioniprevedendo anche risorse dedicate alloscopo,

impegna il Governo

ad intervenire con la massima urgenzamodificando la disciplina contenuta nell’ar-ticolo 41 del decreto del Presidente dellaRepubblica n. 380 del 2001 per attribuirele necessarie competenze ai Prefetti per gliinterventi di demolizione di opere abusive,allo scopo riservando le necessarie risorseattraverso l’istituzione di un fondo dedi-cato, da costituire presso il Ministero del-l’Interno.

9/1334-AR/179. Braga, Buratti, Del BassoDe Caro, Morassut, Morgoni, Orlando,Pellicani, Pezzopane, De Micheli.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 46 del decreto-legge 24aprile 2017, n. 50, convertito, con modifi-cazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96,ha istituito la zona franca urbana ai sensidella legge 27 dicembre 2006, n. 296 neiComuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio,Marche e Umbria colpiti dagli eventi si-smici verificatisi a far data dal 24 agosto2016;

l’articolo 79, comma 4 del provve-dimento in commento dispone la prorogadella gestione straordinaria fino al 31 di-cembre del 2020 « allo scopo di assicurareil proseguimento e l’accelerazione del pro-cesso di ricostruzione e di consentire laprogressiva cessazione delle funzioni com-missariali, con riassunzione delle mede-

sime da parte degli enti ordinariamentecompetenti »; alla proroga della gestionestraordinaria non consegue in via automa-tica l’estensione dei benefici relativi allaZona Franca Urbana trattandosi di agevo-lazioni riconosciute per legge con riferi-mento ai soli periodi di imposta 2017 e2018;

è quindi necessario estendere connorma di legge i benefici in questione an-che per i periodi di imposta 2019 e 2020,prevedendo che per tali periodi le agevo-lazioni siano riconosciute a tutte le impreseche possano documentare di aver subitouna contrazione del fatturato rispetto aquello dell’anno precedente superando lalimitazione della riduzione del fatturatoalmeno pari al 25 per cento di quellodell’anno precedente, disposta nel citatoarticolo 46,

impegna il Governo

a prorogare le agevolazioni fiscali di cuiall’articolo 46 del decreto-legge 24 aprile2017, n. 50, convertito, con modificazioni,dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, relativealla zona franca urbana nei Comuni delleRegioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Um-bria colpiti dagli eventi sismici verificatisi afar data dal 24 agosto 2016, per i periodi diimposta 2019 e 2020, senza prevedere peri citati periodi di riferimento il requisitodella riduzione del fatturato almeno pari al25 per cento e riconoscendo i benefìci inquestione a tutte le imprese che possonodocumentare una contrazione del fatturatorispetto al periodo di imposta precedente.

9/1334-AR/180. De Micheli, Morgoni, Me-lilli, Braga, Pezzopane.

La Camera,

premesso che:

i ripetuti e violenti eventi calamitosiche purtroppo interessano il territorio na-zionale, da ultimo le alluvioni avvenute neigiorni a cavallo tra ottobre e novembre,devono renderci sempre più consapevolidella responsabilità che abbiamo nel dare

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piena attuazione agli strumenti operativimessi a disposizione dal decreto legislativo2 febbraio 2018, n. 1, Codice della prote-zione civile, che ha definito un quadronormativo certo e stabile, in grado di darerisposte omogenee ai cittadini in tutto l’arcoin cui si esplica l’attività di protezionecivile;

coniugare al meglio le esigenze dilegalità e di trasparenza con l’urgenza del-l’operatività significa sforzarsi di trovare ilpunto più avanzato di equilibrio tra un’ar-chitettura normativa articolata, che è defi-nita dalle norme ordinarie nelle varie ma-terie (in materia edilizia, di lavori pubblici,di procedura amministrativa e di traspa-renza) e la necessità però di garantire so-luzioni efficaci in tempi ristretti;

le disposizioni contenute del Codicedella protezione ernie coniugate alle normecontenute nel nuovo Codice dei contrattipubblici hanno già dato una risposta im-portante, definendo procedure semplificatee accelerate da mettere in campo nellagestione dell’emergenza, contribuendo inmaniera sistemica a definire la disciplinadello stato di emergenza e del regime de-rogatorio, secondo un modello che tendesempre di più verso un diritto positivo daapplicare in situazioni di emergenza;

dal dopoguerra ad oggi il costo com-plessivo dei danni provocati da frane, al-luvioni e terremoti, è stimato nella spaven-tosa cifra di 240 miliardi di euro, 3 miliardie mezzo di euro all’anno. Le cifre tendonoad aumentare e, proprio per questo, èdoveroso investire ancora più energie, piùrisorse, per rafforzare la cultura della pre-venzione del rischio nel nostro Paese, an-che accompagnando una maggiore consa-pevolezza di tutti gli attori coinvolti chehanno una responsabilità nel prevenire enel gestire le emergenze;

in tale ottica assume un rilievo fon-damentale la gestione delle emergenze daparte delle regioni e, per questo, accanto alFondo per le emergenze nazionali, finan-ziato negli ultimi anni con risorse impor-tanti, assume un valore fondamentale ilFondo regionale di protezione civile. Ab-

biamo chiesto come gruppo del Partito De-mocratico un’attenzione al Governo perrifinanziare anche il Fondo per le emer-genze regionali, per dare veramente ope-ratività piena alle strutture territoriali apartire dalle regioni e garantire il più pos-sibile che queste misure possano produrreeffetti positivi, immediati, nella gestionedell’emergenza. Si tratta di fornire unostrumento importante alle regioni per po-ter intervenire con immediatezza senza at-tendere l’intervento del Fondo per le emer-genze nazionali. Inoltre nei casi di calamitàregionali risulta addirittura l’unico stru-mento a disposizione dei territori per for-nire i necessari interventi sociali ed econo-mici;

rilevato inoltre che gli eventi allu-vionali degli ultimi giorni di ottobre e diinizio novembre hanno reso evidente l’ur-genza di consentire rapida rimozione delmateriale vegetale abbattuto e l’avvio degliinterventi di ripristino dei boschi, in attua-zione di quanto previsto dall’articolo 25,comma 2, lettera b), del decreto legislativon. 1 del 2018, nonché il ripristino degliarenili ed i connessi interventi di ripasci-mento per la riduzione del rischio di ero-sione costiera, in attuazione di quanto pre-visto dalla lettera d) del medesimo articolo25, con l’obiettivo di dare certezza agliinvestimenti ed alla ripresa economica deiterritori interessati dall’evento calamitoso,

impegna il Governo:

a finanziare con adeguate risorse ilFondo regionale di protezione civile di cuiall’articolo 45 del decreto legislativo 2 feb-braio 2018, n. 1;

a destinare le opportune risorse perconsentire la più rapida rimozione del ma-teriale vegetale abbattuto e l’avvio degliinterventi di ripristino dei boschi, in attua-zione di quanto previsto dall’articolo 25,comma 2, lettera b), del decreto legislativon. 1 del 2018, nonché il ripristino degliarenili ed i connessi interventi di rifaci-mento per la riduzione del rischio di ero-sione costiera, in attuazione di quanto pre-visto dalla lettera d) del medesimo articolo

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25, nelle zone interessate dalla dichiara-zione dello stato di emergenza deliberata il9 novembre 2018, disponendone, inoltre,l’utilizzo parziale per interventi a favore disoggetti privati ed attività economiche eproduttive danneggiati dai predetti feno-meni in attuazione della lettera f) del me-desimo articolo 25.

9/1334-AR/181. Buratti, Braga, Del BassoDe Caro, Morassut, Morgoni, Orlando,Pellicani, Pezzopane, De Micheli.

La Camera,

premesso che:

la disciplina dell’Edilizia Convenzio-nata ha subito, nel corso del tempo, unacontinua evoluzione attraverso numerosiinterventi legislativi che hanno quale puntodi partenza la considerazione della suafunzione « economico-sociale » di assicu-rare il bene primario « casa » a categorie disoggetti ritenuti svantaggiati, in quanto prividella potenzialità economica per entrarenel « libero mercato immobiliare »;

come sottolineato dalla Corte Costi-tuzionale nella sentenza n. 121/2010 e,prima ancora, nella sentenza n. 94/2007,« la materia dell’edilizia residenziale pub-blica », non espressamente contemplata dal-l’articolo 117 della Costituzione, si estendesu tre livelli normativi. Il primo riguarda ladeterminazione dell’offerta minima di al-loggi destinati ai ceti meno abbienti, espres-sione della competenza statale esclusiva inmateria di livelli essenziali delle presta-zioni; il secondo riguarda la programma-zione degli insediamenti di edilizia residen-ziale, che ricade nella materia « governo delterritorio »; il terzo livello normativo ri-guarda invece la gestione del patrimonioimmobiliare di edilizia residenziale pub-blica, rientrante nel quarto comma dell’ar-ticolo 117 della Costituzione (cfr. Cortecostituzionale, 16 dicembre 2016, n. 273);

tuttavia l’attuale situazione inerentei Piani di Zona impone interventi normativiurgenti per risolvere alcune criticità delsistema a tutela di tutti i soggetti interes-sati. In particolare è necessario modificare

l’articolo 31 della legge 23 dicembre 1998,n. 448 al fine di razionalizzare in modouniforme e trasparente i procedimenti ditrasformazione da diritto di superficie inproprietà e di rimozione dei vincoli relativialla commerciabilità e ai prezzi di aliena-zione e locazione, favorendo altresì il « com-pletamento dei piani di zona », ovvero lacompleta realizzazione delle opere di ur-banizzazione primaria e secondaria; si trattadi un tema rilevante per l’edilizia conven-zionata degli anni 1967, 1969, 1970 e 1972non solo nella città di Roma, ma anche inmolte altre realtà metropolitane, come Pa-lermo, Napoli;

per tali motivazioni è necessario mo-dificare i commi da 45 a 50-bis dell’articolo31 della citata legge n. 448 del 1998 conl’obiettivo di:

introdurre una fattispecie di di-ritto potestativo in capo ai titolari del di-ritto di superficie ex legge 22 ottobre 1971,n. 865, i quali potranno richiedere la tra-sformazione del diritto di superficie sullearee, non escluse dai Comuni, in diritto diproprietà;

prevedere il procedimento con ilquale si attuerà la trasformazione del di-ritto di superficie in diritto di piena pro-prietà, prevedendo rimedi per le ipotesi diinerzia dei Comuni;

introdurre la possibilità di sosti-tuire le Convenzioni di concessione di di-ritto di superficie e le Convenzioni di di-ritto di piena proprietà vincolata, con Con-venzioni, stipulate utilizzando uno schematipo regionale, già previsto normativamente(dal decreto del Presidente della Repub-blica n. 380 del 6 giugno 2001);

rimuovere, tramite tale Conven-zione, tutti i vincoli oggettivi e soggettivi,compreso quello relativo alla determina-zione del prezzo massimo di cessione eindividuare le modalità di calcolo del cor-rispettivo dovuto al Comune per tale rimo-zione, introducendo un limite quantitativo;

garantire la parità di trattamentogiuridica tra i titolari di una Convenzioneche avesse ad oggetto sin dall’origine il

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diritto di piena proprietà vincolata e i sog-getti che hanno ottenuto la piena proprietàsolamente a seguito della trasformazionedel diritto di superficie, garantendo cheanche per le Convenzioni trasformate (di-ritto di superficie in diritto di proprietà) siapplichi il medesimo termine di venti anni,il quale inizia a decorrere, anche in questocaso, dalla stipula dell’originaria Conven-zione di diritto di superficie (c. 46-bis);

prevedere che la richiesta di tra-sformazione del diritto di superficie in di-ritto di proprietà possa provenire dai sin-goli proprietari degli alloggi, con conse-guente esclusione sia della legittimazioneattiva del Comune, che delle cooperativeedilizie o delle imprese costruttrici in ge-nere;

prevedere modalità di calcolo delcorrispettivo dovuto per la trasformazionedelle aree in proprietà, facendo riferimentoalle quotazioni dell’Osservatorio Immobi-liare e l’applicazione di un beneficio afavore di tutti quei cittadini che hannoacquistato la propria abitazione in piani dizona nei quali le opere urbanizzazione nonsono state ancora ultimate;

stabilire il principio per cui ilcorrispettivo dovuto per la trasformazionedelle aree in diritto di proprietà non potràessere maggiore del corrispettivo previstoper le aree cedute direttamente in pro-prietà nell’ambito del medesimo piano dizona, salvo rivalutazione ISTAT e la facoltàdel Comune di introdurre ulteriori ele-menti agevolativi, quali sconti e dilazioni dipagamento;

stabilire che i Comuni debbanodestinare i corrispettivi acquisiti dalle pro-cedure di trasformazione del diritto di su-perficie in diritto di proprietà al comple-tamento delle opere di urbanizzazione pri-marie e secondarie dei vari Piani di Zonacomunali,

impegna il Governo

ad affrontare e risolvere le problematichedi cui in premessa ed a procedere, con lamassima urgenza, all’adozione di misure di

riordino e semplificazione per la trasfor-mazione del diritto di superficie in dirittodi proprietà e per l’affrancazione nei pianiE.R.P. mediante la modifica e l’integrazionedelle disposizioni straordinarie in materiadi violazione della disciplina sul prezzomassimo di cessione dei commi dal 45 al50-bis dell’articolo 31 della legge 23 dicem-bre 1998, n. 448.

9/1334-AR/182. Morassut, Prestipino.

La Camera,

premesso che:

la legge di Bilancio 2019 all’esamedel Parlamento al Titolo VIII detta dispo-sizioni per supportare alcune esigenze emer-genziali connesse ad eventi calamitosi;

una misura di rilevante interessesociale ed economico per i cittadini colpitidalle calamità è sicuramente quella checonsentirebbe l’esclusione dei redditi deifabbricati dichiarati inagibili dalla deter-minazione del patrimonio immobiliare ri-levante ai fini ISEE,

impegna il Governo

a escludere i redditi dei fabbricati inagibiliper la determinazione ai fini ISEE modifi-cando l’articolo 5 del decreto del Presi-dente del Consiglio dei ministri 5 dicembre2013, n. 159, per prevedere che ai fini delladeterminazione del patrimonio immobi-liare, rilevante ai fini del calcolo dell’ISEE,non si deve tener conto del valore deifabbricati oggetto di espressa dichiarazionedi inagibilità, sino a quando la predettacondizione non verrà a cessare.

9/1334-AR/183. Morgoni.

La Camera,

premesso che:

la legge di bilancio 2019 all’esamedel Parlamento, ancora una volta, non con-tiene gli interventi richiesti dai territori delcentro Italia colpiti dai terremoti del 2009e a far data dal 24 agosto 2016 nonostante

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gli impegni presi dalla maggioranza, adinizio legislatura, sia con atti parlamentarisia con dichiarazioni stampa di voler in-tervenire con il primo provvedimento utile;

non è stato, invece, fatto nel decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, convertitodalla legge 19 luglio 2918, né nel successivodecreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, cosid-detto « milleproroghe », convertito dalla legge21 settembre 2018, n. 108, poi neanche neldecreto-legge 28 settembre 2018, n. 109,convertito dalla legge 16 novembre 2018,n. 130 ed ora non c’è nulla nella Legge diBilancio 2019. Si tratta di una scelta gra-vissima e penalizzante per i cittadini, leimprese e gli enti locali;

in particolare, a quasi dieci anni dalterremoto de L’Aquila del 2009 alcune ur-genze continuano ad essere ignorate. Sitratta di prorogare il termine in scadenza ilprossimo 31 dicembre 2018 per salvare leaziende del cratere dalla restituzione tassechiarendo che il recupero degli aiuti di-chiarati illegittimi opera limitatamente agliimporti eccedenti la soglia de minimis dieuro 500.000 e di confermare, come fattodal 2009, un contributo per salvare i bi-lanci dei comuni del cratere per sopperireminori entrate e maggiori spese. Infine nonè più rinviabile avviare il confronto sulpersonale precario per individuare le op-portune procedure di stabilizzazione delpersonale anche per rafforzare gli ufficideputati alla ricostruzione;

per la ricostruzione dei territori delCentro Italia risulta urgente prorogare larestituzione delle tasse sospese, preveden-done, allo stesso tempo, una riduzione al40 per cento dell’importo da restituire,prorogare i benefici connessi alla zonafranca urbana e l’incremento del personaleimpegnato nella ricostruzione,

impegna il Governo:

per le urgenze del terremoto de L’A-quila:

a disporre che, per i beneficiari dellemisure di cui all’articolo 33 comma 28della legge 12 novembre 2011, n. 183, il

recupero degli aiuti dichiarati illegittimicon la decisione della Commissione euro-pea C (2015) 5549 del 24 agosto 2015 troviapplicazione per gli importi eccedenti lasoglia de minimis di euro 500 mila;

ad assegnare per il 2019 un contri-buto straordinario in favore del comunedell’Aquila e dei comuni del cratere percompensare le maggiori spese e le minorientrare includendovi anche quelle relativealla tassa per la raccolta dei rifiuti solidiurbani;

a prevedere procedure di stabiliz-zazione del personale precario utilizzatonella ricostruzione finalizzando la misuraalle esigenze di rafforzamento degli ufficimedesimi;

per le urgenze dei sismi del CentroItalia:

a prorogare la restituzione dei tri-buti sospesi prevedendone una riduzione al40 per cento dell’importo da restituire;

a prorogare le misure di agevola-zione relative alla Zona franca urbana dicui all’articolo 46 del decreto-legge 24 aprile2017, n. 50;

a prevedere misure di potenzia-mento del personale dei comuni ricadentinei territori colpiti dai sismi a far data dal24 agosto 2016.

9/1334-AR/184. Pezzopane, Morgoni, DeMicheli, Melilli, Ascani, Verini, Morani,D’Alessandro.

La Camera,

premesso che:

la Legge di Bilancio del 2017, conl’articolo 1 commi 400, 401 e 405, ha stan-ziato per gli anni 2017, 2018 e 2019, 500milioni di euro annui per i farmaci inno-vativi e 500 milioni di euro annui per ifarmaci innovativi oncologici, così comequalificati in base ai criteri predisposti daAIFA;

nel 2017 la spesa annuale per ifarmaci innovativi non oncologici è stata di

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308 milioni di euro e per quelli oncologicidi 409 milioni;

sulla base della normativa vigente,laddove le risorse previste nei fondi nonsiano totalmente impiegate per le finalitàsopra evidenziate, queste confluiscono nellaquota di finanziamento del fabbisogno sa-nitario nazionale standard senza alcun par-ticolare vincolo di destinazione;

la legge di bilancio per il 2019 nonprevede modifiche al riguardo, lasciandoinalterata la consistenza e la finalità deipredetti fondi, e non prevedendo alcunaestensione dei fondi per gli anni successivial 2019;

nel 2019-2020 sono prossimi ad en-trare nel mercato italiano nuove terapiefortemente innovative cosiddette « trasfor-mative » (ossia capaci di trasformare lanaturale storia patologica di un paziente)che offrono soluzioni « one-shot » paziente-specifiche o per nicchie di pazienti, ad altocosto. Ci si riferisce, in particolare, allenuove « terapie geniche » appartenenti alnovero delle Terapie Avanzate, che per lorointrinseche caratteristiche possono esseresomministrate solo in centri di riferimentoaltamente specializzati,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di garantireuna copertura finanziaria ai farmaci inno-vativi oncologici e non oncologici partico-larmente costosi, come le nuove terapiegeniche, attraverso modelli di finanzia-mento a medio-lungo periodo, con vincolodi destinazione;

a valutare l’opportunità di disegnareuno specifico assetto normativo regolatoriodelle Terapie Avanzate, nel quale venganodefiniti anche gli standard che i centri diriferimento dovranno avere per il loro uti-lizzo.

9/1334-AR/185. Boldi.

La Camera,

premesso che:

la risonanza magnetica nucleare(RMN) è una tecnica di indagine sulla ma-

teria basata sulla misura della precessionedello spin di protoni o di altri nuclei dotatidi momento magnetico quando sono sotto-posti a un campo magnetico. La risonanzamagnetica, intesa come tecnica di indagine,in campo medico è usata prevalentementea scopi diagnostici nella tecnica dell’ima-ging a risonanza magnetica (detta anchetomografia a risonanza magnetica). Le in-dagini mediche che sfruttano la RMN dannoinformazioni diverse rispetto alle immaginiradiologiche convenzionali: il segnale didensità in RMN è dato infatti dal nucleoatomico dell’elemento esaminato, mentrela densità radiografica è determinata dallecaratteristiche degli orbitali elettronici de-gli atomi colpiti dai raggi X. Le informa-zioni fornite dalle immagini di risonanzamagnetica sono essenzialmente di naturadiversa rispetto a quelle degli altri metodidi imaging. Infatti sono normalmente visi-bili esclusivamente i tessuti molli ed è inol-tre possibile la discriminazione tra tipi ditessuti non apprezzabile con altre tecnicheradiologiche;

l’attuale quadro normativo prevedeun iter autorizzativo differenziato per leapparecchiature a risonanza magnetica aduso medico diagnostico che è funzione didue parametri fondamentali: il campo ma-gnetico ≤ 2 tesla e >2 tesla;

in particolare l’articolo 3, comma 2,del decreto del Presidente della Repubblica8 agosto 1994, n. 542, stabilisce che tutte leapparecchiature Rm con campo magneticostatico inferiore a 0,5 tesla, dotate di elet-tromagneti e/o magneti permanenti o mistie dedicate esclusivamente all’utilizzo sugliarti (settoriale), non sono soggette ad au-torizzazione all’installazione e all’uso;

la circolare del ministero della Sa-nità 38 del 7 giugno 1995 esplicita che, perutilizzazione « settoriale » si definisce l’im-piego « limitato allo studio di una definitaregione corporea a causa dell’impossibilitàtecnologica (dimensione del “bore”, moda-lità costruttiva, tipo di magnete, ecc.) adeseguire esami Rm di altri tipi ». Da ciò, sievince chiaramente la linea di demarca-zione tra le apparecchiature a basso campodestinate ad uso settoriale e quelle cosid-dette totale body;

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l’articolo 3, al comma 2, impropria-mente limita agli arti la possibilità dell’u-tilizzo delle Rm settoriali, non conside-rando l’evoluzione delle moderne apparec-chiature che consentono il trattamento al-tresì di spalle, anche, e segmenti del rachidevertebrale, con trattamenti di campo ma-gnetico non superiori a 0, 5 tesla;

l’articolo 2, comma 1, del decretodel Presidente della Repubblica 8 agosto1994, n. 542, prevede che « Gli “standards”di sicurezza ed impiego per le apparecchia-ture R.M. sono fissati con decreto del Mi-nistro della sanità, sentito il parere delConsiglio superiore di sanità, l’istituto su-periore di sanità e l’istituto superiore per laprevenzione e la sicurezza del lavoro eaggiornati, con la medesima procedura, inrelazione all’evoluzione tecnologica, anchesu domanda delle imprese produttrici »,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di inserire le riso-nanze magnetiche settoriali dedicate allespalle, alle anche, e ai segmenti del rachidevertebrale, con valori di campo statico diinduzione magnetica non superiori a 0,5Tesla tra quelle non soggette a preventivaautorizzazione all’installazione e all’uso pre-viste dal comma 2 dell’articolo 3 del de-creto del Presidente della Repubblica 8agosto 1994, n. 542.

9/1334-AR/186. Tiramani.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge n. 95 del 2012, al-l’articolo 15, comma 14, (cosiddetto Spen-ding Review), ha introdotto nell’ordina-mento italiano la riduzione della spesa an-nuale per prestazioni specialistiche e ospe-daliere fornite dai privati accreditati rispettoai volumi di produzione del 2011, nellamisura dello 0,5 per cento per il 2012,dell’1 per cento per il 2013 e del 2 per centoa partire dal 2014;

la relazione tecnica che accompa-gnava il decreto-legge n. 95 del 2012 quan-

tificava in 280 milioni di euro il risparmioconseguibile a partire dal 2014 in una con-dizione di « invarianza dei servizi forniti aicittadini ». Un obiettivo di risparmio cheappare disatteso, giacché l’effettivo depo-tenziamento di una componente competi-tiva all’interno del Sistema Sanitario Na-zionale riduce l’incentivo delle strutturepubbliche a portare la produzione a livellipiù efficienti, con l’aggravio di domanda arappresentare un ulteriore ostacolo aglisforzi di efficientamento;

da non trascurare, inoltre, i profilidi incostituzionalità che possono ravvedersinella natura a tempo indeterminato deltaglio di spesa e sulle conseguenze perl’autonomia gestionale delle Regioni. Lasentenza 43/2016 della Corte Costituzio-nale stabilisce, infatti, che l’intervento sta-tale sull’autonomia di spesa delle Regioni èconsentito solo in forma di principio tran-sitorio per il coordinamento della finanzapubblica e per l’assolvimento di esigenze diequilibrio finanziario. Ogni misura non cir-coscritta in un arco temporale rischia in-fatti di tramutarsi in una direttiva struttu-rale sull’allocazione delle risorse finanzia-rie, agendo discrezionalmente sull’eroga-zione dei servizi;

il Sistema Sanitario Nazionale fron-teggia oggi due esigenze: da un lato, quelladi incrementare il finanziamento pubblico,dall’altro, quella di definire con sempremaggiore appropriatezza le proprie voci dispesa in ragione delle priorità sanitarie(aumento delle cronicità, invecchiamentodemografico, peggioramento delle liste diattesa, investimenti in innovazione);

per questa ragione appare semprepiù necessario consentire una piena realiz-zazione della natura mista pubblico-pri-vata del SSN, concedendo al sistema diricorrere agli erogatori privati accreditaticome una leva di stimolo competitivo esupporto all’erogazione dei servizi sanitaripubblici;

per queste ragioni, si considera op-portuno un’ulteriore modifica dell’articolo15, comma 4 del decreto-legge n. 95 del2012 nel senso di una definitiva rimozione

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dei vincoli sopra descritti, nell’obiettivo diconsentire alle Regioni di tornare in pos-sesso di una piena facoltà di programma-zione della spesa sanitaria, con la facoltà diricorrere a tutti gli erogatori accreditaticon il SSN a parità di remunerazione delleprestazioni fornite;

appare, infatti, ineludibile l’esigenzadi aumentare l’offerta di servizi erogati perridurre drasticamente e in tempi brevi leliste di attesa, aprendo al cittadino il ven-taglio dei luoghi di cura a disposizione, eimplementare l’erogazione dei nuovi LivelliEssenziali di Assistenza;

fattori, questi, su cui potrebbe inci-dere positivamente la capacità – nuova-mente concessa alle Regioni da una modi-fica del decreto-legge n. 95 del 2012 – diprogrammare la partecipazione al rinnovodei contratti nazionali per il comparto sa-nitario pubblico e privato accreditato;

da sottolineare, inoltre, come unasimile modifica non richieda un automa-tico adeguamento del livello di finanzia-mento pubblico del Fondo Sanitario Na-zionale ma conceda, all’interno della quotadi spettanza di ciascuna Regione, la possi-bilità di programmare la spesa per acquistodi prestazioni, lasciando all’Amministra-zione Regionale la possibilità di prevedereinterventi di promozione dell’appropria-tezza clinica atti a generare risparmi egarantire pertanto l’invarianza finanziariadi tale misura;

in ragione di ciò, sembra opportunorecuperare la ratio della modifica interve-nuta con la legge n. 208 del 2015, senzavincolare la deroga al tetto ad un obiettivodi spesa (come quello relativo all’eroga-zione dei nuovi LEA) di più complessadeterminazione in assenza di un quadronormativo chiaro e aggiornato,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di consentire, at-traverso le opportune iniziative normative,alle Regioni di tornare in possesso di unapiena facoltà di programmazione della spesasanitaria, con la possibilità di ricorrere a

tutti gli erogatori accreditati con il ServizioSanitario Nazionale a parità di remunera-zione delle prestazioni fornite.

9/1334-AR/187. Centemero, Boldi.

La Camera,

premesso che:

gran parte delle società che gesti-scono strutture dedicate alla nautica dadiporto occupano, in regime di concessionegeneralmente pluridecennale, aree dema-niali marittime quasi sempre prive di in-frastrutture (sia per terreni che per glispecchi acquei), sulle quali esse hanno re-alizzato, a loro totale carico, opere marit-time destinate a costituire un porto turi-stico;

per l’occupazione delle aree dema-niali marittime le società concessionariecorrispondono un canone annuo e, al ter-mine del periodo di concessione, le opererealizzate – tra cui anche i porti turistici –vengono acquisite al demanio marittimostatale senza diritto, per il concessionario,di indennizzi, rimborsi o attribuzioni dialcun genere;

la nuova disciplina introdotta dal-l’articolo 1, comma 252, della legge 27dicembre 2006 n. 296 (Legge Finanziaria2007) ha previsto una rimodulazione deicriteri di quantificazione dei canoni con-cessori che hanno subito un pesantissimoaumento arrivando addirittura, in alcunicasi, al 400 per cento in più rispetto alprecedente regime. Tale disposizione nonha, tuttavia, previsto una differenza tranuove concessioni e rapporti concessori giàin corso con la conseguente applicazioneretroattiva delle tariffe rimodulate anche aquesti ultimi;

l’improvviso ed elevatissimo aumentodel canone anche per le concessioni già inessere ha alterato il quadro economico sucui l’imprenditore aveva fatto affidamentoal momento della predisposizione del pianoindustriale e ciò, in molti casi, ha reso nonpiù sostenibile economicamente l’investi-mento creando peraltro molte incertezze in

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termini di legittimità normativa: i provve-dimenti con i quali le Pubbliche ammini-strazioni concedenti hanno applicato ai rap-porti concessori già in essere i canoni de-rivanti dalla nuova disciplina sono statioggetto di ripetute impugnazioni innanzialla Giustizia Amministrativa, e quest’ul-tima, con ripetute ordinanze, ha sollevatola questione della legittimità costituzionaledella norma in oggetto per violazione degliarticoli 3 (principio di uguaglianza) e 41(libertà di iniziativa economica) della Co-stituzione;

la Corte costituzionale con la sen-tenza n. 29 del 27 gennaio 2017, ha evi-denziato con chiarezza come l’articolo 1,comma 252, della legge 27 dicembre 2006,n. 296, presenti profili di irragionevolezzae, con riferimento alle concessioni già inessere, ha auspicato che la nuova norma-tiva venga applicata tenendo ben distinti icasi in cui il privato stia realizzando a suespese importanti infrastrutture portuali daquelli in cui tali infrastrutture esistano giàe non comportino quindi ulteriori costi peril privato. In particolare la Corte, pur con-fermando la legittimità costituzionale dellacitata norma, ha tuttavia fornito indica-zioni per una sua applicazione costituzio-nalmente orientata che impone di conside-rare la natura e le caratteristiche dei benioggetto di concessione, quali erano all’avviodel rapporto concessorio, nonché delle mo-difiche successivamente intervenute a curae spese dell’amministrazione concedente;

l’applicazione della nuova norma-tiva secondo le indicazioni date dalla Cortecostituzionale, spetterà comunque semprealle Pubbliche amministrazioni concedentie si presterà, data la mancanza di riferi-menti normativi, ad interpretazioni nonsempre omogenee che ancora una voltapotrebbero aprire il campo ad una situa-zione di sostanziale incertezza e, conse-guentemente, a contenziosi giudiziari in-nanzi alla Magistratura amministrativa;

confermando quanto stabilito dallaCorte costituzionale, la recente sentenzadel TAR Sardegna, n. 789 del 2018, suricorso proposto dalla Marina di Portisco,stabilisce che i nuovi canoni si devono

applicare ai porti turistici realizzati primadel 2006 solo con riferimento alle tabelledelle nude superfici concesse. D’altronde,nelle concessioni che prevedono la realiz-zazione di infrastrutture da parte del con-cessionario, il pagamento del canone ri-guarda soltanto l’utilizzo del suolo e nonanche i manufatti, sui quali medio temporeinsiste la proprietà superficiaria dei con-cessionari e lo Stato non vanta alcun dirittodi proprietà;

in applicazione della sentenza dellaCorte costituzionale n. 29 del 27 gennaio2017, sarebbe opportuno precisare con ap-posita norma che i titolari di concessione odi autorizzazione all’anticipata occupa-zione di beni del demanio marittimo e dizone del mare territoriale aventi ad oggettola realizzazione e la gestione di strutturededicate alla nautica da diporto, rilasciataantecedentemente alla data del 1° gennaio2007, possono optare per la ridetermina-zione del canone a decorrere dal 1° gennaio2007. A tal fine si dovrebbe chiarire che ilcanone concessorio, così come quantificatodal comma 202 della legge n. 296 del 2006,è determinato con esclusivo riferimentoalla consistenza delle aree demaniali e deglispazi d’acqua quali erano al momento delrilascio della concessione o dell’autorizza-zione, e sulla base delle sole voci tabellarirelative a « aree scoperte » e « specchi ac-quei », e che ai rapporti concessori instau-rati con atti aventi efficacia decorrente dadata anteriore al 24 novembre 2003, siapplicano le misure stabilite nell’atto ori-ginario di concessione con riferimento allanatura e alle caratteristiche dei beni og-getto di concessione quali erano all’avviodel rapporto concessorio. Da ultimo, sa-rebbe necessario far individuare all’Agen-zia del Demanio, con proprio provvedi-mento, le modalità di rideterminazione e dipagamento dei canoni concessori dovutiprevedendo, nello specifico che: se il ca-none pagato è inferiore a quello ridetermi-nato, le imprese della portualità turisticadevono versare le somme non corrisposterelative agli anni pregressi in cinque rateannuali di pari importo di cui la primaentro 120 giorni dalla comunicazione dellarideterminazione operata dall’Agenzia del

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Demanio; mentre se il canone corrisposto èsuperiore a quello rideterminato, le sommepagate in eccesso sono portate in compen-sazione a valere sui canoni futuri. In questomodo i giudizi aventi ad oggetto il paga-mento dei canoni concessori ricalcolati conl’applicazione retroattiva dell’articolo 1,comma 252, della legge 27 dicembre 2006,n. 296, si estinguerebbero automaticamentee le intimazioni di pagamento comunquenotificate dall’amministrazione diventereb-bero inefficaci;

le imprese della portualità turisticache hanno realizzato proprie strutture primadel 2007 e che ad oggi hanno impugnatol’applicazione retroattiva della nuova nor-mativa sui canoni demaniali sono 26 e granparte di queste ha ottenuto una pronunciadi sospensiva del pagamento dei canoni diconcessione;

sarebbe opportuno un chiarimentonormativo per risolvere il contenzioso inessere, anche perché tale soluzione consen-tirebbe allo Stato di realizzare un incre-mento medio di circa il 30 per cento delcanone riportato negli atti originari di con-cessione stipulati dall’Amministrazione coni privati, incassando tali maggiori somme apartire dal 2007, per un’entrata comples-siva di circa 10 milioni di euro,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere conapposita norma la rideterminazione delcanone di concessione o di autorizzazioneall’anticipata occupazione di beni del de-manio marittimo e di zone del mare terri-toriale con le modalità illustrate in pre-messa, al fine di risolvere il contenzioso inessere e consentire allo Stato di recuperarei canoni non ancora corrisposti a causadelle sospensive giudiziarie, aumentati apartire dal 2007 di circa il 30 per centodell’importo previsto negli atti originari diconcessione stipulati dall’Amministrazionecon i privati.

9/1334-AR/188. Andreuzza, Viviani.

La Camera,

in sede di esame della proposta dilegge recante Bilancio di previsione dello

Stato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021;

premesso che:

a seguito dei cambiamenti climaticie delle abitudini dei vacanzieri è semprepiù diffusa la tendenza a destagionalizzarele attività legate al settore balneare o anchesolo quelle finalizzate alla prestazione diservizi collaterali;

siffatta tendenza merita di essereassecondata e incentivata consentendo aigestori degli stabilimenti (spesso a condu-zione familiare) di risparmiare decine dimigliaia di euro e di incrementare i livellioccupazionali con la prosecuzione dell’at-tività anche nei restanti mesi dell’anno;

in diversi casi le norme per il man-tenimento oltre il periodo stagionale dellestrutture ed attrezzature amovibili utiliz-zate dai titolari delle concessioni demanialimarittime ad uso turistico ricreativo – dicui all’articolo 3, comma 1, lettera e.5), delTesto unico delle disposizioni legislative eregolamentari in materia edilizia, di cui aldecreto del Presidente della Repubblica 6giugno 2001, n. 380 – hanno ricevuto ilparere contrario delle Sovrintendenze aibeni architettonici e paesaggistici e ciò hainnescato un diffuso contenzioso anche inragione delle decisioni spesso contraddit-torie assunte dalla Pubbliche Amministra-zione;

in alcune regioni – ad esempio inPuglia (si veda l’articolo 11, comma 4, dellalegge regionale 23 giugno 2006, n. 17) – lapossibilità di mantenere le strutture e leattrezzature amovibili per tutto l’anno è giàriconosciuta ma richiede un iter burocra-tico spesso farraginoso che ha portato anumerosi ricorsi giudiziari e ad un’appli-cazione non omogenea della norma. Negliultimi anni, infatti, la giustizia amministra-tiva (si pensi da ultimo alla sentenzan. 02572/2018 del Consiglio di Stato) haprecisato che per il diniego di una do-manda di mantenimento delle strutture fun-zionali alle attività balneari, già operanti inregime di concessione demaniale marit-tima, occorre dimostrare « gli effettivi pro-fili di incompatibilità con il vincolo pae-

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saggistico, opposti a quelli che hanno con-sentito la realizzazione ed il mantenimentodelle medesime strutture per la stagionebalneare; stagione che, per evidenti carat-teristiche intrinseche, comporta una pre-senza ben più massiccia sul territorio e,conseguentemente, una maggiore rilevanzain termini di impatto paesaggistico, anchein relazione ai numerosi fruitori dello stessobene tutelato »;

sussiste, pertanto, nelle more delriordino del settore, l’interesse pubblico asospendere l’obbligo di smontaggio dellestrutture e attrezzature amovibili utilizzatedai titolari delle concessioni demaniali ma-rittime ad uso turistico ricreativo, sia pereliminare inutili costi a carico delle im-prese balneari e incentivare la destagiona-lizzazione delle loro attività, sia per evitareun inutile quanto costoso contenzioso condanno per l’Erario,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di autorizzare ititolari delle concessioni demaniali marit-time ad uso turistico ricreativo, che utiliz-zino manufatti amovibili di cui all’articolo3, comma 1, lettera e.5), del Testo unicodelle disposizioni legislative e regolamen-tari in materia edilizia, di cui al decreto delPresidente della Repubblica 6 giugno 2001,n. 380, a mantenere installati i predettimanufatti fino al 31 dicembre 2020, nellemore del riordino della materia previstadall’articolo 1, comma 18, del decreto-legge30 dicembre 2009 n. 194 convertito, conmodificazioni, con la legge 26 febbraio 2010,n. 2.

9/1334-AR/189. Sasso.

La Camera,

in sede di esame della proposta dilegge recante Bilancio di previsione delloStato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021;

premesso che:

l’applicazione dei canoni delle con-cessioni demaniali marittime disposti dal-

l’articolo 03, comma 1, lettera b), numero2.1), del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400,convertito, con modificazioni, dalla legge 4dicembre 1993, n. 494 (cosiddetti canoniOMI), sta determinando gravi conseguenzeper diversi operatori del settore che, tro-vandosi nell’impossibilità di corrisponderesomme ingenti, ricorrono a un esteso con-tenzioso;

a ciò si aggiunge l’incertezza giuri-sprudenziale e amministrativa sui parame-tri (terziario o commerciale) che gli Enticoncedenti utilizzano per determinare ilcanone in queste limitate fattispecie conesiti differenti fra i diversi Comuni;

la complessa materia delle conces-sioni demaniali marittime necessita un suoriordino, nelle cui more sarebbe opportunoadottare misure idonee ad evitare conse-guenze devastanti per le imprese del set-tore e a ridurre il più possibile il conten-zioso pendente. Per far questo si dovrebbeindividuare una procedura di definizionedei procedimenti giudiziari pendenti alladata del 30 ottobre 2018 e aventi ad oggettoil pagamento in favore dello Stato dei ca-noni e degli indennizzi per l’utilizzo deibeni demaniali marittimi e delle relativepertinenze. In particolare, il soggetto inte-ressato o il destinatario della richiesta dipagamento potrebbe inoltrare giusta do-manda all’ente gestore e all’Agenzia deldemanio con contestuale versamento, inun’unica soluzione, di un importo pari al20 per cento delle somme richieste a titolodi canoni maturati, dedotte le somme even-tualmente già versate dai concessionari atale titolo; ovvero con un pagamento ra-teizzato, secondo un piano approvato dal-l’ente gestore, di un importo pari al 60 percento delle somme (dovute) richieste a ti-tolo di canoni maturati, dedotte le sommeeventualmente già versate dai concessio-nari a tale titolo. Il calcolo della percen-tuale di detti pagamenti potrebbe essereeffettuato sul totale del canone richiestodall’amministrazione con il provvedimentoimpugnato oppure oggetto di accertamentodavanti all’autorità giudiziaria. La liquida-zione degli importi così calcolati avrebbead ogni effetto valore di rideterminazionedei canoni dovuti per le annualità conside-

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rate. La domanda di definizione dei pro-cedimenti giudiziari pendenti alla data del30 ottobre 2018 dovrebbe essere presentataentro il 28 febbraio 2019, precisando lamodalità di pagamento scelta, e la proce-dura dovrebbe perfezionarsi con il versa-mento dell’intero importo dei canoni entroil termine di sessanta giorni dalla data dipresentazione della domanda di defini-zione; ovvero, in caso di versamento rateiz-zato, entro il predetto termine dovrebbeessere versata la prima rata, con la sospen-sione della procedura sino al completo ver-samento delle ulteriori rate. Il mancatopagamento di una di queste, entro sessantagiorni dalla scadenza, comporterebbe ladecadenza dal beneficio. Da ultimo, qua-lora le amministrazioni competenti nonemettessero un provvedimento di diniegoespresso a fronte dell’istanza presentataentro il termine di 30 giorni dalla data dipresentazione della domanda, la richiestadel concessionario si intenderebbe accoltaper silenzio assenso. La presentazione delladomanda di definizione sospenderebbe, per-tanto, gli eventuali procedimenti giudiziarie amministrativi derivanti dal mancato ver-samento del canone, che andrebbero adestinguersi definitivamente con il paga-mento delle somme ricalcolate,

impegna il Governo

a valutare, nelle more del riordino dellamateria delle concessioni demaniali marit-time, l’opportunità di adottare una proce-dura di definizione dei procedimenti giu-diziari, aventi ad oggetto il pagamento infavore dello Stato dei canoni e degli inden-nizzi per l’utilizzo dei beni demaniali ma-rittimi e delle relative pertinenze, con lemodalità e i tempi illustrati in premessa.

9/1334-AR/190. Raffaelli.

La Camera,

premesso che:

Castel Trosino è un piccolo borgo diorigini medioevali che racchiude in sé im-portanti « valenze » di ordine storico, ar-chitettonico, culturale e ambientale;

l’area dove è situato il borgo risultainteressata da un esteso stato di dissestoidrogeologico dovuto alla presenza di masserocciose notevolmente instabili, fratturate,talvolta in condizioni prossime al crollo;

negli ultimi tempi, soprattutto dopogli eventi sismici del 2016 e seguenti, taledissesto risulta accentuato, provocando lo-calizzati arretramenti del ciglio superioredelle scarpate calcaree, a ridosso dei fab-bricati del Borgo, con un forte innalza-mento del rischio crollo;

consolidare la roccia di travertino èimportantissimo per evitare che il borgo siasottoposto a crolli e cedimenti di grossemasse di roccia che possono creare dannoal sistema abitato ed allo stesso fiume Ca-stellano;

l’area archeologica della Necropolicreata diversi anni fa è meta di visite gui-date, escursioni ed oggetto di studio, tutta-via, a seguito di scarsa manutenzione essanecessita oggi di un intervento importantedi riqualificazione ed una manutenzionegenerale dei percorsi, del verde, della se-gnaletica, oltre che di una vasta opera divalorizzazione;

considerato che:

l’articolo 16 del provvedimento inesame Istituisce un fondo di investimentiper gli enti territoriali con risorse per l’e-dilizia pubblica la manutenzione della reteviaria, la prevenzione del dissesto idrogeo-logica, la valorizzazione dei beni culturali,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di destinare unaparte del fondo al recupero e riqualifica-zione dell’area archeologica di Castel Tro-sino.

9/1334-AR/191. Latini.

La Camera,

premesso che:

gli itinerari spirituali e culturali rap-presentano soprattutto uno strumento tu-

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ristico di sviluppo e valorizzazione del ter-ritorio;

i suddetti itinerari risultano fonda-mentali per la costruzione di un sistemaintegrato di offerta economico-turistica eculturale, che coinvolge diversi settori, qualiquello dell’agro-alimentare, gastronomico,agricolo-naturalistico e dell’artigianato lo-cale;

la promozione degli itinerari cultu-rali e religiosi rappresenta uno strumentoatto a favorire lo sviluppo e la promozionedelle cosiddette « aree interne » che, già arischio di desertificazione, sono colpite dagravi calamità naturali;

inoltre facilitano la ripresa e la dif-fusione delle tradizioni secolari che rap-presentano l’identità delle popolazioni efavoriscono conseguentemente lo sviluppodi un turismo sostenibile e di qualità,

impegna il governo

a valutare l’opportunità di destinare unaparte del Fondo per gli investimenti terri-toriali, di cui all’articolo 16 del disegno dilegge di Bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, per pro-muovere l’itinerario del Cammino Micae-lico, percorso storico-religioso che collegagli antichi percorsi di pellegrinaggio appen-ninici, situati nell’area del cratere del sismadel 2016, con il santuario di San Michelesul Gargano.

9/1334-AR/192. Patelli, Latini.

La Camera,

premesso che:

gli educatori svolgono la propriaattività in convitti ed educandati e sonofigure fondamentali nella formazione deglialunni in età evolutiva, si parla di personalecon particolari competenze di tipo psico-pedagogico, che completa ed arricchiscel’opera didattica e l’offerta formativa nellescuole inserite nei convitti nazionali, collegistatali, storiche istituzioni educative;

queste scuole ospitano alunni semi-convittori e alunni convittori, fornendo ungrande servizio alle famiglie, spesso lon-tane. Si tratta di istituzioni ricche di storia,tradizione e cultura, espresse in oltre 150anni di storia dei convitti nazionali, qualiad esempio il « Cicognini » di Prato, il « Ci-rillo » di Bari, il « Maria Luigia » di Parma,il « Bonghi » di Lucera, il « V. Emanuele » diRoma e tanti altri da nord a sud del Paese;

la categoria degli educatori, inseritain GAE, è stata esclusa dal piano d’immis-sioni straordinario della legge 107/2015;

ai fini della determinazione dell’or-ganico da immettere nei ruoli, i posti va-canti e disponibili sono pari a circa 290unità,

impegna il Governo

a trovare una soluzione che consenta final-mente di trasformare da determinato adindeterminato il contratto dei 290 educa-tori precari, in modo tale da rendere giu-stizia ad una categoria professionale dellascuola pubblica che aspetta da troppo tempodi uscire da una situazione di precariato.

9/1334-AR/193. Furgiuele, Sasso.

La Camera,

premesso che:

l’evoluzione delle abitudini e deicomportamenti del tessuto socio-econo-mico e lo sviluppo esponenziale, anche sulpiano tecnologico, delle forme e degli stru-menti di comunicazione, ha influenzatoprofondamente il sistema delle relazioniinterpersonali, commerciali e istituzionali eha modificato irreversibilmente la strut-tura degli attuali modelli di informazione;

le nuove forme di diffusione di con-tenuti a carattere informativo, che utiliz-zano strumenti e sono connotati da finalitàdiversi rispetto ai tradizionali media gior-nalistici, hanno assunto un ruolo semprepiù incisivo nel contesto sociale;

le nuove professionalità che si sonosviluppate nel mondo dell’informazione e

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della comunicazione sono principalmentesussumibili nella figura del « comunicatoreprofessionale », inquadrabile giuridicamentenel contesto delle professioni non regola-mentate in albi di cui alla legge 14 gennaio2013 n. 4, al disegno legislativo n. 13 del16 gennaio 2013 e alla norma UNI 11483 ela cui attività, in linea generale, presentaprofili di affinità, pur differenziandoseneper alcuni tratti essenziali, con l’attività diinformazione giornalistica – soprattutto inrelazione a quella che si svolge all’internodegli uffici stampa/relazioni con i mediaovvero direttamente con la generalità del-l’opinione pubblica, esercitata nell’ambitodi imprese private o di pubbliche ammini-strazioni;

in particolare, tale figura professio-nale si è progressivamente e parzialmentesovrapposta a quella del tradizionale gior-nalista « addetto stampa », assorbendoneper alcuni versi le competenze e le funzionie collocandosi molto spesso all’interno dellestesse strutture organizzative;

l’esigenza dei soggetti, sia pubbliciche privati, di trasmettere in primo luogoinformazioni e comunicazioni vere e cor-rette, determina che la professionalità deicomunicatori, così come dei giornalisti, siconfiguri in primo luogo nella necessità digarantire affidabilità e senso di responsa-bilità nel trasmettere le notizie, costituendotale attività, con sempre maggiore fre-quenza, la fonte primaria dell’informa-zione;

nel settore della pubblica ammini-strazione tali esigenze di definizione dellenuove professionalità legate all’attività dicomunicazione sono state già tracciate nelquadro del processo di riordino delle fun-zioni di informazione e comunicazione at-tuato con la legge n. 150/2001;

le peculiarità che contraddistin-guono queste nuove figure professionali, infunzione delle particolari esigenze sotteseall’assolvimento del loro ruolo nell’attualecontesto socio-economico, sono meritevolidi un adeguato riconoscimento anche sulpiano della tutela previdenziale e di wel-fare, che non trova oggi una specifica cor-

rispondenza nell’ambito del sistema gene-rale;

tenuto conto delle affinità esistentitre i due ambiti tematici – giornalismo ecomunicazione – appare coerente con l’an-damento evolutivo delle trasformazioni cheinvestono le diverse figure professionali cheoperano nei predetti settori intervenire peruniformare, in loro favore, il sistema delletutele previdenziali, di rango costituzio-nale, assicurate dall’ordinamento;

l’INPGI – Istituto di Previdenza deiGiornalisti Italiani – che oggi assicura leforme di previdenza e assistenza in favoredei soli operatori iscritti nell’albo profes-sionale dei giornalisti, costituisce il soggettodi riferimento primario nell’alveo del qualecollocare la nuova figura professionale deicomunicatori e realizzare, pertanto, l’obiet-tivo di garantire la predetta uniformità ditrattamento previdenziale e di welfare;

l’ipotesi di iscrizione all’INPGI deicomunicatori non comporta alcuna conse-guenza negativa per i lavoratori interessati,ai quali vengono mantenute intatte tutte leforme di tutela previdenziale ed assisten-ziale attualmente disposte in loro favore ecostituisce, al contempo, un fattore di raf-forzamento dei principi di sostenibilità dellagestione previdenziale del predetto Istitutonel medio lungo periodo e risponde, per-tanto, ad una logica di salvaguardia dell’in-teresse pubblico, rappresentato dalla ga-ranzia della tenuta del sistema previden-ziale nel suo complesso – nel rispetto dellaripartizione strutturale e funzionale e deidiversi ruoli e ambiti di autonomia tra laprevidenza pubblica e quella privata, defi-niti dai decreti legislativi n. 509/94 e 103/96mediante trasferimento di una parte esiguadi risorse dall’INPS all’INPGI, senza ap-prezzabili variazioni sul saldo complessivodella finanza pubblica e scongiurando, inchiave prospettica e strutturale, il rischiolegato a situazioni di squilibrio finanziarioche si ripercuoterebbero negativamente ein misura sensibile sulla fiscalità generale,

impegna il Governo

a valutare quanto esposto nelle premessecon riguardo all’opportunità di prevedere

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per coloro che svolgono l’attività di comu-nicatore professionale, sia nel settore pri-vato che nell’ambito della pubblica ammi-nistrazione, l’iscrizione all’INPGI in viaesclusiva e sostitutiva delle corrispondentiforme generali di previdenza e assistenzaobbligatoria, con salvaguardia dei tratta-menti previsti dalle predette forme assicu-rative ove più favorevoli.

9/1334-AR/194. Murelli, Centemero, Pal-lini, Tripiedi, Ciprini, Amitrano, DavideAiello, Costanzo, De Lorenzo, Giannone,Invidia, Perconti, Segneri, Tucci, Vizzini,Siragusa, Cubeddu, Bilotti.

La Camera,

premesso che:

il nuovo contratto collettivo nazio-nale relativo al personale del comparto entilocali, stipulato lo scorso 21 maggio 2018,triennio 2016-2018, prevede, all’articolo 56-quinquies, una novità per il personale dellapolizia locale: l’indennità di servizio esterno;

tale indennità è riconosciuta al per-sonale della polizia locale che, in via con-tinuativa, esercita la sua prestazione lavo-rativa ordinaria giornaliera in servizi esternidi vigilanza;

il medesimo CCNL prevede che l’in-dennità giornaliera debba essere determi-nata in sede di contrattazione decentrata alivello comunale entro i valori minimi emassimi giornalieri rispettivamente di euro1,00 e 10,00;

al comma 4 del citato articolo 56-quinquies viene normato che gli oneri perla corresponsione dell’indennità di cui allostesso articolo sono a carico del fondorisorse decentrato di cui al successivo ar-ticolo 67,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità, nell’ambito delleproprie competenze, di attingere per l’ero-gazione dell’indennità di cui in premessa aiproventi derivanti dal Codice della strada,

al fine ridurre l’incisione sul predetto Fondorisorse decentrato.

9/1334-AR/195. Cecchetti.

La Camera,

premesso che:

è stata introdotta una detrazioneIrpef commisurata al 50 per cento dell’IVAdovuta sull’acquisto di abitazioni in classeenergetica A o B, effettuato nel 2016, daripartire in 10 quote annuali di pari im-porto, a decorrere dal periodo d’impostanel quale l’acquisto è effettuato e nei 9periodi successivi;

l’incentivo, in particolare, spetta aisoggetti Irpef che nel biennio 2016-2017hanno acquisto dalle imprese costruttriciabitazioni in classe A o B, a prescinderedall’uso a cui è destinato l’immobile stesso;

la misura è stata concepita comestrumento di incentivazione del mercatoresidenziale, per indirizzare la domandaverso l’acquisto di abitazioni di nuova ge-nerazione, con effetti positivi sulla riquali-ficazione del tessuto urbano e sulla qualitàdell’abitare;

l’incentivo, abbattendo della metàl’IVA applicata sull’acquisto di abitazioninuove o riqualificate, elimina di fatto ladisparità di trattamento fiscale che esistetra chi compra l’usato dal privato, conregistro al 2 per cento o al 9 per cento sulvalore catastale dell’abitazione, e chi ac-quista invece il nuovo o riqualificato dal-l’impresa, pagando l’IVA al 4 per cento o al10 per cento sull’intero corrispettivo divendita;

il mercato delle compravendite im-mobiliari continua ad essere caratterizzatoda un trend positivo. Nel 2017, secondo idati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, ilnumero di abitazioni scambiate ha regi-strato un ulteriore aumento del 4,9 percento rispetto all’anno precedente;

l’estensione dell’agevolazione per piùannualità permetterebbe l’avvio di nuovicantieri, così da innescare un concreto rin-

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novamento dello stock abitativo esistente,con alloggi ad alta performance energetica,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di estendere l’ap-plicabilità della detrazione Irpef del 50 percento dell’IVA per l’acquisto di immobili inclasse A o B ad un arco temporale mag-giore, pari almeno ad un ulteriore qua-driennio (2018-2021), considerando che lalimitazione agli acquisti effettuati solo nelbiennio 2016-2017 ha ristretto fortementeil potenziale positivo.

9/1334-AR/196. Cavandoli.

La Camera,

premesso che:

è stata prorogata per 5 anni (2017-2021) la detrazione IRPEF/IRES delle spesesostenute, sino ad un massimo di 96.000euro, per interventi di messa in sicurezzastatica delle abitazioni e degli immobili adestinazione produttiva, situati nelle zonead alta pericolosità sismica;

inoltre, per lavori condominiali, èstata prevista la possibilità di cedere ladetrazione alle imprese esecutrici o a sog-getti privati, ma con esclusione degli istitutidi credito e degli intermediari finanziari,con facoltà per il cessionario che riceve ilcredito di successiva rivendita dello stessobeneficio;

è stata estesa l’agevolazione del cosìdetto « sismabonus » agli acquisti di caseantisismiche site nei comuni della zona arischio sismico 1, cedute dalle imprese dicostruzione o ristrutturazione immobiliaree derivanti da interventi di demolizione ericostruzione, anche con variazione volu-metrica;

per rendere un edificio effettiva-mente sicuro da un punto di vista sismico,è necessario un intervento talmente radi-cale, da propendere per la demolizione ericostruzione dello stesso in luogo di unasua ristrutturazione;

secondo i dati Istat censuari, il nu-mero di edifici residenziali nelle zone 2 e 3della mappa di pericolosità sismica di cuiall’Ordinanza del Presidente del Consigliodei ministri 3519 del 28 aprile 2006 risul-tano pari a circa 8,4 milioni. Di questi,quelli che si trovano in uno stato di con-servazione pessimo sono, secondo l’Istat,l’1,8 per cento, ovvero circa 150 mila edificiresidenziali,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di favorire l’esten-sione territoriale anche per le operazioni diacquisto di fabbricati localizzati nelle zoneclassificate a rischio sismico 2 e 3, oltre aquelli già agevolati siti nella zona sismica 1,così da incentivare gli interventi più com-plessi di riqualificazione in chiave antisi-smica degli edifici ubicati in tutte le zonedel Paese considerate a più elevato rischiosismico.

9/1334-AR/197. Gerardi.

La Camera,

premesso che:

a più di due anni dagli straordinarieventi sismici che, a decorrere dal 24 ago-sto 2016, hanno colpito il centro Italia, laricostruzione stenta a partire, anche per ilverificarsi di una serie di problematiche,soprattutto procedurali, che il presente de-creto-legge intende risolvere;

il decreto-legge 29 maggio 2018 n. 55,convertito, con modificazioni, dalla legge24 luglio 2018, n. 89, ha previsto una seriedi disposizioni per la proroga di scadenzeed adempimenti fiscali che interessano ipagamenti relativi alla cosiddetta busta pagapesante e ai contributi previdenziali edassistenziali per i soggetti diversi dai tito-lari di redditi di impresa e lavoro auto-nomo;

l’articolo 48, comma 11, del decreto-legge n. 189 del 2016 convertito, con mo-dificazioni dalla legge 15 dicembre 2016n. 229, più volte modificato, aveva stabilitola possibilità per i lavoratori dipendenti di

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richiedere al datore di lavoro di non effet-tuare le ritenute IRPEF in busta paga, conrestituzione in 9 rate mensili di pari im-porto, a decorrere dal 16 febbraio 2018,come modificato dal decreto-legge 24 aprile2017, n. 50, con la modifica apportata dallalegge di bilancio 2018, articolo 1, comma736, lettera a), si sono introdotte 24 ratemensili di pari importo con proroga deiripresa dei pagamenti a decorrere dal 31maggio 2018;

il citato decreto-legge n. 55 del 2018proroga ulteriormente la ripresa dei versa-menti tributari per i privati al 16 gennaio2019 mediante rateizzazione estesa da 24 a60 rate mensili di pari importo;

l’articolo 1, comma 1, lettera b) ditale decreto-legge modifica ulteriormentel’articolo 48, comma 13, del decreto-leggen. 189 del 2016, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 15 dicembre 2016 n. 229,prorogando al mese di gennaio 2019 ilpagamento dei contributi e dei premi assi-curativi non versati per effetto della so-spensione, portando le rate, mensili e dipari importo, da 24 a 60;

la stessa necessità è stata ricono-sciuta alle popolazioni colpite dal sisma del6 aprile 2009, per le quali però la legge distabilità 2012 (legge 12 novembre 2011,n. 183) ha previsto una proroga di un annoe mezzo per la restituzione della bustapaga pesante (da giugno 2010 a gennaio2012), restando in vigore per un totale di 2anni e 8 mesi. Sono state inoltre previste120 rate ed è stata introdotta la riduzionedell’ammontare al 40 per cento del nonversato, che ovviamente alleggerisce di moltoil peso della doppia tassazione in contem-poranea, ossia quella corrente e quella ar-retrata;

al contrario, per il terremoto delcentro Italia, la proroga della busta pagapesante resterà complessivamente in vigore2 mesi e 3 mesi (a partire dalla primasospensione che ha interessato i Comunidella scossa del 24 agosto, ossia dell’alle-gato 1, perché per i Comuni degli allegati 2e 2-bis sarà ovviamente minore) e la resti-tuzione avverrà in metà tempo e senza

alcuna riduzione. Inoltre, non si sono an-cora stabilite le modalità di restituzione,ossia se mediante il sostituto d’imposta oautonomamente in F24;

la proroga dello stato di emergenza,prevista dal Consiglio dei Ministri del 22febbraio scorso, dimostra le difficoltà ri-scontrate nel periodo post-terremoto e,quindi la necessità che prorogare di qual-che mese i termini previsti per gli adem-pimenti contributivi non sia sufficiente;

tenuto conto del fatto che l’eventosismico che ha colpito il centro Italia nel2016, sia per la gravità che per la difficoltàdella ricostruzione e della ripresa econo-mica dei territori, mostra lo stesso grado diemergenza di quello de L’Aquila del 2009,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, conun prossimo provvedimento di caratterelegislativo, che la ripresa dei versamentitributari prevista per i soggetti diversi daititolari di impresa e di reddito autonomo dicui al comma 11 e dei contributi e premiassicurativi di cui al comma 13 dell’articolo48 del decreto-legge n. 189 del 2016, og-getto di ulteriore sospensione fino al 16gennaio 2019 ai sensi del decreto-legge n. 55del 2018, avvenga mediante rateizzazionefino ad un massimo di 120 rate mensili dipari importo e non 60, come previsto dalmedesimo decreto-legge.

9/1334-AR/198. Caparvi, Marchetti, Ben-venuto, Lucchini, Badole, Binelli, Gob-bato, Parolo, Maccanti, Basini, Patas-sini, De Angelis, Gerardi, Maturi, Salta-martini, Zicchieri, Latini, Paolini, Bel-lachioma, D’Eramo, Raffaelli, Valbusa,Morelli, Capitanio, Cecchetti, Donina,Fogliani, Giacometti, Tombolato, Zor-dan.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 46 del decreto-legge n. 50/2017 ha previsto la Zona franca urbanaSisma Centro Italia;

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in base al succitato articolo, le im-prese che hanno la sede principale o l’unitàlocale all’interno di questa zona hannodiritto ad una serie di esenzioni, quali:esenzione dalle imposte sui redditi dell’im-porto di 100.000 euro del reddito prodottonella ZFU;

esenzione dall’IRAP, nel limite di300.000 euro per ogni periodo di imposta;

esenzione dall’IMU per immobili sitinella ZFU posseduti e utilizzati per eserci-zio dell’attività economica;

esenzione dal versamento dei con-tributi previdenziali ed assistenziali (esclusii premi di assicurazione) a carico del da-tore di lavoro sulle retribuzioni dei dipen-denti;

i limiti per accedere ai benefici dellazona franca urbana, sono stabiliti nellariduzione del fatturato pari almeno al 25per cento nel periodo dal 10 settembre2016 al 31 dicembre 2016 rispetto al cor-rispondente periodo dell’anno 2015, per leimprese che hanno sede principale o l’unitàlocale all’interno dei territori dei Comunidi cui agli allegati 1 e 2;

per le imprese che hanno sede prin-cipale o l’unità locale all’interno dei terri-tori dei Comuni dell’allegato 2-bis il pe-riodo di riferimento è invece il 19 febbraio2017-31 maggio 2017;

è evidente come le agevolazioni pre-viste dalla Zona franca urbana siano unmotore propulsivo alla ripresa delle attivitàeconomiche delle zone colpite dagli eventicalamitosi in questione;

nel caso specifico dei Comuni degliallegati 1 e 2, molte imprese non sono stateammesse ai benefici della ZFU a causadella mancata riduzione del fatturato che,ad opera della solidarietà esplosa proprioin virtù della vicinanza temporale dei dram-matici eventi sismici con le festività nata-lizie, non ha registrato invece quel naturaleabbattimento avutosi a partire da gennaio2017,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di prevedereun maggior e/o diverso arco temporale su

cui calcolare, la riduzione di fatturato perle imprese che hanno sede principale ol’unità locale all’interno dei territori deiComuni di cui agli allegati 1 e 2, in ragionedelle distorsioni del mercato esposte inpremessa;

a valutare la possibilità, di estendere,fino al 2021, le agevolazioni previste per laZona Franca Urbana Sisma Centro Italia,ammettendo ai benefici anche tutte le nuoveimprese che si insedieranno nell’area entrola stessa data, anche allo scopo di allinearel’efficacia temporale dell’agevolazione aquella di cinque anni, prevista per il sismadel maggio 2012.

9/1334-AR/199. Bellachioma, D’Eramo,Caparvi, Marchetti, Benvenuto, Luc-chini, Badole, Binelli, Gobbato, Parolo,Zicchieri, Latini, Paolini, Patassini, Raf-faelli, Valbusa, Morelli, Maccanti, Capi-tanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Gia-cometti, Tombolato, Zordan, Basini, DeAngelis, Gerardi, Maturi, Saltamartini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 48, comma 16, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito,con modificazioni dalla legge 15 dicembre2016 n. 229, prevede, per i fabbricati ubi-cati nelle zone del cratere, qualora distruttio oggetto di ordinanze di sgombero in quantoparzialmente o totalmente inagibili, l’esen-zione IMU e TASI fino al 31 dicembre 2020;

inoltre, i redditi prodotti dagli stessifabbricati non concorrono alla formazionedel reddito imponibile ai fini dell’impostasul reddito delle persone fisiche (IRPEF),fino alla definitiva ricostruzione o agibilità,e comunque fino al 31 dicembre 2018;

inoltre gli stessi concorrono alla con-sistenza patrimoniale dei cittadini ai finiISEE, risultando così una sperequazionetrattandosi di beni non utilizzabili ed ancormeno atti a produrre reddito;

è noto come la ricostruzione stentaa ripartire, nonostante siano passati quasidue anni dal primo sisma del 24 agosto

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2016, e la stragrande maggioranza dei fab-bricati saranno ancora parzialmente o to-talmente inagibili al 31 dicembre 2018;

non sembra opportuno far concor-rere, nel calcolo per la formazione delreddito imponibile, la rendita di un fabbri-cato parzialmente o totalmente inagibili,soprattutto se il fabbricato è non utilizza-bile a causa di un evento sismico,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di escluderedal calcolo ISEE gli immobili distrutti ooggetto di ordinanze di sgombero in quantoparzialmente o totalmente inagibili;

a valutare la possibilità di prorogarefino al 31 dicembre 2020, termine dellostato di emergenza l’esclusione, per i fab-bricati ubicati nelle zone dei cratere, qua-lora distrutti o oggetto di ordinanze disgombero in quanto parzialmente o total-mente inagibili, dalla formazione del red-dito imponibile ai fini dell’imposta sul red-dito delle persone fisiche.

9/1334-AR/200. Patassini, De Angelis, Ge-rardi, Maturi, Saltamartini, Badole, Ba-sini, Zicchieri, Latini, Paolini, Raffaelli,Valbusa, Morelli, Maccanti, Capitanio,Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti,Tombolato, Zordan, Bellachioma, D’E-ramo, Caparvi, Marchetti, Benvenuto,Lucchini, Binelli, Gobbato, Parolo.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 15 prevede l’istituzione diun fondo nello stato di previsione del Mi-nistero dell’economia e delle finanze, fina-lizzato al rilancio degli investimenti delleamministrazioni centrali dello Stato, daripartire sulla base di programmi settorialipresentati dalle varie amministrazioni perle materie di propria competenza;

già dal 2010 si discute sulla neces-sità di intervenire sul collettore del Garda,in quanto la vetustà dell’intero sistema

fognario rende insufficiente qualsiasi inter-vento di manutenzione straordinaria;

le strutture, realizzate 40 anni fa,sono molto degradate perché giunte al ter-mine della loro vita tecnica utile, con limi-tati spessori delle pareti e frequenti lesioniin corrispondenza dei giunti, soprattuttoper quanto riguarda le tubazioni in vetro-resina; infatti, già si è verificato un solle-vamento per una tratta di circa 100 metriche fortunatamente non ne ha comportatola rottura evitando il disastro ambientale;

tutto ciò rende evidente l’urgenza diintervenire con la realizzazione di un nuovocollettore che interessa il territorio del-l’ATO veronese e dell’ATO bresciano, anchein considerazione del fatto che le acque dellago di Garda dovranno soddisfare oltre il40 per cento del fabbisogno idrico del Pa-ese;

il 20 dicembre 2017 è stato sotto-scritto un protocollo di intesa finalizzatoalla realizzazione delle nuove opere per ilcollettamento e la depurazione del Lago diGarda tra il Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, la regioneVeneto e la regione Lombardia che preve-deva, tra l’altro, di disciplinare la puntualeattuazione degli interventi, le procedureper il trasferimento delle risorse, le moda-lità di monitoraggio, controllo e rendicon-tazione;

nella medesima data, è stata siglatala « Convenzione Operativa finalizzata allarealizzazione delle nuove opere per il col-lettamento e la depurazione del Lago diGarda tra il Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, la regioneLombardia, la regione Veneto, l’Ufficio d’Am-bito di Brescia, il Consiglio di Bacino “Ve-ronese” e l’Associazione Temporanea discopo Garda Ambiente », con la quale leparti si sono impegnate a dare concretaattuazione al protocollo di Intesa finaliz-zato alla realizzazione delle nuove opereper il collettamento e la depurazione delLago di Garda. Con questo documento, leparti hanno convenuto oltre agli obiettivi,alle finalità le modalità di attuazione egestione, che il costo complessivo delle opere

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di euro 220.000.000 fosse ripartito tra i varisottoscrittori e più precisamente, euro100.000.000 a carico del Ministero dell’Am-biente e della Tutela del Territorio e delMare, euro 300.000 a carico della RegioneVeneto e l’importo rimanente di euro119.700.000 a carico delle tariffe d’ambitodei due ATO, la cui capacità finanziaria dicopertura è stata verificata dagli EGATO;

il mancato finanziamento da partedel Governo dei restanti 119.700.000 euro,da una parte obbligherebbe le Aziende digestione ad innalzare enormemente le ta-riffe a carico dei cittadini e, dall’altra,determinerebbe una dilatazione dei tempidi esecuzione con aumento esponenzialedel rischio di rotture delle attuali infra-strutture e conseguente rischio di disastroambientale ed economico per il PIL dell’in-tero paese in considerazione dell’impor-tanza turistico-economica del Garda,

impegna il Governo

a valutare la necessità, in sede ripartizionedel fondo di cui all’articolo 15, di destinareuna quota delle relative risorse al finan-ziamento della progettazione e realizza-zione degli interventi di collettamento e diriqualificazione del sistema di raccolta deireflui del bacino del lago di Garda, alloscopo di garantire la tutela ambientale epreservare il valore turistico del lago, evi-tando costi aggiuntivi e aggravi sulle tariffea carico dei cittadini dell’ATO veronese edell’ATO bresciano.

9/1334-AR/201. Valbusa, Comencini, Bor-donali, Formentini, Eva Lorenzoni, Gob-bato, Donina.

La Camera,

premesso che:

la variante della Tremezzina rap-presenta un’opera fondamentale per la pro-vincia di Como e per tutta la Lombardia,per poter risolvere annose difficoltà di tran-sito dell’attuale tracciato della S.S. 340« Regina » tra i Comuni di Colonno e Griante,caratterizzato da numerosi restringimenti

e da problematiche di carattere idrogeolo-gico, soprattutto nella tratta Lenno-Griante;

l’opera è inserita nella Convenzionetra ANAS, Ministero delle infrastrutture edei trasporti, Regione Lombardia, Provin-cia di Como e Camera di Commercio diComo sottoscritta il 30 luglio 2007 e nelContratto di Programma ANAS 2016-2020,e risulta finanziata per 210 milioni di euroa carico del decreto-legge n. 133 del 2014(cosiddetto « Sblocca Italia »), convertito,con modificazioni dalla legge n. 164 del2014, e per 120 milioni di euro a valeresulle risorse FSC 2014-2020 del Patto per laLombardia;

al fine di superare le questioni postedalla soprintendenza per i Beni Architet-tonici e Paesaggistici della Lombardia nel-l’ambito della Conferenza di servizi per lalocalizzazione dell’opera, sono stati predi-sposti da ANAS elaborati integrativi e mo-difiche che, introducendo migliorie all’in-serimento paesaggistico del tracciato neitratti ritenuti più critici, hanno consentitoalla Soprintendenza – con nota del 22settembre 2017 – di esprimersi favorevol-mente sul progetto, demandando alla faseesecutiva ulteriori affinamenti puntuali;

il 27 aprile 2018 si è chiusa positi-vamente Conferenza di Servizi per l’appro-vazione del progetto definitivo così comeaggiornato ai sensi della procedura di In-tesa Stato-Regione, e l’ANAS ha procedutoall’aggiornamento del progetto alle prescri-zioni poste dalla stessa Conferenza di Ser-vizi;

il progetto dovrà essere sottopostoal parere del Consiglio Superiore dei lavoripubblici;

con emendamento approvato al Se-nato al decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119,recante disposizioni urgenti in materia fi-scale e finanziaria, è stato prorogato di unanno il periodo in cui maturano le condi-zioni di appaltabilità e di cantierabilitàdell’opera al fine di evitare la revoca deifinanziamenti;

le modifiche progettuali impostedalla Conferenza di servizi, prevalente-

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mente ai fini dell’ottemperanza delle con-dizioni poste dalla Soprintendenza per iBeni Architettonici e Paesaggistici della Lom-bardia con aumento dei tratti in galleria,comportano un aumento del costo dell’in-tervento tra i 30 e i 40 milioni di euro;

le risorse aggiuntive potrebbero es-sere reperite, nel più breve tempo possibile,nell’ambito del prossimo aggiornamento delcontratto di programma ANAS o a valeresu risorse già disponibili nello stato previ-sionale Ministero delle infrastrutture e deitrasporti,

impegna il Governo

nell’ambito della ripartizione delle risorseper gli investimenti delle amministrazionicentrali e lo sviluppo del Paese, a valutarela possibilità di individuare le risorse oc-correnti per completare il finanziamentodella variante della Tremezzina alla S.S.340 « Regina » tra i Comuni di Colonno eGriante.

9/1334-AR/202. Parolo.

La Camera,

premesso che:

il comma 531 della legge n. 205 del2017, legge di bilancio 2018, modificando ilcomma 27 dell’articolo 3 della legge 28dicembre 1995, n. 549 recante Misure dirazionalizzazione della finanza pubblica,prevede di destinare una quota parte delgettito proveniente dal tributo speciale peril deposito in discarica e in impianti diincenerimento senza recupero energetico,dovuto alle regioni, ai comuni ove sonoubicati le discariche o gli impianti di ince-nerimento senza recupero energetico e aicomuni limitrofi, effettivamente interessatidal disagio provocato dalla presenza del-l’impianto, ai fini della realizzazione diinterventi inerenti il miglioramento ambien-tale del territorio interessato dalla pre-senza dell’impianto, della tutela igienicosanitaria dei cittadini residenti nel territo-rio limitrofo all’impianto, dello sviluppo disistemi di controllo e di monitoraggio am-

bientale e della gestione integrata dei rifiutiurbani;

l’impiego delle risorse è dispostodalla regione, con propria deliberazione,nell’ambito delle destinazioni indicate dallamedesima norma;

purtroppo non tutte le regioni hannodeliberato la destinazione di tale tributospeciale e ciò crea discriminazioni per icomuni nel cui territorio sono presenti lediscariche e i comuni limitrofi, in quantogli stessi non possono usufruire di un con-tributo indispensabile per la messa in si-curezza ambientale del proprio territorio.Un esempio eclatante è rappresentato dallaregione Piemonte che ancora non ha deli-berato nulla sull’argomento,

impegna il Governo

a valutare la possibilità, nel prosieguo del-l’iter del provvedimento, di prevedere lafacoltà per i gestori di impianti di discaricae di impianti di incenerimento senza recu-pero energetico di poter devolvere un con-tributo di « sostenibilità » direttamente afavore del comune di ubicazione degli im-pianti e dei comuni limitrofi, in attesadell’emanazione delle disposizioni regionaliper la ripartizione del tributo speciale pre-visto dal comma 531 della legge n. 205 del2017, legge di bilancio 2018.

9/1334-AR/203. Gastaldi, Benvenuto.

La Camera,

premesso che:

lunedì 24 settembre scorso, intornoalle 22, e per 3 giorni consecutivi, un in-cendio devastante ha distrutto circa 150ettari di bosco e oliveti sul Monte Serra inprovincia di Pisa, anche incenerendo unadecina di abitazioni e provocando decine dimilioni di euro di danni;

il fuoco ha lasciato una grave feritasui pendii del monte ora maggiormenteesposto a rischio frane e dissesti idrogeo-logici,

impegna il Governo

a valutare la possibilità, nell’ambito dellaripartizione delle risorse previste per la

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prevenzione del dissesto idrogeologico, diassegnare una particolare attenzione ai pen-dii percorsi dal fuoco del Monte Serra, inprovincia di Pisa.

9/1334-AR/204. Ziello, Legnaioli, Lolini,Potenti.

La Camera,

premesso che:

l’area del Piceno è soggetta ad unacrisi economico-lavorativa che perdura da10 anni e che ha portato a una cifra di oltre30.000 disoccupati su una provincia di208.000 residenti;

inoltre, il sisma del 2016, che hacolpito le zone in oggetto, ha portato adinevitabili conseguenze come la chiusura diattività commerciali e lo spopolamento dialcune zone, non solo dell’area montanama anche delle aree interne, soprattutto daparte dei più giovani;

simili considerazioni rendono, a tuttigli effetti, l’area geografica in questioneun’area cosiddetta svantaggiata che neces-sita di interventi urgenti e di sistema;

il decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91,cosiddetto « Resto al Sud », di cui l’articolo45 del presente provvedimento, reca nume-rose misure di favore fiscale, tra cui: age-volazioni ai giovani dai 18 ai 35 anni perincoraggiare la costituzione di nuove im-prese; l’avviamento di iniziative imprendi-toriali nei settori dell’industria, dell’artigia-nato, della pesca, dell’agricoltura, della for-nitura di servizi e del turismo; il finanzia-mento del 100 per cento delle speseammissibili (35 per cento tramite contri-buto a fondo perduto e 65 per cento tra-mite finanziamento bancario assistito dalFondo di Garanzia);

gli stanziamenti previsti per le age-volazioni fiscali previste dal decreto-legge« Resto al Sud » non sono utilizzate perintero,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, per learee di crisi complessa delle Province con-

finanti con le regioni dell’Abruzzo e dellaCampania, che già in passato sono statericomprese nella Cassa del Mezzogiorno,agevolazioni fiscali assimilabili a quelle pre-viste nel citato decreto, al fine di stimo-larne la crescita e la ripresa delle attivitàeconomiche.

9/1334-AR/205. Zicchieri, Latini, Gerardi,Cataldi.

La Camera,

premesso che:

l’Italia ha una tradizione musicalemillenaria, ricca e diversificata in diversetipologie: prestigiose scuole ed istituti prov-vedono a tramandare nel tempo e nellastoria l’eccellenza culturale; nel corso deglianni tali strutture sono state fortementepenalizzate dalla diminuzione dei contri-buti erogati;

in particolare l’Accademia MusicaleChigiana di Siena, all’Accademia PianisticaInternazionale di Imola ed alla Scuola dimusica di Fiesole;

l’Accademia Musicale Chigiana diSiena, è riconosciuta come una delle piùprestigiose istituzioni musicali a livello in-ternazionale per le sue particolari origini eper le particolari modalità di valorizza-zione e promozione musicale; l’AccademiaPianistica Internazionale di Imola utiliz-zando nuove e più innovative modalità di-dattiche ha rivoluzionato il modus di inse-gnamento; la Scuola di musica di Fiesoleha valorizzato la musica di insieme nellepiù svariate forme attraverso un metododidattico differenziato;

nel provvedimento in esame(A.C. 1134-A) è stato inserito nell’articolo90 l’accantonamento finalizzato al finan-ziamento di Interventi diversi per il Mini-stero dei Beni e le Attività Culturali, all’in-terno dei quali potrebbero ricadere contri-buti per le scuole di Eccellenza nazionaledi rilevante interesse culturale al fine diproseguire nelle loro attività,

impegna il Governo

a intervenire per l’attività didattica e con-certistica per Scuole di Eccellenza Nazio-

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nale operanti nell’ambito dell’altissima for-mazione musicale utilizzando i fondi di cuiall’articolo 90, del provvedimento in esameal fine di stanziare contributi per l’Acca-demia Musicale Chigiana di Siena, l’Acca-demia Pianistica Internazionale di Imola ela Scuola di musica di Fiesole.

9/1334-AR/206. Tonelli.

La Camera,

premesso che:

il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, in corsodi approvazione prevede alcune novità im-portanti in termini di sostegno ai lavoratorie al Made in Italy;

la pesca da sempre rappresenta unarisorsa e un’opportunità per l’economiaitaliana, presentando un importante ruolosociale e culturale nelle molte comunità dimare del nostro territorio;

è necessario migliorare le condi-zioni di chi opera in un comparto, carat-terizzato dalla presenza soprattutto di pic-cole e medie imprese, che è uno dei settoriprioritari della nostra filiera alimentare;

nel corso delle ultime manovre dibilancio sono stati inseriti interventi a so-stegno dei questa categoria, sulla scia dellemodifiche che si susseguono a partire dal1997, quanto con il decreto-legge 30 dicem-bre 1997, n. 457, convertito con modifica-zioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30« Disposizioni urgenti per lo sviluppo delsettore dei trasporti e l’incremento dell’oc-cupazione », è stato disposto oltre un ab-battimento del reddito di impresa pari al64 per cento del reddito stesso, anche unosgravio contributivo per i contributi INPSed INAIL,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi dello sgraviocontributivo già stanziato e corrisposto perle imprese armatoriali e per il loro perso-nale dipendente imbarcato, al fine di valu-

tare l’adozione di successivi provvedimentinormativi, volti ad aumentare la misuradello sgravio stesso.

9/1334-AR/207. Acquaroli, Luca De Carlo,Silvestroni, Mollicone, Lucaselli, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevededisposizioni in ambito sociale, dal rifinan-ziamento del fondo per le non autosuffi-cienze a quello per le politiche sociali e perle politiche per la famiglia;

nulla è stato disposto in merito allapromozione e coordinamento delle azioniatte a contrastare il diffondersi dell’uso disostanze stupefacenti e delle tossicodipen-denze;

come affermato nella relazione alParlamento 2017 sullo stato delle tossico-dipendenze in Italia, relativa all’anno 2016,si stima che in Italia circa una persona sutre – il 33,5 per cento di età compresa trai 15 e i 64 anni, ha utilizzato almeno unasostanza psicoattiva illegale nella vita e lapercentuale aumenta, raggiungendo il 43per cento, se si concentra l’analisi sullapopolazione giovane adulta, ovvero quelladi età compresa tra i 15 e i 34 anni;

sulla base di quanto sottolineatodall’Osservatorio europeo sulle droghe etossicodipendenze, nella relazione europeasulla droga 2018, viene posto in evidenzache l’Italia è il secondo paese nell’Unioneeuropea per consumo di cannabis e il quartoper uso di cocaina;

la comparazione dei dati riferitaalle annualità 2015 e 2016, vede un incre-mento delle persone deferite all’autoritàgiudiziaria del 17,3 per cento, così distri-buite per tipologia di sostanze: marijuana+34,9 per cento, cocaina +17,8 per cento,hashish +16,1 per cento, eroina +11,3 percento (fonte relazione annuale al Parla-mento del dipartimento politiche anti-droga);

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secondo i dati diffusi dagli organi distampa, inoltre, si è imposta sul mercatodella droga l’eroina gialla il cui spaccio ègestito in regime di monopolio dalla mafianigeriana. Infatti, nel 2017 in Italia ci sonostate 16 le vittime da eroina gialla e, nel2018, sono stati 18 i morti per overdose daeroina gialla in Veneto,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di destinare mag-giori risorse per il Fondo nazionale di lottaalla droga al fine di favorire adeguati in-terventi di contrasto alla diffusione delledroghe con particolare riguardo alle nuoveorganizzazioni, anche straniere, attive neltraffico e nello spaccio di sostanze stupe-facenti e per far fronte alla situazione diemergenza sociale e sanitaria determinatadalla diffusione dei nuovi oppiacei sinteticie dal ritorno del consumo di eroina con laconseguente recrudescenza delle morti peroverdose.

9/1334-AR/208. Bellucci, Mollicone, Lu-caselli, Silvestroni, Luca De Carlo, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame (C. 1334)recante il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, contienemisure per l’inclusione sociale, la previ-denza e il risparmio e incentivi all’occupa-zione;

a seguito di varie circolari e diret-tive da parte dell’INPS, circa il rilascio delDURC interno, strumento di verifica dellaregolarità contributiva delle imprese, indi-spensabile per accedere alle agevolazioniprevidenziali, si sono verificate distorsioniinterpretative;

dette distorsioni hanno messo indifficoltà molti datori di lavoro che, persvariati motivi, non ultimo quello dell’in-sufficienza di liquidità per effetto dei man-cati incassi dalla P.A., si sono trovati nelle

condizioni di non poter essere in regola coni versamenti contributivi e previdenziali;

tutto ciò a causa del fatto che, aseguito di verifica del DURC interno, soloalla fine del periodo dell’agevolazione, si èverificata la revoca delle agevolazioni, adecorrere dall’inizio delle agevolazioni stesse,nonostante le aziende, fossero in regola contutti gli adempimenti fino a quel momentoversati;

fino ad oggi, l’INPS ha revocato,attraverso circolari, le agevolazioni ancheper i periodi precedenti, con estremo disa-gio da parte dei datori di lavoro,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, inprovvedimenti di prossima emanazione, chele eventuali penalizzazioni alle aziende, nonregolari con il DURC, vadano effettuatesolo a decorrere dall’accertamento dell’ir-regolarità e non, per il periodo antecedentead esse.

9/1334-AR/209. Bucalo, Mollicone, Silve-stroni, Lucaselli, Luca De Carlo, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per stimolare la cre-scita economica dell’Italia, dalla riduzionedella pressione fiscale a misure per lo svi-luppo e gli investimenti;

all’inizio di ottobre 2018 l’asta perle frequenze 5G si è conclusa con una spesatotale per gli operatori che si sono aggiu-dicate le porzioni di spettro di oltre 6.5miliardi di euro;

in particolare, il blocco frequenziale3,6-3,8 GHz è stato aggiudicato ad un prezzofinale di oltre 11 volte la base d’asta pre-vista dall’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni (AGCOM);

negli stessi mesi in cui venivanodefinite le condizioni e le regole dell’asta da

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parte dell’AGCOM e, successivamente, incui si realizzava e concludeva l’asta, alcunioperatori presentavano istanza al Mini-stero dello Sviluppo economico (MiSE) peril rinnovo dei diritti d’uso delle frequenzecomprese nell’intervallo 3,4-3,6 GHz, origi-nariamente aggiudicate per lo sviluppo dellatecnologia Wi-Max e considerate gemelle aquelle comprese nel blocco 3,6-3,8 GHzoggetto dell’asta conclusasi ad ottobre;

l’AGCOM ha quindi indetto una con-sultazione pubblica al fine di esplorarel’esistenza delle condizioni per il rinnovo e,in seguito (aprile 2018), ha comunicato alMiSE il proprio assenso al rinnovo deidiritti d’uso di tali frequenze;

tra luglio e novembre 2018 il MiSEha confermato agli operatori richiedenti lapossibilità di rinnovo dei loro diritti d’uso,fissando il prezzo con riferimento alla based’asta per l’aggiudicazione delle frequenze3,6-3,8 GHz, invece che al prezzo di aggiu-dicazione, che, com’è evidente, rappresentail corrente valore di mercato, essendosi nelfrattempo conclusa l’asta per le frequenze5G;

tale comportamento potrebbe arre-care un grave danno alla concorrenza, inquanto permette ad alcuni operatori disviluppare il 5G con un investimento 11volte inferiore rispetto a quello sostenutodagli operatori che hanno partecipato al-l’asta per le frequenze 3,6-3,8 GHz;

un prezzo così inferiore ai valori dimercato potrebbe, peraltro, essere conside-rato un aiuto di Stato e configurare l’ipo-tesi di danno erariale;

la distorsione del mercato sarebbeinoltre aggravata dalla circostanza che vedegli operatori che hanno ottenuto il rinnovoin grado di scegliere di cedere l’asset fre-quenziale in luogo di utilizzarlo;

nel novembre 2018, l’Autorità ga-rante della concorrenza e del mercato(AGCM) ha inviato al MiSE e all’AGCOMun proprio parere in cui condivide talipreoccupazioni in termini di possibile no-cumento della concorrenza, con riferi-mento proprio alla determinazione di un

prezzo di rinnovo delle frequenze non al-lineato al prezzo di mercato,

impegna il Governo

a definire le condizioni economiche perl’assegnazione o il rinnovo dei diritti d’usodelle frequenze nella banda 3,4-3,6 GHz, incoerenza con le condizioni di aggiudica-zione dell’asta per la banda 3,6-3,8 GHz,per evitare gravi effetti distorsivi sul set-tore, già fortemente stressato dalle condi-zioni del mercato e dai risultati dell’astaper le frequenze 5G e, eventualmente, con-cedere il rinnovo solo una volta definitecondizioni economiche in linea con i valoridi mercato.

9/1334-AR/210. Butti, Rotelli, Foti, Fi-danza, Mollicone, Lucaselli, Silvestroni,Luca De Carlo, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per la crescita dell’I-talia, dalla riduzione della pressione fiscalea misure per lo sviluppo e gli investimenti;

l’evasione e l’elusione fiscale sonofenomeni fortemente destabilizzanti per l’e-conomia e per la giustizia sociale del Paese,che costringono, sempre più, le istituzionipreposte a recuperare le mancate entratenelle casse dello Stato, aumentando la pres-sione fiscale, che finisce per punire i citta-dini e i professionisti onesti, che paganoregolarmente le tasse. La pressione fiscalein Italia ha infatti raggiunto percentualisuperiori al 40 per cento, a partire dal2010, collocando il Paese al sesto posto traquelli aderenti all’OCSE;

l’evasione fiscale è un fenomeno pre-occupante anche per i settori della liberaprofessione, e in particolar modo nell’edi-lizia, in quanto genera fenomeni di concor-renza sleale particolarmente gravi in unperiodo così complesso del mercato dellaprofessione;

negli anni passati, con l’introdu-zione degli sgravi fiscali IRPEF per le ri-

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strutturazioni, che riguardano anche i com-pensi dei professionisti, il fenomeno erastato parzialmente arginato. Queste mi-sure, fortemente volute dalle professionitecniche, oltre a rilanciare il mercato delleristrutturazioni, hanno infatti ridotto l’eva-sione fiscale limitatamente all’ambito degliinterventi sulle costruzioni esistenti;

la regione Calabria ha approvato lalegge n. 25 del 2018, subordinando il rila-scio dell’atto autorizzativo da parte delleAmministrazioni regionali, provinciali e co-munali alla previa verifica dell’avvenutopagamento, da parte del committente, delprofessionista sottoscrittore dell’atto pro-gettuale;

tale legge regionale ha disposto chela presentazione dell’istanza autorizzativao di istanza ad intervento all’Amministra-zione competente deve essere necessaria-mente corredata dalla lettera di affida-mento dell’incarico sottoscritta dal com-mittente, prevedendo inoltre l’obbligo del-l’Amministrazione di ottenere l’autocertificazione del professionista che di-chiari l’avvenuto pagamento degli onoraristabiliti da parte del committente;

la mancata esibizione della docu-mentazione in questione può inficiare laprocedura amministrativa posta in essere,impedendo il completamento dell’iter am-ministrativo fino all’avvenuta integrazione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare oppor-tune soluzioni, anche di carattere norma-tivo, che prevedano l’obbligo di presentareun documento attestante il pagamento dellespettanze da parte del committente ai finidel rilascio sia dei provvedimenti autoriz-zativi o similari, sia del rilascio dell’agibi-lità, a tutela delle prestazioni professionali,del lavoro svolto dai professionisti e perfronteggiare l’odioso fenomeno dell’eva-sione fiscale.

9/1334-AR/211. Ciaburro, Caretta, Molli-cone, Lucaselli, Silvestroni, Luca DeCarlo, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca nu-merose disposizioni in materia di cultura;

il comma 1 dell’articolo 1 del de-creto-legge n. 83 del 2014, ha introdotto ilcosiddetto Articolo bonus, che rappresentaun sistema di sostegno privato ai beni cul-turali pubblici e alle fondazioni culturali,consentendo ai donatori, siano essi im-prese, cittadini o istituzioni private, di ot-tenere un credito di imposta pari al 65 percento;

l’Articolo bonus ha generato un si-gnificativo flusso economico a favore delrecupero di beni culturali pubblici, e si èrivelato uno strumento efficace di inter-vento, che ha messo in moto numeri signi-ficativi;

un recente rapporto della Federa-zione delle Aziende e degli Enti di gestionedi cultura, turismo, sport e tempo libero,ha, infatti, quantificato in 188 milioni dieuro complessivi le donazioni che hannoconcorso al sostegno di 1.540 interventi;

nel 2016 l’Articolo bonus è statoesteso nelle zone terremotate dell’Umbria,del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo an-che ai beni appartenenti alla Chiesa Cat-tolica o ad altre confessioni religiose;

il mercato rappresentato dai beniecclesiastici costituisce un segmento di mer-cato di primaria importanza per le impresedel restauro laddove, di contro, il segmentodei beni di proprietà pubblica risulta ac-cessibile con maggiore difficoltà, a causaanche delle complesse procedure connessealla normativa sugli appalti pubblici;

l’estensione ai beni ecclesiastici suscala nazionale dell’Articolo bonus puòquindi generare una significativa ricadutain termini di nuove opportunità per leimprese del settore restauro, ma anche perle imprese del settore edile, dell’impianti-stica, del legno e dell’arredo, dell’artigia-nato artistico in generale, ovvero dei settori

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che attualmente, meno di altri, stanno be-neficiando della ripresa economica,

impegna il Governo

a valutare l’adozione delle necessarie ini-ziative, per quanto di competenza, volte adestendere il meccanismo dell’articolo bo-nus anche ai beni culturali di interessereligioso appartenenti ad enti ed istituzionidella Chiesa cattolica o di altre confessionireligiose, di cui all’articolo 9 del decretolegislativo 24 gennaio 2004, n. 42, e suc-cessive modificazioni.

9/1334-AR/212. Caretta, Luca De Carlo,Lucaselli, Mollicone, Silvestroni, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame destinaspecifiche risorse per favorire ed incremen-tare l’occupazione presso le amministra-zioni dello Stato, inclusi i Corpi di Poliziae il Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

nulla è stato previsto, invece, perfavorire la stabilizzazione del personaleprecario delle Forze Armate, del CompartoSicurezza e Soccorso pubblico che vivono atutt’oggi in condizioni di precariato lavo-rativo ed economico;

secondo i dati consultabili sul sitoufficiale Ministero dell’economia e dellefinanze – Ragioneria dello Stato – ContoAnnuale, nella sezione dedicata al perso-nale delle Forze Armate e Corpi di Poliziasi registrano circa 39.000 dipendenti pre-cari ai quali si aggiungono quelli presentinel comparto Soccorso pubblico;

nonostante le molteplici dichiara-zioni pubbliche e gli impegni presi dai variGoverni in carica in merito alla necessità digarantire maggiore stabilità nei compartirichiamati, anche al fine di preservare lasicurezza del territorio, i provvedimentiadottati nel tempo si sono mostrati indif-ferenti rispetto agli innumerevoli solleciti;

il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87convertito, con modificazione, in legge 13luglio 2018, n. 161 è intervenuto in modoradicale sulle regole del lavoro precario delsettore privato fortemente penalizzato dallariforma cosiddetto Jobs Act, voluta dal Go-verno Renzi;

in particolare l’articolo 1 rubricato« modifiche alla disciplina del contratto dilavoro a tempo determinato » prevedeespressamente che il contratto di lavorosubordinato non può avere una durata su-periore ai dodici mesi e tale durata puòessere estesa a ventiquattro mesi solo alricorrere di determinate condizioni previ-ste dalla legge;

l’articolo 3 della citata legge, tutta-via, prevede l’inapplicabilità della riformade qua ai contratti di lavoro a tempo de-terminato stipulati dalle pubbliche ammi-nistrazione con evidente disparità di trat-tamento e ricadute, tra l’altro, anche neiconfronti del personale precario del Com-parto difesa, sicurezza e soccorso pubblico;

l’estensione al personale precario inquestione della legge 13 luglio 2018, n. 161,nella parte in cui, superati certi limiti tem-porali, è sancita la trasformazione del con-tratto a tempo determinato in contratto atempo indeterminato, consentirebbe di daredignità professionale e la giusta valorizza-zione degli operatori del settore che ognigiorno svolgono la principale funzione didifesa in favore dello Stato e della comu-nità, connotata da un alto marginale dirischio per la propria incolumità,

impegna il Governo

ad avviare ogni iniziativa di propria com-petenza affinché, nel corso dell’esame delprovvedimento, mediante la previsione dirisorse finanziarie ad hoc, venga risolta laproblematica del personale precario delleForze Armate, del Comparto sicurezza esoccorso pubblico che legittimamente au-spica una definitiva stabilizzazione del rap-porto di lavoro nel corpo di appartenenza,analogamente a quanto già previsto nelsettore privato con il decreto-legge 12 lu-

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glio 2018, n. 87 convertito, con modifica-zione, in legge 13 luglio 2018, n. 161.

9/1334-AR/213. Cirielli, Mollicone, Luca-selli, Silvestroni, Luca De Carlo, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame è volto arifinanziare gli impegni di spesa derivantida norme vigenti;

la legge 11 luglio 1998, n. 224, re-cante norme in materia di « Trasmissioneradiofonica dei lavori parlamentari e age-volazioni per l’editoria », all’articolo 1,comma 1, ha disposto il rinnovo della con-venzione tra l’allora Ministero delle comu-nicazioni e il Centro di produzione S.p.a.;

sino ad oggi, « allo scopo di garan-tire la continuità del servizio di trasmis-sione radiofonica delle sedute parlamen-tari » la citata convenzione è stata annual-mente rinnovata e rifinanziata attraversoun’apposita previsione contenuta nella leggedi bilancio;

è necessario considerare a la neces-sità di consentire la prosecuzione dell’atti-vità della Centro di produzione Spa volta agarantire la trasmissione radiofonica dellesedute dei lavori parlamentari da partedell’emittente Radio Radicale;

considerato che il precedente anno diconvenzione che regola il servizio è scadutolo scorso mese di novembre,

impegna il Governo:

nell’ambito dell’esame del provvedi-mento, ad autorizzare il Ministero dellosviluppo economico a prorogare il regimeconvenzionale con il Centro di produzioneS.p.a. ai sensi dell’articolo 1, comma 1,della legge 11 luglio 1998, n. 224, autoriz-zando, a tal fine, la spesa di 10 milioni dieuro per l’anno 2019;

ad assumere le opportune iniziativevolte a prorogare la misura del credito

d’imposta di cui in premessa, stanziando lerisorse necessarie.

9/1334-AR/214. Crosetto, Rampelli, Lu-caselli, Luca De Carlo, Mollicone, Silve-stroni, Zucconi, Maschio.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca di-sposizioni per il rilancio dei territori mon-tani destinando un contributo al Fondo perla montagna di cui alla legge 31 gennaio1994, n. 91;

i comuni montani sono interessatida preoccupanti fenomeni di spopolamentoe di desertificazione industriale e produt-tiva;

in questo quadro appare, in parti-colare, urgente rilanciare lo sviluppo eco-nomico e sociale del territorio dell’UnioneMontana del Comelico e Sappada, rimastoai margini dello sviluppo turistico dellaricca Pusteria, e che negli ultimi decenni hasofferto per la delocalizzazione dell’indu-stria dell’occhiale;

l’area Comelico – Sappada è situatain una posizione di confine tra il Veneto, laprovincia di Udine, la provincia di Bolzanoe l’Austria, ed è costituita da 6 comuni,tutti classificati come aree interne, chestanno subendo un processo di spopola-mento di lungo corso: dal 1971 ad oggi lapopolazione è diminuita del 22 per cento;dal 2001 ad oggi i dati dimostrano unaperdita del 6,4 per cento con una signifi-cativa diminuzione del –18,3 per centodella popolazione giovane (14-20 anni), comesi evince dal Rapporto del Comitato nazio-nale aree interne;

al fine di rilanciare tale territorio ènecessario prevedere l’istituzione di unazona franca che consenta la ripresa del-l’attività produttiva e contrasti lo spopola-mento,

impegna il Governo

ad assumere le iniziative necessarie al finedi istituire una zona franca nel territorio

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dell’Unione Montana del Comelico e Sap-pada.

9/1334-AR/215. Luca De Carlo, Lucaselli,Mollicone, Silvestroni, Zucconi, Ma-schio.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni in materia di regionied enti locali;

con decreto del Ministro dello svi-luppo economico del 31 gennaio 2013, inattuazione dell’articolo 27, comma 8, deldecreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, re-cante « misure urgenti per la crescita delPaese », sono stati dettati i criteri per l’in-dividuazione delle situazioni di crisi indu-striale complessa;

ai sensi della predetta norma, consuccessivi decreti ministeriali, rispettiva-mente del 13 settembre 2016 e del 7 otto-bre 2016, sono state accertate le condizioniper il riconoscimento di crisi industrialecomplessa, con impatto significativo sullapolitica industriale nazionale, per i poli diPortovesme e Porto Torres;

per i lavoratori dei due poli indu-striali è stata autorizzata, con diversi prov-vedimenti normativi, sia la misura dellamobilità che quella della cassa integrazionein deroga, aventi efficacia temporale circo-scritta;

pur ritenendosi assolutamente ne-cessarie le disposizioni adottate volte agarantire la proroga degli ammortizzatoriconcessi in favore del personale dipendentedelle aziende operanti nelle citate aree in-dustriali in crisi, appare comunque dove-roso ricorrere a riforme strutturati checonsentano il superamento della crisi eco-nomica con conseguente sviluppo occupa-zionale delle aree interessate;

esclusivamente con l’approvazionedi misure di riduzione degli oneri fiscali edel costo dell’energia potrebbero attrarsiinvestimenti in grado di far superare alle

citate aree la crisi industriale in atto, con-sentendo lo sviluppo delle medesime, oltreche una crescita economica strutturale, taleda rendere assolutamente superflua l’ado-zione di ulteriori misure di assistenza;

l’articolo 1 del decreto legislativon. 75 del 1998 ha previsto che « 1. In at-tuazione dell’articolo 12 dello statuto spe-ciale per la regione Sardegna approvatocon legge costituzionale 26 febbraio 1948,n. 3, e successive modificazioni, sono isti-tuite nella regione zone franche, secondo ledisposizioni di cui ai regolamenti CEEn. 2913/1992 (Consiglio) e n. 2454/1993(Commissione), nei porti di Cagliari, Olbia,Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arba-tax ed in altri porti ed aree industriali adessi funzionalmente collegate o collegabili;

2. La delimitazione territoriale dellezone franche e la determinazione di ognialtra disposizione necessaria per la lorooperatività viene effettuata, su propostadella regione, con separati decreti del Pre-sidente del Consiglio dei Ministri [...] »;

l’articolo 174 del Trattato sul Fun-zionamento dell’Unione Europea ha stabi-lito che « Per promuovere uno sviluppoarmonioso dell’insieme dell’Unione, questasviluppa e prosegue la propria atone intesaa realizzare il rafforzamento della sua co-esione economica, sociale e territoriale;

in particolare l’Unione mira a ri-durre il divario tra i livelli di sviluppo dellevarie regioni ed il ritardo delle regionimeno favorite;

tra le regioni interessate, un’atten-zione particolare è rivolta alle zone rurali,alle zone interessate da transizione indu-striale e alle regioni che presentano gravi epermanenti svantaggi naturali o demogra-fici, quali le regioni più settentrionali conbassissima densità demografica e le regioniinsulari, transfrontaliere e di montagna, »;

la regione Sardegna possiede più diun requisito tra quelli indicati dall’Unioneeuropea al fine di individuare le regionisvantaggiate e, quindi, l’istituzione dellazona franca, anche integrale, consentirebbedi ridurre, se non annullare, lo svantaggio

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determinato dall’insularità della stessa re-gione, contribuendo, altresì, a limitare ilfenomeno dello spopolamento;

la particolare conformazione geo-grafica, lo stato di isolamento, l’insularità ela scarsa densità demografica della Sarde-gna, giustificano l’individuazione quale zonafranca di tutto l’intero territorio regionale,tenuto anche conto che le esigenze di de-limitazione previste per il riconoscimentodella zona franca sono agevolmente garan-tite dal confine marittimo dell’Isola;

già nel 2001, la Direzione Regionaledell’Agenzia delle Dogane ha dichiarato che,ai sensi del decreto legislativo n. 75 del1998, l’intero territorio dell’Isola deve es-sere individuato come zona franca extra-territoriale, anche in ragione dell’identicoriconoscimento ottenuto da altre localitàitaliane ed europee, recanti analoga condi-zione geografica;

con le Deliberazioni n. 8/2 del 7febbraio 2013 e n. 9/7 del 12 febbraio 2013la Giunta Regionale della Sardegna ha datomandato « al Presidente per il formale inol-tro ai competenti uffici della Commissioneeuropea e alle Autorità doganali coinvoltedella comunicazione riguardante la attiva-zione del regime doganale di zona francadella Sardegna esteso a tutto il territorioregionale con perimetrazione coincidentecon i confini naturali dell’Isola di Sardegnae delle sue isole, affinché gli stessi ufficiprocedano ai conseguenti adempimenti le-gali di competenza e alla pubblicazionenella GUCE, anche e specificamente, ai finidella modifica dell’articolo 3 del Regola-mento CE n. 450/2008 »;

il definitivo avvio della zona francain Sardegna costituirebbe per l’intero ter-ritorio regionale un’importante occasionedi sviluppo economico e sociale che garan-tirebbe anche il superamento dello svan-taggio determinato dall’insularità della stessaregione e lo sviluppo delle aree industrialiin crisi, rendendo altresì possibile il con-solidamento dell’Italia nel ruolo di leadernegli scambi commerciali nel Mar Mediter-raneo;

in data 14 giugno 2018, il Governoha accolto come raccomandazione un pre-

cedente Ordine del Giorno con il quale siimpegnava a porre in essere ogni necessa-rio adempimento, al fine di garantire l’av-vio della zona franca nell’intero territorioregionale della Sardegna, introducendo, an-che tra i propri obiettivi economici delprossimo triennio, la piena attuazione deldecreto legislativo n. 75 del 1998 e dellarelativa normativa comunitaria,

impegna il Governo

ad adottare opportune iniziative volte aindividuare e destinare le risorse economi-che necessarie per l’attivazione della zonafranca nell’intero territorio regionale dellaSardegna, allo stato quantificabili in 1 mi-liardo di Euro, e a dare, altresì, tempestivacomunicazione alla Commissione Europeadell’avvenuta istituzione della citata zonafranca, ai sensi dell’articolo 243 del CodiceDoganale Europeo.

9/1334-AR/216. Deidda, Meloni, Molli-cone, Lucaselli, Silvestroni, Luca DeCarlo, Maschio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per stimolare la cre-scita dell’Italia, dalla riduzione della pres-sione fiscale a misure per lo sviluppo e gliinvestimenti;

la normativa in materia di riscos-sione provvisoria negli ultimi decenni hasubito un’evoluzione che l’ha resa sempremeno favorevole al contribuente, se nonsempre più penalizzante, in ragione di unaaccresciuta necessità di « fare cassa » daparte delle amministrazioni;

pur a fronte di tali mutate esigenzenon è tollerabile aggravare i contribuenticon il pagamento di un’imposta, o parte diessa, finché non sia accertato, e non solomeramente presunto, che il pagamento siadovuto;

tale atteggiamento dello Stato è pa-lesemente in contrasto con i princìpi car-

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dine che presiedono all’esercizio del poteregiudiziario nel nostro ordinamento e l’ini-quità della riscossione provvisoria è tantopiù palese ove essa espone il contribuentead un’anticipazione finanziaria prima an-cora che la controversia sia decisa, vio-lando sia il principio di effettività del di-ritto di difesa, sia il principio della tutelagiurisdizionale piena e incondizionata, san-citi, rispettivamente, dagli articoli 24 e 113della Costituzione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di individuare op-portune soluzioni, anche di carattere nor-mativo, volte a disciplinare la materia in unsenso più equo nei confronti del contri-buente, al fine di garantire che il contri-buente possa attendere una pronuncia dellamagistratura tributaria che confermi l’at-tendibilità delle richieste avanzate dall’a-gente della riscossione prima di corrispon-dere alcun importo.

9/1334-AR/217. Delmastro Delle Vedove,Mollicone, Lucaselli, Silvestroni, LucaDe Carlo, Maschio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, all’arti-colo 57, comma 15, riduce il contributoitaliano alle spese dell’Organizzazione delleNazioni Unite di 35 milioni di euro nel2019 e 32 milioni di euro nel 2020;

il medesimo comma, inoltre, pre-vede che il Ministero degli affari esteri edella cooperazione internazionale prov-veda « agli adempimenti necessari, anchesul piano internazionale, per rinegoziare itermini dell’accordo internazionale concer-nente la determinazione dei contributi alleorganizzazioni internazionali di cui l’Italiaè parte »;

recentemente la Procura di Firenzeha indagato Alessandro, Luca ed AndreaConticini, quest’ultimo sposato con MatildeRenzi, sorella dell’ex Presidente del Consi-

glio e Segretario del Partito democraticoMatteo Renzi;

secondo i magistrati i fondi di al-cune organizzazioni destinati ai bambiniafricani grazie alla società « Play TherapyAfrica Ltd », circa 6,6 milioni di dollari,sarebbero invece serviti per l’acquisto diquote di alcune società della famiglia Renzio di persone ad essa vicine;

Andrea Conticini risulterebbe inda-gato per riciclaggio per gli acquisti, a nomedel fratello Alessandro, di quote di tresocietà: la « Eventi 6 » della famiglia Renzi,la « Quality Press Italia » e la « Dot Media »di Patrizio Donnini e di sua moglie LilianMammoliti, legati ai Renzi, operazioni cherisalirebbero al 2011;

fra le organizzazioni che avrebberodestinato fondi alla « Play Therapy Africa »,insieme alla Fondazione Pulitzer, che at-traverso la organizzazione no profit « Ope-ration Usa » ha versato 5,5 milioni di dol-lari, ed altre organizzazioni umanitarie au-straliane, americane ed europee, che com-plessivamente hanno versato quasi 900 miladollari, c’è anche l’UNICEF, il Fondo delleNazioni Unite per l’infanzia, che ha donato3,8 milioni di dollari;

recentemente è stata estesa la pro-cedibilità a querela di parte per reati con-tro il patrimonio privato, sancita dal de-creto legislativo 10 aprile 2018, n. 36, conil quale è stata data attuazione alla legge 23giugno 2017 n. 103, reato contestato aduno dei fratelli Conticini, ma finora nes-suno dei donatori ha presentato denuncia;

l’UNICEF in un comunicato pubbli-cato sul proprio sito web il 27 settembre2018 ha confermato esplicitamente di nonvoler procedere con la querela;

l’Italia risulta nella « top ten » mon-diale degli Stati che versano contributi alleNazioni Unite e, secondo quanto dichiaratorecentemente dal vicepresidente del Consi-glio Matteo Salvini, ogni anno l’Italia versaall’ONU circa settecento milioni,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, nelle sedicompetenti, affinché siano poste in essere

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tutte le azioni opportune per assicurare lacorrettezza nella destinazione dei fondi inquestione nonché i chiarimenti e gli adem-pimenti necessari sulla richiamata vicenda,e a rivalutare la quota volontaria delleconsistenti contribuzioni versate dall’Italiaall’ONU, per la parte destinata all’UNICEF.

9/1334-AR/218. Donzelli, Luca De Carlo,Lucaselli, Mollicone, Silvestroni, Zuc-coni.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame (C. 1334)recante il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, contienemisure per il lavoro, il contrasto alla po-vertà, l’accesso alla pensione, nello speci-fico istituisce presso il Ministero del lavoroe delle politiche sociali un fondo denomi-nato « Fondo per la revisione del sistemapensionistico attraverso l’introduzione diulteriori forme di pensionamento antici-pato e misure per incentivare l’assunzionedi lavoratori giovani »;

l’Ape social è caratterizzata da unsussidio di accompagnamento alla pen-sione, entro un tetto di 1.500 euro lordi(circa 1.200 euro netti), erogato per 12mensilità e non rivalutabile in base dall’in-flazione. Il sussidio è interamente a caricodallo Stato: si tratta quindi di un aiutoeconomico elargito unicamente a soggettiin particolare stato di bisogno;

detto sussidio spetta in particolareai lavoratori iscritti all’Assicurazione gene-rale obbligatoria dei lavoratori dipendenti,alle forme sostitutive ed esclusive dellamedesima, alle gestioni speciali dei lavora-tori autonomi, nonché alla Gestione sepa-rata (esclusi invece i liberi professionistiiscritti alle relative Casse di appartenenza),che si trovino in determinate condizioni;

sono individuate in uno specificoelenco le attività professionali che possonogodere di sopraddetto sussidio;

il comparto sicurezza è rimasto fuoridal provvedimento « Ape social » poiché la

maggioranza del personale raggiunge la pen-sione di vecchiaia prima dei 63 anni pre-visti come prerequisito. Nessun problemainvece per l’anzianità contributiva prevista,in considerazione che gli arruolamenti av-vengono normalmente a ridosso dei 18/20anni,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere ini-ziative volte ad estendere anche ai lavora-tori del Comparto Sicurezza la possibilitàdi usufruire dello strumento dell’Ape so-ciale.

9/1334-AR/219. Ferro, Deidda, Monta-ruli, Prisco, Luca De Carlo, Mollicone,Silvestroni, Lucaselli, Maschio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per la crescita dell’I-talia, dalla riduzione della pressione fiscalea misure per lo sviluppo e gli investimenti;

nel 2010, con il decreto legislativon. 59, l’Italia ha recepito la direttiva 2006/123/CE, meglio conosciuta come direttiva« Bolkestein », volta alla creazione di unlibero mercato dei servizi in ambito euro-peo;

secondo un’interpretazione esten-siva dell’articolo 2 della suddetta direttiva,che ha aperto una disputa giuridica tutt’oraaperta, però, l’applicazione della stessa èprevista in Italia anche nei confronti dellenumerose imprese turistico balneari e dellerelative concessioni demaniali;

in particolare, la direttiva stabilisceche lo Stato è obbligato a mettere al bandole concessioni in scadenza di spazi pubblicie beni demaniali e nel settore si è tradottonell’abrogazione del rinnovo automaticodelle concessioni agli imprenditori balne-ari, come invece previsto dall’articolo 10della legge n. 88 del 2001;

la legge 30 dicembre 2009, n. 194ha disposto una proroga quinquennale delle

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concessioni attualmente in essere, che sca-drà il 31 dicembre 2020;

la proroga prevista non risolve af-fatto le criticità derivanti dall’applicazionedelle norme del decreto legislativo n. 59del 2010 alle concessioni demaniali marit-time, che rischia di mettere in ginocchio unsettore di spicco della nostra economianazionale quale è quello turistico;

in diverse occasioni, i Governi che sisono succeduti e, da ultimo, ma solo inordine di tempo, l’attuale compagine go-vernativa, si sono sempre dimostrati dispo-nibili a risolvere questo annoso problemache coinvolge ben 30 mila concessionari,prevalentemente piccole e medie imprese, e100 mila addetti ai lavori;

oltre a questo settore strategico, l’at-tuazione della « direttiva Bolkestein » starecando grave nocumento anche alle cate-gorie del commercio ambulante su areepubbliche e delle guide turistiche;

l’Italia è l’unico Stato membro del-l’Unione europea ad aver applicato la di-rettiva Bolkestein al commercio ambu-lante, oltre alla Spagna, che ha tuttaviaistituito un regime transitorio a tutela delleimprese già presenti della durata di settan-tacinque anni;

anche in questo settore, la prorogadelle concessioni in essere per commerciosu aree pubbliche al 31 dicembre 2020disposta con la legge di bilancio per l’anno2018, è insufficiente per ovviare alle criti-cità derivanti dall’applicazione delle normedel decreto legislativo n. 59 del 2010, postoche vanno ad incidere su fattori economici,sociali e culturali, e riguardano la tutela deimercati rionali – che rappresentano unelemento tipico e identitario dei nostri pa-esi – dal rischio di concorrenza sleale;

analogamente, la categoria delleguide turistiche è stata erroneamente inse-rita nella direttiva servizi invece che inquella relativa alle professioni, con la con-seguenza che in Italia potranno operareanche le guide dell’Unione europea, o me-glio, le persone qualificate come guide tu-ristiche ai sensi della legislazione di altro

Stato membro dell’Unione, purché operinoin prestazione temporanea;

tale grave situazione nasce dal pro-blema di fondo che in Italia la figura dellaguida turistica è nettamente separata daquella di accompagnatore, mentre in moltialtri Stati membri dell’Unione la figura diguida turistica e quella di accompagnatorecoincidono, e i percorsi di abilitazione allaprofessione sono sensibilmente meno com-plessi e più brevi;

le conseguenze di tale superficialenormazione, se non di vero e proprio vuotolegislativo, non potranno che essere estre-mamente negative sia per le guide che peri turisti, fruitori finali del servizio: abbas-samento della qualità, diminuzione del la-voro per le guide abilitate, aumento dell’a-busivismo, perché se è vero che le guide dialtri Stati dell’Unione europea potrebberoesercitare in Italia solo in regime di pre-stazione occasionale, i controlli sono tal-mente scarsi che centinaia di guide stra-niere esercitano in violazione delle norme,con anche una conseguente diminuzionedel gettito fiscale per lo Stato, posto che leguide straniere pagheranno le tasse nelloStato di appartenenza,

impegna il Governo

ad individuare opportune soluzioni, anchedi carattere normativo, volte ad escludere ilsettore delle imprese turistico balneari, ilcommercio su aree pubbliche e la categoriadelle guide turistiche dall’applicazione delladirettiva Bolkestein o, quantomeno, a di-sporre un adeguato regime transitorio, tu-telando le imprese del settore e le nostrespecificità nazionali.

9/1334-AR/220. Fidanza, Zucconi, Ram-pelli, Ferro, Mollicone, Lucaselli, Silve-stroni, Luca De Carlo, Maschio.

La Camera,

premesso che:

l’edilizia scolastica rappresenta sututto il territorio nazionale una vera epropria emergenza ed è un tema di impor-

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tanza fondamentale non solo in terminiinfrastrutturali, ma anche perché attienealla sicurezza dei nostri giovani;

dai dati del MIUR emerge che soloil 5 per cento delle scuole italiane sonostate adeguate dal punto di vista sismico, eil 58 per cento degli istituti non è ancora anorma neanche per quanto riguarda lanormativa antincendio. Anche per le scuolesituate in zona sismica (oltre la metà), lasituazione non è incoraggiante in quantosolo un quarto ha l’agibilità statica e pocomeno della metà il collaudo;

la qualità degli edifici è precaria e lecriticità riguardano soprattutto la tenutadei soffitti e dei solai delle scuole comedimostrano i crolli avvenuti negli ultimi 18mesi e all’uopo sarebbe necessario erogarerisorse mirate agli studi di fattibilità,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di incrementare lerisorse finanziarie necessarie dando ogniutile supporto agli enti locali competentiaffinché provvedano alla messa in sicu-rezza degli edifici scolastici.

9/1334-AR/221. Frassinetti, Mollicone, Bu-calo, Luca De Carlo, Silvestroni, Luca-selli, Maschio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge « Bilancio di pre-visione dello Stato per l’anno finanziario2019 e bilancio pluriennale per il triennio2019-2021 » prevede misure in materia sa-nitaria e di incremento di fondi diversi;

nel corso dell’esame del predettodisegno di legge in V Commissione, è statoconsiderato ammissibile, e successivamenteesaminato, un emendamento che disponevamisure volte all’incremento del Fondo perla cura dei soggetti con disturbo dello spet-tro autistico;

la risoluzione dell’Assemblea gene-rale delle Nazioni Unite n. A/RES/67/82 del12 dicembre 2012 sui bisogni delle persone

con autismo, evidenzia che gli individui condisabilità dovrebbero godere di una vitapiena e dignitosa, in condizioni che garan-tiscano loro non solo la dignità, l’autosuf-ficienza e la partecipazione attiva alla co-munità ma anche il pieno godimento ditutti i diritti al pari delle altre persone.L’atto riconosce la necessità di garantire idiritti umani di tutte le persone con disa-bilità, compresi tutti gli individui con di-sturbi dello spettro autistico, assicurandoloro pari opportunità e condizioni suffi-cienti che possano consentire lo sviluppoottimale e la piena partecipazione alla so-cietà;

alla predetta risoluzione si ispira lalegge 18 agosto 2015, n. 134, che disponemisure in materia di diagnosi, cura e abi-litazione delle persone con disturbi dellospettro autistico e di assistenza alle fami-glie e prevede interventi finalizzati a ga-rantire la tutela della salute, il migliora-mento delle condizioni di vita e l’inseri-mento nella vita sociale delle persone condisturbi dello spettro autistico;

in particolare, la legge 18 agosto2015, n. 134 prevede, tra le varie disposi-zioni, l’aggiornamento dei livelli essenzialidi assistenza con l’inserimento, per quantoattiene ai disturbi dello spettro autistico,delle prestazioni della diagnosi precoce,della cura e del trattamento individualiz-zato, mediante l’impiego di metodi e stru-menti basati sulle più avanzate evidenzescientifiche disponibili. Il testo dispone, inol-tre, che il Ministero della salute promuovalo sviluppo di progetti di ricerca riguar-danti la conoscenza del disturbo dello spet-tro autistico e le buone pratiche terapeu-tiche ed educative;

la legge 18 agosto 2015, n. 134, al-l’articolo 2, dispone che l’istituto superioredi sanità aggiorni le Linee guida sul trat-tamento dei disturbi dello spettro autisticoin tutte le età della vita sulla base dell’e-voluzione delle conoscenze fisiopatologichee terapeutiche derivanti dalla letteraturascientifica e dalle buone pratiche nazionalied internazionali;

da quanto si evince dalle raccoman-dazioni e dalle Linee Guida 21 dell’istituto

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superiore di sanità sul « Trattamento deidisturbi dello spettro autistico nei bambinie negli adolescenti », sono diversi i pro-grammi intensivi di trattamento dello spet-tro autistico che andrebbero maggiormentestudiati e che dovrebbero far parte di pianidi ricerca continui e ben organizzati al finedi migliorarne l’efficacia e al fine di garan-tire la tutela della salute dei soggetti affettida tale disturbo;

in particolare, l’istituto superiore disanità afferma nelle sue raccomandazioniche « ...tra i programmi intensivi compor-tamentali il modello più studiato è l’analisicomportamentale applicata (Applied beha-viour Analysis, ABA): gli studi sostengonouna sua efficacia nel migliorare le abilitàintellettive (QI), il linguaggio e i comporta-menti adattativi nei bambini con disturbidello spettro autistico. Le prove a disposi-zione, anche se non definitive, consentonodi consigliare l’utilizzo del modello ABAnel trattamento dei bambini con disturbidello spettro autistico. Dai pochi studi fi-nora disponibili emerge comunque un trenddi efficacia a favore anche di altri pro-grammi intensivi altrettanto strutturati, chela ricerca dovrebbe approfondire con studirandomizzati controllati (RCT) finalizzatiad accertare, attraverso un confronto di-retto con il modello ABA, quale tra i variprogrammi sia il più efficace... »;

il decreto del Presidente del Consi-glio dei Ministri 12 gennaio 2017, ai sensidella legge 18 agosto 2015, n. 134, all’arti-colo 60, dispone che il servizio sanitarionazionale garantisca alle persone con di-sturbi dello spettro autistico, le prestazionidella diagnosi precoce, della cura e deltrattamento individualizzato, mediante l’im-piego di metodi e strumenti basati sulle piùavanzate evidenze scientifiche;

appare evidente, dunque, che i di-sposti della normativa vigente in materiaevidenzino in particolar modo il fondamen-tale ruolo della ricerca e della sperimen-tazione di settore che nel caso della cura diquesto disturbo ancora poco conosciutorappresentano i principali elementi di spe-ranza di tutte le famiglie che quotidiana-mente si trovano ad affrontare questo pro-blema;

in Italia il disturbo coinvolgerebbecirca 500.000 famiglie. La stima è degliesperti dell’Ospedale Bambino Gesù diRoma;

le risorse disponibili per la cura, laricerca e la sperimentazione, in particolarmodo quelle afferenti al Fondo per la curadei soggetti con disturbo dello spettro au-tistico, di cui all’articolo 1, comma 401,della legge 28 dicembre 2015, n. 208, ap-paiono decisamente non sufficienti a per-seguire completamente tutti gli obiettividella legge 18 agosto 2015, n. 134 e deldecreto del Presidente del Consiglio deiMinistri 12 gennaio 2017,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di stanziare le ri-sorse necessarie per il miglioramento dellecondizioni di vita e per l’inserimento sco-lastico, sociale e lavorativo delle personecon disturbi dello spettro autistico, nonchéper la ricerca di settore e per la sperimen-tazione presso strutture territoriali di ade-guate terapie che possano favorire l’ado-zione di tutti gli interventi psicopedagogicibasati sulla analisi del comportamento ap-plicata (Applied behaviour Analysis, ABA)espressamente raccomandata dall’istituto su-periore di sanità nelle sue Linee Guida, inparticolar modo incrementando il Fondoper la cura dei soggetti con disturbo dellospettro autistico, di cui all’articolo 1, comma401, della legge 28 dicembre 2015, n. 208,istituito nello stato di previsione del Mini-stero della salute.

9/1334-AR/222. Gemmato, Bellucci, Butti,Luca De Carlo, Deidda, Lucaselli, Mol-licone, Silvestroni, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca di-sposizioni per la crescita dell’Italia e inter-viene anche in materia di politiche sociali eper la famiglia;

la crisi demografica è una realtàsempre più grave e l’Italia si trova ai primi

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posti tra le economie mondiali per la de-bolezza dei tassi di natalità;

recenti rilevazioni indicano, infatti,che tra il 2014 e il 2017 l’Italia ha perso310.000 abitanti, e nel prossimo ventennioquesto calo raggiungerà quasi i tre milioni;

la contingenza di una crisi econo-mica ormai consolidata che colpisce, primefra tutte, le famiglie italiane, impone lanecessità di individuare nuovi strumenti diagevolazione per le famiglie, anche al finedi incentivare la natalità;

le iniziative previste dal provvedi-mento in esame non appaiono idonee arisolvere le gravi problematiche affrontateoggi dalle nostre famiglie, e le risorse stan-ziate sono ancora largamente insufficienti;

nessuno può sottrarsi all’acquisto dibeni per l’infanzia che assumono una pri-maria necessità come latte in polvere eliquido per neonati, pannolini, prodotti ali-mentari per l’infanzia così come sono cen-tinaia di migliaia in Italia le famiglie chenecessitano di asili nido non solo in orarioantimeridiano;

inoltre, è necessario che le misure atutela delle famiglie e a contrasto della crisidemografica abbiano carattere strutturalee non siano relegate a iniziative spot chenon consentono una vera e propria pro-grammazione;

in questo quadro, occorre rilevarel’importanza di intervenire anche sul si-stema di tassazione che grava sui nucleifamiliari,

impegna il Governo

a stanziare le risorse necessarie per unPiano per le famiglie che contempli misurequali l’introduzione delle agevolazioni ade-guate sull’acquisto dei prodotti per la primainfanzia, la gratuità degli asili nido e ilprolungamento degli orari di funziona-mento degli stessi, la stabilizzazione e l’au-mento dell’assegno di natalità per le fami-glie meno abbienti, l’introduzione di unmeccanismo di tassazione basato sul mo-dello del cosiddetto quoziente familiare.

9/1334-AR/223. Varchi, Meloni, Lollobri-gida, Lucaselli, Luca De Carlo, Molli-cone, Silvestroni, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il « Patto globale per una migra-zione sicura, ordinata e regolare », cosid-detto Global compact, viene presentata comela più ampia iniziativa strategica di revi-sione dei flussi migratori e della loro ge-stione, nata sulla spinta della Dichiara-zione di New York, sottoscritta in sedeONU il 5 agosto 2016, e ne traccia gliobiettivi fondamentali;

il Global compact è finanziato dacontributi volontari dei governi al fondodelle Nazioni unite denominato UN TrustFund, i cui donatori attualmente sono Bra-sile, Cile, Cina, Colombia, Danimarca, Fin-landia, Francia, Germania, Italia, Norvegia,Olanda, Regno Unito, Repubblica di Corea,Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia;

il Global compact è un’iniziativa vo-lontaria di adesione a un insieme di prin-cìpi giuridici e nasce dalla volontà di pro-muovere flussi continui, utilizzando moti-vazioni sia economiche sia demografiche, ecrea, inoltre, obblighi crescenti verso gliStati in ordine ai servizi da fornire agliimmigrati, anche a prescindere dal lorostatus di rifugiato, impedendo di perseguirepenalmente chi fornisce assistenza indebitaall’immigrazione;

appare evidente, quindi, come il Glo-bal compact non sia altro che l’ennesimotassello di un progetto volto ad annientareconfini, culture ed in particolare le sovra-nità nazionali in tema di immigrazione;

l’inaccettabile compromissione dellasovranità nazionale in tema di immigra-zione è evidente laddove viene sottratta agliStati nazionali la gestione delle politichemigratorie e contro questo approccio im-migrazionista già numerosi Stati si sonoschierati a favore della sovranità nazionale;

in ogni caso la sottoscrizione delcomplesso reticolato di impegni del Globalcompact, anche laddove genericamente for-mulati, è tale da comportare un’inaccetta-bile cessione di sovranità sul tema migra-torio;

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è inaccettabile che le migrazionisiano gestite da organismi sovranazionalisenza alcun controllo democratico dei cit-tadini dei singoli Stati, e neanche può es-sere condivisa l’impostazione prettamenteideologica del Global compact che sanciscedi fatto una sorta di « diritto a migrare »;

l’Italia patirebbe il prezzo più carodi questa impostazione ideologica sul temadelle migrazioni per la sua posizione alcentro del Mediterraneo che la configurafatalmente come gigantesco « molo natu-rale » per le rotte che provengono dall’A-frica,

impegna il Governo

a non finanziare alcuna attività connessaalla sottoscrizione del Global compact ealle attività connesse all’attuazione dellostesso, e a non partecipare al trust fund dicui in premessa, volto a finanziare il Globalcompact.

9/1334-AR/224. Lollobrigida, Meloni, Del-mastro Delle Vedove, Donzelli, Luca DeCarlo, Lucaselli, Mollicone, Silvestroni,Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame inter-viene in materia di equilibrio di bilanciodegli enti territoriali;

in base al meccanismo del Fondo diSolidarietà Comunale lo Stato preleva dalgettito IMU dei comuni costieri circa il 22per cento di quanto gli stessi incassano, omeglio dovrebbero incassare, dai cittadiniad aliquota ordinaria;

si tratta di cifre importanti, che leamministrazioni virtuose potrebbero utiliz-zare per migliorare i servizi offerti, fruttodi meccanismi di calcolo che interessano ilgettito complessivo IMU, oltre alla perequa-zione matematica di altri fattori, che vannoa penalizzare quei Comuni dove maggiore èla presenza delle cosiddette seconde case,

generando un cosiddetto saldo negativo,anche dopo lo scorporo;

di conseguenza tale disposizione nor-mativa crea una disparità di trattamentotra enti locali che penalizza i comuni co-stieri, che, anche se di piccole dimensioni,durante la stagione estiva si trovano a ge-stire un flusso turistico di dimensioni im-portanti e a dover offrire i meritati servizi;

inoltre, il citato prelievo da partedello Stato incide ancora più negativa-mente su quei comuni che si trovano in unacondizione di difficoltà di bilancio,

impegna il Governo

ad assumere le iniziative necessarie volte arivedere l’entità del contributo dovuto daicomuni costieri adeguandolo alle dimen-sioni effettive dei Comuni.

9/1334-AR/225. Lucaselli, Mollicone, Sil-vestroni, Zucconi, Maschio.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni in materia di assun-zioni presso il Ministero della Giustizia;

in particolare, si prevede l’autoriz-zazione ad assumere 3.000 unità di perso-nale non dirigenziale nel Ministero dellagiustizia, limitando tuttavia le assunzioni aisoli ruoli dell’amministrazione giudiziarianulla prevedendo per la riforma della ma-gistratura onoraria;

con decreto ministeriale del 21 set-tembre 2018, il Ministro della Giustizia haistituito un tavolo tecnico sulla riformadella magistratura onoraria per un con-fronto sul tema, al fine di redigere unprogetto di legge di modifica della riformaintrodotta con il decreto legislativo n. 116del 2016 nonché della disciplina transitoriarelativa ai magistrati onorari in servizio,prevista dalla legge n. 57 del 2016;

ad oggi non vi sono prospettive diriforma a breve scadenza, nonostante sia

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unanimemente riconosciuto il gravoso ca-rico che i magistrati onorari sopportanonell’esercizio delle loro funzioni, con lequali sostengono quotidianamente il si-stema giustizia nel suo complesso garan-tendone la regolare amministrazione;

a livello europeo la CommissioneParlamentare UE ed il Parlamento – cheha approvato una risoluzione sull’utilizzodei contratti a tempo determinato – hannostigmatizzato la situazione italiana definita« allarmante » e « critica », della « disparitàdi trattamento sul piano giuridico, econo-mico e sociale fra Magistrati togati e ono-rari »,

impegna il Governo

a valutare la necessità di stanziare le ri-sorse necessarie per le figure dei magistrationorari in servizio come giudici onorari ditribunale, vice procuratori onorari e giudicidi pace, al fine di garantire agli stessiadeguato trattamento giuridico, economico,previdenziale ed assistenziale prevedendoper i magistrati onorari e giudici di pace inservizio la possibilità di permanere nellefunzioni onorarie fino al raggiungimentodel limite di età.

9/1334-AR/226. Maschio, Varchi, Meloni,Lollobrigida, Delmastro Delle Vedove,Mollicone, Lucaselli, Silvestroni, LucaDe Carlo, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, all’arti-colo 69, interviene in merito alla Gestionecommissariale per il debito pregresso diRoma Capitale;

Roma è la capitale della Repub-blica, come sancito dall’articolo 114 dellaCostituzione, e con deliberazione del 7marzo 2013, n. 8, l’Assemblea capitolinaha approvato lo Statuto di Roma Capitale,che costituisce l’atto fondamentale di eser-cizio dell’autonomia normativa e organiz-zativa dell’Ente;

il decreto legislativo e prevede chedopo l’entrata in vigore del decreto legisla-tivo l’Assemblea capitolina disciplini l’eser-cizio delle predette funzioni con propriregolamenti « in conformità al principio difunzionalità rispetto alle attribuzioni diRoma Capitale »;

l’approvazione dello Statuto ha rap-presentato un contributo determinante nel-l’opera di completamento dell’assetto isti-tuzionale di Roma Capitale, avviata con ildecreto legislativo 17 settembre 2010, n. 156,recante le « Disposizioni recanti attuazionedell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009,n. 42, e successive modificazioni, in mate-ria di ordinamento transitorio di RomaCapitale », e destinata a proseguire conulteriori interventi, in particolare sotto ilprofilo regolamentare, per l’armonizza-zione del proprio ordinamento;

appare necessario portare avanti l’o-pera di perfezionamento dello status diRoma Capitale, al fine di garantire il mi-glior assetto delle funzioni che la città, inqualità di Capitale della Repubblica, è chia-mata a svolgere;

Roma, al pari delle altre metropolie capitali europee, deve essere in grado digarantire ai cittadini servizi sempre piùefficienti e, inoltre, di gestire i considerevoliflussi turistici che la interessano in ogniperiodo dell’anno;

la città di Roma, pertanto dovrebbesempre essere dotata di risorse finanziariesufficienti a far fronte prontamente alleparticolari situazioni e agli eventi eccezio-nali che, in qualità di Capitale, è spessochiamata ad affrontare,

impegna il Governo

a riconoscere la centralità della Capitaleattraverso la previsione e lo stanziamentodi fondi e risorse speciali, nonché ad assu-mere le iniziative necessarie a rafforzare leprerogative e i poteri di Roma in un quadrodi maggiore attenzione alle problematichedi rilievo nazionale che inevitabilmente ri-cadono sulla città.

9/1334-AR/227. Meloni, Lollobrigida, Mol-licone, Rampelli, Silvestroni, Luca DeCarlo, Lucaselli, Zucconi.

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La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame (C. 1334)recante il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, disponemisure al fine di promuovere il diritto deigiovani alla formazione culturale e profes-sionale e all’inserimento nella vita sociale,anche attraverso interventi volti a facilitarel’accesso al credito per l’acquisto e l’uti-lizzo di beni e servizi;

da recenti rilevazioni risulta che ilbudget che un terzo degli italiani destina aiconsumi culturali, è meno di 50 euro al-l’anno, mentre solo il 10 per cento dellapopolazione spende più di 200 euro, e soloil 3 per cento oltre 500 euro. Cinema,teatri, concerti, mostre, musei sono fre-quentati abitualmente solo da una mino-ranza della popolazione, e da fasce di etàspesso completamente opposte;

gli italiani si dichiarano disposti adinvestire di più in cultura in cambio di unosconto sui biglietti di ingresso, il 43 percento si aspetta almeno un ingresso gra-tuito una volta al mese, mentre il 28 percento vorrebbe abbinare al biglietto per unmuseo o una mostra anche uno sconto sulprezzo di treni e aerei;

occorrono interventi efficaci in gradodi favorire la crescita, e tutto ciò è possibileinvestendo in cultura e nei giovani, attra-verso misure in grado di ridurre i costi perl’acquisto di libri, per l’accesso a musei,teatri, cinema e concerti,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere inter-venti volti alla salvaguardia della cultura,attraverso misure che dispongano che lespese culturali individuali, quali acquisto dibiglietti di ingresso e abbonamenti a musei,cinema, concerti, spettacoli teatrali e dalvivo e spese sostenute per l’acquisto di librie di materiale audiovisivo protetti da dirittid’autore, possano essere detratte fiscal-mente alla stregua delle spese mediche.

9/1334-AR/228. Mollicone, Frassinetti,Luca De Carlo, Silvestroni, Lucaselli,Maschio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, in corsodi approvazione prevede alcune novità im-portanti in termini di risorse stanziate perle Forze Armate, di Polizia e i Vigili delFuoco;

sono disposte nel dettaglio, misureinerenti assunzioni straordinarie per leForze di Polizia e i Vigili del Fuoco, ilrinnovo contrattuale 2019-2021 e il rior-dino dei ruoli e delle camere;

obiettivo primario è quello di incre-mentare gli organici delle Forze dell’Ordinee nel contempo di valorizzare economica-mente il personale in servizio procedendocon il rinnovo contrattuale;

tuttavia le risorse stanziate non sonosufficienti per garantire un aumento distipendio cospicuo al personale in servizio,e i mezzi sufficienti per poter operare perla sicurezza e a vantaggio di tutti i cittadini;

è il caso del lavoro svolto dallapolizia penitenziaria, lavoro oggi semprepiù gravato dalla preoccupante situazionedi strutturale carenza di personale all’in-terno degli istituti penitenziari italiani, ol-tre che dall’allarmante contesto di gravesovraffollamento delle carceri;

dalle rilevazioni risalenti al marzo2018, risultano presenti nelle carceri ita-liane 58.223 detenuti, a fronte di una ca-pienza regolamentare di 50.613 unità. Sitratta dunque di 7.610 detenuti in ecce-denza rispetto ai posti previsti (+15 percento), da cui si evince, tra le altre, lanecessità di un incremento di dotazioni e dirisorse a sostegno della polizia penitenzia-ria,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere unincremento di risorse per la polizia peni-tenziaria, tale da garantire all’interno dellestrutture penitenziarie il corretto svolgi-

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mento dell’attività svolta da questi profes-sionisti altamente qualificati.

9/1334-AR/229. Montaruli, Maschio,Ferro, Deidda, Luca De Carlo, Molli-cone, Silvestroni, Lucaselli, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per stimolare la cre-scita economica dell’Italia, dalla riduzionedella pressione fiscale a misure per lo svi-luppo e gli investimenti;

in senso diametralmente opposto sipone la scelta prevista dalla legge di bilan-cio in esame di una parziale sterilizzazionedell’aumento delle accise per l’anno 2019 e,in misura minore, per gli anni successivi;

il « prezzo Italia » della benzina, ri-levato dal Ministero dello sviluppo econo-mico il 10 settembre, è pari a 1,643 euro/litro, mentre quello del diesel è pari a 1,524euro/litro, la cui componente fiscale pesarispettivamente per il 62 per cento e per il59 per cento;

l’elevato costo del carburante, oltread erodere il potere d’acquisto dei salari estipendi dei contribuenti, preoccupa perchéè causa principale dell’aumento dei prezzidei generi di prima necessità, per la lievi-tazione dei costi di distribuzione,

impegna il Governo

a valutare la necessità di adottare oppor-tune iniziative, anche di carattere norma-tivo, volte a ridurre l’ammontare del valorecomplessivo delle accise sui carburanti o,comunque, ad assicurare che il suo valorenon possa superare la somma del valoredel costo della materia prima e del marginelordo come individuati dalla normativa vi-gente.

9/1334-AR/230. Osnato, Mollicone, Luca-selli, Silvestroni, Luca De Carlo, Zuc-coni.

La Camera,

premesso che:

il bilancio di previsione dello Statoper l’anno finanziario 2019 e bilancio plu-riennale per il triennio 2019-2021, in corsodi approvazione prevede alcune novità im-portanti per i Comparti Difesa e Sicurezza,inoltre si prevedono assunzioni, rinnovi dicontratto e riordini delle carriere;

obiettivo primario è quello di incre-mentare gli organici delle Forze dell’Ordinee nel contempo di valorizzare economica-mente il personale in servizio;

venendo incontro alle esigenze delcomparto sicurezza, già il decreto-leggen. 185 del 29 novembre 2008, convertitocon modifiche dalla legge n. 2 del 28 gen-naio 2009, all’articolo 4 comma 3, accor-dava al personale del comparto sicurezza,difesa e soccorso pubblico, sul trattamentoeconomico accessorio dei fondi della pro-duttività, una riduzione dell’imposta sulreddito delle persone fisiche e delle addi-zionali regionali e comunali pari ad unimporto massimo di 60 milioni di euro;

gli operatori del soccorso si trovano,soprattutto nella prima fase delle emer-genze a spostarsi con immediatezza (e senzapreavviso alcuno) dalla propria sede dilavoro e svolgere in condizioni di assolutaprecarietà il proprio lavoro anche per al-cuni giorni;

i lavoratori che svolgono lavori stra-ordinari per esigenze legate allo stato diemergenza, sono soggetti ad una tipologiadi lavoro non paragonabile a quella ordi-naria, spingendosi oltre i normali turni dilavoro e in condizioni di gran lunga piùdisagiate;

tale lavoro, svolto in condizioni diassoluta precarietà e pericolosità, dovrebbegodere di misure agevolative della tassa-zione utili ad indennizzare tale condizionidi pericolo e disagio in cui gli operatori delsoccorso, si trovano ad intervenire ed ope-rare,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere ini-ziative volte a garantire la detassazione

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degli straordinari del comparto sicurezza,difesa, soccorso pubblico e dei vigili delfuoco, durante le fasi emergenziali.

9/1334-AR/231. Prisco, Luca De Carlo,Silvestroni, Mollicone, Lucaselli, Ma-schio, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame disponeassunzioni di personale nel comparto sicu-rezza e difesa;

nel territorio delle città italiane dimaggiori dimensioni, come Roma, Napoli,Torino e Milano, insistono numerosi campied insediamenti abusivi di nomadi, all’in-terno dei quali si verificano con allarmantefrequenza roghi che, data la natura deimateriali bruciati, esalano fumi tossici an-che a poca distanza dai centri abitati, erispetto ai quali le forze di polizia nonintervengono nonostante l’individuazione deifuochi sia del tutto agevole e spesso sianosegnalati direttamente dai cittadini dellezone circostanti;

il decreto-legge 10 dicembre 2013,n. 136, ha introdotto nel Codice dell’am-biente il reato di combustione illecita dirifiuti, in base al quale « chiunque appiccail fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depo-sitati in maniera incontrollata è punito conla reclusione da due a cinque anni. Nelcaso in cui sia appiccato il fuoco a rifiutipericolosi, si applica la pena della reclu-sione da tre a sei anni. Il responsabile ètenuto al ripristino dello stato dei luoghi, alrisarcimento del danno ambientale e alpagamento, anche in via di regresso, dellespese per la bonifica »;

il medesimo decreto-legge, correlatoall’emergenza ambientale della così dettaterra dei fuochi, ha consentito ai Prefettidelle province della regione Campania, nel-l’ambito delle operazioni di sicurezza e dicontrollo del territorio finalizzate alla pre-venzione dei delitti di criminalità organiz-zata e ambientale, di avvalersi di un con-tingente di personale militare delle Forze

armate, posto a loro disposizione dalle com-petenti autorità militari;

negli ultimi anni, anche a causadell’impunità con cui questi avvengono, ilfenomeno dei roghi ha assunto una dimen-sione preoccupante, e intorno ai campisono create delle vere e proprie « terre deifuochi », siti ad alto inquinamento ambien-tale che contaminano i terreni e le acque enelle zone di campagna, mettendo a rischiola produzione di generi alimentari e inqui-nando l’aria,

impegna il Governo

ad assumere le iniziative necessarie perestendere la possibilità dell’impiego delleforze armate in operazioni di sicurezza e dicontrollo per la prevenzione dei delitti dicriminalità ambientale anche ai prefettidelle città colpite dai fenomeni di cui inpremessa, al fine di tutelare le popolazioniresidenti e l’integrità ambientale.

9/1334-AR/232. Rampelli, Mollicone, Sil-vestroni, Luca De Carlo, Lucaselli, Zuc-coni.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per stimolare la cre-scita economica dell’Italia, dalla riduzionedella pressione fiscale a misure per lo svi-luppo e gli investimenti;

in particolare, si prevede lo stanzia-mento di 250 milioni di euro annui per glianni dal 2019 al 2033 (complessivi 3,750miliardi) per il finanziamento di piani disicurezza a valenza pluriennale per la ma-nutenzione di strade e scuole;

nel mese di dicembre 2017, il Con-siglio dei ministri ha approvato il provve-dimento di compatibilità ambientale delprogetto per il completamento della tra-sversale Orte-Civitavecchia, nel tratto com-preso tra Monteromano e la Via Aurelia;

il progetto prevede la realizzazionedi diciotto chilometri di strada, nove via-

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dotti, una galleria e due svincoli, per uncosto complessivo di 472 milioni di euro;

il completamento dell’opera, già nel2001 inserita nell’elenco delle infrastrut-ture strategiche, di cui alla delibera CIPEn. 121 del 2001, e individuata anche nellarete TEN-T europea, è di fondamentaleimportanza per lo sviluppo infrastrutturalee dei trasporti dell’Italia;

Civitavecchia è diventato uno deiprincipali hub commerciali del Mediterra-neo ed è anche il primo scalo crocieristicod’Europa, mentre Orte rappresenta lo snodoper collegarsi alla rete autostradale, maanche a quella ferroviaria dell’alta velocità;

bloccare il completamento della tra-sversale significherebbe condannare il ter-ritorio del viterbese al definitivo isola-mento, considerato che negli ultimi decenninon sono stati realizzati né il raddoppiodella Cassia-nord, né il raddoppio dellaferrovia Roma-Viterbo,

impegna il Governo

a valutare la necessità di portare a com-pletamento la realizzazione della trasver-sale, imprimendo una immediata e decisaaccelerazione al completamento della stessae scongiurando la perdita del finanzia-mento di 472 milioni.

9/1334-AR/233. Rotelli, Mollicone, Luca-selli, Silvestroni, Luca De Carlo, Zuc-coni.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame allaMissione 14, programma 14.10, voce Mini-stero delle Infrastrutture e dei Trasporti LFn. 296 del 2006 articolo 1, comma 921 p. B« Piano Generale della Mobilità » (Cap-pg:1096/1) prevede che tale Piano sia finan-ziato con 117.959 milioni di euro per il2019,116.478 milioni di euro per il 2020, econ 114.976 milioni di euro per il 2021;

a norma della Costituzione (articolo117, comma secondo, lettera m) il trasporto

pubblico locale si configura come presta-zione sociale « essenziale », la Città metro-politana di Roma Capitale ha il tasso dimotorizzazione più alto rispetto alle altrecapitali europee (Berlino, Copenaghen, Lon-dra, Madrid, Parigi, Vienna) con 670 auto-vetture ogni mille abitanti e la percentualepiù elevata di spostamenti con mezzi pri-vati;

a Roma i chilometri di rete metro-politana ogni centomila abitanti non arri-vano a due, contro i quasi nove chilometridi Madrid, i cinque di Londra e i 3,97 diParigi;

per quel che riguarda l’offerta ditrasporto pubblico mediante metro per abi-tante, Roma registra circa quattordici vet-ture-chilometro per abitante contro le quasisessanta di Madrid e le circa cinquanta diParigi e Londra;

le aree urbane sono riconosciute datutti gli organismi internazionali come re-sponsabili di circa il 23 per cento di tuttele emissioni di CO2, peraltro in gran parteprodotte dal settore dei trasporti;

l’Europa, nel libro bianco « tabelladi marcia verso uno spazio unico europeodei trasporti – per una politica dei tra-sporti competitiva e sostenibile », ha indi-cato come obiettivo per il 2050 la riduzionedel sessanta per cento delle emissioni di gasserra nel settore dei trasporti;

la Città metropolitana di Roma Ca-pitale necessita di una mobilità capace diassorbire con moderne ed efficaci lineemetropolitane sia il flusso turistico chequello pendolare, e di convertire le attualilinee ferroviarie regionali in metropolitaneleggere, in modo particolare quelle a suddella Capitale denominate FL 4, che ser-vono un bacino di utenza di mezzo milionedi abitanti,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di inserire all’in-terno della Missione 14, al Programma 14.10,voce « Piano Generale della Mobilità » tra lepriorità il finanziamento della progetta-zione preliminare, definitiva ed esecutiva

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per la realizzazione della « Metropolitanaleggera dei Castelli Romani », nel presup-posto che vengano rinvenute le necessarierisorse finanziarie a copertura degli oneri.

9/1334-AR/234. Silvestroni, Mollicone, Lu-caselli, Luca De Carlo, Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni per la crescita dell’I-talia, dalla riduzione della pressione fiscalea misure per lo sviluppo e gli investimenti;

in particolare, si prevede lo stanzia-mento di 250 milioni di euro annui per glianni dal 2019 al 2033 (complessivi 3,750miliardi) per il finanziamento di piani disicurezza a valenza pluriennale per la ma-nutenzione di strade e scuole;

la strada statale 4 via Salaria che vada Roma ad Ascoli Piceno è interessata daun intenso traffico dovuto a 64 mila pen-dolari che dal reatino si spostano versoRoma, esclusivamente per mezzo di tra-sporti su gomma;

la strada statale 4 via Salaria, è unastrada obsoleta e danneggiata dal sisma, esu di essa, nonostante sia a una sola corsia,transitano mezzi pesanti diretti sulla costaadriatica, comportando un aggravio in ter-mini di rallentamenti e di intensità di traf-fico e di pericolosità, dimostrata, pur-troppo, da una lunga sequenza di incidentianche mortali;

in particolare, al sessantesimo chi-lometro della via Salaria si verificano conuna frequenza impressionante incidenti stra-dali, spesso con esiti mortali;

il 17 ottobre 2017, nel corso di unaconferenza stampa presso la sala del con-siglio della provincia di Rieti alla presenzadell’allora Ministro delle infrastrutture etrasporti Graziano Del Rio, del presidentedella regione Lazio Nicola Zingaretti, delpresidente di Anas Gianni Vittorio Armanie dell’amministratore delegato e direttoregenerale di Rete ferroviaria italiana, Mau-

rizio Gentile, tali aziende, di concerto conil Governo, avevano presentato un piano diripristino e potenziamento della viabilitàdelle zone colpite dal sisma;

nello specifico, il piano prevedevasulla strada statale 4 « via Salaria » inter-venti per 650 milioni di euro, così suddivisi:171 milioni per lavori di manutenzionestraordinaria; 354 milioni per opere di po-tenziamento; 97 milioni per interventi diripristino dei danni subiti a causa del sismae 24 milioni per l’introduzione di infra-strutture tecnologiche (smart road),

impegna il Governo

a valutare la necessità di destinare le ri-sorse necessarie per la messa in sicurezzadella strada statale Salaria; nonché per lariqualificazione, il potenziamento e l’am-modernamento delle vie di comunicazionedel reatino, in particolar modo della viaSalaria, realizzando quanto stabilito dalprecedente accordo con Anas e Rete ferro-viaria italiana.

9/1334-AR/235. Trancassini, Mollicone,Lucaselli, Silvestroni, Luca De Carlo,Zucconi.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevedenumerosi interventi a sostegno delle im-prese;

il decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83ha disposto il riconoscimento di un creditod’imposta in favore delle strutture ricettiveche effettuano interventi di riqualifica-zione;

tale istituto, da ultimo prorogatocon la legge di bilancio per l’anno 2017, hasuscitato un notevole interesse da partedelle imprese e ha stimolato la realizza-zione di importanti investimenti di riqua-lificazione;

tuttavia, le risorse disponibili si sonorivelate insufficienti a soddisfare le richie-ste presentate: in occasione dei primi quat-

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tro bandi (2015, 2016, 2017 e 2018), afronte di 240 milioni di euro complessiva-mente disponibili, sono state presentate ri-chieste per circa 495 milioni di euro;

va, inoltre, ricordato che, in assenzadi interventi, lo scarto tra domande pre-sentate e risorse disponibili è destinato adampliarsi, per effetto dell’entrata a regimedell’estensione agli agriturismi, disposta dallalegge di bilancio 2017, e alle imprese ter-mali, disposta dalla legge di bilancio 2018,

impegna il Governo

ad assumere le opportune iniziative volte aprorogare la misura del credito d’impostadi cui in premessa, stanziando le risorsenecessarie.

9/1334-AR/236. Zucconi, Luca De Carlo,Lucaselli, Mollicone, Silvestroni.

La Camera,

premesso che:

nella relazione di accompagnamentoal presente disegno di legge, il Governodichiara di puntare sull’incremento dellaproduttività del Paese e del suo potenzialedi crescita anche al fine di conseguire nelmedio termine la riduzione del rapportodebito/PIL;

il Governo ha altresì manifestato lavolontà di contrastare il disagio sociale edeconomico in cui versa una fascia nonesigua della popolazione italiana;

tra i lavoratori che vivono in con-dizione di precarietà, derivante anche dallapreoccupazione legata all’incertezza rela-tivo al proprio futuro trattamento pensio-nistico, vi sono quelli impegnati in presta-zioni lavorative rese mediante rapporti dilavoro a tempo parziale verticale;

nei predetti casi, infatti, l’INPS con-tinua a calcolare l’anzianità contributivacon riferimento al solo periodo di realiz-zazione della prestazione lavorativa senzatener conto dell’effettiva durata del rap-porto di lavoro, causando un pregiudizio ailavoratori in oggetto e provocando una

ingiustificata disparità di trattamento ri-spetto ai soggetti che svolgono la propriaattività tramite un contratto di lavoro atempo parziale orizzontale;

tale interpretazione restrittiva daparte dell’istituto nazionale di previdenzasociale, non è mutata neanche a seguito dialcune sentenze della Corte di Cassazione,pronunciate in conformità alla normativacomunitaria, come interpretata, dalla Cortedi Giustizia Europea, Sezione II, 10 giugno2010 n. 395/08 e n. 396/08;

allo scopo di non persistere nell’ap-plicazione di una disposizione fortementediscriminatoria, appare ormai necessariooperare una modifica legislativa che, ai finidel calcolo dell’anzianità contributiva, equi-pari i lavoratori con contratto di lavoro atempo parziale verticale ai lavoratori concontratto di lavoro a tempo parziale oriz-zontale,

impegna il Governo

ad adoperarsi, sin dal primo provvedi-mento utile, al fine di adeguare la disci-plina legislativa in materia di computo delleprestazioni lavorative svolte con contrattodi lavoro parziale verticale in modo daconsentire a tali lavoratori di ottenere ilriconoscimento della copertura contribu-tiva per l’intero anno solare e, conseguen-temente, di non essere penalizzati in ma-teria di maturazione dell’anzianità contri-butiva utile per l’accesso al trattamentopensionistico.

9/1334-AR/237. Berlinghieri, Bazoli, Ser-racchiani, Gribaudo, Carla Cantone, La-carra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame non haprovveduto a confermare per un ulterioretriennio gli stanziamenti per l’attuazionedelle leggi n. 72 del 2001 e n. 73 del 2001relative alle leggi recanti rispettivamente« Interventi a tutela del patrimonio storicoe culturale delle comunità degli esuli ita-

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liani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalma-zia » e « Interventi a favore della mino-ranza italiana in Slovenia, in Montenegro ein Croazia »;

tali finanziamenti sono necessari, inquanto rivestono un forte rilievo per leassociazioni degli esuli dell’ex Jugoslavia(circa un milione di persone con i discen-denti) e per la minoranza autoctona ita-liana in Slovenia, Croazia e Montenegro,

impegna il Governo

ad adottare ogni opportuna iniziativa voltaal rifinanziamento degli interventi di cuialla legge 16 marzo 2001, n. 72 e alla legge21 marzo 2001, n. 73.

9/1334-AR/238. Pettarin.

La Camera,

premesso che:

la legge di bilancio 2018, articolo 1,comma 882, ha attribuito ai comuni uncontributo nel 2018 nell’importo di 300milioni complessivi, a ristoro del minorgettito ad essi derivante in conseguenzadella sostituzione dell’IMU sull’abitazioneprincipale con la TASI su tutti gli immobili;la suddetta disposizione è finalizzata a con-fermare, così come già avvenuto negli anniprecedenti, il contributo finalizzato a risto-rare i comuni interessati dalla perdita digettito conseguente all’introduzione dellaTASI. Infatti, la sostituzione dell’IMU conla TASI presupponeva l’invarianza di get-tito, in connessione con la possibilità perciascuno dei comuni interessati di poterapplicare un’aliquota TASI all’1 per millesu tutte le fattispecie imponibili; tra il 2014e il 2018 è stato riconosciuto ai Comuni unimporto a titolo di ristoro dei minori gettitiderivanti dall’introduzione della TASI nel2014 e principalmente dai criteri restrittividi determinazione delle aliquote. Tale im-porto è stato inizialmente fissato in 625milioni di euro e poi progressivamente ri-dotto fino ai 300 milioni di euro per il 2017e per il 2018,

impegna il Governo

a prevedere, attraverso ulteriori iniziativenormative ad un incremento, al fine di

portarlo all’importo inizialmente previstodi 625 milioni, per il reintegro completodella perdita di gettito dovuta all’introdu-zione della TASI.

9/1334-AR/239. Bagnasco, Gagliardi, Mulè,Cassinelli.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 15 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 58 a 63 dell’articolo 1 nel testo in esame,reca l’istituzione del Fondo per gli investi-menti delle amministrazioni centrali; l’ar-ticolo 16 del disegno di legge presentatoalla Camera, ora riferito ai commi da 64 a85 dell’articolo 1 nel testo in esame, recal’istituzione del Fondo per gli investimentidegli enti territoriali; la velocità della ri-presa economica e la competitività del no-stro Paese dipende in buona misura anchedalla realizzazione di importanti investi-menti pubblici e privati. Sulle grandi opereinfrastrutturali si misura la capacità delGoverno di guardare al futuro e di dotareil Paese di un sistema connesso, integratocon il resto dell’Europa e capace di crearecrescita;

nel Paese si è ormai diffusa unagrave preoccupazione, come dimostrano leconclusioni della manifestazione degli in-dustriali nella città di Torino dello scorso 3dicembre: numerose opere di importanzastrategica per il Paese, già pianificate, ri-sultano al momento ancora non avviate perun immobilismo che non può essere tolle-rato;

nella provincia di Bergamo è indi-spensabile che il Governo sia a fianco dellaRegione per un piano straordinario di in-terventi infrastrutturali di consolidamentoe rifacimento. C’è in gioco il cruciale raf-forzamento dell’interconnessione con l’Eu-ropa: il completamento della Pedemontanalombarda permetterà di raggiungere piùagevolmente la Germania, che costituisce ilprimo mercato di riferimento dell’esporta-zione bergamasca. È, inoltre, necessarioche il Governo sia presente anche per la

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concretizzazione della Gronda ferroviariaest, da Seregno a Levante, snodo fonda-mentale per gli interscambi commerciali dae verso la Lombardia;

è indispensabile inoltre che il Go-verno non lasci da sola la provincia berga-masca nel fondamentale rafforzamento dellaviabilità interna, sia su strada che su ferro:la variante di Cisano Bergamasco; la va-riante di Trescore Balneario; la dorsaledell’isola; il raddoppio ferroviario tra PonteSan Pietro e Montello; il collegamento traCalusco d’Adda e Terno d’isola: sono tutteopere che evidenziano l’importanza strate-gica della connessione ramificata all’in-terno del territorio;

inoltre, tra le opere infrastrutturalioggetto di pianificazione del Ministero delleinfrastrutture nella scorsa Legislatura, eraannoverata la fondamentale opera di rin-forzo sia viario che su ferro dei collega-menti con l’aeroporto di Orio al Serio. Ilprogramma cargo aereo per Bergamo Orioal Serio, che nel Collegato 2018 del MITveniva incluso tra gli interventi volti a so-stenere le attività del trasporto aereo dimerci con una pianificazione finanziariaprogrammata fino al 2030, non è annove-rato nel provvedimento oggi in discussione.Eppure si tratta di un cargo city strategicoper il supporto alle attività di export dirilevanza internazionale e un volano fon-damentale per l’economia dell’intera re-gione Lombardia,

impegna il Governo

a stanziare, fin dal prossimo Collegato allamanovra 2019, adeguati finanziamenti voltiallo sviluppo delle infrastrutture della pro-vincia di Bergamo, e a dare concreta ecelere attuazione alla fase esecutiva dellaprogettazione disposta dal Collegato allaManovra 2018 del Ministero delle infra-strutture e dei trasporti per il rafforza-mento sia viario che su ferro per i colle-gamenti con l’aeroporto per Bergamo Orioal Serio, al fine di dotare il territorio ber-gamasco di un sistema infrastrutturale con-nesso, integrato con il resto dell’Europa ecapace di creare crescita, sia in termini di

forza lavoro che in termini di scambi com-merciali.

9/1334-AR/240. Gregorio Fontana.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 19 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 102 a 136 dell’articolo 1 nel testo inesame, reca misure per l’intelligenza arti-ficiale, blockchain e internet of things qualielementi fondamentali della digital tran-sformation di cui gli operatori di servizielettronici, digitali, telematici, quali ad esem-pio le società di Facebook, Google, Apple,Microsoft, sono attori centrali dai rilevantiprofitti a livello globale;

la recente chiusura della contesta-zione fiscale nei confronti di Facebook ItalyS.r.l. ha determinato per la società delgruppo un versamento complessivo di 100,4milioni di euro per gli anni dal 2010 al2016;

secondo lo studio « Software & webcompanies » realizzato nel 2017 da Medio-banca, tra il 2012 e il 2016 grandi operatoridella cosiddetta Internet economy avreb-bero versato circa 46 miliardi di euro ditasse in meno grazie al ricorso alla tassa-zione in paradisi fiscali e ai vari sistemi dielusione fiscale. Un risparmio di 11,5 mi-liardi nel solo 2016. Vale la pena richia-mare che secondo lo stesso report nel 2016Microsoft avrebbe risparmiato 3,6 miliardidi euro (4,5 per cento del fatturato), Alpha-bet 2,5 miliardi (2,9 per cento) e Facebookdi 1,5 miliardi;

il legislatore italiano, già a partiredal 2014, è intervenuto in materia di tas-sazione in Italia dei redditi riconducibilialle multinazionali della digital economy. Insede di conversione del decreto-legge n. 50del 2017 è stato introdotto un istituto, dicomunicazione e cooperazione rafforzata,rivolto alle imprese non residenti che ap-partengono a gruppi multinazionali conricavi consolidati superiori a 50 miliardi dieuro e che svolgono in Italia attività eco-

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nomiche suscettibili di configurare, nel lorocomplesso, una stabile organizzazione sulterritorio dello Stato;

con legge n. 205 del 2017, articolo 1dal comma 1011 al comma 1019 (bilancio2018), è stata introdotta una imposta sulletransazioni digitali relative a prestazioni diservizi effettuate tramite mezzi elettronicie rese nei confronti di soggetti residenti,qualificabili sostituti di imposta, nonché distabili organizzazioni di soggetti non resi-denti situate nel territorio dello Stato;

ai fini della tassazione, tali presta-zioni di servizi sono soggette a prelievofiscale pari al 3 per cento del corrispettivodovuto per ciascuna prestazione, al nettodell’imposta sul valore aggiunto; importoche deve essere prelevato dai soggetti com-mittenti dei servizi, con obbligo di rivalsasui prestatori, all’atto del pagamento delcorrispettivo, e successivamente versata al-l’erario. Le richiamate fattispecie imponi-bili, ai sensi del comma 1012 della predettalegge istitutiva, avrebbero dovuto essereindividuate con decreto del Ministro del-l’economia e delle finanze da emanarsientro il 30 aprile 2018; allo stato attuale,l’adozione del decreto attuativo risulte-rebbe ancora in fase di istruttoria,

impegna il Governo

ad adottare in tempi brevi e senza ulterioriritardi, anche considerata la necessità diindividuare le dovute fattispecie di serviziinternet da sottoporre a tassazione anche alfine di meglio contrastare l’elusione e l’e-vasione fiscale da parte dei grandi opera-tori che offrono tali servizi, il decreto mi-nisteriale di cui in premessa.

9/1334-AR/241. Bergamini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 21 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 138 a 146 dell’articolo 1 nel testo inesame, reca l’istituzione dei fondi per icosiddetti reddito e pensione di cittadi-

nanza, nonché per la revisione del sistemapensionistico;

nelle medesime disposizioni, in par-ticolare al comma 139 dell’articolo 1, lariforma del sistema pensionistico è rinviataa futuri e non ben definiti interventi nor-mativi in merito ai quali non è stato pos-sibile recuperare alcuna informazione det-tagliata nel corso delle audizioni e dell’e-same del provvedimento;

la necessità di intervenire al fine dipermettere il pieno accesso al diritto allapensione è da tempo ormai evidente eimprocrastinabile. Ulteriori ritardi nell’at-tuazione delle norme di modifica all’attualesistema pensionistico significherebbe pro-lungare la macelleria sociale inaugurata nel2012; il punto di equilibrio da individuareè quello tra il contenimento della spesapubblica e quello del riconoscimento deldiritto di scegliere quando andare in pen-sione. In tal senso sarebbe opportuno in-dividuare un meccanismo non oneroso perle casse pubbliche ma che permetta a chiraggiunge una certa età anagrafica di poteraccedere ad un trattamento pensionisticoin linea con quanto versato e con il valorecorrispettivo di tale capitale parimenti aquanto accade per il calcolo delle renditevitalizie applicato nel caso di assicurazioniprivate, e le cosiddette pensioni integrativeo complementari,

impegna il Governo

a prevedere, nelle more dell’applicazionedelle disposizioni richiamate al comma 139dell’articolo 1 (ex articolo 21, comma 2), unintervento legislativo volto a permetterel’accesso al trattamento pensionistico, invia facoltativa, al compimento dell’età di 60anni in modo tale da calcolare l’importomensile di pensione applicando le tabelleattuariali di conversione in rendita vitaliziagià in uso per le assicurazioni private, e perle cosiddette pensioni integrative o comple-mentari, definendo una rata di importomensile a scalare a copertura del periodointercorrente tra la data di anticipo pen-sionistico e quella di effettivo pensiona-mento come previsto dalla normativa vi-

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gente, al fine di non recare ulteriori onerisulla finanza pubblica.

9/1334-AR/242. Fatuzzo.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 21 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 138 a 146 dell’articolo 1 nel testo inesame, reca l’istituzione dei fondi per icosiddetti reddito e pensione di cittadi-nanza, nonché per la revisione del sistemapensionistico;

nelle medesime disposizioni, in par-ticolare al comma 141 dell’articolo 1, re-cante le modifiche introdotte nel corso del-l’esame in V Commissione, si dispone l’au-torizzazione per le regioni di assumere, perl’anno 2019, fino a 4.000 unità complessiveda destinare ai centri per l’impiego; il di-segno di legge in esame reca altresì, comeintrodotto per mezzo di un emendamentodei Relatori, al comma 184 e seguenti lastabilizzazione dei lavoratori precari del-l’Autorità di regolazione per energia, reti eambiente (ARERA);

l’Agenzia nazionale per le politicheattive del lavoro (ANPAL) istituita con de-creto legislativo n. 150 del 2015 a decor-rere dal 2017 è socio unico di ANPALServizi S.p.A.;

ANPAL Servizi S.p.A. opera sotto ilcontrollo di ANPAL che ne determina in-dirizzi e obiettivi per la promozione del-l’occupazione in Italia e all’estero e sup-porta la medesima Agenzia nella realizza-zione delle politiche attive del lavoro afavore di persone in cerca di occupazione;nel rafforzamento dei servizi per l’impiegoa favore delle fasce particolarmente svan-taggiate (migranti, vittime di tratta e sfrut-tamento lavorativo, persone svantaggiate aisensi della legge n. 381 del 1991 e deldecreto legislativo n. 276 del 2003 e bene-ficiari del reddito di inclusione) e nellaricollocazione dei disoccupati in NASPI, inDIS-COLL per collaboratori e precari;

attualmente in ANPAL Servizi S.p.A.sono impiegati oltre 650 lavoratrici e lavo-

ratori che svolgono prevalentemente atti-vità di assistenza tecnica presso i centri perl’impiego su tutto il territorio nazionale;

questo personale è assunto in partecon contratti di lavoro a tempo determi-nato e in gran parte con contratti di col-laborazione descrivendo un evidente para-dosso considerato che proprio chi operanei centri per l’impiego a supporto deiservizi per il lavoro e per i disoccupati e iprecari si trova ad essere egli stesso unprecario dall’incerto futuro,

impegna il Governo

a prevedere che per l’assunzione delle 4.000unità di personale di cui in premessa leregioni debbano reclutare in via prioritariae con riserva di posti il personale in servi-zio presso ANPAL Servizi S.p.A. già impie-gato per lo svolgimento delle attività pressoi centri per l’impiego nei vari territori re-gionali.

9/1334-AR/243. Polverini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 21 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 138 a 146 dell’articolo 1 nel testo inesame, reca l’istituzione dei fondi per icosiddetti reddito e pensione di cittadi-nanza, nonché per la revisione del sistemapensionistico;

nelle idee del Governo e in partico-lar modo nella maggiore delle due forma-zioni politiche che lo sostengono c’è laconvinzione che adottare una misura assi-stenzialistica volta a garantire un merostrumento di sostegno finanziario alle per-sone possa rappresentare un valido modoper promuovere l’occupazione;

la storia delle politiche passive dellavoro, come quella di numerosi casi diammortizzatori sociali del passato, ha di-mostrato come queste misure non abbianomai avuto una ricaduta positiva sul mer-cato del lavoro e anzi hanno prodotto gravi

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sacche di inoccupazione e di quelli che oggisono definiti NEET: persone che non sonooccupate, non sono in formazione e noncercano lavoro;

svariati interventi, di brevissima du-rata, sono stati adottati dai vari governi nelcorso della XVII legislatura e confermati inminima parte nel corso dell’anno 2018, perridurre il costo del lavoro prevedendo sgravicontributivi in favore dei datori di lavoro.Si è trattato di interventi che non hannoavuto l’impatto sperato e che comunquehanno fatto registrate miglioramenti soloper il breve periodo della loro applicazione;

al tempo stesso la previsione di unbonus di poche decine di euro mensili peri redditi più bassi ha parimenti mancatol’obiettivo di incrementare i consumi pri-vati, rappresentando per il solo primo annodi applicazione un incremento artificiosodella fiducia delle persone crollato subitodopo;

l’Italia, tra i paesi sviluppati, si at-testa tra quelli che presentano elevati costidel lavoro e altrettanto elevata pressionefiscale. A detta di numerosi esperti questopericoloso combinato disposto sarebbe allabase dello scarso tasso di occupazione non-ché causa della riduzione dei consumi edella produzione nostrana, particolarmentedecresciuti dal 2008, nonostante la ripresaa livello internazionale che si registra dal2017,

impegna il Governo

a prevedere, con urgenza, interventi nor-mativi volti a ridurre concretamente il co-siddetto cuneo fiscale e quello contributivoprevedendo sconti contributivi sia in favoredel datore e del lavoratore assunto di du-rata almeno quinquennale a partire dalladata di assunzione, e al tempo stesso incombinazione con la predetta misura, laprevisione di interventi di riduzione sull’Ir-pef finalizzati a aumentare l’importo dellebuste paga in favore dei lavoratori, conl’obiettivo complessivo di incentivare l’oc-cupazione e i consumi.

9/1334-AR/244. Zangrillo.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 79 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commida 594 a 625 dell’articolo 1 nel testo inesame, reca esigenze emergenziali;

la Liguria dopo il drammatico inci-dente del crollo del Ponte Morandi hasubito gli effetti dei gravi eventi meteoro-logici che hanno recato ingenti danni lungotutta la costa costituendo di fatto una con-dizione emergenziale continuativa dall’ago-sto 2018;

il danneggiamento e il crollo delMolo Lungo di Oneglia della città di Impe-ria duramente colpito dalle mareggiate rap-presenta l’immagine simbolo dei danni su-biti da un territorio già martoriato; conOrdinanza del Capo del Dipartimento dellaProtezione Civile 15 novembre 2018, n. 558sono stati assegnati 53,5 milioni di euro pergli interventi di ben dieci regioni (Calabria,Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, La-zio, Liguria, Lombardia, Toscana, Sarde-gna, Siciliana, Veneto) e delle Province au-tonome di Trento e Bolzano, colpite daglieccezionali eventi meteorologici verificatisia partire dal mese di ottobre 2018;

il 22 novembre 2018 il Presidentedel Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte,annunciava che per le medesime finalitàsarebbero stati stanziati ulteriori 200 mi-lioni di euro;

per la Regione Liguria l’importo ne-cessario per affrontare tutte le priorità diprotezione civile legate agli eventi soprarichiamati ammonterebbe ad almeno 22milioni di euro, in considerazione peraltrodell’importo iniziale di almeno 7,5 milionidi euro per gli interventi di messa in sicu-rezza e ricostruzione del Molo Lungo diOneglia di Imperia, come tra l’altro stimatodagli uffici tecnici dello stesso Comune,

impegna il Governo

a provvedere tempestivamente al riconosci-mento di almeno 22 milioni di euro per laRegione Liguria al fine di permettere la

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realizzazione del piano di interventi predi-sposto dal commissario delegato e in par-ticolar modo le operazioni di messa insicurezza e ricostruzione del Molo Lungodi Oneglia della città di Imperia.

9/1334-AR/245. Mulè.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 14 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commi56 e 57 dell’articolo 1 nel testo in esame,reca disposizioni relative al canone RAI peruso privato nonché alle eventuali maggiorientrate versate a titolo di canone di abbo-namento alla televisione rispetto alle sommegià iscritte a tale titolo nel bilancio diprevisione per il 2016, cosiddetto extra get-tito, derivante dalle nuove modalità di ri-scossione del canone, con l’addebito dellostesso nella bolletta elettrica;

le eventuali maggiore entrate, di cuiall’articolo 1, comma 160 della legge n. 208del 2015 (Stabilità 2016), secondo le modi-fiche recate dal disegno di legge, sarannoriversate per una quota pari al 50 per centoalla stessa RAI e per quota analoga all’E-rario a decorrere dal 2017 e non più comeprevisto a normativa vigente solo per glianni 2017 e 2018;

tale importo è destinato a tre tipo-logie di interventi: a) ampliamento dellasoglia reddituale prevista ai fini della esen-zione del canone RAI per persone di etàpari o superiore ai 75 anni; b) finanziare ilFondo per il pluralismo e l’innovazionedell’informazione a sostegno dell’editoria edell’emittenza radiotelevisiva locale, fino a125 milioni di euro; c) finanziare il Fondoper la riduzione della pressione fiscale,

impegna il Governo:

ad adottare misure volte ad escluderedal versamento del canone RAI nelle realtàterritoriali per i quali non è garantita lacopertura del segnale radio-televisivo;

ad assumere iniziative volte a riser-vare, per un periodo di tre anni, una quota

delle eventuali maggiori entrate derivantidal canone RAI, non inferiore all’1 percento dell’ammontare complessivo, al finedi promuovere l’istituzione nella sede RAIdella città di Torino di un Polo internazio-nale specializzato nella formazione di fi-gure professionali del settore radio-televi-sivo digitale.

9/1334-AR/246. Rosso.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge di bilancio 2019mancano misure destinate a sostenere lospettacolo dal vivo;

ad oggi, il decreto 1° luglio 2014 delMinistero dei beni e delle attività culturalie del turismo – « Nuovi criteri per l’eroga-zione e modalità per la liquidazione e l’an-ticipazione di contributi allo spettacolo dalvivo, a valere sul Fondo unico per lo spet-tacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985,n. 163 » si limita, nei propri obiettivi stra-tegici del sostegno allo spettacolo dal vivo,definiti al Capo I articolo 2, ad essereapplicato nei confronti delle attività di spet-tacolo dal vivo a carattere professionalerelative alla produzione, programmazionee promozione;

questo risulta insufficiente se si con-sidera che tale limitazione esclude dallepossibilità di finanziamento del Fondo unicoper lo spettacolo, ogni tipo di realtà asso-ciativa, ivi comprese quelle di certificatavalenza culturale e sociale, come nel casodelle Bande Musicali;

si ritiene pertanto necessario am-pliare la disposizione comprendendo leBande Musicali legalmente costituite e re-golarmente iscritte e riconosciute dal Mi-bact tramite gli albi regionali istituiti pressoogni Regione o Provincia Autonoma, già difatto rispondenti alle caratteristiche enun-ciate dagli articoli successivi del decretomedesimo, ma escluse nella forma dalcomma 1 dell’articolo 2;

in particolare, le Bande Musicalirispondono con perfetta armonia a quanto

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richiesto in particolare al comma 2, letterac) dell’articolo 2, essendo primi formatorinella filiera della Musica, affermazione chetrova dimostrazione nei professori d’Orche-stra di strumenti a fiato, nella quasi totalitàprovenienti dalle scuole delle Bande Musi-cali, e al comma 5. B) lettere 4) 6) 7)dell’articolo 3, che definiscono gli ambiti« complessi strumentali e complessi stru-mentali giovanili », « programmazione di at-tività concertistiche e corali » e « festival »come ammissibili per le domande di finan-ziamento di progetto triennale e dei pro-grammi annuali;

sempre in relazione alle Bande mu-sicali, va rilevato che il decreto legislativo 3luglio 2017 n. 117 « Codice del Terzo set-tore » non consente alle Bande Musicaliattive in Italia, anche quelle riconosciutedal Ministero per i beni e le attività cultu-rali, di accedere ai fondi del FUS (FondoUnico per lo Spettacolo), nonostante il Co-dice dello Spettacolo approvato a novem-bre 2017 specifichi, all’articolo 1, che « LaRepubblica riconosce altresì: a) il valoredelle pratiche artistiche a carattere ama-toriale, ivi inclusi i complessi bandistici e leformazioni teatrali e di danza, quali fattoridi crescita socio-culturale », creando unpunto di contrasto con il decreto legislativo3 luglio 2017 n. 117;

pertanto, è opportuno che, senzaalterare l’equilibrio né gli obiettivi dellaRiforma del Terzo Settore e senza impli-care alcun aumento di spese da parte delloStato, si consenta alle Bande Musicali ita-liane riconosciute dal Mibact di continuarea beneficiare della legge n. 398 e dell’arti-colo 67 comma m) del Testo Unico delleImposte sui Redditi, essendo queste realtàdi prima formazione nella filiera della Mu-sica (ottemperando così all’obiettivo di unricambio generazionale degli artisti) e ope-rando su tutto il territorio nazionale einternazionale (tramite gemellaggi) con circa180.000 strumentisti (30 elementi ciascunoper una presenza stimata di 6.000 BandeMusicali attive in Italia) e circa 120.000allievi, che contribuiscono a solennizzareogni appuntamento importante nella vitadelle nostre comunità, anche e in partico-lare quelle più piccole, per un conteggio

stimato tra le 48.000 e i 54.000 manifesta-zioni all’anno e 22.000 concerti. Numeritali da giustificare la parificazione delleBande Musicali, pur se di natura associa-zionistica, alle realtà professionistiche delmondo dello Spettacolo e l’accesso ai rela-tivi contributi,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di adottareogni opportuna iniziativa volta a sostenerelo spettacolo dal vivo, anche ampliando lepossibilità di finanziamento del Fondo unicoper lo spettacolo, estendendolo alle BandeMusicali legalmente costituite e regolar-mente iscritte e riconosciute dal Mibact;

a valutare la possibilità di adottareogni opportuna iniziativa volta ad appli-care alle Bande Musicali la medesima di-sciplina fiscale prevista per le associazionie società sportive dilettantistiche iscritte alregistro Coni.

9/1334-AR/247. Vietina, Pettarin.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge di bilancio 2019mancano misure destinate ad incrementarel’occupazione femminile; l’Italia in Europaè tra i paesi con i tassi di occupazionefemminile tra i 20 e i 64 anni più bassi,registrando un tasso pari a circa il 50 percento. Peggio del nostro Paese, nell’Unioneeuropea, è solo la Grecia. Nel Mezzogiorno,peraltro, la situazione risulta ancora piùpreoccupante: le regioni meridionali sonocollocate in posizioni gravemente svantag-giate rispetto alle altre europee, con Puglia,Calabria, Campania e Sicilia nelle ultimequattro posizioni, con valori del tasso dioccupazione intorno al 30 per cento, dicirca 35 punti inferiori alla media europeae sensibilmente distanti da quelle del Centro-Nord;

negli ultimi dieci anni, la presenzafemminile sul mercato del lavoro è, infatti,aumentata, ma non a sufficienza per se-gnare una vera inversione di marcia ri-

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spetto al passato. Peraltro, nonostante menodella metà delle italiane non abbia un la-voro, il tasso di fecondità è inferiore aquello della media dei paesi sviluppati –1,4 contro 1,6 – a dimostrazione che l’oc-cupazione femminile non incide in sensonegativo sulla natalità, semmai la favorisce;

più donne occupate significa, in so-stanza, più crescita. Se il tasso di occupa-zione femminile italiano salisse al 60 percento, ovvero alla media europea, la ric-chezza per abitante aumenterebbe di circaun punto percentuale l’anno un contributoimportante per un’economia come la no-stra con una crescita metà della mediaeuropea;

già nello scorso mese di agosto, sem-pre con un ordine del giorno accolto dalGoverno, si era inteso impegnare l’esecu-tivo a valutare l’opportunità di adottare sulpunto apposite iniziative di carattere nor-mativo sin dall’approvazione del disegno dilegge di bilancio 2019,

impegna il Governo

ad adottare quanto prima apposite inizia-tive di carattere normativo volte all’intro-duzione di misure di sostegno e agevola-zione fiscale nei confronti delle impreseoperanti nelle regioni italiane in cui è piùbasso il tasso di occupazione femminile,come annualmente riportato dall’ISTAT, cheincrementino il numero complessivo delleassunzioni di personale.

9/1334-AR/248. Carfagna.

La Camera,

premesso che:

il Fondo per il concorso finanziariodello Stato agli oneri del trasporto pubblicolocale, anche ferroviario, nelle regioni astatuto ordinario è stato istituito con arti-colo 1, comma 301 della legge n. 228 del2012;

fino all’entrata in vigore delle di-sposizioni contenute dall’articolo 27, commada 1 a 8 del decreto-legge n. 50 del 2017, il

meccanismo di quantificazione del Fondoche era ancorato al gettito delle accise subenzina e gasolio, mentre a decorrere dal2018 il Fondo TPL è stato fissato inizial-mente in 4.932,6 milioni di euro per poiessere ridotte per gli anni 2019 e 2020;

la ratio del nuovo meccanismo difinanziamento del Fondo con quota fissaper quanto ben accolta può rappresentareun limite dal punto di vista finanziario inconsiderazione del fatto che attualmentetali importi non risultano adeguati all’in-dice ISTAT e pertanto le somme rischianodi perdere il loro valore effettivo nel corsodel tempo, nonostante i soggetti beneficiariinvece debbano sottostare all’andamentodei prezzi e alle fluttuazioni del mercato,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di assumere ini-ziative di propria competenza volte a indi-cizzare la quota fissa del Fondo TPL, di cuiin premessa, ai prezzi al consumo rilevatida ISTAT.

9/1334-AR/249. Siracusano.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 51 del disegno di leggepresentato alla Camera, ora riferito ai commi407 e 408 dell’articolo 1 nel testo in esame,reca modifiche al testo unico in materia disocietà a partecipazione pubblica, di cui aldecreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175;

in particolare l’articolo 4 del de-creto legislativo reca finalità perseguibilimediante l’acquisizione e la gestione dipartecipazioni pubbliche;

è ormai manifesta la necessità diricercare e sperimentare in campo nuoviprodotti ecosostenibili oltre ad implemen-tare l’attività di ricerca nei trattamenti fi-tosanitari sulle o lungo le linee ferroviariee sulle o lungo le strade e autostrade diinteresse nazionale, nonché l’importanza diincentivare la ricerca di settore senza costia carico dello Stato;

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appare fondamentale, anche in li-nea dei recenti sviluppi in ambito ambien-tale ed ecologico, ampliare la tutela am-bientale del territorio circostante le retiinfrastrutturali e la tutela delle aree carat-terizzate da vulnerabilità specifica, nonchéla tutela delle aree di salvaguardia delleacque superficiali e sotterranee destinate alconsumo umano, compresi i siti della ReteNatura 2000,

impegna il Governo

ad assumere le necessarie iniziative, anchedi natura normativa, per consentire ai sog-getti pubblici ed alle società concessionariea partecipazione pubblica che gestisconoreti infrastrutturali di costituire nuove so-cietà miste a maggioranza pubblica.

9/1334-AR/250. Sozzani.

La Camera,

premesso che:

il sistema dei trasporti marittimirappresenta una condizione fondamentaleper una piena effettività del diritto allamobilità, sancito dall’articolo 16 della Co-stituzione e tale condizione vale, a maggiorragione, per le isole dello Stato italiano;

per quanto concerne la Sardegna, lacondizione di insularità rappresenta unosvantaggio anche economico, in quanto li-mita il mercato al quale le imprese possonooffrire beni e servizi e comprime le ampiepotenzialità in settori di primaria impor-tanza, come quello turistico;

stante la normativa vigente, l’assettodei trasporti marittimi è definito attraversoa una convenzione tra lo Stato e la com-pagnia di navigazione Tirrenia che scadrànel 2020 e che, nonostante l’ingente spesadi fondi pubblici (oltre 72 milioni di euro),non ha mai garantito il diritto alla mobilitàed ha rappresentato un insopportabile li-mite allo sviluppo dei flussi turistici;

questo assetto ha più volte offerto lapossibilità a condotte anti-concorrenziali ea palesi violazioni delle regole del libero

mercato, ricadendo in primo luogo, sulletasche dei cittadini che hanno visto ridursila capacità di accesso al servizio e, insecondo luogo, sul riconoscimento dellaspecificità della Sardegna in ragione dellacondizione insulare;

con sentenza 230 del 2013 la CorteCostituzionale ha riconosciuto che, in pre-senza di una sovrapposizione di compe-tenze, il legislatore statale avrebbe dovutoattribuire adeguato rilievo al principio dileale collaborazione, « le cui potenzialitàprecettive si manifestano compiutamentenegli ambiti di intervento nei quali s’intrec-ciano interessi ed esigenze di diversa ma-trice » (sentenza n. 33 del 2011). L’applica-zione di questo canone – sempre secondola Corte – impone alla legge statale dipredisporre adeguate modalità di coinvol-gimento delle regioni a salvaguardia delleloro competenze; come sottolinea la sen-tenza, inoltre, « la determinazione delle mo-dalità e delle condizioni di svolgimento delservizio di collegamento marittimo aventead oggetto in particolare la Regione auto-noma Sardegna è espressione di un potere,sì, statale, in quanto pertinente alla con-correnza, ma che tocca direttamente uninteresse differenziato della Regione e cheinterferisce in misura rilevante sulle scelterientranti nelle competenze della mede-sima, quali il turismo e l’industria alber-ghiera »;

tali modalità sono individuate dal-l’articolo 53 dello statuto speciale, secondoil quale « La Regione è rappresentata nellaelaborazione delle tariffe ferroviarie e dellaregolamentazione dei servizi nazionali dicomunicazione e trasporti terrestri, marit-timi ed aerei che possano direttamenteinteressarla » richiedendo pertanto una re-ale e significativa partecipazione della re-gione all’elaborazione delle tariffe e allaregolamentazione dei servizi nazionali dicomunicazione con l’isola;

una partecipazione che non apparesufficientemente garantita dalla formula« sentite le regioni interessate » della normacensurata, che si limita ad imporre la meraacquisizione del parere, risultando, invece,necessario un procedimento che assicuri

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un efficace coinvolgimento della regione eche evoca, quindi, la figura dell’intesa fra idue enti, tanto che la medesima Corte hadichiarato l’illegittimità costituzionale del-l’articolo 6, comma 19, secondo periodo,del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito,con modificazioni, dalla legge n. 135 del2012, nella parte in cui non contiene, dopole parole « sentite le regioni interessate », leparole « e d’intesa con la Regione Sarde-gna »;

ciononostante, attualmente la que-stione rimane irrisolta e lo strumento del-l’intesa appare insufficiente a tutelare l’in-teresse e soddisfare le esigenze dei cittadiniad avere tariffe, frequenze e rotte adeguatea tutelare i diritti dei cittadini, a garantireun adeguato trasporto delle merci e a rap-presentare un « ponte » verso la Penisola,non più un « muro » che divide la Sardegnadal resto del territorio nazionale; apparepertanto necessario e non più procrastina-bile attuare anche per il trasporto marit-timo il trasferimento delle finizioni comegià avvenuto per quello aereo con la legge27 dicembre 2006, n. 296 e, parimenti aquel caso, le funzioni relative ai trasportimarittimi sarebbero esercitate nel pienorispetto dei princìpi e delle norme dell’U-nione europea,

impegna il Governo

ad assumere, con adeguata tempestività,misure di propria competenza per trasfe-rire le funzioni relative alla continuità ma-rittima alla Regione Sardegna.

9/1334-AR/251. Cappellacci.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame, all’ar-ticolo 1, comma 251, ridisciplina il Fondoper le politiche della famiglia (di cui all’ar-ticolo 1, commi da 1250 a 1252 della leggefinanziaria 2007), e introduce, ai commi da2 a 5, ulteriori misure in tema di concilia-zione vita-lavoro e sostegno alle famiglie;

nell’ambito delle misure introdotte,mancano però specifiche disposizioni o un

richiamo al tempo pieno e alla ristorazionescolastica, da considerarsi uno dei maggioriservizi alle famiglie, che riveste un ruolofondamentale ai fini del contrasto alla po-vertà educativa e alla dispersione scolasticache vede protagoniste, purtroppo, moltearee d’Italia;

la ristorazione scolastica si inseri-sce, nei fatti, all’interno del più ampiopercorso educativo scolastico. L’esperienzadella mensa, infatti, ha un profondo valoreeducativo, in quanto fornisce la possibilitàdi educare gli studenti al rispetto per ilcibo, alla buona e sana alimentazione, allaconvivialità, al rispetto della diversità, alleregole della convivenza civile. Altresì per-mette loro di avere costantemente un pastonutrizionalmente valido e bilanciato, es-sendo i menù elaborati da esperti nutrizio-nisti in base alle linee guida del Ministerodella salute, e validati dalle ASL di com-petenza;

purtroppo la metà degli alunni (il49 per cento) delle scuole primarie e se-condarie di primo grado non ha accessoalla mensa scolastica e le modalità di ac-cesso o di esenzione spesso contribuisconoa aumentare le disuguaglianze, a scapitodelle famiglie più svantaggiate;

in 9 regioni italiane oltre il 50 percento degli alunni, non ha la possibilità diaccedere al servizio mensa; tra queste, cin-que regioni registrano anche la percentualepiù elevata di classi senza tempo pieno;

il quadro nazionale si presenta moltodisomogeneo e la forbice tra Nord e Sud sidistanzia sempre più: sono infatti sette leregioni insulari e del Meridione che regi-strano il numero più alto di alunni che nonusufruiscono della refezione scolastica: Si-cilia (81,05 per cento), Molise (80,29 percento), Puglia (74,11 per cento), Campania(66,64 per cento), Calabria (63,78 per cento),Abruzzo (60,81 per cento) e Sardegna (51,96per cento);

ad oggi la mensa è ancora conside-rata un servizio a domanda individuale,legato alle esigenze di bilancio dei singolicomuni, e non è riconosciuta come unservizio pubblico essenziale;

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solo alcuni comuni prevedono l’e-senzione totale legata a qualche tipo disvantaggio sociale, e non tutti riconosconoun’esenzione parziale alle famiglie in situa-zione di povertà, sotto una certa sogliaISEE, differente da comune a comune;

sarebbe quindi opportuno dedicarespecifiche risorse al tema, attraverso l’isti-tuzione di un fondo per la gratuità dellemense scolastiche, che ha dunque l’obiet-tivo di consentire a ciascun bambino lapossibilità di accedere al servizio,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare ogniopportuna iniziativa volta ad istituire unospecifico fondo, adeguatamente finanziato,destinato a garantire ai bambini e aglistudenti delle scuole di ogni ordine e gradol’accesso al servizio di ristorazione collet-tiva scolastica, da ritenersi parte integrantedelle attività formative ed educative erogatedalle istituzioni scolastiche, destinando lerisorse in via principale a consentire l’ac-cesso in mensa ai bambini e agli studenti lecui famiglie presentano un valore ISEErientrante nelle fasce di esenzione previstedai comuni.

9/1334-AR/252. Elvira Savino.

La Camera,

in sede di esame del disegno di leggen. 1334, recante Bilancio di previsione delloStato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021;

premesso che:

il provvedimento è in primo luogoriconducibile alle materie « sistema tribu-tario e contabile dello Stato e tutela dellaconcorrenza », rimesse alla competenza le-gislativa esclusiva dello Stato, ai sensi del-l’articolo 117, secondo comma, lettera e),della Costituzione;

il disegno di legge investe altresì, invia prevalente, le materie « armonizzazionedei bilanci pubblici », anch’essa spettantealla competenza legislativa esclusiva dello

Stato (articolo 117, secondo comma, letterae), Cost., come modificato dalla legge co-stituzionale n. 1/2012, che ha introdotto inCostituzione il principio del pareggio dibilancio) e « coordinamento della finanzapubblica e del sistema tributario », di com-petenza legislativa concorrente tra Stato eregioni;

la prima sezione (Misure quantita-tive per la realizzazione degli obiettivi pro-grammatici) – disciplinata dai nuovi commida 1-bis a 1-quinquies dell’articolo 21 dellalegge n. 196 del 2009 – contiene le dispo-sizioni in materia di entrata e di spesaaventi ad oggetto misure quantitative de-stinate a realizzare gli obiettivi program-matici, con effetti finanziari aventi decor-renza nel triennio considerato dal bilancio;

il Ministero dell’Ambiente ha datoparere favorevole allo spostamento dell’ap-prodo delle navi che trasportano i tir, equindi tutto il trasporto gommato, da VillaSan Giovanni a Reggio Calabria;

si tratta di un parere incomprensi-bile poiché oltre alla forte opposizioneespressa dai cittadini vi è quella dell’am-ministrazione comunale di Reggio Calabriae del consiglio comunale di Villa San Gio-vanni che indica come sede, la più idoneapossibile, la spiaggia di Bolano situata im-mediatamente a sud di Villa San Giovannie libera da qualunque tipo di impedimento;

se i due comuni interessati sonototalmente contrari alla decisione citata edindicano una soluzione, appunto quella diBolano, che è assolutamente praticabile,non si comprende perché si debba insisteresu Reggio sfidando apertamente la volontàdei cittadini;

a ciò si aggiunge la nota pericolositàdel ponte che collega l’autostrada al portodi Reggio e che è stato già oggetto di fortipolemiche,

impegna il Governo

a valutare le opportune iniziative al fine discongiurare lo spostamento dell’apprododelle navi che trasportano i tir, e quindil’intero trasporto gommato, da Villa San

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Giovanni a Reggio Calabria considerandocome sede più idonea, la spiaggia di Bo-lano, situata immediatamente a sud di VillaSan Giovanni e libera da qualunque tipo diimpedimento, salvaguardando in questomodo i cittadini e l’assetto urbanistico dellacittà di Reggio Calabria in cui si riscon-trano evidenti criticità soprattutto nell’areaantistante al porto e in riferimento al ponteche collega l’autostrada al porto di Reggio.

9/1334-AR/253. Cannizzaro, Sozzani,Mulè, Occhiuto, D’Ettore.

La Camera,

in sede di esame del disegno di leggen. 1334, recante Bilancio di previsione delloStato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021;

premesso che:

il provvedimento è in primo luogoriconducibile alle materie « sistema tribu-tario e contabile dello Stato e tutela dellaconcorrenza », rimesse alla competenza le-gislativa esclusiva dello Stato, ai sensi del-l’articolo 117, secondo comma, lettera e),della Costituzione;

il disegno di legge investe altresì, invia prevalente, le materie « armonizzazionedei bilanci pubblici », anch’essa spettantealla competenza legislativa esclusiva delloStato (articolo 117, secondo comma, letterae), Cost., come modificato dalla legge co-stituzionale n. 1/2012, che ha introdotto inCostituzione il principio del pareggio dibilancio) e « coordinamento della finanzapubblica e del sistema tributario », di com-petenza legislativa concorrente tra Stato eregioni;

la prima sezione (Misure quantita-tive per la realizzazione degli obiettivi pro-grammatici) – disciplinata dai nuovi commida 1-bis a 1-quinquies dell’articolo 21 dellalegge n. 196/2009 – contiene le disposi-zioni in materia di entrata e di spesa aventiad oggetto misure quantitative destinate arealizzare gli obiettivi programmatici, coneffetti finanziari aventi decorrenza nel trien-nio considerato dal bilancio;

all’articolo 1, commi 223-225, dellalegge di bilancio per il 2018 (legge n. 205del 2017), come introdotti durante l’esameparlamentare alla Camera dei deputati, alfine del superamento del precariato deilavoratori socialmente utili e di pubblicautilità è stata disposta la proroga dei ter-mini entro i quali le amministrazioni localipossono ricorrere alle prestazioni lavora-tive socialmente utili fino al 31 dicembre2018;

con decreto ministeriale 7 agosto2018, n. 234, venivano ripartite le risorsetra le regioni Basilicata, Calabria, Campa-nia, Puglia e Sicilia per complessivi298.501.111,12 euro, per le annualità 2010e 2012-2017, finalizzati a incentivare l’as-sunzione a tempo indeterminato dei lavo-ratori socialmente utili e di pubblica utilità;

il 31 dicembre 2018, termine pro-rogato dalla legge di bilancio per il 2018,scadranno i contratti a tempo determinatodelle 4.500 unità lavorative di ex lavoratorisocialmente utili e di pubblica utilità cheoperano all’interno delle amministrazionilocali della Calabria;

in considerazione della richiamataimminente scadenza, nell’impossibilità ma-teriale di portare a termine entro la me-desima data le previste stabilizzazioni, glienti locali calabresi rischiano di dover in-terrompere improvvisamente i servizi diutilità pubblica e sociale con gravi riper-cussioni su quanti sul proprio territorio nebeneficiano e, non di meno, i precari ri-schiano di non veder rinnovati i contratti dilavoro per il 2019 – nonché non permessia norma di lesse – e di veder pregiudicataanche la stabilizzazione futura;

il proponente del presente atto diindirizzo ha presentato al provvedimentoin esame una proposta emendativa attra-verso la quale si prevedeva la proroga delleconvenzioni per i lavoratori socialmenteutili e previsti 50 milioni di euro annui inpiù per la stabilizzazione lavoratori ancorafuori dalla convenzione stipulata tra Mini-stero e Regione nel corso del 2018 (cheprevede 2316 assunzioni a fronte dei 4.500presenti);

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durante l’esame dell’emendamentocitato in commissione bilancio, la sottose-gretaria Laura Castelli ha sostenuto che « ilGoverno si impegnerà ad assicurare ai la-voratori socialmente utili le condizioni perpermettere loro di continuare a lavorare »,

impegna il Governo

a valutare le opportune iniziative al fine diprocedere al completamento dei percorsigià avviati di stabilizzazione e contrattua-lizzazione del personale socialmente utile edi pubblica utilità operante a livello locale,nonché di garantire alle amministrazionilocali calabresi condizioni adeguate per ilmantenimento dei livelli occupazionali edelle prestazioni sociali svolte dai lavora-tori socialmente utili e di pubblica utilità,nelle more del pieno ed effettivo comple-tamento dei percorsi di stabilizzazione pre-visti dalla normativa vigente.

9/1334-AR/254. Santelli, Cannizzaro, Oc-chiuto, Maria Tripodi, D’Ettore, Barto-lozzi, Ferro.

La Camera,

premesso che:

il comma 882 dell’articolo 1 dellalegge n. 205 del 2017 (legge di bilancio2018), introduce una maggiore gradualitànella misura dell’accantonamento al bilan-cio di previsione del Fondo crediti di dub-bia esigibilità (FCDE);

in particolare, si prevede che la mi-sura dell’accantonamento al FCDE è pariad almeno il 75 per cento nell’anno 2018,ad almeno l’85 per cento nell’anno 2019, adalmeno il 95 per cento nell’anno 2020 e al100 per cento a decorrere dall’anno 2021;

il Fondo crediti di dubbia esigibilità(FCDE), è finalizzato ad evitare che le en-trate di dubbia esigibilità, previste ed ac-certate nel corso dell’esercizio, possano es-sere utilizzate per finanziare delle speseesigibili nel corso del medesimo esercizio;

per tali crediti risulta obbligatorioeffettuare un accantonamento al FCDE nel

bilancio di previsione, vincolando una quotadell’avanzo di amministrazione,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di rendere defini-tiva al 75 per cento la percentuale dellaquota del fondo crediti di dubbia esigibi-lità, anche in considerazione del fatto chela stabilizzazione dell’aliquota al 75 percento consente comunque il sufficiente ac-cantonamento a fronte di entrate non ri-scosse.

9/1334-AR/255. Gagliardi, Bagnasco, Mulè,Cassinelli.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge all’esame del-l’Aula, sono contenute numerose disposi-zioni riguardanti le infrastrutture. Il comma64 dell’articolo 1 prevede in particolare unfondo finalizzato, tra l’altro, alla manuten-zione della rete viaria del Paese;

tra le infrastrutture viarie di va-lenza nazionale, si segnala il Ponte Bu-riano. Realizzato nel 1277, ubicato nei pressidella frazione omonima del Comune diArezzo, il ponte è composto da sette archi(più uno interrato), congiunge le spondedell’Amo, ed è famoso anche per essereparte del paesaggio alle spalle della Gio-conda nel quadro di Leonardo da Vinci;

il ponte, nonostante abbia una sto-ria secolare e una sua valenza artistica earchitettonica, continua ad essere attraver-sato, a senso unico alternato, da ciclisti eda veicoli (anche pesanti);

il ponte è stato negli anni più volteoggetto di manutenzioni straordinarie, direstauro e consolidamento, sotto il con-trollo della Soprintendenza;

attualmente è chiuso al traffico inquanto necessita di importanti interventi dimessa in sicurezza e di risanamento con-servativo. Gli oneri minimi stimati per ilrestauro e per il ponte provvisorio in grado

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di garantire la viabilità, è di 4 milioni dieuro,

impegna il Governo

a consentire, attraverso lo stanziamento diopportune risorse, anche a valere sui Fondieuropei per la cultura, e a integrazione diquelle degli enti territoriali interessati, gliindispensabili interventi di risanamento con-servativo e di manutenzione straordinariadel ponte di cui in premessa, stante la suavalenza storica e architettonica, anche va-lutando la necessità di realizzare un ponteche garantisca, in luogo del ponte Buriano,la viabilità locale.

9/1334-AR/256. Mugnai, D’Ettore, Maz-zetti.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge all’esame del-l’Aula, sono contenute numerose disposi-zioni riguardanti le infrastrutture e la reteviaria del Paese;

in questo ambito la strada di grandecomunicazione Grosseto-Fano, la via deidue mari, rappresenta un importante assetrasversale di collegamento tra i due ver-santi litoranei dell’Italia, ed è stata inseritatra gli itinerari internazionali con la siglaE78, ed è ricompresa tra le priorità dellaintera rete italiana, al pari della variante divalico della Autostrada A1 o della A3 Sa-lerno-Reggio Calabria; nonostante questo,si rischia di dover attendere ancora moltoper vedere compiuti i lavori;

così come il necessario completa-mento del sistema viario collegato alla me-desima strada E/8, con particolare ri-guardo alla realizzazione del cosiddetto« Nodo di Olmo », 1° tratto della variantealla SR71 S. Zeno-S. Giuliano,

impegna il Governo

a mettere in atto tutte le iniziative e lerisorse necessarie al fine di consentire laconclusione dei lavori di adeguamento della

strada di grande comunicazione Grosseto-Fano (E78), ricompresa tra le priorità dellaintera rete italiana, nonché l’adeguamentodel sistema viario collegato alla medesimastrada E78.

9/1334-AR/257. D’Ettore, Mugnai, Fio-rini, Ripani, Sozzani.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame prevedemisure di welfare. In questo ambito, siprevede, tra l’altro, l’istituzione di un Fondocon una dotazione di 9 miliardi l’anno,destinato a finanziare il « reddito di citta-dinanza », previsto nel contratto di Go-verno sottoscritto dalle forze che sosten-gono e compongono l’attuale Esecutivo, chedovrebbe garantire un reddito di 780 euromensili per chi non ha reddito e comunqueper tutti coloro che attualmente benefi-ciano di un reddito, pensione, assegno, in-feriori a detta soglia;

in tutti questi anni, non si sono maivolute o potute trovare specifiche risorseper aumentare le tutele all’invalidità. Comese la categoria di persone che ne ha diritto,non fosse in una condizione di bisogno piùurgente rispetto ad altre fasce sociali;

attualmente le pensioni di inabilitàe gli assegni di invalidità sono inferiori a280 euro mensili; peraltro la previsione diun sostegno agli invalidi deriva da unaprecisa disposizione costituzionale. La no-stra Carta, infatti, all’articolo 38, primocomma, prevede che « Ogni cittadino ina-bile al lavoro e sprovvisto dei mezzi neces-sari per vivere ha diritto al mantenimentoe all’assistenza sociale ». E dunque gli as-segni di invalidità, nelle loro varie formedevono rispondere a questa esigenza,

impegna il Governo

a prevedere un consistente aumento degliimporti delle pensioni di inabilità e degliassegni di invalidità, attualmente assoluta-mente insufficienti, e comunque a garan-tire che detti assegni e pensioni siano co-

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munque uniformate al previsto reddito dicittadinanza, qualora più elevato nell’im-porto.

9/1334-AR/258. Versace, Pedrazzini, Gel-mini.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame, all’ar-ticolo 1, comma 252, come introdotto du-rante l’esame del provvedimento in Com-missione Bilancio, dà la facoltà alle lavo-ratrici in stato di gravidanza, di astenersidal lavoro esclusivamente dopo l’evento delparto entro i cinque mesi successivi allostesso, a condizione che il medico specia-lista del Servizio sanitario nazionale o conesso convenzionato e il medico competenteai fini della prevenzione e tutela della sa-lute nei luoghi di lavoro, attestino che taleopzione non arrechi pregiudizio alla salutedella gestante e del nascituro; in pratica ladurata del congedo di maternità resta con-fermata a cinque mesi, ma la lavoratrice èlibera di utilizzare questi mesi, restando allavoro fino al termine del nono mese, efacendo dunque iniziare il periodo di asten-sione obbligatoria successivamente al parto;se da un lato, detta disposizione, amplia lefacoltà della donna lavoratrice di deciderequando utilizzare il congedo di maternità,dall’altro rischia fortemente di rendere piùvulnerabili le lavoratrici laddove è mag-giore il lavoro precario e comunque lad-dove sono meno tutelate,

impegna il Governo

a valutare bene gli effetti applicativi dellanorma di cui in premessa, anche al fine diverificare se le modalità di utilizzo deicinque mesi di congedo di maternità nonindeboliscano le tutele delle lavoratrici, so-prattutto di quelle più precarie.

9/1334-AR/259. Rossello, Maria Tripodi.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge all’esame del-l’Aula, sono contenute numerose disposi-

zioni riguardanti le infrastrutture e la reteviaria del Paese;

il ponte di San Francesco di Paola,a Taranto, conosciuto come « Ponte Gire-vole », è una bellissima opera realizzataalla fine dell’800, e collega l’isola della CittàVecchia con la penisola del Borgo Nuovo,unendo il Mar Grande al Mar Piccolo;

unico in Europa, non è soltanto unodei simboli della città, ma rappresenta unaessenziale arteria per il traffico cittadino;

in questi anni, nonostante diversiinterventi manutentivi, la struttura simbolodella città di Taranto sta sempre più mo-strando segni di usura sulle strutture me-talliche e sui congegni di movimentazioneche regolano l’apertura e chiusura del Pontee più in generale sulle sue componenti;

di competenza statale, un inter-vento manutentivo e di riqualificazione sa-rebbe di fondamentale importanza, in con-siderazione soprattutto della sua rilevanzaper la viabilità tarantina,

impegna il Governo

a prevedere lo stanziamento delle risorsenecessarie a consentire le verifiche di sta-bilità dell’infrastruttura, e avviare una ma-nutenzione strutturale del Ponte girevole,uno dei simboli storici della città di Ta-ranto.

9/1334-AR/260. Mazzetti, Labriola.

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge all’esame del-l’Aula, sono contenute numerose disposi-zioni riguardanti le infrastrutture e perfavorire la mobilità nel Paese;

il prolungamento della metropoli-tana M5 da Milano sino a nord di Monza,è una infrastruttura determinante per ilterritorio lombardo, nonché la prima me-tropolitana in Italia a collegare due città.Un progetto che prevede un tracciato, quasicompletamente interrato, di quasi tredici

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chilometri e dodici nuove stazioni; che in-crocia la linea 1 milanese a Bettola, zonacruciale di interscambio locale, con un par-cheggio da oltre mille posti e vicino allestrade Rho-Monza e Statale 36; peraltrol’infrastruttura insisterebbe su un’area cheha un forte bisogno di mobilità e di tra-sporto pubblico, nonché di alleggerire iltraffico privato e abbassare l’inquinamentoatmosferico; nella stessa Nota di aggiorna-mento al DEF, il Documento di economia efinanza 2018, il Governo ha posto tra i suoiobiettivi principali lo sviluppo del trasportopubblico e del trasporto ferroviario locale,nonché la promozione dell’interscambio;

l’importanza dell’infrastruttura sievidenzia tra l’altro, ricordando che: a)Monza e Brianza sono, insieme a Napoli, learee in Italia con la maggiore densità diabitanti per chilometro quadrato, e rappre-sentano il primo asse industriale italiano;b) nel rapporto sull’ecosistema urbano diLegambiente, Monza e Brianza sono agliultimi posti per i parametri di qualità am-bientale tra i quali l’inquinamento e iltrasporto pubblico; c) sono tra le aree delPaese a maggiore densità di traffico. A ciòsi aggiunga che la perdurante crisi econo-mica ha fatto aumentare sensibilmente ladomanda di trasporto pubblico; l’opera,considerata irrinunciabile per il territorio,e in grado di portare lavoro e mobilitàsostenibile, costa 1.250 milioni di euro e,secondo gli accordi di massima, 900 diquesti dovrebbero essere stanziati dal Go-verno, mentre i restanti 350 sarebbero dasuddividere tra tutti gli enti locali interes-sati;

le giunte comunali stanno via viaapprovando il progetto di fattibilità tecnicae il relativo protocollo di intesa. Poi sidovrebbe passare alla fase operativa, perpoter immaginare l’avvio dei cantieri nel2021, e la consegna della linea nel 2026. IlGoverno però, nonostante le promesse nonha previsto lo stanziamento dei necessarifondi per rispettare il cronoprogramma del-l’opera;

il 29 novembre scorso, presso laVilla Reale di Monza, si è tenuto un con-siglio comunale « speciale » composto dai

consigli comunali di Milano e Monza e ledelegazioni dei Comuni attraversati dal trac-ciato dell’infrastruttura, per sollecitare ilGoverno a dare seguito agli impegni, eindividuare le iniziative per consentire larealizzazione del prolungamento della me-tropolitana M5;

a tal fine è indispensabile che ilGoverno faccia la sua parte. Lo stesso sin-daco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichia-rato: « non voglio raccontare bugie ai mieicittadini: se il governo non finanzia il 60-70per cento, una metropolitana non si puòfare. Bisogna essere sinceri »,

impegna il Governo

a provvedere quanto prima allo stanzia-mento delle risorse necessarie a consentire,nei tempi programmati, la realizzazionedella metropolitana M5 da Milano a Monza,quale infrastruttura importantissima perun territorio che ha un forte bisogno dimobilità e di trasporto pubblico, nonché dialleggerire il traffico privato e abbassarel’inquinamento atmosferico.

9/1334-AR/261. Gelmini, Mandelli.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50,all’articolo 52-quater, comma 1, intervienesull’organizzazione dell’Autorità nazionaleanticorruzione, prevedendo che l’ANAC de-finisca, con propri regolamenti, la propriaorganizzazione, il proprio funzionamento el’ordinamento giuridico ed economico delproprio personale,

impegna il Governo

a prevedere che, riguardo al regolamentosull’ordinamento giuridico ed economicodel personale dell’Autorità nazionale anti-corruzione, non trovi applicazione la ridu-zione non inferiore al venti per cento deltrattamento economico accessorio del per-sonale dipendente, inclusi i dirigenti, di-sposta dal decreto-legge 90 del 2014.

9/1334-AR/262. Labriola.

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La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge all’esame del-l’Aula, sono contenute numerose disposi-zioni riguardanti le infrastrutture e la reteviaria del Paese;

la Toscana, è purtroppo la secondaregione con maggior valore di grandi opereincompiute;

tra le infrastrutture in questionespicca il Corridoio Tirrenico, al centro diun dibattito senza fine che si protrae daglianni sessanta, con particolare riferimentoalla tratta Grosseto – Capalbio;

il territorio maremmano necessitadi interventi urgenti per l’ammoderna-mento di una infrastruttura che presentagravi criticità in ordine alla sicurezza stra-dale. Frequenti incidenti, anche mortali;

rendono la realizzazione dell’operanon più procrastinabile;

lo sviluppo economico, la crescita el’occupazione della Maremma passano an-che attraverso infrastrutture moderne esicure, la cui assenza comprometterebbe ilfuturo della provincia di Grosseto, dell’assecostiero e dell’intera regione, oltre che delPaese;

risale al dicembre 2017, a Confe-renza dei Servizi aperta, la presentazioneal CIPE di una proposta avente oggettol’adeguamento della SS1 Aurelia con laprevisione di due carreggiate distinte, l’eli-minazione degli incroci a raso e la realiz-zazione delle complanari. Ma tale propostaè rimasta ferma al punto di partenza;

il Presidente del gruppo consiliaredel Movimento cinque stelle in RegioneToscana, Giacomo Giannarelli, dando se-guito a contatti intercorsi con i vertici delMinistero delle Infrastrutture, si è recen-temente espresso nel modo seguente: « Perla Tirrenica partirà un piano di riqualifi-cazione straordinaria della strada stataleAurelia nel tratto tra Grosseto e Capalbio;questa arteria inoltre rimarrà senza pedag-

gio. SAT sarà dunque esclusa dal procedi-mento e tutto sarà in capo ad ANAS »,

impegna il Governo

a prevedere tutte le iniziative e le risorsenecessarie per realizzare, a partire dal-l’anno 2019, la messa in sicurezza e l’ade-guamento della SS1 Aurelia con particolareriguardo alla tratta Grosseto – Capalbio.

9/1334-AR/263. Ripani, Mugnai.

La Camera,

premesso che:

gli enti del Terzo settore esercitanoin via esclusiva o principale una o piùattività di interesse generale per il perse-guimento, senza scopo di lucro di finalitàciviche, solidaristiche e di utilità sociale;

l’art. 5, comma 1, del decreto legi-slativo 3 luglio 2017, n. 117, recante ilCodice del Terzo Settore, nel definire leattività di interesse generale che possonoessere svolte dagli enti di volontariato,esclude l’attività esercitata abitualmente diraccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, spe-ciali e pericolosi;

sono entrate in vigore il 4 luglio2018 e gli Stati membri dovranno recepirleentro il 5 luglio 2020, le quattro direttivedel « pacchetto economia circolare », pub-blicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unioneeuropea del 14 giugno 2018;

l’Unione Europea mette al centrodell’agenda per l’efficienza delle risorse,stabilita nell’ambito della strategia Europa2020, l’economia circolare;

appare necessario coinvolgere atti-vamente la popolazione nella raccolta deirifiuti, andando a sensibilizzare ed educarei cittadini ad una logica del riciclo e riuso;

la possibilità per le associazioni divolontariato di svolgere l’attività di raccoltae riciclaggio dei rifiuti, nel pieno rispettodella normativa ambientale vigente in ma-teria, contribuirebbe al raggiungimento de-gli obiettivi di raccolta differenziata e re-

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cupero dei rifiuti stabiliti a livello europeoe nazionale, determinando, al contempo,importanti benefici in termini economiciper le amministrazioni pubbliche e per glistessi cittadini,

impegna il Governo

a prevedere nell’ambito delle attività diinteresse generale che caratterizzano glienti del Terzo settore anche l’attività diraccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani especiali, non pericolosi, svolta nel rispettodella normativa dettata in materia dal de-creto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

9/1334-AR/264. Squeri.

La Camera,

premesso che:

le eccezionali avversità atmosferi-che del 29 ottobre sul territorio/delle Pre-alpi orientali e delle zone dolomitiche in-terne hanno provocato ingenti danni alpatrimonio forestale pubblico e privato coin-volgendo ampie aree di elevato interessenaturale, ambientale e paesaggistico. Sonostate colpite duramente anche colture pre-giate come quella degli abeti rossi, nelleforeste della Val Visdende e di Paneveggio,conosciute come le foreste dei violini;

l’area coi danni maggiori è la pro-vincia di Belluno. In tale area il settoreforestale rappresenta fino al 10 per centodel PIL e interessa direttamente o indiret-tamente il 20 per cento delle famiglie;

è quindi necessario intervenire conurgenza per definire insieme alle Autoritàlocali un quadro preciso e puntuale delladistribuzione e dell’entità delle aree dan-neggiate e un inventario dei danni ambien-tali ed economici, distinguendo le diverseforme di proprietà;

in sede di risposta ad interrogazioniil Governo ha chiarito che intende in de-roga alle autorizzazioni previste dalla nor-mativa vigente in merito agli interventiselvicolturali e per il ripristino operativodella viabilità forestale già esistente;

è necessario valorizzare il lavoro edil sacrificio di coloro che operano nellearee montane; bisogna intervenire sul red-dito delle popolazioni montane colpite, alfine di evitare l’impoverimento e lo spopo-lamento di quelle aree. Occorre ricono-scere il valore di presidio idrogeologico aglioperatori agricolo-forestali delle aree mon-tane;

le ordinanze di protezione civile ri-conoscono a tali popolazioni la sola sospen-sione dei mutui bancari,

impegna il Governo:

ad adottare nuove iniziative norma-tive in aiuto ai territori colpiti dall’emer-genza in parola, con particolare riferi-mento alla provincia di Belluno;

ad accelerare le procedure per atti-vare, ove ve ne ricorrano le condizioni, ilFondo di solidarietà europeo, previsto dalRegolamento CE n. 2012/2002;

a valutare la possibilità di procederealla sospensione delle imposte nelle areemontane maggiormente colpite.

9/1334-AR/265. Bond.

La Camera,

premesso che:

il comma 121 dell’articolo 1 prov-vedimento in esame, istituisce nello stato diprevisione del Ministero dello sviluppo eco-nomico, un Fondo per favorire lo sviluppodelle tecnologie e delle applicazioni di in-telligenza Artificiale, Blockchain e Internetof Things. I commi 33 e successivi dell’ar-ticolo 1 del provvedimento in esame pre-vedono la proroga dei processi di trasfor-mazione tecnologica e digitale secondo ilmodello « Industria 4.0 »;

con la crescente diffusione delle tec-nologie abilitanti l’industria 4.0, in parti-colare dell’Internet of Things e della enormemole di dati condivisa tra gli apparecchiconnessi, aumenta la necessità di preser-vare la riservatezza e la sicurezza degliindividui;

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su questo piano, l’aumento degli at-tacchi informatici fa sì che l’innalzamentodei livelli di sicurezza dei sistemi e dellereti rappresenti un tema fondamentale peri prossimi decisori pubblici, anche alla lucedell’attuazione della recente Direttiva NIS– Network and Information Systems (Di-rettiva 2016/1148, del Parlamento europeoe del Consiglio, del 6 luglio 2016, attuatacon decreto al consiglio dei ministri il 16maggio 2018, ed entrato in vigore dal 26giugno 2018);

secondo il Rapporto Clusit 2018, nel2017 si è registrato un crescente aumentodi attacchi informatici:

gli attacchi che mirano a sottrarreinformazioni e/o denaro sono la primacausa di attacchi a livello mondiale (76 percento degli attacchi complessivi, +14 percento rispetto al 2016)

lo spionaggio a fini geopolitici o ditipo industriale (furto proprietà intellet-tuale) è in aumento del 46 per cento ri-spetto al 2016;

attualmente (come confermato daidiversi chiarimenti) in relazione ai beniimmateriali riguardanti la Cyber Security,di cui all’allegato B annesso alla legge 11dicembre 2016, n. 232 usufruiscono dell’a-gevolazione soli soggetti che beneficianodell’agevolazione fiscale iper-ammortamentosull’acquisto di beni materiali riportati nel-l’allegato A della medesima legge;

appare opportuno favorire l’investi-mento in cybersecurity indipendentementeda investimenti di cui all’allegato e quindisi propone di inserire tra le voci di allegatoA a cui è direttamente applicabile il super-ammortamento,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di inserirenell’allegato annesso alla legge 11 dicembre2016, n. 232, sezione « Sistemi per l’assi-curazione della qualità e della sostenibi-lità » una voce relativa i sistemi per la cybersicurezza dei macchinari e delle infrastrut-ture, ed in particolare i beni materiali ,

(parte hardware) dedicati alla cybersecurity (ad esempio i firewall industriali/Intrusion detection System, Network Intru-sion Detection System).

9/1334-AR/266. Della Frera, Mandelli.

La Camera,

premesso che:

la linea Padova-Bologna è una vec-chia tratta modificata per permettere unmaggior passaggio di treni e di treni piùveloci, con la finalità di sostenere l’au-mento di traffico ferroviario dovuto all’a-pertura della linea Torino-Salerno;

tali ristrutturazioni appaiono insuf-ficienti a garantire un’adeguato collega-mento tra due dei maggiori centri econo-mici dell’area padana,

nel dicembre 2017 è stato aperto altraffico commerciale il raccordo tra BivioVenezia (linea AV Bologna—Milano) e BivioNavile (linea tradizionale Bologna—Padova)che permette ai treni AV tra Venezia/Trieste/Udine e Roma/Napoli/Salerno di entrareed uscire dalla rete AV per e da Firenzesenza passare per la stazione di superficiedi Bologna Centrale;

le nuove tratte permettono solo direcuperare qualche minuto sulla percor-renza ma al momento non risultano varia-zioni di orario sulle percorrenze;

sia per il tratto Padova- Bolognache per il successivo Venezia-Trieste, 160chilometri in tutto, oggi sono necessariedue ore di tempo, il quadruplicamento èstato realizzato ed è in esercizio solo sui 20chilometri tra Venezia e Padova,

impegna il Governo

a individuare le risorse necessarie per ilsollecito completamento dell’alta velocitàPadova — Bologna, ivi comprese le opereaccessorie.

9/1334-AR/267. Caon.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame contienenorme in materia di pubblico impiego e dirafforzamento delle forze di polizia;

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il Trattamento di fine servizio (TFS)— maturato dal lavoratore a seguito del-l’accantonamento disposto ex lege nell’arcodella vita lavorativa era immediatamenteliquidato in unica soluzione ex art. 26 deldecreto del presidente della Repubblican. 1032/73;

la riduzione della spesa pubblica,determinata dalla crisi finanziaria, ha por-tato alla promulgazione di atti normativi,che di fatto diluiscono nel tempo il dirittodel dipendente pubblico al percepire il TFS;

in tale ambito la liquidazione delTFS per i dipendenti del comparto Difesa eSicurezza è effettuata a far data dal 2014,da parte dell’Inps, utilizzando tre diversemodalità:

un termine breve di 105 giorni incaso di cessazione dal servizio per inabilitào per decesso del dipendente;

un termine di 12 mesi in caso diraggiungimento dei limiti di età, estinzionedel rapporto di lavoro a tempo determinatoper raggiungimento del termine finale fis-sato nel contratto stesso, pensionamentoconseguito con l’anzianità contributiva mas-sima;

un termine di 24 mesi in caso didimissioni volontarie, recesso da parte deldatore di lavoro – licenziamento o desti-tuzione;

per legge, l’incasso finale del TFSpuò essere ulteriormente ritardato di tremesi. La legge di stabilità 2014 ha, inoltre,apportato cambiamenti relativi alla rateiz-zazione del TFS che a partire dal 1° gen-naio 2014, se supera i 50.000 euro, vieneerogato a rate;

la Corte Costituzionale ha stabilitoche le disposizioni restrittive in materia ditrattamento economico e normativo del pub-blico impiego devono essere temporanee eavere lo scopo di fare fronte alla crisi dellafinanza pubblica (sentenza numero 178/2015)

il TFS fa parte a pieno titolo deltrattamento economico e normativo del pub-blico impiego. Non possono comunque con-

siderarsi strutturali misure che limitano idiritti soggettivi dei dipendenti pubblici edin particolare degli appartenenti al com-parto Difesa e sicurezza, che mettono quo-tidianamente a rischio la vita per la tuteladella pubblica incolumità,

impegna il Governo

a prevedere disposizioni normative e rego-lamentari che riducano i tempi di fruizionedel TFS da parte dei dipendenti del pub-blico impiego ed in particolare per i dipen-denti del comparto Difesa e Sicurezza.

9/1334-AR/268. Napoli, Ruffino.

La Camera,

premesso che:

con l’articolo 1, commi 287 e 289,della legge 27 dicembre 2017, n. 205, èstata prevista l’assunzione straordinaria, nel-l’arco di un quinquennio a decorrere dal2018, di un contingente di personale delruolo iniziale del Corpo nazionale dei vigilidel fuoco, nonché l’incremento di 300 unitàdella dotazione organica della qualifica divigile del fuoco;

il comma 295, della legge n. 205 del2017, riserva, nel limite massimo del trentaper cento, le predette assunzioni al perso-nale volontario del Corpo nazionale deivigili del fuoco di cui all’articolo 6 deldecreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139,anche in deroga al limite di età previsto perl’assunzione del medesimo personale vo-lontario, a condizione che risulti iscrittonell’apposito elenco istituito per le neces-sità delle strutture centrali e periferiche delCorpo medesimo da almeno tre anni e cheabbia effettuato non meno di centoventigiorni di servizio;

con D.M. n. 238 del 14 novembre2018 il Capo dipartimento dei vigili delfuoco, del soccorso pubblico e delle difesacivile ha avviato la speciale procedura direclutamento riservata al personale volon-tario. Nel bando si prevede che la domandaper accedere alla procedura è riservata« ..al personale volontario che, alla data del

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1° gennaio 2018, risulti iscritto nell’appo-sito elenco istituito per le necessità dellestrutture centrali e periferiche del Corpomedesimo.. »;

dalla lettura del bando sembre-rebbe che possono partecipare alla proce-dura i Vigili volontari gli iscritti ai comandie gli iscritti alle strutture periferiche, manon possano parteciparvi gli iscritti ai di-staccamenti volontari;

nelle stabilizzazioni precedenti po-tevano partecipare tutti i volontari, c’eraun solo elenco di possibili candidati e nonc’era distinzione tra distaccamenti di asse-gnazione;,

impegna il Governo

ad emanare una disposizione esplicativache chiarisca che possono partecipare allaprocedura di reclutamento emanate ai sensidel comma 295, della legge n. 205 del 2017,anche i vigili volontari iscritti ai distacca-menti volontari, fermi restando gli altrirequisiti previsti dalla legge 205/2017.

9/1334-AR/269. Ruffino, Napoli.

La Camera,

premesso che:

le ricorrenti crisi idriche impon-gono la riduzione dei consumi di acqua euna accorta gestione della preziosa risorsa;la missione 18.12 del Ministero dell’am-biente assegna 418 milioni di euro anchealla gestione della risorsa idrica;

un aumento dell’efficienza idrica euna conseguente riduzione dei consumi ener-getici indiretti può essere conseguita agendosulle caratteristiche fisiche delle attrezza-ture sanitarie installate negli edifici;

il provvedimento in esame proroga ibonus per il risparmio energetico. Si ritienenecessario estendere il sistema d’incentiva-zione cosiddetto « Ecobonus » al rinnovodel parco installato di rubinetterie e sani-tari, prevedendo l’installazione di apparec-chiature a ridotto consumo d’acqua o che

utilizzando la tecnologia tramite le quali siarricchisce l’acqua con aria;

tali tecnologie assicurano un incre-mento strutturale dell’efficienza idrica de-gli edifici, nonché una contestuale ridu-zione degli ingenti consumi energetici in-direttamente legati a quelli idrici che siregistrano nelle varie fasi di captazione,trattamento, adduzione, sollevamenti, al-lentamento e depurazione;

qualora tale bonus fosse introdottomercato attivabile, sulla base della espe-rienza bonus elettrodomestici è pari a circa1,7 miliardi nel solo 2019, per la gran parterelativi a prodotti italiani, che nello speci-fico settore, sono di eccellenza,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di introdurre in unprossimo provvedimento l’ecobonus rispar-mio idrico, secondo le modalità descritte inpremessa.

9/1334-AR/270. Porchietto.

La Camera,

premesso che:

la Manovra economica contiene mi-sure per il risparmio energetico e l’incen-tivazione delle energie alternative;

la disciplina incentivante per gli im-pianti di produzione di energia da fontirinnovabili, in corso di revisione, ha pre-visto una differenziazione delle tariffe, ol-tre che in funzione della tipologia di ali-mentazione (prodotti, sottoprodotti e ri-fiuti), anche per taglia di impianto;

in tale contesto, una dimensione ade-guata – sotto il profilo ambientale, gestio-nale ed economico – degli impianti di bio-gas e di quelli alimentati a biomasse agri-cole che dovrebbero beneficiare di misuredi sostegno con procedure agevolate sem-bra ragionevolmente quella dei 300 ICW, inquanto rappresenta la soglia utile di rife-rimento sia nel caso di singole aziende, chenell’ipotesi di piccole cooperative o con-sorzi di agricoltori associati per una ge-

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stione più efficiente e sostenibile dell’im-pianto;

è necessario favorire la produzionedi energia elettrica garantendo una mag-giore sostenibilità ambientale, nonché im-pianti localizzati nelle aree vulnerabili ainitrati, qualora siano sono alimentati consottoprodotti provenienti da attività di al-levamento,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di:

emanare disposizioni che consentanoai biogas fino a 300 KW di continuare adaccedere agli incentivi previsti dal decretolegislativo 3 marzo 2011, n. 28, sulla basedelle modalità e delle procedure definitedal decreto 23 giugno 2016 del Ministrodello sviluppo economico adottato di con-certo con il Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, nel limite diun costo medio annuo pari a 5,8 miliardi dieuro calcolato secondo le modalità di cuiall’articolo 27, comma 2, del citato decretointerministeriale;

prevedere che abbiano priorità di ac-cesso agli incentivi gli impianti localizzatinelle aree vulnerabili da nitrati e che sonoalimentati con sottoprodotti provenienti daattività di allevamento, con una soglia mas-sima del 20 per cento di prodotti derivantida colture dedicate.

9/1334-AR/271. Paolo Russo.

La Camera,

premesso che:

la Manovra economica contiene mi-sure volte a favorire la diffusione dellosport, con particolare riguardo allo sportgiovanile;

in tale ambito le società sportivedilettantistiche senza fine di lucro ricono-sciute dal CONI svolgono una meritoriaopera di diffusione dello sport tra i giovani;

i dati forniti dal CONI e dall’ISTATsullo sport indicano con chiarezza il ruolo

eccezionale del no profit nello sport: oltre80.000 mila sono le associazioni, con unacrescita annua continua e oltre un milionei volontari impegnati al quotidianamente alservizio dei cittadini;

il Contratto di Governo ritiene ne-cessario introdurre ulteriori agevolazionifiscali e contributive per le associazionisportive dilettantistiche;

numerose tra queste associazioni ge-stiscono, aree demaniali in regime conces-sorio, sulle quali gravano i relativi oneri,senza che dalla suddetta concessione, di-versamente dagli altri concessionari, rice-vano alcun ricavo economico;

ai sensi dell’articolo 3 del decretolegislativo 30 dicembre 1992, n. 504, i con-cessionari sono soggetti passivi dell’impostaICI poi IMU, in relazione alle aree da essedirettamente gestite,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di escludere lesocietà sportive dilettantistiche senza finedi lucro riconosciute dal CONI, dal noverodei soggetti passivi dell’IMU ai sensi delprimo periodo del comma 2 dell’articolo 3del decreto legislativo 30 dicembre 1992,n. 504, in relazione alle aree demaniali daesse direttamente gestite.

9/1334-AR/272. Barelli, Pella, Marin.

La Camera,

premesso che:

per sostenere la filiera del granoduro il Governo ha stanziato) a favore degliagricoltori che sottoscrivono contratti difiliera del grano duro;

l’aiuto del « fondo grano duro » siapplica esclusivamente alla produzione digrano duro per la trasformazione indu-striale e non alla produzione di grano peraltri usi;

l’annata 2018 particolarmente pio-vosa ha comportato il rischio che le im-prese di trasformazione decidessero di non

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corrispondere agli impegni presi nei tavolidi filiera del grano duro coi produttori, inforza della scarsa qualità della produzione;

è di tutta evidenza che la metodo-logia applicativa del meritorio impegno delGoverno al sostegno della filiera, sta pro-ducendo delle storture di sistema, in dannodei produttori, con il conseguente incre-mento dell’importazione di grano dall’e-stero, non sempre rispondente ai parametridi sicurezza imposti agli agricoltori italiani,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di modificare insenso più favorevole ai produttori le normesulla filiera del grano duro, ampliandone laportata ed eventualmente prevedendo l’in-troduzione dell’accesso semplificato al cre-dito, ivi compreso il credito di esercizio, nelrispetto delle norme dell’Unione europea inmateria di aiuti « de minimis ».

9/1334-AR/273. Spena.

La Camera,

premesso che:

il Patent Box introduce un regimeopzionale di tassazione per i redditi deri-vanti dall’utilizzo di brevetti industriali,formule acquisite nel campo industriale,giuridicamente tutelabili. Consente di be-neficiare dell’esclusione dalla base imponi-bile dell’Ires e dell’Irap di una quota pro-gressiva (30 per cento nel 2015, 40 percento nel 2016 e 50 per cento nel 2017) delreddito derivante dall’utilizzo, dalla ven-dita o dalla cessione in licenza di alcunetipologie di beni immateriali;

il regime Patent Box ha l’obiettivo direndere il mercato italiano maggiormenteattrattivo per gli investimenti nazionali ri-portando in Italia gli esteri tutelando quindi,anche la base imponibile italiana. Si stavaverificando la tendenza di delocalizzare laproprietà intellettuale, con una perdita dientrate per l’erario ma soprattutto per ilpaese in termini di conoscenza e compe-tenza;

gli accordi concimi sono oltre mille.Alle 788 società di capitali, di persone editte individuali che hanno beneficiato delladetassazione di marchi e brevetti nelle di-chiarazioni 2016 (redditi 2015) si aggiun-gono altri 435 soggetti che hanno ottenutoil via libera del Fisco per utilizzare ladetassazione del 50 per cento nel 2017;

tuttavia il Patent box non risultaessere stato attuato per alcuna azienda delsettore farmaceutico. Le aziende di talesettore segnalano che le istanze sono statecorrettamente inoltrate e non sono staterigettate entro i previsti 60 gg. Tuttavianessuna azienda è stata chiamata a siglarel’accordo con l’Agenzia delle Entrate. Anulla sono servite molteplici richieste sia alMISE sia all’Agenzia delle Entrate;

il patent box è particolarmente im-portante in un settore come la farmaceu-tica dove gli investimenti in ricerca e in-novazione sono elevati e i ritorni sono alungo termine. Nel farmaceutico l’investi-mento medio rispetto al fatturato è del 15per cento,

impegna il Governo

a intervenire con propri provvedimenti, alfine di dare certezza all’esito delle do-mande presentate ai sensi dei commi da 37a 43 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre2014, n. 190 relativi al regime del patentbox nel settore delle ricerca, prevedendoche, in caso di positiva istruttoria dell’i-stanza, l’Accordo tra impresa e Agenziadelle entrate debba essere siglato entro isuccessivi trenta giorni e che tale proce-dura si applichi anche alle istanze già po-sitivamente esitate, per le quali non è an-cora pervenuto l’Accordo.

9/1334-AR/274. Fiorini.

La Camera,

premesso che:

tra fine ottobre e inizio novembre2018, una eccezionale ondata di maltempo,accompagnata da venti che hanno rag-giunto i 190 km orari, ha fatto strage di

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alberi nelle regioni Trentino Alto AdigeFriuli, e Veneto. Sono state colpite dura-mente anche colture pregiate come quelladegli abeti rossi, nelle foresta di Paneveg-gio, conosciuta come la foresta dei violini;

secondo alcune valutazioni sono statiabbattuti 15 milioni di metri cubi di le-gname pari a circa 7 milioni di alberi,materia prima per i prossimi 5-10 anni. Inalcune aree o province di queste regioni ilsettore forestale rappresenta fino al 10 percento del PIL e interessa direttamente oindirettamente il 20 per cento delle fami-glie;

la Coldiretti l’11 novembre ha lan-ciato un allarme, secondo il quale il prezzodel legno è sceso del 30 per cento. Il mer-cato del legno lungo l’arco alpino in Italiaè sotto pressione con prezzi al ribasso, inalcuni casi dimezzati con il rischio di untracollo del valore per tutte le tipologie dilegname, da costruzione, da ardere, da bio-massa, da carta e da mobilio, a causa dellapresenza di un fiume di milioni di metricubi di tronchi rasi al suolo o finiti neicorsi d’acqua;

per fermare un effetto valanga sul-l’intera produzione nazionale, Coldiretti eFedereste hanno consigliato, anche per chinon si trova nelle aree colpite, di nonsvendere a chi vuole avere il legno italianoa prezzi di saldo. È stata chiesta la crea-zione di una Banca del legno per soste-nerne il prezzo;

le autorità locali hanno chiesto in-terventi per provvedere alla ricostruzioneboschiva nelle aree devastate, alla manu-tenzione del territorio montano e delle vallialpine. È stata chiesta la redazione di unpiano di riforestazione sul modello di quelloadottato dalla Svizzera dopo la tempestaLothar del 1999 e il riconoscimento delvalore di presidio idrogeologico agli opera-tori agricolo-forestali delle aree montane;

è necessario valorizzare il lavoro edil sacrificio di coloro che vi operano; biso-gna intervenire sul reddito delle popola-zioni montane colpite, al fine di evitare

l’impoverimento e lo spopolamento di quellearee,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di modificare, li-mitatamente alle aree individuate in pre-messa, le norme relative alle prestazioni dilavoro occasionale in agricoltura di cuiall’articolo 54-bis del decreto-legge 24 aprile2017, n. 50, convertito dalla legge 21 giu-gno 2017, n. 96, come modificato dall’arti-colo 2-bis del decreto-legge 12 luglio 2018,n. 87, convertito, con modificazioni, dallalegge 9 agosto 2018, n. 96, ampliandone lepossibilità applicative.

9/1334-AR/275. Biancofiore.

La Camera,

premesso che:

i commi 123 e successivi dell’arti-colo 1 del provvedimento in esame preve-dono contributi a fondo perduto sotto formadi voucher per l’acquisizione di prestazioniconsulenziali di natura specialistica fina-lizzate a sostenere i processi di trasforma-zione tecnologica e digitale previsti dal« Piano Nazionale Impresa 4.0 » e di am-modernamento degli assetti gestionali e or-ganizzativi dell’impresa. La norma è statariscritta in commissione in senso più favo-revole alle micro e piccole imprese, preve-dendo che il contributo nella forma divoucher è riconosciuto – in relazione aciascun periodo di imposta – in misurapari al 50 per cento dei costi sostenuti edentro il limite massimo di 40 mila euro;

i contributi voucher manager ven-gono concessi subordinatamente alla sotto-scrizione di un apposito contratto di ser-vizio di consulenza tra i soggetti e le societào manager qualificati iscritti in un appositoelenco e che con decreto ministeriale sonofissati i requisiti soggettivi per l’iscrizione atale elenco, nonché i criteri e le modalitàper l’erogazione dei contributi;

i liberi professionisti e i lavoratoriautonomi debbono considerarsi a pienotitolo micro imprese. Tale impostazione è

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stata più volte riconosciuta dalla legge: atitolo di esempio l’accesso al fondo di ga-ranzia per le PMI o ai Fondi europei, qualiil Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr)è stato riconosciuto anche ai professionisti,

impegna il Governo:

a valutare la possibilità di modificarela normativa sui distretti produttivi e sullereti di imprese di cui all’articolo 3 deldecreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 9aprile 2009, n. 33, prevedendo che questapossa estendersi anche ai lavoratori auto-nomi e ai soggetti esercenti attività libero-professionali previo deposito, per questiultimi, del contratto di rete tra professio-nisti, presso i rispettivi Ordini professio-nali;

in tale ambito a valutare la possibilitàdi estendere il voucher previsto ai commi123 e successivi dell’articolo 1, anche ailiberi professionisti organizzati in forma direte d’impresa.

9/1334-AR/276. Mandelli.

La Camera,

premesso che:

l’A.C. 1334 – disegno di legge re-cante Bilancio di previsione dello Stato perl’anno finanziario 2019 e bilancio plurien-nale per il triennio 2019-2021, approvatodalla commissione Bilancio introduce nu-merose norme in materia di corretto fun-zionamento delle istituzioni scolastiche eprevede, in tal senso, misure di supera-mento di situazioni di precariato e di vuotonormativo che non hanno permesso, adoggi, di garantire l’efficienza del sistema;

una delle criticità che si ripete damolti anni scolastici e che inficia il buonandamento organizzativo delle istituzioniscolastiche è quella caratterizzata dal ri-corso alle reggenze per far fronte alla ca-renza di dirigenti scolastici – si contanocirca 2000 sedi vacanti gestite da dirigentiscolastici costretti a dividersi tra più scuoleanche molto distanti fra loro;

sulla vicenda dei contenziosi in ma-teria di concorsi per l’accesso al ruolo didirigente scolastico è intervenuta la leggen. 107 del 2015 che, ai commi da 87 a 90,ha previsto la possibilità per alcune cate-gorie di concorrenti delle procedure con-corsuali 2004, 2006 e 2011 di partecipare auna procedura riservata da cui, operandouna grave disparità di trattamento, sonostati esclusi i soggetti che abbiano avutouna sentenza favorevole almeno nel primogrado di giudizio alla data di entrata invigore della legge n. 107 del 2015, ovveroabbiano ancora in corso il contenzioso av-verso il D.D. 499/2015 per il reclutamentodei dirigenti scolastici dove la legge nonconsente loro la partecipazione alla proce-dura di immissione nei ruoli dei dirigentiscolastici riservata che è invece prevista peri soggetti che si trovano nella medesimasituazione rispetto alle procedure concor-suali 2004 e 2006;

l’eventuale immissione delle catego-rie sopracitate non comporterebbe ulte-riori oneri per lo Stato, ma al contrario,rispetterebbe i criteri di economicità edefficienza delle risorse nel settore pubblicoe permetterebbe di limitare che notevolicosti derivanti dai contenziosi ancora apertigravino sul Bilancio dello Stato,

impegna il Governo

ad adottare opportune iniziative finalizzatead avviare una nuova sessione speciale delcorso intensivo di formazione per il ruolodi dirigente scolastico, di durata di 80 orecomplessive con prova scritta finale, di cuial comma 87 e seguenti, dell’articolo 1 dellalegge 13 luglio 2015 n. 107, per gli aspirantidirigenti che hanno in corso un conten-zioso avverso il decreto direttoriale delMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca 13 luglio 2011, pubblicatonella Gazzetta Ufficiale, 4 serie speciale,n. 56 del 15 luglio 2011, ovvero il decretodirettoriale n. 499 del 20 luglio 2015 al finedi garantire il regolare e più efficientefunzionamento delle istituzioni scolastiche,diminuendo significativamente il numerodelle reggenze.

9/1334-AR/277. D’Attis.

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La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca, trale altre, disposizioni in materia di lavoro esostegno al reddito;

appare auspicabile consentire aglienti previdenziali privatizzati, di cui ai de-creti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del1996, fermo restando il rispetto degli equi-libri finanziari delle rispettive gestioni, nel-l’ambito delle prestazioni a favore degliiscritti, di attuare forme di tutela a soste-gno del reddito, assistenza e welfare, e inparticolare favorire l’ingresso di giovaniprofessionisti nel mercato del lavoro delleprofessioni, consentendo agli enti di ope-rare a tutela dell’attività libero-professio-nale con una serie di misure di sostegno;

allo scopo di monitorare e assicu-rare l’equilibrio finanziario e la tutela pre-videnziale a lungo termine di ogni singolagestione, appare altresì necessario che ipredetti enti istituiscano appositi organismidi monitoraggio e controllo dell’andamentodelle retribuzioni, delle prestazioni e dellecontribuzioni, nonché delle dinamiche delmercato del lavoro, anche in ambito comu-nitario, delle professioni ordinistiche,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di adottareogni iniziativa, anche normativa sin dalprossimo provvedimento utile, finalizzata adare seguito a quanto esposto in premessa,consentendo agli enti previdenziali priva-tizzati richiamati di attuare forme di na-tura socio-assistenziale, di promozione esostegno del reddito e dell’esercizio dellalibera professione, in particolare per favo-rire l’ingresso di giovani professionisti nelmercato del lavoro, nonché di welfare;

a valutare l’opportunità di adottareogni iniziativa, anche normativa sin dalprossimo provvedimento utile, finalizzataall’istituzione di appositi organismi di mo-nitoraggio succitati.

9/1334-AR/278. Sarro, Paolo Russo.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge di bilancio con-tiene norme che incidono sul sistema deicontributi a sostegno dell’editoria;

l’editoria costituisce un settore fon-damentale per le istituzioni democratichedel Paese sia dal punto di vista della cir-colazione delle idee e delle informazioniche da quello imprenditoriale e occupazio-nale e in tale contesto, risulta ancora piùimportante difendere le voci minori; il set-tore appare già fortemente in difficoltà eattiene alle istituzioni democratiche soste-nerlo e garantire che non perisca sotto ilpeso di una crisi economica derivante an-che dalla necessità di adeguare il sistemaalle nuove radicali trasformazioni che leinnovazioni tecnologiche richiedono;

sul sistema delle regole a favoredell’editoria sono intervenute modifiche solonel 2016 e sarebbe necessario che, soprat-tutto dal punto di vista economico e degliinvestimenti imprenditoriali, si possa con-tare su un quadro di regole certe chepermettano interventi di medio e lungoperiodo;

interventi indiscriminati sul sistemadel sostegno all’editoria determinerannochiusure immediate soprattutto delle pic-cole imprese editoriali che non avranno lapossibilità di affrontare con gradualità lasituazione e di adottare un qualsivogliapiano industriale anche in difesa dell’occu-pazione dei propri dipendenti;

favorire l’equilibrio economico delleaziende editoriali costituisce un assuntoindiscutibile in un Paese democratico inquanto in tal modo, attraverso la garanziadi indipendenza economica delle imprese,si assicura ai cittadini pluralismo, obietti-vità, correttezza e completezza dell’infor-mazione;

la crisi dell’editoria si trascina die-tro anche altri settori quale quello dellarete di distribuzione e di vendita della cartastampata che vede la moria e la chiusura diimprese di distribuzione e di punti venditadell’editoria su carta;

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il sostegno all’editoria è stato giàfortemente ridimensionato con recenti in-terventi legislativi così che si è consisten-temente ristretto il numero dei destinataridi interventi di sostegno finanziario,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle normecitate in premessa al fine di intervenire conmisure di sostegno volte a impedire lachiusura di altre aziende editoriali, a con-trastare, per un effetto domino che si pro-pagherà anche all’indotto, la chiusura diaziende la cui attività è strettamente con-nessa con quella delle imprese editoriali, acontrastare l’impoverimento di tutto il set-tore, a garantire con atti concreti il plura-lismo dell’informazione nonché a evitare illicenziamento di migliaia di lavoratori.

9/1334-AR/279. Casciello.

La Camera,

premesso che:

nel corso della seduta straordinariadella Conferenza Stato-Città ed autonomielocali del 29 novembre 2018, presieduta dalSottosegretario di Stato al Ministero del-l’interno Stefano Candiani, su incarico delMinistro Matteo Salvini, ANCI ha espressoparere favorevole sullo schema di decretodel Presidente del Consiglio dei ministrirecante « Aggiornamento a metodologia in-variata dei fabbisogni standard dei Comuniper il 2019 » e ha sancito accordo sul « Fondodi Solidarietà Comunale per l’anno 2019 »;

considerato che:

nella stessa seduta il Governo haassunto il chiaro impegno, in accordo alprincipio di leale collaborazione fra enti didiverso livello istituzionale, a: mantenere lapercentuale di accantonamento al FondoCrediti Dubbia Esigibilità (FCDE) al 75 percento; ridurre da 5 a 3 anni il periodo dicalcolo dell’andamento della riscossione;mantenere la quota di applicazione deifabbisogni standard al 45 per cento; assi-curare la possibilità di avvalersi di un’an-ticipazione di tesoreria pari a 6 dodicesimi

con un ruolo svolto da Cassa Depositi ePrestiti; definire congiuntamente, nel casosia stabilizzato, il valore della posta dicompensazione IMU-Tasi,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative neces-sarie affinché sia dato seguito, all’internodella legge di bilancio 2019, alle previsionidell’Accordo richiamate in premessa.

9/1334-AR/280. Pella.

La Camera,

premesso che:

la Commissione Bilancio ha appro-vato sull’articolo 87 un emendamento (87.2),che introduce nell’ordinamento una normadi portata retroattiva, essendo applicabileanche alla deduzione delle quote di am-mortamento dell’avviamento relative all’e-sercizio in corso;

considerato che:

tale circostanza comporta, per de-finizione, conseguenze deteriori, dal mo-mento che le politiche di bilancio (ivi in-clusa l’eventuale distribuzione di dividendi)sono state assunte nel presupposto delladeducibilità della quota relativa al 2018,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di ripristinare unasituazione di corretta gestione dei bilanci,prevedendo che la rimodulazione della de-duzione delle quote di ammortamento del-l’avviamento operi a partire da quella chesarebbe stata deducibile nell’esercizio suc-cessivo a quello in corso al 31 dicembre2018 (vale a dire nel 2019, per i soggetti conesercizio coincidente con l’anno solare).

9/1334-AR/281. Polidori, Spena.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevededisposizioni in materia di fondo per ilristoro dei risparmiatori;

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in particolare, nella sua formula-zione originaria l’articolo 38 del provvedi-mento in esame prevedeva all’articolo l’i-stituzione di un Fondo per il ristoro deirisparmiatori che hanno subito un dannoingiusto in relazione all’investimento inazioni di banche poste in liquidazione co-atta amministrativa nell’ultimo biennio, usu-fruendo dei servizi prestati dalla bancaemittente o da società controllata. TaleFondo sostituisce quello istituito dalla leggedi bilancio 2018, avente analoghe finalità. Ilristoro è pari al 30 per cento dell’importoonnicomprensivo riconosciuto o liquidatonelle sentenze o pronunce dell’autorità giu-diziaria o dell’Arbitro per le ControversieFinanziarie – ACF, entro il limite massimocomplessivo di 100.000 euro per ciascunrisparmiatore;

durante l’esame del provvedimentoin sede referente sono state approvate dellemodifiche in forza delle quali si prevedeche per i soggetti che accedono al paga-mento corrisposto dal Fondo per il ristorodei risparmiatori resta impregiudicato ildiritto di agire in giudizio per il risarci-mento della parte di danno eccedente ilristoro erogato dal Fondo mentre nella suaformulazione originaria la lettera f) delcomma 3 prevedeva che l’accettazione delpagamento a carico del Fondo equivale arinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto epretesa connessa alle stesse azioni, salvoquanto previsto con riferimento alla pos-sibilità che venga aumentata la percentualedi rimborso della sentenza o della pronun-cia. Infine, è stata approvata una disposi-zione con la quale si autorizza la spesa di1,5 milioni di euro a decorrere dall’anno2019, al fine di potenziare, nell’ambito dellemisure a tutela dei risparmiatori, la fun-zione di vigilanza della Commissione divigilanza sui fondi pensione (COVIP) anchein conseguenza dell’attuazione dei compitiderivanti dal recepimento della direttiva(UE) 2016/2341 sulla vigilanza degli entipensionistici aziendali o professionali;

durante il dibattito in sede refe-rente è stato discusso l’emendamenton. 38.13 con cui si chiede di prevedere lanullità dei patti di quota lite che abbiano

per oggetto somme erogate dal Fondo per ilristoro dei risparmiatori,

impegna il Governo

a valutare con particolare attenzione l’op-portunità di adottare ogni iniziativa nor-mativa finalizzata a dare seguito ai conte-nuti dell’emendamento richiamato in pre-messa, al fine di prevedere che siano nullii patti di quota lite che abbiano per oggettosomme erogate dal Fondo per il ristoro deirisparmiatori.

9/1334-AR/282. Zanettin.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevedeun innalzamento del tetto massimo (dal 5per cento all’8 per cento dell’attivo patri-moniale) degli investimenti effettuati dallecosiddette Casse previdenziali, agevolabiliai sensi del comma 88 dell’articolo 1 dellalegge n. 232 del 2016 che possono esseredestinati agli investimenti qualificati non-ché ai piani di risparmio di lungo termine(PIR);

considerato che:

il risparmio privato degli italianiammonta a circa 4.400 miliardi di euro. Unitaliano su due ha i propri risparmi liquidi.Sono infatti 2200 i miliardi investiti a brevetermine, di cui oltre 1.400 miliardi sonoliquidi nei conti correnti. Tenere il propriorisparmio in liquidità, non investirlo, vuoldire rinunciare ad un potenziale guadagnoe soprattutto significa non sostenere la no-stra economia e non supportare le nostreimprese;

la crisi e l’incertezza in questi annise da un lato hanno fatto crescere la pro-pensione al risparmio, dall’altro hanno fre-nato i consumi delle famiglie e bloccato gliinvestimenti delle imprese;

i piani di risparmio a lungo terminepossono sortire effetti positivi: a) per lefamiglie italiane che sono le più risparmia-trici al mondo, perché detassando gli utili

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di natura finanziaria aumentano i rendi-menti dei loro risparmi; b) per le impreseperché possono disporre di risorse senzadover passare per il sistema bancario, chesappiamo sta attraversando una profondacrisi; per le banche che vedranno allegge-rirsi la loro esposizione verso le imprese equindi anche il rischio dei crediti deterio-rati; per le libere professioni perché i PIRspingeranno migliaia di piccole e medieimprese a quotarsi in borsa e per farloavranno bisogno della consulenza di com-mercialisti, avvocati, notai;

nel corso della discussione in sedereferente del provvedimento esame sonostati depositati alcuni emendamenti fina-lizzati ad elevare dal 5 per cento fino al 10per cento il tetto stabilito per gli investi-menti effettuati da casse previdenziali ofondi pensione, limitatamente alla sotto-scrizione dei PIR, nonché di ampliare ilimiti individuali di 30.000 euro annui e di150.000 euro complessivi previsti per lepersone fisiche, portando il primo limite a100.000 euro e il secondo a 500.000 euro.Inoltre, è stato proposto che venisse modi-ficato il comma 89 della legge di bilancio2017 al fine di: 1) prevedere che le sommeindicate dal precedente comma 88 dellalegge di bilancio 2017 (ovverosia le sommedestinate dalle casse previdenziali, ovverogli enti di previdenza obbligatoria, ai PIR)debbano essere investite in azioni o quotedi imprese residenti nel territorio delloStato ai sensi dell’articolo 73 del testo unicodelle imposte sui redditi, di cui al decretodel Presidente della Repubblica 22 dicem-bre 1986, n. 917, o in Stati membri dell’U-nione europea o in Stati aderenti all’Ac-cordo sullo Spazio economico europeo constabile organizzazione nel territorio mede-simo ovvero in obbligazioni, titoli similari ecambiali finanziarie emesse da tali predetteimprese (lettera a)); 2) includere tra gliinvestimenti agevolati di cui al comma 89 lequote o azioni di OICR di credito, di OICRimmobiliari, di OICR infrastrutturali, non-ché in prestiti erogati per il tramite dipiattaforme di prestiti per soggetti finan-ziatori non professionali – piattaforme diPeer to Peer Lending – gestite da societàiscritte all’albo degli intermediari finan-

ziari di cui all’articolo 106 del testo unicodelle leggi in materia bancaria e creditizia,di cui al decreto legislativo 1° settembre1993, n. 385, o da istituti di pagamentorientranti nell’ambito di applicazione del-l’articolo 114 del medesimo testo unico dicui al decreto legislativo n. 385 del 1993,autorizzati dalla Banca d’Italia, nonché ititoli di Stato italiani e titoli emessi dagliStati inclusi nella lista di cui al decretoministeriale 4 settembre 1996. Infine è statoproposto di semplificare le regole per l’e-missione, a da parte delle PMI italiane, diazioni o obbligazioni oggetto dei meccani-smi agevolativi e di introdurre una agevo-lazione tributaria nella forma di una ridu-zione dell’aliquota di imposta dal 26 percento al 12,5 per cento per le obbligazioniil cui emittente non sia rappresentato daconsorzi di piccole e medie imprese costi-tuiti al solo scopo di tali emissioni;

si evidenzia, inoltre, che l’avvio deicosiddetti PIR, da Gennaio 2017, ha con-tribuito in maniera determinante a portarecapitale di rischio a favore delle PMI ita-liane: in particolare ne hanno beneficiato lePMI che si sono quotate all’AIM Italia,mercato borsistico creato da Borsa Italianae che oggi vede i seguenti dati (fine agosto2018): 114 società quotate; 27 PMI che sisono quotate nel 2018; oltre 800 milioni dieuro raccolti per capitalizzare le impresequotate nel solo 2018; oltre 3 miliardi didenaro raccolto dalla creazione dell’AIM(2008) ad agosto 2018;

infine si evidenzia che i probleminormativi e operativi sono emersi sulladisciplina dei PIR applicati alle Casse diPrevidenza e sono riconducibili al fatto di:l) non aver ricompreso gli OICR PIR Com-pliant negli investimenti qualificati di cuiall’articolo 1, comma 89 della legge n. 232dell’11 dicembre 2016 (legge di bilancio2017); 2) non aver escluso le Casse diPrevidenza dall’applicazione del principiodi unicità dei PIR previsto per le personefisiche di cui all’articolo 1, comma 112

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della legge 232 dell’11 dicembre 2016 (leggedi bilancio 2017),

impegna il Governo:

a valutare con particolare attenzionela possibilità di adottare ogni iniziativa dicarattere normativo finalizzata a dare se-guito ai contenuti delle proposte emenda-tive evidenziate in premessa, aumentandole risorse che i risparmiatori privati edistituzionali possono investire nei piani dirisparmio a lungo termine, semplificando eriducendo i costi per consentire alle PMI diquotarsi e di emettere obbligazioni; e in-fine, consentendo ai PIR la possibilità disottoscrivere anche quote o azioni di OICRdi credito, di OICR immobiliari, di OICRinfrastrutturali e, infine, titoli di Stato;

a valutare con particolare attenzionel’opportunità di adottare ogni iniziativa dicarattere normativo volta a risolvere i pro-blemi normativi e operativi che sono emersisulla disciplina dei PIR applicati alle Cassedi Previdenza esposti in premessa.

9/1334-AR/283. Giacomoni, Bignami, Ba-ratto, Martino, Benigni, Cattaneo, Ange-lucci.

La Camera,

in sede di esame del disegno di leggen. 1334, recante Bilancio di previsione delloStato per l’anno finanziario 2019 e bilanciopluriennale per il triennio 2019-2021;

premesso che:

il provvedimento è in primo luogoriconducibile alle materie « sistema tribu-tario e contabile dello Stato e tutela dellaconcorrenza », rimesse alla competenza le-gislativa esclusiva dello Stato, ai sensi del-l’articolo 117, secondo comma, lettera e),della Costituzione;

il disegno di legge investe altresì, invia prevalente, le materie « armonizzazionedei bilanci pubblici », anch’essa spettantealla competenza legislativa esclusiva delloStato (articolo 117, secondo comma, letterae), Costituzione, come modificato dalla legge

costituzionale n. 1 del 2012, che ha intro-dotto in Costituzione il principio del pa-reggio di bilancio) e « coordinamento dellafinanza pubblica e del sistema tributario »,di competenza legislativa concorrente traStato e regioni;

la prima sezione (Misure quantita-tive per la realizzazione degli obiettivi pro-grammatici) – disciplinata dai nuovi commida 1-bis a 1-quinquies dell’articolo 21 dellalegge n. 196 del 2009 – contiene le dispo-sizioni in materia di entrata e di spesaaventi ad oggetto misure quantitative de-stinate a realizzare gli obiettivi program-matici, con effetti finanziari aventi decor-renza nel triennio considerato dal bilancio;

le misure introdotte nel presenteprovvedimento non sono in grado di tute-lare a sufficienza il comparto sicurezza,lasciando dunque un settore strategico peril Paese soltanto a mere logiche di propa-ganda;

con l’entrata in vigore del nuovotrattamento economico dirigenziale (intro-dotto dall’articolo 45, comma 4, del decretolegislativo n. 95 del 2017 di « riordino deiruoli ») i funzionari e gli ufficiali delleForze di polizia con la qualifica di ViceQuestore Aggiunto/Vice Questore e gradicorrispondenti sono stati esclusi, a decor-rere dal 1° gennaio 2018, dalla possibilitàdi percepire il compenso per l’efficienza deiservizi istituzionali (cosiddetti « ESI »), inquanto istituto economico riservato al per-sonale cosiddetto « contrattualizzato »;

tale detrimento economico è statosolo in minima parte mitigato dall’istitu-zione (sempre in sede di « riordino deiruoli ») di un apposito fondo che, infatti, èespressamente devoluto al suddetto perso-nale per « fronteggiare specifiche esigenzedi carattere operativo ovvero valorizzarel’attuazione di specifici programmi o rag-giungimento di qualificati obiettivi »;

in assenza di un’adeguata misuracompensativa, tuttavia, gli interessati – che,peraltro, nelle rispettive Amministrazioni,assolvono importanti funzioni operative edi responsabilità – oltre a percepire untrattamento economico complessivo infe-

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riore a quello « ante-riordino », risultereb-bero danneggiati rispetto al personale co-siddetto « contrattualizzato » impiegato inincarichi analoghi che, invece, come detto,continua a percepire i compensi per l’ESI;

si rende, pertanto, necessario unurgente intervento finalizzato a incremen-tare le disponibilità del predetto fondo (ar-ticolo 45, comma 11, del decreto legislativon. 95 del 2017) in misura sufficiente acompensare la mancata remunerazione agliinteressati dell’efficienza dei servizi istitu-zionali, consentendo, già nel 2019, l’ado-zione dei decreti ministeriali previsti dallanorma per la definizione dei criteri diattribuzione delle risorse al personale edelle relative misure degli emolumenti,

impegna il Governo

a valutare le opportune iniziative al fine diprevedere un adeguato incremento del fondodi cui all’articolo 45, comma 11, del decretolegislativo 29 maggio 2017, n. 95, per ga-rantire una maggiore tutela dei vice que-stori aggiunti e vice questori e qualifiche egradi corrispondenti promuovendo, in que-sto modo, il raggiungimento di qualificatiobiettivi.

9/1334-AR/284. Maria Tripodi.

La Camera,

premesso che:

nel corso dell’esame del disegno dilegge di bilancio nella V Commissione èstato approvato l’emendamento 57.15 Gel-mini, Aprea e altri volto ad aumentare da180 a 210 il numero di ore complessivo dadestinare obbligatoriamente ai percorsi perle competenze trasversali, precedentementedenominati di alternanza scuola-lavoro, nelle3 classi terminali dei corsi di studio degliistituti professionali;

nell’ottica dell’attuazione di politi-che di qualificazione dei percorsi per lecompetenze trasversali negli istituti profes-sionali appare imprescindibile il rafforza-mento dell’identità dell’istruzione profes-sionale, nonché la sovrapposizione dei per-

corsi dell’istruzione professionale con quellidi IeFP di competenza delle Regioni;

le disposizioni legislative in materiadi istituti professionali prevedono che, aconclusione del primo ciclo di istruzione glistudenti possano scegliere tra:

i percorsi di istruzione professio-nale, di durata quinquennale, finalizzati alconseguimento del relativo diploma, realiz-zati da scuole statali e da scuole paritariericonosciute;

i percorsi IeFP, di durata triennaleper il conseguimento di qualifiche e didurata quadriennale per il conseguimentodi diplomi professionali, realizzati dalleistituzioni formative accreditate dalle Re-gioni,

impegna il Governo

a prevedere che le ore destinate ai percorsiper le competenze trasversali siano desti-nate anche agli ultimi due anni del triennioiniziale dei percorsi di istruzione e forma-zione professionale per il conseguimento diqualifiche triennali e di diplomi professio-nali quadriennali, realizzati dalle istitu-zioni formative accreditate dalle Regioni edalle Province autonome di Trento e diBolzano, di cui all’articolo 2, comma 1,lettera b) del decreto legislativo n. 61 del2017.

9/1334-AR/285. Aprea.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge di bilancio inesame non contiene misure in grado dirilanciare gli investimenti e promuovere larinascita industriale e occupazionale, inparticolare nelle Regioni ricomprese nel-l’Obiettivo Europeo « Convergenza » (Cala-bria, Campania, Puglia e Sicilia);

per raggiungere questi obiettivi, sa-rebbe stato necessario inserire il riconosci-mento nei confronti delle imprese ivi ope-ranti della possibilità di fruire dell’inte-grale esenzione dell’imposta sul reddito delle

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società (IRES): un vero e proprio shockfiscale teso a centrare gli obiettivi dell’au-mento e del miglioramento della qualitàdegli investimenti delle imprese;

per finanziare tale misura (che haun onere di circa 2 miliardi di euro), po-trebbero essere utilizzate le risorse dei fondistrutturali e di investimento europei,

impegna il Governo

ad attivarsi in sede europea per ottenere lapossibilità dell’utilizzo dei fondi strutturaliper finanziare l’esenzione integrale dell’im-posta sul reddito delle società (IRES) per lenuove imprese che avviano un’attività eco-nomica nelle Regioni ricomprese nell’Obiet-tivo Europeo « Convergenza ».

9/1334-AR/286. Occhiuto.

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge di bilancio, all’ar-ticolo 1, comma 151, istituisce nello stato diprevisione del MAECI un Fondo con unadotazione finanziaria di 2 milioni di europer il 2019 e per il 2020 e di 4 milioni dieuro a decorrere dal 2021 per interventi disostegno diretto alle popolazioni apparte-nenti a minoranze cristiane perseguitatenelle aree di crisi, posti in essere dalleorganizzazioni della società civile e daglialtri soggetti senza finalità di lucro di cuiall’articolo 26, comma 2, della legge n. 125del 2014 (Disciplina generale sulla coope-razione internazionale per lo sviluppo). Sullarealizzazione delle iniziative di sostegnoche beneficiano del finanziamento il Mini-stro degli affari esteri e della cooperazioneinternazionale presenta una relazione an-nuale;

la storia dimostra che non solo lalibertà religiosa è il pilastro portante ditutte le libertà, ma che l’intolleranza reli-giosa porta inevitabilmente alla violazionedi diritti umani fondamentali e, molto spesso,a conflitti cruenti e devastanti;

purtroppo, come documentanotroppi eventi, la grave mancanza di libertà

religiosa di cui soffrono i cristiani in moltiPaesi provoca ancora vittime innocenti, per-petrando una vera e propria persecuzione,che rappresenta un’offensiva condotta conviolenza sistematica e indiscriminata con-tro la presenza cristiana in vaste aree delmondo. Si tratta di una tragedia umanita-ria di proporzioni drammatiche che si con-suma ogni giorno: casi di cristiani perse-guitati solo a causa della loro fede, truci-dati in nome del fanatismo e radicalismoreligioso;

in questo clima, ciò che più colpisceè il silenzio delle istituzioni, nonché lamancanza di un’iniziativa forte e decisa acarico della diplomazia internazionale;

l’integrazione europea, per essereautentica, deve fondarsi sul rispetto delleidentità dei popoli dell’Europa, che vedonotra le sorgenti della propria civiltà il Cri-stianesimo, che è all’origine dell’idea dipersona e della sua centralità;

lo stesso principio di laicità delloStato, che rappresenta una delle conquistepiù importanti delle democrazie liberali epluraliste, non implica indifferenza delloStato dinanzi alle religioni, ma garanziadello Stato stesso per la salvaguardia dellalibertà di religione, in regime di pluralismoconfessionale e culturale;

la libertà religiosa assume, quindi,un ruolo fondamentale anche a garanziadel principio supremo di laicità dello Stato,sul quale si struttura il concetto di demo-crazia;

di fronte a ciò che sta accadendo,anche a tutela dei principi che fondano ledemocrazie che la compongono, l’Europa,in particolare, ha il dovere di rivendicarecon orgoglio i propri valori e la propriaidentità, senza rinunciare ad affermare lesue radici giudaico-cristiane, con piena con-sapevolezza delle origini culturali delle pro-prie idee e istituzioni democratiche,

impegna il Governo:

a sostenere, anche nel quadro delleiniziative promosse dall’Unione europea e alivello internazionale, ogni azione volta a

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riconoscere la persecuzione nei confrontidei cristiani come priorità assoluta, affin-ché sia condannata e contrastata con ognimezzo;

a porre in essere, in coordinamentocon i partner dell’Unione europea e inter-nazionali, ogni iniziativa volta a rafforzarela capacità dei Paesi alleati e dei Paesi chesostiene con gli strumenti della coopera-zione internazionale, per fornire adeguataprotezione alle minoranze religiose e ga-rantire il diritto di tutti ad esercitare eprofessare la propria fede in sicurezza elibertà;

ad adottare, anche avvalendosi delfondo istituito dall’articolo 1, comma 151,del disegno di legge in esame, ogni inizia-tiva utile a garantire la tutela degli appar-tenenti alle minoranze cristiane anche at-traverso azioni di assistenza umanitaria, ocon il coinvolgimento delle rappresentanzediplomatiche italiane e consolari, anchenell’ambito di iniziative europee ed inter-nazionali, fermo restando l’impegno dell’I-talia a rispettare i principi guida dell’aiutoumanitario: imparzialità, neutralità, indi-pendenza e umanità;

a favorire, in coordinamento con ipartner dell’Unione europea, un effettivoimpegno degli Stati per la tolleranza e lalibertà religiosa, in particolare dei cristianie delle altre minoranze perseguitate, lad-dove risulti minacciata o compressa;

a promuovere nelle competenti sediinternazionali, di concerto con i partnerdell’Unione europea, iniziative atte a raf-forzare il rispetto del principio di libertàreligiosa, la tutela delle minoranze reli-giose, la lotta contro la cristianofobia e ilmonitoraggio delle violazioni, dando con-creta attuazione agli strumenti internazio-nali esistenti.

9/1334-AR/287. Orsini, Gelmini.

La Camera,

premesso che:

in materia di agevolazioni Iva aidisabili che intendano acquistare un auto-

veicolo per i propri bisogni e necessità dispostamento, la normativa vigente prevedeche l’Iva applicata sia agevolata, ovveropari al 4 per cento invece che al 22 percento, a condizione che si tratti di acquistidi autovetture con motorizzazioni tradizio-nali, ovvero benzina con cilindrata fino a2000 c.c. e diesel con cilindrata fino a 2800c.c., anche se prodotte in serie;

la lettera della legge esclude le age-volazioni per le automobili di più recentetecnologia, meno inquinanti, ovvero a bassoimpatto ambientale, perché non utilizzanocome combustibile il gas metano, il GPL, esono escluse anche le vetture ibride. Inrealtà ciò non accade poiché l’Agenzia delleentrate ha esteso, con una propria circo-lare interpretativa, la concessione del be-neficio dell’Iva agevolata alle persone af-fette da disabilità che acquistano veicolicon motore a combustione di GPL, metanoe ibridi. Queste tipologie di autovetturerientrano nell’ambito di applicazione degliautomezzi incentivati per via interpretativapoiché è stato considerato decisivo il fatoche hanno una alimentazione a motoretermico interno. Questo è il motivo per ilquale l’Agenzia delle Entrate acconsente,come detto, con interpretazione estensivadelle norme di legge, alla equiparazionecon i mezzi con motore diesel o benzina;

si tratta di una via irrituale perraggiungere un obiettivo condivisibile, poi-ché i veicoli a basso impatto ambientaledovrebbero rientrare nell’agevolazione peresplicita statuizione legislativa, e sarebbequindi opportuno modificare la normativadi riferimento vigente prevedendo l’agevo-lazione in modo chiaro, esplicito;

per quanto riguarda gli automezzielettrici, invece, quelli del futuro, non sonoammessi in alcun modo a far parte dell’a-gevolazione, neanche in via interpretativa;

a nostro avviso, innanzi a tale si-tuazione, si rende assolutamente necessa-rio un intervento legislativo. Una misurache riteniamo quanto mai opportuna adot-tare, in un’ottica di incentivazione di unatipologia di mezzi a impatto ambientalepari a zero;

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di fronte al grande vantaggio dell’e-stensione dell’Iva agevolata per veicoli aimpatto zero sull’ambiente, si consideri chei costi dovrebbero essere nulli per lo Stato,poiché un disabile che oggi acquista unaauto inquinante con Iva agevolata, po-trebbe trasformare il suo acquisto in un’autoecologica. E se ciò non avvenisse, in alcunicasi la causa si potrebbe rinvenire proprionella mancata previsione dell’incentivo, ac-quistando non auto ecologiche bensì autoinquinanti ma premiate dal minor costo dasostenere per l’acquisto in ragione dellaprevisione dell’Iva agevolata al 4 per cento.Insomma, per le casse dello Stato, se siestendesse il beneficio, saremmo, innanzi aun gioco a somma zero, zero come l’im-patto ambientale prodotto dalle auto eco-logiche;

ammettiamo però qui per ipotesi uncosto, ancorché minimo, per lo Stato. Nelloscorso anno sono stati immatricolati intotale circa 2.000 veicoli elettrici. Anchevolendo stimare per il 2019 un raddoppiodi vendite di questa categoria di autovei-coli, la quantificazione finanziaria a caricodello Stato sarà miserrima, poiché i disabilipossono acquistare, come detto, una solaautovettura con IVA agevolata sino a quandonon alienano la precedente, e naturalmentel’acquisto di una vettura ecologica è alter-nativa ad una con motore a combustioneinquinante;

più precisamente la normativa vi-gente riconosce le agevolazioni solo se iveicoli sono utilizzati, in via esclusiva oprevalente, a beneficio delle persone disa-bili, ed è stato precisato che l’Iva agevolataper l’acquisto di veicoli spetta una solavolta, cioè per un solo veicolo, nel corso diun quadriennio decorrente dalla data diacquisto. Inoltre è possibile riottenere ilbeneficio, per acquisti entro il quadriennio,solo se il primo veicolo beneficiato è statocancellato dal PRA, perché destinato allademolizione. Il beneficio non spetta, invece,se il veicolo è stato cancellato dal PRAperché esportato all’estero, come rinveni-bile nella circolare dell’Agenzia delle En-trate n. 19/E del 2012;

quindi, ai fini Iva, è possibile fruirenuovamente dell’agevolazione per il riac-

quisto entro il quadriennio solo se il primoveicolo acquistato con le agevolazioni fi-scali è stato rubato e non ritrovato. Inquesto caso, il disabile deve esibire al con-cessionario la denuncia di furto del veicoloe la registrazione della « perdita di pos-sesso » effettuata dal PRA, come rinvenibilenella circolare dell’Agenzia delle Entraten. 11/E del 21 maggio 2014;

riteniamo che, come per ogni altrafonte di spesa, sia necessario effettuare unacomparazione dei costi benefici che il prov-vedimento apporta nel complesso, e che ciòdebba essere fatto in modo non limitato aisoli termini monetari ed immediati, bensìadottando una valutazione olistica, che com-prenda un giudizio complessivo sui livellidelle prestazioni energetiche descritte, con-siderando un arco temporale non limitatoall’anno, comprendendo numerosi parame-tri come la qualità dell’aria, la tutela del-l’ambiente, la salute dell’uomo, e il bene-fico effetto imitativo che potrebbe discen-dere dalla proposta qui avanzata;

detto ciò, la stima massima, e anostro avviso non verosimile della quanti-ficazione degli oneri finanziari in conse-guenza dell’estensione dell’iva agevolata aiveicoli acquistati da persone disabili ai mezzielettrici è la seguente:

si premette che le persone disabilisono pari al 7 per cento della popolazionetotale. Se si stimano in 4.000 le nuoveimmatricolazioni nel 2019 di auto elettri-che, e se si ipotizza che il 7 per cento diqueste sia acquistato da persone disabili,allora le vetture sottoposte a un regime diIva agevola sono circa 280 al massimo;

proseguendo nel fare calcoli spic-cioli, se il costo medio di un autoveicolo èstimato in una somma pari a circa 30 milaeuro, IVA esclusa, la differenza fatta dalledue aliquote, ordinaria e agevolata è laseguente: nel caso di vendita ad un disabiledi auto elettrica al costo di 30000 euro,dobbiamo a legislazione vigente aggiungereil 22 per cento di Iva, facendo lievitare ilcosto di 6.600 euro. Se invece ai 30.000euro di costo si applicasse Iva agevolata al

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4 per cento, il costo lieviterebbe di soli1.200 euro;

il costo ipotetico stimato per il bi-lancio dello Stato, per l’anno 2019, è datoquindi dalla differenza tra i 6.600 euro e1.200 euro, ovvero 5.400 euro i quali, mol-tiplicati per il numero delle automobili chesi stima possano essere al massimo acqui-state, 280, porterebbe ad un minor gettitoIva pari a 1.512.000 euro. Se questi sono icosti teorici massimi, si devono però com-parare con i vantaggi concreti ottenibili,primo tra tutti, l’enorme vantaggio socialeche la misura produrrebbe. Infatti i veicolielettrici sono quelli che presentano le mag-giori potenzialità in termini di sostenibilitàambientale;

ecco perché si propone di novellarela normativa di riferimento, colmando unvuoto che nega la possibilità alle personedisabili, e alle loro famiglie, di godere deldiritto di acquistare un veicolo elettricocon l’aliquota IVA ridotta al 4 per cento,diritto concesso in caso di acquisto di qual-siasi altra tipologia di autovettura;

si tratta di un atto che ci apparenecessario, giusto, ecologico e nel medioperiodo anche conveniente economicamente,poiché sono troppi i danni che, ormai an-che in Italia, devono essere imputati allemodificazioni climatiche in atto, i cui costisono purtroppo ben più elevati del un mi-lione di euro circa derivante dall’adozionedella proposta fatta, semmai tale sarà ef-fettivamente il « costo da pagare ». Pur-troppo ben più alti e dolorosi sono i costiche stiamo già pagando, non in terminimonetari, poiché quello più elevato è quellorappresentato dalla perdita della vita dipersone sorprese dall’irruenza della naturae dalla distruzione di un territorio mera-viglioso come il nostro;

sappiamo che l’insieme dei gas discarico delle automobili comprendenti ilgruppo degli ossidi di azoto, il monossidodi carbonio, il piombo, gli idrocarburi in-combusti, il vapore acqueo, il biossido dicarbonio e le aldeidi sono responsabili diinquinamento ambientale. Il problema delleemissioni dei gas di scarico delle automo-

bili è stato aggravato dalla tendenza versola produzione di motori a benzina, parti-colarmente sollecitati ad alta compres-sione. Gli additivi della benzina, come gliadditivi antidetonanti, necessari per un ef-ficiente funzionamento del motore a ben-zina sono molto pericolosi quando sonoliberati nell’ambiente. La maggior parte deipaesi ad alta intensità produttiva, con altaindustrializzazione hanno adottato misureidonee per ridurre i livelli delle emissioniinquinanti degli autoveicoli, anche incenti-vando l’acquisto di automobili ecologiche;

si tratta quindi non di un maggioronere, bensì di un primo virtuoso e giustoadeguamento alle mutate circostanze dellavita moderna, nonché un investimento am-bientale e tecnologico, in grado di darepiena attuazione anche all’articolo 3 dellaCostituzione, vista la platea a cui è riferital’agevolazione;

si ribadisce, che la nuova normativaqui proposta per le auto elettriche, do-vrebbe comprendere esplicitamente non solole automobili elettriche, del tutto escluse,ma anche i veicoli che oggi, solo in viainterpretativa, possono essere assoggettatial regime di Iva agevolata,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare le op-portune iniziative normative descritte inpremessa, eventualmente con i primi inter-venti ritenuti utili allo scopo, anche inconsiderazione della comparazione dei co-sti benefici, comparazione che risulta pro-durre maggiori vantaggi che costi, e perdare piena attuazione dell’articolo 3 dellaCostituzione anche in tema di acquisto diautomezzi da parte delle persone afflitte dadisabilità.

9/1334-AR/288. Pentangelo, Versace, Ger-manà.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca di-sposizioni in materia economico-finanzia-ria;

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la tecnica impositiva in uso negliStati Membri dell’Unione prevede che, aseguito di una transazione commerciale ocomunque dell’esecuzione di una presta-zione e della conseguente emissione di unafattura, l’impresa versi allo stato l’impostasul valore aggiunto dovuta, anche qualoranon abbia ancora incassato dal debitorefiscale (il destinatario della prestazione)quanto dovuto;

al verificarsi di precise condizioni,inoltre, la legge riconosce all’impresa ildiritto a portare in detrazione l’Iva versatama non incassata, attraverso l’emissione diuna nota di variazione della propria baseimponibile;

a livello Comunitario l’emissionedelle note di variazione è disciplinata dallaDirettiva 2006/112/CE – articolo 90, men-tre sul piano nazionale la fattispecie èregolata dal decreto del Presidente dellaRepubblica n. 633 del 1972 – articolo 26;

fino ad oggi l’Amministrazione Fi-nanziaria ed il Ministero dell’economia consusseguenti interventi (Circolare del Mini-stero delle finanze n. 77/E/2000, Agenziadelle entrate risoluzioni nn. 155/E/2001,161/E/2001, 89/E/2002 e 195/E/2008), nelcaso di mancato pagamento, hanno intesointerpretare le suestese norme prevedendoche la condizione dell’infruttuosità dellaprocedura concorsuale cui è assoggettato ildebitore costituisce il presupposto per l’e-missione, da parte del creditore, della notadi variazione in diminuzione;

il risultato di una tale interpreta-zione ha finora portato sostanzialmente alrisultato per cui le imprese anticipano alloStato l’Iva dovuta fino al suo pagamento ocomunque alla sua definitiva infruttuosairrecuperabilità e poiché il tempo medio diuna procedura concorsuale in Italia superail decennio, le imprese accordando di fattoin tal modo allo stato un prestito senzainteressi. Tale situazione ha indubbiamentedeterminato una perdita secca di risorse acarico di migliaia di imprese italiane altri-menti destinate ad investimenti e alla cre-azione di posti di lavoro;

in data 23 novembre 2017 la Cortedi giustizia dell’Unione europea, sul caso

C-246/16 Enzo di Maura c. Agenzia delleentrate – Direzione Provinciale di Siracusaha chiarito come uno stato non possa su-bordinare la riduzione della base imponi-bile dell’imposta sul valore aggiunto all’in-fruttuosità di una procedura concorsualequalora una tale procedura possa durarepiù di dieci anni. Tale interpretazione, ge-rarchicamente sovraordinata, contraddicequanto finora sostenuto dall’Agenzia delleentrate e, impone, un conseguente allinea-mento dei criteri interpretativi adottati daquest’ultima nonché, un definitivo chiari-mento normativo, attraverso l’opportuna ecoerente modifica dell’articolo 26 del de-creto del Presidente della Repubblica n. 633del 1972,

impegna il Governo

a valutare, alla luce di quanto esposto inpremessa, l’opportunità di adottare ogniiniziativa normativa che consenta l’adegua-mento alla normativa europea e lo stanzia-mento delle risorse necessarie a una piùrapida emissione delle note di variazioneIva.

9/1334-AR/289. Baratto.

La Camera,

premesso che:

in sede di esame del disegno diBilancio di previsione dello Stato per l’annofinanziario 2019;

considerata la necessità di consen-tire la prosecuzione dell’attività della Cen-tro di produzione Spa volta a garantire latrasmissione radiofonica delle sedute deilavori parlamentari da parte dell’emittenteRadio Radicale;

considerato che il precedente anno diconvenzione che regola il servizio è scadutolo scorso mese di novembre,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi della dispo-sizione approvata in sede di rinvio in Com-missione, al fine di adottare le opportune

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iniziative normative volte ad autorizzare ilMinistero dello sviluppo economico a pro-rogare il regime convenzionale con il Cen-tro di produzione S.p.a. ai sensi dell’arti-colo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1998,n. 224 autorizzando, a tal fine, la spesa di10 milioni di euro per l’anno 2019.

9/1334-AR/290. Brunetta.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca di-sposizioni in materia economico-finanzia-ria;

occorre rispondere alla crescente esi-genza, più volte manifestata, sia dal sistemabancario sia da quello imprenditoriale, diun potenziamento dell’operatività del Fondocentrale di garanzia, attraverso il sensibileincremento dell’importo massimo garanti-bile per ogni singola impresa da in alcuneparticolari ipotesi;

appare auspicabile innalzare l’im-porto massimo garantito dal fondo persingola impresa dagli attuali 2,5 milioni dieuro a 3,5 milioni di euro nell’ambito dellegaranzie concesse per portafogli di finan-ziamenti alle PMI e alle Small Mid Cap;

appare auspicabile istituzione di unasezione speciale dedicata alla concessionedi garanzie in favore di piccole e medieimprese che effettuano operazioni finan-ziarie che determinano il superamento dellimite dei 2,5 milioni di euro (fino ad unmassimo di 3,5 milioni di euro) a condi-zione che almeno il 60 per cento del finan-ziamento garantito concerna investimentiin beni materiali, in modo tale che l’inter-vento risponda ad una logica anticiclica diincentivazione e sostegno degli investi-menti;

occorre fornire alle piccole e medieimprese un ulteriore strumento di garanziaper importi superiori all’attuale soglia mas-sima di 2,5 milioni di euro con una moda-lità in grado di coniugare il risparmio delpatrimonio di vigilanza delle banche con latutela delle risorse erariali. Tale ulteriore

garanzia, di natura incrementale rispettoall’agevolazione già oggi concedibile dalFondo alle PMI, si applica al solo importoeccedente i 2,5 milioni di euro e vieneconcessa secondo criteri di mercato, ossia afronte di una commissione che copra ilcosto del rischio (ovvero la perdita attesa)e i costi di struttura;

occorre superare ogni limitazioneche possa rappresentare un ostacolo allacedibilità e alla circolazione dei mini bondcostituendo un freno alle potenziali opera-zioni da parte delle imprese,

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità di adottareogni iniziativa normativa volta a dare se-guito a quanto evidenziato in premessa,nonché a prevedere modifiche volte al po-tenziamento dello strumento dei mini-bond favorendo quelle imprese che inten-dono approvvigionarsi sul mercato, in modoautonomo ed incentivando le emissioni dimaggiori dimensioni;

a valutare l’opportunità di adottareogni iniziativa normativa volta ad esten-dere la garanzia del Fondo centrale digaranzia alle operazioni di sottoscrizionedi obbligazioni emesse da Small Mid Cap,prevedendo inoltre che in caso di cessionedi mini bond o portafogli di mini bond, lagaranzia possa essere attivata non solo dalrichiedente ma anche dal cessionario, nellaconsiderazione che attualmente la garanziapuò essere attivata esclusivamente dal sog-getto richiedente che ha sottoscritto l’emis-sione dei mini bond e nei cui confronti èstata rilasciata la garanzia del Fondo.

9/1334-AR/291. Carrara, Fiorini, D’Et-tore.

La Camera,

premesso che:

sotto tale profilo si evidenzia che laquestione relativa all’esenzione da IMU eda TASI rappresenta una fattispecie che èoggetto attualmente di un vivace dibattito,

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alla luce della definizione che ha dato illegislatore in merito;

alla luce delle istruzioni al modellodi dichiarazione IMU degli enti non com-merciali del 2014, si riteneva che accredi-tamenti e contratti con lo Stato o gli entiterritoriali avrebbero fatto rientrare la sa-nità fra le attività « non commerciali », equindi esenti da IMU e TASI, rendendole« complementari o integrative rispetto alservizio pubblico », fermo restando che ac-creditamento e convenzioni si sarebberodovute misurare in base alla singola atti-vità, e non all’intera struttura;

al riguardo è recentemente interve-nuta una sentenza della CTP di Udine,datata 31 agosto 2018, in merito alla pre-tesa tributaria avanzata dall’Amministra-zione comunale di Cividale del Friuli neiconfronti di una struttura assistenziale perpazienti anziani (autosufficienti e non) ti-tolare di apposita convenzione con il Ser-vizio Sanitario Regionale. In particolare, ilComune convenuto non ha riconosciuto alcontribuente per gli immobili, detenuti inproprietà e utilizzati nel corso del 2012 peraccogliere, accudire ed assistere anzianiautosufficienti e non autosufficienti, in at-tuazione di una apposita convenzione conil Servizio Sanitario Regionale, il dirittoall’esenzione, in quanto ai sensi dell’arti-colo 1, comma 1, lettera p) e dell’articolo 4,comma 2, lettera a) del decreto ministerialen. 200 del 2012, l’Azienda Pubblica nonavrebbe sufficientemente dimostrato di svol-gere l’attività istituzionale con modalità noncommerciali;

sul punto deve essere tuttavia ram-mentato che l’articolo 5 del decreto legi-slativo n. 207 del 2001 prevede innanzi-tutto che per le istituzioni che svolgonodirettamente attività di erogazione di ser-vizi assistenziali, la trasformazione inaziende pubbliche di servizi e soprattutto« alle istituzioni riordinate in aziende diservizi si applicano le disposizioni fiscali dicui all’articolo 88, comma 2, del decreto delPresidente della Repubblica, 22 dicembre1986, n. 917 e delle disposizioni, ancheamministrative, di attuazione ». L’articolo88 del TUIR, prevede che l’esercizio di

attività previdenziali, assistenziali e sanita-rie da parte di enti pubblici istituiti esclu-sivamente a tal fine, comprese le unitàsanitarie locali, non costituiscono eserciziodi attività commerciali;

alla luce di quanto precede apparenecessario un intervento di carattere nor-mativo volto a chiarire definitamente l’an-nosa questione suesposta,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare ogniiniziativa normativa finalizzata a chiarirein modo preciso i criteri in forza dei qualile Aziende pubbliche per i servizi alla per-sona, quando esercitano un’attività preva-lentemente a carattere previdenziale, assi-stenziale e sanitaria, possano essere esen-tate dal pagamento dell’IMU.

9/1334-AR/292. Novelli.

La Camera,

premesso che:

l’ordinamento giuridico necessita del-l’emanazione di norme di coordinamento edi modificazione del quadro legislativo vi-gente in materia di notificazioni a mezzoposta poiché, con la novella apportata allalegge 20 novembre 1982, n. 89, dalla scorsalegge di bilancio, la legge 27 dicembre 2017,n. 205 la quale, con l’articolo 1, comma461, che a sua volta ha modificato la leggedi stabilità del 2015, la legge 23 dicembre2014, n. 190, aggiungendo ulteriori commidopo il comma 97 della stessa, ha modifi-cato la materia delle notificazioni gene-rando però della aporie;

in particolare appare necessario no-vellare l’articolo 4 della legge n. 890 del1982, apportando alcune correzioni for-mali per coordinare meglio le norme suc-cedutesi nel tempo tra loro;

appare poi necessario modificare iltermine di tre giorni, previsti dall’articolo 6della legge n. 890 di 1982, relativo allatrasmissione con modalità telematica dellacopia dell’avviso di ricevimento al mittente,

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prevedendo un nuovo termine che si pro-pone qui di fissare in cinque giorni;

una ulteriore novella appare neces-saria prevedere per apportare modificheall’articolo 7 della legge n. 890 del 1982,relativo alla Comunicazione di avvenutanotifica (cosiddetta CAN) che è stata sop-pressa dalle norme della legge di bilancio2018 sopra ricordate. Con tale elimina-zione, come rilevato anche dall’Autoritàper le Garanzie nelle Comunicazioni, si èdeterminato un disallineamento con le di-sposizioni di carattere generale in materiadi notifica, in particolare con gli articoli139 e 660 del codice di procedura civile e157 del codice di procedura penale, an-dando a determinare una riduzione dellagaranzia di conoscibilità effettiva degli attiinviati a cittadini chiamati in causa. Lasoppressione del CAN ha comportato unaffievolimento delle tutele a favore del de-stinatario dell’atto, tanto che la miglioredottrina sul tema sostiene che potrebbesollevarsi una questione di legittimità co-stituzionale della norma, semmai durantela trattazione di un caso concreto innanzia un giudice a quo fosse ritenuto dallaparte come incostituzionale, e se il giudiceritenga la questione non manifestamenteinfondata inviasse al giudice ad quem laquestione perché il giudice delle leggi possadare soluzione alla problematica descrittaindicando i modi, implicitamente o espli-citamente, per porvi rimedio;

a questo riguardo si ricorda, tra lealtre, la sentenza della Corte costituzionalen. 346, del 22 settembre 1998 con la quale,dichiarando l’illegittimità di alcun parti del-l’articolo 8 della legge n. 890 del 1982,relativo alla comunicazione di avvenutodeposito, la Corte stessa ha evidenziato, tral’altro, che: « non sembra in ogni caso po-tersi dubitare che la discrezionalità dellegislatore incontri un limite nel fondamen-tale diritto del destinatario della notifica-zione ad essere posto in condizione diconoscere, con l’ordinaria diligenza e senzanecessità di effettuare ricerche di partico-lare complessità, il contenuto dell’atto el’oggetto della procedura instaurata nei suoiconfronti, non potendo ridursi il diritto didifesa del destinatario medesimo ad una

garanzia di conoscibilità puramente teoricadell’atto notificatogli » e ancora « il legisla-tore, nella sua discrezionalità, sarà quindilibero di adeguare la disciplina delle noti-ficazioni a mezzo posta (per il caso diassenza del destinatario) a quella dettatadall’articolo 140 del codice di proceduracivile (che non prevede affatto la restitu-zione dell’atto al mittente) ovvero di stabi-lire regole diverse: il limite della discrezio-nalità sarà rappresentato esclusivamentedal diritto di difesa del destinatario ». Inconsiderazione di quanto sopra citato, ap-pare evidente che la Corte costituzionaleritenga fondamentale giungere all’emana-zione di norme in grado di assicurare lapiena e completa garanzia del diritto didifesa del destinatario dell’atto. Garanziache, a normativa vigente, appare ingiusti-ficatamente affievolito;

nella medesima sentenza, la Cortecostituzionale ha ulteriormente affermatoche « La funzione propria della notifica-zione è quella di portare Fatto a cono-scenza del destinatario, al fine di consen-tire l’instaurazione del contraddittorio el’effettivo esercizio del diritto di difesa. »;

ci appare quindi opportuno e ne-cessario novellare l’articolo 8 della legge 20novembre 1982, n. 890, prevedendo che ilpiego sia depositato non il medesimo giorno,bensì entro i due giorni lavorativi successiviil giorno del tentativo di notifica presso ilpunto di deposito più vicino al destinatario.La necessità di prevedere un termine didue giorni per il deposito del piego apparestrettamente correlata con la facoltà, pergli operatori postali, prevista sempre dallalegge 20 novembre 1982, n. 890, come no-vellata dalla legge di Bilancio 2018, di rei-terare il tentavo di recapito del piego nellamedesima giornata. La possibilità di untentativo plurimo di notifica nella stessagiornata, anche se previsto per produrre unvantaggio agli utenti, nei fatti si è invecedimostrato dannoso, poiché si è dimostratoquasi sempre inefficace. La previsione diprocedere al deposito dell’atto inesitato nellamedesima giornata presso le strutture del-l’operatore deputate a gestire il servizioinesitate, nella speranza che il secondo

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tentativo andasse a buon fine, sono statesmentite dai fatti;

l’esperienza concreta dimostra ap-punto che i processi logistici degli operatoripostali, a maggior ragione nel caso di rei-terazione del tentativo di recapito, sonorisultati inefficaci per realizzare effettiva-mente il deposito del piego nella medesimagiornata in cui è stato effettuato il primotentativo di recapito;

vi è poi la necessità di prorogare iltermine di cui all’articolo 1, comma 97-quinquies, secondo periodo, della leggen. 140 del 2014, introdotto dall’articolo 1,comma 461, della legge di Bilancio 2018,relativo alla decorrenza di applicazione delledisposizioni di cui al novellato articolo 6della legge n. 890 del 1982, relativo all’av-viso di ricevimento digitale del piego rac-comandato nell’ambito delle notificazioni amezzo posta. Tale proroga si rende a nostroavviso necessaria poiché il legislatore, ope-rando le modifiche citate, nel fissare iltermine non ha tenuto conto, per l’attua-zione della norma, della necessità di ema-nazione di una disciplina regolatoria daparte dell’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni e della conclusione dei tempidi realizzazione posti dalla stessa Autoritàa carico degli operatori postali. Si precisain questa sede che dell’Autorità per le ga-ranzie nelle comunicazioni, nel Regola-mento di cui alla delibera n. 77/18/CONS,ha posto a carico dei titolari di licenzaindividuale speciale, ossia quella rilasciataper le notificazioni a mezzo posta di attigiudiziari e di violazioni del codice dellastrada, un periodo di tre anni per realiz-zare il piano per la gestione digitale delprocedimento di notificazione;

si precisa che, le proposte sopraanaliticamente indicate, non comportanonuovi o maggiori oneri per la finanza pub-blica,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare le op-portune iniziative normative descritte inpremessa, eventualmente con i primi inter-venti ritenuti utili allo scopo, in considera-

zione della giurisprudenza costituzionalesopra richiamata e delle aporie dell’ordi-namento giuridico evidenziate.

9/1334-AR/293. Germanà.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame reca di-sposizioni in materia di trasporti;

la Sicilia è sempre più isolata perl’esoso costo dei biglietti aerei soprattuttonei periodi festivi e durante la stagioneestiva;

i collegamenti aerei sono indispen-sabili e indifferibili per chi vive nelle isolenon solo dal punto di vista turistico edeconomico, ma anche per la qualità di vitadegli abitanti della Regione Siciliana;

la Sicilia, tra l’altro, è particolar-mente svantaggiata rispetto al resto delPaese per un divario notevole in termini diinfrastrutture e di servizi con un notevoleaggravio per la mobilità dei suoi cittadini;

occorre, pertanto, che il principiodella continuità territoriale della Sicilia congli scali nazionali sia reso effettivo come giàavvenuto per la Regione Sardegna, dove lastessa continuità territoriale consente aipropri cittadini di godere di tariffe scontaterispetto al normale costo del biglietto nellerotte da e per l’isola;

è auspicabile che si assicuri la con-tinuità territoriale per non emarginare laRegione Sicilia, non solo rispetto ai centrifondamentali del nostro Paese, ma ancherispetto all’Europa;

le tariffe agevolate per i residentidella Regione Sicilia rappresentano un di-ritto per i cittadini siciliani che vivono inun territorio in cui la qualità e l’efficienzadei servizi di trasporto risultano carenti,

impegna il Governo

in osservanza alle vigenti disposizioni eu-ropee e nazionali in materia di oneri diservizio pubblico nei collegamenti aerei in-

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fracomunitari, a valutare l’opportunità, alfine di garantire un completo ed efficacesistema di collegamenti aerei da e per laSicilia, che consenta la riduzione dei disagiderivanti dalla condizione di insularità eassicuri la continuità del diritto alla mobi-lità anche ai passeggeri non residenti, diadottare ogni iniziativa di competenza voltaad incrementare la spesa di 20 milioni dieuro annui per ciascuno degli anni 2019,2020 e 2021 in favore della Regione Sicilia.

9/1334-AR/294. Minardo.

La Camera,

premesso che:

nell’anno 1998, per effetto dell’or-dinanza ministeriale del Ministero dellapubblica istruzione 6 maggio 1998 n. 217,di definizione dei criteri di procedura dimobilità intercompartimentale, 799 do-centi transitarono dal Ministero della pub-blica istruzione nei ruoli dell’istituto nazio-nale della previdenza sociale (INPS);

in merito al trattamento economicol’ordinanza stessa prevedeva, al comma 2dell’articolo 6, che « il docente è collocatonei ruoli INPS alla VII qualifica funzionale,conservando l’anzianità maturata e il trat-tamento economico in godimento, all’attodel trasferimento, se più favorevole oltre aitrattamenti accessori previsti per il perso-nale dello stesso INPS »;

al momento del passaggio, l’INPSacquisiva dai Provveditorati agli studi idecreti di ricostruzione di carriera. Venivainoltre attribuito un assegno ad personam ilcui ammontare veniva determinato dalladifferenza tra il trattamento economico fon-damentale fruito presso la scuola e il trat-tamento economico fondamentale spet-tante sulla base dell’inquadramento pressol’INPS;

successivamente l’INPS provvedevaal riassorbimento dell’assegno, con l’appli-cazione di trattenute sugli stipendi del per-sonale. A seguito di ciò si apriva un con-tenzioso con il personale stesso il qualeeccepiva l’illegittimo riassorbimento dell’as-

segno ad personam nonché il mancato ri-conoscimento del valore economico dell’an-zianità di servizio maturata presso il com-parto di provenienza;

negli anni si sono susseguiti diversigiudizi di merito con i quali si riconoscevaai docenti il diritto a mantenere pressol’INPS l’anzianità di servizio maturata pressoil Ministero della pubblica istruzione. L’INPSveniva quindi condannato al ricalcolo del-l’assegno riassorbibile con obbligo di resti-tuzione delle somme;

successivamente, però, la Corte dicassazione accoglieva le tesi dell’INPS (aseguito di impugnazione da parte dell’isti-tuto), sostenendo che il principio del man-tenimento del trattamento economico operanell’ambito e nei limiti della regola delriassorbimento, in occasione dei migliora-menti di inquadramento e di trattamentoeconomico. Ciò anche in ragione del fatto,precisava la Corte, che la citata ordinanzanulla disponeva a proposito della riassor-bibilità dell’assegno ad personam;

l’ulteriore questione eccepita dal per-sonale riguarda il mancato riconoscimentodel valore economico dell’anzianità matu-rata presso l’ente di provenienza (RIA);

l’INPS rilevava che, alla data delpassaggio in Istituto del personale ex do-cente lo stipendio tabellare, ai sensi del-l’articolo 63, comma 1 CCNL 1994/1997(Allegato 4) – comparto scuola – era« ...comprensivo della retribuzione indivi-duale di anzianità e dell’indennità di fun-zione ... » e che non era stato possibile, perl’istituto, scomputare dal trattamento fon-damentale le singole voci retributive e inparticolare l’importo della RIA. Pertantol’assegno ad personam corrisposto al mo-mento del trasferimento all’INPS, risultavacomprensivo anche del valore economicodell’anzianità maturata;

la Corte di giustizia dell’Unione eu-ropea, con sentenza del 6 settembre 2011,n. 108/10, ha considerato tale riassorbi-mento un inammissibile « peggioramentoretributivo sostanziale per il mancato rico-noscimento dell’anzianità da loro maturatapresso il cedente »;

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in una nota del 24 febbraio 2012indirizzata alla Presidenza del Consigliodei ministri, l’INPS stesso definisce talesituazione « un’ingiusta discriminazione trail personale ex docente ed il restante per-sonale ugualmente transitato in INPS daaltri comparti, la cui dinamica contrattualeha reso evidente, quale RIA non riassorbi-bile, il valore per classi e scatti, scorporan-dolo dallo stipendio tabellare »;

per porre fine a una vicenda che sitrascina ormai da troppi anni, con evidentedisparità di trattamento per quei docentiche scelsero di transitare all’INPS nel 1998,è necessario un intervento normativo voltoa fornire una interpretazione autentica delladisciplina, precisando che il riferimentoall’articolo 6 comma 4 della legge 554 del29 dicembre 1988, deve intendersi nel sensoche la differenza tra lo stipendio tabellareattribuito dal CCNL SCUOLA 1994/1997, ingodimento presso il comparto scuola, com-prensivo sia dello stipendio base che dellostipendio classe, e lo stipendio tabellareattribuito dal CCNL – EPNE 1994/1997proprio della corrispondente qualifica pressol’INPS, è riconosciuta con decorrenza 1°settembre 1998 al personale in servizio ocessato dal servizio a titolo di retribuzioneindividuale di anzianità e non è oggetto diriassorbimento;

del resto, un progetto di legge in talsenso aveva avuto già un iter positivo alSenato nella scorsa legislatura,

impegna il governo

a intervenire con urgenza, sotto il profilonormativo, per sanare le criticità descrittee per evitare ulteriori disparità di tratta-mento economico per i 799 docenti che, nel1998, transitarono all’INPS nell’ambito delleprocedure di mobilità intercompartimen-tale, stanziando, in appositi capitoli di spesa,le risorse necessarie a provvedere agli oneriderivanti da tale intervento normativo.

9/1334-AR/295. Bignami.

La Camera,

premesso che:

i Fondi pensione italiani investonouna quota molto contenuta dei loro asset

nel sistema produttivo domestico. A fine2017, infatti, gli investimenti in Italia delleforme pensionistiche complementari (fondinegoziali, fondi aperti, fondi preesistenti,PIP) risultano pari al 26 per cento deltotale, ma la gran parte di tali investimentiè concentrata in titoli di Stato;

gli investimenti in titoli di debito edi capitale delle imprese italiane ammon-tano al 3 per cento (dati Covip). Inoltre,quando investono nelle imprese, i fondipensione dedicano una porzione trascura-bile delle loro risorse ad asset cosiddettialternativi illiquidi, quali private equity,venture capital, private debt, nelle loro di-verse forme e specializzazioni. È dunquedel tutto marginale il supporto dei fondialla crescita delle PMI e allo sviluppo in-frastrutturale. All’estero la propensione ainvestire nel selettore privato domestico ein asset alternativi è ben più elevata. NegliUsa – dove i fondi pensione gestisconooltre 22 mila miliardi di dollari – gli inve-stimenti in titoli di capitale domestici sonosuperiori al 70 per cento del totale degliinvestimenti in equity;

per i bond questa percentuale èintorno al 90 per cento. In Canada, i cuifondi gestiscono oltre 1.500 miliardi di dol-lari, tali quote sono intorno al 40 per centoe al 100. I fondi europei investono, inmedia, il 10 per cento del patrimonio incapitale di imprese domestiche e il 13 percento in asset alternativi, incluse infrastrut-ture (Mercer European Asset Allocation Sur-vey). Dall’ultima indagine OCSE realizzatasu un campione di grandi fondi interna-zionali, emerge inoltre che a fine 2014 circail 3,5 per cento degli asset era investito ininfrastrutture. Situazione migliore per leCasse di previdenza italiane, i cui investi-menti domestici ammontano al 41 per centodel totale delle attività. Tuttavia, anche inquesto caso risulta contenuta la quota diinvestimenti in titoli di debito e di capitaledi imprese italiane, pari al 5 per cento circadelle attività totali (ultimi dati Covip del2018, riferiti al 2016);

inoltre, anche per le Casse, risultacontenuta la quota investita in titoli nonquotati. Occorre pertanto agire per col-

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mare il gap tra l’Italia e i principali Paesiindustrializzati, stimolando un maggior in-vestimento domestico di fondi e casse nel-l’interesse della crescita dell’economia delPaese. In Italia, il patrimonio dei fondipensione ammonta a circa 128 miliardi dieuro (dati Covip); quello delle Casse previ-denziali a 80 miliardi. In totale si tratta dioltre 200 miliardi. Se, nei prossimi 5 anni,solo un 5 per cento aggiuntivo di tale am-montare venisse investito in PMI in varieforme e in infrastrutture, all’economia pro-duttiva affluirebbero risorse per circa 10miliardi di euro. In merito alle azioni perstimolare tali investimenti, va innanzituttosottolineato come gli stessi siano oggi fa-voriti sia dall’attuale scenario dei mercati,sia dall’attuale quadro normativo. In pro-posito, con riferimento ai fondi pensione, sisegnala innanzitutto che il decreto del Mi-nistero dell’economia e delle finanze n. 166del 2014 (recante norme sui criteri e limitidi investimento delle risorse dei fondi pen-sione) aderendo a principi di buon senso,impone ai fondi stessi di ottimizzare ilrapporto rischio-rendimento complessivo deiportafogli gestiti in coerenza con gli obiet-tivi previdenziali degli aderenti. Tale impe-gno rende necessario prendere in seriaconsiderazione tutti gli strumenti finan-ziari che la normativa consente di utiliz-zare;

in proposito, al fine di massimiz-zare la diversificazione del rischio gestio-nale – e ottimizzare i costi necessari peradeguare la struttura organizzativa e lecompetenze dei singoli fondi pensione nellagestione attiva di investimenti in strumentialternativi e illiquidi – appare utile favo-rire forme di collaborazione tra gli entiprevidenziali e necessario prevedere la cre-azione di un organismo promosso dal set-tore pubblico (« Service »), che svolga un’at-tività di servizio volta a promuovere formedi aggregazione delle risorse finanziarie deifondi pensione e casse di previdenza perconsentire un efficace investimento in as-set. In nessun caso al Service verrebberodemandate scelte che, ai sensi della nor-mativa vigente, sono di competenza deifondi e delle casse. In particolare, reste-rebbe di esclusiva competenza di tali sog-

getti definire, sulla base delle caratteristi-che demografiche e di propensione al ri-schio degli iscritti: la ripartizione strategicadel loro portafoglio, individuare l’ammon-tare da destinare ad asset illiquidi, indivi-duare gli asset nei quali investire, definirel’orizzonte temporale e la ripartizione ge-ografica degli investimenti. Ciò consenti-rebbe di unire efficacemente le masse deidiversi fondi e casse consentendo a cia-scuno di beneficiare – pro quota – deibenefìci derivanti da un investimento diammontare consistente;

durante la discussione in sede refe-rente queste questioni sono state affrontateda proposte emendative su cui sarebbenecessario intervenire,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare ogniiniziativa, anche normativa per dare se-guito a quanto esposto in premessa.

9/1334-AR/296. Sisto.

La Camera,

premesso che:

nel corso dell’esame del disegno dilegge di bilancio nella V Commissione èstato inserito l’articolo 32-quater volto aprevedere, al fine di rafforzare la parteci-pazione dell’Italia al progresso delle cono-scenze e alla formazione post-laurea, l’a-pertura in via sperimentale di una sededella Scuola normale superiore di Pisa ne-gli spazi messi a disposizione dall’univer-sità degli studi di Napoli Federico II, cheassumerà la denominazione di Scuola nor-male superiore meridionale,

impegna il Governo

ad adottare tutte le misure necessarie arendere operativa tale sperimentazione alfine di contribuire al progresso del Paese edi sviluppare maggiormente gli studi di altaqualità e di portare le eccellenze nazionalinel Sud.

9/1334-AR/297. Fascina, Gelmini.

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