CAMERADEIDEPUTATI -...

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Disegno di legge n. 2893-AR CAMERA DEI DEPUTATI Conversione in legge del decreto- legge 18 febbraio 2015, n. 7, re- cante misure urgenti per il con- trasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazio- nali delle Forze armate e di poli- zia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni in- ternazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabiliz- zazione. N. 1. ORDINI DEL GIORNO Seduta del 31 marzo 2015 La Camera, premesso che: il punto 6 della risoluzione del Parlamento europeo sulle relazioni fra l’Unione europea e la Lega degli Stati arabi e la cooperazione nella lotta al terrorismo approvata il 12 marzo 2015, ribadisce l’estrema importanza di affron- tare non soltanto le conseguenze ma anche i fattori alla base della radicalizzazione e del terrorismo, mantenendo un approccio globale e trasversale che garantisca il coin- volgimento di tutte le politiche interessate e che promuova una cultura d’inclusione, tolleranza e integrazione grazie a politiche educative, sociali e regionali;

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Disegno di legge n. 2893-AR

CAMERA DEI DEPUTATI

Conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, re-cante misure urgenti per il con-trasto del terrorismo, anche dimatrice internazionale, nonchéproroga delle missioni internazio-nali delle Forze armate e di poli-zia, iniziative di cooperazione allosviluppo e sostegno ai processi diricostruzione e partecipazione alleiniziative delle Organizzazioni in-ternazionali per il consolidamentodei processi di pace e di stabiliz-zazione.

N. 1.

ORDINI DEL GIORNO

Seduta del 31 marzo 2015

La Camera,

premesso che:

il punto 6 della risoluzione delParlamento europeo sulle relazioni fral’Unione europea e la Lega degli Statiarabi e la cooperazione nella lotta alterrorismo approvata il 12 marzo 2015,ribadisce l’estrema importanza di affron-tare non soltanto le conseguenze ma anchei fattori alla base della radicalizzazione edel terrorismo, mantenendo un approccioglobale e trasversale che garantisca il coin-volgimento di tutte le politiche interessatee che promuova una cultura d’inclusione,tolleranza e integrazione grazie a politicheeducative, sociali e regionali;

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la risoluzione n. 2031 sul tema« Gli attacchi terroristici a Parigi: insiemeper una risposta democratica », approvatadall’Assemblea parlamentare del Consigliod’Europa il 28 gennaio 2015 richiamaopportunamente il ruolo della scuola edegli insegnanti nel promuovere l’educa-zione alla cittadinanza democratica ed aidiritti dell’uomo, rafforzando soprattuttole strategie nei riguardi dei contesti piùmarginali e sfavoriti;

espresso apprezzamento per le di-sposizioni di cui all’articolo 17, comma1-bis, che per la prima volta delineano unastrategia di coinvolgimento delle organiz-zazioni non governative, di comprovataaffidabilità e operatività, operanti in loconella realizzazione degli interventi straor-dinari di cooperazione;

ribadita parimenti la consapevo-lezza, puntualmente emersa nel corso deldibattito su questo provvedimento, che ildrammatico fenomeno dei foreigner fi-ghters vada affrontato con un’ottica tut-t’altro che emergenziale, ma mediante lacostruzione di processi di pace anche neiPaesi sotto attacco e non sono nei Paesi incui il fenomeno terroristico nasce e pro-spera,

impegna il Governo

a definire, contestualmente all’attuazionedi questo provvedimento, un programmaarticolato di iniziative per promuovereuna cultura dell’inclusione, della tolle-ranza e dell’integrazione, rivolto alle isti-tuzioni scolastiche di ogni ordine e grado,con il coinvolgimento delle realtà dell’as-sociazionismo giovanile e delle comunitàdi immigrati maggiormente presenti nelnostro Paese.

9/2893-AR/1. Cimbro.

La Camera,

premesso che:

sempre più spesso, nel corso deglieventi bellici che devastano popoli e na-

zioni, si verificano attacchi al patrimoniostorico ed artistico;

nel corso di questi attacchi sitiarcheologici e musei vengono distrutti inmaniera sistematica o, depredati di pezziimportanti, vengono destinati al trafficoillecito del mercato clandestino di opered’arte, nei cui proventi, il terrorismo dimatrice internazionale, trova un’impor-tante fonte di autofinanziamento;

l’UNESCO ha ripetutamente rivoltoi propri appelli alla Corte penale interna-zionale (Cpi) dell’Aia dopo la distruzioneda parte dell’Isis di reperti archeologici diinestimabile valore, gli ultimi dei quali,nella zona di Mosul in Iraq, hanno susci-tato un’ondata di indignazione nel mondointero, denunciando come queste devasta-zioni siano una forma di pulizia culturalee una distruzione illecita del patrimonioche colpisce le identità delle diverse co-munità, nonché una strategia del terroreper destabilizzare e manipolare le popo-lazioni;

anche il Segretario generale delleNazioni Unite, Unite Ban Ki-moon, che hadefinito le azioni dei jihadisti contro ilpatrimonio storico-artistico come un « cri-mine di guerra », ha esortato la comunitàinternazionale ad intervenire per metterefine alle azioni mirate a distruggere ilpatrimonio artistico e archeologico;

negli ultimi giorni i miliziani del-l’Isis hanno dato alle fiamme circa dieci-mila libri antichi della città di Mosul,distrutto le statue conservate nel museo diMosul e le città archeologiche di Nimrude Hatra, senza che nessuno abbia reagitoed altri episodi analoghi si segnalano inIraq, Siria, con rischi anche per la Libia;

le nostre Forze armate hanno ma-turato, nel corso dell’ultradecennale espe-rienza nelle missioni internazionali dipace e di stabilizzazione, un’indiscussaesperienza e una non comune capacità diinteroperabilità nelle strutture sociali eorganizzative dei paesi in conflitto;

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il Multinational Civil Military Coo-peration Group (CIMIC), reparto multina-zionale della NATO a guida italiana, èspecializzato nella proiezione di unità dispecialisti nel soccorso e nella ricostru-zione di aree sconvolte da conflitti epresiede all’interazione tra le forze mili-tari e le componenti civili presenti nellearee di crisi;

numerose sono le missioni archeo-logiche italiane che sono intervenute eintervengono in aree colpite dalle guerre,che stanno formando le strutture di queiPaesi nella tutela dei beni culturali e chesono in grado di dare supporto ad inter-venti mirati di messa in sicurezza, tutela elotta al traffico illecito di reperti e beniartistici;

le Forze armate italiane e l’Armadei Carabinieri in particolare, annoveranotra le proprie file, Unità altamente spe-cializzate nella tutela dei beni artistici eculturali e nel contrasto al traffico illecitodi opere arte;

il Ministro dei beni e delle attivitàculturali e del turismo, Dario France-schini, ha fatto propria l’idea di mettere incampo una forza, posta sotto la guida delleNazioni Unite, dedicata alla tutela dei sitidel patrimonio culturale dell’umanità, perrispondere ai gravi attacchi del terrorismoed in grado di intervenire a difesa delleantichità e dei beni patrimonio dell’uma-nità;

la direttrice generale dell’UNESCO,Irina Bokova, e la Ministra della Culturatedesca, Monika Grütters, hanno espressoil proprio sostegno alla proposta del Mi-nistro Franceschini di istituire una forzadelle Nazioni Unite dedicata alla tutela deisiti del patrimonio culturale dell’umanitàper rispondere ai gravi attacchi terrori-stici,

impegna il Governo:

a prevedere, già nel prossimo prov-vedimento di proroga delle missioni inter-nazionali di pace, la presenza, nell’ambito

del contingente italiano e del MultinationalCivil Military Cooperation in particolare,di operatori dei reparti specializzati per latutela dei beni artistici e culturali, ancheappartenenti alle Forze di polizia ad or-dinamento civile, al fine di porre in essereogni utile azione – in stretta cooperazionecon le autorità civili dei Paesi di intervento– per garantire, come chiesto dall’ONU edall’UNESCO, la messa in sicurezza deibeni storici, culturali, artistici ed archeo-logici, messi a repentaglio dalla furia di-struttrice dell’Isis e per contrastare il con-sistente traffico illecito di opere d’artediretto a finanziarie le attività terroristi-che di matrice internazionale;

a favorire, nell’ambito dei decretilegislativi correttivi discendenti dalla legge31 dicembre 2012, n. 244, recante la re-visione dello strumento militare nazionale,la costituzione, all’interno delle Brigatedell’Esercito italiano, di complessi minorispecializzati nella protezione e messa insicurezza dei beni culturali, storici, arti-stici ed archeologici presenti nei territoridi intervento del Forze armate nelle mis-sioni internazionali di pace e di stabiliz-zazione.

9/2893-AR/2. Rampi, Scanu, Manzi, Ma-lisani, Ascani, Raciti, Quartapelle Pro-copio, Mauri.

La Camera,

premesso che

il popolo Saharawi in esilio è com-posto da oltre 160 mila persone rifugiateda 40anni al di fuori della propria terra,il Sahara Occidentale, per lo più donne ebambini che vivono in una striscia dideserto algerino – la Repubblica Arabasaharawi democratica (Rasd) – dove vi-vono in condizioni di estrema precarietà.Nei campi profughi spesso manca l’acquae l’elettricità, farmaci e generi alimentari,oltre che i normali supporti per la gestionequotidianità;

la loro è una lotta pacifica, per ilriconoscimento alla propria autodetermi-

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nazione e ad abitare la propria terraoccupata militarmente dal 1975 dal Ma-rocco e dalla Mauritania, ritiratasi dalSahara Occidentale quattro anni più tardi.Sugli esuli grava una particolarissima se-gregazione: un muro di oltre 2700 chilo-metri costruito dal Marocco durante glianni degli scontri ancora presidiato dasoldati marocchini. Oltre questa barriera,nel Sahara occidentale, vive l’altra partedel popolo saharawi, circa 400 mila per-sone;

dopo anni di scontri con l’esercitomarocchino, nel 1990, con la mediazionedelle Nazioni Unite, si arriva ad un cessateil fuoco ma l’intesa non è mai stataraggiunta e le condizioni di vita dei rifu-giati si sono fatte via via più dure. Il nodorimane il referendum di autodetermina-zione (indipendenza o integrazione) puntodi incontro tra Marocco e Fronte Polisario;

il popolo Saharawi è stato neglianni destinatario di molte iniziative disolidarietà della società civile e degli EntiLocali solidali con questa regione del Me-diterraneo. Sono stati realizzati tavoli isti-tuzionali, di cooperazione internazionale eanche iniziative parlamentari come l’In-tergruppo al quale aderiscono un. centi-naio fra deputati e senatori; uno stru-mento utile per stimolare il Parlamentoitaliano ad assumere una posizione coe-rente con le numerose risoluzioni delleNazioni Unite;

una rappresentanza dell’Inter-gruppo ha a dicembre 2014 visitato icampi profughi dove si è potuto constatarele difficili condizioni di vita del popoloSaharawi la continua e sistematica viola-zione dei diritti umani nei territori occu-pati, ma anche la volontà di arrivare aduna soluzione pacifica del conflitto decen-nale con il Marocco;

il popolo Saharawi in esilio è statooggetto di diverse misure di sostegno daparte del Governo italiano ed in partico-lare dalla partecipazione alla missioneinternazionale istituita per accompagnare

la soluzione del conflitto con referendumdi autodeterminazione;

interrompere o ridurre la nostraattività di sostegno, come proposto dalprovvedimento in esame, potrebbe essereinterpretato come una presa distanza del-l’Italia dalla causa del popolo Saharawiallontanandola dall’impegno sempre finoad oggi perseguito per una soluzione giu-sta, equa e negoziata del problema delSahara occidentale, con concreti rischi, inquesto particolare momento di tensionenell’area, di lasciare quel popolo allamercé dell’integralismo jihadista e dell’at-tività terroristica dell’Isis,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di dare continuità,con ogni possibile sollecitudine alle mis-sioni di sostegno al popolo Saharawi, ecomunque a proseguire l’attività diploma-tica mirata all’ottenimento di una giustaed equa soluzione al problema del Saharaoccidentale.

9/2893-AR/3. Romanini, Maestri, Zanin,Paolo Rossi, Albanella, Incerti, Pa-triarca, Manfredi, Prina, Mariani, Ba-ruffi, De Mita.

La Camera,

premesso che:

il Ministero della difesa ha vistoridurre gli stanziamenti del Bilancio 2015,in particolare quelli di parte corrente di335,5 milioni di euro, cioè di quei fondidel settore esercizio che sono utilizzati perla formazione e l’operatività del personale,per la manutenzione dei mazzi, materialied equipaggiamenti e quindi, direttamentecollegati alle condizioni di sicurezza in cuisono chiamati ad operare i militari, ri-spetto al 2014, che, per il settore esercizio,implicano una diminuzione delle disponi-bilità di ben 1’11 per cento;

il decreto-legge 19 febbraio 2015n. 7, concernente « Misure urgenti per ilcontrasto del terrorismo, anche di matrice

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internazionale, nonché proroga delle mis-sioni internazionali delle Forze armate edi polizia iniziative di cooperazione allosviluppo e sostegno ai processi di ricostru-zione e partecipazione alle iniziative delleOrganizzazioni internazionali per il con-solidamento dei processi di pace e distabilizzazione », all’articolo 5, comma 2,prevede per l’attuazione del comma 1dello stesso articolo 5 riguardante il mag-giore impiego di personale delle forze dipolizia per il contrasto alla criminalità, laprosecuzione degli interventi nell’opera-zione « Terra dei fuochi » e le straordina-rie esigenze di sicurezza connesse conl’EXPO 2015, l’autorizzazione di spesa di29.661.258;

quota parte di dette somme, pari a14.830.629 euro, graverà sulle spese rimo-dulabili del Ministero della difesa, conparticolare riferimento al fondo delle rias-segnazioni e al fondo per il pagamentodelle accise, accentuando ulteriormente lecriticità del settore esercizio. Peraltro leriduzioni delle disponibilità del fondo peril pagamento delle accise hanno impor-tanti ricadute sulla funzionalità ed opera-tività delle Forze armate e dell’arma deiCarabinieri;

ulteriormente, la legge del 27 feb-braio 2015, n. 11 concernente la « Con-versione in legge, con modificazioni, deldecreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192,recante proroga di termini previsti dadisposizioni legislative », all’articolo 10,comma 12-septies, per il finanziamentodelle Disposizioni attinenti all’assegno so-stitutivo dell’accompagnatore militare (ar-ticolo 1, comma 1, della legge 3 dicembre2009, n. 184), ha determinato una ridu-zione della dotazione finanziaria del fondodi cui all’articolo 2, comma 616, dellalegge 24 dicembre 2007, n. 244 (fondodelle riassegnazioni) di 1 milione di europer il 2015 e 1 milione di euro per il 2016;

l’attuale quadro finanziario, giàpregiudicato dai numerosi e reiterati in-terventi di contenimento finanziario degliultimi anni, rende sempre più arduo ilpagamento di spese a carattere obbligato-

rio ma anche il mantenimento di adeguatilivelli di addestramento del personale, ladisponibilità di mezzi e materiali operativi,efficienti e sicuri,

impegna il Governo:

a reintegrare, in sede di assestamentodi bilancio 2015, le disponibilità dellaDifesa sulle voci di bilancio ridotte con iprovvedimenti richiamati in premessa;

attuare un’azione sinergica tesa adaccelerare e sostenere, nell’immediato, ilreintegro nelle disponibilità della Difesa ditutte le somme accantonate e riferite alsettore dell’esercizio;

a porre in essere le opportune azionidi carattere strutturale finalizzate ad as-sicurare le risorse finanziarie necessarieper ripianare le pregresse situazioni debi-torie, relativamente agli oneri ineludibili ele spese aventi carattere di obbligatorietà.

9/2893-AR/4. Manciulli.

La Camera,

premesso che:

la Procura di Brescia ha coordinatole indagini che hanno portato ad arresti dipresunti fiancheggiatori dell’Isis in Italia;

il risultato dell’operazione a Bre-scia, che ha portato all’arresto di estremi-sti islamici operanti in Italia, è il primoeffetto dell’aapplicazione di norme datempo auspicate e più volte discusse anchein Copasir riguardanti nuovi poteri con-feriti sia all’Intelligence, che alle forzedell’ordine, contenute nel decreto-leggeAntiterrorismo;

i dati raccolti dall’autorità giudizia-ria e l’esperienza maturata sul campo daquella inquirente elevano Brescia tra laProcura di Brescia tra le più importanti emeglio attrezzate al contrasto del terrori-smo internazionale di matrice islamica;

gli obiettivi raggiunti con gli inter-venti a Brescia consigliamo un passo in

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avanti conferendole ulteriori nuovi stru-menti per valorizzare quella che già oggi siè contraddistinta come una sorta di super-procura nazionale per il contrasto al ter-rorismo internazionale di matrice isla-mica,

impegna il Governo

nell’ambito delle proprie competenze efermi restando i poteri che il provvedi-mento conferisce alla DNA e al Procura-tore nazionale antimafia, in considera-zione del ruolo di riferimento svolto dallaProcura di Brescia nel campo delle azionidi contrasto con il terrorismo internazio-nale di matrice islamica, ad adottare ogniopportuna iniziativa volta a potenziarnel’attività.

9/2893-AR/5. Caparini.

La Camera,

premesso che:

con la conclusione della missionemilitare ISAF, posta sotto il comando dellaNATO, autorizzata dall’ONU, è arrivata altermine una lunga fase dell’intervento in-ternazionale in Afghanistan iniziato inrisposta all’attacco dell’11 settembre 2011;

dal 2003 al 2014 l’Italia ha sostan-zialmente contribuito al successo dellamissione ISAF; dal 1 gennaio 2015 l’Italiapartecipa come « framework nation » allanuova missione NATO Resolute Support,missione di breve durata che ha mericompiti di addestramento e non di com-battimento, mentre continua a parteciparealla missione di Polizia EUPOL Afghani-stan, sviluppata dall’Unione europea nel-l’ambito della Politica di sicurezza e difesacomune;

a queste missioni si aggiunge unpreziosissimo contributo in termini di coo-perazione, sia dal punto di vista dellaquantità di risorse destinate che dellaqualità delle iniziative, fornito attraverso ilMinistero degli esteri e della cooperazioneinternazionale e con la partecipazione di

organizzazioni non governative e associa-zioni della società civile italiana capaci diintessere un fecondo tessuto di relazioni discambio culturale e crescita reciproca trai due popoli;

i risultati di stabilizzazione delleprovince assegnate all’Italia sono stati evi-denti e riconosciuti così come apprezzatisono stati gli sforzi relativi al rafforza-mento dello Stato di diritto nella fase diformazione e organizzazione della demo-crazia afghana, delle sue istituzioni e dellaamministrazione del Governo;

l’impegno e il sacrificio delle decinedi migliaia di militari italiani che si sonoavvicendati in questi anni in Afghanistanhanno permesso alla regione sotto respon-sabilità italiana di essere tra le prime adavviare il processo di transizione del po-tere alle autorità locali in linea con ilprocesso che affida alle forze di sicurezzaafghane la responsabilità del controllo del-l’intero territorio nazionale;

il numero di militari italiani inAfghanistan è di conseguenza destinato adiminuire ulteriormente nel corso del2015 col completamento della nostra pre-senza nella regione di Herat e il ripiega-mento del contingente residuo su Kabul;

in parallelo l’Italia sta assicurandoun consistente contributo finanziario allasostenibilità delle Forze di sicurezza af-ghane nell’ambito degli impegni assunti alVertice NATO di Chicago, confermati alVertice in Galles;

mentre lo sforzo militare si vasostanzialmente riducendo, l’Italia non in-tende quindi trascurare l’Afghanistan econtinua a fornire un contributo impor-tante per il sostentamento delle Forze disicurezza locali;

con l’elezione del Presidente Ghanie la successiva formazione del nuovo Go-verno, l’Afghanistan è entrato in unanuova fase della sua transizione; le forzeafghane hanno assunto ormai la respon-sabilità diretta della sicurezza, che conti-nua tuttavia ad essere messa a dura prova

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dall’azione destabilizzante dell’insorgenzatalebana e degli altri gruppi antigoverna-tivi si sono nel frattempo moltiplicate nellaregione mediterranea, più prossima all’Ita-lia, situazioni di instabilità politica, diconflitto e di crisi che mettono diretta-mente in pericolo la sicurezza dell’Europae del nostro Paese;

la minaccia jihadista si riproponein Medio Oriente e in Nord Africa dopo icolpi subiti in Afghanistan;

in particolare la situazione in Libiasuscita forte allarme e richiede la massimaattenzione per la vicinanza geografica, laminaccia terroristica, gli interessi econo-mici coinvolti di natura strategica perl’Italia, il riflesso sulla gestione dei flussimigratori, il pericolo di diffusione dell’in-stabilità nei paesi vicini e l’oggettiva peri-colosità della presenza di uno « stato fal-lito » a poca distanza dalle coste europee;

anche la situazione in Iraq, dovel’Italia è già fortemente impegnata nelquadro della Coalizione internazionale enel sostegno alle forze armate irachene eai Peshmerga curdi, che stanno svolgendoun ruolo essenziale nel contrastare l’of-fensiva di Isis/Daesh, esige la massimaattenzione,

impegna il Governo

a tradurre la sostanziale riduzione quan-titativa e qualitativa della presenza mili-tare italiana, nel quadro della riduzione inatto della presenza internazionale in Af-ghanistan sotto il comando della NATO, lacui collaborazione con le autorità localirimane essenziale per contrastare la mi-naccia dell’insorgenza così come quella dinatura terroristica, in una rimodulazionedella partecipazione italiana alle missioniinternazionali nel loro complesso, non inun’ottica di riduzione del nostro impegnointernazionale, ma al fine di ridefinire lepriorità derivanti dalle nuove crisi apertenella regione del Mediterraneo, a comin-ciare dalla Libia e dal contributo al con-trasto al terrorismo, contribuendo allasicurezza e alla stabilità di regioni a noi

prossime, in coerenza con gli interessinazionali in gioco, con le decisioni e imandati approvati dalle Nazioni Unite,con le linee di politica estera e di difesacomune decise dall’Unione europea e instretto coordinamento con le scelte deinostri partner NATO e alleati internazio-nali.

9/2893-AR/6. Amendola, Scanu, Maraz-ziti, Di Lello, Rabino, Causin, Picchi.

La Camera,

premesso che

il provvedimento legislativo in pa-rola, anche indirettamente, tende a porrenorme che vanno ad incidere sull’attualepolitica dell’immigrazione;

come da consolidata giurispru-denza, il potere di disciplinare l’immigra-zione rappresenta una prerogativa essen-ziale dello Stato in quanto espressione delcontrollo del territorio, difatti la regola-mentazione dell’ingresso e del soggiornodegli stranieri nel territorio dello Stato è« collegata alla ponderazione di svariatiinteressi pubblici, quali, ad esempio, lasicurezza e la sanità pubblica, l’ordinepubblico » (sentenze della Corte costitu-zionale n. 148 del 2008, n. 206 del 2006 en. 62 del 1994);

il « reato di ingresso e soggiornoillegale nel territorio dello Stato » è statointrodotto nel 2009 dall’articolo 1, comma16, lettera a), della legge 15 luglio 2009,n. 94, (cosiddetto pacchetto sicurezza) cheha modificato il testo unico delle disposi-zioni circa la disciplina dell’immigrazionee norme sulla condizione dello straniero(decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286)introducendovi l’articolo 10-bis, in lineacon quanto previsto dalla Direttiva c.d.Rimpatri;

successivamente alla sua introdu-zione, nell’ordinamento italiano il reato diimmigrazione clandestina è stato dichia-rato legittimo anche dalla Corte costitu-zionale (sentenza n. 250 del 2010);

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il reato di immigrazione clande-stina vige anche in numerosi altri Statieuropei, ad esempio in Francia, Germaniae Gran Bretagna, talvolta con pene moltopiù severe e, pertanto, anche in sedeeuropea, non vi è alcuna pronuncia cheabbia dichiarato l’articolo 10-bis contrarioa disposizioni comunitarie o internazio-nali;

secondo quanto riportato dal rap-presentante del Governo pro-tempore (se-duta della I Commissione del 5 luglio 2011– Camera dei deputati), le denunce per ilreato di ingresso e soggiorno clandestinoda agosto 2009 ad aprile 2011 « sono stateoltre 43 mila. Nello stesso periodo risul-tano denunciati per il reato di violazionee reiterata violazione dell’ordine di allon-tanamento del questore oltre 56 mila stra-nieri; quanto alle espulsioni, queste sonostate, dal 2008 al 2010, circa 60 mila »;

successivamente alla legge delegan. 67 del 2014 che ha previsto tra iprincipi e criteri direttivi, all’articolo 2,comma 3, lettera b) l’abrogazione del reatodi clandestinità, gli sbarchi sulle nostrecoste sono aumentati fino a raggiungere lacifra di 125.000 solo da gennaio 2014,come attestato dal capo Dipartimento perle Libertà Civili e l’Immigrazione del Mi-nistero dell’Interno, in audizione presso leCommissioni riunite I e II il 15 settembre2014;

la prevista abrogazione del reato diimmigrazione clandestina ha inviato mes-saggi errati e incoraggiato tutte quelleorganizzazioni che prosperano sulla trattadegli esseri umani, particolarmente gravequando si tratta di minori e donne in statodi gravidanza,

impegna il Governo

ad adottare tutte le più opportune inizia-tive, anche con provvedimenti di naturaemergenziale, al fine di ripristinare ilreato di immigrazione clandestina, cosìcome previsto dall’articolo 10-bis del Testounico delle disposizioni concernenti la di-sciplina dell’immigrazione e norme sulla

condizione dello straniero, e rendere effi-caci ed effettive le modalità di espulsionedi tutti i clandestini presenti sul territoriodel nostro Stato, nonché ripristinare, alfine di rendere efficaci, le azioni di re-spingimento in accordo con i paesi dipartenza.

9/2893-AR/7. Grimoldi.

La Camera,

premesso che

come è emerso in queste ore laProcura di Brescia ha applicato le nuovenorme introdotte dal presente decreto-legge nei confronti di cittadini stranierialcuni dei quali con cittadinanza italianaper i nuovi reati per punire i c.d. foreignfighters, ovvero coloro che si fanno arruo-lare per il compimento di atti di violenza,con finalità di terrorismo;

il proselitismo e l’arruolamentospesso avvengono all’interno delle Moscheeo di centri culturali trasformati in luoghidi culto;

fin dagli anni ’90 alcune comunitàislamiche hanno avanzato istanze per ar-rivare a stipulare intese con lo Statoitaliano. Le proposte avanzate non hannoperò mai rivestito carattere omogeneo, dalmomento che le organizzazioni non ave-vano raggiunto un accordo preventivo;

nel 2000, le organizzazioni islami-che più rappresentative sono pervenutealla costituzione dell’associazione del Con-siglio islamico d’Italia, quale organismo dirappresentanza dell’Islam. Il Consiglioperò non è mai divenuto operativo el’incapacità di raggiungere una posizionecomune rappresentativa dell’universo isla-mico in Italia, ha sin qui determinatol’impossibilità di stipulare un’intesa con loStato italiano, oltre alla contrarietà diprecetti di quella religione ad alcuni dirittifondamentali e all’ordine pubblico;

a livello amministrativo, si ricordache nel settembre 2005 è stata istituita,presso il Ministero dell’interno, la Con-

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sulta per l’islam italiano, organo consultivodove siedono membri delle più rappresen-tative istituzioni islamiche presenti nelnostro Paese, che si pone l’obiettivo diavviare un dialogo istituzionale con lecomponenti musulmane presenti in Italia edi agevolare la costruzione di un Islamitaliano, fondato sui propri valori religiosie culturali, ma anche sulla piena accetta-zione degli ordinamenti politici e delleleggi italiane;

questa Camera si è interessata apiù riprese della questione. In materiavanno certamente ricordati gli atti di sin-dacato ispettivo presentati nel corso del-l’attuale legislatura e riferiti ai progetti dicostruzione di moschee o all’attività diCentri di cultura islamici;

nella seduta del 16 settembre 2008dell’Assemblea della Camera, il Sottose-gretario per l’Interno, on. Mantovano, ri-spondendo all’interpellanza sulle proble-matiche inerenti al finanziamento e alprogetto di realizzazione della moschea diBologna, ha ricordato come la vicenda siariferibile al più ampio problema di con-trollo e monitoraggio delle realtà associa-tive islamiche presenti in Italia;

un dibattito e una deliberazione inAssemblea, contenente una specifica diret-tiva al Governo, sono stati sollecitati dallemozioni Cota ed altri n. 1-00076, appro-vata nella seduta 98 del 4 dicembre 2008,concernente una moratoria per la costru-zione di nuove moschee e centri culturaliislamici, che invitava il Governo a bloccarela costruzione di nuove moschee fino aquando non verrà approvata una legge cheregolamenti l’edificazione di luoghi diculto delle confessioni che non abbianostipulato intese con lo Stato italiano,

è stato presentato in questa legi-slatura, da parte del deputato Molteni,l’A.C. 1570 in materia di costruzione dellenuove moschee e centri islamici,

impegna il Governo

ad attivarsi, anche attraverso iniziativelegislative urgenti per introdurre misure

straordinarie di contrasto al terrorismo dimatrice islamica che prevedano una mo-ratoria per la costruzione di nuove mo-schee e centri culturali islamici fino aquando non sarà approvata una legge, lecui linee guida si rifacciano all’AC 1570Molteni, per regolamentare l’edificazionedi luoghi di culto per le confessioni chenon abbiano stipulato intese con lo Statoitaliano e predisponendo l’immediata chiu-sura di tutte le moschee e centri islamicio associazioni culturali similari al cuiinterno si riscontrino presenze eversive.

9/2893-AR/8. Marcolin.

La Camera,

premesso che:

il provvedimento legislativo in pa-rola, anche indirettamente, tende a porrenorme che vanno ad incidere sull’attualepolitica in materia di immigrazione e pro-tezione internazionale;

la protezione umanitaria è unaforma di protezione (non internazionale)diversa rispetto allo status di rifugiato eallo status di protezione sussidiaria, einfatti è disciplinata dal Testo Unico sul-l’immigrazione e dal decreto legislativo 28gennaio 2008, n. 25;

detta forma di protezione è rico-nosciuta al richiedente protezione inter-nazionale quando la Commissione Terri-toriale, pur non accertando la sussistenzadi esigenze di protezione internazionale,ritiene che esistano seri motivi di carattereumanitario che giustificano la permanenzadel richiedente sul territorio nazionale;

la disposizione normativa nonenuncia in via esemplificativa quali deb-bano essere considerati i seri motivi, per-tanto, è suscettibile di ampia interpreta-zione e pertanto si presti a maggior uti-lizzo, costituendo la forma di protezionepiù riconosciuta ai richiedenti asilo;

la normativa italiana non definiscein termini univoci quali siano le esigenzedi protezione umanitaria di un individuo:

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l’articolo 5, comma 6 del decreto legisla-tivo n. 286 del 1998 adotta una previsionedi carattere generale che consente la tuteladi una vasta categoria di fattispecie sog-gettive, non riconducibili alla protezioneinternazionale;

la mancanza assoluta di una disci-plina normativa che definisca il contenutodel titolo di soggiorno per motivi umani-tari, i diritti a esso connessi e le modalitàdi rilascio e rinnovo del titolo stesso, hacausato l’adozione di prassi del tutto dif-formi da territorio a territorio;

valutato che la protezione umani-taria non rientra nella nozione di prote-zione internazionale ed altresì va ad ag-giungersi ad altre forme di protezione giàpreviste dal nostro ordinamento;

alla luce di tale contesto norma-tivo non compiutamente definito potrebbeverificarsi il pericolo di consentire attra-verso tale istituto ad esponenti di celluleterroristiche l’ingresso nel territorio na-zionale,

impegna il Governo

ad assumere, anche in considerazione diquanto esposto nell’ultimo capoverso dellepremesse, i più opportuni provvedimenti,anche di natura emergenziale, al fine dirazionalizzare i sistemi di protezione giàdisposti dal nostro ordinamento, mediantel’abrogazione dell’articolo 5, comma 6, delTesto unico delle disposizioni concernentila disciplina dell’immigrazione e normesulla condizione dello straniero di cui aldecreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.

9/2893-AR/9. Invernizzi.

La Camera,

apprezzando l’ampiezza degli inter-venti internazionali delle Forze armate edella Cooperazione allo sviluppo sui mag-giori teatri di crisi in Africa, Asia edEuropa;

rilevando come la scelta di operarecon le Forze Armate di altri Paesi evidenzisempre una significativa solidarietà poli-tica, tanto in circostanze ordinarie,quando ci si addestra sulla base di pro-grammi preconcordati, quanto in quellestraordinarie in cui si opera congiunta-mente sui teatri di crisi;

sottolineando, in particolare, il pre-cedente della cooperazione militare bila-terale italo-brasiliana nell’ambito dell’atti-vità di soccorso prestata ad Haiti;

stigmatizzando, tuttavia, l’atteggia-mento non collaborativo dimostrato dalBrasile nella gestione della vicenda colle-gata alla mancata estradizione in Italia diCesare Battisti, condannato all’ergastolo incontumacia dalla magistratura del nostroPaese per reati di terrorismo – quattroomicidi in concorso – e non certo vittimadi una presunta negazione del diritto allalibertà di opinione ed espressione delpensiero;

ritenendo che la protezione di fattoaccordata dalle autorità brasiliane a quelloche per la giustizia del nostro Paese è unterrorista conclamato rappresenti un gestoincompatibile con relazioni di autenticasolidarietà politica ed amicizia,

il comma 3 dell’articolo 13 prevede lapossibilità che la prosecuzione della par-tecipazione ad alcune operazioni interna-zionali sia subordinata alla soluzione diquestioni pendenti che riguardano citta-dini italiani,

impegna il Governo

a sospendere ogni forma di cooperazionee collaborazione in campo politico-mili-tare con il Brasile, a partire da quelle cheregolano l’accesso di ufficiali brasiliani aicentri ed agli istituti di formazione mili-tare del nostro Paese, fino al perfeziona-mento dell’estradizione in Italia di CesareBattisti.

9/2893-AR/10. Gianluca Pini.

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La Camera

rilevando come il terrorismo interna-zionale di matrice jihadista tragga linfavitale dal flusso di immigrati provenientida Paesi maggioritariamente musulmanied in particolare da alcuni nei quali in-furia la guerra civile;

constatando con preoccupazione lamagnitudine dei flussi migratori in uscitada Africa ed Asia, che interessano il nostroPaese e rendono oltremodo difficile ilcontrollo delle identità di chi arriva;

osservando l’alto numero di coloroche richiedono l’asilo politico e, di contro,la bassa percentuale di coloro la cui do-manda viene accolta;

stigmatizzando l’assenza di coopera-zione da parte dei nostri partner europei,insufficiente ai fini della dissuasione egestione dei flussi e del tutto inadeguatanelle modalità anche nell’ambito dell’ope-razione Triton;

ritenendo, invece, interessante il pro-getto di aprire almeno tre grandi campiprofughi in Africa, nei quali convogliarecoloro che intendono recarsi in Europa,allo scopo di vagliare sul posto le domandedi concessione dello status di rifugiato edividerle tra i Paesi membri dell’UnioneEuropea, impedendo a coloro che risultinoprivi dei necessari requisiti di raggiungerele coste nordafricane,

impegna il Governo

a perseguire in tutte le sedi competenti larealizzazione del progetto, coinvolgendo iPaesi partner dell’Unione Europea nell’al-lestimento e nella gestione dei grandicampi profughi in terra d’Africa, alloscopo di gestirvi congiuntamente le prati-che per la concessione o negazione del-l’asilo politico nonché di provvedere allasuccessiva assegnazione dei rifugiati aisingoli Stati membri dell’Ue.

9/2893-AR/11. Rondini.

La Camera,

esprimendo il proprio apprezza-mento per lo stabilimento del principiosecondo il quale chi si reca in un Paeseclassificato ufficialmente dal Ministero de-gli affari esteri come altamente rischiosolo fa sotto la propria responsabilità;

rilevando come il decreto-legge inesame contenga, tra le altre, disposizioniche stanziano denaro pubblico per l’assi-stenza ai cittadini italiani che si trovino insituazione di pericolo all’estero;

ritenendo che le norme sopracitatevadano riferite a persone che vengano atrovarsi in situazioni d’emergenza impre-viste ed imprevedibili, verificatesi in Paesigiudicati non rischiosi dal Ministero degliaffari esteri,

impegna il Governo

a non corrispondere alcun riscatto achiunque si renda responsabile del seque-stro di cittadini italiani all’estero, in teatridi crisi o comunque definiti ad alto rischiodal Ministero degli affari esteri;

ad adoperarsi per ridurre al minimoil rischio che il nostro Paese venga con-dizionato politicamente attraverso lo stru-mento della presa d’ostaggi, anche vinco-lando al rilascio di un apposito nulla ostal’autorizzazione al personale cooperantevolontario dipendente dalle Ong italiane ostraniere a recarsi nei teatri di crisi ovequeste ultime siano presenti.

9/2893-AR/12. Allasia.

La Camera,

apprezzando gli sforzi della diploma-zia internazionale volti a favorire la ri-conciliazione tra le autorità libiche dei duegoverni rivali di Tobruk e Tripoli, anche alfine di ottenere la successiva collabora-zione di un esecutivo autenticamente uni-tario nella repressione delle infiltrazionidel sedicente Stato Islamico a Derna enella Sirte;

rilevando, tuttavia, come il governo diTobruk ed il suo braccio armato, l’Esercito

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guidato dal generale Haftar, preferiscanocontinuare le ostilità contro Tripoli, mal-grado la Brigata di Misurata stia affron-tando i miliziani che hanno aderito alsedicente Stato Islamico;

esprimendo quindi dubbi circa l’ef-fettiva capacità della comunità internazio-nale di pervenire ad una ricomposizionedella guerra civile in corso in Libia dal2011;

ritenendo comunque pericoloso ri-muovere l’embargo sulle forniture di ma-teriali d’armamento che grava su tutte lefazioni in lotta in Libia;

sussistendo peraltro una sempre piùforte minaccia collegata al radicamento diseguaci del sedicente Califfato in Libia che,tra l’altro, starebbero anche assumendo ilcontrollo della tratta di essere umani nelCanale di Sicilia;

ricordando come operi nel Canale diSicilia un potente dispositivo aeronavalenazionale, nel quadro dell’Operazione« Mare Sicuro »,

impegna il Governo:

a non utilizzare « Mare Sicuro » comeun dispositivo per il soccorso dei migranticlandestini in mare;

a considerare l’opportunità di impie-gare le navi schierate nel Canale di Siciliadalla Marina Militare per sottoporre ablocco navale la Libia, in modo tale daimpedire l’arrivo in Europa di milizianifedeli allo Stato Islamico e comunqueprivare i simpatizzanti del Califfato di unimportante cespite di entrate.

9/2893-AR/13. Guidesi.

La Camera,

premesso che:

risulta evidente la necessità, in que-sto momento storico, di dotare lo Stato diuna legge che colpisca in maniera ade-guata chi compia reati di particolare gra-

vità e che attengono la sicurezza nazionalee dei cittadini;

risulta altresì evidente che semprecon maggior frequenza gli strumenti atti acomunicare ed organizzare attività illecitesiano per lo più riconducibili a strumentiinformatici;

tuttavia una legge che regoli talinorme deve garantire innanzitutto la si-curezza dei cittadini a cui fa riferimento,facendo attenzione a non limitarne lelibertà individuali sancite anche e soprat-tutto dagli articoli 13 e 15 della Costitu-zione;

l’uso di captatori informatici(Trojan, Keylogger, snìffer, ed altri) qualemezzo di ricerca delle prove da parte delleAutorità statali, giudiziarie o di sicurezza,è controverso se riferito ai dati di unsistema informatico in possesso di unprivato cittadino in quanto risulta esserecontestualmente un’ispezione (articolo 244del codice di procedura penale), una per-quisizione (articolo 247 del codice di pro-cedura penale), un’intercettazione di co-municazioni (266 del codice di procedurapenale), un’acquisizione occulta di docu-menti e dati anche personali; tutte attivitàcompiute in un luogo, i sistemi informaticiprivati, che equivalgono al domicilio;

nel 2008 la Corte Costituzionaletedesca, con sentenza del 27 febbraio2008, si era espressa negativamente sul-l’uso generalizzato del cosiddetto Bunde-strojan (Trojan di Stato) rilevando cometale attività comportasse rischi di un con-trollo pervasivo dei sistemi, il superamentodei sistemi di cifratura, la profilazione dicomportamenti estranei ai reati perseguiti,un’invasione della sfera privata e dellariservatezza, nonché rischi di danni aisistemi informatici ed il coinvolgimento didati di terzi estranei;

è comprensibile la necessità di ade-guare all’attuale situazione di sviluppotecnologico l’articolo 266-bis del codice,che, prevedendo la sola intercettazione delflusso di comunicazione anche quando ilflusso sia cifrato, come accade quando si

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usano le più diffuse applicazioni voice overIP, non permette di ottenere alcuna in-formazione della comunicazione in atto,risultando in questo modo non efficace;

è ragionevole permettere l’istalla-zione di software sui dispositivi degli utentiper controllare in modo remoto la comu-nicazione prima che il flusso venga cifrato;

l’istallazione di software per racco-gliere i dati di un sistema informatico inpossesso di un privato cittadino equivale aeseguire anche un’ispezione (articolo 244del codice di procedura penale) e unaperquisizione (articolo 247 del codice diprocedura penale) e quindi vanno assicu-rati i diritti del cittadino coerentementeagli articoli 246 del codice di procedurapenale e 250 del codice di procedurapenale;

i captatori sono comunque unostrumento di indubbia utilità per combat-tere il terrorismo ed altri gravi reati cheriguardino la sicurezza dei cittadini equindi il loro uso può essere previsto seregolato in modo stringente, come avvieneper le intercettazioni telefoniche, coeren-temente con i principi costituzionali,

impegna il Governo

a modificare, nel primo provvedimentoutile, il codice di procedura penale, inparticolar modo in riferimento all’articolo266-bis, inserendo adeguate soluzioni at-traverso l’impiego di programmi informa-tici atti a conoscere i contenuti dellecomunicazioni realizzate tramite applica-zioni VoIP o assimilabili.

9/2893-AR/14. Coppola, Basso, Quinta-relli, Tentori, Boccadutri, Mucci, BrunoBossio, Dallai, Barbanti, D’Alia, Vargiu,Ascani, Bargero, Tinagli, Tofalo, Cata-lano, Galgano, Molea, Buttiglione, Bi-netti, Capua.

La Camera,

premesso che:

nell’ambito delle misure contenutenel provvedimento in esame emanato a

seguito dei recenti episodi verificatisi sia inEuropa, sia in Paesi dello scacchiere me-diorientale, che hanno evidenziato l’innal-zamento della minaccia terroristica di ma-trice jihadista, il medesimo provvedimento,interviene in materia di sicurezza internaattraverso una serie di disposizioni, con-cernenti l’impiego del personale delleForze armate in attività di controllo delterritorio, di vigilanza di siti e obiettivisensibili e di prevenzione dei fenomeni dicriminalità organizzata;

al riguardo, nell’ambito delle atti-vità legate a fenomeni delittuosi, quelleconnesse all’elevato aumento dei furtinelle abitazioni private, evidenziano unquadro a livello nazionale, estremamentegrave e preoccupante in tema di sicurezzainterna, come dimostrato dal recente rap-porto del Censis, che rileva l’aumentorecord dei furti più che raddoppiati negliultimi dieci anni ed in particolare quellicommessi nell’ultimo anno, che risultanoessere 689 ogni giorno (uno ogni dueminuti);

l’utilizzo del personale militaredelle Forze armate da affiancare all’ope-rato delle forze di polizia, per il contrastodei fenomeni criminali, come evidenziatodall’articolo 5 del suddetto decreto-legge,che reca una serie di disposizioni per ilcontrollo del territorio, costituisce a talfine una misura condivisibile e necessaria,finalizzata a fronteggiare il suesposto fe-nomeno, la cui dimensione di gravità alivello nazionale ha assunto livelli emer-genziali;

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere neiprossimi interventi legislativi, misure fina-lizzate all’impiego delle Forze armate, peril contrasto al fenomeno dei furti nelleabitazioni private, da affiancare all’ope-rato delle Forze di polizia, le cui difficoltàlegate all’insufficienza del numero del per-sonale a livello nazionale, nonché alle

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gravi falle del sistema giudiziario, legatealle pene detentive per gli arrestati pro-cessati per direttissima, (moltissimi deiquali anche recidivi) indubbiamente limi-tate, accrescono i livelli emergenziali delfenomeno esposto in premessa, la cuirecrudescenza determina spesso contrac-colpi non solo a livello economico, maanche psicologico.

9/2893-AR/15. Faenzi.

La Camera,

premesso che:

nel rispetto delle disposizione delcodice della navigazione, recato dal regiodecreto 30 marzo 1942, n. 327, nonchédella normativa comunitaria, entro 120giorni dall’entrata in vigore della legge diconversione del decreto-legge del 18 feb-braio 2015, n. 7, in esame, sentito l’EnteNazionale per l’Aviazione Civile, dovràessere emanato un provvedimento inter-ministeriale Interno, Difesa e Infrastrut-ture e trasporti, recante la disciplina dellemodalità di impiego da parte delle Forzedi Polizia di Aeromobili a pilotaggio re-moto (APR) per il monitoraggio del terri-torio finalizzato alla pubblica sicurezza, alcontrasto al terrorismo e alla criminalitàorganizzata, nonché per finalità di tutelaambientale;

a seguito dell’emanazione del citatoprovvedimento interministeriale interverràl’effettivo e concreto nuovo impiego deicitati Aeromobili a pilotaggio remoto perle finalità delineate, con conseguenti nuovioneri connessi ad eventuali adeguamentiinfrastrutturali, manutenzione ordinaria estraordinaria, adeguamento delle centralioperative e di controllo, addestramento delpersonale, anche presso gli appositi centridi formazione delle Forze Armate,

impegna il Governo

a verificare l’eventuale esigenza, coerente-mente con le effettive previsioni di impiegodei citati APR, di nuovi e maggiori oneri

per la finanza pubblica, individuando nelcaso, anche all’interno del prossimo de-creto-legge di proroga delle Missioni in-ternazionali, le adeguate coperture finan-ziarie.

9/2893-AR/16. Fauttilli.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 5, comma 3-ter, del prov-vedimento in esame ha introdotto la pos-sibilità di assumere 150 allievi carabinierida trarre dai vincitori del concorso ban-dito nell’anno 2010 per il reclutamento diallievi carabinieri effettivi in ferma qua-driennale, che abbiano concluso la fermadi quattro anni quale volontario nelleForze Armate (VFP 4);

il comma 264 dell’articolo 1 dellalegge di Stabilità 2015 prevede il rinviodelle assunzioni nelle Forze di Polizia,previste per il 2015, al 1o dicembre 2015,fatta eccezione per quelle disposte nel2014 per le esigenze di EXPO 2015;

sono state autorizzate le assunzionidel personale nel corpo della Polizia diStato, relativamente alla categoria agenti eassistenti, di cui all’articolo 3, commi3-quater e 3-sexies, del decreto-legge 24giugno 2014, n. 90, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 11 agosto 2014,n. 114, a decorrere dal 1o gennaio 2015, invia straordinaria, per fronteggiare la pa-lese necessità di incrementare i servizi diprevenzione e di controllo del territorio,anche connessi allo svolgimento di ExpoMilano 2015;

l’Amministrazione è autorizzata adassumere tutti i vincitori e idonei, facendoscorrere la graduatoria fino a completoesaurimento, del concorso, per titoli edesami, per il reclutamento di 650 allieviagenti della Polizia di Stato indetto condecreto ministeriale del 7 marzo 2014 epubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14marzo 2014 e la cui graduatoria di meritoè stata pubblicata nel Bollettino Ufficiale

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del personale del Ministero dell’interno –supplemento straordinario n. 1/48 del 22dicembre 2014, con avviso di pubblica-zione nella Gazzetta Ufficiale della Repub-blica Italiana – 4 serie speciale « Concorsied esami » del 19 dicembre 2014;

a seguito dei drammatici atti ter-roristici di matrice islamica compiuti inFrancia e delle minacce di cui il nostroPaese è continuamente oggetto da partedel Califfato islamico – Daesh, tutti iPrefetti d’Italia sono stati chiamati, tra-mite la diramazione di direttive circostan-ziate del Ministro dell’Interno e dal Capodella Polizia di Stato ad alzare il livello disicurezza nel nostro Paese;

il recente piano di soppressione dipresidi di polizia interessa numerosi com-missariati cittadini di pubblica sicurezza,nell’ottica di una spending review che nonriesce a ridurre sprechi e inefficienze, nétiene conto della grave carenza di orga-nico, che ammonta ormai a circa 21.000unità;

il taglio di risorse da investire nellasicurezza pubblica fa ricadere sui cittadinile conseguenze estremamente pericoloseche comporta una minor presenza diForze di polizia sul territorio, e questononostante la proroga dell’impiego di mi-litari sulle strade con funzioni di ordinepubblico, la cosiddetta « operazione stradesicure », fortemente voluta e varata dalGoverno Berlusconi nel 2008;

il numero di 650 unità di polizia daarruolare, inizialmente stabilito, non è piùsufficiente a fronteggiare i servizi di pre-venzione e di controllo del territorio, so-prattutto in connessione allo svolgimentodi ben due eventi internazionali, comequelli di EXPO Milano 2015 e del GiubileoStraordinario che avrà inizio a dicembre aRoma,

impegna il Governo

ad assumere iniziative al fine di reclutare,oltre ai 650 vincitori, tutti gli idonei delconcorso per 650 Allievi Agenti della Po-

lizia di Stato, di cui in premessa, per untotale di 900 unità.

9/2893-AR/17. Giammanco, Santelli,Biancofiore.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 5, comma 1, del provve-dimento in esame fa riferimento all’arti-colo 7-bis del decreto-legge n. 92 del 2008,convertito con modificazioni, dalla legge125 del 2008 recante « Misure urgenti inmateria di sicurezza pubblica », che haintrodotto la possibilità di impiegare uncontingente di personale militare apparte-nente alle Forze armate per servizi divigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonchédi perlustrazione e pattuglia in concorso econgiuntamente alle Forze di Polizia;

tale decreto prevede che il piano diimpiego del personale delle Forze armatesia adottato con decreto del Ministro del-l’interno, di concerto con il Ministro delladifesa, sentito il Comitato nazionale del-l’ordine e della sicurezza pubblica inte-grato dal Capo di stato maggiore delladifesa e previa informazione al Presidentedel Consiglio dei ministri;

il Decreto interministeriale del 27febbraio 2015 reca la proroga del piano diimpiego del contingente militare fino al 30giugno 2015 e, nella Tabella 2, allegata alpiano stesso, definisce le unità operativeassegnate alle singole province per servizidi vigilanza a siti ed obiettivi sensibili, perstraordinarie esigenze di prevenzione econtrasto del terrorismo;

la realtà del pericolo del terrorismodi matrice islamica e dell’intreccio con lacriminalità organizzata è stata confermata,tra l’altro, dagli arresti eseguiti il 25 marzo2015 a Bergamo e Brescia, dove il mate-riale sequestrato agli arrestati – pubblici-stica e filmati video diffusi sul web, erano« destinati a italiani di seconda genera-zione che, al compimento del diciottesimoanno d’età sarebbero diventati cittadini

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italiani », con un documento in italianochiaramente « diretto a ragazzi italiani, untarget ben definito », come hanno affer-mato il sostituto procuratore, LeonardoLesti, e il dirigente della Digos di Brescia,Giovanni De Stavola;

le province di Bergamo e di Bresciahanno visto raddoppiare l’afflusso di stra-nieri dal 2005 ad oggi fino ad arrivare aduna percentuale che si attesta al 13 percento rispetto alla popolazione italianacon una tendenza in costante aumentodovuta anche al trasferimento dei migrantisoccorsi dalla Marina Militare nel Medi-terraneo ma, nonostante questo, il pianodi impiego richiamato non prevede il di-spiegamento di contingenti di militari sulterritorio di tali province,

impegna il Governo

a modificare, ex articolo 2, comma 2, deldecreto interministeriale del 27 febbraio2015, il piano di impiego del contingentemilitare, al fine di inserire le province diBergamo e di Brescia nella Tabella 2,allegata al piano stesso, che definisce leunità operative assegnate alle singole pro-vince per servizi di vigilanza a siti edobiettivi sensibili, per straordinarie esi-genze di prevenzione e contrasto del ter-rorismo.

9/2893-AR/18. Gregorio Fontana, Gel-mini.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge in titolo interviene sul delitto diarruolamento con finalità di terrorismo,per punire anche colui che si arruola, nonpresupponendo, dunque, il compimento dispecifici atti;

la predetta formulazione, oltre adanticipare la soglia di punibilità, sollevadubbi circa la determinatezza della fatti-specie penale, da una parte, e il necessario

rispetto del principio di offensività, dal-l’altra;

la Corte costituzionale ha sin quifondamentalmente riservato alla discrezio-nalità del legislatore il livello e il modulodi anticipazione della tutela, rinunciando,in sostanza, a sindacare le stesse sceltetecniche di costruzione dell’illecito penalesecondo lo schema del reato di dannoovvero di pericolo, ovvero secondo unaparticolare forma di tipizzazione del pe-ricolo. Anche di recente la Consulta haribadito che « l’ampia discrezionalità » cheva riconosciuta al legislatore penale « siestende anche alla scelta delle modalità diprotezione penale dei singoli beni e ointeressi » e che « rientra (...) in detta sferadi discrezionalità l’opzione per le forme ditutela avanzata, che colpiscano l’aggres-sione ai valori protetti nello stadio dellasemplice esposizione a pericolo (...) non-ché, correlativamente, l’individuazionedella soglia di pericolosità alla quale ri-connettere la risposta punitiva » (sentenzan. 225 del 2008),

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi dellanorma citata in premessa al fine di adot-tare, in tempi rapidi, ulteriori iniziativenormative volte alla modifica della dispo-sizione che, intervenendo sul delitto diarruolamento con finalità di terrorismoper punire anche colui che si arruola,senza presupporre il compimento di spe-cifici atti, stabilisca nella nuova normativala determinatezza della fattispecie penalee il necessario rispetto del principio dioffensività.

9/2893-AR/19. Sarti.

La Camera,

premesso che:

nella nuova formulazione dell’arti-colo 270-quinquies si aggrava la penaprevista per il delitto di addestramento adattività con finalità di terrorismo, quando

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le condotte di chi addestra o istruiscesiano commesse attraverso strumenti tele-matici o informatici;

nel testo infatti si parla anche di« persona che avendo acquisito, anche au-tonomamente, le istruzioni per il compi-mento degli atti di cui al primo periodo,pone in essere comportamenti univoca-mente finalizzati alla commissione dellecondotte di cui all’articolo 270-sexies »;

è necessaria l’emanazione di unanorma che preveda la sostituzione dellaparola « comportamenti » con la locuzione« atti idonei diretti in modo non equivoco »mutuata dall’articolo 56 del codice penaleper conferire sia maggiore materialità chemaggior determinatezza alla fattispecie,richiamando le parole e la loro consolidatainterpretazione usate dal legislatore per ildelitto tentato;

infatti, sempre in ossequio a ma-terialità e determinatezza, dopo l’adde-stramento, subìto o autonomo, la punibi-lità dovrà scattare non quando vi sarà laprova di voler perseguire le finalità di cuiall’articolo 270-sexies (Condotte con fina-lità di terrorismo), ma quando vi sarà laprova che l’imputato ha tentato la com-missione di reati precisi (quali che siano,ma vanno individuati) animato da quellefinalità terroristiche,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle di-sposizioni di cui in premessa al fine diadottare ulteriori iniziative normativevolte a specificare, in maniera maggior-mente determinata, i comportamenti san-zionabili quali « atti idonei diretti in modonon equivoco » così come previsto dall’ar-ticolo 56 del codice penale al fine diconferire sia maggiore materialità chemaggior determinatezza alla fattispecie,richiamando le parole e la loro consolidatainterpretazione usate dal legislatore per ildelitto tentato.

9/2893-AR/20. Ferraresi.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge in esame si prefiggedi adeguare le disposizioni normative in-terne ad esigenze legate alla c.d. « emer-genza terrorismo » nonché alla necessità didare attuazione alla risoluzione n. 2178del 2014, adottata dal Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite, vincolante pergli Stati;

all’articolo 4 il decreto intervienecon disposizioni che consentono la com-minazione di misure personali nei con-fronti dei così detti foreign fighters;

anche qui la disciplina dettata daldecreto appare non sufficientemente defi-nita in quanto rischia di ricomprendereall’interno della fattispecie astratta casidiversi da quelli che hanno ispirato lanorma in esame,

impegna il Governo

a valutare con particolare attenzione glieffetti applicativi delle disposizioni richia-mate in premessa, al fine di considerarel’opportunità che l’applicazione dellanorma possa limitarsi ai soli casi in cui ilcontravventore rientri nel territorio dellostato che la corretta applicazione dellanorma anche al fine di considerare che laprescrizione per il reato resti sospesa finoal giorno in cui si verifichi il reingresso nelterritorio italiano.

9/2893-AR/21. Bonafede.

La Camera,

premesso che:

il decreto legge in esame si prefiggedi adeguare le disposizioni normative in-terne ad esigenze legate alla c.d. « emer-genza terrorismo » nonché alla necessità didare attuazione alla risoluzione n. 2178del 2014, adottata dal Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite, vincolante pergli Stati;

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all’articolo 10 interviene in materiadi coordinamento delle competenze dellamagistratura per la lotta al terrorismo malo fa in maniera incompleta;

l’articolo 9 conferisce nuove attri-buzioni al Procuratore Nazionale Antima-fia riproponendo, ma solo in parte, ildettato di una proposta di legge da unanno all’esame della commissione giustiziae ivi giunta in uno stato avanzato dell’iterparlamentare;

il lavoro innanzi indicato prevedevaanche l’istituzione delle direzioni distret-tuali antiterrorismo e il loro coordina-mento, norme che sono state accantonateallorché il Governo, il 15 gennaio scorso,ha chiesto alla Commissione giustizia disospenderne i lavori per poter presentareil testo che è giunto in Aula;

la parte relativa ai Distretti, chenon è stata riproposta nel decreto delGoverno in conversione, appare, tuttavia,importante per la corretta gestione degliuffici e il loro coordinamento,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle di-sposizioni richiamate in premessa, al finedi adottare ulteriori iniziative volte a ri-vedere la disciplina istitutiva della procuranazionale antimafia e antiterrorismo inmodo da prevedere anche l’istituzionedelle relative procure distrettuali.

9/2893-AR/22. Colletti.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge in esame si prefiggedi adeguare le disposizioni normative in-terne ad esigenze legate alla c.d. « emer-genza terrorismo » nonché alla necessità didare attuazione alla risoluzione n. 2178del 2014, adottata dal Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite, vincolante pergli Stati;

all’articolo 6 il decreto intervenirein maniera molto pesante sulla leggen. 155 del 2005, che reca misure urgentiper il contrasto al terrorismo internazio-nale e sulla legge n. 124 del 2007, chedisciplina i servizi informativi per la si-curezza della Repubblica, oggi DIS, AISI eAISE;

il comma 1, lettera b) introduceuna norma temporanea volta a consentire,fino al 31 gennaio 2016, ai servizi diinformazione di effettuare colloqui perso-nali con qualsiasi soggetto detenuto ointernato, al fine di acquisire informazioniper la prevenzione dei delitti con finalitàterroristica di matrice internazionale;

la norma precisa che tali colloquisono effettuati su richiesta del Presidentedel Consiglio dei ministri, formulata anchea mezzo del Direttore generale del Dipar-timento delle informazioni per la sicu-rezza (DIS) e previa autorizzazione delprocuratore generale presso la corte d’ap-pello di Roma, concessa quando sussistonospecifici e concreti elementi informativiche rendano assolutamente indispensabilel’attività di prevenzione;

vi è la preoccupazione che l’auto-rizzazione data dal procuratore generaledella corte d’appello di Roma non siasufficiente per garantire il necessario coin-volgimento e controllo dell’autorità giudi-ziaria,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle di-sposizioni richiamate in premessa, al finedi integrare la disciplina in maniera daprevedere che l’autorizzazione spetti alProcuratore nazionale antimafia e antiter-rorismo.

9/2893-AR/23. Agostinelli.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge in esame si prefiggedi adeguare le disposizioni normative in-

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terne ad esigenze legate alla c.d. « emer-genza terrorismo » nonché alla necessità didare attuazione alla risoluzione n. 2178del 2014, adottata dal Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite, vincolante pergli stati;

all’articolo 6 il decreto intervenirein maniera molto pesante sulla leggen. 155 del 2005, che reca misure urgentiper il contrasto al terrorismo internazio-nale e sulla legge n. 124 del 2007, chedisciplina i servizi informativi per la si-curezza della Repubblica, oggi DIS, AISI eAISE;

il comma 1, lettera b) introduceuna norma temporanea volta a consentire,fino al 31 gennaio 2016, ai servizi diinformazione di effettuare colloqui perso-nali con qualsiasi soggetto detenuto ointernato, al fine di acquisire informazioniper la prevenzione dei delitti con finalitàterroristica di matrice internazionale;

la norma precisa che tali colloquisono effettuati su richiesta del Presidentedel Consiglio dei ministri, formulata anchea mezzo del Direttore generale del Dipar-timento delle informazioni per la sicu-rezza (DIS) e previa autorizzazione delprocuratore generale presso la corte d’ap-pello di Roma, concessa quando sussistonospecifici e concreti elementi informativiche rendano assolutamente indispensabilel’attività di prevenzione;

vi è la preoccupazione che l’auto-rizzazione data dal procuratore generaledella corte d’appello di Roma non siasufficiente per garantire il necessario coin-volgimento e controllo dell’autorità giudi-ziaria,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle di-sposizioni richiamate in premessa, al finedi adottare ulteriori iniziative volte a ri-vedere la disciplina in maniera da preve-dere che le autorizzazioni e le successivecomunicazioni siano annotate in un ap-posito registro riservato tenuto presso la

Direzione nazionale antimafia e antiterro-rismo.

9/2893-AR/24. Businarolo.

La Camera,

premesso che:

fino al 2012 le acque maggiormentebattute dai pirati del Terzo Millennioerano quelle che circondano il c.d. Cornod’Africa; il problema interessava maggior-mente la Somalia ma anche il Kenya,Gibuti e l’Eritrea. Dalla conclusione della« guerra fredda » la minaccia piratesca,nelle acque prospicienti il Corno d’Africa,è andata sempre crescendo, con un grandeincremento di episodi a partire dal 2005,fino a investire un’area d’azione che oggisi estende a Est fino a 500 miglia e a Sudfino a 1.500 miglia dalla Somalia pene-trando, addirittura, nel cuore dell’Oceanoindiano, nei pressi dello stretto di Hormuze delle coste meridionali dell’India;

attraverso il Canale di Suez – doveoperavano in gran parte i pirati somali –passano ogni anno tra 22.000 e 25.000imbarcazioni, circa il 75 per cento delflusso totale dei mercantili portacontai-ners, e 3,3 milioni di barili di petroliogreggio al giorno, equivalenti al 30 percento del fabbisogno energetico mondiale;

circa il 60 per cento del commercioestero italiano viaggia sul mare; oltre 2.000navi controllate da interessi italiani – 900delle quali battenti bandiera tricolore –viaggiano ogni anno in acque con altorischio di attacchi pirateschi;

le statistiche dell’IMB, l’Ufficio Ma-rittimo Internazionale, indicano che gliattacchi dei pirati sono diminuiti nel 2013dell’11 per cento, scendendo a 264 inci-denti registrati: 106 di questi si sonoverificati nelle acque indonesiane, zonache registra un incremento del 700 percento rispetto al 2009. La maggior partedegli attacchi continua a essere semplicifurti opportunistici di basso livello eseguitida piccole bande, ma in assenza di ade-

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guate iniziative di contrasto vi è la possi-bilità di un’evoluzione verso forme dipirateria maggiormente organizzate;

forme più organizzate di pirateriasono già rinvenibili nel nuovo punto caldoemergente del Golfo di Guinea con 48incidenti nel 2013, equivalenti al 18 percento di tutti gli attacchi mondiali. Gliattacchi dei pirati sono invece positiva-mente diminuiti in Somalia, con solo settecasi segnalati nel 2013 rispetto ai 160 del2011. Il rapporto suggerisce che in Soma-lia la pirateria organizzata potrebbe esseredebellata in pochi d’anni, a patto che leoperazioni di pattugliamento navale inessere non siano interrotte;

il numero di basi militari dellepotenze occidentali nella Repubblica delGibuti cresciuto in questi anni ha avutol’effetto di contribuire all’allontanamentodalle rotte del Corno d’Africa del feno-meno della pirateria. Se questo è unsuccesso da un punto di vista militare essopone però diversi rilievi critici da unpunto di vista politico, della sovranitànazionale dei Paesi del Corno d’Africa esotto il profilo del diritto internazionale;

appare evidente che non può essereuna soluzione il fatto che ogni Paese sifaccia la propria base militare e si imponela necessità di superare l’attuale fase di« polizia privata » dentro un più condivisoquadro della comunità internazionale, an-che attraverso la sostituzione delle attualibasi militari nazionali con una base con-trollata e gestita dall’Organizzazione delleNazioni Unite;

in particolare si sottolinea come ilcoinvolgimento dei Paesi africani interes-sati e dell’Organizzazione per l’Unità Afri-cana siano determinanti nell’accompa-gnare il processo di pacificazione dell’area.In questa direzione va anche la positivariapertura di una sede diplomatica del-l’Italia a Mogadiscio,

impegna il Governo

ad assumere una iniziativa presso le Na-zioni Unite, anche con il coinvolgimento

dei Paesi che oggi dispiegano militari nellaRepubblica del Gibuti e i Paesi del Cornod’Africa, per arrivare al superamento del-l’attuale situazione di basi militari nazio-nali distinte tra loro e per rendere ancorapiù efficace e includente la lotta allapirateria internazionale.

9/2893-AR/25. Basilio.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge in esame prevedealla lettera b) dell’articolo 14 la conces-sione di materiale di armamento alla Re-pubblica d’Iraq pari a 220.000 euro;

tale disposizione non chiarisce af-fatto se tale materiale sarà destinato algoverno della regione autonoma del Kur-distan iracheno sia pur tramite quellodella Repubblica d’Iraq,

impegna il Governo

a verificare e monitorare che queste armiarrivino effettivamente ai curdi e nonrestino, come è quasi certo, nella soladisponibilità del Governo della Repubblicad’Iraq; in tal senso si potrebbero fartransitare le armi per Bagdad ma invian-dole direttamente all’aeroporto internazio-nale di Erbil.

9/2893-AR/26. Frusone.

La Camera

premesso che:

la questione delle componenti vac-cini somministrati e la modalità di som-ministrazione al personale militare, non-ché il monitoraggio delle condizioni im-munitarie dei soggetti osservati, è statanella scorsa legislatura materia di indaginedella Commissione parlamentare di in-chiesta sui casi di morte e di gravi malattieche hanno colpito il personale militare

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impiegato nelle missioni operative, nonsolo in territorio internazionale;

nell’ambito dei lavori della Com-missione succitata si è ipotizzato che de-terminate patologie invalidanti, contrattedal personale militare, potessero essereriferite ad una errata somministrazionedei vaccini;

recentemente una sentenza del Tri-bunale di Ferrara – Sezione Lavoro, hariconosciuto il diritto al ricorrente allacorresponsione dell’assegno una tantum dicui all’articolo 2, comma 3, della legge 25febbraio 1992, n. 210, condannando il Mi-nistero della salute al pagamento in suofavore del relativo trattamento economico,

impegna il Governo

a verificare la corretta applicazione dellenorme vigenti e di attivarsi per la propostadi una loro eventuale modificazione, so-prattutto in riferimento ai soggetti, qua-lunque sia il loro status (militare o civili)ed il loro inquadramento gerarchico, cheabbiano contratto patologie invalidanti nelcorso di missioni, con particolare riferi-mento a quelle internazionali, operativeovunque esse siano state svolte.

9/2893-AR/27. Corda.

La Camera,

premesso che:

il 15 febbraio scorso l’ambasciatad’Italia a Tripoli ha sospeso le sue attivitàin relazione al peggioramento delle con-dizioni di sicurezza e che il personale èstato rimpatriato via mare;

nel mondo esistono 319 rappresen-tanze diplomatiche dislocate in tutti icontinenti, alcune di esse in Paesi concostanti situazioni di precaria sicurezza,dove l’eventuale trasferimento con carat-

tere d’urgenza del personale non semprepuò essere garantito, come avvenuto inLibia,

impegna il Governo

a disporre un protocollo di evacuazioneper le sedi delle rappresentanze diploma-tiche che permettano agevolmente l’inter-vento delle Forze Speciali italiane e l’im-mediato trasferimento con mezzi aerei delpersonale dislocato.

9/2893-AR/28. Rizzo.

La Camera,

nelle more dell’approvazione delcomma 3-quinquies dell’articolo 5, relativoal potenziamento e proroga dell’impiegodel personale militare appartenente alleForze armate, con il quale si intendeprevenire e contrastare il terrorismo alfine di assicurare la tutela degli interessinazionali,

impegna il Governo

a relazionare al Parlamento entro trentagiorni dalla scadenza del 30 settembre2015 sulle reali attività di prevenzione econtrasto del terrorismo, elencando qualisiti di interesse nazionale si sia provvedutoa difendere fuori dal territorio nazionale.

9/2893-AR/29. Tofalo.

La Camera,

premesso che:

il comma 2 dell’articolo 12 deldecreto-legge in esame autorizza a decor-rere dal 1o gennaio 2015 e fino al 30settembre 2015, la spesa di 14.384.195euro per la proroga di personale militarein diversi paesi tra i quali il Qatar;

il Qatar, nel cui Paese dovrebberotenersi i mondiali di calcio del 2022, è nelmirino di diverse organizzazioni per idiritti umani. Prima le denunce di AmnestyInternational, di Human Rights Watch,dell’International Trade Union Confedera-tion (ITUC), poi gli ispettori della Buildingand Wood Workers’ International (BWI) e

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infine l’inviato speciale delle Nazioni Uniteper i diritti dei migranti hanno documen-tato situazioni di palese violazione di al-cuni diritti fondamentali della persona edel lavoratore; nel tentativo di salvarsi lafaccia, l’emirato cerca di manipolare lemissioni di ispettori venuti a Doha da tuttoil mondo per verificare le condizioni deilavoratori stranieri in Qatar, ma i risultatirimangono raccapriccianti;

le autorità del Qatar hanno impe-dito che le organizzazioni per i dirittiumani svolgessero la loro opera di moni-toraggio ed ispettiva, consentendo lorosolo visite « blindate », in cantieri e zonepreventivamente ripulite e messe a norma;

Atle Høie, segretario internazionaledel sindacato norvegese Fellesforbundet,anche lui membro della missione dellaBWI a Doha, ha riassunto in poche parolela condizione dei dormitori dei lavoratoristranieri in Qatar: bagni allagati, cucinedevastate, condivisione di letti e personeche dormivano per terra;

anche l’inviato speciale delle Na-zioni Unite per i diritti dei migranti,François Crépeau, durante la sua missionea Doha ha deciso di visitare dei dormitoriper lavoratori stranieri senza essere ac-compagnato da ufficiali governativi. Nelsuo rapporto si legge di dormitori ridottia discarica, problematiche nell’accesso al-l’acqua e stanze sovraffollate all’inverosi-mile;

l’inviato speciale ONU ha potutoispezionare anche dei campi detentivi, inparticolare quelli in cui vengono detenutele donne che hanno avuto un figlio al difuori del matrimonio o senza essere spo-sate. L’adulterio in Qatar è un reato eviene punito con la reclusione fino a unanno in carcere. « Queste donne vivono inprigione con i loro bambini in condizioniche sono una chiara violazione dei principia tutela dell’infanzia » ha scritto Crépeaunel suo rapporto a conclusione della mis-sione, richiedendo alle autorità modificheradicale della legislazione in materia;

il Qatar è uno dei paesi più ricchidel mondo a cui è stata riconosciuta lacapacità di ospitare uno degli eventi spor-tivi internazionali più importanti, i Mon-diali di calcio del 2022; tuttavia, la politicaqatarina di sostegno a forze fondamenta-liste (tra le quali l’ISIS, ora autoprocla-matosi IS) è incompatibile con gli sforzi dipace che sono impliciti in un grandeevento sportivo,

impegna il Governo:

a condizionare la presenza del con-tingente militare in Qatar all’evolversidella situazione relativa ai diritti umani edemocratici in quel Paese e all’interru-zione del sostegno del governo qatarinoalle forze jihadiste e integraliste;

a intervenire sulle autorità del Qataral fine di ottenere seri impegni per ilrispetto dei diritti dei lavoratori impiegatinei cantieri del Mondiale 2022 e per unarevisione della attuale legislazione che col-pevolizza le donne.

9/2893-AR/30. Crippa.

La Camera,

considerato che:

il decreto-legge in esame prevede,tra le altre, disposizioni per la partecipa-zione di personale militare alle attivitàdella coalizione internazionale contrastoalla minaccia terroristica del Daesh; persostenere tale impegno il comma 9 del-l’articolo 12 prevede la spesa di132.782.371 euro;

tra le popolazioni notoriamenteperseguitate dal Daesh vi sono certamentequelle della regione del Kurdistan,

impegna il Governo

a destinare una parte del citato impegnodi spesa al fine di assicurare un concretosostegno per interventi di cooperazionevolte a migliorare le condizioni di vita

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della popolazione, per la ricostruzione, ilrafforzamento della sicurezza e il conso-lidamento dei processi di stabilizzazionenella regione del Kurdistan occidentale inSiria.

9/2893-AR/31. Dadone.

La Camera,

valutata la difficoltà economico-socialeche attraversa il nostro Paese e l’eccessivapressione fiscale a danno di cittadini eimprese,

impegna il Governo

a prevedere, nel corso del graduale disim-pegno internazionale dell’Italia da tutte lemissioni che la vedono impegnata militar-mente, ad alimentare, con il risparmio chene deriverebbe, il Fondo per la riduzionestrutturale della pressione fiscale di cui alcomma 36 dell’articolo 2 del decreto-legge13 agosto 2011, n. 138, convertito, conmodificazioni, dalla legge 14 settembre2011, n. 148 e in particolare per interventidi riduzione dell’Irap che spesso vienepagata dalle imprese anche in presenza diuna perdita di esercizio andando ulterior-mente ad aggravarla.

9/2893-AR/32. Sibilia.

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge in esame prevede alcomma 1 dell’articolo 18 l’impegno dispesa di 120 milioni di euro per il sostegnodelle forze di sicurezza afghane, compresele forze di polizia,

impegna il Governo

a stabilire che parte del citato impegno dispesa venga principalmente destinato alleoperazioni di sminamento, alla bonificadelle bombe e missili inesplosi e anche alla

preparazione e all’addestramento di smi-natori professionali.

9/2893-AR/33. Caso.

La Camera,

premesso che:

il PKK e YPG sono tra le principaliorganizzazioni che da subito e nel silenziodella comunità internazionale si sono con-trapposte al Daesh in Iraq e in Siriadifendendo le minoranze etniche e reli-giose dai progetti reazionari e assassinidell’autoproclamato califfato;

appare una contraddizione mante-nere il PKK, una forza che si autodefiniscelaica e femminista, nella lista delle orga-nizzazioni terroristiche proprio nel mo-mento in cui anche i governi occidentali,dopo averne sostenuto la crescita e ladiffusione in Siria e Iraq, si sono accortidella pericolosità del Daesh e hanno decisodi inviare aiuti militari e armi ai curdi;

la risoluzione della questionekurda è del resto strategica per l’assettodell’intero Medio Oriente e per una paceduratura in questa zona. Proprio dal PKK,sotto la leadership di Abdullah Ocalan,sono emerse disponibilità a risolvere laquestione curda con la via del dialogo edel confronto. Tra le proposte avanzatequelle del confederalismo democratico chepotrebbe costituire la base per la soluzionedei problemi della Turchia, della Siria,dell’Iraq e dello stesso Iran, superando iconfini nazionali, non su base settaria,come pretendono i fondamentalisti del-l’Isis, ma in modo democratico, nel ri-spetto delle varie etnie e fedi religiosepraticando l’autodeterminazione su baseterritoriale;

il tribunale di Roma ha ricono-sciuto ad Abdullah Ocalan (attualmentedetenuto in stato di isolamento in Tur-chia), in base all’articolo 10 della Costitu-zione, l’asilo e lo status di rifugiato poli-tico;

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l’Italia, mentre è stata solerte ainviare armi ai curdi, non è stata altret-tanto sensibile nel sostenere, nei consessiinternazionali, il ricorso alla via pacifica eal negoziato per trovare una soluzione allavicenda curda nel rispetto del diritto in-ternazionale e quello dei diritti umani,

impegna il Governo

a proporre la cancellazione o – in subor-dine – la sospensione del PKK dalla listadelle organizzazioni terroristiche al fine dirafforzare sia il fronte anti Daesh sial’avvio di un dialogo e un negoziato tra leparti teso a determinare una soluzionegiusta, duratura e includente della vicendacurda.

9/2893-AR/34. Brugnerotto.

La Camera,

premesso che:

l’articolo 5, comma 3-ter, del prov-vedimento in esame ha introdotto la pos-sibilità di assumere 150 allievi carabinierida trarre dai vincitori del concorso ban-dito nell’anno 2010 per il reclutamento diallievi carabinieri effettivi in ferma qua-driennale, che abbiamo concluso la fermadi quattro anni quale volontario nelleForze Armate (VFP 4);

il comma 264 dell’articolo 1 dellalegge di Stabilità 2015 prevede il rinviodelle assunzioni nelle Forze di Polizia edei vigili del fuoco, previste per il 2015, al1o dicembre 2015, fatta eccezione perquelle disposte nel 2014 per le esigenze diEXPO 2015;

sono state autorizzate le assunzionidel personale nel corpo della Polizia diStato, relativamente alla categoria agenti eassistenti, di cui all’articolo 3, commi3-quater e 3-sexies, del decreto-legge 24giugno 2014, n. 90, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 11 agosto 2014,n. 114, a decorrere dal 1o gennaio 2015, invia straordinaria, per fronteggiare la pa-lese necessità di incrementare i servizi di

prevenzione e di controllo del territorio,anche connessi allo svolgimento di ExpoMilano 2015;

la Direzione Centrale per gli AffariGenerali ha comunicato che, ai sensi del-l’articolo 3 del decreto legge 24 giugno2014, n. 90, darà corso allo scorrimento,in parti uguali, delle graduatorie, la cuivalidità era già stata prorogata al 31dicembre 2016, per la procedura di sta-bilizzazione del personale volontario delC.N.VV.F. e del concorso pubblico peresami a 814 posti di Vigile del Fuoco;

l’articolo 3, comma 3-octies, delcitato decreto-legge ha infatti disposto unincremento della dotazione organica rela-tiva alla qualifica di vigile del fuoco delCorpo nazionale dei vigili del fuoco, di1.030 unità, di cui 1.000 verranno assuntemediante lo scorrimento delle soprade-scritte graduatorie;

le predette 1.000 assunzioni, inbase agli stanziamenti previsti dal decretolegge, si effettueranno nella misura di 400unità nell’anno 2014 e 600 unità nell’anno2015;

tale numero potrebbe non esseresufficiente a coprire l’organico in connes-sione allo svolgimento di ben due eventiinternazionali, come quelli di EXPO Mi-lano 2015 e del Giubileo Straordinario cheavrà inizio a dicembre 2015 a Roma,

impegna il Governo

ad assumere iniziative al fine di reclutaretutti gli idonei dei concorsi per il reclu-tamento dei Vigili del Fuoco di cui inpremessa.

9/2893-AR/35. Santelli, Giammanco.

La Camera,

premesso che:

nella relazione introduttiva al prov-vedimento in esame si annuncia, in una« prospettiva di razionalizzazione del set-tore », l’intenzione di ritirare a breve il

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contingente da anni integrato nella mis-sione MINURSO (United Nations Missionfor the Referendum in Western Sahara);

la missione è stata istituita il 29aprile 1991, dal Consiglio di Sicurezzadelle Nazioni Unite, con la Risoluzionen. 690;

alla missione « MINURSO » sonostati assegnati i seguenti compiti: control-lare il rispetto del cessate il fuoco tra leparti in lotta; verificare la riduzione delletruppe marocchine presenti sul territorio;controllare il dislocamento delle truppemarocchine e di quelle del Fronte POLI-SARIO nelle località assegnate; accordarsicon le parti in conflitto per assicurare ilrilascio di tutti i prigionieri o detenutipolitici del Sahara Occidentale; supervisio-nare il rilascio di tutti i prigionieri diguerra (Comitato Internazionale dellaCroce Rossa); implementare il programmadi rimpatrio (Alto Commissariato delleNazioni Unite per i Rifugiati); identificaree registrare gli aventi diritto al voto; or-ganizzare ed assicurare lo svolgimento diun libero referendum, rendendo noti irisultati, per l’autodeterminazione della

popolazione residente nella regione delSahara occidentale;

tra i compiti di mandato dellamissione MINURSO non rientra la prote-zione dei diritti umani. Tale estensione dimandato è stata chiesta all’ONU da diversiPaesi a partire dalla Norvegia,

impegna il Governo:

a non interrompere la partecipazioneitaliana alla missione delle Nazioni UniteMINURSO;

ad attivarsi nelle sedi internazionaliaffinché il mandato della missione MI-NURSO venga esteso, prevedendo anchecompiti in materia di rispetto dei dirittiumani.

9/2893-AR/36. Palazzotto, Scotto, Du-ranti, Piras, Fratoianni, Airaudo,Franco Bordo, Costantino, Daniele Fa-rina, Ferrara, Giancarlo Giordano,Kronbichler, Marcon, Matarrelli, Me-lilla, Nicchi, Paglia, Pannarale, Pelle-grino, Placido, Quaranta, Ricciatti, San-nicandro, Zaccagnini, Zaratti.

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PAGINA BIANCA

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