BOZZA NON CORRETTA - camera.it · LUIGI DE MAGISTRIS, ... anche perché sin dalla campagna...
Transcript of BOZZA NON CORRETTA - camera.it · LUIGI DE MAGISTRIS, ... anche perché sin dalla campagna...
BOZZA NON CORRETTA
CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE
ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI
RESOCONTO STENOGRAFICO
MISSIONE A SALERNO E NAPOLI
7 LUGLIO 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA
Audizione del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e del vice sindaco, Tommaso Sodano.
La seduta inizia alle 13.27.
PRESIDENTE. Buongiorno. Innanzitutto ci scusiamo per il ritardo, ma i tempi sono legati ad
approfondimenti che si susseguono uno dopo l’altro. Non so se abbiate qualche documento da
lasciare alla Commissione, così da contenere l’audizione nelle fondamentali questioni che
interessano la Commissione e il sindaco.
Sono particolarmente interessato a porre una domanda che attiene proprio ai compiti
istituzionali della Commissione. Salvo che abbiano mal riferito una sua opinione, lei ha più volte
affermato che la camorra ha una responsabilità anche nello stato di emergenza. In particolare lei ha
parlato di «ostacoli che ci pone la camorra» e del fatto che i roghi notturni sarebbero collegati
anche a interessi o interventi della camorra.
Questo è l’aspetto centrale dell’attività di questa Commissione, poi ci saranno domande di
altra natura. Vorrei chiederle, quindi, se sia in grado di fornire alla Commissione qualche elemento
non solo di natura «ideologica» in merito a una logica che porti a questo risultato, ma anche di
maggiore concretezza sulla presenza o l’interesse della camorra a mantenere il caos o a creare
BOZZA NON CORRETTA difficoltà nell’emergenza, sulla base non di un ragionamento politico, ma eventualmente di dati di
fatto. Altri commissari avranno poi altre domande da porle.
Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico
che sarà pubblicato on line e che, se lo riterranno opportuno, i lavori della Commissione potranno
proseguire in seduta segreta. Se vi sono, quindi, notizie che debbono restare, vi preghiamo di
avvertirci in modo da interrompere la registrazione.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Buongiorno a tutti. Ovviamente le valutazioni che noi
facciamo - pur essendo una Giunta il cui sindaco è ex magistrato e un assessore è un magistrato in
aspettativa - non avendo poteri di accertamento giudiziario, sono valutazioni di esperienza,
essendoci sempre occupati di questo settore, e basate su quanto abbiamo constatato in circa trenta
giorni di amministrazione.
Una premessa d’obbligo è che nel materiale che vi abbiamo fornito c’è l’inizio del
programma di governo di questa città in materia di rifiuti, che è una rottura a trecentosessanta gradi
del sistema seguito in questi quindici anni, che è il sistema dell’emergenza ambientale, sistema
fallimentare che ha portato fiumi di soldi in Campania e ci ha consegnato al momento del nostro
ingresso a Palazzo San Giacomo una città con 2.500 tonnellate di rifiuti in strada.
A noi non interessa ovviamente scoprire le responsabilità penali di questa gestione
fallimentare, che sicuramente ci sono, ma ci interessa cambiare da un punto di vista politico per
quelle che sono le competenze dell’amministrazione comunale.
Un’altra filosofia di fondo che ci caratterizza nell’ambito del contesto normativo di
riferimento e in cui non ci aiutano le scelte fatte in passato è l’obiettivo di rendere Napoli per
quanto possibile una città sempre più autosufficiente, in modo da non dipendere né da veti politici
incrociati, né da scelte di contenuto legittimo, ma diametralmente opposto alla nostra linea politica
in materia di rifiuti.
La nostra linea politica è innanzitutto quella di un «no» contrario, deciso, senza «se» e senza
«ma» - per quelle che sono le competenze del Comune, che non ci sono se non dal punto di vista
politico, nel senso di aprire un dibattito politico – all’inceneritore a Napoli Est, portando invece la
raccolta differenziata ad obiettivi nettamente superiori, perché a Napoli abbiamo ereditato una
situazione molto negativa dal punto di vista della differenziata.
La prima ordinanza emessa riguarda, quindi, un rilevante potenziamento della differenziata
a partire dal 1° settembre con il porta a porta in circa otto quartieri della città, mentre adesso, a
luglio, parte invece la campagna di comunicazione, anche perché sin dalla campagna elettorale e
adesso in questi giorni di governo della città si registra una straordinaria mobilitazione della
BOZZA NON CORRETTA cittadinanza in tutte le sue articolazioni: cittadine e cittadini singoli, associazioni, fondazioni, ordini
professionali, industriali, commercianti, addirittura il direttore del carcere ha detto che i detenuti di
Poggioreale hanno fatto una lettera dichiarando di voler contribuire dal carcere alla raccolta
differenziata.
La città si sente mobilitata su questo tema e quindi questa è la filosofia di fondo, così come
l’obiettivo di realizzare – su questo stiamo lavorando – e fare entrare in funzione al più presto il
primo impianto di compostaggio, di cui abbiamo necessità, accanto alla raccolta differenziata. In
questi anni di emergenza ambientale, dal 1998 a poco tempo fa, non abbiamo avuto impianti di
compostaggio in cui trattare la frazione umida, con conseguente trattamento manuale a freddo.
Abbiamo emesso altre ordinanze anche per abituare nuovamente la cittadinanza a un ciclo virtuoso
sul piano del riuso, del riutilizzo e del riciclaggio dei rifiuti. Questa è sicuramente la filosofia di
fondo.
Non vi è dubbio – e qui veniamo alla parte centrale della sua domanda – che questo tipo di
impostazione politica vada a urtare contro interessi consolidati in questi anni, come quello dei
grandi appalti.
Registriamo il fatto che in campagna elettorale sia stata bandita una gara d’appalto per
l’inceneritore a Napoli Est e il Presidente Caldoro, con cui abbiamo un rapporto anche molto buono
sul piano istituzionale, è a conoscenza della nostra contrarietà.
In secondo luogo, sono le indagini giudiziarie di questi anni e non solo le valutazioni
singole dei componenti della Giunta e le mie personali che permettono di constatare come nel
traffico di rifiuti, nelle discariche, nelle cave ci siano stati interessi specifici anche sulle percentuali
sul trasporto, che molto spesso sono molto alte.
Per quanto riguarda i roghi non c’è dubbio: basta andare su Internet, su YouTube, e vedere
alcune immagini per notare che sono gruppi di incappucciati, con targhe nascoste, che hanno
organizzato e continuano a organizzare proteste. Anche ieri si è verificato un episodio increscioso
in Piazza Cariati, tra Corso Vittorio Emanuele e i quartieri spagnoli: alcune persone sono arrivate,
hanno scaricato, acceso dei petardi, bruciato i rifiuti e fatto un po’ di confusione. Questo crea un
pericolo certo per la salute pubblica, perché si produce diossina, e inoltre il rifiuto solido urbano
diventa rifiuto speciale, per la cui raccolta c’è una differente procedura che allunga i tempi.
I roghi avvenivano in orari ben precisi, all’alba, dopo il cambio di turno delle forze
dell’ordine, perché attraverso la prefettura si sono stabiliti piani di controllo del territorio. Alle sei
del mattino, per quanto i cittadini napoletani siano giustamente indignati della situazione, non si
organizzano spontaneamente per accendere roghi in strada.
BOZZA NON CORRETTA
I roghi possono dunque essere sicuramente frutto di una strategia organizzata. Noi riteniamo
che la camorra sia contro il progetto che noi portiamo avanti, quello del coinvolgimento della
cittadinanza, del personale pubblico nella raccolta differenziata, dell’abbattimento dei costi perché
il compostaggio costa molto meno dell’incenerimento, dell’abbattimento dei costi del traffico del
trasporto dei rifiuti. Chi ha lucrato in questi anni – spesso c’è anche la criminalità organizzata, oltre
che una certa parte della politica e dell’imprenditoria – non è certo d’accordo su quello che stiamo
facendo.
Non abbiamo mai detto che i roghi debbano essere attribuiti alla camorra, perché, se
avessimo elementi di certezza, agiremmo diversamente, ma riteniamo che, oltre alla camorra, siano
coinvolti la criminalità organizzata e sicuramente chi vuole condizionare l’amministrazione in tutto
questo. Registriamo tra l’altro che a tutt’oggi, nonostante i nostri sforzi, non siamo stati molto
aiutati non come piacere, bensì come dovere istituzionale da chi doveva intervenire. Mi spiego
meglio.
Abbiamo ereditato dalla giunta uscente anche una situazione economico-finanziaria
disastrosa, ai limiti del dissesto. La giunta uscente non ha approvato né il bilancio di consuntivo, né
il bilancio di previsione. In quindici giorni, facendo i salti mortali, abbiamo approvato un bilancio
anche doloroso, dedicando tutte le poche risorse a disposizione all’azienda pubblica dei trasporti,
che versava e versa in condizioni molto difficili e prevedendo una forte ricapitalizzazione, al fine di
garantire con un’altra ordinanza la raccolta ventiquattro ore su ventiquattro dei rifiuti. Il problema a
Napoli oggi non è quindi la raccolta: il problema è dove andare.
Al di là degli incontri molto fruttuosi – a volte a parole, altre volte nei fatti – avvenuti in
Prefettura con il prefetto, il presidente della regione e il presidente della provincia, con accordi
presi e poi non sempre rispettati, non riusciamo a comprendere come avvenga il controllo dei flussi
con cui andare a sversare. Da due giorni si dice che, in attesa della solidarietà concreta delle
regioni, il presidente della regione avrebbe emesso un provvedimento con il quale si prevedevano
flussi in una zona della provincia di Caserta, ma in base all’ultima telefonata che abbiamo fatto
cinque minuti fa, nonostante le assicurazioni ricevute dal prefetto e dal sindaco di Napoli, non ne
abbiamo notizia.
Nel giro di due giorni, nonostante gli sforzi eccezionali del Comune di Napoli, questo sta
portando di nuovo all’aumento delle tonnellate. Considero dunque fondamentale verificare i flussi,
perché giustamente chiediamo solidarietà alle Regioni, ai municipi, al Governo e a tutti, ma
comunque siamo a conoscenza di disponibilità anche in alcuni siti all’interno della Regione, per cui
non riusciamo a comprendere per quali motivi non vengano utilizzati per lo sversamento magari
momentaneo.
BOZZA NON CORRETTA
Ci preoccupa anche constatare come agli impegni verbali più volte non facciano seguito
provvedimenti concreti. Non possiamo restare in attesa che un ufficiale dell’esercito, un impiegato
della regione o un dipendente qualsiasi decida i flussi e il destino di una delle più importanti città
italiane, fermo restando che delle competenze ognuno si assume le proprie responsabilità. Questa
amministrazione non è disposta a subire eventuali, legittimi veti incrociati a livello centrale, né a
chiedere per i prossimi cinque anni di amministrazione a un ufficiale dell’esercito, a un impiegato o
a un dipendente se Napoli debba soffocare.
Da trenta giorni abbiamo preso la guida di questa amministrazione e ci stiamo muovendo
per cercare di renderci autosufficienti attraverso un potenziamento della differenziata e per cercare
una soluzione che possa rendere Napoli sempre più autonoma anche in un contesto normativo di
questo tipo. Come voi sapete, senza tenere le strade pulite non si potranno mai raggiungere risultati
eccellenti con la raccolta differenziata.
Da questo punto di vista, devo registrare rapporti intensi e buoni con il Ministero
dell’ambiente e con il Governo, perché abbiamo instaurato un tavolo che ci consente di lavorare e
con il vicesindaco abbiamo avuto un lungo incontro con il Ministro Prestigiacomo per trovare
soluzioni che vadano al di là della situazione campana, che allo stato è di particolare sofferenza. Il
vicesindaco nei dettagli potrà illustrare il contenuto delle ordinanze.
PAOLO RUSSO. Vorrei porle alcune questioni, signor sindaco. Se capisco bene, ad oggi, la
situazione è la seguente: che la raccolta differenziata arriverà dal 1° settembre in poi e che la città
di Napoli non sversa a Chiamano. Vorremmo capire come la città di Napoli, in attesa di diventare
autonoma, voglia contribuire alla raccolta, allo smaltimento, al trattamento dei rifiuti prodotti – dal
momento che produce un quarto dei rifiuti dell’intera regione.
Inoltre, vorrei sapere – forse il senatore Sodano me lo spiegherà meglio – dopo la raccolta
differenziata straordinaria del Comune di Napoli che fine faccia l’altra parte. Non devo ricordare
che l’80 per cento delle plastiche raccolte viene non riusato ma bruciato, non devo ricordare qui al
sindaco di Napoli che il 72 per cento della carta raccolta non viene riusato, ma viene bruciato, il 76
per cento del vetro raccolto in modo differenziato non viene riusato, ma questo appartiene alla
sensibilità ambientale a tutto tondo di ognuno di noi.
Vorrei sottoporre all’amministrazione comunale un’altra questione. Abbiamo detto che la
città di Napoli contribuisce a produrre un quarto dei rifiuti, ma non contribuisce per nulla allo
smaltimento. Vorrei sapere se il sindaco di Napoli sappia che nel conferimento degli STIR della
provincia i camion della città di Napoli hanno priorità assoluta, per cui i comuni della provincia
attendono anche cinque giorni per sversare. Capisco che la città di Napoli abbia un impatto anche
BOZZA NON CORRETTA dal punto di vista mediatico, che la recente vicenda politica induca a una sollecitazione maggiore e
in questo c’è anche apprezzamento.
L’ultima domanda è riferita a una dichiarazione che ho ascoltato in campagna elettorale,
quindi non vorrei né infierire, né discutere di altro. In campagna elettorale lei ha dichiarato che
avrebbe utilizzato i soggetti professionalizzati nei corsi regionali per la raccolta differenziata.
Vorrei capire bene a chi ci riferiamo e se si stia andando avanti su questo fronte.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Vorrei ricordare due cose. Innanzitutto non è vero che
con la differenziata si parte dal 1° settembre, ho detto una cosa diversa: dal 1° settembre si aumenta
enormemente rispetto al passato, e nelle ordinanze abbiamo indicato con precisione il numero degli
abitanti coinvolti, che sono circa 350 mila, e dei quartieri coinvolti.
A Napoli, nonostante si pensi che il problema della spazzatura sia dei napoletani, si fa in
modo eccellente la raccolta differenziata in tre quartieri, che sono Bagnoli, Vomero alto e
Ponticelli. Nonostante le condizioni di difficoltà, sia economico-finanziarie che di isolamento
politico-istituzionale, entro fine luglio predisporremo in tutti i quartieri le isole mobili ecologiche,
che consentono a tutti i cittadini del quartiere di fare la raccolta differenziata, ai dipendenti Asia di
andare a raccoglierla. Abbiamo il calendario dei punti di raccolta differenziata itinerante e in questo
modo la raccolta differenziata è già partita.
Non ci troviamo quindi di fronte alla politica di qualche anno fa, per cui si chiedeva di
risolvere il problema per poi partire: la nostra prima ordinanza è stata sulla raccolta differenziata,
ma vi abbiamo consegnato anche le altre.
Per quanto riguarda Chiaiano, il vicesindaco vi illustrerà con precisione i numeri di quanto
il comune di Napoli vi sversi nel dettaglio. Per quanto riguarda il personale, la nostra posizione è
molto chiara: la raccolta differenziata si farà con il personale Asia, se l’azienda si chiamerà ancora
Asia perché stiamo facendo un lavoro di semplificazione, efficienza e accorpamento di società
partecipate, giacché abbiamo ereditato carrozzoni che appesantiscono burocraticamente ed
economicamente l’amministrazione. Utilizzeremo, quindi, innanzitutto il personale dell’azienda
pubblica, poi il personale all’interno del comune e poi si faranno delle selezioni trasparenti,
pubbliche.
Siccome con il nostro piano recupereremo molti soldi risparmiando sul trasporto, sugli
appalti e sulle altre cose, adotteremo soluzioni trasparenti e pubbliche in relazione a chi ha fatto
corsi, alle associazioni di volontariato, all’interno delle amministrazioni e delle partecipate:
adotteremo comportamenti trasparenti, senza cooptazioni o altre azioni che hanno riguardato
BOZZA NON CORRETTA governi precedenti, tanto regionali che comunali. Da questo punto di vista non abbiamo alcun
impegno di carattere preliminare. Il vicesindaco Sodano può fornire i dettagli.
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Ringrazio e saluto la Commissione. Rispondo in
ordine alle domande, anche perché con l’onorevole Paolo Russo abbiamo discusso molte volte su
come si chiuda il ciclo e la pensiamo diversamente. Noi riteniamo che il nostro si possa chiudere in
modo virtuoso senza avere l’inceneritore nella città di Napoli, ma sulla base non di una posizione
ideologica, ma dei numeri che riguardano la città.
Napoli produce 550 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Noi siamo rispettosi delle leggi dello
Stato, che dobbiamo applicare, per cui dobbiamo raggiungere il 65 per cento di raccolta
differenziata nel 2012 e in Campania dovremmo raggiungere l’80 per cento nel 2013, come è
scritto nella legge finanziaria e nella legge regionale della passata giunta, confermata anche negli
obiettivi dal piano della Giunta Caldoro.
Nell’ambito di quella legge, quindi, anche nell’ipotesi minimale del 65 per cento, delle 550
mila tonnellate di rifiuti prodotti resterebbero circa 150-200 mila tonnellate, delle quali anche con i
trattamenti – non con i nostri impianti, che sono di competenza provinciale – negli attuali STIR
solo il 50 per cento avrebbe il destino dell’incenerimento, mentre il 50 per cento finirebbe
comunque in discarica, per cui stiamo ragionando di meno di 100 mila tonnellate.
Nell’attuale impiantistica, con l’inceneritore di Acerra funzionante e con tutte le critiche che
abbiamo espresso in passato su quell’impianto che funziona e va alimentato, il contributo di tale
inceneritore non dovrebbe superare le 100 mila tonnellate annue rispetto alle 600 mila tonnellate,
che è la capacità di produzione annua di quell’impianto.
Riteniamo quindi che il contributo di Napoli all’impiantistica possa avvenire su altri tipi di
impianti e pensiamo di realizzare in città tre impianti di compostaggio delle dimensioni di 30-40
mila tonnellate, quindi con una copertura di 120-150 mila tonnellate di umido da trattare non solo
per la città di Napoli, ma eventualmente anche per raccogliere la frazione umida dei Comuni
dell’hinterland.
Come prima evidenziato dal sindaco, siamo in trattative con la nostra azienda di igiene
urbana per aprire finalmente un primo impianto di compostaggio già realizzato nell’area industriale
di Caivano. Non riveliamo nulla di segreto: la trattativa in corso è trasparente e sta avvenendo in
questi giorni. Speriamo di poter cominciare a conferire entro il mese di luglio in tale impianto già
funzionante, che ha una capacità di 30 mila tonnellate annue di umido.
Sarebbe la prima risposta di questa città anche in termini di efficienza e di risparmio, perché
ogni anno il comune di Napoli per l’umido raccolto nei quartieri serviti dal porta a porta spende 6
BOZZA NON CORRETTA milioni di euro di trasferimento fuori regione. Anche un impianto del costo di 20 milioni di euro si
sarebbe già ammortizzato in tre anni e mezzo, per cui ci sembra assurdo continuare con questo
turismo dei rifiuti, che ha anche un pesante impatto ambientale.
I numeri riferiti dall’onorevole Russo sono corretti, perché attualmente le plastiche, la carta
e il vetro non sono sempre raccolti in modo adeguato. Questa però è la media provinciale, perché i
quartieri di Napoli hanno una resa migliore, in quanto c’è una buona raccolta differenziata.
Riteniamo che non si debba ragionare con questi numeri, perché sono quelli del fallimento della
raccolta differenziata, di un sistema che non funziona e che invece va assolutamente implementato
e migliorato.
Pensiamo, invece, che si possa fare una buona raccolta differenziata e non escludiamo
neanche di avere a valle isole ecologiche, impianti per il compostaggio e per il trattamento
meccanico manuale – siamo in trattativa per realizzare impianti in città, quindi per recuperare
ancora altro materiale. Sulla frazione residua non escludiamo la realizzazione di impianti e
incontreremo anche altri soggetti che hanno avanzato proposte, selezionando quelle con un
riscontro e una consolidata esperienza a livello internazionale.
Non escludiamo la possibilità di realizzare qualche impianto nella città di Napoli, ma questo
discorso non riguarda l’attualità, che oggi veniva drammaticamente rappresentata. Non si può
affermare che la città di Napoli non abbia dato un contributo, perché la discarica di Pianura ha
inglobato milioni di tonnellate di rifiuti anche provenienti dal Nord Italia, cioè rifiuti del ciclo
industriale, rifiuti tossico-nocivi su cui ci sono indagini in corso.
Attualmente Chiaiano offre la possibilità di conferire 110 tonnellate al giorno, in questi tre
giorni è ferma e sarà ferma anche oggi e forse domani per un accertamento delle autorità
giudiziarie. I tecnici del tribunale hanno, infatti, chiesto di tenere ferma la movimentazione dei
mezzi. Lunedì dovrebbe riaprire. All’interno dell’autorizzazione integrata ambientale ha ancora dei
volumi disponibili, ma dobbiamo fare i conti con l’autorità giudiziaria, perché il sequestro di una
parte non consente il pieno utilizzo del volume. Se si dovesse sbloccare, potrebbe ancora servire
alla città di Napoli, ma questo non dipende solo dalla nostra valutazione.
Abbiamo aperto un sito di trasferenza in città della capacità di 600 tonnellate e altri due
sono in fase di realizzazione per altre due piazzole da 1.200 metri quadri, con la capacità di 4 mila
tonnellate di rifiuti. Il sito di trasferenza non può essere uno stoccaggio o una discarica, ma rende
efficiente anche il sistema di conferimento agli STIR. Attualmente si va agli STIR con compattatori
da 10 tonnellate, che ci sembra uno spreco di energie e di tempo, visti i tempi di attesa, mentre con
la trasferenza si può svuotare il compattatore e andare a sversare con camion da 28-30 tonnellate in
una logica di efficienza.
BOZZA NON CORRETTA
GIUSEPPINA CASTIELLO. L’assessore Sodano ha già dato risposta a qualche domanda che avrei
fatto. Conosciamo la situazione attuale, la discarica di Chiaiano in questo momento è ferma e poco
fa le autorità inquirenti che abbiamo audito ci hanno confermato che non riaprirà prima di un mese.
Gli STIR sono saturi, abbiamo la necessità di smaltire circa 2 mila tonnellate soltanto nella città di
Napoli. Leggevo che siamo arrivati a un migliaio e mi fa piacere, ma abbiamo ancora un problema.
Rispetto al discorso programmatico dell’assessore Sodano – in questi giorni ho letto anche
di questi impianti tecnicamente all’avanguardia, di cui vorrei capire qualcosa in più – c’è però
un’esigenza tutta legata all’attualità, per cui la raccolta differenziata deve essere non potenziata ma
fatta, perché a Napoli città si attesta intorno al 18 per cento. Si rileva da sempre un problema con
l’Asia, che vanta un credito cospicuo dalle casse del Comune di Napoli. Mi auguro che non si
blocchi da un momento all’altro, perché sarebbe la fine per la città di Napoli.
Senza alcun tono polemico ma per capire, visto anche il contributo che si sta dando a livello
nazionale attraverso il tavolo istituzionale tra regione e provincia, che fa passi da gigante anche
attraverso l’utilizzo di ex cave da convertire poi in discariche: poiché conosciamo l’intenzione del
sindaco di aprire un dibattito politico rispetto alla gara per il termovalorizzatore a Napoli Est,
sottolineiamo come il problema da risolvere sia l’attualità, al di là del lavoro che la provincia e la
regione potranno fare e al di là della raccolta differenziata che va fatta e della campagna di
comunicazione in merito.
Vorrei quindi capire la disponibilità rispetto all’eventualità di discariche o se si debba
aspettare questa fase di programmazione di impianti. Conosco quello di Caivano, ho capito di che
si tratta, però Napoli ha un problema che cerca di risolvere. Vorrei quindi capire in che modo si
intenda programmare anche l’attualità.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Lei ha detto bene: si tratta di un tema di attualità,
mentre il tema delle discariche non è attualità, perché una discarica non si realizza in quarantotto
ore. Noi abbiamo un dramma di quarantotto ore, probabilmente anche di ventiquattro, perché in
base a quanto ho detto prima sui flussi, se non viene messo in atto il provvedimento promesso da
Caldoro, fra quarantotto ore raggiungeremo le 2 mila tonnellate in strada.
Possiamo anche discutere adesso di discariche, ma discariche significa futuro, inceneritore
significa quattro anni, quindi è ideologico discutere oggi di inceneritore, perché un appalto per un
inceneritore significa farlo fra quattro anni. Su questo quindi le nostre posizioni sono ferme e
l’inceneritore per noi non si discute. Poiché la competenza è della regione, se la regione vuole
andare avanti, si aprirà uno scontro politico democratico.
BOZZA NON CORRETTA
Il discorso è un altro, noi vogliamo essere messi in condizione di attuare il nostro piano, che
consente di evitare la realizzazione tanto dell’inceneritore quanto delle discariche. Non ci sfugge il
dato che per superare la situazione attuale c’è una necessità di discariche. Siccome abbiamo la
disponibilità – almeno mi hanno riferito, non so se sia vero – di circa 100 mila tonnellate in
Campania, visto che stiamo parlando di attualità, mi chiedo perché queste discariche non accolgano
non solo i rifiuti di Napoli, raccogliendo anche la giusta osservazione dell’onorevole Russo, ma
anche quelli della provincia.
Ognuno si assume le proprie responsabilità: se l’amministrazione comunale non è in grado,
una volta liberata, di portare avanti il suo piano, si potrà discutere di una mancanza di credibilità
politica. Potremmo discutere di inceneritore rimanendo sulle nostre posizioni, ma, anche qualora si
realizzasse l’inceneritore a cui siamo contrari, sono necessari quattro anni.
Realizzare l’inceneritore a Napoli – bisogna dirlo con molta onestà intellettuale – significa
implicitamente rinunciare alla raccolta differenziata, perché, come prima spiegato dal vicesindaco
Sodano, con il nostro piano non ce ne è assolutamente bisogno. Si possono perseguire anche altre
strade, che noi perseguiamo fino in fondo: abbiamo sottolineato la necessità che nel dibattito
parlamentare nella conversione del decreto legge si dia una maggiore autonomia ai comuni, qualora
trattino con altri comuni che in situazioni di difficoltà possano raccogliere una certa quantità di
rifiuti, e c’è l’ipotesi di poter ragionare anche con l’estero, cosa che il comune di Napoli sta
facendo.
Siamo contrari ma non ideologicamente: nel 2011 vogliamo finalmente uscire dall’ottica
che si debba necessariamente avere inceneritori e discariche. Questo è il nostro obiettivo e anche
qualora lo accettassimo a Napoli, cosa che non avviene perché riteniamo che il nostro piano sia
completamente diverso, anche questo è ragionare di futuro e non risolve il problema di un’attualità
da affrontare, che oggi possiamo risolvere solamente attraverso l’utilizzo delle discariche già
presenti nella regione Campania - e ce ne sono. Quanto alla solidarietà, come giustamente ha
ricordato lei, finora l’abbiamo ottenuta a parole e non hanno fatto seguito atti concreti, perché a
tutt’oggi non abbiamo un camion, un treno o una nave che sia partito per altre regioni.
A quel punto si potrà aprire un dibattito su cosa fare in Campania, cosa fare in città e cosa
in provincia. Ovviamente siamo disponibili a ogni tipo di confronto, non abbiamo posizioni
pregiudiziali su nulla, salvo sulle cose che abbiamo detto.
ALESSANDRO BRATTI. Stiamo facendo una discussione border line rispetto alle nostre
competenze, ma anch’io vorrei dire la mia. È necessario suddividere le questioni perché avete un
problema di domani mattina che va risolto e per risolverlo c’è necessità di migliorare e fare in
BOZZA NON CORRETTA modo che quel decreto coinvolga tutte le altre regioni d’Italia, soprattutto quelle che hanno lavorato
per avere un ciclo integrato dei rifiuti, che per quanto discutibile però preveda un’impiantistica
robusta.
Lavoreremo per cercare di indirizzare questi rifiuti verso le due o tre regioni che in Italia
oggi hanno un ciclo virtuoso dei rifiuti: la Lombardia in primis, l’Emilia-Romagna e probabilmente
il Veneto, che però manda fuori una quantità industriale di rifiuti. Possiede splendidi impianti, ma
considerando il bilancio dei rifiuti speciali tra quelli che entrano e quelli che escono dall’Emilia-
Romagna, vi garantisco che nei nostri impianti finisce molta più roba del Veneto di quella che
come Emilia-Romagna diamo a loro, perché abbiamo più impianti di loro.
Per fare questa operazione necessaria, che come forza politica faremo fino all’ultimo perché
crediamo che ci debba essere un coinvolgimento delle Regioni, siamo convinti che, per quanto ci
siano giustamente pesi diversi nelle regioni e nelle città, si debba anche difendere l’assetto
istituzionale dell’ordinamento giuridico italiano.
Se, infatti, stravolgiamo l’assetto, come purtroppo in questa regione si è cominciato a fare
con la provincializzazione del sistema, salta per aria tutto. Se le province riscuotono le tasse, i
comuni raccolgono e poi programmano e si mettono a costruire gli impianti e magari non si capisce
più cosa faccia la regione, in questo caos istituzionale – scusate se faccio politica, ma abbiamo
aperto la discussione in questo modo – diventa un problema, perché credo che il 90 per cento delle
problematiche non solo in Campania ma anche in Sicilia sia l’emergenza. Nel momento in cui si va
in emergenza salta tutto: saltano le responsabilità istituzionali, si infiltra la malavita.
L’impegno di tutti dovrebbe essere quello di rientrare in un ordinarietà del sistema, che può
piacere o meno, ma per fare questo c’è bisogno di superare questa emergenza.
È evidente che se le regioni che hanno discusso con le loro comunità – le ho fatte in prima
persona sia nel ruolo amministrativo, che come direttore dell’agenzia ambientale e non è facile
convincere i cittadini a ospitare impianti, soprattutto oggi, che noi abbiamo 8 inceneritori e forse ne
faremo un altro a Parma su cui stiamo discutendo e litigando – devono prendersi i rifiuti, bisogna
che in questa regione cambi qualcosa, perché si fa fatica a convincere le nostre comunità a
prendersi dei rifiuti esterni senza dire che in questa regione si sta realizzando qualche atto concreto,
che ci possa poi aiutare ad aprire un ragionamento emergenziale che può andare avanti anche
diversi mesi.
Non credo, infatti, che si possa risolvere la cosa in sette giorni: forse saranno necessari
cinque o sei mesi e credo che sarebbe giusto che il flusso riguardasse l’Italia e non si portassero
all’estero risorse. Se c’è la possibilità – secondo me c’è – in Lombardia, nelle regioni citate ma
anche in altre come voi ben sapete, ritengo si debba fare.
BOZZA NON CORRETTA
Al di là della vostra idea molto ambiziosa e coraggiosa, che va comunque appoggiata, è
necessario che voi diate un segnale nelle vostre competenze così come gli altri interlocutori
istituzionali e che si realizzi un lavoro con le istituzioni al di là del colore politico, perché ormai
abbiamo già assistito a tutti i passaggi e alla fine il problema si ripresenta a chi deve amministrare.
Sarebbe opportuno dare un segnale forte. L’impiantistica che abbiamo visto anche nelle
altre province riguarda impianti quasi tutti sequestrati o non sottoposti a sequestro solo per evitare
di creare un problema non a una città ma a una regione intera.
Gli impianti STIR hanno tutti molti problemi tecnici da sistemare, che richiederanno tempo,
ma considero necessario un segnale forte che possa aiutare ad aiutarvi e vi possa consentire di
impostare il vostro programma. Anch’io sono convinto che senza impianti non si ottenga nulla, ma
questa discussione deve essere fatta in un altro tavolo.
Al di là dell’inceneritore, dell’Asia, del ricorso all’inceneritore di Napoli Est, che secondo
me l’Asia aveva impostato bene, ma di cui non ne volete sapere, vorremmo chiedervi se siate
disponibili a collaborare per individuare cave, micro cave, discariche la cui realizzazione richiede
sei mesi, che però possano consentire di avere un polmone e dare un segnale a chi, per garantire la
solidarietà, necessita di un’indicazione precisa, concreta.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Abbiamo già risposto ma rispondiamo nuovamente.
Sono assolutamente d’accordo che noi ereditiamo una situazione normativa che non condividiamo:
la provincializzazione, così come non condividiamo la fase di stato di eccezione e di emergenza
ambientale, che per tanti anni è stata adottata in questa Regione, in cui hanno governato
centrosinistra e centrodestra e le responsabilità politiche si dividono.
Siamo d’accordo sull’ordinarietà: anche in questi giorni è stato chiesto lo stato di
emergenza, ma noi vogliamo essere messi in condizioni di ritornare all’ordinarietà. Per quanto
riguarda i segnali, se la Commissione vuole fare uno screening di paragone tra gli ultimi dieci anni
di amministrazione e questi trenta giorni, considerando le ordinanze che sono state emesse e il tipo
di impostazione, che può essere più o meno condivisibile, non vedo quali ulteriori segnali avremmo
potuto dare.
Come abbiamo detto adesso con il vicesindaco, vogliamo dotarci di impianti in questa città,
non chiedere ad altri comuni limitrofi o ad altre regioni. Vorremmo avere nella nostra disponibilità
uno STIR, tre impianti di compostaggio da fare entro la fine dell’anno, uno addirittura a luglio, tre
siti di trasferenza, di stoccaggio provvisorio nella città. Ci stiamo muovendo anche per renderci
autonomi con luoghi in cui mettere la spazzatura, in attesa che il ciclo della differenziata raggiunga
le percentuali che ci siamo prefissi.
BOZZA NON CORRETTA
Stiamo facendo un lavoro con le altre istituzioni – con la regione, la provincia, il Ministero,
la prefettura. Mentre lei parlava il vicesindaco mi confermava che l’ordinanza sui flussi, che
Caldoro ha promesso da quarantotto ore, ancora non è stata fatta, nonostante pochi minuti fa mi sia
stato assicurato che era stata già fatta ieri sera, per cui questa ordinanza diventa una specie di giallo.
Da parte nostra c’è la massima disponibilità al confronto. Se ci venisse proposto di darci la
solidarietà a patto di accettare l’inceneritore o una mega discarica in città, non saremmo disponibili
a farlo. Siamo disponibili a risolvere concretamente il problema e non a chiacchiere, ma non a
subire ricatti politici, non da parte sua.
ALESSANDRO BRATTI. Signor sindaco, se devo portare i vostri rifiuti da bruciare a Modena,
devo dire ai miei cittadini di Modena che state lavorando per risolvere il problema, che fate anche
voi un impianto…
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Ma se io prima ho detto che ci sono 100 mila
tonnellate in Campania, perché non chiedete a qualcuno che ha la competenza a farlo perché non
portiamo la spazzatura di Napoli e provincia in questi centri? Anche per verificare che non ci sia il
veto di qualche politico di zona che non vuole.
Da parte nostra riteniamo che, se potessimo risolvere il problema aprendo domani un sito, lo
faremmo, ma la discarica significa spostarlo da adesso a sei mesi per ritornare a un modo di fare
politica ambientale che non condividiamo. Questo non significa non venire incontro alla sua
esigenza, che noi condividiamo perché, come ho detto prima, trovo difficile per una regione
accogliere i rifiuti sapendo che in Campania ci sono 100 mila tonnellate.
Questa è l’attualità del problema. Se non avessimo le 100 mila tonnellate, potrei capire la
sua domanda e l’esigenza che ci impegniamo ad aprire una discarica a Napoli entro sei mesi.
Venendo anche alla domanda dell’onorevole Russo, siccome produciamo molte tonnellate
di rifiuti, per il futuro dobbiamo fare in modo che queste non vadano fuori, però noi per
impostazione ambientale, culturale e politica vorremmo essere messi alla prova non sul fatto di
dover necessariamente dire sì all’inceneritore o alle discariche.
Non mi rivolgevo a lei, però siccome avvertiamo questo anche da pressioni di vario tipo e
capiamo che qualcuno voglia condizionare la solidarietà ad altro, vogliamo capirlo chiaramente
perché, se la solidarietà è in cambio dell’inceneritore a Napoli Est, chiariamo subito il nostro
ragionamento esclusivamente politico, laddove poi la regione decida di andare avanti…
BOZZA NON CORRETTA PRESIDENTE. Non credo che si possa attribuire ad altri istituzioni forme di ricatto: la domanda
dell’onorevole Bratti mirava a dire che, se è una situazione provvisoria, c’è apertura perché c’è un
progetto di soluzione concreto ed effettivo del problema. Lei è appena arrivato, ma poiché da anni
abbiamo assistito alla non soluzione del problema, ci deve essere qualcosa per cui le altre istituzioni
avvertono che si sta finalmente lavorando dopo venti anni.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Proprio per questo vi abbiamo consegnato le quattro o
cinque ordinanze che abbiamo emesso in trenta giorni, perché altrimenti staremmo alle chiacchiere.
PRESIDENTE. Non vorremmo entrare nel merito delle soluzioni: il nostro problema è garantire
che le soluzioni contrastino le infiltrazioni criminali e diano a Napoli e al territorio campano una
vita più decorosa.
GIANPIERO DE TONI. Mi permetta, presidente, di salutare il sindaco con entusiasmo e con
l’augurio di un lavoro fruttuoso, perché qui c’è un’occasione «profetica» di speranza, di rivolta
rispetto a un tema che da diciotto anni questa Commissione conosce perché i dati sono questi.
Credo che si debbano dividere in due parti: da una parte la proposta politica, il progetto, il
modello che voi avete e che vi spetta, che è legittimato dal consenso popolare, dall’altra la realtà
che ci attende quotidianamente. Ieri ho mosso una serie di osservazioni al procuratore Lepore, che
mi ha risposto che non siamo in Svizzera, perché la dimensione attuale di Napoli, la fotografia che
avete ereditato e che è oggi visibile e di tutt’altro tipo.
Da una parte c’è la camorra, quindi la criminalità organizzata e magistratura e forze
dell’ordine sono impegnate a combatterla, dall’altra parte il tema del ciclo integrato dei rifiuti si
pone. Vengo dunque a una domanda, che ho posto anche all’assessore provinciale. Vorrei sapere se
si possa dire ai cittadini napoletani e agli italiani che c’è una scaletta effettiva, una proposta
effettiva – mi pare che nel vostro programma l’abbiate rappresentata – perché il progetto che avete
impostato possa trovare effettiva realizzazione.
Mi pare di assistere a due egoismi: l’egoismo del Governo nazionale, cominciando dalla
forza politica Lega nord che non ha voluto condividere un passaggio importante della scommessa
da voi lanciata, e gli egoismi di alcune regioni e di alcuni territori, che nel centocinquantesimo
anniversario dell’Unità d’Italia non testimoniano la voglia di essere fortemente italiani.
Da una parte vi seguiremo quindi con molta attenzione, sperando che il vostro progetto
riesca, dall’altra vorremmo avere da voi oggi questa scaletta, questa prospettiva effettiva, perché
anche nelle conferenze stampa non si continui a ripetere «sembra, potrebbe essere, sarà».
BOZZA NON CORRETTA
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Dobbiamo intenderci su questa storia
dell’inceneritore. Personalmente ho condotto una battaglia sulla vecchia gara, la vecchia truffa
dell’inceneritore di Acerra. Vorremmo che si aprissero gli occhi e credo che la Commissione
d’inchiesta abbia gli strumenti per farlo, sulla gara che è in corso a Napoli, una gara ventennale con
un project financing del valore di 400 milioni di euro.
ALESSANDRO BRATTI. Questa è quella della Provincia?
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Sì, l’unica gara attualmente aperta, alla quale
siamo contrari, una gara ventennale con un obbligo di conferimento a quell’impianto di 450 mila
tonnellate all’anno per vent’anni.
Napoli produce 550 mila tonnellate e, se anche dovessimo fallire come amministrazione e
arrivare solo a un 50 per cento di raccolta differenziata, quell’impianto sarebbe il doppio del
fabbisogno di Napoli con una tariffa di conferimento pari al doppio di quella pagata ad Acerra. Se
qualcuno vuole obbligare il comune di Napoli ad accettare questa gara in cambio di solidarietà,
faremo a meno della solidarietà. Non è questa Commissione, ma il dibattito che si sta aprendo…
PRESIDENTE. Credo che attribuire ad altre istituzioni intenzioni ricattatorie non sia…
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. È un dibattito politico.
PRESIDENTE. Non è un dibattito politico ipotizzare che qualcuno proponga di fare così se non si
vuole rischiare di non ottenere nulla. Siccome non abbiamo nessun elemento e non lo avete
neanche voi…
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Mi è stato espressamente chiesto di ammettere che
c’è una volontà di aprire una discarica a Napoli o comunque di dire sì all’inceneritore a Napoli
oppure diventa complicato far passare l’idea di bruciare in altri inceneritori.
PAOLO RUSSO. La questione posta con tanto garbo dal collega Bratti non è un aut aut: c’è da
chiedere una solidarietà extra-provinciale ed extra-regionale, solidarietà che rispetto a un progetto
condivisibile diventa più agevole. È evidente che esprimete un progetto apprezzabile sul piano del
principio, perché è un progetto elettorale, ma sul piano della verifica pratica non vi è posto al
BOZZA NON CORRETTA mondo in cui sia riuscita un’operazione del genere, né a Vienna, né a Parigi, per cui rispetto a
questo c’è un dubbio.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Chiedo un po’ di rispetto, perché si parla ancora di
elettorale mentre qui non c’è nulla di elettorale, perché stiamo governando e abbiamo fatto quattro
ordinanze. Non stiamo facendo propaganda elettorale, onorevole.
PAOLO RUSSO. Elettorale è un dato positivo.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Il Ministro dell’ambiente ha rilasciato un’intervista a
Il mattino – parliamo di dibattito politico – in cui in merito alla solidarietà ha dichiarato che il
Governo farà il decreto legge, però l’amministrazione comunale deve prendere atto che ci vuole il
secondo inceneritore.
Vogliamo essere chiari: noi siamo contenti se ci sarà la solidarietà, che come rilevato
dovrebbe essere dovuta se il Paese è unito nei momenti di difficoltà, ma siamo chiari e fermi,
abbiamo la schiena dritta nelle nostre idee che possiamo portare solo nel dibattito politico, perché la
gara sull’inceneritore è competenza della Regione.
La nostra posizione sull’inceneritore non cambierà mai fin quando governeremo, per ragioni
non ideologiche – ci sono anche quelle – ma economiche, perché è un appalto che fa spendere un
sacco di soldi, per ragioni occupazionali perché con il porta a porta creiamo posti di lavoro, e per
ragioni di natura ambientale, perché riteniamo che l’inceneritore rechi danno alla salute in una zona
già devastata da mancate bonifiche come la zona Napoli Est dalle raffinerie.
Questi impegni presi in campagna elettorale fanno parte da trenta giorni della nostra azione
di governo, quindi non potremo cambiare in cambio della solidarietà.
ALESSANDRO BRATTI. Non vorrei che si confondesse il fatto che quando si fa un grande
appalto in certe zone di questo Paese – purtroppo è così: quattro inceneritori siciliani sono un
esempio – possa esserci un’infiltrazione o siano appalti discutibili, fatto che deve essere
attenzionato da parte nostra perché come Commissione dovremmo fare un controllo ed è giusto che
lo facciamo perché questo è il nostro mestiere.
Vengo da una regione con otto impianti, dove credo, penso e spero, perché non sono mai
state fatte indagini, che siano stati realizzati appalti con tutti i crismi, tra l’altro gestiti da
multiutilities a maggioranza pubblica. Ritengo che quello sia uno strumento che ancora oggi,
sebbene abbia un impatto, possa essere funzionale al ciclo integrato dei rifiuti. Dico questo perché
BOZZA NON CORRETTA non posso dire ai miei cittadini che prendiamo la spazzatura da un’altra regione in un impianto che
può nuocere loro, che è dannoso per l’ambiente, mentre dall’altra parte in cui lo hanno capito non
lo fanno.
Questo è complicato, perché purtroppo la politica porta a fare queste discussioni assurde in
contesti assurdi. È interessante quello che è stato detto, perché credo che invece dovremmo
verificare se quell’ipotesi di appalto dell’inceneritore corrisponda sul mercato non alla normalità
perché sono appalti sempre complicati, ma ai canoni regolari, giusti e convenienti per la comunità,
perché un project financing è un bel problema.
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Rispetto al tema della solidarietà, per quanto
riguarda Napoli c’è una discarica ancora aperta, quella di Chiaiano, che si trova nel cuore della città
e quindi è doloroso per noi tenerla ancora aperta per il tempo necessario in questa fase di
emergenza; facciamo delle realizzazioni in città che comunque hanno un impatto; la pianificazione
purtroppo spetta non a noi, ma alla provincia, che deve fare il piano di ambito e non l’ha ancora
fatto, alla regione che deve fare un piano regionale dei rifiuti che risponda a quello che ha chiesto
l’Europa, mentre purtroppo ci sono ancora osservazioni e rischi di veder bloccati i fondi.
A questo va aggiunto quanto diceva il sindaco, ovvero che comunque questa regione deve
mettere sul tavolo i volumi ancora disponibili attualmente nelle discariche. Questo è il tema della
solidarietà, che comunque, anche per l’impiantistica realizzata al Nord, spesso in sofferenza per
mancanza di rifiuti, è una solidarietà ben pagata che sarebbe tranquillamente accolta in un sistema
industriale, se non ci fossero valutazioni di tipo politico, che esulano dalla Commissione
d’inchiesta.
Il problema è che Brescia prende il cippato di legno invece di bruciare i rifiuti di Napoli, il
Veneto manda una parte dei rifiuti in Ungheria perché costano meno e alla fine parlare di
solidarietà o di traffico di rifiuti dal Sud verso il Nord come se fossimo la peste mi sembra
eccessivo.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Alcuni di voi sono parlamentari campani, conoscono
bene la vicenda, e tra l’altro anche in passato sono stato sentito in questa Commissione che si
occupa di infiltrazioni, di problemi legati alle ecomafie e alla criminalità organizzata.
A Napoli e in Campania noi abbiamo già dato in termini, non di solidarietà ma di
criminalità, anche di imprenditori del Nord che sono venuti a sversare nelle aree del casertano, in
contrada Pisani a Pianura. Fui sentito dalla Commissione Scalia nel 1998, quando mi occupai come
magistrato del traffico di 30 mila tonnellate di ferriti di zinco della Pertusola sud di Crotone, dove
BOZZA NON CORRETTA c’erano le aziende della Eni Risorse. Oggi, quindi, dovete rendervi conto – so che lo fate – di
quanto sia complicato parlare di discarica, che potrebbe essere un argomento su cui aprire un
dibattito in un territorio che è stato massacrato non dalla solidarietà di cui parliamo oggi, perché,
come giustamente evidenziato dal vicesindaco, noi trasporteremmo un rifiuto regolare.
Vogliamo essere messi alla prova: governiamo da trenta giorni, è vero che come dice il
presidente siamo abituati a questa realtà da diciotto anni, ma noi non facciamo discorsi di carattere
elettorale o generico. Abbiamo emesso ordinanze, che sono provvedimenti, e credo che, se
vogliamo risolvere l’attualità nell’ambito della solidarietà, sia necessario chiedere al presidente
della regione, che è l’unico che ha i poteri ai sensi della legge n. 1 del 2011, articolo 7-bis, la
disponibilità di smaltire le 100 mila tonnellate disponibili un po’ lì e un po’ con la solidarietà.
Quello sarebbe il segnale concreto.
PAOLO RUSSO. Quando pone questo problema mi costringe a dire che ci sarà una ragione per cui
a Portici – indico comuni di centrosinistra – a Nola, ad Afragola non c’è emergenza rifiuti, seppur
con scelte strategiche diverse – ad Afragola si affitta un’area, a Nola e Portici si fa raccolta
differenziata – e a Napoli invece c’è. Evidentemente, la questione risiede non nella regione, ma
nell’amministrazione dei luoghi.
SUSANNA CENNI. Le faccio i miei migliori auguri di buon lavoro, visto che si è insediato da così
poco tempo. Anch’io provengo da una regione che è sempre stata solidale e mi pare che il
presidente abbia confermato la sua disponibilità, ma vorrei fare una domanda su Asia.
Abbiamo audito dirigenti come il dottor Fortini in Commissione e ieri abbiamo avuto
un’altra occasione di interlocuzione con la società, ma immagino che la sua decisione immediata di
ricapitalizzare, quindi di intervenire immediatamente su questa azienda, testimoni la fiducia
dell’amministrazione nei confronti di questa struttura, anche se lei, sindaco, ha accennato a
modificazioni che probabilmente la riguarderanno.
Vorrei capire se si sia fatto un’idea rispetto al futuro utilizzo di questa società, se ritenga
che, una volta realizzato almeno un pezzo del percorso, sia sufficiente l’azienda. Le chiedo questo
perché abbiamo avuto modo di constatare come nei meccanismi dei subappalti, delle sub
concessioni, dell’utilizzo temporaneo di alcuni consorzi e società – spesso tra l’altro oggetto di
interdittiva antimafia – si snodasse parte del meccanismo che forse interessa la camorra, ma anche
altri tipi di attività illecita.
BOZZA NON CORRETTA LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. La ringrazio molto di questa domanda, perché mi
consente di approfondire il tema Asia. Nel rispondere a lei rispondo anche all’onorevole Russo: il
problema non è del comune, che versa in condizioni estremamente difficili e in questi giorni ha
pulito la città arrivando a mille tonnellate, motivo per cui ho lanciato l’allarme che fra due o tre
giorni potremmo tornare indietro.
Il comune ha fatto quello che poteva fare in condizioni di casse vuote. Abbiamo rischiato il
dissesto e rischiamo ancora moltissimo alla luce anche delle notizie di ieri, secondo cui nel decreto
del Ministro Tremonti non ci sarebbe la norma salva comuni, quindi non avremmo i 100 milioni di
euro che dovevamo avere il 30 giugno e che ci erano stati promessi per il 7 luglio, cosa che
potrebbe creare condizioni di grave difficoltà.
Siamo intervenuti subito per garantire la situazione di Asia al fine di evitare il rischio di
aggiungere al problema di dove conferire i rifiuti anche il problema della raccolta. Abbiamo
ereditato una situazione molto allarmante: circa il 70 per cento dei mezzi di Asia sono fermi per
manutenzione, per assenza di soldi, quindi la situazione è molto grave.
Siamo intervenuti subito per dare un segnale su Asia: innanzitutto abbiamo cambiato il
CdA, abbiamo revocato i due consigli di amministrazione di una giunta di centrosinistra, con non
pochi mal di pancia abbiamo scelto come presidente di Asia un giovane che noi stimiamo molto,
che ha avuto un’esperienza importante a Torino con il sindaco Chiamparino, Raphael Rossi,
persona molto competente, giovane, fuori da qualsiasi contesto.
Per garantire un periodo di transizione ed evitare un vuoto che abbiamo evitato con 2.500
tonnellate, abbiamo lasciato mettendolo alla prova l’amministratore delegato Fortini che viene da
esperienze precedenti, ma è nostra intenzione superare quello che c’è, per un paio di motivi. L’Asia
ha un’immagine ormai complicata per istituti bancari ed esposizioni debitorie e nell’ambito della
nostra politica di risparmio di denaro pubblico, di efficienza e di economicità è necessario
affrontare il problema della presenza di due partecipate, Asia e Napoli servizi, di cui la prima si
occupa di raccolta di rifiuti e la seconda di parchi e giardini e pulizia.
Napoli servizi taglia il verde al giardino, lo mette nell’aiuola e dice che deve occuparsene
Asia, mentre Asia sostiene che debba essere raccolto da Napoli servizi, per cui siamo andati avanti
in questo modo per venti giorni con via Marina, una le arterie principali di Napoli. Bisogna quindi
intervenire anche nel settore da lei indicato.
Ovviamente questa giunta ha nel DNA il contrasto non solo a ogni forma di illegalità, ma in
particolare a quelle che possono essere infiltrazioni della camorra, l’attenzione alla trasparenza nei
subappalti. Non ci sfugge il dato che su ogni tonnellata di rifiuti si guadagna negli appalti, nei
subappalti, nel trasporto.
BOZZA NON CORRETTA
Per questo vogliamo trovare la soluzione non solo economicamente più vantaggiosa e più
efficiente, ma che impedisca qualsiasi forma di ingerenza. Anche nel lavoro che stiamo facendo per
il compostaggio – il vicesindaco accennava alla trattativa in corso per l’acquisizione dell’impianto
– stiamo effettuando verifiche molto approfondite sulle compagini societarie, sui soci, perché
l’esigenza di trasparenza è la prima cosa.
Da questo punto di vista stiamo facendo i salti mortali, perché accanto alle difficoltà sullo
sversamento, dobbiamo evitare che Asia si fermi. In attesa della nuova società e dell’accorpamento
che richiede dei tempi – perché, se tutto procede in tempi rapidi, potremmo ritenere che a gennaio
del 2012 avremo la nuova azienda pubblica che si chiamerà diversamente – oggi non possiamo
tollerare l’idea che Napoli possa non garantire la raccolta dei rifiuti.
Attraverso tutti gli sforzi possibili, la capitalizzazione e un investimento straordinario di 43
milioni di euro, garantendo gli stipendi, laddove ogni giorno c’è il rischio di non riuscire a pagarli e
quindi di fermare la raccolta, l’amministrazione è impegnata con il massimo sforzo – a proposito di
gesti che voi giustamente chiedevate prima. Siamo andati personalmente a motivare il personale,
chiedendo uno sforzo straordinario in un momento di difficoltà.
Facciamo tutto quello che possiamo fare nell’ambito di uno spirito che non è di
caratterizzazione politica, perché noi siamo convinti che, se si risolve il tema dei rifiuti, sia un bene
per tutti, mentre, se non lo risolviamo, è un danno per le istituzioni, per l’immagine del Paese, per
tutti.
Su questo è in atto un confronto leale con il presidente della regione, con il presidente della
provincia, con il ministro, con il governo. Abbiamo avuto anche conversazioni telefoniche con il
presidente Berlusconi, con Gianni Letta, contatti con il Quirinale, con Caldoro ci sentiamo più
volte: di quello che si può fare non facciamo una questione ideologica, né di parte politica.
PRESIDENTE. Vorrei porre due domande conclusive sempre nell’ambito della questione relativa
alla criminalità o comunque all’illegalità. Ho letto un’intervista del vicesindaco Sodano, che
esattamente dice che «l’interesse a far fallire il nostro piano sarebbe quello di coloro che vogliono
costruire l’inceneritore».
Non voglio esprimere alcuna valutazione politica, ma vorrei capire se questa sia un’ipotesi
politica o abbiate elementi per ritenere che ciò che sta accadendo abbia dei riscontri in dati a vostra
disposizione.
BOZZA NON CORRETTA TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. In questo caso specifico è una notazione politica e
di conoscenza di quanto è avvenuto negli anni passati sul tema delle gare espletate in Campania nel
settore dei rifiuti.
In quella intervista facevo riferimento a chi aveva interesse a boicottare il nostro piano, tra
cui sicuramente quelli che hanno interesse a realizzare l’inceneritore a Napoli, così come hanno
interesse a boicottare quelli che vogliono fare discariche come opzione strategica.
Sulla criminalità organizzata, invece, mi rifaccio a quello che diceva prima il sindaco:
abbiamo avuto segnali concreti, appena insediati ci sono state in alcune notti azioni di
intimidazione nei confronti dei lavoratori dell’Asia, che erano andati a ritirare i cassonetti dopo le
proteste di cittadini e sono stati invitati ad allontanarsi.
Se la protesta fosse nata solamente dalle condizioni di disagio vissute dalle popolazioni, i
cittadini avrebbero accolto gli operatori Asia, mentre allontanarli e invitarli a lasciare le cose come
stavano corrispondeva a un progetto di sabotaggio e di boicottaggio. Se questo sia riconducibile a
clan camorristici o a qualche interesse pseudo-parapolitico o pseudo-parasociale, non siamo in
grado di saperlo. Abbiamo riferito le stesse cose anche all’autorità giudiziaria.
PRESIDENTE. Ci interessava capire, per i nostri atti, se vi fossero elementi concreti riconducibili
in questo caso non tanto alla criminalità organizzata, che pure potrebbe avere interesse a intervenire
nella gara d’appalto per l’inceneritore, come accaduto in Sicilia, quanto a gruppi economici, come
avevo inteso.
Pongo l’ultima domanda conclusiva. Avete già complessivamente risposto, però, siccome
adesso avremo una conferenza stampa certamente la gente vorrà sapere, giacché oggi il NOE ci ha
detto che è una questione non di mesi o di giorni e l’attuale situazione delle discariche e degli STIR
giungerà a fine vita, qual è il progetto immediato affinché i rifiuti non tornino sulle strade di
Napoli.
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. La soluzione c’è: sono le due discariche di San
Tammaro e Savignano Irpino, che hanno capienze tali da consentire nel giro di 24-36 ore di ripulire
Napoli e la Provincia e liberando gli STIR di riprendere un ciclo. San Tammaro si trova in
provincia di Caserta, Savignano Irpino in provincia di Avellino. Sono due discariche che hanno dei
volumi e che servono chiaramente all’attuale sistema impiantistico degli STIR, che vanno
immediatamente messe a disposizione.
Siccome non prima di lunedì o martedì si comincerà ad andare fuori regione, perché si
stanno definendo i protocolli con Toscana, Emilia Romagna, Marche e Liguria, abbiamo bisogno di
BOZZA NON CORRETTA 72 ore, tre o quattro giorni, per utilizzare questi impianti e non è la fine del mondo: stiamo parlando
complessivamente di 15-20 mila tonnellate.
PRESIDENTE. Quali sono gli ostacoli?
TOMMASO SODANO, Vicesindaco di Napoli. Gli ostacoli sono di natura politica.
LUIGI DE MAGISTRIS, Sindaco di Napoli. Voglio aggiungere un dato, perché forse prima non
siamo stati chiari.
Nel rapporto di grande collaborazione e di lealtà che abbiamo con la regione, mi riferivo
all’accordo di quarantotto ore fa con il presidente Caldoro, ma ieri e anche questa mattina il
prefetto De Martino ha parlato con il presidente Caldoro, che ci aveva garantito che senza necessità
di ricorrere all’ordinanza secondo la legge n. 1 del 2011 avrebbe fatto un provvedimento
prevedendo di conferire 1.500 tonnellate a San Tammaro, sostenendo che a Savignano non fosse
possibile, non sappiamo se per ragioni politiche – lo potrete eventualmente verificare o lo
verificheranno altri.
A San Tammaro c’era dunque una vasca attrezzata e il prefetto mi aveva riferito di aver
parlato anche con il prefetto di Caserta in modo da garantire settantadue ore. Non riusciamo a
capire perché, nonostante fino a questa mattina il presidente continui a dire di aver firmato questo
provvedimento, abbiamo il blocco, che ci ha già portato da 1.200 a 1.400 tonnellate.
Se persisterà questo blocco che credo abbia solo ragioni politiche perché non se ne
intravedono altre, anche perché il presidente della regione ha parlato direttamente con me che sono
il sindaco e con il perfetto, quindi non ci sono intermediari in tutto questo, non sappiamo più cosa
fare, perché il tema adesso è questo per l’emergenza: ci sono i posti che consentirebbero di
sbloccare «politicamente» il tema della solidarietà, per poter partire lunedì dando dei segnali da un
lato come Comune per quanto abbiamo detto e che potremmo fare, per settantadue ore la Regione,
la solidarietà e poi uscirne fuori una volta per tutte. Grazie e buon lavoro.
PRESIDENTE. Vi ringrazio e dichiaro conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 14.43.