Social - Pomigliano. Oltre l’indignazione, l’impegno dei cittadini per combattere i roghi...

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PDF l’iniziativa _______________________ Can you Roock in Brootherhood? _________________ Cavaliere a pag. 5 l’analisi _________________________ Le strisce blu e la crisi della rappresentanza. ____________________ Tondi a pag. 6 l’intervista _______________________ Il calcio come barlume di speranza. __________________ Carpino a pag. 10 Pomigliano. Oltre l’indignazione, l’impegno dei cittadini per combattere i roghi tossici. Il prefetto Nicola De Martino insulta il sacerdote anticamorra don Maurizio Patriciello, la Commissione Europea chiede alla Corte di Giustizia di condannare l’Italia ad una multa di 56 milioni di euro per la mancata bonifica delle discariche abusive. Intanto, i cittadini si organizzano contro i roghi tossici... Selva a pag.8 periodico di libera informazione socialperiodico.it 29 ottobre 2012 edizione Pomigliano direttore Giovanni Tuberosa [email protected] twitter @socialperiodico facebook.com/socialperiodico youtube.com/socialperiodico Testata Giornalistica in fase di registrazione presso il Tribunale di Napoli. anno I numero I

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Anno 1 Numero 0 | 29 Ottobre 2012 Il prefetto Nicola De Martino insulta il sacerdote anticamorra don Maurizio Patriciello, la Commissione Europea chiede alla Corte di Giustizia di condannare l’Italia ad una multa di 56 milioni di euro per la mancata bonifica delle discariche abusive. Intanto, i cittadini si organizzano contro i roghi tossici...

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PDF

l’iniziativa _______________________

Can you Roockin Brootherhood?_________________ Cavaliere a pag. 5

l’analisi _________________________

Le strisce blu e la crisi della rappresentanza.____________________ Tondi a pag. 6

l’intervista _______________________

Il calciocome barlume di speranza.__________________ Carpino a pag. 10

Pomigliano. Oltre l’indignazione, l’impegno dei cittadini per combattere i roghi tossici.Il prefetto Nicola De Martino insulta il sacerdote anticamorra don Maurizio Patriciello, la Commissione Europea chiede alla Corte di Giustizia di condannare l’Italia ad una multa di 56 milioni di euro per la mancata bonifica delle discariche abusive. Intanto, i cittadini si organizzano contro i roghi tossici... ■ Selva a pag.8

periodico di libera informazione

socialperiodico.it29 ottobre 2012edizione Pomigliano

direttore Giovanni [email protected]

twitter @socialperiodicofacebook.com/socialperiodicoyoutube.com/socialperiodico

Testata Giornalistica in fase di registrazione presso il Tribunale di Napoli.

anno I numero I

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2 L’EDITORIALE Perché Social?

3 IL COMMENTO Fiom vs Fiat: vince la democrazia e parla Vendola

4 L’INIZIATIVA Can you Roock in Brootherhood?

6 L’ANALISI Pomigliano: le strisce blu e la crisi della rappresentanza

8 IN COPERTINA Oltre l’indignazione, l’impegno dei cittadini percombattereirifiutitossici.

10 L’INTERVISTA Ilcalciocomebarlumedisperanza.

12 RIFLESSIONI Nobel per la Pace all’Europa: approvazione escetticismo.

13 RIFLESSIONI Amanda Todd: un motivo in più per combattere il bullismo

15 L’INTERVENTO Proposte per una scuola migliore

15 LE RUBRICHE La vignetta #1 Gli intoccabili La lettura consigliata ‘I Demoni’

Quando, un anno fa, abbiamo cominciato a mettere su il progetto che avevamo in

mente, ci siamo chiesti come conciliare due bisogni che stavano alla base del giornale che oggi pubblichiamo. Lachiave di volta l’abbiamo trovata del nome che ci è poi parso naturale dare al nostro lavoro: Social.

Perchè Social fa riferimento ai social network, gli ambienti di discussione e condivisione delle idee che sono propri dellanostragenerazionedinatividigitali.Vogliamoinfattiprovareadarerilievo alla partecipazione e ai commenti dei lettori: sull’edizione pdf e in quella cartacea, gli articoli (precedentemente pubblicati sul sito internet) saranno corredati dai commenti, dai tweet, dai post facebook che vi faranno riferimento. Puntiamo a creare una sorta di continua osmosidigitale-stampa-digitale per condividere opinioni e creare discussioni a partiredaitemitrattati.D’altraparte,lanaturastessadiunquindicinalefa sì che non si stia necessariamente “sul pezzo” ma ci consente di pubblicare tanti articoli di fondo che, partendo dalla cronaca, diano l’opportunitàachiscrivedifarconoscereleproprieopinioniariguardo.Social non vuole essere uno dei tanti giornali che professano di avere la linea editoriale giusta o di raccontare la Realtà: vogliamo provare a farequalcosadicompletamentediversoecioèdirefindasubitochenoidiamo una interpretazione della realtà: il che presuppone che non vi sia una visione unileterale di ciò che accade ma che, al contrario, il lettore possa dare e condividere la propria interpretazione dei fatti moltiplicando ipuntidivistaedaccrescendocosìillivellogeneraledelladiscussione.

Social,però,fariferimentoancheadunasecondaaccezione.Selaprimaèquella che appartiene al metodo, la seconda si applica alla linea editoriale: ilsocialeèalcentrodellanostraattenzione.Lanostraèlagenerazionechesta pagando a caro prezzo gli errori commessi da chi ha vissuto al di sopra dellepropriepossibilitàtagliandotuttociòcheormaieraritenutosuperfluoe poco redditizio nel breve termine: conoscenza, scuola, formazione, ricerca,cultura,dirittoallasalute, tuteladell’ambiente.Noi,chesiamoun gruppo di ragazze e ragazzi tutti al di sotto dei trent’anni, conosciamo bene l’importanza di investire in questi settori e inorridiamo quando ci sentiamo dire che, siccome all’improvviso c’è bisogno di rigore, bisogna continuare a tagliare proprio lì. Per questo, rivendichiamo il diritto aiservizi di welfare per i più deboli, coloro che continuano a pagare sempre dipiùlesceltescelleratedipochi.Proveremoafarlotramitereportage,inchieste, interviste, servizi fotografici, video, iniziative, campagne etutto quanto possa essere diffuso tramite la distribuzione per strada del giornaleograzieallaforzadellarete.■

Periodico Quindicinale IndipendenteTestata giornalistica in fase di registrazione presso il Tribunale di NapoliDirezioneAmministrazioneeredazione:CorsoDeNicola,73-80021Afragola(Na)

direttore responsabile Giovanni [email protected] Erasmo Indolino [email protected] Associazione culturale “Social Engineering”capo-redattore locale Erasmo Indolinoredazione: Sabrina Brillante, Giancarlo Carpino, Alessandro Freschi, Brunella Iengo, VittorioOratino, Marica Rea, Elisabetta Rea, Fabio Sacchettini, Fabiana Selva, Emanuela Siesto, Antonio Tondi,SoniaTondi,AndreaVitiello.

realizzazione graficaE.Indolino,G.Tuberosa

FinitodiimpaginareSabato27Ottobre2012Arrivederci al prossimo numero

di Erasmo Indolino@e_indolino

il sommario

in questo numero di Social:

l’editoriale

Perché Social?

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Resta alta la tensione per la questione Fiat e ad incendiare il calderone delle polemiche

questa volta tocca a Nichi Vendola: “Caro Bersani, caro Renzi, cara Puppato, ritroviamoci tutti a Pomigliano”. Così parla il politico con le mani in pasta negli affari dell’azienda pomiglianese, nella videolettera pubblicata il 21 Ottobre sul famoso canale di informazione del web Youtube. “Accompagniamo i 145 operai Fiom licenziati da Marchionne, che per la Corte d’Appello di Roma hanno il diritto di ritornare al lavoro. Aspetto una vostra risposta”. Queste le parole del politico di fronte alla recente decisione della Corte di Appello Di Roma dopo la “discriminazione” di Marchionne nei confronti di alcuni operai della FIAT di Pomigliano D’Arco. Infatti, dopo tanta attesa, la FIOM ottiene il reintegro dei 145 operai, presumibilmente licenziati perché appartenenti al Sindacato, che aspettano di essere nuovamente assunti. Il Sindacato, dopo tante inchieste, ha ottenuto il consenso dell’alta Corte romana e non a caso, si è verificata la recente assunzione di ben 2000 operai,

tutta incentrata su una selezione di non iscritti alla FIOM. Ciononostante, la situazione della FIAT resta in bilico: sì, perchè altri 2000 operai aspettano di essere assunti entro luglio prossimo, data in cui scadrà la cassa integrazione attualmente in vigore. Ed ecco che il futuro di molte persone è nelle mani di Marchionne, che aveva rassicurato circa la necessità di manodopera per la produzione di 270 mila PANDA. Opportuna quindi, seppur apparentemente strategica, la videolettera di Vendola che invita Bersani, Renzi e Puppato a farsi testimoni di una cruda realtà, quella di un’azienda che sta vivendo tragicamente la crisi italiana e dalla quale dipende il sostentamento futuro di molte famiglie che attendono in silenzio che “qualcuno” decida per loro. Intanto cresce l’attesa per la “risposta” dei diretti interessati. Che rispondano o meno, certamente poco importa agli operai della FIAT, i quali non chiedono altro che rivendicare il proprio diritto al lavoro in un paese ormai appeso ad un filo. ■

il commento

di Emanuela Siestofacebook.com/emanuela.siesto

Fiom vs Fiat: vince la democrazia e parla Vendola

i commenti su twitter

fornero dice che i giovani nn devono essere #choosy ma non

si pronuncia quando la fiat è choosy con gli operai #fiom

#pomigliano figuredisfondo

@figuredisfondo

ma dove sono finiti i politici, gli economisti, i giornalisti,

che sostenevano il modello #Pomigliano di

Marchionne?????? Marco Carlo

@Virus1979C

Ora che respinto per la terza volta un ricorso #Fiat e data

ragione alla #Fiom, siete ancora con Marchionne senza

se e senza ma? #Pomigliano Alessandro Lucia@alessandrolucia

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l’iniziativa

di Mariassunta Cavaliere

Estate storica quella del 2012, non solo per il torrido caldo, ma per un passo in più compiuto nel mondo

della musica. A Pomigliano D’Arco nasce la Roock Brootherhood, un format fresco e giovanile, con tante iniziative gratuite per garantire alla musica emergente la massima visibilità. Nel nome è noto il richiamo a brotherhood come “ fratellanza e condivisione” e rock non solo come genere, ma come tendenza che affonda le sue radici nel blues che con lo scorrere del tempo, ha caratterizzato la rabbia e la voglia di emergere. Il progetto è stato fondato dal musicista e amante della musica Federico Foria, con la collaborazione di diverse figure tra cui spiccano il Dr. Gabriele De Luca (Grafico), la Dott. Vincenza Maione, la M° Dott. Antonietta Panico e Marialaura Rega (web-publishing). Strepitano i dati raccolti in appena tre mesi di attività con 85 gruppi iscritti da tutta Italia alle proposte di pubblicizzazione tramite TV, Facebook, Youtube e spazioweb. Una delle iniziative in corso, che spacca i canoni della consueta pubblicizzazione, è la manifestazione televisiva “Learning to fly” creata a titolo gratuito per la musica emergente. Questo grazie alla collaborazione di OraTV canale televisivo che copre Campania, Molise, Puglia e Basilicata. Il regolamento prevede la partecipazione di 13 band/solisti di cui 10 pre-selezionati da una Giuria Tecnica e 3 ripescati su facebook fra coloro che non hanno superato la pre-selezione. Fra i nomi caldi in classifica: Mr. Hyde feat. Audio 2, Peacebreakers, Madness Circus, Scarlatti Garage, V-Device, Digit, Overseas, Keplero, Fadà e Insana Percezione. Esteso il ripescaggio a 4 artisti che avranno accesso agli studi televisivi: Dreaming Light, Absolutely Daniel, Melody Poets e Rewout. Le puntate saranno trasmesse per tutto l’inverno non solo in TV ma anche sul canale Youroock.

La manifestazione si concluderà in primavera con l’assegnazione di un premio Critica ad un solo gruppo o solista, cui sarà dedicato un ulteriore spazio televisivo di circa 30/40 minuti. Si può parlare della nascita di una vera e propria tendenza, un nuovo modo di concepire la musica come un’intima preghiera che nobilita l’animo, spingendolo alto in un volo che amplifica i sensi e mette le ali alla creatività. Parla chiaro l’ideatore del format, Federico Foria: “La musica non è una gara a differenza di quello che vogliono insegnarci le case discografiche e i reality musicali. Noi portiamo avanti iniziative per tutti. La Roock Brootherhood germoglia dalla passione per la musica e dal desiderio di condivisione che supera il mero interesse economico. Bisogna toccare la passione con mano per realizzare i propri sogni e quando si trova un riscontro positivo con le persone che ci spronano al raggiungimento dei nostri obbiettivi, risulta più semplice mettersi in gioco.” Come recita la canzone dei

Pink Floyd, alla quale si ispira il titolo della manifestazione in corso, “un’anima in tensione che sta imparando a volare” ed è questo lo stato emotivo dell’artista emergente che spesso trova ostacoli nel concretizzare i propri sogni. La Roock Brootherhood offre una marcia in più con trasparenza grazie alla genuinità di chi nel talento ci crede per davvero e senza chiedere soldi. Niente blocchi, nessuna barriera. Finalmente la musica è di tutti! ■

Can you Roock in Brootherhood?

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E’da qualche giorno ormai giunto il 15 ottobre, data certamente fatidica per i tanti cittadini

pomiglianesi che nelle ultime settimane si sono riuniti in pubbliche assemblee per manifestare contro il piano di strisce blu introdotto dall’amministrazione comunale ed entrato in vigore proprio dalla suddetta data.

In quelle variopinte assemblee - che talvolta hanno registrato una foltissi-ma presenza, altre volte, in particolar modo nelle fasi finali dove magari si necessitava di una partecipazione ancor maggiore, hanno altresì registrato una più esigua mobilitazione- dopo anni di letargo, dei cittadini si sono ritrovati a discutere e a confrontarsi su di una questione che tocca loro e le rispettive famiglie molto da vicino, chiedendo al Sindaco di sospendere il piano di strisce blu nell’attesa di ripensarne ad un altro certamente più condiviso.

In particolare si contestavano due cose all’amministrazione comunale: l’iniquità del provvedimento e la man-canza di progettualità in un ambito così importante come quello della mobilità urbana. Il piano di strisce blu, operativo da pochi giorni a Pomigliano d’Arco, non presenta in-fatti l’esenzione per le vie di residenza. “Nessun abbonamento”, ha fatto sapere il Sindaco. I cittadini che non posseg-gono un box auto saranno costretti a dover pagare il ‘grattino’ per parcheg-giare l’auto sotto la propria casa. A questo va poi aggiungendosi la specu-lazione dei proprietari dei garage, i qua-li, in alcuni casi, hanno finanche rad-doppiato il costo mensile dell’affitto. La mancanza di progettualità la si denota poi dal fatto che un simile provvedimento non è stato inserito in un più ampio progetto di mobilità.

L’amministrazione non ha previsto né si è battuta per un potenziamento del servizio di trasporto pubblico. In molte realtà italiane, per non par-lare poi di quelle europee, le strisce blu sono sinonimo di disincentivo dell’utilizzo dell’automobile, in un ot-tica di trasporto alternativo e di riduzi-one dell’inquinamento . A Pomigliano non si può dire sia lo stesso. Il Sind-aco, l’assessore competente non hanno nient’affatto parlato di piste ciclabili, di introduzione di altri sistemi di mobilità sostenibile come il car-sharing, il car-pooling e , volendo azzardare, anche il bike-sharing.

Spulciando un po’ le carte, i citta-dini hanno rilevato nel provvedimen-to delle altre criticità, tali da con-sentire di ricorrere ad azioni legali: Innanzitutto, non è previsto il paga-mento della TARSU e della TO-SAP da parte dell’azienda affida-taria, obbligo che è stato ribadito anche dalla Corte di Cassazione con ordinanza 15858 del 19/07/2011; Altra criticità è relativa al fatto che l’appalto per le strisce blu fu vinto in-izialmente dalla società ‘Urbania’, la quale ricevette un’interdittiva antima-fia dalla Prefettura ed il Comune af-fidò l’appalto alla seconda classificata, la ‘TMP’. All’Urbania, che gestiva le strisce blu anche in altri comuni, come Torre del Greco e Somma Vesuviana, ne fu revocata la gestione. L’Urbania vinse poi il ricorso al Tar e fu reinte-grata nella gestione delle strisce nei comuni dove tale gestione gli era stata revocata. L’Urbania sempre, inviò una diffida al Comune di Pomigliano chie-dendo di non procedere all’attuazione del piano di strisce blu finchè il Tar non si fosse pronunciato anche su questa questione, ma il Comune è ugualmente andato avanti; Ulteriore criticità è ri-

levabile nella violazione da parte di tale provvedimento dell’art.7 comma 7 del D.Lgs 285/1992, il quale dispone che i proventi dei parcheggi a pagamento siano destinati all’installazione, alla costruzione e alla gestione dei parcheg-gi in superficie , sopraelevati o sotter-ranei, e al loro miglioramento, mentre le somme eventualmente eccedenti si destinino in interventi per il migliora-mento della mobilità urbana.

Una simile contestazione, capace di convogliare direttamente centinaia di persone ed indirettamente migliaia di essi, avrebbe certamente meritato mag-giore considerazione da parte della classe rappresentante cittadina, non fosse altro per il rispetto di una logica rappresentativo cui anche le istituzi-oni comunali sono tenute. Il Consiglio comunale di fine settembre, che tra le altre questioni avrebbe dovuto affron-tare anche quella delle strisce blu, non si è svolto per mancanza del numero legale, stessa sorte è toccata a quello convocato per l’inizio di ottobre. Nel frattempo i cittadini di una realtà il cui tessuto industriale non sta passando proprio un periodo ridente attendevano delle risposte.

Finalmente, lo scorso giovedì 11 ot-tobre, una delegazione è riuscita ad

l’analisi

di Antonio Tondi@antonio_tondi

Pomigliano: le strisce blu e la crisi della rappresentanza

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La politica di Afragola fallisce ancora!incontrare il Sindaco, il quale ha asserito che l’amministrazione non farà alcun pas-so indietro in merito a questo provvedi-mento, che ha riscosso pareri favorevoli tra i commercianti. Quasi come se i com-mercianti o una parte di essi fossero rap-presentativi di un’intera città . Tutt’al più, faceva sapere sempre il Sindaco, verran-no equiparate le tariffe dei parcheggi ‘off street’ con quelli ‘on street’ (50 cent. all’ ora per entrambi) e per i primi 15 giorni, dunque fino ad inizio novembre, non sa-ranno comminate multe.

Il dato senza dubbio più grave di tutta questa vicenda non è il provvedimento in sé, il quale può essere legittimamente contestabile e pure legittimamente difend-ibile, ma lo scollamento che si è creato e si sta creando, non solo a Pomigliano ma un po’ in tutto il Paese, tra la classe rap-presentante e la classe invece da rappre-sentare. Sta passando sempre più la logica secondo la quale la cosa pubblica non si amministra tenendo conto delle esigenze e delle tensioni dei cittadini, ma si amminis-tra al chiuso di delle stanze, tenendo fuori tutto quel che c’è fuori. Ed è da qui, da Pomigliano, dall’incapacità di ascolto della cittadinanza, da questa gestione quasi privatistica ed arbitraria della cosa pubblica che nasce la crisi della rappresentanza. Il Sindaco, come qualsiasi altra carica pubblica, è eletto dai cittadini (i quali in questo caso potrebbero anche averlo vo-tato per il fatto che in campagna elettorale prometteva di non farle le strisce blu) e a loro ha l’obbligo di rispondere e di rap-portarsi nella determinazione delle deci-sioni. Se vuole rispettare a pieno titolo il mandato che gli è stato conferito deve fare un passo indietro, ridiscutere con i più e i meno scettici questo provvedimento e cominciare a gestire la cosa pubblica nella maniera che più gli si attiene. ■

Italia Pomigliano), facendo di sé la paladina del ‘libero parcheggio in libero paesello’ ma rinunciando

così a quel briciolo di credibilità che le è rimasta. Certo, i partiti sono organizzazioni dinamiche

che cambiano e qualcuno potrebbe avere anche lo stomaco di affer-mare che il partito democratico che si presentò alle elezioni tre anni fa non sia più lo stesso di oggi. Ma che quell’organizza

zione, relegata ad una sileziosa op-posizione e che oggi si ritrova ad

affrontare l’ennesimo congresso in cui la vecchia guardia dopo aver magistralmente sfasciato tutto si

ripresenta come salvatore della pa-tria, sia geneticamente diversa da

quella di tre, di cinque, di quindici e di vent’anni fa, chi ci crede per

davvero? Il sindaco rappresenterà pure la punta dell’iceberg della crisi di rappresentanza pomigli-

anese, ma è contro l’opposizione che la cittadinanza è già andata a

sbattere.■ Erasmo Indolino

Sono rare le persone che hanno il coraggio di assumersi le proprie

responsabilità, in seguito a grandi vittorie così come dopo forti

sconfitte. Magari fossero altret-tanto rare le persone che hanno

il “coraggio” ( se così possiamo definirlo) di riproporsi, costruendo

mattone per mattone un muro fragile, fatto di apparenze,un muro dietro cui dicono ci sia sostanza e

rinnovamento, mentre io ci vedo solo misera forma e chiusura.

Ma riflessioni spontanee, come quella appena letta nel commento

precedente, mantengono ancora viva la speranza di poter “incro-

ciare” pensieri critici e liberi. I cit-tadini possono e devono strappare

il velo della forma e delle appar-enze che avvolge Pomigliano, per ridare il giusto valore alla sostan-

za, ai contenuti e alle proprie idee, quelle per cui ci battiamo.

■ Fabiana Selva

i commenti su socialperiodico.it

C’è un aspetto che in questo articolo non è stato sviluppato ma

che rafforzerebbe la tesi sostenuta. E’ vero che c’è una crisi di rap-

presentanza? certo che sì, ma non solo e non tanto per un comporta-mento (forse) criticabile da parte

del Sindaco: quella è solo la punta dell’iceberg. Quando i cittadini vanno al voto, questi scelgono i rappresentanti delle varie parti, che di norma formano una mag-

gioranza ed una opposizione. Alle scorse elezioni comunali gli

aspiranti rappresentanti di quella che è oggi l’attuale maggioranza

sorvolarono furbamente di affron-tare nel programma la questione

della sosta a pagamento riducendo la problematica della mobilità

urbana ad una curiosa ‘lotta al semaforo’ - come se al mondo es-

istessero davvero automobilisti che sono invece felici di starsene fermi

sulla carreggiata; dall’altro lato, è ancora su youtube il video con

l’estratto di un intervento pubblico del candidato sindaco Onofrio Pic-

colo (per il Partito Democratico e le sue varie dépendance locali)

che dichiarava il parere favorevole a istituire le strisce blu. Se oggi la maggioranza attua il programma

dell’opposizion e, istituendo la sosta a pagamento, chi è che rap-

presenta coloro i quali sono invece contrari a questa iniziativa? Che fine fa l’opposizione che siede in

consiglio comunale? Inguaiata da un programma politico su più punti sbagliato, incapace di intercettare

finanche il proprio elettorato natu-rale, si trova tra Scilla e Cariddi:

può supportare l’azione della mag-gioranza, fingendo di apportare correttivi nelle sedi istituzionali

o attribuendosi meriti (forse non suoi) nelle conferenze stampa,

ma rinuncia così ad intercettare il disagio dei cittadini e a ritro-

vare (scoprire?) quella vocazione per l’attenzione alle minoranze che è propria delle organizzioni

di sinistra; oppure può cambiare radicalmente opinione, in modo strumentale come più volte è gia

accaduto (citofonare Fabbrica

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o Tanta rabbia e indignazione ha suscitato un video che negli ultimi giorni sta facendo il giro

del web: è il video che mostra il parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello fortemente umiliato e rimproverato dal prefetto di Napoli durante un incontro tenutosi in prefettura per denunciare l’allarme dei rifiuti tossici in Campania. Il motivo? Il prete ha dimenticato (ed è evidente nel video lo scopo non offensivo) la parola “prefetto” dopo il “signora”, riferito a Carmela Pagano, appunto prefetto di Caserta. Insomma, il parroco sembra quasi aver peccato di uβρις, tanto che Il prefetto Andrea De Martino proprio non riesce a tollerare tale “offesa”, anzi, reputa il tutto una grande mancanza di rispetto nei confronti di tutte le istituzioni.

Oltre, ovviamente, al duro e gratuito rimprovero del prefetto, ciò che deve es-sere motivo di riflessione e indignazione da parte di tutti i cittadini è l’interruzione del discorso del parroco, per una banale

imprecisione “linguistica”, per così dire. La vera offesa è stata iniziare una ster-ile digressione che non ha fatto altro che distogliere l’attenzione da quel che era il tema centrale dell’importante incon-tro, ovvero la lotta contro i rifiuti tossici. Il parroco, infatti, umilmente e sponta-neamente si faceva portavoce di tutti i pensieri di migliaia di persone stanche e distrutte da questa lotta; quelle stesse migliaia di persone che non sanno più cosa fare per porre fine allo scempio continuo dei rifiuti industriali bruciati nella nostra terra.

Dunque, mi vien da pensare: concordo con il prefetto di Napoli nel fare at-tenzione all’importanza e al ruolo delle istituzioni,ma non per parlare della scelta dei termini opportuni per definire queste ultime, bensì per discu-tere insieme della miopia, del silenzio e dell’inettitudine che, oggi più che mai, caratterizzano tante amministrazioni, le quali stentano a dare risposte e aiuti con-creti ai cittadini, soprattutto in merito a

in copertina

di Fabiana Selva@FabianaSelva

Pomigliano. Oltre l’indignazione, l’impegno dei cittadini per combattere i rifiuti tossici.

fotogrammi tratti dal video “Pomigliano: megadiscarica di veleni a due passi dal

centro” pubblicato su Youtube da Ingrillatipomigliano.

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La politica di Afragola fallisce ancora!questioni come quella dei roghi tossici. D’altronde, si tratta pur sempre di isti-tuzioni, le stesse che il prefetto difende valorosamente.

Nonostante, però, tanto scoraggio e tan-ta rabbia, negli ultimi tempi non sono mancate le dimostrazioni di forte im-pegno e partecipazione per combattere e ridurre il fenomeno dei roghi tossici. Ricordiamo infatti che grazie a tantis-simi cittadini volontari, impegnati in nu-merosi comitati locali facenti riferimento al Coordinamento comitato fuochi, sono state raccolte circa 35000 firme contro i roghi tossici. Nella nostra città, Po-migliano d’Arco, in pochissimo tempo ( tre domeniche) si è riusciti a raggiun-gere il numero di ben 1500 firme per una petizione comunale, grazie alla quale si richiede l’attuazione di particolari ed ef-ficienti provvedimenti che abbiano come scopo quello di combattere il fenomeno degli sversamenti illeciti e dei roghi, e per una querela per disastro ambientale rivolta a tutte le autorità competenti. A tal proposito, il 18 ottobre sono stati protocollati i due documenti presso il comune di Pomigliano d’Arco, come po-tete osservare e ascoltare nel video che abbiamo linkato sul sito internet.

Tutti i cittadini aspettano, dunque, una risposta (entro 30 giorni) da parte dell’amministrazione comunale, con la speranza di un confronto civile e di un dialogo che favorisca il bene della popo-lazione e quello della nostra terra. ■

Pomigliano: raccolte 1500 firme contro i roghi tossici.

Guarda il video su www.socialperiodico.it

e suyoutube.com/socialpomigliano

Il 18 ottobre sono state protocollato al comune di

Pomigliano d’Arco una petizione comunale

accompagnata da 1300 firme raccolte in tre domeniche ai

banchetti dislocati nelle varie zone della città.

La petizione ha come oggetto la richiesta al sindaco e al

comandante della polizia locale l’attuazione di provvedimenti

comunali speciali al fine di contrastare il fenomeno degli

sversamenti illeciti e successivi roghi di rifiuti.

Oltre la petizione sono state raccolte firme anche per una

querela per disastro ambientale alle autorità che dovevano monitorare questo scempio e non l’hanno fatto.

Le firme raccolte nelle sole pronvince di Napoli e Caserta

grazie al Coordinamento comitato fuochi sono oltre

35.000 di cui 1500 sono state raccolte a Pomigliano.

Per quanto riguarda la petizione comunale

l’amministrazione ha 30 giorni di tempo per rispondere alle

richieste fatte.

La querela invece dovrà fare il suo corso legale ma è certo

che già oggi grazie al gran numero di firme raccolte e alla

mobilitazione di movimenti, associazioni e cittadini il tema

è saltato alla ribalta.

Si stanno tenendo incontri alla prefettura sul tema con tutti gli

amministratori locali interes-sati, molto c’è ancora da fare.

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In territori dove la malavita la fa da padrone nella quotidianità, accade anche che la squadra di calcio locale

sia gestita da un affiliato al clan. E’ la paradossale storia della squadra di calcio di Quarto, comune situato a nord-ovest di Napoli nell’entroterra flegreo. Le cose sono ormai cambiate nel marzo 2011. A seguito; infatti, del sequestro ordinato dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, la società viene affidata al Dott. Luigi Cuomo, segretario nazionale di “SOS Impresa” e membro della Fondazione antiusura Paulus. La squadra rinasce come Nuova Quarto Calcio e parteciperà al campionato regionale di Promozione in seguito alla retrocessione d’ufficio dalla categoria Eccellenza.Ho avuto l’onore e il piacere di poter porre alcune domande per i lettori di So-cial al Dott. Cuomo che gentilmente mi ha accolto per l’ intervista.

Dott. Cuomo come prima domanda le volevo chiedere: come è nato il suo impegno in questa lodevole iniziativa?Il mio impegno nasce soprattutto grazie all’Avvocato Luca Catalano amministra-tore giudiziario della società, che mi ha coinvolto in questa iniziativa. Ma l’idea vera propria è arrivata dalla procura che ha pensato di affidarmi la società af-finché fosse creato come contorno un movimento che avesse come obbiettivo la liberazione dai condizionamenti ma-fiosi che attanagliano il nostro territorio

Quali sono stati i suoi primi impegni da Amministratore Unico della società?Come spesso accade ad un’impresa se-questrata alla malavita il destino è spesso segnato, infatti 9 volte su 10 queste sono destinate al fallimento. Era il caso anche del Quarto Calcio che stava per percor-rere quella strada. La squadra, declassata dal campionato di eccellenza a quello di promozione, si ritrovava dei conti pes-

simi. Il primo passo è stato quello di mettere a posto i conti; in seguito si è passato a ricostruire la squadra renden-dola competitiva e soprattutto dandole una forte valenza di modello che doveva rappresentare i valori per la quale è nata questa iniziativa. Ma il passo più impor-tante è stato quello di creare attorno a questa esperienza una massima solida-rietà e una massima condivisione popo-lare di Quarto.

Ha trovato all’inizio buoni riscontri e condizioni favorevoli per questo pro-getto?Assolutamente sì. La nostra fortuna è stata quella di trovare a Quarto referenti competenti, bravi e onesti con i quali abbiamo potuto lavorare. Questo fatto rappresenta un’ulteriore conferma a so-stegno della tesi che a Quarto, in questo straordinario momento storico, ci sono tutte le condizioni per poter liberare la città dalla camorra.

Per quanto riguarda la scelta della rosa, si è puntato per lo più su quartesi.

Perché questa scelta?Abbiamo innanzitutto deciso di puntare su quartesi per cercare di lanciare un messaggio: chi deve riscattarsi e ripren-dere in mano la città sono i quartesi. Sos-tanzialmente se avessimo scelto persone di altri posti la loro esperienza e il loro senso di appartenenza poteva sarebbe apparso limitato. Come storicamente ac-cade la libertà non deve essere portata dallo straniero, ma sono le persone del posto che devono conquistarla. In questo caso sono i quartesi che devono liberar-si, cogliendo la straordinaria opportunità che questa vicenda con la sua forte riso-nanza mediatica sta offrendo.

Come sentono questa esperienza i cal-ciatori?I calciatori sentono a pieno questa es-perienza e lo dichiarano ogni qual volta qualche giornalista riesce a strappar loro dichiarazioni. Loro sanno di far parte di una squadra che è speciale, una squadra che porta sulla maglia il logo per la le-galità, hanno dovuto firmare un contrat-to di assoluta trasparenza. In primis noi

l’intervista

di Giancarlo Carpinofacebook.com/giancarlo.carpino.3

Il calciocome barlume di speranza.

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La politica di Afragola fallisce ancora!,nello scegliere i calciatori, abbiamo ver-ificato se questi avessero carichi penden-ti o condanne sportive. Chiediamo loro di essere speciali anche in campo rispet-tando e divulgando il concetto di legalità che fuori dal campo abbiamo proiettato.

Su molti giornali sono apparse notizie di intimidazioni ricevute. Cosa vuole dire in merito?Parlare di intimidazioni è un qualcosa di esagerato; io penso che i giornali ab-biano montato un caso. I fatti accaduti sono diversi: si è trattato di atti vandalici compiuti dai bambini che non potendo più giocare nel terreno dello stadio “Gi-arrusso” hanno pensato bene di scaval-care e prendere le scarpette usate che i calciatori sono soliti lasciare al campo. Successivamente si è verificato un prin-cipio d’incendio ad un angolo di una delle due reti, un incendio di dimensioni minime probabilmente provocato dagli stessi bambini. L’unica cosa vera che ab-biamo dovuto subire è accaduta per altro non allo stadio di Quarto bensì a Pianura: durante un’incontro tra le due compagini Juniores, un gruppo di “ultrà” ha into-nato cori offensivi nei confronti delle forze dell’ordine, dei giornalisti ed infine nei confronti del pm Ardituro. Questa cosa fu per me veramente inaccettabile. Un’altra favola metropolitana è legata al fatto che alcune squadre si sono rifiutate

di prendere parte al nostro girone, notizia anche questa montata ad hoc.

Qual è stato il riscontro nella popolazione di Quarto?

Il riscontro lo possiamo toccare con mano ogni domenica allo stadio quando ci ri-troviamo con gli spalti gremiti, una cosa che questo stadio non vedeva da anni o forse non ha mai visto. Il 23 settembre all’esordio in campionato erano presenti più di mille persone, numeri ampiamente

sopra la media della categoria. Noi come società stiamo facendo di tutto affinché questo riscontro cresca sempre di più cercando di creare iniziative come ad esempio la presentazione, che si terrà il giorno 8 Novembre a Quarto, del nuo-vo libro di Pierpaolo Romani dal titolo: “Calcio Criminale” nel quale vengono analizzati tutta una serie di casi nei quali si dimostra come e perché la criminalità entri nel mondo del calcio.

Come ultima domanda le vorrei chie-dere un messaggio per tutte quelle per-sone che si sono rassegnate.Chi si rassegna ha già perso, io credo che nessuno voglia sentirsi perdente. La spe-ranza è sempre un valore positivo e pen-so che debba essere una riposta. Io non lo so se due anni fa un qualsiasi quartese anche il più coraggioso, il più speran-zoso poteva immaginare di vedere, dopo due anni, la stragrande maggioranza dei delinquenti che governavano Quarto in prigione o scappare . Non penso nem-meno che avrebbero immaginato una Quarto famosa per un qualcosa diverso dalla camorra ma per un’iniziativa così lodevole. Questo progetto è un progetto che va sfruttato, valorizzato e diffuso. L’eco amplificato di un’esperienza etica così importante a volte può non risolvere i problemi ma può riaccendere la spe-ranza. ■

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E’ormai passato più di un secolo da quando,nel 1901,il premio Nobel fu assegnato allo svizzero

Jean Henri Dunant,fondatore della Croce Rossa. Da quell’anno,questa onorificenza mondiale si è estesa a vari campi dello scibile umano,e non è stata concessa esclusivamente ai singoli,ma anche a delle associazioni che si sono distinte per il proprio operato. Quest’anno,precisamente il 12 ottobre,è giunta la notizia dell’attribuzione del prestigioso premio all’Unione Europea,e non sono mancate né critiche né accoglienza positiva. L’opinione pubblica nazionale e internazionale si è divisa,e sono fioccati tanto i complimenti per la decisione appropriata quanto quelli per l’azzardo della scelta fatta. Si è parlato molto di una “scelta imbarazzante”, di come questo premio sia arrivato in un momento non particolarmente glorioso per l’UE. Qualcuno ha voluto intravedere in questa assegnazione un’iniezione di fiducia o una scommessa sul futuro dell’Unione. Il riconoscimento,potrebbe essere accolto come uno stimolo per il futuro,dal momento che è innegabile il lavoro e il tentativo di integrazione fatto nel corso degli ultimi decenni. L’unione europea ha contribuito al mantenimento della pace in area euro mediterranea,pace che,come i drammatici eventi storici della seconda guerra mondiale dimostrano,è stata più volte violata. Inoltre, non si può ignorare il fatto che il tentativo di unione è un modo per creare un senso di appartenenza e collaborazione pacifica tra gli stati che ne fanno parte. Ma ciò che fa riflettere maggiormente è che l’Unione Europea,a onor del vero,ha probabilmente ricevuto l’onorificenza per la sua pace interna,mantenuta nel corso degli anni. Infatti,seppur si tratta di un’entità sovranazionale che punta molto sulla cooperazione,sulla libertà e su principi pacifisti,si è dimostrata incapace di organizzarsi dinanzi ai

problemi politici,economici e sociali maggiormente evidenti nelle aree confinanti . Soffermiamoci a pensare alla politica estera dell’Ue: è oggettivamente evidente come l’Europa,e ancor più l’Unione stessa, sia stata impotente dinanzi alle guerre scoppiate in Iugoslavia,al processo di pace in Medioriente ,alla Primavera Araba,per non parlare dei negoziati per il nucleare in Iran,dove l’Unione ha solo la leadership formale,in quanto le decisioni vengono prese da Washington. Il quadro che si prospetta è fosco quanto chiaro:tutto dipende dall’angolazione da cui vogliamo osservare i fatti e da come vogliamo interpretare l’attribuzione del premio Nobel. Se consideriamo quanto detto prima,ovvero che in politica estera l’Ue non è riuscita a gestire magistralmente gli eventi storici,economici e politici che si sono susseguiti,allora siamo portati a pensare che l’attribuzione del premio sia dovuta alla politica “interna” portata avanti dai paesi membri. L’Unione si è dimostrata purtroppo incapace in molte situazioni di agire oltre i propri confini,e quindi, pur rappresentando un ente commerciale molto potente a livello internazionale,non possiamo considerarla del tutto funzionante sotto l’aspetto politico,diplomatico e militare. Fatte queste dovute considerazioni,e appurato che l’attribuzione del premio è dettato più da motivazioni interne all’Unione anziché esterne,c’è il colpo di scena: il Nobel solitamente viene assegnato per ciò che un candidato ha fatto all’estero. Detto questo,non si può far a meno di sorridere pensando che per “estero” si intendono anche quei paesi che sono al di fuori della comunità europea,per cui l’Unione ha fatto ben poco. Ovviamente, c’è la speranza che questo riconoscimento possa essere uno stimolo in più per l’Unione,e che sia interpretato non come un premio per l’attuale politica,ma come un invito

a riflettere sul passato e sul futuro non solo dell’Europa,ma anche del resto del mondo. Personalmente,credo che se un entità di tale livello riceve il premio Nobel per la pace,deve quantomeno essere ben lontano da interessi puramente legati ai paesi membri , ma interessarsi anche ai conflitti del continente. L’Ue sembra sul punto di escludere la Grecia in quanto questa non sembra riuscire a rispecchiare le aspettative economiche e le richieste di Bruxelles,e questo dimostra come per motivazioni economiche sia pronta a demolire e a negare il sistema di valori che si era inizialmente prefissa. Non ci resta che aspettare ed attendere che l’Ue sia essa stessa all’altezza di tutte le aspettative che si propone. Il cammino è sicuramente difficile,ma i buoni presupposti,se scelti con cura,possono esserci. E chissà,magari un giorno questo premio Nobel che le è stato conferito non causerà più polemiche,ma sarà visto universalmente come un riconoscimento adeguato e giusto per il lavoro e l’impegno dell’Unione. ■

riflessioni

di Sabrina Brillante@sabrinabrillant

Nobel per la Pace all’Europa:approvazione e scetticismo.

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riflessioni

di Marica Rea@MafricaRea

Amanda Todd era una ragazza di soli 15 anni, un video commovente postato su Youtube, foglietti bianchi che parlano della sua storia: “Ho deciso di raccontar-vi la mia storia infinita. Non ho nessuno. Ho tentato più volte di farla finita”. Non scherza, Amanda si toglie veramente la vita pochi giorni dopo la pubblicazione del video. Alcuni mesi prima si è lasciata convincere da un ragazzo a mostrare il suo seno in una videochiamata. La foto scattatele finisce sul web. Entra in un circolo vizioso, viene derisa dai com-pagni, ricorre alla droga e all’alcol per dimenticare le offese subite. Ansia e attacchi di panico. Resta il silenzio im-mane. Gli unici suoi interlocutori muti sono lo schermo del suo computer e la videocamera. Saranno proprio questi a vederla per ultimi. Amanda lascia questo mondo con un video che ottiene mil-ioni di visualizzazioni solo dopo la sua morte e altrettanti interrogativi che divi-dono l’opinione pubblica. Temiamo resti soltanto una delle tante vittime del bul-lismo.

Ma cos’è il bullismo? Il bullismo è il termine con cui vengono indicati gli atti di violenza a scuola e non, generalmente nel periodo adolescenziale e pre-adolescenziale. Fortunatamente molti sono i ragazzi che insieme alla famiglia riescono a trovare una risposta e l’aiuto opportuno da parte delle auto-rità competenti. Ma il caso di Amanda non è isolato, questo è il dato più preoc-cupante.

La scuola dovrebbe rappresentare nel periodo impetuoso e denso di cambia-menti dell’adolescenza un punto di riferimento a cui appellarsi. Ma non sempre è così!

In Italia il 30 % dei ragazzi in un età compresa tra i 10 e i 19 anni si sente si-

curo a scuola, il 32% non subisce bul-lismo ma vede molte prevaricazioni e il 44% è vittima di bullismo.

Assurdo: su un campione di 100 bambini di tutte le età ben 44 sono vittime di bul-lismo. Di questi circa il 50 % frequenta le scuole medie proprio al passo con l’età più delicata della crescita.

Il danno ‘da bullismo’ non è riconosciu-to nel nostro ordinamento giuridico in quanto non ritenuto fenomeno giuridico, bensì psicologico.Insulti, voci diffamatorie, accuse, razzis-mo, minacce, estorsioni sono tutti atti del bullismo e da incriminare.

Basta con la banalizzazione e l’indifferenza. Quanto dovremmo ancora aspettare per una legge ad hoc?

Altre vittime di questa che è diventata una calamità di immane importanza? Non basta più riflettere o sperare in un futuro provvedimento ma agire e salva-guardare quella che può essere una età meravigliosa, ovvero l’adolescenza.

Sono senza parole… lascio parlare l’immagine senza volto di Amanda. Lei che con quei foglietti voleva gridare forte il suo nome e la sua paura, lei che ora non c’è più.

‘Keep fighting’ è la frase che milioni di ragazzi pubblicano su twitter il primo ot-tobre, data per non dimenticare le vittime del bullismo. Continuiamo a combattere per loro! ■

Amanda Todd: un motivo in più per combattere il bullismo

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Ciò che si vede nella recentissima in-tervista condotta da Fabio Fazio per la trasmissione serale “Che tempo che fa”, ormai celebre per le visite illustri che riceve in ogni puntata, in onda lunedì 22 ottobre, è una figura che anche nella penombra merita assoluta reverenza; un uomo seduto su una carrozzina elettrica che si fa avanti, con un cappello mod-ello panama, nero, fissato bene in testa, vestito in tinta con il copricapo, tra gli applausi del pubblico. È Bernardo Ber-tolucci, regista italiano tra i più accla-mati autori del cinema contemporaneo. Originario di Parma, figlio del poeta Attilio, passa alla storia del cinema con capolavori assoluti come “Prima della rivoluzione” (1964), “Ultimo tango a Parigi” (1972), “Novecento” (1976), “L’ultimo imperatore” (1987), “Il tè nel deserto” (1990) e “The dreamers – I sognatori” (2003), torna finalmente nella sale cinematografiche, da giovedì 25 ottobre 2012, per la gioia dei fruitori del grande cinema, con un nuovo film, “Io e te”, tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Torna nelle sale con un film i cui protagonisti sono due

ragazzi, ognuno con i suoi problemi, psicologici e sociali. Il maschio, Lo-renzo, ha problemi con la famiglia alla quale mente dicendo che deve partire per la settimana bianca con la scuola, mentre poi si rinchiude nella cantina del suo condominio, per ritrovare quello spazio di libertà che, probabilmente, in famiglia ha perso; la femmina, invece, Olivia, la sorellastra, ha problemi con la tossicodipendenza e penetra con vi-gore nello spazio occulto di Lorenzo che cerca disperatamente una realtà privata. Bertolucci ancora una volta, come nel suo penultimo lavoro risalente al 2003, porta sul grande schermo sto-rie di giovani, che con grande difficoltà riescono ad adattarsi, e forse mai, alla società; giovani che si ribellano ad essa e a se stessi, e che trovano riscatto nell’evasione totale, nell’evanescenza delle facoltà sensibili e nella fuga dalle realtà fenomeniche. E chissà, se con queste magnifiche rappresentazioni cinematografiche, il regista parmense riesca a parlare anche della sua giovi-nezza tra le campagne emiliane, i versi di papà Attilio, e dell’amico e coinqui-

lino Pier Paolo Pasolini. Alle domande di Fazio, che fibrillano tra la curiosità ingenua dell’amante appassionato e la scientificità di un serio giornalista quale è, il Maestro risponde con una serietà e allo stesso tempo una tenerezza che ci permettono di comprendere quale siano alcune tra le chiavi di volta che rendono straordinari i suoi film: i ricordi inces-santi della sua infanzia e l’alto lirismo delle vivide immagini che si presentano nella sua mente e che, inevitabilmente, si insinuano nel suo cinema. E la con-dizione fisica alla quale è costretto oggi, a più di 70 anni, a causa di una malattia che gli ha negato l’utilizzo delle gam-be, imprime alla sua opera un punto di vista completamente diverso. Adesso il punto di vista del voyeur si è abbassato di qualche metro, l’occhio si è posato su un carrello che gli permette di trasfor-mare lo spazio angusto di una cantina in una gigantesca scatola magica grazie alla quale è il regista stesso a trovare l’evasione da una condizione di negata libertà. ■

riflessioni

di Vittorio Oratino@VittorioOratino

Bernardo Bertolucci: il voyeur e la sua scatola magica di nuovo al cinema.

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‘I Demoni’ è un romanzo pubblicato a puntate sul Messaggero russo tra il 1871 e il 1872. Lo scenario in cui si muovono ‘I Dèmoni’ (o Demòni inteso come plurale di demonio) è quello di una Russia da salotto e reazionaria che raccoglieva gli esiti filosofici del pensiero di Marx e di Engels contenuti nel Manifesto del Partito Comunista del 1848 e in antitesi, per una certa forma di civetteria, gli esiti del superomismo nietzeschiano. In questo scenario ampolloso e barocco si muove un circolo di intellettuali tesi a scuotere dalle fondamenta l’ormai debole società feudale zarista,

creando una fitta di cospiratori che univa Mosca a San Pietroburgo. Il protagonista è rappresentato dai singoli membri del circolo tesi a distruggere quell’orientamento di comunicabilità e a spazzare il cielo intellettuale dalle nubi del fideismo e del dogmatismo cristiano. L’etica tradisce la sua radice etimologica per essere sciolta da ogni vincolo di carattere morale e l’azione è posta al di là del bene e del male. ‘I Demoni’ si presentano come l’opera più sferzante e satirica di Dostoevskij, che spunti d’analisi per l’impressionante contemporaneità dell’opera. ■

le rubriche

di Frèfacebook.com/freschi1

la vignetta #1gli intoccabili

l’intervento

di Pasquale Iossa*facebook.com/pasquale.iossa.1

proposte per una scuola migliore

All’interno delle scuole è necessario creare un processo all’inverso per informare i ragazzi, partendo dai primi anni, riguardo il ruolo che devono svolgere nell’ambito scolastico, sia come singoli studenti che come rappresentanti di classe e/o di istituto. Proprio per questo è nata l’esigenza di un laboratorio a cui parteciperanno i rappresentanti di Istituto e gli studenti del primo e secondo anno proprio per favorire un processo che porti i ragazzi a non essere più disinteressati e disinformati riguardo la vita scolastica, la quale è la base del processo e del percorso evolutivo di un ragazzo, ciò che determina la ‘forma mentis’. Tra le altre proposte che mi hanno portato ad essere eletto tra i rappresentanti d’Istituto al Liceo Classico e Scientifico “Vittorio Imbriani” ci sono: l’attuazione di momenti di didattica alternativa, reintroducendo la ‘flessibilità’, ovvero un periodo di tempo in cui gli studenti saranno impegnati durante l’orario scolastico in varie attività per l’ambiente e per il sociale; la realizzazione di progetti pomeridiani, mediante l’utilizzo dell’aula autogestita dagli studenti, a cui prenderanno parte associazioni e università per affrontare tematiche differenti e indire bandi e concorsi aperti al liceo; l’introduzione, per la prima volta, delle assemblee di corso (così come previste dallo Statuto degli Studenti e delle Studentesse); la progettazione di un Festival a chiusura dell’anno scolastico in cui gli allievi possano organizzare rappresentazioni musicali, mostre, conferenze. Non potrà però mancare l’impegno per il grande problema dell’edilizia scolastica: per questo costruiremo una rete tra le scuole di Pomigliano che informi i ragazzi sui progetti promossi sul territorio. ■

*Rappresentante d’Istituto al Liceo Classico Scientifico “Vittorio

Imbriani” di Pomigliano d’Arco

di Fabio Sacchettini@FSacchettini

la lettura consigliata‘I Demoni’ di Fedor Dostoevskij

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